Nota stampa
della seduta n. 301 antimeridiana dell'11 giugno 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, quindi dell'on. Salvatore Zucca.

In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:

 


In apertura di seduta il Presidente ha comunicato che in data 1° giugno 1998 è pervenuta alla Presidenza una petizione con la quale si chiede la discussione in aula della proposta di legge n. 210 (Sostegno alle famiglie e riorganizzazione dei consultori familiari).
Il Presidente ha ricordato che, a norma dell'art. 103 del Regolamento interno, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la Settima Commissione.
Ha poi comunicato che nella seduta del 3 giugno 1998 è stata svolta nella Settima Commissione l'interpellanza n. 444 - Cadoni sul reparto di rianimazione dell'Ospedale di Bosa.

Mozioni n. 106 e 153 sulle prospettive
di attuazione del master Plan

Ad illustrare le due mozioni, la prima presentata nel lontano febbraio del 1997 e la seconda depositata in Consiglio ai primi di giugno di quest'anno, è stato il capogruppo dei Forza Italia on. Pittalis, il quale si è immediatamente riferito alle notizie apparse in questi giorni circa un accordo tra la Regione, i comuni interessati della Gallura e la provincia di Sassari, che prevede la presentazione di un nuovo progetto di sviluppo turistico per le coste del nord Sardegna.
Parlando delle mozioni, Pittalis ha chiaramente detto che esse non si approvano né si respingono ma devono indurre il consiglio a dire una parola definitiva sulle prospettive del Master Plan. Lo si vuole o non lo si vuole? Questo voto, ha detto Pittalis , metterà freno ai pastrocchi della giunta e avrà certamente maggior valore delle decisioni del presidente Palomba .
Dopo aver parlato di ricatti e di paludi stagnanti, Pittalis ha ribadito che è necessario avere chiarezza e conoscere il parere univoco del Consiglio e della maggioranza "sempre che il Consiglio ne abbia uno". Rivolgendosi ai consiglieri Ghirra e Diana, il capogruppo forzista ha chiesto se la loro posizione è anche quella della maggioranza o non sia una posizione isolata che non trova riscontro nella coalizione della quale fanno parte.
Pittalis ha quindi chiarito la posizione di Forza Italia: non si può prescindere dal Master Plan se si vuole puntare sullo sviluppo della Gallura e della Sardegna. Non solo, la tutela del patrimonio ambientale è una prerogativa di F.I. per cui questa forza politica è contraria agli imprenditori che sacrificano i territori e la natura della Sardegna per mere operazioni di speculazione: "Non accettiamo perciò di farci superare da alcuna forza politica in materia di tutela ambientale. Noi difendiamo la natura ma ci chiediamo dove fossero i verdi quando si è fatto scempio di mille altre zone dell'isola, compresi le zone costiere ed i centri storici".
Dopo aver magnificato il progetto di Master Plan, il capogruppo di Forza Italia ha detto che rifiutare il progetto significa essere tanto miopi da non comprendere che in Sardegna non vi sono alternative di sviluppo in termini economici ed occupativi.
Per Pittalis occorre quindi uno sforzo unitario ed in tal senso ha rivolto un appello al Consiglio affinché si sostituisca con decisioni ponderate all'inerzia della Giunta regionale.
"Attenderemo la Giunta alla prova dei fatti, ha detto ancora, poiché si è affermato che il nuovo progetto della Regione dovrebbe essere presentato entro il mese di luglio, Anche se siamo convinti che si tratti dell'ennesima buffala della Giunta". Ed ha concluso annunciando la trasformazione delle mozioni in un ordine del giorno il cui voto consenta a tutti, pubblicamente, di dire se si vuole o non si vuole mandare avanti il Master Plan.

"E' opportuno chiarire, personalmente, quale è il nostro pensiero sul progetto di investimento turistico-abitativo meglio noto come master Plan". L'on. Ghirra (Progr. Fed.) ha ricordato come il gruppo Progressista Federativo abbia sempre considerato "non valido il progetto noto come master Plan", considerato eccessivamente speculativo. Ghirra ha, quindi, ricordato come la sinistra e la stessa chiesa non abbiano mai condannato "il profitto", in quanto tale. Quindi questa opposizione al piano non è il tentativo di impoverire tutti, ma una critica "fondata e realistica" nei confronti di un progetto turistico largamente insufficiente e non in grado di dare risposte concrete alle reali esigenze della società isolana. Quel programma di intervento non era infatti in condizioni di dare certezze di sviluppo e di crescita a quella parte dell'Isola, all'intera società isolana.
Nessuna volontà, quindi, di voler cacciare certi imprenditori, ma la richiesta di rimodulare progetti di questo genere, di mettere a punto iniziative realistiche e concrete, in grado di favorire un reale sviluppo e non di portare ad una progressiva cementificazione delle coste sarde.
Il rispetto della fascia dei trecento metri dal mare, ad esempio, è un problema di cultura, perchè è giusto permettere che coloro che vi abitano possano godere delle bellezze della costa sarda. Ghirra, quindi, ha ricordato come in Sardegna "girino" capitali sporchi che devono essere riciclati. Le preoccupazioni di Ghirra e di molti suoi colleghi di partiti sono proprio legate alla presenza di questi capitali, alla possibilità che vengano finanziate iniziative speculative e pseudo-turistiche, nelle quali investire proprio questi capitali di indubbia provenienza.
Occorre, invece, mettere a punto uno sviluppo turistico compatibile, che tenga conto delle esigenze e della necessità di sviluppo della società sarda. Ma quale turismo? Si è chiesto Ghirra. Perchè prima di decidere cosa fare non si fanno reali studi di fattibilità e non si analizzano a fondo tutte le reali possibilità di sviluppo legate proprio al turismo? Questo tipo di turismo che dura pochi mesi l'anno e non può produrre tutti i meravigliosi effetti dei quali tutti favoleggiano.
E' il caso, quindi, di decidere come muoversi e cosa fare nel difficile comparto del turismo isolano.

Intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Marteddu (Ppi) ha chiesto che il Presidente della Giunta riferisca in aula sugli ultimi sviluppi della vicenda Master Plan e sulle eventuali iniziative in merito.

L'on. Pittalis (F.I.) si è dichiarato contrario alla proposta in quanto, ha detto, "Palomba aveva quattro anni di tempo per riferire al Consiglio". Per di più, ha proseguito, deve essere il Consiglio a stabilire gli indirizzi su un tema nel quale "la Giunta è stata assente".

L'on. Lorenzoni (Ppi), dopo essersi dichiarato d'accordo con la proposta di Marteddu, ha ricordato che tempo fa due Commissioni consiliari si erano espresse per un approfondimento del problema alla luce della normativa urbanistica regionale. Le Commissioni avevano invitato la Giunta a predisporre un accordo di programma da sottoporre al Consiglio, pertanto è necessario che Palomba informi il Consiglio sulle eventuali novità.

Per l'on. Masala (A.N.), la richiesta di Marteddu non è proponibile in quanto se la Giunta avesse avuto qualcosa da dire, avrebbe potuto farlo a norma di regolamento. La discussione sulle mozioni è stata già aperta, quindi la Giunta interverrà a chiusura della discussione, come previsto dal Regolamento.

Il Presidente, richiamandosi al Regolamento, ha deciso di continuare la discussione sulle mozioni.

Gli interventi sono proseguiti con l'on. Boero (A.N.) il quale ha criticato i popolari che dopo aver firmato le mozioni, oggi si sentono in imbarazzo per dover "uscire fuori da una situazione di disagio" nel quale si trovano per essere diventati parte integrante della maggioranza. Ed al consigliere Ghirra, che ha parlato di antieconomicità del Master Plan e di capitali mafiosi nel progetto turistico, Boero ha detto che dopo simili dichiarazioni dovrebbe quanto meno essere chiamato dal giudice come persona informata su fatti delittuosi.
Anche Boero si è chiesto dove fossero gli ambientalisti quando si permetteva lo scempio delle coste meridionali dell'Isola. Oggi queste stesse persone si oppongono ad un imprenditore che ci ha insegnato a costruire ed a rispettare la natura.
Boero ha quindi affermato che noi sardi siamo solo bravi a far scappare chi ci ha dato una mano e chi ha operato in favore della Sardegna, creando movimento economico, prestigio e posti di lavoro.
Proseguendo nell'accalorato eloquio, Boero si è spinto a dire che il ministro Ronchi è "uno che proviene dagli extraparlamentari, un ex terrorista".

Nella discussione è quindi intervenuto l'ex assessore Alberto Manchinu (PSFD), il quale si è detto d'accordo con gran parte dell'intervento dell'on. Pittalis. Manchinu però ha anche affermato che sarebbe stato opportuno ascoltare la Giunta "sullo stato dell'arte".
Esaminando le diverse posizioni sulla vicenda, Manchinu ha ricordato come lo scempio dell'albergo La Marmorata costruito vicino a Santa Teresa, sia forse l'aspetto peggiore dell'attività turistica sarda. Ma lo stesso albergo, trasportato alle Baleari o alle Canarie, sarebbe uno dei migliori esempi di complesso turistico di quelle isole. Certamente, in quelle stesse isole ora si sta procedendo ad un riesame dell'intero comparto e si stanno modificando tipologie e modi di intervento. Però, con poco più di 7.000 chilometri quadrati ed una popolazione più o meno numerosa come quella sarda, in quelle isole non ci sono disoccupati e la stagione turistica dura tutto l'anno.
La Sardegna può puntare sul turismo e lo deve fare con intelligenza. Certamente, non si può puntare su una stagione più lunga dei sette-otto mesi, così come non si può pensare che siano trainanti le bellezze delle zone interne. La Sardegna può puntare solo sul mare e con una politica intelligente anche le zone interne avrebbero potuto avere un qualche sviluppo.
Ma le polemiche e le critiche si sono accentrate sulle coste, perchè i "Verdi", quelli abituati a fare opinione ed a suscitare violente contrapposizioni, hanno concentrato la loro attenzione critica sulle coste, trascurando ad esempio lo scempio che si sta attuando a Furtei, dove si smantellano le colline per raccogliere qualche grammo d'oro. L'oratore ha, quindi, lamentato questo diverso modo di affrontare il problema degli insediamenti turistici. Insediamenti di difficile realizzazione, ha aggiunto Manchinu, perchè non si sa bene se esista o meno l'imprenditore interessato a realizzare questo programma.
Il master Plan, ha detto ancora Manchinu, è forse eccessivo come volumetria, mentre sono esigue le risorse disponibili. E' necessario, quindi, un riesame dell'intero programma, ma si deve anche sapere se esiste realmente l'imprenditore interessato a quel programma. L'Aga Khan ha ormai abbandonato la Sardegna ed è difficile che ci ritorni come imprenditore. "Un esempio di scuola di come non ci si deve comportare", ha aggiunto Manchinu. La classe politica, infatti, non dando risposte è riuscita a far scappare un imprenditore serio che voleva investire e realizzare ricchezza. "Proprio un tipico modo di andare contro gli interessi della società sarda".
Manchinu ha, quindi, analizzato l'attuale situazione del settore immobiliare turistico, sottolineando come ci siano diversi modi di operare e di interpretare le norme regionali. Invece, ci deve essere assoluta certezza del diritto, non si può operare con deroghe ed interpretazioni di vario genere. Le diverse applicazioni dell'art. 28 e del 28 bis della legge urbanistica, ad esempio, permettono diverse applicazioni della norma e creano diverse condizioni per gli imprenditori che volessero investire in questo particolare settore.
Dal Consiglio, quindi, deve venire l'indicazione di quelle che devono essere le linee da seguire nel prevedere investimenti turistici. Il Consiglio deve, infatti, fissare le grandi scelte politiche, ma la Giunta le deve osservare ed attuare in tempi ragionevoli e non si può aspettare per decenni una risposta che non arriva. L'Isola ha bisogno di sviluppo e di crescita economica, ha aggiunto Manchinu, di Piani integrati che garantiscano investimenti e coinvolgano gli operatori privati seri. Invece questa Giunta non sembra in grado di prendere le decisioni necessarie, ma riesce a rinviare tutto.
Questa maggioranza, questa Giunta, vuole destinare mille miliardi per l'occupazione. Questi mille miliardi non ci sono, almeno quelli pubblici, e l'esecutivo fa scappare gli imprenditori o non riesce a fare decollare le iniziative ormai pronte, il master Plan è attualmente irrealizzabile perchè manca l'imprenditore. I PIA hanno dimostrato la loro inconsistenza e non sono riusciti a coinvolgere realmente molti imprenditori privati; gli accordi di programma stentano a decollare; il porto canale di Cagliari comincerà ad operare, ma vi lavoreranno lavoratori portati da Genova. Quattro esempi di come i soldi dei privati vengono utilizzati male o non vengono utilizzati per nulla.
E' inutile, ha concluso Manchinu, continuare a parlare di un progetto di sviluppo turistico-immobiliare inesistente e di un imprenditore inesistente. Facciamo chiarezza su tutto, esaminiamo le leggi in vigore, modifichiamole se necessario, rendiamole certe, trasparenti e valide per tutta l'Isola, ma decidiamo cosa fare e realizziamo quanto deciso.
Per queste ragioni Manchinu si è detto disponibile a votare a favore di un ordine del giorno con il quale si fissino le direttrici da seguire per favorire lo sviluppo economico e si impegni la Giunta ad operare per realizzare quanto deciso dal Consiglio regionale.

Per l'on. Serrenti (PSd'Az), si corrono due rischi: quello di portare avanti argomenti a tutto campo per rimettere in discussione l'ordinamento della Regione, e quello che alcuni consiglieri che non si siano particolarmente distinti nel corso della legislatura vogliono acquistare una nuova "visibilità".
Il turismo è uno dei settori vitali per l'economia della Sardegna, ma non può essere l'unica via di sviluppo, ha aggiunto Serrenti, ed è necessario diversificare le scelte, tenendo presenti anche tutti gli aspetti negativi prodotti dall'espansione di tutti i settori produttivi. Il turismo deve essere un'attività economica integrata e diffusa nel territorio, ma non può essere un'attività di rapina esercitata da chi viene da fuori.
Serrenti ha ricordato che il primo Master Plan venne presentato nel 1972. Successivamente, nel corso delle diverse legislature, vennero definite diverse pianificazioni del territorio. In Gallura non si può fare altro che sviluppo turistico, ha detto ancora Serrenti, e pertanto non si può tornare indietro. Per quelle zone si deve seguire l'art. 28 bis. Purtroppo, nonostante l'impegno di alcuni assessori, ci sono stati altri che hanno lavorato contro il Master Plan, ha aggiunto Serrenti ricordando la propria esperienza in Giunta, perchè all'interno della maggioranza c'erano posizioni contrastanti.
Serrenti ha poi ricordato la proposta di accordo di programma da lui formulata in Giunta, proposta che non è mai arrivata alla discussione del Consiglio proprio per le divisioni all'interno della maggioranza. Se si devono modificare alcune norme, allora si modifichino per renderle più aderenti alle situazioni reali, ha proseguito Serrenti, evitando i vincoli indiscriminati che portano a bloccare tutto e a non assumere decisioni.
La Giunta avrebbe dovuto prendere contatti con i nuovi proprietari succedutisi all'Aga Khan per verificare le loro reali intenzioni, ha aggiunto Serrenti, onde evitare le discussioni a vuoto.
Per il PSd'Az, il Consiglio deve dare indirizzi alla Giunta affinché venga formulata una proposta ben definita agli imprenditori interessati al settore turistico in Gallura, cercando così di risolvere concretamente i problemi. Questa, per Serrenti, è la strada da seguire e su questo tema il PSd'Az presenterà una proposta di legge. Se la Giunta non è in grado di applicare le leggi, di proporre soluzioni concrete per lo sviluppo della Sardegna, allora ha il dovere di dirlo pubblicamente. La Giunta, ha concluso Serrenti, deve prendere contatti con la Starwood, verificare le sue reali intenzioni,, per poi andare avanti con atti concreti. Altrimenti si continuerà sulla strada sbagliata di una maggioranza che non è in grado di governare.

Premesso che l'aula e la maggioranza appaiono distratti su un problema così importante come lo sviluppo turistico della Sardegna, l'on. Floris (F.I.) ha insistito sul fatto che il Master Plan è un obiettivo possibile ancor aggi solo se la Regione trovi la capacità di vedere in prospettiva le opportunità di crescita economica dell'Isola.
Floris ha quindi accennato ad una rottura esistente tra la Regione e gli enti locali a vocazione turistica ed ha rimarcato che tale frattura è dannosa agli interessi della Sardegna.
E' da 8 anni, ha continuato, che si parla di Master Plan, ma la catena di leggi regionali e statali rendono impossibile ogni procedura di attivazione non solo del Master Plan ma di qualsiasi piano strutturale di sviluppo dei nostri territori. Tutto ciò è disarmante ed è quindi necessario un cambio di rotta.
Floris ha detto che la Gallura e la Sardegna pagano direttamente per responsabilità non proprie, quelle responsabilità che sono state abbondantemente denunciate nel corso di questo dibattito.
Pessimisticamente Floris ha affermato, in conclusione, che non c'è altro da fare che aspettare la fine della legislatura e l'esito delle nuove elezioni. "Solo così, ha detto, si potrà sperare in un cambiamento".

"Sono favorevole al Master Plan realizzabile. Lo sono perchè lo sviluppo deve essere attuato anche in Gallura, perchè gli impegni devono essere presi e mantenuti" ha detto l'on. Piero Usai (Progr. Fed.) sottolineando come gli impegni e le affermazioni recenti della Giunta devono ora essere realmente realizzati. Forse sarebbe stato meglio fare questo dibattito tra un mese, quando Giunta regionale, amministratori locali ed imprenditori avranno raggiunto un accordo, accordo che deve essere chiaro e trasparente.
Il Consiglio non è il luogo adatto per fare questi accordi. Gli accordi devono essere raggiunti e stipulati nei luoghi più opportuni, in modo trasparente e chiaro. E Usai ha affrontato i temi più propri dello sviluppo economico della Gallura, sottolineando come la Gallura abbia, come vocazione primaria, proprio quella turistica. La Giunta deve, quindi, fare scelte chiare e responsabili, deve dare indicazioni e risposte concrete.
Se la Gallura punta sul turismo, si deve finanziare l'industria turistica che però non è quella delle "seconde case" o dei grandi condomini. L'industria turistica ha bisogno di investimenti chiari, di iniziative realmente concrete. Qualche albergo vicino al mare non è la fine del mondo, mentre condomini e seconde case invendute sempre più numerosi non sono "industria turistica".
Usai ha, quindi, esaminato le attese della popolazione gallurese nei confronti dei programmi proposti dall'Aga Khan, ricordando come molti puntino su quel piano per l'occupazione e molti posti di lavoro che può creare e come molti vedano, invece, i varchi nella legge urbanistica regionale che l'approvazione di quel programma può permettere.
Il Master Plan ha valore per le grandi indicazioni che può fornire, ma il Consiglio deve imporre grandi scelte e grandi decisioni. I porti devono essere costruiti perchè il turismo nautico è una realtà in espansione, così come è una realtà significativa la Costa Smeralda, grazie all'opera dell'Aga Khan. Le strutture sportive, l'agricoltura, l'artigianato sono gli altri specifici comparti sui quali si deve puntare. E' necessario, quindi, che la Giunta prenda contatto con l'imprenditore, accerti il suo interesse e decida cosa fare e quando farlo. Ma la Regione deve anche decidere di razionalizzare tutte le norme in materia urbanistica, eliminando le differenze legate alle zone "asteriscate" che valgono solo per Olbia, Arzachena e Palau, e per modificare le norme urbanistiche.
La Giunta, il Consiglio devono decidere cosa fare per valorizzare realmente le bellezze naturali della Gallura, ma devono adeguare le leggi esistenti alle accresciute richieste della Gallura e della Sardegna. E se necessario queste stesse leggi devono essere modificate per favorire il "vero sviluppo sostenibile", l'unico sul quale deve puntare tutta la Sardegna.

Secondo il consigliere di Alleanza Nazionale on. Biggio non è ben chiaro se oggi si stia celebrando il funerale del Master Plan o si abbia la reale intenzione di esprimersi definitivamente e chiaramente sulla volontà di questo Consiglio di riprendere il discorso sulla realizzazione del Piano. In un periodo di grandi cambiamenti, soltanto la Giunta riesce a brillare per continuità di assenza dal coinvolgimento nei problemi effettivi della Sardegna.
Olbia e Arzachena, la Gallura e tutta la Sardegna hanno da tempo manifestato il loro favore nei confronti del Master Plan. Purtroppo, però, la politica della Giunta e della maggioranza non ha saputo mediare tra centro e periferia.
Noi, come opposizione, ha concluso Biggio, rivendichiamo un'azione tesa a ricreare i presupposti per un incontro a breve con l'imprenditore, in modo da ripristinare il confronto mirato a dare all'Isola la sola occasione di sviluppo che si intraveda per l'Isola ed in particolare per la Gallura.

Le posizioni, le esigenze della Gallura, del Nord-Est della provincia di Sassari sono state analizzate anche dall'onorevole Obino (Progr. Fed.). La Gallura ha bisogno di risposte e di servizi, anche per favorire lo sviluppo turistico di quella parte dell'Isola. In quelle zone, però, ora si ragiona su altre cose, su altri temi.
La Gallura ha bisogno di altri servizi, di altre infrastrutture; ha bisogno di norme diverse, ma uguali a quelle esistenti nelle altre zone dell'Isola. La Gallura vuole anche interventi ed infrastrutture "possibili" nel comparto scolastico, sanitario, dei servizi sociali.
Obino ha, quindi, ricordato i limiti delle iniziative turistiche, specie quelle che puntano sullo spontaneismo e sulle seconde case ed ha indicato altre strade da seguire.
Però, la Gallura punta sul turismo e su quello "sviluppo compatibile" del quale ora si parla. Le imprese vogliono e stanno riciclandosi, ha aggiunto Obino. L'impresa classica, quella edile, sta cambiando il suo modo di operare e va verso la fornitura di servizi, si trasforma in impresa di sostegno, decide di diversificare la sua attività.
La Gallura, però, non può puntare su uno sviluppo per poli, gli stessi poli che hanno portato allo spopolamento di molte zone dell'Isola. Si deve puntare sui programmi integrati d'area, ma devono essere programmi realistici e compatibili con lo "sviluppo possibile".
Per fare questo i Comuni devono essere messi in condizione di operare in un clima di normalità. Perché, quindi, ridurre l'autonomia dei Comuni con le zone "D asteriscate", che limitano gli sviluppi urbanistici di Olbia, Arzachena e Palau, comuni per i quali esistono vincoli ormai anacronistici e superati?
Ma anche questi comuni hanno gravi colpe, ha aggiunto Obino, perché non hanno, ad esempio, approvato o attuato i piani urbanistici comunali. Ma tutta l'attività per il settore turistico gallurese deve essere rivista, come deve essere rivista la posizione nei confronti del Master Plan. La Giunta deve, quindi, proporre soluzioni e decisioni incisive e tempestive, che portino agli accordi necessari per favorire un "reale sviluppo possibile" per la Gallura.

In questi 4 anni di legislatura, ha detta l'on. Pirastu (F.I.) l'opposizione ha continuato a criticare questa Giunta per la sua "incapacità di governo".
Dopo aver invitato il presidente Palomba a rileggersi le proprie dichiarazioni programmatiche per la parte che riguarda il turismo, Pirastu ha affermato che tutti i proponimenti sono rimasti lettera morta. La vicenda del Master Plan dimostra che le "perle programmatiche sono state buttate a mare". Citando alcuni punti delle diverse dichiarazioni, Pirastu ha affermato che "Palomba ha preso in giro i sardi", per poi ricordare che le mancate risposte alla Ciga ed alla Sheraton rappresentano un danno irreparabile arrecato alla Sardegna.
Per Pirastu, il divieto di edificazione nella fascia dei 300 metri è "un obbrobrio legislativo", mentre Palomba e le sue Giunte sono responsabili del fallimento del Master Plan.
Proseguendo con pesanti critiche al presidente Palomba e le sue diverse Giunte, Pirastu ha ricordato tra l'altro che Meridiana ha trasferito la sua sede a Firenze. La maggioranza dovrebbe dare a Palomba 15 giorni di tempo per risolvere il problema del Master Plan. In ogni caso, ha concluso Pirastu, sarà l'attuale opposizione, alle prossime elezioni, a liberare la Sardegna da questa maggioranza e da questo governo.

Questo dibattito, ha detto successivamente l'on. Bruno Dettori (Misto), non può avere la funzione di espropriare la gestione del governo del territorio alla Giunta regionale. E' da molti anni che si parla di sviluppo e che ci interroghiamo sulle ragioni del mancato sviluppo, sulle utopie, su progetti mai attuati, sulle strategie senza che peraltro si sia raggiunta una visione globale di quella che dovrà essere la Sardegna negli anni a venire.
Evidentemente la questione è difficile, ad di là dei turbamenti che hanno attraversato le varie maggioranze. Ma ora - ha detto - è necessario essere seri, ricercare e trovare in tutti i settori (così in Agricoltura come nel turismo o nell'industria) delle linee chiare di sviluppo e di investimenti.
Certo, ha aggiunto Dettori, dobbiamo scegliere tra imprenditore serio ed imprenditore che mira soltanto alla speculazione finanziaria. Ma si deve scegliere e superare le impasse, evitando di essere guidati dall'esterno ed impedendo che si perda altro tempo nel programmare il futuro della Sardegna.

L'on. Diana (Progr. Fed.) ha esordito citando cifre e dati sul master Plan che, a suo parere, rappresenta un tentativo di speculazione immobiliare che contrasta con l'esigenza di tracciare strategie economiche di lungo periodo.
Il tasso di utilizzo delle strutture ricettive della Sardegna è ridicolo, ha detto ancora Diana, e ciò significa che il turismo deve essere diverso.Anche gli investimenti aggiuntivi del progetto erano funzionali alla speculazione. Non ci sono spazi per l'accordo di programma perché l'imprenditore non vuole accettare le leggi. Gli imprenditori devono rispettare le leggi e le istituzioni. Il Consiglio si è già pronunciato in merito. Se quell'imprenditore è disponibile ad adeguarsi alle leggi, allora si faccia avanti.
Diana ha affermato che occorre pensare ad un "turismo sostenibile", e che non ci si deve opporre ai Parchi, che possono conciliare tutela dell'ambiente e sviluppo, come è dimostrato in tutto il mondo.
C'è una sfida culturale, rappresentata dalle scelte degli strumenti per governare il territorio, ha concluso Diana respingendo le accuse rivolte agli ambientalisti e invitando l'on. Pittalis a non fare demagogia, perché l'obiettivo di F.I. è quello di smantellare le norme di tutela.

Esprimendo "meraviglia" per le dichiarazioni dell'on. Diana, l'on. Biancareddu (F.I.) ha aggiunto che secondo lui la Giunta non ha chiaro in che cosa consista il Master Plan, quanto sviluppo comporterà e quanta occupazione potrà portare. La Gallura non ha chiesto soltanto il Master Plan, ma ha fatto istanza per altre importanti opere, a cominciare dalle strade, i trasporti ed i porti, per finire con la richiesta della provincia. Niente di tutto ciò è stato fatto; non sono stati dati alla Gallura nemmeno i contributi per danni dal maltempo, che altri Comuni non della Gallura hanno ottenuto.
Per quanto riguarda il Master Plan l'unica cosa certa è che se la Gallura si fosse trovata in altra regione d'Italia, o anche in altra porzione della Sardegna, il mega progetto sarebbe indubbiamente decollato.
C'è, ha concluso Biancareddu, una chiusura da parte della Giunta nei confronti del nord-est dell'Isola. "Ne prendiamo atto, ma reagiremo con forza".

Agli inizi degli anni '60 è stato costituito il Consorzio Costa Smeralda, che ha profondamente modificato il modo di intervenire nelle zone turistiche. Il presidente della Commissione Urbanistica, on.Silvestro Ladu (Ppi) ha brevemente percorso la storia della vicenda "Consorzio" e del Master Plan, un vero accordo di programma al quale non è stato dato seguito.
Si è ripreso a parlare di interventi in Costa Smeralda quando i nuovi proprietari hanno licenziato alcuni loro dipendenti. Da allora l'imprenditore attende una risposta ed una risposta attende anche il Consiglio. Certamente è necessario conoscere i passi fatti nei confronti dei nuovi proprietari e quali siano state le risposte date dalle società che attualmente controllano la Costa Smeralda.
Ladu ha anche ricordato le posizioni comuni della Quarta e Sesta Commissione e le diverse risoluzioni prese e che potevano essere una realistica base di discussione con la Giunta e con l'imprenditore. Da allora, nonostante le indicazioni consiliari e gli impegni sollecitati all'esecutivo, non si sa bene cosa sia stato fatto. E Ladu ha anche confessato di non sapere cosa fare davanti al documento del quale si discute; se votare contro o a favore.
Anche perché il cambio dei proprietari della Costa Smeralda ha aperto interrogativi ai quali non è stata data alcuna risposta. Non si sa cosa vogliono fare, ad esempio, i nuovi proprietari, non si conoscono affatto i loro programmi. Invece la Sardegna ha bisogno di conoscere tutti questi dati, perché il Consiglio deve decidere quale deve essere lo sviluppo di quelle zone.
In Commissione, ad esempio, si è discusso delle direttive di attuazione dei programmi urbanistici, si è parlato delle indicazioni e delle necessità programmatorie regionali. In questi campi ci sono molti punti oscuri, ci sono domande alle quali questa Giunta non ha dato e non sembra voglia dare risposte. Ci sono esigenze di tante parti dell'isola che vengono, in questo modo, bellamente ignorate, come vengono assolutamente trascurate le reali richieste di molte parti dell'Isola "turisticamente interessanti".
In questi giorni, ha aggiunto Ladu, questa Giunta e questa maggioranza si sono violentemente agitate per spartirsi alcune poltrone "bancarie", hanno dato vita a violentissime lotte per lottizzare consigli di amministrazione e posti di controllo in alcuni Istituti ed Enti finanziari. Analogo attivismo non si è riscontrato quando si è trattato del Master Plan. Forse sarebbe il caso di affrontare, in modo realistico, il programma di sviluppo turistico che deve interessare tutta l'isola, ha concluso Ladu. E le risposte che la Giunta fornirà proprio sul Master Plan e sulle iniziative per il turismo condizioneranno il suo voto sulla mozione presentata dalle opposizioni.

L'esponente di Forza Italia on.Casu, ha esordito ricordando l'analisi fatta sul Master Plan dal consigliere Manchinu che, tra l'altro, ha sottolineato come il progetto venne ridimensionato per adeguarlo alle richieste della Giunta regionale.
Ma detto questo, Casu ha cominciato a criticare veementemente la Giunta, accusandola di essere incapace di rispettare le sue stesse promesse di sviluppo, di occupazione, di pianificazione economica.
Casu ha anche addebitato al Governo regionale il ristagno dell'attività nel settore dell'industria, così come risulta dall'analisi svolta dalla Banca d'Italia. Ed ha poi ribadito che se l'agricoltura langue è perché non si programma il piano delle acque ma ci si affida alla improvvisazione ed alle azioni dettate da necessità contingenti.
Rivolgendosi direttamente alla Giunta, Casu ha chiesto che venga detto con chiarezza come possa crescere il reddito dei cittadini dell'isola. "L'unica risposta - ha aggiunto - è l'immobilismo e l'inconcludenza". Ed è troppo poco per poter legittimare un organismo alla guida della Regione.

Esponendo alcune considerazioni sugli aspetti politici del Master Plan, l'on. Locci (A.N.) ha affermato che la vicenda può essere trattata sul versante legislativo e su quello politico.
La mancanza del "coraggio delle proprie azioni" da parte della maggioranza ha portato alla mancata risposta al progetto del Master Plan ed a proporre una diversa soluzione non accettabile dall'imprenditore. La mancata risposta rivela che in tema di urbanistica la maggioranza non esiste. Quindi produce una politica di immobilismo, evidenziata non solo dal Master Plan, ma anche in altri settori. La sinistra di questa maggioranza ritiene che l'intervento proposto dal Master Plan (che prevede insediamenti nella fascia dei 300 metri), se accettato, avrebbe portato ad atti illegittimi.
Le istituzioni, secondo Locci, hanno "giocato" con un imprenditore serio perché non hanno avuto il coraggio di dire che il suo intervento non era possibile, sulla base delle leggi urbanistiche. C'è stata quindi mancanza di chiarezza ed incapacità di assumere decisioni, con un atteggiamento paragonabile a "quello della vecchia D.C.", che manteneva le situazioni inalterate con l'obiettivo di raccogliere voti.
Secondo Locci, l'attuale politica urbanistica impedirà inoltre qualunque futuro progetto turistico, senza tener conto delle specificità dei singoli territori.
Occorrono leggi che consentano l'uso del territorio, ha aggiunto Locci, per una edificazione compatibile con le risorse ambientali. Le attuali norme, invece, "vietano tutto meno in alcuni casi", e ciò, secondo Locci, favorisce la corruzione. La vicenda del Master Plan è morta e sepolta, ma rimane una politica urbanistica errata che allontana le opportunità di richiamare imprenditori turistici in grado di determinare sviluppo.

Il Consiglio sta parlando di problemi ideologici, ma sta ignorando il problema reale, che è quello che si impedisce lo sviluppo economico di alcuni comuni galluresi". Il capogruppo del PSd'Az. on. Bonesu, partendo da questa considerazione, ha sottolineato come ci siano notevoli pregiudizi ideologici alla base di questa opposizione al Piano della CIGA, una posizione che risale ai primi anni della stessa Costa Smeralda. Il Consiglio regionale non può partire da questi tabù ideologici che inficiano ogni decisione ed ogni confronto su temi di questa importanza.
D'altra parte, ha detto Bonesu, la rigida applicazione delle norme urbanistiche è inconcepibile. Se queste stesse norme fossero state applicate anche in passato, ha aggiunto Bonesu, città come Venezia e Cagliari non sarebbero mai state realizzate.
Bonesu ha, quindi, attentamente esaminato il Master Plan presentato dalla Ciga, definendolo speculativo e da ridimensionare drasticamente. Intanto si devono riesaminare le volumetrie, poi si dovranno rivedere le scelte di fondo, privilegiando il settore alberghiero rispetto a quello residenziale. Il Consiglio dovrebbe anche riesaminare tutti gli interventi complementari (quelli degli altri settori produttivi) per evitare la monocoltura urbanistica che non garantisce se il reale sviluppo di un territorio vasto quale è quello della Gallura. D'altro canto, ha ricordato Bonesu, questa strada era stata seguita dal consorzio sin dal suo primo insediamento. Quindi va rivista l'intera materia ed il Consiglio deve riappropriarsi del suo ruolo, decidendo quali linee imporre alla Giunta, che anche in questa occasione ha dimostrato la sua incapacità ad affrontare i problemi cercando di risolverli.
Quindi, ha concluso Bonesu, decidere quale deve essere lo sviluppo della Gallura, fissare norme chiare e certe che valgano per tutti e che "non siano interpretabili a seconda delle diverse esigenze". E' perciò opportuno procedere all'abrogazione delle diverse regole "non chiare" e all'approvazione dell'accordo di programma per lo sviluppo di quella parte della Sardegna con una apposita legge, alla quale questa Giunta non possa assolutamente sottrarsi.

Il capogruppo di A.N. on. Masala ha incentrato il suo intervento sulle anomalie che si riscontrano nella lunghissima vicenda del Master Plan. Ed a tal fine sta cercando di individuare le responsabilità da attribuire a questa Giunta, partendo da date contemporanee alla nascita della maggioranza di centro sinistra ed alla Giunta che questa ha saputo esprimere.
Secondo Masala, la prima anomalia della vicenda è quella rivelata dall'on. Serrenti che ha detto espressamente che la Giunta non ha voluto esaminare collegialmente i problemi da lui stesso posti all'epoca in cui era assessore della Pubblica Istruzione. Altra anomalia: la sudditanza della Giunta regionale nei confronti del ministro Ronchi e quindi la confusione dei ruoli tra Governo nazionale e Governo regionale. Rimane il fatto che la Regione non esercita neppure le funzioni che lo statuto le conferisce.
Nel dibattito, ha aggiunto Masala, si è trascurato un tema di grande rilevanza e cioè l'atteggiamento omissivo della Giunta nei confronti del ministro, in dispregio delle prerogative della Regione e delle istituzioni sarde.
Masala si è poi augurato che non si verifichino altre "disfunzioni" di questo genere, altrimenti si dovrà sperare veramente che le prossime elezioni operino quel cambiamento politico che salverà la Sardegna e le sue istituzioni dal declassamento a livello autonomistico.

L'ultimo oratore intervenuto nel dibattito è stato l'on. Marras (F.I.), il quale ha ricordato come negli anni 60, grazie all'inerzia ed all'inettitudine della classe politica sarda, sia potuto nascere quel gioiello mondiale che è la Costa Smeralda.
La classe politica sarda, secondo Marras, ha sempre ostacolato, avversato, vessato in tutti i modi l'industria turistica isolana. Ne è chiaro esempio quella "famosa zona F turistica" temporaneamente inventata da una classe politica che con norme, regole, strumenti e direttive ha deciso di destinare al turismo solo le zone costiere. Sono stati chiamati, invitati, incoraggiati gli imprenditori privati, ai quali sono stati promessi interventi di qualunque tipo. Salvo, poi, ignorare questi impegni e non fare nulla per dare risposte concrete alle richieste degli operatori turistici, così "affettuosamente" sollecitati. Questo è avvenuto sino al 1993, quando sono stati richiesti "interventi aggiuntivi": veri e propri espropri o richieste illecite vietati dal codice, che hanno convinto gli operatori a scappare dall'Isola. Ora è difficile che quegli stessi operatori ritornino, perchè non esiste certezza giuridica, non esiste chiarezza di intenti, non esistono leggi favorevoli e trasparenti.
La classe politica sarda, infatti, con quella ignobile legge del 1993 ha vietato ogni "iniziativa turistica lungo le coste". Al contrario dell'ottima legge Galasso che tutelava i beni naturalistici e regolamentava, in modo limpido, l'uso del territorio.
Marras ha quindi vivacemente polemizzato con la Giunta, con tutti gli assessori, ricordando come lungo le coste possono essere realizzate tutte le opere possibili previste nelle diverse zone, salvo quelle a destinazione realmente turistica.
L'oratore ha così ricordato il depuratore costruito in riva al mare a Perd'e Sali, nonostante fosse stato progettato ad oltre mille metri dalla costa. Poi sono state ricordate le grandi agevolazioni e le norme eccessivamente permissive decise negli anni passati e che hanno permesso la realizzazione di tante brutture e di tanti sconci.
La Sardegna deve dimenticare "l'industria turistica", ha aggiunto Marras, perchè questa classe politica è troppo miope ed ancorata a vecchi schemi. Purtroppo, quindi, si dovrà ancora penare, si dovrà attendere ancora chissà quanto prima di avere leggi chiare, norme certe, non vessatorie, che permettano agli operatori del settore di investire ed operare per favorire il progresso economico e sociale della Sardenga.
L'isola, quindi, paga per l'inefficienza della sua classe politica e vede svanire tutte le grandi occasioni di sviluppo legate all'utilizzo ragionevole delle sue ricchezze naturali.
"Le bellezze ambientali e naturalistiche devono essere protette e tutelate. Ma devono essere utilizzate con raziocinio, per permettere all'uomo, alla società sarda di migliorare e progredire, ha concluso Marras. Tutto il resto sono chiacchiere".

Con l'intervento dell'on. Marras si è conclusa la discussione sulle mozioni

Dopo una breve pausa utilizzata dagli esponenti dei diversi gruppi per tentare di predisporre un ordine del giorno unitario, hanno replicato l'assessore Cogodi ed il presidente Palomba.

Esaminando gli aspetti tecnici emersi nel dibattito l'assessore all'Urbanistica Cogodi ha sottolineato l'importanza di alcune iniziative, ma ha anche rivendicato la necessità di chiarezza e di capacità di decidere da parte della maggioranza. La Regione, nel suo complesso, non è inadempiente. Non ci troviamo di fronte ad un "diritto denegato", ma di fronte ad una vicenda complessa per la sua stessa natura. Una richiesta che ha diritto ad essere avanzata ma esiste la necessità di approfondire una problematica di difficile, complessa soluzione prima di esprimere il parere dell'Esecutivo.
La legge urbanistica regionale, infatti, è largamente condivisa dalla società sarda e contiene indicazioni di valore entro le quali devono muoversi la politica e l'economia della Sardegna. L'articolo 28 bis, ad esempio, impone scelte e decisioni successive alla stessa approvazione della norma. Complessa la domanda, quindi, difficile e complessa la risposta.
L'assessore si è quindi soffermato sul "problema tempo". Una domanda fatta da un imprenditore da "un quarto di secolo" non ha ricevuto risposte dalla Regione? Non è vero. Da anni l'imprenditore, il Consorzio di proprietari hanno avanzato diverse proposte, diverse richieste, hanno modificato le loro richieste, i loro programmi, hanno diminuito volumetrie e variato destinazioni. Ma le Giunte, nel loro susseguirsi, hanno sempre rispettato gli impegni presi, hanno sempre rispettato le norme e le regole in modo chiaro e trasparente.
Cogodi ha anche ricordato la delibera del TAR, sull'autonomia del comune di Arzachena, le coerenti prese di posizione non solo della Regione, ma anche degli enti locali e le conseguenti valutazioni ed iniziative decise dall'imprenditore.
Non c'è nessuna pregiudiziale nei confronti di nessun imprenditore, ha concluso Cogodi, e questa Regione ha dato e darà agli imprenditori le risposte giuste, coerenti, in linea con le leggi in vigore. Nessun ritardo, quindi, ma anche nessuna eccezione che non sia prevista dalle stesse norme in vigore e che non sia perfettamente conforme con gli interessi e con le esigenze della Sardegna.

Successivamente, il presidente della Giunta on. Palomba ha riferito su quanto è avvenuto nell'incontro svoltosi ieri con gli enti locali, contestando energicamente in premessa l'accusa di non aver saputo o valuto dare risposte all'imprenditore titolare del Master Plan.
Palomba ha anche affermato che in questi ultimissimi mesi la Giunta si è attivata proseguendo l'istruzione della pratica anche con frequenti sopralluoghi e con l'acquisizione di dati ed informazioni, rispettando in toto il documento formulato dalla quarta e sesta commissione in seduta congiunta.
Nella riunione di ieri la proposta è stata circoscritta all'interno di un quadro di potenzialità compatibili, nella previsione di una riduzione delle volumetrie e del rapporto "residenziale-alberghiero" nel rispetto delle indicazioni volute dalle Commissioni riunite, che avevano tra l'altro richiesto approfondimenti di carattere normativo e compatibilità con la legislazione vigente.
Secondo Palomba sono state rispettate le regole e gli impegni e la Giunta già dalla prossima settimana riprenderà il lavoro perchè è prioritario per l'esecutivo la realizzazione del programma di sviluppo turistico in ambito amministrativo.
Palomba ha concluso affermando che non appena si concretizzeranno le ipotesi formulate dalla Regione, la Giunta riferirà puntualmente al Consiglio, anche, eventualmente, per avere suggerimenti ed indicazioni.

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pittalis, al quale è stata ridata la parola come primo firmatario della mozione sul Master Plan, ha rivendicato la validità dell'azione politica promossa dalle opposizioni.
Il Presidente della Giunta, ha aggiunto Pittalis, non ha mai portato in Consiglio il caso dello sviluppo turistico della Ciga "perché la sua maggioranza era ed è, su questo tema, profondamente divisa".
Una divisione chiaramente emersa anche in questo dibattito. Da alcuni è stato indicato il Master Plan come "progetto vecchio, superato, speculativo". Qualche altro ha evocato l'ombra della mafia. Da altre parti, invece, sono arrivate indicazioni "interessanti sullo sviluppo turistico possibile", anche se in molti hanno anche lamentato "ritardi" e "perdita di credibilità" che hanno caratterizzato questa vicenda.
Questo caso, quindi, ha ancora una volta dimostrato il fallimento di questa Giunta, la sua incapacità ad affrontare ed a risolvere un problema importante quale è quello in esame. Palomba, ancora una volta, quindi, ha dimostrato la sua incapacità di portare avanti una ipotesi di lavoro su questo argomento e di proporre soluzioni chiare ed efficienti.
Per queste ragioni Pittalis ha chiesto la votazione delle mozioni n. 106 e n. 153 anche per costringere la Giunta a portare in Consiglio le proposte concrete sul Master Plan elaborate da questa maggioranza eterogenea e profondamente divisa".

Prima delle operazioni di voto il presidente Selis ha annunciato l'avvenuta presentazione dell' ordine del giorno n. 111, firmato dai capigruppo della maggioranza e che sarà posto in votazione dopo le due mozioni.
Prima della votazione delle mozioni e dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza sono intervenuti diversi consiglieri per dichiarazione di voto.

Dichiarazioni di voto

L'on. Cugini, capogruppo dei Progressisti federativi, parlando a nome di tutta la maggioranza ha annunciato il voto contrario per le mozioni 106 e 153 ed il voto a favore dell'ordine del giorno "che riassume la chiara posizione, emersa dal dibattito, della Giunta e della stessa maggioranza". Riguardo alla mozione n. 106, che portava la firma anche di numerosi componenti la coalizione di centro sinistra, ha affermato che non è proponibile poiché molti sottoscrittori di allora non la riconoscono più alla luce degli sviluppi imposti dalla Giunta.

L'on. Bonesu (Psd'Az) ha annunciato che voterà contro l'ordine del giorno "perché sembra assolvere la Giunta dalle sue responsabilità", né voterà la mozione n. 153 "perché chiede l'impegno della Giunta nel presupposto che essa sia in grado di mantenere qualsivoglia impegno". Voterà invece la n. 106, di cui è firmatario, per coerenza" e "perché ci crede".

L'on. Sanna Nivoli (A.N.) ha esordito affermando che il Master Plan è una spina nel cuore della maggioranza, perché su questo tema è profondamente lacerata. Su questo argomento esiste poi una profonda divisione tra Consiglio ed esecutivo regionale. L'Ulivo, tra l'altro, non è assolutamente in grado di garantire un corretto rapporto tra due istituzioni che hanno ruoli diversi ma complementari. Sanna Nivoli ha poi sottolineato la grave scorrettezza politica del presidente Palomba, che non ha mai avuto il coraggio di dire che non condivideva il Master Plan e quella, ancora più grave, perpetrata nei confronti dell'imprenditore, che è stato fatto scappare ed al quale si è impedito di attuare i suoi programmi, che avrebbero portato lavoro e benessere in Gallura ed in molte parti dell'intera Sardegna. Per queste ragioni A.N. voterà a favore delle due mozioni.

L'on. Biancareddu (F.I.) ha chiesto l'appello nominale sulla mozione n. 106.

L'on. Pittalis (F.I.) ha annunciato il voto a favore del suo gruppo sulle due mozioni ed il voto contrario sull'ordine del giorno. Anche in questa occasione la Giunta ha fato molte chiacchiere e poca sostanza. Su questo tema lavoreremo ancora, perché il Master Plan è un "programma serio e condivisibile" e su questo tema Forza Italia continuerà ad incalzare questa maggioranza divisa ed assai poco seria.

L'on. Macciotta (Misto) ha dichiarato che voterà contro le due mozioni. La n. 106, portata in discussione in Aula senza che ne sia stato messo a conoscenza, non è più proponibile perché è stata superata da nuovi fatti. Macciotta ha anche aggiunto che non prenderà lezioni dall'opposizione in materia di contenuti in quanto questa si è contraddistinta "per le sue chiacchiere prive di sostanza".

L'on. Masala (A.N.) ha invece annunciato la sua contrarietà all'ordine del giorno, "perché tanto la Giunta lo disattenderà". Preoccupa - ha aggiunto - il fatto che l'esecutivo venga invitato "ad avviare il processo", il che significa che finora non è stato ancora avviato alcunché.

L'on. Bertolotti (F.I.) ha detto che non voterà l'ordine del giorno della maggioranza. Ha anche affermato che paiono pretestuose le motivazioni addotte da coloro che firmarono la prima mozione e che oggi la disconoscono.

La Mozione n. 106, messa ai voti per appello nominale, è stata respinta con 33 voti contrari, 31 voti favorevoli ed un astenuto. Anche la Mozione n. 153 è stata respinta mentre è stato approvato l'ordine del giorno della maggioranza.

 


Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.