Seduta n.204 del 29/11/2016
CCIV Seduta
Martedì 29 novembre 2016
(POMERIDIANA)
Presidenza del Presidente GIANFRANCO GANAU
La seduta è aperta alle ore 17 e 01.
MELONI GIUSEPPE, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 25 ottobre 2016 (200), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Emilio Usula ha chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 ottobre 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, per chiedere all'Aula, se fosse possibile, e a lei innanzitutto, la modifica dell'ordine del giorno chiedendo di anticipare come primo punto in discussione questo pomeriggio il disegno di legge numero 366 e successivamente avviare la discussione sulla variazione di bilancio.
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta di inversione dell'ordine del giorno con la discussione prima del disegno di legge numero 366. Chi la approva alzi la mano.
(E' approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 366.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore di maggioranza.
LOTTO LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Presidente, questo disegno di legge presentato dalla Giunta nelle settimane scorse è stato esaminato dalla Commissione, ne ha fatto un'ampia discussione, successivamente è stato trasferito alla terza Commissione per un proprio parere che è rientrato positivo e la Commissione l'ha approvato in via definitiva il 3 di novembre.
Si tratta di un disegno di legge che tratta diverse materie, ma in particolare tocca la vita dei Consorzi di bonifica. Al primo articolo si parla delle procedure per l'approvazione dei piani di riordino fondiario, che sono anch'essi di competenza del Consorzio di bonifica, e in particolare si prevede che vengano inclusi quelli redatti precedentemente alla data di approvazione della legge regionale 6 del 2008 sui Consorzi di bonifica vengano inseriti nel piano regionale di bonifica. Inoltre si chiede anche che la procedura di approvazione venga semplificata eliminando il preliminare non vincolante parere dell'Avvocatura dello Stato.
All'articolo 2, invece, si affrontano le criticità derivate ai Consorzi di bonifica dalle nuove norme di procedura per la predisposizione dei bilanci. Siccome la legge sui Consorzi di bonifica prevede che si debbano uniformare alle norme che attendono al Consiglio regionale, di fatto, essendo passato il Consiglio regionale al bilancio armonizzato, abbiamo la necessità di creare le condizioni affinché i consorzi di bonifica possano evitare di dover ricorrere a questa procedura, perché creerebbe per loro diverse difficoltà. Ci sarà un provvedimento della Giunta che emanerà per dare istruzioni per come procedere nella predisposizione dei bilanci dei Consorzi di bonifica.
Nell'articolo 2, invece, si parla di un delicato problema legato al risanamento finanziario dei Consorzi di bonifica. È un tema abbastanza attuale. L'attività di riaccertamento straordinario dei residui obbliga i Consorzi ad una operazione di verifica della sussistenza dei residui di bilancio e questo porta alla possibilità di eventuali situazioni di deficit. Si predispone la possibilità che un'eventuale perdita possa essere recuperata in quote costanti nell'arco dei successivi 30 anni.
All'articolo 3 si prevede, però, la possibilità per i Consorzi del recupero dei saldi del ruolo irriguo, ancora non emessi ai sensi dell'articolo 44 della legge numero 6 del 2008. Anche in questo caso però si dà la possibilità di spalmare questi eventuali recuperi dei saldi dei ruoli irriguo nei successivi dieci anni.
Nell'articolo 4 vengono recuperati dai fondi giacenti presso ISMEA 5 milioni, di cui 2 milioni per il credito agevolato per la piccola e media impresa del settore pesca e 3 milioni, invece, per costituire un fondo di garanzia per il ripianamento dei debiti dei Consorzi di bonifica.
All'articolo 5 si stanziano 150 mila euro per far fronte al pagamento dei contributi in conto interessi sia per i mutui fondiari sia per i mutui di proprietà coltivatrice.
Infine, l'articolo 6 prevede una modifica all'articolo 13 della legge 5 del 2015 che consente un utilizzo più elastico, quindi la possibilità di utilizzare effettivamente le somme derivanti dalla cessione dei diritti di impianto della riserva regionale, essendoci adesso una limitazione che rischia di tagliare fuori dalla possibilità di utilizzo di determinate tipologie di aziende e questo potrebbe portare a non utilizzare del tutto questi fondi.
È una legge che inizia ad affrontare le telematiche delicate dei consorzi di bonifica, non le risolve tutte, ne risolve una parte però è importante che queste vengano affrontate e risolte. Dopodiché sarà compito di questo Consiglio mettere mano in maniera più compiuta a tutta la tematica dei Consorzi di bonifica
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu, relatore di minoranza.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna), relatore di minoranza. Presidente, colleghi, colleghe, il disegno di legge concernente modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, numero 6, contiene norme varie in materia di agricoltura e di gestione dei servizi nel settore agricolo. Quest'ultimo è costituito da un tessuto imprenditoriale estremamente fragile, vulnerabile, a causa di innumerevoli variabili naturali e economiche, e risente delle prospettive incerte dei piani di sviluppo di questo settore che, tra le altre cose, soffre di carenze progettuali che rendono più difficile lo sfruttamento di molte opportunità di crescita e di sviluppo.
Il disegno di legge numero 366, in particolare, intende modificare la legge quadro in materia di consorzi di bonifica, la quale, disponendo in merito alle norme di indirizzo tecnico, gestionale e di funzionamento degli enti in questione, dal 2008 ha notevolmente riordinato e rinnovato la figura dei consorzi di bonifica in Sardegna.
Tali consorzi offrono servizi fondamentali per l'agricoltura, come la creazione e la gestione delle infrastrutture idrauliche ed irrigue che consentono lo svolgimento del comparto agricolo, la difesa e il presidio sul territorio tramite la gestione di canali e condotte che molto spesso fungono anche da strumenti di prevenzione da eventi calamitosi per aziende e centri abitati.
Quanto accennato conferisce ai consorzi di bonifica un ruolo centrale nella gestione del territorio e nei servizi offerti alle imprese agricole sarde.
Entrando nel merito del presente progetto di legge, si evincono alcuni punti di forza che possono rappresentare un grande vantaggio per la gestione degli enti in questione.
Un esempio è rappresentato dall'articolo 2, che mira a modificare l'articolo 17 della legge regionale numero 6 del 2008, rubricato Contabilità dei consorzi di bonifica, in cui, alla lettera a), si intende modificare l'obbligo per i consorzi di uniformare la propria contabilità agli schemi adottati dalla Regione autonoma della Sardegna, per seguire il modello di contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale adeguato alla natura giuridica degli stessi (quali enti pubblici economici) che è noto sia differente rispetto a quella della Regione (pubblica amministrazione).
Questo è un passaggio fondamentale che va a vantaggio degli enti in questione, in quanto solo pochi anni fa si è completato il processo di adozione degli strumenti di contabilità informatizzata, che ha avuto impatti rilevanti sulle funzioni svolte dal personale, richiedendo del tempo per uniformare la gestione tra tutti gli enti tramite l'utilizzo di nuovi sistemi informatici.
Se l'articolo 17 non fosse modificato, da quest'anno anche i consorzi, esattamente come è accaduto per la Regione (e per i comuni), dovrebbero seguire lo schema del bilancio armonizzato, stravolgendo nuovamente le operazioni contabili e rallentando la loro attività ordinaria.
L'articolo 2 per questo motivo è senza dubbio positivo, in quanto permette agli enti di avere una gestione più snella e immediata che meglio si attaglia alle funzioni che gli stessi svolgono nel territorio a presidio dello stesso, sia dal punto di vista della protezione civile che da quello della difesa idraulica.
La lettera b) del medesimo articolo definisce il comma 2 bis, il quale introduce nuove prospettive sulla gestione dei residui e dei ruoli, su quella che può essere definita una vertenza entrate da un lato e la gestione dei rapporti con i consorziati dall'altra.
Sono infatti presenti in Sardegna alcuni consorzi, che peraltro insistono su vasti territori, i quali vantano degli avanzi di amministrazione molto importanti, ma questi sono costituiti da entrate non esigibili ed il presente articolo mira proprio al recupero di queste voci.
La strategia promossa si fonda sulla costituzione di un fondo di accantonamento, in cui rientrano tutti i residui a seguito di una loro revisione ordinaria o straordinaria che, venendo esclusi dal bilancio, porterebbero quest'ultimo ad un'importante riduzione dell'avanzo o addirittura in alcuni casi, ad un disavanzo di amministrazione. Questo passaggio è molto importante e fondamentale per giustificare il ripianamento che può essere eseguito con un incremento dei ruoli correlati ai costi di funzionamento per quote costanti in non più di trenta esercizi, ovviamente poi ci esprimeremo entrando nel dettaglio degli articoli.
Tradotto, questo significa che, accertato il disavanzo, i consorzi possono dividerlo per un periodo massimo di trent'anni a carico dei consorziati, ovvero delle micro-imprese agricole sarde, che saranno soggette al pagamento di un canone più oneroso a causa di gestioni talvolta anche discutibili.
Vorrei ricordare che all'articolo 44 della legge regionale numero 6 del 2008 sono sancite le quote massime destinabili a ruolo; per gli enti che già impongono il tetto massimo indicato e quindi non possono aumentarle ulteriormente, l'articolo 2 bis, prevede che la SFIRS sia autorizzata ad attivare strumenti finanziari sotto forma di garanzia o di prestiti per i consorzi che ne facciano richiesta.
Riassumendo questo articolo afferma che i consorzi, potendo accertare un disavanzo ottenuto con revisione dei residui, possono ripianare le passività tramite aumento dei canoni a carico delle imprese o accedere a strumenti finanziari di credito, ovvero indebitando il consorzio, gravando indirettamente sulle aziende agricole.
Il comma 1 del presente articolo definisce i consorzi come enti di diritto pubblico vigilati, questo è un concetto importante, e prevede che la Regione autonoma della Sardegna ha il compito di vigilare e di approvare i bilanci dei consorzi suddetti, con il fine di verificare la correttezza della gestione e la congrua emissione dei ruoli, cioè dei canoni che i consorziati devono destinare all'ente, per la copertura di alcune spese quali la manutenzione delle condotte, la distribuzione dell'acqua, il mantenimento della struttura e il pagamento delle spese di funzionamento. La vigilanza e il controllo impedirebbero il verificarsi di un problema che crea ulteriori disagi alle aziende agricole sarde che, come già detto, operano in un settore incerto, fragile, ma allo stesso tempo fondamentale per la nostra Regione.
Inoltre la Regione autonoma della Sardegna esercita sui consorzi di bonifica da troppo tempo un controllo diretto tramite la figura dei commissari, e alcuni consorzi vantano gestioni commissariali da oltre un ventennio, il caso emblematico di Oristano. In questo modo si viola lo statuto di questi enti in cui è prevista una gestione consortile, amministrata da un consiglio e da un presidente votato dai contribuenti, quindi dalle imprese agricole sarde operanti nei vari comprensori.
Ci saremmo infatti aspettati da questo disegno di legge anche alcuni provvedimenti per riportare la gestione a quanto previsto dagli statuti, che veda quindi da un lato il mondo delle imprese come gestori delle infrastrutture, del presidio sui territori e garanti della difesa e del miglioramento fondiario, dall'altro la Regione che detiene e svolge la funzione di controllo.
Ancora una volta invece ci troviamo davanti a un progetto di una norma che mira a tamponare un problema, senza il riconoscimento delle proprie responsabilità, senza curare minimamente l'interesse e le necessità degli operatori e soprattutto senza creare delle prospettive che possano impedire il verificarsi anche in futuro di queste condizioni di inefficienza della struttura pubblica.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Ha ragione il relatore di minoranza, l'onorevole Rubiu, è un'occasione persa questa, avremmo potuto approfondire il tema e vedere effettivamente che cosa questo Consiglio regionale avrebbe potuto e dovuto fare per questi benedetti consorzi di bonifica. Ci saremmo aspettati sicuramente un'analisi più approfondita di quello che sta accadendo ai consorzi successivamente alle leggi regionali del 2006 e del 2008. Così non è, stiamo tappando delle falle, stiamo cercando di coprire delle falle e mi riferisco a quelle leggi che hanno tolto la gestione dei bacini ai consorzi di bonifica. Un'occasione sprecata, sotto tutti i punti di vista, sotto tutti i profili, il quesito che avremmo dovuto porci, a mio avviso, e lo dico a titolo personale, non voglio assolutamente impegnare il Gruppo in questo percorso, il quesito è: hanno ancora un senso i consorzi di bonifica o è meglio sopprimerli e trasferire le loro funzioni e le loro competenze a enti già esistenti? Questo è il quesito che pongo in primo luogo ed è il quesito che probabilmente ci dobbiamo porre, magari lo risolviamo negativamente, però è un quesito che ci dobbiamo porre, visto e considerato quello che sta accadendo nell'universo mondo in tema di enti utili e inutili. Comunque, non possiamo assolutamente negarci che l'ossatura normativa che disciplina questi enti è obsoleta, stiamo parlando di un regio decreto del 1933, presidente Lotto, quando i soldi erano soldi, quando c'erano ancora le mezze stagioni. Dal 1933 ad oggi il mondo è cambiato, di sicuro comunque sono enti che nel passato hanno avuto un ruolo molto importante, un grande ruolo possiamo dire, hanno contribuito, hanno bonificato aree vastissime del territorio, ma negli ultimi anni purtroppo abbiamo registrato, e stiamo continuando a registrare, una fase di deterioramento, di decadenza, di scarsa partecipazione democratica al voto. Insomma ci sono dei problemi grossi che sono percepiti dai consorziati, che sono costretti a pagare contributi sempre crescenti, cioè c'è uno scontento molto radicato nei consorziati, scontento del quale dobbiamo tenere conto. Dobbiamo capire qual è la causa e dobbiamo cercare di capire quali possono essere gli strumenti per risolvere, sopprimere questo scontento o sopprimerne una buona parte. Ripeto, io in questi anni mi sono convinto che è meglio sopprimerli, però mi rendo anche conto che la competenza, al di là di ogni ragionevole dubbio, è dello Stato in questa materia, c'è anche un progetto di legge di alcuni Senatori, che non so che esito abbia avuto, che propone la soppressione dei consorzi e propone il trasferimento di funzioni, compiti e competenze a enti territoriali. Che ne so: rete metropolitana, così può servire a qualcosa, o unione dei comuni. Ma se non abbiamo competenze sulla soppressione, se non abbiamo il potere di incidere in maniera così pesante cerchiamo di migliorarli e oggi noi non stiamo cercando di migliorare questi consorzi, noi stiamo tappando delle falle, stiamo colmando delle lacune, non stiamo facendo un lavoro strutturale, stiamo facendo un lavoro epidermico, stiamo facendo i dermatologi dei consorzi. Io credo che avremmo anche potuto pensare di riconoscere a questi consorzi un altro ruolo, dato che ci siamo, un ruolo polivalente, un ruolo che vada a toccare anche la sicurezza ambientale, la sicurezza alimentare, la sicurezza territoriale, io credo che avremmo potuto legiferare per rendere più sostenibili i costi di questi consorzi, invece questi consorzi dipendono dall'Enas che è un ente mastodontico, 300 dipendenti, mi riferisco ovviamente alla fornitura dell'acqua. E i costi dell'acqua in questi anni sono cresciuti in modo esponenziale, ho visto delle tabelle che sono veramente raccapriccianti e hanno ragione i consorziati a lamentarsi, allora, io credo che se non lo facciamo oggi lo dobbiamo fare nei prossimi mesi. Occorre lavorare per cercare di adeguare al presente la normativa vigente, occorre restituire all'agricoltura in tema di risorse idriche quel ruolo che compete all'agricoltura soprattutto in tema di decisione sui costi. Poi, io sono costretto a ricordare anche che c'è un'intesa Stato-Regioni del 2008 che punta a riconoscere la polivalenza di questi consorzi, quest'intesa non mi pare che sia stata attuata, non mi pare che ci sia stato neanche un accenno verso l'attuazione di questa intesa. Allora, se quest'intesa deve essere attuata occorre attribuirgli compiti di difesa del suolo, di provvista e gestione delle acque, a prevalente uso irriguo, compiti di salvaguardia ambientale; invece continuiamo ad esercitare, o continuate ad esercitare, un controllo tutto politico di questi consorzi attraverso commissari, non so quanti siano adesso i commissari ma fino a poco tempo fa i commissari erano tanti e credo che si possa fare anche un certo parallelismo tra i commissari di questi consorzi e i commissari delle ASL, che per il breve termine possono servire per affrontare situazioni contingenti, situazioni di straordinaria amministrazione. Ma, quando i commissari hanno vita lunga è evidente che c'è una gestione commissariale che viene utilizzata strumentalmente dalla politica per gestire, gestire e gestire. Tutto il contrario di ciò che invece era nel programma del presidente Pigliaru, che evidentemente era scritto sul vapore acqueo, come mi insegna un mio collega, molto spesso. Concludo, dicendo che stiamo perdendo un'occasione d'oro ed è un vero peccato, avremmo potuto fare un buon servizio ai consorziati, soprattutto, e non lo stiamo facendo, stiamo trattando delle falle e non è questo il nostro compito.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Io vorrei ricordare che la legislatura 2004-2009 con l'approvazione della legge regionale numero 6 fu la legislatura dove si fecero in Sardegna molte riforme tra cui quelle dei consorzi di bonifica, con la legge regionale numero 6. Certamente quella legge fu un'ottima legge per il periodo in cui venne approvata, il problema è che forse oggi quella legge va aggiornata, soprattutto alla luce del fatto che nella legislazione 2009-2014 nulla si fece per i consorzi di bonifica e nulla si volle fare. Perché più volte, in Commissione agricoltura ma anche in dibattiti esterni, si sollevò il problema di applicazione della legge regionale numero 6. Oggi abbiamo una situazione drammatica all'interno dei consorzi di bonifica, io inviterei l'onorevole Tedde a parlare con i consorziati, anche del suo territorio, per vedere cosa ne pensano di questa norma, certamente non è una norma che si risolve tutti problemi, è una legge tampone, come è stata chiamata, ma è l'unica soluzione che in questo momento è possibile adottare. In un periodo di crisi del settore agricolo, come quello che stiamo vivendo, non possiamo caricare sugli agricoltori ritardi di anni di emanazione di cartelle esattoriali, di mancati pagamenti che non sono ascrivibili assolutamente a responsabilità degli agricoltori. Ci sono consorzi di bonifica che hanno investito la loro attività, lo ha anche citato l'onorevole Tedde, sulla costruzione degli sbarramenti, per non citare altri territori, parlo del mio territorio, dove il consorzio di bonifica costruì due sbarramenti che prima aveva in gestione il consorzio di bonifica poi passarono all'Enel per la gestione della risorsa idroelettrica, ma la competenza di quelle dighe oggi è in capo all'Enas e ha messo in ginocchio quel consorzio di bonifica che oggi si trova con un buco di bilancio impressionante. Allora, oggi che il consorzio di bonifica finalmente ha tracciato una linea, una strada su dove intervenire e come intervenire per cercare di risolvere i problemi di quel consorzio di bonifica, noi abbiamo il dovere di intervenire e di mettere in condizione di risolvere questi problemi. Trasferire le competenze dei consorzi di bonifica credo che sia una pia illusione, perché almeno per quanto riguarda quelli più grandi, mi riferisco in particolare ai consorzi di bonifica dell'oristanese della Sardegna meridionale, ripianare i debiti in trent'anni o dilazionare i pagamenti in dieci anni, oggi credo sia l'aspettativa maggiore che i consorziati hanno. Noi, in provincia di Oristano, abbiamo partecipato come consiglieri regionali dell'oristanese ad un'assemblea delle associazioni di categoria degli agricoltori, c'è grande attesa per l'approvazione di questa legge anche perché, vorrei ricordare, la passività maggiore per la stragrande maggioranza dei consorzi di bonifica sono gli interessi passivi che pagano alle banche. Credo che su questo dobbiamo intervenire, ma dobbiamo intervenire a ragione su questo, onorevole Tedde, perché finisca la gestione commissariale dei consorzi di bonifica. Ma quanti sono oggi i consorzi di bonifica amministrati dalle deputazioni amministrative? Forse uno, forse due, anche perché in una situazione finanziaria come questa che stanno attraversando oggi i consorzi di bonifica credo che non ci sia nessun agricoltore, nessun imprenditore agricolo disposto ad assumersi la responsabilità di governare una macchina in queste situazioni, ecco perché io credo che oggi noi dobbiamo dare un segnale forte di approvazione di questo disegno di legge, ma non dimentichiamoci che da domani dobbiamo continuare perché aggiornare la legge numero 6 ed adattarla alle nuove esigenze dei consorzi di bonifica è soprattutto permettere i consorzi di bonifica anche di via autogestirsi e di autofinanziarsi con le proprie risorse lasciando alla amministrazione regionale solo interventi di natura generale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io credo, per quello che si evince da questa proposta di legge che è solo un vernissage, mentre i consorzi di bonifica, giustamente com'è stato ricordato, hanno bisogno di una riverifica profonda, non si può pensare che risaniamo le situazioni drammatiche di alcuni consorzi senza dare a questi consorzi alcune opportunità. In tutta Italia chi paga nei confronti dei consorzi non sono soli consorziati agricoltori e gli imprenditori agricoli, sono i comuni, erano le province per quanto esistevano, erano le regioni. Perché? Perché le bonifica altro non sono che il riordino fondiario organizzato di quei terreni che sono alluvionali o hanno problematiche inerenti a quelli che sono i problemi idrogeologici, di cui tanto ci riempiamo la bocca ma poi nessuno fa, nessuno fa! Cioè avere gli scoli, avere la sistemazione idraulica è la base, l'essenza per poter coltivare, dare opportunità ai consorziati di poter coltivare bene quei terreni. Il fatto è che quando puoi non si ragiona a tutto tondo, non si capisce che di quelle bonifiche idrogeologiche ne usufruiscono i comuni, le allora province, nel senso più largo, quindi le autonomie locali, ma si dice a cosa serviva? Io credo che a Uras, a Solarussa, per quelli che conosco io, avrebbero nel sistema innervato di quelle "non pulizie" fatte, quelle mancanze di danaro che avrebbero consentito di allargare gli alvei, la pulitura delle "core" avrebbe significativamente ridotto l'invasamento di acqua all'interno dei centri pubblici. Se poi vado, lo citava anche l'onorevole Solinas, se poi vado a verificare quello che succede nel consorzio di bonifica dell'oristanese, dove c'è una parcella di circa 2 milioni di euro nei confronti di avvocati che hanno difeso quel consorzio in una lite fra l'Enel e il consorzio medesimo, perché ricordiamoci che c'è Tirso 1 e Tirso 2, poi si è trovato un compromesso da parte della Regione ma ancora la Regione e la Giunta regionale non ha provveduto per tutta la Sardegna non solo per Tirso 1 e per il Tirso 2 a trovare le soluzioni più adeguate e a riconoscere al consorzio di Oristano quanto di competenza. Quindi abbiamo sbilanci di circa 14 milioni di euro che non danno certo respiro e operatività agli enti, piuttosto il fatto che si vada a mettere dei commissari pensando di poter risolvere i problemi avendo un'autonomia gestionale non discutibile in maniera democratica come quella della assemblea e della Giunta per le gestioni, si pensa che si risolvano i problemi ma così non è! Anche perché magari rispondendo alla parte politica si esagera in assunzioni che non devono essere fatte, in assunzioni provvisorie, io conoscono persone perbene che hanno fatto bene e persone che hanno fatto non bene, però nessuno poi ha la misura esatta di quello che ha fatto bene e di quello che ha fatto meno bene. Ecco perché dico che quando si affrontano argomenti così, caro Presidente Lotto, vanno affrontati sino in fondo, non provvisoriamente tacitati, vanno sicuramente intraviste quelle che sono le difficoltà e risolte sino in fondo, perché restano in piedi soltanto le strutture vecchie. Bene, si parla qui di snellire un'altra funzione importantissima dei consorzi. Io voglio ricordare che nel consorzio di bonifica della Sardegna meridionale sono vent'anni che fanno il riordino fognario e non è finito ancora manco definitivamente quello di Pauli Arbarei, insomma se si vuole risolvere problemi accelerando alcuni procedimenti, io non trovo molto adeguato quelli che sono i procedimenti indicati che snelliscano questi interventi, ha necessità di approfondimento, di riverifica, io chiederei addirittura di riportarla in commissione per verificare questi aspetti, al limite lascerei solo in piedi la parte che riguarda la ricostruzione del sistema finanziario interno che mi pare sia uno dei primi articoli in cui si dice: "bene ricostituiamo sino al 31 dicembre 2017 quelle che sono le emergenze finanziarie dando l'opportunità di sanarle, ma non basta, non basta! Se io dicessi questo fatto, andando con l'altra proposta o disegno di legge meglio dire, che riguarda le variazioni di bilancio, beh ci sono 5 milioni di consorzi di bonifica, aggiunti nella proposta ai ventisette già previsti nel bilancio del 2016, pensiamo di risolvere i problemi non di Oristano ma degli interi problemi che navigano attorno a quelli che sono i consorzi di bonifica della Sardegna? Attenzione, quando si vuole fare in fretta a volte si fa della fretta i cattivi ciechi, non è che problematiche così importanti possano essere messe qui in via transitoria veloce senza discutere perché magari sono altri problemi che rinviamo da qui e là da martedì a giovedì? Non mi interessa! Il problema serio di questo Consiglio regionale è che non lavora con serietà. Non viene analizzata bene tutta la problematica perché non si ha un progetto, non si ha un'idea di sviluppo della Sardegna, non si ha un'idea di quello che è il futuro. Poi può dire quello lascialo cantare tanto reciterà le solite paternate e poi possiamo continuare, continuate. La gente comunque alla fine capisce bene, e state tranquilli che sa leggere di più di quello che pensiamo che noi sappiano leggere. Non era riferito a voi. Quindi poi vorrei dire che un disegno di legge così messo velocemente a fine anno non rappresenta una soluzione adeguata ai problemi, come non lo risulta quella della variazione di bilancio su cui ci attarderemo un po' di più e significativamente a fare numeri, conti e anche qualcosa di più nelle date, perché è ora di finirla, è prendere in giro la Giunta. Se la maggioranza vuol farsi prendere in giro dalla Giunta può continuare a farlo ma non si risolvono i problemi della Sardegna ancor meno quelli dell'agricoltura e ancor meno quelli dei consorzi di bonifica, credo che ci sarà occasione e modo di parlarne.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, dopo aver esposto la relazione di minoranza vorrei addentrarmi meglio su alcune tematiche, se i colleghi me lo permettono, se l'argomento non interessa possono uscire. Dicevamo che ci saremmo aspettati, vista l'importanza che svolgono i consorzi di bonifica, un atteggiamento diverso, dove questa legge in qualche modo andava riorganizzata, ristrutturata, quindi un ragionamento completo, perché mi rendo conto perfettamente, sono conoscenza e consapevole che l'urgenza riguarda soprattutto il consorzio di bonifica di Oristano che ha un debito di 17 milioni di euro è un consorzio da più di vent'anni commissariato, i commissariamenti sono di destra, di sinistra, di centro, così qualcuno non si scandalizza, ed è ovvio che urge trovare una soluzione e la politica ha il compito di trovare la soluzione. E premetto che su questo tema sono d'accordo, però questa non deve passare nel silenzio generale o non deve passare come una cosa normale, forse non abbiamo capito bene, forse i consorziati che ci ascoltano da casa non hanno capito bene ma stiamo spalmando in trent'anni, trenta anni, un debito. Chi deve pagare questo debito? Le aziende agricole sarde, questo debito è a carico dell'agricoltura sarda. È chiaro che questo non è una cosa che ci lascia indifferenti per quanto preferiamo intervenire in questo modo anziché far sì che sia Equitalia a intervenire perché le cartelle di Equitalia sono ormai prossime alla consegna. Quindi veniamo incontro alle esigenze dei nostri agricoltori. Ma questa Giunta in realtà ha come sistema, come strategia quello del mutuo, perché abbiamo sottomano assestamento di bilancio e sull'assestamento di bilancio si procede esattamente la stessa maniera, un debito di 500 milioni di euro spalmati in quarant'anni. Qui l'importo è inferiore quindi lo spalmiamo in trenta. È un precedente, caro Presidente della quinta Commissione, io sono d'accordo, io voterò a favore di questa legge ma sono ovviamente contrariato perché stiamo creando un precedente terribile dove stiamo creando un precedente a carico dell'agricoltura. Io ho una mia proposto, caro Assessore, gliel'ho già accennato in Commissione, l'agricoltura sarda non può permettersi di pagare i costi della manutenzione degli impianti, l'agricoltura sarda ha il dovere di pagare l'acqua ma non i costi degli impianti, è un costo che non si può permettere, questo incide negativamente anche sui prezzi dei prodotti agricoli. Così facendo non stiamo aiutando l'agricoltura. Noi dovremmo come parte politica trovare una soluzione perché tutti i contributi dovuti dai consorziati per le spese di manutenzione degli impianti siano a carico del pubblico. Cioè chi non ha la patente paga comunque un costo per la manutenzione delle strade pur non andando in macchina, qui è la stessa cosa. Chi non produce un bene agricolo non può non pagare un costo per l'agricoltura, l'agricoltura fa parte nostra comunità e anche questo è un servizio essenziale, noi dobbiamo arrivare a un ragionamento serio, una riforma vera della legge numero 6, non una pezza, la solita pezza che ci ha abituato questa maggioranza, una riforma vera, una riforma seria che porti l'agricoltura ad uscire da questo stato. È chiaro che le aziende non possono permettersi di pagare un debito che ormai diventa incontrollabile, però tutto questo dev'essere spalmato nella comunità. Allora ben vengano, come diceva qualcuno, contributi a carico dei comuni, i contributi a carico di quei cittadini che beneficiano anche della salvaguardia del territorio perché i canali che circondano le nostre città fanno esattamente questo, sono protezione idraulica per le nostre comunità. Questo cosa favorisce, favorisce una garanzia maggiore, spesso anche in momenti dove accadono degli incidenti, alluvioni o quant'altro l'aver protetto i nostri territori, i nostri comuni, le nostre case di periferia da canali di scolo che sono a carico dei soli consorziati ha garantito in qualche modo anche la salvaguardia di famiglie di persone e di cose. Quindi il ragionamento è: dobbiamo trovare una soluzione, la legge va rivista, dobbiamo approfondire, è giunta l'ora anche che si parli di restituire la gestione dei consorzi alle persone che ne fanno parte, restituirla ai consorziati lasciare alla Regione Sardegna la vigilanza che non vuol dire la dipendenza, che sono due cose completamente diverse, la vicinanza ma soprattutto, Assessore, l'indirizzo che la Regione deve dare a questi enti. Pertanto io mi appello anche alla sensibilità dei colleghi affinché questa legge venga votata a favore pensando al rispetto delle aziende agricole che sono oggi in difficoltà, però mi appello altrettanto alla Giunta affinché su questa legge si ritorni per cambiare radicalmente la legge numero 6. Non dimentichiamo che siamo l'unica Regione ad avere una legislazione completamente diversa dal resto d'Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Grazie agli onorevoli presenti e grazie anche degli interventi che sono stati fatti perché mi danno la possibilità di fare alcuni passaggi di chiarezza su che cosa e che senso ha questa norma. Abbiamo discusso anche in Commissione all'atto della mia audizione e la presentazione del disegno di legge, la proposta di legge perché con l'onorevole Rubiu che aveva posto le questioni, che sono state riportate nella sua relazione odierna e anche riprese da diversi altri consiglieri, sull'esigenza che il comparto, il settore avesse necessità di una legge più articolata e organica. Questione sulla quale io concordo perfettamente e sulla quale come anche con le strutture dell'Assessorato abbiamo lavorato sin dall'inizio del mio insediamento. L'esigenza però di fare un lavoro organico richiede anche di avere una visione chiara e organica della situazione del comparto. Purtroppo visione chiara e organica che non c'è consentito di avere anche dai dati che ci pervengono dalle strutture consortili. In tutti questi due anni di lavoro abbiamo costantemente richiamato i consorzi che hanno collaborato in maniera continua e costante con noi affinché ci fornissero elementi di lavorazione di valutazione dei costi ed errori che vengono messi a carico dei consorziati del sistema di gestione sia delle manutenzioni del territorio e quindi dei canali di scolo e anche delle reti irrigue. Purtroppo il quadro che è emerso è un quadro piuttosto frammentato, disomogeneo, disuguale, quadro che non consente di fare delle attente valutazioni anche in virtù di una revisione o rivisitazione della norma. Quindi l'esigenza prima e il motivo per cui questa legge la ritengo di grande importanza è proprio perché consente di fare chiarezza e di fornirci quegli elementi che saranno poi la base per uno studio che dovrà portare probabilmente a una riorganizzazione del sistema dei consorzi di bonifica, con una base normativa, che è la legge numero 6 del 2008, che è buona, ma che probabilmente andrà tarata e rivista in alcune parti. Questa esigenza di chiarezza emerge soprattutto dall'analisi dei bilanci, bilanci che finora sono stati chiusi dai consorzi di bonifica in maniera completamente diversa l'uno dall'altro, non esiste un sistema di bilancio unico ed omogeneo. Questo rende difficilmente comparabili anche le situazioni dei diversi territori. Pertanto, la prima esigenza, anche in virtù del fatto che la legge numero 6 del 2008 prevedeva l'adozione, da parte dei consorzi entro il 31 dicembre del 2016, del bilancio armonizzato in conformità al bilancio adottato dalla Regione, era necessario proprio evitare innanzitutto che i consorzi di bonifica dovessero adottare il bilancio armonizzato, perché in seguito anche agli approfondimenti fatti non risulta la tipologia di bilancio più idonea a gestire il sistema pubblico o privato tipico del consorzio di bonifica, ma adottare un sistema omogeneo che a breve, attraverso una delibera di Giunta, andremo a costruire. Abbiamo già uno studio fatto anche in collaborazione con l'ANBI, che è stato analizzato dagli uffici proprio in questi giorni, e che consentirà finalmente di mettere i consorzi nelle condizioni di fare tutti un bilancio uguale paragonabile tra i diversi territori. Ma soprattutto l'input che è stato dato in questi anni dagli uffici è stato quello di fare un'analisi attenta dei bilanci al fine di fare un riaccertamento dei residui, perché purtroppo, dal quadro che emerge, abbiamo la sensazione che diversi consorzi abbiano diversi problemi. Riaccertamento dei residui che è assolutamente fondamentale, perché la parola d'ordine nostra è trasparenza, chiarezza, al fine di impostare un nuovo criterio per arrivare a un costo sostenibile per l'agricoltura e per gli agricoltori dell'acqua e della gestione consortile, e al fine di far svolgere ai consorzi di bonifica quel ruolo fondamentale di gestione del territorio che già la legge numero 6 in parte consente, ma che probabilmente andrebbe potenziato. Quindi è fondamentale la trasparenza dei bilanci e probabilmente, dalle sensazioni che abbiamo, dal lavoro importante che stanno facendo sia i commissari, ma anche gli stessi presidenti, risulterà che diversi consorzi avranno esigenza di procedere a questo riaccertamento. In particolare, le esigenze anche di quei consorzi come i Consorzi della Sardegna meridionale, del Cixerri e del Sulcis, per i quali stiamo procedendo a un percorso di fusione, a un percorso di fusione per il quale è assolutamente fondamentale che si arrivi alla fusione con i bilanci chiari dei singoli enti, onde evitare i problemi che si sono verificati in passato e in seguito a fusioni non attentamente valutate e che hanno portato, come anche è accaduto per esempio al consorzio di bonifica dell'oristanese, ai problemi attuali, risalgono proprio ad una fusione mal gestita negli anni passati. Quindi riteniamo che le operazioni di trasparenza dei bilanci sia fondamentale anche in quel percorso di fusione di quei tre consorzi, tra l'altro operazione di fusione che riteniamo storica, perché è da anni che si chiedeva e il territorio chiedeva che venisse messo ordine a livello di comprensori consortili. Volevo anche ricordare che l'obiettivo di questa norma è quello di mettere nelle condizioni, una volta fatto il riaccertamento, che questo disavanzo venga, se c'è e se viene accertato, possa essere spalmato in più annualità onde evitare che possa ricadere sugli agricoltori e su una sua annualità come eventualmente dovrebbe essere. Un altro aspetto che mi preme sottolineare è che per noi è questa operazione chiarezza e trasparenza, che deve essere appunto la base di un ragionamento successivo, serve anche per fare quanto auspicato da più consiglieri oggi nei loro interventi, e cioè mettere i consorzi nelle mani e nella gestione delle amministrazioni consortili degli agricoltori. A proposito di questo, però, ricorderei che in questa fase abbiamo soltanto due enti commissariati, il consorzio dell'oristanese e il consorzio della Sardegna meridionale con i due consorzi che vanno a fusione. Per quanto riguarda gli altri tre consorzi, due anni fa, subito dopo il mio insediamento, in pochi mesi abbiamo mandato alle elezioni consorzi che erano commissariati da più di vent'anni, in particolare il consorzio del nord Sardegna, il consorzio dell'Ogliastra e il consorzio del Nuorese. Per quanto riguarda il consorzio dell'oristanese, era stata avviata l'indizione delle elezioni, ma era arrivata dai territori e dagli organismi di rappresentanza delle organizzazioni di categoria agricole del territorio la richiesta di evitare l'indizione di elezioni in quanto il consorzio aveva gravi problemi finanziari e pertanto veniva richiesto che prima venissero affrontati i problemi finanziari prima di indire elezioni. Quindi, il percorso è un percorso che deve portare chiarezza e deve mettere i consorzi di bonifica nelle condizioni in questi prossimi mesi, attraverso questa operazione di trasparenza dei bilanci, di ripartire, e di, adottando le nuove procedure di bilancio, mettere nelle condizioni anche l'amministrazione regionale e tutti voi per poter fare quelle valutazioni che eventualmente dovranno riportare ad una rivisitazione della norma, con dati, numeri certi, comparabili, analisi, benefici, costi, per la collettività, che però siano dati oggettivi e non soltanto a sensazione.
Quindi, ringrazio per questa opportunità che viene data e ritengo che sia un passaggio assolutamente fondamentale per avviare e per proseguire nel processo di riorganizzazione del sistema consorzi di bonifica così fondamentale per l'agricoltura della nostra regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche all'articolo 4
della legge regionale n. 6 del 2008
(Piano regionale di bonifica e riordino fondiario)
1. Dopo il comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 23
maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di
bonifica), sono aggiunti i seguenti:
"1 bis. I piani di ricomposizione e riordino fondiario elaborati
dai consorzi di bonifica ai sensi del regio decreto 13 febbraio
1933, n. 215 (Nuove norme per la bonifica integrale) sono
approvati, in attuazione dell'articolo 28 dello stesso regio
decreto, con decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e
riforma agro-pastorale, previa deliberazione della Giunta regionale
su proposta dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma
agro-pastorale.
1 ter. I piani di cui al comma 1 bis avviati con finanziamento
pubblico prima dell'entrata in vigore della presente legge sono
inclusi nel Piano regionale di bonifica e di riordino
fondiario.".).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Un po' volutamente non sono intervenuto in discussione generale perché avevo necessità di capire e di ascoltare con molta attenzione prima la relazione dei due relatori di maggioranza e opposizione, poi mi interessava in modo particolare capire qual era la posizione della Giunta in merito a questa grandissima necessità di portare una variazione alla legge che è la legge quadro dei consorzi di bonifica. E dopo che io sento da parte di illustri esponenti di questo Consiglio regionale, e mi riferisco in modo particolare al mio carissimo amico Antonio Solinas, che ha ben sottolineato che nella passata legislatura e nei cinque anni di passata legislatura niente è stato fatto nella modifica della legge numero 6, vorrei solo ricordargli che quest'Aula ne ha discusso per sei volte modificando la legge numero 6 e rendendola attuabile per quello che era il percorso precedente, ma soprattutto l'approvazione della legge numero 6, che aveva tantissime lacune che probabilmente in quella circostanza e in quel momento era una legge che andava approvata così, perlomeno per quello che era la decisione del Consiglio regionale sovrano, ma che poi ha trovato comunque tutta una serie di modifiche, onorevole Solinas, che probabilmente si è scordato e si è dimenticato. Però siccome è piacevole ogni tanto dire: "La colpa è tutta degli altri, quelli che c'erano prima non hanno fatto niente, adesso ci siamo noi e abbiamo fatto un sacco di cose", e dopo tre anni ci si presenta in aula con una legge come questa che state presentando voi, che, per carità, è utile anche questa, io non nego che sia utile, il mio voto di astensione è solo ed esclusivamente perché non l'ho proprio capita e non ho proprio capito dove si vuole arrivare. Perché quando io sento l'Assessore dire: "Abbiamo necessità di trasparenza nei bilanci", io vorrei ricordare all'Assessore che qualche anno fa, tempo fa furono affidati degli incarichi, proprio per individuare, da parte dei servizi, individuare una gestione in senso unilaterale dei bilanci di tutti i Consorzi della Sardegna. Vorrei capire quel progetto, e tutto quel lavoro che è stato fatto, dov'è finito, se era necessario oggi invece arrivare qui e proporre una legge, quando era direttamente competenza della Giunta attuare un programma legato solo ed esclusivamente a quella che era l'armonizzazione di tutti i bilanci di tutti i Consorzi di bonifica della Sardegna. Quindi il tutto si centra, mi è sembrato di capire che tutto è centrato sulla trasparenza e sulla chiarezza dei bilanci, che chiaramente è un lavoro che viene fatto da tanti anni, ma che dopo l'insediamento di questa Giunta mi sembra che ancora se ne sta discutendo dopo tre anni. E vorrei anche ricordare che le elezioni, così come piace sempre sottolineare: "Io mi sono insediata, e dopo qualche mese ho fatto le elezioni", se probabilmente va a vedere il protocollo dell'Assessorato, vedrà che tutti i Consorzi di bonifica sono stati più volte sollecitati per indire le elezioni all'interno dei Consorzi stessi, ma che in certe circostanze e in certi momenti non era assolutamente possibile svolgere quelle elezioni. Quindi probabilmente prima di parlare è necessario che ci si informi sul passato, anziché stare solo ed esclusivamente sempre ad esaltare il proprio operato e a pensare che tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti fosse la disgrazia delle disgrazie e che invece quello che è stato fatto in pochissimo tempo, in pochissimi mesi, perché vorrei capire negli anni precedenti cosa si stava pensando, si è invece arrivati a soluzioni fondamentali e importanti. Io vorrei ricordare anche un periodo in cui si facevano delle riunioni insieme alle associazioni di categoria dove qualche associazione di categoria, con un presidente in particolare, gridava: "Abbiamo bisogno della certezza del costo dell'acqua"; io vorrei capire oggi, dopo tre anni di Assessorato, dove sono finite quelle grida di un imprenditore, presidente di un'associazione di categoria, che voleva la certezza del costo dell'acqua. Oggi la certezza del costo dell'acqua non ce l'abbiamo ancora, stranamente dopo tre anni, dopo che ci si siede nella poltrona e si dirige un Assessorato così importante, non siamo arrivati ancora a capire dove si avrà mai la certezza del costo dell'acqua. Lo stesso vale per i contatori, il caos totale dei contatori, quella è certezza, quella è trasparenza, quella è chiarezza, lì si capisce chi ne consuma e quanto si consuma, e lì si deve pagare. Queste credo siano le risposte fondamentali che bisogna dare. Nello stesso identico modo legato poi ai riordini fondiari; ma che fine ha fatto tutto il lavoro del riordino fondiario? Che fine ha fatto Pauli Arbarei? Che fine hanno fatto i 10 riordini che ha elaborato e dove ha lavorato per tanti anni il Consorzio di bonifica di Oristano? Di tutto questo non se ne parla, si parla solo ed esclusivamente di un grandissimo lavoro svolto da tre anni a questa parte, e tutto il resto è niente. Nello stesso identico modo mi sembra che sia la politica…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Intervengo semplicemente per segnalare una cosa che avevo segnalato anche in Commissione bilancio, per evitare che questo Consiglio possa essere accusato di soffrire di schizofrenia o di qualche altro disturbo. Noi, non più tardi di un mese fa, abbiamo approvato una legge di semplificazione, con la quale sono state abrogate tante norme inutili per rendere il tutto più snello, e oggi con questo articolo 1 andiamo a complicare le cose, perché laddove si dice che i Piani di ricomposizione e riordino fondiario sono approvati in attuazione dell'articolo 28 del Regio decreto 215 del 33, con decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agropastorale, previa deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore, stiamo sostanzialmente aggiungendo un qualcosa in più che non serve a nulla. Fra l'altro lo stesso riferimento al Regio decreto è errato, perché il Regio decreto prevede che il Ministro allora decretasse l'approvazione del Piano di riordino fondiario. Che bisogno c'è di aggiungere la delibera di Giunta? E' sufficiente un decreto dell'Assessore. Perché ci dobbiamo ostinare a complicare le cose e a rendere il tutto più farraginoso? Fra l'altro stiamo spostando sul piano politico una decisione che è prevalentemente tecnica, perché nel momento in cui tutti gli organi tecnici hanno dato il loro parere favorevole e il Piano di riordino fondiario è pronto, che necessità c'è che ci sia una deliberazione di Giunta… mi immagino poi tutti gli assessori che saranno informatissimi, competentissimi dal punto di vista tecnico sul Piano di riordino fondiario… mi sembra un aggravamento della procedura che allunga le cose e che sposta dalla politica le questioni. Perché voglio ricordare che questo Consiglio ha votato un paio di volte questo, in questa legislatura abbiamo fatto un paio di interventi nelle varie finanziarie perché un Piano di riordino fondiario, che è quello di Pauli Arbarei, vada in porto, abbiamo messo i soldi 2 anni fa, e quel Piano di recupero fondiario è ancora fermo perché non si fa il decreto. Allora la proposta che faccio, se viene accettata ovviamente dall'Aula, con un emendamento orale è di eliminare l'ultima parte da: "previa deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agropastorale". Siccome poi altri colleghi ne hanno parlato, per non disturbare i colleghi e cercare anche di accelerare in qualche modo i lavori dell'Aula, vorrei anche fare un'altra considerazione riguardo al commissariamento dei Consorzi. Ci sono alcuni Consorzi che sono stati commissariati con una finalità precisa, uno di questi è il Consorzio della Sardegna della bonifica meridionale che avrebbe dovuto avere il compito, il commissario, di procedere alla fusione con un altro consorzio. Beh, è passato un po' di tempo, e di questo Piano di fusione non c'è traccia. A questo punto a cosa serve il commissario che aveva come obiettivo quello di realizzare un piano di fusione di due consorzi se non lo porta avanti? Forse anche su questo sarebbe il caso di interrogarci e di dare qualche risposta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Io credo che oggi stiamo affrontando in maniera, è vero, senz'altro parziale, però stiamo affrontando un tema che aiuta i Consorzi di bonifica, che hanno diversi problemi, ad essere gestiti in maniera più oculata. È vero, servirà probabilmente un intervento di verifica della legge numero 6 del 2008, verrà messa in piedi, e non è un caso se oggi non c'è nulla di depositato in materia, né da parte della Giunta, ma neanche da parte dei consiglieri. Il tema è quanto mai delicato, perché non si può cancellare con un colpo di spugna la legge dal 2006, non si può dire che qua bisogna scaricare i costi di gestione dei Consorzi di bonifica anche su cittadini che con il Consorzio, con l'area del Consorzio di bonifica non hanno niente a che fare, con l'impianto di irrigazione non hanno niente a che fare, con le aziende agricole non hanno niente a che fare, perché si tocca un tasto molto delicato, poi io dico che è una questione che va assolutamente affrontata. Sono convinto che non si possa nemmeno mettere in piedi una discussione su "di chi è la colpa di…", perché i Consorzi di bonifica sono 25 anni che vengono gestiti con dei commissariamenti che si sono avvicendati nel tempo, solo ultimamente alcuni sono passati dalla gestione commissariale, come diceva l'Assessore, al Consiglio di amministrazione eletto dagli agricoltori, soltanto il Consorzio della Nurra è stato per lunghissimo tempo gestito dagli agricoltori, non a caso è anche quello che presenta minori problemi dal punto di vista gestionale. E però credo sia assolutamente non utile per il mondo agricolo, che sono interessati a questo tema, che qua si lavori ad un ricercare le responsabilità, ripeto, "di che cosa?" Serve che invece il tema venga affrontato davvero. E sono convinto di una cosa a riguardo, che noi riusciremo a risolvere davvero questo problema quando, e spero che sia presto, si smetta di considerare questi enti, da parte di tutti, come un qualcosa dove scaricare problematiche sociali del territorio, si vada a vedere la loro organizzazione e si verifichi puntualmente che siano organizzati, giacché sono controllati da noi, in maniera efficiente e poi si lavori tutti a rilanciare questa benedetta agricoltura perché fino a quando le aziende agricole non utilizzeranno appieno queste strutture e questa risorsa, l'acqua, nel migliore dei modi possibile qualsiasi prezzo rischia di essere sempre troppo alto. Sono d'accordo in questo con il collega Cherchi, lavoriamo perché in tutti i Consorzi di bonifica l'acqua che si consuma possa essere misurata, perché questo è il principio fondamentale da cui partire per poter ragionare anche sul risparmio dell'acqua giacché è un bene così prezioso.
È vero, questa legge è una legge che affronta alcune problematiche, però le affronta, le risolve e le mette da parte perché questo va fatto. Dopodiché serve una riforma, un intervento più organico, serve un intervento più ampio? Lavoriamoci e mettiamolo in campo da una parte e dall'altra. Il settore ne ha senz'altro bisogno, però adesso ha bisogno principalmente di queste modifiche.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Questa mattina abbiamo votato un provvedimento che garantisce economicamente 550 operai provenienti da politiche industriali degli anni passati dimostrati fallimentari. Questo pomeriggio tocca ai Consorzi di bonifica. Tutti e due hanno la stessa caratteristica di impegnare risorse pubbliche. Consorzi di bonifica nati per aiutare il sistema agricolo a creare economia sono diventati una palla al piede per la Regione autonoma della Sardegna. Dichiarano perdite importanti (vedi Oristano, 10 milioni di euro nel 2015) e non portano avanti il loro lavoro, cioè il richiedere i pagamenti al ruolo dei consorziati. Viene da pensare che tanto le perdite le paga la Regione. A distanza di dieci anni vengono richiesti pagamenti prevedibilmente, come citato dall'articolo 2, difficilmente esigibili. I controllo dove stanno e dove sono stati in questi anni? I bilanci vengono controllati? I revisori dei conti certificano il bilancio? Promuovono e vedono che soluzione dare o è più semplice riappianare i debiti della cattiva gestione con le risorse pubbliche togliendole magari allo sviluppo e all'occupazione?
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 2
Modifiche all'articolo 17
della legge regionale n. 6 del 2008
(Contabilità dei consorzi di bonifica)
1. All'articolo 17 della legge regionale n. 6 del 2008 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1. I consorzi di bonifica uniformano la contabilità ai principi,
agli schemi di bilancio e ai piani dei conti della contabilità
finanziaria ed economico-patrimoniale, secondo gli indirizzi e le
direttive approvate dalla Giunta regionale su proposta
dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale,
tenuto conto della particolare natura giuridica dei consorzi di
enti di diritto pubblico vigilati dalla Regione autonoma della
Sardegna.";
b) dopo il comma 2 è inserito il seguente: "2 bis. I consorzi di bonifica, al fine di consentire il risanamento finanziario, possono ripianare il disavanzo di amministrazione accertato al 31 dicembre 2015 o al 31 dicembre 2016 con il rendiconto di gestione, ovvero accertati al 1° gennaio 2016 o al 1° gennaio 2017, a seguito della revisione ordinaria o straordinaria dei residui da effettuarsi rispettivamente entro il 31 dicembre 2016 o il 31 dicembre 2017, secondo i criteri di cui all'articolo 1, comma 3, della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014). Per i crediti di dubbia e difficile esazione è effettuato un accantonamento in un apposito fondo per crediti di dubbia esigibilità, destinando una pari quota dell'avanzo di amministrazione non vincolato. In caso di insufficienza dell'avanzo di amministrazione alla copertura degli accantonamenti, si accerta un disavanzo fino alla copertura dell'intero accantonamento e detto disavanzo è oggetto di ripianamento. Il ripianamento è effettuato per quote costanti in non più di trenta esercizi. All'abbattimento della quota annua il consorzio può destinare entrate libere derivanti da contributi straordinari, proventi derivanti dall'alienazione di beni patrimoniali disponibili o da altre entrate straordinarie. La quota non abbattuta è recuperata mediante incremento dell'importo dei ruoli correlati ai costi di funzionamento dell'ente, emessi per l'anno e ripartiti in ragione degli indici di beneficio di cui al piano di classifica vigente regolarmente approvato ai sensi dell'articolo 32. La SFIRS è autorizzata ad attivare strumenti finanziari a favore dei consorzi che ne facciano richiesta, sia sotto forma di garanzia sia sotto forma di prestiti, per favorire il miglioramento dello stato finanziario dei consorzi. Per le condizioni dei prestiti, in particolare durata e interessi, si fa riferimento alle migliori condizioni di mercato. Al pagamento delle rate i consorzi provvedono vincolando quota parte degli incassi dei ruoli istituzionali annuali fino alla concorrenza dei relativi importi.".)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 3
Modifiche all'articolo 44 della legge regionale n. 6 del 2008
(Riscossione del contributo irriguo in via transitoria)
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 44, è aggiunto il seguente:
"4 bis. I consorzi di bonifica possono disporre gli eventuali ruoli
a saldo di cui al comma 3, relativi alle annualità fino al 2015,
mediante una ripartizione del ruolo complessivo in rate costanti
fino a un massimo di dieci annualità. All'abbattimento della quota
annua il consorzio può destinare entrate libere derivanti da
contributi straordinari, proventi derivanti dall'alienazione di
beni patrimoniali disponibili o da altre entrate
straordinarie.").
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, preannuncio che sull'articolo 3 mi asterrò, ho votato a favore per i primi 2 articoli, ma mi asterrò perché il nocciolo della questione è esattamente su questo articolo dove c'è un indebitamento, si chiede alle aziende agricole sarde, soprattutto a quelle ricadenti nell'area di Oristano o comunque a tutti quei Consorzi che ne faranno richiesta, di indebitarsi per trent'anni. Questo è di una gravità inaudita. È inaccettabile. Al collega Anedda probabilmente sfugge un passaggio, caro collega, non è la Regione che interviene, io aggiungo magari, devono mettere la mano in tasca i consorziati e pagare di tasca loro con un mutuo trentennale, forse è meglio che legga l'articolo 3. Quindi, completamente contrario. Quello che mi fa meraviglia, Assessore, è che nel novembre 2011 io e lei ci siamo incontrati ad una riunione ad Oristano, era una sera tra l'altro molto piovosa, era una riunione organizzata dall'ANBI (lei sa bene di cosa sto parlando) e lei in quell'occasione aveva espresso giudizi molto negativi sulla legge 6, aveva parlato di una legge che era una porcheria, da riformare e in quella occasione aveva chiesto ripetutamente che la Regione intervenisse per risanare anche i debiti del Consorzio di Oristano. È chiaro che fa meraviglia anche a me, come diceva il collega Cherchi, che a distanza di cinque anni ha cambiato radicalmente idea. Oggi parla di una legge 6 spettacolare, favolosa, una legge 6 che ha risolto i problemi dell'agricoltura. In realtà la legge 6 ha creato problemi all'agricoltura, ma soprattutto ha espropriato gli agricoltori delle dighe perché le dighe erano comunque per l'agricoltura una risorse e consentiva all'agricoltura stessa di autofinanziarsi. Questo è avvenuto anche con un colpo di mano. Mi ricordo, lo ricorderà anche lei, sempre nel mese di novembre del 2008, - il mese di novembre è probabilmente il mese dove i Consorzi di bonifica sono tirati in ballo - in quell'occasione la maggioranza di allora (che non è sicuramente vicino a lei, è più vicina a me) fece una scelta molto dolorosa perché espropriò i Consorzi del loro bene primario che erano appunto le dighe, dighe costruite con i contributi anche degli stessi consorziati. Quindi è curioso che l'Assessore, a distanza di tempo, solo perché siede dalla parte opposta cambi radicalmente atteggiamento, perché da presidente della Confagricoltura lei si è sempre espressa negativamente nei confronti di questa legge. Però questo ci sta, nella politica ormai non ci stupisce più niente.
Quello che non deve passare nel silenzio totale dell'aula è che stiamo votando una legge dove chiediamo alle aziende agricole di indebitarsi per trent'anni, di pagare i loro debiti, mettiamola in questi termini, in alcuni casi per scelte che non sono state fatte dagli stessi consorziati, però è una cosa che non può passare in modo inosservato come se stessimo votando chissà quale beneficio o quale contributo, la Regione non ci mette neanche un euro, stiamo dando la possibilità ai consorzi di accedere a un finanziamento tramite la SFIRS e di indebitarsi. Questo serve al solo scopo, ecco perché io mi asterrò e non voterò contro, perché paradossalmente stiamo decidendo se buttarci dal quinto piano o lanciarci dal secondo. Preferisco lanciarmi dal secondo, rischio magari di procurarmi solo una frattura e di non morire al primo tentativo, perché l'altra operazione è quella di lasciare ad Equitalia la facoltà imminente dell'emissione dei ruoli, una cosa molto più grave. Questa è una situazione di emergenza, una situazione che ancora una volta porta la maggioranza alle scelta delle pezzette, la scelta delle soluzioni tampone, ma in questo caso la scelta della serie: "Pagatevi voi questi debiti". In realtà avremmo voluto anche dalla maggioranza un atteggiamento diverso, un atteggiamento più equilibrato, soprattutto su quella categoria che spesso in quest'Aula e nelle aule delle Commissioni parliamo e riteniamo come strategica per la Sardegna. Io ovviamente ne sono convintissimo che questa categoria sia una categoria strategica per l'agricoltura intera, però se noi non diamo la possibilità di produrre è chiaro che non riusciremo mai nel nostro obiettivo. Non dimentichiamo che l'acqua per le aziende agricole è come l'energia elettrica per l'industria, parliamo di aziende energivore di acqua che devono essere messe nelle condizioni di poter competere con il resto del mondo e per competere hanno bisogno di quelle condizioni minime che in un Paese democratico e civile dobbiamo garantire, che la politica deve garantire. Quindi così facendo noi non stiamo aiutando aziende, stiamo trovando una soluzione, peraltro una soluzione che si poteva adottare così come nella precedente legge con un atto dell'Assessore, con un atto dei dirigenti, portare in Consiglio questa modifica la ritengo veramente inutile perché la scelta di indebitarsi non è la scelta del Consiglio perché altrimenti questo ente non sono enti vigilati come dice la legge, come dice il codice civile, ma allora sono enti controllati o enti dipendenti dalla Regione cosa che non sono…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Io credo che su questo sia giusto fare chiarezza perché molte delle considerazioni fatte dal collega Rubiu mi trovano d'accordo, però io sono anche convinto che non può essere che gli agricoltori di un consorzio paghino i debiti degli agricoltori di un altro consorzio e siccome la Regione non se li può caricare tutti questi debiti, bisogna che chi è rimasto indietro nel pagamento dei canoni se ne faccia carico più di chi non è rimasto indietro. Ci sono consorzi che non hanno canoni arretrati da emettere, dico arretrati significa di diversi anni addietro, sono più in linea con i tempi dei pagamenti, è giusto che dell'altro problema non se ne debbano fare carico e però noi non riusciamo come Regione a farci carico di tutto. Credo che sia importante che in uno dei successivi articoli si stanzino 3 milioni di euro per metterli a disposizione della SFIRS per un fondo di garanzia affinché proprio i consorzi possano utilizzarlo ed evitare quello che oggi è anche un carico eccessivo di interessi bancari che grava sui loro bilanci, secondo me la Giunta ha messo in piedi un provvedimento che aiuta ad affrontare la contingenza in maniera più agevole, a risolvere un problema che diversamente rischia di diventare ingovernabile, poi ripeto affronteremo il resto e vedremo come risolverlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Ne ha facoltà.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Solo per fare chiarezza su questo articolo. Questo articolo prevede e dava possibilità agli agricoltori di poter pagare quanto non pagato negli anni passati proprio perché probabilmente non era stato fatto questo lavoro di chiarezza e di trasparenza sui bilanci, proprio perché quando veniva chiesto quant'è il costo dell'acqua non ci veniva data risposta, adesso emerge quant'è il costo dell'acqua spesso e volentieri che non era stato dichiarato prima, adesso diamo la possibilità agli agricoltori di sostenere questo costo che eventualmente dovrebbe essere pagato in una sola annualità nel momento in cui viene riaccertato dall'operazione di riaccertamento che i consorzi devono fare, si dà la possibilità agli agricoltori di pagare in più annualità. Quindi accertamento ed intervento di sostegno al comparto e non di penalizzazione del comparto perché in realtà andava detto prima quanto doveva essere pagato e non dopo, ecco qual è il problema che per anni il costo dell'acqua non si è esplicitato nell'annata irrigua relativa. Questi sono costi e oneri di anni passati che stanno emergendo con una gravità assoluta soprattutto in alcuni comprensori soltanto adesso in questa fase di riaccertamento. E con questo articolo si dà l'opportunità di far pagare in maniera graduale nel corso degli anni, peraltro com'è stato già anticipato dall'onorevole Lotto con l'articolo successivo si dà anche la possibilità ai consorzi, grazie all'intervento del fondo di garanzia che si sta istituendo presso SFIRS, di attivare dei prestiti che possono consentire di alleggerire in una fase iniziale per poi appunto spalmare in più annualità questi oneri aggiuntivi.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Istituzione di fondi di garanzia
per il comparto della pesca e dell'acquacoltura
e per i consorzi di bonifica della Sardegna
1. Una quota pari a euro 5.000.000 delle somme giacenti presso l'Istituto di servizi per il mercato agricolo (ISMEA), ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 17 novembre 2010, n. 15 (Disposizioni in materia di agricoltura), già riprogrammate con l'articolo 1, comma 4, della legge regionale 30 dicembre 2013, n. 40 (Norme urgenti in materia di agricoltura, di previdenza integrativa del comparto regionale e disposizioni varie), è recuperata alle entrate del bilancio regionale per essere destinata, quanto a euro 2.000.000, per la costituzione di un fondo finalizzato ad interventi funzionali a favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese operanti nel settore della pesca e dell'acquacoltura e quanto ai rimanenti euro 3.000.000 per la costituzione di un fondo di garanzia per il ripianamento dello stato debitorio dei consorzi di bonifica della Sardegna. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con deliberazione stabilisce i criteri, i requisiti per l'accesso e le modalità di intervento dei fondi.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Finanziamento della quota regionale
di concorso interessi
1. Per far fronte al pagamento del concorso interessi sui mutui contratti per opere di miglioramento fondiario e agrario e del concorso interessi sui mutui contratti sul fondo regionale per lo sviluppo della proprietà coltivatrice è stanziata in conto del bilancio regionale per l'anno 2016 la somma di euro 150.000.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Modifica dell'articolo 13
della legge regionale n. 5 del 2015
(Interventi a favore del settore vitivinicolo)
1. L'articolo 13 della legge regionale n. 5 del
2015 è sostituito dal seguente:
"Art. 13 (Interventi a favore del settore vitivinicolo)
1. Gli introiti derivanti dalla cessione dei diritti di impianto
dalla riserva regionale sono trasferite all'organismo pagatore AGEA
per l'integrazione della dotazione finanziaria comunitaria (FEAGA)
delle misure inserite nel programma di sostegno nel settore del
vino 2014-2018, per le quali sono ammessi aiuti di Stato (ex UPB
S06.04.011).".)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Art. 7
Abrogazioni
1. Il comma 18 dell'articolo 7 della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008) è abrogato.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 7.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Norma finanziaria
1. Gli oneri derivanti dalla presente legge sono quantificati in euro 5.150.000 per l'anno 2016.
2. Agli stessi oneri si fa fronte mediante le seguenti variazioni di bilancio per l'anno 2016:
ENTRATA
in aumento
titolo 3 - tipologia 30500 - categoria
3050200
capitolo NI
2016 euro 5.000.000
Cassa euro 5.000.000
Categoria 3059900 - Capitolo EC350.057 (DV)
SPESA
in aumento
missione 16 - programma 01 - titolo 2 -
macroaggregato 203
capitolo N.I.
2016 euro 5.000.000
Cassa euro 5.000.000
titolo 1 - macroaggregato
104
capitolo SC06.0935
2016 euro 150.000
Cassa euro 150.000
Capitolo SC06.1062 (D.V.)
in diminuzione
missione 16 - programma -01 - titolo 2 -
macroaggregato 203
capitolo SC06.0899
2016 euro 150.000
Cassa euro 150.000)
PRESIDENTE. All'articolo 8 è stato presentato un emendamento orale della Giunta.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Solo sulla copertura, d'accordo con gli Uffici dove c'è iscritto in entrata il Capitolo EC350.057 va cancellato e viene iscritto Capitolo di nuova istituzione e ugualmente più sotto va cancellato Capitolo SC06.1062. È una precisazione tecnica che abbiamo identificato con gli Uffici.
PRESIDENTE. La modifica riguarda il Capitolo SC06.0935 e il Capitolo SC06.0899 che vengono sostituiti con il Capitolo di nuova istituzione. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento orale si intende accolto.
Metto in votazione l'emendamento orale. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 8.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 9.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9:
Art. 9
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 9.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 366.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 382.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente sull'ordine dei lavori per chiedere cinque minuti di sospensione, anche in aula.
PRESIDENTE. Sospendiamo i lavori per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 32, viene ripresa alle ore 18 e 47.)
PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Capigruppo adesso.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 48, viene ripresa alle ore 19 e 50.)
PRESIDENTE. La seduta è tolta, il Consiglio è convocato domani alle ore 10 e 30 sul disegno di legge numero 382.
La seduta è tolta alle ore 19 e 51.