Seduta n.334 del 13/07/2012 

CCCXXXIV SEDUTA

Venerdì 13 luglio 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 35.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 maggio 2012 (326), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Marco Espa, Rosanna Floris, Marco Meloni, Franco Mula, Onorio Petrini e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 13 luglio 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Greco - Pittalis - Steri - Diana Mario - Sanna Giacomo - Uras - Salis - Dedoni:

"Modifiche ed integrazioni all'articolo 7 della legge regionale 30 maggio 1997, n. 20 (Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone residenti in Sardegna affette da patologie psichiatriche. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 27 agosto 1992, n. 15 concernente: "Nuove norme inerenti provvidenze a favore degli infermi di mente e dei minorati psichici residenti in Sardegna")". (399)

(Pervenuta il 27 giugno 2012 e assegnata alla settima Commissione)

Capelli:

"Provvedimenti concernenti il Consiglio regionale della Sardegna". (400)

(Pervenuta il 27 giugno 2012 e assegnata alla prima Commissione)

Sanna Giacomo - Uras:

"Norme in materia di turismo itinerante". (401)

(Pervenuta il 5 luglio 2012 e assegnata alla sesta Commissione)

Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi:

"Istituzione di un'Assemblea costituente eletta a suffragio universale per la riscrittura del nuovo Statuto speciale della Sardegna in attuazione degli esiti del referendum consultivo del 6 maggio 2012". (402)

(Pervenuta il 5 luglio 2012 e assegnata alla prima Commissione)

Agus - Diana Giampaolo - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Espa - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio:

"Istituzione del reddito minimo di cittadinanza". (403)

(Pervenuta l'11 luglio 2012 e assegnata alla settima Commissione)

Steri - Pittalis - Diana Giampaolo - Uras - Dedoni - Sanna Giacomo - Diana Mario - Salis:

"Provvedimenti urgenti per la Fondazione Teatro lirico di Cagliari e per la prosecuzione del Progetto SCUS". (404)

(Pervenuta il 13 luglio 2012)

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:

"Interrogazione Meloni Marco sullo stato degli eventuali provvedimenti di stabilizzazione professionale del personale in esecuzione degli articoli 3 e 7, commi 1, 2, 3 e 3 bis, della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011), dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con sentenza n. 30 del 23 febbraio 2012 e sugli attuali intendimenti della Giunta regionale e degli assessorati competenti sul tema delle stabilizzazioni e delle procedure di reclutamento dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche regionali e locali". (864)

(Risposta scritta in data 27 giugno 2012.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interrogazione Cuccu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'annunciata chiusura, dal 1° luglio 2012, degli uffici provinciali ACI nelle Province del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio". (902)

"Interrogazione Porcu, con richiesta di risposta scritta, sul grave disagio per le attività imprenditoriali dei concessionari del litorale del Poetto conseguente all'ordinanza comunale di chiusura, in piena stagione estiva 2012, delle attività commerciali di somministrazione e di vendita, necessaria a consentire le attività di rimozione, raccolta e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto rinvenuti nel lungomare del Poetto di Cagliari". (903)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata riassegnazione dei mezzi antincendio ai Comuni di Monti, Telti e Padru". (904)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'interpretazione autentica dell'articolo 9 della deliberazione della Giunta regionale n. 11/17 del 20 marzo 2007". (905)

"Interrogazione Lunesu, con richiesta di risposta scritta, sull'indisponibilità del Direttore generale della ASL di Nuoro a fissare l'incontro istituzionale richiesto più volte per un confronto sulle problematiche della sanità nuorese". (906)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versano i dipendenti AIAS nella Regione Sardegna". (907)

"Interrogazione Porcu - Solinas Antonio - Cucca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, in merito alle discutibili procedure di selezione interna di un esperto di multifunzionalità a supporto dei progetti di educazione alimentare del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità". (908)

"Interrogazione Cuccu, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione delle sedi distaccate di tribunale presenti in Sardegna". (909)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla dubbie procedure di selezione interna di un esperto a supporto dei progetti di educazione alimentare - cultura che nutre del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità". (910)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle urgenti e improrogabili iniziative che il Presidente della Regione, anche in qualità di commissario straordinario, intende intraprendere per far fronte alle imminenti scadenze previste per la realizzazione della strada Sassari-Olbia e per le incompiute nell'Isola de La Maddalena, infrastrutture legate alle cosiddette grandi opere previste per il G8 a La Maddalena". (911)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo danno causato al paese di Nule a seguito della cessazione dall'incarico, per trasferimento, del medico titolare della sede". (912)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancata partecipazione dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e di referenti della Regione all'incontro sul Distretto produttivo della pesca e sulla valorizzazione del pescato nel bacino del Mediterraneo tenutosi a Mazara del Vallo all'interno dell'evento internazionale Slow Sea Land nel giugno 2012". (913)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Espa - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità della deliberazione regionale 19 giugno 2012, n. 27/49, sulle pasticciate procedure di designazione della consigliera regionale di parità e della supplente e del conseguente avviso pubblico per l'individuazione e successiva designazione del/della consigliere/a di parità e relativo/a supplente". (914)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interpellanza Planetta sulle ragioni ed opportunità del seminario informativo organizzato dalla Direzione generale della Presidenza della Regione autonoma della Sardegna per favorire forme di investimenti e delocalizzazione in Bielorussia (Repubblica di Belarus) da parte delle imprese operative sul territorio regionale". (342/C-6.)

"Interpellanza Dessì - Sanna Giacomo sul pericolo connesso allo smaltimento di fumi di acciaieria anche contenenti scorie radioattive e destinati allo stabilimento della Portovesme Srl e sull'avviamento di un programma di bonifica delle aree interessate". (343)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi - Moriconi - Solinas Antonio in merito all'affidamento del servizio di vigilanza, portierato, custodia e lavaggio autoveicoli della Regione autonoma della Sardegna". (345)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sull'esigenza di interventi per il miglioramento dell'assistenza alle demenze e ad alla malattia di Alzheimer, per la redazione del piano regionale demenze e la riorganizzazione delle strutture specialistiche per la diagnosi e il trattamento (Unità valutative Alzheimer - UVA), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (191)

"Mozione Zuncheddu - Uras - Salis - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Mariani in merito alle criticità sulla realizzazione di una discarica per rifiuti cosiddetti non pericolosi in località Pranu Mannu nell'isola amministrativa del Comune di Decimomannu in Provincia di Cagliari". (192)

"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulle conseguenze della sentenza della Corte costituzionale n.147 del 4 giugno 2012 in tema di dimensionamento scolastico, sull'inerzia della Giunta regionale nei confronti delle disposizioni incostituzionali contenute nella legge n. 111 del 2011 e sulla necessità di adottare al più presto un nuovo piano di dimensionamento scolastico che non svilisca il sistema educativo regionale come l'attuale, con richiesta di convocazione straordinaria ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (193)

Esposizione delle linee guida per la predisposizione del Piano paesaggistico regionale (Doc. n. 27/XIV)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esposizione delle linee guida per la predisposizione del Piano paesaggistico regionale.

Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Colleghi, l'articolo 11 della legge regionale numero 45, modificata dalla legge regionale numero 8 del 2004 e dalla legge numero 21 del 2011, prevede che il Presidente della Regione esponga al Consiglio regionale, che si pronuncerà nel merito, le linee guida caratterizzanti il lavoro di predisposizione del Piano paesaggistico regionale. Il documento che oggi portiamo all'attenzione di questo Consiglio è alla base dell'azione di revisione del Piano vigente, e servirà come indirizzo per l'avvio dell'iter di redazione e approvazione del nuovo Piano paesaggistico comprendente l'intero territorio regionale.

Tale documento, come avete avuto modo di vedere, è costituito da tre titoli e da una serie di allegati. Il titolo I riporta integralmente il testo delle linee guida per il lavoro di predisposizione del Piano paesaggistico regionale, approvate dal Consiglio regionale nella seduta del 25 maggio 2005, ai sensi dell'articolo 11 della legge numero 45 e successive modifiche e integrazioni. Le suddette linee guida sono riportate per sottolineare la coerenza del lavoro sin qui svolto e garantire la continuità con i principi già sottoscritti dal Consiglio regionale in quella data. Quindi esse non sono in discussione e non sono oggetto di nuova approvazione.

Il titolo II, invece, è riferito al lavoro di predisposizione e approvazione degli atti di aggiornamento e revisione del Piano paesaggistico regionale, primo ambito omogeneo costiero.

Infine, il titolo III è riferito alle linee guida per il lavoro di predisposizione e approvazione del Piano paesaggistico regionale degli ambiti interni, da condurre ai sensi dell'articolo 11 della legge numero 45.

Come detto, il documento all'attenzione di questo Consiglio riporta integralmente, nel titolo I, le linee guida per il lavoro di predisposizione del Piano paesaggistico approvate dal Consiglio nel maggio del 2005 che ha portato all'approvazione del Piano paesaggistico regionale del primo ambito omogeneo costiero del 2006. Questa scelta non è casuale. Sebbene in questa sede non siano in discussione i contenuti di quel documento, abbiamo ritenuto indispensabile non solo farne un forte richiamo, ma porlo come premessa a tutto il lavoro di revisione e predisposizione del nuovo PPR.

Come ho detto la scelta non è casuale o pretestuosa, ma richiama le ragioni profonde dell'operato della Giunta durante questa legislatura. Innanzi tutto, è necessario chiarire, come principio, che le indicazioni contenute in quel documento, che il Consiglio regionale volle dare e fare proprie nel 2005, sono ancora attuali e costituiscono la solida base su cui costruire i ragionamenti legati allo sviluppo, alla tutela dei territori, della storia e dell'identità dell'Isola.

Sono una base talmente solida che neanche una virgola di quel documento è stata modificata, perché esso rappresenta una sintesi sempre attuale di quanto la centralità del paesaggio della Sardegna sia ispiratrice del processo di governance del territorio regionale, provinciale e locale, e rappresenti una fondamentale opportunità di crescita economica e occupazionale, di valorizzazione e differenziazione del locale, di progressivo ottenimento per le comunità di più alti redditi, di maggiore benessere e coesione sociale.

Così come più che condivisibile è l'indicazione, in piena sintonia con la Convenzione europea del Paesaggio del 2000, relativa alla necessità di integrare il paesaggio nell'insieme delle politiche di pianificazione del territorio, in quelle urbanistiche e in quelle culturali, ambientali, agricole, sociali ed economiche, considerando il ruolo del paesaggio come fattore di sviluppo locale delle varie comunità e come risorsa competitiva.

In quella sede il Consiglio regionale ha condiviso l'affermazione che gli interventi di pianificazione e di assetto del territorio, compreso il Piano paesaggistico regionale, devono assicurare sul terreno economico la capacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione, assicurando che questo avvenga con un uso razionale ed efficiente delle risorse e impegnandosi per la riduzione dell'impiego di quelle non rinnovabili; sul terreno sociale la capacità di garantire condizioni di benessere umano e l'accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, serenità e socialità) distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi, centri e periferie e in particolare tra le comunità attuali e quelle future; sul terreno culturale, la capacità di valorizzare il "sistema delle differenze" nell'interazione tra comunità e paesaggi; su quello istituzionale, la capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia.

Ebbene, questi principi possono essere disattesi? Queste indicazioni sono ancora valide o devono essere modificate e superate? Sono convinto che siano proprio questi i principi irrinunciabili su cui basare le politiche e la strategie per il futuro della nostra Regione. Su questi stessi principi questo Consiglio regionale è chiamato a dare mandato alla Giunta di operare per la loro traduzione in atti di pianificazione che permettano il raggiungimento degli obiettivi in essi individuati. È infatti la traduzione di questi principi, di queste linee guida in atti di pianificazione il processo più difficile, che ha coinvolto il Governo regionale nella scorsa legislatura e che lo coinvolge anche in questa, proprio perché il paesaggio è esso stesso una realtà dinamica, che vive un processo di formazione e trasformazione continua, e al cui interno si sovrappongono e si intrecciano fenomeni complessi.

Passare dalle linee guida, e quindi dalle indicazioni che il Consiglio regionale fornisce all'Esecutivo, all'atto di pianificazione comporta delle valutazioni politiche e porta a delle scelte che, una volta codificate nel Piano, diventano regole. E se non sono in discussione i principi, perché frutto dell'espressione dell'Assemblea legislativa regionale, possono e devono invece essere discusse e riviste le regole, sia in funzione proprio della dinamicità della materia, sia in ordine all'evoluzione del quadro normativo nazionale e regionale, sia per meglio rispondere proprio a quei principi che, con l'applicazione concreta di quelle regole, potrebbero addirittura essere disattesi.

A titolo esemplificativo, riporto un passaggio delle linee guida approvate nel 2005: "Nel Piano paesaggistico regionale, più che la norma vincolistica, che assume efficacia solo nei confronti della conservazione, dovranno emergere maggiormente le prescrizioni e gli indirizzi che generano comportamenti virtuosi da coltivare nel tempo, nei rapporti attivi con le altre istituzioni e con la società". Oggi, nel Piano paesaggistico vigente, alla luce dell'esperienza maturata in questi sei anni di applicazione del Piano stesso, possiamo serenamente affermare che gli aspetti vincolistici legati alla conservazione non siano preponderanti rispetto a prescrizioni e indirizzi che generano comportamenti virtuosi e che favoriscono rapporti attivi con le altre istituzioni e con la società?

No. Non lo possiamo affermare. Il sentire comune, che emerge da anni di confronto con le Amministrazioni locali, con i professionisti, con gli operatori, con le categorie produttive, con i cittadini, ci fa capire che oggi la norma vincolistica, il divieto, la proibizione è ancora preponderante rispetto alle azioni positive di tutela e salvaguardia attiva e rispettosa delle comunità locali.

E' lecito oggi chiederci se gli oltre 17 mila posti di lavoro persi nel settore dell'edilizia negli ultimi anni debbano essere messi in relazione con un sistema di regole vigente forse non adatto a rispondere a una realtà radicalmente mutata in quest'ultimo decennio?

Ancora un esempio di quanto le regole abbiano la necessità di essere revisionate e attualizzate. Recentemente - lo sapete tutti - una sentenza del Consiglio di Stato ha dato, di una delle norme contenute nel vigente Piano paesaggistico relativa alle zone umide costiere, una lettura che ribalta la stessa volontà di chi ha predisposto e interpretato quella norma a partire dalla sua approvazione nel 2006. Il Governo regionale, su istanza sia di Amministrazioni locali che di privati, ha chiaramente affermato che le zone umide costiere, definite come beni paesaggistici all'articolo 17 del Piano, non siano soggette a una ulteriore fascia di tutela della profondità di 300 metri, come invece accade per i laghi naturali e gli invasi artificiali a partire dalla relativa linea di battigia.

Ebbene, per come è scritta quella norma all'articolo 17, il Consiglio di Stato ritiene invece che anche le zone umide siano soggette a una ulteriore fascia di tutela della profondità di 300 metri dal perimetro, come individuato nella cartografia. Dopo sei anni, da un giorno all'altro, contro la stessa volontà di chi ha predisposto quella norma, la Sardegna si ritrova con altri 15 mila ettari di territorio vincolato a rispondere a prescrizioni che nessuno, compresa la stessa Amministrazione regionale, in totale buona fede, ha mai rispettato. Queste norme oggi rischiano di far nascere reati di tipo penale, qual è quello previsto per la realizzazione di volumetrie in assenza di autorizzazione paesaggistica: è giustificabile una tale situazione? Non è forse necessario porvi rimedio modificando quella norma?

Questo è solo l'ultimo caso in ordine di tempo; ma la storia recente di questi anni di applicazione del PPR è ricca di episodi simili, che non hanno generato altro se non contenzioso amministrativo, spesso ancora irrisolto, che ha mortificato la capacità imprenditoriale del tessuto produttivo della nostra isola, che vede i cittadini richiedere risposte che non arrivano nei tempi e nei modi previsti, anzi, che spesso non arrivano per niente, perché impossibili da dare.

E' proprio nel completo rispetto di quei principi prima richiamati e con l'obiettivo di operare, con saggezza, un'adeguata sintesi tra la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio naturale e storico-paesaggistico e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, che il Governo regionale nel 2009 ha quindi intrapreso un percorso di revisione del Piano paesaggistico degli ambiti costieri.

Al fine di consentire un preciso percorso per la revisione del Piano, questo Consiglio ha predisposto una norma di legge in cui è codificata la procedura che la Giunta regionale deve seguire. Infatti, l'aggiornamento e la revisione del PPR risponde al dettato legislativo contenuto nell'articolo 11 della legge regionale numero 4 del 2009 che, prendendo atto del fatto che la materia paesaggistica è in costante evoluzione e che il quadro normativo relativo muta a sua volta in modo continuo, appronta uno strumento per gestire tale evoluzione nel tempo, prevedendo un processo periodico di revisione del Piano stesso.

Questa legge, all'articolo 11, dispone infatti che, con periodicità biennale, il PPR debba essere sottoposto dalla Giunta regionale ad aggiornamento e revisione dei suoi contenuti descrittivi e dispositivi, in tal modo considerando il Piano non come uno strumento statico, ma come strumento in continua evoluzione.

Il lavoro di revisione, in coerenza con le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e delle sue successive modifiche e integrazioni, della Convenzione europea del paesaggio e della normativa nazionale e regionale vigente, sarà finalizzato alla redazione degli atti di aggiornamento, volti al riconoscimento delle tipologie, delle forme e dei molteplici caratteri del paesaggio sardo costituito dalle interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali. Tutto questo in raccordo con i principi sanciti nelle Linee guida approvate nel 2005, che prevedono che il paesaggio percepito debba necessariamente essere un paesaggio partecipato e, quindi, condiviso.

Il continuo richiamo alle Linee guida del 2005 ha una ragione: quei principi e quelle indicazioni sono alla base di tutto il lavoro di revisione fin qui svolto e che dovrà essere concluso con l'adozione e la successiva approvazione definitiva da parte della Giunta dell'atto di revisione del Piano vigente. Pertanto la predisposizione del PPR e la sua revisione, che sarà realizzata sempre alla luce dei principi e delle Linee guida richiamate, dovrà strutturarsi in senso aperto, evolvendo in un rapporto di reciproco scambio, di informazioni e di condivisione dei processi di trasformazione e sviluppo, con la pianificazione degli altri livelli amministrativi, provinciale e comunale.

La revisione del Piano, alla luce del dettato legislativo, non è un atto avventato, né tantomeno confuso e scomposto. La predisposizione dell'atto di aggiornamento e redazione del Piano è stata avviata da questo Governo nel 2009, attraverso uno specifico e codificato processo di concertazione e dialogo denominato "Sardegna nuove idee"; un processo che ha avuto come obiettivo principale quello di avvicinare i centri di decisione al territorio e alle popolazioni locali.

Tale processo è durato oltre due anni, ed è frutto di confronto e ascolto tra i diversi attori presenti nel territorio, dalle Amministrazioni pubbliche ai professionisti, dall'associazionismo al singolo cittadino; gli atti e le risultanze di questo percorso sono pubblici e pubblicati sul sito della Regione, e costituiscono un importante segno di una modalità di discussione e sintesi che deve diventare paradigmatica non solo nella gestione del territorio ma, più in generale, nelle politiche che vedono coinvolte le realtà e le comunità locali.

Alla luce di quel percorso, oltre che a rispondere doverosamente a un quadro normativo sul paesaggio in costante evoluzione, l'atto di aggiornamento e revisione del Piano paesaggistico regionale, ai sensi del titolo II del documento che oggi stiamo analizzando, dovrà essere improntato sul corretto rapporto di informazione e collaborazione con gli enti locali che, col processo partecipativo "Sardegna nuove idee", sono stati chiamati a dare il loro concreto contributo con l'esperienza maturata in questi anni di applicazione del PPR.

A conclusione di tale processo, i territori hanno messo in evidenza i valori da sviluppare e le criticità che occorre superare attraverso la predisposizione di un Piano paesaggistico maggiormente dinamico, caratterizzato da un chiaro dispositivo normativo che consenta di integrare anche gli atti di pianificazione di diversa natura e scala, superando le difficoltà e le incertezze che hanno caratterizzato fin qui la sua applicazione.

Parallelamente allo sviluppo delle attività di "Sardegna nuove idee", sono state avviate dall'Amministrazione regionale diverse altre iniziative: la revisione delle norme tecniche di attuazione, l'individuazione degli Ambiti locali di progettazione paesaggistica in collaborazione con le Province, l'aggiornamento su base informatica dei vincoli paesaggistici in accordo con il MIBAC e il supporto del Sistema informativo territoriale regionale.

Posso quindi affermare che la rivisitazione di alcune parti strutturali e metodologiche del Piano è in linea proprio con la concezione dinamica del Piano stesso, in funzione del riscontro ottenuto in fase applicativa direttamente dai servizi territoriali e della tutela del paesaggio che agiscono a stretto contatto con il territorio.

Il processo di revisione del Piano, nella sua fase finale e propedeutica all'adozione da parte della Giunta, dovrà porre in evidenza il ruolo primario della norma che deve diventare un solido, chiaro e autorevole sistema di regole che privilegia azioni e comportamenti virtuosi profondamente ispirati ai principi di tutela piuttosto che all'imposizione di vincoli incapaci di collaborare alla costruzione di una consapevolezza collettiva.

Il nuovo dispositivo del Piano revisionato dovrà identificare, attraverso chiari indirizzi e direttive, le opportunità di sviluppo compatibili con le esigenze di tutela e salvaguardia, e definire i metodi per la loro valorizzazione attivando in tal modo un sistema più dinamico ed efficace rispetto alla semplice "gestione" del vincolo. Attraverso questa impostazione dovrà apparire con immediatezza il quadro normativo da applicare ai diversi territori o ai diversi soggetti, quindi sia quali norme si applicano ai beni identificati dal Piano e che hanno immediate ricadute sulle istanze dei singoli cittadini, sia quelle norme che invece riguardano esclusivamente la redazione dei piani urbanistici comunali.

Solo attraverso questo processo potremmo invertire la direzione che oggi si sta percorrendo nella visione delle politiche sul paesaggio. Invece che avvicinarci a un paesaggio che è di tutti e che diventa risorsa comune ci stiamo ancora una volta dividendo tra coloro che credono di essere gli unici difensori dei territori della nostra Isola contro altri che non vedono se non la cementificazione e la distruzione di quel bene comune, mentre la maggior parte delle nostre comunità locali si chiede come fare a superare una impasse che sembra invalicabile.

Per favorire la predisposizione di un quadro di regole certe, la revisione del Piano dovrà inoltre rispondere alle risultanze dell'attività di ricognizione e aggiornamento della perimetrazione dei beni e dei relativi vincoli, fatta con la collaborazione del Ministero per i beni e le attività culturali che, per la prima volta, saranno rese pubbliche in una scala adeguata a comunicare in maniera chiara e inequivocabile l'incidenza dei vincoli sulla sfera della proprietà privata e del singolo cittadino.

E' infatti la conoscenza e la chiarezza delle norme, così come l'esatta definizione dei vincoli, che concorrono a rendere effettivo e praticabile il dovere di ogni cittadino al rispetto delle regole e della legalità come sancito dalla Costituzione. La certezza della norma diventa completamente efficace quando sono certi anche i ruoli ricoperti dalle istituzioni: alla Regione spetta di mantenere il ruolo di coordinamento intervenendo esclusivamente sugli aspetti di competenza degli atti di pianificazione, mentre le autonomie locali devono mantenere la responsabilità della gestione degli interventi e della realizzazione delle singole opere. Rafforzare questa impostazione delle norme del Piano darà nuovo impulso agli strumenti e alla qualità della pianificazione della gestione del territorio, evidenziando e incoraggiando le azioni per l'esercizio di una tutela attiva del paesaggio.

Ritengo che lo scopo essenziale di questo processo di revisione debba fare in modo che i territori e gli enti locali vengano nuovamente investiti dalla responsabilità che deriva dall'effettuazione delle scelte politiche sulla gestione del proprio territorio. Scelte che invece sono state mortificate dalla esclusiva e pedissequa applicazione dello strumento del vincolo che, insieme a una complessa e farraginosa procedura per l'approvazione degli strumenti urbanistici coerenti con il Piano paesaggistico, ha portato alla quasi totale impossibilità da parte dei comuni di predisporre piani urbanistici adeguati al PPR.

Infatti nonostante i comuni, in questi anni, abbiano avuto a disposizione anche cospicui fondi regionali per la realizzazione dei PUC in questi anni di applicazione del PPR, in tutto il territorio regionale sono stati solo una decina i PUC presentati e approvati secondo le norme vigenti.

Ritengo a questo punto utile richiamare, brevemente, gli obiettivi che ci si è posti nel lavoro di revisione dell'attuale Piano. Innanzi tutto riaffermare il principio che il paesaggio dell'Isola è di tutti i sardi. Come esplicato al punto 3 del Manifesto per il progetto del paesaggio europeo, proposto nel marzo 2011 dai rappresentanti delle reti europee per l'attuazione della Convenzione europea del Paesaggio, "beneficiare di un paesaggio di qualità costituisce un nuovo diritto fondamentale delle persone". In quest'ottica il risultato della attività di revisione dovrà fornire al cittadino e alle amministrazioni locali un piano e un quadro di regole efficaci, concrete, chiare e di semplice lettura, gestione e applicazione.

Ancora il PPR revisionato dovrà favorire un approccio dinamico al paesaggio, abbandonare l'approccio statico del "cosa non si deve fare", che nega che il paesaggio sia disponibile, per sua natura, alla trasformazione, presupponendo che ogni intervento debba indirizzarsi solo alla minimizzazione delle sue modifiche.

Ancora, riaffermare il principio che le regole condivise agevolano la tutela attiva del paesaggio. In questo senso la revisione del Piano sarà finalizzata a dare nuovo impulso agli strumenti e alla qualità della pianificazione e gestione del territorio, evidenziando e incoraggiando il loro nuovo, fondamentale ruolo per l'esercizio di una tutela attiva del paesaggio.

Riaffermare quindi il principio che la valorizzazione del paesaggio deve perseguire la politica dello sviluppo sostenibile. Il Piano paesaggistico revisionato dovrà rappresentare lo strumento regolatore di una prospettiva di sviluppo capace di coniugare le esigenze e le opportunità attuali senza compromettere lo straordinario patrimonio naturale, insediativo, storico e culturale che caratterizza la Sardegna.

La revisione del Piano non potrà prescindere dalla valorizzazione del paesaggio in sintonia con le nuove politiche energetiche orientate alla Green economy. Il Piano paesaggistico revisionato dovrà contribuire all'attuazione di scelte orientate all'efficiente utilizzo delle risorse naturali e alla protezione del clima nell'ottica della sostenibilità ambientale, in linea con le priorità stabilite dalla Commissione europea nella strategia "Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile inclusiva" e il Patto delle isole, ovverossia isole alleate contro i cambiamenti climatici con i quali le autorità insulari, compresa la Sardegna, hanno preso l'impegno di conseguire gli obiettivi di sostenibilità dell'Unione europea entro il 2020.

Infine, riaffermare il principio che la chiarezza della norma e l'identificazione precisa dei vincoli innalza il livello di tutela, mentre la certezza dei ruoli e lo snellimento delle procedure consentono di ripristinare un corretto rapporto di collaborazione con gli enti locali. In questo senso le amministrazioni locali dovranno essere chiamate a svolgere un ruolo realmente attivo, supportate da una Regione che ha il dovere di pianificare e coordinare, considerando i rappresentanti del territorio come i veri attori delle scelte di sviluppo. Il Piano paesaggistico revisionato, inoltre, dovrà assicurare procedure tecnico-amministrative certe e rapide per consentire il concreto raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia e tutela nei tempi convenzionalmente definiti dallo strumento stesso.

Tale lavoro di revisione dovrà potenziare la definizione degli strumenti di attuazione e di divulgazione del Piano paesaggistico regionale, dovrà riaffermare il principio di collaborazione tra le istituzioni e con le università per consolidarne l'apporto scientifico; dovrà orientare la progettazione del paesaggio per sistemi di relazioni (dall'alta intensità di tutela della fascia costiera e dei centri di antica e prima formazione, alla tutela, salvaguardia e sviluppo del paesaggio rurale), e in ultimo, ma non meno importante, dovrà rispondere agli obiettivi e alle politiche ambientali attraverso la Valutazione Ambientale Strategica, di cui il precedente Piano era privo.

Ma vogliamo guardare oltre l'atto di revisione e aggiornamento del Piano paesaggistico regionale degli ambiti costieri e indicare, attraverso le linee contenute nel titolo III, quale sarà il percorso che porterà alla costruzione di uno strumento generale, che assicuri una pianificazione paesaggistica unitaria per l'intero territorio regionale, in grado di stabilire un dialogo più armonioso tra il territorio costiero e quello interno, nella consapevolezza che ogni intervento non ha effetti solo nel suo "immediato intorno" ma si può ripercuotere anche a lunga distanza e per lungo tempo.

Non è necessario ripetere qui quali saranno i principi ispiratori del lavoro di predisposizione del Piano per gli ambiti interni, perché sono gli stessi fin qui esposti e utilizzati per la redazione e revisione del Piano degli ambiti costieri. Però si deve tenere ben presente che il Piano paesaggistico, così come ha riconosciuto la fascia costiera quale risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo che necessita di pianificazione e gestione integrata, dovrà necessariamente valutare come disciplinare il paesaggio montano, collinare e agricolo in relazione al carattere dei luoghi, identificando direttive e indirizzi cui la pianificazione locale e settoriale dovrà attenersi, con l'obiettivo di pianificare il paesaggio per sistemi di relazioni, identificando i sistemi con particolari valenze paesaggistiche quali quelli montani e quelli dei grandi corridoi vallivi.

Prendendo spunto dal Manifesto per il progetto del paesaggio europeo, proposto nel marzo del 2011 dai rappresentanti delle tre reti europee per l'attuazione della Convenzione europea del Paesaggio, e nell'ottica della pianificazione estesa all'intero territorio, il Piano degli ambiti interni dovrà considerare la componente intangibile e immateriale dei nostri paesaggi, indagando il significato collettivo che il paesaggio assume per le comunità locali, in modo da tutelare e regolare, non solo ciò che oggettivamente ha una valenza paesaggistica comunemente riconosciuta, ma anche quei luoghi che appartengono alla identità di ogni singola comunità.

Tutto ciò in coerenza con quanto abbiamo affermato nel programma di governo: potenziare la capacità di recuperare il rapporto con il proprio territorio, utilizzando l'insegnamento che deriva dal saper leggere "i segni" del paesaggio, che sono gli strumenti indispensabili della partecipazione sociale alla gestione e alla salvaguardia dell'ambiente naturale e dell'identità dell'Isola e che rappresentano un passaggio determinante della politica dello sviluppo economico sostenibile, necessario e auspicabile per valorizzare la Sardegna.

In quest'ottica il Piano per gli ambiti interni dovrà approfondire lo studio del paesaggio agrario e rurale al fine di predisporre un corpo normativo sulle zone agricole rispondente all'esigenza di pianificare le aree rurali in modo organico con gli aspetti e le valenze ambientali e paesaggistiche.

Una particolare attenzione dovrà essere posta nell'analisi e nella predisposizione di norme finalizzate a regolare il fenomeno dell'edificato urbano diffuso nelle aree agricole limitrofe alle espansioni recenti dei centri maggiori.

Infine, il nuovo Piano dovrà conciliare le regole del paesaggio con quelle volte alla riduzione del rischio idrogeologico, alla protezione dei rilievi dai processi di erosione diffusa e alla protezione dagli incendi, favorendo la presenza dell'uomo come attore nel controllo del patrimonio boschivo e del dissesto sui versanti montani.

Alla conclusione del processo di redazione e approvazione, secondo quanto disposto dall'articolo 11 della legge numero 45/89, la Sardegna sarà finalmente dotata di un unico Piano paesaggistico regionale che comprenda tutto il suo territorio, un Piano che dovrà far dialogare le zone costiere con le zone interne, che dovrà salvaguardare e valorizzare la storia e l'identità della nostra terra e del nostro popolo, che dovrà essere un motore di sviluppo e di crescita, nel rispetto dei valori, della bellezza e della irriproducibilità della nostra terra.

Questo obiettivo alto deve essere fonte di coesione e non di divisione, perché stiamo parlando del bene più prezioso che abbiamo: il territorio dell'Isola di Sardegna. Su questo dobbiamo costruire la nostra crescita e lo sviluppo futuro, con l'ottica di guardare al bene delle generazioni future, ma anche al superamento di una crisi che oggi toglie speranza e visione del domani, soprattutto ai giovani che non riescono a individuare e percorrere una prospettiva di vita coerente con le proprie aspettative e desideri.

Concludo riprendendo ancora una volta il principio che più di tutto credo debba essere presente nel nostro operare in questo importante settore: il paesaggio dell'Isola è di tutti i sardi; il popolo sardo in esso si riconosce e si unisce. Dividerci su questo significa non riuscire a capire e rispondere alla volontà del popolo sardo.

PRESIDENTE. Prima di passare al successivo punto all'ordine del giorno, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 08, viene ripresa alle ore 11 e 51.)

Discussione e approvazione ex articolo 102 del Regolamento della proposta di legge "Disposizioni relative alla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari e per la prosecuzione del progetto SCUS" (404)

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento,viene iscritta all'ordine del giorno la discussione della proposta di legge numero 404. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione è di venti minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, non utilizzerò tutti i venti minuti a mia disposizione, ma su questa proposta di legge, che interviene per sanare una profonda situazione debitoria della Fondazione Teatro Lirico, credo sia obbligatorio fare alcune riflessioni. In particolare, Presidente e colleghi, dichiarando la mia totale e piena disponibilità, e anche condivisione sull'intervenire a favore di una struttura che ha sempre dato lustro alla Sardegna, sottolineo che su questa struttura siamo sempre intervenuti annualmente.

Io non ricordo finanziaria, e ne ho già discussa qualcuna in quest'Aula, nella quale non siamo intervenuti per sanare posizioni debitorie dovute a cattiva gestione, a pessima gestione amministrativa dell'Ente lirico; siamo dovuti intervenire con azioni di risanamento oltre la quota che annualmente è dovuta al Teatro lirico che, ribadisco, con i suoi operatori, con i suoi artisti, con i suoi artigiani dà lustro al mondo della lirica, al mondo culturale, artistico della Sardegna o, meglio, dovrebbe, appunto della Sardegna, e in modo particolare di Cagliari. Però, in qualche caso ha diffuso, o ha cercato di diffondere, magari con le orchestre minori, la cultura lirica in Sardegna.

Ora, noi interveniamo per l'ennesima volta, e non è solo questo il caso. Si potrebbe aprire una breccia infinita con gli interventi che si fanno attraverso il bilancio regionale per tenere in piedi strutture, e non è il caso dell'Ente lirico, definite morte a livello economico e culturale. Vengono in mente subito tutte le società poste in liquidazione da decenni che continuiamo a sostenere; viene in mente che non è mai stato presentato un piano di rilancio di queste strutture.

Decidiamo in mancanza, in questo caso, di un piano industriale (facciamo un atto di fede), che dovrà essere poi comunque presentato e verificato. E quindi la Regione sarda, "mamma Regione", fondo di tutti i sardi, viene chiamata, per l'ennesima volta, a risanare un bilancio negativo di un ente, di una Fondazione, in questo caso. Ma mi chiedo: quanti sono in questa condizione?

Vedete, in quest'Aula molto spesso si combattono delle vere e proprie battaglie, anche grazie ad altri colleghi, in cui si cerca per alcuni enti, fondazioni, di pari valore, magari operanti in ambiti diversi, di estorcere al bilancio regionale i 200 mila euro, i 100 mila euro, i 50 mila euro necessari. Mi ricordo la battaglia che insieme abbiamo fatto per il Teatro Verdi di Alghero; è stata una grande battaglia per ottenere 25 mila euro, o qualcosa del genere, se non ricordo male, ma è stata una battaglia di ore.

E' chiaro che adesso vi riporterò alla mente il caso della biblioteca Satta (credo che un po' tutti si aspettassero questo richiamo), che magari per la mancanza di 400, 500 mila euro rischia la chiusura; anche in questo caso non entro nel merito della gestione più meno discutibile, ma stiamo parlando di 500 mila euro. Ricordo il caso, da me non pienamente condiviso, del Museo MAN, e così potrei andare avanti su tante altre strutture (il Consorzio 1 di Oristano, l'Università della Sardegna centrale), oggetto di battaglie in questa Aula, sui giornali, sui media, scontri politici per 100 mila, 200 mila, 300 mila euro.

Nel caso della Fondazione, con grande facilità e urgenza ci esponiamo, superando tutte le condizioni per un esame approfondito della situazione, nel corso di una crisi finanziaria, con un Patto di stabilità che ci costringe a rosicchiare le poche migliaia di euro per sostenere altrettante situazioni nel campo della cultura, o in altri settori, che noi blocchiamo dicendo che il Patto di stabilità non ci consente di intervenire.

Oppure troviamo i fondi per finanziare qualcosa su Rodolfo Valentino, o i Rally del passato e del futuro per un milione e 700 mila euro, giusti anche quelli, chi dice che non è necessario o utile? Fra l'altro io sono affezionato al Rally di Sardegna, però dicevo prima a un collega che quando non si può sempre mangiare aragosta, bisogna accontentarsi anche delle sardine; sempre nutrirsi, però in maniera diversa, più equilibrata, sobria.

Ora, la biblioteca Satta di Nuoro è in gravissime condizioni economico finanziarie, ha parimenti diritto quindi di essere aiutata, con un'anticipazione, per carità, come si fa per l'Ente Lirico, cioè si dice: "Prestiamo 10 milioni di euro che ci restituirai dai soldi che ti dovremo dare"; ottima operazione, io non discuto, ottima operazione a un tasso decisamente invidiabile. E' giusto intervenire e, ovviamente, la prossima volta, invece di dargliene 10, gliene diamo 9, perché quel milione, che non rientra ovviamente in bilancio nella disponibilità per altre cose, ma viene semplicemente decurtato, allora potremo finanziare tante altre cose, anche la cassa integrazione.

Anticipiamo, tanto il Patto di stabilità non ci vincola in questo caso? Possiamo sempre anticipare, anzi, quando diciamo alla Giunta: "Vai a prendere i soldi lì, dove ci sono", caso Inps, non li va neanche a prendere, perché non sa che li può utilizzare; non è malafede, è incapacità totale, non sa che li può utilizzare, e noi abbiamo 17 milioni accantonati, tanto abbiamo i milioni disponibili nelle casse della Regione. Adesso c'è anche lo Sceicco o il Sultano dell'Oman che, probabilmente, può risolvere anche questo caso; altro atto di grande dignità!

Ho letto dichiarazioni vergognose! Stiamo vendendo la dignità dei nostri padri, che ci hanno insegnato molto bene, credo a tutti voi, e anche a me, il grande valore dell'ospitalità, ma non ci hanno insegnato a essere servi, non ci hanno insegnato a calpestare la dignità, a sperare che lo Sceicco delle favole che ci raccontavano da bambini potesse arrivare e risolvere i nostri problemi sul suo grande tappeto volante: siamo ridicoli!

I sardi che vanno a perorare queste situazioni e che vanno a fare queste valutazioni, che siano dirigenti, che siano presidenti, che siano assessori, o chiunque, sono ridicoli, e ci stanno esponendo al ridicolo, oltre che calpestare la dignità. Ma questo c'entra poco nell'argomento in questione, era solo una sottolineatura, e quindi un richiamo all'equità e non allo strabismo classico. Chiunque si sieda lì è strabico verso Cagliari, subisce questo fascino, subisce questo richiamo e, perciò, se dobbiamo dare10 milioni Cagliari, 10 mila euro possiamo darli - forse è troppo, diciamo mille euro - anche a Guamaggiore. Forse, se fai da bravo, se si è ubbidienti. Questa è la proporzione.

Allora io votando a favore - parlo con lei, Assessore, che rappresenta la Giunta visto che dopo la lettura il Presidente ci ha abbandonato, come sempre, perché non si occupa di queste quisquilie da 10 milioni di euro, interessato magari a condurci verso approdi ben più interessanti e impegnativi - dicendo che non si può chiudere o abbandonare a se stessa una struttura, una entità di tale valore artistico e culturale per la Sardegna (ci sono dei lavoratori a cui bisogna garantire comunque il posto di lavoro, c'è un programma artistico che va rispettato, c'è un calendario), voglio fortemente condizionare questo voto al richiamo dell'equità, al richiamo dell'equilibrio nella spesa dei fondi pubblici.

E sottolineo che il bilancio 2011, di cui sto facendo un'approfondita analisi, già rivela che le maggiori attenzioni sono, in tutti i settori, fortemente concentrate nella zona principe della Sardegna e quindi su Cagliari. Cagliari che ha il suo giusto peso e valore, però ha anche oltre che oneri profondi riconoscimenti onorifici, perché è vero che qui si concentra una gran parte della popolazione sarda, ma è vero che tanto ha avuto e tanto ha tolto.

Richiamo allora la sua attenzione, Assessore; lei ha sicuramente ben presenti le situazioni, so che le sta seguendo con molta attenzione, però oltre all'attenzione ci vogliono anche le azioni, le azioni per risolvere casi non dico simili perché la proporzione non esiste, ma di pari dignità, sui quali è necessaria la stessa urgenza di intervento, la stessa determinazione e lo stesso impegno; magari queste azioni le voterà un minor numero di consiglieri, ma la coscienza di tutti rispetterà il mandato per il quale siamo qui: pensare alla Sardegna e non solo a una parte di essa.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 6 del 2012

1. I commi 49 e 50 dell'articolo 4 della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), sono sostituiti dai seguenti:
"49. Il contributo alla Fondazione Teatro lirico di Cagliari di cui alla legge regionale 5 dicembre 1973, n. 38 (Contributo annuo alla Fondazione Teatro lirico di Cagliari) è determinato per l'anno 2012 in euro 9.200.000 (UPB S05.04.003); alla determinazione del medesimo contributo per gli anni successivi si provvede a' termini dell'articolo 4, comma 1, lettera e) della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23).
50. A favore della Fondazione Teatro lirico di Cagliari, per il ripiano delle esposizioni debitorie, è autorizzata, nell'anno 2013, a titolo di anticipazione, la spesa di euro 10.000.000 da restituire in dieci anni, con rate annuali di euro 1.000.000 mediante compensazione in sede di erogazione del contributo ordinario annuale (UPB S05.04.003).".

2. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Fondazione presenta all'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, sport e spettacolo il programma di risanamento pluriennale.

3. Alla spesa di cui all'articolo 4, comma 50 della legge regionale n. 6 del 2012, così come modificato dalla presente legge, si fa fronte mediante utilizzo della riserva di cui alla voce 1), annualità 2013, della tabella A allegata alla legge finanziaria per l'anno 2012.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo per dire, in pochi minuti, che la leggina in discussione apre una modalità di intervento sulle politiche culturali, e soprattutto sullo stato debitorio degli enti culturali della Sardegna, che avrà una ripercussione sui comportamenti in primo luogo di chi parla nell'ambito della discussione sulla prossima legge finanziaria.

Giacché la Regione sta determinandosi a coprire il debito dell'Ente lirico è chiaro che nella prossima finanziaria i consiglieri regionali sono autorizzati a pensare una modalità anche più efficiente, e cioè quella di dire che la Regione interviene a concorrere sugli oneri finanziari che gli enti dovessero individuare per ripianare i debiti. Perché è vero che la Regione può ripianare, ma è anche vero che può esserci un piano di rientro che ha un onere finanziario annuo rispetto al quale la Regione concorre. Quindi è opportuno sapere che nella prossima finanziaria, certamente, ci saranno iniziative volte a trovare soluzioni finanziarie che intervengano sull'indebitamento delle istituzioni culturali.

Nella fattispecie però al comma 2, se la Presidente vorrà mettere in votazione comma per comma, io mi riservo di presentare un emendamento orale per cui, qualora l'emendamento dovesse essere accolto, il programma di risanamento pluriennale che noi chiediamo all'Ente lirico di presentare deve avere un vincolo: deve produrre l'equilibrio di bilancio in due o tre anni; perché se si presenta un piano di risanamento che dura dieci anni o vent'anni mi pare che non ci siamo e neanche siamo in linea rispetto alla spending review.

Credo che la stessa Fondazione dell'Ente lirico dovrà essere rivista rispetto ad alcune norme previste nel decreto. I debiti poi - e qui sottopongo ai colleghi un problema - possono essere contratti per situazioni derivanti dal mercato oppure per responsabilità. Allora io sono curioso di sapere come nasce il debito dell'Ente lirico, per cui i miei emendamenti orali avranno, come obiettivo, quello di vincolare il risanamento pluriennale al conseguimento del pareggio di bilancio nel triennio 2012-2015, e di indurre la Fondazione a procedere in giudizio per eventuali responsabilità rispetto alla situazione debitoria pregressa. Va accertato infatti, quando si danno soldi pubblici, come sia stato generato il debito e chi l'abbia generato.

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, sta chiedendo la votazione per parti dell'articolo 1?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Sì.

PRESIDENTE. Metto in votazione il comma 1 dell'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il comma 2 dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Proporrei all'Aula di inserire dopo le parole "il programma di risanamento pluriennale" le parole "vincolato al conseguimento del pareggio di bilancio nel biennio 2012-2015" e poi "e procede in giudizio per eventuali responsabilità rispetto all'attuale situazione debitoria".

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, per cortesia, può dare agli Uffici il testo dell'emendamento?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Sì.

PRESIDENTE. La proposta di emendamento orale dell'onorevole Maninchedda prevede di aggiungere dopo le parole " risanamento pluriennale"le parole "vincolato al conseguimento del pareggio di bilancio entro il biennio 2012-2015".

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 14, viene ripresa alle ore 12 e 24.)

PRESIDENTE. L'emendamento orale è stato ritirato. Onorevole Uras, siamo in sede di votazione del comma 2 dell'articolo 1. Le darò la parola dopo il voto.

Metto in votazione il comma 2 dell'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). In sede di coordinamento, Presidente, va cancellata, al comma 1 dell'articolo 1, nona riga, la parola "medesimo" perché il termine è incongruo rispetto al contenuto del primo comma.

PRESIDENTE. Se l'Aula approva, in sede di coordinamento si provvederà a cancellare la parola "medesimo" dalla nona riga dell'articolo 1. Poichè non vi sono opposizioni, la proposta è approvata.

Metto in votazione il comma 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Progetto SCUS

1. Al fine di garantire la prosecuzione del progetto SCUS per le attività di supporto ai comuni per l'adeguamento dei PUC al PPR ed ai PAI è autorizzata una spesa valutata in euro 85.000 per l'anno 2012 ed in euro 275.000 per ciascuno degli anni 2013 e 2014 in conto dell'UPB S04.10.006; conseguentemente è ridotta di pari importo l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), e successive modifiche ed integrazioni, iscritta in conto dell'UPB S04.09.003.

2. Agli oneri derivanti dall'applicazione del comma 1 si fa fronte:

in diminuzione

UPB S04.09.003
Vigilanza e controllo sull'attività urbanistica

2012 euro 85.000

2013 euro 275.000

2014 euro 275.000

in aumento

UPB S04.10.006

Contributi ai comuni per strumenti urbanistici

2012 euro 85.000

2013 euro 275.000

2014 euro 275.000.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, prima di passare alla votazione dell'articolo 2, chiederei cortesemente all'Assessore di spiegarci di che cosa si tratta, perché evidenzio ai colleghi la delicatezza di questa situazione. E' chiaro a tutti che noi siamo in un tempo nazionale, oltre che internazionale, in cui dobbiamo stare attenti a come spendiamo i soldi e a che cosa significa la spesa di ogni denaro pubblico. Nella nostra ultima finanziaria abbiamo scritto che avremmo combattuto ogni forma di mantenimento e di creazione di nuovo precariato.

Mi si dice che questi fondi siano necessari a pagare l'IRAP per un progetto in corso, se è così basterebbe prevedere il finanziamento solo nel 2012 ma invece è previsto anche per il 2013 e il 2014, e siccome si sostiene che questi soggetti siano "stabilizzandi" voglio capire per quanto tempo deve stare in piedi il progetto per consentire di stabilizzare. Cioè delle due l'una, o si dice la verità sulle cose o noi non possiamo surrettiziamente creare delle condizioni per cui generiamo diritti che non esistono; e, soprattutto, per porre in essere queste azioni dobbiamo utilizzare gli strumenti che ha il governo regionale non l'articolo 102, perché quando si tratta di fare delibere per mettere sorveglianti degli addetti ai GAL troviamo le risorse buttando soldi, e di questo ne parleremo, in momenti in cui non possiamo permettercelo, e in altri casi ci "tirate fuori" queste necessità.

Noi vogliamo sapere che cosa stiamo legiferando, sapendo che il punto di riferimento che abbiamo scelto è quello di non incentivare né generare nuovo precariato. Se questo è un progetto che deve rimanere in piedi vita natural durante perché deve supplire alle inefficienze organizzative della Regione non ci sto, dobbiamo modificare l'organizzazione della nostra Regione e porre fine a questi progetti di esterni che tengono in piedi una forma di precariato. Vorremmo sapere dall'Assessore qual è la verità di questa richiestaa così urgente e così strana, perché se il problema è un pagamento di un'imposta non si spiegherebbe perché si chieda la copertura nel 2013 e anche nel 2014.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Innanzitutto preciso, per essere chiari, che questo progetto lo ha fatto partire lei e non io. Questo di cui si parla è il gruppo di supporto, come lei sa bene, che collabora con i comuni, a livello di assistenza, alla formazione dei Piani urbanistici comunali raccordati al PPR e i fondi richiesti servono per coprire gli oneri dell'IRAP e i contributi pregressi.

Lei ha ragione nel chiedere perché si richiede lo stanziamento sino al 2014. Perché non è un progetto che può terminare oggi, questa azione di assistenza chiaramente non è illimitata, ma bastava dire che il supporto fornito dalla Regione ai comuni per la redazione dei PUC da raccordare al Piano paesaggistico durava un anno, due anni; io li ho trovati lì e mi vedo costretto a pagare, giustamente quello che devo pagare come Assessore, per gli oneri IRAP e gli oneri pregressi.

Stiamo imputando risorse anche al 2013 e al 2014 perché siamo nel pieno del lavoro sul Piano paesaggistico e questo è il gruppo che ha lavorato al vecchio Piano, ha lavorato e sta lavorando ora a questo Piano. Questa è la realtà. Se poi lei dice che non è giusto, benissimo, io mi rifaccio all'Aula perché sinceramente io sono un osservante totale delle decisioni dell'Aula, però è necessario che io precisi le cose. Lei sa perfettamente che cosa questi soggetti stavano facendo, perché li ha assunti lei non io.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 3, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 404.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cocco Daniele, Cossa, Manca, Oppi, Salis, Sanna Matteo e Vargiu hanno votato a favore e che il consigliere Contu Mariano si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Contu Mariano - Dessi' - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 59

Astenuti 5

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato martedì 24 luglio alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 12 e 31.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Cuccu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'annunciata chiusura, dal 1° luglio 2012, degli uffici provinciali ACI nelle Province del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio.

I sottoscritti,

premesso che:

1) con la nota del 7 giugno 2012 indirizzata a tutti i presidenti delle province della Sardegna, nonché al Presidente della Regione, l'Automobile Club d'Italia (ACI) ha comunicato la volontà di procedere, a decorrere dal 1° luglio 2012, alla chiusura degli uffici provinciali attivati per la gestione del Pubblico registro automobilistico presso le Province del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio;

2) il provvedimento dell'ACI avrebbe come presupposto il recepimento dell'esito del referendum del 6 maggio 2012, con cui è stata abrogata la legge 12 luglio 2001, n. 9, istitutiva delle quattro nuove province sarde;

3) con la legge n. 11 promulgata in data 25 maggio 2012 è stato stabilito che entro il 31 ottobre 2012 il Consiglio regionale della Sardegna dovrà approvare una legge contenente il riordino generale delle autonomie locali e che entro il 31 dicembre del 2012 dovrà trovare piena attuazione il procedimento di riforma;

4) tale normativa ha stabilito altresì che sino al 28 febbraio 2013 gli organi provinciali in carica assumono in via provvisoria la gestione delle funzioni amministrative;

considerato che:

la decisione dell'ACI di procedere alla chiusura degli uffici operanti nei territori in questione è da ritenersi affrettata e priva di fondamento poiché, allo stato attuale, le province continuano ad esercitare le loro funzioni e i loro compiti e nessuna di esse è stata, di fatto, ancora abrogata;

tali uffici in questi anni hanno assunto un ruolo di rilievo in questi territori e la loro chiusura si pone in netto contrasto con l'esigenza di avvicinare i servizi ai cittadini;

a subire le maggiori conseguenze sarebbero proprio gli abitanti delle nuove province costretti a lunghe trasferte con un notevole aggravio in termini economici e di tempo;

il Consiglio regionale con l'approvazione della legge 25 maggio 2012, n. 11, ha avviato l'iter per dotare la Sardegna della nuova disciplina dell'ordinamento degli enti locali,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere quali azioni la Giunta regionale intenda intraprendere nei confronti dell'Automobile Club d'Italia al fine di evitare la chiusura degli uffici nelle Province del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio, in attesa che il Consiglio regionale concluda il processo di riforma delle autonomie locali. (902)

Interrogazione Porcu, con richiesta di risposta scritta, sul grave disagio per le attività imprenditoriali dei concessionari del litorale del Poetto conseguente all'ordinanza comunale di chiusura, in piena stagione estiva 2012, delle attività commerciali di somministrazione e di vendita, necessaria a consentire le attività di rimozione, raccolta e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto rinvenuti nel lungomare del Poetto di Cagliari.

Il sottoscritto,

premesso che:

nel litorale del Poetto, nella porzione di arenile tra la IV e la V fermata CTM e, più episodicamente, tra la V fermata CTM e l'edificio ex Presidio ospedaliero Marino è stata rilevata, come da comunicazione della direzione generale della ASL n. 8, prot. PG/2012/50836 del 23 maggio 2012, la presenza di materiali contenenti amianto richiedenti l'adozione di adeguati provvedimenti per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e la verifica dell'entità dell'inquinamento e delle necessità di ulteriori attività di bonifica dall'amianto;

tale segnalazione della ASL n. 8 ha avuto come immediata conseguenza l'emissione di due successive ordinanze del Comune di Cagliari, la n. 19 e la n. 20, rispettivamente del 13 e del 15 giugno 2012, aventi come oggetto l'avvio delle attività di raccolta e prelievo di materiali, l'interdizione al transito nelle zone interessate, la rimozione di ogni manufatto e attrezzatura comunque inserito nell'arenile ed interferente con le operazioni richiamate in oggetto;

verificato che:

1) le operazioni di raccolta e smaltimento dell'amianto richiederanno lo smantellamento provvisorio dei manufatti e delle attrezzature dei concessionari di 32 attività commerciali, quali chioschi, stabilimenti balneari, attività sportive, piccole superfici di vendita di articoli da mare, localizzate nelle tre porzioni di spiaggia richiamate nell'ordinanza n. 19 del 13 giugno 2012 del Comune di Cagliari;

2) la rimozione delle strutture di cui al lotto A, dell'ordinanza n. 19 del 13 giugno 2012 del Comune di Cagliari, sarebbe dovuta essere completata entro il 20 giugno e, a tutt'oggi, il Comune non ha ancora comunicato la data dopo la quale sarà possibile il rimontaggio delle strutture stesse anche perché non si conoscono ancora gli esiti delle analisi dei campioni prelevati dall'arenile sulla base dei quali sarà possibile stabilire la necessità di ulteriori bonifiche dalla presenza di amianto;

3) sulla base dei preventivi forniti da ditte specializzate ai concessionari i costi per il montaggio e rimontaggio dei manufatti ammontano a circa 10.000 euro per attività commerciale a cui si sommano i danni per i mancati introiti dovuti alla chiusura dell'attività commerciale nel periodo di massima affluenza di pubblico sul litorale;

considerato che:

1) i concessionari avevano appena installato manufatti ed attrezzature completamente nuove, del costo finale per chiosco bar pari a circa euro 100.000, per potersi adeguare agli standard urbanistici ed ambientali previsti dall'articolo 30 delle norme tecniche di attuazione del PUC del Comune di Cagliari nelle more della definitiva approvazione del nuovo Piano di utilizzo del litorale (PUL);

2) gran parte dei concessionari, in particolare quelli costretti ad aprire linee di credito con le banche per far fronte agli indispensabili investimenti in manufatti ed attrezzature, si trova oggi in una oggettiva difficoltà finanziaria per i mancati introiti derivanti dall'inaspettato, protratto e ancora non determinabile periodo di chiusura oltre che dagli oneri per lo smantellamento imposto dall'ordinanza comunale, tanto da mettere a rischio, per molti di questi, la stessa sopravvivenza dell'attività con danno non solo economico e occupazionale, ma anche culturale e sociale per il possibile venir meno di attività commerciali da considerarsi tipiche ed identitarie per la città di Cagliari,

chiede di interrogare l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere:

1) quali misure intendano adottare per sostenere il Comune di Cagliari, il cui litorale e patrimonio ambientale ha certamente valenza per l'intera Regione, e per favorire una rapida conclusione delle attività di raccolta, smaltimento, analisi e di ogni ulteriore attività di bonifica dalla presenza di amianto nel litorale del Poetto;

2) se intendano in qualche modo indennizzare le attività di impresa dei concessionari del Poetto sottoposte a chiusura nel periodo di picco della stagione balneare e costrette a sopportare ulteriori oneri, per lo smontaggio e rimontaggio delle strutture commerciali, assolutamente non ammortizzabili e non assorbibili con la normale attività aziendale;

3) quali ulteriori iniziative intendano prendere, una volta terminate le attività di bonifica dalla presenza dell'amianto, per rilanciare le valenze ambientali (Santa Gilla, Molentargius-Saline, Poetto) e l'immagine turistica della città di Cagliari. (903)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata riassegnazione dei mezzi antincendio ai Comuni di Monti, Telti e Padru.

Il sottoscritto,

premesso che:

i comuni concorrono all'espletamento dell'attività di lotta agli incendi insieme al Corpo forestale e di vigilanza ambientale e all'Ente foreste;

l'assegnazione degli automezzi per la campagna antincendi dell'anno 2012 è stata effettuata sulla base della carta delle classi di rischio dei comuni della Sardegna;

la caratterizzazione delle classi di rischio comunali non dà giusto rilievo al patrimonio boschivo presente in diversi comuni della Sardegna;

in conseguenza di quanto deliberato dalla Protezione civile regionale, i mezzi antincendio assegnati nel 2011 ai comuni definiti a basso rischio di Monti, Telti e Padru, non sono stati riassegnati per l'anno 2012 ed anche i Comuni di Buddusò e Alà dei Sardi potrebbero essere esposti a tale provvedimento;

considerato che:

1) può destare perplessità il fatto che, nella definizione di classe di rischio, sia attribuito il connotato di rischio basso a comuni che hanno una superficie boschiva superiore al 60-70 per cento dell'intero territorio comunale, dando maggior valore ad altri parametri;

2) la configurazione dei dati statistici di carattere storico sulla base del numero e dell'estensione degli incendi potrebbe penalizzare i comuni che hanno esercitato un'intensa attività di prevenzione e di lotta agli incendi,

chiede d'interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) quali siano, nel dettaglio tecnico, i motivi che hanno impedito la riassegnazione dei mezzi antincendio ai Comuni di Monti, Telti e Padru anche per la stagione estiva 2012;

2) quali misure la Giunta regionale possa adottare per garantire continuità nella prevenzione e nel contrasto agli incendi durante la stagione estiva 2012 nei comuni suindicati, rimodulando, se possibile, di concerto con i vari soggetti impegnati nella campagna antincendio, la distribuzione degli automezzi da impegnare nella lotta ai roghi in considerazione della efficace azione svolta durante le precedenti stagioni estive, in particolare quella del 2011. (904)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'interpretazione autentica dell'articolo 9 della deliberazione della Giunta regionale n. 11/17 del 20 marzo 2007.

Il sottoscritto,

premesso che l'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica ha emanato il programma operativo relativo all'Asse IV FESR 2007/2013 "Ambiente, attrattività naturale, culturale e turismo", al fine di promuovere un uso utile e sostenibile delle risorse ambientali, stimolando l'attrattività e la competitività dei territori e valorizzando le risorse naturali e culturali ai fini della crescita delle opportunità di turismo sostenibile;

atteso che la suddetta disciplina d'incentivazione, all'articolo 8 (spese ammissibili), rende legittime tutte le spese concernenti gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili destinati alla ricettività isolana, mentre in base all'articolo 2, lettera e) sono consentite le installazioni di impianti solari termici e fotovoltaici limitatamente al soddisfacimento del fabbisogno aziendale;

considerato che il bando relativo a tale programma ha suscitato un notevole interesse tra le imprese destinatarie, la cui ubicazione è spesso all'interno della fascia costiera, nell'area tutelata dalle prescrizioni del Piano paesaggistico regionale;

rilevato che, proprio al fine di garantire la piena conservazione dell'ambiente ed insieme la certezza del diritto per le imprese destinatarie del programma e per le aziende installatrici, si rende opportuna una interpretazione autentica del punto 9 della deliberazione della Giunta regionale n. 11/17 del 20 marzo 2007, nella parte che recita "L'installazione dei sistemi fotovoltaici e pannelli solari per uso domestico non è soggetta all'autorizzazione della Tutela del paesaggio. I comuni provvedono ad indicare la più adeguata installazione degli stessi";

considerato che:

1) sarebbe pertanto necessario chiarire, in sede di interpretazione autentica, che per impianti fotovoltaici per uso domestico si intendono tutti gli impianti non industriali di potenza inferiore ai 20 KW/p;

2) tale interpretazione autentica garantirebbe in tutto il territorio regionale un modello di riferimento urbanistico e paesaggistico semplificato per gli impianti fotovoltaici di taglia inferiore a 20 KW/p,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se non ritengano urgente l'adozione di un atto di interpretazione autentica del punto 9 della deliberazione della Giunta regionale n. 11/17 del 20 marzo 2007, nel senso suggerito dalla presente interrogazione. (905)

Interrogazione Lunesu, con richiesta di risposta scritta, sull'indisponibilità del Direttore generale della ASL di Nuoro a fissare l'incontro istituzionale richiesto più volte per un confronto sulle problematiche della sanità nuorese.

La sottoscritta,

premesso che rientra tra le prerogative di un Consigliere regionale il diritto all'informazione sancito dall'articolo 105 del Regolamento consiliare il quale stabilisce che "ogni Consigliere, al fine di ottenere notizie e informazioni utili all'espletamento del proprio mandato, ha accesso agli uffici della Regione, degli Enti e delle Aziende da essa dipendenti";

considerato che:

1) al fine di ottenere le informazioni necessarie a conoscere e valutare la situazione e le problematiche afferenti alla ASL di Nuoro, in quanto neo membro della Commissione Sanità, la scrivente Consigliera regionale ha ripetutamente chiesto un incontro al Direttore generale della ASL di Nuoro, dottor Antonio Maria Soru;

2) il Direttore generale della ASL di Nuoro non ha mai proceduto a fissare l'appuntamento richiesto dalla sottoscritta sottraendosi a un preciso dovere nei confronti di un consigliere regionale, ritenendo probabilmente che non a tutti i consiglieri ciò fosse concesso;

valutato che:

1) l'atteggiamento ostruttivo di cui sopra, oltre che dimostrazione di inammissibile arroganza e quindi inadeguatezza rispetto al ruolo affidatogli dalla Giunta regionale, costituisce grave impedimento all'esercizio delle prerogative proprie di ogni consigliere regionale, come stabilito dal citato articolo 105 del Regolamento consiliare;

2) tale atteggiamento, se replicato anche con altri consiglieri regionali o con altri rappresentanti del territorio, potrebbe ingenerare la convinzione che il Direttore generale Soru, oltre che fastidio per il doversi rapportare con alcuni rappresentanti istituzionali, abbia qualcosa da nascondere del suo operato gestionale e non gradisca essere chiamato a dare informazioni e spiegazioni nel merito dimostrando di essere assolutamente inadeguato al ruolo che svolge,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengono di dover:

1) richiamare con urgenza e ufficialmente il Direttore generale della ASL di Nuoro, dottor Antonio Maria Soru, a uno dei suoi doveri precisi che è quello di incontrare i consiglieri regionali ogni qualvolta questi ne facciano richiesta ai fini dell'espletamento del loro mandato;

2) contestualmente ricondurre il dottor Soru ad un comportamento istituzionale che si attesti doverosamente al rispetto del sistema democratico nel quale è inserito per nomina e all'esercizio del proprio ruolo amministrativo nell'interesse generale e nell'interrelazione, ogni qualvolta venga richiesta, con tutti i rappresentanti del territorio. (906)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versano i dipendenti AIAS nella Regione Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che:

l'AIAS, Associazione italiana per l'assistenza agli spastici, è fortemente radicata sul territorio sardo svolgendo un ruolo socio-assistenziale fondamentale ed indispensabile;

la suddetta associazione, nelle sue diverse e numerose ramificazioni, svolge un ruolo riconducibile all'intervento riabilitativo e diretto, anche, a favorire le relazioni sociali e l'integrazione con il territorio;

l'attività dell'AIAS viene svolta in regime di convenzione con l'azienda sanitaria;

da anni gli operatori socio-sanitari, dipendenti dell'AIAS e della Fondazione Randazzo, vivono una situazione altamente penalizzante posto che gli emolumenti loro spettanti per lo svolgimento della attività lavorativa vengono corrisposti con notevole ritardo rispetto alla maturazione del diritto;

la carta stampata negli ultimi cinque anni è stata tempestata da notizie attinenti alla problematica in argomento;

evidenziato che:

1) i dipendenti dell'AIAS svolgono il loro encomiabile lavoro in contesti necessitanti, oltre della competenza e professionalità, di molta pazienza, umanità e disponibilità;

2) operare animati dal malcontento e dalla sfiducia nei confronti dei propri datori di lavoro non predispone il lavoratore al giusto stato d'animo richiesto e necessario per operare in questi contesti;

3) oramai da anni i dipendenti dell'AIAS percepiscono il loro stipendio con due/tre mesi di ritardo;

4) il ritardo nei pagamenti degli stipendi determina un effetto domino foriero di problematiche più ampie;

5) invero, il mancato percepimento degli emolumenti maturati determina l'inevitabile ritardo, per le famiglie, nel pagamento delle rate di mutuo, utenze domestiche e quant'altro possa avere una improcrastinabile scadenza mensile;

rilevato che:

1) come si apprende dalla carta stampata, l'AIAS individua la causa di tali ritardi nel mancato pagamento da parte dell'azienda sanitaria degli importi dovuti;

2) l'azienda sanitaria, a sua volta, nega ogni addebito in merito al ritardo nei pagamenti, asserendo, di volta in volta, di aver provveduto alla corresponsione del dovuto a favore dell'AIAS piuttosto che della Fondazione Randazzo;

3) sembrerebbe, altresì, che l'azienda sanitaria abbia apportato un taglio di circa il 20 per cento alle convenzioni stipulate, determinando una forte penalizzazione anche per gli utenti ai quali, a seguito dei tagli, non viene consentita la possibilità di usufruire dei servizi offerti dalla struttura;

4) tale rimbalzo di responsabilità, dati gli interessi in gioco, merita un intervento chiarificatore;

preso atto che è necessario ed improcrastinabile individuare la fonte del problema che da anni determina questa insostenibile situazione, la quale va a gravare su un importantissimo ed indispensabile comparto,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di far sì che i lavoratori dell'AIAS possano mensilmente confidare nel ricevimento degli emolumenti loro spettanti;

2) se corrisponda al vero che l'azienda sanitaria ha posto in essere i tagli nella misura del 20 per cento;

3) quali siano le tempistiche per poter dare una soluzione al suindicato e delicato problema. (907)

Interrogazione Porcu - Solinas Antonio - Cucca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, in merito alle discutibili procedure di selezione interna di un esperto di multifunzionalità a supporto dei progetti di educazione alimentare del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità.

I sottoscritti,

appreso che il direttore del Servizio personale di LAORE, su richiesta del direttore del Servizio per la multifunzionalità di Nuoro ha avviato le procedure relative alla "Ricognizione delle professionalità interne per la selezione di un esperto di multifunzionalità dell'impresa agricola e valorizzazione delle produzioni agroalimentari a supporto dei progetti di educazione alimentare del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità";

preso atto che il direttore del Servizio personale LAORE ha sospeso la procedura in atto al fine di effettuare una puntuale verifica dei requisiti richiesti, dopo un intervento da parte delle organizzazioni sindacali che hanno contestato tale procedura;

premesso che a tutt'oggi non si è a conoscenza delle conclusioni finali relative alla suddetta verifica e se vi sia stato preliminarmente un parere da parte dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale che autorizzi l'utilizzo delle risorse per avviare i programmi di educazione alimentare tra cui il principale risulta essere il programma "Cultura che nutre";

verificato che nella ricognizione avviata dal direttore del Servizio personale di LAORE si prevedono criteri quali: il titolo di studio che appare non necessario; la richiesta di esperienza pluriennale di consulenza alle imprese agricole in contrasto con gli obblighi del dipendente pubblico come meglio specificato dalla legge regionale n. 31 del 1998, e successive modificazioni; la richiesta del requisito di esperienza nel settore della formazione che appare scontato in quanto tra i servizi prevalenti che l'Agenzia LAORE eroga continuamente;

considerato che la ricognizione interna appare del tutto strumentale sia perché la dirigenza dell'Agenzia LAORE ammetterebbe di non conoscere le risorse umane e professionali presenti presso la stessa Agenzia, sia perché, per i motivi illustrati, appare costruita, deliberatamente, per poter dichiarare la mancata presenza di professionalità interne adeguate e procedere poi alla selezione di personale esterno con conseguente grave ed inutile mortificazione del personale interno all'Agenzia LAORE,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se:

1) preliminarmente si sia provveduto ad autorizzare l'utilizzo delle risorse residue del programma "Cultura che nutre";

2) si ritenga corretta la procedura di selezione adottata per un'attività del tutto tipica dell'Agenzia LAORE all'interno della quale esistono, certamente, professionalità esperte adeguate a supportare i progetti di educazione alimentare sopra richiamati;

3) quali misure s'intendano adottare per rafforzare le iniziative dell'Agenzia LAORE tese a rafforzare la multifunzionalità delle imprese agricole e le politiche di salvaguardia della biodiversità senza inutili sprechi di risorse e con coinvolgimento prioritario del personale interno alla stessa Agenzia;

4) siano stati adottati ulteriori provvedimenti finalizzati a proroghe, rinnovi o contratti destinati a professionalità esterne senza preventiva verifica delle professionalità esistenti nell'Agenzia LAORE. (908)

Interrogazione Cuccu, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione delle sedi distaccate di tribunale presenti in Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che:

1) l'articolo 1 della legge n. 148 del 2011, recante misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, ha conferito la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari;

2) secondo quanto disposto dal citato articolo il Governo, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, dovrà adottare uno o più decreti legislativi di revisione della geografia giudiziaria seguendo alcuni parametri e criteri direttivi, tra cui la riduzione degli uffici giudiziari di primo grado, garantendo la permanenza nei comuni capoluoghi di provincia, la ridefinizione dell'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo l'estensione del territorio, il numero degli abitanti, i carichi di lavoro, l'indice di sopravvenienze, la specificità territoriale e la situazione infrastrutturale del bacino di utenza e il tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché la soppressione delle sezioni distaccate di tribunale;

3) in data 10 febbraio 2012 è stato audito in Commissione giustizia della Camera dei deputati il capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi presso il Ministero della giustizia, il dott. Luigi Birritteri, che interrogato sulla probabile soppressione delle sezioni distaccate di tribunali sardi affermava che "in Sardegna, al pari della Campania con Caserta, vi sono sedi distaccate che operano presso capoluoghi di provincia dove non ci sono tribunali. Per essere completi, la sezione distaccata di Sanluri, nella provincia del Medio Campidano, e le sezioni distaccate dei tribunali di Carbonia e Iglesias gravano sul tribunale di Cagliari, mentre Olbia è la sezione distaccata del tribunale di Tempio Pausania. Questa situazione non potrà che essere esaminata in maniera scrupolosa nell'esercizio della delega, benché tecnicamente anche queste sezioni distaccate risulterebbero sopprimibili. La delega, infatti, fa salvi solo i tribunali aventi sede nei capoluoghi di provincia e non anche le sezioni distaccate. Facendo l'esempio di Caserta, la sezione distaccata di Caserta è potenzialmente sopprimibile. Su questa soppressione, però, rifletterei molto a lungo per un'infinita serie di motivi, non ultimo il fatto che si tratta di un capoluogo di provincia, una provincia senza tribunale, ma pur sempre una grande provincia. La stessa regola varrà per la Sardegna";

preso atto che la proposta di riordino giudiziario consegnata al Guardasigilli Paola Severino che prevede la soppressione di 220 sezioni distaccate di tribunale, quindi anche di quelle presenti nell'Isola, nello specifico nei Comuni di Sanluri, Carbonia, Iglesias, Macomer, Sorgono, Alghero, Olbia e La Maddalena, è stata formulata senza prendere in considerazione le specificità e le peculiarità dell'Isola;

richiamato lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio del ministri che ha previsto in Sardegna la soppressione di 42 uffici di giudici di pace;

considerato che la soppressione delle sedi distaccate e quella già prevista degli uffici di giudici pace priverebbe i territori di presidi indispensabili per l'amministrazione della giustizia locale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali iniziative abbia adottato o intenda adottare nel breve periodo per salvaguardare i presidi di giustizia operanti nel territorio sardo;

2) se non ritenga opportuno attivarsi presso il Ministero della giustizia affinché, nel definire la nuova geografia giudiziaria, si prendano in considerazione le peculiarità e le specificità della realtà sarda e i disagi che un'eventuale soppressione delle sedi distaccate di tribunale provocherebbe ai cittadini e agli operatori del settore. (909)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla dubbie procedure di selezione interna di un esperto a supporto dei progetti di educazione alimentare - cultura che nutre del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità.

La sottoscritta,

premesso che:

1) il direttore del Servizio per la multifunzionalità dell'impresa agricola e la salvaguardia della biodiversità di Nuoro ha avviato attraverso il Servizio del personale dell'Agenzia LAORE di Cagliari, le procedure relative alla ricognizione delle professionalità interne all'agenzia stessa, per la selezione di un esperto di multifunzionalità dell'impresa agricola e valorizzazione delle produzioni agroalimentari a supporto dei progetti di educazione alimentare - cultura che nutre;

2) a seguito dell'intervento da parte delle organizzazioni sindacali che hanno contestato tale procedura nei requisiti, nei criteri e nelle modalità, il direttore del Servizio personale LAORE ha sospeso la ricognizione interna "al fine di procedere ad una puntuale verifica dei requisiti richiesti";

3) a tutt'oggi non si è a conoscenza delle risultanze finali relative alla suddetta verifica;

verificato che nella ricognizione interna avviata dal Servizio del personale LAORE si prevede per esempio che fra i requisiti via siano:

a) la laurea quale titolo di studio che, invece, in questo specifico caso, pare non essere vincolante e necessario, viste le competenze richieste: tali competenze infatti vengono attualmente svolte presso lo stesso servizio per la multifunzionalità da dipendenti professionalizzati e formati non in possesso del titolo richiesto;

b) la richiesta di esperienza pluriennale di consulenza alle imprese agricole in aperto contrasto con gli obblighi del dipendente pubblico come meglio specificato dalla legge regionale n. 31 del 1998 e successive modificazioni;

c) la richiesta del requisito di esperienza nel settore della formazione che immediatamente colpisce in quanto questo risulta essere uno dei servizi prevalenti che l'Agenzia LAORE, nello stesso Servizio multifunzionalità, eroga continuamente alle aziende agricole multifunzionali;

considerato che:

1) in base a tali requisiti parrebbe evidente che vengono sottovalutate le risorse umane e professionali presenti presso la stessa agenzia perché, per le motivazioni esposte, la procedura appare finalizzata deliberatamente a dichiarare la mancata presenza di professionalità interne adeguate e procedere poi alla selezione di personale esterno con conseguenze gravi e deprezzamento del personale interno all'Agenzia LAORE;

2) ammettere l'inesistenza di professionalità esperte nella multifunzionalità equivale, per la stessa Agenzia LAORE, ad ammettere di non essere competitiva sul mercato dei servizi da erogare in agricoltura con conseguente danno d'immagine;

3) tale procedura inoltre potrebbe portare a considerare l'eventuale proroga e quindi stabilizzazione della presenza di figure esterne all'Agenzia LAORE, senza l'applicazione delle norme giuridiche a riguardo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere se:

1) in nome dei diritti e della pratica della trasparenza negli atti politico-amministrativi ritengano necessario avviare quanto contenuto nel decreto che autorizza la rimodulazione delle risorse residue del programma di educazione alimentare - cultura che nutre alla luce del fatto che le stesse professionalità ricercate siano già presenti presso l'organico dell'agenzia;

2) si ritenga corretta la procedura di selezione adottata per un'attività di statuto dell'Agenzia LAORE all'interno della quale esistono professionalità esperte adeguate a supportare i progetti di educazione alimentare sopra richiamati;

3) sia possibile conoscere gli atti e i provvedimenti legislativi che giustificano la proroga o il rinnovo di contratti a favore di professionalità specifiche senza preventiva ricognizione interna sulle professionalità già esistenti nella stessa Agenzia LAORE. (910)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle urgenti e improrogabili iniziative che il Presidente della Regione, anche in qualità di commissario straordinario, intende intraprendere per far fronte alle imminenti scadenze previste per la realizzazione della strada Sassari-Olbia e per le incompiute nell'Isola de La Maddalena, infrastrutture legate alle cosiddette grandi opere previste per il G8 a La Maddalena.

La sottoscritta,

premesso che:

1) in riferimento agli ultimi articoli pubblicati dalla stampa il 19 giugno 2012 si apprende che il Presidente della Regione ha da poco inaugurato il primo lotto della strada Sassari-Olbia;

2) questa, sebbene siano trascorsi ormai anni dal progetto e dallo stanziamento iniziale di ingentissime risorse collegate alle grandi opere previste per il G8 a La Maddalena, rischia a tutt'oggi di rimanere l'ennesima grande incompiuta delle infrastrutture sarde;

3) il Governo nazionale ha infatti decretato la fine delle procedure accelerate legate alle opere del G8: ciò implica purtroppo che la realizzazione della strada a quattro corsie Sassari-Olbia non rientrerà più fra le priorità del Governo italiano;

considerato che:

1) nel decreto legge di riordino della protezione civile viene disposta la fine delle gestioni dei commissari straordinari entro il 31 dicembre 2012 e tra questi ovviamente anche il Presidente della Regione;

2) ciò significa che dal 2013 l'opera tornerà di competenza dell'Anas;

3) inoltre, tale decreto impone l'interruzione di tutte le procedure accelerate che riguardano le grandi opere legate al G8 e che quindi, allo scadere dei termini suddetti, dovranno tornare a seguire tutti gli iter ordinari imposti dalla burocrazia e quindi anche a subire sicuramente un notevole allungamento dei tempi, che si aggiungeranno ai già troppi anni trascorsi senza che si sia avuta alcuna concretezza nella realizzazione dei progetti e soprattutto senza che i sardi abbiano visto quei benefici che erano stati loro prospettati;

4) oltre alla Sassari-Olbia, fra le grandi opere a rischio ci sono anche tutte le incompiute lasciate sull'Isola de La Maddalena, la cui cittadinanza è già stata pesantemente penalizzata sul piano economico, occupazionale e della tutela ambientale e della salute;

5) i gravissimi ritardi già denunciati negli anni dalla stampa e dalle istituzioni si andranno ad aggiungere a quelli che si prospettano a causa delle lungaggini burocratiche per le quali è stato stimato che se prima del decreto in oggetto il termine ultimo per concretizzare i lavori della quattro corsie era previsto per il 2014, ora questo potrebbe essere prorogato fino al 2020;

rilevato che:

1) per quanto concerne le ingentissime risorse impiegate per il completamento della strada si registreranno inoltre aumenti spropositati che sono stati stimati intorno al mezzo miliardo di euro (l'importo iniziale consisteva infatti di 470 milioni di euro; importo che potrebbe incrementare fino a più di un miliardo di euro), spesa insostenibile soprattutto a fronte della gravissima crisi economico-finanziaria in corso;

2) in base alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dal sub commissario (Sannitu) per la Sassari-Olbia, risulta chiaramente che i lavori sui lotti della strada a quattro corsie siano ancora oggetto di rallentamenti, ritardi e vincoli soprattutto per quanto concerne il rilascio dei fondi FAS sui quali il Presidente della Regione e quindi anche commissario straordinario per la realizzazione dell'opera, pubblicamente e anche in sede di Consiglio regionale, ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti che però sino ad oggi sono state smentite dai fatti;

3) basti pensare che proprio lo stesso sub commissario ha dichiarato che solo i lavori sul lotto 9 "sono realtà"; i lotti 1 e 0 sono stati appaltati, il 7 e l'8 sono in esame, per il 6 e il 5 c'è la presentazione delle offerte e "restano da appaltare i lotti centrali 2, 3 e 4. Per questi i fondi sono ancora legati alla firma da parte del Governo del Piano per il sud che deve liberare i fondi FAS. È chiaro che se il via libera non arriva in tempi rapidi la situazione si complica, ma noi lavoriamo a soluzioni alternative";

4) appare evidente che se da parte degli stessi responsabili giungono dichiarazioni che già lasciano intravedere dubbi sulla realizzazione della Sassari-Olbia, così come per le incompiute di La Maddalena, per le quali non si ha alcuna garanzia sia sulle modalità, sia sui tempi, visto soprattutto che a soli sei mesi dalla scadenza dei termini massimi, i lotti di cui sopra non potranno essere appaltati finché non verranno svincolati i fondi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

1) quali siano le motivazioni per cui, trascorsi ormai anni dal progetto e dallo stanziamento iniziale di ingentissime risorse, già precedentemente sperperate:

a) solo sul lotto 9 siano iniziati i lavori, peraltro in notevole ritardo visto che l'inaugurazione dello stesso lotto risale a meno di un mese fa;

b) ad oggi non siano stati ancora affidati gli appalti dei lotti 2, 3, 4;

c) i lotti 7 e 8 siano ancora in esame;

d) per i lotti 6 e 5 sia ancora in corso la fase della presentazione delle offerte;

2) se entro i termini dei sei mesi siano in grado di appaltare i lotti sopra citati in quanto la fine delle gestioni commissionali scade il 31 dicembre 2012;

3) se abbiano considerato e/o avviato nei confronti del Governo italiano un iter di richiesta per la proroga delle procedure accelerate sia per la Sassari-Olbia, sia per le infrastrutture ancora da realizzare alla Maddalena;

4) quali saranno le ricadute che tale decreto sul termine delle gestioni commissariali avrà sulla Regione in termini economici. (911)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo danno causato al paese di Nule a seguito della cessazione dall'incarico, per trasferimento, del medico titolare della sede.

Il sottoscritto,

premesso che:

1) Nule è un paese posto alla periferia di una zona, il Goceano, particolarmente disagiata;

2) come è noto, le zone interne del Goceano versano in uno stato di isolamento geografico determinato, oltre che dalla conformazione del territorio, dall'insufficiente livello del servizio di trasporto pubblico;

3) pertanto, fondamentale appare che le esigenze di natura primaria degli abitanti trovino soddisfazione all'interno del paese stesso;

4) invece, sembrerebbe che dal mese in corso, ossia luglio 2012, agli abitanti di Nule verrà a mancare una figura fondamentale quale quella del medico di base titolare della sede;

considerato che:

1) la presenza del medico di base all'interno di realtà geograficamente disagiate e di piccola entità rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la popolazione stessa la quale, altrimenti, sarebbe costretta a rivolgersi ai centri ospedalieri più vicini, anche per patologie gestibili altrimenti;

2) tale necessità appare maggiormente avvertita in contesti quali quello in argomento, ove la maggior parte della popolazione è anziana e, pertanto, è impossibilitata a rinunciare alle immediate cure del medico di base, stante la somma difficoltà, a seguito anche degli scarsi collegamenti pubblici, di raggiungere i vicini presidi ospedalieri di Nuoro e Ozieri che distano 30-40 minuti dal paese;

3) la soluzione al problema non può essere ravvisata nella disponibilità accordata dai medici di base dei paesi limitrofi, posto che tale presenza sarebbe, indubbiamente, limitata rispetto alle esigenze degli abitanti;

4) infatti, la presenza di un medico di base una o due volte a settimana non appare volta a risolvere il grave problema delineato;

5) la popolazione locale, come di consuetudine avviene nelle piccole realtà, instaura con il medico cosiddetto "condotto" un rapporto di fiducia che, inevitabilmente, funge anche da filtro per gli accessi indiscriminati ai presidi ospedalieri;

6) inoltre, la popolazione di Nule vanta un'elevata percentuale di abitanti affetti da malattie croniche quale il diabete, disfunzioni tiroidee ecc. che necessitano del riferimento immediato in loco di una figura sanitaria;

rilevato che:

1) le zone del Goceano sono interessate da una percentuale di spopolamento in continua crescita;

2) l'Amministrazione comunale di Nule ha svolto e sta svolgendo un ruolo attivo volto ad incentivare la permanenza, anche dei giovani, nel paese, con il risultato di aver ridotto la suddetta percentuale;

3) la decisione di privare il paese del medico in sede si pone in contrasto con tale impegno ed inevitabilmente avrebbe delle ripercussioni negative anche in termini di qualità della vita degli abitanti i quali, pertanto, verrebbero privati del legittimo diritto di poter usufruire della assistenza sanitaria di base,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per chiedere di intervenire tempestivamente al fine di risolvere tale gravosa situazione e disservizio, ponendo in essere tutte le procedure necessarie al fine di garantire al Comune di Nule la presenza di un medico titolare che possa sostituire l'attuale medico uscente. (912)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancata partecipazione dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e di referenti della Regione all'incontro sul Distretto produttivo della pesca e sulla valorizzazione del pescato nel bacino del Mediterraneo tenutosi a Mazara del Vallo all'interno dell'evento internazionale Slow Sea Land nel giugno 2012.

La sottoscritta,

premesso che:

1) in data 8, 9 e 10 giugno 2012 si è tenuto a Mazara del Vallo "Slow Sea Land", un importantissimo evento a livello internazionale sul Distretto produttivo della pesca e sulla valorizzazione del pescato nel bacino del Mediterraneo;

2) a tale evento hanno partecipato soggetti pubblici, privati e scientifici di tutti gli stati che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, dai paesi del nord Africa, a quelli della fascia sub-sahariana, dal Medio Oriente, alla Turchia e al Mozambico, nonché numerose regioni italiane, di cui non tutte sul mare;

3) quest'appuntamento internazionale nasce come una grande opportunità di confronto tra i paesi del Mediterraneo che si contraddistinguono in quanto eccellenze sul piano delle produzioni della filiera ittica, e per promuovere il dialogo e le relazioni interculturali ed economiche fra i paesi partecipanti;

4) purtroppo risulta che, seppure a fronte di numerosi inviti istituzionali e sollecitazioni da parte delle istituzioni che hanno organizzato la manifestazione, la Regione, non ha mai dato alcuna risposta manifestando il totale disinteresse su un tema che dovrebbe essere di prioritaria importanza nel contesto dello sviluppo e della conservazione delle risorse naturali della nostra Isola;

5) l'assenza della Sardegna, vista anche la sua posizione geografica strategica, è stata interpretata dagli operatori internazionali del settore come una mancanza di interesse alle problematiche economiche e sociali legate al comparto della pesca nel Mediterraneo e quindi anche nella nostra Isola;

6) la partecipazione della Regione a tale evento era non solo necessaria, ma dovuta soprattutto alla luce del caos, anche normativo, che si registra a tutt'oggi nel settore della pesca in Sardegna: si pensi ad esempio alle criticità che anno dopo anno penalizzano il distretto del tonno, in particolare quello rosso; al blocco delle concessioni demaniali; all'assenza di iniziative che mirino alla valorizzazione delle professionalità scientifiche del settore; alla gestione delle lagune e alla tutela e alla conservazione delle specie e delle risorse ittiche, soprattutto quelle mediterranee ed esclusivamente locali che popolano i nostri mari; un esempio è la Pinna nobilis con la tradizionale lavorazione del suo filato, il bisso, che pur essendo una eccellenza economica e culturale, rischia di scomparire; inoltre manca ogni controllo reale sulle operazioni di pesca, tendenti a salvaguardare il patrimonio ittico e occupazionale dei nostri mari, quali ad esempio i recentissimi casi sulla pesca al "cianciolo" effettuata con modalità predatorie da parte di pescherecci toscani in prossimità di Bosa; tutto ciò richiede da parte delle autorità politiche e universitarie l'avvio di studi mirati in questo settore per proteggere, conservare e sviluppare la risorsa ittica e i posti di lavoro della nostra economia tradizionale;

7) la Sardegna, pur presentando tutti i requisiti per potersi confermare all'interno dell'area del Mediterraneo come una realtà d'eccellenza nel comparto della pesca, si ritrova purtroppo ad oggi, nonostante le continue sollecitazioni da parte di consorzi, comitati, associazioni e addetti del settore, in uno stato di arretratezza e di impreparazione totale che pone a repentaglio questa grande risorsa;

8) purtroppo le autorità regionali competenti, a tutt'oggi si dimostrano inefficienti e inadeguate a portare avanti iniziative mirate a valorizzare e tutelare le ricchezze peculiari dei nostri mari;

9) proprio a fronte di tali problematiche, la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni sarde a tale manifestazione, avrebbe sicuramente portato ad un confronto positivo con gli altri paesi del bacino del Mediterraneo; inoltre avrebbe permesso alle nostre istituzioni di essere tra i componenti dell'Osservatorio del Mediterraneo del quale risulta invece facciano parte operatori del settore ma non rappresentanti delle istituzioni,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) quali siano stati i motivi che hanno impedito la sua partecipazione all'evento organizzato a Mazara del Vallo;

2) perché non abbia provveduto a farsi sostituire da tecnici competenti e accreditati;

3) se non ritenga grave l'assenza della Regione all'interno dell'Osservatorio del Mediterraneo, nato al termine della manifestazione in oggetto e del quale fanno parte altre regioni italiane. (913)

Interrogazione Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Espa - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità della deliberazione regionale 19 giugno 2012, n. 27/49, sulle pasticciate procedure di designazione della consigliera regionale di parità e della supplente e del conseguente avviso pubblico per l'individuazione e successiva designazione del/della consigliere/a di parità e relativo/a supplente.

I sottoscritti,

premesso che:

1) il decreto legislativo 11 aprile 2006, n.198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), come modificato dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5, prevede che "A livello nazionale, regionale e provinciale sono nominati una consigliera o un consigliere di parità. Per ogni consigliera o consigliere si provvede altresì alla nomina di un supplente, che agisca su mandato della consigliera o del consigliere effettivo ed in sostituzione della medesima o del medesimo";

2) il decreto di cui sopra all'articolo 13, comma 1, prevede che "le consigliere e i consiglieri di parità devono possedere requisiti di specifica competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro femminile, di normative sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro, comprovati da idonea documentazione";

3) come specificato dalla circolare ministeriale n. 20/2010 del 22 giugno 2010, il procedimento di nomina previsto dall'articolo 12 del decreto di cui sopra prevede che i soggetti pubblici designanti avvieranno procedure di valutazione comparativa che dovranno essere preventivamente regolamentate e pubblicizzate, in ossequio ai principi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione sanciti dall'articolo 97 della Costituzione;

4) la Giunta regionale in data 19 giugno 2012, con deliberazione n. 27/49, ha definito le procedure di nomina della consigliera di parità e della supplente;

5) l'avviso pubblico per l'individuazione e successiva designazione del/della consigliere/a di parità e relativo/a supplente del 2 luglio 2012, pubblicato il 5 luglio 2012, rende noto che è indetta una procedura, definita informale e non vincolante per l'individuazione di due candidature ai sensi del decreto di cui sopra;

considerato che:

1) esistono evidenti profili di illegittimità nella deliberazione regionale n. 27/49 del 2012 e profili di difformità tra la deliberazione e l'avviso pubblico di cui sopra;

2) alcune delle supposizioni azzardate nella deliberazione di cui sopra si prestano a formali contestazioni, come nel capoverso in cui si afferma che si "potrebbe desumere che la Regione potrebbe designare senza alcuna procedura e senza alcun vincolo (se non quello della sussistenza dei requisiti prescritti per legge) la persona che sarà chiamata a ricoprire l'incarico...", in quanto evidentemente contraria alla previsione per cui "La preventiva regolamentazione e pubblicità delle suddette procedure (ndr. di valutazione comparativa) costituisce adempimento essenziale ai fini delle designazioni" come specificato nella circolare ministeriale n. 20/2010 del 2010;

3) da quanto detto sopra e in ossequio ai principi di trasparenza e ragionevolezza dei procedimenti amministrativi previsti dall'articolo 97 della Costituzione, risulta illogico che tali procedure, una volta definite a livello regionale, possano essere "informali e non vincolanti", in quanto in tal caso verrebbe meno la ragione che giustifica l'esigenza di prevedere tali disposizioni e verrebbe meno la trasparenza che deve invece guidare l'azione amministrativa;

4) è chiaramente illegittima la previsione contenuta nella premessa della deliberazione regionale n. 27/49 del 2012 che limita alle donne nate e residenti in Sardegna la possibilità di avanzare la propria candidatura così come il dispositivo che individua l'esclusiva designazione di una consigliera regionale e supplente del genere femminile;

5) rispetto ai rilievi di cui sopra riferiti alla deliberazione, l'avviso pubblico presenta disposizioni ulteriormente difformi, in quanto richiede la residenza in Sardegna, ovvero l'impegno a svolgere in continuità l'incarico presso la Regione Sardegna, ma non il requisito della nascita in evidente contrasto con quanto affermato dalla deliberazione;

6) il medesimo avviso pubblico, inoltre, contiene più previsioni discriminatorie a danno degli uomini laddove, divergendo dalla norma nazionale che privilegia a parità di condizioni, ovvero di requisiti professionali, le candidate rispetto ai candidati, si prevede che in ogni caso a prescindere di fatto dalla consistenza dei curricula dei candidati uomini, in presenza donne in possesso dei requisiti professionali richiesti (anche al minimo), sarà comunque designata una consigliera donna come da deliberazione n. 27/49 del 2012;

7) è discriminatoria per gli uomini, del tutto infondata e non trova giustificazione, se non in termini di affidamento diretto di un incarico mascherato sotto la falsa forma della pubblica procedura comparativa, la previsione per la quale costituisce titolo preferenziale l'aver fatto parte per almeno otto anni di una Commissione regionale o provinciale per le pari opportunità, considerato che tali commissioni sono formate (per esempio in Sardegna) per legge esclusivamente da donne;

8) appare viceversa emblematico che l'avviso non contenga, quale titolo preferenziale, l'aver ricoperto il ruolo di consigliere/a di parità regionale e/o provinciale;

9) verificato che l'avviso pubblico non ha trovato altra forma di pubblicità se non la pubblicazione sul sito internet della Regione dalla cui prima pagina, in data 9 luglio, è già scomparso, e i termini per la presentazione delle candidature scadono dopo appena dieci giorni dalla pubblicazione, in dispregio della normativa nazionale che, data l'importanza determinante della figura dei/delle Consiglieri/e nelle politiche attive del lavoro e nella lotta alle discriminazioni, vuole sia garantita la più ampia trasparenza ed oggettività nella selezione dei candidati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, per sapere:

1) se siano al corrente ed abbiano verificato le incongruenze e le illegittimità delle disposizioni contenute nella deliberazione della Giunta regionale n. 27/49 del 2012 e nel successivo avviso pubblico del 2 luglio 2012 pubblicato il 5 luglio 2012 sul sito della Regione;

2) se non ritengano di dover ritirare immediatamente la deliberazione e l'avviso pubblico di cui sopra per rimediare con urgenza ai numerosi refusi, contraddizioni ed illegittimità contenuti nei vari capoversi dei singoli documenti e nel confronto tra i due atti, e in particolare:

a) laddove si definisce una procedura comparativa ad evidenza pubblica in ossequio all'articolo 97 della Costituzione che sarebbe però "informale e non vincolante";

b) laddove si stabilisce comunque e in maniera ingiustificata la designazione di donne in possesso dei requisiti richiesti a prescindere dalla presenza di eventuali curricula con requisiti superiori presentati da candidati uomini;

c) laddove nel dispositivo della deliberazione, in conformità con le motivazioni, in cui la candidatura è limitata alle donne nate e residenti in Sardegna (motivazioni esse stesse ancor più illegittime perché limitano anche il territorio di provenienza), si escludono completamente gli uomini riferendosi esclusivamente alla designazione di una consigliera regionale e supplente evidentemente di sesso femminile;

d) nella difformità dal punto di cui sopra tra deliberazione e avviso pubblico, il quale richiede invece per i/le candidati/e la residenza in Sardegna o l'impegno a svolgere con continuità l'incarico presso la Regione Sardegna, eliminando il requisito della nascita in Sardegna e reintroducendo gli uomini;

3) perché abbiano escluso tra i requisiti preferenziali quello di aver ricoperto il ruolo di consigliera/e di parità provinciale o regionale e se non ritengano di doverlo inserire anche come requisito di ordine superiore a quello di componente di commissione pari opportunità;

4) se abbiano preventivamente verificato quante e chi siano le commissarie delle commissioni pari opportunità regionali o provinciali che abbiano svolto l'incarico per non meno di otto anni;

5) perché non sia stata data adeguata pubblicità all'avviso pubblico per la designazione del/della consigliere/a di parità e supplente e per quale motivo si è stabilito il termine di soli dieci giorni dalla pubblicazione dell'avviso per la presentazione delle domande;

6) se siano a conoscenza della specificità del ruolo della consigliera/e di parità e della differenza sostanziale che intercorre tra questa figura e quella delle commissioni regionale e provinciale per le pari opportunità. (914)

Interpellanza Planetta sulle ragioni ed opportunità del seminario informativo organizzato dalla Direzione generale della Presidenza della Regione autonoma della Sardegna per favorire forme di investimenti e delocalizzazione in Bielorussia (Repubblica di Belarus) da parte delle imprese operative sul territorio regionale.

Il sottoscritto,

premesso che:

- la Direzione Generale della Presidenza della Regione sta organizzando un seminario informativo che si svolgerà in concomitanza con la visita nell'Isola del Presidente del Belarus High Technologies Park di Minsk, durante il quale saranno presentate le opportunità di investimento in Bielorussia (Repubblica di Belarus) da parte delle imprese operative sul territorio regionale;

- l'incontro si terrà martedì 24 luglio 2012, a partire dalle ore 10.30, presso la sala riunioni della Presidenza della Regione;

considerato che:

- la Direzione generale della Presidenza della Regione ha infatti intenzione di avviare un "Tavolo Paese" dedicato alla Repubblica di Belarus, con la quale è stato di recente stipulato un accordo internazionale per promuovere interventi di cooperazione in un'ampia gamma di settori che includono, tra gli altri, la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica;

- come segnalato dalla Presidenza della Regione, si evidenzia che la Bielorussia presenta molteplici fattori di contesto di particolare interesse ai fini dell'avvio di processi di internazionalizzazione, tra i quali si possono sinteticamente citare:

- l'adesione della Bielorussia alla Unione doganale e allo Spazio economico comune con la Federazione Russa e il Kazakistan, che permette l'ingresso nel più ampio mercato russo senza l'imposizione di alcuna imposta doganale;

- l'adozione di una politica di incentivi e agevolazioni fiscali a favore degli investimenti in centri urbani di piccole e medie dimensioni, nelle Zone economiche speciali e nei Parchi scientifico-tecnologici, dove peraltro si concentrano servizi di sostegno per gli investitori che operano nel campo dell'information technology;

- l'attuazione di un vasto piano di privatizzazione che interessa circa il 90 per cento delle imprese attualmente gestite dallo Stato;

- l'attuazione di un processo di semplificazione amministrativa, mediante il "Codice degli investimenti", che garantisce tempi certi e più celeri per i procedimenti burocratici;

- l'esistenza di un contesto consolidato di rapporti istituzionali che ha portato alla stipula di accordi economico-commerciati tra l'Italia e la Repubblica di Belarus volti a intensificare la collaborazione tra imprese;

- la presenza di un centro "Sardegna Global" accreditato presso il Ministero dell'istruzione della Repubblica di Belarus che garantisce la necessaria assistenza agli operatori sardi in Belarus;

- la presenza, nella regione di Brest, di un distretto industriale dove operano diverse aziende italiane e in cui esiste dal 1996 una zona franca, caratterizzata da significative agevolazioni fiscali ed amministrative;

- un mercato caratterizzato da un altissimo potenziale di crescita in virtù della scarsa competizione nei vari settori economici;

rilevato che:

- nell'invito a partecipare, in concomitanza alla visita del Presidente del Parco scientifico di Minsk, la Direzione generale della Presidenza della Regione fa intravvedere la possibilità di emigrazione di imprese high tech sarde e dunque invita gli imprenditori sardi a delocalizzare ed investire nella Repubblica di Belarus;

- appare inspiegabile la mancata attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, che ha istituito le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, in attuazione dell'articolo 12 del vigente Statuto d'autonomia speciale della Sardegna, il cui iter è paradossalmente bloccato proprio laddove si richiedeva alla Regione la delimitazione delle aree della zona franca;

constatato che invece di operare perché il Parco scientifico della Sardegna venga compreso nell'ipotesi di zona franca di Cagliari, per farlo uscire dallo stato di non concorrenzialità e consumatore di investimenti pubblici, la Direzione generale della Presidenza della Regione opera di fatto in favore della concorrenza per spingere le imprese sarde ad emigrare nel parco scientifico bielorusso,

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali siano le motivazioni che hanno indotto la Presidenza della Regione ad organizzare l'evento di cui trattasi ovvero se la Giunta regionale intenda risolvere i problemi della crisi che interessa la quasi totalità delle imprese sarde inducendole alla delocalizzazione in Bielorussia;

2) se la Giunta regionale intenda perdurare nella mancata attuazione del decreto legislativo n. 75 del 1998, che ha istituito le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, in attuazione dell'articolo 12 del vigente Statuto d'autonomia speciale della Sardegna, il cui iter è paradossalmente bloccato proprio laddove si richiedeva alla Regione la delimitazione delle aree della zona franca. (342-C6)

Interpellanza Dessì - Sanna Giacomo sul pericolo connesso allo smaltimento di fumi di acciaieria anche contenenti scorie radioattive e destinati allo stabilimento della Portovesme Srl e sull'avviamento di un programma di bonifica delle aree interessate.

I sottoscritti,

premesso che:

- in data 27 giugno 2012 cinque sacchi contenenti fumi d'acciaio provenienti dall'acciaieria greca della Hellenic Halyvourgia e destinati allo stabilimento della Portovesme Srl sono risultati positivi alle verifiche radiometriche all'ingresso dello stabilimento della Portovesme Srl e da fonti aziendali risulterebbe che questo sia stato il secondo carico arrivato dall'acciaieria greca;

- il livello di radioattività dei sacchi sarebbe risultato superiore di 2-3 volte rispetto a quello del fondo, anche se i successivi rilievi del nucleo Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radioattivo) dei vigili del fuoco, intervenuti nell'area dello stabilimento dove sono stati dislocati i cinque sacchi contenenti fumi di cesio positivi ai controlli radiometrici sul cesio 137, avrebbero stabilito che il cesio 137, contenuto nei fumi di acciaieria provenienti da Volos, nel cuore della Grecia, sarebbe in misura contenuta e non vi sarebbe stata dispersione in atmosfera, e dunque sarebbero, in questo caso, esclusi rischi di contaminazione radioattiva per la popolazione e per i lavoratori;

considerato che:

- i fumi di acciaieria sono le polveri metalliche altamente inquinanti e velenose che vengono raccolte filtrando i fumi dei forni elettrici che producono acciaio dai rottami ferrosi e contengono sostanze chimiche e metalli pesanti (zinco, piombo, cadmio, mercurio, nichel, vanadio, arsenico, berillio, rame e cobalto) alcuni dei quali capaci di indurre lo sviluppo di tumori;

- in particolare, fra questi metalli pesanti vi è anche il cadmio e i suoi composti, per i quali, nell'area del Sulcis, si registra il record europeo di rilascio nelle acque, e che è tristemente conosciuto come causa di tumori polmonari, prostatici e vescicali, neuropatie degenerative e anche malattie cardio-vascolari e polmonari che trovano importanti cause inducenti nelle emissioni inquinanti atmosferiche;

appreso che:

- da un rapporto del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri (NOE) del 6 ottobre 1999 si rileva: "Le considerevoli quantità di materiali radioattivi accumulate nelle strutture industriali tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 ed il concomitante dissesto delle organizzazioni governative dei Paesi dell'est europeo, nonché i rilevanti incidenti nucleari verificatisi all'estero, sono fattori che hanno favorito la nascita e lo sviluppo di traffici illeciti di materiale contaminato da sorgenti radioattive. In particolare l'importazione di ingenti quantitativi di rottami metallici e materiale ferroso che entrano nel nostro territorio, destinati per buona parte alle fonderie del nord, diventa oggetto di attenzione da parte delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali, al pari dei traffici abusivi di armi e stupefacenti";

- nel numero 19 (gennaio-aprile 2001) della Rivista del Servizio di informazioni e sicurezza democratica SISDE "Per Aspera ad Veritatem - Rivista di intelligence e di cultura professionale" si afferma: "Sono stati accertati 173 casi di traffico illecito di materiale nucleare dal 1992 al 1998. Su due milioni e 260 mila tonnellate di rottami ferrosi che passano attraverso i valichi doganali, sono state rispedite al mittente, in quanto risultate contaminate, 15.000 tonnellate. Sono stati accertati e denunciati 66 responsabili di laboratorio, accertati 113 reati penali ed eseguiti 17 sequestri, tra il 1997 e il 1999, per un valore pari a 2.200 milioni";

considerato ancora che:

- il 13 gennaio 2004 all'Acciaieria AFV Beltrame di Vicenza è accaduto di fondere una sorgente radioattiva, finita, per cause ancora non chiarite, tra i rottami in ingresso allo stabilimento; l'emergenza è scattata quando le emissioni dei forni sono transitate attraverso il portale di controllo della radioattività posto all'uscita dallo stabilimento;

- la sorgente radioattiva non è stata rilevata all'ingresso perché presumibilmente schermata o sigillata, ma solo dopo, quando a seguito della fusione, si è liberata nei fumi del forno fissandosi alle polveri con valori molto alti di cesio 137 riscontrati pari a 25.000 bequerel/kg; incidenti simili posso essere accaduti in altre acciaierie senza che ne sia conseguito un comportamento virtuoso di denuncia;

constatato che:

- in questa situazione la Sardegna si è trovata in una condizione di estrema vulnerabilità per l'assenza di un portale radiometrico nello stabilimento per lo smaltimento dei fumi di acciaieria fino alla primavera del 2004 e per l'inesistenza di un'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente compiutamente funzionante;

- l'Assessorato della difesa dell'ambiente, di concerto con quello della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, dopo la valutazione di impatto ambientale aveva addirittura concesso, a suo tempo, l'innalzamento delle quote di fumi di acciaieria da smaltirsi in Sardegna da 120.000 a 300.000 tonnellate, ignorando le gravi conseguenze (tra le prescrizioni richieste si insisteva sulle emissioni in atmosfera, ma si dimenticava la bonifica analitica delle condizioni del suolo e delle acque, sia pregresse che future);

- nella deliberazione n. 10/52 dell'11 febbraio 2009, avente per oggetto il contratto di programma Portovesme Srl, iniziativa "Portovesme" (27663/ IMP), ed a firma dell'ex Vicepresidente Carlo Mannoni, si esprimeva parere preliminare favorevole sull'istanza di accesso della Portovesme Srl al contratto di programma per l'iniziativa "Portovesme" (27633/IMP), ai sensi del decreto ministeriale 24 gennaio 2008, articolo 7;

- l'iniziativa proposta veniva allora caldeggiata data la rilevanza dell'impatto socio-economico della società Portovesme Srl sul territorio in quanto questa occupa 713 addetti ed era articolata in diversi interventi fra i quali figurava l'ampliamento della discarica di Genna Luas, finalizzato allo stoccaggio dei fumi di acciaieria, e integrandovi sistemi di abbattimento delle polveri;

- il parere preliminare favorevole sull'istanza di accesso della Portovesme Srl al contratto di programma veniva ratificato da questa Giunta, sempre con motivazioni connesse all'emergenza contingente ed alla crisi occupazionale che dilaga ed addirittura finanziato in sede di manovra di bilancio del 2004;

rilevato che:

- il nuovo protagonismo delle tematiche ambientali nella vita e nei discorsi pubblici di questa amministrazione regionale è stato spesso accompagnato da un ritorno, nei fatti, al vecchio sistema di amministrazione e sfruttamento delle risorse ambientali e la stessa opinione pubblica non ha potuto notare alcun elemento di discontinuità con la precedente amministrazione ed anzi, ha proprio percepito essere in atto una sorta di baratto di sopravvivenza a discapito della salute dei cittadini, come anche nel caso della citata ratifica del programma per lo smaltimento dei fumi,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:

1) risulti anche a questa amministrazione che quanto indicato in premessa risponda al vero e, nel caso, quali misure intenda adottare al fine di tutelare la salute degli operai che ogni giorno hanno a che fare con questi materiali e l'ambiente in cui devono lavorare e la salute di tutte le popolazioni interessate;

2) anche questa amministrazione ritenga urgente e non oltre procrastinabile l'avviamento di un programma di bonifica delle aree interessate che veda, proprio nei lavoratori presenti in tali aree ed in relazione alla loro alta specializzazione, i soggetti attivi sui quali contare per la stessa opera. (343)

Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi - Moriconi - Solinas Antonio in merito all'affidamento del servizio di vigilanza, portierato, custodia e lavaggio autoveicoli della Regione autonoma della Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- la Regione, con determinazione n. 35429/2724 del 30 luglio 2008 indiceva una procedura aperta "per l'affidamento del servizio di vigilanza, portierato/custodia e lavaggio autoveicoli", per la durata di anni quattro (con eventuale rinnovo per altri due anni) e con un importo a base d'asta di euro 33.173.356, per l'aggiudicazione con il sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa;

- all'esito della procedura di gara, nella seduta del 22 aprile 2009, l'appalto veniva provvisoriamente aggiudicato al raggruppamento temporaneo di imprese composto dalle società La sicurezza notturna Srl, in proprio e quale mandataria, GPR security srl, Over Security Oristano Srl, Over Security Sardegna; SGS Sardegna general service Srl, Dual service Spa e Europol service Srl, quali mandanti;

- in data 15 settembre 2009, la società Vigilanza Sardegna, altra società partecipante alla gara, la cui offerta è risultata al secondo posto, proponeva ricorso innanti al TAR Sardegna, volto all'annullamento sia dell'atto di ammissione alla gara del raggruppamento di imprese capeggiato da La sicurezza notturna Srl e sia della aggiudicazione provvisoria a favore di questa ultima;

- il TAR Sardegna, con sentenza n. 116/2010, accoglieva il ricorso presentato dalla Vigilanza Sardegna ed annullava i provvedimenti impugnati;

- con distinti ricorsi in appello (n. 1811/2010 e n. 2301/2010), La sicurezza notturna Srl quale mandataria e la SGS Sardinia general service Srl, quale mandante del raggruppamento temporaneo di imprese, adivano il Consiglio di Stato al fine di ottenere l'annullamento della sentenza n. 116/2010 emessa dal TAR Sardegna;

- il Consiglio di Stato con ordinanze n. 1694 e n. 1696 del 14 aprile 2010, accogliendo le istanze delle appellanti, sosteneva, contrariamente a quanto argomentato dal TAR Sardegna, che il gravame proposto in primo grado dalla Vigilanza Sardegna avverso i provvedimenti di ammissione alla gara e di aggiudicazione provvisoria, risultava essere tardivo e, pertanto, non meritevole di accoglimento;

- successivamente, nel merito, il Consiglio di Stato dichiarava gli appelli carenti di interesse in quanto, nel frattempo, l'Amministrazione regionale proseguiva, correttamente e legittimamente, nel procedimento di aggiudicazione e, a seguito della verifica dell'offerta e dei requisiti, con determinazione in data 5 novembre 2010, prot. n. 45404/1.4.3 Rep. n. 2367 (poi rettificata con successiva determinazione prot. n. 45883/1.4.3 n. 2435 del 9 novembre 2010) la Direzione generale degli enti locali e finanze, approvava gli atti e i verbali della procedura di gara e disponeva l'aggiudicazione definitiva in favore del RTI La sicurezza notturna Srl; anche quest'ultimo provvedimento veniva impugnato nanti il TAR Sardegna con due ricorsi (RG n. 1059 e n. 1116/2010) da Vigilanza Sardegna Scarl e dall'Istituto di vigilanza notturna e diurna di Cannas Bruno;

- venne, inoltre, notificato e depositato in giudizio rituale ricorso incidentale, proposto dall'aggiudicataria La sicurezza notturna, per l'annullamento dell'ammissione alla gara e della conseguente mancata esclusione del costituendo RTI Vigilanza Sardegna e, in ispecie, per l'annullamento dei verbali di gara n. 4 del 21 ottobre 2008, n. 5 del 4 novembre 2008 e n. 6 del 1° dicembre 2008;

- all'udienza pubblica del 23 marzo 2011 il TAR Sardegna, riuniti i ricorsi, li tratteneva in decisione e, con sentenza n. 845 del 22 luglio 2011, li accoglieva rigettando quelli proposti in via incidentale da La sicurezza notturna;

- La sicurezza notturna, in proprio ed insieme alle mandanti, proponeva rituale appello al Consiglio di Stato che veniva iscritto al n. 7530/2011;

- il Supremo Collegio, con ordinanza cautelare n. 4498 del 12 ottobre 2011, dapprima sospendeva l'esecutività della sentenza impugnata; successivamente, nel merito, pronunciava sentenza n. 1732/2012, depositata il 26 marzo 2012, con la quale, riconosciuta la fondatezza dei ricorsi incidentali proposti in primo grado dal RTI La sicurezza notturna, così statuiva "conseguentemente, in riforma integrale dell'impugnata sentenza, devono essere accolti i ricorsi incidentali proposti in primo grado dall'a.t.i. capeggiata dalla società La Sicurezza Notturna S.r.l, mentre devono essere dichiarati improcedibili, per sopravvenuta carenza di interesse, i ricorsi principali allibrati ai nn.rrgg.1059/2010 e 1116/2010";

- pertanto, con la suesposta pronuncia il Consiglio di Stato ha definitivamente risolto, con la copertura dell'irremovibile giudicato, la vicenda;

- nonostante tutto, il RTI costituendo Vigilanza Sardegna, con ricorso iscritto al n. 3371/2012, ha nuovamente adito il Consiglio di Stato al fine di ottenere la revocazione della sentenza n. 1732/2012;

- a tutt'oggi e a seguito di ulteriori pronunce e atti incoerenti della stessa Amministrazione regionale la gara a suo tempo bandita per determinare l'affidamento del servizio non ha avuto alcun effetto;

considerato che:

- la Regione ha continuato in regime di proroga da oltre tre anni a rischio di grave violazione dei principi di buona amministrazione e delle normative nazionali e comunitarie in materia di affidamento di servizi alla pubblica amministrazione ormai divenuti ancora più stringenti in relazione alle nuove disposizioni introdotte con i provvedimenti legislativi del Governo nazionale;

- in relazione alla consolidata giurisprudenza in materia la Regione che non ha ritenuto, nonostante il lungo e travagliato contenzioso che si è sviluppato in relazione alla gara in argomento, di perfezionare la procedura di affidamento, non potrà esimersi di intervenire conclusivamente o affidando in via definitiva il servizio a chi ne abbia effettivamente titolo o quantomeno proponendo una nuova procedura d'appalto,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:

1) perché la Regione non abbia provveduto a perfezionare la procedura di gara e stipulare il contratto di appalto definitivo;

2) quali siano i provvedimenti che intendono porre in essere al fine di rimediare nell'immediato a questa incresciosa situazione evitando che si determinino condizioni di violazione di legge, avuto riguardo anche alle recenti disposizioni emanate dal Governo in materia di assegnazione a soggetti imprenditoriali privati di servizi alla pubblica amministrazione. (345)

Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sull'esigenza di interventi per il miglioramento dell'assistenza alle demenze e ad alla malattia di Alzheimer, per la redazione del piano regionale demenze e la riorganizzazione delle strutture specialistiche per la diagnosi e il trattamento (Unità valutative Alzheimer - UVA), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in Sardegna si registrano oltre 15.000 casi di demenza e altre malattie neurodegenerative del sistema nervoso centrale, patologie complesse ad alto impatto economico, emotivo ed assistenziale, di cui almeno 10.000 riconducibili alla malattia di Alzheimer;

- la velocità d'invecchiamento della popolazione sarda provocherà, nei prossimi 15 anni, il raddoppiare dei casi, previsto nel resto d'Italia in un arco temporale più esteso;

- il Piano sanitario regionale (PSR) 2006-2008 evidenzia tra i suoi obiettivi l'esigenza di contrastare le patologie di particolare rilevanza sociale, tra cui le demenze e la malattia di Alzheimer, in ragione della grande diffusione e della specifica natura cronico-degenerativa;

- diversamente dalla maggior parte delle regioni italiane, la Sardegna è priva di una normativa specifica, così come di un piano regionale nel campo delle demenze, di linee guida condivise e di un qualunque progetto socio-sanitario indirizzato esplicitamente ai malati di demenza e ciò è drammaticamente evidente nella grave mancanza di una risposta organizzativa omogenea sul territorio;

- in mancanza di specifiche normative regionali, le 14 Unità valutative Alzheimer (UVA) per il monitoraggio dei piani di trattamento per la malattia di Alzheimer istituite nel 2000 all'interno del progetto ministeriale Cronos hanno dovuto, con l'esclusione di una, per forti carenze di organico e di organizzazione, restringere il campo di intervento alla fase diagnostica e terapeutica del processo di cura e non hanno potuto prendere in carico i malati nella globalità dei bisogni né garantire la continuità assistenziale nelle diverse fasi della malattia o fornire adeguato sostegno e formazione ai familiari;

- il decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 14 del 16 aprile 2010 riconosce il forte impatto sociale, i costi sociali e l'elevato consumo di risorse sanitarie delle demenze, rileva la necessità di realizzare interventi per contrastare tali patologie e costituisce la Commissione regionale malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative al fine di formulare proposte in tema di programmazione degli interventi per quantificare le dimensioni reali del problema, valutare i bisogni dei malati e delle famiglie, elaborare linee di indirizzo sui modelli organizzativi e per individuare livelli integrati di assistenza uniformi sul territorio regionale;

- dopo un lavoro di circa un anno e mezzo in cui sono state prodotte alcune proposte di linee guida per una riorganizzazione delle Unità valutative Alzheimer, nel gennaio 2012 i membri della commissione regionale si sono dimessi per protesta contro l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale il quale, malgrado i ripetuti solleciti, ha continuato ad ignorare gli esiti del lavoro della commissione e le proposte sulla razionalizzazione dell'assistenza ai malati e alle famiglie e non ha proceduto ad alcun intervento significativo in materia;

VISTO che:

- la dichiarazione del Parlamento europeo sulle priorità nella lotta contro il morbo di Alzheimer (2010/C 76 E/17) chiede al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli stati membri di considerare la malattia di Alzheimer come una priorità in fatto di salute pubblica europea e di definire un piano d'azione europeo inteso a: promuovere la ricerca paneuropea sulle cause, la prevenzione e la cura delle diverse sindromi dementigene; migliorare la diagnosi precoce; semplificare per i malati e coloro che se ne fanno carico i percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali e migliorare la loro qualità di vita; promuovere il ruolo delle associazioni Alzheimer e accordare loro un sostegno regolare;

- la risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2011 relativa a un'iniziativa europea sulla malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza (2010/2084(INI)) invita il Consiglio europeo a dichiarare che la demenza rappresenta una priorità sanitaria dell'UE ed esorta fortemente gli stati membri a sviluppare piani strategici nazionali e strategie specifiche, volti ad affrontare le conseguenze sociali e sanitarie delle demenze ed a fornire servizi e sostegno alle persone afflitte e alle loro famiglie;

RICORDATO che nella risposta all'interrogazione n. 347 sulla necessità di un piano regionale sulle demenze e sull'interruzione degli interventi psicologici essenziali del Centro Alzheimer del Presidio ospedaliero SS. Trinità di Cagliari, l'Assessore non forniva alcuna indicazione rispetto alla prima delle questioni sollevate, ovvero se e in quali tempi la Giunta regionale intendesse predisporre un progetto socio-sanitario su scala regionale indirizzato esplicitamente ai malati di demenza;

CONSIDERATO che:

- le demenze, tra cui l'Alzheimer, sono considerate malattie sociali per il forte impatto assistenziale che per il 90 per cento dei casi grava sulle famiglie creando di frequente il crollo psicologico delle stesse;

- la qualità della vita dell'ammalato e dei familiari può migliorare solamente con un adeguato supporto psicologico e per l'effetto dell'integrazione socio-sanitaria, contribuendo anche al contenimento la spesa sanitaria in quanto si limitano i ricoveri, le istituzionalizzazioni e il consumo dei farmaci;

- la disomogeneità assistenziale e la mancanza di coordinamento su scala regionale sono ostacoli all'implementazione sistematica di percorsi volti alla valutazione multidimensionale dei bisogni e progetti di cura anche non farmacologici, quali le tecniche riabilitative cognitive e comportamentali e il sostegno psicologico;

SOTTOLINEATO che:

- le UVA devono essere messe nelle condizioni di operare in maniera ottimale con un miglioramento strutturale ed organizzativo, compresa una nuova ridistribuzione territoriale, per poter operare in un'unica rete integrata di servizi dedicati alla demenza e garantire la presa in carico globale dei malati e a tal fine è urgenza non più procrastinabile e condivisa dai professionisti del settore, così come dalle associazioni dei familiari, il Piano regionale sulla demenza o apposite linee guida;

- le criticità di cui sopra trovano rilievo nell'indagine effettuata dalla commissione regionale Malattie di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative la quale sottolinea l'esigenza di rivalutare l'attuale funzione delle UVA e di prevedere un nuovo riassetto organizzativo anche dal punto di vista numerico e della distribuzione territoriale,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a predisporre, sulla base della documentazione elaborata dalla Commissione regionale malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative, un progetto socio-sanitario su scala regionale indirizzato esplicitamente ai malati di demenza in cui si provvede alla riorganizzazione e all'incremento delle strutture per la diagnosi e il trattamento della demenza di Alzheimer (UVA);

2) a promuovere l'istituzione della Rete regionale di riabilitazione cognitiva assicurando la copertura di tutti i territori, promuovendo i servizi riabilitativi cognitivi (RSA, centri diurni, ADI ecc.), il Punto unico d'accesso, i servizi sociali, le associazioni dei familiari ed il volontariato;

3) ad attivare almeno un centro diurno e un nucleo residenziale Alzheimer all'interno delle RSA per ciascuna ASL;

4) ad impegnare ciascuna ASL a tenere nella giusta considerazione le problematiche della demenza attraverso un immediato potenziamento delle UVA esistenti e la redazione di uno specifico Piano demenze all'interno del piano aziendale

5) a sostenere l'adozione presso le UVA del metodo incentrato sulla valutazione multidimensionale dei bisogni e sull'intervento terapeutico totale, comprensivo di percorsi di cura non farmacologici quali la riabilitazione cognitiva e comportamentale;

6) a nominare entro 30 giorni il gruppo di lavoro per la redazione del Piano regionale delle demenze in cui devono essere specificati: le priorità e gli obiettivi da raggiungere nel triennio di riferimento; gli indirizzi di contrasto alle demenze e alla malattia di Alzheimer; l'organizzazione dettagliata delle UVA; l'organizzazione e l'integrazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali sia territoriali che ospedalieri relativi a tutte le fasi della malattia; i requisiti e le modalità organizzative, strutturali ed operative della Rete regionale di riabilitazione cognitiva. (191)

Mozione Zuncheddu - Uras - Salis - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Mariani in merito alle criticità sulla realizzazione di una discarica per rifiuti cosiddetti non pericolosi in località Pranu Mannu nell'isola amministrativa del Comune di Decimomannu in Provincia di Cagliari.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- giovedì 21 giugno 2012 si è tenuta a Decimomannu un'assemblea pubblica per la presentazione del progetto della Daneco Impianti Srl di Milano, che prevede la realizzazione di una discarica nell'isola amministrativa in località Pranu Mannu;

- da tale incontro è emersa la contrarietà della cittadinanza e dei comitati locali all'ipotesi di costruzione della discarica, che si ripresenta per la terza volta negli anni in questa stessa area, dopo che progetti simili erano stati già avanzati e bocciati in località Tanca 'e su Marchesu a Uta e Bega Deretta a Villaspeciosa;

- le motivazioni che anche stavolta hanno spinto residenti e comitato alla protesta contro il progetto della Daneco Srl sono numerose, prime fra esse le più che giustificate preoccupazioni per i potenziali rischi e pericoli per la salute di chi vive e opera in quest'area, ma anche per la salvaguardia e la tutela dell'ambiente e del territorio di questa parte della Sardegna, particolarmente sensibile sia a livello naturalistico che storico-identitario (vedi noti siti archeologici come il villaggio nuragico Monte Truxoni, monumenti naturali riconosciuti come quello di Fontanafredda, istituito ai sensi della legge n. 31 del 1989, la presenza di un complesso bacino idrografico diffuso, la prossimità di zone SIC e di oasi di protezione faunistica ecc);

PRESO ATTO che:

- le criticità riscontrate riguardano anche aspetti di natura tecnico-urbanistica in quanto, come è stato sottolineato all'amministratore delegato della Daneco Srl, non è chiaro perché il progetto sia stato contemplato in aree a destinazione agricola, come risulta dallo stesso piano urbanistico comunale: una criticità questa che da sola rappresenterebbe vincolo ostativo al progetto, sebbene non ve ne sia traccia nei documenti depositati presso la Regione dalla società richiedente;

- è chiaro che, per poter procedere con la realizzazione della discarica, tali aree dovrebbero subire un cambio di destinazione d'uso che, nell'eventualità, solo ed esclusivamente la competente amministrazione comunale potrebbe approvare: decisione questa che comporterebbe ovviamente il malcontento delle popolazioni dell'area, per le quali i rispettivi sindaci sono responsabili sia sul piano civile che su quello penale della salute della cittadinanza e che, in qualità di rappresentanti legali dei comuni devono rendersi garanti della tutela della salute e dell'ambiente con particolare riferimento al come l'articolo 17 del decreto legislativo 30 aprile 2006, n. 152, parte quarta;

- in relazione al PUC alcune delle particelle catastali dell'area di intervento rientrano per destinazione d'uso in zona E, ovvero aree "destinate all'agricoltura, alla pastorizia, alla zootecnica, all'itticoltura, alle attività di conservazione e di trasferimento dei prodotti aziendali, all'agriturismo, alla silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno", pertanto non compatibili con le attività svolte all'interno di una discarica per rifiuti; più nello specifico tali aree ricadono in:

1) ZONA E2 - aree di primaria importanza per la funzione agricolo-produttiva in relazione all'estensione, composizione e localizzazione dei terreni;

2) ZONA E5 - aree marginali per l'attività agricola nelle quali è necessario mantenere la stabilità ambientale;

- il sito in oggetto inoltre, vedrebbe l'interessamento di terreni di centinaia e centinaia di ettari per i quali le competenti autorità locali e regionali dovranno accertare l'effettiva proprietà e origine, per scongiurare eventuali presenze di terreni su cui possa gravare ancora il diritto di uso civico e quindi prevalga il diritto della collettività sul singolo, accertamenti che implicherebbero notevoli differenze sugli eventuali sviluppi del progetto;

- in relazione all'impatto ambientale si prospetta inevitabilmente un forte inquinamento dei terreni interessati, atmosferico (per l'emissione di polveri, biogas ecc.) e delle falde idriche per l'interazione tra le acque superficiali e sotterranee col percolato prodotto;

- prosegue il consumo del territorio e la mortificazione delle attività tradizionali agro-pastorali che ancora oggi costituiscono un pilastro portante dell'economia delle aree interessate;

- sussistono forti criticità rispetto all'applicazione del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche e integrazioni per la presenza del bacino idrografico diffuso che comprende i Rii Acqua Sassa, Bega Deretta e Riu Salamida che confluiscono nel lago del Cixerri; il suddetto decreto legislativo, infatti, impone il divieto di realizzare discariche nei pressi di corsi d'acqua, anche qualora questi fossero torrentizi ed eventualmente coperti, come accadrebbe nel caso del Rio Acquasassa);

- altro vincolo ostativo al progetto, che pare non sia stato preso in considerazione, è rappresentato dal fatto che il Piano generale delle acque prevede per l'invaso del Cixerri la classificazione di "area sensibile", ovvero posta sotto particolare tutela in base a quanto sancito dalla direttiva n. 2000/60/CE, reg. 2007/1100/CE e dalla direttiva n. 98/83/CE;

- viene confermato fra l'altro dagli stessi documenti forniti che è da considerare il rischio e pericolo di percolato che potrebbe penetrare "nel suolo e nel sottosuolo (acque sotterranee) e nei corpi idrici superficiali" e che "potrebbe raggiungere le falde che sottendono l'area di interesse e i corpi recettori naturali nei quali confluiscono le acque meteoriche di regimazione";

- in aggiunta a ciò, le considerazioni presenti nello studio di impatto ambientale della Daneco Srl presentano parti alquanto critiche in merito al livello della falda accertata che infatti non risulterebbe a 30 metri dal piano di campagna, motivo per cui sarebbe alquanto doveroso istruire un ulteriore iter di controllo e accertamenti geognostici, anche per scongiurare il rischio che il percolato possa penetrare nella falda;

- come previsto dal Piano regionale dei rifiuti "Nel territorio regionale dovranno trovare ubicazione solamente discariche per rifiuti inerti o non pericolosi, adeguate alla normativa vigente" e "le discariche presenti nel territorio regionale sono esclusivamente a servizio dei rifiuti prodotti nel territorio regionale"; si possono elencare diversi casi in cui in deroga a tale normativa in Sardegna siano addirittura arrivati d'oltremare rifiuti speciali pericolosi, quali scorie radioattive, destinati alle nostre discariche (ultimo in ordine cronologico l'episodio riportato dalla stampa del 27 giugno 2012 da cui emerge l'ennesimo allarme radioattività in Sardegna, nello stabilimento della Portovesme Srl per la presenza di cesio 137 nei sacchi di fumi di acciaieria arrivati via mare dalla Grecia, il tutto confermato dalle analisi effettuate dall'Istituto di fisica dell'Università di Cagliari);

- in merito alle operazioni di bonifica del territorio interessato, nella parte del progetto definita "Ripristino finale" è scritto che "l'obiettivo del ripristino ambientale è la restituzione del sito interessato dalla discarica all'ambiente"; le operazioni previste, pertanto, non sono altro che la "rivegetazione della copertura finale" tramite la messa a dimora di nuovi gruppi arbustivi; ciò significa che tutti i materiali e le sostanze depositate negli anni all'interno della discarica verranno abbandonati nel sito, cioè non è prevista alcuna opera di bonifica;

- la fase di post gestione della discarica ai sensi del decreto legislativo n. 36 del 2003 avrà "una durata trentennale ed inizierà dopo che la discarica avrà raggiunto la saturazione dei volumi previsti dal progetto ed autorizzati", ciò significa che comunque il sito verrà compromesso per almeno cinque anni per la fase di gestione e per ben trent'anni non sarà del tutto ripristinato dal punto di vista ambientale, per di più con attività di manutenzione da effettuare al fine di condurre la discarica in sicurezza;

PRESO ATTO, inoltre, che la società proponente tale progetto suscita notevoli perplessità sotto diversi profili anche sul piano delle garanzie di legalità necessarie in chi opera in un settore di particolare delicatezza come quello del trattamento e smaltimento dei rifiuti; in tal senso vale citare il caso che ha destato l'interesse da parte della stampa internazionale, relativo a "280.000 tonnellate di rifiuti di nerofumo contaminate da mercurio" e sulle quali sono state fornite dalla Daneco solo alcune informazioni per una minima quantità equivalente a 25.000 tonnellate, "parte delle quali pesantemente contaminate da mercurio, che sono state spedite in discarica a Nerva, in Andalusia. Mentre il restante tonnellaggio, la sua destinazione e trattamento rimane, per ora, un mistero",

impegna il Presidente della Regione

1) a predisporre un iter di controllo ulteriore rispetto ai documenti forniti e agli studi condotti dalla società Daneco, in modo tale da evitare la sovrapposizione di controllore e controllato e garantire la massima trasparenza e obiettività nei risultati delle indagini;

2) a verificare che il progetto sia conforme a quanto stabilito da:

a) Piano generale delle acque che prevede per l'invaso del Cixerri la classificazione di "area sensibile";

b) direttiva n. 2000/60/ CE, reg. n. 2007/1100/CE;

c) direttiva n. 98/83/CE;

d) direttiva CEE n. 99/31;

e) direttiva n. 91/156/CEE;

f) PUC per quanto concerne i vincoli di ZONA E 2 e ZONA E5;

g) decreto legislativo n. 152 del 1999 e successive modificazioni;

h) legge regionale n. 31 del 1989;

3) a intraprendere urgenti misure affinché siano inclusi quali vincoli ostativi al progetto:

a) il villaggio nuragico di Monte Truxionis, inestimabile patrimonio storico-identitario per i sardi, affinché venga irreparabilmente compromesso con la realizzazione della discarica, e che non è stato minimamente contemplato fra le presenze che costituiscono vincolo dell'area interessata dal progetto;

b) l'invaso del Cixerri che in base al Piano generale delle acque è classificato come "area sensibile", ovvero posto sotto particolare tutela in base a quanto sancito dalla direttiva n. 2000/60/CE, reg. n. 2007/1100/CE e dalla direttiva n. 98/83/CE;

c) le particelle catastali dell'area di intervento che in relazione al PUC rientrano per destinazione d'uso in zona E2 e zona E5, ovvero aree "destinate all'agricoltura, alla pastorizia, alla zootecnica, all'itticoltura, alle attività di conservazione e di trasferimento dei prodotti aziendali, all'agriturismo, alla silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno", pertanto non compatibili con le attività svolte all'interno di una discarica per rifiuti;

4) a predisporre uno studio geologico-archeologico e indagini geognostiche mirate da affidare ad esperti terzi diversi da quelli della società committente;

5) a predisporre tutti i doverosi controlli per scongiurare eventuali infiltrazioni del cosiddetto business delle "ecomafie" nel territorio sardo e possibili irregolarità concernenti la presentazione di documenti e studi effettuati, come già avvenuto in altre regioni italiane;

6) a effettuare tutti i controlli necessari per fare chiarezza sull'eventuale diritto di uso civico ricadente nelle aree interessate dal progetto. (192)

Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulle conseguenze della sentenza della Corte costituzionale n.147 del 4 giugno 2012 in tema di dimensionamento scolastico, sull'inerzia della Giunta regionale nei confronti delle disposizioni incostituzionali contenute nella legge n. 111 del 2011 e sulla necessità di adottare al più presto un nuovo piano di dimensionamento scolastico che non svilisca il sistema educativo regionale come l'attuale, con richiesta di convocazione straordinaria ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- a seguito dei ricorsi promossi dalle Regioni Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, dalla Regione siciliana, e dalle Regioni Puglia e Basilicata aventi ad oggetto le disposizioni in materia di dimensionamento scolastico, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità delle disposizioni contenute all'articolo 19, comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, per violazione dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione;

- l'articolo 19, comma 4, di cui sopra (Razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica) ha imposto l'aggregazione della scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado in istituti comprensivi e la conseguente soppressione delle autonomie preesistenti stabilendo inoltre che gli istituti comprensivi possono acquisire l'autonomia solo se costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;

- nonostante i rilievi sollevati dalla sottoscritta e dai colleghi consiglieri in più interrogazioni consiliari, la Giunta regionale ha dato acriticamente applicazione alle norme nazionali, approvando, in data 12 febbraio 2012, la delibera n. 7/4 della Giunta regionale con il piano di dimensionamento scolastico 2012/2013, facendo esplicito riferimento all'articolo 19, comma 4, della legge n. 111 del 2011, legge di conversione del decreto legge n. 98 del 2011 e specificando di procedere alla riorganizzazione della rete scolastica secondo il nuovo dettato normativo così come richiamata dal decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, articolo 19, commi 4 e 5;

CONSIDERATO che:

- in Sardegna l'applicazione dei parametri nazionali contenuti nella legge n. 111 del 2011, come verificabile dall'allegato alla delibera della Giunta regionale n. 11/2 del 6 marzo 2012 ha comportato la soppressione di un'elevatissima percentuale di autonomie scolastiche in ogni provincia, aggravando la già pesantemente compromessa situazione del sistema scolastico sardo, impoverito dai tagli e dai dimensionamenti imposti dal governo Berlusconi e passivamente applicati dall'Amministrazione regionale nel corso degli ultimi anni;

- nella more di una legge regionale di settore, i continui ritardi e l'inerzia della Giunta regionale declassano ulteriormente l'offerta formativa degli istituti scolastici della Sardegna a un livello assai inferiore rispetto alle loro potenzialità, ne compromettono i risultati formativi e di integrazione, di riequilibrio settoriale, territoriale e di uguaglianza nell'accesso alle diverse opportunità educative;

- nonostante il Consiglio regionale, così come i sindacati, gli amministratori locali e il mondo educativo regionale chiedano da anni che si apra una seria rivendicazione con lo Stato circa criteri, parametri e risorse corrispondenti alle peculiarità della Sardegna, la Regione continua invece a mostrarsi subordinata ad ogni decisione statale, come dimostrano il non aver richiesto giudizio di legittimità alla Corte costituzionale al pari di altre sette regioni italiane e, ancor peggio, l'aver accordato il proprio favore, unica fra tutte le regioni, al decreto interministeriale sulle tabelle degli organici della scuola per il 2012/2013;

SPECIFICATO che:

- nel giudizio della Consulta risulta con chiarezza che il dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, come peraltro già affermato dalla sentenza n. 200 del 2009, non può ricondursi all'ambito delle norme generali sull'istruzione e va invece ricompreso nella competenza concorrente e dunque è ambito di competenza regionale;

- nel giudizio di cui sopra è ribadito che "la preordinazione dei criteri volti all'attuazione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche ha una diretta e immediata incidenza su situazioni strettamente legate alle varie realtà territoriali e alle connesse esigenze socio-economiche di ciascun territorio, che ben possono e devono essere apprezzate in sede regionale, con la precisazione che non possono venire in rilievo aspetti che ridondino sulla qualità dell'offerta formativa e, dunque, sulla didattica";

VERIFICATO che:

- l'attuale Piano di ridimensionamento regionale è attuato sulla base di una norma dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale ed è lesivo dei principi dell'autonomia;

- il Piano di dimensionamento di cui sopra è altamente mortificante per il sistema scolastico regionale e trova ragione solo nell'esigenza di ridurre le strutture amministrative scolastiche ed il loro personale con esclusivi obiettivi di risparmio;

- il dimensionamento si somma ai tagli di organico subiti dalle scuole della Sardegna negli ultimi anni ed è un'ulteriore impoverimento per il già depotenziato sistema educativo regionale,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a riscrivere il Piano di dimensionamento regionale in considerazione della sentenza della Corte costituzionale n. 147 del 4 giugno 2012 che certifica l'illegittimità dell'articolo 19, comma 4, della legge 15 luglio 2011, n. 111, disposizione che ha preteso l'accorpamento di decine di istituti e la soppressione di altrettante autonomie scolastiche in spregio alle esigenze del sistema scolastico regionale;

2) ad assolvere agli impegni votati all'unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 17 novembre 2010 e, in particolare, ad aprire una seria trattativa con il Governo nazionale per un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione ed ad attivare i rappresentanti regionali presso la commissione paritetica di cui all'articolo 56 dello Statuto perché vengano predisposte specifiche norme di attuazione in materia di istruzione, che prevedano anche il trasferimento di risorse economiche alla Regione. (193)

Risposta scritta ad interrogazione

Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Meloni Marco sullo stato degli eventuali provvedimenti di stabilizzazione professionale del personale in esecuzione degli articoli 3 e 7, commi 1, 2, 3 e 3 bis, della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011), dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con sentenza n. 30 del 23 febbraio 2012 e sugli attuali intendimenti della Giunta regionale e degli assessorati competenti sul tema delle stabilizzazioni e delle procedure di reclutamento dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche regionali e locali. (864)

Con riferimento alla richiesta formulata con nota n. 3110 del 4 maggio 2012, si fa presente che le problematiche riguardanti le procedure di stabilizzazione negli enti locali non sono riconducibili alle competenze di questo Assessorato ma a quelle dell'Assessorato degli enti locali, finanze e urbanistica.

Per quanto riguarda la Regione, le agenzie e gli enti regionali, si informa che su proposta di questo Assessorato la Giunta regionale, con deliberazione n. 20/23 del 15 maggio 2012, ha approvato l'aggiornamento del "Piano per il superamento del precariato"¹ ed è in corso la definizione del provvedimento di revisione del Piano assunzioni 2010 - 2012 nel cui ambito sono inserite le procedure di stabilizzazione di lavoratori precari. Entrambi i predetti provvedimenti contengono gli adeguamenti resi necessari dall'esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 30 del 23 febbraio 2012 sia relativamente alla riserva dei posti da destinare al reclutamento, sia sulle modalità di applicazione delle premialità previste dall'articolo 36 della L.R. n. 2/2007.

In attuazione dell'articolo 36 della L.R. n. 2/2007 il Piano per il superamento del precariato è stato approvato il 22 novembre 2007 con la deliberazione n. 47/35 ed è stato successivamente integrato, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della L.R. n.3/2009, con la deliberazione n. 6/19 del 12 febbraio 2010.