CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 9 antimeridiana del 4 agosto 2004
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :
In apertura di seduta, il presidente Spissu ha comunicato che i consiglieri regionali Cachia, Giorico, Marrracini, Salis e Serra hanno aderito al nuovo gruppo consiliare "Insieme per la Sardegna". Presidente del Gruppo è stato eletto l'onorevole Cachia, vice presidente l'onorevole Serra.
Discussione Mozione n. 1, sulla
"società dell'informazione".La mozione è stata illustrata dall'on. Giorgio La Spisa (FI) che ha sottolineato che il problema su cui si dibatteva era importantissimo: la modernizzazione della società sarda. "Non è, quindi, solo un problema di distribuzione di poteri". Per La Spisa il sistema Sardegna ha necessità di fare un salto di qualità. Sarà un percorso lungo, perché è necessario cambiare le reti, le modalità di lavoro, la mentalità. Per attuare questo processo si utilizzano fondi regionali, statali ed europei e si devono coinvolgere imprese esterne. Per La Spisa, comunque, non siamo all'anno zero, il processo è già in corso. Il capogruppo di Forza Italia ha detto di essere preoccupato per la delibera del 20 luglio scorso con la quale la giunta, tra i suoi primi atti, ha deciso di trasferire i poteri sull'informatizzazione dall'assessore Dadea al presidente Soru.
"La delibera ha disposto non solo un trasferimento di poteri ma, con un atto di indirizzo, ha ordinato ai responsabili del procedimento amministrativo di sospendere le procedure di gara in corso. La nostra mozione chiede, innanzitutto, il rispetto della legge, la trasparenza degli atti amministrativi e l'imparzialità della P.A." Sul conflitto di interessi, il consigliere regionale azzurro è stato chiaro: "è un problema che non è stato ancora risolto perché il presidente della Regione ha ancora dei rilevanti interessi nella società Tiscali (azienda potenzialmente interessata alle gare in corso)."
Per La Spisa l'azione del presidente Soru non si è dimostrata trasparente e imparziale. Dalle notizie avute dalla stampa (la delibera del 20 luglio non è stata mai consegnata ai consiglieri regionali) la giunta ha deciso di sospendere le gare in corsa non rispettando la distinzione tra il ruolo amministrativo e il ruolo politico e violando la legge 31. "Non si possono modificare le regole del gioco a partita aperta, ha aggiunto, noi chiediamo che l'insieme della modifica degli atti amministrativi sia legittima e vogliamo capire il vero volto del presidente Soru: è un presidente che crede in un progetto politico o che vuole entrare nel minimo dettaglio del progetto? Lei è il presidente di tutti i sardi, ma vuole essere anche un presidente giustiziere? Lei non può intervenire nei rapporti tra imprese soprattutto utilizzando la carica che ricopre". Il capogruppo di Forza Italia ha chiesto al capo dell'esecutivo di fugare ogni dubbio sul suo comportamento: "Il Consiglio non ha pregiudizi ma non ammette ipocrisie".Il presidente Spissu ha dato la parola all'assessore regionale agli affari generali Massimo Dadea.
L'esponente dell'esecutivo ha chiarito che era un doveroso atto di rispetto verso il Consiglio regionale illustrare la delibera, approvata ieri dalla giunta, che modifica e integra la delibera del 20 luglio. "Il documento approvato ieri, ha detto, individua gli obiettivi e delinea il percorso che intendiamo seguire. La giunta vuole portare ad unità una serie di competenze oggi frammentate tra diversi assessorati (affari generali, programmazione, enti locali, Pubblica Istruzione, lavoro). Entro settembre sarà predisposto un Disegno di legge per riordinare la materia". In attesa di questo disegno di legge le competenze in materia di innovazione tecnologica rimarranno in capo ai rispettivi assessorati. La nuova delibera stabilisce anche l'istituzione di un nuovo servizio di coordinamento (transitorio, in attesa della legge di riordino della materia) presso la presidenza della giunta. L'assessore agli affari generali ha anche sottolineato che la delibera prevede la sospensione, fino al 30 settembre, di nuovi bandi di gara.
Sull'ordine dei lavori è intervenuto l'on. Giorgio La Spisa, che ha chiesto al presidente del Consiglio di poter ricevere copia della nuova delibera per prenderne visione prima di iniziare il dibattito.
L'assessore Dadea ha risposto che gli uffici stavano predisponendo il testo definitivo.
Il capogruppo di Forza Italia ha chiesto di sospendere i lavori in attesa della delibera.
L'on. Renato Cugini (DS), intervenendo sull'ordine dei lavori, ha detto che se si trattava di un'interruzione di tipo tecnico era d'accordo, ma se si trattava di un tentativo di sottrarsi alla discussione era contrario.
Ha preso poi la parola il capogruppo di AN Mario Diana, che ha ribadito la necessità di conoscere la nuova delibera prima di iniziare la discussione. "Chiedo che sia necessaria una sospensione in attesa della copia della delibera".
E', poi, intervenuto il presidente della giunta Soru, per chiedere al presidente Spissu una sospensione di qualche minuto per valutare se gli uffici erano in grado di preparare la delibera.
Il presidente Spissu ha sospeso i lavori.
Alla ripresa dei lavori, dopo che le due delibere della Giunta erano state consegnate ai consiglieri regionali, si è aperta la discussione generale sulla mozione n. 1.
Il primo oratore ad intervenire nel dibattito è stato l'onorevole Roberto Capelli (UDC), il quale ha "dichiarato di condividere completamente" la mozione presentata dal capogruppo di Forza Italia e sottoscritta da tutti i consiglieri del centro-destra.
"Una mozione che ci permette di esaminare una situazione difficile, sulla quale è necessario fare chiarezza". Il conflitto di interessi, infatti, è uno di quei temi sui quali si è incentrata, da tempo, l'attenzione dell'opinione pubblica. Che su questo argomento, tuttavia, la Giunta abbia preso due delibere differenti, la seconda per meglio specificare la prima, "sembra un ritorno ai tempi della vecchia politica, quando bisognava sempre specificare qualcosa che si era appena detto o deciso".
La mozione, il dibattito su questo argomento, ha aggiunto Capelli, ci permetterà di fissare tempi e modi per affrontare un tema così delicato. Si è sempre parlato della situazione esistente in campo nazionale e molti hanno criticato il presidente del Consiglio dei Ministri che ha preferito affrontare e risolvere i temi delle rogatorie internazionali, del falso in bilancio e di altri argomenti "certamente importanti" piuttosto che quello sul "conflitto di interessi".
In Sardegna, ha aggiunto Roberto Capelli, la situazione è certamente diversa, anche perché sin dalla campagna elettorale si sapeva che il presidente eletto "avrebbe affrontato questo tema sin dalle prime battute del suo mandato". E' opportuno, quindi, decidere come e quando normare questa materia, ha detto anche Roberto Capelli, perché è giusto stabilire regole che devono avere validità per tutti ed in tutte le occasioni.
"Probabilmente siamo tutti in conflitto di interesse, ha detto anche l'esponente dell'UDC, perché direttamente o indirettamente tutti possono avere interessi, assolutamente legittimi, da difendere. Per evitare una situazione di questo genere, si dovrebbe trasformare il Consiglio in un'assemblea di disoccupati, ma anche in questo caso qualche conflitto potrebbe, probabilmente, sorgere. Ciò che è importante, quindi, è fissare queste regole, che saranno tramutate in legge".
Prima di concludere il suo intervento, Roberto Capelli ha voluto ricordare che in qualunque attività di governo, nel lavoro di qualunque esecutivo, è assolutamente necessaria una "grande collegialità". E' strano, quindi, che il Presidente avochi a se norme di competenza di un assessore, perché questa decisione può anche essere considerata una "mancanza di rispetto" nei confronti dei componenti l'esecutivo.
"Abbiamo conosciuto le idee del Presidente in materia", ha concluso l'esponente dell'UDC, la collegialità è però un'ottima garanzia, quando si ha il compito di gestire risorse ed utilizzare denaro pubblico, anche perché permette un attento controllo sull'utilizzo delle disponibilità finanziaria e del rispetto delle leggi.Il "caso nazionale" del conflitto di interessi, il presidente del Consiglio de ministri che "controlla di fatto tutto il sistema televisivo nazionale", è stato ricordato anche dall'on. Giagu (La Margherita), il quale ha voluto ribadire come "solamente una parte del Consiglio regionale ha inteso sollevare questo problema", forse con lo scopo di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica da altri temi di grande importanza.
"Non esiste un reale conflitto di interesse, in Sardegna, ha ricordato ancora Giovanni Giagu. Perché il conflitto soggettivo e reale si ha solamente quando qualcuno fa atti per favorire se stesso". Il presidente Soru, dal canto suo, ha aggiunto l'esponente de La Margherita, ha anticipato che entro poco tempo lascerà le cariche che ancora ricopre nella società che ha fondato e fatto crescere, rimuovendo ogni ragione di contrasto. In ogni caso non è giusto "privarsi delle competenze che l'imprenditore Soru ha ed ha dimostrato, come non è auspicabile che una delle maggiori società di informatica del mondo, un vero e reale patrimonio dell'Isola, debba abbandonare la Sardegna".
La situazione, comunque, deve essere affrontata e risolta, ha aggiunto Giagu, e se in campo nazionale non si è ancora giunti ad una soluzione soddisfacente, lo si deve ad una certa arrendevolezza del centro-sinistra. In Sardegna, ma anche in campo nazionale, utilizzando le norme e le regole messe a punto nelle altre democrazie occidentali, le ragioni di conflitto possono essere tranquillamente rimosse, i contrasti risolti in poco tempo.
Tutti hanno diritto di concorrere alle più alte cariche pubbliche, ha detto anche Giagu, con regole certe e norme chiare lo si può fare. "Avviene negli Stati Uniti, in Germania, in Francia", ci vuole poco per elaborare ed approvare leggi adeguate anche in Italia, in Sardegna.
Forse è difficile affrontare un tema così delicato, ha detto ancora Giovanni Giagu, perché siamo in presenza di un "deficit politico". E' necessario stabilire, invece, un codice etico comportamentale adeguato, per rimuovere gli ostacoli di natura pratica e per riportare serenità e chiarezza nei rapporti tra il mondo politico e la società.Per l'on. Licandro (FI) non basta di certo che, da voci raccolte, il presidente Soru si sia irritato col personale perché il sistema informatico regionale funziona male per far prevedere il conflitto d'interessi. In realtà c'è qualcosa di più, e visto che la maggioranza fa spesso riferimento al premier del governo, è come se quest'ultimo avesse avocato a sé il controllo della Rai sottraendolo alla Commissione di vigilanza. A piccole dosi in Sardegna sta accadendo qualcosa del genere; il presidente della giunta allarga l'ambito di competenza per esercitare il controllo diretto sul governo dell'elettronica "mettendo mano, fra l'altro, ad una gara pubblica ormai quasi conclusa".
Con tutto ciò, sosteniamo che l'e.government è necessario, soprattutto in scenari di federalismo. Mettere i Comuni in condizione di dialogare con la regione e, a loro volta, con i cittadini è un obiettivo necessario per la stessa democrazia. Ma questa materia, avendo a che fare con l'informazione, richiede trasparenza sugli atti. Se la cordata d'imprese che si è aggiudicata l'appalto non è gradita - ha aggiunto Licandro - il presidente lo dica. Se ha altri sospetti di anomalie o irregolarità, ci sono altre sedi alle quali rivolgersi.
Inaccettabile, invece - ha concluso - che a partita in corso e quasi conclusa si cambino le regole del gioco. Vista l'importanza della gara, la necessità di costruire rapporti sereni e rispettosi di tutti ("bisogna decidere se questo è il parlamento dei sardi o un consiglio di amministrazione") è riconosciuta.Anche per l'on. Luciano Uras (RC) l'argomento è delicato, non solo per le dimensioni dell'investimento, ma anche per alcuni passaggi un po' confusi. La Sardegna è, dal punto di vista informatico, la regione più arretrata d'Italia e deve colmare questo ritardo. Negli ultimi anni non sono stati fatti passi in avanti; perciò - ha motivato - "chiedo che, anziché indagini, ci sia una ricognizione precisa sulla quantità e la qualità delle strutture informatiche e telematiche in possesso dell'amministrazione per vedere come si è speso, se le risorse sono state messe a frutto, se c'è stata competenza o meno da parte di chi era delegato a questo compito".
Quanto al conflitto d'interessi, difficile presumere che esista. Il presidente della Regione non si occupa degli appalti, non apre le buste: esiste, per questa incombenza, un'apposita commissione. I rischi sono, semmai, che funzionari non competenti possano decidere.L'on. Matteo Sanna (AN) si è soffermato sul fatto che nel bilancio degli Affari generali il piatto forte è la voce dell'informatizzazione, 46 milioni di euro. Il resto sono briciole. Se perde questa competenza, come passerà le sue giornate d'assessore Massimo Dadea? Occupandosi della tutela e della sicurezza dei dipendenti, incombenza per la quale ha due lire a disposizione?
Qual è, allora, il senso di questa invasione di campo da parte del presidente Soru? Che necessità c'era di un atto frettoloso su una partita i cui modi e tempi solo il Consiglio può indicare? Nasce qualche sospetto, avvalorato da una telefonata del presidente al dirigente preposto di bloccare tutto 10 ore prima dell'assegnazione dell'appalto. Perché questa indebita ingerenza? Sono state riscontrate anomalie nella gara oppure non piace il risultato? Per questo motivo An - ha concluso Sanna - chiederà formalmente l'accesso agli atti della gara, per sgombrare il campo dalle molte ombre che accompagnano la vicenda."Non ci interessano i retroscena privati della sfera imprenditoriale del presidente Soru; ma il Consiglio ha il dovere di indagare sugli atti della giunta", ha affermato l'on. Ladu (Fortza Paris) ricordando come la legge sull'organizzazione della Regione richiami collegialità, competenze specifiche degli assessorati, compreso quello degli Affari generali, che in questa vicenda sembrano essere ignorate. L'assessore Dadea ha riferito che si è istituito un nuovo servizio di coordinamento fra gli assessorati che si occupano di questa materia. "Siamo parzialmente soddisfatti - ha detto Ladu - ma consideriamo questa decisione un mezzo passo indietro. Il presidente non rinuncia alle competenze che non si capisce sino a che punto saranno esercitate".
Non è, dunque, "una morbosa curiosità" che induce l'opposizione a chiedere spiegazioni; ma la necessità di fare finalmente chiarezza. Ora che la campagna elettorale è conclusa, Soru deve trasformare le promesse in fatti, "eliminando qualunque incompatibilità tra la sua figura di presidente della Regione e imprenditore".
Apprezzando le dichiarazioni rese sull'ambiente, Ladu ha chiesto anche notizie sulle antenne di telefonia mobile contestate dalla popolazione "perché possono arrecare danni alla salute". Alcune di queste originano da una società dove Tiscali ha il 90 per cento della quota. Potrebbe essere questo un altro argomento - ha concluso - per pretendere di veder chiaro sul collegamento fra Soru presidente e Soru imprenditore?Per l'on. Paolo Licheri (RC), la mozione sostiene che la Regione ha promosso da tempo la creazione della "società dell'informazione " in Sardegna, da quando, cioè, Soru non si era ancora affacciato al mondo della politica.
Oggi è difficile sapere a che punto siano i progetti relativi a quell'obiettivo, quali sono stati realizzati e quali sono ancora in fase di studio. Occorre pertanto una indagine conoscitiva che possa fare il punto sullo stato di attuazione di quei progetti e fornire ai Consiglieri anche tutti gli elementi relativi alle reali esigenze della Sardegna in questo settore.
In ogni caso, ha concluso Licheri, è necessario un coordinamento interassessoriale che consenta di armonizzare e programmare meglio lo materia e consentire alla Giunta una reale operatività.L'on. Vargiu (Riformatori) ha sostenuto che la mozione, a parere dei Riformatori, non sottolineava soltanto la delicata questione del conflitto di interessi, ma introduceva anche elementi riferiti ad altri aspetti, sui quali si chiedono risposte al Presidente Soru.
Vargiu ha richiamato alcune delle argomentazioni utilizzate da Soru nel corso della campagna elettorale. Quella campagna oggi è terminata, ma quelle argomentazioni sono ancora attuali. In particolare Soru aveva espresso giudizi negativi e critiche sull'intero sistema dei partiti, sulla loro autoreferenzialità, sulla crisi della politica e sulla necessità di una moralizzazione della vita pubblica.
Questo spirito di moralizzazione, ha detto ancora Vargiu, è forse quello che spinge Soru "ad andare in ospedale alle 6 del mattino e non a causa di una colica renale" o "chiedere agli assessori di andare a piedi" senza adoperare le auto blu.
Questi comportamenti, secondo Vargiu, devono essere supportati da quel forte senso etico richiamato dal Presidente Soru nel corso delle sue dichiarazioni programmatiche, senso etico che comporta da parte di tutti i Consiglieri, presidente compreso, il totale ossequio alle norme istituzionali che regolano la vita della Regione.
Vargiu ha poi sostenuto che se la Giunta si è sentita in obbligo di modificare la delibera contestata nella mozione, allora vuol dire che la mozione non era infondata. I Riformatori, ha aggiunto Vargiu, apprezzano la rettifica, perché una rettifica significa anche l'ammissione di un errore compiuto.
Infine, richiamandosi a quanto detto da Soru durante le sue dichiarazioni programmatiche in merito all'importanza della conoscenza, nel condividere il giudizio, Vargiu ha ricordato che la conoscenza comporta, ad esempio, la conoscenza delle delibere assunte dalla Giunta.
"Quando avevamo responsabilità di governo, ha concluso Vargiu, sul sito Internet dei Riformatori venivano pubblicate, entro 24 ore, le delibere assunte dalla Giunta regionale. Sarebbe opportuno che questa Giunta seguisse l'esempio, per la conoscenza e la trasparenza." .
I lavori del Consiglio riprenderanno
questo pomeriggio alle ore 16.30