Nota stampa
della seduta n. 206 antimeridiana del 23 luglio 1997

 


Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Selis e quindi dell'on. Zucca.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:

 


Il Presidente ha evidenziato il lavoro svolto dai Consiglieri in merito all'argomento della mozione 133 sugli emendamenti ai risultati della Bicamerale, con un ampio sforzo di dialogo e collaborazione, con l'auspicio che lo stesso spirito di collaborazione venga trovato anche in Parlamento.
L'on. Selis ha anche annunciato la presentazione di una mozione, a firma di tutti i Capigruppo, che impegna il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta a proporre ai Parlamentari eletti in Sardegna alcuni emendamenti alla bozza della Bicamerale, emendamenti tesi a difendere l'autonomia e la specialità dell'Isola (vedi allegato).

Il Presidente ha poi espresso la preoccupazione per l'intensificarsi dei processi che conducono alla pena capitale, con riferimento al caso O'Dell che in questi giorni ha commosso l'opinione pubblica mondiale. Si deve lottare contro la criminalità, ha aggiunto, ma la vita umana rimane sacra.

 


Mozione n. 133 - sulle proposte di modifica
alle ipotesi di riforma della Costituzione
scaturite dai lavori della Commissione Bicamerale.

La mozione è stata illustrata dall'on. Scano (Progr. Fed), che ha esposto le difficoltà per il raggiungimento di un'intesa sul pacchetto degli emendamenti, e per il conseguimento del raccordo con i parlamentari.
Per Scano il giudizio complessivo è positivo, e il lavoro dovrà essere completato nel prossimo incontro con i parlamentari. E' necessario però sgombrare la strada dal dubbio che, stante l'intesa a livello nazionale, il lavoro del Consiglio sia fine a se stesso e inefficace.
Non è così, ha aggiunto Scano, perché il processo costituente sarà lungo e difficile, con un appassionato dibattito a livello nazionale.
Il problema del federalismo è ancora aperto, ha detto ancora Scano, così come è aperta la questione della struttura del Parlamento, quella della specialità e quella del come affrontare gli squilibri relativi alle differenze tra le diverse aree del Paese.
Secondo Scano, la Sardegna ha quindi la possibilità e il dovere di far sentire la sua voce, con un lavoro utile non solo per oggi ma anche per il domani in quanto si stanno ponendo i presupposti per il nuovo Statuto della Sardegna.
Ci sono quindi le condizioni perché l'Assemblea porti a compimento un lavoro da consegnare al Parlamento per il nuovo Statuto. Nessun peccato di sottovalutazione del senso della posizione unitaria delle forze istituzionali della Sardegna, ha proseguito Scano che ha poi stigmatizzato il fatto che alcuni colleghi non abbiano voluto partecipare ai lavori di elaborazione.
La strada percorsa è l'unica possibile, ha ribadito Scano, così come l'elaborazione del nuovo Statuto richiederà il lavoro di quest'Assemblea e non di unaltra.
La valutazione sul lavoro della Bicamerale è critica, ha aggiunto Scano, benché si debba riconoscere la positività dell'avvio della riforma costituzionale. Infatti non c'è il federalismo e manca il regionalismo avanzato. Non c'è partecipazione delle Regioni ai processi decisionali parlamentari e comunitari, così come la questione delle risorse è insoddisfacente.
Ma giudizio critico non vuol dire rigetto, ha proseguito Scano, e la critica ha il senso di un pieno impegno nella battaglia parlamentare per un miglioramento complessivo.
Analizzando poi gli emendamenti, Scano ha affermato che "è stata fatta una scelta di realismo coniugata con determinazione e coraggio". Nel lavoro sugli emendamenti sono stati seguiti alcuni filoni: il primo riguarda la partecipazione e la competenza delle Regioni, con una proposta sui poteri della seconda Camera, il "Senato delle Regioni", dove ogni Regione dovrebbe avere un numero uguale di rappresentanti, indipendentemente dalla popolazione, con un sistema misto di elezione. Il secondo filone è quello della specialità; occorre puntare allo sviluppo della tradizione autonomistica, facendo leva sul nuovo Statuto.
Il terzo è quello degli squilibri economici e sociali, con un'affermazione di principio per cui lo Stato ha il dovere di perseguire il riequilibro strutturale e la coesione delle diverse aree del Paese.
Sull'opportunità o meno di mantenere nella Costituzione la questione meridionale, Scano ha affermato che rimane la "questione delle due Italie", del divario strutturale crescente, di un "divario di civiltà che non ha pari in Europa". E' giusto quindi mantenere la questione meridionale in quanto deve essere risolta.
Infine, il quarto filone riguarda la partecipazione della Regione ai processi decisionali comunitari. La politica comunitaria deve diventare sempre più politica interna e le Regioni devono poter stringere accordi comunitari senza preventivo assenso del Governo.
Scano ha concluso l'intervento affermando che si è chiusa una fase della storia dell'autonomia, che non ha raggiunto i suoi obiettivi. Tuttavia rimane l'esperienza per fondare il nuovo cammino, ritrovando le radici dell'autonomismo sardo, per costruire una nuova fase per la nostra Isola.

"Noi non ci scegliamo la linea di combattimento. La linea da seguire è quella di operare su questo testo e presentare ad esso gli opportuni emendamenti": partendo da questa considerazione l'on. Bonesu, capogruppo del PSd'Az., ha confermato le posizioni critiche nei confronti della bozza della Bicamerale, rese note ormai da tempo, bozza messa a punto da un Parlamento eletto col sistema maggioritario, quasi "controllato da poteri forti in grado di condizionare" anche le scelte e le indicazioni delle diverse forze politiche.
Ben diverso sarebbe stato il livello della proposta di riforma della Costituzione, se ad essa avesse lavorato una Assemblea Costituente eletta col sistema proporzionale e, quindi, in grado di riflettere tutti i diversi orientamenti, le differenti concezioni politiche ed esperienze culturali esistenti nella società isolana. Comunque, il testo sul quale si lavora, "frutto di un accordo a cena, in casa Letta", è questo e su questo si deve lavorare.
Bonesu si è quindi soffermato sugli errori compiuti dalla Bicamerale, ma anche sulle "posizioni sbagliate" di alcuni colleghi, che hanno preferito abbandonare il campo piuttosto che combattere in Aula.
Abbandonare il campo è pericoloso e preoccupante, ha aggiunto Bonesu, perchè è nella sede del Consiglio che si deve parlare di Riforme istituzionali, anche per quel che riguarda la Sardegna, e quindi del nuovo Statuto regionale. Il lavoro del Consiglio, comunque, è da giudicare positivamente, anche perchè al confronto tra le forze politiche non ci si può sottrarre. Si deve infatti lavorare con serietà, proponendo iniziative e riforme significative ed incisive. In difesa della specialità dell'autonomia regionale sarda.
Nel testo della Bicamerale, ad esempio, ha detto ancora Bonesu, mancano indicazioni molto chiare in tema di federalismo, di maggiore riequilibrio economico e sociale tra le parti del Paese, di tutela delle esigenze e dei diritti delle minoranze nazionali. Queste "dimenticanze" avrebbero potuto consigliare una presenza più attiva ad una maggiore capacità politica propositiva. Il Consiglio, tuttavia, sul tema delle riforme ha ottenuto buoni risultati, anche perchè ha rinviato un confronto tra le diverse forze politiche, perchè ha proposto "soluzioni possibili" ed ha fornito indicazioni che potrebbero servire anche per il processo di revisione dello Statuto e dell'intera organizzazione regionale.
Bonesu ha conclusol'intervento ribadendo il giudizio positivo sul lavoro svolto.

L'on. Boero (A.N.) ha svolto un intervento incentrato su feroci critiche nei confronti dell'on. Fantola che "ha preso le distanze dal piatto dal quale ha mangiato abbondantemente" e che oggi assume comportamenti "pannelliani" per carpire ancora la fiducia dei suoi elettori.
Fantola farebbe bene a dimettersi, ha aggiunto Boero, "in quanto principale responsabile del fallimento dell'Ulivastro Sardo" e anche perchè partecipa raramente ai lavori dell'Aula.
Dopo aver espresso pesanti critiche ai mezzi di informazione, Boero ha concluso ribadendo la serietà dell'opposizione che lavora per il bene della Sardegna.

I particolari aspetti dei rapporti tra la Regione, la Comunità europea e gli altri Stati stranieri, di grande importanza per il futuro della Sardegna, sono stati affrontati dall'on. Paolo Fois (Prog. Fed.). I rapporti con la UE, ha ricordato Fois, sono regolati da alcune norme precise. Gli accordi internazionali ed i trattati interni alla comunità, infatti, influenzano in maniera sempre più completa tutti gli Stati che della Comunità fanno parte. Ed avranno un'importanza sempre maggiore. Per questa ragione il "tavolo delle riforme" ha battuto, con grande chiarezza, sui rapporti con la UE e con gli altri Paesi, proprio per garantire la completa autonomia della Regione sarda.
Esistono numerosi esempi di rapporti tra Regioni e Stati, seppur sotto il controllo del Governo centrale, ha concluso Fois. Proprio per garantire meglio i diritti della Sardegna in questi rapporti internazionali, sono stati ipotizzati alcuni emendamenti in grado di tutelare il ruolo della Sardegna, anche nell'avviare rapporti più stretti con altre Regioni d'Europa e con altri Paesi stranieri.

"Intervengo non solo per aderire, a nome del gruppo, alla mozione in discussione, ha affermato l'on. Macciotta (Patto), ma perchè il dibattito deve avere una sua massima dignità per l'importanza degli argomenti trattati".
Macciotta ha proseguito affermando di aver colto, nella discussione, alcuni accenti che richiedono una precisazione, in particolare sugli atteggiamenti di alcuni consiglieri. "Certi termini non sono da condividere, ha proseguito Macciotta, anche se la diserzione a questa tornata di lavori non è condivisibile".
Dopo aver affermato di aver "pagato un alto prezzo" per mantenere gli impegni assunti con l'elettorato Macciotta ha respinto le critiche nei confronti dell'Assemblea, talvolta vicine "al vilipendio".
L'apporto alle conclusioni del lavoro della Bicamerale era doveroso, ha aggiunto Macciotta, nonostante le critiche e certi metodi seguiti. Macciotta si è poi soffermato sui lavori del "tavolo per le riforme" che hanno prodotto conclusioni aderenti alla realtà. Se non si sono toccati alcuni argomenti è perchè si è voluto evitare lo scontro frontale. Nel complesso, però non si deve dimenticare il lavoro svolto dalla "Commissione per la riforma dello Statuto" presieduta dall'on. Bonesu, che merita apprezzamento per i risultati raggiunti.
Entrando nel merito dell'argomento della Mozione, Macciotta ha affermato che nei risultati raggiunti sono riconosciute molte istanze della popolazione sarda e si gettano le basi per il futuro.
Dopo esserso soffermato sugli aspetti delle politiche comunitarie, Macciotta ha analizzato alcuni punti degli emendamenti relativi al "Senato delle Regioni" per poi concludere ricordando che esistono gli sparzi per migliorare, attraverso il lavoro dei parlamentari sardi, i risultati raggiunti.

La validità delle proposte elaborate dal "tavolo delle riforme" è stata sottolineata anche dall'on. Montis, capogruppo di Rifondazione Comunista, il quale ha però confermato il giudizio negativo personale e del suo gruppo politico nei confronti della bozza della Bicamerale.
La Commissione per le riforme della Costituzione, ha ricordato Montis, ha tradito la sua stessa legge istitutiva. Infatti, non si è limitata alle sole modifiche alla seconda parte della Costituzione, ma si è occupata di argomenti che non sarebbero dovuti essere di sua competenza. Non si è parlato di Federalismo, non si sono affrontati i temi del reale autonomismo, delle iniziative necessarie per giungere al superamento delle diseguaglianze e delle difficili situazioni che caratterizzano molte realtà del Paese.
I risultati sono modesti, quindi, e si deve giudicare negativamente il testo della Bicamerale. Un giudizio positivo, invece, è stato espresso sugli emendamenti messi a punto dal "tavolo delle riforme" del Consiglio. Le proposte che saranno trasmesse ai parlamentari, infatti, sono correttive ed in grado di migliorare l'impianto proposto dalla Bicamerale. Un piccolo contributo verso la modifica, seppur non sostanziale, della Costituzione.

L'on. Marteddu (PPI) ha espresso una valutazione positiva sul lavoro svolto dal "Tavolo per le riforme" in quanto dà un contributo sostanziale alla riforma dello Stato. Sull'operato della Bicamerale, ha aggiunto Marteddu, permangono le critiche sulla forma dello Stato che ha rifiutato il federalismo. Si è scelta una forma di compromesso verso un'Italia frantumata, ma centralista.
Certo, la stagione costituente è stata avviata in un contesto molto difficile, ha proseguito Marteddu, in un Paese in cui i diritti e i doveri non sono uguali per tutti, in un Paese dove è ancora necessario l'esercito per garantire la legalità, in un Paese in cui l'economia funziona a regimi doppi o tripli. In questo quadro si inserisce il tentativo di riforma dello Stato, anche se sono stati fatti passi in avanti, sconfiggendo ad esempio il tentativo del federalismo fiscale che si scontra con il centralismo dei poteri.
Secondo Marteddu, la filosofia del cambiamento è stata sconfitta, ma la strada scelta dalla Sardegna è utile e produttiva. Nella fase costituente sarda, i parlamentari sardi devono sentirsi coinvolti per trasferire a Camera e Senato la volontà di modificare la parte che riguarda la Sardegna.
Dopo aver affermato che non si comprende la posizione di chi "ha scelto l'Aventino", Marteddu ha affermato che il Consiglio regionale è, di fatto, l'Assemblea costituente sarda. Comunque occorre percorrere fino in fondo il varco aperto sulla specialità, in quanto è stato introdotto un elemento fondamentale relativo alle "comunità" che racchiudono in sè le ragioni della specialità. Esiste quindi la possibilità di trasferire le potenzialità della Sardegna nel nuovo statuto che può portare ad un "orizzonte di tipo federale" anche se forse sarà necessario un confronto molto duro con lo Stato.
Marteddu ha poi analizzato i temi dei rapporti con la Comunità Europea, l'obiettivo della coesione del Paese, fondamentale per la nuova Costituzione, e proprio per questo irrinunciabile, e l'avvio, comunque, del processo federale attraverso il "Senato delle Regioni".
Su queste basi, ha concluso Marteddu, daremo il voto favorevole al documento.

"Quando si parla di riforme della Costituzione, la costituente è la via maestra. Il clima politico impone, però, scelte e posizioni diverse": però, ha aggiunto il capogruppo di A.N., on. Masala, quando la situazione muta, devono cambiare anche i comportamenti dei gruppi politici. Quindi, di fronte al lavoro della Bicamerale, al Consiglio non restava altro da fare che proporre soluzioni in linea con il lavoro della stessa Bicamerale.
Masala ha, quindi, espresso la propria disapprovazione in quanto un tema così importante, quale quello delle riforme, avrebbe meritato un'attenzione ed una partecipazione maggiore. Ma il capogruppo di A.N. ha anche voluto ricordare come il lavoro politico debba svolgersi all'interno delle istituzioni, luogo deputato a questi confronti e nel quale tutti hanno un ruolo, da svolgere con serietà.
La maggioranza deve fare la maggioranza, l'opposizione deve fare l'opposizione. Ruoli che devono essere colti e riportati anche dalla stampa, che deve informare più che fungere da cassa di risonanza di questo o di quel personaggio politico.
I messaggi politici si lanciano nell'Aula consiliare, ha aggiunto Masala, non con comunicati stampa. Ma i giornalisti devono anche cominciare a discernere tra chi lavora e chi no. E questo Consiglio spesso ha lavorato ed ha lavorato anche in questa occasione. Per scrivere le regole generali, infatti, non si devono "mischiare i ruoli" ma ci si deve confrontare, per mettere a punto regole generali che devono servire per tutti e per il futuro.
Masala ha quindi affrontato tutti i temi principali contenuti nella proposta della Bicamerale ed in quella del Consiglio. Il federalismo incompleto, la composizione ed il sistema di elezione del Senato delle Regioni, il "sistema forma di governo" con l'affermazione dell'elezione diretta del Presidente, il riequilibrio delle diverse situazioni socio-economiche esistenti nel Paese, sono stati i temi affrontati da Masala.
Con particolare attenzione, Masala. si è soffermato sui temi del presidenzialismo e della conseguente riforma federalista dello Stato, annunciando che i gruppi parlamentari del suo Partito garantiranno il loro apporto su queste proposte.
Molte proposte messe a punto dal "tavolo delle riforme" comunque, ha aggiunto Masala, purchè compatibili con l'impostazione generale di A.N., saranno difese anche nelle opportune sedi Parlamentari.
Il nuovo corso imporrà comunque alla Sardegna di fare i conti con una realtà ben diversa e forse anche più difficile. Ma la Sardegna, se sarà in grado di reggere a questa sfida, potrà effettivamente riavviare il suo processo di crescita sociale e civile.

L'on. Balia (PSFD), dopo aver ricordato la perplessità e le critiche al testo varato dalla Bicamerale, ha affermato che il Consiglio doveva affrontare l'argomento anche al di là delle competenze in quanto tocca in maniera diretta l'Istituzione e la sua essenza. Non potevano esserci altre strade per mettere insieme in maniera organica i diversi punti di vista al di là degli schieramenti.
Balia ha poi criticato chi ha scelto per "motivi strumentali" l'isolamento, per poi soffermarsi sugli emendamenti. Il testo della Bicamerale è "pervaso di avanzato regionalismo, ma insussistente per quanto riguarda il federalismo", e trascura il "Senato delle Regioni", proponendo un Comitato di Enti Locali da respingere con fermezza.
Secondo Balia si devono respingere i tentativi tendenti a far pesare eccessivamente i poteri dello Stato su quelli delle Regioni, e a svilire il riequilibrio tra Regioni diverse per storia e peso economico.
Su questi punti i parlamentari sardi dovranno recitare un ruolo importante, ha concluso Balia, perchè il problema della Sardegna e del Meridione deve restare al centro dell'interesse nazionale

Il lavoro della Commissione Bicamerale e del "tavolo delle riforme" hanno dimostrato che le riforme sono necessarie e che si possono fare anche in questa situazione sorico-politica. Partendo dalla constatazione che il testo delle riforme esiste e che può essere modificato e migliorato, il capogruppo di F.I. on. Pittalis, ha illustrato la posizione del suo gruppo proprio sul tema delle riforme istituzionali.
Sulle riforme si può e si deve lavorare, ha detto Pittalis superando la contrapposizione dei ruoli e confrontandosi continuamente, per trovare soluzioni e risposte concrete ai problemi di tutti.
In questa circostanza, ha aggiunto Pittalis, il Consiglio ha dato l'ennesima dimostrazione di serietà ed ha elaborato delle proposte serie e credibili. Il lavoro della Bicamerale, infatti, non deve essere considerato positivamente, anche per l'eccessiva lunghezza del testo delle nuova Costituzione.
Le Costituzioni, ha aggiunto Pittalis, devono essere chiare e devono impedire "l'eccessiva interpretazione delle norme". Il Presidenzialismo, comunque, è un dato di fatto dal quale si può partire, anche per migliorare il testo licenziato dalla Bicamerale.
Esaminando il lavoro svolto in Consiglio, Pittalis. ha indicato i temi più incisivi e caratterizzanti del lavoro svolto. La proposta del Senato delle Regioni, un accresiuto decentramento, una reale perequazione tra "le realtà maggiormente avanzate e quelle più progredite del paese" sono gli aspetti di queste proposte "politicamente più importanti". Aspetti dai quali è necessario partire per giungere ad una "autonomia ancora più speciale" per la Sardegna ed ad un "richiamo solidaristico" sui quali il gruppo di F.I. ha particolaremnte posto l'accento. Sui temi come quelli della "parità per i cittadini delle Isole" i parlamentari di F.I. si batteranno nelle sedi opportune.
Pittalis ha concluso l'intervento auspicando che il Consiglio sappia, con coerenza, affrontare anche un altro arduo apputamento: quello della riforma dello Statuto regionale, adeguandolo alla nuova Carta fondamentale dello Stato. In quell'occasione, ha auspicato Pittalis, il "Consiglio regionale della Sardegna saprà essere protagonista adeguato ed all'altezza di una stagione di autonomia".

L'on. Bonesu (PSd'Az) ha chiesto la votazione per appello nominale, per conferire maggiore solennità all'occasione. La proposta è stata fatta propria da numerosi altri consiglieri e quindi approvata.

Il Presidente Selis ha ringraziato i Consiglieri e i Parlamentari sardi per il lavoro svolto "che qualifica la legislatura".

La mozione, messa ai voti, è stata approvata all'unanimità dai 67 Consiglieri presenti.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
nel pomeriggio alle ore 16,30

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea