Nota stampa
della seduta n. 286 antimeridiana del 29 aprile 1998
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis e successivamente dell'on. Sergio Milia.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
Interpellanza n. 441, Marteddu, Ladu,
sulla immotivata cancellazione dell'impegno finanziario
individuato attraverso lo strumento legislativo P.i.a.
e finalizzato ad indirizzare risorse dentro le aree urbane
delle città capoluogo di provincia.Il problema della esclusione dei comuni sardi più grandi e popolosi dai Programmi integrati d'area, indicati da molti esperti come uno strumento essenziale per favorire lo sviluppo economico ed il riscatto sociale dei quartieri più degradati delle città isolane, era stato sollevato dal Sindaco di Cagliari, per l'esclusione della città capoluogo dagli interventi previsti dalla programmazione regionale.
Ricordando la vicenda, il Capogruppo del Ppi, Matteo Marteddu ha ripercorso il travagliato iter delle norme che portarono alla istituzione dei P.i.a. ed ha lamentato come gli impegni assunti dalla amministrazione regionale non siano stati assolutamente rispettati. L'onorevole Marteddu ha anche sottolineato come lo stesso Sindaco di Nuoro, comune che ha predisposto programmi integrati presentati al Governo regionale, abbia lamentato le "dimenticanze ed i ritardi" dell'amministrazione regionale, considerati un "ennesimo tradimento" nei confronti del capoluogo barbaricino.All'interpellante ha risposto l'assessore alla Programmazione Piersandro Scano, il quale ha respinto l'accusa di aver trascurato ed ignorato le richieste e le esigenze di Nuoro, perché nessuno ha presentato Programmi che interessassero Nuoro.
La Regione ha, invece, approvato P.i.a. che riguardano Cagliari (Santa Gilla e Tuvixeddu), Sassari (Predda Niedda), Oristano (Campidano). Nessuno "scippo", ha concluso Scano, perché agli atti non esiste alcun atto programmatorio concreto.
Nei confronti di Nuoro, effettivamente, non esiste alcun intervento, perchè non esiste alcuna proposta. Quando i relativi programmi saranno presentati, saranno presi nella dovuta considerazione e saranno inclusi nella manovra finanziaria o di assestamento del bilancio che questa Giunta presenterà nei prossimi mesi.Il presentatore dell'interpellanza, Marteddu, ha dichiarato che l'analisi generale svolta dall'Assessore non è condivisibile, perché Nuoro "avrebbe" invece presentato programmi di intervento, forse troppo velocemente ignorate o trascurate dall'esecutivo regionale. Positivo, comunque, è l'impegno dell'Assessorato per il futuro, con la speranza che le risposte siano concrete ed in linea con le attese dei nuoresi.
Interpellanza n. 436
Sui costi dei prodotti
di derivazione petrolifera in Sardegna.Ad illustrare l'interpellanza è stato l'on. Liori (A.N.) il quale ha rilevato che la differenziazione dei costi dei derivati petroliferi danneggia le regioni meno sviluppate economicamente e quindi la Sardegna e ciò appare come un paradosso considerato che la più grande raffineria europea si trova proprio nel Sud dell'Isola.
In tal modo i costi energetici e quelli per il combustibile per autoveicoli sono maggiori per il Meridione e notevolmente inferiori per il Settentrione, con esclusione della Sicilia che è inserita nelle fasce agevolate in quanto penalizzata dalla presenza di raffinerie e dai danni che queste comportano.
E la Sardegna? Si è chiesto Liori, a che cosa deve la disparità di trattamento? E' indubbio che la dirigenza politica sarda è stata quantomeno negligente nel non far valere le ragioni dell'Isola, non differenti da quelle della Sicilia.L'assessore all'Industria Pinna ha spiegato che le fasce in cui è stata divisa l'Italia sono state fatte da enti privati in ragione dei consumi e per questo motivo, a seconda dell'aumento della domanda, esistono cadute dei prezzi dei prodoti petroliferi.
Ci sono stati impegni formali, ha ribadito Pinna, sulla metanizzazione della Sardegna che sovrà abbattere il differenziale sul costo dell'energia. Il problema rimane per il periodo "da oggi al metano" ed il Governo è stato in questo senso carente di attenzioni.Non è rimasto soddisfatto della risposta l'interpellante Liori, il quale ha detto che si riserva di accertare le posizioni della Sicilia la quale secondo l'Assessore godrebbe dei vantaggi riservati alle fasce di consumatori del Nord Italia. Ne è accettabile il fatto che i costi energetici siano eslcusivamente regolati dalla domanda e dall'offerta.
Interpellanza n. 412
sulla necessità di trasferire le funzioni
in relazione al controllo ed alla lotta
agli insetti, dalla Regione alle Province.Il tema del trasferimento delle competenze in materia di lotta agli insetti dalla Regione alle Province è stato affrontato dall'onorevole Vassallo (RC), il quale ha ricordato anche l'inefficienza degli interventi messi in atto in questi ultimi anni.
La lotta è poco efficace forse perché le Province non hanno neanche le risorse finanziarie necessarie per organizzare, nel modo migliore, questo tipo di intervento.
Il decentramento delle funzioni e del personale dall'apparato regionale a quello provinciale, ha ricordato Vassallo, senza adeguate risorse finanziarie, impone un approfondito esame dell'intera materia.All'interpellante ha risposto l'assessore agli Affari Generali, on. Loddo, il quale ha illustrato lo stato attuale dei rapporti tra Regione, province ed impiegati ex-Craai. L'amministrazione regionale avrebbe, tra l'altro, messo a punto un disegno di legge con il quale si vuole dare un sistemazione organica all'intera struttura della lotta antinsetti. Un provvedimento che permetterà di trasferire, anche con incentivi, gli ex dipendenti Craai nel ruolo provinciale.
Non appena la legge sarà approvata, sarà possibile dare una soluzione definitiva e moderna ad un servizio, quello della lotta agli insetti nocivi, di particolare interesse ed importanza per l'intera Sardegna.La presentazione della legge di trasferimento e di riordino della materia è stata giudicata favorevolmente dall'interpellante. Vassallo ha auspicato un grande approfondimento di questo provvedimento, per renderlo particolarmente aderente alla realtà isolana, e la sua immediata approvazione, per dare risposte agli ex dipendenti Craai ed alle popolazioni sarde.
Interpellanza n. 431
Sul sistema dei trasporti in Sardegna.L'ex assessore ai Trasporti Giacomo Sanna (Psd'Az), nel ricordare al Consiglio gli impegni del Governo per i trasporti ferroviari e marittimi in Sardegna contenuti negli accordi di programma dell'agosto del 1995 e del febbraio 1996 che prevedevano interventi per 1000 e 1500 miliardi, ha anche precisato che le intese non sono state registrate perchè prive della copertura finanziaria, mentre il Parlamento ha dato l'avvio ad interventi che riguardano la Liguria con impegno di risorse notevole.
Secondo Sanna, la Sardegna è stata ancora una volta beffata. Si fanno gli accordi, si sottoscrivono impegni e si ripescano vecchi accordi passandoli per novità assolute.
L'ultimo protocollo prevedeva l'apertura di un nuovo confronto con una task force che individuasse i costi, i tempi di realizzazione ed i metodi di intervento. Invece, ha insistito Sanna, ancora una volta si è trattato di impegni non osservati in quanto sono venuti a mancare i progetti da parte delle Ferrovie dello Stato. E' venuta meno anche la possibilità di varare una nave traino-merci per la Sardegna, per la quale sono state previste risorse per 100 miliardi. In sostanza la Sardegna non riesce ad avere risposte dal Governo e si deve in ciò constatare una totale mancanza, da parte del Governo, di una volontà di venire incontro alle esigenze dell'Isola.
La Giunta come intende intervenire perchè le giuste evidenze della Sardegna vengano riconosciute?L'assessore ai Trasporti Lorrai, dopo aver fatto notare che i provvedimenti a favore della Liguria facevano parte di accordi europei per migliorare i trasporti nei valichi con la Francia, ha confermato che in effetti la Sardegna incontra scarsa attenzione relativamente al problema dei trasporti ferroviari; tuttavia Lorrai ha anche affermato che sono stati di recente avviate nuove intese a favore dell'Isola.
L'interpellante Sanna si è dichiarato insoddisfatto ed ha ribadito che gli ultimi impegni del Ministro si riferiscono a "pacchetti" di vecchi problemi rigabellati per nuovi finanziamenti.Interpellanza n. 428
sull'inquinamento della spiaggia
di Piscinas nel Comune di Arbus.L'on. Montis (RC) ha illustrato l'interpellanza ricordando che dai pozzi delle miniere di "Gennamari-Ingurtosu" fuoriescono enormi quantità di acqua contenenti materiali inquinanti che devastano la sP.i.a.ggia di Piscinas.
Per Montis si sarebbe dovuto avviare un progetto di mantenimento delle aree minerarie dismesse con il pompaggio dell'acqua per evitare i fenomeni di inquinamento sul territorio.L'assessore all'Ambiente, on. Onida, nel rispondere all'interpellante, ha affermato che il problema riguarda anche l'Assessorato all'Industria ed alla Sanità. Dopo gli effetti inquinanti dovuti alla tracimazione dell'acqua dai pozzi, i tecnici dell'Assessorato hanno effettuato un'ispezione. Dopo un incontro con gli altri Assessorati è stata formulata un'ipotesi di intervento.
Rimane però il problema di fondo delle miniere dismesse e delle aree circostanti e la necessità di tutelare l'economia di quelle zone. Questo problema è all'attenzione della Giunta, ma occorrerà un P.i.a.no concreto e la certezza di disporre delle risorse necessarie.L'on. Montis, nel prendere atto delle dichiarazioni dell'Assessore all'Ambiente, ha invitato la Giunta a tenere conto delle esperienze realizzate in merito in altri Paesi.
Discussione delle mozioni:
Prima di avviare la discussione sulle mozioni sul Parco del Gennargentu e sulle 35 ore di lavoro, il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha chiesto la sospensione dei lavori dell'Aula, "sino a quando il presidente Palomba non giungerà in Consiglio" perché si tratta di due argomenti di rilevante interesse politico.
Sull'argomento è intervenuto anche il capogruppo di Alleanza Nazionale Masala.Per permettere al presidente Palomba di giungere in Consiglio la seduta è stata brevemente sospesa.
Alla ripresa dei lavori ha preso brevemente la parola il presidente Palomba il quale ha sottolineato la "piena rappresentatività" degli Assessori e dei Ministri; quindi non è necessario che ai dibattiti siano sempre presenti il Presidente della Giunta o quello del Governo. Leggi e regolamenti sono e saranno sempre seguiti, ha aggiunto Palomba, per queste ragioni, per il ruolo che Assessori o Ministri ricoprono, per la loro autorevolezza, il capo dell'esecutivo ha annunciato che non avrebbe partecipato al dibattito in Aula.
Sull'argomento è rintervenuto Pittalis (F.I.), il quale ha ricordato come quello del Parco sia un "tema di grande valenza politica". Per questa ragione il gruppo di Forza Italia ha ritenuto necessaria la presenza al dibattito del massimo rappresentante della Regione. Perché il Presidente rappresenta "tutti noi" ed è giusto sentire dalla sua voce come sono andate le trattative per l'istituzione del Parco del Gennargentu.
Il presidente Palomba, dopo aver ribadito il diritto del capo dell'esecutivo di decidere sulla priorità dei suoi impegni istituzionali, ha considerato una "cortesia" da parte dell'opposizione la richiesta di essere presente ai lavori d'Aula ed ha deciso di prendere parte alla seduta.
Mozione n. 146
sul decreto di istituzione
del Parco del Gennargentu.La recente firma del decreto istitutivo del Parco del Gennargentu ha fatto crescere ulteriormente le proteste delle popolazioni che vivono in molti comuni della zona che dovrebbe essere vincolata.
Il gruppo di Forza Italia, come ha detto il suo capogruppo Pittalis, illustrando il documento, intende con questo confronto, che sarà concluso con un voto, "dare un chiaro contributo al dibattito. Non si può dire una cosa a Cagliari ed il contrario a Villagrande o ad Orgosolo".
Esaminando nei dettagli l'argomento Pittalis ha stigmatizzato i comportamenti "prepotenti e non gradevoli" che il ministro Ronchi ha avuto in questi tempi.
Le minacce nei confronti degli amministratori sono episodi di grande rilevanza. Ma bisogna essere vicini a questi amministratori e con essi si dialoga, non "si convoca la Commissione per l'ordine pubblico, evitando però il confronto con i rappresentanti degli enti locali". Un modo di vivere e vedere le cose anacronistico, legato a vecchie tradizioni ed a culture politiche superate da tempo.
Ma l'oratore si è particolarmente soffermato sul concetto di sovranità, anche per ciò che riguarda i beni ambientali, che deve essere riconosciuta a coloro che in quelle zone vivono e sulle opportunità di sviluppo economico legate alla istituzione del Parco del Gennargentu.
Le possibilità di sviluppo economico sono state assolutamente negate da Pittalis. Il Parco non servirà a far decollare le Barbagie, ha aggiunto l'oratore, e non favorirà la crescita sociale delle popolazioni del costituendo parco. Ma, anche lo sviluppo economico legato all'utilizzo delle risorse ambientali deve essere deciso dagli abitanti di quelle zone, senza imposizioni decise in altri luoghi, senza dover subire scelte penalizzanti e vessatorie.
Il capogruppo di Forza Italia ha, quindi, concluso il suo intervento ribadendo la contrarietà del suo partito alla istituzione del Parco del Gennargentu ed ha chiesto uguale chiarezza alle altre forze politiche.Anche Liori (A.N.) ha sottolineato che si parla di parchi senza che le popolazioni abbiano l'esatta dimensione dei vantaggi o delle diseconomie che i parchi potrebbero rappresentare nel concreto.
Il parco del Gennargentu, il più grande d'Italia, dovrebbe farsi con risorse scarse, meno di 80 miliardi, senza che per le popolazioni si prospettino risarcimenti per il mancato uso di vaste aree, di cui prima godevano i vantaggi.
E' necessario quindi un cambiamento di rotta che possa far mutare atteggiamento a coloro che oggi ritengono di essere danneggiati dall'istituzione del parco.
Tra la gente della Barbagia è nata conseguentemente la diffidenza, in quanto l'istituzione appare come una scelta che viene calata dall'alto. Questa gente, che non vuole rinunciare alla sovranità che ha sempre avuto su questi territori, possiede la capacità critica per condannare la nostra classe dirigente che non sa né vuole opporsi alle imposizioni del ministro Ronchi.
Dopo aver ricordato che gli impegni per la costruzione della strada Talana-Desulo si sono persi per strada in virtù del fatto che esistono limitazioni dettate dall'istituendo parco, Liori ha detto che sarebbe cosa seria lanciare un referendum nelle zone destinate a parco, unico strumento democratico per decidere sulle sorti di un territorio.
Le popolazioni del Parco, ha concluso Liori, non hanno fretta e chiedono di essere interpellate prima che si decida per il sì o per il no. Un comportamento non democratico rischierebbe di creare malesseri dei quali poi dovremo o potremo pentirci.Per l'on. Falconi (Prog. Fed.), si sta vivendo una situazione difficile, con il "fronte del no che spinge per affossare un'ipotesi di sviluppo" e che sta riscuotendo un successo insperato. La firma dell'accordo alimenta il fronte del no, ma non si può rinunciare a un'ipotesi di sviluppo fondamentale per quei territori.
Sarebbe stato necessario, da parte di alcuni colleghi consiglieri, prendere le distanze da certi atteggiamenti che inducono alla violenza, ha detto ancora Falconi, ma noi vogliamo sentire tutte le opinioni per effettuare le eventuali correzioni.
Se il fronte del no cresce, esiste anche una maggioranza che è favorevole al Parco, una maggioranza che è però intimidita e non parla.
Falconi ha proseguito affermando che si potrebbero trovare altre denominazioni alternative al Parco, come ad esempio un P.i.a.no integrato d'area, ma si deve respingere l'ipotesi che alcuni territori restino al di fuori del Parco. Occorre elaborare un progetto che garantisca lo sviluppo del territorio, un progetto che deve superare l'attuale intesa e le attuali delimitazioni che devono essere corrette.
Dopo aver respinto l'ipotesi del Parco regionale sostitutivo del Parco nazionale, Falconi ha sottolineato come due gruppi presenti in Aula abbiano modificato le posizioni espresse in Commissione ed ha poi concluso affermando che la mozione di F.I. non può essere accolta. Semmai l'Aula deve arrivare ad una propria risoluzione che preveda un'intesa Stato-Regione più rispettosa delle volontà popolari, tenendo presente che i Comuni devono essere aiutati nelle loro decisioni con una corretta informazione.In questi ultimi tempi si sono svolte, in molti paesi delle zone interne, numerose assemblee pubbliche, nel corso delle quali si sono avuti anche confronti vivaci, ma sempre corretti. L'onorevole Berria (Prog. Fed.) ha ricordato quei confronti e la partecipazione anche dell'onorevole Pittalis a quelle manifestazioni, nelle quali ha ribadito le sue note "contrarie" posizioni.
In quei paesi, però, "la quercia è ben radicata ed anche l'Ulivo prende piede". Francesco Berria ha, quindi, anticipato che gli esponenti progressisti andranno, con i loro manifesti, ad un confronto con le popolazioni di quei paesi.
Ci saranno nuovi confronti ed il Partito democratico della sinistra, che ha messo a punto alcune modifiche alla legge istitutiva del parco, su queste proposte si confronterà con tutte le altre forze politiche. Un confronto che sarà serie e serrato, al quale il PDS parteciperà con chiarezza e coerenza.
E su queste proposte, ha aggiunto Berria, ci si dovrà confrontare, con l'unica certezza che entrerà nel Parco chi ci vorrà entrare, con i suoi diritti e doveri. Tuttavia saranno certamente rispettati anche i diritti di quei comuni che del Parco non vorranno far parte.
La posizione del gruppo Progressista Federativo, ha concluso Berria, è proprio questa: rapporti chiari, senza penalizzare coloro che al Parco non hanno intenzione di aderire.L'on. Diana (Prog. Fed.) ha sottolineato che nella questione dei parchi ed in particolare del Parco del Gennargentu, si è arrivati ad una posizione di stallo, turbata però dalll'incombere di pericolose lacerazioni nelle comunità coinvolte. Premesso quindi che deve essere respinto ogni tentativo di creare situazioni di intimidazione , Diana ha affermato che non è obbligatorio istituire parchi e che in ogni caso si devono trovare le condizioni più idonee affinché le popolazioni interessate siano del tutto soddisfatte delle scelte,.
Secondo Diana l'attuale procedura prevede il metodo dell'intesa e non quello dell'imposizione. A questo scopo è stato costituito un comitato direttivo di coordinamento che è abilitato a prendere le decisioni soprattutto in materia di delimitazione delle aree. Nessuna sopraffazione, quindi. C'è però da aggiungere che lo stallo dura da sei anni e che ormai si deve correre verso l'intesa , nel rispetto delle prerogative degli enti locali interessati e non contro la volontà delle popolazioni. Ma è indispensabile la pregiudiziale che si lavori senza il peso di intimidazioni e di pressioni. "Se qualcosa non ha funzionato, ha aggiunto Diana, le decisioni possono e devono essere corrette, perché il Parlamento può cambiare la legge 394". Solo il Parlamento può farlo, ha aggiunto, in quanto la legge non può essere oggetto di contrattazione tra il ministro e la Regione.
Diana si è quindi chiesto se sia giusto che fino a che non avverranno modifiche si rimanga con le mani in mano, nella posizione, appunto, di stallo. La risposta è che con lo strumento dell'intesa si possono individuare, nel frattempo, i modi per garantire i diritti delle popolazioni evitando però di creare disinformazioni per fini che sono diversi da quelli della giusta e corretta istituzione del Parco.
Concludendo, Diana ha affermato che la mozione è sbagliata nei contenuti poichè non rende giustizia a coloro che sono deputati a prendere decisioni. Perciò voterà contro.
I lavori del Consiglio riprenderanno
questo pomeriggio alle ore 17,15.