Seduta n.26 del 30/07/2014
XXVI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 30 luglio 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
indi
del Vicepresidente Eugenio LAI
indi
del Presidente Gianfranco GANAU
Comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità. (Continuazione della discussione e approvazione di ordine del giorno)
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio 3
FLORIS MARIO................................................................................................. 13
TRUZZU PAOLO......................................................................................... 16, 56
ZEDDA ALESSANDRA.............................................................................. 17, 51
TUNIS STEFANO......................................................................................... 19, 53
CARTA ANGELO........................................................................................ 21, 60
PIGLIARU FRANCESCO, Presidente della Regione........................................ 23
CHERCHI OSCAR............................................................................................. 26
SABATINI FRANCESCO.................................................................................. 28
CRISPONI LUIGI......................................................................................... 30, 68
COCCO PIETRO........................................................................................... 32, 72
FENU MODESTO............................................................................................... 34
COCCO DANIELE............................................................................................. 36
CAPPELLACCI UGO........................................................................................ 37
BUSIA ANNA MARIA................................................................................ 39, 55
COSSA MICHELE.............................................................................................. 41
FASOLINO GIUSEPPE..................................................................................... 43
USULA EMILIO................................................................................................. 45
RUBIU GIANLUIGI.......................................................................................... 46
PITTALIS PIETRO............................................................................................. 47
PIGLIARU FRANCESCO................................................................................. 50
ZEDDA PAOLO................................................................................................. 58
SOLINAS CHRISTIAN...................................................................................... 61
DERIU ROBERTO............................................................................................. 63
CHERCHI AUGUSTO....................................................................................... 64
PIZZUTO LUCA................................................................................................. 66
SOLINAS ANTONIO......................................................................................... 69
(Votazione nominale dell'ordine del giorno numero 1)........................................ 49
(Risultato della votazione).................................................................................... 49
(Votazione nominale dell'ordine del giorno numero 2)........................................ 73
(Risultato della votazione).................................................................................... 74
Sull'ordine dei lavori
TRUZZU PAOLO............................................................................................... 10
La seduta è aperta alle ore 10 e 18.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 23 luglio 2014 (23), che è approvato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo una breve sospensione, per rispetto anche dell'Assessore, visto che l'aula è semivuota, lo dico proprio per una questione di garbo nei suoi confronti.
PRESIDENTE. Concordo e sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 19, viene ripresa alle ore 10 e 29.)
Continuazione della discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità e approvazione di ordine del giorno
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ex articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di Patto di stabilità.
Ha facoltà di replicare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente, signore consigliere, signori consiglieri, siamo qui a discutere, abbiamo discusso a lungo ieri, si è discusso in quest'Aula e fuori da quest'Aula, di un accordo importante, un accordo sul quale abbiamo informato costantemente il Consiglio, un accordo sul quale io personalmente, una volta che è stato siglato il preaccordo politico, ho sentito l'opportunità di chiamare personalmente, telefonando da Roma, l'ex presidente Cappellacci per informarlo. Noi crediamo anche nella continuità istituzionale della nostra Regione, riteniamo che chiunque sia seduto in questi banchi cerchi al suo meglio di rappresentare questa istituzione.
Cercheremo di comportarci sempre così, con serietà e con un rispetto istituzionale che non ci mancherà mai. Però abbiamo sentito ieri nel dibattito, ripeto, e anche su molti organi di stampa, delle contrapposizioni aprioristiche, demagogiche, mistificazione, falsità nel senso di cose non vere. Abbiamo sentito che questo accordo coinvolge gli enti locali: assolutamente no! È un accordo che riguarda il Patto di stabilità della Regione Sardegna come istituzione, non certo degli enti locali. Abbiamo sentito che avremmo ceduto l'autonomia di accertamento delle entrate: non trovate una sola parola sull'accertamento delle entrate nell'accordo che il Presidente ha firmato. Ancora, che avremmo rinunciato a 3 mila, 4 mila miliardi di euro: ma dove, dove stanno?
Allora penso che, come in tutte le cose, anche se sono tecniche, sia importante soprattutto in quest'Aula analizzarle con attenzione e valutare quindi i pro e i contro dell'accordo, di quello che c'è scritto, con rigore e pragmatismo. Cercherò di farlo in questi minuti. Vediamo la situazione di partenza, cioè la situazione senza accordo, in che situazione saremmo oggi noi se il presidente Pigliaru non avesse firmato l'accordo, in altri termini la situazione che abbiamo ereditato, che c'era prima di noi. Per quanto riguarda le entrate, le entrate non sono definite con precisione. Che cosa vuol dire questo? Che mancano le norme di attuazione dell'articolo 8 dello Statuto, norme di attuazione che la Giunta precedente ha cercato di fare, era stato predisposto il tavolo, il tavolo aveva anche esitato un accordo sulle norme di attuazione, ma questo non si è tramutato poi in legge, quindi allo stato attuale non abbiamo le norme di attuazione delle entrate; l'accertamento delle nostre entrate oggi lo fa la Ragioneria, e questo non lo stiamo decidendo noi, non lo stiamo decidendo noi con il nostro accordo, questa è la situazione che abbiamo ereditato, ripeto, aldilà della volontà di chi governava prima. Questo sta a dimostrare che, aldilà della volontà, per rendere poi attuative le cose ci vuole fatica, ci vuole una serie di condizioni. Questo per quanto riguarda le entrate.
Per quanto riguarda lo sforamento del Patto per circa 300 milioni, a prescindere dalla nettizzazione del fondo unico (perché comunque il calcolo doveva prevedere la detrazione delle risorse destinate al fondo unico nel 2011, questo anche l'assessore Zedda lo sa perfettamente), questo avrebbe comportato una sanzione. Ieri è stato detto: "Ma voi avete certificato che il Patto era stato rispettato". E ci mancherebbe altro! Siamo entrati e una settimana dopo che cosa dovevamo dire: "No, l'amministrazione precedente ha imbrogliato."? Ma ci mancherebbe altro! Ovviamente abbiamo certificato e abbiamo detto: "Sarà la controparte a dire se questo è vero o no". E sappiamo che c'era questo sforamento parziale del fondo unico. Questo significava restituzione delle somme, blocco della spesa corrente, blocco degli investimenti e sanzioni pecuniarie. Questo è quello che ci siamo ritrovati. Si sarebbe andati in via incidentale in Corte costituzionale, è pieno di sentenze che dicono che le Regioni, gli enti locali, non possono mettere fuori dal Patto quello che vogliono. Non funziona così, come minimo si deve concordare, quindi avremmo perso senza ombra di dubbio. Tutti i pareri legali dei consulenti scelti dalla precedente amministrazione dicono con chiarezza che ci sono seri dubbi di costituzionalità sulla nettizzazione del fondo unico. Nessun incremento del Patto nel 2014 e seguenti, quindi non avremmo avuto niente per il 2014 e niente per gli anni seguenti.
Allora, l'anomalia certamente c'è. La sentenza della Corte costituzionale numero 118 del 2012, che è stata ottenuta grazie anche al contenzioso aperto dalla precedente Giunta, diceva che c'è un'anomalia, ma senza quantificarla. Le sentenze della Corte costituzionale non significano automaticamente incremento della spesa, questa è un'altra cosa che qui dentro sappiamo tutti! Una volta che l'anomalia è riconosciuta, bisogna fare un accordo per quantificarla. Senza accordo non avremmo avuto nulla!
Benissimo, situazione con accordo: chiusura delle sanzioni, quindi ci ritroviamo con 281 milioni in più che avremmo dovuto restituire; chiusura del 2014, ci ritroviamo con 364 milioni in più, che altrimenti non avremmo avuto; vengono tolti i limiti dal 2015 in poi. Questo è il grande risultato! Vengono tolti i limiti, poi si dice "pareggio del bilancio", ma il pareggio del bilancio, ci mancherebbe altro, lo sappiamo, fa parte delle regole costituzionali, fa parte dei nostri documenti di contabilità, delle nostre leggi di contabilità, siamo obbligati al pareggio di bilancio, lo sappiamo perfettamente, ma il risultato non è il pareggio di bilancio, il risultato è quello che c'è scritto nell'accordo, ossia alla Sardegna non si applica il limite di spesa del Patto. Questo è il risultato! Cioè siamo riusciti a ottenere, lo dico qui con molta chiarezza, più di quello che ci saremmo aspettati, perché noi siamo andati a trattare l'anomalia, quanto è l'anomalia? A quanto dobbiamo risalire? Al 70, all'80 per cento? Abbiamo ottenuto il 100 per cento, cioè abbiamo ottenuto di poter spendere, a partire dal 2015 e per sempre, tutte le nostre entrate.
Penso che una cosa del genere, un aumento di 364 milioni, le non sanzioni per il 2013, un aumento che possiamo quantificare (è chiaramente variabile perché dipende dalla variazione delle entrate) in 1 miliardo e 200, 1 miliardo e 400, dal 2015 a oggi, sia un risultato che anche zia Peppina di Sennori capisce. Anche zia Peppina lo capisce! Spero che in quest'Aula si smetta di fare mistificazione e si accetti questo risultato.
Come ogni accordo, prevede alcune cose: chiusura del contenzioso. Non si fa un accordo se non si chiude il contenzioso su quelle materie, il contenzioso lo chiudiamo sulle materie della finanza pubblica, ossia patto e accantonamenti. Accettiamo gli accantonamenti come partecipazione al debito pubblico da parte della Sardegna, ma gli accantonamenti c'erano anche prima.
Tante cose rimangono da fare, questo è un punto di partenza, è uno strumento importante perché ci permetterà di sviluppare le politiche che questa Giunta e questa coalizione vogliono portare avanti, politiche per il lavoro, politiche per gli enti locali, e di dare risposta alle richieste della campagna, dell'industria, delle imprese. Con queste risorse, con questi soldi lo potremo fare. Stiamo insomma aumentando i nostri margini di autonomia, lavoreremo per fare le norme di attuazione, lavoreremo per costituire l'Agenzia sarda delle entrate. Abbiamo iniziato quel percorso di maggiore autonomia che c'eravamo prefissati dall'inizio. Abbiamo iniziato quel percorso...
(Intervento fuori microfono)
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Assessore Paci, il tempo a sua disposizione è terminato, la prego di andare alla conclusione e di astenersi da valutazioni. Grazie.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Abbiamo giurato in quest'Aula e continueremo a lavorare e a dare risposte concrete al popolo sardo.
(Interruzioni)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Chiedo alcuni minuti di sospensione per consentire il perfezionamento di un ordine del giorno.
(Interruzioni)
Mi scusi, onorevole, le ricordo quello che ha detto ieri il Presidente, cioè che eventualmente a fine discussione si sarebbe presentato un ordine del giorno e poi il voto.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 42, viene ripresa alle ore 11 e 22.)
Continuazione della discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità e approvazione di ordine
del giorno
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Annuncio che sono stati presentati due ordini del giorno. Ricordo che non c'è discussione sugli ordini del giorno ma è possibile intervenire per dichiarazione di voto.
(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno:
Ordine Del Giorno Truzzu - Pittalis - Rubiu - Fenu - Crisponi - Carta - Cappellacci - Peru - Tocco - Locci - Zedda Alessandra - Fasolino - Randazzo - Cherchi Oscar - Tatti - Pinna Giuseppino - Floris - Orrù - Cossa - Solinas Christian - Oppi in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità.
Il Consiglio regionale
a conclusione della discussione sulle comunicazioni rese in Aula la settimana scorsa dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru sull'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità,
CONSIDERATO l'accordo sottoscritto tra il Ministro dell'Economia e dette Finanze e il presidente della Regione Francesco Pigliaru in materia di finanza pubblica;
UDITA la relazione del Presidente e la successiva discussione in aula;
RIBADITE le competenze previste dallo Statuto Sardo in tema di Entrate;
VALUTATA la sentenze della corte costituzionale che riconosceva alla Sardegna per gli anni passati una quota di maggiori entrate, e quindi una maggior capacità di spesa, pari almeno a 1.200 milioni di euro;
EVIDENZIATO che le competenze in materia di approvazione di Bilancio e delle partite finanziarie appartengono al Consiglio e che pertanto il Presidente ha agito in totale autonomia e in spregio al dettato statutario;
PRESO ATTO che l'accordo sottoscritto prevede per il 2014 la rinuncia ad oltre 300 milioni di euro di spazi finanziari in cambio del rispetto dell'equilibrio di bilancio a partire dal 2015, come del resto previsto da una legge statale;
CONSIDERATO che il punto 5 dell'accordo impegna la Regione a ritirare entro il 16 Settembre 2014 tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinanzi alle diverse giurisdizioni, relativi alle impugnative di leggi e di atti conseguenziali in materia di finanza pubblica, promossi prima dell'accordo, o, comunque, a rinunciare per gli anni 2014-201 7, agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto, che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento;
VALUTATO che in virtù di tale accordo la Sardegna, in mancanza delle norme di attuazione, non potrà più procedere autonomamente all'accertamento delle Entrate, ma dovrà sottostare all'accertamento effettuato dal Governo Nazionale;
CONFERMATO che un simile accordo costituisce un chiaro attentato ai principi dell'autonomia e una chiara rinunzia all'affermazione dei sacrosanti e indisponibili diritti della Sardegna e dei Sardi per non aver preventivamente coinvolto il Consiglio nella concertazione di impegni tanto importanti per il futuro dell'Isola
e lo impegna
a rinegoziare l'accordo sottoscritto il 21 luglio con il Governo. (1)
Ordine Del Giorno Cocco Pietro - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione delle dichiarazioni del Presidente della Regione in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità,
UDITE le dichiarazioni del Presidente della Regione Pigliaru, in merito all'accordo Stato-Regione sul patto di stabilità;
CONDIVISO il percorso sin qui seguito nell'affrontare l'intera vicenda;
PRESO ATTOdell'importante risultato che permetterà alla Sardegna di poter spendere per intero le proprie risorse, incrementate dal 2015 per oltre un miliardo di euro, che potranno essere indirizzate per risollevare l'economia e l'occupazione della nostra Isola,
dichiara
il pieno sostegno all'azione del Governo regionale e condivide la volontà di avviare il percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale della Sardegna. (2).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché vorrei capire se si possono fare dichiarazioni di voto sui singoli ordini del giorno oppure se si unificano e si avrà il tempo doppio.
PRESIDENTE. Allora, metterò in votazione l'ordine del giorno numero 1, poi, secondo il risultato, l'ordine del giorno numero 2.
Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, volevo dire a lei, al Presidente della Regione e ai colleghi, che quello che è successo ieri era inevitabile. Ci sono stati segnali abbastanza concreti, reali, in quest'Aula, nei confronti del Presidente del Consiglio, ma nei confronti soprattutto della maggioranza, quando vi abbiamo detto di non credere di essere maggioranza assoluta e di dover fare i conti con le minoranze; in una società dove si vota sempre di meno e dove un presidente viene eletto con il 40 per cento di voti del 50 per cento dei votanti, mi pare che sia necessaria una cosa di questo genere; in una società dove c'è una devastazione totale, dove c'è una crisi finanziaria che non ha eguali nel mondo, mi pare che sia naturale e mi meraviglia che vi meravigliate perché la minoranza mette in movimento gli strumenti democratici che le consentono di fare quello che sta facendo. Le intemperanze vengono da chi non vorrebbe che questi strumenti venissero messi a disposizione; sono a disposizione e vengono utilizzati, quindi con calma credo che possiamo ragionare delle cose di cui dobbiamo ragionare.
Devo dire che sono vicino al Presidente perché ho partecipato a diverse trattative nazionali, so quanto è difficile, so che ha agito in buona fede, so che sicuramente lui riterrà di aver portato a casa un accordo utile per la Sardegna, però mi pongo un problema. Il problema che mi pongo è: ammettiamo che tutto questo non vada in porto, come è probabile, come è possibile, come anzi credo che andrà, perché ricordo che non è la prima volta che firmiamo intese istituzionali di programma, ci sono state con Andreotti, con Craxi, con De Mita, addirittura non con intese ma con leggi che ritenevano… per cortesia, onorevole Cocco, mi lascia parlare? Soprattutto lei come Capogruppo dovrebbe ascoltare, mi pare che sia molto intemperante, ma tanto non si va da nessuna parte.
Dicevo, tutte cose che sono state pattuite con lo Stato e messe in legge, ricordo la continuità territoriale e quant'altro, che poi si sono disperse; allora cosa potremmo dire se gli accordi non vanno avanti? Che questo è un accordo privato tra Pigliaru e Renzi, non è un accordo tra la Sardegna e lo Stato. Abbiamo differenti opinioni, ed è proprio qui il punto: che cosa ci sta a fare questo Consiglio regionale? Quali sono i compiti di questo Consiglio regionale? C'è gente che si diverte sui vitalizi, su tutte queste stupidaggini che non stanno né in cielo né in terra, il Consiglio regionale deve avere una funzione, non può non averla. E qual è la funzione del Consiglio? Quella di essere passacarte, di alzare la mano secondo i provvedimenti che vengono fatti dalla Giunta regionale? Non credo che si possa andare avanti così, le altre Giunte hanno sofferto proprio di questo.
Oggi sento parlare e sento dire che bisogna arrivare alla semplificazione riducendo le direzioni generali, senza modificare la legge numero 31, che è quella che dà le competenze ai funzionari e alla burocrazia, che ha tolto le competenze ai politici che non possono intervenire e quindi bisogna andare alla radice dei problemi. Sento parlare di un tavolo istituzionale politico e di un tavolo tecnico cui fanno parte gli imprenditori, la Confindustria, gli enti locali, la Regione, tavoli che devono preparare un disegno di legge entro 60 giorni da presentare al Consiglio regionale e noi, come Consiglio regionale, dovremmo prendere questo disegno di legge presentato dalla Giunta e approvarlo, senza discutere delle cose fondamentali che riguardano il nostro sviluppo? Credo che non si possa andare avanti così! Ho sempre detto che era necessario in qualche modo che noi dovessimo rivedere ruoli, responsabilità e funzioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, ovviamente intervengo per annunziare che sono favorevole all'ordine del giorno di cui sono primo firmatario e per aprire con un augurio perché, vedete, colleghi e Presidente della Giunta, io spero e mi auguro che voi abbiate ragione perché se voi avete ragione, se questo è un accordo positivo per la Sardegna e per i sardi, ovviamente tutti noi ce ne rallegriamo. Personalmente ho dei dubbi.
Quello che mi preme oggi rimarcare è che dobbiamo anche capire qual è il rispetto dei ruoli, perché se è legittimo che questa maggioranza difenda tale accordo, al di là delle parti in commedia, del circo, dei pagliacci che possono esserci o non esserci all'interno di quest'Aula, è anche legittimo che l'opposizione faccia il suo lavoro e richiami l'attenzione della maggioranza e della Giunta su temi così importanti, soprattutto quando probabilmente si sta procedendo in maniera, come dire, un po' celere e un po' avventata, e quando queste osservazioni non vengono solo dal centrodestra.
Infatti se noi leggiamo le dichiarazioni che ci sono state questi giorni su questa questione, sulla vertenza delle entrate, i primi ad accendere la miccia non siamo certo stati noi, mi ricordo un post (cancellato) dell'assessore Maninchedda, mi ricordo le dichiarazioni dubbiose del Presidente dell'ANCI, che risponde al nome di Piersandro Scano e che non è certo iscritto nelle file del centrodestra, mi ricordo i dubbi del Segretario regionale della CGIL, mi ricordo anche i dubbi manifestati ieri dall'onorevole Capelli, che mi sembra sia un rappresentante del centrosinistra a Roma. Quindi mi chiedo: se anche a sinistra ci sono questi dubbi, forse non era il caso di affrontare in maniera diversa la questione e coinvolgere, come ho detto anche ieri, l'opposizione che probabilmente avrebbe dato, come è stato fatto altre volte, anche un contributo positivo?
Il giudizio, colleghi, Presidente e Assessore, non è oggi e non è qui ma è fuori da quest'Aula!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intanto mi associo alla speranza del consigliere Truzzu, veramente vi auguro di cuore che voi possiate avere ragione, però io voterò favorevolmente all'ordine del giorno proposto perché credo che ci siano delle cose da sanare. Presidente, le ricordo che, in barba a questo Consiglio, lei è andato a chiudere una vertenza così importante, a sancire un accordo così importante, da solo, senza che fosse coinvolto il Consiglio regionale e neanche la sua maggioranza, per amore della verità. Le devo dire inoltre che le cose che noi abbiamo segnalato sono state oggi ribadite anche dall'assessore Paci. Io vorrei chiederle quali sono i 360 milioni in più, considerato che noi, in ragione di una legge regionale non impugnata, che sarebbe dovuta essere eventualmente oggetto di trattazione dell'accordo, abbiamo potuto portare una spesa del Patto a 2 miliardi e 993 milioni, mentre voi vi fermate a 2 miliardi e 696. Se poi andiamo a vedere le entrate complessive, vi auguro davvero che dal 2015 possiamo parlare di 7 miliardi e 4, però permettetemi di avere dei dubbi.
Ancora, stiamo rinunciando sostanzialmente a tutti i ricorsi, è vero, avete ragione, per onestà intellettuale non bisogna sparare delle cifre, ma vogliamo dare una quantificazione almeno nei nomi, la possibilità di riparlare degli accantonamenti, la possibilità di parlare delle quote giochi? Poi, consentitemi di chiedervi: nel momento in cui l'accertamento, lo sapete, non sarà più una nostra competenza, per che cosa servirà l'Agenzia delle entrate? Mi piacerà confrontarmi su questo tema con voi. Allora, da questo punto di vista, dico che se questo accordo si può rivedere perché non lo possiamo rivedere, considerato anche il fatto che non esistono le leggi di attuazione in materia di entrata e che mi sembrano essere, invece, non solo un vincolo di carattere finanziario ma anche giuridico?
Queste sono le nostre perplessità e su queste basi vi abbiamo chiamato a riflettere e a rivedere se ci sono dei margini per ritrattare questo accordo. Poi, ovviamente, voi avete la palla in questo momento e la giocate come meglio credete. Noi abbiamo semplicemente tentato di farvi fare delle riflessioni, ciò non toglie che il nostro voto sarà favorevole a questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, mi rivolgo personalmente al presidente Pigliaru perché gli voglio raccontare che l'opinione positiva che mi sono fatto sulla sua persona è distante vent'anni quasi da oggi, quando da suo allievo, dopo aver seguito le sue lezioni di Economia politica e aver sostenuto l'esame con lui, mi presentai all'esame e lui seppe riconoscere che una risposta (l'esame, ricorderà, era scritto, non so ora, ma allora era scritto) che io avevo dato e che lui mi aveva annullato, perché riteneva l'avessi copiata, me la riconteggiò positiva perché si accorse, dopo aver avuto un breve contradditorio con me, della buona fede con cui avevo risposto a quella domanda. In quel momento, io capii e mi convinsi che il professor Pigliaru, oggi Presidente, era la persona equilibrata che ho davanti, in grado anche di riconoscere quando ci sono, nell'interlocutore, delle ragioni positive. Francamente ho rivisto ieri tutto questo nel momento in cui, nei ragionamenti privati, ha aperto alla possibilità che, qualora ci si sbagli sulle cose, qualora i risultati che si attendono non siano conformi, qualora ci si renda conto, all'interno del ragionamento, che l'obiettivo è perfettibile, che è migliorabile, che è più facilmente raggiungibile, in maniera diversa, tutto ciò si riconosca, lui sarebbe allora la persona che ho conosciuto ancora in grado con la forza di riconsiderare certe posizioni.
Ora, mi ha stupito, devo essere onesto, quanto la stessa disponibilità offerta dal Presidente della Regione, che ha messo la firma su quel documento, sia così ottusamente respinta da parte della maggioranza che lo sostiene. Bisogna avere la capacità di ascolto, bisogna avere l'intuito di comprendere che, a volte, anche se si è percorsa una strada sbagliata, è molto più positivo, è molto più virtuoso, saper imboccare la strada opposta.
Tra pochi mesi, l'anno prossimo, vi renderete conto che, quanto state facendo oggi, respingendo, come se foste quel genere incolto che non siete, tutte le idee, tutte le proposte, tutta la buona volontà che viene dai banchi dell'opposizione, sia soltanto perché non si vuol ascoltare. Mi sarei aspettato che questa capacità di mediazione venisse dai Capigruppo della maggioranza, prima ancora che dal Presidente della Regione.
Annuncio il voto favorevole a questo ordine del giorno perché sono intimamente convinto che, all'interno di esso, ci sono delle ragioni che potete fare vostre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, annuncio il mio voto favorevole all'ordine del giorno per due motivi: uno di metodo e uno di merito. In effetti, il Consiglio è stato investito, non molto tempo fa, da una discussione sui poligoni militari, poi abbiamo parlato di trasporti, oggi stiamo parlando di finanza pubblica, sostanzialmente quindi a pezzi ogni tanto la Giunta si sposta da Cagliari a Roma per discutere di un problema. Credo che il metodo sia sbagliato; nel momento in cui, parlando di poligoni, il Presidente dice che, a fronte del 2 per cento della popolazione, noi abbiamo il 60 per cento delle servitù militari e che questa cosa va assolutamente pareggiata con gli impegni dello Stato, credo che non si possa chiudere l'argomento "poligoni" e andare a parlare di Patto di stabilità, di finanza pubblica o di sanità. Ritengo che debba essere aperto un tavolo con lo Stato sul quale discutere tutte le nostre questioni complessivamente, altrimenti avremo sempre, come risultato, accordi di questo tipo, che non vanno bene perché lasciano scoperti i fianchi rispetto ad altre problematiche che pesano sui sardi.
Nel merito (proprio partendo dalla necessità di perequare), rinunciare, come si sta di fatto rinunciando, a dei fondi che potrebbero arrivare dalle sentenze che stiamo aspettando, credo che faccia il paio con le martellate che il Governo Renzi sta dando alla Costituzione, con le martellate che sta dando all'autonomia, costretti a rinunciare a dei fondi che potrebbero essere assolutamente garantiti, da chi? Dalla Corte costituzionale, quindi un organo dello Stato! Stiamo rinunciando a ottenere eventuali benefici, perché? Perché ci hanno ricattato! Una volta ancora ci hanno ricattato.
Mi chiedo: il ricorso 2012 contro la legge Salva Italia, a che cosa tende? Tende a evidenziare il danno subito dalla nostra Regione con la normativa relativa all'alternativa tra IRPEF e IMU per i redditi fondiari. Mi chiedo ancora: prima di firmare, è stata quantificata la somma che noi andremo a perdere? Credo che non sia stata quantificata ma si sia firmata semplicemente la rinuncia. Il ricorso del marzo 2013 riguarda, tra le altre cose, l'accordo che prevede la completa copertura della spesa sanitaria da parte della RAS, lo Stato nella sua smania di ridurre le spese, giusta probabilmente, stabilisce per tutte le Regioni una contrazione delle spese della sanità mediante accantonamenti nel fondo intersperimentale dello Stato. Decisione che può essere legittima per le Regioni ordinarie, ma noi che cosa c'entriamo? Perché dobbiamo essere penalizzati da queste decisioni dello Stato? Sostanzialmente è quindi un accordo che non dà ragione alle effettive esigenze della Sardegna e dei sardi.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, ho omesso di chiedere il doveroso parere della Giunta su questo ordine del giorno, lo chiedo adesso.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Il parere della Giunta naturalmente è negativo, con tutto il rispetto per le opinioni che ognuno può avere, credo che oggi il tono degli interventi sia stato adeguato all'importanza dell'argomento. Rispetto i punti di vista, non viviamo in un mondo di certezze assolute, viviamo in un mondo in cui si ragiona con i numeri, si fanno accordi, gli accordi sono conditi, oltre che da quello che è scritto, anche da ciò che non è scritto, e, per quanto riguarda me, la mia Giunta e questa maggioranza, il non scritto è leale collaborazione con lo Stato. Se la leale collaborazione da parte dello Stato verrà mantenuta, come io credo e spero, questo è un accordo estremamente importante per noi perché raggiunge due obiettivi, due obiettivi che abbiamo discusso in quest'Aula, abbiamo discusso con i nostri elettori, abbiamo discusso con la gente.
Primo: la necessità assolutamente urgente di poter mettere e far correre nell'economia soldi veri in tempi rapidissimi, perché la crisi si sta approfondendo e perché fuori da quest'Aula c'è la disperazione che tutti conosciamo. Questo è il primo obiettivo: mettere molti soldi immediatamente nell'economia. Questo accordo ci permette di farlo per una misura che, per il 2014, per la parte restante del 2014, vale l'1 per cento del prodotto interno lordo della Sardegna e molto di più, naturalmente, per il 2015.
Secondo: l'obiettivo di tutti, non solo della maggioranza in questo caso, era quello di dare attuazione a quanto sostenuto ragionevolmente e giustamente dalla Corte costituzionale, cioè che non ci sia più un irragionevole limite nella spesa non proporzionato alle entrate. L'accordo sul pareggio di bilancio, potete pensarla come volete, ma su questo - secondo me - non c'è tantissimo da discutere, l'accordo sul pareggio di bilancio risponde esattamente in modo rapidissimo, in modo efficace e forse, aggiungo, anche oltre le più rosee previsioni, a quella indicazione netta e chiara della Corte costituzionale. Abbiamo raggiunto questi due aspetti in tempi molto rapidi, in meno di cinque mesi, quando per anni si è cercato di raggiungerli senza successo, anche per il comportamento certamente sleale dello Stato.
Partiamo con leale collaborazione. Credo che spetti alla Giunta assumersi la responsabilità di decisioni che possono essere certamente anche difficili, tutti gli accordi sono difficili, ma la sensazione più forte che ha chi vi parla è che noi in questo modo stiamo rispondendo alle esigenze della gente, stiamo portando 360 milioni immediatamente nell'economia, immediatamente nella disponibilità delle persone reali. Era nostra responsabilità farlo, pensiamo di poter fare moltissimo, di più, nel 2015, perciò abbiamo e ci siamo assunti questa responsabilità. Saranno certamente i cittadini a giudicare se questa è stata una scelta. Va soltanto detto che, limitarsi a stare sul lato del contenzioso mai concluso, significa e avrebbe significato non portare un euro per tempi assolutamente lunghi alla nostra gente. Ci siamo assunti questa responsabilità, siamo convintissimi di aver fatto bene.
Certo tutto si basa sulla leale collaborazione, se non ci sarà leale collaborazione, ai primi eventuali indizi di assenza di leale collaborazione da parte dello Stato centrale, saremo pronti a denunciare questa sleale collaborazione; se mai ci sarà, la denunceremo in questa Aula e fuori da questa Aula e credo che prenderemo insieme tutte le iniziative che potranno e dovranno essere prese. Ho paura che dovremo in quel caso ricominciare con un contenzioso che però di per sé non porta a risultati nei tempi che la crisi ci detta.
Il mio parere sull'ordine del giorno naturalmente, come ho già detto, è negativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, con convinzione voterò sicuramente a favore di questo ordine del giorno. È un aspetto che mi dispiace molto, visto che abbiamo tutti parlato, dall'inizio di questo mandato, di questa legislatura, della possibilità di cambiare un sistema e di dare un apporto nuovo al mondo e all'attività politica.
Oggi invece siamo qui a confermare e a certificare una spaccatura all'interno di quest'Aula (quindi non un'unità), che non aiuta e che non porterà assolutamente da nessuna parte. Probabilmente, a noi non aiuterà, se non forse nel tempo, a dimostrarvi che abbiamo ragione e a voi non darà altro che un risultato negativo, nel tempo, perché oggi state dimostrando di avere torto. Ha ragione il presidente Floris quando ricorda e dice: "Abbiamo fatto tanti accordi, sono la memoria storica di questo Consiglio, ho fatti tanti accordi anche personalmente". Oggi questo è solo un accordo "Pigliaru-Renzi", scritto in un pezzo di carta e lì rimarrà. Alla Sardegna non darà un soldo in più, anzi ne toglie.
Mi dispiace, presidente Pigliaru, quando lei dice che sono soldi veri. Fino a oggi sono sempre stati soldi veri, fino adesso saranno soldi in meno, questo è l'aspetto negativo che noi oggi gridiamo e solleviamo come aspetto fondamentale, come messaggio all'esterno di quest'Aula ai sardi e a tutta la Sardegna. Non abbiamo assolutamente in qualche modo offeso la bandiera sarda, noi la bandiera sarda ieri l'abbiamo sventolata per una semplice ragione, solo perché voi l'avete ammainata nel momento in cui, andando davanti allo Stato, avete deciso di arrendervi e di non portare più avanti quelle battaglie che non sono solo nostre, che non sono solo dei cinque anni precedenti ma sono della storia dei sardi e di tutta la Sardegna. Ha ragione l'assessore Maninchedda, questa è veramente una truffa contabile!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI FRANCESCO (PD). Presidente, ho ascoltato con attenzione le osservazioni del presidente Floris, che pone un problema concreto e reale, ossia un ripensamento dei poteri della Giunta e di questo Consiglio. Mi auguro che al più presto discuteremo una legge statutaria che porrà questo tema alla nostra attenzione, perché, ripeto, è un tema concreto e reale.
Non posso però sentir dire, da parte dell'opposizione, che questa Giunta in questo momento ha agito senza informare e senza coinvolgere il Consiglio, perché in cinque anni la Giunta Cappellacci ha agito in piena solitudine su ogni trattativa con il Governo nazionale! Questo Consiglio non ha mai avuto alcuna informazione, ha fatto sempre fatica ad avere persino i documenti che sono stati approvati! È chiaro? E tutte le interlocuzioni che abbiamo chiesto più volte alla Giunta regionale che venissero fornite alla Commissione, non sono state mai fornite!
Siamo di fronte a un risultato che ci dice che, per il 2015, non avremo più il vincolo del Patto di stabilità, che è un tema che abbiamo posto di continuo negli scorsi anni e l'avete posto voi prima di noi. Il Patto di stabilità è il blocco per la nostra economia, questo si diceva e a questo siamo arrivati; abbiamo ottenuto un livello di spesa, di vincolo per il 2014 identico a quello del 2013. Questi sono i risultati.
Dopo di che si dice che si è rinunciato al contenzioso. Bene, tutte le Regioni che, in queste settimane, a partire da quelle a Statuto speciale, hanno chiuso l'accordo con lo Stato hanno rinunciato al contenzioso. Il Friuli non chiude l'accordo con lo Stato, sapete perché? Perché gli è stato chiesto di rinunciare al contenzioso, ma non solo, di rinunciare anche agli effetti di una sentenza che ha disposto una certa cifra a favore della Regione Autonoma del Friuli. Quindi gli hanno chiesto di rinunciare a un dispositivo che è già sentenziato dalla Corte costituzionale, è per questo che non firma. Tutte le Regioni hanno rinunciato al contenzioso e hanno firmato un accordo, noi non abbiamo ancora una situazione in cui c'è un disposto attuativo di una sentenza. Abbiamo ottenuto un grande risultato!
Poi si dice ancora che saremo sottoposti all'applicazione della contabilità armonizzata. Bene, la contabilità armonizzata ci consentirà di costruire finalmente un bilancio certo; non è vero, non è assolutamente vero che questo ci vieterà di…
PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, nei giorni scorsi, ho partecipato a un evento per tentare il salvataggio dell'ennesimo presidio locale, provinciale, che andava via. Un autorevole esponente di questa maggioranza diceva che aveva esaurito tutti gli strumenti democratici, mozioni, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno, restava solamente quell'attacco contro il Governo Renzi che offendeva la sua stessa maggioranza e che soprattutto adottava lo strumento della ghigliottina.
Ieri noi abbiamo volutamente attivato una protesta per il taglio della lingua, che è stato perpetrato ingiustificatamente accompagnato da un trionfalismo rispetto a un'attività portata avanti dalla Giunta che mostra tutte le sue lacune, che fa acqua da tutte le parti ma che mostra soprattutto un atteggiamento di slealtà dello Stato nei nostri confronti. A quell'accordo dobbiamo naturalmente dire "no", perché praticamente si va a disegnare una sorta di Sardegna tedesca, ed è una Sardegna povera, è la Sardegna delle calamità naturali, della disoccupazione, della recessione economica. Come si fa a firmare un accordo di quel tipo che impoverisce ulteriormente il nostro percorso di sviluppo? L'assurdo è anche che, rispetto alla modifica costituzionale, ci si ritrova come Sardegna, quindi come Regione a Statuto speciale, a diventare, per prima, agnello sacrificale sul soglio del Governo. È assurdo! Abbiamo abdicato alla nostra specialità e quindi praticamente ci ritroviamo a essere quelli che faranno da apripista nel tentativo di individuare una regione che porga la testa perché venga mozzata, stretta lentamente prima dal nodo scorsoio del Patto di stabilità e poi dal beffardo indice che sarà riportato dal pareggio di bilancio. Noi a questo ci siamo opposti!
In un percorso che, nella democrazia, prevede anche la protesta legittima e democratica, abbiamo inteso attivare quel tipo di azione, ma lo abbiamo fatto anche per ricordare che il nostro bene più prezioso, che è quello della specialità, va mantenuto, perciò naturalmente do il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal collega Truzzu.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, annuncio ovviamente il voto contrario al documento presentato dall'opposizione. Devo dire che siamo di fronte a un accordo, emerso ieri dal dibattito, Stato-Regione, importante, che consentirà alla Sardegna di tentare di uscire fuori dalle secche nelle quali si trova e questo centrodestra, che abbiamo oggi in opposizione, certamente ha contribuito non poco perché questo accadesse. Siccome la storia va raccontata anche perché è scritta, in qualche modo si tratta di raccontarla e non di interpretarla, quello che è accaduto negli anni passati è abbastanza ovvio. Stiamo tentando di cercare strade nuove, diciamo così, che possano concorrere a dare una mano a questa nostra Isola per uscire fuori dalle difficoltà nelle quali si trova, consapevoli che non abbiamo la verità in tasca, perché nessuno ha la verità in tasca, anche questo l'ho detto ieri e lo ribadisco. È vero che vanno calcolate le entrate, l'IRPEF per la Sardegna, l'IRES per le imprese, le accise, i giochi, i registri e le altre questioni delle quali dobbiamo parlare, tutte cose che concorrono a creare l'equilibrio di bilancio, perché di questo si tratta, ma dobbiamo parlare e andare verso l'obiettivo dell'equilibrio di bilancio.
Ricordo però anche gli anni passati: 2009, 2010, 2011, Governo Berlusconi, esisteva una legge che voi, del centrodestra, avete ignorato per tanto tempo, noi eravamo all'opposizione e chiedevamo conto di questo; nel 2012, c'era il Governo Monti, si è fatto un ricorso alla Corte, ricorso che è stato accolto per la Regione Sardegna. Mi ricordo che l'accordo sostanzialmente era stato presentato e che il Presidente di allora, Cappellacci, venne in Aula e naturalmente fu sollecitato da noi (che allora eravamo minoranza in Consiglio regionale) perché facesse ricorso. Nei tre anni in cui governava Berlusconi questo non era accaduto, era accaduto quando c'era Monti al Governo, e il risultato fu un accordo sottoscritto con Vegas, mi pare che fosse Vegas allora il Viceministro che si occupava delle questioni.
In sostanza, va bene sostenere le cose, arrampicarsi sugli specchi, pure quello è importante per chi deve sostenere fino in fondo le sue tesi, ma certamente ciò che avete prodotto negli anni passati non ha dato risultati, siamo obbligati a cercare nuove strade per tirare fuori quest'Isola dalle grandi difficoltà nelle quali si trova. Questa è una strada importante che consentirà di avere risorse disponibili e spendibili soprattutto immediatamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Presidente, ricordo ancora che, nelle dichiarazioni programmatiche all'atto dell'insediamento, il presidente Pigliaru citò più volte la necessità di collaborare con l'opposizione, di trovare il modo di avere un fronte comune nei rapporti con lo Stato o nelle trattative con lo Stato, e più volte l'opposizione, quando ci sono state argomentazioni che richiedevano un forte sostegno di tutto il Consiglio all'azione della Giunta e del suo Presidente, ha dato la disponibilità e il pieno appoggio, rendendo il mandato più forte nella trattativa con lo Stato.
Allora mi chiedo perché, di fronte a una partita così importante, di fronte anche a una possibile strada innovativa, così come diceva l'onorevole Cocco, di fronte al fatto che si sta parlando del futuro della Sardegna e delle prossime generazioni, il Consiglio non è stato coinvolto in questa decisione. Perché? Non sarebbe stato meglio che il Presidente, proprio in una circostanza come questa, andasse ancora più forte a trattare con un mandato pieno di tutto il Consiglio? Questa sarebbe stata la logica, magari avremmo visto le cose, il Presidente avrebbe potuto dire: "Io posso spingermi sino a questo, venitemi ancora più incontro", avremmo così potuto ottenere altre cose. Perché non si è fatto?
Vorrei ricordare inoltre che non stiamo parlando di un contributo, non stiamo parlando di risorse aggiuntive, stiamo parlando di un patrimonio e di risorse della Sardegna. Per cui, a mio avviso e a nostro avviso, era doveroso e giuridicamente corretto che il Presidente andasse a Roma solo ed esclusivamente dopo aver avuto il mandato pieno del Consiglio; questo era il mandato istituzionale! Firmare un accordo senza il mandato del Consiglio significava quasi decidere arbitrariamente che cosa fare e, a mio avviso e a nostro avviso, ciò ha indebolito la posizione del Presidente. Siccome siamo convinti di questo, non ce ne voglia male il Presidente, nell'interesse dei sardi, stiamo valutando se ci sono gli spazi per rivedere il tutto. Per cui voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Presidente, la verità non è di parte, non può essere di parte, forse l'amore sì. Veramente mi chiedo dove eravate qualche giorno fa, quando in questa sede è stato votato un ordine del giorno con il quale si dava mandato al Presidente, che doveva andare a Roma, di trattare per trovare un accordo sul Patto di stabilità.
(Interruzioni
Può darsi che non mi sia confuso, anzi sono certo che non mi sono confuso. Mi dispiace che voi parliate per noi. La maggioranza, sino a prova contraria, siamo noi, e noi convintamente abbiamo sposato il percorso che ha portato il presidente Pigliaru a Roma a firmare quell'intesa. Siamo certi di questo, avremmo potuto dire il contrario, ma così non è!
Tra l'altro, abbiamo discusso anche delle modalità di approccio a questo problema, che sicuramente non è un problema di oggi ma un problema vecchio che aveva necessità di una proposta di risoluzione immediata. Oggi, tra l'altro, il Presidente ci convince ancora di più, perché ribadisce che lo Stato deve dimostrare tutta la sua lealtà rispetto a un'intesa raggiunta; ci convince ancora di più quando dice che non ci saranno tentennamenti se questo non dovesse avvenire. Siamo contenti di quello che è stato fatto sinora e, riprendendo il passaggio dell'onorevole Sale di ieri, dico "mezus unu puzone tentu chi chentu 'olende", perché sino a oggi non avevamo niente, da domani forse potremo avere qualcosa.
Credo che noi voteremo contro questo ordine del giorno, più i giorni passano e più siamo convinti che questa sarà una buona intesa per la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ugo Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI UGO (FI). Presidente, dichiaro il mio voto favorevole all'ordine del giorno per le ragioni che ieri ho avuto occasione più volte di illustrare in quest'Aula. Però voglio riprendere un punto molto semplicemente. Voto a favore perché ritengo, contrariamente a quello che è stato detto, che questo accordo sia una lesione della nostra autonomia, lo è nel momento in cui la Sardegna diventa la prima Regione speciale che rinuncia a disciplinare i propri bilanci con una propria legge di contabilità. Però, oggi, noi sosteniamo (anche ieri) che purtroppo l'accordo è sbagliato, che porta danno mentre voi sostenete l'esatto contrario, ed è difficile ragionare, soprattutto lo è sulle questioni tecniche, quando si afferma tutto e il contrario di tutto.
Allora, faccio una proposta molto semplice al presidente Pigliaru. Voglio dire (gliel'ho detto personalmente, lo voglio dire pubblicamente) che, se alla fine del 2015, i numeri dovessero darle ragione, la ringrazierò, sarò contento per la Sardegna, e lo farò pubblicamente; lo farò anche in quest'Aula, mi avvicinerò a lei, le stringerò la mano e la ringrazierò per il lavoro fatto, ma le chiedo di avere il coraggio e l'umiltà di fare altrettanto.
C'è un indice molto semplice e banale che possiamo prendere come riferimento: nel 2013, abbiamo riscosso circa 7 miliardi e 400 e pagato altrettanti 7 miliardi e 380, se questi numeri non dovessero essere rispettati, se non dovessimo andare oltre e dovessimo andare sotto, abbia il coraggio di fare lo stesso e di riconoscere, davanti a quest'Aula e davanti ai sardi, che ha sbagliato e che ha commesso un grave errore. Così come abbia il coraggio di tornare in quest'Aula e dire che ha sbagliato a fidarsi di questo Governo, se non dovessero arrivare quelle norme di attuazione che anche lei, anche il suo Assessore, ritenete necessarie e indispensabili. Abbia il coraggio di fare queste due cose piccole, abbia il coraggio di scendere dal piedistallo e di fare un bagno di umiltà. Vorrei che questo coraggio lo trasmettesse anche all'Assessore, perché le cose che ha detto…
PRESIDENTE. Onorevole Cappellacci, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, colleghi, mi stupisco ancora della malafede, non mi sono ancora abituata, probabilmente alla fine di questa legislatura me ne farò una ragione. Basterebbe semplicemente leggere i documenti, ripassare e ripensare a quello che è accaduto nei cinque anni che ci hanno preceduto, per capire che tutte le questioni che sono state poste in opposizione alla proposta che è stata fatta da questa Giunta, che è stata presentata dal presidente Pigliaru e dall'assessore Paci, sono strumentali e con una forte dose di malafede, che io stento a comprendere.
Anche se nella politica non vale la memoria, non si deve utilizzare la memoria, lo so bene, voglio ricordare i passaggi relativi alla vertenza entrate gestiti dalla precedente Giunta, quando il presidente Cappellacci, che da subito si è occupato, ha cercato di occuparsi, della vertenza entrate, è stato immediatamente stoppato dal Governo "amico", dal Governo Berlusconi. Perché lo ricordo? Anzi l'ha ricordato l'onorevole Pietro Cocco, perché l'allora Viceministro Vegas aveva detto: "Fermate tutto, la vertenza entrate non può andare avanti, non si può concludere, perché dovete procedere con le norme di attuazione", e su quello si è cercato di lavorare. Si è cercato di lavorare però con insuccesso, perché, in realtà, l'obiettivo non era quello di concludere e di scrivere quelle norme di attuazione che dovevano portare le nuove entrate per la Sardegna, ma si doveva fermare il gioco: quei soldi non dovevano arrivare! Naturalmente su tutte queste cose la documentazione è agli atti, è facilmente reperibile nei siti anche del Ministero degli affari regionali, quindi non sono semplicemente illazioni.
Non soltanto, non avendo raggiunto questo risultato o, meglio, non volendo raggiungere questo risultato, perché evidentemente era stato fermato, gli era stato imposto di fermarsi, ma qualcuno suggerisce all'allora Governatore, e alla sua Giunta, di procedere con l'adeguamento del Patto di stabilità e propone un primo accordo con lo Stato che viene bloccato. Poiché la forza della precedente Giunta era equivalente a "zero", a nulla ha portato quel risultato e allora che cosa fa il Governatore? Impugna davanti alla Corte costituzionale…
PRESIDENTE. Onorevole Busia, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, anche noi voteremo a favore dell'ordine del giorno, primo firmatario l'onorevole Truzzu, sottoscritto da tutti gli altri consiglieri dell'opposizione. Non posso non rilevare, come ha già detto il collega Crisponi, che, da un clima di trionfalismo, siamo passati a un clima di dubbio. Lo stesso intervento del Presidente faceva emergere questo; da grandi aspettative, si parlava di diverse centinaia di milioni, siamo passati invece a risultati che sono purtroppo di tutt'altra entità.
La cosa che, devo dire, mi lascia più perplesso è questa sorta di transazione che è stata fatta, con la rinuncia unilaterale non solo ai ricorsi ma anche agli effetti positivi che dovessero provenire dalle pronunce che nel frattempo dovessero arrivare a favore della Sardegna, senza che sia stata fatta o, perlomeno, senza che si sia ottenuto dallo Stato analogo gesto di rinuncia. Anzi, la Regione ha rinunciato a suo tempo a resistere davanti alla Corte costituzionale per la vicenda delle accise, sarebbe stata una forte contropartita se si fosse chiesto allo Stato di ritirare il ricorso che ha fatto alla Corte costituzionale sulla norma approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale sul riconoscimento dell'intera entità delle accise alla Regione. Invece abbiamo accettato addirittura di abrogare la norma sul Patto di stabilità degli enti locali, una norma che era pienamente vigente; richiesta di abrogazione di cui, onestamente, non si riesce a comprendere il senso, se è vero che si sta andando verso una rimozione del Patto di stabilità.
L'altro aspetto è la determinazione unilaterale del quantum da parte dello Stato. Vorrei ricordare all'assessore Paci e al presidente Pigliaru che, per anni, la determinazione del quantum è stata frutto di un forte braccio di ferro tra le Regioni e lo Stato, anche quando apparentemente non c'era da discutere. Adesso, che strumenti abbiamo se dovremo contestare quello che lo Stato ci riconoscerà? Altri ricorsi? Altro vortice? Altro contenzioso?
Alla collega Busia, che ha fatto la ricostruzione di questi ultimi cinque anni, vorrei chiedere un giorno di farci la ricostruzione anche del lavoro che ha fatto la Commissione paritetica scorsa, perché credo sarebbe interessante capire quali risultati sono stati…
PRESIDENTE. Onorevole Cossa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, annuncio logicamente il voto favorevole a questo ordine del giorno, per le troppe lacune che ha l'accordo siglato dal nostro Presidente e che sono state manifestate da chi mi ha preceduto.
Assessore Paci, penso che voi, con questo accordo, non abbiate mancato di rispetto alla bandiera, come penso che neanche noi, ieri, con la manifestazione, magari colorita, di protesta, perché volevamo alzare un attimino l'attenzione su un problema importante che avevamo posto, neanche noi ieri abbiamo mancato di rispetto alla bandiera. A qualche collega della maggioranza, vorrei dire invece che non siamo stati neanche dei pagliacci. Vorrei cercare inoltre di capire dov'è questa malafede che vede l'onorevole Busia, che oltretutto è intervenuta dopo le dichiarazioni fatte dall'ex governatore Ugo Cappellacci; dove vede questa malafede, proprio lei che era una di quelle che ieri urlava di più verso questi atteggiamenti particolari da parte di un'opposizione che voleva soltanto alzare un attimino i toni e soltanto far capire che forse andava valutato bene questo accordo e che probabilmente si stava perdendo un'opportunità.
Come ho detto anche a lei ieri, durante un breve incontro, era solo questo l'obiettivo: far capire che bisognava vedere bene all'interno di questo incontro perché forse qualche errore si stava commettendo. E poi, dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, sembra che il vostro mandato elettorale finisca quest'anno, non che ve lo stia augurando, ci mancherebbe! Ma pare così, perché sembra che ci accontentiamo delle briciole che ci vogliono dare oggi e rinunciamo a un possibile panino che potremo prendere domani. Questo è l'atteggiamento rinunciatario che state avendo. Sembra quasi che dobbiate terminare di amministrare questa Regione alla fine di quest'anno.
Poi mi sarebbe piaciuto, sinceramente, vedere e sentire gli aggettivi che avrebbero utilizzato i sovranisti e gli indipendentisti per un accordo simile fatto dalla scorsa maggioranza con un primo ministro come Berlusconi. Avreste gridato al furto, avreste gridato al disprezzo verso la nostra Regione, avreste gridato gli aggettivi peggiori che si potevano gridare…
PRESIDENTE. Onorevole Fasolino, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, chiamati in causa i sovranisti, i sovranisti possono anche rispondere e in qualche modo possono dire tranquillamente che noi, di questa Giunta, di quello che fa Pigliaru, di quello che fa Paci, ci fidiamo. Siamo convintamente sereni, nel momento in cui abbiamo dato questo mandato, che la loro interlocuzione con il Governo centrale sarà ed è un'interlocuzione autorevole di cui ci fidiamo.
Certo, se noi avessimo visto le stesse proposte da quei banchi, molto probabilmente avremmo avuto occasione e motivo per non fidarci, per non fidarci anche per le rappresentazioni che sono state date. È la seconda volta che, in certe mani, io vedo la bandiera dei sardi utilizzata, dico, "male" e a me, parlando al telefono con tanta gente, hanno detto semplicemente "non state facendo nulla", hanno messo di mezzo anche noi, "state facendo buffonate", questo non era riferito solo a voi, ma a tutto il Consiglio. Oggi è mezzogiorno, gli stessi argomenti, le stesse cose che sono state dette ieri, sino alle 18, si stanno riproponendo pari pari qua, con la differenza che noi ci fidiamo e stiamo andando verso una speranza per poter davvero proporre e portare avanti delle misure per dare risposte ai sardi, da quell'altra parte c'è chi "gufa", sperando che queste risposte noi non si riesca a darle, che il presidente Pigliaru non riesca a darle e che in qualche modo abbiano ragione, fra un paio d'anni, o fra un anno, quando questi soldi, che invece, secondo me e secondo noi, arriveranno, non dovessero arrivare, saranno allora prontissimi ad applaudire e a dire "Ah, finalmente!".
Intanto possiamo dire quale risposta è stata data per il problema di Alcoa, quando sembrava che fosse risolto da un momento all'altro, che cos'è successo per il problema di Eurallumina, per il problema della Sassari-Olbia, per il problema della Keller, di questo ne siamo certi. Con questo accordo, sono sicuro che arriveranno anche delle risposte certe, risposte che non sono arrivate nei cinque anni precedenti!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, esprimo chiaramente una dichiarazione di voto favorevole sull'ordine del giorno, ma faccio una considerazione perché c'è una new nell'intervento dell'onorevole Usula, che io apprezzo come persona. L'onorevole Usula ha parlato di "mandato", quindi il presidente Pigliaru ha ricevuto il mandato. Da chi? Vorrei sapere da chi, non sicuramente dal Consiglio, probabilmente dalla maggioranza…
SOLINAS ANTONIO (PD). Dai sardi.
RUBIU GIANLUIGI (UDC). No, il mandato a firmare il contratto! Questo mandato in realtà c'è stato forse solo da una parte politica, non sicuramente dall'intero Consiglio, considerato che un simile accordo comunque costituisce un chiaro attentato ai principi dell'autonomia sarda, in totale spregio al Consiglio regionale, al quale non è stato richiesto alcun mandato specifico e con il quale non è stato aperto nessun dialogo.
Approfitto, vista la presenza dell'Assessore dei trasporti, per dire che lei nel sito istituzionale dichiara che a breve terrà una conferenza stampa per parlare degli accordi sottoscritti in materia di trasporti. Beh, dobbiamo apprendere anche questo dalla stampa, caro Assessore? Gradiremmo anche qui un coinvolgimento maggiore per il Consiglio, perché è chiaro che, se anche lei va a firmare accordi senza aver preventivamente discusso in Consiglio, non ritengo che ciò sia molto corretto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Penso che non sfugga a nessuno che, anche in questa circostanza, il vero problema è l'assenza della politica e non solo perché, com'è stato già rimarcato, c'è stato un esautoramento del ruolo del Consiglio regionale. Non si è mai visto che un Assessore o un Presidente impegnino la Regione con il Governo nazionale senza quanto meno munirsi (come è stato fatto peraltro in occasione di altre vertenze, come quella sulle servitù militari) di un parere, di un sostegno da parte del Consiglio regionale. Come Aldo Moro soleva fare riferimento alla democrazia difficile quale dato obiettivo con il quale ognuno di noi deve misurarsi, così la democrazia difficile, caro assessore Paci, non esige dalla politica soltanto le doti della buona amministrazione, queste, sì, sono necessarie, sono un presupposto, ma richiede qualcosa di più, soprattutto la capacità di avvicinare l'azione politica alla realtà, cogliendone i mutamenti. Si richiede non una realtà muta, asettica, ma una realtà che possa essere interpretata; secondo il nostro punto di vista, il vulnus sta proprio qui, sta nel non aver fatto prevalere quella realtà, che i colleghi hanno ricordato in termini di svilimento dell'autonomia, del ruolo, degli interessi che poi noi andremo ad affrontare, dal mese di settembre, quando dovrete dare risposte ai comuni per il fondo unico, ai cassintegrati, alle persone che sono in mobilità in deroga, a coloro che vi chiedono maggiori risorse per gli investimenti.
Ecco, Assessore e Presidente, quali sono le risposte? Quelle che avete consegnato in questo accordo? Penso che la risposta non potrà davvero che alimentare ancora di più la difficile situazione di crisi che già pervade il nostro sistema.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Fasolino e Tatti hanno votato a favore, che i consiglieri Cherchi Augusto, Cocco Daniele, Cozzolino, Desini, Pigliaru e Ruggeri hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cossa - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tatti - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 19
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'ordine del giorno numero 2.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Il parere della Giunta è favorevole. Credo che sia un punto sul quale la Giunta è pronta a impegnarsi, quello di mettere in sicurezza l'accordo di fronte a possibili comportamenti che non tengano conto del rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato nel sottoscrivere questo accordo con lo Stato. Credo che questo sia un punto sul quale dovremo essere tutti naturalmente molto vigilanti, il che significa, essenzialmente, andare nella direzione della scrittura di norme di attuazione a consolidamento di questo accordo; su questo sono molto pronto ad accettare la sfida dell'onorevole Cappellacci.
Se posso usare questa occasione per rispondere sul punto suggerito e proposto dall'onorevole Cappellacci, dico che metto la faccia in tutto quello che faccio, metto la faccia naturalmente anche su questo accordo, la sto mettendo tutto il tempo e sarò prontissimo ad ammettere un errore se i dati dimostreranno che c'è stato un errore; sono certo che non succederà così, ma noi che ci assumiamo la responsabilità ce la assumiamo fino in fondo. Quindi siamo prontissimi alla fine del 2015 a vedere se avremo avuto ragione noi o se, come credo del tutto improbabile, avrete avuto ragione voi.
La faccia la mettiamo tutti, la mettiamo, ripeto, fino in fondo e da questo punto di vista il primo passo, il test di controllo di una leale collaborazione con lo Stato sarà esattamente quello di chiedere la scrittura rapida e seria di norme di attuazione che diano a tutti noi la garanzia di avere regole chiare e obiettive con le quali misurare il regime delle nostre entrate e gli accertamenti delle entrate. Quindi sono favorevolissimo a questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, il nostro voto su questo ordine del giorno sarà certamente contrario, anche perché i contenuti non ci invitano a dare un parere favorevole in quanto si sottoscrive una cambiale in bianco a un Governo nazionale, a uno Stato che, in questo momento, se devo valutare l'accordo come ho detto e non voglio ripetermi, certamente non ci sta trattando con nessuna forma di amore. Tra le altre cose, mi rifaccio alle osservazioni dell'onorevole Cossa che mi hanno dato lo spunto per domandare perché ci chiedono di abrogare una legge regionale, la nostra, la numero 12 del 2013 che veramente ha aperto un percorso di autonomia finanziaria. Vorrei ricordare che da lì è nata l'IRAP, con quella legge si è dato corso alla modifica dell'articolo 10 dello Statuto e voglio inoltre ricordare che, in termini di autonomia finanziaria, abbiamo anche una proposta di legge nazionale che è la modifica dell'articolo 12, che forse potrebbe scrivere veramente una pagina di autonomia finanziaria diversa.
Ecco, mi domando perché ci chiedono di abrogare quella norma se, oramai, a seguito dell'accordo, il 2013 è stato sanato? Se nel 2014 avete sottoscritto e vi fermate a 2 miliardi e 696 e per il 2015 non esisterà più alcun vincolo sul Patto di stabilità? Scusate, probabilmente non sono in grado io di capire.
Sinceramente noi crediamo che cambiali in bianco su questo argomento non si possano concedere a nessuno, nonostante riconosciamo al presidente Pigliaru una grande onestà intellettuale e anche un grandissimo impegno. Sono certa che il Presidente, all'inizio del 2015, saprà fare le considerazioni e le valutazioni insieme a noi. Quindi, anche per le ragioni che ho appena detto, non ho alcuna fiducia e soprattutto non credo che ci sia questa leale collaborazione, partendo dai presupposti e dai contenuti di quell'accordo, compresi i dubbi che ho. Il nostro voto è sfavorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, devo dire che occorre riattribuire un percorso logico a quello che si sta facendo. Sull'accordo c'è scritto che si ottiene un determinato risultato, quello che la Giunta presenta come un grande risultato, non in funzione del riconoscimento della serietà, non in funzione di un imprinting personale quanto piuttosto in relazione a una contropartita. La contropartita è quella di rinunciare agli effetti benefici presenti e futuri delle azioni già svolte e riconosciute positive anche dal Presidente della Giunta regionale e soprattutto rinunciare agli strumenti per affermare in futuro le nostre ragioni per ottenere altri risultati paragonabili a quelli che oggi il Governo nazionale chiede di mercanteggiare in cambio di quello che ci sta offrendo.
Persino l'onorevole Cocco, mi spiace che non ci sia, che ha già dimostrato poco fa di saper fare di conto, è perfettamente conscio del fatto che in futuro non vi è una contropartita da offrire per ulteriori accordi e non basterà più la riconosciuta affidabilità del presidente Pigliaru per ottenere ulteriori risultati; non si disporrà più delle leve che occorrono per poter ottenere i risultati e in quel momento, in quel momento storico, l'unica cosa che ci potrà portare a qualche risultato sarà l'unità dei sardi che noi qua dentro abbiamo il dovere di cercare di rappresentare. Unità che però, purtroppo, dall'atteggiamento della maggioranza, non si ricerca, non c'è da parte vostra la volontà di coinvolgere l'opposizione e di offrire una compartecipazione ai risultati che assieme dobbiamo individuare.
Cari colleghi, ci sono state pagine scritte dalla scorsa amministrazione, ascrivibili al presidente Cappellacci, perché tutta questa Assemblea, perché tutta la politica sarda, tutti i cittadini sardi si sono messi dietro le sue spalle per spingerlo a ottenere questi risultati. I più attenti di voi alle politiche industriali, anche di aree che non sono le nostre di appartenenza, ricorderanno il risultato storico del momento in cui il presidente Cappellacci, in nome e per conto di tutti i sardi, respinse l'offensiva dell'ENI e del Governo nazionale rispetto alla decisione di chiudere il cracking di Porto Torres. In quel momento storico si è scritta una pietra miliare perché il nostro interlocutore, lo stesso Ministro delle attività produttive di un Governo presunto amico, si è reso conto...
PRESIDENTE. Onorevole Tunis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Il mio voto sarà a favore di questo ordine del giorno perché credo che ribadisca l'autorevolezza di questo Governo regionale, finalmente. Riconosco inoltre quel percorso che questa Giunta e questo Consiglio andranno a fare, cioè innanzitutto questo risultato importantissimo che consente l'adeguamento del Patto di stabilità, poi, il secondo passaggio che sarà finalmente quello della scrittura delle norme di attuazione e ancora, la cosa sicuramente più importante, la volontà di avviare il percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale della Sardegna che, secondo il mio modesto parere, dovrà passare per la creazione dell'Agenzia regionale delle entrate, la quale dovrà occuparsi non soltanto della riscossione ma anche dell'accertamento.
Mi dispiace che manchi l'onorevole Cossa, approfitto ovviamente della parola per rispondergli, ma potrà leggere il resoconto consiliare e sapere che cosa ho detto sul punto. Ha chiesto che cosa ha fatto la Commissione paritetica nella precedente legislatura, ebbene ha fatto quello che può fare un tecnico che ha le competenze tecniche senza avere un indirizzo politico. Ecco che cosa ha fatto la Commissione paritetica! Un tecnico che doveva portare a termine un determinato risultato che però su quell'obiettivo non aveva alcun indirizzo da parte della Giunta. Ovviamente la documentazione al riguardo, devo dire scarsissima, è a riprova di questo. I risultati della Commissione, per quanto riguarda tutte le altre questioni che la Commissione stessa ha affrontato, sono a disposizione del Consiglio perché riguardano decreti attuativi che sono già messi in esecuzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, ovviamente esprimo il voto contrario a questo ordine del giorno da parte del sottoscritto come rappresentante dei Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. Devo anche approfittare di questa occasione per ribadire che, personalmente, come hanno detto anche alcuni colleghi della minoranza, ho grande fiducia e grande stima nei confronti del Presidente della Regione, che conosco sin da quando frequentavo, come l'onorevole Tunis, la Facoltà di Scienze politiche, non ho mai dato esame con il professor Pigliaru, però ho sempre riconosciuto la sua onestà intellettuale, la sua capacità e competenza.
Però, ho difficoltà ad approvare questo ordine del giorno per i motivi che abbiamo detto, ricordando il mancato coinvolgimento del Consiglio. Oggettivamente non ricordo che noi abbiamo fatto una seduta per discutere di questo argomento e dare un chiaro mandato al Presidente; ricordo invece che l'abbiamo fatto sulla questione delle servitù militari. Ripeto, ribadisco il fatto che le osservazioni che stiamo facendo, onorevoli colleghi, non sono osservazioni in malafede dettate dalla volontà di ostacolare, ma sono legittimi dubbi di chi ha fiducia nel Presidente ma che oggettivamente, di fronte a questo accordo, si trova in difficoltà.
Vi trovate in difficoltà anche voi, vorrei chiedere infatti agli amici di SEL quando, in Sardegna, comincerete a raccogliere le firme contro il pareggio e l'equilibrio di bilancio, perché vorrei avvicinarmi ai vostri banchetti per firmare, visto che ho letto ieri che state raccogliendo le firme per quattro referendum contro l'equilibrio di bilancio. Vorrei anche ricordare che (ne avete parlato ieri e l'avete ripetuto in qualche modo oggi) volete la gallina oggi, però la verità è che noi quest'anno avremo meno disponibilità finanziaria dell'anno scorso, con una crisi che è decisamente maggiore.
Utilizzo due proverbi per chiudere. Vorrei ricordare ai colleghi che "la gallina vecchia fa buon brodo", ma questa mi sembra una gallina molto giovane. Quindi cerchiamo di non essere troppo entusiasti di questi accordi. Per finire, l'ho già citato una volta, ma voglio ripeterlo, vi ricordo un proverbio cinese che dice più o meno così: "chi sceglie un posto per dormire assai difficile, deve furiosamente battersi contro chi cerca di calpestarlo".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento del consigliere svolto in lingua sarda)
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, pochissime parole, noi votiamo a favore di questo ordine del giorno per due motivi: il primo è che i sardi con questo accordo stanno meglio piuttosto che senza questo accordo. Abbiamo ottenuto la possibilità di spendere 320 milioni in più, forse è poco, forse si poteva ottenere di più, di sicuro si poteva ottenere di meno! Noi, di questo poco, siamo soddisfatti. La seconda ragione riguarda il fatto che, per la prima volta, forse per la prima volta, siamo riusciti a dar corpo e a dare gambe a un progetto che è essenzialmente sovranista, quello dell'Agenzia sarda delle entrate. Questo strumento in mano nostra sarà importante per dare garanzia all'accordo stilato tra il nostro Presidente e il Governo italiano, per fare bene i conti e per essere sicuri che questo accordo sia a nostro favore.
Ancora, è importante perché così stiamo imparando a poco a poco a essere padroni a casa nostra, a prendere coscienza e a poter prendere in mano e riscrivere meglio uno dei capitoli più importanti e più delicati del governo di una terra come la nostra, che desidera e spera di diventare indipendente, quello dell'autonomia fiscale. Votiamo a favore e oggi per noi è una bella giornata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento del consigliere svolto in lingua sarda)
CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, questa volta mi viene da parlare in sardo per dirvi che ho quasi pensato di votare a favore di questo ordine del giorno perché, bene o male, pareva arrivata un po' di autonomia. In effetti alla fine dell'ordine del giorno c'è scritto: "… di avviare il percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale della Sardegna". Ho pensato: questo non l'ha scritto il PD, questo lo hanno scritto i partiti indipendentisti, perché in effetti si parla di autonomia. Dopo quattro mesi si comincia a capire che forse qui c'è qualcuno che si è impegnato per la Sardegna e per cercare di arrivare a un livello di autonomia più alto di quello che abbiamo adesso.
Però mi chiedo: dov'è stata vista questa strada per andare all'autonomia? Dove c'è scritto? Come si arriva? Paolo Zedda dice "tramite l'Agenzia delle entrate". Stiamo parlando da molto di questa Agenzia delle entrate, però non vuol dire che abbiamo autonomia. Autonomia significa mettere tasse e andare anche a incassarle. Qui autonomia non ce n'è, non c'è scritto da nessuna parte, è tutto il contrario, è tutto il contrario di quello che noi ci aspettiamo e di quello che dovrebbe essere, perché in effetti quando andiamo a vedere come è considerato il Governo, che cosa sta facendo il Governo, perché e come si sta muovendo e come ci troveremo, in effetti dobbiamo aspettarci dal Presidente che non sia il gioco della tenaglia (perché uno è il Governo e l'altra è la Giunta)1… (tra il Governo e la Giunta)2...
Questo Consiglio si deve muovere meglio, si deve muovere più convinto, deve agire per arrivare unitariamente davvero a parlare di sovranità e di indipendenza. Con queste cosette, in una riga, infilandoci l'autonomia in una riga, non abbiamo ottenuto nulla, siamo fermi esattamente a sessant'anni fa. Dobbiamo muoverci di più, dobbiamo farci sentire di più e dobbiamo dire bene che cosa vogliamo. Se non ci muoviamo, questi ci mangiano i "maccheroni" in testa!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, noi Sardisti voteremo contro questo ordine del giorno, non contro le persone, ma proprio perché non condividiamo le tre premesse che lo compongono. È un ordine del giorno debole, come debole è stata la posizione che abbiamo fatto ottenere a quest'Isola nei confronti dello Stato. Peraltro la Sardegna ha già conosciuto in altri tempi delle delegazioni ristrette che, senza il consenso popolare, sono andate a trattare alla Corte torinese, in quel periodo, partite importanti per il futuro della Sardegna. Era il tempo della "fusione perfetta" e tutti sappiamo quali nefaste conseguenze quella ebbe su tutti noi. Allora i fusionisti erano convintissimi di aver fatto un accordo vantaggioso per tutta l'Isola, in realtà soltanto l'estensione dei dazi doganali piemontesi alla Sardegna sappiamo quali conseguenze nefaste abbia determinato sull'intero tessuto imprenditoriale di allora. Noi ci auguriamo che i neofusionisti di oggi abbiano la possibilità di smentire la storia e queste nostre affermazioni dimostrandoci di aver concluso un accordo vantaggioso.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAI
(Segue SOLINAS CHRISTIAN.) Noi non abbiamo condiviso il percorso sin qui seguito nell'affrontare l'intera vicenda, l'abbiamo detto e illustrato ieri, lo confermiamo oggi, la Giunta avrebbe dovuto condividere con quest'Aula, con tutto il Parlamento dei sardi, il percorso. Non prendiamo atto dell'importante risultato raggiunto, perché non si tratta del raggiungimento di un risultato, si tratta della certificazione di un'adesione ai desiderata del Governo che poi, consentitemi, è messo anche in grassetto, "avviare il percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale della Sardegna". Questa maggioranza sta diventando il motore immobile del cambiamento, perché si avvia, si avvia e si avvia: si avvia la riforma sanitaria, si avvia il confronto sulle servitù militari, si avvia il percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale, prima o poi bisognerà cominciare a farle davvero le riforme e non ad avviarle soltanto!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Presidente, non vorrei parlare a nome del mio Gruppo certo, ma a nome dei ragazzi ateniesi che vennero liberati da Teseo e fatti uscire dal Labirinto perché, se in questa regione, c'è mai stato un Minotauro quello è il Patto di stabilità, signor Presidente! Ce l'hanno presentato come un mostro invincibile protetto da un labirinto di regole, norme, volontà politiche, a noi estranee, invincibili e insuperabili. Oggi Teseo lo ha sconfitto e libera i ragazzi ateniesi, Teseo, fondatore degli Ioni e della democrazia occidentale, nel mito e nella realtà, per fondare una nuova stagione per la Sardegna. Questo infastidisce chi non ci ha creduto, infastidisce chi teme di restare fuori. Ma questa maggioranza non è stata affatto indifferente a una volontà di dialogo, onorevole Tunis, lei sa bene che tipo di intesa questa maggioranza ha tentato ad esempio sulle regole, intesa rifiutata dal centrodestra nell'approvazione della risoluzione comune, approvata in Commissione, disertata in aula.
C'è una volontà di fare le cose assieme, non siamo noi a tradirla, e in questo caso Teseo ci consegna il mostro, dovremmo gioirne tutti, invece ci dividiamo nella celebrazione di questo culto al quale io, pur sentendomi una persona religiosa, non posso prendere parte; è il culto di questo gioco delle parti che, come un rito bacchico ci fa impazzire, ci fa vestire di panni che generalmente non utilizziamo, è un'orgia dionisiaca, di retorica, dalla quale vogliamo dissociarci.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Augusto Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI AUGUSTO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, intervengo solo per esprimere il voto favorevole a questo ordine del giorno, in quanto pensiamo che questo negoziato possa partire da due considerazioni. La prima è che il miglior modo di far giustizia del passato è quello di conquistarsi il futuro; la seconda, visto che si sono fatti tanti discorsi di arte culinaria in questa aula, è la considerazione che è meglio conquistare una canna da pesca che una cassetta di pesci.
Il primo fatto è che l'accordo predilige il futuro e la possibilità di spendere la nostra ricchezza futura, di un futuro ormai presente, il 2015, piuttosto che aspettare ancora una volta quella passata. Il secondo fatto è che l'accordo stabilisce il principio che la ricchezza prodotta dalla Sardegna è in Sardegna ed è dei sardi, non è un surrogato della ricchezza italiana concessoci benignamente dall'Italia. Si tratta di un principio che non solo non è scontato ma che opera una vera rivoluzione, dato che lo Stato, volente o nolente, ha aperto la porta alla nostra sovranità tributaria. Pertanto, da questi presupposti, si rinnova l'invito a che si chieda con forza e con la chiarezza dovuta la reversione dei flussi per cui le entrate prodotte in Sardegna siano immediatamente girate dallo Stato a un conto regionale della Sardegna e l'attivazione, come previsto dall'accordo 2006, di un codice tributario (come è accaduto per la Sicilia) che consenta alla Sardegna di incassare le tasse delle imprese che lavorano in Sardegna, pur avendo sede fiscale fuori dalla nostra terra.
Il principio della sovranità tributaria deve essere la grande conquista di questo accordo, firmato dal nostro Governo, che chiama come naturale conseguenza la costituzione dello strumento che gli dà piena attuazione, l'Agenzia sarda delle entrate. In conclusione, nel ribadire il nostro voto a favore, riteniamo che l'accordo non sia la fine di una storia vecchia ma solo l'inizio di una nuova.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PIZZUTO LUCA (SEL). Presidente, vorrei tranquillizzare i colleghi sulla raccolta firme per il pareggio di bilancio; ora, con gli umili mezzi a disposizione di uno psicologo triennalista, provo a spiegare quali sono le differenze fra un pareggio di bilancio di un governo nazionale e un pareggio di bilancio della nostra regione. Il pareggio di bilancio a livello nazionale vuol dire non avere più il debito per poter continuare a mantenere la spesa pubblica, noi sappiamo bene che il debito che contraiamo annualmente ci consente nazionalmente di portare avanti i servizi, di portare avanti attività indispensabili al governo nazionale. Quindi il pareggio di bilancio di fatto ci costringe a un taglio feroce della spesa pubblica e a una compressione della spesa che in questo momento ci sta consentendo di sopravvivere alla crisi.
La differenza, io credo, sostanziale con il pareggio di bilancio ottenuto da questo accordo è data dal fatto che noi non perdiamo possibilità di spesa ma l'aumentiamo perché, dall'anno prossimo, abbiamo maggiori possibilità di spesa e non abbiamo più i vincoli del Patto di stabilità. Come vengo richiamato io, da segretario di partito e da militante di SEL, alla coerenza, invito anche tutti quei colleghi, che fanno riferimento a partiti europei che vedono l'austerity e che vedono nel Governo della Merkel un riferimento, a fare una riflessione su questo perché le politiche di austerità ci hanno portato dove ci hanno portato e il Patto di stabilità è lo strumento cardine con cui si è devastata la spesa pubblica italiana e con cui si è accentuata la crisi feroce nel nostro paese.
Allora perché, se il voto è a favore di questo ordine del giorno, è da sostegno su questa proposta in prospettiva? Perché c'è un fatto inconfutabile: il Patto di stabilità per noi non esiste più con i vincoli e le difficoltà che, colleghi, voi dovreste conoscere molto bene, perché sapete perfettamente che cosa vuol dire vincolare, alla spesa e all'erogazione dei contributi, impegni che sono stati presi nel corso degli anni, difficili da mantenere con le regole del Patto di stabilità.
Per cui, c'è un avanzamento, permettetemi di riprendere la citazione del movimento zapatista fatta dal mio Capogruppo ieri, che dice: "Avanzare domandando". Non accetto nemmeno un certo atteggiamento nei nostri confronti, per il quale veniamo tacciati di essere stati superbi, di aver gridato al trionfo, di aver gridato a chissà che cosa! C'è un dato: c'è un avanzamento! Eravamo in una condizione in cui oggettivamente tutte le forze politiche della Sardegna gridavano al Patto di stabilità come allo strumento per il massacro sociale della nostra Regione: questo strumento non c'è più!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, certo è davvero curioso che quest'Aula, che dispone di insigni e autorevoli economisti, affidi a uno psicologo la spiegazione delle differenze tra un patto di stabilità nazionale e quello regionale. Allora bisognerebbe ribaltare il tema sui livelli davvero nazionali, o forse europei, nei quali insigni personaggi, da costituzionalisti a economisti, sono intervenuti mettendo in discussione l'errore che stava facendo anche il Governo nazionale nell'individuare il modello del pareggio di bilancio per poter essere un sistema risolutore delle criticità attualmente in corso sull'intero territorio e, quindi, su una poverissima isola come la nostra.
È curioso anche che vi stiate stringendo tutti quanti accoratamente intorno a questa autentica fregatura di Stato, è questo che lascia davvero perplessi! Forse vi dimenticate anche che, in questa vostra certezza, la voracità dello Stato che ha voluto scorticare letteralmente la Sardegna nelle sue mille impresentabili attività contro di noi, dimostra l'esatto contrario di quello che sta facendo nei confronti delle Regioni. Perché è stato proprio il Governo nazionale che ha chiesto e ottenuto lo slittamento dal 2015 al 2016 dell'ottenimento del proprio pareggio di bilancio. Quindi vedete che c'è una straordinaria disattenzione da parte vostra, c'è una disattenzione da parte del Governo nazionale, ancora una volta, nei confronti della Sardegna e ancora una volta quest'Aula deve ossequiare un mandato che arriva dal Governo Renzi sulle vostre teste, solo ed esclusivamente sulle vostre! È proprio per questa ragione che noi voteremo inevitabilmente contro questo secondo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, esprimo il mio voto favorevole a questo ordine del giorno e per ricordare a tutti quanti, in modo particolare ai colleghi della minoranza, che questa legislatura è iniziata quattro mesi fa, cinque mesi fa, che il centrosinistra governa da cinque mesi e sta cercando di portare a casa i primi risultati, risultati credo più che positivi. Sicuramente si sarebbe potuto fare di più, però sembra che la vita politica di questa Regione sia iniziata quattro mesi fa e sentir parlare, in quest'Aula, di difesa dell'autonomia della Sardegna da chi di questa autonomia ha fatto carta straccia, da chi per i primi tre anni del suo Governo si è letteralmente rifiutato di aprire un confronto serio, un confronto forte in difesa degli interessi dei sardi, non è certamente accettabile!
Noi stiamo cercando con mille difficoltà di porre rimedio a scelte più che sbagliate che il centrodestra ha fatto nella passata legislatura. Abbiamo occupato l'Aula nella scorsa legislatura senza fare molte sceneggiate, l'abbiamo occupata per un'intera notte, per un intero giorno, per cercare di convincervi e di convincere il presidente Cappellacci che era necessario confrontarsi con forza con il Governo nazionale, in modo particolare sull'articolo 8 dello Statuto sulla vertenza entrate. Una vertenza entrate che era stata conquistata da tutto il popolo sardo, da tutte le forze politiche della Sardegna e che voi avete svenduto al vostro Governo amico. Se questo non fosse successo, oggi staremmo parlando di altro, staremmo parlando di 1 milione e 600 mila euro in più all'anno che, per le casse della Regione, soprattutto nel nuovo regime dal primo gennaio 2015, avrebbero significato cose diverse.
Invece, criticate un accordo che il Presidente della Regione ha fatto su delega di questo Consiglio, perché non è la prima volta che si discute di Patto di stabilità, non ultima l'Assemblea con più di 200 sindaci in quest'Aula che ha chiesto queste cose alla Giunta, a questa maggioranza e a questo Consiglio. Credo che valuteranno i sardi l'operato del presidente Cappellacci e quello che sarà in grado di fare questa maggioranza, così come ha valutato quello che voi non avete fatto nella passata legislatura. Voglio dire al consigliere Rubiu, in ultimo, che l'Assessore dei trasporti non ha sottoscritto ancora alcun accordo con l'amministratore di Tirrenia, che però ci sta andando su una delega che ha avuto per due volte dalla Commissione trasporti di questo Consiglio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Annuncio il voto favorevole del Gruppo Sardegna Vera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Ciò che è stato detto oramai non ha bisogno di essere ripetuto, le persone che devono essere convinte, non c'è bisogno di insistere per convincerle perché sarebbe inutile e le cose inutili è bene non seguirle in qualche misura. Intervengo pochi secondi soltanto per annunciare naturalmente il voto favorevole da parte mia e da parte del Gruppo Partito Democratico a questo ordine del giorno di sostegno pieno al Presidente della Regione, all'Assessore, alla Giunta tutta per la vertenza delle entrate, per ciò che questo rappresenta per la Sardegna, con la possibilità di riscatto importante rispetto anche al fallimento, diciamo così, dal punto di vista della politica economica, sostenuta da chi ci ha preceduto e i risultati oggi li abbiamo tutti davanti a noi. In ultimo, abbiamo dichiarato in un documento il pieno sostegno all'azione del Governo e condividiamo la volontà di avviare un percorso per l'attuazione dell'autonomia fiscale della Sardegna.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GANAU
(Segue COCCO PIETRO.) Non è un dettaglio, è una cosa rilevante emersa nel dibattito ieri durante la discussione generale che si è fatta sulle dichiarazioni del Presidente della Regione; da più parti è emersa la necessità per la Sardegna di andare verso l'attuazione di un'autonomia fiscale, si è parlato addirittura di Agenzia delle entrate. È questa una strada che noi intendiamo perseguire, di sostegno pieno anche alle dichiarazioni che il Presidente della Regione ha fatto ieri alla stampa; abbiamo voluto scriverle sul documento che oggi mettiamo al voto e chiediamo al Consiglio tutto, anche ai consiglieri, in questo caso "sì", di minoranza, magari di votarlo per parti e, in questo senso, dare anche loro il contributo a sostegno dell'iniziativa della politica che il centrosinistra sta mettendo in piedi per i prossimi anni. Quindi, il voto è certamente favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'ordine del giorno numero 2.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, siccome si è in fase di votazione, la verifica del numero legale avverrà attraverso la votazione nominale dell'ordine del giorno.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cherchi Oscar, Fasolino, Fenu, Floris, Locci, Pittalis, Randazzo, Tunis e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 51
maggioranza 26
favorevoli 33
contrari 18
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 di questo pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 07.