Seduta n.143 del 19/01/2016
CXLIII Seduta
Martedì 19 gennaio 2016
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
indi
del Vicepresidente Eugenio LAI
indi
del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 32.
FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 13 gennaio 2016 (139), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Floris, Giuseppe Meloni, Giorgio Oppi e Alessandro Unali hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 19 gennaio 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
622, 623, 624 e 625
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
219 e 220
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna" (176/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 176/A.
Siamo arrivati all'articolo 7.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere che la Giunta, in specie l'Assessore ai trasporti venga in Consiglio a darci tutte le dovute e necessarie spiegazioni su quello che è avvenuto stamane, credo che sia opportuno, siccome circolano anche troppe voci di come viene gestito l'insieme di questa tratta e pare che si siano riscontrati anche degli spegnimenti delle segnalazioni di controllo e che questo può essere uno dei problemi che ha causato i danni, siccome credo la prima cosa che la Giunta debba fare, oltre all'andare a naso in su a vedere cosa avviene in un posto in cui è avvenuto un incidente, posso capire l'ospedale, ma relativamente. Venisse in Consiglio a dare spiegazioni ai rappresentanti del popolo sardo che credo ne abbiano diritto, anziché fare conferenze stampa di varia natura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, intervengo per ribadire il concetto appena rappresentato dall'onorevole Dedoni e dire che insieme all'Assessore ai trasporti sarebbe il caso che venisse a riferire quello che è accaduto anche all'Assessore alla Sanità perché è un fatto che per pura casualità non si è trasformato in una tragedia ha visto una macchina dei soccorsi, sicuramente che è intervenuta tempestivamente ma non si può accertare che nel 2016 settantaquattro feriti vengano curati a bordo della strada che non ci sia nel capoluogo della Regione Sardegna un punto medico attrezzato capace di dare risposte a chi sfortunatamente si trova in queste situazioni, quindi vorremmo capire dall'Assessore di chi sono le responsabilità, come mai a Cagliari non c'è una struttura capace di poter intervenire puntualmente, o perché, nel caso in cui ci fosse, non è stato utilizzata.
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna" (176/A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7. All'articolo 7 sono stati presentati gli emendamenti soppressivi totali numero: 159 che è uguale al 1060 e al 1485; il sostitutivo totale numero 1953 cui sono stati presentati gli emendamenti numero: 2396, 2397, 2398, 2399, 2400, 2401, 2402, 2403, 2404 uguale al 2491,2405, 2406, 2407, 2490, 2503, 2409, 2408, 2410, 2411, 2508, 2517, 2523, 2524, 2525. Sono stati presentati gli emendamenti soppressivi parziali numero: 160 che è uguale al 1159 e al 1486; il 161, il 162, il 1927 al quale è stato presentato l'emendamento all'emendamento numero 2412, l'emendamento numero 163, il 164 che è uguale al 1160 e al 1487. Il 165, il 166, il 167, il 168 che è uguale al 1161, al 1488 e al 2120. Il 169, il 170, il 171, il numero 172 che è uguale al 1162 e al 1489; il 173, il 1898, il 174, l'8, il 175 uguale al 1163, al 1490, al 1899, al 2038 e al 2078; il 176, 177, 178, l'emendamento numero 179 uguale al 1164 e uguale al 1491; il 180, il 181, il 182, il 183 uguale al 1165 e uguale al 1492; il 184, il 185 uguale al 1166 e uguale al 1493; il 186, il 9 uguale al 13, il 187 e il 188.
I sostitutivi parziali numero: 1494, 1896, 1897, 15 e 1900; gli aggiuntivi numero: 1878, 67 con l'emendamento all'emendamento numero 2413, il 69, il 1237 con l'emendamento all'emendamento numero 2414, il 2220 con l'emendamento all'emendamento numero 1415, l'emendamento numero 1935 con l'emendamento all'emendamento numero 1416, il 2050, il 1879, il 1495, il 1880, il 10, l'11 e il 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e dei relativi emendamenti:
Art. 7
Unioni di comuni
1. Le unioni di comuni sono enti locali con autonomia normativa, organizzativa, finanziaria e hanno potestà statutaria e regolamentare.
2. Le unioni sono costituite da quattro o più comuni contermini, con popolazione complessiva non inferiore a 10.000 abitanti, e con lo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni e di servizi di loro competenza. Esercitano le funzioni ad esse attribuite dalla legge e dai comuni che ne fanno parte.
3. Al fine di una migliore organizzazione dell'esercizio associato delle funzioni e dei servizi e in relazione al particolare contesto territoriale, lo statuto dell'unione può prevedere la gestione delle funzioni e dei servizi per sub-ambiti territoriali. Lo statuto determina le modalità organizzative, l'articolazione territoriale e il numero di comuni facenti parte dell'unione che costituiscono sub-ambito territoriale, il quale può essere organizzato, anche attraverso convenzione, esclusivamente tra i comuni facenti parte dell'unione di comuni. La convenzione stabilisce il comune capofila e regola i rapporti tra i comuni ai sensi dell'articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).
4. L'adesione ad una unione è obbligatoria per tutti i comuni della Sardegna. I comuni non appartenenti ad unioni di comuni entro sessanta giorni dall'approvazione del piano territoriale, costituiscono obbligatoriamente, in coerenza con l'ambito territoriale ottimale individuato con il Piano di riordino territoriale, unioni di comuni ovvero aderiscono a una unione di comuni già esistente.
5. La disposizione del comma 4 non si applica ai comuni compresi nella città metropolitana di Cagliari.
6. Le comunità montane costituite ai sensi della legge regionale 2 agosto 2005, n.12 (Norme per le unioni di comuni e le comunità montane. Ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni. Misure di sostegno per i piccoli comuni) assumono la denominazione di unioni di comuni montani. Esse esercitano le funzioni di cui al comma 2 e le specifiche competenze di tutela, promozione e valorizzazione della montagna e gestiscono gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla normativa dell'Unione europea e dalla legge statale e regionale. Tali enti adeguano lo statuto e i regolamenti alle disposizioni della presente legge entro novanta giorni dalla sua entrata in vigore.
7. I comuni classificati montani in base alla legge 3 dicembre 1971, n. 1102 (Nuove norme per lo sviluppo della montagna), continuano a beneficiare degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione europea e dalle leggi statali.
8. I comuni facenti parte di unioni con popolazione complessiva inferiore a 10.000 abitanti, entro il termine previsto dal comma 4, in coerenza con l'ambito territoriale ottimale di cui all'articolo 5, comma 1, costituiscono una nuova unione ovvero aderiscono ad unioni di comuni aventi i requisiti di cui al comma 2.
Emendamenti da inserire.)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente per annunciare che, sulla questione dell'incidente ferroviario, sarà presente fra un'ora in aula sia l'Assessore ai trasporti che l'Assessore della sanità per riferire rispetto alle richieste formulate.
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna" (176/A)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 7 ha facoltà di parlare il consigliere Roberto Deriu, relatore di maggioranza.
DERIU ROBERTO (PD), relatore di maggioranza. Per una lettura più rapida richiedo la conferma della dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti agli emendamenti numero: 1927, 67, 1273 e 2220.
PRESIDENTE. Sì, sono tutti inammissibili. È inammissibile anche l'emendamento numero 2396.
Inammissibili: 2412, 2413, 2414, 2415, 2416.
DERIU ROBERTO (PD), relatore di maggioranza. Parere contrario agli emendamenti numero: 159, 1060, 1485; 2397; 2398; 2399; 2400; 2401; 2402; 2403; 2404, 2491; 2405; 2406; 2407; 2490; 2409; 2410; 2411; 2523; 2524; 2525; 160, 1159, 1486; 161; 162; 163; 164, 1160, 1487; 165; 166; 167; 168, 1161, 1488, 2120; 169; 170; 171; 172, 1162, 1489; 173; 1898; 174; 8; 175, 1163, 1490, 1899, 2038, 2078; 176; 177; 178; 179, 1164, 1491; 180; 181; 182; 183, 1165, 1492; 184; 185, 1166, 1493; 186; 9, 13; 187; 188; 1494; 1896; 1897; 15; 1900; 1878; 2050; 1879; 10.
Parere favorevole agli emendamenti numero: 1953; 2408; 2517.
L'emendamento numero 2503 è ritirato. Per l'emendamento numero 2508 ci si rimette all'Aula. Per gli emendamenti numero 1927 e 1237 c'è l'invito al ritiro. Gli emendamenti numero 67, 69 e 2220 c'è l'invito al ritiro perché assorbiti dall'emendamento sostitutivo totale. Per l'emendamento numero 1935 c'è un invito al ritiro ed è accettabile un ordine del giorno su questo argomento. Per gli emendamenti numero 1495, 1880, 11 e 12 si invita al ritiro con un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze e urbanistica. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 7.
È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). L'articolo 7 di questa proposta di legge in buona sostanza richiama e quasi riporta il medesimo testo dell'articolo 32 del testo unico degli enti locali, che disciplina appunto l'unione dei comuni, se ovviamente noi riconosciamo a questo istituto che peraltro esiste nel nostro ordinamento degli enti locali oramai da parecchi anni anche se in verità i comuni hanno da poco iniziato a utilizzare l'affacciarsi a questo sistema di unione, che serve essenzialmente alla gestione associata delle funzioni degli stessi. Se c'è tuttavia qualcosa che può far storcere il naso a questa parte politica è intanto il meccanismo di obbligatorietà che si è pensato di introdurre perché il meccanismo di obbligatorietà, colleghi, secondo il nostro modo di vedere questa proposta, non è altro che il preambolo e il presupposto per cancellare definitivamente i piccoli comuni insieme alle loro funzioni. Noi abbiamo potuto assistere, proprio in questi giorni, alla polemica dettata da una proposta di legge depositata in Parlamento da autorevolissimi esponenti del Partito Democratico, che punta addirittura, attraverso una norma, ad accorpare i comuni fino a 5 mila abitanti e in questa formula, di obbligatorietà, in realtà si nasconde proprio la volontà precisa di obbligare i comuni a mettersi insieme per la gestione delle loro funzioni primarie. Noi pensiamo che questo tipo di proposta, che risulta essere quanto meno coercitiva rispetto ai Comuni, può essere forse dettata dal fatto che non potranno forse più essere individuati i Comuni quali stazioni appaltanti, quindi l'esigenza precisa di unirsi in Unione dei Comuni per poter continuare a gestire le funzioni; questa è comunque una debole visione perché evidentemente possono essere soccorsi dai capoluoghi di Provincia in questa funzione, ma soprattutto riteniamo che l'obbligatorietà abbia il punto debole intanto proprio dove di fatto obbliga i Comuni a perdere parte delle loro potestà: non è tanto più una questione di gestione della funzione in termini amministrativi quanto lo svuotamento dentro le piccole comunità delle funzioni democratiche, dell'esercizio delle funzioni. E allora, questa è tutta un'escalation che parte da lontano, che vede forse sempre di più tutti i poteri e le funzioni nelle mani dei sindaci, e li si obbliga adesso addirittura a mettersi insieme per costituire nuovi meccanismi, con nuove giunte, nuove presidenze, con il disvalore della eliminazione delle funzioni primarie. Viene meno il controllo, viene meno la possibilità anche per i cittadini di potersi rivolgere in maniera diretta ai propri rappresentanti locali, perché non li troveranno, perché saranno costretti a doversi rivolgere questa volta agli uffici dell'Unione, e saranno costretti obbligatoriamente e non laddove c'è l'effettiva necessità programmata e ponderata dai primi cittadini, ma glielo diciamo già oggi con una legge che li obbliga non solo a farlo ma anche nelle dimensioni che dice questa proposta. Allora questa è una proposta che apre le porte a quel meccanismo di cancellazione delle autonomie locali, di limitazione dei loro esercizi e soprattutto di allontanamento delle istituzioni dai cittadini nei piccoli centri, piccoli centri che nella nostra Regione sempre più stanno andando spopolandosi…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Alcuni argomenti e temi li ha introdotti il collega Locci, io voglio veramente soffermarmi su alcuni aspetti di questo articolo 7. Intanto vorrei sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno, che certamente non è un metodo, quello che noi stiamo utilizzando per fare le leggi in quest'Aula, quello assolutamente più chiaro e più generale, che è quello che poi deve essere uno dei criteri principali della legge, anzi dei principi delle leggi, perché se noi andiamo a vedere l'articolo 7, verrà modificato, anche in alcune parti importanti, dall'emendamento numero 1953, e sinceramente tutto questo non fa altro che creare confusione. Ma vorrei fare una piccola storia, che risale nientemeno che all'istituzione le quattro Province regionali sarde, che nasce con la legge del 2001: sapete quando sono avvenuti gli ultimi atti di trasferimento definitivo di competenze e di personale, compresi quegli aspetti che hanno riguardato le Comunità montane? Esattamente qualche mese fa, ossia quasi 12-13 anni dopo. Allora voi pensate davvero che state facendo una norma importante di chiarimento, di semplificazione, di sostegno al ruolo delle nostre autonomie locali, mettendo insieme una serie di termini che sono tra loro anche in contraddizione e a volte in contrapposizione? Pensate che un domani ci sia chiarezza con queste Unioni dei Comuni? Non vi siete posti in tutta la norma un aspetto chiaro e determinante per quanto riguarda il personale delle Province soppresse, tantomeno delle altre; personale delle Province che avete oramai soppresso, e saranno definitivamente soppresse quando andremo ad approvare definitivamente la legge, ecco, di questo non si sa nulla. Io vorrei ricordare, che per una questione di dignità, che quel personale, al pari del personale che lavora nelle altre autonomie locali e anche negli altri enti pubblici, ha partecipato, vinto, è stato inserito nei ruoli, che sono tutelati dalla Costituzione italiana, perché stiamo parlando delle Province che ne fanno ancora parte a pieno titolo; allora dico: in assenza di una norma costituzionale, che cosa stiamo facendo? Non li stiamo tutelando, non stiamo dando indicazioni su che cosa e chi dovrà andare realmente a far parte di queste Unioni dei Comuni di cui parla l'articolo 7 ma anche da quanto è contenuto nell'emendamento. Quando andremo all'emendamento poi andremo a vedere realmente che bel pastrocchio ne verrà fuori, però io vi chiedo che intenzioni avete da questo punto di vista, o pensate davvero che le pedine si possono spostare a vostro piacimento? Io sono anche un po' esterrefatta sinceramente della posizione in particolare del Presidente dell'Anci che non ho capito in ragione di che cosa è zitto di fronte ad una norma che non è rispettosa per nulla della nostra autonomia e specificità ma soprattutto che veramente tratta i Comuni come l'ultimo degli aventi diritto, non solo in questo caso il personale ma io dico anche i beni. Vi ho citato prima la difficoltà che si è avuta e abbiamo parlato di un rapporto di quattro Province di nuova istituzione, ma cosa pensate che succederà con la rete metropolitana, la città metropolitana, le zone omogenee, le città medie di 30 mila abitanti, insomma di tutto questo bel pastrocchio che avete organizzato? Io credo che stiamo facendo solo confusione, in un momento in cui, anche a livello nazionale probabilmente è comprensibile la posizione di Renzi: certo, noi dobbiamo accentrare il potere e chi meglio di lui è il principale interprete, non è stato votato da nessuno e continua a restare attaccato alla sua poltrona, con un senso di democrazia pari a zero. Ma io credo che siccome l'andamento è quello veramente di voler andare ad accentrare il potere, questo certamente non deve essere fatto alle spalle dei nostri territori, è invece con questa norma noi stiamo dando manforte alla poca chiarezza che c'è non solo in questa norma ma anche con i principi ispiratori di questa norma, che appunto sono tutti collegati alla legge nazionale. Quindi, colleghi, veramente io credo che forse sulla situazione che riguarda i beni, i servizi che devono essere erogati e il personale, che ripeto, non sono gli ultimi della classe di cui dobbiamo tener conto, dobbiamo fermarci un momento e capire realmente come vogliamo far funzionare, purtroppo, ahinoi, tutti questi enti intermedi che avete messo su con questa legge. Quindi non so quale sia il momento, cosa sceglierete di fare, probabilmente sceglierete…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). A proposito di questo istituto di cui parlava all'inizio il collega Locci volevo soffermarmi un attimo proprio sul problema delle gestioni associate, delle forme associate delle unioni dei comuni che non hanno portato a mio avviso, credo anche ad avviso di molti altri colleghi e forse anche di qualche altro sindaco, non hanno portato nessun tipo di vantaggio, assolutamente. Perché condividendo questi servizi ovviamente in forma associata, io parlo per esempio del problema di cui al livello comunale mi sono spesso interessato, il problema della gestione dei rifiuti. Per poter partecipare ai bandi alle gare d'appalto quindi è necessario ovviamente che il bando venga fatto chiaramente a livello nazionale quindi scritto Nella Gazzetta e quindi le aziende che possono partecipare spesso volentieri non sono quelle piccole aziende sarde che effettivamente oggi più che mai hanno bisogno di lavorare ma sono delle grosse aziende. Quindi a questo punto non si è creato nessun vantaggio perché si è aperto completamente il mercato alle grosse aziende nazionali alle lombarde, alle siciliane che vengono in Sardegna a spolpare tutti i comuni, tutti i cittadini, tutti quei contribuenti che si sono visti per la maggior parte delle volte aumentare la TARI e che non hanno avuto nessun vantaggio da tutto questo. Quindi questa forma associata, di gestione associata non ha prodotto alcun vantaggio anzi ha creato numerosi problemi ai contribuenti e quindi ovviamente a questo punto il risultato non c'è stato. Ma io dico anche molti sindaci che appartengono, che fanno parte dei consigli di amministrazione dell'unione dei comuni, forse qualcuno anche qui presente, forse si rende conto anche di questo. Quindi qual è la grande riforma che si sta facendo, non c'è una grande riforma se ci pensate bene, perché questo sta aggravando ancora di più la problematica sui contribuenti, sui piccoli comuni come sosteneva, appunto, Locci. Si sta continuando a svilire, snaturare la democrazia dei piccoli comuni, dei piccoli consigli comunali che andando avanti non conteranno veramente, oggi contano poco, non conteranno niente.
Ma faccio anche un altro esempio, i servizi alla persona la legge numero 162 che prima poteva essere gestita da qualche piccola cooperativa locale, del piccolo comune che poteva dar lavoro anche alle persone del territorio, oggi con questo tipo di discorso che avete che cosa accadrà, accadrà che subentreranno le grandi cooperative nazionali e succederà lo stesso quello che è successo per i rifiuti, arriveranno questi grandi squali che spolperanno ulteriormente il territorio e di conseguenza i piccoli comuni non avranno più voce in capitolo, non potranno più far niente, saranno disarmati completamente.
Questo io credo, signori, che sia il momento di ravvedersi su questo, di utilizzare il buon senso, di valutare veramente qual è il percorso a cui stiamo andando trovare soluzioni che secondo me sono più che negative.
PRESIDENTE. Bentornato, onorevole Fasolino.
È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Grazie Presidente, devo dire che nonostante l'assenza dai banchi vi ho seguito in diretta, ho seguito il dibattito con attenzione, adesso devo svolgere il mio ruolo di opposizione dopo i sorrisi. Veramente, cari colleghi, questo disegno di legge genererà una serie di ripercussioni e contraccolpi sull'intera comunità sarda o meglio su quella che rimane dopo aver messo i confini del sud della Sardegna. Si sta come più volte detto dai colleghi dell'opposizione prefigurando un nuovo centralismo istituzionale. Quello che abbiamo tra le mani è un disegno di legge che ha come effetto immediato quello di accentrare ancora di più potere e risorse verso Cagliari già sede della Regione e da domani anche città metropolitana. Un disegno di legge, non me ne vogliano i colleghi sassaresi, che prende in giro e mortifica proprio il territorio del nord-est Sassari compreso; perché a supporto dell'istituzione della rete metropolitana confezionata ad hoc per questo territorio non vi è nessuna garanzia, nessun supporto giuridico sulla possibilità di vedere stanziate risorse per accedere a finanziamenti nazionali o tantomeno europei. Andava fatta una riflessione più attenta sul concetto delle autonomie locali, la riforma che sta per essere varata poteva essere uno strumento utile per dare finalmente alla nostra Isola più di una risposta, le aree urbane della Sardegna, quelle che vanno oltre il confine della Provincia di Cagliari o della città metropolitana o della nuova provincia del sud della Sardegna forse meritavano più attenzione e meritavano uno strumento di autogoverno certo e probabilmente più risorse finanziarie. Dal documento invece emerge un quadro istituzionale enormemente sbilanciato. Mi vengono in mente le parole di un amico sindaco di grande esperienza che è Antonio Satta il quale da diverso tempo, veramente in tempi non sospetti, diceva: stanno cercando di cancellare i piccoli comuni, stanno cercando di minare quella che è l'autonomia dei comuni e in particolare dei piccoli comuni della Sardegna, e qui siamo arrivati. Si è davvero arrivati all'incredibile, cosa che i sindaci confusi dai tanti nuovi enti che si stanno creando ancora non stanno comprendendo, ormai c'è una moda, la moda delle riforme a tagliare. Amministrare è un'altra cosa, amministrare è il coraggio di portare avanti quelle che sono le vere riforme, è il coraggio di portare avanti quelle riforme che non abbiano per forza l'obiettivo di tagliare ma che diano veramente dignità a tutti i territori. Per fare questo ci vuole coraggio, questa Giunta non sta dimostrando di avere questo coraggio e di meritare di amministrare questa Regione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC Sardegna). Grazie Presidente, io ritengo che questo articolo sia di fondamentale importanza per far sì che la Sardegna dia una risposta, la Regione sarda dia una risposta alle popolazioni del centro Sardegna. E non solo ed esclusivamente a quelle popolazioni che abitano in comuni cosiddetti montani in base alla legge nazionale. Voglio aprire una parentesi, volevo chiedere prima per ordine dei lavori se questa aula, se questa legge all'ordine del giorno oggi fosse a porte chiuse o meno, secondo me è a porte chiuse. Non vedo nessun sindaco, non vedo il Presidente dell'Anci, va bene vedo qui davanti l'ex Presidente dell'Anci e quindi mi pongo anche un problema serio: ma veramente i sindaci sono stati messi in condizioni di verificare e di valutare cosa c'è scritto in questa legge? Ma veramente i sindaci del centro Sardegna conoscono cosa c'è scritto in questo articolo 7? Io faccio parte come sindaco, come comune di un'unione di comuni di venti comuni che nel totale hanno 10.000 abitanti, quindi è assurdo che venga inserito il minimo per la costituzione di unione di comuni di 10.000 abitanti; e magari poi troviamo un emendamento che parla della riduzione per quelle unioni di comuni che già esistono solo ed esclusivamente perché qualche amico sindaco, ripeto quello che ho detto l'altro giorno, segretario di partito, magari provinciale, chiede e ottiene oggi con i voti della maggioranza una diminuzione a 5 mila. La diminuzione a 5 mila deve essere fatta guardando veramente e seriamente cos'è la Sardegna, cos'è il centro Sardegna. È assurdo che continuiamo a valutare le proposte in questo modo, ma è assurdo anche quello che sta avvenendo a livello nazionale, lo ha detto prima forse il collega Locci, una proposta di legge di venti deputati, forse di indipendentisti sardi, che dicono che debbono essere aboliti o accorpati i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, io ritengo che qui dobbiamo fare una rivoluzione, una rivoluzione seria, perché non è possibile dire ai sindaci e accordarci con i sindaci, a meno che dietro non ci siano altre cose, e poi non sollevare nessun problema rispetto a quanto stanno facendo questi deputati, e sono venti deputati non indipendentisti, ma sono venti deputati del PD, proposta di legge presentata l'altro giorno. Cari consiglieri, se non vi interessano queste cose, Presidente, facciamo altro, ritengo che l'unica cosa che ci resta da fare, se non interessa nessuno parlare di queste questioni, è rimettere davvero il mandato agli elettori. Io, badate, se passa questa legge così com'è, Assessore, se passa questa legge così com'è, il giorno dopo mi dimetto da sindaco di Ruinas, perché non è più concepibile una cosa del genere, non è più concepibile che io vada ad amministrare il niente, che non ho nessun potere contrattuale rispetto a tutto quello che state programmando. Sono delle cose oscene che state portando avanti, delle cose che non stanno né in cielo né in terra, dire che possono avere dei vantaggi solo i comuni montani perché qualcuno di noi, qualcuno di voi ha chiesto questa cosa e non possono avere gli stessi vantaggi i comuni di pianura, piccoli comuni della pianura o delle colline dell'oristanese che non sono ritenuti montani… se mi ascolta qualcuno, altrimenti manco parlo, intanto nel prossimo intervento chiederò i miei tre minuti, anche nelle cose, solo ed esclusivamente con un silenzio, intanto mi sembra che nessuno voglia sentire queste cose. I comuni dell'interno dell'oristanese non hanno nessuna possibilità di avere vantaggio con le proposte che avete fatto voi per i comuni montani…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.
ORRU' MARCELLO (PSd'Az). Questo articolo 7 mi da ancora la possibilità di parlare e di esprimermi su un disegno di legge che non condivido assolutamente. Vedete, le parole della Giunta sono sempre state quelle di affermare e di voler valorizzare le unioni dei comuni, ma dall'altra, a mio modo di vedere, questa riforma è tutto tranne che una legge che valorizzi le comunità locali. Tanto è vero che il punto più debole della riforma presentata dalla Giunta è che, oltre ad essere una legge cagliaricentrica, è una legge accentratrice, perché in realtà diminuisce il potere delle autonomie locali, a parole insomma si finge di puntare sulle unioni dei comuni, ma dall'altra si evita in maniera scientifica di creare strumenti che diano maggior forza agli enti locali che garantiscono la rappresentatività democratica dei territori. Si vuole puntare tutto sull'area metropolitana di Cagliari, dimenticandosi oltretutto che nel 2000 la Commissione europea aveva già riconosciuto Sassari come area metropolitana, ed inoltre si crea anche un vuoto di potere enorme nei territori a seguito dell'abolizione delle province. Poi, trovo anche irresponsabili le dichiarazioni che negli scorsi mesi l'assessore Erriu ha rilasciato più volte promettendo alle imprese e ai cittadini spazi e prospettive una volta che la legge di riforma degli enti locali sarà approvata. Non solo le trovo irresponsabili, ma denotano anche superficialità, perché si è parlato delle potenzialità delle unioni dei comuni che potranno stipulare convenzioni con le imprese per la valorizzazione delle reali vocazioni del territorio, prospettive reali, Assessore, per carità, ma solo se non fossero state annientate con la riforma le peculiarità dei singoli comuni, la loro storia appunto, e la loro specificità. La verità è che la riforma degli enti locali è un progetto che immagina la Sardegna costituita, come ho detto altre volte, con Cagliari dotata di un enorme accentramento di poteri grazie al riconoscimento dello status di città metropolitane, al centro e al nord territori e comunità debolissimi politicamente e svuotati di ogni funzione amministrativa. Vedete, le proteste che negli scorsi mesi sono nate dal basso in tutti i territori della Regione, da Sassari, a Nuoro, a Oristano, a Olbia, sono il segno evidente che questa riforma non è condivisa, ed è fortissima la preoccupazione degli amministratori locali e dei cittadini per una situazione che non è più tollerabile, perché il rischio di un'ulteriore marginalizzazione politica amministrativa del centro e del nord della Sardegna e delle loro comunità locali, dopo la riforma, è altissimo. Il caos e il disordine provocato dal progetto di questa riforma oltretutto è già nei fatti, e sarebbe dovuto essere credo sufficiente per convincere non solo l'assessore Erriu, ma tutta la maggioranza ad azzerare e ripartire da zero e dal confronto con il territorio e le popolazioni. Il ruolo che questa Giunta a parole dice di voler attribuire alle unioni di comuni lascia il tempo che trova, perché le unioni di comuni sono aggregazioni positive perché incentivano maggiori sinergie, ma non hanno nessun potere per il semplice fatto che dietro il rafforzamento solo apparente delle unioni dei comuni c'è un vero e proprio svuotamento in termini di poteri e risorse agli stessi comuni. È uno spaventoso accentramento di poteri nelle mani della Regione. Questa legge cancellerà i due terzi dei comuni della Sardegna e le unioni dei comuni saranno solamente scatole vuote e prive di rappresentanza politica e democratica. Presidente, ripeto che le unioni di comuni sono strumenti positivi, ma in un contesto diverso da quello che si prospetta in Sardegna. Le unioni di comuni non possono assolutamente sostituire le amministrazioni locali, se mai avrebbero dovuto rafforzare l'azione dei sindaci in un'ottica di valorizzazione e miglioramento delle potenzialità delle comunità locali, e non del loro svuotamento e annientamento. Per cui, veramente la mistificazione che questa Giunta sta compiendo sulla riforma degli enti locali è sgradevole ed è un vero e proprio attentato della vita democratica, svuotando il peso politico e amministrativo del centro e del nord della Sardegna per accentrare tutto su Cagliari, e anche sulla regione. Per cui, assumetevene la responsabilità della verità ed evitate comunque di raccontare cose non vere ai sardi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). La riforma a tutti i costi è la riforma contro la volontà dei sardi, la riforma contro la volontà dei sindaci, una riforma calata dall'alto, creata ad arte per accentrare il potere verso ed esclusivamente la Regione Sardegna, ma soprattutto per accentrare il potere a Cagliari e alla città metropolitana di Cagliari, escludendo quindi dalle scelte decisionali importanti, ma soprattutto dai finanziamenti, i piccoli comuni, il nord Sardegna e tutte quelle aree che appartenevano in qualche modo alle vecchie province. L'articolo 7 che oggi iniziamo a discutere, recita testualmente al capo 1: "Le unioni dei comuni sono enti locali con autonomia amministrativa, organizzativa e finanziaria", sin qui tutto giusto, condivisibile, benissimo si direbbe. Al capo secondo, però, dell'articolo 7 iniziano le contraddizioni, dove i comuni hanno l'obbligo di associarsi, non c'è nessuna scelta, ed è qui che l'articolo 7 inizia a creare i veri problemi, quando c'è un'imposizione calata dall'alto, quindi snaturando il ruolo delle amministrazioni comunali, cancellando totalmente il ruolo democratico di scelta dei propri residenti. Il fatto che in un comune i cittadini abbiano scelto di essere amministrati da quel sindaco anziché da quell'altro, questo non significa che hanno dato mandato al sindaco, ma neanche alla Regione Sardegna, di decidere a quale ente, che sia questa un unioni di comuni o una città media, da quale ente e da quale persona debbano essere rappresentati. Quando siamo andati a votare nei nostri comuni noi abbiamo fatto delle scelte precise, e abbiamo eletto i nostri sindaci e i nostri amministratori, con questa imposizione stiamo snaturando e cancellando una parte della democrazia. Le unioni di comuni hanno senso e possono essergli utili per la Sardegna e per l'economia dei sardi se sono comunicanti tra loro, se sollevando lo sguardo si vedono tra loro, se hanno delle affinità, delle condizioni particolari, che in qualche modo possano rappresentare degnamente quell'area geografica della Sardegna. Ripeto un esempio che ho già fatto nei giorni scorsi; non ha senso che il comune di Buggerru sia nella stessa unioni di comuni di Narcao, a quasi 60 kilometri di distanza, dove occorre percorrere 2 ore di macchina in una strada tortuosa. Immaginate cosa vuol dire il recupero dei rifiuti solidi urbani con quel mezzo che deve fare 60 kilometri da una parte all'altra della Sardegna. Dove è l'economicità? Infatti è un problema che abbiamo già accennato ripetutamente. Le unioni di comuni in alcuni casi sono state un fallimento, un fallimento economico e non hanno prodotto nessun risparmio per i sardi. Bene, adesso noi non facciamo altro che addirittura obbligare questi comuni ad unirsi, obblighiamo quelli che non faranno più parte, che non hanno raggiunto magari i 10.000 abitanti, ma manteniamo quelli già esistenti; o facciamo, caro Assessore, una vera rivoluzione, e ragioniamo su come riorganizzare le unioni di comuni della Sardegna, qualora fosse questo necessario, oppure non ha senso. Ma che dire delle Comunità montane. Le comunità montane sono sì citate al comma 6 di questo articolo, ma le comunità montane sono nate con un valore ben diverso, quello di mantenere alto il valore dei territori della Sardegna centrale, quello di mantenere alte le produzioni di una zona, delle zone interne, e quello di mantenere alti quelli che erano i principi dettati dall'Unione europea con la legge del 1971, cioè tutti quei comuni ad altitudine oltre i 600 metri. Questo poteva avere un senso, non ha più senso quando noi questi comuni e queste unioni dei comuni le snaturando, non ha più senso quando non ci preoccupiamo di che fine farà il personale delle Unioni dei comuni, di che fine farà il personale delle province, di che fine farà tutto quel personale che in questi anni la politica ha utilizzato, e in alcuni casi anche in modo improprio. Quindi questo articolo, che poi a breve andremo anche ad emendare, per dimostrare che questa legge è una legge che non ha alcun senso, che è stata calata dall'alto e non è stata concertata con i sindaci, non è stata concertata con i cittadini, e in qualche modo non rappresenta degnamente quella parte dei sardi. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Questo delle unioni di comuni sembra una cosa tranquilla, poi, in effetti, se uno va e fa delle spigolature in questo campo di grano trova parecchie cose che non vanno bene. Intanto mi pare che è posto come un fatto coercitivo, un'obbligatorietà, un qualcosa che deve essere per forza fatto senza dare possibilità di avere delle condizioni di libertà per ciascuna amministrazione di scegliere come e dove organizzarsi. E' un fatto importante, perché di recente si è vista una proposta di legge a livello nazionale di un parlamentare del PD che ipotizza la soppressione anche dei comuni, ma che vuole far sì che ci siano solo comuni di una certa entità di popolazione. È una cosa che ha radici lontane, ma le aveva anche in termini giusti quella proposta lontana. E che cosa era? Si diceva che se entro 5-10.000 abitanti si trovasse la soluzione di accomunare i municipi, cioè non si sopprimeva il municipio, che è il punto su cui si ritrova la popolazione, e vorrei ricordare a tutti noi che il comune oggi, così come è, è la prima cellula, come lo è la famiglia per la società, e in questo caso la società civile come è organizzata in tutto il mondo, quindi bisogna stare attenti a non toccare e incidere quello che è un punto di riferimento per chi vive in quella zona, in quel particolare ambito, in quella situazione data da cultura, tradizioni, storia, ha persino lingua, e qui in Sardegna, al di là delle condizioni particolari che ci si ritrova, in cui il dialetto è per zone, si dice, in Sardegna addirittura se uno va a verificare c'è un dialetto, quantomeno una cadenza diversa da comune a comune, e non solo da zona a zona. Ora, questo attaccamento al campanile per alcuni aspetti abbiamo capito che è un fatto dannoso e su cui non bisogna abbarbicarsi a tutti i costi, ma è anche la condizione data per poter sopperire ad alcune esigenze, e vivaddio, dove ancora c'è un rapporto umano nelle piccole entità, e c'è anche quel controllo sociale e civile che è andato via via scemando, e che … anche quei centri, questi per fattori culturali alogeni, di trovarci in una condizione in cui non si respira più quel rapporto tradizionale fra famiglie e individui. Allora, il permanere della municipalità è un fattore tutto sommato positivo, perché sulla municipalità accorpata con le altre municipalità puoi costruire una struttura alternativa diversa, nuova, da presentare nel panorama istituzionale locale, ma è cosa diversa da quello di voler comprimere necessariamente all'interno di una unione di comuni, senza capire che c'è da rispettare anche la volontarietà dell'appartenenza a quelle strutture. Se io la impongo solo perché me ne occorre una, che ho proprio davanti, nel senso di conoscerla da vicino, quello della Marmilla, che è divisa in "Parte Montis" e nella zona dell'alta Marmilla, ci porta a capire che ci sono 2 esigenze, 2 diversità, che sicuramente potrebbero essere mantenute in piedi senza invocare che in quella zona vi debba arrivare con obbligo, con violenza, quindi, un'unica unioni di comuni. Su questi temi purtroppo non si è discusso, sta passando il tempo e me ne dispiace, ma non se ne è discusso abbastanza. Io spero che il Presidente abbia ben fotografato quello che è l'esempio che si manifesta nell'Aula, e sono sicuramente convinto che userà bene questa sua conoscenza dell'Aula per richiamare all'ordine qualcuno che dovrebbe prestare più attenzione, soprattutto il relatore che, anziché discutere con altri Capigruppo, potrebbe fare attenzione a quello che gli viene suggerito dalla minoranza.
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione degli emendamenti comunico che l'emendamento numero 1238, a pagina 381, presentato all'articolo 8, è trasferito per competenza all'articolo 7. Si tratta di un emendamento aggiuntivo sul quale chiedo il parere.
Per esprimere il parere sull'emendamento numero 1238 ha facoltà di parlare il consigliere Roberto Deriu, relatore di maggioranza.
DERIU ROBERTO (PD), relatore di maggioranza. Invito al ritiro.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Esprimo parere conforme a quello della Commissione.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti soppressivi totali numero 159, 1060 e 1485, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 159, 1060 e 1485, uguali.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Passiamo alla votazione degli emendamenti all'emendamento numero 1953.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero2397.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2398.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2399.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2400.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2401.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2402.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2403.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 2404 e 2491, uguali.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2405.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2406.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2407.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2490.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Per annunciare il nostro voto favorevole a questo emendamento che era ed è un emendamento che va nella direzione di dare una struttura diversa a questa legge. Questa legge è veramente deludente, l'abbiamo definita un minestrone, ma abbiamo utilizzato un eufemismo per definirla un minestrone perché è una legge che comunque innalza delle barriere, innalza dei muri, ma li innalza in malo modo. Innalza delle barriere e dei muri fra la Sardegna centrale e del Nord e la Sardegna del Sud. Questo emendamento si proponeva di completare le altre tessere che noi cercavamo di inserire e cerchiamo di inserire in questo articolato affinché le città medie o meglio le città metropolitane non fossero singolari, o meglio che non ci fosse una sola città metropolitana ma ce ne fossero due. Purtroppo noi sappiamo cos'è accaduto, purtroppo sappiamo che l'ANCI, i sindaci, i consiglieri regionali del Nord Sardegna che in un primo momento erano particolarmente agguerriti per andare nella direzione di una città metropolitana del Centro e del Nord Sardegna, a un certo punto sono stati tutti tacitati. Sono stati tacitati da alcune minacce di dimissioni, sono stati tacitati da alcune proposte e da alcune ipotesi, da alcune garanzie, da alcune promesse di corrispettivi di vario ordine e tipo che invece non verranno mai dati; sono stati tacitati da scambi che possiamo definire politici, ma per utilizzare un altro trito eufemismo. Questo clima strano sicuramente nuoce all'articolato, è un clima che ha provocato il silenzio all'esterno di quest'aula, è un clima che ha provocato il parziale silenzio da parte della maggioranza, anche di quella più agguerrita a favore della città metropolitana di Sassari, un silenzio strano, un silenzio surreale, un silenzio che in quest'aula non dovrebbe assolutamente aleggiare. Avremmo preferito un dibattito anche acceso con posizioni chiare, nette a favore della città metropolitana del Nord Sardegna e invece abbiamo dovuto soccombere davanti a un'offerta insulsa di una rete metropolitana, una rete stramata, una rete senza maglie, che è servita soltanto per catturare qualche pesciolino che è cascato in questa rete, qualche pesciolino che ha deciso di abbassare la guardia, che ha deciso che la città metropolitana di Sassari non s'ha da fare, né ora né mai. Questo provocherà dei danni incommensurabili soprattutto in un momento in cui il territorio del Nord Sardegna purtroppo sta rischiando la desertificazione, lo Stato arretra, la Regione arretra, arretrano anche le istituzioni, arretra l'economia, arretra tutto ciò che può creare ricchezza nel Nord Sardegna e nel Centro Sardegna. Arretra il low cost e purtroppo i danni che provocherà l'arretramento del low cost e l'incapacità della Giunta di affrontare...
PRESIDENTE. Onorevole Tedde, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Presidente, per dire che voterò a favore di questo emendamento perché tira in ballo solo la città metropolitana di Cagliari e ci permette di parlare anche di quella di Sassari. Vedete, io - come ho detto qualche altra volta - ho apprezzato molto l'opinione del mio concittadino, dell'onorevole Mariotto Segni, quando dalle pagine de La Nuova Sardegna ha lanciato l'allarme sui pericoli nei quali incorrerebbe Sassari e il Nord Sardegna, ma anche le zone interne della regione Sardegna, se questa riforma venisse approvata così com'è, per il semplice fatto che ci sarà un'unica conseguenza: Sassari e il Nord Sardegna saranno marginalizzate rispetto a Cagliari e al Sud Sardegna.
Vedete, siamo dinanzi a un fatto epocale per la nostra regione ed è veramente preoccupante la mancanza di questa consapevolezza da parte della Giunta. Io continuo a dire che questa è una riforma sbagliata, che necessita di essere modificata perché estremamente penalizzante nei confronti di Sassari e di tutto il Nord Sardegna. Questa è una riforma che punta a rafforzare Cagliari e a indebolire gli altri territori. Il sassarese in particolare viene discriminato in quanto la riforma immagina una Sardegna del futuro nella quale il nostro territorio, il territorio sassarese, non ha il peso che ha la sua stessa posizione geografica. Le sue potenzialità e la sua storia le riconoscono di poter far diventare Sassari città metropolitana. La regione del futuro che immaginate voi è sbilanciata su Cagliari e, credetemi, assume le sembianze di un imbuto rovesciato dove il peso politico è totalmente incentrato sul Sud della Sardegna. Ecco perché trovo giusta la battaglia che i soggetti economici, produttivi e sociali del mio territorio stanno portando avanti e che necessita del supporto e del sostegno di tutti, senza distinzione alcuna. Questa arroganza di imporre una legge blindata che non ammette modifiche è una posizione inaccettabile, è una forma di prepotenza che il Nord Sardegna non può accettare anche perché nell'attuale Consiglio il peso politico di Sassari è abbastanza rilevante. È una forza non indifferente che se unita e compatta ha la forza per alzare il livello del confronto e obbligare la Giunta a cambiare questa brutta riforma perché Sassari e il Nord Sardegna tutto meritano maggiore attenzione e dignità da una riforma che cambierà le sorti della nostra regione. Lo stesso vale per i territori del Centro Sardegna dove i piccoli e medi comuni perderanno tutto ciò di buono che nell'arco degli anni hanno fatto. Quindi, al di là degli emendamenti (quelli presentati dall'opposizione li voterò sempre a favore) il mio obiettivo rimane quello di far votare...
PRESIDENTE. Onorevole Orrù, il tempo a sua disposizione è terminato.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2490.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 2503 è ritirato.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2409.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2408.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Ci sono tre emendamenti sostitutivi che sono stati presentati successivamente, sono il numero 2523, 2524 e 2525.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2523.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2524.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2525.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2410.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2411.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2508.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC Sardegna). Io ritengo che l'Aula oggi debba tenere in considerazione innanzitutto quello che ha fatto il governo della Regione Sardegna e cioè ha scelto un'area della Regione Sardegna per l'inserimento sperimentale della strategia nazionale delle aree interne e cioè ha stabilito che un'area della Regione sarda è in stato di abbandono, abbandono totale.
Si sono dette diverse cose, si sono fatte diverse enunciazioni, bei propositi, però se non riusciamo a mettere anche qualche norma che porti al ripopolamento di quest'area, ritengo che niente si possa fare. C'è un lavoro molto importante che sta facendo sia il governo nazionale, l'ex ministro Barca, che la Giunta regionale e soprattutto le amministrazioni locali dei territori appunto che sono stati individuati come aree sperimentali per le zone interne. Quindi chiedere di ripopolare e rimettere in piedi queste zone anche alla pari di quei territori che sono stati individuati al comma 7 di questo articolo non sarebbe per niente discriminatorio nei confronti del resto della Sardegna. Quindi chiedo all'aula di votare a favore di questo emendamento che sicuramente dà un attimo di respiro a quella zona della Sardegna che è stata individuata come la zona più depressa dell'isola.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2508.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2517.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1953.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
A seguito dell'approvazione di questo emendamento decadono tutti gli emendamenti, ad esclusione dell'emendamento numero 1238, quello che abbiamo spostato dall'articolo 8, c'è un invito al ritiro da parte della Commissione, chiedo al primo firmatario, l'onorevole Ledda, se intende ritirarlo. L'onorevole Ledda ritira l'emendamento.
Passiamo all'esame dell'articolo 8. All'articolo 8 sono stati presentati gli emendamenti:
Emendamento soppressivo totale numero 189, uguale al 1061 e al 1496.
Emendamenti sostitutivi totali:
emendamento numero 1945, a cui è stato presentato l'emendamento all'emendamento numero 2417;
emendamento numero 1954, a cui sono stati presentato gli emendamenti all'emendamento numeri 2418 (uguale 2419), 2420 e il 2421;
emendamento numero 2244, a cui è stato presentato l'emendamento all'emendamento numero 2422.
Emendamenti soppressivi parziali:
emendamenti numero 199 (uguale al 1167 e al 1497), 200, 201, 202, 203 (uguale al 1168 e al 1498), 204, 205, 206, 207 (uguale al 1169 e al 1499), 208, 209, 210 (uguale al 1170 e al 1500), 211 (uguale al 1171 e al 1501), 212, 213, 214, 215 (uguale al 1172 e al 1502), 216, 217, 218, 219 (uguale al 1173 e al 1503), 220, 221, 222, 223 (uguale al 1174 e al 1504), 224, 225, 226, 227 (uguale al 1175 e al 1505), 228, 229, 230, 231 (uguale al 1176 e al 1506), 232 (uguale al 1177 e al 1507), 233, 234, 235, 236 (uguale al 1178 e al 1508), 237, 238, 239, 240 (uguale al 1179 e al 1509), 241, 242, 32 (uguale al 243, al 1180, al 1510 e al 1902), 244, 245, 246, 247 (uguale al 1181 e al 1511), 248, 249, 250, 251 (uguale al 1182 e al 1512), 252, 253.
Emendamenti sostitutivi parziali:
emendamenti numero 1901, 2051, 2077 e 1881.
Emendamenti aggiuntivi:
14, 1182, 1513, 1238 (con gli emendamenti all'emendamento soppressivi totali numero 2423, 2424, 2425, 2426, 2427, 2428 e 2429) e l'emendamento numero 1955 (con gli emendamenti all'emendamento soppressivi totali numero 2430, 2431, 2432, 2433 e 2434.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti:
Art. 8
Unione di comuni di area metropolitana
1. Le unioni di comuni che al loro interno hanno uno o più comuni con sistemi di trasporto, quali porti e aeroporti, di interesse nazionale possono assumere la denominazione di "unioni di comuni di area metropolitana".
2. Il territorio delle unioni di comuni di area metropolitana coincide con quello dei comuni facenti parte della pianificazione strategica intercomunale, se esistente.
3. Le unioni di comuni di area metropolitana, oltre alle funzioni proprie delle unioni di comuni, possono svolgere le seguenti funzioni:
a) adozione del piano strategico intercomunale;
b) gestione in forma associata dei servizi pubblici e dei sistemi di informatizzazione in ambito metropolitano;
c) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale in coerenza con la vocazione dell'area metropolitana;
d) coordinamento dei piani della mobilità e viabilità dei comuni facenti parte dell'area metropolitana.
4. Le unioni di comuni di area metropolitana possono stipulare appositi accordi con le unioni di comuni contermini e non per una migliore organizzazione dei servizi e delle funzioni ed anche ai fini dell'elaborazione di una pianificazione strategica comune.
5. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale propone all'esame della Commissione paritetica per l'attuazione dello Statuto speciale uno schema di decreto legislativo recante le norme con le quali si provvede al coordinamento con la disciplina statale in materia di enti locali.
6. Lo schema di decreto legislativo di cui al comma 5 stabilisce che le unioni di comuni di area metropolitana:
a) ai fini dell'assegnazione di risorse statali o europee sono considerate soggetti equivalenti alla città metropolitana;
b) esercitano le funzioni di promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche tramite la cura delle relazioni istituzionali con le città e aree metropolitane anche europee;
c) assumono anche le funzioni fondamentali delle province una volta riformato il titolo V della parte seconda della Costituzione e modificato lo Statuto speciale per la Sardegna.
7. Nelle more dell'approvazione delle norme di attuazione dello Statuto di cui al comma 5, e comunque anche nel caso in cui le medesime non siano approvate, qualora le unioni di comuni di area metropolitana siano escluse dalla partecipazione a finanziamenti statali o europei destinati ad interventi di sviluppo per le città metropolitane, con la sola motivazione della definizione giuridica della forma associativa dei comuni, la Regione provvede con proprie risorse a garantire condizioni finanziarie equivalenti sulla base di apposite intese con dette unioni.
8. A valere sulle risorse proprie e trasferite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, alle unioni di comuni di area metropolitana sono attribuite, per il territorio di competenza, le funzioni delle province e quelle proprie stabilite dalla presente legge o da altre leggi regionali e quelle eventualmente attribuite dai comuni facenti parte dell'unione.
9. Sono comunque fatte salve le funzioni fondamentali previste in capo alle province dalla legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni), sino alla riforma del titolo V, parte seconda della Costituzione e dello Statuto speciale per la Sardegna.
Inserire Emendamenti.)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Roberto Deriu, relatore di maggioranza.
DERIU ROBERTO (PD), relatore di maggioranza. Per l'emendamento soppressivo totale numero 189, uguale al 1061 e al 1496, il parere è contrario.
Emendamenti sostitutivi totali:
L'emendamento numero 1945, a cui è stato presentato l'emendamento all'emendamento numero 2417, è ritirato;
Per l'emendamento numero 1954 il parere è favorevole, a cui sono stati presentato gli emendamenti all'emendamento numeri 2418 (uguale 2419), 2420 per i quali il parere è contrario e il 2421 per il quale il parere è favorevole;
Per l'emendamento numero 2244 c'è l'invito al ritiro, a cui è stato presentato l'emendamento all'emendamento numero 2422 con parere contrario.
Emendamenti soppressivi parziali:
Per l'emendamento numero 199 (uguale al 1167 e al 1497) il parere è contrario.
Emendamenti numero 200, 201, 202, parere contrario; emendamento numero 203 uguale all'emendamento numero 1168 e al 1498 parere contrario; emendamenti numero 204, 205, 206 parere contrario ;emendamento numero 207 uguale al 1169 e al 1499, parere contrario; emendamenti numero 208 e 209 parere contrario;emendamento numero 210 uguale al 1170, uguale al 1500 parere contrario; emendamento numero 211 uguale al 1171 e al 1501, parere contrario; emendamenti numero 212, 213 214 parere contrario; emendamento numero 215 uguale al 1172, uguale al 1502, parere contrario; emendamento numero 216, 217, 218 parere contrario; emendamento numero 219 uguale al 1173, uguale al 1503 parere contrario; emendamenti numero 220, 221, 222 parere contrario; emendamento numero 223 uguale al 1174 e al 1504 parere contrario; emendamenti numero 224, 225, 226 parere contrario; emendamento numero 227 uguale al 1175 uguale al 1505 parere contrario; emendamenti numero 228, 229, 230 parere contrario; emendamento numero 231 uguale all'emendamento numero 1176 uguale al 1506 parere contrario; emendamento numero 232 uguale al 1177 e al 1507 parere contrario; emendamenti numero 233, 234 235 parere contrario; emendamento numero 236 uguale al 1178 e al 1508, parere contrario; emendamenti numero 237, 238, 239 parere contrario; emendamento numero 240 uguale al 1179 e al 1509 parere contrario; emendamenti numero 241 e 242 parere contrario; Sull'emendamento numero 32 uguale all'emendamento numero 243, 1180, 1510 e 1902 si invita al ritiro; emendamenti numero 244, 245 e 246 parere contrario; emendamento numero 247 uguale al 1181 uguale al 1511 parere contrario; emendamenti numero 248, 249, 250 parere contrario; emendamento numero 251 uguale al 1182 e al 1512 parere contrario; emendamento numero 252 e 253 contrario.
Emendamenti sostitutivi parziali numero 1901, 2051, 2077, 1881, parere contrario.
Emendamenti aggiuntivi numero 14, 1882, 1513, parere contrario; si invita al ritiro dell'emendamento 1238 per trasformarlo in ordine del giorno, è stato ritirato.
Parere favorevole sull'emendamento numero 1955.
PRESIDENTE. Ci sono gli emendamenti agli emendamenti 2430, 2831 e 2332, mentre gli emendamenti numero 2433 e 2434 sono inammissibili.
DERIU ROBERTO (PD), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 2830, soppressivo totale dell'emendamento numero 1955 il parere è contrario; sull'emendamento numero 2431 e 2432 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il 2431 e 2432 sono inammissibili.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Parere conforme a quello della Commissione.
PRESIDENTE. Apro la discussione sull'articolo 8 e sui relativi emendamenti.
È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Grazie Presidente, prendo la parola su quello che non posso esitare a definire l'articolo dei sepolcri imbiancati, credo che nella genesi e nella presentazione di questo articolo si riuniscano tutti i difetti, tutte le modalità operative che questa Giunta e questa maggioranza va mettendo in campo dall'inizio della legislatura. Davanti alle corrette, fondate ed argomentate posizioni da parte dei rappresentanti istituzionali del Nord Sardegna e di tanti amministratori che nel tempo si sono preoccupati di sostenere che non vi erano ragioni sostanziali per diversificare l'area di Cagliari dall'area di Sassari, in generale il Sud dal Nord della Sardegna, la maggioranza nelle sue varie articolazioni partorisce l'articolo 8. Cosa troviamo dell'articolo 8 intanto come metodo? Innanzitutto il fatto che si preferisce costantemente, piuttosto che affrontare un problema, piuttosto che entrare nel merito e risolvere un problema, cambiargli il nome, lo abbiamo visto in tante circostanze, voi siete la maggioranza delle definizioni. Voi siete la maggioranza che realizza un buco milionario della sanità e il giorno dopo pur lasciandola immutata fa finta di modificarne radicalmente la composizione organizzativa. Voi siete la maggioranza del differire, voi siete la maggioranza del "comincerò il domani", siete la maggioranza del preferisco non risolvere un problema oggi piuttosto che trasferirlo ad altre sedi istituzionali con iniziative velleitarie come quella che andati a presentare all'interno di questo articolo. Siete una maggioranza strana, io do atto in certi casi di una certa onestà intellettuale, onestamente mi sarei aspettato che, una volta ben argomentato che non sussistevano consistenti ragioni di differenza tra il Nord e il Sud che vuoi imboccaste una strada che noi per primi, ancora prima di qualche illustre personalità della vostra parte politica avevamo proposto, perché noi avevamo detto che la chiave della soluzione, della differenza tra Nord e Sud, della impraticabilità della via esclusivamente dell'aspetto dimensionale è da ricercarsi nell'estendere i confini della città metropolitana ai confini della Sardegna. Avrebbe risolto altri problemi, avrebbe risolto il fatto che non sapete come eliminare le province, avrebbe risolto il problema dell'obbligatorietà all'unione dei comuni, avrebbe risolto un'infinità di problemi, soprattutto avrebbe evitato una profonda sperequazione tra territori. Invece no, voi preferite la strada più semplice, quella di nascondere la polvere sotto il tappeto, quella di non contraddire la vostra figura di Presidente, di guida dell'Esecutivo che assomiglia sempre meno ad un governatore e sempre di più al marchese del Grillo. Siamo in una situazione in cui la maggioranza del differire cerca di darci a bere che i 30 danari con cui ritengono di aver tappato la bocca agli amministratori del Nord Sardegna, di aver tappato la bocca a quelli che correttamente avevano smontato la tesi per cui metropolitana poteva essere solamente la zona di Cagliari, siete quelli che hanno messo tutto dietro, hanno nascosto tutto quanto dietro ad una definizione. Ecco colleghi in questo avremmo atteso comportamenti differenti, avremmo atteso che il tema fosse affrontato e sviluppato nelle sedi istituzionali opportune e qui viene fuori l'altro grave difetto di questa maggioranza, il suo azionariato occulto o, meglio, non occulto il suo azionariato non istituzionale, non dichiarato. Questa è una maggioranza che ritiene di avere dei debiti nei confronti di movimenti d'opinione, di rappresentanze di generali senza esercito che al di fuori delle istituzioni si pregiano di dare il loro contributo alla formazione della norma. Ecco, ho seguito l'intenso lavoro che c'è stato in Commissione, e mai, in quella sede, ho visto chi pretende di rappresentare i comuni dare un contributo così fattivo come quello che ha dato, e mi riferisco all'ANCI e al suo presidente, nel momento in cui c'era da far ingoiare ai sindaci questa riforma. Allora quando ci si comporta sempre e comunque in qualunque sede come rappresentanti di partito e non, invece, rappresentanti di chi si assume si debba rappresentare, succedono queste cose. Succede che attraverso un articolo, l'articolo dei 30 danari, si chiude la bocca a una parte della Sardegna, si chiude la bocca una parte delle istituzioni, e non si dà nessuna risposta a un tema a cui invece sarebbe stato semplice farlo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Abbiamo già avuto modo di evidenziare come tra le tante stranezze che sono comprese in questa legge la rete metropolitana è sicuramente quella più curiosa, un'invenzione totale che pone una serie di problemi, problemi definitori, di coordinamento, problemi anche di carattere politico istituzionale perché si instaura tre i comuni e tra le aggregazioni dei comuni, in questo caso, una gerarchia, che secondo noi non solo non ha ragion d'essere, ma sarebbe stato meglio evitare. La logica che purtroppo ha seguito questa maggioranza è di mettere delle pezze e per pezze successive si è arrivati a questa specie di patchwork che sta venendo fuori attraverso questa legge. Non ripeterò quindi le considerazioni che abbiamo già fatto durante la parte generale della legge, vorrei soffermarmi adesso nella discussione su questo articolo su un aspetto, cioè sul concetto di obbligatorietà nella partecipazione alla rete metropolitana. Il collega Dedoni ha già contestato l'obbligatorietà della partecipazione di tutti i comuni della Sardegna alle unioni dei comuni, per quanto riguarda la rete metropolitana, così come vedremo poi anche in altre parti della legge, si segue un criterio sostanzialmente coattivo. Perché dico questo? Perché vorrei invitare un attimo i colleghi a leggere, in particolare i colleghi dei comuni attorno a Sassari, che mi sembra che siano quelli maggiormente interessati e che invece vedo molto distratti, perché a volte si guardano le definizioni e poi non si guardano i particolari che stanno dietro le definizioni. Si dice che fanno parte della rete metropolitana, in sede di prima applicazione, i territori che appartengono alla pianificazione strategica intercomunale, ove esistente, e poi si dice che entro 20 giorni dall'entrata in vigore della legge i comuni compresi nella rete metropolitana possono esercitare l'iniziativa per il distacco. Dov'è la curiosità? La curiosità è che i comuni non esercitano un'iniziativa per entrare nella rete metropolitana, ma esercitano l'iniziativa per distaccarsi dalla rete metropolitana. Cioè questo centrosinistra che invoca, che si erge a difensore dell'autonomia comunale e tutte le belle cose che leggiamo sui giornali, poco ne abbiamo sentito anche in quest'Aula, impone ai comuni di far parte di questa aggregazione che si chiama rete metropolitana. Perché parlo di imposizione? Perché il diritto di recesso può essere esercitato soltanto attraverso una maggioranza di due terzi dei consiglieri assegnati. Non bisogna essere grandi conoscitori delle dinamiche comunali per capire che una maggioranza di due terzi non sempre è una maggioranza facilmente raggiungibile, si raggiunge la maggioranza di due terzi se c'è un consenso forte all'interno del comune intorno ad una determinata posizione. Quindi sostanzialmente si obbligano i comuni a far parte, in questo caso, della rete metropolitana. Al di là del caso specifico, mi sembra che proprio dal punto di vista concettuale sia un errore questo. È una delle tante cose di cui questa maggioranza si dovrà assumere la responsabilità.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Voglio stare sulle questioni poste dall'onorevole Cossa, vede caro collega Deriu, relatore di maggioranza, noi abbiamo scoperto che esistono due reti metropolitane, c'è quella della definizione, costruita ovviamente per le esigenze del sassarese come contropartita, o meglio, come con risarcimento per averla considerata un gradino al di sotto di Cagliari, e c'è la necessità di costruire quella che poi in realtà è una semplice unione dei comuni, perché le competenze che verranno conferite sono quelle determinate dal successivo articolo 16, in buona sostanza abbiamo un'unione dei comuni che semplicemente ha un nome diverso, addirittura due definizioni diverse. Perché da una parte diciamo che deve essere costituita da almeno due città medie, contermini, con popolazioni superiori oltre i 150 mila abitanti, quindi il classico esempio di Sassari e Alghero, e poi però, in sede di prima applicazione, fanno parte della realtà metropolitana i comuni che fanno parte della pianificazione strategica di quell'area. Allora, qui è chiaro che stiamo costruendo un sistema in cui consentiremo, in ipotesi, la fuoriuscita, perché giustamente un comune autonomamente potrebbe anche dire: ma perché io devo stare dentro e sotto la presidenza di questa rete metropolitana del sindaco di Sassari, quando io invece voglio costituire, con altri tre, quattro, cinque comuni perché siamo oltre 10 mila abitanti, una semplice unione dei comuni, che sia totalmente slegata dalla logica della pianificazione e della programmazione strategica dell'area sassarese? Mi pare che siano comunque tutta una serie di meccanismi che inducono sostanzialmente le amministrazioni locali di quell'area a non avere scelta se non quella di stare sotto il cappello della città di Sassari. Allora io credo che non sia un disvalore se questa è una ponderata scelta autonoma delle amministrazioni locali, mentre trovo molto antipatica un'induzione giuridica e un meccanismo di induzione giuridica che in buona sostanza obbliga a fare questa operazione, tra l'altro obbligando e legando le amministrazioni con una grande difficoltà di affrancamento. Questi sono meccanismi secondo noi di dirigismo politico-amministrativo, io adesso non so con precisione quali sono i Comuni che fanno parte della pianificazione strategica, però state certamente dicendo loro: in prima applicazione voi farete parte della rete metropolitana di Sassari, senza se e senza ma, non state dando loro l'opportunità di autodeterminarsi, o meglio di scegliere di fare altro, di utilizzare la strada dell'obbligatorietà di unirsi in Unione dei Comuni, state dando un'unica chance, un'unica scelta, e non state consentendo all'amministrazione locale regolarmente eletta, democraticamente scelta dai cittadini di praticare la politica che meglio crede negli ambiti ottimali, strategici, contermini, con i loro Comuni confinanti, no, state dicendo: dovete stare con Sassari. Peraltro, voglio tornare sulle competenze, questo è di fatto il disegno di una Unione dei Comuni un po', come dire, obbligata, allora io penso, caro onorevole Deriu, che questo sia un gravissimo errore, un errore che non tiene in nessuna considerazione le scelte delle amministrazioni locali. Vorrei un po' vedere, per esempio, se presto o tardi il Comune di Alghero dovesse decidere di non aderire alla logica di questa rete metropolitana perché la ritiene un'offesa, perché magari forse l'amministrazione locale avrebbe ritenuto meglio la scelta di una seconda città metropolitana, e allora lì sì che forse avrebbe potuto giustamente esprimere le politiche territoriali, ma così posso dire anche di Olmedo, piuttosto che di Sorso, di Ossi, Tissi, eccetera, tutta la cintura e le città del Sassarese.
Mi dispiace che non ci sia l'Assessore, io credo che anche il Governo regionale, che non ha evidentemente contezza precisa di tutti gli emendamenti e di tutte le proposte che da questa parte politica sono arrivate, perché si è fatta la scelta di non dialogare e di non stare ad ascoltare le ragioni e le convinzioni di questa parte politica, è stato più semplice forse…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Gianni Lampis. Ne ha facoltà.
LAMPIS GIANNI (Gruppo Misto). È difficile prendere la parola dopo il brillante intervento del collega Locci che, di fatto, conferma ancora una volta che il minestrone che state cercando di cucinare per i sardi sarà ancora una volta un piatto indigesto, un piatto difficile da digerire soprattutto perché ancora una volta, soprattutto con questo articolo, si va ad offendere l'intelligenza dei cittadini, e in questo caso specifico dei cittadini del Nord Sardegna. Perché, nel momento in cui si pensa di poter dare un contentino al Sassarese, creando di sana pianta dei termini che di giuridico non hanno proprio nulla, e soprattutto si iscrive al comma 4 di questo articolo quella che dovrà essere la procedura per il riconoscimento, con un decreto legislativo, di questa rete metropolitana, beh, ancora una volta questa si conferma essere la legge dei continui rinvii: da una parte la Giunta più volte viene richiamata in ballo dicendo "entro 20 giorni, entro 30 giorni, entro 90 giorni", dall'altro, al comma 4, si dice che "la Giunta regionale, nel termine di 30 giorni dall'approvazione della presente legge, propone all'esame della Commissione paritetica per l'attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna uno schema di decreto legislativo recante le norme con le quali si provvede al coordinamento della disciplina statale con quella regionale", cioè la Sardegna oggi si fa pioniera di norme che non trovano un riconoscimento in alcuna Regione d'Italia e che di fatto saranno destinate evidentemente ad essere impugnate, perché se da una parte il Governo nazionale predica e cerca di addivenire a strumenti di semplificazione normativa ed istituzionale, d'altra parte invece, all'interno di questa Assise, voi cercate di introdurre nuovi sistemi di governo territoriale, sconosciuti e sicuramente destinati al fallimento, perché questa è la realtà, destinati al fallimento perché la vostra tecnica di accontentare tutti per scontentare tutti sarà l'unico risultato che raggiungerete. Ma soprattutto in questa sede occorre evidenziare che a questa rete metropolitana voi negate che la città di Olbia possa accedere, c'è stato un emendamento presentato dai consiglieri regionali di quel territorio, anche in maniera bipartisan, che noi con molto senso di responsabilità abbiamo sostenuto e che invece la maggioranza ha bocciato, quindi avremo anche al Nord un'area che sarà ricompresa all'interno della rete metropolitana e ci sarà invece un'altra area, che è quella di Olbia, dove c'è un aeroporto, dove c'è un porto, dove c'è un insediamento urbano importante, che non potrà avere questo stesso riconoscimento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI
(Segue LAMPIS.) Ecco perché ancora una volta a questo articolo 8 noi presentiamo una serie di emendamenti soppressivi, non potrebbe essere diversamente, anche sul comma 5 noi faremo nostro l'emendamento soppressivo presentato da alcuni colleghi della maggioranza, faremo nostra l'abrogazione del comma 5 perché vogliamo ancora una volta porvi di fronte ad un problema, e cioè la crescita armonica e solidale di tutti i territori alla Sardegna, invece voi state determinando territori di serie A e altri territori di serie B, e così facendo state solo consentendo colpevolmente che ancora una volta i giovani, le donne e gli uomini di questa terra debbano essere costretti ad emigrare in terre lontane, dove enti e istituzioni certamente più assennate hanno cercato e sono riuscite a determinare lo sviluppo dei territori da essi governati. Ecco, per questi motivi e per il motivo più importante che noi non vogliamo essere vostri complici dell'offesa dell'intelligenza delle popolazioni di quei territori, noi sicuramente non potremo sostenere questo articolo è questo emendamento sostitutivo che ancora una volta conferma, con il metodo della tagliola, che il lavoro svolto dai consiglieri regionali di opposizione vale meno di zero. Ma noi continuiamo ad essere qui in maniera molto responsabile e a votare contro questo provvedimento, perché i sardi sappiano che questa è una legge tutta vostra di cui noi non assumiamo alcuna paternità.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti soppressivi totali numero 189, 1061 e 1496, di identico contenuto.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 189, 1061, 1496.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Non è presente il numero legale. Dichiaro sospesa la seduta per 30 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 43, viene ripresa alle ore 19 e 18.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Invito il Segretario della minoranza, onorevole Lampis, a prendere posto presso i banchi dei Segretari. Prego.
Riprendiamo la seduta, onorevole Pittalis, è confermata la richiesta di votazione elettronica? La richiesta di votazione nominale non è confermata.
Poiché nessuno domanda di parlare sugli emendamenti soppressivi totali numero 189, 1061, 1496, li metto in votazione. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). In sostituzione del Capogruppo un po' afono in questo momento, per precisare che la mancata votazione precedente è da attribuirsi ad un significato prettamente politico.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tunis. Metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 2417, che sarebbe l'emendamento all'emendamento numero 1945. C'è un invito al ritiro, a pagina 282.
Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Ritirato, assorbito dal successivo. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti numero 2418 e numero 2419 uguali, emendamenti soppressivi totali dell'emendamento numero 1954.
Poiché nessuno domanda di parlare, li metto in votazione. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Passiamo all'emendamento numero 2420 soppressivo parziale, che sarebbe l'emendamento all'emendamento numero 1954.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2421, emendamento aggiuntivo con parere favorevole della Commissione. Emendamento all'emendamento; numero 2421 che emenda l'emendamento numero 1954.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1954 sostitutivo totale a pagina 283.
Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Grazie signor Presidente, veramente è difficile trovare dei vocaboli. C'era un articolo che era l'articolo 8 che cercava di restituire un minimo di dignità e dava la possibilità anche a un territorio nonostante come già detto in precedenza non c'è nessun riscontro che dia la possibilità di accedere direttamente a risorse o a finanziamenti nazionali e né europei però dava quantomeno un minimo di dignità ed era la rete metropolitana. Ecco adesso si sta togliendo anche la possibilità di avere un minimo di dignità. Perché, guardate, l'emendamento all'emendamento che cosa fa, fa sì che uno o due comuni non vogliano aderire alla rete metropolitana e nel Nord la Gallura non potrà avere la rete metropolitana, perché si è voluto essere pignoli e bloccare il numero degli abitanti a 150.000. Ecco questo è quello che sta facendo questa Giunta, quello che state facendo come maggioranza e bene hanno fatto nei giorni scorsi i consiglieri di maggioranza, che hanno lamentato quest'atteggiamento nei confronti di un territorio. Un territorio che è l'unico territorio che in questi anni è cresciuto, ha avuto un trend positivo. Allora io dico chi vuole il male, chi vuole del male a un territorio della Sardegna vuole male alla Sardegna. Non è questo il modo di amministrare, un territorio che ha due porti, due dei porti più importante a livello nazionale, un aeroporto si toglie la possibilità che diventi rete metropolitana. Questo è inammissibile.
Veramente cercavo in questi giorni quale può essere il vocabolo azzeccato ad un atteggiamento di questo tipo, bene Bruno Barbieri lo avrebbe chiamato: un mappazzone, perché non ne trovo altri. Sapete che cosa è, è un piatto impiattato male, alla rinfusa, senza un senso, brutto da vedere, senza classe, senza stile, senza anima. Ecco questa riforma è un vero mappazzone.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Io credo che questo appellativo di mappazzone sia riduttivo, sia un eufemismo dolce, garbato del collega Fasolino che probabilmente in questi giorni non ha la grinta sufficiente per motivi legati alla sua infermità. Una grande delusione però, di sicuro questo emendamento e complessivamente l'obiettivo che si pone all'emendamento costituiscono una grande delusione, una grande sconfitta anche per noi ma soprattutto una sconfitta per un territorio che non merita assolutamente un trattamento di tal fatta. Quest'emendamento è quel che si dice il corrispettivo, il corrispettivo che viene in qualche modo non elargito ma fatto odorare, fatto annusare ai consiglieri di maggioranza del nord Sardegna che fingono, simulano di non aver capito che non c'è trippa per gatti e votano a favore di questo tipo di strutturazione della rete metropolitana senza alcune maglie importanti, o con le maglie completamente stramate. E questo emendamento è il frutto della grande offensiva fatta dal presidente Pigliaru e dall'assessore Erriu nei confronti di tutte quelle volontà, di tutte quelle anime che si muovevano all'esterno del Consiglio regionale e cercavano di consolidare un'idea di Sardegna differente, una Sardegna con due pilastri, una Sardegna con due aree metropolitane, una Sardegna con un equilibrio fra nord e sud che era finalizzato a creare sviluppo, a creare occupazione, a far crescere i territori, non il territorio. E poi come non rilevare una singolarità, in applicazione il territorio delle reti metropolitane coincide con quello della pianificazione strategica intercomunale. Ma come si fa a legare un atto legislativo emanato da questo consesso a un atto amministrativo che di per sé è mutevole, la pianificazione strategica intercomunale è legata a un atto amministrativo, che può essere modificato tutti i giorni, a tutte le ore. Ebbene, questa legge è legata a filo doppio a un atto amministrativo che è condizionato alle bizze di coloro che debbono definire il paradigma della pianificazione strategica intercomunale che…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppino Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPIMO (UDC Sardegna). Questo emendamento è proprio quasi una magnesia per il nord Sardegna. Anche oggi non si riesce a comprendere perché ci si ostini a insistere che l'unica città metropolitana sia quella di Cagliari e che sia la soluzione e la panacea di tutti i mali, dimenticando e maltrattando tutti i sardi che stanno fuori da Cagliari e dintorni. Altri colleghi hanno già manifestato e detto che il nord Sardegna ha, per così dire, più titoli di Cagliari, e con questo mi riferisco agli aeroporti, come diceva l'onorevole Fasolino, ai porti, quindi al traffico turistico e tanto altro, ma voglio anche rimarcare le università e via dicendo. Mi chiedo che fine hanno fatto o dove si sono nascosti i sindaci di Sassari, Olbia, Ozieri, Alghero, Porto Torres eccetera, che con tanta enfasi avevano promesso manifestazioni di ogni tipo sulla stampa, riunioni fra sindaci organizzate qua e là. Alla fine mi pare che, siccome eravamo in prossimità del Natale, hanno sparato solo quattro petardi e basta, il resto, come direbbero al mio paese, è solo olio e inchiostro perso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Solo una piccola osservazione che è legata all'emendamento numero 1954. Ho messo gli occhiali perché pensavo di avere problemi io a leggere, ma vorrei chiedere esattamente, la parte che è stata scorporata, cioè il comma 4 dell'articolo 8 della legge, è stata sostituita da un emendamento approvato precedentemente. Ma vorrei chiedere davvero che cosa vuol dire, ma lo chiedo agli uffici, perché magari quando collazionano la norma riescono a correggere questo errore: la stipula di appositi accordi con le unioni di comuni con termini e non per una migliore organizzazione dei servizi e delle funzioni anche ai fini dell'elaborazione di una pianificazione strategica comune. Mi viene da sorridere, ma vi chiedo veramente di intervenire, perché non se ne può più di scrivere leggi in questo modo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marcello Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ORRU' MARCELLO (PSd'Az). Solo per dire che voterò contro questo emendamento che parla di rete metropolitana, dove è chiaro il riferimento a Sassari. Quindi è un emendamento che non mi entusiasma, come non mi entusiasma il disegno di legge che è completamente, come ho sempre detto, sbagliato e confuso e necessita di essere riportato in Commissione a rivederlo con calma senza mortificare nessun territorio e ascoltando anche l'opposizione. L'intervento sugli emendamenti mi dà la possibilità di dire a tutta l'Aula di bocciare questo disegno di legge, perché se passerà, credetemi, al capoluogo turritano, cioè a Sassari, arriverà uno schiaffone in pieno volto, più forte di tutti quelli che ha preso fino adesso, per questa volta c'è anche il contributo del Presidente della Giunta che è un sassarese, e anche di altri sassaresi che sono nella Giunta stessa. Io credo che sia giunto il momento di dire basta, credo che sia giunto il momento di porre fine a questo modo di far politica, credo che sia giunto il momento di controbilanciare l'accentramento di potere che da sempre gravita su Cagliari. Credetemi, a me dispiace quando si vuole attribuire a Sassari il ruolo di rete metropolitana, mi dispiace per il semplice fatto che la differenza fra città metropolitana è enorme, la città metropolitana attira risorse, crea lavoro, crea preoccupazione, crea benessere per i cittadini, sviluppo economico e attira investimenti. La rete metropolitana non so cosa sia, conosco benissimo la rete metropolitana di Roma, di Milano, che collega benissimo i vari quartieri, ma non mi sembra che la costituzione parli di rete metropolitana, che a mio modo di vedere è soltanto l'ennesima presa in giro di questa Giunta nei confronti di Sassari e del nord Sardegna. Ecco perché va ritirato totalmente questo disegno di legge, soprattutto perché è chiarissimo il fatto che questa Giunta è attrazione cagliaricentrica e vuole concentrare tutti i poteri su Cagliari città metropolitana e sulla Regione, tutto il resto sono meri enunciati privi di contenuto che non portano da nessuna parte, anzi tendono a peggiorare la brutta situazione economica che ormai regna a Sassari da diversi anni, altrimenti perché non prevedere Sassari città metropolitana e Cagliari rete metropolitana.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Per annunciare il voto contrario a questo emendamento e per esprimere un dubbio simile a quello espresso dalla collega Alessandra Zedda poc'anzi, perché sostanzialmente su questo emendamento ho parlato in sede di discussione generale.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU
(Segue COSSA.) C'è però una cosa che, secondo me, forse merita di essere chiarita, perché si dice al comma 3 che le reti metropolitane svolgono le funzioni fondamentali, quindi non una formula che indica possibilità, ma una formula che indica dovere, svolgono le funzioni fondamentali previste all'articolo 16, e inoltre in relazione alla cura degli interessi e alla promozione dello sviluppo del proprio territorio le seguenti: lettera b), gestione in forma associata dei servizi pubblici. Parlare ai servizi pubblici significa indicare in maniera onnicomprensiva tutto quello che fanno le amministrazioni comunali. Credo che questa cosa qui in qualche maniera vada o chiarita o specificata, perché se no non si capisce bene cosa stiamo approvando. Ringrazio tutti i colleghi per l'attenzione di questo intervento e ringrazio il Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Semplicemente manca una virgola, perché dovrebbe essere questo: la stipula di appositi accordi con le unioni dei comuni con termini e non, per una migliore organizzazione dei servizi e delle funzioni anche ai fini dell'elaborazione di una pianificazione strategica comune. Il resto mi sembra chiaro, cioè sta dicendo che un'unione di comuni, come di fatto è la rete metropolitana, può stringere accordi con unioni dei comuni con termini e non, questo è l'obiettivo, anche ai fini di una pianificazione strategica comune. Quindi il coinvolgimento di unioni con termini e non per una pianificazione strategica. Grazie.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1954. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Decadono tutti gli emendamenti sino al numero 1955, a pagina 382. Abbiamo gli emendamenti soppressivi totali, emendamenti all'emendamento numero 2430, 2431 e 2432.
Metto in votazione l'emendamento numero 2430. Chi è favorevole? State chiedendo la votazione elettronica?
Metto in votazione l'emendamento all'emendamento numero 2430, che è un soppressivo totale. Parere contrario della Commissione.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Chiedo il voto elettronico.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento l'emendamento numero 2430.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2431. Parere contrario della Commissione.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2431.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 2432.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2432.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 1955. Parere favorevole della Commissione.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1955.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Decadono tutti gli altri emendamenti. Sospendo la seduta per una brevissima Conferenza dei Capigruppo, per definire le modalità di audizione degli Assessori come richiesto.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 4 , viene ripresa alle ore 19 e 45.)
Comunicazioni della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, diamo luogo alle audizioni richieste sul gravissimo fatto di questa mattina, che ha visto coinvolti due mezzi della metropolitana di superficie di Cagliari. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso che non ci sarà dibattito, quindi sentiamo semplicemente cosa riferiscono i due Assessori: l'Assessore Deiana per la parte tecnica, e l'Assessore Arru per la parte sanitaria.
Ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti.
DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Grazie, Presidente. Alle 8 e 15 circa di stamattina due convogli della metropolitana di Cagliari, che viaggiavano in direzioni opposte, sono entrati in collisione, a poche centinaia di metri dalla fermata del Centro commerciale Auchan di Pirri. Il nostro primo e premuroso pensiero, credo di interpretare sicuramente il pensiero di tutti, va naturalmente ai feriti e alle loro famiglie. Abbiamo avuto un gran numero di soggetti coinvolti in questo evento, ma sugli aspetti sanitari poi riferirà più dettagliatamente l'assessore Arru.
Quanto all'accaduto è al momento prematuro azzardare ipotesi precise sulle cause dell'incidente e attendiamo naturalmente con fiducia e rispetto il risultato delle diverse indagini in corso. Sulla base delle informazioni forniteci da ARST al momento dello scontro gli ordinari sistemi di controllo e segnalamento della circolazione dei treni risultavano regolarmente in funzione.
A seguito dei lavori sulla condotta di Pirri, vicino alla stazione Caracalla, il traffico lo scorso 24 dicembre era stato interrotto e ripristinato regolarmente l'11 gennaio scorso con la sospensione dell'impianto automatico di segnalamento, come ordinariamente succede in casi di manutenzione. Da quella data la circolazione ci risulta, quindi, regolata secondo i protocolli ordinari di esercizio previsti in caso di manutenzione.
Non sono stati riscontrati danni alla linea ferroviaria. L'ARST nella giornata odierna ha predisposto autoservizi sostitutivi e già da domani è stata autorizzata dall'USTIF, l'Ufficio speciale per trasporti a impianti fissi del Ministero dei trasporti, la regolare operatività del collegamento metro-tranviario.
Dal punto di vista tecnico sono in corso accertamenti a seguito di un'indagine interna dell'ARST, alla quale si affiancano i controlli del già citato USTIF (Ufficio sui sistemi di trasporto a impianti fissi del Ministero dei trasporti) e ovviamente l'indagine avviata dalla Procura della Repubblica.
Tengo a precisare che i mezzi coinvolti nel sinistro sono dotati delle più moderne metodologie di sicurezza e anche di registrazione di tutti i parametri del viaggio, quindi sono state regolarmente acquisite dall'autorità giudiziaria le cosiddette scatole nere, quindi tutte le registrazioni dei parametri del trasporto, sono state acquisite anche le registrazioni video esterne ai mezzi - ogni mezzo è fornito di una telecamera che inquadra la rete e quindi ci darà ovviamente le informazioni relative allo scontro -, nonché le immagini delle telecamere posizionate nelle fermate, quindi sia nella fermata di Vesalio che nella fermata di Auchan Pirri.
Questi sono i dati obiettivi dei quali disponiamo in questo momento. Non è possibile, come ho detto in apertura di questa breve comunicazione, azzardare alcun tipo di ipotesi. Siamo confidenti sul fatto che si potrà arrivare in tempi rapidi, viste anche le tecnologie a disposizione, all'individuazione delle cause del sinistro e quindi ovviamente di avere ulteriori elementi di conoscenza che non esiteremo a portare alla conoscenza del Consiglio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signor Presidente, onorevoli consiglieri, una volta avuta la segnalazione dell'incidente è stato attivato il sistema di emergenza-urgenza attraverso la centrale del 118 che, coordinata con il sistema dei Vigili del fuoco, si è attivato per avvicinarsi alla sede dell'incidente. All'ultimo bollettino abbiamo avuto un contatto con il sistema di Pronto soccorso degli ospedali di Cagliari, abbiamo avuto 84 feriti di cui 3 codici rossi, e in particolar modo un ferito che ha richiesto un intervento chirurgico maggiore. Il sistema ha risposto con 13 autoambulanze di base e 3 mezzi di soccorso avanzato. Degli 84 cittadini coinvolti 62 sono stati trasportati dal sistema di autoambulanza, gli altri si sono recati con mezzi propri. Quindi nello specifico le 62 persone trasportate nel sistema di emergenza-urgenza sono state distribuite in maniera omogenea nei quattro ospedali, che erano stati preattivati appena è giunta notizia dell'incidente, chiedendo di attivare quello che si chiama il protocollo di massiccio afflusso, cioè immaginando e preconizzando situazioni in cui l'afflusso poteva mettere a dura prova l'attività ordinaria, per cui negli ospedali principali di Cagliari abbiamo deciso di far confluire al Pronto soccorso più personale, chirurghi, ortopedici e infermieri. Come vi dicevo sono stati distribuiti in maniera omogenea: 14 al San Giovanni di Dio, 22 al Brotzu, 26 all'Ospedale Marino, 22 al Santissima Trinità. La selezione, il triage, è stata fatta sul campo; non c'è stata necessità di attivare una struttura mobile perché dal momento della segnalazione al 118, dopo quello che si chiama appunto il triage, cioè la selezione in base alla gravità sul campo, la maggior parte delle persone che necessitavano di cure immediate sono state trasportate immediatamente al Pronto soccorso e si è attivata la procedura per i due codici rossi che sono stati trasportati all'Ospedale Brotzu, dove erano già pronte le équipe chirurgiche. Complessivamente, quindi, il sistema ha risposto prontamente. Sono stati coinvolti 6 medici in campo, 6 infermieri, la centrale operativa con 2 medici era completamente dedicata all'organizzazione e alla distribuzione dei feriti.
PRESIDENTE. Ringraziamo gli Assessori per le informazioni.
Il Consiglio è convocato per domani alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 19 e 53.
Allegati seduta