Nota stampa
della seduta n. 236 pomeridiana del 17 dicembre 1997
Il Consiglio regionale, riunito sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia, e successivamente dell'on. Gian Mario Selis ha proseguito i suoi lavori riprendendo l'esame del programma n. 25, con il quale la Giunta intende procedere alla ristrutturazione della rete dei servizi ospedalieri della Regione sarda. Si tratta di uno stralcio del Piano sanitario regionale, ai sensi dell'art. 1, comma 2 ter, del D.L. 17 maggio 1996, n. 280, convertito nella legge 20 luglio 1990, n. 382.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
Programma n. 25, "Ristrutturazione della rete
dei servizi ospedalieri della Regione sarda".Il Consiglio ha preso in esame il programma n. 25, predisposto dalla Giunta, per ristrutturare la rete dei servizi ospedalieri della Regione sarda. Il programma modificato ed approvato a maggioranza dalla settima Commissione, (contrari si sono dichiarati i consiglieri di Forza Italia, mentre quelli di Alleanza Nazionale si sono astenuti), riserva particolari attenzioni alle zone maggiormente penalizzate dall'applicazione dei parametri decisi in sede nazionale ed utilizzati per favorire il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera.
In Sardegna, infatti, esiste una forte differenza nella distribuzione dei posti letto tra le diverse Aziende sanitarie.
La commissione Sanità, inoltre, ha voluto favorire la ridistribuzione più equa dei posti letto sull'intero territorio isolano, mettendo a punto interventi particolarmente incisivi per mantenere in attività i piccoli ospedali regionali, localizzati in territori disagiati, ma pur sempre in grado di garantire l'assistenza sanitaria anche nelle zone meno favorite dell'Isola.
Il piano prevede, infine, particolare attenzione per i problemi dei due ospedali di rilievo specialistico regionale: l'Oncologico ed il Microcitemico di Cagliari, che dovrebbero confluire in un "unico polo di alta specialità" da accorpare, sotto il profilo giuridico e funzionale, all'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.Come ha sottolineato più volte il relatore del provvedimento, lo stesso presidente della Commissione Sanità, l'on. Silvestro Ladu (Ppi), il programma in esame è uno stralcio del più generale Piano sanitario regionale, previsto dalla riforma sanitaria nazionale e che fissa regole "certe e rigide" per riorganizzare e razionalizzare l'intera struttura sanitaria nazionale.
La ristrutturazione dei servizi ospedaliera e la riorganizzazione interna sarebbe dovuta essere programmata entro il 31 dicembre 1996. La Sardegna, come la maggior parte delle altre Regioni, è in ritardo su questa data, ma comunque si sono fatti passi avanti, sul difficile cammino della riorganizzazione complessiva del sistema sanitario nazionale.
Ladu, quindi, dopo aver ricordato le diverse leggi alle quali ci si deve riferire per razionalizzare e contenere gli interventi finanziari, ha ricordato le diverse misure previste e gli obiettivi fissati nel Piano. Con poco più di un milione e seicentomila abitanti, la Sardegna dispone di circa 41 strutture ospedaliere, distribuite però non in modo omogeneo. Anche i posti letto sono distribuiti in modo poco razionale e non sono sufficienti a garantire gli standars previsti dalla stessa norma nazionale.
Ladu ha indicato i dati relativi alle diverse Aziende sanitarie ed ha sottolineato come Cagliari e Sassari abbiano un numero di posti-letto superiore a quello previsto. Il piano predisposto dalla Giunta è il primo passo verso questa ristrutturazione generale e prevede un'interessante opera di razionalizzazione delle stesse strutture esistenti ed una riduzione dei costi sopportati per il funzionamento dell'intero comparto.
Esaminando il programma nel dettaglio, Ladu ha ricordato come i posti letto in generale siano sufficienti per fare fronte ai nuovi criteri di utilizzo.La Commissione, però, ha deciso una più equa distribuzione dei posti letto nel territorio, proponendo un riequilibrio che tenga conto anche delle realtà "marginali" di molte parti dell'isola.
Di particolare importanza, infine, la costituzione del "polo di ricerca" che deve essere istituito presso il Brotzu di Cagliari e del quale faranno parte, per le loro peculiari caratteristiche, l'Oncologico ed il Microcitemico.
Quello in esame, ha concluso Ladu, è un programma di notevole interesse, il primo passo verso un reale piano regionale sanitario, frutto dell'attento e proficuo lavoro di tutti i componenti la Commissione Sanità.E' la prima volta che la Sardegna affronta in maniera organica un provvedimento di razionalizzazione ospedaliera con lo scopo di costruire le base di un Sanità che risponda alle esigenze della popolazione nel terzo millennio. Questo l'esordio dell'on. Mariano Cucca (Progr. Fed.), il quale ha aggiunto che nonostante gli sforzi della Commissione per arrivare ad un riequilibrio territoriale delle strutture sanitarie, non sempre l'obiettivo è stato perseguito.
Cucca si è anche chiesto se sia stato un bene affrontare separatamente il piano psichiatrico, la razionalizzazione delle strutture e, quando se ne parlerà il piano regionale sanitario. Probabilmente queste tre importanti problemi sarebbe stato opportuno discuterli all'interno di un unico contesto, nell'ottica di una maggiore efficienza da dare al settore attraverso l'accorpamento e la razionalizzazione dei servizi per l'utenza. Vi sono stati però dei ritardi, dovuti anche alla mancanza di dati certi, ed ora non rimane che esaminare questo provvedimento, avendo tuttavia cura di intervenire per assicurare la migliore qualità dei servizi. La rete ospedaliera deve infatti essere suscettibile di modifiche ed integrazioni sulla base dell'esperienza maturata.
Cucca ha poi sottolineato il fatto che la Commissione, nel lungo lavoro di analisi della materia, ha tenuto conto delle dislocazioni geografiche delle strutture esistenti, tendendo a garantire la presenza degli ospedali in quelle zone territorialmente emarginate. Si tratta di ospedali di piccola entità che servono però numerosi comuni tagliati fuori dalle principali linee di comunicazione. Queste strutture non solo rimarranno aperte, ma possono anche essere soggette a ristrutturazioni con tagli, ove è necessario, ed accorpamento di servizi.
Concludendo, Cucca ha affermato che fra breve potrà essere sviluppata una interessante verifica, essendo passato un anno dall'inizio dell'attività dei direttori generali delle aziende ospedaliere: si tratterà di una verifica importante che darà un quadro più preciso della situazione sanitaria nell'isola.Secondo l'on. Macciotta (Misto-Patto), il provvedimento in esame ha suscitato, durante il suo iter, alcune incomprensioni nel mondo della sanità. Ma il programma nasce da un adempimento dovuto da parte della Regione per non incorrere nelle sanzioni previste dalla normativa nazionale.
Macciotta si è soffermato sulla definizione dei posti letto secondo gli indici stabiliti dalla legge nazionale per poi affermare che la ridefinizione esatta avverrà quando saranno disponibili maggiori informazioni che consentiranno di precisare ulteriormente il piano.
Macciotta ha concluso elogiando il lavoro svolto dalla Commissione Sanità ed ha messo in risalto alcuni dei criteri seguiti, tra i quali la presenza delle facoltà universitarie e di numerosi istituti di ricovero privati, che hanno portato ad accentrare i posti letto nei poli ospedalieri di Cagliari e Sassari.Il programma di ristrutturazione della rete ospedaliera regionale è stato esaminato anche dall'onorevole Gabriella Busonera (Progr. Fed.), la quale è partita, nella sua analisi, dalle norme nazionali che impongono l'applicazione di "criteri di affidabilità ed efficacia".
I previsti tagli ai posti-letto ed alle strutture ospedaliere, però, devono essere decisi tenendo conto delle diverse esigenze di tutte le zone dell'Isola. Esistono fattori e dati obiettivi, ha aggiunto Busonera, dei quali si deve tener conto prima di decidere o meno la soppressione dei piccoli ospedali, i quali svolgono un compito di notevole importanza.
La scarsa redditività, l'utilizzo parziale dei posti letto, la eccessiva permanenza dei malati, sono dati che solo in parte servono per giustificare chiusure o mantenimento in attività di ogni struttura. Una più efficace organizzazione dei servizi di base, la razionalizzazione dei dipartimenti, un maggiore coordinamento tra tutti gli operatori sanitari porterebbero ad una effettiva razionalizzazione dell'inero sistema sanitario ed ad una drastica diminuizione dei costi relativi.
Il dipartimento e nuove aree di aggregazione, quindi, secondoBusonera sono necessari se si vuole realmente rendere più efficiente il servizio sanitario. La riduzione dei posti letto e le cure domiciliari degli ammalati, a questo punto, non sarebbero un'utopia, ma anzi diventerebbero realtà diffusa e darebbero risposte serie alle esigenze dell'intera società sarda.L'on. Claudia Lombardo (F.I.) ha annunciato che il suo gruppo voterà contro il provvedimento oggetto di dibattito. E ne ha spiegato il perché: il documento presentato non è un piano né un programma; è una semplice fotografia dell'esistente che non razionalizza e non affronta i problemi. Tanto è vero, ha detto, che ci arrivano dai Comuni e dai Presidi ospedalieri innumerevoli proteste perché il provvedimento non risponde al alcuna delle esigenze presenti nell'isola.
Questo piano, ha detto ancora Lombardo, giova ed ha giovato soltanto a coloro cui sono stati affidati gli studi e le ricerche, retribuiti con molti soldi pubblici.
Lombardo ha quindi invitato la Giunta a predisporre un vero piano di programmazione che tenga conto delle peculiarità e della specialità della Sardegna. "Questo è un piano che non pianifica", ha concluso.Le dichiarazioni dell'on. Lombardo hanno suscitato le perplessità dell'on. Ivana Dettori (Progr. Fed.). Il piano in esame, infatti, è un atto di programmazione di tutto rilievo, anche se alcuni dei dati dai quali si è partiti per la sua elaborazione sono contraddittori. L'Osservatorio epidemiologico e gli amministratori delle ASL hanno fornito schede e cifre incomplete e contrastanti e molte perplessità sono emerse anche durante i lavori della Commissione. Ma il programma in discussione è "uno stralcio" da approvare, da utilizzare come base per un piano regionale sanitario più ampio e completo.
Il programma, comunque, ha aggiunto Dettori, è un documento "auto-correttivo" e può essere modificato anche nella sua applicazione attuativa. Il Consiglio, quindi, deve approvarlo ma deve fare anche "una giusta autocritica" perché i tempi devono essere rispettati e perché le scadenze sono importanti e non possono essere evasi.
Dettori ha anche sottolineato la necessità di garantire alti livelli di assistenza ed una elevata qualità delle cure e degli interventi forniti. Con questo criterio anche i piccoli ospedali hanno una loro validità e trovano, quindi, ragione di esistere. Il complesso della spesa sanitaria nazionale, ormai prossimo al 5 per cento del PIL, impone comunque scelte di razionalizzazione e di contenimento della spesa generale. L'utilizzo dei posti letto, la creazione di strutture più moderne ed adeguate sono un primo, necessario, passo verso il principio di equità della fornitura dei servizi.
Non si può, infine, accentrare strutture ospedaliere e posti letto nei centri urbani maggiori, ma si devono tenere nel giusto valore le esigenze dei centri più piccoli e delle realtà "decentrate".
Le norme nazionali, quindi, devono essere tenute nella dovuta considerazione, ma le decisioni di accorpamento, di razionalizzazione, di scorporo o di chiusura delle diverse strutture devono, in ogni caso, essere coordinate con i dati reali emersi dall'attento esame della realtà sociale sarda.
Nel piano sanitario regionale, comunque, sarà necessario prevedere un riesame ed un adeguamento annuale, per tener conto dei trasferimenti finanziari e delle esigenze della società che mutano rapidamente. Così come, ha concluso Dettori, sarà necessario esaminare attentamente tutti i dati che sarà possibile raccogliere, perché il problema sanitario è prioritario rispetto a tutte le esigenze di una società civile.Per l'on. Montis (R.C.) deve essere sottolineato l'impegno posto dalla Commissione per varare questo provvedimento. Lavoro, occupazione e salute sono i cardini di un paese civile, e non si devono incentivare le riduzioni nella sanità perché si rischia così di penalizzare gli strati sociali più poveri.
Dopo aver criticato la politica degli stralci che fa perdere di vista gli obiettivi fondamentali, Montis ha affermato che il territorio deve essere visto con un'ottica complessiva dei servizi ospedalieri.
Montis ha poi espresso perplessità sugli squilibri esistenti tra le diverse zone della Sardegna, anche se non si deve dimenticare che Cagliari ospita strutture d'interesse regionale.
L'estensione del "day hospital" è un fatto positivo, ha proseguito Montis, così come il salvataggio dei piccoli ospedali che, per l'assetto territoriale dell'Isola, servono spesso molti comuni le cui popolazioni hanno il diritto all'assistenza.
Montis si è poi soffermato sul confronto tra settore sanitario pubblico e privato, ed ha ricordato le visite effettuate dalla Commissione nei diversi ospedali dell'isola. In casi particolari, ha detto ancora Montis, si devono chiedere al Governo alcune deroghe. La situazione di La Maddalena rientra per esempio in questi casi.
Nel complesso, pur riconoscendo il lavoro della Commissione, permangono ancora alcune perplessità, ha concluso Montis, particolarmente perché, procedendo per stralci, non si riesce ad avere una visione complessiva dei problemi della sanità in Sardegna.L'assessore alla sanità on. Paolo Fadda ha concluso la discussione generale rivolgendosi al gruppo di Forza Italia che aveva preannunciato il voto contrario nella votazione del provvedimento. "Non è comprensibile, ha detto, una chiusura così netta su un atto di programmazione politica di tale importanza". Ed ha spiegato quindi quali siano state le difficoltà nella realizzazione del piano, sia dal punto di vista temporale (avevamo solo sei mesi per realizzare la ristrutturazione) e sia dal punto di vista dell'accertamento dei dati relativi a tutto il comparto (non abbiamo, ma la stiamo varando, una rete di informatizzazione che abbracci tutte le strutture sanitarie). Né va dimenticato, ha aggiuntoFadda, il momento storico in cui venne approvata dal Parlamento la 382, un periodo in cui si operava sotto la cappa pesante del pericolo di essere totalmente emarginati dall'Europa ed in cui la necessità di tagliare la spesa pubblica aveva duramente colpito il settore della sanità.
La Giunta ha dovuto operare nei limiti stretti di tempo imposti dalla programmazione nazionale ed ha dovuto raccogliere tutta una serie di dati che mai erano stati ricercati, con un metodo di raccolta e di analisi che è stato identico sia per il pubblico che per il privato, sia per il grande come per il piccolo ospedale.
Abbiamo anche fatto delle scelte, ha detto ancora Fadda: anche se il Governo aveva programmato la chiusura dei piccoli nosocomi, noi abbiamo scelto di mantenere tutti gli ospedali minori e addirittura abbiamo deciso di potenziarne alcuni a seconda della zona e del bacino di utenza nel quale operano. Il tutto è stato fatto secondo criteri omogenei e mirando a non penalizzare né a premiare alcune strutture rispetto ad altre. E' stato un lavoro serio, anche se per necessità ci si è dovuto basare sui dati relativi al 1995.
Fadda ha poi sostenuto che attraverso l'esperienza di un anno fatta dai direttori generali delle Aziende sanitarie, si sarà in grado di realizzare i vari servizi e gli accorpamenti alla luce di ricognizioni più aggiornate. Lo stesso vale per la rideterminazione delle piante organiche.
In conclusione, l'Assessore si è detto soddisfatto del lavoro svolto in questa giornata dal Consiglio che ha dovuto esaminare tre importanti provvedimenti riguardanti la sanità: sono atti di programmazione importanti, che incideranno profondamente sul servizio che la sanità pubblica dovrà garantire ai cittadini.Conclusa la discussione generale, il programma è stato votato per parti con emendamenti. Nella discussione sugli emendamenti sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli Macciotta (Misto-Patto), Ladu (Ppi), l'assessore alla Sanità Paolo Fadda, Amadu (Misto-CDU), Masala (A.N.), Obino (Progr. Fed.), Piero Usai (Progr. Fed.), Cugini (Progr. Fed.), Liori (A.N.), Biancareddu (F.I.), Cadoni (A.N.), Ivana Dettori (Progr. Fed.) e Cucca (Progr. Fed.).
La votazione finale del programma, a voto segreto dietro richiesta di F.I., ha dato il seguente risultato:
Presenti 57
Votanti 56
Maggioranza 29
Astenuti 1
Sì 26
No 30.Il Programma n. 25 non è stato approvato.
Ordine del giorno-voto n. 96
sulla criminalità e sui sequestri in Sardegna.Il documento, a conclusione del dibattito svoltosi ieri, è stato approvato per alzata di mano.
I lavori del Consiglio proseguiranno
domani mattina alle ore 9,30.