CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 223 del 3 agosto 2006

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L'esame degli articoli e degli emendamenti del testo unificato n. 192-193-233-235/A "Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura". Approvato l'articolo 1 (Finalità)

Cagliari, 3 agosto - Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza del vicepresidente Claudia Lombardo. All'esame dell'assemblea gli articoli e gli emendamenti del Testo unificato "Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura". Senza discussione è stato approvato il titolo (con votazione elettronica chiesta dall'on. La Spisa). Sull'articolo 1 (finalità) e sugli emendamenti è intervenuto l'on. Pisu (PRC) che ha detto che certo questa legge non può risolvere i problemi del settore, frutto di decenni di politiche sbagliate, ma costituisce la premessa per creare un futuro migliore. Per il presidente della seconda commissione l'articolo n. 1 è positivo anche se in questa riforma non vi è un cenno chiaro sulla zootecnia della Sardegna. L'on. Pisu ha chiesto un maggior approfondimento su questo tema. L'on. Cappai (Udc) ha illustrato l'emendamento n. 1 (di cui è primo firmatario) che vuole sostituire la parola "agenzie" con "ente". Noi vogliamo - ha detto l'esponente dell'Udc - un ente unico in agricoltura e non possiamo accettare che, anche in questo settore, tutto sia accentrato nelle mani del presidente Soru. Per Cappai, inoltre, questa non è una riforma di settore è una riforma solo di alcuni enti. Il questore ha invitato la maggioranza a riflettere prima di concedere ulteriori poteri alla giunta. Fra poco - ha concluso - questo Consiglio non sarà più chiamato neanche a legiferare, basteranno le deliberazioni del presidente. L'on. Rassu (F.I.) ha detto di aver firmato l'emendamento n. 1 con la convinzione che il decentramento del potere, oltre che segnale di democrazia, sia sintomo di funzionalità. Anche l'on. Rassu non è d'accordo sull'istituzione di tre Agenzie che saranno asservite alla Giunta, ma è favorevole alla creazione di un ente che è più autonomo (in quanto c'è il Consiglio di amministrazione). L'accentramento spasmodico di competenze e di mansioni da parte della giunta e del suo presidente - ha detto - non agevola né incentiva i compiti dell'amministrazione ma anzi li ingolfa. Inoltre, per Rassu non si può proseguire nel disegno di esautoramento dell'Assemblea consiliare. Per l'on. Diana (AN) questa legge non è nata come legge che prevede l'Agenzia, ma l'ente. Nel testo, infatti, si fa confusione e, riferendosi all'Agenzia, si fa riferimento alla normativa per gli enti. L'esponente di Alleanza Nazionale ha sottolineato il fatto che la maggioranza non intende accogliere nessuno degli emendamenti presentati dall'opposizione e che il centrosinistra cerca l'appoggio dell'opposizione solo quando intende andare contro il presidente Soru. L'on. Diana ha avvertito la maggioranza che la legge necessita di un approfondito dibattito e che non sarà certo approvata velocemente per "spirito vacanziero". L'assessore agli affari generali Dadea ha subito chiarito che da parte della giunta e della maggioranza c'è grande attenzione per gli emendamenti della minoranza e per il dibattito che si sta svolgendo in questi giorni in aula. Abbiamo accolto - ha detto l'esponente dell'esecutivo - molti suggerimenti per quanto riguarda le questioni del personale e diamo la nostra piena disponibilità affinché ci sia il coinvolgimento pieno da parte di tutti i consiglieri. Ha preso poi la parola, per dichiarazione di voto, l'on. Cuccu (Margherita) che ha spiegato che il Progetto di legge originario, presentato dalla Margherita, prevedeva un ente regionale e non l'agenzia. Ma il testo unico all'esame del Consiglio è totalmente condivisibile in quanto la finalità dell'ente unico sono perseguite dal Comitato di coordinamento delle Agenzie. L'esponente della Margherita ha annunciato il voto contrario all'emendamento n. 1. L'on. Ladu (Fortza Paris) ha detto di non essere d'accordo con l'istituzione delle tre agenzie (che complicano le cose) e che sarebbe meglio l'istituzione di un unico ente. L'emendamento n. 1 (Cappai e più) è stato bocciato dall'Aula. L'articolo 1 è stato, invece, approvato. I lavori del Consiglio proseguono (R.R.)

A rilento il dibattito sulla legge di riforma degli enti agricoli. Capelli: "Nessun accordo per approvare il provvedimento in giornata".

Cagliari, 3 agosto 2006 - Va avanti più lentamente del previsto il dibattito sugli articoli della legge di riforma degli enti agricoli. Non sarebbe stato raggiunto alcun accordo - come diffuso da alcune testate giornalistiche - per approvare il provvedimento entro la giornata di oggi. Lo ha dichiarato l'on. Capelli (Udc) affermando che si tratta di legge importante, che deve essere discussa con attenzione. L'opposizione sembra intenzionate ad allungare i tempi del dibattito essendo in completo disaccordo su alcuni punti fondamentali. In particolare l'esponente Udc avanza il timore che la fretta non agevoli i contenuti della legge. Già l'anno scorso la Giunta aveva riformato, istituendo l'Era che accorpava gli enti agricoli. Ora ritorna sull'argomento, puntando ad acquisire il controllo delle politiche agricole; ma evita di indicare gli obiettivi veri da risolvere. "Basta con espressione roboanti; parliamo invece di cose concrete: debiti, occupazione, rilancio del settore" ha concluso Capelli, invitando Giunta e maggioranza a fermarsi "per parlare col mondo agricolo".
Dal "fuoco d'artificio" dell'Era, al "chiuso per ferie" (la stagione è propizia) per il comparto: questi i timori evidenziati dall'on. Vargiu (Riformatori) per il quale le politiche messe in campo dalla Regione sono inadeguate e la fretta non consente certo di dare risposte convincenti al mondo agricolo. "L'Era si è dimostrata una scatola vuota; vogliamo andare avanti su questa strada?". L'articolo 2 (Funzioni esercitate dall'amministrazione regionale) non esprime alcuna intenzione politica, nessun progetto di rilancio. E', a giudizio del capogruppo dei Riformatori, deludente. Non inganni il fatto che gli agricoltori non abbiano inscenato una protesta sotto il Palazzo. "Se non vengono qui sotto, è perché ci sono 40 gradi".
Questa legge - ha detto Ladu, capogruppo di Fortza Paris - è un diversivo. "Serve a distogliere l'attenzione dai gravissimi problemi del settore". La riforma non c'è; quella proposta dalla Giunta è un semplice rimescolamento di carte, per giunta incompleto: ad esempio, non si fa alcuna previsione sui dipendenti dell'Ara (l'associazione allevatori), fior di tecnici, spesso chiamati alle armi per fronteggiare emergenze, ma, per il momento, esclusi da un inquadramento preciso. Qualcuno della maggioranza "fa finta di preoccuparsi", poi finirà per votare ugualmente un provvedimento fortemente voluto dal presidente Soru per controllare, direttamente, anche l'agricoltura.
Eppure, secondo l'on. Cappai (Udc) si potrebbe pensare a una legge bipartisan; a condizione, tuttavia, che la si voti a settembre, il tempo per riaprire il confronto. Così com'è non dà risposte appaganti; intanto si preoccupa del personale degli enti e non del mondo agropastorale; in secondo luogo l'aspetto fondamentale del rilancio del comparto (liberare le aziende dai debiti) è volutamente taciuto. Senza questo aspetto, la riforma è monca e si limita all'esercizio del potere da parte della Giunta.
Non piace neanche all'on. La Spisa (FI) il modello "verticistico" della nuova organizzazione dell'agricoltura e l'articolo 2 sottolinea, appunto, il primato assoluto della Regione, che, contravvenendo a qualunque principio di sussidiarietà, sottrae competenze agli enti locali per esercitarle direttamente. Può darsi - ha aggiunto - che questo modello consenta di operare con maggiore efficacia (è tutto da verificare). In ogni caso le future scelte in agricoltura "saranno sempre meno partecipate".
Per dichiarazione di voto sono intervenuti Diana (An), contrario; Cuccu (Margherita), favorevole; Dedoni (Riformatori), contrario e Vincenzo Floris (Ds) favorevole. (adel)

Approvato l'articolo 2 , il dibattito prosegue sull'articolo 3 ed i relativi emendamenti

Cagliari, 3 agosto 2006 - La discussione sugli articoli e sugli emendamenti prosegue sempre con una certa lentezza. Nella tarda mattinata era stato approvato a maggioranza l'articolo 2 ("Funzioni esercitate dalla amministrazione regionale") e attualmente la discussione prosegue con l'articolo 3, concernente "Gli obiettivi della politica agricola regionale" ed i relativi emendamenti dell'opposizione.
Sono intervenuti con accenti fondamentalmente critici numerosi rappresentanti dei gruppi di minoranza. Tutti prevalentemente per sottolineare che se, nelle intenzioni, i principi generali dell'articolo 3 potrebbero essere condivisibili, non lo sono certamente quanto al metodo ed alla applicazione.
Il Riformatore Vargiu, ha chiaramente parlato di "ottime enunciazioni di principio, ma nessun dettaglio sulle modalità di attuazione"; analogamente Nicolò Rassu ("Ci sono grossi problemi per gli innumerevoli agricoltori che non possiedono grandi estensioni terriere"); Fedele Sanciu ("Una Giunta che continua a mostrare due anime: dice di essere a parole vicino al mondo agro pastorale con tante promesse, che presto si rivelano in tutta la loro inconsistenza, come accade proprio con questo articolo 3"); e Gerolamo Licandro ("La drammatica crisi dell'agricoltura impone una profonda riflessione sulla qualità del sistema agro pastorale che si vuole creare").
Da segnalare in particolare il primo intervento in aula del consigliere Raffele Farigu (Misto) -recentemente entrato in Consiglio regionale quale primo dei non eletti in seguito alle dimissioni di Mauro Pili, a sua volta eletto in Parlamento- che, con una certa emozione, ha portato il proprio saluto alla Presidenza ed a tutti i consiglieri, "dopo quindici anni -ha sottolineato- dall'ultima volta che ho preso la parola in questo consesso". Anche per Farigu, comunque, un giudizio negativo sull'articolo in particolare, ma anche sull'intero testo di legge: "Una legge che non porta l'agricoltura sarda fuori dalla transizione e verso lo sviluppo".
I lavori proseguono. (L.P.)

Esame del testo unificato 192/193/233/235 - legge di riforma degli enti agricoli e di riordino delle funzioni in agricoltura. Votazione degli articoli e degli emendamenti

Cagliari, 3 agosto 2006 - Nel proseguo del dibattito l´on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha contestato la formulazione : "Avete governato voi della sinistra l´agricoltura sarda negli ultimi vent´anni, attenti a dire che si sono generate clientele". L´on. Mario Diana (An) si è chiesto rivolgendosi alla maggioranza: "Perché noi dovremmo bloccare questo provvedimento di legge? Se vogliamo vi facciamo rimanere qui sino a Ferragosto, non provocateci all´infinito" . L´oratore si è poi rivolto ai partiti di maggioranza
diversi dall´Ulivo: "E´ normale che Ds e Margherita non intervengano", ha detto, "hanno fatto un accordo tra loro su questa legge". Per l´on. Nello Cappai (Udc) "questo non è un provvedimento di riforma". Cappai ha parlato della necessità di un´analisi seria sulla crisi dell´agricoltura sarda.Il presidente Spissu ha poi dichiarato conclusi gli interventi e ha chiesto al presidente della commissione V, On. Alberto Sanna, e all´assessore all´Agricoltura, il parere sugli emendamenti. , che sono stati poi posti in votazione. E´ poi iniziata la discussione sull´articolo 4 e relativi emendamenti. Si tratta della norma che prevede l´istituzione della consulta agricola. Sono intervenuti l´on. Giorgio La Spisa, capogruppo di Forza Italia, e l´on. Raffaele Farigu, che ha detto: "Stiamo diminuendo la potestà del Consiglio e lo stiamo facendo con apparenti metodi democratici. Non possiamo accusare il governo di ledere la sovranità e poi accettiamo di menomarci da soli la nostra sovranità".
I lavori dell'Aula riprenderanno alle 16. (c.c.)