CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 30
pomeridiana del 2
novembre 2004
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Paolo Fadda.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :
Il presidente ha comunicato che, presidente della Commissione per la Biblioteca è stata nominata la vicepresidente del Consiglio l'on. Claudia Lombardo, e della Commissione fanno parte come componenti, i consiglieri Giovanni Moro e Simonetta Sanna
Discussione Mozione n. 11, sull'attuazione
dell'accordo di programma per la chimica.La mozione n. 11 è stata illustrata dal primo firmatario, l'on. Giorgio La Spisa (FI). L'obiettivo della mozione, ha detto il capogruppo azzurro, è quello di mettere al centro dei lavori dell'Assemblea il problema complesso e articolato della chimica in Sardegna. Prima di presentare la mozione, ha detto, abbiamo aspettato qualche mese per permettere all'assessore all'Industria, a cui va tutta la mia solidarietà, di poter decidere le strategie da attuare. I problemi, però, sono talmente urgenti che non possiamo aspettare oltre. E' ormai necessario capire che cosa questa Giunta vuole fare soprattutto per quanto riguarda la Carbosulcis, la nuova centrale del Sulcis, il metanodotto, il Sapei, l'attuazione dell'accordo di programma per i siti di Assemini, Porto Torres e Ottana. Nella mozione, inoltre, si chiede alla Giunta l'immediata ripresa del confronto con il Governo nazionale per l'attuazione dell'accordo di programma e dell'attività di coordinamento regionale delle iniziative dei tre siti chimici regionali. L'opposizione chiede anche l'immediata ripresa delle attività del forum per l'energia e la definizione di un nuovo Piano energetico regionale per chiarire se si intendono realizzare i progetti già programmati e se si voglia attuare il programma di metanizzazione come previsto dall'intesa Stato-Regione. Per La Spisa il problema della chimica è il problema della grande industria. Quindi non può essere separato da quello della metallurgia e del settore minerario. Per l'ex assessore all'Industria per affrontare in modo corretto il problema bisogna abbandonare il luogo comune secondo cui "il modello di sviluppo vincente per la Sardegna deve superare l'industria di base". La Spisa è convinto che non tutto quello che è stato fatto in passato è negativo. Anzi, è necessario partire proprio dalla storia dell'industria in Sardegna essendo consapevoli che anche la chiusura di una sola fabbrica genera un danno economico enorme. Nella scorsa legislatura, ha proseguito, il 14 luglio 2003, è stato siglato a Palazzo Chigi, l'accordo di programma per la qualificazione dei poli chimici della Sardegna. Il documento è stato siglato non perché ci siamo confrontati con un Governo amico, ma perché tutte le forze politiche, unitariamente, hanno condiviso quel risultato. E' necessario, pertanto, cercare di portare avanti e attuare quell'accordo. Ma come attuarlo? Per l'on. La Spisa non ci sono dubbi: "è necessario creare un collegamento tra la politica di incentivazione e la politica energetica". Il problema del costo dell'energia è, infatti, uno dei temi principali da affrontare. Un sistema energetico a basso costo è ormai necessario. La Sardegna dovrebbe utilizzare come fonte di energia primaria il carbone.
E' poi intervenuto l'on. Giovanni Giagu (La Margherita) che ha auspicato l'unità del Consiglio regionale su questi argomenti. Chiarendo che nessuna forza politica è disponibile all'idea che si smantelli l'industria, ha ribadito che La Margherita vuole salvare l'esistente e salvaguardare i posti di lavoro. Il presidente della commissione Industria ha espresso perplessità davanti all'affermazione, scritta nella mozione, "…il governo nazionale…ha mantenuto fede agli impegni assunti…". Dubbi anche sul giudizio negativo dell'opposizione sull'operato della Giunta che dopo appena tre mesi di lavoro, secondo i firmatari della mozione, non è riuscita ad individuare un'azione opportuna. "Questi primi tre mesi di governo, ha detto l'on. Giagu, sono serviti all'esecutivo per superare problemi difficilissimi come lo zuccherificio di Villasor e la continuità territoriale. L'impegno profuso in questi 90 giorni fuga ogni dubbio: la Giunta sta lavorando bene". Per l'on. Giagu, piuttosto, in questa mozione c'è un ostruzionismo velato. Un tentativo della minoranza di evitare che l'Aula discuta altri argomenti. "Stiamo aspettando, piuttosto, che il governo nazionale eroghi le somme promesse. La situazione è drammatica non solo in Sardegna ma in tutto il mezzogiorno". L'on. Giagu ha ribadito che è necessario difendere l'esistente e che occorre agire unitariamente consci che ogni errore potrebbe avere effetti disastrosi per la Sardegna.
Nel suo intervento l'on. Claudia Lombardo (FI) ha detto che la mozione ha il merito di portare all'esame del Consiglio regionale il problema della chimica e le posizioni espresse sull'argomento dai sindacati. C'è grande preoccupazione in tutta la Sardegna, per le gravi ricadute che anche la chiusura di una sola fabbrica avrebbe sul tessuto economico e sociale dell'Isola. "La situazione non ammette più perdite di tempo, ha detto il vicepresidente del consiglio regionale, la Giunta non può più accumulare ritardi". Per l'on. Lombardo l'esecutivo regionale agisce con "timidezza" e c'è un deficit di strategia nei settori della chimica, della metallurgia, dei materiali non ferrosi e dell'energia. Rivolgendosi all'assessore Rau, l'on. Lombardo ha detto che non ci si può limitare ad una sterile difesa, del settore, ma bisogna agire e agire subito. Il vicepresidente del Consiglio ha detto che manca una strategia complessiva e che la Giunta non è protagonista. Sul problema dell'energia, l'on. Lombardo ha aggiunto che la situazione è drammatica. "Più volte è stato criticato il piano energetico regionale, ma nessuna proposta seria è stata fatta. E' necessario proseguire il percorso che porterà alla metanizzazione dell'Isola. Il centrodestra ha iniziato il percorso ora si tratta di proseguire il cammino già intrapreso e allargare il tavolo di trattative a tutti i settori dell'industria sarda".
Per l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) non si può parlare di industria senza parlare di energia. "la situazione è drammatica. In soli due anni il costo del petrolio ha portato ad un aumento dei costi del 35%. Il sistema energetico della Sardegna dipende per il 98% da fonti esterne (il 94% dal petrolio). Ormai siamo al collasso energetico". Per questo, per il consigliere dei Riformatori, è necessario cambiare, rilanciare l'utilizzo del carbone sardo e utilizzare anche altre fonti alternative, come l'energia eolica.
Per l'on. Mariano Contu (FI) la mozione in esame consente, finalmente, di discutere le tematiche industriali, argomento di grande importanza ed attualità. Si ha il dubbio, ha detto Contu, che la Giunta non abbia posto in essere ancora azioni adeguate rispetto al livello di emergenza.
Denunciando che non vi è alcuna strategia di sviluppo, il consigliere del centrodestra non ha nascosto tutte le sue preoccupazioni per il futuro di un comparto strategico che (al di là del settore chimico) rischia il totale esaurimento.
Occorre eliminare l'idea che in Sardegna sia possibile cancellare l'industria, ha detto ancora l'on. Contu, il quale ha espresso la convinzione che un sistema produttivo squilibrato non può dare alcun futuro al sistema economico e sociale generale. Ed ancor più, isolare i discorsi sull'industria da quelli sul potenziamento del sistema energetico è inconcepibile.
Dopo aver approfondito alcuni aspetti della grande questione energetica, Contu si è soffermato sulle problematiche relative all'utilizzazione del carbone ed ha concluso con l'auspicio che i risultati ottenuti nella precedente legislatura non siano cancellati.E' poi intervenuto l'on. Vincenzo Floris (DS). In primo luogo occorre sottolineare che il settore chimico rappresenta uno dei settori forti del sistema produttivo. Dopo la scomparsa delle PPSS, il settore chimico ha ancora un ruolo trainante non solo a livello nazionale, ma anche internazionale e pertanto la Sardegna non può restare tagliata fuori.
Citando numerosi dati, Floris ha detto che la chimica è un settore strategico nazionale, e pertanto occorre valorizzare le produzioni sarde. A questo proposito ha spiegato e illustrato l'importanza degli impianti sardi e dei prodotti fabbricati in Sardegna.
Entrando più dettagliatamente nel merito dell'accordo di programma in discussione, ha detto di non condividere le critiche alla Giunta, accusata di ritardi di attuazione. Dopo avere illustrato vari aspetti delle problematiche oggi aperte, Floris ha piuttosto imputato al Governo nazionale varie inadempienze, in particolare nel settore energetico. Osservando come le iniziative portate avanti dalla precedente legislatura non hanno prodotto grandi risultati, Floris ha respinto con fermezza le critiche alla Giunta circa i ritardi nell'attuazione degli accordi di programma, anche perché il Governo deve dare garanzie sulle risorse finanziarie.In rappresentanza del Psd'Az, ha preso la parola l'on. Beniamino Scarpa (Misto - Psd'Az), il quale ha inizialmente focalizzato l'attenzione sul dramma che in vari territori della Sardegna le comunità sociali stanno vivendo a causa della grave crisi dell'industria chimica. E' legittimo pertanto avere risposte chiare dal Governo nazionale sulle iniziative che sta assumendo. La crisi è particolarmente grave, ha ricordato l'oratore, che ha invitato l'esecutivo a "farsi soggetto di controllo" anche nel campo della tutela ambientale derivante dalle attività produttive industriali. Occorre tuttavia un approccio unitario di tutti i soggetti istituzionali.
E', quindi, intervenuto l'on. Oscar Cherchi (Misto -UDS), il quale ha sottolineato che l'accordo di programma del 2003 non può essere disatteso dall'attuale maggioranza, che per altro ha già dato segnali importanti di voler proseguire su quella linea. Cherchi ha pertanto espresso soddisfazione per l'approccio unitario al problema, auspicando che certe prese di posizione apparse sulla stampa possano essere superate. Cherchi ha peraltro manifestato forti perplessità sul fatto che il dibattito odierno si sviluppi senza che si siano ancora conosciuti gli orientamenti dell'esecutivo.
Entrando nel merito dell'accordo di programma, il rappresentante dell'UDS, ha ribadito che nell'ambito della questione chimica deve essere adeguatamente approfondita anche la questione energetica; anche questa attraverso un approccio unitario che consenta di ottenere risultati positivi in un confronto con lo Stato. Sostenendo l'esigenza di una definizione del progetto energetico anche attraverso l'avvio della metanizzazione, Cherchi ha concluso ricordando che dal problema energetico dipende qualsiasi ipotesi di sviluppo.Per l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) l'impressione è che la Giunta abbia rinunciato all'idea di fare pressioni sullo Stato per dare attuazione ai contenuti dell'accordo di programma, che ha rappresentato il coronamento "di una lotta convinta e comune" per difendere i posti di lavoro. Quello che è stato un successo riconosciuto della vecchia Giunta - ha aggiunto - potrebbe essere ridotto d'importanza per l'inerzia della Giunta attuale. Ma il significato della mozione - ha precisato - non è quello "pensato dall'on. Giagu: un modo per perdere tempo e rinviare l'esame dell'Aula su altri argomenti interessanti come la legge salvacoste e l'assestamento di bilancio". La verità è che l'opposizione "ritiene altrettanto importante questo problema, dal quale dipende una parte del futuro economico dell'isola".
L'on. Roberto Capelli (Udc) considera "un vero rito" parlare della chimica, dell'energia e del metano. Con ricorrenze cadenzate (cita le mozioni presentate sull'argomento dal centrosinistra, quand'era opposizione) il problema ritorna in Aula. Lo scopo della mozione è sapere che cosa abbia fatto l'assessorato dell'Industria in questi tre mesi; se, accanto all'emergenza per la salvaguardia dei posti di lavoro, c'è anche uno sguardo al futuro attraverso una strategia che preveda alternative alla chimica o, perlomeno, a quella chimica che "produce niente", solo "tanti capannoni, poche aziende e niente occupazione". E sua opinione - ha spiegato Capelli - che la chimica non dovrà essere settore trainante dell'economia di domani, ma che si debba puntare verso altri settori per i quali "la garanzia di sopravvivenza non sia la cassa integrazione".
Se l'argomento è bipartisan - ha detto l'on. Francesco Sanna (La Margherita) - le divergenze sulla crisi del settore esistono. Ma la diagnosi di rachitismo ha cause precise: energia e mancata metanizzazione. Bisogna sfatare la tesi che l'energia in Sardegna costi di più; da quando esiste la "borsa dell'energia" il prezzo è sceso e comunque non è superiore al prezzo pagato in altre regioni italiane. Il nodo da sciogliere è che il prezzo non basta a garantire la presenza sul mercato dell'industria energivora sarda, per cui è necessario indurre i grandi consumatori a farsi, a loro volta, produttori utilizzando anche tecnologie che sembrano interessanti (come la gassificazione del carbone). Fino al luglio del 2007 "siamo coperti dalle tariffe agevolate", grazie al provvedimento del Governo (febbraio di quest'anno), ma "il respiro è troppo corto" e bisogna pensare a scelte strategiche di lunga durata. Una delle prospettive è il metano, ma il gasdotto "non si può fare con i soldi dei sardi": la spesa va girata o sulla rete complessiva delle utenze o, ancora meglio, coperta da un project financing. Su questo tema, tuttavia, la Regione deve incalzare il Governo per non perdere il meccanismo degli incentivi a suo tempo stabiliti.
Se negli anni 60 l'economia sarda puntava su chimica e miniere, oggi deve riconoscere il fallimento dei due settori e correre ai ripari. Lo ha detto l'on. Giorgio Oppi (UDC) ricordando tuttavia che le colpe sono ben individuabili e per anni gestioni poco accorte sono state mascherate dall'intervento delle partecipazioni statali. Oggi di quel passato restano soprattutto i siti inquinati. E' necessario perciò fare scelte di prospettiva, aprendo un confronto con lo Stato ("il mio partito non è mai stato tenero col Governo"), ma, soprattutto, trovando un impegno comune per portare avanti la battaglia.
Ultimo intervento quello dell'on. Mauro Pili (FI), il quale ha sottolineato come l'accordo di programma realizzato lo scorso anno "è un patrimonio comune" e, come tale, va difeso. Oggi invece c'è chi rimette in discussione le strategie del passato col rischio di ridurre l'efficacia dei risultati ottenuti. La chimica - per Pili - ha ancora un futuro: si tratta - ha aggiunto - di prevedere nuovi investimenti che non siano alternativi all'esistente (in passato "abbiamo chiuso Villacidro per realizzare Ottana"), di trovare le soluzioni nell'ambito della chimica fine, di realizzare una integrazione tra i siti. Quanto al metanodotto, c'è chi rema contro; la politica dell'Eni è contraria "e non mancano in quest'aula forze politiche che stanno minando il sogno dei sardi". Ora - ha concluso - il periodo di "praticantato" della Giunta è concluso e non è più possibile accettare risposte attendiste.
L'assessore dell'Industria, Concetta Rau, ha risposto punto su punto alla mozione, ribadendo l'attività della Giunta; se qualche ritardo c'è stato, esso è dipeso dalla necessità di valutare i problemi in maniera appropriata, a cominciare dall'energia ("non vogliamo essere la piattaforma del Mediterraneo, ma dobbiamo valutare il fabbisogno energetico in funzione degli obiettivi che intendiamo raggiungere"). L'autoproduzione delle aziende energivore "non risolve il problema", mentre i progetti integrati sono all'esame e su alcuni l'assessorato ha chiesto ulteriori elementi di valutazione.
Il metanodotto: è in forte ritardo e manca sia la fattibilità di mercato che il quadro economico-finanziario. Tempi lunghi ancora anche per il cavo della Sapei (da Fiumesanto) la cui posa è prevista a partire dalla fine del 2008.
Accordo di programma sulla chimica: la Giunta lo ritiene valido perché agisce nell'ottica della filiera, anche se alcune situazioni locali devono essere messe a fuoco.
Contratti d'impresa: vogliamo vedere i progetti "uno per uno", ha detto l'assessore. Non vogliamo che questo strumento diventi un contenitore per inserire imprese senza altre prospettive di finanziamento.
Bonifiche: la Giunta segue con interesse questo aspetto "e vogliamo essere coinvolti, perché consideriamo le aree bonificate di grande interesse". La Giunta mette la condizione che le opere siano un'opportunità di lavoro per le imprese sarde.L'on. Giorgio La Spisa (FI) nella controreplica ha ribadito che lo scopo della mozione è di porre all'attenzione del Consiglio il problema della chimica.
Riferendosi alla replica dell'assessore Rau, l'on. La Spisa ha detto che il problema è che gli incentivi del Governo nazionale arriveranno solo se ci sono i progetti. "Se aspettiamo di controllarli e censirli tutti analiticamente rischiamo di perdere i fondi. Fate questo, raccogliete le intenzioni di investimento e presentate tutto al Governo nazionale. In caso contrario perderemmo le risorse". Un altro aspetto importante riguarda il collage tra la politica industriale e quella energetica. Ormai, per l'on. La Spisa, è l'ora di fare delle scelte.
"Quando criticate il piano regionale energetico fatto nella passata legislatura dal centrodestra, dovete fare proposte concrete".
Per abbattere il costo dell'energia è necessario prendere una decisione strutturale e fare una scelta energetica chiara puntando su un sistema che non può essere "chiuso". Quindi, per l'on. La Spisa, sì al nuovo elettrodotto e sì alla possibilità di produrre energia a basso costo.L'on. Marrocu (DS) sull'ordine dei lavori ha chiesto una sospensione per valutare l'ipotesi di un documento unitario. Il presidente ha accolto la proposta.
Alla ripresa dei lavori ha chiesto di intervenire l'on. Biancu (La Margherita), il quale ha chiesto che l'argomento in discussione venga completato in serata secondo accordi assunti dai capigruppo.
Ha chiesto anche la parola l'on. Oppi (UDC), il quale ha precisato che gli accordi erano per chiudere i lavori alle ore 20,30; che tuttavia i tempi per votare ci sono tutti. È possibile, quindi, procedere regolarmente.
Il presidente ha, quindi, annunciato la presentazione di un ordine del giorno della maggioranza. L'ordine del giorno non è unitario. Il presidente ha ricordato che in tal caso deve essere votata prima la mozione in discussione e successivamente l'ordine del giorno.
Messa in votazione la mozione, è intervenuto per dichiarazione di voto l'on. La Spisa (FI) che ha annunciato il proprio voto favorevole ed ha spiegato le ragioni di tale voto. Ha sottolineato che contrariamente alla prassi di una ricerca dell'unitarietà, la maggioranza non intende portare avanti alcun dialogo.
L'on. Atzeri (Misto - Psd'Az) ha, invece, dichiarato l'astensione, della sua parte politica per la mozione, ed il voto favorevole per l'ordine del giorno della maggioranza.
Voto favorevole alla mozione è stata annunciato anche dall'on. Sanjust (FI) che ha approfondito alcuni temi di fondo del documento.
L' on Liori (AN), che ha lamentato la cattiva volontà della maggioranza a cercare un accordo unitario, ha annunciato il voto favorevole, preannunciando una dura opposizione.
Ha annunciato, invece, voto contrario il presidente Soru, il quale assicurando l'intenzione della maggioranza di avere sempre ricercato la collaborazione e l'unità di tutto il Consiglio, ha affermato che la mozione in discussione della minoranza, non ricerca , a suo giudizio, tale unità. Ha , quindi, motivato dettagliatamente il suo no.
Il voto favorevole alla mozione è stato annunciato dall'on. Vargiu (I riformatori), il quale, tuttavia, ha lamentato il continuo richiamo all'unitarietà da parte della Giunta, al patto soltanto che sia la minoranza ad accettare di fare passi avanti. Questo non è dialogo.
Anche l'on. Capelli (UDC) ha preannunciato il proprio voto favorevole, prendendo atto negativamente dell'atteggiamento della maggioranza sulla mancata unitarietà. Ha auspicato un adeguato confronto.
L'on. Ladu (Fortza Paris) ha dichiarato il voto favorevole alla mozione, esprimendo rammarico per la mancata unitarietà sull'argomento. Ha auspicato un confronto franco in futuro.
Il voto contrario alla mozione è stato annunciato dall'on. Maninchedda (Progetto Sardegna), che ha detto che l'unitarietà del Consiglio non può essere consociativismo ma la ricerca di proposte ragionevoli per la società.
L'on. Cappai (UDC) ha annunciato il proprio sì alla mozione, denunciando che un ordine del giorno unitario poteva essere votato, ma che il presidente lo ha voluto modificare.
L'on. Marrocu (DS) ha spiegato che l'interruzione da lui chiesta doveva servire ad un chiarimento all'interno del centrosinistra ed ha preannunciato voto contrario alla mozione. Ha sottolineato di non aver consegnato ad alcuno un ordine del giorno preconfezionato.
L'on. Oppi (UDC) ha precisato che ordini del giorno preconfezionati sono stati consegnati dagli onorevoli Floris e Giagu, e non si può negarlo. Ha annunciato il voto a favore della mozione.
L'on. Pili (FI) denunciando che mai, prima d'ora, un capogruppo del partito di maggioranza relativa venisse smentito in Aula dal suo presidente di Giunta, ha deplorato l'improvvisa inversione. Ha preannunciato il voto favorevole alla mozione.
La mozione è stata messa in votazione per scrutinio elettronico palese e respinta col seguente esito:
Presenti: 70; Votanti: 67; Astenuti: 3; Si: 23; No: 44.
Il presidente ha, quindi, dato lettura all'ordine del giorno (Marrocu e più).
L'on. Scarpa (Misto - Psd'az) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo.
L'on. Oscar Cherchi (Misto - UDS) ha annunciato il proprio voto favorevole pur non facendo egli parte della maggioranza.
L'on. La Spisa (FI) ha deplorato l'andamento del dibattito ed ha fortemente criticato l'ordine del giorno della maggioranza, annunciando il voto contrario perché a suo giudizio con tale documento si dice addio al metano ed al carbone Sulcis.
Per l'on. Pili (FI) che ha ribadito le osservazioni del precedente oratore, le opzioni contenute nell'ordine del giorno sono assolutamente negative ed ha denunciato come si vogliano "mettere le mani sul metano".
Il presidente Lombardo ha, quindi, posto in votazione l'ordine del giorno che è stato approvato con il seguente esito.
Presenti: 56; Votanti: 56; Si: 45; No:11.
I lavori del Consiglio
Riprenderanno domani alle ore 10.00