Nota stampa
della seduta n. 194 antimeridiana del 30 aprile 1997
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Selis e quindi dell'on. Milia.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:
Con un breve discorso il Presidente ha commemorato l'on. Isoni, consigliere regionale per diverse legislature, scomparso recentemente. La seduta è stata quindi sospesa brevemente in segno di lutto.
Dichiarazioni della Giunta sul
protocollo d'intesa con il Governo.Il Consiglio ha approfondito i temi relativi alle dichiarazioni del Presidente della Giunta sul recente protocollo Stato-Regione.
Sui diversi aspetti dell'accordo ha presentato, ieri, una mozione particolarmente dettagliata il gruppo di Rifondazione Comunista il cui capogruppo, on. Montis, ha chiesto l'abbinamento della discussione su questa mozione con quella sulle dichiarazioni del Presidente Palomba.
Secondo le norme regolamentari, però, questa unificazione sarebbe potuta essere decisa solo all'unanimità, quindi, col parere favorevole dello stesso esecutivo. Ma il presidente Palomba, per la notevole articolazione della mozione stessa, "che merita un ulteriore, approfondito, esame" si è dichiarato favorevole al rinvio della discussione sul documento di Rifondzione Comunista, "che potrebbe essere inserito al primo punto dell'ordine del giorno della prossima tornata dei lavori consiliari".
Lo svolgimento della mozione di R.C. è quindi slittato alla prossima settimana.L'Assemblea, quindi, ha discusso le dichiarazioni dell'on. Palomba sul documento, dichiarazioni alle quali lo stesso presidente della Giunta non ha voluto "aggiungere nulla, in quanto sufficientemente esaurienti e puntuali".
Per l'on. Frau (A.N.) il protocollo di intesa è stato "commentato dalla maggioranza come se fosse stato un miracolo": ma è evidente che si tratta solo di una promessa. Infatti, per il metano se ne parlerà tra 5 anni, ed il passato dovrebbe suggerire prudenza. Ad oggi c'è solo la promessa di 100 miliardi, contro i 2.000 preventivati.
Frau si è quindi soffermato sulle alterne vicende e posizioni relativa al problema del metano, del quale si parla da anni, con progetti diversi sul polo criogenico e sul metanodotto. Rispetto alle prime comunicazioni sul tema, erano seguiti drastici ridimensionamenti.
Tornando alla situazione attuale, Frau ha affermato che ai 100 miliardi promessi dallo Stato si aggiungono i 100 che dovrebbe mettere la Regione, per un totale pari ai danni che la Sardegna subisce per la mancata metanizzazione.
Frau ha proseguito esponendo alcuni punti del protocollo di intesa, dimostrandosi scettico anche sui tempi di realizzazione e sul reperimento delle risorse finanziarie. In pratica, è da escludere un intervento immediato.
Il protocollo deve essere rivisto, ha affermato ancora Frau, anche per gli interventi di riequilibrio territoriale, per il quale esiste solo un generico impegno a verificare le situazioni, e per i contratti d'area.
Secondo Frau, vi sono inoltre evidenti ritardi della Regione nell'approntamento dei progetti per la viabilità, che avrebbero dovuto essere presentati nel luglio scorso.
Esaminando i punti del protocollo relativi alla lingua sarda nelle scuole, Frau ha sottolineato gli aspetti di sperimentazione ai quali si riferisce il protocollo per poi affermare che esistono tante varianti della lingua sarda. Intanto il ministro si appresa ad effettuare pesanti tagli in tutti gli ordini scolastici per mancaza di fondi, tagli che creeranno studenti pendolari.
Probabilmente, ha detto Frau, questa è "aria fritta" che potrà accontentare solo acluni, ma sarebbe stato meglio se il protocollo di intesa avesse previsto finanziamenti per evitare i tagli nelle scuole che hanno provocato le proteste di tanti amministratori locali.
Frau ha concluso affermando che il protocollo di intesa contiene solo impegni "giocati molto bene dalla maggioranza", ma sarebbe opportuno ricordare quanti impegni assunti in passato sono stati disattesi.L'accordo con lo Stato viene visto, anche in Sardegna, in due diversi modi: da alcuni con toni trionfalistici, da altri viene liquidato come carta straccia. Per l'on. Sassu, (Prog. Fed.), il protocollo di intesa deve essere esaminato con attenzione ed obiettività.
Certamente molti dei punti dell'accordo sono stati previsti da anni, ha aggiunto Sassu, come ad esempio, gli impegni per la metanizzazione dell'Isola che risalgono ad una decina di anni fa. Così come sono stati presi da tempo, seppur da altri rappresentanti del governo centrale, altri impegni contenuti nel recente protocollo.
Secondo Sassu, in molti casi, inoltre, si parla di prendere impegni, di cercare nuove risorse, o si parla in modo ipotetico di nuove iniziative ancora da verificare. Comunque l'accordo è una buona base dalla quale partire per fare rispettare, allo Stato, accordi ed intese fatti molti anni fa.
Esaminando, nei particolari, il testo del protocollo siglato a Roma, Sassu ha ricordato gli impegni presi da tempo per la metanizzazione dell'Isola, sottolineando però come gli impegni per questa iniziativa siano stati bellamente dimenticati. Anche per la manifesta opposizione, a questo progetto, da parte dell'Enel e dell'Eni, i due maggiori potenziali utilizzatori della risorsa metano. Metano che dovrebbe essere usato anche per produrre energia elettrica, da vendere a costo contenuto. Occorre, quindi, vigilare per evitare che questi impegni vengano ancora una volta disattesi.
Sassu, quindi, si è soffermato sulla divisione dei fondi disponibili, che devono essere assegnati seguendo norme certe e trasparenti. D'altra parte i programmi integrati d'area, le sette aree di intervento nelle quali è stata divisa la nostra isola, permettono una notevole trasparenza dell'azione politica regionale.
Consiglio e Giunta, ha concluso Sassu, superando recenti contrasti, devono riprendere a collaborare per affrontare i reali problemi della Sardegna, e per mettere a punto le scelte strategiche e politiche necessarie per dare risposte concrete all'esigenza di crescita civile ed economica che viene dalla società sarda."C'è il rischio che questo dibattito sia una ripetizione di quello della settimana scorsa", ha affermato l'on. Bonesu (PSd'Az), ma oggi si può dare un giudizio più pacato ed evidenziare i limiti di questa intesa.
Per Bonesu il protocollo rappresenta comunque una inversione di rotta nei rapporti tra Stato e Regione. Il documento è importante perchè riafferma il diritto al Piano di Rinascita sancito dall'art. 13 dello Statuto.
Il Piano di Rinascita deve essere visto come un piano organico di sviluppo, ha aggiunto Bonesu, e non come interventi slegati tra loro. L'intesa deve essere vista come interventi-stralcio, anche se in qualche punto ripete impegni già presi. L'impegno sul metano è importante perchè chiude le diatribe tra il polo criogenico e il metanodotto. Anche se non c'è l'intero finanziamento, l'intesa sancisce l'avvio del progetto.
Sul riequilibrio territoriale, Bonesu ha affermato che è necessaria una politica globale per le aree più depresse. Viene quindi affrontata la questione dei sistemi viari, anche se poi appaiono altri impegni più generici, come quelli delle servitù militari.
Dopo aver rimarcato l'importanza degli impegni sui beni paesistici, Bonesu ha sottolineato la mancanza di impegni sui parchi, soffermandosi poi sulla necessità di precisare meglio i punti sui beni archeologici e sullo spettacolo.
Per Bonesu, anche l'impegno sulla lingua sarda è importante, mentre quello per i trasporti segna una nuova tappa in quanto il Governo riconosce la continuità territoriale. E' inoltre essenziale il punto sulla zona franca, per il quale la Regione dovrebbe presentare un progetto superando le carenze del passato, nel quale si dovrà puntare sulle esenzioni doganali e su quelle per le imposte indirette.
Secondo Bonesu, l'intesa è un punto di partenza che però richiede una nuova e diversa volontà da parte della Regione per un lavoro produttivo che richiede capacità decisionali sia della Giunta che del Consiglio.I toni "trionfalistici" usati per spiegare il recente accordo Stato-Regione, sbandierato come "storico", "risolutore", "fondato su soldi veri", sono stati stigmatizzati anche dall'on. Bertolotti, (F.I.), il quale ha bollato "come demagogico e smaccatamente elettoralistico" questo accordo.
Bertolotti, quindi, ha esaminato i vari aspetti dell'accordo rilevandone gli aspetti più deteriori: "vuote enunciazioni; impegni presi da tempo; una forma di auto-colonialismo da respingere.
Per il progetto di metanizzazione dell'Isola, ad esempio, Bertolotti ha detto che questo intervento non "regalerà nulla alla Sardegna", ma ha permesso a Prodi di decidere come avverrà questa metanizzazione e di dare molti miliardi alla Snam ed alle altre imprese pubbliche del settore. Tra l'altro, le stesse tariffe alle quali il metano verrà venduto non saranno certamente basse ed allineate a quelle nazionali. I costi aggiuntivi sono elevati ed i sardi pagheranno di più di quanto pagano nel resto del Paese.
A parere di Bertolotti, anche le stesse agevolazioni, che si prevedono per il periodo transitorio, sino al completamento della metanizzzione dell'Isola, avranno trascurabili benefici sull'economia isolana. Sarebbe stato meglio prevedere reali riduzioni fiscali, per esempio sull'energia elettrica, ipotizzare la regionalizzazione dell'Anas, l'istituzione di una zona franca, realizzare strutture ed infrastrutture in grado di favorire lo sviluppo del settore produttivo isolano.
Nel complesso, Bertolotti ha espresso un giudizio particolarmente negativo, non solo sugli aspetti concreti dell'ipotesi di accordo, ma anche sugli aspetti politici alla base dell'azione di governo di questa Giunta.
Questo accordo non propone nulla di nuovo, ha aggiunto Bertolotti, ma è solo la riproposizione di numerose ipotesi presenti nelle varie dichiarazioni programmatiche delle diverse giunte Palomba. Si tratta, quindi, di vecchi programmi che ora hanno avuto "un visto" di Prodi, come avevano a suo tempo "avuto il visto" di Dini. Ma che non saranno mai realizzati, come non lo furono quelli, "perchè i programmi non si devono solo annunciare, ma realizzare" e per fare questo manca, però, una reale capacità politica.Particolarmente critico nei confronti della Giunta è stato l'on. Locci (A.N.), il quale ha stigmatizzato il fatto che non si è tenuto conto, negli incontri e nell'accordo sottoscritto tra Regione e Governo, delle ragioni della nostra specialità che, ha detto, risiedono nella condizione di insularità del territorio.
L'insularità, ha aggiunto Locci, è infatti fondamentale se si vuole ricercare una posizione di equilibrio in una regione che, nell'ambito del Mediterraneo, è in ritardo di sviluppo. Bisogna perciò trovare dei correttivi, non rivendicando genericamente l'art. 13 dello Statuto, ma dandosi un piano di sviluppo e sottoponendolo all'attenzione dello Stato, questo sì, in base all'art. 13. Ma questo piano di sviluppo che si dovrebbe basare su tre importanti fattori (trasporti, acqua ed energia) non lo si ha e non si sa se la Sardegna sia in grado di darselo.
Parlando poi della metanizzazione dell'Isola, Locci ha affermato che bisognava chiedere a Roma misure di carattere immediato e non diluite in cinque anni, tanti sono previsti per il completamento della rete di distribuzione.
Bisognava chiedere, ha soggiunto Locci, provvedimenti che riguardino la rimozione delle imposizioni fiscali sui progetti energetici, che avrebbero inciso positivamente sui bilanci delle aziende utilizzatrici di energia. Invece la Giunta è andata a "bussare a quattrini" senza uno specifico piano per la metanizzazione.
A questo proposito Locci ha anche detto che se si dovrà fare un bilancio dei costi e dei ricavi risulterà che la metanizzazione sarà antieconomica. Infatti, al di fuori delle tre o quattro aree industriali di grande utilizzo del metano, la distribuzione per gli usi civili in una Regione vasta come la Sardegna avrà costi inaccessibili per la cittadinanza.
Infine Locci ha allertato l'aula circa l'opportunità di vigilare affinchè i cento miliardi assegnati per la progettazione delle opere non finiscano ("come al solito", ha detto) nelle tasche di ingegneri amici della maggioranza.L'on. Murgia (Misto) ha sostenuto la necessità di costruire un più ampio processo di programmazione, tenendo presente che l'accordo si inserisce tra altri accordi relativi a diverse zone della Sardegna.
Sembrerebbe un accordo-stralcio, ha detto ancora Murgia, che prevede l'attuazione dell'art. 13 dello Statuto, anche se con qualche cambiamento. Queste sono questioni sostanziali che riguardano il coordinamento delle attività amministrative e la ripartizione delle risorse.
La Giunta, secondo Murgia, dovrebbe chiarire quali e quante sono le risorse disponibili per i diversi territori della Sardegna, ciascuna riferita ad uno specifico piano, Questa è la condizione fondamentale per un'azione di coordinamento.
Murgia ha poi sostenuto che, anche se qualcuno vuole sminuire l'importanza dell'accordo, si è comunque in presenza di un rilancio di politiche per il Mezzogiorno dopo anni di latitanza. Oggi c'è una ripresa di flussi finanziari per il Sud e questo lascia intravvedere qualche segno di ripresa.
Sul metano, ha detto ancora Murgia, si sono create aspettative sproporzionate, e dal testo dell'accordo non si comprende esattamente quale sia la natura dell'impegno del Governo: per ora si parla di verifica della fattibilità tecnica, col rischio che poi non si faccia niente.
O il metano entra nei programmi dell'Enel, ha aggiunto Murgia, o i soli consumi civili non giustificano la spesa dei 2.500 miliardi previsti. A meno che non si entri nel terreno del diritto sociale dei sardi ad avere il metano, C'è poi un ulteriore aspetto relativo all'anticipazione da parte dello Stato dei benefici che verranno poi, quando il metano ci sarà. Se il differenziale della bolletta energetica è di 100 miliardi, allora lo Stato deve darli già da adesso.
Murgia ha proseguito affermando che oggi le aziende che hanno elevati consumi energetici non possono aspettare in quanto operano in condizioni di svantaggio sul mercato.
Su questi aspetti, secondo Murgia, ci vogliono interventi urgenti. Ad esempio, l'industria della ceramica non può aspettare cinque anni. Altrimenti quando ci sarà il metano non ci saranno più le industrie.
Murgia si è poi soffermato sul rapporto tra queste rivendicazioni e le prospettive di sviluppo della Regione. Sviluppo e infrastrutture devono andare di pari passo, e lo sviluppo richiede, ad esempio, una pubblica amministrazione efficiente.
Mentre c'è un grande interesse dei politici verso l'"effetto annuncio", ha concluso Murgia, è sulla realizzazione che subentra poi il disinteresse. Se si realizzassero tutte le cose annunciate, la Sardegna vivrebbe oggi un grande boom economico.La discussione sulla intesa con lo Stato è stata giudicata "riduttiva" dall'on. Vassallo, del gruppo di Rifondazione Comunista, secondo il quale sarebbe stato meglio esaminare anche questo accordo affrontando "tutta la situazione economica della Sardegna" come appunto chiede la mozione presentata recentemente dal gruppo di R.C.
Vassallo, dopo aver ricordato che gli impegni sono condizionati da un assoluto possibilismo, "vedremo", "si studierà", "si valuterà", "si accerterà", si è particolarmente soffermato sul problema della metanizzazione e del costo dell'energia, dando un giudizio "negativo" sugli accordi raggiunti.
Si è ottenuto soltanto un incontro, ha aggiunto Vassallo; abbiamo trovato qualcuno che ci ascolta,, ma non esistono impegni concreti, in nessun campo. Con la sola eccezione di 100 miliardi destinati alla Sardegna centrale. Ma, anche in questo caso, sembrerebbe si tratti solo di una riproposizione di iniziative già decise.
Per l'esponente di R.C., inoltre, molte iniziative devono essere co-finanziate, quindi diventeranno realizzabili solo quando la Regione sarà in grado di versare le quote di propria competenza. Sarà necessario, quindi, vigilare attentamente per vedere se questi impegni si realizzano, per fare in modo che i programmi diventino realtà."Se tutti sono d'accordo sull'importanza dei temi del protocollo, vi sono state divergenze sul modo in cui vengono affrontati i problemi": così ha esordito l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.), che ha poi sottolineato l'importanza dei temi del metano, dei trasporti e della zona franca.
Fois si è poi chiesto se è necessario coinvolgere altri soggetti, oltre a Regione e Governo, per arrivare alla soluzione dei problemi. E' un protocollo di intesa che riguarda i ruoli, i compiti e gli impegni di Stato e Regione, ma ci sono comunque punti che richiedono il coinvolgimento di altri.
Sulla metanizzazione, ad esempio, ha detto ancora Fois, interviene la politica energetica della Comunità Europea, ed è necessario conoscere meglio questi aspetti, così come non si può ignorare la politica seguita in merito da altre Regioni europee, come la Corsica. Lo stesso discorso vale per i trasporti, così come per la zona franca per la quale è necessario un benestare della C.E.
Stando così le cose, ha proseguito Fois, il protocollo è una buona base di partenza che deve portare a individuare le strategie da seguire. Si dovrà dialogare con lo Stato, ma si dovrà svolgere un'azione sul piano internazionale con un coinvolgimento diretto della Regione perchè lo Stato farà ben poco in merito.
Questo è un aspetto che dovrà essere affrontato quanto prima, ha concluso Fois, e Giunta e Consiglio dovranno svolgere i loro compiti."Dopo aver esaminato il protocollo di intesa, ha detto l'on. Casu (F.I.), devo rilevare che qualche elemento di pregio deve essergli riconosciuto almeno nella parte che si riferisce alla crisi economica dell'Isola ed alla insufficienza delle strutture energetiche e dei trasporti".
Tuttavia, ha aggiunto Casu, bisogna dubitare del fatto che lo Stato italiano sia in grado di intervenire in modo massiccio per colmare le carenze della Regione Sardegna, soprattutto in una situazione nella quale ogni occasione è buona, per il Governo, per rastrellare ai cittadini i soldi che garantiranno l'ingresso dell'Italia nell'Unione monetaria europea.
Casu si è dilungato sul problema del trattato di Maastrict e sulle difficiltà dell'Italia a centrare i parametri europei per poi affermare che lo Stato non sarà capace di trovare qualche migliaio di miliardi da mettere a disposizione della Sardegna.
Si è quindi soffermato sul problema viario e sull'urgenza per i sardi di avere un'arteria (la Carlo Felice) efficiente, sul tempo che la Giunta sta perdento sia nel completamento della diga di S. Antonio, sia nella predisposizione del progetto per Is Arenas.
Concludendo, Casu si è chiesto, ed ha chiesto alla Giunta, quali siano le prospettive economiche che derivano dall'eventuale istituzione della zona franca. "Facciamoci bene i conti" ha detto.Nonostante non si sia voluto affrontare il tema generale dello sviluppo economico della Sardegna, il dibattito in Consiglio è stato, anche in questa occasione, "di alto livello". Per l'on. La Rosa, (R. C.), l'Assemblea ha affrontato nel modo migliore temi di così alto interesse. Ma alcuni aspetti di quell'accordo meriterebbero un ben diverso approfondimento. Anche perchè esistono punti sui quali sarebbe meglio fare chiarezza.
Ad esempio, ha proseguito La Rosa, per ciò che riguarda la metanizzazione dell'Isola, sono molti gli aspetti che non sono stati chiariti. Quando la Giunta ha firmato il "protocollo d'intesa", infatti, il Governo stava per varare un disegno di legge sulla metanizzazione del mezzogiorno e dell'Isola.
L'accordo Stato-Regione, secondo La Rosa, rischia di allungare l'iter di quel provvedimento, che avrebbe inserito l'Isola nel progetto generale di metanizzazione del Sud. L'unico dato certo, infatti, sono i 100 miliardi per la metanizzazione, che però corrispondono alla somma necessaria per un "patto territoriale" e, ha aggiunto La Rosa, dagli interventi per la Sardegna certamente "scomparirà un patto territoriale".
Nel suo intervento, l'esponente di R.C. ha espresso un giudizio assolutamente negativo dell'accordo, perchè si tratta di una serie di impegni noti da tempo, esaminati ed approvati dal Cipe e dagli altri organismi economici governativi. Progetti e proposte, quindi, già noti e mai realizzati, per i soliti rinvii che il governo attua quando gli interventi riguardano le regioni meridionali, tutte le regioni meridionali.
Sarebbe stato meglio, per La Rosa, un comunicato congiunto, al termine della riunione del 21 aprile scorso, per annunciare l'accordo raggiunto e non l'annuncio trionfalistico di un protocollo d'intesa inesistente.
Anche questo accordo, comunque, ha concluso La Rosa, sarà una nuova beffa per la Sardegna, la dimostrazione che l'azione della Giunta è inadeguata ad affrontare una emergenza difficile, quale è quella che attanaglia l'Isola, Quindi, un giudizio completamente negativo sull'accordo e sull'operato dell'Esecutivo.E' quindi intervenuto l'on. Scano (Progr. Fed.) per il quale la firma del protocollo è positiva, pur senza "esaltazioni euforiche", ma semmai con la constatazione di un passo in avanti.
Il confronto col Governo, ha aggiunto Scano, è impiantato bene, e il protocollo è uno stralcio che dovrà trovare collocazione nell'intesa istituzionale di programma. L'obiettivo è un piano pluriennale di interventi per abbattere gli squilibri strutturali. Il punto più importante del protocollo è quello del metano, per il quale si sono stanziate le risorse necessarie per l'avvio dell'opera.
Per Scano, nel protocollo c'è un'apertura importante sulla questione della riduzione del costo dell'energia nella fase di realizzazione del progetto. E a questa apertura dovrà seguuire una effettiva decisione del Governo.
Si dovrà cercare l'unità per arrivare ai traguardi che tutti vedono, ha concluso Scano, per difendere gli interessi generali dei sardi.Si è registrato uno scollamento tra azione del governo regionale e funzionalità del Consiglio; della trattativa della Giunta con il Governo, infatti, nessuno sapeva niente, ha detto il capogruppo di F.I. Pittalis, e ci siamo tutti trovati davanti ad un documento preconfezionato in coincidenza con le elezioni amministrative.
Questo protocollo di intesa, ha detto ancora Pittalis, è emblematico dell'atteggiamento del Governo nei confronti della Sardegna, equivalente ad un "sonoro calcio alle prerogative autonomistiche della nostra Regione".
Entrando nel merito del protocollo d'intesa, Pittalis ha detto che in esso non si vedono certezze, ma che il documento rappresenta l'ennesimo accordo che il Governo firma e poi disattende. L'oratore ha quindi ricordato i "vecchi" progetti di finanziamento che non sono mai stati definiti nella pratica. Per questi motivi tutti i dubbi che in quest'Aula sono stati espressi trovano ampia ragione di esistere.
Sul problema del metano, Pittalis ha elencato e motivato tutte le difficoltà esistenti tra l'affermazione di intenti e la pratica realizzazione. Così anche si è espresso in merito alla ristrutturazione delle reti viarie e ferroviarie ed a questo proposito ha ricordato che la provincia di Nuoro è l'unica in Italia a non avere un tronco ferroviario.
Pittalis ha quindi riepilogato tutti i problemi irrisolti della Sardegna concludendo che con il protocollo di intesa si è costruito il solito imbroglio elettoralistico a discapito dell'Isola. "Questa Giunta non riesce a dare segnali di speranza alla popolazione sarda, per cui a poco valgono gli accordi da barzelletta propinati con baldanza dal Governo regionale e dalla maggioranza".Ai numerosi oratori intervenuti nel dibattito ha risposto il presidente della Giunta.
L'on. Palomba dopo aver sottolineato che "la replica al dibattito era stata già fatta in altra occasione" ha detto che, quindi, sarebbe stato sufficiente chiarire alcuni aspetti non del tutto "capiti".
Le premesse dell'accordo, ha aggiunto Palomba, sono buone e sono state condivise da tutti. "Se le premesse sono buone, anche le conclusioni devono esserlo". Destra e sinistra, a questo punto, dovrebbero essere d'accordo con le conclusioni alle quali è giunto l'Esecutivo. Invece, niente.
Palomba si è detto, quindi, disposto a spiegare gli aspetti più "contestati" del protocollo d'intesa, e si è molto meravigliato perchè "tutti spingono la Giunta per ottenere interventi ed impegni da parte del Governo, quando poi gli accordi si fanno, si scatenano le critiche".
Il Presidente della Giunta ha affrontato i temi della metanizzazione, dell'inserimento della Sardegna nella rete europea, dei piani territoriali, della programmazione articolata, del piano energetico nazionale, con la parificazione del costo energetico in Sardegna e resto del Paese.
Palomba ha, inoltre, affrontato i temi dell'esenzione fiscale, della riduzione dell'IVA e delle iniziative politiche che tutti i parlamentari sardi intendono sostenere in favore dell'Isola. Certamente c'è ancora molto da fare ed in Europa, probabilmente, molto potremo ottenere se lo chiederemo nel modo migliore, ha aggiunto, se i sardi non saranno i nemici degli stessi sardi, quindi, si potranno ottenere nuovi risultati e condizioni favorevoli alla rinascita dell'Isola.
La Giunta, ha concluso il presidente Palomba, è comunque grata al Consiglio per "l'elevato dibattito" e per i consigli, le indicazioni, le proposte fornite.
I lavori del Consiglio proseguiranno
giovedì 8 maggio alle ore 10.