Seduta n.347 del 13/09/2012
CCCXLVII Seduta
Giovedì 13 settembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 31.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 luglio 2012 (339), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gavino Manca, Sergio Obinu, Onorio Petrini, Matteo Sanna, Paolo Terzo Sanna, Carlo Sechi e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 settembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Constatata l'assenza della Giunta, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 31, viene ripresa alle ore 10 e 51.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della mozione numero 205.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Capelli - Diana Mario - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Campus - Mulas - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sull'applicazione dell'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e dell'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 inerente il passaggio del personale dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) all'Agenzia regionale LAORE anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che il Consiglio regionale della Sardegna con legge regionale 4 agosto 2011, n. 16, articolo 6, comma 3, aveva disposto il passaggio di tutto il personale dell'ARAS verso l'Agenzia LAORE Sardegna al fine di rendere più compiuta la riforma degli enti agricoli ed evitare inutili quanto dannose sovrapposizioni fra enti;
RILEVATO che la mancata operazione di accorpamento sta creando notevoli tensioni e preoccupazioni nel personale ARAS nonché negli allevatori ai quali l'ARAS fornisce importanti servizi di assistenza tecnica legati alla misura 215 e servizi aggiuntivi;
CONSTATATO che la sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012 riconosce piena legittimità a quanto previsto nel succitato articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 e rimette in primo piano il problema dell'efficienza ed efficacia degli enti agricoli e dell'Agenzia LAORE in particolare,
impegna l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
ad attivarsi nell'immediato, sentite le organizzazioni sindacali, al fine di rispettare l'applicazione di quanto previsto all'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e all'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011. (205))
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CAPELLI (Sardegna è già domani). Presidente, la mozione oggetto di discussione fa riferimento a una legge del Consiglio regionale, esattamente al comma 40, articolo 2, della legge regionale numero 3 del 7 agosto 2009, . Consentitemi una piccola parentesi su questa legge: è lo specchio dell'iter delle leggi regionali; discussa ed esitata dal Consiglio nel 2009, prevedeva il passaggio dei dipendenti dell'ARAS a LAORE, ma per una serie di vicissitudini non ha trovato ancora piena applicazione.
In questi tre anni è successo un po' di tutto, dalle libere interpretazioni alla legge del Consiglio da parte di solerti dirigenti, dalla volontà dell'assessore Prato, allora Assessore dell'agricoltura, di non voler dare corso alla legge votata in Consiglio regionale, alle audizioni prima in Commissione agricoltura e poi nella Commissione d'inchiesta dei commissari alternatisi alla guida di LAORE e degli Assessori (con le garanzie, da parte degli stessi, della determinazione di dare piena applicazione alla volontà del Consiglio espressa appunto nella legge richiamata), fino alle aule dei tribunali.
Dopo tre anni si è arrivati alla conclusione dell'iter giudiziario, con la sentenza numero 212 della Corte costituzionale che dà piena legittimità alla legge in questione. In questo caso parliamo della legge numero 16, articolo 6, comma 3 che modificò l'originaria legge numero 3 articolo 2, comma 40. Ricordo una seduta del Consiglio regionale in cui si discuteva, in maniera pleonastica devo dire, su quanto stabilito dal comma 40, articolo 2, della legge numero 3 del 2009, cioè se la pianta organica di riferimento per il trasferimento del personale dall'ARAS a LAORE dovesse essere una pianta organica ampliata, cosa vietata dalla Brunetta, oppure se si dovesse fare riferimento alla pianta organica esistente in LAORE. Fu un'ampia discussione, poi con emendamenti orali si risolse la questione e si arrivò quindi alla stesura del comma 3, articolo 6, della legge numero 16, del 4 agosto 2011.
Nonostante questo altri dubbi vennero sollevati dai dirigenti, benché l'allora commissario di LAORE, Usai, desse ampie garanzie sulla definizione della pianta organica dell'azienda da lui presieduta, e la piena disponibilità a dare attuazione alla legge. Siamo arrivati a oggi, settembre 2012, con questa mozione preceduta nel 2009 stesso da un'altra mozione, presentata dai colleghi Bruno, Uras, Salis, Agus e Barracciu, nella quale si richiedeva, anche in quella data, di dare piena applicazione alla legge votata in Consiglio.
Bene, ora io credo che possiamo assolutamente porre fine a questa vicenda con l'approvazione della mozione che penso e spero possa trovare il pieno consenso dell'Aula e della Giunta. La sentenza, già richiamata, la numero 212 del 2012 riconosce quindi piena legittimità all'articolo 6, comma 3, della legge numero 16, quindi pone fine alla vicenda, e si chiede che la Giunta sia conseguente e nell'immediatezza dia corso alla volontà consiliare.
Questo in sintesi, ma sintesi spero abbastanza chiara, l'iter di riferimento della legge del passaggio dei dipendenti dall'ARAS a LAORE. Chiedo quindi che la Giunta possa condividere quanto richiesto nella mozione, e si ponga definitivamente fine a una vicenda abbastanza discutibile.
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la fine del primo intervento.
Il primo iscritto a parlare è il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, in premessa vorrei ringraziare il collega Capelli per la ricostruzione precisa che ha fatto di una vicenda imbarazzante, e per alcuni aspetti vergognosa, che riguarda il funzionamento delle istituzioni. Il collega Capelli ha ricordato (io voglio inserire un ulteriore elemento) che questa vicenda nasce nella precedente legislatura; un emendamento presentato dal sottoscritto e dal collega Biancu, addirittura alla finanziaria del 2008, pose il tema della necessità di far risparmiare la Regione Sardegna potenziandone contemporaneamente i servizi.
Nella vicenda ARAS, sembra un paradosso, si discute proprio di come utilizzare al meglio i finanziamenti assegnati dalla Regione, al 100 per cento, per coprire il costo di un personale che viene impiegato per gestire servizi di assistenza tecnica e di controllo agli allevatori, per potenziare e migliorare questi servizi ma, contemporaneamente, riuscendo a risparmiare delle risorse.
Quindi un'iniziativa, nata a fine 2007, che ha visto vari passaggi legislativi in questo Consiglio regionale e, soprattutto, Assessore dell'agricoltura, collega Cherchi, ha visto la reazione sconsiderata, l'opposizione, il contrasto di larga parte dei funzionari regionali del settore, nonché degli Assessori del personale e dell'agricoltura del periodo, all'applicazione di questa legge.
Io non voglio aggiungere altro se non che con i colleghi Cocco Daniele e Mariani abbiamo presentato un'interpellanza, il 18 novembre del 2009, all'inizio della legislatura, per sottolineare l'intento di recuperare questa volontà espressa dal Consiglio per un potenziamento di un settore fondamentale, così lo riteniamo, come quello dell'allevamento in Sardegna; ora, dopo la sentenza richiamata dal collega Capelli che ha sgombrato il campo ormai definitivamente da ogni dubbio sulla legittimità dell'articolo 6, comma 3 della legge numero 16 del 2011, assessore Cherchi noi le chiediamo di voler velocemente recuperare il tempo perduto e di dare definitivamente attuazione a una volontà unanime che il Consiglio regionale ha espresso su questa vicenda.
Concordo sull'auspicio che l'Aula voglia recuperare anche oggi questa unanimità per dare più forza all'assessore Cherchi e complessivamente alla Giunta, e per far sì che questo provvedimento possa velocemente essere approvato e applicato, così che possa esplicare le potenzialità positive che in esso sono individuate. Ripeto, l'unico obiettivo che noi vogliamo raggiungere è di utilizzare al meglio le risorse della Regione per potenziare i servizi, rendendoli più moderni e più puntuali, offerti alle strutture deputate all'allevamento del bestiame sardo, quindi, agli allevatori sardi, a quanti già operano e a quanti auspicabilmente volessero operare nel futuro in questo settore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Devo dire che avrei preferito non discutere più di questo tema in quest'Aula; ne abbiamo parlato all'inizio di legislatura, in occasione della prima finanziaria approvata da questo Consiglio, ne abbiamo riparlato successivamente, sempre su richiesta di un gruppo di lavoratori qualificati che prestano la loro opera per la Regione garantendo un servizio di assistenza tecnica agli operatori di uno dei comparti economici più importanti dell'Isola: il comparto zootecnico.
L'assistenza tecnica nel suo complesso in questo comparto è affidata a questi tecnici e la drammatica situazione in atto l'abbiamo tutti davanti agli occhi, così come abbiamo anche davanti agli occhi tutti i progressi che da un punto di vista tecnico e produttivo questo comparto ha messo in campo. Questi progressi sono stati compiuti proprio grazie alla grandissima esperienza maturata da alcune centinaia di tecnici che hanno contribuito a migliorare, considerevolmente, le capacità imprenditoriali dei nostri allevatori.
Ancora prima che si insediasse questo Consiglio regionale si decise che a questi lavoratori si dovessero dare le stesse opportunità offerte a tantissimi altri loro colleghi che, negli stessi anni, erano stati introdotti nel mondo del lavoro dall'azione della Regione sarda, trovandosi a operare pressappoco con gli stessi criteri di assunzione o dei cosiddetti ispettorati agrari di allora o in quelle che sono oggi le agenzie agricole regionali. Hanno avuto un percorso diverso però hanno dato all'agricoltura sarda lo stesso identico contributo.
Io non so perché, dopo tre anni, siamo ancora qui a parlarne; certamente non è un'operazione che si può fare in sordina essendo coinvolte alcune centinaia di persone alle quali, ancora oggi, si chiedono presenza nel territorio ed espletamento di pratiche estremamente delicate; pratiche il cui mancato espletamento ci impedirebbe di utilizzare ingenti risorse comunitarie.
Poiché c'è moltissima incertezza nel portare avanti questo indirizzo che il Consiglio regionale ha dato da diverso tempo, io credo che serva maggiore coraggio da parte dell'Assessore dell'agricoltura, credo che serva maggiore coraggio e coerenza da parte di chi oggi sta governando le agenzie agricole interessate a questo passaggio. Non è pensabile che ogni atto necessario per portare a conclusione la pratica debba essere sollecitato dal Consiglio regionale più volte negli anni. Se ci sono problemi li si metta in campo, diversamente io credo che sia doveroso chiudere questa pratica in maniera definitiva, dando anche a questi lavoratori la serenità necessaria per poter continuare a svolgere, possibilmente al meglio, quel compito che noi comunque da tempo gli stiamo chiedendo di eseguire.
Ecco perché sollecito innanzitutto l'Aula ad approvare questa mozione e l'Assessore a tenerne conto nei tempi più brevi possibili affinché, invece di parlare di questo tema, in quest'Aula si parli dei problemi dell'intero settore agricolo e di quello che dobbiamo fare per aiutarlo a risolverli. In particolare richiamo il settore nel quale potrebbero essere utilmente impiegati anche i tecnici di cui stiamo parlando, il settore suinicolo che vive un dramma che tutti abbiamo di fronte e sul quale, a mio parere, la nostra azione non è ancora sufficiente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Questa mozione si è stati costretti a presentarla perchè per risolvere questo problema abbiamo approvato una legge in questa legislatura (legge sollecitata già dalla precedente legislatura), ma a questa legge non è stata data una risposta.
A nessuno sfugge l'importanza dell'ARAS, così come a nessuno sfugge l'importanza delle APA provinciali, che ovviamente devono essere tenute nella debita considerazione perché, come tutti sanno, le APA fanno parte del Consiglio di amministrazione dell'ARA, quindi sono il braccio operativo nel territorio. L'impegno chiesto all'Assessore è stato quello di attivarsi immediatamente, non si può più aspettare; la presenza dei tecnici dell'ARAS nel territorio regionale è infatti fondamentale per il comparto zootecnico.
Pertanto, la presentazione di questa mozione da parte del collega Capelli, e di tutti i colleghi che poi hanno voluto sottoscriverla, è legittima e credo che in tempi brevissimi debba essere approvata così che la Giunta dia immediatamente attuazione, non tanto alla mozione quanto alla legge che è stata approvata, perché altrimenti diventerebbe l'ennesima legge approvata da questo Consiglio regionale che, come tante altre, non trova poi applicazione da parte della Giunta.
Quindi, l'invito è di votare velocemente questa mozione ma l'invito più pressante è quello rivolto all'Assessore affinché si impegni immediatamente in quest'Aula dicendo esattamente in quali tempi vuole mettere in pratica questa legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
Non è presente in Aula quindi decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
Non è presente in Aula quindi decade.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale. Colleghi, avete tracciato voi, soprattutto l'onorevole Capelli nel corso dell'illustrazione della mozione, la "storia" di questo problema. Siamo davanti a una norma regionale non applicata, siamo davanti a una norma regionale impugnata e siamo davanti a una sentenza della Corte costituzionale, la numero 212, che invece dichiara, non la legittimità di quell'articolo nello specifico, quindi non la legittimità dell'inquadramento del personale ARAS in Laore, ma semplicemente constata che la norma impugnata, cioè il comma 3 dell'articolo 6 della legge regionale numero 16 del 2011, non prevede un concorso riservato a personale precario, mentre l'articolo 2, comma 40 della legge regionale numero 3 del 2009 non è stato oggetto di esame da parte della Corte in quanto non è mai stato oggetto di impugnazione.
Questo è il contenuto della sentenza su cui ho voluto fare giusto un chiarimento, e non certo per polemizzare con qualcuno. Pertanto il Consiglio regionale ha dato un indirizzo preciso, che nasce dalla legge a monte, ed è quello di inquadrare il personale di ARAS all'interno di Laore, con un problema però, che io prospetto al Consiglio regionale e che attiene all'altro atto di indirizzo che il Consiglio deve dare alla Giunta.
A mio parere la legge numero 16 sembrava voler fissare, in realtà, il numero delle unità da inquadrare in Laore con due vincoli fondamentali. Il primo di questi vincoli riguarda il numero dei posti vacanti, che noi in realtà non conosciamo perché nella pianta organica vigente, ufficialmente, non abbiamo questa posizione; quindi le piante organiche già adottate non sono chiare.
Il Consiglio regionale, quindi, dovrebbe dare mandato alla Giunta di modificare la pianta organica, stando attenti però a un aspetto, che credo sia abbastanza importante, e cioè la dimensione totale dei lavoratori di ARAS. Sto parlando di circa 250 unità (dico "circa" per non entrare nel merito dei dati esattissimi perché non credo sia questo l'aspetto importante) che devono trovare spazio all'interno dell'agenzia Laore; e per poter trovare spazio all'interno dell'agenzia Laore credo sia importante individuare, all'interno dell'agenzia appunto, quali sono in questo momento i posti vacanti, e onorare comunque il dettato normativo dell'inquadramento attraverso la selezione dello stesso personale ARAS, stabilendo nella seconda fase come aumentare la dotazione all'interno di Laore.
Questo è un ulteriore atto di indirizzo necessario da parte del Consiglio regionale, perché spesso in Consiglio regionale (questa è una lamentela un po' continua da parte del Consiglio stesso, e io sono il primo in quanto componente a lamentarmi) approviamo delle leggi che poi non vengono attuate da parte degli Uffici perché attraverso la predisposizione dei successivi atti amministrativi le ritengono non legittime e quindi non attuabili.
Ecco perché ritengo che sia utilissimo un ulteriore atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale, affinché sia da parte del mio Assessorato, ma successivamente anche da parte dell'Assessorato regionale degli affari generali e del personale che a tutti gli effetti attua il dettato legislativo, si possa portare a compimento il percorso di questo provvedimento che è atteso da anni.
Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione per predisporre un ordine del giorno per integrare la mozione, presentata dagli onorevoli Capelli è più, anche con quanto da me prospettato. Per il resto, ritengo che l'impegno che si chiede all'interno della mozione possa essere condiviso anche da parte della Giunta.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 16, viene ripresa alle ore 11 e 26.)
PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Zuncheddu è rientrata dal congedo.
Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Non ruberò tanto tempo, sottolineo soltanto che si riscontra nell'intervento dell'Assessore sicuramente una condivisione del problema. Auspico quindi la condivisione di tutto il Consiglio nella votazione della mozione, sottolineando per l'ennesima volta che la decisione, spero unanime del Consiglio, supporti ancora di più l'Assessore nell'invitare i dirigenti e i funzionari preposti a dare piena applicazione alla norma, a farlo nell'immediatezza dei tempi e, soprattutto, rispettando pienamente l'indirizzo del Consiglio regionale.
Le vertenze aperte con la dirigenza regionale cominciano infatti a essere troppe e, molto spesso, ingiustificate.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 205.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole sulla mozione, la quale tra l'altro riguarda un argomento discusso non solo nella passata legislatura, ma in discussione ormai dall'inizio di questa legislatura. Si è discusso più volte in Commissione di questo problema, così come si è discusso del problema delle APA al quale, viste anche le decisioni assunte dal Governo nazionale, questo Consiglio dovrà in qualche modo mettere mano.
L'Assessore ha parlato di pianta organica, ma la pianta organica non ritengo abbia necessità di essere predisposta in quanto è già stata definita anche con atti amministrativi (ricordo che in Commissione agricoltura l'ex direttore generale di Laore comunicò che la pianta organica era stata approvata). Per accelerare i tempi credo non sia necessario in questo momento pensare di adeguare la pianta organica con altre figure professionali che nulla hanno a che fare con le 250 unità dell'ARAS.
Quindi, Assessore, questo è un provvedimento da chiudere quanto prima, abbiamo perso troppo tempo, il lavoro che le ARAS svolgono nei territori è un lavoro indispensabile viste anche le importanti problematiche che sta affrontando il settore dell'agricoltura. Anche il nostro invito è quello di procedere quanto prima alla definizione di questo problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ribadisco il voto favorevole del Gruppo I.d.V. all'approvazione della mozione ma voglio fare anche una raccomandazione. La raccomandazione, assessore Cherchi, non è per lei, ma è rivolta a quanti, eventualmente, volessero continuare a fare opera di ostruzionismo e di blocco di una decisione del Consiglio regionale. Questa volta non ci sono più dubbi che la legge debba essere applicata e chi non applica la legge sappia che è fuori dalla legge e che ne risponderà: a questo Consiglio e fuori da questo Consiglio.
Non siamo più disposti a essere presi per il naso da interpretazioni eccessivamente restrittive e che tendono a mantenere lo status quo della struttura regionale. Il comparto dell'agricoltura va difeso anche con provvedimenti come questo, e noi chiediamo con forza che la legge venga applicata nel minor tempo possibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, innanzitutto chiedo ai presentatori della mozione di poter aggiungere la firma del sottoscritto e quella di quanti, colleghi del P.d.L., ritengano di sostenere questa battaglia. Una battaglia per la verità non nuova, che ci ha visto protagonisti, e che oggi grazie a questa mozione si ripropone.
Assessore Cherchi, so che lei non ha assolutamente responsabilità ma, glielo dice un amico, glielo dice un componente del suo Gruppo, uno che sostiene questa Giunta, la pazienza ha un limite e c'è un limite a ogni questione.
Questa è una delle pagine più vergognose che l'amministrazione regionale registri, perché non è possibile che rispetto a una norma chiara, che non ha necessità di interpretazioni, qualche funzionario ancora si attardi a dare o a prospettare soluzioni che contrastano con la volontà del Consiglio regionale. Assessore, quel funzionario, se dovesse persistere nel suo atteggiamento, lo deve cacciare, per essere molto chiari, a "calci nel sedere", perché non è assolutamente possibile che la volontà del Consiglio regionale sia alla mercé di interpretazioni fasulle, fantasiose, strumentali del funzionario di turno.
Non è assolutamente possibile, è accaduto per questo provvedimento, così come per altri provvedimenti. Su questo, Assessore, noi vigileremo, ne faremo una questione politica e andremo a fondo sulla questione se nei prossimi giorni non vedremo risolto il problema di questi lavoratori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare, naturalmente, il voto favorevole sulla mozione appena discussa e per unirmi, con convinzione, agli inviti che sono stati rivolti all'Assessore stamattina. L'invito principale è quello di esercitare il suo ruolo di Assessore regionale dell'agricoltura, dando gli indirizzi ai dirigenti, nei modi e nei tempi in cui è dato a un Assessore dell'agricoltura, perché vengano rispettate le leggi.
Per contro, in relazione a ciò che si dovrebbe fare nei confronti di quei dirigenti che si ostinano, attraverso interpretazioni soggettive della legge, a impedire la sua applicazione sottoscrivo il percorso indicato dall'onorevole Pittalis. Non è possibile che, anche nella situazione così grave in cui si trova l'agricoltura, si continui a tenere un ruolo così importante quale è quello che svolge ARAS in condizione di precarietà. La precarietà si sa acuisce la difficoltà di portare avanti i processi e anche di sostenere quei settori così importanti come quello di cui stiamo parlando e di cui si occupa l'ARAS.
Il Consiglio regionale ha già svolto il suo ruolo e l'ha svolto bene assumendo una decisione. Non è bastato. E'intervenuta la Corte costituzionale che ha confermato la bontà, per una volta, delle decisioni di questo Consiglio regionale; pertanto si dia corso alla legge senza ulteriori scuse e possibilmente anche senza, così come ha fatto lei, Assessore stamattina, portare altri elementi di complicazione come nuovi indirizzi del Consiglio, piante organiche e quant'altro lei ci ha detto. A mio avviso, nel suo intervento ha introdotto delle complicazioni che noi riteniamo essere assolutamente ingiustificate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anche io annuncio il voto favorevole a questa mozione; l'Assessore dice che siamo di fronte a una legge inapplicata, verrebbe da rispondere: la si applichi e così si potrebbe chiudere la discussione. A dire il vero, l'Assessore ha introdotto alcuni elementi che con mia grande soddisfazione sono di fatto caduti, come è emerso nelle dichiarazioni di voto svolte successivamente.
Io mi ostino a fare con molta pacatezza, correndo il rischio di essere sorpassato a sinistra dall'onorevole Pittalis, una pressione sull'Assessore affinché semplicemente risolva il problema. Gli indirizzi politici sono stati dati, la copertura politica è stata data da parte di tutti i consiglieri regionali di questo Consiglio, si faccia solamente quello che deve essere fatto senza ulteriori indugi. Questo è il senso di una mozione così stringata, ma così essenziale, perché ormai non c'era niente altro da dire su questo problema se non ricordare a qualcuno di fare il proprio dovere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Presidente, intanto chiedo, se è possibile, di poter aggiungere anche la mia firma alla mozione per la quale ringrazio i colleghi promotori. E' singolare, ed è la cosa più singolare di tutte, a mio avviso, che le leggi approvate dalla Assemblea legislativa sarda non entrino in vigore se non dopo la presentazione di una serie di mozioni, ordini del giorno, ulteriori "ricordi" agli Uffici o, addirittura, a noi stessi, al legislatore, che quella legge era stata approvata. Quindi non basta approvare le leggi occorrono, diciamo, degli "aiutini" successivi. Questa è una particolarità del rito sardo, evidentemente, che dovremmo cercare di correggere.
Mi fa anche piacere sentire, da parte dei colleghi del centrosinistra, una così entusiastica adesione ai principi di questa mozione, quindi al contenuto della legge: per convertirsi e per cambiare idea c'è sempre tempo. Nella passata legislatura eravate fieri oppositori dell'incorporazione dei lavoratori dell'ARAS negli organici regionali; era una battaglia che noi invece portavamo avanti contro il vostro Presidente che, pubblicamente e chiaramente, aveva detto di essere assolutamente contrario all'incorporazione negli organici regionali dei dipendenti dell'ARAS. Ne sono lieto, lo dico come un riconoscimento alla vostra onestà intellettuale. Onestà che prevede anche la possibilità di cambiare idea. Quindi vi rendo onore e merito.
I lavoratori dell'ARAS svolgono un ruolo pubblico in tutte le emergenze riguardanti l'agricoltura e la pastorizia, hanno svolto le stesse identiche funzioni dei dipendenti delle ASL e dei dipendenti delle agenzie regionali deputate alla cura del settore agro-zootecnico. Quindi è moralmente giusto e doveroso che a questa legge si dia immediatamente attuazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, a volte è davvero mortificante intervenire in quest'Aula e tornare sempre sugli stessi argomenti. Ormai è dal 2007 che, nell'ambito della riforma degli enti agricoli, inserimmo il principio che LAORE doveva avere due gambe: l'assistenza tecnica per le produzioni agricole e l'assistenza tecnica per la zootecnia, assistenza che doveva essere garantita da veterinari e agronomi. La struttura regionale non ha queste figure professionali.
A volte creiamo noi le difficoltà, ma in questo caso la volontà del Consiglio si è sviluppata in maniera chiara e inequivocabile, in questi anni, per dotare LAORE di queste professionalità che, per oltre vent'anni, hanno svolto una funzione che doveva essere svolta dalla Regione. Abbiamo scritto questa decisione in tutti i modi, abbiamo affinato nel tempo anche il percorso che si doveva seguire, quindi la volontà del Consiglio mi sembra che sia chiara e inequivocabile.
La norma è chiara, quello che non è chiaro è per quale ragione poi, di fronte a volontà chiare, a norma chiara, non ci sia anche un percorso certo; è vero che qualche volta ci mettiamo del nostro a scrivere le cose complicate, ma in questo caso devo dire che del nostro ci abbiamo messo solo del buono, non capita spesso ma questa volta è successo, le difficoltà sono altrove. Un esempio di come noi facciamo le cose, e come le strutture della Regione poi si mettono di traverso, lo avremo questo pomeriggio, a Pauli Arbarei. Finalmente, dopo anni, stasera a Pauli Arbarei parte il riordino fondiario che questo Consiglio, in maniera inequivocabile, come nel caso in discussione, ha manifestato la volontà di fare.
Assessore, lei, anche nella passata legislatura, manifestò la volontà inequivocabile di procedere in questa direzione. Il Consiglio lo ha fatto, adesso è evidente che il tempo è scaduto. Siamo stati costretti a costituire una Commissione per la mancata applicazione delle leggi regionali, proviamo a stralciare qualche punto, facciamolo con questo, lo stiamo facendo con il riordino fondiario, forse, a questo punto, si può anche cancellare qualcosa nell'agenda della Commissione per la mancata applicazione delle leggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MULA (Riformatori Sardi). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole alla mozione, non solo il mio, ma quello di tutto il Gruppo dei Riformatori, chiedendo di conseguenza di aggiungere anche le nostre firme.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU MARIANO (P.d.L.). La mozione in discussione, anche secondo chi mi ha preceduto, rimarca la legittimità delle leggi adottate dal Consiglio nel 2009, e a seguire nel 2011, che hanno sancito il passaggio del personale dell'ARAS nei ruoli dell'Agenzia regionale LAORE.
Questo tema, che è stato discusso a più voci nella passata e anche nell'attuale legislatura, mi ha visto impegnato in qualità di Assessore a districare le diverse difficoltà che via via si presentavano, compresa quella relativa alle assunzioni che, per le norme derivate dalla finanziaria del 2011, in modo particolare, e per la serie di normative che sono state richiamate, ostava al dare attuazione a questa norma.
Assessore, la sentenza della Corte costituzionale fa chiarezza riconoscendo la legittimità delle leggi regionali in materia, con l'invito ad attuare la norma. Credo che l'intento dei sottoscrittori della mozione fosse quello di dare una chiave di lettura del provvedimento della Corte costituzionale.
Pertanto, visto il momento che stiamo vivendo, in cui c'è la necessità di avere personale operativo, veterinario in modo particolare, per antagonizzare questa patologia e per portare avanti il piano di eradicazione della peste suina, invece di ricorrere all'assunzione di personale (non si sa bene neanche il come e il perché debba essere assunto personale esterno all'amministrazione regionale), non vedo perché non ci si possa far carico di detto personale.
Assessore, va detto che nei ruoli della sanità sarda del servizio veterinario della Sardegna c'era già il personale che poteva essere utilizzato per svolgere questo ruolo. Chiedo di aggiungere la mia firma alla mozione e chiaramente il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, dichiaro, anche da parte del Gruppo del Partito Sardo d'Azione, il voto favorevole alla mozione e chiedo di poter aggiungere la nostra firma alla stessa. Approfitto della dichiarazione di voto per ricordare all'Assessore dell'agricoltura che la vigilanza non va fatta solo nei confronti, onorevole Pittalis, dei dirigenti di LAORE, credo vada fatta anche nei confronti degli altri dirigenti, non vorrei parlare di ARGEA, e così via. Assessore, questo chiaramente sempre nel rispetto del Consiglio regionale e, soprattutto, nel rispetto dei cittadini. Grazie Presidente, grazie Assessore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, altri hanno scritto la Costituzione italiana, e insieme alla Costituzione italiana, immediatamente dopo, le leggi costituzionali che dotano di autonomia speciale alcune regioni d'Italia. Nonostante quel che si scrive in alcuni noti giornali milanesi, il senso di quell'autonomia aveva un grande valore di conquista di democrazia all'indomani di una guerra che noi tutti ricordiamo come la più sanguinosa della storia umana.
Detto questo, quella Costituzione impone una gerarchia. Il Parlamento e il Consiglio regionale sono gli organi legislativi, quelli che dettano le regole per tutti, perché in questa'Aula, come nell'Aula di Montecitorio o di Palazzo Madama, si può realizzare anche il fatto che io e il collega Pittalis si convenga su una norma perché c'è un'esigenza generale che è compresa da tutto lo schieramento politico. Questo è uno dei casi, ci siamo tornati tre, quattro volte.
Io presiedo una Commissione d'inchiesta dove casi come questo sono molteplici. Dall'approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione la vicenda si è molto complicata; quella è stata una riforma devastante, non so quante centinaia di leggi sono impugnate, sistematicamente, ed è completamente interrotta l'interlocuzione col Governo per evitare l'impugnazione. Quello che non è accettabile è che non siano il Governo nazionale o la Corte costituzionale a ingessare le norme, ma sia l'organizzazione amministrativa e coloro che, giurando sulla Costituzione, devono fare il proprio dovere di attuatori delle leggi approvate dai Parlamenti, che sono gli organi legislativi individuati dalla Costituzione.
Questa è un'operazione eversiva alla quale noi non dobbiamo più, in nessun modo, dare alcun tipo di protezione; dobbiamo combatterla e rimuoverla. Ovviamente io voto a favore della mozione, perché ho sempre condiviso questa esigenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Molto brevemente, Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo Sardegna è già Domani e rivolgo una raccomandazione, che chiedo diventi parte integrante di questa mozione, all'Assessore sul fatto che la pianta organica approvata era per 250 persone, ma è vero anche che l'organico dell'ARAS è superiore alle 250 persone; quindi credo sia necessario, e questo chiedo, che venga immediatamente modificata la pianta organica di LAORE in modo da poter dare una risposta tempestiva a tutti coloro che, come altri hanno detto, costituiscono un elemento fondamentale nell'assistenza al settore zootecnico della Sardegna.
Al collega Cuccu, anche in riferimento all'intervento dell'onorevole Artizzu, ricordo che la verità si deve dire tutta; senza fare dietrologia credo che nessuno possa disconoscere che a suo tempo ci fossero delle parti politiche del centrosinistra che non erano d'accordo su questa norma,.
In Commissione bilancio, peraltro, io presentai l'emendamento la prima volta, dico la prima volta, e non passò, quindi c'era una volontà che nasceva da un'altra parte politica, poi condivisa certamente dal centrosinistra e oggi siamo qui e siamo tutti ben felici che centrodestra e centrosinistra, e tutte le forze intermedie, abbiano recepito il messaggio e diano una risposta immediata e tempestiva, così come il Consiglio ha chiesto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il voto favorevole del nostro Gruppo è già stato annunciato, pertanto io intervengo non soltanto per reiterare questa volontà, ma per porre un'altra questione. Lasciamo perdere le argomentazioni fantasiose di Artizzu, il tempo è anche danaro, che non meritano risposta, ma ora siamo in presenza d'altro. Assessore, sarebbe stato opportuno oggi forse avere anche l'Assessore del personale, perché in questo caso, tra l'altro, contrariamente a quanto ricordava il collega Uras, la Corte costituzionale, come dice molto bene la mozione, primo firmatario Roberto Capelli, non ha cassato questa norma, ma ciò nonostante noi abbiamo funzionari che sono al di sopra anche della Corte costituzionale e decidono che cosa fare.
Presidente Lombardo, si riunisce il Consiglio regionale una mattinata per discutere di un qualcosa sul quale l'Aula si è già pronunciata solennemente e quella norma, esitata dal Consiglio regionale, non è stata cassata dalla Corte costituzionale; nonostante questo, noi siamo costretti a riunirci, per l'ennesima volta, per reiterare, attraverso un altro provvedimento, l'attuazione di quella norma di legge. Costa qualcosa riunire 80 consiglieri regionali? Costa qualcosa impegnare la massima Assemblea elettiva sarda?
E impegnarla su che cosa? Sull'arroganza, sulla tracotanza di una parte dell'amministrazione regionale che non attua le norme. Assessore, io non me la sento di dirle: "Faccia l'impossibile"; o voi siete una Giunta capace di far attuare le norme esitate da questo Consiglio regionale, oppure non ci state a far nulla, andatevene! Perché la prossima iniziativa che io assumerò sarà una mozione di sfiducia verso quegli Assessori che non riescono a far attuare le norme, perché di questo stiamo parlando.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 205.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 59
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 346/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Giacomo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, come si può notare dal titolo del disegno di legge: "Disposizioni in materia di continuità territoriale e di trasporto pubblico locale", su decisione della stessa Commissione è stato operato uno stralcio perché, essendo il problema del trasporto pubblico locale legato a un decreto Monti, si poneva la necessità di affrontarlo separatamente.
Il decreto Monti è stato cassato dalla Corte costituzionale, la scadenza del 30 luglio è venuta meno, quindi la Commissione potrà rivedere con maggiore serenità il percorso da fare, che credo sia ora enormemente facilitato. Rimane in questo stralcio la volontà dell'Unione europea e dello stesso Governo italiano, di una privatizzazione di SAREMAR, privatizzazione sulla fattispecie già attuata dalla Toscana e dalla Sicilia, mentre la Campania la sta completando e la Regione Lazio è quantomeno sulle nostre posizioni. Questo è quanto è stato deciso.
Quindi il discorso sulla privatizzazione SAREMAR viene portato a compimento, deve essere portata a compimento in uno spazio di tempo piuttosto breve la gara d'appalto e privatizzato il collegamento con le isole minori. Sin quando non faremo questo, è sospesa l'erogazione dei 13 milioni e 700 mila euro destinati alla Regione sarda da parte dello Stato proprio relativamente alla SAREMAR; l'erogazione copre 12 anni, ma riprenderà solo dopo l'avvenuta privatizzazione. Ormai siamo in ritardo e dovremo necessariamente accelerare per mettere le isole minori in collegamento con SAREMAR, ma necessariamente collegamenti privatizzati.
Voi sapete che quando è stato esitato questo disegno di legge il discorso sulla vendita della Tirrenia e relativa gara d'appalto era in itinere, con tutte le incomprensioni e le contrapposizioni con la stessa Regione sarda sui metodi, sui modi e sui diritti sacrosanti che la Regione stava reclamando, anche con pronunciamenti all'unanimità in quest'Aula attraverso la mozione numero 111/6 del 10 marzo 2011 e la numero 115 del 16 marzo 2011.
La Tirrenia è stata privatizzata nel modo in cui sapete, con una gara d'appalto che ancora oggi possiamo dire "grida vendetta", è stata svenduta, sono venuti meno i presupposti previsti dallo Statuto sardo, per cui parte di quella flotta e parte di quelle risorse, oltre 72 milioni, sarebbero dovuti andare alla Sardegna. Credo che la Regione debba continuare questa battaglia e non possa certamente abbassare la guardia.
Conoscete lo scenario vissuto anche quest'estate con il caro tariffe che, complice una crisi mondiale, europea e, soprattutto per quanto ci riguarda, sarda, ha causato un danno economico non facile da quantificare ma certamente comprensibile nello scenario e nelle strategie che chi gestisce la Tirrenia oggi, e quindi anche le compagnie private, ha voluto imporre alla Sardegna. Per capire come stanno agendo è utile fare riferimento anche a ciò che aveva deciso a suo tempo nell'aggiudicazione della gara, per darne approvazione, lo stesso garante dell'Antitrust. Il Garante aveva stabilito che le due compagnie o le due società dovevano agire separatamente, e cioè non poteva essere consentito quel code sharing.
Il code sharing è la volontà che ha chi ci dovrebbe garantire di imporre alle due compagnie, perché dovrebbero essere due cose separate, almeno apparentemente, di fare le tratte e di non poterne cancellare nessuna nel momento in cui viene meno il numero dei passeggeri da trasportare. Diverse volte su Genova e su Olbia sia la Moby che la Tirrenia, in presenza di uno scarso numero di passeggeri, hanno fatto partire soltanto la Tirrenia risparmiando una quantità di risorse non indifferente.
Se dovessimo consentirgli di fare ancora tutto questo nell'arco dell'anno, poichè ogni viaggio ha un costo di 100 mila euro, 100 mila euro rapportato per 365 giorni (chiediamoci quante operazioni di questo genere potranno eventualmente fare), porta a un risparmio per loro, e di conseguenza un guadagno alle loro tasche, di diverse centinaia di migliaia di euro, qualche "milionata" durante l'anno.
Questo, perché lo dico? Perché è la dimostrazione che il pericolo che stiamo correndo è che, essendo una stessa cosa sia l'ex Tirrenia, sia Grimaldi e naturalmente Onorato, proprietari delle compagnie che operano nei collegamenti da e per la Sardegna, questo monopolio ha creato e creerà problemi. Come difendersi?
La Regione, a suo tempo, per impedire un caro tariffe indiscriminato, al quale non si opponesse un minimo di reazione, ha coinvolto la SAREMAR, affittando le navi e cercando di calmierare il mercato imponendo tariffe più basse, nei collegamenti fra Olbia-Civitavecchia e fra Porto Torres e la sponda ligure. Questa iniziativa io credo che abbia generato aspetti positivi perché se qualcuno ha iniziato a rumoreggiare, se sono partite denunce, se è partito di tutto e di più contro la Regione sarda, significa che è stata un elemento di disturbo.
Siccome la SAREMAR non esiste più (in effetti dovremo legiferare la sua privatizzazione), quando si parla di flotta sarda si parla di un soggetto, di una "società onlus" il cui obiettivo è creare il presupposto per la nascita di un mercato che, diversamente, sarebbe in mano solo agli armatori napoletani. Stiamo parlando di uno strumento di difesa, non ci stiamo inventando armatori, non ci stiamo inventando spese esorbitanti, ma questo strumento va creato.
Per essere chiari, orientativamente (poi sarà la Giunta a fornire ulteriori dati), perché mi sono anche preoccupato di effettuare delle verifiche, tenuto conto che spendiamo centinaia di milioni, se vogliamo decine di milioni in tante iniziative, dalla continuità territoriale aerea a quella relativa al trasporto pubblico gommato, che è il capitolo principale dell'Assessorato dei trasporti (lo stanziamento è pari a 140-150 milioni di euro, ma a volte quando si poteva anche di più), salvaguardare il regime tariffario delle quattro tratte principali - posso anche sbagliare - ritengo sia una spesa irrisoria.
Le quattro tratte principali restano Porto Torres-Genova, Olbia-Civitavecchia, Cagliari-Civitavecchia e naturalmente Cagliari-Livorno per il trasporto delle merci con l'alleggerimento della dorsale sarda. Noi non dovremmo spendere più di 15 milioni all'incirca, poco più o poco meno, ma sapete meglio di me che cosa significano 15 milioni spesi per attivare uno strumento di difesa al fine di impedire che il tutto resti in mano agli armatori napoletani.
Se non dovessimo attuare questa iniziativa, andremmo incontro a un regime di monopolio unico in Italia per cui l'isola principale, che è la Sardegna, non certo la Sicilia che ha collegamenti più brevi e più diretti, resterebbe sotto l'aspetto economico, sociale e di libertà assoluta di un popolo, in mano a questi signori che deciderebbero ancora loro quanto farci pagare, con quali strumenti collegarci.
Correremmo pertanto un rischio che non pagheremmo, perché forse qualcuno non lo ha ancora toccato con mano direttamente, nell'immediatezza (comunque il danno c'è stato) ma nel prossimo futuro, e sarebbe il rischio che quest'isola possa essere legata a un cordone ombelicale, non dipendendo perciò da se stessa. Parliamo di sovranità, parliamo di indipendenza, parliamo di libertà e poi lo strumento principale della nostra libertà sarebbe in mano ad altri. Se non dovessimo capire questo? Allora, veramente, nel prossimo futuro leggeremo situazioni piuttosto delicate, avremo un sistema economico legato ad altri e non saremo mai noi a poter decidere con serenità la nostra libertà e il nostro tipo di sviluppo.
In questo caso il mare è un tipo di sviluppo del quale non potremo fare a meno, è uno strumento di collegamento essenziale, e su questo credo che il Consiglio regionale debba porre quanto meno con assoluta certezza la parola "fine"; siamo noi cioè in condizioni di poter mantenere un mercato aperto, un regime tariffario vincolato e non strangolato. In questi giorni ho provato dispiacere nel vedere i sardi imbarcarsi, e molte volte anche "agevolati" con i soldi del Consiglio regionale, per andare a protestare giustamente e cercare in tutti i modi di difendere il posto di lavoro, sulla Tirrenia, mentre la nostra compagnia, sino a prova contraria, era lì a disposizione con tariffe inferiori.
E noi in questo modo abbiamo fatto campagna di promozione a favore di una compagnia che è la nemica dei sardi, è sempre stata la nemica dei sardi e lo sarà ancora di più in mano ai privati, più di quanto non lo sia stata per tutto questo tempo quando è rimasta in mano ai sardi che esprimevano, come qualcosa di eccezionale, un vicepresidente di Tirrenia che non ha mai rappresentato niente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, oggi affrontiamo la discussione di un testo di legge che tocca uno dei problemi principali che affligge il popolo sardo e la sua economia: i collegamenti con il resto della nazione e ciò che ne consegue. L'onorevole Giacomo Sanna ha parlato di una relazione di maggioranza predisposta ai primi di giugno, mentre questa è stata predisposta in quei giorni; nel frattempo le cose sono anche abbastanza cambiate o diciamo che sono andati a compimento alcuni disegni che erano in corso allora.
Certamente la condizione di insularità che caratterizza la nostra regione rende la tematica dei trasporti in genere, ma quella dei collegamenti marittimi e aerei in particolare, fondamentale per qualsiasi discorso di prospettiva sul suo sviluppo. Nel momento in cui è stata privatizzata la Tirrenia, con questo 67disegno di legge si da indirizzo alla Giunta affinché venga portato a compimento anche il processo di privatizzazione della SAREMAR.
Questa indicazione viene data dopo anni di sollecitazioni in tal senso da parte dell'Unione europea, in ottemperanza al Regolamento comunitario 3577/92, e in un momento in cui il quadro tariffario e di collegamenti tra la Sardegna e la penisola è diventato assolutamente insostenibile. Nell'arco di due anni abbiamo assistito a degli aumenti effettivamente inconcepibili, incomprensibili e, ancor di più, inaccettabili. Con la partecipazione della compagnia CIN alla gara di privatizzazione della Tirrenia, si è profilata una situazione di monopolio assoluto; monopolio in parte, e soltanto in minima parte, sventato dal ricorso alla Unione europea che ha portato la stessa compagnia a ridurre il numero dei partecipanti e, quindi, a creare le condizioni affinché la stessa Unione europea non intervenisse.
In questa situazione la Regione, da un anno, ha portato avanti il discorso di coinvolgere la propria compagnia controllata, la SAREMAR, al fine di contrastare la politica tariffaria degli armatori privati, nei trasporti oltreché dalla Sardegna per le isole minori anche per la penisola. E' stata un'iniziativa della quale si è discusso a lungo, che ha destato molto interesse, molte speranze, però anche molte preoccupazioni. Non è stata un'esperienza che possiamo giudicare, alla fine, positiva dal punto di vista economico, e questo non perché non debba esserci un intervento economico a sostegno di questi trasporti.
Questo serve per capire che un'operazione che riprende il discorso della SAREMAR, e cioè partecipare a questa politica dei trasporti con un proprio intervento e con l'istituzione di una nuova società, di fatto significa riproporre lo stesso identico problema. Si dice, pur proponendo l'istituzione della flotta sarda, che "non vogliamo fare gli armatori", però questo o si fa o non si fa, non è che si possa annunciare che si vuole fare una cosa e poi che non si vuole fare. E' un problema serio, non si può fare gli armatori la domenica se serve, non si improvvisa una società con tanto di personale e tecnologia adeguata per mobilitarla solo se, eventualmente, c'è la necessità. Non ci sono le condizioni, non è un percorso che si può percorrere, non è un percorso che si può percorrere!
Ora, il problema è molto complesso, nessuno di noi sottovaluta la questione e credo che anche lo sforzo che si sta facendo da parte dell'Assessore di tentare di dare una risposta a una situazione difficilissima vada preso per quello che è senza nessuna strumentalizzazione, senza pensare che ci sia dietro chissà che cosa. C'è senz'altro la volontà di dare risposta a questo problema e di questo io non ho difficoltà a prenderne atto.
Non ho difficoltà neanche a dire, però, che non è la risposta più giusta, perché abbiamo l'esigenza innanzitutto di far capire al Governo nazionale che questo non è un problema solo dei sardi, questo è un problema che riguarda l'intera nazione; non è la Sardegna distante dall'Italia è anche l'Italia distante dalla Sardegna. E questo mare che ci separa è un mare che dobbiamo affrontare nell'insieme, con l'intera comunità nazionale, nel senso che per poter accorciare questa distanza, per poter diminuire queste miglia, servono le risorse del Governo nazionale. Se queste risorse del Governo nazionale sono state utilizzate per poter regalare la Tirrenia a dei privati, mi spiegate come è possibile che la Regione regga il confronto con l'istituzione di una società il cui principale concorrente ha i fondi del Governo a disposizione per fare quel che vuole?
Io non ho trovato una risposta a questa domanda eppure mi sono impegnato, con tutta la buona volontà; ho cercato di capire se davvero questa iniziativa poteva avere una prospettiva e l'ho fatto perché come spot ha un ottimo appeal tra la gente, quindi è difficile anche dire alla gente: "Non dobbiamo fare la flotta sarda" nel momento in cui due persone con una automobile pagano più di mille euro per poter venire in Sardegna e poi tornare nella penisola. C'è una grandissima preoccupazione tra gli operatori turistici non soltanto per quanto pagano i sardi, ma per quanto pagano tutti gli altri che vogliono venire in Sardegna, coloro che dovrebbero alimentare un'economia sulla quale noi puntiamo.
Allora, lo strumento dal punto di vista mediatico può avere anche un appeal, un senso, un'accoglienza da parte della gente comune, il problema vero è che però non risolverà e non potrà risolvere il problema se non riusciamo, come Regione, a costruire un percorso che sia diverso e che veda insieme la Regione sarda e il Governo nazionale dal quale dobbiamo ancora pretendere che metta le risorse a disposizione per la soluzione di questa problematica. Certo, la chiusura della partita Tirrenia per come si è chiusa, non aiuta, non siamo riusciti a evitarla ed era quello l'obiettivo che dovevamo imporci.
Noi dobbiamo essere consapevoli, con forza, innanzitutto di chi deve farsi carico degli oneri, che comunque ci sono, se si vuole diminuire il costo a carico dei viaggiatori; qual è lo strumento più idoneo affinché questa diminuzione degli oneri ci sia e, non secondaria questione, qual è il ruolo che alla Regione viene assegnato in questo percorso. Ho già accennato prima che relativamente alla domanda su chi deve pagare non ci può essere incertezza: dobbiamo pretendere che a disposizione di questa partita siano messi fondi nazionali.
Succede altrove, può succedere anche in Italia, deve succedere principalmente a favore della Sardegna, perché ha ragione il collega Giacomo Sanna quando ricorda che la Sicilia è molto più vicina all'Italia di quanto non lo sia la Sardegna e che il problema è principalmente della Sardegna. Il collegamento Sicilia-penisola, Sicilia-Calabria è un collegamento che ha gli stessi tempi e la stessa cadenza che ha in Sardegna il collegamento con La Maddalena, quindi non esiste alcun paragone con quella realtà.
Esiste un "problema Sardegna" di cui il Governo nazionale deve farsi carico; esiste un problema Sardegna che la Regione sarda, il Presidente della Regione sarda, la Giunta regionale, il Consiglio regionale deve imporre nell'agenda del Governo nazionale e non regalando 72 milioni di euro all'anno, per i prossimi otto anni, affinché un privato si carichi la compagnia Tirrenia per salvare i posti di lavoro presenti in quella compagnia e per scaraventarla addosso ai sardi, ma non utilizzandola per diminuire le tariffe che i sardi e i non sardi devono pagare sulle tratte da e per la penisola.
E' un problema quindi da risolvere con grande chiarezza; gli oneri devono essere a carico dello Stato, ma se gli oneri devono essere a carico dello Stato non capisco come noi possiamo risolvere il problema creando una compagnia sulla quale, se vogliamo che funzioni, dobbiamo mettere quattrini. Non possiamo pensare che non dovremmo metterci soldi, non possiamo pensare che non dobbiamo metterci quattrini. Serve a nostro parere un quadro legislativo chiaro anche a livello nazionale.
Serve che le forze politiche sarde premano affinché una legge nazionale garantisca questo principio. Serve che il Parlamento italiano vari una norma che individui un percorso preciso in merito a questo tema, che conservi e affidi alla Regione importanti ruoli di gestione, ma che stanzi innanzitutto risorse in maniera chiara. Serve che il mondo degli armatori europei venga messo in condizione di poter partecipare eventualmente all'utilizzo, qualora non ci siano le condizioni per un servizio adeguato, a tariffe adeguate e senza obblighi di servizio, di eventuali risorse che dovranno comunque essere messe a disposizione.
E allora che fare con questo disegno di legge? Noi abbiamo votato contro in Commissione quarta, abbiamo votato contro in modo convinto sapendo che nnon è la soluzione al problema, pur importantissimo, che abbiamo davanti; e l'abbiamo davanti noi ma l'hanno davanti ancor di più i sardi fuori da quest'Aula; abbiamo votato contro in modo convinto perché pensiamo che si debba trovare un'altra strada.
Io non sono convinto che esiste un Governo nazionale cinico e baro che se la prende con i sardi e che i sardi sono vittima dell'essere italiani, io non ho questa convinzione dentro di me, quindi ragiono tenendo conto di questo fatto; sono però altresì convinto che serve che la Regione Sardegna si dia un governo autorevole che abbia la capacità di interloquire e l'autorevolezza che le viene dall'avere dietro un intero popolo che la sostiene, l'autorevolezza per contrattare con il governo percorsi che ci consentano di uscire da questo tunnel in cui siamo andati a ficcarci.
Questa richiesta non può essere avanzata con un'arma che può apparire vagamente ricattatoria ma che, di fatto, mette a repentaglio le nostre finanze e non risolve il problema; serve che il Ministro competente venga a ragionare con la Giunta regionale sarda per trovare una soluzione nell'ambito delle regole comunitarie con le quali altrimenti, nell'arco di un brevissimo tempo, ci scontreremo di nuovo.
Io non dimentico quello che sta accadendo (tante volte ne abbiamo parlato in quest'Aula) nel mondo dell'agricoltura a causa della fantomatica legge numero 144; legge che, per colpa di un percorso legislativo non corretto, ha costretto tantissime aziende sarde a chiudere i battenti.
Noi non possiamo permetterci di mettere in moto un meccanismo che porti nella stessa direzione, non possiamo permetterci nel momento in cui ci hanno obbligato a chiudere due compagnie pubbliche, Tirrenia e SAREMAR, a metterne in piedi un'altra sperando che non se ne accorga nessuno. Non è pensabile che i regolamenti comunitari valgano in un caso e non valgano in un altro. Se vogliamo muoverci all'interno di regole certe dobbiamo farlo prima di tutto perché lo dobbiamo ai nostri sardi che, su questo fronte, non vanno ingannati.
E allora, che dire, non c'è rimedio? Certo che c'è, e lo dobbiamo trovare in maniera che sia certo e duraturo, in maniera che tenga conto che non esiste soltanto l'armatore che ha preso in consegna il regalo della Tirrenia, che gli ha fatto il Governo. Deve essere chiaro, invece, che esiste un sistema europeo di armatori che può essere messo in campo, esistono le condizioni affinché le finanze messe in campo dallo Stato possano essere utilizzate al meglio e nel solo interesse che noi possiamo concepire, quello dei sardi e di chi viaggia o vuole che altri viaggino verso la Sardegna, perché ne va della crescita della nostra economia.
Per chiudere, ribadisco che noi non siamo favorevoli alla istituzione di questa società e quindi, poiché il disegno di legge è articolato in maniera tale che tutti i vari articoli richiamano questa scelta di fondo, a parte la privatizzazione della SAREMAR che comunque mi sembra di capire non possa essere evitata, per il resto noi voteremo contro, ma lo faremo consapevoli e disponibili ad affrontare da subito il tema con l'Assessore e con la Giunta per trovare le soluzioni adeguate per risolvere effettivamente il problema che abbiamo davanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, l'argomento che affronteremo in quest'Aula la settimana prossima, riguardante la cosiddetta "flotta sarda", ha certamente una grandissima rilevanza e non si limiterà solamente all'esame del testo di questo disegno di legge; nel corso della discussione presumibilmente si affronterà una serie di questioni inerenti il trasporto sia che riguardi SAREMAR, che riguardi le isole minori, che riguardi i trasporti col Continente, che riguardi la nuova Tirrenia.
Proprio perché ci saranno complicazioni e implicazioni riguardanti il trasporto in generale, io credo sia indispensabile, Presidente, ed è quello che chiedo, che il Presidente della Regione sia presente durante la discussione generale perché penso che su alcuni argomenti l'Assessore non possa darci le risposte che noi ci attendiamo. Mi riferisco al tema dei rapporti con lo Stato nel momento in cui è stata bandita la gara con la Tirrenia, mi riferisco al momento in cui si è deciso di mettere in piedi una flotta sarda a totale capitale pubblico.
Vorremmo capire dal presidente Cappellacci quali passaggi ha seguito (e dare qualche indicazione), se queste sono le indicazioni che nascono dalla Presidenza della Regione, certamente non dall'Assessorato. Ecco perché chiedo che il Presidente della Regione sia presente in quest'Aula.
Elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari
PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca: "Sostituzione di un componente del Comitato misto paritetico per le servitù militari".
Il Consiglio regionale deve procedere, ai sensi della legge 24 dicembre 1976, numero 898, così come modificata dalla legge 2 maggio 1990, numero 104, all'elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari in sostituzione di Luigi Spano, deceduto.
Verrà consegnata una scheda nella quale ogni consigliere dovrà scrivere un nome, risulterà eletto chi conseguirà il maggior numero di voti, a parità di voti verrà eletto il più anziano di età. Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari.
(Seguono la chiama e lo spoglio delle schede)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
schede bianche 15
schede nulle 6
Hanno ottenuto voti: Giuntini Antonello, 36; Codonesu Fernando, 1.
Viene proclamato eletto: Giuntini Antonello.
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Il Consiglio è riconvocato domani, venerdì 14 settembre, alle ore 10, per l'esame congiunto delle mozioni numero 204 e 199.
La seduta è tolta alle ore 12 e 47.
Allegati seduta
CCCXLVII Seduta
Giovedì 13 settembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 31.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 luglio 2012 (339), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gavino Manca, Sergio Obinu, Onorio Petrini, Matteo Sanna, Paolo Terzo Sanna, Carlo Sechi e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 settembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Constatata l'assenza della Giunta, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 31, viene ripresa alle ore 10 e 51.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della mozione numero 205.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Capelli - Diana Mario - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Campus - Mulas - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sull'applicazione dell'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e dell'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 inerente il passaggio del personale dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) all'Agenzia regionale LAORE anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALEPREMESSO che il Consiglio regionale della Sardegna con legge regionale 4 agosto 2011, n. 16, articolo 6, comma 3, aveva disposto il passaggio di tutto il personale dell'ARAS verso l'Agenzia LAORE Sardegna al fine di rendere più compiuta la riforma degli enti agricoli ed evitare inutili quanto dannose sovrapposizioni fra enti;
RILEVATO che la mancata operazione di accorpamento sta creando notevoli tensioni e preoccupazioni nel personale ARAS nonché negli allevatori ai quali l'ARAS fornisce importanti servizi di assistenza tecnica legati alla misura 215 e servizi aggiuntivi;
CONSTATATO che la sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012 riconosce piena legittimità a quanto previsto nel succitato articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 e rimette in primo piano il problema dell'efficienza ed efficacia degli enti agricoli e dell'Agenzia LAORE in particolare,
impegna l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
ad attivarsi nell'immediato, sentite le organizzazioni sindacali, al fine di rispettare l'applicazione di quanto previsto all'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e all'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011. (205))
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CAPELLI (Sardegna è già domani). Presidente, la mozione oggetto di discussione fa riferimento a una legge del Consiglio regionale, esattamente al comma 40, articolo 2, della legge regionale numero 3 del 7 agosto 2009, . Consentitemi una piccola parentesi su questa legge: è lo specchio dell'iter delle leggi regionali; discussa ed esitata dal Consiglio nel 2009, prevedeva il passaggio dei dipendenti dell'ARAS a LAORE, ma per una serie di vicissitudini non ha trovato ancora piena applicazione.
In questi tre anni è successo un po' di tutto, dalle libere interpretazioni alla legge del Consiglio da parte di solerti dirigenti, dalla volontà dell'assessore Prato, allora Assessore dell'agricoltura, di non voler dare corso alla legge votata in Consiglio regionale, alle audizioni prima in Commissione agricoltura e poi nella Commissione d'inchiesta dei commissari alternatisi alla guida di LAORE e degli Assessori (con le garanzie, da parte degli stessi, della determinazione di dare piena applicazione alla volontà del Consiglio espressa appunto nella legge richiamata), fino alle aule dei tribunali.
Dopo tre anni si è arrivati alla conclusione dell'iter giudiziario, con la sentenza numero 212 della Corte costituzionale che dà piena legittimità alla legge in questione. In questo caso parliamo della legge numero 16, articolo 6, comma 3 che modificò l'originaria legge numero 3 articolo 2, comma 40. Ricordo una seduta del Consiglio regionale in cui si discuteva, in maniera pleonastica devo dire, su quanto stabilito dal comma 40, articolo 2, della legge numero 3 del 2009, cioè se la pianta organica di riferimento per il trasferimento del personale dall'ARAS a LAORE dovesse essere una pianta organica ampliata, cosa vietata dalla Brunetta, oppure se si dovesse fare riferimento alla pianta organica esistente in LAORE. Fu un'ampia discussione, poi con emendamenti orali si risolse la questione e si arrivò quindi alla stesura del comma 3, articolo 6, della legge numero 16, del 4 agosto 2011.
Nonostante questo altri dubbi vennero sollevati dai dirigenti, benché l'allora commissario di LAORE, Usai, desse ampie garanzie sulla definizione della pianta organica dell'azienda da lui presieduta, e la piena disponibilità a dare attuazione alla legge. Siamo arrivati a oggi, settembre 2012, con questa mozione preceduta nel 2009 stesso da un'altra mozione, presentata dai colleghi Bruno, Uras, Salis, Agus e Barracciu, nella quale si richiedeva, anche in quella data, di dare piena applicazione alla legge votata in Consiglio.
Bene, ora io credo che possiamo assolutamente porre fine a questa vicenda con l'approvazione della mozione che penso e spero possa trovare il pieno consenso dell'Aula e della Giunta. La sentenza, già richiamata, la numero 212 del 2012 riconosce quindi piena legittimità all'articolo 6, comma 3, della legge numero 16, quindi pone fine alla vicenda, e si chiede che la Giunta sia conseguente e nell'immediatezza dia corso alla volontà consiliare.
Questo in sintesi, ma sintesi spero abbastanza chiara, l'iter di riferimento della legge del passaggio dei dipendenti dall'ARAS a LAORE. Chiedo quindi che la Giunta possa condividere quanto richiesto nella mozione, e si ponga definitivamente fine a una vicenda abbastanza discutibile.
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la fine del primo intervento.
Il primo iscritto a parlare è il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, in premessa vorrei ringraziare il collega Capelli per la ricostruzione precisa che ha fatto di una vicenda imbarazzante, e per alcuni aspetti vergognosa, che riguarda il funzionamento delle istituzioni. Il collega Capelli ha ricordato (io voglio inserire un ulteriore elemento) che questa vicenda nasce nella precedente legislatura; un emendamento presentato dal sottoscritto e dal collega Biancu, addirittura alla finanziaria del 2008, pose il tema della necessità di far risparmiare la Regione Sardegna potenziandone contemporaneamente i servizi.
Nella vicenda ARAS, sembra un paradosso, si discute proprio di come utilizzare al meglio i finanziamenti assegnati dalla Regione, al 100 per cento, per coprire il costo di un personale che viene impiegato per gestire servizi di assistenza tecnica e di controllo agli allevatori, per potenziare e migliorare questi servizi ma, contemporaneamente, riuscendo a risparmiare delle risorse.
Quindi un'iniziativa, nata a fine 2007, che ha visto vari passaggi legislativi in questo Consiglio regionale e, soprattutto, Assessore dell'agricoltura, collega Cherchi, ha visto la reazione sconsiderata, l'opposizione, il contrasto di larga parte dei funzionari regionali del settore, nonché degli Assessori del personale e dell'agricoltura del periodo, all'applicazione di questa legge.
Io non voglio aggiungere altro se non che con i colleghi Cocco Daniele e Mariani abbiamo presentato un'interpellanza, il 18 novembre del 2009, all'inizio della legislatura, per sottolineare l'intento di recuperare questa volontà espressa dal Consiglio per un potenziamento di un settore fondamentale, così lo riteniamo, come quello dell'allevamento in Sardegna; ora, dopo la sentenza richiamata dal collega Capelli che ha sgombrato il campo ormai definitivamente da ogni dubbio sulla legittimità dell'articolo 6, comma 3 della legge numero 16 del 2011, assessore Cherchi noi le chiediamo di voler velocemente recuperare il tempo perduto e di dare definitivamente attuazione a una volontà unanime che il Consiglio regionale ha espresso su questa vicenda.
Concordo sull'auspicio che l'Aula voglia recuperare anche oggi questa unanimità per dare più forza all'assessore Cherchi e complessivamente alla Giunta, e per far sì che questo provvedimento possa velocemente essere approvato e applicato, così che possa esplicare le potenzialità positive che in esso sono individuate. Ripeto, l'unico obiettivo che noi vogliamo raggiungere è di utilizzare al meglio le risorse della Regione per potenziare i servizi, rendendoli più moderni e più puntuali, offerti alle strutture deputate all'allevamento del bestiame sardo, quindi, agli allevatori sardi, a quanti già operano e a quanti auspicabilmente volessero operare nel futuro in questo settore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Devo dire che avrei preferito non discutere più di questo tema in quest'Aula; ne abbiamo parlato all'inizio di legislatura, in occasione della prima finanziaria approvata da questo Consiglio, ne abbiamo riparlato successivamente, sempre su richiesta di un gruppo di lavoratori qualificati che prestano la loro opera per la Regione garantendo un servizio di assistenza tecnica agli operatori di uno dei comparti economici più importanti dell'Isola: il comparto zootecnico.
L'assistenza tecnica nel suo complesso in questo comparto è affidata a questi tecnici e la drammatica situazione in atto l'abbiamo tutti davanti agli occhi, così come abbiamo anche davanti agli occhi tutti i progressi che da un punto di vista tecnico e produttivo questo comparto ha messo in campo. Questi progressi sono stati compiuti proprio grazie alla grandissima esperienza maturata da alcune centinaia di tecnici che hanno contribuito a migliorare, considerevolmente, le capacità imprenditoriali dei nostri allevatori.
Ancora prima che si insediasse questo Consiglio regionale si decise che a questi lavoratori si dovessero dare le stesse opportunità offerte a tantissimi altri loro colleghi che, negli stessi anni, erano stati introdotti nel mondo del lavoro dall'azione della Regione sarda, trovandosi a operare pressappoco con gli stessi criteri di assunzione o dei cosiddetti ispettorati agrari di allora o in quelle che sono oggi le agenzie agricole regionali. Hanno avuto un percorso diverso però hanno dato all'agricoltura sarda lo stesso identico contributo.
Io non so perché, dopo tre anni, siamo ancora qui a parlarne; certamente non è un'operazione che si può fare in sordina essendo coinvolte alcune centinaia di persone alle quali, ancora oggi, si chiedono presenza nel territorio ed espletamento di pratiche estremamente delicate; pratiche il cui mancato espletamento ci impedirebbe di utilizzare ingenti risorse comunitarie.
Poiché c'è moltissima incertezza nel portare avanti questo indirizzo che il Consiglio regionale ha dato da diverso tempo, io credo che serva maggiore coraggio da parte dell'Assessore dell'agricoltura, credo che serva maggiore coraggio e coerenza da parte di chi oggi sta governando le agenzie agricole interessate a questo passaggio. Non è pensabile che ogni atto necessario per portare a conclusione la pratica debba essere sollecitato dal Consiglio regionale più volte negli anni. Se ci sono problemi li si metta in campo, diversamente io credo che sia doveroso chiudere questa pratica in maniera definitiva, dando anche a questi lavoratori la serenità necessaria per poter continuare a svolgere, possibilmente al meglio, quel compito che noi comunque da tempo gli stiamo chiedendo di eseguire.
Ecco perché sollecito innanzitutto l'Aula ad approvare questa mozione e l'Assessore a tenerne conto nei tempi più brevi possibili affinché, invece di parlare di questo tema, in quest'Aula si parli dei problemi dell'intero settore agricolo e di quello che dobbiamo fare per aiutarlo a risolverli. In particolare richiamo il settore nel quale potrebbero essere utilmente impiegati anche i tecnici di cui stiamo parlando, il settore suinicolo che vive un dramma che tutti abbiamo di fronte e sul quale, a mio parere, la nostra azione non è ancora sufficiente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Questa mozione si è stati costretti a presentarla perchè per risolvere questo problema abbiamo approvato una legge in questa legislatura (legge sollecitata già dalla precedente legislatura), ma a questa legge non è stata data una risposta.
A nessuno sfugge l'importanza dell'ARAS, così come a nessuno sfugge l'importanza delle APA provinciali, che ovviamente devono essere tenute nella debita considerazione perché, come tutti sanno, le APA fanno parte del Consiglio di amministrazione dell'ARA, quindi sono il braccio operativo nel territorio. L'impegno chiesto all'Assessore è stato quello di attivarsi immediatamente, non si può più aspettare; la presenza dei tecnici dell'ARAS nel territorio regionale è infatti fondamentale per il comparto zootecnico.
Pertanto, la presentazione di questa mozione da parte del collega Capelli, e di tutti i colleghi che poi hanno voluto sottoscriverla, è legittima e credo che in tempi brevissimi debba essere approvata così che la Giunta dia immediatamente attuazione, non tanto alla mozione quanto alla legge che è stata approvata, perché altrimenti diventerebbe l'ennesima legge approvata da questo Consiglio regionale che, come tante altre, non trova poi applicazione da parte della Giunta.
Quindi, l'invito è di votare velocemente questa mozione ma l'invito più pressante è quello rivolto all'Assessore affinché si impegni immediatamente in quest'Aula dicendo esattamente in quali tempi vuole mettere in pratica questa legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
Non è presente in Aula quindi decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
Non è presente in Aula quindi decade.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale. Colleghi, avete tracciato voi, soprattutto l'onorevole Capelli nel corso dell'illustrazione della mozione, la "storia" di questo problema. Siamo davanti a una norma regionale non applicata, siamo davanti a una norma regionale impugnata e siamo davanti a una sentenza della Corte costituzionale, la numero 212, che invece dichiara, non la legittimità di quell'articolo nello specifico, quindi non la legittimità dell'inquadramento del personale ARAS in Laore, ma semplicemente constata che la norma impugnata, cioè il comma 3 dell'articolo 6 della legge regionale numero 16 del 2011, non prevede un concorso riservato a personale precario, mentre l'articolo 2, comma 40 della legge regionale numero 3 del 2009 non è stato oggetto di esame da parte della Corte in quanto non è mai stato oggetto di impugnazione.
Questo è il contenuto della sentenza su cui ho voluto fare giusto un chiarimento, e non certo per polemizzare con qualcuno. Pertanto il Consiglio regionale ha dato un indirizzo preciso, che nasce dalla legge a monte, ed è quello di inquadrare il personale di ARAS all'interno di Laore, con un problema però, che io prospetto al Consiglio regionale e che attiene all'altro atto di indirizzo che il Consiglio deve dare alla Giunta.
A mio parere la legge numero 16 sembrava voler fissare, in realtà, il numero delle unità da inquadrare in Laore con due vincoli fondamentali. Il primo di questi vincoli riguarda il numero dei posti vacanti, che noi in realtà non conosciamo perché nella pianta organica vigente, ufficialmente, non abbiamo questa posizione; quindi le piante organiche già adottate non sono chiare.
Il Consiglio regionale, quindi, dovrebbe dare mandato alla Giunta di modificare la pianta organica, stando attenti però a un aspetto, che credo sia abbastanza importante, e cioè la dimensione totale dei lavoratori di ARAS. Sto parlando di circa 250 unità (dico "circa" per non entrare nel merito dei dati esattissimi perché non credo sia questo l'aspetto importante) che devono trovare spazio all'interno dell'agenzia Laore; e per poter trovare spazio all'interno dell'agenzia Laore credo sia importante individuare, all'interno dell'agenzia appunto, quali sono in questo momento i posti vacanti, e onorare comunque il dettato normativo dell'inquadramento attraverso la selezione dello stesso personale ARAS, stabilendo nella seconda fase come aumentare la dotazione all'interno di Laore.
Questo è un ulteriore atto di indirizzo necessario da parte del Consiglio regionale, perché spesso in Consiglio regionale (questa è una lamentela un po' continua da parte del Consiglio stesso, e io sono il primo in quanto componente a lamentarmi) approviamo delle leggi che poi non vengono attuate da parte degli Uffici perché attraverso la predisposizione dei successivi atti amministrativi le ritengono non legittime e quindi non attuabili.
Ecco perché ritengo che sia utilissimo un ulteriore atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale, affinché sia da parte del mio Assessorato, ma successivamente anche da parte dell'Assessorato regionale degli affari generali e del personale che a tutti gli effetti attua il dettato legislativo, si possa portare a compimento il percorso di questo provvedimento che è atteso da anni.
Presidente, chiedo dieci minuti di sospensione per predisporre un ordine del giorno per integrare la mozione, presentata dagli onorevoli Capelli è più, anche con quanto da me prospettato. Per il resto, ritengo che l'impegno che si chiede all'interno della mozione possa essere condiviso anche da parte della Giunta.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 16, viene ripresa alle ore 11 e 26.)
PRESIDENTE. Comunico che la consigliera Zuncheddu è rientrata dal congedo.
Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Non ruberò tanto tempo, sottolineo soltanto che si riscontra nell'intervento dell'Assessore sicuramente una condivisione del problema. Auspico quindi la condivisione di tutto il Consiglio nella votazione della mozione, sottolineando per l'ennesima volta che la decisione, spero unanime del Consiglio, supporti ancora di più l'Assessore nell'invitare i dirigenti e i funzionari preposti a dare piena applicazione alla norma, a farlo nell'immediatezza dei tempi e, soprattutto, rispettando pienamente l'indirizzo del Consiglio regionale.
Le vertenze aperte con la dirigenza regionale cominciano infatti a essere troppe e, molto spesso, ingiustificate.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 205.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole sulla mozione, la quale tra l'altro riguarda un argomento discusso non solo nella passata legislatura, ma in discussione ormai dall'inizio di questa legislatura. Si è discusso più volte in Commissione di questo problema, così come si è discusso del problema delle APA al quale, viste anche le decisioni assunte dal Governo nazionale, questo Consiglio dovrà in qualche modo mettere mano.
L'Assessore ha parlato di pianta organica, ma la pianta organica non ritengo abbia necessità di essere predisposta in quanto è già stata definita anche con atti amministrativi (ricordo che in Commissione agricoltura l'ex direttore generale di Laore comunicò che la pianta organica era stata approvata). Per accelerare i tempi credo non sia necessario in questo momento pensare di adeguare la pianta organica con altre figure professionali che nulla hanno a che fare con le 250 unità dell'ARAS.
Quindi, Assessore, questo è un provvedimento da chiudere quanto prima, abbiamo perso troppo tempo, il lavoro che le ARAS svolgono nei territori è un lavoro indispensabile viste anche le importanti problematiche che sta affrontando il settore dell'agricoltura. Anche il nostro invito è quello di procedere quanto prima alla definizione di questo problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ribadisco il voto favorevole del Gruppo I.d.V. all'approvazione della mozione ma voglio fare anche una raccomandazione. La raccomandazione, assessore Cherchi, non è per lei, ma è rivolta a quanti, eventualmente, volessero continuare a fare opera di ostruzionismo e di blocco di una decisione del Consiglio regionale. Questa volta non ci sono più dubbi che la legge debba essere applicata e chi non applica la legge sappia che è fuori dalla legge e che ne risponderà: a questo Consiglio e fuori da questo Consiglio.
Non siamo più disposti a essere presi per il naso da interpretazioni eccessivamente restrittive e che tendono a mantenere lo status quo della struttura regionale. Il comparto dell'agricoltura va difeso anche con provvedimenti come questo, e noi chiediamo con forza che la legge venga applicata nel minor tempo possibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, innanzitutto chiedo ai presentatori della mozione di poter aggiungere la firma del sottoscritto e quella di quanti, colleghi del P.d.L., ritengano di sostenere questa battaglia. Una battaglia per la verità non nuova, che ci ha visto protagonisti, e che oggi grazie a questa mozione si ripropone.
Assessore Cherchi, so che lei non ha assolutamente responsabilità ma, glielo dice un amico, glielo dice un componente del suo Gruppo, uno che sostiene questa Giunta, la pazienza ha un limite e c'è un limite a ogni questione.
Questa è una delle pagine più vergognose che l'amministrazione regionale registri, perché non è possibile che rispetto a una norma chiara, che non ha necessità di interpretazioni, qualche funzionario ancora si attardi a dare o a prospettare soluzioni che contrastano con la volontà del Consiglio regionale. Assessore, quel funzionario, se dovesse persistere nel suo atteggiamento, lo deve cacciare, per essere molto chiari, a "calci nel sedere", perché non è assolutamente possibile che la volontà del Consiglio regionale sia alla mercé di interpretazioni fasulle, fantasiose, strumentali del funzionario di turno.
Non è assolutamente possibile, è accaduto per questo provvedimento, così come per altri provvedimenti. Su questo, Assessore, noi vigileremo, ne faremo una questione politica e andremo a fondo sulla questione se nei prossimi giorni non vedremo risolto il problema di questi lavoratori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare, naturalmente, il voto favorevole sulla mozione appena discussa e per unirmi, con convinzione, agli inviti che sono stati rivolti all'Assessore stamattina. L'invito principale è quello di esercitare il suo ruolo di Assessore regionale dell'agricoltura, dando gli indirizzi ai dirigenti, nei modi e nei tempi in cui è dato a un Assessore dell'agricoltura, perché vengano rispettate le leggi.
Per contro, in relazione a ciò che si dovrebbe fare nei confronti di quei dirigenti che si ostinano, attraverso interpretazioni soggettive della legge, a impedire la sua applicazione sottoscrivo il percorso indicato dall'onorevole Pittalis. Non è possibile che, anche nella situazione così grave in cui si trova l'agricoltura, si continui a tenere un ruolo così importante quale è quello che svolge ARAS in condizione di precarietà. La precarietà si sa acuisce la difficoltà di portare avanti i processi e anche di sostenere quei settori così importanti come quello di cui stiamo parlando e di cui si occupa l'ARAS.
Il Consiglio regionale ha già svolto il suo ruolo e l'ha svolto bene assumendo una decisione. Non è bastato. E'intervenuta la Corte costituzionale che ha confermato la bontà, per una volta, delle decisioni di questo Consiglio regionale; pertanto si dia corso alla legge senza ulteriori scuse e possibilmente anche senza, così come ha fatto lei, Assessore stamattina, portare altri elementi di complicazione come nuovi indirizzi del Consiglio, piante organiche e quant'altro lei ci ha detto. A mio avviso, nel suo intervento ha introdotto delle complicazioni che noi riteniamo essere assolutamente ingiustificate.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anche io annuncio il voto favorevole a questa mozione; l'Assessore dice che siamo di fronte a una legge inapplicata, verrebbe da rispondere: la si applichi e così si potrebbe chiudere la discussione. A dire il vero, l'Assessore ha introdotto alcuni elementi che con mia grande soddisfazione sono di fatto caduti, come è emerso nelle dichiarazioni di voto svolte successivamente.
Io mi ostino a fare con molta pacatezza, correndo il rischio di essere sorpassato a sinistra dall'onorevole Pittalis, una pressione sull'Assessore affinché semplicemente risolva il problema. Gli indirizzi politici sono stati dati, la copertura politica è stata data da parte di tutti i consiglieri regionali di questo Consiglio, si faccia solamente quello che deve essere fatto senza ulteriori indugi. Questo è il senso di una mozione così stringata, ma così essenziale, perché ormai non c'era niente altro da dire su questo problema se non ricordare a qualcuno di fare il proprio dovere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Presidente, intanto chiedo, se è possibile, di poter aggiungere anche la mia firma alla mozione per la quale ringrazio i colleghi promotori. E' singolare, ed è la cosa più singolare di tutte, a mio avviso, che le leggi approvate dalla Assemblea legislativa sarda non entrino in vigore se non dopo la presentazione di una serie di mozioni, ordini del giorno, ulteriori "ricordi" agli Uffici o, addirittura, a noi stessi, al legislatore, che quella legge era stata approvata. Quindi non basta approvare le leggi occorrono, diciamo, degli "aiutini" successivi. Questa è una particolarità del rito sardo, evidentemente, che dovremmo cercare di correggere.
Mi fa anche piacere sentire, da parte dei colleghi del centrosinistra, una così entusiastica adesione ai principi di questa mozione, quindi al contenuto della legge: per convertirsi e per cambiare idea c'è sempre tempo. Nella passata legislatura eravate fieri oppositori dell'incorporazione dei lavoratori dell'ARAS negli organici regionali; era una battaglia che noi invece portavamo avanti contro il vostro Presidente che, pubblicamente e chiaramente, aveva detto di essere assolutamente contrario all'incorporazione negli organici regionali dei dipendenti dell'ARAS. Ne sono lieto, lo dico come un riconoscimento alla vostra onestà intellettuale. Onestà che prevede anche la possibilità di cambiare idea. Quindi vi rendo onore e merito.
I lavoratori dell'ARAS svolgono un ruolo pubblico in tutte le emergenze riguardanti l'agricoltura e la pastorizia, hanno svolto le stesse identiche funzioni dei dipendenti delle ASL e dei dipendenti delle agenzie regionali deputate alla cura del settore agro-zootecnico. Quindi è moralmente giusto e doveroso che a questa legge si dia immediatamente attuazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, a volte è davvero mortificante intervenire in quest'Aula e tornare sempre sugli stessi argomenti. Ormai è dal 2007 che, nell'ambito della riforma degli enti agricoli, inserimmo il principio che LAORE doveva avere due gambe: l'assistenza tecnica per le produzioni agricole e l'assistenza tecnica per la zootecnia, assistenza che doveva essere garantita da veterinari e agronomi. La struttura regionale non ha queste figure professionali.
A volte creiamo noi le difficoltà, ma in questo caso la volontà del Consiglio si è sviluppata in maniera chiara e inequivocabile, in questi anni, per dotare LAORE di queste professionalità che, per oltre vent'anni, hanno svolto una funzione che doveva essere svolta dalla Regione. Abbiamo scritto questa decisione in tutti i modi, abbiamo affinato nel tempo anche il percorso che si doveva seguire, quindi la volontà del Consiglio mi sembra che sia chiara e inequivocabile.
La norma è chiara, quello che non è chiaro è per quale ragione poi, di fronte a volontà chiare, a norma chiara, non ci sia anche un percorso certo; è vero che qualche volta ci mettiamo del nostro a scrivere le cose complicate, ma in questo caso devo dire che del nostro ci abbiamo messo solo del buono, non capita spesso ma questa volta è successo, le difficoltà sono altrove. Un esempio di come noi facciamo le cose, e come le strutture della Regione poi si mettono di traverso, lo avremo questo pomeriggio, a Pauli Arbarei. Finalmente, dopo anni, stasera a Pauli Arbarei parte il riordino fondiario che questo Consiglio, in maniera inequivocabile, come nel caso in discussione, ha manifestato la volontà di fare.
Assessore, lei, anche nella passata legislatura, manifestò la volontà inequivocabile di procedere in questa direzione. Il Consiglio lo ha fatto, adesso è evidente che il tempo è scaduto. Siamo stati costretti a costituire una Commissione per la mancata applicazione delle leggi regionali, proviamo a stralciare qualche punto, facciamolo con questo, lo stiamo facendo con il riordino fondiario, forse, a questo punto, si può anche cancellare qualcosa nell'agenda della Commissione per la mancata applicazione delle leggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MULA (Riformatori Sardi). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole alla mozione, non solo il mio, ma quello di tutto il Gruppo dei Riformatori, chiedendo di conseguenza di aggiungere anche le nostre firme.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU MARIANO (P.d.L.). La mozione in discussione, anche secondo chi mi ha preceduto, rimarca la legittimità delle leggi adottate dal Consiglio nel 2009, e a seguire nel 2011, che hanno sancito il passaggio del personale dell'ARAS nei ruoli dell'Agenzia regionale LAORE.
Questo tema, che è stato discusso a più voci nella passata e anche nell'attuale legislatura, mi ha visto impegnato in qualità di Assessore a districare le diverse difficoltà che via via si presentavano, compresa quella relativa alle assunzioni che, per le norme derivate dalla finanziaria del 2011, in modo particolare, e per la serie di normative che sono state richiamate, ostava al dare attuazione a questa norma.
Assessore, la sentenza della Corte costituzionale fa chiarezza riconoscendo la legittimità delle leggi regionali in materia, con l'invito ad attuare la norma. Credo che l'intento dei sottoscrittori della mozione fosse quello di dare una chiave di lettura del provvedimento della Corte costituzionale.
Pertanto, visto il momento che stiamo vivendo, in cui c'è la necessità di avere personale operativo, veterinario in modo particolare, per antagonizzare questa patologia e per portare avanti il piano di eradicazione della peste suina, invece di ricorrere all'assunzione di personale (non si sa bene neanche il come e il perché debba essere assunto personale esterno all'amministrazione regionale), non vedo perché non ci si possa far carico di detto personale.
Assessore, va detto che nei ruoli della sanità sarda del servizio veterinario della Sardegna c'era già il personale che poteva essere utilizzato per svolgere questo ruolo. Chiedo di aggiungere la mia firma alla mozione e chiaramente il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, dichiaro, anche da parte del Gruppo del Partito Sardo d'Azione, il voto favorevole alla mozione e chiedo di poter aggiungere la nostra firma alla stessa. Approfitto della dichiarazione di voto per ricordare all'Assessore dell'agricoltura che la vigilanza non va fatta solo nei confronti, onorevole Pittalis, dei dirigenti di LAORE, credo vada fatta anche nei confronti degli altri dirigenti, non vorrei parlare di ARGEA, e così via. Assessore, questo chiaramente sempre nel rispetto del Consiglio regionale e, soprattutto, nel rispetto dei cittadini. Grazie Presidente, grazie Assessore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, altri hanno scritto la Costituzione italiana, e insieme alla Costituzione italiana, immediatamente dopo, le leggi costituzionali che dotano di autonomia speciale alcune regioni d'Italia. Nonostante quel che si scrive in alcuni noti giornali milanesi, il senso di quell'autonomia aveva un grande valore di conquista di democrazia all'indomani di una guerra che noi tutti ricordiamo come la più sanguinosa della storia umana.
Detto questo, quella Costituzione impone una gerarchia. Il Parlamento e il Consiglio regionale sono gli organi legislativi, quelli che dettano le regole per tutti, perché in questa'Aula, come nell'Aula di Montecitorio o di Palazzo Madama, si può realizzare anche il fatto che io e il collega Pittalis si convenga su una norma perché c'è un'esigenza generale che è compresa da tutto lo schieramento politico. Questo è uno dei casi, ci siamo tornati tre, quattro volte.
Io presiedo una Commissione d'inchiesta dove casi come questo sono molteplici. Dall'approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione la vicenda si è molto complicata; quella è stata una riforma devastante, non so quante centinaia di leggi sono impugnate, sistematicamente, ed è completamente interrotta l'interlocuzione col Governo per evitare l'impugnazione. Quello che non è accettabile è che non siano il Governo nazionale o la Corte costituzionale a ingessare le norme, ma sia l'organizzazione amministrativa e coloro che, giurando sulla Costituzione, devono fare il proprio dovere di attuatori delle leggi approvate dai Parlamenti, che sono gli organi legislativi individuati dalla Costituzione.
Questa è un'operazione eversiva alla quale noi non dobbiamo più, in nessun modo, dare alcun tipo di protezione; dobbiamo combatterla e rimuoverla. Ovviamente io voto a favore della mozione, perché ho sempre condiviso questa esigenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Molto brevemente, Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo Sardegna è già Domani e rivolgo una raccomandazione, che chiedo diventi parte integrante di questa mozione, all'Assessore sul fatto che la pianta organica approvata era per 250 persone, ma è vero anche che l'organico dell'ARAS è superiore alle 250 persone; quindi credo sia necessario, e questo chiedo, che venga immediatamente modificata la pianta organica di LAORE in modo da poter dare una risposta tempestiva a tutti coloro che, come altri hanno detto, costituiscono un elemento fondamentale nell'assistenza al settore zootecnico della Sardegna.
Al collega Cuccu, anche in riferimento all'intervento dell'onorevole Artizzu, ricordo che la verità si deve dire tutta; senza fare dietrologia credo che nessuno possa disconoscere che a suo tempo ci fossero delle parti politiche del centrosinistra che non erano d'accordo su questa norma,.
In Commissione bilancio, peraltro, io presentai l'emendamento la prima volta, dico la prima volta, e non passò, quindi c'era una volontà che nasceva da un'altra parte politica, poi condivisa certamente dal centrosinistra e oggi siamo qui e siamo tutti ben felici che centrodestra e centrosinistra, e tutte le forze intermedie, abbiano recepito il messaggio e diano una risposta immediata e tempestiva, così come il Consiglio ha chiesto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il voto favorevole del nostro Gruppo è già stato annunciato, pertanto io intervengo non soltanto per reiterare questa volontà, ma per porre un'altra questione. Lasciamo perdere le argomentazioni fantasiose di Artizzu, il tempo è anche danaro, che non meritano risposta, ma ora siamo in presenza d'altro. Assessore, sarebbe stato opportuno oggi forse avere anche l'Assessore del personale, perché in questo caso, tra l'altro, contrariamente a quanto ricordava il collega Uras, la Corte costituzionale, come dice molto bene la mozione, primo firmatario Roberto Capelli, non ha cassato questa norma, ma ciò nonostante noi abbiamo funzionari che sono al di sopra anche della Corte costituzionale e decidono che cosa fare.
Presidente Lombardo, si riunisce il Consiglio regionale una mattinata per discutere di un qualcosa sul quale l'Aula si è già pronunciata solennemente e quella norma, esitata dal Consiglio regionale, non è stata cassata dalla Corte costituzionale; nonostante questo, noi siamo costretti a riunirci, per l'ennesima volta, per reiterare, attraverso un altro provvedimento, l'attuazione di quella norma di legge. Costa qualcosa riunire 80 consiglieri regionali? Costa qualcosa impegnare la massima Assemblea elettiva sarda?
E impegnarla su che cosa? Sull'arroganza, sulla tracotanza di una parte dell'amministrazione regionale che non attua le norme. Assessore, io non me la sento di dirle: "Faccia l'impossibile"; o voi siete una Giunta capace di far attuare le norme esitate da questo Consiglio regionale, oppure non ci state a far nulla, andatevene! Perché la prossima iniziativa che io assumerò sarà una mozione di sfiducia verso quegli Assessori che non riescono a far attuare le norme, perché di questo stiamo parlando.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 205.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 59
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 346/A. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Giacomo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, come si può notare dal titolo del disegno di legge: "Disposizioni in materia di continuità territoriale e di trasporto pubblico locale", su decisione della stessa Commissione è stato operato uno stralcio perché, essendo il problema del trasporto pubblico locale legato a un decreto Monti, si poneva la necessità di affrontarlo separatamente.
Il decreto Monti è stato cassato dalla Corte costituzionale, la scadenza del 30 luglio è venuta meno, quindi la Commissione potrà rivedere con maggiore serenità il percorso da fare, che credo sia ora enormemente facilitato. Rimane in questo stralcio la volontà dell'Unione europea e dello stesso Governo italiano, di una privatizzazione di SAREMAR, privatizzazione sulla fattispecie già attuata dalla Toscana e dalla Sicilia, mentre la Campania la sta completando e la Regione Lazio è quantomeno sulle nostre posizioni. Questo è quanto è stato deciso.
Quindi il discorso sulla privatizzazione SAREMAR viene portato a compimento, deve essere portata a compimento in uno spazio di tempo piuttosto breve la gara d'appalto e privatizzato il collegamento con le isole minori. Sin quando non faremo questo, è sospesa l'erogazione dei 13 milioni e 700 mila euro destinati alla Regione sarda da parte dello Stato proprio relativamente alla SAREMAR; l'erogazione copre 12 anni, ma riprenderà solo dopo l'avvenuta privatizzazione. Ormai siamo in ritardo e dovremo necessariamente accelerare per mettere le isole minori in collegamento con SAREMAR, ma necessariamente collegamenti privatizzati.
Voi sapete che quando è stato esitato questo disegno di legge il discorso sulla vendita della Tirrenia e relativa gara d'appalto era in itinere, con tutte le incomprensioni e le contrapposizioni con la stessa Regione sarda sui metodi, sui modi e sui diritti sacrosanti che la Regione stava reclamando, anche con pronunciamenti all'unanimità in quest'Aula attraverso la mozione numero 111/6 del 10 marzo 2011 e la numero 115 del 16 marzo 2011.
La Tirrenia è stata privatizzata nel modo in cui sapete, con una gara d'appalto che ancora oggi possiamo dire "grida vendetta", è stata svenduta, sono venuti meno i presupposti previsti dallo Statuto sardo, per cui parte di quella flotta e parte di quelle risorse, oltre 72 milioni, sarebbero dovuti andare alla Sardegna. Credo che la Regione debba continuare questa battaglia e non possa certamente abbassare la guardia.
Conoscete lo scenario vissuto anche quest'estate con il caro tariffe che, complice una crisi mondiale, europea e, soprattutto per quanto ci riguarda, sarda, ha causato un danno economico non facile da quantificare ma certamente comprensibile nello scenario e nelle strategie che chi gestisce la Tirrenia oggi, e quindi anche le compagnie private, ha voluto imporre alla Sardegna. Per capire come stanno agendo è utile fare riferimento anche a ciò che aveva deciso a suo tempo nell'aggiudicazione della gara, per darne approvazione, lo stesso garante dell'Antitrust. Il Garante aveva stabilito che le due compagnie o le due società dovevano agire separatamente, e cioè non poteva essere consentito quel code sharing.
Il code sharing è la volontà che ha chi ci dovrebbe garantire di imporre alle due compagnie, perché dovrebbero essere due cose separate, almeno apparentemente, di fare le tratte e di non poterne cancellare nessuna nel momento in cui viene meno il numero dei passeggeri da trasportare. Diverse volte su Genova e su Olbia sia la Moby che la Tirrenia, in presenza di uno scarso numero di passeggeri, hanno fatto partire soltanto la Tirrenia risparmiando una quantità di risorse non indifferente.
Se dovessimo consentirgli di fare ancora tutto questo nell'arco dell'anno, poichè ogni viaggio ha un costo di 100 mila euro, 100 mila euro rapportato per 365 giorni (chiediamoci quante operazioni di questo genere potranno eventualmente fare), porta a un risparmio per loro, e di conseguenza un guadagno alle loro tasche, di diverse centinaia di migliaia di euro, qualche "milionata" durante l'anno.
Questo, perché lo dico? Perché è la dimostrazione che il pericolo che stiamo correndo è che, essendo una stessa cosa sia l'ex Tirrenia, sia Grimaldi e naturalmente Onorato, proprietari delle compagnie che operano nei collegamenti da e per la Sardegna, questo monopolio ha creato e creerà problemi. Come difendersi?
La Regione, a suo tempo, per impedire un caro tariffe indiscriminato, al quale non si opponesse un minimo di reazione, ha coinvolto la SAREMAR, affittando le navi e cercando di calmierare il mercato imponendo tariffe più basse, nei collegamenti fra Olbia-Civitavecchia e fra Porto Torres e la sponda ligure. Questa iniziativa io credo che abbia generato aspetti positivi perché se qualcuno ha iniziato a rumoreggiare, se sono partite denunce, se è partito di tutto e di più contro la Regione sarda, significa che è stata un elemento di disturbo.
Siccome la SAREMAR non esiste più (in effetti dovremo legiferare la sua privatizzazione), quando si parla di flotta sarda si parla di un soggetto, di una "società onlus" il cui obiettivo è creare il presupposto per la nascita di un mercato che, diversamente, sarebbe in mano solo agli armatori napoletani. Stiamo parlando di uno strumento di difesa, non ci stiamo inventando armatori, non ci stiamo inventando spese esorbitanti, ma questo strumento va creato.
Per essere chiari, orientativamente (poi sarà la Giunta a fornire ulteriori dati), perché mi sono anche preoccupato di effettuare delle verifiche, tenuto conto che spendiamo centinaia di milioni, se vogliamo decine di milioni in tante iniziative, dalla continuità territoriale aerea a quella relativa al trasporto pubblico gommato, che è il capitolo principale dell'Assessorato dei trasporti (lo stanziamento è pari a 140-150 milioni di euro, ma a volte quando si poteva anche di più), salvaguardare il regime tariffario delle quattro tratte principali - posso anche sbagliare - ritengo sia una spesa irrisoria.
Le quattro tratte principali restano Porto Torres-Genova, Olbia-Civitavecchia, Cagliari-Civitavecchia e naturalmente Cagliari-Livorno per il trasporto delle merci con l'alleggerimento della dorsale sarda. Noi non dovremmo spendere più di 15 milioni all'incirca, poco più o poco meno, ma sapete meglio di me che cosa significano 15 milioni spesi per attivare uno strumento di difesa al fine di impedire che il tutto resti in mano agli armatori napoletani.
Se non dovessimo attuare questa iniziativa, andremmo incontro a un regime di monopolio unico in Italia per cui l'isola principale, che è la Sardegna, non certo la Sicilia che ha collegamenti più brevi e più diretti, resterebbe sotto l'aspetto economico, sociale e di libertà assoluta di un popolo, in mano a questi signori che deciderebbero ancora loro quanto farci pagare, con quali strumenti collegarci.
Correremmo pertanto un rischio che non pagheremmo, perché forse qualcuno non lo ha ancora toccato con mano direttamente, nell'immediatezza (comunque il danno c'è stato) ma nel prossimo futuro, e sarebbe il rischio che quest'isola possa essere legata a un cordone ombelicale, non dipendendo perciò da se stessa. Parliamo di sovranità, parliamo di indipendenza, parliamo di libertà e poi lo strumento principale della nostra libertà sarebbe in mano ad altri. Se non dovessimo capire questo? Allora, veramente, nel prossimo futuro leggeremo situazioni piuttosto delicate, avremo un sistema economico legato ad altri e non saremo mai noi a poter decidere con serenità la nostra libertà e il nostro tipo di sviluppo.
In questo caso il mare è un tipo di sviluppo del quale non potremo fare a meno, è uno strumento di collegamento essenziale, e su questo credo che il Consiglio regionale debba porre quanto meno con assoluta certezza la parola "fine"; siamo noi cioè in condizioni di poter mantenere un mercato aperto, un regime tariffario vincolato e non strangolato. In questi giorni ho provato dispiacere nel vedere i sardi imbarcarsi, e molte volte anche "agevolati" con i soldi del Consiglio regionale, per andare a protestare giustamente e cercare in tutti i modi di difendere il posto di lavoro, sulla Tirrenia, mentre la nostra compagnia, sino a prova contraria, era lì a disposizione con tariffe inferiori.
E noi in questo modo abbiamo fatto campagna di promozione a favore di una compagnia che è la nemica dei sardi, è sempre stata la nemica dei sardi e lo sarà ancora di più in mano ai privati, più di quanto non lo sia stata per tutto questo tempo quando è rimasta in mano ai sardi che esprimevano, come qualcosa di eccezionale, un vicepresidente di Tirrenia che non ha mai rappresentato niente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Lotto, relatore di minoranza.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, oggi affrontiamo la discussione di un testo di legge che tocca uno dei problemi principali che affligge il popolo sardo e la sua economia: i collegamenti con il resto della nazione e ciò che ne consegue. L'onorevole Giacomo Sanna ha parlato di una relazione di maggioranza predisposta ai primi di giugno, mentre questa è stata predisposta in quei giorni; nel frattempo le cose sono anche abbastanza cambiate o diciamo che sono andati a compimento alcuni disegni che erano in corso allora.
Certamente la condizione di insularità che caratterizza la nostra regione rende la tematica dei trasporti in genere, ma quella dei collegamenti marittimi e aerei in particolare, fondamentale per qualsiasi discorso di prospettiva sul suo sviluppo. Nel momento in cui è stata privatizzata la Tirrenia, con questo 67disegno di legge si da indirizzo alla Giunta affinché venga portato a compimento anche il processo di privatizzazione della SAREMAR.
Questa indicazione viene data dopo anni di sollecitazioni in tal senso da parte dell'Unione europea, in ottemperanza al Regolamento comunitario 3577/92, e in un momento in cui il quadro tariffario e di collegamenti tra la Sardegna e la penisola è diventato assolutamente insostenibile. Nell'arco di due anni abbiamo assistito a degli aumenti effettivamente inconcepibili, incomprensibili e, ancor di più, inaccettabili. Con la partecipazione della compagnia CIN alla gara di privatizzazione della Tirrenia, si è profilata una situazione di monopolio assoluto; monopolio in parte, e soltanto in minima parte, sventato dal ricorso alla Unione europea che ha portato la stessa compagnia a ridurre il numero dei partecipanti e, quindi, a creare le condizioni affinché la stessa Unione europea non intervenisse.
In questa situazione la Regione, da un anno, ha portato avanti il discorso di coinvolgere la propria compagnia controllata, la SAREMAR, al fine di contrastare la politica tariffaria degli armatori privati, nei trasporti oltreché dalla Sardegna per le isole minori anche per la penisola. E' stata un'iniziativa della quale si è discusso a lungo, che ha destato molto interesse, molte speranze, però anche molte preoccupazioni. Non è stata un'esperienza che possiamo giudicare, alla fine, positiva dal punto di vista economico, e questo non perché non debba esserci un intervento economico a sostegno di questi trasporti.
Questo serve per capire che un'operazione che riprende il discorso della SAREMAR, e cioè partecipare a questa politica dei trasporti con un proprio intervento e con l'istituzione di una nuova società, di fatto significa riproporre lo stesso identico problema. Si dice, pur proponendo l'istituzione della flotta sarda, che "non vogliamo fare gli armatori", però questo o si fa o non si fa, non è che si possa annunciare che si vuole fare una cosa e poi che non si vuole fare. E' un problema serio, non si può fare gli armatori la domenica se serve, non si improvvisa una società con tanto di personale e tecnologia adeguata per mobilitarla solo se, eventualmente, c'è la necessità. Non ci sono le condizioni, non è un percorso che si può percorrere, non è un percorso che si può percorrere!
Ora, il problema è molto complesso, nessuno di noi sottovaluta la questione e credo che anche lo sforzo che si sta facendo da parte dell'Assessore di tentare di dare una risposta a una situazione difficilissima vada preso per quello che è senza nessuna strumentalizzazione, senza pensare che ci sia dietro chissà che cosa. C'è senz'altro la volontà di dare risposta a questo problema e di questo io non ho difficoltà a prenderne atto.
Non ho difficoltà neanche a dire, però, che non è la risposta più giusta, perché abbiamo l'esigenza innanzitutto di far capire al Governo nazionale che questo non è un problema solo dei sardi, questo è un problema che riguarda l'intera nazione; non è la Sardegna distante dall'Italia è anche l'Italia distante dalla Sardegna. E questo mare che ci separa è un mare che dobbiamo affrontare nell'insieme, con l'intera comunità nazionale, nel senso che per poter accorciare questa distanza, per poter diminuire queste miglia, servono le risorse del Governo nazionale. Se queste risorse del Governo nazionale sono state utilizzate per poter regalare la Tirrenia a dei privati, mi spiegate come è possibile che la Regione regga il confronto con l'istituzione di una società il cui principale concorrente ha i fondi del Governo a disposizione per fare quel che vuole?
Io non ho trovato una risposta a questa domanda eppure mi sono impegnato, con tutta la buona volontà; ho cercato di capire se davvero questa iniziativa poteva avere una prospettiva e l'ho fatto perché come spot ha un ottimo appeal tra la gente, quindi è difficile anche dire alla gente: "Non dobbiamo fare la flotta sarda" nel momento in cui due persone con una automobile pagano più di mille euro per poter venire in Sardegna e poi tornare nella penisola. C'è una grandissima preoccupazione tra gli operatori turistici non soltanto per quanto pagano i sardi, ma per quanto pagano tutti gli altri che vogliono venire in Sardegna, coloro che dovrebbero alimentare un'economia sulla quale noi puntiamo.
Allora, lo strumento dal punto di vista mediatico può avere anche un appeal, un senso, un'accoglienza da parte della gente comune, il problema vero è che però non risolverà e non potrà risolvere il problema se non riusciamo, come Regione, a costruire un percorso che sia diverso e che veda insieme la Regione sarda e il Governo nazionale dal quale dobbiamo ancora pretendere che metta le risorse a disposizione per la soluzione di questa problematica. Certo, la chiusura della partita Tirrenia per come si è chiusa, non aiuta, non siamo riusciti a evitarla ed era quello l'obiettivo che dovevamo imporci.
Noi dobbiamo essere consapevoli, con forza, innanzitutto di chi deve farsi carico degli oneri, che comunque ci sono, se si vuole diminuire il costo a carico dei viaggiatori; qual è lo strumento più idoneo affinché questa diminuzione degli oneri ci sia e, non secondaria questione, qual è il ruolo che alla Regione viene assegnato in questo percorso. Ho già accennato prima che relativamente alla domanda su chi deve pagare non ci può essere incertezza: dobbiamo pretendere che a disposizione di questa partita siano messi fondi nazionali.
Succede altrove, può succedere anche in Italia, deve succedere principalmente a favore della Sardegna, perché ha ragione il collega Giacomo Sanna quando ricorda che la Sicilia è molto più vicina all'Italia di quanto non lo sia la Sardegna e che il problema è principalmente della Sardegna. Il collegamento Sicilia-penisola, Sicilia-Calabria è un collegamento che ha gli stessi tempi e la stessa cadenza che ha in Sardegna il collegamento con La Maddalena, quindi non esiste alcun paragone con quella realtà.
Esiste un "problema Sardegna" di cui il Governo nazionale deve farsi carico; esiste un problema Sardegna che la Regione sarda, il Presidente della Regione sarda, la Giunta regionale, il Consiglio regionale deve imporre nell'agenda del Governo nazionale e non regalando 72 milioni di euro all'anno, per i prossimi otto anni, affinché un privato si carichi la compagnia Tirrenia per salvare i posti di lavoro presenti in quella compagnia e per scaraventarla addosso ai sardi, ma non utilizzandola per diminuire le tariffe che i sardi e i non sardi devono pagare sulle tratte da e per la penisola.
E' un problema quindi da risolvere con grande chiarezza; gli oneri devono essere a carico dello Stato, ma se gli oneri devono essere a carico dello Stato non capisco come noi possiamo risolvere il problema creando una compagnia sulla quale, se vogliamo che funzioni, dobbiamo mettere quattrini. Non possiamo pensare che non dovremmo metterci soldi, non possiamo pensare che non dobbiamo metterci quattrini. Serve a nostro parere un quadro legislativo chiaro anche a livello nazionale.
Serve che le forze politiche sarde premano affinché una legge nazionale garantisca questo principio. Serve che il Parlamento italiano vari una norma che individui un percorso preciso in merito a questo tema, che conservi e affidi alla Regione importanti ruoli di gestione, ma che stanzi innanzitutto risorse in maniera chiara. Serve che il mondo degli armatori europei venga messo in condizione di poter partecipare eventualmente all'utilizzo, qualora non ci siano le condizioni per un servizio adeguato, a tariffe adeguate e senza obblighi di servizio, di eventuali risorse che dovranno comunque essere messe a disposizione.
E allora che fare con questo disegno di legge? Noi abbiamo votato contro in Commissione quarta, abbiamo votato contro in modo convinto sapendo che nnon è la soluzione al problema, pur importantissimo, che abbiamo davanti; e l'abbiamo davanti noi ma l'hanno davanti ancor di più i sardi fuori da quest'Aula; abbiamo votato contro in modo convinto perché pensiamo che si debba trovare un'altra strada.
Io non sono convinto che esiste un Governo nazionale cinico e baro che se la prende con i sardi e che i sardi sono vittima dell'essere italiani, io non ho questa convinzione dentro di me, quindi ragiono tenendo conto di questo fatto; sono però altresì convinto che serve che la Regione Sardegna si dia un governo autorevole che abbia la capacità di interloquire e l'autorevolezza che le viene dall'avere dietro un intero popolo che la sostiene, l'autorevolezza per contrattare con il governo percorsi che ci consentano di uscire da questo tunnel in cui siamo andati a ficcarci.
Questa richiesta non può essere avanzata con un'arma che può apparire vagamente ricattatoria ma che, di fatto, mette a repentaglio le nostre finanze e non risolve il problema; serve che il Ministro competente venga a ragionare con la Giunta regionale sarda per trovare una soluzione nell'ambito delle regole comunitarie con le quali altrimenti, nell'arco di un brevissimo tempo, ci scontreremo di nuovo.
Io non dimentico quello che sta accadendo (tante volte ne abbiamo parlato in quest'Aula) nel mondo dell'agricoltura a causa della fantomatica legge numero 144; legge che, per colpa di un percorso legislativo non corretto, ha costretto tantissime aziende sarde a chiudere i battenti.
Noi non possiamo permetterci di mettere in moto un meccanismo che porti nella stessa direzione, non possiamo permetterci nel momento in cui ci hanno obbligato a chiudere due compagnie pubbliche, Tirrenia e SAREMAR, a metterne in piedi un'altra sperando che non se ne accorga nessuno. Non è pensabile che i regolamenti comunitari valgano in un caso e non valgano in un altro. Se vogliamo muoverci all'interno di regole certe dobbiamo farlo prima di tutto perché lo dobbiamo ai nostri sardi che, su questo fronte, non vanno ingannati.
E allora, che dire, non c'è rimedio? Certo che c'è, e lo dobbiamo trovare in maniera che sia certo e duraturo, in maniera che tenga conto che non esiste soltanto l'armatore che ha preso in consegna il regalo della Tirrenia, che gli ha fatto il Governo. Deve essere chiaro, invece, che esiste un sistema europeo di armatori che può essere messo in campo, esistono le condizioni affinché le finanze messe in campo dallo Stato possano essere utilizzate al meglio e nel solo interesse che noi possiamo concepire, quello dei sardi e di chi viaggia o vuole che altri viaggino verso la Sardegna, perché ne va della crescita della nostra economia.
Per chiudere, ribadisco che noi non siamo favorevoli alla istituzione di questa società e quindi, poiché il disegno di legge è articolato in maniera tale che tutti i vari articoli richiamano questa scelta di fondo, a parte la privatizzazione della SAREMAR che comunque mi sembra di capire non possa essere evitata, per il resto noi voteremo contro, ma lo faremo consapevoli e disponibili ad affrontare da subito il tema con l'Assessore e con la Giunta per trovare le soluzioni adeguate per risolvere effettivamente il problema che abbiamo davanti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, l'argomento che affronteremo in quest'Aula la settimana prossima, riguardante la cosiddetta "flotta sarda", ha certamente una grandissima rilevanza e non si limiterà solamente all'esame del testo di questo disegno di legge; nel corso della discussione presumibilmente si affronterà una serie di questioni inerenti il trasporto sia che riguardi SAREMAR, che riguardi le isole minori, che riguardi i trasporti col Continente, che riguardi la nuova Tirrenia.
Proprio perché ci saranno complicazioni e implicazioni riguardanti il trasporto in generale, io credo sia indispensabile, Presidente, ed è quello che chiedo, che il Presidente della Regione sia presente durante la discussione generale perché penso che su alcuni argomenti l'Assessore non possa darci le risposte che noi ci attendiamo. Mi riferisco al tema dei rapporti con lo Stato nel momento in cui è stata bandita la gara con la Tirrenia, mi riferisco al momento in cui si è deciso di mettere in piedi una flotta sarda a totale capitale pubblico.
Vorremmo capire dal presidente Cappellacci quali passaggi ha seguito (e dare qualche indicazione), se queste sono le indicazioni che nascono dalla Presidenza della Regione, certamente non dall'Assessorato. Ecco perché chiedo che il Presidente della Regione sia presente in quest'Aula.
Elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari
PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca: "Sostituzione di un componente del Comitato misto paritetico per le servitù militari".
Il Consiglio regionale deve procedere, ai sensi della legge 24 dicembre 1976, numero 898, così come modificata dalla legge 2 maggio 1990, numero 104, all'elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari in sostituzione di Luigi Spano, deceduto.
Verrà consegnata una scheda nella quale ogni consigliere dovrà scrivere un nome, risulterà eletto chi conseguirà il maggior numero di voti, a parità di voti verrà eletto il più anziano di età. Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un componente effettivo del Comitato misto paritetico per le servitù militari.
(Seguono la chiama e lo spoglio delle schede)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
schede bianche 15
schede nulle 6
Hanno ottenuto voti: Giuntini Antonello, 36; Codonesu Fernando, 1.
Viene proclamato eletto: Giuntini Antonello.
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Il Consiglio è riconvocato domani, venerdì 14 settembre, alle ore 10, per l'esame congiunto delle mozioni numero 204 e 199.
La seduta è tolta alle ore 12 e 47.