Seduta n.53 del 19/11/2014
LIII SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 19 novembre 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 27.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 novembre 2014 (50), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Angelo Carta e Marcello Orrù hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 novembre 2014.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Peru - Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda: "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica". (137)
(Pervenuta il 12 novembre 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)
Lai - Daniele Cocco - Agus - Pizzuto - Arbau - Cozzolino - Comandini - Perra - Desini: "Sul riconoscimento in Sardegna della sensibilità chimica multipla (MCS) come sindrome di origine organica e malattia rara". (138)
(Pervenuta l'11 novembre 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)
Lotto - Crisponi - Ledda - Tedde - Carta - Oscar Cherchi - Comandini - Floris - Pier Mario Manca - Moriconi - Rubiu - Tendas - Unali: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti)". (139)
(Pervenuta il 13 novembre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Cherchi Oscar sulla grave situazione che affligge gli operatori agricoli nel Comune di Cabras a causa degli ingenti danni ai raccolti provocati dai gabbiani e dalle cornacchie". (163)
(Risposta scritta in data 12 novembre 2014.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla emissione di bollette sotto forma di "deposito cauzionale" da parte della società Abbanoa alle parrocchie della Sardegna". (191)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di centri di sostegno per l'Alzheimer". (192)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità e opportunità delle procedure messe in atto dalla società Abbanoa Spa per la richiesta del deposito cauzionale". (193)
"Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sul mancato finanziamento e la chiusura del centro di aggregazione sociale "Punto giovani" nel quartiere di San Nicola a Ozieri". (194)
"Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sulla proroga del periodo dello "stato di elevato pericolo di incendio boschivo" al 31 ottobre 2014". (195)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'erogazione in Sardegna dei servizi delle Poste italiane". (196)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla carenza dei loculi cimiteriali in diversi centri della Sardegna". (197)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di sofferenza delle campagne a causa del debito agricolo e della perdurante siccità tra settembre e ottobre". (198)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito all'aumento delle patologie tumorali causate dall'inquinamento nel Sulcis Iglesiente". (199)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Moriconi su piano di metanizzazione per la Sardegna attraverso impianti di rigassificazione del gas metano". (84)
"Interpellanza Tedde - Tocco - Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tunis - Zedda Alessandra in relazione ai depositi cauzionali chiesti da Abbanoa Spa per i vecchi e per i nuovi contratti di fornitura idrica". (85)
"Interpellanza Cossa sulla spiaggia a elevata criticità di Porto Columbu - Perd'e Sali." (86)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Arbau - Cocco Daniele Secondo - Usula - Sale - Lai - Azara - Busia - Ledda - Perra - Pizzuto in merito alla necessità di una moratoria delle attività di termovalorizzazione e termodistruzione dei rifiuti". (87)
"Mozione Forma - Cocco Pietro - Arbau - Usula - Azara - Comandini - Cozzolino - Deriu - Ledda - Manca Gavino - Perra - Solinas Antonio - Tendas - Zedda Paolo Flavio - Cocco Daniele Secondo, sulla grave crisi industriale e occupazionale della Sardegna centrale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (88)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 72/A".
Passiamo all'esame del Titolo. Al Titolo è stato presentato un emendamento. (Si riporta di seguito il testo del Titolo e del relativo emendamento:
"Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione"
Emendamento soppressivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi.
Titolo
Nel titolo la parola "urgenti" è soppressa. (50).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere negativo.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento numero 50 lo metto in votazione. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 50.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Locci ha votato a favore e che i consiglieri Arbau e Solinas Antonio hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 15
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione il Titolo.
Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 01. All'articolo 01 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 01 e dei relativi emendamenti:
Art. 01
Modifiche all'articolo 1
della legge regionale n. 31 del 1998
(Ambito di applicazione)
1. Il comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 13 novembre
1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e
dell'organizzazione degli uffici della Regione) è così sostituito:
"1. La presente legge disciplina il sistema organizzativo degli
uffici dell'Amministrazione regionale e del Corpo forestale e di
vigilanza ambientale, in seguito denominati "Amministrazione", e i
rapporti di lavoro del personale dipendente.".
2. Dopo il comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale n. 31
del 1998 sono inseriti i seguenti:
"2 bis. L'Amministrazione, gli enti, le agenzie, le aziende e gli
istituti regionali costituiscono il sistema Regione.
2 ter. Il sistema Regione e le amministrazioni locali
costituiscono il Sistema dell'amministrazione pubblica della
Sardegna, articolato in Sistema regionale centrale e Sistema
dell'amministrazione territoriale e locale.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 01
L'articolo 01 è soppresso. (11)
Emendamento soppressivo parziale Truzzu.
Articolo 01
Nel comma 2 le parole da "2 ter" fino a "territoriale e locale" sono abrogate. (32)
Emendamento sostitutivo totale Truzzu.
Articolo 01
Nel comma 2, il punto 2 bis è così sostituito:
"2 bis. È istituito il ruolo unico dei dipendenti del Sistema Regione. Costituiscono il Sistema Regione l'Amministrazione, le agenzie, le aziende, gli istituti e gli enti regionali a cui si applica il CCRL dei dipendenti regionali.".
(33)
Emendamento sostitutivo parziale Dedoni - Cossa - Crisponi.
Articolo 01
All'articolo 01 comma 2, il punto 2 ter è così sostituito:
"2 ter. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione, previo parere della commissione consiliare competente, adotta le linee guida per l'equiparazione dei trattamenti retributivi del personale del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali, istituito ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale 9/2006, al fine di migliorare la qualità e l'efficienza delle prestazioni e dei servizi offerti alla collettività regionale e di favorire strumenti e discipline che agevolano il processo di riforma delle funzioni e dei compiti della Regione e degli enti locali."
(56).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Colleghi, io ho pensato molto se presentare o non presentare emendamenti a questo disegno di legge; ho deciso di non presentarne (altri mi hanno abbondantemente preceduto), proprio perché si tratta di un provvedimento di legge che non chiude alcun ciclo, e che apre all'intraprendenza di chi vorrebbe nuovamente fare quello che abbiamo fatto in trent'anni, in quarant'anni: le fotografie in questo testo di legge cercando di ottemperare a quello che qualcuno ci suggerisce da altre parti.
Noi dobbiamo conciliare che cosa? Dobbiamo conciliare, Assessore, le istanze dei dipendenti e l'assetto politico e organizzativo della Regione al mutato cambiamento della società; penso che questo sia un obiettivo che tutti dobbiamo cercare di raggiungere anche perchè non partiamo da zero ma partiamo da un confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, partiamo da un confronto con le organizzazioni confederali, partiamo da un tavolo tecnico, tematico, della riforma della Regione per i rapporti Regione, Stato ed Europa.
Abbiamo inviato il testo a tutti gli Assessori, al Presidente, abbiamo il parere dell'Ufficio legislativo, la nota esplicativa che riguarda le parti della legge numero 31 che si intendono modificare e quelle che invece rimangono invariate nonostante il trascorrere del tempo. Questi sono gli aspetti normativi rilevanti, pensavo io, ma egualmente rilevanti sono gli aspetti di natura politica. Assessore, io non intendevo, quando ho detto che bisognava misurare i poteri e le responsabilità della politica nei confronti dei funzionari e della burocrazia, in qualche modo diminuire l'afflato e anche il rapporto con la struttura amministrativa, nel modo più assoluto!
Assessore, potrei chiederle quali sono le direttive che gli Assessori di questa Giunta regionale hanno dato ai propri funzionari, ma sono convinto che nessuno le abbia date, eppure è un compito della politica quello di dire: "io ti do queste risorse umane, ti do queste risorse finanziarie, ti fisso questi obiettivi che devi raggiungere entro questo determinato periodo, se non li raggiungi provvedo a seconda delle sanzioni". Quindi reputo atto doveroso che noi esitiamo una legge che sia pertinente con i diritti, i doveri, l'efficienza, l'efficacia, l'economicità e la trasparenza, il rapporto con gli organi della Regione, i ruoli, le funzioni, le competenze, le responsabilità, la direzione politica e la direzione amministrativa.
È un progetto forse troppo ambizioso, ma noi dobbiamo creare una Regione di eccellenze professionali che accompagnano una Regione di eccellenze politiche, almeno questa è l'aspirazione che noi abbiamo, perché l'errore che si commette, e che commettono tutti coloro che ricoprono il ruolo di Assessore, è quello di pensare che sono lì in eterno e quindi pensano alle future generazioni, non pensano a quello che è necessario fare, no! Pensano di rimanere per sempre lì, e magari sono alle soglie di una crisi che li vede poi o cambiare Assessorato o addirittura non essere più presenti neanche nella Giunta regionale.
Quindi queste sono le questioni propedeutiche, è chiaro ed è evidente che si tratta di un tassello nel contesto complessivo del mosaico generale che abbiamo l'ambizione di costruire; un nuovo modello di Regione presuppone, per completare il quadro, come sempre abbiamo detto, non solo la riforma dell'organizzazione del personale e della struttura burocratica amministrativa, ma anche un nuovo Statuto, una nuova legge elettorale, la legge statutaria, la riforma della legge numero 1 del '77, il rapporto con gli enti locali, il rapporto con lo Stato e con l'Europa. Questo è il progetto di riforma della legge numero 31 e delle modificazioni che ci sono state durante questo periodo, oltre al mutato assetto in materia di lavoro e di organizzazione delle pubbliche amministrazioni che è avvenuto e non possiamo non tenerne conto.
Noi polemicamente abbiamo detto che stiamo copiando da Brunetta, però i fatti ci sono che riguardano anche le Regioni a Statuto speciale, che devono essere in qualche modo recepiti per cui è evidente questo quadro; però abbiamo anche l'esigenza di coordinare la riforma al mutato quadro del Titolo V della Costituzione, cosa che non abbiamo ancora fatto. Ho l'impressione, Assessore, che noi con questa legge ci fermeremo a studiare e a vedere che cosa è avvenuto nel tempo, il perché non sono avvenute determinate promozioni, determinati traguardi eccetera e consumeremo il nostro tempo inutilmente in una sarabanda che non merita di essere considerata.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Presidente, è chiaro che questo disegno di legge ha suscitato una grande attenzione nell'opinione pubblica e non solo tra gli addetti ai lavori o gli appassionati della materia dell'organizzazione e delle riforme istituzionali o burocratiche. Sono temi infiniti come è infinita l'Amministrazione, l'Amministrazione ben definita come "azione perenne", e così è perenne il dibattito sulle forme organizzative che deve assumere. Questo disegno di legge non si propone come legge sul personale della Regione, questo è bene dirlo, sottolinearlo, ribadirlo, ripeterlo e spiegarlo!
Questo disegno di legge si propone come primo passo importante (cito letteralmente l'assessore Demuro che in questo ha dato la fotografia esatta di ciò che la Giunta intende fare con il provvedimento in discussione), nel contesto della riorganizzazione della macchina burocratica, l'istituzione del "sistema Regione", altri provvedimenti in tema di relazioni tra l'Esecutivo e la burocrazia. I temi che riguardano invece il personale, il suo trattamento, le vicende, anche particolari certo non poco importanti ma di segmento, di settore, sono state in questo momento accantonate, sono state messe da parte non nel senso che non vengono considerate ma nel senso che devono confluire in un nuovo, diverso provvedimento, specifico sul personale.
Evidentemente, il fatto di essere partiti dalla ricostruzione o, se vogliamo, dalla revisione di una legge intitolata all'organizzazione e al personale, la legge numero 31, ha indotto molti a cadere nell'equivoco che si stesse ponendo mano alla materia del personale, invece noi stiamo eminentemente discutendo sull'organizzazione della Regione. In questo senso la Commissione ha introdotto alcuni importanti miglioramenti che verranno illustrati nel corso del dibattito, soprattutto dal relatore, e in questo senso la collaborazione all'interno della Commissione, tra opposizione e maggioranza, è stata importante per il confronto anche tra singole posizioni culturali su temi così generali.
È un lavoro, lo affrontiamo adesso nell'Aula con questo spirito, che nuovamente vorrei rammentare: trattiamo dell'organizzazione, trattiamo della funzionalità generale della burocrazia, tentiamo di ricostruire un disegno che riporti al centro gli scopi dell'Amministrazione, la sua capacità di essere incisiva nella realtà sociale e non, soltanto, un peso per la società. È il tentativo di restituire dignità a coloro che lavorano nella organizzazione, è il tentativo di restituire efficacia ed efficienza all'azione politica, è il tentativo di riconciliare la macchina pubblica con il sentimento comune. Naturalmente non ci fermiamo a questi aspetti, abbiamo detto che è un primo passo importante, cerchiamo di compierlo con questa consapevolezza.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, raccolgo da chi mi ha preceduto due elementi; il primo è l'invito a concentrare l'attenzione sul testo, sull'idea che questa è una riforma di organizzazione, il secondo è la sottolineatura del presidente Floris in merito al fatto che la modalità con cui si è addivenuti a questo momento è, forse, vagamente accelerata, nel senso che è difficile probabilmente immaginare che in così pochi mesi, a meno che non vi fosse un approccio precostituito, quasi ideologico alla questione, si sia stati in grado di capire effettivamente in quali ambiti intervenire.
Però, abbiamo lavorato duramente in Commissione, l'abbiamo detto anche in sede di discussione generale, ci siamo confrontati e, nonostante l'atteggiamento apparentemente rigido da parte della maggioranza, possiamo anche dire di aver potuto contribuire alla costruzione di questo testo, credo che lo si vedrà nel corso del dibattito. Però, nel momento in cui noi entriamo in un meccanismo attraverso il quale, nella gestione e nella valutazione del sistema dirigenziale di questa Regione identifichiamo il punto di interesse, probabilmente stiamo producendo una riforma non del tutto fertile.
Mi spiego, è vero che nella pubblica amministrazione è un dato ormai riconosciuto che il dirigente debba essere valutato, è vero che attraverso questo si è ritenuto possa passare parte della maggiore efficienza della pubblica amministrazione, ma è anche vero che se noi raffrontiamo l'elemento della valutazione preliminare rispetto al quadro, come potremmo definirlo, sanzionatorio in capo al dirigente, che è diventato sempre più rigido nel corso degli anni, allora ci rendiamo conto che probabilmente questa è una riforma che potrebbe non portare a casa il risultato.
Il dirigente infatti, ancora oggi, che non ha avuto una interlocuzione adeguata su questo punto, vede proiettare sulla propria testa un meccanismo premiale di valutazione mutuato da una legge nazionale i cui effetti ancora non possiamo giudicare pienamente positivi, e si vede stretto tra questo elemento e l'elemento sanzionatorio che però è quello che lo ha fermato. Perché, badate bene, ve ne siete già resi conto e ve ne renderete conto nel proseguo della vostra azione soprattutto in chiave amministrativa, ciò che limita l'azione dirigenziale è, molto spesso, la paura di non riuscire a far ricadere le proprie azioni all'interno dell'ambito dell'interesse pubblico che non ha ancora avuto l'evoluzione, come mi permettevo di segnalare nell'intervento in discussione generale, che serve.
Perché ve lo segnalo? Perché noi sul piano della definizione di interesse pubblico siamo ancorati a norme che sono degli anni '90, siamo ancorati a un sistema che stava transitando dalla quasi piena gestione politica alla quasi totale gestione burocratica. Se noi non siamo capaci di coinvolgere il sistema soprattutto delle figure dirigenziali, delle figure apicali dell'amministrazione, nella mission dell'azione politica e amministrativa, falliamo. Allora, siccome lo avete presentato come, e probabilmente nelle intenzioni lo è, un tentativo di realizzare una lean organization, una organizzazione snella, è carente proprio in questa chiave, perché chiunque si sia cimentato nel passato nella costruzione di un'organizzazione snella ha dovuto partire come primo elemento dalla definizione della missione, aziendale in altri casi, amministrativa in questo caso.
Adesso, nel momento in cui noi siamo carenti di mission, non possiamo non essere carenti dell'altro elemento sostanziale di una organizzazione snella, non gerarchica, che è quello del modo dell'elemento motivazionale. Allora, l'empowerment che è stato tema di dibattito di chi si è occupato di organizzazione per decenni, è declinato in chiave amministrativa in quello che si chiama self empowerment, che è all'interno e quasi deve nascere dalla risorsa umana il fatto di partecipare a un grande progetto come quello di una organizzazione snella che può effettivamente, lo riconosciamo, portare dei risultati positivi dal punto di vista dell'efficacia, ma rispetto a questo siamo ancora carenti.
Allora, perché abbiamo detto "è carente dal punto di vista dei meccanismi che portano alla formazione con metodo partecipativo", lo abbiamo detto anche in Commissione, "della decisione"? Perché il metodo partecipativo che ridefinisce l'interesse, ridefinisce l'interesse pubblico, coinvolgendo tutto un sistema di stake holders, tutto un sistema di portatori di interesse che poi, facendo venir meno da un lato i contro-interessati, coinvolgendo figure più ampie all'interno del sistema della decisione, crea un ambiente molto più ampio di interesse pubblico all'interno del quale…
PRESIDENTE. Onorevole Tunis il tempo a sua disposizione è terminato. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, io mi atterrò all'articolo 01, perché di questo parliamo, e poi successivamente affronteremo anche gli altri. L'articolo 01 introduce il "sistema Regione" che è uno degli assi portanti di questo disegno di legge, il "sistema Regione" va visto insieme all'articolo 12, quindi alla mobilità possibile e anche alla valutazione delle performance di cui al successivo articolo 1 e al quale ha fatto ora riferimento il collega Tunis. Ora, il punto qual è? Certamente il "sistema Regione" integra sia l'Amministrazione regionale sia quella degli enti, agenzie e istituti regionali e quindi rende possibile la mobilità all'interno dell'intero "sistema Regione".
È evidente che questo, oltre a comportare un risparmio importante perché disponendo di tutto il personale, all'interno di tutto il "sistema Regione" che potrà essere posto in mobilità a seconda delle carenze di pianta organica nelle diverse strutture non si dovrà procedere (o comunque saranno limitate) a nuove assunzioni nel futuro, individua anche la Regione con un ruolo diverso rispetto al passato. Cioè la Regione non più come polmone occupazionale, perché non lo potrà più essere, la Regione non più erogatrice di servizi, ma invece una Regione regista fra tutti i portatori di interesse, quindi gli stake holders in generale.
In questo modo si pongono ovviamente anche le basi per una allocazione migliore delle risorse umane, insieme alla banca dati che è introdotta poi all'articolo 2. Sarà più facile collocare la persona giusta al posto giusto, intendendo per persona giusta quella che ha le competenze, evidentemente.E, da ultimo, l'inserimento del "sistema Regione" è propedeutico alla modifica della macrostruttura che avverrà insieme alla revisione della legge numero 1, della quale parleremo più avanti, ovvero della legge che oggi definisce la suddivisione in Assessorati e che noi vediamo estremamente rigida, legata, sì, questa a un modello tipico degli anni '90 e cioè quello di una amministrazione molto impostata sull'approccio burocratico ed estremamente rigida nell'articolazione interna, che oggi non è più attuale e va necessariamente modificata verso una Regione che si muova per obiettivi, ma anche questo lo approfondiremo in seguito. L'articolo 01 inquadra e definisce il Sistema Regione" che, come ho detto, è uno degli assi portanti di tutto il disegno di legge.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, con molta umiltà cercherò di portare avanti un ragionamento sull'articolo e sul disegno di legge; dico con molta umiltà perché non ho sicuramente le competenze dei colleghi che mi hanno preceduto e che, sia oggi che nella settimana precedente, hanno individuato i pregi e i difetti di questo disegno di legge. Sicuramente, come è stato più volte detto, è un provvedimento di riorganizzazione della macchina regionale ma non è una vera e propria riforma, è un disegno di legge che cerca di correggere alcuni aspetti dell'organizzazione regionale e che presenta alcuni aspetti che personalmente, debbo dire, condivido.
In particolare condivido l'idea di delegificare, cioè di attribuire il potere di organizzare la macchina regionale alla Giunta più che al Consiglio; questo lo dico perché chi vince le elezioni ha il primo compito di dare delle risposte ai cittadini che amministra, e quindi deve avere il potere di organizzare la macchina regionale secondo i propri obiettivi e le proprie linee di mandato. Il problema è che molto spesso non è chiaro quali sono gli obiettivi e, ancora una volta molto spesso, questi obiettivi che talvolta sono chiari all'interno della macchina politica, ovvero della Giunta, non sono altrettanto chiari al resto della maggioranza e soprattutto a chi quegli obiettivi li deve mettere in campo, in questo caso il personale regionale.
E forse è su questo punto che ci dovremmo interrogare perché, come diceva Pietro Nenni, le idee camminano sulle gambe delle persone; noi, invece, ogni tanto ci dimentichiamo di questo e siamo convinti che il solo fatto di avere un'idea significa che quell'idea viene attuata, invece quando si vincono le elezioni chi permette poi alla classe politica di attuare le proprie linee e i propri intendimenti è l'esercito dei dipendenti regionali, e allora questo esercito - venendo all'articolo che ci interessa - va definito nel migliore dei modi.
Non possiamo pensare che possa essere un esercito senza forma, nel quale può entrare di tutto, di cui non sono definiti i confini, al contrario deve essere un esercito di cui noi dobbiamo avere piena consapevolezza, che deve essere ben guidato da chi ha il compito di dirigerlo politicamente e amministrativamente; un esercito che deve essere coinvolto, che deve sapere che cosa si intende fare e quali sono gli obiettivi finali che si vogliono raggiungere. Per questo a mio parere l'articolo 01 presenta già in nuce dei limiti, e potrebbe sembrare anche un elemento non particolarmente importante ma dobbiamo ricordarci che dopo la vittoria, la possibilità di trasformare in pratica i programmi elettorali e le dichiarazioni programmatiche dipende in gran parte dalla macchina amministrativa, quindi dalle persone che aiutano noi politici ogni giorno a far sì che le nostre idee e le nostre proposte vengano messe in pratica.
Se non c'è una piena consapevolezza del ruolo dei dipendenti e non si ha la capacità di definire questo ruolo nel migliore dei modi, a mio parere si parte col piede sbagliato, e non è un fattore di poco conto perché poi saranno loro che determineranno il successo o l'insuccesso delle politiche, e in questo caso, siccome governate voi, il successo o l'insuccesso di questa maggioranza.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, le osservazioni formulate da alcuni colleghi che mi hanno preceduto mi spingono a fare tre considerazioni: una di metodo, una di tecnica legislativa e un'altra di merito.
Tutti si sono spesi nel disegnare una legge che rappresenta un'opzione organizzativa rispetto alla Regione; in verità questo articolo 01, nel suo primo comma, parla anche di rapporti di lavoro del personale dipendente, e questo, mi richiamo anche all'intervento fatto dal collega Floris, disegna di fatto un perimetro più ampio della legge. Peraltro su questo, ed è un'annotazione di tecnica legislativa, vorrei sottolineare che noi solitamente definiamo l'oggetto delle leggi all'inizio di ogni testo, questo disegno di legge invece inizia definendo la modifica a un'altra legge regionale, la legge regionale numero 31, e definendo il perimetro della nuova legge regionale numero 31, cioè una legge che disciplina il sistema organizzativo degli uffici dell'Amministrazione e i rapporti di lavoro del personale dipendente; quindi questo è il perimetro entro il quale dobbiamo svolgere le nostre considerazioni.
Io mi chiedo, perché peraltro ho profonda stima delle competenze e delle capacità dell'assessore Demuro, se non ci sia un problema in questo caso anche di anticipazione di un pezzo della riforma che avrebbe necessitato prima un chiarimento delle questioni aperte, delle questioni che sono presupposte. Io credo che vi sia una questione irrisolta della forma di governo di questa Regione. Bisogna affrontare l'architettura complessiva dei rapporti tra organi della Regione e tra questi e la struttura burocratica. Come è possibile, senza aver disegnato prima questa cornice di riferimento che sarà il nuovo assetto della Giunta regionale, delle competenze del Presidente, delle competenze di questo Consiglio, modificare l'organizzazione della burocrazia, che dovrebbe essere di fatto la conseguenza logica delle organizzazioni di cui dicevo testé?
Su questo mi sia consentita, Presidente, anche un'altra osservazione; io ho depositato il 13 maggio 2014 il progetto di legge numero 29, assegnato regolarmente alla prima Commissione, che riguarda proprio le modifiche alla legge regionale numero 1 del 1977, per la razionalizzazione dell'organizzazione amministrativa della Regione; quindi una norma che ha, evidentemente, un contenuto analogo e che, vorrei richiamare anche l'attenzione sull'articolo 32, comma 3, del Regolamento interno, avrebbe dovuto essere trattata in maniera congiunta al testo che oggi abbiamo in discussione. Di fatto è stata operata invece una scelta che non affronta il progetto di legge numero 29, dall'altro porta avanti la riforma dell'organizzazione; una riforma che ad esempio avrebbe necessitato, e lo proponevamo noi Sardisti nel progetto di legge numero 29, una rivisitazione anche dell'assetto degli Assessorati.
Non dimentichiamoci che la XIV legislatura ha visto una profonda ristrutturazione della composizione del Consiglio regionale, con il passaggio da 80 a 60 consiglieri, una corrispondente ristrutturazione dell'assetto delle Commissioni consiliari, con la modifica del Regolamento interno e la riduzione da 8 a 6 del numero delle Commissioni; noi proponevamo una equivalente riduzione anche della composizione della Giunta regionale, con una compressione del 25 per cento e quindi la riduzione e riorganizzazione degli Assessorati.
Al netto di queste considerazioni, nel merito, vi sono degli spunti interessanti. Ricordava prima il collega Demontis il riferimento al sistema di valutazione della dirigenza nel complesso; l'introduzione del "sistema Regione" e del "sistema delle autonomie locali", però, ancora una volta, riteniamo che tutto questo rappresenti un momento successivo alle questioni di carattere generale e di architettura complessiva della Regione che vanno chiarite ben prima. Quindi prima la statutaria che definisca una volta per tutte la forma di governo della Regione, l'architettura degli organi regionali dalle competenze della Presidenza alle competenze della Giunta e di questo Consiglio e poi, a cascata, definire l'assetto organizzativo delle singole burocrazie regionali per poter disegnare un sistema organico. Questo disegno di legge pur negli isolati punti positivi rappresenta un'anticipazione che a nostro avviso depriva in qualche modo di organicità il disegno riformatore.
PRESIDENTE. Poichè non vi sono altri iscritti a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, si esprime parere negativo sull'emendamento numero 11, sull'emendamento numero 32, sull'emendamento numero 33; sull'emendamento numero 56 si propone un invito al ritiro perché, come dire, il contenuto è condivisibile ma non può essere introdotto tout court nel disegno di legge. È condivisibile perché affronta la questione dell'amministrazione regionale e pubblica e cioè affronta un sistema più ampio del "sistema Regione" che è anticipato nel disegno di legge ma che sarà attuato successivamente. A oggi non dipende dalla sola volontà della Regione evidentemente perché gli enti locali non dipendono dalla Regione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 11. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (F.I.). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 11.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Arbau, Cocco Pietro, Manca Gavino e Ruggeri hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fasolino - Fenu - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto: Il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 17
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, dichiaro ovviamente il voto favorevole su questo emendamento la cui ratio è sostanzialmente quella di eliminare la costituzione del sistema dell'amministrazione pubblica della Sardegna in quanto creerebbe un ulteriore elemento di confusione la realizzazione di un unico calderone in cui confluirebbero anche gli enti pubblici, quali i comuni e le province, senza un disegno, come sosteneva prima anche il collega Solinas, di riorganizzazione complessiva non solo della macchina regionale ma anche dell'architettura come dire costituzionale della Regione autonoma della Sardegna.
Faccio presente tra l'altro che trattiamo di ambiti, quelli riguardanti le province e i comuni, che non sono propriamente di competenza esclusiva della Regione sarda perchè sono anche sottoposti alla competenza statale. Quindi probabilmente stiamo un po' debordando in questo senso dalle nostre prerogative.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.). Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 33.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, anche questo emendamento, di cui sono presentatore, ha lo scopo di definire meglio il ruolo dei dipendenti regionali, cioè di capire meglio quali sono le persone che fanno parte del "sistema Regione" e, nello specifico, la richiesta che deriva dall'emendamento è quella di inquadrare all'interno del sistema tutti coloro a cui si applica il contratto collettivo regionale di lavoro. Questo per evitare che poi si possano creare situazioni non chiare ed eventuali contenziosi. Ovviamente il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, io non ho capito il significato di questo emendamento. Io infatti dal comma in oggetto toglierei le parole "articolato in Sistema regionale centrale e Sistema dell'amministrazione territoriale e locale" e istituirei un sistema unico dell'autonomia che riguarda tutti perché diversamente si può configurare un conflitto di ruoli, di competenze e anche di attribuzione di risorse finanziarie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 56, sul quale è stato avanzato un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, questo emendamento pone un problema importante, così come è stato riconosciuto da diversi colleghi in Commissione e adesso dal relatore. Un problema molto importante che poi si riverbera sia sull'ormai prossima, speriamo, riforma degli enti locali ma in generale su qualsiasi tema voglia affrontare questo Consiglio regionale di riforma del sistema pubblico e anche di riassetto delle Aziende sanitarie alla fine, perché stiamo parlando di problemi che poi comunque noi incontreremo. Questo argomento pertanto dovrà essere affrontato.
Noi accediamo comunque alla richiesta di ritiro dell'emendamento, prepareremo un ordine del giorno che conterrà la necessaria, come dire, pressione tra virgolette nei confronti del Consiglio perché affronti sollecitamente questo tema.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 56 è ritirato. Metto in votazione l'articolo 01.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, qui bisogna chiarire un aspetto fondamentale che è stato richiamato dal collega Deriu e da altri componenti di questo Consiglio: deve rimanere in vita il primo comma dell'articolo 01 "rapporti di lavoro del personale dipendente" oppure bisogna sopprimerlo? Questo è il cuore di tutto, nella logica del Titolo e della finalità della legge proposta in riferimento ai rapporti di lavoro del personale dipendente è del tutto fuori luogo oltre che superfluo.
Le dinamiche, le regole si riferiscono al rapporto di lavoro e, conseguentemente, al trattamento economico con percorsi completamente diversi per quanto riguarda il personale non soltanto sotto il profilo squisitamente politico ma anche sotto il profilo dei rapporti con le organizzazioni sindacali. Quindi se è giusto quello che diceva il consigliere Deriu, che questo non è da considerarsi in questo testo allora è inutile inserirlo, se invece c'è "riguarda".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Presidente, ribadisco l'orientamento unanime della Commissione espresso sia nei lavori di ieri che durante i lavori preparatori alla presentazione del disegno di legge riguardo l'urgenza di intervenire verso l'omogeneizzazione del comparto del "sistema Regione". Una volta creato il "sistema Regione", con il disegno di legge che approveremo oggi, la Giunta e la Commissione saranno chiamate nei prossimi mesi, anche a seguito dell'ordine del giorno che sarà presentato oggi, a risolvere una serie di problematiche legate alle grandi differenze interne al "sistema Regione" come le differenze di contratti e le differenze di inquadramento.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 01.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 01.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Pinna Rossella ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 32
contrari 20
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Inserimento dell'articolo 8 bis
nella legge regionale n. 31 del 1998
(Valutazione della dirigenza)
Dopo l'articolo 8 della legge regionale n. 31 del 1998 è
inserito il seguente:
" Art. 8 bis (Valutazione della dirigenza)
1. Nel sistema Regione le prestazioni dei dirigenti sono soggette a
valutazione annuale ai fini dell'attribuzione, della conferma e
della revoca degli incarichi, opportunamente graduati in base alle
responsabilità effettivamente attribuite, nonché alla verifica e
valutazione annuale dei risultati raggiunti al fine della
retribuzione di risultato.
2. Al fine di cui al comma 1 e sino all'adozione di una legge
regionale in materia di valutazione delle perfomance si tiene conto
di quanto previsto dai principi vigenti in materia e, in
particolare:
a) dei risultati raggiunti e della loro rispondenza agli indirizzi
definiti dagli organi di governo attraverso il Sistema di
misurazione e valutazione della performance di cui all'articolo 7
del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della
legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della
produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza
delle pubbliche amministrazioni);
b) della realizzazione dei programmi e dei progetti affidati alle
singole direzioni generali e ai singoli servizi;
c) della efficace gestione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali assegnate e della connessa capacità di innovazione
opportunamente rilevate.
3. I criteri e i parametri di cui al comma 2 sono deliberati dalla
Giunta regionale previo parere della Commissione consiliare
competente. Su proposta dell'Assessore degli affari generali,
personale e riforma della Regione, alla Giunta regionale compete,
inoltre, la deliberazione relativa alla retribuzione di risultato
che è trasmessa al Consiglio regionale in occasione dell'esame
della manovra di bilancio come allegato informativo
obbligatorio.
4. Nel sistema Regione, in attesa dell'adozione della legge
regionale in materia di valutazione delle perfomance, è vietato
assegnare premi di risultato in caso di mancato rispetto della
procedura di cui al comma 3.
5. La Giunta regionale stabilisce la percentuale di raggiungimento
degli obbiettivi assegnati che rappresenta la soglia al di sotto
della quale non sarà corrisposta alcuna retribuzione accessoria o
di risultato.
6. L'Assessore competente in materia di organizzazione e personale
riferisce alla competente Commissione consiliare sullo stato di
attuazione del presente articolo entro novanta giorni dalla sua
entrata in vigore.
7. La legge regionale di cui ai commi 2 e 4 disciplina il sistema
di misurazione e valutazione della perfomance organizzativa nel
rispetto dei seguenti principi e criteri:
a) attuazione delle politiche attivate sulla soddisfazione finale
dei bisogni della collettività;
b) attuazione di piani e programmi, ovvero misurazione
dell'effettivo grado di attuazione dei medesimi, nel rispetto delle
fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e
quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle
risorse;
c) rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle
attività e dei servizi anche attraverso modalità interattive;
d) modernizzazione e miglioramento qualitativo dell'organizzazione
e delle competenze professionali e capacità di attuazione di piani
e programmi;
e) sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i
cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei
servizi, anche attraverso lo sviluppo di forme di partecipazione e
collaborazione;
f) efficienza nell'impiego delle risorse con particolare
riferimento al contenimento ed alla riduzione dei costi nonché
all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi;
g) qualità e quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
h) raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari
opportunità.
8. La misurazione e la valutazione della performance individuale
dei dirigenti è collegata:
a) agli indicatori di performance relativi all'ambito organizzativo
di diretta responsabilità;
b) al raggiungimento di specifici obiettivi individuali;
c) alla qualità del contributo assicurato alla performance generale
della struttura, alle competenze professionali e manageriali
dimostrate;
d) alla capacità di valutazione dei propri collaboratori,
dimostrata tramite una significativa differenziazione dei
giudizi;
e) alla tensione al risultato.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (12)
Emendamento soppressivo totale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 1
L'articolo 1 Valutazione della dirigenza, è soppresso. (73)
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco.
Articolo
L'articolo 1 è soppresso. (152)
Emendamento sostitutivo parziale Pietro Cocco - Daniele Cocco - Anedda - Desini - Usula - Agus - Roberto Deriu - Demontis - Meloni.
Articolo 1
L'articolo 1 è sostituito dal seguente:
"Art. 1
Inserimento dell'articolo 8 bis nella legge regionale n. 31 del 1998
(Valutazione della dirigenza)
1. Dopo l'articolo 8 della legge regionale n. 31 del 1998 sono inseriti i seguenti:
"Art, 8 bis (Valutazione delle performance)
1. Nel sistema Regione le prestazioni dei dirigenti sono soggette a valutazione annuale, opportunamente graduata in base alle responsabilità effettivamente attribuite nonché alla verifica dei risultati raggiunti, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato. I sistemi di valutazione sono improntati a criteri di merito e di selettività tali da evitare la distribuzione di incentivi o trattamenti in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi.
2. In materia di valutazione delle perfomance individuali e organizzative, trovano applicazione i principi previsti dalla legislazione vigente e, in particolare:
a) effettivo grado di attuazione di piani e programmi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse;
b) raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità;
c) indicatori di performance relativi all'ambito organizzativo di diretta responsabilità;
d) grado di difficoltà delle funzioni effettivamente esercitate;
e) raggiungimento di specifici obiettivi individuali;
f) qualità del contributo assicurato alla perfomance generale della struttura, alle competenze professionali e manageriali dimostrate;
g) capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi;
h) motivazione e capacità nel perseguire obiettivi nuovi e impegnativi;
i) efficienza nell'impiego delle risorse con particolare riferimento al contenimento ed alla riduzione dei costi, nonché all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi;
j) qualità e quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
k) rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi ed allo sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei servizi, anche attraverso lo sviluppo di forme di partecipazione e collaborazione.
3. i criteri e i parametri di cui al comma 2 sono dettagliati dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente.
4. La Giunta regionale stabilisce la percentuale di raggiungimento degli obbiettivi assegnati che rappresenta la soglia al di sotto della quale non sarà corrisposta alcuna retribuzione di risultato.
5. La valutazione e misurazione dei risultati dei dirigenti di vertice del sistema Regione sono svolte da un organismo unico, indipendente ed esterno, il quale:
a) esprime una propria proposta alla Giunta regionale o al competente organo dei singoli enti, agenzie, aziende e istituti, ai quali compete la valutazione finale e l'attribuzione dei premi di risultato;
b) effettua un controllo a campione sulle valutazioni svolte dai dirigenti di vertice nei confronti dei dirigenti della struttura da essi diretta;
c) fornisce supporto agli organi di cui alle lettere a) e b) nella definizione dei parametri di valutazione.
6. L'organismo di cui al comma 5 è nominato dalla Giunta regionale, su proposta del'Assessore competente in materia di personale, ed è formato da tre componenti, dotati di requisiti di elevata professionalità ed esperienza maturati nel campo del management e dei sistemi di valutazione del personale, con particolare riferimento al settore pubblico. Il compenso dei componenti è determinato dalla Giunta regionale ed i relativi oneri gravano sul capitolo di bilancio relativo al fondo di risultato dei dirigenti. Per l'esercizio delle funzioni l'organismo si avvale delle competenti strutture delle amministrazioni del sistema Regione.
7. Nel sistema Regione l'erogazione dei premi di risultato è comunque subordinata all'effettiva valutazione da parte degli organi competenti.
8. I principi di cui al comma 1 si applicano anche per la valutazione del personale non dirigenziale del sistema Regione, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale.".
2. La valutazione delle performance dei dirigenti e dei dipendenti del sistema Regione, di cui al comma 1 ,trova applicazione a decorrere dal ciclo delle performance per l'anno 2015.
3. I principi di cui al comma 1 dell'articolo 8 bis della legge regionale n. 31 del 1998, come inserito dal comma 1 della presente legge, si applicano anche in relazione alla valutazione delle perfomance per l'anno 2014,
Copertura finanziaria
Non prevede aumento di spesa (130)
Emendamento sostitutivo totale Demontis - Agus - Roberto Deriu - Busia - Usula - Meloni.
Articolo 1
L'articolo 1 sostituito dal seguente:
"Art. 1
Inserimento dell'articolo 8 bis nella l.r.. n. 31 del 1998
(Valutazione della dirigenza)
1. Dopo l'articolo 8 della legge regionale n. 31 del 1998 sono inseriti i seguenti:
"Art. 8 bis (Valutazione delle performance)
1. Nel sistema Regione le prestazioni dei dirigenti sono soggette a valutazione annuale, opportunamente graduata in base alle responsabilità effettivamente attribuite nonché alla verifica dei risultati raggiunti, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato. I sistemi di valutazione sono improntati a criteri di merito e di selettività tali da evitare la distribuzione di incentivi o trattamenti in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi.
2. In materia di valutazione delle perfomance individuali e organizzative, trovano applicazione i principi previsti dalla legislazione vigente e, in particolare:
a) effettivo grado di attuazione di piani e programmi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse;
b) raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità;
c) indicatori di performance relativi all'ambito organizzativo di diretta responsabilità;
d) grado di difficoltà delle funzioni effettivamente esercitate;
e) raggiungimento di specifici obiettivi individuali;
f) qualità del contributo assicurato alla performance generale della struttura, alle competenze professionali e manageriali dimostrate;
g) capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi;
h) motivazione e capacità nel perseguire obiettivi nuovi e impegnativi;
i) efficienza nell'impiego delle risorse, con particolare riferimento al contenimento ed alla riduzione di costi, nonché all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi;
j) qualità e quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
k) rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi ed allo sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei servizi, anche attraverso lo sviluppo di forme di partecipazione e collaborazione.
3. I criteri e i parametri di cui al comma 2 sono dettagliati dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente.
4. La Giunta regionale stabilisce la percentuale di raggiungimento degli obiettivi assegnati che rappresenta la soglia al di sotto della quale non sarà corrisposta alcuna retribuzione di risultato.
5. La valutazione e misurazione dei risultati dei dirigenti di vertice del sistema Regione sono svolte da un organismo unico, indipendente ed esterno, il quale:
a) esprime una propria proposta alla Giunta regionale o al competente organo dei singoli enti, agenzie, aziende e istituti, ai quali compete la valutazione finale e l'attribuzione dei premi di risultato;
b) effettua un controllo a campione sulle valutazioni svolte dai dirigenti di vertice nei confronti dei dirigenti della struttura da essi diretta;
c) fornisce supporto agli organi di cui alle lettere a) e b) nella definizione dei parametri di valutazione, anche in raccordo con l'ufficio del controllo interno di gestione di cui all'articolo 10, comma 2.
6. L'organismo di cui al comma 5 è nominato dalla Giunta regionale, su proposta del'Assessore competente in materia di personale, ed é formato da tre componenti, dotati di requisiti di elevata professionalità ed esperienza maturati nel campo del management e dei sistemi di valutazione del personale, con particolare riferimento al settore pubblico. Il compenso dei componenti è determinato dalla Giunta regionale ed i relativi oneri gravano sul capitolo di bilancio relativo al fondo di risultato dei dirigenti.
7. Nel sistema Regione l'erogazione dei premi di risultato è comunque subordinata all'effettiva valutazione da parte degli organi competenti.
8. I principi di cui al comma 1 si applicano anche per la valutazione del personale non dirigenziale del sistema Regione, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale.".
2. La valutazione delle performance dei dirigenti e dei dipendenti del sistema Regione, di cui al comma 1 trova applicazione a decorrere dal ciclo delle performance per l'anno 2015.
3. I principi di cui al comma 1 dell'articolo 8 bis della legge regionale n. 31 del 1998, come inserito dal comma 1 della presente legge, si applicano anche in relazione alla valutazione delle performance per l'anno 2014. (1)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 1
Il punto 2 dell'articolo 1, Valutazione della dirigenza, è soppresso
(74)
Emendamento aggiuntivo Truzzu.
Articolo 1
Nell'articolo 1, comma 1, dopo il punto 4 è aggiunto il seguente:
"4 bis. Nel caso in cui le procedure di cui al comma 3 non si concludano entro il mese di febbraio dell'anno a cui la valutazione si riferisce, la valutazione della performance e l'erogazione della retribuzione di risultato seguiranno l'iter procedurale previsto dal vigente C.C.R.L. Per l'anno di entrata in vigore della presente norma, la valutazione della perfomance e l'erogazione della retribuzione di risultato seguiranno l'iter procedurale previsto dal vigente C.C.R.L.
(34)
Emendamento sostitutivo parziale Pittalis - Alessandra Zedda - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis.
Articolo 1
Inserimento punto 4 bis articolo 1 comma 1
Dopo il comma 4 dell'articolo 8 bis della LR. 31/1998 ss.mm. è inserito il comma 4 bis:
4 bis: Nel caso in cui le procedure di cui al comma 3 non si concludano entro il mese di febbraio dell'anno cui la valutazione si riferisce, la medesima valutazione della performance e la conseguente erogazione della retribuzione di risultato seguiranno l'iter procedurale previsto dal vigente C.C.R.L.
RELAZIONE
Dalla lettura del combinato disposto del novato articolo 8 bis della L.R. 31/1998 ss.mm. - commi 3 e 4 - emerge che il mancato adempimento da parte della Giunta regionale e/o del Consiglio regionale delle procedure correlate alla valutazione della performance, comporta l'impossibilità di pervenire alla valutazione dei dipendenti e dei dirigenti cui seguirebbe la mancata corresponsione del salario di rendimento ai dipendenti, secondo quanto contemplato dal dettato contrattuale. (168)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 1
Nel comma n. 2 bis dell'articolo 1 Valutazione della dirigenza, dopo il periodo "le aziende e gli istituti regionali", sia aggiunto "a cui si applica il CCRL dei dipendenti regionali". (72)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, l'articolo 1, insieme all'emendamento numero 130, è uno degli articoli più rilevanti dell'intero testo. Affronta anche, dico anche perché evidentemente non tratta solo questo, la questione della distinzione di funzioni fra organo politico e organo gestionale, cioè la dirigenza. Più volte in quest'Aula ne abbiamo parlato perchè non solo la Bassanini, come spesso viene detto, ma tutte le leggi nazionali che si sono susseguite (il Testo unico sui dipendenti della pubblica amministrazione, la legge numero 165, la stessa "Brunetta", cioè la legge numero 150 del 2009 e altre), hanno ribadito la distinzione delle funzioni.
Della normativa nazionale non possiamo far altro che prenderne atto e, di conseguenza, che cosa stiamo proponendo? Stiamo proponendo, con questo articolo e questo emendamento, il recepimento anche nella Regione autonoma della Sardegna della legge numero 150 del 2009, cioè la "legge Brunetta", e quindi anche l'istituzione dell'Organismo di Valutazione Indipendente (OIV), perchè riteniamo che l'applicazione immediata della legge Brunetta sia la soluzione migliore, piuttosto che prevedere un periodo di transizione verso l'adozione di una legge regionale che potrebbe avvenire magari in tempi non rapidissimi e non si capisce nemmeno perché dovrebbe essere poi migliore della "Brunetta". Il punto pertanto è: applichiamo subito la numero 150 del 2009.
Ma veniamo al dunque. Sono molto d'accordo con quanto diceva il collega Truzzu poc'anzi, e cioè che il mancato raggiungimento degli obiettivi strategici nelle linee di mandato di qualunque amministrazione è dovuto prevalentemente, secondo me, alla non coincidenza delle priorità sugli obiettivi fra classe politica e classe gestionale, cioè gli obiettivi strategici che sono di competenza della classe politica, spesso non sono considerati prioritari dalla classe gestionale, dalla dirigenza; questo è, secondo me, il punto centrale, per responsabilità spesso di entrambi. E allora, che cosa deve fare la classe politica? La classe politica deve dare le linee di mandato, le linee di mandato le deve declinare in obiettivi strategici, questi ancora in obiettivi operativi legandoli a misuratori di risultato smart (smart vuole dire specifici, realizzabili, misurabili, attuabili e temporizzabili), tutto questo ovviamente insieme all'OIV, da valutare durante tutto l'anno, non solo a fine anno, ma durante tutto l'anno, tant'è che il raggiungimento degli obiettivi strategici si chiama ciclo. Questo è il punto.
Ovviamente monitorando l'andamento, qualora alcuni obiettivi non vengano raggiunti, si deve anche saper ritornare indietro sugli obiettivi operativi, su quelli strategici e sul programma di mandato; questo è il "ciclo delle performance", ed è il ciclo di programmazione, gestione e controllo, e questo è compito della politica, è competenza della politica, la politica deve avere il cruscotto per verificare tutto ciò che sta accadendo; e si chiama, non a caso, "ciclo delle performance".
I dirigenti che hanno autonomia gestionale derivante dalla legge saranno valutati intanto sul piano delle performance, e quindi su un ciclo molto più completo, ma non da organismi interni all'amministrazione, bensì dall'Organismo di valutazione indipendente, appunto l'OIV. Solo se la valutazione dei risultati raggiunti da parte dell'organismo indipendente sarà positiva, allora sarà possibile erogare quella parte propria della retribuzione chiamata "retribuzione di risultato". In estrema sintesi stiamo dicendo: valorizzazione obbligata del merito e dei risultati raggiunti; obbligata!
Oggi la Regione autonoma della Sardegna si basa invece sul controllo intero di gestione, ai sensi della legge numero 31 del '98 e sui contratti collettivi regionali, ma è cosa diversa rispetto al "ciclo delle performance", come dire, è basato più su un sistema di natura collaborativa, che ovviamente va conservato, ma non c'è l'equivalente sanzionatorio. Il "ciclo delle performance" obbliga, invece, alla valutazione delle attività dei dirigenti e delle strutture, di conseguenza essendo degli Assessori a capo degli Assessorati e delle strutture valutate, anche la politica viene alla fine valutata; però il "ciclo delle performance" definisce anche delle sanzioni, definisce delle responsabilità che oggi non sono chiare con il normale controllo di gestione: le responsabilità in funzione degli obiettivi raggiunti.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, cogliamo l'opportunità per ribadire alcuni concetti espressi in occasione della discussione generale e che qualche collega oggi ha ripreso. Noi possiamo anche colmare alcuni vuoti della legge numero 31, soprattutto dal punto di vista normativo (in questo senso credo che le integrazioni sulla valutazione dei dirigenti siano doverose, anche al fine di essere rispettosi delle norme nazionali), però ribadisco che, purtroppo, sarà difficile, Assessore, fare delle valutazioni, anche sulla base dei migliori principi e criteri, perché si sta operando su una macchina "scollegata".
Come più volte le abbiamo fatto notare, per riorganizzare la Regione sarebbe stato quantomeno un punto di partenza importante una riforma della legge numero 1 del '77, perché oggi c'è una difficoltà di relazione, di comunicazione, non solo tra i vari Assessorati, ma tra le diverse direzioni generali e, addirittura, anche all'interno delle direzioni generali.
Per quanto in questa sede si continui a sostenere che si sta facendo una pre-riforma, noi crediamo invece che siano dei semplici compitini che integrano le parti lacunose della "31", e neanche tutte. Quindi, anche in merito alla valutazione dei dirigenti, una attenta lettura del combinato disposto dei commi 3 e 4 evidenzia che ci potrebbero essere dei casi di inerzia della Giunta e quindi le valutazioni procrastinarsi nel tempo. Da un lato pertanto mancherebbero il risultato e la valutazione degli obiettivi, dall'altro potrebbero anche essere negativi e ovviamente ripercuotersi sulla corresponsione di eventuali premi di produzione.
Ma, al di là di questo, ritengo che si debba intervenire con gli strumenti che si hanno oggi su una armonizzazione delle valutazioni perché, Assessore, c'è una profonda differenza tra ciò che avviene nella Regione e ciò che avviene nei suoi enti e agenzie; allora credo che sia ora di introdurre una equiparazione perché non ci possono essere dirigenti di serie A e di serie B. I dirigenti sono tenuti a raggiungere gli obiettivi e devono essere però anche messi nelle condizioni di poterlo fare, con valutazioni che noi ci auguriamo possano essere utili.
Queste norme che stiamo approvando dovrebbero avere un unico fine, quello di migliorare sostanzialmente il rapporto fra la Regione e i suoi cittadini e, in definitiva, migliorare i servizi. Io reputo che manchi ancora molta strada per poter arrivare a valutare le performance in maniera precisa e con criteri chiari rispondenti a quelle necessità di cui ho appena parlato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, l'articolo 1 è un articolo molto importante perché il testo che è stato esitato dalla Commissione permette teoricamente (dico "permette" perché il testo che è stato esitato dalla Commissione è stravolto, reso differente dall'emendamento numero 130, poi ci arriverò), di recepire nella legislazione regionale le indicazioni della famosa "legge Brunetta", legge tanto vituperata ma che se fosse applicata integralmente e interamente in tutti i suoi aspetti probabilmente avrebbe già consentito di avere delle amministrazioni più efficienti e più rispondenti alle esigenze dei cittadini.
Una delle caratteristiche di questo Consiglio regionale, ma penso sia una questione italiana, è quella di scrivere delle leggi bellissime che prevedono tutto, che anticipano anche le legislazioni di altri Paesi, ma di non applicarle. Ciò che scriviamo rimane lettera morta, mummificato e non applicato nella pratica quotidiana.
È chiaro che la valutazione dei dirigenti e del personale è un elemento fondamentale per garantire il corretto funzionamento della macchina regionale, di qualsiasi macchina amministrativa, e penso che qualsiasi dipendente, qualsiasi dirigente ne abbia ormai piena consapevolezza, perché consente di valorizzare le differenze presenti all'interno delle amministrazioni, come in qualsiasi altra struttura organizzata. Quindi, non posso che essere d'accordo. Questo per quanto riguarda il merito.
Poi il metodo. Non ho avuto modo di vedere tutti gli emendamenti che sono stati presentati, però stigmatizzo ancora una volta l'utilizzo dell'emendamento sostitutivo totale perché se continuiamo a utilizzare questo strumento sugli articoli dei provvedimenti di legge in esame, cari colleghi, diventa difficile per tutti lavorare nel senso che i rischi sono dietro l'angolo (ne abbiamo avuto un esempio la settimana scorsa con la legge sulla sanità), si rischia di fare dei pasticci e si rischia anche di creare un testo disorganico o meglio, meno organico di quanto già non sia.
Fra l'altro su questo articolo avevo presentato un emendamento - che probabilmente decadrà una volta che sarà votato l'emendamento numero 130 - su cui invito la maggioranza e la Giunta a fare un po' di attenzione perché qual è il rischio? Il rischio, come diceva la collega Zedda, è che nel momento in cui non si arrivi a una piena operatività dell'organismo di valutazione, e di conseguenza a una valutazione, come prevede l'emendamento numero 130, anche quei dipendenti che hanno fatto bene il loro lavoro, che hanno raggiunto gli obiettivi laddove sono stati assegnati e sono stati misurabili, potrebbero vedere inficiata la loro attività e quindi non ottenere la parte collegata al risultato perché non è stata inserita una clausola di salvaguardia che dica: "nel caso in cui non si riesce a completare questo processo si applicano le regole che ci sono già nel contratto collettivo regionale di lavoro". È una semplice integrazione che probabilmente ci permetterebbe di chiudere meglio questo articolo e di rendere giustizia alle tante persone che lavorano nell'amministrazione regionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, approfitto per completare il ragionamento iniziato anzitempo. Il tema su cui ci stiamo confrontando risente di una certa "frettolosità". Perché lo dico? Perché stiamo, di fatto, compiendo un atto dovuto, perché non potevamo ancora dopo tanti anni disapplicare delle norme che sul piano nazionale esistono già e che riguardano la valutazione dei dirigenti, perché questo è sicuramente un aspetto che non poteva ancora attendere. È anche vero però che la necessità di ricorrere a valutazioni esterne denuncia il fatto che è carente la riforma proprio sugli aspetti che descrivevo prima, perché se noi fossimo realmente in grado di coinvolgere le figure apicali dell'amministrazione nella definizione degli obiettivi, nella loro congruità, nella loro attuabilità, certamente non ci sarebbe bisogno di ricorrere a valutazioni esterne. Quindi, questo rappresenta indubbiamente un elemento di debolezza.
Voi avete fatto una riforma di destra, ritenevo di essere originale nel dare questa definizione poi mi dicono che è scritta da qualche parte. Ma il fatto che sia una riforma di destra poggia sul fatto che nell'utilizzo della risorsa umana, la risorsa strumentale, si pensa di raggiungere l'obiettivo. Per noi che apparteniamo a una tradizione popolare (molti di noi provengono da una tradizione popolare, da una tradizione democratica) questo non può essere sicuramente definito accettabile, ma soprattutto non risulta essere funzionale dal nostro punto di vista. È per questo che il mio invito è di accogliere quei suggerimenti che provenendo dalla nostra parte politica sono in grado di sfumare questa caratteristica destrorsa della riforma. Io credo che nei dirigenti dell'amministrazione regionale si possa trovare non una controparte, ma un partner con il quale costruire strada facendo, gradatamente e senza salti traumatici, la futura gestione di questa amministrazione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero12, uguale al 73 e al 152, 74, 34, 168 e 72. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 130. L'emendamento numero 1 è ritirato.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 130. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (F.I.). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 130.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Pittalis ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Tunis - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Tatti - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 34
contrari 17
(Il Consiglio approva).
Decade l'emendamento numero 74.
Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione elettronica per i successivi emendamenti.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 34.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, ne ho già accennato nel corso della discussione sull'articolo, in riferimento alle procedure previste nei commi 3 e 4 come esitati dalla Commissione rilevo che il comma 3 come previsto dall'emendamento numero 130 è un po' diverso. Nell'emendamento in votazione semplicemente, come dicevo prima, è contemplata una clausola di salvaguardia nel caso in cui non si riesca ad attivare tutta la procedura per arrivare alla valutazione personale dei dirigenti, far sì che in quel caso e solo in quel caso si applichino le disposizioni che sono contenute nel contratto collettivo regionale di lavoro. Quindi se c'è la disponibilità dell'Assessore, della Giunta e della maggioranza probabilmente si può anche trovare una formulazione per collegare questo emendamento all'emendamento numero 130.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, intervento per evidenziare che con l'emendamento sostitutivo abbiamo colmato anche questo aspetto perché si chiarisce che il ciclo di valutazione delle performance parte con l'annualità 2015 evidentemente e non riguarda il passato. Nel passato si applica invece l'attuale sistema di valutazione, ma nella legge Brunetta e nell'applicazione poi del ciclo delle performance questo è un principio fatto salvo nel senso che, qualora vi dovessero essere impedimenti è evidente che non si procede con la legge Brunetta o con la valutazione del ciclo delle performance. Nella predisposizione del piano delle performance sono cose previste perché la Brunetta lo prevede, quindi non è necessario a mio avviso.
PRESIDENTE. L'emendamento non è stato dichiarato decaduto, quindi a tutti gli effetti l'Aula si esprime su questo emendamento che se approvato viene inserito.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 34.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 18
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 168.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tocco - Truzzu - Tunis.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 16
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 72 è inammissibile perché non è corrispondente al testo dell'articolo.
Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2
Modifiche all'articolo 13 della legge regionale n. 31 del 1998
(Istituzione delle strutture)
1. L'articolo 13 della legge regionale n. 31 del 1998, è
sostituito dal seguente:
"Art. 13 (Strutture dell'Amministrazione regionale)
1. La Giunta regionale definisce le linee fondamentali
dell'organizzazione amministrativa della Regione.
2. Il numero massimo delle direzioni generali è determinato in
ventiquattro.
3. In ciascun assessorato è istituita almeno una direzione
generale. Fermo restando il numero massimo di cui al comma 2, nella
Presidenza può essere istituito un numero di direzioni generali
pari al 30 per cento di quelle istituite.
4. Al fine di adeguare l'organizzazione dell'Amministrazione agli
obiettivi di governo, le direzioni generali sono istituite,
modificate e soppresse con decreto del Presidente della Regione,
previa conforme deliberazione della Giunta regionale, su proposta
dell'Assessore competente in materia di organizzazione e di
personale.
5. I direttori generali dispongono di un ufficio per le attività
di segreteria e di supporto alla verifica dei programmi della
direzione.
6. La dotazione organica dirigenziale è definita dalla Giunta
regionale tenendo conto del fabbisogno connesso agli obiettivi e
alle risorse assegnati alle direzioni generali, ai servizi e alle
unità di progetto.
7. I servizi sono istituiti, modificati o soppressi dal direttore
generale, di intesa con il direttore generale competente in materia
di organizzazione, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta
regionale ai sensi del comma 6.
8. Le articolazioni organizzative di livello non dirigenziale sono
istituite, modificate o soppresse, con provvedimento del direttore
generale responsabile della struttura previo parere del direttore
di servizio competente. Non possono essere istituite articolazioni
le cui indennità non trovino copertura nel fondo assegnato alla
direzione generale interessata per la retribuzione delle funzioni
di coordinamento e di responsabilità.
9. Ai fini dell'organizzazione interna degli uffici,
dell'affidamento degli incarichi di coordinamento di livello non
dirigenziale, della creazione e gestione delle unità di progetto,
di cui all'articolo 26, dell'individuazione delle necessità della
pianta organica, dell'analisi del fabbisogno formativo, nonché di
una più efficiente generale gestione delle risorse umane è
istituita la Banca dati delle competenze di tutto il personale
regionale. Nella banca dati confluiscono i curricula dei dipendenti
autocertificati e compilati attraverso l'utilizzo di appositi
software, con l'identificazione delle esperienze lavorative, svolte
anche non all'interno dell'Amministrazione regionale, nonché il
percorso di studi e formativo lungo tutto l'arco della vita. Il
popolamento della banca dati e le ricerche al suo interno sono
realizzati secondo la massima trasparenza a tutela del buon
andamento dell'Amministrazione regionale e di tutti i lavoratori e
possono avvenire anche mediante l'uso di parole chiave e/o sezioni
di argomenti.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 2
L'articolo 2 è soppresso. (13)
Emendamento soppressivo totale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo
L'articolo 2 Istituzione delle Strutture, è soppresso.
(122)
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco.
Articolo 2
L'articolo 2 è soppresso. (151)
Emendamento soppressivo totale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 1 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture, è soppresso. (123)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 2 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture è soppresso.
(125)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 3 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture è soppresso. (127)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 4 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture è soppresso. (117)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 6 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture è soppresso. (119)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 7 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture è soppresso.
(121)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Al punto 7 dell'articolo n. 2 Istituzione delle strutture, è soppresso il periodo "di intesa con il direttore generale competente in materia di organizzazione". (111)
Emendamento sostitutivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Il punto 2 dell'articolo n. 2 Istituzione delle Strutture, il periodo "è determinato in ventiquattro", sia sostituito con "è determinato in. quattordici". (126)
Emendamento sostitutivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Comma 1 punto n. 3 dell'articolo 2 Istituzione delle Strutture, il periodo "pari al trenta per cento di
quelle istituite", sia sostituito con "pari al quindici per cento di quelle istituite". (116)
Emendamento sostitutivo parziale Truzzu.
Articolo 2
Nel comma 1 il punto 7 dell'articolo 13 della L.R. 31/1998 ss.mm. è così sostituito:
"7. I servizi sono istituiti, modificati o soppressi dal direttore generale con provvedimento congruamente motivato che dia conto della più efficiente riorganizzazione degli uffici, di intesa con il direttore generale competente in materia di organizzazione, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale ai sensi del comma 6" (68)
Emendamento sostitutivo parziale Pittalis - Alessandra Zedda - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis.
Articolo 2
Il punto 7 dell'articolo 2 comma 1 è così sostituito:
sostituzione comma 7 dell'articolo 13
Il comma 7 dell'articolo 13 della L.R. 31/1998 ss.mm. è così sostituito:
"I servizi sono istituiti, modificati o soppressi dal direttore generale con provvedimento congruamente motivato che dia conto della più efficiente riorganizzazione degli uffici, di intesa con il direttore generale competente in materia di organizzazione, sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale ai sensi del comma 6"
RELAZIONE
La modifica proposta è finalizzata ad assicurare che l'istituzione, la modifica e la soppressione dei servizi da parte del direttore génerale sia motivata e inserita in un quadro di riorganizzazione degli uffici finalizzata al miglioramento dell'efficienza. (167)
Emendamento sostitutivo parziale Demontis - Agus - Roberto Deriu - Busia - Usula - Meloni.
Articolo 2
Il punto 7 del comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
"I servizi sono istituiti, modificati o soppressi con decreto dell'Assessore competente per materia, su proposta del direttore generale sulla base di criteri stabiliti dalla Giunta regionale ai sensi del comma 6". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Pietro Cocco - Daniele Cocco - Anedda - Desini - Usula - Agus - Roberto Deriu - Demontis - Meloni.
Articolo 2
Il punto 7 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
"7. 1 servizi sono istituiti, modificati o soppressi con decreto dell'Assessore competente per materia, su proposta del direttore generale sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale ai sensi del comma 6.".
Copertura finanziaria
Non prevede aumento di spesa. (128)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Al n.1 punto 1 dell'articolo 2, istituzione delle strutture, a seguito del periodo "dell'organizzazione amministrativa della regione", sia aggiunto "sentito il parere della commissione competente". (124)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Al punto n. 4 dell'articolo n. 2 Istituzione delle strutture, a seguito del periodo "in materia di organizzazione e di personale" sia aggiunto "sentito il parere della commissione competente". (118)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 2
Al punto n. 6 dell'articolo n. 2 Istituzione delle Strutture, a seguito del periodo "è definita dalla Giunta regionale" sia aggiunto "sentito il parere della commissione competente". (120). )
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD) relatore. L'articolo 2 delegifica la materia relativa all'istituzione, modifica e soppressione delle direzioni generali e ne stabilisce anche un numero massimo, ventiquattro, che coincide con il numero delle attuali direzioni generali. Non perché si ritenga che ventiquattro sia un numero congruo, evidentemente non lo è, però la riduzione delle direzioni generali la si fa una volta ridisegnata la pianta organica altrimenti si rischia di fare un pasticcio. Sarà il Presidente della Regione, in questo caso con la Giunta regionale, a stabilire il numero delle direzioni generali e non più il Consiglio con legge, si sta delegificando in questo modo.
Questa delegificazione è propedeutica proprio alla modifica della legge numero 1 e della macrostruttura, perchè è evidente che rendendo tutto molto più snello si facilita la successiva legge di modifica. Perché vogliamo modificarla e, quindi, modoficare l'attuale macrostruttura? Perché riteniamo che sia troppo rigida come abbiamo detto, troppo legata a un'impostazione superata e spesso, questo punto è stato ripreso nel dibattito, quando viene attuato il ciclo delle performance se le strutture non sono poi in condizioni di raggiungere gli obiettivi strategici operativi è evidente che la riforma è monca, siamo perfettamente d'accordo.
Per questo vogliamo far seguire al disegno di legge numero 72 la modifica della legge numero 1 su una struttura che può avvicinarsi a quella che viene definita per "missione" e cioè strutture costruite intorno agli obiettivi strategici, dimensionate per raggiungere gli obiettivi strategici definiti dall'organo politico perché questa, sì, è solo ed esclusivamente competenza dell'organo politico, e non invece come succede oggi, anche qualora gli obiettivi siano ben declinati e chiari, assistere a un ridimensionamento perché le strutture non sono in grado di raggiungerli. Questo è quindi l'impianto complessivo.
Oggi, col disegno di legge numero 72 stiamo introducendo delle delegificazioni proprio per favorire l'attuazione della revisione della legge numero 1. Che poi sia competenza della Giunta e non del Consiglio definire la macrostruttura per me è naturale, è mutuata da quanto avviene nell'ente locale, e la Giunta che è anche supportata dall'OIV in questo caso ha conoscenza dell'andamento dell'attuazione degli obiettivi strategici, è sempre la Giunta che ha conoscenza delle necessità di potenziare o meno un servizio o un settore a seconda dei risultati raggiunti e a seconda della priorità degli obiettivi del quale il settore è incaricato. Quindi per me è evidente che debba essere una competenza in capo alla Giunta.
Ovviamente anche la Giunta, come tutti poi, dovrà rispondere dei risultati raggiunti. Il punto è che in capo al soggetto che sarà poi valutato è indispensabile porre la piena autonomia gestionale, altrimenti anche la valutazione può risentire di fatti che non ricadono nella responsabilità dello stesso. Quindi piena autonomia gestionale e poi valutazione senza alcuna scusa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente e colleghi del Consiglio, mi sorprende veramente questa chiusura pregiudiziale della maggioranza nei confronti di un argomento che è di interesse generale e che non ha interessi di parte, non essendo né di destra né di sinistra. E mi sorprende che non si prenda atto di chi questa Sardegna l'ha amministrata per quarant'anni e parla esclusivamente per dare un contributo generoso alle cose che si stanno trattando.
Vedete, molte di queste disposizioni che sono scritte in questo testo erano scritte già quattro anni fa nel disegno di legge numero 71, portato in Commissione e bocciato. Io a queste norme ho resistito tanto tempo, bisticciando nella mia Giunta, per il facente funzioni, ma queste norme messe così, gentili, nascondono nomi e cognomi. Io potrei dire tranquillamente, se volessi polemizzare, che cosa c'è scritto nell'articolo 3, 4, 5 e 6 e a chi ci si riferisce. Quindi veramente una cosa folle! Io vi toglierò subito il disturbo e fatevi le riforme che volete, ma non mi sembra il modo di concepire le cose.
Anche in merito al ruolo della Giunta, stiamo discutendo sul fatto che nell'isola c'è stata un'elezione diretta del Presidente che ha sconvolto e rivisto tutti i poteri e tutte le attribuzioni, stiamo cercando una strada per dare dignità a questo Consiglio regionale e ne veniamo fuori continuamente delegando alla Giunta regionale, delegando addirittura ai funzionari di stabilire il numero dei servizi . Io vi propongo, sulla base della mia esperienza, di modificare all'articolo 2 le parole: "il numero massimo delle direzioni generali è determinato in 24", con le parole "il numero massimo delle direzioni generali è determinato in 13", uno per la Presidenza e uno per ogni Assessorato.
Anche questa è un'esperienza già vista, come l'esperienza del numero delle Commissioni: da 10 a 9 a 12, eccetera. E nell'ottica della migliore organizzazione e funzionalità delle strutture della Giunta regionale, e anche del contenimento della spesa regionale, si ritiene opportuno riportare il numero delle direzioni generali all'originario impianto dell'apparato amministrativo regionale certamente più rispondente agli obiettivi di governo. Abbiamo già detto in altra occasione di aver condiviso quanto fatto dalla Giunta e dall'Assessore relativamente alle aziende agricole, ma se si fa per le aziende agricole perché non lo si deve fare anche per gli Assessorati? Che motivo ci può essere? Nessun motivo.
È evidente che se viene accolta questa tesi, nella rideterminazione dell'articolo che fissa in 13 il numero delle direzioni generali, una per la Presidenza e una per gli Assessorati, come conseguenza i commi 3 e 4 verrebbero soppressi. Ecco, io credo che alcune di queste cose si possano fare, perché se apriamo a questo disegno di legge così come è stato concepito, senza togliere quelle parti che abbiamo detto, dobbiamo aprire a tutti, dobbiamo aprire anche a coloro che hanno interessi da difendere e da tanti anni, da decenni, chiedono cose che sono state date ad altri e non a loro.
Quindi cerchiamo di essere coerenti con noi stessi, o si fa una discussione seria, o si prendono e si esaminano le questioni per quello che sono, oppure non si può così, come dire, banalizzare come se fossero cose dette per chissà quale interesse nascosto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, probabilmente nel ragionamento iniziale e quindi nella discussione degli articoli precedenti non sono stati valutati bene l'importanza e l'impatto reale che questa riforma porterà al sistema organizzativo della Regione autonoma della Sardegna. È vero, la riforma è concentrata più che sugli aspetti politici sicuramente sugli aspetti organizzativi, e su questo credo che nessuno possa assolutamente eccepire, però sul piano politico non possiamo non valutare comunque, Assessore, che la scelta che questo Consiglio regionale sta portando avanti è quella di delegare, proprio nel vero senso della parola, al sistema organizzativo (direzioni generali, dirigenti e funzionari) tutta la gestione della Regione. Credo che questo sia un punto di riflessione veramente importante che noi dobbiamo comunque sottolineare.
In merito all'articolo 2 potrebbe anche essere corretto stabilire esattamente il numero delle direzioni generali, ma ventiquattro direzioni generali per la Regione sarda, Assessore, sono un'enormità. Gli Assessorati sono dodici, più la Presidenza e siamo a tredici, se abbiamo bisogno eventualmente di qualche numero in più, io non mi fermo al numero del presidente Floris, tredici, ma ragioniamo su quattrodici, quindici, ma ventiquattro direzioni generali (numero massimo a oggi), sicuramente si contrappongono ai ragionamenti che fino a oggi abbiamo fatto all'interno di quest'Aula per ridurre i costi della pubblica amministrazione. Qui non li stiamo riducendo, in questo modo li stiamo semplicemente aumentando. Quindi credo che tutta l'opinione pubblica, non solo quella interna del Consiglio regionale, debba focalizzare l'attenzione su questo aspetto.
L'altro problema è quello di delegare la funzione politica alla parte tecnica, nel senso che le direzioni generali istituiranno i servizi dei vari Assessorati. Questo mi sembra francamente proprio un togliersi completamente di dosso il vero ruolo della Regione e quindi dei vari Assessorati. Probabilmente chi non ha svolto il ruolo di Assessore non si rende davvero conto di che cosa significa poi delegare tutte le funzioni alla direzione generale.
Credetemi diventa impossibile, Assessore, gestire e delegare le funzioni che sono proprie della politica, che sono state delegate dal popolo sardo a chi in quel momento rappresenta la Regione; queste funzioni non possono essere delegate alla parte tecnica, questo è l'errore più grande che può commettere questo Consiglio regionale oggi approvando questa norma. Quindi vi invito, colleghi, su questo articolo a soprassedere un attimo, su questo articolo ci dobbiamo un attimo fermare, ragionare tutti insieme e ogni tanto magari ascoltare chi ha più esperienza, perché se si commettono degli errori poi tornare indietro sarà veramente difficile. In questo momento governate voi, ma diventerà davvero difficile per voi poi gestire realmente gli obiettivi che la politica, che mai su questo ha delegato alcuno, deve dare per la gestione all'interno dei vari Assessorati e quindi dell'insieme della Regione autonoma della Sardegna.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, quando dicevo che questa riforma tentava di dare vita alla struttura amministrativa, cioè di dotarla di quell'autonomia, di quella capacità di autogestione a cui voi attribuite la speranza di una maggiore efficienza, intendevo esattamente quanto contenuto in questo articolo. E' vero in una condizione normale probabilmente accorciare le modalità e i procedimenti amministrativi che portano a una riorganizzazione può coincidere con l'efficienza, però noi nell'esitare un testo come questo non avremmo tenuto conto del fatto che chi si trova a ricoprire all'interno di un mandato politico il ruolo di direttore generale è un dirigente, un ex funzionario, che ha trascorso uno, dieci, tanti anni della propria carriera affianco a quei colleghi che in quel particolare periodo storico devono accettare di vedere in lui la figura in grado di guidarli, ma che presto torneranno probabilmente a essere dei colleghi, dei vicini di scrivania.
Perché faccio queste precisazioni? Perché dico non "affidare" ma "abbandonare" al direttore generale decisioni così profondamente critiche dal lato della gestione delle risorse umane è un rischio al quale onestamente vorrei sottrarre l'Amministrazione regionale perché, come è stato correttamente detto prima, ci sono delle posizioni che si sono sclerotizzate e che difficilmente, attraverso questo strumento possono essere modificate. Io credo che, soprattutto il comma 7 di questo articolo sia troppo blando nel creare la reazione tra la decisione del Direttore generale e l'indirizzo politico impresso dalla Giunta all'Amministrazione generale regionale.
Ci sono - c'è qualche emendamento idoneo a mio avviso - delle soluzioni che possano rafforzare questo vincolo perché non sono due variabili indipendenti, si trova, al comma 9, mi pare di ricordare, la novità che posso dire con un certo orgoglio non è esattamente una novità a livello di amministrazione regionale perché la struttura che ho avuto l'onore di dirigere lo ha già fatto: la creazione della banca dati delle competenze. Si crea in automatico una aspettativa rispetto alla possibilità di raccontare quali sono le competenze che si sono sviluppate nel corso degli anni alla quale è poi complicato collegare un riconoscimento anche temporaneo o di carriera che convinca la risorsa umana che quanto ha appreso, quanto è diventato bagaglio della sua competenza professionale sia poi valorizzabile in termini di organizzazione e in termini di compenso.
Questo punto suggerisco di mediarlo moltissimo, perché poi si creerà una profonda difficoltà nella gestione della risorsa umana perché esistono due categorie di bagaglio formativo che vanno a comporre tale risorsa : la parte che è stata autofinanziata per volontà della risorsa umana e a larga parte di formazione riconosciuta che è stata pagata dall'amministrazione regionale di provenienza. Questo creerà certamente all'interno delle amministrazioni che si dovranno cimentare con questo elemento delle problematiche gestionali che onestamente non auguro a voi di vivere.
Quindi, se riterrete, all'interno di questo articolo potremmo anche con l'emendamento numero 167 rafforzare la relazione tra l'organizzazione decisa dal direttore generale e gli indirizzi politici impressi dalla Giunta.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 13, 122 e 151, uguali, 123, 125, 127, 117, 119, 121, 111, 126, 116, 68 che uguale al 167, 124, 118 e 120. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 128. L'emendamento numero 2 si intende ritirato,
PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 13, 122 e 151, uguali. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 13, 122 e 151, uguali.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Fasolino - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 18
contrari 32
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 123.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Lotto hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Fasolino - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 18
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 125.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 20
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 127.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 19
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 117.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 20
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 119.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore e che i consiglieri Ledda e Manca Pier Mario hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 20
Contrari 33
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 121.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa, Dedoni e Fenu hanno votato a favore e che i consiglieri Arbau e Azara hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Floris - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 19
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 111.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 48
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 18
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 126.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). La proposta inserita al comma 2 dell'articolo 2 denominato "istituzione delle strutture", che prevede un numero massimo di direzioni generali di ventiquattro ci pare senza dubbio una strategia inerente il periodo politico attuale, in cui il massimo protagonista è la spending review. A tale proposito noi, con l'emendamento che abbiamo presentato, abbiamo voluto ulteriormente favorire la vostra azione di taglio della spesa "politica" e pertanto proponiamo che il numero massimo di direzioni generali sia previsto in quattordici unità, non ventiquattro come da voi proposto.
Risparmiamo ancora, Presidente, prevedendo una direzione per ogni Assessorato, una per la Presidenza e una per le strutture commissariali. Anche noi vogliamo quindi contribuire al risparmio pubblico e soprattutto alla responsabilizzazione di più figure che operano all'interno del "sistema Regione", siano funzionari, siano professionisti esperti, che possono quindi mettere in campo le proprie capacità acquisite in numerosi anni di servizio presso le strutture regionali. Perché, cari colleghi e Presidente, la Regione autonoma della Sardegna è dotata anche di queste figure, di persone che hanno dato veramente il sangue, il cuore alla Regione, persone esperte e qualificate.
Secondo queste considerazioni abbiamo anche emendato il comma 3 dello stesso articolo che prevede possa essere istituito, nell'ambito della Presidenza, un numero massimo di direzioni generali, noi proponiamo il 15 per cento e non il 30 come da voi proposto. Quindi, riteniamo opportuno allargare l'operatività e le responsabilità in perfetta linea con il contratto collettivo regionale e con le disposizioni della spending review.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD) relatore. Presidente, abbiamo fatto cenno a questo aspetto delle direzioni generali (anche noi riteniamo sia eccessivo il numero di ventiquattro proposto), che non possono essere ridotte fino alla definizione della nuova pianta organica perché risulterebbe, probabilmente un pasticcio, arriveremmo infatti ad avere delle economie sui direttori generali ma probabilmente l'efficienza dell'intero "sistema Regione" verrebbe meno. Quindi, l'impegno è di diminuire le direzioni generali, ma una volta rivista la macrostruttura, non ora.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, ritiro la richiesta di votazione nominale.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro ha domandato di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 116. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 167 e 68, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, una dichiarazione di voto abbastanza rapida per esprimere il mio parere favorevole all'emendamento numero 68 e al 167, che sostanzialmente è uguale, che riguarda il comma 7 dell'articolo 2. L'articolo 2 è forse uno degli articoli più importanti di questo disegno di legge e, come ho già detto, sono d'accordo col principio della delegificazione, quindi sulla attribuzione dei poteri dalla Giunta alla parte amministrativa per poter organizzare gli uffici, però penso non si debba nemmeno debordare troppo.
Mi fa specie che non sia previsto comunque nel caso della soppressione e modifica dei servizi un parere e una presenza della politica, come giustamente diceva il collega Tunis, quindi non sia previsto un parere dell'Assessore competente, nell'organizzazione della struttura dei servizi. E ancora che la soppressione e la modifica possano avvenire senza un parere motivato. Sarebbe bene specificare anche in legge la necessità di motivare il perché si istituisce o si chiude un servizio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, chiedo la votazione nominale perché in questo momento ci sta guardando la Sardegna intera e, anche se si adottano sistemi informatici, quando facciamo le votazioni non si capisce chi è a favore e chi è contro, si va troppo velocemente. Quindi, per cortesia, ribadisco la richiesta di votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, abbiamo acceduto al ritiro della richiesta di votazione nominale avendo chiesto la cortesia all'onorevole Cozzolino, essendosi sentito male un altro collega, di intervenire. Quindi non sarebbe stato corretto né giusto procedere con la votazione nominale (l'onorevole Cozzolino sta rientrando), nei confronti di un collega assente dall'Aula in quanto era stato richiesto il suo intervento in qualità di medico. Quindi mi pareva corretto che non si votasse con votazione nominale affinchè non perdesse la presenza il collega. Poichè è rientrato non ci sono problemi a riprendere anche con la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 68 e 167, uguali.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fasolino - Floris - Ledda - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 19
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 128.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere COZZOLINO ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Fasolino - Floris - Ledda - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cherchi Oscar.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 51
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 39
contrari 12
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Busia - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 32
contrari 19
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 124.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 19
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (FI). Presidente, ritiro la richiesta di votazione nominale.
(Non è approvato)
Poiché nessuno ha domandato di parlare sull'emendamento numero 120, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3. All'articolo 3 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:
Articolo 3
Inserimento dell'articolo 13 bis della legge regionale n. 31 del
1998 (Comitato di coordinamento delle direzioni generali)
1. Dopo l'articolo 13 della legge regionale n. 31 del 1998 è
inserito il seguente:
"Art. 13 bis (Comitato di coordinamento delle direzioni generali)
1. Al fine di assicurare il coordinamento dell'azione
amministrativa tra le strutture organizzative della Regione, è
istituito il Comitato di coordinamento delle direzioni
generali.
2. Il comitato è composto dai direttori generali ed è presieduto
dal Presidente della Regione o da un assessore da lui
delegato.
3. Il comitato esprime pareri alla Giunta regionale in
merito:
a) alla definizione dei procedimenti che richiedono integrazione e
apporti intersettoriali;
b) alle esigenze organizzative per il funzionamento delle
direzioni.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 3
L'articolo 3 è soppresso. (14)
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco.
Articolo 3
L'articolo 3 è soppresso. (153)
Emendamento sostitutivo parziale Demontis - Agus - Roberto Deriu - Busia - Usula - Meloni.
Articolo 3
Al punto 2 del comma 1 dell'articolo 3, le parole "Assessore da lui" sono sostituite dalla seguente: "suo".
(3)
Emendamento sostitutivo parziale Pietro Cocco - Daniele Cocco - Anedda - Desini - Usula - Agus - Roberto Deriu - Demontis - Meloni.
Articolo 3
All'articolo 3, punto 2, le parole "Assessore da lui" sono sostituite dalla seguente: "suo". (132)
PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 3 è ritirato. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, questa è una innovazione: "il parlamentino dei direttori generali", il luogo in cui la nuova classe dominante creata da questa riforma, o perlomeno che questa riforma pretende di creare, si ritrova, presieduta dal Presidente della Regione, per stabilire priorità, modalità, per stabilire qual è l'azione di governo che si deve articolare della nostra Regione. Io credo, colleghi, che questo, più di altri articoli, meriti un meditato passo indietro, perché ci si troverebbe nella circostanza in cui la volontà di imprimere alla nostra amministrazione una riforma "destrorsa", come l'abbiamo definita neanche tanto scherzosamente, raggiunge l'apoteosi.
Immaginate le sintesi politiche faticosamente raggiunte in quest'Aula, poi faticosamente riportate all'interno della Giunta regionale, che diventano l'ambito di discussione e, di conseguenza, l'ambito di decisione nel parlamentino dei direttori generali. Almeno cambiamogli il titolo, chiamiamola assemblea sovrana della nuova classe dirigente della Regione, che, attraverso il consenso espresso per il Consiglio regionale dal Presidente e dalla sua Giunta, si assume la responsabilità di guidare la nostra Regione.
Io credo, colleghi, che rispetto a questo articolo un passo indietro sia non soltanto doveroso ma sia anche il luogo all'interno del quale potremmo cercare di riaffermare il ruolo che tutti abbiamo detto, dalle dichiarazioni programmatiche in poi, di voler attribuire all'amministrazione regionale, al Consiglio e alla Giunta.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI).Presidente, l'articolo 3 introduce quello che l'onorevole Tunis ha chiamato "parlamentino dei direttori generali", cioè di coloro che dovranno decidere il futuro organizzativo ma anche strategico della Regione. Intervengo solo per dire che secondo me, onestamente, non ha grande importanza che l'articolo 3 venga o non venga approvato . Mi piace raccontare a quest'Aula un piccolo aneddoto su un'esperienza personale vissuta durante l'attività assessoriale, quando per la necessità di coinvolgere il personale della Regione per accelerare le procedure interne legate alle autorizzazioni sul mondo delle energie rinnovabili (allora ero Assessore dell'industria) fu indetta una riunione con tutti i direttori generali, quindi fu convocato il "coordinamento delle direzioni generali", chiaramente da parte del Presidente della Regione, e tutti i direttori generali si misero a disposizione per autorizzare il personale al temporaneo trasferimento da un Assessorato all'altro per aiutare ad accelerare quelle procedure.
La cosa simpatica - è questo il nodo del mio ragionamento e quindi la dimostrazione dell'inutilità vera dell'articolo 3 - fu che i direttori generali dissero "Sì, sì, tranquilli il personale ve lo stiamo trasferendo", ma il personale non fu praticamente mai trasferito, anche perché le direzioni generali cercano giustamente di proteggere le scarse, così come loro le definiscono, dotazioni organiche per la gestione diretta dell'Assessorato. Questo significa che questo parlamentino, così come nel modo più simpatico l'ha definito l'onorevole Tunis, non serve assolutamente a niente e, addirittura, lo istituiamo per legge: questo è oltre ogni limite.
Mi creda, Assessore, non servirà assolutamente a niente; il Presidente della Regione convoca i direttori generali quando vuole, quando servono, quando sono necessari, ci si siede e si ragiona insieme a loro, ma non si istituisce questo per legge. Questa è davvero una cosa oltre ogni misura, oltre ogni logica di autentica riorganizzazione della gestione amministrativa in senso generale della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. I colleghi Tunis e Cherchi secondo me volutamente travisano, comunque travisano. Non è un parlamentino dei direttori generali, tutt'altro, è il coordinamento dei direttori generali, e non è una concessione di poteri ai direttori generali: i direttori generali devono coordinarsi per raggiungere gli obiettivi trasversali strategici, che saranno valutati perché il piano delle performance riporta la valutazione non solo degli obiettivi per struttura ma anche degli obiettivi interassessoriali. Con questa disposizione li obblighiamo a coordinarsi e a raggiungere gli obiettivi trasversali, o quanto meno imputiamo a ognuno di essi che cosa deve fare, in che tempo lo deve fare e a quale valutazione sarà assoggettato.
Questo è il punto: gli obiettivi trasversali sono generalmente gli obiettivi più sfidanti, i più importanti per un'amministrazione pubblica, e sono quelli che guarda caso non vengono mai raggiunti, e non si capisce mai di chi è la responsabilità del perché non vengono raggiunti. E non si capisce in capo a chi ricada la responsabilità proprio perché non c'è nessun obbligo di coordinarsi e non si individua fra i vari direttori generali chi deve fare che cosa, che target deve raggiungere e qual è il suo contributo all'obiettivo trasversale.
Quindi, nessun parlamentino ma invece una camera di riflessione, definiamola così, perché gli obiettivi trasversali essendo di competenza della politica devono essere raggiunti qualunque sia l'amministrazione che governa. Nella norma in esame nessuno decide gli obiettivi traversali, si eseguono gli obiettivi trasversali, è diverso.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, avevo preannunciato la mia contrarietà a questo disegno di legge, non perché non condivida almeno in parte il suo contenuto (qualche norma va salvata), ma perché emerge da un contesto privo dei connotati di una riforma seria e necessaria per tutta l'istituzione regionale; e per me, ribadisco ancora una volta, l'istituzione regionale e autonomistica in Sardegna è la Regione insieme agli enti locali.
Questo articolo 3 in particolare, senza nulla togliere alla dirigenza e senza nulla darle, non fa altro (pregherei l'Assessore e il relatore di rifletterci un attimino e se è necessario di fermarci cinque minuti a parlarne) che codificare in legge una attività che può essere gestita in via puramente amministrativa, basta una delibera della Giunta regionale, basta addirittura un indirizzo del Presidente della Giunta regionale affinchè il coordinamento dei direttori generali dei vari Assessorati si riunisca all'uopo per una determinata circostanza, per una determinata occasione, per un determinato scopo.
Ora se questo è vero (peraltro credo che non si debba ricordare alla gran parte dei consiglieri regionali che il diritto amministrativo non si inventa qualcosa di diverso oggi, ma è questo che si voglia o no), e però si scrive in questo articolato una simile norma, a me viene il dubbio che dietro ci sia qualche ragione nascosta, o che perlomeno non sia stata fatta una valutazione seria di quello che deve o può avvenire.
Avete mai visto ritrattare una potestà data e che poi chi l'ha ricevuta non la utilizzi appieno? Anzi, si esorbita dai compiti affidati, creando una possibilità di ampliare la sfera di azione che è stata attribuita originariamente, questo avviene.
Se noi vogliamo mortificare una riforma, una innovazione in ambito istituzionale, non possiamo che dire che stiamo ancora una volta caratterizzando con norme rigide cose che in norme rigide non ci devono stare; che stiamo cercando di creare una cosa che non comprendiamo esattamente che cosa determinerà. Perché deve essere obbligatorio scriverlo in legge? Io non riesco a capirlo. Se voi siete tanto sicuri e certi, e vi do atto della buona fede, pensateci un attimino.
Io capisco anche che probabilmente è stata scritta senza conoscere esattamente che cosa è il sistema burocratico della Regione e forse anche quello di altre istituzioni. Se questo è, io penso che cinque minuti di sospensione non facciano male al fine di avviare una sana riflessione per dare veramente un indirizzo diverso a questa norma. Norma che pur tuttavia può contenere nella sua negatività parziale un aspetto certamente di possibile miglioramento delle condizioni della pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, questo articolo è paradigmatico delle considerazioni che facevo in apertura di seduta quando ho parlato dei rischi di una riforma assolutamente disomogenea, non sincronica rispetto ad altre riforme con le quali dovrebbe camminare di pari passo. Noi con questo articolo inseriremo questo comitato di coordinamento "al fine" - leggo testualmente - "di assicurare il coordinamento dell'azione amministrativa tra le strutture organizzative della Regione". Ebbene, Presidente, Assessore, voglio leggervi un altro articolo di una legge che già esiste: "per impulso, per la programmazione e l'attuazione di interventi nelle materie intersettoriali sono istituiti i seguenti dipartimenti: dipartimento della programmazione, dipartimento degli interventi produttivi…".
È l'articolo 8 della legge numero 1 del '77, una legge risalente a quarant'anni fa e da allora lettera morta. Sempre nella stessa legge, all'articolo 1, peraltro, che resta comunque in vigore, si attribuisce al Presidente della Regione l'unità di indirizzo politico e amministrativo, la vigilanza sull'attuazione delle deliberazioni, nonché il coordinamento delle attività degli Assessori, degli enti strumentali riconducendo l'azione all'indirizzo politico amministrativo della Giunta. Io ho posto il problema, con il progetto di legge numero 29 che non è stato trattato in Commissione deliberatamente, che la riforma dell'organizzazione della Regione non può prescindere da una riforma che sia organica e complessiva, che investa anche poteri e competenze del Presidente, della Giunta, di questo Consiglio. Introducendo questa norma si creerà l'ennesima antinomia perché avremo norme diverse e tutte vigenti all'interno dell'ordinamento giuridico che attribuiscono i poteri di coordinamento anche dell'indirizzo amministrativo non solo politico a organi diversi.
Per cui faccio mie le perplessità e gli appelli già formulati da qualche collega, dicendo che non capisco questa accelerazione. Se c'è necessità di un maggiore e di un migliore coordinamento delle stesse norme di questo testo di legge, che io credo l'opposizione non ha alcun interesse a osteggiare od ostacolare nel suo esito finale, riflettiamoci ulteriormente perché noi vorremmo concorrere a renderlo migliore, più attuale e, se possibile, più incisivo rispetto alle funzioni che poi devono essere esercitate all'interno dell'organizzazione di questa macchina regionale.
Per cui, cari colleghi della maggioranza, anche se ormai sta prendendo piede l'uso di non ascoltarci e di neanche più rispondere alle proposte o perplessità avanzate, non abbiate timore se è necessario di utilizzare qualche minuto in più, qualche ora in più per affinare il testo legislativo mettendoci un pochettino di più la testa. Noi vorremmo semplicemente contribuire a migliorare il testo normativo là dove sia possibile.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, intervengo solo per sottolineare due aspetti. In primo luogo il comitato di coordinamento delle direzioni generali va incontro a un'esigenza, da noi sempre sentita, che è quella di coordinare l'attività della Regione sugli obiettivi trasversali, e a questa funzione specifica serve questo organismo. Peraltro con gli altri istituti che successivamente analizzeremo nel dettaglio questo quadro è ulteriormente rafforzato perché si utilizzano le unità di progetto, conseguenzialmente, per andare incontro a questi obiettivi.
Quindi io considero questo istituto come un qualcosa di importante, anche perché non sfuggirà ai più che la guida comunque rimane al soggetto politico che avrà innanzitutto il polso della situazione di quello che si deve fare e potrà contare su un coordinamento più efficace.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, intervengo perché mi corre l'obbligo di correggere i miei colleghi di Gruppo Stefano Tunis e Oscar Cherchi e mi consentiranno i colleghi dell'opposizione di dissentire almeno su un aspetto. Sfuggono le ragioni di questa norma e penso che sia sfuggita anche ai banchi dell'opposizione. Rispetto alla inadeguatezza funzionale di una Giunta regionale, della incapacità che stanno dimostrando alcuni Assessori regionali, ma vi pare se non sia una necessità la previsione di una norma di questa portata che deve necessariamente rafforzare, integrare, supplire a carenze e inadeguatezze del corpo politico?
Quindi rientra nella fisiologia naturale di una Giunta regionale che deve essere rafforzata e sostenuta, non essendo sufficienti le singole direzioni generali; per cogliere l'obiettivo in questo senso si chiede qualcosa di più addirittura di un coordinamento, una novità nel panorama organizzativo regionale che ha questo obiettivo, che è quello di dare indirizzi alla Giunta e di tracciare soprattutto la strada che debbono poi percorrere gli Assessori. Quando vi è la debolezza dell'organo politico si capisce che supplisce, vivaddio, con quello che pomposamente viene chiamato "Comitato di coordinamento delle direzioni generali" e rientra nella fisiologia, ripeto, tipica di quello che da marzo a oggi abbiamo potuto tutti constatare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Presidente, un breve intervento per ricordare semplicemente alcuni elementi relativi alla distinzione tra indirizzo politico e indirizzo amministrativo. L'indirizzo politico è evidentemente in capo all'organo politico nel suo rapporto con la Giunta e trova il suo fondamento nell'articolo 97 della Costituzione; tutti gli istituti di cui siamo discutendo relativamente all'articolazione dell'organizzazione amministrativa rientrano in quella parte dell'articolo 97 che fa riferimento all'organizzazione della pubblica amministrazione, che avviene secondo disposizioni di legge, dice testualmente l'articolo 97 della Costituzione.
Quindi sotto questo aspetto per tutto ciò che attiene all'organizzazione i tratti generali vengono definiti dalla legge, e tutto il resto appartiene allo strumento organizzativo. Voglio in particolare dire, con riferimento all'articolo 3 e al comitato di coordinamento delle direzioni generali, che l'intervento è molto diverso rispetto a molte considerazioni che ho sentito adesso, e cioè è un intervento di tipo organizzativo che serve a fluidificare e a garantire maggiore relazione tra i livelli di organizzazione amministrativa, ma che nulla ha a che fare con l'indirizzo politico, perché l'indirizzo politico è in capo a un soggetto diverso, che è appunto la Giunta.
Quindi, sotto questo aspetto volevo rassicurare che l'intento della Giunta è quello di trovare strumenti di maggiore collaborazione, trovare strumenti che aiutino ad affrontare i problemi che, come tutti quanti ben sanno, non sono più soltanto problemi di tipo settoriale, e questa Regione è abituata a lavorare in maniera ultra settoriale, è abituata a lavorare per direzioni generali, quindi strumenti che aiutino a lavorare e ad affrontare i problemi in maniera sistematica e che servono a garantire che quell'indirizzo politico, che è sempre in capo alla Giunta, possa essere coordinato meglio rispetto all'indirizzo amministrativo.
Questo è l'intento, così come è intento anche dell'articolo 2, prima non sono intervenuto, ma mi fa piacere dirlo in questa fase, di creare organizzazioni efficienti, perché l'indirizzo politico possa passare attraverso i gangli di riferimento.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere negativo sugli emendamenti numero 14 e 153, uguali. Il numero 3, come già annunciato dal Presidente è ritirato. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 132.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 14 e 153, uguali.
Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 132.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 3.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3 bis. All'articolo 3 bis è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 bis e del relativo emendamento:
Art. 3 bis
Modifiche dell'articolo 14 della legge regionale n. 31 del 1989
(Posizioni dirigenziali
di staff e ispettive)
1. L'articolo 14 della legge regionale n. 31 del 1998 è
sostituito dal seguente:
"Art. 14 (Posizioni dirigenziali ispettive)
1. Il contingente numerico dei dirigenti ispettori di cui
all'articolo 27 è determinato con decreto del Presidente della
Regione, previa conforme deliberazione della Giunta regionale, su
proposta dell'Assessore competente in materia di organizzazione e
di personale.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 3 bis
L'articolo 3 bis è soppresso.
(15).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, un breve intervento per dire che l'articolo 3 bis interviene sul contingente numerico dei dirigenti ispettori (vengono chiamati, come sappiamo, con un nomignolo molto simpatico) che sarà rideterminato dal Presidente della Giunta; riteniamo infatti che anche il contingente numerico dei dirigenti ispettori sia eccessivo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, comprendo la rapidità con cui il collega Demontis si è affrettato a dire che il contingente dei dirigenti ispettivi non richiede interventi in aumento, credo invece che sarebbe stato utile stabilire che piano piano questa tipologia deve essere ridotta ai minimi termini e, soprattutto, che bisogna sfruttare l'occasione per mettere a regime tutte queste professionalità, tutte queste competenze che in questo momento non appaiono sfruttate nella maniera dovuta.
Li si potrebbe, mi viene addirittura da dire, riunire in un organo, magari presieduto dal Presidente della Regione, perché potrebbe avere la sua utilità, che potremmo chiamare "comitato di coordinamento dei dirigenti ispettivi". Presidente, io direi che occorrerebbe modificare la nomenclatura, quindi la dicitura "Presidente della Regione Sardegna", in "Presidente della Regione Sardegna e del comitato di coordinamento dei direttori generali".
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 15.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 15. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 3 bis. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo 4 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:
Art. 4
Sostituzione dell'articolo 15 della legge regionale n. 31 del 1998
(Dotazioni organiche e rilevazione dei carichi di lavoro)
1. L'articolo 15 della legge regionale n. 31 del 1998 è
sostituito dal seguente:
"Art. 15 (Piano del fabbisogno di personale. Dotazioni organiche)
1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in
materia di personale, sentiti gli assessori competenti, determina e
aggiorna le dotazioni organiche dell'Amministrazione regionale e,
di concerto con l'Assessore competente in materia ambientale, del
Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Sulla base delle
dotazioni organiche così determinate, la Giunta regionale approva
il Piano triennale del fabbisogno del personale.
2. Il Piano, in coerenza con gli strumenti di programmazione
economico-finanziaria e nel rispetto dei vincoli di spesa stabiliti
dal bilancio pluriennale, quantifica le risorse umane necessarie
per lo svolgimento dei compiti istituzionali e ne prevede la
ripartizione tra le direzioni generali in modo funzionale al
conseguimento degli obiettivi dell'azione di governo.".
2. Il comma 01 dell'articolo 54 della legge regionale n. 31 del 1998 è abrogato.
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (16)
Emendamento Soppressivo Totale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 4
L'articolo n. 4 Dotazioni organiche e rilevazione dei carichi di lavoro, è soppresso. (112)
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco.
Articolo 4
L'articolo 4 è soppresso. (154)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 4
Il comma n. 1 dell'articolo n. 4 Dotazioni organiche e rilevazione dei carichi di lavoro, è soppresso (113)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 4
Al comma a 1 dell'articolo n. 4 Dotazioni organiche e rilevazione dei carichi di lavoro, a seguito del periodo "la Giunta approva il Piano triennale del fabbisogno del personale", sia aggiunto "in concerto con le commissioni competenti". (114)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 4
All'articolo n. 4) dopo il comma 2, Dotazione organiche e rilevazione dei carichi di lavoro, sia aggiunto il comma n. 2 bis così formulato:
"2 bis) Al fine del contenimento della spesa pubblica e dell'ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane, l'Amministrazione regionale, gli Enti e le Agenzie del Sistema Regione, prima dell'espletamento delle procedure concorsuali previste per le assunzioni a tempo indeterminato, ovvero di altre forme di reclutamento di personale, ivi comprese le forme di contratto atipiche comunque denominate, procedono al riordino delle rispettive dotazioni organiche previo espletamento di corso-concorso, nell'ambito della quota di riserva ex articolo 56 L.R. 31/98, tra i dipendenti del Sistema Regione in possesso dei titoli richiesti per l'accesso dall'esterno. Il personale non utilmente collocato per mancanza di posti, sarà inserito in apposita graduatoria ad esaurimento. L'Amministrazione, gli Enti e le Agenzie attuano le procedure di cui al precedente comma entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge.". (115).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, intervengo per riconoscere, senza fare nomi, ai colleghi il profondo senso ingegneristico che è stato impresso a questa riforma, soprattutto nel momento in cui si immagina, abbandonandolo poi successivamente alle conferenze dei direttori generali, piuttosto che ad altri sistemi di profondo significato di coordinamento amministrativo, il fatto di contingentare, da qui a 3 anni, il personale diviso per assessorato; personale al quale poi si affida, con un arco temporale assai lungo, molto diverso dalle contingenze affrontabili con i sistemi organizzativi di cui ci stiamo dotando, il raggiungimento degli obiettivi che, di anno in anno, la Giunta regionale dovrebbe dare allo stesso personale.
Io credo che serva maggiore elasticità nella gestione delle risorse umane, credo e spero che non sia frettolosa la soppressione dell'articolo 54, soprattutto in riferimento ai concorsi unici e all'utilizzo dell'istituto della mobilità legato ai concorsi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, consigliere Tunis, lei è troppo regionale, cioè è troppo abituato all'amministrazione della Regione. Stiamo parlando di programma triennale del fabbisogno del personale, è una programmazione strategica triennale, ma ha declinazioni annuali, come lei sa, ed è lo stesso strumento che si utilizza nell'ente locale, quindi vedrà che non succederà niente.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere contrario agli emendamenti numero 16, 112 e 154, uguali, ugualmente parere contrario agli emendamenti numero 113, 114 e 115.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 16, 112 e 154, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 113. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 114. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 115.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, abbiamo presentato l'emendamento numero 115 all'articolo 4, per rendere giustizia a quei lavoratori, soprattutto dell'Ente foreste, ma non solo, che oggi in realtà svolgono un ruolo che non è il loro. Mi riferisco soprattutto a operai che da anni svolgono un ruolo impiegatizio o a impiegati che svolgono altre mansioni. Quindi noi abbiamo proposto che sempre al fine del contenimento della spesa la Regione autonoma della Sardegna "prima di procedere all'espletamento delle procedure concorsuali previste per le assunzioni a tempo indeterminato, ovvero di altre forme di reclutamento di personale, ivi comprese le forme di contratto atipiche comunque denominate, procedono al riordino", sottolineo il termine riordino "delle rispettive dotazioni organiche previo espletamento di corso-concorso, nell'ambito della quota di riserva ex articolo 56 della legge regionale numero 31/98, tra i dipendenti del Sistema Regione".... Il nostro emendamento verte soprattutto all'ottenimento di questo risultato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, intervengo per precisare che si è deciso, lo diceva in apertura il collega Deriu, che in questo disegno di legge non vengono introdotte norme sul personale che invece saranno rinviate a una successiva legge. Quindi pur essendo d'accordo nel merito è evidente che siamo contrari all'emendamento perché non è attinente al disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, ha già detto bene il collega Demontis. La questione è che su questo disegno di legge non si interviene sulle problematiche che riguardano il personale. È una scelta che la maggioranza ha fatto proprio perché la materia è complessa, ha bisogno di essere approfondita nella maniera dovuta e si deve intervenire sulle questioni che riguardano l'Ente foreste, che riguardano i facenti funzioni, così come bisogna intervenire sulle questioni che riguardano le fasce, gli inquadramenti dalla A alla B, dalla C alla D.
È una materia complicata sulla quale soprattutto occorre fare i conti, nel senso di prevedere gli impegni di spesa che la Regione deve mettere in conto per affrontare una questione talmente delicata; delicata a tal punto che, poiché occorre fare bene le cose, si è deciso di predisporre un ordine del giorno (lo presenteremo con i colleghi di maggioranza) in cui diciamo che immediatamente dopo l'approvazione del disegno di legge numero 72 noi discuteremo con la Giunta di un progetto di legge (disegno o proposta di legge eventualmente) che affronti il tema della riorganizzazione complessiva in tutti gli enti, compreso l'Ente foreste per il quale è stato deciso il commissariamento.
Il commissario si occuperà di rendere noto anche al Consiglio regionale le questioni di cui si sta occupando, oltreché alla Giunta naturalmente, da cui ha avuto l'incarico di seguire le cose. Questa è la ragione per la quale, senza neanche esaminarli, su tutti gli emendamenti che pure condividiamo e potremmo condividere, tipo questo, il voto da parte della maggioranza sarà contrario perché intendiamo concentrare il lavoro sulla riforma e sulla riorganizzazione della Regione rimandando a un apposito progetto di legge il tema dell'inquadramento del personale che riguarda tutti gli enti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Rinuncio.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 15 lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5. All'articolo 5 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:
Art. 5
Inserimento dell'articolo 15 bis
(Variazione dei contingenti organici
delle direzioni generali)
1. Dopo l'articolo 15 della legge regionale n. 31 del 1998 è
inserito il seguente:
"Art. 15 bis (Variazione dei contingenti organici delle direzioni
generali)
1. I contingenti organici di ciascuna direzione generale di cui
all'articolo 15, comma 1, ferma la dotazione organica complessiva
dell'Amministrazione, possono essere modificati con decreto
dell'Assessore competente in materia di organizzazione e personale
su conforme deliberazione della Giunta regionale, in seguito
a:
a) trasferimenti o modifiche delle competenze;
b) interventi di riorganizzazione o razionalizzazione dei processi
di lavoro;
c) cessazioni dal servizio o collocamenti in aspettativa a tempo
indeterminato;
d) esigenze di riequilibrio dei contingenti conseguenti alle
attività di cui alle lettere a), b) e c);
e) su motivata proposta degli assessori competenti per
materia.
2. La direzione generale competente in materia di personale, a
seguito dell'emanazione del decreto di cui al comma 1, dandone
adeguata pubblicità, attiva prioritariamente procedure di
trasferimento a domanda e, in mancanza di richieste,
d'ufficio.".
Emendamento soppressivo totale Truzzu.
Articolo 5
L'articolo 5 è soppresso. (17)
Emendamento soppressivo totale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 5
L'articolo 5 Variazione dei contingenti organici delle direzioni generali, è soppresso. (76)
Emendamento soppressivo totale Pittalis - Cappellacci - Alessandra Zedda - Oscar Cherchi - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco.
Articolo 5
L'articolo 5 è soppresso. (155)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 5
Il comma 2 dell'articolo 5 Variazione dei contingenti organici delle direzioni generali, è soppresso. (77)
Emendamento soppressivo parziale Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 5
Il comma 2 dell'articolo 5 Variazione dei contingenti organici delle direzioni generali, è soppresso. (78)
Emendamento sostitutivo parziale Truzzu.
Articolo 5
Nell'articolo 5, comma 1, il punto 2 è così sostituito:
"2. La Direzione generale competente in materia di personale, a seguito del decreto di cui al comma 1, dandone adeguata pubblicità, attiva procedure di trasferimento, esclusivamente all'interno del Sistema Regione, prioritariamente a domanda e, in mancanza di richieste, d'ufficio, previa intesa con le OO.SS firmatarie del CCRL, sui criteri e modalità.".
(35)
Emendamento aggiuntivo Oppi - Rubiu - Tatti - Giuseppino Pinna.
Articolo 5
Il comma 1 al punto 2 dell'articolo 5 Variazione dei contingenti organici delle direzioni generali, a seguito del periodo "in mancanza di richieste d'ufficio", sia aggiunto "previa intesa sui criteri e modalità con le OO.SS firmatarie del CCRL".
(75)
Emendamento aggiuntivo Usula - Paolo Zedda - Augusto Cherchi.
Articolo 5
Nel comma 1, dopo il punto 2 è aggiunto il seguente:
modifiche alla legge regionale 2008 n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione legge Finanziaria 2008)
2 bis per il riequilibrio della dotazione organica dell'amministrazione regionale, nel comma 13 dell'articolo 2 bis della legge regionale 2008 n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione legge Finanziaria 2008) nell'ultimo periodo le parole: "l'uguale corrispondente riduzione della categoria B" sono sostituite dalle seguenti "la riduzione della dotazione nella categoria B pari al 60 per cento dei transiti, con la rideterminazione in diminuzione del contingente di Categoria A, a seguito delle procedure di cui all'articolo 52 della legge 31/98.
(8)
Emendamento Aggiuntivo Perra - Arbau - Azara - Ledda.
Articolo 5
All'articolo 5, comma 1, dopo il punto 2 è aggiunto il seguente 2 bis:
"Per il riequilibrio della dotazione organica dell'Amministrazione regionale, nel comma 13 dell'articolo 3 della legge regionale 2008 n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Legge finanziaria 2008) nell'ultimo periodo le parole: "l'uguale corrispondente riduzione della categoria 8 "sono sostituite dalle seguenti "la riduzione della dotazione nella categoria B pari al 60 per cento dei transiti, con la rideterminazione in diminuzione del contingente di categoria A, a seguito delle procedure di cui all'articolo 52 della Legge Regionale 13 novembre 1998, n. 31" (65).)
Emendamento aggiuntivo Arbau - Azara - Ledda - Perra.
Articolo 6
All'articolo 6 nel comma 1 dopo il punto 4, è inserito il seguente punto 4 bis:
"Il personale dipendente del Sistema Regione, attualmente inquadrato nelle categorie B e C che abbia superato le selezioni interne svolte entro il dicembre 2006, è inquadrato a domanda rispettivamente nelle categorie C e D al primo livello retributivo, mediante l'utilizzo delle graduatorie delle selezioni interne in applicazione dell'articolo 6 punto b) della Legge Finanziaria 2007. Tali inquadramenti avvengono senza modifiche alla dotazione organica complessiva definita dalla Giunta Regionale e determinano variazioni in aumento o diminuzione della dotazione nelle categorie B, C e D.". (62)
Emendamento aggiuntivo Arbau - Azara - Ledda - Perra.
Articolo 6
All'articolo 6, dopo il comma 4, è inserito il seguente comma 5:
"Il personale dipendente del Sistema Regione attualmente inquadrato nelle categorie B e assunto con concorsi pubblici non riservati che abbia superato le selezioni interne svolte entro il 31 dicembre 2006, è inquadrato a domanda nelle categorie C al primo livello retributivo. Tali inquadramenti avvengono senza modifiche alla dotazione organica complessiva definita dalla Giunta Regionale e determinano variazioni in aumento della dotazione nella categoria C e uguale corrispondente riduzione nella categoria B." (60)
Emendamento aggiuntivo Truzzu.
Articolo 14
Dopo l'articolo 14 è aggiunto il seguente:
Art. 14 bis
Inserimento dell'articolo 14 bis (Transito dipendenti regionali di categoria C)
Dopo l'articolo 56 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 è inserito il seguente:
"Art. 56 bis (Transito dipendenti regionali di categoria C)
1. I dipendenti regionali di categoria C assunti con concorso pubblico, che hanno superato le selezioni interne svolte entro il 31 dicembre 2006 per il passaggio alla categoria superiore, aventi almeno trenta mesi di anzianità di servizio nella predetta categoria C, inquadrati nella categoria D al primo livello retributivo dal 1° gennaio 2011 fino al marzo 2012 vengono definitivamente inquadrati nella categoria D. Tali inquadramenti avvengono senza modifiche alla dotazione organica complessiva definita dalla Giunta regionale e determinano l'aumento della dotazione nella categoria D e l'uguale corrispondente riduzione della categoria C" (69)
Emendamento sostitutivo parziale Fenu - Truzzu.
Articolo 14
Dopo l'articolo 14 è aggiunto il seguente:
"Art. 14 bis
Il personale dipendente dell'Amministrazione regionale, degli enti, istituti, aziende e agenzie regionali attualmente inquadrato nelle categorie B e C che abbia superato le selezioni interne svolte entro il dicembre 2006, è inquadrato a domanda rispettivamente nelle categorie C e D al primo livello retributivo, mediante l'utilizzo nel quadriennio delle graduatorie interne in applicazione dell'art.6 punto b) della Legge Finanziaria 2007. Tali inquadramenti avvengono senza modifiche alla dotazione organica complessiva definita dalla Giunta Regionale e determinano variazioni in aumento o diminuzione della dotazione organica nelle categorie B, C e D".
Al fine di assicurare le pari opportunità tra il personale del comparto regionale, al personale del soppresso Ente Stazione Sperimentale del Sughero transitato nell'ERA Sardegna in base all'articolo 30 della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005) e successivamente in AGRIS Sardegna per effetto della Legge regionale 8 agosto 2006, n. 13, l'AGRIS Sardegna è autorizzata ad applicare, sino alla copertura del 50 per cento dei posti vacanti, le procedure selettive per l'accesso al livello economico iniziale delle categorie C e D, riservate al personale che non abbia partecipato alla selezioni interne di cui agli articoli 76 e 77 del contratto collettivo regionale di lavoro del 15 maggio 2001, nel rispetto dei requisiti stabiliti dal medesimo contratto. (158)
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che gli emendamenti numero 62, 60, 69 e 158 sono stati spostati per omogeneità di argomenti e saranno discussi dopo l'emendamento numero 8. Di questi emendamenti i numero 65, 62 e 60 sono stati ritirati. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 17, 76, 155, 77, 78, 35, 75. Gli emendamenti numero 8 e 65 sono stati ritirati, giusto?
PRESIDENTE. Solo l'emendamento numero 65, l'8 resta insieme al 174.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Allora ci rimettiamo all'Aula con l'invito al ritiro, ovviamente. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 69 e 158.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Si esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, non è chiaro il destino degli emendamenti numero 65 e 8.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 65 è stato ritirato.
TUNIS STEFANO (FI). Sull'emendamento numero 65 in Commissione era stato preannunciato un invito al ritiro.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 65 è contenuto nell'emendamento numero 8, il 65 e l'8 sono uguali. Resta l'emendamento numero 8.
TUNIS STEFANO (FI). Resta l'emendamento numero 8 a cui è agganciato a un subemendamento.
PRESIDENTE. L'emendamento all'emendamento numero 174. È chiaro? L'emendamento numero 174 è in distribuzione. Si tratta di un emendamento presentato questa mattina, ovviamente nei termini altrimenti non l'avremmo accettato.
Metto in votazione gli emendamenti numero 17, 76 e 155, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione gli emendamenti numero 77 e 78, uguali.
Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 35. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 75. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 174 che è collegato all'emendamento numero 8.
Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHIERCHI OSCAR (FI). Chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Pietro Pittalis)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 174.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto Il Presidente Ganau.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 46
astenuti 1
maggioranza 24
favorevoli 17
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, l'emendamento numero 8 viene ritirato perché accogliamo l'impegno della maggioranza alla formulazione di un testo organico su tutta l'organizzazione del personale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, eravamo d'accordo che non l'avreste ritirato, l'accordo era chiarissimo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, facciamo nostro l'emendamento numero 8 e chiedo la votazione nominale.
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, riteniamo valido anche noi il contenuto dell'emendamento, ma siccome si intende presentare una legge organica sull'organizzazione del personale, non volendo affrontare l'argomento per emendamenti, in questa ottica l'abbiamo ritirato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, intervengo per chiarire per l'ennesima volta, perché c'è gente che delle volte ha bisogno che le cose vengano ripetute, che intendiamo predisporre un disegno organico successivamente all'approvazione di questo disegno di legge; abbiamo presentato degli emendamenti, li abbiamo discussi in maggioranza, come è normale che sia, perché le esigenze manifestate da ogni Gruppo consiliare dovevano essere portate naturalmente a sintesi, e questo non era possibile in una discussione come quella che stiamo facendo adesso e in un testo come questo che parla di riorganizzazione della Regione.
A parte alcune cose contenute nel testo e in alcuni emendamenti condivisi che abbiamo sottoscritto come Capigruppo, abbiamo rinviato a qualche tempo dopo rispetto a questo l'approvazione complessiva. Per cui accadrà pure che emendamenti da noi presentati, in maniera incauta dal mio punto di vista, che la minoranza fa propri secondo lei per imbarazzare noi, ma imbarazzo non ce n'è proprio alcuno, perché abbiamo detto quello che c'era da dire, non possano essere accolti per le ragioni che ho detto e che ho lasciato agli atti e che tutti i Capigruppo di maggioranza e tutti i colleghi di maggioranza con noi hanno condiviso. Per cui nessun imbarazzo nel caso anche a respingere un emendamento che la minoranza ha fatto incautamente proprio per cercare dal suo punto di vista di imbarazzarci. Nessun imbarazzo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io ho capito bene il ragionamento e anche l'impostazione che il collega Cocco a nome della maggioranza ha inteso rappresentare all'Aula, però gli archivi e gli scaffali del Consiglio regionale sono strapieni di ordini del giorno. Ordini del giorno che non risolvono il problema, sono impegni futuribili, la stragrande maggioranza è rimasta appunto a livello di impegno e non ha mai avuto attuazione. L'organizzazione della Regione però non è un fatto astratto, ma pone proprio al centro i dipendenti, pone proprio al centro le persone di ogni categoria e di ogni qualifica e qualunque sia la mansione svolta.
Allora, non porsi, contemporaneamente e contestualmente, il problema di risolvere anche questioni che sono aperte da tanto tempo, purtroppo irrisolte, ma rimandare tutto a un ordine del giorno o a un provvedimento futuro, significa che si sta perdendo un'occasione di intervenire su temi sui quali l'opposizione ritiene che si stia facendo bene come in questo caso.
L'emendamento dell'onorevole Usula, per quanto ci riguarda, è assolutamente condivisibile, va nella direzione giusta, pertanto non riesco a capire perché si debba spostare il problema ad altro momento. Quando? Quando arriverà la finanziaria e saremo impegnati mesi nella discussione della stessa? Sappiamo che è così e ne avremo la riprova perché, essendo tutte persone perbene, riconosciamo la difficoltà di trovare una soluzione. Chissà, se e quando si troverà una soluzione perché anche nelle scorse legislature è capitato di sbagliare, anche questo centrodestra ha sbagliato nel rinviare alcuni problemi.
Memori pertanto degli errori anche del passato non perseveriamo ancora oggi nell'errore. Ieri facevate voi questa parte, giustamente, oggi ci sono le condizioni perchè c'è un'opposizione costruttiva che sta dialogando, che non sta facendo ostruzionismo, perché riteniamo che un'amministrazione regionale efficiente, che funzioni e che abbia il personale motivato…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, spiace su queste questioni avere questo tono di discussione e di scontro, perché effettivamente la questione relativa al personale poteva anche essere affrontata in questo disegno di legge e non è un caso che il nostro Gruppo abbia presentato gli emendamenti, perché se vogliamo fare gli ipocriti poi possiamo anche farlo, ma secondo me vige sempre la regola che bisogna parlare molto chiaro e prendersi le proprie responsabilità.
L'impegno contenuto in questo ordine del giorno prevede di presentare entro sei mesi, coinvolgendo le Commissioni consiliari, un disegno di legge sul personale di garantire naturalmente la continuità dei rapporti e di disciplinare in modo chiaro anche la questione dell'Ente foreste. I dubbi sollevati dall'onorevole Pittalis "ci stanno" perché effettivamente sono questioni che definire annose è un eufemismo. Io ritengo però che si debba provare a darci fiducia nella difficoltà del momento, perché effettivamente questo ordine del giorno è stato stilato sulla fiducia, perché se non viene affrontato il tema seriamente si crea un problema (e non si crea solo un problema tra minoranza e maggioranza), perché nell'ambito della organizzazione del personale ci sono sperequazioni enormi, ci sono persone che, pur avendo passato delle selezioni, siccome lavorano in un'agenzia, Laore, non vengono equiparati agli altri che essendo figli di un "dio maggiore invece passano di categoria. Diamoci fiducia, proviamo! C'è un ordine del giorno, lo valutiamo, cerchiamo di presentarlo assieme, se non lo rispettiamo ne trarremo tutti le conseguenze.
Relativamente all'incidente, o presunto tale, che si è creato in questo momento, onorevole Tunis, da parte della maggioranza sono stati ritirati gli emendamenti tenendo in piedi l'emendamento al suo emendamento per consentirle di discutere l'argomento. Però credo che sia nell'interesse della maggioranza non esporsi a votare contro un proprio emendamento pertanto le chiederemmo la cortesia di non farlo suo e consentirci di discutere gli argomenti con una dinamica serena, ognuno con le rispettive posizioni per trovare le soluzioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, caro collega Arbau, il significato della frase "l'emendamento numero 8, Usula e altri, non viene ritirato" è incontrovertibile, ok? Il significato del concetto "a differenza di tutti gli altri emendamenti, questo non verrà ritirato" è assolutamente incontrovertibile. Allora siccome c'è stata dall'inizio del lavoro in Commissione sino a questo momento una determinata disponibilità, occorre che mi si chiarisca, che ci si chiarisca che cosa è venuto meno rispetto a questo, se è venuto meno, o qual è il cortocircuito. Quindi se qualcuno ha qualcosa da chiarire per mio conto chieda una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per discuterne.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Presidente, sarò molto breve per ribadire quello che è stato già detto dai colleghi di maggioranza e per dire agli amici dell'opposizione che non c'è nessuna contrapposizione nel merito né a questo emendamento, né a tutti gli altri che riguardano la materia del personale. Abbiamo sempre detto che un ordine del giorno non si nega a nessuno, quindi voi potreste chiaramente dirci "state proponendo un ordine del giorno che non si nega a nessuno", ma questo ordine del giorno ha una valenza diversa rispetto a quella di molti altri che sono stati votati in quest'Aula. C'è infatti un impegno preciso della Giunta ad affrontare in tempi brevissimi tutti questi argomenti, di cui abbiamo parlato e sui quali la stessa maggioranza ha presentato diversi emendamenti poi ritirati.
La Giunta, dicevate bene, è impegnata a portare in Aula, in tempi brevissimi, la finanziaria, ma niente impedisce a questo Consiglio regionale di presentare un progetto di legge per dare le risposte che stiamo chiedendo con questi emendamenti. Noi abbiamo delle partite aperte che sono datate, l'avete detto bene voi, parliamo dell'emendamento numero 8, parliamo dei precari dell'Agris per i quali c'è una norma con una copertura finanziaria approvata dal 2013, parliamo del problema delle mansioni superiori degli operai dell'Ente foreste, quindi le partite aperte sono diverse e le soluzioni sono tutte urgenti e indifferibili.
C'è anche da dire che su queste partite noi vorremmo fare i padri di famiglia, mentre sino a ora sono stati fatti figli e figliastri. Siccome noi questo non vorremmo che si continuasse a fare, prendiamo l'impegno non solo formale, ma un impegno indifferibile, che a brevissimo si risolvano con una norma tutti questi problemi. Questo è l'impegno della Giunta, l'impegno della maggioranza, e credo che debba essere l'impegno dell'intero Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, noi non siamo pregiudizialmente contrari all'ordine del giorno che è in fase di predisposizione e se vi saranno i presupposti lo voteremo pure, ma non capiamo quale imbarazzo crei l'ordine del giorno rispetto a problemi che circolano oramai all'interno di quest'Aula da diversi anni. Il problema della ingiustizia che si è consumata nei confronti di questi lavoratori della categoria A e della categoria B, o meglio dei transiti in categoria B è una cosa risaputa a tutti, quindi non capisco quale sia la controindicazione nell'iniziare a risolvere uno dei tanti problemi che affligge la Regione.
Siamo consapevoli che ci sono ben altri e più ampi argomenti, c'è il tema dell'Ente foreste, c'è il tema per esempio dei dipendenti della Regione sarda vincitori di concorsi interni che non vengono inquadrati nelle categorie alle quali devono essere destinati, però ecco questo ragionamento che non verte più sul merito dell'argomento sul quale siamo tutti d'accordo, ma su chi deve presentare l'emendamento e su chi lo deve fare proprio perché possa essere votato, mi sembra davvero un esercizio sterile. Peraltro richiamarsi all'esigenza di una norma organica quando questo disegno di legge che approviamo abbiamo visto è disorganico rispetto a tutta un'altra serie di norme, mi sembra un argomento che non ha molta corrispondenza nei fatti. Per cui preannuncio il voto favorevole del Gruppo sardista e l'apposizione della firma accanto a quella del collega Pittalis.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, intervengo per ribadire la linea della maggioranza, condividendo a pieno quanto affermato dal collega Usula sul ragionamento seguito all'interno della maggioranza partendo dal fatto che, essendosi in questi anni la Regione occupata del personale sempre in termini di "spot", si è ingenerata una tale confusione che i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Io capisco anche l'atteggiamento dei colleghi della minoranza, e ci sta benissimo perchè, da un punto di vista tattico (faccio l'esempio di un allenatore che fa entrare l'attaccante al quale risponde l'allenatore avversario facendo entrare subito il difensore per marcarlo), non ci imbarazzerebbe votare contro questo emendamento che abbiamo presentato e che adesso stiamo ritirando, perché riteniamo che sia arrivato il momento di fare un ragionamento organico, serio, compiuto per quanto riguarda il personale.
Ci dite che forse stiamo perdendo tempo e che è opportuno e meglio farlo adesso? Noi ci stiamo dando una scadenza specifica, sei mesi, oltre la quale non dobbiamo andare, qualora nel prossimo semestre non dovessimo rispettare questi tempi avrete avuto ragione voi; io però sono convinto che questi sei mesi noi non li faremo passare invano, e sono convinto che con il buon senso e soprattutto con il coinvolgimento anche della minoranza, così come avete dimostrato in prima Commissione in cui c'è stato un dialogo sempre propositivo e costruttivo, possiamo a più mani poter fare un ragionamento compiuto per quanto riguarda il personale della Regione autonoma della Sardegna. Come avete detto anche voi, infatti, se non si corregge questa macchina non potremo dare le risposte ai nostri amministrati. Pertanto sono convinto che la posizione assunta dal collega Usula e da tutta la maggioranza sia corretta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento numero 8 fatto proprio dal Gruppo e da altri colleghi che hanno aggiunto la firma. Io capisco perfettamente la posizione, anche di imbarazzo in questo momento, della maggioranza in quanto ritira un emendamento in cui sicuramente credeva, non è stato scritto certamente perché non si pensava di risolvere un importante problema oramai da tempo quasi archiviato; come ha sottolineato il mio Capogruppo di errori ne abbiamo commessi anche noi, probabilmente questo problema si sarebbe dovuto risolvere già nella passata legislatura, così oggi non avremmo certamente dovuto discuterne, però credo che le ultime giustificazioni fornite dai colleghi siano la palese dimostrazione che in politica tutto è il contrario di tutto, quando si vuole raggiungere un obiettivo si può operare uno stravolgimento anche negli ultimi minuti. A me questo non sembra niente di trascendentale.
È vero che avete proposto un ordine del giorno, è vero anche che sicuramente manterrete l'impegno, molto probabilmente se non sei i mesi diventeranno sette, otto, dieci, dodici, quello che sarà, forse si raggiungerà l'obiettivo, ma spiegatemi per quale ragione a chi oggi attende l'approvazione di questo emendamento non si debba dare una risposta immediata, è una cosa risolta, fatta e dimenticata, facciamola e sarebbe la cosa più bella come risposta al mondo che ci guarda dall'esterno e che ogni volta critica quest'Aula perchè non risolve i problemi.
Onorevole Cocco, io non voglio convincere nessuno, ci mancherebbe altro, è una vostra posizione, noi cinque anni fa eravamo qua seduti e attendevamo le vostre considerazioni, abbiamo scelto e deciso quello che in quel momento ritenevamo più giusto e sicuramente più corretto. Oggi ci rimettiamo a voi perché altro non possiamo fare; i nostri voti ci sono sicuramente, se arriverà qualcuno dei vostri si potrà approvare altrimenti questo emendamento sarà bocciato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, intanto credo che si debba chiarire il senso della scelta di intervenire sull'organizzazione della macchina regionale escludendo tutte le norme che riguardano l'organizzazione del personale. Mi pare che questa sia una decisione importante perché il frutto, in realtà, di una scelta del legislatore, che il legislatore deve operare ogni volta in cui deve intervenire su norme che poi vanno riportate a sistema, su norme che devono avere nel loro insieme una certa armonia.
Non è pensabile inserire delle norme che riguardano l'organizzazione del sistema e dell'amministrazione regionale, delle norme che riguardano il personale se non, data la loro ampiezza e la loro importanza, in un provvedimento apposito; bene avete fatto a fare il mea culpa sul fatto che nella precedente legislatura non siete riusciti a riformare un aspetto così importante.
Ebbene, proprio la riflessione che è derivata dagli emendamenti che sono stati da noi presentati e poi ritirati ci porta a questa conclusione che è di grande dignità, che è rispettosa di quella che deve essere la riforma di un intero sistema, che deve riportare le norme in armonia e che deve consentire, o meglio deve evitare che si facciano quegli interventi a patchwork, come si usa dire tra coloro che si occupano di disposizioni legislative, quegli interventi spot, quegli interventi che, essendo slegati gli uni dagli altri, portano a delle disarmonie e a tutto ciò che ne consegue, cioè alle impugnazioni davanti agli organi giudicanti.
Abbiamo fatto bene, pertanto, a ritirare gli emendamenti, ribadiamo il nostro non imbarazzo, anzi l'orgoglio di una scelta importante, di una scelta che nel futuro ci impegnerà a riformare un sistema, quello riguardante il personale, trattandolo nella sua unitarietà, senza occuparci ora di questo o di quell'ente, di questa o di quella figura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI FRANCESCO (PD). Presidente, io non entro nel merito delle discussioni intercorse tra i Capigruppo di maggioranza e di opposizione perché non ho partecipato alle trattative e all'organizzazione dei lavori, ma voglio dire, senza ripetere le cose che hanno detto poc'anzi i miei colleghi di maggioranza, che trovo avvilente essere sottoposti come consiglieri regionali, nel corso della discussione di ogni finanziaria, di ogni legge che tratta di temi inerenti il personale, a una pressione continua o tramite e-mail o tramite la processione di personale, tantissimo personale professionale, di enti, della Regione e dei vari Assessorati che hanno singoli problemi che si rivolge a tutti noi affinchè intercediamo per sostenere un emendamento o per presentare un emendamento.
Devo dire che in tutti questi anni, sia come centrodestra che come centrosinistra, diciamocelo con molta chiarezza, siamo intervenuti qualche volta con singoli emendamenti affrontando singoli temi, qualche volta risolvendo, altre volte complicando le cose, altre volte approvando delle norme che hanno creato ulteriori ingiustizie. Ora l'ordine del giorno ci richiama a una esigenza fondamentale che è quella di affrontare il tema del personale, attraverso un monitoraggio attento a cui l'Assessorato sta lavorando, in modo organico, in modo sereno (così maggioranza e opposizione stanno collaborando) per giungere all'approvazione di una legge che in definitiva tratta il tema fondamentale del funzionamento della Regione.
Questo è il solo intento; continuare ad affrontare i temi singolarmente, in modo non organico ritengo sia un ulteriore errore; oggi atteniamoci quindi ad alcune trasformazioni della "31" che riteniamo fondamentali e urgenti e rimandiamo a un ulteriore organico disegno di legge la definizione delle singole situazioni degli Assessorati e degli enti che sono sotto il controllo della Regione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, il ragionamento che faceva la collega Busia del patchwork, ripreso anche dal collega Sabatini, difficilmente è non condivisibile perché è quello che accade, nel senso che tutte le volte c'è "l'assalto alla dirigenza". Si verifica cioè quel fenomeno per cui tutti si inseguono, perché ogni volta che si fa qualcosa una categoria si sente svantaggiata rispetto a un'altra e quindi si verifica, ripeto, questo inseguimento continuo che ha portato secondo me a uno dei maggiori disastri nella burocrazia della nostra Regione.
Adesso però stiamo parlando di un caso che mi pare non rientri esattamente in questo contesto; è un problema ben conosciuto, è un problema che forse è giunto a maturazione, per cui non è un caso se alcuni colleghi hanno deciso di presentare questo emendamento. Poi ci hanno ripensato e, come spesso capita, si propone di rinviare a tempi migliori, che non è detto che arrivino. Noi voteremo quindi a favore di questo emendamento perché ci sembra che questo specifico problema possa essere risolto senza grandi traumi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, ha ragione il collega Pittalis, il mio Capogruppo, quando dice che noi avremmo potuto fare qualcosa di più. Voglio però ricordare che su questa materia proprio noi, invece, abbiamo approvato delle leggi prevedendo i passaggi proprio per quei lavoratori che erano stati discriminati a causa delle varie graduatorie bloccate durante il periodo della Giunta del presidente Soru. Ci furono in quel caso delle disparità di trattamento, noi approvammo la legge che, se i colleghi della scorsa legislatura ricordano, fu impugnata, a pezzi, dal Governo nazionale. Quindi, almeno su questo argomento siamo intervenuti per cercare di porre rimedio a delle situazioni di ingiustizia, come è il caso di questo emendamento.
Colleghi, come ha detto l'onorevole Cossa, questa situazione poteva essere risolta anche in via amministrativa, in altri tempi, questo non è avvenuto perché stiamo parlando di dotazione organica, che non è prevista di certo da una legge o dall'impegno del Consiglio regionale. Sanando questa posizione adottiamo un principio di equità. Ovviamente noi non imponiamo il nostro voto a nessuno, ma voteremo a favore perché crediamo che questa sia veramente una piccola pagliuzza che si può risolvere velocemente, ma crediamo anche che serva una legge di riorganizzazione del personale, su cui siamo perfettamente d'accordo, che va fatta e anche in tempi rapidi, perché situazioni come queste ce ne sono tantissime pendenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, io comprendo l'imbarazzo della maggioranza, per quanto sembri non averne anche se dovesse votare contro l'emendamento che ha presentato. E comprendo anche i ragionamenti che sono stati fatti, le necessità di arrivare a una legge organica, non possiamo continuare a trattare le questioni "a mozzichi e spizzichi", come si dice, perché, come diceva anche il collega Daniele Cocco, si deve evitare di fare figli e figliastri. Però, i figli e figliastri ci sono già perché una situazione sicuramente in cui ci sono persone che sono state svantaggiate e discriminate rispetto ad altre la conosciamo e, probabilmente, ce ne sono altre decine.
Comprendo anche la necessità di voler trattare il tutto in maniera organica e di non voler gonfiare questa legge di interventi e di cose che non sono propriamente organiche e che non servono. Nell'esprimere comunque il mio voto favorevole a questo emendamento, proprio perché c'è da parte della maggioranza questa sensibilità e questo desiderio di trattare la materia in maniera organica, spero e credo che magari nel pomeriggio si riuscirà a bocciare alcuni articoli di questo disegno di legge che con il medesimo provvedimento non c'entrano niente. Non c'entrano niente! Come per esempio il commissariamento dei commissari delle Province e qualche prolungamento di altro contratto, a proposito di figli e figliastri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, cari colleghi, mai è stato più attinente parlare di politica del rinvio. Vogliamo a tutti i costi nasconderci dietro un dito e non affrontare seriamente i problemi. Il personale della Regione autonoma della Sardegna, dei suoi enti, delle sue agenzie, non è né di destra, né di sinistra o meglio è di destra e di sinistra. Non può essere però ricondotto, in qualche modo, a una parte politica; il personale è di tutti noi, di tutti noi che abbiamo la responsabilità di questi dipendenti e di tutti noi che abbiamo in qualche modo il dovere di dare risposte. Quando dico dare risposte ai dipendenti intendo dire che stiamo dando risposte alla Sardegna intera, perché il personale della Regione sarda è la prima risorsa della Regione stessa e non possiamo permetterci, nel modo più assoluto, di trattarlo in questo modo.
È sorprendente che la maggioranza presenti addirittura due emendamenti identici sul problema della percentuale dei transiti della categoria B, e poi ritiri questi due emendamenti, per quale motivo? Ci rendiamo conto che la gente fuori dal Palazzo chiede, ripetutamente a ognuno di noi, che cosa stiamo facendo per la Sardegna? Noi ci rendiamo conto che siamo bloccati, ingessati per un vizio di forma o solo perché riteniamo, questa, una norma pseudo intrusa? Personalmente io mi vergogno. Noi dobbiamo avere il coraggio delle nostre azioni, dobbiamo assolutamente votare questo emendamento e il mio voto e quello di tutto il Gruppo UDC è favorevole.
(Interruzioni del consigliere Sabatini)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Floris Mario per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, onorevole Sabatini io capisco le motivazioni per cui la maggioranza assume questo atteggiamento nei confronti di una situazione che non ha niente che vedere con le cose che ho sentito in quest'Aula poco fa. Nulla a che vedere. Lo fa evidentemente perché sa che questa apertura potrebbe portare ad altre aperture. Quindi, è comprensibile sul piano politico, ma non mischiamo il sacro col profano. Se si fosse potuto fare con atto amministrativo io l'avrei già fatto, mille volte. Non si poteva fare con atto amministrativo il passaggio dalla categoria A alla categoria B perché occorreva la legge, perché c'è la logica della compensazione, cioè bisogna diminuire il numero dei posti della categoria A e aumentare quelli della categoria B.
Non solo non c'è aumento di spesa, ma addirittura c'è un risparmio, perché l'ultimo livello della categoria A prende di meno del primo della categoria B. Quindi, è un fatto conosciuto, trattato, ritrattato, ma perché adesso volete fare questo? Io non lo capisco proprio. Il disegno di legge per chi? I contratti di lavoro sono disciplinati attraverso il CORAN, quindi non dobbiamo fare nessun disegno di legge, dobbiamo semplicemente sistemare questa faccenda perché hanno svolto mansioni di carattere superiore per tutti questi decenni e bisogna riqualificare le loro mansioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore. Presidente, non voglio aggiungere niente rispetto a quanto detto dai colleghi di maggioranza, semplicemente chiarire che i lavori della Commissione su questo disegno di legge sono stati caratterizzati da un accordo unanime fra tutti fra tutti i componenti, evidentemente compresa la minoranza, teso a escludere da questo disegno di legge ogni emendamento sul personale. Se non fosse stato così, o se non avessimo agito in questo modo, probabilmente avremmo anche avuto la possibilità di avere una visione più generale, ma siccome l'accordo era questo, su questo ci siamo basati.
E abbiamo detto che avremmo rinviato tutto a una legge organica, non ho detto che la minoranza fosse d'accordo, sul personale per evitare di trattare le questioni degli uni e non degli altri. È evidente che questo emendamento di per sé merita l'approvazione e lo approveremo in un dispositivo simile ma nella legge più generale di ordine del personale. Tutti i lavori della Commissione sono stati improntati a questo modus operandi. Oggi stiamo cambiando.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 8.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cozzolino - Usula.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 47
astenuti 3
maggioranza 24
favorevoli 19
contrari 28
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 69.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, una brevissima dichiarazione di voto su questo emendamento che, nel caso specifico, prevede il transito dei dipendenti regionali di categoria C alla categoria D. Anche in questo caso si tratta di persone che hanno vinto dei concorsi, delle selezioni e non sono riuscite a passare alla categoria D, in alcuni enti, in alcune agenzie, diciamo, della Regione sono passate in altri no. Si cerca anche in questo caso, esattamente come nel caso esaminato in precedenza, sostanzialmente di fare giustizia su determinate situazioni. Il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 158. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
È convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo presso gli Uffici della Presidenza. Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 36.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta.
Interrogazione Ledda - Azara - Arbau - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla emissione di bollette sotto forma di "deposito cauzionale" da parte della società Abbanoa alle parrocchie della Sardegna.
I sottoscritti,
PREMESSO che la società Abbanoa a seguito delle deliberazioni n. 86/2013/R/IDR e n. 643//2013/R/IDR dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI), ha recentemente emesso fatturazioni sotto forma di depositi cauzionali, richiedendo somme forfettarie piuttosto rilevanti, assimilando, nella tipologia di contratto: strutture ospedaliere, chiese, caserme, associazioni onlus;
CONSIDERATO, invece, che sono esenti da tale fatturazione le famiglie a basso reddito (no tax) e gli utenti che utilizzano la domiciliazione bancaria o postale delle bollette, se il relativo consumo è inferiore 500 mc annui;
VALUTATO che, ancora una volta, nonostante i preannunciati buoni propositi da parte di Abbanoa, viene mostrata un'evidente superficialità e sperequazione tra i vari consumatori e le relative utenze, valutando usi assolutamente eccessivi dell'acqua nelle parrocchie e nelle strutture ad esse annesse;
RITENUTO che ci sono piccoli comuni (al di sotto dei 3-4.000 abitanti) le cui parrocchie dispongono anche di 10 utenze per lo più inutilizzate, facilmente desumibili dalle letture dei contatori;
TENUTO conto che le ingiustificabili richieste di fatturazione (circa 1.000 euro ad utenza) non tengono minimamente conto delle reali utenze che fanno capo alle parrocchie, trattandosi, in moltissimi casi, di chiesette campestri (utilizzate di rado), di oratori e di strutture analoghe, dotate di un lavandino o al massimo di uno scarico,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:
1) siano a conoscenza delle innumerevoli situazioni di disagio e preoccupazione create in capo ai parroci riguardo a questa nuova richiesta da parte del gestore idrico;
2) non ritengano necessario verificare se Abbanoa abbia previsto e programmato un reale servizio di lettura dei contatori delle parrocchie;
3) non ritengano altresì opportuno verificare se la società stia agendo sulla base di un censimento dettagliato ed aggiornato delle utenze per singola parrocchia. (191)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di centri di sostegno per l'Alzheimer.
Il sottoscritto,
PREMESSO che in Sardegna si segnala una crescita esponenziale della patologia dell'Alzheimer, che rappresenta, ormai, per tantissime famiglie, una piaga sociale difficile da arginare, con una cifra di oltre 30 mila casi. Si tratta di una malattia organica dovuta alla morte progressiva e irreversibile di parti di cellule cerebrali, che perdono la capacità di comunicare tra loro. Si perde, cioè, la capacità associativa delle diverse aree della corteccia cerebrale. Nelle fasi terminali della malattia la progressiva povertà cellulare si traduce un'atrofia. La causa della malattia è, peraltro, ancora sconosciuta. Nell'Isola si assiste a un'emergenza dovuta alla carenza di strutture specializzate per l'accoglienza dei pazienti e la rete di assistenza, da fornire con la regia della Regione, in sinergia con gli enti locali, è ancora una scatola vuota da riempire;
ACCERTATO che la patologia, prima connessa, soprattutto, alla fascia della popolazione anziana, registra un allargamento a tantissimi segmenti di persone, colpendo indiscriminatamente anche i quarantenni. Una malattia che comincia a produrre gli effetti in maniera subdola e insidiosa, con i familiari e gli amici che non si accorgono del suo apparire. Nei primi tempi, chi ne è colpito riesce facilmente a nascondere la sua malattia. La prima fase della malattia può durare da uno a quattro anni ed è caratterizzata da una leggera perdita della memoria e una progressiva incapacità a imparare nuovi concetti, nuove tecniche, nonché a esprimersi e comprendere. Serpeggiano, poi, i cambiamenti del carattere e della personalità. Gli stessi rapporti con il mondo esterno si fanno difficoltosi, portando anche all'isolamento;
RILEVATO che emerge un vero e proprio dramma sociale per tantissime persone colpite dall'Alzheimer, che provoca il declino progressivo delle funzioni cognitive, il deterioramento della personalità e della vita di relazione. Tantissimi i problemi che il malato si trova ad affrontare: la mancanza di memoria autobiografica, la perdita della memoria riguardante il significato delle parole o lo svolgimento delle attività più comuni legate alla vita quotidiana;
VALUTATO che la patologia dell'Alzheimer appare come un male ignorato, visto che, nella percezione generale, la malattia riguarda i vecchi. I casi sempre più numerosi registrati anche in età precoce, in alcuni quarantenni, riflettono, però, la necessità di nuovi modelli di assistenza a sostegno alla famiglia (oltreché al paziente) nella vita di tutti i giorni, con strategie volte ad attenuare gli effetti della patologia, rompendo così il muro dell'isolamento e trovando momenti di confronto con l'attivazione di gruppi che favoriscano la socializzazione dei malati;
ANNOTATO che attualmente in Sardegna non esistono sufficienti centri specializzati di diagnosi e cura, né adeguato personale di assistenza. Le persone colpite dalla patologia hanno assoluta necessità di un'assistenza di 24 ore al giorno, e nella maggior parte dei casi la famiglia è costretta a sopportarne interamente il carico, con costi elevatissimi per il mantenimento dei pazienti. La situazione è, peraltro, destinata a peggiorare in relazione al decorso della malattia e dell'impatto sul nucleo dei conviventi, con un elevato impegno nella gestione dei pazienti e nei costi per l'assistenza;
DATO ATTO che, oltre alla risposta sanitaria, il principale problema diventa, dunque, il sostegno alla famiglia che, nella maggior parte dei casi sopporta in solitudine, il carico assistenziale e garantisce continuità di cure ai malati, visto che anche le Asl sarde assicurano un contributo ridicolo per fronteggiare il peso derivante dall'assistenza e dalla gestione dei pazienti. La famiglia si trova a convivere con i malati, ad accudirli e assisterli 24 ore su 24 e senza che ci possano essere delle pause quotidiane, affrontando disagi continui, costi onerosi, perdita di giornate lavorative e di tempo libero, con il conseguente isolamento dal contesto sociale e il deterioramento della qualità di vita di tutti i componenti il nucleo familiare. L'Alzheimer è diventato per moltissime famiglie un silenzioso dramma sociale, senza che dalle istituzioni ci sia un sostegno concreto;
APPRESO che nell'Isola, in base al progetto ministeriale Cronos, sono istituite 14 Unità valutative Alzheimer (UVA), omogeneamente diffuse in tutta la regione e gestite da competenze specialistiche geriatriche, neurologiche e psichiatriche. Si segnala però che il numero di strutture sul territorio non è assolutamente all'altezza della situazione. Visti i numeri ormai spaventosi della patologia, la Regione dovrebbe affrontare in maniera più energica il problema, garantendo l'attivazione di centri specializzati e case di cura, assicurando l'incremento delle risorse economiche per l'assistenza alle famiglie e realizzando una rete regionale che garantisca le giuste contromisure a una terribile piaga sanitaria e sociale;
CONSTATATO che, peraltro, anche i comuni non sono assolutamente equipaggiati per fornire le adeguate risposte ai pazienti e alle famiglie, considerato che anche nei centri maggiori si segnala la mancanza di sportelli di informazione, aiuto psicologico, consulenza in materia legale, previdenziale e sociale, in modo da indirizzare gli utenti verso i servizi territoriali più adeguati;
OSSERVATO che si considera l'Alzheimer come una delle malattie più preoccupanti dal punto di vista sanitario e sociale, evidenziata la mancanza di cure e la carenza di strutture appropriate ad arginare la patologia,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e assistenza sociale:
1) per sapere il numero dei casi accertati riguardanti la patologia dell'Alzheimer in Sardegna e le strutture esistenti per fronteggiare la malattia;
2) per valutare la possibilità di creare una rete di assistenza a carattere regionale per esaudire tutte le richieste di assistenza dei malati di Alzheimer, con il riconoscimento di un adeguato sostegno finanziario alle famiglie e l'attivazione di nuovi centri specializzati per arginare il problema;
3) per conoscere quali progetti ha messo in campo la Regione per garantire agli enti locali un supporto necessario e opportuno per l'assistenza ai pazienti, con l'apertura di sportelli di consulenza e sostegno psicologico e sociale in tutti i comuni della Sardegna;
4) per verificare se è possibile mitigare il dramma della malattia, favorendo la costituzione di nuove residenze specializzate e gruppi di lavoro che possano incoraggiare la socializzazione dei pazienti e dei loro familiari, in modo da attenuare la solitudine e l'isolamento in cui si trovano;
- per esaminare la possibilità di un nuovo modello di assistenza sanitaria, con un'assistenza continua alle famiglie che hanno al loro interno un paziente, così da migliorare la qualità di vita del malato e del nucleo familiare. (192)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità e opportunità delle procedure messe in atto dalla società Abbanoa Spa per la richiesta del deposito cauzionale.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- in questi giorni un numero sempre crescente di privati cittadini, nonché diverse associazioni di consumatori, lamentano l'arrivo di fatture della Società Abbanoa SpA, con la quale la stessa richiede ai propri utenti un deposito cauzionale pari a 55,39 euro per le utenze domestiche residenti;
- l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) con deliberazione 28 febbraio 2013 n. 86/2013/R/IDR, ha emanato la "disciplina del deposito cauzionale per il servizio idrico integrato";
CONSIDERATO che l'Autorità ha deliberato, testualmente, all'articolo 3 (Condizioni per il deposito cauzionale) che "Il gestore può richiedere all'utente finale, all'atto della stipulazione del contratto di somministrazione, il versamento di un deposito cauzionale, nei limiti di quanto disposto dal presente provvedimento";
VISTO che:
- il testo sopraccitato non obbliga gli enti gestori ad applicare tale deposito nella nostra Regione, ma lascia agli stessi piena discrezionalità e valutazione delle condizioni di opportunità;
- il testo citato sembra inoltre condizionare la possibilità di richiedere il deposito cauzionale al solo momento di stipula del contratto;
APPRESO che:
- anche da dichiarazioni apparse sulla stampa e riferibili a organi dirigenziali della società Abbanoa Spa, la richiesta di deposito cauzionale sembrerebbe riferirsi a vecchie utenze, il cui allaccio alla rete sia avvenuto prima del 2006;
- sempre da dichiarazioni apparse sulla stampa e riferibili a esponenti di primo piano dell'Amministrazione regionale, tale deposito sarebbe stato introdotto per ottemperare a disposizioni obbligatorie e non sindacabili da parte dell'AEEG;
RITENUTO che le affermazioni dei vari esponenti della società Abbanoa per cui il deposito costituisce "una forma di garanzia che il cliente presta al Gestore per tutelarlo rispetto ad eventuali insolvenze, si basa su un principio di equità, è stato previsto per contribuire a contrastare il fenomeno della morosità il cui onere ricade in ultima istanza sulla generalità della collettività", siano pretestuose in quanto al contrario la richiesta post-contrattuale di un deposito cauzionale rappresenta una forma di discriminazione nei confronti dei cittadini che preventivamente vengono sospettati di morosità e vengono per questo, indistintamente, vessati con un nuovo balzello;
CONSIDERATO che:
- l'AEEG ha espressamente previsto che il gestore possa richiedere il deposito cauzionale o altre forme di garanzia solo nel caso in cui abbia adottato e pubblicato la Carta dei servizi conforme alla normativa oggi in vigore;
- nella stessa disciplina emanata dall'Autorità si prevede che "le eventuali forme di copertura dei rischi connessi alla non disalimentabilità di particolari categorie di utenza possano essere definite in sede di regolazione delle conseguenze della morosità e che l'individuazione e regolamentazione delle utenze non disalimentabili richiede il coinvolgimento degli enti d'ambito e delle altre istituzioni competenti",
chiede di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:
1) la società Abbanoa Spa abbia coinvolto preventivamente e con atti ufficiali gli enti d'ambito e le altre istituzioni competenti, compresa la Regione;
2) la Regione abbia autorizzato con atto ufficiale la richiesta di deposito alle utenze che avevano provveduto all'allaccio prima del 2006;
3) sia stato rispettato l'articolo 3 che prevede la possibilità di richiedere il deposito, e non l'obbligo, al solo momento della stipula del contratto e non in maniera retroattiva;
4) l'imposizione del deposito cauzionale sia da considerarsi un atto obbligatorio e dovuto e non invece un atto discrezionale;
5) considerata la situazione di difficoltà economica e di crisi sociale che vive la nostra Isola, il malumore e il bassissimo indice di fiducia che gli utenti hanno nei confronti di Abbanoa Spa, la continua imposizione da parte dei differenti livelli di governo di nuovi e odiosi balzelli, non ritenga opportuno intraprendere tutte le azioni possibili per indurre Abbanoa Spa a ritirare il provvedimento in essere, anche al fine di tutelare la società dal rischio di contenzioso e da probabili class-action poste in essere dai consumatori. (193)
Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sul mancato finanziamento e la chiusura del centro di aggregazione sociale "Punto giovani" nel quartiere di San Nicola a Ozieri.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- i centri di aggregazione sociale rappresentano per la comunità locale importanti sedi di incontro, nelle quali è possibile svolgere attività di tipo creativo, culturale, ludico, informativo e formativo, finalizzate alla promozione del benessere e alla prevenzione del disagio;
- i centri di aggregazione sociale mirano al raggiungimento dell'empowerment dei più giovani attraverso la loro partecipazione alla programmazione e progettazione delle attività da svolgere;
- quasi vent'anni fa nasceva, nel quartiere di San Nicola, a Ozieri, il centro di aggregazione sociale "Punto giovani" che offriva a oltre cento giovani momenti di incontro, condivisione e socializzazione, mediante laboratori ludico-manuali, teatrali e attività di prevenzione, promozione e di divulgazione;
CONSIDERATO che:
- il "Punto giovani" ha permesso a molti ragazzi di acquisire, attraverso il confronto tra i pari, il rispetto delle regole e apprendere comportamenti sociali più adeguati;
- il centro di aggregazione ha rappresentato per molto tempo un argine contro l'abbandono scolastico, l'isolamento e la devianza sociale, promuovendo spazi di protagonismo, partecipazione e impegno dei ragazzi;
PRESO ATTO che:
- da oltre tre anni il "Punto giovani", non ricevendo più i finanziamenti regionali che gli consentivano di esistere, è stato costretto a chiudere;
- a soffrirne maggiormente sono stati i giovani che non sanno ormai dove passare le loro calde giornate estive e le interminabili sere invernali,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale per chiedere:
1) se siano a conoscenza della situazione appena descritta;
2) di conoscere le motivazione che hanno portato al mancato finanziamento del centro di aggregazione sociale di San Nicola, punto di riferimento per moltissimi ragazzi,
3) di sapere quali provvedimenti intendano intraprendere, al fine di ovviare al disagio che la chiusura del centro di aggregazione ha provocato nei più giovani. (194)
Interrogazione Unali, con richiesta di risposta scritta, sulla proroga del periodo dello "stato di elevato pericolo di incendio boschivo" al 31 ottobre 2014.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- secondo quanto stabilito dal primo comma dell'articolo 4 della delibera della Giunta regionale n. 14/41, approvata il 14 aprile 2014 (Prescrizioni di contrasto alle azioni determinanti, anche solo potenzialmente, l'innesco di incendio boschivo ai sensi dell'art. 3 comma 3 della legge 21 novembre 2000, n. 353), in Sardegna, nel periodo compreso tra il 1° di giugno e il 15 di ottobre, vige lo stato di elevato pericolo di incendio boschivo;
- il secondo comma dello stesso articolo prevede che, considerato l'andamento meteorologico stagionale, il periodo in cui vige lo "stato di elevato pericolo di incendio boschivo", può essere modificato;
CONSIDERATO che con la determinazione n. 270 del 21 ottobre 2014, il Direttore della Protezione civile ha posticipato il periodo di elevato pericolo di incendio boschivo al 31 ottobre 2014;
PRESO ATTO che:
- la siccità e le elevate temperature, che avrebbero potuto favorire l'innesco e la propagazione di incendi boschivi, sono perdurate ben oltre il 31 ottobre;
- nei primi giorni di novembre decine di roghi hanno bruciato ettari di terra sia nell'oristanese che nel sassarese,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere, date le condizioni metereologiche stagionali, le motivazioni per cui lo stato di elevato pericolo di incendio boschivo non sia stato prorogato almeno fino al 10 novembre. (195)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'erogazione in Sardegna dei servizi di Poste italiane.
Il sottoscritto,
PREMESSO che l'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, recante "Attuazione della direttiva n. 97/67/CE concernente regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità dei servizi", stabilisce che le prestazioni del servizio postale universale sono fornite permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane;
CONSIDERATO che l'articolo 12 del menzionato decreto legislativo dispone che l'autorità di regolamentazione del settore postale stabilisce gli standard qualitativi del servizio postale universale, adeguandoli a quelli realizzati a livello europeo;
TENUTO CONTO che l'unico ufficio postale presente nel comune di Nuragus (CA) fornisce il servizio a circa mille residenti (il 28,2 per cento dei quali rappresentato da pensionati ultra sessantacinquenni) solo nei giorni dispari, così come lo sportello del Banco di Sardegna;
EVIDENZIATO che il territorio comunale, comprensivo della frazione di Lixius, presenta forti criticità, tra le quali l'inefficiente sistema di trasporto pubblico locale, l'isolamento e l'insufficiente copertura della rete internet;
SOTTOLINEATO che l'operatività nei soli giorni dispari rischia di compromettere il regolare svolgimento del servizio postale universale che dovrebbe essere assicurato a tutti i cittadini, con particolare riguardo alle zone svantaggiate del Paese, colpite, ormai da anni, da un irreversibile fenomeno di spopolamento e, proprio per questo, fortemente penalizzate;
VALUTATO che nel comune di Nuragus e in altre località dell'entroterra sardo l'insufficienza dei servizi di pubblica utilità non si limita ai soli sportelli postali, ma riguarda anche quelli bancari, ai quali si aggiunge l'assenza di scuole secondarie di primo grado e di prospettive occupazionali per le giovani generazioni, tutto ciò costituendo una concreta prospettiva di fine certa per numerose piccole comunità e territori dell'isola,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se sia a conoscenza di quanto su esposto;
2) se non ritenga di dover immediatamente intervenire presso il Ministero dello sviluppo economico, ferme restando le funzioni di regolazione e vigilanza del servizio postale, trasferite all'Autorità garante per le comunicazioni con il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, affinché avvii un'azione di sensibilizzazione nei confronti della concessionaria Poste italiane, relativamente alla rimodulazione dei giorni di apertura al pubblico degli sportelli postali nei comuni della Sardegna, in quanto area disagiata. (196)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla carenza dei loculi cimiteriali in diversi centri della Sardegna.
Il sottoscritto,
PREMESSO che con l'articolo 5, comma 37, della legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 (legge finanziaria 2013), è stato approvato il programma di spesa per la concessione di finanziamenti volti all'ampliamento e alla costruzione di cimiteri di cui all'articolo 34 della legge regionale 18 gennaio 1999, n. 1 (legge finanziaria 1999);
ACCERTATO che, con la deliberazione n. 42/37 del 16 ottobre 2013, la Giunta regionale ha approvato l'avviso pubblico per la ripartizione dello stanziamento, con fondi pari a 4 milioni e 200 mila euro, di cui 200 mila euro per l'anno 2013 e 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, per la concessione dei suddetti finanziamenti;
RILEVATO che, in seguito alla pubblicazione del succitato avviso, sono pervenute dai comuni dell'Isola 221 istanze con una richiesta pari a euro 42.438.786; una cifra che si traduce nella necessità di un intervento immediato per far fronte alla carenza degli spazi nei sacrari isolani, con molti centri che lamentano le insufficienti dotazioni destinate alle sepolture dei defunti;
VALUTATO che tantissimi comuni soffrono per la grave situazione di difficoltà finanziaria, a causa dei vincoli sempre più stringenti dovuti ai vergognosi vincoli del patto di stabilità, con impossibilità di spesa per affrontare anche le opere pubbliche più necessarie ai fini sociali ed igienico-sanitari;
ANNOTATO che, con la legge finanziaria 2014, gli stanziamenti previsti sono stati rideterminati in complessivi 1,4 milioni di euro di cui 1,2 milioni di euro per l'anno 2014 e 0,2 milioni di euro per l'anno 2015; un grave taglio che di certo aumenta le gravi difficoltà degli enti locali, già impossibilitati a prevedere ulteriori risorse per la costruzione di nuove opere, compresa la realizzazione di loculi per le tumulazioni;
DATO ATTO che peraltro si è provveduto, con deliberazione n. 11/1 del 31 marzo 2014, viste le proteste degli enti locali per i tagli effettuati allo stanziamento iniziale, ad approvare un disegno di legge finalizzato al ripristino dell'originaria dotazione finanziaria e, conseguentemente, con la legge regionale 19 maggio 2014, n. 9, lo stanziamento complessivo è stato rideterminato in 4 milioni di euro di cui 2 milioni di euro nell'esercizio 2014 e 2 milioni di euro nell'esercizio 2015;
APPRESO che, a seguito dell'istruttoria, sulla base della valutazione delle priorità indicate dall'avviso pubblico, è stata dunque redatta una apposita graduatoria, comprendente le 221 proposte pervenute, delle quali 10 sono state escluse in quanto pervenute in ritardo o incomplete oppure in quanto la percentuale di cofinanziamento indicata risulta inferiore a quella prevista dalla citata legge n. 1 del 1999 e dall'avviso pubblico;
constatato che tuttavia le limitate risorse finanziarie disponibili in relazione alle richieste pervenute e l'esigenza di dare ai comuni con maggiore difficoltà un margine di autonomia temporale che consenta loro una più serena pianificazione degli interventi futuri, ha portato a determinare il finanziamento da assentire nella misura del 70 per cento della richiesta, per un importo massimo di euro 100.000, fatto salvo l'arrotondamento necessario a ripartire l'intero importo disponibile; gli stanziamenti, sebbene in misura ridotta, hanno consentito i primi interventi urgenti sia di realizzazione dei posti salma, sia di ampliamento delle superfici cimiteriali insufficienti; le opere non si sono rivelate però adeguate per numerose strutture cimiteriali di tantissimi centri, soprattutto nel Sulcis Iglesiente ed in Gallura, che hanno dovuto manifestare la vergognosa e persistente carenza di spazi per le sepolture; non è un caso che tantissimi cittadini hanno avvertito i comuni della volontà di portare i loro cari nei cimiteri di Cagliari, se non venissero trovati spazi adeguati per le tumulazioni dei defunti nei camposanti dei centri minori;
OSSERVATO che dunque si è provveduto, con la deliberazione n. 21/36 del 13 giugno 2014, ad approvare la graduatoria e la ripartizione degli stanziamenti in argomento per l'ampliamento e la costruzione di cimiteri (ivi compresa la realizzazione di nuovi loculi che garantiscano degna sepoltura ai defunti dei paesi anche minori) secondo quanto rappresentato nel provvedimento e, con l'effettiva necessità manifestata dai comuni attraverso la massiccia richiesta di intervento, si è stabilito altresì di mantenere aperta la graduatoria sino al 31 dicembre 2015 per gli eventuali successivi stanziamenti;
SOTTOLINEATA la dichiarata necessità di effettuare lavori urgenti per il decoro e l'abbellimento dei loro sacrari in numerosi comuni, in modo da dare degno riconoscimento dei deceduti e rendere più adeguati alcuni sepolcri, in particolare gli spazi dedicati ai caduti in guerra o ai deceduti per la difesa della Patria (ad esempio carabinieri o soldati morti durante il servizio), e valorizzare i monumenti funebri in memoria dei sindaci dei centri isolani o di figure di prestigio;
RIMARCATO che si considera il diritto ad una degna sepoltura come un fatto assodato di civiltà e rispetto per i posteri,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici:
1) per sapere in base a quali criteri e/o parametri si sia deciso di assegnare le risorse stabilite nella legge regionale 23 maggio 2013, n. 12, articolo 5, comma 37, con le successive deliberazioni (in ultima la n. 21/36 del 13 giugno 2014);
2) per valutare la possibilità di un riconoscimento finanziario adeguato a tutti gli enti locali, ormai in forte e comprovata difficoltà economica, per far fronte all'emergenza derivante dalla cronica carenza di spazi per le tumulazioni;
3) per conoscere gli altri progetti per provvedere al necessario miglioramento igienico ed ambientale dei sacrari dislocati in tutti i centri dell'Isola, prevedendo altresì risorse certe per il decoro dei monumenti funebri dedicati ai caduti in guerra ed alle persone che hanno sacrificato la loro vita per la Patria o al servizio degli enti locali;
4) per verificare la possibilità di un'ulteriore legge regionale per dotare i comuni delle necessarie risorse finanziaria per far fronte al rispetto dei defunti. (197)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di sofferenza delle campagne a causa del debito agricolo e della perdurante siccità tra settembre e ottobre.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- il comparto rurale rappresenta uno dei settori che maggiormente racchiude e rappresenta l'identità e la tradizione produttiva regionale sarda, risultando, quindi, un fattore chiave ai fini della ripresa economica e della valorizzazione della nostra Isola;
- attualmente l'agricoltura sta soffrendo pesantemente il mutamento delle stagioni che si ripercuote, inevitabilmente, sulle produzioni della nostra terra e infatti, tra settembre e ottobre, si è registrato un decremento delle colture dovute al perdurare della stagione secca e all'irregolarità delle precipitazioni;
VALUTATO che:
- secondo le stime delle associazioni di categoria, l'inversione delle stagioni di questi ultimi anni sta provocando non poche difficoltà di carattere gestionale e produttivo per i contadini e gli allevatori;
- con i dati a disposizione, a settembre e ottobre sulle precipitazioni è stato registrato un meno 90 per cento rispetto alle medie stagionali in tutto il territorio isolano: sono gli effetti di un clima alterato, che condanna il centro-sud Italia con una grave siccità e il nord Italia che viene sommerso sempre più frequentemente da alluvioni e smottamenti;
ACCERTATO che il settore agricolo attende da anni misure di ristrutturazione del debito e sottolineato che tale operazione non richiede maggiori oneri di spesa per la Regione, bensì un utilizzo efficace delle proprie disponibilità finanziarie, per offrire le garanzie di cui necessita il sistema bancario per erogare finanziamenti alle aziende agricole e alle cooperative;
RILEVATO che la prolungata siccità del periodo suddetto si è tradotta in un drastico aumento dei costi di produzione, dovuti a maggiori consumi idrici e di sostentamento per i capi animali; inoltre i raccolti sono stati più scarsi e qualitativamente inferiori: creando un vero e proprio disastro che ha messo in ginocchio tante aziende. Secondo le associazioni di tutela degli agricoltori, dunque, il bollettino non è roseo e per molti è stata compromessa l'intera annata;
VALUTATO che le condizioni climatiche hanno danneggiato anche gli allevamenti, in quanto le risorse naturali da destinare al sostentamento sono state integrate con mangimi, per fronteggiare l'arrivo delle nuove generazioni; inoltre, il mondo agropastorale attende ancora la liquidazione degli indennizzi per la lingua blu, che non sono stati ancora erogati a favore delle aziende;
ANNOTATO che il riposizionamento del debito agricolo è un presupposto indispensabile per il rilancio del settore agroalimentare, che soffre anche le perdite secche causate dalle calamità che si ripercuotono negativamente sul comparto;
APPRESO che la crisi, che ha colpito da anni il settore, paralizza indifferentemente tutti i territori della Sardegna, che si differenziano secondo le diverse vocazioni agroalimentari;
CONSTATATO che nel Sulcis Iglesiente vive più del 20 per cento dei lavoratori agricoli e opera il 25 per cento delle aziende censite, che lavorano su un'equivalente parte della superficie agricola utilizzata e che, inoltre, l'attività si svolge prevalentemente lungo la valle del Cixerri, da Uta e Decimoputzu, passando per Siliqua, Narcao, Iglesias e Carbonia, sino ad arrivare al comune di San Giovanni Suergiu (980 aziende) che è, insieme a Calasetta (711), quello con più aziende; in testa alla classifica per numero di lavoratori agricoli troviamo ancora San Giovanni Suergiu (2.717), seguito da Uta (circa 2.100). Tra le aziende operanti sul territorio ci sono delle vere eccellenze in campo agroalimentare, con particolare prevalenza nel settore enologico ed agrozootecnico;
OSSERVATO che, in base alle ultime statistiche e sulla base dei dati del V Censimento generale dell'agricoltura, è, però, il settore agricolo nel suo complesso ad aver subito, nell'ultimo decennio, una flessione, mentre la contrazione del numero di aziende è superiore alla media regionale, quella della superficie totale e, soprattutto di quella utilizzata, è molto più contenuta. In alcuni comuni (Domusnovas, Narcao, Fluminimaggiore, Decimoputzu, Portoscuso) si registra anzi un incremento di quest'ultima. La Sau diminuisce invece in modo marcato a Carbonia (-46 per cento), Teulada (-58 per cento), Sant'Antioco (-42 per cento) e Nuxis (-56 per cento) e Sant'Anna Arresi (-36 per cento). In questi comuni in dieci anni si perde dal 40 al 60 per cento della superficie coltivata. Il decennio segna quindi un ulteriore passo nella direzione di una differenziazione delle specializzazioni produttive all'interno del Sulcis Iglesiente,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale:
1) per rendere note le stime dei danni che la perdurante siccità tra settembre e ottobre ha provocato alle colture sparse in ogni angolo dell'Isola;
2) per valutare la possibilità di un adeguato riconoscimento finanziario per i danni causati dai suesposti mutamenti climatici;
3) per conoscere eventuali progetti della Regione per rimodulare il debito delle aziende agricole, messe in ginocchio dalla crisi galoppante del settore;
4) per verificare la possibilità di un piano di recupero dell'agricoltura in particolare nel Sulcis Iglesiente, attanagliato soprattutto dalla crisi industriale, con l'inserimento dei giovani nel mondo delle campagne, anche mediante le misure del PSR;
5) per comprendere quali soluzioni verranno adottate per sostenere le aziende agricole in forte difficoltà, anche mediante l'illustrazione degli interventi previsti nel PSR. (198)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito all'aumento delle patologie tumorali causate dall'inquinamento nel Sulcis Iglesiente.
Il sottoscritto,
PREMESSO che in base agli ultimi dati forniti dalla ASL n. 7, nell'ambito del "Progetto nazionale esenzione ticket", risulta che nel territorio del Sulcis Iglesiente sono state riconosciute complessivamente 12.150 esenzioni per patologie da cause ambientali; in particolare, preoccupa l'incremento senza freni delle deroghe da assegnare per le diverse patologie tumorali: dalle 44 del 2007 si è passati a 863 esenzioni nel 2013; una cifra davvero terrificante che evidenzia il pericolo derivante dall'alto tasso di inquinamento del territorio; dai dati emerge anche il costante rialzo degli esoneri per i pagamenti sanitari dovuti a pazienti affetti da tiroidismo di Hashimoto e da asma; anche per il diabete si segnalano cifre più che raddoppiate;
ACCERTATO che nella Provincia di Carbonia-Iglesias, pur essendo una zona da tenere sotto stretto monitoraggio per l'inquinamento ambientale dovuto a molte industrie anche dismesse, ma non bonificate, è ancora assente un registro dei tumori;
RILEVATO che secondo un dossier realizzato da "Energia e ambiente", solo nell'area di Portoscuso, distretto in cui il polo industriale ha accumulato polveri e rifiuti industriali in cinquant'anni di attività, tra il 1997 e il 2003, si sarebbe registrata un'incidenza del tumore ai polmoni superiore del 30 per cento rispetto alla media regionale; gli screening svolti sui bambini di Portoscuso hanno segnalato tassi di piombo nel sangue molto superiori alla norma;
VALUTATO che il Progetto SENTIERI (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) svolto nel 2012 sotto il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità, ha confermato in modo inequivocabile che nell'area industriale del Sulcis Iglesiente-Guspinese e in quella di Porto Torres esiste una connessione stretta tra l'inquinamento ambientale prodotto dai siti industriali, una grande parte dei quali sono stati smantellati ed attendono da anni le adeguate bonifiche, ed i danni causati alla salute delle persone, sia i lavoratori coinvolti nei processi produttivi, sia le persone residenti nei pressi dei distretti; tale studio ha valutato la mortalità in 44 siti industriali di interesse nazionale, rilevando un alto pericolo nell'area del Sulcis colpita in particolare da un'alta incidenza di malattie respiratorie e neoplastiche, derivanti dall'esposizione all'anidride solforosa ed alle polveri sottili rilasciate da diversi stabilimenti;
ANNOTATO che la Sardegna detiene il triste primato delle servitù industriali, con oltre 445 mila ettari di territorio inquinati da un carico di veleni che ha contaminato l'ambiente circostante;
DATO ATTO che il Sulcis è considerato una delle zone maggiormente a rischio in Italia per via della presenza di cloroformio e diversi agenti inquinanti, arsenico incluso; inoltre i fanghi rossi rimarcano lo spettro della presenza di elementi radioattivi;
APPRESO che, in base ad un recente report della Regione, negli ultimi 20 anni nel Sulcis è aumentato il numero di decessi dovuti prevalentemente a malattie respiratorie e nella zona sono stati 205 sui 125 previsti, con un aumento del 24 per cento dei tumori polmonari;
CONSTATATO che sulla base delle statistiche, sarebbero un centinaio i casi di tumori maligni registrati solo nel periodo tra novembre e dicembre 2013 nel Sulcis ed in tutta la provincia; un numero considerevole di persone, oltre 3000, starebbe affrontando una battaglia contro il cancro;
SOTTOLINEATO peraltro che:
- la situazione della grande fetta delle industrie presenti nella provincia pare ormai compromessa; l'allarme sulla salute della popolazione è stato lanciato più volte dai residenti del Sulcis, ma non si intravedono soluzioni concrete per la bonifica dei siti inquinati;
- la contaminazione del territorio è una delle cause del grave spopolamento della zona;
ANALIZZATO che gli ultimi dati mostrano una preoccupante incidenza delle patologie tumorali soprattutto nel territorio del Sulcis Iglesiente, cui deve essere dedicata un'attenzione particolare con un piano d'emergenza nazionale che provveda al risanamento dei siti inquinati e all'apertura di un nuovo modello di sviluppo,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per:
1) conoscere gli ultimi dati in possesso alla Regione in merito alle patologie tumorali causate dall'inquinamento industriale;
2) valutare la possibilità di fornire al territorio il Registro dei tumori, previsto dai diversi piani sanitari, ma rimasto negli anni una vana promessa;
3) verificare la possibilità, in sinergia con gli Assessorati della difesa dell'ambiente e dell'industria, di provvedere nel più breve tempo possibile alla pianificazione della bonifica e al risanamento dei siti inquinati, nonché alla messa in sicurezza delle numerose fabbriche dismesse, che generano comunque costanti danni all'ambiente ed al territorio;
4) comprendere in quali modi e termini, e secondo quali progetti, si stia assicurando un'adeguata tutela della salute dei cittadini che risiedono in tutto il territorio del Sulcis Iglesiente, in modo da contrastare l'alta incidenza tumorale e contenere la sempre maggior tendenza di spopolamento dei centri abitati. (199)
Interpellanza Moriconi su piano di metanizzazione per la Sardegna attraverso impianti di rigassificazione del gas metano.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la Sardegna è l'unica regione della Repubblica non servita dalla rete nazionale di distribuzione del gas metano;
- la mancata metanizzazione incide negativamente sia sui costi delle attività d'impresa e industriali isolane, che sulla spesa delle singole famiglie, tutti costretti, in assenza di alternative, all'approvvigionamento di energia proveniente da fonti molto più onerose del metano, tanto da porsi come una delle cause principali del ritardo nello sviluppo della Sardegna rispetto alla media nazionale ed europea;
- il metano, oltre che a rappresentare un minor costo, si caratterizza per una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica, proponendosi come fonte primaria per il conseguimento degli obiettivi preposti dalle direttive comunitarie per la riduzione di emissioni entro il 2020 di una aliquota pari al 20 per cento da parte di tutti gli stati membri;
EVIDENZIATO che:
- allo stato, l'unica possibilità per creare, in tempi il più possibile ragionevoli, una rete di distribuzione del metano in Sardegna è rappresentata dall'installazione di impianti per la rigassificazione da collegare in rete attraverso l'utilizzo delle infrastrutture già esistenti e coincidenti con le aree industriali di Macchiareddu-Sarroch e Porto Torres;
- nelle suddette aree industriali, oltre ai servizi e alle infrastrutture fondamentali, le cui disponibilità consentono un rilavante risparmio, esistono già le competenze e le professionalità in grado di assicurare la funzionalità degli impianti stessi di rigassificazione;
ATTESO che:
- le utenze potenziali nell'area vasta di Cagliari costituiscono circa il 50 per cento del fabbisogno regionale (industriale e civile), rappresentate dall'area metropolitana (450.000-500.000 abitanti) e dalle aree industriali di Macchiareddu-Sarroch; facilmente raggiungibile con una pipeline è, inoltre, l'area industriale di Portovesme;
- le utenze potenziali nell'area di Porto Torres-Sassari-Alghero costituiscono circa il 30 per cento del fabbisogno regionale (industriale e civile), rappresentate dall'area metropolitana (circa 200.000 abitanti) e dall'area industriale di Porto Torres; anche in questo caso è difficilmente raggiungibile con una pipeline l'area di Olbia,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
1) se la Giunta regionale non ritenga opportuno valutare, urgentemente, tutte le iniziative da intraprendere al fine di consentire alla Sardegna di potersi approvvigionare, al pari di tutte le altre regioni d'Italia e d'Europa, del metano quale fonte energetica indispensabile a supporto dello sviluppo socio economico dell'isola;
2) se, in virtù di ciò, tra le ipotesi, la Giunta regionale non ritenga opportuno valutare, con la stessa identica urgenza, di intraprendere tutte le iniziative utili e necessarie al fine di poter dotare l'isola dei terminali di rigassificazione, nelle aree industriali riportate in premessa per le ragioni vantaggiose, già citate, sia sotto il profilo economico che infrastrutturale;
3) in caso affermativo:
- se la Giunta regionale non ritenga opportuno richiedere al Governo l'inclusione della Sardegna nel documento delle Strategie energetiche nazionali (SEN) e negoziare con lo stesso l'adozione di procedure straordinarie, tese a colmare il gap energetico della Sardegna col resto del territorio dello Stato, al fine di ridurre sensibilmente i tempi necessari per la realizzazione delle infrastrutture finalizzate alla creazione di una rete di distribuzione regionale attraverso una dorsale che colleghi i distretti industriali serviti dai rigassificatori col territorio regionale e avviare l'iter che prevede la realizzazione di un piano per il trasporto del metano via mare con navi metaniere da depositare nei terminali di ricezione per lo stoccaggio, la rigassificazione e la successiva distribuzione alle utenze;
- se non ritengano di valutare, sin da ora, lo studio di un modello gestionale di tipo misto che veda il coinvolgimento della Regione in collaborazione con i soggetti qualificati operanti nelle aree industriali individuate. (84/C-5)
Interpellanza Tedde - Tocco - Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tunis - Zedda Alessandra in relazione ai depositi cauzionali chiesti da Abbanoa Spa per i vecchi e per i nuovi contratti di fornitura idrica.
I sottoscritti,
PREMESSO che Abbanoa Spa, società che gestisce il servizio idrico integrato su tutto il territorio sardo, sta chiedendo agli utenti, vecchi e nuovi, il pagamento di un deposito cauzionale che nelle fattispecie più significative è pari a 92,25 euro per le utenze domestiche famiglie numerose, 55,39 euro per utenze domestiche residenti, 64 euro per quelle domestiche non residenti (seconde case) e 132,24 euro per le non domestiche, che sono quelle relative ad aziende;
EVIDENZIATO che:
- Abbanoa Spa giustifica il tentativo di imporre questo nuovo balzello come un obbligo derivante dalle delibere AEEG (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico) n. 86 del 28 febbraio 2013 e n. 643 del 27 dicembre 2013 per "coprire eventuali insolvenze che, in caso contrario, peserebbero sulla totalità delle persone che pagano regolarmente";
- si tratta di una somma a cui il gestore andrà ad attingere in caso di morosità del cliente; ne consegue che in caso di morosità sarà vietata la sospensione della fornitura nei limiti dell'importo cauzionale, importo che poi il gestore andrà a richiedere nella bolletta successiva al fine di rifornire il deposito;
ACCLARATO che:
- le delibere AEEG introducono una mera facoltà per i gestori e non un obbligo giuridico: Abbanoa Spa, in buona sostanza, può chiedere il deposito cauzionale, ma non lo "deve chiedere";
- il gestore Abbanoa Spa non può richiedere all'utente finale il versamento del deposito cauzionale, né altre forme di garanzia, qualora non abbia adottato e pubblicato secondo le modalità di cui alla deliberazione n. 586/2012/R/IDR una Carta dei servizi conforme alla normativa in vigore, adempimento non assolto da Abbanoa che ha adottato la Carta dei servizi nel 2007 senza mai adeguarla alle norme vigenti;
- poiché per le utenze condominiali Abbanoa emette una fattura cumulativa e per tali utenze il deposito è pari alla somma dei depositi dei singoli utenti, nonostante il deposito cauzionale non possa essere richiesto agli utenti che godono di agevolazioni tariffarie di carattere sociale si corre il rischio che in sede di ripartizione gli utenti svantaggiati debbano contribuire a pagare il deposito cauzionale;
OSSERVATO che:
- le predette delibere dell'AEGG possono incidere sui contratti d'utenza in essere e derogare a norme in vigore solo allorché le nuove disposizioni vadano a favore dell'utente, e non pare questo il caso; le motivazioni di Abbanoa, secondo la quale "le cauzioni a ogni buon conto non sono che una forma di garanzia richiesta ai clienti: servono a coprire eventuali insolvenze che, in caso contrario, peserebbero sulla totalità delle persone che pagano regolarmente" seppur ipoteticamente aderenti al disposto delle delibere AEGG in realtà, poiché Abbanoa agisce in regime di monopolio assoluto e non è possibile fare a meno della fornitura idrica, sono affatto strumentali in quanto è evidente che il deposito cauzionale diventa una donazione priva di causa per l'intera vita dell'utente e degli eredi;
- le somme introitate a titolo di deposito cauzionale si profilano, invece, come una ciambella di salvataggio finanziario a carico delle famiglie sarde per risolvere i problemi gestionali di Abbanoa;
RITENUTO che in un momento in cui la crisi economica aggredisce le famiglie e le imprese e rischia di affondare l'intero sistema economico isolano, con rischi di tenuta del sistema sociale, non pare utile ed equo che un ente monopolistico adotti queste iniziative che vanno ad aggravare una situazione molto delicata,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere quali urgenti iniziative e direttive intenda assumere e in che tempi affinché Abbanoa Spa ritiri o revochi un atto di dubbia legittimità e, comunque, inopportuno e dannoso per le famiglie e le aziende che stanno affrontando una crisi economica senza precedenti. (85)
Interpellanza Cossa sulla spiaggia a elevata criticità di Porto Columbu - Perd'e Sali.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Regione ha riconosciuto il Programma di azione (PAC) delle coste quale strumento programmatico per l'individuazione delle aree costiere a maggiore criticità di dissesto idrogeologico ed erosione, l'inquadramento fisico e fenomenologico insistente su dette aree, le possibili opzioni e tipologie d'intervento;
considerato che la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente, ha preso atto, con la deliberazione n. 53/32 del 20 dicembre 2013, dell'impostazione adottata per la redazione del Programma di azione coste e, in particolare, della classificazione delle aree catalogate a maggiore criticità geomorfologico-ambientale costiera, tra le quali è inserita la spiaggia di Porto Columbu - Perd'e Sali;
CONSTATATO che la proposta di PAC contiene un elenco di iniziative, alcune già operative e altre ancora non esecutive o programmate;
RILEVATO che la Giunta regionale, con la stessa deliberazione n. 53/32 del 2013, ha stabilito che il PAC costituisce la piattaforma di indirizzo prioritario per le iniziative programmatiche in materia di tutela delle coste dai fenomeni di erosione e dissesto geomorfologico, inserendo lo strumento nel quadro della Programmazione 2014-2020 dei fondi dell'Unione europea ricompresi nel Quadro strategico comune (QSC);
RISCONTRATO che, nella scheda allegata alla deliberazione citata riferita alla spiaggia di Porto Columbu - Perd'e Sali, è riportata la seguente valutazione: "interessata da processi erosivi, innescatisi a seguito della costruzione dell'insediamento turistico-residenziale di Perd'e Sali e del porto turistico di Porto Columbu, che hanno determinato la scomparsa di buona parte del litorale sabbioso e l'attivazione di processi di smantellamento delle strutture e degli edifici costruiti a ridosso della spiaggia. Il litorale è stato interessato da interventi di difesa costiera, mediante realizzazione di opere di distaccate parallele, che non hanno arrestato il processo erosivo.";
EVIDENZIATO che, nella stessa scheda, è indicato come necessario "un intervento di completamento delle opere esistenti per provvedere alla messa in sicurezza degli insediamenti abitativi minacciati dal moto ondoso e garantire la agibilità dell'imboccatura portuale. Uno studio di dettaglio dei fenomeni erosivi e di insabbiamento dell'imboccatura portuale mediante modellazione numerica supportata dall'acquisizione di idonei dati di campo dovrebbe l'efficacia di differenti alternative infrastrutturali e gestionali, tra cui:
- operazioni di by-pass programmate con l'ausilio di draghe aspiranti-rifluenti per rimuovere i sedimenti dall'imboccatura del porto e depositare il materiale dragato nella fascia di spiaggia lato terra la schiera di frangiflutti per favorire un naturale rinascimento della spiaggia;
- realizzazione di un pennello in adatta ubicazione per limitare il trasporto dei sedimenti verso l'imboccatura portuale. A tal proposito si potrebbe ipotizzare un posizionamento a Nord della foce del Rio Su Spagnolu per intercettare parte di questi sedimenti e renderli disponibili per il naturale rinascimento della spiaggia a tergo dei frangiflutti;
- verifica della efficacia dei frangiflutti nello smorzamento dell'energia del moto ondoso incidente. A tal proposito di potrebbe prevedere l'innalzamento di tutto il coronamento del frangiflutti alla quota delle testate o la nuova modulazione di ulteriori interventi.",
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) quale sia lo stato di avanzamento dell'attuazione del Programma azione coste Sardegna, con particolare riferimento alla spiaggia a elevata criticità di Porto Columbu - Perd'e Sali;
2) se il PAC Sardegna sia stato inserito nella Programmazione 2014-2020 dei fondi dell'Unione europea ricompresi nel Quadro strategico comune (QSC), come indicato nella deliberazione della Giunta regionale n. 53/32 del 20 dicembre 2013;
3) se non ritengano di dover attivare tutte le opportune procedure per la ricognizione delle risorse necessarie a evitare di inficiare un lavoro, durato anni, finalizzato alla difesa dei litorali esistenti. (86/C-4)
Mozione Arbau - Cocco Daniele Secondo - Usula - Sale - Lai - Azara - Busia - Ledda - Perra - Pizzuto in merito alla necessità di una moratoria delle attività di termovalorizzazione e termodistruzione dei rifiuti.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il VII Programma d'azione per l'ambiente, approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, con la decisione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L. 354 del 28 dicembre 2013, definisce un quadro generale per le politiche europee da seguire in materia ambientale fino al 2020, evidenziando che la piena attuazione della legislazione dell'Unione sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, di aumentare il fatturato annuo dell'Unione di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e di creare oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020;
- trasformare i rifiuti in una risorsa, come invocato nel quadro della tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse, richiede una piena applicazione in tutti i paesi membri della legislazione unionale, basata su un'applicazione rigorosa della gerarchia dei rifiuti e che ne disciplini i diversi tipi; per raggiungere gli obiettivi di efficienza nell'uso delle risorse è necessario che il recupero energetico sia limitato ai materiali non riciclabili, come già previsto dalla direttiva quadro n. 2008/98/CE sui rifiuti;
EVIDENZIATO che:
- l'incenerimento è la tecnologia di gestione dei rifiuti che, a fronte del più alto impatto ambientale, maggior spreco di materiali riutilizzabili, più alti costi di costruzione ed esercizio, tempi di messa in opera più lunghi, comporta la minore ricaduta occupazionale;
- in Italia gli inceneritori sono finanziati con soldi pubblici in quanto equiparati alle energie rinnovabili (7 per cento della bolletta ENEL), ma, senza i contributi pubblici, gli inceneritori sarebbero antieconomici e quindi non verrebbero costruiti;
CONSTATATO che:
- gli impianti di incenerimento necessitano di grandi quantitativi di rifiuti per essere redditizi, sono in antitesi alla logica del "recupero di materia" e rischiano anche di trovarsi nella necessità di attrarre rifiuti da fuori regione;
- molti paesi del nord Europa come l'Olanda, la Svezia, la Norvegia e la Danimarca hanno un problema di "over capacity", di sovradimensionamento di questi impianti costruiti 10 anni fa e pensati allo scopo di bruciare grosse quantità di rifiuti, ma che con la raccolta differenziata e il riciclo che avanzano si trovano ad avere poco "combustibile" per essere alimentati e hanno necessità di importarli da altri paesi;
- negli USA e in Germania gli inceneritori non vengono più realizzati, sono stati sostituiti dalla raccolta differenziata spinta e con impianti di trattamento bio-meccanico dei rifiuti; gli inceneritori sono ormai un retaggio prospettato quasi esclusivamente nei paesi in via di sviluppo;
- il Consiglio regionale della Lombardia, la regione italiana col maggior numero di inceneritori, nel dicembre 2013 ha approvato una risoluzione che prevede la dismissione di parte del parco inceneritori, stante il forte squilibrio previsto nel prossimo futuro tra la capacità di incenerimento presente nella regione e la produzione lombarda di rifiuti urbani residui;
ATTESO che:
- la direttiva quadro n. 2008/98/CE, indica la scala delle priorità nella gestione dei rifiuti e afferma come prioritaria "la preparazione per il riutilizzo, il riciclo", per cui, all'interno del recupero diverso dal riciclo, va privilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia;
- tale scala gerarchica è già recepita nella normativa italiana con la modifica dell'articolo 179 del decreto legislativo n. 152 del 2006 operata dal decreto legislativo n. 295 del 2010;
- lo stesso Sesto programma di azione per l'ambiente dell'Unione europea prevede la riduzione della produzione dei rifiuti del 20 per cento al 2020 e del 50 per cento al 2050 rispetto alla produzione del 2000, stabilendo inoltre la sostituzione di tutti i termovalorizzatori in attività in Europa con impianti di riciclo completo entro il 2020;
CONSIDERATO che:
- la produzione dei rifiuti in Sardegna dovrà pertanto attestarsi nel 2020 ad un massimo di 632.000 t/anno (20 per cento in meno dei 791.234 di rifiuti prodotti nel 2000), con una raccolta differenziata che necessariamente dovrà superare il 65 per cento e la possibilità concreta di poter adottare sistemi innovativi di recupero di materia già disponibili;
- tali dati confermano non solo l'inutilità delle piattaforme di incenerimento in Sardegna, i cui rifiuti costituiscono appena il 2,5 per cento di quelli prodotti a livello nazionale, ma anche l'obsolescenza del Piano regionale di gestione dei rifiuti che risulta ampiamente superato poiché si fonda su dati di produzione dei rifiuti che non rispondono più alla realtà sarda e alle previsioni del breve e del medio periodo;
RIMARCATO che la soluzione complessiva del problema dello smaltimento dei rifiuti non è riducibile alla scelta del singolo tipo di impianto e della sua localizzazione, ma semmai essa deve consistere nell'elaborazione di un piano strategico, integrato e più ampio che punti nel medio termine all'obiettivo "rifiuti zero", inteso come graduale azzeramento dei rifiuti inviati a discarica e a incenerimento,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a porre in essere tutti i provvedimenti necessari al fine di attuare una moratoria in cinque anni dell'attività di termovalorizzazione e di termodistruzione dei rifiuti, da realizzarsi nella misura del 20 per cento all'anno per ogni anno a decorrere dal 1 ° gennaio 2015 sino al 31 dicembre 2019;
2) ad avviare la rielaborazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti al fine di recepire le gerarchie stabilite dalla direttiva n. 2008/98/CE e dal decreto legislativo n. 295 del 2010, privilegiando la raccolta differenziata, il recupero e il riciclo dei materiali post-consumo, e prevedendo a tale scopo la realizzazione di centri di riciclo, prioritariamente negli stessi siti che attualmente ospitano gli impianti di termodistruzione e termovalorizzazione che andranno gradualmente dismessi:
3) a non concedere autorizzazioni alla costruzione e all'esercizio di impianti di termodistruzione e termovalorizzazione, né al potenziamento degli inceneritori già esistenti, compresi quelli dotati di qualsivoglia forma di "recupero energetico";
4) ad assicurare il reimpiego dei lavoratori attualmente impiegati presso gli impianti di termodistruzione e di termovalorizzazione dei rifiuti nelle attività dei centri di riciclo che saranno realizzati per andare gradualmente a sostituire gli impianti di termodistruzione e termovalorizzazione. (87)
Mozione Forma - Cocco Pietro - Arbau - Usula - Azara - Comandini - Cozzolino - Deriu - Ledda - Manca Gavino - Perra - Solinas Antonio - Tendas - Zedda Paolo Flavio - Cocco Daniele Secondo, sulla grave crisi industriale e occupazionale della Sardegna centrale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il territorio della provincia di Nuoro è interessato da un progressivo e apparentemente irreversibile processo di desertificazione industriale che ha portato all'abbandono del territorio da parte di interi settori industriali storicamente legati a queste aree produttive, quali il settore della chimica e quello del tessile;
- questo progressivo smantellamento non ha risparmiato nessuno dei quattro distretti produttivi industriali della provincia: Macomer, Ottana, Siniscola e Nuoro, i quali costituiscono i punti nodali del sistema produttivo della Sardegna centrale e ha comportato la chiusura, o il forte ridimensionamento, delle numerose aziende satellite che gravitavano intorno alle grandi fabbriche, fornendo loro servizi nei vari settori, prevalentemente in quello dei trasporti, delle manutenzioni oltre che in quello edilizio;
- la provincia di Nuoro soffre di una generale criticità rispetto alla propria dotazione infrastrutturale, collocandosi, raffrontata alle altre province italiane, agli ultimi posti, insieme alla provincia ogliastrina, per infrastrutturazione del territorio. Questo gap infrastrutturale contribuirebbe a dirottare le scelte degli imprenditori verso altre realtà che offrono infrastrutture e servizi più efficienti;
CONSIDERATO che:
- il settore manifatturiero, fra cui il tessile, ha sofferto la perdita di più di 5.000 posti di lavoro nell'ultimo quinquennio, distribuiti tra Macomer (1.100), Ottana (3.200), Nuoro (200) e Siniscola (500); molti di questi lavoratori godono, tuttora, della tutela degli ammortizzatori sociali, che rappresentano una delle principali fonti di reddito nella fascia di popolazione in età produttiva di questo territorio;
- risulta urgente e non più procrastinabile predisporre un piano organico di rilancio e, se necessario, di riconversione industriale, come pure risulta determinante creare le condizioni affinché possano insediarsi nuove tipologie di produzioni industriali, ancor meglio se strettamente connesse alla vocazione storica produttiva della Sardegna centrale;
- la crisi economica e occupazionale ha raggiunto nella Sardegna centrale livelli di gravità tali da mettere seriamente a rischio il contratto di pacifica convivenza sociale e sta determinando una situazione di generale preoccupazione e insicurezza,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a
1) istituire un tavolo regionale di confronto sulla crisi della Sardegna centrale allo scopo di individuare un progetto strategico per il rilancio e lo sviluppo delle aree interne;
2) individuare gli strumenti e le risorse per far fronte al gap infrastrutturale della Sardegna centrale;
3) individuare gli strumenti atti a rendere appetibile l'insediamento di nuove intraprese nelle aree industriali e artigianali della Sardegna centrale;
4) individuare le politiche sociali idonee a calmierare il grave impatto che i nuovi criteri di concessione degli ammortizzatori sociali porterà tra le tante famiglie della Sardegna centrale che si ritroveranno, nei prossimi mesi, senza un reddito ed una nuova prospettiva occupazionale. (88)
Risposta scritta ad interrogazione.
Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Cherchi Oscar sulla grave situazione che affligge gli operatori agricoli nel Comune di Cabras a causa degli ingenti danni ai raccolti provocati dai gabbiani e dalle cornacchie. (163)
A seguito delle numerose segnalazioni inerenti l'oggetto dell'interrogazione, pervenute presso i nostri Uffici da parte di Enti Locali ed Associazioni di categoria, si è proceduto ad una conseguente interlocuzione con i funzionari del Servizio Tutela della Natura dell'Assessorato dell'Ambiente, competente per la materia.
Gli interventi di gestione faunistica e quindi di contenimento delle popolazioni di fauna selvatica sono di competenza esclusiva dell'Assessorato dell'Ambiente e nella fattispecie riguardano due diverse specie di uccelli. Il gabbiano è una specie protetta e non è tra le specie cacciabili, la cornacchia invece si configura come una specie cacciabile come previsto nel calendario venatorio.
In data 1.08.2014, con nota prot 960/GAB, si è ritenuto opportuno invitare gli Uffici dell'Assessorato dell'Ambiente, ad attivarsi, in emergenza, affinché venissero sollecitate le Province a procedere d una attenta verifica dei danni presso le aziende agricole e al compimento del Piano di controllo triennale, valutandone preventivamente lo stato di attuazione ed eventualmente apportando opportune modifiche, finalizzate all'ottenimento del risultato di contenimento e riduzione del danno, tra cui gli abbattimenti notturni presso i dormitori da autorizzare in automatico, dopo il superamento di una certa soglia di segnalazioni.
Con la stessa nota si è richiesto altresì di valutare la possibilità, tenuto conto della situazione di estrema emergenza in cui versano annualmente, nel periodo estivo, taluni comprensori agricoli, di autorizzare l'attività venatoria in deroga alla Direttiva 409/79 - art.9.
In data 28.08.2014, con nota 2161/GAB, l'Assessorato dell'Ambiente ha relazionato in merito all'attività di controllo e alla attività venatoria nei confronti della cornacchia svolta dai propri uffici, manifestando anche l'intenzione di migliorare la scelta dei periodi di abbattimento e di revisionare il piano di controllo per il prossimo triennio, tenendo conto di tutti gli elementi migliorativi e correttivi proposti e conformi alle norme in materia faunistica.
In data 5/09/2014, con nota 1121/GAB, l'Assessore dell'Agricoltura ha trasmesso alle Organizzazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, una nota in cui, come peraltro suggerito dall'Assessorato dell'Ambiente, si invitavano le stesse Associazioni a sensibilizzare i propri associati ad attivare le procedure per la segnalazione dei danni attraverso la presentazione delle istanze di risarcimento presso le Province, affinché si potesse procedere ad una attenta verifica presso le aziende agricole.
Nella stessa nota si comunicava inoltre che l'attuale Piano di controllo triennale sarà oggetto di revisione per il prossimo triennio (2015/2017) e pertanto si invitavano le associazioni a valutare e rappresentare eventuali esigenze di rimodulazione e modifiche al fine di contribuire alla formulazione di un programma condiviso.
Ancora si invitavano le associazioni a sensibilizzare i propri iscritti cacciatori ad effettuare le attività di abbattimento previste dal calendario venatorio nell'ambito del quale, da diversi anni, è stato previsto un apposito carniere giornaliero.
L'Assessore dell'Agricoltura alla luce di quanto segnalato e successivamente approfondito, anche attraverso le note e le interlocuzioni sopra riportate, ritiene che l'attuale piano di controllo sia inadeguato a fornire le risposte giuste ai problemi legati al momento dell'emergenza, in riferimento alla quale sarebbe stato necessario agire tempestivamente ed in maniera più incisiva.
In merito alla richiesta inerente le misure da adottare al fine di garantire un congruo indennizzo agli imprenditori e ai coltivatori diretti danneggiati, risulta utile segnalare che la precedente Giunta, di cui l'onorevole interrogante, a pieno titolo, faceva parte, rivestendo il ruolo proprio di Assessore dell' Agricoltura, dal 2010 al 2013, ha dotato, nella formulazione dei relativi bilanci, il capSCO42279, di risorse decrescenti "finalizzate all'indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere di prevenzione su terreni coltivati o a pascolo.
Giova parimenti ricordare che la grave situazione segnalata, oggetto della presente interrogazione, non ha cominciato a verificarsi nella primavera del 2014, anno di insediamento dell'attuale esecutivo, ma già si manifestava in tutta la sua gravità, nelle annate agrarie precedenti, in concomitanza delle quali, la Giunta decideva di tagliare gli stanziamenti da inserire nelle finanziarie e destinati agli indennizzi rivolti agli agricoltori senza peraltro intervenire sulla revisione del piano di controllo triennale che si è rivelato inefficace.
Infatti il capitolo citato nel 2010 riportava € 1.209.000,00 nel 2011 1.800.000,00 nel 2012 e nel 2013, € 900.000,00 per ciascuna annualità.
Per quanto concerne i danni provocati dai gabbiani alle produzioni agricole, non potendo intervenire attraverso gli abbattimenti e l'attività venatoria si segnala che, dal luglio 2014, è stata dichiarata ammissibile dalla Commissione Europea, nel rispetto delle condizioni fissate dagli "Orientamenti dell'Unione Europea per gli aiuti di Stato nel settore agricolo", la previsione di misure in materia di prevenzione, controllo e risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle attività degli agricoltori. L'ammontare dell'aiuto sarà determinato dal valore di mercato delle colture distrutte e sarà possibile un ulteriore aiuto concesso alle imprese agricole per il pagamento dei premi assicurativi a copertura di perdite causate anche dalla fauna selvatica. L'Assessorato dell'Agricoltura, in tale nuovo scenario, si impegna a lavorare per promuovere, compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate, un equo indennizzo alle aziende che hanno subito i danni.