Seduta n.126 del 29/07/2010
CXXVI Seduta
Giovedì 29 luglio 2010
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 35.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 29 giugno 2010 (119), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Domenico Gallus, Gabriella Greco, Eugenio Murgioni, Sisinnio Piras, Efisio Planetta, Carlo Sanjust, Matteo Sanna e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 luglio 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Porcu - Sabatini - Barracciu - Bruno - Uras - Salis sulla mancata applicazione del nuovo regime delle entrate regionali, ex articolo 8 dello Statuto speciale riformato, nell'assestamento del bilancio dello Stato 2010". (132)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo sulla ricerca del relitto della nave Komsomolets Kalmykii inabissata nel Golfo di Cagliari negli anni della guerra fredda". (75)
"Mozione Zuncheddu - Diana Mario - Bruno - Milia - Vargiu - Uras - Salis - Cuccureddu sulla soppressione delle circoscrizioni giudiziarie in Sardegna con particolare riferimento a quella della Provincia dell'Ogliastra e del Tribunale di Lanusei". (76)
PRESIDENTE. In attesa che i colleghi continuino ad affluire in aula, i lavori sono sospesi per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 10 e 45.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Commemorazione dei militari italiani caduti a Herat
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Sardegna piange la scomparsa di un altro militare sardo impegnato in una missione in Afganistan.
Con la morte del Primo Maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, di Sassari, ucciso ieri da un ordigno nei pressi di Herat, e del Caporalmaggiore Capo Pierdavide Decillis di 33 anni di Bisceglie, la nostra Isola e l'Italia intera sono costrette a celebrare un'altra giornata di lutto.
Ancora una volta la nostra Isola paga un tributo altissimo in termini di vite umane. L'escalation di violenza non accenna a placarsi e i nostri soldati, impegnati in missioni di pace all'estero, continuano a sacrificarsi per quelle popolazioni che tanto hanno bisogno del nostro aiuto.
Oggi il nostro ricordo e il nostro ringraziamento non può non andare a tutti i giovani che con abnegazione e con spirito di sacrificio prestano la loro professionalità al servizio della pace nel mondo.
Meno di un anno fa, il 18 settembre 2009, in questa stessa aula avevamo commemorato il sacrificio di un altro militare sardo, il Caporalmaggiore della Folgore Matteo Mureddu di Solarussa e di altri 5 giovani caduti a Kabul. Il dolore, dunque, si ripete; è un lutto enorme, un sentimento lacerante che lascia ferite profonde in tutta la società.
Dal 2003 ben quattro volte abbiamo pianto i nostri ragazzi che sono morti in attentati in missioni in altri paesi; quella di ieri è l'ennesima tragedia.
Il Consiglio regionale e il popolo della Sardegna si stringono intorno alla famiglia del Primo Maresciallo Mauro Gigli, alla moglie e ai due figli.
Mauro Gigli, nonostante si fosse trasferito a Villar Perosa, non aveva mai dimenticato la sua terra d'origine con la quale aveva mantenuto legami indissolubili.
Il Parlamento dei sardi oggi lo ricorda con affetto, stima e ammirazione; Mauro Gigli, un esempio di abnegazione, di professionalità e di altruismo.
Il popolo sardo non si dimenticherà di questo fratello scomparso, che ha creduto fino in fondo nei valori di patria e di libertà.
Sospendo i lavori del Consiglio per 5 minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 48,viene ripresa alle ore 10 e 54.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 78/A.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, oggi due notizie. La prima lei l'ha detta, abbiamo fatto la commemorazione, è una brutta notizia che arriva da lontano per il lutto di questo nostro conterraneo che ha perso la vita difendendo la nazione, difendendo l'Italia, facendo il suo dovere e quindi è sicuramente una notizia che ci rattrista. Un'altra notizia che ci rattrista molto - io lo dico perché forse è legata anche alle nostre vicende di cui parliamo con questo collegato - è la notizia che l'Assessorato dei trasporti della Regione Sicilia gestirà probabilmente per sempre i traffici navali della Sardegna per i prossimi anni. Come avete saputo l'Assessore della Regione Sicilia sarà quello che farà da riferimento e deciderà le sorti dei nostri viaggi, delle linee per la Sardegna e da oggi in poi appunto avremo come interlocutore l'Assessore della Regione Sicilia. Non mi sembra una notizia particolarmente positiva. Veramente mi sembra che abbiamo perso un'occasione, verrebbe veramente da gridare allo scandalo per questo e credo che questo ci faccia riflettere sulla nostra forza e sul nostro potere di contrattazione nei confronti dello Stato.
(Brusio in aula)
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Espa. Io vorrei pregare i colleghi di consentire all'onorevole Espa di svolgere il suo intervento senza questo sfondo poco gradevole. Prego.
ESPA (P.D.). La ringrazio, Presidente. Volevo un po' stigmatizzare quello che è stato detto, adesso il centrosinistra ha fatto una conferenza stampa. I colleghi della Commissione bilancio ci hanno ricordato come il sottosegretario Vegas ci ha detto che non riconosce l'onere di 2 miliardi e mezzo di euro dei nostri soldi - mi piace sottolinearlo - mentre nel frattempo ci scarica completamente le nostre, e io lo voglio sottolineare, le nostre risorse. Ecco, su questa questione il collega Porcu ha detto all'inizio di questo dibattito: "Dobbiamo andare a Roma, dobbiamo essere tutti lì". Forse è stata considerata una battuta. Io non credo che questa sia una battuta, anzi credo che sia un'emergenza importante, credo che noi dobbiamo permetterci di pensare che queste risorse che il sottosegretario Vegas - veramente mi sembra di pensare alle battaglie spaziali che vedevamo da bambini nei cartoni animati, io non so se lui veramente è il cattivo che vuole andare contro Goldrake, veramente mi viene da pensare questo -, cioè la questione è che questa eliminazione dei nostri 2 miliardi e mezzo di euro, questo tentativo avrebbe bisogno di una ribellione subito. Io purtroppo non posso che parlare di ribellione e non posso dire che basta l'iniziativa, diciamo così, mettere in campo una diffida, che sicuramente va fatta, ma non basta! Io credo che il nostro dovere, anche dei consiglieri regionali, è di essere subito in campo per protestare davanti a queste affermazioni, subito andare a Roma per dire che questa cosa è uno scippo che ci riguarda tutti. Io lo dico perché come sapete io sono molto spesso monotematico, faccio interventi molto legati alla dimensione della sanità e del sociale e non mi dispiace ripetermi su questi argomenti, dire che cosa c'entra l'economia, che cosa c'entra il nostro reddito, che cosa c'entrano le nostre risorse rispetto al benessere dei sardi e non parlo solo della mancanza di stipendi che ci sarà, dell'emergenza che può esserci in questo momento per tutte le persone che sono in situazioni di difficoltà, non solo nel lavoro, non solo nei vari settori dell'economia, non solo gli enti locali che avranno minori entrate, ma lo dico proprio per le persone per le quali noi ci siamo permessi forse dei lussi; vengono considerati dei lussi, io non credo siano dei lussi, ma sia riconoscere diritti di cittadinanza a persone in situazioni veramente difficili.
Qualche giorno fa siamo stati a una manifestazione che riguardava una categoria particolare di persone estremamente in difficoltà e sono appunto persone malate di SLA. C'era l'Assessore della sanità, l'onorevole Liori, alcuni di noi consiglieri sono stati invitati a entrare all'incontro con l'Assessore e con i malati di SLA, è stato un incontro particolarmente intenso e ci siamo bloccati su che cosa? Ci siamo bloccati sul fatto che l'Assessore diceva: "Sì, il progetto è giusto ma non abbiamo le risorse. Sì, il progetto può essere compatibile ma dobbiamo ragionare per capire quali sono i calcoli". Qualcuno di noi ha detto: "Ma noi come facciamo a non soccorrere un ferito in mezzo alla strada? Come facciamo a preoccuparci del fatto che quella persona è in una situazione critica e noi non possiamo preoccuparci del fatto che se lo soccorriamo sporchiamo la macchina... noi lo facciamo!". Noi soccorriamo le persone che sono in situazione estrema come, lo sappiamo tutti, le persone in certe condizioni, la SLA è uno degli esempi più clamorosi. Tra l'altro è una battaglia civile che loro fanno senza chiedere altro che un diritto alla vita, non chiedendo altre questioni. Io ricordo che abbiamo fatto un grandissimo dibattito sui temi dell'eutanasia a livello nazionale. Ecco, queste persone non chiedono di essere fatte fuori, chiedono di poter vivere 24 ore su 24 assistite in maniera dignitosa, poter fare il resto della loro vita in maniera dignitosa. E cosa si è detto? Si è detto: "Non sappiamo come fare per le risorse".
(Brusio in aula)
Su questa questione, io lo ripeto e chiedo al Presidente se magari possiamo un attimo...
PRESIDENTE. No, no, scusi onorevole Espa.
ESPA (P.D.). Dicevo, su questa questione la risposta è stata, davanti anche alla nostra affermazione di dire le persone vanno soccorse subito, dice: "Va beh, ma questa è demagogia". Lo dico non per polemica, lo dico perché è successo così. Allora, qual è la demagogia? Come si evita la demagogia? Si evita con il fatto che noi dobbiamo avere le nostre risorse perché poi le persone che sono in situazione di difficoltà non avranno il loro diritto alla vita, perché se lo Stato ci dice: "Vi riconosco le competenze, quindi vi dovete far carico degli oneri"- come ha detto, appunto, il nostro Vegas - "vi riconosco gli oneri e le competenze, ma nel frattempo non vi do quello che è vostro", noi stiamo mettendo in crisi anche queste persone. Non ci possiamo permettere il lusso, e lo dico con ironia, di dare l'assistenza di qualità a persone che chiedono di vivere. Lo dico perché sono cose direttamente interessate. Non è che aumentiamo la spesa sociale. Noi con le nostre risorse che sono nostre possiamo permetterci cose che magari altre regioni non si permettono, ma noi lo facciamo per i diritti delle persone in questa situazione. Questo lo dico perché dobbiamo essere coscienti che questo allarme che noi stiamo mettendo in campo, perché il nostro timore è che questi soldi non arriveranno mai e che voi state cercando con questa manovra di dare un rimedio a questa situazione sapendo che poi le risorse il Governo non ce le darà, e per questo noi invitiamo tutti quanti, voi e noi, ad essere presenti e a protestare con vigore rispetto a questa situazione, io dico solamente quali sono gli oneri aggiuntivi di questa disgraziata manovra nazionale che si chiama D.L. 78, come la nostra. Già questa è una coincidenza incredibile: il D.L. 78 in Parlamento, la manovra dei tagli del Governo, è uguale alla manovra dei tagli della Regione Sardegna, D.L. 78 uno e D.L. 78 l'altro.
L'altro giorno c'è stata, ricordo, l'iniziativa di tutti noi consiglieri con il primo firmatario l'onorevole Capelli che protestava per un clamoroso atto di macelleria sociale, andare a colpire le persone malate di AIDS, che oggi sarà ratificato nonostante la nostra protesta unitaria. Io voglio ricordare come l'assessore Rambaudi, che è il coordinatore di tutti gli assessorati del welfare a livello nazionale, ci ricorda come stanno crollando le assegnazioni alle regioni, compresa la Sardegna in questo caso, sulle politiche sociali dimezzate rispetto al 2004 e quanto questi stanziamenti l'anno prossimo crolleranno ancora di più, quindi arriveremo ad avere risorse che il Governo nazionale manderà, sempre appunto dimezzandole, intorno ai 700 milioni di euro per tutte le regioni italiane. Allora, mi metto a pensare che cosa vuol dire poi il non rifinanziamento del fondo sociale o i tagli ai comuni di cui abbiamo saputo. Cosa vuol dire che avremo mense e dormitori per i senza fissa dimora che verranno chiusi? Avremo attività e prevenzione di contrasto alle tossicodipendenze che cesseranno? Accoglienza per minori stranieri non accompagnati, parlo dei casi ovviamente che tutti diciamo: "Ci mancherebbe altro", che non potremo più fare oppure i processi legati alla riforma carceraria, gli sportelli degli immigrati, i servizi sociali che sono a carico degli enti locali che subiranno i tagli? Allora, questo, come dire, è una sommatoria rispetto ai tagli che ci saranno per noi, questo è l'allarme che noi sentiamo di dire forte. Ecco, io dico con molta semplicità, in più mi dispiace pensare a tutto il discorso clamoroso che riguarda il mondo della scuola, quindi i tagli che ancora una volta il Governo nazionale ci dispensa in maniera assolutamente incredibile e noi, lo dico perché qui c'è stato un dibattito molto approfondito, condiviso anche dalla maggioranza, noi l'accordo che siamo riusciti a chiudere, abbiamo chiuso un accordo Baire-Gelmini dove abbiamo messo noi 20 milioni e la Gelmini nulla! E qui c'è stata una mozione, sulla quale noi ci siamo astenuti, ma della vostra maggioranza, che voi avete detto: "L'accordo va rimodulato". Con noi non potete fare questo gioco Stato nazionale, non potete dire: "Noi mettiamo i soldi e poi firmiamo l'accordo", l'avete detto voi e che cos'è successo? Nulla! L'accordo è rimasto lo stesso, non c'è stata nessuna modifica e tutto è fermo. Questo davanti al vostro ordine del giorno, io lo voglio ricordare che quest'anno la mattanza sociale del Governo nazionale ci colpirà ancora anche su questo e questi servizi chi avrà tra di noi la faccia di dire: "Noi non li faremo, non daremo una mano agli insegnanti" parlando di diritti oppure alle categorie di cui ricordo i minori, i tossico dipendenti? Saranno tutti a carico nostro, la gente si ribellerà contro di noi, o verrà qui a chiedere il conto, non andrà solo a Roma perché quello è un passaggio difficile, sarà da noi che verrà a dire: "Vogliamo le risorse, vogliamo i soldi". Questo ce lo dobbiamo dire in maniera estremamente chiara.
Ecco, io credo che da questo punto di vista veramente stiamo sfiorando, lo dico con una parola grossa, il limite di toccare i diritti umani delle persone perché questi tagli, questa situazione che ci crea una difficoltà così importante la dovremo pagare noi. La cosa che a me piace ricordare ogni tanto è il discorso legato a tutta la battaglia incredibile che il Governo nazionale ha fatto contro le persone con disabilità. Se vi ricordate è uscita fuori questa storia dei falsi invalidi e c'è stato un clamoroso eco da parte di Tremonti che in maniera, io lo devo dire, abbastanza razzista ha detto: "Questo è un Paese che ha 2 milioni e 700 mila invalidi; 2 milioni e 700 mila invalidi pone la questione se un Paese così può essere ancora competitivo". Purtroppo devo dire che affermazioni simili nel 1930 le aveva fatte un ministro tedesco. Oggi abbiamo un ministro tedesco dell'economia in Germania che è una persona con disabilità e non credo che Tremonti sia in grado di andare al suo tavolo e dire: "Non ci possiamo permettere gli invalidi perché gli invalidi non sono una risorsa, non possono essere una risorsa per il nostro Paese". Lo dico per la mentalità strisciante che colpisce i ragionamenti che vengono fatti a livello nazionale, lo dico qui, ne approfitto per dire... mi piace ricordare che in realtà la spesa per le pensioni, per l'assistenza degli invalidi civili è di 16 miliardi di euro a livello nazionale, facciamo una chiarezza per smitizzare queste stupidaggini che sono state dette a livello governativo, ed è l'1 per cento del PIL. Io vi voglio dire: sapete quanto si spende per l'invalidità in Svezia? Il 4,5 per cento, noi l'1 per cento! In Danimarca quanto si spende? Il 4,2 per cento. In Olanda il 2,3 per cento. Nel Regno Unito il 2,2 per cento. In Portogallo il 2,4 per cento. In Polonia l'1,7 per cento. La Slovenia l'1,9 per cento. L'Ungheria il 2,1 per cento. La Francia l'1,8 per cento. La Germania l'1,7 per cento. Il Belgio il 2 per cento. Allora, queste chiacchiere che servono a puntare... siamo tutti contro i falsi, bisogna fare le indagini, siamo d'accordo, però dire una cosa del genere, dire "ci possiamo permettere il lusso", così viene detto, "di dare un diritto di cittadinanza alle persone in situazione difficile"? Abbiamo visto che fine hanno fatto le persone con AIDS, tagliate le loro indennità. Oggi si chiuderà questa partita sul quale tutti noi abbiamo protestato, gli Assessori alle politiche sociali stanno dicendo le cose che stanno dicendo ma, come dire, si aumenta lo stigma nei confronti delle persone in situazioni di difficoltà, fossero stranieri, fossero persone con disabilità, persone malate, perché alla fine dobbiamo giustificare anche moralmente perché stiamo facendo i tagli o almeno cerchiamo di far credere anche alle classi dirigenti regionali, anche ai Consigli regionali che sono battaglie giuste, mentre non è così, mentre è il fallimento della politica! Per questo continuo a pensare che bisognerebbe veramente mettere in campo una protesta per farci dire adesso politicamente, per farci dire dal Governo che cosa vuol dire che ci vogliono dare le competenze e non ci vogliono dare i nostri soldi, i nostri soldi, non i soldi che provengono da altre situazioni. Questa credo sia una battaglia che noi dobbiamo fare, io per esempio, lo dico in maniera molto semplice, noi abbiamo anche presentato degli emendamenti, è un fatto collaterale, però per me abbiamo visto una manovra che è stata presentata all'inizio, prima degli emendamenti, dei tagli che avete fatto, che noi riteniamo assolutamente inutili, per esempio, la soppressione dell'articolo 4 che avete voluto in Commissione. Dice: "Vabbè, non abbiamo i soldi, ci sono minori entrate". Ma, io voglio capire, davanti a questo quadro che meriterebbe una ribellione nostra e una presenza a Roma, io voglio sapere perché noi dobbiamo rinunciare - parlo delle cose che avete proposto voi, non le abbiamo proposte noi, perché la finanziaria, il documento iniziale era il vostro - perché dobbiamo rinunciare a dare l'esenzione alle comunità socioeducative integrate per minori, case famiglia e comunità di pronta accoglienza e comunità di sostegno, dobbiamo garantire il reddito zero per quanto riguarda la spesa sanitaria, ciò considerarli di fascia C? Perché dobbiamo tagliare questi 400 mila euro, mi chiedo? Oppure perché noi dobbiamo sopprimere l'idea giusta che c'era prima di togliere 600 mila euro per aiutare il servizio di volontariato civile? Voi sapete che esiste un finanziamento nazionale che non basta e la Regione aveva deciso di dare una mano d'aiuto ai sardi che fanno servizio civile, ma è stato tagliato dalla vostra manovra! Ma perché dobbiamo tagliare? Perché il Governo ci mette alla frusta? Perché non siamo in grado di capire che questi sono servizi, non sono lussi, sono cose che per noi sono indispensabili? La qualità della vita delle persone e il miglior sostentamento della vita delle persone riguarda i processi economici, non riguarda il buon cuore, non riguarda la carità, riguarda veramente i processi di qualità della vita della persona che mettono in moto meccanismi. Le persone rimangono risorsa. Ma perché dobbiamo tagliare, mi chiedo, anche, 1 milione di euro per l'assistenza penitenziaria? Mettiamo 1 milione di euro e lo tagliamo! Siamo una nazione civile, siamo una regione, lasciatemi dire, perché la nazione è civile, ma il Governo ogni tanto è proprio incivile? Allora, questo milione di euro per la sanità penitenziaria l'abbiamo tagliato, io dico, perché? Perché il Governo ci sta mettendo le mani al collo? Penso che prima di farmi soffocare mi ribellerò! Ma poi, perché dobbiamo tagliare una modifica che era stata inserita, molto semplice, che parlava di riconoscimento del ruolo di educatore nei percorsi di inclusione per quanto riguarda... riconoscerlo a tanti lavoratori che hanno lavorato nei servizi socioassistenziali in questo periodo di cui c'era dopo una trattativa che avevate fatto anche con i sindacati, abbiamo tagliato all'articolo 4 anche questa norma. Io voglio sapere, meno male che, come dire, con un colpo di intelligenza che tutti quanti... noi abbiamo protestato, voi avete deciso di ritirare il taglio che c'era stato sulla legge numero 162 su cui dovremo aprire un grandissimo dibattito rispetto al fatto che questa situazione è una situazione estremamente virtuosa, il famoso lusso che noi ci possiamo permettere, che ci vogliamo permettere, come ci dovremmo permettere il lusso, che non è un lusso, ovviamente, lo dico ironicamente, nel riconoscere i diritti per le sue persone in situazioni estreme. Non è possibile, quindi io ritorno e concludo qui, pensare che noi siamo qui come tanti colleghi dicono facendo ginnastica, come dire un po' di teatro della politica mentre a Roma si decide di metterci le mani al collo. Io sinceramente penso che noi dobbiamo fare una riflessione unitaria, abbiamo sentito dei percorsi che sono stati fatti, come le diffide, ma io credo che noi poi ne risponderemo politicamente perché questi tagli ci colpiranno con annessi e connessi su tutti i settori e le persone, i sardi, non capiranno, verranno qui a dire: "Che cosa state facendo, i soldi li vogliamo dalla regione"!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, normalmente l'attenzione dell'aula alle presenze, Presidente lei lo riconoscerà, è sempre proporzionale alla percezione dell'utilità delle cose che andiamo a discutere. Da questo punto di vista ritengo una fortissima eccezione la presenza del Presidente che in questo momento, Presidente della Regione ovviamente, che in questo momento spiegherò dopo, ha sbagliato un'altra volta perché probabilmente doveva essere oggi da un'altra parte.
Magari nelle sedi del governo per accompagnare un emendamento che avremmo potuto approvare subito oggi per fare in modo, come ci annunciano le notizie che la Fintecna controllata interamente dallo Stato, non regali, perché questo termine si addice molto, la Tirrenia cioè il nostro diritto della continuità e la nostra dignità di sardi, alla regione Sicilia per andare a dire che noi stiamo finanziando quel milione di euro che la Sicilia sta mettendo per impadronirsi della Tirrenia. Perché colleghi, è bene che si sappia, la manovra è questa: la Sicilia mette un milione poi pagherà gli altri 24 milioni in 10 anni. Ma bisogna che ci diciamo anche che la Sicilia ha capito che dalla continuità territoriale in Italia ci sono 130 milioni in ballo all'anno e che quindi nei 10 anni a fronte del miliardo e trecento milioni che incasserà dovrà pagare 25 milioni. Dove sta la Sardegna? La sua autonomia? Quel desiderio di tutelare la dignità della continuità che deve avere ciascun cittadino? Presidente, cosa ci fa qua? Corra a Roma e rilanci l'offerta! Cosa ci fa qua a contemplare una manovra che vi spiegherò essere inutile e dal sapore della rinuncia e della resa della nostra autonomia? Ha ragione l'onorevole Maninchedda sebbene rintuzzato dall'Assessore al bilancio, ha ragione lui quando dice che non c'è proporzione alcuna fra il rilievo del problema delle entrate che abbiamo davanti e la piccola questione spacciata per attività di buon senso, poi vi spiegherò che col buon senso si possono fare anche tantissime cose inutili, di questa manovra. La enormità della questione delle entrate non rileva perché la cifra sulla quale stiamo ragionando oggi è un miliardo e mezzo, è 2 miliardi, non mi interessa, il significato della questione delle entrate, colleghi, sta nell'ipoteca che stiamo generando nelle generazioni future per i prossimi vent'anni perché non si tratterà di una questione circoscritta e congiunturale, si tratta dell'anticamera di una strategia di finanza pubblica che camminerà per vent'anni.
E le rinunce di oggi saranno pagate dalle generazioni future! Ecco perché non c'è paragone fra l'enormità del problema che non vogliamo affrontare e il problema sul quale consumiamo quest'ultima liturgia. Ma scusate, sul piano tecnico qualunque azienda pubblica o privata accerta, accerta i mancati introiti o i mancati guadagni a consuntivo? Che cosa stiamo facendo? Ne stiamo accertando un po' per poi accertare a consuntivo il resto? Ma cos'è questa irritualità? Cos'è? Quando peraltro la cifra di cui stiamo parlando rappresenta poco più o poco meno del 20 per cento del gap che il patto di stabilità ci immobilizza e che semmai avrebbe creato le condizioni per movimentare un rilancio e fare in modo che il saldo del nostro bilancio a 6 miliardi e tre potesse essere speso interamente lasciando dentro il patto di stabilità le cose che avremmo dovuto lasciare. Ma che senso ha? Che senso ha? Politicamente ha un senso enorme invece, perché tecnicamente non nessuno, non ne ha nessuno per concezione della manovra in questo momento perché poi voglio dire ha un significato politico, badate, non nascondiamoci.
Punto primo. Noi stiamo emendando il collegato alla finanziaria, il collegato alla finanziaria, come la finanziaria, ci dava la percezione che il governo regionale aveva in quel momento della congiuntura economica riguardo la capacità di manovra e di azione della regione Sardegna. Se nel settembre 2009 non ci fosse stata la crisi io avrei capito questo atto o questo ripensamento, ma la crisi c'era. C'era, enorme, compiuta e anche con annunci di futuro tutt'altro che rosei. Però la Giunta regionale ha presentato una finanziaria che è toppata e un collegato che è irrealizzabile.
Vorrete o pensate che siamo del tutto dei deficienti che sul piano politico non dobbiamo fare 2 più 2 e tirare la linea e capire che chi governava in quel momento le politiche economiche aveva una percezione sbagliata, irreale della realtà economica regionale e congiunturale? Vorrete che diamo un giudizio di bocciatura a chi ha predisposto quella manovra e a chi ce l'ha presentata? E' così, state rinunciando al collegato che è una parte integrante di una manovra! E poi dove è scritto che il governo regionale deve fare solo l'analisi delle previsioni di spesa? E le previsioni di entrata non sono parte dell'analisi dovuta al governo regionale? E' che c'era una crisi e che dovevamo cautelarci sulle previsioni dell'entrata. Dobbiamo aspettare che ci mandino le letterine quelli del governo o noi dobbiamo avere la capacità di autodeterminarci in nome di un'autonomia che significa anche autonomia di capacità analitica? L'ho capito che voi siete un po' titubanti, titubanti e un po' anche confusi perché questa prospettiva economica vi interessa sì, ma non quanto la prospettiva del rimpasto. La domanda che vi faccio oltre agli auguri più sentiti per il vostro futuro rimpasto è che badate, se le cose stanno come stanno io credo che stiano molto peggio di come le sto descrivendo io, immaginate il giudizio che tutti quanti direttamente o indirettamente avete dato sull'operato di questi 17 mesi nella pienezza del bilancio, cioè con i soldi, e immaginatevi qualunque rimpasto bello che vi piaccia che sia di vostro gradimento di un governo regionale che soldi non ne avrà più. Questo è il futuro che vi aspetta, questo è il futuro che vi aspetta. E' un futuro di un rimpasto cioè di uomini diversi senza portafogli perché siamo rinunciando a una battaglia che è l'unica cosa che i sardi capirebbero così come l'hanno capita allora e l'offerta che noi vi abbiamo fatto è di superare in maniera netta qualunque divisione e contrapposizione in nome di ristabilire e centrare quel diritto sancito dall'articolo 8 del nostro Statuto e voi però ci state rinunciando perché state comprovando con questa volontà di autoriduzione l'idea che tutto è variabile. E quindi che credibilità potremmo avere nello Stato subito dopo questo atto di difendere quello che dobbiamo difendere? Ve lo siete ridotto già voi quindi avete ammesso che questi soldi non li potete avere, questo e altro. Poi i sofismi le persone non li capiscono però li capiamo anche noi. Allora chiariamoci un punto. Questa è la mia lettura dei fatti poi portatemi le prove che non sia così. L'articolo 8 è stato definito dalla Regione Sardegna nel momento in cui tutti parlavano di federalismo fiscale ma non vi era nessun atto concreto, e quell'atto normativo è valido pienamente, purtroppo è stato utilizzato il tempo di messa a regime di quell'obbligazione finanziaria da parte dello Stato. Perché? Perché della questione vituperata delle norme di attuazione se ne parla in Sardegna da sei mesi e più, non è una discussione di oggi. Domanda: ma non è che per caso nella disattenzione e nell'imperizia del Governo regionale, e in questo stato di dipendenza pseudo padronale del Governo regionale rispetto a quello nazionale, qualcuno abbia pensato, dopo il varo del decreto sul federalismo fiscale, che ci voglia una norma di attuazione - perché il federalismo fiscale in Sardegna si attua attraverso una norma di attuazione - e ergo non voglia far rientrare ciò che abbiamo negoziato estraneo a quel processo di rinegoziazione, ciò che c'è già stato dato con certezza? Non vi sovviene questo dubbio, che dentro questo ci sia la trappola che rimette in discussione tutto quello che abbiamo guadagnato, e ci rimetterà a rimettere denari? Non vi viene? Pensate di essere molto più scaltri di uno Stato che deve fare cassa? Non c'è questo sospetto? Datemene la prova. C'è uno scritto, c'è un documento ufficiale? E' possibile che il Consiglio regionale sia trattato come un qualunque cittadino, non abbia il diritto di avere un documento formale che spieghi la posizione del Governo riguardo ai nostri diritti, in un momento in cui si rincorrono parole contro parole, dati contro dati? C'è un documento che ci dice "voi avrete quei soldi"? No, non c'è, e allora è legittimo che noi pensiamo che la truffa sia dietro l'angolo, anzi per conto mio siamo già in ritardo, la truffa è già perpetuata, perché se questi continuano a parlare di norme di attuazione, stanno solo parlando di quelle norme di attuazione che metteranno dentro il decreto del federalismo fiscale il nostro diritto di avere quei soldi pattuiti, e allora saranno molto meno, e non saranno certamente quelli che noi abbiamo deciso. C'è qualcuno che può, senza le parole del buon senso, cosiddetto, inutile, darci prova che così non è? Io credo di no. E allora stiamo consumando qui un atto di resa, perché quando spiegheremo noi ai cittadini della Sardegna che, mentre noi ci siamo preoccupati e battuti perché loro non pagassero 15 volte l'onere del risanamento nazionale, già essendo stati per secoli vituperati, oppressi ed emarginati dai processi di sviluppo, beh, questa spiegazione poi la chiederanno a voi, non oggi, non domani, perché c'è tempo badate, perché questo percorso è lunghissimo.
E allora che cosa c'è di più buon senso di dire: "E' stato quello che è stato, accantoniamo questa cosa qua, e presentiamoci subito a fare una ripresa vigorosa ed incondizionata sulla certezza della nostra entrate". Avremo tempo per mettere da parte 400 milioni, ma cosa volete che siano di fronte a vent'anni dalla prospettiva dei nostri figli, ma che cosa volete che siano? Ma davvero pensate che questa sia la gratitudine che si debba ad un Governo regionale qualunque esso sia, un Governo che si mostra con le capacità che avete visto nei giorni scorsi? Qua si vede l'autorevolezza, l'indipendenza, la serietà del Consiglio e del Parlamento dei sardi, non nell'acquiescenza a tutto quello che ci passa il Governo regionale. Ci sono dei livelli di autonomia che ci appartengono, a prescindere da chiunque vinca le elezioni. Sarebbe questo sì il buon senso, quello di non arretrare prima di rivendicare, quello di non arrendersi prima di combattere, questo varrebbe la pena. Le operazioni contabili si possono fare in qualunque momento, perché badate di fronte ad un bilancio e alle aspettative, che abbiamo potuto misurare dentro il bilancio regionale, la risposta secondo voi è questa.
E poi vi dico un'altra cosa, badate, il tasso politico si vede anche nei momenti di difficoltà, cioè la classe politica, la classe dirigente di un paese, di una comunità, si vede anche nei momenti drammatici, perché chi ve lo dice che dovete dimostrare di essere quello che siete solo quando dovete spendere? Un'idea della propria società si ha anche quando si deve tagliare, perché dal modo con cui si taglia si capisce che cosa si vuole salvaguardare, che cosa si vuole tutelare, quali sono le priorità che vengono date, e invece voi, tagli lineari, secondo la scuola di chi comanda a Roma sulla Sardegna: ai comuni, enti locali vari, 90 milioni; 16 milioni al diritto allo studio e all'università, ne avessimo dato in abbondanza negli anni passati; territorio e ambiente 20 milioni; sanità 30 milioni; agricoltura, turismo e commercio, cioè settori trainanti, 58 milioni; 23 milioni ai trasporti e alle opere pubbliche, invece di mettere, non togliere, mettere i soldi per cominciare a mettere le mani sopra la continuità territoriale, e la Tirrenia, per non darla a questa gente, che ci tratterà ugualmente come ci trattava quando erano napoletani, uguale, se non peggio, perché la competizione sul piano dell'insularità sarà ancora più penalizzante per noi di quello che non è stato sino ad oggi.
E invece trascuriamo tutte queste partite, e ci sollazziamo a tagliare 400 milioni, che tanto comunque ben di più non spenderemo di questo bilancio, al di sopra di qualunque rosea aspettativa.
Altro sarebbe stato, cari colleghi, utilizzare un provvedimento legislativo per garantirci che almeno a 6 miliardi di spesa, a fine anno, saremmo arrivati, per semplificare le modalità, per accelerare, per riorientare la spesa, per dare un'efficentamento della pubblica amministrazione, per spenderlo, invece niente. In alcuni casi, in tempi di austerità, i Governi decidevano anche di investire quel poco che avevano per la costruzione di beni rifugio, per i più abbienti, la casa, qualcosa di concreto, di tutto questo, sembriamo nel paese delle meraviglie, e ci rimettiamo ad una mera manovrina che taglia 400 milioni, per anticipare la botta, perché in questa finzione toglieremo tutti i veli colleghi. Io ne ho la certezza, l'intendimento della Giunta è quello di darci a pillole la batosta finale sul nostro stato delle entrate, quando lo verificheremo per il bilancio 2011. Questo è un piccolo assaggio, per abituare mentalmente i sardi e i poco avveduti che inizia un periodo di sofferenza, ma se questa sensazione diamo, al Governo ci toglieranno ben altro di quello che stiamo discutendo.
E allora il buonsenso qual è, se non quello di decidere, senza polemica, e senza rinunciare a nulla? Badate, non potete davvero, in questo momento drammatico della Sardegna, pensare che fate un torto alla dignità del Governo regionale se lo costringete a togliere di mezzo questa manovra, impropriamente chiamata manovra, perché è una pezza che contiene l'insipienza delle previsioni finanziarie della Regione. Perché nel collegato c'erano le aspettative e le avete cancellate, le aspettative, le promesse, le clientele, tutte quelle cose che vi avevano messo d'accordo per fare rapidamente la finanziaria. Lo capiamo, ma quando ci sono momenti così drammatici l'orgoglio deve andare via, io spero che il Presidente sia corso a prendere l'aereo a questo punto, me lo auguro, che vada a dire, e che qualcuno di voi presenti un emendamento da 1 milione e 100 mila euro da mettere sul tavolo della Fintecna per bloccare questa cosa, sarebbe un atto di reviviscenza importante per noi, che noi appoggeremmo, però togliamo dai piedi questa finzione, rimbocchiamoci le maniche, e ridiamo verità a quello che ha detto il Presidente della Terza commissione, non l'ho detto io, credo che tutti voi abbiate davvero la consapevolezza che il Presidente della Terza commissione non parla normalmente a vanvera, quando dice che c'è un abisso di enormità fra le questioni che attengono al nostro futuro e le piccolezze, le inutilità che spesso recitiamo in questo Consiglio, qualche volta dategli retta, questa volta dategli retta! Perché noi saremo per non estremizzare ed enfatizzare questo passaggio ma non perdere un secondo per riprendere una lotta dentro la quale sta il futuro delle prossime generazioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, io ho ascoltato con attenzione anche l'ultimo intervento, quello del collega Gian Valerio Sanna al quale abbiamo sempre riconosciuto lucidità nell'esporre il proprio pensiero e abbiamo ascoltato anche con estrema attenzione, almeno noi riformatori, le valutazioni che sono state fatte nella giornata di ieri da altri autorevoli colleghi del centrosinistra. Perché con un'attenzione particolare? Perché volevamo comprendere meglio quali fossero i motivi per cui nella giornata di ieri ci fossero state delle perplessità così forti da parte del centrosinistra sul disegno di legge che arrivava in aula. Devo dire delle perplessità che erano difficili da comprendere perché il percorso attraverso il quale l'attuale disegno di legge è pervenuto in aula è stato un percorso abbastanza nitido dal punto di vista dei passaggi procedurali. E' vero, avete ragione voi colleghi del centrosinistra, il disegno di legge era sostanzialmente un disegno di legge collegato alla finanziaria che aveva nello scopo, negli obiettivi che la Giunta si era posta nel momento in cui l'aveva licenziato, che la maggioranza aveva attribuito questo disegno di legge, aveva come finalità quella di completare una manovra finanziaria, quella per l'anno in corso, che era stata asciugata opportunamente nel momento in cui era stata presentata all'approvazione dell'Aula. Però, il percorso che ha portato alla modifica della struttura dell'attuale disegno di legge in realtà non è un percorso che è stato deciso dalla maggioranza in maniera autonoma, ma è un percorso che è stato deciso dalla maggioranza proprio all'interno di quell'insieme di ragionamenti comuni con il centrosinistra, con le forze di opposizione che il collega Gian Valerio Sanna ha messo al centro dell'intervento che ha appena concluso, l'hanno fatto nella giornata di ieri diversi altri autorevoli esponenti della minoranza, tra cui lo stesso Presidente Soru, nel senso che il centrosinistra ha ribadito - almeno negli interventi più informali che sono stati fatti da parte del centrosinistra in quest'aula - ha ribadito che esiste una partita sulla quale, per la dimensione della partita stessa, è opportuno che ci siano dei canali di comunicazione solidi tra tutte le forze politiche che sono presenti all'interno di quest'aula e che siano dei canali di comunicazione che vadano al di là delle logiche di schieramento. Bene, è quello che è stato fatto colleghi nel percorso di questo disegno di legge perché l'attuale configurazione che è la configurazione finale del disegno di legge tiene conto proprio di questi ragionamenti, certo, avete ragione voi, non tiene conto delle ultime 48 ore di eventi realizzatisi e succedutesi, quindi se voi dite che c'è una intervista del Vice Ministro Vegas, avete ragione, non è parte integrante del percorso di questo disegno di legge. Ma non è un evento talmente sorprendente né il contenuto delle dichiarazioni di tale entità da segnare una cesura netta con ciò che noi avevamo in mente, con ciò che voi avevate in mente che potesse essere l'atteggiamento del Governo nei confronti della vertenza che noi ci prepariamo ad affrontare. Quindi non ci sono novità sostanziali, l'unica novità sostanziale che c'è stata nella giornata di ieri è che c'è stato un atteggiamento diverso rispetto al percorso previsto e prevedibile da parte del centrosinistra sull'arrivo in aula di questa manovra di assestamento. La manovra di assestamento alla quale veramente, credeteci, nessuno della maggioranza attribuisce valore salvifico, nessuno la maggioranza ritiene che con il disegno di legge, che noi speriamo andranno ad approvare nelle prossime ore - avete ragione voi non c'è necessità di giorni bastano ore per approvare questo disegno di legge -nessuno di noi pensa che cambierà le sorti della Regione Sardegna né pensa che cambierà il meccanismo della spesa, pensiamo che sia un disegno di legge utile a rimettere in ordine alcuni conti che è un disegno di legge che prende atto di cose realmente successe, c'è una riduzione dei trasferimenti statali legata alla norma che in questo momento è vigente, quindi legata alla riduzione del prodotto interno lordo in Italia, quindi è un disegno di legge che oltretutto introduce una norma interessante ai fini della razionalizzazione dei nostri bilanci che è quella legata alla cultura dell'impegno di spesa e alla riduzione dei residui all'interno del bilancio per cui ha un atteggiamento complessivamente utile, è evidente che non è la soluzione dei problemi complessivi che noi abbiamo sul tappeto ma è altrettanto evidente che non è un disegno di legge inutile, se soltanto voi andaste, ma giusto perché ci aiuta a ragionare, andaste a controllare i dati nella spesa sanitaria che nella nostra testa noi tutti collochiamo tra il 28 e il 30 per cento della spesa complessiva della Regione beh… leggetevi quello che la Corte dei conti ha prodotto nei mesi scorsi e scoprirete che la sanità copre il 50 per cento della spesa effettiva della Regione Sardegna, nel senso che nel consuntivo c'è la spesa reale che effettivamente noi andiamo ad impegnare e, per quanto attiene la sanità rappresenta il 50 per cento, questo ci dice quanto ampio sia lo scostamento tra il bilancio formale e il bilancio sostanziale della nostra Regione. Per cui, per ciò che si fa all'interno di questo disegno di legge, è comunque con un'operazione virtuosa, un'operazione utile, un'operazione che, senza cambiare interi destini della Sardegna, ha un suo significato. Ed è una cosa che, avete ragione voi, non ha un grande senso se viene utilizzata come una clava per creare o ricreare un clima di cui non abbiamo bisogno. Io ho apprezzato quando noi abbiamo discusso la mozione di sfiducia, una buona parte degli interventi che sono stati fatti e che hanno avuto come filo conduttore il confronto, il ragionamento e l'idea di quale potesse essere il futuro a cui questo Consiglio regionale si può impegnare nei prossimi mesi per cercare di fare qualcosa di buono e di utile come c'è stato chiesto da chi ci ha mandato in questo Consiglio regionale a seguire gli interessi dei sardi. Ho apprezzato meno quando il ragionamento dall'idea del confronto, e dall'idea anche dello scontro dialettico su posizioni diverse, è scivolato su un piano che è quello attraverso il quale qualcuno pensa di poter dare quella che "berlusconianamente" qualche anno fa si definiva la "spallata".
Allora, colleghi del centrosinistra, è evidente che voi dovete fare una scelta fra 2 posizioni che sono diverse fra di loro: una è la convinzione per cui questa maggioranza e questo Governo regionale siano arrivati alla fine del loro percorso, per cui fra 2 mesi si va ad elezioni anticipate - perché voi siete convinti di questo - per cui basta smontare alcuni tasselli di questa maggioranza e tutto crolla! Se questa è la vostra convinzione fate bene a tentare di dare la "spallata berlusconiana" a parti invertite a questa maggioranza e che fate bene a pensare che forse fra qualche mese..
PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, le chiedo scusa, onorevoli colleghi non è possibile…
VARGIU (Riformatori Sardi). Non disturbano Presidente! Se io disturbo loro posso parlare con voce un po' più bassa!
Quindi il ragionamento è: nei prossimi mesi voi siete convinti che il centrosinistra abbia questa forza? E se anche il centrosinistra avesse questa forza, cosa che già vi ho chiesto in occasione dell'intervento fatto avantieri, se anche il centrosinistra avesse questa forza voi credete che una Sardegna che andrà a rivotare, che incorona voi governatori della Sardegna nei prossimi 4 mesi, ma sempre in un clima di lacerazione totale, di divisione, di diversificazione, di guerra fra curva Sud e di curva Nord, di tifoserie scatenate l'una contro l'altra, in un contesto economico complessivo qual è quello che stiamo vivendo, voi siete convinti che questo sarebbe utile alle sorti della Sardegna? Bene, io vi do la mia risposta e cerco di spingervi verso un versante diverso da questa prima scelta: la mia risposta è negativa, nel senso che, se noi avessimo improvvisamente sostituito l'intera classe politica di governo - modesta, forse avete ragione voi - del centrodestra con la classe politica dirigente del centrosinistra, cambieremmo soltanto le giacchette del rinfaccio, nel senso che invece di essere voi a dirci "quanto modesto è il presidente che avete nominato lì", saremmo noi a dirvi "quanto modesto e il presidente che voi avete nominato". Cambierebbe soltanto questo in Sardegna.
E allora, cerco di prendere la parte buona del vostro ragionamento, almeno quella che io considero essere la parte buona del vostro ragionamento: voi dite - l'ha appena detto il collega Gian Valerio Sanna, e nel dirlo ha citato il Presidente della terza Commissione, cioè un esponente della maggioranza regionale - voi dite "ci troviamo di fronte, nei prossimi mesi, a sfide di tali dimensioni che questo disegno di legge (ma anche tanti altri disegni di legge che ci potrebbero venire in mente ragionando sul futuro prossimo della Sardegna e sulle cose che ciascuno di noi ha in testa per cambiare alcune situazioni parcellari con cui comunque dobbiamo confrontarci)… nei prossimi mesi i grandi problemi che abbiamo di fronte, il grande scenario che abbiamo di fronte, è talmente sovradimensionato - permettetemi, non soltanto rispetto a quello che il centrodestra sta mettendo in campo in questo primo anno e mezzo di legislatura, ma rispetto a quello che l'intera classe dirigente sarda mette in campo, ha messo in campo sino ad oggi, ma non in questo anno e mezzo di legislatura, negli ultimi vent'anni, probabilmente - è talmente sovradimensionato che, o noi acquisiamo la consapevolezza di questo scenario col quale stiamo per confrontarci, e che se non ci confrontiamo ci passa sopra come un carro armato (non è che si ferma per aspettare di vedere se i consiglieri regionali della Sardegna hanno uno slancio di orgoglio, se riescono a trovare tra di loro quella adesione, quella condivisione ideale, quelle motivazioni comuni che consentono loro di fare qualcosa di importante, lo scenario va avanti indipendentemente da noi), se noi siamo in grado di seguirlo, e se siamo in grado di anticiparlo in alcune cose, forse, avendo perso ad oggi fin troppo tempo, è possibile che tiriamo fuori qualcosa di buono. Altrimenti le cose le fanno senza di noi.
Quando a noi Riformatori dicono "ma, guardate, la costituente non si può fare, dura troppo", beh, la prima volta che di costituente si è discusso in quest'Aula era il 1996, quando i temi di riforma dello Statuto erano liquidati come ubbie mentali di qualche architetto istituzionale che, chissà perché, quando il problema era il lavoro, quando il problema era lo sviluppo, quando il problema era il turismo, stava invece a pensare a queste stranezze dello Statuto, qualche individuo disturbato mentalmente al quale forse non avevano dosato bene i farmaci, che improvvisamente andava a squarciare temi che non interessavano a nessuno in Sardegna. Bene, se allora avessimo coltivato quel sentimento popolare che la costituente aveva fatto crescere nei sardi, quella consapevolezza che lo Statuto poteva essere collegato alla quotidianità dei temi dei sardi, beh, saremmo stati dieci anni avanti rispetto alle altre Regioni italiane, e forse oggi avremmo prodotto qualcosa di concreto, che ci avrebbe permesso, quanto meno come sentimento condiviso nel milione 600.000 sardi che sta qui fuori, di rappresentare qualcuno, che ci avrebbe consentito di parlare davvero in nome di qualcuno, che ci avrebbe consentito di difendere davvero le ragioni ideali dei sardi.
Ecco, hanno ragione i tanti che hanno detto che non dobbiamo lasciare più passare neppure un secondo; e allora, presidente Soru, collega Sanna, approviamolo questo disegno di legge. Avete ragione voi, è un disegno di legge di poco conto, è un disegno di legge che noi consideriamo utile e quindi lo stiamo portando in quest'Aula, lo voteremo e cercheremo di approvarlo, ma sappiamo perfettamente che non è il nocciolo del problema, che il nocciolo del problema è un altro, e che per affrontare il problema con una speranza di poter essere utili alla Sardegna, perché non è detto che anche mettendoci tutti insieme noi siamo in grado di essere utili alla Sardegna, ma se vogliamo avere una speranza di essere utili alla Sardegna, allora chi ha cervello, chi non è nullatenente del pensiero - riprendo la bella affermazione del presidente Soru - lo metta a disposizione, non lo sequestri per la sua parte politica, non lo sequestri inseguendo i limiti comunque della propria cultura e del proprio schieramento. Lo metta a disposizione perché è il momento di mettere a disposizione le risorse intellettuali che si hanno, con la consapevolezza che è possibile che, quando avremo fatto la somma delle risorse intellettuali di tutti, non avremo ancora il prezzo da pagare… non ai governi amici, guardate, io non credo nei governi amici, non credo che la Sardegna abbia governi amici da nessuna parte: non era governo amico Prodi, non è governo amico Berlusconi, non avremo mai governi amici, perché il governo è un punto d'incontro tra esigenze tra cui la mostra è la meno forte, tra cui la nostra è quella che meno si fa sentire, anche perché siamo divisi, anche perché ognuno pensa di usare grandi progetti, grandi programmi e grandi (…) per trarne un vantaggio per la propria parte politica, cosa che non è più possibile perché il tempo è scaduto!
Bene, colleghi, noi Riformatori siamo su questa posizione, ne abbiamo consapevolezza piena, lo ribadiamo anche nel corso della discussione generale di questa legge, e siamo determinati a fare fino in fondo la nostra parte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, tenterò di agganciarmi anche alle considerazioni che faceva poc'anzi il collega Vargiu sulla necessità di comprendere il momento e, in ragione del momento, di trovare le strade migliori per comporre le energie, le intelligenze, le volontà migliori.
Se noi facessimo oggi vedere all'esterno ai nostri cittadini questo Consiglio regionale prevacanziero, questo Consiglio regionale spogliato delle sue presenze, soprattutto nella parte dalla maggioranza - che è assente, non c'è, i consiglieri della maggioranza sono già in vacanza, non hanno preoccupazioni! -, se noi facessimo vedere questo Consiglio regionale in questo modo, collega Vargiu, quello che ci diciamo tra noi verrebbe ridicolizzato all'esterno. Se noi siamo i sostenitori della riduzione di questo Consiglio regionale da 80 a 60 - io ho fatto una proposta, anche non condivisa, anche contestata -, beh, forse 60 sono troppi, forse dovremmo essere 40: ci saremmo tutti, lavoreremo meglio, ci guarderemmo negli occhi, forse faremmo anche meglio gli interessi della Sardegna.
Non è che stiamo parlando di cose di poco conto, stiamo parlando delle risorse, del bilancio, delle disponibilità vere di questa Regione per affrontare i problemi dei sardi e anche per mantenere, badate, anche solo per mantenere, il nostro sistema, non quello economico, ma anche quello assistenziale, ma anche quello burocratico, amministrativo e burocratico, quello degli stipendi, quello degli stipendi del 27. Stiamo parlando cioè di una Regione che può dall'oggi al domani trovarsi in una condizione di bancarotta dove c'è anche la fraudolenza che non appartiene probabilmente a questo ceto politico ma che è ben individuabile in alcune parti delle responsabilità pubbliche soprattutto e politiche, soprattutto a livello nazionale.
Io mi sono attardato sui due fronti del bilancio sia quello delle entrate che quello della spesa. Su quello delle entrate abbiamo verificato che al 5 luglio l'accertato sulle competenze è di 2.500.000.000 il versato è di 2 miliardi e 800 milioni a fronte di un bilancio complessivo di entrate di 9 miliardi e 911 milioni cioè che i trasferimenti che competono alla Regione da parte dello Stato rispetto alla previsione di spesa è inferiore di circa 7 miliardi e 400 milioni al 5 di luglio.
Abbiamo verificato che sui residui le entrate previste sono di 4 miliardi e 637 milioni e che il versato, non l'accertato quindi l'accertamento di entrata c'è, il Titolo esiste, ma il versato è di 868 milioni, cioè 3 miliardi e 800 milioni in meno.
Questo che cosa vuol dire per cercare di fare un po' di breccia in questo porto delle nebbie dove non si capisce nulla dove non c'è un faro, io ho provato a chiedere agli Uffici del Consiglio di recuperarmi il crono programma, il provvedimento alla radice, il decreto ministeriale, la circolare attraverso la quale il Governo stabilisce modalità, tempi e quantità dei trasferimenti che competono, perché non sono finanza derivata ha ragione l'Assessore, sono Titolo originario ad acquisire quel tipo di entrata, che competono alla Regione. Beh io ho scoperto che non esiste nulla che si va avanti a livello di rapporti verbali, che non c'è una procedura certa, che non esistono provvedimenti che noi siamo in grado di contestare, di sollevare nei confronti dei quali possiamo sollevare anche in modo legalmente valido le nostre eccezioni.
Ho scoperto che la nostra spesa è una spesa che va a fatica, in parte è dimensionata in ragione del patto di stabilità, in parte è ridotta in ragione della insufficienza dell'amministrazione pubblica, dell'amministrazione regionale e che è prevalentemente concentrata negli interventi di mantenimento della macchina pubblica, cioè in quelle che vengono ordinariamente chiamate spese correnti, obbligatorie, quelle destinate cioè al funzionamento delle istituzioni e delle macchine amministrative. E non è un caso se delle risorse minime che noi spendiamo tra sistema delle autonomie locali e sistema sanitario se ne va la gran parte delle risorse che si spendono, che su 600 circa milioni che noi abbiamo previsto in bilancio sulla strategia della conoscenza ne spendiamo a livello di competenza circa 50, cioè un dodicesimo. E ogni volta andiamo a recuperare in conto residui qualche cosa di quella partita sulle politiche del lavoro, sul sostegno del sistema produttivo, queste sono le percentuali.
Noi abbiamo per il 2009 uno stanziamento finale di 11 miliardi e 250 milioni e un versato in materia di entrate di 3 miliardi e 750 milioni; sui residui un versato, parlo del 2009, di circa 1 miliardo e mezzo a fronte di un monte residui di 6 miliardi. L'anno scorso, cioè quest'anno nell'esercizio 2010 noi ci siamo trascinati oltre 7 miliardi di residui.
Cioè facciamo un bilancio dove non c'è certezza di entrate, non ci sono corrispondenze con il Governo in termini tecnicamente validi, cioè non ci sono i provvedimenti che danno origine e che debbono essere rispettati ai trasferimenti a un sistema di trasferimenti programmati in ragione del gettito fiscale, degli appuntamenti fiscali che sono previsti per altro da leggi nel corso dell'anno. Non esiste una modalità di trasferimento integrale delle risorse, perché le risorse vengono trasferite dallo Stato in via generale in ragione della spesa. Per cui già noi abbiamo il patto di stabilità e in ragione della spesa lo Stato trasferisce meno di quello che ci compete, che ci spetta e poi abbiamo un tasso di inefficienza che ci fa ridurre la spesa e ci fa in questo modo ridurre da parte dello Stato di un'altra fetta le entrate. E non ce le abbiamo in banca i soldi, non ce li hanno trasferiti perché noi li mettiamo li accumuliamo, gli sistemiamo lì pronti all'uso in caso ci sia un'emergenza, un'urgenza anche violando quel patto che è di stabilità ma anche di crescita che non può lasciare nessuno senza pane, che non può costringerci alla miseria, che non ci può piegare sulle ginocchia.
Beh i soldi nostri nel frattempo, perché si sono intascati perché sono relativi ad un gettito fiscale accertabile, i soldi nostri nel frattempo stanno nelle banche di altri, cioè stanno nelle banche dello Stato e quindi di quelle che sceglie il Governo e magari sono orientate in ragione delle esigenze di manovra della finanza dello Stato che ha un'autorità diversa da quella della Regione verso altre Regioni, a verso altri territori di questo Paese, verso altri sistemi economici. Tant'è che come tutti sanno in una condizione di crisi generale il Nord decolla e il mezzogiorno soffoca. E sulla spesa abbiamo una complicità, cioè abbiamo una macchina amministrativa burocratica che non si pone questo tipo di problema non va a cercare manco il crono programma dei trasferimenti, non apre una contestazione nei confronti dei funzionari dello Stato che si permettono invece di dettare le regole e chi rappresenta il popolo vale meno di loro, chi rappresenta questa realtà vale meno di loro, questi spendono di meno, si curano di se stessi, hanno paura del rischio, non affrontano un problema, devono mettersi tutti i paletti attorno perché domani, forse, la Corte dei Conti li chiamerà a rispondere se hanno attivato un problema di natura procedurale, se hanno fatto qualche piccola forzatura, e quindi abbassano la spesa, e quindi abbassano i trasferimenti, e quindi accrescono nei confronti di altri territori, di altri sistemi economici la possibilità di disporre in capo allo Stato di risorse nostre; e quindi noi facciamo un bilancio falso, facciamo un bilancio falso che attuiamo male, non conosciamo l'entità delle risorse che ci spettano e comunque ce ne danno di meno, non abbiamo una burocrazia che accelera la spesa e mette in collasso, in crisi questo sistema, non apriamo una controversia con gli Uffici dello Stato che pure poggiano sulla nostra testa il loro tallone e lo schiacciano, No! Rimaniamo così passivi! E a proposito di passivi, questo lo voglio dire, lo voglio dire in modo chiaro; noi siamo andati in Commissione, onorevole Diana, onorevole Vargiu, onorevole Capelli, su proposta proprio sua a trattare la materia dei residui, perché non è possibile che questi residui si gonfino a dismisura perché non si assumono i provvedimenti giusti, perché non si definiscono i contratti, perché le obbligazioni giuridicamente perfezionate non esistono, esistono promesse di spesa, approvazione di programmi generici su cui insistono impegni, e ci siamo andati per recuperare quello che di buono c'era nella legislazione corrente, per migliorarla, per renderle efficace, e mi dicono: "Badate, non è che ce la siamo scritta da soli; abbiamo preso le norme, abbiamo discusso, ci siamo confrontati con la Giunta, stavamo per rinviare, poi abbiamo dato incarico agli uffici, ai funzionari della Giunta e del Consiglio di stendere un testo tecnicamente certo", e adesso che cosa scopro? Che ci sarebbero maneggi, manovre, pressioni per impedire che quella norma venga approvata e che queste esigenze sarebbero manifestate in modo deciso da parte degli uffici perché si troverebbero una sorta di pungolo a fare le cose bene e in fretta in ragione dell'operatività della spesa. E allora quella norma, è una specie di salvezza in calcio d'angolo, il poter gonfiare i residui, il potere impegnare somme senza titolo è una specie di salvezza in calcio d'angolo; beh, io sono perché invece le salvezze in calcio d'angolo finiscano, sono perché la Regione abbia una strategia di attacco, sono perché guardi al suo interno e capisca quali sono le sue inefficienze e le rimuova, sono perché non ci sia più perdono per noi stessi, per noi stessi prima, e poi anche per gli altri. Si dice, collega Vargiu, che quando il socialismo incontra il liberalismo qualche volta si possono fare anche cose decenti, di vedere di mettere in piedi il massimo possibile delle energie comuni; non l'abbiamo fatto in questa circostanza, noi abbiamo chiesto una cosa diversa, io pubblicamente, più volte, ho detto: "Facciamo un assestamento di bilancio", non si tratta di certificare una minore entrata, che non me ne frega niente, perché alla fine ci sarà un consuntivo, ma facciamo un assestamento di bilancio vero, cioè in ragione di quello che prevediamo siano anche gli effetti del disastro sociale ed economico che sta determinando questa crisi, rimoduliamo alcune disponibilità finanziarie e rimoduliamole per rispondere ad esigenze vere di natura sociale, di natura economica, cioè sosteniamo gli investimenti per il futuro, diamo un'occasione finalmente di vita vera ai nostri giovani, 44 per cento di disoccupazione giovanile! 44 per cento! Per questo questa manovra non solo non ci soddisfa, voteremo contro, vorremmo che ritornasse in Commissione, perché non coglie quell'obiettivo, è un'operazione contabile, può anche non essere di sola cosmesi, ma di fatto lascia le cose come stanno e non stanno bene. Ecco perché, e non abbiamo cambiato opinione, non abbiamo fatto ostruzionismi, abbiamo lavorato con serietà anche questa volta, mantenendo gli impegni tra noi, ma cercando di spingere verso soluzioni che servano, piuttosto che quelle che rimangono inutili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Per chiedere la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Un Capogruppo che appoggi la richiesta dell'onorevole Bruno.
(Appoggia la richiesta il consigliere Luciano Uras.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Campus e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 40 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire con i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Grazie, Presidente. Come era facile immaginare abbiamo dimenticato il disegno di legge che è all'attenzione dell'Aula, e abbiamo affrontato un argomento che certamente è di grandissima rilevanza, ma proprio perché è di grandissima rilevanza l'argomento del D.L. numero 78, parlo del D.L. numero 78, non della Regione Sardegna, bene sarebbe non chiedere il numero legale e approfittare di questi momenti che ancora sono necessari, mi pare, per concludere il D.L. numero 78 che è alla nostra attenzione e poi e poi riaffrontare, certamente tutti insieme, i numerosi problemi che sono stati sollevati sia dalla maggioranza che dell'opposizione. Non voglio fare dietrologie, ma avendo ascoltato con attenzione le ragioni del centrosinistra, per un certo verso riconosciute anche del centrodestra, io, personalmente, e parlo a titolo personale, non sono molto d'accordo sulle ragioni del centrosinistra relativamente alla modifica dell'articolo 8, perché questo argomento, forse nessuno di noi era presente, o forse pochissimi erano presenti, io non c'ero, però questo argomento fu trattato a suo tempo anche con la Giunta Palomba, quando allora il Sottosegretario all'economia era un sardo. Non se ne fece niente - mi riferisco al centrosinistra -, non se ne fece niente perché su quell'attuazione in particolare l'allora Assessore del bilancio e della programmazione, che ovviamente era di centrosinistra, era l'onorevole Pier Sandro Scano che fece una battaglia energica contro quell'iniziativa che l'allora Presidente del Consiglio dei ministri Prodi e Palomba Presidente della Regione volevano attuare. Sono passati gli anni e quella "storiella" è ritornata in campo. La definisco "storiella" perché probabilmente la storia scriverà se quel risultato così rilevante che si vuole far apparire avesse veramente una grande validità o se c'erano altri strumenti per accelerare il processo e per risolvere il problema molto prima di quanto non lo potessimo risolvere noi oggi, che ci siamo lasciati trascinare dalla risposta del viceministro Vegas. Dove peraltro una cosa si dice, onorevole Soru. Lei ieri ha detto che le risorse non c'erano e questo non corrisponde al vero perché almeno su questo il Viceministro è stato fin troppo chiaro perché dice testualmente: "Si fa presente che le entrate derivanti dal nuovo ordinamento finanziario stanziate nel capitolo 2797 del bilancio dello Stato compensano gli oneri posti a carico della Regione Sardegna per l'esercizio delle funzioni trasferite in materia di sanità e trasporto". Quindi li hanno messi, non è che non li hanno messi. Ora che siano in un capitolo indistinto, nel quale è difficile capire ciò che è la parte di competenza sarda e ciò che è di competenza degli altri non c'è dubbio. Dice ancora il ministro ciò che è sotto gli occhi di tutti e che tutti avete denunciato e che denuncio anch'io, non mi sottraggo a questo, al fatto che sarebbero necessarie le norme di attuazione. Io credo che la Giunta regionale e il suo Presidente abbiano già iniziato una grossa vertenza, forse non abbiamo avuto la capacità di veicolare in maniera adeguata ciò che è la protesta che io sono convinto il presidente Cappellacci e l'assessore La Spisa hanno messo in campo per combattere le considerazioni che il viceministro Vegas ha fatto. Non ho dubbi. Poi se fosse necessario un appello alle forze sociali, alle forze politiche, ai sindaci, ai presidenti delle comunità montane, al presidente dell'UPI, dell'ANCI, a tutto quello che è il mondo, così come è successo a suo tempo nella vertenza delle entrate, beh, questo è un dettaglio secondo me se il risultato si ottiene. E' chiaro che dobbiamo essere tutti pronti a fare una battaglia in modo che le considerazioni fatte dal viceministro Vegas possano essere modificate.
Perché ho fatto riferimento al periodo della Giunta Palomba e del primo Governo Prodi? Ho fatto riferimento a quello perché ciò che l'onorevole Gian Piero Scanu diceva allora è una cosa che ha valore anche oggi e che aveva valore anche nella legislatura 2004-2009, aveva valore anche allora e forse se ci si fosse basati su quell'iniziativa probabilmente noi oggi non saremmo in questa situazione. Cosa diceva l'onorevole Gian Piero Scanu? L'onorevole Gian Piero Scanu diceva semplicemente che esiste un'intesa istituzionale sottoscritta nel 1999 nella quale è chiarissimo ciò che si deve fare, non c'era bisogno di fare altri passaggi. Diceva, infatti, in un passaggio l'intesa istituzionale, che è un'intesa istituzionale e quindi ha pieno riconoscimento da parte dello Stato e da parte della Regione Sardegna ovviamente, diceva: "al fine di ricostruire il livello delle entrate proprie della Regione sia attraverso la revisione delle quote di devoluzione alla Regione del gettito tributario previsto da tutte le lettere". Lo diceva chiaramente. Questa era la contrattazione che noi avremmo dovuto fare allora. Si è preferito, invece, fare un passo indietro, o meglio percorrere una strada diversa, una strada che comunque dà oggi l'opportunità al viceministro Vegas di ipotizzare delle norme di attuazione, che comunque sono previste nell'ordinamento, non è che se le è inventate. Qui chiaramente è la pressione politica che deve fare la sua parte e la pressione politica può essere quella del Consiglio regionale certamente, quella delle interlocuzioni con il Governo. Io credo che si possa riprendere perché altrimenti non riconosciamo l'intesa istituzionale e guardate è un'intesa istituzionale che non è stata firmata trent'anni fa, è stata firmata nel 1999, quindi è recentissima per i tempi della politica, ma è ancora più recente nel periodo in cui ha governato la Giunta di centrosinistra del presidente Soru. Io non sto discutendo la validità di ciò che ha fatto la Giunta di centrosinistra o la maggioranza di centrosinistra rispetto a quello che non lo so se abbiamo le idee chiare per fare noi. Io dico solo che erano due argomenti, anzi l'argomento era solo uno, che andavano trattati e potevano essere trattati con due modalità diverse: una modalità era il rispetto delle intese istituzionali, l'altra modalità era quella, secondo me dannosissima, che è stata attuata con la revisione dell'articolo 8. Non devo ripetere qui che la sanità ce la siamo accollata tutta quanta noi, non devo ripetere qui che ci siamo accollati i trasporti. Abbiamo voluto questo? Benissimo, oggi ce lo abbiamo e ce ne dobbiamo fare carico, ma rimane sempre fermo il punto importante che la revisione delle entrate deve essere un fatto che non può essere perseguito secondo me con l'articolo 8. Io credo che avremo grandi difficoltà in questo e quindi noi dobbiamo essere pronti a una battaglia che ci deve vedere certamente tutti uniti ma, ripeto, io credo che il presidente Cappellacci, ma dico di più, l'assessore La Spisa questa materia l'abbiano già affrontata e la stiano affrontando. Peraltro questa risposta a un'interrogazione del viceministro Vegas è datata 20 maggio 2010. Pensate veramente che il Governo regionale abbia aspettato a ieri per sollevare questo problema? Pensate veramente che il conflitto di attribuzioni sia una cosa che è nata così, solo perché c'è stata una qualche sollecitazione? Io credo invece che si sia partiti molto prima e in questa direzione si sta lavorando.
Ora siccome non avevo deciso di utilizzare tutto il tempo e non lo voglio utilizzare tutto, ciò che è importante oggi è approvare il disegno di legge della Giunta. Credo che sia indispensabile, non mi pare che ci siano le condizioni né politiche né amministrative né oggettive per dire facciamo una battaglia su questo. Si possono fare tantissime altre battaglie, magari misurandoci su alcune delle considerazioni che ho fatto (è giusto rispettare l'articolo 8 così come novellato o è giusto riprendere anche il ragionamento dell'intesa istituzionale), ma sulla manovra da 390 milioni di euro in riduzione, ma di quali riduzioni stiamo parlando? C'erano, è vero, delle poste in bilancio che a noi della maggioranza non andavano bene. Abbiamo provveduto in Commissione a rimettere quelle risorse al loro posto, ma più per una questione di validità politica perché siamo sicuri che molte di quelle risorse comunque non andranno spese da qui alla fine dell'anno o alla nuova finanziaria. Per cui l'invito che io faccio è quello di lavorare molto certamente per le cose che ha detto l'onorevole Uras, certamente su questo, certamente sui residui, certamente su quell'altra materia che sta ingessando il bilancio della Regione e per il quale la spesa non è più possibile credo dal 31 luglio, forse dalla metà di agosto, dopo di che tutte le risorse non possono essere spese, il famoso patto di stabilità. Guardate, ci stanno ragionando tutte le regioni d'Italia, non è che ci stiamo ragionando solo noi, ci ragiona l'Europa, ci ragiona il Governo. Personalmente avrei tagliato il bilancio di altri 400 milioni di euro perché era un taglio insignificante. Avremmo potuto tranquillamente, anziché una manovra da 389 farla da 400, da 800, 900. Sappiamo benissimo che 1 miliardo di euro non riusciremo a spenderlo, ma non perché non riusciamo a spenderli, perché non possiamo spenderli! E di questo ce ne dobbiamo render conto tutti e non vendere questo politicamente all'esterno dicendo: "State massacrando la povera gente, state massacrando le fasce sociali più deboli" perché non abbiamo tolto un euro a quelle fasce! E dove c'era il tentativo lo abbiamo rimesso a posto. Per cui, io dico, è una battaglia che serve questa? Non è meglio forse liberarci di questo disegno di legge e poi procedere con tutte le altre questioni che abbiamo molto importanti, non ultima quella di riprendere dal 7 di settembre con le riforme istituzionali e far capire realmente ai sardi che cosa vogliamo fare di questa regione, quale può essere il nuovo modo di governare, ma soprattutto quali fonti di finanziamento trovare perché con questo bilancio non è possibile modificare la Sardegna, ci avete provato voi, ci stiamo provando noi, bisogna trovare altre soluzioni. Non è facile, so benissimo che non è facile. Non abbiamo la presunzione di avere la bacchetta magica, ma non vorremmo neanche che ce l'aveste voi. Se lavoriamo insieme forse qualche risultato lo possiamo ottenere, altrimenti sarà uno scontro continuo in quest'aula e fuori da quest'aula senza che i sardi però si accorgano di un qualche miglioramento e di un qualche cambiamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Per chiedere la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che il consigliere Espa è presente.
PRESIDENTE. Sono presenti 62 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale i lavori possono proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io credo che stiamo affrontando questo tema in un clima surreale, fuori dal mondo. Intanto ho apprezzato l'apparizione del Presidente della Regione stamattina, l'ho apprezzata, non capisco perché non sia qui adesso, però avrà i suoi motivi. Ieri ci è apparso, dopo la mozione di sfiducia, come un comandante che abbandona la nave - poi parleremo anche di navi - e abbiamo visto, anche stamattina vediamo una maggioranza smarrita, insomma, una maggioranza preoccupata da altro, di un rimpasto, di sostituire tecnici con politici, di un nuovo esecutivo, ma che non entra nel cuore dei problemi della Sardegna e non entra neanche con questo disegno di legge.
Io dico in apertura del mio intervento che assistiamo ancora una volta a una politica del rimando e sono deluso, mi ha stupito l'intervento dell'onorevole Diana perché intanto mette in discussione quello che è un patrimonio di tutti i sardi, non è un patrimonio solo di una parte politica e preferisce le chiacchiere dell'Intesa ai fatti, ai fatti che abbiamo insieme, col popolo sardo, raggiunto nella scorsa legislatura. Questo è grave, è irresponsabile, indebolisce la Sardegna in questo momento, è irresponsabile! Io non credo che sia stata messa in campo in queste settimane né dopo l'interrogazione né dopo le dichiarazioni in Commissione del viceministro Vegas una grossa vertenza come lei ha detto, non ci credo, non l'hanno vista i sardi. E' stata mandata, ci ha riferito due giorni fa il Presidente della Regione, una lettera, una lettera di diffida, una lettera! Si affronta questo momento drammatico con una lettera! Certo, dice l'onorevole Diana, se fosse necessario chiameremo tutti ad una mobilitazione, se sarà necessario, ma quando? Dopo l'assestamento del bilancio dello Stato? Quanto riteniamo di dover chiamare a raccolta il popolo sardo, gli enti locali, le associazioni, i sindacati, quando ci renderemo conto della gravità della situazione? Quando riusciremo a contestare, come vi hanno detto anche i sindacati, anche se in ritardo, in questi giorni?
Qualche giorno fa, l'ultima riunione del CIPE, neanche una parola sulla Sardegna! Ed è così, mese dopo mese, riunione dopo riunione. No vi rendete conto che vi stanno, che ci stanno prendendo in giro? 2 miliardi e 250 milioni di fondi FAS che non vediamo, che forse non vedremo e noi ci accontentiamo di una lettera! E lì ci sono i nodi dello sviluppo, c'è una strategia di fondo, c'è una programmazione che è stata fatta, siamo stati la prima regione d'Italia a presentare il Piano attuativo regionale, poi l'esigenza di modificarlo nell'agosto del 2009, lievi modifiche ma che hanno influito sul ritardo e altre regioni ne hanno approfittato, il Nord Italia ne ha approfittato e la Sardegna deve ancora aspettare la mobilitazione quando sarà il momento. Io credo che sia sbagliato, onorevole Diana, e sia grave che lei affronti in questo modo superficiale questa situazione e non si può affrontare neanche in questo modo il disegno di legge che abbiamo in discussione. Tra l'altro in un momento in cui... ed è cronaca di questi giorni, di oggi, la regionalizzazione della Tirrenia. La Sicilia che vuole diventare l'hub dei trasporti nel Mediterraneo e l'80 per cento dei collegamenti riguardano la Sardegna e chi ci deve rappresentare in Sardegna non ha detto una parola! Ha sottovalutato. Io ricordo che anche nella discussione della finanziaria abbiamo, con un emendamento, posto il problema, abbiamo chiesto un'azione della Regione perché si inserisse in questa trattativa, ci avete rimandato al collegato, avete sempre sistematicamente rimandato al collegato su tutto, ma state attenti perché di rimando in rimando anche questi mesi di legislatura finiscono e ci troveremo e vi troverete come un niente di fatto come siete in questo momento, in attesa delle poltrone, in attesa del rimpasto.
Guardate, voi avete presentato la finanziaria e il collegato insieme, settembre del 2009 è la delibera di Giunta, un collegato, disposizioni nei vari settori di intervento, metodo collaudato nel 2009, ne ha parlato l'onorevole Capelli nel suo intervento. L'avete fatto l'anno scorso, una finanziaria snella - in questo caso quest'anno approvata anche nei termini, entro il 31 dicembre - e poi una legge omnibus per dare, voi avevate detto in quella fase, una risposta alla crisi, "facciamo prima una finanziaria snella e poi la risposta alla crisi la diamo con il collegato". Io ricordo anche i nostri emendamenti di proposta per inserire risorse, per stimolare l'economia, rimandati tutti al collegato: i temi di lavoro, gli ammortizzatori sociali, la messa in sicurezza degli scuole e di edifici pubblici, i problemi della casa, dell'edilizia residenziale pubblica, un nuovo sistema di welfare, l'istruzione, sono passati mesi, settembre 2009. Finanziaria approvata prima di Natale senza nessun ostruzionismo da parte di questa opposizione. Spesa bloccata nel mese di maggio, certo, la revisione dei vincoli del patto di stabilità, ma era un vostro obiettivo, è scritto nel DAPEF, è scritto nel Piano regionale di sviluppo, perché non avete nel frattempo, in questi mesi, negli incontri che avete comunque svolto, tecnici, politici, avuto delle risposte anche in merito alla revisione del patto di stabilità? Niente di tutto, la spesa è bloccata, gli enti locali hanno visto i trasferimenti interrotti dopo cinque, sei mesi dall'inizio dell'anno, nel frattempo arrivano le elezioni provinciali e si sa che un collegato omnibus di quelle dimensioni poteva diventare uno strumento di pressione per questo o per quel consigliere regionale, per questo o per quel territorio e nella situazione in cui siete, in cui eravate, in cui siete, estremamente divisi, non potevate affrontare un collegato così come non potete affrontare nessuna legge in questo Consiglio regionale degna di questo nome. Quindi avete preferito "tirare a campare", dedicarvi alle provinciali che avete perso, dedicarvi ad altro. Niente collegato, il collegato può aspettare, la Sardegna può aspettare, prima le elezioni. Non possiamo dedicarci a bassa macelleria, prima le elezioni. Il dopo voto, sconfitta del centrodestra che rende consapevole il Popolo delle Libertà e perfino il presidente Berlusconi che c'è la crisi in Italia e per voi che c'è la crisi in Sardegna. Se n'è accorto anche Berlusconi figuriamoci l'assessore La Spisa. La crisi c'è, non l'ha inventata la sinistra, c'è, è nei fatti, bisogna affrontarla. Come decidete di affrontarla dopo le elezioni provinciali?
Non con un collegato che mette risorse, che indica priorità, con un progetto, il lavoro, il sociale, l'istruzione, la casa. No, ve lo chiedono i sindacati, ve lo chiede l'opposizione, vi accorgete che mancano 400 anzi l'altro giorno l'assessore Sannitu in un convegno a Cagliari organizzato degli artigiani ha detto: "No sono 600 milioni probabilmente però ne abbiamo messo 400". Vi accorgete che c'è un minor gettito, vi accorgete che c'è la crisi e decidete di fare una manovra correttiva. Il collegato rimane in piedi, rimane formalmente in piedi, non siamo di fronte ad un assestamento di bilancio perché questo avrebbe da regolamento dovuto avere un'altra procedura, intanto il parere obbligatorio del Consiglio delle autonomie locali che avete sistematicamente in questi mesi e anche in questa fase dimenticato, le audizioni sistematiche, un rapporto con la società che non c'è stato. Avete con uno stratagemma sostituito il collegato con un maxiemendamento, di fatto stiamo trattando però un'altra legge. Nel frattempo il presidente Maninchedda nel mese di maggio dopo le elezioni ci aveva detto: "Attenzione" l'ha detto anche a lei Assessore con una lettera, "Attenzione, allarme sui trasferimenti da parte dello Stato alla Regione, nelle casse a maggio solo un miliardo su sette dovuti". Mai successo. In Commissione qualche settimana fa l'assessore La Spisa ci ha rassicurato: "Siamo nella media rispetto agli anni scorsi, dopo qualche nostra protesta sono arrivati a giugno circa 3 miliardi e 8 quindi in linea con lo scorso anno". Però le previsioni di entrata sono da ritoccare, c'è la crisi, minor gettito. Allora, altro che mettere risorse in circolo, altro che misure anticrisi col collegato, serve una riduzione della spesa, 389 milioni per ora, ma la stima è superiore ci ha detto l'Assessore, poi c'è Abbanoa che ci costringerà nel corso dell'anno a un ulteriore significativo intervento e l'Assessore rassicura sempre. La manovra correttiva del governo di soli tagli per le regioni e per gli enti locali, tagli in particolare per le regioni speciali non comporta l'intervento in questa manovra, non inciderà nel bilancio 2010, inciderà in quello del 2011 per ulteriori tagli per 90 milioni e inciderà nel bilancio 2012 per altri 190 milioni. Ma non basta, la proposta che ci è stata fatta viene accompagnata da dichiarazioni demagogiche, populiste da parte del Presidente della Regione. Le ricordate tutti, aboliamo le province, tagliamo gli enti, tagliamo le agenzie, tagliamo le auto blu. Allora su questo fronte, assessore La Spisa, vi sfidiamo, siate concreti, vi sfidiamo perché noi l'abbiamo fatto nei nostri cinque anni di governo, lo abbiamo fatto, abbiamo tagliato i consigli di amministrazione oltre 50, abbiamo veramente tagliato gli sprechi. Molto si può fare ancora e allora vi sfidiamo ad essere concreti e lo faremo, lo faremo non con annunci come avete fatto voi, cercheremo di farlo con delle proposte precise, sistematiche. Vi sfidiamo su questo fronte, vi incalzeremo.
Per ora solo demagogia. Intanto avete ritirato quell'emendamento che sopprimeva quattro agenzie, la conservatoria delle coste, per voi un grande spreco per la Sardegna. La conservatoria che ha attratto finanziamenti in questi anni per oltre 5 milioni di euro che compone e si compone insomma di 10 giovani provenienti da percorsi di rientro dal master and back e che non possono essere automaticamente trasferiti alla regione, che ha avuto un riconoscimento importante a livello internazionale e sia a livello locale con tutti i comuni con i quali ha collaborato in questi mesi di centrodestra, di centrosinistra. Sorprende la volontà di cancellare l'agenzia delle entrate proprio nel momento in cui si deve attuare il federalismo fiscale, nel momento in cui siamo costretti a una nuova capacità impositiva finalmente a una più forte lotta all'evasione fiscale. Ma noi abbiamo bisogno, voi avete bisogno di fare annunci perché non potete fare altro. Annunci, demagogia, tutto rinviato, tutto rinviato ad un'attenta analisi di costi e benefici, si formerà forse una commissione che dovrà valutare cosa fanno, quanto spendono gli enti, quelli rimasti, le agenzie. Un'analisi alla quale, assessore La Spisa, vuole partecipare anche il Consiglio regionale e quindi non deleghiamo all'esecutivo e alla Giunta regionale questa analisi, non vi diamo deleghe in bianco. Alla fine, dopo i lavori in Commissione questa legge è stata asciugata, direi che è stata annullata, direi che avete semplicemente deciso di non presentarla perché non siete in grado di presentare niente in quest'aula. Asciugata, riduzione dei residui di stanziamento dove non c'è impegno effettivo giuridicamente rilevanti, allineamento del bilancio in conto competenza col bilancio effettivamente disponibile, si è detto operazione verità e poi intervenite, intervenite con dei tagli che non sono così rilevanti. Non sono così rilevanti e non sono dei tagli che non hanno influenza sulla carne viva dei sardi. Edilizia abitativa meno 8 milioni, infrastrutture e servizi meno 75 milioni, imprese turistiche meno 7 milioni, opere pubbliche e infrastrutture meno 7 milioni, contributi ai comuni meno un milione e 600, fitto casa 1 milione in meno, 3 milioni in meno al fondo regionale per l'occupazione progetti per gli LSU e così sul turismo scolastico, sulla lotta all'abusivismo edilizio, sugli interventi di tipo ambientale, sugli impianti sportivi, sui consorzi fidi. Non sono tagli che non avranno ripercussioni e soprattutto sono tagli fatti senza criterio col metodo dell'accetta. Noi faremo alcune proposte emendative, riteniamo che questa non sia la legge che in questo momento merita l'attenzione dei sardi, riteniamo che debba essere ritirata, lo abbiamo detto nella questione pregiudiziale, ne siamo ancora convinti. Riteniamo che l'attenzione in questo momento vada su altri versanti, vada nella lotta, nella vertenza con lo Stato per lo scippo dei fondi FAS, nella vertenza che riguarda le entrate e che ci farà perdere se non interveniamo in maniera forte circa 7 miliardi di euro in tre anni. E allora noi però vi suggeriamo e lo faremo con una proposta emendativa, noi abbiamo presentato 80 emendamenti circa, assessore La Spisa, e vi diciamo che le priorità sono altre. Il lavoro, gli ammortizzatori sociali, l'assegno di reinserimento anche per i lavoratori espulsi dal mondo della scuola, la prima casa, il ripristino dei contributi a fondo perduto, i 25 mila euro per ciascuna coppia, il piano di edilizia residenziale pubblico, i finanziamenti a fondo perduto per il cosiddetto "non finito", l'incremento del fondo unico per gli enti locali, quello stesso che con l'ultima finanziaria non avete incrementato a dovere sulla base della legge che prevedeva un incremento proporzionale all'incremento delle entrate. Noi vi chiediamo, certo senza vincolo di destinazione, ma una priorità effettiva in quei fondi, così come chiede l'ANCI, per la realizzazione d'interventi di inserimento lavorativo per i giovani disoccupati. Vi proponiamo un nostro piano per il lavoro, vi proponiamo di dare valore al Piano regionale per i servizi, le politiche per il lavoro e l'occupazione, vi chiediamo di spendere le risorse del Fondo regionale per l'occupazione di cui alla legge 11 del 2006, misure finalizzate all'inserimento lavorativo, al mantenimento dell'occupazione giovanile e femminile. Noi vi chiediamo di avere un progetto, vi chiediamo di avere delle priorità, e alcune ve le indichiamo. La crisi non si risolve con i tagli, la crisi si risolve con la politica, allora il deficit che c'è in questo momento, in questo Consiglio regionale, in questa Giunta regionale, nel Presidente sistematicamente assente, è la politica, noi vogliamo riportare la politica in questo Consiglio regionale, noi vi chiediamo ancora una volta di ritirare questo provvedimento che non ha nessuna utilità, che è dannoso. Vi chiediamo di soffermare la vostra attenzione sulle vere emergenze della Sardegna, ve lo chiedono i sardi, non ve lo chiede solo l'opposizione, e voi ne siete consapevoli, però preferite in questo momento nel quale non solo non c'è unità, ma c'è una lotta che si percepisce, la percepiscono tutti, per entrare nei posti di potere, c'è una lotta per capire chi deve governare la Sardegna, finora governata da Roma, se la devono governare - mettendo in minoranza il Presidente della Regione - i consiglieri regionali, che vogliono così svolgere il loro ruolo di esecutivo, oppure se ci deve essere, attorno ad un progetto, ad un programma, attorno ad un'idea di Sardegna, una possibile unità, che ci può vedere anche uniti su alcune battaglie, anche dialoganti, ma su che cosa possiamo dialogare, sul niente? Sul niente non si può dialogare, onorevole Diana. Allora io credo che occorra veramente un sussulto di dignità…
PRESIDENTE. Grazie onorevole Bruno il tempo è scaduto.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Mi sono soltanto prenotato per intervenire per fatto personale alla fine della seduta, in virtù del terzo comma dell'articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì, Presidente, le chiedevo, visto l'orario, insomma abbiamo terminato un po' prima, stiamo terminando un po' prima, di proseguire con le dichiarazioni di voto, eventualmente, per il passaggio all'esame degli articoli questo pomeriggio alle 16, 16 e 30.
PRESIDENTE. Va bene.
Chiedo scusa all'Assessore, aveva chiesto l'onorevole Salis… Prego? Sì, un attimo, forse ci sono delle questioni procedurali. Onorevole Maninchedda, dopo la Giunta!
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Questo dibattito sulla legge che stiamo discutendo si è centrato moltissimo, l'abbiamo già sottolineato anche in precedenza tutti, sulla questione del livello delle entrate che ha questo bilancio regionale. Voglio tornare ancora su questo, perché evidentemente è l'argomento centrale della politica regionale in questo momento, e io sono molto contento che finalmente questo problema sia arrivato all'attenzione di tutti in maniera così forte, sia pure con delle considerazioni e degli accenti che però vanno in qualche modo ridiscussi. Però la premessa che mi sento di fare, a nome di tutta la Giunta, è che il fatto che il Consiglio regionale abbia preso coscienza in maniera molto forte che la questione del livello delle entrate è la questione centrale in questo momento è un fatto positivo, però ancora un po' su questo assestamento occorre dire qualcosa, perché il fatto che sia centrale la vertenza delle entrate non toglie il fatto che è un intervento legislativo molto limitato, come avete sottolineato tutti, in termini normativi, e direi limitato anche in termini anche quantitativi di risorse che si cancellano dal bilancio del 2010, limitato perché abbiamo agito con prudenza in sede di approvazione del bilancio, nel senso che alcune risorse non le abbiamo messe immediatamente a correre nella spesa corrente, le abbiamo accantonate, e ci permette questo di poter fare dei differimenti di spesa, dei 389 milioni, più di 200 milioni erano di fatto accantonamento nel fondo per i nuovi oneri legislativi, o per interventi infrastrutturali, o per riforme che noi semplicemente differiamo nella ragionevole aspettativa che il livello delle entrate possa progressivamente risalire, ma che non ci impediscono di fare politiche buone. Sul resto c'è un tentativo di razionalizzazione della spesa, quindi molto limitato, che nella nostra proposta e nei successivi aggiustamenti, avvenuti anche in commissione bilancio, e con quelli che possono ancora eventualmente essere trovati in questi ultimi minuti, possono rendere il meno impattante possibile rispetto alla parte più sofferente del nostro tessuto sociale ed economico questa piccola manovra di assestamento.
Ma c'è un'altra cosa importante in questa legge di assestamento, c'è un intervento sulle norme di tipo finanziario, sulla legge di contabilità, che razionalizza il sistema della legge finanziaria, e ancora di più il sistema degli impegni di spesa, che se non regolati adeguatamente effettivamente sono una delle cause principali della produzione dei residui passivi. E con un ottimo lavoro, direi, svolto in Commissione, con alcune posizioni molto forti, qualche tentativo di adottare norme più prudenti, ma variamo alcune norme sui meccanismi di contabilità, da cui noi ci attendiamo un buon risultato in termini di riduzione dei residui passivi. Questo è un fatto positivo, che non fa ombra, perché non può fare ombra un filo d'erba rispetto ad un albero. Non fa ombra la vertenza sulle entrate, che avrà, ha già da adesso, una strada tracciata, e può diventare questa strada un'autostrada, o un fiume se volete, che ci può portare ad ottenere da parte dello Stato, attraverso una trattativa, o attraverso un conflitto di attribuzione, attraverso una sentenza della Corte costituzionale, o di qualunque altro giudice, il riconoscimento concreto di un punto centrale, e cioè che i meccanismi di formazione del livello delle entrate della Regione Sardegna, come delle altre Regioni speciali, è un meccanismo di finanza originaria e non derivata, che ha la sua radice nelle norme dello Statuto speciale che sono immediatamente precettive, e che caso mai, come tutte le norme dello Statuto, possono avere necessità di norme di attuazione limitatamente a quei dettagli che servono per rendere più stringente per l'amministrazione statale l'applicazione diciamo degli aspetti contabili, di quanto stabilito nello Statuto. Noi, questo veramente mi spiace doverlo sottolineare, noi siamo disponibilissimi a fare una battaglia comune, con tutto il Consiglio regionale, con tutte le forze sociali e politiche, ma una battaglia comune richiede lealtà, lealtà reciproca tra le forze politiche, lealtà soprattutto se non volete essere - dico in particolare ad alcuni della opposizione - se non volete essere leali nei nostri confronti sul piano personale siete liberi di farlo, ma almeno la lealtà di fronte ai fatti, di fronte alla realtà che non si può ignorare. Io non accetto, rifiuto totalmente, fortemente, la definizione di "operazione finzione" contenuta nell'atteggiamento e nella proposta della Giunta in questo assestamento e nella vertenza sulle entrate. Se questo è il presupposto non ci potrà essere una linea comune, e non perché non la vogliamo noi, ma perché di fronte allo stato bisogna veramente presentarsi uniti, e non con reciproche diffidenze. Noi non abbiamo fatto nessuna finzione, ma soprattutto non abbiamo fatte e non facciamo nessuna rinuncia. La rimodulazione della spesa e delle entrate contenute in questo assestamento è semplicemente un atto dovuto, dovuto al fatto che il nostro è appunto un regime finanziario che dà alla nostra Regione l'autonomia e quindi la responsabilità in positivo ma anche in negativo di iscrivere le risorse in entrata sulla base di un calcolo che ha la sua radice nello Statuto. L'abbiamo fatto a fine 2009 prevedendo le entrate del 2010, lo facciamo adesso attraverso questo assestamento unicamente nella misura corrispondente alle diverse previsioni di entrata e non con uno scontro nei confronti di nessuno, tantomeno nei confronti dello Stato, non abbiamo rinunciato a nulla, non vogliamo rinunciare a nulla, non c'è nessuna rinuncia e nessuna finzione onorevole Sanna. Se quindi si vuole veramente, se siete sinceri - dico all'opposizione - nel volere un coinvolgimento pieno di questa vertenza, nel volere cioè un percorso comune, io credo che si debba eliminare quanto meno un pregiudizio, non può esistere un pregiudizio negativo, non può esistere un pregiudizio che possa far pensare a qualcuno, solo pensare che noi stiamo in realtà trattando per norme di attuazione che ci penalizzino rispetto a quanto stabilito nello Statuto speciale. Io voglio ripeterlo ma i documenti parleranno più chiaramente: attenzione, le norme di attuazione, questo risulta anche alcuni approfondimenti legali con illustri costituzionalisti, che non possono essere certamente tacciati di essere vicini politicamente a noi, hanno collaborato con tutti i governi e sono nomi di altissimo rilievo, noi non possiamo rinunciare allo strumento delle norme di attuazione come strumento pattizio che cioè ci permette di controllare e di stabilire regole precise che valgano anche per la Ragioneria centrale dello Stato e che non possano essere unilateralmente modificate, formalmente o per prassi, dalla burocrazia statale, le norme di attuazione servono per dettagliare meglio alcune cose contenute nello Statuto ma non intaccano minimamente il principio che lo Statuto stesso è immediatamente percettivo e le norme di attuazione possono casomai essere utilizzate proprio per la forma pattizia a tutela della Regione per migliorare le nostre condizioni. Io vorrei ricordare che la vertenza sulle entrate si è conclusa nel 2007 con alcuni risultati innegabili, alcuni risultati che noi abbiamo riconosciuto, intanto abbiamo partecipato come opposizione ad alcune manifestazioni pubbliche, eravamo nelle strade di Roma insieme all'allora Presidente della Regione, siamo arrivati insieme a lui anche nelle sale di palazzo Chigi a chiedere al Governo, cosiddetto amico, visto che si dice, di rispettare quella richiesta che era di tutto il popolo sardo e di tutto il sistema politico sardo. Lo abbiamo fatto e non può essere disconosciuto questo, poi la vertenza si è chiusa con un altro Governo, si è chiusa con un risultato quantitativamente, in termini di compartecipazione, positivo ma anche con alcune contropartite che la Regione ha dovuto dare e cioè l'accollo immediato della spesa sanitaria e di quella del trasporto pubblico che, badate bene, io ritengo che tutto sommato potesse anche starci, potesse essere una cosa comprensibile allora ma, attenzione, noi abbiamo chiuso, è stata chiusa quella vertenza facendo incassare allo Stato immediatamente il trasferimento delle funzioni e rinviando l'entrata a regime del sistema 2010. Il regime è entrato in vigore nel 2010 formalmente, nel suo complesso, è soltanto per parti, è solo con misure compensative, con trasferimenti compensativi è stato attuato negli anni tra il 2007 e il 2010. Misure compensative che hanno garantito l'equilibrio ma che adesso arrivano alla prova dei fatti, la prova dei fatti è dove sono le risorse che lo Statuto stabilisce che debbano andare alla Regione? Sono, dice lo Stato, in un fondo indistinto un fondo indistinto che ha rassicurato i parlamentari sardi, tutti, di destra e di sinistra e anche il Consiglio regionale come abbiamo fatto questo bilancio e lo stesso fa un indistinto che c'era, sicuramente anche nel pluriennale anche quando al Governo c'era il presidente Soru. Nel 2008 per esempio nell'ultimo bilancio fatto da voi. Io andrò a vedere nelle carte se c'è stata qualche protesta da parte vostra per il fatto che in quel fondo non ci fossero specificazioni precise a vantaggio della regione Sardegna. Non mi risulta. Si dava evidentemente, desumo questo, salvo prova contraria, che le risorse accantonate in quel fondo distinto fossero sufficienti per garantire l'applicazione dello Statuto. A questo ci possiamo pensare, ora, le dichiarazioni del Vice Ministro Vegas, fate qualche mese fa preoccupano, ci hanno preoccupati immediatamente e per questo occorre un intervento che precisi, che metta lo stato in una condizione più netta, con le spalle al muro nei nostri confronti, quei soldi devono essere attribuiti alla Sardegna considerando che vanno attribuiti in conto competenza originariamente e che quindi da parte nostra devono essere considerate anche se non possiamo spenderli per il meccanismo del patto di stabilità comunque un credito nei confronti dello Stato, questa è la questione. Occorre che perché questo venga riconosciuto esplicitamente, occorre un bilanciamento formale da parte del Governo ed è per questo che noi abbiamo chiesto al Governo di esplicitare qual è la sua posizione con una lettera, ritengo che sia la cosa migliore scrivere per avere un pronunciamento formale perché noi non possiamo in questo momento attivare un conflitto di attribuzione basato solo su una dichiarazioni in Aula, nel Parlamento, da parte del Vice Ministro, non è un appiglio sufficiente, lo abbiamo verificato, anche sul piano strettamente giuridico e legale, non basta questo, occorre un pronunciamento formale e questo pronunciamento formale l'abbiamo chiesto con chiarezza, l'abbiamo chiesto e lo stiamo chiedendo con chiarezza e con forza sulla base di quello, sulla base di quello che nascerà in questi giorni, si potrà attivare qualunque percorso che arrivi anche ad un conflitto istituzionale, siamo pronti a questo, siamo pronti a pagare anche un prezzo politico importante, un prezzo politico forte ma che vogliamo fare responsabilmente di fronte a qualunque Governo, dimostrando che questa Giunta e questa maggioranza non sono minimamente acquiescenti rispetto agli orientamenti del Governo nazionale, tanto meno nei confronti della burocrazia statale, questo è il fatto di fronte a cui ci troviamo. La vertenza entrate si è chiusa con quei limiti, si è chiusa anche con un altro limite, cioè che non è stato previsto allora una modifica del patto di stabilità, probabilmente il Governo non era in grado di farlo, non doveva farlo, io devo dire anche che capisco che quella vertenza si sia chiusa comunque per incassare comunque un risultato quindi (….) per fasi successive in confronto, io ricostruendo i fatti credo di poter dire che è andata così. Attribuendo al Governo di allora quindi la perfetta buonafede dell'intenzione di garantire alla Sardegna le migliori condizioni possibili ma quei limiti c'erano, forzati, dovuti ad una situazione difficile ma c'erano e rimangono. Il problema dei trasferimenti vorrei che fosse chiaro perché altrimenti non ci intendiamo mai, il problema dei trasferimenti dallo Stato riguardano l'aspetto della cassa, dal punto di vista della competenza noi per fare il nostro bilancio non abbiamo bisogno di attendere nessun trasferimento ed infatti il Decreto legge numero 78 che è in fase di approvazione e di conversione in legge per le regioni ordinarie prevede, per tutte le regioni, prevede 10 miliardi di sacrificio, di contributo al taglio della spesa pubblica, 8 e mezzo per le regioni ordinarie, 1 miliardo e mezzo per le regioni speciali, 500 nel 2011 e 1 miliardo nel 2012, non incide quindi quel Decreto legge su di noi nel bilancio 2010, ma non incide per le entrate neanche sul bilancio 2011.
E' scorretto dire che lo Stato non ci dà i soldi: lo Stato, per le Regioni ordinarie, agisce sul Patto di stabilità, vincolando la spesa e per il pari importo cassa i trasferimenti (per 8 miliardi e mezzo: la protesta delle Regioni ordinarie consiste in questo); noi invece non abbiamo una diminuzione di trasferimenti perché le nostre entrate siamo noi autonomamente a calcolarle, sulla base di quanto stabilito nel nostro Statuto speciale, ed eventualmente, per i dettagli soltanto, sulle norme di attuazione, ma che sono una garanzia perché passano in questo Consiglio regionale, perché hanno una forma pattizia e sono una salvaguardia rispetto al prepotere dell'apparato statale prima ancora che di qualunque Governo statale.
Noi però abbiamo vantaggi e anche svantaggi nella nostra autonomia speciale: abbiamo il vantaggio di poter iscrivere legittimamente nel nostro bilancio le entrate così come noi le prevediamo, nel bilancio di previsione, ma abbiamo anche lo svantaggio di dover riconoscere minori entrate quando i dati concreti ci obbligano a riconoscere che entrerà di meno. E lo abbiamo voluto fare rispondendo ad una esigenza - l'ho già detto ieri ma lo ripeto - affacciata da tutte le forze politiche, in particolare dall'opposizione che chiedeva chiarezza, chiedeva chiarezza sui trasferimenti di cassa, e lo abbiamo fatto ottenendo un ridimensionato in aumento dei trasferimenti di cassa, lo stiamo facendo per il bilancio di competenza riducendo le entrate soltanto di quanto può essere prevedibile che si riducano a seguito della diminuzione del gettito fiscale, e non rinunciando minimamente al livello delle entrate stabilite dallo Statuto.
Questa noi riteniamo che possa essere la strada migliore, la strada che può permettersi di andare al confronto con lo Stato con una forza che può derivare dall'unità di tutto il sistema politico, e anche dall'apporto del sistema sociale ed economico; questo possiamo fare se i termini della questione sono netti, sono chiari, se non sono inquinati da condizionamenti, da pregiudizi o da, pur legittime, strategie politiche di parte, che è giusto, capisco che si possano anche perseguire, ma che si devono perseguire non in una prospettiva di unità di tutto il sistema. Se unità del sistema politico deve esserci, deve essere basata su una lealtà rispetto ai fatti e anche rispetto ai comportamenti. Questo Governo regionale è disposto ad un confronto e ad una apertura della trattativa con lo Stato, a qualunque forma di confronto con tutte le forze politiche, chiediamo semplicemente, e credo legittimamente, che sia riconosciuta la posizione corretta, realista, aperta e assolutamente non incline ad alcuna rinuncia, che compare in tutti gli atti fatti in questi mesi.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto ora in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto sfavorevole al passaggio agli articoli e ancora per sollecitarvi a ripensarci e a riportare questo provvedimento in Commissione, perché questo provvedimento non è inutile, così come è, è dannoso. E mi pare che non abbiate apprezzato a sufficienza il contributo che stiamo cercando di darvi, in totale buonafede, senza dietrologia - per usare una parola che ho sentito stamattina - e senza nessuna volontà di immaginare spallate, senza nessuna volontà - per riprendere ancora le parole appena sentite - di essere sleali o di perseguire chissà quale strategia politica.
Sto cercando di dare un contributo di conoscenza di cui mi pare che ci sia bisogno, anche su alcuni aspetti fondamentali, ne dico subito uno: la dichiarazione di Vegas di cui stiamo parlando è del 13 luglio, non di due mesi fa, è di una settimana fa! Vi stiamo parlando di cose di oggi, di queste ore, se volete starci a sentire, e non scattare così con troppa sufficienza. Lo dico anche a lei, assessore La Spisa: non sono di due mesi fa, sono di qualche giorno fa, dette in Commissione in sede di audizione, in Parlamento.
Non credo di riuscire ad essere più preciso in pochi minuti: utilizzerò tutto il tempo che avrò nel corso di questo dibattito che spero sia lungo e ci dia la possibilità di partecipare. Ne approfitto per dirle, onorevole Diana: capisco che siamo tutti stressati - era stressato ieri l'Assessore e ne ha parlato nello scusarsi, siamo stressati tutti, ci sono problemi nei Gruppi, ci sono problemi nella maggioranza, tra Consiglio e Giunta -, lo capisco però è ingiustificato fare delle azioni irresponsabili che possono avere ripercussioni gravi nella posizione della Sardegna davanti al Governo e nel mantenimento dei diritti acquisiti. Lei ha fatto una storia sull'intesa istituzionale, firmata dall'allora presidente D'Alema e dal presidente Palomba, francamente sbagliata, francamente fantasiosa, e in quest'Aula e con queste responsabilità dovremmo essere più precisi, sia nel citare la data dei comunicati dei Sottosegretari sia nel citare storie di questa importanza per questa Regione, perché stiamo parlando delle risorse che stanno alla base di tutte le discussioni che noi facciamo qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì, Presidente, anch'io voterò contro il passaggio agli articoli, e vorrei anche dire che sono profondamente deluso dall'intervento dell'Assessore, per un verso, per l'altro è assolutamente in linea con le figuracce che state mettendo una dietro l'altra, di fronte anche ad uno stile istituzionale che si dovrebbe avere.
Io capisco l'intervento dell'Assessore, capisco la differenza e ve la spiego come la si può spiegare ad un cittadino per strada. Noi vi stiamo dicendo: non diteci che noi vogliamo collegare le due cose, manovra e questione delle entrate, però non cercate di convincerci che bisogna separarle, perché noi vi stiamo dicendo che bisogna urgentemente rimettere a posto le priorità istituzionale di questa Regione, per il nostro futuro. E la posizione che ci ha spiegato oggi l'Assessore è esattamente questa, che noi vorremmo andare, caro onorevole Diana, di fronte al Governo a rivendicare i nostri diritti con i pantaloni allacciati, l'Assessore ci ha spiegato oggi che ci vuole andare con i pantaloni scesi: è questa la differenza, e noi vi facciamo andare da soli con i pantaloni scesi! Perché l'unità si trova quando c'è un punto di contatto sulla dignità e sul ritrovare ciascuno di noi le priorità nell'agenda istituzionale. E non ci venga a dire, Assessore, che quasi quasi ve l'abbiamo suggerita noi questa manovra, perché questa è una grande falsità ed è qualcosa che ci fa rabbrividire per avere un Assessore che, con questa leggerezza, ci viene quasi a imputare la colpa della manovra a noi! Noi volevamo chiarezza sui conti perché abbiamo avuto paura da subito, dall'inizio di quest'anno, che quei soldi che spettano alla comunità sarda erano sulla strada di essere scippati. E così facendo vedrete che ci ritroveremo tra un po' a discutere delle vostre superficialità in maniera diversa.
Il nostro appello non è per sottrarci all'unità è per ritrovarla però anche voi cercate di capire dove il luogo dove si trovano le unità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Rapidamente per dire due cose, la prima è che non siamo tutti stressati, io non lo sono; la seconda per preannunciare il voto favorevole al provvedimento e poi nei restanti pochi secondi per alcune precisazioni.
Io credo che il fatto che nella cordata che si è aggiudicata il carrozzone Tirrenia, e che sono d'accordo con quanto diceva l'onorevole Gian Valerio Sanna, probabilmente avrà delle risorse per la continuità territoriale, e meno male c'è le avrà, il fatto che ci sia la Sicilia è dovuto al solo fatto che la Siremar che cura i collegamenti interni aveva da poco acquistato tre navi e il costo per il trasferimento non avveniva gratis non venivano concesse, regalate alla società come è avvenuto per la Saremar alla Regione Sardegna ma gli costava molto di più di quanto gli sarebbe costato acquisire la Tirrenia. Quindi la Sicilia dove è nata la società Tirrenia ha detto: se acquistare la Tirrenia e avere comunque una quota della partecipazione alla Tirrenia ci costa meno che acquisire la Siremar per il solo fatto che ha rinnovato il parco navi perché non acquisirla? Ma con un obiettivo ben preciso quello di mantenere certo la sede legale a Palermo ma quello di coinvolgere la Regione Sardegna da qui ad un anno dopo il primo anno per credere la partecipazione della Sardegna, che giustamente la Tirrenia continuerà a gestire l'80 per cento di quelle tratte, per cui la Regione Sicilia sarà felicissima di liberarsi di quella quota della partecipazione in favore della Regione Sardegna, anche per avere una maggior forza contrattuale nel rivendicare le risorse della continuità.
Per quanto riguarda il patto di stabilità io credo che se n'è parlato poco di questo fatto specifico, si è parlato molto del patto di stabilità e poco del fatto specifico che il Comune di Roma, importantissimo comune, ci mancherebbe altro, che da solo gestisce più o meno le risorse che gestisce la Regione Sardegna ha avuto un'esenzione, il Comune di Roma per il prossimo anno non sarà assoggettato alle regole del patto di stabilità.
Io credo che nelle condizioni particolari nelle quali si trova la Sardegna oggi, per la gravità della situazione della crisi industriale, per la gravità della crisi dell'agricoltura ma anche di quella del turismo, vedremo i dati alla fine dell'anno, credo che una battaglia simile per un'esenzione almeno parziale dal patto di stabilità la dovremo fare con forza anche noi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo dico alla Giunta, lo dico alla maggioranza, sappiamo benissimo dove è che si evidenziava la divergenza tra la nostra posizione e la vostra. Noi avremmo voluto un assestamento di bilancio cioè una verifica e una pulizia del bilancio, una verifica dal punto di vista degli indebitamenti più o meno fittizi, una verifica dei punti di vista dei residui che si alimentano attraverso percorsi, procedure ai confini della legittimità dal punto di visto del rispetto delle norme di contabilità pubblica, uno spostamento di risorse da capitoli destinati all'accumulo in funzione di spese da fare e di promesse da soddisfare a capitoli che invece risolvessero problemi di natura urgente, della nostra società e di coloro che hanno maggior bisogno, dei nostri disoccupati, del sistema economico che investisse qualcosa nei confronti di una fascia di età che è quella che va dai venti ai quarant'anni e che noi stiamo escludendo dalla partecipazione attiva alla vita della nostra comunità. Questo era l'obiettivo nostro, e contrastava con il vostro.
Ciò detto abbiamo assunto l'impegno comunque di andare ad affrontare il problema con le posizioni diverse che abbiamo. E che in questo percorso sono venute fuori in modo più esplicito tutti i problemi che ci trasciniamo più alcune novità assolutamente negative, proposte dal Governo nazionale, dalla parte più nord centrica di questo Paese che rapina il mezzogiorno e sposta risorse a chi è più ricco. Da i Superciuck della politica nazionale che rubano ai poveri e danno ai ricchi. Rispetto a questa vicenda vogliamo difenderci o vogliamo rimanere passivi, questa è la domanda, per questo noi votiamo contro questa manovra, per queste ragioni. Stiamo cercando anche un dialogo di realizzare condizioni per un contributo che invece vediamo viene rigettato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Grazie Presidente per annunciare il voto contrario al passaggio agli articoli. C'è stata una discussione lunga e interessante, si sono aperti anche degli spiragli di dialogo tra ieri e oggi su quella che è per noi, l'abbiamo già detto anche ieri, la priorità in questo momento, riprendere con forza la vertenza perché lo Stato ci riconosca quanto stabilito attraverso la riscrittura del nuovo articolo 8.
Dalla maggioranza alcuni ragionamenti assolutamente condivisibili altri molto meno, sorprendenti le dichiarazioni dell'onorevole Diana che ci preoccupano, che mettono in evidenza anche alcune nostre preoccupazioni che ci sia effettivamente nei banchi del centrodestra qualcuno che ancora in maniera assolutamente acquiescente fa sponda a quelli che sono gli intendimenti del Governo nazionale.
L'unità a cui ci richiamava l'assessore La Spisa è un'unità che può essere in qualche modo condivisibile se dettata dalla forza e dagli intendimenti già dimostrati nella scorsa legislatura, però si rivolga anche ai banchi della maggioranza perché la voce discorde in questo senso ci è sembrata così dell'onorevole Diana ci fa davvero preoccupare se poi lui abbia sottolineato che le sue dichiarazioni erano dichiarazioni a titolo personale; ma insomma quando parla un Capogruppo del Gruppo più importante in Consiglio regionale è difficile insomma non preoccuparsi di quelle dichiarazioni.
Per il resto il silenzio rispetto alla possibilità di dialogo sulle nostre proposte è assolutamente totale un ascolto pari a zero, noi come diceva anche l'onorevole Uras abbiamo cercato di portare in questi banchi, in Commissione e anche qui in Consiglio alcune esigenze, alcune priorità, preoccupazioni la necessita di modificarlo seppur per quello che si può modificare questo provvedimento in funzione dei bisogni della Sardegna, niente assolutamente nessuna possibilità di ascolto e di far passare le nostre istanze e per tanto evidentemente questo provvedimento rimarrà tristemente nelle condizioni in cui l'avete presentato all'Aula.
Per questo il mio voto sarà contrario e confidiamo che nel prosieguo dei lavori quegli emendamenti che abbiamo presentato cambi questo atteggiamento di totale chiusura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Grazie signor Presidente. Il Gruppo dell'Italia dei valori voterà contro il passaggio agli articoli anche perché riteniamo che questa manovra come è stato illustrato nel dibattito è una manovra da pannicello caldo rispetto ai problemi che sono fortunatamente emersi anche, dobbiamo dirlo, per merito dell'opposizione in Consiglio regionale ai problemi veri della Sardegna e del suo stato finanziario.
Ieri è stato detto che dobbiamo essere noi i capi dei sardi, io su questa affermazione sono assolutamente d'accordo, però come si può essere capi dei sardi se non si reagisce con la dovuta forza quando gli interessi dei sardi, che noi rappresentiamo vengono lesi così drammaticamente. E parlo della vertenza delle entrate, anch'io considero questo elemento un elemento fondamentale al pari di tantissime altre sottovalutazioni sui diritti della Sardegna che vengono e sono venuti dal Governo nazionale. Io vorrei esprimere un tentativo di collaborazione con l'assessore La Spisa, con i colleghi della maggioranza sulla necessità, partendo da questa discussione, di tentare di modificare la filosofia della Regione così come l'abbiamo ereditata, cioè la Regione di un ente sportello che si preoccupa solo della spesa, o della spesa apparente, neanche della spesa vera, della spesa apparente e certificata dai numeri di un bilancio che poi non potrà essere realizzato e attivato, e preoccuparci invece di più delle entrate della Sardegna. Chiedevo prima, mi scuso con il Presidente perché mi hai chiamato per la dichiarazione, ma parlavo con i funzionari dell'Assessorato perché ho chiesto un dato, ho detto: Ma, noi siamo in grado di sapere, per esempio, quanto viene stimata, di fronte alla voragine dell'evasione fiscale italiana, quanto viene stimata l'evasione fiscale in Sardegna?. Ecco, questo mi sembra un elemento d'apporto. Così come non è assolutamente da dimenticare, pur difendendo strenuamente, con le unghie e con i denti la modifica dell'articolo 8 che noi abbiamo conquistato insieme a voi, per la verità, ma su nostra iniziativa, nella precedente legislatura, non bisogna dimenticare questo libretto. Io, Mario Diana, che non vedo qua, oggi, al di là della strumentalità…
PRESIDENTE. Informo l'Aula che l'onorevole Sisinnio Piras è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Grazie, Presidente. Mi era sembrato, ieri, di aver percepito in quest'Aula un clima diverso, un cambiamento di clima, di dialogo, di apertura, di confronto che oggi viene contraddetto dalle sue parole, Assessore, che davvero non capisco. Mi chiedo che cosa c'entra la discussione di questo disegno di legge, su cui noi non siamo d'accordo, con i grandi temi a cui abbiamo dato la disponibilità a dialogare, con lei, con la sua Giunta e con la maggioranza; che cosa c'entra! Lei non può dirci oggi: "Finalmente è diventato il tema di tutti il tema delle entrate". Guardi, il tema delle entrate è entrato in quest'Aula ieri, in discussione, perché noi abbiamo posto una pregiudiziale, altrimenti non ne avremmo discusso. Noi ci saremmo aspettati da voi mettere quest'Aula in condizioni di discutere, e voi non l'avete fatto, e noi ve l'abbiamo chiesto più volte. Ma non si può dire: "Se voi volete fare una battaglia…", volete farla da soli la battaglia? Fatevela da soli! Noi diamo la disponibilità a fare la battaglia con voi per rafforzare una posizione nell''interesse dei sardi; non volete che l'opposizione se ne occupi? Ma stiamo fermi! Andate avanti! Se ve la sentite di assumervi la responsabilità da soli, fatelo, non è nostro l'interesse, è tutto vostro l'interesse, casomai è l'interesse dei sardi. Io voterò contro, sempre più convintamente, questo disegno di legge che voi ci state chiedendo di condividere con voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Grazie, Presidente. Beh, la verità l'ha detta tutta l'onorevole Sabatini; siamo estremamente contenti e soddisfatti, perché ha messo il dito, ha detto esattamente quello che sta accadendo, è vero, l'onorevole Sabatini dice: "Noi dobbiamo parlare di questo disegno di legge", ma non abbiamo scatenato noi il problema su un problema altrettanto importante, ma molto più importante. Allora io non voglio allarmare nessuno, onorevole Soru, onorevole Barracciu, io ho dato semplicemente la mia visione, che può anche essere sbagliata, ma siccome io sono un parlamentare eletto in questo Consiglio regionale, ho diritto di parlare quanto avete diritto di parlare voi, e posso dire come la penso, e continuo pensare che una strategia diversa in altri tempi ci avrebbe portato probabilmente a risultati migliori; non può essere detto questo? Volete essere depositari solo voi della verità? Io rimango di questo parere, la storia ci darà ragione. Relativamente alle cose che ha detto lei, onorevole Soru, glielo mando adesso con uno degli assistenti: "Risposta scritta pubblicata giovedì 20 maggio 2010", non luglio, 20 maggio 2010
SORU (P.D.). Ce n'è un'altra!
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì, ma non fa altro che confermare questo! Che cosa cambia questo, cambia forse qualcosa? Ma non è cambiato niente! In ogni caso io non l'ho mai interrotta, quindi non dovrebbe interrompere neanche me. Questa è del 20 maggio, quindi non è una cosa che è nata oggi, e non è nata neanche a luglio, è nata a maggio. Mi meraviglia che solo voi, oggi, abbiate potuto sollevare un problema che era già a conoscenza della Giunta regionale nostra; questo abbiamo voluto dire, punto e basta.
BRUNO (P.D.). Ancora peggio!
DIANA MARIO (P.d.L.). No, non è ancora peggio, perché gli atti sono stati compiuti, e si sta facendo tutto quel lavoro che è necessario. Se voi non volete partecipare a questo confronto, così come avete detto, è una responsabilità che in toto vi assumete voi, ma certamente non noi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Grazie, Presidente, Assessore, colleghi. Per annunciare il voto contrario. Io ho ascoltato… ma, i tagli di 8,5 miliardi, 4 miliardi per i comuni di tagli, 800 milioni per le province… il dibattito di oggi, anche per le divergenze tra l'onorevole Diana e l'assessore La Spisa ci preoccupa, perché in ogni caso, pur nelle divergenze c'è una sottovalutazione del problema. Avete anche voi deputati, senatori presenti nelle commissioni che stanno analizzando argomenti che potrebbero avere una ricaduta grave per le sorti future della Sardegna in quanto ci vengono sottratte risorse e in quanto vengono annunciate ulteriori sottrazioni di risorse. Non pare a noi che ci sia un idea precisa, Assessore, di quello che sta accadendo, mi pare che ci sia una sottovalutazione del problema, mi pare che voi non abbiate piena conoscenza di quel che accade in altre Aule e delle ricadute che avranno quelle decisioni nella nostra terra. Protesta in piena estate, con 40 gradi all'ombra, l'intera Sardegna, Assessore; precari della scuola, lavoratori dei Call center, di Vol2, dove le promesse poi rischiano di vedere questi poveri lavoratori, questi giovani, padri, madri di famiglia senza un lavoro, protesta l'intera Sardegna, protesta oggi, anche negli incontri che abbiamo ottenuto di recente, in modo identico rispetto alla nostra richiesta nei vostri confronti, cioè vi dice: "Fate qualche cosa nei confronti dello Stato, perché non vengano sottratte risorse che sono garanzia per il futuro di noi tutti e dell'intera Isola", questo vi stanno dicendo, questo vi stiamo dicendo. Oggi, Assessore, colleghi della maggioranza, vi è stato detto più volte e ripetuto, ma pare che non vogliate fare nulla in questa direzione, che è il momento oggi di intervenire, perché domani la colpa non sarà più da noi e dalla Sardegna attribuita a Tremonti e alla Lega, ma sarà attribuita a voi per una sottovalutazione del problema e per non aver preso il toro per le corna e per non aver preso una posizione forte nei confronti del Paese; sarà vostra la colpa un domani per aver sottovalutato quello che sta avvenendo non a maggio, onorevole Diana, giorno dopo giorno sta avvenendo, giorno dopo giorno sottraggono risorse, ogni ora e minuti vengono fuori cose che possono preoccupare e che dovrebbero preoccupare tutti noi e possono pregiudicare l'intera Isola e il futuro della Sardegna, ora dopo ora, minuti e secondi dopo minuti e secondi ci sono novità su questi temi, a questo vi stiamo richiamando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Grazie, Presidente, Assessore, colleghe e colleghi. Sì, per dichiarare il voto contrario al passaggio agli articoli, non fosse altro per le cose dette e ripetute, e perché anche a mio avviso mi sembra che il tema che abbiamo posto all'attenzione dell'Aula sia visto come disturbo più che come elemento di riflessione. La storia della Sardegna è una storia di popolo soggiogato, sempre e comunque, e quindi qui si sta chiedendo di avere appunto uno scatto d'orgoglio, le risorse sono fondamentali per la Regione Sardegna. Io non credo che un popolo di 1.600.000 abitanti, con l'estensione dell'Isola, sia in grado e sia autosufficiente. A mio avviso è un elemento fondamentale e anche una pietra miliare per poter affrontare poi il federalismo fiscale, cioè quanto costano i servizi in Sardegna per 1 milione e 600 mila abitanti? Un quartiere di Milano lo fa in uno stretto ambito di territorio un milione e mezzo di abitanti, dove i servizi costano nulla rispetto a quanto costano in Sardegna. Allora, perché non porsi con attenzione e con serietà questo problema? Noi continuiamo a vivere la storia della Sardegna come storia di persone che saranno sempre sudditi, persone che non hanno la forza di rivendicare quei diritti che necessitano a un popolo. Peraltro facciamo parte della stessa Italia, però paghiamo i trasporti più di quanto si paga da un capo all'altro dell'Italia. Noi per fare 300 chilometri dobbiamo fare anche il mare se vogliamo andare in continente, ma il costo di quei 300 chilometri non è lo stesso che pagano gli italiani. Allora se noi siamo italiani rivendichiamo gli stessi identici costi. Questo mi sembra il minimo. Allora parliamo di condividere alcuni aspetti che sono fondamentali nella vita pubblica dei cittadini. Quindi questo orgoglio di sardi e non per essere sardi nel senso di... ma perché apparteniamo a una nazione e abbiamo gli stessi diritti e dobbiamo pagare le stesse condizioni di una nazione, pena la nostra insularità peserà e peserà come un macigno se non riusciamo davvero ad avere questi elementi di diritto che ci spettano e quindi non riusciamo a porre quella pietra miliare che, ripeto, ci costerà cara quando affronteremo il federalismo fiscale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, io voterò a favore del passaggio all'esame degli articoli perché capisco che le due questioni di cui stiamo trattando sono separate da un punto di vista amministrativo, ma sono connesse e unite da un punto di vista politico. L'altra volta la maggioranza di oggi, era minoranza allora, criticò l'accordo raggiunto dall'onorevole Soru, sostenne la tesi che era un accordo a perdere e io ero uno di quelli, anche se ovviamente quando si va a trattare, trattandosi di un patto, non si rinuncia a quello che gli viene offerto, ma dicevamo che era insufficiente anche lo strumento, lo strumento della legge finanziaria perché sappiamo benissimo che quando gli impegni si assumono attraverso una legge finanziaria dello Stato questi impegni solitamente non vengono mantenuti come non sono stati mantenuti per tante altre questioni, vedi la continuità territoriale che poi è andata a farsi benedire e ce la siamo dovuta accollare.
Quindi è chiaro che noi dobbiamo aprire, Assessore, una grande vertenza nei confronti dello Stato, una grande vertenza non con gli strumenti attuali, non con la Conferenza Stato-Regione, non con le carte bollate. Dobbiamo aprire una grande vertenza ripartendo dall'intesa istituzionale di programma, che io da Presidente avevo preso e allargato anche con l'APQ sulle acque, passata nel CIPE, quindi un accordo solenne assunto dal Governo nazionale e su questo dobbiamo fare una grande battaglia unitaria del popolo sardo. Io non credo che queste cose possano essere in qualche modo motivo di divisione tra le forze politiche, quindi le dobbiamo per forza unire! Dobbiamo cercare di capire che questo si tratta di un assestamento spiegato dall'Assessore. Quello che pone la minoranza si tratta di un grande discorso di carattere politico che noi dobbiamo affrontare e dobbiamo trovare le soluzioni unitarie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, io intervengo per dichiarare il mio voto contrario sul passaggio agli articoli. In realtà la fretta con la quale questo Governo regionale cerca di approvare questo disegno di legge racconta proprio di un Governo regionale sordo, intenzionato a non ascoltare nessuna delle voci che provengono dalla minoranza, nonostante la partita che si sta giocando è una partita rilevante, è una di quelle storiche per la nostra isola e per la nostra terra. Non si tratta di una discussione di piccolo conto, non stiamo discutendo di piccole questioni. Io concordo con l'onorevole Floris che dice che qua stiamo discutendo una manovra finanziaria, un assestamento e che la partita invece è un'altra, ma i tempi impongono a noi tutti di fare in fretta. Non possiamo trascurare il fatto che le cose devono essere fatte con assoluta celerità perché il tempo si perde, le manovre si stanno facendo, ci sono le regioni dell'Italia che conquistano diritti e la Sardegna, invece, i diritti conquistati li sta pian piano perdendo. Oltretutto un sistema bloccato come quello che la regione Sardegna sta attraversando in questo momento, di grande crisi sui vari settori, impone una riflessione anche sulle cose che diceva l'onorevole Cuccureddu e su cui concordo, il fatto che il patto di stabilità potrebbe essere anche questo uno strumento da aggredire e da strappare con le condizioni migliori rispetto a quello che noi abbiamo, perché a parte la Regione Sardegna questo ricade sui 60 comuni della Regione Sardegna che devono rispettare il patto di stabilità, comuni che sono strangolati da questi vincoli restrittivi in una situazione economica davvero tragica. Perché la Regione sarda, credo che voi lo sappiate benissimo, trasferisce a tutti i comuni nessuna risorsa, mandandolo anche per iscritto: "Non siamo in grado di trasferire nulla perché non abbiamo nulla da trasferire perché dobbiamo rispettare il patto di stabilità". Quindi questa è una delle cose da rivendicare nei confronti del Governo. Non è possibile che Roma, capitale d'Italia - lo diceva lui prima e concordo su questo - abbia a disposizione la possibilità di essere esentata dal rispetto del patto di stabilità e noi non ci mettiamo nulla per fare in modo che questo avvenga anche per la Regione sarda. Per cui temi importanti, decisivi, che vanno al di là di questa manovra di 400 milioni di euro, che deve contenere tutte queste riflessioni che si stanno facendo e naturalmente bisogna farlo molto in fretta. Per questa ragione ovviamente il mio voto è contrario sul passaggio agli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Colleghi, io voterò contro il passaggio agli articoli ma la mia dichiarazione di voto non vuole essere una dichiarazione di voto strumentale a una parte. Mi sembra che quello che si sta verificando tra di noi sia un dialogo tra sordi e questo sinceramente mi dispiace, non tanto per l'esito di questo provvedimento che per vostra stessa parola è un provvedimento piccolo piccolo, ma perché mi sembra che questo dialogo tra sordi rischi di indebolire la nostra posizione nei confronti dello Stato e allora io sono abituato quando si dialoga tra sordi o a urlare più forte, ma non sempre funziona, o a dire le cose in modo diverso e io lo provo a ridire, lo dico all'Assessore e lo dico al Presidente della Commissione. Voi ci chiedete di dimostrare che siamo pronti a sostenere la grande battaglia. Noi vi abbiamo posto due questioni. La prima: riteniamo sbagliato oggi fare delle variazioni di bilancio. E' inutile, lo possiamo fare in sede di approvazione del consuntivo, non sappiamo esattamente queste variazioni che entità devono avere, la nostra posizione è che ci indebolisce. La seconda: vi abbiamo chiesto di alzare il tiro di una risposta nei confronti del Governo. Perché? Perché ci siamo resi conto che nel passato, come ha anche chiesto l'onorevole Floris, siamo stati deboli, flebili o comunque non abbiamo ottenuto risultati, non c'è stata una grande mobilitazione. A queste due questioni non ci avete risposto o ci avete detto di no.
Assessore La Spisa, è grave sapere oggi, io non lo sapevo e me ne dispiace, non ce l'avete comunicato in Commissione, che il 20 maggio vi è arrivata una risposta a un'interrogazione che anticipava le dichiarazioni di Vegas. Ma allora mi chiedo...
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' su Internet, è un atto pubblico della Camera!
PORCU (P.D.). Il 20 maggio mi sembra vi sia arrivata un'ulteriore conferma...
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. No, è un atto che puoi trovare sul sito, non è un dato che abbiamo comunicato noi.
PRESIDENTE. Assessore, per cortesia.
PORCU (P.D.). Io sinceramente...
(Interruzione)
Io faccio un ragionamento per quello che ho capito e mi faccia recuperare il tempo, ma ero interessato a quello che diceva l'Assessore.
SORU (P.D.). Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori quando è possibile perché vorrei chiedere se è giusto il comportamento dell'Assessore.
PRESIDENTE. Facciamo concludere l'intervento, presidente Soru.
SORU (P.D.). La ringrazio.
PORCU (P.D.). Io chiedo solo di recuperare qualche secondo perché sono breve e per me l'Assessore mi può anche interrompere se mi dice cose utili per riprendere il dialogo.
(Brusio in aula)
Scusate. Allora, se il 20 maggio noi abbiamo avuto conferma di una posizione del Governo, Assessore, perché questo benedetto conflitto di attribuzione non l'abbiamo già fatto e mandiamo una letterina? E perché il Presidente della Commissione non promuove un incontro con la Camera, con la Commissione bilancio della Camera, dove manifestiamo le nostre preoccupazioni? E perché il Governo non si fa promotore di un'iniziativa che coinvolga i vari livelli di rappresentanza istituzionale...
PRESIDENTE. Grazie onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Aspetti, mi faccia recuperare qualche secondo!
PRESIDENTE. Ha ragione, le faccio recuperare il tempo. Ha ragione, le chiedo scusa.
PORCU (P.D.). Qualche secondo, ma proprio pochi secondi. Allora, mi sembra che questo livello di risposta ci aiuterebbe a fare un passo in avanti, ma in realtà voi su queste cose fate una scena muta e ci costringete a ripetere le stesse cose. Io spero che nel corso della discussione si possa superare questo dialogo tra sordi nell'interesse della nostra Sardegna.
PRESIDENTE. Onorevole Soru, vuole intervenire sull'ordine dei lavori?
SORU (P.D.). Interverrò dopo quando mi darà la parola sul fatto personale.
PRESIDENTE. Benissimo.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, si è sentito parlare di governo amico in quest'Aula e molti colleghi della maggioranza si sono cimentati e hanno tentato di farlo e di spiegare che non esistono governi amici, nella storia della Repubblica non ci sono mai stati governi amici ed è vero. Esistono i governi omologhi, cioè una maggioranza sul livello regionale è la stessa maggioranza sul governo centrale, ma noi diciamo esattamente il contrario, non parliamo di governo amico, di un Governo Berlusconi che è amico della Regione Sardegna, casomai è amico di alcuni interessi che attengono alla Regione Sardegna, noi parliamo di un Governo regionale che è amico del Governo centrale, cioè noi registriamo quasi una sorta di rassegnazione da parte del governatore in primis e della Giunta in secundis. Non registriamo l'autorevolezza che una Giunta regionale dovrebbe mettere in campo nel rivendicare con forza, a muso duro, le questioni così importanti che attengono a un bilancio. A me dispiace dire queste cose, ma si vede, si palpa una Giunta quasi acquiescente, l'abbiamo detto e io lo ripeto tranquillamente, una Giunta acquiescente rispetto agli interessi più alti che sono quelli del Governo regionale, sono quelli di Berlusconi che incassa una cambiale, una cambiale la incassa col silenzio della Giunta, con l'acquiescenza per l'appunto.
Io credo molto, invece, nella necessità di porre in campo l'autorevolezza e di farlo non con i sorrisi e con le pacche sulle spalle, ma con la forza dei ragionamenti. Andare lì sui tavoli importanti e rivendicare con forza le questioni e i diritti di questa Sardegna. In questo anno e mezzo questo non è accaduto, non è accaduto con tutti i passaggi importanti che non ho il tempo qua di richiamare, ma ve l'abbiamo già detto nel dibattito. Assessore, non ce l'ho in particolare con lei, questo sistema elettorale che attribuisce, conferisce al governatore della Regione uno status particolarissimo dovrebbe conferire allo stesso governatore quell'autorevolezza, quel ruolo che questo governatore non sta portando avanti. La Giunta poi è una Giunta che riferisce, praticamente sta nell'orbita del governatore quando il governatore la controlla, ma è lui, è la figura apicale che dovrebbe rivendicare con forza e andare a "fare a testate", mi si perdoni questo passaggio, col Governo centrale. Non si può far finta di niente, non si può lasciare che gli interessi preminenti siano quelli delle regioni del Nord, siano quelli del Governo che deve far quadrare i conti in termini quasi ragionieristici, noi vediamo questa rassegnazione, siamo qua a sollecitarvi maggior determinazione. Voterò contro al passaggio agli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi votiamo convintamente contro il passaggio agli articoli, chiedo anche all'assessore La Spisa di mantenere la calma e un atteggiamento corretto in Aula, capisco che le cose che stiamo dicendo non fanno piacere, credo che prima di tutto non facciano piacere alla Sardegna. Le risposte che voi ci avete dato hanno fatto soltanto peggiorare la situazione. Voi eravate al corrente di quella risposta ad un'interrogazione, mi pare dell'onorevole Cicu, del 20 di maggio, non ne siamo venuti a conoscenza in Commissione, non è stata informata quest'Aula; è vero, esistono i siti, esiste il sito della Regione, stiamo attendendo ancora decreti, delibere che non ci sono, mettete voi anche quelle così possiamo anche in qualche modo essere documentati dai siti. Io credo che abbiate peggiorato la situazione perché dal 20 maggio a oggi non è stata presa nessuna iniziativa, nessuna iniziativa istituzionale se non la letterina forse di qualche giorno fa, nessuna iniziativa istituzionale. Eppure lo stesso onorevole Cicu è il primo firmatario di un ordine del giorno che ha avuto una risposta diversa il 17 dicembre 2009 alla Camera, in cui è stata data conferma dell'immediata applicabilità della modifica statutaria in materia di entrate. Ricordo anche che in Commissione bilancio il presidente della Corte dei conti ha attestato, onorevole Maninchedda, che non servono norme di attuazione e allora occorre una risposta forte, altro che sito Internet, assessore La Spisa! Occorre una risposta forte che non avete in questi mesi, dal 20 maggio, assunto, per niente! Una risposta forte, un incontro con la Commissione bilancio della Camera, un'incontro col Ministro dell'economia, una risposta forte che chiami a raccolta il popolo sardo, altro che atteggiamento di questo tipo: "Guardate il sito Internet della Camera"! Io credo che ci voglia responsabilità, assessore La Spisa, altrimenti ne tragga anche lei le conclusioni!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io mi sono dovuto assentare qualche ora stamane per ragioni personali, ma ieri a me era sembrato nel rapporto e nel confronto in Aula si fosse aperto un barlume di buon senso ed era anche ovvio perché il tema in discussione era un tema ed è un tema di interesse generale; di fronte a temi di interesse generale è auspicabile che ci sia un confronto costruttivo anche se si parte da opinioni diverse. E questo è uno degli interessi più generali e più grandi, parliamo di esigibilità di diritti e, guarda caso, di risorse. Allora, anch'io voterò contro il passaggio all'esame degli articoli, assessore La Spisa, per una ragione semplicissima: noi facciamo questa discussione, anzi, voi ci obbligate a fare questa discussione, quasi fosse una cosa ordinaria. Allora, una discussione ordinaria in una Assemblea regionale come la nostra viene letta da chi è debitore nei nostri confronti come un atto di debolezza. Io questo vorrei sottolinearlo, cioè andare a un assestamento di bilancio in questa condizione di fronte a un quadro relativo alle entrate che non è certo, anzi, direi, mi pare certo, lei stesso Assessore ieri parlava... probabilmente riusciremo, dopo tutti i passaggi propedeutici che avete messo in essere, a metter su un rapporto conflittuale. Mi è sembrato che l'auspicio fosse quello di riuscire a mettere in piedi un rapporto conflittuale. Quindi, quando l'auspicio è quello vuol dire che non c'è nessuna certezza, anzi c'è la certezza che le somme che ci sono dovute, il Governo non intende assolutamente metterle a disposizione. Ecco perché, Assessore, questa discussione non va fatta perché, ripeto, è la dimostrazione evidente di una nostra debolezza da parte di chi ha il diritto e il dovere di rivendicare un credito che voi non volete rivendicare, ma ci vuol dire con chiarezza, Assessore, qual è la certezza che lei, che la sua Giunta ha di vedere esigibili quanto ci è dovuto dall'articolo 8? Perché a questo lei ancora non ci ha risposto! Allora, a cosa serve andare a una discussione sull'articolato quando non c'è questa certezza? Poi capisco che sono due cose straordinarie, onorevole Floris, però attenzione, se noi oggi dimostriamo questa debolezza credo sarà difficile in autunno creare le condizioni perché questa Regione davvero diventi autorevole e capace di mettere in essere una forte mobilitazione politica, istituzionale e sociale perché di questo c'è bisogno. Voi non sarete in grado perché non siete credibili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, Assessore, noi ieri abbiamo dato una disponibilità convinta... mi vorrei rivolgere all'Assessore, Presidente, per cortesia... dicevo, Presidente, Assessore, noi ieri abbiamo dato una disponibilità convinta e a maggior ragione quindi le dichiarazioni di oggi, Assessore, sue, sono sorprendenti. Come si fa a sostenere che se non si condivide questa legge non si possono fare battaglie comuni? Ma forse queste battaglie le facciamo nel nostro interesse, forse le facciamo nel vostro interesse o forse non operiamo o se operiamo in questa direzione non lo facciamo nell'interesse di altri, di quelli che stanno fuori da quest'aula? E allora come si può subordinare questo nostro impegno, questa nostra disponibilità ad una leggina? Come si fa a barattare un valore - perché io ritengo che sia un valore quello dell'unità nelle vertenze - come si fa a barattare questo valore con un puntiglio? A mio avviso siamo di fronte ad un puntiglio, quello di non voler ritirare una leggina perché piccolina che per di più è anche dannosa perché comunque fa danni questa legge. Non sottovalutiamola, perché un danno lo fa, perché comunque noi rinunciamo a priori a 400 milioni di entrate, io penso che questo si possa fare a consuntivo, non abbiamo certezze e comunque non faremo danni se le lasceremo perché comunque sono risorse che non spenderemo perché il patto di stabilità ... a 6 miliardi e tre di spesa, ecco allora perché a priori noi diciamo allo Stato: "Guarda che questi quattrocento milioni comunque non ce li darai e non ce li dovrai dare". Non è bene comunque tenerci il fieno in cascina ed eventualmente se non dovessimo avere la possibilità di incassarle ce lo correggiamo con il consuntivo e subordiniamo questa cosa qua ad un valore molto più ampio nell'interesse del popolo sardo che è quello di una vertenza e di una battaglia e per riconoscere quelle entrate che ci devono essere riconosciute e ci sono riconosciuta dallo Statuto e per fare anche quello che da più parti dai banchi di questa aula viene sollecitato che è quello di finalmente muoverci all'unisono per ricontrattare e contrattare il patto di stabilità. Ecco, io penso che questo qui sia un atteggiamento che non è nell'interesse di nessuno e che forse è meglio mettere da parte l'orgoglio e pensare invece a ragionare nell'interesse dei sardi.
PRESIDENTE. Era l'ultima dichiarazione di voto. Possiamo procedere alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 65
maggioranza 33
favorevoli 41
contrari 24
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Prego il consigliere Soru di dichiarare in cosa consiste il fatto personale.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Quando ho chiesto di poter intervenire per fatto personale mi riferivo al terzo comma dell'articolo, quando dà la disponibilità a chi ha avuto responsabilità nelle Giunte precedenti eventualmente di specificare dei provvedimenti del passato su cui si è parlato e quindi mi riferivo alla scelta tra l'intesa e la riscrittura dell'articolo 8. Poi però c'è stata un'interruzione da parte dell'assessore La Spisa su cui vorrei dire qualcosa, sempre dentro i miei tre minuti mi pare.
Allora, l'intesa istituzionale è stato il quadro di riferimento di un'intera legislatura, onorevole Diana, è stato il quadro di riferimento non solo sul tema delle entrate ma anche sul tema dei domini, delle servitù militari, delle reti del gas e quant'altro era previsto nei mi pare nei 12 punti di quella intesa. Le intese si attuano a seconda del tema di cui trattano con diversi procedimenti, qualche volta spesso si applicano con gli accordi di programma quadro, altre volte si applicano con la riscrittura di una norma di attuazione, è il caso della norma di attuazione sui demani che abbiamo appunto discusso qui e altre volte attraverso dei provvedimenti legislativi appunto la riscrittura dell'articolo in cui di quote di compartecipazione si parla. Non è che le quote di compartecipazione le scrive in un accordo di programma quadro. Quindi siamo esattamente, non c'è differenza, siamo in quel processo lì. Quindi, veramente, quella sua posizione oggi rischia semplicemente di creare confusione. Uso gli ultimi secondi per rivolgermi a lei, assessore La Spisa. Noi abbiamo già avuto problemi qui, assessore La Spisa, mi rivolgo a lei, noi abbiamo già avuto problemi qui come lei sa, piuttosto gravi. Lei ha avuto ancora problemi di rapporti con nostro Capogruppo ieri piuttosto gravi, oggi si è rivolto a me dandomi del tu. Impari a rispettare i consiglieri regionali! Noi rispettiamo lei, lei la prego da oggi in poi impari a rispettare tutti i consiglieri regionali me compreso.
PRESIDENTE. I lavori della mattina si concludono qui. Alle 16 e 30 si riunisce la Commissione bilancio quindi il Consiglio regionale si riunirà alle ore 17 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 59.
Allegati seduta
CXXVI Seduta
Giovedì 29 luglio 2010
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 35.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 29 giugno 2010 (119), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Domenico Gallus, Gabriella Greco, Eugenio Murgioni, Sisinnio Piras, Efisio Planetta, Carlo Sanjust, Matteo Sanna e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 luglio 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Porcu - Sabatini - Barracciu - Bruno - Uras - Salis sulla mancata applicazione del nuovo regime delle entrate regionali, ex articolo 8 dello Statuto speciale riformato, nell'assestamento del bilancio dello Stato 2010". (132)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo sulla ricerca del relitto della nave Komsomolets Kalmykii inabissata nel Golfo di Cagliari negli anni della guerra fredda". (75)
"Mozione Zuncheddu - Diana Mario - Bruno - Milia - Vargiu - Uras - Salis - Cuccureddu sulla soppressione delle circoscrizioni giudiziarie in Sardegna con particolare riferimento a quella della Provincia dell'Ogliastra e del Tribunale di Lanusei". (76)
PRESIDENTE. In attesa che i colleghi continuino ad affluire in aula, i lavori sono sospesi per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 10 e 45.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Commemorazione dei militari italiani caduti a Herat
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Sardegna piange la scomparsa di un altro militare sardo impegnato in una missione in Afganistan.
Con la morte del Primo Maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, di Sassari, ucciso ieri da un ordigno nei pressi di Herat, e del Caporalmaggiore Capo Pierdavide Decillis di 33 anni di Bisceglie, la nostra Isola e l'Italia intera sono costrette a celebrare un'altra giornata di lutto.
Ancora una volta la nostra Isola paga un tributo altissimo in termini di vite umane. L'escalation di violenza non accenna a placarsi e i nostri soldati, impegnati in missioni di pace all'estero, continuano a sacrificarsi per quelle popolazioni che tanto hanno bisogno del nostro aiuto.
Oggi il nostro ricordo e il nostro ringraziamento non può non andare a tutti i giovani che con abnegazione e con spirito di sacrificio prestano la loro professionalità al servizio della pace nel mondo.
Meno di un anno fa, il 18 settembre 2009, in questa stessa aula avevamo commemorato il sacrificio di un altro militare sardo, il Caporalmaggiore della Folgore Matteo Mureddu di Solarussa e di altri 5 giovani caduti a Kabul. Il dolore, dunque, si ripete; è un lutto enorme, un sentimento lacerante che lascia ferite profonde in tutta la società.
Dal 2003 ben quattro volte abbiamo pianto i nostri ragazzi che sono morti in attentati in missioni in altri paesi; quella di ieri è l'ennesima tragedia.
Il Consiglio regionale e il popolo della Sardegna si stringono intorno alla famiglia del Primo Maresciallo Mauro Gigli, alla moglie e ai due figli.
Mauro Gigli, nonostante si fosse trasferito a Villar Perosa, non aveva mai dimenticato la sua terra d'origine con la quale aveva mantenuto legami indissolubili.
Il Parlamento dei sardi oggi lo ricorda con affetto, stima e ammirazione; Mauro Gigli, un esempio di abnegazione, di professionalità e di altruismo.
Il popolo sardo non si dimenticherà di questo fratello scomparso, che ha creduto fino in fondo nei valori di patria e di libertà.
Sospendo i lavori del Consiglio per 5 minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 48,viene ripresa alle ore 10 e 54.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 78/A.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, oggi due notizie. La prima lei l'ha detta, abbiamo fatto la commemorazione, è una brutta notizia che arriva da lontano per il lutto di questo nostro conterraneo che ha perso la vita difendendo la nazione, difendendo l'Italia, facendo il suo dovere e quindi è sicuramente una notizia che ci rattrista. Un'altra notizia che ci rattrista molto - io lo dico perché forse è legata anche alle nostre vicende di cui parliamo con questo collegato - è la notizia che l'Assessorato dei trasporti della Regione Sicilia gestirà probabilmente per sempre i traffici navali della Sardegna per i prossimi anni. Come avete saputo l'Assessore della Regione Sicilia sarà quello che farà da riferimento e deciderà le sorti dei nostri viaggi, delle linee per la Sardegna e da oggi in poi appunto avremo come interlocutore l'Assessore della Regione Sicilia. Non mi sembra una notizia particolarmente positiva. Veramente mi sembra che abbiamo perso un'occasione, verrebbe veramente da gridare allo scandalo per questo e credo che questo ci faccia riflettere sulla nostra forza e sul nostro potere di contrattazione nei confronti dello Stato.
(Brusio in aula)
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Espa. Io vorrei pregare i colleghi di consentire all'onorevole Espa di svolgere il suo intervento senza questo sfondo poco gradevole. Prego.
ESPA (P.D.). La ringrazio, Presidente. Volevo un po' stigmatizzare quello che è stato detto, adesso il centrosinistra ha fatto una conferenza stampa. I colleghi della Commissione bilancio ci hanno ricordato come il sottosegretario Vegas ci ha detto che non riconosce l'onere di 2 miliardi e mezzo di euro dei nostri soldi - mi piace sottolinearlo - mentre nel frattempo ci scarica completamente le nostre, e io lo voglio sottolineare, le nostre risorse. Ecco, su questa questione il collega Porcu ha detto all'inizio di questo dibattito: "Dobbiamo andare a Roma, dobbiamo essere tutti lì". Forse è stata considerata una battuta. Io non credo che questa sia una battuta, anzi credo che sia un'emergenza importante, credo che noi dobbiamo permetterci di pensare che queste risorse che il sottosegretario Vegas - veramente mi sembra di pensare alle battaglie spaziali che vedevamo da bambini nei cartoni animati, io non so se lui veramente è il cattivo che vuole andare contro Goldrake, veramente mi viene da pensare questo -, cioè la questione è che questa eliminazione dei nostri 2 miliardi e mezzo di euro, questo tentativo avrebbe bisogno di una ribellione subito. Io purtroppo non posso che parlare di ribellione e non posso dire che basta l'iniziativa, diciamo così, mettere in campo una diffida, che sicuramente va fatta, ma non basta! Io credo che il nostro dovere, anche dei consiglieri regionali, è di essere subito in campo per protestare davanti a queste affermazioni, subito andare a Roma per dire che questa cosa è uno scippo che ci riguarda tutti. Io lo dico perché come sapete io sono molto spesso monotematico, faccio interventi molto legati alla dimensione della sanità e del sociale e non mi dispiace ripetermi su questi argomenti, dire che cosa c'entra l'economia, che cosa c'entra il nostro reddito, che cosa c'entrano le nostre risorse rispetto al benessere dei sardi e non parlo solo della mancanza di stipendi che ci sarà, dell'emergenza che può esserci in questo momento per tutte le persone che sono in situazioni di difficoltà, non solo nel lavoro, non solo nei vari settori dell'economia, non solo gli enti locali che avranno minori entrate, ma lo dico proprio per le persone per le quali noi ci siamo permessi forse dei lussi; vengono considerati dei lussi, io non credo siano dei lussi, ma sia riconoscere diritti di cittadinanza a persone in situazioni veramente difficili.
Qualche giorno fa siamo stati a una manifestazione che riguardava una categoria particolare di persone estremamente in difficoltà e sono appunto persone malate di SLA. C'era l'Assessore della sanità, l'onorevole Liori, alcuni di noi consiglieri sono stati invitati a entrare all'incontro con l'Assessore e con i malati di SLA, è stato un incontro particolarmente intenso e ci siamo bloccati su che cosa? Ci siamo bloccati sul fatto che l'Assessore diceva: "Sì, il progetto è giusto ma non abbiamo le risorse. Sì, il progetto può essere compatibile ma dobbiamo ragionare per capire quali sono i calcoli". Qualcuno di noi ha detto: "Ma noi come facciamo a non soccorrere un ferito in mezzo alla strada? Come facciamo a preoccuparci del fatto che quella persona è in una situazione critica e noi non possiamo preoccuparci del fatto che se lo soccorriamo sporchiamo la macchina... noi lo facciamo!". Noi soccorriamo le persone che sono in situazione estrema come, lo sappiamo tutti, le persone in certe condizioni, la SLA è uno degli esempi più clamorosi. Tra l'altro è una battaglia civile che loro fanno senza chiedere altro che un diritto alla vita, non chiedendo altre questioni. Io ricordo che abbiamo fatto un grandissimo dibattito sui temi dell'eutanasia a livello nazionale. Ecco, queste persone non chiedono di essere fatte fuori, chiedono di poter vivere 24 ore su 24 assistite in maniera dignitosa, poter fare il resto della loro vita in maniera dignitosa. E cosa si è detto? Si è detto: "Non sappiamo come fare per le risorse".
(Brusio in aula)
Su questa questione, io lo ripeto e chiedo al Presidente se magari possiamo un attimo...
PRESIDENTE. No, no, scusi onorevole Espa.
ESPA (P.D.). Dicevo, su questa questione la risposta è stata, davanti anche alla nostra affermazione di dire le persone vanno soccorse subito, dice: "Va beh, ma questa è demagogia". Lo dico non per polemica, lo dico perché è successo così. Allora, qual è la demagogia? Come si evita la demagogia? Si evita con il fatto che noi dobbiamo avere le nostre risorse perché poi le persone che sono in situazione di difficoltà non avranno il loro diritto alla vita, perché se lo Stato ci dice: "Vi riconosco le competenze, quindi vi dovete far carico degli oneri"- come ha detto, appunto, il nostro Vegas - "vi riconosco gli oneri e le competenze, ma nel frattempo non vi do quello che è vostro", noi stiamo mettendo in crisi anche queste persone. Non ci possiamo permettere il lusso, e lo dico con ironia, di dare l'assistenza di qualità a persone che chiedono di vivere. Lo dico perché sono cose direttamente interessate. Non è che aumentiamo la spesa sociale. Noi con le nostre risorse che sono nostre possiamo permetterci cose che magari altre regioni non si permettono, ma noi lo facciamo per i diritti delle persone in questa situazione. Questo lo dico perché dobbiamo essere coscienti che questo allarme che noi stiamo mettendo in campo, perché il nostro timore è che questi soldi non arriveranno mai e che voi state cercando con questa manovra di dare un rimedio a questa situazione sapendo che poi le risorse il Governo non ce le darà, e per questo noi invitiamo tutti quanti, voi e noi, ad essere presenti e a protestare con vigore rispetto a questa situazione, io dico solamente quali sono gli oneri aggiuntivi di questa disgraziata manovra nazionale che si chiama D.L. 78, come la nostra. Già questa è una coincidenza incredibile: il D.L. 78 in Parlamento, la manovra dei tagli del Governo, è uguale alla manovra dei tagli della Regione Sardegna, D.L. 78 uno e D.L. 78 l'altro.
L'altro giorno c'è stata, ricordo, l'iniziativa di tutti noi consiglieri con il primo firmatario l'onorevole Capelli che protestava per un clamoroso atto di macelleria sociale, andare a colpire le persone malate di AIDS, che oggi sarà ratificato nonostante la nostra protesta unitaria. Io voglio ricordare come l'assessore Rambaudi, che è il coordinatore di tutti gli assessorati del welfare a livello nazionale, ci ricorda come stanno crollando le assegnazioni alle regioni, compresa la Sardegna in questo caso, sulle politiche sociali dimezzate rispetto al 2004 e quanto questi stanziamenti l'anno prossimo crolleranno ancora di più, quindi arriveremo ad avere risorse che il Governo nazionale manderà, sempre appunto dimezzandole, intorno ai 700 milioni di euro per tutte le regioni italiane. Allora, mi metto a pensare che cosa vuol dire poi il non rifinanziamento del fondo sociale o i tagli ai comuni di cui abbiamo saputo. Cosa vuol dire che avremo mense e dormitori per i senza fissa dimora che verranno chiusi? Avremo attività e prevenzione di contrasto alle tossicodipendenze che cesseranno? Accoglienza per minori stranieri non accompagnati, parlo dei casi ovviamente che tutti diciamo: "Ci mancherebbe altro", che non potremo più fare oppure i processi legati alla riforma carceraria, gli sportelli degli immigrati, i servizi sociali che sono a carico degli enti locali che subiranno i tagli? Allora, questo, come dire, è una sommatoria rispetto ai tagli che ci saranno per noi, questo è l'allarme che noi sentiamo di dire forte. Ecco, io dico con molta semplicità, in più mi dispiace pensare a tutto il discorso clamoroso che riguarda il mondo della scuola, quindi i tagli che ancora una volta il Governo nazionale ci dispensa in maniera assolutamente incredibile e noi, lo dico perché qui c'è stato un dibattito molto approfondito, condiviso anche dalla maggioranza, noi l'accordo che siamo riusciti a chiudere, abbiamo chiuso un accordo Baire-Gelmini dove abbiamo messo noi 20 milioni e la Gelmini nulla! E qui c'è stata una mozione, sulla quale noi ci siamo astenuti, ma della vostra maggioranza, che voi avete detto: "L'accordo va rimodulato". Con noi non potete fare questo gioco Stato nazionale, non potete dire: "Noi mettiamo i soldi e poi firmiamo l'accordo", l'avete detto voi e che cos'è successo? Nulla! L'accordo è rimasto lo stesso, non c'è stata nessuna modifica e tutto è fermo. Questo davanti al vostro ordine del giorno, io lo voglio ricordare che quest'anno la mattanza sociale del Governo nazionale ci colpirà ancora anche su questo e questi servizi chi avrà tra di noi la faccia di dire: "Noi non li faremo, non daremo una mano agli insegnanti" parlando di diritti oppure alle categorie di cui ricordo i minori, i tossico dipendenti? Saranno tutti a carico nostro, la gente si ribellerà contro di noi, o verrà qui a chiedere il conto, non andrà solo a Roma perché quello è un passaggio difficile, sarà da noi che verrà a dire: "Vogliamo le risorse, vogliamo i soldi". Questo ce lo dobbiamo dire in maniera estremamente chiara.
Ecco, io credo che da questo punto di vista veramente stiamo sfiorando, lo dico con una parola grossa, il limite di toccare i diritti umani delle persone perché questi tagli, questa situazione che ci crea una difficoltà così importante la dovremo pagare noi. La cosa che a me piace ricordare ogni tanto è il discorso legato a tutta la battaglia incredibile che il Governo nazionale ha fatto contro le persone con disabilità. Se vi ricordate è uscita fuori questa storia dei falsi invalidi e c'è stato un clamoroso eco da parte di Tremonti che in maniera, io lo devo dire, abbastanza razzista ha detto: "Questo è un Paese che ha 2 milioni e 700 mila invalidi; 2 milioni e 700 mila invalidi pone la questione se un Paese così può essere ancora competitivo". Purtroppo devo dire che affermazioni simili nel 1930 le aveva fatte un ministro tedesco. Oggi abbiamo un ministro tedesco dell'economia in Germania che è una persona con disabilità e non credo che Tremonti sia in grado di andare al suo tavolo e dire: "Non ci possiamo permettere gli invalidi perché gli invalidi non sono una risorsa, non possono essere una risorsa per il nostro Paese". Lo dico per la mentalità strisciante che colpisce i ragionamenti che vengono fatti a livello nazionale, lo dico qui, ne approfitto per dire... mi piace ricordare che in realtà la spesa per le pensioni, per l'assistenza degli invalidi civili è di 16 miliardi di euro a livello nazionale, facciamo una chiarezza per smitizzare queste stupidaggini che sono state dette a livello governativo, ed è l'1 per cento del PIL. Io vi voglio dire: sapete quanto si spende per l'invalidità in Svezia? Il 4,5 per cento, noi l'1 per cento! In Danimarca quanto si spende? Il 4,2 per cento. In Olanda il 2,3 per cento. Nel Regno Unito il 2,2 per cento. In Portogallo il 2,4 per cento. In Polonia l'1,7 per cento. La Slovenia l'1,9 per cento. L'Ungheria il 2,1 per cento. La Francia l'1,8 per cento. La Germania l'1,7 per cento. Il Belgio il 2 per cento. Allora, queste chiacchiere che servono a puntare... siamo tutti contro i falsi, bisogna fare le indagini, siamo d'accordo, però dire una cosa del genere, dire "ci possiamo permettere il lusso", così viene detto, "di dare un diritto di cittadinanza alle persone in situazione difficile"? Abbiamo visto che fine hanno fatto le persone con AIDS, tagliate le loro indennità. Oggi si chiuderà questa partita sul quale tutti noi abbiamo protestato, gli Assessori alle politiche sociali stanno dicendo le cose che stanno dicendo ma, come dire, si aumenta lo stigma nei confronti delle persone in situazioni di difficoltà, fossero stranieri, fossero persone con disabilità, persone malate, perché alla fine dobbiamo giustificare anche moralmente perché stiamo facendo i tagli o almeno cerchiamo di far credere anche alle classi dirigenti regionali, anche ai Consigli regionali che sono battaglie giuste, mentre non è così, mentre è il fallimento della politica! Per questo continuo a pensare che bisognerebbe veramente mettere in campo una protesta per farci dire adesso politicamente, per farci dire dal Governo che cosa vuol dire che ci vogliono dare le competenze e non ci vogliono dare i nostri soldi, i nostri soldi, non i soldi che provengono da altre situazioni. Questa credo sia una battaglia che noi dobbiamo fare, io per esempio, lo dico in maniera molto semplice, noi abbiamo anche presentato degli emendamenti, è un fatto collaterale, però per me abbiamo visto una manovra che è stata presentata all'inizio, prima degli emendamenti, dei tagli che avete fatto, che noi riteniamo assolutamente inutili, per esempio, la soppressione dell'articolo 4 che avete voluto in Commissione. Dice: "Vabbè, non abbiamo i soldi, ci sono minori entrate". Ma, io voglio capire, davanti a questo quadro che meriterebbe una ribellione nostra e una presenza a Roma, io voglio sapere perché noi dobbiamo rinunciare - parlo delle cose che avete proposto voi, non le abbiamo proposte noi, perché la finanziaria, il documento iniziale era il vostro - perché dobbiamo rinunciare a dare l'esenzione alle comunità socioeducative integrate per minori, case famiglia e comunità di pronta accoglienza e comunità di sostegno, dobbiamo garantire il reddito zero per quanto riguarda la spesa sanitaria, ciò considerarli di fascia C? Perché dobbiamo tagliare questi 400 mila euro, mi chiedo? Oppure perché noi dobbiamo sopprimere l'idea giusta che c'era prima di togliere 600 mila euro per aiutare il servizio di volontariato civile? Voi sapete che esiste un finanziamento nazionale che non basta e la Regione aveva deciso di dare una mano d'aiuto ai sardi che fanno servizio civile, ma è stato tagliato dalla vostra manovra! Ma perché dobbiamo tagliare? Perché il Governo ci mette alla frusta? Perché non siamo in grado di capire che questi sono servizi, non sono lussi, sono cose che per noi sono indispensabili? La qualità della vita delle persone e il miglior sostentamento della vita delle persone riguarda i processi economici, non riguarda il buon cuore, non riguarda la carità, riguarda veramente i processi di qualità della vita della persona che mettono in moto meccanismi. Le persone rimangono risorsa. Ma perché dobbiamo tagliare, mi chiedo, anche, 1 milione di euro per l'assistenza penitenziaria? Mettiamo 1 milione di euro e lo tagliamo! Siamo una nazione civile, siamo una regione, lasciatemi dire, perché la nazione è civile, ma il Governo ogni tanto è proprio incivile? Allora, questo milione di euro per la sanità penitenziaria l'abbiamo tagliato, io dico, perché? Perché il Governo ci sta mettendo le mani al collo? Penso che prima di farmi soffocare mi ribellerò! Ma poi, perché dobbiamo tagliare una modifica che era stata inserita, molto semplice, che parlava di riconoscimento del ruolo di educatore nei percorsi di inclusione per quanto riguarda... riconoscerlo a tanti lavoratori che hanno lavorato nei servizi socioassistenziali in questo periodo di cui c'era dopo una trattativa che avevate fatto anche con i sindacati, abbiamo tagliato all'articolo 4 anche questa norma. Io voglio sapere, meno male che, come dire, con un colpo di intelligenza che tutti quanti... noi abbiamo protestato, voi avete deciso di ritirare il taglio che c'era stato sulla legge numero 162 su cui dovremo aprire un grandissimo dibattito rispetto al fatto che questa situazione è una situazione estremamente virtuosa, il famoso lusso che noi ci possiamo permettere, che ci vogliamo permettere, come ci dovremmo permettere il lusso, che non è un lusso, ovviamente, lo dico ironicamente, nel riconoscere i diritti per le sue persone in situazioni estreme. Non è possibile, quindi io ritorno e concludo qui, pensare che noi siamo qui come tanti colleghi dicono facendo ginnastica, come dire un po' di teatro della politica mentre a Roma si decide di metterci le mani al collo. Io sinceramente penso che noi dobbiamo fare una riflessione unitaria, abbiamo sentito dei percorsi che sono stati fatti, come le diffide, ma io credo che noi poi ne risponderemo politicamente perché questi tagli ci colpiranno con annessi e connessi su tutti i settori e le persone, i sardi, non capiranno, verranno qui a dire: "Che cosa state facendo, i soldi li vogliamo dalla regione"!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, normalmente l'attenzione dell'aula alle presenze, Presidente lei lo riconoscerà, è sempre proporzionale alla percezione dell'utilità delle cose che andiamo a discutere. Da questo punto di vista ritengo una fortissima eccezione la presenza del Presidente che in questo momento, Presidente della Regione ovviamente, che in questo momento spiegherò dopo, ha sbagliato un'altra volta perché probabilmente doveva essere oggi da un'altra parte.
Magari nelle sedi del governo per accompagnare un emendamento che avremmo potuto approvare subito oggi per fare in modo, come ci annunciano le notizie che la Fintecna controllata interamente dallo Stato, non regali, perché questo termine si addice molto, la Tirrenia cioè il nostro diritto della continuità e la nostra dignità di sardi, alla regione Sicilia per andare a dire che noi stiamo finanziando quel milione di euro che la Sicilia sta mettendo per impadronirsi della Tirrenia. Perché colleghi, è bene che si sappia, la manovra è questa: la Sicilia mette un milione poi pagherà gli altri 24 milioni in 10 anni. Ma bisogna che ci diciamo anche che la Sicilia ha capito che dalla continuità territoriale in Italia ci sono 130 milioni in ballo all'anno e che quindi nei 10 anni a fronte del miliardo e trecento milioni che incasserà dovrà pagare 25 milioni. Dove sta la Sardegna? La sua autonomia? Quel desiderio di tutelare la dignità della continuità che deve avere ciascun cittadino? Presidente, cosa ci fa qua? Corra a Roma e rilanci l'offerta! Cosa ci fa qua a contemplare una manovra che vi spiegherò essere inutile e dal sapore della rinuncia e della resa della nostra autonomia? Ha ragione l'onorevole Maninchedda sebbene rintuzzato dall'Assessore al bilancio, ha ragione lui quando dice che non c'è proporzione alcuna fra il rilievo del problema delle entrate che abbiamo davanti e la piccola questione spacciata per attività di buon senso, poi vi spiegherò che col buon senso si possono fare anche tantissime cose inutili, di questa manovra. La enormità della questione delle entrate non rileva perché la cifra sulla quale stiamo ragionando oggi è un miliardo e mezzo, è 2 miliardi, non mi interessa, il significato della questione delle entrate, colleghi, sta nell'ipoteca che stiamo generando nelle generazioni future per i prossimi vent'anni perché non si tratterà di una questione circoscritta e congiunturale, si tratta dell'anticamera di una strategia di finanza pubblica che camminerà per vent'anni.
E le rinunce di oggi saranno pagate dalle generazioni future! Ecco perché non c'è paragone fra l'enormità del problema che non vogliamo affrontare e il problema sul quale consumiamo quest'ultima liturgia. Ma scusate, sul piano tecnico qualunque azienda pubblica o privata accerta, accerta i mancati introiti o i mancati guadagni a consuntivo? Che cosa stiamo facendo? Ne stiamo accertando un po' per poi accertare a consuntivo il resto? Ma cos'è questa irritualità? Cos'è? Quando peraltro la cifra di cui stiamo parlando rappresenta poco più o poco meno del 20 per cento del gap che il patto di stabilità ci immobilizza e che semmai avrebbe creato le condizioni per movimentare un rilancio e fare in modo che il saldo del nostro bilancio a 6 miliardi e tre potesse essere speso interamente lasciando dentro il patto di stabilità le cose che avremmo dovuto lasciare. Ma che senso ha? Che senso ha? Politicamente ha un senso enorme invece, perché tecnicamente non nessuno, non ne ha nessuno per concezione della manovra in questo momento perché poi voglio dire ha un significato politico, badate, non nascondiamoci.
Punto primo. Noi stiamo emendando il collegato alla finanziaria, il collegato alla finanziaria, come la finanziaria, ci dava la percezione che il governo regionale aveva in quel momento della congiuntura economica riguardo la capacità di manovra e di azione della regione Sardegna. Se nel settembre 2009 non ci fosse stata la crisi io avrei capito questo atto o questo ripensamento, ma la crisi c'era. C'era, enorme, compiuta e anche con annunci di futuro tutt'altro che rosei. Però la Giunta regionale ha presentato una finanziaria che è toppata e un collegato che è irrealizzabile.
Vorrete o pensate che siamo del tutto dei deficienti che sul piano politico non dobbiamo fare 2 più 2 e tirare la linea e capire che chi governava in quel momento le politiche economiche aveva una percezione sbagliata, irreale della realtà economica regionale e congiunturale? Vorrete che diamo un giudizio di bocciatura a chi ha predisposto quella manovra e a chi ce l'ha presentata? E' così, state rinunciando al collegato che è una parte integrante di una manovra! E poi dove è scritto che il governo regionale deve fare solo l'analisi delle previsioni di spesa? E le previsioni di entrata non sono parte dell'analisi dovuta al governo regionale? E' che c'era una crisi e che dovevamo cautelarci sulle previsioni dell'entrata. Dobbiamo aspettare che ci mandino le letterine quelli del governo o noi dobbiamo avere la capacità di autodeterminarci in nome di un'autonomia che significa anche autonomia di capacità analitica? L'ho capito che voi siete un po' titubanti, titubanti e un po' anche confusi perché questa prospettiva economica vi interessa sì, ma non quanto la prospettiva del rimpasto. La domanda che vi faccio oltre agli auguri più sentiti per il vostro futuro rimpasto è che badate, se le cose stanno come stanno io credo che stiano molto peggio di come le sto descrivendo io, immaginate il giudizio che tutti quanti direttamente o indirettamente avete dato sull'operato di questi 17 mesi nella pienezza del bilancio, cioè con i soldi, e immaginatevi qualunque rimpasto bello che vi piaccia che sia di vostro gradimento di un governo regionale che soldi non ne avrà più. Questo è il futuro che vi aspetta, questo è il futuro che vi aspetta. E' un futuro di un rimpasto cioè di uomini diversi senza portafogli perché siamo rinunciando a una battaglia che è l'unica cosa che i sardi capirebbero così come l'hanno capita allora e l'offerta che noi vi abbiamo fatto è di superare in maniera netta qualunque divisione e contrapposizione in nome di ristabilire e centrare quel diritto sancito dall'articolo 8 del nostro Statuto e voi però ci state rinunciando perché state comprovando con questa volontà di autoriduzione l'idea che tutto è variabile. E quindi che credibilità potremmo avere nello Stato subito dopo questo atto di difendere quello che dobbiamo difendere? Ve lo siete ridotto già voi quindi avete ammesso che questi soldi non li potete avere, questo e altro. Poi i sofismi le persone non li capiscono però li capiamo anche noi. Allora chiariamoci un punto. Questa è la mia lettura dei fatti poi portatemi le prove che non sia così. L'articolo 8 è stato definito dalla Regione Sardegna nel momento in cui tutti parlavano di federalismo fiscale ma non vi era nessun atto concreto, e quell'atto normativo è valido pienamente, purtroppo è stato utilizzato il tempo di messa a regime di quell'obbligazione finanziaria da parte dello Stato. Perché? Perché della questione vituperata delle norme di attuazione se ne parla in Sardegna da sei mesi e più, non è una discussione di oggi. Domanda: ma non è che per caso nella disattenzione e nell'imperizia del Governo regionale, e in questo stato di dipendenza pseudo padronale del Governo regionale rispetto a quello nazionale, qualcuno abbia pensato, dopo il varo del decreto sul federalismo fiscale, che ci voglia una norma di attuazione - perché il federalismo fiscale in Sardegna si attua attraverso una norma di attuazione - e ergo non voglia far rientrare ciò che abbiamo negoziato estraneo a quel processo di rinegoziazione, ciò che c'è già stato dato con certezza? Non vi sovviene questo dubbio, che dentro questo ci sia la trappola che rimette in discussione tutto quello che abbiamo guadagnato, e ci rimetterà a rimettere denari? Non vi viene? Pensate di essere molto più scaltri di uno Stato che deve fare cassa? Non c'è questo sospetto? Datemene la prova. C'è uno scritto, c'è un documento ufficiale? E' possibile che il Consiglio regionale sia trattato come un qualunque cittadino, non abbia il diritto di avere un documento formale che spieghi la posizione del Governo riguardo ai nostri diritti, in un momento in cui si rincorrono parole contro parole, dati contro dati? C'è un documento che ci dice "voi avrete quei soldi"? No, non c'è, e allora è legittimo che noi pensiamo che la truffa sia dietro l'angolo, anzi per conto mio siamo già in ritardo, la truffa è già perpetuata, perché se questi continuano a parlare di norme di attuazione, stanno solo parlando di quelle norme di attuazione che metteranno dentro il decreto del federalismo fiscale il nostro diritto di avere quei soldi pattuiti, e allora saranno molto meno, e non saranno certamente quelli che noi abbiamo deciso. C'è qualcuno che può, senza le parole del buon senso, cosiddetto, inutile, darci prova che così non è? Io credo di no. E allora stiamo consumando qui un atto di resa, perché quando spiegheremo noi ai cittadini della Sardegna che, mentre noi ci siamo preoccupati e battuti perché loro non pagassero 15 volte l'onere del risanamento nazionale, già essendo stati per secoli vituperati, oppressi ed emarginati dai processi di sviluppo, beh, questa spiegazione poi la chiederanno a voi, non oggi, non domani, perché c'è tempo badate, perché questo percorso è lunghissimo.
E allora che cosa c'è di più buon senso di dire: "E' stato quello che è stato, accantoniamo questa cosa qua, e presentiamoci subito a fare una ripresa vigorosa ed incondizionata sulla certezza della nostra entrate". Avremo tempo per mettere da parte 400 milioni, ma cosa volete che siano di fronte a vent'anni dalla prospettiva dei nostri figli, ma che cosa volete che siano? Ma davvero pensate che questa sia la gratitudine che si debba ad un Governo regionale qualunque esso sia, un Governo che si mostra con le capacità che avete visto nei giorni scorsi? Qua si vede l'autorevolezza, l'indipendenza, la serietà del Consiglio e del Parlamento dei sardi, non nell'acquiescenza a tutto quello che ci passa il Governo regionale. Ci sono dei livelli di autonomia che ci appartengono, a prescindere da chiunque vinca le elezioni. Sarebbe questo sì il buon senso, quello di non arretrare prima di rivendicare, quello di non arrendersi prima di combattere, questo varrebbe la pena. Le operazioni contabili si possono fare in qualunque momento, perché badate di fronte ad un bilancio e alle aspettative, che abbiamo potuto misurare dentro il bilancio regionale, la risposta secondo voi è questa.
E poi vi dico un'altra cosa, badate, il tasso politico si vede anche nei momenti di difficoltà, cioè la classe politica, la classe dirigente di un paese, di una comunità, si vede anche nei momenti drammatici, perché chi ve lo dice che dovete dimostrare di essere quello che siete solo quando dovete spendere? Un'idea della propria società si ha anche quando si deve tagliare, perché dal modo con cui si taglia si capisce che cosa si vuole salvaguardare, che cosa si vuole tutelare, quali sono le priorità che vengono date, e invece voi, tagli lineari, secondo la scuola di chi comanda a Roma sulla Sardegna: ai comuni, enti locali vari, 90 milioni; 16 milioni al diritto allo studio e all'università, ne avessimo dato in abbondanza negli anni passati; territorio e ambiente 20 milioni; sanità 30 milioni; agricoltura, turismo e commercio, cioè settori trainanti, 58 milioni; 23 milioni ai trasporti e alle opere pubbliche, invece di mettere, non togliere, mettere i soldi per cominciare a mettere le mani sopra la continuità territoriale, e la Tirrenia, per non darla a questa gente, che ci tratterà ugualmente come ci trattava quando erano napoletani, uguale, se non peggio, perché la competizione sul piano dell'insularità sarà ancora più penalizzante per noi di quello che non è stato sino ad oggi.
E invece trascuriamo tutte queste partite, e ci sollazziamo a tagliare 400 milioni, che tanto comunque ben di più non spenderemo di questo bilancio, al di sopra di qualunque rosea aspettativa.
Altro sarebbe stato, cari colleghi, utilizzare un provvedimento legislativo per garantirci che almeno a 6 miliardi di spesa, a fine anno, saremmo arrivati, per semplificare le modalità, per accelerare, per riorientare la spesa, per dare un'efficentamento della pubblica amministrazione, per spenderlo, invece niente. In alcuni casi, in tempi di austerità, i Governi decidevano anche di investire quel poco che avevano per la costruzione di beni rifugio, per i più abbienti, la casa, qualcosa di concreto, di tutto questo, sembriamo nel paese delle meraviglie, e ci rimettiamo ad una mera manovrina che taglia 400 milioni, per anticipare la botta, perché in questa finzione toglieremo tutti i veli colleghi. Io ne ho la certezza, l'intendimento della Giunta è quello di darci a pillole la batosta finale sul nostro stato delle entrate, quando lo verificheremo per il bilancio 2011. Questo è un piccolo assaggio, per abituare mentalmente i sardi e i poco avveduti che inizia un periodo di sofferenza, ma se questa sensazione diamo, al Governo ci toglieranno ben altro di quello che stiamo discutendo.
E allora il buonsenso qual è, se non quello di decidere, senza polemica, e senza rinunciare a nulla? Badate, non potete davvero, in questo momento drammatico della Sardegna, pensare che fate un torto alla dignità del Governo regionale se lo costringete a togliere di mezzo questa manovra, impropriamente chiamata manovra, perché è una pezza che contiene l'insipienza delle previsioni finanziarie della Regione. Perché nel collegato c'erano le aspettative e le avete cancellate, le aspettative, le promesse, le clientele, tutte quelle cose che vi avevano messo d'accordo per fare rapidamente la finanziaria. Lo capiamo, ma quando ci sono momenti così drammatici l'orgoglio deve andare via, io spero che il Presidente sia corso a prendere l'aereo a questo punto, me lo auguro, che vada a dire, e che qualcuno di voi presenti un emendamento da 1 milione e 100 mila euro da mettere sul tavolo della Fintecna per bloccare questa cosa, sarebbe un atto di reviviscenza importante per noi, che noi appoggeremmo, però togliamo dai piedi questa finzione, rimbocchiamoci le maniche, e ridiamo verità a quello che ha detto il Presidente della Terza commissione, non l'ho detto io, credo che tutti voi abbiate davvero la consapevolezza che il Presidente della Terza commissione non parla normalmente a vanvera, quando dice che c'è un abisso di enormità fra le questioni che attengono al nostro futuro e le piccolezze, le inutilità che spesso recitiamo in questo Consiglio, qualche volta dategli retta, questa volta dategli retta! Perché noi saremo per non estremizzare ed enfatizzare questo passaggio ma non perdere un secondo per riprendere una lotta dentro la quale sta il futuro delle prossime generazioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, io ho ascoltato con attenzione anche l'ultimo intervento, quello del collega Gian Valerio Sanna al quale abbiamo sempre riconosciuto lucidità nell'esporre il proprio pensiero e abbiamo ascoltato anche con estrema attenzione, almeno noi riformatori, le valutazioni che sono state fatte nella giornata di ieri da altri autorevoli colleghi del centrosinistra. Perché con un'attenzione particolare? Perché volevamo comprendere meglio quali fossero i motivi per cui nella giornata di ieri ci fossero state delle perplessità così forti da parte del centrosinistra sul disegno di legge che arrivava in aula. Devo dire delle perplessità che erano difficili da comprendere perché il percorso attraverso il quale l'attuale disegno di legge è pervenuto in aula è stato un percorso abbastanza nitido dal punto di vista dei passaggi procedurali. E' vero, avete ragione voi colleghi del centrosinistra, il disegno di legge era sostanzialmente un disegno di legge collegato alla finanziaria che aveva nello scopo, negli obiettivi che la Giunta si era posta nel momento in cui l'aveva licenziato, che la maggioranza aveva attribuito questo disegno di legge, aveva come finalità quella di completare una manovra finanziaria, quella per l'anno in corso, che era stata asciugata opportunamente nel momento in cui era stata presentata all'approvazione dell'Aula. Però, il percorso che ha portato alla modifica della struttura dell'attuale disegno di legge in realtà non è un percorso che è stato deciso dalla maggioranza in maniera autonoma, ma è un percorso che è stato deciso dalla maggioranza proprio all'interno di quell'insieme di ragionamenti comuni con il centrosinistra, con le forze di opposizione che il collega Gian Valerio Sanna ha messo al centro dell'intervento che ha appena concluso, l'hanno fatto nella giornata di ieri diversi altri autorevoli esponenti della minoranza, tra cui lo stesso Presidente Soru, nel senso che il centrosinistra ha ribadito - almeno negli interventi più informali che sono stati fatti da parte del centrosinistra in quest'aula - ha ribadito che esiste una partita sulla quale, per la dimensione della partita stessa, è opportuno che ci siano dei canali di comunicazione solidi tra tutte le forze politiche che sono presenti all'interno di quest'aula e che siano dei canali di comunicazione che vadano al di là delle logiche di schieramento. Bene, è quello che è stato fatto colleghi nel percorso di questo disegno di legge perché l'attuale configurazione che è la configurazione finale del disegno di legge tiene conto proprio di questi ragionamenti, certo, avete ragione voi, non tiene conto delle ultime 48 ore di eventi realizzatisi e succedutesi, quindi se voi dite che c'è una intervista del Vice Ministro Vegas, avete ragione, non è parte integrante del percorso di questo disegno di legge. Ma non è un evento talmente sorprendente né il contenuto delle dichiarazioni di tale entità da segnare una cesura netta con ciò che noi avevamo in mente, con ciò che voi avevate in mente che potesse essere l'atteggiamento del Governo nei confronti della vertenza che noi ci prepariamo ad affrontare. Quindi non ci sono novità sostanziali, l'unica novità sostanziale che c'è stata nella giornata di ieri è che c'è stato un atteggiamento diverso rispetto al percorso previsto e prevedibile da parte del centrosinistra sull'arrivo in aula di questa manovra di assestamento. La manovra di assestamento alla quale veramente, credeteci, nessuno della maggioranza attribuisce valore salvifico, nessuno la maggioranza ritiene che con il disegno di legge, che noi speriamo andranno ad approvare nelle prossime ore - avete ragione voi non c'è necessità di giorni bastano ore per approvare questo disegno di legge -nessuno di noi pensa che cambierà le sorti della Regione Sardegna né pensa che cambierà il meccanismo della spesa, pensiamo che sia un disegno di legge utile a rimettere in ordine alcuni conti che è un disegno di legge che prende atto di cose realmente successe, c'è una riduzione dei trasferimenti statali legata alla norma che in questo momento è vigente, quindi legata alla riduzione del prodotto interno lordo in Italia, quindi è un disegno di legge che oltretutto introduce una norma interessante ai fini della razionalizzazione dei nostri bilanci che è quella legata alla cultura dell'impegno di spesa e alla riduzione dei residui all'interno del bilancio per cui ha un atteggiamento complessivamente utile, è evidente che non è la soluzione dei problemi complessivi che noi abbiamo sul tappeto ma è altrettanto evidente che non è un disegno di legge inutile, se soltanto voi andaste, ma giusto perché ci aiuta a ragionare, andaste a controllare i dati nella spesa sanitaria che nella nostra testa noi tutti collochiamo tra il 28 e il 30 per cento della spesa complessiva della Regione beh… leggetevi quello che la Corte dei conti ha prodotto nei mesi scorsi e scoprirete che la sanità copre il 50 per cento della spesa effettiva della Regione Sardegna, nel senso che nel consuntivo c'è la spesa reale che effettivamente noi andiamo ad impegnare e, per quanto attiene la sanità rappresenta il 50 per cento, questo ci dice quanto ampio sia lo scostamento tra il bilancio formale e il bilancio sostanziale della nostra Regione. Per cui, per ciò che si fa all'interno di questo disegno di legge, è comunque con un'operazione virtuosa, un'operazione utile, un'operazione che, senza cambiare interi destini della Sardegna, ha un suo significato. Ed è una cosa che, avete ragione voi, non ha un grande senso se viene utilizzata come una clava per creare o ricreare un clima di cui non abbiamo bisogno. Io ho apprezzato quando noi abbiamo discusso la mozione di sfiducia, una buona parte degli interventi che sono stati fatti e che hanno avuto come filo conduttore il confronto, il ragionamento e l'idea di quale potesse essere il futuro a cui questo Consiglio regionale si può impegnare nei prossimi mesi per cercare di fare qualcosa di buono e di utile come c'è stato chiesto da chi ci ha mandato in questo Consiglio regionale a seguire gli interessi dei sardi. Ho apprezzato meno quando il ragionamento dall'idea del confronto, e dall'idea anche dello scontro dialettico su posizioni diverse, è scivolato su un piano che è quello attraverso il quale qualcuno pensa di poter dare quella che "berlusconianamente" qualche anno fa si definiva la "spallata".
Allora, colleghi del centrosinistra, è evidente che voi dovete fare una scelta fra 2 posizioni che sono diverse fra di loro: una è la convinzione per cui questa maggioranza e questo Governo regionale siano arrivati alla fine del loro percorso, per cui fra 2 mesi si va ad elezioni anticipate - perché voi siete convinti di questo - per cui basta smontare alcuni tasselli di questa maggioranza e tutto crolla! Se questa è la vostra convinzione fate bene a tentare di dare la "spallata berlusconiana" a parti invertite a questa maggioranza e che fate bene a pensare che forse fra qualche mese..
PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, le chiedo scusa, onorevoli colleghi non è possibile…
VARGIU (Riformatori Sardi). Non disturbano Presidente! Se io disturbo loro posso parlare con voce un po' più bassa!
Quindi il ragionamento è: nei prossimi mesi voi siete convinti che il centrosinistra abbia questa forza? E se anche il centrosinistra avesse questa forza, cosa che già vi ho chiesto in occasione dell'intervento fatto avantieri, se anche il centrosinistra avesse questa forza voi credete che una Sardegna che andrà a rivotare, che incorona voi governatori della Sardegna nei prossimi 4 mesi, ma sempre in un clima di lacerazione totale, di divisione, di diversificazione, di guerra fra curva Sud e di curva Nord, di tifoserie scatenate l'una contro l'altra, in un contesto economico complessivo qual è quello che stiamo vivendo, voi siete convinti che questo sarebbe utile alle sorti della Sardegna? Bene, io vi do la mia risposta e cerco di spingervi verso un versante diverso da questa prima scelta: la mia risposta è negativa, nel senso che, se noi avessimo improvvisamente sostituito l'intera classe politica di governo - modesta, forse avete ragione voi - del centrodestra con la classe politica dirigente del centrosinistra, cambieremmo soltanto le giacchette del rinfaccio, nel senso che invece di essere voi a dirci "quanto modesto è il presidente che avete nominato lì", saremmo noi a dirvi "quanto modesto e il presidente che voi avete nominato". Cambierebbe soltanto questo in Sardegna.
E allora, cerco di prendere la parte buona del vostro ragionamento, almeno quella che io considero essere la parte buona del vostro ragionamento: voi dite - l'ha appena detto il collega Gian Valerio Sanna, e nel dirlo ha citato il Presidente della terza Commissione, cioè un esponente della maggioranza regionale - voi dite "ci troviamo di fronte, nei prossimi mesi, a sfide di tali dimensioni che questo disegno di legge (ma anche tanti altri disegni di legge che ci potrebbero venire in mente ragionando sul futuro prossimo della Sardegna e sulle cose che ciascuno di noi ha in testa per cambiare alcune situazioni parcellari con cui comunque dobbiamo confrontarci)… nei prossimi mesi i grandi problemi che abbiamo di fronte, il grande scenario che abbiamo di fronte, è talmente sovradimensionato - permettetemi, non soltanto rispetto a quello che il centrodestra sta mettendo in campo in questo primo anno e mezzo di legislatura, ma rispetto a quello che l'intera classe dirigente sarda mette in campo, ha messo in campo sino ad oggi, ma non in questo anno e mezzo di legislatura, negli ultimi vent'anni, probabilmente - è talmente sovradimensionato che, o noi acquisiamo la consapevolezza di questo scenario col quale stiamo per confrontarci, e che se non ci confrontiamo ci passa sopra come un carro armato (non è che si ferma per aspettare di vedere se i consiglieri regionali della Sardegna hanno uno slancio di orgoglio, se riescono a trovare tra di loro quella adesione, quella condivisione ideale, quelle motivazioni comuni che consentono loro di fare qualcosa di importante, lo scenario va avanti indipendentemente da noi), se noi siamo in grado di seguirlo, e se siamo in grado di anticiparlo in alcune cose, forse, avendo perso ad oggi fin troppo tempo, è possibile che tiriamo fuori qualcosa di buono. Altrimenti le cose le fanno senza di noi.
Quando a noi Riformatori dicono "ma, guardate, la costituente non si può fare, dura troppo", beh, la prima volta che di costituente si è discusso in quest'Aula era il 1996, quando i temi di riforma dello Statuto erano liquidati come ubbie mentali di qualche architetto istituzionale che, chissà perché, quando il problema era il lavoro, quando il problema era lo sviluppo, quando il problema era il turismo, stava invece a pensare a queste stranezze dello Statuto, qualche individuo disturbato mentalmente al quale forse non avevano dosato bene i farmaci, che improvvisamente andava a squarciare temi che non interessavano a nessuno in Sardegna. Bene, se allora avessimo coltivato quel sentimento popolare che la costituente aveva fatto crescere nei sardi, quella consapevolezza che lo Statuto poteva essere collegato alla quotidianità dei temi dei sardi, beh, saremmo stati dieci anni avanti rispetto alle altre Regioni italiane, e forse oggi avremmo prodotto qualcosa di concreto, che ci avrebbe permesso, quanto meno come sentimento condiviso nel milione 600.000 sardi che sta qui fuori, di rappresentare qualcuno, che ci avrebbe consentito di parlare davvero in nome di qualcuno, che ci avrebbe consentito di difendere davvero le ragioni ideali dei sardi.
Ecco, hanno ragione i tanti che hanno detto che non dobbiamo lasciare più passare neppure un secondo; e allora, presidente Soru, collega Sanna, approviamolo questo disegno di legge. Avete ragione voi, è un disegno di legge di poco conto, è un disegno di legge che noi consideriamo utile e quindi lo stiamo portando in quest'Aula, lo voteremo e cercheremo di approvarlo, ma sappiamo perfettamente che non è il nocciolo del problema, che il nocciolo del problema è un altro, e che per affrontare il problema con una speranza di poter essere utili alla Sardegna, perché non è detto che anche mettendoci tutti insieme noi siamo in grado di essere utili alla Sardegna, ma se vogliamo avere una speranza di essere utili alla Sardegna, allora chi ha cervello, chi non è nullatenente del pensiero - riprendo la bella affermazione del presidente Soru - lo metta a disposizione, non lo sequestri per la sua parte politica, non lo sequestri inseguendo i limiti comunque della propria cultura e del proprio schieramento. Lo metta a disposizione perché è il momento di mettere a disposizione le risorse intellettuali che si hanno, con la consapevolezza che è possibile che, quando avremo fatto la somma delle risorse intellettuali di tutti, non avremo ancora il prezzo da pagare… non ai governi amici, guardate, io non credo nei governi amici, non credo che la Sardegna abbia governi amici da nessuna parte: non era governo amico Prodi, non è governo amico Berlusconi, non avremo mai governi amici, perché il governo è un punto d'incontro tra esigenze tra cui la mostra è la meno forte, tra cui la nostra è quella che meno si fa sentire, anche perché siamo divisi, anche perché ognuno pensa di usare grandi progetti, grandi programmi e grandi (…) per trarne un vantaggio per la propria parte politica, cosa che non è più possibile perché il tempo è scaduto!
Bene, colleghi, noi Riformatori siamo su questa posizione, ne abbiamo consapevolezza piena, lo ribadiamo anche nel corso della discussione generale di questa legge, e siamo determinati a fare fino in fondo la nostra parte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, tenterò di agganciarmi anche alle considerazioni che faceva poc'anzi il collega Vargiu sulla necessità di comprendere il momento e, in ragione del momento, di trovare le strade migliori per comporre le energie, le intelligenze, le volontà migliori.
Se noi facessimo oggi vedere all'esterno ai nostri cittadini questo Consiglio regionale prevacanziero, questo Consiglio regionale spogliato delle sue presenze, soprattutto nella parte dalla maggioranza - che è assente, non c'è, i consiglieri della maggioranza sono già in vacanza, non hanno preoccupazioni! -, se noi facessimo vedere questo Consiglio regionale in questo modo, collega Vargiu, quello che ci diciamo tra noi verrebbe ridicolizzato all'esterno. Se noi siamo i sostenitori della riduzione di questo Consiglio regionale da 80 a 60 - io ho fatto una proposta, anche non condivisa, anche contestata -, beh, forse 60 sono troppi, forse dovremmo essere 40: ci saremmo tutti, lavoreremo meglio, ci guarderemmo negli occhi, forse faremmo anche meglio gli interessi della Sardegna.
Non è che stiamo parlando di cose di poco conto, stiamo parlando delle risorse, del bilancio, delle disponibilità vere di questa Regione per affrontare i problemi dei sardi e anche per mantenere, badate, anche solo per mantenere, il nostro sistema, non quello economico, ma anche quello assistenziale, ma anche quello burocratico, amministrativo e burocratico, quello degli stipendi, quello degli stipendi del 27. Stiamo parlando cioè di una Regione che può dall'oggi al domani trovarsi in una condizione di bancarotta dove c'è anche la fraudolenza che non appartiene probabilmente a questo ceto politico ma che è ben individuabile in alcune parti delle responsabilità pubbliche soprattutto e politiche, soprattutto a livello nazionale.
Io mi sono attardato sui due fronti del bilancio sia quello delle entrate che quello della spesa. Su quello delle entrate abbiamo verificato che al 5 luglio l'accertato sulle competenze è di 2.500.000.000 il versato è di 2 miliardi e 800 milioni a fronte di un bilancio complessivo di entrate di 9 miliardi e 911 milioni cioè che i trasferimenti che competono alla Regione da parte dello Stato rispetto alla previsione di spesa è inferiore di circa 7 miliardi e 400 milioni al 5 di luglio.
Abbiamo verificato che sui residui le entrate previste sono di 4 miliardi e 637 milioni e che il versato, non l'accertato quindi l'accertamento di entrata c'è, il Titolo esiste, ma il versato è di 868 milioni, cioè 3 miliardi e 800 milioni in meno.
Questo che cosa vuol dire per cercare di fare un po' di breccia in questo porto delle nebbie dove non si capisce nulla dove non c'è un faro, io ho provato a chiedere agli Uffici del Consiglio di recuperarmi il crono programma, il provvedimento alla radice, il decreto ministeriale, la circolare attraverso la quale il Governo stabilisce modalità, tempi e quantità dei trasferimenti che competono, perché non sono finanza derivata ha ragione l'Assessore, sono Titolo originario ad acquisire quel tipo di entrata, che competono alla Regione. Beh io ho scoperto che non esiste nulla che si va avanti a livello di rapporti verbali, che non c'è una procedura certa, che non esistono provvedimenti che noi siamo in grado di contestare, di sollevare nei confronti dei quali possiamo sollevare anche in modo legalmente valido le nostre eccezioni.
Ho scoperto che la nostra spesa è una spesa che va a fatica, in parte è dimensionata in ragione del patto di stabilità, in parte è ridotta in ragione della insufficienza dell'amministrazione pubblica, dell'amministrazione regionale e che è prevalentemente concentrata negli interventi di mantenimento della macchina pubblica, cioè in quelle che vengono ordinariamente chiamate spese correnti, obbligatorie, quelle destinate cioè al funzionamento delle istituzioni e delle macchine amministrative. E non è un caso se delle risorse minime che noi spendiamo tra sistema delle autonomie locali e sistema sanitario se ne va la gran parte delle risorse che si spendono, che su 600 circa milioni che noi abbiamo previsto in bilancio sulla strategia della conoscenza ne spendiamo a livello di competenza circa 50, cioè un dodicesimo. E ogni volta andiamo a recuperare in conto residui qualche cosa di quella partita sulle politiche del lavoro, sul sostegno del sistema produttivo, queste sono le percentuali.
Noi abbiamo per il 2009 uno stanziamento finale di 11 miliardi e 250 milioni e un versato in materia di entrate di 3 miliardi e 750 milioni; sui residui un versato, parlo del 2009, di circa 1 miliardo e mezzo a fronte di un monte residui di 6 miliardi. L'anno scorso, cioè quest'anno nell'esercizio 2010 noi ci siamo trascinati oltre 7 miliardi di residui.
Cioè facciamo un bilancio dove non c'è certezza di entrate, non ci sono corrispondenze con il Governo in termini tecnicamente validi, cioè non ci sono i provvedimenti che danno origine e che debbono essere rispettati ai trasferimenti a un sistema di trasferimenti programmati in ragione del gettito fiscale, degli appuntamenti fiscali che sono previsti per altro da leggi nel corso dell'anno. Non esiste una modalità di trasferimento integrale delle risorse, perché le risorse vengono trasferite dallo Stato in via generale in ragione della spesa. Per cui già noi abbiamo il patto di stabilità e in ragione della spesa lo Stato trasferisce meno di quello che ci compete, che ci spetta e poi abbiamo un tasso di inefficienza che ci fa ridurre la spesa e ci fa in questo modo ridurre da parte dello Stato di un'altra fetta le entrate. E non ce le abbiamo in banca i soldi, non ce li hanno trasferiti perché noi li mettiamo li accumuliamo, gli sistemiamo lì pronti all'uso in caso ci sia un'emergenza, un'urgenza anche violando quel patto che è di stabilità ma anche di crescita che non può lasciare nessuno senza pane, che non può costringerci alla miseria, che non ci può piegare sulle ginocchia.
Beh i soldi nostri nel frattempo, perché si sono intascati perché sono relativi ad un gettito fiscale accertabile, i soldi nostri nel frattempo stanno nelle banche di altri, cioè stanno nelle banche dello Stato e quindi di quelle che sceglie il Governo e magari sono orientate in ragione delle esigenze di manovra della finanza dello Stato che ha un'autorità diversa da quella della Regione verso altre Regioni, a verso altri territori di questo Paese, verso altri sistemi economici. Tant'è che come tutti sanno in una condizione di crisi generale il Nord decolla e il mezzogiorno soffoca. E sulla spesa abbiamo una complicità, cioè abbiamo una macchina amministrativa burocratica che non si pone questo tipo di problema non va a cercare manco il crono programma dei trasferimenti, non apre una contestazione nei confronti dei funzionari dello Stato che si permettono invece di dettare le regole e chi rappresenta il popolo vale meno di loro, chi rappresenta questa realtà vale meno di loro, questi spendono di meno, si curano di se stessi, hanno paura del rischio, non affrontano un problema, devono mettersi tutti i paletti attorno perché domani, forse, la Corte dei Conti li chiamerà a rispondere se hanno attivato un problema di natura procedurale, se hanno fatto qualche piccola forzatura, e quindi abbassano la spesa, e quindi abbassano i trasferimenti, e quindi accrescono nei confronti di altri territori, di altri sistemi economici la possibilità di disporre in capo allo Stato di risorse nostre; e quindi noi facciamo un bilancio falso, facciamo un bilancio falso che attuiamo male, non conosciamo l'entità delle risorse che ci spettano e comunque ce ne danno di meno, non abbiamo una burocrazia che accelera la spesa e mette in collasso, in crisi questo sistema, non apriamo una controversia con gli Uffici dello Stato che pure poggiano sulla nostra testa il loro tallone e lo schiacciano, No! Rimaniamo così passivi! E a proposito di passivi, questo lo voglio dire, lo voglio dire in modo chiaro; noi siamo andati in Commissione, onorevole Diana, onorevole Vargiu, onorevole Capelli, su proposta proprio sua a trattare la materia dei residui, perché non è possibile che questi residui si gonfino a dismisura perché non si assumono i provvedimenti giusti, perché non si definiscono i contratti, perché le obbligazioni giuridicamente perfezionate non esistono, esistono promesse di spesa, approvazione di programmi generici su cui insistono impegni, e ci siamo andati per recuperare quello che di buono c'era nella legislazione corrente, per migliorarla, per renderle efficace, e mi dicono: "Badate, non è che ce la siamo scritta da soli; abbiamo preso le norme, abbiamo discusso, ci siamo confrontati con la Giunta, stavamo per rinviare, poi abbiamo dato incarico agli uffici, ai funzionari della Giunta e del Consiglio di stendere un testo tecnicamente certo", e adesso che cosa scopro? Che ci sarebbero maneggi, manovre, pressioni per impedire che quella norma venga approvata e che queste esigenze sarebbero manifestate in modo deciso da parte degli uffici perché si troverebbero una sorta di pungolo a fare le cose bene e in fretta in ragione dell'operatività della spesa. E allora quella norma, è una specie di salvezza in calcio d'angolo, il poter gonfiare i residui, il potere impegnare somme senza titolo è una specie di salvezza in calcio d'angolo; beh, io sono perché invece le salvezze in calcio d'angolo finiscano, sono perché la Regione abbia una strategia di attacco, sono perché guardi al suo interno e capisca quali sono le sue inefficienze e le rimuova, sono perché non ci sia più perdono per noi stessi, per noi stessi prima, e poi anche per gli altri. Si dice, collega Vargiu, che quando il socialismo incontra il liberalismo qualche volta si possono fare anche cose decenti, di vedere di mettere in piedi il massimo possibile delle energie comuni; non l'abbiamo fatto in questa circostanza, noi abbiamo chiesto una cosa diversa, io pubblicamente, più volte, ho detto: "Facciamo un assestamento di bilancio", non si tratta di certificare una minore entrata, che non me ne frega niente, perché alla fine ci sarà un consuntivo, ma facciamo un assestamento di bilancio vero, cioè in ragione di quello che prevediamo siano anche gli effetti del disastro sociale ed economico che sta determinando questa crisi, rimoduliamo alcune disponibilità finanziarie e rimoduliamole per rispondere ad esigenze vere di natura sociale, di natura economica, cioè sosteniamo gli investimenti per il futuro, diamo un'occasione finalmente di vita vera ai nostri giovani, 44 per cento di disoccupazione giovanile! 44 per cento! Per questo questa manovra non solo non ci soddisfa, voteremo contro, vorremmo che ritornasse in Commissione, perché non coglie quell'obiettivo, è un'operazione contabile, può anche non essere di sola cosmesi, ma di fatto lascia le cose come stanno e non stanno bene. Ecco perché, e non abbiamo cambiato opinione, non abbiamo fatto ostruzionismi, abbiamo lavorato con serietà anche questa volta, mantenendo gli impegni tra noi, ma cercando di spingere verso soluzioni che servano, piuttosto che quelle che rimangono inutili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Per chiedere la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Un Capogruppo che appoggi la richiesta dell'onorevole Bruno.
(Appoggia la richiesta il consigliere Luciano Uras.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Campus e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 40 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire con i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Grazie, Presidente. Come era facile immaginare abbiamo dimenticato il disegno di legge che è all'attenzione dell'Aula, e abbiamo affrontato un argomento che certamente è di grandissima rilevanza, ma proprio perché è di grandissima rilevanza l'argomento del D.L. numero 78, parlo del D.L. numero 78, non della Regione Sardegna, bene sarebbe non chiedere il numero legale e approfittare di questi momenti che ancora sono necessari, mi pare, per concludere il D.L. numero 78 che è alla nostra attenzione e poi e poi riaffrontare, certamente tutti insieme, i numerosi problemi che sono stati sollevati sia dalla maggioranza che dell'opposizione. Non voglio fare dietrologie, ma avendo ascoltato con attenzione le ragioni del centrosinistra, per un certo verso riconosciute anche del centrodestra, io, personalmente, e parlo a titolo personale, non sono molto d'accordo sulle ragioni del centrosinistra relativamente alla modifica dell'articolo 8, perché questo argomento, forse nessuno di noi era presente, o forse pochissimi erano presenti, io non c'ero, però questo argomento fu trattato a suo tempo anche con la Giunta Palomba, quando allora il Sottosegretario all'economia era un sardo. Non se ne fece niente - mi riferisco al centrosinistra -, non se ne fece niente perché su quell'attuazione in particolare l'allora Assessore del bilancio e della programmazione, che ovviamente era di centrosinistra, era l'onorevole Pier Sandro Scano che fece una battaglia energica contro quell'iniziativa che l'allora Presidente del Consiglio dei ministri Prodi e Palomba Presidente della Regione volevano attuare. Sono passati gli anni e quella "storiella" è ritornata in campo. La definisco "storiella" perché probabilmente la storia scriverà se quel risultato così rilevante che si vuole far apparire avesse veramente una grande validità o se c'erano altri strumenti per accelerare il processo e per risolvere il problema molto prima di quanto non lo potessimo risolvere noi oggi, che ci siamo lasciati trascinare dalla risposta del viceministro Vegas. Dove peraltro una cosa si dice, onorevole Soru. Lei ieri ha detto che le risorse non c'erano e questo non corrisponde al vero perché almeno su questo il Viceministro è stato fin troppo chiaro perché dice testualmente: "Si fa presente che le entrate derivanti dal nuovo ordinamento finanziario stanziate nel capitolo 2797 del bilancio dello Stato compensano gli oneri posti a carico della Regione Sardegna per l'esercizio delle funzioni trasferite in materia di sanità e trasporto". Quindi li hanno messi, non è che non li hanno messi. Ora che siano in un capitolo indistinto, nel quale è difficile capire ciò che è la parte di competenza sarda e ciò che è di competenza degli altri non c'è dubbio. Dice ancora il ministro ciò che è sotto gli occhi di tutti e che tutti avete denunciato e che denuncio anch'io, non mi sottraggo a questo, al fatto che sarebbero necessarie le norme di attuazione. Io credo che la Giunta regionale e il suo Presidente abbiano già iniziato una grossa vertenza, forse non abbiamo avuto la capacità di veicolare in maniera adeguata ciò che è la protesta che io sono convinto il presidente Cappellacci e l'assessore La Spisa hanno messo in campo per combattere le considerazioni che il viceministro Vegas ha fatto. Non ho dubbi. Poi se fosse necessario un appello alle forze sociali, alle forze politiche, ai sindaci, ai presidenti delle comunità montane, al presidente dell'UPI, dell'ANCI, a tutto quello che è il mondo, così come è successo a suo tempo nella vertenza delle entrate, beh, questo è un dettaglio secondo me se il risultato si ottiene. E' chiaro che dobbiamo essere tutti pronti a fare una battaglia in modo che le considerazioni fatte dal viceministro Vegas possano essere modificate.
Perché ho fatto riferimento al periodo della Giunta Palomba e del primo Governo Prodi? Ho fatto riferimento a quello perché ciò che l'onorevole Gian Piero Scanu diceva allora è una cosa che ha valore anche oggi e che aveva valore anche nella legislatura 2004-2009, aveva valore anche allora e forse se ci si fosse basati su quell'iniziativa probabilmente noi oggi non saremmo in questa situazione. Cosa diceva l'onorevole Gian Piero Scanu? L'onorevole Gian Piero Scanu diceva semplicemente che esiste un'intesa istituzionale sottoscritta nel 1999 nella quale è chiarissimo ciò che si deve fare, non c'era bisogno di fare altri passaggi. Diceva, infatti, in un passaggio l'intesa istituzionale, che è un'intesa istituzionale e quindi ha pieno riconoscimento da parte dello Stato e da parte della Regione Sardegna ovviamente, diceva: "al fine di ricostruire il livello delle entrate proprie della Regione sia attraverso la revisione delle quote di devoluzione alla Regione del gettito tributario previsto da tutte le lettere". Lo diceva chiaramente. Questa era la contrattazione che noi avremmo dovuto fare allora. Si è preferito, invece, fare un passo indietro, o meglio percorrere una strada diversa, una strada che comunque dà oggi l'opportunità al viceministro Vegas di ipotizzare delle norme di attuazione, che comunque sono previste nell'ordinamento, non è che se le è inventate. Qui chiaramente è la pressione politica che deve fare la sua parte e la pressione politica può essere quella del Consiglio regionale certamente, quella delle interlocuzioni con il Governo. Io credo che si possa riprendere perché altrimenti non riconosciamo l'intesa istituzionale e guardate è un'intesa istituzionale che non è stata firmata trent'anni fa, è stata firmata nel 1999, quindi è recentissima per i tempi della politica, ma è ancora più recente nel periodo in cui ha governato la Giunta di centrosinistra del presidente Soru. Io non sto discutendo la validità di ciò che ha fatto la Giunta di centrosinistra o la maggioranza di centrosinistra rispetto a quello che non lo so se abbiamo le idee chiare per fare noi. Io dico solo che erano due argomenti, anzi l'argomento era solo uno, che andavano trattati e potevano essere trattati con due modalità diverse: una modalità era il rispetto delle intese istituzionali, l'altra modalità era quella, secondo me dannosissima, che è stata attuata con la revisione dell'articolo 8. Non devo ripetere qui che la sanità ce la siamo accollata tutta quanta noi, non devo ripetere qui che ci siamo accollati i trasporti. Abbiamo voluto questo? Benissimo, oggi ce lo abbiamo e ce ne dobbiamo fare carico, ma rimane sempre fermo il punto importante che la revisione delle entrate deve essere un fatto che non può essere perseguito secondo me con l'articolo 8. Io credo che avremo grandi difficoltà in questo e quindi noi dobbiamo essere pronti a una battaglia che ci deve vedere certamente tutti uniti ma, ripeto, io credo che il presidente Cappellacci, ma dico di più, l'assessore La Spisa questa materia l'abbiano già affrontata e la stiano affrontando. Peraltro questa risposta a un'interrogazione del viceministro Vegas è datata 20 maggio 2010. Pensate veramente che il Governo regionale abbia aspettato a ieri per sollevare questo problema? Pensate veramente che il conflitto di attribuzioni sia una cosa che è nata così, solo perché c'è stata una qualche sollecitazione? Io credo invece che si sia partiti molto prima e in questa direzione si sta lavorando.
Ora siccome non avevo deciso di utilizzare tutto il tempo e non lo voglio utilizzare tutto, ciò che è importante oggi è approvare il disegno di legge della Giunta. Credo che sia indispensabile, non mi pare che ci siano le condizioni né politiche né amministrative né oggettive per dire facciamo una battaglia su questo. Si possono fare tantissime altre battaglie, magari misurandoci su alcune delle considerazioni che ho fatto (è giusto rispettare l'articolo 8 così come novellato o è giusto riprendere anche il ragionamento dell'intesa istituzionale), ma sulla manovra da 390 milioni di euro in riduzione, ma di quali riduzioni stiamo parlando? C'erano, è vero, delle poste in bilancio che a noi della maggioranza non andavano bene. Abbiamo provveduto in Commissione a rimettere quelle risorse al loro posto, ma più per una questione di validità politica perché siamo sicuri che molte di quelle risorse comunque non andranno spese da qui alla fine dell'anno o alla nuova finanziaria. Per cui l'invito che io faccio è quello di lavorare molto certamente per le cose che ha detto l'onorevole Uras, certamente su questo, certamente sui residui, certamente su quell'altra materia che sta ingessando il bilancio della Regione e per il quale la spesa non è più possibile credo dal 31 luglio, forse dalla metà di agosto, dopo di che tutte le risorse non possono essere spese, il famoso patto di stabilità. Guardate, ci stanno ragionando tutte le regioni d'Italia, non è che ci stiamo ragionando solo noi, ci ragiona l'Europa, ci ragiona il Governo. Personalmente avrei tagliato il bilancio di altri 400 milioni di euro perché era un taglio insignificante. Avremmo potuto tranquillamente, anziché una manovra da 389 farla da 400, da 800, 900. Sappiamo benissimo che 1 miliardo di euro non riusciremo a spenderlo, ma non perché non riusciamo a spenderli, perché non possiamo spenderli! E di questo ce ne dobbiamo render conto tutti e non vendere questo politicamente all'esterno dicendo: "State massacrando la povera gente, state massacrando le fasce sociali più deboli" perché non abbiamo tolto un euro a quelle fasce! E dove c'era il tentativo lo abbiamo rimesso a posto. Per cui, io dico, è una battaglia che serve questa? Non è meglio forse liberarci di questo disegno di legge e poi procedere con tutte le altre questioni che abbiamo molto importanti, non ultima quella di riprendere dal 7 di settembre con le riforme istituzionali e far capire realmente ai sardi che cosa vogliamo fare di questa regione, quale può essere il nuovo modo di governare, ma soprattutto quali fonti di finanziamento trovare perché con questo bilancio non è possibile modificare la Sardegna, ci avete provato voi, ci stiamo provando noi, bisogna trovare altre soluzioni. Non è facile, so benissimo che non è facile. Non abbiamo la presunzione di avere la bacchetta magica, ma non vorremmo neanche che ce l'aveste voi. Se lavoriamo insieme forse qualche risultato lo possiamo ottenere, altrimenti sarà uno scontro continuo in quest'aula e fuori da quest'aula senza che i sardi però si accorgano di un qualche miglioramento e di un qualche cambiamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Per chiedere la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che il consigliere Espa è presente.
PRESIDENTE. Sono presenti 62 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale i lavori possono proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, io credo che stiamo affrontando questo tema in un clima surreale, fuori dal mondo. Intanto ho apprezzato l'apparizione del Presidente della Regione stamattina, l'ho apprezzata, non capisco perché non sia qui adesso, però avrà i suoi motivi. Ieri ci è apparso, dopo la mozione di sfiducia, come un comandante che abbandona la nave - poi parleremo anche di navi - e abbiamo visto, anche stamattina vediamo una maggioranza smarrita, insomma, una maggioranza preoccupata da altro, di un rimpasto, di sostituire tecnici con politici, di un nuovo esecutivo, ma che non entra nel cuore dei problemi della Sardegna e non entra neanche con questo disegno di legge.
Io dico in apertura del mio intervento che assistiamo ancora una volta a una politica del rimando e sono deluso, mi ha stupito l'intervento dell'onorevole Diana perché intanto mette in discussione quello che è un patrimonio di tutti i sardi, non è un patrimonio solo di una parte politica e preferisce le chiacchiere dell'Intesa ai fatti, ai fatti che abbiamo insieme, col popolo sardo, raggiunto nella scorsa legislatura. Questo è grave, è irresponsabile, indebolisce la Sardegna in questo momento, è irresponsabile! Io non credo che sia stata messa in campo in queste settimane né dopo l'interrogazione né dopo le dichiarazioni in Commissione del viceministro Vegas una grossa vertenza come lei ha detto, non ci credo, non l'hanno vista i sardi. E' stata mandata, ci ha riferito due giorni fa il Presidente della Regione, una lettera, una lettera di diffida, una lettera! Si affronta questo momento drammatico con una lettera! Certo, dice l'onorevole Diana, se fosse necessario chiameremo tutti ad una mobilitazione, se sarà necessario, ma quando? Dopo l'assestamento del bilancio dello Stato? Quanto riteniamo di dover chiamare a raccolta il popolo sardo, gli enti locali, le associazioni, i sindacati, quando ci renderemo conto della gravità della situazione? Quando riusciremo a contestare, come vi hanno detto anche i sindacati, anche se in ritardo, in questi giorni?
Qualche giorno fa, l'ultima riunione del CIPE, neanche una parola sulla Sardegna! Ed è così, mese dopo mese, riunione dopo riunione. No vi rendete conto che vi stanno, che ci stanno prendendo in giro? 2 miliardi e 250 milioni di fondi FAS che non vediamo, che forse non vedremo e noi ci accontentiamo di una lettera! E lì ci sono i nodi dello sviluppo, c'è una strategia di fondo, c'è una programmazione che è stata fatta, siamo stati la prima regione d'Italia a presentare il Piano attuativo regionale, poi l'esigenza di modificarlo nell'agosto del 2009, lievi modifiche ma che hanno influito sul ritardo e altre regioni ne hanno approfittato, il Nord Italia ne ha approfittato e la Sardegna deve ancora aspettare la mobilitazione quando sarà il momento. Io credo che sia sbagliato, onorevole Diana, e sia grave che lei affronti in questo modo superficiale questa situazione e non si può affrontare neanche in questo modo il disegno di legge che abbiamo in discussione. Tra l'altro in un momento in cui... ed è cronaca di questi giorni, di oggi, la regionalizzazione della Tirrenia. La Sicilia che vuole diventare l'hub dei trasporti nel Mediterraneo e l'80 per cento dei collegamenti riguardano la Sardegna e chi ci deve rappresentare in Sardegna non ha detto una parola! Ha sottovalutato. Io ricordo che anche nella discussione della finanziaria abbiamo, con un emendamento, posto il problema, abbiamo chiesto un'azione della Regione perché si inserisse in questa trattativa, ci avete rimandato al collegato, avete sempre sistematicamente rimandato al collegato su tutto, ma state attenti perché di rimando in rimando anche questi mesi di legislatura finiscono e ci troveremo e vi troverete come un niente di fatto come siete in questo momento, in attesa delle poltrone, in attesa del rimpasto.
Guardate, voi avete presentato la finanziaria e il collegato insieme, settembre del 2009 è la delibera di Giunta, un collegato, disposizioni nei vari settori di intervento, metodo collaudato nel 2009, ne ha parlato l'onorevole Capelli nel suo intervento. L'avete fatto l'anno scorso, una finanziaria snella - in questo caso quest'anno approvata anche nei termini, entro il 31 dicembre - e poi una legge omnibus per dare, voi avevate detto in quella fase, una risposta alla crisi, "facciamo prima una finanziaria snella e poi la risposta alla crisi la diamo con il collegato". Io ricordo anche i nostri emendamenti di proposta per inserire risorse, per stimolare l'economia, rimandati tutti al collegato: i temi di lavoro, gli ammortizzatori sociali, la messa in sicurezza degli scuole e di edifici pubblici, i problemi della casa, dell'edilizia residenziale pubblica, un nuovo sistema di welfare, l'istruzione, sono passati mesi, settembre 2009. Finanziaria approvata prima di Natale senza nessun ostruzionismo da parte di questa opposizione. Spesa bloccata nel mese di maggio, certo, la revisione dei vincoli del patto di stabilità, ma era un vostro obiettivo, è scritto nel DAPEF, è scritto nel Piano regionale di sviluppo, perché non avete nel frattempo, in questi mesi, negli incontri che avete comunque svolto, tecnici, politici, avuto delle risposte anche in merito alla revisione del patto di stabilità? Niente di tutto, la spesa è bloccata, gli enti locali hanno visto i trasferimenti interrotti dopo cinque, sei mesi dall'inizio dell'anno, nel frattempo arrivano le elezioni provinciali e si sa che un collegato omnibus di quelle dimensioni poteva diventare uno strumento di pressione per questo o per quel consigliere regionale, per questo o per quel territorio e nella situazione in cui siete, in cui eravate, in cui siete, estremamente divisi, non potevate affrontare un collegato così come non potete affrontare nessuna legge in questo Consiglio regionale degna di questo nome. Quindi avete preferito "tirare a campare", dedicarvi alle provinciali che avete perso, dedicarvi ad altro. Niente collegato, il collegato può aspettare, la Sardegna può aspettare, prima le elezioni. Non possiamo dedicarci a bassa macelleria, prima le elezioni. Il dopo voto, sconfitta del centrodestra che rende consapevole il Popolo delle Libertà e perfino il presidente Berlusconi che c'è la crisi in Italia e per voi che c'è la crisi in Sardegna. Se n'è accorto anche Berlusconi figuriamoci l'assessore La Spisa. La crisi c'è, non l'ha inventata la sinistra, c'è, è nei fatti, bisogna affrontarla. Come decidete di affrontarla dopo le elezioni provinciali?
Non con un collegato che mette risorse, che indica priorità, con un progetto, il lavoro, il sociale, l'istruzione, la casa. No, ve lo chiedono i sindacati, ve lo chiede l'opposizione, vi accorgete che mancano 400 anzi l'altro giorno l'assessore Sannitu in un convegno a Cagliari organizzato degli artigiani ha detto: "No sono 600 milioni probabilmente però ne abbiamo messo 400". Vi accorgete che c'è un minor gettito, vi accorgete che c'è la crisi e decidete di fare una manovra correttiva. Il collegato rimane in piedi, rimane formalmente in piedi, non siamo di fronte ad un assestamento di bilancio perché questo avrebbe da regolamento dovuto avere un'altra procedura, intanto il parere obbligatorio del Consiglio delle autonomie locali che avete sistematicamente in questi mesi e anche in questa fase dimenticato, le audizioni sistematiche, un rapporto con la società che non c'è stato. Avete con uno stratagemma sostituito il collegato con un maxiemendamento, di fatto stiamo trattando però un'altra legge. Nel frattempo il presidente Maninchedda nel mese di maggio dopo le elezioni ci aveva detto: "Attenzione" l'ha detto anche a lei Assessore con una lettera, "Attenzione, allarme sui trasferimenti da parte dello Stato alla Regione, nelle casse a maggio solo un miliardo su sette dovuti". Mai successo. In Commissione qualche settimana fa l'assessore La Spisa ci ha rassicurato: "Siamo nella media rispetto agli anni scorsi, dopo qualche nostra protesta sono arrivati a giugno circa 3 miliardi e 8 quindi in linea con lo scorso anno". Però le previsioni di entrata sono da ritoccare, c'è la crisi, minor gettito. Allora, altro che mettere risorse in circolo, altro che misure anticrisi col collegato, serve una riduzione della spesa, 389 milioni per ora, ma la stima è superiore ci ha detto l'Assessore, poi c'è Abbanoa che ci costringerà nel corso dell'anno a un ulteriore significativo intervento e l'Assessore rassicura sempre. La manovra correttiva del governo di soli tagli per le regioni e per gli enti locali, tagli in particolare per le regioni speciali non comporta l'intervento in questa manovra, non inciderà nel bilancio 2010, inciderà in quello del 2011 per ulteriori tagli per 90 milioni e inciderà nel bilancio 2012 per altri 190 milioni. Ma non basta, la proposta che ci è stata fatta viene accompagnata da dichiarazioni demagogiche, populiste da parte del Presidente della Regione. Le ricordate tutti, aboliamo le province, tagliamo gli enti, tagliamo le agenzie, tagliamo le auto blu. Allora su questo fronte, assessore La Spisa, vi sfidiamo, siate concreti, vi sfidiamo perché noi l'abbiamo fatto nei nostri cinque anni di governo, lo abbiamo fatto, abbiamo tagliato i consigli di amministrazione oltre 50, abbiamo veramente tagliato gli sprechi. Molto si può fare ancora e allora vi sfidiamo ad essere concreti e lo faremo, lo faremo non con annunci come avete fatto voi, cercheremo di farlo con delle proposte precise, sistematiche. Vi sfidiamo su questo fronte, vi incalzeremo.
Per ora solo demagogia. Intanto avete ritirato quell'emendamento che sopprimeva quattro agenzie, la conservatoria delle coste, per voi un grande spreco per la Sardegna. La conservatoria che ha attratto finanziamenti in questi anni per oltre 5 milioni di euro che compone e si compone insomma di 10 giovani provenienti da percorsi di rientro dal master and back e che non possono essere automaticamente trasferiti alla regione, che ha avuto un riconoscimento importante a livello internazionale e sia a livello locale con tutti i comuni con i quali ha collaborato in questi mesi di centrodestra, di centrosinistra. Sorprende la volontà di cancellare l'agenzia delle entrate proprio nel momento in cui si deve attuare il federalismo fiscale, nel momento in cui siamo costretti a una nuova capacità impositiva finalmente a una più forte lotta all'evasione fiscale. Ma noi abbiamo bisogno, voi avete bisogno di fare annunci perché non potete fare altro. Annunci, demagogia, tutto rinviato, tutto rinviato ad un'attenta analisi di costi e benefici, si formerà forse una commissione che dovrà valutare cosa fanno, quanto spendono gli enti, quelli rimasti, le agenzie. Un'analisi alla quale, assessore La Spisa, vuole partecipare anche il Consiglio regionale e quindi non deleghiamo all'esecutivo e alla Giunta regionale questa analisi, non vi diamo deleghe in bianco. Alla fine, dopo i lavori in Commissione questa legge è stata asciugata, direi che è stata annullata, direi che avete semplicemente deciso di non presentarla perché non siete in grado di presentare niente in quest'aula. Asciugata, riduzione dei residui di stanziamento dove non c'è impegno effettivo giuridicamente rilevanti, allineamento del bilancio in conto competenza col bilancio effettivamente disponibile, si è detto operazione verità e poi intervenite, intervenite con dei tagli che non sono così rilevanti. Non sono così rilevanti e non sono dei tagli che non hanno influenza sulla carne viva dei sardi. Edilizia abitativa meno 8 milioni, infrastrutture e servizi meno 75 milioni, imprese turistiche meno 7 milioni, opere pubbliche e infrastrutture meno 7 milioni, contributi ai comuni meno un milione e 600, fitto casa 1 milione in meno, 3 milioni in meno al fondo regionale per l'occupazione progetti per gli LSU e così sul turismo scolastico, sulla lotta all'abusivismo edilizio, sugli interventi di tipo ambientale, sugli impianti sportivi, sui consorzi fidi. Non sono tagli che non avranno ripercussioni e soprattutto sono tagli fatti senza criterio col metodo dell'accetta. Noi faremo alcune proposte emendative, riteniamo che questa non sia la legge che in questo momento merita l'attenzione dei sardi, riteniamo che debba essere ritirata, lo abbiamo detto nella questione pregiudiziale, ne siamo ancora convinti. Riteniamo che l'attenzione in questo momento vada su altri versanti, vada nella lotta, nella vertenza con lo Stato per lo scippo dei fondi FAS, nella vertenza che riguarda le entrate e che ci farà perdere se non interveniamo in maniera forte circa 7 miliardi di euro in tre anni. E allora noi però vi suggeriamo e lo faremo con una proposta emendativa, noi abbiamo presentato 80 emendamenti circa, assessore La Spisa, e vi diciamo che le priorità sono altre. Il lavoro, gli ammortizzatori sociali, l'assegno di reinserimento anche per i lavoratori espulsi dal mondo della scuola, la prima casa, il ripristino dei contributi a fondo perduto, i 25 mila euro per ciascuna coppia, il piano di edilizia residenziale pubblico, i finanziamenti a fondo perduto per il cosiddetto "non finito", l'incremento del fondo unico per gli enti locali, quello stesso che con l'ultima finanziaria non avete incrementato a dovere sulla base della legge che prevedeva un incremento proporzionale all'incremento delle entrate. Noi vi chiediamo, certo senza vincolo di destinazione, ma una priorità effettiva in quei fondi, così come chiede l'ANCI, per la realizzazione d'interventi di inserimento lavorativo per i giovani disoccupati. Vi proponiamo un nostro piano per il lavoro, vi proponiamo di dare valore al Piano regionale per i servizi, le politiche per il lavoro e l'occupazione, vi chiediamo di spendere le risorse del Fondo regionale per l'occupazione di cui alla legge 11 del 2006, misure finalizzate all'inserimento lavorativo, al mantenimento dell'occupazione giovanile e femminile. Noi vi chiediamo di avere un progetto, vi chiediamo di avere delle priorità, e alcune ve le indichiamo. La crisi non si risolve con i tagli, la crisi si risolve con la politica, allora il deficit che c'è in questo momento, in questo Consiglio regionale, in questa Giunta regionale, nel Presidente sistematicamente assente, è la politica, noi vogliamo riportare la politica in questo Consiglio regionale, noi vi chiediamo ancora una volta di ritirare questo provvedimento che non ha nessuna utilità, che è dannoso. Vi chiediamo di soffermare la vostra attenzione sulle vere emergenze della Sardegna, ve lo chiedono i sardi, non ve lo chiede solo l'opposizione, e voi ne siete consapevoli, però preferite in questo momento nel quale non solo non c'è unità, ma c'è una lotta che si percepisce, la percepiscono tutti, per entrare nei posti di potere, c'è una lotta per capire chi deve governare la Sardegna, finora governata da Roma, se la devono governare - mettendo in minoranza il Presidente della Regione - i consiglieri regionali, che vogliono così svolgere il loro ruolo di esecutivo, oppure se ci deve essere, attorno ad un progetto, ad un programma, attorno ad un'idea di Sardegna, una possibile unità, che ci può vedere anche uniti su alcune battaglie, anche dialoganti, ma su che cosa possiamo dialogare, sul niente? Sul niente non si può dialogare, onorevole Diana. Allora io credo che occorra veramente un sussulto di dignità…
PRESIDENTE. Grazie onorevole Bruno il tempo è scaduto.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Mi sono soltanto prenotato per intervenire per fatto personale alla fine della seduta, in virtù del terzo comma dell'articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì, Presidente, le chiedevo, visto l'orario, insomma abbiamo terminato un po' prima, stiamo terminando un po' prima, di proseguire con le dichiarazioni di voto, eventualmente, per il passaggio all'esame degli articoli questo pomeriggio alle 16, 16 e 30.
PRESIDENTE. Va bene.
Chiedo scusa all'Assessore, aveva chiesto l'onorevole Salis… Prego? Sì, un attimo, forse ci sono delle questioni procedurali. Onorevole Maninchedda, dopo la Giunta!
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Questo dibattito sulla legge che stiamo discutendo si è centrato moltissimo, l'abbiamo già sottolineato anche in precedenza tutti, sulla questione del livello delle entrate che ha questo bilancio regionale. Voglio tornare ancora su questo, perché evidentemente è l'argomento centrale della politica regionale in questo momento, e io sono molto contento che finalmente questo problema sia arrivato all'attenzione di tutti in maniera così forte, sia pure con delle considerazioni e degli accenti che però vanno in qualche modo ridiscussi. Però la premessa che mi sento di fare, a nome di tutta la Giunta, è che il fatto che il Consiglio regionale abbia preso coscienza in maniera molto forte che la questione del livello delle entrate è la questione centrale in questo momento è un fatto positivo, però ancora un po' su questo assestamento occorre dire qualcosa, perché il fatto che sia centrale la vertenza delle entrate non toglie il fatto che è un intervento legislativo molto limitato, come avete sottolineato tutti, in termini normativi, e direi limitato anche in termini anche quantitativi di risorse che si cancellano dal bilancio del 2010, limitato perché abbiamo agito con prudenza in sede di approvazione del bilancio, nel senso che alcune risorse non le abbiamo messe immediatamente a correre nella spesa corrente, le abbiamo accantonate, e ci permette questo di poter fare dei differimenti di spesa, dei 389 milioni, più di 200 milioni erano di fatto accantonamento nel fondo per i nuovi oneri legislativi, o per interventi infrastrutturali, o per riforme che noi semplicemente differiamo nella ragionevole aspettativa che il livello delle entrate possa progressivamente risalire, ma che non ci impediscono di fare politiche buone. Sul resto c'è un tentativo di razionalizzazione della spesa, quindi molto limitato, che nella nostra proposta e nei successivi aggiustamenti, avvenuti anche in commissione bilancio, e con quelli che possono ancora eventualmente essere trovati in questi ultimi minuti, possono rendere il meno impattante possibile rispetto alla parte più sofferente del nostro tessuto sociale ed economico questa piccola manovra di assestamento.
Ma c'è un'altra cosa importante in questa legge di assestamento, c'è un intervento sulle norme di tipo finanziario, sulla legge di contabilità, che razionalizza il sistema della legge finanziaria, e ancora di più il sistema degli impegni di spesa, che se non regolati adeguatamente effettivamente sono una delle cause principali della produzione dei residui passivi. E con un ottimo lavoro, direi, svolto in Commissione, con alcune posizioni molto forti, qualche tentativo di adottare norme più prudenti, ma variamo alcune norme sui meccanismi di contabilità, da cui noi ci attendiamo un buon risultato in termini di riduzione dei residui passivi. Questo è un fatto positivo, che non fa ombra, perché non può fare ombra un filo d'erba rispetto ad un albero. Non fa ombra la vertenza sulle entrate, che avrà, ha già da adesso, una strada tracciata, e può diventare questa strada un'autostrada, o un fiume se volete, che ci può portare ad ottenere da parte dello Stato, attraverso una trattativa, o attraverso un conflitto di attribuzione, attraverso una sentenza della Corte costituzionale, o di qualunque altro giudice, il riconoscimento concreto di un punto centrale, e cioè che i meccanismi di formazione del livello delle entrate della Regione Sardegna, come delle altre Regioni speciali, è un meccanismo di finanza originaria e non derivata, che ha la sua radice nelle norme dello Statuto speciale che sono immediatamente precettive, e che caso mai, come tutte le norme dello Statuto, possono avere necessità di norme di attuazione limitatamente a quei dettagli che servono per rendere più stringente per l'amministrazione statale l'applicazione diciamo degli aspetti contabili, di quanto stabilito nello Statuto. Noi, questo veramente mi spiace doverlo sottolineare, noi siamo disponibilissimi a fare una battaglia comune, con tutto il Consiglio regionale, con tutte le forze sociali e politiche, ma una battaglia comune richiede lealtà, lealtà reciproca tra le forze politiche, lealtà soprattutto se non volete essere - dico in particolare ad alcuni della opposizione - se non volete essere leali nei nostri confronti sul piano personale siete liberi di farlo, ma almeno la lealtà di fronte ai fatti, di fronte alla realtà che non si può ignorare. Io non accetto, rifiuto totalmente, fortemente, la definizione di "operazione finzione" contenuta nell'atteggiamento e nella proposta della Giunta in questo assestamento e nella vertenza sulle entrate. Se questo è il presupposto non ci potrà essere una linea comune, e non perché non la vogliamo noi, ma perché di fronte allo stato bisogna veramente presentarsi uniti, e non con reciproche diffidenze. Noi non abbiamo fatto nessuna finzione, ma soprattutto non abbiamo fatte e non facciamo nessuna rinuncia. La rimodulazione della spesa e delle entrate contenute in questo assestamento è semplicemente un atto dovuto, dovuto al fatto che il nostro è appunto un regime finanziario che dà alla nostra Regione l'autonomia e quindi la responsabilità in positivo ma anche in negativo di iscrivere le risorse in entrata sulla base di un calcolo che ha la sua radice nello Statuto. L'abbiamo fatto a fine 2009 prevedendo le entrate del 2010, lo facciamo adesso attraverso questo assestamento unicamente nella misura corrispondente alle diverse previsioni di entrata e non con uno scontro nei confronti di nessuno, tantomeno nei confronti dello Stato, non abbiamo rinunciato a nulla, non vogliamo rinunciare a nulla, non c'è nessuna rinuncia e nessuna finzione onorevole Sanna. Se quindi si vuole veramente, se siete sinceri - dico all'opposizione - nel volere un coinvolgimento pieno di questa vertenza, nel volere cioè un percorso comune, io credo che si debba eliminare quanto meno un pregiudizio, non può esistere un pregiudizio negativo, non può esistere un pregiudizio che possa far pensare a qualcuno, solo pensare che noi stiamo in realtà trattando per norme di attuazione che ci penalizzino rispetto a quanto stabilito nello Statuto speciale. Io voglio ripeterlo ma i documenti parleranno più chiaramente: attenzione, le norme di attuazione, questo risulta anche alcuni approfondimenti legali con illustri costituzionalisti, che non possono essere certamente tacciati di essere vicini politicamente a noi, hanno collaborato con tutti i governi e sono nomi di altissimo rilievo, noi non possiamo rinunciare allo strumento delle norme di attuazione come strumento pattizio che cioè ci permette di controllare e di stabilire regole precise che valgano anche per la Ragioneria centrale dello Stato e che non possano essere unilateralmente modificate, formalmente o per prassi, dalla burocrazia statale, le norme di attuazione servono per dettagliare meglio alcune cose contenute nello Statuto ma non intaccano minimamente il principio che lo Statuto stesso è immediatamente percettivo e le norme di attuazione possono casomai essere utilizzate proprio per la forma pattizia a tutela della Regione per migliorare le nostre condizioni. Io vorrei ricordare che la vertenza sulle entrate si è conclusa nel 2007 con alcuni risultati innegabili, alcuni risultati che noi abbiamo riconosciuto, intanto abbiamo partecipato come opposizione ad alcune manifestazioni pubbliche, eravamo nelle strade di Roma insieme all'allora Presidente della Regione, siamo arrivati insieme a lui anche nelle sale di palazzo Chigi a chiedere al Governo, cosiddetto amico, visto che si dice, di rispettare quella richiesta che era di tutto il popolo sardo e di tutto il sistema politico sardo. Lo abbiamo fatto e non può essere disconosciuto questo, poi la vertenza si è chiusa con un altro Governo, si è chiusa con un risultato quantitativamente, in termini di compartecipazione, positivo ma anche con alcune contropartite che la Regione ha dovuto dare e cioè l'accollo immediato della spesa sanitaria e di quella del trasporto pubblico che, badate bene, io ritengo che tutto sommato potesse anche starci, potesse essere una cosa comprensibile allora ma, attenzione, noi abbiamo chiuso, è stata chiusa quella vertenza facendo incassare allo Stato immediatamente il trasferimento delle funzioni e rinviando l'entrata a regime del sistema 2010. Il regime è entrato in vigore nel 2010 formalmente, nel suo complesso, è soltanto per parti, è solo con misure compensative, con trasferimenti compensativi è stato attuato negli anni tra il 2007 e il 2010. Misure compensative che hanno garantito l'equilibrio ma che adesso arrivano alla prova dei fatti, la prova dei fatti è dove sono le risorse che lo Statuto stabilisce che debbano andare alla Regione? Sono, dice lo Stato, in un fondo indistinto un fondo indistinto che ha rassicurato i parlamentari sardi, tutti, di destra e di sinistra e anche il Consiglio regionale come abbiamo fatto questo bilancio e lo stesso fa un indistinto che c'era, sicuramente anche nel pluriennale anche quando al Governo c'era il presidente Soru. Nel 2008 per esempio nell'ultimo bilancio fatto da voi. Io andrò a vedere nelle carte se c'è stata qualche protesta da parte vostra per il fatto che in quel fondo non ci fossero specificazioni precise a vantaggio della regione Sardegna. Non mi risulta. Si dava evidentemente, desumo questo, salvo prova contraria, che le risorse accantonate in quel fondo distinto fossero sufficienti per garantire l'applicazione dello Statuto. A questo ci possiamo pensare, ora, le dichiarazioni del Vice Ministro Vegas, fate qualche mese fa preoccupano, ci hanno preoccupati immediatamente e per questo occorre un intervento che precisi, che metta lo stato in una condizione più netta, con le spalle al muro nei nostri confronti, quei soldi devono essere attribuiti alla Sardegna considerando che vanno attribuiti in conto competenza originariamente e che quindi da parte nostra devono essere considerate anche se non possiamo spenderli per il meccanismo del patto di stabilità comunque un credito nei confronti dello Stato, questa è la questione. Occorre che perché questo venga riconosciuto esplicitamente, occorre un bilanciamento formale da parte del Governo ed è per questo che noi abbiamo chiesto al Governo di esplicitare qual è la sua posizione con una lettera, ritengo che sia la cosa migliore scrivere per avere un pronunciamento formale perché noi non possiamo in questo momento attivare un conflitto di attribuzione basato solo su una dichiarazioni in Aula, nel Parlamento, da parte del Vice Ministro, non è un appiglio sufficiente, lo abbiamo verificato, anche sul piano strettamente giuridico e legale, non basta questo, occorre un pronunciamento formale e questo pronunciamento formale l'abbiamo chiesto con chiarezza, l'abbiamo chiesto e lo stiamo chiedendo con chiarezza e con forza sulla base di quello, sulla base di quello che nascerà in questi giorni, si potrà attivare qualunque percorso che arrivi anche ad un conflitto istituzionale, siamo pronti a questo, siamo pronti a pagare anche un prezzo politico importante, un prezzo politico forte ma che vogliamo fare responsabilmente di fronte a qualunque Governo, dimostrando che questa Giunta e questa maggioranza non sono minimamente acquiescenti rispetto agli orientamenti del Governo nazionale, tanto meno nei confronti della burocrazia statale, questo è il fatto di fronte a cui ci troviamo. La vertenza entrate si è chiusa con quei limiti, si è chiusa anche con un altro limite, cioè che non è stato previsto allora una modifica del patto di stabilità, probabilmente il Governo non era in grado di farlo, non doveva farlo, io devo dire anche che capisco che quella vertenza si sia chiusa comunque per incassare comunque un risultato quindi (….) per fasi successive in confronto, io ricostruendo i fatti credo di poter dire che è andata così. Attribuendo al Governo di allora quindi la perfetta buonafede dell'intenzione di garantire alla Sardegna le migliori condizioni possibili ma quei limiti c'erano, forzati, dovuti ad una situazione difficile ma c'erano e rimangono. Il problema dei trasferimenti vorrei che fosse chiaro perché altrimenti non ci intendiamo mai, il problema dei trasferimenti dallo Stato riguardano l'aspetto della cassa, dal punto di vista della competenza noi per fare il nostro bilancio non abbiamo bisogno di attendere nessun trasferimento ed infatti il Decreto legge numero 78 che è in fase di approvazione e di conversione in legge per le regioni ordinarie prevede, per tutte le regioni, prevede 10 miliardi di sacrificio, di contributo al taglio della spesa pubblica, 8 e mezzo per le regioni ordinarie, 1 miliardo e mezzo per le regioni speciali, 500 nel 2011 e 1 miliardo nel 2012, non incide quindi quel Decreto legge su di noi nel bilancio 2010, ma non incide per le entrate neanche sul bilancio 2011.
E' scorretto dire che lo Stato non ci dà i soldi: lo Stato, per le Regioni ordinarie, agisce sul Patto di stabilità, vincolando la spesa e per il pari importo cassa i trasferimenti (per 8 miliardi e mezzo: la protesta delle Regioni ordinarie consiste in questo); noi invece non abbiamo una diminuzione di trasferimenti perché le nostre entrate siamo noi autonomamente a calcolarle, sulla base di quanto stabilito nel nostro Statuto speciale, ed eventualmente, per i dettagli soltanto, sulle norme di attuazione, ma che sono una garanzia perché passano in questo Consiglio regionale, perché hanno una forma pattizia e sono una salvaguardia rispetto al prepotere dell'apparato statale prima ancora che di qualunque Governo statale.
Noi però abbiamo vantaggi e anche svantaggi nella nostra autonomia speciale: abbiamo il vantaggio di poter iscrivere legittimamente nel nostro bilancio le entrate così come noi le prevediamo, nel bilancio di previsione, ma abbiamo anche lo svantaggio di dover riconoscere minori entrate quando i dati concreti ci obbligano a riconoscere che entrerà di meno. E lo abbiamo voluto fare rispondendo ad una esigenza - l'ho già detto ieri ma lo ripeto - affacciata da tutte le forze politiche, in particolare dall'opposizione che chiedeva chiarezza, chiedeva chiarezza sui trasferimenti di cassa, e lo abbiamo fatto ottenendo un ridimensionato in aumento dei trasferimenti di cassa, lo stiamo facendo per il bilancio di competenza riducendo le entrate soltanto di quanto può essere prevedibile che si riducano a seguito della diminuzione del gettito fiscale, e non rinunciando minimamente al livello delle entrate stabilite dallo Statuto.
Questa noi riteniamo che possa essere la strada migliore, la strada che può permettersi di andare al confronto con lo Stato con una forza che può derivare dall'unità di tutto il sistema politico, e anche dall'apporto del sistema sociale ed economico; questo possiamo fare se i termini della questione sono netti, sono chiari, se non sono inquinati da condizionamenti, da pregiudizi o da, pur legittime, strategie politiche di parte, che è giusto, capisco che si possano anche perseguire, ma che si devono perseguire non in una prospettiva di unità di tutto il sistema. Se unità del sistema politico deve esserci, deve essere basata su una lealtà rispetto ai fatti e anche rispetto ai comportamenti. Questo Governo regionale è disposto ad un confronto e ad una apertura della trattativa con lo Stato, a qualunque forma di confronto con tutte le forze politiche, chiediamo semplicemente, e credo legittimamente, che sia riconosciuta la posizione corretta, realista, aperta e assolutamente non incline ad alcuna rinuncia, che compare in tutti gli atti fatti in questi mesi.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto ora in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto sfavorevole al passaggio agli articoli e ancora per sollecitarvi a ripensarci e a riportare questo provvedimento in Commissione, perché questo provvedimento non è inutile, così come è, è dannoso. E mi pare che non abbiate apprezzato a sufficienza il contributo che stiamo cercando di darvi, in totale buonafede, senza dietrologia - per usare una parola che ho sentito stamattina - e senza nessuna volontà di immaginare spallate, senza nessuna volontà - per riprendere ancora le parole appena sentite - di essere sleali o di perseguire chissà quale strategia politica.
Sto cercando di dare un contributo di conoscenza di cui mi pare che ci sia bisogno, anche su alcuni aspetti fondamentali, ne dico subito uno: la dichiarazione di Vegas di cui stiamo parlando è del 13 luglio, non di due mesi fa, è di una settimana fa! Vi stiamo parlando di cose di oggi, di queste ore, se volete starci a sentire, e non scattare così con troppa sufficienza. Lo dico anche a lei, assessore La Spisa: non sono di due mesi fa, sono di qualche giorno fa, dette in Commissione in sede di audizione, in Parlamento.
Non credo di riuscire ad essere più preciso in pochi minuti: utilizzerò tutto il tempo che avrò nel corso di questo dibattito che spero sia lungo e ci dia la possibilità di partecipare. Ne approfitto per dirle, onorevole Diana: capisco che siamo tutti stressati - era stressato ieri l'Assessore e ne ha parlato nello scusarsi, siamo stressati tutti, ci sono problemi nei Gruppi, ci sono problemi nella maggioranza, tra Consiglio e Giunta -, lo capisco però è ingiustificato fare delle azioni irresponsabili che possono avere ripercussioni gravi nella posizione della Sardegna davanti al Governo e nel mantenimento dei diritti acquisiti. Lei ha fatto una storia sull'intesa istituzionale, firmata dall'allora presidente D'Alema e dal presidente Palomba, francamente sbagliata, francamente fantasiosa, e in quest'Aula e con queste responsabilità dovremmo essere più precisi, sia nel citare la data dei comunicati dei Sottosegretari sia nel citare storie di questa importanza per questa Regione, perché stiamo parlando delle risorse che stanno alla base di tutte le discussioni che noi facciamo qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì, Presidente, anch'io voterò contro il passaggio agli articoli, e vorrei anche dire che sono profondamente deluso dall'intervento dell'Assessore, per un verso, per l'altro è assolutamente in linea con le figuracce che state mettendo una dietro l'altra, di fronte anche ad uno stile istituzionale che si dovrebbe avere.
Io capisco l'intervento dell'Assessore, capisco la differenza e ve la spiego come la si può spiegare ad un cittadino per strada. Noi vi stiamo dicendo: non diteci che noi vogliamo collegare le due cose, manovra e questione delle entrate, però non cercate di convincerci che bisogna separarle, perché noi vi stiamo dicendo che bisogna urgentemente rimettere a posto le priorità istituzionale di questa Regione, per il nostro futuro. E la posizione che ci ha spiegato oggi l'Assessore è esattamente questa, che noi vorremmo andare, caro onorevole Diana, di fronte al Governo a rivendicare i nostri diritti con i pantaloni allacciati, l'Assessore ci ha spiegato oggi che ci vuole andare con i pantaloni scesi: è questa la differenza, e noi vi facciamo andare da soli con i pantaloni scesi! Perché l'unità si trova quando c'è un punto di contatto sulla dignità e sul ritrovare ciascuno di noi le priorità nell'agenda istituzionale. E non ci venga a dire, Assessore, che quasi quasi ve l'abbiamo suggerita noi questa manovra, perché questa è una grande falsità ed è qualcosa che ci fa rabbrividire per avere un Assessore che, con questa leggerezza, ci viene quasi a imputare la colpa della manovra a noi! Noi volevamo chiarezza sui conti perché abbiamo avuto paura da subito, dall'inizio di quest'anno, che quei soldi che spettano alla comunità sarda erano sulla strada di essere scippati. E così facendo vedrete che ci ritroveremo tra un po' a discutere delle vostre superficialità in maniera diversa.
Il nostro appello non è per sottrarci all'unità è per ritrovarla però anche voi cercate di capire dove il luogo dove si trovano le unità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Rapidamente per dire due cose, la prima è che non siamo tutti stressati, io non lo sono; la seconda per preannunciare il voto favorevole al provvedimento e poi nei restanti pochi secondi per alcune precisazioni.
Io credo che il fatto che nella cordata che si è aggiudicata il carrozzone Tirrenia, e che sono d'accordo con quanto diceva l'onorevole Gian Valerio Sanna, probabilmente avrà delle risorse per la continuità territoriale, e meno male c'è le avrà, il fatto che ci sia la Sicilia è dovuto al solo fatto che la Siremar che cura i collegamenti interni aveva da poco acquistato tre navi e il costo per il trasferimento non avveniva gratis non venivano concesse, regalate alla società come è avvenuto per la Saremar alla Regione Sardegna ma gli costava molto di più di quanto gli sarebbe costato acquisire la Tirrenia. Quindi la Sicilia dove è nata la società Tirrenia ha detto: se acquistare la Tirrenia e avere comunque una quota della partecipazione alla Tirrenia ci costa meno che acquisire la Siremar per il solo fatto che ha rinnovato il parco navi perché non acquisirla? Ma con un obiettivo ben preciso quello di mantenere certo la sede legale a Palermo ma quello di coinvolgere la Regione Sardegna da qui ad un anno dopo il primo anno per credere la partecipazione della Sardegna, che giustamente la Tirrenia continuerà a gestire l'80 per cento di quelle tratte, per cui la Regione Sicilia sarà felicissima di liberarsi di quella quota della partecipazione in favore della Regione Sardegna, anche per avere una maggior forza contrattuale nel rivendicare le risorse della continuità.
Per quanto riguarda il patto di stabilità io credo che se n'è parlato poco di questo fatto specifico, si è parlato molto del patto di stabilità e poco del fatto specifico che il Comune di Roma, importantissimo comune, ci mancherebbe altro, che da solo gestisce più o meno le risorse che gestisce la Regione Sardegna ha avuto un'esenzione, il Comune di Roma per il prossimo anno non sarà assoggettato alle regole del patto di stabilità.
Io credo che nelle condizioni particolari nelle quali si trova la Sardegna oggi, per la gravità della situazione della crisi industriale, per la gravità della crisi dell'agricoltura ma anche di quella del turismo, vedremo i dati alla fine dell'anno, credo che una battaglia simile per un'esenzione almeno parziale dal patto di stabilità la dovremo fare con forza anche noi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo dico alla Giunta, lo dico alla maggioranza, sappiamo benissimo dove è che si evidenziava la divergenza tra la nostra posizione e la vostra. Noi avremmo voluto un assestamento di bilancio cioè una verifica e una pulizia del bilancio, una verifica dal punto di vista degli indebitamenti più o meno fittizi, una verifica dei punti di vista dei residui che si alimentano attraverso percorsi, procedure ai confini della legittimità dal punto di visto del rispetto delle norme di contabilità pubblica, uno spostamento di risorse da capitoli destinati all'accumulo in funzione di spese da fare e di promesse da soddisfare a capitoli che invece risolvessero problemi di natura urgente, della nostra società e di coloro che hanno maggior bisogno, dei nostri disoccupati, del sistema economico che investisse qualcosa nei confronti di una fascia di età che è quella che va dai venti ai quarant'anni e che noi stiamo escludendo dalla partecipazione attiva alla vita della nostra comunità. Questo era l'obiettivo nostro, e contrastava con il vostro.
Ciò detto abbiamo assunto l'impegno comunque di andare ad affrontare il problema con le posizioni diverse che abbiamo. E che in questo percorso sono venute fuori in modo più esplicito tutti i problemi che ci trasciniamo più alcune novità assolutamente negative, proposte dal Governo nazionale, dalla parte più nord centrica di questo Paese che rapina il mezzogiorno e sposta risorse a chi è più ricco. Da i Superciuck della politica nazionale che rubano ai poveri e danno ai ricchi. Rispetto a questa vicenda vogliamo difenderci o vogliamo rimanere passivi, questa è la domanda, per questo noi votiamo contro questa manovra, per queste ragioni. Stiamo cercando anche un dialogo di realizzare condizioni per un contributo che invece vediamo viene rigettato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Grazie Presidente per annunciare il voto contrario al passaggio agli articoli. C'è stata una discussione lunga e interessante, si sono aperti anche degli spiragli di dialogo tra ieri e oggi su quella che è per noi, l'abbiamo già detto anche ieri, la priorità in questo momento, riprendere con forza la vertenza perché lo Stato ci riconosca quanto stabilito attraverso la riscrittura del nuovo articolo 8.
Dalla maggioranza alcuni ragionamenti assolutamente condivisibili altri molto meno, sorprendenti le dichiarazioni dell'onorevole Diana che ci preoccupano, che mettono in evidenza anche alcune nostre preoccupazioni che ci sia effettivamente nei banchi del centrodestra qualcuno che ancora in maniera assolutamente acquiescente fa sponda a quelli che sono gli intendimenti del Governo nazionale.
L'unità a cui ci richiamava l'assessore La Spisa è un'unità che può essere in qualche modo condivisibile se dettata dalla forza e dagli intendimenti già dimostrati nella scorsa legislatura, però si rivolga anche ai banchi della maggioranza perché la voce discorde in questo senso ci è sembrata così dell'onorevole Diana ci fa davvero preoccupare se poi lui abbia sottolineato che le sue dichiarazioni erano dichiarazioni a titolo personale; ma insomma quando parla un Capogruppo del Gruppo più importante in Consiglio regionale è difficile insomma non preoccuparsi di quelle dichiarazioni.
Per il resto il silenzio rispetto alla possibilità di dialogo sulle nostre proposte è assolutamente totale un ascolto pari a zero, noi come diceva anche l'onorevole Uras abbiamo cercato di portare in questi banchi, in Commissione e anche qui in Consiglio alcune esigenze, alcune priorità, preoccupazioni la necessita di modificarlo seppur per quello che si può modificare questo provvedimento in funzione dei bisogni della Sardegna, niente assolutamente nessuna possibilità di ascolto e di far passare le nostre istanze e per tanto evidentemente questo provvedimento rimarrà tristemente nelle condizioni in cui l'avete presentato all'Aula.
Per questo il mio voto sarà contrario e confidiamo che nel prosieguo dei lavori quegli emendamenti che abbiamo presentato cambi questo atteggiamento di totale chiusura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Grazie signor Presidente. Il Gruppo dell'Italia dei valori voterà contro il passaggio agli articoli anche perché riteniamo che questa manovra come è stato illustrato nel dibattito è una manovra da pannicello caldo rispetto ai problemi che sono fortunatamente emersi anche, dobbiamo dirlo, per merito dell'opposizione in Consiglio regionale ai problemi veri della Sardegna e del suo stato finanziario.
Ieri è stato detto che dobbiamo essere noi i capi dei sardi, io su questa affermazione sono assolutamente d'accordo, però come si può essere capi dei sardi se non si reagisce con la dovuta forza quando gli interessi dei sardi, che noi rappresentiamo vengono lesi così drammaticamente. E parlo della vertenza delle entrate, anch'io considero questo elemento un elemento fondamentale al pari di tantissime altre sottovalutazioni sui diritti della Sardegna che vengono e sono venuti dal Governo nazionale. Io vorrei esprimere un tentativo di collaborazione con l'assessore La Spisa, con i colleghi della maggioranza sulla necessità, partendo da questa discussione, di tentare di modificare la filosofia della Regione così come l'abbiamo ereditata, cioè la Regione di un ente sportello che si preoccupa solo della spesa, o della spesa apparente, neanche della spesa vera, della spesa apparente e certificata dai numeri di un bilancio che poi non potrà essere realizzato e attivato, e preoccuparci invece di più delle entrate della Sardegna. Chiedevo prima, mi scuso con il Presidente perché mi hai chiamato per la dichiarazione, ma parlavo con i funzionari dell'Assessorato perché ho chiesto un dato, ho detto: Ma, noi siamo in grado di sapere, per esempio, quanto viene stimata, di fronte alla voragine dell'evasione fiscale italiana, quanto viene stimata l'evasione fiscale in Sardegna?. Ecco, questo mi sembra un elemento d'apporto. Così come non è assolutamente da dimenticare, pur difendendo strenuamente, con le unghie e con i denti la modifica dell'articolo 8 che noi abbiamo conquistato insieme a voi, per la verità, ma su nostra iniziativa, nella precedente legislatura, non bisogna dimenticare questo libretto. Io, Mario Diana, che non vedo qua, oggi, al di là della strumentalità…
PRESIDENTE. Informo l'Aula che l'onorevole Sisinnio Piras è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Grazie, Presidente. Mi era sembrato, ieri, di aver percepito in quest'Aula un clima diverso, un cambiamento di clima, di dialogo, di apertura, di confronto che oggi viene contraddetto dalle sue parole, Assessore, che davvero non capisco. Mi chiedo che cosa c'entra la discussione di questo disegno di legge, su cui noi non siamo d'accordo, con i grandi temi a cui abbiamo dato la disponibilità a dialogare, con lei, con la sua Giunta e con la maggioranza; che cosa c'entra! Lei non può dirci oggi: "Finalmente è diventato il tema di tutti il tema delle entrate". Guardi, il tema delle entrate è entrato in quest'Aula ieri, in discussione, perché noi abbiamo posto una pregiudiziale, altrimenti non ne avremmo discusso. Noi ci saremmo aspettati da voi mettere quest'Aula in condizioni di discutere, e voi non l'avete fatto, e noi ve l'abbiamo chiesto più volte. Ma non si può dire: "Se voi volete fare una battaglia…", volete farla da soli la battaglia? Fatevela da soli! Noi diamo la disponibilità a fare la battaglia con voi per rafforzare una posizione nell''interesse dei sardi; non volete che l'opposizione se ne occupi? Ma stiamo fermi! Andate avanti! Se ve la sentite di assumervi la responsabilità da soli, fatelo, non è nostro l'interesse, è tutto vostro l'interesse, casomai è l'interesse dei sardi. Io voterò contro, sempre più convintamente, questo disegno di legge che voi ci state chiedendo di condividere con voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Grazie, Presidente. Beh, la verità l'ha detta tutta l'onorevole Sabatini; siamo estremamente contenti e soddisfatti, perché ha messo il dito, ha detto esattamente quello che sta accadendo, è vero, l'onorevole Sabatini dice: "Noi dobbiamo parlare di questo disegno di legge", ma non abbiamo scatenato noi il problema su un problema altrettanto importante, ma molto più importante. Allora io non voglio allarmare nessuno, onorevole Soru, onorevole Barracciu, io ho dato semplicemente la mia visione, che può anche essere sbagliata, ma siccome io sono un parlamentare eletto in questo Consiglio regionale, ho diritto di parlare quanto avete diritto di parlare voi, e posso dire come la penso, e continuo pensare che una strategia diversa in altri tempi ci avrebbe portato probabilmente a risultati migliori; non può essere detto questo? Volete essere depositari solo voi della verità? Io rimango di questo parere, la storia ci darà ragione. Relativamente alle cose che ha detto lei, onorevole Soru, glielo mando adesso con uno degli assistenti: "Risposta scritta pubblicata giovedì 20 maggio 2010", non luglio, 20 maggio 2010
SORU (P.D.). Ce n'è un'altra!
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì, ma non fa altro che confermare questo! Che cosa cambia questo, cambia forse qualcosa? Ma non è cambiato niente! In ogni caso io non l'ho mai interrotta, quindi non dovrebbe interrompere neanche me. Questa è del 20 maggio, quindi non è una cosa che è nata oggi, e non è nata neanche a luglio, è nata a maggio. Mi meraviglia che solo voi, oggi, abbiate potuto sollevare un problema che era già a conoscenza della Giunta regionale nostra; questo abbiamo voluto dire, punto e basta.
BRUNO (P.D.). Ancora peggio!
DIANA MARIO (P.d.L.). No, non è ancora peggio, perché gli atti sono stati compiuti, e si sta facendo tutto quel lavoro che è necessario. Se voi non volete partecipare a questo confronto, così come avete detto, è una responsabilità che in toto vi assumete voi, ma certamente non noi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Grazie, Presidente, Assessore, colleghi. Per annunciare il voto contrario. Io ho ascoltato… ma, i tagli di 8,5 miliardi, 4 miliardi per i comuni di tagli, 800 milioni per le province… il dibattito di oggi, anche per le divergenze tra l'onorevole Diana e l'assessore La Spisa ci preoccupa, perché in ogni caso, pur nelle divergenze c'è una sottovalutazione del problema. Avete anche voi deputati, senatori presenti nelle commissioni che stanno analizzando argomenti che potrebbero avere una ricaduta grave per le sorti future della Sardegna in quanto ci vengono sottratte risorse e in quanto vengono annunciate ulteriori sottrazioni di risorse. Non pare a noi che ci sia un idea precisa, Assessore, di quello che sta accadendo, mi pare che ci sia una sottovalutazione del problema, mi pare che voi non abbiate piena conoscenza di quel che accade in altre Aule e delle ricadute che avranno quelle decisioni nella nostra terra. Protesta in piena estate, con 40 gradi all'ombra, l'intera Sardegna, Assessore; precari della scuola, lavoratori dei Call center, di Vol2, dove le promesse poi rischiano di vedere questi poveri lavoratori, questi giovani, padri, madri di famiglia senza un lavoro, protesta l'intera Sardegna, protesta oggi, anche negli incontri che abbiamo ottenuto di recente, in modo identico rispetto alla nostra richiesta nei vostri confronti, cioè vi dice: "Fate qualche cosa nei confronti dello Stato, perché non vengano sottratte risorse che sono garanzia per il futuro di noi tutti e dell'intera Isola", questo vi stanno dicendo, questo vi stiamo dicendo. Oggi, Assessore, colleghi della maggioranza, vi è stato detto più volte e ripetuto, ma pare che non vogliate fare nulla in questa direzione, che è il momento oggi di intervenire, perché domani la colpa non sarà più da noi e dalla Sardegna attribuita a Tremonti e alla Lega, ma sarà attribuita a voi per una sottovalutazione del problema e per non aver preso il toro per le corna e per non aver preso una posizione forte nei confronti del Paese; sarà vostra la colpa un domani per aver sottovalutato quello che sta avvenendo non a maggio, onorevole Diana, giorno dopo giorno sta avvenendo, giorno dopo giorno sottraggono risorse, ogni ora e minuti vengono fuori cose che possono preoccupare e che dovrebbero preoccupare tutti noi e possono pregiudicare l'intera Isola e il futuro della Sardegna, ora dopo ora, minuti e secondi dopo minuti e secondi ci sono novità su questi temi, a questo vi stiamo richiamando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Grazie, Presidente, Assessore, colleghe e colleghi. Sì, per dichiarare il voto contrario al passaggio agli articoli, non fosse altro per le cose dette e ripetute, e perché anche a mio avviso mi sembra che il tema che abbiamo posto all'attenzione dell'Aula sia visto come disturbo più che come elemento di riflessione. La storia della Sardegna è una storia di popolo soggiogato, sempre e comunque, e quindi qui si sta chiedendo di avere appunto uno scatto d'orgoglio, le risorse sono fondamentali per la Regione Sardegna. Io non credo che un popolo di 1.600.000 abitanti, con l'estensione dell'Isola, sia in grado e sia autosufficiente. A mio avviso è un elemento fondamentale e anche una pietra miliare per poter affrontare poi il federalismo fiscale, cioè quanto costano i servizi in Sardegna per 1 milione e 600 mila abitanti? Un quartiere di Milano lo fa in uno stretto ambito di territorio un milione e mezzo di abitanti, dove i servizi costano nulla rispetto a quanto costano in Sardegna. Allora, perché non porsi con attenzione e con serietà questo problema? Noi continuiamo a vivere la storia della Sardegna come storia di persone che saranno sempre sudditi, persone che non hanno la forza di rivendicare quei diritti che necessitano a un popolo. Peraltro facciamo parte della stessa Italia, però paghiamo i trasporti più di quanto si paga da un capo all'altro dell'Italia. Noi per fare 300 chilometri dobbiamo fare anche il mare se vogliamo andare in continente, ma il costo di quei 300 chilometri non è lo stesso che pagano gli italiani. Allora se noi siamo italiani rivendichiamo gli stessi identici costi. Questo mi sembra il minimo. Allora parliamo di condividere alcuni aspetti che sono fondamentali nella vita pubblica dei cittadini. Quindi questo orgoglio di sardi e non per essere sardi nel senso di... ma perché apparteniamo a una nazione e abbiamo gli stessi diritti e dobbiamo pagare le stesse condizioni di una nazione, pena la nostra insularità peserà e peserà come un macigno se non riusciamo davvero ad avere questi elementi di diritto che ci spettano e quindi non riusciamo a porre quella pietra miliare che, ripeto, ci costerà cara quando affronteremo il federalismo fiscale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, io voterò a favore del passaggio all'esame degli articoli perché capisco che le due questioni di cui stiamo trattando sono separate da un punto di vista amministrativo, ma sono connesse e unite da un punto di vista politico. L'altra volta la maggioranza di oggi, era minoranza allora, criticò l'accordo raggiunto dall'onorevole Soru, sostenne la tesi che era un accordo a perdere e io ero uno di quelli, anche se ovviamente quando si va a trattare, trattandosi di un patto, non si rinuncia a quello che gli viene offerto, ma dicevamo che era insufficiente anche lo strumento, lo strumento della legge finanziaria perché sappiamo benissimo che quando gli impegni si assumono attraverso una legge finanziaria dello Stato questi impegni solitamente non vengono mantenuti come non sono stati mantenuti per tante altre questioni, vedi la continuità territoriale che poi è andata a farsi benedire e ce la siamo dovuta accollare.
Quindi è chiaro che noi dobbiamo aprire, Assessore, una grande vertenza nei confronti dello Stato, una grande vertenza non con gli strumenti attuali, non con la Conferenza Stato-Regione, non con le carte bollate. Dobbiamo aprire una grande vertenza ripartendo dall'intesa istituzionale di programma, che io da Presidente avevo preso e allargato anche con l'APQ sulle acque, passata nel CIPE, quindi un accordo solenne assunto dal Governo nazionale e su questo dobbiamo fare una grande battaglia unitaria del popolo sardo. Io non credo che queste cose possano essere in qualche modo motivo di divisione tra le forze politiche, quindi le dobbiamo per forza unire! Dobbiamo cercare di capire che questo si tratta di un assestamento spiegato dall'Assessore. Quello che pone la minoranza si tratta di un grande discorso di carattere politico che noi dobbiamo affrontare e dobbiamo trovare le soluzioni unitarie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, io intervengo per dichiarare il mio voto contrario sul passaggio agli articoli. In realtà la fretta con la quale questo Governo regionale cerca di approvare questo disegno di legge racconta proprio di un Governo regionale sordo, intenzionato a non ascoltare nessuna delle voci che provengono dalla minoranza, nonostante la partita che si sta giocando è una partita rilevante, è una di quelle storiche per la nostra isola e per la nostra terra. Non si tratta di una discussione di piccolo conto, non stiamo discutendo di piccole questioni. Io concordo con l'onorevole Floris che dice che qua stiamo discutendo una manovra finanziaria, un assestamento e che la partita invece è un'altra, ma i tempi impongono a noi tutti di fare in fretta. Non possiamo trascurare il fatto che le cose devono essere fatte con assoluta celerità perché il tempo si perde, le manovre si stanno facendo, ci sono le regioni dell'Italia che conquistano diritti e la Sardegna, invece, i diritti conquistati li sta pian piano perdendo. Oltretutto un sistema bloccato come quello che la regione Sardegna sta attraversando in questo momento, di grande crisi sui vari settori, impone una riflessione anche sulle cose che diceva l'onorevole Cuccureddu e su cui concordo, il fatto che il patto di stabilità potrebbe essere anche questo uno strumento da aggredire e da strappare con le condizioni migliori rispetto a quello che noi abbiamo, perché a parte la Regione Sardegna questo ricade sui 60 comuni della Regione Sardegna che devono rispettare il patto di stabilità, comuni che sono strangolati da questi vincoli restrittivi in una situazione economica davvero tragica. Perché la Regione sarda, credo che voi lo sappiate benissimo, trasferisce a tutti i comuni nessuna risorsa, mandandolo anche per iscritto: "Non siamo in grado di trasferire nulla perché non abbiamo nulla da trasferire perché dobbiamo rispettare il patto di stabilità". Quindi questa è una delle cose da rivendicare nei confronti del Governo. Non è possibile che Roma, capitale d'Italia - lo diceva lui prima e concordo su questo - abbia a disposizione la possibilità di essere esentata dal rispetto del patto di stabilità e noi non ci mettiamo nulla per fare in modo che questo avvenga anche per la Regione sarda. Per cui temi importanti, decisivi, che vanno al di là di questa manovra di 400 milioni di euro, che deve contenere tutte queste riflessioni che si stanno facendo e naturalmente bisogna farlo molto in fretta. Per questa ragione ovviamente il mio voto è contrario sul passaggio agli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Colleghi, io voterò contro il passaggio agli articoli ma la mia dichiarazione di voto non vuole essere una dichiarazione di voto strumentale a una parte. Mi sembra che quello che si sta verificando tra di noi sia un dialogo tra sordi e questo sinceramente mi dispiace, non tanto per l'esito di questo provvedimento che per vostra stessa parola è un provvedimento piccolo piccolo, ma perché mi sembra che questo dialogo tra sordi rischi di indebolire la nostra posizione nei confronti dello Stato e allora io sono abituato quando si dialoga tra sordi o a urlare più forte, ma non sempre funziona, o a dire le cose in modo diverso e io lo provo a ridire, lo dico all'Assessore e lo dico al Presidente della Commissione. Voi ci chiedete di dimostrare che siamo pronti a sostenere la grande battaglia. Noi vi abbiamo posto due questioni. La prima: riteniamo sbagliato oggi fare delle variazioni di bilancio. E' inutile, lo possiamo fare in sede di approvazione del consuntivo, non sappiamo esattamente queste variazioni che entità devono avere, la nostra posizione è che ci indebolisce. La seconda: vi abbiamo chiesto di alzare il tiro di una risposta nei confronti del Governo. Perché? Perché ci siamo resi conto che nel passato, come ha anche chiesto l'onorevole Floris, siamo stati deboli, flebili o comunque non abbiamo ottenuto risultati, non c'è stata una grande mobilitazione. A queste due questioni non ci avete risposto o ci avete detto di no.
Assessore La Spisa, è grave sapere oggi, io non lo sapevo e me ne dispiace, non ce l'avete comunicato in Commissione, che il 20 maggio vi è arrivata una risposta a un'interrogazione che anticipava le dichiarazioni di Vegas. Ma allora mi chiedo...
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' su Internet, è un atto pubblico della Camera!
PORCU (P.D.). Il 20 maggio mi sembra vi sia arrivata un'ulteriore conferma...
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. No, è un atto che puoi trovare sul sito, non è un dato che abbiamo comunicato noi.
PRESIDENTE. Assessore, per cortesia.
PORCU (P.D.). Io sinceramente...
(Interruzione)
Io faccio un ragionamento per quello che ho capito e mi faccia recuperare il tempo, ma ero interessato a quello che diceva l'Assessore.
SORU (P.D.). Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori quando è possibile perché vorrei chiedere se è giusto il comportamento dell'Assessore.
PRESIDENTE. Facciamo concludere l'intervento, presidente Soru.
SORU (P.D.). La ringrazio.
PORCU (P.D.). Io chiedo solo di recuperare qualche secondo perché sono breve e per me l'Assessore mi può anche interrompere se mi dice cose utili per riprendere il dialogo.
(Brusio in aula)
Scusate. Allora, se il 20 maggio noi abbiamo avuto conferma di una posizione del Governo, Assessore, perché questo benedetto conflitto di attribuzione non l'abbiamo già fatto e mandiamo una letterina? E perché il Presidente della Commissione non promuove un incontro con la Camera, con la Commissione bilancio della Camera, dove manifestiamo le nostre preoccupazioni? E perché il Governo non si fa promotore di un'iniziativa che coinvolga i vari livelli di rappresentanza istituzionale...
PRESIDENTE. Grazie onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Aspetti, mi faccia recuperare qualche secondo!
PRESIDENTE. Ha ragione, le faccio recuperare il tempo. Ha ragione, le chiedo scusa.
PORCU (P.D.). Qualche secondo, ma proprio pochi secondi. Allora, mi sembra che questo livello di risposta ci aiuterebbe a fare un passo in avanti, ma in realtà voi su queste cose fate una scena muta e ci costringete a ripetere le stesse cose. Io spero che nel corso della discussione si possa superare questo dialogo tra sordi nell'interesse della nostra Sardegna.
PRESIDENTE. Onorevole Soru, vuole intervenire sull'ordine dei lavori?
SORU (P.D.). Interverrò dopo quando mi darà la parola sul fatto personale.
PRESIDENTE. Benissimo.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, si è sentito parlare di governo amico in quest'Aula e molti colleghi della maggioranza si sono cimentati e hanno tentato di farlo e di spiegare che non esistono governi amici, nella storia della Repubblica non ci sono mai stati governi amici ed è vero. Esistono i governi omologhi, cioè una maggioranza sul livello regionale è la stessa maggioranza sul governo centrale, ma noi diciamo esattamente il contrario, non parliamo di governo amico, di un Governo Berlusconi che è amico della Regione Sardegna, casomai è amico di alcuni interessi che attengono alla Regione Sardegna, noi parliamo di un Governo regionale che è amico del Governo centrale, cioè noi registriamo quasi una sorta di rassegnazione da parte del governatore in primis e della Giunta in secundis. Non registriamo l'autorevolezza che una Giunta regionale dovrebbe mettere in campo nel rivendicare con forza, a muso duro, le questioni così importanti che attengono a un bilancio. A me dispiace dire queste cose, ma si vede, si palpa una Giunta quasi acquiescente, l'abbiamo detto e io lo ripeto tranquillamente, una Giunta acquiescente rispetto agli interessi più alti che sono quelli del Governo regionale, sono quelli di Berlusconi che incassa una cambiale, una cambiale la incassa col silenzio della Giunta, con l'acquiescenza per l'appunto.
Io credo molto, invece, nella necessità di porre in campo l'autorevolezza e di farlo non con i sorrisi e con le pacche sulle spalle, ma con la forza dei ragionamenti. Andare lì sui tavoli importanti e rivendicare con forza le questioni e i diritti di questa Sardegna. In questo anno e mezzo questo non è accaduto, non è accaduto con tutti i passaggi importanti che non ho il tempo qua di richiamare, ma ve l'abbiamo già detto nel dibattito. Assessore, non ce l'ho in particolare con lei, questo sistema elettorale che attribuisce, conferisce al governatore della Regione uno status particolarissimo dovrebbe conferire allo stesso governatore quell'autorevolezza, quel ruolo che questo governatore non sta portando avanti. La Giunta poi è una Giunta che riferisce, praticamente sta nell'orbita del governatore quando il governatore la controlla, ma è lui, è la figura apicale che dovrebbe rivendicare con forza e andare a "fare a testate", mi si perdoni questo passaggio, col Governo centrale. Non si può far finta di niente, non si può lasciare che gli interessi preminenti siano quelli delle regioni del Nord, siano quelli del Governo che deve far quadrare i conti in termini quasi ragionieristici, noi vediamo questa rassegnazione, siamo qua a sollecitarvi maggior determinazione. Voterò contro al passaggio agli articoli.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi votiamo convintamente contro il passaggio agli articoli, chiedo anche all'assessore La Spisa di mantenere la calma e un atteggiamento corretto in Aula, capisco che le cose che stiamo dicendo non fanno piacere, credo che prima di tutto non facciano piacere alla Sardegna. Le risposte che voi ci avete dato hanno fatto soltanto peggiorare la situazione. Voi eravate al corrente di quella risposta ad un'interrogazione, mi pare dell'onorevole Cicu, del 20 di maggio, non ne siamo venuti a conoscenza in Commissione, non è stata informata quest'Aula; è vero, esistono i siti, esiste il sito della Regione, stiamo attendendo ancora decreti, delibere che non ci sono, mettete voi anche quelle così possiamo anche in qualche modo essere documentati dai siti. Io credo che abbiate peggiorato la situazione perché dal 20 maggio a oggi non è stata presa nessuna iniziativa, nessuna iniziativa istituzionale se non la letterina forse di qualche giorno fa, nessuna iniziativa istituzionale. Eppure lo stesso onorevole Cicu è il primo firmatario di un ordine del giorno che ha avuto una risposta diversa il 17 dicembre 2009 alla Camera, in cui è stata data conferma dell'immediata applicabilità della modifica statutaria in materia di entrate. Ricordo anche che in Commissione bilancio il presidente della Corte dei conti ha attestato, onorevole Maninchedda, che non servono norme di attuazione e allora occorre una risposta forte, altro che sito Internet, assessore La Spisa! Occorre una risposta forte che non avete in questi mesi, dal 20 maggio, assunto, per niente! Una risposta forte, un incontro con la Commissione bilancio della Camera, un'incontro col Ministro dell'economia, una risposta forte che chiami a raccolta il popolo sardo, altro che atteggiamento di questo tipo: "Guardate il sito Internet della Camera"! Io credo che ci voglia responsabilità, assessore La Spisa, altrimenti ne tragga anche lei le conclusioni!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io mi sono dovuto assentare qualche ora stamane per ragioni personali, ma ieri a me era sembrato nel rapporto e nel confronto in Aula si fosse aperto un barlume di buon senso ed era anche ovvio perché il tema in discussione era un tema ed è un tema di interesse generale; di fronte a temi di interesse generale è auspicabile che ci sia un confronto costruttivo anche se si parte da opinioni diverse. E questo è uno degli interessi più generali e più grandi, parliamo di esigibilità di diritti e, guarda caso, di risorse. Allora, anch'io voterò contro il passaggio all'esame degli articoli, assessore La Spisa, per una ragione semplicissima: noi facciamo questa discussione, anzi, voi ci obbligate a fare questa discussione, quasi fosse una cosa ordinaria. Allora, una discussione ordinaria in una Assemblea regionale come la nostra viene letta da chi è debitore nei nostri confronti come un atto di debolezza. Io questo vorrei sottolinearlo, cioè andare a un assestamento di bilancio in questa condizione di fronte a un quadro relativo alle entrate che non è certo, anzi, direi, mi pare certo, lei stesso Assessore ieri parlava... probabilmente riusciremo, dopo tutti i passaggi propedeutici che avete messo in essere, a metter su un rapporto conflittuale. Mi è sembrato che l'auspicio fosse quello di riuscire a mettere in piedi un rapporto conflittuale. Quindi, quando l'auspicio è quello vuol dire che non c'è nessuna certezza, anzi c'è la certezza che le somme che ci sono dovute, il Governo non intende assolutamente metterle a disposizione. Ecco perché, Assessore, questa discussione non va fatta perché, ripeto, è la dimostrazione evidente di una nostra debolezza da parte di chi ha il diritto e il dovere di rivendicare un credito che voi non volete rivendicare, ma ci vuol dire con chiarezza, Assessore, qual è la certezza che lei, che la sua Giunta ha di vedere esigibili quanto ci è dovuto dall'articolo 8? Perché a questo lei ancora non ci ha risposto! Allora, a cosa serve andare a una discussione sull'articolato quando non c'è questa certezza? Poi capisco che sono due cose straordinarie, onorevole Floris, però attenzione, se noi oggi dimostriamo questa debolezza credo sarà difficile in autunno creare le condizioni perché questa Regione davvero diventi autorevole e capace di mettere in essere una forte mobilitazione politica, istituzionale e sociale perché di questo c'è bisogno. Voi non sarete in grado perché non siete credibili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, Assessore, noi ieri abbiamo dato una disponibilità convinta... mi vorrei rivolgere all'Assessore, Presidente, per cortesia... dicevo, Presidente, Assessore, noi ieri abbiamo dato una disponibilità convinta e a maggior ragione quindi le dichiarazioni di oggi, Assessore, sue, sono sorprendenti. Come si fa a sostenere che se non si condivide questa legge non si possono fare battaglie comuni? Ma forse queste battaglie le facciamo nel nostro interesse, forse le facciamo nel vostro interesse o forse non operiamo o se operiamo in questa direzione non lo facciamo nell'interesse di altri, di quelli che stanno fuori da quest'aula? E allora come si può subordinare questo nostro impegno, questa nostra disponibilità ad una leggina? Come si fa a barattare un valore - perché io ritengo che sia un valore quello dell'unità nelle vertenze - come si fa a barattare questo valore con un puntiglio? A mio avviso siamo di fronte ad un puntiglio, quello di non voler ritirare una leggina perché piccolina che per di più è anche dannosa perché comunque fa danni questa legge. Non sottovalutiamola, perché un danno lo fa, perché comunque noi rinunciamo a priori a 400 milioni di entrate, io penso che questo si possa fare a consuntivo, non abbiamo certezze e comunque non faremo danni se le lasceremo perché comunque sono risorse che non spenderemo perché il patto di stabilità ... a 6 miliardi e tre di spesa, ecco allora perché a priori noi diciamo allo Stato: "Guarda che questi quattrocento milioni comunque non ce li darai e non ce li dovrai dare". Non è bene comunque tenerci il fieno in cascina ed eventualmente se non dovessimo avere la possibilità di incassarle ce lo correggiamo con il consuntivo e subordiniamo questa cosa qua ad un valore molto più ampio nell'interesse del popolo sardo che è quello di una vertenza e di una battaglia e per riconoscere quelle entrate che ci devono essere riconosciute e ci sono riconosciuta dallo Statuto e per fare anche quello che da più parti dai banchi di questa aula viene sollecitato che è quello di finalmente muoverci all'unisono per ricontrattare e contrattare il patto di stabilità. Ecco, io penso che questo qui sia un atteggiamento che non è nell'interesse di nessuno e che forse è meglio mettere da parte l'orgoglio e pensare invece a ragionare nell'interesse dei sardi.
PRESIDENTE. Era l'ultima dichiarazione di voto. Possiamo procedere alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 65
maggioranza 33
favorevoli 41
contrari 24
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Prego il consigliere Soru di dichiarare in cosa consiste il fatto personale.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Quando ho chiesto di poter intervenire per fatto personale mi riferivo al terzo comma dell'articolo, quando dà la disponibilità a chi ha avuto responsabilità nelle Giunte precedenti eventualmente di specificare dei provvedimenti del passato su cui si è parlato e quindi mi riferivo alla scelta tra l'intesa e la riscrittura dell'articolo 8. Poi però c'è stata un'interruzione da parte dell'assessore La Spisa su cui vorrei dire qualcosa, sempre dentro i miei tre minuti mi pare.
Allora, l'intesa istituzionale è stato il quadro di riferimento di un'intera legislatura, onorevole Diana, è stato il quadro di riferimento non solo sul tema delle entrate ma anche sul tema dei domini, delle servitù militari, delle reti del gas e quant'altro era previsto nei mi pare nei 12 punti di quella intesa. Le intese si attuano a seconda del tema di cui trattano con diversi procedimenti, qualche volta spesso si applicano con gli accordi di programma quadro, altre volte si applicano con la riscrittura di una norma di attuazione, è il caso della norma di attuazione sui demani che abbiamo appunto discusso qui e altre volte attraverso dei provvedimenti legislativi appunto la riscrittura dell'articolo in cui di quote di compartecipazione si parla. Non è che le quote di compartecipazione le scrive in un accordo di programma quadro. Quindi siamo esattamente, non c'è differenza, siamo in quel processo lì. Quindi, veramente, quella sua posizione oggi rischia semplicemente di creare confusione. Uso gli ultimi secondi per rivolgermi a lei, assessore La Spisa. Noi abbiamo già avuto problemi qui, assessore La Spisa, mi rivolgo a lei, noi abbiamo già avuto problemi qui come lei sa, piuttosto gravi. Lei ha avuto ancora problemi di rapporti con nostro Capogruppo ieri piuttosto gravi, oggi si è rivolto a me dandomi del tu. Impari a rispettare i consiglieri regionali! Noi rispettiamo lei, lei la prego da oggi in poi impari a rispettare tutti i consiglieri regionali me compreso.
PRESIDENTE. I lavori della mattina si concludono qui. Alle 16 e 30 si riunisce la Commissione bilancio quindi il Consiglio regionale si riunirà alle ore 17 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 59.