Seduta n.125 del 28/07/2010
CXXV SEDUTA
Mercoledì 28 luglio 2010
Presidenza della Presidente LOMBARDO
ongedi..................................................................................................................... 2
Congedo per motivi istituzionali.......................................................................... 2
Disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra economica-finanziaria 2010-2013)" (78/A). (Discussione generale):
MANINCHEDDA, relatore di maggioranza................................................... 3, 87
BARRACCIU, relatore di minoranza.................................................................... 9
PORCU................................................................................................................ 34
BEN AMARA...................................................................................................... 47
SECHI.................................................................................................................. 51
CAPELLI............................................................................................................. 57
ZEDDA MASSIMO............................................................................................ 68
PITTALIS............................................................................................................. 79
SORU................................................................................................................... 82
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio 94
(Verifica del numero legale)................................................................................... 8
(Risultato della verifica)......................................................................................... 9
(Seconda verifica del numero legale).................................................................... 22
(Risultato della verifica)....................................................................................... 22
(Terza verifica del numero legale)......................................................................... 67
(Risultato della verifica)....................................................................................... 68
Interrogazione (Annunzio)................................................................................... 3
Questione pregiudiziale:
PORCU................................................................................................................ 23
MANINCHEDDA............................................................................................... 25
URAS LUCIANO............................................................................................... 26
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio 28
Sull'ordine dei lavori:
MANINCHEDDA............................................................................................... 31
PORCU................................................................................................................ 32
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 24 giugno 2010 (118), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Attilio Maria Antonio Dedoni, Gabriella Greco, Domenico Gallus, Eugenio Murgioni, Nicolò Rassu, Adriano Salis, Carlo Sanjust, Matteo Sanna e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 28 luglio 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Congedo per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, il consigliere Andrea Biancareddu è assente nella seduta del 28 luglio 2010 per motivi istituzionali.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dei palazzi AREA del rione di via Ospedale a Carbonia". (351)
PRESIDENTE. Constatate le scarse presenze in Aula e l'assenza della Giunta, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 02, viene ripresa alle ore 16 e 18.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 78/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, onorevoli colleghi, sarò molto breve, lo dico per quanti intendono iscriversi a parlare. Com'è noto a tutti, il disegno di legge numero 78/A, oggi in discussione, venne formalmente presentato dalla Giunta regionale nel settembre del 2009 congiuntamente alla finanziaria 2010. Occorre ricordare questo punto di partenza e rammentarne…
(Brusio in aula)
Presidente, mi rimetto alla relazione scritta!
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, lei ha ragione, mi scusi. Colleghi! Non è possibile lavorare in questo modo. Chi deve conversare, lo faccia fuori dall'Aula. Grazie.
Prego onorevole Maninchedda.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Colleghi, dicevo che, com'è noto a tutti, il disegno di legge numero 78/A venne formalmente presentato dalla Giunta regionale nel settembre 2009, congiuntamente alla finanziaria 2010. Occorre ricordare questo punto di partenza e rammentarne la portata. La Regione non ha avuto esercizio provvisorio grazie alla tempestività dell'approvazione della manovra. Il collegato, nella sua formulazione originaria, mirava ad accompagnare le politiche finanziarie con una serie di provvedimenti di settore ritenuti urgenti e coerenti con gli obiettivi di riforma e di sviluppo enunciati. Da settembre a oggi è intervenuta però una serie di fattori non banali, tra tutti in particolare la lotta alla crisi finanziaria europea innescata dal caso "Grecia", lotta affrontata dagli Stati con una robusta riduzione della spesa pubblica i cui effetti si vedranno soprattutto nel 2011. Inoltre, già nell'esercizio in corso, si è registrata una crisi dei consumi e del gettito fiscale che ha indotto lo Stato italiano a rivedere al ribasso il proprio bilancio di competenza del 2010 e a invitare così tutte le articolazioni dell'amministrazione pubblica a fare altrettanto.
Ordinariamente, quando le finanziarie sono approvate nei termini di legge, un assestamento a metà dell'esercizio è atto dovuto e di buon senso, evidentemente era invece inutile quando le finanziarie venivano approvate a marzo o a maggio. Coerentemente con l'indirizzo assunto sin dall'inizio della legislatura, la Giunta ha ritenuto di dover procedere a una manovra strettamente finanziaria, cioè di riallineamento delle spese a una ponderata valutazione, fatta a metà esercizio, delle poste collocate in entrata in autunno. Di conseguenza, onde evitare il pessimo ripetersi delle leggi finanziarie omnibus, la Giunta ha emendato l'originario disegno di legge, stralciando le norme non strettamente finanziarie e annunciando specifici relativi disegni di legge.
La stessa filosofia ha portato a revocare gli emendamenti, in un primo tempo inseriti, sulla soppressione di alcune agenzie regionali. Tutti gli emendamenti della Giunta che hanno configurato il nuovo disegno di legge sono stati poi resi noti alle Commissioni consiliari. La manovra ha quindi un carattere tecnico fortemente orientato al riallineamento dei conti, in modo da non generare inutilmente residui, nonché all'accelerazione della spesa e all'abbattimento dei residui già maturati.
Nel testo si segnala all'attenzione dei colleghi la modifica della vigente nozione di impegno di spesa in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo numero 170 del 12 aprile 2006, di cui, però, con un emendamento si prevederà la decorrenza dal primo gennaio 2011, per consentire al bilancio attuale di predisporsi a questa innovazione. Si segnala, inoltre, l'abrogazione di tutte le disposizioni regionali che derogano all'articolo 60 della legge regionale di contabilità numero 11, il quale detta la disciplina generale su formazione, mantenimento, eliminazione e riproduzione in bilancio dei residui passivi. In quest'ultimo caso, lo dico perché i colleghi ne abbiano contezza, le risorse rimaste inutilizzate per anni potranno essere impiegate per il miglioramento del risultato di amministrazione.
Nelle more di una revisione organica della legge regionale di contabilità, le norme introdotte si pongono altresì l'obiettivo di adeguare il bilancio di competenza alla massa effettivamente spendibile in ciascun esercizio. L'adozione di una nozione stringente di impegno di spesa mira in particolare a ridurre al massimo i meccanismi di formazione dei residui passivi i quali, nell'esperienza regionale, si sono rivelati, il più delle volte, generiche e indeterminate "promesse di spesa", trascinate di bilancio in bilancio pur in assenza di un'obbligazione giuridicamente perfezionata. Il raggiungimento di tali obiettivi presuppone tuttavia (lo dico per i colleghi, perché capisco siano argomenti molto tecnici e sono distratti) che gli stanziamenti di spesa siano iscritti in bilancio nella misura indispensabile per l'assunzione degli atti di impegno, i quali, anche alla luce dei limiti imposti dal patto di stabilità, che è quello che condiziona realmente la massa manovrabile, si prevede dovranno e potranno essere assunti nel corso del medesimo esercizio.
Per cui, con la legge in discussione, qualora venisse approvata, noi dovremmo varare l'abbandono, da parte del legislatore regionale, cioè noi, della cultura dello stanziamento indiscriminato e la presentazione e la relativa approvazione dei documenti di bilancio nei termini previsti dalla legge. Se passa questa legge, come noi auspichiamo, devono cambiare i nostri costumi e non sarà più possibile presentare emendamenti di incremento di spesa superiore alla massa realmente manovrabile nell'anno e alla capacità di spesa di quella somma nel corso dell'esercizio. Occorrerà un legislatore molto più attento di quello che ha legiferato fino a oggi.
Le riduzioni di spesa ammontano a circa 390 milioni ed è ovvio che, sebbene siano state ben ponderate, esse sono rigide rispetto ai saldi più che rispetto ai capitoli di partenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Diana Giampaolo, Mariani e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 35 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 28, viene ripresa alle ore 17 e 02.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Ha facoltà di parlare la consigliera Barracciu, relatore di minoranza.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza.Presidente, Assessore e colleghi, ieri durante il dibattito sulla mozione di sfiducia alcuni colleghi della maggioranza e, a dire il vero, anche il presidente Cappellacci, in quella che può essere definita una furia propagandistica, ricordando i presunti fasti di questo primo anno e mezzo di Governo regionale, hanno posto l'accento sulla produttività di questa maggioranza e in particolare hanno sottolineato l'approvazione delle leggi finanziarie...
(Brusio in aula)
Presidente... già iniziamo dopo un'ora di ritardo...
PRESIDENTE. Come?
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Già si inizia dopo un'ora di ritardo… ma poi continua a esserci chiasso!
Dicevo, che hanno posto l'accento sulla produttività di questa maggioranza e in particolare hanno sottolineato l'approvazione delle leggi finanziarie, di cui una a tempo di record (si diceva in tutte le lingue), nonché la loro missione benefica rispetto ai problemi della Sardegna. Tralasciando di ripetere ciò che anche ieri è stato detto da questi banchi, da noi, sull'inconsistenza di quella produzione legislativa che in realtà avete sviluppato, penso sia opportuno ricordare la natura, anch'essa ininfluente sulla Sardegna, delle leggi finanziarie approvate fin qua. D'altronde non poteva che essere così.
Voi stessi, sia per la prima che per la seconda volta, ne avete annunciato la leggerezza. La finanziaria del 2009, la finanziaria del 2010. Le avete giudicate "snelle", addirittura avete definita la prima una sorta di figlia illegittima. "Non è la nostra finanziaria", diceste. Ciò seguito ogni volta da annunci sulla presentazione di collegati alle finanziarie che avrebbero invece, con cognizione di causa, risposto concretamente ai bisogni della Sardegna e alle nostre innumerevoli obiezioni.
Anche oggi l'onorevole Maninchedda, nella sua relazione al disegno di legge che stiamo discutendo, ha sottolineato come questo sia stato profondamente modificato rispetto all'assetto originario, ma prima che venisse modificato è stato annunciato, anche in Commissione, che tutte le parti cassate in questa fase sarebbero state poi riprese grazie a opportune leggi di settore. Quindi nuovi annunci.
La prima finanziaria l'avete approvata e disconosciuta affermando: "Non è la nostra finanziaria". Il collegato a essa, senza che ci fosse bisogno che lo dicessimo noi, e d'altronde gli effetti sul sistema isolano li abbiamo già visti, è stato giudicato allora anche dai sindacati un insieme di provvedimenti a pioggia fatti per pagare promesse elettorali. Questo è il giudizio espresso allora dai sindacati. Poi sono arrivati la finanziaria 2010 e il Piano regionale di sviluppo. Questi due sì, questi due, tutti e due, figli vostri e riconosciuti, ma che hanno confermato ciò che avevano in predicato: ancora una volta la distanza abissale, secondo noi, ma non più ormai soltanto secondo noi, tra le promesse elettorali che avete offerto ai sardi e i fatti concreti, tra le dichiarazioni del presidente Cappellacci in quest'Aula, le dichiarazioni programmatiche, e l'azione di governo.
Però anche allora ci fu l'annuncio. Tutti i problemi e le necessità anche di carattere strutturale verranno - diceste - prontamente affrontate nel collegato già predisposto e che prontamente verrà discusso e approvato. In effetti questo collegato è stato depositato a marzo, depositato per mesi e mai affrontato. Nell'analizzarlo non posso certo dire che il disegno di legge numero 78 originario riscontrasse il consenso delle forze di minoranza, però almeno presentava al suo interno un impegno per rispondere effettivamente ai problemi della Sardegna e comunque appunto c'era uno sforzo, c'era il materiale per aprire una seria discussione sulle emergenze della nostra isola.
(Brusio in aula)
Devo smettere, Presidente? Che cosa faccio? Vado avanti?
PRESIDENTE. E' una sua scelta, onorevole Barracciu. Io sto richiamando l'Aula, se l'Aula non risponde, non posso agire diversamente.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Già questa legge è inutile, per di più se si continua così, vale la pena che ci sediamo, ve la approvate e ce ne andiamo via. Facciamo così!
(Interruzioni)
Dicevo, c'era uno sforzo per rispondere effettivamente ai problemi della Sardegna e comunque c'era anche materiale per aprire una seria discussione sulle emergenze della nostra isola, sui settori che ne compongono la struttura sociale e produttiva. Avremmo discusso, cercato di migliorarlo, avremmo noi tentato di far passare, se non in toto, perché questo evidentemente non è mai successo né mai sarà possibile, almeno qualcosa della nostra idea di Sardegna. Ma, ancora una volta e per l'ennesima volta, l'annuncio si è rivelato una farsa, una presa in giro e oggi di quel provvedimento, di quel disegno di legge, non c'è più nulla se non di nuovo gli annunci che tutto ciò che vi era contenuto è rimandato a leggi di settore.
Ecco la vostra politica, riconfermata anche attraverso questo disegno di legge, quella alla quale volete abituare i sardi confidando nella distrazione, confidando nel fatto che viviamo nella società dell'eterno presente e quindi le cose vengono spesso velocemente dimenticate. La politica degli annunci e dei rimandi. L'ennesima conferma di una politica di governo che, per l'incapacità di mettere in campo una, che fosse una, idea per la Sardegna, agisce secondo la categoria del costante rinvio che così allo stesso tempo compiace, accontenta, alletta, insinua speranze, per tornare sempre poi a un inconcludente punto di partenza. Il prodotto odierno di questo modo di procedere è il disegno di legge numero 78 rivisto secondo questa logica, l'unica logica che avete dimostrato di conoscere.
Nella manovra 2010, al netto di tutte le spese, diciamo, obbligatorie, ricorderete, c'erano "liberi" 300 milioni di euro che furono programmati per infrastrutture, istruzione e formazione, quei pochi che c'erano furono programmati per queste e per una politica del credito del sistema produttivo. Tra l'altro è di questi giorni anche una seria preoccupazione, da parte della CNA, nel merito di questi provvedimenti, che richiama il Consiglio regionale e la Giunta a un controllo maggiore dell'utilizzo di quei fondi perché evidentemente qualcosa sta sfuggendo di mano.
Non approvammo neanche quelle scelte perché, secondo noi, inadeguate, però oggi addirittura con questo provvedimento cancelliamo, cancellate anche quel poco che venne programmato allora, anzi, di più, si manovrarono, nella finanziaria 2010, 300 milioni di euro e oggi ne tagliamo 380! Bene, la minoranza si oppone a tale impostazione e, così come ha già fatto in Commissione, si appresta a votare contro l'approvazione del disegno di legge numero 78/A. Esprimiamo un giudizio profondamente negativo. Infatti, pur recando in sé condivisibili modifiche alla legge regionale di contabilità, di cui l'onorevole Maninchedda ha già parlato nella sua relazione e sulla quale naturalmente siamo pronti a ragionare, perché sono modifiche evidentemente utili, riduzioni peraltro da noi già sollecitate in sede di esame della manovra finanziaria 2010, questo provvedimento si inserisce in un quadro economico-sociale regionale introducendo pesanti riduzioni di stanziamenti nei settori della scuola, dell'assistenza e delle politiche attive del lavoro ed eliminando altresì tutte le risorse accantonate nel Fondo per i nuovi oneri legislativi. Alla base dei tagli si adduce un generale calo delle entrate tributarie statali nell'anno 2009, anche in relazione al calo del PIL, i cui effetti si ripercuoterebbero negativamente sul regime delle compartecipazioni spettanti alla Regione per l'anno 2010 nella misura di circa 400 milioni di euro in meno rispetto a quelli iscritti in bilancio.
Tuttavia, Presidente, Assessore, colleghi, la Giunta regionale si è sottratta dall'indicare i parametri utilizzati per elaborare tale stima, né peraltro nel corso della discussione ha fornito risposte rassicuranti circa le iniziative intraprese per assicurare sia il versamento da parte dello Stato alla Regione di tutte le maggiori entrate alla stessa spettanti in conseguenza della riforma del Titolo terzo dello Statuto, sia parimenti l'adeguamento dei limiti imposti dal patto di stabilità alla aumentata capacità di spesa. Nessuna risposta nel merito e nessuna risposta ancora in merito allo sblocco, da parte del Governo, dei fondi FAS appartenenti alla Sardegna. E' di questi giorni, peraltro, la notizia secondo la quale il CIPE si sarebbe già riunito programmando importanti opere pubbliche ma, in questa programmazione, ancora una volta la Sardegna è stata dimenticata.
La cosa gravissima è che questi tagli, di fatto, mettono in evidenza l'atteggiamento rinunciatario della Giunta e della maggioranza rispetto a ciò che ci spetta di nuove entrate; non è, infatti, che siano garantite davvero, non solo, eviterebbero questi tagli e consentirebbero di mettere in campo investimenti adeguati a fronteggiare la crisi. Ma voi avete già rinunciato e questo per noi è insopportabile! E' acclarato ormai che il bilancio dello Stato per il 2010 prevede attualmente per la Regione Sardegna solo 4 miliardi e 500 milioni di euro, circa 2 miliardi e 590 milioni di euro in meno rispetto a quanto inserito da noi nel nostro bilancio di competenza.
Sono acclarate, ancora, le dichiarazioni del viceministro Vegas secondo le quali, perché lo Stato ci trasferisca quanto ci spetta in relazione alla nuova riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto, ci vorrebbero - dice Vegas - ancora le norme di attuazione. Da parte della Giunta non abbiamo sentito una parola rispetto a queste dichiarazioni, contro queste decisioni e contro queste affermazioni, anzi, vi assoggettate implicitamente nel momento in cui correggete una manovra finanziaria operando, sul bilancio che noi abbiamo previsto, dei tagli così come sono presenti nel disegno di legge numero 78/A. Vorremmo che fosse chiaro una volta per sempre, e che ci esprimessimo anche tutti in quest'Aula, che il meccanismo delle norme di attuazione è meccanismo che storicamente da strumento protettivo della specialità delle autonomie è diventato, nelle mani delle burocrazie ministeriali e dei ministri, strumento per ritagliare quanto più possibile e ridurre ciò che con la legge la Regione ha ottenuto ritardando il più possibile l'applicazione, e soprattutto che, in relazione al nuovo articolo 8, queste affermazioni vanno respinte. Non trovano riscontro nella giurisprudenza costituzionale, non trovano riscontro nel nostro Statuto. Per questo motivo, abbiamo presentato anche un'interpellanza urgente sulla quale ci aspettiamo una risposta.
Insomma, è tutto un quadro confuso e rinunciatario nei confronti dello Stato, di profonda e preoccupante incertezza circa il livello complessivo delle entrate regionali e la corrispettiva capacità di spesa. C'è totale confusione. Come si può così essere credibili rispetto agli annunci che avete fatto anche ieri di una nuova svolta, di una rinnovata capacità di governo? Non siete credibili, l'abbiamo detto ieri e lo ripetiamo oggi. Ieri vi siete autoassolti e vi siete salvati. Pensiamo che questo durerà poco.
Durante la discussione del "Piano casa 2", vi abbiamo sollecitato a interrompere quella discussione perché convinti che fosse una "porcheria" e perché ritenevamo necessario che il Consiglio si occupasse di cose davvero utili per la Sardegna e si concentrasse quindi nella discussione del disegno di legge numero 78/A. Eravamo convinti che quella potesse essere anche la vostra preoccupazione, cioè dare risposte alla crisi in atto; ci siamo trovati senza parole di fronte al nulla più assoluto. Il disegno di legge numero 78/A è pressoché il nulla più assoluto!
Non solo noi, signori della Giunta e della maggioranza, ma la comunità sarda attende di conoscere quali sono i piani strategici, per esempio per la prosecuzione dell'attività industriale nell'isola; sarebbe ora di raccontare ai sardi come intendete rilanciare i settori trainanti, ammesso che li abbiate individuati, sarebbe ora di rispondere al bisogno di lavoro, al degrado della scuola sarda, alla morte lenta delle zone interne, e poi: dov'è il piano delle infrastrutture? La risposta a queste domande: tagli, tagli e soltanto tagli! Avete svuotato il sacco a suon di consulenze, sottogoverno, sprechi e adesso sguainate una lama tagliando indiscriminatamente, ancora una volta, senza ponderazione e senza cautele. Avete prolungato i tempi della durata dei contratti per incarichi esterni nonostante la Sezione di controllo della Corte dei conti abbia rilevato che l'ultima modifica legislativa introdotta con la finanziaria 2009 rappresenta un significativo passo indietro rispetto all'impostazione di maggior rigore posta in essere negli anni precedenti sotto la guida del centrosinistra.
Oggi, in nome dell'austerità, ancora tagli! La spesa sanitaria è fuori controllo, aumenta senza che a ciò corrisponda un aumento delle prestazioni, anzi tagliando nei servizi offerti ai cittadini. Vi leggo il giudizio sulla gestione della sanità sarda che ognuno può trovare nel sito del Ministero alla voce "Siveas - Piani di rientro", si afferma testualmente: "Nel corso della riunione di verifica annuale del 2007, tenutesi il 27 marzo 2008, il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero della salute hanno evidenziato l'esito favorevole delle verifiche dell'attuazione del Piano di rientro. Tale giudizio positivo è stato confermato dai suddetti Ministeri nella riunione del 21 maggio 2008...", e ancora: "Nel corso della riunione tenutasi il 4 novembre 2009 i Ministeri hanno valutato i provvedimenti adottati non sufficienti a soddisfare gli impegni… e pertanto hanno sancito la sospensione dell'erogazione di una parte delle risorse…". Sono i Ministeri del centrodestra, signori, che sconfessano l'operato della Giunta di centrodestra mentre confermano che la Giunta del centrosinistra sia nel 2007, sia nel 2008 ha ben operato! Voi tagliate indiscriminatamente il bilancio 2010 e allo stesso tempo siete totalmente incapaci di tenere sotto controllo la spesa sanitaria.
Anche ieri noi abbiamo cercato di suonarvi la sveglia, lo hanno fatto anche i sindacati in un modo che ci è sembrato definitivo, comunicandovi che anche la loro pazienza è finita. I sindacati chiedono un'inversione di tendenza, un urgente piano straordinario per arginare la disoccupazione giovanile e rilanciare l'occupazione. Sollecitano quello che noi da mesi andiamo chiedendo in quest'Aula e rispetto al quale siete rimasti assolutamente sordi. A che cosa serve suonarvi la sveglia? Non serve a niente! Il problema è che non c'è capacità di programmazione né di messa in atto di una strategia per far fronte a questa complessa realtà; pertanto rimandate e galleggiate. Ieri vi abbiamo offerto la via d'uscita ma diabolicamente avete scelto di perseverare e di accanirvi in maniera terapeutica su questo malato grave che è la Giunta regionale. La Regione galleggia fino a quando riesce a galleggiare nell'assoluta mancanza di un progetto per lo sviluppo.
Con questo disegno di legge, la Giunta e voi, colleghi della maggioranza, abdicate ancora una volta al vostro ruolo, ma noi non intendiamo abdicare al nostro ruolo. Ci opponiamo a questo deserto politico programmatico e cercheremo anche in questa occasione di incidere per farvi commettere meno errori e provocare meno danni. Presenteremo emendamenti per ridurre il danno (ammesso che sia possibile) e, a differenza di ciò che è avvenuto in Commissione, attendiamo un riscontro di ascolto perché, colleghi, ciò che noi facciamo e diciamo qui dentro e fuori di qui, anche se l'ascolto è sempre pari a zero, è teso sempre al conseguimento del bene della Sardegna e dell'interesse collettivo ed è e vuol essere lontano da ciò che superficialmente siete soliti definire "ostruzionismo".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.
MILIA (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Sono presenti 60 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, mantenendo ferma la mia iscrizione alla discussione generale, vorrei porre una questione pregiudiziale ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento. A mio avviso, e ad avviso di molti colleghi, non ci sono le condizioni per discutere questo provvedimento. Il motivo è semplice. La Giunta ha proposto tagli per 389 milioni di euro a stanziamenti di bilancio ma in questo momento è ancora in corso di discussione nel nostro Parlamento l'assestamento di bilancio 2010. In quell'assestamento, la compartecipazione della Sardegna che, nel bilancio 2010 abbiamo previsto in 7 miliardi e 90 milioni, è stata mantenuta ai livelli storici degli anni precedenti cioè pari a circa 4 miliardi e 500 milioni, la differenza rispetto a quanto abbiamo previsto nel nostro bilancio è di 2 miliardi e 590 milioni. E' del tutto evidente che noi oggi discutiamo un provvedimento dove rimoduliamo per altri effetti, per effetti di minor gettito, ma senza tener conto di come effettivamente si chiuderà l'assestamento dello Stato.
Mi sembra che l'assestamento del bilancio dello Stato, e il fatto che siano prontamente iscritte (come ricordava anche la relatrice di minoranza) tutte le compartecipazioni sancite dall'articolo 8 riformato, sia una questione assolutamente pregiudiziale; pertanto ritengo materialmente impossibile fare un buon lavoro e discutere di un provvedimento quando potremmo essere richiamati in aula tra pochi giorni, tra poche settimane, per discutere di tagli molto più ampi. E' evidente che, come dire, sarebbe un caso estremo che noi non ci auspichiamo, ma su questo argomento credo che in ogni caso debbano concentrarsi tutte le attenzioni di quest'aula e certamente l'attenzione massima dell'Esecutivo regionale.
Per questo motivo, chiedo di evitare a questa aula di fare una ginnastica inutile, questa è puramente ginnastica parlamentare, e di attendere dati certi per poter lavorare su un provvedimento sapendo esattamente a quanto ammontano le entrate a cui ha diritto la nostra Regione. Noi abbiamo un'idea su questo, ma vorremmo che la Giunta ci spiegasse la sua.
PRESIDENTE. L'onorevole Porcu ha posto una questione pregiudiziale per il ritiro del provvedimento. In base all'articolo 86, è previsto un intervento per Gruppo per non più di cinque minuti dopodiché l'Aula sarà chiamata a esprimersi.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo solo per far notare all'onorevole Porcu (che immagino però sappia bene ciò che io sto per dirgli) che il disegno di legge numero 78/A non mette in discussione ciò che noi ci siamo iscritti nel bilancio di competenza; cioè esattamente, per porci in una posizione dialettica con lo Stato, non abbiamo certamente revocato ciò che abbiamo scritto nel settembre 2009. Il fatto che poi lo Stato possa procedere in questa direzione (peraltro non mi risulta che nell'assestamento dello Stato ci sia la distinzione delle voci "Regione per Regione" nelle compartecipazioni), o che lo Stato possa avere questa intenzione, è un altro paio di maniche. Certamente questo assestamento non rinuncia all'impostazione data dalla finanziaria. Quindi a maggior ragione bisogna tenerla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras Luciano. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25 , viene ripresa alle ore 17 e 32.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Se non ci sono altri consiglieri che intendono parlare sulla questione pregiudiziale devo metterla in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras Luciano. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per sostenere le ragioni della pregiudiziale che è stata sollevata dall'onorevole Porcu, per un fatto molto semplice, non certo per cancellare dal bilancio di competenza delle entrate alcuna somma che noi abbiamo previsto. Sappiamo che quegli importi spettano alla Sardegna, che ogni azione del Parlamento, della maggioranza al Parlamento e del Governo nazionale, in contrasto con quelle che sono le legittime pretese della nostra Regione, sarebbe una violazione grave del dettato costituzionale, una sorta di golpe finanziario a favore di una visione nord-centrica particolarista che avanza e si afferma attraverso il governo della Lega. Sapendo questo non possiamo nondimeno comprendere che ogni iniziativa che noi adesso andiamo ad adottare rischia di essere la costruzione di un presupposto, anche solo psicologico, di un eventuale ulteriore taglio, frutto di una prepotenza.
Io credo che la Giunta regionale, la maggioranza, le parti più sensibili di essa, dovrebbero accogliere la pregiudiziale, rinviare il provvedimento (tanto gli effetti che esso produce sono pressoché pari a zero anche dal punto di vista contabile) a un esame più approfondito della Commissione e dell'Aula, dell'intero Consiglio, in ragione di ciò che si va commettendo nel Parlamento nazionale, e organizzare, alla ripresa dei lavori, alla luce delle nuove disposizioni che eventualmente il Parlamento stesso dovesse approvare, una posizione comune della Sardegna, quindi non solo della Regione, del suo Parlamento e del suo Esecutivo, ma anche delle forze sociali, delle istituzioni locali, del sistema culturale economico e sociale intero. Se 2 miliardi e 590 milioni in meno di entrate dovute fossero scippati, sarebbe non una lesione a questa istituzione soltanto, che rappresenta il popolo sardo, ma una lesione all'intero popolo sardo, quindi noi non avremmo il diritto di trattare questa questione con superficialità, con noncuranza, o solo con timidezza, con tiepidezza, non avremmo diritto a trattarla da soli, dovremmo chiamare a un coinvolgimento ampio tutta la società sarda.
Io invito la maggioranza, invito la Giunta, a prendere atto di questa notizia e ad avviare un percorso di comune riflessione che noi insieme potremmo sviluppare con un obiettivo chiaro, anche immediato, di risultato nel prossimo 7 settembre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente, io vorrei precisare alcune cose importantissime, l'avrei fatto evidentemente nell'intervento finale a seguito della discussione generale, eventualmente posso ancora farlo, ma essendo stata posta una questione pregiudiziale forse è opportuno precisare subito, immediatamente, qual è il senso del testo che stiamo discutendo. E' un testo che tende ad assestare il bilancio; si interviene, direi di comune accordo, così come si è stabilito nella Commissione bilancio, modificando un disegno di legge esistente, che era il disegno di legge collegato alla manovra finanziaria, ma facendo un'operazione di assestamento del bilancio, dovuto a una causa, a un'origine, che non ha niente a che fare con il decreto legge numero 78 dello Stato italiano. E' utile che sia chiaro, che sia precisato ancora, che la nostra è una finanza originaria, non una finanza derivata. Noi abbiamo un sistema di entrate che è determinato dall'applicazione (e noi lo stiamo precisando in questi giorni, credo all'unanimità, da parte di tutte le forze politiche) delle norme dello Statuto sardo (modificate recentemente), che sono immediatamente precettive (lo ha ricordato anche la Corte dei Conti qualche giorno fa nella sede della parificazione del bilancio), e che è stato costituito nel disegno di legge "finanziaria per il 2010" (presentato dalla Giunta a settembre e approvato dal Consiglio regionale il 16 dicembre scorso) che è stato approvato sulla base di previsioni di entrata basate sui dati disponibili sul livello del gettito riferito allora all'anno 2008.
Noi abbiamo messo tra le entrate della Regione esattamente quanto spetta alla Regione, che noi stiamo rivendicando anche in questi giorni, in queste ore, rispetto allo Stato centrale. Poiché le previsioni di entrata, sulla base dei dati che noi abbiamo avuto, nel corso dell'esercizio 2010, ci danno come previsioni un livello di gettito inferiore a quello previsto nel momento in cui abbiamo predisposto il disegno di legge "finanziaria per il 2010", stiamo modificando il livello delle entrate e corrispondentemente, per un pari importo, il livello della spesa, non mettendo assolutamente in discussione la obbligatorietà da parte dello Stato di riconoscere le quote di compartecipazione al gettito, anzi, poiché vi sono state delle dichiarazioni recenti, da parte di rappresentanti del Governo, che, seppure non ancora formalmente, ma soltanto in comunicazioni date nella sede parlamentare, perciò ancora non direttamente impugnabili da parte nostra, sembrerebbe possano mettere in dubbio la immediata applicabilità dello Statuto, conseguentemente noi, come ha detto ieri il Presidente, siamo intenzionati ad agire, credo sulla spinta di tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio regionale, nei confronti dello Stato perché venga riaffermato quel principio e quel criterio.
L'attuale esigenza di assestare il bilancio è indipendente dalla conclusione di questo procedimento, ma soprattutto è indipendente dagli esiti che può dare, rispetto alla finanza della Regione Sardegna, il testo attualmente in discussione in Parlamento; cioè, per essere ancora più precisi, il D.L. numero 78 prevede effetti, sulla finanza regionale in generale, che agiranno nel bilancio 2011: per le Regioni ordinarie che vivono di finanza derivata, cioè di trasferimenti statali, il D.L. avrà effetto sia sulle entrate, sia sulle spese; mentre, per la Regione Sardegna, avrà effetti solo sulla spesa, cioè sul livello del patto di stabilità. Noi abbiamo una finanza originaria e, sulla base di quella, abbiamo disposto correttamente il bilancio e così lo stiamo assestando.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri consiglieri che intendono parlare, devo mettere in votazione la questione pregiudiziale.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Non si può chiedere, il Regolamento prevede la votazione per alzata di mano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Mi rivolgo all'opposizione, mi pare che, essendo l'argomento "le entrate", essendoci una preoccupazione sulle entrate, si deve parlare di entrate. Allora, la maggioranza sta predisponendo un ordine del giorno sulle entrate, che intende sottoporre all'attenzione dell'Aula alla fine della discussione, è un'occasione perché, in sede di discussione dell'ordine del giorno, ne potrebbe presentare uno anche l'opposizione, cercando di trovare intanto un momento di discussione sulle entrate e poi eventualmente una posizione comune.
La proposta sull'ordine dei lavori è diretta a chiedere all'opposizione di valutare se (essendo stato presentato, o in procinto di presentazione, l'ha predisposto l'onorevole Steri, un ordine del giorno sulla vertenza "entrate") possiamo dedicare a questo argomento, in maniera serena, in maniera tale anche da sviluppare ragionamenti, la parte dedicata dalla seduta all'approvazione degli ordini del giorno, auspicando che si possano confrontare due posizioni per arrivare possibilmente a una posizione di sintesi.
In buona sostanza, chiedo ai colleghi di valutare se non sia opportuno revocare la richiesta di voto sulla questione pregiudiziale perché c'è una opportunità di ragionare su questo argomento anche in questa circostanza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Sono a conoscenza di questo ordine del giorno, perché lo abbiamo visto e ho contribuito anche a scrivere. Chiedo una sospensione di cinque minuti.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 44, viene ripresa alle ore 17 e 58.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Comunico che i consiglieri Paolo Terzo Sanna e Andrea Biancareddu sono rientrati dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, chiedo la convocazione di una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 59, viene ripresa alle ore 18 e 31.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Poiché dobbiamo procedere alla votazione per alzata di mano, prego i consiglieri di prendere posto. Grazie.
Metto in votazione la questione pregiudiziale proposta dall'onorevole Porcu. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
economica-finanziaria 2010-2013)". (78/A)
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che si devono iscrivere non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, io esprimo rammarico per il fatto che la questione pregiudiziale sia stata bocciata, però mi auguro, nel corso di questa discussione, di avere la possibilità di spiegare ancora meglio perché noi riteniamo questo provvedimento, non solo inutile, come ha descritto molto bene la relatrice, onorevole Barracciu, ma anche dannoso in questo momento. Proverò a spiegare brevemente il perché.
Noi oggi ci troviamo di fronte a una partita delicatissima con lo Stato, sappiamo…
(Brusio in aula)
Presidente, insomma!
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ha ragione. Colleghi, per cortesia! Grazie.
PORCU (P.D.). Se è necessario, sospendiamo, Presidente!
PRESIDENTE. No, non sospendiamo. Vorrei pregare i consiglieri di limitare l'uso del telefono per non costringere la Presidenza a schermare l'aula perché questo brusio non consente di proseguire i lavori.
PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo di recuperare il tempo, anche se non è mia intenzione utilizzarlo tutto, ma non si sa mai.
Dicevo che proverò a spiegare, con pacatezza, i nostri motivi, anche perché mi è sembrato di capire, dalle parole del Presidente della Commissione (che in questo momento non è in aula), che ci sia un intendimento comune al fine di impegnare fortemente la Giunta a compiere tutti gli atti necessari per far valere i diritti della Sardegna. Questo mi sembra un fatto comunque positivo, che meriterà la nostra attenzione. Anche dalle parole dell'Assessore capisco che c'è una disponibilità, come Giunta, a esprimere parere favorevole, quindi registro questo dato politico che è positivo, poi lo approfondiremo.
Voi avete presentato un ordine del giorno e probabilmente la minoranza ne presenterà un altro; vedremo se ci sono le condizioni per predisporne uno comune che impegni ancora più fortemente il Governo regionale per farsi valere sempre, in tutti i modi e in tutte le sedi, affinché l'articolo 8 riformato del nostro Statuto sia rispettato.
Però, Assessore e colleghi, qual è il punto ? Il punto è che questo argomento non è stato sollevato oggi per la prima volta, è perlomeno dalla finanziaria dello scorso anno che ne parliamo. Parliamo con toni preoccupati sul fatto che lo Stato voglia o non voglia riconoscere l'immediata applicazione di questo diritto, però, nei giorni scorsi, c'è stato un fatto nuovo: un viceministro, che immagino parlasse a ragion veduta, in nome del Governo, insiste, continua a dire cose gravissime che non sono state oggetto di reazione, almeno non ne siamo a conoscenza se non nelle parole pronunciate ieri sera dal Presidente della Regione, forse anche sollecitato dal dibattito e incalzato dalla minoranza che gli chiede di far capire se in qualche circostanza riesce ad alzare la voce con il Governo che dovrebbe essere amico ma che in realtà è stato un Governo patrigno. Allora, mi sembra che ci sia un fatto nuovo che dovrebbe attrarre tutto il nostro impegno, tutta la nostra attenzione! Il viceministro Vegas dice cose gravissime! Onorevoli colleghi, dice che l'articolo 8 riformato non è immediatamente applicabile! Questo significa 2 miliardi e 500 milioni in meno! E, attenzione, non stiamo parlando più di stanziamenti che corrono il rischio di andare a residui ma, in questo caso, essendo 4 miliardi e mezzo di compartecipazioni riconosciute inferiori ai 6 miliardi e 300 di spesa concordata con lo Stato, rischiamo di intaccare anche la capacità di spesa.
Attenzione, il viceministro Vegas dice anche però che l'altra parte dell'accordo si applica immediatamente, cioè che le competenze ci vengono da subito riconosciute. Il che significa che, da un lato, ci accollano le spese e, dall'altro, non ci riconoscono le entrate. Veramente a me sembra che, di fronte a un fatto di tale gravità, di tale impatto, che mette in discussione il 30 per cento delle entrate della Regione, iscritte regolarmente a bilancio, questa aula sia… non mi sovviene un termine adatto! Ieri, cercando un aggettivo per descrivere la relazione del presidente Cappellacci, ho detto "scollegato", il suo intervento mi sembrava scollegato dal dibattito, oggi devo dire che mi sento scollegato io! Ci sentiamo scollegati tutti! Dovremmo sentirci scollegati tutti!
Noi stiamo qui a discutere di inerzia, di piccolezze, che potevano essere i 389 milioni assestati in sede di consuntivo di bilancio, anche perché certamente non li potremmo spendere perché sappiamo che il nostro bilancio è largamente gonfiato: 8 miliardi contro 6 e 300 che potremmo spendere, dicevo che noi ci perdiamo in queste discussioni inutili e nel frattempo in Parlamento si corre il rischio di perpetrare nei nostri confronti un sopruso! Mi sembra che, ancora una volta, quest'Aula rischi di non essere sul tempo, non solo quello della crisi, di chi soffre, le richieste pressanti del sindacato, le cose che ha ricordato bene la relatrice, quindi non le ripeto, ma scollegata anche sull'agenda politica che in questo momento vede nel rapporto Stato-Regione certamente col tema delle entrate al primo punto la priorità assoluta per tutti noi. Che cosa ci facciamo in quest'aula, perché non siamo a Roma? Il Presidente della Regione ieri vi ha richiamato all'ordine, con quella sospensione di cinque minuti, invitandovi a mostrare un po' di muscoli perché eravate un tantino ripiegati su voi stessi, con interventi selettivi dove i candidati assessori cercavano di parlare mentre gli altri ascoltavano i nostri interventi, ebbene, quello stesso Presidente, lo faccia anche con noi: ci chiami!
Io mi chiedo: come mai il Presidente della Regione, di fronte a fatti così gravi, lesivi della nostra autonomia, non chiama a un'assunzione di responsabilità tutto questo Parlamento? Perché lo chiede soltanto a voi? Perché siete stati un po' distratti nella replica e avete dato un appoggio condizionato. Perché non chiama il sindacato, perché non convoca le forze sociali ed economiche, perché non si riscatta in qualche modo da quella sua debolezza, fragilità, inconsistenza che ha mostrato in questi mesi di governo?
Allora, noi siamo qui a discutere di pagliuzze, di piccoli stanziamenti che non spenderemo mai (389 milioni su un bilancio che è gonfiato, da 8 a 6,3, sono 1 miliardo e 700 milioni, quindi un bilancio che è comunque quattro volte gonfiato rispetto a quegli stanziamenti), a fare ginnastica parlamentare e nel frattempo c'è qualcuno a Roma che dice cose che dovrebbero essere oggetto immediato di conflitto di attribuzione, perché il viceministro Vegas non ha potere per decidere, il Governo non ha potere per decidere se quelle entrate sono dovute e trasferibili alla Regione.
Io sono disposto a firmare insieme tutti gli ordini del giorno, anche quello che ha predisposto l'onorevole Steri, lo correggiamo e lo rafforziamo, io sono pronto a prendere un aereo domattina per andare a far rispettare i diritti dei sardi, ma è possibile che ci dobbiate condannare a questa ginnastica parlamentare, a questa manovra cosmetica, che sappiamo bene è arrivata così in Aula? E' imbarazzante. Se noi guardiamo questa manovra, la vediamo fatta di cancellazioni del collegato precedente, e sappiamo perché, colleghi, non fatemelo dire: è così perché non siete più in grado di approvare nulla che abbia la minima complessità politica, in attesa del rimpasto.
Noi sappiamo bene che, finché non ci sarà il rimpasto e la maggioranza non si ricompatterà, non si muoverà foglia. Infatti, le norme sulle agenzie sono sparite, perché si rischiava qualche voto segreto, qualche altro incidente di percorso; qualsiasi norma che fosse diversa da stanziamenti che non si spendono è stata tagliata perché c'è paura delle imboscate in Consiglio, perché voi stessi non siete certi di poter garantire l'approvazione del provvedimento. Ci siamo ridotti a questo, non so come chiamarlo, a questo "elenchetto" di stanziamenti da grande collegato che doveva affrontare i problemi. Io mi ricordo ancora che, nella discussione, quando all'assessore La Spisa ponevamo i problemi di lavoro, di riforma della pubblica amministrazione, di piano straordinario per l'industria, egli diceva: "Al collegato", "Al collegato", "Ne parliamo al collegato". Arriviamo al collegato e il collegato è vuoto!
Allora, visto che ormai il collegato è vuoto (e non certo per responsabilità della minoranza), anzi ormai è più che vuoto, è vuoto e inutile, per lo meno non facciamolo diventare dannoso. Cioè, se voi stessi avete ammesso di non essere in grado di produrre riforme, di mettere in campo provvedimenti che abbiano il minimo contenuto politico, perché non siete d'accordo tra di voi, allora prendiamone atto fino in fondo. Io lo considererei un atto di tempestività politica apprezzabile, sarei pronto a concludere una discussione in pochi minuti, se ci fosse la disponibilità a ritirare tutte le parti che riguardano tagli, stanziamenti, che mettono in discussione anche minimamente il nostro diritto ad avere quelle entrate.
Vede, assessore La Spisa, il fatto che noi siamo qui a chiacchierare di stanziamenti inutili, dà al nostro interlocutore il messaggio che noi facciamo ginnastica, che non siamo così solerti, che quel sopruso, che ci stanno perpetrando, a noi non scalda i cuori, non ci fa saltare dalla sedia, ma che ci possiamo permettere di fare ginnastica parlamentare su piccoli stanziamenti che potevamo assestare in sede di approvazione finale del bilancio, di consuntivo. Dunque il messaggio, che noi siamo deboli, che siamo divisi, che non siamo pronti alla battaglia, indebolisce la nostra vertenza con lo Stato! E' insignificante tagliare 380 milioni quando il bilancio è già gonfio di 1 miliardo e 800 milioni!
Assessore, le dirò di più, io sarei pronto (non mi sono consultato con alcun collega, quindi è probabile che sia in minoranza nella minoranza) ad approvare l'articolo 1 e i primi due commi dell'articolo 1 bis, che trattano soltanto di modifiche della legge di contabilità, come lei sa bene, e a cancellare tutto il resto. Chiederei cinque minuti di sospensione, magari qualche collega è d'accordo.
Spiego perché: se noi approvassimo l'articolo 1 e l'articolo 1 bis fino al comma 2, con le modifiche che sono state meritoriamente proposte in Commissione dai colleghi dell'U.D.C. (li ringraziamo per questo), noi avremmo automaticamente l'effetto di sforbiciare il bilancio di 389 milioni. Perché? Perché al comma 2 dell'articolo 1 bis si ribadisce che tutte le somme precedenti, se non sono impegnate fino al 2008, sono cancellate dai residui, e nell'articolo 1 si dice che sostanzialmente tutto quello che non si impegna entro l'anno va in economia. Allora, se è vero che il bilancio è gonfiato di 1 miliardo e 700 milioni, se è vero che, con lo Stato, ho concordato di spendere 6 miliardi e 300 milioni, io sono a conoscenza del fatto che, in automatico, se approvassi l'articolo 1 e l'articolo 1 bis compresi i commi 1 e 2 che riguardano gli anni precedenti, tutto quello che impegno andrà in economia, quindi anche quei 389 milioni che ci siamo sforzati di aggiustare con un bilancino, un taglio qua, un taglio là, come se fossero cose importanti.
Io avrei suggerito una cosa più semplice, avrei semplicemente verificato le spese effettivamente obbligatorie, che non hanno dato residui, e avrei fatto una sforbiciata percentuale in modo da ottenere quella cifra; anche prima approvavamo un unico articolo che diceva "i capitoli dall'1 al 100 sono tagliati del 7 per cento". Era più semplice, senza tabelle, e avremmo ottenuto lo stesso risultato.
Allora, se è vero che stiamo modificando la legge di bilancio, se è vero che modificando la legge di bilancio tutto quello che non viene impegnato con un titolo giuridicamente perfezionato va in economia, mi spiegate di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una manovra inutile e vuota! Solo che, nel frattempo, in Commissione, in Parlamento, il Governo… a questo punto apro una parentesi, Governo che non è che in passato ci abbia trattato bene, diciamo che ci ha fregato qualche volta (giusto?), cioè, non è che sia un interlocutore con il quale noi abbiamo un buon rapporto, del quale possiamo avere fiducia, che mantiene le promesse eccetera, adesso non fatemi fare gli elenchi, li abbiamo fatti ieri, non voglio citare e non voglio fare neanche battute, però abbiamo un elenco, un cahier de doléances con lo Stato, ce l'abbiamo? Io direi di sì. E' un interlocutore per noi che è stato affidabile, che ha mantenuto le promesse, che ha avuto un'attenzione per la Sardegna, sulle varie vicende, i fondi FAS, la rete scolastica, il G8? Direi di no!
Allora, se è vero tutto questo, credo che la rapidità e la compattezza della nostra azione diventino fondamentali, altrimenti ci facciamo prendere in giro un'altra volta, altrimenti continuiamo a pensare che le telefonate fatte all'amico, all'amico dell'amico e la benevolenza di Silvio possono tutto, e invece non può, perché lui è nei guai, è nelle mani di Tremonti in questo momento! E' un gioco che forse non vuole controllare neanche lui, non dico che non "può", ma che non "vuole" controllare neanche lui.
Non è una partita facile, in questo momento ci sono ventuno Regioni italiane che competono per risorse scarse! Alla fine voterò la mozione per l'indipendenza del collega Maninchedda, perché sono disperato, non so più cosa fare, cioè io non so come mandare messaggi forti! Non riesco più, mi sento scollegato, mi sento impossibilitato, mi sento imbalsamato in un'Aula che fa ginnastica parlamentare, cosmesi politica, quando ci sono invece temi vitali per il futuro della Sardegna! Dovremmo vergognarci, colleghi! Questo che ci fate è un supplizio, è una vergogna, non è capito da nessuno! Non può essere capito al di fuori di quest'Aula che noi oggi andiamo a modificare un bilancio che si modifica in automatico da solo!
Io pensavo che la discussione di ieri fosse stata utile, almeno per darci una scossa. Ho rivolto un invito al presidente Cappellacci, gli ho detto: "Provi, Presidente, a rimettersi i suoi panni, torni nelle sue scarpe, torni nel suo abito, sia se stesso, butti i fogli precompilati, non legga quello che le scrivono perché le fanno sbagliare i tempi!". Facciamo cose semplici, recuperiamo l'umiltà, recuperiamo anche il rispetto reciproco, riconosciamoci nei ruoli, se è necessario, ma almeno facciamo qualcosa di utile, diamoci uno scossone, svegliamoci! Ripeto, io sono pronto a firmare, a presentare un ordine del giorno - insieme ad altri colleghi che lo vorranno fare - che vada nella direzione di impegnare la Giunta; ma darei a questo impegno (che hanno in qualche modo preannunciato il Presidente della Commissione e l'assessore La Spisa) un carattere di urgenza, facendo così sentire tutta la nostra volontà politica comune a batterci per i diritti della Sardegna. Quindi direi: sospendiamo questo provvedimento oppure approviamo semplicemente le parti che riguardano la modifica alla legge di contabilità del 2006 che, secondo me, sarebbero approvabili, ripeto che parlo a titolo personale. Ho imparato che questi distinguo, l'onorevole Capelli mi è maestro, vanno fatti perché poi si corre il rischio di essere smentiti. Quindi parlo a titolo personale e dico che sarei pronto ad approvare fino all'articolo 1 bis, i primi 2 commi, e poi prenotare un aereo insieme ai miei colleghi senza bandiere di partito ma con la bandiera della Sardegna in testa per fare un sit in di fronte al Parlamento domani mattina.
Su questo io vorrei sfidare i colleghi Sardisti, vorrei sfidare i colleghi centristi dell'UDC, vorrei sfidare quegli animi che sono certamente diffusi in questo Parlamento e che hanno a cuore l'interesse dei sardi. Cominciamo a darci una scossa, iniziamo a fare qualcosa di utile, smettiamo di essere autoreferenziali, il gioco è smascherato, il provvedimento l'avete svuotato voi a colpi di articoli abrogativi, perché non siete in grado di approvare provvedimenti prima del rimpasto di Giunta.
Lancio pertanto una proposta all'Aula, di cui mi assumo la responsabilità, forse in questa Aula bisogna imparare anche a parlare fuori dagli schemi, bisogna recuperare lo spirito libero di ognuno di noi, se vogliamo far accadere qualcosa di utile; facciamo un ragionamento sereno, nessuno deve essere smentito, avremo approvato una modifica alla legge di contabilità, quindi non andrete a casa senza nulla, ma domattina ci potremo mettere su un aereo per andare finalmente tutti insieme, senza bandiere, se non quella dei Quattro Mori, a batterci per i nostri diritti. Viva la Sardegna!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cari colleghi, signor Presidente, in merito al disegno di legge presentato su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio La Spisa, in cui si rivendicano importanti modifiche al maxi emendamento che prevede i tagli al bilancio regionale per 389 milioni di euro e definito dallo stesso autore come un intervento finanziario obbligato ma non catastrofico, anzi di fiducia e di speranza, ritengo sia non solo necessario ma di fondamentale importanza portare avanti quegli interventi che... Presidente posso continuare oppure devo rinunciare?
PRESIDENTE. Prego, prego.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questa operazione di bonifica non può che essere attuata attraverso una razionale programmazione futura delle spese e l'ottimizzazione nell'utilizzo dei residui passivi disponibili sul bilancio in modo da favorire il reperimento delle risorse per rispondere alla crisi e dare risposte alle esigenze del sociale e del sistema produttivo locale che soffrono per queste crisi, locali e mondiale.
In riferimento all'articolo 1 del testo collegato in esame, il disegno di legge numero 78/A, in cui si enunciano alcune modifiche alla legge regionale numero 11 del 2 agosto 2006, lo stravolgimento più evidente è quello relativo all'articolo 4, comma 1, in cui sono state soppresse le lettere c) e m). L'articolo 4, comma 1, alle lettere c) e m), dice: "La legge finanziaria ha le seguenti finalità:… c) autorizzare l'istituzione di tributi propri, variazioni delle aliquote e di altre misure che incidono sui tributi propri;… m) introdurre adeguamenti funzionali disposizioni normative vigenti finalizzati ad interventi di contenimento e di razionalizzazione della spesa", in evidente contrasto con l'articolo 117 della Costituzione italiana che attribuisce maggiore potere alle Regioni affinché le stesse possano svolgere le proprie funzioni gestendo autonomamente adeguate risorse finanziarie.
Sempre nell'articolo 1 è prevista la modifica dell'articolo 61 della legge regionale numero 11 del 2 agosto 2006, in materia di contabilità economico-patrimoniale, economico-analitico, sopprimendo, nel comma 5, le parole "Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio". (io faccio un approccio linguistico, non faccio un approccio politico, comunque la linguistica ha la sua parte politica, eccome!), avocando la completa responsabilità in capo alla Giunta regionale dell'adozione del budget economico sentito l'Ufficio di controllo interno di gestione. Come da modifica. Il comma 5 dice: "Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore delle leggi finanziaria e di bilancio la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, sentito l'Ufficio del controllo interno di gestione, adotta il budget economico che è inviato, per conoscenza, al Consiglio regionale".
All'articolo 1 bis, comma 3, vengono ridotte le quote spettanti a sostegno dei piccoli comuni per l'anno 2010 per un importo di 6 milioni e 500 mila euro, pari a una percentuale di circa il 41 per cento di quanto stanziato per il 2010, saccheggiando il già esiguo bilancio di questi piccoli centri che si trovano a dover affrontare situazioni di emergenza legate alle problematiche sociali determinate dalla crisi occupazionale.
La Sardegna intera si trova ad affrontare uno stato di crisi socio-economica senza precedenti ed è inutile constatare che, rispetto a questo stato di emergenza, le soluzioni adottate dalla Giunta nei settori di maggiore rilievo, quali il lavoro, lo sviluppo occupazionale, l'istruzione, la sanità e il sociale, sono irrilevanti e intangibili.
Questa Giunta non ha saputo affrontare in maniera adeguata la programmazione degli interventi rimanendo inerte di fronte alle ripetute azioni di scippo effettuate da parte del Governo nazionale quali: il taglio di oltre 2 miliardi di fondi relativo al programma attuativo regionale, il mancato trasferimento delle entrate previste dall'articolo 8 riformato dello Statuto, il forte ridimensionamento del settore dell'istruzione e della formazione con il mancato avvio, da parte dell'Assessorato del lavoro, dell'attività formativa riservata ai disoccupati e cassintegrati, condizione indispensabile per non far decadere il requisito della mobilità in deroga sovvenzionata dalla Regione. Ancora, la mancata manifestazione del G8, la statale Sassari - Olbia...
Cara Presidente, io rinuncio adesso, lei continua a chiacchierare, perché è abituata a chiacchierare, a vendere parole.
(Interruzione)
Continua anche tu, Bruno! Fate l'opposizione così, chiacchierando, fate così, andate avanti.
PRESIDENTE. Non stiamo chiacchierando! Non stiamo chiacchierando!
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché sta parlando Ben Amara.
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, capita quando parla lei e capita anche quando parlano gli altri.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come? Io non chiacchiero.
PRESIDENTE. Non stiamo chiacchierando, glielo posso assicurare.
(Interruzione del consigliere Ben Amara)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io prendo la parola senza turbarmi, anche se devo dire che il clima nell'aula, mi sembra che il collega Porcu l'abbia definito senza pathos, sicuramente è cambiato per esempio rispetto alla giornata di ieri, probabilmente qualcosa è successo. Intanto non è stata accolta la questione pregiudiziale, poteva essere invece un'occasione, un'opportunità, per ridare un po' la carica, la carica di trovare ragionevolmente un interesse intorno a un aspetto che, in qualche modo, aleggia, vi è una volontà diffusa di porre il problema del rispetto sacrosanto dell'articolo 8 dello Statuto sardo.
Andremo avanti, invece, per parlare di questa legge che la collega Barracciu ha definito "inutile". Lo ha detto alzando lo sguardo e rivolgendosi verso la maggioranza, quasi con un fare di ostentata polemica e provocazione, guardando una maggioranza che era distratta, forse paga del risultato conseguito nella giornata di ieri e quindi proiettata verso altri problemi, altri interessi e altre azioni. Una legge inutile e dannosa. Concordo. "Inutile" perché è uno strumento vuoto, credo che nessuno in quest'Aula possa portare modifiche al niente, allo stato di disagio in cui vivono i sardi, alle difficoltà economiche che attraversiamo; "dannosa", forse, perché ha creato aspettative comunque tra coloro che vivono le situazioni più difficili e che sperano. Ci sentiamo anche chiedere, così come ieri qualcuno che era qui sotto a protestare per una o per un'altra ragione: "Ma il presidente Cappellacci cadrà?". Non cadrà. E non preoccupatevi se il presidente Cappellacci rimarrà o cadrà, preoccupatevi dei vostri problemi, perché il presidente Cappellacci, o chi altro, si deve occupare di problemi che sono molto più importanti in questo momento, per lo meno per quello che a voi riguarda, cioè il proseguo di questa legislatura e di questa esperienza di governo regionale!
Il problema vero, comunque, pregiudiziale o no, correzione o no, tagli o no, rimane riaprire la vertenza "entrate" con lo Stato e il rapporto tra Governo regionale e Stato, anche se in questo momento, però, l'urgenza vera, a parte il problema vero, rimane il reperimento di risorse che non abbiamo, che sono insufficienti e che invece sarebbero indispensabili per far fronte alla crisi, ai sempre più pressanti bisogni sociali e al rilancio del sistema produttivo locale, che forse è la causa principale del disagio complessivo che questa Regione e i sardi vivono.
Sono tempi di austerità diffusa, di necessaria austerità e di ristrettezze. Si impone una vita parca e frugale per tutti, a iniziare dalle amministrazioni, amministrazioni locali e Governo regionale. I tempi difficili, in ogni caso, quando ci sono ristrettezze, impongono delle scelte, e le scelte vogliono dire però il rilancio dei settori trainanti, che non mi pare siano stati non solo posti all'attenzione di nessuno, ma neanche individuati da questa amministrazione regionale e da questa Giunta regionale.
Ci troviamo a discutere, così è definito come sottotitolo, il collegato alla manovra finanziaria 2010-2013 e come argomento è stato rilevato, come dire… in certi ambienti sportivi si usa il termine "fare melina" per dire quasi "perdere tempo", più o meno; ecco, è un termine più nobile quello della "melina", per consentire a chi invece deve svolgere altre funzioni e altri lavori, di organizzare, usufruendo del tempo di chi fa "melina", per poter concludere tutto quello che sta ruotando intorno a quest'Aula, che ancora non ho capito bene, ma più o meno ho intuito.
Dicevo, è una crisi preoccupante, è una crisi diffusa, è la crisi economica generale, con conseguenze drammatiche, come quella che è detta anche dall'Assessore e dall'Amministrazione, che riguarda per esempio le minori entrate, dovute anche alla crisi economica che riduce i consumi e quant'altro. La Giunta si è mossa avanzando la sua proposta, che prevedeva e prevede dei tagli. I tagli sono stati rivolti prevalentemente, almeno a me pare di cogliere questo, nei confronti dell'agricoltura e dell'artigianato che, ieri ho detto, rappresentavano, in passato, il volto produttivo dei sardi, l'immagine forte del nostro popolo e della nostra realtà; ma sono stati rivolti anche verso il settore del turismo e della cultura, e questo duole, duole perché il turismo dovrebbe essere visto come uno dei settori trainanti, e si dovrebbe privilegiare la cultura e tutto ciò che ruota intorno al concetto di cultura. E' veramente un dramma che una Sardegna già mortificata e colpita in quel settore possa subire ulteriori tagli.
Si è cercato, a detta vostra, di non colpire le infrastrutture, il lavoro, il sociale, il contrasto alla povertà e le politiche verso lo sviluppo. Mi chiedo: quali sono queste politiche verso lo sviluppo? A volte, si usano dei termini perché non ne vengono in mente degli altri, ma spesso, altre volte, si eccede e si cade quasi nel ridicolo. La manovra correttiva è imposta da un'errata previsione del 2009, è detto nei documenti che accompagnano la manovra, e non poteva non tenere conto, come ho detto prima, della crisi e del minor gettito fiscale, del calo del PIL, che impone una riduzione di spesa, con la cancellazione di spese di minore importanza, o il deferimento a bilanci futuri, bilanci che verranno; chissà che cosa accadrà!
Fortunatamente, devo dire che, all'interno di questo quadro nefasto, almeno dal nostro punto di vista, o dal mio punto di vista, sono state recuperate le quattro agenzie che erano state cancellate con un colpo di spugna, a iniziare da quella a cui noi particolarmente tenevamo, individuata come un'agenzia importante, l'agenzia della Conservatoria delle coste. Ieri, abbiamo detto e abbiamo ricordato, c'è stata la protesta degli insegnanti, degli operatori scolastici, dei precari della scuola. La settimana prima c'era stata una manifestazione e una protesta da parte degli operatori della lingua sarda. Di recente, in questi giorni, c'è stata la protesta dei Rettori delle Università di Cagliari e di Sassari, perché anche le eccellenze, come ben sapete, perché la stampa nazionale lo ha riportato, come la Facoltà di Architettura di Alghero, vengono colpite da una non attenzione e scelta nei confronti dei settori importanti, come quello della scuola, dell'insegnamento, della formazione, della cultura.
A proposito di lingua sarda, mi viene un dubbio, perché nel commento all'articolato che abbiamo all'attenzione si dice: "Per meglio armonizzare la norma dello stato reale del mondo dell'immigrazione, e favorire la diffusione della lingua e della cultura sarda all'estero, in attuazione del piano triennale della lingua sarda approvato dalla Giunta regionale". Ma noi dobbiamo difendere la lingua sarda principalmente in Sardegna! Vi rendete conto che stiamo perdendo un patrimonio straordinario dei sardi, di tutti noi, proprio per mancanza di iniziative, di sostegno a favore dell'uso, dell'uso sociale della lingua di noi tutti. Invece pensiamo di ingannare chi, credulone, pensa che possa essere una grande attenzione per questo patrimonio favorire la diffusione della lingua sarda all'estero; all'estero, si parla l'inglese, si parlano le lingue dei paesi dove, ben sappiamo, le lingue hanno altra considerazione.
Io credo che il problema vero sia invece quello di recuperare risorse per quelle priorità che, abbiamo detto, non sono state prese in considerazione; forse, come qualcuno ha detto prima di me, sarebbe stato meglio - se c'era l'impellente necessità di recuperare risorse - tagliare percentualmente su tutti i capitoli e su tutte le voci di spesa. Magari, avrei aggiunto io, facendo salve quelle voci fondamentali, essenziali, da individuare come priorità e da privilegiare, che sono invece quelle sulle quali voi avete usato l'effetto del taglio. Non arrivo, per concludere questo mio intervento, a dire che qui, questa sera, stiamo perdendo il tempo, però consentitemi di dire comunque che noi siamo molto diversi da voi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, vorrei fare una breve premessa. Tra le cose condivise da noi e questa maggioranza abbiamo sicuramente raggiunto importanti obiettivi. Uno di questi è essere riusciti ad approvare una manovra finanziaria in tempi storici, cioè rispettando la legge! E' stato un obiettivo rincorso da tutte le Giunte che si sono alternate alla guida della Regione e raggiunto da questo Consiglio; ricordo che è stato possibile raggiungere questo obiettivo per la celerità della proposta presentata dalla Giunta, ma anche per la condivisione, nei tempi e nel metodo, meno nel merito, della minoranza insieme alla maggioranza. Perciò è un obiettivo che questo Consiglio ha raggiunto.
A margine di quel disegno di legge, è nato, mi permetterete di dire, il "solito" collegato alla finanziaria, il "solito" perché storicamente, lo ricordiamo un po' tutti, insieme alla finanziaria, c'erano diversi disegni di legge, denominati appunto collegati, che godevano eventualmente di una procedura regolamentare privilegiata, che difficilmente, nella storia delle finanziarie regionali, hanno poi visto la luce.
Quel collegato alla finanziaria era figlio del Consiglio, figlio di tutto ciò che, come spesso si dice, da risposta alle esigenze dei consiglieri regionali, dei territori, alle piccole grandi cose che noi tutti segnaliamo e che si crede possano risolvere nel contingente piccoli e grandi problemi. Quel collegato nasce però anche per una scelta di linea politica, che poi è più che una scelta di linea politica fatta da questa maggioranza, condivisa anche dalla minoranza, di approvare finalmente una finanziaria degna di quel nome e cioè, come ama dire il mio segretario, senza essere zeppa di "marchette", ma tecnicamente rispettosa della legge di contabilità. Perciò tutto ciò che ci siamo portati dietro, sia in Commissione, che in Aula, ha avuto garanzia, fra virgolette, di risposta nel collegato alla finanziaria, dotato del suo pacchetto finanziario perché potessimo tutti insieme dare risposta alle piccole e grandi esigenze o anche a quelle norme intruse che, molto spesso, non trovano albergo nella finanziaria, anzi, non devono trovare albergo nella finanziaria regionale e quindi bisogna cercare di adeguare la rotta. Ci siamo resi conto tutti, nel momento stesso in cui gli abbiamo dato corpo, che quel collegato non avrebbe mai visto la luce; perché? Perché esiste un'altra scelta di fondo, che noi tutti, pian pianino, stiamo imparando a portare fino in fondo, cioè quella di esercitare la nostra funzione legislativa non attraverso emendamenti alla finanziaria, ma attraverso progetti di legge e disegni di legge.
Per cui se c'è da modificare una norma di leggi precedentemente approvate, è più opportuno che si rivedano quelle leggi, si faccia una nuova proposta, si aggiorni tutta la struttura legislativa e magari, se ci riusciamo, arrivando anche a fare una ripulitura di tutte le leggi che ci portiamo dietro, molte inapplicate, molte non opportune, molte antistoriche, molte non in linea con le necessità di oggi. Perciò si rimandò tutto al collegato! E' ovvio che bisogna stare al passo coi tempi. Si è detto in Commissione che si potevano scegliere due vie: o la presentazione di un nuovo testo di legge da parte della Giunta, un disegno di legge da poter essere visto, esaminato dalla Commissione, quindi dall'Aula, una sorta di assestamento di bilancio, un disegno di legge che avrebbe avuto il nome di modifica delle norme finanziarie approvate nei mesi scorsi, oppure l'utilizzazione del percorso di un collegato alla finanziaria per abbreviare i tempi e per dare risposta a un'esigenza che la Giunta ha rappresentato a questo Consiglio e alla Commissione.
In quella sede abbiamo avuto un confronto corretto, leale, a volte abbiamo avuto anche la collaborazione della minoranza sulla proposta della Giunta, e abbiamo scelto insieme la via tecnica; che cosa c'è di importante? Che cosa possiamo fare adesso? Primo aspetto: intervenire sui residui e sulla regolamentazione dei residui passivi; anche su questo mi sembra che il collega Porcu abbia illustrato la condivisione, che noi ritroviamo (mi permetta di interpretarla, e se male ho interpretato mi corregga, onorevole Porcu, diciamo che possiamo essere d'accordo personalmente, senza assumerci la responsabilità di rappresentare tutti), sull'articolo 1 e sull'articolo 1 bis, almeno nei primi 2 commi.
Questo già ci servirebbe per dire: "Siccome siamo d'accordo, iniziamo a parlarne, ridiscutiamone, se è necessario, se c'è qualcosa da approfondire, e approviamo", e poi diamoci un altro appuntamento, prima di quello che lei ha dato a noi, al momento successivo ai due commi dell'articolo 1 bis. Perciò, su ciò che è pacifico, non discutiamo, siamo qui per esaminare questo provvedimento di legge, l'emendamento soppressivo totale della Giunta che sostituisce il collegato, emendato in Commissione e in Commissione abbiamo preso anche degli impegni, tra di noi, tra forze politiche, non tra persone, di rivedere alcuni passaggi da qui all'Aula.
Faccio un esempio, collega Porcu, collega Barracciu, abbiamo discusso, condiviso e proposto (per semplificare, lo dico in termini non eccessivamente tecnici) quanto il Consiglio deve trasferire o, meglio, restituire al bilancio regionale, quale apporto del bilancio del Consiglio all'azione di tagli della spesa. Tutti sappiamo che è in fase di preparazione la proposta, da parte dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza, di un taglio del bilancio del Consiglio di 5 milioni di euro, lo abbiamo condiviso e ci siamo rimandati all'Aula. Così per altri aspetti che, man mano, nell'esame dell'articolato verificheremo strada facendo.
Perché dico questo? Per iniziare un percorso richiamato dal collega Sechi, che lui chiamava "serio", diceva un percorso "serio". Allora per un percorso serio, prima di tutto, bisogna dare risposta al perché siamo convocati oggi qui e per discutere che cosa; dopodiché, come ricorderanno i colleghi della maggioranza e della minoranza, l'abbiamo anche annunciata prima di presentarla (cosa già fatta dal mio Gruppo), bisogna discutere una mozione che entra nel merito e indica la via, a nostro modo di vedere, per affrontare la vertenza con lo Stato sull'articolo 8. Noi abbiamo presentato un atto, mi sembra che anche la minoranza abbia presentato successivamente un'interrogazione o un'interpellanza.
Allora, noi abbiamo presentato una mozione, una mozione che offriamo, oggi, subito dopo aver fatto almeno le cose condivise per accelerare i tempi, per non perdere tempo in quest'Aula a fare manifestazioni politiche, legittime, anche, devo dire, da prendere in considerazione, ma nei tempi e nei modi giusti. Noi siamo apertissimi e lo abbiamo dimostrato con la mozione. Sapete qual è la posizione dell'U.D.C. per quanto attiene anche a ciò che ha detto il sottosegretario Vegas. La nostra posizione è chiara, è scritta e la difenderemo con chi la vorrà condividere. Ovviamente questo non vuol dire che quella è la Bibbia, siamo pronti anche a confrontarci con le opinioni degli altri.
E' chiaro che non faremo un passo indietro nei confronti del Governo centrale, amico, nemico, simpatico, antipatico, io non ho mai conosciuto, l'ho già detto altre volte, dei Governi "amici". Io non ho mai conosciuto, da quanto leggo, nella storia dell'autonomia della Sardegna e per quanto ho vissuto come esperienza diretta in questi undici anni di Consiglio, non ho mai visto una cosa per la quale non siamo stati necessariamente costretti a conquistarcela, a conquistarcela con il coinvolgimento delle parti sociali, dei sindacati, con la piena condivisione, con la condivisione della gente! Siamo andati altre volte insieme per tenere alta la "bandiera dei quattro mori" e della Sardegna quindi, per fare rivendicazioni di atti dovuti e saremo sempre pronti a prendere l'aereo. Domani? Perché no? Dopodomani? Facciamo prima il nostro dovere, spendiamo il nostro tempo per ciò che è giusto fare e assumiamo un altro doveroso impegno. Noi difenderemo le entrate previste dall'articolo 8! Magari ci siamo anche rimandati, devo ricordare, a discutere di che cosa è stato fatto fino a oggi e di che cosa probabilmente non è stato fatto, ognuno si assumerà le sue responsabilità. Siamo prontissimi a discuterne. Siamo prontissimi ad assumere tutte quelle azioni utili e necessarie perché i nostri diritti (parlo della Sardegna, della Regione sarda) vengano salvaguardati nei confronti di qualsiasi governo di qualunque colore politico.
Altre volte abbiamo preso iniziative contro o, meglio, non contro ma rispetto a determinazioni assunte da nostri ministri, "nostri" intesi come appartenenza partitica: vorrei ricordarvi che i primi che sono insorti contro quelle decisioni che hanno qualcosa a che vedere con il nucleare, le scorie, a seguito di una dichiarazione dell'allora ministro Giovanardi, espressione dell'U.D.C. in quella maggioranza, bene, siamo stati noi sollevando il caso. Noi abbiamo risposto al ministro Giovanardi, noi abbiamo riportato il ministro Giovanardi al pieno rispetto delle prerogative dell'autonomia sarda! E così per altri. Non abbiamo guardato la provenienza, l'appartenenza o quant'altro. Ci siamo uniti con i rappresentanti del popolo sardo, che sono eletti da una parte o dall'altra, per fare solo ed esclusivamente gli interessi della Sardegna. Possiamo avere idee diverse anche per il raggiungimento di un obiettivo comune, possiamo darci delle priorità diverse, possiamo essere diversi, come diceva il collega Sechi, ma non necessariamente, pregiudizialmente o in assoluto diversi, perché questo ci impone il fatto che voi siate seduti "là" rispetto a noi che siamo seduti "qua".
Questa è una povera e meschina giustificazione che non dovrebbe albergare né in questo Consiglio nè in altro tipo di sede di confronto politico. Perciò abbiamo già trovato dai vostri interventi, dalle vostre sollecitazioni, almeno due argomenti sui quali siamo d'accordo e io su quelli, con il nostro Gruppo, vorrei partecipare a lavorare. Vorremmo iniziare a lavorare sulle cose che avete detto e sulle quali vi stiamo dicendo che siamo d'accordo. Lasciamo in coda quello che magari ci potrebbe dividere, vi offriamo fin da ora la nostra mozione perché possa essere condivisa e trasformata in un ordine del giorno. Vogliamo partire da quei principi, da quella nostra proposta, vogliamo partire anche da una condivisione dell'interpellanza proposta dalla minoranza e, da questi due atti concreti, trovare quell'unità doverosa per difendere non il futuro del mio partito, non il futuro della mia maggioranza, quella alla quale appartengo, non il futuro nostro personale, ma il futuro della Sardegna!
Abbiamo condiviso, non in toto, soprattutto nelle conclusioni, ancora oggi io non sono convinto di quelle conclusioni, il percorso per la modifica statutaria e continuiamo a condividere quello spirito. Allora da quello spirito ripartiamo, è inutile e sarebbe anche poco produttivo utilizzare ora questo disegno di legge, che in definitiva è frutto della Commissione, come spunto per costruire artificiosamente un contrasto, una controversia, un'opposizione che invece meriterebbe, nel merito, maggiore attenzione da parte di tutti e un percorso diverso che va assolutamente condiviso.
Questa è la nostra posizione, la offriamo a voi, non in uno scontro da ring, ma in uno scontro di merito, in un confronto di merito, e raccogliamo la sfida. Ci è stato detto, no? C'è una sfida in corso. Ovviamente è una terminologia che aiuta nella sua semplificazione ad accogliere una proposta. Noi accogliamo questa proposta nei tempi, nei modi, nella civiltà di un confronto e soprattutto aprendo prospettive nuove di dialogo in quest'Aula perché si rafforzi sempre di più l'azione legislativa di questo Consiglio che, da parte nostra, non è solo attento a quello che voi, con fare ironico, definite "il rimpasto delle poltrone". Non vorrei tornare su questo argomento, siete stati, siamo attenti a questo e sapete bene cosa vuol dire rimpasto. Il "rimpasto" non può che partire da una rivisitazione e da una maggior definizione delle priorità programmatiche, non può che ripartire da un aggiornamento programmatico. A nulla servirebbe cambiare le persone se non si cambiano, si aggiornano, più che altro, le rotte di un percorso definito precedentemente. Nessuno è distratto da questo, siamo molto attenti perché siamo molto convinti che la qualità delle rappresentanze determini anche percorsi politici diversi.
Per cui non abbiamo da nasconderci, non abbiamo da mandare via nessuno, abbiamo soltanto da approfondire un percorso che, strada facendo, ha necessità di una rimodulazione, per fatti contingenti, per eventi nuovi, perché stiamo affrontando una situazione straordinaria. Non ci nascondiamo dietro un rimpasto, un rimpasto che è una delle questioni da mettere in essere e chiudere velocemente, ma che fa parte di una proposta programmatica e di un confronto che trasformi, come sempre avviene, le maggioranze numeriche in maggioranze politiche, in coalizioni convinte...
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico ai colleghi che il consigliere Dedoni è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cuccureddu.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Sono presenti 55 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, colleghi, nel discutere il disegno di legge numero 78/A, quello che prima era un collegato alla finanziaria, perlomeno in termini di tempo abbastanza scollegato dalla manovra finanziaria, e che poi è diventato una manovra di assestamento di bilancio, vale e va fatta una premessa: non è stato consentito, nello stravolgimento della natura del documento presentato, trasformato poi in manovra di assestamento, non è stato consentito alle Commissioni di poter esprimere dei pareri e di poter convocare parti sociali, soggetti interessati, realtà, attorno alla nuova manovra di assestamento del bilancio. In Commissione, nelle diverse Commissioni, in quelle che hanno potuto esprimere delle considerazioni, appunto, ci si è limitati solo a delle osservazioni circa la manovra che, tra l'altro, con un unico emendamento, fondamentalmente, presentato dalla Giunta, ha stravolto il disegno di legge numero 78/A.
Partiamo dallo stato dell'arte. L'onorevole Barracciu, nel suo intervento, nella relazione di minoranza, parlando anche per noi, ha esposto i problemi e le tante questioni aperte, le tante questioni aperte sulle quali ancora non si è deciso, non si è affrontato il tema in modo tale da poterle risolverle, non dico tutte ma almeno alcune. I sindacati hanno parlato di tagli indiscriminati. C'è una decisione nazionale di tagliare, poi mi soffermerò sui tagli e sul loro perché e sul perché non vengono capiti da noi, dai sardi, dai tanti cittadini che li subiranno, ebbene questi tagli non si capiscono perché non è chiara la strategia. In teoria un Governo dovrebbe dire al Presidente della Regione, all'assessore La Spisa, a noi tutti, che il taglio va, dovrebbe andare, ci si augura che vada in una certa direzione mentre invece maggiori risorse devono andare in un'altra direzione, cioè verso idee nuove, spunti nuovi perché si attivi un nuovo sviluppo, insomma, perché si abbia maggiore innovazione e maggiore possibilità di confronto con le altre realtà d'Europa e del mondo. Né più né meno.
Ci siamo trovati di fronte a un taglio di risorse che colpisce tutto e tutti, quasi che si sia applicata una percentuale di taglio a tutte le voci di spesa e all'incirca in egual misura, un po' di più in alcune voci, un po' di meno in altre. Quello che non si capisce, quello che non emerge è in quale direzione, qual è la linea, qual è l'idea di sviluppo. Perché a un taglio corrisponde una scelta, un'idea, taglio perché è superfluo, taglio perché sono risorse che vengono spese male, taglio perché forse abbiamo dato troppo e oggi è bene dare un po' meno, taglio in quella direzione di minor spesa perché voglio andare invece in una direzione di maggior investimento che è tutt'altra! Insomma a un taglio dovrebbe essere conseguente una scelta politica dei tagli; così come, a un maggior incremento di risorse, a una spinta maggiore su un settore, a un aiuto a realtà che soffrono o che vanno incentivate e aiutate perché lavorano bene, meglio e stanno producendo cose che servono a tutti, sta un'idea di sviluppo futuro, di politiche strategiche di lungo raggio. Insomma, per citare Berlinguer: "di pensieri lunghi che guardano al futuro".
Persino nel momento in cui semplicemente si accenna un pensiero (non dico un ragionamento), tutto questo non c'è, sembra un'operazione da ragionieri, senza nessuna offesa per la categoria, ma insomma, di ragionieri che di politica non sanno, non conoscono, mai l'hanno praticata né hanno intenzione di apprenderla o di praticarla. Non emergono decisioni, neanche la direzione e tantomeno la meta, il punto d'arrivo, di caduta di una manovra di questo tipo. Si tagliano le risorse destinate alle politiche per il lavoro, soprattutto quello giovanile, per le quali politiche invece andrebbero previste ulteriori e migliori risorse, si taglia per l'istruzione e la formazione, che tutti i parametri, tutti gli istituti, tutti gli studi, tutti coloro che - in Europa e nel mondo - dicono quale potrà essere l'idea di sviluppo del domani, affermano che sono i settori sui quali si dovrebbe investire; noi, invece, non si capisce se per far torto a coloro che investono in quella direzione o se per far torto forse a noi stessi e ai sardi, anche in quei settori tagliamo. Tagliamo sul contrasto alle povertà, quelle vecchie che purtroppo ancora resistono e quelle nuove che si vanno a creare. Tagliamo in tutte le direzioni!
E' sotto gli occhi di tutti l'attacco che lo Stato muove in particolar modo alle regioni del sud e alle isole. Farò poi un esempio che forse chiarirà meglio l'idea dell'attacco rivolto nei nostri confronti, l'attacco alle Regioni del Mezzogiorno, con un federalismo che in teoria dovrebbe consentire (in un'idea del miglior federalismo possibile) a tutti di crescere, di avere uno sviluppo più adeguato rispetto alle proprie capacità, alla propria cultura, all'articolazione così diversa di dialetti, lingue, culture, miscuglio di razze che è il nostro Paese. Io così immagino un federalismo, il federalismo migliore possibile, il federalismo buono che guarda a un aiuto alle Regioni, visto che parte dallo Stato. In questo caso abbiamo un federalismo che è, potrebbe essere utilizzato un sinonimo di federalismo che sinonimo non è ma è sinonimo per il federalismo che viene utilizzato da Tremonti e dalla Lega a livello nazionale, cioè "egoismo". E' semplicemente un'operazione egoistica! Non avendo le risorse da dirottare in più al Nord che chiede, preme e pretende, semplicemente vengono tolte, quelle risorse, al Sud per dirottarle verso il Nord, con questa continua litania per cui il Sud, noi, noi tutti, saremmo dei ladri, degli spendaccioni, persone che hanno sperperato risorse pubbliche, mattina, sera e notte, mentre il Nord brilla di luce propria e, solo attraverso un po' di risorse in più, che per giunta dicono essere tutte loro, potrebbe continuare a brillare ancora di più.
Io credo che, dopo la partita "Malpensa", che è stata voluta in modo forte dalla Lega perché sembrava fosse quasi uno sminuire le Regioni del Nord non avere un altro hub in un Paese che forse avrebbe dovuto tenerne e rafforzarne uno, e non moltiplicarlo, adesso abbiamo lo scandalo "Malpensa", per cui dobbiamo mettere a correre risorse ingenti, dobbiamo sperperare, in questo caso sì, denaro pubblico per sanare buchi quotidiani; non abbiamo competizione nei trasporti a livello mondiale, c'è semplicemente il fatto che qualche politico del Nord Italia, della Lega, ha forse potuto mettere una bandierina, potendosi poi all'estero vantare di avere, anche loro, un aeroporto internazionale che guarda al mondo e alle rotte internazionali.
Mi sarei aspettato un'idea da parte del Governo nazionale di migliore programmazione perché fosse il Governo nazionale quello in capo al quale sta un'idea di programmazione più generale che le Regioni dovrebbero seguire, un'idea del risparmio laddove si deve risparmiare, un'idea di miglior utilizzo delle risorse laddove queste devono essere utilizzate meglio, ma non un taglio indiscriminato! Ebbene, a questo che cosa dovrebbe essere contrapposto? Una battaglia politica forte! Ha ragione l'onorevole Capelli, nel confronto tra istituzioni, l'abbiamo vissuto nella precedente esperienza di governo, con le istituzioni nazionali, a prescindere dal colore politico, va innescato uno scontro, anzi, prima una relazione, poi un dialogo, poi una richiesta forte e successivamente uno scontro; tanto che, per la prima volta, la Sardegna si è mossa a Roma per manifestare e per ottenere le risorse che le venivano sottratte, eppure si parlava di istituzioni, quella regionale e quella nazionale, politicamente omogenee.
Oggi, a fronte di omogeneità dei governi (nazionale e regionale), noi non abbiamo la stessa presa di posizione di fronte alle risorse che ci vengono sottratte, di fronte a La Maddalena che viene data a un imprenditore (che pure qualche risorsa avrebbe da mettere a correre anche di suo) che paga un importo pari a quanto ammonta l'affitto di un locale commerciale nel centro di Cagliari e noi dobbiamo persino pagare l'Ici a quell'imprenditore, e poi vengono sottratti fondi per programmare le regate in barca a vela e vengono prese altre risorse perché bisogna fare di quelle risorse razzia altrove, eccetera eccetera eccetera. Ecco, tutto questo forse meriterebbe una presa di posizione un pochino più forte, non dico dura, perché forse qualcuno non è capace a esprimere durezza nei confronti del Governo nazionale, ma perlomeno a un livello di scontro un po' più alto, alzare un pochino l'asta. Tutto questo non c'è!
L'onorevole Sechi ha parlato bene dei tagli alla cultura sarda, ci riempiamo la bocca di autonomia, di nuovi statuti, della nostra particolarità e della nostra peculiare cultura, però poi anche noi lì tagliamo. Perché? Guai se alle parole qualche volta seguisse un fatto, non dico tanti, uno, conseguente! Faccio alcuni esempi. Siete riusciti a proporre anche il taglio di agenzie, su alcune delle quali forse bisognerebbe indagare un po' di più. Magari, Assessore, bisognerebbe indagare sulle determine di alcune agenzie, magari bisognerebbe indagare sulle determine di AREA, in quelle dove ci sono rapporti solo ed esclusivamente con pochissime società, sempre le stesse, dove si fa riferimento ad alcuni avvocati che hanno consulenze, che difendono AREA in alcune cause e si tratta di avvocati che sono altissimi esponenti politici del centrodestra regionale e nazionale. Io credo che almeno quelli si dovrebbero astenere dall'ottenere incarichi dalle agenzie regionali, perlomeno, non dico per una questione che va altrove, ma per una questione che attiene semplicemente allo stile.
(Interruzione)
Collega Radhouan, sappiamo che è poco interessante ciò che noi diciamo, comunque vale la pena dirlo, perlomeno rimarrà agli atti.
Sulle agenzie dicevo, Assessore, che forse bisognerebbe tagliare quando l'ERSU propone di fare un'attività di aiuto ai giovani per la ricerca di lavoro che fa esattamente il comune di Cagliari con minori risorse e avendo contatti con gli stessi soggetti che vorrebbe intercettare l'ERSU. Magari sarebbe bene mettere insieme le due cose, non sprecare 200 mila euro per fare una cosa che è già avviata dal comune capoluogo. Perlomeno una telefonata, visto che chi lo fa non è che non conosce chi governa l'amministrazione avendo essa governato, avendo fatto parte dell'Esecutivo comunale! Forse in quella direzione dovrebbero andare i tagli!
Forse anche nella direzione di avvertire di un problema tutti noi: sulle Università sarde si sta giocando una partita alquanto delicata, l'Ateneo di Cagliari e l'Ateneo di Sassari vengono messi, con parametri che hanno della follia, in competizione col Politecnico di Milano e di Torino. In questi termini: l'Ateneo di Cagliari è un ateneo diciamo complesso e compiuto che ha al suo interno ad esempio anche "Medicina", che ha al suo interno anche l'Azienda mista; solo ed esclusivamente a Cagliari, in termini di occupati, un terzo del personale per il quale l'Università eroga gli stipendi sta in capo all'Azienda mista, quindi lavora tra Università e ASL. Un terzo delle risorse che sono assorbite all'interno del bilancio dell'Università di Cagliari, dell'ateneo di Cagliari, sono assorbite diciamo dalla Facoltà di Medicina ma in particolar modo dal Policlinico universitario. Il Politecnico di Milano e di Torino non sono atenei, non hanno il policlinico, non hanno medicina, non hanno quelle suddivisioni di dipartimenti e di facoltà che comportano spese ingenti: per esempio, in chimica, per avere una strumentazione di un certo tipo bisogna spendere milioni di euro. Il Politecnico di Milano e di Torino non ce le hanno, ce le hanno solo per le facoltà esistenti al loro interno, ma non hanno quell'immensità che è l'articolazione di un ateneo.
Mettendo sullo stesso piano, in termini di concorrenti, l'ateneo di Cagliari, l'ateneo di Sassari e il Politecnico di Milano e di Torino avviene esattamente che vengono dirottati 20 milioni di euro dall'ateneo di Cagliari e altri 12, mi pare, dall'ateneo di Sassari, verso le università del Nord. Con questo gioco, a ripetizione, di mettere in contrapposizione e in concorrenza cose che tra loro non sono concorrenti, perché non è possibile mettere a competere un peso massimo con un peso piuma, persino nello sport non è pensabile, nell'arco di un anno, le Università del Sud e delle isole si vedranno sottratte risorse per l'ammontare complessivo di 500 milioni di euro che vanno, né più né meno, alle Università del Nord. E' accettabile questo? E' accettabile che si tagli in un settore che andrebbe invece incentivato?
I dati oggi ci dicono che, all'Università di Cagliari e Sassari, c'è un calo mediamente del 15 per cento di iscrizioni, mentre tutti i dati OCSE-PISA ci dicono che noi dovremmo avere il 60 per cento di iscritti in più nelle nostre Università per competere con le regioni degli altri paesi d'Europa, allora è pensabile che si tagli in questo settore? E' pensabile che si tagli sulla scuola? Noi spendiamo milioni di euro per comprare le lavagne digitali elettroniche connesse a internet e web, però non abbiamo la carta igienica nei servizi delle scuole, non abbiamo i gessetti per scrivere sulle lavagne, non quelle interattive, quelle tradizionali! Non abbiamo i soldi per mettere in sicurezza le aule, però in queste aule fatiscenti, avremo le lavagne interattive. Che bello! Tutti guarderanno queste lavagne interattive, che sono costate milioni di euro, e nel frattempo a quei giovani che guarderanno quelle lavagne cadranno i calcinacci in testa. Mi sembra una scelta intelligentissima di priorità! Qualche volta andranno pure stabilite le priorità! Uno non cambia l'autoradio nella macchina se ha le gomme lisce! E gli esempi si potrebbero fare a iosa su questi settori, come sulla ricerca.
Chiudo il mio intervento dicendo che forse, e lì noi potremmo dare una mano, vi potremmo aiutare, dovrebbe essere fatta una battaglia un pochino più forte nei confronti dello Stato e nei confronti degli enti, settori della Regione che spendono male, spendono troppo e in direzioni sbagliate, però sta a noi, ma un pochino di più sta a voi, rispetto a quanto stia a noi, dire dove bisogna tagliare, come bisogna spendere e soprattutto in quali direzioni bisogna investire perché la Sardegna possa uscire da questa crisi, perché tutti i sardi possano avere una vita degna di essere vissuta e perché qualcuno di noi non si senta mortificato…
PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Interverrò molto brevemente. Intanto rileviamo che, così com'è stato esitato dalla Commissione, il provvedimento ha assunto una natura per così dire tecnica, è stato alleggerito da parti che avrebbero giustamente creato anche un problema di contrapposizione, all'interno di quest'Aula, sulla opportunità o meno di eliminare delle agenzie. Allora ragioniamo sul provvedimento qual è stato esitato dalla Commissione, provvedimento necessario e necessitato che richiama anche noi alla corresponsabilità nella difficile opera di risanamento dei conti pubblici e che, a mio avviso, rappresenta anche da noi, in Sardegna, il banco di prova della maturità di tutti noi, della classe politica sarda, per non lasciarsi trascinare da una spirale distruttiva, solo e sempre fatta (come ho sentito anche stamattina) di accuse a vuoto.
Avrei chiesto all'onorevole Barracciu, soprattutto che cosa avrebbero ipotizzato lei, il suo Partito e il suo Gruppo, se avessero avuto responsabilità di governo. Dov'è la vostra proposta alternativa a quella che propongono la maggioranza e il Governo regionale? Vedete, è facile, noi rispettiamo il lavoro che fa l'opposizione, che deve giustamente anche approfittare dell'effetto propagandistico, badate in economia ritengo che si possano formulare tutte le ipotesi possibili, tutto è migliorabile, però, laddove non si possono fare compromessi al ribasso, penso che sia di buon senso per tutti noi considerare la situazione data. L'occasione semmai è utile anche per richiamare il Governo regionale a continuare nel lavoro di quella terapia dimagrante della spesa, soprattutto di quella improduttiva, inutile, che è già iniziata un anno e mezzo fa, a continuare a eliminare quelle spese che non riguardano, non interessano e non influiscono sulla vita dei cittadini, e a iniziare a porsi il problema di misure e di risparmi strutturali che possano incidere dunque anche per gli esercizi futuri.
Penso che a nessuno piaccia tagliare; anzi noi che veniamo tutti da una cultura dello stanziamento delle leggi di spesa, amiamo sempre sovraccaricare i capitoli di bilancio, ma una manovra che non tocca direttamente la sanità, le politiche sociali, le politiche del lavoro, che non tocca in maniera incisiva capitoli di spesa che riguardano le politiche per gli investimenti, io penso che, nella situazione data, fosse la sola possibile. A nessuno piace, non posso dire che fosse il modo migliore, è il modo possibile, ma siamo qui in quest'Aula eventualmente per portare anche (e speriamo venga anche il contributo della opposizione) quei correttivi, se ve ne sono, sensati e seri che possano migliorare il provvedimento. Ma, come ho detto, senza compromessi al ribasso, perché siamo tutti d'accordo che bisogna ritrovare almeno motivi di unità e coesione su una battaglia che non deve vedere governi nazionali amici sulle istanze che la Sardegna potrà e dovrà portare in una sola voce. Siamo d'accordo perché si trovino le ragioni di una coesione, anche con un ordine del giorno comune, ma mi pare che sia un'occasione sprecata quella di attardarci ancora a discutere, in maniera così contrapposta, su aspetti che non debbono assolutamente far perdere ulteriormente tempo su un provvedimento che, appunto per la sua caratterizzazione necessaria e necessitata, mi pare che dovrebbe avere, se non anche il favore dell'opposizione, comunque una posizione che non ne ritardi la sua approvazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, avevo capito che mi toccava parlare un pochino più tardi. Sono venuto oggi in quest'Aula perché sentivo il dovere di essere qui in questa discussione, anche dopo… Mi scusi se la disturbo, onorevole Campus, se la sto disturbando taccio!
Sto cercando di dire che sono venuto qui in quest'Aula perché lo ritengo un appuntamento importante, nel momento in cui oggi in Italia, nel 2010, dopo quello che leggiamo sui giornali, si discute in Sardegna di una manovra di assestamento. Credo che sia importante e sono venuto, nonostante l'asprezza del dibattito di ieri, magari un po' di riposo avrebbe fatto bene anche a me. Sono venuto non per fare propaganda, non tutte le volte che l'opposizione parla è qui per fare propaganda, onorevole Pittalis, sono venuto per dare un mio contributo responsabile, per cercare di portare quello che so e quello che ho da dare, se può essere utile, e spero che possa essere utile e spero che ci ascoltiamo, perché ognuno di noi ha qualcosa da dare, me compreso.
Presidente, credo che, come ha detto, farebbe bene a schermare l'aula!
Noi stiamo cercando di dire, chi mi ha preceduto, Chicco Porcu, che in questo momento non è qui, stiamo cercando di dire che vorremmo sapere dove stiamo andando nel momento in cui, nelle aule parlamentari, in commissione, il Governo in tutti i modi ci dice che l'articolo 8 del nostro Statuto non viene rispettato; nel momento in cui prima non pone la posta in bilancio cercando di truccare le carte dicendo: "Siete all'interno di questo capitolo vastissimo, quindi le recupereremo", poi dice e non dice, poi dice che effettivamente le poste non ci sono e poi che, d'altronde, il Governo della Regione lo sa perché si è concordato di fare la norma di attuazione e di fatto taglia dal vostro bilancio, dal nostro bilancio, anzi dal bilancio di tutti i sardi, il 20 per cento di tutte le loro risorse finanziarie. Il 20 per cento di tutte le risorse finanziarie! Vorrei sapere qual è la sola famiglia in questa Regione, oggi, a cui si può sottrarre il 20 per cento del suo stipendio senza che il capofamiglia, senza che marito, moglie e tutti, stiano lì a discutere e a dire che cosa fare e parlare esattamente del punto in questione.
Il punto è questo: il Governo è in difficoltà certamente, propone una manovra finanziaria, l'approva nei modi in cui dice e chiama a raccolta tutti gli enti locali e tutte le Regioni e a ciascuno fa pagare qualcosa. Se fossimo una Regione come le altre, noi dovremmo pagare circa 100-120 milioni di euro, in realtà noi siamo chiamati a pagare, forse un miliardo e mezzo? Un miliardo e 6? La nostra Regione viene chiamata a pagare quindici volte in più di quello che dovrebbe pagare! Allora, se volete, parliamo di tecnicismi, di come modificare la norma finanziaria, la legge di bilancio, io credo che sia più opportuno non perdere neanche un momento e parlare di come fare per difendere le nostre risorse, anzi le risorse più importanti di quelli che siamo chiamati a rappresentare. Come fare? Che cosa facciamo domani? Che cosa facciamo dopodomani? Che cosa mettiamo effettivamente in campo? Non penseremo di cavarcela con un ordine del giorno! Non penseremo di spaventare qualcuno con un ordine del giorno! Innanzitutto, abbiamo consapevolezza di quello che sta accadendo o no? Questo è! Francamente, poiché ieri avete confermato che c'è un Presidente della Regione, mi sarei aspettato di vederlo qui e che non delegasse a nessun altro cose di questa importanza, che fosse qui a dirci che cosa ha in mente di fare, a dirci e a spiegarci che cosa può fare, a chiedere il nostro aiuto e il contributo di tutti su questo argomento.
Io l'ho seguita nel suo intervento, onorevole Capelli, ho cercato anche di comprendere, io non faccio parte di questa Commissione, non ho partecipato ai lavori di quella Commissione, alcune cose mi sfuggono delle vostre argomentazioni, del vostro riproporvi, io credo che questa sia l'Aula parlamentare, non è la Commissione, non si tratta di rapporti uno a uno così facilitati dai banchi più vicini e dalla modalità della Commissione, qui siamo in un'aula e se c'è da discutere un testo diverso si prenda questo testo e lo si riporti subito in Commissione. Prendiamo il tempo, da domani mattina, per discutere qualunque testo, partendo da qualunque testo, dalla vostra mozione, per esempio, perché no? Per dire che cosa abbiamo in mente di fare, per dare tempo a questa Giunta di chiedere l'aiuto che a noi in altri tempi è capitato di dare e di ricevere dal Consiglio regionale, di ricevere dai sindaci, di ricevere dalle organizzazioni sindacali, di ricevere da tutta la società sarda. E' ora che il nostro Presidente della Regione venga lì e chieda aiuto a noi e a tutti i sardi, e che si presenti domani a Roma e dica anche che cosa farà nel caso in cui la sua domanda non venisse accolta. Deve essere chiaro a tutti che le famiglie sarde sono chiamate a pagare quindici volte in più il conto che sono chiamate a pagare le famiglie lombarde, venete e calabresi.
Credo che dobbiamo andare a questo confronto con tutte le poste finanziarie attive intatte, non sottrarrei nemmeno 100 mila euro, nemmeno 100 milioni e nemmeno 400 milioni: questo è il nostro bilancio, da questo partiamo. Prima dateci tutti i soldi che ci dovete e poi vediamo se effettivamente il PIL è sceso e le Imposte sui redditi delle persone fisiche percepiti sono diminuite, magari, alla fine, troveremo che non c'è 1 miliardo e 800 ma c'è 1 miliardo e 600, 1 miliardo e 500, o 1 miliardo e 400. Ma non inizio facendo gli sconti da subito! Quindi proporrei: riportate questo testo in Commissione, prendete quello che serve, se pensate che ci sia l'urgenza di modificare la legge di contabilità, io non credo, ma fatelo se è importante, venga la Giunta e ci racconti il suo punto di vista, è vero che ha accettato che occorra la norma finanziaria per avere i soldi, perché il Governo nazionale questo dice e quindi, se non è così, ditecelo!
Qualche mese fa, ho assistito qui a una assemblea solenne dove c'era tutta la Sardegna, i sindacati, l'abbiamo fatto per difendere ALCOA, per difendere il 20 per cento del bilancio della Regione che riguarda tutti i sardi, ma pensiamo di cavarcela con un ordine del giorno fatto fra noi, stancamente, in fretta, prima di andare in ferie? Carissimi colleghi, veramente, io vi richiamo a questo, richiamo me stesso innanzitutto e tutti noi. E' un momento straordinario, è stato detto, cerchiamo di avere anche una maturità straordinaria tra di noi, una capacità veramente di aiutarci a vicenda e tutti insieme di aiutare la Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Io vorrei mantenere e rispettare il tono di concentrazione e il tono accorato dell'ultimo intervento perché l'argomento e la modalità in cui è stato posto lo meritano.
Penso di poter dire, come relatore di maggioranza, che non c'è un consigliere regionale che non si riconosca in una battaglia che non lascia allo Stato neanche un euro di quello che ci spetta. E' vero, c'è un percorso che purtroppo non è noto, non è stato socializzato, c'è un lavoro duro politico che si è svolto dentro e di cui nessuno parla. E' vero, perché si è iniziato in Commissione a ragionare di entrate, facendo audizioni importanti, ad approfondire il tema del federalismo fiscale che incombe, perché nell'ultima relazione fatta dal Governo al Parlamento si vedono criticità e opportunità per noi, ma incombe, e il paradosso è che l'agenda dell'incontro bilaterale a cui il Governo è obbligato dalla legge numero 42 con la Regione Sardegna, noi non la stiamo tenendo, è stata chiusa con il Trentino, si sta chiudendo con il Friuli mi pare, o con la Valle d'Aosta, arrivano, arrivano anche da noi. Noi ci troveremo a quell'appuntamento, di questo si è parlato a lungo, e che facciamo? Teniamo l'articolo 8 o giochiamo una nuova partita? La decisione unanime, di cui non ha parlato nessuno, è che si parte dall'articolo 8. L'articolo 8 non si molla se non si trova una posizione più avanzata. Di tutto questo lavoro, durissimo, non è trapelato nulla e io devo dire che probabilmente dobbiamo far sapere perché abbiamo fatto questa scelta.
Il secondo aspetto riguarda la criticità che, in questo lavoro, si è espressa anche in una risoluzione votata all'unanimità dalla Commissione bilancio e che questo Consiglio attende di discutere. Non appena sono emerse le dichiarazioni a cui hanno fatto riferimento i colleghi dell'opposizione, per ultimo l'onorevole Soru, e che sono certamente allarmanti, la Giunta ha comunicato la sua posizione, cioè alzare il tiro, contestare le dichiarazioni del Sottosegretario e sollevare il conflitto di attribuzione. Su questo, tutti abbiamo condiviso l'impostazione.
Io penso che sia vero che non ci sia Governo regionale che abbia capacità di incidere se non chiama il proprio popolo alla battaglia dinanzi al momento, però il "momento" non è ancora con le truppe ben schierate e - secondo me - avremo in questi giorni e in queste settimane il dovere di legare due questioni: la questione di prenderci i nostri soldi e la questione del potere che abbiamo di disciplinare come prenderceli.
Il 7 settembre, noi inizieremo la discussione sulle riforme istituzionali: proviamo a ragionare, d'estate, perché si fanno tanti convegni, per vedere se troviamo dei punti di contatto per creare questo clima di popolo, per cominciare a dire che le tasse le riscuotiamo noi! Ciò che ha detto l'assessore La Spisa ("la nostra non è finanza derivata") significa che potremmo applicare tranquillamente il modello siculo secondo cui noi riscuotiamo e diamo quota parte allo Stato. Questo dobbiamo mettere nello Statuto e dobbiamo farlo bene, con grande potere alla Sardegna e badando molto al denaro.
Si ritiene che tutti questi argomenti oggi avrebbero meritato una rilevanza maggiore rispetto a quella attribuita a un disegno di legge quale quello che stiamo discutendo. Il problema, lo dico con scoramento, è che non si riesce a portare all'attenzione del popolo sardo i grandi argomenti se il sistema politico non riprende a dialogare come stiamo cercando di fare oggi. Se fuori di qui si pensa che noi bisticciamo su tutto, tutto vale "zero"! Tutto vale "zero"! Tutto! Anche il tono dell'ultimo intervento dell'onorevole Soru per me è significativo, perché è quel tono che ci consente di iscrivere le cose importanti all'ordine del giorno. E' un tono che personalmente intenderei applicare sempre e con questo tono do giustificazione del perché siamo venuti in Aula con un provvedimento di questo tipo: non per annichilire la grandezza e la portata ma per un ragionamento di buon senso che vi vorrei sottoporre, poi mi direte se è sbagliato.
Nella finanziaria 2010, fatta nel settembre 2009, lo ricorderete, la stima delle entrate avveniva su dati non consolidati 2008. E' antipatico nelle aule consiliari scendere nel dettaglio, però magari non tutti sappiamo da che cosa nasce e può rimanere il dubbio che siamo qui veramente a fare cosmesi, come diceva il collega Porcu. Però, dopo che mi sarò spiegato, con piccoli conti, mi direte se è buon senso oppure se è veramente cosmesi. Siamo nel 2009, le stime vengono fatte dagli Uffici sul gettito 2008, non consolidato, quindi, mentre tutti siamo animati dalle preoccupazioni espresse qui dentro, anche ultimamente, sulle entrate, abbiamo pure il dovere di seguire questi aspetti, facciamo una stima, poi cosa succede? Succede che lo stesso Ministero dell'economia (cito la fonte perché noi dobbiamo abituarci qui dentro a citare le fonti, perché all'esterno poi escono numeri come fuochi d'artificio, allora le mie fonti sono queste: il Ministero dell'economia, Dipartimento delle finanze) ci dice, però a gennaio 2010, che il consuntivo 2008, quello su cui (perché era l'unico dato disponibile) è stata calcolata per esempio l'IVA, ha uno scostamento, tra il preconsuntivo e il consuntivo, in diminuzione del 7 per cento; quindi sta incominciando a dire che quella stima non funziona.
Poi c'è un altro elemento. Lo dico ai colleghi, noi tutti sappiamo (forse non lo sappiamo bene, lo sa sicuramente chi ha partecipato al negoziato per l'articolo 8 la scorsa volta, ma molti colleghi non lo sanno) come si calcola la nostra compartecipazione all'IVA: è una frazione, si prende il gettito nazionale IVA, si tolgono i rimborsi, si tolgono le quote della CEE, e lo si divide per l'incidenza dei consumi delle famiglie sarde sulle famiglie italiane, che è intorno al 2,3 per cento, se mi sbaglio correggetemi, ma mi pare di ricordare che sia questo. Che cosa ci dice il Ministero delle finanze, sempre nel 2010? Ci dice che, nel 2009, ci sono stati molti rimborsi e quindi il numeratore è sceso. Non solo, ma quando, sempre nel 2010, la Banca d'Italia avverte che, in Sardegna, c'è un crollo dei consumi e che bisogna stare attenti perché accadrà che quell'indicatore avrà un valore differente, allora, un padre di famiglia, che aveva stimato di avere 150 e invece comincia a capire che avrà 100, che cosa fa? Cerca di aggiustare i suoi conti e cerca di farlo in modo condiviso, se n'è parlato, cioè cerca di non intaccare aspetti strategici. Però poi che cosa cerca di fare? Mettendo mano al portafoglio si cerca di spendere meglio, dunque si modifica la legge di contabilità.
Che cosa sta succedendo? Io vorrei dire ai colleghi che sta succedendo, ne parlavo prima con l'onorevole Cuccureddu, che il Governo sta tirando il collo alla Sicilia sulla sanità (le darà 1 miliardo o 1 miliardo e mezzo in meno) mentre a noi non può toccarci perché siamo abbastanza protetti dalla situazione attuale, see la sappiamo far valere. Che cosa farà con noi? Ci tira il collo con il Patto di stabilità. Il Patto di stabilità divarica la competenza dalla cassa e noi veniamo sommersi da un mare di carta: il bilancio falso di cui parlava Luciano Uras. Allora si è pensato di fare un po' di manutenzione al bilancio e di inserire delle modifiche alla legge di contabilità che ci consentano di avere un risultato di amministrazione buono, magari di abbattere un bel po' il disavanzo e di avere quindi una possibilità di spesa maggiore.
La tensione morale sulle entrate e questa piccola operazione sono incomparabili, io sono d'accordo, sono incomparabili, però penso che sia stato opportuno dire, onorevoli, che questo tema è centrale; ma noi dobbiamo far diventare, questo tema, un tema che ci unisce in una strategia che deve essere molto efficace e noi abbiamo il tempo di costruirla da qui a settembre.
La relazione sul federalismo fiscale, che il Governo ha fatto alle Camere (io mi auguro che venga letta dalle persone che hanno fatto la precedente trattativa, perché sarebbe molto utile), dice quali sono i livelli di imbarazzo del Governo, perché il Governo dice di voler caricare alla Sardegna e alla Sicilia il costo degli enti locali, però ha difficoltà con il quadro normativo attuale, in quanto bisogna negoziare con la Sardegna, c'è un riquadro intitolato proprio "Il caso Sardegna e Sicilia". Quindi, anche il Governo ha un problema con i nostri poteri, se riusciamo a creare il clima politico che ci consente di realizzare quella unità su questo grosso problema e lo strutturiamo; per esempio, l'onorevole Campus, nel suo intervento, mi ha detto che abbiamo fatto bene a non sciogliere l'agenzia delle entrate perché ci serve un pensatoio che, al momento della trattativa con Calderoli, abbia dati e non che dobbiamo riceverli noi dal Governo.
Noi siamo in questa posizione, lo dico per tutta la maggioranza, è una maggioranza che sta cercando di trovare una posizione di buon senso, non eroica, ma efficace, abbiamo fatto un'operazione incomparabile rispetto all'altra battaglia, però non senza senso, non è senza senso, avrà degli effetti positivi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Ho chiesto di parlare, ringrazio la Presidenza e l'Aula per questo, perché la discussione su questo disegno di legge effettivamente si sta concentrando su una questione di fondo importantissima. Credo che sia opportuno e giusto che la posizione della Giunta non sia a un livello inferiore rispetto a questa discussione. Sia chiaro che la pericolosità di una posizione che il Governo centrale, ma permettetemi di dire soprattutto la sua burocrazia, la Ragioneria generale dello Stato, assume, ha assunto e continua permanentemente ad assumere (pur con il cambio dei Governi e con il cambio dei Presidenti del Consiglio o dei Ministri dell'economia), nei confronti delle autonomie locali, autonomie regionali, in materia di finanza pubblica, è arrivata a un punto che richiede ormai un chiarimento decisivo.
E' importante che si distingua però l'importanza di questo disegno di legge che nasce, lo ripeto, da un'esigenza e da una richiesta forte avanzata , da tutta la Commissione bilancio e da numerosi consiglieri, anche dell'opposizione, alla Giunta, più volte, durante questa primavera, per sapere la situazione dei conti e fare chiarezza sul bilancio regionale. E' esattamente questo lo scopo di questo disegno di legge, fare chiarezza sui conti senza rinunciare minimamente a quanto è dovuto a favore della Sardegna. Credo che questo che sia il punto assolutamente irrinunciabile e assolutamente chiaro.
Noi non abbiamo rinunciato e non stiamo rinunciando neanche a un euro! Vorrei ricordarvi che abbiamo iscritto in bilancio nel 2009, presentando il bilancio 2010, tutte le somme correlate alle quote di compartecipazione spettanti alla Sardegna a valere sull'articolo 8 novellato nel 2007, è stato chiarissimo e in quel momento eravamo forti; vi ricordo, in questa Aula, di un ordine del giorno, accettato dal Governo, presentato dai deputati sardi di tutti gli schieramenti, in cui il Governo rassicurava sulla disponibilità di quelle risorse in un fondo indistinto, che però sosteneva essere abbastanza capiente, , dicendo ai nostri parlamentari di stare tranquilli, e quindi abbiamo predisposto quel bilancio. Quel bilancio, quello di questo esercizio, non è stato impugnato dal Governo nazionale! Altro punto importante.
Ancora, le spese sulla sanità sono coperte proprio da trasferimenti che derivano dalle quote di compartecipazione sull'IVA, calcolate esattamente secondo i parametri dell'articolo 8 novellato nel 2007; abbiamo molti punti, a nostro favore, rispetto all'interpretazione secondo la quale,(fino a quando alcune parole del sottosegretario all'economia pronunciate alla Camera ci hanno allarmato) ritenevamo che le cose andassero nella giusta direzione e che le risorse per la Sardegna ci fossero. L'unica cosa che non era certa era, e a questo punto la preoccupazione è forte, che quelle risorse non sono nel bilancio dello Stato esplicitamente destinate alla Regione, ma contenute solo in un fondo indistinto.
Le parole del sottosegretario, a seguito di un'interpellanza, sono allarmanti, da quel momento in poi, in tutte le sedi di confronto con lo Stato, nella Conferenza delle Regioni, nella Conferenza Stato - Regioni, negli incontri diretti con il Ministro dell'economia, che si sono svolti alcune settimane fa, noi abbiamo ripetuto queste cose fino ad arrivare a dire subito, spero che questo lo si possa riconoscere lealmente, che noi siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti giuridici conflittuali con lo Stato per difendere questo diritto.
Come ha detto il Presidente ieri, abbiamo anche fatto una sostanziale diffida, perché non può essere impugnata, con la speranza di poter vincere un ricorso, una dichiarazione del sottosegretario rilasciata alla Camera. Abbiamo bisogno, per un conflitto che possa avere speranza di successo, e il successo è fondamentale in un conflitto davanti alla Corte costituzionale, di un punto di chiarezza: qual è la vera posizione formale dello Stato su questo punto? E' stata fatta una diffida sostanzialmente molto dura, credetemi, e da questa risposta noi pensiamo di avere la possibilità effettiva di arrivare a un conflitto oppure speriamo anche, ancora non lo possiamo escludere, di avere una possibile risposta positiva. Certo, visto l'andamento della finanza dello Stato, mi sembra molto difficile.
Io credo che probabilmente, questa è la posizione di tutta la Giunta, lo ha detto ieri il Presidente, noi saremmo costretti a ottenere una sentenza per poter aver riconosciuto il nostro diritto a tutte le entrate spettanti secondo lo Statuto, e ci arriveremo, ci arriveremo tutti.
Le modalità di coinvolgimento, il Consiglio regionale decida, maggioranza, opposizione, la Commissione bilancio, i sindacati, le rappresentanze sociali, gli amministratori locali, sono dinamiche che possono essere attivate in qualunque momento; io vorrei che fosse chiaro che, dal primo momento, immediatamente, con estrema chiarezza, la Giunta regionale ha preso una posizione netta e forte riguardo a questo problema. Riconoscendo innanzitutto, anche di questo si deve dare atto, che la modifica dell'articolo 8 dello Statuto ha effettivamente dato la possibilità di ascrivere, a vantaggio della Regione, maggiori entrate. E' un dato di fatto che dimostra la lealtà di questo Governo regionale, la lealtà di questa maggioranza, e la volontà di intraprendere insieme un'azione forte, se necessario fortissima, per difendere questo diritto. Credo che fosse necessaria una precisazione anche in questo momento del dibattito.
PRESIDENTE. I lavori riprenderanno domani mattina, giovedì 29 luglio, alle ore 10 e 30.
La seduta è tolta alle ore 20 e 28.
Allegati seduta
CXXV SEDUTA
Mercoledì 28 luglio 2010
Presidenza della Presidente LOMBARDO
ongedi..................................................................................................................... 2
Congedo per motivi istituzionali.......................................................................... 2
Disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra economica-finanziaria 2010-2013)" (78/A). (Discussione generale):
MANINCHEDDA, relatore di maggioranza................................................... 3, 87
BARRACCIU, relatore di minoranza.................................................................... 9
PORCU................................................................................................................ 34
BEN AMARA...................................................................................................... 47
SECHI.................................................................................................................. 51
CAPELLI............................................................................................................. 57
ZEDDA MASSIMO............................................................................................ 68
PITTALIS............................................................................................................. 79
SORU................................................................................................................... 82
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio 94
(Verifica del numero legale)................................................................................... 8
(Risultato della verifica)......................................................................................... 9
(Seconda verifica del numero legale).................................................................... 22
(Risultato della verifica)....................................................................................... 22
(Terza verifica del numero legale)......................................................................... 67
(Risultato della verifica)....................................................................................... 68
Interrogazione (Annunzio)................................................................................... 3
Questione pregiudiziale:
PORCU................................................................................................................ 23
MANINCHEDDA............................................................................................... 25
URAS LUCIANO............................................................................................... 26
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio 28
Sull'ordine dei lavori:
MANINCHEDDA............................................................................................... 31
PORCU................................................................................................................ 32
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 24 giugno 2010 (118), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Attilio Maria Antonio Dedoni, Gabriella Greco, Domenico Gallus, Eugenio Murgioni, Nicolò Rassu, Adriano Salis, Carlo Sanjust, Matteo Sanna e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 28 luglio 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Congedo per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, il consigliere Andrea Biancareddu è assente nella seduta del 28 luglio 2010 per motivi istituzionali.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dei palazzi AREA del rione di via Ospedale a Carbonia". (351)
PRESIDENTE. Constatate le scarse presenze in Aula e l'assenza della Giunta, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 02, viene ripresa alle ore 16 e 18.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 78/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, onorevoli colleghi, sarò molto breve, lo dico per quanti intendono iscriversi a parlare. Com'è noto a tutti, il disegno di legge numero 78/A, oggi in discussione, venne formalmente presentato dalla Giunta regionale nel settembre del 2009 congiuntamente alla finanziaria 2010. Occorre ricordare questo punto di partenza e rammentarne…
(Brusio in aula)
Presidente, mi rimetto alla relazione scritta!
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, lei ha ragione, mi scusi. Colleghi! Non è possibile lavorare in questo modo. Chi deve conversare, lo faccia fuori dall'Aula. Grazie.
Prego onorevole Maninchedda.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Colleghi, dicevo che, com'è noto a tutti, il disegno di legge numero 78/A venne formalmente presentato dalla Giunta regionale nel settembre 2009, congiuntamente alla finanziaria 2010. Occorre ricordare questo punto di partenza e rammentarne la portata. La Regione non ha avuto esercizio provvisorio grazie alla tempestività dell'approvazione della manovra. Il collegato, nella sua formulazione originaria, mirava ad accompagnare le politiche finanziarie con una serie di provvedimenti di settore ritenuti urgenti e coerenti con gli obiettivi di riforma e di sviluppo enunciati. Da settembre a oggi è intervenuta però una serie di fattori non banali, tra tutti in particolare la lotta alla crisi finanziaria europea innescata dal caso "Grecia", lotta affrontata dagli Stati con una robusta riduzione della spesa pubblica i cui effetti si vedranno soprattutto nel 2011. Inoltre, già nell'esercizio in corso, si è registrata una crisi dei consumi e del gettito fiscale che ha indotto lo Stato italiano a rivedere al ribasso il proprio bilancio di competenza del 2010 e a invitare così tutte le articolazioni dell'amministrazione pubblica a fare altrettanto.
Ordinariamente, quando le finanziarie sono approvate nei termini di legge, un assestamento a metà dell'esercizio è atto dovuto e di buon senso, evidentemente era invece inutile quando le finanziarie venivano approvate a marzo o a maggio. Coerentemente con l'indirizzo assunto sin dall'inizio della legislatura, la Giunta ha ritenuto di dover procedere a una manovra strettamente finanziaria, cioè di riallineamento delle spese a una ponderata valutazione, fatta a metà esercizio, delle poste collocate in entrata in autunno. Di conseguenza, onde evitare il pessimo ripetersi delle leggi finanziarie omnibus, la Giunta ha emendato l'originario disegno di legge, stralciando le norme non strettamente finanziarie e annunciando specifici relativi disegni di legge.
La stessa filosofia ha portato a revocare gli emendamenti, in un primo tempo inseriti, sulla soppressione di alcune agenzie regionali. Tutti gli emendamenti della Giunta che hanno configurato il nuovo disegno di legge sono stati poi resi noti alle Commissioni consiliari. La manovra ha quindi un carattere tecnico fortemente orientato al riallineamento dei conti, in modo da non generare inutilmente residui, nonché all'accelerazione della spesa e all'abbattimento dei residui già maturati.
Nel testo si segnala all'attenzione dei colleghi la modifica della vigente nozione di impegno di spesa in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo numero 170 del 12 aprile 2006, di cui, però, con un emendamento si prevederà la decorrenza dal primo gennaio 2011, per consentire al bilancio attuale di predisporsi a questa innovazione. Si segnala, inoltre, l'abrogazione di tutte le disposizioni regionali che derogano all'articolo 60 della legge regionale di contabilità numero 11, il quale detta la disciplina generale su formazione, mantenimento, eliminazione e riproduzione in bilancio dei residui passivi. In quest'ultimo caso, lo dico perché i colleghi ne abbiano contezza, le risorse rimaste inutilizzate per anni potranno essere impiegate per il miglioramento del risultato di amministrazione.
Nelle more di una revisione organica della legge regionale di contabilità, le norme introdotte si pongono altresì l'obiettivo di adeguare il bilancio di competenza alla massa effettivamente spendibile in ciascun esercizio. L'adozione di una nozione stringente di impegno di spesa mira in particolare a ridurre al massimo i meccanismi di formazione dei residui passivi i quali, nell'esperienza regionale, si sono rivelati, il più delle volte, generiche e indeterminate "promesse di spesa", trascinate di bilancio in bilancio pur in assenza di un'obbligazione giuridicamente perfezionata. Il raggiungimento di tali obiettivi presuppone tuttavia (lo dico per i colleghi, perché capisco siano argomenti molto tecnici e sono distratti) che gli stanziamenti di spesa siano iscritti in bilancio nella misura indispensabile per l'assunzione degli atti di impegno, i quali, anche alla luce dei limiti imposti dal patto di stabilità, che è quello che condiziona realmente la massa manovrabile, si prevede dovranno e potranno essere assunti nel corso del medesimo esercizio.
Per cui, con la legge in discussione, qualora venisse approvata, noi dovremmo varare l'abbandono, da parte del legislatore regionale, cioè noi, della cultura dello stanziamento indiscriminato e la presentazione e la relativa approvazione dei documenti di bilancio nei termini previsti dalla legge. Se passa questa legge, come noi auspichiamo, devono cambiare i nostri costumi e non sarà più possibile presentare emendamenti di incremento di spesa superiore alla massa realmente manovrabile nell'anno e alla capacità di spesa di quella somma nel corso dell'esercizio. Occorrerà un legislatore molto più attento di quello che ha legiferato fino a oggi.
Le riduzioni di spesa ammontano a circa 390 milioni ed è ovvio che, sebbene siano state ben ponderate, esse sono rigide rispetto ai saldi più che rispetto ai capitoli di partenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Diana Giampaolo, Mariani e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 35 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 28, viene ripresa alle ore 17 e 02.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Ha facoltà di parlare la consigliera Barracciu, relatore di minoranza.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza.Presidente, Assessore e colleghi, ieri durante il dibattito sulla mozione di sfiducia alcuni colleghi della maggioranza e, a dire il vero, anche il presidente Cappellacci, in quella che può essere definita una furia propagandistica, ricordando i presunti fasti di questo primo anno e mezzo di Governo regionale, hanno posto l'accento sulla produttività di questa maggioranza e in particolare hanno sottolineato l'approvazione delle leggi finanziarie...
(Brusio in aula)
Presidente... già iniziamo dopo un'ora di ritardo...
PRESIDENTE. Come?
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Già si inizia dopo un'ora di ritardo… ma poi continua a esserci chiasso!
Dicevo, che hanno posto l'accento sulla produttività di questa maggioranza e in particolare hanno sottolineato l'approvazione delle leggi finanziarie, di cui una a tempo di record (si diceva in tutte le lingue), nonché la loro missione benefica rispetto ai problemi della Sardegna. Tralasciando di ripetere ciò che anche ieri è stato detto da questi banchi, da noi, sull'inconsistenza di quella produzione legislativa che in realtà avete sviluppato, penso sia opportuno ricordare la natura, anch'essa ininfluente sulla Sardegna, delle leggi finanziarie approvate fin qua. D'altronde non poteva che essere così.
Voi stessi, sia per la prima che per la seconda volta, ne avete annunciato la leggerezza. La finanziaria del 2009, la finanziaria del 2010. Le avete giudicate "snelle", addirittura avete definita la prima una sorta di figlia illegittima. "Non è la nostra finanziaria", diceste. Ciò seguito ogni volta da annunci sulla presentazione di collegati alle finanziarie che avrebbero invece, con cognizione di causa, risposto concretamente ai bisogni della Sardegna e alle nostre innumerevoli obiezioni.
Anche oggi l'onorevole Maninchedda, nella sua relazione al disegno di legge che stiamo discutendo, ha sottolineato come questo sia stato profondamente modificato rispetto all'assetto originario, ma prima che venisse modificato è stato annunciato, anche in Commissione, che tutte le parti cassate in questa fase sarebbero state poi riprese grazie a opportune leggi di settore. Quindi nuovi annunci.
La prima finanziaria l'avete approvata e disconosciuta affermando: "Non è la nostra finanziaria". Il collegato a essa, senza che ci fosse bisogno che lo dicessimo noi, e d'altronde gli effetti sul sistema isolano li abbiamo già visti, è stato giudicato allora anche dai sindacati un insieme di provvedimenti a pioggia fatti per pagare promesse elettorali. Questo è il giudizio espresso allora dai sindacati. Poi sono arrivati la finanziaria 2010 e il Piano regionale di sviluppo. Questi due sì, questi due, tutti e due, figli vostri e riconosciuti, ma che hanno confermato ciò che avevano in predicato: ancora una volta la distanza abissale, secondo noi, ma non più ormai soltanto secondo noi, tra le promesse elettorali che avete offerto ai sardi e i fatti concreti, tra le dichiarazioni del presidente Cappellacci in quest'Aula, le dichiarazioni programmatiche, e l'azione di governo.
Però anche allora ci fu l'annuncio. Tutti i problemi e le necessità anche di carattere strutturale verranno - diceste - prontamente affrontate nel collegato già predisposto e che prontamente verrà discusso e approvato. In effetti questo collegato è stato depositato a marzo, depositato per mesi e mai affrontato. Nell'analizzarlo non posso certo dire che il disegno di legge numero 78 originario riscontrasse il consenso delle forze di minoranza, però almeno presentava al suo interno un impegno per rispondere effettivamente ai problemi della Sardegna e comunque appunto c'era uno sforzo, c'era il materiale per aprire una seria discussione sulle emergenze della nostra isola.
(Brusio in aula)
Devo smettere, Presidente? Che cosa faccio? Vado avanti?
PRESIDENTE. E' una sua scelta, onorevole Barracciu. Io sto richiamando l'Aula, se l'Aula non risponde, non posso agire diversamente.
BARRACCIU (P.D.), relatore di minoranza. Già questa legge è inutile, per di più se si continua così, vale la pena che ci sediamo, ve la approvate e ce ne andiamo via. Facciamo così!
(Interruzioni)
Dicevo, c'era uno sforzo per rispondere effettivamente ai problemi della Sardegna e comunque c'era anche materiale per aprire una seria discussione sulle emergenze della nostra isola, sui settori che ne compongono la struttura sociale e produttiva. Avremmo discusso, cercato di migliorarlo, avremmo noi tentato di far passare, se non in toto, perché questo evidentemente non è mai successo né mai sarà possibile, almeno qualcosa della nostra idea di Sardegna. Ma, ancora una volta e per l'ennesima volta, l'annuncio si è rivelato una farsa, una presa in giro e oggi di quel provvedimento, di quel disegno di legge, non c'è più nulla se non di nuovo gli annunci che tutto ciò che vi era contenuto è rimandato a leggi di settore.
Ecco la vostra politica, riconfermata anche attraverso questo disegno di legge, quella alla quale volete abituare i sardi confidando nella distrazione, confidando nel fatto che viviamo nella società dell'eterno presente e quindi le cose vengono spesso velocemente dimenticate. La politica degli annunci e dei rimandi. L'ennesima conferma di una politica di governo che, per l'incapacità di mettere in campo una, che fosse una, idea per la Sardegna, agisce secondo la categoria del costante rinvio che così allo stesso tempo compiace, accontenta, alletta, insinua speranze, per tornare sempre poi a un inconcludente punto di partenza. Il prodotto odierno di questo modo di procedere è il disegno di legge numero 78 rivisto secondo questa logica, l'unica logica che avete dimostrato di conoscere.
Nella manovra 2010, al netto di tutte le spese, diciamo, obbligatorie, ricorderete, c'erano "liberi" 300 milioni di euro che furono programmati per infrastrutture, istruzione e formazione, quei pochi che c'erano furono programmati per queste e per una politica del credito del sistema produttivo. Tra l'altro è di questi giorni anche una seria preoccupazione, da parte della CNA, nel merito di questi provvedimenti, che richiama il Consiglio regionale e la Giunta a un controllo maggiore dell'utilizzo di quei fondi perché evidentemente qualcosa sta sfuggendo di mano.
Non approvammo neanche quelle scelte perché, secondo noi, inadeguate, però oggi addirittura con questo provvedimento cancelliamo, cancellate anche quel poco che venne programmato allora, anzi, di più, si manovrarono, nella finanziaria 2010, 300 milioni di euro e oggi ne tagliamo 380! Bene, la minoranza si oppone a tale impostazione e, così come ha già fatto in Commissione, si appresta a votare contro l'approvazione del disegno di legge numero 78/A. Esprimiamo un giudizio profondamente negativo. Infatti, pur recando in sé condivisibili modifiche alla legge regionale di contabilità, di cui l'onorevole Maninchedda ha già parlato nella sua relazione e sulla quale naturalmente siamo pronti a ragionare, perché sono modifiche evidentemente utili, riduzioni peraltro da noi già sollecitate in sede di esame della manovra finanziaria 2010, questo provvedimento si inserisce in un quadro economico-sociale regionale introducendo pesanti riduzioni di stanziamenti nei settori della scuola, dell'assistenza e delle politiche attive del lavoro ed eliminando altresì tutte le risorse accantonate nel Fondo per i nuovi oneri legislativi. Alla base dei tagli si adduce un generale calo delle entrate tributarie statali nell'anno 2009, anche in relazione al calo del PIL, i cui effetti si ripercuoterebbero negativamente sul regime delle compartecipazioni spettanti alla Regione per l'anno 2010 nella misura di circa 400 milioni di euro in meno rispetto a quelli iscritti in bilancio.
Tuttavia, Presidente, Assessore, colleghi, la Giunta regionale si è sottratta dall'indicare i parametri utilizzati per elaborare tale stima, né peraltro nel corso della discussione ha fornito risposte rassicuranti circa le iniziative intraprese per assicurare sia il versamento da parte dello Stato alla Regione di tutte le maggiori entrate alla stessa spettanti in conseguenza della riforma del Titolo terzo dello Statuto, sia parimenti l'adeguamento dei limiti imposti dal patto di stabilità alla aumentata capacità di spesa. Nessuna risposta nel merito e nessuna risposta ancora in merito allo sblocco, da parte del Governo, dei fondi FAS appartenenti alla Sardegna. E' di questi giorni, peraltro, la notizia secondo la quale il CIPE si sarebbe già riunito programmando importanti opere pubbliche ma, in questa programmazione, ancora una volta la Sardegna è stata dimenticata.
La cosa gravissima è che questi tagli, di fatto, mettono in evidenza l'atteggiamento rinunciatario della Giunta e della maggioranza rispetto a ciò che ci spetta di nuove entrate; non è, infatti, che siano garantite davvero, non solo, eviterebbero questi tagli e consentirebbero di mettere in campo investimenti adeguati a fronteggiare la crisi. Ma voi avete già rinunciato e questo per noi è insopportabile! E' acclarato ormai che il bilancio dello Stato per il 2010 prevede attualmente per la Regione Sardegna solo 4 miliardi e 500 milioni di euro, circa 2 miliardi e 590 milioni di euro in meno rispetto a quanto inserito da noi nel nostro bilancio di competenza.
Sono acclarate, ancora, le dichiarazioni del viceministro Vegas secondo le quali, perché lo Stato ci trasferisca quanto ci spetta in relazione alla nuova riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto, ci vorrebbero - dice Vegas - ancora le norme di attuazione. Da parte della Giunta non abbiamo sentito una parola rispetto a queste dichiarazioni, contro queste decisioni e contro queste affermazioni, anzi, vi assoggettate implicitamente nel momento in cui correggete una manovra finanziaria operando, sul bilancio che noi abbiamo previsto, dei tagli così come sono presenti nel disegno di legge numero 78/A. Vorremmo che fosse chiaro una volta per sempre, e che ci esprimessimo anche tutti in quest'Aula, che il meccanismo delle norme di attuazione è meccanismo che storicamente da strumento protettivo della specialità delle autonomie è diventato, nelle mani delle burocrazie ministeriali e dei ministri, strumento per ritagliare quanto più possibile e ridurre ciò che con la legge la Regione ha ottenuto ritardando il più possibile l'applicazione, e soprattutto che, in relazione al nuovo articolo 8, queste affermazioni vanno respinte. Non trovano riscontro nella giurisprudenza costituzionale, non trovano riscontro nel nostro Statuto. Per questo motivo, abbiamo presentato anche un'interpellanza urgente sulla quale ci aspettiamo una risposta.
Insomma, è tutto un quadro confuso e rinunciatario nei confronti dello Stato, di profonda e preoccupante incertezza circa il livello complessivo delle entrate regionali e la corrispettiva capacità di spesa. C'è totale confusione. Come si può così essere credibili rispetto agli annunci che avete fatto anche ieri di una nuova svolta, di una rinnovata capacità di governo? Non siete credibili, l'abbiamo detto ieri e lo ripetiamo oggi. Ieri vi siete autoassolti e vi siete salvati. Pensiamo che questo durerà poco.
Durante la discussione del "Piano casa 2", vi abbiamo sollecitato a interrompere quella discussione perché convinti che fosse una "porcheria" e perché ritenevamo necessario che il Consiglio si occupasse di cose davvero utili per la Sardegna e si concentrasse quindi nella discussione del disegno di legge numero 78/A. Eravamo convinti che quella potesse essere anche la vostra preoccupazione, cioè dare risposte alla crisi in atto; ci siamo trovati senza parole di fronte al nulla più assoluto. Il disegno di legge numero 78/A è pressoché il nulla più assoluto!
Non solo noi, signori della Giunta e della maggioranza, ma la comunità sarda attende di conoscere quali sono i piani strategici, per esempio per la prosecuzione dell'attività industriale nell'isola; sarebbe ora di raccontare ai sardi come intendete rilanciare i settori trainanti, ammesso che li abbiate individuati, sarebbe ora di rispondere al bisogno di lavoro, al degrado della scuola sarda, alla morte lenta delle zone interne, e poi: dov'è il piano delle infrastrutture? La risposta a queste domande: tagli, tagli e soltanto tagli! Avete svuotato il sacco a suon di consulenze, sottogoverno, sprechi e adesso sguainate una lama tagliando indiscriminatamente, ancora una volta, senza ponderazione e senza cautele. Avete prolungato i tempi della durata dei contratti per incarichi esterni nonostante la Sezione di controllo della Corte dei conti abbia rilevato che l'ultima modifica legislativa introdotta con la finanziaria 2009 rappresenta un significativo passo indietro rispetto all'impostazione di maggior rigore posta in essere negli anni precedenti sotto la guida del centrosinistra.
Oggi, in nome dell'austerità, ancora tagli! La spesa sanitaria è fuori controllo, aumenta senza che a ciò corrisponda un aumento delle prestazioni, anzi tagliando nei servizi offerti ai cittadini. Vi leggo il giudizio sulla gestione della sanità sarda che ognuno può trovare nel sito del Ministero alla voce "Siveas - Piani di rientro", si afferma testualmente: "Nel corso della riunione di verifica annuale del 2007, tenutesi il 27 marzo 2008, il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero della salute hanno evidenziato l'esito favorevole delle verifiche dell'attuazione del Piano di rientro. Tale giudizio positivo è stato confermato dai suddetti Ministeri nella riunione del 21 maggio 2008...", e ancora: "Nel corso della riunione tenutasi il 4 novembre 2009 i Ministeri hanno valutato i provvedimenti adottati non sufficienti a soddisfare gli impegni… e pertanto hanno sancito la sospensione dell'erogazione di una parte delle risorse…". Sono i Ministeri del centrodestra, signori, che sconfessano l'operato della Giunta di centrodestra mentre confermano che la Giunta del centrosinistra sia nel 2007, sia nel 2008 ha ben operato! Voi tagliate indiscriminatamente il bilancio 2010 e allo stesso tempo siete totalmente incapaci di tenere sotto controllo la spesa sanitaria.
Anche ieri noi abbiamo cercato di suonarvi la sveglia, lo hanno fatto anche i sindacati in un modo che ci è sembrato definitivo, comunicandovi che anche la loro pazienza è finita. I sindacati chiedono un'inversione di tendenza, un urgente piano straordinario per arginare la disoccupazione giovanile e rilanciare l'occupazione. Sollecitano quello che noi da mesi andiamo chiedendo in quest'Aula e rispetto al quale siete rimasti assolutamente sordi. A che cosa serve suonarvi la sveglia? Non serve a niente! Il problema è che non c'è capacità di programmazione né di messa in atto di una strategia per far fronte a questa complessa realtà; pertanto rimandate e galleggiate. Ieri vi abbiamo offerto la via d'uscita ma diabolicamente avete scelto di perseverare e di accanirvi in maniera terapeutica su questo malato grave che è la Giunta regionale. La Regione galleggia fino a quando riesce a galleggiare nell'assoluta mancanza di un progetto per lo sviluppo.
Con questo disegno di legge, la Giunta e voi, colleghi della maggioranza, abdicate ancora una volta al vostro ruolo, ma noi non intendiamo abdicare al nostro ruolo. Ci opponiamo a questo deserto politico programmatico e cercheremo anche in questa occasione di incidere per farvi commettere meno errori e provocare meno danni. Presenteremo emendamenti per ridurre il danno (ammesso che sia possibile) e, a differenza di ciò che è avvenuto in Commissione, attendiamo un riscontro di ascolto perché, colleghi, ciò che noi facciamo e diciamo qui dentro e fuori di qui, anche se l'ascolto è sempre pari a zero, è teso sempre al conseguimento del bene della Sardegna e dell'interesse collettivo ed è e vuol essere lontano da ciò che superficialmente siete soliti definire "ostruzionismo".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.
MILIA (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana.)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Sono presenti 60 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, mantenendo ferma la mia iscrizione alla discussione generale, vorrei porre una questione pregiudiziale ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento. A mio avviso, e ad avviso di molti colleghi, non ci sono le condizioni per discutere questo provvedimento. Il motivo è semplice. La Giunta ha proposto tagli per 389 milioni di euro a stanziamenti di bilancio ma in questo momento è ancora in corso di discussione nel nostro Parlamento l'assestamento di bilancio 2010. In quell'assestamento, la compartecipazione della Sardegna che, nel bilancio 2010 abbiamo previsto in 7 miliardi e 90 milioni, è stata mantenuta ai livelli storici degli anni precedenti cioè pari a circa 4 miliardi e 500 milioni, la differenza rispetto a quanto abbiamo previsto nel nostro bilancio è di 2 miliardi e 590 milioni. E' del tutto evidente che noi oggi discutiamo un provvedimento dove rimoduliamo per altri effetti, per effetti di minor gettito, ma senza tener conto di come effettivamente si chiuderà l'assestamento dello Stato.
Mi sembra che l'assestamento del bilancio dello Stato, e il fatto che siano prontamente iscritte (come ricordava anche la relatrice di minoranza) tutte le compartecipazioni sancite dall'articolo 8 riformato, sia una questione assolutamente pregiudiziale; pertanto ritengo materialmente impossibile fare un buon lavoro e discutere di un provvedimento quando potremmo essere richiamati in aula tra pochi giorni, tra poche settimane, per discutere di tagli molto più ampi. E' evidente che, come dire, sarebbe un caso estremo che noi non ci auspichiamo, ma su questo argomento credo che in ogni caso debbano concentrarsi tutte le attenzioni di quest'aula e certamente l'attenzione massima dell'Esecutivo regionale.
Per questo motivo, chiedo di evitare a questa aula di fare una ginnastica inutile, questa è puramente ginnastica parlamentare, e di attendere dati certi per poter lavorare su un provvedimento sapendo esattamente a quanto ammontano le entrate a cui ha diritto la nostra Regione. Noi abbiamo un'idea su questo, ma vorremmo che la Giunta ci spiegasse la sua.
PRESIDENTE. L'onorevole Porcu ha posto una questione pregiudiziale per il ritiro del provvedimento. In base all'articolo 86, è previsto un intervento per Gruppo per non più di cinque minuti dopodiché l'Aula sarà chiamata a esprimersi.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervengo solo per far notare all'onorevole Porcu (che immagino però sappia bene ciò che io sto per dirgli) che il disegno di legge numero 78/A non mette in discussione ciò che noi ci siamo iscritti nel bilancio di competenza; cioè esattamente, per porci in una posizione dialettica con lo Stato, non abbiamo certamente revocato ciò che abbiamo scritto nel settembre 2009. Il fatto che poi lo Stato possa procedere in questa direzione (peraltro non mi risulta che nell'assestamento dello Stato ci sia la distinzione delle voci "Regione per Regione" nelle compartecipazioni), o che lo Stato possa avere questa intenzione, è un altro paio di maniche. Certamente questo assestamento non rinuncia all'impostazione data dalla finanziaria. Quindi a maggior ragione bisogna tenerla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras Luciano. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25 , viene ripresa alle ore 17 e 32.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Se non ci sono altri consiglieri che intendono parlare sulla questione pregiudiziale devo metterla in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras Luciano. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per sostenere le ragioni della pregiudiziale che è stata sollevata dall'onorevole Porcu, per un fatto molto semplice, non certo per cancellare dal bilancio di competenza delle entrate alcuna somma che noi abbiamo previsto. Sappiamo che quegli importi spettano alla Sardegna, che ogni azione del Parlamento, della maggioranza al Parlamento e del Governo nazionale, in contrasto con quelle che sono le legittime pretese della nostra Regione, sarebbe una violazione grave del dettato costituzionale, una sorta di golpe finanziario a favore di una visione nord-centrica particolarista che avanza e si afferma attraverso il governo della Lega. Sapendo questo non possiamo nondimeno comprendere che ogni iniziativa che noi adesso andiamo ad adottare rischia di essere la costruzione di un presupposto, anche solo psicologico, di un eventuale ulteriore taglio, frutto di una prepotenza.
Io credo che la Giunta regionale, la maggioranza, le parti più sensibili di essa, dovrebbero accogliere la pregiudiziale, rinviare il provvedimento (tanto gli effetti che esso produce sono pressoché pari a zero anche dal punto di vista contabile) a un esame più approfondito della Commissione e dell'Aula, dell'intero Consiglio, in ragione di ciò che si va commettendo nel Parlamento nazionale, e organizzare, alla ripresa dei lavori, alla luce delle nuove disposizioni che eventualmente il Parlamento stesso dovesse approvare, una posizione comune della Sardegna, quindi non solo della Regione, del suo Parlamento e del suo Esecutivo, ma anche delle forze sociali, delle istituzioni locali, del sistema culturale economico e sociale intero. Se 2 miliardi e 590 milioni in meno di entrate dovute fossero scippati, sarebbe non una lesione a questa istituzione soltanto, che rappresenta il popolo sardo, ma una lesione all'intero popolo sardo, quindi noi non avremmo il diritto di trattare questa questione con superficialità, con noncuranza, o solo con timidezza, con tiepidezza, non avremmo diritto a trattarla da soli, dovremmo chiamare a un coinvolgimento ampio tutta la società sarda.
Io invito la maggioranza, invito la Giunta, a prendere atto di questa notizia e ad avviare un percorso di comune riflessione che noi insieme potremmo sviluppare con un obiettivo chiaro, anche immediato, di risultato nel prossimo 7 settembre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente, io vorrei precisare alcune cose importantissime, l'avrei fatto evidentemente nell'intervento finale a seguito della discussione generale, eventualmente posso ancora farlo, ma essendo stata posta una questione pregiudiziale forse è opportuno precisare subito, immediatamente, qual è il senso del testo che stiamo discutendo. E' un testo che tende ad assestare il bilancio; si interviene, direi di comune accordo, così come si è stabilito nella Commissione bilancio, modificando un disegno di legge esistente, che era il disegno di legge collegato alla manovra finanziaria, ma facendo un'operazione di assestamento del bilancio, dovuto a una causa, a un'origine, che non ha niente a che fare con il decreto legge numero 78 dello Stato italiano. E' utile che sia chiaro, che sia precisato ancora, che la nostra è una finanza originaria, non una finanza derivata. Noi abbiamo un sistema di entrate che è determinato dall'applicazione (e noi lo stiamo precisando in questi giorni, credo all'unanimità, da parte di tutte le forze politiche) delle norme dello Statuto sardo (modificate recentemente), che sono immediatamente precettive (lo ha ricordato anche la Corte dei Conti qualche giorno fa nella sede della parificazione del bilancio), e che è stato costituito nel disegno di legge "finanziaria per il 2010" (presentato dalla Giunta a settembre e approvato dal Consiglio regionale il 16 dicembre scorso) che è stato approvato sulla base di previsioni di entrata basate sui dati disponibili sul livello del gettito riferito allora all'anno 2008.
Noi abbiamo messo tra le entrate della Regione esattamente quanto spetta alla Regione, che noi stiamo rivendicando anche in questi giorni, in queste ore, rispetto allo Stato centrale. Poiché le previsioni di entrata, sulla base dei dati che noi abbiamo avuto, nel corso dell'esercizio 2010, ci danno come previsioni un livello di gettito inferiore a quello previsto nel momento in cui abbiamo predisposto il disegno di legge "finanziaria per il 2010", stiamo modificando il livello delle entrate e corrispondentemente, per un pari importo, il livello della spesa, non mettendo assolutamente in discussione la obbligatorietà da parte dello Stato di riconoscere le quote di compartecipazione al gettito, anzi, poiché vi sono state delle dichiarazioni recenti, da parte di rappresentanti del Governo, che, seppure non ancora formalmente, ma soltanto in comunicazioni date nella sede parlamentare, perciò ancora non direttamente impugnabili da parte nostra, sembrerebbe possano mettere in dubbio la immediata applicabilità dello Statuto, conseguentemente noi, come ha detto ieri il Presidente, siamo intenzionati ad agire, credo sulla spinta di tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio regionale, nei confronti dello Stato perché venga riaffermato quel principio e quel criterio.
L'attuale esigenza di assestare il bilancio è indipendente dalla conclusione di questo procedimento, ma soprattutto è indipendente dagli esiti che può dare, rispetto alla finanza della Regione Sardegna, il testo attualmente in discussione in Parlamento; cioè, per essere ancora più precisi, il D.L. numero 78 prevede effetti, sulla finanza regionale in generale, che agiranno nel bilancio 2011: per le Regioni ordinarie che vivono di finanza derivata, cioè di trasferimenti statali, il D.L. avrà effetto sia sulle entrate, sia sulle spese; mentre, per la Regione Sardegna, avrà effetti solo sulla spesa, cioè sul livello del patto di stabilità. Noi abbiamo una finanza originaria e, sulla base di quella, abbiamo disposto correttamente il bilancio e così lo stiamo assestando.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri consiglieri che intendono parlare, devo mettere in votazione la questione pregiudiziale.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Non si può chiedere, il Regolamento prevede la votazione per alzata di mano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Mi rivolgo all'opposizione, mi pare che, essendo l'argomento "le entrate", essendoci una preoccupazione sulle entrate, si deve parlare di entrate. Allora, la maggioranza sta predisponendo un ordine del giorno sulle entrate, che intende sottoporre all'attenzione dell'Aula alla fine della discussione, è un'occasione perché, in sede di discussione dell'ordine del giorno, ne potrebbe presentare uno anche l'opposizione, cercando di trovare intanto un momento di discussione sulle entrate e poi eventualmente una posizione comune.
La proposta sull'ordine dei lavori è diretta a chiedere all'opposizione di valutare se (essendo stato presentato, o in procinto di presentazione, l'ha predisposto l'onorevole Steri, un ordine del giorno sulla vertenza "entrate") possiamo dedicare a questo argomento, in maniera serena, in maniera tale anche da sviluppare ragionamenti, la parte dedicata dalla seduta all'approvazione degli ordini del giorno, auspicando che si possano confrontare due posizioni per arrivare possibilmente a una posizione di sintesi.
In buona sostanza, chiedo ai colleghi di valutare se non sia opportuno revocare la richiesta di voto sulla questione pregiudiziale perché c'è una opportunità di ragionare su questo argomento anche in questa circostanza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Sono a conoscenza di questo ordine del giorno, perché lo abbiamo visto e ho contribuito anche a scrivere. Chiedo una sospensione di cinque minuti.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 44, viene ripresa alle ore 17 e 58.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Comunico che i consiglieri Paolo Terzo Sanna e Andrea Biancareddu sono rientrati dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, chiedo la convocazione di una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 59, viene ripresa alle ore 18 e 31.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Poiché dobbiamo procedere alla votazione per alzata di mano, prego i consiglieri di prendere posto. Grazie.
Metto in votazione la questione pregiudiziale proposta dall'onorevole Porcu. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
economica-finanziaria 2010-2013)". (78/A)
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che si devono iscrivere non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, io esprimo rammarico per il fatto che la questione pregiudiziale sia stata bocciata, però mi auguro, nel corso di questa discussione, di avere la possibilità di spiegare ancora meglio perché noi riteniamo questo provvedimento, non solo inutile, come ha descritto molto bene la relatrice, onorevole Barracciu, ma anche dannoso in questo momento. Proverò a spiegare brevemente il perché.
Noi oggi ci troviamo di fronte a una partita delicatissima con lo Stato, sappiamo…
(Brusio in aula)
Presidente, insomma!
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ha ragione. Colleghi, per cortesia! Grazie.
PORCU (P.D.). Se è necessario, sospendiamo, Presidente!
PRESIDENTE. No, non sospendiamo. Vorrei pregare i consiglieri di limitare l'uso del telefono per non costringere la Presidenza a schermare l'aula perché questo brusio non consente di proseguire i lavori.
PORCU (P.D.). Presidente, le chiedo di recuperare il tempo, anche se non è mia intenzione utilizzarlo tutto, ma non si sa mai.
Dicevo che proverò a spiegare, con pacatezza, i nostri motivi, anche perché mi è sembrato di capire, dalle parole del Presidente della Commissione (che in questo momento non è in aula), che ci sia un intendimento comune al fine di impegnare fortemente la Giunta a compiere tutti gli atti necessari per far valere i diritti della Sardegna. Questo mi sembra un fatto comunque positivo, che meriterà la nostra attenzione. Anche dalle parole dell'Assessore capisco che c'è una disponibilità, come Giunta, a esprimere parere favorevole, quindi registro questo dato politico che è positivo, poi lo approfondiremo.
Voi avete presentato un ordine del giorno e probabilmente la minoranza ne presenterà un altro; vedremo se ci sono le condizioni per predisporne uno comune che impegni ancora più fortemente il Governo regionale per farsi valere sempre, in tutti i modi e in tutte le sedi, affinché l'articolo 8 riformato del nostro Statuto sia rispettato.
Però, Assessore e colleghi, qual è il punto ? Il punto è che questo argomento non è stato sollevato oggi per la prima volta, è perlomeno dalla finanziaria dello scorso anno che ne parliamo. Parliamo con toni preoccupati sul fatto che lo Stato voglia o non voglia riconoscere l'immediata applicazione di questo diritto, però, nei giorni scorsi, c'è stato un fatto nuovo: un viceministro, che immagino parlasse a ragion veduta, in nome del Governo, insiste, continua a dire cose gravissime che non sono state oggetto di reazione, almeno non ne siamo a conoscenza se non nelle parole pronunciate ieri sera dal Presidente della Regione, forse anche sollecitato dal dibattito e incalzato dalla minoranza che gli chiede di far capire se in qualche circostanza riesce ad alzare la voce con il Governo che dovrebbe essere amico ma che in realtà è stato un Governo patrigno. Allora, mi sembra che ci sia un fatto nuovo che dovrebbe attrarre tutto il nostro impegno, tutta la nostra attenzione! Il viceministro Vegas dice cose gravissime! Onorevoli colleghi, dice che l'articolo 8 riformato non è immediatamente applicabile! Questo significa 2 miliardi e 500 milioni in meno! E, attenzione, non stiamo parlando più di stanziamenti che corrono il rischio di andare a residui ma, in questo caso, essendo 4 miliardi e mezzo di compartecipazioni riconosciute inferiori ai 6 miliardi e 300 di spesa concordata con lo Stato, rischiamo di intaccare anche la capacità di spesa.
Attenzione, il viceministro Vegas dice anche però che l'altra parte dell'accordo si applica immediatamente, cioè che le competenze ci vengono da subito riconosciute. Il che significa che, da un lato, ci accollano le spese e, dall'altro, non ci riconoscono le entrate. Veramente a me sembra che, di fronte a un fatto di tale gravità, di tale impatto, che mette in discussione il 30 per cento delle entrate della Regione, iscritte regolarmente a bilancio, questa aula sia… non mi sovviene un termine adatto! Ieri, cercando un aggettivo per descrivere la relazione del presidente Cappellacci, ho detto "scollegato", il suo intervento mi sembrava scollegato dal dibattito, oggi devo dire che mi sento scollegato io! Ci sentiamo scollegati tutti! Dovremmo sentirci scollegati tutti!
Noi stiamo qui a discutere di inerzia, di piccolezze, che potevano essere i 389 milioni assestati in sede di consuntivo di bilancio, anche perché certamente non li potremmo spendere perché sappiamo che il nostro bilancio è largamente gonfiato: 8 miliardi contro 6 e 300 che potremmo spendere, dicevo che noi ci perdiamo in queste discussioni inutili e nel frattempo in Parlamento si corre il rischio di perpetrare nei nostri confronti un sopruso! Mi sembra che, ancora una volta, quest'Aula rischi di non essere sul tempo, non solo quello della crisi, di chi soffre, le richieste pressanti del sindacato, le cose che ha ricordato bene la relatrice, quindi non le ripeto, ma scollegata anche sull'agenda politica che in questo momento vede nel rapporto Stato-Regione certamente col tema delle entrate al primo punto la priorità assoluta per tutti noi. Che cosa ci facciamo in quest'aula, perché non siamo a Roma? Il Presidente della Regione ieri vi ha richiamato all'ordine, con quella sospensione di cinque minuti, invitandovi a mostrare un po' di muscoli perché eravate un tantino ripiegati su voi stessi, con interventi selettivi dove i candidati assessori cercavano di parlare mentre gli altri ascoltavano i nostri interventi, ebbene, quello stesso Presidente, lo faccia anche con noi: ci chiami!
Io mi chiedo: come mai il Presidente della Regione, di fronte a fatti così gravi, lesivi della nostra autonomia, non chiama a un'assunzione di responsabilità tutto questo Parlamento? Perché lo chiede soltanto a voi? Perché siete stati un po' distratti nella replica e avete dato un appoggio condizionato. Perché non chiama il sindacato, perché non convoca le forze sociali ed economiche, perché non si riscatta in qualche modo da quella sua debolezza, fragilità, inconsistenza che ha mostrato in questi mesi di governo?
Allora, noi siamo qui a discutere di pagliuzze, di piccoli stanziamenti che non spenderemo mai (389 milioni su un bilancio che è gonfiato, da 8 a 6,3, sono 1 miliardo e 700 milioni, quindi un bilancio che è comunque quattro volte gonfiato rispetto a quegli stanziamenti), a fare ginnastica parlamentare e nel frattempo c'è qualcuno a Roma che dice cose che dovrebbero essere oggetto immediato di conflitto di attribuzione, perché il viceministro Vegas non ha potere per decidere, il Governo non ha potere per decidere se quelle entrate sono dovute e trasferibili alla Regione.
Io sono disposto a firmare insieme tutti gli ordini del giorno, anche quello che ha predisposto l'onorevole Steri, lo correggiamo e lo rafforziamo, io sono pronto a prendere un aereo domattina per andare a far rispettare i diritti dei sardi, ma è possibile che ci dobbiate condannare a questa ginnastica parlamentare, a questa manovra cosmetica, che sappiamo bene è arrivata così in Aula? E' imbarazzante. Se noi guardiamo questa manovra, la vediamo fatta di cancellazioni del collegato precedente, e sappiamo perché, colleghi, non fatemelo dire: è così perché non siete più in grado di approvare nulla che abbia la minima complessità politica, in attesa del rimpasto.
Noi sappiamo bene che, finché non ci sarà il rimpasto e la maggioranza non si ricompatterà, non si muoverà foglia. Infatti, le norme sulle agenzie sono sparite, perché si rischiava qualche voto segreto, qualche altro incidente di percorso; qualsiasi norma che fosse diversa da stanziamenti che non si spendono è stata tagliata perché c'è paura delle imboscate in Consiglio, perché voi stessi non siete certi di poter garantire l'approvazione del provvedimento. Ci siamo ridotti a questo, non so come chiamarlo, a questo "elenchetto" di stanziamenti da grande collegato che doveva affrontare i problemi. Io mi ricordo ancora che, nella discussione, quando all'assessore La Spisa ponevamo i problemi di lavoro, di riforma della pubblica amministrazione, di piano straordinario per l'industria, egli diceva: "Al collegato", "Al collegato", "Ne parliamo al collegato". Arriviamo al collegato e il collegato è vuoto!
Allora, visto che ormai il collegato è vuoto (e non certo per responsabilità della minoranza), anzi ormai è più che vuoto, è vuoto e inutile, per lo meno non facciamolo diventare dannoso. Cioè, se voi stessi avete ammesso di non essere in grado di produrre riforme, di mettere in campo provvedimenti che abbiano il minimo contenuto politico, perché non siete d'accordo tra di voi, allora prendiamone atto fino in fondo. Io lo considererei un atto di tempestività politica apprezzabile, sarei pronto a concludere una discussione in pochi minuti, se ci fosse la disponibilità a ritirare tutte le parti che riguardano tagli, stanziamenti, che mettono in discussione anche minimamente il nostro diritto ad avere quelle entrate.
Vede, assessore La Spisa, il fatto che noi siamo qui a chiacchierare di stanziamenti inutili, dà al nostro interlocutore il messaggio che noi facciamo ginnastica, che non siamo così solerti, che quel sopruso, che ci stanno perpetrando, a noi non scalda i cuori, non ci fa saltare dalla sedia, ma che ci possiamo permettere di fare ginnastica parlamentare su piccoli stanziamenti che potevamo assestare in sede di approvazione finale del bilancio, di consuntivo. Dunque il messaggio, che noi siamo deboli, che siamo divisi, che non siamo pronti alla battaglia, indebolisce la nostra vertenza con lo Stato! E' insignificante tagliare 380 milioni quando il bilancio è già gonfio di 1 miliardo e 800 milioni!
Assessore, le dirò di più, io sarei pronto (non mi sono consultato con alcun collega, quindi è probabile che sia in minoranza nella minoranza) ad approvare l'articolo 1 e i primi due commi dell'articolo 1 bis, che trattano soltanto di modifiche della legge di contabilità, come lei sa bene, e a cancellare tutto il resto. Chiederei cinque minuti di sospensione, magari qualche collega è d'accordo.
Spiego perché: se noi approvassimo l'articolo 1 e l'articolo 1 bis fino al comma 2, con le modifiche che sono state meritoriamente proposte in Commissione dai colleghi dell'U.D.C. (li ringraziamo per questo), noi avremmo automaticamente l'effetto di sforbiciare il bilancio di 389 milioni. Perché? Perché al comma 2 dell'articolo 1 bis si ribadisce che tutte le somme precedenti, se non sono impegnate fino al 2008, sono cancellate dai residui, e nell'articolo 1 si dice che sostanzialmente tutto quello che non si impegna entro l'anno va in economia. Allora, se è vero che il bilancio è gonfiato di 1 miliardo e 700 milioni, se è vero che, con lo Stato, ho concordato di spendere 6 miliardi e 300 milioni, io sono a conoscenza del fatto che, in automatico, se approvassi l'articolo 1 e l'articolo 1 bis compresi i commi 1 e 2 che riguardano gli anni precedenti, tutto quello che impegno andrà in economia, quindi anche quei 389 milioni che ci siamo sforzati di aggiustare con un bilancino, un taglio qua, un taglio là, come se fossero cose importanti.
Io avrei suggerito una cosa più semplice, avrei semplicemente verificato le spese effettivamente obbligatorie, che non hanno dato residui, e avrei fatto una sforbiciata percentuale in modo da ottenere quella cifra; anche prima approvavamo un unico articolo che diceva "i capitoli dall'1 al 100 sono tagliati del 7 per cento". Era più semplice, senza tabelle, e avremmo ottenuto lo stesso risultato.
Allora, se è vero che stiamo modificando la legge di bilancio, se è vero che modificando la legge di bilancio tutto quello che non viene impegnato con un titolo giuridicamente perfezionato va in economia, mi spiegate di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una manovra inutile e vuota! Solo che, nel frattempo, in Commissione, in Parlamento, il Governo… a questo punto apro una parentesi, Governo che non è che in passato ci abbia trattato bene, diciamo che ci ha fregato qualche volta (giusto?), cioè, non è che sia un interlocutore con il quale noi abbiamo un buon rapporto, del quale possiamo avere fiducia, che mantiene le promesse eccetera, adesso non fatemi fare gli elenchi, li abbiamo fatti ieri, non voglio citare e non voglio fare neanche battute, però abbiamo un elenco, un cahier de doléances con lo Stato, ce l'abbiamo? Io direi di sì. E' un interlocutore per noi che è stato affidabile, che ha mantenuto le promesse, che ha avuto un'attenzione per la Sardegna, sulle varie vicende, i fondi FAS, la rete scolastica, il G8? Direi di no!
Allora, se è vero tutto questo, credo che la rapidità e la compattezza della nostra azione diventino fondamentali, altrimenti ci facciamo prendere in giro un'altra volta, altrimenti continuiamo a pensare che le telefonate fatte all'amico, all'amico dell'amico e la benevolenza di Silvio possono tutto, e invece non può, perché lui è nei guai, è nelle mani di Tremonti in questo momento! E' un gioco che forse non vuole controllare neanche lui, non dico che non "può", ma che non "vuole" controllare neanche lui.
Non è una partita facile, in questo momento ci sono ventuno Regioni italiane che competono per risorse scarse! Alla fine voterò la mozione per l'indipendenza del collega Maninchedda, perché sono disperato, non so più cosa fare, cioè io non so come mandare messaggi forti! Non riesco più, mi sento scollegato, mi sento impossibilitato, mi sento imbalsamato in un'Aula che fa ginnastica parlamentare, cosmesi politica, quando ci sono invece temi vitali per il futuro della Sardegna! Dovremmo vergognarci, colleghi! Questo che ci fate è un supplizio, è una vergogna, non è capito da nessuno! Non può essere capito al di fuori di quest'Aula che noi oggi andiamo a modificare un bilancio che si modifica in automatico da solo!
Io pensavo che la discussione di ieri fosse stata utile, almeno per darci una scossa. Ho rivolto un invito al presidente Cappellacci, gli ho detto: "Provi, Presidente, a rimettersi i suoi panni, torni nelle sue scarpe, torni nel suo abito, sia se stesso, butti i fogli precompilati, non legga quello che le scrivono perché le fanno sbagliare i tempi!". Facciamo cose semplici, recuperiamo l'umiltà, recuperiamo anche il rispetto reciproco, riconosciamoci nei ruoli, se è necessario, ma almeno facciamo qualcosa di utile, diamoci uno scossone, svegliamoci! Ripeto, io sono pronto a firmare, a presentare un ordine del giorno - insieme ad altri colleghi che lo vorranno fare - che vada nella direzione di impegnare la Giunta; ma darei a questo impegno (che hanno in qualche modo preannunciato il Presidente della Commissione e l'assessore La Spisa) un carattere di urgenza, facendo così sentire tutta la nostra volontà politica comune a batterci per i diritti della Sardegna. Quindi direi: sospendiamo questo provvedimento oppure approviamo semplicemente le parti che riguardano la modifica alla legge di contabilità del 2006 che, secondo me, sarebbero approvabili, ripeto che parlo a titolo personale. Ho imparato che questi distinguo, l'onorevole Capelli mi è maestro, vanno fatti perché poi si corre il rischio di essere smentiti. Quindi parlo a titolo personale e dico che sarei pronto ad approvare fino all'articolo 1 bis, i primi 2 commi, e poi prenotare un aereo insieme ai miei colleghi senza bandiere di partito ma con la bandiera della Sardegna in testa per fare un sit in di fronte al Parlamento domani mattina.
Su questo io vorrei sfidare i colleghi Sardisti, vorrei sfidare i colleghi centristi dell'UDC, vorrei sfidare quegli animi che sono certamente diffusi in questo Parlamento e che hanno a cuore l'interesse dei sardi. Cominciamo a darci una scossa, iniziamo a fare qualcosa di utile, smettiamo di essere autoreferenziali, il gioco è smascherato, il provvedimento l'avete svuotato voi a colpi di articoli abrogativi, perché non siete in grado di approvare provvedimenti prima del rimpasto di Giunta.
Lancio pertanto una proposta all'Aula, di cui mi assumo la responsabilità, forse in questa Aula bisogna imparare anche a parlare fuori dagli schemi, bisogna recuperare lo spirito libero di ognuno di noi, se vogliamo far accadere qualcosa di utile; facciamo un ragionamento sereno, nessuno deve essere smentito, avremo approvato una modifica alla legge di contabilità, quindi non andrete a casa senza nulla, ma domattina ci potremo mettere su un aereo per andare finalmente tutti insieme, senza bandiere, se non quella dei Quattro Mori, a batterci per i nostri diritti. Viva la Sardegna!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cari colleghi, signor Presidente, in merito al disegno di legge presentato su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio La Spisa, in cui si rivendicano importanti modifiche al maxi emendamento che prevede i tagli al bilancio regionale per 389 milioni di euro e definito dallo stesso autore come un intervento finanziario obbligato ma non catastrofico, anzi di fiducia e di speranza, ritengo sia non solo necessario ma di fondamentale importanza portare avanti quegli interventi che... Presidente posso continuare oppure devo rinunciare?
PRESIDENTE. Prego, prego.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questa operazione di bonifica non può che essere attuata attraverso una razionale programmazione futura delle spese e l'ottimizzazione nell'utilizzo dei residui passivi disponibili sul bilancio in modo da favorire il reperimento delle risorse per rispondere alla crisi e dare risposte alle esigenze del sociale e del sistema produttivo locale che soffrono per queste crisi, locali e mondiale.
In riferimento all'articolo 1 del testo collegato in esame, il disegno di legge numero 78/A, in cui si enunciano alcune modifiche alla legge regionale numero 11 del 2 agosto 2006, lo stravolgimento più evidente è quello relativo all'articolo 4, comma 1, in cui sono state soppresse le lettere c) e m). L'articolo 4, comma 1, alle lettere c) e m), dice: "La legge finanziaria ha le seguenti finalità:… c) autorizzare l'istituzione di tributi propri, variazioni delle aliquote e di altre misure che incidono sui tributi propri;… m) introdurre adeguamenti funzionali disposizioni normative vigenti finalizzati ad interventi di contenimento e di razionalizzazione della spesa", in evidente contrasto con l'articolo 117 della Costituzione italiana che attribuisce maggiore potere alle Regioni affinché le stesse possano svolgere le proprie funzioni gestendo autonomamente adeguate risorse finanziarie.
Sempre nell'articolo 1 è prevista la modifica dell'articolo 61 della legge regionale numero 11 del 2 agosto 2006, in materia di contabilità economico-patrimoniale, economico-analitico, sopprimendo, nel comma 5, le parole "Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio". (io faccio un approccio linguistico, non faccio un approccio politico, comunque la linguistica ha la sua parte politica, eccome!), avocando la completa responsabilità in capo alla Giunta regionale dell'adozione del budget economico sentito l'Ufficio di controllo interno di gestione. Come da modifica. Il comma 5 dice: "Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore delle leggi finanziaria e di bilancio la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, sentito l'Ufficio del controllo interno di gestione, adotta il budget economico che è inviato, per conoscenza, al Consiglio regionale".
All'articolo 1 bis, comma 3, vengono ridotte le quote spettanti a sostegno dei piccoli comuni per l'anno 2010 per un importo di 6 milioni e 500 mila euro, pari a una percentuale di circa il 41 per cento di quanto stanziato per il 2010, saccheggiando il già esiguo bilancio di questi piccoli centri che si trovano a dover affrontare situazioni di emergenza legate alle problematiche sociali determinate dalla crisi occupazionale.
La Sardegna intera si trova ad affrontare uno stato di crisi socio-economica senza precedenti ed è inutile constatare che, rispetto a questo stato di emergenza, le soluzioni adottate dalla Giunta nei settori di maggiore rilievo, quali il lavoro, lo sviluppo occupazionale, l'istruzione, la sanità e il sociale, sono irrilevanti e intangibili.
Questa Giunta non ha saputo affrontare in maniera adeguata la programmazione degli interventi rimanendo inerte di fronte alle ripetute azioni di scippo effettuate da parte del Governo nazionale quali: il taglio di oltre 2 miliardi di fondi relativo al programma attuativo regionale, il mancato trasferimento delle entrate previste dall'articolo 8 riformato dello Statuto, il forte ridimensionamento del settore dell'istruzione e della formazione con il mancato avvio, da parte dell'Assessorato del lavoro, dell'attività formativa riservata ai disoccupati e cassintegrati, condizione indispensabile per non far decadere il requisito della mobilità in deroga sovvenzionata dalla Regione. Ancora, la mancata manifestazione del G8, la statale Sassari - Olbia...
Cara Presidente, io rinuncio adesso, lei continua a chiacchierare, perché è abituata a chiacchierare, a vendere parole.
(Interruzione)
Continua anche tu, Bruno! Fate l'opposizione così, chiacchierando, fate così, andate avanti.
PRESIDENTE. Non stiamo chiacchierando! Non stiamo chiacchierando!
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché sta parlando Ben Amara.
PRESIDENTE. Onorevole Ben Amara, capita quando parla lei e capita anche quando parlano gli altri.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come? Io non chiacchiero.
PRESIDENTE. Non stiamo chiacchierando, glielo posso assicurare.
(Interruzione del consigliere Ben Amara)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io prendo la parola senza turbarmi, anche se devo dire che il clima nell'aula, mi sembra che il collega Porcu l'abbia definito senza pathos, sicuramente è cambiato per esempio rispetto alla giornata di ieri, probabilmente qualcosa è successo. Intanto non è stata accolta la questione pregiudiziale, poteva essere invece un'occasione, un'opportunità, per ridare un po' la carica, la carica di trovare ragionevolmente un interesse intorno a un aspetto che, in qualche modo, aleggia, vi è una volontà diffusa di porre il problema del rispetto sacrosanto dell'articolo 8 dello Statuto sardo.
Andremo avanti, invece, per parlare di questa legge che la collega Barracciu ha definito "inutile". Lo ha detto alzando lo sguardo e rivolgendosi verso la maggioranza, quasi con un fare di ostentata polemica e provocazione, guardando una maggioranza che era distratta, forse paga del risultato conseguito nella giornata di ieri e quindi proiettata verso altri problemi, altri interessi e altre azioni. Una legge inutile e dannosa. Concordo. "Inutile" perché è uno strumento vuoto, credo che nessuno in quest'Aula possa portare modifiche al niente, allo stato di disagio in cui vivono i sardi, alle difficoltà economiche che attraversiamo; "dannosa", forse, perché ha creato aspettative comunque tra coloro che vivono le situazioni più difficili e che sperano. Ci sentiamo anche chiedere, così come ieri qualcuno che era qui sotto a protestare per una o per un'altra ragione: "Ma il presidente Cappellacci cadrà?". Non cadrà. E non preoccupatevi se il presidente Cappellacci rimarrà o cadrà, preoccupatevi dei vostri problemi, perché il presidente Cappellacci, o chi altro, si deve occupare di problemi che sono molto più importanti in questo momento, per lo meno per quello che a voi riguarda, cioè il proseguo di questa legislatura e di questa esperienza di governo regionale!
Il problema vero, comunque, pregiudiziale o no, correzione o no, tagli o no, rimane riaprire la vertenza "entrate" con lo Stato e il rapporto tra Governo regionale e Stato, anche se in questo momento, però, l'urgenza vera, a parte il problema vero, rimane il reperimento di risorse che non abbiamo, che sono insufficienti e che invece sarebbero indispensabili per far fronte alla crisi, ai sempre più pressanti bisogni sociali e al rilancio del sistema produttivo locale, che forse è la causa principale del disagio complessivo che questa Regione e i sardi vivono.
Sono tempi di austerità diffusa, di necessaria austerità e di ristrettezze. Si impone una vita parca e frugale per tutti, a iniziare dalle amministrazioni, amministrazioni locali e Governo regionale. I tempi difficili, in ogni caso, quando ci sono ristrettezze, impongono delle scelte, e le scelte vogliono dire però il rilancio dei settori trainanti, che non mi pare siano stati non solo posti all'attenzione di nessuno, ma neanche individuati da questa amministrazione regionale e da questa Giunta regionale.
Ci troviamo a discutere, così è definito come sottotitolo, il collegato alla manovra finanziaria 2010-2013 e come argomento è stato rilevato, come dire… in certi ambienti sportivi si usa il termine "fare melina" per dire quasi "perdere tempo", più o meno; ecco, è un termine più nobile quello della "melina", per consentire a chi invece deve svolgere altre funzioni e altri lavori, di organizzare, usufruendo del tempo di chi fa "melina", per poter concludere tutto quello che sta ruotando intorno a quest'Aula, che ancora non ho capito bene, ma più o meno ho intuito.
Dicevo, è una crisi preoccupante, è una crisi diffusa, è la crisi economica generale, con conseguenze drammatiche, come quella che è detta anche dall'Assessore e dall'Amministrazione, che riguarda per esempio le minori entrate, dovute anche alla crisi economica che riduce i consumi e quant'altro. La Giunta si è mossa avanzando la sua proposta, che prevedeva e prevede dei tagli. I tagli sono stati rivolti prevalentemente, almeno a me pare di cogliere questo, nei confronti dell'agricoltura e dell'artigianato che, ieri ho detto, rappresentavano, in passato, il volto produttivo dei sardi, l'immagine forte del nostro popolo e della nostra realtà; ma sono stati rivolti anche verso il settore del turismo e della cultura, e questo duole, duole perché il turismo dovrebbe essere visto come uno dei settori trainanti, e si dovrebbe privilegiare la cultura e tutto ciò che ruota intorno al concetto di cultura. E' veramente un dramma che una Sardegna già mortificata e colpita in quel settore possa subire ulteriori tagli.
Si è cercato, a detta vostra, di non colpire le infrastrutture, il lavoro, il sociale, il contrasto alla povertà e le politiche verso lo sviluppo. Mi chiedo: quali sono queste politiche verso lo sviluppo? A volte, si usano dei termini perché non ne vengono in mente degli altri, ma spesso, altre volte, si eccede e si cade quasi nel ridicolo. La manovra correttiva è imposta da un'errata previsione del 2009, è detto nei documenti che accompagnano la manovra, e non poteva non tenere conto, come ho detto prima, della crisi e del minor gettito fiscale, del calo del PIL, che impone una riduzione di spesa, con la cancellazione di spese di minore importanza, o il deferimento a bilanci futuri, bilanci che verranno; chissà che cosa accadrà!
Fortunatamente, devo dire che, all'interno di questo quadro nefasto, almeno dal nostro punto di vista, o dal mio punto di vista, sono state recuperate le quattro agenzie che erano state cancellate con un colpo di spugna, a iniziare da quella a cui noi particolarmente tenevamo, individuata come un'agenzia importante, l'agenzia della Conservatoria delle coste. Ieri, abbiamo detto e abbiamo ricordato, c'è stata la protesta degli insegnanti, degli operatori scolastici, dei precari della scuola. La settimana prima c'era stata una manifestazione e una protesta da parte degli operatori della lingua sarda. Di recente, in questi giorni, c'è stata la protesta dei Rettori delle Università di Cagliari e di Sassari, perché anche le eccellenze, come ben sapete, perché la stampa nazionale lo ha riportato, come la Facoltà di Architettura di Alghero, vengono colpite da una non attenzione e scelta nei confronti dei settori importanti, come quello della scuola, dell'insegnamento, della formazione, della cultura.
A proposito di lingua sarda, mi viene un dubbio, perché nel commento all'articolato che abbiamo all'attenzione si dice: "Per meglio armonizzare la norma dello stato reale del mondo dell'immigrazione, e favorire la diffusione della lingua e della cultura sarda all'estero, in attuazione del piano triennale della lingua sarda approvato dalla Giunta regionale". Ma noi dobbiamo difendere la lingua sarda principalmente in Sardegna! Vi rendete conto che stiamo perdendo un patrimonio straordinario dei sardi, di tutti noi, proprio per mancanza di iniziative, di sostegno a favore dell'uso, dell'uso sociale della lingua di noi tutti. Invece pensiamo di ingannare chi, credulone, pensa che possa essere una grande attenzione per questo patrimonio favorire la diffusione della lingua sarda all'estero; all'estero, si parla l'inglese, si parlano le lingue dei paesi dove, ben sappiamo, le lingue hanno altra considerazione.
Io credo che il problema vero sia invece quello di recuperare risorse per quelle priorità che, abbiamo detto, non sono state prese in considerazione; forse, come qualcuno ha detto prima di me, sarebbe stato meglio - se c'era l'impellente necessità di recuperare risorse - tagliare percentualmente su tutti i capitoli e su tutte le voci di spesa. Magari, avrei aggiunto io, facendo salve quelle voci fondamentali, essenziali, da individuare come priorità e da privilegiare, che sono invece quelle sulle quali voi avete usato l'effetto del taglio. Non arrivo, per concludere questo mio intervento, a dire che qui, questa sera, stiamo perdendo il tempo, però consentitemi di dire comunque che noi siamo molto diversi da voi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, vorrei fare una breve premessa. Tra le cose condivise da noi e questa maggioranza abbiamo sicuramente raggiunto importanti obiettivi. Uno di questi è essere riusciti ad approvare una manovra finanziaria in tempi storici, cioè rispettando la legge! E' stato un obiettivo rincorso da tutte le Giunte che si sono alternate alla guida della Regione e raggiunto da questo Consiglio; ricordo che è stato possibile raggiungere questo obiettivo per la celerità della proposta presentata dalla Giunta, ma anche per la condivisione, nei tempi e nel metodo, meno nel merito, della minoranza insieme alla maggioranza. Perciò è un obiettivo che questo Consiglio ha raggiunto.
A margine di quel disegno di legge, è nato, mi permetterete di dire, il "solito" collegato alla finanziaria, il "solito" perché storicamente, lo ricordiamo un po' tutti, insieme alla finanziaria, c'erano diversi disegni di legge, denominati appunto collegati, che godevano eventualmente di una procedura regolamentare privilegiata, che difficilmente, nella storia delle finanziarie regionali, hanno poi visto la luce.
Quel collegato alla finanziaria era figlio del Consiglio, figlio di tutto ciò che, come spesso si dice, da risposta alle esigenze dei consiglieri regionali, dei territori, alle piccole grandi cose che noi tutti segnaliamo e che si crede possano risolvere nel contingente piccoli e grandi problemi. Quel collegato nasce però anche per una scelta di linea politica, che poi è più che una scelta di linea politica fatta da questa maggioranza, condivisa anche dalla minoranza, di approvare finalmente una finanziaria degna di quel nome e cioè, come ama dire il mio segretario, senza essere zeppa di "marchette", ma tecnicamente rispettosa della legge di contabilità. Perciò tutto ciò che ci siamo portati dietro, sia in Commissione, che in Aula, ha avuto garanzia, fra virgolette, di risposta nel collegato alla finanziaria, dotato del suo pacchetto finanziario perché potessimo tutti insieme dare risposta alle piccole e grandi esigenze o anche a quelle norme intruse che, molto spesso, non trovano albergo nella finanziaria, anzi, non devono trovare albergo nella finanziaria regionale e quindi bisogna cercare di adeguare la rotta. Ci siamo resi conto tutti, nel momento stesso in cui gli abbiamo dato corpo, che quel collegato non avrebbe mai visto la luce; perché? Perché esiste un'altra scelta di fondo, che noi tutti, pian pianino, stiamo imparando a portare fino in fondo, cioè quella di esercitare la nostra funzione legislativa non attraverso emendamenti alla finanziaria, ma attraverso progetti di legge e disegni di legge.
Per cui se c'è da modificare una norma di leggi precedentemente approvate, è più opportuno che si rivedano quelle leggi, si faccia una nuova proposta, si aggiorni tutta la struttura legislativa e magari, se ci riusciamo, arrivando anche a fare una ripulitura di tutte le leggi che ci portiamo dietro, molte inapplicate, molte non opportune, molte antistoriche, molte non in linea con le necessità di oggi. Perciò si rimandò tutto al collegato! E' ovvio che bisogna stare al passo coi tempi. Si è detto in Commissione che si potevano scegliere due vie: o la presentazione di un nuovo testo di legge da parte della Giunta, un disegno di legge da poter essere visto, esaminato dalla Commissione, quindi dall'Aula, una sorta di assestamento di bilancio, un disegno di legge che avrebbe avuto il nome di modifica delle norme finanziarie approvate nei mesi scorsi, oppure l'utilizzazione del percorso di un collegato alla finanziaria per abbreviare i tempi e per dare risposta a un'esigenza che la Giunta ha rappresentato a questo Consiglio e alla Commissione.
In quella sede abbiamo avuto un confronto corretto, leale, a volte abbiamo avuto anche la collaborazione della minoranza sulla proposta della Giunta, e abbiamo scelto insieme la via tecnica; che cosa c'è di importante? Che cosa possiamo fare adesso? Primo aspetto: intervenire sui residui e sulla regolamentazione dei residui passivi; anche su questo mi sembra che il collega Porcu abbia illustrato la condivisione, che noi ritroviamo (mi permetta di interpretarla, e se male ho interpretato mi corregga, onorevole Porcu, diciamo che possiamo essere d'accordo personalmente, senza assumerci la responsabilità di rappresentare tutti), sull'articolo 1 e sull'articolo 1 bis, almeno nei primi 2 commi.
Questo già ci servirebbe per dire: "Siccome siamo d'accordo, iniziamo a parlarne, ridiscutiamone, se è necessario, se c'è qualcosa da approfondire, e approviamo", e poi diamoci un altro appuntamento, prima di quello che lei ha dato a noi, al momento successivo ai due commi dell'articolo 1 bis. Perciò, su ciò che è pacifico, non discutiamo, siamo qui per esaminare questo provvedimento di legge, l'emendamento soppressivo totale della Giunta che sostituisce il collegato, emendato in Commissione e in Commissione abbiamo preso anche degli impegni, tra di noi, tra forze politiche, non tra persone, di rivedere alcuni passaggi da qui all'Aula.
Faccio un esempio, collega Porcu, collega Barracciu, abbiamo discusso, condiviso e proposto (per semplificare, lo dico in termini non eccessivamente tecnici) quanto il Consiglio deve trasferire o, meglio, restituire al bilancio regionale, quale apporto del bilancio del Consiglio all'azione di tagli della spesa. Tutti sappiamo che è in fase di preparazione la proposta, da parte dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza, di un taglio del bilancio del Consiglio di 5 milioni di euro, lo abbiamo condiviso e ci siamo rimandati all'Aula. Così per altri aspetti che, man mano, nell'esame dell'articolato verificheremo strada facendo.
Perché dico questo? Per iniziare un percorso richiamato dal collega Sechi, che lui chiamava "serio", diceva un percorso "serio". Allora per un percorso serio, prima di tutto, bisogna dare risposta al perché siamo convocati oggi qui e per discutere che cosa; dopodiché, come ricorderanno i colleghi della maggioranza e della minoranza, l'abbiamo anche annunciata prima di presentarla (cosa già fatta dal mio Gruppo), bisogna discutere una mozione che entra nel merito e indica la via, a nostro modo di vedere, per affrontare la vertenza con lo Stato sull'articolo 8. Noi abbiamo presentato un atto, mi sembra che anche la minoranza abbia presentato successivamente un'interrogazione o un'interpellanza.
Allora, noi abbiamo presentato una mozione, una mozione che offriamo, oggi, subito dopo aver fatto almeno le cose condivise per accelerare i tempi, per non perdere tempo in quest'Aula a fare manifestazioni politiche, legittime, anche, devo dire, da prendere in considerazione, ma nei tempi e nei modi giusti. Noi siamo apertissimi e lo abbiamo dimostrato con la mozione. Sapete qual è la posizione dell'U.D.C. per quanto attiene anche a ciò che ha detto il sottosegretario Vegas. La nostra posizione è chiara, è scritta e la difenderemo con chi la vorrà condividere. Ovviamente questo non vuol dire che quella è la Bibbia, siamo pronti anche a confrontarci con le opinioni degli altri.
E' chiaro che non faremo un passo indietro nei confronti del Governo centrale, amico, nemico, simpatico, antipatico, io non ho mai conosciuto, l'ho già detto altre volte, dei Governi "amici". Io non ho mai conosciuto, da quanto leggo, nella storia dell'autonomia della Sardegna e per quanto ho vissuto come esperienza diretta in questi undici anni di Consiglio, non ho mai visto una cosa per la quale non siamo stati necessariamente costretti a conquistarcela, a conquistarcela con il coinvolgimento delle parti sociali, dei sindacati, con la piena condivisione, con la condivisione della gente! Siamo andati altre volte insieme per tenere alta la "bandiera dei quattro mori" e della Sardegna quindi, per fare rivendicazioni di atti dovuti e saremo sempre pronti a prendere l'aereo. Domani? Perché no? Dopodomani? Facciamo prima il nostro dovere, spendiamo il nostro tempo per ciò che è giusto fare e assumiamo un altro doveroso impegno. Noi difenderemo le entrate previste dall'articolo 8! Magari ci siamo anche rimandati, devo ricordare, a discutere di che cosa è stato fatto fino a oggi e di che cosa probabilmente non è stato fatto, ognuno si assumerà le sue responsabilità. Siamo prontissimi a discuterne. Siamo prontissimi ad assumere tutte quelle azioni utili e necessarie perché i nostri diritti (parlo della Sardegna, della Regione sarda) vengano salvaguardati nei confronti di qualsiasi governo di qualunque colore politico.
Altre volte abbiamo preso iniziative contro o, meglio, non contro ma rispetto a determinazioni assunte da nostri ministri, "nostri" intesi come appartenenza partitica: vorrei ricordarvi che i primi che sono insorti contro quelle decisioni che hanno qualcosa a che vedere con il nucleare, le scorie, a seguito di una dichiarazione dell'allora ministro Giovanardi, espressione dell'U.D.C. in quella maggioranza, bene, siamo stati noi sollevando il caso. Noi abbiamo risposto al ministro Giovanardi, noi abbiamo riportato il ministro Giovanardi al pieno rispetto delle prerogative dell'autonomia sarda! E così per altri. Non abbiamo guardato la provenienza, l'appartenenza o quant'altro. Ci siamo uniti con i rappresentanti del popolo sardo, che sono eletti da una parte o dall'altra, per fare solo ed esclusivamente gli interessi della Sardegna. Possiamo avere idee diverse anche per il raggiungimento di un obiettivo comune, possiamo darci delle priorità diverse, possiamo essere diversi, come diceva il collega Sechi, ma non necessariamente, pregiudizialmente o in assoluto diversi, perché questo ci impone il fatto che voi siate seduti "là" rispetto a noi che siamo seduti "qua".
Questa è una povera e meschina giustificazione che non dovrebbe albergare né in questo Consiglio nè in altro tipo di sede di confronto politico. Perciò abbiamo già trovato dai vostri interventi, dalle vostre sollecitazioni, almeno due argomenti sui quali siamo d'accordo e io su quelli, con il nostro Gruppo, vorrei partecipare a lavorare. Vorremmo iniziare a lavorare sulle cose che avete detto e sulle quali vi stiamo dicendo che siamo d'accordo. Lasciamo in coda quello che magari ci potrebbe dividere, vi offriamo fin da ora la nostra mozione perché possa essere condivisa e trasformata in un ordine del giorno. Vogliamo partire da quei principi, da quella nostra proposta, vogliamo partire anche da una condivisione dell'interpellanza proposta dalla minoranza e, da questi due atti concreti, trovare quell'unità doverosa per difendere non il futuro del mio partito, non il futuro della mia maggioranza, quella alla quale appartengo, non il futuro nostro personale, ma il futuro della Sardegna!
Abbiamo condiviso, non in toto, soprattutto nelle conclusioni, ancora oggi io non sono convinto di quelle conclusioni, il percorso per la modifica statutaria e continuiamo a condividere quello spirito. Allora da quello spirito ripartiamo, è inutile e sarebbe anche poco produttivo utilizzare ora questo disegno di legge, che in definitiva è frutto della Commissione, come spunto per costruire artificiosamente un contrasto, una controversia, un'opposizione che invece meriterebbe, nel merito, maggiore attenzione da parte di tutti e un percorso diverso che va assolutamente condiviso.
Questa è la nostra posizione, la offriamo a voi, non in uno scontro da ring, ma in uno scontro di merito, in un confronto di merito, e raccogliamo la sfida. Ci è stato detto, no? C'è una sfida in corso. Ovviamente è una terminologia che aiuta nella sua semplificazione ad accogliere una proposta. Noi accogliamo questa proposta nei tempi, nei modi, nella civiltà di un confronto e soprattutto aprendo prospettive nuove di dialogo in quest'Aula perché si rafforzi sempre di più l'azione legislativa di questo Consiglio che, da parte nostra, non è solo attento a quello che voi, con fare ironico, definite "il rimpasto delle poltrone". Non vorrei tornare su questo argomento, siete stati, siamo attenti a questo e sapete bene cosa vuol dire rimpasto. Il "rimpasto" non può che partire da una rivisitazione e da una maggior definizione delle priorità programmatiche, non può che ripartire da un aggiornamento programmatico. A nulla servirebbe cambiare le persone se non si cambiano, si aggiornano, più che altro, le rotte di un percorso definito precedentemente. Nessuno è distratto da questo, siamo molto attenti perché siamo molto convinti che la qualità delle rappresentanze determini anche percorsi politici diversi.
Per cui non abbiamo da nasconderci, non abbiamo da mandare via nessuno, abbiamo soltanto da approfondire un percorso che, strada facendo, ha necessità di una rimodulazione, per fatti contingenti, per eventi nuovi, perché stiamo affrontando una situazione straordinaria. Non ci nascondiamo dietro un rimpasto, un rimpasto che è una delle questioni da mettere in essere e chiudere velocemente, ma che fa parte di una proposta programmatica e di un confronto che trasformi, come sempre avviene, le maggioranze numeriche in maggioranze politiche, in coalizioni convinte...
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
Comunico ai colleghi che il consigliere Dedoni è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cuccureddu.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Sono presenti 55 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, colleghi, nel discutere il disegno di legge numero 78/A, quello che prima era un collegato alla finanziaria, perlomeno in termini di tempo abbastanza scollegato dalla manovra finanziaria, e che poi è diventato una manovra di assestamento di bilancio, vale e va fatta una premessa: non è stato consentito, nello stravolgimento della natura del documento presentato, trasformato poi in manovra di assestamento, non è stato consentito alle Commissioni di poter esprimere dei pareri e di poter convocare parti sociali, soggetti interessati, realtà, attorno alla nuova manovra di assestamento del bilancio. In Commissione, nelle diverse Commissioni, in quelle che hanno potuto esprimere delle considerazioni, appunto, ci si è limitati solo a delle osservazioni circa la manovra che, tra l'altro, con un unico emendamento, fondamentalmente, presentato dalla Giunta, ha stravolto il disegno di legge numero 78/A.
Partiamo dallo stato dell'arte. L'onorevole Barracciu, nel suo intervento, nella relazione di minoranza, parlando anche per noi, ha esposto i problemi e le tante questioni aperte, le tante questioni aperte sulle quali ancora non si è deciso, non si è affrontato il tema in modo tale da poterle risolverle, non dico tutte ma almeno alcune. I sindacati hanno parlato di tagli indiscriminati. C'è una decisione nazionale di tagliare, poi mi soffermerò sui tagli e sul loro perché e sul perché non vengono capiti da noi, dai sardi, dai tanti cittadini che li subiranno, ebbene questi tagli non si capiscono perché non è chiara la strategia. In teoria un Governo dovrebbe dire al Presidente della Regione, all'assessore La Spisa, a noi tutti, che il taglio va, dovrebbe andare, ci si augura che vada in una certa direzione mentre invece maggiori risorse devono andare in un'altra direzione, cioè verso idee nuove, spunti nuovi perché si attivi un nuovo sviluppo, insomma, perché si abbia maggiore innovazione e maggiore possibilità di confronto con le altre realtà d'Europa e del mondo. Né più né meno.
Ci siamo trovati di fronte a un taglio di risorse che colpisce tutto e tutti, quasi che si sia applicata una percentuale di taglio a tutte le voci di spesa e all'incirca in egual misura, un po' di più in alcune voci, un po' di meno in altre. Quello che non si capisce, quello che non emerge è in quale direzione, qual è la linea, qual è l'idea di sviluppo. Perché a un taglio corrisponde una scelta, un'idea, taglio perché è superfluo, taglio perché sono risorse che vengono spese male, taglio perché forse abbiamo dato troppo e oggi è bene dare un po' meno, taglio in quella direzione di minor spesa perché voglio andare invece in una direzione di maggior investimento che è tutt'altra! Insomma a un taglio dovrebbe essere conseguente una scelta politica dei tagli; così come, a un maggior incremento di risorse, a una spinta maggiore su un settore, a un aiuto a realtà che soffrono o che vanno incentivate e aiutate perché lavorano bene, meglio e stanno producendo cose che servono a tutti, sta un'idea di sviluppo futuro, di politiche strategiche di lungo raggio. Insomma, per citare Berlinguer: "di pensieri lunghi che guardano al futuro".
Persino nel momento in cui semplicemente si accenna un pensiero (non dico un ragionamento), tutto questo non c'è, sembra un'operazione da ragionieri, senza nessuna offesa per la categoria, ma insomma, di ragionieri che di politica non sanno, non conoscono, mai l'hanno praticata né hanno intenzione di apprenderla o di praticarla. Non emergono decisioni, neanche la direzione e tantomeno la meta, il punto d'arrivo, di caduta di una manovra di questo tipo. Si tagliano le risorse destinate alle politiche per il lavoro, soprattutto quello giovanile, per le quali politiche invece andrebbero previste ulteriori e migliori risorse, si taglia per l'istruzione e la formazione, che tutti i parametri, tutti gli istituti, tutti gli studi, tutti coloro che - in Europa e nel mondo - dicono quale potrà essere l'idea di sviluppo del domani, affermano che sono i settori sui quali si dovrebbe investire; noi, invece, non si capisce se per far torto a coloro che investono in quella direzione o se per far torto forse a noi stessi e ai sardi, anche in quei settori tagliamo. Tagliamo sul contrasto alle povertà, quelle vecchie che purtroppo ancora resistono e quelle nuove che si vanno a creare. Tagliamo in tutte le direzioni!
E' sotto gli occhi di tutti l'attacco che lo Stato muove in particolar modo alle regioni del sud e alle isole. Farò poi un esempio che forse chiarirà meglio l'idea dell'attacco rivolto nei nostri confronti, l'attacco alle Regioni del Mezzogiorno, con un federalismo che in teoria dovrebbe consentire (in un'idea del miglior federalismo possibile) a tutti di crescere, di avere uno sviluppo più adeguato rispetto alle proprie capacità, alla propria cultura, all'articolazione così diversa di dialetti, lingue, culture, miscuglio di razze che è il nostro Paese. Io così immagino un federalismo, il federalismo migliore possibile, il federalismo buono che guarda a un aiuto alle Regioni, visto che parte dallo Stato. In questo caso abbiamo un federalismo che è, potrebbe essere utilizzato un sinonimo di federalismo che sinonimo non è ma è sinonimo per il federalismo che viene utilizzato da Tremonti e dalla Lega a livello nazionale, cioè "egoismo". E' semplicemente un'operazione egoistica! Non avendo le risorse da dirottare in più al Nord che chiede, preme e pretende, semplicemente vengono tolte, quelle risorse, al Sud per dirottarle verso il Nord, con questa continua litania per cui il Sud, noi, noi tutti, saremmo dei ladri, degli spendaccioni, persone che hanno sperperato risorse pubbliche, mattina, sera e notte, mentre il Nord brilla di luce propria e, solo attraverso un po' di risorse in più, che per giunta dicono essere tutte loro, potrebbe continuare a brillare ancora di più.
Io credo che, dopo la partita "Malpensa", che è stata voluta in modo forte dalla Lega perché sembrava fosse quasi uno sminuire le Regioni del Nord non avere un altro hub in un Paese che forse avrebbe dovuto tenerne e rafforzarne uno, e non moltiplicarlo, adesso abbiamo lo scandalo "Malpensa", per cui dobbiamo mettere a correre risorse ingenti, dobbiamo sperperare, in questo caso sì, denaro pubblico per sanare buchi quotidiani; non abbiamo competizione nei trasporti a livello mondiale, c'è semplicemente il fatto che qualche politico del Nord Italia, della Lega, ha forse potuto mettere una bandierina, potendosi poi all'estero vantare di avere, anche loro, un aeroporto internazionale che guarda al mondo e alle rotte internazionali.
Mi sarei aspettato un'idea da parte del Governo nazionale di migliore programmazione perché fosse il Governo nazionale quello in capo al quale sta un'idea di programmazione più generale che le Regioni dovrebbero seguire, un'idea del risparmio laddove si deve risparmiare, un'idea di miglior utilizzo delle risorse laddove queste devono essere utilizzate meglio, ma non un taglio indiscriminato! Ebbene, a questo che cosa dovrebbe essere contrapposto? Una battaglia politica forte! Ha ragione l'onorevole Capelli, nel confronto tra istituzioni, l'abbiamo vissuto nella precedente esperienza di governo, con le istituzioni nazionali, a prescindere dal colore politico, va innescato uno scontro, anzi, prima una relazione, poi un dialogo, poi una richiesta forte e successivamente uno scontro; tanto che, per la prima volta, la Sardegna si è mossa a Roma per manifestare e per ottenere le risorse che le venivano sottratte, eppure si parlava di istituzioni, quella regionale e quella nazionale, politicamente omogenee.
Oggi, a fronte di omogeneità dei governi (nazionale e regionale), noi non abbiamo la stessa presa di posizione di fronte alle risorse che ci vengono sottratte, di fronte a La Maddalena che viene data a un imprenditore (che pure qualche risorsa avrebbe da mettere a correre anche di suo) che paga un importo pari a quanto ammonta l'affitto di un locale commerciale nel centro di Cagliari e noi dobbiamo persino pagare l'Ici a quell'imprenditore, e poi vengono sottratti fondi per programmare le regate in barca a vela e vengono prese altre risorse perché bisogna fare di quelle risorse razzia altrove, eccetera eccetera eccetera. Ecco, tutto questo forse meriterebbe una presa di posizione un pochino più forte, non dico dura, perché forse qualcuno non è capace a esprimere durezza nei confronti del Governo nazionale, ma perlomeno a un livello di scontro un po' più alto, alzare un pochino l'asta. Tutto questo non c'è!
L'onorevole Sechi ha parlato bene dei tagli alla cultura sarda, ci riempiamo la bocca di autonomia, di nuovi statuti, della nostra particolarità e della nostra peculiare cultura, però poi anche noi lì tagliamo. Perché? Guai se alle parole qualche volta seguisse un fatto, non dico tanti, uno, conseguente! Faccio alcuni esempi. Siete riusciti a proporre anche il taglio di agenzie, su alcune delle quali forse bisognerebbe indagare un po' di più. Magari, Assessore, bisognerebbe indagare sulle determine di alcune agenzie, magari bisognerebbe indagare sulle determine di AREA, in quelle dove ci sono rapporti solo ed esclusivamente con pochissime società, sempre le stesse, dove si fa riferimento ad alcuni avvocati che hanno consulenze, che difendono AREA in alcune cause e si tratta di avvocati che sono altissimi esponenti politici del centrodestra regionale e nazionale. Io credo che almeno quelli si dovrebbero astenere dall'ottenere incarichi dalle agenzie regionali, perlomeno, non dico per una questione che va altrove, ma per una questione che attiene semplicemente allo stile.
(Interruzione)
Collega Radhouan, sappiamo che è poco interessante ciò che noi diciamo, comunque vale la pena dirlo, perlomeno rimarrà agli atti.
Sulle agenzie dicevo, Assessore, che forse bisognerebbe tagliare quando l'ERSU propone di fare un'attività di aiuto ai giovani per la ricerca di lavoro che fa esattamente il comune di Cagliari con minori risorse e avendo contatti con gli stessi soggetti che vorrebbe intercettare l'ERSU. Magari sarebbe bene mettere insieme le due cose, non sprecare 200 mila euro per fare una cosa che è già avviata dal comune capoluogo. Perlomeno una telefonata, visto che chi lo fa non è che non conosce chi governa l'amministrazione avendo essa governato, avendo fatto parte dell'Esecutivo comunale! Forse in quella direzione dovrebbero andare i tagli!
Forse anche nella direzione di avvertire di un problema tutti noi: sulle Università sarde si sta giocando una partita alquanto delicata, l'Ateneo di Cagliari e l'Ateneo di Sassari vengono messi, con parametri che hanno della follia, in competizione col Politecnico di Milano e di Torino. In questi termini: l'Ateneo di Cagliari è un ateneo diciamo complesso e compiuto che ha al suo interno ad esempio anche "Medicina", che ha al suo interno anche l'Azienda mista; solo ed esclusivamente a Cagliari, in termini di occupati, un terzo del personale per il quale l'Università eroga gli stipendi sta in capo all'Azienda mista, quindi lavora tra Università e ASL. Un terzo delle risorse che sono assorbite all'interno del bilancio dell'Università di Cagliari, dell'ateneo di Cagliari, sono assorbite diciamo dalla Facoltà di Medicina ma in particolar modo dal Policlinico universitario. Il Politecnico di Milano e di Torino non sono atenei, non hanno il policlinico, non hanno medicina, non hanno quelle suddivisioni di dipartimenti e di facoltà che comportano spese ingenti: per esempio, in chimica, per avere una strumentazione di un certo tipo bisogna spendere milioni di euro. Il Politecnico di Milano e di Torino non ce le hanno, ce le hanno solo per le facoltà esistenti al loro interno, ma non hanno quell'immensità che è l'articolazione di un ateneo.
Mettendo sullo stesso piano, in termini di concorrenti, l'ateneo di Cagliari, l'ateneo di Sassari e il Politecnico di Milano e di Torino avviene esattamente che vengono dirottati 20 milioni di euro dall'ateneo di Cagliari e altri 12, mi pare, dall'ateneo di Sassari, verso le università del Nord. Con questo gioco, a ripetizione, di mettere in contrapposizione e in concorrenza cose che tra loro non sono concorrenti, perché non è possibile mettere a competere un peso massimo con un peso piuma, persino nello sport non è pensabile, nell'arco di un anno, le Università del Sud e delle isole si vedranno sottratte risorse per l'ammontare complessivo di 500 milioni di euro che vanno, né più né meno, alle Università del Nord. E' accettabile questo? E' accettabile che si tagli in un settore che andrebbe invece incentivato?
I dati oggi ci dicono che, all'Università di Cagliari e Sassari, c'è un calo mediamente del 15 per cento di iscrizioni, mentre tutti i dati OCSE-PISA ci dicono che noi dovremmo avere il 60 per cento di iscritti in più nelle nostre Università per competere con le regioni degli altri paesi d'Europa, allora è pensabile che si tagli in questo settore? E' pensabile che si tagli sulla scuola? Noi spendiamo milioni di euro per comprare le lavagne digitali elettroniche connesse a internet e web, però non abbiamo la carta igienica nei servizi delle scuole, non abbiamo i gessetti per scrivere sulle lavagne, non quelle interattive, quelle tradizionali! Non abbiamo i soldi per mettere in sicurezza le aule, però in queste aule fatiscenti, avremo le lavagne interattive. Che bello! Tutti guarderanno queste lavagne interattive, che sono costate milioni di euro, e nel frattempo a quei giovani che guarderanno quelle lavagne cadranno i calcinacci in testa. Mi sembra una scelta intelligentissima di priorità! Qualche volta andranno pure stabilite le priorità! Uno non cambia l'autoradio nella macchina se ha le gomme lisce! E gli esempi si potrebbero fare a iosa su questi settori, come sulla ricerca.
Chiudo il mio intervento dicendo che forse, e lì noi potremmo dare una mano, vi potremmo aiutare, dovrebbe essere fatta una battaglia un pochino più forte nei confronti dello Stato e nei confronti degli enti, settori della Regione che spendono male, spendono troppo e in direzioni sbagliate, però sta a noi, ma un pochino di più sta a voi, rispetto a quanto stia a noi, dire dove bisogna tagliare, come bisogna spendere e soprattutto in quali direzioni bisogna investire perché la Sardegna possa uscire da questa crisi, perché tutti i sardi possano avere una vita degna di essere vissuta e perché qualcuno di noi non si senta mortificato…
PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Interverrò molto brevemente. Intanto rileviamo che, così com'è stato esitato dalla Commissione, il provvedimento ha assunto una natura per così dire tecnica, è stato alleggerito da parti che avrebbero giustamente creato anche un problema di contrapposizione, all'interno di quest'Aula, sulla opportunità o meno di eliminare delle agenzie. Allora ragioniamo sul provvedimento qual è stato esitato dalla Commissione, provvedimento necessario e necessitato che richiama anche noi alla corresponsabilità nella difficile opera di risanamento dei conti pubblici e che, a mio avviso, rappresenta anche da noi, in Sardegna, il banco di prova della maturità di tutti noi, della classe politica sarda, per non lasciarsi trascinare da una spirale distruttiva, solo e sempre fatta (come ho sentito anche stamattina) di accuse a vuoto.
Avrei chiesto all'onorevole Barracciu, soprattutto che cosa avrebbero ipotizzato lei, il suo Partito e il suo Gruppo, se avessero avuto responsabilità di governo. Dov'è la vostra proposta alternativa a quella che propongono la maggioranza e il Governo regionale? Vedete, è facile, noi rispettiamo il lavoro che fa l'opposizione, che deve giustamente anche approfittare dell'effetto propagandistico, badate in economia ritengo che si possano formulare tutte le ipotesi possibili, tutto è migliorabile, però, laddove non si possono fare compromessi al ribasso, penso che sia di buon senso per tutti noi considerare la situazione data. L'occasione semmai è utile anche per richiamare il Governo regionale a continuare nel lavoro di quella terapia dimagrante della spesa, soprattutto di quella improduttiva, inutile, che è già iniziata un anno e mezzo fa, a continuare a eliminare quelle spese che non riguardano, non interessano e non influiscono sulla vita dei cittadini, e a iniziare a porsi il problema di misure e di risparmi strutturali che possano incidere dunque anche per gli esercizi futuri.
Penso che a nessuno piaccia tagliare; anzi noi che veniamo tutti da una cultura dello stanziamento delle leggi di spesa, amiamo sempre sovraccaricare i capitoli di bilancio, ma una manovra che non tocca direttamente la sanità, le politiche sociali, le politiche del lavoro, che non tocca in maniera incisiva capitoli di spesa che riguardano le politiche per gli investimenti, io penso che, nella situazione data, fosse la sola possibile. A nessuno piace, non posso dire che fosse il modo migliore, è il modo possibile, ma siamo qui in quest'Aula eventualmente per portare anche (e speriamo venga anche il contributo della opposizione) quei correttivi, se ve ne sono, sensati e seri che possano migliorare il provvedimento. Ma, come ho detto, senza compromessi al ribasso, perché siamo tutti d'accordo che bisogna ritrovare almeno motivi di unità e coesione su una battaglia che non deve vedere governi nazionali amici sulle istanze che la Sardegna potrà e dovrà portare in una sola voce. Siamo d'accordo perché si trovino le ragioni di una coesione, anche con un ordine del giorno comune, ma mi pare che sia un'occasione sprecata quella di attardarci ancora a discutere, in maniera così contrapposta, su aspetti che non debbono assolutamente far perdere ulteriormente tempo su un provvedimento che, appunto per la sua caratterizzazione necessaria e necessitata, mi pare che dovrebbe avere, se non anche il favore dell'opposizione, comunque una posizione che non ne ritardi la sua approvazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, avevo capito che mi toccava parlare un pochino più tardi. Sono venuto oggi in quest'Aula perché sentivo il dovere di essere qui in questa discussione, anche dopo… Mi scusi se la disturbo, onorevole Campus, se la sto disturbando taccio!
Sto cercando di dire che sono venuto qui in quest'Aula perché lo ritengo un appuntamento importante, nel momento in cui oggi in Italia, nel 2010, dopo quello che leggiamo sui giornali, si discute in Sardegna di una manovra di assestamento. Credo che sia importante e sono venuto, nonostante l'asprezza del dibattito di ieri, magari un po' di riposo avrebbe fatto bene anche a me. Sono venuto non per fare propaganda, non tutte le volte che l'opposizione parla è qui per fare propaganda, onorevole Pittalis, sono venuto per dare un mio contributo responsabile, per cercare di portare quello che so e quello che ho da dare, se può essere utile, e spero che possa essere utile e spero che ci ascoltiamo, perché ognuno di noi ha qualcosa da dare, me compreso.
Presidente, credo che, come ha detto, farebbe bene a schermare l'aula!
Noi stiamo cercando di dire, chi mi ha preceduto, Chicco Porcu, che in questo momento non è qui, stiamo cercando di dire che vorremmo sapere dove stiamo andando nel momento in cui, nelle aule parlamentari, in commissione, il Governo in tutti i modi ci dice che l'articolo 8 del nostro Statuto non viene rispettato; nel momento in cui prima non pone la posta in bilancio cercando di truccare le carte dicendo: "Siete all'interno di questo capitolo vastissimo, quindi le recupereremo", poi dice e non dice, poi dice che effettivamente le poste non ci sono e poi che, d'altronde, il Governo della Regione lo sa perché si è concordato di fare la norma di attuazione e di fatto taglia dal vostro bilancio, dal nostro bilancio, anzi dal bilancio di tutti i sardi, il 20 per cento di tutte le loro risorse finanziarie. Il 20 per cento di tutte le risorse finanziarie! Vorrei sapere qual è la sola famiglia in questa Regione, oggi, a cui si può sottrarre il 20 per cento del suo stipendio senza che il capofamiglia, senza che marito, moglie e tutti, stiano lì a discutere e a dire che cosa fare e parlare esattamente del punto in questione.
Il punto è questo: il Governo è in difficoltà certamente, propone una manovra finanziaria, l'approva nei modi in cui dice e chiama a raccolta tutti gli enti locali e tutte le Regioni e a ciascuno fa pagare qualcosa. Se fossimo una Regione come le altre, noi dovremmo pagare circa 100-120 milioni di euro, in realtà noi siamo chiamati a pagare, forse un miliardo e mezzo? Un miliardo e 6? La nostra Regione viene chiamata a pagare quindici volte in più di quello che dovrebbe pagare! Allora, se volete, parliamo di tecnicismi, di come modificare la norma finanziaria, la legge di bilancio, io credo che sia più opportuno non perdere neanche un momento e parlare di come fare per difendere le nostre risorse, anzi le risorse più importanti di quelli che siamo chiamati a rappresentare. Come fare? Che cosa facciamo domani? Che cosa facciamo dopodomani? Che cosa mettiamo effettivamente in campo? Non penseremo di cavarcela con un ordine del giorno! Non penseremo di spaventare qualcuno con un ordine del giorno! Innanzitutto, abbiamo consapevolezza di quello che sta accadendo o no? Questo è! Francamente, poiché ieri avete confermato che c'è un Presidente della Regione, mi sarei aspettato di vederlo qui e che non delegasse a nessun altro cose di questa importanza, che fosse qui a dirci che cosa ha in mente di fare, a dirci e a spiegarci che cosa può fare, a chiedere il nostro aiuto e il contributo di tutti su questo argomento.
Io l'ho seguita nel suo intervento, onorevole Capelli, ho cercato anche di comprendere, io non faccio parte di questa Commissione, non ho partecipato ai lavori di quella Commissione, alcune cose mi sfuggono delle vostre argomentazioni, del vostro riproporvi, io credo che questa sia l'Aula parlamentare, non è la Commissione, non si tratta di rapporti uno a uno così facilitati dai banchi più vicini e dalla modalità della Commissione, qui siamo in un'aula e se c'è da discutere un testo diverso si prenda questo testo e lo si riporti subito in Commissione. Prendiamo il tempo, da domani mattina, per discutere qualunque testo, partendo da qualunque testo, dalla vostra mozione, per esempio, perché no? Per dire che cosa abbiamo in mente di fare, per dare tempo a questa Giunta di chiedere l'aiuto che a noi in altri tempi è capitato di dare e di ricevere dal Consiglio regionale, di ricevere dai sindaci, di ricevere dalle organizzazioni sindacali, di ricevere da tutta la società sarda. E' ora che il nostro Presidente della Regione venga lì e chieda aiuto a noi e a tutti i sardi, e che si presenti domani a Roma e dica anche che cosa farà nel caso in cui la sua domanda non venisse accolta. Deve essere chiaro a tutti che le famiglie sarde sono chiamate a pagare quindici volte in più il conto che sono chiamate a pagare le famiglie lombarde, venete e calabresi.
Credo che dobbiamo andare a questo confronto con tutte le poste finanziarie attive intatte, non sottrarrei nemmeno 100 mila euro, nemmeno 100 milioni e nemmeno 400 milioni: questo è il nostro bilancio, da questo partiamo. Prima dateci tutti i soldi che ci dovete e poi vediamo se effettivamente il PIL è sceso e le Imposte sui redditi delle persone fisiche percepiti sono diminuite, magari, alla fine, troveremo che non c'è 1 miliardo e 800 ma c'è 1 miliardo e 600, 1 miliardo e 500, o 1 miliardo e 400. Ma non inizio facendo gli sconti da subito! Quindi proporrei: riportate questo testo in Commissione, prendete quello che serve, se pensate che ci sia l'urgenza di modificare la legge di contabilità, io non credo, ma fatelo se è importante, venga la Giunta e ci racconti il suo punto di vista, è vero che ha accettato che occorra la norma finanziaria per avere i soldi, perché il Governo nazionale questo dice e quindi, se non è così, ditecelo!
Qualche mese fa, ho assistito qui a una assemblea solenne dove c'era tutta la Sardegna, i sindacati, l'abbiamo fatto per difendere ALCOA, per difendere il 20 per cento del bilancio della Regione che riguarda tutti i sardi, ma pensiamo di cavarcela con un ordine del giorno fatto fra noi, stancamente, in fretta, prima di andare in ferie? Carissimi colleghi, veramente, io vi richiamo a questo, richiamo me stesso innanzitutto e tutti noi. E' un momento straordinario, è stato detto, cerchiamo di avere anche una maturità straordinaria tra di noi, una capacità veramente di aiutarci a vicenda e tutti insieme di aiutare la Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Io vorrei mantenere e rispettare il tono di concentrazione e il tono accorato dell'ultimo intervento perché l'argomento e la modalità in cui è stato posto lo meritano.
Penso di poter dire, come relatore di maggioranza, che non c'è un consigliere regionale che non si riconosca in una battaglia che non lascia allo Stato neanche un euro di quello che ci spetta. E' vero, c'è un percorso che purtroppo non è noto, non è stato socializzato, c'è un lavoro duro politico che si è svolto dentro e di cui nessuno parla. E' vero, perché si è iniziato in Commissione a ragionare di entrate, facendo audizioni importanti, ad approfondire il tema del federalismo fiscale che incombe, perché nell'ultima relazione fatta dal Governo al Parlamento si vedono criticità e opportunità per noi, ma incombe, e il paradosso è che l'agenda dell'incontro bilaterale a cui il Governo è obbligato dalla legge numero 42 con la Regione Sardegna, noi non la stiamo tenendo, è stata chiusa con il Trentino, si sta chiudendo con il Friuli mi pare, o con la Valle d'Aosta, arrivano, arrivano anche da noi. Noi ci troveremo a quell'appuntamento, di questo si è parlato a lungo, e che facciamo? Teniamo l'articolo 8 o giochiamo una nuova partita? La decisione unanime, di cui non ha parlato nessuno, è che si parte dall'articolo 8. L'articolo 8 non si molla se non si trova una posizione più avanzata. Di tutto questo lavoro, durissimo, non è trapelato nulla e io devo dire che probabilmente dobbiamo far sapere perché abbiamo fatto questa scelta.
Il secondo aspetto riguarda la criticità che, in questo lavoro, si è espressa anche in una risoluzione votata all'unanimità dalla Commissione bilancio e che questo Consiglio attende di discutere. Non appena sono emerse le dichiarazioni a cui hanno fatto riferimento i colleghi dell'opposizione, per ultimo l'onorevole Soru, e che sono certamente allarmanti, la Giunta ha comunicato la sua posizione, cioè alzare il tiro, contestare le dichiarazioni del Sottosegretario e sollevare il conflitto di attribuzione. Su questo, tutti abbiamo condiviso l'impostazione.
Io penso che sia vero che non ci sia Governo regionale che abbia capacità di incidere se non chiama il proprio popolo alla battaglia dinanzi al momento, però il "momento" non è ancora con le truppe ben schierate e - secondo me - avremo in questi giorni e in queste settimane il dovere di legare due questioni: la questione di prenderci i nostri soldi e la questione del potere che abbiamo di disciplinare come prenderceli.
Il 7 settembre, noi inizieremo la discussione sulle riforme istituzionali: proviamo a ragionare, d'estate, perché si fanno tanti convegni, per vedere se troviamo dei punti di contatto per creare questo clima di popolo, per cominciare a dire che le tasse le riscuotiamo noi! Ciò che ha detto l'assessore La Spisa ("la nostra non è finanza derivata") significa che potremmo applicare tranquillamente il modello siculo secondo cui noi riscuotiamo e diamo quota parte allo Stato. Questo dobbiamo mettere nello Statuto e dobbiamo farlo bene, con grande potere alla Sardegna e badando molto al denaro.
Si ritiene che tutti questi argomenti oggi avrebbero meritato una rilevanza maggiore rispetto a quella attribuita a un disegno di legge quale quello che stiamo discutendo. Il problema, lo dico con scoramento, è che non si riesce a portare all'attenzione del popolo sardo i grandi argomenti se il sistema politico non riprende a dialogare come stiamo cercando di fare oggi. Se fuori di qui si pensa che noi bisticciamo su tutto, tutto vale "zero"! Tutto vale "zero"! Tutto! Anche il tono dell'ultimo intervento dell'onorevole Soru per me è significativo, perché è quel tono che ci consente di iscrivere le cose importanti all'ordine del giorno. E' un tono che personalmente intenderei applicare sempre e con questo tono do giustificazione del perché siamo venuti in Aula con un provvedimento di questo tipo: non per annichilire la grandezza e la portata ma per un ragionamento di buon senso che vi vorrei sottoporre, poi mi direte se è sbagliato.
Nella finanziaria 2010, fatta nel settembre 2009, lo ricorderete, la stima delle entrate avveniva su dati non consolidati 2008. E' antipatico nelle aule consiliari scendere nel dettaglio, però magari non tutti sappiamo da che cosa nasce e può rimanere il dubbio che siamo qui veramente a fare cosmesi, come diceva il collega Porcu. Però, dopo che mi sarò spiegato, con piccoli conti, mi direte se è buon senso oppure se è veramente cosmesi. Siamo nel 2009, le stime vengono fatte dagli Uffici sul gettito 2008, non consolidato, quindi, mentre tutti siamo animati dalle preoccupazioni espresse qui dentro, anche ultimamente, sulle entrate, abbiamo pure il dovere di seguire questi aspetti, facciamo una stima, poi cosa succede? Succede che lo stesso Ministero dell'economia (cito la fonte perché noi dobbiamo abituarci qui dentro a citare le fonti, perché all'esterno poi escono numeri come fuochi d'artificio, allora le mie fonti sono queste: il Ministero dell'economia, Dipartimento delle finanze) ci dice, però a gennaio 2010, che il consuntivo 2008, quello su cui (perché era l'unico dato disponibile) è stata calcolata per esempio l'IVA, ha uno scostamento, tra il preconsuntivo e il consuntivo, in diminuzione del 7 per cento; quindi sta incominciando a dire che quella stima non funziona.
Poi c'è un altro elemento. Lo dico ai colleghi, noi tutti sappiamo (forse non lo sappiamo bene, lo sa sicuramente chi ha partecipato al negoziato per l'articolo 8 la scorsa volta, ma molti colleghi non lo sanno) come si calcola la nostra compartecipazione all'IVA: è una frazione, si prende il gettito nazionale IVA, si tolgono i rimborsi, si tolgono le quote della CEE, e lo si divide per l'incidenza dei consumi delle famiglie sarde sulle famiglie italiane, che è intorno al 2,3 per cento, se mi sbaglio correggetemi, ma mi pare di ricordare che sia questo. Che cosa ci dice il Ministero delle finanze, sempre nel 2010? Ci dice che, nel 2009, ci sono stati molti rimborsi e quindi il numeratore è sceso. Non solo, ma quando, sempre nel 2010, la Banca d'Italia avverte che, in Sardegna, c'è un crollo dei consumi e che bisogna stare attenti perché accadrà che quell'indicatore avrà un valore differente, allora, un padre di famiglia, che aveva stimato di avere 150 e invece comincia a capire che avrà 100, che cosa fa? Cerca di aggiustare i suoi conti e cerca di farlo in modo condiviso, se n'è parlato, cioè cerca di non intaccare aspetti strategici. Però poi che cosa cerca di fare? Mettendo mano al portafoglio si cerca di spendere meglio, dunque si modifica la legge di contabilità.
Che cosa sta succedendo? Io vorrei dire ai colleghi che sta succedendo, ne parlavo prima con l'onorevole Cuccureddu, che il Governo sta tirando il collo alla Sicilia sulla sanità (le darà 1 miliardo o 1 miliardo e mezzo in meno) mentre a noi non può toccarci perché siamo abbastanza protetti dalla situazione attuale, see la sappiamo far valere. Che cosa farà con noi? Ci tira il collo con il Patto di stabilità. Il Patto di stabilità divarica la competenza dalla cassa e noi veniamo sommersi da un mare di carta: il bilancio falso di cui parlava Luciano Uras. Allora si è pensato di fare un po' di manutenzione al bilancio e di inserire delle modifiche alla legge di contabilità che ci consentano di avere un risultato di amministrazione buono, magari di abbattere un bel po' il disavanzo e di avere quindi una possibilità di spesa maggiore.
La tensione morale sulle entrate e questa piccola operazione sono incomparabili, io sono d'accordo, sono incomparabili, però penso che sia stato opportuno dire, onorevoli, che questo tema è centrale; ma noi dobbiamo far diventare, questo tema, un tema che ci unisce in una strategia che deve essere molto efficace e noi abbiamo il tempo di costruirla da qui a settembre.
La relazione sul federalismo fiscale, che il Governo ha fatto alle Camere (io mi auguro che venga letta dalle persone che hanno fatto la precedente trattativa, perché sarebbe molto utile), dice quali sono i livelli di imbarazzo del Governo, perché il Governo dice di voler caricare alla Sardegna e alla Sicilia il costo degli enti locali, però ha difficoltà con il quadro normativo attuale, in quanto bisogna negoziare con la Sardegna, c'è un riquadro intitolato proprio "Il caso Sardegna e Sicilia". Quindi, anche il Governo ha un problema con i nostri poteri, se riusciamo a creare il clima politico che ci consente di realizzare quella unità su questo grosso problema e lo strutturiamo; per esempio, l'onorevole Campus, nel suo intervento, mi ha detto che abbiamo fatto bene a non sciogliere l'agenzia delle entrate perché ci serve un pensatoio che, al momento della trattativa con Calderoli, abbia dati e non che dobbiamo riceverli noi dal Governo.
Noi siamo in questa posizione, lo dico per tutta la maggioranza, è una maggioranza che sta cercando di trovare una posizione di buon senso, non eroica, ma efficace, abbiamo fatto un'operazione incomparabile rispetto all'altra battaglia, però non senza senso, non è senza senso, avrà degli effetti positivi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Ho chiesto di parlare, ringrazio la Presidenza e l'Aula per questo, perché la discussione su questo disegno di legge effettivamente si sta concentrando su una questione di fondo importantissima. Credo che sia opportuno e giusto che la posizione della Giunta non sia a un livello inferiore rispetto a questa discussione. Sia chiaro che la pericolosità di una posizione che il Governo centrale, ma permettetemi di dire soprattutto la sua burocrazia, la Ragioneria generale dello Stato, assume, ha assunto e continua permanentemente ad assumere (pur con il cambio dei Governi e con il cambio dei Presidenti del Consiglio o dei Ministri dell'economia), nei confronti delle autonomie locali, autonomie regionali, in materia di finanza pubblica, è arrivata a un punto che richiede ormai un chiarimento decisivo.
E' importante che si distingua però l'importanza di questo disegno di legge che nasce, lo ripeto, da un'esigenza e da una richiesta forte avanzata , da tutta la Commissione bilancio e da numerosi consiglieri, anche dell'opposizione, alla Giunta, più volte, durante questa primavera, per sapere la situazione dei conti e fare chiarezza sul bilancio regionale. E' esattamente questo lo scopo di questo disegno di legge, fare chiarezza sui conti senza rinunciare minimamente a quanto è dovuto a favore della Sardegna. Credo che questo che sia il punto assolutamente irrinunciabile e assolutamente chiaro.
Noi non abbiamo rinunciato e non stiamo rinunciando neanche a un euro! Vorrei ricordarvi che abbiamo iscritto in bilancio nel 2009, presentando il bilancio 2010, tutte le somme correlate alle quote di compartecipazione spettanti alla Sardegna a valere sull'articolo 8 novellato nel 2007, è stato chiarissimo e in quel momento eravamo forti; vi ricordo, in questa Aula, di un ordine del giorno, accettato dal Governo, presentato dai deputati sardi di tutti gli schieramenti, in cui il Governo rassicurava sulla disponibilità di quelle risorse in un fondo indistinto, che però sosteneva essere abbastanza capiente, , dicendo ai nostri parlamentari di stare tranquilli, e quindi abbiamo predisposto quel bilancio. Quel bilancio, quello di questo esercizio, non è stato impugnato dal Governo nazionale! Altro punto importante.
Ancora, le spese sulla sanità sono coperte proprio da trasferimenti che derivano dalle quote di compartecipazione sull'IVA, calcolate esattamente secondo i parametri dell'articolo 8 novellato nel 2007; abbiamo molti punti, a nostro favore, rispetto all'interpretazione secondo la quale,(fino a quando alcune parole del sottosegretario all'economia pronunciate alla Camera ci hanno allarmato) ritenevamo che le cose andassero nella giusta direzione e che le risorse per la Sardegna ci fossero. L'unica cosa che non era certa era, e a questo punto la preoccupazione è forte, che quelle risorse non sono nel bilancio dello Stato esplicitamente destinate alla Regione, ma contenute solo in un fondo indistinto.
Le parole del sottosegretario, a seguito di un'interpellanza, sono allarmanti, da quel momento in poi, in tutte le sedi di confronto con lo Stato, nella Conferenza delle Regioni, nella Conferenza Stato - Regioni, negli incontri diretti con il Ministro dell'economia, che si sono svolti alcune settimane fa, noi abbiamo ripetuto queste cose fino ad arrivare a dire subito, spero che questo lo si possa riconoscere lealmente, che noi siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti giuridici conflittuali con lo Stato per difendere questo diritto.
Come ha detto il Presidente ieri, abbiamo anche fatto una sostanziale diffida, perché non può essere impugnata, con la speranza di poter vincere un ricorso, una dichiarazione del sottosegretario rilasciata alla Camera. Abbiamo bisogno, per un conflitto che possa avere speranza di successo, e il successo è fondamentale in un conflitto davanti alla Corte costituzionale, di un punto di chiarezza: qual è la vera posizione formale dello Stato su questo punto? E' stata fatta una diffida sostanzialmente molto dura, credetemi, e da questa risposta noi pensiamo di avere la possibilità effettiva di arrivare a un conflitto oppure speriamo anche, ancora non lo possiamo escludere, di avere una possibile risposta positiva. Certo, visto l'andamento della finanza dello Stato, mi sembra molto difficile.
Io credo che probabilmente, questa è la posizione di tutta la Giunta, lo ha detto ieri il Presidente, noi saremmo costretti a ottenere una sentenza per poter aver riconosciuto il nostro diritto a tutte le entrate spettanti secondo lo Statuto, e ci arriveremo, ci arriveremo tutti.
Le modalità di coinvolgimento, il Consiglio regionale decida, maggioranza, opposizione, la Commissione bilancio, i sindacati, le rappresentanze sociali, gli amministratori locali, sono dinamiche che possono essere attivate in qualunque momento; io vorrei che fosse chiaro che, dal primo momento, immediatamente, con estrema chiarezza, la Giunta regionale ha preso una posizione netta e forte riguardo a questo problema. Riconoscendo innanzitutto, anche di questo si deve dare atto, che la modifica dell'articolo 8 dello Statuto ha effettivamente dato la possibilità di ascrivere, a vantaggio della Regione, maggiori entrate. E' un dato di fatto che dimostra la lealtà di questo Governo regionale, la lealtà di questa maggioranza, e la volontà di intraprendere insieme un'azione forte, se necessario fortissima, per difendere questo diritto. Credo che fosse necessaria una precisazione anche in questo momento del dibattito.
PRESIDENTE. I lavori riprenderanno domani mattina, giovedì 29 luglio, alle ore 10 e 30.
La seduta è tolta alle ore 20 e 28.