Nota stampa
della seduta n. 370 pomeridiana del 2 febbraio 1999
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia e dell'on. Gian Mario Selis.
L'Assemblea ha proseguito l'esame delle mozioni presentate da alcuni gruppi politici.
Mozione n. 173
sulla sovranità di popolo sardo.Le posizioni della Giunta regionale sulla mozione sardista sulla sovranità del popolo sardo sono state illustrate dal presidente Federico Palomba, il quale, dopo aver ricordato che questo tema è "di priorità" dei rappresentanti degli elettori sardi, ha assicurato il convinto adempimento di quello che sarà il deliberato del Consiglio.
I sardi si sentono popolo e nazione perché hanno tradizioni particolari e culture comuni. Ma i sardi, ha aggiunto Palomba, si sentono anche parte integrante dello Stato italiano. Approfondendo il tema della "sovranità" il presidente della Giunta ha ricordato come la "specialità" faccia dei sardi una comunità irripetibile nel mondo.
Una organizzazione statuale federale permetterebbe alla Sardegna una identità politica e culturale marcata e maggiore. Tuttavia i sardi non si sono mai sentiti e non si sentono vinti, neanche nelle situazioni più difficili, anche sotto le più dure dominazioni.
La Giunta, nei suoi rapporti con il Governo centrale e con la Comunità europea, non ha mai rappresentato le esigenze del popolo sardo come quelle di un popolo sottomesso, ma ha chiesto e proposto soluzioni "a testa alta", con la dignità che i sardi hanno sempre avuto e mostrato in ogni circostanza.
E con questo spirito la Giunta proseguirà il suo lavoro, con l'unico scopo di tutelare il diritto dei sardi ad essere artefici del proprio destino, ad essere a pieno titolo partecipi dei destini dello Stato italiano e della Comunità europea.Per l'on. Bonesu (PSd'Az) il dibattito ha fatto emergere posizioni che hanno un filo comune. Agli interventi più critici nei confronti della mozione occorre però una risposta, in particolare all'intervento dell'on. Macciotta il quale ha ricordato il giuramento dei consiglieri. La mozione rivendica il diritto del popolo sardo a partecipare alle scelte del Governo e dell'Unione Europea. Non è una mozione che richiede l'indipendenza. Semmai rivendica l'attuazione di norme già presenti nello Statuto.
Bonesu ha poi ricordato le vicende dei rapporti tra la Corsica e la Francia, per poi sottolineare che il concetto di "popolo sardo" esiste nello Statuto. Semmai, dai discorsi odierni è emersa la volontà di dar vita ad una repubblica federativa italiana. Il dibattito svolto ha rappresentato un passo avanti, ed i proponenti della mozione accettano di introdurre nel testo della mozione gli elementi emersi dal dibattito circa la volontà di arrivare ad una Repubblica federativa e di inserirsi all'interno del processo di Unità europea.
Contestando poi alcuni passi dell'intervento dell'on. Ghirra, Bonesu ha ricordato che la storia della Sardegna ha avuto momenti oscuri e dolorosi dovuti a chi ha voluto negare le libertà di un popolo.
Dopo aver accennato ad alcuni episodi legati alla storia della Brigata Sassari, Bonesu ha ribadito la tesi dello Stato italiano centralista e di una Sardegna che vuol dare un suo apporto alla costruzione di una nuova repubblica italiana.
Certo, la mozione non è conforme all'attuale ordinamento, ma la mozione auspica un ordinamento diverso e pone in modo forte il problema. Il Consiglio regionale deve affermare la sovranità della Sardegna, perché la sovranità si dichiara e non si patteggia.
Per Bonesu, non si chiede l'unanimismo, ma semmai uno sforzo per approvare la mozione in modo solenne, pur con alcune delle modifiche emerse dal dibattito.L'on. Pittalis (F.I.), traendo spunto dal fatto che davanti all'Aula del Consiglio è stato affisso un cartello con la scritta "vietato fumare" e con l'avvertimento che chi lo facesse è punibile con l'ammenda di lire 10.000 ed inoltre con la fotocopia del telegramma inviato dal Prefetto di Cagliari, ha sostenuto che il Consiglio disciplina questi aspetti con propria autonomia e non può essere bacchettato dal Prefetto perché ciò costituisce un'offesa alla sua sovranità.
L'on. Usai (A.N.), rilevando che in Consiglio non ha competenza la Corte dei Conti né può entrare chicchessia, si è chiesto chi si sia permesso di attaccare il manifesto e per conto di chi. Il Prefetto non può fare circolari per disciplinare l'uso della sigaretta nel Palazzo del Consiglio. "Si tratta pertanto di una violazione della nostra autonomia", ha concluso il rappresentante di Alleanza Nazionale.
Il Presidente ha comunicato che è stato presentato un ordine del giorno (vedi allegato n 1) che, messo in votazione, è stato approvato.
Proposta di legge n. 437/A
"Norme per la disciplina dell'attività degli
operatori del turismo subacqueo".Il relatore on. Diana (Progr. Fed.) ha ricordato che la proposta era stata già approvata dal Consiglio ma rinviata dal Governo. Il nuovo testo è stato modificato accogliendo i rilievi del Governo.
L'Assessore al Bilancio, on. Scano, ha ricordato che occorrerà adeguare il testo della normativa finanziaria.
Votato il passaggio all'esame degli articoli, questi sono stati approvati.
La votazione finale ha dato il seguente risultato:
presenti 54;
votanti 54,
maggioranza 28,
sì 54.Il provvedimento è stato approvato.
Esame del DL 157
Giunta regionale - "Istituzione del Consiglio
regionale dell'economia e del lavoro".L'Aula ha preso in esame il DL con il quale la Giunta intende proporre l'istituzione del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL), uno strumento giudicato essenziale nel processo di riordino della programmazione regionale. Illustrando il provvedimento il relatore Eliseo Secci (Ppi) ha sottolineato l'importanza del CREL, perché dopo l'abolizione del Comitato regionale per la programmazione è venuta a mancare la "rappresentanza degli interessi sociali" nella decisione della politica economica regionale.
Il provvedimento è stato presentato dalla Giunta nel 1995 e prevede la costituzione di un nuovo organismo del quale faranno parte esperti, rappresentanti delle categorie produttive e della Commissione per le pari opportunità col compito di fornire pareri preventivi ed indicazioni concrete per i provvedimento in materia di economia e di lavoro.
L'oratore ha, quindi, illustrato la composizione del nuovo organismo, del quale faranno parte 3 esperti nominati dalle Università, uno dalla Giunta, due dal Consiglio regionale. Gli altri componenti saranno indicati: dieci dai sindacati dei lavoratori dipendenti più rappresentativi, due dalle organizzazioni degli industriali, due dalle organizzazioni degli agricoltori, due dal mondo della cooperazione, due da quello degli artigiani, due da quelle dei commercianti ed altrettanti dalla Commissione delle pari opportunità.
Il Consiglio regionale per l'economia ed il lavoro, come ha aggiunto il relatore Secci, ha compiti consultivi e deve far conoscere il suo parere in tempi brevi, per permettere la rapida conclusione del processo istruttorio che accompagna la presentazione e la trasmissione all'Aula dei diversi provvedimenti legislativi.
Un compito giudicato molto utile, tanto che il relatore Secci ha sollecitato la rapida approvazione del disegno di legge che ne dispone l'istituzione.Bonesu (PSd'Az), si è detto sorpreso di vedere arrivare in Aula questo disegno di legge perchè esso era stato presentato nel 1995 ed era stato bocciato dal Consiglio. L'organismo, di circa 30 membri, sembra un contraltare dello stesso Consiglio ed è certamente una sovrastruttura pericolosa. La sua funzione sarà quella di precondizionare le decisioni dell'Assemblea, per cui c'è da chiedersi in quale misura questo organo rallenti l'attività legislativa.
Non si può consentire ha aggiunto Bonesu, che anche l'attività della Giunta venga condizionata da tale controllore politico. Ha quindi invitato l'Aula a non approvare il disegno di legge in discussione.Anche l'on. Balletto (F.I.) parlando a nome del suo gruppo, ha dichiarato la contrarietà al disegno di legge, già espressa in sede di Commissione. Si è detto sorpreso per il numero dei componenti (che sono almeno 32 di cui 21 provengono dalle categorie produttive) e si è detto anche convinto che l'attività di questo organismo allungherà i tempi di completamento delle leggi da parte del Consiglio.
Non è immaginabile che un Comitato che rappresenta tutte le categorie possa svolgere la sua attività nei tempi ristretti indicati dalla legge. Un organismo pletorico, dunque, che costerà molto e che ha il sapore di un carrozzone fatto ad hoc per dare prebende agli amici.Per l'on. Marteddu (Ppi) il ritardo con cui il provvedimento è arrivato in Aula è dovuto alle divergenze tra le forze politiche. E' stato però maturato il convincimento per coinvolgere nella programmazione regionale le diverse stratificazioni del mondo sociale sardo.
Dopo aver ricordato l'abolizione del Comitato per la programmazione che non rappresentava più la Sardegna, Marteddu ha affermato che oggi c'è un quadro diverso dell'economia e del lavoro e di una maggiore distinzione tra maggioranza ed opposizione.
Un organismo come il CREL non vuole essere rappresentativo delle parti politiche presenti in Sardegna, ma semmai vuole rappresentare il mondo del lavoro isolano in tutti i suoi aspetti. Questa è una importante innovazione che coinvolge il mondo esterno senza intaccare la sovranità del Consiglio, con una sede nella quale le forze vive della Sardegna potranno esprimersi sui problemi della nostra Isola.
Marteddu ha ricordato che si è alla vigilia di importanti decisioni per la Sardegna del 2000, decisioni che non possono riguardare solo il Consiglio o la Giunta, ma che richiedono apporti della Sardegna che lavoro e produce.
Marteddu ha concluso preannunciando il voto favorevole del proprio gruppo.Parere negativo sul provvedimento è stato espresso anche dall'on. Desiderio Casu (F.I.) il quale ha indicato in 32 il numero dei componenti del nuovo organismo consultivo. Le organizzazioni sindacali e di categoria indicheranno 20 componenti di questo elefantiaco organismo, uno strumento di programmazione di politica economica che non sarà in grado di esaminare tempestivamente i provvedimenti elaborati dalla Giunta e dal Consiglio, che ne condizionerà e rallenterà ulteriormente l'azione.
La Giunta deve mostrare la propria capacità di controllare i fatti economici, se ne è capace. Con questi nuovi enti ed organismi l'azione di Governo sarà ancora più rallentata e non terrà conto delle reali esigenze di coloro che non hanno lavoro. L'oratore ha, quindi, sollecitato la necessaria bocciatura del DL in esame.L'assessore alla programmazione Scano ha precisato a sua volta che il Comitato è un organismo consultivo che non condizionerà l'esercizio dell'attività del Consiglio e della Giunta ma sarà utile per la concertazione, che in questo modo verrà disciplinata.
Esistono organismi di questo genere anche in altre regioni, dove si è voluto regolare il quadro dei rapporti con la società civile.
Secondo Scano il Consiglio farebbe cosa giusta ad approvare il disegno di legge, anche se però si è detto consapevole che esistono forti resistenze da parte di alcuni gruppi politici. Sarebbe un segno di maggiore capacità politica e di maggiore capacità democratica.Conclusa la discussione generale richiesta dal consigliere Bonesu, si è votato a scrutinio segreto sul passaggio all'esame degli articoli. La votazione ha dato esito negativo per cui il Consiglio è passato ad altro argomento.
Regolamento 17/A
Giunta regionale "Regolamento di attuazione
della legge n. 281 del 1991 e delle leggi
regionali n. 21 del 1994 e n. 35 del 1996
sulla prevenzione del randagismo".
Il relatore on. Murgia si è rimesso alla relazione scritta.
E' stato quindi approvato il passaggio all'esame degli articoli e degli allegati che sono stati approvati con emendamenti.
La votazione finale ha dato il seguente risultato:
presenti 51,
votanti 44,
maggioranza 23,
sì 42,
no 2,
astenuti 7.Il documento è stato approvato.
Programma n. 44/A
Giunta regionale "IV Programma di finanziamento
dei consultori familiari della Sardegna per gli anni
1996-1997. Conguaglio riferito all'anno 1995 e
anticipazione 1998 - Deliberazione della Giunta
regionale n. 10/42 del 24 marzo 1998".Ivana Dettori (Progr. Fed.), relatrice, ha detto che il consultorio è disciplinato dalla legge regionale n. 8 d è uno strumento utile per la salute, l'informazione sanitaria e per l'assistenza alla famiglia.
Nello scorso programma era stato specificato che i contributi dovessero andare alle aziende sanitarie e che i finanziamenti dovessero essere erogati con puntualità. Non tutti i consultori, ha insistito Dettori, sono attuati in maniera completa e nel rispetto della legge, tant'è che alcuni di essi sono carenti rispetto alla presenza di tutte le figure professionali (ginecologi o psicologi).
A Sassari, ha aggiunto la Dettori, sono previsti 3 consultori ma ne sono stati attivati soltanto due. E' stato chiesto che il terzo consultorio, da attivarsi al San Camillo, venga messo in funzione nonostante non abbia un bacino d'utenza sufficiente e motivarne la realizzazione.
L'oratrice si è detta perplessa circa l'istituzione di questo terzo organismo considerato che i relativi costi sarebbero rilevanti.Il programma della Giunta regionale n. 44, sui consultori, giunge in Aula senza alcuna utilità, perché è un atto amministrativo e quindi, secondo l'onorevole Bonesu (PSd'Az) al massimo dovrebbe essere trasmesso alla Commissione competente per un esame consultivo. L'onorevole Bonesu ha, quindi, sollecitato una modifica della legge, così da prevedere solo un parere consultivo da parte degli organismi consiliari per programmi e progetti di questo genere, che sono atti di competenza dell'esecutivo.
L'esame da parte dell'Aula di programmi di questo tipo è stato, invece, giudicato positivamente dall'on. Busonera (Progr. Fed.). Questo esame permette infatti di fare il punto sulla politica sanitaria della Giunta, permette al Consiglio di esprimersi sulla validità dei servizi e delle iniziative che l'esecutivo prende in materia socio-sanitaria ed assistenziale. L'attuale organizzazione delle strutture socio-sanitarie è stata però giudicata negativamente dall'on. Busonera, la quale ha anche chiesto una migliore organizzazione dei consultori, il loro riordino e potenziamento. L'esponente del gruppo Progressista Federativo, comunque, ha annunciato il proprio voto favorevole perché i consultori, se riorganizzati ed adeguati alla realtà regionale, sono un servizio di grande importanza sociale ed assistenziale.
L'assessore alla Sanità, on. Paolo Fadda, dopo aver affermato di condividere l'opinione dell'on. Bonesu, ha sostenuto che occorre studiare un nuovo ruolo dei consultori. A questo proposito esiste una proposta che verrà sottoposta all'Aula, mentre si procederà alla verifica dell'effettivo servizio svolto dalle strutture nelle ASL.
Votato il passaggio all'esame degli articoli, l'assessore della Sanità on. Paolo Fadda, ha chiesto il ritiro dell'emendamento presentato in ordine al consultorio familiare San Camillo di Sassari.Sono intervenuti gli onn. Macciotta (Misto); Dettori I. (Progr. Fed.); Cugini (Progr. Fed.) e nuovamente l'on. Fadda per accogliere l'invito a sospendere l'esame della legge fino a che non verrà verificato se il consultorio del San Camillo è stato istituito regolarmente, in che data e con quali requisiti.
Programma n. 42 - Legge 24 giugno 1974, n. 268
Programma di intervento per gli anni 1988-1990.
Prelevamento dal fondo di riserva per le spese
impreviste.L'Aula ha, quindi, esaminato ed approvato il programma n. 42, che prevede il trasferimento della somma di oltre 78 milioni dal capitolo relativo "alla revisione prezzi" esistente nel bilancio regionale sui fondi della legge 268 Rinascita ed il loro trasferimento al 5 programma esecutivo del Piano di Rinascita. Questa somma, secondo quanto indicato dalla Giunta regionale, potrebbe essere utilizzata per le indagini geologiche tecniche sui terreni interessati dai lavori di sistemazione e restauro del tempio "Su Tempiesu" nelle campagne di Orune.
Il provvedimento è stato dato per illustrato dal relatore Eliseo Secci (Pi), il quale si è rimesso alla relazione scritta
Il Consiglio ha, quindi, deciso il passaggio all'esame del programma ed ha approvato il provvedimento, col sistema del voto elettronico palese.
La votazione ha avuto questo risultato:
presenti 42,
votanti 37,
astenuti 5,
favorevoli 37.Prima di passare al successivo argomento il consigliere Bertolotti (F.I.) ha chiesto che venga portato all'attenzione dell'Aula il progetto riguardante il riordino delle funzioni dell'ERSAT, giacché il provvedimento giace in Commissione da parecchi mesi.
Esame della PL n. 489
"Modifiche all'art. 2 della LR 13
dicembre 1994, n. 38, "Nuove norme
sul controllo degli atti degli Enti locali".Il Consiglio ha, infine, esaminato ed approvato il DL n. 489 con il quale si modificano le norme sul controllo sugli atti degli Enti locali per ciò che riguarda appunto l'elezione dei Comitati di controllo. Le norme attuali prevedono che questi organi di controllo abbiano competenze infraprovinciali ed operino nelle circoscrizioni di Cagliari, Iglesias, Nuoro, Lanusei, Oristano, Sassari e Tempio Pausania.
Una divisione legata anche alla istituzione delle future province. I nuovi Enti locali, però, non sono stati istituiti e le norme che regolano le nomine dei Comitati porterebbero alla elezione dei componenti dei Comitati che coincidano con le quattro province esistenti.
I proponenti della PL, con questo provvedimento, prevedono che vengano eletti anche i componenti dei Comitati infraprovinciali che coincidono con le istituende province. Una norma tecnica, necessaria per evitare la soppressione dei Comitati circoscrizionali di Iglesias, Lanusei e Tempio Pausania.
Il provvedimento è stato dato per illustrato dal relatore e dai proponenti e la Giunta ha dato la sua disponibilità ad accoglierlo.
Posto in votazione col metodo del voto elettronico a scrutinio palese la PL 489 è stata approvata con questo risultato:
presenti 43,
votanti 42,
astenuti 1,
favorevoli 42.
Disegno di legge n. 490
"Modifiche alla legge regionale
17 maggio 1957, n. 20 e successive
modificazioni.Il presidente della Giunta on. Palomba ha specificato che si tratta di una modifica alla legge sul referendum che non può essere cumulato con altre consultazioni. La norma detta le regole per la consegna dei certificati elettorali in funzione della data del referendum
L'on. Pittalis (F.I.) ha affermato che il referendum si dovrebbe svolgere in concomitanza con il referendum nazionale. Pittalis ha ricordato che insieme agli onorevoli Cugini e Fantola ha presentato una specifica proposta di legge. Ha sostenuto di avere la necessità di consultarsi con gli altri firmatari.
Approvato il passaggio all'esame degli articoli, questi sono stati approvati.
La votazione finale ha dato il seguente risultato:
presenti 43,
votanti 42,
maggioranza 22,
sì 42,
astenuti 1.Il disegno di legge è stato approvato.
Il Consiglio sarà
riconvocato a domicilio