CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 429/A

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione CASSANO in ordine all'installazione delle antenne per telefonia mobile all'interno dei centri urbani.

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In riferimento all'Interrogazione in oggetto si trasmette la nota n. 9784 del 23 marzo 2006 del Servizio Atmosferico e del Suolo, Gestione Rifiuti e Bonifiche contenente elementi di risposta.

Il problema dell'inquinamento elettromagnetico è stato disciplinato solo di recente dallo Stato. La legge 22 febbraio 2001, n. 36 "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici" recepisce le disposizioni comunitarie (Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999) e fissa i principi fondamentali per assicurare la tutela della salute della popolazione nonché quella dell'ambiente e del paesaggio. Purtroppo, il ritardo nell'emanazione dei decreti di attuazione (i d.p.c.m. dell' 8 luglio 2003) ha fatto slittare l'applicazione della legge e il suo recepimento a livello regionale.

La Regione Sardegna, nelle more dell'approvazione dei decreti di attuazione della Legge quadro, aveva a suo tempo elaborato un disegno di legge, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 41/22 del 17/12/2002, mai esaminato dal Consiglio regionale nella precedente legislatura e ormai superato dai d.p.c.m. dell'8 luglio 2003.

L'Assessorato della Difesa dell'Ambiente ha predisposto un nuovo disegno di legge che, attualmente, considerata la complessità dell'argomento, è oggetto di analisi e confronto tra gli uffici regionali competenti e che, comunque, a breve sarà sottoposto all'approvazione della Giunta regionale. Il DDL recepisce e da attuazione alla normativa nazionale nel rispetto del principio di precauzione, sancito dall'articolo 174 del Trattato che istituisce la CEE, e fornisce chiare e precise indicazioni sulla ripartizione delle competenze tra i diversi livelli istituzionali coinvolti.

Si auspica che il DDL, dopo l'approvazione della Giunta, venga esaminato e approvato dal Consiglio regionale con la massima urgenza. Ciò non impedisce, comunque, al Consiglio regionale, nell'esercizio della funzione legislativa che gli è propria, di elaborare una proposta.

Nelle more dell'approvazione del DDL, data l'esigenza di avere un quadro preciso degli impianti esistenti e operanti nel territorio regionale, la Giunta regionale ha voluto includere nel collegato alla legge finanziaria 2006 una norma che prevede l'immediata istituzione del Catasto regionale dei campi elettromagnetici.

Per quanto attiene agli aspetti più tecnici e alle questioni sollevate al punto 3) dell'interrogazione, si evidenzia quanto segue.

Attualmente nei centri urbani di piccole e medie dimensioni è possibile l'installazione delle antenne fuori dal perimetro urbano. E', comunque, sempre opportuno valutarne la fattibilità tecnica in quanto le attuali antenne di telefonia mobile risultano di potenza molto bassa e, di conseguenza, potrebbe essere necessario installarne diverse per coprire in maniera adeguata il territorio urbano.

Preme anticipare che con il DDL elaborato dall'Assessorato dell'Ambiente, qualsiasi installazione o delocalizzazione di impianti sarà prevista da apposito Piano regionale e supportata da adeguati dati di monitoraggio.

Si ricorda, inoltre, che contro gli effetti dei campi elettromagnetici a livello europeo e nazionale sono state emanate norme di tutela indirizzate alla massima prudenza.

In particolare, la Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea fonda i suoi contenuti e le sue conclusioni sulla totalità dei lavori di ricerca censiti e raccolti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, in base ai quali la Commissione Internazionale per la Protezione dalle radiazioni non ionizzanti ha anche individuato i limiti di esposizione ai campi e i tassi di assorbimento specifico ammessi.

Per qual che concerne le frequenze tipiche della telefonia cellulare, 900 e 1800 MHz, i valori limite di esposizione sono, per l'intensità del campo elettrico, rispettivamente di 41,25V/m e 58,3V/m.

La normativa italiana, indirizzata alla tutela della salute pubblica, impone limiti enormemente più bassi. Con il Decreto del Ministerno dell'Ambiente 10 settembre 1998 n. 381, recante il "Regolamento per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana", sono stati fissati i valori limite di esposizione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e di quelli radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa tra 100 KHz e 300 GHz.

Tale Decreto ha stabilito infatti che il limite di esposizione, per tutti i campi elettromagnetici compresi nella suddetta frequenza, sia di 20 V/m, limite molto cautelativo che in sostanza vale soltanto per gli ambienti esterni. Infatti, nel caso di persone esposte per più di 4 ore al giorno, anche nei luoghi di lavoro, nelle abitazioni, nelle scuole, negli ospedali, il limite è stato portato a soli 6 V/m. Un valore che, per quel che concerne la densità di potenza dell'onda piana, è inferiore tra 45 e 90 volte a quello stabilito in sede europea.

Per quanto concerne i controlli, negli ultimi anni l'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, in collaborazione con la Fondazione Bordoni, ha avviato il controllo del territorio regionale tramite centraline mobili gestite dai Presidi Multizonali di Prevenzione (PMP) in grado di rilevare l'inquinamento elettromagnetico.

Il monitoraggio ha rilevato finora che non sono mai stati superati i valori di inquinamento elettromagnetico derivante dalle stazioni radio base di telefonia mobile. I valori riscontrati risultano mediamente di 2 V/m e solo in casi particolari raggiungono i 4 V/m.

Si precisa, infine, che le autorizzazioni all'installazione delle antenne per la telefonia mobile sono rilasciate dai comuni tramite presentazione di un adeguato progetto corredato da un'analisi dei PMP che consiste in una valutazione tecnica dettagliata dell'impianto in progetto, rapportato al contesto del sito dove dovrebbe essere realizzato.

Tale valutazione si svolge attraverso un esame dell'impianto da realizzare e delle caratteristiche della zona relativamente ai campi elettromagnetici preesistenti. L'esame viene effettuate nel rispetto della vigente normativa attraverso una simulazione che prende in considerazione i riferimenti elettromagnetici ipotizzabili a manufatto in esercizio, in funzione anche delle altezze degli stabili circostanti. A garanzia della popolazione, al momento dell'entrata in esercizio dell'impianto, il PMP effettua una verifica strumentale per accertare se i valori ipotizzati in progetto nonché dalle simulazioni effettuate dalla stessa PMP, corrispondono ai limiti di legge (in genere detti valori risultano inferiori).