Seduta n.42 del 29/09/2009 

XLII Seduta

Martedì 29 settembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 51.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 4 agosto 2009 (35), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Cocco, Angelo Cuccureddu e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 settembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Norme in materia di organizzazione e personale". (71)
(Pervenuto il 24 settembre 2009 e assegnato alla prima Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Greco: "Tutela del paesaggio e valorizzazione delle biomasse". (72)
(Pervenuta il 23 settembre 2009 e assegnata alla sesta Commissione.)

Rodin - Diana Mario - Ladu - Floris Rosanna - Obinu - Mula - Piras - Cucca - De Francisci - Ben Amara - Caria - Manca - Locci - Pitea - Campus - Greco - Bardanzellu: "Disposizioni sulla partecipazione della Regione al processo normativo comunitario e di attuazione delle politiche comunitarie". (73)
(Pervenuta il 23 settembre 2009 e assegnata alla seconda Commissione.)

Commemorazione di ex consigliere

PRESIDENTE. Colleghi, è scomparso all'età di 86 anni Silvio Mancosu che ha fatto parte del Consiglio regionale nella VII legislatura, dal 1974 al 1979. Nato a Guspini, ha militato fin da giovane tra le file del Partito Comunista Italiano e a lungo ha svolto ruoli di vertice nel suo partito a livello regionale e locale. Ha ricoperto anche importanti incarichi a livello cittadino, divenendo sindaco della sua città.

Da sempre impegnato nel dibattito politico del suo territorio e a livello regionale, attento ai problemi sociali, con particolare riferimento alle componenti più deboli della popolazione isolana, l'onorevole Mancosu ha svolto un'intensa attività in difesa del tessuto produttivo sia industriale che agricolo, con particolare attenzione al Medio Campidano. Componente delle Commissioni agricoltura, programmazione e urbanistica, ha dato un importante contributo all'elaborazione di diversi progetti di legge riguardanti le riforme agropastorali e l'ambiente. Da ricordare il progetto di legge sulla protezione della fauna e l'esercizio della caccia.

Originario di un territorio caratterizzato da importanti attività industriali, oltre che agricole, l'onorevole Silvio Mancosu ha svolto un'intensa attività di carattere ispettivo all'interno del Consiglio regionale. E' da ricordare il suo impegno nell'ambito della politica mineraria, svolgendo un ruolo di ferma opposizione nei confronti delle iniziative del Governo e della Giunta in questo ambito. Svariati gli interventi riguardanti la situazione dell'agricoltura e lo stato di attuazione della riforma agropastorale: dal prezzo dell'acqua per gli agricoltori ai danni derivanti dalle avversità atmosferiche, alla serricoltura. Si occupò anche dell'annosa questione delle servitù militari firmando, insieme ad altri rappresentanti della sinistra, mozioni e interrogazioni per un rilancio della rivendicazione autonomistica circa la presenza delle basi militari nell'Isola, e fu sempre in prima linea nel dibattito regionale circa i ritardi della politica di programmazione regionale per l'occupazione e lo sviluppo.

Conclusa la sua esperienza in Consiglio regionale ha proseguito fino a tarda età con grande abnegazione la sua iniziativa politica nel Guspinese, con impegno costante in tutte le iniziative di carattere sociale e culturale.

Nel rivolgere le condoglianze del Consiglio regionale ai familiari, sospendo la seduta in segno di cordoglio.

I lavori sono sospesi per cinque minuti, riprenderanno alle ore 11.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 51, viene ripresa alle ore 11 e 04.)

Continuazione della discussione generale del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio

dell'economia" (67)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del Testo unificato numero 53-67/A.

Per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri regionali, dopo gli incontri consiliari della settimana scorsa e la conclusione delle relazioni dei consiglieri sono tenuto a rappresentare in termini di replica la posizione dell'Esecutivo regionale.

Ringrazio innanzitutto tutti i consiglieri che si sono alternati la settimana scorsa nel momento dibattimentale. Ringrazio tutti senza distinzione di colori, perché ritengo che tutti debbano essere giustamente ascoltati, che qualsivoglia posizione, a prescindere dal fatto che sia condivisibile o meno, debba essere comunque analizzata e vagliata. Ho notato che gli interventi che si sono succeduti la settimana scorsa, in particolare quelli dei rappresentanti del centrosinistra, vertevano in particolar modo su una tematica, che era quella del cosiddetto piano casa e ho l'esigenza di portare all'attenzione del Consiglio lo stato dell'arte in riferimento a questo argomento. Ricordo a tutti che lo Stato italiano, con la manovra finanziaria riferita all'anno 2009, e in particolare con i contenuti di cui all'articolo 11 del decreto legge 25 giugno 2008, numero 112, così come convertito e modificato con la legge 6 agosto 2008, numero 133, ha definito il Piano nazionale di edilizia abitativa previsto nella stessa manovra. Ricordo anche all'Aula che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 luglio 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 agosto 2009, al numero 191, vengono definiti gli obiettivi riconducibili al Piano nazionale per l'edilizia abitativa, ovvero l'obiettivo di garantire su tutto il territorio nazionale il rispetto dei livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo, per il pieno sviluppo della persona umana, attraverso la costruzione di nuove abitazioni e il recupero di quelle esistenti.

Le risorse finanziarie in particolare, dice il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicato il 19 agosto 2009, saranno destinate ai nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentale o monoreddito, alle giovani coppie a basso reddito, agli anziani in condizioni sociali ed economiche svantaggiate, agli studenti fuori sede, ai soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio, agli immigrati irregolari a basso reddito.

La disposizione che vi sto citando contiene anche un dispositivo che pone in capo alle singole amministrazioni regionali la formulazione di uno specifico disegno di legge, e di una legge conseguente, in materia di edilizia abitativa e biosostenibile. Il collega Carta, Assessore dei lavori pubblici, competente in riferimento alla materia del piano casa, mi informa che la proposta di legge, riferita chiaramente alla legge Sardegna, che deve essere conclusa, in ossequio al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, entro la fine del novembre corrente anno, allo stato attuale è in avanzata fase di predisposizione, per cui si ritiene che i termini temporali di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri saranno senz'altro rispettati.

Ho voluto fare questa puntualizzazione semplicemente per far rilevare che una serie di richieste di chiarimenti che l'Aula ha formulato nei confronti dell'Assessore dell'urbanistica in relazione al piano casa non sono, di fatto, attinenti al testo di legge in questo momento all'esame dell'Aula, ma fanno riferimento a un'altra tematica che il Consiglio avrà modo di approfondire durante l'esame del disegno di legge che sarà licenziato dalla Giunta regionale e che avrà presumibilmente questo titolo: "Disposizioni in materia di edilizia abitativa e biosostenibile".

In riferimento, invece, al disegno di legge iscritto all'ordine del giorno, ovvero "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo", giova ricordare che il documento stesso prende l'avvio dalla sottoscrizione dell'accordo Stato-Regioni-enti locali sottoscritto il 1º aprile 2009; sottoscritto all'unanimità, faccio presente, da tutti gli attori, e sottoscritto dopo un processo di formazione e di concertazione che ha visto le amministrazioni coinvolte impegnate in uno strenuo lavoro a livello nazionale. Lavoro che ha portato alla stesura del documento come voi lo conoscete a seguito di una serie di puntualizzazioni e di interlocuzioni che hanno avuto, devo dire, anche momenti di frizione nel rapporto fra le Regioni, anche nella considerazione che alcune Regioni italiane posseggono già all'interno del loro ordinamento disposizioni quali, per esempio, la demolizione e la ricostruzione con premi volumetrici (è l'esempio della Regione Emilia-Romagna), oppure disposizioni già contenute nella bozza della legge urbanistica della Regione Umbria che è stata approvata subito dopo la sottoscrizione dell'accordo Stato-Regioni.

All'interno dell'accordo, effettivamente, oltre agli impegni che avevano assunto le amministrazioni diverse dallo Stato, vi era un impegno da parte dell'organo statale, ovvero quello di mettere a punto un decreto legge finalizzato alla semplificazione delle procedure. I capisaldi di questo disegno di legge erano: uno, norme di semplificazione in materia edilizia; due, norme di semplificazione in materia antisismica; tre, norme di semplificazione delle attività delle sovrintendenze.

Nel caso di specie, come alcuni relatori hanno già rappresentato la settimana scorsa, la Regione autonoma della Sardegna è una Regione a Statuto speciale e ha competenza primaria in materia edilizia e urbanistica. Conseguentemente la mancanza del decreto legge non implica la non applicazione dell'accordo Stato-Regioni, tant'è vero che le norme per la semplificazione edilizia sono contenute all'articolo 10 del disegno di legge che voi state esaminando. La Regione Sardegna non è zona sismica, quindi non abbiamo bisogno di nessuna norma di esplicitazione e velocizzazione per quanto riguarda questa materia. Circa le attività della Sovrintendenza ricordo a tutti la legge numero 28 del 1998, che prevede la delega alla Regione e la sub delega alle amministrazioni locali in riferimento a tutta a una serie di casistiche. Quindi la non sussistenza del decreto legge non impone di certo un freno nel caso delle Regioni a Statuto speciale e in particolare di quelle Regioni che non presentano situazioni di sismicità.

Peraltro il disegno di legge che è all'attenzione dell'Aula contiene al suo interno una serie di elementi che partono vuoi da alcuni concetti esplicitati nel programma del presidente Cappellacci, e mi riferisco nello specifico ai piani strategici, vuoi da una fase di ascolto che l'Amministrazione regionale ha attivato nei confronti delle collettività locali. Io credo che occorra ripercorrere gli interventi che si sono succeduti la settimana scorsa al fine di fugare alcune perplessità o di comprendere se a fronte delle perplessità c'è una reale e giusta esigenza di un'ulteriore esplicitazione che la Giunta regionale si impegnerebbe a trasferire in alcuni emendamenti da presentare prima dell'apertura della discussione sul singolo articolo.

Preme, in particolare, evidenziare un duplice aspetto. Un primo aspetto l'ho già rappresentato nel momento in cui mi sono permesso di far rilevare che il piano casa niente ha a che vedere con questo disegno di legge; il secondo aspetto attiene al fatto che il provvedimento, non avendo a che fare con il piano casa, non può prevedere la realizzazione di nuove case. Quindi mi permetto di far osservare, in riferimento agli interventi dei consiglieri Barracciu, Porcu, Soru e altri, che non è rinvenibile all'interno dell'articolato alla vostra attenzione alcuna ipotesi di percorso che consenta la realizzazione di nuove costruzioni. A meno che non si faccia riferimento alla demolizione delle costruzioni incongrue e al loro trasferimento, ma stiamo parlando di una fattispecie diversa.

Mi permetto di far inoltre osservare, in particolare al consigliere Sabatini, che non sussiste da parte della Giunta regionale e del sottoscritto l'intento di rullare o aggirare il Piano paesaggistico regionale. Se avessimo avuto questo intento, che io definisco perverso, ci sarebbe bastato adottare un atto deliberativo con cui revocavamo l'atto di adozione del Piano paesaggistico e l'avremmo realmente rullato. Ma siamo fermamente consapevoli dell'esigenza inderogabile di salvaguardare il nostro territorio. Siamo fermamente consapevoli che quanto tramutato in legge nel 1989 e nel 2003 in termini di contenuti del Piano paesaggistico regionale sia inviolabile, in termini proprio di contenuti. Siamo fautori della salvaguardia del territorio, della salvaguardia della nostra identità e della salvaguardia dei nostri gioielli di famiglia. Da nessuna parte nel disegno di legge, in termini di interventi, è rappresentata qualsivoglia ipotesi di incremento volumetrico su aree e non su fabbricati. Tutti gli interventi previsti al Capo I riguardano il patrimonio immobiliare esistente; sono tutti interventi, quindi, riferiti ad ambiti antropizzati. Nessuno ha mai pensato di andare a incidere, utilizzando il grimaldello della disposizione sottoscritta con lo Stato, sul nostro sistema territoriale con interventi nuovi. Vorrei ricordare, peraltro, che il decreto legislativo numero 42 del 2004, il cosiddetto Codice Urbani, nello specifico all'articolo 142, identifica undici, dico undici tipologie di aree tutelate per legge, e non tre come ho sentito in quest'Aula. Faccio presente che pur affaticandomi questo fine settimana, ma era atto dovuto, non sono riuscito a trovare all'interno del Codice Urbani qualsivoglia disposizione che identifichi aree di inedificabilità assoluta. Sarò ancora più esplicito: sono identificate aree di tutela ope legis, e sto parlando dell'articolo 142, ma questo articolo identifica aree sulle quali occorre prestare la massima attenzione. Se si va ulteriormente a leggere l'articolato statale si arriva all'articolo 146, primo comma, che evidenzia che sulle aree tutelate ai sensi dell'articolo 142 non sono ammissibili interventi che introducano modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione.

Mi limito soltanto a osservare che le possibilità edificatorie, in termini di incremento delle volumetrie preesistenti sulle aree tutelate ai sensi dell'articolo 142, sono finalizzate al recupero paesaggistico degli ambiti, sono finalizzate all'eliminazione dei manufatti incongrui, che producono danni incredibili sul sistema paesaggio-ambiente. Sono previsti incrementi finalizzati non ad arrecare pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione, ma a ricondurre gli immobili in un concetto di sostenibilità in riferimento ai valori paesaggistici oggetto di protezione. Da ciò deriva che correttamente, a mio giudizio, è resa ammissibile la possibilità di migliorare le condizioni paesaggistico-ambientali di alcuni contesti seguendo in maniera rigida e puntuale quanto definito dal Codice Urbani.

In realtà, le uniche norme nella Regione Sardegna e nello Stato italiano che prevedono l'inedificabilità sono riconducibili, nel caso Sardegna, alla sola legge numero 45 del 1989, la cosiddetta legge urbanistica, e successive modifiche e integrazioni.

Nel caso di specie, in ordine ad alcune censure che sono state mosse al sottoscritto, mi sono addentrato nella lettura della proposta di legge alternativa presentata in Commissione, che all'articolo 5, comma 2, lettera f) dice: "collocati nelle aree di inedificabilità assoluta, come definite dal decreto legislativo numero 42 del 2004, articolo 142, e all'interno di aree sottoposte a disciplina di salvaguardia".

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. E' già finito il tempo?

PRESIDENTE. E' già finito. Se l'Aula è d'accordo può proseguire, la volontà dell'Aula è sovrana. Prego, assessore Asunis.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ringrazio l'Aula e mi scuso, ma la tematica è complessa. Se devo dare riscontro agli interventi che si sono succeduti la settimana scorsa, datemi almeno dieci minuti in più per chiudere alcuni ragionamenti.

Nel progetto di legge presentato in alternativa a quello deliberato dalla Giunta si parla di inedificabilità assoluta secondo quanto definito dal decreto legislativo. Di fatto questa norma è la medesima dell'articolo 5, secondo comma, lettera e) della legge della Regione Toscana. Nel caso della Regione Sardegna, però, anziché copiare la legge numero 45, che è una legge nostra, si è copiato il Codice Urbani che non ha nessuna attinenza, come dicevo prima, perché non prevede nessun tipo di inedificabilità assoluta.

Mi soffermo anche in riferimento alla sottoscrizione di un grande documento definito "intesa" da qualcuno, ai sensi dell'articolo 143 del Codice Urbani, che sancirebbe la chiusura del processo riferito al Piano paesaggistico regionale. Io ho ritrovato negli atti dell'Assessorato il Protocollo d'intesa, che però dice una cosa un po' diversa, in quanto sancisce l'esigenza di addivenire alla sottoscrizione dell'intesa di cui all'articolo 143 del Codice Urbani. Per cui con questo protocollo non abbiamo sancito nessuna intesa in riferimento all'articolo 143, ma la partita è aperta, e all'interno di questo documento è scritto che lo Stato sta procedendo ad analizzare il Piano paesaggistico al fine di verificare se lo stesso risulti di fatto coerente con il Codice Urbani, in prima battuta, e in particolar modo con l'articolo 143 dello stesso Codice, che definisce i contenuti che deve avere il PPR.

Accelero, perché possiate verificare. I contenuti delle lettere c), d), f) e h) sono assenti. Il che vuol dire che allo stato attuale il Piano paesaggistico regionale - peraltro predisposto, dobbiamo dirlo, a onor del vero, in un periodo storico molto prossimo all'emanazione del Codice Urbani - risulta di fatto carente, pur con tutti gli sforzi fatti dall'Amministrazione regionale, in quanto i contenuti dello stesso Codice Urbani nelle lettere c) d), f) e h) non sono presenti o, per dirla meglio, io non li ho trovati. Mi risulta che altri li stiano cercando, non noi, ma li sta cercando la struttura dello Stato. Vedremo alla fine, però noi non possiamo, ripeto, permettere che qualcuno sindachi l'esigenza per l'Amministrazione regionale di avere un Piano paesaggistico. Quindi questa Amministrazione procederà, laddove ce ne fosse l'esigenza, a un arricchimento dei contenuti del Piano, in maniera da renderlo perfettamente coerente alle disposizioni del Codice Urbani.

Devo dire che mi rattrista assai vedere che alcune persone, sulla stampa o in siti Internet, denunciano l'aggressione di questa maggioranza nei confronti del territorio e poi scoprire che si tratta dei consulenti pagati che hanno portato l'Amministrazione ad adottare e approvare un Piano che, ripeto, non è coerente con l'articolo 143 del Codice Urbani. Voglio pubblicamente ringraziare in particolar modo l'ex presidente Soru e i consiglieri Agus, Salis, Uras, Mula, Gian Valerio Sanna e Giacomo Sanna - non proseguo se no, alla fine, il ringraziamento perde di incisività - che mi hanno consentito, con i loro interventi, di poter approfondire ulteriormente tutti gli elementi da loro evidenziati. E laddove le loro perplessità scaturiscono forse da una non semplice lettura del disegno di legge, la Giunta regionale si riserva di presentare alcuni emendamenti che chiariscano ulteriormente i singoli articoli, evitando, per quanto possibile, che ci si veda costretti, come in altri casi, a ricorrere a delle interpretazioni. Ricordo comunque, a tutti e a me stesso in primo luogo, che la Regione può interpretare i suoi atti, ma di certo non può interpretare atti emanati da altri soggetti, e in particolar modo il Codice Urbani, come mi è invece risultato dalla lettura di atti riferiti ad attività consiliari della passata legislatura. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Abbiamo concordato, onorevole Uras, che la votazione del passaggio all'esame degli articoli avverrà nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori, mentre eventuali dichiarazioni di voto saranno svolte nel corso dei lavori della mattinata.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Chiedo cortesemente all'Aula una sospensione di dieci minuti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti, riprenderà alle ore 11 e 43.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 33, viene ripresa alle ore 11 e 48.)

Continuazione della discussione generale del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio

dell'economia" (67)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, cari colleghi, ho seguito con grande attenzione la replica dell'assessore Gabriele Asunis, che noi condividiamo nei contenuti e soprattutto nel messaggio importante che ha dato a quest'Aula. E' un messaggio di grande disponibilità e apertura su un provvedimento, come quello esitato dalla quarta Commissione, che mi onoro di presiedere, che noi riteniamo importante. E' importante in un momento così delicato per la Sardegna ed è importante perché è frutto di una grande strategia di condivisione che costituisce, come rilevato dallo stesso Assessore nel suo intervento, un tratto rilevante del nuovo metodo di governare la Regione sarda.

Noi, signora Presidente, voteremo ovviamente a favore del passaggio agli articoli, perché riteniamo che il disegno di legge in esame che, come sapete, si articola in tre capi, sia importante anche in quanto è molto atteso all'esterno di quest'Aula e ha coinvolto, in maniera quasi inaspettata, anche apparati della società che in un primo momento sembravano non essere interessati a questo importante strumento. Devo dire che su questo argomento si è discusso tanto in Commissione, si discute tanto sui giornali e sui blog, e questo è sintomo di grande attenzione. E' sintomo anche di una grande condivisione, di una grande partecipazione a questo nuovo modo di impostare la vita politica regionale su argomenti così importanti che toccano tutti; toccano i comuni costieri così come quelli dell'interno.

Si tratta di un provvedimento che noi riteniamo strategico e da liquidare in fretta, con la condivisione di tutti e soprattutto ascoltando l'Aula, ascoltando i consiglieri che sono espressione di istanze legittime che provengono dal territorio. Ho seguito, in questi giorni, qualche inutile polemica proveniente anche da "casa nostra". Io ritengo che nessuno debba insegnare al Consiglio regionale e tanto meno alla Giunta come si fa una legge urbanistica, come si fanno le leggi. Credo che a ognuno di noi sia stato dato un mandato da onorare e questo mandato noi lo vogliamo onorare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Assessore, la sua replica ha confermato alcune valutazioni che inducono l'opposizione a mantenere la posizione di dissenso e peraltro a invitarla a rimandare in Commissione un atto che è palesemente illegittimo.

Lei dice: "Il nostro disegno di legge, comunque lo vogliamo interpretare, è rispettoso del Codice Urbani". Mi permetto di dissentire: al comma 3 dell'articolo 10 disciplinate l'autorizzazione e la concessione edilizia nei 300 metri dalla linea di battigia; nel comma 5 parlate di interventi nei 300 metri dalla linea di battigia, in deroga al sistema dei vincoli; violate quanto prescritto dal Codice Urbani in tema di costituzione della Commissione per il paesaggio; violate il Codice Urbani in materia di delega paesaggistica ai comuni, disciplinata da criteri molto rigorosi e selettivi, a cui non fate nessun cenno e derogate persino ai vincoli di legge. Questo per citare solo qualche aspetto.

Dissentiamo da voi anche sull'idea che il Piano paesaggistico non sia una cosa completa. Noi abbiamo fatto, ed è quella la ragione, che è sancita non da un giudizio politico, ma dalle sentenze dei tribunali amministrativi, un Piano paesaggistico che è esattamente coerente con l'articolo 146 del Codice Urbani. E sull'articolo 146 è stata siglata un'intesa con il Ministero, alla presenza del Direttore generale del Ministero e del Ministro, che è agli atti della Regione. Il contenuto di quell'intesa spiega efficacemente su quale base il Ministero esercita il controllo quotidiano sugli atti della legislazione regionale.

Apprendiamo, infine, che questo non è il piano casa, ma per tre mesi avete parlato di piano casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario al passaggio agli articoli e per manifestare la mia delusione per la risposta dell'Assessore, che ha fatto delle considerazioni generali, ma non è entrato nel merito delle nostre osservazioni.

Io credo che questo testo di legge abbia un'impostazione sbagliata, non affronti il problema. Abbiamo parlato di gioielli di famiglia, di come salvaguardare i nostri centri storici, ma anche nei centri storici si prevedono aumenti volumetrici automatici, si prevedono deroghe ai limiti di altezza e alle distanze tra pareti prospicienti. Nelle zone di pregio, come la fascia costiera, e nella fascia dei duemila metri, che noi avevamo ridefinito in ambiti - e quindi contestiamo anche questo ritorno alla zonizzazione, che ci riporta a una pianificazione urbanistica del paesaggio -, gli aumenti volumetrici sono rinviati a una commissione per il paesaggio che, come dire, non riteniamo corrisponda o possa corrispondere al dettato del Codice Urbani.

Nell'insieme lei ha confermato in quest'Aula che non c'è nulla per la casa, non c'è nulla per chi la casa non ce l'ha. Ci sono soltanto aumenti volumetrici indiscriminati e incontrollati, tra l'altro proposti in deroga agli strumenti urbanistici esistenti; aumenti volumetrici che non considerano - e lo ha richiamato anche il presidente Floris - il ruolo delle autonomie locali e che quindi provocheranno un aggravio per i servizi pubblici, ma in questa legge non se ne fa menzione alcuna.

Aumentare le volumetrie vuol dire aumentare la pressione abitativa e non dare ai cittadini servizi pubblici adeguati. Nell'insieme avremo una Sardegna certamente più brutta, avremo il caos, avremo sovrapposizione di interventi, avremo deregulation a danno anche della pianificazione degli enti locali, che non hanno voce in questo disegno di legge. Io penso e spero che, però, nelle sue parole ci sia anche spazio per una discussione puntuale e per l'accoglimento di alcuni emendamenti che potrebbero arginare gli effetti di un testo di legge che, così come è formulato, rappresenta certamente un danno molto grave per la Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò contro il passaggio agli articoli. In parte le motivazioni le ho dette non solo nel corso dell'intervento in Consiglio durante la discussione generale, ma anche in altre circostanze e attraverso - perché questi sono i mezzi che noi utilizziamo per informare il cittadino sulla nostra posizione - le televisioni, i giornali, gli organi di stampa in genere e anche i siti informatici.

Io conosco l'assessore Asunis da qualche decennio. Mi è anche capitato di condividere con lui, nell'ambito dell'amministrazione, momenti in cui si è trattato, si è discusso in materia di gestione del territorio, di organizzazione delle strutture regionali competenti in materia di territorio e si è parlato di paesaggio, di urbanistica. Molte volte abbiamo anche espresso opinioni comuni. Devo dire che trovo questo provvedimento assolutamente inconsistente da una parte, perché non coglie l'obiettivo che è stato propagandato, quello cioè di favorire la costruzione di case o rilanciare l'edilizia in Sardegna, perché a me pare che quello di rendere disponibili generalmente maggiori cubature non sia lo strumento migliore per incentivare lo sviluppo di quel settore. In più questo introduce elementi - è stato detto - di incostituzionalità o comunque di confusione normativa, di cui l'urbanistica, la gestione e la valorizzazione del paesaggio non possono assolutamente aver bisogno.

Per queste ragioni faremo un'opposizione anche dura, come siamo abituati a fare, ma in modo leale e aperto, in modo tale che tutto ciò che produrremo possa essere migliore di quello che ci è stato presentato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora presidente, egregio Assessore, cari colleghi, il Gruppo Italia dei Valori ha ascoltato con molto interesse e attenzione la relazione e le risposte dell'assessore Asunis. Al di là di una pur necessaria difesa di punti che secondo Italia dei Valori sono assolutamente inaccettabili in questo provvedimento, il che ci porterà a votare contro il passaggio agli articoli, noi abbiamo colto una serie di elementi sui temi urbanistici, non solo sui temi edilizi, che vanno sicuramente approfonditi.

Io pregherei la stampa di certificare in modo inequivocabile che il problema dei tanti sardi che ancora non hanno la casa non si risolve con questo provvedimento, nonostante anche oggi, su uno dei più importanti giornali sardi, un autorevole parlamentare del P.d.L., ex sindaco di Olbia, senza fare nomi, parli ancora di piano casa riferendosi a questo disegno di legge. Questo per dare l'idea della confusione che ancora esiste. Diamo atto all'Assessore dell'urbanistica di aver sgombrato il campo dall'idea che questo provvedimento c'entri qualcosa con il problema della casa dei cittadini. Non c'entra niente! Questo è un primo elemento di chiarezza.

Il secondo elemento di chiarezza riguarda un'altra affermazione dell'Assessore: "La Giunta regionale porterà a compimento la revisione del PPR con il totale rispetto delle norme del Codice Urbani". Noi questo lo abbiamo marcato, lo abbiamo sottolineato e aspettiamo i futuri provvedimenti. Esprimo qui un rammarico, relativo esclusivamente alla nostra parte politica, per il fatto che non vedo nessuno dei tanti che parteciparono alla discussione della legge urbanistica che il centrosinistra aveva portato in Aula nella scorsa legislatura, e su cui è caduto, stracciarsi le vesti, come succedeva allora, in difesa delle competenze del Consiglio, per il fatto che il Piano paesaggistico deve essere approvato dal Consiglio o perché la Giunta regionale, di qualsiasi colore sia, non deve arrogarsi prerogative e competenze del Consiglio regionale. Leggo, invece, in questo provvedimento che tranquillamente, in una seconda fase, la Giunta regionale e la maggioranza predisporranno dei provvedimenti che la Giunta, con pubblicazione sul BURAS, approverà!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, ho ascoltato con molta attenzione la relazione dell'Assessore, che mi è parsa un po' una pseudorelazione, nel senso latino del termine pseudo, che vuol dire inganno. Devo soltanto ricordare all'Assessore che un piano casa, così come un piano politico e socio-culturale, non si inventa, ma è fatto per essere vissuto; non può essere basato su un Codice Urbani che viene mal interpretato e forse mitizzato come un codice stradale. E' irrazionale e anche mistificatorio che l'Assessore ci venga a dire che non si può parlare di inedificabilità assoluta. L'estetica per essere tale dovrebbe essere etica, cioè recupero e monumentazione, pieno rispetto dell'ambiente e dell'urbanistica.

L'Assessore, che è anche un grande conoscitore, direi forse un gran connaisseur di urbanistica, non deve fare, come dicono gli inglesi, il civil servant della Giunta e della maggioranza. L'urbanistica è soprattutto umanesimo, cioè una disciplina e non una punizione. Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, prendiamo atto oggi che questo non è un piano casa, ma è un "piano cemento" o "piano sfascio", come l'ha considerato nel suo sito Paolo Maninchedda, e che il problema della casa lo affronterete dopo, verrà dopo, con un successivo disegno di legge che andrà forse ad accogliere anche qualche nostra proposta.

Questo non è un piano casa, voi vi ispirate, però, all'accordo Stato-Regioni del 1º aprile che quel nome, furbescamente, ha fatto in questi mesi girare. Andate perfino oltre quell'accordo. Per esempio, la vostra proposta non contiene un limite volumetrico, come invece l'intesa suggerisce di introdurre (massimo 200 metri cubi) e come molte altre Regioni, comprese quelle governate dal centrodestra, hanno introdotto. Introducete la possibilità di derogare agli strumenti urbanistici comunali secondo una previsione ripetuta costantemente nel testo per tutti gli interventi, ma non c'è traccia della regolamentazione degli interventi concordati e definiti con gli enti locali, così come quell'intesa Stato-Regioni, alla quale vi ispirate, suggerisce.

E' un testo di legge che contiene una serie di disposizioni così generiche da determinare il fondato rischio di una concreta inoperatività della norma o comunque l'insorgere di un notevolissimo numero di cause civili. Gli articoli 11, 12, 13 e 14, a nostro avviso, sono palesemente illegittimi in quanto contrastano con le disposizioni sovraordinate del Codice Urbani e introducono deroghe alle norme paesaggistiche con disposizioni di natura urbanistica. Per noi un piano casa, lo abbiamo detto in discussione generale, è un piano che rispetta gli altri piani, si inserisce nell'armonia della città, nella programmazione generale; è un piano che tiene conto della città nel suo insieme, è parte di una strategia.

Voi volete, in realtà, con questo testo di legge, effettivamente scardinare il Piano paesaggistico regionale, mettere le mani sulle coste e non è per caso, non è per niente che vi sono anche tra voi forti divergenze sulle previsioni che riguardano la fascia costiera dei 300 metri. Ma è tutto l'impianto del provvedimento, non solo questo punto, da rigettare. Avete approfittato di quell'accordo per fare altro. Altro che piano casa! Noi proporremo degli emendamenti che esprimono la nostra visione complessiva intanto sul bene casa, su chi la casa non ce l'ha e ha diritto di averla anche in Sardegna, in tutti i paesi e in tutte le città della Sardegna. Lo faremo sulla base dei contenuti della proposta di legge da noi presentata, che certamente è alternativa e opposta alla vostra. Ci presenteremo, quindi, compatti e faremo un'opposizione forte.

Per questi motivi il Gruppo del Partito Democratico esprime un secco no al passaggio all'esame degli articoli e un secco no al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo per confermare il voto contrario espresso dal mio Capogruppo e non mi dilungherò su alcune cose che, secondo me, andavano viste e delle quali l'Assessore avrebbe dovuto parlare, ma ne discuteremo durante l'esame dell'articolato.

Ho ascoltato con grande attenzione l'Assessore e ho preso atto della sua disponibilità. Trovo però difficoltà, Assessore, lo dico sinceramente, a comprendere se sia una disponibilità vera, sincera, perché su certi temi - alcuni citati da Mario Bruno, altri da Gian Valerio Sanna -, per esempio il rischio di illegittimità, i limiti volumetrici, che non sono previsti, l'inesistenza, secondo me assurda, di una data certa in ordine all'individuazione degli immobili che possono essere oggetto degli aumenti di volumetria, nonché il ruolo dei comuni nella sua replica non ho trovato risposte e disponibilità vere, al di là della pronuncia della singola parola "disponibilità".

Io mi auguro che durante la discussione in Aula questa possa tramutarsi in qualcosa di più concreto e auspico che lei possa non soltanto recepire emendamenti contenenti eventuali chiarimenti, ma anche accogliere suggerimenti di modifica concreta che sicuramente potranno agevolare il percorso di questo provvedimento di legge in quest'Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rimane una forte e convinta posizione contraria a questa proposta che oggi apprendiamo essere, così come ha detto l'Assessore, non un piano casa ma qualcos'altro. Credo che se un minimo di attenzione, di solidarietà e, come dire, di sostegno a questa proposta sono venuti proprio da parte dell'opinione pubblica e devo dire anche, in modo trasversale, dalle diverse forse politiche, questo nasceva proprio dal fatto che sulla stampa, per mesi, questa proposta è stata venduta come una proposta a favore della casa.

Noi abbiamo denunciato fin dal primo giorno che così non era e io l'ho detto nell'intervento fatto in Aula durante la discussione generale di questo testo di legge. Oggi ci è stato confermato dall'Assessore, e noi ne prendiamo atto, il quale ha chiarito qual è la posizione della Giunta in merito a questo strumento. Credo comunque che questa legge non solo non risolverà i problemi, ma accenderà sicuramente dei contenziosi per le numerose contraddizioni e deroghe che sono in essa contenute; deroghe che confliggono con la normativa vigente e che soprattutto creeranno contenziosi laddove gli strumenti di dettaglio sono già approvati e definiscono una determinata situazione. Penso, per esempio, al Piano particolareggiato del centro storico di Alghero, che rappresenta uno dei beni primari della comunità di quella città, sul quale si discusse per anni, con grande tormento del Consiglio comunale che alla fine arrivò alla sua approvazione definitiva. Oggi questo provvedimento mette in discussione quel piano e mi chiedo come dovranno comportarsi gli enti locali. Ma l'aspetto più grave è che si cerca, come dire, arrampicandosi sugli specchi, di difendere questa norma sostenendo che consentirà interventi che miglioreranno la qualità del paesaggio e il nostro patrimonio residenziale e della fascia costiera. Non si è mai visto da nessuna parte che l'aumento dei volumi e le cementificazioni abbiano migliorato la qualità del paesaggio! Abbiamo solo esempi contrari e per questa ragione continuiamo a confermare la posizione contraria del nostro schieramento politico nei confronti di questo testo di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, lei oggi aveva un compito importante, è inutile ricordarle che questa legge era attesa, come ha detto il relatore di maggioranza, ma era attesa anche la sua replica. Io le do atto, come hanno fatto alcuni colleghi che mi hanno preceduto, di aver fatto chiarezza e di aver detto, con grande onestà intellettuale, che il vostro dispositivo non è un piano casa. Non è il piano casa e non è un piano casa. Questo è rimandato parrebbe al suo collega dei lavori pubblici. Mi chiedo, Assessore, che cosa sia allora, se non è un piano casa.

Anch'io davvero mi sono sforzato di capire, non ho utilizzato tutto il fine settimana per rileggermi questa letteratura, ma qualcosa ho letto, però è difficile capire che cosa sia, anche perché il titolo che voi avete dato, ambizioso, ripeto, non risponde a quel dettato dal momento che per rimettere in moto l'economia, lei lo sa bene, servono anche risorse pubbliche. Lei lo sa meglio di chiunque altro, ma nella vostra proposta non c'è un euro di risorse per attenuare il disagio abitativo. Nella relazione del Presidente della quarta Commissione c'è un passaggio importante tra i primi commi, in cui si dice che il testo esitato serve anche ad attenuare il disagio abitativo di molte famiglie. Immagino che chi vive una condizione di disagio abitativo non appartenga alle categorie economicamente più forti della nostra società. Allora mi chiedo quale sia, nel vostro provvedimento, l'articolo, il comma che in qualche maniera attenua il disagio che ha richiamato il relatore di maggioranza. Io non riesco a trovarne uno.

E allora la verità a me pare sia questa: voi vi siete dotati di uno strumento di deregolamentazione di ciò che è stato fatto finora, eliminate delle regole e lasciate il campo libero. Quando non si hanno regole si favoriscono i più forti e infatti ci sarà un incremento della domanda delle costruzioni nel settore abitativo, ma quella domanda sarà lievitata in particolare dalle persone che già hanno e che intendono aumentare la cubatura. Inoltre voi, di fatto, deregolamentate anche nella fascia dei 300 metri. Mi chiedo, Assessore, è questo il modo di rispondere a quel disagio abitativo di cui parlava il Presidente della Commissione, che adesso è al telefono e non può ascoltare? Me lo chiedo, davvero, perché vorrei vi fosse coerenza tra le dichiarazioni contenute nella relazione, che è una parte importante del provvedimento, e l'articolato che avete licenziato in Giunta e, con grande tracotanza, in Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Assessore, la sua replica se da un lato fa chiarezza, perché lei riconosce che questo non è un piano casa, dall'altro lato conferma alcune nostre certezze, conferma quello che noi sosteniamo da tempo, cioè che questo testo di legge disattenderà sicuramente le aspettative. E i conflitti evidenti che ci sono nella maggioranza confermano questa nostra certezza.

E' un provvedimento sicuramente inefficace per il rilancio vero dell'economia. Non si velocizzano le procedure e pochi saranno quelli che potranno accedere, in un momento di crisi come questo, alle opportunità - se mai ce ne fossero - contenute in questo disegno di legge. Non si crea un vero vantaggio negli investimenti per il risparmio energetico, che è quello che noi abbiamo chiesto a più riprese, e poi c'è un aspetto che per noi è fondamentale: gli interventi davvero operativi sono solamente quelli che mettono in discussione il limite dei 300 metri. Noi su questo non faremo sconti, Assessore. Su questo saremo intransigenti e il nostro voto sarà contrario anche per le ragioni che ho appena elencato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Io credo che approfittare della comunicazione errata, fare demagogia strumentalizzando, con tutta una serie di falsità, questo testo di legge unificato sia un grave errore per la Sardegna. Questo non è un intervento di edilizia economica e popolare; non è un intervento a favore della prima casa e chi avesse soltanto la voglia di leggere il titolo capirebbe che è un intervento di promozione economica.

Gli interventi a sostegno di chi meno di altri può provvedere alla ristrutturazione e all'ampliamento della prima casa probabilmente li troveremo in uno dei collegati alla finanziaria, con un'azione finanziaria a sostegno appunto di chi non può immediatamente intervenire per la prima casa, in termini di aumento di cubatura, ristrutturazione e quant'altro. Perciò state parlando di un provvedimento che non è.

Noi vogliamo promuovere per i sardi e per le aziende sarde, attraverso questo strumento, un'iniziativa che possa in qualche modo aiutare la ripresa economica. Questo è il fine di questo progetto di legge, pertanto voteremo a favore del passaggio agli articoli. Il giudizio sulla definizione del progetto di legge lo daremo alla fine, dopo tutta una serie di passaggi che sono opportuni in quest'Aula. Ecco perché voteremo a favore del passaggio agli articoli. Cosa vuol dire votare contro il passaggio agli articoli? Che non avete a cuore lo sviluppo della Sardegna, che volete bloccare tutto e che la vostra è la politica del no?

Poi c'è il Capo II, che riguarda il Piano paesaggistico. Bene, io ricordo, e qui parlo a titolo personale, quanto si disse in campagna elettorale e ritengo che questo intervento sia troppo morbido in riferimento al Piano paesaggistico regionale. Per esempio, Assessore, la invito a predisporre un emendamento che dia risposte a quanto si è detto in campagna elettorale. Cioè io vorrei bloccare tutti quei terreni, superiori a tre o cinque ettari, che sono stati oggetto di compravendita anche se erano sottoposti al vincolo di inedificabilità dal Piano paesaggistico regionale e che oggi, magari, godrebbero della "apertura dei cancelli". Blocchiamoli per vent'anni i terreni che sono stati acquistati da qualcuno nonostante il vincolo imposto dal PPR!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La sua replica, Assessore, mi dispiace ma non ci ha convinto. Non ci ha convinto perché lei è sceso sul piano più tecnico, ovviamente, anche perché è materia che possiede molto meglio di noi, e non ci ha convinto perché noi abbiamo fornito dei dati che lei chiaramente non ha potuto smentire, essendo certificati da enti deputati a questo.

Noi le abbiamo posto delle priorità, le abbiamo detto che questo non è un piano casa, tant'è che nel titolo stesso si parla di rilancio dell'edilizia e di interventi per un migliore sviluppo economico. Abbiamo detto che per noi è prioritario dare la possibilità ai giovani, alle giovani coppie di avere una casa e consentire al settore pubblico di recuperare quel grande patrimonio immobiliare di cui dispone e che è in gran parte abbandonato e fatiscente. Con questo testo di legge si vuole invece estendere, raddoppiare, replicare, ampliare e non ci si accorge che le città sono piene di case sfitte, di case talvolta in stato di degrado, di negozi chiusi, di uffici abbandonati e di capannoni inutilizzati. Questo è il grande paradosso, ma sembra che voi non ve ne rendiate conto. D'altra parte le vostre priorità sono altre, come quella di consentire un centro benessere in più!

Ecco, secondo noi non è questa la priorità. La priorità è recuperare il patrimonio immobiliare privato e pubblico già esistente per dare una possibilità alle amministrazioni locali e ai cittadini di metterlo sul mercato o di andarvi essi stessi ad abitare. Per questo non ci ha convinto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono contrarissima a questo provvedimento di legge. E' un provvedimento che nasce come grande inganno, nascondendosi dietro un'esigenza primaria di ampie fasce della nostra popolazione, che è l'esigenza, il diritto di avere il primo tetto. Il tutto nasce coerentemente con le affermazioni fatte dal presidente Cappellacci sin dalle dichiarazioni programmatiche, con cui prometteva, anzi secondo noi minacciava, un rilancio dell'economia come motore dello sviluppo della Sardegna, puntando tutto praticamente sul rilancio dell'edilizia.

Noi siamo contro, anche perché dietro questo provvedimento si nasconde un'altra realtà, che è quella di voler mettere mano al Piano paesaggistico regionale. Questo implica un assalto indiscriminato al territorio, alle nostre coste, ai nostri centri storici, alle nostre città, senza prendere minimamente in considerazione un'esigenza reale che è stata appena sottolineata, che è quella di un recupero serio del ricco patrimonio di edifici che la Sardegna vanta in tutti i suoi comuni. Voteremo contro il passaggio agli articoli e ci riserveremo ogni tipo di lotta per contrastare questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Signora Presidente, due battute al volo. Vorrei innanzitutto esprimere il mio voto favorevole al passaggio agli articoli e fare una sola riflessione: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire!

Che questo disegno di legge non fosse la fase 2 del piano casa l'abbiamo detto a chiare lettere in Commissione e ve lo ribadiamo anche oggi in Aula. E vi prego di digitare su Internet: fase 2 del piano casa del Governo Berlusconi. In un sito Internet qualsiasi, in un qualsiasi punto del web troverete che le linee della fase 2 sono abbastanza chiare e dicono quello che voi avete chiesto. Si tratta di sei punti che riprendono tutto quello che avete detto voi per quanto riguarda il piano casa in riferimento alle giovani coppie, ai nuovi alloggi e ad altre cose.

Vi invito anche a leggere il relativo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Se ho abbastanza tempo vorrei richiamare almeno due o tre punti di questo decreto. Primo punto: "costituzione di un sistema integrato nazionale e locale di fondi immobiliari per l'acquisizione e la realizzazione di immobili". Lo dice il DPCM. Quindi leggetevi le cose, dopo di che ci confrontiamo in Aula.

(Interruzione)

Guardi che quello che dice l'onorevole Nizzi si riferisce ad altre cose. Io sto parlando di cose scritte, perché questo è un DPCM, non è un'esternazione che può fare l'onorevole Stochino perché si sveglia male ad Arzana e vuol dire una cosa! Quindi atteniamoci alle cose concrete e ai fatti reali. Su questi ci confrontiamo adesso e anche in una fase successiva. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Signora Presidente, intervengo molto rapidamente per annunciare il voto contrario. A me piace leggere il titolo di un quotidiano di oggi: "Il sogno dei palazzinari. Il piano casa della Campania rende edificabili le aree industriali dismesse. La Cam[s1] orra prepara la speculazione". Credo che questo sia un titolo estremamente significativo per inquadrare l'argomento di cui stiamo parlando.

Il nostro non è un no pregiudiziale. Abbiamo avuto modo di leggere il piano casa e sappiamo perfettamente che l'idea è quella di vendere questo provvedimento come qualcosa che potrà dare sviluppo economico alla Sardegna. In questo senso non è neanche vero che non abbiamo a cuore lo sviluppo della nostra Isola, siamo però assolutamente convinti che non sia questo il modo per creare sviluppo nella situazione di disagio economico che la nostra Isola sta attraversando e che è sotto gli occhi di tutti.

Con questo che voi avete definito piano casa, vendendolo inizialmente per quello che non è affatto, crediamo che ci potrà essere sviluppo economico per pochi, così come sta accadendo in molte zone d'Italia, secondo quello che vi ho letto anche relativamente alla Campania. Abbiamo la consapevolezza che i vostri numeri, ovviamente, consentiranno il passaggio agli articoli, però chiediamo che non venga persa un'ulteriore occasione. Io auspico che si possa aprire un dibattito un po' più intenso di quello che è stato svolto finora e che si cerchi di porre rimedio alle storture che innegabilmente questo provvedimento contiene.

L'onorevole Capelli si è riservato di dare un giudizio finale e io colgo questo fatto come un segnale importante. Se effettivamente c'è questa volontà, saranno presentati degli emendamenti in Aula. Proviamo a discutere per vedere se può uscire qualcosa di meglio rispetto a questo provvedimento, che non farà altro che favorire i soliti pochi "eletti", che voi ben conoscete e che purtroppo conosciamo molto bene anche noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PERU (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo giusto per fare due considerazioni in merito alla differente lettura che maggioranza e opposizione danno del piano casa. Noi diciamo che è un'occasione per promuovere l'avvio di un processo virtuoso che favorirà contestualmente lo sviluppo economico del nostro territorio; loro dicono no a priori, perché ci identificano come cementificatori. Ma io vorrei fare una piccola considerazione e una valutazione attenta sul fatto che l'opposizione contestualmente coglie positivamente la nostra intuizione, ma alla fine non ne condivide i contenuti. Questo è, a nostro avviso, un rito ideologico perché, non potendone proclamare la positività, che l'opinione pubblica sta evidenziando, i consiglieri di opposizione dicono no a priori e mettono in campo un piano casa alternativo privo di contenuti, spoglio, demagogico, populista e insistono nel voler sviluppare dinamiche che noi riteniamo fallimentari. Perché parlo di dinamiche fallimentari? Perché l'hanno denunciato loro stessi: nella relazione di minoranza si sottolinea la tangibile situazione di stagnazione e grande difficoltà economica in cui versa la nostra regione. Allora, riflettiamo insieme un attimo, che cosa vogliono dire queste parole? Perché se qualcuno sostiene che oggi la situazione economica in Sardegna è drammatica e quel qualcuno è lo stesso soggetto che per cinque anni aveva la responsabilità di risolverla c'è qualcosa, cari colleghi, che non va. Per essere ancora più espliciti, se questa stagnazione annunciata è il risultato ottenuto da chi ha amministrato per cinque anni, si dovrebbe avere almeno l'umiltà e l'onestà intellettuale di non insistere sugli stessi errori e sulle stesse scelte politiche che hanno causato questi problemi.

E allora con questo piano casa, che ha un'anima, ha un corpo, la risposta arriva in modo molto naturale. E chi è oggi al governo, legittimamente e democraticamente scelto dal popolo sardo, ha il dovere e la responsabilità di promuovere un piano casa che quanto meno sotto l'aspetto della positività sia vincente.

La stessa contraddizione da parte della minoranza si evince quando grida al fatto che questo è uno strumento di cementificazione, uno strumento che raddoppia le volumetrie in agro, che stravolge i centri storici, che cementifica anche nelle seconde secche. Io dico che non è assolutamente così, perché anche in quel caso, se andiamo a leggere la relazione di minoranza capiamo che in un passaggio ci dicono che non potrebbe esserci lo sviluppo economico della Sardegna…

PRESIDENTE. Onorevole Peru, il tempo a sua disposizione è finito.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). L'onorevole Giampaolo Diana si è chiesto cos'è questo provvedimento e per la verità la domanda sottintende, a mio avviso, la vera posizione di chi critica aprioristicamente questo testo di legge e dà l'impressione che forse non pochi non l'abbiano letto e chi lo ha letto non lo abbia sufficientemente approfondito. Allora, io direi che bisogna abbassare i toni perché nessuno, né da questi banchi né dai banchi della Giunta, ha detto che questo è il provvedimento che risolve tutti i problemi della crisi, di quella crisi di cui il Governo Soru è stato corresponsabile e i cui effetti i sardi stanno affrontando.

Io saluto con favore l'intervento dell'onorevole Giuseppe Luigi Cucca che ha posto questioni di metodo e ha rivolto un invito al confronto e anche allo scontro, se è il caso, purché avvenga con un tono pacato e sereno, abbandonando soprattutto gli atteggiamenti strumentali perché, lo ribadiamo, non si intende fare alcun "sacco edilizio", ma si intende dare ai sardi la possibilità di riqualificare qualitativamente il proprio patrimonio abitativo, anche adeguandolo agli standard energetici che una moderna concezione edilizia e urbanistica consigliano.

Abbassiamo i toni perché capiamo che chi osteggia questo piano lo osteggia perché è una felice intuizione promossa dal Governo Berlusconi, lo osteggia perché la sinistra in tanti anni non ha mai avuto idee positive, avvolgendosi invece in dibattiti quanto mai improduttivi. Allora, se non vogliamo essere corresponsabili di un disordine legislativo in una materia delicata come quella urbanistica, lavoriamo tutti perché possano anche presentarsi emendamenti che migliorino il testo, ma avendo come obiettivo quello di dare davvero un'opportunità ai sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TOCCO (P.d.L.). Signora Presidente, una semplice considerazione anche da parte mia. Io penso che, giunti a questo punto, sarebbe più opportuna una collaborazione da parte di tutti, anche perché si deve pensare a una cosa importante nel valutare questo testo di legge: con la certezza del diritto, con la chiarezza dell'esposizione, con una trasparenza maggiore possiamo abolire una volta per tutte, e questo me lo auguro personalmente, il cosiddetto fenomeno dell'abusivismo edilizio, che è durato per tanti anni. Parlo ovviamente di comuni come quello di Cagliari. Attraverso questo provvedimento di legge credo si possa veramente affrontare un discorso più logico, più serio, non solo in termini strutturali, ma anche in termini di trasparenza, di immediatezza e di chiarezza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo del Popolo della Libertà e fare due o tre considerazioni rivolgendomi ai colleghi del centrosinistra e forse anche ad alcuni colleghi del centrodestra.

Se avessimo voluto utilizzare numericamente la maggioranza che oggi sostiene il presidente Cappellacci certamente non saremmo ricorsi a un progetto di legge come questo. Avremmo potuto seguire diverse strade: ridurre il Piano paesaggistico regionale al nulla, abrogare completamente la legge numero 8 del 2004 o fare tutta una serie di operazioni che sono comunque molto attese e che forse vi avrebbero dato la stura per lanciare gli strali che in queste settimane avete lanciato, maldestramente dico io, perché vi ricordo che al vostro interno - parlo del vostro elettorato, non della vostra coalizione, perché avete certamente la capacità di esprimervi in quest'Aula e fuori di qui -, nel vostro mondo questo tipo di provvedimento è fortemente atteso. Poi, magari, ci saranno delle differenziazioni, delle divergenze, però il principio è fortemente atteso, è condiviso vorrei dire, per cui state attenti alla posizione che dal punto di vista politico state assumendo in questo momento.

Io credo che dobbiamo interpretare al meglio ciò che la gente ci sta anche oggi chiedendo, che non è il frutto della campagna elettorale, ma è il frutto di cinque anni di opposizione fatta dai colleghi che oggi sono qui e da quelli che non ci sono, sfortunatamente. E certamente è il frutto di battaglie che la gente ha capito perché le abbiamo sapute spiegare. State attenti a spiegare chiaramente a che cosa vi state opponendo! Bene hanno fatto alcuni colleghi del centrosinistra che hanno manifestato una qualche divergenza dalle posizioni più integraliste che sono state notate in questi giorni, per cui vi invito a prestare la massima attenzione dal punto di vista politico e tecnico.

Io ho condiviso molte delle cose che sono state dette dall'Assessore dell'urbanistica, magari al posto suo non avrei ringraziato nessuno per non fare figli e figliastri, perché in quest'Aula bisogna anche avere un certo rispetto, però certamente non credo che non vi sia mai capitato che un vostro elettore vi abbia detto quali sono i danni derivanti, per esempio, dall'impossibilità di costruire a ridosso dei boschi, nei famosi 100 metri di tutela! Ma è possibile che ci sia un comune della Sardegna con un progetto finanziato, determinato, finito, per l'erogazione del gas in zone dove è impossibile costruire strade…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è finito, onorevole Diana.

Poiché non ci sono altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto i lavori della mattinata terminano qui. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10, con la votazione del passaggio all'esame degli articoli.

La seduta è tolta alle ore 12 e 42.


[s1]Come da "Il fatto quotidiano"



Allegati seduta