Seduta n.221 del 15/03/2017 

CCXXI Seduta

Mercoledì 15 marzo 2017

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 24.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 2 febbraio 2017 (216), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ugo Cappellacci, Giampietro Comandini, Mario Floris e Antonello Peru hanno chiesto congedo per la seduta del 15 marzo 2017. Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di legge numero 403.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Flavio Zedda, con nota del 14 marzo 2017, hanno dichiarato di revocare l'adesione ai rispettivi Gruppi di appartenenza e contestualmente di aderire al Gruppo "Sinistra per la democrazia e il progresso", costituito nella medesima data. Il nuovo Gruppo ha eletto Presidente il consigliere Daniele Cocco e Vicepresidente e consigliere Luca Pizzuto.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

Sono state presentate le interrogazioni numero 1020, 1022, 1024, 1025, 1026, 1027, 1028, 1029, 1030, 1031, 1032, 1033, 1034, 1035, 1036, 1037.

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

Sono state presentate le interpellanze numero 284, 286, 287.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

Sono state presentate le mozioni numero 292, 293, 294.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Comunico che in Conferenza dei Capigruppo si è deciso di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna il Disegno di legge n. 281 della Giunta regionale, "Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes".

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, com'è noto a lei e a tutti i colleghi, nei giorni scorsi un nuovo ulteriore gesto intimidatorio è stato compiuto nei confronti di una pubblica amministrazione. Ringrazio il Presidente e i colleghi che si sono interessati di una amministrazione, nella fattispecie quella di Oliena, che è stata colpita da un ennesimo vile atto di vandalismo che insinua ancora una volta il terribile germe di attentati e soprattutto di azioni che sono volti a destabilizzare quelle comunità. Allora mi permetto, visto che oramai in pratica è tutto il territorio regionale, soprattutto nei piccoli centri, e guarda caso soprattutto nei luoghi del malessere economico e sociale della Sardegna, di chiedere se questo Consiglio regionale non voglia approvare alla fine di questa sessione di lavori un documento nel quale impegna la Giunta regionale ad una specifica attenzione che serva ad individuare l'assegnazione di eventuali finanziamenti in quei luoghi ove è palpabile una tensione sociale proprio per una destinazione di risorse pubbliche, quindi regionali, che sappiano smorzare e soprattutto abbattere quell'odioso clima che sta rendendo invivibile la vita dei nostri amministratori locali.

Io credo che sarebbe una cosa di buon senso, un'azione di alta politica quella che si dia un semplice indirizzo alla Giunta regionale, che naturalmente segue percorsi ben chiari e definiti nell'ambito dell'assegnazione dei finanziamenti.

Cito questo problema perché, solo ed esclusivamente riferendomi alle notizie di stampa apparse in questi giorni, parrebbe che nel caso della cittadina che ho poc'anzi richiamato si faccia riferimento ad un problema che è quello dell'assenza di possibilità di circolazione a causa dell'ennesimo crollo dovuto al ciclone "Cleopatra", che significa impedire la quotidiana attività di chi nell'agro, negli ambiti rurali quotidianamente lavora per portare a casa il pane per se stesso per la propria famiglia. Allora se questo Consiglio regionale con molta semplicità vuole arrivare ad una determinazione, ad una iniziativa di questo tipo bipartisan, io credo che possa rassicurare in tal modo quelle genti, quelle popolazioni e soprattutto gli amministratori che nel caso specifico di Oliena, rammento, ha obbligato quest'oggi la Giunta comunale a riunirsi non nella casa di tutti i cittadini, non nel luogo deputato ad interpretare, ascoltare, saper risolvere le quotidiane difficoltà ma addirittura nella piazza comunale. Allora se noi abbiamo un minimo di sensibilità io credo che addivenire ad un intervento di questo tipo da parte del Parlamento sardo sarebbe una cosa certamente vista di buon favore in quei luoghi soprattutto in quei luoghi del malessere ma credo anche dagli amministratori che quotidianamente rischiano per dare un segno di democrazia alle proprie comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Crisponi, potrà presentare l'ordine del giorno che sarà però non inserito all'ordine del giorno della sessione attuale di Consiglio perché non è previsto dal Regolamento, comunque attendiamo l'ordine del giorno così formulato.

Discussione generale del Disegno di Legge numero 401/A: "Modifiche alla legge regionale 11 aprile 2016, numero 6 (Bilancio di previsione per l'anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale numero 6 del 2017"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 401/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Sabatini, relatore.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore. La Terza Commissione permanente nella seduta del 7 marzo 2017 ha approvato, nel testo presentato al Consiglio e con il voto favorevole dei soli Gruppi di maggioranza, il disegno di legge di cui all'oggetto.

L'esame è stato preceduto dall'illustrazione del provvedimento da parte dell'Assessore della programmazione il quale, nel richiamarsi alla relazione accompagnatrice, ha dato conto nel dettaglio delle misure adottate per ottemperare alla decisione della Corte costituzionale numero 6 del 2017.

La Commissione, nel condividere l'operato della Giunta, ha convenuto sull'opportunità di approvare il disegno di legge in esame nella odierna seduta auspicando una rapida approvazione dello stesso anche da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Grazie Presidente, il mio intervento andrà subito oltre la questione dell'impugnativa, oltre evidentemente la pronuncia della Corte costituzionale anche se mi corre un po' l'obbligo di stigmatizzare il comportamento del Governo rispetto ai rapporti con la Regione Sardegna proprio alla luce del nuovo rapporto così come improntato dal Governo regionale, soprattutto su tutta la partita delle entrate da quando vi siete insediati fino ad oggi.

Quindi vedere una Ragioneria regionale dello Stato, un Ministero dell'economia e finanza così puntuto sui dettagli della nostra manovra finanziaria e del nostro bilancio francamente, su cifre di questo tipo che a nostro parere non modificano l'essenza degli aspetti politici della legge finanziaria, ci fa però, come dire, un po' preoccupare rispetto a come viene intesa questa materia e di come siamo obbligati a essere precisi, puntuali e oltre modo tecnici nella redazione di questi documenti. Perché oggi questi 31 milioni noi andiamo a correggere la legge finanziaria, o meglio a dare legittimità compiuta a questa norma superando quindi le obiezioni della Corte costituzionale andando a trovare 31 milioni di coperture finanziarie dagli oneri derivanti dal mutuo che la Regione Sardegna ha contratto nel 2016. Adesso noi ovviamente nel bilancio 2016 troveremo tutto il capitale del mutuo mentre gli oneri di questo mutuo, sarebbe curioso verificare voce per voce dove, almeno io non sono in grado di poter riconoscere se il disimpegno della Regione è conseguente, magari a ritardi del tiraggio del mutuo dovuto ovviamente alla lentezza dello sviluppo dei programmi di investimento di chi è delegato magari a spendere queste risorse, ma ci lascia comunque, quindi non avendo certezza e precisione rispetto a questo dettaglio di suddivisione dei 31 milioni per dare la copertura, ci lascia ancora qualche dubbio rispetto alla coerenza del documento del bilancio ancora con l'articolo 81 della Costituzione che di fatto è l'obiezione che è stata mossa dal Governo davanti alla Corte costituzionale.

Perché dico questo? Dico questo perché per poter correggere questa legge non è sufficiente individuare la copertura ma è necessario che questa copertura sia precisa nel senso che se disimpegniamo risorse e quindi per 31 milioni dai programmi di investimento e tiraggio del mutuo e utilizziamo quegli oneri per il 2017, è chiaro che c'è un rischio che se il MEF, un rischio ovviamente ipotetico di scuola, che se il MEF non accetta la correttezza di queste partite e la puntualità dell'imputazione di ogni singolo euro il rischio è che nonostante noi qui oggi ci troviamo a dare finalmente legittimità a tutta la manovra, il rischio è che ci possa essere mosso un nuovo appunto sulle modalità della copertura, questo sarebbe veramente assurdo. Quindi lo poniamo come un problema, ritengo che le interlocuzioni con il Governo siano sempre attive.

Altra questione che si è portato dietro questo passo falso è la legge che noi abbiamo fatto di variazione di bilancio che poi era un sostanziale assestamento e poi il successivo assestamento. Quindi adesso dopo la finanziaria probabilmente ci dovremo provare a tornare ancora una volta sull'esercizio 2016 per completare il quadro della manovra 2016. Io credo che allo stato attuale non ci siano stati dati elementi precisi di conoscibilità di questo provvedimento, è per questo che ci lascia ancora un po' qualche dubbio rispetto alla modalità. Io ritengo ancora, Assessore, che su questa partita anche alla luce di quello che oggi anche voi state predicando rispetto al comportamento dello Stato ma poi penso che sia più utile trattarlo quando iniziamo a discutere la legge finanziaria 2017, perché ci mettono nella condizione talvolta non solo di avere le maglie strette e i cordoni sempre in mano per evitare disastri ma ci mettono anche nella condizione di essere talmente precisi e quasi oserei dire a gestione talmente burocratica che comunque qualche problema ci viene creato non solo sul tiraggio e poi andrebbe esaminato ed esplorato ogni singolo problema ma anche sulla complessiva spesa della Regione che comunque a nostro modesto avviso non ha ancora trovato i tempi utili di cui ha necessità la nostra Regione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Grazie Presidente, colleghi, è per noi veramente una magra consolazione dire: l'avevamo detto in tempi non sospetti. Vi abbiamo avvisato di ciò che poteva succedere con quasi un anno di anticipo. E devo anche dire che da consigliere regionale che fa parte di questo Consiglio che ovviamente approva le leggi, le leggi della Sardegna, mi dispiace comunque aver subito un'onta, io così, assessore Paci, la ritengo perché prendo la parte che ci spetta, anche se noi abbiamo votato contro ovviamente e vi abbiamo anche dato dei buoni consigli. Però come Regione Sardegna, come consigliere di questa Regione, mi permetta di manifestarle veramente questo senso di fastidio, anche di vergogna, che io ho provato quando è stata dichiarata illegittima, incostituzionale la nostra legge di bilancio. Ciò in questi termini non era mai avvenuto. Tra l'altro, anche a breve distanza dall'accaduto, proprio in quest'aula le dissi, se lei ha buona memoria, ma fortunatamente ci sono i documenti che parlano, che probabilmente la manovra di assestamento non sarebbe bastata, come infatti è nei fatti, per sanare il problema evidenziato dal Governo già nei mesi estivi. Allora, Assessore, la relazione che avete allegato a questa nuova legge, che ci auguriamo possa definitivamente sanare ciò che è stato evidenziato e ritenuto incostituzionale, ma io dico che ciò lo sapremo davvero quando, a seguito del riaccertamento dei residui passivi, chiuderemo il consuntivo del 2016. Però, dico che questa è un'ammissione di colpa, anche se lei per mesi ci ha parlato di mero errore tecnico. Io gliel'ho detto in passato, glielo dico ancora oggi, noi abbiamo speso, perché questo è stato rilevato, più di quanto avevamo o potevamo spendere, e in questa relazione c'è la vostra ammissione. E non mi basta sapere che ai sensi del "118" si potevano avere due modi di comportamento su come appostare e sostanzialmente rilevare il disavanzo, perché comunque c'è stato tutto il tempo. Il mio collega ha parlato del tiraggio dei mutui, ma veramente, meglio che non apriamo questa partita, perché da quando avete acceso questi mutui siamo nella piena disperazione, non riuscite neanche a spenderli tra l'altro per quegli investimenti per cui li avete accesi. E comunque voglio andare avanti, e dirle che il dispiacere di ciò che è stato è proprio perché questa manovra finanziaria, ovviamente minata all'origine, ha fatto sì che ci sia stato un anno di caos, di confusione, Assessore, e ciò ha portato veramente, come ha fatto notare anche il collega, ad un ritardo della spesa, e questo vuol dire ad una valutazione di entrate che non è stata assolutamente compiuta nei termini in cui doveva avvenire, ma soprattutto mi preoccupo del fatto che i ritardi hanno penalizzato i sardi, e dico tutti i sardi, perché quando c'è un ritardo nella spesa, in tutte le fasce che sono contenute nel bilancio, capisce bene che discriminazioni e che fastidi arrechiamo ovviamente a tutte queste persone, oppure alle imprese, oppure alle associazioni e agli enti. Quindi io credo veramente che, quando adesso andremo a parlare della finanziaria, forse su alcuni aspetti ci dovete ascoltare, perché noi non abbiamo mai detto qualcosa contro, ma sempre pro, quando si è trattato soprattutto di difenderci dagli attacchi di un Governo che non è certo amico, e oggi probabilmente, a distanza di tre anni, state incominciando a capire dove siete seduti e chi avete di fronte. Quindi, Assessore, io veramente la invito, e anche questo glielo dico con largo anticipo, a voler rivedere in particolare la partita dei residui attivi e passivi, ma in particolare dei residui attivi, perché oggi sono convinta che molte di quelle poste lo Stato non ce le trasferisca più, e le ho fatto solo un esempio. Quindi, cerchiamo di andare a vedere, e gliel'ho riconosciuto altre volte, quanto è difficile l'applicazione del "118", però, mi creda, bisogna farlo veramente facendo un bagno di umiltà, onde evitare che qualcuno che non ha diritto e che a volte è assolutamente inaffidabile possa bacchettarci e addirittura dichiarare le nostre leggi incostituzionali. Io questo non glielo consentirò più.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Gruppo Misto). Oggi, con questo provvedimento, con questo disegno di legge, questo Consiglio accompagna l'Assessore del bilancio e della programmazione a Canossa. Ma è tutta l'istituzione Regione Sardegna che è obbligata nei fatti a cospargersi la fronte di cenere e a chiedere indulgenza allo Stato per non aver saputo fare bene i compiti, compiti di bilancio e di programmazione finanziaria. Siamo obbligati da sentenze inequivocabili della Corte costituzionale a riscrivere parti sostanziali della legge numero 6, perché, in soldoni, è proprio il caso di dirlo, quella legge non ha rispettato il principio basilare del pareggio di bilancio, e non per un vizio di forma come sostiene l'Assessore, se è vero come è vero che la Corte scrive testualmente che la legge numero 6 non è incostituzionale per un "mero vizio formale" dell'esposizione contabile, ma risulta strumentale ad una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio regionale presidiati dall'articolo 81, eccetera. Forse, la colpa più grave nella gestione di questa faccenda, se si era davvero convinti di essere nel giusto, è non esserci costituiti in giudizio davanti alla Corte per difendere la nostra istituzione. La verità è che questa correzione che oggi si cerca di approntare con questa legge si sarebbe dovuta presentare subito, ammettendo l'errore per non arrivare a un giudizio o ad una sentenza della Corte costituzionale che ci ha esposto a questo schiaffo. Una brutta figura istituzionale per tutti noi, ma in particolare per un Assessore professore che di questa materia è anche titolare di cattedra e di insegnamento all'università. Ma a parte questo aspetto, che rimane comunque gravissimo, voglio solo dire che questa situazione ha messo e mette in grande difficoltà la gestione economico-finanziaria di comuni, di enti e di quel che rimane delle province, perché questo pasticcio, insieme al ritardo di presentazione della nuova finanziaria, ha allungato i termini dell'esercizio provvisorio, ha obbligato a ragionare per dodicesimi, e quindi a gestire e programmare con una visione e un'agibilità cortissima, incerta, di fatto negando la possibilità di operare con serenità e sicurezza con una programmazione di lungo respiro annuale o triennale. Rossomori, sin dalla prima finanziaria del 2015, e poi in quella del 2016, ha cercato di dare il proprio contributo con suggerimenti e poi con emendamenti puntualmente inaccettati o non accolti. Il senso della nostra proposta e dei nostri emendamenti aveva una finalità chiara e di alto profilo, cercavamo semplicemente di dare ai comuni, agli enti locali una maggiore disponibilità, agibilità e agilità finanziaria, ma prima ancora cercavamo di dare una risposta ai bisogni dei cittadini e delle imprese in grandissima difficoltà, in grandissima sofferenza. Non siamo stati ascoltati, anzi, c'è stato un atteggiamento stizzito o di derisione quando proponevamo tra l'altro una ricerca di somme disponibili allocate in SFIRS, o quando con forza dicevamo che bisognava riaprire la partita degli accantonamenti, o quando abbiamo detto che c'era una forte, inaccettabile discrepanza tra quanto gestibile da un singolo Assessorato e quanto disponibile per politiche capaci di aggredire problemi quali povertà, lavoro, trasporti e viabilità locale, spopolamento e sofferenza delle aree rurali, beni ambientali e culturali lasciati a sterilizzare come potenzialità di sviluppo. Fa rabbia leggere oggi la denuncia del segretario regionale della CNA Francesco Porcu. Virgolettato, riporto le parole testuali di questa denuncia che dice: "Nel 2016, rispetto al 2015, il valore delle opere pubbliche in Sardegna è diminuito del 53 per cento, arrivando al livello più basso degli ultimi quindici anni". Ancora nello stesso rapporto la CNA afferma, ancora virgolettato, che nel 2016 la contrazione di disponibilità e di gare bandite ha riguardato soprattutto i comuni, sempre più alle prese con i vincoli di bilancio, con un mercato che si è ridotto del 27 per cento per numero di gare. Nel 2016, continua questo rapporto, i comuni hanno appaltato il 29 per cento in meno di lavori, per una spesa complessiva di 151 milioni, cifra che rappresenta la metà rispetto al 2015. Lo stesso Segretario della CNA auspica, e lo riporto ancora integralmente, "interventi e politiche capaci di avviare cantieri più veloci e con più risorse a disposizione". In questa prospettiva sarebbe necessario finanziare adeguatamente interventi di riqualificazione e efficientamento energetico del patrimonio pubblico regionale, questo determinerebbe l'avvio più facile di cantieri diffusi, gestiti direttamente dai comuni, con un'immediata ricaduta in termini di posti di lavoro e un sicuro futuro risparmio in termini di costi e di bollette. Andate a rileggere gli emendamenti dei Rossomori alla finanziaria del 2015 e del 2016; quanto denunciato e auspicato oggi dalla CNA, è quanto proponevamo e auspicavamo noi Rossomori con quegli emendamenti, emendamenti che abbiamo riproposto anche nella finanziaria che andremo a discutere questi giorni, e che sono stati già messi da parte, stizzosamente messi da parte, ancora una volta. Questo è uno dei motivi che ci ha portato a uscire da questa maggioranza e a collocarci coerentemente all'opposizione. Da forza di opposizione, coerentemente voterò contro questa legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Mi verrebbe quasi da sottoscrivere interamente, se non fosse per il finale, e dopo spiegherò perché, l'intervento dell'onorevole Usula. È chiaro che, come ha detto più volte l'Assessore, noi oggi siamo qui davanti ha un fatto tecnico, ed è anche chiaro che è una discussione, quella di oggi, che nessuno di noi avrebbe voluto affrontare, penso anche l'Assessore, perché è paradossale che nel conflittuale rapporto con lo Stato noi ci si trovi poi a dover fare una correzione su una legge di bilancio, una correzione di 31 milioni di euro su un bilancio di 7 miliardi e mezzo. È chiaro che se ci fermiamo a questo aspetto, oggi stiamo affrontando una discussione surreale che quasi non avrebbe motivo di esistere, potremmo dire che ognuno di noi avrebbe potuto occupare meglio il proprio tempo, però affianco a questo fatto tecnico c'è anche un fatto politico, o meglio, un paio di fatti politici, sui quali invece è opportuno soffermarsi, e il primo fatto politico è che, per la prima volta nella storia dell'autonomia, la legge di bilancio, non una legge qualsiasi, viene dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, e dopo che è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale e c'è stato un intervento da parte della Regione, c'è un successivo richiamo della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ci dice che anche quella correzione non è legittima. E l'altro fatto politico, a mio parere ben più grave, è che tutta questa vicenda, così come è andata avanti nell'arco di questi mesi, ha avuto un'evoluzione che è stata, o meglio una narrazione, come si usa oggi dire, che è stata piena di omissioni da parte dell'Assessore, se non addirittura di menzogne, perché se noi andiamo a fare la ricostruzione storica di quello che è successo, ci rendiamo conto che in realtà ci sono stati tutta una serie di fatti che sono stati omessi a quest'Aula e ai sardi, e non è la prima volta, Assessore, che succede che su alcune vicende non ci racconti tutta la verità. Perché nelle dichiarazioni che sono state fatte le altre volte che avremmo dovuto affrontare quest'argomento, l'Assessore ci ha detto delle cose importanti, e ci ha detto per esempio che nella discussione dell'11 gennaio questa difficoltà, questa illegittimità della legge di bilancio del 2016 era stata corretta, ed era stata corretta con la legge di assestamento del 5 dicembre. Però, ce l'ha detto e non ce ne siamo quasi accorti, ci ha detto anche che in realtà la discussione che abbiamo affrontato a gennaio, perché a gennaio abbiamo saputo del fatto che la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo il bilancio, era già nota da novembre, perché l'udienza pubblica della Corte costituzionale è avvenuta il 23 novembre, e lei il 5 dicembre si è ben guardato dal dirci che la Corte costituzionale aveva già dichiarato illegittima la legge di bilancio del 2016, ci ha detto che quella correzione era sufficiente. E ancora di più, sempre a gennaio, richiamato dal Capogruppo di Forza Italia, l'onorevole Pittalis, ha fatto alcune dichiarazioni che a leggerle oggi sono abbastanza interessanti, perché quando l'onorevole Pittalis ha chiesto conto della sentenza della Corte costituzionale, è nato tutto un dibattito, ci sono stati una serie di interventi, e nella parte finale del dibattito lei disse: "Vedrete che il bilancio consuntivo del 2016 sarà tranquillamente parificato, se non lo dovesse essere, ribadisco che ci sono già scritte le mie dimissioni". È chiaro che questo non succederà, perché con questa legge consentiamo alla Corte dei conti di parificare il bilancio, ma se avesse un minimo di dignità dovrebbe riconoscere l'errore che ha fatto allora, e rassegnare le sue dimissioni. Ed è per questo motivo, Assessore, glielo dico, perché io mi sono stufato, e lo dico anche ai colleghi, mi sono stufato di essere preso in giro, e mi sono stufato del fatto che noi si stia qua a fare la figura delle comparse, e in alcuni casi dei complici. Io oggi non parteciperò al voto su questa legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). A memoria non si ricorda una così sonora bocciatura dell'operato di una Giunta regionale. Si è scomodata la Corte costituzionale, dietro istanza del Presidente del Consiglio, tanto amico dei governanti sardi, ma non dei sardi, anche se stavolta, alla luce di quanto sentenziato dalla Corte, non possiamo addebitargli null'altro se non di aver contribuito a palesare l'inconsistenza dell'Assessore al bilancio in materia di bilancio stesso. Uno studente che fa errori come quelli evidenziati dalla Corte, non avrebbe mai superato l'esame, e lei, professor Paci, l'esame non lo ha superato. Nella legge lei, e con lei la maggioranza, afferma l'assunto secondo il quale la differenza fra il totale delle entrate e il totale delle spese, di competenza dell'esercizio 2016, è un disavanzo tecnico dell'accertamento straordinario, e rinvia per la copertura ai bilanci degli esercizi successivi. La cosa è passata quasi in sordina, e stava per continuare a farlo, se fosse passata la sua teoria di procedere comunque alla discussione della legge finanziaria 2017 senza attendere di mettere in ordine il guaio da voi combinato nel 2016. La Corte ha avuto il merito di scoperchiare questa pentola, e ha evidenziato benissimo come lei abbia "giochicchiato" con le norme e con il bilancio 2016. Il disavanzo da lei indicato, come ha rilevato la Corte, manca di una corretta, nominativa ed analitica individuazione dei creditori e dei debitori, e manca anche di una appropriata determinazione del fondo pluriennale vincolato, addirittura la Corte accusa la Regione di aver posto in essere una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri del bilancio regionale, la accusa di aver ignorato l'assenza dei presupposti normativi per l'applicazione del disavanzo tecnico, la accusa di aver rinviato ad imprecisati esercizi successivi la copertura del disavanzo, la accusa di aver fatto riferimento per la copertura del disavanzo a generici residui eccedenti, la accusa di non aver nemmeno individuato gli estremi dei pretesi crediti e della ragione giuridica e temporale in grado di giustificarne l'impiego, sostanzialmente lei ha leso il principio costituzionale in base al quale ad ogni spesa deve corrispondere un'entrata per la sua copertura. Lei lo ha leso prevedendo coperture di spese con crediti non ancora venuti a scadenza, contraddicendo così la stessa definizione di accertamento dell'entrata, essendo tale quella che si prevede di avere il diritto di percepire nell'esercizio finanziario di riferimento, nel nostro caso il 2016, e non in un esercizio futuro. Conseguentemente la Corte la accusa anche di aver impegnato le spese in misura superiore al complesso delle entrate relative all'esercizio 2016.

Dulcis in fundo la Corte spiega che la manovra di bilancio della Regione Sardegna impugnata ha consentito l'autorizzazione non solo nel bilancio annuale ma anche in quello pluriennale di spese in assenza della prescritta copertura finanziaria. In ultimo la Corte si diletta come il passar d'una mano ruvida sulla ferita, a darle una piccola lezione ricordandole che il disavanzo tecnico costituisce una tassativa eccezione alla regola del pareggio di bilancio cioè non la può utilizzare quando le pare.

Siete sempre alla ricerca di un primato e la Corte ve ne riconosce uno, siete la prima Giunta regionale che ha chiuso in passivo il primo bilancio di previsione successivo al riaccertamento straordinario e cita anche la causa, incapacità mostrata dall'ente nella riscossione delle proprie entrate, insomma, una sonora bocciatura che la costringe a rivedersi l'esame. E ora veniamo alle giustificazioni che lei ha addotto nella relazione di accompagnamento al disegno di legge numero 401/A. Parla di un quadro normativo complesso determinatosi nel 2016 e che ha reso necessari approfondimenti sia di carattere giuridico che tecnico-contabile. Parla di illegittimità parziale e che la legge numero 6 è tuttora vigente mentre dalla Corte è stata dichiarata l'illegittimità anche della 6 del 2016 nelle parti in cui applica il bilancio del 2016, uno, l'istituto del disavanzo tecnico, due, dove consente di impegnare somme eccedenti per euro 31.553.000 rispetto alle risorse effettivamente disponibili, tre, dove non prevede l'individuazione specifica e analitica dei crediti e delle relative scadenze che dovrebbero compensare tali operazioni. Una Caporetto della Giunta dei professori.

Nella relazione continua a parlare di un eventuale intervento successivo e autonomo percorribile solo qualora nel frattempo non fosse intervenuta la sentenza della Corte, inutile disquisizione visti i risultati. Non parliamo poi del povero mutuo infrastrutture, non si capisce se senza il mutuo sareste riusciti a trovare la quadratura richiesta dalla Corte, forse no, ma la cosa che stupisce è che nonostante a marzo foste già a conoscenza della lenta progressione della spesa del mutuo in sede di predisposizione della manovra, avete comunque previsto il pagamento di rate di rimborso già dal primo semestre 2016 al momento dell'approvazione della legge, 11 aprile, sapevate già che tali previsioni erano sovrastimate. Parla anche della cantonata presa con la previsione di un mutuo che chiama tradizionale perché aspettavate la cassa depositi e prestiti che vi rendesse edotti sull'esistenza dei mutui a erogazione multipla. Parla dell'urgenza di approvare la manovra entro il termine autorizzatorio per l'esercizio provvisorio, 31 marzo, che dice nella relazione ha concretamente impedito di apportare le modifiche in tale contesto normativo. Ma Assessore, bastava dirlo, e credo che nessuno si sarebbe opposto alla proroga di un mese di esercizio provvisorio perché come si può agevolmente vedere, oggi le conseguenze sul rallentamento della spesa sono devastanti, meglio sarebbe stato prorogare di un mese l'esercizio provvisorio ed evitare i danni che avete provocato ad imprese, cittadini, associazioni, enti locali e quant'altri aspettavano e aspettano che la Regione paghi quanto dovuto e soprattutto avrebbe evitato una figura barbina come quella rimediata.

Concludo Presidente citando un vecchio proverbio secondo il quale conta più la pratica che la grammatica. Tutta la scienza portata ad amministrare la Sardegna una volta ancora dimostra che non è sufficiente per dare risposte ai sardi e soprattutto dimostra che sbagliare nello strumento principe qual è il bilancio, equivale a una sonora bocciatura dell'operato di questa Giunta.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non credo di dover aggiungere molto a quello che è stato detto sinora anche perché rischierei di diventare ripetitivo, ma resta un termine preciso e chiaro che non si sono seguite le procedure doverosamente previste né si è tentato in corso d'opera di porre rimedio ad una condizione data che certamente non è la migliore come figura di questa istituzione regionale in rappresentanza del popolo sardo e ancor meno come efficienza da parte della Giunta regionale nella persona dell'Assessore preposto con tutti i titoli che esso ha. Io vorrei capire perché avevamo tempo anche al mese di giugno, giugno scorso poteva essere portato in aula l'assestamento di bilancio, una variazione avrebbe consentito quantomeno di purificare alcuni aspetti non certamente chiari di un bilancio che poi prima il governo ci ferma e dopo la Corte costituzionale sancisce non essere adeguato. Ma tutto ha un preliminare, una logica conseguenza di quelle che sono le velocità che si sono date alle attività di questa Giunta pensando di fare chissà quali miracoli consentendo che fosse la prima Giunta regionale di una regione autonoma che poneva in campo il bilancio di pareggio. Questo è il tema, "sono il più bravo" e invece non è questione di essere "sono il più bravo", poi si arriva a un punto tale che tu ti accorgi che non sei il più bravo, anzi vieni penalizzato. Se avessimo seguito le procedure ordinarie senza paura, senza tentennamenti, senza problemi, noi oggi non avremmo questo dibattito né dovremo ricordare e rinfacciare tutto quello che da tempo si va dicendo da parte della minoranza ma in particolare il sottoscritto che ha più volte espresso dubbi, problematiche su quella che è stata la vertenza delle entrate con la presenza di un accordo che certamente non è stato lungimirante per gli interessi della Sardegna. Oggi noi siamo in una condizione data per cui le entrate sono piccole e quelle piccole entrate vengono ancor sì martoriate da quasi 700 milioni di accantonamenti per uno Stato che è negletto nei confronti del popolo sardo. Abbiamo rinunciato, meglio dire, perché siamo tutti coinvolti, a quelle che erano maggiori entrate, abbiamo detto no a tutti quelli che erano i ricorsi davanti al Governo, davanti alla Corte costituzionale, davanti alla Corte dei conti, davanti al Consiglio di Stato, abbiamo ritirato anche tutto quello che non dovevamo ritirare e quando abbiamo ritirato cosa abbiamo detto? Abbiamo un governo che ci dà 250 milioni di euro all'anno, ma ci fai un baffo con quelli! Fate conto di cosa vuol significare soltanto asfaltare un chilometro di strada, minimo minimo è 1 milione di euro. Allora se queste cose sono vere come sono vere, io ci penserei ancora una volta, è stata violata, quello che più mi opprime, violata in maniera grave quella che è la difesa delle istituzioni regionali, quello che è lo statuto di autonomia che magari non è altro che il miagolio di un gatto anziché essere il ruggito di un leone come diceva un famoso sardista. Ma comunque sia è stato violato nella sua integrità, non abbiamo fatto valere quelli che sono i diritti costituzionalmente riconosciuti alla Regione Sardegna di sedere nel Consiglio dei ministri quando si parla di Regione autonoma della Sardegna, mai! Siamo degli zerbini perché ci calpestano tutte le volte che vogliono, siamo col cappello in mano a chiedere l'elemosina anziché dire con la dignità quali sono i nostri diritti! E vivaddio abbiamo detto di no, abbiamo detto di no ma nella furia iconoclasta di togliere tutto quello che doveva essere tolto a quello che aveva fatto la vecchia maggioranza, abbiamo cancellato quelle che erano le accise. Bene, allora vi ricordo e sappiate (…) sicuramente insieme al mio partito un allegato in cui capirete bene cosa vuol dire, la Sardegna ha perso 4 miliardi di euro l'anno, nella finanziaria, l'ultima finanziaria del centrodestra se ne chiedeva solo 1 miliardo per stare buoni e contrattare con lo Stato. Abbiamo ritirato quello che ci compete, dopo che ci annegano nel petrolio, inficiano le nostre coste, deturpano quello che è il paesaggio del turismo. Bene, insieme a Cossa avevamo firmato un ricorso alla Corte costituzionale, è stato rigettato perché nessuno di quest'Aula ha voluto farlo come Consiglio, ed è una vergogna che pesa su questa istituzione. L'abbiamo riproposto oggi alla Corte di Giustizia, alla Corte dei diritti dell'uomo a Bruxelles e facciamo una petizione al Parlamento europeo per il trattamento che subisce il popolo sardo e questa istituzione. Non lo so cosa accadrà, ma certo vogliamo che vivano quelli che sono i diritti di questa Sardegna. E ribadisco che tutto questo porta un discorso molto lontano, ma c'è vicino quando dibatteremo del bilancio della Regione autonoma della Sardegna, che anziché essere di 7 miliardi e 300 milioni poteva essere di 11 miliardi di euro. Io credo che qualcuno in coscienza, se veramente è giusto, dovrebbe fare un passaggio netto la sera prima di coricarsi e dire se ho fatto bene o ho fatto male, sino ad ora hai fatto male, maggioranza, Giunta e Assessore, per cui cercato di rimediare! Ma il mio Gruppo oggi non voterà, politicamente noi non votiamo, perché non ha nessuna necessità di essere votato qualcosa che doveva essere fatto a suo tempo. Poi che la votino, ma noi non votiamo!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Presidente, io a differenza dei colleghi Zedda e Carta non la vedo come una bocciatura, per il semplice fatto che nei rapporti con lo Stato non ci sono né professori, né alunni; non c'è chi valuta la correttezza puntigliosamente della conformità dell'elaborato a lavoro dato, e non c'è chi a testa china attende dal professore il voto all'esame. A volte, almeno questo è quello che ho potuto vedere in questa breve esperienza consiliare, non è nemmeno dato capire bene il significato di ragione o di torto, ci sono rapporti, ci sono interpretazioni, letture più o meno diverse, c'è un dialogo, un braccio di ferro, in questo caso io non posso che rilevare due cose. Il Governo in questa occasione, nell'impugnazione della legge 32 e della legge 36, anzi della prima finanziaria e poi della conseguente variazione di bilancio legata a quella norma, il Governo ha scelto una strada irrituale e oltremodo violenta. Una strada che in questa legislatura tra l'altro non sempre ha seguito, anzi nella maggior parte delle norme che sono state sottoposte al giudizio di legittimità, non della Corte, ma del Governo prima della impugnazione, si è riusciti attraverso una interlocuzione attiva con la Giunta e con il Consiglio a superare i dubbi sollevati dal Governo. Lo si è fatto per esempio in tutte le norme che riguardano la materia del personale, difendendo in questo modo quella che è una nostra piena potestà statutaria. Lo si è fatto sulle norme che hanno riguardato gli enti locali, e sappiamo bene quale fosse la difficoltà nel difendere quelle norme che avevano appunto delle difficoltà oggettive di interpretazione costituzionale. In questo caso si rileva un atteggiamento del Governo violento su cui questo Consiglio regionale non può soprassedere, un atteggiamento che si è verificato in questo caso sull'interpretazione del 118, e si è verificato per l'Agenzia sarda delle entrate, impugnata in un punto tra l'altro dove ci si aspettava che l'interlocuzione sfociasse in un risultato positivo e lasciasse in piedi quella norma.

La seconda considerazione che vorrei fare riguarda una grandissima difficoltà nell'interpretazione del 118 e delle regole del bilancio armonizzato. Io ricordo, nel 2012, quando i comuni in sperimentazione, un numero limitato in Italia, quaranta comuni tra cui anche comuni sardi, avevano avuto la possibilità di sperimentare prima di altri le norme del bilancio armonizzato, il Ministero aveva messo a disposizione di questi comuni una task force che, giorno dopo giorno e atto per atto, si metteva a disposizione di questi comuni per evitare problemi di tipo tecnico, che ovviamente con un nuovo sistema non sono facilmente prevedibili. In questo caso credo che un aiuto di questo tipo, anche dai Ministeri, diciamo la nostra Regione avrebbe, proprio per la scelta di sperimentare prima di altri il bilancio armonizzato, credo che sarebbe stato utile poter usufruire anche come Regione dei benefici concessi ai comuni in sperimentazione. In questo caso, appunto, la norma è quella che riguarda il disavanzo tecnico, quindi la differenza positiva tra residui passivi e fondo pluriennale vincolato oltre i residui attivi, e capiamo che un tema di questo tipo, strettamente legato all'interpretazione dei burocrati, è folle lasciare un tema del genere alla semplice interpretazione burocratica. Mi aspetto che su cifre di questo tipo, parliamo di 30 milioni in un bilancio che ha ben altri ordini di grandezza, su cifre di questo tipo e su argomenti così complessi da parte del Governo statale ci sia un altro tipo di ragionamento e un altro tipo di rapporto con la nostra Regione. In questo caso l'impugnazione delle due norme ci sta dando sicuramente dei problemi di natura temporale. Noi arriveremo a discutere la finanziaria con lieve ritardo rispetto a quanto preventivato, un ritardo che non potrà non avere ripercussioni sui sardi e sui servizi erogati dalla Regione. E in più abbiamo a dovremo fare i conti con una certa aleatorietà delle scelte. Probabilmente il tempo trascorso appunto per arrivare a questo testo è stato utile agli uffici a fugare dubbi sulle coperture. Credo che le coperture individuate siano congrue, spero che lo siano, perché immaginare in futuro di dover riaprire questo testo e individuare coperture diverse rispetto a quelle che indichiamo oggi, nel testo che andremo a votare, aprirebbe una situazione fatta di problemi gravissimi che ci vedrebbero votare nelle settimane prossime una norma finanziaria, una legge di stabilità e un bilancio strettamente condizionato da questa possibilità, quindi dalla possibilità di dover trovare nel corso dell'annualità nuove coperture. Io ritengo che il lavoro svolto dagli uffici possa essere esaustivo in questo senso. Credo poi, e chiudo, che data la necessità di correggere la legge 32 e la legge 36, a seguito di questa norma, forse darebbe ulteriori certezze inserire le modifiche alla legge 32 e 36 già su questo testo. Credo che intervenire successivamente, sapendo di doverlo fare adesso, su norme di bilancio, che quindi risentono anche del tempo e hanno il tempo come variabile purtroppo che gioca a nostro sfavore, allunghi una tematica e rischi soltanto di creare ulteriori problemi. Quindi credo che l'Aula possa già riflettere anche sulla possibilità di modifica delle altre due norme. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, ma il fatto che sia intervenuto un solo collega della maggioranza, sicuramente dà la dimostrazione di quanto imbarazzo ci sia, e per la verità l'unico intervento della maggioranza debbo dire che non ha portato acqua alla sua causa, Assessore, perché è stato un intervento semplicistico. Che se questo è il nuovo corso che si vuole inaugurare da una certa parte politica che arriva da Piazza Duomo di Milano, caro onorevole Agus, mi cadono davvero le braccia perché c'è poco di che ben sperare, lei ha tentato con artifizi e affidandosi ad una dialettica che, sul piano dei contenuti politici si intende, è sconcertante! Ma com'è che lei, pur di difendere l'indifendibile, addirittura fa la chiosa alla Corte costituzionale, anziché porsi il problema se l'Assessore della programmazione probabilmente è caduto in un errore grossolano, macroscopico, in un errore che pone davvero un problema politico, non un problema da affidare agli avvocati che debbono leggere una sentenza della Corte costituzionale che è chiara nel dispositivo: ha dichiarato illegittima costituzionalmente la legge finanziaria e di bilancio. Se non ci si ferma su questo aspetto, e mi pare che la maggioranza sua l'abbia capito, forse in un tentativo estremo non l'ha capito però l'onorevole Agus perché è meglio il silenzio, perché la vergogna determina questo ma, onorevole Agus, davvero la misura del pudore nel difendere l'indifendibile, qui c'è un problema politico l'Assessore, è stato richiamato prima, in altri tempi probabilmente un incidente di questa natura non è un incidente su un comma posso quisquilie, perché a me non piace neanche entrare nei bizantinismi, è una legge importante, la legge "politica" che ha fondamento politico per eccellenza, che ha fondamento nel nostro sistema, che è la legge finanziaria di bilancio e che per la prima volta nella storia dell'autonomia viene bocciata dalla Corte costituzionale, e si vuol far passare questo aspetto con un aspetto residuale, come un aspetto da affidare ai pourparler, no, Assessore, io sono certo di una cosa che lei chiederà scusa al Consiglio, che lei troverà tutte le giustificazioni di questo mondo, ma non si può non trovare giustificazione rispetto al fatto oggettivo che la Corte costituzionale le ha detto che questa legge finanziaria, quella del 2016 non è assolutamente conforme alla legge, e che sia illegittima lo dite anche voi nella relazione perché giustamente vi ponete il problema di come mettere mano per riassorbire nell'esercizio del 2016 il disavanzo: attraverso le variazioni di diminuzione degli stanziamenti di spesa per ottenere tale risultato; di ridefinire il livello della spesa complessivamente autorizzata nel 2016; adeguare gli stanziamenti del 2017 destinati originariamente a dare parziale copertura per 1.355.000 euro; l'accantonamento di spesa degli avanzi degli esercizi 2017 e 2018; l'approvazione del bilancio triennale 2016-2018 come sopra rettificato corredato degli allegati che sono un malloppo di carte che ripercorrono esattamente la finanziaria e il bilancio che sono stati approvati nello scorso esercizio. Non è un'operazione qualunque, non è un'operazione di routine, state riscrivendo la finanziaria e il bilancio del 2016, è questo che ci interessa e, dal lato dell'opposizione, vogliamo mettere in evidenza. L'assessore fa finta e, con la sua minoranza, minimizza il problema, ma se questa è la misura con la quale affrontate i problemi ci sarà una ragione per cui questa isola ha il PIL più basso di tutta l'Italia, ci sarà una ragione per cui in Sardegna, rispetto a tutte le regioni del meridione la disoccupazione è in aumento? Ci sarà una ragione se i consumi sono in diminuzione? Ci sarà una ragione, come gridano inascoltati gli artigiani, il comparto dell'edilizia, la piccola e media impresa in questa Regione, come grida e urla dalla disperazione il comparto agro-pastorale, ci sarà una ragione se tutto è fermo, se tutto è immobile, se non funziona nulla? Qual è l'affidabilità di chi si fa bocciare una finanziaria e una legge di bilancio qual è la credibilità che possono riporre i cittadini e gli operatori di questa Regione? Vi state ora ponendo sul camino della cosiddetta riforma dell'urbanistica, altro banco di prova, dopo che avete fallito su quella degli enti locali che non ha sortito alcun utile effetto, dopo che nessuna delle riforme che avete posto in essere, da ultimo quella sanitaria, non è l'opposizione, sono i consiglieri del Partito Democratico che stanno ponendo un giorno sì e l'altro pure problemi, interrogazioni, all'Assessore della sanità su aspetti che riguardano proprio il mancato funzionamento addirittura sulla legittimità di organi che sono stati investiti di ruoli di responsabilità e allora diteci che cosa state facendo, dove vogliamo andare assessore? Onorevole Agus, sul ritardo ha ragione, noi stiamo in grave ritardo con la finanziaria dell'esercizio corrente, spero che almeno non facciate ricadere addosso all'opposizione, a pratiche ostruzionistiche, anzi io spero che diate atto in maniera chiara del senso di responsabilità di questa opposizione, perché volendo vi avremmo presentato anche su questo provvedimento Assessore mille emendamenti, ma per sottolineare la inadeguatezza vostra sotto il profilo politico a governare questa Regione. Non l'abbiamo fatto, non l'abbiamo fatto perché sappiamo quanto sia urgente che dopo questo provvedimento entri subito la legge finanziaria e di bilancio perché ci sono le amministrazioni locali, ci sono i soggetti, le fasce deboli che aspettano risposte perché non si può pensare di andare per dodicesimi. Allora ecco perché Assessore rimane tutto il nostro giudizio negativo rimane il nostro giudizio negativo sull'operato di questa Giunta regionale, rimane il giudizio negativo soprattutto sulle prospettive che mi pare sia venuto il momento, e noi ancora facciamo un accorato appello, prima ve ne andate meglio è, non tanto per questa opposizione, ma per chi è fuori da questo palazzo perché si attendono risposte dall'energia, ai trasporti, alla viabilità che solo per citarne alcune che non hanno mai avuto nessun esito e se non altro per spirito sportivo io so che lei ha perso la scommessa con l'onorevole Oppi, su questo argomento, proseguirò dopo….

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Siamo nella tipica situazione nella quale un Assessore non vorrebbe trovarsi, non c'è alcun dubbio, si è in aula per prendere atto di un errore e per porvi rimedio. Allo stesso tempo, l'ho dichiarato con la stessa chiarezza, mi preme rimettere nei giusti perimetri quello che sta avvenendo e non lo vogliono mettere dicendo che è un semplice errore tecnico e andiamo avanti, diciamo che cosa è successo, io a differenza dell'onorevole Pittalis, ho apprezzato l'intervento dell'onorevole Agus perché è entrato proprio nel merito, nelle questioni. Primo, abbiamo una difficoltà oggettiva di applicazione del 118, che hanno tutti quanti, perché è un tema complesso di interpretazione, c'è una commissione che lavora a tempo pieno a Roma costituita da funzionari della Ragioneria dello Stato, delle regioni, della Corte dei conti, per dare interpretazioni, hanno già prodotto dei tomi enormi, dei principi di applicazione del 118, perché è complicato. All'interno di questo, c'è il tema della possibilità dell'utilizzo del disavanzo tecnico. Noi, come uffici, come Assessorato abbiamo pensato che si potesse dare una certa interpretazione, lo Stato ha detto no state sbagliando, dopo la nostra approvazione e ha impugnato, e come diceva l'onorevole Agus, molto spesso c'è un'interlocuzione in cui alla fine, lo sa chi ha governato, che è la normalità, che ci si scambino delle note e si cerca di trovare un accordo per evitare un proliferare del ricorso al contenzioso, presso la Corte costituzionale. Noi in questo caso, in sede di confronto, abbiamo detto va bene accettiamo la vostra interpretazione, e infatti nella legge 32 abbiamo corretto, abbiamo eliminato il disavanzo tecnico già nella legge 32 riducendo la spesa, e non c'eravamo neanche costituiti, l'ho già detto in Aula, perché avevamo accettato le ragioni dello stato. Dopodiché, è successo uno scollamento della tempistica, l'udienza della corte costituzionale è del 23 novembre, la nostra modifica della legge 32 è del 5 dicembre, la sentenza diviene nota l'11 gennaio, quindi mi rivolgo all'onorevole Truzzu, noi non sapevamo quale fosse la sentenza, la sentenza si è saputa l'11 gennaio, il giorno dell'udienza è un giorno del tutto formale, non si sa quale sarà la decisione. La Corte costituzionale ha fatto l'udienza in quel giorno e il parere l'abbiamo avuto l'11 gennaio. A questo punto indubbiamente è successa la necessità di fare il riallineamento perché abbiamo lavorato in questi due mesi a stretto contatto sia con la Corte dei conti che con il MEF; non c'è dubbio che la dichiarazione di illegittimità, non della legge finanziaria, perché bisogna leggerla tutta la sentenza, la dichiarazione di illegittimità per le parti che riguardano i 31 milioni, è questo che è stato dichiarato illegittimo non tutta la legge finanziaria, che fortunatamente ha piena validità. Ma per quanto riguarda i 31 milioni e su quello non c'è dubbio l'articolo 3 è stato dichiarato illegittimo e quindi è stato necessario fare questo aggiustamento e, come diciamo e scriviamo con molta chiarezza, nella relazione della Giunta, sarà necessario poi allineare di conseguenza anche la legge 32 e la legge 36, e questo dovrà essere fatto prima della chiusura del rendiconto. Allora, dicevo, questo è quanto è successo. Un episodio assolutamente spiacevole, che sarebbe stato meglio per me innanzitutto, ma per tutti, che non fosse avvenuto, questa tempistica la Corte non si è mai pronunciata in tempi così rapidi, è stato sollecitato un pronunciamento in tempi così rapidi perché, come dice per chi l'ha letta, la Corte dice è un tema effettivamente molto complesso, quello dell'utilizzo del disavanzo tecnico, e quindi dà una sentenza costituzionalmente orientata, cioè che serve nel caso di fattispecie ma che servirà poi per tutti. Quindi, diciamo che con fatica si stanno costruendo anche dei perimetri certi di utilizzo del 118. Noi siamo caduti in mezzo a questa interpretazione, però devo dire non ha creato nessun tipo di problema, non abbiamo fatto spesa in più, questo lo vorrei dire con chiarezza, noi non abbiamo fatto nessuna spesa in più, questi 31 milioni, che adesso stiamo riducendo all'indietro, quindi nella legge 6 erano stati già ridotti dalla legge 32, è spesa che non abbiamo fatto in più. Vorrei mettere tranquilli tutti. Basta controllare tutti i tabulati, stiamo anticipando ad aprile, alla legge 6 le correzioni che abbiamo poi fatto nella legge 32, tutta la spesa fatta era pienamente legittima, ed è stata tranquillamente portata avanti in piena correttezza. C'era questo vulnus, vulnus dovuto a un errore del quale chiaramente mi assumo tutte le responsabilità, che però non ha provocato nessun tipo di problema per quanto riguarda i comuni, i cittadini, le imprese, assolutamente niente. 31 milioni su 7 miliardi e mezzo, quindi diciamo un'inezia, che abbiamo corretto riducendo le spese per interessi dei mutui, esattamente… no, è necessario riprodurre tutto, onorevole Pittalis...

(Interruzioni dell'onorevole Pietro Pittalis)

Non sto facendo nessun tipo di polemica, è necessario riprodurre tutto certamente. Però, se guardiamo l'articolato vediamo che le poste che si stanno correggendo sono esattamente elencate e sono le poste che riguardano i 31 milioni. Poi è necessario assolutamente riprodurre tutti gli allegati, quindi non sto minimizzando, stiamo parlando di 31 milioni, abbiamo detto cos'è successo, non ha generato ne problemi per il resto della spesa, ovviamente è una cosa che se non fosse successa sarei stato io il primo ad averlo preferito. È successa, ne prendiamo atto, la correggiamo, non genera problemi di sostanza per niente all'interno del bilancio e come dicevo, successivamente, dovremo riallineare, sempre dal punto di vista della corretta imputazione contabile, anche la legge 32 e 36 ma il risultato, la gestione è quella e non stiamo cambiando minimamente per quanto riguarda la gestione. Chiudo, dicendo ovviamente che mi sono assunto le responsabilità di questo, si lavora e si sbaglia, succede, l'importante è avere trasparenza, riconoscerlo quando avviene, fortunatamente dico in questo caso non è successo niente di sostanziale, per quanto riguarda la sostanza del bilancio della Regione.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Mi dispiace che il collega Pittalis fosse distratto durante il mio intervento, perché il fatto che non veda il problema di cui stiamo discutendo oggi, come un problema di natura burocratica, o come il brutto voto suo un compito in classe o su un esame, non vuol dire che non sia un problema. Io oggi rilevo un problema che si chiama rapporti con lo Stato, che oggi ha nella punta dell'iceberg il fatto che lo Stato abbia corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni sull'applicazione di una norma che la nostra regione, prima regione in Italia, sta applicando. E che quando è stato compito dei comuni applicare questa norma, ha fornito ai comuni un aiuto tecnico che dava un filo diretto con il Ministero. Questo, a mio giudizio, fa parte di una partita più ampia, noi possiamo dire oggi che si tratta di un errore su 30 milioni, sull'interpretazione del disavanzo, un errore che fortunatamente siamo in grado di colmare senza problema alcuno; oppure possiamo dire, ed è quello che credo anche nella relazione si sia in parte esplicitato, oltre che negli interventi delle forze di opposizione, che ci sia bisogno, e che questa finanziaria quella che discuteremo nei giorni prossimi sarà appunto occasione anche per questo tipo di ragionamento, ci sia bisogno di fare il punto sui rapporti complessivi tra Regione Sardegna e Stato. Questo è il senso del mio intervento e vorrei che restasse agli atti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Piermario Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA PIERMARIO (Partito dei Sardi). È un po' difficile intervenire, visto che faccio parte di questa maggioranza. Ho seguito attentamente tutto il dibattito e credo personalmente di non dare il mio voto favorevole, io mi asterrò, perché la gestione di questo pacchetto che viene portata oggi alla nostra attenzione è un po' complicata, è vero, ma sicuramente se noi accettiamo, come io accetto, la ricostruzione fatta dall'onorevole Truzzu, denota che c'è stata una certa superficialità; superficialità che io posso anche capire, posso capire anche le scuse dell'Assessore, ma quello che emerge, Assessore, questo lo vorrei chiarire una volta per tutte, e che sono passati tre anni e io voglio sempre rimarcare che il ruolo del Consiglio viene sempre mortificato: lei già a dicembre sosteneva che tutto era tranquillo ma tutto tranquillo non è; allora, se questo Consiglio viene mortificato, io le voglio dire, e lo voglio dire proprio a lei perché molte volte ci sono dei dissidi proprio con il bilancio che è il fattore pregnante e portante, io sono trent'anni che viaggio tra vari consessi, comunali, provinciali e questa volta regionale, e mi sono sempre trovato in queste situazioni; situazioni dove il consiglio in se stesso non ha voce in capitolo. Se voi siete convinti, e lo dico a lei, che qua siamo a fare la sorveglianza ad un bidone vuoto, si è sbagliato di grosso! Io qua voglio dire la mia e voglio dire una volta per tutte, lo dico a lei, Assessore, che non si può entrare qua e dire solamente "ho sbagliato", si deve prendere veramente le responsabilità di quello che ha fatto!

Comunque mi astengo, perché ancora sono in maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Io ribadisco che non parteciperò al voto per quello che ho detto prima, perché c'è un'esigenza di rispetto nei confronti di quest'Aula: non si può ogni volta venire qua a raccontare una storiella, come se tutti vivessimo nella Repubblica delle banane. Anche la ricostruzione che è stata fatta oggi, Assessore,… è vero che è un'inezia tecnica, ma quell'inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico, perché non è questa parte dell'Aula che da tre anni parla di leale collaborazione, non è questa parte dell'Aula che quando è stata presentata la prima finanziaria ha spacciato a quest'Aula e ai sardi il pareggio di bilancio e l'armonizzazione dei bilanci come un grande successo della Giunta di centrosinistra e il superamento del Patto di stabilità, siete stati voi, è stato lei a dirci che era un grande successo, lo avete scritto nell'accordo con Renzo e Padoan! Ve ne volete rendere conto?

E allora, se la situazione è questa, prendiamone atto e, vanno belle scuse, però qua siamo in un'aula in cui si fa politica e non si fa tecnica, e allora se la situazione è politica ci sono delle conseguenze politiche. E rimango a quello che lei ha detto, perché anche quando lei mi dice che il racconto che io ho fatto non sarebbe corretto… lei dichiarò l'11 gennaio: "La sentenza viene pubblicata oggi ma l'udienza è stata il 23 novembre 2016, la legge che è stata approvata da quest'Aula e promulgata il 5 dicembre ha già risolto tutto; c'è una discrasia temporale ma abbiamo già risolto tutto", e dopo tre mesi ritorniamo ad affrontare la questione.

Allora, la situazione che abbiamo davanti agli occhi è questa: c'è un'inezia tecnica, perché 31 milioni su 7 miliardi e mezzo sono chiaramente un'inezia tecnica, ma c'è un macroscopico errore politico, e agli errori politici si risponde con responsabilità politiche, non con delle semplici scuse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). La vicenda è stata sviscerata in quest'Aula sotto tanti punti di vista ma c'è un elemento di fondo che orienta il dibattito e che non ha trovato ingresso, è un argomento che traccia e che declina la stessa Corte costituzionale nell'andare ad affermare, pagina 5: "Quanto alla questione sub a - che è il disavanzo tecnico - essa può essere risolta in senso positivo solo attraverso una stretta interpretazione della norma interposta. La regola contenuta nell'articolo 13 del "118" va intesa non come un mero raffronto numerico tra componenti contabili bensì come un documento analiticamente corredato dall'elenco delle singole poste interessate, in altre parole il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. La norma sul disavanzo tecnico deve essere pertanto interpretata in modo costituzionalmente orientato, dal momento che per i principi contabili vale la regola conforme a Costituzione, secondo la quale in presenza di ambiguità o anfibologie del relativo contenuto occorre dar loro il significato compatibile con i parametri costituzionali". Qui la Corte dichiara esplicitamente che quello che il "118" indica come disavanzo tecnico non è un disavanzo tecnico ma è un disavanzo; alla base di questo ragionamento c'è un errore clamoroso del legislatore nazionale del "118" che, laddove dovrebbe definire il disavanzo, "disavanzo", lo individua come "disavanzo tecnico", mettendo in condizione la Corte costituzionale di dire: se applichiamo le regole dell'istituto "disavanzo tecnico" salta l'intero meccanismo delineato dal "118", e l'intero sistema dell'armonizzazione contabile salterebbe. La Corte costituzionale "fa carne di porco" della nostra legislazione regionale in punto di applicazione corretta del disavanzo tecnico per salvare il sistema del 118, che è stato scritto male dal legislatore nazionale! E fortuna vuole che sono indipendentista e mi porto appresso un corredo di DNA dove dico che io, legislatore regionale, faccio le cose ben fatte quando le faccio e nei vizi dedotti dalla Corte costituzionale vado a cercare se sono vizi appartenenti a me oppure vizi riferibili a terzi, e in questo caso sono vizi riferibili al legislatore nazionale.

Il Gruppo Partito dei Sardi vota ovviamente a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC - Sardegna). Per dichiarare che anche noi, come UDC-Sardegna non parteciperemo al voto perché riteniamo che questa legge di modifica del bilancio di previsione 2016 sia una legge in qualche modo che certifica il fallimento di questa maggioranza, che certifica il fallimento di una gestione voluta da due docenti universitari, i massimi esponenti della facoltà di economia dell'università della Sardegna. Un fallimento certificato ovviamente dalla Corte costituzionale che ha ridicolizzato l'intero Consiglio regionale, ridicolizzato la Sardegna intera perché in questo Consiglio regionale noi rappresentiamo la Sardegna, e non si voglia cercare di semplificare dicendo che è solo un errore. Umanamente comprendo l'assessore Paci, e ovviamente non vorrei essere al suo posto, ma quanto detto dalla sentenza della Corte costituzionale in cui si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge regionale 11 aprile 2016, Bilancio di previsione e bilancio pluriennale, e quindi in via consequenziale si dichiara l'illegittimità costituzionale della legge stessa, stiamo parlando di una cosa di una gravità inaudita, non può essere spacciato come un mero errore, qua c'è una incapacità nello scrivere le leggi, una incapacità di rappresentare i sardi!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Io annuncio che resteremo in aula e voteremo contro, e in qualche modo mi sta stupendo il discorso ora sulle dichiarazioni di voto, perché si passa da un'ammissione di errore ad un'accusa nei confronti dello Stato che ha fatto una legge complessa, poi però c'è la presa d'atto da parte del Presidente della prima Commissione di un fatto: c'è un problema nel rapporto con lo Stato, ma va… Benvenuto fra noi, onorevole Agus, perché finalmente si rende conto che c'è un problema. Ma paradossalmente stavolta io da sardista, indipendentista credo che lo Stato abbia fatto solo il suo dovere ne più ne meno, c'era un decreto legislativo, la Regione Sardegna è stato la prima ad applicarlo con questa applicazione lo Stato ha detto con l'impugnazione della legge: bada che è sbagliato. L'Assessore ha detto effettivamente abbiamo sbagliato, io apprezzo, Assessore, la sua sincerità, la sua onestà intellettuale fermo restando che resta un errore che non doveva essere commesso, un errore che giustamente lei avrebbe preferito essere altrove in questo pomeriggio ma c'era quando è stato fatto. Quindi è logico che ci siano anche delle conseguenze che devono essere assunte dal punto di vista politico e le conseguenze dal punto di vista politico se vengono assunte devono produrre degli effetti e il rapporto con lo Stato deve cambiare. Perché il ritiro dei giudizi presso la Corte costituzionale, un patto truffa firmato con Renzi, patti per Cagliari fatti sulle spalle con i soldi sottratti alle province, tutte le balle che si sono raccontate in questi tre anni devono non più trovare alloggio nella Giunta regionale e nella maggioranza e mi fa piacere che dall'interno della maggioranza, se l'onorevole Agus è ancora in maggioranza, penso di sì, sia venuta fuori una consapevolezza che il problema è il rapporto con lo Stato che deve essere sicuramente modificato. Quindi ripeto, stiamo in aula e voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD). Grazie Presidente, intanto per fare una precisazione, questo Consiglio regionale non è stato estromesso dalla riflessione su questo tema e dall'approfondimento e dalle decisioni che ne sono conseguite, perché il tema è stato approfondito in Commissione più volte ed è stato approfondito in Aula più volte. Quindi io respingo l'accusa del fatto che questo Consiglio non abbia avuto modo di discutere su questo tema. L'errore di cui si fa carico l'Assessore, c'è, è stato esplicitato, è agli atti e all'attenzione di questo Consiglio, ma è chiaro ed evidente che non ha prodotto nessun scompenso sul bilancio 2016, non ha inciso in nessun stanzialmente deciso da questo Consiglio regionale. Quindi l'impalcatura del bilancio regionale è rimasta interamente così come è stata concepita da questo Consiglio regionale. Ma non erano forse peggio le variazioni di bilancio che nelle scorse annualità abbiamo approvato in questo Consiglio in cui si cancellavano intere partite, interi stanziamenti: per le povertà, per gli enti locali, per il dissesto idrogeologico, non ci siamo dimenticati di quelle variazioni che erano e che siamo costretti ad approvare per una sovrastima delle entrate che allora si poteva fare. Ed è qui che io apprezzo la scelta politica di aver aderito alle norme che ci hanno introdotto nel bilancio armonizzato. Finalmente un bilancio vero dove abbiamo dismesso la politica della promessa, dello stanziamento assicurato a tutti e tutti e poi mai mantenuto perché quelle risorse non erano nelle nostre disponibilità. Finalmente siamo entrati in una normativa che ci consente di presentare ai sardi un bilancio reale dove ciò che viene stanziato può essere speso perché è fatto di risorse vere che sono a disposizione della nostra Sardegna. Quindi difendo la scelta politica e ne sono sempre più convinto. E l'ulteriore dimostrazione è che sono aumentate le risorse, la spendita, le risorse che sono effettivamente entrate nel circuito della nostra economia della nostra Regione, andatevi a vedere i livelli dei pagamenti cioè soldi effettivamente erogati da questa Regione, andatevi a vedere gli ultimi anni l'andamento della spesa e del livello dei pagamenti della Regione autonoma della Sardegna e vi renderete conto come questa scelta è stata oculata, è stata una scelta coraggiosa che certo pone una normativa molto complessa, molto rigida che crea qualche difficoltà e questo è la risultante di quelle difficoltà…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, non sarei intervenuta ma l'intervento dell'amico Franco Sabatini veramente mi tira per i capelli. Perché, onorevole Sabatini, le faccio un esempio: vada a vedersi gli stanziamenti e l'erogato. Le posso dire e gliene cito uno, che poi riprenderemo anche più tardi, settore sport stanziato il 60 per cento di quello che noi, anzi impegnato il 60 per cento di quello che noi avevamo stanziato come bilancio ed è stato erogato il 25 per cento. Le sto dicendo assolutamente dei dati, a meno che io non abbia dei dati presi al mercato del pesce, va bene? Ecco e senza offendere il mercato del pesce, se li vada a vedere tutte…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). A me sembra che davvero si rappresenti una realtà virtuale in contrasto con quello che in effetti succede fuori di questo palazzo. E cioè dire che tutto dipenda intanto da un malinteso rapporto tra Stato e Regione, onorevole Agus, è il problema dei problemi. Quello che noi abbiamo posto non da oggi, e per la verità neppure in questa legislatura, ma di fronte ad un Presidente ed una Giunta che hanno solo saputo ritirare i ricorsi pendenti nanti la Corte costituzionale su tutte le vertenze aperte del rapporto con lo Stato, il chiudere al ribasso un accordo con il Governo nazionale perché non bisognava disturbare Renzi allora. Non bisognava disturbare le grandi manovre. Tutto questo a me fa piacere che oggi in un sussulto di dignità oggi si sia più attenti ai problemi del rapporto con lo Stato che mai nella storia autonomistica sarda è stato relegato ad un rapporto di chi comanda e di chi ubbidisce stando zitti, anche. Questo è successo, e non si può negare questa realtà, perché non è un problema dell'opposizione, sono i fatti che parlano, perché non avete spuntato nulla in questi tre anni nel rapporto con il Governo nazionale, nulla. E allora, ancora a giustificare un pasticcio, un errore grossolano fatto dalla Giunta regionale che vi siete, appunto, fatti bocciare, lo ripetiamo, il bilancio, legge più importante, la legge politica più importante e ancora trovate modo per giustificare l'ingiustificabile. Allora ecco perché se tutto deve essere riportato in termini di serietà a me fa piacere che qualcuno in questa Aula davvero richiami la necessità anche di un corretto rapporto tra la Giunta e il Consiglio, perché in Consiglio non c'è solo la maggioranza ma c'è anche un'opposizione ed è la ragione per la quale noi non partecipando al voto, Assessore, non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio, perché non è l'unico, è l'ennesimo, è…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Grazie Presidente, come ha detto la mia collega anch'io pensavo di non intervenire, pensavo non fosse necessario, non perché l'argomento non sia un argomento importante, lo è eccome, ma pensavo fosse risolto dalle discussioni fatte più volte e mai poche volte, tante volte è stato discusso questo argomento, innanzitutto dall'Assessore che ha ammesso una responsabilità che la Corte costituzionale ha rilevato per cui si è provveduto a fare un provvedimento normativo che intervenisse per correggere la cosa. Ne abbiamo discusso in aula, ne abbiamo discusso in Commissione, lo abbiamo fatto in maniera puntuale. E allora la questione è questa; questo modifica qualcosa nel bilancio 2016, ha delle conseguenze? Nessuna stiamo alle cose concrete; poi l'opposizione fa il suo mestiere giusto che dica quello che ritiene giusto dire, anche un sacco di cose fuori tema, che anche io potrei riprendere e magari se rimane un minuto le riprendo pure. Ma questo ha avuto conseguenze sul bilancio 2017, non arriviamo a marzo, abbiano già approvato in Commissione la finanziaria del 2017, la stiamo portando avanti, è già all'attenzione dell'Aula, io ricordo anche negli anni passati che i bilanci e le finanziarie sono state approvate anche in aprile, anche in maggio, cioè in tempi in cui gli esercizi provvisori venivano di volta in volta prorogati di mese in mese. È questa allora la lesa maestà dei rapporti della Sardegna con lo Stato? È vero che questa Giunta dei cosiddetti professori e questo Consiglio regionale va lì a genuflettersi di fronte ai potenti di turno che governano il nostro Governo nazionale di volta in volta senza tenere fede alle forze della nostra Regione? Niente di più falso. Io ho un'immagine simbolica che mi porto appresso e che credo possa rappresentare molto bene ciò che è stato nella legislatura passata l'atteggiamento di chi ha governato l'isola negli anni scorsi, ed è la consegna della bandiera della Sardegna a Berlusconi, consegnata dai Sardisti e consegnata da Cappellacci, un Governo di centrodestra. Questo è simbolicamente rappresentativo più di mille parole che volano nell'aria e che ci raccontano cose diverse rispetto a quelle che ci dovrebbero essere raccontate. Questo è quello che è accaduto. Allora, come diceva il collega che mi ha preceduto prima, non esistono maestri, non esistono alunni, ed esistono persone che qua dentro lavorano, appartenenti ciascuno ai propri partiti e ai propri gruppi, con le proprie idee e la propria voglia di cambiare quest'isola e dare il proprio contributo, ma trasformare questo provvedimento semplice, di un errore certo importante e corretto, in un bilancio armonizzato, che non è quello di competenza, dalla quale noi siamo voluti uscire per andare ad avere soldi veri, concreti, reali, da mettere nelle casse, senza le promesse che hanno fatto vivere l'isola in questi anni e che l'hanno condotta nella disperazione in cui siamo e dalla quale stiamo cercando di uscire, e ognuno deve fare la sua parte, anche voi fate la vostra.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sul passaggio all'esame degli articoli, lo metto in votazione.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Abbiamo già votato, ripetiamo la votazione con scrutinio elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Riequilibrio del bilancio 2016-2018 e modifiche alla legge regionale n. 6 del 2016

1. A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 12 gennaio 2017, con la presente legge sono assunti i provvedimenti necessari a garantire il riequilibrio del bilancio 2016-2018, mediante riduzione nell'esercizio 2016 degli stanziamenti di spesa di cui alla missione 50, programma 01, per euro 16.242.000,00, di cui alla missione 50, programma 02, per euro 12.287.000,00, e di cui alla missione 01, programma 10 per euro 3.024.438,75 pari a complessivi euro 31.553.438,75.

2. Per effetto del comma 1, gli allegati n. 1 e n. 2 di cui all'articolo 1, comma 3, lettere a) e b) e l'allegato n. 3 delle spese obbligatorie di cui all'articolo 4, comma 1, della legge regionale 11 aprile 2016, n. 6 (Bilancio di previsione per l'anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018), sono integralmente sostituiti dagli allegati n. 1, n. 2 e n. 3 alla presente legge.

3. Dopo l'articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2016 è introdotto il seguente:
"Art. 3 bis (Spesa)
1. È approvato in euro 8.852.786.077,09 in termini di competenza e in euro 8.515.821.189,22 in termini di cassa, dal 1° gennaio al 31 dicembre, il totale della spesa della Regione per l'anno 2016.
2. Sono autorizzati gli impegni e le liquidazioni delle spese, per gli anni 2016, 2017 e 2018, dal 1° gennaio al 31 dicembre di ciascun anno, secondo lo stato di previsione della spesa annesso alla presente legge entro il limite di stanziamento di competenza e per l'anno 2016 sono autorizzati i pagamenti nei limiti degli stanziamenti di cassa.".

4. Per effetto delle modifiche di cui ai commi 1, 2 e 3, l'articolo 22 della legge regionale n. 6 del 2016 è sostituito dal seguente:
"Art. 22 (Approvazione bilancio 2016-2017-2018 e quadro generale riassuntivo)
1. È approvato il bilancio della Regione per il triennio 2016-2017-2018 nel testo allegato alla presente legge per missioni e programmi per competenza e cassa e il quadro generale riassuntivo di competenza per il triennio 2016-2017-2018 e di cassa per l'anno 2016.".)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), con effetti finanziari a decorrere dal 1° gennaio 2016.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione gli allegati.

Passiamo all'esame dell'allegato 1.

(Se ne dia lettura)

PITTALIS PIETRO (FI). Posso chiedere il voto elettronico?

PRESIDENTE. Chiede il voto elettronico, va bene.

Metto in votazione l'allegato 1 con scrutinio elettronico. Dichiaro aperta la votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, sulla questione del voto. Noi abbiamo preannunciato che non avremmo partecipato alle votazioni sul contenuto di questo provvedimento che riteniamo tardivo, ed è volto a sanare una palese illegittimità. Per cui la prego di prendere atto anche per gli uffici che il non voto da parte nostra, come ha preannunciato l'UDC, come hanno preannunciato i colleghi Riformatori dell'opposizione, è una mancata partecipazione per ragioni politiche, essendo anche presenti qui in aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'allegato 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'allegato 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'allegato 2.

(Se ne dia lettura)

Metto in votazione l'allegato 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'allegato 3.

(Se ne dia lettura)

Metto in votazione l'allegato 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo del disegno di legge numero 401/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione della richiesta di istituzione della commissione d'inchiesta sul sistema della protezione civile regionale. (Comm. di inchiesta n. 4)

PRESIDENTE. Il secondo punto all'ordine del giorno reca la discussione sulla richiesta di istituzione della Commissione d'inchiesta. Si tratta dell'esposizione semplicemente, e abbiamo rinviato poi la discussione in merito.

È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). La richiesta di istituzione della Commissione d'inchiesta, come ben sanno i colleghi, si ricollega ai gravi accadimenti di metà gennaio di quest'anno, quando intere comunità si sono trovate isolate a causa di un'eccezionale nevicata. In quella circostanza, la reazione della struttura regionale preposta alla gestione dell'emergenza, la Protezione civile, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza, come non hanno mancato di denunciare i sindaci dei comuni interessati, a loro volta messi sulla gogna dall'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, che ha stigmatizzato il fatto che molti di essi non sono dotati dei piani di Protezione civile, ed è iniziato il gioco del cerino. Perché il problema non è quello di mettere in sicurezza persone e cose, ma scaricarsi della responsabilità. L'impressione che si è avuta infatti è che la logica che presiede al sistema sia semplicemente quella dell'adempimento, più che quella dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione che deve essere posta in essere quando si verifica un'emergenza. Non sono sotto accusa le centinaia di addetti della Protezione civile, che certo non sono responsabili della disorganizzazione, né le migliaia di volontari che con generosità si mettono a disposizione e con abnegazione svolgono il loro servizio. E siamo anche pienamente consapevoli della complessità delle questioni che stiamo affrontando, così come abbiamo ben presente quale spartiacque abbiano rappresentato gli strascichi giudiziari del terremoto de L'Aquila in relazione alla prevedibilità dei terremoti, strascichi che hanno innescato in Italia un perverso meccanismo dal quale oggettivamente non è facile uscire. Solo che qui non c'è nulla di imprevedibile, la meteorologia oggi è quasi una scienza esatta, e questo rende inaccettabili allerta meteo oggettivamente inutili, che creano disorientamento nei cittadini, che non ci credono più, mettono in difficoltà gli amministratori e determinano un danno economico, difficilmente misurabile, certo, ma sicuramente di grande entità; ore di lezione perse, giornate di lavoro bruciate, servizi pubblici non resi, viene da chiedersi se questa perdita viene inclusa nel calcolo della responsabilità di chi prende certe decisioni, o rientra semplicemente tra i danni collaterali, come le vittime di un bombardamento. Basta adempiere al manuale delle allerte per ottenere il risultato di garantire un'adeguata sicurezza ai cittadini? Suggerisco ai colleghi di leggere le definizioni dei diversi codici colore, per rendersi conto della difficoltà che devono affrontare i sindaci tutte le volte che scatta un codice superiore al verde. E' possibile che debba essere in capo ad essi, ai sindaci, la responsabilità di interpretare quello che c'è scritto nei comunicati della Protezione civile? Ci sono o non ci sono persone preposte proprio a questo, a dare indicazioni ai primi cittadini e a tutti i cittadini su cosa è meglio fare? Perché se questo non fanno, è evidente che nel dubbio qualunque sindaco è portato a chiudere scuole e uffici, ovviamente per la gioia dei ragazzi, ma creando disagi enormi al resto della cittadinanza. Perfino il comune di Cagliari si è trovato in difficoltà, e stiamo parlando del Comune sardo sicuramente più attrezzato dal punto di vista strutturale e delle competenze di cui dispone. Pensiamo invece alle decine di piccoli comuni sardi in cui probabilmente l'unico a leggere il fax che perviene dalla Protezione civile è proprio il sindaco, che nel profluvio di comunicati può anche incorrere nell'errore di una lettura frettolosa, della quale è stato accusato il sindaco di Cagliari Zedda. Questo è il problema che oggi abbiamo voluto porre all'Assemblea, che non dovrebbe liquidarlo con la solita sufficienza, perché il tema è quello della fiducia del cittadino in un apparato pubblico che mantiene faticosamente, pagando le tasse, ma di cui comincia a non comprendere l'utilità. Così anche per la Protezione civile, una macchina necessaria, ma in relazione alla quale la comunità non può permettersi di pagare anche il prezzo dell'inefficienza, perché in questo caso inefficienza significa insicurezza, delle persone e delle proprietà. La gestione di questo sistema è emblematica di come non deve funzionare un apparato pubblico, con l'aggravante, come dicevo, che essa incide sulla sicurezza delle vite. È interessante sentire quello che dicono gli amministratori locali, che hanno messo in evidenza nel dettaglio problemi che sarebbero stati facilmente prevedibili e risolvibili prima che si verificasse l'emergenza, perché non si tratta di un episodio, non si tratta ogni volta di evidenziare le attenuanti, in questo caso l'eccezionalità della nevicata, ringraziando il cielo quando non ci sono vittime, si tratta di avere la freddezza e la serietà di capire che cosa non ha funzionato, per evitare di doversi invocare tutte le volte alla buona sorte. Quali sono le criticità e le carenze che impediscono di organizzare un sistema efficiente e pronto ad affrontare le emergenze? Questo è l'oggetto della discussione di oggi. Sappiamo già, però, che queste parole cadranno nel vuoto, e che questa nostra iniziativa verrà respinta, ma questo non attenuerà le responsabilità tecniche e politiche di una situazione non più sostenibile. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cossa. La discussione è rinviata ad altra data.

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes." (281/A)

PRESIDENTE. Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno. Disegno di legge numero 281: "Ridefinizione dei confini fra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes". Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Giuseppe Meloni, relatore

MELONI GIUSEPPE (PD), relatore. La prima Commissione ha esaminato il disegno di legge numero 281 nella seduta del 31 gennaio del 2017, nella medesima seduta ha licenziato il testo per l'Aula. Preliminarmente riconosce che la potestà legislativa esclusiva in materia di enti locali e relative circoscrizioni, attribuita dallo Statuto speciale alla Regione, debba essere esercitata in primo luogo considerando le istanze provenienti dalle realtà locali, le esigenze di carattere identitario e quella di carattere funzionale, che consentono agli enti preposti un efficiente svolgimento dei loro compiti, soprattutto in riferimento all'erogazione dei servizi ai cittadini. Per questi motivi, in seguito all'esame del disegno di legge numero 281, la Commissione ritiene che la ridefinizione dei confini proposta, risultante dai dati riportati nella relazione esplicativa e nelle planimetrie allegate dalla Giunta regionale, risponda alle finalità sopra evidenziate, e, come emerge dalle informazioni allegate, alle esigenze degli abitanti che in quei territori risiedono. Ritiene inoltre che la permuta delle porzioni di territorio e dunque il loro accorpamento ai comuni, che naturalmente le comprendono, risulti funzionale a una migliore e più efficiente erogazione dei servizi. Al fine di garantire i necessari adempimenti che la ridefinizione dei confini comporta, la Commissione pertanto auspica una approvazione del testo da parte dell'Aula in tempi celeri. Si tratta sostanzialmente di una permuta di porzioni di territorio a seguito di richieste da parte dei comuni di Magomadas e Tresnuraghes, rispetto a una ridefinizione dei confini nelle loro circoscrizioni territoriali, ai sensi della legge regionale numero 58 dell'86, così come deliberato dai rispettivi consigli comunali nel 2014.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1:

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes

1. I confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes, sono ridefiniti ai sensi del titolo II della legge regionale 30 ottobre 1986, n. 58 (Norme per l'istituzione di nuovi comuni, per la modifica delle circoscrizioni comunali e della denominazione dei comuni e delle frazioni), così come risulta dalla relazione esplicativa e dalle planimetrie descrittive allegate alla presente legge.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1.

Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione la relazione esplicativa e le planimetrie allegate.

Chi le approva alzi la mano.

(Sono approvate)

Metto in votazione il testo della legge con votazione elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 281/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione generale congiunta del "Documento di economia e finanza regionale 2017 (DEFR)". (18/XV/A) e dei disegni di legge: "Legge di stabilità 2017". (393/S/A) e "Bilancio di previsione triennale 2017-2019" (394/A)

PRESIDENTE. Passiamo al successivo punto all'ordine del giorno: "Documento numero 18 della Giunta regionale, documento di economia e finanza regionale, disegno di legge numero 393, legge di stabilità 2017, disegno di legge numero 394, bilancio di previsione triennale 2017-2019".

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. La terza Commissione permanente, nella seduta del 21 febbraio 2017, ha approvato, con il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza, e quello contrario dei Gruppi di opposizione, la manovra finanziaria. La sessione di bilancio ha avuto inizio con le consuete audizioni che quest'anno sono state caratterizzate dalla divisione in argomenti a partire dalle tematiche legate alla crisi economica e sociale, come quella del settore lattiero-caseario, quella del mercato del lavoro e quelle delle politiche sociali e di contrasto alle povertà. La manovra finanziaria va considerata nella sua globalità, perché è costituita non dai soli fondi regionali, ma anche da quelli nazionali ed europei. Infatti una delle caratteristiche principali rappresentate dal documento di economia e finanza regionale, è la programmazione unitaria come cardine di una più efficiente qualità della spesa. Inizierei facendo alcune considerazioni preliminari sulla vertenza entrate. Anzitutto il confronto con lo Stato sul tema delle compartecipazioni non può ritenersi mai chiuso, infatti sono in continuo mutamento le condizioni economiche, il quadro legislativo nazionale e quello europeo tanto da richiamarci ad un lavoro costante di trattativa con il governo centrale. Dovremmo acquisire questa capacità anche guardando ad altre Regioni autonome certamente più virtuose della nostra. L'agenzia delle entrate regionale che spero entri a regime al più presto con l'attuazione della legge istitutiva sarà certamente uno strumento importante per camminare in questa direzione. Fondamentale è stata l'entrata in vigore del decreto legislativo numero 114 del 2016 che contiene le norme di attuazione il quale ha quantificato con esattezza le maggiori entrate spettanti alla Regione. Ricordo l'imposta sul reddito delle società, quella sui redditi da capitale, sulle assicurazioni e sulle riserve matematiche, tutto ciò ha consentito di ottenere risorse aggiuntive, dapprima un'anticipazione di 300 milioni a seguire ulteriori 400 milioni spalmati in un quadriennio. La vertenza entrate avviata dal presidente Soru portò in dote al netto della spesa sanitaria e della continuità territoriale di cui ci siamo fatti carico, circa 900 milioni aggiuntivi. Con l'istituzione del prelievo statale e dei cosiddetti accantonamenti che ammontano dal 2012 al 2016 ad una cifra pari a 2 miliardi e 600 milioni, sono stati vanificati gli effetti positivi della revisione dell'articolo 8 dello Statuto a dimostrazione ulteriore che il rapporto con lo Stato va tenuto aperto al fine di non consentire la messa in discussione delle possibilità di dare attuazione alle competenze assegnate dal nostro Statuto alla Regione autonoma della Sardegna. A questo riguardo bene ha fatto la Giunta regionale ad impugnare la disciplina statale che estende gli accantonamenti e prevede ulteriori contributi a carico della Regione. Nel confronto con lo Stato è necessario ricomprendere la questione degli enti locali, del sistema sanitario e delle difficoltà dovute all'insularità. Sul sistema degli enti locali i tagli inferti dallo Stato alle province e ai comuni se aveva poco senso prima dell'approvazione della legge regionale numero 2 del 2016, a seguito di essa è davvero inaccettabile. Importante è stato il risultato ottenuto che vede già dal 2017 un primo riconoscimento attraverso l'attribuzione da parte dello Stato di ulteriori 20 milioni aggiuntivi che nel 2018 diventeranno 30. Sul sistema sanitario è intollerabile che mentre alle regioni a statuto ordinario vengono riconosciuti costi per i nuovi livelli di assistenza e per i farmaci innovativi, la Sardegna insieme alle altre regioni a statuto speciale ne è privata. Sull'insularità non possiamo non mettere in evidenza il grande risultato ottenuto con la sottoscrizione del patto per la Sardegna che porta in dote alla nostra Isola importanti risorse nella programmazione 2014-2020, la quale mette a disposizione stanziamenti finalizzati al superamento dei gap infrastrutturali e delle difficoltà inerenti lo stato di insularità. Solo di fondi sviluppo e coesione un miliardo 590 milioni di cui 277 milioni solo per il 2017. Si aggiungono a questi un miliardo 578 milioni per la metanizzazione, 168 milioni per il patto per lo sviluppo della città metropolitana di Cagliari a cui ultimamente si è aggiunta la città di Oristano. Questi importanti trasferimenti che si distribuiscono nel settennio 2014-2020, possono essere paragonati per il livello delle risorse trasferite ai due piani di rinascita per la Sardegna approvati negli anni 60, la differenza sostanziale sta nell'aver puntato su interventi finalizzati al miglioramento della competitività della Sardegna sul piano economico. In sede di audizioni sono stati più volte segnalati alla Commissione ritardi nella spesa e qualche volta il mancato avvio delle procedure di impegno delle risorse, ciò rappresenta un fatto grave e limitativo degli indirizzi e degli obiettivi che la politica intende raggiungere. Questo fatto è ancora più allarmante alla luce della nuova disciplina contabile del bilancio armonizzato a cui noi siamo sottoposti, la quale non consente di impegnare nell'esercizio successivo l'avanzo di amministrazione che deve essere esclusivamente utilizzato per abbattere il debito pubblico. I ritardi della macchina amministrativa sul versante della capacità di spesa sortiscono due effetti fortemente negativi, il primo il non raggiungimento degli obiettivi, il secondo la perdita delle risorse. Al fine di rimuovere questi ostacoli la Commissione bilancio procederà dopo il primo quadrimestre alla verifica e controllo del livello di spesa dei singoli capitoli di bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull'argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: "Può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere seppure parzialmente alcuni obiettivi programmatici che la manovra stessa si pone"? In una situazione così pesante di crisi economica può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all'altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti? È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio cercando le migliori soluzioni possibili al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, (…) dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate. Sulla spesa sanitaria dai documenti approvati dalla Corte dei conti e da quelli pubblicati dal Ministero dell'economia e finanza si evince in questa prima parte di legislatura il risultato del contenimento della spesa sanitaria, tuttavia è necessario segnalare che il piano di rientro non ha trovato piena attuazione ed ha dovuto essere sottoposto alla rimodulazione. Importante è stato approvare la riforma del sistema sanitario regionale, ora risulta ugualmente urgente approvare la rete ospedaliera finalizzando il tutto ad un'azione di contenimento della spesa rendendo più organizzati i servizi territoriali e attualizzando le economie di scala.

Tuttavia la situazione finanziaria rimane ancora preoccupante a causa della necessità di dare copertura al residuo disavanzo 2015 e a quello che sarà quello del 2016. È chiaro che la Sardegna non può essere assimilata a regioni come la Valle d'Aosta o il Trentino, infatti per soddisfare le effettive esigenze della Sardegna tenuto conto dell'incidenza di alcune particolari patologie, delle condizioni orografiche della nostra regione, della distribuzione disomogenea degli abitanti sul territorio, risulta necessaria una maggiore spesa. Alla luce di queste ultime considerazioni è ancora più urgente chiedere la rimodulazione dei livelli degli accantonamenti. La manovra che è all'attenzione dell'aula procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione e attuazione di importanti investimenti infrastrutturali. Rimangono infatti inalterate le aliquote delle addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano. Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall'ENEL. Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell'istruzione, del mondo della cultura e dell'associazionismo. Vorrei anche segnalare l'importante stanziamento per l'applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta per la sola parte passiva a 44 milioni di euro comprensivi dei 14 milioni provenienti dall'annualità 2016 nonché 40 milioni per la parte attiva provenienti dal fondo sociale europeo. Il REIS unitamente al contratto di ricollocazione in via di attivazione da parte dell'Assessorato del lavoro costituirà l'impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo. Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l'attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero caseario finalizzato attraverso l'acquisto del formaggio per gli indigenti a far risalire il prezzo del latte. Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l'attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere pubbliche per 150 milioni e così sarà negli anni a seguire. Così come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo. A questo si aggiunge la prossima attuazione di importanti infrastrutture viarie finanziate attraverso il patto per la Sardegna. Per tutte queste ragioni esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea possa approvare celermente la stessa così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda, relatore di minoranza.

ZEDDA ALESSANDRA (FI),relatore di minoranza. Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Sabatini le chiedo scusa già all'inizio del mio intervento perché dovrò dissentire da lei. La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Ovvero sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Credo che, grazie al profondo senso di responsabilità - e su questo saremo d'accordo onorevole Sabatini - e consapevolezza, per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto anche noi per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio. I termini tecnici appena citati significano però che, ancora una volta, fate pagare ai nostri concittadini un prezzo altissimo, nella vita quotidiana e in tutti i settori. Per voi poco importa se i deboli, i sofferenti, le famiglie le imprese, non hanno più alcuna certezza di supporto, pagamento e assistenza da parte della Regione, che con voi sta conoscendo i tempi più duri, cupi, più inaffidabili.

Lo dico, spero nessuno si offenda, a ragion veduta: da tre anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza in ciò che avete promesso, ma non ancora mantenuto. La lista delle incompiute, piuttosto che degli errori grossolani, e sotto gli occhi di tutti. Non soluzioni per la crisi, no azioni per favorire lo sviluppo! Sarò ancora più esplicita citando le vostre numerose lacune e falle consumate sulle spalle dei sardi. Questo, tra l'altro non è solo il mio pensiero ma, sia a livello nazionale, sia consiglieri e assessori della vostra maggioranza, lo denunciano continuamente. Il Governo romano, pur orfano del principale attore protagonista sino a poco tempo fa, continua ad arrecare gravissimi danni alla nostra terra, gli stessi che comunque certificano in sostanza il fallimento delle azioni della Giunta Pigliaru. Pochi giorni fa il gruppo del Partito dei Sardi ha notificato al Presidente della Regione un giudizio severo anche sul rimpasto, annunciando una insoddisfazione palese. Dicono: "Per noi è vincolante il patto elettorale, non possiamo romperlo. Tuttavia abbiamo il diritto di far capire agli elettori ciò che è addebitabile alle nostre convinzioni e al nostro lavoro e ciò che non lo è". Decidete voi e valutate voi queste esternazioni.

Entrate, trasporti, infrastrutture, energia, scuola, servizi nelle zone periferiche e interne, acqua, sanità e servitù militari, giusto per citare i settori che ci mettono ormai agli ultimi posti in Europa e in Italia.

In Italia oltre 17 milioni di persone sono a rischio povertà o esclusione sociale, in Sardegna il 46 per cento della popolazione è a rischio povertà. Saranno fra i 9.000 e 10.000 i sardi che entro l'anno avranno chiesto aiuto ai circa cinquanta centri di ascolto attivati dalla Caritas nei vari comuni. Le richieste giungono prevalentemente da cittadini italiani, anche se crescono quelle degli stranieri. Mi viene una considerazione spontanea, ma non facciamo già abbastanza per gli immigrati? E se penso ai clandestini o a coloro che ospitiamo senza controlli adeguati rabbrividisco. Ma mi viene naturale dire: avete sempre dichiarato di essere in grado di recepire l'accoglienza imposta da Italia ed Europa. Siamo certi che sia proprio così? Ho forti dubbi, soprattutto perché mai è emersa una chiara politica di intervento sull'immigrazione, sia italiana che, in particolare della Regione, che in quanto isola e periferia italiana avrebbe dovuto rivendicare il ruolo, linee strategiche, azioni e risorse finanziarie per il contrasto all'emergenza profughi. Sottolineo profughi, non di certo clandestini.

La diseguaglianza tra i redditi dei sardi è tra le maggiori in Europa. Tutto questo si traduce in un aumento della distanza tra ricchi e poveri. La disoccupazione in Sardegna e al 56, 4 per cento, una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile dai 15 ai 24 anni.

Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, e anche innovazione.

L'indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L'isola è 228esima su 263 regioni. Alcuni dati preoccupano. La Sardegna nel fondo della classifica per:

Pil pro capite, 188esimo posto; Istruzione e formazione, 253esimo posto; Istituzioni, 234esimo posto; Infrastrutture, 225esimo posto; Lavoro, 235esimo posto; Innovazione, 236esimo posto.

Ecco perché le mancate entrate sono fondamentali; siamo penalizzati già dai primissimi anni novanta mediante l'applicazione del regime finanziario non corrispondente alla volontà del legislatore costituente. Da anni le casse regionali sono indebitamente depauperate a causa di restrittive interpretazioni unilaterali delle disposizioni statutarie e degli svantaggiosi meccanismi di calcolo adottati dell'amministrazione statale. E in questo Assessore Paci non le attribuisco alcuna colpa perché ce l'abbiamo in comune nell'arco del tempo che ovviamente questo è avvenuto, però le chiedo di non banalizzare con il solito "abbiamo risolto la vertenza entrate", perché la strada è ancora aperta e ne è prova anche la sua trattativa romana di questo periodo. Le voglio solo dire che c'è da fare molta attenzione perché la partita emergenza e sviluppo della Sardegna passa per una stretta correlazione fra entrate, sanità, trasporti e finanza locale, crocevia per riaprire ciò che è stato penalizzante per noi in passato. E mi riferisco in particolare ai vostri accordi e soprattutto a qualche azione della Giunta Soru.

Accantonamenti, riserve e prelievi di vario genere anche straordinari. Si pensi al costo dei farmaci sperimentali, piuttosto che all'ultima diminuzione di trasferimenti agli enti locali, macigni che, in assenza di regole certe continueranno ad indebolire drammaticamente il già risicato bilancio regionale. Avete scelto di sottoscrivere un accordo che ci impose di rinunciare ai ricorsi contro lo Stato. Ci chiediamo in ragione di quale beneficio, anche alla luce dei vostri ripensamenti, sia sulla linea politica che sui ricorsi, che per carità, ben vengano, ma si potevano evitare.

Per qualcuno sono errori tecnici a banali. Peccato che hanno portato alla sentenza di illegittimità di cui abbiamo parlato a breve e non sarò ripetitiva.

In questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell'argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, e cioè la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un'azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità.

Essere un'isola è uno svantaggio, c'è l'isolamento economico, limitazioni dei trasporti, assenza di infrastrutture, minori opportunità commerciali, costi dell'energia più alti.

La vostra Proposta di finanziaria è una lista della spesa, quando va a soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per soddisfare le varie componenti della maggioranza (mi riferisco a tutte quelle spesuccie ben indicate negli articoli dal 5 in poi), a tratti però un libro dei sogni che appare l'esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Cito l'indebitamento dei vari mutui e il mancato tiraggio, le scarse risorse regionali per le attività produttive, turismo, commercio, artigianato. Una menzione a parte merita l'agricoltura e l'allevamento. In questo settore con la vergognosa complicità del governo viene confermata la vostra politica del gambero. La nostra passione non è certo quella di ispirarci agli arcani maggiori del "no a tutto", l'abbiamo dimostrato in passato. E anche recentemente quando il Presidente Pigliaru ha chiesto di fare delle proposte e ha detto che le avreste valutate. Noi però siamo minoranza, lo ricordo. Ogni volta che abbiamo fatto una proposta avete sempre avuto diffidenza e mai ascoltato. Vedi entrate, urbanistica, piano casa, riforma delle province, trasporti, per ultimo ma non da ultimo la sanità. Condividiamo la politica della razionalizzazione dei risparmi, ma mai quando ciò significa far morire la sanità efficiente, faccio un esempio: il Brotzu, non condividiamo certo che per un nuovo primariato, magari anche per figli di amici si chiuda una divisione sanitaria senza cognizione di causa, se non quella di favorire un'altra struttura o addirittura una persona. Siamo qua, ancora, nonostante la vostra scarsa affidabilità per battaglie comuni che unendo maggioranza e opposizione possano operare per il bene dei sardi e dalla Sardegna. Ridurremo la disoccupazione, miglioreremo l'ambiente, le ferrovie diventeranno come quelle svizzere, le scuole sarde diventeranno fantastiche, sparirà la dispersione scolastica, le strade non ne parliamo e così via. Il dramma è che è da tre anni che assistiamo a questi annunci trionfali ma niente è cambiato: la Sardegna è sempre più disperata. Sembra che stiate governando l'Isola da ieri e non da tanto tempo, questo si è capito anche con l'intervento del Presidente Pigliaru recentemente. Sanità: farmaci innovativi, sblocco del turn-over, accantonamenti e probabilmente i nuovi ticket come già accennato dal ministro Lorenzin in, a breve di convocherà. Un ragionamento a parte merita la riforma, siamo in assenza di una rete ospedaliera, mi dispiace che non ci sia l'assessore Arru però in assenza di rete ospedaliera e di alcuni atti aziendali vorrei sapere in ragione di quali direttive normative i vostri direttori generali stanno di fatto chiudendo divisioni sanitarie e attivando primariati a tratti pare anche senza titoli di fatto in alcuni casi cancellando dei servizi e delle strutture che rappresentavano eccellenze. Ma forse pensate che a che punto possa arrivare il mater Olbia? Ad oggi, in assenza di accreditamento e di autorizzazione è previsto lo stanziamento dei 60 milioni ma credo che si è ben pensato di fare un bando per la ristorazione, qualcuno ha paura di restare a pancia vuota probabilmente ma noi non ce lo spieghiamo. Vorrei fare un'altra battuta sulle ASL, tempo fa il ragionamento noi stiamo per le riduzioni e tagli, però ovviamente crediamo che su alcune partite bisogna prestare attenzione, soprattutto in quelle del controllo e ci chiediamo come mai oggi, a fronte di 40 persone che revisionavano le precedenti ASL, decidiamo di tenere solo un collegio minimo di tre revisori, volete che non si controlli? Volete che l'operato fra l'altro di un numero solo al comando possa procedere senza alcun tipo di controllo? Su questo noi non saremmo di certo dalla vostra parte. Ancora, cultura, lo spettacolo, il cinema, un'industria soft che state uccidendo, poche le risorse e, guardate, non lo diciamo noi lo dicono 28 associazioni del settore e voglio giusto citarvi ciò che dicono: 28 organismi hanno subito al 2012 al 2015 un taglio del finanziamento annuale ex articolo 56 che varia da un minimo del 29 per cento al 39 per cento, rimanendo per questo motivo esclusi dalla ripartizione del milioni di euro aggiuntivo rispetto all'anno precedente stanziato per l'articolo 56 dal Consiglio regionale con la legge finanziaria 2016 che è stato riservato ai 69 organismi che avevano subìto nello stesso politico un taglio superiore del 40 per cento. Parlo del mio mondo, un mondo quello dello sport in agonia, anzi, non più tardi di una settimana fa federazione e società sportive ed enti di promozione hanno usato la parola morte, come ex atleta è un grande dolore, credetemi, non voglio essere complice però, soprattutto perché questo consiglio regionale con le leggi con le finanziarie precedenti ha stanziato i soldi per questo mondo ma poi invece è avvenuto ciò che ho raccontato in precedenza caro collega Sabatini che è supportato da dati del vostro servizio finanziario e non di certo inventati dalla sottoscritta o dalle federazioni e società che ancora oggi non hanno ricevuto un euro. Vorrei fare una precisazione su alcune partite, cito tra tutte la Carbosulcis, leggo spesso e volentieri viene annoverata come grande risultato, la Carbosulcis possiamo vantarcelo, l'abbiamo fatto noi il progetto per portare alla chiusura risistemando tutte le maestranze, soprattutto senza un giorno di sciopero o di malessere. Ancora, in chiusura potrei leggervi tanti altri dati ma vedo che il tempo volge al termine e lo dirò nell'altra mia relazione però voglio fare una proposta che magari è anche un po' spiritosa…

PRESIDENTE. La seduta è tolta e il Consiglio è convocato domani mattina alle 10 per la discussione generale.

La seduta è tolta alle ore 18 e 50.