Seduta n.153 del 09/11/2010 

CLIII Seduta

Martedì 9 novembre 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 01.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 30 settembre 2010 (146), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Roberto Capelli, Marco Meloni, Antioco Porcu ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta del 9 novembre 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che in data 3 novembre 2010, il Gruppo consiliare Unione di Centro (UDC) ha deliberato la costituzione del nuovo ufficio di presidenza, che risulta così costituito: Presidente del Gruppo, il consigliere Giulio Steri; Vicepresidente del Gruppo, il consigliere Antonio Cappai.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina dei rappresentanti della Regione Sardegna nel consiglio di amministrazione del Teatro lirico di Cagliari e il serio rischio che lo stesso venga commissariato." (432)

"Interrogazione Porcu - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di paralisi di AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) e sulle dubbie modalità di assunzione di personale operate nell'ultimo anno dall'ente per far fronte alle carenze nelle dotazioni organiche." (433)

"Interrogazione Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione mineraria in territorio del Comune di Sardara denominata 'Piscina Quaddus'."(434)

"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione del collegamento navale Porto Torres - Barcellona - Porto Torres operato dalla compagnia Grimaldi lines." (435)

"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità che nelle ASL della Sardegna possa essere avviata la sperimentazione del metodo promosso dal prof. Paolo Zamboni per la cura della sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica per la cura della CCSVI." (436)

"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave erosione e rischio di cedimento di un argine del Rio Cedrino e sulle prevedibili gravi conseguenze ai danni delle persone, delle imprese e del centro abitato di Orosei." (437)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian sui continui disservizi di Trenitalia lungo la tratta Carbonia/Iglesias-Cagliari." (158)

"Interpellanza Ben Amara - Uras - Sechi - Zedda Massimo sulla crisi finanziaria della "Fondazione onlus Guspini per la vita" con sede in Guspini." (159)

"Interpellanza Solinas Antonio - Bruno sulle centrali per la produzione di energia elettrica nel sistema idraulico del Tirso in Comune di Busachi." (160)

"Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Solinas Antonio - Meloni Valerio - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Espa - Lotto - Meloni Marco - Sanna Gian Valerio - Soru - Sabatini sulla gestione, modalità e tempi di utilizzo dei fondi sociali europei nel progetto del Master and back da parte della Regione Sardegna a discapito dei laureati sardi e loro famiglie." (161)

"Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità dell'avvio in Sardegna di una sperimentazione clinica relativa al trattamento della sclerosi multipla tramite la procedura di disostruzione venosa proposta dal prof. Paolo Zamboni, del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara e su eventuali, reali ed immediate previsioni di acquisto di strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella sclerosi multipla per il Sistema sanitario della Regione." (162)

"Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Meloni Valerio sulla mancata convocazione della Consulta regionale giovani." (163)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione ESPA - BRUNO - URAS - SALIS - CARIA - MARIANI - MELONI Valerio - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU con richiesta di modifica dei nuovi criteri penalizzanti introdotti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 2010 "progetti personalizzati per persone in situazione di handicap grave ai sensi della legge n. 162 del 1998", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento." (95)

"Mozione CUCCU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici introdotta dall'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito in legge 20 novembre 2009, n. 166, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento." (96)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni in materia di agricoltura". (186/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 186/A. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Mariano Contu, relatore di maggioranza.

CONTU MARIANO (P.d.L.). relatore di maggioranza. Signor Presidente, signori della Giunta, signori del Consiglio, il disegno di legge numero 186, proposto dalla Giunta regionale nel mese di agosto del 2010, recante: "Disposizioni in materia di agricoltura", poneva l'attenzione su alcune tematiche che, nel corso di questi mesi, sono state al centro di discussioni non solo in seno alla Commissione consiliare ma all'intero Consiglio, e sono sfociate anche in una serie di manifestazioni di protesta di tutte le rappresentanze delle categorie agricole.

La Commissione, in questo periodo, ha audito e dialogato sui temi proposti non solo con le associazioni agricole, ma anche con la Giunta e con l'Assessore competente.

L'esame del disegno di legge ha avuto un percorso lungo per le difficoltà oggettive ad avere tutte le interlocuzioni e le informazioni tecniche necessarie per i dovuti approfondimenti. Credo sia doveroso da parte mia precisare che una porzione di questo tempo è stata impegnata anche dalle manifestazioni di piazza, sfociate nell'occupazione di una parte del palazzo; manifestazioni che, comunque sia, hanno consentito di sviluppare importanti interlocuzioni che credo, però, non siano finite. Non credo, infatti, che potranno mai avere fine le discussioni su un settore di primaria importanza quale l'agricoltura è sempre stata ed è tuttora. Il risultato è una norma che, proposta inizialmente con cinque articoli, è stata ampliata nell'articolato e ha impegnato risorse aggiuntive.

La discussione è stata sin dall'inizio tesa a identificare le criticità complessive, con approfondimenti necessari sui diversi comparti, dell'allevamento, dell'agricoltura, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti. Importanti spunti sono stati offerti anche per la necessità di dare gambe alla legge regionale numero 1 del 2010, attivando non solo i processi di filiera per i diversi comparti; mentre, relativamente ai temi legati a energie da fonti rinnovabili, filiere agro-alimentari e competitività delle imprese del settore, agevolazioni per i nuovi insediamenti in agricoltura, campagne di sensibilizzazione per l'educazione alimentare e convenzioni con le Pubbliche amministrazioni, la Commissione ha optato per il rinvio all'esame dell'Aula dei provvedimenti specifici da adottare.

E' risultato evidente che i temi portati all'attenzione in primis dalla Giunta e, a seguire, con le proposte dei commissari, non potevano di sicuro essere valutati come proposte esaustive a causa di una crisi economica del settore che forse mai si è rivelata drammatica come questa che vivono oggi le imprese agricole e dell'allevamento.

Gli impegni previsti, seppure nella ristrettezza delle finanze e nei vincoli posti dal rispetto del Patto di stabilità, come pure la necessità di rispettare le norme statali e comunitarie, che non consentono di rispondere in termini economici alle richieste avanzate, portano all'attenzione non solo dei tavoli regionali, ma anche di quelli nazionali e comunitari, la necessità di dichiarare lo stato di crisi generale della nostra agricoltura. L'impegno della politica e dell'Assemblea regionale non può più rinviare nel tempo le decisioni necessarie per rimuovere gli ostacoli che oggi vincolano il mondo delle nostre campagne e delle nostre imprese agricole per non avere a disposizione norme e strumenti appropriati di programmazione generale e settoriale, ma anche le infrastrutture e le risorse necessarie per dare un futuro di certezze alle nostre imprese.

Sono stati pertanto affrontati temi quali quelli di avere a basso costo acqua ed energia per le campagne, di viabilità rurale, di rinnovamento degli impianti e delle colture, di formazione e assistenza agricola, di riordino delle funzioni delle agenzie agricole regionali e dei consorzi di bonifica, della necessità della riorganizzazione delle produzioni delle materie prime (latte, carni, formaggi in primis, ma anche ortaggi, vini, olio eccetera), della trasformazione e commercializzazione delle stesse.

Non voglio neanche dimenticare che il marketing è oggi lo strumento attraverso cui si finalizzano gli sforzi dell'economia, e per quella agricola in particolare occorre verificare la peculiarità dei prodotti per trovare sui mercati il giusto riconoscimento qualitativo e per indirizzare correttamente le produzioni.

E' apparso ai più necessario soffermarsi su alcuni di questi temi e nello stesso tempo prendere atto che il disegno di legge non si poneva come un provvedimento sui generis, né tantomeno esaustivo di tutte le necessità portate all'attenzione.

In particolare voglio ricordare l'auspicio che ha aperto tutte le interlocuzioni con le rappresentanze del mondo agricolo, che era quello che le rappresentanze trovassero l'unità al loro interno, ed è un tema sul quale non posso tacere considerando tutte le rappresentanze sullo stesso piano nel momento in cui portano avanti con responsabilità i diritti dei propri associati. Ritengo che su questo tema la discussione possa essere tranquillamente approfondita, perché credo di trovare la condivisione di tutta l'Aula nel momento in cui tutti siamo d'accordo sul fatto che le rappresentanze del mondo agricolo non possono presentarsi disunite e, soprattutto, non possono rappresentare istanze di settore ma istanze di tutto il mondo delle nostre campagne.

E' a tutti noto come l'agricoltura abbia sempre avuto dei problemi, ma è indubbio che quello che il mondo delle campagne sta vivendo in questo momento sia uno dei momenti più difficili della recente storia della nostra terra. Io sono convinto, Presidente, che noi abbiamo bisogno di riorganizzare la nostra Regione soprattutto in quella componente che è rappresentata oggi dalle Agenzie regionali per l'agricoltura. Quando noi ci troviamo a discutere temi quale quello oggi in discussione non possiamo dimenticare che le Agenzie regionali complessivamente tutti i mesi assicurano uno stipendio a più di 2 mila persone; voglio ricordare a noi tutti che, a fronte delle 85 mila aziende presenti sul territorio, ognuna di queste 2 mila persone dovrebbe seguire mediamente circa 40 aziende; se nell'arco di un anno ognuna di queste persone potesse svolgere il suo ruolo previsto all'interno delle funzioni delle varie Agenzie credo che la nostra agricoltura non soffrirebbe tutti i mali di cui purtroppo soffre.

Io credo che debba essere aperta una discussione su questo tema, e soprattutto sul fatto che la riforma abbia riguardato spesso e volentieri soltanto l'istituzionalizzazione e la distribuzione nel territorio delle sedi delle Agenzie ma non, a seguire, quella definizione precisa dei ruoli e, in particolare delle funzioni che, oggi, sono meramente rimaste sulla carta.

Credo di poter cogliere un bisogno che, comunque sia, non è mai stato portato all'attenzione di quest'Aula, e cioè che le nostre Agenzie per l'agricoltura siano effettivamente dedite alle nostre imprese e a far sì che le nostre imprese possano avere un futuro nel breve periodo.

Nel merito, voglio ricordare sinteticamente le disposizioni contenute nel testo elaborato dalla Commissione. L'articolo 1 propone un intervento di sostegno al comparto ovi-caprino per incoraggiare la concentrazione dell'offerta del latte e la delega alle organizzazioni dei produttori e alle cooperative della commercializzazione dello stesso. La spesa prevista è determinata in euro 15 milioni nel triennio 2010-2012.

L'articolo 2 prevede un premio ai cereagricoltori che aderiscono a un accordo di filiera finalizzato alla valorizzazione del grano duro prodotto in Sardegna. La spesa prevista è di euro 6 milioni per il triennio 2010-2012.

L'articolo 3 destina le risorse stanziate con il comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale numero 3 del 2008 a favore delle aziende suinicole della Sardegna per interventi strutturali delle aziende di allevamento per il piano di eradicazione della peste suina con priorità per quelle ubicate nelle zone ad alto rischio.

L'articolo 4 determina un contributo annuo alle università della Sardegna per attività di supporto all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale nell'elaborazione di strategie e di politiche agricole.

L'articolo 4 bis invece trasferisce la somma di euro 5 milioni dal bilancio di AGRIS Sardegna al fondo gestito dalla SFIRS per interventi per il rilascio di cogaranzie e controgaranzie a favore delle piccole e medie imprese agricole.

L'articolo 4 ter prevede, invece, che la Regione eroghi aiuti ai comuni e alle unioni di comuni per l'acquisto dei macelli mobili e il recupero e la ristrutturazione di centri di stoccaggio del latte di pecora; l'intervento prevede la spesa complessiva di 6 milioni di euro nel biennio 2011-2012.

L'articolo 4 quater attiva un programma di valorizzazione delle produzioni ovine in particolare dell'agnello IGP di Sardegna e della destagionalizzazione delle produzioni ovine.

L'articolo 4 quinquies definisce un contributo annuo ai consorzi di bonifica della Sardegna di euro 2 milioni e mezzo finalizzato alla copertura dei maggiori oneri del personale.

L'articolo 4 sexies destina 3 milioni di euro nel triennio 2011-2013 per erogare contributi per il pagamento degli interessi sui prestiti contratti dalle aziende agricole per far fronte alle spese di conduzione attraverso i consorzi fidi.

L'articolo 4 septies introduce modifiche alla legge regionale numero 6 del 2008, mentre l'articolo 4 octies modifica l'articolo 7 della legge regionale numero 3 del 2008.

L'articolo 4 nonies propone un intervento importantissimo sulle giacenze di pecorino romano presso le cooperative lattiero-caseario della Sardegna al fine di favorire lo smaltimento delle eccedenze di prodotto; la spesa prevista è di euro 15 milioni per il 2010.

L'articolo 5 definisce le risorse finanziarie necessarie per l'attuazione della legge ovvero euro 29.700.000 per l'anno 2010, euro 14.300.000 per l'anno 2011, euro 13.700.000 per l'anno 2012, euro 3.700.000 per l'anno 2013 e euro 2.700.000 per gli anni successivi. Complessivamente gli oneri derivanti dalla legge sono valutati in euro 64.100.000.

Mi piace ricordare che il disegno di legge prevedeva prima dell'esame da parte della Commissione un impegno complessivo pari a 19 milioni di euro. La quinta Commissione ha elaborato una proposta che sicuramente non è esaustiva, ma ha di sicuro trovato la condivisione su diversi temi da parte dei commissari. Peraltro, l'approvazione finale è avvenuta a maggioranza, con l'astensione dei Gruppi di minoranza, lasciando al Consiglio e alla Giunta la facoltà di proporre, a seguito delle interlocuzioni ancora in corso con le organizzazioni sindacali e di categoria, ulteriori proposte e soluzioni.

Credo che, nella discussione dell'articolato, ci saranno di sicuro apporti migliorativi di questo testo di legge. Sono convinto che vadano in questa direzione le proposte avanzate dal mondo delle campagne con le sue rappresentanze, dalla Giunta, ma anche dai Gruppi consiliari e dai singoli consiglieri. Le soluzioni, ripeto, non possono essere esaustive, fossimo davvero in grado di risolvere tutti i problemi dell'agricoltura, molto probabilmente saremmo anche in grado di fare miracoli. Non credo che la politica sia chiamata direttamente o indirettamente a fare miracoli, ma di sicuro è chiamata a trovare soluzioni articolate nella proposizione, e interessanti tutti i diversi comparti che compongono il nostro mondo agro-pastorale.

Su uno dei principali temi che è stato stralciato in sede di Commissione, quello delle energie alternative, credo saremo chiamati a misurarci, perchè ritengo sia un dovere da parte nostra trovare le modalità attraverso cui alle nostre imprese agricole possa essere garantita quella quota di energie alternative che, consentendo di ridurre il costo energetico, diano ristoro alle aziende per portare avanti l'impresa. Io credo che questa non sia una materia così ardua da non riuscire a trovare delle sintesi e delle proposte.

Potrei citare più di un esempio di proposte diverse pervenute in Commissione, ma soprattutto di proposte che sono state avanzate nel corso delle interlocuzioni, per cui un'impresa che oggi impegna mediamente otto, mille euro al mese per l'energia, potrebbe risparmiare anche con piccoli impianti di fotovoltaico che, nelle stesse aziende, possono trovare facile collocazione con sistemi integrati e di nuova realizzazione.

Io, su questo, come sull'importante tema dell'acqua a basso costo, credo che gli interventi previsti in questo disegno di legge non rendano giustizia del fatto che per la nostra agricoltura, che ancora oggi è e deve rimanere un settore primario, non possiamo esimerci dall'impegnarci in un progetto che porti non soltanto al riordino dei consorzi di bonifica, ma anche a trovare le risorse necessarie perché vengano abbattuti i costi dell'acqua.

Io concludo così questo intervento, auspicando davvero che il contributo dato dalla Commissione trovi altrettanto impegno da parte di tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, presidente Cappellacci, Assessori, colleghi, la crisi economica che attraversa l'Italia, e la Sardegna in particolare, trova nella situazione dell'agricoltura sarda la sua manifestazione più drammatica ed evidente. Tutti i comparti agricoli regionali si trovano a dover fronteggiare, infatti, difficoltà sempre più evidenti, a partire dalle aziende cerealicole per continuare con quelle a indirizzo ortofrutticolo e serricolo, senza dimenticare il comparto vitivinicolo che, seppure può contare su diverse situazioni di grande interesse e di continua crescita economica, non manca di rappresentare casi di grande difficoltà economica. E' nel comparto dell'allevamento, soprattutto nelle aziende ovi-caprine però, che si manifesta con maggiore evidenza e gravità il disagio delle imprese agricole. In Sardegna, infatti, la crisi del comparto ovino, che rappresenta quasi la metà della produzione lorda vendibile (PLV) agricola sarda, colpisce il cuore di un sistema agricolo in termini economici e occupazionali. E' la cultura stessa di un popolo e alcuni tratti fondamentali della sua identità che vengono messi in discussione; gli stessi equilibri economici, sociali e demografici dell'Isola, contrassegnati da un processo continuo e inesorabile di spopolamento delle zone interne, trovano nella crisi agro-pastorale una delle cause più significative.

Le ultime ricerche effettuate presso l'Università di Sassari certificano quanto già noto ai nostri pastori: una situazione, cioè, di grave squilibrio tra i costi di produzione, praticamente più che raddoppiati negli ultimi venti anni, e il prezzo di vendita del latte, che nello stesso periodo è rimasto pressoché invariato e, in alcuni casi, è persino diminuito. E' evidente che un simile stato di cose non può perdurare a lungo senza compromettere la sopravvivenza stessa dell'intero comparto e di tutto ciò che rappresenta per l'economia dell'Isola.

Una puntuale politica di salvaguardia e rilancio del settore agricolo, e con esso del comparto agro-pastorale, dovrà puntare in primo luogo a creare le condizioni di un riequilibrio economico dei bilanci delle imprese agricole e pastorali, consentendo loro di superare la drammatica congiuntura attuale, nonché di attutire gli effetti devastanti dell'elevato grado di indebitamento bancario. Quest'ultimo, che con sempre più evidente difficoltà può essere affrontato, sta mortificando come non mai lo stato delle famiglie dei nostri agricoltori e pastori. Sarà importante in questa situazione, oltre che l'intervento sull'immediato, anche un'azione strategica di prospettiva affinché la risposta alla crisi sia anche l'avvio di un percorso che porti al superamento dei punti di debolezza strutturali del comparto.

Allo stesso tempo, però, è indispensabile che tutti siano consapevoli, che la Giunta e il Consiglio regionale abbiano consapevolezza, che è l'intera società sarda ad avere interesse a che il nostro comparto primario trovi le condizioni per il suo rilancio, e i nostri agricoltori e pastori le motivazioni per continuare a operare nelle nostre campagne. La civile e responsabile protesta dei pastori sardi e di tutto il mondo delle campagne, che ha visto momenti di grande partecipazione, ma anche di forte tensione, rappresentano il sintomo di un disagio reale, grave e di lungo periodo per migliaia di operatori e delle loro famiglie che, appunto, non riescono più a vivere dal loro duro lavoro.

Il comparto ovino sardo soffre di una crisi strutturale che ciclicamente si riacutizza in relazione ai fattori di crisi del mercato internazionale e nazionale dei prodotti lattiero-caseari, in particolare del pecorino romano che rappresenta, peraltro, la principale voce della nostra bilancia commerciale. Va evidenziata anche l'inadeguata politica di trasformazione e commercializzazione quale causa principale dell'attuale crisi, per la scarsa attenzione alla diversificazione produttiva, alla individuazione di nuovi prodotti, nonché alla valorizzazione qualitativa e commerciale dello stesso pecorino romano.

Uno sguardo attento all'intera filiera del principale comparto agro-industriale sardo evidenzia che ci troviamo di fronte a un mondo agro-pastorale che, negli ultimi trent'anni, ha registrato grandissimi progressi in quanto a organizzazione aziendale e capacità produttiva sia in termini quantitativi che in termini qualitativi. Per contro, a valle delle aziende agricole ha operato un sistema di trasformazione e commercializzazione, industrie private e cooperative lattiero-casearie come anche lo stesso Consorzio di tutela del formaggio pecorino romano, i cui risultati sono stati assolutamente inadeguati alle esigenze di una moderna economia globalizzata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti noi, con i principali prodotti lattiero-caseari in grave difficoltà di mercato e le aziende agro-pastorali chiamate ancora una volta a pagare il prezzo più alto di una crisi di cui altri sono i principali responsabili.

La mobilitazione del mondo delle campagne, promossa dal Movimento dei pastori sardi e dalle organizzazioni di categoria delle imprese agricole, ha conseguito il risultato di riportare al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica sarda e nazionale lo stato di grave crisi del settore. Ancora più importante, però, è il risultato di aver riportato il tema al centro dell'attenzione della politica sarda e dello stesso Consiglio regionale.

Con la discussione in Aula sulle dichiarazioni dell'assessore Prato in relazione alla crisi dell'agricoltura sarda, nonché con l'approvazione, nella stessa occasione, di un ordine del giorno specifico presentato dal centrosinistra, nello scorso mese di settembre è stata tracciata una linea chiara sulle misure da adottare per fare fronte a tale crisi nell'immediato e nel lungo periodo. Alcune misure di quelle previste in quell'ordine del giorno non richiedevano particolari disponibilità finanziarie da parte della Regione, ma impegnavano la Giunta ad attivarsi affinché si procedesse per primo all'immediata erogazione, con anticipazioni, di quanto dovuto per i premi comunitari (serviva un'interlocuzione con AGEA, serviva costruire un percorso che portasse in quella direzione); secondo, che si procedesse alla richiesta di rifinanziamento dell'azione per il benessere animale per gli anni 2010-2011-2012; terzo, alla richiesta di sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi e la loro rateizzazione.

Questi interventi, se immediatamente messi in essere dalla Giunta, in quanto non richiedevano alcun pronunciamento ulteriore del Consiglio regionale dato che un indirizzo già era venuto con l'approvazione di quell'ordine del giorno, avrebbero consentito a tutte le aziende agricole sarde di poter contare su risorse finanziarie fresche per far fronte alle necessarie operazioni colturali, di poter rinviare immediati pagamenti dovuti per contributi assicurativi e di poter contare, anche per i prossimi due anni, sulla misura per il benessere animale che, in assenza di proroga scade nell'anno 2010, pur avendo rappresentato negli ultimi tre anni un'ottima misura di incentivazione e sostegno per la nostra pastorizia.

Dobbiamo constatare che, a quanto è dato sapere, nulla è stato ancora fatto in merito, dimostrando l'inadeguatezza dell'azione dell'Esecutivo che si è rivelata ancora una volta inadatta al conseguimento della principale missione dell'Assessorato: creare le condizioni per il rilancio del comparto primario della Sardegna.

Relativamente alle misure di competenza del legislatore regionale, e quindi di questo Consiglio, va subito detto che l'azione del Consiglio regionale è fortemente condizionata dalle disponibilità finanziarie e dal Patto interno di stabilità e crescita. Un'azione propedeutica su questo fronte era pertanto assolutamente indispensabile, al fine di disporre delle risorse necessarie per affrontare la crisi e poterle rimettere a disposizione del sistema economico entro l'anno.

Mai come in questa occasione, infatti, è apparsa indispensabile un'autorevole azione di pressione politica della Presidenza regionale sul Governo nazionale, affinché si desse corso al nuovo regime delle entrate, con la messa a disposizione della Regione di quanto previsto dalla modifica dell'articolo 8 dello Statuto. L'indispensabile modifica del Patto di stabilità, che un'azione forte della Giunta nei confronti del Governo avrebbe potuto conseguire, come già accaduto per altre Regioni, avrebbe consentito, inoltre, di adottare e mettere in essere da subito le indispensabili misure di sostegno delle nostre aziende agricole.

La necessità di sostenere il comparto agricolo e pastorale con nostre risorse finanziarie, seppure entro i limiti della normativa comunitaria, cioè in regime di de minimis, è infatti un'esigenza non solo delle imprese agricole, ma anche e principalmente della società sarda e dell'intero sistema economico isolano che con il settore agricolo è intimamente interconnesso e, pertanto, interessato al suo rilancio. E' cioè un'esigenza prima di tutto nostra, del Consiglio e della Giunta regionale.

Non si spiega diversamente il perché gli Stati europei abbiano chiesto e ottenuto il raddoppio dei limiti del de minimis e, a differenza della nostra Regione, diversi, come ad esempio la Francia, l'abbiano ampiamente utilizzato con massicci trasferimenti proprio nel settore ovi-caprino. Pare ormai probabile che, anche per il prossimo triennio, l'Unione europea confermi il raddoppio dei limiti delle erogazioni in regime di de minimis, che si attesteranno, se così sarà, sui livelli del 2010, pari a 5.000 euro l'anno e 15.000 euro nel prossimo triennio.

Ci auguriamo che la maggioranza sappia cogliere il significato di tale eventualità e si muova nella direzione di avviare ogni azione affinché i nostri agricoltori possano contare sulle stesse opportunità dei colleghi d'Oltralpe.

E' in quest'ottica e con questo spirito che non abbiamo respinto a priori la richiesta dei pastori di una erogazione di 15.000 euro ad azienda, pur collocando quella richiesta in un quadro di compatibilità con le norme vigenti e con le disponibilità reali di risorse finanziarie. Ed è sempre in questo quadro che abbiamo presentato un nostro progetto di legge, avendo giudicato assolutamente insufficiente il disegno di legge numero 186 approvato dalla Giunta nello scorso mese di luglio, peraltro presentato in quinta Commissione come il frutto della concertazione con le organizzazioni di categoria e con le cooperative. Va detto che le manifestazioni degli ultimi tre mesi hanno ampiamente dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, il contrario di quella affermazione e hanno obbligato la Giunta a ripensare la propria strategia.

Particolare importanza assume in questo contesto l'azione della Giunta nella interlocuzione con il Ministero da una parte e con il Movimento dei pastori e le organizzazioni di categoria dall'altra. Abbiamo assistito, infatti, a una azione confusa e inadeguata, che ha portato a un inutile scontro tra l'Assessore e il Ministro, all'abbandono del tavolo romano da parte della Regione, nonché alla frantumazione del mondo agricolo organizzato, anche per responsabilità della stessa Giunta, in un momento in cui tutti avrebbero dovuto lavorare per creare una grande unità attorno alle aziende agricole in difficoltà.

In una discussione a più voci, abbastanza disorganica e convulsa, è emersa in questi mesi la necessità di affrontare complessivamente le problematiche inerenti la crisi dell'intero settore agricolo. L'esigenza è reale - non la possiamo disconoscere e non la possiamo nascondere -ma l'urgenza di alcune misure da portare a compimento entro il 2010 avrebbe consigliato, come da noi proposto in Commissione il 19 ottobre, di affrontare subito e separatamente la misura relativa al sostegno in regime di de minimis. Contemporaneamente, in Commissione quinta si sarebbe dovuta aprire una stagione di confronto, breve ma intensa e completa, onde costruire entro l'anno una legge di settore che affrontasse compiutamente tutte le principali questioni sul tappeto.

Avremmo così evitato di accumulare un colpevole ritardo sulle misure più urgenti e, allo stesso tempo, non avremmo assistito a un accavallarsi di accordi separati con parti sociali diverse, spesso contraddittori e non sempre chiari sugli obiettivi da conseguire. La maggioranza ha, comunque, scelto di costruire una legge omnibus, con una velocissima e insufficiente discussione in Commissione quinta - e va detto con forza che il confronto con le parti sociali in quella Commissione su questo decreto non c'è stato e non c'è stata una sufficiente discussione - rimandando all'Aula quindi diversi temi importanti e complessi come le energie rinnovabili, la gestione degli interventi sulle giacenze, il ruolo dei diversi soggetti responsabili fino a oggi della gestione delle politiche di trasformazione e commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari.

Credo che su questo noi dovremmo soffermarci con attenzione, colleghi consiglieri regionali. Noi non possiamo chiudere gli occhi rispetto a quello che è accaduto in questi ultimi anni. Non possiamo non guardare che cosa tutti coloro che in questa vicenda hanno avuto un ruolo hanno fatto e quali risultati hanno ottenuto perché, se così facessimo, verremmo meno alla nostra responsabilità di verificare che le cose che qua si decidono abbiano poi un risultato concreto, reale e positivo nella realtà economica a cui sono rivolte.

Nella nostra proposta di legge numero 208, oltre a prevedere un'erogazione per il 2010 di una somma in regime di de minimis fino a un massimo di 15.000 euro, si prevedono anche interventi a sostegno delle aziende cerealicole, nonché interventi sulle giacenze di pecorino romano, sulle strutture di macellazione, sul rilancio della cooperazione e delle organizzazioni dei produttori e sul credito agevolato di conduzione. Purtroppo l'indisponibilità della maggioranza a procedere alla costruzione di un testo unico ha impedito che, già in Commissione, si giungesse a un articolato unitario e maggiormente condiviso da questo Consiglio e dal mondo delle campagne. E' comunque auspicabile che la discussione in questa sessione porti all'approvazione di una legge adeguata alle esigenze reali del mondo delle campagne.

La misura de minimis contenuta nel disegno di legge numero 186, confermata dalla maggioranza durante la discussione in Commissione e che prevede all'articolo 1 l'erogazione di un importo massimo di mille euro ad azienda, si è dimostrata insufficiente se non risibile; vero è, infatti, che mentre si discuteva in Commissione, il Presidente e l'Assessore firmavano due accordi separati e in successione che sanciscono l'inadeguatezza delle previsioni di legge. Anche le altre due misure contenute nel disegno di legge e relative alla cerealicoltura e alle aziende suinicole, sono apparse quanto mai insufficienti e inadeguate a rispondere a una crisi di così grandi proporzioni.

La discussione in Commissione ha fatto emergere, in primo luogo, l'incertezza della maggioranza su quali fossero le reali disponibilità finanziarie e su quali punti di sintesi costruire un percorso legislativo ben definito. Nell'incertezza più generale, ma con la piena e generalizzata consapevolezza dei limiti dell'articolato della Giunta, da noi non condiviso, abbiamo lavorato all'introduzione dell'articolo relativo allo stock delle giacenze di formaggio, al credito di conduzione agevolato, alla realizzazione dei macelli mobili e al recupero di opifici esistenti per realizzare centri di stoccaggio di latte tal quale. Con il voto contrario del centrosinistra è stata introdotta una norma, l'articolo 4 septies, che consente alla Giunta di prorogare il commissariamento dei consorzi di bonifica, insistendo così in una politica che non ha certo agevolato la fuoriuscita degli stessi dalla grave crisi in cui versano.

Va anche aggiunto al riguardo che l'altra misura che è contenuta nel disegno di legge, che riguarda il finanziamento ai consorzi di bonifica di una cifra annua di 2 milioni e mezzo per consentire loro di risolvere alcuni problemi di passività gestionali, non può non essere accompagnata, così come la legge prevede, da interventi di premialità per quei consorzi che invece non hanno presentato in tutti questi anni questi problemi.

Noi non possiamo essere un Bancomat che paga sempre e comunque chi sbaglia e non riconosce i meriti di chi invece si muove con oculatezza e intelligenza. Credo che su questo dovremo ragionare per migliorare la qualità dell'intervento complessivo in questo settore e certamente non possiamo accettare la scelta che fa la Giunta di voler continuare a prorogare la gestione di questi consorzi in un regime di commissariamento. Bisognava creare già da tempo le condizioni per permettere a questi di organizzare l'elezione e di poter essere quindi gestiti in un regime democratico così come prevede la normativa.

Noi, sulla base di quanto detto in precedenza, abbiamo votato contro l'articolato emerso dalla discussione in Commissione; su alcuni articoli ci siamo astenuti tecnicamente perché avevamo la volontà e abbiamo la volontà che da questo Consiglio comunque una legge in questo senso, in questa direzione venga promulgata e abbia le caratteristiche migliori possibili per rispondere alle esigenze del mondo delle campagne.

Molti temi sono stati di proposito rimandati alla discussione in quest'Aula e durante questa discussione lavoreremo perché argomenti quali le energie rinnovabili, la tracciabilità delle carni ovine e suine, il ruolo dell'Agenzia di promozione nel complesso mondo della commercializzazione, trovino il giusto spazio e contribuiscano ad affrontare in modo adeguato la crisi del settore agricolo isolano.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina, mercoledì 10 novembre, alle ore 10. E' convocata la Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è tolta alle ore 16 e 44.



Allegati seduta

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni annunziate in apertura di seduta.

Interpellanza Stochino - Zedda Alessandra - Piras - Contu Mariano Ignazio - Tocco - Petrini riguardo la soppressione della linea marittima bisettimanale Arbatax-Olbia-Genova della Tirrenia.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- la linea marittima Arbatax-Olbia-Genova, gestita dalla compagnia di navigazione pubblica Tirrenia, viene effettuata da anni con cadenza bisettimanale e costituisce l'unico collegamento dell'Ogliastra e di tutta la Sardegna meridionale con il nord Italia;

- martedì 28 settembre 2010, il traghetto della Tirrenia ha effettuato l'ultimo collegamento tra lo scalo Ogliastrino di Arbatax e il porto di Genova, in quanto la compagnia di navigazione ha deciso di sopprimere la tratta, peraltro senza alcuna comunicazione ufficiale;

- la decisione della Tirrenia avrà delle gravi ed immediate ripercussioni non solo sulla mobilità degli abitanti dell'Ogliastra, ma anche su quella degli abitanti del nuorese e in genere su tutto il sud dell'Isola che è attualmente privo del collegamento marittimo con il nord Italia, in quanto la linea Cagliari-Genova è stata da tempo soppressa, costringendo tutti gli abitanti di queste aree a recarsi fino ad Olbia per raggiungere quelle destinazioni; inoltre influirà negativamente sulle imprese commerciali e sul turismo isolano: settori che più di altri necessitano di un adeguato sistema di collegamento marittimo;

CONSIDERATO CHE, per quanto riguarda l'Ogliastra, l'eliminazione della tratta costringe tutta quest'area, afflitta già da gravi problemi di isolamento, sia nei confronti dei territori del resto dell'Isola, sia nei confronti della Penisola, ad una grave recessione nei collegamenti, e vanifica l'impegno manifestato dall'Esecutivo isolano il quale, il 6 ottobre 2009, ha approvato una delibera che ha stanziato dieci milioni di euro per il porto di Arbatax; tale provvedimento, finalizzato nello specifico alla realizzazione del braccio del molo di ponente, concorre al potenziamento dello scalo, al miglioramento della sua funzionalità, e in ultima analisi allo sviluppo economico e sociale del territorio, e risulta incompatibile con le ultime decisioni della compagnia Tirrenia,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se sia a conoscenza della situazione sopra descritta;

2) quali misure intenda adottare riguardo la scelta della Tirrenia di sopprimere la linea di collegamento marittimo;

3) quali azioni intenda porre in essere al fine di superare l'isolamento e garantire la mobilità degli abitanti di tutto il sud dell'Isola, i bisogni delle imprese commerciali e del settore turistico, i quali necessitano di un adeguato sistema di collegamenti marittimi con la Penisola. (158)

Interpellanza Ben Amara - Uras - Sechi - Zedda Massimo sulla crisi finanziaria della "Fondazione onlus Guspini per la vita" con sede in Guspini.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE la Fondazione onlus Guspini per la vita, di proprietà del Comune di Guspini, a far data dal 9 ottobre 2008 offre assistenza riabilitativa di tipo multiprofessionale e polispecialistico e dà accoglienza a malati gravi, soprattutto a quelli con patologie a grave rischio invalidante quali le gravi cerebrolesioni acquisite, vascolari o traumatiche (coma, risveglio dal coma, neurolesioni, ecc.), spinali e cardiorespiratorie, utilizzando le più moderne ed avanzate tecnologie;

CONSIDERATO CHE:

- la Fondazione onlus Guspini per la vita si presta ad essere trasformata da struttura di riabilitazione ad alta specializzazione in residenza sanitaria assistita (Rsa);

- dal momento della sua apertura, la fondazione onlus in questione sta operando a pieno regime e continua a garantire le prestazioni con grande soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari, e ciò anche a seguito dell'accordo provvisorio siglato dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, dal presidente della fondazione, dal commissario straordinario della ASL n. 6 di Sanluri e dal sindaco di Guspini;

- la crisi finanziaria della Fondazione onlus Guspini per la vita dipende esclusivamente dai mancati trasferimenti di quanto dovuto per prestazioni già erogate sia da parte della ASL n. 6 di Sanluri, sia dalle altre ASL della Sardegna ed in particolare dalla ASL n. 8 di Cagliari;

- nei primi mesi del 2010, la situazione é divenuta insostenibile a causa dei continui malumori tra ente e lavoratori, che a cagione del fatto che non ricevono le retribuzioni dal dicembre del 2009, si sono visti costretti a rivolgersi alle associazioni sindacali di categoria;

- senza avviare le procedure di mobilità, l'ente mandava arbitrariamente tutti i dipendenti in ferie forzate non maturate, ma anticipate dal 2010;

- l'accredito di quanto dovuto consentirebbe il completamento del processo di risanamento economico-finanziario attraverso una gestione più attenta ed oculata che già sta dando buoni risultati, anche se permane, comunque, il rischio di una grave compromissione dell'attività della fondazione;

- i dipendenti si trovano attualmente senza stipendio dal mese di dicembre 2009,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, per le rispettive competenze, per conoscere:

1) se siano al corrente di quanto si sta verificando nella Fondazione onlus Guspini per la vita;

2) se verrà confermato il livello regionale di riconoscimento della Fondazione onlus Guspini per la vita come struttura di riabilitazione ad alta specializzazione e/o di Rsa;

3) quali azioni si intendano perseguire per evitare ogni possibile manovra speculativa dovuta all'attuale momento di difficoltà della fondazione;

4) quali azioni si intendano intraprendere affinché alla Fondazione onlus Guspini per la vita vengano accreditate quanto prima le spettanze dovute dalle ASL della Sardegna;

5) se non sia opportuna, dopo aver valutato ed accertato quanto segnalato, l'attivazione di tutte le procedure del caso con il Ministero competente per le opportune informazioni;

6) quali iniziative si intendano intraprendere per il futuro della Fondazione onlus Guspini per la vita, quali ad esempio l'attivazione degli ammortizzatori sociali e/o della mobilità in deroga nel caso di licenziamento del personale ancora in forze presso la stessa fondazione. (159)

Interpellanza Solinas Antonio - Bruno sulle centrali per la produzione di energia elettrica nel sistema idraulico del Tirso in Comune di Busachi.

I sottoscritti,

premesso che il Consorzio di 2° grado operante in Oristano prima della fusione decretata nel 1996, ha avviato iniziative allo scopo di alleggerire i costi della gestione del servizio irriguo, in particolare, la realizzazione di due centrali idroelettriche nel sistema idraulico del Tirso che comprende la grande diga Eleonora d'Arborea e la adiacente traversa di Nuraghe Pranu Antoni, entrambe in territorio del Comune di Busachi;

TENUTO CONTO CHE:

- la producibilità energetica delle due dighe ammonta nel complesso a 50 milioni di kWh per anno, contro un consumo di 25 milioni da parte del consorzio;

- i ricavi calcolati con elementi forniti dall'ENEL ammontano a circa 5 milioni di euro per anno e per i primi 15 anni di esercizio godono degli incentivi dei certificati verdi per altri 5 milioni di euro, con un ricavo, per i primi 15 anni, di 10 milioni per anno;

CONSIDERATO CHE:

- il consiglio dei delegati nel 2001, in applicazione dell'accordo formalizzato in data 23 dicembre 1997 tra la Regione autonoma della Sardegna, l'ENEL Spa e il consorzio stesso, ha firmato un protocollo di collaborazione con l'ENEL con cui le cedeva l'iniziativa;

- successivamente sono state avviate da ambo le parti rivendicazioni per via giudiziaria, senza tralasciare tentativi per trovare una via transattiva, anche su auspicio dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

- al fine di scongiurare la perdita della risorsa, in data 13 giugno 2006, con l'assistenza dell'Assessorato regionale dei lavori pubblici e dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, tra il Consorzio e l'ENEL Spa è stato formalizzato un accordo provvisorio per l'avvio della produzione idroelettrica nelle due centrali del sistema Tirso per un periodo di sei mesi; l'accordo, in particolare, prevedeva l'istituzione di un conto corrente bancario intestato alle due parti sul quale l'ENEL Spa avrebbe dovuto depositare il 50 per cento dei ricavi dell'energia prodotta nelle due centrali e l'avvio di un tavolo di trattativa per addivenire ad un accordo definitivo;

- tali trattative hanno avuto termine nel settembre del 2006 per decisione unilaterale dell'ENEL Spa che, pur avendo istituito il conto corrente bancario, non ha mai adempiuto al deposito previsto dall'accordo suindicato arrecando un notevole danno economico al Consorzio di bonifica dell'Oristanese;

- in data 24 novembre 2006 il Tribunale superiore delle acque pubbliche con sentenze n. 133 e n. 134, accogliendo le tesi e le richieste del Consorzio, ha annullato gli atti con cui la Regione autonoma della Sardegna ed il Demanio dello Stato avevano concesso a vario titolo la disponibilità delle aree ad ENEL Produzione Spa e TERNA Spa per realizzare impianti elettrici di produzione e trasmissione;

- in forza delle suindicate sentenze, dotate di esecutività immediata, l'ENEL Produzione Spa avrebbe dovuto cedere al Consorzio le due centrali in quanto legittimo ed unico concessionario delle relative utenze;

- in data 4 novembre 2008, con sentenze n. 28547/08 e n. 28548/08, la Suprema Corte di cassazione ha respinto i ricorsi presentati da ENEL Produzione Spa, TERNA Spa e Agenzia del demanio avverso le sentenze del Tribunale superiore delle acque pubbliche, confermando la fondatezza delle rivendicazioni del Consorzio di bonifica dell'Oristanese;

PRESO ATTO CHE:

- la Regione autonoma della Sardegna non ha ordinato l'esecuzione delle sentenze del Tribunale superiore delle acque pubbliche, lasciando all'ENEL Spa la gestione delle due centrali con rilevanti ricavi pur senza avere alcun titolo giuridico abilitante;

- in data 2 febbraio 2009 il Consorzio di bonifica dell'Oristanese ha disposto di chiamare in giudizio l'ENEL e la Regione autonoma della Sardegna per i danni arrecategli dal luglio 2005 fino all'attualità che, sulla base dei parametri elaborati dall'ENEL ammontano ad oltre 60 milioni di euro, oltre la rivalutazione e gli interessi relativi;

rilevato che le due centrali per la produzione di energia elettrica nel sistema idraulico del Tirso risultano a valle del grande invaso Omodeo che ha garantito alla Sardegna centrale e meridionale le risorse idriche necessarie per lo sviluppo dell'agricoltura in quei territori ma, nel contempo ha creato notevoli danni, sia dal punto di vista ambientale che economico per il comparto agro-pastorale nei comuni circumlacuali dell'alto Oristanese,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere se:

1. non ritengano opportuno la convocazione di un incontro tra l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'ENEL Spa e il Consorzio di bonifica dell'Oristanese al fine di verificare la possibilità di chiudere la vertenza con una possibile transazione;

2. non si rilevi un possibile danno erariale nel mancato trasferimento della quota parte degli utili relativi sia al funzionamento delle centrali che dei certificati verdi;

3. non ritenga, il Presidente della Regione, opportuna la convocazione di una conferenza di servizi tra Regione sarda, Consorzio di bonifica dell'Oristanese, ENEL Spa e i sindaci dei comuni circumlacuali al fine di verificare la possibilità di individuare interventi compensativi che agevolino lo sviluppo di quei territori penalizzati sia dalla costruzione della diga Eleonora d'Arborea che dalle due centrali idroelettriche cosi come, ormai da decenni, quei territori rivendicano. (160)

Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Solinas Antonio - Meloni Valerio - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Espa - Lotto - Meloni Marco - Sanna Gian Valerio - Soru - Sabatini sulla gestione, modalità e tempi di utilizzo dei fondi sociali europei nel progetto del Master and back da parte della Regione Sardegna a discapito dei laureati sardi e loro famiglie.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- dai recenti dati Eurostat sulla disoccupazione giovanile si è appreso che in Sardegna il tasso oggi ha raggiunto un vero record, quello del 44,7 per cento, che la vede al sesto posto tra le regioni europee con i dati peggiori, così come al primo tra quelle italiane seguita dalla Sicilia (38,5 per cento, decimo posto), dalla Basilicata (38,3 per cento, undicesimo posto) e dalla Campania (38,1 per cento, dodicesimo posto);

- una delle opportunità innovative della Regione volte a dar stimolo ed incentivare l'inserimento lavorativo dei giovani laureati, solo se amministrato con responsabilità e competenza di settore, è il cosiddetto Master and back, nato per finanziare percorsi di alta formazione (scuole di specializzazione, dottorati di ricerca e master) e stage, per esperienze fuori dalla Regione Sardegna;

CONSIDERATO CHE:

- i bandi di attivazione dei Master and back per l'alta formazione per l'anno 2010-2011, la cui pubblicazione era stata prevista al 31 ottobre 2010, non sono invece stati ancora emessi;

- per poter accedere ad un percorso di alta formazione o stage previsto dal Master and back, un laureato deve poter ricevere in tempi adeguati il finanziamento concesso sotto forma di borsa di studio, per consentirgli di poter partire ed affrontare i costi di alloggio in altra regione italiana o all'estero senza poter, quindi, contare sul sostentamento della propria casa famigliare;

- per quanto riguarda i master attivati da università pubbliche o private, il regolamento ultimo del bando 2009-2010 include soltanto quelli di II livello;

CONSTATATO CHE:

- si è appreso che le borse di studio che la Regione conferisce col suddetto programma, compresa la quota del 40 per cento dei FSE, sono tassate di una cifra considerevole (sino al 35 per cento);

- l'Agenzia regionale del lavoro, sulla questione della tassazione delle borse finanziate nell'ambito del Master and back, riferisce, con comunicato del 14 ottobre 2010, che secondo il regolamento comunitario n. 1083/2006 all'articolo 80, nel caso di operazioni a titolarità regionale come il caso del Master and back, deve considerarsi "beneficiario" l'Agenzia regionale per il lavoro alla quale i fondi vengono integralmente trasferiti dall'Autorità di gestione del POR FSE 2007/2013;

- vi sono master di I livello altamente professionalizzanti indetti da università private o pubbliche, della durata di un anno e che conferiscono 60 crediti, così come i master di II livello, e non si ritiene plausibile l'eventuale giustificazione che soltanto per il fatto che a questa tipologia di corso possono accedere i laureati con la laurea triennale, la Regione li esclude dalla richiesta al bando Master and back anche per il laureato con la laurea quinquennale, indirizzato invece ad intraprenderlo dipendentemente dalla materia che interessa ai fini occupazionali;

VERIFICATO CHE con deliberazione n. 52/40 del 3 ottobre 2008 - POR FSE 2007-2013 (Individuazione degli organismi intermedi e delle linee di attività loro delegabili), nel Programma operativo regionale - Regione Sardegna FSE 2007-2013 C(2007) 6081 del 30 novembre 2007 (Manuale delle procedure dell'Autorità di gestione - Versione 1.0 - gennaio 2009), e con deliberazione del 4 dicembre 2009 (POR FSE 2007-2013. Individuazione degli organismi intermedi e delle linee di attività loro delegabili. Modifica della Delib.G.R. n. 52/40 del 3.10.2008), l'Agenzia regionale del lavoro è riconosciuta quale organismo intermedio;

RICORDATO CHE la Regione Puglia, a proposito dell'assoggettamento dei fondi strutturali europei al prelievo fiscale (giuste sentenze della Corte di giustizia n. C-427/05 del 25 ottobre 2007, e della Corte di cassazione n. 2082 del 30 gennaio 2008), così come già chiarito dall'Agenzia delle entrate con risoluzione n. 108/E del 4 agosto 2004 e poi successivamente con nota prot. n. 2006/188394 del 29 dicembre 2006, nella particolare ipotesi in cui i contributi derivino da fondi strutturali comunitari trova applicazione la disciplina dettata dall'articolo 80 del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, pubblica gli elenchi dei beneficiari che risultano essere direttamente gli studenti del progetto "ritorno al futuro" (un progetto similare al Master and back) e dove anche in questo caso l'amministrazione che si occupa del progetto è un organismo intermedio,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere quali azioni urgenti abbiano assunto o intendano assumere:

1) per far conoscere le motivazioni di merito che giustifichino un così inadempiente ritardo sulla pubblicazione dei bandi per l'alta formazione per l'anno 2010-2011;

2) per far conoscere e far trasparire gli obbiettivi produttivi a favore dell'occupazione posti in essere nel fare dell'Agenzia regionale del lavoro la beneficiaria dei FSE decurtando dalle borse di studio, a discapito dei laureati che devono mantenersi fuori o che rientrano col back, parte di quegli stessi fondi, tassandoli;

3) perché venga finalmente chiarito l'obbiettivo di destinazione, a questo punto, di quel 40 per cento per borsa di studio del FSE se, attraverso meccanismi di tassazione, anziché essere destinato integralmente al laureato viene trattenuto dall'Amministrazione regionale soltanto per essere intermediaria dei fondi;

4) per consentire nei bandi 2010-2011 il finanziamento per i laureati con una laurea quinquennale, dei master di I livello che conferiscono al corsista 60 crediti, e conferire quindi un'ulteriore opportunità nel poter perseguire degli studi di alta formazione finalizzati ad un'eventuale più alta probabilità per la ricerca di un'occupazione da parte del laureato interessato a quel tipo di corso;

5) per verificare la strategia di sviluppo messa in atto dall'Agenzia regionale del lavoro che, attraverso personale auspicabilmente competente, professionale ed aggiornato in materia (dedito quindi a seguire i tempi di utilità delle operazioni del progetto), programma la pubblicazione dei bandi a fine ottobre (al momento non ancora emessi) con scadenza entro 60 giorni (due mesi per poter far richiesta) per poi arrivare a gennaio e cominciare a visionare le domande pervenute;

6) per contrastare l'inadeguatezza dei bandi, presumibilmente anche quelli prossimi, che erogano i finanziamenti a corsi inoltrati, senza che i laureati aspiranti a frequentare un corso di alta formazione abbiano preso visione delle graduatorie della selezione ed abbiano ricevuto i finanziamenti, quindi impossibilitati ad affrontare gli alti costi del corso stesso e le spese di necessità primarie di mantenimento;

7) per scongiurare l'eventuale inadempienza da parte dell'Agenzia del lavoro che fornisce notizie incerte sulla pubblicazione del bando per i tirocini previsti dal programma operativo del Master and back e finalizzati ad un possibile inserimento lavorativo. (161)

Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità dell'avvio in Sardegna di una sperimentazione clinica relativa al trattamento della sclerosi multipla tramite la procedura di disostruzione venosa proposta dal prof. Paolo Zamboni, del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara e su eventuali, reali ed immediate previsioni di acquisto di strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella sclerosi multipla per il Sistema sanitario della Regione.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- la sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica progressiva altamente invalidante, ed attualmente la causa di questa patologia è ancora ignota, e non esiste per essa una cura, ma solo terapie a base di interferoni e di immunosoppressori che ne rallentano il decorso che purtroppo, però, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa un terzo dei pazienti con un costo dei farmaci molto alto;

- la sclerosi multipla, dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Sardegna 150 persone ogni 100 mila abitanti, un'incidenza doppia rispetto alla media italiana;

- secondo gli studi del centro regionale di riferimento, in Sardegna i fratelli di persone ammalate corrono un rischio di contrarre la malattia 15 volte superiore alla restante popolazione sarda mentre per i figli di ammalati il rischio è 7 volte superiore;

- si calcola che siano oltre 3.000 i sardi con diagnosi di sclerosi multipla che, nelle quattro forme recidivante-remittente, progressiva secondaria, benigna e progressiva primaria, è circa due volte e mezzo più frequente nelle donne;

CONSIDERATO CHE:

- il prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare e docente del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche all'Università di Ferrara, che da alcuni anni, assieme al suo gruppo di studio ed al dott. Fabrizio Salvi, neurologo presso l'Ospedale Bellaria di Bologna, ha avviato una innovativa ricerca nel campo della eziopatogenesi e trattamento della sclerosi multipla, concentrandosi in particolare sulla associazione tra insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI), afferma di aver scoperto che è proprio l'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, chiamata CCSVI, a contribuire allo sviluppo della sclerosi multipla, e che un intervento mini invasivo di angioplastica dilatativa chiamato "liberazione" (in day-hospital) potrebbe correggere quest'alterazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti;

- già dall'autunno del 2008, nell'ambito del programma di ricerca "Regione Università", il prof. Zamboni presentò un progetto dal titolo "Valutazione costo-efficacia del trattamento dell'insufficienza venosa cerebrospinale quando associata a sclerosi multipla", ma la commissione di esperti chiamata a valutare i progetti, anche alla luce del fatto che al tempo non esisteva alcuno studio pubblicato relativo alla efficacia della procedura, ritenne prematura l'ipotesi di uno studio clinico di efficacia e approvò invece una ricerca sulla validazione diagnostica della metodica ecodoppler;

- successivamente, nel 2009, il gruppo di Zamboni ha pubblicato sul Journal of vascular surgery un articolo dal titolo "A prospective open-label study of endovascular treatment of chronic cerebrospinal venous insufficiency" in cui viene valutato l'effetto della disostruzione venosa in una serie di 65 pazienti con SM che soddisfano i criteri di CCSVI all'ecodoppler ed alla venografia (nel lavoro gli autori dichiaravano che il trattamento potrebbe essere una opzione terapeutica efficace, ma essi stessi ritenevano necessaria una conferma dell'efficacia mediante uno studio controllato e randomizzato di più ampie dimensioni);

- nei mesi seguenti la citata pubblicazione, pazienti singoli, loro familiari e associazioni costituite ad hoc fra pazienti richiesero sia per il tramite di incontri istituzionali, sia attraverso vari mezzi di comunicazione, la possibilità di accesso al trattamento, eventualmente nell'ambito di una sperimentazione clinica;

RILEVATO CHE:

- la terapia a base di farmaci è sempre stata una questione molto dibattuta sia per la loro funzione non curativa, ma stabilizzante della malattia, che per i gravi effetti collaterali, come il possibile insorgere della LMP, grave infezione virale che colpisce il cervello e può causare la morte; inoltre il costo del Tysabry è di 2.950 euro a fiala (ogni paziente deve fare almeno un ciclo di terapia che costa alla sanità fra i 20 mila e gli 80 mila euro l'anno mentre invece con il metodo Zamboni parliamo di una spesa di mille euro);

- per la sperimentazione del metodo Zamboni occorrono un ecocolordoppler (dal costo approssimativo di circa 50 mila euro) e la formazione di personale che sappia usarlo per individuare l'eventuale presenza di stenosi venose (in particolare in giugulari e azygos) alla base delle disfunzioni vascolari croniche descritte nella CCSVI;

- l'approccio innovativo sta proprio nell'introduzione, nella fase di diagnosi, di un particolare esame ecodoppler attraverso cui è possibile stabilire se nel paziente si è verificato un deposito ferroso nei vasi sanguigni del cervello causato dall'irrigidimento di alcune valvole che si trovano all'interno delle vene della corteccia cerebrale; quella che viene definita in medicina CCSVI, insufficienza venosa cronica cerebrospinale;

- l'applicazione del cosiddetto "metodo Zamboni" è già in atto all'estero, mentre in Italia la sperimentazione avviene solo in alcune regioni e molti pazienti sono costretti a rivolgersi ad altri Paesi sobbarcandosi gravosi costi di viaggi, soggiorni e degenze ed anche con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti;

- su mandato della Agenzia sanitaria e sociale regionale dell'Emilia Romagna, un gruppo di esperti ha già lavorato alla messa a punto di un protocollo di studio clinico per la valutazione della efficacia e dei rischi legati al trattamento della CCSVI mediante angioplastica venosa (che verrà preventivamente sottoposto al vaglio dei comitati etici dei centri partecipanti) consentendo così alla stessa Regione Emilia Romagna, per prima, di poter finalmente esitare lo strumento propedeutico da usare per valutare l'efficacia del trattamento della CCSVI su circa 400 pazienti con sclerosi multipla, secondo le scoperte del professor Paolo Zamboni, che ha partecipato, con Fabrizio Salvi, al gruppo di coordinamento;

- nel resto d'Italia invece, percorsi per favorire la sperimentazione sono già stati avviati nei mesi scorsi dalle regioni Lombardia, Sicilia, Piemonte, Puglia, Marche e Veneto, mentre sono attivi centri di diagnosi a Trento e Napoli dove è attesa a breve una decisione del Comitato etico del Secondo policlinico campano per il via libera all'applicazione dell'innovativa ricerca anche nella Regione Campania;

- anche l'AISM, l'associazione italiana sclerosi multipla, ha deciso di sostenere le ricerche sulla correlazione delle due patologie, che coinvolgeranno nella sperimentazione 10-15 centri clinici in tutta Italia fra i quali era prevista anche la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari,

APPRESO CHE:

- il 14 giugno scorso la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, e sostenendo che l'ipotesi scientifica di Zamboni sia ancora oggetto di discussione nella comunità scientifica internazionale "a fronte di dati contrastanti";

- la Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari ha rinunciato ad acquisire l'apparecchiatura in quanto "a fronte del rincorrere la moda scientifica attuale, non sembra giustificare l'investimento e soprattutto, non garantisce un effettivo miglioramento della qualità diagnostica cerebrovascolare del laboratorio" (il responsabile ha chiesto un apparecchio ecografico che consenta un'utilizzazione polifunzionale; "In assenza di risposte adeguate alle reali esigenze", si legge nella lettera di rifiuto dell'acquisto, "si renderà obbligata la rinuncia a partecipare, come gruppo di lavoro della clinica neurologica, alla ricerca multicentrica sulla CCSVI, che non bisogna dimenticare esser gravata da un pesante carico di lavoro supplementare rispetto ai compiti assistenziali primari, ma cui si è aderito in prima istanza per senso di responsabilità dinanzi alle attese e alle sollecitazioni dei pazienti SM"),

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1. la decisione della dalla Clinica neurologica dell'Azienda mista di Sassari, che si è chiamata fuori dalla sperimentazione respingendo la proposta di acquisto dello strumento ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM, sia coerente con gli indirizzi politici e gestionali della Giunta regionale della Sardegna in materia di sanità;

2. risulti all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che in Sardegna vi siano strumenti ecocolordoppler per la diagnosi di CCSVI nella SM ovvero se vi sia nell'immediato la prospettiva reale e certa di dotare di almeno uno di essi il sistema sanitario regionale;

3. la Giunta regionale non ritenga opportuno, per un futuro finalmente libero dalla sclerosi multipla e anche per dare risposte concrete ai tanti malati sardi di sclerosi multipla che attendono un forte segnale di attenzione al quale la Regione Sardegna non può ulteriormente sottrarsi, guardare con maggiore attenzione alla ricerca promossa dalla Regione Emilia Romagna, che sta suscitando molte speranze fra i malati di sclerosi multipla, sia assumendo iniziative concrete e rapide volte a sostenere la stessa ricerca, che condividendo la necessità di inserire pure la regione Sardegna nella sperimentazione clinica finalizzata a verificare l'efficacia del metodo terapeutico Zamboni. (162)

Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Meloni Valerio sulla mancata convocazione della Consulta regionale giovani.

PREMESSO CHE:

- ai sensi del comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 15 aprile 1999, n. 11, è stata istituita a novembre 2009, presso la Presidenza della Regione, la Consulta regionale giovani;

- ai sensi del comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale n. 11 del 1999, la Consulta regionale giovani, nominata con decreto del Presidente della Regione, dura in carica cinque anni;

CONSIDERATO CHE il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale n. 11 del 1999 prevede che la Giunta regionale, unitamente ai documenti di bilancio, presenti il "Rapporto sull'evoluzione della condizione giovanile e lo stato d'attuazione delle politiche giovanili" predisposto previo parere della Consulta regionale dei giovani;

CONSTATATO CHE:

- in armonia al comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale n. 11 del 1999, la Consulta regionale giovani è l'organo propositivo e consultivo della Giunta e, in generale, dell'Amministrazione regionale perché possano essere perseguiti gli obiettivi primi della legge stessa, in relazione alle iniziative e coordinamento delle attività a favore dei giovani;

- relativamente il comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale n. 11 del 1999, la Consulta regionale giovani inoltre promuove indagini e ricerche sulla condizione giovanile, iniziative culturali e sociali dirette allo sviluppo della cultura dei giovani d'intesa con movimenti ed associazioni giovanili, sviluppa rapporti con analoghi organi nazionali ed internazionali, propone iniziative per il reperimento e la diffusione di informazioni riguardanti la condizione giovanile e per un migliore utilizzo delle fonti di informazione esistenti ed elabora pareri in merito ai progetti di legge ed ai programmi riguardanti la politica giovanile;

VERIFICATO CHE l'articolo 3 della legge regionale n. 11 del 1999 prevede che la Consulta regionale giovani invii, entro il 31 maggio di ogni anno, al Presidente del Consiglio regionale, al Presidente della Regione ed agli Assessori una dettagliata relazione sull'attività svolta e su quella programmata per l'anno successivo;

RICORDATO CHE in riferimento all'interrogazione n. 16/A del 30 aprile 2009, l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e limitatamente a quanto concerne la sua competenza, fa presente che il rapporto sull'evoluzione della condizione giovanile (previsto dall'articolo 3 della legge regionale n. 11 del 1999), è stato approvato dalla Giunta regionale quale allegato alla deliberazione n. 43/2 del 25 settembre 2009 "Proposta di bilancio per l'anno 2010 e di bilancio pluriennale 2010-2013. Proposta di legge finanziaria per l'anno 2010 e documenti connessi presentati dall'Assessore della programmazione",

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere quali azioni urgenti abbiano assunto o intendano assumere:

1) per chiarire quale modalità abbiano adottato nel formulare il rapporto sull'evoluzione della condizione giovanile sopra citato considerato che la nomina della Consulta regionale giovani si è avuta successivamente, a novembre 2009;

2) per consentire che la Consulta regionale giovani espleti i suoi doveri e quindi poter inviare entro il 31 maggio 2011, al Presidente del Consiglio regionale, al Presidente della Regione ed agli Assessori, una dettagliata relazione sull'attività svolta e su quella programmata per l'anno successivo (articolo 3 della legge regionale n. 11 del 1999), poiché lo stato attuale di trascuratezza e irresponsabilità da parte della Regione nel convocare la Consulta dei giovani la rende impossibilitata a poter adempiere ai suoi obblighi istituzionali;

3) per indire, quindi, la convocazione della Consulta regionale giovani quanto prima, entro il mese di novembre 2010, e garantire ad essa ulteriori convocazioni a costanti e ravvicinati periodi. (163)

Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina dei rappresentanti della Regione Sardegna nel consiglio di amministrazione del Teatro lirico di Cagliari e il serio rischio che lo stesso venga commissariato.

Il sottoscritto,

CONSIDERATO CHE:

- il Teatro lirico di Cagliari è patrimonio culturale di tutta la Sardegna e pertanto non è accettabile che si perda una delle pochissime strutture che produce e diffonde in maniera eccellente arte e cultura sarda, nazionale e internazionale;

- la programmazione del Teatro lirico, se di qualità e se sapientemente pubblicizzata, è un mezzo straordinario per incrementare i flussi turistici culturali nel nostro territorio;

- il Teatro rappresenta oggi una realtà capace di offrire, tra diretto e indotto, centinaia di posti di lavoro;

VENUTO A CONOSCENZA CHE:

- il 5 novembre 2010 scadono i quarantacinque giorni di proroga concessi al sovrintendente uscente e se entro tale data non verrà nominato il successore, il commissariamento sarà un atto obbligato;

- il nuovo soprintendente è nominato dal consiglio di amministrazione del Teatro che ad oggi non è insediato in quanto mancano i componenti indicati dalla Regione sarda;

PRESO ATTO CHE il commissariamento è assolutamente da scongiurare perché non farebbe altro che aggravare una crisi preesistente dovuta a tagli finanziari preannunciati da parte dello Stato, della Regione e del Comune di Cagliari, dovuta inoltre ad una elevata conflittualità sindacale, ad un impoverimento della programmazione e ad una ragionevole difficoltà a reperire, nel tessuto economico locale, risorse private che potrebbero garantire un serio contributo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1. quali motivazioni abbiano ostacolato fino ad oggi l'indicazione dei due componenti che dovrebbero far parte del consiglio di amministrazione del Teatro;

2. se non ritenga urgente e necessario procedere, prima del 5 novembre 2010, a tali nomine per evitare il commissariamento del Teatro e scongiurare quindi parte delle conseguenze negative esposte in premessa. (432)

Interrogazione Porcu - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di paralisi di AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) e sulle dubbie modalità di assunzione di personale operate nell'ultimo anno dall'ente per far fronte alle carenze nelle dotazioni organiche.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- il direttore generale di AREA, con determinazione n. 237 del 27 luglio 2009, aveva bandito un concorso per l'assunzione di 12 unità lavorative di categoria B;

- il concorso è stato dapprima sospeso, infine revocato dal nuovo CDA con deliberazione n. 147/7 del 13 aprile 2010;

- con deliberazione n. 145/3 del 30 marzo 2010, il CDA ha dato mandato al direttore generale affinché, nelle more della indizione dei concorsi pubblici, ponesse in essere le procedure necessarie all'indizione di un bando di gara ad evidenza pubblica per individuare l'agenzia interinale alla quale affidare le richieste di somministrazione di lavoro necessarie per il funzionamento dell'ente;

- nonostante la succitata deliberazione n. 145/3, con determinazione del direttore generale n. 124 del 5 maggio 2010, il servizio di somministrazione lavoro per la fornitura di cinque istruttori amministrativi e di un ingegnere, è stato affidato direttamente all'agenzia Obiettivo lavoro, in violazione dell'articolo 125 del codice degli appalti che impone la procedura negoziata per i contratti sotto soglia;

- l'agenzia Obiettivo lavoro non ha reso pubbliche le offerte di lavoro e non si conoscono i requisiti richiesti per queste 6 figure professionali, poi assunte con contratto semestrale, non essendo state pubblicate le apposite schede;

- le nuove assunzioni non sono state comunicate alle organizzazioni sindacali ai sensi della legge regionale n. 31 del 1998;

- il tempismo delle assunzioni, 5 maggio data della determina, 14 maggio data della sua pubblicazione, 27 maggio data assunzioni, 30 maggio elezioni provinciali, ha suscitato malcontento e sospetti;

VERIFICATO CHE:

- appare grave la situazione di paralisi del Servizio edilizia e dell'Ufficio progettazione di AREA e che tale stato di inerzia appare ancora di più intollerabile alla luce della disponibilità di fondi per oltre 200 milioni di euro che potrebbero essere immediatamente destinati alla costruzione di nuovi alloggi o a progetti di riqualificazione urbanistica da destinare a edilizia sociale, dando almeno parziale risposta al diritto ad un alloggio dignitoso per molte famiglie che si trovano nella condizione di non poter accedere al bene casa alle normali condizioni di mercato;

- nell'organigramma dell'ente sono tutt'ora presenti doppi e tripli incarichi e altri sono affidati tramite interminabili interim tra cui quello dello stesso direttore generale per le evidenti difficoltà del consiglio di amministrazione a mettersi d'accordo su una figura esterna che abbia il sufficiente gradimento politico e che sia finalmente in grado, dopo 20 mesi dalle ultime elezioni regionali e dopo un anno dalla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, di dare piena operatività ad un ente così importante per la coesione sociale della nostra Isola;

CONSTATATO ALTRESÌ CHE:

- il collegio dei sindaci revisori è stato nominato solo nel mese di giugno del 2010, con grande ritardo e dopo 4 mesi di esercizio provvisorio, e pertanto numerosi atti, tra cui il bilancio preventivo 2010 dell'ente, risultano illegittimi;

- la situazione sopra descritta non ha impedito nel frattempo di affidare un incarico professionale all'onorevole Salvatore Cicu (determina del direttore generale n. 3 del 10 febbraio 2010) parlamentare del PDL;

- la gestione nella manutenzione degli immobili avveniva, fino a pochi mesi fa, con affidamenti diretti sempre alle stesse ditte con violazione del codice degli appalti e non appare, ancora oggi, improntata alla massima trasparenza,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se non ritengano di:

1) verificare i motivi che hanno portato AREA, a due anni dalle elezioni regionali, allo stallo organizzativo e progettuale sopra descritto e a comportamenti che non sono apparsi improntati alla massima trasparenza, imparzialità e rispetto delle norme previste per un ente pubblico;

2) individuare i motivi per i quali solo di recente sono stati finalmente banditi regolari concorsi pubblici per il completamento della pianta organica e a vigilare affinché tali concorsi siano espletati nella massima trasparenza tenendo conto delle effettive esigenze dell'ente e delle specifiche professionalità, titoli ed eventuali esperienze maturate all'interno dell'ente dei partecipanti;

3) operare per cancellare la sovrapposizione di incarichi e per affidare in via definitiva gli attuali incarichi ad interim a cominciare da quello riguardante lo stesso direttore generale;

4) mettere in campo ogni altra azione che sia in grado di consentire ad AREA, dopo 20 mesi dalle ultime elezioni regionali, di tornare a svolgere la propria fondamentale missione di ente pubblico preposto alla valorizzazione del patrimonio abitativo e al sostegno di politiche di recupero e riqualificazione urbana e territoriale per finalità sociali, ruolo che appare, oggi, gravemente compromesso con grave danno per la coesione sociale dell'intera comunità isolana. (433)

Interrogazione Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione mineraria in territorio del Comune di Sardara denominata "Piscina Quaddus".

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- con determinazione n. 112 del 30 marzo 2004 il direttore del Servizio attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria ha rilasciato al Comune di Sardara la concessione mineraria per acque termali e minerali denominata "Piscina Quaddus";

- con determinazione n. 222 del 28 maggio 2004 il direttore del Servizio attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria ha integrato le condizioni già espresse nella determinazione n. 112 in merito al limite di emungimento della falda acquifera;

- la determinazione n. 222 del 28 maggio 2004 del direttore del Servizio attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria dispone che il Comune di Sardara ha la facoltà di coltivare il giacimento di acque termominerali denominato "Piscina Quaddus" emungendo un quantitativo d'acqua che non può superare gli 8 l/s;

- in data 18 ottobre 2010 il Comune di Sardara ha approvato la deliberazione di giunta comunale n. 178 "Concessione mineraria acque termali - Indirizzi della Giunta";

CONSIDERATO CHE:

- il regio decreto 29 luglio 1927 n. 1443, e le norme integrative previste nella legge regionale 7 maggio 1957, n. 15, pongono in capo all'Assessorato regionale dell'industria il rilascio delle concessioni minerarie;

- il Servizio attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria ha il compito di esercitare la funzione ispettiva di polizia mineraria e di sovrintendere al controllo sul buon governo dei giacimenti;

CONSTATATO CHE nella deliberazione di giunta comunale n. 178 del 18 ottobre 2010 il Comune di Sardara si impegna a concedere alla ditta COS.VLP. Srl lo sfruttamento di una quota dell'acqua termale,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1. se il Comune di Sardara, in qualità di concessionario, abbia preventivamente informato il Servizio attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria dell'intenzione di adottare la deliberazione di giunta comunale n. 178 del 18 ottobre 2010 "Concessione mineraria acque termali - Indirizzi della Giunta";

2. se il Comune di Sardara sia stato preventivamente autorizzato a dare in concessione a terzi lo sfruttamento di una quota dell'acqua termale;

3. quali azioni intenda adottare per garantire che gli atti posti in essere dal Comune di Sardara non rechino pregiudizio al buon governo della risorsa idrica all'interno del bacino termale. (434)

Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione del collegamento navale Porto Torres - Barcellona - Porto Torres operato dalla compagnia Grimaldi lines.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- il collegamento Porto Torres - Barcellona - Porto Torres, operato dalla Grimaldi lines, è stato attivato nella primavera del 2009 e da allora, nonostante i tagli delle corse nel periodo autunnale e invernale, passate da tre a due alla settimana nel 2010, ha contribuito a incrementare notevolmente i flussi turistici dalla Spagna registrando oltre ottantamila arrivi nel periodo estivo e oltre cinquantamila nel resto dell'anno, nonché gli scambi commerciali, rivelandosi indubbiamente importante e strategico non solo per il nord Sardegna, ma per l'intera Regione;

- l'avvio di tale collegamento fu realizzato grazie all'accordo tra la Giunta presieduta da Renato Soru e la compagnia Grimaldi lines, inserito all'interno di un ampio disegno di sviluppo dei traffici marittimi internazionali contenuto nel Piano regionale dei trasporti;

CONSIDERATO CHE:

- dal 13 ottobre 2010 la Grimaldi lines ha sospeso la tratta Porto Torres - Barcellona - Porto Torres, con evidenti pesanti conseguenze sul traffico turistico e delle merci;

- fin dallo scorso mese di settembre 2010, ovvero da quando si è ufficializzata la volontà della compagnia Grimaldi lines di sopprimere tale collegamento, numerose sono state le manifestazioni di seria preoccupazione di amministratori locali, operatori commerciali e turistici e dei rappresentanti del territorio in Consiglio regionale, presentatori di una interrogazione a riguardo, che si sono rivolti alla Giunta regionale affinché si adoperasse per scongiurare l'ennesimo schiaffo al territorio e all'economia del nord ovest della Sardegna;

- il 30 settembre 2010, a seguito di un incontro tra il Presidente della Regione, gli allora Assessori dei trasporti e del turismo artigianato e commercio e i vertici della compagnia di navigazione Grimaldi lines, il Presidente affermò che avrebbe garantito il massimo sostegno della Regione alla società di navigazione soprattutto in merito all'attività nel periodo invernale, momento in cui si registra un fisiologico calo di presenze e una conseguente difficoltà di gestione economica della tratta;

- sempre a seguito dell'incontro del 30 settembre 2010, l'Assessore regionale del turismo artigianto e commercio garantì immediata disponibilità a portare avanti un'operazione di co-marketing con la Grimaldi lines, mentre l'Assessore regionale dei trasporti promise il massimo impegno per recuperare le risorse necessarie ad assicurare il mantenimento della rotta, riconoscendo la validità dello strumento di trasporto, sia per i passeggeri che per le merci;

PRESO ATTO CHE nonostante le promesse del Presidente e degli Assessori coinvolti, la Regione non ha intrapreso alcuna azione concreta per affrontare e risolvere le problematiche relative alla soppressione della tratta Porto Torres - Barcellona, rivelandosi ancora una volta disattenta e inadempiente nei confronti delle vicende riguardanti i trasporti e le infrastrutture del nord della Sardegna,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere quali urgenti azioni intendano intraprendere per rispettare e/o rinnovare gli accordi con la compagnia Grimaldi lines, al fine di ripristinare immediatamente il collegamento Porto Torres - Barcellona - Porto Torres e onorare gli impegni presi verbalmente. (435)

Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità che nelle ASL della Sardegna possa essere avviata la sperimentazione del metodo promosso dal prof. Paolo Zamboni per la cura della sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica per la cura della CCSVI.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- la sclerosi multipla, chiamata anche sclerosi a placche, è una malattia infiammatoria cronica demielinizzante, a patogenesi autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale);

- questa malattia colpisce la Sardegna in maniera particolare, con il risultato che l'Isola è il territorio in cui si registra una percentuale altissima rispetto al resto dell'Italia e, forse, del mondo;

- ogni anno, in Sardegna, si registrano 150 casi ogni 100.000 abitanti e, attualmente, la patologia colpisce non meno di 2.500 nostri cittadini;

CONSIDERATO CHE:

- da qualche tempo, si starebbe affermando una scoperta scientifica del prof. Paolo Zamboni del Centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, che collegherebbe lo sviluppo della sclerosi multipla alla insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), vale a dire alla stenosi venosa che riguarda in particolare la vena azygos e le vene giugulari;

- la CCSVI si cura con un intervento chirurgico di angioplastica per eliminare la stenosi venosa;

- questa pratica ha evidenziato effetti positivi nei malati di sclerosi multipla grazie alla regolarizzazione della circolazione venosa cerebrale, individuando una netta riduzione del numero delle ricadute e lesioni cerebrali e il conseguente miglioramento della qualità della vita;

- pur collegandola alla sclerosi multipla, la CCSVI è una patologia a sè stante, non ancora riconosciuta in Italia e che va curata così come è stata riconosciuta, nel mese di settembre del 2009, in un convegno mondiale dei chirurghi vascolari;

- nel mese di gennaio del 2010, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, ha sollecitato il Ministero della salute ad occuparsi del riconoscimento della patologia CCSVI;

- nel mese di marzo 2010 il problema è stato sottoposto al Consiglio superiore della sanità;

- nel mese di aprile 2010 la prestigiosa rivista medica "International angiology" ha dedicato un numero monografico alla scoperta del prof. Zamboni e quando ciò accade, significa che il problema è considerato "serio" dagli esperti;

PRESO ATTO CHE:

- in Italia, al momento, non è ancora consentito curare la patologia CCSVI con un intervento di angioplastica, in quanto la malattia non è riconosciuta;

- appare difficilissimo anche diagnosticare la malattia a causa delle lunghe code d'attesa per l'utilizzo dello strumento ecocolordoppler, difficile anche da reperire nella ASL, come sarebbe difficile reperire personale qualificato per l'utilizzo del macchinario;

- nonostante ci siano medici disposti a effettuare gli interventi chirurgici di angioplastica, la ASL di Sassari, ad esempio, avrebbe rigettato la proposta di acquistare l'ecocolordoppler quale strumento di diagnosi della CCSVI nella sclerosi multipla;

- di recente, la Regione Lazio si è aggiunta a Puglia e Sicilia per avviare percorsi di sperimentazione per curare la sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica per curare la CCSVI, e così pure altre regioni italiane, l'Emilia Romagna, ha raggiunto un accordo con l'equipe del prof. Zamboni per un protocollo di intervento sperimentale, la Regione Marche ha deliberato di avviare uno studio/ricerca per trattare 200-250 pazienti affetti da sclerosi multipla, nella Regione Veneto, la ASL di Vicenza ha ricevuto in dono da una fondazione privata un ecodoppler per la diagnosi della CCSVI e la stessa ASL ha avviato una convenzione con l'Università di Ferrara per valutare i casi di ragazzi affetti da sclerosi multipla, infine, la Regione Piemonte si è espressa nella ferma volontà di procedere all'approfondimento della questione attraverso un progetto per uno studio randomizzato, che comprende la diagnosi e la liberazione della CCSVI;

VERIFICATO CHE:

- il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, pur nella cautela del caso, ha pubblicamente espresso la volontà di approvare, entro breve tempo, i percorsi dei protocolli di intervento, in considerazione del fatto che le strutture competenti sarebbero già al lavoro;

- al momento, la sola speranza per gli italiani affetti di sclerosi multipla è quella di impegnare circa 8 mila euro, cifra non accessibile a tutte le persone, e recarsi in una struttura sanitaria privata in Bulgaria per l'effettuazione dell'intervento di angioplastica;

- si è oltremodo intuito che il trattamento tempestivo di angioplastica, effettuato dal prof. Zamboni su una paziente medico tre giorni dopo la diagnosi di sclerosi multipla, non lascerebbe tracce di ulteriore e possibile decorso della malattia;

- il trattamento Zamboni viene applicato in diversi paesi del mondo e oltre la Bulgaria, in Francia, Germania, Giordania, India, Irlanda del Nord, Kuwait, Polonia, Serbia e Stati Uniti,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1. non ritengano urgente e necessario, visto l'alto numero di pazienti affetti da sclerosi multipla residenti in Sardegna che confidano in questa scoperta per sperare nella guarigione, dare l'avvio alla sperimentazione del protocollo ipotizzato dal prof. Zamboni, eventualmente stabilendo con la sua equipe una convenzione allo scopo di valutare un congruo numero di pazienti da avviare alla sperimentazione;

2. non ritengano doveroso incrementare nelle ASL della Sardegna il numero di ecocolordoppler necessari perla diagnosi della CCSVI così da cercare di inserire la Regione sarda fra le istituzioni all'avanguardia per la cura della insufficienza venosa cronica cerebro spinale quale possibilità anche per la cura della sclerosi multipla. (436)

Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave erosione e rischio di cedimento di un argine del Rio Cedrino e sulle prevedibili gravi conseguenze ai danni delle persone, delle imprese e del centro abitato di Orosei.

La sottoscritta,

PREMESSO CHE da tempo gli amministratori locali e i pescatori di Orosei hanno presentato formali richieste di verifica sulla criticità di tenuta dell'argine destro del Rio Cedrino, in particolare del tratto conclusivo che costeggia Tanca Idda;

CONSTATATO CHE in data 4 novembre 2010 i tecnici del Genio civile di Nuoro hanno accertato, attraverso un sopralluogo, l'erosione della base dell'argine nel tratto che costeggia la frazione chiamata Tanca Idda, l'esistenza di crepe nell'asfalto sulla sommità dell'argine e l'ostruzione di nove delle dodici bocche all'altezza del ponte a causa del deposito di sedimenti e detriti;

CONSIDERATO il parere tecnico del responsabile del settore opere idrauliche e assetto idrogeologico del Genio civile di Nuoro, il quale ha dichiarato agli organi di stampa che la stabilità dell'argine è seriamente minacciata dalla deviazione della corrente del fiume imputabile agli sbarramenti di terra e sabbia trasportata dalle piene;

RIMARCATA la pericolosità dell'attuale situazione suscettibile di degenerare, in caso di piena, nel crollo dell'argine già compromesso col conseguente inondamento della parte bassa del paese di Orosei;

RICHIAMATA inoltre la mozione n. 34 del 19 gennaio 2010, approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale che impegnava, tra l'altro, il Presidente della Regione a verificare la possibilità di richiedere alla Presidenza del Consiglio dei ministri la delega per la realizzazione delle opere indispensabili con le procedure d'urgenza previste dalla normativa della protezione civile nelle situazioni di emergenza e a reperire le risorse necessarie per il risanamento del Rio Cedrino,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente:

1) affinché assumano in tempi brevissimi tutte le informazioni e i documenti necessari per definire il problema e programmare i lavori;

2) affinché intervengano, congiuntamente e ciascuno secondo le proprie competenze, con la massima urgenza per finanziare i lavori necessari a ripristinare il corso normale del fiume e a riassettare i tratti dell'argine danneggiati e a rischio immediato di cedimento;

3) per sapere quali provvedimenti urgenti intendano adottare per mettere in sicurezza in maniera definitiva i territori interessati dal decorso del Rio Cedrino;

4) per sapere a che punto di concretizzazione siano gli impegni politici e finanziari definiti nella mozione n. 34 di cui sopra e votati all'unanimità dal Consiglio regionale che, seppur riferiti all'emergenza idrico-sanitaria del Rio Cedrino, richiamano fermamente la necessità di interventi strutturali per il complessivo risanamento idrogeologico dell'intera area interessata. (437)

Mozione Espa - Bruno - Uras - Salis - Caria - Mariani - Meloni Valerio - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu con richiesta di modifica dei nuovi criteri penalizzanti introdotti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 2010 "progetti personalizzati per persone in situazione di handicap grave ai sensi della legge n. 162 del 1998", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il 18 ottobre 2010 è stata approvata la deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 sulla modifica dei criteri per la predisposizione e l'erogazione dei finanziamenti dei piani di sostegno personalizzati di cui alla legge n. 162 del 1998;

CONSIDERATO CHE:

- i finanziamenti erogati nel corso degli anni dall'Amministrazione regionale per finanziare i progetti personalizzati ammontano a:

Anno

Piani presentati

Piani finanziati

Finanziamenti erogati

2000

353

123

1.337.965

2001

688

580

4.155.265

2002

1.648

1.524

10.516.445

2003

2.618

2.344

13.463.000

2004

5.245

3.461

24.236.787

2005

7.061

6.087

30.885.445

2006

9.222

9.222

41.984.556

2007

16.895

16.895

64.803.901

2008

25.597

25.597

105.304.051

2009

28.351

28.351

116.631.347

e che nella delibera succitata viene individuata una dotazione di risorse pari a euro 91.500.000 per l'anno 2010;

- la Giunta regionale ha deciso di modificare i criteri per l'erogazione dei finanziamenti in senso fortemente restrittivo come anche motivato nella stessa delibera dove si legge che "si rende necessario individuare nuovi parametri che permettano di soddisfare i bisogni assistenziali all'interno degli stanziamenti dedicati" euro 91.500.000 contro gli oltre euro 116.000.000 dello scorso anno, con una riduzione di oltre euro 25.000.000;

- questo modo di procedere ha di fatto ridotto d'ufficio il punteggio attribuibile a migliaia di persone con disabilità che vedranno improvvisamente tagliata la propria quota di finanziamento senza alcun motivo reale, eventualmente dovuto ad una riduzione della situazione di handicap grave, ma solo perché la Giunta regionale ha ritenuto di modificare i criteri allo scopo di dover restare all'interno di un budget prefissato notevolmente inferiore a quello dello scorso anno;

- le persone che potrebbero avere il finanziamento ridotto nei casi più gravi (in base ad una nostra previsione applicando i nuovi criteri della Giunta regionale sui casi dello scorso anno circa l'86 per cento dei progetti personalizzati subirebbe un taglio, l'8 per cento resta invariato e solo il 6 per cento dei progetti aumenterebbe le proprie risorse) sono a rischio di istituzionalizzazione, ovvero le famiglie con meno ore di assistenza potrebbero rivolgersi alle strutture residenziali che costano alle casse pubbliche da 4 a 10 volte in più rispetto ad un progetto personalizzato ai sensi della legge n. 162 del 1998 (che come è noto è incompatibile con qualsiasi forma di residenzialità);

SOTTOLINEATO inoltre che i nuovi criteri di cui alla deliberazione della Giunta regionale del 18 ottobre 2010 evidenziano alcune carenze e creano grandi perplessità in quanto:

- costringono le persone per la prima volta a pagare il certificato medico per la compilazione della scheda salute (un nuovo onere da 900.000 a 2.000.000 di euro a carico delle persone e delle loro famiglie);

- tolgono il diritto (diviene solo una possibilità) della presentazione del progetto personalizzato ai bambini da zero a tre anni con disabilità grave, sottoponendoli paradossalmente al giudizio del medico e questo subito dopo che una commissione medica collegiale aveva già certificato lo stato di handicap grave;

- a causa della riduzione dei finanziamenti di 25.000.000 di euro, rischiano di perdere il posto di lavoro, seppur part-time, da 2.500 a 3.000 lavoratori del settore;

- nessun vantaggio reale per la presenza di più disabili nello stesso nucleo familiare, il tetto massimo di finanziamento rimane invariato (20 mila euro) mentre è stata eliminata la priorità del finanziamento;

- c'è una penalizzazione arbitraria e, si ritiene, antisindacale di chi usufruisce dei permessi della legge n. 104 del 1992, che tocca incredibilmente i diritti dei figli o genitori gravemente disabili dei soli lavoratori dipendenti e che penalizza fortemente le mamme o i padri lavoratori dipendenti che hanno un figlio con grave disabilità e vogliono usufruire dell'estensione fino a tre anni dell'aspettativa per maternità;

- le persone con alta gravità, in base ai criteri di quest'anno, classificate con un punteggio da 80 a 89 su una scala da 0 a 100, vedono incomprensibilmente ridotto il loro budget di 1.500 euro;

- vengono ridotti fino al 50 per cento i punteggi massimi per le persone che sono in situazione di disabilità dalla nascita e di coloro che hanno zero o un'ora di servizi pubblici alla settimana;

- vengono penalizzati i progetti di tutti coloro che pur in situazione di handicap grave, hanno iniziato percorsi di vita indipendente, con il rischio che senza adeguato supporto possano ritornare ad un mero assistenzialismo, come in passato.

RILEVATO CHE:

- l'attuazione della legge n. 162 del 1998 in Sardegna, sicuramente migliorabile, è un'esperienza positiva ed innovativa, perché prevede la coprogettazione di piani personalizzati di sostegno tra persone con disabilità e loro famiglie e le istituzioni, e la possibilità della scelta degli operatori professionali da parte dei diretti interessati;

- la stessa esperienza sarda è ormai diventata una buona pratica di eccellenza nazionale e internazionale, come dimostrano gli studi e le recenti pubblicazioni (il modello sardo è stato indicato tra le 5 buone prassi scelte in tutta Italia) nel Rapporto di monitoraggio del piano d'azione nazionale per l'inclusione sociale 2003-2005 a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e come buona pratica di "welfare plurale sociale" è stata oggetto di ricerca da parte dell'Osservatorio nazionale ministeriale sulla famiglia, che ha pubblicato il libro, editrice F. Angeli, BP Buone pratiche e servizi innovativi per la famiglia; ancora è stata oggetto di seminari e ricerche all'Università degli studi di Milano, Facoltà di scienze politiche; considerata buona prassi a Berlino nel giugno 2007, alla Quindicesima conferenza europea dei servizi sociali organizzata dall'European social network in cooperazione con l'Unione europea; è stata oggetto di menzione dell'Agenzia del Governo italiano per le onlus che ha pubblicato un approfondito studio nella propria rivista "Aretè" classificandola come prassi di eccellenza (n. 2/2009);

CONSIDERATO CHE:

- per quanto sopra descritto, consapevoli dei traguardi ottenuti grazie anche ai finanziamenti stanziati sino ad oggi, la Regione Sardegna ha contribuito realmente a garantire una migliore qualità della vita alle persone con disabilità e alle loro famiglie, e dato risposte adeguate a misura delle persone con disabilità, specie a quelle in situazione di gravità, con il sostegno dato in continuità a percorsi di vita di vera inclusione sociale, compresi quelli per la "vita indipendente", attivando un processo di sussidiarietà che rende i finanziamenti erogati non mera assistenza, ma un vero e proprio investimento, in quanto vengono rese disponibili risorse umane ed economiche aggiuntive da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie;

- per quanto evidenziato sopra sono necessarie più risorse da mettere a disposizione nel 2010 perché i tagli della spesa sociale non incidano proprio sui piani per i bambini e ragazzi, per i giovani e le persone con handicap grave, sulle loro famiglie che devono gran parte della loro qualità di vita alla legge n. 162 del 1998;

- il taglio per migliaia di piani porterebbe anche un grave danno per i comuni, l'istituzione più vicina al cittadino, che deve dare adeguate risposte alle esigenze legittime della propria comunità e in particolare delle persone più deboli, e verso i quali le famiglie non potranno che richiedere assistenza suppletiva creando profonda instabilità a livello locale nella rete dei servizi alla persona e nel sistema di sicurezza sociale;

RILEVATO, inoltre, che la riduzione degli stanziamenti dai 116,6 milioni di euro dello scorso anno ai 91,5 milioni di euro di quest'anno porta una diminuzione in ore di assistenza di circa 2 milioni complessivamente, creando difficoltà reali per gli operatori professionali che sono impegnati nei compiti di cura ed educativi (si valuta intorno a 14.000 operatori, dei quali migliaia, grazie alla legge n. 162 del 1998 usciti dal lavoro nero spesso piaga dei servizi alla persona e che ora contribuiscono invece alla fiscalità generale come tutti i lavoratori) con il rischio di perdita di lavoro, seppur part-time, di circa 2.500 persone;

CONSIDERATO che in base al decreto legislativo n. 130 del 2000, citato nella stessa deliberazione n. 34/30 del 2010 in riferimento alla valutazione della capacità economica del nucleo familiare (ISEE) ai fini della compartecipazione al finanziamento, si deve considerare il reddito del solo assistito per le persone disabili in condizione di gravità (articolo 3 commi 2 bis e 2 ter del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, come modificato dal decreto legislativo n. 130 del 2000), e dunque la possibilità di eventuali ricorsi al TAR da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie; molti TAR già in tutta Italia hanno sentenziato con orientamento chiaro che il decreto legislativo n. 130 del 2000 è immediatamente applicabile, richiamando diversi principi costituzionali e di diritto internazionale;

RILEVATO che nulla si dice nella deliberazione della Giunta regionale in oggetto sui controlli da parte della Regione previsti dalla legge regionale 10 marzo 2010, n. 6, sulle anomalie e gli abusi dei piani;

RILEVATO infine che le fasce degli importi di finanziamento per i singoli progetti erano bloccati dal 2005, e quest'anno, come sopra citato, una fascia viene addirittura ridotta, mentre nel frattempo c'è stato l'aumento dei costi orari del personale (tabelle INPS e contratti collettivi di lavoro) che hanno di fatto già eroso la quantità dei servizi a disposizione di ogni singola persona con disabilità grave,

impegna la Giunta regionale

1. a salvaguardare il livello essenziale di assistenza sociale raggiunto in 10 anni di ottima applicazione della legge, per i sardi in situazione di handicap grave aventi diritto ai finanziamenti dei progetti personalizzati e coprogettati tra istituzioni locali, famiglie e persone con disabilità della legge n. 162 del 1998, modificando i criteri restrittivi evidenziati nei punti precedenti, ed in altri in corso di rilevamento, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 18 ottobre 2010;

2. a proporre con legge specifica urgente o nella prossima finanziaria regionale uno stanziamento di risorse integrative adeguate al raggiungimento dello scopo di cui al punto 1) almeno pari a 25 milioni di euro con lo scopo di mantenere il livello di assistenza dello scorso anno pari a 116,6 milioni di euro. (95)

Mozione Cuccu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici introdotta dall'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito in legge 20 novembre 2009, n. 166, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

- l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita, e la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo;

- l'acqua, essendo un diritto, non può essere considerata una merce, ma un bene comune e pubblico;

- l'acqua, al pari dell'aria, essendo una risorsa fondamentale, deve essere nella disponibilità di tutto il genere umano;

- con la risoluzione del 15 marzo 2006 il Parlamento europeo ha dichiarato che l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso ad essa costituisce un diritto fondamentale della persona umana e ha chiesto che siano esplicitati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015;

- nel paragrafo 5 della sua risoluzione dell'11 marzo 2004, il Parlamento europeo ritiene che, essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non debba essere assoggettata alle norme del mercato interno;

CONSIDERATO CHE:

- la gestione del servizio idrico integrato in Italia è attualmente disciplinata dall'articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

- l'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, ha modificato l'articolo 23 bis della legge n. 133 del 2008;

- col nuovo articolo 23 bis si procede in maniera decisa verso la privatizzazione dei servizi idrici espropriando l'acqua potabile dal controllo degli enti locali e dei cittadini, consegnando l'acqua al mercato con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare;

- il nuovo articolo 23 bis prevede l'affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40 per cento e la cessazione degli affidamenti "in house" a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011;

- il provvedimento in questione è lesivo delle prerogative assegnate dalla Costituzione alle regioni;

RICONOSCIUTA l'acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1. ad impugnare, dinanzi alla Corte costituzionale, l'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166;

2. a porre in essere tutti gli adempimenti necessari a garantire che le quote di Abbanoa Spa rimangano di proprietà pubblica;

3. a chiedere al Governo la deroga prevista dal comma 3 dell'articolo 15 del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135. (96)