Seduta n.184 del 17/02/2011
CLXXXIV SEDUTA
Giovedì 17 febbraio 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 04.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana dell'11 gennaio 2011 (177), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Franco Cuccureddu, Massimo Mulas, Christian Solinas, Angelo Ivano Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 17 febbraio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 15 e 30 settembre, 18 e 28 ottobre, 4, 8, 9, 10, 16, 23 e 26 novembre, 6, 14, 21, 27 e 30 dicembre 2010. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 1° febbraio 2011, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 6 della legge regionale 19 novembre 2010, numero 16, concernente: "Disposizioni relative al Patto di stabilità territoriale".
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Agus sul mancato accoglimento della richiesta di formazione degli operatori socio-sanitari nella Provincia del Medio Campidano". (234)
(Risposta scritta in data 11 febbraio 2011.)
"Interrogazione Campus sui contributi regionali alla società sportiva Dinamo basket di Sassari". (323)
(Risposta scritta in data 11 febbraio 2011.)
"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sui ritardi nell'attivazione dell'Agenzia regionale della sanità". (364)
(Risposta scritta in data 11 febbraio 2011.)
"Interrogazione Meloni Valerio - Manca - Bruno - Lotto - Caria - Espa - Solinas Antonio sui gravi disservizi all'utenza determinati dalla carenza di personale nel Dipartimento di salute mentale della ASL n. 1 di Sassari". (453)
(Risposta scritta in data 11 febbraio 2011.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura concorsuale riguardante l'assunzione a tempo indeterminato di 57 dirigenti alla Regione Sardegna". (491)
"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione derivante dalla riduzione dei trasferimenti all'Unione dei comuni dell'Alta Marmilla". (492)
"Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sul dimensionamento degli istituti superiori di Alghero". (493)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione, negli ippodromi sardi, delle giornate di corse". (494)
"Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di istituzione del servizio di guardia medica nel Comune di Budoni". (495)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza di assistenza medica specifica per i malati di sclerosi multipla nella Provincia di Oristano". (496)
"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata inclusione di rappresentanti delle province nel tavolo di coordinamento tecnico-scientifico per la revisione e l'aggiornamento del Piano paesaggistico regionale". (497)
"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sul bando relativo allo stoccaggio geologico della CO2 e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili". (498)
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sul malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP (Centri unificati di prenotazione)". (499)
"Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disservizi del Centro di salute mentale di Sorgono e del Servizio per le dipendenze (Serd) del distretto sanitario di Sorgono". (501)
"Interrogazione Uras - Diana Giampaolo - Zedda Massimo - Sechi - Cuccu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai lavoratori ex legge regionale n. 28 del 1984 ed ex progetti speciali, anche soci di cooperative, impegnati nella gestione dei beni culturali, delle biblioteche e degli archivi degli enti locali". (502)
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sui contributi per i danni subiti dalle unità abitative a seguito dell'alluvione dell'ottobre 2008 - istanze presentate oltre i termini". (503)
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sul muro in fase di edificazione in piazza Deffenu a Cagliari". (504)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla chiusura dei punti nascita dei piccoli ospedali e sulla necessità di un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (108)
Programmazione bimestrale dei lavori
PRESIDENTE. Comunico il Programma bimestrale dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni predisposto ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento, a seguito della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, tenutasi il 15 febbraio 2011, sentita la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni permanenti.
E' stato deliberato di dedicare le quattro settimane, a far data dal 21 febbraio, ai lavori delle Commissioni. I lavori dell'Assemblea si terranno nel periodo che va dal 21 marzo al 24 aprile, e verranno calendarizzati successivamente. Comunico, inoltre, che il 17 marzo si terrà una seduta solenne per celebrare il 150º anniversario dell'Unità d'Italia.
Sono stati individuati come prioritari gli argomenti di seguito elencati e ripartiti per Commissione.
Prima Commissione
1) Proposta di legge: "Composizione dei consigli e delle giunte dei comuni e delle province della Sardegna e disposizioni diverse in materia di enti locali" (In esame, iniziata discussione generale); (242)
2) Attuazione ordine del giorno su riforme istituzionali.
Seconda Commissione
1) Proposte di legge: "Istituzione della Consulta regionale per le adozioni e gli affidi familiari e dell'Agenzia pubblica regionale per le adozioni internazionali e provvedimenti a favore dell'adozione e dell'affido" (131) e "Istituzione della Consulta regionale per gli affidamenti etero familiari e le adozioni e dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali" (133) (in esame);
2) Proposta di legge: "Misura e strategie programmate per prevenire e contrastare l'insorgenza, la crescita e la diffusione dei comportamenti persecutori indicati con il termine 'stalking'" (244) (da esaminare);
3) proposta di legge: "Norme per l'accoglienza, l'integrazione e la tutela dei cittadini stranieri in Sardegna" (49) (da esaminare; stabilito effettuare audizioni);
4) Informazione (ai sensi dell'articolo 2, comma 2, legge regionale n. 11/2008 - CORECOM) (nominata Sottocommissione per redazione testo).
Terza Commissione
1) Disegno di legge n. 222 - Parte I: "Disposizioni per vari settori di intervento (Collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)
Quarta Commissione
1) Disegno di legge n. 222 - Parte II: "Disposizioni per vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013) (da esaminare).
2) Disegno di legge n. 191 e proposta di legge n. 229: "Nuova disciplina in materia di organizzazione del servizio idrico integrato" (da esaminare);
3) Proposta di legge: "Governo del territorio regionale" (407) (da esaminare);
4) Proposta di legge: "Provvidenze per lo sviluppo del turismo nautico in Sardegna" (112), "Disciplina del turismo nautico e della portualità turistica in Sardegna" (130) e Norme per lo sviluppo della mobilità ciclistica e del cicloturismo (139) (da esaminare);
5) Disegno di legge: "Sanzioni amministrative sui servizi di trasporto pubblico locale e regionale" (30) (in esame);
6) Disegno di legge: "Sistema aeroportuale isolano" (182) (da esaminare; sentito l'Assessore dei trasposrti);
7) Pproposta di legge: "Misure urgenti in materia di lavori pubblici: accelerazione dei tempi di realizzazione delle opere, sostegno al reddito dei lavoratori e sicurezza nei luoghi di lavoro" (95) (da esaminare).
Quinta Commissione
1) Testo unificato delle proposte di legge: "Disciplina delle concessioni di aree demaniali per l'esercizio e lo sviluppo delle attività di molluschicoltura, arsellicoltura, raccolta e pesca di frutti di mare e maricoltura nel mare territoriale della Sardegna" (107), "Istituzione del distretto del tonno" (126) e "Norme per la disciplina delle attività di ittiturismo e pesca turismo" (132) (Sottocommissione).
2) Proposta di legge: "Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e delle attività economiche agro-silvo-pastorali" (16) (da esaminare);
3) Proposta di legge: "Norme in materia di riordino fondiario" (58) (da esaminare);
Proposte di legge: "Istituto sardo per il cavallo" (4), "Istituto sardo per l'incremento ippico" (47) e "Istituto regionale sardo per il cavallo" (117) (da esaminare).
Sesta Commissione
1) Rinnovabili;
2) Disegno di legge: "Interventi volti alla gestione delle situazioni di grave difficoltà occupazionale ed all'incremento della domanda lavorativa (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (221) (da esaminare);
3) Disciplina delle attività turistico-ricettive e dell'ospitalità in Sardegna" (102) (In esame; effettuate audizioni);
4) Proposta di legge: "Proposta di legge: "Procedure di acquisizione di impianti industriali in dismissione finalizzate alla difesa e allo sviluppo di sistemi economico-produttivi territoriali" (136) (da esaminare);
5) Proposta di legge: "Riequilibrio economico e finanziario del comparto produttivo sardo per settori: artigianato, commercio, alberghiero, servizi, piccola e media industria" (57) (in esame);
6) Proposta di legge: "Norme per la defiscalizzazione dei carburanti per autotrazione in Sardegna" (111) (in esame);
7) Disegno di legge: "Norme in materia di consorzi industriali provinciali" (194) e proposta di legge: "Riordino delle funzioni in materia di aree industriali (141) (da esaminare);
8) Proposta di legge: "Interventi a sostegno della valorizzazione e incentivazione delle attività professionali intellettuali" (165) (da esaminare).
Settima Commissione
1) Testo unificato delle proposte di legge: "Riforma del Servizio sanitario regionale" (48) e del disegno di legge: "Riforma del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5)" (99) (in esame);
2) Proposte di legge: "Norme a favore della famiglia" (18), "Norme e provvidenze in favore della famiglia" (87), "Interventi a favore della famiglia" (116) e "Tutela e valorizzazione della famiglia" (148);
3) Proposte di legge: "Reddito di cittadinanza e contrasto della povertà. Fondo regionale di solidarietà sociale" (1) e "Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati" (26) (in esame).
Ottava Commissione
1) Disegno di legge: "Costituzione del Comitato organizzativo e scientifico regionale per le celebrazioni in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia" (215) (in esame);
2) Testo unificato delle proposte di legge: "Tutela, sostegno e promozione delle attività sportive dei disabili" (42), "Norme per la promozione della pratica sportiva delle persone disabili" (46) e "Norme per la tutela della qualità dell'attività sportiva" (75) (in esame, effettuate audizioni);
3) Documento n. 13: "Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Sassari. Legge regionale 14 settembre 1987, n. 37, articolo 6. Approvazione statuto";
4) Testo unificato delle proposte di legge: "Promozione di un sistema di formazione continua" (66), "Norme per la salvaguardia e la valorizzazione dei siti nuragici e archeologici della Marmilla" (74) e "Norme per la valorizzazione del capitale umano e del patrimonio culturale della Sardegna. Disciplina del sistema educativo regionale di istruzione e formazione" (228);
5) Testo unificato delle proposte di legge: "Norme sulle politiche giovanili" (100), "Norme in materia di sviluppo e promozione delle politiche giovanili" (168) e - Norme per lo sviluppo delle politiche giovanili" (169);
6) Proposta di legge: "Legge per la Sardegna: Nuraghe e il mito di Atlante" (185) (da esaminare).
Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, chiedo una sospensione e la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 16, viene ripresa alle ore 11 e 09.)
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca le dichiarazioni della Giunta sulla vertenza delle entrate. Il tempo a disposizione dell'Esecutivo sarà suddiviso tra l'intervento dell'assessore del bilancio, La Spisa, e quello del Presidente della Regione, Cappellacci, che interverrà successivamente.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, introduco la questione con una sottolineatura che può risultare utile all'andamento del dibattito odierno e alle conclusioni alle quali il Consiglio vorrà pervenire. Io porrei una premessa a questa discussione; una premessa da non dimenticare in nessun momento nel quale trattiamo questo delicatissimo e fondamentale problema: dobbiamo partire dal presupposto, su cui noi tutti stiamo lavorando, che la cosiddetta "vertenza entrate" è ancora in corso, non si è conclusa, non è completata. Una cosa però è chiara, e cioè che l'articolo 8 dello Statuto, novellato nel 2007, ha creato delle norme certe, immediatamente applicabili, e soprattutto ha creato i presupposti per un incremento di risorse a favore della Regione sarda. Questo incremento, però, oggi è sottoposto ancora (ulteriore passaggio da tenere presente) ad una situazione di incertezza, di instabilità che condiziona la politica finanziaria della Regione sia in sede di previsione che in sede di accertamento delle entrate.
E' vero che lo Statuto è immediatamente applicabile, a meno che non ci siano delle incertezze nei meccanismi di calcolo, perciò, in questa situazione di non pieno riconoscimento, è importante arrivare alla certezza dei meccanismi di calcolo, in modo tale da poter fare previsioni affidabili e, conseguentemente, alla fine dell'esercizio, verificare le risorse.
Questo è importante, perché? Perché nel corso delle interlocuzioni col Governo, come è stato riportato ampiamente anche nel momento in cui abbiamo esaminato e approvato la legge finanziaria, e nei dibattiti che hanno preceduto l'ordine del giorno di cui si tratta anche oggi, approvato dal Consiglio, abbiamo, di fatto, ottenuto il riconoscimento del diritto alla compartecipazione delle entrate attestate nell'articolo 8, modificato nel 2007; per il 2011 è previsto pertanto un livello di entrate pari a 5 miliardi e 400 milioni, prescindendo dalla parte relativa a giochi e scommesse su cui vi è una differenza di valutazioni (interpretazione dell'articolo 8, criteri di calcolo) tra Governo e Regione sarda, .
Al netto di questa voce noi potremmo ragionevolmente e legittimamente accertare, e questo è stato fatto dai nostri uffici per il 2010, l'accertamento è un atto molto importante, 5 miliardi e 320 milioni circa di entrate certe (stiamo parlando di devoluto, naturalmente), a cui si aggiunge 1 miliardo e 300 milioni di entrate riscosse direttamente. Per il 2011 noi pensiamo di poter fare una valutazione superiore.
Riteniamo, quindi che sia fondamentale, oggi, ottenere dallo Stato la piena, completa e puntuale attuazione dell'articolo 8, anche relativamente a quelle parti che noi riteniamo siano proprie della Regione, da difendere quindi in tutti i modi; ma abbiamo anche un altro interesse altrettanto importante: la possibilità di stabilire una volta per tutte, con certezza, un volume di entrate intorno ai 5 miliardi e 400 di devoluto. E' importante che la Commissione paritetica, che deve definire le norme di attuazione, si pronunci quantomeno su quello che è sicuro, che non è controverso tra Stato e Regioni. Per questo ci si è mossi in tutti questi mesi avendo però chiaramente presente - ma lascio questo alle dichiarazioni del Presidente - che la Giunta regionale, seguendo anche le indicazioni di tutto il sistema politico e non solo, vuole difendere questo risultato a tutti i costi e con qualunque strumento in sede giurisdizionale, con l'esigenza, nel frattempo, di vivere facendo una politica finanziaria sana, potendo prevedere e accertare somme stabilite secondo metodi e criteri incontrovertibili. Questo è il punto in cui ci troviamo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Io voglio introdurre l'argomento sgombrando prima di tutto il campo da possibili equivoci. Questo Consiglio regionale ha assunto una posizione molto chiara e netta. E' una posizione che va esattamente nel senso dell'individuazione della migliore strada possibile per ottenere il risultato e, nell'individuare la strada, ha tracciato anche delle ipotesi, tra queste il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione. Il dubbio che voglio sgombrare, e lo voglio fare sostenendo oggi quello che abbiamo sempre sostenuto e che è rinvenibile in tutte le dichiarazioni che la Giunta e il sottoscritto hanno fatto, è che la posizione della Giunta non è cambiata di un millimetro rispetto alla posizione originaria e la nostra posizione è perfettamente in linea ed è sempre stata in linea con la decisione che quest'Aula ha assunto.
Questo voglio che risulti in modo netto e chiaro perché penso sia di fondamentale importanza in questo percorso così complesso e difficile da un lato, ma anche importante per il risultato nell'interesse della Sardegna. Deve scaturire in termini chiari che la classe politica sarda intende con determinazione, attraverso qualunque strada, perseguire il risultato. Per capire quale fosse il percorso più consono e più opportuno per ottenerlo, come ben sapete, abbiamo ovviamente sentito il parere di esimi costituzionalisti, e tra questi il professor Onida, le cui capacità, oltre che l'indipendenza, non possono essere minimamente messe in dubbio.
Dall'esame della materia e delle problematiche è emerso un elemento che ha generato, io credo, qualche equivoco nei giorni scorsi, ovverosia l'opportunità o meno di impugnare la legge statale di bilancio. Il professor Onida, come ha richiamato l'assessore La Spisa, non mette minimamente in discussione la valenza dell'articolo 8 in termini sostanziali, al di là delle norme di attuazione, però dice: "Attenzione, la legge statale di bilancio, quand'anche non prevedesse in termini puntuali la destinazione delle risorse dovute sulla base del novellato articolo 8, non pregiudica in alcun modo il diritto sostanziale". E' una legge di natura formale che si limita ad approntare gli stanziamenti e quindi non evidenzierebbe alcun profilo di illegittimità da far valere in seno alla Corte costituzionale. Al fine di sgombrare il campo da qualunque equivoco, io darei una breve lettura del passaggio del parere che riporta questo tipo di considerazioni.
Il professor Onida dice: "Non ritengo strumento idoneo ad attivare tale tipo di contenzioso costituzionale un'eventuale impugnazione della legge statale di bilancio nella parte in cui essa ometta di stanziare somme corrispondenti a trasferimenti di risorse finanziarie che la Regione rivendichi come proprie spettanze a termini di Statuto. Infatti la legge di bilancio, per il suo carattere formale, ha il limitato compito di assegnare contabilmente le somme necessarie perché l'amministrazione statale possa effettuare la propria attività di spesa autorizzando l'assunzione degli impegni e il pagamento delle somme relative, ma ciascun impegno e ciascuno pagamento debbono trovare base in una norma sostanziale che imponga o consenta l'erogazione corrispondente. Pertanto il mancato stanziamento in bilancio di somme necessarie per adempiere a obbligazioni esistenti nei confronti dei terzi, e così della Regione, non può essere inteso come modifica della normativa sostanziale e nemmeno come manifestazione univoca di disconoscimento del debito che comunque rimarrebbe tale, ma esprime soltanto la mancata realizzazione del presupposto contabile per l'erogazione. Non si potrebbe, dunque, configurare una questione di illegittimità costituzionale della legge di approvazione del bilancio nella parte in cui non disponga lo stanziamento delle somme necessarie per l'erogazione alla Regione delle somme ad essa dovute in base allo Statuto".
Questo, cari colleghi, che cosa significa? Significa che l'eventuale proposizione di un ricorso e un'impugnazione della legge statale di bilancio avrebbe un esito a noi sfavorevole; e io voglio evidenziare e rappresentare una preoccupazione: la valenza che sul piano politico potrebbe essere data a un provvedimento di questo tipo danneggerebbe seriamente, a mio modo di vedere, la nostra vertenza, la nostra volontà e determinazione e tutto quello che in relazione a questa determinazione noi, il Consiglio, la politica, la società sarda ritenesse di avviare per fare anche le giuste e necessarie pressioni politiche per arrivare al risultato. Mentre credo che si possa assolutamente convenire sull'altra parte del parere che dice che si può sollevare un conflitto di attribuzioni - e io dico si deve sollevare un conflitto di attribuzioni - in ordine al mancato riconoscimento in sede di Commissione paritetica di quei meccanismi, di quelle somme che noi riteniamo dovuti sulla base del novellato articolo 8.
Ecco allora che si sposta semplicemente per ragioni tecniche l'obiettivo, o meglio la sede nella quale raggiungere l'obiettivo, ma non si sposta nella sostanza perché Onida dice - e noi condividiamo e intendiamo perseguire questa strada - che va sollevato il conflitto di attribuzioni nel momento in cui la Commissione paritetica non riconoscerà quanto dovuto sulla base del novellato articolo 8. Poiché è stata posta anche la questione relativa al Patto di stabilità, Onida dice che anche sul Patto di stabilità è possibile sollevare un conflitto di attribuzioni, per mancanza di quella leale collaborazione che sta alla base del rapporto tra istituzioni, laddove il Ministero restasse fermo nel diniego, nella indisponibilità ad accettare le nostre ragioni che sono le ragioni che portano a dire e ad affermare, e Onida - e questo è importante - condivide anche nella sostanza queste ragioni, che il Patto di stabilità debba essere modificato sulla base del nuovo livello di entrate che sono state attribuite alla Regione e, in particolare, sulla base delle nuove funzioni che sono state trasferite e, quindi, nuovo livello di entrate e di spesa.
Per questo motivo io ritengo che si debba accogliere l'invito del professor Onida, che si debba percorrere quella strada per far valere le nostre ragioni e lo si debba fare con tutta la forza e la determinazione del caso. Dico anche, però, che pur essendo fermamente convinto del fatto che l'impugnazione della legge statale di bilancio sarebbe un danno gravissimo per le conseguenze negative che potrebbe portare non solo sul piano tecnico, quelle sono scontate, ma sul piano politico, e quindi sconsiglio vivamente un'impostazione di questo tipo. Dico però quello che ho sempre detto, ovverosia che quest'Aula ha votato un ordine del giorno unanime e si è espressa nel senso dell'impugnazione della legge statale di bilancio. Bene, io credo che sia dovere della Giunta rimettersi comunque a quest'Aula per valutare che cosa fare e lo faccio con l'auspicio che la decisione vada nella direzione del buon senso, nel senso di quella strategia che ho rappresentato e che soprattutto si possa sgombrare il campo da ogni polemica, ritrovare unità di intenti, ritrovare una coalizione che è fondamentale in questo percorso che stiamo affrontando e quindi su questo tema avere la classe politica sarda (e tutta la società civile sarda) compatta, forte, determinata verso il raggiungimento dell'obiettivo che oggi mi sento di poter dire, anche sulla base del parere espresso dal professor Onida, è un diritto - e di questo non avevamo alcun dubbio - ma è un diritto che è assolutamente a portata di mano.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, io partirei dall'ultima affermazione del presidente Cappellacci, a cui chiedo la pazienza di volermi ascoltare, perché credo che oggi, tra l'altro, intervenendo per Gruppo, rappresentiamo anche posizioni articolate. Io mi sento di dire che l'opposizione ha accolto nei fatti l'invito a cercare di muoversi in maniera unitaria sulla vertenza entrate. Io spero che il capitolo odierno non inneschi una rottura, ma rilanci una collaborazione tra parti politiche negli interessi più generali della Sardegna. Oggi poi, avendo una generazione futura che ci guarda dai banchi di questo Consiglio, dobbiamo avvertire ancora di più questa responsabilità.
Presidente, lei però deve comprendere le ragioni e la preoccupazione della minoranza perché per poter collaborare in maniera costruttiva bisogna essere in due. Io sono costretto a ricordarle che la partita con lo Stato sulle entrate è aperta da più di diciotto mesi, perché già dall'autunno del 2009 noi eravamo nelle condizioni di discutere con lo Stato la vertenza entrate, è stata ripresa l'estate scorsa su iniziativa della minoranza con interpellanze e mozioni, c'è stato risposto in più circostanze che attraverso le norme di attuazione si sarebbe rapidamente arrivati a una soluzione. Allo stato, Presidente, avvertiamo una pressione fortissima del mondo imprenditoriale, delle organizzazioni sociali, perché dopo 18 mesi e due finanziarie non abbiamo ancora alcuna certezza, questo è lo stato di fatto. Ci troviamo tra la sua proposta di continuare a credere ancora alle promesse e i dati di fatto che purtroppo parlano in maniera diversa.
Voglio pertanto entrare brevemente nel merito e spiegarle perché non sono convinto della soluzione che lei ha proposto. Noi non abbiamo, pregiudizialmente, la volontà di impugnare il bilancio dello Stato, Presidente, non è quello l'obiettivo. L'obiettivo è indubbiamente di ottenere ciò che spetta alla nostra Regione. Io le segnalo che siamo però in un cul-de-sac perché se lo Stato non chiude le norme di attuazione nella direzione che noi vogliamo si continua a rinviare nel tempo, se non chiudiamo sulle cifre che ci spettano nella legge di stabilità dello Stato e nella finanziaria della Regione non si apre la partita sul Patto di stabilità, perché non c'è la materia del contendere, non c'è la certezza della cifra alla quale dovrei elevare la possibilità di spesa della Regione; di conseguenza ci trascineremmo stancamente, mese dopo mese a rincorrere uno Stato che evidentemente ha altre priorità che la Sardegna, e lo dimostra tutti i giorni. Non sto rappresentando un sospetto, sto rappresentando l'atteggiamento di prudenza che dobbiamo tenere.
Presidente, non capisco le questioni dal parere letto; lei ci invita a valutare pareri che non abbiamo letto, capisce che noi non possiamo fare questo sforzo, questa non è una partita privata, non è una partita che riguarda il Presidente della Regione, è una partita che riguarda tutti i sardi. Non può chiedere a noi, nella nostra responsabilità di consiglieri, rappresentanti del popolo sardo, di affidarci a pareri orali, a pezzi di pareri letti in Aula, a raccomandazioni di cui non abbiamo letto il contesto e il senso.
Io ho letto un solo parere, e le posso dire che nel parere dato dal professor Chessa, costituzionalista, non si esclude il ricorso ma non viene citata l'unica cosa da ricordare, cioè il fatto che relativamente al bilancio 2010, Presidente, è messo nero su bianco che la cifra di 4 miliardi e 750 milioni è diversa dai 5 miliardi e 400 o 500 milioni che lei dice di avere in tasca, senza peraltro produrci alcun documento che sostanzi questa affermazione, se non qualche gentile previsione fatta mezzo e-mail o attraverso allegati di e-mail che non hanno alcun riscontro e non danno alcuna certezza per quanto riguarda i nostri diritti.
Allora, che cosa ci impedisce, Presidente, di impugnare il bilancio dello Stato e, in particolare, la previsione di chiusura 2010 stabilita in 4 miliardi e 750 milioni che non richiede quantificazioni strane di quanto spetta alla Sardegna perché è macroscopica la differenza e ammonta a oltre 600 milioni? Che cosa ci impedisce di impugnare il bilancio dello Stato e di serrare i tempi della trattativa con il Governo, rendendoci anche disponibili, Presidente, conoscendo i tempi dei pronunciamenti della Corte, a ritirare l'impugnativa laddove non si arrivasse in tempi brevi, ragionevoli, dico 30 giorni, a una chiusura favorevole al riconoscimento dei diritti della Sardegna? Perché abbiamo questa paura, Presidente?
Noi abbiamo fatto ogni sforzo per infonderle coraggio e determinazione al fine di alzare la testa, di fare quello che lei raramente ha fatto, secondo noi non ha mai fatto; ci siamo messi a disposizione per questo, abbiamo occupato l'Aula per questo, le abbiamo detto di mettersi alla testa di tutti i sardi per questo e noi l'avremmo riconosciuta come guida del nostro popolo e di questa vertenza. Presidente Cappellacci, che cosa ci impedisce di impugnare il bilancio dello Stato, in particolare la previsione di chiusura 2010? Non so se considerare la sua uscita dall'Aula come una risposta, spero di no, sarebbe un gesto assai scortese, o magari le nostre riflessioni l'hanno indotta in uno stato di ansia per cui ha dovuto lasciare l'Aula, però sono certo che leggerà comunque il verbale delle mie dichiarazioni.
Che cosa ci impedisce, dicevo, di impugnare il bilancio dello Stato, in particolare sulla previsione 2010, e di chiedere di stringere i tempi sulla negoziazione? Non credo che chiudere le norme di attuazione in maniera non soddisfacente sia la via giusta; sarebbe paradossale infatti chiudere attraverso le norme di attuazione un accordo attuativo con lo Stato, basato anche sul principio della leale collaborazione, e poi un secondo dopo disconoscere l'accordo appena siglato sollevando il conflitto di attribuzione con lo Stato perché lo Stato non mi riconosce tutti i tributi. Presidente, mi ha seguito in questo passaggio? Spero di sì.
Mi chiedo quale sia la ratio di una simile decisione. Mi sembra evidentemente una cosa che non ha senso.
Presidente.... io sono stupito della scarsa attenzione dell'Aula, sembra uno dei tanti temi che trattiamo; ma questo tema è lacrime e sangue, questo tema è il futuro del nostro popolo, trattare questo tema significa poter incidere con politiche pubbliche sul disagio profondo del nostro sistema economico e sociale. Un tema, pertanto, che credo meriterebbe, da parte di tutti, maggiore attenzione, non per chi vi parla, non per il relatore, ma per la rilevanza del tema per la nostra comunità. Forse, se prestassimo più attenzione, daremmo anche un esempio migliore a chi ci guarda, a chi ha gli occhi del futuro, a chi viene in quest'Aula anche per capire se c'è una speranza che per il futuro una classe dirigente, spesso divisa, a volte in contrasto, sappia per una volta, in una determinata circostanza, ritrovare unità di intenti nell'interesse più generale.
E' questo che ci chiedono oggi i cittadini, è questo che ci chiedono in particolare le nuove generazioni che sono quelle che più di altre pagano il peso della situazione economica e sociale, perché si è rotto quel patto generazionale che dava alle nuove generazioni un supporto positivo per il futuro; quelle nuove generazioni che oggi hanno la certezza di non poter progredire nel loro tenore di vita a differenza di quanto accadeva per i loro padri.
Presidente, le chiedo pertanto di mantenere fede all'ordine del giorno che abbiamo firmato (e spero che si associno all'invito anche altri colleghi), di andare avanti con l'impugnativa del bilancio dello Stato, di serrare i tempi della trattativa sulle norme di attuazione ed eventualmente, se si arriva a una chiusura soddisfacente, a ritirare l'impugnazione con, le assicuro, soddisfazione di tutti, perché non è il nostro obiettivo. Presidente, si scuota, ascolti tutto il Consiglio regionale, ascolti anche questa parte politica che ha dato molte manifestazioni di ragionevolezza e di responsabilità... mi lasci finire Presidente!
PRESIDENTE. Aveva dieci minuti a disposizione. Le concedo dieci secondi, veramente dieci secondi!
PORCU (P.D.). Mantenga fede a quell'ordine del giorno, Presidente, e le assicuro che noi saremo al suo fianco in questa battaglia senza pregiudiziali e senza strumentalità alcuna.
PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni delle classi quinta C e quinta D della scuola primaria di San Sperate che, accompagnati dal maestro Massimo Sciola, oggi assistono ai nostri lavori.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda). Chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 36, viene ripresa alle ore 11 e 55.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessori, io vorrei iniziare dicendo sostanzialmente questo: siamo in una fase tutt'altro che insignificante al di là dello strumento ordine del giorno. Su questa materia stiamo parlando di autonomia, stiamo cercando di definire assieme, e questo era l'obiettivo dell'ordine del giorno, che carattere di autonomia vogliamo riconoscere a noi stessi oggi e farci riconoscere dallo Stato in un momento delicato anche della configurazione dell'autonomia nell'ordinamento dello Stato. Quindi è un momento delicatissimo al di là dell'argomento, e noi non abbiamo molti strumenti oltre quello della nostra Carta statutaria che è stata felicemente modificata in alcune parti; dico felicemente nel senso che ha fatto un passo in avanti rispetto alla staticità che ne ha garantito la permanenza fondamentalmente per quasi sessant'anni, salvo poche modifiche.
La prima cosa che vorrei dire al Presidente del Consiglio sul piano formale, io non commenterò le parole espresse dal Presidente della Regione su un parere di cui non ho, ai sensi dell'articolo 105, potuto prendere visione, è di stralciare dai resoconti, cioè da quello che rimarrà di questa seduta, ogni riferimento a documenti che non siano pervenuti nella disponibilità del Consiglio regionale; perché quel dibattito non si può fare per sentito dire e lei sa che in tutti i contesti dibattimentali un atto se c'è deve essere disponibile, se non è disponibile non se ne parla e non si può neanche commentare, e io non sono in condizioni di argomentare perché non ne ho conoscenza.
Quindi siccome ne ho conoscenza per una parte, parlo per la parte di cui ho conoscenza, però va stralciata quella dichiarazione perché è del tutto fuori contesto. Purtroppo è così. Ma per segnalarle che c'è un'anomalia le dico che se la Regione chiede dei pareri non può consegnarne uno e l'altro no, se è opportuno non consegnarlo è meglio non consegnarli entrambi, ci si spieghi la motivazione e si ragionerà per principio generale. C'è stata un'anomalia, ne prendo atto. Tuttavia vorrei spiegare le cose come io le leggo sul piano della nostra tutela, posto che per noi l'ordine del giorno che abbiamo approvato rimane centrale in tutta la sua validità; e vorrei anche dire, ai colleghi distratti e presi da altre questioni, che se per caso oggi accadesse che quell'ordine del giorno venisse modificato e integrato da un altro ordine del giorno, non avente lo stesso carattere unitario, ci troveremmo di fronte ad un disattendere quell'impostazione. Noi daremmo questa lettura politica, se non rimanesse integralmente valido l'ordine del giorno approvato unitariamente.
Seconda cosa, i pareri che ci vengono dati alla fine dicono cose anche un po' pericolose; si parla molto infatti della legge di stabilità che non può cambiare, e non lo cambia, l'articolo 8 però si dice, una cosa un po' assurda, che nella legge di bilancio lo Stato, pur non mettendo in discussione l'articolo 8, può fare quello che vuole. Di fatto l'inopportunità di ricorrere a quella esplicitazione, non corrispondente all'articolo 8, pare sostenere questa tesi; io sono invece di un avviso contrario.
L'articolo 8 si compone sostanzialmente di due partite. Una partita per la quale si ha il dato certo sulla sua configurazione, perché non ha bisogno di norme di attuazione, e che quindi deve trovare per la parte certa una esatta corrispondenza di suo rispetto alle previsioni di bilancio. Non c'è ombra di dubbio! Non si può omettere questo, perché rappresenterebbe una violazione di legge. Poi c'è una seconda parte, che è demandata alle norme di attuazione, di cui non abbiamo certezza, e su questo giustamente si sollevi il conflitto di competenza perché si arrivi ad una definizione univoca, certa, e irreversibile di quella interpretazione. E questo riguarda la parte non certa.
Ma, per la parte certa, visto che non dobbiamo procedere con norme di attuazione, c'è un principio altrettanto valido che è la certezza della legge e del diritto, e quindi la certezza del bilancio regionale che ne impone il rispetto da parte dello Stato; non, come dice il professor Chessa, una norma di "tipo additivo", noi non ce ne facciamo niente degli additivi, noi dobbiamo fare ricorso sulla legge di bilancio, Presidente, per chiedere un'espressione di parere da parte della Corte costituzionale di tipo esplicativo. Lo Stato nella legge di bilancio deve dare conto di rispettare quello che non ha voluto modificare in norma sostanziale. Questo noi chiediamo. E questo è quello che la Regione deve esigere.
Lei ha detto, giustamente: "Non voglio disattendere l'ordine del giorno", ma disattenderlo significa far decorrere i termini, confidando esclusivamente in che cosa? Che le cose ci vadano bene? Io credo che invece occorra andare fino in fondo sollevando il conflitto di attribuzione per la parte che riguarda le norme di attuazione; e dobbiamo impugnare la legge di bilancio per la non esplicitazione del dato certo che si desume dall'articolo 8. Noi non dobbiamo dichiarare l'incostituzionalità della legge di bilancio, non ce ne importa nulla, a noi interessa che venga reso esplicito il rispetto della legge da parte dello Stato, visto e considerato che l'articolo 8 non viene inficiato e messo in discussione in nessun modo.
Questa è l'azione che noi dobbiamo portare avanti, ed ecco perché l'ordine del giorno continua a mantenere una sua validità. E queste argomentazioni sono perfettamente in linea con le vostre dichiarazioni, salvo il fatto che alla fine parlate di "una ragione politica". Guardate, è da sessant'anni che la nostra specialità autonomistica subisce sconfitte, anche sconfitte politiche, ma le subisce nel momento in cui cerca di perseguire il massimo della sua ambizione; e io non ho paura di sconfitte politiche che nascono da una battaglia che abbiamo deciso di sposare assieme in quest'Aula. Una battaglia che va nella direzione di salvaguardare il massimo del rispetto della nostra autonomia, perché questo è un dovere, non è una sconfitta.
Non capisco pertanto quali siano, da parte del Presidente e dell'Assessore, le preoccupazioni di carattere politico, se non queste. Presidente, lei ha una copertura straordinaria nella rivendicazione politica di questa questione, e ce l'ha in quell'ordine del giorno, non era scontato e non è neanche ordinario che questo avvenga.
Noi dobbiamo sapere che fare le battaglie autonomistiche significa mettere nel conto il rischio di una sconfitta, l'importante è che ci sia la consapevolezza che quella battaglia è giusta. E noi chiediamo che quella verità, che serve alle forze sociali, ai lavoratori, quella verità di quella cifra, venga esplicitata dallo Stato, attraverso un'impugnativa che chieda un'integrazione esplicativa, non additiva, esplicativa, del quantum la legge assegna in maniera certa alla Regione Sardegna; per la parte che riguarda le norme di attuazione invece chiediamo l'attivazione di un conflitto di attribuzioni, perché venga definita in maniera certa l'interpretazione su quelle norme che devono ancora trovare la loro ricaduta finanziaria in capo alla Regione.
Muoversi in queste due direzioni significa fare una battaglia autonomistica, che le verrà riconosciuta da tutto il corpo sociale, politico e istituzionale della Sardegna; e se per caso il risultato non sarà del tutto positivo, sarà valsa comunque la pena di aver fatto quella battaglia. Quell'ordine del giorno per noi rimane valido.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, il presidente Cappellacci ha sostenuto che l'impugnazione della legge di bilancio dello Stato italiano creerebbe enormi danni sul piano politico. Io credo che il Presidente l'avrebbe dovuto mettere già in conto. Però dico che non si accettano queste retromarce, io mi sarei aspettata tutt'altra azione politica da parte sua, Presidente, magari un mantenere fede all'ordine del giorno firmato in quest'Aula. La vertenza entrate è ormai da considerarsi più che un confronto istituzionale fra Governo italiano e Regione autonoma della Sardegna, è di fatto l'ennesimo scontro fra un Popolo e uno Stato. Quindi uno Stato che continua a negare alla Sardegna la sua dignità di nazione, imponendole sempre di più la forte sudditanza economica, anche attraverso le sue scelte politiche, Presidente.
Di fatto con le dichiarazioni del Presidente, o meglio anche con l'esposizione di inutili e pericolosi pareri legali, si continua a negare alla Nazione sarda il diritto di poter contare sulle proprie risorse economiche. Ciò significa quindi indurla violentemente a uno stato di sudditanza economica sempre più feroce; e qui ci sono problemi di pesanti complicità, presidente Cappellacci.
La vertenza entrate è un problema tra il Popolo sardo e il Governo italiano, e come tale deve essere affrontato in modo unitario. E bene farebbe lei, Presidente, a rappresentarci e a tutelarci, senza tentennamenti e senza paure per le ripercussioni politiche. Ormai le ripercussioni politiche noi siamo abituati a subirle, direi che dovremmo essere più coraggiosi per andare avanti con maggiore decisione. La condivisione istituzionale raggiunta in quest'Aula, ed espressa da un ordine del giorno, merita di non essere ignorata, oppure annullata. Con le retromarce, presidente Cappellacci, non andremo molto avanti. Tutti noi, e io parlo soprattutto a nome del mondo indipendentista, dobbiamo impegnarci nella difesa dell'articolo 8 dello Statuto, e con esso anche dei momenti di sovranità conquistata. Quindi manteniamo aperta la vertenza e procediamo, condivido quanto sostenuto dal consigliere Sanna, con determinazione, legalmente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, a distanza di due anni ormai dall'insediamento di questo Consiglio regionale, ancora una volta ci troviamo a discutere dei problemi relativi all'applicazione dell'articolo 8. Oggi ritorniamo a discutere di questo argomento, condizionati non poco dal fatto che, come Consiglio regionale, mi rivolgo a lei presidente Lombardo, come consiglieri regionali, non possiamo prendere visione di un documento, di un parere (seppure parere forte dal punto di vista giuridico), perché la Giunta regionale e il suo Presidente si rifiutano di darne copia ai consiglieri regionali.
Credo sia una cosa abbastanza inconsueta che il Consiglio regionale non possa prendere visione di un atto, così importante, sul quale si era già espresso. Si era espresso tra l'altro all'unanimità, dopo un dibattito molto forte che scaturì, lo voglio ricordare, anche dall'occupazione dell'Aula che le forze politiche di minoranza di questo Consiglio attuarono in quella occasione. Noi ritenevamo che fosse abbastanza chiaro il deliberato di quell'ordine del giorno con il quale si impegnava la Giunta a seguire un percorso ben determinato.
Oggi il presidente Cappellacci ritorna in Aula a dirci (supportato anche dal parere del professor Onida) che secondo lui non ci sono le condizioni, per impugnare il bilancio dello Stato. Io credo che lei, Presidente, e la sua Giunta, vi stiate assumendo un onere gravissimo: la rottura dell'unità di questo Consiglio regionale su un tema così fondamentale per lo sviluppo della nostra Isola. Lei ha parlato di danni gravissimi che si compirebbero nei confronti della Sardegna se noi dovessimo andare avanti su quella strada; molto probabilmente si riferiva a danni di carattere politico che potrebbero essere creati a chi governa oggi il livello nazionale. Credo che noi, ma lei per primo, si debba essere al di sopra di questi problemi cercando di fare gli interessi dei sardi, di tutti i sardi.
Questa vicenda, Presidente, conferma ancora una volta che non esistono governi amici, esistono solo i sardi amici e gli interessi dei sardi. Pertanto, per evitare di rompere, come ho già detto, il fronte unitario di questo Consiglio, che con grande difficoltà si raggiunse in quell'occasione, credo sia indispensabile che questo Consiglio riconfermi quello che è già stato deliberato e cioè che la Giunta impugni il bilancio dello Stato e, contemporaneamente, sollevi il conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato stesso davanti alla Corte costituzionale.
Portando avanti questa azione non stiamo facendo alcun male ai sardi, anzi, ci stiamo mettendo in una posizione di forza, perché presentare un ricorso non significa, necessariamente, seguire tutto l'iter sino alla fine. Io mi auguro che se oggi depositiamo il ricorso da domani si inizi una vera azione politica, forte, nei confronti del Governo nazionale per rivendicare questo nostro diritto, il diritto dei sardi. Non facendo questo, ripeto, Presidente, lei si sta assumendo un onere politico che, questo sì, creerà sicuramente dei gravissimi danni alla Sardegna.
Se lei sceglierà questa strada, glielo posso anticipare, la percorrerà da solo, forse con la sua maggioranza, ma certamente non ci troverà al suo fianco; come già le è stato detto, invece, se riconfermiamo la strada che abbiamo stabilito nell'interesse di tutta la Sardegna, ci troverà al suo fianco, come sempre ci ha trovato quando si è trattato di fare battaglie nell'interesse dei sardi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sicuramente la considerazione in merito alla disponibilità dei pareri del professor Onida e del professor Chessa riguarda un aspetto della trasparenza all'interno di un rapporto che definirei di correttezza istituzionale; correttezza istituzionale che va comunque garantita e che supera la stessa questione che abbiamo oggi all'ordine del giorno: la vertenza entrate. Sicuramente gli aspetti della trasparenza amministrativa e della pubblicità di tutti gli atti della Giunta ci ha visti, già in precedenza, protagonisti con richieste puntuali; continueremo a sollecitare affinché questo si realizzi nel modo più ampio, però superando questo momento che individuiamo invece come ancora più importante: la vertenza entrate e il ricorso nei confronti dello Stato.
Siccome spetta alla Presidenza della Regione, e quindi alla Giunta, attivare il ricorso nei confronti dello Stato, io credo che oggi possiamo accantonare questo aspetto a patto che il ricorso venga presentato. Pareri o non pareri rimane un punto fermo: a distanza di quasi due mesi, l'ordine del giorno unitario è stato votato in quest'Aula il 22 dicembre dello scorso anno, ancora non è accaduto quanto chiesto in quel documento; quindi noi siamo fortemente preoccupati, per questo sollecitiamo e rivendichiamo con forza la sua attuazione.
L'ordine del giorno unitario è un punto fermo che io mi auguro, e spero, non venga messo in discussione nel corso di questa seduta. Insistiamo nel dire che dobbiamo chiedere alla Corte che intervenga perché lo Stato rispetti i patti. L'avevamo gia detto in quell'ordine del giorno quando in premessa, richiamando il fatto che la sessione finanziaria doveva impegnarsi a dare risposte forti ai bisogni delle famiglie, del mondo del lavoro e dell'impresa per far fronte ad una crisi economica mai vista in questa terra, avevamo evidenziato che rispetto alla somma individuata e prevista di 6 miliardi e 083 milioni di euro, ci ritrovavamo 4 miliardi e 750 milioni di euro perchè lo Stato ne aveva decurtato più di 1 miliardo.
E' un aspetto che tocca la nostra dignità, la nostra autonomia; e noi, dopo aver approvato la riforma dell'articolo 8, con un dibattito e un confronto accesi, non possiamo accettare che sia stata solo una discussione, perché comunque ha raggiunto un importante traguardo. Forti invece di quel richiamo all'articolo 8 diciamo che oggi il ricorso è l'unico strumento di pressione politica, che in questa circostanza è doveroso avviarlo, e avviarlo quanto più urgentemente possibile, anche per raggiungere una posizione sulla quale,nel corso delle trattative che ci auguriamo si aprano, ci si possa attestare con un risultato soddisfacente che consenta di recedere dal ricorso, perché questo è sempre possibile.
Su questa partita i sardi (noi tutti che li rappresentiamo) si giocano in larga parte il loro futuro perché senza risorse, soprattutto in momenti drammatici come questi, non si va da nessuna parte. Penso soprattutto alle istituzioni più deboli che rappresentano il popolo sardo, ai comuni e alle province che verranno ulteriormente colpite dalle riduzioni dei trasferimenti, che cosa potrà accadere?
Noi, con questa partita, ci giochiamo la faccia ma, più che la faccia, che è un termine generico, ci giochiamo la dignità! La dignità di un popolo, la dignità di noi tutti, la dignità di questo Parlamento dei sardi; è una battaglia sull'autonomia che non può che essere combattuta sino in fondo con determinazione e puntiglio.
Una determinazione che non cogliamo nell'atteggiamento della Giunta e della Presidenza della Regione. Le battaglie a volte si possono anche perdere, ma vanno combattute con fermezza e determinazione quando, soprattutto, sono in gioco gli interessi dei nostri cittadini, del nostro popolo. Per questo noi rimaniamo fermi sull'ordine del giorno del 22 dicembre 2010.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Zedda Massimo. Ne ha facoltà.
Poiché non è presente in Aula decade.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Questa discussione dovrebbe rappresentare la sintesi di un dibattito che dura da oltre un anno in quest'Isola e che ha visto il Consiglio regionale fortemente impegnato; c'è stato un confronto diffuso in Consiglio regionale e, a sostegno di questa rivendicazione, ci sono state tante manifestazioni delle forze sociali; c'è stato un negoziato forte tra la Regione e lo Stato; c'è stata, poco prima delle festività natalizie, un'occupazione dell'Aula da parte dell'opposizione e, a seguito di tutto ciò, è stato approvato un ordine del giorno che abbiamo ritenuto tutti molto importante.
Un ordine del giorno che esprimeva la consapevolezza dell'importanza dell'attuazione dell'articolo 8, e anche la consapevolezza che l'attuazione dell'articolo 8 segnerà la qualità del futuro di quest'Isola.Quell'ordine del giorno, oltre che interpretare ed essere sintesi delle cose che dicevo, esprime un sentimento diffuso in tutta l'Isola che chiede al Consiglio regionale di rappresentare le ragioni per cui si è mobilitata; e l'Isola si è mobilitata, ripeto, a partire dal sistema delle autonomie locali e delle forze sociali, per concludere con la mobilitazione all'interno di questo Consiglio regionale.
Presidente, sarà probabilmente un mio limite, ma io non ho compreso a sufficienza le ragioni dei gravi danni, mi pare si fosse espressa una preoccupazione in tal senso, che deriverebbero alla nostra Regione se dovessimo impugnare il bilancio dello Stato. Ripeto, spero che sia un mio limite. Se, come mi pare di capire dal suo atteggiamento, non c'è questa preoccupazione, ancora meglio. Allora, se non esiste tutto questo, come emerge da questa tacita interlocuzione con il Presidente della Regione, a maggior ragione, Presidente, io non comprendo la sua eccessiva prudenza relativamente alla necessità di impugnare la legge di bilancio dello Stato per limitarsi, ripeto, a sollevare il conflitto di attribuzioni.
Io credo, signor Presidente, che noi non dobbiamo avere nessuna titubanza lei per primo perché, sia per chi l'ha votata ma anche per chi non l'ha votata, è il Presidente di questa Regione, e lei, come più volte ha detto, ha intenzione di rappresentare le ragioni e i bisogni di questa Regione. Pertanto, non dobbiamo avere nessuna titubanza nei confronti del Governo, non dobbiamo avere nessuna preoccupazione di incorrere nel rischio di eventuali danni (sinceramente, insisto nel dire che non ho capito quali potrebbero essere) che deriverebbero alla nostra Regione da un ricorso contro il bilancio dello Stato.
Noi abbiamo due possibilità che lei considerava alternative ma, a onor del vero, alla fine si è affidato all'Aula dicendo: "I pareri che abbiamo acquisito consigliano di sollevare il conflitto di attribuzioni e non di impugnare il bilancio dello Stato, tuttavia mi rimetto alla volontà dell'Aula". Ora, è evidente che quando un Presidente della Regione si rimette alla volontà dell'Aula la maggioranza che lo ha eletto non può che essere coerente con una volontà politica che esprime il Presidente; io credo invece che lei avrebbe avuto il dovere oggi, perché è la persona che per le responsabilità che riveste ha sia le informazioni più precise che il polso della situazione più di tanti consiglieri regionali, di chiedere al Consiglio regionale di incoraggiare a perseguire le due strade: non sono in alternativa e io credo che non porteranno un nocumento sensibile a questa Regione.
Io insisto nel dire, come hanno fatto altri colleghi che mi hanno preceduto, che lei dovrebbe nelle prossime ore, nella giornata odierna, dare mandato per impugnare la legge di bilancio e sollevare il conflitto di attribuzioni, anche perché solo in questa maniera lei sarebbe consequenziale, questo però lo dico anche ai colleghi della maggioranza, con il dettato dell'ordine del giorno che abbiamo votato nel mese di dicembre. Pare si stia pensando di votare un ordine del giorno che in qualche maniera correggerebbe quello votato all'unanimità; è evidente che sarebbe un ordine del giorno che difficilmente, per usare un eufemismo, potrebbe avere il voto unanime del precedente, perché è chiaro a tutti che siamo di fronte ad un arretramento delle posizioni espresse nell'ordine del giorno che abbiamo votato all'unanimità, appunto, nell'ultima decade di dicembre.
Presidente, a mio avviso lei sostanzialmente può percorrere due strade. Una strada, e la invito ad avere il coraggio politico perché ci sono tutte le condizioni, è quella dell'attuazione piena dell'ordine del giorno, il che presuppone di porre in essere le cose che ho testé richiamato. In questo caso, Presidente, lei sarà davvero il Presidente dell'intera Regione, sarà al fianco delle ragioni degli enti locali, sarà al fianco delle ragioni delle parti sociali, sarà al fianco del sistema economico e produttivo di questa Regione, e, mi permetta di dire, sarà anche al fianco della parte più debole di questa società, perché ormai è chiaro a tutti che l'attuazione piena dell'articolo 8 diventa un'occasione straordinaria anche per guardare al futuro di quest'Isola con maggiore prospettiva, con meno incertezze, con meno ansie, con meno paure, proprio perché si avrebbero a disposizione delle risorse che consentirebbero a chi governa oggi la Regione, e a chi la governerà domani, di poter programmare il futuro di quest'Isola in maniera certamente migliore e con maggiori disponibilità di quelle attuali.
Oppure, Presidente, lei ha di fronte l'altra strada, che mi pare abbia già deciso di intraprendere; io non voglio offendere nessuno però è una strada che inevitabilmente (ho l'impressione che larghi strati della società sarda esprimeranno questo giudizio), significherà preoccupazione eccessiva, paura, direi una certa subalternità a un Governo che non mi pare guardi con attenzione a una battaglia forte che la Sardegna ha fatto e che avete fatto anche voi, perché con l'approvazione dell'ordine del giorno unitario di dicembre siete stati, e siete, anche voi protagonisti di questa battaglia.
Io, Presidente, davvero la invito, proprio in relazione al rimettersi all'Aula, di dire una parola in più che convinca quest'Aula tutta, e non soltanto la parte che è già convinta, ad attuare pienamente l'ordine del giorno di dicembre, non votandone un altro, soprattutto, che aprirebbe una frattura che indebolirebbe complessivamente…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, vorrei, ritornando un po' indietro, porre un problema, come dire, di unità delle istituzioni sarde; mi allontano un po' dalle questioni, giuste, che sono già state poste dai colleghi della minoranza e sulle quali noi concordiamo.
Abbiamo la sensazione, speriamo di essere contraddetti nel minor tempo possibile, che ci stiamo avviando per eccesso di prudenza, per timidezza e forse anche per qualche calcolo di carattere politico, verso una delle peggiori sconfitte delle istituzioni e del popolo sardo. Perché dico questo? Perché da quasi due anni, ormai, stiamo cercando di far rispettare una legge costituzionale; stiamo facendo una battaglia per una questione che in uno Stato di diritto, in uno Stato normale, dovrebbe essere ovvia, naturale; si nega invece la validità dell'intesa sul novellato articolo 8 dello Statuto e, contemporaneamente, c'è una sorta di indifferenza quasi generale, di dilazione, di richiesta di pareri, di tentativi di buttare nei tecnicismi eccessivi una battaglia che ha una esclusiva valenza politica, signor Presidente. Una esclusiva valenza politica.
Se posso tornare indietro con la memoria mi sembra di poter dire che sull'articolo 8 la maggioranza di centrodestra stia compiendo oggi lo stesso errore che aveva compiuto nel 1999, quando cercò di svuotare in tutti i modi, allora Presidente l'onorevole Pili, l'Intesa istituzionale di programma firmata dal presidente Palomba che guidava una Giunta di centrosinistra, per evitare che quella Intesa istituzionale, che aveva un valore eccezionale per la Sardegna, potesse essere applicata. Spero che la mia sia una preoccupazione eccessiva, Presidente, però ho la sensazione che ci stiamo incamminando sullo stesso sentiero.
Io non capisco tutte queste titubanze: prima il discorso delle norme di attuazione, che il professor Onida ha totalmente smentito, abbiamo perso tempo su questa diatriba rappresentata numerose volte anche dal sottoscritto in Commissione bilancio sia all'assessore La Spisa che a lei personalmente.
Avete disatteso addirittura la vostra delibera del 30 dicembre in cui al punto 2 del dispositivo date mandato al Presidente, d'intesa con l'Assessore della programmazione, di sottoporre all'attenzione della Giunta la necessità di "(…) in ottemperanza all'ordine del giorno del Consiglio (…) di dare mandato alla Direzione generale dell'area legale di avviare immediatamente" - 30 dicembre - "contro lo Stato tutte le iniziative in sede giurisdizionale sia nanti la Corte costituzionale che il giudice ordinario finalizzate ad attuare il disposto del Titolo terzo dello Statuto speciale (…)", sottolineo che nella delibera del 30 dicembre 2010 si diceva di "avviare immediatamente". Abbiamo, evidentemente, un concetto diverso del termine "immediatamente", io considero che il 30 dicembre sia stata fatta una delibera giusta ma che subito dopo, magari il 30 dicembre sera, sia intervenuto qualche altro elemento che ha "raccomandato" prudenza. Non è tempo di prudenza, signor Presidente, è tempo di battaglia, se la Corte costituzionale non basta, il giudice ordinario non basta, mettiamoci dentro anche i barracelli, ma questa è una battaglia fondamentale per il popolo sardo che assolutamente non possiamo perdere.
Presidente, la mia opinione è che bisogna utilizzare le tre strade definite dai tecnici; tecnici che lei ha voluto interpellare nonostante che nell'ordine del giorno non si chiedesse di interpellare tecnici ma di avviare le procedure; contemporaneamente pongo un problema: dove sono i parlamentari sardi, soprattutto i parlamentari sardi della maggioranza; perché non si sono fatti valere, come hanno fatto in altre occasioni i colleghi di altre Regioni (ricordo in particolare i deputati e senatori siciliani che hanno strappato 1 miliardo di euro al Governo Berlusconi), prima che a noi venisse negata la modifica dell'articolo 8 dello Statuto, perché non hanno scatenato la battaglia politica durante l'approvazione della manovra finanziaria, magari quando erano indispensabili i voti di fiducia, per difendere la loro Giunta regionale, la loro Giunta regionale? Inoltre non so se il Presidente si sia avvalso della facoltà di partecipare alle riunioni del Consiglio dei ministri in cui si sono discusse questioni così importanti per la Sardegna.
Ecco il perché del mio pessimismo, Presidente; io spero che, così come lei ha detto, il Consiglio regionale confermi le indicazioni dell'ordine giorno del 28 dicembre, che lei esca da questa sorta di diplomazia eccessiva e soprattutto di titubanze altrettanto, e forse di più, eccessive, per mettersi alla testa di una battaglia che diventa fondamentale per noi. Lei riceverà, come le riceviamo noi Capigruppo, le lettere di protesta da parte dei vari settori economici, dei sindacati; io ho ricevuto una lettera firmata da tutte le associazioni dello spettacolo e della cultura in Sardegna che sono sul piede di guerra perché sono stati tagliati 2 milioni di euro per la cultura. Ma che cosa sono 2 milioni di euro rispetto a quello che lo Stato ci dovrebbe dare già dal 2010, non solo dal 2011? Signor Presidente, sarebbe importante, quindi, se lei riuscisse a recuperare questo coraggio di mettersi alla testa del popolo sardo, delle istituzioni, dei sindacati che chiedono con forza che vengano rispettati i diritti dei sardi.
In questa discussione vorrei (per porre un altro problema) esprimere il cordoglio per un'ulteriore vittima della Sassari-Olbia. Una lavoratrice precaria della scuola che percorreva quella strada, per pochissime ore di lavoro alla settimana, è morta in un incidente; un'altra croce su quella strada e anche in questo caso di chi è la responsabilità morale? Di chi ha voluto scippare alla Sardegna anche quell'opera e rallentarla in maniera colpevole. Dobbiamo decidere, Presidente, quanto contiamo. Non siamo presenti nella Commissione dei trenta che sta decidendo e discutendo i decreti sul federalismo, adesso inizieranno a discutere il federalismo regionale. Sembra che non siamo più presenti nel dibattito nazionale e non contiamo più niente, come Sardegna non contiamo più niente. Questo è il momento, Presidente, ora o mai più.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, in premessa, rivolgendomi al Presidente della Giunta e all'assessore La Spisa, vorrei sottolineare che noi arrivammo alla sottoscrizione e alla votazione di un ordine del giorno unitario alla conclusione di una sessione di lavori che fu denominata "sessione delle riforme". Per onore della verità e per onestà intellettuale, nel caso specifico, non dobbiamo mai dimenticare che siamo arrivati a questo punto a causa della non corretta scrittura del novellato articolo 8 dello Statuto.
Oggi, perciò, ristabilite le responsabilità e i livelli di responsabilità, ci troviamo a porre rimedio a quel maldestro articolo 8 scritto e accettato nella passata legislatura; maldestro perché frettolosamente accettato, maldestro perché non portato all'attenzione dell'Aula prima della sua sottoscrizione e accettazione; maldestro perché ha escluso delle parti, che oggi sono in discussione, diversamente da quanto è avvenuto nella formulazione di altre modifiche statutarie di regioni e province autonome.
Detto questo, è iniziato un percorso. Io credo che in questo caso sia stato corretto acquisire dei pareri qualificati sull'ipotesi, o meglio, più che un'ipotesi, contenuta nell'ordine del giorno che è stato votato, che impegnava la Giunta a impugnare. E' stato corretto assumere dei pareri e, esaminando i pareri, io avrei delle domande da porre che non so se troveranno risposta, o se ci sarà la cortesia di rispondere se qualcuno è in grado di farlo. Una prima osservazione è proprio sulla premessa del parere, mi ha colpito molto il punto in cui si dice che "in assenza di nuova previsione legislativa statale, l'articolo 8 dello Statuto speciale conserva intatta la sua vigenza, sicché la sua applicazione non è condizionata o subordinata all'adozione di una legislazione attuativa".
Il nostro confronto, tra legislatori ma non esperti della materia, come il professor Chessa (il suo parere è l'unico che io ho a disposizione per poter esprimere la mia posizione) partì significativamente da questo assunto. Quanto contenuto nel parere ci dice definitivamente che le norme di attuazione non servono, non sono obbligatorie. Ma noi abbiamo scelto invece di insediare la Commissione paritetica perché si addivenisse, comunque, alla scrittura delle norme di attuazione, dicendo, ad abundantiam: "superiamo questa interpretazione tra Governo e Regione e scriviamo le norme".
Ora, mi sembra di interpretare - e chiedo di essere corretto se così non è - che si suggerisce di sottoscrivere comunque, attraverso l'azione della Paritetica, quanto di concordato esiste nell'attuazione dell'articolo 8 tra Stato e Regione. Portiamo a casa ciò che è concordato, che mi risulta sia anche la parte più importante, e rimandiamo a successiva valutazione il confronto Stato-Regione su giochi del Lotto, accise e su quanto non in questo momento concordato. E a questo punto mi viene un dubbio. Si può accedere, anzi mi sembra logico accedere a questa soluzione, ma poi come creare le motivazioni per poter aprire un nuovo confronto? Quali sono le motivazioni per dire: "Benissimo, non procediamo adesso, procederemo successivamente, una volta che si creano le condizioni per riaprire il confronto Stato-Regione, e quindi provvedere eventualmente a una nuova impugnativa".
Un esempio, dopo l'approvazione della Paritetica, le norme vanno all'approvazione del Consiglio dei Ministri. La mia personalissima convinzione è che il Consiglio dei Ministri non approverà quelle norme, perché sono certo che ci sia una pregiudiziale ostativa da parte del ministro Calderoli all'accettazione dell'accordo. Questa è, ripeto, una mia personalissima convinzione supportata comunque da fatti e da dichiarazioni acquisite. Quindi, poiché non passa attraverso il Consiglio dei Ministri l'approvazione dell'accordo raggiunto in Paritetica, si apre una vertenza. Perfettamente d'accordo. Supponiamo invece che le norme vengano approvate: viene a cadere qualsiasi tipo di appiglio per una potenziale, possibile, successiva impugnazione. Quindi noi, su accise, giochi correlati al Lotto e quant'altro, non avremmo più diritto di accesso.
Ora, Presidente, concordandone il percorso, concordando sul fatto che abbiamo aperto una sessione di riforme ma, ahimè, riforme non ne abbiamo visto; concordando sul fatto che, a mio avviso, il problema dell'accordo Stato-Regione, della Conferenza paritetica e dell'accordo sul novellato articolo 8 non è nel calendario del Governo nazionale, la Sardegna non è nel calendario del Governo nazionale, come ho avuto già modo di ribadire in sede di valutazione dello stesso argomento in Commissione terza; concordato che la Sardegna non è assolutamente, in senso generale, nei pensieri del Governo nazionale, che è indaffarato nella soluzione di altre questioni, che poco riguardano tra l'altro anche l'interesse comune; premesso che non ci siamo fatti sentire per due anni, perché abbiamo anche questa responsabilità; premesso che conseguentemente la Regione Sardegna è bloccata, di fatto, faccio una considerazione.
Presidente, pur rendendomi conto della sua situazione, io - questo le è noto - avrei fatto scelte diverse; però mi rendo conto anche di una situazione folle che esiste nella Regione Sardegna, ed è per questo che non vorrei essere nella sua situazione, Presidente. Contemporaneamente infatti all'elezione del sindaco di Cagliari, ci sarà in Italia l'elezione di altri sindaci, tra i quali uno marginale, il sindaco di Milano. Però la scelta dell'indicato sindaco di Cagliari sta ingessando la sua azione, sta ingessando l'azione della Regione Sardegna, della Giunta; i passi che si dovevano compiere non sono stati compiuti, perché quella scelta sta ingessando tutta l'amministrazione regionale. Mi immagino che cosa potrebbe succedere se per pari difficoltà, che ci sono, per scegliere il sindaco di Milano, qualcuno potesse pensare di bloccare la Regione Lombardia e Formigoni. Assurdo!
Questa è una caratteristica tutta nostra, di incapacità totale, di confondere le cose conducendo una Regione sull'orlo del fallimento - per lo meno legislativo, sto parlando in questi termini - perché si gioca al baratto, a Monopoli o a Risiko nello stabilire le caselle del potere sardo. Io da lei, Presidente, mi aspettavo ben altro. Mi aspettavo anche una presa di posizione drastica che determinasse il reale cambiamento, quello atteso dalla gente che l'ha votata appunto perché ci fosse un cambio radicale di conduzione, una svolta epocale nella Sardegna.
Che cosa c'entra questo discorso con il dibattito in corso? C'entra perché alcuni passi sono arrivati in ritardo, ma noi dobbiamo recuperare. E allora, forse, la svolta consiste nel creare il conflitto reale con il Governo: procediamo con la modifica dello Statuto, scriviamo uno Statuto che possa realmente rispondere a una esigenza di equità nei trasferimenti finanziari tra la Regione e lo Stato, creiamo eventualmente le condizioni per confrontarci con il Governo, con lo Stato, e nei casi in cui è necessario anche per portare il confronto in sedi diverse.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda). Presidente, colleghi, voglio dirlo subito, nel modo più semplice possibile: il mio Gruppo, io personalmente, e credo l'intero centrosinistra riteniamo che vada impugnato il bilancio dello Stato. Lo riteniamo coerentemente con quanto il Consiglio regionale ha già votato, lo riteniamo in quanto anche i pareri acquisiti dall'amministrazione, sicuramente non ne negano il valore; è un valore che sotto il profilo tecnico poco ci interessa, è un valore che sotto il profilo politico molto può pesare, deve venire un atto da parte dell'amministrazione regionale, da parte di questo Consiglio, Presidente, da parte della società sarda.
Io, devo dire la verità, ultimamente lamento, e forse è una nostra responsabilità, anche questa forse è una nostra responsabilità, il fatto che lo schieramento sociale che si era impegnato, e anche fortemente, con iniziative una dietro l'altra, per affermare il valore della vertenza sulle entrate e per rivendicarne coerentemente e pienamente il risultato ottenuto, è scomparso, e questo mi preoccupa, perché se si rassegna quel mondo, cioè quello del movimento sociale, del movimento del popolo sardo, delle sue articolazioni più rilevanti del lavoro e dell'economia, se si rassegna quel mondo vuol dire che noi siamo destinati ad un declino ormai incontrastato.
Perché succede questo? Presidente, io glielo devo dire con tutta la sincerità della quale sono capace: la Giunta regionale, purtroppo, ha una responsabilità gravissima su questo terreno perchè tergiversa, non dà la sensazione di essere combattiva, è in una posizione subalterna, genuflessa, rassegnata; non dà a questo popolo che è sofferente, che vede un'economia in disastro, un messaggio di ribellione netta nei confronti di un Governo patrigno, come mai se n'è conosciuto dopo la liberazione; un Governo inadeguato, impastoiato nel vizio, un Governo che si preoccupa solo di come gestire i privilegi, anche in funzione dell'occultamento dei propri peccati. E' un Governo così… un Governo che scopre l'acqua calda, ogni tanto inventa le nuvole, fa cose di questo genere.
Questa mattina, Assessore del lavoro, glielo dico perché non si possa distrarre: da 5 anni aspettiamo il Piano per l'occupazione, e saremmo contenti se prima o poi lei ce lo portasse, da qualche anno sta facendo l'Assessore, e prima di lei altri di questa Giunta hanno fatto gli Assessori, e non si vede nulla; che cosa ci facciamo qua, che cosa ci fate! Qual è il tipo di governo che state esercitando! Qual è la soluzione di problemi che avete messo in campo! Quanti posti di lavoro in più, quanta economia si sviluppa, come state spendendo i soldi, come avete riformato il Patto di stabilità, come avete preteso le risorse finanziarie che la legge dello Stato stabilisce debbano essere canalizzate al bilancio della Regione? Come garantite gli enti locali!
No, voi garantite qualcuno, qualcuno a voi molto vicino, e garantite soprattutto una totale sudditanza al Governo, e non disturbate. Il Ministro Tremonti, nell'inventare le nuvole e nello scoprire l'acqua calda ci comunica che il Nord Italia è in piena salute, che è la Regione più ricca d'Europa e quindi anche del mondo, ci comunica che il Centro Nord ha 40 milioni di abitanti ed è in piena salute, che ha un'economia più florida di quella della Francia. Ci comunica che il Mezzogiorno è un derelitto, ci comunica che il Mezzogiorno è un peso, che è un problema per l'Italia; ma di quale Italia parla questo Governo Nord-centrico, discriminatorio, anti autonomista, liberticida! Perché la libertà viene tolta nel momento in cui non si garantisce il diritto allo svolgimento delle funzioni principali della vita, allo sviluppo della propria economia.
Noi, Presidente, la invitiamo a procedere ai sensi del punto 2 dell'ordine del giorno che recita: "Ad adottare, nella prima riunione utile di Giunta, la deliberazione che avvii"… e sottolineo questo passo… "autorizzandola sin d'ora, per l'ipotesi che non si pervenga e non si sia pervenuti, entro i termini di legge, all'intesa, secondo quanto previsto per il trasferimento delle risorse finanziarie che spettano alla Regione, la proposizione di un conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale per il caso di persistente, integrale o parziale, violazione del predetto articolo 8 dello Statuto speciale, nonché la proposizione di impugnazione verso il bilancio dello Stato". E non ci soddisfa la tesi che, essendo il bilancio dello Stato una legge formale, possa tranquillamente scriversi al suo interno ogni castroneria, ogni idiozia, ogni non corrispondenza alle norme sostanziali, perché intanto non c'è effetto.
Ma se non c'è effetto, per quale ragione non si scrive quello che bisogna scrivere? Se alla Regione spettano 1 miliardo e 300 milioni in più, perché vengono occultati? Perché spariscono dal bilancio dello Stato? E perché dovremmo accettare di aver una legge finta, un bilancio, anche quello dello Stato, falso? Perché dovremmo accettare che le norme sostanziali siano di fatto disattese con altre norme approvate dallo stesso Parlamento, norme formali? Presidente del Consiglio, lo dico a lei, perché io ho la preoccupazione che lo sforzo che abbiamo messo in campo per tentare di cercare di costruire un movimento unitario, una posizione politica e culturale unitaria, almeno sul percorso, per mettere mano alle riforme di cui si aveva bisogno, sia fallito. Fallito per totale insussistenza, inconsistenza e inaffidabilità della maggioranza e soprattutto della Giunta.
Non si vuole riformare, si vuole controriformare; cioè si vuole, in modo reazionario, riportare la Sardegna in una posizione assolutamente subalterna nei confronti di un potere centrale impegnato ad asservire, attraverso la gestione dei rapporti interni di partito, dei partiti di maggioranza che compongono anche il Governo nazionale, questa nostra regione. Noi non ci staremo. Abbiamo occupato quest'Aula, la rioccuperemo così come rioccuperemo le piazze perché non consentiremo che la Sardegna venga discriminata da questo Governo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Non essendo presente in Aula decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). L'iniziativa del Presidente della Regione di rendere delle dichiarazioni su quanto operato a seguito dell'ordine del giorno approvato all'unanimità il 22 dicembre 2010, ci consente oggi di riparlare dell'articolo 8 dello Statuto. Sono state illustrate dalle parti politiche le varie posizioni, il dibattito spesso si è ampliato anche a considerazioni di carattere politico che esulavano dall'articolo 8. Ogni critica ovviamente è legittima, ogni critica, anche quando viene mossa a me, che faccio parte della maggioranza, è esaminata sempre con attenzione; io mi faccio un esame di coscienza, dico però sinceramente che non mi sento né inaffidabile né reazionario, tanto per essere chiari.
Dico invece che, piuttosto che fare certi discorsi, volendo ampliare il tema dell'articolo 8, sarebbe stato preferibile parlare di altri argomenti connessi. Nessuno ha parlato del federalismo, della posizione che ci distingue rispetto ad altre forze della maggioranza sul cosiddetto federalismo municipale che in luogo di fare l'autonomia accentrava allo Stato tutti i tributi e poi li ripartiva in maniera non solidale così ponendo a rischio l'unità dell'Italia; forse di questo sarebbe stato opportuno parlare. Nessuno l'ha fatto. Attenzione, perché questa battaglia contro il federalismo, per lo meno le forze politiche che sono concordi, dovremmo portarla avanti unitariamente.
Ugualmente si sarebbe potuto ampliare il discorso parlando di altri aspetti, estendendo il confronto avverso lo Stato non solo sull'articolo 8, non solo sul Patto di stabilità, ma anche su altri aspetti. Ad esempio noi sappiamo benissimo che di fatto la Regione sarda esercita una serie di funzioni proprie dello Stato. Esempio semplicissimo: Corpo forestale. Il Corpo forestale esercita in Sardegna competenze che erano e che sarebbero state proprie dello Stato. Ebbene, rivendichiamo dallo Stato le risorse per queste attività che non ci sono state mai trasferite; e di questi esempi se ne possono fare tanti altri. Di conseguenza sarebbe stato meglio porre sul tappeto questi problemi.
Sono sicuro che ne parleremo in altra occasione, sono sicuro che la Giunta presterà attenzione alle ulteriori rivendicazioni che si possono avanzare nei confronti dello Stato; e mi aspetto che anche su questo al momento opportuno ci siano delle dichiarazioni.
Ma torniamo all'articolo 8 sul quale, essendo una norma talmente importante, ritengo non possano essere prese posizioni politiche, ma lo si debba valutare oggettivamente, nell'interesse della Regione sardea. Siamo giunti a un ordine del giorno il 22 dicembre in cui, tra le altre cose, abbiamo impegnato la Giunta regionale ad avviare le procedure per il conflitto di attribuzioni e per l'impugnazione del bilancio dello Stato. Ebbene, come sappiamo, perché ci è stata consegnata in sede di esame della finanziaria, con la deliberazione 47/53 del 30 dicembre 2010 queste iniziative sono state avviate, quindi la Giunta ha puntualmente dato adempimento a quanto disposto nell'ordine del giorno.
A seguito di questo adempimento il Presidente della Regione, correttamente, ci riferisce di aver dato avvio al disposto dell'ordine del giorno, di aver acquisito pareri legali, tra cui quello del professor Onida; il nome del professor Onida non ha necessità di alcun chiarimento, a prescindere dalle posizioni politiche, per competenza e imparzialità, credo che poche persone reggano il suo confronto. Sono state tracciate una serie di strade per giungere a questo risultato, ma non solo, ci è stato anche detto, attenzione, come muoverci per ottenere una nuova disciplina sul Patto di stabilità.
Se noi otteniamo un aumento delle entrate ma non otteniamo anche la possibilità di spendere queste entrate è evidente che è il gatto che si morde la coda. Sono due azioni che devono essere portate avanti contemporaneamente. Non vi è alcuna volontà, soprattutto, di abbandonare la lotta contro lo Stato. E' una volontà che la Giunta ha ribadito e che credo sia propria di tutto il Consiglio regionale. Mi sembra invece che dalle discussioni odierne sia emersa una divaricazione sugli strumenti; se uno strumento risulta inadeguato o inutile in base ai pareri forniti, questo strumento non avrebbe neanche valenza politica perché si fermerebbe immediatamente all'esame di ammissibilità senza che nulla si pronunci sul merito.
Allora, vogliamo farlo? Mi sembra di perdere tempo, a fronte di una pronuncia di inammissibilità mi sembra di dare armi alla controparte. Preferisco concentrarmi sugli strumenti che mi possono portare effettivamente a un risultato sostanziale (su questo prego tutti i colleghi di fare un'adeguata valutazione), risultato sostanziale e strumenti su cui tra l'altro la Giunta ci ha ribadito di essere pronta continuamente a informarci e a confrontarsi in Aula. Allora, visto che vi è la volontà comune di combattere cerchiamo di abbandonare - e lo dico a tutti, lo dico a me stesso per primo - eventuali posizioni politiche pregiudiziali, guardiamo quello che effettivamente ci interessa, che è la vittoria nei confronti dello Stato e questa deve essere una prima vittoria nei confronti dello Stato su una serie di conflitti che dovremo portare avanti a tutela della Regione sarda.
Sia ben chiaro, noi non vogliamo porre a rischio l'unità dello Stato, noi siamo per l'unità dello Stato, siamo per un federalismo reale e non per un federalismo a parole, che si limita creare condizioni di fiscalità di vantaggio per le regioni del Nord; quindi cerchiamo in quest'ottica, con questo spirito, di arrivare anche in questo caso a un ordine del giorno congiunto che dia forza alla Giunta regionale in queste iniziative che sono state tracciate da legali autorevolissimi, come abbiamo visto.
Un ultimo, piccolissimo rilievo. Chicco Porcu per primo ha sottolineato il fatto che ci sia stato fornito il parere del professor Chessa, ma non quello del professor Onida. Il rilievo è corretto, però ricordo che in Commissione taluni esponenti dell'opposizione, quando sui giornali era comparsa una notizia sul parere di Onida, avevano detto: "Ma siamo matti? Quando mai si danno queste notizie all'esterno". Eravamo pertanto, in quest'ottica, in presenza di due interessi costituzionalmente protetti, da un lato il diritto del consigliere regionale di svolgere con piena cognizione di causa la propria funzione, dall'altro lato l'esigenza di evitare di mettere a disposizione della controparte un atto che, se conosciuto, ovviamente avrebbe leso gravemente le prerogative e la possibilità della Regione di ottenere un successo. Mi rendo conto…
(Interruzioni dei consiglieri Bruno e Sanna Gian Valerio)
STERI (U.D.C.). No, sono di contenuto leggermente differente. Come Capogruppo ho avuto modo di visionare il contenuto dei pareri: è differente e uno è anche più pregnante. Però, dicevo, pur rendendomi conto di questo conflitto di interessi, in talune ipotesi occorre un bilanciamento degli interessi non per una preconcetta ostilità, o per voler ledere le prerogative dei consiglieri, ma nell'interesse del risultato cui tutti miriamo. Quindi io concludo questo breve intervento invitando tutti e, ripeto, per primo me stesso, a esaminare questo problema prescindendo dalle posizioni politiche.
Le critiche alla Giunta, che pure oggi ci sono state, potranno essere adeguatamente svolte su cento altri profili e ci potremo confrontare su cento argomenti, ma stiamo attenti perché ciò che interessa è il risultato e su questo punto ci sono in gioco interessi rilevantissimi della nostra Regione che prescindono dagli interessi di parte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, è fin troppo palese l'atteggiamento di contrarietà politica che ha contraddistinto gli interventi dei colleghi del centrosinistra. E' chiaro che i colleghi vorrebbero indurre questa maggioranza di centrodestra a sollevare un problema nei confronti del Governo nazionale. Ora, io faccio due brevissime considerazioni. L'eventuale impugnazione del bilancio dello Stato, così come il sollevamento del conflitto di attribuzione sono due atti di totale ed esclusiva competenza decisionale del Presidente della Regione. Ricordo questo perché il Presidente della Regione (che è stato investito, è vero, da questo Consiglio regionale) si è avvalso, così come è stato chiesto, di autorevoli professionisti che delineassero il percorso per dare gambe allo strumento, l'ordine del giorno, che il Consiglio regionale ha votato.
Ora, io credo di aver letto con la stessa attenzione con cui è stato letto dal collega Mario Bruno il parere. Mi viene difficile pensare che il Presidente della Regione possa impugnare il bilancio dello Stato quando autorevolissimi pareri dicono chiaramente che non è la strada da perseguire. Se invece l'opposizione insiste nel dire che dobbiamo impugnare il bilancio dello Stato è chiaro che è il tentativo politico che dovrebbe essere messo in piedi da parte della maggioranza di centrodestra e di un Governo regionale di centrodestra nei confronti di un Governo che non abbiamo mai detto essere governo amico e non lo consideriamo un governo amico, tant'è che stiamo mettendo in atto tutte quelle iniziative che possano dare le risposte che noi ci aspettiamo con le norme di attuazione - perché, collega Salis, non è che il professor Onida ha detto che non servono le norme di attuazione, ha detto che servono anche le norme di attuazione - e l'applicazione dell'articolo 8.
Di fronte a queste considerazioni, fermo restando che la decisione spetta solo al Presidente della Regione, e noi abbiamo condiviso ciò che il Presidente della Regione ha detto e ha chiesto nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, noi siamo totalmente convinti che questa sia la strada giusta, lo espliciteremo meglio probabilmente in un ordine del giorno che stiamo predisponendo, ma credo che questa sia la strada da perseguire.
Quindi, nel momento in cui si dice: "Dobbiamo fare una battaglia comune", sì, la battaglia la facciamo tutti assieme, ma non è che noi dobbiamo accettare solo ciò che arriva dal centrosinistra mentre non c'è nessuna condivisione su ciò che propone il centrodestra. Questa è una battaglia da cui bisognava tenere fuori la politica. Il Capogruppo del P.D., in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo, ancora prima che fosse letto il parere del professor Onida, aveva già detto di essere contrario! Quindi la contrarietà non era sul merito, la contrarietà era ed è una contrarietà politica!
Se c'è una contrarietà politica, e l'avete evidenziata, è giusto, è corretto, nella dialettica politica esiste anche questo e voi ritenete che quella sia la vostra strada, noi diciamo invece che questa è la strada corretta. Non ci sono le condizioni per ricorrere sul bilancio dello Stato, ci sono probabilmente (e questo verrà verificato ulteriormente) le condizioni per sollevare il conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato. Questo è lo stato dell'arte e noi riteniamo che questo sia un passaggio corretto.
Il Presidente ha riferito in Aula assieme all'assessore La Spisa, adesso voteremo un ordine del giorno nel quale la maggioranza ribadirà qual è la volontà e della Giunta e della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, ricordo che in data 1° febbraio ho richiesto al Presidente della Regione, all'Assessore della programmazione bilancio, e per conoscenza a lei, signor Presidente, i pareri del professor Chessa e del professor Onida annunciati venti giorni prima dal presidente Cappellacci in Commissione. Insieme ai pareri ho chiesto di mettere a disposizione dei consiglieri, in questo caso del Capogruppo del Partito Democratico, l'interlocuzione intercorsa tra la Regione Sardegna e i costituzionalisti. Infatti, anche dai quesiti che l'amministrazione regionale ha posto ai giuristi si capiscono le risposte poi fornite.
Il 13 febbraio, mi pare, dopo dodici giorni e su sollecitazione del Presidente del Consiglio regionale, abbiamo ricevuto dalla Presidenza della Regione il parere del professor Chessa e in data 13 febbraio testualmente il Presidente della Regione (o il suo Capo di gabinetto) mi scrive che a quella data non risultano agli atti i pareri del professor Onida. Quindi, fino a qualche giorno fa non c'era un parere del professor Onida, perlomeno non era agli atti.
Siamo arrivati così al 17 febbraio, a tre giorni dalla scadenza della possibile impugnazione del bilancio dello Stato, e il Presidente della Regione chiede in Aula una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per comunicare ai Capigruppo che ritiene di non dover mettere a disposizione dell'Aula il parere per ragioni di riservatezza. Il comma 3 dell'articolo 105 del Regolamento dice che ogni consigliere ha diritto di ottenere informazioni, comunicazioni, notizie, provvedimenti salvo che, su proposta del responsabile del servizio, il Presidente della Regione non opponga il segreto d'ufficio a tutela dell'amministrazione regionale o delle persone. In tal caso il consigliere può sottoporre la questione alla Commissione consiliare permanente competente per materia. Se questa ritiene giusta la richiesta del consigliere può decidere di riunirsi in seduta segreta con la presenza obbligatoria del Presidente della Regione o di un Assessore delegato per procedere all'esame del caso.
Pertanto, se questo articolo 105 è stato osservato dalla Presidenza della Regione, io chiedo a chi dobbiamo appellarci, Presidente del Consiglio, per esercitare le prerogative dei consiglieri regionali e se questo Consiglio regionale ha ancora una validità, se quando esprime un indirizzo questo indirizzo è anche vincolante per l'Esecutivo, soprattutto quando lo fa all'unanimità. Chiedo se dobbiamo appellarci al Presidente della Repubblica per ottenere quello che spetta ai consiglieri regionali, visto che questa Presidenza del Consiglio non riesce evidentemente a farlo con gli strumenti che ha a disposizione.
Chiedo se abbiamo un Presidente della Regione che fa gli interessi della Regione, e quindi quelli che il Consiglio regionale individua perché massima Assemblea dei sardi, oppure se altri devono dare indirizzi, magari anche illuminati, come il professor Omar Chessa, il professor Onida il cui parere non si capisce se sia agli atti, non si capisce! Io stamattina ho visto un'e-mail con un parere non firmato, non so e lo chiedo se il parere del professor Onida è agli atti di questa Regione a oggi, a tre giorni dalla scadenza dei termini per l'impugnativa.
Prima di procedere nel mio intervento vorrei un chiarimento dalla Presidenza del Consiglio ai sensi dell'articolo 105 del Regolamento.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, lei ha già richiamato nel suo intervento le azioni poste in essere della Presidenza del Consiglio per salvaguardare le prerogative del Consiglio, nella fattispecie quelle previste dall'articolo 105 che disciplina il diritto all'informazione dei consiglieri regionali.
Come lei ben sa io ho scritto una lettera al Presidente della Regione richiamando la sua precedente con cui richiedeva di avere tutta la documentazione relativa alle interlocuzioni con i legali rispetto alla questione della vertenza entrate, appellandomi soprattutto alla necessità di una leale collaborazione che deve sempre accompagnare i rapporti tra l'amministrazione regionale e il Consiglio regionale.
Lei ha ricordato che oggi il Presidente della Regione ha chiesto la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo dove non è stato posto il segreto d'ufficio, così come disciplinato dall'articolo 105 del nostro Regolamento, ma la necessità della riservatezza e, nel contempo, però ha messo a disposizione dei Capigruppo il parere affinché si potesse conoscere anche nel merito. Possiamo dire, quindi, di non essere nella fattispecie dell'articolo 105 perché non è stato posto il segreto d'ufficio, però quanto previsto per la procedura del segreto d'ufficio, con l'esame del caso nella relativa Commissione competente, è avvenuto in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo dove è stata esaminata la situazione.
In quella sede il Partito Democratico, da lei rappresentato, ha espresso contrarietà rispetto alla indisponibilità di consegnare ai singoli consiglieri regionali il parere, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a maggioranza, ha valutato che si dovesse mantenere la riservatezza e dovesse essere reso noto al Consiglio quella parte del parere richiamato dal Presidente della Regione. Oltre a quello che la Presidenza del Consiglio ha già fatto rispetto al caso specifico non è possibile fare perché come ricordava lei non ci sono altri strumenti, né regolamentari e né di altra natura, a disposizione del Presidente per poter dare completa e totale attuazione all'articolo 105 del nostro Regolamento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Prendo atto della posizione espressa, ma naturalmente non concordo; mi sembra un atteggiamento totalmente sbagliato, anche da parte della Presidenza della Regione mi sembra un atteggiamento che contraddice gli atti finora posti in essere. Noi, su questa partita importantissima che riguarda il futuro della Sardegna, lo sviluppo della Sardegna, non stiamo giocando. Sono stati riconosciuti 3 miliardi e due in più all'anno al netto delle funzioni trasferite, 2 miliardi netti all'anno che dovrebbero arrivare nelle casse della Regione a seguito dell'articolo 8 riscritto, e noi stiamo cercando di fare gli interessi della Sardegna.
Onorevole Diana, è vero che la sollevazione del conflitto di attribuzioni è una prerogativa del Presidente della Regione, però il Presidente della Regione quando è venuto a trattare con noi nel momento in cui abbiamo occupato l'Aula il 20 dicembre era d'accordo con noi, abbiamo stabilito insieme la strategia, abbiamo indicato nell'impugnazione del bilancio dello Stato e nella sollevazione del conflitto di attribuzioni, come è scritto nell'ordine del giorno unanime del 22 dicembre, la strada per il conflitto con lo Stato, la politica contestativa nei confronti dello Stato. A me pare, a questo punto, che si stia giocando a spostare l'asticella più in avanti ed è sempre così in questa legislatura: non c'è nessuna politica contestativa.
Ricorderete le dichiarazioni, le promesse di Vegas, in un primo momento, assunte come pretesto per non andare avanti nel conflitto con lo Stato, carta straccia, lettera morta. Poi l'esigenza manifestata di scrivere norme di attuazione, eppure autorevoli pareri (io ricordo quello del Presidente della Corte dei conti espresso in Commissione autonomia) che già da allora dichiaravano le norme di attuazione non necessarie, eppure si è andati avanti verso l'istituzione della Commissione paritetica che ha portato via tanto tempo a causa di un atteggiamento dilatorio.
E ora la contestazione si sposta ancora in avanti a un momento indefinito; non impugniamo il bilancio dello Stato e l'impugnazione è uno strumento politico e istituzionale a disposizione della Regione, è innanzitutto uno strumento di pressione politica. Non impugniamo il bilancio dello Stato (la sentenza sarebbe arrivata tra un anno, un anno e mezzo), nel frattempo io mi auguro che l'autorevolezza che rimane a questo Presidente della Regione, a questa Giunta, consenta di portare a termine una trattativa col Governo, con lo Stato.
Io ricordo che il 20 dicembre del 2010 il Presidente della Regione ci ha detto: "Datemi venti giorni di tempo", ha mostrato un'altra mail, ormai si lavora con le mail, proveniente dalla Ragioneria dello Stato che dava conto di una bozza di accordo, di un pre-accordo col Governo, allora rappresentato dal ministro Calderoni, nel quale si stabiliva in 5 miliardi e quattrocento milioni 'importo dovuto alla Sardegna per il 2010, in 5 miliardi e cinque per il 2011, ma rimaneva un pezzo di carta che poi non ha trovato in atti ufficiali nessuna forma che confermasse quella volontà da parte dello Stato.
Quindi una trattativa politica fallita, al momento fallita, ci rimane la mobilitazione popolare, istituzionale e sociale e ci rimane l'aspetto giuridico, la forma giuridica, ci rimane l'impugnazione del bilancio dello Stato. Il parere del professor Chessa parla di una "sentenza additiva", ma è rispettata o no la "costituzionalità" quando lo Stato nel suo bilancio non solo non tiene conto di un accordo fra lo Stato e la Regione ma non tiene conto neanche di un pezzo della Costituzione, dell'articolo 8 dello Statuto della Sardegna che è un pezzo di Costituzione, o siamo cittadini di serie B, di serie C? E non c'è un Presidente della Regione che fa valere gli interessi dei sardi, ma che va a trincerarsi dietro il parere del professor Omar Chessa, autorevolissimo per carità, per non impugnare il bilancio dello Stato, per non fare gli interessi della Sardegna?
E così si va avanti, si va avanti proponendo altre strade legittime, io dico tutte quelle indicate dal professor Onida. Stamattina, velocemente, ho visto tre ipotesi che lui dice percorribili e sono tutte da percorrere, assessore La Spisa, insieme all'impugnazione del bilancio dello Stato. Non si escludono. E' più forte il principio della leale collaborazione venuto meno o che verrà meno secondo voi, o è più forte il principio di incostituzionalità palese? Anche un bambino lo capisce, anche uno studente lo capisce che siamo in presenza di un atto incostituzionale, ma non lo capisce il Presidente della Regione.
Onorevole Diana, non impugnare il bilancio dello Stato, quello, sì, credo sia un atto di natura politica di uno Stato amico, di un presidente amico col quale ha fatto la campagna elettorale, identificandosi, e che non viene meno in questo momento. Io credo che stiate sbagliando; e state sbagliando nel dividere il Consiglio regionale, nel dividere i sardi; state sbagliando nel presentare un ordine del giorno che dividerà questo Consiglio e ve ne assumerete tutte le responsabilità perché noi crediamo in una battaglia...
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il tempo a sua disposizione è terminato. Poiché non vi sono altri iscritti a parlare, ha facoltà di replicare il Presidente della Regione che, con il suo intervento, chiude la discussione generale.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. La Giunta lo ha detto già in apertura, però evidentemente non è stato detto in termini abbastanza forti e chiari, per cui lo ribadisco. C'è l'intenzione di dare pieno rispetto e attuazione all'ordine del giorno del Consiglio regionale. Per questo motivo ho concluso il mio precedente intervento dicendo che mi sarei appellato all'Aula.
Voglio anche sottolineare che nessuno ha mai detto che ci siano ragioni politiche che possano sottendere una qualche timidezza, una qualche titubanza rispetto all'avvio delle azioni nei confronti dello Stato, è stato detto l'esatto contrario. E' stato detto che questa Giunta intende sollevare il conflitto di attribuzioni e lo solleverà, è stato detto che non la proposizione, ma l'eventuale esito negativo di un procedimento d'impugnazione della legge di bilancio indebolisce la Sardegna, indebolisce la posizione della Sardegna. Un esito negativo che insigni giuristi dicono essere scontato e, quindi, il Presidente si limita a rappresentare questa perplessità, questo pericolo e ovviamente si rimette alla decisione dell'Aula.
Il parere del professor Onida dice in termini chiari quali sono le strade da percorrere; non intendo riprendere in questa sede il parere per motivi di riservatezza, perché non mi sembra il caso di anticipare, attraverso la stampa che riprende le dichiarazioni del Presidente, alla controparte le strategie difensive, però voglio ricordare che il professor Onida dice due cose importanti. La prima, è quello che abbiamo sempre sostenuto, è che il disposto dell'articolo 8 è immediatamente efficace al di là delle norme di attuazione e che, dice il professor Onida, non sono necessarie ma servono. Anzi, esattamente, e mi piace riprendere questo passo perché ritengo che non sia in alcun modo lesivo di quella riservatezza...
BRUNO (P.D.). Legga tutto il parere! Non può leggere solo quello che le piace!
PRESIDENTE. Onorevole Bruno!
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Posso concludere? Grazie.
Nel parere si dice: "La via maestra appare quella della promozione di accordi in sede di Commissione paritetica e della conseguente emanazione di norme di attuazione corrispondenti al contenuto di tali accordi". Questo passo nella sostanza legittima e giustifica, e dà senso e ragione all'impostazione che è stata data. In quella sede noi pretenderemo l'adempimento, quando non dovesse esserci, e i tempi sono rapidi, andremo avanti.
Il mandato affidato al professor Onida richiedeva, appunto, di darci l'indicazione di tutte le strade possibili, tutte senza esclusione alcuna, per ottenere il risultato, passando attraverso qualunque tipo di conflitto in sede costituzionale, ma anche, e questo non lo escludiamo dato l'esito del parere, in via ordinaria, rispetto alla postazione delle somme in bilancio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo una sospensione per consentire la predisposizione e la presentazione di un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno, a termini di Regolamento, devono essere presentati prima della fine della discussione generale che, nella fattispecie, è stata chiusa dall'intervento del Presidente della Regione. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 31.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Agus sul mancato accoglimento della richiesta di formazione degli operatori socio-sanitari nella Provincia del Medio Campidano. (234)
In relazione all'interrogazione in oggetto rivolta, per le parti di competenza, al Presidente della Regione, all'Assessore regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale ed all'Assessore regionale dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, si rappresenta quanto segue:
l'Assessorato dell'Igiene e Sanità, in virtù delle proprie competenze e nella piena osservanza della normativa nazionale in materia di formazione professionale, ha avviato e sta portando a compimento le procedure per la definizione del fabbisogno formativo delle figure di Operatori Socio Sanitari e la dislocazione delle stesse presso le strutture pubbliche e private dell'intero territorio regionale. In particolare, su richiesta del Ministero della Salute e nell'esercizio delle attribuzioni di cui al D.lgs.30 dicembre 1992 n. 502 art. 6 ter, questo Assessorato ha espletato, anche per l'anno accademico 2009/2010, le procedure di concertazione con gli Enti, gli Ordini ed i Collegi professionali interessati, al fine di rilevare il fabbisogno formativo, sia professionale che universitario, per tutte le figure professionali del Servizio Sanitario Regionale.
Nello specifico, con riguardo al profilo di operatore socio-sanitario di cui al DM Sanità del 18.02.2000, sulla base delle richieste e dei dati acquisiti da tutti gli enti pubblici e privati impegnati nell'area socio-sanitaria del Servizio sanitario regionale, è stato comunicato al Ministero della salute, per l'anno 2009, un fabbisogno formativo pari a 800 unità.
Il Ministero della salute, previo accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni come previsto dall'art. 4 del D.lgs. n. 281/1997 ed ai sensi dell'art. 6 del D.lgs. n. 502/1992, ha previsto e autorizzato la formazione delle 800 figure professionali richieste dalla Regione Sardegna e cosi suddivise:
n. 300 inoccupati o disoccupati per la formazione iniziale;
n. 300 occupati nei servizi socio assistenziali ma privi della qualifica di OSS;
n. 200 occupati in possesso della qualifica di OSS da destinare alla formazione complementare in assistenza sanitaria.
Con bando pubblico del 30 luglio 2010, in raccordo tra l'Assessorato scrivente e l'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, è stata avviata la procedura di finanziamento ed affidamento dei corsi di qualificazione e riqualificazione professionale per la formazione di 800 figure professionali di OSS, con uno stanziamento complessivo di euro 7.602.000. L'assegnazione del finanziamento è stata suddivisa in 12 lotti territoriali di servizio tra cui il lotto della Provincia del Medio Campidano dove è previsto vengano formati n. 75 operatori.
Ad ogni modo, il prospettato ed auspicabile aumento di risorse da parte dell'Assessorato competente consentirà di deliberare un'estensione del citato bando per la formazione di ulteriori figure professionali di OSS.
Risposta scritta del Presidente della Regione all'interrogazione Campus sui contributi regionali alla società sportiva Dinamo basket di Sassari. (323)
Con determinazione n. 664 del 02.07.2009, della Direzione generale della Presidenza - Servizio trasparenza e comunicazione, è stato impegnato l'importo di euro 499.100 per la concessione di un contributo della Regione a favore della società sportiva Dinamo basket di Sassari, per attività di pubblicità istituzionale e valorizzazione della Sardegna attraverso le squadre sportive professionistiche. Con la determinazione n. 955 del 23.09.2009 si è provveduto ad effettuare il pagamento della prima tranche di tale impegno, pari a euro 412.300 e con la determinazione n. 746 del 25.05.2010 è stato effettuato il pagamento della seconda tranche pari a euro 86.800.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sui ritardi nell'attivazione dell'Agenzia regionale della sanità. (364)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, circa l'opportunità di proseguire nel percorso volto alla creazione dell'Agenzia regionale della sanità di cui all'articolo 22 della legge regionale. 10/2006, si espone quanto segue.
Negli ultimi dieci anni undici regioni su venti si sono dotate di un'Agenzia regionale della sanità, strumento inizialmente concepito per svolgere un ruolo tecnico e di supporto degli Assessorati regionali della sanità e/o della Aziende sanitarie. E' importante rilevare che tra le nove regioni che hanno scelto di non avvalersene vi è la Lombardia, ritenuta, non a torto, simbolo di assoluta efficienza in materia di gestione della sanità.
L'Agenzia, che avrebbe dovuto svolgere funzioni di sintesi e di coordinamento tra le direttive e gli indirizzi di politica sanitaria diramati dal ramo amministrativo competente per materia, di fatto si è, progressivamente, trasformata in un doppione degli Assessorati, sovrapponendosi a questi ultimi con continue interferenze nell'azione di programmazione e di controllo.
Si è quindi assistito a un'inversione di tendenza: il Friuli Venezia Giulia, regione apripista in materia, ha emanato una legge che sanciva la chiusura della propria Agenzia e l'assorbimento del relativo personale tra le fila dell'Assessorato, e ciò, nonostante, in un primo momento, godesse fama di essere la più efficiente in Italia; nella realtà, col passare del tempo, ha finito per costituire un'ulteriore elemento di burocratizzazione e rallentamento, oltre che di ostacolo all'azione di indirizzo amministrativo e politico della Giunta regionale; l'Abruzzo e le Marche hanno già avviato il percorso volto alla chiusura delle rispettive Agenzie; nel Lazio, l'Agenzia segue un suo percorso senza alcun impatto sul sistema sanitario regionale; la Toscana ha notevolmente depotenziato la sua Agenzia sottraendo le competenze in materia di programmazione sanitaria ed economica ed utilizzandola esclusivamente per l'organizzazione di gruppi di lavoro e di studio; l'Agenzia del Piemonte attraversa un momento dì. grande difficoltà operativa per la contrapposizione tra Direzione generale e Assessorato; analoga sorte sta seguendo l'Agenzia della Puglia.
Quanto sopra dimostra che l'Agenzia, da soggetto regolatore della spesa sanitaria, ha finito per trasformarsi in uno strumento inefficiente: in altre Regioni, a fronte di benefici tutti da individuare e dimostrare, mina di fatto l'efficienza del governo della Sanità, duplicando inutilmente competenze proprie degli Assessorati, rendendo farraginoso e contraddittorio l'intero sistema di gestione complessivo della politica sanitaria.
Per quanto attiene specificamente alla Sardegna, in considerazione delle esperienze sopra descritte che hanno mostrato evidenti limiti, non appare opportuno avventurarsi in ulteriori sperimentazioni dello stesso tenore tenuto conto, oltretutto, dell'intenso rapporto di collaborazione che la nostra Regione ha instaurato e intrattiene profìcuamente con l'Agenzia nazionale della sanità che, da parte sua, ha offerto la competente consulenza di alcuni suoi esperti in maniera del tutto gratuita.
D'altro canto, l'attuale quadro normativo, molto simile al modello piemontese, che, come si diceva, è in evidente difficoltà, non farebbe altro che riprodurre in Sardegna le criticità mostrate anche in altri ambiti.
Peraltro, nulla osterebbe ad un avvio sollecito dell'attività dell'Agenzia regionale se il quadro normativo vigente (articoli 22 e 23 della legge regionale 10/2006) fosse adeguatamente modificato al fine sia di evitare di ricadere negli errori che hanno portato le altre Amministrazioni regionali a riposizionarle operativamente o a rinunciarvi del tutto, che di ricondurne l'azione verso direttrici di consulenza e supporto, e non di duplicazione di funzioni e di contrapposizione alle attività dell'Assessorato.
Per ultimo, ma non per minore importanza, non va sottaciuto l'aspetto finanziario, la rilevanza dei vincoli di bilancio esistenti, anche in considerazione della vigenza del piano triennale di rientro dal deficit accumulato negli anni pregressi, che impone scelte oculate e responsabili e sconsiglia l'intrapresa di iniziative costose, di dubbio riscontro pratico, o, addirittura, controproducenti.
Giova inoltre ricordare che la Giunta regionale, ha oramai da oltre un anno presentato un disegno di legge di riforma dell'organizzazione del sistema sanitario regionale che attende di essere esitato dal Consiglio regionale, la cui approvazione di fatto renderebbe non funzionale il ruolo dell' Agenzia, perlomeno così come disegnato dal quadro normativo vigente.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Meloni Valerio - Manca - Bruno - Lotto - Caria - Espa - Solinas Antonio sui gravi disservizi all'utenza determinati dalla carenza di personale nel Dipartimento di salute mentale della ASL n. 1 di Sassari. (453)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto concernente la situazione organica e organizzativa del Dipartimento di salute mentale (DSM) della ASL n. 1 di Sassari, sulla base delle informazioni acquisite presso la Direzione aziendale della stessa, si rappresenta quanto segue.
A fronte delle problematiche che oramai da diversi anni caratterizzano il funzionamento del Dipartimento della salute mentale, la ASL 1 ha sottoposto all'attenzione dell'Assessorato dell'Igiene e Sanità un piano di riassetto nel quale, oltre ad indicare le criticità del contesto preesistente (in particolare quelle relative alla consistenza numerica degli operatori e al necessario adeguamento di alcune strutture), vengono illustrate le possibili strategie atte a rendere il DSM più rispondente ai bisogni della popolazione e al perseguimento dei compiti attribuiti dalla normativa nazionale e regionale. Nelle more di un riassetto organizzativo e logistico, tenuto conto del contesto di straordinario rigore economico e dei vincoli di spesa per il personale sanitario, l'Azienda ha, comunque, avviato ogni possibile iniziativa utile a migliorare i servizi di salute mentale. In particolare, nell'ambito delle risorse derivanti dal finanziamento straordinario per la riqualificazione dell'offerta dei servizi di salute mentale, disposto dalla Giunta regionale con deliberazione n. 49/28 del 5.12.2007, si è provveduto ad avviare la procedura per la sostituzione di due psichiatri di ruolo cessati dal servizio, anche al fine di consentire l'ampliamento dell'orario di apertura dei Centri di salute mentale per almeno 12 ore al giorno.
Per quanto riguarda la situazione relativa alle strutture complesse, l'articolo 39 dell'atto aziendale prevede specificamente che le strutture complesse e semplici dipartimentali verranno attivate progressivamente sulla base della effettiva capacità organizzativa ed economica dell'Azienda. Tale concetto è rafforzato da un'ulteriore disposizione contenuta nell'articolo 47 dell'atto aziendale, che recita "L'articolazione dei servizi (...) disegna prospetticamente, a partire dalla situazione attuale, il futuro assetto organizzativo dell'Azienda, tenendo conto delle risorse disponibili e dei vincoli posti dalla normativa nazionale relativamente alla evoluzione del costo del personale e, conseguentemente, delle dotazioni organiche; pertanto le nuove strutture complesse e semplici dipartimentali verranno attivate in maniera graduale, previa autorizzazione regionale e verifica della compatibilità con le risorse disponibili".
Rispetto a quanto asserito dagli interroganti in merito alla presunta violazione delle norme relative alla destinazione degli edifici degli ex ospedali psichiatrici, si osserva che la scelta di ubicare i servizi per la salute mentale al di fuori dell'ex ospedale psichiatrico Rizzeddu rappresenti un doveroso atto di ripristino della legalità che intende seguire lo spirito e la sostanza di quelle disposizioni di legge che si collocano nell'ambito del processo di superamento della realtà delle ex aree manicomiali. L'articolo 32, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, prevede, infatti, che "I beni mobili ed immobili degli ospedali psichiatrici dimessi possono essere utilizzati per attività di carattere sanitario, purché diverse dalla prestazione di servizi per la salute mentale o dalla degenza o ospitalità di pazienti dimessi o di nuovi casi...". La posizione del legislatore di collocare i servizi per la salute mentale al di fuori degli ex ospedali psichiatrici è stata successivamente ribadita dalla legge 388/2000 che, all'articolo 83 comma 8, stabilisce che "I beni mobili e immobili degli ex ospedali psichiatrici già assegnati o da destinare alle aziende sanitarie locali o alle aziende ospedaliere, sono a loro volta destinati alla produzione di reddito attraverso la vendita, anche parziale, degli stessi, con diritto di prelazione per gli enti pubblici, o la locazione". Nell'individuazione dei locali da destinare ai servizi del DSM si è tenuto conto, quindi, delle indicazioni di cui alla legge 833/1978 per la quale la tutela della salute mentale deve essere attuata privilegiando il momento preventivo e inserendo i servizi psichiatrici nei servizi sanitari generali, in modo da eliminare, pur nella specificità delle misure terapeutiche, ogni forma di discriminazione e di segregazione. Nello specifico, la Direzione aziendale, per motivi di ordine economico e logistico, ha ritenuto necessario rinunciare ai locali di via Zanfarino utilizzati in locazione per la sede del CSM 1, in quanto valutati, dal responsabile del Servizio prevenzione e protezione aziendale, non idonei dal punto di vista igienico-sanitario e non conformi alle norme di sicurezza. La soluzione prescelta dalla Direzione aziendale individua, come sede del CSM 1 e del DSM, i locali di via Amendola, immediatamente fruibili e finora assegnati al Dipartimento di prevenzione. Tale sistemazione appare ampiamente migliorativa rispetto alle precedenti ubicazioni in quanto consente di porre in essere sinergie ed economie di scala tra componenti del Dipartimento e di fornire importanti servizi accessori. Si prevede, infatti, di centralizzare gli ambulatori del Servizio antidiabetico e di aprire uno sportello nutrizionistico di cui potranno avvantaggiarsi, in primis, gli utenti del CSM per contrastare le sindromi dismetaboliche correlate all'utilizzo dei neurolettici atipici necessari per la terapia dei disturbi psicotici gravi. Tipologia e dimensioni dei locali di via Amendola si prestano, inoltre, all'ubicazione di un centro diurno e di un day hospital (strutture attualmente non disponibili a Sassari) ai sensi del Progetto obiettivo "Tutela della salute mentale 1988-2000, del vigente PSR e delle Linee di indirizzo per l'organizzazione dei dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze di cui alla DGR n. 35/6 del 12.09.2007. La centralità della sede di via Amendola consente, inoltre, un facile accesso con i mezzi pubblici ed evita la marginalizzazione che inevitabilmente conseguirebbe ad un'ubicazione periferica.
Tale sistemazione si colloca, inoltre, nell'ambito di quel processo di definitivo superamento della realtà degli ex ospedali psichiatrici posto che consentirebbe, a differenza di quanto accadrebbe nel caso in cui il servizio trovasse allocazione nella struttura dell'ex ospedale psichiatrico di Rizzeddu, di evitare l'etichettamento di coloro che si rivolgono alla struttura. Di converso, si è scelto di collocare nell'area Rizzeddu, il Dipartimento di prevenzione, ciò anche al fine di favorire l'integrazione tra le sue varie articolazioni che comprendono servizi essenziali quali il Servizio di igiene e sanità pubblica, il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione, il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spresal), il Servizio sanità animale, il Servizio igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati, il Servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, l'U.O. Coordinamento delle attività di educazione sanitaria, prevenzione e promozione della salute e l' U.O. medicina legale.
Asseriscono, infine, gli interroganti, che la decisione di cambiare la destinazione alle strutture ristrutturate nell'ex ospedale di Rizzeddu farebbe venir meno il progetto di integrazione del servizio psichiatrico con l'archivio e la biblioteca. Al riguardo si osserva, invero, che è intenzione della ASL 1 valorizzare il patrimonio storico e artistico della struttura, rendendolo fruibile alla collettività. A tal fine, l'intero piano della palazzina, già sede del DSM, è stato destinato a conservare la memoria storica dell'ospedale psichiatrico e della realtà manicomiale. La Direzione aziendale sta, inoltre, valutando la possibilità di partecipare, mediante un progetto specifico, al bando a regia regionale "Sistema Museale".
Testo delle interrogazioni e della mozione annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura concorsuale riguardante l'assunzione a tempo indeterminato di 57 dirigenti alla Regione Sardegna.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE lo scorso 17 gennaio 2011 è stata pubblicata la graduatoria degli ammessi alla prova orale dei concorso per 57 dirigenti della Regione Sardegna;
CONSIDERATO CHE:
- i candidati ammessi sono risultati in numero di 35 su un totale di partecipanti pari a circa 500;
- appare quanto meno curioso che su 35 candidati ammessi, almeno 4 al 3 agosto 2010, data di espletamento della prova scritta, si trovavano inseriti negli organici degli uffici di gabinetto di assessorati regionali;
- alcuni dei 35 idonei, nonostante non avessero superato la prova preselettiva, sarebbero stati comunque ammessi con riserva in attesa che venissero decisi i ricorsi presentati da altri candidati avverso l'esclusione di questi ultimi;
- prima il TAR e poi il Consiglio di Stato hanno dato ragione a tali ricorrenti, e sarebbero pertanto venuti meno i presupposti che giustificavano l'ammissione con riserva dei soggetti che non avevano superato la preselezione, gli stessi dovrebbero a questo punto essere esclusi dalle successive fasi della procedura, anche nel caso in cui avessero superato la prova scritta;
RILEVATO CHE la prova del concorso, anziché prevedere la predisposizione di un elaborato su un argomento che, per quanto possibile, prevedesse le stesse difficoltà per tutti i candidati, corrisponde esattamente ad un procedimento posto in essere recentemente dall'Amministrazione regionale e nello specifico dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione (vedasi la procedura aperta per la gestione, manutenzione e supporto al change management del sistema di base dell'Amministrazione regionale (SIBAR) e del sistema degli enti e delle agenzie (SIBEAR), che peraltro prevedeva un importo stimato dell'appalto pari a 10.880.000 di euro contro i 10.000.000 di euro previsti dalla traccia del compito estratto durante la prova scritta);
CONSIDERATO CHE, a riprova di quanto sopra esposto, tra i 35 idonei risultano diversi candidati che hanno partecipato attivamente alla gestione del suddetto procedimento;
ACCERTATO CHE:
- altri candidati ammessi alla prova orale appaiono privi dei requisiti di partecipazione previsti all'articolo 3 del bando in quanto risultano dipendenti, non in fascia dirigenziale, di enti non configurabili come amministrazioni pubbliche, situazione comprovata anche dal fatto che il relativo rapporto di lavoro risulta disciplinato dalla normativa privatistica;
- durante la prova scritta del concorso sono state riscontrate numerose irregolarità riguardanti le modalità di consegna degli elaborati che la commissione e l'Amministrazione regionale hanno ritenuto di dover adottare; in particolare, allo scadere del termine assegnato per lo svolgimento della prova, la commissione, anziché invitare il personale addetto alla vigilanza a ritirare gli elaborati presso il banchetto in cui ciascun candidato si trovava, ha invitato questi ultimi a consegnare gli elaborati presso le postazioni appositamente predisposte presidiate dagli stessi addetti alla vigilanza; così facendo durante le operazioni di consegna degli elaborati, durate oltre un'ora, diversi candidati, in assenza di qualunque forma di vigilanza, hanno potuto continuare indisturbati la propria prova, anche interloquendo con altri candidati; alcuni hanno potuto persino fotografare il proprio elaborato, creando così i presupposti per il riconoscimento della prova in sede di valutazione della stessa; stando così le cose non può neanche escludersi che alcuni candidati, approfittando della confusione che si è creata durante la consegna, abbiano scambiato i rispettivi elaborati;
CONSIDERATO CHE:
- prima dell'inizio della correzione dei compiti la commissione giudicatrice è stata modificata e il prof. Luca Tamassia è stato sostituito dall'avv. Luca De Angelis il quale risulta abbia presentato a suo tempo domanda per la partecipazione allo stesso concorso; appare quanto meno insolito che venga scelto per la composizione della commissione giudicatrice un soggetto che pochi mesi prima appariva interessato alla copertura di un posto fra quelli messi a concorso, se non altro perché ruolo e competenze fra "giudicato" e "giudicatore" non paiono distinguersi adeguatamente;
- la Commissione ha iniziato la correzione dei compiti nel mese di ottobre 2010, concludendo la stessa nel mese di gennaio 2011 e con nota avente per oggetto: "Modalità di svolgimento e criteri di valutazione della prova scritta", priva di data e pubblicata nel sito internet della Regione, sono stati individuati dei criteri di valutazione degli elaborati molto circostanziati che prevedevano la valutazione dell'efficienza, efficacia, economicità, legalità, competenze del saper fare e conoscenza della materia per ciascun elaborato; è verosimile che in così poco tempo non sia stato possibile valutare con questi criteri ì circa 500 elaborati con l'opportuna serietà, ponderazione e con dovizia di votazioni e giudizi così come previsto nella richiamata nota;
- le irregolarità e i fatti sopra evidenziati concorrono a determinare una situazione di notevole incertezza e di malcontento tra i partecipanti al concorso che contribuisce ad accrescere la percezione, anche agli occhi dell'opinione pubblica, di una pubblica amministrazione priva di meritocrazia, incrementando così la sfiducia verso le istituzioni e verso la politica in generale;
- altresì la procedura in atto, qualora venisse portata a termine senza che vengano sanate tutte le irregolarità sopra evidenziate, potrebbe esporre l'Amministrazione regionale e i dirigenti responsabili a ingenti richieste di risarcimento danni, anche alla luce della più recente giurisprudenza in materia,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale agli affari generali, personale e riforma della regione per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto esposto in precedenza;
2) se non ritengano opportuno, in autotutela, considerati i numerosi ricorsi che sono già pervenuti e quelli che prevedibilmente verranno ancora presentati e tenendo in considerazione le anomalie procedurali riscontrate, provvedere all'annullamento dei concorso in argomento;
3) se non ritengano opportuno, nel caso non venga disposto l'annullamento dei concorso in autotutela, prima di procedere al prosieguo della procedura, effettuare tutti i necessari accertamenti sui requisiti di ammissibilità dei candidati ammessi a sostenere la prova orale dei concorso;
4) quali giustificazioni possano essere addotte riguardo a ciascun punto sopra riportato, soprattutto in relazione alla violazione delle procedure di consegna degli elaborati avvenuta il giorno della prova, nonché sul fatto che appare piuttosto punitivo credere che su circa 500 elaborati soltanto 35 risultino meritevoli di ammissione alla prova orale. (491)
Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione derivante dalla riduzione dei trasferimenti all'Unione dei comuni dell'Alta Marmilla.
I sottoscritti,
PREMESSO che l'Unione dei comuni Alta Marmilla, tra le 34 costituite, è una delle unioni che si è maggiormente distinta attivando una serie di servizi molto importanti: raccolta rifiuti, trasporti e mense scolastiche, Suap, funzioni autorizzative in materia paesaggistica, servizi ambientali e di protezione civile;
CONSIDERATO che per l'anno 2010 l'Unione ha appaltato i servizi sulla base dei trasferimenti storici che negli ultimi anni l'unione ha ricevuto dalla Regione Sardegna, in particolare:
a) servizio di trasporto scolastico: a fronte di spese sostenute per oltre euro 500.000 e di un contributo concesso per il 2009 per euro 421.000, pare verranno trasferiti, per l'anno 2010, non più di 60.000 - 70.000 euro;
b) servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti: in seguito all'obbligo di conferire i rifiuti indifferenziati alla piattaforma del Consorzio industriale di Macomer, si è generata una maggiore spesa, per il 2010, calcolata in circa euro 200.000, la Regione, nonostante gli impegni assunti, non è intervenuta ad abbattere i costi del trasporto a Tossilo; questo provocherà per l'utente un aumento del costo del servizio stimato in circa il 44 per cento;
c) trasferimenti ordinari: con la deliberazione della Giunta regionale n. 46/13 del 27 dicembre 2010 (ossia alla fine dell'anno) è stato infine stabilito il riparto dei trasferimenti ordinari alle unioni per l'anno 2010, con la riduzione del 50 per cento rispetto alle risorse trasferite nel 2009;
RILEVATO che la riduzione dei trasferimenti avrà pesanti effetti sulla qualità dei servizi offerti, alcuni dei quali (trasporti e mense) rischiano la chiusura ed altri di essere pesantemente ridimensionati,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere:
quali iniziative intendano mettere in campo per porre rimedio alla situazione denunciata (a cominciare dal ripristino dei trasferimenti per il 2010 agli stessi valori del 2009);
1) se non ritengano di dover procedere ad una revisione dei parametri per il riparto delle risorse, privilegiando le unioni che hanno attivato realmente servizi sovracomunali, rivedendo al contempo la tempistica nell'effettuazione del riparto, al fine di evitare che le unioni si trovino a dover fronteggiare i tagli dopo aver già assunto gli impegni finanziari derivanti dall'attivazione dei servizi sulla base dei trasferimenti storici. (492)
Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sul dimensionamento degli istituti superiori di Alghero.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE il dimensionamento e la razionalizzazione della rete scolastica deve sempre avere come obiettivo la permanenza degli studenti nel luogo di residenza;
CONSIDERATO CHE nella città di Alghero sono presenti cinque istituti superiori per un totale complessivo di 2.541 alunni e pertanto si dovrebbero mantenere in vita cinque istituti autonomi;
APPRESO CHE la Provincia di Sassari intende invece istituire tre poli scolastici di notevole consistenza (un polo liceale, che escluderebbe però il liceo artistico; un polo professionale comprensivo dell'alberghiero; un polo tecnico, senza l'IPA che verrebbe trasferito a Sassari);
VALUTATO CHE un miglioramento dell'offerta formativa, che appare essere la motivazione della decisione dell'amministrazione provinciale, non può assolutamente essere considerato una giustificazione dei gravi disagi che si verrebbero a creare per gli studenti costretti a viaggiare tutti i giorni;
RITENUTO inoltre che la carenza dell'offerta formativa nel Comune di Alghero comporterebbe un incremento delle percentuali di abbandono scolastico e conseguentemente anche dei livelli di disoccupazione nel territorio;
SOTTOLINEATO che per le zone svantaggiate, quali la Sardegna, esiste la possibilità di istituire, in deroga, istituti scolastici autonomi con minimo 300 alunni,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) quali siano le motivazioni della scelta da parte della Provincia di Sassari di voler sopprimere due istituti superiori per istituire tre grandi poli con un consistente numero di alunni, misura che non sempre corrisponde ad una migliore offerta formativa;
2) se non ritengano di dover interloquire con l'amministrazione provinciale per valutare e verificare la possibilità di mantenere nella città di Alghero cinque istituti superiori autonomi, evitando così di incrementare il fenomeno della dispersione scolastica e del pendolarismo, con conseguenti ripercussioni di natura economica e sociale sul territorio. (493)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione, negli ippodromi sardi, delle giornate di corse.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- la Sardegna è un territorio che, forte delle sue tradizioni e della sua immutata vocazione per l'allevamento del cavallo, si presenta come una delle più fertili realtà in cui valorizzare il settore ippico;
- la nostra terra, invero, è una Regione a forte vocazione allevatoria; basti pensare che annovera a sé, circa, il 60 per cento della produzione elitaria nazionale ed il 95 per cento di quella dei cavalli anglo arabi;
- gli ippodromi sardi di Chilivani, Cagliari, Villacidro e Sassari, hanno sempre rappresentato un indotto per la nostra terra;
- invero, conferma ne è la circostanza che l'ippodromo di Chilivani ospita nel periodo di corse un numero di cavalli in allenamento superiore ai 200;
- inoltre, l'ippodromo di Chilivani ospita anche i puledri per la doma, e pertanto la struttura, grazie all'offerta di numerosi ed esclusivi servizi, è operativa dodici mesi all'anno, creando occupazione lavorativa per centinaia di persone;
NONOSTANTE le premesse:
- in Sardegna, nell'ultimo triennio, l'ippica è stata fortemente penalizzata con una riduzione delle giornate di corse del 40 per cento, che corrisponde al doppio della media dei tagli subiti dalle altre Regioni;
- l'UNIRE, invero, anche per il 2011, ha manifestato la volontà, attraverso la presentazione della bozza del calendario, di ridurre ulteriormente le giornate di corse rispetto al 2010, sferrando un durissimo colpo al comparto già in sofferenza;
- in particolare l'Ippodromo di Chilivani ha subito, rispetto al 2010, la decurtazione di cinque giornate di corse, con un calendario per il 2011 di 19 giornate, metà delle quali matinée, secondo le previsioni dell'UNIRE;
EVIDENZIATO CHE:
- l'ippica è una passione fortemente radicata nella nostra Isola;
- gli allevatori sardi sostengono costi sempre più elevati e si ripagano solo se hanno la possibilità di far correre i loro cavalli;
- i tagli alle corse si traducono in dolorosi tagli alle entrate;
- l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha gridato a gran voce il suo interessamento per il comparto ippico in Sardegna;
- a seguito di tale interessamento la Giunta regionale con la delibera n. 46/34 del 27 dicembre 2010 ha deliberato di stanziare, per il biennio 2011/2012, euro 924.000 a favore dell'Agenzia AGRIS la quale, attraverso il Dipartimento di incremento ippico di Ozieri, dovrebbe attuare un piano di rilancio della disciplina in argomento;
- tale stanziamento non è ancora confluito nella disponibilità dell'Agris;
- la mancanza di supporto immediato sia da parte della Regione autonoma della Sardegna che da parte dell'UNIRE, determinerebbe una gravissima contrazione, se non il collasso, del comparto ippico sardo,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere quali siano:
1) i provvedimenti che la Regione Sardegna intenda attuare al fine di far sì che gli ippodromi sardi possano avere a disposizione un totale di giornate di corse in linea con le altre regioni;
2) le tempistiche per poter usufruire da parte dell'Agris delle somme stanziate in euro 924.000 e destinate al comparto ippico. (494)
Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di istituzione del servizio di guardia medica nel Comune di Budoni.
Il sottoscritto,
CONSIDERATO CHE:
- il Comune di Budoni (OT) il 21 giugno 2001 ha inviato all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale della Regione Sarda e alle aziende ASL di competenza la richiesta di istituzione del servizio di guardia medica notturna e festiva, così come deliberato dal consiglio comunale in data 12 novembre 1999 (delibera n. 123);
- il Comune di Budoni, pur distando dal presidio sanitario di Olbia 45 km e 70 da quello di Nuoro, non dispone di una guardia medica per le emergenze;
- la popolazione di Budoni è costituita da oltre 4 mila abitanti, distribuiti in ben 24 frazioni, sparse nel territorio e pertanto i tempi di percorrenza per l'effettuazione delle prestazioni mediche d'urgenza sono eccessivi, vengono meno le esigenze di tempestività, di efficacia, di reale utilità degli interventi di continuità assistenziale, con grave pregiudizio della salute della popolazione assistita;
- Budoni, centro di importante rilevanza turistica, registra un notevole movimento di persone, in particolare nei mesi estivi;
- il Comune di Budoni, da quando è passato alla Provincia di Olbia-Tempio, è l'unico comune privo della guardia medica;
- l'accordo collettivo nazionale per la medicina prevede, all'articolo 64, comma 3 (Capo III "La continuità assistenziale"), che le Regioni possano indicare, per ambiti di assistenza definiti, un diverso rapporto medico/popolazione rispetto allo standard definito in un medico ogni 5.000 abitanti residenti;
RILEVATO CHE:
- in data 31 luglio 2001 il Distretto di Siniscola della ASL n. 3 espresse parere favorevole alla istituzione delta nuova sede di continuità assistenziale nel Comune di Budoni, ferma restando la competenza in materia da parte della Regione Sardegna;
- in data 17 gennaio 2007 il Distretto di Olbia della ASL n. 2, sentito il comitato aziendale riunito in seduta il 19 dicembre 2006, ha espresso parere favorevole all'apertura di una nuova sede di continuità assistenziale a Budoni, tenendo conto anche delle caratteristiche orogeografiche, abitative e organizzative;
- in data 3 marzo 2007 il sindaco del Comune di Budoni ha inoltrato una richiesta di audizione al Presidente della Settima Commissione del Consiglio regionale esponendo le problematiche succitate,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere gli intendimenti dell'Assessorato in merito e come intenda intervenire con la massima urgenza al fine di istituire il presidio di guardia medica nel Comune di Budoni. (495)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza di assistenza medica specifica per i malati di sclerosi multipla nella Provincia di Oristano.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- la Provincia di Oristano conta oltre 700 malati di sclerosi multipla, 5 dei quali sotto i 15 anni;
- la sclerosi multipla è una malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale, caratterizzata dalla perdita progressiva e irregolare di mielina;
- esistono dei farmaci diretti a rallentare il decorso clinico della malattia ed a ridurre la frequenza delle ricadute;
- trattasi di farmaci immunomodulatori, così definiti perché riducono l'intensità con la quale il sistema immunitario attacca il sistema nervoso;
- la selezione, prescrizione e monitoraggio delle terapie immunomodulatori e immunosoppressive richiede particolare esperienza ed è (anche per l'elevato costo) riservato ai centri per la sclerosi multipla;
- la Provincia di Oristano è l'unica, delle province storiche, a non avere un ambulatorio di neurologia dedicato per la diagnosi, il monitoraggio e la cura della sclerosi multipla;
- i pazienti oristanesi sono costretti a rivolgersi ai centri specialistici di Cagliari, Nuoro o Sassari per poter ricevere cure mirate e specialistiche;
- nelle strutture ospedaliere oristanesi, invero, oltre a non venire garantite le visite neurologiche specialistiche, non vengono assicurate le terapie farmacologiche necessarie per rallentare la progressione della malattia, né tantomeno quelle per tenere sotto controllo i sintomi più fastidiosi;
RILEVATO CHE con determinazione in data 24 luglio 2007, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, recependo la determinazione dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), ha incluso anche la ASL n. 5 di Oristano tra le ASL sarde che hanno diritto di ricevere e fornire ai pazienti, in regime di dispensazione, i farmaci immunomodulatori volti a rallentare la progressione della malattia;
EVIDENZIATO CHE:
- la ASL n. 5 di Oristano non è posta nelle condizioni di adeguarsi a quanto indicato nella summenzionata delibera;
- infatti, nel presidio ospedaliero oristanese manca un neurologo "specialista in materia", reperibile 24 ore su 24, che sia in grado di prestare ad un paziente con ricaduta in corso le adeguate e fondamentali cure di primo soccorso;
- ancora, nel presidio ospedaliero in argomento mancano tutti quegli strumenti atti a poter diagnosticare in tempi rapidi la malattia, poterla curare ed affrontare nel suo percorso;
PRESO ATTO che la soluzione ai disservizi sopra denunciati può essere individuata nella possibilità, da parte della ASL n. 5, di:
- assicurare una diagnosi strumentale di qualità e tempestiva;
- assicurare un supporto medico specialistico 24 ore su 24;
- veicolare i farmaci immunomodulatori tramite ASL, al fine di servire anche coloro che non fanno parte di associazioni di volontariato;
- assicurare la presenza di fisiatri, fisioterapisti e psicologi,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano i provvedimenti che la Regione Sardegna intende attuare al fine di far sì che i malati di sclerosi multipla della Provincia di Oristano possano ricevere le cure presso la struttura ospedaliera facente capo alla ASL n. 5;
2) quali siano le tempistiche per poter dare una soluzione al suindicato e delicato problema. (496)
Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata inclusione di rappresentanti delle province nel tavolo di coordinamento tecnico-scientifico per la revisione e l'aggiornamento del Piano paesaggistico regionale.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Giunta regionale, in attuazione della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, ha approvato, con deliberazione n. 56/38 del 29 dicembre 2009, gli indirizzi applicativi relativi al processo di revisione e di aggiornamento del Piano paesaggistico regionale (PPR) e che la stessa Giunta, con deliberazione n. 32/58 del 15 settembre 2010, ha approvato le istanze della prima fase di consultazione degli enti locali in merito alla revisione e all'aggiornamento del Piano, emerse nel corso dell'iniziativa denominata "Sardegna Nuove Idee";
CONSIDERATO che, con deliberazione n. 47/45 del 30 dicembre 2010, la Giunta regionale ha individuato un tavolo di coordinamento tecnico-scientifico che dovrà supportare le strutture regionali impegnate nel processo di revisione e aggiornamento del PPR;
SOTTOLINEATO che, secondo quanto riportato in premessa nella deliberazione di cui sopra, il tavolo di coordinamento tecnico-scientifico "avrà il compito di supportare e affiancare le strutture regionali, agevolerà il raccordo con i territori per la programmazione di azioni di valorizzazione del paesaggio e parteciperà alla definizione di obiettivi ed azioni strategiche in tema di riconoscimento e valorizzazione del paesaggio sardo";
VALUTATO che il tavolo di coordinamento di cui sopra risulta composto, oltre che dalla direzione generale competente in materia di urbanistica e paesaggio, dall'Università degli Studi di Sassari, dall'Università degli Studi di Cagliari, dall'Istituto sardo regionale etnografico e dai componenti della Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica e che sarà successivamente implementato da alcuni esperti in materia di paesaggio, urbanistica e gestione del territorio e in materie giuridiche e amministrative ed economiche, da individuare con atto della Giunta regionale;
RITENUTA la composizione adottata per il tavolo di coordinamento tecnico-scientifico non adeguatamente rappresentativa delle istanze degli enti locali, che pure la Regione ha scelto di coinvolgere fattivamente nel processo di revisione e aggiornamento del PPR attraverso l'iniziativa "Sardegna Nuove Idee", e pertanto inadatta ad assolvere al ruolo di raccordo con i territori che la Giunta regionale ha attribuito al tavolo,
chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica affinché riferisca quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di prevedere, nella composizione del tavolo di coordinamento tecnico-scientifico per la revisione e l'aggiornamento del PPR, la presenza delle otto province sarde, attraverso le loro strutture competenti per la pianificazione urbanistica e la tutela del paesaggio o attraverso la nomina degli esperti con cui sarà completata la composizione del tavolo. (497)
Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sul bando relativo allo stoccaggio geologico della CO2 e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- il 9 febbraio 2011 sono scaduti i termini per la partecipazione al bando relativo alla selezione nazionale per la presentazione dei progetti dimostrativi su scala commerciale, a seguito della decisione della Commissione europea n. 2010/670/UE approvata il 3 novembre 2010, relativi alla cattura e allo stoccaggio geologico della CO2 e alla produzione di energia da fonti rinnovabili, nell'ambito dello scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità europoea istituito dalla direttiva n. 2003/87/CE del Parlamento europeo;
- tale iniziativa nel Sulcis e per il futuro della Carbosulcis Spa è di primaria importanza per le potenzialità di stoccaggio della CO2 offerte dalla presenza e dalle caratteristiche geologiche del grande bacino carbonifero e dal sottostante acquifero salino profondo;
CONSIDERATO CHE:
- occorre un'azione tempestiva per cogliere le migliori opportunità ed immaginare un futuro che offra le migliori tecnologie per lo sfruttamento di energia da fonti rinnovabili;
- ad oggi risulta che nulla è stato presentato e parrebbe che i vertici dell'azienda mineraria Carbosulcis non abbiano alcuna intenzione di partecipare, sostenendo che occorrerebbe co-finanziare la proposta;
PRESO ATTO CHE:
- l'adozione di nuove tecnologie da fonti fossili sarà nel giro di pochi anni obbligatoria ed è evidente che chi riuscirà a realizzarla per primo avrà una posizione dominante;
- a questo punto, rimarrebbe in gara soltanto l'ENEL per la centrale di Brindisi causando uno smacco incredibile per la miniera e per il futuro dei lavoratori;
- la scelta non è più rinviabile ed una responsabilità di questo tipo non compete ai dirigenti della Carbosulcis, ma all'azionista, ovvero la Regione Sardegna,
chiede di interrogare il Presidente della regione e l'Assessore regionale dell'industria per conoscere se:
1) corrisponda al vero che la Regione Sardegna, in qualità di azionista della Carbosulcis Spa, non intenda partecipare al bando per i progetti dimostrativi sullo stoccaggio della CO2 e alla produzione di energia da fonti rinnovabili;
2) non ritengano indispensabile attivarsi con la massima celerità per dare indicazioni alla Carbosulcis per procedere alla partecipazione al bando e non perdere questa importante opportunità per il futuro della miniera e dei suoi lavoratori. (498)
Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sul malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP (Centri unificati di prenotazione).
Il sottoscritto,
PREMESSO che le prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali prescritte devono essere prenotate secondo le seguenti modalità:
- telefonicamente, tramite il numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533;
- telefonicamente, tramite i CUP;
- di persona, recandosi negli sportelli appositamente dedicati nelle ASL, nelle aziende ospedaliere e negli ospedali in genere;
AVENDO APPRESO CHE:
- dal mese di dicembre 2010 gli utenti che chiamano il centro unificato hanno grandissime difficoltà ad ottenere risposta;
- di conseguenza il carico di richieste si ripercuote sui centri unificati di prenotazione con l'effetto che tutti gli operatori risultano sempre occupati e le chiamate degli utenti vengono sistematicamente disconnesse,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) siano a conoscenza di tale malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP;
2) non ritengano opportuno destinare maggiori risorse umane ai centri unificati di prenotazione, in modo da garantire ai cittadini un servizio efficiente;
3) non ritengano indispensabile attivare un servizio di attesa per le chiamate, in modo da consentire agli utenti che non riescono a mettersi immediatamente in contatto con l'operatore di non perdere la priorità acquisita. (499)
Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disservizi del Centro di salute mentale di Sorgono e del Servizio per le dipendenze (Serd) del distretto sanitario di Sorgono.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- il diritto alla salute fisica e psichica è riconosciuto dalla Costituzione repubblicana a tutti gli individui, indipendentemente dalle condizioni economiche e geomorfologiche del territorio in cui le persone vivono;
- il Centro di salute mentale e il Servizio per le dipendenze (Serd) sono ubicati presso il Comune di Sorgono e ad essi afferiscono tutte le comunità della Barbagia Mandrolisai il cui territorio montuoso è caratterizzato dal noto disagio economico e da peculiarità geografiche e sociali simili e così riassumibili: distanza fra i centri abitati, difficoltà nei collegamenti, spopolamento, progressivo indebolimento della rete dei servizi pubblici;
CONSIDERATO CHE:
- il Centro di salute mentale di Sorgono opera per la prevenzione del disagio psichico e di promozione della salute mentale, offrendo assistenza specialistico-ambulatoriale e ospitalità sanitaria diurna;
- negli ultimi tre anni il Centro di salute mentale di Sorgono ha registrato un aumento costante di richieste di assistenza che ha addirittura triplicato i pazienti;
- in data 21 dicembre 2010 è stato inaugurato a Sorgono il Servizio per le dipendenze (Serd) per rispondere al disagio soprattutto giovanile che si manifesta con allarmante evidenza nell'abuso di sostanze stupefacenti, di alcol e nuove dipendenze;
- al Centro di salute mentale di Sorgono afferiranno a breve i anche i degenti detenuti degli ospedali psichiatrici giudiziari destinati a chiusura in un breve arco di tempo, in attuazione della normativa nazionale;
PRESO ATTO delle numerose segnalazioni da parte dei pazienti e delle loro famiglie nonché degli amministratori dei comuni del distretto sanitario di Sorgono che denunciano i disagi relativi all'inadeguata erogazione dei servizi e la necessità di potenziare con urgenza il centro di salute mentale di Sorgono e il Serd;
SOTTOLINEATO CHE i pazienti assistiti dai servizi di che trattasi, per ragioni legate alla natura delle patologie potenzialmente disposta a sfociare in atti dannosi per la stessa persona malata e le comunità, necessitano di punti di riferimento stabili e di intervento immediato;
VERIFICATO CHE:
- il Servizio per le dipendenze non è mai stato dotato di personale multidisciplinare proprio, gravando invece sull'esiguo personale in servizio presso il Centro di salute mentale;
- l'insufficienza delle figure professionali indispensabili non consente al Centro di salute mentale e al Serd di soddisfare le esigenze dei pazienti né tantomeno di offrire il dovuto sostegno alla popolazione in termini di prevenzione;
PRESO ATTO che tali disservizi si aggiungono a precedenti provvedimenti, quali la chiusura del punto nascita, che segnalano sia l'indifferenza della Giunta regionale verso il diritto alla salute dei cittadini e i servizi sanitari del distretto di Sorgono, sia una pericolosa volontà di smantellamento dei servizi stessi,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza della grave situazione in cui versano il Centro di salute mentale e il Serd del distretto sanitario di Sorgono
1) in che tempi e attraverso quali provvedimenti la Giunta regionale intenda garantire il corretto funzionamento del Centro di salute mentale di Sorgono e del Serd;
2) quali azioni e in quali tempi la Giunta regionale intenda mettere in atto affinché la ASL n. 3 di Nuoro destini tempestivamente al Servizio per le dipendenze e al Centro di salute mentale del distretto sanitario di Sorgono tutte le figure professionali necessarie ad operare entrambi nella misura confacente ai bisogni della popolazione. (501)
Interrogazione Uras - Diana Giampaolo - Zedda Massimo - Sechi - Cuccu - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai lavoratori ex legge regionale n. 28 del 1984 ed ex progetti speciali, anche soci di cooperative, impegnati nella gestione dei beni culturali, delle biblioteche e degli archivi degli enti locali.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- il Consiglio regionale con proprio ordine del giorno 12 gennaio 2011, n. 50, unanimemente approvato, ha stabilito che sia indispensabile procedere ad assicurare continuità alle attività di promozione e gestione dei beni culturali in sede locale e di cura e organizzazione delle biblioteche e degli archivi degli enti locali e che in tale quadro deve essere data priorità ai percorsi di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori, anche soci di cooperative, già oggetto delle previsioni normative di cui all'articolo 2 della legge regionale n. 17 del 2008;
- a tal fine lo stesso Consiglio regionale ha impegnato il Presidente della Regione e la Giunta regionale a fornire all'Ottava Commissione permanente, competente in materia di beni culturali, ogni informazione e dato utile alla predisposizione di un idoneo progetto di legge ai fini della migliore organizzazione del servizio e del superamento della condizione di precarietà lavorativa del personale impiegato;
- in relazione al disposto del predetto ordine del giorno la Commissione è impegnata, anche in considerazione della prossima scadenza dei contratti precari di lavoro del personale citato, ad avviare tempestivamente l'iniziativa legislativa conseguente,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se:
1) corrisponda al vero che, nelle more della definizione del percorso normativo, si sia verificata una riduzione dei trasferimenti finanziari agli enti locali relativi alla gestione dei servizi in argomento e una conseguente riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, anche soci di cooperativa;
2) alcuni enti locali, anziché procedere con le proroghe in attesa della definizione dei citati progetti di legge, stiano predisponendo e pubblicando nuovi bandi, tanto da determinare una pregiudizievole interruzione lavorativa ai fini della stabilizzazione del personale attualmente in servizio;
3) intenda procedere ad una verifica della situazione ed eventualmente, sentita la Commissione consiliare competente, accelerare ogni iniziativa possibile per la trattazione organica dell'argomento oggetto dell'ordine del giorno n. 50 sopra citato. (502)
Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sui contributi per i danni subiti dalle unità abitative a seguito dell'alluvione dell'ottobre 2008 - istanze presentate oltre i termini.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- nella giornata del 22 ottobre 2008 il territorio del Comune di Capoterra ha subito una tragica alluvione di rilevanza nazionale;
- la natura e la particolare intensità degli eventi meteorologici ha causato la perdita di vite umane, numerosi feriti, ingenti danni al tessuto sociale, economico e produttivo;
- con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 ottobre 2008 è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della Provincia di Cagliari;
- con legge regionale 29 ottobre 2008, n. 15 (Interventi urgenti conseguenti agli eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico del mese di ottobre 2008), legge regionale 21 novembre 2008, n. 16 (Modifica della legge regionale 29 ottobre 2008, n. 15) e nella finanziaria regionale 2009 furono stanziati i fondi necessari a sostegno dei soggetti danneggiati;
- quattro domande di richiesta di contributo per il ripristino delle unità abitative danneggiate presentate oltre il termine stabilito dalla legge regionale furono dichiarate non accoglibili a seguito della direttiva del Commissario delegato per l'emergenza alluvione in Sardegna;
- l'ulteriore delibera n. 33/65 del 30 settembre 2010 (vedi capoverso 9), cita testualmente "L'Assessore evidenzia che le difficoltà che la popolazione dei comuni colpiti ha dovuto affrontare durante l'emergenza e nelle settimane successive, ha potuto causare qualche disguido e ritardo nella presentazione delle domande di contributo. L'Assessore propone pertanto di rendere ammissibili tutte le istanze in possesso dei requisiti, pervenute ai comuni oltre i termini fissati, in quanto sono disponibili le risorse necessarie per poter provvedere al pagamento di tali contributi";
CONSIDERATO CHE:
- in un successivo comunicato stampa della Regione furono dichiarate ammissibili le quattro domande pervenute oltre i termini;
- a seguito della delibera n. 33/65 del 2010 le quattro richieste di contributo per i lavori di ripristino degli immobili venivano riammesse e trasmesse al Servizio protezione civile e antincendio della Sardegna;
- con successiva nota prot. n. 102376 del 7 dicembre 2010 il Servizio protezione civile comunicava che "la richiesta non può essere accolta in quanto la deliberazione della Giunta non riguarda le istanze di contributo per i danni subiti dalle unità abitative bensì istanze relative ai contributi ai privati per i danni subiti per il danneggiamento o la perdita dei mobili indispensabili",
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) come sia stato possibile illudere i cittadini dell'accoglimento delle loro istanza con comunicati stampa della Regione fuorvianti;
2) quali disposizioni intenda impartire l'Assessore per rimediare a quella che, più che un'ingiustizia, costituisce una vera e propria discriminazione ai danni di quattro famiglie gravemente lese, oltre che dall'alluvione, da errori burocratici dell'Amministrazione regionale;
3) se l'Assessore intenda modificare o integrare la deliberazione n. 33/65 del 30 settembre 2010 in modo da permettere l'immediato accoglimento delle richieste. (503)
Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sul muro in fase di edificazione in piazza Deffenu a Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- in piazza Deffenu a Cagliari sono visibili i lavori per l'innalzamento di un muro, proprio di fronte allo stabile della Guardia costiera;
- l'opera, sulla cui utilità, a prima vista, si nutrono grandi dubbi, non fa altro che rovinare lo skyline fronte porto, che in questi ultimi decenni è stato rivisitato e rimodulato partendo proprio dall'abbattimento dei muri che impedivano il libero accesso e la fruibilità di un area così strategica per lo sviluppo turistico-ambientale di Cagliari;
AVENDO APPRESO che molto probabilmente la costruzione è stata disposta ed avviata dalle autorità militari per ragioni di sicurezza;
TENUTO CONTO CHE.
- sono oltre 35 mila gli ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare;
- il gravame di servitù militari per la Sardegna risulta significativamente superiore alla media nazionale;
CONSIDERATO CHE, d'intesa con il Ministero della difesa, la Regione ha auspicato una rapida accelerazione di ogni cessione riguardante servitù relative a enti o aree non più di interesse della difesa in particolare La Maddalena, Cagliari e il resto della regione, al fine di consentirne l'utilizzo civile nell'ottica della crescita economica e dell'occupazione,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se sia a conoscenza dell'edificazione di quest'opera e se effettivamente i soggetti che ne hanno disposto la realizzazione sono autorità militari. (504)
Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla chiusura dei punti nascita dei piccoli ospedali e sulla necessità di un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Costituzione repubblicana garantisce il diritto alla salute per tutti gli individui, indipendentemente dalle condizioni economiche e geomorfologiche del territorio in cui le persone vivono e lavorano;
- il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, approvato dal Consiglio regionale in data 19 gennaio 2007, si poneva come obiettivo strategico la riorganizzazione della rete dei punti nascita della Regione secondo le indicazioni del Progetto obiettivo materno infantile e del Piano sanitario nazionale 2003-2005, adattandole alla specificità della situazione regionale e richiamava la necessità di prevedere la deroga dei parametri stabiliti a livello nazionale tenendo conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità dei territori di riferimento dei punti nascita della Regione;
CONSIDERATO che:
- in data 16 dicembre 2010 è stato sancito l'Accordo Stato-regioni recante "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo" nel quale sono definiti nuovi parametri per la riorganizzazione dei punti nascita nel territorio regionale, nonché i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi;
- le linee di indirizzo prevedono che i nuovi parametri siano adottati dalle regioni nell'arco del triennio 2011-2013 e che siano assicurati i servizi di trasporto assistito materno (STAM) tra territorio di competenza e punti nascita, nonché di trasporto neonatale d'urgenza (STEM) tra unità operative di ostetricia di primo e secondo livello e unità operative neonatologiche di secondo livello dotate di terapia intensiva neonatale;
- i parametri individuati nelle linee di indirizzo sopra citate (almeno 500 nascite per punto nascita) risultano ancora più stringenti e insostenibili per la nostra Regione in quanto la loro mera applicazione comporterebbe la chiusura di 14 punti nascita sui complessivi 23 presenti in Sardegna;
- è impossibile e inaccettabile ipotizzare una rete dei punti nascita regionale che preveda per le donne in gravidanza di rivolgersi esclusivamente a 9 ospedali, dei quali 4 ubicati nel capoluogo;
- così come disposto nel Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 e recentemente ribadito dal Piano sanitario nazionale 2011-2013 a proposito della riorganizzazione dei servizi sanitari ubicati nei piccoli ospedali, alla Regione è riconosciuta l'autonomia di delineare la migliore organizzazione dei servizi in relazione alle esigenze della popolazione, alla specificità del territorio e alle risorse della collettività;
RILEVATO che:
- dopo la chiusura del punto nascita di Muravera nel 2009, i commissari delle ASL di Cagliari, Oristano e Nuoro hanno disposto la chiusura rispettivamente del punto nascita di Isili nell'agosto 2010, di Bosa il mese successivo e di Sorgono nel gennaio 2011;
- tutti i provvedimenti di chiusura sono stati adottati in modo unilaterale dalle direzioni commissariate delle ASL, con modalità di urgenza, al di fuori di qualunque programmazione aziendale e ancor meno regionale;
- i provvedimenti di chiusura sono stati diretta conseguenza dell'inversione effettuata negli ultimi due anni dalla politica regionale sanitaria sui piccoli ospedali e del conseguente progressivo depauperamento tecnologico e strumentale dei piccoli ospedali stessi, nonché della indisponibilità a incrementare le competenze professionali necessarie ad assicurare i livelli di sicurezza richiesti per minimizzare i rischi per le mamme ed i nascituri e di una non oculata programmazione da parte delle stesse aziende sanitarie locali;
SOTTOLINEATO che:
- tali provvedimenti sono stati adottati senza tenere nella doverosa considerazione le ragioni dei sindaci dei comuni componenti i comitati di distretto socio-sanitario, che ai sensi della legge n. 10 del 2006 esprimono parere obbligatorio sul programma delle attività sanitarie d'ambito e formulano al direttore generale dell'azienda sanitaria locale osservazioni e proposte sull'organizzazione e sulla gestione dei servizi e delle strutture;
- le chiusure dei punti nascita sono state condotte in assenza di una attenta valutazione da parte della Regione delle soluzioni organizzative più adeguate all'offerta dei servizi in relazione alle esigenze della popolazione, alla specificità del territorio e alle risorse della collettività;
- il richiamo alla qualità dei servizi non può essere utilizzato per chiudere i servizi stessi limitando i diritti costituzionalmente garantiti;
- nella maggior parte dei casi l'interruzione dei servizi di assistenza ostetrica è stata realizzata in carenza di servizi strutturati di trasporto materno previsto dalla norma e tale circostanza, di fatto, incrementa i rischi relativi alla fase di transizione organizzativa nella quale, a fronte della disattivazione di quote di attività ospedaliera, il territorio non risulta attrezzato per rispondere in modo adeguato ai bisogni sanitari che non trovano più risposta a livello ospedaliero;
RILEVATO che, in contrasto con quanto disposto dal Piano regionale dei servizi sanitari, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in ripetuti interventi pubblici, anziché dichiarare la volontà politica di contrasto agli orientamenti nazionali e disporsi in difesa dei piccoli ospedali e delle comunità di riferimento perlopiù insediate nei territori dell'interno, ha confermato l'intenzione di procedere in coerenza con quanto previsto dalle disposizioni nazionali col solo "impegno di salvaguardare i punti nascita che raggiungono almeno 500 parti l'anno", e quindi dichiarando in modo esplicito l'intenzione di chiudere definitivamente i punti nascita con un numero di nascite inferiori,
impegna la Giunta regionale
a proporre un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale, che preveda quindi le necessarie deroghe ai parametri definiti a livello nazionale e che sia nel contempo in grado di assicurare uniformi livelli di sicurezza e equità d'accesso e fruizione per la popolazione residente;
a ripristinare e salvaguardare, nelle more dell'adozione del piano di cui al punto 1), i livelli di assistenza ostetrica assicurati precedentemente all'adozione unilaterale da parte dei commissari delle ASL dei provvedimenti di chiusura dei punti nascita. (108).)