Seduta n.297 del 16/02/2012 

CCXCVII SEDUTA

Giovedì 16 febbraio 2012

Presidenza del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 16 e 41.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° febbraio 2012 (290), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Rosanna Floris, Gabriella Greco e Valerio Meloni hanno chiesto congedo per la seduta del 16 febbraio 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 15 febbraio 2012, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 7, comma 1, lettera f), 18, 20, 23, commi 6 e 7, della legge regionale 21 novembre numero 2011, numero 21, recante: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale numero 4 del 2009, alla legge regionale numero 19 del 2011, alla legge regionale numero 28 del 1998 e alla legge regionale numero 22 del 1984, ed altre norme di carattere urbanistico".

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012)" (332/S/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 332/S/A.

Proseguiamo oggi con l'esame dell'articolo 3. All'articolo 3 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:

Art. 3

Semplificazione e contenimento della spesa

1. A partire dall'anno 2012 il Servizio sanitario regionale non è finanziabile in deficit.

2. Fermi i casi di risoluzione del contratto dei direttori generali di azienda sanitaria e/o ospedaliera dedotti nel contratto individuale di lavoro, la Regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore generale che non raggiunga: la percentuale minima, preventivamente fissata secondo criteri omogenei predefiniti ed uniformi nel territorio regionale, degli obiettivi definiti dall'Amministrazione regionale per il periodo considerato nel quadro della programmazione regionale, con particolare riferimento all'efficienza, efficacia e funzionalità dei servizi sanitari, e l'equilibrio economico finanziario di bilancio rispetto alla preventiva assegnazione delle risorse finanziarie.

3. Il mancato utilizzo delle risorse comunitarie nei termini previsti dai rispettivi regolamenti e dalle relative direttive regionali, approvate con deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione, che comporti il disimpegno automatico da parte dell'Unione europea delle risorse assegnate implica, per i dirigenti responsabili di linea, una riduzione del trattamento di risultato non inferiore al 50 per cento; la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di personale, di concerto con l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio definisce i criteri e le modalità di attuazione del presente intervento.

4. L'articolo 1 della legge regionale 5 dicembre 1995, n. 35 (Alienazione dei beni patrimoniali), è così sostituito:
"Art. 1 (Alienazione dei beni patrimoniali - Procedure)
1. I beni immobili di proprietà della Regione che non siano funzionalmente utilizzabili per i servizi regionali, degli enti strumentali, delle agenzie regionali e delle società in house, che non siano destinabili agli enti locali territoriali, ovvero che non rivestano interesse ambientale o culturale, sono di norma alienati.
2. La Giunta regionale, con deliberazione adottata su proposta dell'Assessore competente in materia di demanio e patrimonio, approva annualmente l'elenco dei beni immobili del patrimonio disponibile regionale per i quali intende avviare la procedura di alienazione. L'elenco è trasmesso alla competente Commissione consiliare che esprime il proprio parere entro trenta giorni, trascorsi i quali il parere si intende favorevole. L'elenco può essere aggiornato nel corso dell'anno con la medesima procedura.
3. I terreni di nuova formazione, derivanti da sdemanializzazione di reliquati idraulici assunti nella consistenza patrimoniale successivamente all'approvazione dell'elenco annuale, possono essere alienati previa autorizzazione da parte della Giunta regionale.
4. Per la vendita di alloggi e fabbricati adibiti ad abitazione si applicano le disposizioni di cui al comma 6 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 1993, n. 560. L'amministrazione, accertati i requisiti ivi prescritti e la legittima detenzione del bene, prima di avviare ogni altra procedura di dismissione propone la cessione del diritto di proprietà al detentore del bene per l'esercizio della prelazione. Le modalità per la vendita sono stabilite con deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore competente in materia di patrimonio.
5. Negli altri casi la vendita avviene di norma mediante pubblico incanto secondo quanto stabilito dall'articolo 73, lettera c), del regio decreto 23 maggio 1924, n. 827 (Regolamento per l'amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato).
6. In caso di asta deserta si procede a nuovo incanto fissando un prezzo base inferiore a quello precedente, nella misura stabilita dall'articolo 591, comma 2, del Codice di procedura civile.
7. Il ricorso al sistema della trattativa privata per la scelta dell'acquirente può avvenire:
a) qualora il secondo esperimento del pubblico incanto risulti infruttuoso;
b) quando il valore di stima dell'immobile sia pari o inferiore a 100.000 euro.
8. Il ricorso alla trattativa diretta, ossia la facoltà dell'amministrazione di negoziare la vendita direttamente con un unico soggetto, è ammesso:
a) quando sia andata deserta la procedura di una precedente gara esperita ai sensi dei commi 5 e 7;
b) nel caso il valore di stima dell'immobile sia inferiore a 50.000 euro;
c) nel caso di terreni che possono essere classificati come fondi interclusi o parzialmente interclusi, la cui utilità quali beni a sè stanti sia ridotta a causa delle limitazioni d'uso derivanti dalla interclusione o che non siano da soli suscettibili di alcuna utilizzazione produttiva.
9. Le disposizioni di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 40 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia), si applicano anche alle alienazioni degli immobili di proprietà dell'Amministrazione regionale.
10. Una quota sino al 30 per cento delle risorse derivanti dall'alienazione del patrimonio disponibile è destinata all'acquisizione e razionalizzazione degli immobili della Regione, degli enti strumentali, delle agenzie regionali e delle società in house utilizzati a fini istituzionali.".

5. A decorrere dall'anno 2012 la spesa annua per missioni, anche all'estero, con esclusione di quelle relative al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, nonché di quelle connesse alle attività di presidio del territorio e servizio di piena (Geni civili) ,nonché di quelle strettamente connesse all'attuazione di accordi nazionali ovvero indispensabili per assicurare la partecipazione a riunioni presso enti e organismi internazionali o comunitari, non può essere superiore all'80 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009. Il limite di spesa stabilito dal presente comma può essere superato in casi eccezionali con deliberazione della Giunta regionale da adottarsi su proposta dell'Assessore competente in materia di personale.

6. A decorrere dal 1° gennaio 2012 è soppresso il trattamento economico per missioni svolte in Italia e all'estero. Per lo svolgimento della missione il personale è tenuto a utilizzare i mezzi di servizio ovvero i mezzi pubblici; qualora l'uso dei mezzi pubblici sia inconciliabile con lo svolgimento della missione ovvero qualora l'uso del mezzo proprio risulti economicamente più conveniente, può esserne autorizzato l'utilizzo.

7. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai dipendenti dell'Amministrazione regionale, degli enti e agenzie si applicano le disposizioni in materia di accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici).

8. Al fine di partecipare agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, la Giunta regionale, sulla base delle spese risultanti dal rendiconto per l'anno 2011, determina con propria deliberazione, l'ammontare complessivo della riduzione delle proprie spese di funzionamento indicate dall'articolo 6, del decreto legislativo 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica). Tale ammontare è assicurato dalla Giunta regionale anche mediante una modulazione delle percentuali di risparmio in misura diversa rispetto a quanto disposto dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 78 del 2010.

9. Gli enti, le agenzie e le aziende regionali nonché le società a totale partecipazione regionale concorrono alla realizzazione degli obiettivi del patto di stabilità interno attraverso:

a) contenimento dei costi di funzionamento della struttura;

b) raggiungimento del pareggio di bilancio negli enti che adottano la contabilità economica;

c) raggiungimento del pareggio della gestione di competenza negli enti che adottano la contabilità finanziaria.

10. Ai fini degli obiettivi di cui al comma 9, la Giunta regionale emana, con propria deliberazione, in sede di predisposizione della manovra finanziaria, specifiche direttive.

11. Al fine di partecipare agli obiettivi di contenimento della spesa e di riduzione dei costi degli organi e degli apparati amministrativi, a decorrere dal 1° gennaio 2012 sono ridotte nella misura del 10 per cento le indennità corrisposte ai componenti degli uffici di gabinetto del Presidente e degli assessori della Regione di cui alla legge regionale 26 agosto 1988, n. 32 (Disciplina delle attribuzioni dei coordinatori generali, di servizio e di settore dell'Amministrazione regionale), e successive modifiche ed integrazioni, al personale degli uffici ausiliari degli organi di direzione politica di cui all'articolo 30 comma 5 della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7 (legge finanziaria 2002), e al portavoce del Presidente e ai componenti dell'Ufficio stampa di cui all'articolo 11, comma 1, della legge regionale n. 3 del 2009.

12. Al fine del rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa di personale di cui all'articolo 1, comma 557, della legge n. 296 del 2006, e successive modifiche ed integrazioni, e di quella in materia di esonero dal servizio prevista dall'articolo 24, comma 14, lettera e) del decreto legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni in legge n. 214 del 2011, l'incentivo di cui all'articolo 9, comma 3, della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), è concesso, con decorrenza dall'anno finanziario 2011 nella misura di tre mensilità, per ogni anno di esonero della retribuzione in godimento alla data di presentazione della domanda, calcolati sino a un massimo di quattro anni; conseguentemente è abrogata l'autorizzazione di spesa di cui alla citata norma. Il comma 6 dell'articolo 9 della legge regionale n. 16 del 2011 è abrogato.

13. Fermo restando quanto previsto dal dall'articolo 9, comma 2, della legge regionale n. 16 del 2011, i dipendenti che hanno presentato domanda di esonero dal servizio e che hanno maturato il diritto alla prestazione pensionistica secondo le disposizioni dell'articolo 24, comma 3, del decreto legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni in legge n. 214 del 2011, possono revocare la domanda di esonero al fine di esercitare il diritto alla richiesta di collocamento a riposo e il godimento del trattamento di quiescenza, ovvero al fine della permanenza in servizio fino al raggiungimento dei requisiti previsti dall'articolo 24 citato per l'accesso e la decorrenza al trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità. Sono fatte salve le domande presentate nei termini di cui all'articolo 9, comma 1, della legge regionale n. 16 del 2011 per l'annualità 2011.

14. Con effetto dal 1° gennaio 2012, gli oneri del personale di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 16 del 2011, fanno carico al bilancio delle agenzie assegnatarie. Le anticipazioni di spesa già effettuate dall'Amministrazione regionale sono conguagliate in sede di erogazione del contributo di funzionamento spettante alle stesse agenzie. L'Assessore competente in materia di bilancio provvede alle conseguenti variazioni di bilancio.

15. Il comma 1 dell'articolo 29 della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9 (Recepimento delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 10 aprile 2001, n. 180, in materia di lavoro e servizi all'impiego), in materia di lavoro e servizi all'impiego), è così sostituito:
"1. La Regione eroga alle province, nei limiti degli stanziamenti in bilancio, finanziamenti per la predisposizione e attuazione di progetti finalizzati ad incentivare il reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria, in mobilità o iscritti da almeno dodici mesi all'anagrafe del Centro dei servizi per il lavoro. Per il raggiungimento di tali obiettivi i medesimi finanziamenti possono essere utilizzati anche a titolo di cofinanziamento per la partecipazione da parte delle province a progetti regionali, nazionali o comunitari aventi analoga finalità.".

16. Il comma 2 dell'articolo 72 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 13 (legge finanziaria 1991), è sostituito dal seguente:
"2. I criteri e le modalità di attribuzione dei finanziamenti di cui al comma 1, sono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato competente per materia, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 22 agosto 1990, n. 40 (Norme sul rapporto tra i cittadini e l'Amministrazione della Regione Sardegna nello svolgimento dell'attività amministrativa).".

17. Le convenzioni aventi ad oggetto la concessione di provvidenze creditizie e contributive a valere su fondi di rotazione e assimilati, sono stipulate dagli assessorati competenti nella materia a cui il fondo afferisce nell'ambito dell'accordo quadro concluso dall'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ai sensi dell'articolo 59 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE). La disposizione non si applica alle procedure di evidenza pubblica in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.

18. Il rendiconto dell'utilizzo di contributi o altre erogazioni ricevuti dall'Amministrazione regionale è reso nella forma autocertificatoria prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. - Testo A). Tutte le disposizioni in contrasto con la presente disposizione sono abrogate, con esclusione di quelle dettate per programmi o iniziative comunitarie.

19. L'Amministrazione regionale cura il recupero dei crediti, accertati da parte della Presidenza e di ogni assessorato competente per materia, in via amministrativa, bonaria e coattiva, e in via giudiziale; le relative procedure sono definite con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, previo parere della Commissione consiliare competente in materia di bilancio, da esprimersi entro venti giorni, trascorsi i quali il parere si intende reso positivamente.

20. All'affidamento, tramite procedura selettiva ad evidenza pubblica, dell'attività di recupero dei crediti, di cui all'articolo 10, comma 14, della legge regionale n. 7 del 2002, limitatamente ai crediti pregressi, ivi compresi quelli connessi ai fondi di rotazione e assimilati anche gestiti per il tramite degli istituti di credito, provvede l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si intendono per pregressi i crediti maturati e non riscossi alla data del 31 dicembre 2011 nonostante l'attivazione di strumenti amministrativi o giudiziari.

21. Restano fermi gli accordi transattivi già conclusi in forza dell'articolo 27, commi 9 e 12, della legge regionale n. 4 del 2006, e successive modifiche ed integrazioni, in applicazione del quale possono essere stipulate, esclusivamente per crediti maturati e non riscossi alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 1 del 2011, ulteriori transazioni fino alla data del 30 giugno 2012. In caso di mancata osservanza degli impegni assunti con le transazioni di cui all'articolo 27 della legge n. 4 del 2006, si procede alla riscossione coattiva del relativo credito.

22. Alla declaratoria di inesigibilità dei crediti, compresi quelli connessi ai fondi di rotazione e assimilati e gestiti anche per il tramite degli istituti di credito, provvede ciascun assessorato competente per materia. La Giunta regionale definisce, su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e previo parere della Direzione generale dell'Area legale, criteri, presupposti, e procedure per la declaratoria di inesigibilità del credito.

23. Per le finalità di cui ai commi 19 e 20 è autorizzata, per ciascuno degli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, la spesa valutata in euro 200.000 (UPB S01.08.007).

24. Le indennità stabilite dell'articolo 1, comma 6, della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 20 (Istituzione del Fondo regionale per l'occupazione dei diversamente abili), a favore di soggetti portatori di handicap partecipanti ad attività di tirocinio o formazione per l'inserimento lavorativo sono sostituite da una indennità forfettaria di partecipazione su base oraria, stabilita nel programma annuale di interventi approvato dalla Giunta regionale su proposta del Comitato del Fondo per l'occupazione dei diversamente abili.

25. Il comma 20 dell'articolo 18 della legge regionale n. 12 del 2011, è sostituito come segue:
"20. Ai fini dell'accesso all'esenzione IRAP prevista dall'articolo 17, comma 5, della legge regionale 29 aprile 2003, n. 3 (legge finanziaria 2003), i soggetti di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 (Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale), trasmettono apposita istanza. La Giunta regionale, con propria deliberazione, disciplina le modalità e i termini per la presentazione delle istanze di cui al presente comma e delle comunicazioni previste dall'articolo 2, commi 11 e 12, della legge regionale n. 1 del 2009.".

26. Nell'articolo 19 della legge regionale 17 novembre 2010, n. 15 (Interventi in materia di agricoltura) nella rubrica e nel comma 1, dopo le parole "rilascio di", è inserito: "garanzie,".

27. I trasferimenti dal fondo di competitività e sviluppo destinati alla realizzazione di opere pubbliche sono effettuati secondo le modalità stabilite per l'erogazione dei finanziamenti dall'articolo 6, comma 16, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto). L'importo complessivo del finanziamento destinato alla realizzazione delle opere pubbliche, sia in gestione diretta che in delega, costituisce l'oggetto dell'obbligazione e costituisce la base per l'assunzione dei correlati impegni anche pluriennali, nonché per l'erogazione della prima tranche di finanziamento.

28. A decorrere dall'anno 2012 il contributo annuo di cui all'articolo 32, comma 4, lettera d) della legge regionale 8 marzo 1997, n. 8 (legge finanziaria 1997), è erogato dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale (UPB S05.03.007).

29. Ai componenti del collegio dei revisori dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna ed ai componenti del collegio dei revisori dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna spetta un compenso calcolato ai sensi dell'articolo 3, comma 13, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421), e successive modifiche ed integrazioni. Ai direttori generali dell'Istituto e dell'Agenzia, il cui rapporto di lavoro può protrarsi oltre il sessantacinquesimo anno d'età in analogia a quanto previsto per il direttore generale delle aziende sanitarie, spetta un compenso calcolato secondo i criteri previsti dall'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modifiche ed integrazioni. Sono abrogate le norme contrastanti con la presente disposizione. Alle relative spese si fa fronte con i rispettivi bilanci degli enti.

30. A decorrere dall'anno finanziario 2012 l'erogazione dei contributi previsti dall'articolo 3 della legge regionale 25 giugno 1984, n. 31 (Nuove norme sul diritto allo studio e sull'esercizio delle competenze delegate), a favore delle scuole materne non statali è di competenza della Regione. Conseguentemente è abrogata la lettera b) del comma 3 dell'articolo 73 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali).

31. Il termine previsto dal comma 1 dell'articolo 40 della legge regionale 6 aprile 1989, n. 13 (Disciplina regionale delle assegnazioni e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), prorogato da ultimo dall'articolo 2 della legge regionale 29 dicembre 2003, n. 14 (Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2004 e altre disposizioni varie), è ulteriormente prorogato al 31 luglio 2010.

32. Le risorse sussistenti nel bilancio regionale già destinate al cofinanziamento dei programmi comunitari che non soggiacciano alle regole sull'utilizzo delle risorse liberate stabilite dal comitato di sorveglianza del QCS Obiettivo 1, 2000/2006 e dal QSN 2007/2013, sono da considerarsi risorse addizionali per lo sviluppo e sono destinate a incrementare la quota del cofinanziamento regionale della programmazione comunitaria 2007/2013 nonché ulteriori interventi regionali funzionali all'attuazione della strategia da questa definita. Le disponibilità sussistenti in conto dei vari capitoli di bilancio relativi alla programmazione comunitaria 2007/2013 sono ricondotte ad un unico fondo distinto per fonte di finanziamento; i capitoli di spesa in capo ai responsabili dell'attuazione sono dotati, mediante decreto dell'Assessore competente in materia, delle risorse solo a seguito della definizione dei provvedimenti di spesa. Al cofinanziamento dei programmi comunitari concorrono inoltre le risorse del Fondo per la competitività e lo sviluppo e le risorse addizionali previste da specifiche leggi regionali o nazionali.

33. In via di interpretazione autentica dell'articolo 4 quater della legge regionale n. 4 del 2006, l'applicazione del comma 8 dello stesso articolo deve intendersi riferita ai soli versamenti volontari, con esclusione di quelli effettuati in seguito ad atti impositivi divenuti definitivi, per i quali i rapporti sono da intendersi esauriti.

34. Il rimborso dei versamenti volontari a titolo di tassa regionale per la tutela e la sostenibilità ambientale sullo scalo turistico degli aeromobili e delle unità da diporto, effettuati nei tre anni antecedenti alla cessazione dell'efficacia dell'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006, per effetto della dichiarazione di incostituzionalità (sentenza n. 216/2010), può essere richiesto, a pena di decadenza, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Le istanze sono presentate alla Direzione generale dell'Assessorato della programmazione direttamente dai soggetti passivi, di cui al previgente comma 3 dell'articolo 4 della suddetta legge, o da soggetti che ne abbiano titolo per espressa cessione del credito, formale procura o mandato all'incasso.

35. Negli enti, agenzie, aziende regionali nonché nelle società a totale o prevalente partecipazione regionale, è vietato l'uso di fondi pubblici, ancorché allocati in capitoli di bilancio per le pubbliche relazioni o per fondi di rappresentanza, per l'acquisto di regali o gadget e per l'invio di comunicazioni augurali.


Emendamento soppressivo totale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


L'articolo 3 è soppresso.

(234)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 1 dell'articolo 3 è soppresso.

(114)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 1 dell'articolo 3 è soppresso.

(235)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 2 dell'articolo 3 è soppresso.

(115)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 2 dell'articolo 3 è soppresso.

(236)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 3 dell'articolo 3 è soppresso.

(116)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 3 dell'articolo 3 è soppresso.

(237)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 4 dell'articolo 3 è soppresso.

(117)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 4 dell'articolo 3 è soppresso.

(238)

Emendamento soppressivo parziale Cuccureddu.


Articolo 3


Il comma 5 è soppresso.

(5)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 5 dell'articolo 3 è soppresso.

(118)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 5 dell'articolo 3 è soppresso.

(239)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 6 dell'articolo 3 è soppresso.

(119)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 7 dell'articolo 3 è soppresso.

(120)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 7 dell'articolo 3 è soppresso.

(240)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 8 dell'articolo 3 è soppresso.

(121)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 8 dell'articolo 3 è soppresso.

(241)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 9 dell'articolo 3 è soppresso.

(122)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 9 dell'articolo 3 è soppresso.

(242)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 10 dell'articolo 3 è soppresso.

(123)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 10 dell'articolo 3 è soppresso.

(243)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 11 dell'articolo 3 è soppresso.

(124)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 11 dell'articolo 3 è soppresso.

(244)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 12 dell'articolo 3 è soppresso.

(125)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 12 dell'articolo 3 è soppresso.

(245)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il 13 dell'articolo 3 è soppresso.

(126)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 13 dell'articolo 3 è soppresso.

(246)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 14 dell'articolo 3 è soppresso.

(127)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 14 dell'articolo 3 è soppresso.

(247)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 15 dell'articolo 3 è soppresso.

(128)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 15 dell'articolo 3 è soppresso.

(248)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 16 dell'articolo 3 è soppresso.

(129)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 16 dell'articolo 3 è soppresso.

(249)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 17 dell'articolo 3 è soppresso.

(130)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 17 dell'articolo 3 è soppresso.

(250)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 18 dell'articolo 3 è soppresso.

(131)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 18 dell'articolo 3 è soppresso.

(251)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 19 dell'articolo 3 è soppresso.

(132)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 19 dell'articolo 3 è soppresso.

(252)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 20 dell'articolo 3 è soppresso.

(133)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 20 dell'articolo 3 è soppresso.

(253)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 21 dell'articolo 3 è soppresso.

(134)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 21 dell'articolo 3 è soppresso.

(254)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 22 dell'articolo 3 è soppresso.

(135)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 22 dell'articolo 3 è soppresso.

(255)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 23 dell'articolo 3 è soppresso.

(136)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 23 dell'articolo 3 è soppresso.

(256)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 24 dell'articolo 3 è soppresso.

(137)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 24 dell'articolo 3 è soppresso.

(257)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 25 dell'articolo 3 è soppresso.

(138)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Il comma 25 dell'articolo 3 è soppresso.

(258)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 26 dell'articolo 3 è soppresso.

(139)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 27 dell'articolo 3 è soppresso.

(140)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 28 dell'articolo 3 è soppresso.

(141)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 295 dell'articolo 3 è soppresso.

(142)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 30 dell'articolo 3 è soppresso.

(143)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 31 dell'articolo 3 è soppresso.

(144)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 32 dell'articolo 3 è soppresso.

(145)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 33 dell'articolo 3 è soppresso.

(146)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 34 dell'articolo 3 è soppresso.

(147)

Emendamento soppressivo parziale Cuccureddu


Articolo 3


Al comma 34, nella prima riga, la parola "volontari" è soppressa.

(51)

Emendamento soppressivo parziale Diana Giampaolo - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Il comma 35 dell'articolo 3 è soppresso.

(148)

Emendamento sostitutivo totale Campus


Articolo 3


Il comma 2 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente:

2 Il direttore generale di una azienda sanitaria e/o ospedaliera che non consegna gli obiettivi concordati con l'Amministrazione regionale e non rispetti l'equilibrio economico finanziario del bilancio annuale, preventivamente assegnato alla azienda in sede di riparto annuale del fondo sanitario regionale, decade automaticamente. Entro quindici giorni dalla decadenza è nominato un commissario ad acta per una durata non superiore a tre mesi, durante i quali si procede, con le procedure previste dalla vigente normativa, all'avviso pubblico, alla selezione ed alla nomina del nuovo direttore generale. Il nuovo direttore generale entro sessanta giorni dal suo insediamento, nomina il direttore sanitario ed il direttore amministrativo.

(1)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale


Articolo 3


Il primo periodo del comma 6 è sostituito come segue:

"A decorrere dal 1° gennaio 2012 è soppresso il trattamento economico per missioni o trasferte svolte in Italia e all'estero da parte del personale dell'amministrazione regionale, degli enti e agenzie regionali e delle società in house, queste ultime sono altresì tenute al rispetto di tutte le altre disposizioni in materia di personale vigenti nel comparto regionale.".

(19)

Emendamento sostitutivo parziale Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Cuccu - Cucca - Uras


Articolo 3


Nel comma 12 le parole "Il comma 6 dell'articolo 9 della legge regionale 4 agosto 2011, n.16, è abrogato" sono sostituite dalle seguenti: "Al comma 6 dell'articolo 9 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16, le parole "soggetti diversi dall'amministrazione di appartenenza" sono sostituite dalle

seguenti: "dalle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n°165".

(193)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale


Articolo 3


Il comma 14 è sostituito come segue:

14. Gli oneri del personale di cui all'articolo 7 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16, fanno carico al bilancio della Regione (UPB S01.01.001 e UPB S01.02.002). Le agenzie assegnatarie di tale personale non devono provvedere al relativo rimborso. Conseguentemente il contributo di funzionamento è ridotto di un'entità pari al rimborso medesimo. L'assessore competente in materia di bilancio provvede alle dovute variazioni di bilancio.

(25)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Nel comma 4, dopo la lettera c) del novellato comma 8 dell'articolo 1 della legge regionale n. 35 del 1995, è inserita la seguente lettera:
"c bis) il ricorso alla trattativa diretta è altresì ammesso nel caso di alienazione di fabbricati ed alloggi adibiti ad uso abitazione, per i quali si applicano le disposizioni di cui ai commi 6, 10 e 10 bis dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 1993, n. 560. In tal caso la vendita può essere effettuata mediante pagamento in unica soluzione, con una riduzione pari al 10 per cento del prezzo di cessione ovvero con pagamento immediato di una quota non inferiore al 30 per cento del prezzo di cessione e con dilazione del pagamento della parte rimanente in non più di 15 anni, ad un interesse pari al tasso legale, previa iscrizione ipotecaria garanzia della parte del prezzo dilazionata.".

Nello stesso comma 4 dopo la lettera c) del novellato comma 9 dell'articolo 1 della legge regionale n. 35 del 1995 sono inseriti i seguenti commi:
"9 bis. Entro il 30 settembre di ciascun anno la Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, di concerto con l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, individua i fabbricati ed i terreni agricoli ed a vocazione agricola da alienare in quanto non utilizzabili per finalità istituzionali. Hanno titolo alla prelazione nell'acquisto i concessionari o i locatari ditali immobili, in regola con il pagamento dei canoni, che detengano l'immobile e abbiano conseguito la detenzione senza aver commesso illecito penale o civile.
9 ter. Il prezzo di vendita dei fondi rustici, in caso di cessioni operate a favore di coltivatori diretti o di imprenditori agricoli professionali in forma singola o associata, è determinato in base ai valori agricoli medi (VAM) di cui alla deliberazione di Giunta regionale 8 marzo 2006, n. 9/18, aumentati dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo. In caso di vendita di fondi rustici a soggetti diversi dai precedenti, il prezzo di cessione è stabilito nel doppio dei valori agricoli medi (VAM), rivalutati secondo gli indici ISTAT dei prezzi al consumo. Il prezzo di vendita dei fabbricati edificati su fondi rustici, destinati ad uso abitativo o strumentali all'attività agricola, qualora i concessionari o i locatari rivestano la qualifica di coltivatore diretto, di imprenditore agricolo professionale in forma singola o associata, è calcolato in base ai valori (CMI) determinati dalla banca dati delle quotazioni immobiliari dell'Agenzia del Territorio ridotti del 40 per cento; tale riduzione non si applica alle cessioni operate a soggetti diversi. Qualora i valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare (CMI) non siano disponibili, si fa riferimento a quelli delle zone più vicine dello stesso comune o, in mancanza, a quelli relativi al comune più vicino rispetto alla collocazione del bene. Ai terreni alienati non può essere attribuita una destinazione urbanistica diversa da quella agricola prima del decorso di venti anni dalla trascrizione dei relativi contratti nei pubblici registri immobiliari.
9 quater. Le operazioni di compravendita di cui al comma precedente possono essere assistite da garanzia sussidiaria, secondo la disciplina recata dalla legge regionale n. 4 del 31 gennaio 2002 e dalle relative norme d'attuazione. (UPB S06.04.004 - SC06.0899).
9 quinquies. L'alienazione dei fondi rustici e delle costruzioni rurali ai soggetti aventi titolo di prelazione possono avvenire secondo le seguenti modalità di pagamento:
a) in un'unica soluzione, con una riduzione del 15 per cento sul prezzo di cessione;
b) con pagamento immediato di una quota non inferiore al 30 per cento del prezzo di cessione e con dilazione del pagamento della parte rimanente in non più di quindici anni, ad un interesse pari al tasso legale, previa iscrizione ipotecaria a garanzia della parte del prezzo dilazionata. In caso di vendita ad un soggetto che rivesta la qualifica di coltivatore diretto, imprenditore agricolo professionale in forma singola o associata, la dilazione può essere concessa fino a trent'anni. Qualora gli aventi diritto non manifestino la volontà di acquistare entro centoventi giorni dall'avviso o non intervenga il perfezionamento dell'atto di acquisto nei successivi duecentoquaranta giorni, dalla dichiarazione di volere acquistare, per fatto e colpa del titolare del relativo diritto, la Regione recede dall'impegno e procede all'alienazione degli immobili con pubblico incanto.
9 sixies. Per l'attuazione dei piani di dismissione degli immobili a destinazione agricola l'Assessorato competente in materia è autorizzato ad avvalersi di personale delle Agenzie regionali Laore ed Agris, che può essere distaccato presso gli uffici competenti a condurre i procedimenti nella misura massima di trentacinque unità. Gli oneri relativi al personale distaccato permangono a carico delle agenzie.". (23)

Emendamento all'emendamento numero 23 aggiuntivo Contu Felice - Steri


Articolo 3


Nell'emendamento n. 23, dopo la lettera c) viene aggiunta la seguente:

"c bis) il ricorso alla trattativa diretta è altresì ammesso nel caso di alienazione di fabbricati o di porzioni di fabbricati che su istanza dei privati sono stati sdemanializzati e passati al patrimonio dello Stato e, quindi, della Regione e che siano in possesso e detenzione dei cittadini che, a suo tempo, presentarono l'istanza di sdemanializzazione e, quindi, non suscettibili di diversa utilizzazione produttiva."

(361)

Emendamento all'emendamento numero 316 (proveniente da articolo 1) sostitutivo totale Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Barracciu - Giampaolo Diana.


Articolo 3


L'emendamento 316 è così sostituito:

dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. 3 bis
1. Ai fini del miglior contenimento della spesa regionale le pubbliche amministrazioni, ivi comprese le università sarde, che usufruiscono di finanziamenti da parte della Regione, rendono pubbliche, tramite il sito internet della Regione, le determinazioni dirigenziali che giustificano il ricorso all'esterno per l'affido di incarichi di progettazione e/o direzione dei lavori.

(359)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu


Articolo 3


All'articolo 3, comma 5, dopo le parole "(Geni Civili)" sono aggiunte le parole "nonché di quelle connesse alle attività relative al servizio pubblico essenziale espletate dal gestore del sistema idrico multisettoriale regionale,"

(4)

Emendamento aggiuntivo Steri


Articolo 3


All'articolo 3, comma 5, dopo le parole "(Geni Civili)" sono aggiunte le parole "nonché di quelle connesse alle attività di espletamento del servizio pubblico essenziale per la fornitura idrica,".

(20)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 6 è introdotto il seguente:

6 bis. Al personale trasferito per effetto del comma 1 dell'articolo 14 della legge regionale 24 giugno 2011, n. 12, si applica il trattamento giuridico ed economico previsto dai contratti collettivi di lavoro applicati al BIC Sardegna;

(21)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 6 è inserito il seguente:

6 bis. Sono abrogate le norme di cui alle seguenti disposizioni della legge regionale 8 agosto 2006, n. 13:

a) articolo 20, comma 1, ultimo periodo, e commi 2 e 3;

b) articolo 25 , comma 1, ultimo periodo, e commi 2 e 3.

(22)

Emendamento aggiuntivo Cucca - Sabatini - Cuccu - Manca - Moriconi - Uras - Diana Giampaolo


Articolo 3


Nel comma 7 dopo le parole "entro il quinquennio" sono aggiunte le seguenti: "a far data dall'entrata in vigore della presente legge"

(192)

Emendamento aggiuntivo Salis - Cocco Daniele - Mariani


Articolo 3


Dopo il comma 9 è aggiunto il seguente:

9 bis. A partire dall'annualità 2012 gli stipendi e le indennità onnicomprensive dei manager e dirigenti della Regione, delle ASL, degli enti e delle agenzie regionali non possono essere superiori all'indennità onnicomprensiva spettante al Presidente del Consiglio regionale.

(336)

Emendamento all'emendamento numero 336 aggiuntivo Meloni Francesco - Dedoni


Articolo 3


Al termine dell'emendamento 336 sono aggiunte le seguenti parole:

"Essi non possono comunque essere inferiori a quelle corrisposte al dipendente meglio retribuito in servizio presso l'azienda o la branca cui il dirigente o il manager è preposto, sempre nel rispetto delle prescrizioni del comma 5 dell'articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 502 del 1995.".

(363)

Emendamento aggiuntivo Steri


Articolo 3


Dopo il comma 13 è introdotto il seguente:

13 bis. In attuazione del decreto legge n. 201 del 2011 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici) convertito nella legge n. 214 del 22 dicembre 2011 è differito il collocamento a riposo del personale dipendente che manifesti la propria volontà alla prosecuzione della attività lavorativa fino al compimento del requisito anagrafico di cui al comma 6 dell'articolo 24 del decreto medesimo qualora lo stesso collocamento non agevoli il processo di riduzione degli assetti organizzativi quali le direzioni generali ed i servizi così come definiti dall'articolo 12, commi 1, 2 e 3, della legge regionale n. 31 del 1998 e successive integrazioni e modificazioni. È disposto il reintegro in servizio e nelle funzioni del personale dipendente, collocato a riposo a far data dal 1° gennaio 2012 e fino all'entrata in vigore della presente legge, che abbia già manifestato la propria volontà alla prosecuzione della attività lavorativa per gli effetti dell'articolo 24 del decreto legge n. 201 del 2011.

(24)

Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo


Articolo 3


Dopo il comma 13 è inserito il seguente comma 13 bis:

13 bis. È autorizzata, per l'anno 2012, una spesa di euro 300.000,00 per garantire la continuità del servizio presso gli Assessorati di competenza svolto dal personale con contratti a termine, atipici o flessibili e di collaborazione coordinata e continuativa che opera presso l'Amministrazione regionale, rientrante nelle procedure di stabilizzazione previste nella legge regionale n.3 del 2009 e nella legge regionale n. 16 del 2011.

In aumento

UPB S01.02.001

2012 euro 300.000

In diminuzione

UPB S08.01.004

Fondo pensioni

2012 euro 300.000

(221)

Emendamento aggiuntivo Barracciu - Sabatini - Giampaolo Diana - Gian Valerio Sanna


Articolo 3


All'emendamento numero 221, in fine, è aggiunto il seguente periodo: "A partire dall'anno 2012 il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo in ciascuna azienda sanitaria non può superare l'1% del costo del personale. Tale ricorso è ammesso esclusivamente per la sostituzione di personale assente temporaneamente dal lavoro. (376)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 14 è inserito il seguente:

14 bis. Nell'articolo 46, comma 2, della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, le parole "Per i tre anni successivi" sono sostituite dalle seguenti "Per i sette anni successivi".

(26)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 14 è introdotto il seguente:

4 bis. Alfine di garantire la piena funzionalità delle risorse organizzative presenti nell'Amministrazione regionale, enti e agenzie regionali e società in house della Regione, sulla base di piani di attività annuali o pluriennali e/o di contratti di servizio, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di personale di concerto con gli assessorati interessati, stabilisce le esigenze relative alla razionalizzazione delle risorse umane, anche mediante assegnazioni di personale tra i diversi soggetti, e le relative procedure di attuazione.
Al fine di consentire la piena applicazione della presente disposizione i trattamenti economici del personale in ruolo nei predetti soggetti sono equiparati a quello del comparto regionale di cui all'articolo 69 della legge regionale n, 31 del 1998 e successive modifiche e integrazioni, eventuali maggiori trattamenti in godimento sono riconosciuti quale assegno ad personam da riassorbire.

(27)

Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Sabatini - Barracciu - Sanna Gian Valerio - Uras


Articolo 3


Dopo il comma 17 è inserito il seguente:

17 bis. La Regione entro sessanta giorni dall'approvazione della legge finanziaria annuale versa alle associazione ed organizzazioni beneficiarie dei finanziamento regionale il 70 per cento del contributo finanziato mentre il saldo è corrisposto a seguito di trasmissione della autocertificazione di rendiconto di cui al comma successivo.

(195)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 18 è inserito il seguente:

18 bis. Nell'articolo 17 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
"2 bis. Le poste inserite nei bilanci preventivi e relative variazioni, rese definitive dai conti consuntivi, costituiscono formale rendicontazione anche per i contributi a specifica destinazione disposti a qualunque titolo dalla Regione a beneficio dei consorzi di bonifica per l'esercizio delle funzioni di cui al precedente articolo 2, fatta eccezione per le somme cofinanziate. La presente norma si applica anche ai contributi per le cui rendicontazioni non sia stato emesso provvedimento di ammissione della spesa in via definitiva alla data di entrata in vigore della legge finanziaria per l'anno 2012.".

(28)

Emendamento aggiuntivo Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Dopo il comma 31 è aggiunto il seguente:

31 bis. Si può individuare una classe differente di canone per gli alloggi di edilizia pubblica concordata con le organizzazioni sindacali.

(332)

Emendamento aggiuntivo Uras - Cocco Daniele - Cugusi - Sechi


Articolo 3


Dopo il comma 31 è aggiunto il seguente:

31 bis. È consentita la mobilità da un alloggio di edilizia sociale, legge regionale n. 13 del 1989, ad un alloggio di edilizia a canone concordato e viceversa.

(334)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 35 è inserito il seguente:

35 bis. Per il perseguimento di obiettivi di semplificazione e snellimento dei procedimenti di interesse dei soggetti che esercitano l'attività agricola, la Giunta regionale individua i procedimenti, anche di competenza degli enti locali, per i quali è ammessa la presentazione di istanza per il tramite dei centri di assistenza agricola (CAA) ai sensi dell'articolo 14, comma 6, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale esemplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'art. 1, comma 2, lettere d, f), g), l), ee) della legge 7 marzo 2003, n. 38). Le amministrazioni competenti adottano il provvedimento finale entro il termine stabilito per ciascun procedimento, che decorre dal ricevimento dell'istanza già istruita da parte dei centri autorizzati di assistenza agricola; decorso detto termine, che non può eccedere i centottanta giorni, l'istanza si considera accolta. La Giunta regionale definisce le modalità di certificazione, da parte dei centri autorizzati di assistenza agricola, della data di inoltro dell'istanza alla pubblica amministrazione competente e dell'eventuale decorso dei termini di conclusione del procedimento. L'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale è autorizzato a stipulare apposite convenzioni con i CAA per disciplinare gli aspetti economici afferenti alle attività istruttorie svolte dai centri ai sensi del presente comma. Agli oneri conseguenti all'applicazione del presente comma si provvede con i fondi iscritti in conto dell'UPB S06.04.003 capitolo SC06.0870 del bilancio di previsione per l'anno 2012. (29)

Emendamento aggiuntivo Diana Mario


Articolo 3


Dopo il comma 35 è aggiunto il seguente:

35 bis. Il comma 42 dell'articolo 18 della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12, si applica a partire dal 31 dicembre 2013.

(30)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 35 è inserito il seguente:

35 bis. Al fine di dare rapida definizione alle operazioni di finanziamento da cui derivano crediti con importi scaduti ed insoluti, gli assessorati competenti per materia autorizzano accordi transattivi speciali di cui all'articolo 27, commi 9 e 12, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, previa segnalazione dei soggetti convenzionati e secondo i criteri dettati dalla Giunta regionale. In deroga alle disposizioni vigenti il provvedimento di autorizzazione all'accordo transattivo è adottato dal direttore generale competente per materia. Si considera accolta la proposta transattiva dei soggetti convenzionati qualora non venga comunicato all'interessato il provvedimento di diniego entro il termine fissato dalla Giunta regionale. In caso di rifiutò dei debitori o di mancato rispetto degli impegni assunti nell'accordo transattivo si provvede al recupero coattivo dei crediti.

(340)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 35 è inserito il seguente:

35 bis. Al fine di favorire ed accelerare un recupero di competitività delle aziende che operano nei comparti dell'acquacoltura intensiva, della mitilicoltura e dell'ostricoltura all'interno del territorio regionale e/o nelle acque territoriali prospicienti la Sardegna è autorizzata, a valere sull'UPB S06.05.003, una spesa valutata in euro 1.000.000 annui per la concessione di aiuti economici nell'ambito del limite stabilito dal regolamento CE n. 875/2007 e successive modifiche e integrazioni. relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della pesca e recante modifica del regolamento (CE) n. 1860/2004.
L'aiuto può essere erogato esclusivamente a favore di piccole e medie imprese che esercitano l'attività di acquacoltura intensiva (allevamento di pesci), di mitilicoltura e di ostricoltura come attività prevalente e/o esclusiva all'interno del territorio regionale e/o nelle acque territoriali prospicienti la Sardegna.
L'Agenzia regionale ARGEA Sardegna procede all'espletamento delle procedure di erogazione degli aiuti ai beneficiari che ne facciano richiesta entro il limite massimo di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. (341)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 35 è inserito il seguente:

35 bis. Dopo l'alinea 4 della lettera b) del comma 3, dell'articolo 3, della legge regionale 19 novembre 2010, n. 16, è inserito il seguente alinea 5:
"5. Spese sostenute per il funzionamento, anche in forma associata, degli Uffici dei giudici di pace." (342)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale


Articolo 3


Dopo il comma 35 è inserito il seguente:

35 bis. È disposta la stipula di accordi quadro pluriennali con le articolazioni regionali del settore pesca delle centrali cooperative giuridicamente riconosciute a norma del decreto legislativo 14 dicembre 1947, n. 1.577, e delle emanazioni regionali delle associazioni nazionali in rappresentanza degli armatori maggiormente rappresentative, al fine di garantire l'erogazione di servizi di assistenza agli operatori del settore della pesca e dell' acquacoltura. (343)

Emendamento aggiuntivo Capelli


Articolo 3


Dopo l'articolo 3 è aggiunto il seguente articolo:

Art. 3

Disposizioni relative agli enti regionali e soppressione di consigli di amministrazione.

1 Sono soppressi i consigli di amministrazione ed i presidenti dell'AREA, dell'Ente foreste della Sardegna, degli enti regionali per il diritto allo studio universitario di Cagliari e di Sassari e dell'Istituto superiore regionale etnografico, di cui alla legge regionale 8 agosto 2006, n. 12 (Norme generali in materia di edilizia residenziale pubblica e trasformazione degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) in Azienda regionale per l'edilizia abitativa - AREA), alla legge regionale 9 agosto 2002, n. 12 (Modifiche alla legge regionale 9 giugno 1999, n. 24 (Istituzione dell'Ente Foreste della Sardegna, soppressione dell'Azienda Foreste Demaniali della Regione sarda e norme sulla programmazione degli interventi regionali in materia di forestazione), alla legge regionale 14 settembre 1987, n. 37 (Norme per l'attuazione del diritto allo studio nelle Università della Sardegna), e alla legge regionale 5 luglio 1972, n. 26 (Istituzione con sede in Nuoro dell'Istituto superiore regionale etnografico con annesso Museo della vita e delle tradizioni popolari sarde nel centenario della nascita della scrittrice Grazia Deledda).

2. Gli organi amministrativi degli enti di cui al comma 1 sono costituiti dai direttori generali, la cui nomina compete alla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente.

3. Ai direttori generali. sono attribuiti la rappresentanza legale degli enti e tutti i poteri già spettanti ai presidenti ed ai consigli di amministrazione. Competono inoltre ai medesimi la direzione e il coordinamento delle attività. L'Assessore competente assegna gli obiettivi annuali ai direttori generali e ne verifica il raggiungimento. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi il rapporto è risolto di diritto.

4. I rapporti di lavoro dei direttori generali sono regolati da un contratto dì diritto privato di durata non superiore a quella della legislatura. Il contratto esaurisce comunque i suoi effetti entro il termine massimo di novanta giorni successivi alla fine della legislatura.

5. Gli incarichi di direttore generale sono incompatibili con cariche pubbliche elettive, nonché con ogni altra attività di lavoro autonomo o subordinato e, per i dipendenti pubblici, determinano il collocamento in aspettativa senza assegni per tutta la loro durata.

6. I direttori generali sono scelti, con procedura ad evidenza pubblica, tra persone in possesso di diploma di laurea e di una esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti e/o aziende pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell'avviso.

7. Ai direttori generali ò riconosciuta un'indennità pari:

a) alla retribuzione dei direttori generali delle ASL, ridotta del 20 per cento, per gli enti ricompresi nel primo gruppo della tabella A di cui alla legge regionale 23 agosto 1995, n. 20 (Semplificazione e razionalizzazione dell'ordinamento degli enti strumentali della Regione e di altri enti pubblici e di diritto pubblico operanti nell'ambito regionale), e successive modifiche ed integrazioni;

b) alla retribuzione dei direttori generali prevista dal CCRL per il personale con qualifica dirigenziale, per gli enti ricompresi nel secondo gruppo di cui alla tabella A della medesima legge.

8. I direttori generali entrano in carica nel termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

9. Con decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'indennità di carica prevista per i presidenti di ABBANOA, ENAS, ATO, ARST, INSAR, SFIRS, Sardegna IT, Sardegna ricerche è determinata, con deliberazione della Giunta regionale, in misura non superiore agli emolumenti dei direttori generali delle ASL. Le indennità dei componenti dei consigli di amministrazione sono sostituite con il gettone di presenza stabilito dalla Giunta regionale con apposito provvedimento.

10. Ogni altra norma incompatibile con le disposizioni di cui ai precedenti commi è abrogata. (66).)

PRESIDENTE. A questi emendamenti si aggiungono gli emendamenti numero 316 e 318 provenienti dall'articolo 1 e l'emendamento numero 333 proveniente dall'articolo 2.

Comunico altresì che gli emendamenti numero 19 (dalle parole "queste ultime" fino alla fine), 21, 22, 26, 27, 28, 332, 334 e 66 sono inammissibili. Gli emendamenti numero 142 e 192 sono stati ritirati.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo una breve sospensione, per cortesia.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 48, viene ripresa alle ore 17.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anche a nome degli altri Gruppi dell'opposizione, le chiedo se non sia il caso, per noi lo è, di convocare immediatamente una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per verificare in quella sede se l'accordo che noi abbiamo raggiunto in Commissione bilancio, relativamente all'impegno delle risorse che abbiamo recuperato dal bilancio, è ancora valido oppure no. A noi pare, a me pare, da una lettura di alcuni emendamenti presentati dalla Giunta, che quell'accordo sia stato messo in discussione in maniera significativa.

Pertanto, se permanesse questa volontà, per noi non ci sarebbero più le condizioni che hanno determinato il lavoro importante e unitario che abbiamo svolto in queste settimane in Commissione. Prima di far precipitare giudizi che rischierebbero di compromettere il proseguo di questi lavori, le chiedo di convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo perché - oltre a questa - forse è meglio ritornare anche in Commissione terza per chiarirci alcune cose.

PRESIDENTE. Mi pare che la richiesta possa essere accolta. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 03, viene ripresa alle ore 17 e 32.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012)" (332/S/A)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.

Proseguiamo con l'esame dell'articolo 3.

Ricordo ai consiglieri che intendono intervenire nella discussione dell'articolo 3, che devono iscriversi non oltre la fine del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, mi sarei augurato (e sono convinto che lei possa essere d'accordo con me) che, nella discussione di un articolo così importante che riguarda in larghissima misura, o in misura importante, anche iniziative e provvedimenti in tema di sanità, ci fosse la presenza dell'Assessore competente. Invece l'Assessore competente è comparsa in Aula, o anche in Commissione, stamattina e anche poco tempo fa, forse per cercare di evitare ulteriori incidenti, ulteriori annunci in merito a politiche per la famiglia di cui - diciamo - si è fatta portatrice tagliando fuori, come è emerso bene dal dibattito, non solo le forze politiche, ma anche il Consiglio regionale in quanto tale, ritenendo evidentemente di sottrarsi a una discussione riguardante aspetti di sua strettissima competenza.

Capisco che questa è un'aula distratta, che fa scivolare via gli argomenti, anche quando sono importanti, senza grande approfondimento o, almeno, non li approfondisce in questa circostanza, ma credo che questa sarebbe stata l'occasione per raccogliere l'invito, giunto anche da componenti della maggioranza, a riflettere sulla qualità della nostra spesa sanitaria.

Infatti, l'articolo 3 prevede, nei primi tre commi, due misure che hanno un carattere cogente per quanto riguarda la spesa sanitaria. Sinceramente ritengo abbastanza curioso il primo comma, invito i colleghi a leggerlo, credo che faremmo bene a cassarlo, perché non ha un significato tecnico né politico; lo leggo insieme a voi perché è davvero curioso. Il primo comma dell'articolo 3 di questa politica finanziaria, di tante promesse ma con poche risorse, recita: "A partire dall'anno 2012 il Servizio sanitario regionale non è finanziabile in deficit".

Proviamo a ragionare su questo. Chi di noi si è occupato di economia aziendale, di contabilità pubblica, sa che il concetto di deficit è un concetto relativo. Il deficit si misura solitamente a posteriori o si misura in un bilancio preventivo rispetto a un obiettivo prefissato. Deficit di che cosa? Deficit di risorse? Deficit di qualità dei servizi? Deficit rispetto a che cosa? Qui stiamo parlando di un servizio pubblico, dove tra l'altro le entrate sono entrate figurative, non sono entrate effettive, solo in minima parte derivano eventualmente da ticket o tariffari, ma sono entrate figurative sulla base di costi standards di prestazioni; quindi parlare di deficit non vuol dire nulla!

Poi, come ci ha spiegato l'Assessore, abbiamo cancellato d'ufficio il concetto di deficit, cioè abbiamo rinunciato a prendere, come riferimento per la spesa sanitaria della nostra Regione, gli esiti delle conferenze Stato-Regioni e delle delibere CIPE, che avevano determinato il deficit, il fabbisogno indistinto lordo della sanità, in circa 2 miliardi e 443 milioni. Abbiamo deciso che quel riferimento, diciamo, si caratterizza se non altro per essere un benchmark, un benchmark è un riferimento che deriva da buone pratiche o da pratiche che esistono a livello nazionale, e abbiamo detto che la nostra Regione alza quel livello di 250 milioni, anzi di 350 milioni, lo porta a 3 miliardi e 200 milioni.

Presidente, si rende conto, lo dico al vicepresidente Cossa, che stiamo parlando, in questo articolo, del 60 per cento della spesa corrente di questa Regione? Mi rivolgo a lei, all'Assessore, se ha la volontà di ascoltarmi, oltre che ai colleghi: discutere di questi aspetti dovrebbe certamente, come dire, richiamare un'attenzione maggiore! Pensiamoci bene, colleghi, io invito la maggioranza, come la minoranza, a una riflessione sul comma 1. Il comma 1 è un comma ipocrita, a parte il fatto che non è sufficientemente precisato per avere significato, è un comma ipocrita, mira a dire che si farà qualcosa senza poi prevedere alcun vincolo per quanto riguarda la spesa di qualsiasi cifra in sanità.

Certamente non può essere valida la sanatoria che abbiamo fatto quest'anno innalzando il tetto della spesa, e dire che la spesa non in deficit è di 3 miliardi e 200 milioni, senza che questi… Colleghi, vi ricordo che, con il deficit del 2010, in questa finanziaria, solo di spesa corrente abbiamo 3 miliardi e 350 milioni, se ci metto le varie assistenze territoriali, eccetera, abbiamo 3 miliardi e 500 milioni sulla sanità, ok? Allora, vorrei capire che significato ha questo comma!

Spero che, almeno per pudore, per dignità di quest'Aula, per non apparire veramente faciloni, questo comma 1, che non aggiunge e non toglie niente, lo sopprimiamo per serietà, per evitare di mascherare una nostra incapacità! Poi potremmo anche decidere di approfondire meglio l'andamento della spesa sanitaria. Penso che tutti noi, perlomeno molti di noi abbiano sfogliato l'allegato a questo bilancio sullo stato di attuazione della spesa sanitaria che di fatto riconosce il fallimento delle politiche sanitarie del centrodestra; nella vostra stessa relazione si ricorda che la spesa sanitaria ha avuto picchi nel 2004-2005 e un'inversione di tendenza virtuosa nel 2006-2007, per ritornare a crescere nel 2009-2010; gli scostamenti dagli standards nazionali delle varie prestazioni, dall'assistenza farmaceutica all'assistenza ospedaliera, eccetera, si sono aggravati negli ultimi anni.

Allora che cosa fa la Regione? Fa il contrario di quello che scrive! Nell'allegato alla norma finanziaria, la Giunta regionale dice quali sono gli elementi di non gestione della spesa sanitaria; li voglio leggere, perché non li dice un rappresentante della minoranza o del Partito democratico, li dice la Giunta! Allora, a pagina 3 della relazione allegata alla manovra finanziaria, leggiamo che l'assenza di un Piano sanitario è uno dei motivi che hanno contribuito a rendere il sistema ingovernabile, poi c'è il fatto che sono scaduti i protocolli d'intesa tra la Regione e l'Università di Cagliari e Sassari, il fatto che la legge di riforma è ancora oggetto di discussione e approfondimento, il fatto che sono state commissariate le Aziende sanitarie, il fatto che il piano di rientro 2007-2009 dal deficit è stato disatteso e che l'Assessorato ha carenze di organico. Tutti questi motivi sono a pagina 3 del volume allegato alla norma finanziaria. Allora che cosa fa questa Giunta con un modo di fare assai curioso?

Vi invito a cassare anche il comma 2 dell'articolo 3 dove, per l'incapacità di programmare e di far valere i piani di rientro, si dà tutta la colpa ai direttori generali, i quali, se non rispettano un qualche livello di spesa stabilito, non si sa con quale criterio, vengono licenziati. Credo che sia tempo di mettere fine a questa ipocrisia, recuperiamo un po' di dignità, cassiamo almeno questi primi due commi. Durante la discussione sull'articolo, interverrò anche sugli altri commi, ma credo che, in questo momento, un richiamo alla cancellazione di questa ipocrisia insopportabile fosse assolutamente necessario.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). In realtà molte delle cose che volevo dire le ha già preannunciate il collega, in maniera pressoché identica. Poiché l'Aula non era particolarmente attenta, vale la pena di ripeterle. In effetti, queste prime due righe e il titolo sono veramente sorprendenti e sono il segno di tutta questa manovra finanziaria. Queste due righe, in cui si dice che, a partire dall'anno 2012, il Servizio sanitario regionale non è finanziabile in deficit, lette per la prima volta da qualcuno che venisse da fuori susciterebbero un plauso per la Regione Sarda, in quanto si tratterebbe finalmente di una Regione del Mezzogiorno che non finanzia il deficit del Servizio sanitario regionale, cioè finalmente una regione virtuosa. Saremmo bravi, bravissimi! Applausi a scena aperta!

In realtà, queste due righe contengono da una parte un trucco, dall'altra la manifesta dichiarazione di incapacità di governare la spesa sanitaria e il Servizio sanitario regionale. Semplicemente si alza bandiera bianca dicendo anche che non si ha intenzione di fare alcunché! Si dice che il fabbisogno teorico, stimato e calcolato ogni anno dalla Conferenza permanente dei Presidenti delle Regioni, non sia un riferimento per la nostra Regione, anzi ci aggiungiamo 362 milioni di euro per l'esattezza, e poi diciamo finalmente che il fabbisogno teorico che ci dovrebbe bastare, più 362 milioni che vengono finanziati in aggiunta, dovrebbe essere il bilancio della sanità della Sardegna; quindi in Sardegna non c'è alcun deficit!

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Soru. Colleghi, vorrei pregarvi di sciogliere gli assembramenti per consentire all'oratore di svolgere il suo intervento.

SORU (P.D.). La ringrazio, Presidente, ma lei non si deve preoccupare, non interessa perché non può interessare nessuno, ci sono cose più importanti che abbiamo da discutere ogni giorno, ci sono un sacco di pettegolezzi più importanti su cui possiamo concentrarci, il fatto che, per la spesa sanitaria, abbiamo ormai superato il 50 per cento delle spese correnti della Sardegna può essere un fatto trascurabile rispetto a tante altre cose di una certa importanza.

Prima o poi i nodi vengono al pettine, come ci insegna il caso della Grecia, gli Stati, le Regioni vanno in default, ma finalmente ci sono dei momenti in cui, a causa del modo nefasto con cui le responsabilità pubbliche vengono gestite, dei diritti che sembravano acquisiti per sempre poi finalmente vengono meno. In questi giorni, in Grecia, la Pubblica amministrazione manda a casa 15 mila persone; in questi giorni, in Grecia, la Pubblica amministrazione è costretta a diminuire il salario minimo del 20 per cento perché non ce la fa più! Verrà un giorno, in Sardegna, nel quale la Pubblica amministrazione non sarà più in grado di garantire il diritto universale alla sanità perché se i diritti non vengono gestiti in maniera adeguata, prima o poi i diritti non si potranno più rispettare. Allora, oggi, nel disinteresse generale, la sanità della Sardegna viene gestita con un aggravio di spesa di 362 milioni su 2 miliardi e 804, credo che sia ormai intorno al 15 per cento, per il 2014 è prevista un'altra crescita dell'ulteriore 10 per cento, non tarderà ad arrivare il momento in cui semplicemente questo diritto universale non potrà più essere offerto e il modo con cui potrà essere offerto sarà totalmente cambiato con un aggravio di costi importanti per gli assistiti.

Se ci fosse l'Assessore della sanità, ma evidentemente ha delle cose migliori da fare, le vorrei ricordare di stare attenta alla spesa farmaceutica che, dal 2008 a oggi, è cresciuta di circa 75 milioni di euro, secondo i dati del 2011, con i dati del 2012 sono sicuro che siamo vicini ai 100! Le vorrei anche ricordare che la spesa per il personale è cresciuta di oltre 70 milioni di euro, bisogna stare attenti al ricorso al lavoro interinale e alla crescita delle consulenze e dei diversi modelli di lavoro precario; vorrei ricordare che è cresciuta anche l'assistenza ambulatoriale specialistica. Quattro voci che da sole giustificano altri 210 milioni di crescita del disavanzo.

Questo articolo si intitola "Semplificazione e contenimento della spesa", in realtà descrive come la spesa vada totalmente fuori controllo e come decidiamo di non fare nulla per controllarla, anzi la legalizziamo, diciamo che 362 milioni di euro in più ci vogliono. Questo articolo si intitola anche "semplificazione" e infatti semplifica moltissimo, semplifica perché porta avanti una gestione della sanità fuori dalle regole, lo dicevo prima, una gestione della sanità che è nata nella maniera più semplice possibile con la nomina dei commissari, fuori dalle regole, con una totale semplificazione, rinunciando ad avere un Piano sanitario regionale, con una semplificazione enorme, rinunciando alla riforma della sanità che era il miraggio con cui è stata giustificata la nomina dei commissari.

Questo articolo dice molto di questo Governo regionale, questo articolo dice moltissimo di quello che stiamo facendo sulla gestione del bilancio della Regione con la disattenzione sul lato delle entrate e con una attenzione parossistica a spendere sempre di più e a rinunciare a un governo efficace della spesa. Questo articolo certamente va nella direzione giusta per portare la Sardegna a sbattere nel muro in cui sta sbattendo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, credo che questo possa essere definito per certi versi l'articolo della svolta di questa finanziaria che stiamo discutendo ormai da qualche giorno in quest'Aula e che presumibilmente ci porterà anche alla prossima settimana se non al prossimo mese. In questo articolo si evidenziano i pesi e le misure con cui si va a giudicare l'ammissibilità o meno degli emendamenti posti all'attenzione dell'Aula per l'articolo 3.

Capisco che l'attenzione maggiore è rivolta da tutti all'esame, partendo dal comma 2, della situazione sanitaria in Sardegna e che ognuno di noi cerca di sottolineare la propria idea sullo spreco o sull'eccessivo costo a carico del bilancio regionale del Servizio sanitario regionale stesso. Si è detto che il costo supera il 50 per cento, per meglio inquadrarlo siamo intorno al 60 per cento compresa comunque però la spesa socio - assistenziale del bilancio regionale.

Più volte ho rimarcato o, meglio, il termine non è corretto, ho segnalato che non siamo l'unica Regione che interviene in maniera consistente con le somme disponibili nel proprio bilancio sulla spesa sanitaria. Molto spesso viene portata ad esempio la Regione Lombardia che è una delle Regioni virtuose non in termini di contenimento della spesa, ma come efficienza del sistema sanitario nazionale, tant'è che, per alcuni riferimenti, vengono posti, come costi base, esempi riportati alla Regione Lombardia. Sarebbe bello che ognuno di noi approfondisse, che andasse a vedere per esempio che la Regione Lombardia (l'abbiamo saputo perché l'abbiamo visto dalle cronache) destina il 72 per cento delle proprie risorse di bilancio alla sanità. C'è una differenza sostanziale! La Regione Lombardia si deve occupare di quel servizio mentre la Regione Sardegna, oltre che di quel servizio dovuto, si deve occupare anche delle industrie in crisi, dell'agricoltura, del turismo, di tutta un'altra serie di settori in cui la Lombardia invece ha maggiore autonomia economica perché produce un PIL maggiore, perché c'è una cultura d'impresa diversa, perché ci sono infrastrutture diverse per le quali la Regione, istituzionalmente parlando, non ha necessità di intervenire.

Però, come si interviene proprio su questo articolo denominato "Semplificazione e contenimento della spesa"? Pensando di individuare, come già ben fanno la "502" e la "10", la responsabilità nei direttori generali delle ASL dicendo loro (giustamente, tra l'altro, lo dicono già la legge numero 502 e la legge numero 10) che o raggiungono gli obiettivi dati (che sono indirizzati al raggiungimento di un equilibrio della spesa nel settore sanitario), oppure saranno "cacciati via" automaticamente!

Non si pensa però che il problema sta a monte. Primo: i direttori generali non vengono scelti secondo la "502" e la "10" ma vengono scelti per pura indicazione politica; non si valutano le capacità dei direttori generali e, a volte, si azzecca anche nel trovare direttori generali efficienti e bravi direttori generali, no? Però, nella gran parte dei casi, vedi gli esempi di quest'ultima legislatura, abbiamo assegnato questo ruolo a direttori generali privi dei requisiti di legge ma con il grandissimo requisito della riconoscibilità e fedeltà politica. E poi andiamo a chiedere obiettivi, che non diamo loro, perché il problema principale è che, all'atto della sottoscrizione del contratto, non vengono proposti gli obiettivi, anche perché non siamo in grado di conoscere o di prospettare la spesa sanitaria; per cui diciamo che la spesa farmaceutica deve diminuire percentualmente nel primo anno del "x" per cento e quant'altro ma non diamo loro gli strumenti.

Un esempio concreto sono i 26 milioni stanziati per le liste d'attesa. L'unico risultato che ho visto sullo stanziamento previsto per le liste d'attesa, anche se appartenente quest'azione al triennio 2010-2011-2012, sono i cartelli "6 x 3" (cioè l'azione pubblicitaria) che campeggiano in tutte le città e i paesi della Sardegna (con un costo che, quando possibile, vorrei conoscere), dove si dice semplicemente "Liste d'attesa brevi, tutta salute".

Non ho capito il messaggio di quella campagna pubblicitaria, studiata prima del suo avvento, Assessore, in cui si legge la frase su citata. Che cosa sto comunicando ai sardi, con i soldi del Servizio sanitario, con i denari del Servizio sanitario o che a esso potrebbero essere destinati? Sto comunicando che tutto va bene, la lista d'attesa è tutta salute, questo c'è scritto! Non c'è scritto nient'altro. Sapete voi, che avete fatto anche delle campagne elettorali, quanto costano questi cartelli "6 x 3" (qualcuno, il collega Cocco, li ha definiti "6 x 4"), quanto costano le scritte sui tram, quanto costa la pubblicità, quanto costano i pubblicitari! Vi leggo dei dati, sono del novembre 2011, perché non ho avuto modo per il momento di avere quelli aggiornati: 600 giorni per un'ecografia, 207 per una colonscopia, 260 per una risonanza magnetica e quant'altro! E abbiamo stanziato 26 milioni di euro! Seduta stante ognuno di voi può chiamare il Centro unico di prenotazione e fare una prenotazione adesso per sapere quali sono i tempi di attesa per una visita specialistica o quant'altro.

E noi risolviamo con un comma 2! Comma 2 che tra l'altro non risolve, non risolve assolutamente perché non entra nel merito, entrare nel merito sarebbe rispettoso dell'articolo 3, "Semplificazione e contenimento della spesa", ma dove è la spesa sanitaria? Oltre la spesa per la sanità, c'è una spesa corrente in sanità, derivata dai clientelismi politici, che è impressionante! E' impressionante!

Vi faccio un esempio, sapete tutti che è in corso di definizione, presso il Consiglio di Stato, la questione Project Finance di Nuoro. Benissimo, andate a leggervi il contratto del Project dove sono previsti… Assessore, glielo comunico nel caso non abbia avuto modo di leggerlo, al di là delle sentenze, voglio dire, le sentenze verranno, decideranno se è giusto o corretto o sbagliato, ma i realizzatori dell'opera hanno in carico il dovere di controllare l'effettiva corrispondenza della realizzazione dell'opera al progetto da loro stessi presentato. Perciò, come tutte le imprese, hanno una sorta di direzione interna di lavori che va a controllare le spese e la realizzazione dell'opera stessa; bene, troverete che, in quel contratto, 800 mila euro l'anno di controlli vengono pagati, fuori Project, dalla ASL numero 3, che cioè paga l'autocontrollo alla società di finanza che deve effettuare il controllo! E' una cosa assurda!

Vedo che il tempo sta scadendo, devo necessariamente saltare, vorrei comunque chiedere alla Presidenza le motivazioni della inammissibilità del mio emendamento che cancella i consigli di amministrazione che i referendari hanno portato all'attenzione della Sardegna, ditemi voi se questo non è contenimento e semplificazione! L'Aula non potrà esaminare quell'emendamento, e votare palesemente cosa ne pensa davvero, perché è giudicato inammissibile. Che cosa c'è di più vicino alla semplificazione e al contenimento della spesa se non la cancellazione dei consigli di amministrazione inutili dei nostri enti e delle nostre agenzie? Non si vuole portare in Aula!

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il motivo è semplice, si tratta di una classica norma intrusa.

CAPELLI (Gruppo Misto). Con tutti gli intrusi che ci sono in quest'aula proprio questa norma non mi sembra intrusa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Mi pare che si sia appena conclusa una Conferenza dei Capigruppo che ha deciso di continuare i nostri lavori mantenendo quei pochi impegni assunti, quell'articolo 4 bis su cui ci siamo sforzati di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione, appunto quei provvedimenti indirizzati ad affrontare la crisi in Sardegna.

In queste settimane di lavoro siamo intervenuti puntualmente come opposizione per far risaltare le debolezze di questa manovra finanziaria. Mi rendo anche conto che ciascuno di noi interviene, parlando di uno strumento così complesso come la manovra finanziaria della nostra Regione, affrontando alcuni aspetti senza tener conto spesso che invece la manovra è qualcosa di più complesso su cui è facile dare valutazioni che non sono precise, puntuali e che non rispecchiano la realtà.

Voglio ricordarne alcune. Ad esempio, noi diamo un giudizio positivo sulla riduzione dell'indebitamento. Si è proceduto in questi anni nella via maestra tracciata dalla precedente amministrazione, quest'anno abbiamo ridotto il disavanzo 2011 a 800 milioni, anche se noi avevamo espresso la necessità e la possibilità di azzerare il disavanzo già da quest'anno con un assestamento da fare prima del 31 dicembre 2011, recuperando dai residui 800 milioni sarebbe stato facile azzerare il disavanzo e rendere anche più forte la nostra posizione, la posizione della Sardegna, nella vertenza entrate.

Ci sono alcuni aspetti che ci preoccupano prima ancora della spesa sanitaria, penso ad esempio al problema del regime delle nuove entrate. Noi abbiamo visto il presidente Cappellacci in forte difficoltà a riconoscere la priorità nell'affrontare la vertenza dell'approvazione immediata delle norme di attuazione dell'articolo 8. Anzi, ci è quasi sembrato un tentativo di rimettere in discussione, quindi di allungare ulteriormente i tempi, questo ci preoccupa non poco. Avevamo anche in quel caso indicato una via, cioè riguardo a quell'ordine del giorno che abbiamo approvato, noi l'avremmo incentrato unicamente nel dare mandato alla Giunta di affrontare innanzitutto l'applicazione dell'articolo 8 del nuovo Statuto; mentre l'aver messo in quel documento tutta una serie di altre questioni rischia di indebolire la nostra posizione.

Il tema dei residui. Voglio ricordare che, per quanto riguarda il nuovo regime, noi stiamo iscrivendo quest'anno in bilancio 1 miliardo e 290 milioni di euro, soldi su cui avevamo anche dato un'indicazione precisa, cioè avevamo chiesto alla Giunta di allocarli in un capitolo di spesa da destinare alle infrastrutture della Sardegna, anche questa sarebbe stata un'altra scelta che avrebbe reso più forte la posizione nel confronto con lo Stato e invece abbiamo scelto di spalmare, nei vari capitoli di spesa, delle risorse che ancora oggi non abbiamo certezza che ci saranno riconosciute dallo Stato.

Sul tema dei residui, in questi anni, tra finanziarie da voi approvate e proposte e collegati, abbiamo snaturato la legge di contabilità della Regione sarda, soprattutto per quanto riguarda quegli articoli che toccano il tema dei residui. Abbiamo detto tutto e il contrario di tutto, abbiamo cercato di recuperare, di definanziare le opere pubbliche, definanziare tutti quegli stanziamenti che non hanno trovato immediata applicazione e che quindi non sono andati a realizzarsi e a spendersi; poi, subito dopo, magari nella stessa finanziaria e nello stesso collegato, abbiamo fatto l'esatto contrario, cioè abbiamo cercato di recuperarli. Sfido tutti a rivedere gli articoli 5 e 6 della legge di contabilità così come modificati, e cercare di capire il senso di quegli articoli. Hanno persino perso il senso, ne abbiamo proprio snaturato la natura a forza di compiere modifiche.

Quei residui significano che questa Regione continua a spendere con una lentezza assoluta e significano anche che continuiamo a portare a residui stanziamenti che non hanno neanche la parvenza di un impegno vero, concreto e legittimamente riconoscibile.

Abbiamo poi, infine, l'aumento dei costi, veniamo al tema di oggi. C'è un aumento di costi del funzionamento della macchina amministrativa, nella scorsa legislatura si era operato per contenere questi costi, adesso si vede un allargamento esagerato dei costi di funzionamento della macchina amministrativa. Abbiamo ormai perso, questo è il tema di oggi, il controllo della spesa sanitaria. Credo che questi primi commi dell'articolo 3 siano un tentativo quanto meno di porre il problema; c'è un problema della spesa sanitaria che ormai è fuori controllo, c'è uno sforzo a cercare di intervenire per bloccare questa spesa fuori controllo. Credo che siano insufficienti queste norme perché, se è vero che abbiamo una spesa fuori controllo, è vero quello che diceva il collega Capelli, cioè che abbiamo ormai una pressione politica nei confronti delle direzioni delle ASL che è davvero fuori controllo, ed è talmente pressante questa presenza della politica presso le direzioni delle ASL che sta davvero portando quelle direzioni a non rispettare i vincoli e i budgets loro assegnati.

Sono convinto che tra qualche mese ci troveremo ad approvare una leggina che metterà in discussione il comma 1 e il comma 2; lo chiederà la vostra maggioranza di rivedere questi commi, perché avrete operato tante di quelle pressioni nei confronti dei direttori, li avrete sicuramente indotti a non rispettare i budgets loro assegnati, che essi stessi vi chiederanno di non essere rimossi perché la responsabilità non attiene al loro operato all'interno delle ASL. Su questo, accetto scommesse. Sono pronto a scommettere con chiunque di voi che, tra qualche mese, ci troveremo ad abrogare il comma 1 e il comma 2 dell'articolo 3.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.). Presidente, non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione, però il primo comma dell'articolo 3 merita qualche attenzione da questo Consiglio regionale. Con un largo consenso, venne proposto in Commissione dall'onorevole Gian Valerio Sanna e venne votato da tutti noi. E' ragionevole che sarà approvato e verrà trasformato in legge. Allora il problema quale sarà? Che questo comma può anche diventare una delle tante norme non attuate ma, se dovesse essere attuato, comporterebbe degli atti conseguenti. Prima di tutto: l'utilizzo delle risorse che noi abbiamo non può avvenire come sta avvenendo in questo momento. Non credo che la sanità vada sempre analizzata da un punto di vista della macchina sanitaria, della macchina organizzativa. Bisogna capire perché, quando si va in un ospedale della Sardegna, si entra in un'apprensione per la qualità dei servizi erogati, che sperimenta solo chi c'è andato.

La prima domanda che dobbiamo farci è se tutti i primari che sono stati scelti sono all'altezza delle patologie della Sardegna. Perché, una persona, quando si trova con una patologia complessa e ha bisogno di una biopsia o di altre cose, non riesce a farle nell'ospedale in cui va a chiedere aiuto, a curarsi? Perché non abbiamo un laboratorio per analizzare i tessuti nell'ospedale più importante che si occupa di tumori in Sardegna? Come mai accade che a una persona che viene operata in laparoscopia non si chiede il consenso, entra per un'appendicite e esce senza la cistifellea, le si lede la via biliare principale e subisce otto interventi, di cui l'ultimo a Torino? Perché si sta diffondendo la filosofia della laparoscopia, e per fare una tiroide si entra fra un po' dalla scapola, dall'ascella? Perché? Perché non c'è controllo su questo? Perché? Perché a un ammalato di tumore al rene (sto citando i tanti casi) che chiede di andare in un ospedale periferico della Sardegna, gli viene detto dove deve andare e, una volta lì, ci vuole un mese e mezzo per essere ricevuto? Perché? E spendiamo 4 miliardi, spendiamo 3 miliardi e 4 adesso. Perché?

Credo che di sanità dovremmo ragionare in questi termini, perché se spendessimo molto, ma andassimo in ospedale e avessimo la certezza di essere curati, potremmo dire che dobbiamo ottimizzare la spesa, ma il problema è che spendiamo molto e la gente, nonostante ci sia la possibilità della radioterapia a Cagliari e a Nuoro, continua ad andar fuori. Perché continua ad andar fuori? Perché? Perché non si è mai chiesto a una persona che è stata sottoposta a radioterapia in Sardegna, come è andata a finire? Perché? Perché i primari si coprono reciprocamente rispetto alle complicanze? Cioè, se io ho una complicanza a Oristano, non vengo ricoverato nuovamente a Oristano, vengo ricoverato a Nuoro, se ce l'ho a Nuoro, vengo ricoverato a Cagliari, e non muore più nessuno in ospedale per un intervento, nessuno! Muoiono tutti a casa! Perché? E' in questi termini che ci si deve interrogare di sanità!

Non parliamo poi se una famiglia ha un malato mentale in casa, perché quelli sono letteralmente in un disastro, perché la malattia mentale è sempre affrontata o in termini ideologici, per cui o sono tutti sani, quindi non devono prendere i farmaci, perché per filosofia non devono prendere i farmaci, oppure sono esattamente trattati in chiave opposta. Non ho assistito mai a una discussione in questi termini, ci sono sette anni qua dentro, mai! Il primariato è una questione politica, ed è sbagliato, l'efficienza dei reparti non è mai una questione politica, perché gli ammalati sono sempre degli altri, non sono mai i nostri, e quando uno di noi si ammala va a Milano o va fuori! Non è mai successo di occuparcene in questi termini, però ce ne si può occupare anche su un piano politico di questi termini.

Vorrei porre una questione a un'Aula che in questo momento è molto disinteressata. Con l'accordo sulle entrate, siamo stati la prima Regione che ha legato la sanità al PIL; questo ha una conseguenza, cioè i diritti non sono garantiti a prescindere, qualunque sia il livello di gettito, cioè di ricchezza che produciamo, questo è un fatto importante, è un fatto di dottrina. C'è chi sostiene che i diritti non possano essere legati al PIL, invece noi siamo stati i primi, poi si è diffuso. Allora su questo dobbiamo ragionare, perché il Governo Monti, il Primo Ministro Monti ha fatto l'altro giorno nel Consiglio europeo un discorso molto coraggioso, ma vorrei che il professor Monti lo facesse in Italia, perché Monti è andato a dire in Europa che i primi che hanno sfondato le regole di bilancio sono state le più importanti Nazioni d'Europa; non ha citato tutti i casi, ma chi di noi si è occupato di aiuti di Stato, sa perfettamente che, ai vertici delle deroghe in quella disciplina, ci sono la Francia e la Germania! Quel discorso, così coraggioso, è stato fatto lì! Perché non viene fatto in Italia rispetto alle sperequazioni tra Regioni del Nord e Regioni quale la nostra? Perché no? Perché quel discorso coraggioso non viene fatto anche qui? Perché la virtù di quelle Regioni nasce da tanti privilegi di Stato.

Vogliamo dire qual è stato l'impatto negli anni '70 della legge che riconobbe i trasferimenti agli enti locali sulla base della spesa storica? Fece in modo che tutti quelli che avevano sfondato il bilancio, e non eravamo noi, si trovarono il bilancio ricco e chi aveva fatto l'onesto si trovò il bilancio povero! Vogliamo valutare quant'è l'impatto degli investimenti in infrastrutture? Cioè tutto ciò che genera PIL e genera gettito? Voi vi state preparando a toccare il "corpo santo" del Capo dello Stato, corpo santo non da parte mia, io non ho questa venerazione, accettiamo l'arrivo di un Presidente della Repubblica in una dimensione sperequata, non dialettica! Parla lui, il nostro Presidente del Consiglio, amen!

Ma quand'è che si parla degli effetti di una sperequazione? Perché è vero che io non riesco a produrre il PIL che mi servirebbe per la mia sanità anche perché spreco moltissimo, ma è anche vero che l'efficienza degli altri nasce da qualcosa che prima o poi deve essere esaminata, prima o poi! Perché non si apre mai questa discussione? Vorrei conoscere il motivo! Vorrei conoscere un motivo che non viene mai messo in evidenza, lo dico perché noi non abbiamo il compito di protestare, chi guarda questo Consiglio regionale, guarda a chi dovrebbe avere in testa una rotta per uscire dalla situazione in cui siamo, non per descriverla, un uomo politico non descrive una difficoltà, offre una soluzione! L'idea che noi facciamo il sindacato sociale da questi banchi, secondo me, è sbagliata! Dobbiamo dimostrare di avere la testa per guidare.

Allora, chi ci guarda, ci chiede anche, puntualmente, qual è la direzione che riusciamo a metter su rispetto all'obbligo che abbiamo di produrre maggiore ricchezza. Quali sono i vincoli che ci vengono da altre parti? Voi sapete che cosa penso sul fisco, ma vorrei aggiungere una cosa: quali sono i Governi italiani che hanno consentito al Nord di far entrare le grandi imprese nelle banche, per cui le banche hanno finanziato le grandi imprese usando il nostro risparmio e poi bruciandolo nelle speculazioni finanziarie? Quella non è una politica di sperequazione? O è una politica di sperequazione? Mettiamoci in testa che nessuna politica in questa Regione potrà mai andare avanti, se noi non abbiamo una concezione di noi stessi pari a un'idea di Stato, che è in competizione con un altro Stato! Sono convinto che, prima o poi, questo elemento entrerà anche nelle vostre teste.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, ovviamente ci sono delle cose che si possono giudicare con un pizzico di acutezza procedurale in più, pensando che si sia sempre dalla parte di chi governa. Noi abbiamo fatto un ragionamento in Commissione sapendo bene che il destino di questa Regione, proprio dove, in un'esperienza come questa, questo Governo regionale trova tutti i suoi enormi limiti, chiama noi alla responsabilità di indicare alcuni obiettivi, nell'interesse della collettività, non sempre e comunque nell'interesse di essere noi, probabilmente, molto probabilmente, coloro che vi sostituiranno, speriamo presto, nel governo della Regione, però alcune cose vanno dette.

Noi sosteniamo, e l'abbiamo detto, che sarebbe stato necessario dare un segnale, un messaggio, dicendo che, da ora in poi, non si finanzia, come dice qua, la sanità in deficit, non che non sia già finanziata in deficit ma che quel deficit non può aumentare, che quel deficit non deve incrementarsi nel 2012, mi pare un fatto chiarissimo e avete due strade per farlo.

La prima: già per la parte che è in deficit (360 o quello che sarà), predisporre i piani di rientro. Entro quest'anno, voi dovete predisporre i piani di rientro per dare luogo al rispetto di questo obiettivo e poi dovete avvertire i managers che probabilmente, prima o poi, sarà necessario che rispondano in termini patrimoniali se sfondano i limiti che sono stati loro posti, perché così è in ogni Paese civile. Però bisogna fare anche altre cose, Assessore. Bisogna, per esempio, cominciare a pensare che questo deficit è causato in larga parte dal mancato riequilibrio delle quote capitarie per azienda. Ci troviamo oggi nel caso in cui abbiamo una bassa quota capitaria in strutture territoriali sanitarie dove è migliore l'efficienza e abbiamo un'altissima quota capitaria in aree dove questa efficienza è molto bassa; questo genera deficit.

Glielo dico perché solleveremo il caso per quello che ci riguarda: Oristano paga un debito sulla quota capitaria da molti anni, va riequilibrata perché i cittadini sono o tutti di serie A o tutti di serie B! Bisogna fare come vi abbiamo suggerito due anni fa, spuntando anche lì un'idea che abbiamo infilato nella vostra finanziaria, dicendo che la spesa farmaceutica non doveva superare il 14 per cento, mi sembra; mai nessuno si è preso la briga di controllarla.

Il problema della sanità, Assessore, è un problema di governance! E' un problema di governance! E' un problema di liberarsi dalle "fiduciarietà" che oggi accompagnano il Servizio sanitario. Noi abbiamo l'onta di avere, a fianco a certi uffici di dirigenti delle strutture sanitarie, quasi gli uffici di qualche onorevole! La sanità non è appaltabile! Bisogna aprire le finestre, svuotare questi luoghi! Non ce la facciamo più a reggere questi lussi! Qualcosa bisognerà fare!

Ecco perché vi abbiamo detto di lanciare un messaggio; però, dopo, come tutti i messaggi, gli atti da mettere in essere spettano a voi. Sappiamo che dovete affrontare il grande problema dei vostri grandi sponsor, la sanità privata per esempio, le agenzie interinali, sappiamo come funzionano, lo sappiamo, non siamo vissuti su Marte in questi anni. Sappiamo dove stanno i problemi, sappiamo anche come avvengono i concorsi per i primari e anche che si innesca, come succede dalle mie parti, una sorta di mobilità interprovinciale di pazienti che poi vengono imbottiti, senza che probabilmente ve ne sia bisogno, di bulloni di titanio nella schiena, salvo poi farglieli saltare. Molti bulloni sono molte spese, e chi controlla queste cose? C'è il vezzo che sembra che qui nessuno debba controllare. E quando si innesca una mobilità interprovinciale, diciamola così, si potrebbe dire che vengono dalle province più forti verso le province più deboli. Che bel fenomeno! Forse c'è qualità!

Bisogna andare a vedere che cosa sta succedendo, bisogna capire che cosa sta succedendo. Cioè il giudizio di qualità, chi lo dà? Il Consiglio regionale? I medici del Consiglio regionale o quelli che si sono sempre occupati di sanità? Il giudizio di qualità di questa sanità nei luoghi, chi lo dà? Probabilmente ci vuole un'autorità indipendente. Avete fatto centomila osservatori, non siamo venuti a capo di niente! C'è molto lavoro da fare! Il senso di questa provocazione è questo!

Tornando al discorso di prima, Assessore, se non si rispetterà il limite che impone il comma 1, chi ha governato la sanità in questi anni avrà ulteriormente tolto il pane dalla bocca delle famiglie, perché questo succederà! Quindi non pensiamo a cose che non esistono, pensiamo che noi possiamo dare risposte, molte risposte, alle persone bisognose cominciando a lavorare sulle cose che devono essere fatte. Mi dispiace dire che questo articolo, "Semplificazione e contenimento della spesa", in generale, lo dico così, sia una dichiarazione completa delle inefficienze amministrative della nostra Regione.

Sulla sanità, abbiamo detto. Parliamo poi dei beni demaniali, ancora modificando la legge per la dismissione e trovando, Assessore, un "marcia indietro" rispetto alla dismissione di tutti quei beni che stanno provenendo dagli enti agricoli che rimettiamo in circuito di concerto con l'Assessore dell'agricoltura. Ma che cosa c'entra l'Assessore dell'agricoltura quando questi beni sono del demanio? Dobbiamo fare un po' di clientela? Dobbiamo aprire ambulatori sui territori?

Abbiamo aperto un'infinita polemica su missioni e indennità. Non voglio giudicare nessuno, ma quando partono delegazioni ciclopiche della Regione in varie missioni, bisogna saper distinguere nella decisione dell'Assessore, non del dirigente! La politica deve dire ciò che distingue la missione vera, nella sua essenzialità, dal turismo istituzionale; bisogna deciderlo! Non c'è più risorsa da buttare e uno non si deve portare appresso l'ufficio intero, o a destra o a sinistra, ci porta quelli che hanno competenza, secondo un principio di funzionalità!

E poi parliamo di recupero crediti. Una Regione che impone nel suo articolo una problematica sul recupero crediti è una Regione che sta dichiarando che non li recupera perché ha bisogno di darsi norme diverse.

Ecco perché questo è un articolo di semplificazione, ma anche di ammissione dei limiti di una burocrazia che abbiamo cercato spesse volte di difendere. Inoltre chiedo: perché non togliamo fino al 50 per cento dell'indennità di risultato ai dirigenti anche quando non spendono i soldi regionali limitandolo solo per i fondi comunitari? Perché questa distinzione? Perché il messaggio non deve essere quello? Ci è stato detto che non si poteva toccare perché è il contratto. Dico che anche su questo bisogna tornare. L'efficienza della macchina amministrativa è dare a coloro che si impegnano per rendere alta la funzionalità della macchina regionale e realizzare le nostre decisioni, quelle che pone il Consiglio regionale. Evidentemente non si vuole fare. Credo che il tempo cambierà e ci costringerà a farlo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Non essendo presente in aula, decade.

E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Per quanto riguarda l'articolo 3, ho voluto toccare un argomento che ho visto molto trascurato, molto trascurato come linee di settore e oggi anche come legge finanziaria. Parlo delle residenze di proprietà pubblica. Intendo riferirmi alle residenze con canoni concordati, con canoni sociali; il canone concordato è ormai il canone di nuova generazione, una generazione molto perversa di canone. Come molto trascurati sono i 114 milioni di euro che, da diversi anni, AREA ha nelle sue casse, 114 milioni di euro che potrebbero soddisfare circa 1500 unità abitative che penso significhi soddisfare le esigenze di quattro, cinque o seimila cittadini.

Abbiamo trascurato la ripartizione delle quote derivanti dai canoni di affitto, quote di manutenzione, quote di gestione, quote di investimenti, definizione che va fatta ogni anno. E' dispiaciuto vedere che due dei tre emendamenti sono stati considerati intrusi, mi rassegno, mi rassegno agli Uffici e mi rassegno anche a pensare che la legge regionale numero 13 del 1989 è una legge vecchia che sta creando grossi problemi alle nostre amministrazioni, è una legge che ha urgenza di essere modificata. Parlo della disciplina regionale delle assegnazioni e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Richiamo in modo un pochino più preciso le parti intruse per poter sollecitare e richiamare l'esigenza di trattare gli argomenti, innanzitutto il fatto che, con il comma 31 dell'articolo 3, si voglia prorogare al 31 luglio 2010 il termine previsto già dal comma 1 dell'articolo 40 della legge regionale numero 13 del 1989, termine che era già precedentemente prorogato dalla legge regionale numero 14 del 2003.

Si tratta di sanare quelle occupazioni di unità abitative mai assegnate, quelle case che restavano fantasma non venivano assegnate e i cittadini negli anni le hanno occupate. La proroga, fissata al gennaio 2004, dovrebbe essere prorogata al 31 luglio 2010. Ritenevo e ritengo che questa proroga da sola non assolva la tematica, intendevo rendere ancora più razionale questo elemento di proroga.

Un primo emendamento intruso voleva toccare e denunciare una grave distorsione sui canoni. I canoni degli alloggi di edilizia pubblica concordata sono di 64 euro a metro quadrato per anno. Voglio fare un esempio: per 80 metri quadrati di appartamento, oggi si paga un canone mensile di 427 euro che, con le spese condominiali, vuol dire 500 euro mensili; un pari appartamento ERP (edilizia residenziale pubblica) ha un canone cinque volte più basso. L'accordo sindacale sulla definizione dei canoni è scaduto nel 2008, penso che sia tempo di procedere a una rivisitazione e a un adeguamento di questi canoni.

Il canone concordato oggi è iniquo. A chi serve? Non serve certo alle giovani coppie, non serve agli anziani, non serve alle famiglie disagiate e, secondo me, va sottratta questa forte indole privatistica che ricade nel canone concordato. Nasce un paradosso: una famiglia in difficoltà che vive in una casa comunale con canone concordato non ha diritto neanche al contributo fitto casa. L'80 per cento degli sfratti, nelle utenze di canone concordato, avviene per morosità.

Già nel collegato con la finanziaria si è tentato di mettere in luce questo fattore emergenziale nel cercare di salvare tutte quelle situazioni di chi sta perdendo il posto di lavoro e non può pagare (abbiamo anche abitazioni oltre gli 80 metri quadrati) affitti di 500 o 600 euro al mese. Non esiste alcuno strumento per risolvere questa situazione, esiste soltanto che rimane in piedi la cifra di 64 euro a metro quadrato per anno.

Un'altra intrusione è stata intravista nell'emendamento numero 334 che intendeva invece favorire la mobilità tra unità immobiliari a canone concordato e immobili ERP di edilizia sociale. Si voleva approfondire l'argomento. Faccio un esempio: una famiglia, che alloggia in un appartamento di edilizia sociale, vive di botto una fortuna incredibile, un figlio che trova lavoro e quindi un reddito che supera i 30 mila euro. Pensate che "sfortuna" succede a questa famiglia! Questa famiglia ha due scelte: andar via di casa o acquistare la casa. Quindi, trovare lavoro, per chi abita in un'abitazione tipo ERP, è un rischio paradossale.

Viceversa una famiglia che alloggia in un appartamento a canone concordato che subisce una forte riduzione del reddito subisce anche lo sfratto per morosità. Con la mia proposta, intendevo consentire, chiedevo che fosse consentita una mobilità, in modo tale che, a seconda di questi forti disagi, ci fosse la possibilità di andare in mobilità dal canone concordato al canone sociale e viceversa; anche perché, ribadisco, la legge numero 431 non consente contributi fitto casa per chi alloggia in un'unità con canone concordato.

Quell'emendamento voleva soltanto prevedere questa forma di mobilità, mentre rimane in piedi l'emendamento numero 333, lo illustro molto, molto, in sintesi. E' un emendamento che prevede il rispetto degli standards abitativi, quindi non vede ricadute di tipo finanziario, è sicuramente questo il motivo che ne ha garantito la non intrusione. Questo emendamento intende razionalizzare la sanatoria, di cui prima parlavo, relativa alle occupazioni fatte entro la data del 31 luglio 2010, consentendo il rispetto degli standards. Faccio sempre qualche esempio. Una famiglia che ha due componenti che occupano una casa di 80 metri quadrati, subirà la mobilità in funzione dello standard spettante a due componenti, che dovranno abitare una casa ovviamente più piccola. Viceversa una famiglia di sette componenti che aveva occupato diversi anni fa un alloggio di 38 metri quadrati, è giusto chhe subisca una mobilità in positivo occupando un alloggio in tal senso. Quindi questo emendamento che rimane in piedi cerca di razionalizzare e di rendere appena appena più civile una situazione già difficile di per sé.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo su questo articolo e in particolare sul comma 1, che poi naturalmente ha dei riflessi anche sul comma 2, e sottoscrivo sulla natura di questo comma le cose che sono già state dette poco prima dal collega Soru e dal collega Chicco Porcu. Vorrei aggiungere che questo comma, rispetto a quella che noi possiamo definire ormai una vera e propria contraddizione in termini (perché parlare di sistema sanitario regionale e di contenimento della spesa ormai, da tre anni a questa parte, è diventata una contraddizione in termini assolutamente insanabile), continua a intervenire sugli effetti anziché sulle cause.

Il deficit che, in questi tre anni, è andato crescendo rispetto alla spesa sanitaria indicata, e che sarebbe stato opportuno invece confermare, ha delle cause e le cause sono chiare, abbiamo capito, anche per questa Giunta regionale. Peccato che, dalla chiarezza delle cose che si scrivono, poi non si passi ai fatti, anzi questi tre anni sono trascorsi invano. Lo stesso onorevole Sanna Gian Valerio prima chiedeva con una domanda retorica che cosa fare per sanare questa situazione che riguarda il disavanzo e la dissennatezza della gestione sanitaria del sistema sanitario; il che fare voi l'avete scritto nero su bianco. Ed è paradossale ciò che avete scritto perché quello che è scritto appunto nelle relazioni sullo stato della spesa sanitaria regionale, in quelle allegate al bilancio, sia nel 2011 che nel 2012, indica la strada, che è esattamente quella che era stata percorsa negli anni precedenti e che effettivamente ha consentito in quella legislatura di diminuire il disavanzo in sanità: Piano sanitario, rete ospedaliera, riforma del sistema sanitario nel suo complesso, ma in particolare la ridefinizione della rete ospedaliera e un'azione decisa sulla spesa farmaceutica, insomma un complessivo lavoro sulla riforma generale del sistema.

Niente di tutto questo è stato fatto, anzi, su molte cose che sono state fatte, si è tornati indietro senza colpo ferire. Quindi la strada indicata è quella, ma niente avete fatto. Oggi con questo comma sostanzialmente si fanno ricadere delle pene pesantissime sui direttori generali, non c'è quasi nessuno tra quelli in carica che possa essere difeso, si fanno ricadere sui direttori generali colpe che sono della politica! La mancanza di programmazione e di politica sanitaria non sta in capo ai direttori generali, sta in capo a questa Giunta regionale, quindi la pena dell'essere sollevato dall'incarico prima di tutto dovrebbe essere comminata agli Assessori regionali di turno per non aver adottato gli atti politici e programmatici necessari per rimettere ordine e per consentire anche ai direttori generali di ridurre, con quegli strumenti, la spesa sanitaria, perché quegli strumenti consentono appunto una governance adeguata. Quindi intanto si tratta di questo.

Voglio entrare però nello specifico di alcune spese, in particolare delle ASL, sulle quali chiederei appunto che il Consiglio riflettesse. Anziché predisporre questo comma, sarebbe stato necessario, sarebbe necessario, forse c'è ancora il tempo per farlo, presentare degli emendamenti per impedire ai direttori generali delle ASL, ma in particolare al direttore generale del Brotzu, di procedere con gli appalti per il lavoro interinale, e vi dico, con i dati alla mano, il perché. Ci sono, in questa Regione, direttori generali che hanno proceduto adeguatamente a diminuire via via la spesa per gli interinali, mi riferisco per esempio al dottor Simeone della ASL 8, ma anche al direttore generale della ASL 7, e ci sono invece direttori generali che, anno dopo anno, aumentano - non si capisce come e perché - questa spesa.

Dalla lettura dei CE regionali che, come dicevo l'altro giorno, mi sono fatta dare circa un mese fa, emerge il dato specifico anche dei lavoratori interinali. Se noi confrontiamo per esempio il Brotzu (che ha circa 2000 dipendenti, un bilancio annuo 2011 di circa 169 milioni, di cui 96 milioni per il personale) con la ASL 8 di Cagliari (che ha 5500 dipendenti, un bilancio di circa 898 milioni di euro, di cui 262 milioni per il personale) o con la ASL 7 (che ha 1800 dipendenti, un bilancio di 222 milioni di cui 92 milioni per il personale) e la ASL 3 di Nuoro (che ha 2200 dipendenti, un bilancio di 298 milioni, di cui 129 milioni per il personale) risulta una cosa molto simpatica e interessante: il Brotzu dovrebbe avere speso, per il 2011, con una proiezione che è possibile fare con un calcolo, 5 milioni e 940 mila euro per il lavoro interinale, cioè il 3,51 per cento sui costi totali, e il 6,25 per cento sul costo del personale; la ASL 8 di Cagliari: 5,2 milioni per il lavoro interinale, cioè lo 0,58 per cento sui costi totali (quindi una ASL, molto più grande in tutti i sensi, spende molto di meno del proprio bilancio), e l'1,9 per cento sul costo del personale. La ASL 3 si mantiene invariata rispetto agli anni precedenti e la ASL di Carbonia scende rispetto agli anni precedenti. Il raffronto è con il 2010.

Quindi raffrontando i dati del 2010, che sono definitivi, e quelli del 2011, che invece sono disponibili soltanto a settembre, ma è possibile - come dicevo prima - vedere l'intera somma facendo una semplice proiezione, risulta che il Brotzu… su cui chiederei all'Assessore di intervenire, ma l'Assessore non c'è, ha due interrogazioni mie sul tavolo, a cui non ha risposto, su una gara del Brotzu, che riguarda gli interinali e su cui Sardegna Quotidiano la settimana scorsa ha scritto di tutto; ma lei continua a non rispondere! Se fosse qui, la inviterei a rispondere in Aula alle mie interrogazioni, che chiedono se l'inchiesta amministrativa su quel bando è partita o non è partita, se c'è o non c'è!

Allora dicevo che il Brotzu risulta che passi da una spesa totale di 3 milioni e 400 mila nel 2010, a 5 milioni e 940 nel 2011, ossia il direttore generale Garau fa balzare la spesa degli interinali del 70 per cento! La ASL 8 invece la fa ascendere del 38 per cento, e così pure la ASL 7. Questo significa che, nel costo complessivo per i lavoratori interinali, la Regione passa da 34 milioni del 2010, ai 37 milioni del 2011, e di questo incremento che c'è stato, che è di circa 3 milioni di euro, il Brotzu contribuisce per 2 milioni e 500 mila.

Si fanno ragionamenti sulle risorse che servono per aiutare le famiglie, e c'è una grande preoccupazione, un grande attivismo dell'Assessore regionale della sanità per trovare risorse in favore delle famiglie. Io mi chiedo perché lo stesso attivismo l'Assessore della sanità non lo rende disponibile, in favore della collettività sarda, mettendo la testa e le mani sul sistema dei lavoratori interinali in Sardegna, specificatamente degli interinali nell'azienda ospedaliera Brotzu, che è diventata una vergogna! Prima che arrivi "Report" in questa Regione, a occuparsi dei lavori interinali del Brotzu, in particolare del Brotzu, perché segnalo che la ASL 8 con il dottor Simeone scende invece vorticosamente, dicevo, prima che questo succeda, chiederei che la Giunta regionale, il suo Presidente, l'Assessore della sanità, si occupassero di queste spese, in quanto sono risorse sottratte alla collettività, alle famiglie e alle persone che hanno bisogno, e destinate non si sa bene a chi e per che cosa. Chiederei che venisse veramente messo sotto osservazione il direttore generale Garau!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni, che rinuncia.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, oggi abbiamo, come dire, lavorato con grande difficoltà in Commissione, perché siamo di fronte a un vezzo e a un vizio del quale non riusciamo a liberarci, noi tutti, Presidente. Ho provato a leggere con attenzione questo articolo, ho provato in Commissione, ho provato per conto mio prima di lavorare sugli emendamenti, ho provato anche questa sera.

"Semplificazione e contenimento della spesa". La semplificazione è questa, voglio citarla perché a qualcuno può anche sfuggire, lo dico anche all'onorevole Sanna Gian Valerio. Io sono uno di quelli che sostiene che noi non possiamo più normare, non possiamo più fare in legge quello che deve essere fatto nei contratti di lavoro. Questo è stabilito dalla legge di principio, è stabilito dalla legge regionale che accoglie quei principi. Mi avete insegnato voi (quando dico voi, dico coloro che non si sono schierati apertamente a sinistra, né ieri né oggi) che mantenere una condizione di regolazione pubblicista del rapporto di lavoro nelle pubbliche amministrazioni era una cosa non conveniente, che bisognava portare più privato nello Stato! Ci avete confezionato gli slogans su questo, lo dico ai colleghi Riformatori. E abbiamo ricondotto così, con leggi dello Stato, con leggi della Regione, il rapporto di lavoro di pubblico impiego al diritto privato, affidando a un organo terzo (nel caso della Regione, il CORAN, nel caso delle altre pubbliche amministrazioni, dagli enti locali alle ASL, all'ARAN) la funzione di regolazione dei rapporti di lavoro nell'ambito pubblico tra il datore di lavoro e il dipendente.

Beh, la gran parte delle norme, che sono contenute qua, interviene anche sui trattamenti economici del personale, in modo peraltro alquanto curioso. Presidente, adesso cito il comma 3 che dice: "Il mancato utilizzo delle risorse comunitarie nei termini previsti dai rispettivi regolamenti e dalle relative direttive regionali… che comporti il disimpegno automatico da parte dell'Unione europea delle risorse assegnate implica, per i dirigenti responsabili di linea, una riduzione del trattamento di risultato non inferiore al 50 per cento…".

In questo caso, abbiamo la necessità di intervenire con una norma su una procedura che dice esattamente questo: "Caro dirigente della Regione, io ti do un obiettivo, io Amministrazione, se tu lo raggiungi, prendi il premio, prendi cioè l'indennità di risultato". Con questa norma, noi facciamo un'operazione totalmente contraria, interveniamo in legge a dire: "Caro dirigente se tu non solo non raggiungi gli obiettivi, ma fai portare via un'entità finanziaria "x", che può essere da 1 milione di euro a 100 milioni di euro, a causa della tua incapacità di organizzare la spesa della Regione, ti porto via il 50 per cento del premio!" Ma lo licenzierei! Ma quale 50 per cento del premio! Lo manderei a casa! Ti fai prelevare dalle casse pubbliche 100 milioni di euro, che sono della collettività, che non sono tue e io ti do solo il 50 per cento del premio? Questo è il livello di semplificazione che stiamo proponendo in questo articolo! Stamattina, in Commissione, quando ho provato a dire che questa è una cosa che va regolata nei contratti, va regolata nelle procedure di definizione dei premi di risultato, va regolata nel rapporto che si instaura soprattutto con la dirigenza dell'Amministrazione pubblica al servizio della comunità e a salvaguardia degli interessi di questa nostra Regione, sembrava che io fossi diventato il difensore dei malversatori, che fossi cioè diventato l'avvocato di quelli che non volevano fare nulla, quando noi facciamo norme in cui diciamo esattamente il contrario!

Questa è una norma che perdona, non che accusa! Che premia, non punisce! Nel corso del 2011, lo trovate nei documenti di bilancio, la Regione ha restituito 84 milioni di euro, per intenderci noi abbiamo sospeso la seduta di oggi per 10 milioni di euro che ci chiedevamo se fosse meglio mantenere sui cantieri di lavoro o piuttosto sulle opere immediatamente cantierabili all'interno di un quadro di interventi destinati a contrastare gli effetti più negativi della crisi. Restituiamo nel 2011, 84 milioni di euro, cioè otto volte e mezzo quella somma perché non siamo stati in grado di spenderla, perché le nostre procedure, chi le ha dirette, chi le ha gestite, chi le ha organizzate sono state un fallimento!

Con questa norma noi diciamo: "Caro dirigente, se tu fallisci, noi ti premiamo lo stesso, però al 50 per cento!". Che cosa ci sia di semplificazione in questo, lo devo tutto capire! Però stamattina ho provato a dire che non è giusto che noi interveniamo sui trattamenti di missione, noi interveniamo sull'ammontare delle risorse disponibili per il funzionamento della macchina amministrativa poi sia la Regione, la sua Giunta, l'organismo preposto in sede di contrattazione nel rapporto e nelle relazioni sindacali, a ridurre le missioni o gli straordinari o qualche altra indennità, per esempio quella di risultato, legandola di più alla produttività.

Presidente, dico ancora una cosa e chiudo, noi dobbiamo fare uno sforzo per dire la verità sulle leggi e quando le facciamo, le approviamo per realizzarle, ho invece l'impressione che qua noi continuiamo a fare leggi con l'idea che non si debbano mai applicare!

PRESIDENTE. L'onorevole Steri rinuncia all'intervento, l'onorevole Mario Diana rinuncia all'intervento.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Anch'io rinuncio alla replica, voglio solo chiedervi due minuti di attenzione per precisare i termini quantitativi dello stanziamento sulla sanità. Per capirci: sino a questo anno, gli stanziamenti per la sanità funzionavano in questo modo, si accantonava in un fondo globale ben dotato che sfiorava i 3 miliardi di euro quanto si prevedeva di distribuire alle varie aziende sanitarie per la gestione, poi si prevedevano, in un altro capitolo a parte, le spese per la mobilità sanitaria, inoltre si prevedeva anche un altro capitolo dedicato alla copertura dei disavanzi degli anni precedenti.

Sostanzialmente, se avessimo deciso di continuare anche quest'anno così, avremmo dovuto stabilire quanto stanziare anche quest'anno da distribuire alle varie aziende considerando l'incremento fisiologico, quello che annualmente viene stabilito nella delibera CIPE, orientativamente e mediamente, che ha variato in questi anni fra il 2 e il 4 per cento, se non sbaglio. Quindi incrementare lo stanziamento dell'anno precedente di questo tanto di incremento fisiologico e poi prevedere però la copertura del disavanzo dell'anno precedente, non considerando che, non potendo al momento prevedere in un anno di abbattere il disavanzo dell'esercizio in corso, cioè di quello che è appena iniziato, la spesa sanitaria sostanzialmente veniva divisa in due parti, suddivisa artificiosamente in due bilanci distinti cioè rinviando all'anno successivo la copertura della perdita netta molto prevedibile, facilmente prevedibile, dell'anno per il quale si approvava il bilancio; tanto prevedibile questa perdita netta, il cosiddetto disavanzo, che infatti ogni anno si accantonava una somma per la copertura del disavanzo.

Aveva senso continuare così? Abbiamo proposto al Consiglio, insieme alla norma sostanziale, che dicesse che non si copre la spesa sanitaria in disavanzo, le aziende devono gestire a pareggio, mettendo anche una sanzione o precisandola meglio, più che altro, perché la sanzione di per sé esisteva, ma l'abbiamo precisata meglio, abbiamo proposto di stanziare quest'anno quanto previsto l'anno precedente, quanto dobbiamo prevedere quest'anno per coprire il disavanzo dell'anno scorso, e rimettere da subito al sistema delle aziende una somma congrua corrispondente al livello di servizio essenziale che la sanità deve garantire ai cittadini, in modo tale da dare un ordine e un vincolo a chi amministra la sanità ma anche la possibilità agli strumenti finanziari perché entro quest'anno potessero avere le risorse giuste.

Non c'è stato un incremento abnorme. E' abnorme l'andamento della spesa e dobbiamo metterci mano, ma l'incremento che noi abbiamo messo è stato addirittura ridotto e non solo, perché abbiamo dovuto ridurre a seguito del Decreto voluto dal Governo Monti, ma anche perché abbiamo deciso di non incrementare (incremento fisiologico) la somma prevista l'anno scorso, che era di 2 miliardi e 850 milioni, ma di aggiungere soltanto la spesa, la copertura del disavanzo precedente e poi una somma che inizialmente abbiamo calcolato in circa 260 milioni, quindi senza l'incremento fisiologico, ma con un incremento corrispondente soltanto alla media dei disavanzi degli ultimi anni, dando poi evidentemente indirizzi molto forti sul contenimento della spesa farmaceutica, della rete ospedaliera eccetera eccetera.

Questo era l'intendimento della Giunta, questa è la proposta che rimane, che non significa dire agli amministratori della sanità di spendere quanto vogliono, che non controlleremo e non daremo indirizzi, anzi si daranno indirizzi ma si dovrà una volta per tutte stabilire quanta parte di quei disavanzi o perdite nette è relativa a sprechi e quanta parte invece è in realtà ascrivibile a un incremento, ormai fisiologico, della spesa sanitaria, che non è più contenibile in quegli incrementi autorizzati dal Governo. Certo siamo a un bivio, Monti sta dicendo a tutti, anche in America, credo che gli sia stato chiesto, di contenere la spesa sanitaria per tutta l'Italia, per tutto il Paese. Questo è un problema che abbiamo tutti, che dovranno avere tutte le Regioni, ma guardando la serie storica degli stanziamenti, noi vediamo che certamente occorre una politica di razionalizzazione.

Attenzione a non considerare questo come un obbligo, diciamo, che non consideri che, per alcuni fattori particolarmente rilevabili, la spesa sanitaria comunque sta crescendo oggi più di quanto consentito dallo Stato. Tanto è vero che le Regioni ordinarie oggi sono in fortissima difficoltà, proprio sul problema della ripartizione del Fondo sanitario nazionale, da cui noi ovviamente siamo esclusi perché abbiamo un regime finanziario diverso, ma che, comunque, nell'ambito della prospettiva di come stabilire la spesa sanitaria giusta per i livelli essenziali di assistenza, rimane un grosso problema per il Paese e anche per la nostra Regione.

Comunque l'impegno della Giunta regionale è quello di dare degli indirizzi molto forti per il 2012, di voler condividere questa norma, che dà delle sanzioni più forti, più chiare, nei confronti degli amministratori e di verificare poi al termine dell'esercizio che cosa saremo riusciti a raggiungere.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Fois, relatore di maggioranza.

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 234, 114, 235, 115, 236, 116, 237, 117, 238, 5, 118 e 239, 119, 120, 240, 121, 241, 122, 242, 123, 243, 124, 244, 125, 245, 126, 246, 127, 247, 128, 248, 129, 249, 130, 250, 131, 251, 132, 252, 133, 253, 134, 254, 135, 255, 136, 256, 137, 257, 138, 258, 139, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 51, 148; si esprime parere contrario, invitando al ritiro, sull'emendamento numero 1; mentre si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 19 e 193…

PRESIDENTE. L'emendamento numero 19 è inammissibile.

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Mi sono distratto. Dicevo, si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 19…

STERI (U.D.C.-FLI). E' parzialmente inammissibile.

PRESIDENTE. Sì, ha ragione, è parzialmente inammissibile, quindi il parere qual è?

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Il parere è comunque favorevole per la parte ammissibile.

Per quanto riguarda tutti gli altri emendamenti, ci si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Mi scusi, intende dall'emendamento numero 193 in poi?

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Dall'emendamento numero 25 compreso, certo.

PRESIDENTE. Mi scusi, qual è il parere sull'emendamento numero 193?

FOIS (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.

Dall'emendamento numero 25 sino all'emendamento numero 66, ci si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme al parere espresso del relatore.

Per quanto riguarda gli emendamenti per i quali la Commissione si è rimessa all'Aula, la Giunta esprime parere favorevole sui propri emendamenti numero 25 e 23…

PRESIDENTE. Assessore La Spisa, mi scusi, può elencarli uno per uno?

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 25 e 23; sugli emendamenti numero 4 e 20 ci si rimette all'Aula. Sull'emendamento numero 22 si esprime parere favorevole ovviamente, perché è della Giunta.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 22 è inammissibile.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Scusate, non l'avevo segnato. Allora gli emendamenti numero 21 e 22 sono inammissibili. Sull'emendamento numero 336… Scusate l'ho saltato…

PRESIDENTE. L'emendamento numero 192 è ritirato.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 336.

PRESIDENTE. Anche sull'emendamento numero 363?

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Scusate, posso averlo? Grazie. Sull'emendamento numero 363, la Giunta si rimette all'Aula. Sull'emendamento numero 24…

PRESIDENTE. Mi scusi, l'emendamento numero 24?

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'emendamento numero 24 è ritirato. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 221 e 195; mentre si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 30 (con una integrazione che poi diremo), 340 e 341. Si invita al ritiro dell'emendamento numero 342, per un problema di copertura finanziaria di cui si è discusso in Commissione ed è sicuramente un problema importante.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Non comporta spesa!

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Noi crediamo che purtroppo comporti una spesa, si discuterà.

Si esprime infine parere favorevole sull'emendamento numero 343.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). L'emendamento numero 361 è ritirato, è un emendamento aggiuntivo all'emendamento numero 23.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, vorrei un chiarimento sull'ordine dei lavori. L'emendamento numero 19 è stato giudicato parzialmente ammissibile. Tornando all'emendamento numero 66, vorrei capire se c'è una parte parzialmente ammissibile.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 66 è stato dichiarato totalmente inammissibile.

CAPELLI (Gruppo Misto). Ho fatto un'altra domanda, Presidente. Visto che ci sono emendamenti giudicati parzialmente ammissibili, chiedo agli Uffici se l'emendamento numero 66 contiene una parte parzialmente ammissibile, per esempio quella che regolamenta l'indennità di carica per i presidenti dei consigli di amministrazione o, ancora, le modalità per la nomina dei direttori generali, oppure se esistono commi o parti dell'emendamento ammissibili.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, abbiamo il tempo per approfondire questo problema.

CAPELLI (Gruppo Misto). Aspetto, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012)" (332/S/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, in ragione di un'intesa raggiunta sull'ordine dei lavori, intendo dichiarare il ritiro degli emendamenti numero 114, 234, 115, 235, 236, 237, 116, 238, 117, 118, 239, 120, 240, 121, 241, 122 e 242. Sono diciassette emendamenti.

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, lei mantiene l'emendamento numero 5?

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sì.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sarei voluto intervenire prima, purtroppo sono decaduto. Credo che questo emendamento sia importante perché si va a intervenire in maniera molto populista riguardo un aspetto centrale sul futuro della nostra Regione. Vogliamo una Regione sempre più concentrata su Cagliari, sempre più "Cagliari-centrica"? Non tagliamo il 20 per cento alle missioni, tagliamone il 50! Poi non lamentiamoci però se non riusciamo a spendere i soldi, se non riusciamo a fare le conferenze di servizio, non lamentiamoci se, quando c'è da fare una conferenza di servizio, al Comune di La Maddalena, il funzionario dichiara, a giugno, che non ci sono più i soldi per le missioni, e chiede che si venga in trenta, a Cagliari, nel suo ufficio, e che si faccia un po' di attesa, perché non si può permettere altro; la Regione Cagliari non è più nel territorio. Credo che non ci sia norma più sbagliata, dopo aver soppresso tutta la Regione che era presente nel territorio, dalle aziende di soggiorno agli enti provinciali per il turismo, di quella diretta a concentrare tutto su Cagliari. Tagliamo anche la possibilità che i funzionari e i dirigenti si muovano e vadano nel territorio, blocchiamo loro questa possibilità, evitiamo che partecipino alle conferenze dei servizi, e così vedremo che aumenteranno i residui, vedremo che ci sarà sempre maggiore difficoltà a stare vicino agli enti locali, a far funzionare la Regione, se non per il Comune di Cagliari e per i pochi comuni dell'hinterland cagliaritano, i quali avranno il vantaggio di poter interloquire direttamente con la Regione.

Credo che questa sia la scelta fondamentale che si sta facendo e, parallelamente a questa, si sta facendo l'altra scelta di puntare sul turismo; si aumenta la partecipazione alle fiere turistiche, ma si impedisce al funzionario di poter partecipare! Vorrei capire, tagliando le spese del 2009, con i costi della benzina, dei carburanti, che sono raddoppiati, come si potranno fare missioni dopo il 30 giugno. Quindi, io mantengo l'emendamento, verrà bocciato, però, tra qualche tempo, non ci potremo lamentare se aumenteranno ancora i residui.

PRESIDENTE. Subito dopo la votazione nominale sull'emendamento numero 5, prego i Presidenti di Gruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza perchè ho bisogno di conferire sul prosieguo dei lavori.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Manca e Uras hanno votato a favore e che i consiglieri Bardanzellu, Contu Mariano, Espa e Sanna Giacomo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Capelli - Cocco Daniele - Corda - Cuccureddu - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Mulas - Porcu - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Soru - Steri - Tocco - Vargiu.

Si sono astenuti i consiglieri: Cocco Pietro - Cossa - Dedoni - Fois - Mula - Sanna Matteo - Stochino.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 56

astenuti 7

maggioranza 29

favorevoli 20

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Comunico che la consigliera Greco è rientrata dal congedo.

Il Consiglio è convocato domani, venerdì 17 febbraio, alle ore 10 e 30 per l'esame del testo unificato numero 343-354 (Parte I/A).

La seduta è tolta alle ore 19 e 20.