Seduta n.81 del 18/12/2009 

LXXXI Seduta

Venerdì 18 dicembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 37.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 9 dicembre 2009 (74), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Domenico Gallus, Gabriella Greco, Pietro Pittalis e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta del 18 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza dei trasporti extraurbani con particolare riferimento ai collegamenti Cagliari-Dolianova e viceversa". (194)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco, con richiesta di risposta scritta, sui rischi di malfunzionamento delle nuove procedure nel sistema di riconoscimento dell'invalidità civile e dello stato di handicap". (195)

"Interrogazione Meloni Francesco - Fois - Vargiu - Mula - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nel trasferimento delle competenze in materia di sanità penitenziaria". (196)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di funzionamento dell'impianto di climatizzazione del Palazzo di giustizia di Oristano". (197)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Barracciu - Cucca - Bruno sulla decisione della Giunta regionale di scioglimento degli organi ordinari e di nomina di un commissario del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale e sull'interruzione delle già programmate elezioni degli organi esecutivi del medesimo Consorzio". (61)

Giuramento di Assessore tecnico

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il giuramento dell'Assessore tecnico dell'industria.

Ricordo che gli Assessori nominati dal Presidente della Regione, non consiglieri regionali, devono prestare giuramento ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250.

Invito l'assessore Angioni ad avvicinarsi al banco della Presidenza.

Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato D.P.R.:

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

Invito pertanto l'assessore Angioni a rispondere: "Giuro".

ANGIONI, Assessore tecnico dell'industria. Giuro.

Comunicazioni della Giunta regionale

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del Presidente della Regione ex articolo 121 del Regolamento sullo stato dei finanziamenti relativi alla strada statale 595 "Sassari-Olbia".

Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione. Preciso che ha facoltà di intervenire un consigliere per Gruppo.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Signor Presidente, penso che resterò all'interno dei tempi concessimi, pur fornendo un quadro complessivo ed esaustivo di quello che è lo "stato dell'arte". Vorrei partire, perché mi sembra giusto, dall'impegno che la Giunta aveva assunto con un ordine del giorno, votato dall'intero Consiglio, il 14 ottobre 2009.

Con quell'ordine del giorno il Presidente della Regione si era impegnato, riporto testualmente, "Ad assumere tutte le iniziative necessarie perché il CIPE approvi al più presto il programma attuativo regionale FAS; ad ottenere garanzie dal Governo affinché lo stesso adotti tutti quei provvedimenti di propria competenza necessari al completamento dell'opera; ad assumere tutti gli atti necessari per la prosecuzione del procedimento previsto dall'accordo tra ANAS, Protezione civile, Struttura di missione e Regione che consentirebbe di realizzare l'arteria stradale in tempi rapidi, attraverso procedure accelerate; a riferire in Aula, entro il mese di novembre 2009, in ordine alla delibera CIPE, anche al fine di assumere le iniziative conseguenti".

Siamo oggi al 18 di dicembre, quindi arriviamo all'appuntamento con una ventina di giorni di ritardo. Il ritardo però ha consentito di compiere dei passi in avanti e quindi mi permette di portare all'Aula una situazione ancora più chiara.

Prima di tutto partiamo da quello che viene considerato il punto di criticità, ovverosia la delibera relativa ai fondi FAS. Come tutti quanti voi ricorderete, il 2 ottobre di quest'anno fu firmata col Governo nazionale un'intesa generale quadro sulle infrastrutture che attribuiva alla strada statale Sassari-Olbia il rango di infrastruttura strategica per il Paese e indicava una copertura finanziaria di 630 milioni, da rinvenire per 470 nei fondi FAS-PAR della Sardegna e per 160 attraverso la legge obiettivo in virtù di un impegno col Governo nazionale.

Da allora cos'è successo? Prima di tutto il CIPE non ha ancora preso atto dei PAR regionali, di quello della Sardegna così come di altri PAR, perché il patto sulla salute che ha formato oggetto di discussione all'interno della Conferenza Stato-Regioni che si è conclusa recentemente, ha comportato uno slittamento a causa delle conseguenze che determinava sui fondi e, in particolare (è un problema che non riguarda la Sardegna) con riferimento ad alcune partite contenute nei programmi attuativi regionali di alcune Regioni che, a dire del Governo, vanno a coprire spese non compatibili con la natura delle spese per infrastrutture o comunque delle spese destinate alle aree sottosviluppate.

Vorrei solo per un attimo ricordare che l'obiettivo al quale stiamo lavorando è quello del rispetto delle scadenze già stabilite dal programma attuativo regionale, con riferimento all'infrastruttura Sassari-Olbia, dalla precedente Giunta regionale e confermate da questa Giunta regionale, ovverosia il completamento delle gare d'appalto (primavera 2010) la redazione di un progetto definitivo esecutivo (primavera 2011) il completamento lavori (primavera 2014).

Al fine di poter conseguire quell'obiettivo e poter, nel contempo, dare copertura a quella parte mancante (perché la copertura originaria era di soli 470 milioni di euro rispetto ai 630) il Governo regionale ha sollecitato il Governo nazionale per un intervento immediato sui 160 milioni che dovevano essere reperiti con la legge obiettivo. Si è trovata una soluzione soddisfacente che consente, attraverso l'utilizzo del fondo per le infrastrutture strategiche, il cosiddetto "fondo Letta" della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di coprire quella parte mancante e quindi di dare copertura integrale.

Questo che cosa significa? Significa che sono immediatamente disponibili le somme che consentono di avviare l'opera, di avviare le procedure, e nel contempo, nelle more delle attività preliminari si presume (questo ormai è un dato certificato, oltre che dalla dichiarazione del Governo, da un accordo che è intervenuto anche con la Conferenza Stato-Regioni) nel mese di gennaio di poter licenziare il PAR relativo ai fondi FAS.

Conseguentemente il risultato finale porta a un quadro che è quello che risulta dalla relazione istruttoria che ha accompagnato la delibera, che indica una previsione, a mio parere un po' ottimistica, sui tempi, perché i tempi che vengono indicati sono ancora più stretti rispetto a quelli che erano indicati nel documento assunto dalla Regione. Peraltro anche ieri, in conferenza stampa, lo stesso Bertolaso ha, come dire, dilatato un po' quei tempi e si è allineato alle scadenze che aveva previsto la Regione Sardegna.

Il piano economico finanziario stimato, che è stato allegato alla delibera CIPE, prevede le attività preliminari da svolgere nei primi nove mesi dell'anno 2010 che comprendono, per i primi tre mesi, la gara d'appalto e l'affidamento dei lavori, dall'aprile sino a settembre il progetto definitivo esecutivo e, a partire dal 1º ottobre, la consegna dei lavori. Questo con anticipo di quasi sei mesi rispetto alle previsioni dell'amministrazione regionale. Io credo che, tenuto conto della necessità di ragionare in termini prudenti, si possa far riferimento al nostro obiettivo, che è quello di mantenere ferma la programmazione originaria e, sulla base dello "stato dell'arte", la programmazione originaria è certamente confermata.

Quindi, riepilogando, la situazione oggi è questa: rispetto ad un ammontare complessivo di 660 milioni di euro (perché la stima finale ha evidenziato una differenza di 30 milioni) abbiamo 470 milioni a valere sul PAR-FAS, 162 milioni a valere sul "fondo Letta", così come assegnati dal CIPE, e 33 milioni che verranno reperiti nella legge obiettivo, quindi con una copertura integrale, con la possibilità, dal 1º di gennaio, di avviare le procedure.

Peraltro le procedure, come sapete, sono già in corso da tempo. Nel mese di agosto c'è stata la fase dell'avviso di interesse (sono pervenute 807 richieste di partecipazione) e la relazione che io eventualmente allegherò agli atti perché possa essere consultata indica in modo puntuale le caratteristiche dell'opera, le modalità con le quali viene realizzata, il tracciato, le opere che il progetto comprende (sono 13 viadotti, 19 ponti, 27 cavalcavia, 36 sottopassi, 5 sottopassi ferroviari, 3 gallerie artificiali) e le scadenze alle quali io ho fatto riferimento. Vorrei solo concludere dicendo che lo "stato dell'arte" consente di rispettare quel programma che avevamo posto originariamente.

Si è molto discusso, ci sono state anche polemiche, contrapposizioni tra visioni di bicchieri mezzi pieni o mezzi vuoti. Io credo che questo sia un risultato importante perché consente di realizzare un presupposto: poter partire - e credo che questo sia quello che il territorio aspetta, quello che il territorio ci ha chiesto - poter partire immediatamente con la realizzazione dell'opera.

Quanto al CIPE vorrei segnalare (perché questo per me è stato un motivo di soddisfazione, credo che possa esserlo per tutti) che la riunione del CIPE di ieri prevedeva dieci punti per infrastrutture che vorrei richiamare velocemente: Regione Basilicata, variante di Cannitello, Napoli, Trieste, autostrada medio padana, raccordo autostradale della Cisa, Parma Nord, itinerario Ragusa-Catania, capitale società Stretto di Messina e Sassari-Olbia. Di dieci punti ne sono passati solo due, quello relativo alla Sassari-Olbia e quello relativo allo Stretto di Messina. Non corrisponde al vero che sia passata la Ragusa-Catania come non corrisponde al vero che siano passate le altre opere. Noi ci auguriamo, per il bene anche di quei territori, che il CIPE possa approvare velocemente tutte le infrastrutture, però certamente ieri ha dato una risposta e soddisfazione alle esigenze della Regione Sardegna.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signori Assessori (ne approfitto per rivolgerre gli auguri al neoassessore Sandro Angioni) colleghi consiglieri, il 14 ottobre scorso il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno sulla realizzazione della strada statale Sassari-Olbia. Lo ha fatto con un voto unanime, dopo una lunga discussione ed una trattativa che ci ha condotto a concordare anche con lei, presidente Cappellacci, un dispositivo in quattro punti. L'ultimo dei quali è riferire in aula entro il mese di novembre 2009 in ordine alla delibera CIPE (delibera prevista da lei per i primi giorni di novembre) anche al fine di assumere, come Consiglio regionale, le iniziative conseguenti.

In queste ultime settimane, nonostante gli inviti reiterati, non abbiamo avuto l'onore di averla tra noi (lei che è anche consigliere regionale) neanche per un attimo durante la discussione sulla finanziaria e sul programma regionale di sviluppo. Solo oggi la vediamo degnare il Consiglio regionale della sua presenza e ottemperare ad un voto unanime, quindi anche suo. Le dico subito che non siamo soddisfatti della delibera CIPE di ieri, non siamo soddisfatti affatto. Non ci accontentiamo né di briciole né di ulteriori promesse, ne abbiamo sentite troppe in campagna elettorale.

Veda, Presidente, l'autorevolezza anche nei rapporti con lo Stato non è un fatto legato all'educazione, ma alla responsabilità di rappresentare un popolo fiero della propria autonomia, della propria sovranità, e i sardi non si accontentano né di elemosine né di ulteriori annunci futuri. Ecco perché occorrono azioni forti, azioni unitarie ma forti, utilizzando tutti gli strumenti di cui disponiamo, comprese le dimissioni, quando servono come strumento di pressione nei confronti del Governo, quando servono per alzare i toni, non per urlare di più.

Noi, Presidente, non le chiediamo di urlare, le chiediamo di far sentire la voce dei sardi, le chiediamo di difendere prima di tutto la Sardegna, prima del partito, prima della coalizione, prima del Governo amico. Ma mai la voce dei sardi - ha scritto ieri il presidente Pisanu - è stata così flebile, in tutti i grandi centri di decisione politica, economica e sociale: ci sarebbe solo da trarne le conseguenze. Noi vediamo anche nello strumento delle dimissioni un mezzo per far pressione nei confronti di un Governo, che viene qui, in campagna elettorale, e promette. Sulla base di quelle promesse voi avete sancito un patto, un accordo, con gli elettori, sulla base di quelle promesse avete vinto le elezioni. Ma torniamo all'ordine del giorno.

Come ho già ricordato, il dispositivo di quell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale la impegnava su quattro punti. Il primo punto riguardava il PAR-FAS. Lei sa bene che il PAR-FAS è stato deliberato dalla Giunta Soru il 16 dicembre 2008, ed inviato al Governo (prima Regione in Italia) nel gennaio di quest'anno. In seguito è stato ritirato dalla sua Giunta e rimodulato nello scorso agosto con modifiche lievi, ma non di poco significato, e con perdita di tempo notevole come ha ribadito anche l'onorevoli Nizzi.

Nella delibera della Giunta Soru di un anno fa lei ha trovato 470 milioni per la Sassari-Olbia, gli stessi disponibili con l'ordinanza dell'agosto 2008, revocati da Berlusconi con un decreto legge nel mese di ottobre. Il 10 luglio 2008 la Conferenza unificata Stato-Regione aveva già deliberato di inserire la Sassari-Olbia tra le grandi opere della legge Obiettivo, inserimento deliberato subito dopo dal CIPE, che già allora aveva valutato positivamente l'intervento ai fini del cofinanziamento statale. Era dunque tutto pronto quando lei, Presidente, ha iniziato la sua campagna elettorale, identificandosi nella persona, e persino nel contrassegno caratterizzato dal nome del Presidente del Consiglio dei ministri.

Non c'era neanche bisogno delle promesse fatte anche l'ultimo giorno della campagna elettorale e rinnovate, qualche settimana fa, a Olbia; era tutto pronto. 550 milioni erano previsti per le opere collaterali al "G8" che doveva tenersi a La Maddalena, di cui 470 per la Sassari-Olbia; nell'agosto 2008 erano stati pubblicati i bandi di gara per otto lotti più uno della nuova strada; in settembre, nella Conferenza dei servizi di Sassari, erano stati approvati i preliminari, sancite le procedure, accelerate (due anni e mezzo prevedeva la Conferenza dei servizi di Sassari per la conclusione dell'opera) prequalificate ai primi di dicembre 80 imprese per ciascun lotto, sulla base di un accordo tra Regione, ANAS, Protezione civile, struttura di immissione. Tutte queste procedure sono state interrotte inopinatamente e ora attendono di essere riprese; non abbiamo bisogno di metterne in campo nuove.

Noi riteniamo che sia un'ennesima presa in giro per i sardi deliberare prima una quota aggiuntiva e poi quella principale, affermare solennemente con toni trionfalistici che appaltare qualche decina di chilometri voglia dire aver ottenuto il successo auspicato, aver risolto i problemi di sicurezza di quella strada dalla morte. Ci accontentiamo di poco, di un'elemosina rispetto agli impegni presi, agli atti già adottati, già deliberati e poi ritirati consumando uno scippo nei confronti della Sardegna.

Lei, Presidente, ancora una volta si è accontentato di impegni futuri, non ha mostrato alta la voce della Sardegna, autorevole, forte, non urlata, ma dignitosa, fiera, fiera dei propri diritti, anche quando ci è stato sottratto il G8, e in quell'occasione neanche con una consultazione preventiva.

Qualche mese fa, era il mese di settembre, il Presidente ci aveva informato dello sbocco di 111 milioni per la Sassari-Olbia, peccato che qualche giorno dopo il Governo l'abbia smentito in Parlamento: erano fondi già destinati alla Sardegna per le opere principali di La Maddalena. Successivamente altri annunci di fondi futuri (come quello dell'atto aggiuntivo dell'intesa sulle infrastrutture) annunci a zero euro (come quello dell'intesa originaria del 2002). No, Presidente, lei sa bene che lo sblocco dei fondi FAS è l'unico strumento che possa portare alla realizzazione completa dell'arteria stradale, consentendoci di completarla nei tempi previsti dalla Conferenza di servizi di Sassari; non abbassiamo la guardia, non accontentiamoci!

Nel Programma attuativo regionale ci sono due miliardi e 250 milioni di euro, sono necessari per realizzare gli obiettivi strategici di questa Regione. Le sette strategie sono contenute nel documento unico di programmazione non avete inventato niente, sono previste nel Programma regionale di sviluppo di questa Giunta regionale, del suo Governo, come del Governo precedente. Riqualificazione di scuole, poli universitari, infrastrutture stradali, portuali, aeroportuali, l'ammodernamento di ferrovie, i nuovi ospedali, gli impianti sportivi: le priorità della Sardegna sono lì, in quel Programma attuativo regionale. Occorrono iniziative forti, unitarie; certamente noi non ci sottraiamo alle iniziative unitarie, non ordinarie, di mobilitazione di un popolo, che riaprano una stagione di autonomia, di rinascita, di sovranità, che riaprano una stagione nella quale la voce della Sardegna si levi alta, robusta e coraggiosa.

L'invito che le rivolgiamo, ancora una volta, Presidente, è di considerare prima la Sardegna, poi tutto il resto, poi il Governo amico, poi la coalizione, poi il partito: prima la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, le modalità d'intervento vanno concordate prima. Mi scusi, a me piace essere chiaro e preciso, e se una impostazione della discussione deve essere data, deve essere concordata. Per cui…

PRESIDENTE. Giusto per chiarire, onorevole Salis, abbiamo precisato che interviene un consigliere per Gruppo, e quando interviene un solo consigliere per Gruppo (di solito i Capigruppo, che intervengono sempre alla fine) la prassi è che si intervenga in ordine crescente di Gruppo. L'onorevole Bruno mi ha chiesto di parlare per primo!

SALIS (I.d.V.). Beh, se l'onorevole Bruno interviene per primo dovrebbe essere decrescente, non crescente. Mi segue Presidente? Anche per l'alternanza tra i Gruppi. Per cui io la pregherei di garantire quanto meno l'alternanza tra i Gruppi. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il Gruppo Misto non intende intervenire, perché avrebbe dovuto intervenire per primo, per cui spetta a lei. Prego onorevole Salis.

Siamo sempre partiti dal Gruppo Misto per l'alternanza, onorevole Cuccureddu; mi sembra una polemica assolutamente inutile.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, le regole vanno stabilite prima, altrimenti arriviamo in Aula e, come succede spesso, ci troviamo di fronte al fatto compiuto che ella impone. Io non ho nessuna difficoltà ad intervenire, solo che correttezza vuole che i Gruppi siano informati sui criteri, perché se un argomento è delicato bisogna offrire la possibilità a tutti di sapere quello che si dice all'interno dell'Aula, ed eventualmente anche di rispondere. Io non sono abituato ad andare in Aula con gli interventi già pronti, prima di intervenire voglio conoscere l'orientamento dell'Aula, non solo quello che dicono i giornali. Per cui, la prego di garantire l'alternanza tra i Gruppi, che è sempre stata rispettata.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, le regole non le abbiamo fissate oggi, e sa perfettamente che quando devono intervenire i Gruppi si rispetta il criterio dell'ordine crescente dei Gruppi, che si sta seguendo anche quest'oggi. Il Gruppo Misto non è intervenuto, comunque intende intervenire l'onorevole Sanna, dopodiché toccherà a lei.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, sembra che in questi giorni - la testimonianza l'abbiamo avuta anche con l'intervento del collega Bruno - la parola d'ordine sia: "prima la Sardegna". L'abbiamo letto sulla stampa, lo sentiamo in Aula, e fa specie che "prima la Sardegna" venga da chi ha governato l'Italia, e nel recente passato ha governato anche la Regione. Non riesco a capire se sia uno slogan, o se sia la volontà vera di porre come interesse principale, primario, il bene di quest'Isola, ho difficoltà a crederci, perché siamo stati sempre sconfessati. Oggi invece assistiamo al discorso del Presidente della Regione che viene in Aula, dopo il deliberato del CIPE di ieri, e fa una sua analisi, e all'intervento del partito di opposizione il P.D., che effettua un'analisi contraria. E' un rimpallare di idee, di rivendicazioni, allargando anche il raggio, su ciò che è stato fatto a La Maddalena. Quei 550 milioni, guardate, gridano ancora vendetta: buona parte sono i nostri, non li hanno incassati le imprese sarde, né queste gestiranno quello che si è realizzato - Marcegaglia docet - e tutto ciò nel silenzio più assordante. E va bene.

Noi, tempo addietro, abbiamo proposto una soluzione diversa, e ve la ripeterò per cento, duecento, trecento volte se sarà necessario, perché riteniamo che ci sia anche una difficoltà all'interno del CIPE, ma siccome questa soluzione l'ha proposta il Partito Sardo d'Azione, credo che sia difficile da accettare. Vedo molta distrazione, forse se fosse arrivata questa proposta da un partito che, in sede regionale, conta più di noi - e non ci vuole molto - certamente questo non sarebbe accaduto.

Abbiamo detto che la soluzione esiste e non possiamo far finta di niente: recuperiamo un po' di dignità, recuperiamo anche credibilità fra la gente, diamo anche la possibilità al Presidente della Giunta di avere maggior forza nel presentare proposte alternative, non di inseguire il filone che aveva iniziato il governatore che l'ha preceduto, come se niente nel mondo fosse cambiato e le soluzioni non possano esistere.

Lo strumento del "Project costruendo" ci offre la possibilità di fare tutto velocemente, di iniziare a pagare - e non noi ma lo Stato - solo dopo che l'opera è costruita e collaudata; e quindi avrà tutto il tempo, questo Governo, o chi ci sarà, di decidere come pagare e quando pagare. Ma se lo pagherà il Governo italiano, non lo può pagare quello regionale: mi sembra normale. Quindi, stiamo offrendo possibilità di non anticipare risorse, di iniziare a pagare quando l'opera sarà ultimata e collaudata e di velocizzare enormemente le procedure, perché col "Project" si velocizza.

Io sfido molti di voi, tutti, maggioranza e opposizione, me per primo, a dire quante risorse di quelle di La Maddalena sono andate alle imprese sarde: quanto è rimasto in Sardegna o quanto è andato via, fuori, a che costi e con quali risultati. Stiamo ripercorrendo questa strada perché è la più veloce, ma è quella che lascia meno risorse su quest'Isola!

E allora proviamo a ragionare tutti assieme, non rivendico la primogenitura dell'idea ma credo che quello che ho avanzato sia una soluzione alternativa a un qualcosa che tarda a venire. Perché è vero che vanno in gara i 162 milioni, ma quando arriveranno gli altri (se arriveranno gli altri) perché dobbiamo inseguire necessariamente l'aumento del costo dell'opera (che da 630 diventa 660; ne abbiamo procurato 162 che prima non c'erano, dovremo procurarne altri 33 in attesa dei 470 dei fondi FAS) quando il tutto si può risolvere diversamente? Intanto questi soldi non ce li hanno in contanti, badate, dovrà essere coinvolta la Banca europea degli investimenti.

Allora, quello che chiedo a quest'Aula: va bene, io capisco le difficoltà di chi sta governando, del Presidente, nel dover necessariamente anche sentire le rappresentanze dei territori che protestano, la gente che si solleva, il malumore che cresce, le dimenticanze che comunque su quest'Isola nei decenni si sono sprecate, ma la gente vuole risolvere i problemi, non vuole sentire uno che dice "i soldi che mi hanno dato non ce li avevo ed è un qualcosa che si aggiunge, quindi è una cosa positiva", in risposta a chi gli dice "i soldi non te li hanno dati, l'opera non si realizza, il tutto si sta allungando, le procedure anche dopo forse saranno diverse". O dovremo inseguire le opere da realizzarsi per i 150 anni dell'unità d'Italia per avere le stesse procedure?

A me dell'unità d'Italia, proprio, non me ne interessa più di tanto; se la speranza è legata alle opere per i 150 anni dell'unità d'Italia abbiamo già perso tutti. E' il risultato di questi anni di Autonomia: a partire dalla "rinascita" sprecata, anche da parte di quei "padri" che adesso pensano di voler inculcare in noi chissà quali valori. La "rinascita" è fallita, e allora bisogna individuare altre soluzioni. E quando si trovano le soluzioni, ci si ragiona, si cerca di migliorarle, di prevedere tutti quei passaggi, quelle fasi, perché si possano attuare con facilità e precisione.

Invece, oggi qua dentro, in tutti gli interventi delle parti, assisteremo al solito rituale: l'opposizione che dice che ha sbagliato chi governa; la maggioranza che dice che chi governa ha operato bene perché ha recuperato altri 162 milioni. Però l'opera quando la vedremo realizzata? Quali saranno i tempi? Si bandirà una gara, poi quando si troveranno i soldi se ne bandirà un'altra, ma quello che a me preoccupa è che da questo stato di crisi su quest'Isola non se ne esce in questo modo!

Bisogna avere il coraggio di fare ciò che hanno fatto per qualche decennio nel Friuli, cioè di mettere sotto protezione le proprie imprese: là impedirono a qualsiasi impresa, se non aveva almeno cinque anni di "residenza" su quel territorio, di partecipare alle gare. Il vantaggio il termini di punteggio era talmente grande per i residenti che le imprese esterne non avevano alcuna possibilità! Per noi questa invece era un'utopia, era qualcosa che non si poteva realizzare. E' vero che dopo dieci anni L'Unione europea se n'è accorta e ha posto delle limitazioni, ma per dieci anni loro hanno vissuto con le risorse, senza farne uscire una lira! Per noi queste non sono soluzioni, per noi ormai c'è quasi la rassegnazione, è meglio lamentarsi, piuttosto che trovare proposte, ragionare in modo costruttivo.

Credete davvero che se la proposta dovesse arrivare dall'opposizione io non la potrei condividere perché è una soluzione che arriva da voi? Ma se la soluzione del problema è quella, ed è l'unica, io credo che nessuno sarebbe così stupida da far finta di non sentirla. E invece qua, siccome questo partito, il Partito Sardo d'Azione, è quello che ha sempre detto "prima la Sardegna", oggi me lo sento dire dagli altri.

Guardate, per noi resta sempre "prima la Sardegna", per voi credo che sia tutto da dimostrare: il giorno che riuscirete a dimostrarlo forse vuol dire che anche a voi i sentimenti di appartenenza si staranno risvegliando come è giusto che sia.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ho fatto bene ad insistere per parlare dopo il collega Sanna, altrimenti mi sarei potuto dimenticare una proposta che il Partito Sardo d'Azione ha avanzato, e sulla quale io intervengo subito per dire che il Gruppo dell'Italia dei Valori manifesta attenzione per essa, perché noi siamo interessati a realizzare nel più breve tempo possibile la "Sassari-Olbia", e quindi ci interessano non tanto le dispute sulle primogeniture, sui finanziamenti arrivati prima o dopo - su cui però è anche importante ragionare e discutere -, ma ci interessa individuare la strategia più importante per riuscire a realizzare l'opera. Allora, ripeto, noi manifestiamo attenzione per la proposta del "Project costruendo" che è stata avanzata dagli esponenti del Partito Sardo d'Azione, però poniamo un problema, collega Sanna, perché per poter attivare le anticipazioni dalle banche deve essere garantito, quantomeno formalmente, il finanziamento totale dell'opera, altrimenti le banche non ci danno manco mezzo euro. Il problema oggi è questo. Lo Stato deve quindi garantirci il finanziamento totale dell'opera.

Sono peraltro assolutamente d'accordo che bisogna fare di tutto perché,nell'esecuzione dell'opera, siano coinvolte le imprese sarde. Perché, presidente Cappellacci, mi hanno segnalato, per esempio, che anche piccolissimi lavori di rilevamenti subacquei effettuati dalla Soprintendenza, sono stati assegnati addirittura ad imprese milanesi, tagliando fuori le imprese sarde. Chiudo la parentesi dicendo che sia i grandi lavori pubblici sia i piccolissimi appalti per la valorizzazione dei nostri beni culturali, rischiano di essere assegnati totalmente ad imprese non sarde.

Il problema, per tornare al finanziamento dell'opera, è che dopo un anno e mezzo da quando noi avevamo dato già per acquisito il finanziamento per la "Sassari-Olbia" è intervenuto, signor Presidente, e su questo quest'aula non può stare zitta - uno "scippo" di impegni già assunti a favore della Sardegna. Di questo scippo non si può non parlare.

Adesso si dice: ci hanno dato la parte della copertura del tetto. Ma noi abbiamo bisogna anche della parte relativa alle fondazioni e alla struttura dell'opera. E siccome ci hanno imbrogliato altre volte, nessuno si può scandalizzare se le minoranze in questo Consiglio regionale dichiarano che potremmo essere di fronte ad un ulteriore imbroglio. Ma non lo diciamo noi, lo dicono i rappresentati dei territori che stanno da decenni chiedendo che venga risolto il problema di questa strada della morte.

Signor Presidente della Regione, noi l'abbiamo vista, ieri, dopo un paio di mesi di discussione sulla finanziaria, partecipare a una conferenza stampa con il ministro Matteoli che, in pompa magna (sembrava una beffa) mentre si lesinano le risorse già garantite quasi due anni fa alla Sardegna, le risorse per un'opera che noi consideriamo strategica, annunciava i finanziamenti "megagalattici" per il ponte sullo stretto di Messina. Badate bene, dopo che la Sicilia ha già ottenuto un congruo regalo dal sottosegretario Micciché (sottosegretario, non è un caso, al CIPE, insieme all'altro sottosegretario napoletano Cosentino, di cui non voglio richiamare i trascorsi per votazioni che hanno interessato la Camera dei deputati) noi ci troviamo di fronte ad una situazione, che ad oggi ci consente di poter iniziare un terzo dell'opera o un quarto dell'opera.

Badi, la sua affermazione, "l'importante è poter iniziare", è una frase che abbiamo sentito anche vent'anni fa quando è iniziato il primo lotto dei lavori della strada statale 125. Noi ne abbiamo già fatto le spese di queste promesse "per iniziare". Peraltro abbiamo visto, l'assessore La Spisa che, all'aeroporto di Olbia, ha ringraziato ben otto volte il presidente Berlusconi perché ha dichiarato che l'opera sarebbe stata finanziata subito, tra applausi osannanti della platea, come giustamente doveva essere di fronte a questa promessa. Il fatto è che quella promessa poi non è stata rispettata, come succede spesso e volentieri. Noi è questo che chiediamo: il rispetto delle promesse. Badi bene, signor Presidente, il problema delle infrastrutture per la Sardegna è fondamentale. Noi abbiamo discusso di bilancio, di strategia di sviluppo, di programma regionale di sviluppo nei due mesi scorsi, l'abbiamo fatto con passione, con convinzione, ma il problema è, come dice l'onorevole Pisanu, che "per quel che riguardano gli ultimi cinquant'anni di vita politica sarda, io non ho mai visto affollarsi tanti disagi in una sola volta nella nostra Isola". Questi sono i problemi che avremmo dovuto affrontare nella finanziaria. Ed è chiaro che, a questo punto, la Sardegna deve rivendicare con forza il rispetto degli impegni assunti, anche a costo delle dimissioni, e non solo delle sue. Quando infatti noi chiediamo le sue dimissioni è per fare un atto di forza che lei sa benissimo coinvolge anche noi, perché legate alle sue eventuali dimissioni ci sono anche le nostre. Quindi stiamo mettendo in campo con dignità la nostra storia politica per difendere una opportunità di sviluppo che è legata alle leggi obiettivo e alle grandi opere. Perché badi, Presidente, anche per l'elenco delle opere previste nei PAR dei fondi FAS, da cui devono essere recuperati i 470 milioni, io esprimo piena preoccupazione e un dissenso.

Noi manifestiamo il nostro dissenso, per esempio, per il fatto che nella ripartizione dei fondi FAS è stato inserito il tunnel sotterraneo sotto la via Roma dove dovrebbe passare la metropolitana leggera. Noi poniamo il problema perché vi è il rischio concretissimo che quell'opera, voluta solo da una parte dell'amministrazione comunale (e noi speriamo che ci sia un ripensamento perché gli stessi tecnici sostengono che è assolutamente velleitario pensare un'opera del genere) ove iniziata si mangerà larga parte dei fondi disponibili per la Sardegna. Un'opera che è inutile, anche perché di metropolitane di superficie ce ne sono in tutta Europa, funzionano benissimo e non si vede la ragione per sperperare soldi in un'opera con grossissime incognite quale quella del tunnel sotto via Roma a due metri dal mare.

Per cui, signor Presidente, noi siamo dell'idea che questa vicenda abbia rivelato ancora una volta la debolezza politica ed istituzionale della Sardegna. La debolezza politica e istituzionale della Sardegna, perché con questo Governo della Sardegna...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi del Consiglio, io credo che l'argomento oggi in discussione sia un argomento che possiamo trattare in maniera sobria e serena come abbiamo fatto sino a questo momento, con una valutazione che è assolutamente accettabile, cioè che la maggioranza e l'opposizione su questo argomento hanno deciso di assumere anche in Aula e nelle dichiarazioni sui giornali, posizioni di diverse. Questo mi sembra sia un atteggiamento assolutamente consentito, anche perché sia voi che noi abbiamo la necessità di uscire da questo palazzo e di ragionare con le parti sociali di riferimento di ciascuno. Per cui è, credo, assolutamente legittimo che voi diciate che siete insoddisfatti perché non c'è il totale finanziamento dell'opera mentre noi esprimiamo soddisfazione per l'inizio del finanziamento dell'opera.

Quindi io non mi scandalizzo per il fatto che in quest'aula si siano levati toni che sono forti sulla "Sassari-Olbia", anche perché mi rendo conto, ci rendiamo conto come Riformatori di quanto sia importante di quanto sia sentito il problema in Sardegna. Quindi la premessa al ragionamento è che è assolutamente legittimo, anzi è necessario e indispensabile, ci sono parti sociali fuori da quest'Aula che aspettano risposte differenti dalle parti politiche che in quest'aula si confrontano, ed è quindi assolutamente comprensibile che ci possano essere delle differenze nell'interpretazione di fatti che sono uguali. Si può andare al cinema e vedere lo stesso film e esprimere un giudizio differente sul film che si è visto, e quindi sulle parti che si sono viste rappresentate sullo schermo.

Detto questo, colleghi del centrosinistra, con quell'appello al buon senso che poi tante volte ci rivolgiamo in quest'Aula, e che aiuta a capire gli uni le ragioni degli altri - io sono convinto che voi abbiate perfettamente capito le nostre, però le voglio sottolineare perché anche questo fa parte del mestiere di un consigliere regionale di maggioranza - io sono convinto che voi siate convinti esattamente quanto noi che il risultato che si è ottenuto, piccolo o grande che sia, è frutto - come dice tra l'altro un autorevole esponente del vostro stesso schieramento, l'ex sottosegretario Scano, che invita a mantenere questo stesso atteggiamento anche nel futuro - di un movimento popolare che non ha avuto parti politiche a sostegno, nel senso che i deputati, i consigli regionali, gli amministratori comunali del centrodestra e del centrosinistra hanno interpretato univocamente la volontà delle popolazioni della Sardegna nel significare che l'intervento sulla Sassari-Olbia era ed è, resta un intervento assolutamente prioritario.

Io credo che l'azione posta in essere dai consiglieri comunali del P.d.L, Carbini e Luciano, sia stata un'azione di grande forza mediatica, che ha rappresentato, sicuramente, al di là di ogni schieramento, la volontà della popolazione di quei territori, ma non solo di quei territori, dell'intera Sardegna, di intervenire nel modo più rapido e aggressivo rispetto al problema della realizzazione della strada. Anche le dichiarazioni di oggi sui giornali non sono state certamente, da parte di esponenti del centrodestra, improntate al trionfalismo, meno che mai quelle del presidente Cappellacci, sono state dichiarazioni improntate alla buona volontà e alla necessità di mantenere alta la guardia, e quindi di continuare con forza in quell'attività di sollecitazione nei confronti del Governo regionale, perché la programmazione dei fondi FAS, che non arriverà a dicembre del 2010 ma è imminente, dia ragione a un'esigenza fondamentale della Sardegna.

Detto questo, io credo che il secondo problema, in ordine di tempo (il secondo problema oltre a quello del completamento e della disponibilità dei fondi) sul quale dobbiamo condurre tutti insieme la battaglia (poi voi direte che ci sono dei ritardi, noi diremo che si sta facendo il possibile, però questo non inficia il fatto che si debba comunque ancora lavorare insieme) è la battaglia perché le opere siano veloci. Nel senso che una Regione che ha 7 miliardi di euro di residui, un'amministrazione degli enti locali in Sardegna che ha 5 miliardi di euro di residui, ha chiaro in testa che il problema non è quello dei soldi, il problema è quello di fare in fretta. Quindi il problema è di avere procedure realizzative della Sassari-Olbia che siano le più rapidi possibili. Qui non abbiamo, a mio avviso, il problema di quando il CIPE deciderà o quando i fondi FAS saranno nella nostra disponibilità, vi è il problema che quando i soldi saranno disponibili, si faccia in fretta.

Io ricordo che quando Pietro Fois era Assessore, un camper, con lui dentro, sulla Alghero-Sassari, riuscì ad attirare l'attenzione complessiva del mondo della politica e di quello della burocrazia, così che i lavori che era previsto che si dovessero realizzare nel giro di un anno vennero realizzati in poco più di un mese. Ricordo il presidente Pili, che si batté in quest'Aula perché i cantieri stradali in Sardegna (si parlava della Carlo Felice allora) fossero attivi durante la notte. Questo è il messaggio forte che noi dobbiamo insieme lanciare, a Bertolaso, al Governo nazionale, perché le procedure di realizzazione della Sassari-Olbia siano le stesse attuate per i lavori sul terremoto in Abruzzo, cioè siano quelle che consentano alla Sardegna di vedere realizzata l'opera nei tempi più rapidi possibili.

E non è un problema di certezza di fondi nel mese di dicembre, nel mese di gennaio o nel mese di febbraio: è un problema di tipo burocratico-amministrativo, perché le procedure che possono essere adottate siano effettivamente quelle più veloci possibile, perché, sinché la strada è quella che è, il numero delle croci inevitabilmente aumenterà, e questo è nella di testa di tutti noi, ed è nella testa degli esponenti della politica di entrambi gli schieramenti che hanno condotto e che stanno conducendo una battaglia, anche rischiando personalmente la propria salute, per un'opera che tutti i sardi ritengono indispensabile nei tempi più rapidi possibili.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, in questi mesi, più di una volta, abbiamo convenuto fosse utile per la Sardegna una presa di posizione unanime, un sostegno reciproco, un sostegno esplicito anche all'azione della Giunta nei confronti del Governo per ottenere da questo l'impegno necessario ad affrontare i gravi problemi che vive la nostra comunità.

Ieri, il Presidente della Commissione antimafia, autorevolissimo esponente del centrodestra, uomo di grande statura politica, sicuramente legato ai destini della Sardegna, alle vicende che la storia dell'autonomia ha segnato, rilascia una dichiarazione di questo tipo: "Il 2010 sarà un annus horribilis, molti perderanno il posto, e i meno protetti anche il pane". E' riportato sui giornali, sui quotidiani di oggi. Poi, continuando a sfogliare le pagine dei nostri giornali, dei quotidiani di oggi: "Alcoa, vertenza ancora incerta, il presidente Toja: le proposte del Governo da sole non bastano". Si riparla di cassa integrazione. La chimica a Porto Torres e a Macchiareddu, le difficoltà della Sardegna centrale, il disastro economico-produttivo, l'assenza di un sostegno vero che sia almeno pari a quello che è stato previsto, con atti di governo di cui rivendica la paternità lo stesso centrodestra.

Il ministro Matteoli ci ricorda che nel 2001 è stato lui ad inserire, nella legge obiettivo, tra le opere prioritarie per la Sardegna, la Sassari-Olbia, nel 2001. Sono passati otto anni, i fondi FAS destinati alla Sardegna, che ammontavano a oltre 2 miliardi, si riducono alle bricioline dei primi due lotti ipotizzati, possibili, ormai incredibili, della Sassari-Olbia. Qual è il percorso che noi ci troviamo di fronte, onorevole Vargiu? Lei dice che noi dobbiamo pacatamente ragionare. Noi ragioniamo pacatamente perché i piedi ce li abbiamo al caldo. Ma le famiglie dei caduti su quella strada, dei morti e le amministrazioni locali non la pensano come noi, poiché ritengono che quella carneficina sistematica si possa evitare e quindi non riescono ad essere. Oltretutto l'assenza di quell'arteria è anche un impedimento allo sviluppo.

L'onorevole Pisanu sostiene che soffia il vento del Nord; purtroppo, il vento del Nord (e non è il maestrale) soffia da molto, soffia da troppo, e ci trova scoperti. Il Partito Sardo d'Azione dice: finalmente anche voi vi accorgete che bisogna difendere i sardi, che bisogna difendere la nostra comunità, che bisogna difendere le possibilità di sviluppo della nostra Regione. No, non ce ne accorgiamo oggi! Tanto non ce ne accorgiamo oggi che non c'è partito in Sardegna che non abbia riferimenti alla cultura autonomista, comunque all'attenzione a questo spirito, tra virgolette, nazionalitario, che attraversa, con più o meno consapevolezza, con più o meno significato, comunque tutte le forze politiche, tutte le forze sociali sarde, e che ci fa anche trovare uniti in alcune circostanze.

Ma il vento del Nord che soffia, e non è il maestrale, è quella disgustosa presunzione di chi si è arricchito col lavoro di tutti, come se ciò che ha realizzato fosse frutto solo del proprio sacrificio, dopo aver ridotto questo Paese, attraverso una guerra di dominazione indecorosa, a una Provincia subordinata. Le Isole, il Mezzogiorno d'Italia depredati sistematicamente dai longobardi, da coloro che arrivano da oltre i confini di questo Paese, con i loro egoismi, con le loro miserie, con le loro presunzioni, con il loro linguaggio violento, ragionato per dividere (lo dico al P.d.L. che pure è ostaggio di quell'idea, di quel partito, di quelle espressioni) per dividere questo Paese, non per unire. E soffia il vento del Nord, e si porta via anche le risorse, soprattutto le risorse, riducendo, ancora di più, questa Regione e altre Regioni del Mezzogiorno, a una provincia subordinata, riducendo le risorse finanziarie che sono destinate proprio per superare lo svantaggio, a queste comunità, alla nostra comunità.

E noi possiamo essere trionfalistici, onorevole Presidente, per un paio di lire che ci mandano? Ci lasciano il 5 per cento, e si portano via il 95 per cento! E possiamo essere contenti di questo? Ma noi non possiamo essere contenti, dobbiamo ribellarci! E la ribellione è sana, perché alzare la voce qualche volta serve, dire che non possono più contare su di noi, serve, ed è un ragionamento che vale nella politica, che deve valere anche trasversalmente, chedeve superare i confini di parte. E come abbiamo risposto in altre circostanze favorevolmente alla richiesta di unità, così possiamo rispondere anche oggi, però, abbiamo bisogno di un segno.

Com'è facciamo a chiudere questo dibattito, onorevole Vargiu? Come lo chiudiamo? Pacatamente abbiamo discusso del fatto che siccome ci hanno portato via il 95 per cento delle risorse e ci hanno lasciato le briciole. E allora dobbiamo ringraziare? Io sono convinto - l'ha detto l'onorevole Bruno - che va inviato un segnale. L'hanno chiesto in tanti. Si dimette il Presidente, oppure, se non si dimette il Presidente, si dimetta tutto il Consiglio (così si dimette anche il Presidente). In questo modo dimostreremo il coraggio di essere veri rappresentanti del popolo, perché il popolo si rappresenta anche quando ci si mette in discussione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, credo che non parlerò come rappresentante di un partito politico, come appartenente a una coalizione, ma vorrei parlare da sardo e confrontarmi con gli altri rappresentanti dei sardi, lasciando in secondo ordine, in questo momento, l'appartenenza partitica o politica. Pertanto non mi viene sicuramente da esprimere soddisfazione per quanto deliberato ieri dal CIPE, ma nel contempo non mi ritengo battuto.

Abbiamo forse fatto, anzi, senza forse, un passo avanti, abbiamo vinto una piccola battaglia, ma la guerra è ancora lunga, e non mi sembra che nessuno abbia espresso valutazioni nel dire: "bene, adesso abbiamo ottenuto il nostro risultato, torniamo a casa soddisfatti". La soddisfazione è per aver compiuto un passo avanti. Però il confronto col Governo, con lo Stato italiano, rimane. Deve essere alta l'attenzione, deve essere alto il convincimento che quando si richiede attenzione per i diritti di un popolo - così ci definiamo - per i diritti di una Regione, la guardia non va abbassata.

E allora parto da alcune considerazioni. Io non ho mai avuto o considerato governi amici o nemici, li ho semplicemente considerati Governi dello Stato italiano, e qui noi siamo per rappresentare allo Stato italiano le esigenze di una piccola Regione (piccola nei numeri, nei numeri politici, nei numeri delle rappresentanze) una Regione che oggi paga sicuramente una mancata rappresentanza nel Governo nazionale. La paga, è indubbio! Da decenni non succedeva: oggi non siamo rappresentati a livello di Governo nazionale. E così chi ci guadagna? Noi tutti sappiamo chi ha la delega al CIPE, ci guadagna un rappresentante della Regione Sicilia. Questa è democrazia? Questa è uguaglianza, è sussidiarietà, è solidarietà?

E lo dico a ragion veduta, dopo aver fatto un'analisi di coscienza. La Sardegna ha avuto negli anni centinaia e centinaia di miliardi di lire e centinaia di milioni in euro; è un discorso che abbiamo già fatto. I Piani di rinascita, gli accordi di programma, l'Obiettivo 1: siamo stati capaci, è stata capace questa Assemblea, negli anni, con le diverse maggioranze, con i diversi rappresentanti, di dare risposte concrete ai fiumi di denaro che sono arrivati in Sardegna e che dalla Sardegna (quando le imprese non sarde lavoravano nell'Isola, subappaltavano in Sardegna) sono usciti? E le voci dei rappresentanti del popolo sardo erano ancora più basse.

Io ho letto le parole del presidente Pisanu quando richiamava a toni più alti, a una voce più convinta, li ho letti come un richiamo all'unità. Da soli, singolarmente, abbiamo tutti voci molto basse, baritonali, per essere tenori dobbiamo urlare in sintonia tutti insieme, perché contiamo poco in Italia. E contiamo così poco che non siamo riusciti a capitalizzare i fiumi di denaro che sono arrivati e che non sappiamo ancora oggi come siano stati spesi.

Ricordo che ancora si stanno spendendo parti dei fondi pervenuti per i campionati mondiali di calcio. Allora forse un esame di coscienza lo dovremmo fare, ma unisco a questo esame di coscienza una critica e un'accusa. Noi - voi, noi, in Italia - abbiamo finanziato un ponte sullo stretto di Messina, ancor prima che intervenisse la convinzione e la dimostrazione che fosse tecnicamente realizzabile, per somme talmente ingenti che non so scrivere; e questo per il Sud. Ma soffia il vento del Nord: la TAV, l'alta velocità, il MOSE di Venezia; i soldi ci sono sempre! La Sardegna chiede un intervento per le sue croci e deve fare una via crucis. Al Nord e in Sicilia i problemi sono economici (velocità dei trasporti, dobbiamo raggiungere la Francia in tempi europei, dobbiamo fare il ponte per competere con la Cina) e i soldi si trovano per tutto. Da noi invece le uniche motivazioni, quando iniziano ad ascoltarci, sono i numeri delle croci.

O vi dimenticate la "131 bis"? Le croci hanno convinto lo Stato italiano a investire su quella strada, le croci hanno convinto lo Stato e l'ANAS a intervenire per il guard-rail. E allora forse le croci non sono sufficienti per convincere lo Stato italiano a una totale copertura della Sassari-Olbia? Io ho letto il giornale di oggi, collega Uras, ho letto anche dello scontro frontale che c'è stato in quel di Donori. Questi fatti devono richiamare l'attenzione del Governo nazionale. Però il Governo è pronto a fare cassa con le somme del G8 destinate alla Sardegna. Anche questo non deve passare inosservato. Così come è sicuramente attento quando un Ministro dell'attuale Governo riesce addirittura a deviare il percorso della TAV, con una spesa esorbitante per lo Stato italiano, per farla passare nella sua città. Allora i fondi ci sono.

Ecco perché non sono soddisfatto. Abbiamo compiuto un passo avanti, ma la guerra è ancora lunga, la via crucis è ancora lunga e noi la dobbiamo accorciare. E allora io credo che la Giunta e il Presidente da quest'Assemblea debbano ricevere dei suggerimenti che poi verificheranno se sono fattibili o meno. Noi abbiamo, per esempio, la possibilità di chiedere lo stato di emergenza o di calamità naturale per la situazione dei trasporti in Sardegna. Chiediamolo! Chiediamo che il nostro Presidente venga nominato commissario straordinario e abbattiamo i tempi degli interventi, così come giustamente sottolineato dal collega Vargiu.

Costituiamo una società mista Regione-ANAS, seguendo la legge numero 166 del 2009, articolo 3 ter, che ci consente, recita testualmente, di fare azioni "al fine della realizzazione di infrastrutture autostradali di esclusivo interesse regionale interamente ricadenti nel territorio di competenza di una singola regione e previste dagli strumenti di programmazione vigenti, e le funzione e i poteri di ??????? e ??????????? possono essere trasferiti…" eccetera eccetera. Attiviamo le leggi esistenti e magari riusciamo anche a farci finanziare questa strada cambiando noi stessi l'impostazione della richiesta.

Noi vogliamo un'autostrada e le autostrade sono a pedaggio; se fosse previsto un pedaggio forse riusciremmo a fare anche un project financing, così come è successo in tutta Italia per la realizzazione delle reti autostradali con la legge numero 24, poiché ci sarebbe un introito che giustificherebbe l'investimento anche per il privato. Non si può stipulare un leasing, perché è concesso soltanto per fini privati. Il concetto stesso di leasing ci dice che non può essere realizzato perché le banche non finanziano, soprattutto se non c'è un conto economico che consente il rientro. Allora forse avendo 4000 passaggi/ora sulla "131" in quel di Cagliari e sulla "554" e così, nella parte nord, verso Sassari, forse si giustificherebbe una rete autostradale capace di reggersi da sola e di ottenere gli introiti necessari per la realizzazione e la gestione.

Questi sono passaggi concreti che accelerano la spesa, costringono lo Stato a intervenire e, attribuendo i poteri commissariali al Presidente della Regione, probabilmente questo Consiglio potrebbe vedere la realizzazione di un'opera o l'inizio di una realizzazione di un'opera che noi ci siamo conquistati.

Io non terrò bassa l'attenzione, io la terrò altissima.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). L'onorevole Bruno si è attardato - ma credo non lo abbia fatto solo l'onorevole Bruno - a parlare di toni flebili in relazione all'impegno che la Giunta, il Presidente, la maggioranza che governa la Sardegna sta mettendo in campo nei confronti del Governo nazionale. Credo sia un ragionamento da non condividere, sia che lo faccia l'onorevole Bruno sia che lo faccia il senatore Pisanu. Per quanto mi riguarda non fa nessuna differenza.

Ognuno di noi è impegnato quotidianamente in un'attività politica che lo porta - forte del consenso elettorale che ha ricevuto - a cercare di rappresentare al meglio le istanze dei sardi e della Sardegna. Citare in quest'Aula esternazioni della giornata di ieri, in una giornata come quella di oggi, credo che in qualche maniera possa limitare il valore delle considerazioni che debbono essere portate all'attenzione dell'Aula e dei sardi. Noi non abbiamo usato toni trionfalistici su quello che il Presidente della Regione ha comunicato oggi, ma che, grazie a Dio, conoscevamo già dalla giornata di ieri e forse anche dai giorni precedenti. Non abbiamo usato toni trionfalistici. E' una strada che andava percorsa, è un atto comunque fondamentale per quanto riguarda i 166 milioni di euro, è un problema del quale noi avevamo investito il Presidente con un famoso ordine del giorno; mi pare che buona parte delle considerazioni contenute in quell'ordine del giorno abbiano ricevuto una puntuale risposta, forse non totale, ma comunque hanno ricevuto una risposta. Poi tutte le altre questioni rischiano di diventare un po' demagogiche.

Le dimissioni: io non intendo dimettermi. Lo dico qui perché non si sa mai che venga fuori qualche norma che faccia sì che il solo parlare di dimissioni possa far pensare che comunque siano accettate. Non conosco l'istituto delle dimissioni per motivi di questo genere. Capisco e condivido le dimissioni quando si è consapevolmente incapaci di amministrare, allora sì, e ho condiviso le dimissioni del presidente Soru - le ho condivise totalmente - che non ha voluto dimostrare la sua incapacità, ma ha voluto accomunare tutto quell'arco che lo sosteneva in quella legislatura e ha mandato a casa tutti.

Ma perché dobbiamo arrivare a questo? Non è una giornata di festa, è una giornata nella quale si certifica che il CIPE ha deliberato 163 milioni di euro per una strada, la Sassari-Olbia. Mi scuseranno i colleghi, dico Sassari-Olbia ma dico anche Olbia-Sassari, perché qui si apre l'altra particolarità della Regione Sardegna; l'altro scontro tra territori. Oggi a Sassari si dice una cosa, oggi a Olbia si dice un'altra cosa, che non riguarda solo voi, riguarda anche noi, collega Bruno, riguarda anche il P.d.L., riguarda anche le forze di maggioranza. Si discute se il primo lotto debba essere realizzato "prima lì" oppure "prima qua", o "due lotti prima lì" o "un lotto prima qua" eccetera. Poi su Facebook comitati spontanei continuano a imperversare e a sollecitare, e guarda caso sono tutti strettamente legati alla posizione dell'onorevole Bruno - va beh, ognuno ha i simpatizzanti che si merita - però, io voglio dire: ma è possibile che nel momento in cui l'onorevole Uras avanza richieste e io rispondo, e noi rispondiamo, non si riesca a trovare una strada diversa da quella che abbiamo sempre utilizzato dello scontro frontale, che peraltro non produce poi effetti particolarmente importanti?

Noi diciamo: "Cerchiamo di cominciare a lavorare almeno insieme". Per le riforme? Certamente, ma anche per opere importanti e strategiche come possono essere queste. Ricordo ai colleghi che non esiste solo la Sassari-Olbia, Olbia-Sassari, esiste la strada statale 131, esiste la strada statale 292 Oristano-Alghero, esistono diverse strade che hanno provocato morti e feriti! Ne esistono tante! Noi abbiamo operato una scelta in questo momento, è una scelta strategica (l'avevate già fatta voi, chiedo scusa) e la scelta è stata quella di mettere in campo tutte le nostre risorse possibili per dare l'avvio a questa strada e arrivare a soluzione in tempi brevissimi e cioè, come mi pare il Presidente abbia annunciato, nel 2014, data prevista per il completamento. Insomma, discutiamo di queste cose.

Sulle modalità. Alcune modalità sono state evidenziate dal collega Giacomo Sanna, altre, importanti, secondo me condivisibili, sono state proposte dall'onorevole Capelli. Se noi abbiamo delle strade nelle quali c'è un tale traffico di automezzi che necessiterebbe di trasformarle in autostrade, ma perché allora dobbiamo limitarci? Perché dobbiamo porci dei limiti? Perché non dobbiamo pagare il pedaggio? Ma dobbiamo proprio rinunciare a tutto?

Onorevole Salis, io capisco benissimo, sto cercando di lavorare di fantasia per cercare di trovare soluzioni, perché la panacea non ce l'avete neanche voi. Siamo tutti impegnati in un ragionamento che ci deve portare a trovare le soluzioni più importanti, sia per quanto riguarda la "Sassari-Olbia" sia per tutte le altre opere strategiche.

Queste polemiche, dicevo, sono polemiche che ci riguardano anche da vicino, sono polemiche sterili che non hanno senso, che non hanno ragione d'essere, per le quali io credo che sia opportuno che il presidente Cappellacci intervenga perché non serve a nessuno sollevare polemiche di questo genere. Ripeto, non stiamo facendo trionfalismi, stiamo solo certificando l'esistenza di un atto concreto e poi ognuno di noi può avere le idee che vuole, però se si inizia una polemica tra territori io immagino già la polemica successiva nel momento dei passaggi, nel momento degli espropri, nei momenti nei quali si dovrà veramente realizzare questa strada. Io non vorrei che diventasse un cavallo di battaglia di ambientalisti di maniera, di coloro che in qualche modo cercano di mettere i bastoni fra le ruote perché questa strada non venga realizzata, nonostante ci sia una volontà diffusa in tal senso da parte di tutti.

Allora, se ci deve essere grande consapevolezza da parte della maggioranza, ci deve essere grande consapevolezza anche da parte dell'opposizione. I toni dell'onorevole Bruno li ho trovati troppo accesi, li ho trovati accesi, mi aspettavo un intervento leggermente diverso. Sono giustificati dal fatto che lei, onorevole Bruno, rappresenta comunque l'alternativa a questa maggioranza, un'alternativa che però è fresca di sconfitta. Allora, ragioniamo tutti quanti insieme, riscopriamo la nostra ragione di essere Consiglio regionale, ma non chiedendone le dimissioni, perché non è questo che noi vogliamo. Noi non dobbiamo dimetterci: sfuggire la responsabilità di poter essere protagonisti dello sviluppo della Sardegna credo che sia veramente una follia.

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I sardi sanno cosa vuol dire la politica dell'alternanza, ormai sono chiaramente informati per cui hanno espresso prima il consenso a voi, oggi l'hanno dato a noi e noi la responsabilità ce la vogliamo assumere tutta, fino in fondo, convinti come siamo che le azioni del Presidente della Regione, le azioni di questo Consiglio regionale tutto, le azioni di tutti i parlamentari della Sardegna a livello nazionale sono azioni importanti, le dobbiamo sostenere, dobbiamo essere sostenuti noi da loro, ma certamente non servono le polemiche per cercare di sminuire il valore dei parziali risultati che sono stati ottenuti. Saranno parziali i risultati che abbiamo ottenuto, ma sono sempre risultati da ascrivere a quest'amministrazione regionale. Per il resto ne discuteremo nella fase successiva quando gli ulteriori 460 milioni di euro saranno realmente disponibili, ma su questo noi non abbiamo certamente dubbi.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono altri iscritti a parlare, ha facoltà di replicare il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Signor Presidente, anche oggi abbiamo parlato della strada statale 597, la definiamo così perché in questo modo leviamo ogni dubbio su possibili contrapposizioni tra territori, contrapposizioni che non ci sono e non devono esistere. Però, il termine "strada statale 597" richiama immediatamente un concetto che è stato richiamato in altri momenti del dibattito, non oggi, ma nei mesi scorsi, e che credo sia giusto venga ricordato anche oggi.

Poiché si tratta di una strada statale credo che sia un dato importante che ieri il CIPE abbia finalmente attribuito risorse statali, nazionali, per l'ammontare di 162 milioni di euro a una strada statale. Continuo a sentire che i 470 milioni formerebbero oggetto di "scippo" in quanto rispetto a una previsione di novembre siamo arrivati al 18 di dicembre e si parla adesso di gennaio. I 470 milioni sono fondi regionali che noi siamo ben lieti di mettere sul tavolo per risolvere un problema così importante. Però ieri finalmente, per la prima volta, un ammontare rilevante di risorse - perché per me non sono noccioline 162 milioni - è stato messo sul tavolo dal Governo ed è un ammontare di risorse che consente di avviare i lavori - anche questo credo che sia un dato importante - con le procedure accelerate.

Allora, dispiace sentire in quest'Aula parole, atteggiamenti che non vanno esattamente nel senso di un percorso unitario, di una costruzione unitaria verso una prospettiva diversa, migliore per questa Sardegna. Dispiace ancora dover sentire parole più riconducibili a una politica che è quella della contrapposizione fine a se stessa (qualcuno l'ha chiamata la politica dei corvi). Sembra che ci sia quasi un atteggiamento che, come dire, può generare soddisfazione nel caso in cui questo Governo regionale non porti a casa dei risultati.

Rispetto ovviamente tutte le posizioni, non mi soffermerò oltre a discutere su questo tipo di atteggiamento perché non c'è il tempo, perché preferisco dedicare il tempo al lavoro, alla costruzione. Peccato, perché poteva essere un passo avanti, un passo in avanti importante, condiviso, del quale tutto sommato rallegrarci tutti per tenere alta la guardia e l'attenzione e per continuare a lavorare verso altri risultati. Certamente noi siamo impegnati in questo e solo in questo vogliamo impegnarci.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Sospendo i lavori e convoco una Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 02, viene ripresa alle ore 12 e 15.)

Elezione di un componente del Consiglio di amministrazione dell'ERSU di Cagliari, in sostituzione di Andrea Biancareddu, dimissionario

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione suppletiva di un componente del consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari in sostituzione di Andrea Biancareddu, dimissionario. Verrà consegnata una scheda dove ogni consigliere scriverà un nome. Risulterà eletto colui che avrà ottenuto il maggior numero di voti.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un componente del Consiglio di amministrazione dell'ERSU di Cagliari. Invito i Segretari a procedere all'appello.

(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

schede bianche 18

schede nulle 1

Hanno ottenuto voti: Alessio Mereu, 41; Tonino Demuru, 5; Antonello Peru, 1.

Viene proclamato eletto: Alessio Mereu.

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)

I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 12 gennaio alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 12 e 40.



Allegati seduta

Testo dell'interpellanza e delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Barracciu - Cucca - Bruno sulla decisione della Giunta regionale di scioglimento degli organi ordinari e di nomina di un commissario del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale e sull'interruzione delle già programmate elezioni degli organi esecutivi del medesimo Consorzio.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il Consorzio della Sardegna centrale, con sede a Nuoro, è, fra i consorzi di bonifica operanti in Sardegna, quello che presenta i conti in ordine, senza passività né oneri pregressi;

- il Consorzio della Sardegna centrale è l'unico per il quale il sistema di imposizione dei ruoli di bonifica è, ante litteram, conforme al dettato della legge regionale n. 6 del 2008 e che pertanto non deve procedere a modifiche del perimetro di contribuenza, come al contrario sono tenuti a fare gli altri consorzi;

- con deliberazione n. 51/10 del 17 novembre 2009 (delibera adottata, ma non consultabile sul sito istituzionale della Regione) la Giunta regionale ha disposto lo scioglimento degli organi di amministrazione ordinaria del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale e la nomina di un commissario straordinario;

CONSIDERATO che non sussistono le condizioni per lo scioglimento degli organi previste all'articolo 39 della legge regionale n. 6 del 2008 in quanto:

1) non sono riscontrabili gravi inefficienze nello svolgimento dell'attività consortile, né gravi violazioni di legge o di regolamenti;

2) non esistono gravi irregolarità amministrative o contabili che compromettono il conseguimento delle finalità istituzionali;

SPECIFICATO che:

- l'amministrazione elettiva in carica del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ha provveduto ad avviare tempestivamente il procedimento elettorale per il rinnovo degli organi, nel rispetto delle norme di legge e di statuto vigenti;

- tale adempimento è stato sospeso per decisione esclusiva della Giunta regionale, giusta deliberazione n. 24/19 in data 24 maggio 2009, che ha disposto di stabilire "l'interruzione delle procedure elettorali fino ad oggi intraprese fino all'adozione da parte della Giunta regionale di un ulteriore atto di indirizzo";

- lo svolgimento delle elezioni costituisce atto fondamentale per garantire che un ente di autogoverno, qual è il consorzio di bonifica in base alla legge di riforma n. 6 del 2008 citata, sia amministrato dagli stessi consorziati secondo i principi dell'ordinamento nazionale e regionale vigenti;

- il complesso procedimento per il rinnovo degli organi attraverso le elezioni dirette in tutti i 30 comuni del comprensorio è sospeso in attesa dell'ulteriore atto d'indirizzo della Giunta regionale;

- le elezioni consortili possono essere svolte con tempestività dall'attuale amministrazione elettiva non solo per il rispetto del rilievo costituzionale degli enti consortili, espressione del principio di sussidiarietà (vedasi da ultimo l'intesa Stato-regioni firmata a Roma il 18 settembre 2008), ma anche per evidenti ragioni operative, come dimostra il fatto che il procedimento è stato interrotto dalla Giunta regionale quando i due consorzi ad amministrazione ordinaria avevano già programmato la data dell'assemblea per le elezioni;

CONSIDERATO che:

- a riprova dell'affidabilità del Consorzio, la stessa Giunta, in una materia delicata quale quella delle acque, in regime di legge regionale n. 19 del 2006, ha affidato con una recentissima decisione, al Consorzio della Sardegna centrale l'esecuzione di importanti lavori di completamento su due dighe;

- la stessa Regione autonoma della Sardegna ha finanziato al Consorzio della Sardegna centrale, nell'ultimo anno, altri importantissimi interventi per opere pubbliche in tema di difesa del suolo e difesa idraulica,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché chiariscano le motivazioni che sottostanno al provvedimento della Giunta regionale citato in premessa (deliberazione n. 51/10 del 17 novembre 2009 con cui si dispone lo scioglimento degli organi di amministrazione ordinaria del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale e la nomina di un commissario straordinario), e affinché esplicitino gli intendimenti politico-amministrativi dell'Esecutivo in relazione ai consorzi di bonifica della Sardegna. (61)

Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza dei trasporti extraurbani con particolare riferimento ai collegamenti Cagliari-Dolianova e viceversa.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- la carenza di mezzi che assicurano la copertura di alcune fasce orarie, in particolare quelle dei pendolari studenti e lavoratori, crea non pochi disagi agli stessi pendolari che quotidianamente si trovano costretti ad un viaggio difficoltoso nel collegamento della linea di trasporto extraurbano Dolianova-Cagliari e viceversa;

- la quasi inesistenza di trasporti nel fine settimana e la totale assenza di servizi minimi nei giorni festivi creano enormi difficoltà e disagi alla comunità dolianovese, relegandola a una situazione di isolamento rispetto al contesto socio-culturale ed economico rappresentato dall'area vasta di Cagliari;

- tale inefficienza sta impedendo, infatti, la mobilità di quel "pendolarismo sistematico" rappresentato, anzitutto, dal trasporto lavorativo e dal trasporto studentesco, con particolare riguardo al Comune di Dolianova ed altri comuni limitrofi;

- in data 30 ottobre 2003 è stato siglato l'accordo preliminare di programma tra la Provincia di Cagliari, l'Unione dei comuni del Parteolla e Basso Campidano (Barrali, Dolianova, Donori, Serdiana, Settimo San Pietro, Soleminis), i Comuni di Maracalagonis, Monserrato, Selargius, Senorbì, Sinnai e la gestione governativa delle Ferrovie della Sardegna avente come oggetto: sistemi intermodali atti a migliorare l'accessibilità ed il governo della mobilità dei comuni del medio e basso Campidano nei riguardi del contesto urbano di Cagliari (metropolitana leggera di Cagliari);

CONSIDERATO che:

- nei comuni interessati all'accordo, negli ultimi anni si è avuta, oltre ad un incremento demografico superiore alla media regionale, una notevole crescita delle funzioni urbane all'interno dell'area metropolitana di Cagliari, sia per la presenza di aree produttive (PIP di Selargius, Settimo San Pietro, Sinnai, Dolianova e Donori), sia per le funzioni terziarie, anche di interesse regionale, che vi si esercitano, che ha inevitabilmente determinato un incremento esponenziale della mobilità che ha generato fenomeni di congestione che compromettono l'intero sistema relazionale dei territori interessati, con particolare riguardo ai problemi della sicurezza stradale e di inquinamento acustico ed atmosferico;

- con le delibere dell'Unione dei comuni del Parteolla e Basso Campidano (n. 3 del 5 marzo 2004 e n. 5 del 13 gennaio 2004) con le quali si è proceduto all'adesione alla società Sistema turistico locale Sardegna Srl, è stata rilevata, tra le finalità da perseguire, la creazione di un sistema di collegamenti e trasporti organico e funzionale che, con la mobilità delle persone, favorisca il prolungamento dei soggiorni e la conoscenza delle emergenze archeologiche e delle risorse culturali e ambientali presenti nei territori associati;

- è necessario organizzare il trasporto pubblico locale in maniera tale da incrementare l'uso dei mezzi pubblici di trasporto da parte dei cittadini, favorendo l'integrazione intermodale che richiede la realizzazione di un sistema di trasporto con reti strutturate ed interconnesse sia spazialmente che temporalmente;

- tale integrazione si può realizzare attraverso il coordinamento di diversi servizi di trasporto ed attraverso l'individuazione dei luoghi di interscambio;

- la crescita dell'accessibilità, nell'ambito di un potenziamento della mobilità e delle reti di trasporto integrate, può consentire la riduzione dell'isolamento non solo geografico, ma anche socio-economico, unitamente alla riduzione dello spopolamento dei piccoli comuni;

- è necessario rivedere, inoltre, l'integrazione tariffaria che oggi consente l'utilizzo di un solo titolo di viaggio per l'intero spostamento a prescindere dal numero dei vettori utilizzati, poiché attualmente si evidenziano delle anomalie di tariffe esistenti tra biglietti giornalieri e abbonamenti;

RILEVATO che:

- il progetto complessivo per la realizzazione di un sistema tranviario veloce nell'area urbana di Cagliari, destinato ad estendersi anche alle tratte ferroviarie esistenti che collegano Cagliari con Settimo San Pietro, Soleminis e Dolianova, di fatto non si è realizzato;

- la pianta organica è carente per gli operatori di esercizio e, nel contempo, non si è risolto il gravissimo problema del personale avventizio (con conseguente incapacità di garantire i servizi in concessione e quindi grave disagio per l'utenza);

TENUTO CONTO che:

- è interesse del Comune di Cagliari consorziarsi con altri comuni al fine di potenziare il servizio di trasporto pubblico locale ed ampliare i collegamenti con i comuni limitrofi e le maggiori sedi di servizi di natura comprensoriale in modo da venire incontro alle sempre maggiori esigenze dei cittadini, spesso disattese da un servizio di trasporto pubblico locale inadeguato;

- l'obiettivo primario dell'accordo è il potenziamento infrastrutturale e del sistema trasportistico per il miglioramento della mobilità attraverso la riqualificazione dell'attuale linea ferroviaria in metropolitana leggera di superficie, intesa a razionalizzare e velocizzare il sistema trasportistico con una riduzione notevole dei livelli d'inquinamento atmosferico e acustico e l'abbattimento degli accessi dei veicoli verso e dentro il capoluogo;

- con la sottoscrizione dell'accordo avvenuto il 2 dicembre 2009 sulla omologazione del trattamento giuridico ed economico del personale dipendente di ARST Spa ed ARST Gestione FDS, si completa un passaggio fondamentale nel percorso di costituzione dell'Azienda unica regionale, iniziato nel giugno 2008 con il trasferimento, dallo Stato alla Regione Sardegna, delle competenze sulle ex gestioni governative,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se intenda determinare, d'intesa con gli enti locali interessati, il livello qualitativo e quantitativo dei servizi minimi di trasporto pubblico locale;

2) quali iniziative si intendano assumere per l'urgente ripristino, anche strutturale, dei collegamenti extraurbani soppressi dall'ARST il 1° aprile 2008 nel Comune di Dolianova e paesi limitrofi che li collegavano alla provincia, nella considerazione che le linee oggi venute meno si potrebbero realizzare facendole coincidere con la metropolitana leggera;

3) se intenda rivedere l'attuale sistema tariffario al fine di eliminare le anomalie di tariffe esistenti tra biglietti giornalieri ed abbonamenti. (194)

Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco, con richiesta di risposta scritta, sui rischi di malfunzionamento delle nuove procedure nel sistema di riconoscimento dell'invalidità civile e dello stato di handicap.

I sottoscritti,

CONSIDERATO che:

- il sistema di accertamento dell'invalidità civile e dello stato di handicap si appresta a subire significative modifiche, orientate alla massima garanzia dei diritti del cittadino richiedente;

- l'INPS, in attuazione dell'articolo 20 del decreto legge n. 78 del 2009, ha adottato la determinazione n. 189 del 20 ottobre 2009 che prevede una significativa riduzione dei tempi di esecuzione degli accertamenti e di erogazione dei benefici economici di legge;

- la nuova normativa prevede anche in Sardegna la presenza di un sanitario dell'INPS in tutte le commissioni mediche di prima istanza;

- le commissioni ASL di prima istanza operanti attualmente in Sardegna (oltre 50) sono in numero assai maggiore rispetto ai sanitari dipendenti dell'INPS disponibili per cui è altissimo il rischio che, in assenza di sostanziali modifiche del sistema, il provvedimento discendente dal decreto legge n. 78 del 2009 possa tradursi in una vera e propria beffa, che provochi il paradossale allungamento dei tempi di attesa per i pazienti sardi;

- per consentire ai pochi sanitari INPS operanti in Sardegna di seguire proficuamente l'attività delle commissioni di prima istanza, sembrerebbe inderogabile la necessità di ridurre il numero delle commissioni stesse;

- l'attuale funzionamento delle commissioni prevede la retribuzione dei componenti che lavorano fuori orario di servizio attraverso un gettone di presenza fisso per seduta, con minime integrazioni legate al numero delle pratiche esaminate in ciascuna seduta;

- un'altra criticità legata alle nuove disposizioni discenderebbe dalla difficoltà di scelta dello specialista (il cosiddetto "esperto") che integra la composizione delle commissioni per le valutazioni dell'handicap, assai difficile da individuare in assenza di un'adeguata programmazione delle sedute, congiunta tra ASL e INPS;

- l'efficienza dell'attività delle commissioni di invalidità appare strettamente correlata al buon funzionamento dei servizi di medicina legale nelle ASL, che a tutt'oggi non risultano tutti correttamente attivati, secondo quanto disposto dal Piano sanitario regionale 2006-2008 e dai relativi atti aziendali,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale abbia già rilevato il rischio delle criticità esposte e abbia già definito una propria strategia, da proporre alle ASL e all'INPS per evitare disagi ai pazienti;

2) ritenga che la riduzione del numero complessivo delle commissioni di prima istanza possa essere utile a consentire comunque la presenza dei medici INPS prevista dalla nuova normativa;

3) in tal caso, ritenga che possa essere previsto un incremento del carico di lavoro di ciascuna seduta delle commissioni, finalizzato al contenimento dei tempi di accertamento e di erogazione, come è obiettivo della nuova norma;

4) ritenga che l'incremento della produttività delle singole commissioni possa essere ottenuto attraverso la modifica dei criteri di retribuzione dei componenti, riducendo il corrispettivo a gettone ed aumentando quello rapportato al numero delle pratiche esaminate;

5) ritenga che la presenza dell'esperto nelle commissioni di accertamento dell'invalidità debba comunque essere il frutto di una nuova programmazione, che tenda ad ottimizzare il lavoro delle commissioni;

6) ritenga che tale migliore organizzazione del lavoro delle commissioni possa trarre giovamento dalla costituzione di un organismo misto ASL-INPS che verifichi le possibili criticità della nuova normativa e proponga all'Assessorato ogni possibile linea di indirizzo, rivolta a garantire il miglior funzionamento del sistema;

7) ritenga infine di dover intervenire presso le aziende sanitarie, che ancora non avessero ottemperato a quanto disposto all'interno del Piano sanitario regionale 2006-2008 e degli atti aziendali, per sollecitare l'immediata istituzione dei servizi di medicina legale. (195)

Interrogazione Meloni Francesco - Fois - Vargiu - Mula - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nel trasferimento delle competenze in materia di sanità penitenziaria.

I sottoscritti,

PREMESSO che, il 30 maggio 2008 è stato pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ha previsto che anche in Italia, come già in altri paesi dell'Unione europea, le competenze in materia di sanità per la popolazione detenuta vengano affidate all'ente che la gestisce per i cittadini liberi;

CONSTATATO che tutte le Regioni a statuto ordinario stanno attuando questo complesso percorso di riforma che rappresenta un indubbio passo di civiltà;

SOTTOLINEATO che l'articolo 8 del medesimo decreto prevede per le regioni a statuto speciale che esse devono attuare quanto previsto dal dettato normativo in base ai rispettivi statuti;

CONSIDERATO che, nel caso specifico della Regione autonoma della Sardegna, l'attuazione deve essere preceduta dall'approvazione da parte della Commissione paritetica Stato-Regione della bozza predisposta dalla Giunta regionale;

VERIFICATO che, ad oggi, detta Commissione non si è ancora insediata a causa del ritardo del Ministero degli affari regionali, il quale, pur reiteratamente sollecitato dalla Regione, non ha ancora provveduto alla nomina dei propri rappresentanti;

EVIDENZIATO che tale inadempimento, che si protrae da molti mesi, determina un'estrema lentezza nel processo normativo-amministrativo volto a dare piena attuazione alla riforma e crea serissimi problemi non solo alla popolazione detenuta, ma anche agli operatori sanitari e di polizia penitenziaria negli istituti penitenziari e centri e servizi per la giustizia minorile, i quali svolgono il loro servizio con abnegazione e serietà, ma con carichi di lavoro divenuti ormai insostenibili per poter garantire il diritto alla salute e in condizioni ormai non accettabili per un paese civile;

RILEVATO che le piante organiche di personale sanitario delle strutture penitenziarie della Sardegna risalgono alla obsoleta legge n. 740 del 1970, che ha regolamentato fino ad oggi l'assistenza sanitaria nelle carceri italiane e pertanto risultano palesemente insufficienti a garantire gli standard minimi del Servizio sanitario nazionale;

CONSIDERATO che l'attuale assetto normativo, definito in base all'allegato A del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, prevede che l'assistenza sanitaria sia assicurata in tutti gli istituti penitenziari nelle 24 ore, mentre in molti istituti sardi la presenza di un medico o un infermiere non è affatto garantita durante molte ore della giornata (così come accade a Iglesias, Oristano, Isili, Is Arenas, Macomer, Tempio, Lanusei, Quartucciu, ecc.);

VALUTATO che tali mancanze, determinate dalle ristrettezze economiche conseguenti agli esigui budget assegnati alle singole direzioni da parte del Ministero della giustizia, possono dare origine a gravi negligenze non solo per la tutela della salute dei detenuti, ma anche per la stessa sicurezza nelle strutture penitenziarie;

PRESO ATTO che in molti istituti, ove un elevatissimo numero di persone detenute è sofferente di gravi patologie che necessitano di particolare assistenza sanitaria (tossicodipendenti, patologie psichiatriche anche in doppia diagnosi, HIV positivi, epatopatici cronici, cardiopatici, donne in stato di gravidanza e talvolta pure bambini figli di detenute ecc.), non vengono corrisposti gli emolumenti al personale sanitario in quanto risultano esauriti già dal mese di settembre gli esigui fondi a disposizione provvisoriamente assegnati dal Ministero della giustizia in attesa del transito definitivo delle competenze in materia di sanità penitenziaria alla Regione Sardegna (istituti di Cagliari, Sassari, Alghero ecc.);

APPURATO che, nonostante l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, nelle more del passaggio delle competenze, abbia stanziato un milione di euro per il residuo fabbisogno del 2009, i fondi, necessari per garantire perlomeno il già carente status quo, non sono ancora utilizzabili a causa della situazione sopra illustrata;

TENUTO CONTO che si sta per aprire l'enorme incognita per l'anno 2010, in quanto è ormai evidente che la Commissione paritetica, anche se dovesse essere convocata con urgenza, non potrà concludere i suoi lavori entro il 31 dicembre di quest'anno,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere quali azioni intenda intraprendere nei confronti del Governo, ed in particolare del Ministro per gli affari regionali, affinché provveda a nominare con urgenza i propri rappresentati all'interno della Commissione paritetica. (196)

Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di funzionamento dell'impianto di climatizzazione del Palazzo di giustizia di Oristano.

Il sottoscritto,

PREMESSO che l'impianto di climatizzazione del Palazzo di giustizia di Oristano è stato realizzato intorno alla metà degli anni Novanta con tecnologie oggi obsolete e che detto impianto non è esteso all'intero edificio: il vano scala, i corridoi e le aule per le udienze sono privi di climatizzazione, situazione che ha determinato, nel corso degli anni, un sovraccarico dell'impianto ed il suo conseguente deterioramento;

CONSIDERATO che, allo stato attuale, solo il 40 per cento dell'impianto di climatizzazione è funzionante e che ciò comporta gravi disagi per i magistrati, per il personale e per l'utenza, limitando di fatto l'efficienza del servizio offerto dagli uffici giudiziari;

SOTTOLINEATO che, nei mesi estivi, in modo particolare nelle aule per le udienze, si raggiungono temperature superiori ai 30 gradi e che sovente si verificano casi di malori causati dal caldo;

VALUTATO che, nel corso degli anni, l'impianto è stato sottoposto a ripetuti interventi di riparazione senza che ne sortisse alcun risultato;

VERIFICATO che, come è stato puntualmente segnalato dal Sindaco di Oristano all'Assessorato regionale dei lavori pubblici nello scorso mese di luglio, lo stato di obsolescenza e la capacità di funzionamento ridotta ad appena il 40 per cento rendono inutili interventi parziali per il ripristino dell'impianto e che appare pertanto improcrastinabile la realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione, in linea con l'attuale livello tecnologico, prevedendo il ricorso alle energie rinnovabili quali pannelli solari da installarsi sul tetto dell'edificio,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici affinché riferisca se non ritenga opportuno valutare che la Giunta regionale disponga la somma necessaria, stimata in circa euro 700.000, e provveda alla realizzazione di un nuovo impianto di climatizzazione nel Palazzo di giustizia di Oristano, eventualmente considerando la possibilità di affidare in concessione, ai sensi dell'articolo 34 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5, la progettazione esecutiva, la realizzazione dei lavori e la successiva gestione funzionale dell'impianto. (197)