CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 207 del 19 luglio 2006
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In apertura il Presidente ha comunicato l'avvenuta presentazione di:
Discussione generale sulla legge "di tutela della salute e di riordino del servizio sanitario".Cagliari, 19 luglio 2006 - L'on. Raffaele Farigu (Nuovo Psi, cartello di centrodestra) è subentrato i Consiglio all'on. Mauro Pili, che si è dimesso optando per il Parlamento. Farigu ha prestato giuramento nelle mani del presidente Spissu, iniziando immediatamente il mandato. Il una lettera al presidente dell'assemblea Pili ha rinnovato l'impegno di svolgere, con i parlamentari sardi, attiva azione politica s sostegno della Sardegna, ricordando l'esperienza "difficile, ma esaltante" di presidente del governo regionale.
Un rapido preliminare, quindi è ripresa la discussione della legge di "tutela della salute e di riordino del servizio sanitario" che recepisce, con forte ritardo, la legge nazionale 229. "Forte ritardo e fortissimi dubbi" su una legge "che ci lascia indifferenti" sono stati evidenziati dal capogruppo di Fortza Paris, on. Ladu; una legge "di maggioranza" (in Commissione la minoranza ha votato contro) per lo sbarramento posto a qualunque proposta migliorativa delle opposizioni. Ladu ha ricordato che non altrettanto era successo, nel dicembre scorso, quando era stata votata la legge sui servizi integrati alla persona, che aveva ottenuto l'unanimità. Definendo questa "una fase di passaggio" per la sanità sarda, l'on. Ladu ha criticato soprattutto due punti: il tentativo di ridurre la spesa (che non è esagerata, nonostante copra il 40 per cento del bilancio regionale, soprattutto se confrontata con quella di altre Regioni) a scapito della qualità dei servizi ("risparmio e salute non sempre vanno d'accordo" e la salute "viene prima del risparmio"); e la preoccupante ingerenza della politica nella gestione sanitaria, con l'ingresso dei Comuni e l'istituzione della conferenza provinciale (articolo 15) che sostituisce la conferenza d'azienda. Una pletora di commissioni e sottocommissioni non può che complicare le cose, dando vita "ad un baraccone che fa crescere la spesa e non tutela il cittadino".
L'handicap di partenza della legge è la fretta che, a giudizio dell'on. Atzeri, sardista, capogruppo del gruppo misto, condizionerà i risultati. Di riforma c'è necessita in sanità e non solo, ma le riforme devono avere "solide fondamenta" e poggiare "sulla condizione degli operatori e dei destinatari". Rispetto alla bozza "centralista" dell'assessore, il testo è stato modificato e migliorato in Commissione, ma può essere migliorato ulteriormente durante il dibattito in aula. Dovrà, ad esempio, essere coordinato con la legge, di recente approvazione, che trasferisce le funzioni agli enti locali. Qui la Provincia viene totalmente esautorata; lì assume un ruolo assai rilevante. Dubbi di legittimità sono stati avanzati anche su alcune nomine (requisiti e competenze devono essere accertati) che devono essere accertati. L'on. Atzeri prevede che, una volta approvata, questa legge potrebbe impigliarsi nella rete del governo. Sanità che non migliora l'efficienza, ma aumenta le spese con quello che l'esponente sardista ha chiamato il "consulentificio" dell'assessore; quell'assessore - ha ricordato - che si era presentato promettendo un cambio di mentalità e alla fine ha dimostrato di non tenere in grande considerazione "i sardi piccoli e monociglioni". Dubbi anche sull'efficacia di un testo "che sembra calato nella realtà sarda con un copia-incolla rispetto a leggi di altre Regioni.
Non convince neanche l'on. Artizzu, capogruppo di An, una legge che, arrivata "dopo lunghissima attesa", appare "poco incisiva ed efficace", rispetto ai proclami dell'assessore che aveva generato "una ventata di novità e pulizia" nei confronti "di quella società di malaffare, come veniva definita la precedente gestione". Finiti di blitz del presidente Soru negli ospedali per verificare se le divise delle infermiere erano in ordine e le scrivanie senza polvere), finto il taglio delle teste e nominati i nuovi manager, ci si aspettava - ha detto Artizzu - "uno scatto di reni". Debole la proposta, impossibile migliorarla per l'ostilità della maggioranza, che in aula ("è una provocazione?") richiama lo spirito collaborativi, nei fatti smentito. La legge appare "appesantita" da una burocrazia che fa la strada inversa allo snellimento annunciato dall'assessore. In poche parole, si preannuncia, nella sanità, "una riforma conservatrice" che non promette niente di buono e dimostra che l'assessore è inadeguata al compito. I nodi restano, non si fa un discorso puntuale su disavanzo; i piani strategici delle Asl non sono omogenei e complicano qualunque esame della spesa; le aziende miste ancora non ci sono, in un frenetico tergiversare, al punto che il preside della facoltà di medicina e chirurgia di Cagliari avrebbe deciso di bypassare la Regione rivolgendosi direttamente al ministero. Crescono, invece, le liste d'attesa (situazione drammatica, quando, con i malati oncologici in particolare, interferiscono con le aspettative di vita) dimostrando che neppure alcune direttive base del governo sono state realizzate. La Sardegna continua a stare indietro. (adel)
Prosegue l'esame del Testo unificato 45-53-68-202-211/A sulla Tutela della salute e riordino del Servizio sanitario della Sardegna. Concluso il dibattito generale, questo pomeriggio alle 17 il voto sul passaggio agli articoli. Eliseo Secci (Margherita) eletto vicepresidente del Consiglio regionale.
Si è concluso il dibattito generale sul Testo unificato 45-53-68-202-211/A sulla Tutela della salute e riordino del Servizio sanitario della Sardegna. Questo pomeriggio alle 17 l'Aula voterà il passaggio agli articoli. Alla fine della seduta il Consiglio ha proceduto alla elezione del vicepresidente in seguito alle dimissioni dell'on. Paolo Fadda eletto alla Camera dei deputati. Con 45 voti è risultato eletto, alla prima votazione, l'on. Eliseo Secci de la Margherita (hanno ottenuto: 14 voti Giovanni Giagu, 1 voto, rispettivamente, Renato Cugini e Simonetta Sanna). Nella discussione generale è intervenuto l'on. Frau (Progetto Sardegna) che ha detto che con questo DL la Sardegna si riappropria della potestà legislativa in materia di sanità. Il consigliere di Progetto Sardegna ha sottolineato la strumentalità di molti interventi della opposizione. "Solo nel mondo della favole - ha detto Frau - si risolvono i problemi in due anni. Noi in questi ultimi 24 mesi abbiamo fatto moltissimo. E' pericoloso dar voce a polemiche strumentali che hanno il solo risultato di creare sfiducia nelle istituzioni". Entrando nel merito, l'on. Frau, ha detto che si tratta di una legge di sistema importantissima per la Sardegna. Il DL ha come scopo principale di fornire un quadro legislativo certo e di organizzare un sistema sanitario in grado di dare risposte. Per il consigliere regionale di Progetto Sardegna si tratta di una buona legge. Forse alcuni punti specifici meritano un maggior approfondimento ma l'augurio è che si parta da questa legge per approvare al più presto il piano sanitario regionale. L'on. Oppi (UDC) ha subito precisato che non ci sono ritardi decennali. Il vuoto legislativo è solo di alcuni anni perché la legge 5 è del 1995, la riforma Bindi è del 2001, il testo del 93 - 94 è stato approvato nel 1995. Per il capogruppo dell'Udc la legge all'esame dell'aula è pessima, è una copia della Legge Bindi e di quelle nazionali. In questa legge - ha spiegato Oppi - tutti i poteri sono attribuiti alla giunta. L'on. Oppi ha accusato l'esecutivo di non saper fare politica, di non coinvolgere le minoranze, di comportarsi scorrettamente, di fare continuamente errori che devono essere corretti. Per l'ex assessore alla sanità si assiste al crescere della malasanità, all'aumento del deficit, al peggioramento delle liste d'attesa e dei servizi nei pronto soccorso, all'incremento delle collaborazioni esterne, alla volontà di fare sparire i piccoli ospedali. Inoltre, c'è una illegittimità diffusa perché si continua a non ottemperare a leggi vigenti. L'on Oppi ha detto, inoltre, di avere l'intuizione che si stia legittimando una nuova dirigenza , a livello delle Asl, con particolare vocazione imprenditoriale. Per Oppi questa legge si presterà a critiche e ad impugnazioni. E', poi, intervenuto l'assessore regionale alla sanità Dirindin che ha sottolineato che questa legge azzera i ritardi (non decennali ma solo di qualche anno) facendo tesoro anche dell'esperienza delle altre regioni. E' una legge di sistema perché cerca di dare un quadro certo e chiaro alla sanità sarda. La legge che arriva in Aula - ha detto l'esponente dell'esecutivo - è diversa da quella approvata dalla giunta. Il lavoro fatto in commissione l'ha migliorata e appesantita in alcuni punti che, comunque, potranno essere limati dall'Aula. E' importante anche il momento storico in cui si discute la legge. Questo è un periodo difficile: lo Stato deve rispondere in materia sanitaria ai parametri europei. Per questo la sanità deve essere improntata a criteri di rigore. Negli anni 90 abbiamo lottato per difendere il carattere pubblico della sanità, negli anni 2000 stiamo lavorando per difendere il carattere nazionale della sanità e il referendum ci ha dato ragione. Questa legge - ha proseguito l'assessore - non è "miracolistica", è una legge tecnica perché riordina il settore. Molte le novità: come il concetto di accreditamento previsto nell'articolo 1 lettera C, l'enunciazione di principi (centralità della persona e politica di umanizzazione delle cure), il sistema delle regole fissato per l'erogazione delle prestazioni. Per quanto riguarda il disavanzo, l'esponente dell'esecutivo ha detto che nel bilancio 2005 sono state imputate tutte le spese, anche degli anni precedenti, che riguardano il rinnovo contrattuale. L'assessore ha ringraziato la settima commissione per il lavoro svolto e ha concluso dicendo che questa legge non risolverà certo tutti i problemi della sanità sarda ma consentirà di fare un salto in avanti all'intero settore.I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle 17. (R.R.)