Seduta n.59 del 14/10/2009
LIX SEDUTA
(POMERIDIANA)
Mercoledì 14 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 17 e 32.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana dell'8 ottobre 2009 (52), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Simona De Francisci, Domenico Gallus e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 14 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 21.
E' stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Bruno - Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo - Uras - Salis - Cuccureddu sulla realizzazione della strada statale Olbia-Sassari a quattro corsie.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 21 (BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO DANIELE SECONDO - COCCO PIETRO - CUCCA - CUCCU - DIANA GIAMPAOLO - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI MARCO - MELONI VALERIO - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA GIAN VALERIO - SECHI - SOLINAS ANTONIO - SORU - ZEDDA MASSIMO - ZUNCHEDDU, sui motivi che stanno impedendo la realizzazione della strada Sassari-Olbia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento) e del successivo dibattito;
PRESO ATTO:
- delle dichiarazioni rese dal Presidente della Regione in ordine alla tempistica inerente all'esecuzione dell'opera de qua e l'imminente delibera CIPE;
- in particolare, delle assicurazioni rese dal Presidente al fine di accelerare i tempi di avvio dell'opera, con riferimento ad apposita convenzione tra la Banca europea degli investimenti ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volta ad ottenere l'anticipazione della quota non coperta dai fondi FAS,
impegna il Presidente della Regione
1) ad assumere tutte le iniziative necessarie perché il CIPE approvi al più presto il programma attuativo regionale FAS;
2) ad ottenere garanzie dal Governo affinché lo stesso adotti tutti quei provvedimenti di propria competenza necessari al completamento dell'opera;
3) ad assumere tutti gli atti necessari per la prosecuzione del procedimento previsto dall'accordo tra ANAS, Protezione civile, Struttura di missione e Regione che consentirebbe di realizzare l'arteria stradale in tempi rapidi, attraverso procedure accelerate;
4) a riferire in Aula, entro il mese di novembre 2009, in ordine alla delibera CIPE, anche al fine di assumere le iniziative conseguenti.)
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno. Risultano delle iscrizioni a parlare da questa mattina. Prego chi intende intervenire di confermare la propria iscrizione o altrimenti di cancellarla.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, dichiaro il voto favorevole all'ordine del giorno, che porta per prima la firma del Partito Democratico. Stamattina il Presidente ha preso degli impegni di fronte a questo Consiglio regionale sulla strada Sassari-Olbia. Intanto ha dichiarato - non è un auspicio, è un impegno - che entro venti giorni al massimo il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) procederà a deliberare sul Programma attuativo FAS per quanto riguarda la Regione Sardegna, e quindi questo ci consentirà di avere i 470 milioni a disposizione per la Sassari-Olbia. Il Presidente ha preso l'impegno, per quanto riguarda le procedure accelerate, di ripristinare la procedura interrotta nel mese di gennaio, che vedeva già ottanta imprese prequalificate per ciascuno dei lotti. Ci ha anche detto che la Regione intende ottenere l'anticipazione per la quota non coperta dai fondi FAS (162 milioni di euro) con una convenzione tra la Banca Europea per gli investimenti e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Dopodiché, per quanto riguarda i 111 milioni di euro, ha letto la lettera di un funzionario del Ministero dello sviluppo economico che dice che quei fondi serviranno per le opere della Sassari-Olbia. Il che è in contrasto con una precedente ordinanza del Presidente del Consiglio, che invece disponeva che tale somma andasse a coprire le spese per le opere principali del G8.
Chiaramente sarà difficile, Presidente, ottenere quei 111 milioni per la Sassari-Olbia, però, nell'ordine del giorno sono contenuti impegni precisi e vincolanti. Se il CIPE non delibererà sul programma attuativo regionale FAS entro il termine stabilito, comunque entro il mese di novembre, si impegna il Presidente della Regione a riferire in Aula per adottare insieme tutte le iniziative conseguenti.
Credo che questa mozione proposta dal centrosinistra abbia fatto fare un passo avanti notevole per cercare insieme di avviare al più presto il cantiere della Sassari-Olbia e soprattutto per ottenere quelle procedure accelerate che servono per concludere entro due anni e mezzo, come previsto dalla conferenza di servizi di Sassari, la realizzazione dell'opera. Naturalmente vigileremo, vigileremo con tutti gli strumenti che questa minoranza ha a disposizione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole mio e del mio Gruppo e per plaudire al fatto che si è riusciti a costruire un ordine del giorno che mi auguro sia votato unitariamente dall'Aula, a dimostrazione del fatto che le sensibilità esistono da una parte e dall'altra. Credo che questo possa essere l'inizio di un percorso virtuoso, come non è stato finora. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole all'ordine del giorno. Reputo importante che si dia un segnale che deve essere inteso come impegno del Consiglio, della Giunta e del Presidente, ma anche come raccomandazione per il Governo. La realizzazione di questa strada non è un'esigenza che raccoglie la polemica politica di parte; è un'esigenza vera dei cittadini sardi e a questa esigenza bisogna rispondere con immediatezza. Per cui gli impegni che si assumono sono impegni gravosi che necessariamente andranno rispettati e sui quali come opposizione di sinistra noi vigileremo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole all'ordine del giorno, che mi pare sia scaturito da un dibattito anche serrato come quello di stamattina, ma che in ogni caso ha portato a un risultato positivo come questo. Io mi auguro che il CIPE assuma responsabilmente quanto noi chiediamo. Su questa vicenda registriamo con grande soddisfazione l'impegno preso dal presidente Cappellacci e naturalmente continueremo a vigilare, perché questo ci chiedono i sardi e soprattutto coloro che si sono organizzati nel Comitato per la Sassari-Olbia. Forse è uno dei momenti più importanti di attenzione verso le richieste del Comitato, che è l'organo più attivo, ma sicuramente anche delle richieste di tutti i sardi che, pur senza costituirsi in comitato, aspettano dal Consiglio e dalla Giunta regionale impegni concreti riguardo a un'opera pubblica che è attesa da tutti come una priorità assoluta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io intervengo per esprimere un voto favorevole ovviamente all'ordine del giorno. Approfitto, però, di questi tre minuti per porre una questione al presidente Cappellacci.
Lei, Presidente, stamani ha avuto modo di spiegarci che per quanto riguarda i 162 milioni di euro riportati nella tabella 1, quota che manca a copertura dell'importo complessivo dell'opera, nella fincatura finale "Ulteriore fabbisogno" è indicata una posta pari a zero. Lei utilizza lo zero, in questa fincatura, a dimostrazione che c'è un palese impegno del Governo e che quindi non ci sono neanche le condizioni per accogliere la proposta fatta dall'onorevole Giacomo Sanna, perché comunque non c'è bisogno di disponibilità finanziaria in quanto questi soldi ci saranno. Allora, a pagina 8 (quella che precede la tabella 1) dell'atto aggiuntivo all'Intesa generale quadro tra Governo e Regione Sardegna, dopo "Il costo complessivo" e "Il Programma Attuativo Regionale FAS 2007/2013", leggo testualmente: "Restano pertanto da reperire ulteriori risorse per 162 M€". Sono quelli di cui stiamo parlando, sui quali lei ci ha rassicurato. Poi c'è una parte descrittiva e la prego, Presidente, di dare una risposta - siamo in presenza di un ordine del giorno - a una domanda che è solo dovuta, lo dico con un pizzico d'ironia, a libidine di curiosità, diciamo così. Leggo testualmente: "Con riferimento alla suddetta opera, data l'urgenza di avviare rapidamente le attività di cantierizzazione per la relativa realizzazione, il Governo si impegna ad individuare nell'ambito della prossima programmazione finanziaria" - sottolineo, nell'ambito della prossima programmazione finanziaria - "le possibili fonti di finanziamento sulle quali far valere le risorse necessarie per la copertura del fabbisogno residuo". A me pare che questa parte descrittiva e quello zero nella famosa fincatura finale della pagina successiva rappresentino una sorta di discrasia. E' una delle ragioni per cui abbiamo insistito nell'ordine del giorno per un impegno pressante affinché lei venga a riferire in Aula qualora, trascorse quelle poche settimane, non sia stato preso un impegno che abbia un minimo di cogenza. Però, ripeto, Presidente, questo è il testo che lei ha sottoscritto, che mi pare contenga elementi un po' stridenti tra loro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Signora Presidente, intervengo molto rapidamente, per dire che non esiste nessuna discrasia. Probabilmente la formula utilizzata non rende al meglio rispetto a quello che era l'obiettivo, però intanto distinguiamo l'aspetto finanziario rispetto all'esistenza dell'impegno. L'aspetto finanziario è quello che si sarebbe risolto con la proposta dell'onorevole Giacomo Sanna. Io non ho detto che quella proposta non sia valida per risolvere quell'aspetto, bensì ho detto che esiste un'altra strada, che è quella che stiamo valutando e sulla quale stiamo lavorando con la Banca Europea per gli investimenti (BEI) per risolvere la partita. Quindi la sostanza resta la stessa, utilizziamo uno strumento già esistente, già sperimentato, in luogo di un altro. Questo è il primo dato.
Con riferimento, invece, all'inciso di cui si è detto, questo è coerente con ciò che è riportato dopo nella tabella, perché se va a vedere, onorevole Diana, la penultima colonna, quella alla quale ho fatto riferimento e che certifica l'esistenza delle risorse, e quindi l'esistenza dell'impegno, è riferita al fabbisogno necessario per il triennio 2010-2013. Quindi quando si dice: "far valere le risorse necessarie per la copertura del fabbisogno residuo nella prossima programmazione finanziaria" ci si riferisce al periodo 2010-2013. Invece la parte che ancora non ha copertura è quella indicata nell'ultima colonna, per la quale si devono ancora individuare le fonti esatte di copertura.
In ogni caso la questione dirimente sarà la definizione con la BEI della partita per l'anticipazione, perché nella misura in cui si otterrà questo risultato - e io sono matematicamente certo che lo si otterrà - il problema non sarà più nostro, sarà un problema del Governo in ordine ai conti pubblici. Questo, però, non ha nulla a che fare con l'esistenza dell'impegno delle risorse, la loro anticipazione attraverso quello strumento e l'utilizzabilità delle stesse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del P.d.L. e per fare due brevissime considerazioni. Intanto ringrazio i colleghi della minoranza, che con molto buon senso hanno aderito a un ordine del giorno unitario, e ringrazio anche tutti i colleghi delle province di Sassari e Olbia-Tempio, i quali, per giorni e giorni, per settimane, si sono spesi su un'opera così importante e strategica per lo sviluppo del nord Sardegna. Nell'Intesa generale quadro tra Governo e Regione Sardegna non è prevista solo la Sassari-Olbia, ma sono previste anche altre opere strategiche per la Sardegna e non vorrei che solo quell'opera diventasse l'elemento determinante di questo importante ordine del giorno.
Credo che sia necessario tenere in considerazione, per esempio, che tutta la SS 131 necessita di essere messa in sicurezza e le risorse sono previste; non solo la SS 131 e la SS 554, ma certamente anche le metropolitane. Questo serve per ricordare, colleghi, che se si fanno delle battaglie bisogna farle congiuntamente nell'interesse di tutta la Sardegna e non solo di una parte di essa. La strada Sassari-Olbia è oggi per noi una priorità, l'abbiamo riconosciuto, ma credo che per troppi anni si sia dimenticato ciò che serve a tutta la Sardegna e soprattutto ai sardi. Ci sono state tantissime morti in quella strada, speriamo che non ce ne siano più, ma voglio ricordare che ci sono altre strade in cui si corrono gravi pericoli, come si correvano nella SS 131 DCN prima che fosse posata la barriera centrale: per esempio il Viale Marconi, a Cagliari, o la SS 292 che collega Oristano con Alghero.
Insomma abbiamo di che lavorare, Presidente, e credo che questo impegno unitario del Consiglio possa servire anche per dare maggiori stimoli alla Giunta, al Presidente e soprattutto al Governo nazionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente della Regione, approfitto della sua presenza per sottoporle un problema, oltre che per rimarcare la soddisfazione del nostro Gruppo per quest'ordine del giorno unitario su questa importante dorsale stradale. Approfitto della sua presenza, salutandola con simpatia, per sottoporle, se mi è consentito, un problema che esula dall'ordine del giorno che stiamo analizzando ed è relativo all'atto aggiuntivo all'Intesa generale quadro che ci è stato recapitato dalla Presidenza della Giunta e dalla Presidenza del Consiglio. E' un problema che è nostra intenzione approfondire successivamente, perché è vero, come diceva il collega Diana, che è importante il problema della strada Sassari-Olbia, ma abbiamo tutta un'altra serie di partite aperte, ugualmente importanti, come quella delle infrastrutture di base in Sardegna. Una delle principali infrastrutture per l'area vasta di Cagliari, Presidente, è la cosiddetta metropolitana leggera di superficie. Nell'atto aggiuntivo abbiamo potuto vedere, ma è stato anticipato anche da notizie di stampa, che nella delibera CIPE è stato inserito il tunnel sotterraneo sulla via Roma, per un importo di 140 milioni di euro. Non le chiedo di rispondermi oggi, non è necessario, voglio solo approfittare di questa occasione per capire se quest'opera è considerata prioritaria e come è stata inserita, anche perché è in atto una discussione e ci sono opinioni contrastanti sul valore dell'opera in sé.
Siccome riteniamo che il completamento del progetto della metropolitana leggera di superficie dell'area di Cagliari sia importantissimo per la nostra area, vorremmo capire - anche in seguito, oggi pongo il quesito come anticipazione del problema - come la Giunta regionale si pone rispetto a questa proposta che è nata in maniera impropria, perché la metropolitana di superficie non è una priorità neanche per le amministrazioni comunali dell'area urbana di Cagliari, bensì sembrerebbe essere un interesse esclusivamente legato al Comune di Cagliari. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, vorrei semplicemente dare l'assenso a quest'ordine del giorno con due semplicissime parole, e confermo questa intenzione, però sia l'intervento dell'onorevole Diana sia quello dell'onorevole Salis mi impongono una brevissima riflessione, sulla quale vorrei che l'onorevole Cappellacci concentrasse la sua attenzione.
Nel documento che ci è stato dato consegnato, l'atto aggiuntivo all'Intesa generale quadro, si parla, è vero, della metropolitana di Cagliari, ma si parla anche, a mio parere in maniera preoccupante, della metropolitana di Sassari, un'opera che fino all'anno scorso era finanziata con i fondi FAS 2000-2006, ma per la quale l'importo del finanziamento nel programma 2007-2013 risulta dimezzato. Questo è un fatto che a me preoccupa molto. Se è vero il ragionamento che faceva prima il Presidente, cioè che nella colonna "Fabbisogno necessario triennio 2010-2013" sono presenti 162 milioni di euro per la strada Sassari-Olbia e che per la metropolitana ci sono soltanto 37 milioni di euro disponibili, rispetto ai 78 previsti nella precedente programmazione (41 milioni sono indicati nella colonna "Ulteriori fondi da reperire"), a me questo preoccupa molto e colgo l'occasione per porre il problema anche al Presidente della Commissione lavori pubblici, oltre che al Presidente della Regione. Credo che al più presto in Commissione dovremo affrontare questo argomento per capire che cosa sta succedendo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, non c'è che da plaudire a quest'ordine del giorno unitario. Abbiamo difeso in quest'Aula in maniera unitaria la nostra Porto Torres, abbiamo difeso in maniera unitaria, in quest'Aula e non solo in quest'Aula, la nostra La Maddalena, abbiamo difeso in maniera unitaria in quest'Aula e non solo in quest'Aula la strada Sassari-Olbia e intendiamo difendere le nostre coste dall'assalto eolico, speriamo, in maniera unitaria. Intendiamo fare diverse cose in senso unitario in quest'Aula.
Si parla dell'Intesa, io plaudo alla Sassari-Olbia, non all'Intesa. Molti ricordano la metropolitana di Sassari e già se ne chiede conto; la metropolitana di Cagliari e già se ne chiede conto; il sottopasso di via Roma e già se ne chiede conto. Esiste anche un'altra Sardegna, colleghi, quella che è stata dimenticata, per esempio, della Trasversale sarda, che interessa forse quella parte di Sardegna che molto spesso anche nel pensiero viene saltata, che è presente nei vostri e nei nostri programmi di governo, ma è assente nei programmi di governo nazionali, e noi su questo vogliamo calcare la mano. Si dimentica che vi è ancora la presenza di ferrovie complementari, che non appartengono né a Sassari né a Cagliari. Noi chiediamo altrettanta unità e impegno per far scomparire quelle ferrovie, ma forse anche lì da parte del Governo centrale, e non solo del Governo centrale, c'è stata qualche dimenticanza.
Bene, allora, unitariamente è opportuno che questo Consiglio e questo Governo regionale ricordino quando sottoscrivono le intese che esiste, sì, il modo per andare in metropolitana a Cagliari e a Sassari, quanto sia utile e necessario di questi tempi non lo so, ma che non dobbiamo consentire che in altre zone della Sardegna si rischi di tornare al calesse. Questa è unità di intenti in un Consiglio regionale che vuole pensare in maniera equa agli interessi della Sardegna tutta. Perciò continueremo a fare battaglie unitarie, ma ricordatevi sempre che ogni tanto bisogna dare e non solo prendere. Bisogna ricordarlo a chi governa qui e a chi governa oltre Tirreno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signora Presidente, stamattina ho iniziato il mio intervento con una domanda, a cui io stesso ho risposto dicendo che sicuramente all'interno di quest'Aula nessuno è contrario oggi e probabilmente non lo era neanche negli anni passati alla realizzazione della strada Sassari-Olbia a quattro corsie. La redazione di quest'ordine del giorno unitario, a mio modo di vedere, rappresenta un grande risultato, per cui va fatto un plauso a tutti quelli che hanno costruito ponti perché si arrivasse a questa determinazione.
Gli impegni del presidente Cappellacci assunti oggi in Aula e allo stesso tempo quelli contenuti nell'ordine del giorno che stiamo per votare sono fondamentali per la realizzazione di quest'opera e sono anche determinati dal punto di vista della tempistica.
All'onorevole Mario Diana chiedo se era questo l'intento della richiesta di disponibilità rivolta ai consiglieri regionali, perché questa richiesta di una visione regionale e non locale o tanto meno provinciale, visto che si riferiva ai consiglieri delle province di Olbia-Tempio e Sassari, deve essere da tutti noi tenuta presente sempre guardando agli interessi e alle necessità dell'intera regione e non agli interessi e alle necessità di una parte di essa. Speriamo che questo Consiglio non debba riaffrontare il tema della strada Sassari-Olbia magari fra sette anni. Il mio voto sull'ordine del giorno è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). A dire il vero noi sappiamo che un ordine del giorno non si nega a nessuno, soprattutto quando si tratta di un ordine del giorno unitario. Personalmente ritengo, però, che quest'ordine del giorno potrebbe essere interpretato come il sottoprodotto non di un'intesa, ma di un normale accordo su ciò che dobbiamo fare, su ciò che potrebbe essere fatto, ma non su ciò che dobbiamo fare subito. Un impegno è generalmente una promessa che potrebbe non essere realizzata. Lo facciamo noi come consiglieri comunali ogni giorno: il consiglio comunale impegna il sindaco ed è dal 2001 che tutti gli impegni che abbiamo preso sono rimasti non realizzati. Dico questo perché c'è l'intesa per la strada Sassari-Olbia, sicuramente. Chi direbbe che non bisogna realizzare questo progetto? Ma l'intesa non ha bisogno di un documento. E in questo documento noi diciamo di essere d'accordo su che cosa? Sulla realizzazione della strada Sassari-Olbia? Eravamo già d'accordo! Non vedo, quindi, la validità di questo documento che semplicemente "impegna il Presidente della Regione a...". Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, esprimo il mio voto favorevole a quest'ordine del giorno che interpreto come un segnale molto forte da parte di tutta questa classe politica nel voler affrontare finalmente il problema della viabilità in Sardegna.
Il problema della viabilità, insieme a quello occupazionale, ha afflitto il nostro popolo dalla fine dell'800 e ancora oggi siamo nelle stesse condizioni, per cui parleremo e affronteremo il problema della viabilità in generale, oltre al problema della strada Sassari-Olbia, che assolutamente costituisce un'emergenza, così come è un'emergenza la SS 131. Per noi sardi la viabilità è ancora oggi ottocentesca. L'asfalto della strada statale 131, cioè della Cagliari-Sassari, è stato completato a metà degli anni '50, e questo la dice lunga. Per cui è stato chiesto in varie occasioni allo Stato italiano di mettere a disposizione dei finanziamenti per dare la possibilità a questa grossa arteria stradale che attraversa la Sardegna di divenire un'autostrada senza pedaggio. E' stato chiesto anche un intervento per la sua messa in sicurezza, ma l'unico risultato raggiunto è stato quello di limitare la velocità per chilometro orario.
Dico che tutto questo non è assolutamente sufficiente. Un segnale forte ci arriva pure dai sindaci: non è la prima volta che essi manifestano per sollecitare un intervento lungo la SS 131 a causa degli innumerevoli incidenti stradali che vi si verificano. Credo che la causa di questa condizione della viabilità in Sardegna sia legata proprio a una classe politica inadeguata, ai nostri uomini politici, i quali una volta varcato il Mediterraneo per arrivare a Roma non si preoccupano, anzi direi che si dimenticano dei bisogni e dei sogni dei sardi.
Quindi io faccio un appello al presidente Cappellacci affinché da Roma incominci a portare a casa dei risultati seri per la causa sarda e incominci pure a disobbedire, perché questo lo ritengo fondamentale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, voterò a favore di quest'ordine del giorno perché ritengo importante che si sia arrivati a una sintesi, come Consiglio regionale, e perché sono convinto che le battaglie per l'autonomia e per le conquiste sociali della Sardegna le dobbiamo fare uniti e non divisi.
Secondo me è positivo che sia stato predisposto un ordine del giorno firmato da tutti i Gruppi del Consiglio regionale. E' sicuramente un segnale di maturità da parte di questa Assemblea E' ovvio che ci sono anche altre emergenze; anche se l'emergenza delle emergenze è proprio la strada Sassari-Olbia, ci sono altri interventi assolutamente indispensabili. Una cosa vorrei, però, dire stasera: i fondi FAS sono destinati alle aree sottosviluppate, allora credo che nella programmazione di queste risorse non dobbiamo escludere, anche all'interno degli interventi previsti in Sardegna, le aree davvero sottosviluppate. Quindi l'impegno che chiediamo alla Giunta è quello di rivedere questo programma, perché è assolutamente indispensabile prevedere degli interventi in alcune zone che sono agli ultimi posti se non all'ultimo posto in Italia quanto a dotazione di infrastrutture.
Credo che alcuni interventi in alcune zone della Sardegna siano già stati programmati da tempo, come quelli relativi alla Centrale sarda e alla Trasversale sarda, che sono due interventi di grande importanza. Lo stesso discorso vale per le ferrovie che dovrebbero arrivare fino a Nuoro, ossia alla città capoluogo di provincia unica in Italia a non averne. Ecco, credo che se c'è buona volontà si possano realizzare alcune opere importanti, senza trascurare assolutamente le zone più svantaggiate che necessitano di interventi infrastrutturali.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuto il consigliere: Cappellacci.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 71
votanti 70
astenuti 1
maggioranza 36
favorevoli 70
(Il Consiglio approva).
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A.
Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 11 e dei relativi emendamenti:
Art. 11
Aggiornamento e revisione del
Piano paesaggistico regionale
1. Con periodicità biennale la Giunta regionale procede all'aggiornamento e alla revisione dei contenuti descrittivi e dispositivi del Piano paesaggistico regionale con specifica deliberazione da pubblicarsi sul BURAS e della quale è data pubblicità sul sito istituzionale della Regione e mediante deposito presso gli uffici regionali. Nei trenta giorni successivi alla pubblicazione sul BURAS di tale deliberazione, chiunque ne abbia interesse può presentare osservazioni in merito alle modifiche proposte. Nel medesimo termine la Commissione consiliare competente in materia di urbanistica esprime il proprio parere e lo trasmette alla Giunta regionale. Trascorso tale termine la Giunta, esaminate le osservazioni, delibera in via definitiva l'aggiornamento o la revisione. Tale deliberazione è pubblicata sul BURAS e le conseguenti modifiche costituiscono parte integrante del Piano paesaggistico regionale.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 11
Il Capo II "norme in materia di pianificazione paesaggistica" è soppresso. (65)
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 11
L'art. 11 è soppresso. (66)
Emendamento soppressivo totale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 11
L'articolo 11 è soppresso. (291)
Emendamento sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 11
L'articolo 11 è cosi sostituito:
1. La Giunta regionale, in sede di valutazione degli effetti del PPR, ne verifica lo stato di attuazione, fornisce l'interpretazione delle disposizioni contenute nelle Norme tecniche di attuazione e apporta le modifiche e gli aggiornamenti necessari per:
a) assicurare l'adeguamento o l'armonizzazione delle Norme tecniche di attuazione con sopravvenute disposizioni statali di livello sovraordinato;
b) assicurare l'adeguamento, il coordinamento e la razionalizzazione delle Norme tecniche di attuazione con sopravvenute pronunce giurisdizionali.
2. Nei casi di cui al comma 1 si applica la seguente procedura semplificata:
a) la Giunta regionale predispone la proposta di adeguamento e la pubblica, per un periodo di quindici giorni, all'albo di tutti i comuni interessati;
b) chiunque può formulare, entro quindici giorni decorrenti dall'ultimo di pubblicazione, osservazioni sulla proposta;
c) trascorso tale termine la Giunta regionale esamina le osservazioni presentate, ne motiva raccoglimento o il rigetto, delibera l'adeguamento al PPR e lo trasmette al Consiglio regionale, completo di tutti i suoi allegati;
d) la Commissione consiliare competente in materia di governo e assetto del territorio esprime, entro quindici giorni, il proprio parere che viene trasmesso alla Giunta regionale;
e) acquisito tale parere e sulla base di esso, la Giunta regionale approva in via definitiva l'adeguamento del PPR entro i successivi quindici giorni. (292)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 11
Il comma 1 dell'art. 11 è soppresso. (67)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 11
Nell'art. 11, comma 1, la frase: "trascorso tale termine la Giunta, esaminate le osservazioni, delibera in via definitiva l'aggiornamento o la revisione. Tale deliberazione è pubblicata sul BURAS e le conseguenti modifiche costituiscono parte integrante del Piano paesaggistico regionale." è soppressa. (143)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Sechi - Uras - Salis
Articolo 11
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:
1 bis. Successivamente la predetta deliberazione è trasmessa al Consiglio regionale il quale, avuto riguardo alle osservazioni e al parere espresso dalla Commissione competente procede al suo esame e alla eventuale definitiva approvazione. (418)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Sechi - Uras - Salis
Articolo 11
Al primo comma dell'articolo 11 è aggiunto il seguente:
1 bis. "I termini per l'espressione del parere da parte della Commissione consigliare competente in materia urbanistica sono prorogati di 60 giorni qualora la stessa Commissione intenda promuovere specifiche audizioni". (419).)
PRESIDENTE. L'emendamento numero 142 è inammissibile.
E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'articolo 11 è il primo articolo del Capo II, il cui titolo è: "Norme in materia di pianificazione paesaggistica." Basterebbe questo titolo per indurre a una riflessione su ciò che stiamo facendo. L'aggiornamento del Piano paesaggistico, che qui è previsto secondo una procedura del tutto nuova, di cui poi dirò, è anche carente in alcuni aspetti normativi. Il PPR ha come esclusivo requisito per la sua validità la pubblicità negli ambiti dei comuni, non sul sito della Regione e mediante deposito presso gli uffici regionali, perché ovviamente deve essere data a tutti i cittadini, comprese le associazioni portatrici di interessi diffusi - ecco il perché dell'obbligatorietà della pubblicazione presso i comuni - la possibilità di vedere, di verificare e di contestare. Quindi stiamo parlando di un aspetto che confligge con il Codice Urbani e limita la portata di questo articolo.
L'altra questione che viene sottoposta dall'articolo 11 è il ruolo della Commissione. Si è a lungo parlato in quest'Aula del fatto che il Consiglio fosse espropriato di un ruolo sulla pianificazione paesaggistica. Noi abbiamo discusso a lungo e abbiamo anche potuto dimostrare che nella procedura il parere della Commissione consiliare competente, ai fini anche di alcuni ricorsi che sono stati presentati, è da ritenersi sempre vincolante per la Giunta, nel senso che o le indicazioni che vengono date sono controdedotte in maniera esaustiva oppure la loro omissione produce l'annullamento dell'atto, così come è stato sottolineato dalle numerose sentenze del TAR.
Sul piano generale voi intervenite in materia di procedura. E' legittimo che lo facciate con la legge numero 8, sulla base della quale potete modificarla, però è anche vero che, così come lo prospettate, questo articolo è in contrasto con la procedura ordinaria di predisposizione e di modifica della pianificazione paesaggistica. E' in contrasto, poi sta a voi scoprire in che cosa, perché a questo punto tengo per me alcune considerazioni che mi saranno utili. L'articolo 11, ripeto, è in contrasto perché questa legge prevede una sovrapposizione di norme e sostanzialmente indica una modalità di revisione con periodicità biennale. La revisione del PPR non è neanche prevista nella forma con la quale è stata dibattuta in sede di legge urbanistica nella scorsa legislatura, quando si è posto il problema di operare una revisione su elementi residuali, e non sostanziali, rispetto alla pianificazione paesaggistica più generale, avendo indicato dei limiti entro i quali si deve operare.
Mi piace ricordare, ma ne parleremo durante l'esame dei prossimi articoli, Assessore, che il Governo nazionale, quando si è dato corso alla legge regionale numero 13 del 2008 aveva deciso di impugnarla. Tale legge aveva in parte l'obiettivo di interpretare alcune questioni che le norme tecniche d'attuazione esprimevano, ma che erano state oggetto di duplice interpretazione da parte della magistratura e delle soprintendenze, il che aveva prodotto un caos nella misura in cui la magistratura ordinaria non riconosceva validità alle circolari esplicative della Regione. Io ritengo che chi fa le norme sia anche la fonte che deve interpretarle, l'importante è che non le modifichi. Ma nel momento in cui noi facemmo la legge numero 13 il Governo decise di impugnarla. Ci convocò a Roma, il 21 settembre 2008, presso il Dipartimento degli affari generali, e ci pose il problema in questi termini: "Voi state tentando, con la legge numero 13, cioè con una legge regionale, di modificare il Piano paesaggistico. Doppio errore. Noi impugniamo la legge numero 13 e ve la bocciamo: primo, perché non potete modificare il Piano paesaggistico con legge regionale; secondo, perché state violando le procedure sancite per la modifica". Tant'è che con una nota dell'Assessorato dell'urbanistica si riscontrò, in quell'incontro, che non si trattava di modifiche e si dimostrò palesemente al Governo che si trattava invece di interpretazioni e che le norme che erano state deliberate rimanevano inalterate. Il Ministero, per evitare l'impugnativa di incostituzionalità della legge numero 13, volle una lettera formalmente sottoscritta dal Presidente della Regione, in cui ci si impegnava a introdurre con la prima legge regionale utile alcune integrazioni che potevano rendere la legge numero 13 coerente con i principi generali.
Ora, questo fatto può importare o no, però è importante per un aspetto: siccome lì non ci sono né Brunetta, né Tremonti, né Berlusconi, chiunque guidi il Ministero fa i conti con l'apparato dirigenziale, che è preposto a svolgere i servizi istruttori. Infatti noi non abbiamo incontrato dei politici, ma abbiamo incontrato gli Uffici, che ci hanno detto che era loro compito verificare questo determinato profilo e che, essendo la Sardegna la Regione che per prima aveva adottato uno strumento di applicazione integrale, diciamo così, del Codice Urbani, era messa sotto la lente di osservazione qualunque legge venisse adottata in conformità a una competenza concorrente tra Stato e Regione.
Ora, io vi ho raccontato questo fatto, per tutte le cose che vi ho detto nei giorni scorsi e per quelle che dirò nei giorni prossimi, per ricordarvi che questa legge si pone di traverso rispetto a questo aspetto dell'ordinamento e si espone a un'impugnativa del Governo - così come è successo per la legge numero 13, il cui contenuto è anche abbastanza blando, diciamo così, sul piano dell'intervento, perché contiene solo norme interpretative - che confermerà, anche per quanto riguarda la metodica, che non si può con una legge regionale inventare una procedura senza tener conto che ce n'è una a monte che deve rispettare i canoni di applicazione della legge, che deve garantire la partecipazione di tutti i soggetti e la pubblicità delle procedure e che quindi lascia a noi la possibilità di decidere se andare avanti in violazione di legge o riflettere su questo.
Peraltro, aggiornamento e revisione che cosa significano? Non è spiegato. L'aggiornamento, se di aggiornamento si tratta, dovrebbe indicare i limiti dell'intervento, quindi elementi nuovi che si sommano e che devono seguire gli stessi criteri, e per quanto riguarda la revisione deve essere detto quali elementi vengono intaccati dal processo di revisione. Messo in questi termini l'articolo 12 si presta a una interpretazione del tutto generalizzata che credo sveglierà l'attenzione non certo nostra, che l'abbiamo già verificata e lo stiamo dicendo, ma di coloro che saranno preposti a valutare la fondatezza e il rispetto della disciplina generale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, colleghi, non utilizzerò tutti i dieci minuti che mi sono concessi, perché credo che l'esame degli articoli 11, 12 e 13 ci offrirà diverse possibilità di intervenire per spiegare le nostre posizioni. Voglio, però, segnalare all'Assessore che è del tutto evidente che le modifiche al Piano paesaggistico regionale che prevediamo all'articolo 11 e in particolare all'articolo 13 sono del tutto incongrue e non hanno niente a che vedere con le finalità di questa legge, né quelle presunte né quelle dichiarate con squilli di tromba, legate alla possibilità di intervenire sulla prima casa e sul fabbisogno abitativo di chi veramente ha bisogno. Al di là della correzione che ha avuto modo di fare quando ha ammesso con candore in Aula che non si tratta di un piano casa, perché il vero piano casa per le famiglie, per chi la casa non ce l'ha, verrà affrontato con legge successiva, lei, Assessore, ha richiamato degli aspetti che riguardano essenzialmente il rilancio dell'economia e in particolare del settore edilizio.
Assessore, la domanda è: se quelli sono gli obiettivi di questa legge che noi abbiamo contestato, contestandone l'impianto, perché introdurre per via normativa delle modifiche al Piano paesaggistico regionale che tra l'altro, come ha già ricordato il collega Gian Valerio Sanna, hanno molto probabilmente, anzi noi ne siamo certi, caratteristiche di illegittimità? Cioè che bisogno c'era, considerati sia gli obiettivi inizialmente dichiarati sia quelli ridimensionati, di intervenire con questa legge anche sul Piano paesaggistico regionale? Se andiamo a vedere la sostanza, non della procedura disinvolta, che certamente dà meno possibilità di presentare osservazioni e interventi ed è rivolta al futuro, ma del contenuto dell'articolo 13 e degli articoli successivi, ci rendiamo conto che il vero significato di questa legge è in questi articoli. Allora, la domanda che noi le poniamo è questa: quanto vale in milioni di metri cubi la previsione attuale rispetto alle convenzioni che erano state bloccate al 2006 e che diventeranno efficaci? Ma questa è materia che affronteremo anche nel corso dell'esame dell'articolo 13. E che senso ha prevedere delle procedure così disinvolte, così abbreviate, anche in presenza di normative nazionali, come il decreto legislativo numero 42 del 2004, e di normative regionali che sono state considerate garantiste, che coinvolgono gli enti locali e coinvolgono pienamente anche il Consiglio delle autonomie locali? Il senso è evidentemente quello di pensare a un piano paesaggistico che non sia più un piano di tutela, che non abbia più l'obiettivo di qualificare, di valorizzare e di promuovere il paesaggio in un'ottica di sviluppo sostenibile, ma sia solamente una copertura, una maglia da adattare a seconda delle esigenze e delle pressioni che arriveranno da parte di chi ha interesse a trasformare il territorio. Noi con questa legge stiamo mettendo le basi per un piano paesaggistico che diventa una vera finzione, che diventa mobile, perché ciò che si vuole tutelare non è più il paesaggio, ma la possibilità di trasformare sempre e comunque il territorio, adattando il Piano paesaggistico con la cadenza più frequente possibile - qui si propone ogni due anni - a quelle che sono le pressioni che inevitabilmente si riceveranno e che riceverete a tutti i livelli.
Io credo che sia questo il vero obiettivo di questa legge, che magari lascia intravedere qualche riflesso di buone intenzioni, qualche riflesso sociale, di cui ha provato a parlare ieri in maniera maldestra il Presidente della Regione, ma che in realtà dà la stura alle pressioni speculative che tutti conosciamo e che potranno manifestarsi nelle coste, nella fascia dei 2.000 metri dal mare, per effetto delle convenzioni che renderemo efficaci anche a distanza di tempo. Questa legge ha cioè un valore retroattivo per quanto riguarda il passato, perché rimette in moto milioni e milioni di metri cubi per nuove lottizzazioni e nuove case anche nelle fasce pregiate, come quelle dei 2.000 e dei 300 metri, e ha anche valore per il futuro, perché ci garantisce che non c'è proprio nulla che possa ostacolare nuove trasformazioni.
Non mi dilungo, ma le chiedo, Assessore, se è stato valutato l'impatto di ciò che stiamo per approvare. Glielo chiedo anche prima di arrivare agli articoli più cogenti, che hanno un impatto immediato sulle nuove volumetrie. E le faccio notare che si contraddice anche lei nel replicare alle nostre osservazioni su un piano generico che tutto tocca, in particolare le seconde case e l'agro. Tocca invece pochissimo le prime case, che sono magari localizzate nelle zone urbane e saranno oggetto di più difficili trasformazioni per motivi legati anche a vincoli oggettivi in un tessuto abitativo più denso. Ma qui dentro c'è il cuore della legge, c'è il cuore delle vostre intenzioni. Allora le domando ancora: abbiamo valutato l'impatto di questi articoli? Abbiamo valutato cosa andiamo a creare, cosa libereremo per effetto di queste norme? Glielo domando perché poi lei chiederà ai comuni di renderne conto, di monitorare e di trasmettere gli atti. Abbiamo valutato quanti milioni di metri cubi metteremo in campo? Lei aveva promesso inizialmente - promesse che diventano sempre più piccole o bugie che diventano sempre più grandi - che questa legge non avrebbe toccato la fascia dei 300 metri, e invece la tocca, che non avrebbe toccato le fasce più pregiate del territorio, e invece le tocca. Aveva anche detto: "Attenzione, questa legge non consente nuove volumetrie, ma solo volumetrie aggiuntive". Ecco, nell'articolo 11 e in qualche modo anche nell'articolo 12, che rimanda al futuro, ma certamente nell'articolo 13, che ha valenza anche per il passato, c'è un nuovo inganno - mi consenta di dirlo - che andiamo a perpetrare ai danni dei sardi, perché nell'articolo 13 c'è la prova provata dei milioni di metri cubi di nuove volumetrie che stiamo consentendo.
Guardi, non le chiedo di dire chi sono i destinatari, non m'interessa. Le chiedo invece se lei ha fatto almeno uno studio, una ricognizione dei comuni costieri più importanti dove maggiori possono essere gli interessi speculativi, dove maggiori possono essere state le richieste di lottizzazioni, di trasformazioni di interventi, per capire se sa quanti milioni di metri cubi per nuovi insediamenti, nuove lottizzazioni e nuovi interventi stiamo mettendo in campo con questi articoli. Lo stiamo facendo liberando volumetrie già bloccate nel passato, lo stiamo facendo mettendoci nelle condizioni di adattare il Piano paesaggistico alle pressioni che arriveranno, lo stiamo facendo per le vie abbreviate con l'articolo 12, nascondendoci dietro il titolo "Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio", che apre a nuovi interventi e a nuove trasformazioni che giustificheremo con il fatto che la qualità paesaggistica dovrebbe aumentare. E chi la giudica la qualità paesaggistica? La stessa Commissione regionale per il paesaggio prevista all'articolo 7, che dovrà lavorare veramente molto in questi mesi o gli Uffici tutela del paesaggio comunali, che si può immaginare a quali pressioni saranno sottoposti.
Credo, quindi, che questi articoli svelino l'ennesimo inganno, i veri interessi di questa legge, la vostra necessità di dare risposte a chi in campagna elettorale vi ha sostenuto. Io le chiedo, Assessore, di farci almeno sapere se ha valutato quanti milioni di metri cubi di nuovo cemento si riverseranno sulla Sardegna, perlomeno per effetto delle convenzioni che rendiamo nuovamente efficaci con l'articolo 13.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho ascoltato con interesse e ho condiviso la dichiarazione di voto che ha fatto prima il collega Capelli sull'ordine del giorno appena approvato, quando ha richiamato l'attenzione, con sue considerazioni, su altre arterie importanti e nevralgiche della nostra Isola e ha fatto riferimento anche alla necessità di impegnarci tutti per migliorare una rete ferroviaria attualmente inadeguata e che necessita di attenzioni. E queste attenzioni le possiamo naturalmente cogliere, perché tutti siamo convinti della necessità di potenziare un mezzo di trasporto e di comunicazione importante come le ferrovie complementari sarde o altro. Però vorremmo anche unitariamente affrontare altri argomenti, aggiungendoli all'elenco che lui ha proposto e che abbiamo condiviso, come la pianificazione urbanistica e la pianificazione generale, sulle quali invece sembra impossibile trovare elementi di concordia, perché mi pare che i due schieramenti presenti in quest'Aula, centrosinistra e centrodestra, abbiano due visioni abbastanza diverse e contrastanti tra loro. Credo che una materia così delicata avrebbe meritato una discussione più ampia, un'analisi più attenta, un rilevamento dei dati, delle osservazioni precise per arrivare a un confronto che può essere anche serrato, ma forte di convinzioni e di conoscenze che forse ancora mancano.
Uno degli aspetti che sono emersi nel corso del dibattito intorno ai primi dieci articoli del Capo I di questa legge ci ha visto discutere con accanimento, ma anche con altrettanta convinzione in merito a quella che è la situazione dei nostri paesi e delle nostre città. Siamo entrati anche nel merito di quelle che sono considerate zone a rischio, sostenendo con vigore l'opportunità che siano preservate da ulteriori interventi che invece questa legge rende possibili, mettendo a repentaglio la vita di diversi sardi, come purtroppo è già accaduto.
Oggi, secondo mercoledì del mese di ottobre, come ogni anno (per decisione dell'Assemblea generale dell'ONU assunta con la risoluzione numero 56/195 del 21 dicembre 2001) è la giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, per la promozione di una cultura globale di riduzione dei disastri naturali, compresi la prevenzione, il recupero e la preparazione agli eventi, cosa di cui mi sembra che ancora troppe amministrazioni non si rendano conto. Oggi siamo tutti consapevoli del fatto che fenomeni che accadevano frequentemente in altre parti del mondo stanno interessando anche l'area del Mediterraneo. E nel cuore, al centro del Mediterraneo c'è la Sardegna che si trova ad affrontare fenomeni naturali sempre più frequenti, come inondazioni, siccità, frane, cicloni, uragani e quant'altro può scombinare una situazione che a noi appariva praticamente serena, tranquilla, lontana da questi rischi. Fino a oggi, fortunatamente, siamo stati risparmiati da terremoti ed eruzioni vulcaniche, in ogni caso credo che il quadro generale sia da tenere presente.
Ecco perché la riduzione dei disastri naturali deve essere efficacemente inglobata nei più vasti obiettivi di sviluppo sostenibile, che è un concetto richiamato ad alta voce un po' da tutte le forze politiche. Forse in campagna elettorale si esagera quando si fanno i proclami; li si richiama in circostanze non troppo impegnative e poi vengono trascurati, dimenticati anziché essere conseguenti nel momento in cui si prendono provvedimenti volti a consentire alle comunità di affrontare i fenomeni naturali. Le statistiche sugli effetti di questi fenomeni sono abbastanza eloquenti da farci soppesare l'estensione dei loro effetti, compresi il considerevole numero di morti, i costi che poi ricadono sulle amministrazioni, le perdite economiche e sociali nonché di proprietà private.
La campagna mondiale che in questi ultimi anni è stata promossa per essere in linea con la decisione dell'Assemblea generale dell'ONU ha fatto particolare riferimento alla necessità di entrare nel mondo della scuola e quindi di lavorare soprattutto nei confronti dei bambini, che sono la parte più vulnerabile della nostra società e nello stesso tempo la più sensibile ad argomenti come questi. I bambini sono quelli che mostrano oggi la maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali. Molto naturalmente lo dobbiamo all'impegno degli insegnanti, che sono la punta avanzata della nostra società nella sensibilizzazione dei bambini, e quindi dei nostri scolari e di conseguenza delle relative famiglie, per quanto riguarda le tematiche ambientali.
Credo che sia un aspetto che va contenuto all'interno degli strumenti, come dicevo prima, di pianificazione generale, come ad esempio il Piano paesaggistico regionale. Se vi è un aspetto importante per la nostra Sardegna è soprattutto quello della salvaguardia del patrimonio naturalistico-ambientale. Il paesaggio ha in Sardegna, per la sua incomparabile bellezza, un valore monumentale e quindi è da considerare, da trattare con l'attenzione che si riserva a un monumento, a un monumento importante, perché è praticamente l'insieme della nostra terra.
Per quanto riguarda il Piano paesaggistico regionale pare di comprendere che con l'articolo 11 del Capo II, intitolato "Norme in materia di pianificazione paesistica", si voglia procedere all'aggiornamento e alla revisione di questo strumento. Questo non va bene e va corretto. Credo che sia normale pensare a una revisione del PPR, ma ciò non va fatto, in ogni caso, con una legge come quella che abbiamo ora in discussione, che è poco più di un provvedimento di carattere edilizio - se vogliamo dargli un titolo che non lo squalifichi - che ha come premessa l'idea del rilancio economico e del comparto edilizio in Sardegna. Credo che non sia questo lo strumento idoneo, quindi, per mettere mano al PPR e invadere una materia così importante come la pianificazione paesaggistica, specie se, come anche voi ritenete, questa deve puntare allo sviluppo sostenibile. Invece, guarda caso, abbiamo di fronte uno strumento che punta alla cementificazione della Sardegna!
Abbiamo io credo tutti noi, con visioni diverse, la necessità e il dovere di migliorare il PPR. Non stiamo parlando delle tavole della legge, ma di uno strumento che può essere messo in discussione, corretto e migliorato, l'importante è entrare nel merito di questa questione con un atto idoneo che ci consenta realmente di rivedere, laddove è possibile, uno strumento così fondamentale per la nostra terra e per il nostro popolo. Nel seguito della discussione entreremo nel merito degli articoli e approfondiremo la nostra posizione su questo argomento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi consiglieri, mi rivolgo a quei pochi che sono rimasti, però sufficienti. Per esempio al collega Cappai voglio porgere una domanda che si riferisce al contenuto dell'articolo 11, perché riconosco in lui un difensore importante del ruolo del Consiglio regionale, dell'organo altro di questa Regione. Ricordo con quanto entusiasmo, con quanta passione il collega Cappai difendeva, nella precedente legislatura, il Consiglio dall'attacco invadente della Giunta, cioè dell'organo di governo, e del Presidente della Regione. Ricordo anche che sul Piano paesaggistico regionale fu lunga la polemica su chi dovesse essere il soggetto idoneo ad approvarlo, su quale ruolo avesse il Consiglio regionale, e coerentemente ritrovo in questo articolo il comportamento del centrodestra che adotta un linguaggio secondo chi governa e ne assume un altro se a governare è esso stesso. Dov'è finita la famosa richiesta: sia l'Aula ad approvare il Piano paesaggistico regionale, sia l'Aula ad approvare tutti i piani di rilevanza generale? Dov'è finita? C'è una proposta che è in netto contrasto con la battaglia che avete fatto sotto il profilo politico per una legislatura, dicendo che questo Consiglio veniva scippato ed espropriato dei propri poteri. Una battaglia che ho condiviso con voi in moltissime circostanze nella scorsa legislatura, anche mettendomi all'opposizione rispetto all'indirizzo, alla posizione della Giunta regionale e del Presidente della Regione. Oggi scopro che basta una delibera ogni due anni anche per rivedere il PPR oltre che per aggiornarlo rispetto a eventi che non erano stati programmati, per cui si presenta la necessità di fare una cosa urgente, di verificarne il contenuto rispetto a una modificazione dello stato dei luoghi oppure a una modificazione della normativa generale, di provenienza nazionale o comunitaria, che ci obbliga in quella direzione. Si può fare la revisione dei contenuti descrittivi e dispositivi del Piano, con una deliberazione della Giunta regionale, una volta ogni due anni o in ragione delle esigenze che vengono in qualche misura rappresentate dalla Giunta stessa. La procedura di modifica e di aggiornamento del Piano sarà questa, tutta chiusa all'interno della Giunta. E come si fa? Si fa una delibera, la si pubblica nel BURAS, entro trenta giorni dalla pubblicazione si acquisisce il parere della Commissione (sempre che la riuniate, perché se non la riunite non si acquisisce neppure il parere della Commissione), e non c'è la parola vincolante del Consiglio qua, che pure era stata richiesta a voce alta nella precedente legislatura da voi! E dico voi - a me il voi non appartiene, io sono io, voi siete voi - perché tutti insieme voi avevate preteso una cosa giusta, cioè il fatto che il piano generale che regolamentava il paesaggio, che regolamentava quindi la possibilità di trasformazione del territorio, che regolamentava le procedure di tutela, i contenuti della tutela del territorio, questo grande testo regolamentare in materia di territorio fosse approvato dal Consiglio. Per cui vale il ragionamento che anche qui si viola il dettato costituzionale. Sì, anche qui si viola il dettato costituzionale, perché con quei contenuti prescrittivi il Piano paesaggistico regionale - così lo interpreto io e su questo indagheremo anche dopo l'approvazione di questa legge - è un atto di natura chiaramente regolamentare, e quindi di competenza esclusiva del Consiglio regionale, non della Giunta.
Su questo io ho posizioni diverse anche all'interno del centrosinistra, anche rispetto ad alcuni esponenti del centrosinistra; le ho oggi e le ho avute anche prima. Su queste questioni abbiamo fatto discussioni profonde in occasione dell'approvazione della legge statutaria, che poi la Corte costituzionale, come è successo per altri provvedimenti più o meno simpatici a noi o a voi, ha deciso di annullare, quando cioè abbiamo richiamato chiaramente la potestà del Consiglio regionale ad approvare gli atti di pianificazione generale. Altrimenti che cosa deve fare questo Consiglio, deve stare a guardare?
Signor Presidente del Consiglio, facciamoci promotori di una legge di scioglimento. Se tutti i poteri devono essere attribuiti alla Giunta, cioè al Governo regionale, che bisogno c'è di spendere soldi per eleggere anche il Consiglio regionale? Se quest'organo della Regione non può legiferare neppure in modo speciale, come gli consente la Costituzione, perché un ministro della Repubblica qualunque cosa venga prodotta da questo Consiglio la ricusa davanti alla Corte costituzionale, ma cosa ci stiamo a fare noi? E se i nostri poteri, a cominciare da quello generale di pianificazione, che pure abbiamo, perché quel provvedimento ha natura regolamentare, ci vengono espropriati dalla Giunta, che cosa ci stiamo a fare? Stiamo qui a prendere stipendi che non ci possiamo guadagnare! Cosa ne facciamo degli uffici, degli apparati? E' uno spreco anche economico, è una violenza alla democrazia!
Con una delibera di Giunta si modifica il Piano paesaggistico regionale, cioè l'insieme delle prescrizioni, dei contenuti descrittivi che riguardano il territorio, un bene tutelato dalla Costituzione, come il bene paesaggistico. Si fa questa operazione, la si pubblica nel BURAS, a malapena si prende il parere della Commissione, si raccolgono le osservazioni in trenta giorni, dopodiché è effettiva una norma che abusivamente ha fatto la Giunta; una Giunta nominata, non rappresentativa del popolo, il cui unico componente eletto è il Presidente. Ma allora che cosa facciamo? Signor Presidente, semplifichiamo, diciamo una cosa molto semplice: il Presidente della Regione approva le modifiche del Piano paesaggistico regionale sia dal punto di vista descrittivo che dal punto di vista del dispositivo e le trasmette al Consiglio regionale perché la Commissione di merito possa genuflettersi e dire di sì. Sempre che il Consiglio non sia stato già sciolto per inutilità manifesta! Dopodiché, ascoltate in trenta giorni le osservazioni fatte pervenire chissà come al Consiglio regionale, il Presidente della Regione mette un bollo e dice: "Sardi, queste sono le disposizioni, questo è l'editto presidenziale, conformate i vostri comportamenti all'autorità costituita!".
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Quello in discussione è un punto su cui non posso rinunciare a parlare, anche perché, effettivamente, è discriminante rispetto alla discussione che si è svolta in questi giorni e nelle settimane scorse. Cioè noi, come Gruppo Italia dei Valori, mettiamo in evidenza e sottolineiamo il tentativo di trasformare delle disposizioni straordinarie per il sostegno all'edilizia e all'economia, così come richiamato nel titolo della legge, inserendo al loro interno dei meccanismi di correzione degli strumenti di pianificazione urbanistica che non sono più straordinari, ma che incidono in maniera pesante nella carne dei processi democratici e di definizione delle decisioni.
Vorrei dire al Presidente della Regione e all'assessore Asunis che se non ci fossero gli articoli 11, 12, 13, 14 e tutta una serie di altri articoli che dovremo esaminare nei prossimi giorni, questa legge sicuramente non sarebbe ugualmente una buona legge, però probabilmente avremmo evitato di caricarla di un processo anche antidemocratico di definizione della legislazione urbanistica che sinceramente non vi fa e non ci fa onore. Anch'io ricordo gli appelli che provenivano dalla minoranza nella scorsa legislatura. A differenza del collega Uras, io probabilmente ho un'anima più governativa che assembleare - il compagno Luciano mi perdonerà - e ho sempre pensato che la Giunta, qualsiasi Giunta, debba avere anche una capacità di decisione nella definizione degli strumenti anche di carattere urbanistico più ampia rispetto a quello che era invece il comune sentire dell'opposizione negli scorsi cinque anni. Non vedo in aula il collega Cappai, ma anch'io ricordo la passione con cui egli difendeva le prerogative del Consiglio; passione che è evaporata in questi mesi e di cui pochissimi hanno memoria. C'è però un problema, presidente Cappellacci, assessore Asunis: come pensate di mantenere una costante e forte sensibilità da parte degli enti locali, delle istituzioni che sul versante del rispetto paesaggistico, delle politiche urbanistiche partecipate e condivise hanno maturato significative esperienze decennali in Sardegna che, a nostro avviso, non possono essere cancellate da un superficiale tentativo di ridisegnare i rapporti e i poteri nell'ambito della definizione delle politiche urbanistiche?
Mi spiego meglio: questa legge passerà, avete i numeri per far passare anche gli articoli 11, 12 e soprattutto il 13, di cui parlerò successivamente, non voglio entrare nel merito di questo articolo adesso, ma per quanto riguarda l'articolo 11, cioè il fatto che si semplificano eccessivamente i processi di revisione e di aggiornamento dei contenuti descrittivi e dispositivi del Piano paesaggistico regionale, cioè tutto, con delibera della Giunta regionale, come potete pensare che questa eccessiva semplificazione possa reggere di fronte a un'esperienza ormai consolidata che è presente nelle istituzioni locali, nelle associazioni di base, nelle associazioni ambientaliste e addirittura nel vastissimo movimento culturale della nostra Isola? Perché la tutela e la valorizzazione del paesaggio sono elementi ormai intrinseci in una maturazione del complesso della società sarda con cui queste norme dovranno fare i conti, signor Presidente. Queste norme non reggeranno alla reazione che ci sarà sull'eccessiva semplificazione che voi state prevedendo in questi processi. Non si comprende questa furia iconoclasta nel voler rimettere a posto le cose che una legislatura eccessivamente vincolista, come molti di voi la definiscono, ha portato avanti nei cinque anni scorsi, questa voglia di togliere lacci e lacciuoli - quante volte abbiamo sentito usare queste espressioni! - per riportare il tutto a decisioni verticistiche, di gruppi ristretti, che portano però all'esclusione di larga parte del tessuto democratico, istituzionale e partecipativo della regione che ha fatto sì che la Sardegna sia stata una delle prime regioni in Italia a porre con forza il tema della valorizzazione e della tutela del paesaggio come bene indispensabile per un processo di sviluppo nuovo e moderno.
Ecco perché noi tentiamo di incidere anche sull'articolo 11 attraverso qualche modifica proposta negli emendamenti. Tenteremo di modificare questo articolo perché anche se non ci riusciremo siamo veramente convinti che questi elementi di disagio che cominciano a maturare, a farsi presenti nella società e che danno il senso di modifiche profonde, eccessivamente profonde nel tessuto delle decisioni democratiche sull'assetto paesaggistico, troveranno a breve una risposta precisa in tutti i settori dell'associazionismo, istituzionale e no, della nostra Isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, con l'articolo 11 entriamo nel Capo II della legge, che è di fatto un provvedimento di legge a sé. La prima parte del testo in esame riguarda gli incrementi volumetrici; doveva essere il cosiddetto piano casa, ma poi l'assessore Asunis ha spiegato che è un'altra cosa. La seconda parte riguarda invece le norme di pianificazione paesaggistica. Ho già detto più volte che avevate un altro strumento a disposizione per modificare il Piano paesaggistico, perché magari non è in linea con il vostro programma, ed era semplicemente quello della trattativa con lo Stato, quindi con l'Amministrazione dei beni culturali. La procedura sarebbe stata probabilmente più lunga, non so se avrebbe avuto successo, però potevate ottenere il risultato forse in maniera più coerente. Invece inserite nel Capo II la revisione del Piano paesaggistico regionale e lo fate, tra l'altro, con alcune contraddizioni. Assessore Asunis, anche sulla base delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, voi avevate almeno due capisaldi: il primo riguardava la partecipazione, quindi le procedure partecipative; il secondo riguardava invece l'importante ruolo delle autonomie locali. Allora, nel primo caso avete deciso di rivedere il Piano paesaggistico regionale. Legittimo. Avete fatto alcune conferenze nel territorio - ad una delle quali ho partecipato anch'io -, vi siete presentati senza una proposta di governo, avete ascoltato, avete preso le idee, non so se quelle migliori, ma comunque avete preso alcune idee e le avete poi riportate sotto forma di articolato, tentando di codificarle. Nel secondo caso il parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali, quindi da un'articolazione istituzionale, anche su questa materia, anche sull'articolo 11 non viene preso minimamente in considerazione, poi tornerò su questo.
Allora, qual è l'obiettivo di questo Capo II e dell'articolo 11? Quello di migliorare il paesaggio? Avevate l'esigenza di migliorare la tutela del paesaggio in Sardegna? Io credo che non sia questa la finalità, credo anzi che l'elemento che ha qualificato la Sardegna in questi anni sia proprio la tutela del paesaggio. In questi giorni andate a celebrare, anche con la Conservatoria delle coste, il Coast Day, e vi confronterete con gli altri Paesi del Mediterraneo. Lo si fa ogni anno, credo però che non potremo più essere un modello dopo questa legge, dopo i primi dieci articoli, dopo la decisione che avete colpevolmente assunto di violare anche la fascia inviolabile dei 300 metri dal mare. E non potremo più essere, purtroppo, un modello per le altre regioni e per le altre nazioni. Fino all'anno scorso o a due anni fa la nostra Regione era invece indicata, nella declaratoria dell'ONU, come riferimento in virtù anche delle politiche che ha avanzato sulla tutela del paesaggio.
Nella scorsa legislatura avete fatto del ruolo dell'Esecutivo un assillo, un incubo, richiamato non solo per quanto riguarda la legge numero 8, ma anche per l'insieme delle politiche urbanistiche. Avete fatto, insomma, della consegna all'Esecutivo di maggiori poteri un elemento di forte opposizione all'interno di quest'Aula. Ora con questo articolo 11 voi dite alcune cose. Intanto dite non solo che la Giunta si impossessa definitivamente della competenza in materia paesaggistica, ma che può modificare il Piano paesaggistico regionale ogni due anni, senza porre in essere alcuna procedura concertativa, nessuno strumento di partecipazione, che era uno dei capisaldi delle vostre dichiarazioni programmatiche. Neanche quello vi è rimasto. Lo fate semplicemente affidandovi al regime delle osservazioni già previsto dalla legge numero 8, peraltro da rendere in un tempo brevissimo, trenta giorni, da parte di tutti i soggetti, compreso il Consiglio regionale.
Io credo che in questo modo mortifichiate le autonomie locali, che non hanno neanche la possibilità di essere sentite tramite gli strumenti previsti per legge (Conferenza Regione-enti locali, Consiglio delle autonomie locali e così via). Mortificate le autonomie locali, ma non fate solo questo: il vostro articolo, che di fatto rende vana ogni possibilità di incidere dall'esterno nella materia paesaggistica, importantissima per la Sardegna, diventerà uno strumento quasi ordinario di questa Regione. Riprendendo la stesura di un articolo del disegno di legge urbanistica (non della legge purtroppo, ma soltanto della parte già approvata del disegno di legge urbanistica) abbiamo proposto, la riproporremo con un emendamento, una procedura che anche allora teneva conto di possibili modifiche al Piano paesaggistico regionale e prevedeva che la Giunta, in sede di valutazione degli effetti del PPR - perché occorre valutarne gli effetti e occorre farlo in maniera seria e attenta, non semplicemente facendo alcune conferenze cosiddette di partecipazione, dove si raccoglie qualche intervento polemico -, verifica lo stato di attuazione del Piano, fornisce le interpretazioni delle disposizioni contenute nelle norme tecniche di attuazione, apporta le modifiche e gli aggiornamenti necessari per assicurare l'adeguamento e l'armonizzazione delle norme tecniche di attuazione con sopravvenute disposizioni statali di livello sovraordinato. Quelle stesse disposizioni che voi non considerate nell'intero testo di questa legge e che renderanno gli articoli 11, 12, 13 e 14 assolutamente illegittimi e in contrasto con la legge sovraordinata, il Codice Urbani, poiché con disposizioni di natura urbanistica introducono deroghe alle norme paesaggistiche.
Allora, noi diciamo che occorre assicurare l'adeguamento, il coordinamento e la razionalizzazione delle norme tecniche di attuazione con sopravvenute pronunce giurisdizionali. E la procedura che noi indichiamo e che vi proporremo con un emendamento successivo è questa: la Giunta regionale predispone una proposta di adeguamento e la pubblica per un periodo di quindici giorni non nel sito Internet, bensì nell'albo di tutti i comuni della Sardegna, di tutti i comuni interessati. Chiunque può formulare entro quindici giorni, decorrenti dall'ultimo giorno di pubblicazione, osservazioni a tale proposta. Chiunque. Trascorso tale termine la Giunta regionale esamina le osservazioni presentate, ne motiva sia l'accoglimento sia il rigetto, delibera l'adeguamento al Piano paesaggistico regionale, lo trasmette al Consiglio regionale completo di tutti i suoi allegati e il Consiglio regionale assume un ruolo. La Commissione consiliare competente in materia di governo e assetto del territorio, ossia la quarta Commissione, onorevole Matteo Sanna, esprime nei successivi quindici giorni il proprio parere che viene trasmesso alla Giunta regionale. Acquisito tale parere la Giunta approva in via definitiva l'adeguamento del PPR entro i successivi quindici giorni. Questa procedura, tra l'altro già approvata nella scorsa legislatura dal Consiglio regionale, a nostro avviso è maggiormente garantista e soprattutto interviene sulla base di una valutazione degli effetti del Piano paesaggistico regionale. Ma a voi questo non interessa e vedremo nell'esame dei successivi articoli, in particolare dell'articolo 13, che gli obiettivi di questo Capo II sono ben altri e c'entrano poco col piano casa e anche col finto piano casa. Sono altre le motivazioni che vi spingono e vi spingeranno a far rivivere, a resuscitare lottizzazioni che erano già morte e sepolte e che il Piano paesaggistico regionale, per fortuna, aveva bloccato o sospeso. Ma di questo ne parleremo più avanti.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, con questo piano, in tutti i suoi articoli, si sta promuovendo un'edilizia di mera speculazione, trasgredendo sia le normali regole di buon senso, sia le regole contemplate dalla legge. Questo piano in tutte le sue pieghe, in tutte le sue voci nega, di fatto, il valore paesaggistico, culturale e storico ai sardi. E' impensabile che sia del tutto slegato dalle leggi regionali preesistenti e dalle stesse leggi comunitarie. Ho notato che sono state pure introdotte delle modifiche al PPR, che considero assolutamente illegittime, ma siccome in quest'Aula già da alcuni giorni si parla di illegalità di questo vostro piano, vorrei ricordare che proprio sulle illegalità delle scelte di questa Giunta numerose associazioni ambientaliste, nonché comitati di cittadini, stanno conducendo azioni legali contro, ad esempio, la delibera numero 24/24 del 19 maggio 2009, sul rilascio di concessioni demaniali a strutture turistico-ricreative, con ciò avviando la più selvaggia privatizzazione delle spiagge della nostra isola.
Ora, per questo modello molto far west dell'edilizia e del tutto illegittimo, a mio avviso, il presidente Cappellacci saprà che è stato presentato contro di lui un ricorso alla Commissione europea e al Ministro dell'ambiente del Governo italiano, al fine di ottenere proprio l'annullamento della delibera numero 24/24 della Giunta. Questo piano, di fatto, sin dal suo esordio in Aula sta portando alla luce i suoi reali obiettivi, che sono lesivi degli interessi della collettività, quindi sono lesivi della conservazione del patrimonio identitario, della fruizione delle spiagge pubbliche, della salvaguardia degli habitat naturali per la fauna e la flora, nonché della conservazione dei centri storici. Dico che questa legge non può assolutamente ignorare le regole preesistenti.
Il presidente Cappellacci - mi dispiace che non sia in aula, lo citiamo sempre però è difficile confrontarci direttamente con lui - dovrebbe sapere che questa materia è inoltre regolata dalla normativa CE che espone la Regione autonoma della Sardegna a pesanti giudizi legali. Quindi io, come tutti i consiglieri dell'opposizione, continuo a ribadire la necessità di politiche responsabili tese alla difesa del bene comune del popolo sardo e quindi alla tutela dell'unica grande ricchezza nostra, la ricchezza ambientale, che è un unicum e come tale è irripetibile. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi consiglieri, stiamo esaminando la parte un po' più delicata di questo testo di legge, quella che è stata oggetto di grandi considerazioni e di forti critiche durante la discussione generale. In maniera chiara, da più parti, Assessore, è stato rilevato come con gli articoli dall'11 al 15 si cerca di modificare uno strumento che non può essere modificato con atto legislativo. Questo viene evidenziato in maniera chiara nel momento in cui, tra l'altro, si è cercato di giustificare la necessità di modificare il Piano paesaggistico regionale con il fatto che oggettivamente alcune cose non funzionano e che i comuni hanno difficoltà nell'applicare alcune norme.
Ho detto in maniera chiara, durante la discussione generale, che questa minoranza, il Partito Democratico in particolare, è disponibile a entrare nel merito delle norme di pianificazione paesaggistica, purché si segua l'iter procedurale di modifica stabilito per legge. Quindi non si chiude la porta, ma non si dà la disponibilità politica a intervenire su processi amministrativi che magari limitano il risultato che si intendeva raggiungere con il Piano paesaggistico. Questo, ripeto, è stato detto chiaramente durante la discussione generale e da parte della minoranza è stata data una disponibilità complessiva. Invece ci ritroviamo, purtroppo, di fronte a tutta una serie di atti che tendono a modificare il PPR ponendo a grosso rischio l'intero provvedimento legislativo. E questo rischio, Assessore, non grava solo sulla maggioranza che governa questa regione e sull'Esecutivo, ma grava sui sardi, grava sulle imprese, grava su tutti quegli elementi che si volevano riattivare, su tutte quelle situazioni che si volevano modificare e mettere nuovamente in sinergia specialmente dal punto di vista economico.
Ecco, questa è una riflessione attenta che secondo me va fatta. Ho visto, tra l'altro, che nel disegno di legge della Giunta si critica il Piano paesaggistico regionale e poi si utilizza l'intesa tra amministrazione regionale e amministrazione comunale come strumento principale. Questo lo dico ai colleghi della maggioranza, ovvero della minoranza della scorsa legislatura, che adesso mi sembrano abbastanza distratti. Qua ci sono colleghi che hanno fatto le barricate per il fatto che il Consiglio veniva ignorato per quanto riguarda le procedure del PPR e che adesso si accontentano della previsione dell'articolo 11, in base al quale la Commissione ha trenta giorni per esprimere un parere. Vi lamentavate, avete fatto battaglie, fin quasi a incatenarvi in questo Consiglio regionale perché lo si stava defraudando del suo ruolo, delle sue funzioni, e adesso vi accontentate dell'opportunità di esprimere in Commissione un parere sulla modifica del PPR entro trenta giorni, trascorsi i quali si va avanti lo stesso! Io penso sinceramente che questa non sia un'opportunità per dare un ruolo al Consiglio regionale. Alcuni colleghi mi guardano un po' perplessi, ma voglio ripetere, in quanto l'ho già detto altre volte, che il fatto che la precedente maggioranza abbia commesso degli errori non vi deve influenzare né indurre a ripetere tali errori in maniera peggiorativa. Probabilmente alcuni errori noi li abbiamo commessi, alcune carenze le abbiamo dimostrate, però perseverare è diabolico, e voi state chiaramente perseverando su questo tema, Assessore. Non è possibile che il Consiglio regionale abbia soltanto trenta giorni di tempo per esprimere un parere, tramite una sua Commissione, su un procedimento di modifica di uno strumento di pianificazione così importante. Questo è uno degli elementi che sicuramente in questo articolo 11 risultano essere tra i più limitativi. Assessore. Le leggi possono essere impugnate, i provvedimenti possono essere sospesi, i processi legislativi interrotti, ma penso che non dobbiamo metterci nelle condizioni di correre questo rischio, non per questa maggioranza, non per l'Esecutivo, ma per i cittadini, per le attività economiche, per le imprese alle quali vi volete rivolgere. Al di fuori di quelle che sono le nostre volontà, le nostre valutazioni sulla qualità e sull'influenza di questo intervento nella nostra regione, penso che nel rispetto di queste realtà abbiate il dovere di verificare e modificare questo documento.
Ho visto che la Giunta regionale ha presentato all'articolo 13 un emendamento sostitutivo totale che contiene tutta una serie di prescrizioni definite transitorie. Però il comma 2 dello stesso emendamento dice: "Le disposizioni di cui al comma precedente sono provvisoriamente efficaci e trovano immediata applicazione…", smentendo ciò che viene detto all'inizio del riformulato articolo 13, che sostituisce quello presentato nel disegno di legge che la Giunta ha sottoposto alla discussione di quest'Aula.
Assessore, io penso che questa fase procedurale di questo testo legislativo debba vederci tutti impegnati in un confronto leale che porti a modificare alcuni elementi che veramente rischiano di creare più danno di quanto noi stessi possiamo immaginare.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, signori Assessori, in ordine all'articolo 11, intitolato "Aggiornamento e revisione del Piano paesaggistico regionale", preme evidenziare che la procedura che è stata identificata di fatto ha solo due elementi innovativi o forse un unico elemento innovativo in riferimento al quadro vigente, ovvero la modalità di pubblicazione, ovvero la portata della normativa stessa. Se allo stato attuale per predisporre un Piano paesaggistico o una variante complessiva di un Piano paesaggistico è richiesta la pubblicazione sul BURAS e nei comuni, altrettanto per una variante che di fatto è solo un aggiornamento o revisione del Piano paesaggistico viene ridotto il termine di pubblicazione sul BURAS e sul sito istituzionale. Per quanto riguarda le azioni del Consiglio regionale sono le medesime azioni previste nell'articolo 2 della legge numero 8; per quanto riguarda le tempistiche riferite al completamento della procedura non ci sono elementi innovativi.
Ricordo a tutti che il disegno di legge urbanistica, il cui iter si è interrotto nella scorsa legislatura e che aveva già ottenuto una positiva valutazione da parte dell'Aula, prevedeva quindici giorni di pubblicazione in luogo dei trenta che noi ipotizziamo, prevedeva cioè quindici giorni per la presentazione delle osservazioni da parte di chi ne avesse esigenza, in luogo dei trenta che noi ipotizziamo, e quindici giorni per la risposta da parte della Commissione consiliare.
Detto questo, la Giunta non ritiene che si sia elusa l'obbligatorietà della pubblicazione, né ritiene che si sia mortificata l'azione della Commissione consiliare e dello stesso Consiglio, in quanto nelle disposizioni attualmente vigenti nella Regione Sardegna da nessuna parte è scritto che il parere della Commissione consiliare sia, come mi è sembrato di cogliere in qualche intervento, vincolante. Credo che molto difficilmente potrà operarsi una variazione del quadro normativo del Piano paesaggistico facendo ricorso a una norma legislativa. Giustamente qualcuno faceva osservare che con legge regionale si è proceduto a modificare una disposizione amministrativa. Sto facendo riferimento alla legge numero 13 del 2008. Poi, chiaramente, mi è sembrato di cogliere che il Consiglio regionale abbia di fatto con legge dato un'interpretazione autentica di un atto amministrativo non adottato dallo stesso Consiglio regionale. Però, siccome a me piace dare uno sguardo a tutto il quadro legislativo, ho riguardato la legge regionale numero 2 del 29 maggio 2007, che all'articolo 18 introduce una variazione all'articolo 12 del Piano paesaggistico regionale. E' chiaro che la norma contenuta nell'articolo 11 del testo di legge in esame è afferente alla procedura amministrativa che deve essere seguita per l'aggiornamento e la revisione del Piano paesaggistico regionale, fermi restando quelli che sono i giusti e corretti rapporti fra Regione e Stato italiano, fermi restando gli obblighi contenuti nel Codice Urbani, con particolare riferimento al secondo comma dell'articolo 143, che prevede espressamente la possibilità e l'esigenza di stipulare intese finalizzate a trovare momenti di condivisione e, perché no, di partecipazione tra amministrazione regionale e amministrazione statale nel processo finalizzato all'aggiornamento e alla revisione del PPR. Peraltro, visto che stiamo parlando di aggiornamento, l'aggiornamento del PPR è disciplinato in maniera tale da contenere gli elementi previsti dal Codice Urbani all'articolo 143, dalla lettera c) a seguire, come ebbi già modo di far osservare in un mio intervento preliminare.
Per quanto attiene alla tematica riferita al rapporto tra Regione ed enti locali, voi avrete forse colto un approccio parzialmente differente rispetto a quello della passata amministrazione, un approccio finalizzato all'esaltazione della partecipazione degli enti locali ai processi di pianificazione, quindi lungi dal pensare che nello specifico questa Giunta regionale abbia proposto un articolo nel tentativo di eludere, in qualche modo, un passaggio che è fondamentale, che è dato proprio dalla partecipazione dell'ente locale che, come diceva qualcuno qua, forse è quello che conosce maggiormente il territorio, che è impegnato nella pianificazione urbanistica comunale e quindi può dare alla Regione le informazioni che la stessa non possiede e non possedeva quando stese il PPR. Il comune è quella amministrazione locale che si vede inclusa in una delle venticinque unità di paesaggio e che poi si vede trattata in maniera uguale rispetto a tutte le altre unità di paesaggio. Mi permetto di informarvi che l'azione dell'amministrazione regionale in questo momento è quella di avviare una preliminare intesa con tutte le singole venticinque unità di paesaggio, in maniera tale da non disperdere quel bagaglio di notizie e di conoscenze che i comuni hanno avuto modo di costruire negli anni, in particolare con il grande contributo anche di carattere economico-finanziario che questo Consiglio regionale ha dato loro con le finanziarie che vanno dalla fine del 1993 fino a pochi anni fa. Quindi vi è la volontà indiscutibile di addivenire a una forma di revisione e di aggiornamento del Piano paesaggistico non solo con il concorso dello Stato e dei dirigenti dell'amministrazione statale, ma anche con il concorso di tutte le amministrazioni locali. Grazie.
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il collega Rassu è rientrato dal congedo.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, colleghi, signor Presidente della Giunta, signori Assessori, la quarta Commissione permanente esprime parere contrario relativamente agli emendamenti soppressivi totali numero 65, 66 e 291. Per quanto concerne l'emendamento sostitutivo totale numero 292 il parere è contrario; sugli emendamenti soppressivi parziali numero 67 e 143 il parere è contrario e sugli emendamenti aggiuntivi numero 418 e 419 il parere è ugualmente contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime il medesimo parere espresso dal Presidente della quarta Commissione. Grazie.
(Non è approvato)
(Non sono approvati)
Passiamo all'emendamento numero 292.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io ho molto rispetto della replica accorata dell'assessore Asunis, ma dubito che i limiti di ciò che egli prevede nell'applicazione dell'articolo 11 siano veri e perfino sinceri. Quanto alla sincerità, se fosse così, lei, Assessore, dovrebbe chiedere all'Aula l'accoglimento di un emendamento orale che preveda che dal testo da voi proposto la parola "modifiche" venga eliminata, perché finché parliamo di aggiornamento e revisione il vocabolario italiano ci dice che cosa sono l'aggiornamento e la revisione, ma se poi lei aggiunge "modifiche e proposte" io posso intendere un'altra cosa. Se si toglie la parola "modifiche" resta "in merito alle proposte", il che può andar bene e allora si recupererebbe un po' di sincerità, perché in italiano e anche in un eventuale contenzioso i termini hanno un significato preciso. Siccome non vi cambierà niente, recuperare almeno un profilo di sincerità mi pare che sia una buona conquista, perché non si può parlare nel titolo e nell'articolato di aggiornamento e revisione e poi parlare, in via generica, di modifiche, perché le modifiche sono un'altra cosa. E questo è spiegato dal nostro emendamento numero 292, dove non a caso noi diciamo che la Giunta regionale, in sede di valutazione degli effetti del PPR, ne verifica lo stato di attuazione e dà disposizioni di integrazione e aggiornamento.
Dico questo perché il Codice Urbani è molto complicato e bisogna leggerlo tutto. L'articolo 156, dove è disciplinata la metodica di aggiornamento e revisione, e che infatti si intitola "Verifica e adeguamento dei piani paesaggistici", raccomanda: "Le regioni e il Ministero, in conformità con quanto stabilito dall'articolo 135, possono stipulare intese, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, per disciplinare lo svolgimento congiunto della verifica e dell'adeguamento dei piani paesaggistici". Quello che voi avete scritto non è questo, perché la disciplina della verifica e dell'aggiornamento va concordata con lo Stato, e quindi l'articolo 11 viola palesemente questa disposizione, perché voi anteponete una metodica di verifica e di aggiornamento senza averla concordata con lo Stato. Ecco perché continua a mantenersi un profilo di dubbia legittimità sulla procedura anche di verifica e di aggiornamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Milia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MILIA (U.D.C.). Signora Presidente, colleghi, Assessore, ho ascoltato in questi giorni attentamente gli interventi e ho apprezzato coloro che, come l'onorevole Gian Valerio Sanna, che mi ha preceduto, con onestà intellettuale, continuano a sostenere una tesi che noi nella scorsa legislatura avevamo combattuto. Una tesi che, unici noi dell'opposizione e dell'U.D.C., combattevamo ricorrendo al giudice amministrativo anche contro la legge statutaria, per cercare di correggere il tiro su un procedimento per noi palesemente illegittimo e che escludeva il Consiglio regionale, che oggi qualcuno vuole far finta di difendere, da quella che era una potestà legislativa stabilita per Statuto, che è una legge costituzionale, cioè la potestà in materia di regolamenti.
Lo sforzo che è stato fatto dalla Giunta e dalla Commissione competente è stato quello di coinvolgere il Consiglio regionale, che era stato pretermesso nella predisposizione e nell'approvazione, con atto amministrativo della Giunta, del Piano paesaggistico. In qualche modo si sta tentando - non si può far tutto! - di rimediare a una negligenza grave commessa nella scorsa legislatura cercando di coinvolgere il Consiglio regionale, che come unico atto di ribellione aveva visto il Presidente della Commissione urbanistica non partecipare ai lavori dell'Aula nella sola occasione in cui in quella legislatura si parlò del Piano paesaggistico.
Allora, lo Statuto, questo è il problema, lo difendiamo o non lo difendiamo? E' una legge costituzionale o si fa finta che non sia una legge costituzionale? Mi rivolgo all'Assessore, perché in questo momento il Presidente della Regione è assente, ma mi rivolgo soprattutto al Presidente del Consiglio: noi chiediamo che il nostro Statuto venga difeso finché sta in piedi e lo chiediamo anche in un momento in cui pare che la Sardegna subisca attacchi neocolonizzatori, come quello di cui oggi possiamo leggere - il Gruppo U.D.C. ha predisposto un ordine del giorno in merito - in quel bando di interesse pubblico pubblicato su "La Nuova Sardegna" dal Ministero delle infrastrutture. Stiamo parlando di parchi eolici offshore ancora oggi. Quindi su queste cose chiediamo di confrontarci e all'opposizione chiediamo di difendere anch'essa lo Statuto e l'autonomia della nostra Isola.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Credo che l'appello del collega Milia non possa che essere accolto nella sua enunciazione, però ritorno all'emendamento che abbiamo alla nostra attenzione per parlare di quello che è, come dire, un richiamo al Regolamento.
Intanto mi appassiona poco il discorso su quello che hanno fatto la Giunta e il Consiglio regionale nella scorsa legislatura e quello che si fa oggi in risposta al comportamento della Giunta precedente. Io difendo naturalmente il ruolo del Consiglio, l'ho sempre difeso in tutta la mia storia politica e di partecipazione democratica. Altrimenti, come diceva il collega Uras prima, a che cosa serve il Consiglio regionale se lo espropriamo di quelle competenze? E qui stiamo probabilmente per approvare che le competenze che noi riteniamo debbano essere del Consiglio vengano lasciate in capo alla Giunta.
In un caso specifico, poi, contenuto nell'articolo 11, di cui noi continueremo a proporre la soppressione anche con gli emendamenti successivi, si fa riferimento a un periodo di pubblicazione di trenta giorni. L'emendamento numero 292 puntualizza meglio la procedura per le varianti, e in qualche modo si configura come tale anche l'aggiornamento, che non sottovaluterei nei termini in cui l'ha sottovalutato l'Assessore. In fin dei conti si tratta, egli ha detto, di un aggiornamento. Si tratterà di un aggiornamento che non modificherà la punteggiatura, ma interverrà probabilmente con convinzione, la convinzione dell'attuale Giunta regionale, sul Piano paesaggistico regionale. Il riferimento è ai giorni: nell'emendamento numero 292 si mettono in progressione quelli che devono essere i giorni della pubblicazione, i termini del ricorso, il riesame della Commissione e della Giunta, che cerca di apportare un piccolo correttivo a un procedimento eccessivamente frettoloso e non puntualizzato, come invece accade in altre situazioni quando si fanno varianti che devono seguire un iter più puntuale e più attento, considerando che non sarà facile per i singoli cittadini, per esempio, venire a conoscenza del cosiddetto aggiornamento fatto dalla Giunta regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Assessore, senza alcun intento polemico, ho ascoltato attentamente la sua accorata replica, nella quale sicuramente ha messo anche molta passione, ma io dico questo: nelle norme contenute nella legge numero 8 non vedo il termine di quindici giorni, di cui ha parlato lei, a disposizione del Consiglio regionale, ma vedo che la Commissione consiliare ha a disposizione ben due mesi per dare il suo parere. Questo era stato un punto di mediazione, a mio parere basso e non adeguato, perché probabilmente bisogna aprire una riflessione più profonda sull'approvazione del Piano paesaggistico regionale, se cioè questo strumento debba essere approvato dalla Giunta o dal Consiglio. Questo punto potrebbe essere oggetto di un dibattito in cui ognuno di noi potrà dire ciò che pensa in maniera schietta e sincera.
Se poi, Assessore, lei fa riferimento al termine di quindici giorni previsti nella nostra proposta di legge e che abbiamo riproposto nell'emendamento numero 292, sostitutivo totale dell'articolo 11, è chiaro che questo termine si riferisce a una situazione di temporalità immediata per affrontare le difficoltà manifestate nella premessa della vostra legge, in cui viene evidenziata la necessità di un intervento celere per dare l'opportunità ai comuni che si trovano in difficoltà di modificare lo strumento urbanistico in tempi adeguati.
Sui tempi di coinvolgimento del Consiglio, Assessore, anche nella legge urbanistica che stavamo discutendo alla fine della scorsa legislatura erano stati previsti tempi congrui perché il Consiglio regionale potesse dare un adeguato contributo. Personalmente avrei fatto una riflessione più profonda - come è stato proposto ed è rimasto agli atti della scorsa legislatura - per stabilire se il Piano paesaggistico regionale dovesse essere approvato dalla Giunta regionale o dal Consiglio regionale. Questo per fare chiarezza sui termini.
Pertanto non facciamo riferimento al termine di quindici giorni che non c'è; è previsto un termine doppio che dà al Consiglio l'opportunità, forse limitata, forse non coerente con le vere necessità, di intervenire in maniera più fattiva. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, relativamente all'emendamento numero 292 dichiaro naturalmente il mio voto favorevole. Assessore, io rilevo una contraddizione tra l'apertura della sua replica e la chiusura dell'intervento del Presidente della quarta Commissione, Matteo Sanna. Rilevo una contraddizione, caro presidente Sanna, tra la disponibilità al chiarimento presente nella replica dell'Assessore e la chiusura netta, nettissima che lei ha voluto esprimere sugli emendamenti, nella fattispecie sull'emendamento numero 292. Siccome si tratta di un tema delicato e sensibile, senza voler ripercorrere la storia delle precedenti discussioni in questo Consiglio, se a tutti noi sta a cuore che le informazioni passino secondo processi di conoscenza, di approfondimento e di verifica i più trasparenti possibili, se nessuno di noi vuole escludere le amministrazioni locali e anzi vogliamo valorizzarne il compito e le prerogative, se vogliamo, anche nei confronti dei cittadini, che ci siano percorsi amministrativi e tecnico-burocratici oltre che politici e istituzionali chiari, netti e precisi (così come è sembrato che chiedesse anche il collega Sergio Milia), non ho capito, presidente Sanna, la chiusura sull'emendamento numero 292. Non l'ho capita! Questo emendamento, all'interno dell'eccesso di semplificazione previsto nell'articolo 11, inserisce una specificazione dal punto di vista temporale, dal punto di vista delle competenze e dal punto di vista delle possibilità di intervento e di conoscenza che sarebbero, mi sembra di poter dire, assolutamente funzionali a quello che è lo spirito di partecipazione e di corresponsabilizzazione di cui anche l'Assessore ha parlato.
Per cui noi ci accingiamo a votare a favore dell'emendamento numero 292 che completa in maniera precisa, secondo noi, alcune manchevolezze e qualche eccesso di fretta e semplificazione presente nell'articolo 11.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, spero di non essere tra coloro che si accorgono di difendere il Consiglio regionale solo in questa legislatura e in questa discussione, perché penso di averlo fatto anche in altre circostanze e di essermi anche altre volte differenziato rispetto alle posizioni che venivano assunte all'interno del mio più ampio schieramento politico.
Ciò detto, sono andato a riprendermi la legge numero 8, proprio perché la discussione sulla natura regolamentare del Piano paesaggistico regionale animò il dibattito che si fece quando questa legge fu approvata. E il percorso della legge numero 8 dovrebbe, secondo me, rimanere intatto anche per le modifiche del Piano paesaggistico che il provvedimento in esame si propone di operare. Cioè sarebbe molto più semplice scrivere all'articolo 11 che l'aggiornamento e la revisione dei contenuti descrittivi e dispositivi del Piano paesaggistico regionale, pensati biennalmente, si fanno attraverso le procedure previste dalla legge numero 8. Questa legge fu fatta anche per difendere, sotto il profilo giuridico, quel prodotto da un'eventuale contestazione proprio sul tema della natura regolamentare del Piano, che, lo voglio ricordare, è attuativo di una legge dello Stato, cioè del Codice Urbani; non è solo una modalità che ci siamo dati attraverso la legge regionale per regolamentare lo sviluppo del nostro territorio e la difesa del nostro bene culturale principale, che è il paesaggio. E nella legge numero 8 c'è un passo relativo alle procedure di approvazione che dice che entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge il Presidente della Regione espone al Consiglio regionale, che si pronuncia, quindi approva nel merito, le linee guida caratterizzanti il lavoro di predisposizione del PPR. Era una modalità ambigua, però era un passaggio che anche dal punto di vista della legittimità di quel provvedimento faceva un passo in più, lo cinturava meglio. Ecco perché io rimando a questo contenuto.
Sull'emendamento numero 292 chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 292.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Marco Meloni ha votato a favore e che il consigliere Tocco ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco -Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 19
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 67.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Completo il ragionamento che facevo prima ed è la ragione per cui voterò a favore di questo emendamento, presentato dal nostro Gruppo, che di fatto è soppressivo dell'articolo 11. Che bisogno c'è di individuare un altro percorso? Badate, proprio per la sua natura semplice, troppo semplice, il percorso pensato e indicato nella legge numero 8 fu accusato di semplicismo. Che bisogno c'è di modificarlo, di trovarne uno più semplice, quando l'accusa che proveniva dal centrodestra era proprio questa: è troppo semplice, non c'è il passaggio in Consiglio, il Consiglio è espropriato, i comuni non possono, non hanno il tempo, non hanno la modalità per meglio intervenire nella formazione del Piano paesaggistico regionale? Ce le ricordiamo queste polemiche, ne abbiamo memoria?
Io attendo, perché il Presidente della Regione è impegnato e io vorrei che ascoltasse. Possiamo sospendere per qualche minuto, non c'è problema, Presidente.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Chiedo scusa.
PRESIDENTE. Non c'è bisogno. Prego, onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Voglio dire che se ci sono esigenze anche di natura politica, io me ne rendo benissimo conto e si possono anche sospendere brevemente i lavori dell'Aula, se no proseguo in questo ragionamento, onorevole Mario Diana, non per polemizzare con l'altro versante, ma solo per una ragione: ci dobbiamo ricordare dei passi che facciamo attorno al tema delle competenze del Consiglio regionale. Noi abbiamo sbagliato nella precedente legislatura, se serve che io faccia il mea culpa, che pure poco mi appartiene, lo faccio. Noi non possiamo spostare tutti i poteri in capo all'organo di governo, soprattutto a questo modello di organo di governo, perché è un organo eletto solo nella figura apicale, nel Presidente della Regione, che rappresenta un pezzo della società sarda, ma non la rappresenta tutta, perché la rappresentatività di tutti risiede in quest'Aula. E noi ce lo dobbiamo porre il problema e ce lo poniamo quando approviamo atti di pianificazione generale come questo. Ecco perché puntiamo all'abrogazione dell'articolo 11 e su questa strada solleciteremo la Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei dire due cose riguardo all'osservazione che faceva correttamente il collega Milia. C'è un articolo nel Codice Urbani, l'articolo 133, che parla proprio di tutte quelle parti che sfuggono alla competenza diretta delle Regioni e che possono essere oggetto di una cooperazione tra il Ministero e le Regioni per la definizione di indirizzi e criteri riguardanti l'attività di pianificazione territoriale. Quindi prescindendo dai livelli della medesima competenza. Ora è abbastanza logico che non si possa sostenere un'azione di pianificazione nella parte costiera del nostro territorio per salvaguardarne il paesaggio e nel contempo ignorare che una parte fondamentale di quel paesaggio è la fascia marina antistante, perché saremmo in piena contraddizione. Ecco perché l'articolo 133 andrebbe applicato e nell'emendamento che forse vedremo all'articolo 13 si dovrà tener conto di questo vincolo che lo Stato si pone, quello cioè di cooperare con le Regioni per trovare ulteriori forme di disciplina. Diversamente il lavoro che si fa sarebbe contraddittorio.
Per il resto volevo far notare una cosa, anche riguardo a quello che diceva il collega Uras: se si legge il Codice Urbani e lo si legge bene tutto, si capisce che la modifica del Piano paesaggistico non è un'azione contemplata, proprio perché questo strumento è l'effetto di un processo di delegazione dello Stato alle Regioni ed è previsto esclusivamente il processo di verifica e aggiornamento. Per cui ribadisco le cose che vi ho detto all'inizio, perché poi vi smentite nell'articolo 13, con cui intendete modificare alcune parti delle norme transitorie. Vi vorrei ricordare che ci hanno insegnato che nelle istituzioni democratiche è ammesso tutto, ma non sono ammessi normalmente gli atteggiamenti di supponenza e meno che mai quelli che tendono a violare il giuramento che abbiamo prestato in quest'Aula di fedeltà alla Costituzione, alle leggi dello Stato e allo Statuto.
Io direi, quindi, che è necessario su questa materia fare un'attenta riflessione, perché a noi fornisce un meraviglioso assist, per voi credo abbia un significato diverso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo contrari, l'abbiamo già dichiarato, all'intero Capo II e saremo maggiormente contrari al Capo III, ma ci arriveremo, perché rappresenta proprio l'aspetto meno sopportabile della vostra proposta. Quindi proponiamo anche la soppressione dell'articolo 11 e faccio una considerazione: io non c'ero nella passata legislatura, l'ho detto prima, ma se devo trarre una conclusione credo che l'accusa più semplice, più naturale che possa essere fatta alla maggioranza di oggi è l'accusa di incoerenza. Voi dite: "Nella passata legislatura ci si è comportati in un modo che noi abbiamo ostacolato". Ma solo perché stavate all'opposizione! E' un aspetto, quindi, che potevate condividere già da allora visto che oggi che vi trovate in maggioranza proponente, anche in modo più sbrigativo, lo stesso metodo.
Io credo che questo sia un modo pericoloso di procedere, che può essere compreso in molte situazioni e in molte circostanze, ma diventa drammatico quando questo succede in situazioni come queste, che vedono intanto un intervento pesante sulla pianificazione urbanistica. Sono però anche pronto a criticare, pur non avendone fatto parte, l'atteggiamento della Giunta precedente teso a espropriare il Consiglio regionale a vantaggio dell'Esecutivo, facendo venir meno, come ho detto prima, il ruolo del Consiglio e di ogni singolo consigliere. Per questo noi proponiamo la soppressione dell'articolo 11.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Intervengo per dire brevissimamente due cose. Noi abbiamo presentato una proposta di legge per affrontare le tematiche che sono da diversi giorni all'attenzione del Consiglio regionale. In questa proposta non abbiamo presentato nessun articolo riguardante questo argomento. E' una scelta politica ben precisa anche quella di rifiutarsi di affrontare in questa sede e in questa forma un argomento così delicato, non perché ci sia da parte nostra il rifiuto di affrontare l'argomento in sé, che pure il Consiglio regionale ha il diritto di affrontare quando e come ritiene opportuno, ma perché la modalità scelta dalla maggioranza per affrontare un tema così delicato noi non possiamo assolutamente condividerla. Non si può parlare di piano casa, di piano di sviluppo economico e poi inserire nel testo di legge un argomento che riguarda tutt'altro.
A mio parere l'intero Capo II dovrebbe essere soppresso. Reitereremo questa richiesta andando avanti articolo per articolo, perché credo che questa sia una parte ancora meno emendabile della precedente, in quanto attiene a un argomento che non può essere affrontato con questo testo di legge. Ecco perché sono d'accordo sulla soppressione degli articoli 11 e 12 e di tutti gli altri articoli che trattano del Piano paesaggistico regionale.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 67. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo alla votazione dell'articolo 11.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Prendiamo atto di questa ferma e convinta posizione della maggioranza e cercheremo, con alcuni emendamenti successivi, di proporre dei correttivi. Prendiamo atto soprattutto del fatto che con un atteggiamento di leggerezza il Consiglio ha deciso di rinunciare a una propria competenza e a un proprio ruolo. Credo che su questo argomento avremo altre occasioni per discutere e confrontarci. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io sarò decisamente più lungo del collega Sechi, ma il contenuto è lo stesso. Noi assumiamo che l'articolo 11 andrebbe stralciato, se l'Assessore non fosse caduto anche lui nella deriva di questa epoca, in cui le istituzioni sono messe in crisi, sono svuotate di ruolo, perdono il loro significato. C'è un'invadenza di campo continua, c'è il caos istituzionale, che non è una buona cura per la nostra democrazia malata. E le lamentele su questa nostra democrazia malata vengono da tutte le parti, non sono un patrimonio del centrosinistra, sono anche cose che si pensano e si manifestano in modo preoccupato anche nel centrodestra.
Io mi chiedo, Presidente: sarà possibile che questo Consiglio regionale apra almeno una sessione di lavoro, tra tutti gli appuntamenti che ci obbliga a prendere la Giunta, per discutere che funzione deve svolgere oggi, in questa legislatura, questo stesso Consiglio regionale e quali sono gli atti di natura regolamentare e quelli di valore generale che devono necessariamente passare al vaglio dell'Assemblea dei sardi? Vale la pena che qualcuno su queste vicende rifletta e risponda, perché se non lo facciamo, badate, nell'alternanza dei Governi l'unica cosa certa è che questo Consiglio regionale è destinato alla morte!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 419.
Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Nel vostro testo di legge, questo emendamento che noi abbiamo presentato serve a restituire un minimo di ruolo al Consiglio regionale e alla Commissione competente, perché credo, se vogliamo procedere con trasparenza nei confronti dei cittadini, ai quali è offerta una possibilità, ma ridotta ai minimi termini per la brevità del termine previsto in legge, che comunque debba rimanere una possibilità di ritorno alla Commissione competente, cioè che la Commissione possa riesaminare il provvedimento della Giunta e qualora si presentino la necessità e l'opportunità possa procedere anche alle audizioni che di norma vengono fatte ogni volta che si delibera in materia di pianificazione urbanistica, di varianti, di modifiche o di quant'altro.
E' un aspetto credo fondamentale del procedere in qualsiasi ambito, tanto più in questo provvedimento che vede esclusa questa possibilità. Poniamo all'attenzione dell'Aula, quindi, l'emendamento da noi proposto.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 419. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 12 e dei relativi emendamenti:
Art. 12
Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio
1. La Regione, le province ed i comuni, anche con il concorso di altri soggetti pubblici e privati, individuano ed attivano programmi, piani e progetti aventi carattere strategico per promuovere lo sviluppo del territorio regionale in un'ottica di sostenibilità ambientale e paesaggistica.
2. I programmi, i piani ed i progetti devono essere tali da incidere significativamente sul sistema economico-sociale, sull'organizzazione del territorio e sulla valorizzazione paesaggistico-ambientale. In particolare possono comprendere operazioni di riassetto e riqualificazione degli insediamenti, anche costieri, e la realizzazione di parchi ecologico-ambientali anche di carattere botanico e forestale di elevata valenza scientifica e culturale. Essi in ogni caso eseguono obiettivi di elevata qualità paesaggistica, ecologico-ambientale e urbanistico-architettonica.
3. La proposta di cui al comma 1 è sottoposta all'Assessorato competente in materia di governo del territorio per la preliminare valutazione di compatibilità alle norme paesaggistiche vigenti. In caso di esito positivo si procede mediante conferenza di servizi ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme sul procedimento amministrativo), e successive modificazioni ed integrazioni.
4. Qualora la realizzazione degli interventi programmati necessiti di variante agli strumenti urbanistici si procede secondo le vigenti disposizioni legislative. In tal caso i termini per le pubblicazioni e le osservazioni sono ridotti della metà.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
L'art. 12 è soppresso. (68)
Emendamento soppressivo totale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 12
L'articolo 12 è soppresso. (293)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
Il comma 1 dell'art. 12 è soppresso. (69)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 12
Il comma 1 è soppresso. (294)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
Il comma 2 dell'art. 12 è soppresso. (70)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 12
Il comma 2 è soppresso. (295)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
Il comma 3 dell'art. 12 è soppresso. (71)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 12
Il comma 3 è soppresso. (297)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
Il comma 4 dell'art. 12 è soppresso. (72)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 12
Il comma 4 è soppresso. (298)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 12
Nell'art. 12, comma 4, la frase: "In tal caso i termini per le pubblicazioni e le osservazioni sono ridotti della metà" è soppressa. (144)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 12
Nel comma 2 dell'art. 12, le parole "eseguono obiettivi di elevata qualità paesaggistica," sono sostituite dalle seguenti: "perseguono obiettivi di elevata qualità paesaggistica". (383)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Articolo 12
Nel comma 3 dell'art. 12, le parole "preliminare valutazione di compatibilità alle norme paesaggistiche vigenti" sono sostituite dalle seguenti: "preliminare valutazione della compatibilità complessiva sotto il profilo paesaggistico". (384)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 12
All'art. 12, comma 2, sono aggiunte le seguenti parole:
Dopo le parole "urbanistico-architettonica" sono aggiunte le parole "senza prevedere alcun aumento volumetrico". (296).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Articolo 12: "La Regione, le province ed i comuni, anche con il concorso di altri soggetti pubblici e privati, individuano ed attivano programmi, piani e progetti aventi carattere strategico per promuovere lo sviluppo del territorio regionale in un'ottica di sostenibilità ambientale e paesaggistica". Su questo comma io metterei un registro di firme, se non fosse inserito all'interno di un progetto di legge che dice esattamente il contrario. Come dire: "Stavamo scherzando!". E non è così. Io ho provato a lanciare anche qualche segnale, non su questo provvedimento (su questo provvedimento dirò fra un po', è meglio che vada a morire nella responsabilità di chi lo approva), ma sul ruolo di questo Consiglio, sul ruolo delle istituzioni, sui valori autonomistici, sulla riscrittura - che all'onorevole Giacomo Sanna è molto cara - della Carta costituzionale dei sardi e quindi dello sviluppo di strumenti adeguati anche allo svolgimento di quella riscrittura, che non può essere affidata in modo distratto a qualche consulente, ma deve avere uno spessore politico di richiamo di volontà di ben altra fattura, di ben altra forza.
Su questo dia almeno un segnale, Assessore, batta un colpo! O da qui ogni volta si parla tanto per non trovare risposte? Io ho passato questi giorni a porre una domanda: ditemi se sono comprese anche le case abusive, quelle che sono state condonate. Non ho avuto risposta, poi ovviamente era già tutto scritto. Ma a che cosa rispondo, a una domanda la cui risposta è già nel testo del provvedimento? Ma qualche volta saremo degni anche di attenzione? Che cosa dobbiamo fare per richiamare l'attenzione della maggioranza? Dobbiamo per forza cadere nell'infima modalità dell'insulto? Io non lo voglio fare questo, preferisco ragionare, anche nella consapevolezza che le posizioni sono distanti in maniera planetaria.
Utilizzando molto meno tempo di quello che avevo a disposizione nella discussione di questo articolo, chiudo dicendo: badate che anche in questo testo, proprio nel Capo II, noi non facciamo un'operazione di normazione di una materia, il rilancio dell'edilizia in Sardegna. Questa non è una legge di settore, è una legge che intacca dei principi! E a furia di intaccare questi principi con strumenti che non hanno il rango legislativo che dovrebbero avere si commette lo stesso errore di impoverimento del significato, del peso delle norme costituzionali che si sta commettendo a livello nazionale. E badate, i partiti maggiori di questo e di quello schieramento sono sicuramente più responsabili di questa deriva di quanto lo siano i partiti e i movimenti numericamente meno pesanti, come quello a cui io appartengo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'articolo 12 è una sorta di corpo estraneo nel trend che si è voluto dare a questo provvedimento. In effetti, ripete grosso modo quello che è già sancito all'articolo 34 del Testo unico sull'ordinamento degli enti locali, dove sono previsti gli accordi di programma volti alla realizzazione congiunta di programmi con il concorso di altri soggetti pubblici. La cosa preoccupante è che c'è un freno all'idea di tenere davvero conto che il più grande programma, piano, progetto "tale da incidere significativamente sul sistema economico-sociale, sull'organizzazione del territorio e sulla valorizzazione paesaggistica ambientale" sia esattamente quello che voi volete cancellare, perché se c'è un piano, un programma al quale fare riferimento è esattamente quello. Il fatto è che c'è in Sardegna una élite, diciamo così, per non usare altri termini, di tipo economico che rappresenta una minoranza della società; è un interlocutore che in un momento di crisi economica e di forte depressione non dovrebbe essere tenuto in grande conto rispetto ai drammi che viviamo e che si mostra sostanzialmente insofferente alle regole e preferisce non averne.
Allora noi dobbiamo deciderci, perché qui c'è da esercitare anche un'altra funzione, ossia la funzione regolatrice dei poteri pubblici, la funzione regolatrice dei piani, degli strumenti. Questo sembra dunque l'assunto: secondo voi l'unica vera miniera che c'è in Sardegna è il consumo del territorio. Io per il momento, tra qualche stabilizzazione di lavoratori precari, qualche altra manovrina e questo grosso fardello in discussione, vedo pochi indirizzi alternativi, perché si è realizzata una grande enfasi su questo provvedimento, che peraltro è a costo zero per le tasche pubbliche, perché ovviamente è bello fare le leggi e scaricare sulla società, nelle condizioni in cui è, il rilancio dell'economia in Sardegna. Bello, interessante! E come lo si persegue questo rilancio dell'economia? Togliendo delle regole! Ma le regole non hanno normalmente una funzione di vessazione, hanno bensì una funzione regolatrice dei rapporti fra le componenti sociali, all'interno del corpo complesso della società, per evitare i conflitti, per evitare le ingiustizie. E poi le regole servono anche, qualche volta, per tutelare e preservare alcuni beni che non sono nella disponibilità materiale di nessuno, né individui né collettività. Questo ci dice la Costituzione, ma questo dice anche il nostro Statuto e dovrebbe essere il nostro compito. E quando lo Stato, guidato da un Governo di centrodestra che del liberismo ha fatto la sua ideologia, confeziona un piano…
(Interruzione)
Quasi completamente. Ci sono elementi deficitari da qualche parte su cui bisogna indagare, ha ragione.
Dicevo, lo Stato ha elaborato il Codice Urbani, poteva non farlo, poteva persino evitare di recepire, con la legge numero 17 del 2004, la Convenzione europea del paesaggio, che è stata recepita dal Governo Berlusconi, dimostrando quindi un impegno doppio sia sul versante internazionale sia su quello nazionale. E allora vi domando: quali sono i vostri veri programmi? Voi dite: "Variamo uno strumento per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Ci volete almeno spiegare che cosa intendete per "valenza strategica per lo sviluppo"? Su che cosa si basa?
Anche nell'articolo 12 si parla di questi programmi. Questa parola, secondo me, dovrebbe essere eliminata oppure dovrebbe essere usata con l'onere di spiegarne il senso, perché è una bella parola che riempie i discorsi di tanti, ma che non dice nulla se non si spiega dove sta questa strategia, dove inizia e dove finisce, quali sono i risultati attesi e quando andiamo a verificarli. Questo sarebbe il nostro dovere perché, voglio dire, se uno sta in piazza a fare un comizio e parla di visuali strategiche, di piani strategici, non glielo possiamo chiedere. Sta facendo un comizio, sta facendo della propaganda, la faccia. Ma noi che siamo qua con una responsabilità precisa, sappiamo che non tutto andrà nel senso giusto. Certo, noi abbiamo una voce limitata, adesso siamo all'opposizione e tutto viene strumentalizzato, perché dobbiamo essere l'uno contro l'altro. Non è così. Vi stiamo dimostrando e abbiamo dimostrato che siamo in grado di entrare nel corpo vivo dei problemi e, come avrei voluto dire prima al Presidente, ogni giorno noi coltiviamo e facciamo crescere la natura della nostra autonomia. E se c'è un termine, più che un termine una modalità che è compresa nel dovere che dovremmo compiere ogni giorno qui dentro, prima di tutto con la presenza, minimizzando i congedi, stando in aula senza arrivare a dover chiedere la verifica del numero legale, questo per stare alla forma, ma poi, per andare alla sostanza, è quella di adempiere ai nostri doveri di regolazione della società, dei rapporti fra i cittadini e di tutela dei beni che non sono nella nostra disponibilità. Tutto ciò questo provvedimento non lo fa. Capita perché è una patologia della politica, perché la lotta politica diventa prevalente rispetto al dovere istituzionale. Qualcuno li confonde, ma sono due cose diverse: si può fare politica e si può dire di tutto, ma poi ci sono i doveri istituzionali, che sono altra cosa. Però la difesa dell'autonomia non contempla l'uso di questa sorta di ecumenismo della nostra capacità, cioè vogliamoci bene! Ha detto il Presidente: "Io conto di risolvere con il buon senso". Non ha capito niente, purtroppo non ha capito niente, ma non perché è un Presidente di parte avversa alla mia, ma perché non ha capito che le dinamiche dell'autonomia sono messe alla prova ogni giorno attraverso un rapporto pattizio che noi dobbiamo stabilire con lo Stato, e non c'è un Governo o l'altro, ci sono la Sardegna e lo Stato. E allora con questa sorta di ecumenico vogliamoci bene, non disturbiamoci e soprattutto non offendiamoci, quando presentiamo un emendamento l'unica cosa che riusciamo a fare è controllare se parliamo male di Brunetta o di Tremonti. Suvvia, è questa la modalità con la quale dobbiamo attuare la difesa della nostra autonomia?
Lo ha citato il collega Giampaolo Diana stamattina: il Presidente della Regione Sicilia, che tra l'altro avrebbe avuto motivo per starsene buono, ha sollevato un putiferio, minacciando la scissione politica del Mezzogiorno per le disattenzioni del Governo centrale, e ha esercitato la sua funzione pattizia nei confronti del Governo. Poi possiamo giudicare se lo strumento usato era giusto o sbagliato, ma l'ha esercitato con determinazione e gli sono arrivati 4 miliardi con il DPEF, mentre a noi è arrivata, scusate, una pernacchia! Una pernacchia in base alla nostra grande visione ecumenica dei rapporti con lo Stato. Questa è la realtà.
Allora, anche nel proporre visioni economicistiche, cerchiamo di avere perlomeno la dignità di dire dove iniziano le strategie, dove finiscono e dove le misuriamo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come dire, improvvisamente uno squarcio di sole, anche se è difficile da comprendere. Se avessimo iniziato la discussione di questa legge dall'articolo 12, forse questo articolo l'avremmo anche votato, perché così tante dichiarazioni di buoni propositi come quelle contenute nei commi 1 e 2 probabilmente non erano scritte neanche nei proclami della campagna elettorale!
Nel comma 1 si fa riferimento al coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati per attivare programmi e piani aventi un carattere straordinario di sviluppo in un'ottica di sostenibilità ambientale e paesaggistica. Ma la sostenibilità ambientale e paesaggistica non è contenuta in tutti gli articoli che abbiamo approvato finora, anzi abbiamo approvato tutt'altro. Tutt'altro! Se poi andiamo al comma 2 vediamo che si fa riferimento a piani e progetti che devono incidere significativamente sul sistema economico-sociale, sull'organizzazione del territorio e sulla valorizzazione paesaggistico-ambientale. C'è anche un richiamo ai valori dell'ambiente e del paesaggio quando si parla di "realizzazione di parchi ecologico-ambientali anche di carattere botanico e forestale di elevata valenza scientifica e culturale. Essi in ogni caso eseguono obiettivi di elevata qualità paesaggistica, ecologico-ambientale e urbanistico-architettonica". Di solito dalle mie parti quando si fanno riferimenti, come dire, a sproposito - a sproposito rispetto al resto degli articoli della legge in discussione - si usa la frase posa el floc al porc, che vuol dire: metti la cravatta a farfalla al maiale. Non volevo essere irriverente, credetemi, chiedo scusa se posso apparire tale, ma volevo sintetizzare rapidamente una considerazione sulla incoerenza, sulla contraddizione che c'è rispetto a tutto quello che si è detto e si è fatto. E poi si fa richiamo a principi che sono puntualmente disattesi nel contenuto della legge in discussione.
Credo che questo sia un modo per cercare di stendere un velo pietoso su questa legge o di ingannare sul suo vero contenuto. Dal momento che comunque questo articolo 12 è contenuto in questo testo di legge, noi lo rigettiamo insieme a tutta la legge. Per questo ci esprimeremo negativamente anche nei confronti dell'articolo 12.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, stiamo esaminando l'articolo 12 del documento all'attenzione dell'Aula: "Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio". Come senz'altro si è colto dalla lettura dei quattro commi, stiamo parlando di programmi che vanno in capo, in termini di concertazione, all'amministrazione regionale, alle province e ai comuni, con la possibilità anche del concorso di altri soggetti pubblici o privati. La finalità di questo articolo è quella di identificare, in riferimento ai programmi di portata strategica condivisi dai vari livelli di pianificazione, dei percorsi che agevolino in termini temporali il cantieramento delle opere stesse. Questo è in particolar modo evidenziato al comma 4, laddove si dice che qualora gli interventi programmati necessitino di una variante alla strumentazione urbanistica i termini temporali del procedimento amministrativo per addivenire alla variante sono dimezzati.
La finalità che la Giunta intendeva perseguire è chiaramente quella di individuare programmi strategici che non obbligatoriamente devono interessare il sistema costiero o il sistema già programmato e pianificato attraverso il Piano paesaggistico regionale. E' una norma di carattere generale che può investire parti del territorio che possono essere comprese all'interno del sistema costiero, come pure parti del territorio che sono comprese in ambiti interni o in ambiti costieri già in gran parte degradati per effetto della presenza di attività anche di tipo industriale insediativo, per le quali occorre identificare processi tali da perseguire velocemente l'obiettivo primario, che è quello del recupero e della riqualificazione dei nostri sistemi. Grazie.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, la quarta Commissione esprime parere contrario relativamente agli emendamenti soppressivi totali numero 68 e 293. Sugli emendamenti soppressivi parziali numero 69, 294, 70, 295, 71, 297, 72, 298 e 144 il parere è contrario. Per quanto concerne, invece, gli emendamenti sostitutivi parziali numero 383 e 384, presentati dalla Giunta, il parere è favorevole. Sull'emendamento aggiuntivo numero 296 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta, in ordine agli emendamenti presentati, si esprime in analogia a quanto rappresentato dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti numero 68 e 293.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi siamo per la soppressione dell'intero progetto di legge, quindi chiaramente anche di questo articolo 12, che ha due commi, lo diceva prima il collega Sechi, assolutamente interessanti che vengono immediatamente contraddetti, o meglio semplificati. E la semplificazione qual è? E' questa: i programmi, i piani, i progetti in cui sono coinvolti Regione, province e comuni poi finiscono per essere oggetto di una preliminare valutazione di compatibilità da parte dell'Assessorato (ma Assessorato vuol dire gli uffici, i burocrati, i vincitori di concorso, se l'hanno vinto), dopodiché si fa una conferenza di servizi e tutto viaggia veloce, ma dove gli interessi collettivi e anche quelli delle singole persone troveranno mortificazione. Ecco perché noi non ci stiamo.
Mi sarebbe piaciuto adesso sollecitare l'onorevole Floris, ma anche l'onorevole Maninchedda, che è stato Presidente autorevole della prima Commissione: possibile che il sistema attraverso il quale deve funzionare l'amministrazione sia un sistema così caotico, di cui non si capisce il perché? Badate, si può anche capire, c'è chi ha l'idea che la Sardegna debba essere governata da un sindaco. Non è un'idea che sta solo in un fronte; è un'idea che ha ramificato in più parti, che aleggia: un sindaco con un consiglio comunale che non vale nulla, che si riunisce due volte all'anno per far approvare la proposta di bilancio e caso mai un assestamento dello stesso bilancio, che non decide più nemmeno sui contributi per le feste paesane! Io non sono di questo avviso, perché la Costituzione repubblicana parla della Regione quasi come uno Stato, non come un comune. E' su questo che io sollecito una risposta che non mi arriva da quei banchi e, devo dire, qualche volta neppure da questi.
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
Passiamo agli emendamenti numero 71 e 297.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io so che Marchetti oggi è il portiere della Nazionale di calcio e coloro che si sono collegati a Internet per guardare il Consiglio regionale stanno per cambiare strumento e magari assistere alla partita. Ma perché faccio questo esempio? Non per dire che anche noi abbiamo questo tipo di passione, ma per rammentare un valore: ogni volta che gioca la Nazionale, che ci sono Olimpiadi, che c'è una squadra in campo che raccoglie la nostra identità, noi riscopriamo certi valori di appartenenza. Poi, quando ci troviamo qua a difendere le istituzioni, quelle che governano la cosa pubblica, finiamo per dimenticarcene.
Viene un signore che è stato eletto come noi, grazie a noi, il sindaco della Sardegna, e ci dice cosa dobbiamo fare, come lo dobbiamo fare, in che modo lo dobbiamo fare. E se viene lui siamo fortunati, perché il più delle volte non viene neppure lui, ma vengono coloro che non sono stati eletti, che sono mandati da lui e ci dicono che cosa dobbiamo fare. E questo Consiglio lo fa! Lo dico perché deve rimanere scritto che anche noi, anche questa volta, anche quest'Aula, anche questa composizione, anche questa maggioranza si sta giocando una parte della partita, del suo senso, del suo significato in questo provvedimento e in quelli che verranno. E non può passare sotto silenzio come se fosse qualcosa che non ha peso, che domani non varrà! Stiamo attenti, perché l'essere ridotti, come i consigli comunali anche delle grandi città, delle metropoli, a non avere il titolo neppure per respirare nonostante si rappresentino i cittadini, è una cosa che poi si paga. La paghiamo noi oggi, la pagherete voi domani.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io sosterrò l'emendamento che propone di sopprimere il comma 3, perché, vedete, anche qui c'è un'altra finzione. Vorrei che guardaste il contenuto dell'emendamento numero 384, presentato dalla Giunta. Nel testo che è stato portato in Commissione c'è un barlume di saggezza, dice che la proposta va trasmessa all'Assessorato "per la preliminare valutazione di compatibilità alle norme paesaggistiche vigenti". Mai l'avessero detto, la parola "vigenti" vi crea l'orticaria, va eliminata! Va eliminata e sostituita, come propone la Giunta, con un termine all'acqua di rose: "preliminare valutazione della compatibilità complessiva sotto il profilo paesaggistico." Me lo spiegate il senso compiuto di questa modifica? Io lo giudico, Assessore, considerando che il proponente è la Giunta. Se una Giunta propone una modifica di questo genere è un fatto gravissimo, perché sta inducendo l'idea che le norme vigenti siano qualcosa di fastidioso, da sostituire con una specie di alone che non si capisca. Norme paesaggistiche vigenti significa che l'Assessorato può vedere quello che vuole, ma se ci sono rilievi e norme paesaggistiche vigenti probabilmente vi è qualche altro soggetto che deve esprimere una sua valutazione. Ma anche questo vi infastidisce, dobbiamo andare dritti. E cosa vuol dire strategico? Chi giudica che cosa è strategico? Se io propongo di fare dei giochi d'acqua a Boroneddu e dico che ciò è strategico, chi giudica se lo è davvero? Lei? La Giunta?
Questi sono alcuni degli aspetti terrificanti di queste proposte, che avrebbero avuto un senso se si fossero mantenuti su un profilo programmatico molto generale, ma che invece vogliono dire ben altra cosa. Vogliono dire che noi delle regole non ce ne facciamo niente. Ed è molto grave che lei, Assessore, proponga una modifica a una dicitura che poteva tranquillamente rimanere così com'era.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io non posso non dire due parole su questi emendamenti soppressivi del comma 3, perché effettivamente questo comma è un po' un lapsus freudiano, Assessore. Come quando Berlusconi dice: "Ho pagato 200 milioni di euro per pagare giudici e poi...". E' uno squarcio di luce improvviso che dà l'idea di che cosa si vuol fare. Perché in una legge, sin da quando ero ragazzo e ho cominciato a vedere le disposizioni di legge, uno dei principi fondamentali di certezza...
(Interruzione del consigliere Pittalis)
(Segue SALIS.) Avvocato Pittalis, mi rivolgo a lei in quanto professionista serio e capace: uno dei richiami costanti che lei fa nelle aule di tribunale, oltre che in quest'Aula, è il richiamo alle norme vigenti. Perché? Perché qualcosa che vige è qualcosa di certo. Avvocato, qualcosa che vige è qualcosa di certo, qualcosa, come dire, che non è possibile contestare. Allora, fare questo giro di parole "che ci azzecca" direbbe il mio Presidente? Un giro di parole per togliere le norme vigenti e sostituire "preliminare valutazione di compatibilità alle norme paesaggistiche vigenti" con "preliminare valutazione della compatibilità complessiva sotto il profilo paesaggistico". Che senso ha questo giro di parole, questo politichese o burocratese inserito in una norma di legge che toglie una norma certa, quello che vige, per mettere qualcosa di incerto, che non si sa bene da chi venga determinato? Non si sa bene questo incerto da chi venga determinato ed è questo, assessore Asunis, che spaventa perché questo articolo, ripeto, questo squarcio di luce, dà l'idea che probabilmente stiamo parlando di cose pesanti dal punto di vista economico-paesaggistico. Stiamo parlando di investimenti, di interessi e sappiamo quanti faccendieri stanno continuando a scorrazzare in Sardegna, sappiamo che ci sono di nuovo appetiti di vario genere. Togliere norme certe per inserire valutazioni opinabili, fatte da commissioni, assessori, tecnici, funzionari e così via, a me spaventa un po' e siccome ho il dovere, quantomeno sulle cose importanti, di lasciare traccia delle mie preoccupazioni, perché almeno questo devo a miei elettori, sono voluto intervenire su questo comma che mi sembra significativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Anch'io, vista la tipologia dell'emendamento che la Giunta propone al comma 3, ho deciso di dire qualcosa su questa questione. Io ho sempre apprezzato moltissimo e continuerò, per carità, ad apprezzare la competenza e la serietà con cui l'attuale Assessore dell'urbanistica per anni ha assistito me, assessore comunale di Sassari, dal punto di vista tecnico, nell'interpretazione delle norme e nel trattare le questioni legate al complesso rapporto tra comune e Regione sulle diverse tematiche che tante volte abbiamo dovuto affrontare insieme. Oggi, però, devo dire che mi sorprende che l'Assessore abbia accettato di presentare un emendamento di questo tipo, perché lui sa benissimo, molto più di me, che come politico sarei più propenso, come chiunque di noi, a preferire le norme che possono essere interpretate a seconda delle situazioni. In questo caso le norme sembrano far venire l'orticaria a questo Consiglio regionale, e in particolare a questa maggioranza, tutte le volte che se ne parla. La maggioranza sembra avere una sorta di allergia alla predisposizione di norme, di modo che poi si sia costretti a riferirsi a un qualche organismo di valutazione. Cioè noi preferiamo, questo Consiglio preferisce creare le condizioni per cui qualcuno possa comunque sgattaiolare via. Questo non va bene, perché a nessuno, su un tema così delicato, può essere data la possibilità di decidere in maniera adeguata al caso che gli capita di dover affrontare. Non va bene, Assessore. Io credo che per la credibilità del ruolo che lei ricopre dovrebbe ritirare l'emendamento che ha presentato al comma 3.
(Non sono approvati)
Passiamo agli emendamenti numero 72 e 298.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vi chiederete: ma perché stasera? Che cosa è successo? Onorevole Petrini, non sono tifoso? Non è vero, sono tifoso, ma è una provocazione che sento il dovere di fare. Ma veramente noi pensiamo di doverci rassegnare a questo? Badate, in questo articolo è costruita l'idea di democrazia che viaggia, che è presente. Qualcuno la definisce "democrazia autoritaria", cioè un unico capo. No, non è neppure quello. Siamo alla "democrazia burocratica"!
Avrete sicuramente letto con grande attenzione il testo. Il comma 3 dice che la proposta di cui al comma 1, cioè la proposta di piano che fanno la Regione, le province e i comuni, anche in concorso con altri soggetti pubblici e privati, cioè una dimensione enorme di partenariato sociale, istituzionale ed economico, è sottoposta all'Assessorato competente in materia di governo del territorio per la preliminare valutazione di compatibilità con le norme paesaggistiche vigenti. In caso di esito positivo si procede mediante conferenza di servizi. La valutazione preliminare, cioè la valutazione di merito, sul contenuto - stiamo parlando di piani e programmi che un tempo sarebbero stati assoggettati alla procedura dell'intesa, cioè all'accordo, al patto tra i soggetti istituzionali, economici e sociali, ma soprattutto tra quelli istituzionali - viene attribuita agli uffici. E se quelli dicono no? Noi ci mettiamo in mano agli impiegati, mettiamo Regione, comune e provincia in mano agli impiegati!
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 72 e 298.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 19
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 144.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Parlavo prima di democrazia burocratica, cioè affidiamo l'esame complesso, la valutazione di merito alla burocrazia. Se il programma o il piano passa quell'esame allora si riuniscono i soggetti. Badate, si può accettare di tutto, ma io avrei proposto l'esatto contrario: si fa la conferenza di servizi, gli uffici fanno l'istruttoria, portano gli esiti dell'istruttoria nella conferenza di servizi, se esistono delle modificazioni da fare su quei piani e su quei programmi per renderli compatibili alle norme in materia paesaggistica si fanno le modifiche. Ma quei piani e quei programmi hanno un obiettivo. Qual è? Lo sviluppo di quel territorio, la valorizzazione di quel bene, il raggiungimento di quel livello economico! E invece no, prima programmi e piani passano all'esame degli uffici, e se gli uffici dicono di no non si fa neppure la conferenza di servizi. Province e comuni, insieme alla Regione, vengono messi nell'angolo! Ma che razza di democrazia avete in mente voi? Ma vi siete resi veramente conto dei contenuti di questo dispositivo? Ma avete in mente di mantenerlo? E' una follia inaccettabile!
Ve lo devo rileggere. Dice esattamente che tutti i programmi, i piani ed i progetti individuati da soggetti istituzionali e da tutti i soggetti del partenariato sociale ed economico che voi avete coinvolto nei vostri territori attorno a un progetto di sviluppo sono esaminati, senza appello, dagli uffici dell'Assessorato diretto dall'ingegner Asunis, che in quell'Assessorato ha svolto i due ruoli distinti - e che quindi non si sdoppia, perché mi auguro che non abbia problemi di sdoppiamento della personalità - e ha maturato quelle convinzioni. Se il progetto passa l'esame tecnico, cioè se passa l'esame degli uffici ne parlerete insieme agli altri soggetti; se non passa non ne parlerete più.
Badate, questo è un percorso devastante! Si faccia la conferenza di servizi subito, si chiamino tutti i soggetti interessati e se ci sono modifiche da fare le si faccia insieme agli uffici, che devono assistere e non giudicare le istituzioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questa proposta continua a essere del tutto vaga e anche colpevolmente omissiva, perché, Assessore, lei sa bene - almeno lei, perché ha avuto la fortuna di vederlo e anche di contribuire alla sua attuazione -, che il Piano paesaggistico, a differenza di ciò che è stato propagandato e che fa comodo sostenere, non è solo un compendio di regole e di vincoli, ma è un complesso articolato di monitoraggi del territorio e di conoscenze stratificate dello stesso. Il Tribunale amministrativo regionale lo ha definito uno studio che mai la Regione sarda aveva avuto modo di fare sul proprio territorio. Non l'abbiamo definito noi così, ma un organo giurisdizionale.
Ebbene, nella suddivisione del territorio preso in esame per ambiti cosiddetti di paesaggio, noi abbiamo predisposto uno studio che non si limita a definire regole, norme di attuazione, monitoraggi, ma individua anche gli indirizzi sui punti di debolezza e di criticità del territorio, indica quali sono i progetti più importanti dal punto di vista strategico per organizzare meglio il territorio, per preservarlo dai rischi a cui va incontro, sia di desertificazione che di natura idrogeologica e così via. E indica anche tutti quei paesaggi, dai siti minerari dismessi alle borgate marine nate senza un disegno urbanistico, dove è necessario dare priorità a progetti di riconsolidamento del tessuto urbanistico e paesaggistico. Ecco perché credo che farebbe bene, sarebbe un gesto molto nobile e serio, a ritirare l'emendamento numero 384, perlomeno per dare il senso che non si vuole scavalcare ciò che indica un indirizzo che è anche utile a dare attuazione all'articolo 12.
(Non è approvato)
Colleghi, l'emendamento numero 383 della Giunta regionale tende a rimediare a un errore materiale nel comma 2, dove è scritto "eseguono" anziché "perseguono". Quindi direi di non metterlo neanche in votazione.
Passiamo all'emendamento numero 384.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto, Presidente.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 384.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 36
contrari 17
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, vorrei soltanto richiamare un passaggio del mio intervento sull'articolo 12, in cui facevo riferimento, nello specifico, alla possibilità su tutto il territorio regionale di predisporre programmi, piani e progetti di valenza strategica. L'ultimo emendamento consente di avere una maggiore tutela sul territorio, perché se, ad esempio, facessimo un intervento di riqualificazione a Ottana o a Nuoro e dintorni, quali sono le norme paesaggistiche vigenti? Forse quelle del Codice Urbani, ma non esiste nessun atto di pianificazione paesaggistica. Quindi la portata dell'emendamento è quella di prescrivere un maggior rigore in riferimento all'intero territorio isolano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, chiedo scusa, ma nell'annunciare il voto favorevole all'articolo vorrei proporre, sempre che l'Aula sia d'accordo, un emendamento orale al comma 1. Propongo di aggiungere dopo "La Regione, le province ed i comuni, anche con il concorso" le parole "e su proposta di altri soggetti pubblici e privati".
Credo che sia probabilmente una dimenticanza, altrimenti mi pare opportuno che questo sia scritto. Se la Giunta è d'accordo, chiedo che l'articolo 12 venga messo in votazione con questa modifica. Grazie.
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo su questa proposta di emendamento orale?
Onorevole Diana, non c'è il consenso unanime dell'Aula, per cui dobbiamo mettere in votazione l'articolo 12 nella formulazione originaria.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io veramente chiederei, tanto mancano soltanto un paio di emendamenti, di rinviare gli stessi a domani mattina, perché vorrei invitare a riflettere. Colleghi, riflettete sul comma 3 di questo articolo, che pone problemi di legittimità, ma pone soprattutto problemi di operatività. Noi stiamo pensando di fare programmi e progetti costituendo partenariati di tipo istituzionale, economico e sociale che possono essere promossi anche da altri soggetti pubblici e privati, così come proponeva il presidente Diana. Ma se questi programmi si fermano su un giudizio preliminare degli uffici…
Chiedo scusa, Presidente, non riesco a proseguire, brucio il mio tempo inutilmente.
PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, vi prego di non interloquire perché l'onorevole Uras non riesce a proseguire il suo intervento.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho bisogno di far sentire anche questa richiesta di ulteriore riflessione che sto facendo.
Il comma 3 di questo articolo sottopone a un vaglio, che è decisivo, su quei progetti su cui si mobilita un partenariato istituzionale, sociale ed economico che non ha appello. Se è prevista la conferenza di servizi, in quella sede si manifestino le volontà anche di quel ramo dell'amministrazione! E lo si faccia in termini di assistenza ai fini dello sviluppo di quel progetto che viene promosso da quel tipo di partenariato. Perché se non si fa così, badate, si apre la deriva molto pericolosa di una preliminare valutazione burocratica dei progetti che vengono dal territorio che irriterà ancora di più nei confronti delle istituzioni i cittadini di questa regione, quelli che operano e operano con fatica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA (Riformatori Sardi). Signora Presidente, il problema che ha sollevato l'onorevole Uras mi pare che meriti effettivamente un approfondimento, perché non è sicuramente nelle intenzioni della Giunta introdurre un elemento di questo tipo. Credo, però, che dovremmo ragionare sul pericolo che poi ci siano iniziative, giunte magari a uno stadio avanzato di attuazione, che per un intoppo forse anche burocratico non arrivano nemmeno alla conferenza di servizi. Probabilmente vale la pena di ragionare un attimo sul problema che è stato sollevato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io mi permetto di riprendere la proposta che ha fatto il collega Uras, perché siamo in dirittura d'arrivo su questo articolo e fare la votazione adesso o domani mattina non cambia nulla. Può essere il primo atto di domani mattina di modo che abbiamo il tempo di valutare l'aspetto che il collega Uras ha posto molto accoratamente al centro dell'attenzione. Io sono perfettamente d'accordo con le riflessioni che lui ha fatto e credo che sia opportuno valutarle.
Scambiando qualche battuta con colleghi della maggioranza si scopre che, di fatto, privatamente essi sono d'accordo, perché è abbastanza scontata la valutazione su questa parte della legge. Riconoscere che è stato formulato male qualcosa non è un demerito, si può sempre correggere la formulazione senza farne un caso politico di particolare rilevanza, però ritengo utile che su questo si rifletta un attimo.
Per quanto riguarda i tempi di approvazione della legge non cambia nulla, perché perdere dieci minuti domani mattina non credo che comporterà chissà quali ritardi, potremo però approvare con maggiore consapevolezza un articolo che io non condivido per il discorso che ho fatto all'inizio, ma che comunque, se passa, diventa uno strumento di legge che va utilizzato al meglio.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 12. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 296.
Onorevole Uras, io ho aspettato, non sto procedendo velocemente, guardo sempre il monitor prima di aprire la votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' chiaro ed evidente che ci troviamo di fronte a una cosa che io reputo gravissima. Avrei chiesto la votazione per parti., perché il comma 3...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Uras, in ogni caso la votazione per parti non sarebbe stata possibile, perché abbiamo già votato gli emendamenti soppressivi parziali delle parti e quindi non possiamo mettere in votazione un qualcosa su cui il Consiglio si è già espresso. Prego.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il Consiglio si è espresso sull'intero comma, ma non si è espresso su parti del comma, perché nessuno ha avanzato proposte di soppressione di parti del comma. Per cui con la votazione per parti io avrei tentato di depotenziare una cosa gravissima che noi ci ritroveremo in questo testo di legge che è pieno di cose gravissime. Non si può pensare che un pezzo di società che noi mobilitiamo per fare programmi presenti un progetto su cui ha sprecato fatica e poi un ufficio gli dica: "Quello che hai fatto è in contrasto", come se fosse un giudice, anziché l'ufficio preposto a offrire assistenza.
Badate, con il po' po' di norme che abbiamo creato per andare in deroga, con il po' po' di norme che abbiamo creato per cambiare i contenuti dispositivi del Piano paesaggistico, praticamente a quel pezzo di società noi diciamo: "Il tuo lavoro non vale nulla e non hai neppure il diritto di accedere alla conferenza di servizi".
Ma dov'è il vostro spirito autonomista, quello su cui avete basato la campagna elettorale? Ve lo siete già dimenticato, l'avete già sotterrato? Ma è su questo che nasce la polemica politica per i prossimi anni, sul fatto che voi non mantenete la parola data, non nei confronti nostri, ma nei confronti dei cittadini che avete chiamato a votare su queste questioni. Per quanto riguarda il ruolo del Consiglio, vi ricordate la legge statutaria, mortificata dal "tiranno"? Ancora oggi il P.S.d'Az. lo dice. Ma con quale coerenza, con quale verità noi ci diamo delle norme? Lo dirò, magari domani, c'è tempo. Noi siamo ostaggio degli uffici regionali, che non attuano neppure una legge di questo Consiglio, a cominciare dalla legge sui morti sul lavoro, e di questo ne è interamente responsabile lo stesso Consiglio.
Il Presidente non ha risposto neppure in merito alla mancata erogazione di 30 mila euro a una famiglia ridotta alla fame!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, dico brevemente due cose. Le denunce che sta reiterando l'onorevole Uras noi le condividiamo da sempre, nel senso che c'è una burocrazia regionale che giudica sulle istanze dei cittadini non solo sul merito, perché poi si applicano con questa legge delle procedure che peraltro, per quanto riguarda il rapporto con la pubblica amministrazione, sono presenti anche in altre leggi, ma complessivamente l'amministrazione regionale ha un atteggiamento verso le istanze dei cittadini che è esattamente quello descritto dall'onorevole Uras.
Allora noi abbiamo due appuntamenti: uno è quello della legge sul personale, l'altro riguarda quello che potremo fare noi. Io sono convinto che l'arbitrio dell'amministrazione regionale sia all'origine della montagna di residui che abbiamo, oltre che la volontà dei Governi regionali di accantonare le risorse in maniera errata, però c'è una grande responsabilità in questo senso. Allora noi abbiamo due strade: la legge numero 31, che è da rifare, e siamo pronti a impegnarci in questo senso, ma anche la strada che era stata individuata in un articolo della famosa legge statutaria, quello che istituiva un luogo dove il cittadino può appellarsi, senza andare al TAR, dinanzi a una determinazione assunta da un direttore generale o da un responsabile di servizio, che ha il potere di annullare l'atto e di consentire la ripresa del procedimento amministrativo.
Se noi scriviamo un articolo su questo, e credo che tutti siamo d'accordo, facciamo una cosa importante per tutta la Sardegna. E' una cosa su cui quasi tutti eravamo d'accordo. Potremmo in questo modo far risparmiare un po' di soldi ai cittadini che non si rivolgerebbero direttamente al TAR e faremmo una cosa egregia.
Per quanto riguarda i 30 mila euro da destinare alla famiglia del caduto sul lavoro di cui si è detto, si tratta di sedersi a un tavolo e si troveranno le forme per far arrivare questo denaro, perché è importante farlo.
(Non è approvato)
I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10. Ricordo che alle ore 9 e 30 è convocata l'ottava Commissione.
La seduta è tolta alle ore 20 e 57.