CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 222 del 2 agosto 2006

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In apertura il presidente aveva comunicato l'avvenuta presentazione di:

Prosegue il dibattito generale sul testo unificato n. 192-193-233-235/A "Legge di riforma degli enti agricoli e di riordino delle funzioni in agricoltura"

Cagliari, 2 agosto 2006 - Prosegue la discussione generale sul Testo unificato di Riforma degli enti agricoli e sulla disciplina del settore. Un dibattito lungo e intenso in cui alle dure critiche da parte dell'opposizione, rispondono i rappresentanti della maggioranza in difesa del provvedimento. Da un lato si denuncia il forte accentramento di poteri in capo all'esecutivo e la mancanza di una concertazione adeguata con le parti sociali, dall'altro invece si respingono al mittente le critiche sostenendosi la validità del testo (pur con le opportune modifiche da apportare attraverso qualche emendamento) e l'avvenuto confronto con le organizzazioni di settore.
Che la "legge che si sta discutendo rappresenti una importante novità", è ad esempio convinto il consigliere Antonio Calledda (Ds), primo ad intervenire questo pomeriggio. "Una riflessione è necessaria, tuttavia, questa legge non può risolvere tutti i problemi ma sicuramente è un passo molto importante". Dopo aver ricordato il lavoro serio e articolato svolto in commissione insieme alla opposizione ("C'è stato un confronto vero e serio, vi è stata concertazione con le parti sociali a tutti i livelli"), Calledda ha affermato che "un no aprioristico e fine a sè stesso non ha senso politico": occorre sempre una alternativa quando si respinge una scelta di governo.
Estremamente critico il consigliere Eugenio Murgioni (Fortza Paris), che pur sottolineando che tutti sono d'accordo sull'esigenza della riforma degli enti, tuttavia non è questa una buona riforma: "la proposta delle giunta mal si concilia con l'esigenza di modernizzazione dell'agricoltura sarda; siamo di fronte a una filosofia accentratrice di poteri nelle 3 agenzie individuate, si prefigura un rigido potere di controllo in mano alla Giunta". Insomma, "finalità condivisibili, ma mediante una strada del tutto inadeguata, senza nessuna ventata riformatrice. Molte le lacune: "dalla mancanza di strutture di marketing ai monitoraggi degli interventi".
Anche il consigliere Nicolò Rassu non ha risparmiato critiche e denunce. "Sulle finalità tutti d'accordo, ma non sugli strumenti, l'opposizione ha tentato in tutti i modi di modificare la linea della Giunta e della maggioranza, inutilmente". Denunciando la propria contrarietà al modo con cui si è operato nella chiusura degli enti, ha ribadito "che i piani strategici si fanno con i soggetti che sono i protagonisti del comparto". "Non si può dire che questa sia una riforma, non siamo in Val Padana: occorre tenere conto della peculiarità dell'agricoltura sarda".
"Questa legge si occupa di una nuova organizzazione degli strumenti di governo dell'agricoltura -ha ricordato Luciano Uras (Rc)- certo è perfettibile ma affronta un problema". Resta tuttavia, ha ricordato, il problema di fondo dello sviluppo del settore, costretto a confrontarsi con le multinazionali mondiali. "siamo contrari all'orientamento dell'Unione europea -ha ricordato- che tratta i paesi e le regioni membri alla stregua del mercato mondiale dove si sviluppano produzioni senza alcun controllo anche per la salute dei consumatori". Secondo Uras "Non si riesce a far valere sufficientemente la forza dell'insularità", richiamando in questo modo le ragioni della nostra specialità.
Il Riformatore Attilio Dedoni ha esordito in modo lapidario: "Salvo non si voglia fare coscientemente una grande confusione, queste tre agenzie ipotizzate nella legge non hanno niente a che fare con l'agricoltura". Sottolineando che la classe politica isolana dovrebbe fare un mea culpa per non aver sciolto i nodi dell'agricoltura sarda, Dedoni ha richiamato fra l'altro le pesanti responsabilità anche del sistema creditizio. Dopo aver respinto le critiche lanciate all'opposizione accusata "di non aver fatto proposte", ha ribadito che "occorre governare opportunamente e non a colpi di scure i processi, se no si rischiano fallimenti".
"Il confronto con i soggetti interessati c'è stato", ha risposto Giuseppe Fadda, di Rifondazione, la commissione ha lavorato a lungo anche in questo senso". Quanto al testo ed alle tre agenzie "il giudizio è positivo", ha detto il rappresentante della maggioranza, che ha anche sottolineato come in commissione vi sia stato un contributo importante anche da parte dell'opposizione. Ora però c'è anche un'altra questione: "occorre che la legge, una volta approvata venga applicata in tempi certi e rapidi". Ha concluso invitando l'opposizione al dialogo.
Per Gavino Cassano (Riformatori), "se la legge dovesse rimanere, come temo invariata, il giudizio non può che essere nettamente negativo". "non siamo per questo tipo di leggi, ha aggiunto, ma per "strumenti che diano reali risorse al comparto". Anche Cassano ha denunciato quella che a suo giudizio è stata una carenza di concertazione con le parti interessate. Ed ha sottolineato: "Non si dice quale sorte toccherà al personale degli enti che verranno chiusi". "Questa maggioranza -ha detto- si caratterizza per l'incapacità a fare le riforme; questa legge non è in grado di dare risposte". (L.P.)

Esame del testo unificato n. 192-193-233-235/A - legge di riforma degli enti agricoli e di riordino delle funzioni in agricoltura. Interventi al dibattito.

Cagliari, 2 agosto 2006 - Dopo l'intervento dell'on. Cassano, il dibattito sulla legge che riforma gli enti regionali agricoli è proseguito con l'intervento dell'on. Elia Corda (Ps), secondo cui "da troppo tempo è avvertita la necessità di riformare gli enti del settore agricolo, condizionati dal potere clientelare". Per Corda "l'obiettivo di questo provvedimento è la crescita di questo settore e serviva un intervento legislativo incisivo e immediato. Noi vogliamo dare una risposta intelligente alle difficoltà del settore, il nostro imperativo è innescare meccanismo di crescita".
Per il consigliere Sergio Pisano (Riformatori) "non c'è da lamentarsi per l'assenza del presidente Soru. Mi lamento invece per l'assenza del mondo delle campagne: state tenendo fuori da questa riforma i consorzi di bonifica, gli uffici periferici dell'assessorato. Non è pensabile fare una riforma così". Cassano ha poi contestato l'organizzazione delle agenzie e la loro subordinazione "al carrozzone della politica".
Ha ripreso la guida dei lavori il presidente del Consiglio, on. Giacomo Spissu, che ha dato la parola all'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris). Quest'ultimo ha ribadito la necessità di riformare il settore "ma l'errore della Giunta è stato cancellare gli enti senza formulare una proposta alternativa. Questa non è una riforma ben fatta e sono altri i problemi dell'agricoltura, che resteranno irrisolti. Tanto è vero che gli spalti dell'Aula sono vuoti: il mondo agricolo non considera utile il provvedimento legislativo che stiamo discutendo".
Ha preso poi la parola l'on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori), che ha raccolto lo spunto di Ladu: "Non c'è interesse né entusiasmo per questa legge e forse dovremmo lasciarvi da soli ad approvarla, se non fosse che veniremmo meno al nostro ruolo di minoranza".
L'esponente dei Riformatori si è rivolto a maggioranza e Giunta, ha contestato l'assenza di dialogo con le organizzazioni di settore e ha detto: "Dopo due anni, quando arriverà il momento in cui ci direte quali sono gli strumenti per raggiungere gli obiettivi in agricoltura? Non è con le agenzie che si affrontano i problemi strutturali di questo settore. Le agenzie per l'agricoltura funzioneranno, forse, soltanto se ci sarà ancora agricoltura in Sardegna". Vargiu ha poi sottolineato le difficoltà di programmazione economica che derivano dal forte ruolo in agricoltura rivestito dall'Unione Europea.
In replica a Vargiu, l'on Peppino Balia (Fas) ha detto che "le regole e le potestà in materia agricola dovranno essere inserite nel nuovo Statuto di autonomia che la Sardigna si darà". Affermando questo e contestando al governo Prodi la valenza attribuita alla sovranità dei Sardi nel testo di Consulta appena rinviato da Roma , l'on. Balia ha definito "la sovranità dei Sardi" come un concetto "dinamico che esalta e non nega al tempo stesso la sovranità dello Stato". Balia ha rivolto a Vargiu e alle forze di opposizione l'invito a lavorare per il nuovo Statuto ed è poi entrato nel merito del testo di legge in esame. (C.C.)

Riforma degli enti agricoli, si avvia a conclusione la discussione generale

Cagliari, 2 agosto 2006 - Si sta avviando a conclusione la discussione generale sulla riforma degli enti agricoli: mancano ormai gli interventi degli ultimi capigruppo e del rappresentante della Giunta.
Nel corso della serata, il capogruppo di An, Ignazio Artizzu, nello svolgere un discorso particolarmente approfondito sui vari aspetti della legge, ed altrettanto critico, ha osservato la buona capacità di crescita del sistema agricolo sardo, a patto che possa crescere l'innovazione; ma per Artizzu "solo un nuovo patto fra i protagonisti del settore primario per eccellenza e la società può dare futuro alla agricoltura regionale". Occorre coniugare le potenzialità con i bisogni della società, ma "tutto ciò non trova riscontro nella riforma degli enti contenuta in questa legge". "Si cerca di tagliare i costi, e si vuole gerarchizzare il sistema" ha denunciato; "sostituire gli enti con agenzie da tenere sotto stretto controllo". La riforma non risponde alle esigenze, ha concluso; "il risultato è deludente, non ci sono risposte nè ai singoli problemi nè vi è un indirizzo per il futuro".
Di tenore opposto il giudizio del consigliere e capogruppo di Progetto Sardegna, Chicco Porcu. "Questa riforma -ha detto- pone le basi per una crescita del settore creando adeguati strumenti di sviluppo". Si dice, ha proseguito, che "la scelta dell'Agenzia non sarebbe una scelta democratica; è invece democratico consegnare un settore come questo a chi non è stato democraticamente eletto?", si è chiesto. Come si possono muovere i primi passi per avviare lo sviluppo senza strumenti adeguati? "Anche da questa riforma si intravvede il disegno di riforma complessiva di questa maggioranza": uno sviluppo che sappia coniugare integrandole tutte le opportunità.
Estremamente critico il rappresentante dell'Udc, Roberto Capelli: si denota, ha detto, la mancanza totale di un programma di sviluppo economico. Ricordando che l'agricoltura necessita di una profonda rivisitazione, "è indubbio però che come in tutto il resto del mondo questo settore ha necessità di una adeguata assistenza dal potere pubblico". Dopo aver ricordato che il settore in questi anni soffre di un "programmato abbandono" da parte di questa giunta, "che ha messo da parte la concertazione con le parti economiche (anche il ministro Bersani recentemente ha aperto tavoli di concertazione)", ha ribadito che occorre una profonda riflessione sul "modello centralistico che con questa riforma si vuole riproporre". "L'agricoltura non meritava un dibattito così frettoloso, neanche arrivare a ridosso delle ferie estive con una legge così importante".
E' stata quindi la volta del consigliere Giuseppe Atzeri (Psd'Az) che si è soffermato sulle condizioni disperate del settore e degli operatori. Ha ribadito che se prima c'erano sette enti agricoli, adesso si voglio creare tre agenzie, ma anche una miriade di soggetti fra Consulte, direttori generali organismi collettivi, con una spendita di denaro notevole. "La consultazione è una cosa, mentre la concertazione un'altra -ha detto ancora- e quest'ultima non c'è proprio stata". Per Atzeri, con questo provvedimento si va verso "il ripristino della commistione fra gestione e politica, tanto che i direttori generali saranno "dominus di emanazione della Giunta".
La speranza che al di là dei toni usati dall'opposizione "si possa ancora varare una riforma condivisa" è stata espressa dal capogruppo Ds, Siro Marrocu. "Al di là delle critiche, ho riscontrato un passo avanti". Ricordando che quello agricolo è stato un mondo sempre governato anche dalle organizzazioni del settore anche in modo assistenzialista, ha sottolineato come "non si è avuta la capacità di affrontare tuttavia i nodi strutturali". Si è cercato sempre di dare a tutti qualcosa, ma le riforme hanno anche dei costi. "Spero in una riflessione per trovare anche soluzioni condivise", ha aggiunto, ed ha ribadito che quella delle agenzie è stata una scelta precisa: era una scelta indicata nel programma della Giunta, ed è una scelta legittima. (L.P.)

Conclusione del dibattito, replica degli assessori Foddis e Dadea, voto favorevole al passaggio agli articoli.

Cagliari, 2 agosto 2006 - Con la replica degli assessori Foddis e Dadea e con il successivo voto favorevole al passaggio agli articoli si è chiusa intorno alle 21.30 la lunga seduta di lavori del Consiglio regionale dedicata all'esame della legge di riforma degli enti agricoli della Sardegna.
Prima, però, è intervenuto l'on. Giorgio La Spisa (Forza Italia) che sottolineando l'importanza di una riforma del settore agricolo ha detto che il sistema è ancora incontrollabile: "Voi state riportando tutti gli spazi di decisione in casa, nella casa del vertice regionale. Queste agenzie sono strumento del principe. Non ci saranno margini decisionali per le agenzie: per abbattere il sottogoverno rafforzate il governo e fate della Regione una grande agenzia, in alcuni casi immobiliare. I prossimi anni ci diranno chi aveva ragione tra noi e voi. Ma non basta riformare il contenitore se il contenuto è sempre lo stesso".

Quindi, le repliche della Giunta. Lunga quella dell'assessore Foddis (Agricoltura) che ha elogiato la qualità del dibattito in Aula e ha detto: "Non credo che questa riforma sia la soluzione alla crisi dell'agricoltura sarda ma è un ulteriore strumento per una nuova politica di sviluppo agricolo che si inserisce in un contesto europeo". A questo proposito l'assessore Foddis ha spiegato l'evoluzione della politica agricola comunitaria, confermando la tendenza verso prodotti sempre più di qualità ed orientati al mercato, piuttosto che linee di premialità verso produzioni intensive. "Noi stiamo aprendo dibattiti sui territori su questo nuovo concetto di agricoltura orientata al mercato e soltanto aggregando i produttori si potranno raggiungere gli obiettivi: abbiamo bisogno di massa critica per dialogare con la grande distribuzione organizzata che ci chiede prodotti sardi e li apprezza".
L'assessore Foddis ha poi richiamato l'intervento dell'on. Mimmo Licandro (Forza Italia), che ha sollecitato la Regione per riportare i tecnici in campagna: "E' quello che stiamo facendo e che dobbiamo fare, sono convinto che i risultati arriveranno".

Nel suo intervento l'assessore Massimo Dadea (Riforme della Regione) ha indicato tre punti: la natura riformatrice del provvedimento, il modello individuato nelle agenzie come sinonimo di efficienza e la questione del personale. "Si tratta di una parte di una più ampia riforma verso un altro modello di Regione. Intaccheremo il sistema di potere che si è costruito intorno agli enti regionali in 58 anni di Autonomia. Quanto alla questione dei dipendenti degli enti, non hanno nulla da temere perché la loro condizione giuridica rimane identica. Troveremo invece le modalità per valutare la posizione dei dipendenti dei Consorzi della frutticoltura mentre per quanto riguarda i dipendenti dell'Ara la soluzione non può essere quella di immetterli direttamente nell'organico della Regione ma si possono ricercare altre soluzioni attraverso i concorsi".

Il presidente Spissu ha poi dichiarato aperta la votazione per il passaggio agli articoli e l'Aula ha approvato.
La seduta è convocata per domani alle 10 mentre alle 9 la Commissione Agricoltura si riunirà per esaminare preliminarmente gli emendamenti presentati. (C.C.)