Seduta n.182 del 01/02/2011 

CLXXXII SEDUTA

Martedì 1° febbraio 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 12.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 10 gennaio 2011 (175), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Mario Bruno, Simona De Francisci, Rosanna Floris, Gavino Manca e Marco Meloni hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 1° febbraio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru:

Misure e strategie programmate per prevenire e contrastare l'insorgenza, la crescita e la diffusione dei comportamenti persecutori indicati con il termine "stalking".
(Pervenuta il 28 gennaio 2011 e assegnata alla settima Commissione)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Cuccu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato d'attuazione delle linee guida dei piani locali unitari dei servizi." (132)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, per un intervento presso il Governo nazionale affinché, in deroga al blocco delle assunzioni, immetta in ruolo gli ultimi restanti della graduatoria per ispettore del lavoro." (141)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del Centro di procreazione medicalmente assistita che ha arrecato gravi disagi ai pazienti in cura e ha gravemente leso e discriminato i diritti delle donne sarde." (286)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Milia, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione in cui versa la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe." (299)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Bruno - Espa - Caria - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla trasformazione dell'IPAB Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe in azienda pubblica di servizi alla persona." (304)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Ladu, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure di conferimento degli incarichi dirigenziali di direttore di Distretto socio-sanitario presso l'Azienda sanitaria di Nuoro." (328)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata compilazione e inoltro al Ministro della pubblica amministrazione del questionario relativo alla dotazione di auto blu." (349)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione economica della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e sulla necessità di uscire dall'indecisione politica." (353)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)


"Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sugli ostacoli che impediscono l'attuazione del Piano di azione per il superamento del digital divide e la connessione adsl alla rete internet nelle borgate agricole di Sassari." (461)

(Risposta scritta pervenuta il 19 gennaio 2011)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interrogazione Manca - Bruno - Meloni Valerio - Caria - Espa - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del personale medico e sanitario della ASL n. 1 di Sassari." (484)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dell'ordine pubblico nella Provincia di Olbia-Tempio, con particolare riferimento alla città di Olbia ed alla carenza di personale, infrastrutture e mezzi delle forze dell'ordine." (485)

"Interrogazione Porcu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sull'inopportunità dell'avviso di mobilità regionale per un posto di dirigente medico nella disciplina di radiologia nell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari." (486)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nella procedura di decentramento delle farmacie della città di Cagliari." (487)

"Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sul presunto utilizzo di forme di lavoro interinale e/o con contratto atipico o sulle eventuali deroghe assessoriali concesse per esigenze di personale nelle ASL, anche con qualifica di operatore socio-sanitario, stante il blocco delle assunzioni, come da deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 2010, e le graduatorie concorsuali delle ASL ancora valide." (488)

"Interrogazione Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Porcu - Espa - Moriconi - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'abrogazione della norma istitutiva delle zone franche urbane e sull'istituzione delle zone a burocrazia zero." (489)

"Interrogazione De Francisci, con richiesta di risposta scritta, relativamente ai disagi provocati dalla compagnia aerea Ryanair ai passeggeri sardi respinti all'imbarco nonostante presentino una denuncia di furto o smarrimento del documento di identità personale." (490)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Steri - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu sul finanziamento a valere sui fondi della formazione professionale del corso per pilota di aerei leggeri." (184)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Capelli - Salis - Mariani sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla." (185)

"Interpellanza Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Moriconi - Porcu - Soru - Agus - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio sul trasferimento degli uffici dell'Agenzia provinciale del Territorio da Via Cesare Pintus a Via Jenner." (186)

"Interpellanza, Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sul gravissimo danno ambientale causato dal riversamento di oli combustibili della E.ON sulle coste del nord Sardegna." (187)

"Interpellanza Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo sulle nomine a primario della ASL n. 5 di Oristano." (188)

"Interpellanza Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla difficoltà di accesso agli atti della Giunta regionale, del Presidente della Regione e sulla mancata applicazione dell'ordine del giorno n. 44 approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 12 gennaio 2011." (189)

"Interpellanza Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Caria - Cocco Pietro - Solinas Antonio sull'incidente ambientale di Porto Torres." (190)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla chiusura dei punti nascita dei piccoli ospedali e sulla necessità di un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale." (106)

PRESIDENTE. Constatata la scarsa presenza di consiglieri in Aula, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 21, viene ripresa alle ore 10 e 35.)

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze. Per prima viene svolta l'interpellanza numero 182.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Capelli - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Mariani - Sanna Matteo - Sanna Gian Valerio - Cuccureddu sulla illegittimità dei concorsi banditi dall'AREA.

I sottoscritti,

PREMESSO che con determinazione del 29 dicembre 2010 il sostituto del Direttore generale f.f. dell'AREA ha bandito tre concorsi pubblici con il riconoscimento delle premialità previste dall'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007 per l'assunzione a tempo indeterminato di complessive nuove 24 unità lavorative;

RILEVATO che l'indizione dei bandi di concorso è avvenuta senza previa obbligatoria attivazione della procedura di mobilità esterna, avendo "il Consiglio di amministrazione, nella seduta del 14/12/2010, preso atto che il procedimento di mobilità esterna risulta inadeguato alla particolare natura dell'Azienda che accorpando tutti gli I.A.C.P. dell'Isola rappresenta attualmente l'unico ente sardo con orientamento specialistico alla formazione e alla gestione del patrimonio edilizio residenziale pubblico";

RISCONTRATO che quanto deliberato dal consiglio di amministrazione dell'azienda contrasta gravemente con il disposto dell'articolo 6, comma 2, e dell'articolo 16, comma 3, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31, e dell'articolo 21 del vigente regolamento di organizzazione dell'AREA;

CONSIDERATO altresì che dalla data della sua istituzione (1° gennaio 2007) l'Azienda ha già trasferito nel proprio ruolo organico diversi ex dipendenti di enti locali, tra cui l'attuale sostituto del direttore generale f.f., peraltro senza che venisse attivata alcuna procedura di mobilità,

chiedono di interpellare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere quali provvedimenti intendano adottare affinché l'AREA provveda al più presto all'annullamento dei concorsi per le categorie B, C e D, illegittimamente banditi con la determinazione di cui in premessa.)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Capelli per illustrare l'interpellanza. Ha a disposizione cinque minuti di tempo per l'illustrazione.

CAPELLI (Gruppo Misto). Colleghi, Assessori… Presidente se ritiene opportuno che illustri l'interpellanza vorrei meno brusio...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Capelli. Prego i colleghi di mostrare rispetto nei confronti dell'onorevole Capelli che deve illustrare l'interpellanza.

CAPELLI (Gruppo Misto). Assessore, come le è noto, con determinazione del 20 dicembre 2010, determinazione assunta dal sostituto direttore generale facente funzioni dell'AREA (l'ennesimo direttore generale a tempo che l'AREA schiera in questo inizio di legislatura), l'Azienda approva l'elenco inerente la situazione di vacanza del personale dipendente e il bando di mobilità interna ai fini dell'indizione di tre concorsi pubblici poi effettivamente banditi.

In questa determina sono espressamente richiamati l'articolo 21 del Regolamento di organizzazione dell'Azienda e l'articolo 6, secondo comma, della legge numero 31. L'articolo 21 del Regolamento testualmente recita: "…per la copertura dei posti vacanti, l'Azienda farà ricorso a procedure di mobilità interna su richiesta del personale interessato e di mobilità compartimentale e/o intercompartimentale"; mentre l'articolo 6 della legge numero 31 prevede che l'amministrazione e gli enti curino l'ottimale distribuzione delle risorse umane attraverso coordinati processi di mobilità interna ed esterna.

Ciononostante il successivo 29 dicembre, in sede di approvazione dei bandi di concorso, lo stesso sostituto direttore generale facente funzioni di AREA decideva di bandire tre concorsi pubblici per la copertura complessiva di 26 posti senza la previa obbligatoria attivazione della procedura di mobilità esterna, e ciò in quanto (così si legge nel provvedimento) "il Consiglio d'amministrazione" superando la legge, ribadisco, superando la legge, "nella seduta del 14/12/2010" e, quindi, addirittura in data antecedente alla determinazione sopra citata "…ha preso atto che il procedimento di mobilità esterna risulta inadeguato alla particolare natura dell'azienda che, accorpando tutti gli IACP dell'isola, rappresenta attualmente l'unico ente sardo con orientamento specialistico alla formazione e alla gestione del patrimonio edilizio residenziale", cioè il Consiglio di amministrazione supera il dettato di legge.

Sul punto, sarebbe opportuno, sarebbe piacevole, Presidente, capire quale specifica professionalità, non acquisibile per esempio presso il Consiglio regionale, possa essere richiesta per fare il commesso presso l'azienda AREA o comunque per collaborare con dirigenti transitati direttamente da diversi enti locali senza partecipare ad alcuna procedura di mobilità.

Risulta evidente che la procedura per i bandi di questi concorsi è palesemente illegittima ed espone l'Azienda, richiamo l'attenzione dell'Assessore e del Consiglio, a sicuri ricorsi (parrebbe ce ne sia già uno in atto); per questo motivo i bandi devono essere annullati. Ma merita un'attenzione particolare il numero dei posti messi a concorso. Porto all'attenzione dell'Assessore, ed è tutto verificabile sul sito dell'AREA, che a fronte di una dotazione organica di 180 unità (è stata consegnata anche a noi in sede di audizione della terza Commissione per la finanziaria), approvata il 26 giugno del 2007, attualmente sono in servizio 176 dipendenti a tempo indeterminato. Non si spiega dunque con quale formula matematica o con quale alchimia e con quali criteri siano stati individuati 26 posti da coprire per il presunto completamento della pianta organica.

E' noto a tutti noi, e alcuni colleghi hanno già fatto conoscere la loro posizione, che oltre al caos economico in questa Agenzia regna il caos amministrativo. Vorrei recuperare un minuto, Presidente; infatti posti di istruttore tecnico vengono coperti attingendo dalla graduatoria di istruttore amministrativo, ancora, posti di funzionario amministrativo vengono coperti attingendo dalla graduatoria di funzionario informatico, posti di funzionari in aspettativa per mandato politico vengono coperti con nuovi assunti in sovrannumero a tempo indeterminato, posti di funzionario in comando presso altra amministrazione messi a concorso, dirigenti valutati appena sufficienti promossi a ruoli superiori, come dire: "Chi fa poco e male merita la promozione".

Io credo che l'Assessore avrà modo nella sua replica di certificare quanto io ho sostenuto e che è certificato in ogni caso dagli atti; segnalo all'Assessore, alla Giunta e al Consiglio che per la stessa procedura il comune di Follonica è sotto osservazione della procura della Repubblica che ha avviato una inchiesta tuttora in corso.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.Signor Presidente, colleghi del Consiglio, devo premettere che l'AREA, in materia di concorsi per l'assunzione del personale, dispone di un'ampia discrezionalità. L'articolo 20 della legge istitutiva attribuisce all'Agenzia il potere di regolamentare autonomamente l'accesso all'impiego e di stabilire i relativi requisiti. Lo stesso articolo, come noto, stabilisce anche che al personale dell'Azienda si applicano le norme dello stato giuridico del personale della Regione, ossia la legge numero 31, ma esclude espressamente l'applicazione delle norme relative alla organizzazione degli uffici.

L'organizzazione è disciplinata con l'apposito Regolamento approvato dal Consiglio di amministrazione di AREA con delibera 13/4 del 19 aprile 2007. È da dire che l'articolo 21 di detto Regolamento dispone che i concorsi, o le selezioni per le assunzioni in AREA devono sottostare a tre condizioni particolari: l'adozione della pianta organica; l'approvazione del piano di fabbisogno triennale; l'apertura di procedure di mobilità. Gli atti relativi all'adozione della pianta organica e all'approvazione del piano di fabbisogno triennale sono soggetti al controllo di legittimità e di merito ai sensi della legge numero 14 del '95, come integrata dalla legge numero 5 del 2009.

A oggi questi atti, onorevole Capelli, non risultano trasmessi per il controllo per quanto riguarda la pianta organica, o sono stati trasmessi in forma del tutto carente per l'esercizio del controllo per quanto attiene alla delibera di approvazione del piano del fabbisogno triennale. C'è da dire, in ordine alla deliberazione di AREA concernente il programma di reclutamento del personale, che l'Assessorato degli affari generali e del personale ha chiesto al suddetto ente, in data 26 gennaio 2011, l'inoltro degli atti mancanti essenziali per l'esercizio del controllo dovuto. È evidente che l'inefficacia degli atti presupposti determinerebbe l'inefficacia dei bandi di concorso di cui l'Assessorato è venuto a conoscenza solamente a seguito della pubblicazione sul Buras del 31 dicembre 2010.

Per quanto concerne la procedura di mobilità, che deve precedere il concorso, anche questo aspetto sarà oggetto di valutazione da parte dell'Amministrazione regionale. Questo perché personalmente ritengo che il procedimento di mobilità esterna è una condizione essenziale, oltreché dovuta, perché anche in Sardegna soprattutto negli enti locali maggiori, nelle città, le attività dei disciolti IACP hanno avuto il supporto, specie nella gestione dei programmi di edilizia popolare, di personale con orientamento specifico, specialistico, alla formazione e alla gestione del patrimonio edilizio residenziale pubblico.

Ciò detto ne consegue che l'Assessorato degli affari generali e del personale, competente per materia, promuoverà l'annullamento degli atti non conformi alle norme, una volta esauriti tutti i dovuti accertamenti.

C'è da dire che l'interpellanza offrirebbe anche l'opportunità di una valutazione politica, non solo giuridica e organizzativa, dei nuovi strumenti operativi dei quali la Regione sarda si è dotata. Anche le denunce in ordine alle agenzie e agli enti, di pochi giorni fa, sulla stampa meriterebbero un approfondimento, ma questo sarà oggetto di ulteriore dibattito in Consiglio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Capelli per dichiarare se è soddisfatto.

CAPELLI (Gruppo Misto). Direi che quanto riferito dall'Assessore dà piena soddisfazione dell'interpellanza stessa. Auspico che la Giunta vigili in tempi brevi perché tutto venga svolto in termini di legittimità. Aggiungo a quello che ha detto correttamente, Assessore, che mal si spiega come mai viene assunto dallo stesso Consiglio di amministrazione che "seguito della specificità e dell'alta professionalità richiesta per l'orientamento specialistico alla formazione e alla gestione del patrimonio edilizio residenziale pubblico…" però, come sottolineo nell'interpellanza stessa, va considerato che proprio dalla data della sua istituzione (1° gennaio 2007), l'Azienda ha già trasferito nel proprio ruolo organico diversi ex dipendenti degli enti locali, tra cui l'attuale sostituto direttore generale facente funzioni.

Aggiungo inoltre, ma questo sarà occasione di confronto spero in quest'Aula, in altri termini, in altre occasioni, e magari richiamato nelle prossime interpellanze, che andrà verificato anche come mai alcuni direttori generali svolgono duplice mansione, essendo convenzionati o prestatori d'opera degli enti locali e, contestualmente, direttori generali anche di un'agenzia regionale. Questo glielo comunico, e la prego di verificare quanto le sto dicendo, ma ci sarà sicuramente occasione in quest'Aula perché si possa finalmente fare piena luce sulla legittimità degli atti posti in essere da questa Giunta, o da chi ne ha titolo, nel riconoscimento del criterio di meritocrazia, di diritto e di legittimità nelle nomine che sono state fatte negli ultimi anni, per non tornare indietro negli ultimi decenni.

PRESIDENTE. Passiamo ora all'interpellanza numero 137/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Milia - Sanna Giacomo - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Dessì - Maninchedda - Obinu - Oppi - Planetta - Solinas Christian - Steri sulla nomina del direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

I sottoscritti,

premesso che:

- con deliberazione della Giunta regionale n. 7/20 del 18 febbraio 2010 è stato nominato direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale il dott. Massimo Temussi sul presupposto che lo stesso sia "in possesso dei requisiti richiesti dall'art. 29, comma 1, della legge regionale n. 31/1998 per il conferimento delle funzioni di direttore generale a dirigenti esterni";

- in forza del citato articolo 29, comma 1: "1. Le funzioni di direttore generale possono essere conferite anche a persone estranee all'Amministrazione e agli enti, in possesso del diploma di laurea, che abbiano capacità adeguate alle funzioni da svolgere ed abbiano svolto per almeno un quinquennio funzioni dirigenziali in organismi ed enti pubblici o privati o aziende pubbliche o private. Tali funzioni possono essere conferite per non più di un quinquennio, rinnovabile per una sola volta nel limite del 20 per cento del totale delle direzioni generali.";

- il dott. Temussi, invece, risulta aver svolto attività:

- quale dipendente dell'Università di Sassari dal 1° febbraio 2002 con qualifica EP (e dunque non dirigenziale) e, per giunta, senza che risulti neanche l'affidamento a titolo interinale della direzione di una struttura complessa o assimilata formalmente istituita;

- successivamente quale incaricato a tempo determinato ai sensi dell'articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 in forza della deliberazione del direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari n. 19 del 19 settembre 2007, e si richiamano al proposito i noti rilievi più volte sollevati circa la legittimità degli incarichi attribuiti in forza del citato articolo 15 septies;

- infine, quale dirigente a tempo indeterminato in forza della deliberazione del direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari n. 461 del 10 luglio 2009;

- la nomina, pertanto, non pare conforme al dettato dell'articolo 29, comma 1, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31, non risultando che il dott. Temussi sia in possesso dei requisiti ivi previsti per poter essere nominato direttore generale, non avendo svolto per almeno un quinquennio funzioni dirigenziali e con la relativa qualifica;

- alla luce di quanto esposto, si ritiene vi siano i necessari presupposti per procedere all'apertura del procedimento di ritiro della nomina stessa non risultando che lo stesso sia in possesso dei requisiti prescritti dalla vigente normativa,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere se intendano intervenire in autotutela per rimuovere i segnalati atti illegittimi, ovvero quali siamo i motivi che ostino a tale iniziativa. (137).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Giacomo Sanna per illustrare l'interpellanza.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, le comunico, forse non rispettando la prassi, che non illustrerò l'interpellanza; ma le chiedo formalmente, a nome mio e di tutti i firmatari dell'interpellanza, di poter coinvolgere nella volontà di ripristinare la legalità, che sta venendo meno, la Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali presieduta dell'onorevole Uras. Ritengo infatti che tutti i direttori generali e tutti i commissari, da poco nominati nelle ASL, debbano avere determinati requisiti, e che quei requisiti debbano essere accertati sino in fondo dalla Commissione d'inchiesta, alla quale vanno consegnati, rivolgo a lei l'appello in tal senso, l'interpellanza e gli atti necessari.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, procederemo a norma di Regolamento, quindi l'interpellanza verrà trasmessa alla Commissione d'inchiesta.

Passiamo ora alle interpellanze numero 22/A, 90/A e 116/A.

(Si riporta di seguito il testo delle interpellanze:

Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi sulla sorte dei beni dell'ente poste di cui sia cessata la destinazione ad uso istituzionale.

I sottoscritti,

premesso che sul quotidiano l'Unione Sarda del 4 luglio 2009 è stata pubblicata la notizia secondo cui l'ente Poste avrebbe intenzione di alienare a terzi l'immobile storico sito in Cagliari, nella piazza del Carmine;

rilevato che ai sensi dell'articolo 14 del legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, contenente lo Statuto della Regione Sardegna; "1. La Regione, nell'ambito del suo territorio succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. 2. I beni e i servizi connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione" e che tale principio ha ricevuto conferma anche nelle norme di attuazione dello Statuto, che pure hanno valenza di disposizioni di rango costituzionale, da ultimo con il decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267;

considerato che, in forza di tali disposizioni, non è contestabile che tutti i beni appartenenti allo Stato devono necessariamente essere trasferiti alla Regione non appena cessi la loro destinazione ad uso istituzionale e che in tale obbligo sono ricompresi pure i beni di titolarità delle aziende dello Stato (ancorché successivamente soppresse o modificate nella loro natura);

ritenuto, pertanto, che anche i beni dell'ente Poste e, comunque, di tutte le altre aziende statali tra le quali, ad esempio, le Ferrovie dello Stato, acquisiti da detti enti prima della loro trasformazione devono essere trasferiti alla Regione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere quali iniziative, anche giudiziarie, abbiano adottato o intendano adottare per scongiurare che i beni già appartenenti alle Poste ed alle altre aziende autonome dello Stato siano sottratti all'applicazione delle previsioni dell'articolo 14 dello Statuto e delle successive disposizioni di attuazione. (22)

Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi sulla sorte dei beni demaniali in uso al Ministero della difesa e non destinati ad uso istituzionale.

I sottoscritti,

premesso che sui quotidiani locali è stata pubblicata la notizia secondo cui il Ministero della difesa (e, per la precisione, il Sottosegretario alla difesa Guido Corsetto) ha manifestato l'intenzione di procedere all'alienazione di taluni beni demaniali siti all'Asinara e a San Vero Milis;

rilevato che ai sensi dell'articolo 14 del legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, contenente lo Statuto della Regione Sardegna "1. La Regione, nell'ambito del suo territorio succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. 2.I beni e i servizi connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione" e che tale principio ha ricevuto conferma anche nelle norme di attuazione dello Statuto, che pure hanno valenza di disposizioni di rango costituzionale, da ultimo con il decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267;

considerato che in forza di tali disposizioni non è contestabile che tutti i beni appartenenti allo Stato devono necessariamente essere trasferiti alla Regione non appena cessi la loro destinazione ad uso istituzionale;

rilevato che tale manifestazione di volontà ha quale suo presupposto necessario che sia cessata la destinazione dei beni stessi ad uso istituzionale;

ritenuto, pertanto, che si sono verificati i presupposti previsti dalle disposizioni in precedenza richiamate affinché i beni succitati siano trasferiti alla Regione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere:

1) quali iniziative, anche giudiziarie, siano state adottate o intendano adottare per ottenere l'immediato trasferimento alla Regione dei beni in premessa citati in applicazione delle previsioni dell'articolo 14 dello Statuto e delle successive disposizioni di attuazione;

2) quali iniziative intendano adottare per accertare che non vi siano anche altri beni demaniali in uso al Ministero della difesa nelle stesse condizioni e che, pertanto, devono essere trasferiti alla Regione, sempre in applicazione delle previsioni dell'articolo 14 dello Statuto e delle successive disposizioni di attuazione. (90)

Interpellanza Bruno - Sanna Gian Valerio sull'attuazione dell'accordo di programma sottoscritto il 7 marzo 2008 tra la Regione Sardegna, il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio.

I sottoscritti,

premesso che:

- ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna (legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3), "la Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo" e che tale principio ha trovato conferma anche nelle norme di attuazione dello Statuto, che hanno valenza di disposizioni di rango costituzionale, da ultimo con il decreto 18 settembre 2006, n. 267;

- tra i beni indicati dall'Agenzia del demanio in attuazione del cosiddetto federalismo demaniale vengono elencati 134 beni situati in Sardegna, rientranti nella fattispecie del citato articolo 14 dello Statuto;

- vistele intese istituzionali siglate in data 10 novembre 2006 e 28 marzo 2007 tra la Regione Sardegna e il Ministero della difesa, che hanno per oggetto la dismissione e il trasferimento in proprietà alla Regione di numerose infrastrutture appartenenti allo Stato, per le quali sono venute meno le esigenze connesse all'interesse e alla difesa nazionale;

- considerato:

- l'accordo di programma sottoscritto in data 7 marzo 2008 tra la Regione Sardegna, il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio nel quale sono definite le procedure, i tempi e le modalità di dismissione degli immobili di cui è stato accertato il non utilizzo da parte delle amministrazioni dello Stato;

- altresì, che tra i beni elencati dall'Agenzia del demanio nell'ambito del cosiddetto federalismo demaniale vi sono immobili che avrebbero già dovuto essere nella disponibilità piena della Regione;

- vista la deliberazione della Giunta regionale n. 18/18 del 26 marzo 2008 con la quale veniva disposta l'assegnazione ai comuni di parte dei beni trasferiti alla Regione Sardegna dagli accordi del 7 marzo 2008;

- rilevatoche i beni individuati negli allegati agli accordi richiamati, oltre che per la loro importanza sotto il profilo meramente economico, rappresentano un patrimonio di valore inestimabile per l'intera comunità regionale;

- ritenuto opportuno e urgente acquisire definitivamente al patrimonio della Regione gli immobili trasferiti alla Regione Sardegna con gli accordi sottoscritti il 7 marzo 2008 e gli altri che dovessero essere nel frattempo trasferiti al patrimonio regionale,

- chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

quali iniziative siano state adottate per ottenere il trasferimento immediato dei beni demaniali citati in premessa, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto, delle sue successive disposizioni di attuazione e delle intese istituzionali e degli accordi di programma stipulati;

se non ritenga che l'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto di specialità non rivesta fonte gerarchicamente sovraordinata rispetto alle disposizioni in decreto sul federalismo demaniale, recentemente adottate dal Governo nazionale;

se non ritenga opportuno dare immediata attuazione all'accordo di programma sottoscritto in data 7 marzo 2008 tra la Regione Sardegna, il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio nel quale sono definite procedure, tempi e modalità di dismissione degli immobili di cui è stato accertato il non utilizzo da parte delle amministrazioni dello Stato.)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Steri per illustrare le interpellanze numero 22 e 90.

STERI (U.D.C.). Presidente, abbiamo presentato due interpellanze, che illustro congiuntamente, in merito a comportamenti ora dell'ente Poste, ora del Ministero della difesa contrastanti con lo spirito dell'articolo 14 dello Statuto e con le relative norme di attuazione. A oggi questi comportamenti denunciati non hanno avuto seguito, però rimane fermo che costituiscono un grave segno della volontà di non dare piena attuazione all'articolo 14; ed è di questo articolo che dobbiamo parlare.

Nella scorsa legislatura, in attuazione dell'articolo 14, sono stati sottoscritti tre protocolli d'intesa. Uno è relativo alle saline di Cagliari e al trasferimento di tutto il complesso immobiliare ivi situato in favore della Regione; è stato sottoscritto anche l'atto di trasferimento, ma a oggi la Regione non ha portato a termine tutti gli atti relativi al trasferimento e all'acquisizione delle saline, che sarebbero essenziali per sviluppare il parco.

Vi è un secondo protocollo d'intesa, collegato al G8, sui beni militari da dismettere, del quale recentemente sono stati prorogati i termini, ma che dal punto di vista pratico non ha avuto comunque attuazione. Un terzo protocollo d'intesa, riguardante tutti i beni dello Stato trasferiti alla Regione,individua in una serie di allegati quei beni per la cui disponibilità l'amministrazione regionale, congiuntamente con l'Agenzia del demanio, deve compiere un insieme di adempimenti.

Dovevano essere individuati dei beni a cui doveva essere apposto o meno il vincolo culturale, per altri beni era incerto se vi era il titolo per il trasferimento o meno. Quindi c'è un insieme di attività che devono essere poste in essere per poter dare attuazione a questo protocollo d'intesa. Vi è poi il problema di ampliare il raggio di azione nei confronti di ulteriori beni appartenenti alle soppresse aziende statali. E' il caso dell'ente Poste, è il caso delle Ferrovie dello Stato, è il caso dei Monopoli. Con i Monopoli, come sicuramente è noto a tutti, gli accordi sono stati definiti, è stato da ultimo definito anche il trasferimento del compendio di Sant'Elia, ed è in corso il trasferimento delle saline di Sant'Antioco.

Nulla consta invece di quanto è stato operato per ottenere il trasferimento dei beni che facevano capo al "48", all'Ente Poste e alle Ferrovie dello Stato che, ove dismessi, devono rientrare nel patrimonio della Regione. Faccio un esempio: a Cagliari a fianco alla stazione delle Ferrovie vi è un'area adibita a parcheggio aperto al pubblico, quindi è un'area che, non essendo più connessa con l'attività specifica delle Ferrovie dello Stato, avrebbe dovuto essere trasferita alla Regione sarda. Vediamo pertanto che, pur in presenza dei protocolli d'intesa, pur in presenza di un accordo raggiunto nel 2008 sull'articolo 14 e sulla sua interpretazione, da parte dell'Amministrazione statale e delle ex Aziende autonome non vi è un riscontro e non viene data attuazione agli impegni aventi rilevanza costituzionale.

Con queste due interpellanze - le ho illustrate congiuntamente perché inerenti la stessa materia, si voleva richiamare l'attenzione della Giunta regionale sulla necessità di adoperarsi con la massima celerità per completare il protocollo d'intesa sulle saline e il trasferimento alla Regione del bene (ripeto che gli atti sono già stati sottoscritti); deve essere consegnato alle saline dello Stato un immobile che era stato deciso di destinare all'amministrazione dei Monopoli che, in cambio, dismetteva il ben più ampio e complesso patrimonio immobiliare. Questo è il primo problema.

Secondo problema: dare completa attuazione al protocollo d'intesa di base che prevedeva il trasferimento di tutti i beni non più destinati ad uso statale, con tutte le conseguenti incertezze. Terzo problema: dare effettiva attuazione al protocollo d'intesa sui beni del Ministero della difesa la cui validità è stata prorogata recentemente; a questo scopo occorre ovviamente reperire le necessarie risorse per cui la Giunta ci dovrà far avere dei calcoli per sapere quali somme bisogna mettere in ballo, chiaramente nel collegato. Quarto problema: si chiede che cosa intende fare la Regione per rivendicare quei beni di Ente Poste e di Ente Ferrovie che competono allo Stato, talora alienati.

E' un problema estremamente rilevante anche quest'ultimo; pensate a tutti i beni di proprietà delle Ferrovie che devono essere dismessi a Olbia, non devono essere assolutamente ceduti ai privati ma devono entrare in possesso della Regione sarda. Anche l'attuazione del protocollo d'intesa base richiama l'attenzione sul fatto che non bisogna limitarsi ad acquisire i beni che, è stato detto, sono di competenza della Regione, non bisogna limitarsi a svolgere accertamenti previsti ma bisogna che la Regione tenga sempre e continuamente sotto vigilanza e sotto controllo tutta la situazione dei beni dello Stato. Anche in questo caso un esempio vale per tutti; riguardo al campo Rossi appiamo benissimo che una serie di attività che in esso si svolgono sono gestite non direttamente dall'Amministrazione militare ma attraverso una serie di convenzioni e sub-concessioni con tanto di servizio e quant'altro. Di conseguenza, abbiamo di fronte una situazione che a mio avviso fa rinascere il diritto della Regione di chiedere e di ottenere il trasferimento di questo bene.

Ribadisco che con la presentazione di queste interpellanze si è voluto richiamare l'attenzione sul problema per sollecitare in primo luogo la Giunta a svolgere un'azione incisiva che, siamo sicuri, il neo Assessore porrà in essere con la massima sollecitudine.

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza numero 116.

Ha facoltà di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per illustrare l'interpellanza.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, mi rimetto in gran parte all'illustrazione del collega Steri, con una particolarità di inquadramento della problematica utile ai colleghi.

Queste interpellanze nascono all'indomani della divulgazione sugli organi di stampa di una ipotesi di alienazione da parte dello Stato o, per meglio dire, di valorizzazione dei beni immobiliari di proprietà dello Stato, nella fattispecie le torri costiere e altri presidii, peraltro anche di valenza storico culturale, da parte del Ministero; quindi queste interpellanze rappresentano una reazione immediata volta a stimolare la Giunta ad assumere una iniziativa più coerente e più stringente in ordine alla rivendicazione dell'applicazione delle norme statutarie.

In effetti c'è del singolare in questa vicenda; per rendersene conto basterebbe leggere la lettera che il Sottosegretario alla difesa, l'onorevole Crosetto invia al comune di San Vero Milis in ordine alla torre costiera che il comune rivendica da decenni. Incredibilmente questo sottosegretario, che sembra più che altro un agente immobiliare, scrive che, proseguendo nel cammino intrapreso lo scorso anno con il salone della proprietà immobiliare di Cannes, il Ministero della Difesa parteciperà con un proprio stand espositivo al Tourism Real Estate Expo che si svolgerà in una sede pregevole nel prossimo anno e in quella sede continuerà a proporre la valorizzazione a finalità turistica di questi beni.

Ora, la sfacciataggine con la quale il sottosegretario espone beni della Regione sarda al commercio turistico immobiliare è qualcosa di realmente preoccupante, che motiva oltremodo la nostra iniziativa volta a costringere gli organi dello Stato ad attenersi scrupolosamente agli accordi presi con la Regione Sardegna e quindi al rispetto sostanziale dell'articolo 14 del nostro Statuto. Questo è il motivo, a sottintendere che purtroppo fra gli organi dello Stato non c'è ancora totalmente la piena consapevolezza che la specialità della nostra autonomia deve essere letta in termini diversi anche dal punto di vista del comportamento degli organi dello Stato nei nostri confronti.

Questi atteggiamenti, queste parole, danno l'idea di una sottovalutazione della nostra autonomia che solo per questo merita una presa di posizione puntuale e netta da parte del Governo regionale. Questo giusto per spiegare l'esigenza di sollecitare (so che non ce n'è bisogno ma ogni tanto condividere aiuta a sostenere queste battaglie) la Giunta regionale a non fare nessun passo indietro rispetto alla richiesta di alienare a favore della Regione i beni che lo Stato non ha più interesse o utilità a tenere nel proprio demanio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica che, trattando le tre interpellanze materia analoga, risponderà congiuntamente.

RASSU, Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Signor Presidente, ringrazio i colleghi firmatari dell'interpellanza che danno l'occasione alla Giunta di rispondere su un tema specifico così attuale. Sono d'accordo nell'ammettere che la sollecitazione dell'Aula verso la Giunta su questi temi è senz'altro giustificata per non lasciare adito a interpretazioni dubbie. Voglio rassicurare che da parte dell'Assessorato degli enti locali finanze ed urbanistica c'è la massima attenzione su queste problematiche; e se dovessi elencare le fattispecie e le caratteristiche catastali e di consistenza di tutti i beni che fanno parte dell'Accordo di programma del 2008, quelli immediatamente dismissibili, quelli che debbono essere ancora dismessi, ci vorrebbero almeno due ore.

Sono state riportate due notizie allarmanti, e a queste rispondo. La prima notizia apparsa sulla stampa ventilava l'ipotesi che le Poste intendessero vendere lo storico immobile dove attualmente sono ubicate le Poste centrali di Cagliari, in piazza del Carmine. A questa notizia ha fatto immediatamente seguito una nota della Direzione generale dell'Assessorato degli enti locali nella quale giustamente, oltre che diffidare le Poste da un'azione del genere, si richiamava l'attenzione sull'articolo 14 dello Statuto nel quale si prevede che i beni non più funzionali all'utilizzo da parte di pubbliche autorità devono essere ceduti alla Regione autonoma della Sardegna che ne deciderà la destinazione d'uso.

In quella circostanza le Poste per iscritto danno un'interpretazione in base alla quale -come diceva giustamente il collega Sanna, probabilmente non ancora adusi, parlo dello Stato, a quanto è previsto nello Statuto della Regione autonoma Sardegna -, confutando l'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto, rassicuravano che niente c'era di vero e che non intendevano alienare questo bene. È evidente che noi non possiamo intervenire direttamente se non nel momento in cui si verificasse l'ipotesi concreta (vedasi la Manifattura tabacchi) dell'alienazione. Comunque si sta approfondendo la questione perché è un aspetto che riguarda tutti i beni che sono trasferibili e in trasferimento dallo Stato alla Regione.

Il problema delle saline - riprendo alcuni degli argomenti trattati - si pone in concomitanza con il trasferimento dell'altro bene sito in via Caprera; su entrambi vi è molta attenzione e la Giunta sta seguendo passo per passo tutte queste vicende, proprio per evitare che possa succedere che alcuni enti periferici dello Stato possano porre in essere delle azioni in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 14 dello Statuto e dagli accordi di programma sottoscritti poi dalla Regione e dallo Stato.

Della eventuale alienazione del faro di Capo Mannu, in territorio di San Vero Milis, ne abbiamo avuto notizia a seguito di una nota inviata dal sottosegretario Guido Crosetto al sindaco di San Vero Milis, Antonio Chessa, nella quale si informava il sindaco, appunto, che nel contesto della partecipazione alla prima edizione del "Tourism Real Estate Expo", in svolgimento dal 13 al 18 aprile, egli intendeva presentare in pubblico una prima selezione degli immobili che lo Stato voleva dismettere per metterli a disposizione, nel caso, dell'edilizia turistica o abitativa; in questo modo l'Amministrazione statale avrebbe potuto conseguire attraverso la valorizzazione, alienazione, permuta e gestione del proprio patrimonio immobiliare le risorse necessarie a soddisfare le esigenze infrastrutturali e alloggiative delle forze armate.

Chiaramente, l'intendimento di questa nota appare in contrasto innanzitutto con il protocollo d'intesa che è stato stipulato il 7 marzo 2008 tra Regione Sardegna, Ministero della difesa e Agenzia del demanio, in quanto proprio il faro citato in questa nota del Sottosegretario è nell'elenco dei beni immediatamente dismettibili dallo Stato a favore della Regione autonoma della Sardegna; in questo immobile il Comune di San Vero Milis ha intenzione di allestire un museo relativo alle attività concernenti l'utilizzo del faro stesso.

La Regione, è ovvio, non c'è ombra di dubbio, si è attivata e si sta attivando affinché venga rispettato in pieno e compiutamente l'articolo 14 dello Statuto e affinché questo immobile venga immediatamente trasferito nella competenza dei beni regionali e quindi dato in proprietà alla Regione. Non solo, questo riguarda anche beni dell'Asinara, beni de La Maddalena, alcuni immobili preparati per il G8 e alcuni già dismessi e passati in piena proprietà alla Regione che ne sta facendo poi giustamente cessione con un protocollo al Comune de La Maddalena, altri sono in via di dismissione.

Detto questo, voglio comunque rassicurare l'Aula che, specialmente in questa fase, da parte della Giunta c'è la massima attenzione affinché nei beni che lo Stato sta dismettendo, sia del Ministero della difesa che in generale di proprietà statale, non siano compiute opere che possono essere in contrasto con l'accordo di programma e con l'articolo 14 dello Statuto che riconosce alla Regione autonoma della Sardegna il subentro nella proprietà di questi beni.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Steri per dichiarare se è soddisfatto.

STERI (U.D.C.). Noi ovviamente siamo soddisfatti del fatto che la Giunta segua con attenzione e con impegno questo problema, e per questo siamo sicuri che in tempi brevi vedremo delle risposte. Rimaniamo in attesa di conoscere l'impegno finanziario necessario per dare attuazione al secondo protocollo d'intesa dell' 8 marzo sui beni della difesa e del G8.

Segnaliamo peraltro che, per quanto riguarda i beni di proprietà dell'ente Poste e dell'ente Ferrovie dello Stato, anche se la sede storica di piazza del Carmine non è stata dismessa, sicuramente sono state effettuate in questo frattempo una serie di dismissioni con alienazioni a privati, oppure dismissioni d'uso dei beni non trasferiti alla Regione, quindi chiediamo alla Giunta di valutare l'opportunità di fare una ricognizione di tutti i beni di proprietà dell'azienda Ferrovie e dell'azienda Poste prima della trasformazione in Spa, quello che è acquisito dopo non ci riguarda.

In relazione a tutti i beni che erano in proprietà a quella data, chiediamo di accertare che cosa è stato dismesso e che cosa non è in uso e, in relazione a questi beni, qualora la richiesta di trasferimento non dovesse avere seguito, le chiediamo di proporre immediatamente un'azione giudiziaria di rivendica e di accertamento.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarare se è soddisfatto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo soddisfatti, Presidente, dell'intervento della Giunta, lo saremo certamente di più in futuro se l'Assessore vorrà tener presente che negli anni passati la gestione del rapporto diretto con il Demanio dello Stato, per una serie di ragioni che attengono alle competenze della Presidenza, è stata un po' dispersa, mentre l'efficacia della sorveglianza e della sollecitazione nei confronti dello Stato al rispetto del nostro Statuto merita una ricognizione e un accertamento delle forze in campo e delle professionalità più stringente, in maniera che ci sia un unico interlocutore, una struttura preposta a vigilare e a chiedere la piena attuazione degli accordi siglati con lo Stato.

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza numero 170/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Caria - Bruno sui gravissimi atti di intimidazione rivolti agli amministratori pubblici in Sardegna.

I sottoscritti,

preso atto che i 60 e più atti intimidatori perpetrati in Sardegna nel corrente anno 2010 ai danni di amministratori pubblici, imprenditori e comuni cittadini, rappresentano un fenomeno di tale gravità che è lecita la preoccupazione che gli stessi principi fondamentali della nostra democrazia possano collassarsi;

considerato che:

- soprattutto in Gallura si registra una escalation di fatti criminali che, sia per il numero che per la loro efferatezza, porta ad una definizione del contesto come in piena "emergenza sicurezza" e ad una ammissione da parte delle forze dell'ordine di una situazione che "è gravissima";

- la disamina di tali avvenimenti criminali, fatta sia da organi della magistratura, sia dall'Anci regionale, sia dalle forze dell'ordine, sia dalla classe politica, porta ad una univoca conclusione: ovvero gli atti di intimidazione e terroristici sono lo strumento per mezzo del quale si cerca di creare il discredito nelle istituzioni e impedire che i processi ordinati, trasparenti, fondati sul diritto, sul merito e sull'impegno delle stesse si contrappongano ad interessi di parte spesso e frequentemente di natura criminosa;

- constatato che ad un mese dalla visita in Sardegna del Ministro dell'interno Maroni, visita volta all'analisi delle motivazioni del fenomeno criminale e del pesante clima di intimidazione che da tempo cerca di condizionare gli amministratori locali, nulla risulta degli impegni presi dal Ministro dell'interno ed enfaticamente portati alla ribalta della stampa dal Presidente della Regione Cappellacci,

- chiedono di interpellare il Presidente della Regione per conoscere:

se sia a conoscenza di quali siano, ad oggi, le azioni intraprese dal Governo nazionale per arginare il fenomeno criminale e garantire che le amministrazioni comunali in Sardegna adempiano alloro compiti in totale sicurezza;

se sia a conoscenza di provvedimenti, adottati dal Ministro dell'interno, volti al potenziamento degli organici della Polizia di Stato e dei reparti investigativi al servizio della magistratura;

quali motivi ostino lo svolgimento della preannunciata assemblea con tutti i sindaci della Sardegna sulle problematiche legate alla sicurezza;

se non si ritenga opportuno, necessario e urgente adottare qualsiasi atto e svolgere ogni forma di sollecitazione presso il Governo nazionale affinché lo stesso predisponga i necessari e promessi provvedimenti per far rientrare l'emergenza sicurezza in Sardegna. (170).)

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza ha facoltà di illustrarla.

CARIA (P.D.). Presidente, probabilmente questo tema avrebbe meritato anzi, merita sicuramente, non solo una maggiore attenzione dell'Aula, ma probabilmente un vero e proprio dibattito, piuttosto che una trattazione attraverso un'interpellanza; un dibattito vero e proprio perché afferisce a una questione che ritengo di importanza vitale per tutti, per tutto il popolo della Sardegna, per tutti i sardi, per tutti quelli che si cimentano nell'amministrare a vario titolo nei vari territori.

E' un problema che mina a questo punto e a questo livello, a mio modo di vedere, i principi fondamentali della democrazia. Emerge questo fatto siada una semplice lettura degli articoli di stampa degli ultimi anni, sia soprattutto dai dati riportati nelle analisi fatte non dalla politica né dalle forze dell'ordine, ma dalle Università che hanno studiato il fenomeno della criminalità in Sardegna in relazione alla sua diffusione, alla sua dimensione rispetto ad altre zone d'Italia.

Il Centro studi urbani dell'Università di Sassari, tra il 2005 e il 2009, ha registrato 1313 attentati denunciati all'autorità giudiziaria in Sardegna (e sicuramente questo numero è sottostimato e sottodimensionato perché spesso molti attentati non vengono nemmeno denunciati), e tra l'altro analizza anche le zone dove questo tipo di fenomeno si è sviluppato, soprattutto negli ultimi anni, rilevando che non sono maggiormente interessate le zone più sviluppate rispetto a quelle dell'interno della nostra Regione. E' un fenomeno abbastanza diffuso con dei picchi in particolare nella Provincia di Nuoro e nella Provincia di Olbia-Tempio soprattutto con un'escalation negli ultimi anni.

Il Consiglio regionale e il Presidente della Giunta non possono restare indifferenti rispetto a questa problematica perché, proprio vedendo i numeri e soprattutto l'escalation del fenomeno, penso si possa benissimo affermare che siamo al di là delle enunciazioni di tipo propagandistico. Cito per tutti l'ultimo attentato, in ordine di tempo, compiuto a Olbia, la bomba messa in un bar di Olbia che, per i danni provocati, poteva dar luogo a una strage.

Siamo davanti a una emergenza in termini di sicurezza che, ogni qualvolta viene enfatizzata sulla stampa, porta sistematicamente in Sardegna il ministro di turno, e parlo di ministri sia di destra che di sinistra, che assicura che si sta facendo qualcosa e di fatto poi non cambia nulla nell'immediato e nemmeno nell'ambito di una programmazione di medio e lungo termine.

L'incontro che si è tenuto qualche settimana fa ne è la dimostrazione; il ministro Maroni è ritornato in Sardegna, è venuto nella città di Olbia ma, francamente, anche le sue affermazioni mi hanno lasciato un po' perplesso. Alla domanda specifica se si ritiene che ci siano infiltrazioni di tipo mafioso o criminalità di tipo organizzato in Sardegna, la risposta secca è stata che non c'è questo tipo di fenomeno nei nostri territori. Sinceramente questa affermazione a me pare in contrasto con quanto emerge dagli articoli di stampa e dai sequestri di immobili, ormai sistematicamente ordinati dalla magistratura, proprio perché di proprietà della mafia o della camorra e che vengono poi dati in uso alle amministrazioni comunali per le finalità previste dalla normativa.

Allora, se esistono immobili di proprietà della mafia e della camorra è evidente che quelle organizzazioni investono nel nostro territorio, magari laddove ci sono maggiori interessi speculativi, e iniziano così a mettere radici.

L'altra questione riguarda gli atti intimidatori, almeno 60 e più solo nel 2010, subiti dagli amministratori pubblici. Anche su questo aspetto non credo si possa essere distratti o comunque non intervenire. Atti intimidatori si sono verificati in tutte le province della Sardegna; se vogliamo citare quello che, come dire, è stato maggiormente ripreso dai mezzi di comunicazione...

PRESIDENTE. Onorevole Caria, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, anche questa è un'interpellanza attualissima perchè riguarda il malessere che al momento serpeggia nella nostra Isola e che ha come vittime di solito gli amministratori locali. I recenti fatti di cronaca relativi alla serie di attentati intimidatori compiuti a danno di amministratori locali in Sardegna hanno destato non poca preoccupazione e allarme sociale. Sono atti che offendono non solo i soggetti vittime di simili inqualificabili episodi ma l'intera comunità dell'Isola, oltre che le popolazioni dei comuni interessati che hanno subito un vulnus rispetto al normale svolgimento delle dinamiche tra amministrati e amministratori democraticamente eletti.

Il Presidente della Regione ribadisce la ferma condanna di simili e vili gesti e la solidarietà e la vicinanza personale e istituzionale agli amministratori coinvolti e alle amministrazioni offese da tali deprecabili attentati. Ma credo che questi siano i sentimenti che possono essere espressi sia dalla Giunta che dall'intera Aula parlamentare.

La stigmatizzazione di questi episodi deve essere la più ferma possibile, non deve avere colore politico, tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale su questi argomenti così delicati dovrebbero trovare il coraggio di superare sterili quanto pretestuose polemiche e contrapposizioni per unirsi invece nel condannare e trovare insieme adeguate forme di risposta verso simili azioni violente ordite da mani criminalli.

L'impegno della Regione e di questa Giunta nella diffusione della cultura della legalità e di tutela del cittadino è sempre stata massima. Se è vero che la competenza istituzionale in materia di ordine e di sicurezza pubblica è di esclusiva competenza dello Stato, quindi del Ministero dell'interno, degli organi di polizia e della magistratura, la Regione non ha potuto e voluto restare insensibile di fronte a problemi così gravi, sollecitando tutti i livelli istituzionali perché ciascuno nell'ambito delle proprie competenze compia la sua parte, e intervenendo anche direttamente con una serie di azioni volte a favorire un clima di legalità e di contrasto della violenza e della delinquenza.

Diversi protocolli d'intesa interistituzionali sottoscritti anche di recente hanno visto la Regione assumere importanti impegni in questo settore e chiedere con rigore agli interlocutori l'assunzione per parte loro di altrettanti impegni per migliorare la situazione in essere e concorrere a diffondere la cultura della legalità.

Lo scorso 22 dicembre è stato siglato un protocollo con la Procura generale della Repubblica per la tutela e la sicurezza del rispetto della legalità nei luoghi di lavoro; due diversi protocolli sono stati nuovamente firmati con gli organi giudiziari, rispettivamente con i Tribunali di Cagliari e la Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale, per l'informatizzazione dell'attività giudiziaria, lo snellimento del lavoro inquirente e giudicante dei magistrati e quindi, in ultima analisi, per il maggior contrasto alla criminalità e la tutela dei diritti dei cittadini.

La collaborazione e il supporto che la Regione ha fornito concretamente alla magistratura non si sono limitati a queste azioni; una previsione di legge regionale fortemente voluta da questa Giunta e accompagnata ogni anno da specifiche delibere ha previsto la possibilità per tanti giovani sardi, capaci e volenterosi, neolaureati in giurisprudenza, di svolgere un tirocinio presso gli uffici giudiziari, un momento di altissima formazione per i giovani e un contributo importante al lavoro dei magistrati sardi impegnati nella lotta al crimine. Per sopperire alle carenze di organico presso le sedi più difficili la Giunta ha approvato uno specifico disegno di legge per agevolare e incentivare quei giovani magistrati volenterosi che, con coraggio, scelgono di svolgere la loro funzione in zone a rischio cronicamente esposte al problema del personale sottodimensionato rispetto ai pesanti carichi di lavoro.

Un ulteriore aiuto alle Procure da parte della Regione è venuto dall'assegnazione, alle stesse, sotto forma di comando, di personale del Corpo forestale di vigilanza ambientale della Regione per lo svolgimento di attività di polizia giudiziaria.

Non parole di circostanza dunque da parte della Regione contro gli attentati ma atti estremamente concreti anche nei confronti di quegli amministratori locali vittime di attentati, perché si può dare risposta alle loro attese di giustizia solo assicurando gli autori di questi atti delinquenziali alle patrie galere.

L'attenzione della Giunta regionale sui temi è evidentemente massima; di conseguenza il Presidente, immediatamente dopo gli atti intimidatori a danno di amministratori, ha richiesto con determinazione l'intervento del Ministro dell'interno, massimo responsabile dell'ordine e della sicurezza pubblica a livello nazionale. Il ministro Roberto Maroni ha voluto subito raccogliere l'invito del Presidente per verificare di persona la situazione, attivare gli opportuni raccordi con le prefetture e avviare un confronto per elaborare tutte le misure idonee che i gravi atti intimidatori recentemente avvenuti rendono urgenti. Come è noto, l'ha già citato il collega Caria, il Ministro degli interni è venuto di persona ad Olbia e il 27 gennaio ha incontrato il Presidente e gli amministratori locali oltre che prefetto e questore...

PRESIDENTE. Assessore, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare il consigliere Caria per dichiarare se è soddisfatto.

CARIA (P.D.). Il 25 novembre del 2010, due mesi fa, quando ho presentato, insieme al Capogruppo del Gruppo del Partito democratico l'interpellanza portata oggi all'attenzione dell'Aula, ero certo che il Presidente della Regione fosse a conoscenza dei primi provvedimenti presi dal Governo a seguito della visita del ministro Maroni volta all'analisi delle motivazioni del fenomeno criminale e dalla quale, seconde le enfatiche deduzioni del presidente Cappellacci, sarebbero scaturiti impegni precisi a garanzia della normale vita democratica dei nostri comuni.

Oggi la situazione può essere così riassunta: sono in essere tutte quante le motivazioni che mi hanno spinto a stendere il documento ispettivo, si è intensificata l'azione intimidatoria con nuovi fenomeni, il ministro Maroni il 27 gennaio è stato ad Olbia e, stante a quello che ha dichiarato, le preoccupazioni tutto sommato sono infondate in quanto i reati ad Olbia sono diminuiti dell'11 per cento, la città ha guadagnato in sicurezza, non ci sono infiltrazioni mafiose o camorristiche. Solita enfasi del presidente Cappellacci, a suo dire "una riunione finalmente operativa e concreta".

Vorremmo capire dal Presidente dove sta l'operatività e dove la concretezza dal momento che una riunione che impedisce alle opposizione di essere presenti è già di per sé antidemocratica; e questo fatto oltre che essere inaccettabile è grave averlo compiuto in un contesto in cui si parlava di ristabilire l'ordine per garantire le funzioni democratiche delle amministrazioni locali. Inoltre, sono le stesse affermazioni del Ministro a preoccuparci. L'escalation degli attentati dinamitardi non può essere messa in discussione. La recrudescenza dei fatti criminali è denunciata costantemente dalle forze di polizia, così come viene denunciata la mancanza di sedi e di personale.

Il fatto che manchino gli strumenti minimi, a partire dalle auto per arrivare alla benzina delle auto, ci spinge a sollecitare nuovamente il Presidente affinché si adoperi per avere chiarimenti, da parte del Governo nazionale, su quali atti effettivi si metteranno in campo per potenziare le infrastrutture, gli organici, le dotazioni di strumenti necessari perché le forze dell'ordine possano svolgere le loro funzioni così da dare garanzie a tutti i cittadini sardi, soprattutto a quelli impegnati nello svolgimento di attività pubbliche, e contrastare gli interessi di tipo mafioso, in modo tale da poter riportare la situazione, nei vari centri della nostra Regione, su un livello democratico più accettabile, almeno in linea con il resto del Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Caria, si dichiara soddisfatto o insoddisfatto?

CARIA (P.D.). Mi dichiaro insoddisfatto.

PRESIDENTE. Le interpellanze numero 185/A, 162/A e 188/A verranno esaminate nella seduta pomeridiana, in presenza dell'Assessore della sanità. Le altre interpellanze slittano ad altra data, probabilmente a domani.

Discussione della proposta di legge: "Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio" (11/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 11/A. Dichiaro aperta la discussione generale.

Il relatore Marco Meloni, assente per cause di forza maggiore, si rimette alla relazione scritta.

Questione sospensiva ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio. Ne ha facoltà.

CRISPONI, Assessore tecnico del turismo, artigianato e commercio. Presidente, vorrei semplicemente sottolineare che, a fronte di una proposta presentata nel 2009, le più recenti vicende che riguardano il comparto del commercio, e non solo del commercio - come ben risaputo - ci impongono, a mio giudizio, una rivisitazione dell'impianto della norma; la situazione di autentica emergenza meriterebbe infatti un'attenzione ulteriore, una riscrittura dell'elaborato.

Nell'impianto della proposta che viene avanzata condivido l'attivazione dei meccanismi dello sportello rispetto al bando; è un aspetto condiviso anche dalle associazioni che, però, rilevano la necessità di un aumento della dotazione finanziaria (definita "leggera") attualmente prevista e pari a 7 milioni di euro. I fondi a disposizione bastano semplicemente a rispondere, con un intervento non superiore a 40 mila euro, a centoventi, centoquaranta domande, sulle oltre 2 mila annualmente stimate a valere sulla legge numero 9. La Giunta propone pertanto di rivedere il progetto di legge oggi all'attenzione dell'Aula.

PRESIDENTE. Assessore, le chiedo di precisare la proposta. Si sta chiedendo una sospensione del provvedimento, un rinvio ad altra data, un rinvio alla Commissione?

CRISPONI, Assessore tecnico del turismo, artigianato e commercio. Chiedo la sospensione del provvedimento e un ulteriore approfondimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, siamo in una fase che precede la discussione generale del provvedimento?

E dal punto di vista regolamentare, mi può spiegare questo tipo di procedura? Da chi può essere richiesta una sospensiva?

PRESIDENTE. Sulla richiesta si deve pronunciare con una votazione l'Aula.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io vorrei sapere, in base al Regolamento, quali soggetti possono chiedere la sospensiva.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, la Giunta può chiederla,.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo una sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 27, viene ripresa alle ore 11 e 40.)

PRESIDENTE. Colleghi, la Giunta ha chiesto di sospendere il provvedimento per approfondimenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, valuto sicuramente con molta attenzione quanto proposto dall'Assessore, e condivido assolutamente il fatto che nel settore commercio si debba intervenire, in maniera organica, sull'organizzazione del settore stesso e con un'adeguata copertura finanziaria; è decisamente insufficiente quanto stabilito nella finanziaria 2011. Ma valuto anche, Assessore, che questa legge, datata 2009, interviene in maniera innovativa su un passaggio fondamentale perchè dispone che le domande per la concessione del contributo, in conto capitale o in conto interessi, possano essere istruite anche dalle associazione di categoria attraverso i loro consorzi fidi. Quindi non c'è più il monopolio degli istituti di credito nella valutazione delle proposte imprenditoriali.

Le chiediamo, Assessore, assumendo impegno formale sia in Aula che in Commissione, e proponendolo ai colleghi, un raccordo costante con la Giunta e con l'Assessorato per poter intervenire, magari in fase di collegato, per un incremento delle dotazioni finanziarie, perché è inutile fare buone leggi di intervento nei settori economici, quando poi non c'è il sostegno di risorse finanziarie adeguate. Sarebbe opportuno, a nostro avviso, andare avanti nella discussione della proposta di legge, alla quale è stata presentata anche una serie di emendamenti, che poi vedremo, che possono dare risposta a richieste, provenienti da alcuni settori, che da anni ci trasciniamo e sulle quali avremo l'occasione di discutere nel corso dell'esame degli emendamenti collegati al testo.

Pertanto, pur condividendo le osservazioni e la richiesta avanzata dai banchi della Giunta di poter rivedere organicamente le problematiche del settore specifico, chiediamo alla Giunta di poter andare avanti nella discussione della proposta di legge e degli emendamenti collegati.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessoredel turismo, artigianato e commercio.

CRISPONI, Assessore tecnico del turismo, artigianato e commercio. Do la mia disponibilità a procedere nel modo indicato dal consigliere Capelli. Confermo che sotto il profilo amministrativo sarebbe davvero importante poter individuare, nell'impianto stesso della norma, meccanismi di velocizzazione dell'istruttoria, che è uno degli elementi principali. Naturalmente confido che in sede di collegato si possano individuare maggiori risorse perchè allo stato si riesce a soddisfare solamente il 20 per cento degli aventi causa e dei richiedenti stessi.

PRESIDENTE. La Giunta concorda che si possa procedere nell'esame della proposta di legge.

Continuazione della discussione e approvazione della proposta di legge: "Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto

del commercio" (11/A)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Prima di procedere alla votazione per il passaggio all'esame degli articoli, poiché è in corso la predisposizione di alcuni emendamenti, se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 44, viene ripresa alle ore 11 e 56.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Gian Valerio Sanna)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo, Porcu e Vargiu hanno votato a favore

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 51

astenuti 0

maggioranza 26

favorevoli 51

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti .

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti

Art. 1

Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 21 maggio 2002, n. 9 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio)

1. I commi 3 e 4 dell'articolo 2 della legge regionale 21 maggio 2002, n. 9 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio), sono sostituiti dai seguenti:
"3. L'istruttoria delle richieste di incentivazione, disciplinata da apposita convenzione con istituti di credito che abbiano sufficiente diffusione sul territorio regionale, è affidata in applicazione dell'articolo 3 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123 (Disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle imprese, a norma dell'articolo 4, comma 4, lettera c), della L. 15 marzo 1997, n. 59), e ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7 (legge finanziaria 2002). Le richieste volte ad ottenere il solo contributo in conto interessi o il solo contributo in conto capitale possono essere istruite, sulla base di apposita convenzione, anche dai consorzi fidi costituiti dalle associazioni di categoria più rappresentative del comparto.
4. L'istruttoria delle richieste di incentivazione è effettuata esclusivamente con procedura a sportello. Le incentivazioni sono concesse mediante provvedimento dell'Assessorato regionale competente in materia di commercio secondo l'ordine cronologico di presentazione delle richieste, nei limiti delle disponibilità finanziarie.".

Emendamento aggiuntivo Sanna Giacomo - Dessì - Solinas Christian

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo:

Articolo 1 bis

Interpretazione autentica dell'articolo 15, comma 12, della Legge regionale 18 maggio 2006, n. 5, recante "Disciplina generale delle attività commerciali"

1. L'articolo 15, comma 12, della Legge regionale 18 maggio 2006, n. 5, recante "Disciplina generale delle attività commerciali" è da interpretarsi nel senso che la Giunta Regionale nell'emanare le norme relative alle modalità di esercizio del commercio, i criteri e le procedure per il rilascio, la revoca e la sospensione, nonché la reintestazione dell'autorizzazione in caso di cessione per atto tra vivi o in caso di morte non ha facoltà, in via regolamentare ed in assenza di una esplicita e conforme previsione legislativa, di limitare il novero dei possibili cessionari dell'autorizzazione ai soli parenti e affini entro il quarto grado del titolare". (1)

Emendamento aggiuntivo Cossa - Sanna Giacomo - Steri

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente articolo:

"Art. 1 bis (Ulteriori modifiche alla legge regionale 21 maggio 2002, n. 9 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio):

1. Dopo l'articolo 15 della legge regionale 21 maggio 2002, n. 9, è inserito il seguente:

"Art. 15 bis (Trasferimento dell'attività.)

1. Il trasferimento dell'attività comporta a favore dell'avente causa il trasferimento del titolo abilitativo all'esercizio dell'attività fino alla scadenza originaria dello stesso.

2. L'avente causa, salvo quanto stabilito dal successivo comma 5, deve possedere tutti i requisiti ai quali è subordinato l'accesso e l'esercizio dell'attività.

3. Il titolo abilitativo assegnato in base a una riserva a favore di particolari categorie, salvo quanto stabilito dal successivo comma 5, può essere trasferito esclusivamente in capo a un soggetto appartenente alla medesima categoria.

4. La cessione dell'attività per atto tra vivi deve essere comunicata dal cessionario al Comune territorialmente competente entro sessanta giorni e non può essere effettuata prima che siano decorsi tre anni dalla data del rilascio del titolo abilitativo all'esercizio dell'attività stessa.

5. La successione nell'attività per causa di morte deve essere comunicata entro tre mesi al Comune territorialmente competente dal successore, il quale, anche se privo dei requisiti di cui all'articolo 2 della presente legge o di quelli ulteriori eventualmente richiesti per l'accesso e l'esercizio dell'attività, può proseguire in via provvisoria l'esercizio dell'attività per non più di un anno dalla data dell'acquisto. Decorso l'anno, il mancato possesso dei detti requisiti determina la decadenza dall'autorizzazione e delle concessioni sui posteggi." (2)

Emendamento aggiuntivo Uras - Diana Giampaolo - Zuncheddu

Articolo 1

L'attività commerciale di cui all'articolo 15, comma 12 della legge regionale 18 maggio n.5 è trasferita per atto tra vivi senza limitare il novero dei possibili cessionari dell'autorizzazione ai soli parenti e affini. I requisiti richiesti sono quelli definiti in legge, non possono essere emanate norme regolamentari o direttivi amministrative che modifichino tali requisiti. (3).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Presidente, poiché abbiamo ricevuto copia solo dell'emendamento numero 1, vorrei chiedere una breve sospensione per poter prendere visione degli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 59, viene ripresa alle ore 12 e 35.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Comunico all'Aula che la consigliera Rosanna Floris è rientrata dal congedo.

Sono in discussione l'articolo 1 e i relativi emendamenti.

E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi del Consiglio, la proposta di legge in discussione prevede alcune modifiche alla legge regionale numero 9 del 2002.

Ricordo che tra gli impegni della passata legislatura era prevista una disamina dell'applicazione di questa norma e, nel corso dei lavori della Commissione, era stata evidenziata la difficoltà di erogare questi contributi perché la modalità scelta, di graduazione dei titoli, non consentiva di stabilire chi aveva diritto a questi contributi; in ogni caso, alla fine dell'istruttoria, le pratiche che interessavano peraltro migliaia e migliaia di operatori economici del commercio non trovavano ristoro nelle esigue risorse messe a disposizione già dalla finanziaria del 2003. Ricordo infatti che nel 2006 praticamente non erano ancora state esitate le graduatorie definitive rendendo quindi impossibile erogare questi contributi.

La modifica che oggi viene introdotta nel testo dalla Commissione, ossia il ripristino della modalità a sportello, di sicuro viene incontro alle esigenze di snellire le procedure e dare risposte, in un tempo certo, alle domande inoltrate. Mi risulta che anche per il 2009 le domande ipotizzate siano circa duemila e, per stessa ammissione dell'assessore Crisponi, non incrementando le risorse a disposizione potremmo esitarne favorevolmente 120 o 150 al massimo. E questo in un momento in cui la crisi economica generale, ma in particolare la crisi del comparto del commercio, è evidente a tutti, come dimostrano i primi report, divulgati in questi giorni dalle associazioni di categoria, sull'esito dell'ultima campagna dei saldi (appena terminati o in fase di completamento), che rispetto al 2010 non ha dato i risultati sperati, nonostante sia iniziata molto precocemente rispetto agli anni scorsi.

L'articolo 1 della proposta di legge modifica l'articolo 2 della legge regionale numero 9 intervenendo sulle procedure di erogazione di questi contributi, attivando anche una convenzione con i consorzi fidi costituiti dalle associazioni di categoria. Io sono dell'opinione che avevamo bisogno di questa modifica.

Credo anche di poter dire che attraverso gli emendamenti numero 1, 2 e 3 regolamentiamo altri due aspetti legati al trasferimento del titolo abilitativo all'esercizio delle attività. Il normare questi aspetti, compreso il caso estremo di morte dell'operatore abilitato al commercio, molto probabilmente rende ragione di una serie di casi che la legge non consentiva di disciplinare come, rispetto a chi aveva il titolo e l'abilitazione al commercio, il trasferimento degli stessi titoli a parenti, affini e, per seguire le regole del mercato, la possibilità di realizzare economie magari con la cessione dell'attività stessa, soprattutto quando non si riusciva a conseguire il titolo di abilitazione.

Questa norma, quindi, rende giustizia di alcune carenze normative che caratterizzavano sia la legge numero 9 sia la legge numero 5 e, pertanto, credo di poter esprimere in merito un parere positivo e una condivisione con l'Aula nella successiva approvazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, noi viaggiamo sistematicamente all'interno di un dubbio, di una domanda: convengono le procedure a bando o convengono le procedure a sportello? La realtà è che conviene un'amministrazione pubblica che funzioni meglio, che sappia valutare meglio le esigenze della nostra comunità, dei settori produttivi, del mondo del lavoro; un'amministrazione pubblica che sappia anche come destinare le risorse.

Prima sentivo l'Assessore dire che ci sono pochi soldi, la relazione che accompagna questa proposta di legge sostiene di fatto questo in quanto lo stanziamento è di soli 7 milioni di euro. Allora, onorevole Sanna e onorevole Artizzu, chiediamoci perché abbiamo previsto solo 7 milioni di euro. Una prima risposta indica tra le cause l'inerzia, anzi, molto di più, la colpevole prepotenza del Governo nel non applicare le norme che hanno modificato in materia di entrate il nostro Statuto; abbiamo quindi almeno 1 miliardo e 300 milioni che vagano nella relazione, del tutto inadeguata, tra Stato e Regione che si consuma tra un tavolo politico, più o meno scalcinato, e il tavolo della Commissione paritetica per la definizione delle norme di attuazione, che peraltro autorevolissime fonti ritenevano assolutamente inutili.

Ma c'è ancora di più; noi abbiamo 7 milioni che non sappiamo se potremo spendere, perché intervengono i limiti del Patto di stabilità che non abbiamo voluto ricontrattare per una posizione assolutamente subalterna, sotto questo profilo, della Giunta rispetto al Governo. Poi aggiungiamo la scelta delle priorità. Questa norma noi l'avremmo dovuta integrare, lo dico ai colleghi che pure hanno lavorato positivamente per l'individuazione di percorsi più agevoli di spesa; nel corso della discussione della finanziaria, proprio in ragione dell'intervento limitativo derivante dal vigente Patto di stabilità, avevamo detto: "Facciamo un atto come Consiglio regionale e indichiamo periodicamente quali sono le priorità, quali sono i canali di spesa che dobbiamo attivare". Chiediamoci se dobbiamo attivare i canali di spesa, prioritariamente, che sostengono il mondo produttivo e il mondo del lavoro oppure se dobbiamo fare convenzioni presso tutte le Agenzie della Regione che mangiano soldi e non producono nulla! Questo è il dato.

Allora, Assessore, lei chiede più soldi, ma è lei che deve venire in questa sede per dire a questo Consiglio regionale che fine fanno le risorse finanziarie che questo Consiglio regionale approva nel bilancio perché noi non lo sappiamo, non siamo neppure in condizione di fare un controllo adeguato. E' lei che deve andare presso il tavolo della Giunta e pretendere che le risorse disponibili siano destinate alle sue materie piuttosto che agli sprechi, che pure si originano all'interno della macchina amministrativa della Regione, più alle aziende piuttosto che alle clientele, piuttosto che ai favori. E' le che deve chiedere, non il Consiglio!

Il Consiglio sta cercando di capire come è possibile che su 6 miliardi di spesa quasi tutto vada a finire dentro il filone delle spese obbligatorie e correnti e invece non ci sia un'adeguata attenzione per gli investimenti, per il sostegno al mondo produttivo, alla nostra economia così disagiata anche per vostra responsabilità.

Noi approveremo questo testo, lo approveremo con gli emendamenti che abbiamo presentato e che mettono riparo a un danno che la stessa Giunta ha fatto interpretando ancora una volta "a fantasia" le leggi dello Stato e ancora di più "a fantasia" le leggi della Regione.

Noi sosterremo comunque questa proposta di legge perché rimedia un minimo a un danno, però Presidente del Consiglio, cari colleghi, non possiamo sempre intervenire per correggere quei comportamenti degenerati che riscontriamo nella gestione della nostra amministrazione pubblica.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, intanto devo dire che accogliamo con piacere, vista la necessità, questa proposta di legge la cui discussione in Commissione ha portato al coinvolgimento delle associazioni di categoria. Onorevole Uras, lei oggi giustamente si pone il problema se sia meglio adottare la procedura a sportello o a bando. Purtroppo il sistema a bando non ha funzionato o non sta funzionando, altrimenti non avremmo avuto questo blocco dal 2008. Il sistema "a sportello" a mio avviso da varie possibilità; in primo luogo permetterà agli operatori commerciali della Sardegna di non doversi obbligatoriamente recare nelle grandi città per vedere dar corso alle loro pratiche e ottenere i finanziamenti perché verrà data questa facoltà agli istituti di credito diffusi capillarmente su tutto il territorio regionale; inoltre anche le procedure, visto il termine dei 60 giorni di tempo, potranno essere snellite notevolmente e quindi si potrà finalmente ripartire.

Attraverso questo intervento voglio anche lanciare un appello all'Assessore di competenza perché credo che veramente si debba rilanciare questo settore. Allora da domani, una volta che risolveremo le procedure per l'ottenimento dei finanziamenti, dovremo reintegrare i fondi; non ci si potrà fermare ai 7 milioni, ma dovremo andare ben oltre, anche perché crediamo veramente che questo sia il settore su cui la Sardegna ha sempre vissuto, un settore che è sempre stato una linfa vitale per tutti i modelli di sviluppo e che deve continuare a esserlo, però in maniera più determinante. Ancora, le convenzioni con i consorzi fidi ritengo possano sicuramente garantire migliori opportunità e soprattutto dare la possibilità di valutare più velocemente le pratiche che arrivano sul tavolo regionale.

I tre emendamenti proposti dai colleghi (e qui preciso di voler aggiungere la mia firma all'emendamento dell'onorevole Cossa) sono assolutamente tutti e tre molto interessanti e favoriscono il trasferimento, precedentemente non contemplato, per atto tra vivi e anche mortis causaagli eredi che, ovviamente, dovranno avere sicuramente tutti i titoli che sono richiesti come per l'atto tra vivi.

Il nostro non può che essere un voto favorevole, che ci aiuta a sperare e a credere che su questo settore si debba continuare a investire.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il consigliere Mario Bruno è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io intervengo perché voglio insistere (lo hanno già fatto altri colleghi che mi hanno preceduto) sul fatto che questo sia un argomento che merita l'attenzione dell'Aula. Lo diceva testé anche l'onorevole Zedda, noi abbiamo discusso in Commissione e ci siamo confrontati sulla opportunità dell'avere uno strumento, come quello di cui discutiamo oggi, a bando oppure a sportello.

Io credo che questo sia un tema che noi dovremmo riprendere in quest'Aula perché se noi avessimo un'amministrazione regionale che funziona, efficiente - l'ho detto in Commissione e lo ripeto oggi - secondo me la scelta migliore è quella del bando perché il bando consente una selezione, e io credo che chi ha il dovere di amministrare, quale che sia il livello che amministra, ha il dovere di fare una selezione sulla qualità dei progetti, delle idee, eccetera. Lo sportello non garantisce questo, certamente offre una opportunità a chi è più veloce e, probabilmente, anche questo può essere di per sé una qualità.

E' evidente a tutti che la realtà descritta anche nella relazione dell'allora presidente della Commissione, onorevole Rassu, che fa riferimento allo stanziamento di 7 milioni di euro e alle 1300 domande, se non ricordo male, evase rispetto alle migliaia presentate, pone un problema serio. Noi, però, dobbiamo stare attenti anche a non dotarci di una legislazione di ritorno che riporti ai fondi di rotazione che negli anni passati, pur essendo stati anche uno strumento importante, hanno alimentato e foraggiato (scusate il termine poco elegante e non consono all'Aula che ci ospita), il sistema creditizio di questa Regione che certamente non si è mai messo, e ancora oggi è così, a disposizione del sistema economico e produttivo regionale. Attenti anche a questo rischio che può essere insito nel tornare verso ipotesi che nel passato abbiamo giustamente cancellato. Con queste considerazioni ovviamente il voto è a favore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1 e la rubrica. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale dell'articolo 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1 e della rubrica.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cappai, Dessì, Ladu, Mariani, Solinas Antonio e Zedda Massimo hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 59

maggioranza 30

favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Sono in votazione gli emendamenti. Preciso che gli emendamenti numero 1 e 3 sono unificati nel testo dell'emendamento numero 1 che, quindi, viene sottoscritto anche dai firmatari dell'emendamento numero 3. Per quanto riguarda l'emendamento numero 2 il riferimento normativo in esso contenuto non è alla legge numero 9 del 2002 ma alla legge 18 maggio 2006, numero 5: "Disciplina generale delle attività commerciali". Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, vorrei proporre un emendamento orale, formale, al testo dell'emendamento numero 1. Al punto in cui si dice: "…la reintestazione dell'autorizzazione in caso di cessione per atto tra vivi o in caso di morte non ha facoltà" si intende la Giunta "in via regolamentare ed in assenza di una esplicita e conforme previsione legislativa di limitare il novero…", propongo di cassare le parole "in via regolamentare ed" perché la Giunta non ha potere regolamentare, e dopo le parole "conforme previsione legislativa" inserire "ovvero regolamentare approvata dal Consiglio regionale".

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni l'emendamento orale è accolto.

Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

CRISPONI, Assessore tecnico del turismo, artigianato e commercio. Si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1 che, come ho detto, ingloba anche l'emendamento numero 3. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1 modificato.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 60

maggioranza 31

favorevoli 60

(Il Consiglio approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.). Presidente, mi ero prenotato prima della votazione.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Artizzu.

ARTIZZU (P.d.L.). Chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento numero 1, appena votato.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 2. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, oltre che chiedere di poter aggiungere la mia firma all'emendamento numero 2 vorrei proporre all'Aula e ai presentatori un emendamento orale al comma 4 in cui si parla della cessazione dell'attività, per atto tra vivi, che non può essere effettuata prima che siano decorsi tre anni dalla data di rilascio del titolo abilitativo. Io vorrei inserire dopo le parole "dalla data di rilascio del titolo abilitativo", le parole "ad eccezione dei casi previsti dal successivo comma 5", cioè la premorienza. Sarebbe infatti estremamente punitivo se, non avendo ancora maturato i tre anni dalla concessione, venisse tolta per cause naturali o accidentali come una premorienza.

Propongo inoltre, anche se accogliendo l'emendamento numero 1 (e il numero 3 di conseguenza) dovrebbe essere implicito, sempre al comma 5 di aggiungere per una maggiore completezza dopo le parole "il periodo di un anno" le parole "che entro tale periodo di un anno possano comunque essere esperite le procedure di cui ai commi precedenti". Ci stiamo riferendo ai successori (si parla di un successore, ma potrebbero essere più successori) i quali, oltre che acquisire l'autorizzazione potrebbero comunque attivare le procedure di passaggio come previste dai commi precedenti.

Concordo con chi mi fa osservare che è una previsione implicita nel testo, però forse questo chiarimento potrebbe dirimere eventuali controversie che potrebbero essere sollevate da parte degli uffici, sia comunali che regionali. Più siamo chiari nel disposto legislativo e meno diamo adito a interpretazioni che sappiamo, a volte, poter creare problemi agli operatori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, solo per dire che condivido gli emendamenti proposti dall'onorevole Campus e per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Campus, ritengo che sull'emendamento orale proposto per primo non ci siano problemi e possa essere accolto; invece sul secondo, pur considerando opportuno che lei abbia sollevato il problema nel suo intervento, e questo rimane agli atti, è evidente che la volontà del Consiglio va in quella direzione.

Tra le prerogative degli eredi c'è indubbiamente anche quella di alienare, anzi, chiedo all'onorevole Contu di poter utilizzare la sua esperienza professionale per chiarire questo aspetto; lei opportunamente ha posto il problema, però mi sembra pleonastico aggiungerlo.

Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu. Ne ha facoltà.

CONTU FELICE (U.D.C.). Tenga presente, Presidente, che si può alienare non l'autorizzazione amministrativa, ma l'azienda. L'azienda è sempre alienabile, e su questo non ci sono dubbi.

(Interruzione del consigliere Campus)

PRESIDENTE. Ha fatto benissimo a sollevare il problema, perché può essere effettivamente fonte di discussione e di controversia.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 2.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2, modificato.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Solinas Christian ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 61

maggioranza 31

favorevoli 61

(Il Consiglio approva).

Prima di passare al voto finale informo l'Aula che verrà modificato anche il titolo della legge, che è quello approvato dalla Commissione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 11/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 61

maggioranza 31

favorevoli 61

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 e 30 del pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 04.



Allegati seduta

Testo delle risposte scritte

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cuccu sullo stato d'attuazione delle linee guida dei Piani locali unitari dei servizi. (132)

In relazione all'interrogazione in oggetto si illustra, di seguito, lo stato di attuazione delle linee guida dei Piani locali unitari dei servizi (Plus) di cui alla LR. n. 23/2005.

Come noto, con deliberazione n. 23/30 del 30.05.2006 la Giunta regionale ha approvato le linee guida per la predisposizione dei PLUS in attuazione della LR 23/2005 che istituisce il sistema integrato dei servizi alla persona. Considerata l'importanza che tale strumento riveste nella programmazione locale associata, l'Assessorato ha ritenuto necessario coinvolgere tutti gli operatori e amministratori impegnati nella progettazione dei PLUS affinché, col supporto dell'IRS di Milano, venissero valutate le esperienze maturate nei vari ambiti, con l'obiettivo di evidenziare le criticità emerse nella programmazione del triennio precedente e procedere, quindi, al miglioramento del processo.

La prima proposta delle nuove linee guida è stata elaborata con il coinvolgimento dei responsabili degli Uffici di piano degli ambiti PLUS, delle Province e degli operatori ASL che concorrono alla realizzazione del sistema integrato dei servizi alla persona. Il documento è stato quindi sottoposto all'attenzione della delegazione regionale dell'ANCI, dei Comuni, delle Province e degli Uffici di piano, per la formulazione di eventuali proposte e osservazioni volte a migliorare le esigenze dei piani. Le nuove linee guida 2011-2013 recepiscono le osservazioni e indicazioni pervenute dai soggetti coinvolti e costituiscono, ai sensi della legge regionale n. 23/2005, frutto del lavoro di progettazione partecipata con tutto il territorio regionale.

Allo stato attuale sono in corso ulteriori incontri con gli Uffici di piano, gli operatori ASL e le Province per la condivisione del documento finale che verrà inoltrato, presumibilmente, entro il mese di gennaio 2011 alla Giunta regionale per l'approvazione. Ad ogni modo, nelle more dell'approvazione delle linee guida 2011-2013, contestualmente all'erogazione delle risorse relative all'annualità 2010, è stata data indicazione agli ambiti territoriali di prorogare per l'anno 2010 e 2011 le azioni programmatiche già avviate nel triennio 2007-2009, previa valutazione dei risultati conseguiti e dell'opportunità del loro mantenimento.

Risposta scritta del Presidente della Regione all'interrogazione Amadu per un intervento presso il Governo nazionale affinché, in deroga al blocco delle assunzioni, immetta in ruolo gli ultimi restanti della graduatoria per ispettore del lavoro. (141)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto delineato dalla nota n. 13892, del 16 dicembre 2010, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione regionale del lavoro, secondo la quale sono stati assunti tutti gli Ispettori del lavoro vincitori ed idonei al concorso. Le ultime assunzioni, presso le Direzioni provinciali del lavoro della Sardegna, risalgono al 1° luglio 2010.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zuncheddu sulla chiusura del Centro di procreazione medicalmente assistita che ha arrecato gravi disagi ai pazienti in cura e ha gravemente leso e discriminato i diritti delle donne sarde. (286)

La Casa di cura Policlinico Città di Quartu è stata autorizzata all'esercizio dell'attività di procreazione medica assistita con determinazione n. 1176 del 22/11/2006, ed ha ricevuto accreditamento provvisorio con determinazione n. 1088 del 28/12/2007.

A seguito degli eventi esaustivamente descritti nell'interrogazione medesima, con particolare riferimento all'interruzione dell'attività di procreazione assistita causata dall'interruzione del rapporto contrattuale fra la società Kinetica Sardegna, proprietaria del' Policlinico Città di Quartu, e il centro ProMeA, l'Assessorato dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale con nota n. 5496 del 17.03.2010 incaricava l'Azienda sanitaria locale n.8 affinché attivasse gli uffici competenti in materia di vigilanza, al fine di verificare il rispetto della normativa sanitaria, con particolare riguardo alla conservazione del materiale biologico e al rispetto dell'articolo 14 della legge n. 40/2004 in materia di conservazione degli embrioni.

La ASL 8 di Cagliari, con nota n. 26221 del 29.03.2010, ha provveduto a trasmettere il verbale del sopralluogo effettuato nella struttura in data 24.03.2010, dal quale si evince una situazione generale di carenza di requisiti con particolare riferimento a quelli tecnologici ed organizzativi, tale da non consentire lo svolgimento dell'attività in parola. Tale quadro veniva ulteriormente corroborato dalla nota prot. 6387/22-3 del 15.04.2010 del Comando Carabinieri NAS di Cagliari, che segnala la mancanza dei requisiti minimi per il mantenimento dell'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento all'attività in argomento.

L'Assessorato provvedeva conseguentemente, con determinazione n. 341 del 27 aprile 2010, ai sensi della LR n. 40/90, ad avviare il procedimento di revoca dell'autorizzazione all'esercizio e dell'accreditamento provvisorio precedentemente rilasciati alla "Casa di cura Policlinico Città di Quartu", formalizzando l'atto di sospensione dell'attività, consentendo alla struttura di presentare, entro 15 giorni dalla data di ricevimento del provvedimento, eventuali controdeduzioni.

Col medesimo provvedimento veniva incaricata l'Azienda sanitaria locale di garantire il trasferimento dei campioni crioconservati eventualmente ancora allocati nella Casa di cura in argomento.

Il responsabile della Kinetica Sardegna Srl con le note acquisite con prot. 10897/3 del 14.05.2010, n. 12692/3 del 10/06.2010 e n.14385/3 del 06.07.2010, comunicava l'avvenuta messa a norma della struttura in riferimento ai requisiti tecnologici, strutturali ed organizzativi previsti dalle norme vigenti in materia.

A seguito di ciò veniva pertanto disposto un nuovo sopralluogo ispettivo nella struttura, a seguito del quale emergeva la necessità di eliminare alcune carenze che venivano comunicate alla Kinetica Sardegna Srl con nota 15788/3 del 22.07.2010.

La stessa Kinetica Sardegna Srl con nota prot. 20086/3 del 29.09.2010 comunicava l'avvenuto adeguamento della struttura alle prescrizioni impartite, si procedeva pertanto a nuova verifica in data 06.10.2010 che dava esito positivo.

Sulla scorta di tali risultanze il dirigente del "Servizio dell'assistenza ospedaliera, residenziale, riabilitativa ed autorizzazioni e accreditamenti delle strutture sanitarie e socio sanitarie" di questo Assessorato, procedeva con determinazione n. 899 del 07.10.2010 ad autorizzare la Kinetica Sardegna Srl, in regime di accreditamento provvisorio, all'esercizio dell'attività di procreazione assistita nella struttura ospedaliera "Casa di cura Policlinico Città di Quartu", dando di fatto soluzione alle problematiche contemplate nell'interrogazione in questione.

Per quanto concerne la possibilità di rilasciare nuove autorizzazioni per l'apertura di altre strutture eroganti il servizio in argomento, si fa presente che la scelta deve essere conseguente ad una valutazione sulle necessità in ambito territoriale e sulla funzionalità di tale attività in merito agli indirizzi di programmazione regionale ed aziendale. A tale riguardo sì fa presente che sono presenti nella nostra regione tre centri pubblici di procreazione medicalmente assistita di cui uno presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, uno presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari e uno presso P.O. Microcitemico di Cagliari.

Allo stato si riferisce che è oramai nella fase conclusiva l'iter procedurale per la definizione dei requisiti ulteriori per il rilascio dell'accreditamento definitivo, che consentirà la ricognizione delle strutture sanitarie e socio-sanitarie attualmente autorizzate ed accreditate nella nostra regione. Tale ricognizione consentirà di stimare anche il reale fabbisogno delle specifiche prestazioni sanitarie in argomento. Per quanto riguarda, invece, la possibilità di accedere ad eventuali contributi per le spese di viaggio e di soggiorno sostenute dai pazienti per prestazioni extraregione, nonostante alla luce dei fatti esposti il problema possa dirsi oramai superato, si fa presente che gli stessi sono disciplinati dalla LR 26/91 e successive modificazioni. La legge succitata prevede, infatti, l'autorizzazione preventiva da parte dell'ASL di residenza per quelle prestazioni proposte da medico specialista non eseguibili in ambito regionale; pertanto, poiché nella nostra regione sono presenti tre centri pubblici di procreazione medicalmente assistita, gli stessi dovranno essere contattati per valutare la possibilità di eseguire la prestazione richiesta presso le strutture regionali regolarmente autorizzate e accreditate.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Milia sulla grave situazione in cui versa la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. (299)

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Bruno - Espa - Caria - Meloni Valerio sulla trasformazione dell'IPAB Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe in azienda pubblica di servizi alla persona (304).

Con riferimento alle interrogazioni numero 299, 304, 353, considerato che le richieste formulate sono tutte riconducibili alla situazione finanziaria dell'IPAB "Fondazione San Giovanni Battista" di Ploaghe, si forniscono per tutte i seguenti elementi di risposta.

L'IPAB "Fondazione S. Giovanni Battista" di Ploaghe ha avviato il proprio percorso di trasformazione in Azienda di servizi alla persona - prima individualmente e, successivamente, insieme all'"Istituto delle Figlie di Maria" di Sassari - nell'ambito del quadro normativo delineato dalla LR 23/2005 e dal Regolamento di attuazione approvato con DPGR n. 3 del 22.07.2008. In particolare, l'articolo 44, comma 4, della LR 23/2005 e l'articolo 3, comma 1 del DPGR n. 3/2008 prevedono che le istituzioni che svolgono direttamente attività di erogazione di servizi alla persona e alla comunità sono tenute a trasformarsi in aziende pubbliche di servizi alla persona. Le IPAB che dimostrano la capacità finanziaria per poter proseguire nell'attuazione degli scopi statutari possono essere trasformate in aziende pubbliche di servizi alla persona o in associazioni o fondazioni di diritto privato ai sensi dell'articolo 44, comma 3 della LR 23/2005. Sono escluse da tale obbligo, in base all'articolo 44, comma 5 della LR 23/2005 e articolo 3, comma 3, del DPGR n. 3/2008, le istituzioni nei confronti delle quali siano accertate le caratteristiche di cui al DPCM 16 febbraio 1990 riguardanti il carattere associativo, il carattere di istituzione promossa ed amministrata da privati e l'ispirazione religiosa.

Con deliberazione n. 53/9 del 9 ottobre 2008, la Giunta regionale esprimeva il parere di coerenza con la programmazione regionale socio-sanitaria, del Piano di risanamento e riqualificazione presentato il 28 maggio 2008 dalla Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe, rinviando per la determinazione dei volumi di attività e dei relativi tetti di spesa alla stipula dei contratti con le ASL e subordinando l'efficacia del piano all'avvio di una corretta gestione rispondente a criteri di efficacia ed efficienza, nel rispetto della programmazione e degli indirizzi regionali. Il piano di risanamento non ha avuto esecutività poiché i contratti da stipulare con la ASL 1, che costituivano parte integrante e sostanziale del piano di risanamento, non sono mai stati attivati. Con nota prot. n. 4620 del 30 gennaio 2009, l'allora direttore generale dell'ASL di Sassari, dott. Giovanni Mele, pur confermando la compatibilità delle attività contenute nel piano di risanamento con le esigenze socio-sanitarie ed assistenziali del territorio di riferimento, precisava che le tariffe e il numero di contratti ivi prospettati non potevano trovare accoglimento da parte della ASL 1 e che, in ogni caso, la stessa ASL avrebbe potuto procedere alla stipula di ulteriori contratti, nella misura e alle tariffe indicate dalla Giunta regionale, solamente qualora la Fondazione avesse acquisito le autorizzazioni e/o accreditamenti aggiuntivi necessari e previa sottoscrizione di un accordo quadro (Assessorato-ASL-Fondazione). Il piano proposto prevedeva l'attivazione di un Centro diurno integrato da destinare all'assistenza di pazienti affetti da demenza ed in particolare da Alzheimer, di un Centro per le cure palliative e di attività di riabilitazione globale a ciclo continuativo. Al riguardo il direttore generale della ASL 1 formulava le seguenti osservazioni:

Rispetto al Centro diurno integrato:

- l'equipe multiprofessionale presente nelle due realtà assistenziali è caratterizzata da un numero e da competenze professionali aggiuntive rispetto a quanto previsto dagli standard organizzativi per i CDI definiti dalla DGR 25/6 del 13.06.2006;

- la richiesta di euro 93 a prestazione, avanzata dalla Fondazione, non può essere accolta.

Rispetto al Centro per le cure palliative:

- la ASL può remunerare prestazioni per otto pazienti e non per quindici, come richiesto dalla Fondazione;

- la tariffa di euro 290 a prestazione, richiesta dalla Fondazione, non può essere riconosciuta, poiché la DGR 71/18 del 16.12.2008, che detta indirizzi in materia di Centri residenziali per cure palliative, ha fissato in euro 196 la remunerazione delle prestazioni.

Rispetto alla Riabilitazione globale a ciclo continuativo:

- rispetto alla richiesta della Fondazione di un contratto per 20 posti, la ASL è disponibile ad attivare presso la Fondazione 10 posti letto pubblici previsti dalla DGR 19/1 del 29.03.2008 e ulteriori tre posti.

Con deliberazione n. 10/46 dell'11.02.2009 la Giunta regionale accoglieva la richiesta di fusione presentata dalle IPAB "Fondazione S. Giovanni Battista" e "Istituto delle Figlie di Maria" e successiva trasformazione in Azienda pubblica di servizi alla persona, subordinatamente al completamento del piano complessivo di risanamento, sulla base dei contratti in via di definizione con le ASL competenti e delle previsioni circa lo sviluppo dell'attività scolastica.

Nei mesi di giugno e luglio 2009 si procedeva alla nomina dei nuovi commissari straordinari dell'IPAB "Fondazione S. Giovanni Battista" di Ploaghe e "Istituto delle Figlie di Maria" di Sassari, affidando loro il compito di verificare lo stato di attuazione e la possibilità di un completamento del piano di risanamento, o di predisporre un nuovo piano qualora lo stesso non fosse in grado di garantire una gestione ispirata a criteri di efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto del pareggio di bilancio. Il Piano congiunto di risanamento e rilancio delle attività della "Fondazione S. Giovanni Battista" di Ploaghe e "Istituto delle Figlie di Maria" di Sassari, sottoscritto il 18 gennaio 2010 e presentato dai commissari in data 11 febbraio 2010, è stato sottoposto alla valutazione del tavolo tecnico istituito con decreto dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 36 del 2.09.2009 per l'esame delle criticità gestionali e delle situazioni debitorie delle due IPAB. Nel corso dell'incontro tenutosi il 3 maggio 2010, il tavolo tecnico, in considerazione della grave situazione debitoria della "Fondazione S. Giovanni Battista", ha espresso una valutazione negativa del piano di risanamento in quanto le ipotesi ivi prospettate non sono state ritenute attuabili (per un maggior dettaglio, si allega alla presente una breve sintesi sulle criticità di carattere economico-finanziario e sulle criticità legate ai requisiti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie rilevate nelle ipotesi contenute nel piano).

In breve, le posizioni dei componenti il iavolo tecnico possono essere sintetizzate come segue.

- ASL 1 di Sassari: il piano si fonda sulla previsione di una produzione potenziale massima di euro 10.235.134, collegata alla stipula dei nuovi contratti con la ASL di Sassari e Olbia-Tempio e all'accreditamento delle nuove strutture; la ASL quantifica in euro 6.488.433 i contratti che possono essere stipulati nel 2010 sulla base dei tetti di spesa definiti con DGR n. 57/13 del 31.12.2009.

- INPS: non sussistono più le condizioni che hanno reso possibile la sospensione del recupero del credito che l'INPS vanta nei confronti della Fondazione.

- Banca di Sassari: non risulta disponibile alla concessione del mutuo di 6 milioni di euro ipotizzato nel Piano.

- Equitalia: il piano di risanamento non può prescindere dal garantire l'integrale soddisfacimento dei crediti evidenziati dagli Enti impositori interessati (Agenzia delle entrate - Ufficio di Sassari e INPS).

Ad ogni modo, alla luce della grave situazione finanziaria della "Fondazione S. Giovanni Battista", la sola concessione di nuove autorizzazioni per prestazioni socio-sanitarie, oltre quelle connesse ai tetti di spesa definiti con DGR n.57/13 del 31.12.09, non consentirebbe, in ogni caso, l'autosufficienza economica della stessa i cui debiti ammontano, come risulta dal piano sottoscritto il 18 gennaio 2010, a euro 17.526.523,17.

A seguito degli esiti del tavolo tecnico del 3 maggio 2010, la Direzione generale delle politiche sociali, con nota del 6 maggio 2010, ha invitato i commissari straordinari delle due IPAB a porre in essere gli adempimenti finalizzati alla trasformazione delle rispettive IPAB, in coerenza con quanto disposto dalla normativa regionale che prevede la trasformazione in Aziende pubbliche di servizi alla persona, la trasformazione in persone giuridiche di diritto privato o la loro estinzione. L'"Istituto delle Figlie di Maria" di Sassari e la "Fondazione S. Giovanni Battista" di Ploaghe hanno presentato due distinti piani di risanamento, rispettivamente in data 24 maggio 2010 e 7 giugno 2010, sottoposti alla valutazione della Direzione generale delle politiche sociali.

In data 12 luglio 2010 si è tenuto un incontro presso la ASL di Sassari cui hanno partecipato il Direttore generale della sanità, il Direttore Generale delle Politiche Sociali, il Commissario Straordinario e il Direttore generale della "Fondazione S. Giovanni Battista", il commissario straordinario e il Direttore amministrativo della ASL 1 e il Sindaco di Ploaghe. Nel corso dell'incontro, finalizzato all'individuazione di ogni possibile evoluzione alternativa a quanto prospettato nel piano di risanamento congiunto con l'Istituto delle Figlie di Maria e ad una valutazione del nuovo piano presentato dal commissario straordinario dell'IPAB San Giovanni Battista di Ploaghe, è stata valutata un'ipotesi che prevede il trasferimento dei servizi e del personale socio-sanitario alla ASL 1 di Sassari e quelli socio-assistenziali al Comune di Plaghe, contestualmente alla richiesta di riduzione del debito da parte dell'INPS e degli istituti di credito. Al fine di approfondire i vari aspetti connessi alla realizzazione della prospettata ipotesi, sono stati costituiti tre gruppi di lavoro: un primo gruppo composto da rappresentanti del Comune di Ploaghe e dell'IPAB dedicato alla valutazione degli aspetti legati alla sostenibilità dell'ipotesi di trasferimento dei servizi e del personale socio-assistenziale; un secondo gruppo composto dai rappresentanti della ASL e dell'IPAB dedicato alla valutazione degli aspetti connessi alla possibilità di trasferimento alla ASL delle attività di carattere socio-sanitario e del personale attualmente impegnato nell'erogazione delle prestazioni; un terzo gruppo composto dai rappresentanti dell'IPAB e dai rappresentanti delle direzioni generali della sanità e delle politiche sociali, dedicato alla valutazione di un'ipotesi definitiva di evoluzione dell'attuale situazione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe che consenta, nel rispetto della normativa regionale e nazionale e sulla base della concreta sostenibilità dell'ipotesi al vaglio dei gruppi di lavoro, il trasferimento delle attività e del personale alla ASL 1 di Sassari e al Comune di Ploaghe.

In data 26 luglio 2010 si è svolto un incontro per la condivisione della prima fase di lavoro dei gruppi, che si è concluso con la richiesta da parte dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale rivolta al Commissario straordinario della ASL 1 finalizzata alla formulazione di un'ipotesi di internalizzazione di tutto il personale sociosanitario dell'IPAB, da impegnare eventualmente anche in altre strutture della ASL 1 e non solo in quelle dell'IPAB che passerebbero alla ASL.

Infine, per completezza di informazione, si evidenzia che la Giunta regionale con deliberazione n. 38/16 del 09.11.2010, al fine di garantire il completamento degli adempimenti relativi alla trasformazione della Fondazione San Giovanni Battista, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 44 della LR 23/05 e dal DPGR n. 3/2008, ha provveduto al rinnovo dell'incarico di Commissario straordinario il quale dovrà, tra l'altro, garantire la predisposizione di un nuovo piano di risanamento.

Allegato interrogazioni consiliari n. 299, 304 e 353.

Sulla base di quanto illustrato nelle due ipotesi contenute nel piano congiunto di risanamento e rilancio delle attività della Fondazione S. Giovanni Battista di Ploaghe e dell'Istituto delle Figlie di Maria Sassari, sottoposto all'attenzione del tavolo tecnico il 3 maggio 2010, si rappresenta la seguente situazione della Fondazione e si evidenziano le criticità rilevate.

Criticità di carattere economico-finanziario

L'ipotesi 1 prevede una produzione potenziale massima di euro 10.235.134 e specifica che "l'attuazione è collegata alla stipula dei nuovi contratti con la ASL di Sassari e Olbia-Tempio e all'accreditamento delle nuove strutture".

La ASL di Sassari ha comunicato agli uffici e ribadito nel corso della riunione del tavolo tecnico tenutasi il 3 maggio 2010 che i contratti che possono essere stipulati nel 2010, sulla base dei tetti di spesa definiti con DGR n. 57/13 del 31.12.2009, sono quantificati in euro 6.488.433.

L'ipotesi 1 prevede inoltre che "le attività descritte nell'ipotesi 1 si attuerebbero senza ulteriore incremento di personale, ma meglio utilizzando l'attuale pianta organica".

Il piano cita un programma di redistribuzione del personale solo sommariamente descritto. In particolare, appaiono ancora solo teoriche le ipotesi di mobilità di parte del personale e di assorbimento di parte di questo da parte degli EE.LL. Inoltre, nel seguito del testo si afferma che "le eventuali nuove unità lavorative che dovessero essere necessarie per la completa attuazione del piano (...) saranno inquadrate attraverso contratti a progetto ecc."; si ipotizzano, di fatto, ulteriori spese per il personale che non sono meglio esplicitate nel testo.

L'ipotesi 2 prevede un volume di ricavi pari a euro 7.925.944.

L'ipotesi 2 e implicitamente descritta come non percorribile, a meno di una decisione drastica quale la totale dismissione del patrimonio dell'Istituto delle Figlie di Maria: "(...) Con tale ipotesi 2, pur non incrementando i ricavi, i costi rimangono inalterati, con l'impossibilità di attuare la trasformazione in ASP, e la conseguente estinzione della Fondazione, lasciando la stessa in una condizione di insolvenza (...). D'altra parte, pur considerando tale ipotesi che prevede il licenziamento di circa 15 unità lavorative, oltre l'accompagnamento di altre 15 persone, (...) si avrebbe un evidente contenimento dei costi nella misura di euro 900.000 circa, ma pure sempre un utile insufficiente pari a euro 309.973 (...) che non consentirebbe, nemmeno attraverso i drastici sacrifici in termini di servizi resi e soprattutto di occupazione, qualsiasi ipotesi di ripianamento dei debiti, a meno che non si intenda procedere con l'integrale dismissione del patrimonio dell'Istituto Figlie di Maria (...).

(La tabella relativa alla situazione finanziaria della Fondazione S. Giovanni Battista di Ploaghe, all. 2, è agli atti del Consiglio)

In data 8 aprile 2010 il Commissario straordinario dell'IPAB Fondazione S. Giovanni Battista di Ploaghe ha inviato all'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale la nota prot. n. 145/DG/2010 con oggetto "Situazione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe". Facendo riferimento ad una proposta contrattuale formulata nel mese di marzo per l'anno in corso dalla ASL 1 di Sassari e dalla ASL 2 di Olbia sulla base della quale è possibile prevedere per l'anno 2010 un volume di attività pari a euro 7.748.851, meglio dettagliato nel seguente prospetto (il prospetto è agli atti del Consiglio) il Commissario straordinario svolge alcune considerazioni qui riportate sinteticamente:

- "le ipotesi contrattuali per l'anno 2010 sono leggermente peggiorative rispetto a quanto evidenziato nell'ipotesi 2 contenuta nel piano di risanamento;

- "sulla base della suddetta proposta, si renderebbe necessaria l'ulteriore messa in mobilita di circa 13 unità lavorative, con un immediato fabbisogno finanziario per i TFR di circa euro 325.000;

- "la misura sarebbe assolutamente insufficiente per poter garantire quel margine operativo utile ad attuare il piano, soprattutto senza il contributo della garanzia del patrimonio dell'Istituto delle Figlie di Maria;

- "l'ulteriore dismissione di 52 unità, necessaria in seguito alla chiusura di tutti i reparti che non raggiungono il punto di equilibrio, renderebbe impossibile il raggiungimento degli utili aziendali che consentirebbero il pagamento delle rateizzazioni in corso con Equitalia e l'accensione di un mutuo bancario a lungo termine finalizzato al pagamento dell'arretrato nei confronti dell'INPS. Inoltre, alla dismissione di quel personale conseguirebbe un contenzioso giudiziario e si renderebbe necessario l'esborso di euro 1.300.0000 per il pagamento del TFR;

Si evidenzia che tali previsioni sono però diverse da quanto comunicato dalla ASL 1 di Sassari con nota scritta e nel corso della riunione del tavolo tecnico del 3 maggio 2010.

Criticità legate ai requisiti delle strutture sanitarie e sociosanitarie

La Direzione generale della sanità - Servizio dell'assistenza ospedaliera, residenziale, riabilitativa ed autorizzazioni e accreditamenti delle strutture sanitarie e sociosanitarie ha svolto, su richiesta della Direzione generale delle politiche sociali - Servizio affari generali una vantazione in merito alla congruità e conformità dei dati sul personale,contenuti nel piano di risanamento agli standard di legge previsti per le strutture sanitarie e socio-sanitarie.

Si evidenziano le seguenti criticità:

- "personale impiegato nelle strutture: il confronto tra il personale previsto dalla norma e quello presente nelle strutture evidenzia numerose situazioni di personale carente/eccedente con riferimento ad alcune figure professionali previste per le diverse tipologie di struttura o, al contrario, la presenza in alcune strutture di figure professionali non previste dalla norma.

- "Autorizzazioni e accreditamenti delle strutture: la residenza denominata "Arcobaleno", come anche affermato dagli estensori del piano, è autorizzata per la riabilitazione globale a ciclo continuativo, ma i servizi erogati sono di natura residenziale a valenza socio-riabilitativa.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Ladu sulle procedure di conferimento degli incarichi dirigenziali di direttore di Distretto socio-sanitario presso l'Azienda sanitaria di Nuoro. (328)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base delle informazioni acquisite dalla ASL n. 3 di Nuoro, si rappresenta quanto segue.

A seguito del riordino del sistema sanitario regionale, con la ridefinizione degli ambiti territoriali aziendali (LR n. 10/2006), la ASL 3 di Nuoro, con delibera del DG n. 1935 del 12.12.2007, adottava definitivamente il proprio atto aziendale, con il quale, tra l'altro, veniva previsto il nuovo modello organizzativo attraverso l'individuazione e l'attivazione di una pluralità di strutture complesse e dipartimenti. A seguito del parere positivo sulla conformità dell'atto aziendale rispetto agli indirizzi regionali, espresso dalla Giunta regionale con deliberazione n. 30/38 del 20.12.2007, si è dato corso all'avvio del processo riorganizzativo attraverso l'attribuzione provvisoria degli incarichi dirigenziali. In particolare, con provvedimento del DG n. 331 del 7.3.2008, al fine esplicito di dare un primo avvio all'effettiva attuazione dell'atto aziendale, veniva deliberato di formalizzare gli incarichi di direttore di distretto, con decorrenza 1.4.2008, evidenziando il carattere di assoluta provvisorietà degli stessi con la precisazione che le nomine definitive avrebbero avuto luogo secondo modalità stabilite dalla vigente normativa in materia. La provvisorietà dell'incarico veniva ribadita anche nella successiva nota prot n. 4341 dell'8.10.2009, con fa quale si disponeva "la proroga di tutte le deleghe di firma di provvedimenti riguardanti l'ordinaria amministrazione, a suo tempo conferite ai dirigenti di struttura".

Al fine di portare a compimento il processo di riorganizzazione, il Commissario straordinario - con provvedimento n. 327 del 30.11.2009 - deliberava di conferire definitivamente gli incarichi di struttura complessa di Direttore di distretto, attivando le procedure di legge. A tal fine indiceva "avviso di selezione per titoli e colloquio, ai sensi dell'articolo 3 sexies, comma 3, DLgs 502/92 e successive modificazioni, per i direttori di distretto di Macomer, Nuoro, Sorgono e Siniscola".

L'interrogazione contesta l'illegittimità della selezione indetta con la deliberazione del Commissario straordinario n. 327 del 30.11.2009 sulla base delle seguenti considerazioni:

- la Commissione di valutazione risulterebbe di illegittima composizione in quanto presieduta dal Direttore amministrativo, anziché dal Direttore sanitario, come previsto dall'articolo 15 ter del DLgs. 502/92 e successive modificazioni.

Al riguardo si osserva che l'articolo 15 ter del DLgs 502/92 disciplina la composizione della commissione, attribuendo la presidenza al Direttore sanitario, in relazione alla dirigenza sanitaria ed alle strutture complesse nell'ambito dell'area medica. Nel caso di specie, per contro, la selezione era rivolta sia al "ruolo sanitario" e sia al "ruolo professionale tecnico ed amministrativo" per cui la relativa commissione poteva legittimamente esser presieduta dal Direttore amministrativo (dott. Piero Carta - deliberazione commissariale n. 244 del 10.2.2010). Ad ogni buon conto, non pare superfluo precisare che gli altri due componenti la commissione risultano essere due dirigenti sanitari, direttori di distretto.

- La selezione sarebbe lesiva del diritto dei dirigenti in precedenza nominati a conservare l'incarico di Direttore del distretto sanitario, quanto meno fino al 4 marzo 2011 (incarico soggetto a verifica triennale, art. 33 del CCNL 1998-2001, dirigenza medica).

Come sottolineato in premessa, il conferimento dell'incarico dirigenziale ha assunto, fin da principio, carattere di assoluta provvisorietà, essendo intervenuto in ragione esclusiva dell'avvio del processo riorganizzativo di cui all'atto aziendale approvato con deliberazione del DG n. 1935 del 12.12.2007. Nel relativo provvedimento (delibera del DG n. 331 del 7.3.2008) si dava espressamente atto che "le nomine definitive avranno luogo secondo modalità stabilite dalla vigente normativa in materia". Al riguardo va, inoltre, considerato che gli incarichi provvisori sono attribuibili ai sensi dell'articolo 18 del CCNL del 08/06/2000 di entrambe le aree, per un periodo massimo di 6 mesi prorogabili fino a 12.

- L'incarico di direttore di distretto è soggetto a verifica triennale ai sensi dell'articolo 11 della deliberazione 1935 del 12.12.2007 e articolo 33 del CCNL.

Al riguardo si evidenzia che la nomina dei direttori di distretto era stata effettuata senza alcuna specifica istruttoria tesa a verificare la sussistenza dei requisiti richiesti dagli articolo 3 sexies e 15 del DLgs n. 502/1992 e succ. mod., ribadito dalla legge 229/1999, dal DLgs 165 del 30.3.2001 e dal DLgs 150/2009. Con l'ulteriore conseguenza che tale incarico non può neppure ritenersi soggetto a garanzie minime di durata, dal momento che le disposizioni inerenti alla necessità della preventiva verifica triennale, di cui all'articolo 33 del CCNL, si riferiscono ad affidamenti intervenuti ai sensi degli articoli 29 e seguenti CCNL, e dunque in base ai criteri e con le procedure sopra richiamate. Un rapporto sorto con tali peculiarità, pur giustificate da una situazione di eccezionalità, non poteva certamente precludere il completamento del processo di riorganizzazione aziendale. Processo che passa necessariamente attraverso il conferimento definitivo degli incarichi dirigenziali, per mezzo dell'unica procedura consentita dalla normativa vigente, da esplicare attraverso una procedura selettiva e di comparazione, previa pubblicazione dell'avviso. L'avviso di selezione indetto dal Commissario straordinario (deliberazione n. 327 del 30.11.2009) per i direttori di distretto di Nuoro, Macomer, Sorgono e Siniscola, pare rivestire, pertanto, carattere di assoluta legittimità.

- Si asserisce, infine, l'assenza di giusta causa nei provvedimenti di revoca dell'incarico dirigenziale che imporrebbe all'Azienda sanitaria il conferimento di altro incarico di pari valore (art. 39 CCNL) con conseguente danno erariale (Corte dei conti - Sezione giurisdizionale della Calabria - Sentenza n. 1001/2008).

Si richiama, al riguardo, la disposizione di cui all'articolo 9, comma 32, del DLgs 78/2010 che testualmente recita: "a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 che, alla scadenza di un incarico di livello dirigenziale, anche in dipendenza dei processi di riorganizzazione, non intendono, anche in assenza di una valutazione negativa, confermare l'incarico conferito al dirigente, conferiscono al medesimo dirigente un altro incarico anche di valore economico inferiore. Non si applicano le eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli; a decorrere dalla medesima data è abrogato l'articolo 19, comma 1 ter, secondo periodo, del decreto legislativo n. 165 del 2001. Resta fermo che, nelle ipotesi di cui al presente comma, al dirigente viene conferito un incarico di livello generale o di livello non generale, a seconda, rispettivamente, che il dirigente appartenga alla prima o alla seconda fascia".

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla mancata compilazione e inoltro al Ministro della pubblica amministrazione del questionario relativo alla dotazione di auto blu. (349)

In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base delle informazioni acquisite dalle ASL di Cagliari, Carbonia, Oristano, Sanluri e dall'AO "Brotzu" di Cagliari, si rappresenta quanto segue:

In data 15 maggio 2010 il Formez PA trasmetteva on line alle amministrazioni centrali e locali un questionario sulla flotta di rappresentanza e auto di servizio nelle pubbliche amministrazioni, al fine di effettuare, entro il 15 luglio 2010, un censimento delle c.d. "auto blu".

Dagli accertamenti effettuati risulta che, per disguidi tecnici non imputabili alle stesse, diverse amministrazioni non hanno ricevuto il questionario nei termini e sono state successivamente contattate telefonicamente dal Formez che ha prorogato la disponibilità della piattaforma informatica per il rilevamento dei dati al 5 settembre 2010.

Nel caso specifico risulta che la ASL n. 5 di Oristano, la ASL n. 6 di Sanluri e la ASL n. 7 di Carbonia hanno adempiuto all'obbligo informativo secondo i tempi e le linee operative indicate dal Formez.

La ASL n. 8 di Cagliari, invece, per un mero disguido tecnico non ha potuto compilare il questionario on line entro i termini prescritti, ma si è prontamente attivata per verificare, presso il Ministero, la possibilità di inserire i dati richiesti nella piattaforma informatica.

L'Azienda ospedaliera "Brotzu", infine, non dispone di alcun mezzo rientrante nella categoria delle cd. "auto blu" ma ha, comunque, provveduto ad informare il Dipartimento della funzione pubblica, della dotazione di due autovetture destinate al trasporto di organi.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Amadu sulla grave situazione economica della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e sulla necessità di uscire dall'indecisione politica (353).

(Vedi risposta scritta alle interrogazioni n. 299 e 304)

Risposta scritta dell'Assesore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio sugli ostacoli che impediscono l'attuazione del Piano di azione per il superamento del digital divide e la connessione ADSL alla rete Internet nelle borgate agricole di Sassari. (461)

La Regione autonoma della Sardegna, con il Piano d'azione per il superamento del digital divide in Sardegna, approvato con delibera della Giunta regionale n. 54/15 del 22.11.2005, ha intrapreso un percorso volto all'abbattimento del digital divide su tutto il territorio regionale. Il Piano ha avuto una prima attuazione con l'intervento, denominato "SICS", che è stato destinato a quelle zone del territorio per le quali gli operatori di telecomunicazioni non reputavano conveniente adeguare tecnologicamente le centrali per l'attivazione del servizio ADSL, in quanto i ricavi attesi non sarebbero stati sufficienti neppure a coprire gli investimenti necessari.

Per sopperire a tale situazione la Giunta regionale ha deciso di concedere un cofinanziamento ad un operatore privato da selezionarsi mediante procedura ad evidenza pubblica che fosse disposto ad investire in tali zone e che destinasse l'importo ricevuto a coprire il c.d. market failure, ossia il deficit di mercato, in modo da consentire all'operatore stesso di ottenere un ritorno economico dell'investimento sopra descritto (pareggio costi-ricavi più un ragionevole margine di profitto) nei tempi normalmente attesi.

L'intervento, che ad esito della procedura di gara è stato aggiudicato a Telecom Italia Spa, configurandosi come aiuto di Stato è stato notificato alla Commissione europea che con decisione n. C(2006) 5480 del 22.11.2006 ha ritenuto l'aiuto al superamento del digitai divide in Sardegna compatibile con l'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato CE.

Il progetto, nella sua fase esecutiva, ha comportato l'attivazione del servizio ADSL in 143 centrali telefoniche, consentendo ad oltre 100 comuni precedentemente non serviti di godere di tale importantissima risorsa.

In ossequio al regime di aiuti concesso, il progetto prevede la presenza di un meccanismo di recupero di eventuali sovracompensazioni attraverso l'espletamento di un'attività di monitoraggio dell'andamento finanziario dell'intervento stesso che attualmente è posto in essere da un'apposita commissione regionale. Tale attività della commissione si concluderà nei primi mesi del 2011 ed in tale occasione si potrà avere quindi contezza della sussistenza o meno di tali sovracompensazioni e pertanto della eventuale restituzione totale o parziale dell'iniziale cofinanziamento concesso.

A tal fine si rappresenta che alla date del 28 ottobre 2010 l'intervento annoverava un numero di clienti ADSL pari a 33.672 a fronte di un numero di clienti previsto in sede di redazione del piano economico e finanziario dell'aggiudicatario pari a 10.010. Già dall'analisi di tali dati, oltre al chiaro gradimento da parte degli utenti sardi, si può evincere che i risultati estremamente positivi dell'intervento abbiano generato sovracompensazioni in capo all'aggiudicatario tali da rendere necessario da parte di quest'ultimo la restituzione in tutto o in parte del cofinanziarnento ricevuto o la compensazione, così come previsto nel contratto d'appalto, dell'ammontare da restituire attraverso la realizzazione di ulteriori attività di ammodernamento sulle centrali non ancora aggiornate tecnologicamente oppure su quelle non sufficientemente aggiornate.

Parallelamente al succitato progetto la Regione autonoma della Sardegna avviava un insieme di interventi per la costituzione della propria Rete telematica regionale (RTR) a servizio dell'Amministrazione regionale, degli Enti ed Agenzie regionali, delle Aziende sanitarie ed in prospettiva di tutte la Pubblica Amministrazione locale.

Nonostante l'implementazione di teli interventi il problema del digital divide rimaneva ancora forte in quanto gli operatori di telecomunicazioni, che intervengono secondo modelli di business di mercato che privilegiano le aree più redditizie con un più alto indice di ritorno degli investimenti (ROI) rispetto alle aree più svantaggiate economicamente o geograficamente, non completavano comunque l'opera intrapresa dalla Regione investendo nelle predette aree svantaggiate.

Prendendo atto della situazione, la Giunta regionale, con le delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007, ha definito la propria strategia in relazione all'obiettivo di ottenere il superamento del fenomeno del digital divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di intervento e adottando una strategia a due velocità:

Strategia di medio-lungo termine: abbattimento "definitivo'' del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica (collegamento della rete di dorsale alle centrali degli operatori di telecomunicazioni) degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori;

Strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori).

In base a tale strategia si è dato corso all'intervento SICS II, avviato nel 2008 ed a tutt'oggi in corso di realizzazione, che ha previsto la progettazione, realizzazione e manutenzione di un'infrastruttura in fibra ottica che estenderà la dorsale in fibra ottica degli operatori o della Rete telematica regionale. Tale infrastruttura assicurerà il collegamento delle centrali per tutti i comuni con popolazione superiore ai 1.500 abitanti, i consorzi industriali e i presidi ospedalieri, nonché un servizio di accesso a larga banda adeguato agli standard nazionali, sia qualitativi che di prezzo, fruibile da almeno il 90 per cento della popolazione ed avente le seguenti caratteristiche:

- almeno 7 Mbit/s per i comuni con popolazione superiore ai 1.500 abitanti;

- almeno 640 Kbit/s per i comuni con popolazione inferiore ai 1.500 abitanti.

Con riferimento allo stato di attuazione del progetto si pone in evidenza quanto segue.

Riguardo all'attivazione del servizio ADSL, con nota del 22 dicembre u.s. Telecom Italia ha comunicato il completamento della attivazione del servizio ADSL in tutti i comuni della Sardegna. Il servizio è stato dichiarato vendibile e disponibile secondo le condizioni stabilite dal contratto d'appalto SICS II. Sul sito Wholesale di Telecom Italia è possibile avere l'evidenza delle attivazioni.

In merito alla connessione in fibra ottica dei presidi ospedalieri e delle aree produttive ci si attesta su una percentuale del 100 per cento sia per i primi, pari a 57 presidi, sia per le seconde, pari a 15.

Riguardo alla connessione in fibra ottica delle centrali relative ai comuni con popolazione maggiore di 1500 abitanti, la percentuale di collegamento e pari al 57 per cento di quelle previste.

Tale situazione di criticità è dovuta ad una serie di problematiche relative sopratutto al sistema di concessione dei permessi da parte di alcuni enti locali (Provincia di Cagliari, di Sassari e di Olbia Tempio) ed in particolare dell'ANAS in relazione alle attività di scavo e di posa della fibra ottica e alle tecniche impiegate. Ora, con riferimento agli Enti locali, oltre alla sottoscrizione nel corso di quest'anno di protocolli d'intesa contenenti la disciplina del regime dei permessi per l'esecuzione dei lavori con la Provincia di Olbia-Tempio e con quella di Sassari, la Regione è in procinto di stipulare un medesimo protocollo d'intesa anche con la Provincia di Cagliari. Riguardo alle problematiche con l'ANAS, l'aggiudicatario Telecom Italia ha esplicitato che utilizzerà per quanto possibile tecniche alternative allo scopo di ottenere dalla predetta Azienda autonoma le autorizzazioni per lo scavo e la posa del cavo di fibra ottica. Oltre a ciò, per garantire i collegamenti, l'aggiudicatario intende inoltre utilizzare soluzioni progettuali di posa del cavo di fibra ottica in palificazione o con scavo in tecnica tradizionale fuori carreggiata. Tenendo conto della situazione generale del progetto, soprattutto sul versante sia del suo ottimale stato di avanzamento complessivo che delle prospettive di suo completamento, e della intervenuta necessità di dover garantire il coordinamento e la migliore integrazione del progetto stesso con altri progetti già programmati e in via di prossima realizzazione nella materia del superamento del digital divide e di ampliamento, di ottimizzazione, di gestione e manutenzione della Rete telematica regionale (RTR) e della Rete telematica della ricerca (RTR-R), questa Direzione generale, con determinazione n. 1069/AA.GG. del 21.10.2010, avvalendosi della clausola contrattuale di cui all'articolo 1, comma 3, del contratto d'appalto (rep. N. 37) che prevede la possibilità, nel caso sussistano tali necessità di coordinamento, di ridefinire opportunamente le tempistiche di realizzazione del progetto in relazione alle varianti proposte, ha accolto la proposta di completamento del progetto entro la data del 30 aprile 2012. All'uopo, si deve significare che l'aggiudicatario ha comunque posto in essere i giusti rimedi tecnici al fine di erogare il servizio ADSL contrattualmente previsto mettendo in campo soluzioni tecniche di collegamento mediante ponte radio nelle situazioni in cui non è stata ancora realizzata la infrastrutturazione in fibra ottica.

Sempre in merito a questo progetto si evidenzia che in data 15 dicembre u.s., l'UVER (Unità di verifica degli investimenti pubblici) del Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione, sottoponendo a verifica il progetto SICS II, ha effettuato una valutazione positiva sullo stesso ritenendolo "intervento disincagliato" e quindi non necessitante di alcuna "azione correttiva".

Infine, si deve porre in evidenza che dai dati conferiti da Telecom Italia risulta una situazione secondo la quale a seguito delle attivazioni intervenute su progetto SICS-II sono state fino ad oggi soddisfatte circa 24.000 richieste di attivazione linee ADSL per cittadini e imprese nel territorio regionale che si collocava prima dell'intervento in una situazione di forte digital divide.

Riprendendo il discorso sulla strategia regionale in materia di digital divide si evidenzia che la Regione, proseguendo secondo le linee programmatiche ivi previste, oltre al suddetto progetto ha posto in essere gli atti programmatici e propedeutici per l'avvio dell'intervento denominato "Sardegna 20 Mbit" di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 56/13 del 29.12.2009. Tale intervento, parzialmente finanziato con risorse del FEASR Sardegna 2007-2013 e con risorse del MISE, prevede di portare la banda larga a 20 Mbit/s su tutto il territorio regionale secondo la seguente articolazione:

- Completamento rete di dorsale (Completamento rete di backhaul iniziata con l'intervento SICSII);

- Bonifica della rete di accesso (dismissione di apparati e linee che si basano sull'utilizzo del rame che rappresenta uno dei fattori principali del degrado della qualità trasmissiva);

- Upgrade DSLAM a 20 Mbit/s (aggiornamento delle apparecchiature tecnologiche di centrale che collegano la rete di accesso utente alla rete di backhaul e che non sono abilitate a tale velocità).

In relazione a tale intervento si rappresenta che la Regione autonoma della Sardegna e il Ministero dello sviluppo economico hanno stipulato, in data 30 dicembre 2009, un Accordo di programma per lo sviluppo della banda larga sul territorio della Regione Sardegna. L'accordo prevede la sottoscrizione di una specifica convenzione operativa tra la Regione Sardegna e il MISE, mentre la predetta deliberazione n. 56/13 del 29.12.2009 della Giunta regionale ha dato mandato all'Autorità di gestione del FEASR di affidare alla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione l'attuazione dell'Azione 5 della misura 321 del PSR 2007/2013 Sardegna.

La Commissione europea, con decisione C(2010) 2956 del 30/04/2010, ha approvato l'aiuto di Stato n° 646/2009, relativo al progetto "Banda larga nelle aree rurali d'Italia", mentre l'Autorità di gestione del FEASR (Direzione generale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale dell'Amministrazione regionale) con determinazione n. 21623-829 del 8 novembre 2010 ha affidato l'attuazione della Azione 5, della Misura 321, del PSR 2007/2013 della Sardegna alla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione.

Allo stato attuale in data 23 dicembre u.s. è stata predisposta la bozza di convenzione operativa con la quale la Regione, ai sensi del punto 24 della decisione C(2010) 2956 del 30/04/2010, delega il MISE per la realizzazione del progetto per lo sviluppo della banda larga nella aree rurali della Regione Sardegna. Tale convenzione, essendo giunta in un fase di condivisione tra le parti è in programma d'essere sottoscritta entro le prime due settimane del 2011 affinché in tempi brevi si possano attivare le procedure ivi previste per l'avviamento delle attività esecutive.

Oltre al citato progetto la Regione, sulla base delle linee politico programmatiche dell'UE, intende dotare il proprio territorio di infrastrutture idonee a supportare e accelerare lo sviluppo e diffusione di servizi a banda larga e ultra larga. A tal fine si rimarca che l'obiettivo dell'"Agenda digitale europea", che fissa la strategia dei Paesi dell'Unione per il 2020, è infatti quello di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili grazie a un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili. Per questo occorre offrire entro il 2020 l'accesso a Internet a velocità pari o superiori a 30 Mbps per tutti i cittadini europei, e lavorare affinché entro la stessa data almeno il 50 per cento delle famiglie ed il 100 per cento delle imprese utilizzi Internet con connessioni al di sopra di 100 Mbps".

Nel perseguimento dei predetti obiettivi si collocano i seguenti interventi:

- Intervento teso all'attivazione di un grande progetto comunitario di infrastrutturazione a banda ultra larga.

La Regione, pertanto, oltre a proseguire con l'implementazione di interventi annoverabili in termini di banda larga (ossia di larghezze di banda inferiori a 40 Mbps in downstream e a 15 Mbps in upstream) ritiene necessario incominciare a considerare scenari tecnologici più evoluti affinché l'esigenza di ottenere una sempre più elevata ampiezza di banda sia soddisfatta nel più breve tempo possibile e quindi anche prima della data prevista dalle predette linee europee. Prendendo atto della citata necessità ed in considerazione della situazione di vantaggio che si rinviene nel territorio sardo per effetto della realizzazione delle reti di distribuzione del metano le cui operazioni di scavo rappresentano un'imperdibile occasione per la massimizzazione degli investimenti per l'implementazione di una rete 8 fibre ottiche di nuova generazione, l'Amministrazione regionale con la deliberazione della Giunta n. 25/18 del 01.07.2010, ha disposto l'avvio delle procedure per l'attivazione di un grande progetto comunitario in materia di infrastrutturazione a banda ultra larga. In ossequio a quanto previsto dalla raccomandazione sull'accesso regolamentato alle Reti NGA della Commissione europea l'infrastruttura da realizzare dovrà caratterizzarsi per essere passiva, neutrale, aperta ed economica, nonché svolgersi in modo da evitare inutili duplicazioni sulle infrastrutture di posa. Nell'ambito di tale progetto è stata selezionata con procedura ad evidenza pubblica una società che sta predisponendo uno studio tecnico economico in materia di infrastrutturazione a banda ultralarga nel territorio regionale avendo come compito particolare quello di individuare soluzioni economiche e tecnico-architetturali per sfruttare appieno la sinergia con la realizzazione della rete del gas. In base agli esiti del predetto studio e dell'attività posta in essere dagli uffici regionali, si prevede all'inizio del prossimo anno di mettere in campo le prime attività per dare attuazione al citato intervento.

- Progetto per la diffusione della Banda Larga nei distretti industriali - delibera della GR n. 35/15 del 28.10.2010.

Con tale progetto la Regione, al fine di assicurare il massimo beneficio dalla realizzazione dell'intervento e contribuire allo sviluppo innovativo dei distretti industriali, si propone di implementare un modello che prevede la realizzazione di una rete di nuova generazione (NGN), Fiber To The Home (FTTH), in sostituzione delle oramai obsolete linee in rame, mettendo a disposizione dei singoli utenti una banda virtualmente illimitata. Sulla base di una serie di valutazioni compiute dall'Assessorato dell'industria si interverrà nel distretto del sughero a Calangianus e Tempio Pausania e successivamente nel distretto del lapideo nelle province dell'Ogliastra, di Nuoro e di Olbia-Tempio, e nel distretto della moda e del tessile sul territorio delle province di Oristano, di Nuoro e dell'Ogliastra. Per tale progetto si è in attesa delle risorse stanziate dal Governo nazionale che, dalle notizie avute di recente, dovrebbero pervenire in diverse tranche di cui la prima già agli inizi del 2011.

- Intervento "SurfinSardinia", Internet gratis in porti, aeroporti e località turistiche dell'isola.

Sempre nella materia infrastrutturale è in corso di ultimazione la creazione di una rete di 130 hotspot (aree per l'accesso a internet senza fili) distribuiti in 45 comuni della regione. Gli hotspot sono localizzati nelle "porte d'accesso" al territorio sardo, i 5 aeroporti e 15 porti commerciali e turistici, e nelle località a vocazione turistica in prossimità di spiagge, musei, parchi naturalistici e archeologici. L'intervento consente di aumentare l'efficacia dei servizi online della pubblica amministrazione, di promuovere l'offerta turistica e di valorizzare il patrimonio culturale e ambientale. In ottica evolutiva, valutata l'efficacia dell'intervento, si prevede di estendere la rete wireless e di federarla con altre reti wireless realizzate da pubbliche amministrazioni, con completa integrazioni delle basi dati anagrafiche e mutuo riconoscimento degli utenti registrati.

Tutto quanto sopra per evidenziare il forte, continuo ed assiduo impegno dell'amministrazione regionale non solo nel campo dell'abbattimento del digital divide, ma anche nel campo della implementazione delle nuove tecnologie di rete di nuova generazione (c.d. NGN).

Il suddetto impegno della Regione fa sì che lo stato della copertura del servizio ADSL (dati Infratel monitorati con cadenza semestrale) al 30 giugno 2010 sia la seguente:

- il 95,8 per cento della popolazione dispone di una connessione a larga banda in modalità Full (con banda teorica di almeno 7Mbps);

- il 3,2 per cento dispone di una connessione in modalità Lite (con banda teorica massima di 640Kbps);

- l'1 per cento risulta essere priva di qualsiasi accesso ADSL.

Tabella 1: stato copertura servizio ADSL in Sardegna

Tipologia connessione Centrali % Copertura pop.

ADSL2+ (20 Mbps) 74 58,4%

ADSL (7Mbps) 321 37,4%

ADSL Lite (640kbps) 94 3,2%

No ADSL 41 1%

Tale situazione fa riferimento a tutti i nodi di accesso (principali e secondari), al lordo dell'effetto delle cosiddette "linee lunghe" che limitano la velocità effettiva del servizio (in confronto alla velocità "teorica") e che in qualche caso rendono impossibile l'offerta del servizio, sebbene il nodo di attestazione sia abilitato dalla rete in fibra ottica.

In relazione all'argomento dell'assenza di copertura del servizio ADSL nella frazione di Villassunta (comune di Alghero) si rappresenta che essa, per ciò che attiene alle competenze di questo Assessorato, è legata al fatto che la centrale telefonica di Telecom Italia di Baratz (che è quella che fornisce i servizi alla frazione in oggetto) non è attualmente predisposta per l'erogazione del servizio ADSL. Tale centrale non era tra quelle incluse nel progetto SICSII poiché la medesima afferiva al comune di Alghero il quale nel complesso presentava una copertura superiore al 90 per cento della popolazione ivi presente.

Con riferimento al progetto relativo alla c. d. ambientalizzazione, da quanto appreso dalla società Telecom Italia, risulta che per tale centrale esso ha permesso il collegamento della medesima in fibra ottica. Tuttavia, poiché, per fornire il servizio ADSL è altresì necessario dotare la centrale delle idonee apparecchiature per l'erogazione del servizio stesso, Telecom Italia ha precisato che l'effettuazione dell'aggiornamento tecnologico della centrale non rientra nei propri piani di investimento in quanto non remunerativo.

Tuttavia, in merito alla predetta situazione ed altre simili (frazioni di comuni o altre zone che ricadono nell'1 per cento teorico di popolazione non servita da ADSL), questo Assessorato, oltre a quanto descritto sopra, intende intervenire con un piano definitivo di aggiornamento di tutte le centrali che risultano sprovviste delle tecnologie ADSL, mediante l'utilizzo delle eventuali sovracompensazioni che si genereranno nell'ambito del sopramenzionato progetto SICS. Occorre, tuttavia, segnalare che investimenti pubblici di tale genere, pur sussistendo la eventuale disponibilità economica, potrebbero non essere ammessi dall'Unione europea, laddove gli stessi si configurino come aiuti di Stato in favore di aree definite "nere". Infatti, negli "Orientamenti comunitari relativi all'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga" ("Broadband Guidelines on the application of EU state aid rules to public funding of broadband networks") pubblicati nella GUUE del 30.9.2009, si specifica che è possibile stanziare finanziamenti pubblici per lo sviluppo di reti a banda larga di base e di reti d'accesso di nuova generazione ("reti NGA") in aree in cui sono assenti investimenti di operatori privati. In base a tale discriminazione, gli orientamenti distinguono tra aree competitive ("aree nere"), dove l'intervento statale non è necessario, e aree non redditizie o scarsamente servite ("aree bianche" e "aree grigie"), in cui tale intervento, a determinate condizioni, può essere giustificato.

Ora, poiché l'Amministrazione regionale, avendo già raggiunto l'obiettivo di portare l'ADSL per il 100 per cento dei comuni sardi, ritiene necessario effettuare il completamento nel più breve tempo possibile dell'opera di portare il predetto servizio anche per il 100 per cento della popolazione, tuttavia è altresì necessario tenere in debita considerazione che tale obiettivo può essere raggiunto solo nel caso in cui sia compatibile con la inderogabile normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato nel settore dello sviluppo di reti a banda larga di reti d'accesso di nuova generazione ("reti NGA").

In merito infine all'aggiornamento dei contenuti del sito web istituzionale, si evidenzia che, per quanto riguarda lo stato di attuazione del progetto SICSII, l'attivazione del servizio ADSL e la realizzazione dei collegamenti in fibra ottica delle centrali nel corso del 2010 si sono concentrati nel secondo semestre ed in particolare nei mesi di ottobre e novembre, consentendo il raggiungimento a dicembre dei principali obiettivi del progetto (100 per cento dei comuni e delle centrali coperte dal servizio ADSL, 100 per cento delle aree produttive e dei presidi ospedalieri previsti collegati in fibra ottica); contestualmente nello stesso periodo, come si evince da quanto sopra riportato, si sono avviati e programmati nuovi interventi in materia di superamento del digital divide, in linea con la strategia adottata dalla Giunta regionale, che verranno pertanto a breve organicamente illustrati nell'apposita sezione web della Regione unitamente all'aggiornamento del progetto SICSII.

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozione annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Manca - Bruno - Meloni Valerio - Caria - Espa - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del personale medico e sanitario della ASL n. 1 di Sassari.

I sottoscritti,

premesso che:

recentemente si è svolta una riunione tra i vertici dei sindacati e la Commissione provinciale per la sanità di Sassari, con all'ordine del giorno la drammatica situazione in cui si trova la sanità sassarese;

da diverso tempo le amministrazioni locali, la provincia, i sindacati e i consiglieri regionali del territorio, denunciano la grave situazione in cui versa la sanità sassarese, aggravata dalla mancata approvazione di un progetto organico di riforma sanitaria;

gli atti adottati dall'attuale Giunta regionale in materia di blocco delle assunzioni nelle aziende sanitarie costringono i commissari delle ASL ad esternalizzare i servizi con progressivo aumento delle situazioni di precarietà a cui è sottoposto il personale;

considerato che:

la precedente Giunta regionale, con la predisposizione di un piano per il superamento del precariato nella sanità, si poneva l'obbiettivo di porre fine all'angoscioso problema del precariato, dove sopratutto nella ASL n. 1 si era riscontrato il più alto numero di contratti CoCoPro ed interinale di cui il 20 per cento si concentrava nell'area amministrativa;

la mancata ridefinizione della pianta organica e l'assenza di una programmazione stabile che dia continuità alle attività di cura ospedaliere ed alle nuove professionalità richieste, si ripercuote sul personale in servizio di supporto e perfino medico, costretto ad effettuare turni di lavoro aggiuntivi per coprire la mancata assunzione di personale;

il blocco delle assunzioni dei pubblici concorsi effettuati, soprattutto di operatori socio-sanitari, costringe gli infermieri ad un demansionamento delle loro capacità lavorative pur di mantenere i livelli essenziali d'assistenza;

verificato che:

il continuo ricorso da parte dell'Azienda sanitaria n. 1 ad agenzie interinali per sopperire alle professionalità che mancano all'interno dell'Azienda, oltre che risultare in contrasto con la legislazione vigente che impone un "uso rigoroso ed eccezionale" di questi lavoratori, non è coerente con l'obbiettivo di rientro del deficit sanitario visti i costi aggiuntivi che l'Azienda deve sostenere;

con la scadenza al 31 marzo 2011 dei contratti a termine di circa 60 lavoratori, fondamentali per il proseguo dell'assistenza ospedaliera minima, che non potranno essere riconfermati, si rischia la chiusura di alcuni reparti per carenza di personale;

preso atto inoltre del blocco al rinnovo dei contratti di alcuni dirigenti medici e dell'annosa situazione degli autisti del servizio 118, che da oltre 10 anni prestano la loro opera tra una cooperativa e l'altra con una continua incertezza sul loro destino,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

quando intendano autorizzare il reclutamento del personale idoneo nelle graduatorie, che ha sostenuto procedure concorsuali pubbliche e di mobilità, limitando e contenendo il ricorso all'esternalizzazione dei servizi di assistenza;

se intendano prevedere un piano di stabilizzazione del personale precario all'interno della ASL n. 1 in coerenza con i processi di programmazione e gestione del personale;

se intendono provvedere ad avviare il percorso di acquisizione della competenza con la gestione diretta del servizio 118 presso la ASL n. 1, e nel contempo bandire i concorsi per la stabilizzazione del personale specializzato nella professione di autista soccorritore;

se il commissario della ASL n. 1 intenda procedere ad una ridefinizione del fabbisogno del personale sulla base di standard predefiniti, in coerenza con i programmi di ristrutturazione e qualificazione dei servizi sanitari. (484)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dell'ordine pubblico nella Provincia di Olbia-Tempio, con particolare riferimento alla città di Olbia ed alla carenza di personale, infrastrutture e mezzi delle forze dell'ordine.

Il sottoscritto,

premesso che:

- è in atto una forte recrudescenza del fenomeno criminalità nella Provincia di Olbia-Tempio, che ha avuto la sua espressione più drammatica nel devastante attentato verificatosi nella città di Olbia il 17 gennaio 2011;

- tale preoccupante escalation criminale richiede una risposta forte da parte dello Stato;

- c'è una rilevante carenza, sia ad Olbia che nell'intera provincia, del numero dei componenti delle forze dell'ordine a competenza generale e delle infrastrutture, tra le quali attende ancora il completamento la nuova sede del commissariato di Olbia, destinata in un prossimo futuro a diventare questura, argomento su cui lo scrivente ha già presentato un'interrogazione;

- è necessario un ulteriore potenziamento, da parte dello Stato, di tutti gli organici degli operatori di Polizia e Carabinieri in una città, Olbia, che sta conoscendo tassi di crescita notevoli e nella quale non passa settimana che non si registrino attentati e fatti criminali, che pongono a rischio la sicurezza e la serenità di tutti i cittadini;

- innumerevoli episodi di violenza, rapine, minacce ed attentati hanno colpito singoli cittadini, esercizi commerciali ed attività imprenditoriali;

- la tipologia degli attentati dinamitardi che ha colpito Olbia negli ultimi mesi è quella caratteristica delle grandi città metropolitane italiane, che dispongono di mezzi e operatori di polizia ben più consistenti per far fronte a tali atti criminosi, che sono sempre più frequenti;

considerato che:

- il commissariato di polizia di Olbia, come è stato evidenziato dalle forze sindacali, può disporre di soli 70 uomini, tra i quali devono essere inclusi gli amministrativi;

- qualsiasi attività efficace di indagine richiede un adeguato numero di uomini e mezzi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali azioni la Giunta regionale intenda porre in essere per impegnare il Governo italiano ad inserire la Provincia di Olbia-Tempio, e in particolare la città di Olbia, tra le aree che richiedono un adeguamento urgente delle strutture sul campo e degli organici di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza;

2) se non ritenga opportuno, in qualità di massimo rappresentante della Regione sarda, chiedere al Ministro degli interni di convocare, a breve, un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica nella città di Olbia;

3) se non ritenga indispensabile impegnare il Governo italiano nei riguardi della Provincia di Olbia-Tempio e del Comune di Olbia, per aprire un tavolo di confronto che analizzi la situazione dell'ordine pubblico ed assuma tutti i provvedimenti necessari a fermare gli episodi criminali dei quali è vittima la città di Olbia;

4) se non ritenga opportuna una convocazione straordinaria della Giunta regionale ad Olbia per analizzare le conseguenze della difficile situazione determinatasi non solo in merito all'ordine pubblico, ma anche riguardo ai risvolti sociali che hanno portato al peggioramento della sicurezza di tutti i cittadini di Olbia, anche alla luce dell'ultimo attentato dinamitardo che, solo per un caso, non ha causato una strage. (485)

Interrogazione Porcu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sull'inopportunità dell'avviso di mobilità regionale per un posto di dirigente medico nella disciplina di radiologia nell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che:

la deliberazione della Giunta regionale n. 47/37 del 30 dicembre 2010 proroga il contratto stipulato con il dr. Antonio Garau, quale commissario dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu (AOB) nelle more del completamento delle procedure di selezione dei direttori generali delle aziende sanitarie della Regione Sardegna e non oltre il 31 marzo 2011;

in esecuzione della delibera n. 1714 del 14 dicembre 2010 dell'Azienda ospedaliera Brotzu è stato indetto avviso di mobilità regionale per titoli e colloquio, finalizzato alla copertura di un posto di dirigente medico nella disciplina di radiologia, per le esigenze della diagnostica interventistica neuroradiologica ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell'articolo 20 del CCNL dell'area medica e veterinaria;

verificato che:

il Reparto della radiologia dell'AOB risulta essere più che adeguato rispetto alle esigenze, ordinarie e straordinarie, che vi si manifestano e i profili, quale quello specificatamente evidenziato nell'avviso di mobilità, ossia per le esigenze della diagnostica interventistica neuroradiologica, sono già ampiamente coperti;

il volume generico di attività della diagnostica interventistica neuroradiologica facente capo al Reparto della radiologia dell'AOB, rappresentato dal numero di pazienti esaminati, è stato nel corso degli ultimi quattro anni talmente esiguo da non superare le 350 unità all'anno, ovvero interessa meno di 1 paziente per operatore per giorno, e non sembra verosimile un repentino incremento di attività nel reparto per il quale esistono comunque già alte professionalità meritevoli per capacità e cultura professionale;

le attività di alta specializzazione riferite ai campi della diagnostica interventistica neuroradiologica che giustificherebbero il bando di mobilità, specificate secondo quanto segue: procedure di interventistica neuro vascolare per via cutanea, con particolare riguardo al trattamento degli aneurismi cerebrali, delle MAV, delle fistole artero-venose e dello stentino carotideo; diagnostica neuro-radiologica TC ed RM; metodiche di RM funzionale, quali per fusione e diffusione, oltre che della spettroscopia, e infine ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, risultano essere già pienamente coperte dagli specialisti attualmente in servizio;

preso atto che:

come denunciato pubblicamente anche dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, il commissario straordinario della AOB, dott. Antonio Garau, ha già proceduto in maniera dubbia e discrezionale, in numerosi altri casi, all'assunzione di personale medico e paramedico anche in presenza di graduatorie esistenti in palese contrasto alle norme sui concorsi pubblici;

i tempi di pubblicazione e scadenza del bando, rispettivamente del 27 dicembre 2010 e 7 gennaio 2011, hanno emblematicamente coinciso con le festività natalizie e di inizio anno, così che il numero di candidati che è venuto a conoscenza del bando è stato ben inferiore rispetto a quello dei potenziali interessati;

venuti a conoscenza che il bando di mobilità di che trattasi sarebbe finalizzato a trasferire, dal San Francesco di Nuoro all'AOB di Cagliari, la figlia dell'attuale commissario dell'Arpa Sardegna, dott. Antonio Nicolò Corraine,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

con quali procedimenti intendano intervenire per sospendere la procedura di mobilità regionale bandita il 27 dicembre 2010 in esecuzione della delibera n. 1714 del 14 dicembre 2010 dell'Azienda ospedaliera Brotzu per la copertura di un posto di dirigente medico nella disciplina di radiologia, per le esigenze della diagnostica interventistica neuroradiologica ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell'articolo 20 del CCNL dell'area medica e veterinaria;

quale procedura intendano mettere in atto per richiamare il commissario Garau affinché renda conto, dati alla mano, della presunta necessità di un nuovo specialista in diagnostica interventistica neuroradiologica per il reparto di radiologia;

se, viceversa, intendano appurare che la procedura di mobilità di cui trattasi non nasconda l'ennesimo atto del commissario Garau finalizzato a soddisfare esigenze personali e di parte;

quali urgenti misure intendano mettere in atto per evitare che il commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari persista in comportamenti e procedimenti di dubbia legittimità. (486)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nella procedura di decentramento delle farmacie della città di Cagliari.

Il sottoscritto,

considerato che:

- la pianta organica delle farmacie della Provincia di Cagliari, approvata con decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 1463 del 10 giugno 1997, attualmente prevede 49 sedi farmaceutiche (tutte operative);

- il centro storico è caratterizzato da una eccessiva presenza di farmacie, ciascuna con un numero di residenti di gran lunga inferiore rispetto al rapporto ottimale (una farmacia ogni 4.000 residenti) previsto di cui all'articolo 1 della legge 2 aprile 1968, n. 475;

- in particolare, la 2a sede (Largo Carlo Felice, n. 39) conta 93 residenti, la 5a sede (Via Roma, n. 99) conta 860 residenti, la 8a sede (Piazza Costituzione, n. 3) conta 606 residenti, la 9a sede (Viale Bonaria, n. 24/26) conta 1.058 residenti, la 10a sede (Via Garibaldi, n. 109) conta 2.753 residenti, la 16a sede (Piazza Yenne, n. 8) conta 1.294 residenti, la 17a sede (Largo Carlo Felice, n. 46) conta 189 residenti, la 18a sede (Corso Vittorio Emanuele, n. 67) conta 1.517 residenti, la 19a sede (Piazza del Carmine, n. 25) conta 1.162 residenti;

- il Comune di Cagliari, con deliberazione della Giunta comunale n. 368 del 18 dicembre 2008, ha individuato quattro zone totalmente carenti di assistenza farmaceutica, nei quartieri La Palma, Santa Gilla/Viale Elmas, Via dei Grilli/Via dei Carroz, Tuvixeddu/Viale Merello;

- la zona Santa Gilla/Viale Elmas (indicata come nuova urbanizzazione-aeroporto), allo stato possiede pochissimi residenti, per cui non appare idonea ad accogliere una sede farmaceutica;

- le altre zone individuate dal Comune di Cagliari sono invece caratterizzate dalla presenza di un consistente numero di residenti, tale da giustificare, secondo il parametro dell'articolo 1 della legge n. 475 del 1968, l'apertura di una nuova sede farmaceutica;

- in particolare, nella zona La Palma vi sono circa 3.500 residenti, nella zona Tuvixeddu/Viale Merello oltre 3.600 e nella zona Via dei Carroz/Via dei Grilli (Pirri) oltre 4.000;

- l'assistenza farmaceutica in tali zone non può essere garantita con l'istituzione di nuove sedi, poiché nel Comune di Cagliari risulta soddisfatto il rapporto popolazione/farmacie stabilito dall'articolo 1 della legge n. 475 del 1968 (una farmacia ogni 4.000 abitanti);

- appare pertanto indispensabile fronteggiare la necessità di assistenza farmaceutica in tali popolose porzioni dell'abitato cagliaritano attraverso l'unica azione consentita dalla normativa vigente e cioè attraverso l'attivazione delle procedure di trasferimento/decentramento di tre farmacie dal centro storico della città di Cagliari che, come sopra detto, è caratterizzato da un rapporto popolazione/sede farmaceutica di gran lunga inferiore a quello stabilito dall'articolo 1 della legge n. 475 del 1968;

- l'articolo 5 della legge 8 novembre 1991, n. 362, disciplina l'istituto del decentramento delle farmacie e, al comma 1, stabilisce che "Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti il comune e l'unità sanitaria locale competente per territorio, in sede di revisione della pianta organica delle farmacie, quando risultino intervenuti mutamenti nella distribuzione della popolazione del comune o dell'area metropolitana di cui all'art. 17, L. 8 giugno 1990, n. 142, anche senza sostanziali variazioni del numero complessivo degli abitanti, provvedono alla nuova determinazione della circoscrizione delle sedi farmaceutiche";

- la giurisprudenza ha chiarito che, ai sensi dell'articolo 5, comma 1 della legge n. 362 del 1991, la Regione, in sede di revisione della pianta organica delle farmacie, può disporre il trasferimento di sedi farmaceutiche verso le zone carenti di servizio;

- il 7 luglio 2010, nove titolari di farmacia del centro storico di Cagliari, con istanza congiunta all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, hanno proposto il decentramento di tre sedi farmaceutiche verso i predetti quartieri popolosi e sprovvisti di assistenza farmaceutica;

- in particolare, il titolare della 2a sede farmaceutica (Largo Carlo Felice, n. 39) ha dichiarato di accettare il decentramento nella zona di Tuvixeddu; il titolare della 8a sede farmaceutica (Piazza Costituzione, n. 3) ha dichiarato di accettare il decentramento nella zona di Pirri (Via dei Grilli/Via dei Carroz) e il titolare della 16a sede farmaceutica (Piazza Yenne, n. 8) ha dichiarato di accettare il decentramento nella zona La Palma;

- nonostante l'urgenza di assicurare il miglior servizio farmaceutico ai cittadini cagliaritani e la disponibilità manifestata dai farmacisti del centro storico della città all'azione di decentramento, a distanza di oltre sei mesi dall'istanza non risulta che l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale abbia adottato alcun provvedimento,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere cosa intendano fare per adempiere al disposto dell'articolo 5 della legge n. 362 del 1991, consentendo la possibilità di decentramento delle farmacie del centro storico cagliaritano che si sono rese disponibili attraverso l'istanza presentata in data 10 luglio 2010 e garantendo a tutti i cittadini cagliaritani di poter fruire della pronta accessibilità di una sede farmaceutica nel contesto del proprio quartiere di residenza. (487)

Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sul presunto utilizzo di forme di lavoro interinale e/o con contratto atipico o sulle eventuali deroghe assessoriali concesse per esigenze di personale nelle ASL, anche con qualifica di operatore socio-sanitario, stante il blocco delle assunzioni, come da deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 2010, e le graduatorie concorsuali delle ASL ancora valide.

Il sottoscritto,

premesso che:

la qualifica professionale di operatore socio-sanitario (OSS), riconosciuta e spendibile in tutto il territorio nazionale, è generalmente impiegata sia nelle strutture sociali, socio-sanitarie e sanitarie, che in tutti gli interventi di assistenza in contesto domiciliare e consente l'accesso ai concorsi nell'ambito sanitario, offrendo quindi concrete opportunità di lavoro in un momento particolarmente delicato e critico sotto il profilo occupazionale;

con la deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23 febbraio 2010 sono sospesi, in via del tutto "eccezionale e straordinaria, nelle more della definizione, della presentazione e dell'eventuale revisione dei nuovi documenti di programmazione da parte delle ASL", i processi autorizzativi delle ASL relativi all'assunzione di nuove unità lavorative, ed è disposto inoltre il blocco parziale del turn-over del personale dipendente, fissando il limite del 70 per cento per i ruoli sanitari e gli OSS e quello del 10 per cento per le altre figure professionali;

considerato che il blocco delle assunzioni disposto dalla citata deliberazione n. 8/16 del 2010, ha di fatto determinato da parte delle ASL, soprattutto per alcuni ruoli professionali come gli OSS, sia la richiesta di specifiche deroghe per l'assunzione all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, che il ricorso a personale proveniente da agenzie specializzate nella somministrazione di lavoro interinale ovvero con contratti atipici, per risolvere le proprie specifiche carenze di personale specializzato, causando di fatto un danno rilevante ai professionisti e ai lavoratori risultati a suo tempo idonei nelle graduatorie concorsuali delle ASL ancora valide e che attendono di poter essere immessi nei ruoli delle aziende sanitarie,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

sia prevista, e quando, la conclusione del blocco delle assunzioni introdotto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 2010 e se risultino già agli atti i nuovi documenti di programmazione predisposti dalle aziende ovvero la revisione dei precedenti, così come disposto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 2010;

corrisponda al vero che presso alcune ASL della Sardegna siano state utilizzate forme di lavoro interinale e/o con contratto atipico per far fronte alle esigenze di personale, pure con la qualifica di OSS, ovvero attraverso quali modalità le aziende sanitarie stiano fronteggiando le proprie urgenze relative alla carenza di organico;

al blocco delle assunzioni disposto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 2010 vi siano state numerose deroghe da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, riferite a figure professionali il cui reclutamento veniva considerato indispensabile per il buon funzionamento e l'erogazione delle prestazioni all'utenza delle ASL che lo richiedevano e, in tal caso, quali siano stati i criteri e le modalità individuate ed adottate dal medesimo Assessorato, tali da accogliere la richiesta di deroghe all'assunzione di nuovo personale per le aziende che ne abbiano facevano richiesta. (488)

Interrogazione Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Porcu - Espa - Moriconi - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'abrogazione della norma istitutiva delle zone franche urbane e sull'istituzione delle zone a burocrazia zero.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'articolo 1, comma 340 e seguenti, della legge n. 296 del 2006, così come modificato dall'articolo 2, comma 561, della legge n. 244 del 2007, ha previsto l'istituzione di zone franche urbane (ZFU), aree di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese;

- al contempo detta disposizione di legge ha istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un apposito fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per il finanziamento di programmi di intervento da realizzarsi nelle ZFU;

- il CIPE, con delibera del 23 giugno 2009, ha individuato 22 ZFU ammesse ai benefici finanziari anzidetti, di cui 3 nel territorio della Sardegna, ricadenti nei comuni di Quartu Sant'Elena, Iglesias e Cagliari;

- per rendere effettivi tali stanziamenti era necessaria l'emanazione dei regolamenti di attuazione, da effettuarsi entro dicembre 2010, termine entro il quale nessun regolamento attuativo è stato emanato;

- peraltro, nel decreto legge n. 78 del 2010, convertito in legge n. 122 del 2010, all'articolo 43 è prevista l'istituzione delle zone a burocrazia zero, nelle quali, ove coincidenti con le ZFU, è prevista l'erogazione di contributi in conto capitale diretti alle imprese, in luogo delle esenzioni fiscali previste con le ZFU;

considerato che:

- il provvedimento contenuto nella legge n. 122 del 2010 dà forma all'ennesimo sistema di aiuti tradizionali, senza alcuna indicazione nelle disposizioni legislative che offrano ai sindaci incaricati criteri di erogazione, e stravolge la ratio delle ZFU, ovvero creare una fiscalità di vantaggio che incoraggi l'imprenditoria in aree disagiate del Meridione;

- nell'articolo 43, comma 2, lettera b) del decreto legge n. 78 del 2010, convertito in legge n. 122 del 2010, è previsto difatti che "ove la zona a burocrazia zero coincida, nelle regioni Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, con una delle zone franche urbane individuate nella delibera CIPE 8 maggio 2009, n.14 (…), le risorse previste per tali zone franche urbane sono utilizzate dal sindaco territorialmente competente per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero";

considerato, inoltre, che lo schema di decreto di riforma degli incentivi alle imprese, che il Governo deve approvare entro il mese di febbraio 2011, secondo alcune notizie della stampa specializzata e l'allarme dell'ANCI regionale, dispone l'abrogazione dell'articolo 1, commi 340 e seguenti, della legge n. 296 del 2006, cancellando le zone franche urbane, che dal medesimo articolo erano state istituite,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:

1) in che modo la Giunta regionale intenda rapportarsi col Governo, ai fini della individuazione delle zone a burocrazia zero, e in che modo intenda coinvolgere in tale processo le amministrazioni locali;

2) se non ritengano doveroso attivarsi nei confronti del Governo stesso per sensibilizzare quest'ultimo in ordine alle zone franche urbane ed alla necessità che i finanziamenti ad esse relativi vengano sbloccati e la loro norma istitutiva mantenga la sua vigenza ed acquisisca effettività, attraverso l'adozione degli opportuni provvedimenti attuativi;

3) se non ritengano dunque opportuno, al fine di salvaguardare il processo di creazione delle zone franche urbane, quale prima sperimentazione di forme di fiscalità di vantaggio compatibili con la disciplina dell'Unione europea in materia, rappresentare con forza al Governo l'opportunità che le zone a burocrazia zero non siano sostitutive delle zone franche urbane, ma siano individuate come strumento ulteriore di attrattività per l'attivazione di investimenti, chiedendo altresì al Governo di attivarsi, anche in sede europea, per incrementare le opportunità offerte dalla fiscalità di vantaggio, quale strumento per la promozione dello sviluppo nei territori svantaggiati o in ritardo. (489)

Interrogazione De Francisci, con richiesta di risposta scritta, relativamente ai disagi provocati dalla compagnia aerea Ryanair ai passeggeri sardi respinti all'imbarco nonostante presentino una denuncia di furto o smarrimento del documento di identità personale.

La sottoscritta,

premesso che:

la stampa, nei giorni scorsi ha dato risalto alla disavventura di una giovane cagliaritana in viaggio a Barcellona con il vettore aereo Ryanair la quale, dopo aver subito un borseggio, si è trovata privata dei documenti personali e del denaro in contante;

dopo aver inoltrato denuncia presso le autorità di pubblica sicurezza di Barcellona, le stesse autorità le hanno consigliato di presentarsi al Consolato italiano della città catalana dove non ha ricevuto alcuna risposta, né per via telefonica, né tantomeno recandosi sul posto in considerazione del fatto che, trattandosi della giornata di sabato, gli uffici risultavano chiusi;

all'esterno del Consolato, però, era stata affissa la comunicazione seguente: "In caso di furto o smarrimento dei documenti la denuncia fatta presso le autorità competenti è titolo sufficiente anche per il rientro in Italia";

inoltre, veniva specificato anche come "La compagnia aerea Ryanair tavolta non considera sufficiente la denuncia ai fini dell'imbarco, sovente per problemi di overbooking; è utile ricordare che tale modus operandi è contrario agli accordi di Schengen";

purtroppo, quanto comunicato nell'affissione al Consolato si è rivelato esatto e la giovane sarda, in aeroporto a Barcellona, ha ricevuto un sonoro rifiuto all'imbarco da parte degli addetti di Ryanair, per il volo verso Cagliari, non ritenendo valida la presentazione della denuncia per furto dei documenti personali di identità;

la viaggiatrice aveva, a suo tempo prenotato e pagato il viaggio nelle modalità previste dalla compagnia aerea low cost, sempre on-line, aveva operato il check-in, così da evitare problemi di overbooking;

di contro, la stessa denuncia di furto dei documenti, però, ha consentito alla protagonista, di poter acquistare un altro biglietto aereo per Roma con un'altra compagnia e, ancora, acquistare un ulteriore passaggio con un terzo vettore alla volta di Cagliari;

considerato che:

la compagnia Ryanair attiverebbe tale procedura di non riconoscimento di una denuncia di smarrimento del documento di identità in quanto batte bandiera irlandese, una nazione che non si riconosce negli accordi di Schengen in base alla clausola opt-out che consente alle nazioni dell'Unione europea di non partecipare alle strutture comuni in un determinato campo legislativo o nei trattati;

la comunicazione affissa all'esterno del Consolato italiano a Barcellona farebbe intendere che i casi come quello in questione sarebbero numerosi e che la compagnia Ryanair sarebbe recidiva nel rifiutare l'imbarco agli italiani vittime di furto o di smarrimento del documento di identità e che, in sostituzione di questo, presentano agli sportelli la denuncia fatta alle autorità preposte;

preso atto che:

disagi di questo tipo accadono molto spesso nei fine settimana, quando sono molte le persone che approfittano di un ponte festivo per viaggiare con i low cost e ciò coincide con la chiusura dei consolati italiani all'estero rendendo impossibile anche l'erogazione, a seguito di denuncia di smarrimento, di un documento provvisorio di identità che consenta alle persone di poter rientrare a casa con il volo prenotato;

questa inflessibilità da parte di Ryanair, più che l'opt-out sugli accordi di Schengen, sarebbe esclusivamente di natura economica in quanto dovuta alla scelta della compagnia di ridurre le proprie responsabilità sui controlli a seguito della scarsa presenza di personale addetto, condizione importante che consente di ridurre il costo del biglietto;

lo stesso atteggiamento di Ryanair sarebbe da ritenersi lesivo per il Paese che accetta lo scalo dei suoi aeromobili in quanto la compagnia, costantemente, si rifiuta di riconoscere la documentazione prodotta dalle locali autorità di pubblica sicurezza quale, ad esempio, la denuncia di furto di un documento di identità personale;

evidenziato che:

l'atteggiamento inflessibile di Ryanair ha prodotto, alle persone che lo hanno subito, gravi lesioni personali, economiche e morali in quanto il diniego al volo prenotato e pagato, spesso in largo anticipo, oltre a non ottenere né rimborso, né possibilità di modificare, gratuitamente, la data del viaggio, costringe il viaggiatore ad acquistare, a prezzo pieno, un altro passaggio con una compagnia aerea diversa, senza considerare le lungaggini e le trafile a cui si è costretti per far valere i propri diritti in un paese straniero con le difficoltà dovute alla lingua, e riuscire a rientrare a casa nei tempi stabiliti;

alla compagnia aerea non dovrebbe essere consentito di barattare, con i propri clienti, il rispetto dei diritti della persona e la dignità del viaggiatore con il basso costo del biglietto, così come appare anche ridicola, se non connivente, la decisione della polizia aeroportuale di Barcellona di non accettare la denuncia di chi, ingiustamente, è stato lasciato a terra motivando il tutto con l'assenza di profilo penale della denuncia, reclamo, invece, accolto dall'autorità aeroportuale catalana;

non dovrebbe essere consentito a nessun cittadino europeo, in territorio dell'Unione europea, di subire tali e tanti disagi, di subire una violazione palese dei diritti umani quali il libero spostamento e transito, in presenza di una denuncia di smarrimento o furto del documento di identità personale, rilasciata dalle locali autorità di pubblica sicurezza,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

quali iniziative intendano assumere per richiamare la compagnia aerea Ryanair al rispetto dei diritti di tutti i passeggeri, in particolare dei sardi, che sempre più frequentemente utilizzano tale vettore per viaggiare in Europa;

se non ritengano urgente e necessario investire della problematica oggetto di questa interrogazione i Ministeri degli affari esteri, del turismo, delle infrastrutture e trasporti e delle politiche comunitarie, e segnalare loro i disagi che stanno subendo o potrebbero subire altri cittadini italiani in viaggio con Ryanair, a cui potrebbe succedere di perdere o subire il furto del documento di identità personale;

quali altre iniziative intendano assumere allo scopo di prevenire e/o evitare altri spiacevoli disguidi di questo genere e non solo, che coinvolgano la compagnia Ryanair e altri passeggeri sardi che vedrebbero lesi i loro diritti fondamentali. (490)

Interpellanza Steri - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu sul finanziamento a valere sui fondi della formazione professionale del corso per pilota di aerei leggeri.

I sottoscritti,

premesso che:

con deliberazione della Giunta regionale n. 71/5 del 16 dicembre 2008 è stato approvato il piano annuale di formazione professionale annualità 2008-2009; in particolare, nell'allegato a detta deliberazione, nella Provincia di Sassari era ricompreso il corso per piloti di aerei leggeri;

con deliberazione della Giunta regionale n. 41/7 dell'8 settembre 2009 sono state introdotte alcune modifiche, prevedendosi tra l'altro che alcune attività sarebbero state svolte in gestione diretta ed altre affidate in gestione a seguito di bando pubblico; in tutti i casi è previsto che "il bando sarà destinato alle agenzie formative in possesso dei seguenti requisiti: 1) iscrizione nell'elenco dei soggetti abilitati a proporre e realizzare interventi attività di formazione professionale; 2)...";

con determinazione dell'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale - Servizio coordinamento territoriale delle sedi periferiche di Sassari, Olbia/Tempio, Nuoro e Ogliastra n. 412 prot. n. 3287 del 21 dicembre 2010, è stato approvato, tra l'altro, il bando pubblico per l'acquisizione di beni e servizi in economia per lo svolgimento del corso per pilota di aerei leggeri;

peraltro, detto corso non può in alcun modo rientrare all'interno della formazione professionale atteso che il titolo che verrebbe rilasciato al termine del corso stesso è un mero attestato di volo, come previsto dalla legge n. 106 del 1985, attestato che non è idoneo a dare alcuno sbocco professionale;

l'illegittimità del finanziamento del corso per pilota di aerei leggeri con i fondi della formazione professionale è, pertanto, di tutta evidenza, con tutte le conseguenze da ciò discendenti;

non solo, ma ad ulteriormente aggravare la situazione, il costo orario di detto corso ammonta a ben 50 euro/ora di costo per allievo, contro un costo medio di circa 10/20 euro/ora per allievo,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere quali atti intenda porre in essere per eliminare l'illegittimità segnalata, evitando così il prodursi di un danno erariale. (184)

Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Capelli - Salis - Mariani sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla.

I sottoscritti,

premesso che:

- da ricerche e studi condotti dal prof. Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara in collaborazione con il dottor Fabrizio Salvi, neurologo del Centro il BeNe dell'Ospedale Bellaria di Bologna, risulta che alla patogenesi della sclerosi multipla contribuisce in modo importante un'alterazione del circolo venoso del sistema nervoso, alterazione che il prof. Zamponi ha chiamato CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e dalla quale sarebbero affetti circa il 95 per cento dei malati di sclerosi multipla;

- sulla base degli studi e delle ricerche effettuate il prof. Zamboni ha elaborato un protocollo sanitario basato sulla strettissima correlazione individuata tra sclerosi multipla e CCSVI, che prevede principalmente la disostruzione del circolo venoso attraverso un intervento mini-invasivo di angioplastica dilatativa, da eseguirsi in day hospital;

- il metodo Zamboni, accolto con estremo interesse dalla comunità medica internazionale, viene ormai praticato in molti Paesi esteri ed ha da tempo varcato l'oceano approdando anche negli Stati uniti, dove la sperimentazione procede con risultati estremamente positivi in diversi stati;

considerato che:

- la sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica, progressiva e altamente invalidante, una delle patologie più gravi a carico del sistema nervoso centrale dovuta per il 20 per cento a fattori genetici, si manifesta generalmente per la prima volta fra i 20 e i 30 anni, ma in un 6 per cento dei casi viene diagnosticata in ragazzi sotto i 18 anni e colpisce in Italia più di 58.000 persone;

- sull'incidenza della sclerosi multipla in Sardegna non esiste ancora un registro regionale, eppure, secondo gli ultimi dati risalenti purtroppo al 2002, l'Isola è la Regione d'Italia più colpita dal fenomeno, con 150 casi per 100 mila abitanti, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, ossia 2.500 persone ammalate;

- le attuali terapie, a base di interferoni e di immunosoppressori, che non portano alla guarigione, ma possono solo rallentare il decorso della malattia, oltre a generare costi elevatissimi per il servizio sanitario, hanno pesanti effetti collaterali e risultano efficaci solo su circa 1/3 dei pazienti;

- l'intervento di angioplastica messo a punto dall'equipe del prof. Paolo Zamboni apre invece una prospettiva di cura con effetti collaterali quasi nulli e costi ridottissimi per il servizio sanitario;

- già numerose regioni italiane hanno approvato protocolli di sperimentazione della cura con mozioni approvate dalle Regioni Lazio, Marche ed Emilia-Romagna, e si sono già attivati gli assessorati competenti di Sicilia, Veneto, Lombardia e Piemonte chiedendo la disponibilità al prof. Paolo Zamboni ad ospitare, presso la struttura da lui diretta, professionisti locali cui trasferire il know how necessario;

- molti pazienti italiani ed in particolare molti ammalati sardi che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni o addirittura a ricorrere al cosiddetto "turismo della salute" recandosi in altri Paesi, con il rischio di non essere sufficientemente garantiti sul piano della opportunità e sicurezza degli interventi sanitari proposti,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non sia a tutt'oggi dotata del registro regionale degli ammalati di sclerosi multipla, come peraltro previsto nel Piano regionale dei servizi sanitari e nonostante la drammatica incidenza della grave patologia sulla nostra popolazione;

2) quali urgenti provvedimenti intendano assumere per garantire in tempi brevi la dotazione al servizio sanitario regionale di tale strumento indispensabile per una più efficace lotta contro la sclerosi multipla, la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti;

3) se non ritengano opportuno e necessario, tenuto anche conto della peculiare diffusione della sclerosi multipla nella nostra Regione, dare anche ai malati sardi la speranza di un futuro migliore avviando ed inserendo la nostra Regione nello studio terapico multicentrico e randomizzato sulla CCSVI nella sclerosi multipla;

4) se non intendano favorire in tempi brevi l'avvio di centri di sperimentazione del cosiddetto "protocollo Zamboni", anche con l'adozione degli strumenti diagnostici necessari, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla. (185)

Interpellanza Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Moriconi - Porcu - Soru - Agus - Barracciu - Sabatini - Sanna Gian Valerio sul trasferimento degli uffici dell'Agenzia provinciale del Territorio da Via Cesare Pintus a Via Jenner.

I sottoscritti,

premesso che:

nel 1994 gli uffici dell'Agenzia delle entrate e dell'Agenzia del territorio furono accorpati in un'unica sede, denominata "Cittadella finanziaria", situata a Cagliari, in via Cesare Pintus, con l'intento di attribuire funzionalità ed efficienza agli uffici stessi e di semplificare i rapporti tra fisco e contribuenti;

nel 2003 il proprietario dei locali, la Nuova Italcostruzioni Srl, concesse la facoltà all'Agenzia del territorio di utilizzare un solo fabbricato in luogo dei due impegnati attualmente, facoltà che, se esercitata, avrebbe consentito una consistente riduzione del canone da corrispondere; sempre nel 2003 l'Agenzia delle entrate presentò un progetto di trasferimento dei suoi uffici, separandoli da quelli dell'Agenzia del territorio;

nel 2004 la Commissione finanze della Camera, esprimendosi sul quesito posto dall'Agenzia delle entrate, nell'esercizio delle sue funzioni di indirizzo, attraverso le risoluzioni 7/0041 e 7/00432, impegnò il governo "ad evitare progetti di scorporo, come quello degli uffici finanziari di Cagliari, e anzi a favorire progetti di aggregazione e accorpamento (…) per favorire la semplificazione dei rapporti con i contribuenti";

sempre attraverso le medesime risoluzioni, venne evidenziato che le riduzioni dei costi per gli uffici periferici non potessero contemplare lo scorporo degli uffici stessi e, inoltre, un progetto di tale portata, oltre alla necessità di essere corredato da una analisi di costi-benefici, dovesse prevedere un preventivo parere degli enti locali, delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni dei professionisti interessati;

nel 2008, il Direttore generale per l'Agenzia del territorio, nonostante fosse vigente il contratto originario, ha avviato una procedura per la ricerca in locazione di un fabbricato, o porzione di nuova o recente costruzione nel comune di Cagliari, da adibire a sede dell'ufficio del territorio senza la previa audizione dei rappresentanti di enti locali, associazioni sindacali, e professionisti interessati, come richiesto dal citato parere della Commissione finanze;

tutti i responsabili delle associazioni sindacali maggiormente rappresentative, hanno chiesto al direttore dell'Agenzia del territorio in data 12 agosto 2010, le motivazioni in ordine al progetto di trasferimento e, a tal fine, hanno chiesto di poter esercitare, ai sensi della legge n. 241 del 1990 il proprio diritto di accesso agli atti relativi all'iterprocedimentale intrapreso per lo smembramento della struttura di via Cesare Pintus;

avverso tale formale richiesta, l'amministrazione interpellata ha opposto diniego, motivandolo sulla base del fatto che il procedimento non si fosse ancora concluso, e gli atti richiesti fossero da qualificarsi come "atti interni", insuscettibili pertanto di esibizione;

tale valutazione relativa agli atti interni non appare assolutamente motivata né condivisibile, in quanto smentita da costante giurisprudenza del Consiglio di Stato; l'organo interpellato cade inoltre in contraddizione, in quanto una precedente nota, resa dalla medesima amministrazione, in data 26 luglio 2010, ha avuto modo di affermare come il predetto iter procedurale si fosse concluso, dopo l'avvenuta deliberazione del comitato di gestione;

lo stesso comitato di gestione dell'Agenzia, presieduto dalla dott.ssa Gabriella Alemanno, ha infatti deliberato, in data 16 dicembre 2009, di stipulare un nuovo contratto di locazione, avente ad oggetto locali siti a Cagliari, in via Jenner, con una società privata;

tale deliberazione è stata confermata, in data 4 febbraio 2010, dalla Commissione per la valutazione delle offerte relative alle ricerche di mercato, istituita dal direttore regionale dell'Agenzia del territorio per la Regione Sardegna, che ha ritenuto di accogliere l'offerta della società interessata, recando, a supporto di tale decisione, motivazioni che appaiono invero vaghe e generiche e non considerando l'offerta effettuata dal precedente conduttore, offerta che assolveva a tutti i requisiti richiesti dalla gara;

in data 17 gennaio 2011 si è tenuta una seduta del Consiglio provinciale di Cagliari, svoltasi alla presenza delle organizzazioni sindacali dei dipendenti dell'Agenzia del Territorio, delle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU), dell'Ufficio provinciale del territorio, dei presidenti degli Ordini professionali dei notai, dei commercialisti, dei geometri, del Garante del contribuente, di tutte le associazioni dei consumatori operanti nella provincia di Cagliari, e dei rappresentanti del comitato spontaneo di cittadini i quali hanno raccolto 5.000 firme per protestare contro un trasferimento ritenuto ingiustificato e dannoso;

in tale seduta, le citate organizzazioni hanno sottoscritto l'ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale in data 22 dicembre 2010, con il quale si manifestava profondo dissenso al trasferimento degli uffici dell'Agenzia del territorio;

considerato che:

come precedentemente evidenziato, l'esigenza espressa in sede di Commissione finanze della Camera, è quella di favorire processi di aggregazione ed accorpamento, con l'obiettivo di addivenire ad una semplificazione dei rapporti con i contribuenti;

la Commissione tributaria provinciale di Cagliari, la Commissione tributaria regionale della Sardegna, oltre ad altri uffici afferenti ad agenzie fiscali pubbliche, come il Centro assistenza multimediale, pagano ingenti canoni di locazione per locali siti a Cagliari, che potrebbero essere invece risparmiati con il trasferimento di detti uffici presso la Cittadella finanziaria;

con l'approvazione ormai prossima dei regolamenti attuativi, acquisterà efficacia la disciplina del cosiddetto federalismo fiscale, nel quale è prevista la devoluzione alle Regioni della potestà in materia di riscossione;

valutato che da quanto esposto discende che è necessario che la Regione Sardegna persegua l'obiettivo di rafforzare gli strumenti operativi e logistici in suo possesso, evitando di procedere allo smembramento dei medesimi,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:

quali iniziative intendano intraprendere per verificare la correttezza dell'iter procedimentale seguito, relativamente al progetto di trasferimento degli uffici dell'Agenzia del territorio;

quali verifiche vogliano fare in ordine alle motivazioni che hanno portato ad una simile scelta;

quali verifiche vogliano effettuare in ordine ai costi ricadenti sulla comunità regionale che tale trasferimento, se reso effettivo, comporterebbe;

se intendano farsi promotori di un tavolo interistituzionale con gli enti interessati dal provvedimento, al fine di avviare con essi una interlocuzione per evitare il rischio che ricada sulla collettività degli utenti il costo di un provvedimento che appare oggettivamente immotivato e irragionevole. (186)

Interpellanza, Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sul gravissimo danno ambientale causato dal riversamento di oli combustibili della E.ON sulle coste del nord Sardegna.

I sottoscritti,

preso atto:

del gravissimo danno ambientale che dall'11 gennaio 2011 interessa gran parte delle coste del nord Sardegna, causato dallo sversamento in mare di decine di migliaia di litri di olio combustibile, proveniente dalla petroliera Esmeralda, durante le operazioni di trasferimento e rifornimento nel deposito della centrale termoelettrica di Fiume Santo, proprietà della multinazionale E.ON di Porto Torres;

che, anche se riguardo alla dinamica del grave incidente non è stata fatta ancora chiarezza, pare che le operazioni di scarico non fossero adeguatamente sorvegliate da parte dei dipendenti della E.ON e che l'impianto di scarico, situato in banchina e parzialmente interrato, non sia dotato delle opportune barriere protettive che avrebbero contenuto la fuga del pericolosissimo liquido;

che l'olio combustibile che si è riversato in mare non è soltanto altamente inquinante, ma cancerogeno al contatto diretto; secondo la stima della E.ON quella riversata in mare sarebbe una quantità modesta della sostanza, calcolata in circa 20 metri cubi, ma anche a voler considerare attendibile tale valutazione, le conseguenze per l'ambiente sono state disastrose in quanto la sostanza a contatto con l'acqua aumenta il suo volume 16 volte ed infatti la "marea nera", partita da Fiume Santo ha invaso una vastissima area costiera tanto che, a distanza di 2 settimane dal disastro, è stata rinvenuta sulle spiagge di La Maddalena e Santa Teresa di Gallura nella costa orientale, ma anche a Capo Testa nella costa occidentale;

che, anche se già nei primissimi giorni successivi al disastro, grazie soprattutto ad una immediata e potente mobilitazione popolare, sono state ripulite almeno in superficie le spiagge vicine a Porto Torres, restano gravissimi problemi perché il materiale, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, una volta spiaggiato, tende ad andare sotto la sabbia con le prevedibili dannose conseguenze, anche a lungo termine, sull'ambiente e sulla salute delle persone;

evidenziato che la centrale termoelettrica di Fiume Santo della multinazionale E.ON da anni è al centro di polemiche per la potenziale pericolosità rappresentata dal trasporto dell'olio combustibile su navi in una tratta marittima percorsa da forti correnti, e pertanto per la possibilità che si verificassero disastri ambientali in un'area estremamente delicata, oltre che per l'abnorme impatto ambientale dei suoi impianti, cronologicamente tra gli ultimi sorti nell'agglomerato industriale di Porto Torres, nato negli anni Settanta per realizzare nel nord Sardegna un polo chimico, ora diventato una cattedrale nel deserto che ha lasciato aziende in agonia e una vasta area irrimediabilmente compromessa e fortemente inquinata;

sottolineato che:

nonostante le operazioni di bonifica effettuate sulle spiagge del Golfo dell'Asinara rimangono arenili incatramati, uccelli e pesci morti, un ecosistema gravemente ferito e danneggiato in un'area marina di grande importanza ambientale e turistica;

i danni inferti dal disastro dell'11 gennaio 2011 avranno purtroppo conseguenze e ripercussioni per lungo tempo sia sull'ambiente che sulle persone,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

quali azioni abbiano intrapreso per garantire che sulle coste e i litorali del nord Sardegna, danneggiati dai riversamenti di olio combustibile, siano effettuate tutte le verifiche sanitarie ed ambientali per accertare quale sia lo stato reale dell'inquinamento affinchè siano prese le necessarie misure per scongiurare ulteriori danni all'ambiente e soprattutto alla salute delle persone;

quali interventi intendano assumere per garantire che vengano poste in essere tutte le azioni tese ad accertate le responsabilità dell'accaduto, anche considerando la possibilità per la Regione Sardegna di costituirsi parte civile nell'instaurando/instaurato procedimento contro gli eventuali responsabili del gravissimo disastro ambientale;

quali misure preventive ritengano adottabili al fine di scongiurare che in futuro simili episodi possano ripetersi. (187)

Interpellanza Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo sulle nomine a primario della ASL n. 5 di Oristano.

I sottoscritti,

premesso che:

sono state sollevate da più parti perplessità e preoccupazioni sulle modalità utilizzate per effettuare le scelte relativamente alle nomine a funzioni di assoluto rilievo e responsabilità quali quelle relative agli incarichi di primario di strutture complesse;

in particolare è stata pubblicamente contestata e discussa la nomina disposta dal Commissario dr. Panichi sul nuovo primario di ortopedia-traumatologia del Presidio ospedaliero (PO) San Martino;

la predetta nomina è stata valutata sostanzialmente inadeguata:

in ragione dell'attività di tipo prevalentemente traumatologico del PO di Oristano, che effettua circa 1.200 interventi/anno in linea con i migliori centri ortopedici sardi;

per i contenuti dell'avviso pubblico per l'attribuzione dell'incarico sopra citato che si riferisce ad una struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia e che appare solo formalmente corretto mentre risulta sostanzialmente insufficiente, in quanto avrebbe richiesto ai candidati solo il possesso di limitati requisiti medico-ortopedici e non anche una comprovata pluriennale esperienza traumatologica;

perché la scelta sarebbe ricaduta su un candidato proveniente da una struttura priva di Pronto soccorso dove di norma non si eseguirebbero interventi di traumatologia, tranne in qualche caso raro ed occasionale;

perché il prescelto, a giudizio della commissione esaminatrice, avrebbe un'esperienza professionale in campo traumatologico limitata e dalla valutazione del curriculum non si rileverebbe esperienza significativa in ambito gestionale, organizzativo o di direzione;

le perplessità sopra sollevate sulla adeguatezza della scelta in argomento troverebbero conferma per le poche esperienze maturate dal prescelto, riconducibili soprattutto all'attività presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari dove entra in ruolo poco più di un anno prima di ricevere l'incarico di primario, proveniente, in quanto idoneo non vincitore, dalla graduatoria per il concorso ASL di OLBIA per due posti di dirigente medico di ortopedia di I livello,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se:

non vi siano stati, tra gli idonei alla selezione per il ruolo di primario di cui trattasi, altri candidati con evidente più esperienza medico-ortopedica e traumatologica e di gestione e organizzazione di strutture complesse quali quella in argomento;

non vi sia stata superficialità nell'effettuazione della scelta da parte del commissario che deve rispondere esclusivamente all'interesse della comunità del territorio di conseguire il più elevato grado possibile di competenza medica e di capacità d'intervento e di gestione della struttura;

l'Amministrazione regionale - Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale intenda intervenire, nell'esercizio delle proprie competenze di valutazione e verifica del miglior funzionamento della ASL, per eventualmente porre rimedio all'errore di scelta individuando la più elevata professionalità disponibile tra coloro che hanno partecipato alla selezione per il ruolo di primario della predetta struttura complessa - disciplina ortopedia e traumatologia. (188)

Interpellanza Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddusulla difficoltà di accesso agli atti della Giunta regionale, del Presidente della Regione e sulla mancata applicazione dell'ordine del giorno n. 44 approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 12 gennaio 2011.

I sottoscritti,

premesso che l'ordine del giorno n. 44, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 12 gennaio 2011, ribadisce e conferma l'obbligo della Giunta regionale "a pubblicare e rendere accessibili tutte le delibere subito dopo la loro approvazione, per garantire a tutti i cittadini e ai consiglieri regionali, senza alcuna limitazione, libero accesso agli atti amministrativi";

accertato che, ciononostante, ancora oggi sui siti istituzionali della Giunta regionale e della Presidenza della Regione non sono consultabili numerose delibere della Giunta regionale e che non vi è addirittura traccia di alcuni decreti del Presidente della Regione come, a titolo di esempio, quello relativo alla nomina del direttore generale della Direzione per il coordinamento della programmazione unitaria;

considerato che:

- la non consultabilità di importanti atti della Giunta e del Presidente della Regione impedisce ai consiglieri regionali il pieno e tempestivo esercizio dei poteri ispettivi e di controllo che le norme costituzionali e statutarie attribuiscono ai componenti delle assemblee elettive, in primo luogo a garanzia dei diritti delle opposizioni, nei confronti degli organi di governo dell'Amministrazione regionale;

- tutto ciò avviene in deroga a precise disposizioni normative e di altrettanto inequivocabili atti di indirizzo del Consiglio regionale e le responsabilità di quanto accade sono imputabili a negligenze ed omissioni del Presidente e della Giunta regionale;

viste le disposizioni degli articoli 49 e seguenti della legge regionale 13 ottobre 1998, n. 31,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere se non ritenga:

1) opportuno e necessario garantire l'immediata applicazione dell'ordine del giorno n. 44, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 12 gennaio 2011, relativo all'obbligo della Giunta regionale di pubblicare tutti i provvedimenti adottati;

2) suo dovere istituzionale attivare con urgenza le procedure per rendere immediatamente accessibili tutti gli atti politico-amministrativi sul sito istituzionale della Regione Sardegna. (189)

Interpellanza Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Caria - Cocco Pietro - Solinas Antonio sull'incidente ambientale di Porto Torres.

I sottoscritti,

premesso che:

durante la notte del 12 gennaio 2011, nella zona industriale di Porto Torres, si è verificato un gravissimo incidente all'impianto di conduzione dalle navi petroliere ai gruppi 1 e 2 della termocentrale di Fiume Santo gestita dalla E.ON Spa, che ha determinato una fuoriuscita di olio combustibile altamente inquinante proveniente dalla petroliera Esmeralda, riversatosi in mare e stimato dalla capitaneria di porto in 40.000 litri;

trasportato dalle correnti, l'olio combustibile si è sparso per tutta la costa nord della Sardegna, sulle spiagge di Porto Torres, di Stintino, di Sassari, di Castelsardo, fino a Santa Teresa di Gallura, e i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso, dopo aver emesso le doverose ordinanze di divieto alle spiagge, considerata la pericolosità del materiale fuoriuscito, classificato come cancerogeno, hanno dato avvio ai primi interventi di pulizia dei litorali;

considerato che:

nonostante tali primi interventi di pulizia e quelli successivi posti in atto dalla stessa società E.ON, quella che è stata definita come "marea nera" continua a propagarsi comportando diverse forme di inquinamento, più o meno evidenti, dovute alla diffusione nell'aria delle frazioni più leggere di petrolio sotto forma gassosa, alla presenza di olio, o meglio di catrame, nel mare sia in superficie (dove colpisce soprattutto uccelli e rettili marini) sia nel fondale (dove si dovranno attendere decenni prima che si possa ristabilire l'ecosistema), alle preoccupanti contaminazioni del plancton e dei pesci, che fanno parte della catena alimentare e determinano rilevanti problemi di salute pubblica;

le condizioni atmosferiche e le correnti marine stanno portando la "marea nera" a minacciare altre zone di elevato interesse naturalistico, quali l'arcipelago de La Maddalena e il parco dell'Asinara;

sul caso è stata anche aperta un'inchiesta dalla Procura della Repubblica di Sassari, ma i sindaci dei comuni interessati hanno pubblicamente denunciato la totale mancanza di iniziativa da parte del Ministero dell'ambiente e il disinteresse della Regione Sardegna,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

quali proporzioni abbia raggiunto il danno ambientale e biologico provocato dall'incidente di Porto Torres e quali conseguenze, nel breve e lungo termine, dovremmo attenderci da tale gravissimo sversamento;

quali immediate iniziative la Giunta regionale intenda porre in essere per bonificare le zone interessate dalla presenza di olio combustibile e catrame ed evitare che tale inestimabile danno diventi irreparabile, sia in relazione al ripristino degli ecosistemi che al fine di evitare pesanti ripercussioni sul settore turistico;

quali provvedimenti la Giunta regionale intenda attivare per consentire la sostituzione degli impianti di generazione elettrica ad olio combustibile presenti in Sardegna con impianti più moderni e di minore impatto ambientale e per dare avvio ai piani di bonifica previsti per le aree dismesse dell'area industriale di Porto Torres;

se non ritengano opportuno adoperarsi con ogni mezzo affinché il Ministero dell'ambiente proclami lo stato di calamità naturale. (190)

Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla chiusura dei punti nascita dei piccoli ospedali e sulla necessità di un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

la Costituzione repubblicana garantisce il diritto alla salute per tutti gli individui, indipendentemente dalle condizioni economiche e geomorfologiche del territorio in cui le persone vivono e lavorano;

il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, approvato dal Consiglio regionale in data 19 gennaio 2007, si poneva come obiettivo strategico la riorganizzazione della rete dei punti nascita della Regione secondo le indicazioni del Progetto obiettivo materno infantile e del Piano sanitario nazionale 2003-2005, adattandole alla specificità della situazione regionale e richiamava la necessità di prevedere la deroga dei parametri stabiliti a livello nazionale tenendo conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità dei territori di riferimento dei punti nascita della Regione;

CONSIDERATO che:

in data 16 dicembre 2010 è stato sancito l'Accordo Stato-regioni recante "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo" nel quale sono definiti nuovi parametri per la riorganizzazione dei punti nascita nel territorio regionale, nonché i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi;

le linee di indirizzo prevedono che i nuovi parametri siano adottati dalle regioni nell'arco del triennio 2011-2013 e che siano assicurati i servizi di trasporto assistito materno (STAM) tra territorio di competenza e punti nascita, nonché di trasporto neonatale d'urgenza (STEM) tra unità operative di ostetricia di primo e secondo livello e unità operative neonatologiche di secondo livello dotate di terapia intensiva neonatale;

i parametri individuati nelle linee di indirizzo sopra citate (almeno 500 nascite per punto nascita) risultano ancora più stringenti e insostenibili per la nostra Regione in quanto la loro mera applicazione comporterebbe la chiusura di 14 punti nascita sui complessivi 23 presenti in Sardegna;

è impossibile e inaccettabile ipotizzare una rete dei punti nascita regionale che preveda per le donne in gravidanza di rivolgersi esclusivamente a 9 ospedali, dei quali 4 ubicati nel capoluogo;

così come disposto nel Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 e recentemente ribadito dal Piano sanitario nazionale 2011-2013 a proposito della riorganizzazione dei servizi sanitari ubicati nei piccoli ospedali, alla Regione è riconosciuta l'autonomia di delineare la migliore organizzazione dei servizi in relazione alle esigenze della popolazione, alla specificità del territorio e alle risorse della collettività;

RILEVATO che:

dopo la chiusura del punto nascita di Muravera nel 2009, i commissari delle ASL di Cagliari, Oristano e Nuoro hanno disposto la chiusura rispettivamente del punto nascita di Isili nell'agosto 2010, di Bosa il mese successivo e di Sorgono nel gennaio 2011;

tutti i provvedimenti di chiusura sono stati adottati in modo unilaterale dalle direzioni commissariate delle ASL, con modalità di urgenza, al di fuori di qualunque programmazione aziendale e ancor meno regionale;

i provvedimenti di chiusura sono stati diretta conseguenza dell'inversione effettuata negli ultimi due anni dalla politica regionale sanitaria sui piccoli ospedali e del conseguente progressivo depauperamento tecnologico e strumentale dei piccoli ospedali stessi, nonché della indisponibilità a incrementare le competenze professionali necessarie ad assicurare i livelli di sicurezza richiesti per minimizzare i rischi per le mamme ed i nascituri e di una non oculata programmazione da parte delle stesse aziende sanitarie locali;

SOTTOLINEATO che:

tali provvedimenti sono stati adottati senza tenere nella doverosa considerazione le ragioni dei sindaci dei comuni componenti i comitati di distretto socio-sanitario, che ai sensi della legge n. 10 del 2006 esprimono parere obbligatorio sul programma delle attività sanitarie d'ambito e formulano al direttore generale dell'azienda sanitaria locale osservazioni e proposte sull'organizzazione e sulla gestione dei servizi e delle strutture;

le chiusure dei punti nascita sono state condotte in assenza di una attenta valutazione da parte della Regione delle soluzioni organizzative più adeguate all'offerta dei servizi in relazione alle esigenze della popolazione, alla specificità del territorio e alle risorse della collettività;

il richiamo alla qualità dei servizi non può essere utilizzato per chiudere i servizi stessi limitando i diritti costituzionalmente garantiti;

nella maggior parte dei casi l'interruzione dei servizi di assistenza ostetrica è stata realizzata in carenza di servizi strutturati di trasporto materno previsto dalla norma e tale circostanza, di fatto, incrementa i rischi relativi alla fase di transizione organizzativa nella quale, a fronte della disattivazione di quote di attività ospedaliera, il territorio non risulta attrezzato per rispondere in modo adeguato ai bisogni sanitari che non trovano più risposta a livello ospedaliero;

RILEVATO che, in contrasto con quanto disposto dal Piano regionale dei servizi sanitari, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in ripetuti interventi pubblici, anziché dichiarare la volontà politica di contrasto agli orientamenti nazionali e disporsi in difesa dei piccoli ospedali e delle comunità di riferimento perlopiù insediate nei territori dell'interno, ha confermato l'intenzione di procedere in coerenza con quanto previsto dalle disposizioni nazionali col solo "impegno di salvaguardare i punti nascita che raggiungono almeno 500 parti l'anno", e quindi dichiarando in modo esplicito l'intenzione di chiudere definitivamente i punti nascita con un numero di nascite inferiori,

impegna la Giunta regionale

a proporre un piano di riorganizzazione dei punti nascita della Regione che tenga conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità del territorio regionale, che preveda quindi le necessarie deroghe ai parametri definiti a livello nazionale e che sia nel contempo in grado di assicurare uniformi livelli di sicurezza e equità d'accesso e fruizione per la popolazione residente;

a ripristinare e salvaguardare, nelle more dell'adozione del piano di cui al punto 1), i livelli di assistenza ostetrica assicurati precedentemente all'adozione unilaterale da parte dei commissari delle ASL dei provvedimenti di chiusura dei punti nascita. (106)