Seduta n.191 del 28/03/2011 

CXCI Seduta

Lunedì 28 marzo 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 35.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 17 febbraio 2011 (184), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Franco Bardanzellu, Gian Vittorio Campus, Pier Luigi Caria, Silvestro Ladu, Marco Meloni, Sergio Obinu, Antonello Peru, Pietro Pittalis, Antioco Porcu e Teodoro Rodin hanno chiesto congedo per la seduta del 28 marzo 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265)

(Pervenuto il 18 marzo 2011 e assegnato alla quarta Commissione.)

"Modifiche alla legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 (Riordino delle funzioni in materia di aree industriali)". (268)

(Pervenuto il 18 marzo 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo:

"Disposizioni per garantire ai bambini ed adolescenti con patologie croniche una vita scolastica normale". (264)

(Pervenuta il 18 marzo 2011 e assegnata alla settima Commissione.)

Cuccureddu - Capelli - Mulas - Planetta - Dessì - Zedda Alessandra - Biancareddu - Sanna Matteo - Pitea - De Francisci - Fois - Randazzo - Cocco Daniele Secondo:

"Ricostituzione dell'Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano (ISOLA)". (266)

(Pervenuta il 18 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani:

"Disposizioni a favore della lotta contro le mafie e le altre forme di criminalità organizzata e per l'utilizzo sociale degli immobili confiscati. (267)

(Pervenuta il 22 marzo 2011 e assegnata alla seconda Commissione.)

Pitea - Greco - Locci - Diana Mario - Rodin - Stochino - Zedda Alessandra - Floris Rosanna:

"Disposizioni in materia di economia sociale in ambito rurale". (269)

(Pervenuta il 22 marzo 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Sanna Matteo - Artizzu:

"Disciplina delle sale gioco, sale biliardo, strutture polifunzionali di trattenimento e funzionamento delle sale scommesse e dei videogiochi di cui all'articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS)". (270)

(Pervenuta il 23 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Peru - Lai - Diana Mario - Amadu - Bardanzellu - Campus - Contu Mariano Ignazio - De Francisci - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Murgioni - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra:

"Testo unico delle leggi in materia di turismo". (271)

(Pervenuta il 23 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'erogazione dei finanziamenti previsti dall'Asse I del PSR 2007-2013". (533)

"Interrogazione Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Moriconi - Porcu - Soru, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata realizzazione della manifestazione culturale internazionale Festarch e sull'utilizzo degli spazi dell'edificio denominato ex Manifattura tabacchi di Cagliari". (534)

"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei produttori di energia rinnovabile". (535)

"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sul rimborso delle somme relative alle cosiddette tasse sul lusso". (536)

"Interrogazione Agus - Espa - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, in merito alle difficoltà delle sedi INPS regionali sulla gestione delle prestazioni relative alle invalidità civili". (537)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione da parte della ASL di Nuoro del sostegno sanitario fornito ai bambini sofferenti di dislessia, autismo e problemi psicomotori". (538)

"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione determinata dall'applicazione della delibera n. 45/18 del 21 dicembre 2010". (539)

"Interrogazione Petrini, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione del rilascio delle nuove autorizzazioni per l'apertura di grandi strutture di vendita a causa della mancata adozione del Piano regionale per le grandi strutture di vendita". (540)

"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi che impediscono il funzionamento del Consorzio di bonifica del Basso Sulcis". (541)

"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alle voci che insistono su un imminente disimpegno dell'ASL n. 6 nell'acquisizione del Centro di riabilitazione ad alta intensità "Santa Maria Assunta" con sede in Guspini". (542)

"Interrogazione Meloni Valerio - Manca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sui disagi che il paventato trasferimento del Servizio di diabetologia dalla Divisione di medicina di Sassari ad altra sede determinerebbe per i 4.000 pazienti in cura presso tale centro". (543)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'errata procedura seguita dal Presidente della Regione per la nomina a direttore generale dell'ERSU di Sassari del dott. Giovanni Ippolito con decreto n. 159 del 29 novembre 2010 e sulla disparità di trattamento con l'ERSU di Cagliari". (211)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sul paventato trasferimento della direzione generale di Equitalia dalla sede di Sassari a Cagliari". (212)

"Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo sul problema dell'inquinamento ambientale del Sulcis Iglesiente e sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica nei siti interessati". (213)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Mozione Cuccureddu - Mulas sull'immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna". (115)

"Mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione". (116)

"Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (117)

PRESIDENTE. Sospendo la seduta sino alle ore 11.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 11 e 02.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Paolo Maninchedda ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 28 marzo 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ero convinto che fosse presente il presidente Cappellacci, voglio comunque - e lo faccio con l'autorevole presenza dell'assessore Cerchi - fare un riferimento all'ordine del giorno che il Consiglio regionale ha approvato il 16 marzo scorso insieme alla Regione Lazio e ad altre Regioni italiane, per chiedere l'accorpamento dei tre referendum nazionali alle elezioni amministrative.

Giovedì scorso il Governo nazionale ha invece deliberato di indire i tre referendum nazionali sul nucleare, sull'acqua pubblica e sul legittimo impedimento stabilendo le date del 12 e 13 di giugno, un periodo, cioè, che sembrerebbe essere stato scelto per scoraggiare la partecipazione degli elettori e quindi per cercare di impedire il raggiungimento del quorum elettorale. Ecco, io chiedo all'assessore Cerchi, oltre che al Presidente del Consiglio, che si faccia interprete di questa richiesta al presidente Cappellacci. Peraltro, lo voglio ricordare, l'election day in Sardegna si fa perché il referendum consultivo regionale si terrà lo stesso giorno delle elezioni amministrative e quindi con un risparmio notevole.

Chiedo all'assessore Cherchi che si faccia interprete presso il presidente Cappellacci e chieda che cosa ha fatto la Giunta regionale e che cosa intende fare per protestare contro questo spreco incredibile di 350 milioni di euro, che è la cifra che gli italiani pagheranno per il tentativo del governo Berlusconi di evitare il quorum ai referendum nazionali indetti dell'Italia dei Valori e da altri numerosi interlocutori. Credo che sia una vergogna questa scelta e quindi chiederemo che in tempi brevissimi il presidente Cappellacci ci dia una risposta in merito.

Discussione e approvazione della mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione. (116)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 116.

(Si riporta di seguito il testo la mozione:

Mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- risulta un progressivo e preoccupante crollo dell'attività produttiva e dell'occupazione in tutta la Sardegna e, in particolare in alcune aree interessate da insediamenti ed impianti industriali energivori di notevole dimensione e importanza;

- tale situazione risulta grave soprattutto in alcuni territori dell'Isola che da oltre 20 anni sono ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e de-industrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi la vicenda Eurallumina rappresenta una emblematica, grande e significativa vertenza nel quadro della più generale situazione di difficoltà dell'intero settore industriale sardo che richiama l'unità delle rappresentanze sociali, primi fra tutti il sindacato dei lavoratori, le organizzazioni di categoria dell'impresa, le università e il mondo della cultura, gli amministratori locali e regionali, i consiglieri regionali e i parlamentari sardi perché si realizzi una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna e in particolare dei suoi poli energetici e industriali;

- il 31 marzo 2011 è convocato dal Governo, presso il Ministero dello sviluppo economico, sulla vertenza in argomento un incontro tra le parti presente la Regione,

impegna la Giunta regionale

1) ad assumere ogni necessaria iniziativa politico istituzionale finalizzata ad assicurare nell'incontro citato in premessa, il massimo livello della partecipazione del Governo;

2) ad effettuare un'adeguata istruttoria tecnica e politica preparatoria al predetto incontro, sentite anche le organizzazioni sindacali;

3) a richiedere in quella sede la piena ed immediata attuazione del protocollo d'intesa concernente il riavvio degli impianti Eurallumina con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi;

impegna inoltre

i gruppi politici e i consiglieri regionali tutti a sostenere la vertenza Eurallumina e la più generale iniziativa a difesa del sistema produttivo sardo, a fianco dei lavoratori e delle loro organizzazioni, sin dalla partecipazione alla manifestazione di Roma prevista il 31 marzo 2011. (116)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, noi oggi, sulla base di un mandato che la Conferenza dei capigruppo si è data, in riunione formale da lei convocata, dobbiamo discutere di una tra le vertenze più angosciose di questi giorni.

La realtà è che la crisi che si è abbattuta sulla nostra terra non è solo o prevalentemente finanziaria: è soprattutto una crisi di sistema economico, produttivo ed occupazionale che investe l'intera Sardegna e che costringe il nostro popolo a pagare un prezzo altissimo. Chiudono impianti industriali di assoluto rilievo, spesso ancora competitivi, si mette a rischio il futuro di interi territori, si registra un tasso di disoccupazione tra i più elevati d'Italia - ben oltre i 12 punti percentuali; solo Sicilia e Basilicata fanno peggio - una popolazione attiva di 3,3 punti inferiore alla media nazionale, tassi di occupazione tra le persone in età di lavoro del 50 per cento, lavora un sardo su due. Si registrano differenze sul tasso di occupazione tra tutte le Regioni del centro nord e la Sardegna che vanno dai 12,2 punti di Marche ed Umbria agli oltre 17 del Trentino ed Emilia-Romagna.

Tutto questo mentre crescono nella nostra Isola i lavoratori assistiti da ammortizzatori sociali in deroga o in cassa integrazione e aumentano gli interventi necessari di sostegno da parte dell'assistenza pubblica verso le famiglie. Sono decine di migliaia le famiglie interessate dall'assistenza pubblica, peraltro inadeguata. Siamo di fronte ad un vero è proprio stato pre-comatoso del sistema produttivo isolano, assai vicini al collasso socioeconomico.

In prima fila ad affrontare le tensioni, il disastro, sono le organizzazioni dei lavoratori, il sindacato, la realtà della piccola e micro impresa locale, le nostre comunità locali e le loro amministrazioni. La domanda che viene rivolta oggi alla politica, alle istituzioni della rappresentanza popolare in questa aula, ha il nome di Eurallumina, ma a fianco a questa importante vertenza del Sulcis - Iglesiente affiorano tutte le altre vertenze irrisolte, a fianco ai volti dei lavoratori di Portovesme ci sono quelli delle altre aree industriali della Sardegna, prime fra tutte quelle di Portotorres, della Vinyls in attesa di una risposta dal Governo, dalle società di Stato che pure hanno avuto tanto dalla Sardegna.

In relazione all'aggravarsi dello stato di crisi la vicenda Eurallumina quindi rappresenta una emblematica, grande e significativa vertenza nel quadro della più generale situazione di difficoltà dell'intero settore industriale sardo, che richiama l'unità delle rappresentanze sociali, le organizzazioni di categoria dell'economia, le università e il mondo della cultura, gli amministratori locali e regionali, i consiglieri regionali e parlamentari sardi perché si realizzi una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna, e in particolare dei suoi poli energetici e industriali.

Il 31 marzo del 2011 è convocato dal Governo, presso il Ministero dello sviluppo economico, sulla vertenza Eurallumina, un incontro tra le parti, presente la Regione. Per questo noi riteniamo che debba essere impegnata la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa necessaria di tipo politico-istituzionale, finalizzata ad assicurare nell'incontro il massimo livello della partecipazione del Governo. Riteniamo che si debba effettuare un'adeguata e puntigliosa istruttoria tecnica e politica, che prepari al meglio l'incontro e che sia sviluppata con la partecipazione delle organizzazioni sindacali.

Riteniamo che debba essere data attuazione piena ed immediata al protocollo d'intesa concernente il riavvio degli impianti di Eurallumina, con l'utilizzo di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi. Riteniamo infine che per dare forza a questa battaglia, ma all'intera vertenza Sardegna relativa al settore industriale, debbano essere impegnati tutti i Gruppi politici e i consiglieri regionali, e che si debba realizzare la più generale mobilitazione a difesa del sistema produttivo sardo; che questa mobilitazione si debba manifestare a fianco dei lavoratori e delle loro organizzazioni sin dalla partecipazione alla manifestazione a Roma per il prossimo 31 marzo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi consiglieri che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cocco, che ha a disposizione dieci minuti.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, oggi siamo riuniti per discutere una mozione unitaria sullo stato di grave crisi in cui versa l'attività produttiva in Sardegna, con i relativi dati impietosi sul costante aumento del numero di disoccupati. In particolare, oggi discutiamo del progressivo e, a quanto pare, inarrestabile processo di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione di un intero territorio, quello del Sulcis-Iglesiente. Nel caso specifico, trattiamo la questione Eurallumina, che il collega Uras a testé illustrato. Lo facciamo con una mozione unitaria, perché unitario è lo spirito che ci accomuna in questa vicenda.

L'Eurallumina non è una fabbrica qualunque, rappresenta l'emblema, il simbolo della crisi che ha colpito il sistema industriale del settore primario del Sulcis, ed è anche oggetto di una vertenza che più di altre è stata strumentalmente utilizzata con promesse, in tempi sospetti, di facili soluzioni, con centralini telefonici che non si sono mai messi in contatto, con risposte che per il momento non ci sono mai state. Pertanto, va bene la mozione unitaria, oggi è il giorno in cui siamo tutti uniti, impegnati e concentrati per il 31 di marzo. A proposito, dato che il Presidente ha ritenuto anche oggi di non essere presente in aula, perché ha considerato questa una vertenza forse di serie B, e non degna di essere tenuta nella dovuta considerazione, io chiederei all'Assessore conto per sapere se la data del 31 marzo è stata realmente fissata o è soltanto un appuntamento di quelli che regolarmente il nostro Presidente "buca", facendo magari "bucare" anche gli operai, noi tutti e il Ministero dello sviluppo.

Tuttavia questo non impedisce di esprimere alcune considerazioni e richiamare alle proprie responsabilità ognuno di noi, secondo il ruolo e gli impegni presi, a partire da quelli assunti nel 2009 dal Presidente del Consiglio dei ministri e da quello della Regione Sardegna, ai quali va ricordato che gli impegni vanno rispettati, soprattutto se riguardano la sorte di tanta gente, il loro lavoro e le loro famiglie.

Il Sulcis-Iglesiente è un luogo abitato di uomini e donne abituati a combattere, come tutti i sardi, d'altro canto. Ha fornito manodopera ai padroni stranieri, anche al tempo delle miniere, quelle metallifere e quelle carbonifere, e quello degli stranieri, delle multinazionali, è un motivo che si ripete negli anni, tant'è che ancora oggi ci troviamo nella stessa situazione: sottopagati, sfruttati. Tuttavia rappresenta un momento importante della storia orgogliosa di quel territorio, che vuole rialzare la testa, e lo vuole fare cercando l'unità in questa fase, e noi gli dobbiamo dare forza.

Le fabbriche sono sorte alla fine degli anni '60 e agli inizi del '70 del secolo scorso per consentire la riconversione occupativa di migliaia di ex minatori a seguito della crisi del settore estrattivo degli anni '50. Poiché era stato deciso che un insediamento produttivo si dovesse sviluppare particolarmente nel settore dell'alluminio, venne favorito l'inserimento alcune delle aziende più moderne in Europa, le cui esigenze energetiche giustificavano addirittura la realizzazione nel Sulcis di una supercentrale termoelettrica, che utilizzasse proprio il carbone da lì proveniente. Era il 1968 quando l'Ami Sarda, che oggi si chiama Portovesme Srl, utilizzava i minerali locali, e riusciva a produrre nel forno Imperial Smelting, 100 mila tonnellate all'anno di piombo e di zinco e 100 mila tonnellate all'anno di acido solforico e di altri sottoprodotti.

Sempre nel '68 da due società italiane, l'Alsar e la Montedison, e da due straniere, una australiana, la Comalco, e l'altra tedesca, dal nome impronunciabile, nasceva l'Euroalluminia che, utilizzando bauxite estera e soda caustica produceva 750 mila tonnellate all'anno di ossido di alluminio. Poi intervenne l'Alsar, che oggi si chiama Alcoa, che trasformò l'allumina in lingotti di alluminio, producendone 130 mila tonnellate all'anno.

Allora, la domanda che ci si pone è questa: tutto questo è finito, l'Italia ha deciso che il settore dell'alluminio deve essere smantellato, ha deciso che non deve essere difeso, che non deve essere ritenuto più essenziale per le attività produttive della nostra nazione e noi, in un momento nel quale la domanda invece è in crescita, e i prezzi accettabili, dobbiamo consentire che le imprese straniere e le multinazionali continuino a delocalizzare?

Per accogliere questo insediamenti quel territorio ha sacrificato un pezzo splendido della sua costa, che è stato compromesso dal punto di vista non solo paesaggistico, ma anche e soprattutto ambientale. Che le multinazionali abbiano a cuore soltanto i loro interessi non stupisce né fa meraviglia, i loro obiettivi sono gli utili di impresa, e non hanno neanche bisogno di fare finta di avere cura dei loro lavoratori, della loro sorte o dei territori che li hanno ospitati. Al contrario, sono arroganti con i Governi nazionali, figurarsi con quelli regionali. Se ne "fregano" altamente di ogni questione gli venga proposta, sensibili esclusivamente al mercato e alle sue leggi. Queste - si dirà - sono le leggi della giungla globale, in cui il progresso non sempre coincide con i bisogni dell'uomo, insensibile alle forti agevolazioni avute finora, basti pensare alle vicende della Rockwool e dell'Alcoa.

La prima, la Rockwool, dopo aver ottenuto i finanziamenti legati alla riconversione mineraria prevista dalla legge numero 201, per tantissimi anni ha potuto beneficiare di enormi risorse finanziarie, ed è rimasta in quel territorio producendo lana di roccia. Una volta cessati i finanziamenti ha deciso di delocalizzare, nonostante gli utili di impresa potessero essere considerati certamente positivi, in luoghi dove la manodopera costa meno, dove le tutele sindacali sono meno forti e meno pressanti.

La vittoria invece sull'Alcoa, anche se temporanea, è una vittoria ottenuta grazie a una grandissima mobilitazione, dei lavoratori innanzitutto e di tutte le istituzioni, quelle locali e anche quelle regionali. Ora con Eurallumina è necessario fare la stessa cosa. Si potrebbe dire, come spesso accade, e concordo, che il Sulcis ha dalla sua, come d'altronde tutta la Sardegna, la possibilità di sfruttare le tante risorse legate al turismo, dalla sua costa ai suoi beni ambientali e paesaggistici, da quelli archeologici e nuragici, e minerari dismessi, alle bellezze naturalistiche e storiche.

Ma oggi noi tutti abbiamo il dovere di difendere innanzitutto il sistema produttivo industriale su cui è fondata la sua economia principale, per cui ha sacrificato pezzi importanti del suo territorio e del suo ambiente. L'Eurallumina costituisce l'emblema di queste lotte e di queste battaglie. Sono stati siglati, oltre le promesse, numerosi protocolli di intesa fra Regione, ENEL, aziende e Governo, per trovare una soluzione temporanea, che, in attesa della costruzione di una caldaia per produrre vapore dalla combustione del carbone, consentisse alla fabbrica di ripartire, e ai suoi dipendenti di rientrare a lavorare. Insomma, serve olio combustibile a prezzi accettabili, perché per realizzare la caldaia occorreranno, secondo le previsioni dei tecnici, trentasei mesi. Questi sono accordi scritti e reiterati parecchie volte, dal 2009 a oggi, però nulla è cambiato, nonostante siano trascorsi due anni. La fabbrica continua inesorabilmente a logorarsi senza entrare in funzione.

Allora io credo che il prossimo appuntamento, il 31 marzo, al Ministero dello sviluppo, debba costituire un momento nel quale assumere decisioni concrete per il riavvio degli impianti, con programmi e date da rispettare. Il ruolo del Consiglio regionale della Sardegna deve essere attivo e partecipato, propositivo e di controllo sul percorso che il Ministero ha l'obbligo di attivare. Se per l'ennesima volta ci si dovesse rendere conto di trovarsi di fronte ad interlocutori vacui, tentennanti, poco coscienti della situazione in cui versa l'Eurallumina e i suoi lavoratori, e più in generale quel territorio, è chiaro che le risposte di noi tutti dovranno essere all'altezza della situazione.

Questa volta si tende a catalogare le vertenze in funzione dei rapporti di forza che vengono messi in atto da coloro che le devono difendere. Bene, alla stregua di questo criterio di catalogazione questa non può essere considerata una vertenza di "serie B". Stiamo infatti parlando di una Provincia che, dai dati pubblicati qualche tempo fa nel "Sole 24 Ore", risulta essere la più povera d'Italia; stiamo parlando di un territorio sofferente che ha vissuto storie di sacrifici e duro lavoro, ma storie anche di lotte e battaglie per la difesa dei suoi diritti, ed è stremato. Per questo ha bisogno di risposte chiare, che offrono prospettive precise.

Chi governa, a tutti i livelli, ha il dovere di tracciare percorsi e offire soluzioni efficaci. Non è facile; ci rendiamo conto credo tutti quanti che non sia facile, però siamo disposti a mettere da parte le differenze, e va raccolto l'invito ad unire le forze per andare compatti all'appuntamento del 31 marzo. Non servirà un altro documento, ma chiarezza sul prezzo dell'olio combustibile e sulla costituzione della società mista per la gestione della caldaia e delle relative autorizzazioni per far marciare l'impianto con quel combustibile. Questi sono i tre punti che il 31 marzo il Consiglio regionale, accompagnando i lavoratori, deve pretendere che il Ministero metta per iscritto, fissando date precise e assumento impegni precisi. Vedremo i risultati, dopodiché sarà necessario tirare le somme e decidere come procedere per Eurallumina e per l'intero sistema produttivo della nostra Isola. Se le risposte non arriveranno credo che saranno tempi duri, e dovremo attrezzarci per affrontarli.

Chiedo, col permesso della Presidenza, di leggere un comunicato che i lavoratori dell'Eurallumina hanno fornito adesso.

Vertenza Eurallumina: "Vi ringraziamo per questo importante spazio; noi siamo in lotta per la difesa del nostro posto di lavoro, ma siamo qui ormai da 2 settimane per manifestare il nostro disappunto su una situazione incomprensibile. La nostra fabbrica è chiusa perché esistono disparità in Europa sul costo dei combustibili per produrre energia, e soprattutto non abbiamo la possibilità di produrre il vapore, indispensabile per estrarre l'allumina dalla bauxite utilizzando il gas che in Sardegna non esiste. A voi chiediamo un supporto politico affinché il Governo rispetti gli impegni che ha assunto proprio qui, a Cagliari il, 7 febbraio del 2009. Da allora, a più riprese, l'ultima il 4 agosto scorso, stiamo facendo i conti con i continui rinvii, che giorno dopo giorno porteranno la fabbrica alla chiusura".

"Per noi il riavvio degli impianti è garanzia per il futuro non solo per gli attuali occupati. La ripresa economica annunciata, se non dovesse trovarci pronti, vedrà sul mercato allumina prodotta in altre parti del mondo, e per noi sarà la fine. A voi chiediamo sostegno politico e la forza per dire che l'industria non si può demolire. Vi chiediamo di dire al Governo che serve un impegno forte per il futuro. Oggi, dal Sulcis a Sassari, tutto il settore industriale è messo in crisi dalla mancanza di una seria politica industriale delle materie prime. Per il futuro della Sardegna serve l'industria e serve il lavoro. La nostra mobilitazione, a volte rumorosa, è volta ad unire il lavoro alle istituzioni e ai cittadini. Chi pensa di poter fare a meno del lavoro sbaglia. A voi chiediamo un sostegno in questo senso, e siamo sicuri che questo non mancherà".

"Vi chiediamo anche di sostenere la nostra lotta, la manifestazione che si terrà a Roma il 31 marzo, perché quella sarà una manifestazione per la Sardegna. Siamo convinti che l'industria dell'alluminio sia ancora oggi un pezzo fondamentale per l'economia della Sardegna. Questo momento, questo incontro in quest'Aula dovrà, così com'è stato nella riunione con la presidente Lombardo e i Capigruppo, confermare il sostegno ad una delle tante battaglie che noi sardi conduciamo quotidianamente, per affermare proprio quest'anno l'appartenenza paritaria e non difforme alle altre Regioni d'Italia, per uscire dalla precarietà e per cancellare il nostro stato di cassaintegrati. Grazie.".

Questa è il documento che i lavoratori dell'Eurallumina hanno chiesto venisse letto in aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io guardo l'orologio e cerco di essere più rapido rispetto ai tempi che ci sono assegnati. Cerco di essere più rapido perché vorrei che il mio intervento, pronunciato a nome dei Riformatori, non avesse niente di rituale, perché purtroppo spesso la politica si ferma al rito, e credo che in questo momento di tutto ci sia bisogno tranne che di riti.

Preliminarmente voglio dichiarare che i Riformatori sono ovviamente assolutamente al fianco dei lavoratori dell'Eurallumina nella vertenza per la difesa del posto di lavoro. Ci rendiamo perfettamente conto che dietro ogni singolo posto di lavoro ci sono famiglie e che c'è una tragedia economica e sociale che colpisce l'intera Sardegna, il Sulcis in particolare, di cui tutte le forze politiche di questo Consiglio regionale credo siano consapevoli.

Credo che la disattenzione o la scarsa partecipazione che oggi sembra di intravedere in aula sia, in realtà, figlia di qualche cosa di diverso dalla non comprensione, da parte della politica, della disgrazia immane che si sta abbattendo sulla Sardegna, che sia figlia, cioè della difficoltà che la politica ha a trovare risposte.

Il collega Cocco, dal quale molto mi differenzia, in un suo passaggio afferma che le multinazionali sono attente agli utili d'impresa, sono arroganti con i governi nazionali, figuriamoci con i governi regionali. Insomma, è vero che forse oggi la politica si rende conto, più che mai la politica di questo Consiglio regionale, della debolezza delle proprie armi rispetto alla battaglia che dobbiamo combattere, però di questa debolezza non dobbiamo fare un elemento di rassegnazione, ma, anzi, la consapevolezza di quanto sia necessario rimanere uniti in momenti come questi ci deve aiutare ad approntare strumenti importanti a difesa degli interessi della nostra gente.

Ecco, la prima delle considerazioni che voglio fare è che è ben chiaro che questo documento, un documento sul quale siamo tutti d'accordo, un documento che speriamo possa davvero servire a qualcosa, è un documento di difesa dell'esistente, perché in questo momento poco altro può fare la politica sarda se non chiedere aiuto alla politica nazionale, perché insieme ci si difenda da quella che il collega Cocco ha chiamato "l'arroganza delle multinazionali". Multinazionali che sono state capaci di distruggere un territorio, ma che se oggi se ne andassero via dal Sulcis difficilmente ce lo restituirebbero come invece dovrebbero, esattamente come lo hanno trovato.

Però, a fianco alla difesa dell'esistente c'è un dibatitto che deve essere aperto, e cioè quello su cosa dobbiamo fare per il futuro, se lo sviluppo industriale, con l'industria pesante, è da considerarsi ancora di valenza strategica per il nostro territorio. Questo significherebbe iniziare ad aprire un argomento, che tante volte questo Consiglio regionale ha tentato di affrontare, e che tante volte poi ha riposto nel cassetto, che è quello dell'approvvigionamento energetico, perché a oggi noi non sappiamo come dovrà avvenire l'approvvigionamento energetico in Sardegna negli anni futuri.

Noi sappiamo quali sono i "no" che diciamo, perché abbiamo detto no al nucleare, abbiamo detto no all'energia delle pale eoliche, che avviene in una maniera che offende il territorio, ma non abbiamo detto con chiarezza "sì" a qualche altra scelta che ci consenta di essere competitivi per quanto riguarda l'approvvigionamento delle nostre industrie energivore.

Va detto che a oggi noi non abbiamo chiarezza sull'approvvigionamento energetico, va detto che la nostra scommessa sulle energie alternative ci porta a pensare che difficilmente noi avremo la possibilità, a meno che non si realizzi nel modo migliore il Galsi, di sostenere industrie energivore, quindi va detto con chiarezza che il futuro della Sardegna non è nelle industrie energivore, che dobbiamo trovare risposte diverse per sfamare le famiglie che vivono nel Sulcis e che vivono nel resto della Sardegna. Ecco, io credo che sia questo il problema fondamentale a cui questo Consiglio regionale è chiamato a dare delle risposte, e devo dire - e non è la prima volta che lo dico in quest'Aula - che ho poca fiducia nel fatto che ci possa essere una classe politica di centrodestra o di centrosinistra che dia risposte. Io ho paura che l'intera classe dirigente della Sardegna, di centrodestra e di centrosinistra, oggi non abbia le risposte, e che qualche volta la polemica speciosa che noi continuiamo a fare tra schieramenti, destra e sinistra, serva a nascondere la povertà di idee che esiste in entrambe le parti.

E allora è questa la riflessione fondamentale che noi Riformatori proponiamo ancora una volta a quest'Aula. A noi sembra che la frontiera grossa tra schieramenti sia tra quello di innovazione e quello di conservazione, e vediamo eserciti arruolati nella conservazione che sono sicuramente dominanti in entrambi gli schieramenti, e non è questa la scommessa vincente per la Sardegna.

Noi siamo convinti che la scommessa vincente per la Sardegna passi attraverso l'innovazione, passi attraverso il cambiamento, passi attraverso la volontà di ridiscutere i modelli di sviluppo, passi attraverso la considerazione e la convinzione che il federalismo fiscale, che niente di buono porterà in Sardegna perché ci sottrarrà altre risorse, ci metterà ancora di più nelle condizioni di scommettere su noi stessi, perché se non scommettiamo su noi stessi e sulla nostra capacità di cambiare, se pensiamo che l'unica cosa da fare sia difendere l'esistente strenuamente perché abbiamo paura del nuovo e perché solo l'esistente sembra poterci dare delle risposte tranquillizzanti nell'immediato, beh, allora stiamo perdendo la nostra scommessa.

Ecco, questo è l'appello che ancora una volta noi Riformatori ci sentiamo di rivolgere a questo Consiglio regionale, un appello alle forze politiche perché le energie migliori che sono presenti nei due schieramenti possano essere unite e confrontarsi su quali sono le politiche di cambiamento e di innovazione su cui questa terra vuole scommettere, perché questa è la frontiera dei ragionamenti che andremo a sviluppare nei mesi venturi, quando ci "cadrà addosso" il federalismo fiscale nelle parti che non saranno positive né per i nostri comuni né per la Regione.

Questa è la scommessa, l'unica scommessa, sulla quale noi possiamo sperare per arrestare quel percorso inclinato che la società sarda sta attraversando e che a questa classe politica e a questa classe dirigente si chiede in qualche maniera di contrastare con idee, con capacità, con passione e con entusiasmo da trasferire ai sardi che ci guardano fuori da qui.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, la gravissima crisi di una delle più importanti industrie sarde, l'Eurallumina, ci induce a riflettere sulla crisi industriale della regione in senso più generale. I poli industriali di Porto Torres, Ottana, Portovesme e Villacidro si dibattono in una profonda crisi esistenziale, se così possiamo dire. Anche il nostro territorio, così come ha ricordato l'onorevole Cocco che ha parlato appunto dell'area dell'Eurallumina, ha vissuto vent'anni di un'industrializzazione purtroppo chiusa, con l'abbandono delle partecipazioni statali; l'unica che oggi rimane in piedi (la Keller Meccanica, che ha bisogno di interventi urgenti perché possa ripartire) è invischiata in situazioni finanziarie e quindi anche in pendenze bancarie, che non permettono il rilancio di un'industria che peraltro poi soffre, anche questa, di un altro handicap regionale, che è quello dei trasporti.

Quindi l'industria sarda è in grave difficoltà, e così anche il nostro territorio, che ha affrontato un periodo post-industriale con una marea di disoccupati, di cassintegrati e persone in mobilità. E' ripresa la grande ondata assistenzialistica, cancellando professionalità ed esperienze industriali che rischiamo di perdere definitivamente. Un'industria penalizzata per gli alti costi energetici e dei trasporti, che non riesce a stare alla pari con il resto della Penisola e quindi a forte rischio di delocalizzazione.

Il problema energetico, che ha affrontato anche il collega Vargiu poc'anzi, richiama la difficoltà ulteriore dell'industrializzazione in Sardegna. Ho la sensazione che con tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente, anche la realizzazione del nostro metanodotto rischia di impantanarsi, e forse c'è la necessità di ripensare la rete energetica sarda, che può richiamarsi, credo a quel progetto di polo criogenico che ci permetterebbe di comprare gas nel mercato internazionale. Il Mediterraneo viene quotidiamente attraversato da navi cassiere che possono quindi alimentare anche le nostre postazioni presso i porti principali; il rischio, infatti, è che perché la fornitura di un'importante materia prima come è il gas, finisca per penalizzarci ulteriormente. Pensare a una riconversione industriale basata sull'alimentazione attraverso un metanodotto che è alimentato da un'unica fonte è pericolosissimo; occorre garantire un tessuto industriale capace di reggersi anche nei momenti di grave difficoltà internazionale.

Credo che elementi per discutere ce ne siano, idee ne abbiamo. Si tratta di ragionarci su e di pensare alla realizzazione di un forte tessuto industriale, prima che rischi la sua desertificazione con gravi ripercussioni ambientali. Questo è un altro tema che si aggiunge a quelli affrontati e di cui non possiamo non tener conto. La storia ce lo insegna.

Io provengo dalle aree minerarie, che ancora attendono cospicui interventi per le bonifiche, che peraltro abbiamo conquistato con una battaglia a livello nazionale con gli operatori, con i lavoratori, ottendendo che le aree minerarie del Sulcis-Iglesiente-Guspinese venissero riconosciute come aree ad alto rischio ambientale e quindi finanziabili dallo Stato. Bene, di quei soldi non abbiamo utilizzato nulla, continuiamo utilizzare i soldi regionali per attuare interventi tampone. Io credo che dobbiamo ritornare su questo tema.

La delocalizzazione delle industrie, attualmente in atto, rischia di ripercorrere questo nostro dramma. che le aree industriali sono tutte inquinate. Lo abbiamo visto anche a Villacidro: le Tessili Sarde sono andate via, restano le aree inquinate e gli oneri per la bonifica rischiano di ricadere su coloro che occupano attualmente queste aree, anziché su coloro che, invece, hanno inquinato. Non bisogna lasciar andare via le industrie prima che abbiano bonificato il territorio, perché se è vero com'è vero che stiamo tutti pensando a un'industria pulita, a un'industria che quindi non inquini più, è anche vero che abbiamo necessità di recuperare le nostre aree, i nostri territori il più presto possibile, perché è una carta importante del nostro sviluppo.

Quindi, dicevo, le aree minerarie sono ancora lì, in attesa di cospicui interventi per le bonifiche, e la Regione Sardegna cerca di tamponare con i propri fondi, ma non fa bonifiche, fa tutt'altro che bonifiche.

Bisogna ripensare a una nuova era industriale basata su un'industria più rispondente ai bisogni dell'Isola nel rispetto dell'ambiente. Forse abbiamo bisogno di un'industria che valorizzi le nostre materie prime con processi di verticalizzazione localizzati nell'Isola e di un'industria manifatturiera che sfrutti le infrastrutture portuali che attualmente abbiamo, e di un porto canale con una zona franca di pertinenza per insediamenti industriali che contrastino la delocalizzazione.

L'Eurallumina, com'è stato detto, rappresenta un simbolo, un'industria che ha sostituito gli interventi delle partecipazioni statali con capitali internazionali, o come genericamente vengono chiamate, multinazionali. Sono industrie che non hanno un referente; si è ormai perso il rapporto operai-datore di lavoro. Le multinazionali ci rappresentano e dobbiamo discutere tutte le vertenze a Roma; prima si discutevano nella sede dell'industria, oggi si discutono a Roma e non è escluso che in seguito dovremo recarci anche in America per discutere questioni nazionali. Eurallumina sottoscrive accordi con più parti, ma sembra che venga riproposta quella pratica (adottata dalle multinazionali estere, ma anche dalle grosse società nazionali come l'ENI) di sfiancare le situazioni procrastinandole nel tempo, il che, poi, è preludio alla definitiva chiusura.

Ripeto, questa situazione l'ho vissuta sulla mia pelle: l'ENI, l'industria di Stato, con le miniere di Montevecchio per ben dieci anni ha trascinato gli operai sino alla chiusura definitiva culminata nel nuovo progetto di sviluppo industriale avviato con la legge nazionale numero 221. Da questo progetto di sviluppo industriale sono sorte poche fabbriche, come ha detto il mio collega Cocco, poche industrie nell'Iglesiente, ma altrettante poche industrie nella nostra zona. L'unica, la Ceramica Mediterranea, è in difficoltà, costretta a acquisire materia energivora dall'unica fonte, che è la Saras, a prezzi da essa dettati, quindi impossibilitata a competere con le industrie di Sassuolo, eppure impiega materia prima sarda il cui utilizzo dovremmo cercare di incoraggiare. Invece, l'ho detto altre volte, distruggiamo intere montagne per portarle sulla Penisola laddove si effettuano le verticalizzazioni, per quattro soldi cediamo materia prima, quindi ricchezza, alle industrie del Nord Italia. Quindi anche qui una politica di tutela al patrimonio e della ricchezza locale non guasterebbe.

Io ringrazio gli operai di Eurallumina per averci posto all'attenzione un problema che non è solo il loro, ma credo che sia un problema che riguardi tutta l'attività industriale della Sardegna, e quindi aver costretto il Consiglio regionale a una riflessione pur partendo dai loro bisogni, che sono però gli stessi di migliaia di operai che ancora resistono nell'industria regionale della Sardegna. Confermo che da parte nostra, da parte mia, ci sarà tutto il supporto possibile perché anche questa battaglia venga vinta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, riprendiamo dopo due anni il discorso dell' Eurallumina. Era il marzo del 2009 quando qualcuno assunse l'impegno, a livello internazionale, di salvare questa società che era in procinto di chiusura. In questi due anni abbiamo già tenuto diverse sedute di Consiglio, sollecitati dalle occupazioni e dalle proteste degli operai dell'industria nei confronti di una Regione distratta e di un Governo assente.

In questi anni, in quest'Aula, abbiamo tutti illustrato la nostra posizione sull'industria, però più vado avanti e più mi chiedo: le persone che sono qui sotto a manifestare e a richiedere attenzione - un'attenzione che dovrebbe essere dovuta dalla politica, non richiesta - gli operai che sono da 369 giorni lì in quel dell'Asinara a difendere il loro posto di lavoro, quelli che occupano le torri, quelli che hanno occupato le stazioni delle ferrovie, quelli che giornalmente tengono conferenze stampa per manifestare lo stato di crisi, per chiedere attenzione, che cosa si aspettano da noi? Si aspettano ancora che noi, in questa dotta Aula, facciamo analisi sulla crisi dell'industria? Si aspettano che gli elenchiamo i dati sulla disoccupazione? Si aspettano da noi una continua, interminabile analisi o si aspettano proposte di soluzione?

Certo, le posizioni sono diverse in quest'Aula: c'è un'opposizione che può soltanto manifestare il suo dissenso sulle azioni portate avanti, c'è una maggioranza che cerca di illustrare quello che la Giunta dovrebbe fare o ci si aspetta che faccia; ma noi come abbiamo risposto? Abbiamo risposto in questo modo: con un'assenza importante in quest'Aula. Non me ne voglia l'Assessore Cherchi, la sua è sicuramente una presenza importante, ma a parte i numerosi consiglieri assenti, l'assenza più importante è quella del Presidente della Giunta che dovrebbe farsi carico in primo luogo di quest'istanza.

Noi possiamo suggerire (perché questo è il nostro compito, quello dei consiglieri regionali) ma l'Esecutivo ha la grande responsabilità di riportare nei luoghi, nelle sedi opportune e con gli interlocutori giusti, le istanze che vengono portate avanti e rappresentate dai lavoratori che bivaccano sotto il Consiglio regionale (peraltro, a mio avviso, sbagliando indirizzo; il Consiglio regionale può fare cassa di risonanza, ma la vera sede dove andare a manifestare le proprie ragioni in maniera democratica e civile è sicuramente quello dell'Esecutivo, è quella di viale Trento, è quella di Villa Devoto, non il Consiglio regionale che può solo offrire solidarietà, avanzare proposte). Qualcun altro, quindi, dovrebbe venire qui a dare risposte e non a fare analisi nei confronti degli operai che oggi sono qui, ma che sparsi per la Sardegna giornalmente manifestano.

Abbiamo tenuto questa seduta straordinaria del Consiglio in previsione della riunione del 31 marzo, di giovedì, alla quale, come in passato, tutti parteciperemo, o meglio, alcuni hanno sempre partecipato. Io preannuncio che non sarò a Roma per motivi personali giovedì, ed è forse la prima volta che non ci andrò, ma per convinzione ho sempre partecipato. Allora, io direi basta con le analisi, avanziamo delle proposte. Ci lamentiamo del fatto che il piano di risanamento ambientale non è ancora partito. Di chi è la responsabilità? Non sicuramente di chi manifesta sotto il palazzo del Consiglio.

Peraltro corre voce che il 31 non ci sarà nessuna riunione, che il Ministro abbia rimandato l'incontro. Questa è la considerazione che il Governo centrale ha della Sardegna? Allora, noi abbiamo, a mio avviso, un avversario comune, (il Governo centrale) ma non abbiamo l'autorevolezza per combatterlo. Tutti noi, tutti voi padri di famiglia, madri di famiglia, sappiamo bene che stiamo combattendo una lotta contro un Governo distratto, strabico, che non ha al primo posto la priorità Sardegna, e noi non chiediamo di essere priorità ma chiediamo di essere ascoltati, o meglio la nostra Giunta e il nostro Presidente chiedono di essere rispettati e di essere ascoltati, spero che lo chiedano! Perché quando non viene ricevuto il mio Presidente della Regione sarda dobbiamo essere tutti risentiti per questo atteggiamento. E' chiaro, però, che ci vuole anche un Presidente autorevole.

Dobbiamo ricordarci che abbiamo come interlocutore un Governo centrale che non interviene nel risanamento ambientale e nell'industria (poi parleremo di "industria sì, industria no", oggi quei posti di lavoro vanno mantenuti perché ne abbiamo perso già troppi; su quale deve essere il piano di sviluppo industriale in Sardegna ne parleremo in altra sede, io da tempo vado dicendo che l'industria in Sardegna va rivista) un Governo che si precipita a pagare le quote latte degli allevatori del Nord ma che si dimentica i fondi FAS della Sardegna; un Governo che si precipita per gli interventi della Fiat a Melfi o da qualsiasi altra parte, ma si dimentica di Vinyls, Eurallumina, Portovesme, Ottana, un Governo che pensa al ponte di Messina ma porta via i denari alla Sardegna per il suo sviluppo, i denari dovuti; un Governo che pensa all'Expo di Milano ma che non pensa minimamente al fatto che ci devono "qualche miliardata" sulle entrate e quello sulle entrate non è ancora un capitolo chiuso (per quanto mi riguarda neanche aperto); un Governo che si dimentica o si ricorda di noi soltanto per i morti sulle nostre strade ma non per la mancanza di infrastrutturazione stradale come la Sassari-Olbia.

Allora, che rispose dobbiamo dare e possiamo dare noi agli operai che ci chiedono di fare il nostro dovere, che ci chiedono di rappresentare le loro, le istanze di un territorio, di un'Isola che sta morendo, di un'isola che sta morendo economicamente, socialmente e ahimè politicamente? Non contiamo più nulla. I nostri parlamentari, quelli che oggi avrebbero un peso di contrattazione elevatissimo col Governo centrale (e parlo necessariamente dei parlamentari di maggioranza, perché quelli di minoranza poco possono contrattare) quelli che abbiamo eletto col centrodestra, perché non fanno valere il loro peso numerico come hanno fatto i valdostani per le istanze della Val d'Aosta, come hanno fatto i siciliani per le istanze della Sicilia e che oggi riescono anche a entrare in governo (purtroppo non con gli uomini migliori ma entrano)? Perché non fanno valere il loro peso numerico come hanno fatto i romani che sono riusciti, col Governo centrale, a trattare sul patto di stabilità dicendo: "Caro presidente Berlusconi, noi continuiamo a sostenere il governo, sicuramente, perché questo è stato il nostro mandato, ma il nostro mandato è anche quello di difendere il nostro territorio, le istanze e i diritti del nostro territorio".

Togliamo la fiducia a questo governo se i casi Vinyls, Eurallumina, industrie in Sardegna, pastorizia, fondi FAS, Sassari-Olbia (che sono tutti diritti acquisiti) non verranno dallo stesso affrontati adeguatamente. Così facendo la gente capirà che la politica sarda sta svolgendo degnamente il suo ruolo per chi oggi ha bisogno di attenzione, di sostegno, di salvaguardia del lavoro e quindi della libertà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, il 10 marzo, non più tardi di 15 giorni fa, abbiamo discusso la mozione sulla chimica, discussione conclusasi con un ordine del giorno unitario. Assessore, l'ottimismo che espresse in quell'occasione oggi ahinoi si infrange nell'ennesimo imbroglio dell'ENI coperto dal Governo. Io le chiedo, nelle sue conclusioni, di rispondere a questo ennesimo imbroglio. Siamo stanchi di assistere al vostro ottimismo che puntualmente viene trattato in questa maniera.

Oggi discutiamo di Eurallumina, che costituisce un pezzo fondamentale del Polo metallifero di questa Regione, che si completa con l'Alcoa e per certi versi con la Portovesme srl. L'altro polo è quello chimico, di cui appunto abbiamo discusso qualche giorno fa, che si completa anche quello con l'impianto petrolchimico di Porto Torres con quello cloro soda di Assemini e con i cloro derivati. Infine c'è il polo tessile, tra virgolette, nella piana di Ottana. Di questi problemi oggi discutiamo, Assessore, e vorrei che lei facesse una replica impegnata, seria e possibilmente con i piedi su queste problematiche e non su fantasie, perché siamo stanchi di atteggiamenti che non atterrano mai, che dimostrano di non avere cognizione di quello che sta avvenendo e, tanto meno, dimostrano di avere un'idea di come si affronta questa crisi. Se ha un'idea, caro Assessore, la esponga a quest'Aula; se non ha un'idea, per cortesia, ne prenda atto, si dimetta e cerchiamo di trovare soluzioni all'altezza di questa situazione.

Presidente, Assessore, siamo di fronte - lo dico anche all'onorevole Vargiu - ad una svolta storica, ahinoi, una svolta negativa, perché se qualcuno non se n'è accorto in quest'isola si sta chiudendo un ciclo storico che è iniziato ai primi anni del '60. Badate, l'industria in Sardegna non ha portato soltanto ricchezza e crescita, ha portato anche una cultura, perché attraverso l'industria negli anni '60 e nei primi anni '70 si è costruita in quest'Isola una classe dirigente. Vorrei che fosse chiaro, vorrei che ci fosse memoria anche su questi temi perché il lavoro, in particolare quello industriale, è una fucina straordinaria anche per la democrazia e per tutte le sue articolazioni istituzionali, e l'abbiamo visto ad Ottana e non soltanto ad Ottana.

Allora, Assessore, si sta cancellando questo ciclo produttivo, e ciò avviene senza che quest'isola abbia riflettuto sul suo modello di sviluppo. Assessore, io le chiedo: "Non siete più propensi ad avere l'apparato industriale, quello in senso stretto in quest'isola? Bene, può essere una scelta condivisibile o meno, io non la condivido, ma per cortesia ci vuol dire se ce l'avete un'idea del modello di sviluppo per quest'isola? Io mi rendo conto di usare parole pesanti, lo sto facendo di proposito perché vorrei, Assessore, che lei, a nome della Giunta, se avete un'idea di modello di sviluppo oggi, lo diciate affinché caro Capelli, caro Vargiu, si possa aprire su questi temi un dibattito in questa aula e non da altra parte.

Assessore, chiedo a lei: Che ruolo deve avere l'industria in quest'Isola? Lo dico anche al Presidente della Commissione industria che si attarda con l'Assessore. Chiedo a lei Assessore: Questa industria ha qualche punto di debolezza? Se sì quali sono e come intende affrontarli. Quali sono i fattori della produzione che (da tempo, per carità non soltanto da due anni) stanno mettendo in ginocchio questo apparato produttivo a partire da quello evocato anche qualche minuto fa dell'energia? Come intendete affrontare e risolvere la situazione? Noi siamo stanchi di riunioni, confronti, documenti, protocolli che non si negano a nessuno, che richiamano i capitoli, gli impegni, la buona volontà e poi l'unico risultato è che pezzo per pezzo si smantella l'apparato industriale in quest'Isola. Le chiedo oggi, Assessore, di dire qualcosa che abbia un minimo di carattere di cogenza e non impegni generici. Il mio gruppo, quello del Partito democratico, è convinto che in quest'Isola non si possa fare a meno dell'industria, non si possa fare a meno del sistema produttivo. Le dico anche, come lei ben sa o come dovrebbe sapere, che noi abbiamo uno sviluppo fortemente squilibrato, l'industria ha un peso eccessivamente ridotto rispetto a un modello di sviluppo equilibrato.

L'agricoltura, come lei sa, contribuisce al valore aggiunto intorno al 4 per cento, in linea con la media nazionale (non cito altri dati per non infastidire nessuno) mentre i servizi hanno un peso eccessivo, e quando i servizi hanno un peso eccessivo e non sono al servizio di attività produttive, basta uno scossone non grosso che crolla tutto, e i segnali ci sono tutti.

Le chiedo allora, Assessore: A partire dall'esistente, a partire da quelle che indicava l'onorevole Vargiu, quali sono le filiere che volete sviluppare? La ricerca, l'innovazione? Benissimo, siamo d'accordo. Come intendete, Assessore, soffermarvi sulla possibilità di sviluppo di queste filiere? Noi abbiamo un problema infrastrutturale, Assessore, lei dovrebbe saperlo, noi abbiamo una dotazione infrastrutturale che è appena il 60 per cento rispetto alla media nazionale. Questa dotazione infrastrutturale è la ragione della diseconomia ed è la ragione dei mali di questa industria: come intendete affrontare questo problema, come intendete dotarci di infrastrutture che rendano quest'Isola, al pari delle altre Regioni, attraente per gli investimenti privati evitando di trovare solo imbroglioni, come è successo finora, come quelli a cui volevate consegnare la Vinyls (me ne assumo la responsabilità Presidente, so bene di cosa sto parlando). Non si può mettere in una barca a remi una realtà come quella della Vinyls, come avete tentato di fare, come ha tentato di fare l'ENI con la complicità del Governo e della Giunta regionale.

Cosa intende fare per modificare quella situazione? O voi siete in grado (e fino ad ora non lo avete dimostrato) di costringere il Governo a darci quanto ci è dovuto, anche in termini di infrastrutture materiali, e in tempi brevi (perché ovviamente l'industria, in particolare i privati non aspettano i tempi biblici della politica, vanno via, abbandonano e desertificano questa Regione) oppure dovrete impegnare risorse vostre.

Le ricordo intanto, Assessore, che non mi pare sia ancora arrivata la convocazione per il 31 marzo, e sarebbe importante, vista la posta in gioco (si parla di Eurallumina, si parla della telefonata di Berlusconi a Putin) che fosse presente il Presidente del Consiglio, se vogliamo avere davvero un minimo di autorevolezza con il governo russo, perché di questo si tratta. Non bastano le telefonate strumentali e soltanto di carattere elettoralistico. E la Regione Sardegna come si presenta il 31 marzo? Si presenta con il Presidente della Regione, o con che chi, con quale idea, con quale pretesa di ottenere le risorse, ripeto, per avere infrastrutture degne di questo nome?

Allora il P.D. ve lo ripete: prendiamoci cinque anni di tempo, utilizzate i soldi delle nuove entrate, se sarete capaci di averle, e cerchiamo con risorse nostre di intervenire sulle bonifiche e sulle infrastrutture materiali. Le chiedo di rispondere a questo, Assessore, per cortesia non faccia voli pindarici, se lei ha rispetto di quest'Aula.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Rodin è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Randazzo. Ne ha facoltà.

RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghi, onorevole Diana io sono arrivato in quest'Aula per discutere una mozione unitaria, se i toni sono questi, dell'imbroglione, imbrogliona la Giunta, la maggioranza e il Governo nazionale, i presentatori non trovano più sponda in me per una mozione unitaria. Non stiamo facendo gara a chi per primo esprime solidarietà agli operai, perché penso che tutti noi, se abbiamo firmato una mozione per recarci tutti, giovedì 31, nell'interezza di questo Consiglio, a Roma per perorare le cause, in primis dell'Eurallumina, dell'Alcoa, della Rockwool, della Vinyls, di tutte quelle aziende citate anche dai colleghi dell'opposizione, sarebbe opportuno che non si strumentalizzassero le posizioni, visto che almeno in questo caso sono unanimi, né che si gettasse benzina sul fuoco.

La nostra disponibilità è data dal fatto che tutti abbiamo un cuore e la sensibilità che hanno già espresso i colleghi dell'opposizione. I ragazzi che manifestano da due settimane qua sotto, non devono venire qui a sentirci discutere o bisticciare, vogliono vedere se c'è la compattezza di quest'Aula per perorare, nel posto dove deve essere perorata, la causa oggi in discussione. Il 99 per cento dei problemi dell'Eurallumina, che sono derivati dall'olio combustibile, dipendono dallo Stato. Io Assessore le chiedo di continuare a lavorare come sta lavorando da sempre, a prescindere dalle accuse che provengono polemiche dall'opposizione, perché l'impegno che sta mettendo per tutte le vertenze (e il disagio sulla quale si dibatte la nostra industria) non è secondo a nessuno. Giovedì, a Roma, si dibatte il problema della SOTACARBO, quindi questa non è l'unica vertenza. Su questa troverete tutti uniti.

Io parlo oggi come Presidente della Commissione, e sarò al fianco degli operai quando ci recheremo a Roma, in un clima pacifico, tutti assieme, per far valere i diritti di coloro che hanno, a oggi, sospeso la produzione dell'attività, la cui ripresa dipende dall'attuazione di un accordo, di un verbale che al punto 6 recita: "agevoleremo nella fornitura dell'olio combustibile ad un prezzo vantaggioso". Vorrei a questo punto capire che cosa vuol dire "prezzo vantaggioso", e qual è il margine di trattativa. E non devo chiederlo, ovviamente, agli amici che sono seduti nei banchi del pubblico, ma dovrei dialogare con la Russia, con la società che oggi siede al tavolo nazionale per saperlo. Perché, pur trovando l'olio combustibile per la fornitura e far partire quelle famose macchine a vapore per estrapolare la bauxite, dobbiamo sempre rimanere all'interno della normativa comunitaria, cioè evitare di violare le leggi di settore, la libera concorrenza, considerato soprattutto quello che è successo già oggi in Sardegna, che tutti gli aiuti che abbiamo dato, diretti o indiretti, sono tornati perché la Commissione europea ha respinto tutti gli interventi ad oggi effettuati.

Io non voglio fare polemiche, dichiaro solo che saremo con tutti gli operai a Roma a manifestare, per portare avanti le tematiche oggi in discussione, e spero che ciò venga fatto con un tono diverso, in un clima sereno, in un clima soprattutto di supporto a chi oggi dimostra disagio nello stare qua sotto da due settimane, alternandosi al freddo e alle intemperie di questi giorni. Stiamo quindi tutti assieme, ma non utilizziamo espressioni come "imbroglioni", "ladri", o altre che ho sentito, altrimenti credo che, assieme ai colleghi, chiederemo due tavoli diversi per discutere a Roma delle tematiche oggi in discussione in quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, la vertenza Eurallumina, il dramma occupazionale e i riflessi sulla salute ambientale delle popolazioni ad essa connessi, ci impongono una profonda e responsabile riflessione sulla rapidità e sulla qualità delle soluzioni. Con questa mozione la classe politica, nonostante l'evidente fallimento del modello di sviluppo industriale imposto, paradossalmente persiste nel cercare soluzioni ripercorrendo la stessa via che ha portato al fallimento, trascurando così vie alternative possibili per il diritto immediato a un lavoro pulito.

La richiesta delle forze politiche sarde al Governo italiano di immediata attuazione del protocollo d'intesa, e quindi concernente il riavvio degli impianti Eurallumina, con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi, così come recita la mozione, è una richiesta che considero di retroguardia e poco coraggiosa. E seppure in solitudine denuncio l'inadeguatezza e l'assenza di lungimiranza della classe politica sarda nella gestione di questa vicenda.

Dobbiamo batterci per il diritto immediato al lavoro, ad un lavoro pulito, per cui oggi un atto di coraggio dovrebbe indurci non a riesumare quel modello di sviluppo già in pieno declino, un falso sviluppo che in nome del profitto per pochi ha creato povertà, disoccupazione, distruzione ambientale e malattie in Sardegna, ma dovrebbe indurre la classe politica a profonde riflessioni. Paradossalmente oggi c'è pure chi pensa che, per risollevarci dalla crisi, sia necessario un aumento della produzione energetica.

La considerazione è che di fronte a questo scenario purtroppo manca la lungimiranza istituzionale per determinare scelte eque per un reale sviluppo economico, in armonia con la vocazione culturale e ambientale della Sardegna. Così come manca una politica di protezione e di tutela di chi perde il lavoro, come ad esempio l'obbligo, per chi licenzia, di finanziare il percorso del disoccupato sino ad una nuova attività lavorativa. Questo sarebbe un metodo, che fra l'altro è già suggerito dalla proposta di Pietro Ichino nel Senato italiano.

Quindi sicuramente le aziende avrebbero individuato soluzioni alternative utili, veloci ed efficaci. Sarebbe una scelta dovuta ai sardi, anche in nome dell'appropriazione degli ingenti finanziamenti pubblici da parte dell'industria pesante in Sardegna. Un'industria pesante che decide di delocalizzarsi quando meglio crede, senza dare conto a nessuno, e senza porsi minimamente il problema della restituzione dei territori e dell'ambiente pulito ai sardi.

La crisi dell'industria deve indurre profonde riflessioni nella sua globalità, a partire dal fallimento di un modello di sviluppo inadeguato e imposto contro la vocazione culturale ed economica della Sardegna, ai costi dell'energia per Alcoa, a quale e quanta energia sia necessaria per lo sviluppo economico della Sardegna e il benessere per i sardi; al perché del prezzo dell'energia in Sardegna e delle tariffe agevolate per certi, e non per altri, al perché la produzione annua si aggira intorno ai 12-13 mila GW all'anno, cioè circa l'8 per cento in più del nostro consumo, contro il 50 per cento della Liguria. E se la Sardegna, come la Liguria, esporta circa 60 per cento dell'energia prodotta, mi chiedo perché incentivare ulteriormente la produzione energetica?

Sull'attività dell'Alcoa voglio ricordare, come tutti sappiamo, che la produzione di un kilogrammo di alluminio dalla bauxite comporta 14 kilowattora di energia contro lo 0,7 per cento per un kilogrammo di alluminio dal riciclaggio. Ovviamente col riciclaggio si eviterebbe la produzione ogni anno di un quantitativo enorme di fanghi rossi. Tale scelta diminuirebbe il dispendio energetico del 95 per cento per la produzione e, contemporaneamente, garantirebbe la salvaguardia ambientale e della stessa salute della gente, inoltre abbatterebbe i costi economici socio-sanitari.

Se si considera che l'Italia è in testa in Europa e terzo a livello mondiale per l'attività del riciclaggio di alluminio, c'è da chiedersi perché in Sardegna si vuole insistere con un sistema produttivo ad alto consumo di energia per la produzione di alluminio dalla bauxite e con la produzione, come già detto, di scorie altamente tossiche, e perché una quota di tale attività di riciclaggio, con conseguente occupazione, non venga attribuita alla Sardegna. Da qui la necessità di riflettere a fondo anche sulla richiesta al Governo italiano di riattivare una produzione assolutamente fuori da ogni logica e ormai in declino irreversibile.

All'unanimità dobbiamo imporre soluzioni immediate, urgenti, alternative, facili e possibili all'industria pesante. Sulla vicenda Eurallumina e sulla necessità della rapida soluzione siamo tutti d'accordo, così come per la situazione occupazionale e per i riflessi dell'inquinamento ambientale nel nostro territorio.

Trovo che la mozione sia poco coraggiosa e un po' di retroguardia: la richiesta al Governo italiano dell'immediata attuazione del protocollo d'intesa trovo che sia inadeguata. Mi dispiace denunciare l'inadeguatezza e l'assenza della lungimiranza in questa nostra classe politica sulla vicenda Alcoa. Non possiamo continuare a chiedere pane avvelenato a qualsiasi costo, a costo dell'avvelenamento ambientale delle nostre popolazioni, è il ripercorrere della vecchia via che ha condotto essa stessa al fallimento dell'industria in Sardegna. Tutto ciò, come ho già denunciato, dopo aver depauperato enormi risorse pubbliche. E' da qui che noi dobbiamo fare veramente atti di coraggio per intraprendere nuove strade. Dobbiamo batterci e dobbiamo chiedere di trovare le soluzioni urgenti (perché questo è possibile farlo) per il dramma occupazionale, a partire dai processi di riconversione e di bonifica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dessì. Ne ha facoltà.

DESSI' (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghi, è chiaro che l'opportunità che ci sta offrendo oggi la discussione di questa mozione è rilevante sotto tanti aspetti. In premessa, se mai ce ne fosse bisogno, voglio rafforzare il concetto che il Partito sardo sarà a fianco ai lavoratori nel rivendicare questi posti di lavoro. Sarà a fianco dei lavoratori nella loro vertenza, lo sarà perché crediamo che non si possa perdere un solo posto di lavoro in un territorio che mi appartiene come espressione anche del mio mandato politico. Territorio che conosco profondamente e so esattamente in che situazione di drammaticità versi. Quindi è chiaro che il posto di lavoro per noi, anche singolo, è fondamentale.

Ma, dicevo, questa mozione ci offre l'opportunità di mettere in evidenza alcuni concetti che, come Partito sardo, abbiamo espresso più volte. Sono concetti che ci devono far riflettere per il ruolo che rivestiamo in quest'Aula, devono farci riflettere come sardi impegnati nella risoluzione dei problemi che stanno attanagliando questa Regione. Io credo che la vertenza Eurallumina oggi, come quella Alcoa, Vinyls, Ottana e quant'altro, stia palesando qualcosa che meriti sicuramente una presa di posizione diversa rispetto agli atteggiamenti che stiamo assumendo oggi di solidarietà, di vicinanza ai lavoratori. Una posizione che deve davvero pensare fortemente ad un modello di sviluppo che non è più sostenibile.

Dagli interventi che mi hanno preceduto, si è evinto palesemente (tranne da quelli di qualcuno come l'onorevole Diana che ancora crede in questo modello di sviluppo) che qualcosa bisogna rivedere perché sicuramente il modello di sviluppo basato su questo tipo di industria non è sicuramente confacente alle prospettive che questa Regione ritiene opportuno dare a quest'Isola per offrire risposte per il suo futuro.

E' chiaro che non ha nessuna valenza, neanche economica, da qualsiasi punto di vista la si voglia prendere, continuare ad insistere in politiche che non danno risposte al territorio. La risposta che ha dato l'Unione Europea agli aiuti di Stato dell'Alcoa che fino a ieri erano considerati una grande vittoria, oggi ci fa ulteriormente riflettere su quello che noi dobbiamo mettere in campo per riuscire a dare un input a questa economia regionale. Io dirò di più, secondo me questo tipo di economia ci ha fatto prendere coscienza che questo tipo di sviluppo economico non ha fatto altro che portar via la nostra dignità di sardi, i nostri valori, le nostre peculiarità e le iniziative economiche che da queste peculiarità potrebbero scaturire determinando un reale aumento del prodotto interno lordo.

Oggi più volte da questi banchi i miei colleghi hanno denunciato un tipo di industria, un tipo di attività economica legata soprattutto a queste multinazionali a cui abbiamo dato "di tutto e di più" senza che esse abbiano determinato alcun valore aggiunto, anzi alcune ci hanno anche fatto uscire dagli obiettivi comunitari importanti. D'altra parte, le politiche ambientali, che sicuramente sono fondamentali per mantenere in piedi nell'immaginario collettivo le virtù di quest'isola di 1.600.000 abitanti, si contrappongono alle politiche che sono state messe in campo da questo tipo di industria pesante, che usa il nostro territorio solo come base logistica, che porta sì posti di lavoro, però sicuramente non lascia nessun tipo di valore.

Oggi voglio sottolineare la difficoltà e la sfiducia che nutrono hanno i giovani nell'intraprendere un'attività imprenditoriale; non ci sono veramente iniziative degne di questo nome che offrono la possibilità ai giovani di pensare al loro futuro, qualsiasi cosa è soffocata da un'amministrazione regionale distratta e anche da un apparato amministrativo che non offre risposte. Basta vedere l'ammontare di residui passivi che giacciono nelle nostre casse per renderci conto della misura delle risposte negate ai nostri piccoli imprenditori, a tutte quelle iniziative economiche per cui sono state fatte approvate importanti leggi di incentivazione.

Ecco, io credo che adesso, dietro questa vertenza, occorra sicuramente trovare la positività. E' difficile poterla concepirla come tale, però è necessario un atto di coraggio affinché quest'Assemblea - parlo per me stesso in modo particolare - possa conferire un senso al suo mandato, in questi due anni e mezzo che mancano alla sua conclusione naturale. Deve trovare una coscienza che deve vederci impegnati a capire davvero che tutta questa montagna di risorse che vengono sperperate per sostenere politiche industriali a favore, in questo caso, dell'industria pesante vengano riconvertite nel creare opportunità nuove di sviluppo per questo territorio e per la Sardegna.

Il territorio del Sulcis in modo particolare, quello che conosco, ha grande, grandissima difficoltà a trovare delle risposte: il 30 c'è lo sciopero generale degli artigiani, dei commercianti, degli imprenditori del Sulcis; a dimostrazione di quanto è pesante la crisi, cinquecento partite IVA si sono riunite per decidere di chiedere alle istituzioni di mettere in campo iniziative importanti per dare loro delle risposte, anche di sostegno alle buste paga, fondamentali per mantenere ai piedi quella gracile economia in un momento come quello che il territorio sta attraversando.

Da amministratore di un piccolo Comune posso affermare che la drammaticità della situazione del territorio va oltre questi trecento (settecento con l'indotto) posti di lavoro, va alla drammaticità di un lavoro, si estende a tutti i comparti - ma se ce ne fosse uno da salvare lo vorrei trovare - dove agricoltori, pastori, imprenditori, imprenditori turistici, non riescono a mettere in piedi iniziative valide, se non sporadiche, per portare a casa uno stipendio, per mantenere una busta paga.

Ecco perché sono convinto, siamo convinti, che le energie migliori di quest'Aula - come ha sostenuto anche qualcuno dei miei colleghi che mi ha preceduto - vadano spese in questo senso: sedersi, discutere unitariamente, lasciando perdere di chi sono le colpe - perché le colpe qui le hanno tutti - allontanandosi dal Governo amico - Governi amici non ce ne sono, né di destra né di sinistra - perché il percorso dell'industria pesante rafforza in maniera emblematica dinamiche di interessi che nulla hanno a che fare con lo sviluppo e gli interessi del popolo sardo. Noi in questo modello di sviluppo dobbiamo entrarci convintamente, dobbiamo dare delle risposte, sì, a questi lavoratori, ma abbiamo il dovere di ridare dignità a un popolo che ormai è semplicemente relegato a piattaforma di interessi comunitari. E tutte le iniziative, com'è stato detto prima, non ultima quella dell'energia, dimostrano quanto stiamo cercando di affermare da tempo come Partito Sardo.

Quindi la dignità al popolo sardo va ridata e noi abbiamo un'occasione importante, come Aula, per poter dimostrare che siamo con i sardi, e far recuperare quel gap che ci allontana dalla gente comune; quindi dobbiamo lavorare per trovare un modello di sviluppo nuovo che dia dignità ai lavoratori sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente lei ricorderà come ricorderà l'assessore Cherchi, che non veedo…

PRESIDENTE. Sta arrivando, onorevole Salis, si tratta di una pausa tecnica.

SALIS (I.d.V.). Chiamiamola tecnica!

Ricorderà l'assessore Cherchi che io, a nome del Gruppo dell'Italia dei Valori, ho insistito molto sull'Assessore perché dalla riunione dei Capigruppo sino ad oggi l'Assessorato dell'industria e il presidente Cappellacci si attivassero per poter arrivare il 31 all'incontro di Roma con una soluzione positiva, in modo che la manifestazione, a cui il Gruppo dell'Italia dei Valori parteciperà compatto, potesse già inviare qualche segnale di fruttuosa conclusione. Bene, lei Presidente capirà e voi colleghi capirete qual è il mio disappunto perché oggi addirittura, non solo non abbiamo ricevuto risposte sulla possibile positiva conclusione della vicenda che, lo voglio ricordare - è stato detto da altri colleghi ma è importante che si richiami - è da anni che si trascina (sono stati firmati protocolli d'intesa, sono stati firmati accordi e i lavoratori sono alla disperazione)...

(l'assessore Cherchi rientra in Aula)

Dicevo, Assessore, che il richiamo che è venuto dalla Conferenza dei Capigruppo - riepilogo brevemente - a lei e al presidente Cappellacci, è che questi giorni, dalla riunione dei Capigruppo fino ad oggi, potessero essere utilizzati per garantire, tramite contatti che noi abbiamo chiesto fossero frequentissimi con il Ministro e con il Governo, di arrivare al 31 e potendo spendere qualche risultato positivo o ritenendo di aver avviato a conclusione positiva la vertenza di Eurallumina e delle circa mille e più famiglie che sono legate a questa vertenza.

Allora, Assessore, il mio disappunto per prima cosa - lo voglio dire perché questo elemento non può essere sottaciuto - è che, di fronte ad una crisi dell'industria sarda, rappresentata in maniera emblematica dal presidio dei lavoratori dell'Eurallumina che sono la punta avanzata della crisi del sistema industriale, io considero vergognoso che oggi il presidente Cappellacci non sia in Aula; la presenza del presidente Cappellacci in Aula oggi è molto importante e qualsiasi altro impegno del presidente Cappellacci è meno importante della sua presenza in Aula - non voglio sminuire la sua presenza, assessore Cherchi, ma lei ben capirà qual è il senso del mio intervento - perché questa è una vertenza che interessa tutto il popolo sardo, tutta l'economia della Sardegna, e sarebbe stato necessario che il rappresentante dei sardi fosse presente in Aula.

Siamo - spero che lei mi smentisca nelle sue conclusioni - al punto che oggi, non sappiamo neanche se l'incontro del 31 è stato confermato. Badate che se fosse vera la notizia che l'incontro non si terrà sarebbe un'umiliazione per l'istituzione Sardegna, non solo per la Giunta ma per il Consiglio e per la Sardegna, il che mi porta a proporre, se dovesse saltare l'incontro del 31 di marzo, di riunirci lo stesso giorno in Consiglio regionale a protestare, perché bisogna trovare finalmente il coraggio e la forza di protestare vivamente contro un Governo che ci sta prendendo a schiaffi.

Non è la prima volta che affermo - l'ho detto anche di fronte al Presidente della Regione - che la Regione ha perso credibilità, ha perso totalmente o quasi totalmente credibilità, ed è chiaro che con la perdita di credibilità delle istituzioni sarde perdono credibilità anche tutte le richieste che dalla Sardegna vengono, e viene indebolita anche la forza di proposte quali quella di difendere, salvaguardare e rafforzare il polo dell'alluminio in Sardegna, insieme alla poca industria che è rimasta e che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti.

Diceva il collega Vargiu che noi dobbiamo scegliere tra innovazione e conservazione. Ma noi, collega Vargiu, assessore Cherchi, siamo nelle condizioni di non poter innovare niente, oggi come oggi dobbiamo batterci con tutte le nostre forze per conservare quello che abbiamo, puntando a proposte che poi possano rafforzare i settori. L'abbiamo fatto per la chimica - il collega Diana ricordava l'ordine del giorno che chiede che la filiera complessiva della chimica possa trovare sviluppo e occupazione maggiore in Sardegna - ma questo vale anche per il Polo dell'alluminio.

Io non sono un industrialista per forza, devo dire la verità, lo sanno anche gli amici operai della Eurallumina a cui siamo stati vicini, per quello che abbiamo potuto fare, anche se la solidarietà costa poco darla, però siamo convintamente al loro fianco in questa battaglia, sanno che io considero per alcuni versi rischiosa e sbagliata la scelta operata negli anni '60, di favorire l'industria pesante in Sardegna, fosse essa l'industria chimica, fosse essa l'industria metallurgica. Avevamo risorse altrettanto importanti (e soprattutto locali) da valorizzare, che sono rimaste sottoutilizzate e che avrebbero potuto darci uno sviluppo autonomo e probabilmente anche superiore a quello creato dall'industria pesante che adesso è in crisi dappertutto.

E' vero quindi che dobbiamo ripensare il modello di sviluppo della Sardegna, ma è altrettanto vero - e lo ribadisco e lo sottolineo - che dobbiamo difendere con tutta la nostra convinzione e la nostra forza quello che attualmente abbiamo. Non possiamo permetterci - e la politica sarda sarebbe umiliata ove questo succedesse - non possiamo permetterci di perdere più alcun posto di lavoro, e soprattutto non possiamo assolutamente permetterci di perdere posti di lavoro che possano offrire una prospettiva non solo per i padri, che lavorano oggi in queste imprese, ma anche per i figli o per i nipoti. In questa prospettiva noi dobbiamo muoverci.

Quindi noi il 31 marzo saremo a Roma, se auspicabilmente l'incontro verrà confermato, altrimenti saremo qui in Consiglio regionale a protestare per il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo nazionale. Anche perché, badate, il Governo nazionale non trova i soldi per l'olio combustibile che serve per la Eurallumina, per la creazione della linea del vapore, assessore Cherchi, ma, come ho sostenuto nel mio precedente intervento, trova 350-400 milioni da buttare, da buttare annunciando e decretando il referendum per il 12-13 di giugno, invece che accorparlo alle elezioni amministrative del 15 maggio. E allora qual è il giochino? Qual è il giochino, bisogna scoprirle le carte, abbiamo un Ministro dell'industria che si occupa più di frequenze televisive che non...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, colleghi, noi ci troviamo oggi a parlare della crisi della Eurallumina, abbiamo parlato della crisi dell'Alcoa, abbiamo parlato della crisi della Vinyls e così via. E' tutto il sistema industriale che è in crisi. Forse si salva la Portovesme Srl perché sono stati compiuti dei passi in avanti, per le altre realtà, per gli altri problemi però non pare che ci siano delle soluzioni immediate, per lo meno io non riesco a cogliere una soluzione immediata.

Il problema è che, per quanto riguarda queste realtà industriali, soprattutto per quanto riguarda il Sulcis, dove c'è stato il primo insediamento di queste industrie, le industrie sono nate grazie al sistema delle partecipazioni statali, grazie all'Efim e quant'altro; era un sistema che, volendo essere una forma di attuazione dell'articolo 2 della Costituzione, interveniva anche in presenza imprese non produttive o che presentavano difficoltà (non è questo il caso del Eurallumina) accollandosi i relativi oneri. Purtroppo oggi questo sistema delle partecipazioni statali con la nuova disciplina comunitaria è venuto meno, per cui ci troviamo l'Eurallumina che è controllata da una società russa, troviamo l'Alcoa controllata da una società americana, altre realtà controllate da società svizzere. Società non italiane che tendono a massimizzare l'aspetto del profitto, il che rende ancora più difficile ritrovare delle soluzioni.

Eppure queste soluzioni devono essere trovate. A distanza di due anni da quando si è aperto il problema del Eurallumina siamo ancora al punto di partenza, questo non è accettabile, non è accettabile per un territorio particolarmente martoriato, non è accettabile lasciare dei lavoratori in queste condizioni. Purtroppo la situazione non è sicuramente delle migliori, tutte le forze politiche oramai hanno detto, con il loro Capogruppo, che il Governo non è un Governo che possiamo definire amico, perché Governi amici non esistono. Noi siamo per l'unità dello Stato, però prendiamo atto che questa unità è messa in gravissimo rischio dai comportamenti che il Governo, sotto la spinta soprattutto di forze cosiddette leghiste, pongono in essere: basti pensare al problema del federalismo fiscale.

Il problema del federalismo fiscale, da un lato determina un aumento immediato di tasse ed aggrava la situazione, dall'altro lato determina un fenomeno di fiscalità di vantaggio nei confronti dei territori del nord che porterà ad un'erosione delle entrate della Regione. Non sono certo questi comportamenti che ispirano all'unità, non sono certo questi i comportamenti apprezzabili.

Non solo abbiamo quindi una difficoltà oggettiva, creata da una serie di norme di legge a nostro avviso non condivisibili, ad avviso del nostro gruppo U.D.C., ma abbiamo anche una situazione sul rapporto con il Governo che ci crea serie difficoltà (la vertenza sulle entrate, che forse si avvia a una soluzione, la vertenza sul patto di stabilità, perché a nulla serve acquisire delle entrate se poi questa entrate non possono essere spese) e pur in presenza di queste difficoltà è nostro compito fare quanto possiamo, possibilmente mettendo da parte gli elementi che ci vedono in contrasto.

Ho fatto prima riferimento al federalismo fiscale, in cui è ovvio che la posizione del P.d.L. è del tutto differente; questo è un tema che insieme ad altri è stato messo in disparte per cercare di raggiungere sintesi sulle questioni che ci uniscono e arrivare a delle soluzioni. Sicuramente noi dobbiamo trovare un nuovo modello di sviluppo, ma è un problema della Sardegna, un problema dell'Italia, un problema secondo gli studi della Comunità europea di tutta l'Europa che deve essere volto verso lo sviluppo delle risorse, in particolare delle risorse turistiche, delle risorse ambientali. Il che ci impone anche un'estrema cautela nelle politiche edilizie e ambientali per evitare di compromettere il territorio.

Questo modello di sviluppo è ben evidente, è chiaro, c'è da porre in essere tutta una serie di interventi, la Commissione ha da poco approvato la legge sul Golf ma si può individuare tutta una serie di interventi per consentire di sviluppare il turismo anche all'interno della Regione Sardegna e non solo il turismo costiero, che dura 2-3 mesi l'anno. Ma tutte queste politiche sono politiche di lungo periodo, cioè non sono politiche che consentono di arrivare ad una soluzione immediata. Ecco perché noi, il sistema industriale, lo dobbiamo tutelare e lo dobbiamo proteggere nel miglior modo possibile.

In particolare i problemi sul tappeto sono fondamentalmente due: uno quello dei fanghi rossi (ma lì tecnicamente pare che sia stata trovata una soluzione); l'altro è quello della fornitura dell'energia occorrente a tutti gli stabilimenti industriali per poter funzionare. Ne ha parlato prima Pierpaolo Vargiu. Ora, secondo me, sull'energia le idee ci sono; bisogna trovare coesione e realizzarle. Il no al nucleare è un no chiaro, preciso e netto, almeno per quanto ci riguarda, un no chiaro, preciso e netto perché, al di là di delle prese di posizione sull'energia nucleare, che sia pericolosa o meno, sicuramente la più grossa difficoltà che noi abbiamo sta nello smaltimento successivo, e questo è inaccettabile, anche perché corriamo il rischio di diventare la pattumiera di tutta l'Italia, e ciò ci impedirebbe, oltretutto, di realizzare l'unico modello di sviluppo alternativo che abbiamo di fronte. Quindi un no netto e deciso all'energia nucleare.

Abbiamo l'energia tradizionale, che non è sufficiente, dobbiamo espandere il sistema delle energie alternative, ma espandere il sistema delle energie alternative non vuol dire autorizzare tutti, comunque, i sistemi di impianti eolici che vengono proposti, tanto meno autorizzare quelli offshore. Creare un sistema di energie alternative vuol dire, in primo luogo, dotarci di una rete che consenta l'utilizzo di queste energie.

Noi abbiamo in questo momento una rete che ci collega da Cagliari e Olbia, ed è una rete non circolare. Per cui con i sistemi che abbiamo oggi, sì, aumentiamo la produzione di energie alternative, paghiamo con i certificati verdi queste energie alternative, ma una buona parte di queste energie alternative poi viene dispersa e non viene utilizzata. In questa situazione, autorizzare impianti eolici o quant'altro, al di là di quella che è la capacità ricettiva della rete, vuol dire solo ed esclusivamente favorire delle speculazioni. Quindi, anche in questo caso ben venga il Galsi, se va avanti e se si realizza il prima possibile, ma noi dobbiamo soprattutto combattere per creare una rete che consenta l'utilizzo di tutte queste energie alternative ed eviti la loro dispersione.

Ripeto, abbiamo un cavo che ci collega con Olbia e, da lì, verso la Penisola, ma la capacità massima è di 1.500 megawatt. Quindi, in questa situazione, non ha senso produrre energia che non viene utilizzata; l'energia che viene prodotta deve essere utilizzata e attuando questi interventi semplifichiamo la situazione.

Per quanto ci riguarda, noi abbiamo ben chiari tutti i percorsi che devono essere seguiti per risolvere la situazione di crisi e creare occupazione. Diciamo però che il problema dell'Eurallumina non può più non essere risolto, il problema oramai è arrivato a un punto tale che richiede degli interventi immediati. Noi possiamo fare pressioni politiche, non abbiamo la facoltà di intervenire direttamente per risolvere il problema, possiamo, occorrendo, prevedere delle misure di sostegno in favore dei disoccupati o quant'altro (questo sicuramente occorrendo sarà fatto) ma il problema non è questo, in questo momento noi dobbiamo farci sentire vicini ai lavoratori che stanno combattendo per il lavoro, e non possiamo fargli mancare il nostro sostegno. Solo così possiamo sperare di smuovere un Governo che sino a oggi, certo, non si è dimostrato amico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono succeduti, e constatato la difformità di contenuti, ma soprattutto la demagogia con cui si è affrontata questa mozione che - lo voglio ricordare - è stata sottoscritta da tutti i consiglieri regionali (tranne la collega Zuncheddu, che non ha sottoscritto questa mozione, e che si è pronunciata acuendo i toni demagogici, che sono quelli di chi si appresta ad affrontare una campagna elettorale come candidato a sindaco di Cagliari). Poi magari sarebbe stato meglio se si fosse parlato di Eurallumina piuttosto che di Alcoa, ma questo è un dettaglio assolutamente insignificante in un'Assemblea che, probabilmente, ha dimenticato perché oggi è stata convocata.

Allora, la demagogia: la demagogia della collega Zuncheddu è normale, mi sarei comportato così anche io probabilmente. E' normale la demagogia del collega Giampaolo Diana, che ovviamente ha sollevato i toni contro la Giunta, contro il Governo nazionale, a difesa di un mondo che lui ha rappresentato in maniera egregia per tanti anni (però, nonostante il suo grande impegno, quei problemi, che esistevano qualche anno fa, continuano a sussistere). C'è poi la demagogia di chi, eletto in questa maggioranza, ritiene di dover comunque in questa sede, e non in altre, utilizzare toni accesi, critiche più o meno velate (ma neanche troppo), e di chi si avvale del fatto che può, su un tavolo, quello regionale, stare in maggioranza, e su un altro tavolo, quello nazionale, stare all'opposizione. Questo dà la possibilità a tutti quanti - escluso il P.d.L. - di poter dire come la pensano.

E' paradossale questo, e il P.d.L. lo dirà e lo dice come la pensa, ha affidato il suo pensiero anche a questa mozione, che ha condiviso, ed era una mozione che doveva di fatto sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori dell'Eurallumina, e che ci impegna tutti ad essere presenti alla manifestazione il giorno che si terrà questo incontro presso il Ministero, perché questa è stata la richiesta forte e pressante che è arrivata dai lavoratori e dai sindacati.

Noi ci siamo impegnati in questa seduta straordinaria nel Consiglio regionale in questo modo, per affrontare e per dare il via a questa manifestazione. Non a caso nel dispositivo di questa mozione è esplicitato tutto quanto. Ora, se si approfitta di una mozione che vede impegnati i lavoratori dell'Eurallumina, che vede impegnata la Giunta regionale, che vede impegnato il Governo nazionale, che vede impegnato il Presidente della Regione, per dire ciò che non si ha il coraggio di dire in altre sedi, io dico che questo non può essere accettato, perché non si può tenere il piede in due staffe.

Ripeto, capisco ciò che dicono i colleghi del centrosinistra, è legittimo tutto quanto, ma non si può ignorare il fatto che su questo problema in particolare, quello dell'Eurallumina, la Regione Sardegna sia coinvolta dal punto di vista tecnico e relativamente agli interventi che può porre in essere in maniera assolutamente marginale. Può intervenire come? Sulle aziende solitamente può intervenire col sostegno politico, questo sì, e lo abbiamo garantito, e siamo pronti a scendere in campo, a partecipare alle battaglie, a avanzare le rivendicazioni, ma sull'Eurallumina il problema è un problema diverso, è un problema che riguarda i rapporti nazionali e internazionali, è un problema che riguarda l'Unione Europea, è un problema che riguarda il prezzo dell'energia, ma non di un'energia che arriva dal vento, dalle centrali nucleari, non è assolutamente questo, e anche se avessimo le centrali nucleari il prezzo dell'energia non sarebbe un prezzo che stabiliremmo noi, sarebbe un prezzo che comunque dovrebbe tener conto delle norme europee, perché altrimenti sarebbe da identificare come aiuto di Stato.

Ma perché non le dobbiamo dire queste cose? Quindi è solo il Governo che può esercitare una pressione forte in questo senso, come altre volte ha fatto, magari lo ha fatto anche per le quote latte, e forse qualche risultato si è avuto anche in Sardegna, non bisogna ignorarlo. Perché svolgo questo tipo di intervento? Perché non devo essere io a dire quanto costa l'olio combustibile, non debbo essere io a dire di quanto si deve ribassare il prezzo dell'olio combustibile. Lo sappiamo già, ce lo hanno detto i lavoratori, ce l'ha detto l'impresa, ce l'ha detto l'azienda. Sappiamo benissimo quanto costa produrre alluminio, e se anche non lo sapessimo io non sono stato eletto per sapere qual è il prezzo di costo dell'alluminio, non sono stato eletto per questo, io sono stato eletto per rappresentare le istanze dei sardi, e quando decidiamo per una volta che le dobbiamo rappresentare unitariamente, e si presenta una mozione come questa, poi, dopo, non si può venire a dire che l'Amministrazione regionale è distratta. Perché in quell'Amministrazione regionale distratta, collega Dessì, ci siamo tutti quanti, non c'è uno solo, e allora anche lei deve avere l'onestà di dire: "Io sono stato distratto".

Ognuno di noi si deve assumere le sue responsabilità; o siamo distratti tutti o, altrimenti, state in una compagine che è fatta da distratti e ci state bene. Questo non va bene, questo non può essere accettato, perché queste cose ce le dobbiamo anche dire. E' troppo comodo essere eletti in maggioranza e poi porsi all'opposizione; è possibile differenziarsi, è possibile portare motivazioni diverse sulla conduzione della pubblica amministrazione, ma io finora non ho sentito un solo suggerimento, salvo quello dell'onorevole Steri, che quanto meno è entrato nel merito dei problemi che noi dobbiamo affrontare, sottolineando che questa non è la Regione Sardegna che volevamo e che vogliamo, che dobbiamo inventare qualcosa di diverso, che non è possibile rincorrere i fantasmi di un'industria decotta, che non ha più senso che stia in Sardegna.

E' meglio che lo diciamo ai lavoratori, dobbiamo inventare qualcosa di diverso, di più adeguato ai tempi, non possiamo ancora continuare a tappare le numerosissime falle che hanno creato i nostri predecessori, tutti, di una parte e dell'altra, così non facciamo differenze. Questa è la realtà di questa Isola, questo è quello che noi ci dobbiamo dire. Noi lo abbiamo già detto, anche sul turismo, presentando, per la prima volta in Sardegna, un testo unico sul turismo, perché riteniamo che quello sia l'argomento dal quale la Sardegna può veramente partire per rilanciarsi. Noi sappiamo che cosa bisogna fare in agricoltura, noi sappiamo che cosa bisogna fare nella pubblica amministrazione, e non lo vogliamo fare a suon di delibere, noi lo vogliamo fare con voi, e l'abbiamo sempre detto, ma non ci si può differenziare per mettere all'angolo il primo partito di questa coalizione. E' legittimo che lo faccia il centrosinistra, vuol dire che combatteremo nelle piazze, nelle aule, lo faremo durante la campagna elettorale per le elezioni di Cagliari, di Iglesias, di Olbia, lo faremo dappertutto, porteremo il nostro contributo, però non è possibile che si continui in questo modo, questo partito non merita tutto ciò; siamo comunque il primo partito in Sardegna, e ne dovete prendere atto.

E allora non si può sparare sempre sul manovratore, perché è troppo comodo, perché il giorno che questo Partito, che questo Gruppo consiliare deciderà di sparare su tutto ciò che voi avete creato e fatto, beh, io non lo so come andrà a finire, e ne avremo di cose da dire, con e senza Commissione d'inchiesta, ne abbiamo tantissime di cose da dire. Quindi se qualche volta sopportiamo, non approfittate del nostro grado di sopportazione.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non scantonare, Mario, stai perdendo la bussola!

DIANA (P.d.L.). Onorevole Sanna, io non la perdo la bussola, e la invito, per favore, a non interrompermi, perché io non l'ho mai interrotta, io certifico semplicemente che è una situazione che non può continuare; questo è un Gruppo consiliare che merita il rispetto di tutti, come noi rispettiamo tutti quanti, e non è possibile che si continui in questo modo, perché da qui nasce la maggioranza, può anche terminare da qui la maggioranza, ma da qui è nata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). In realtà, onorevole Diana, la maggioranza è già terminata, però siamo qui per discutere un problema serio, e le ricordo anche come è nata questa mozione, e se c'è demagogia, se c'è inganno, direi, è quello che ha messo in atto il vostro Presidente, il vostro capo, il Presidente del Consiglio dei ministri in Sardegna, non più tardi del febbraio del 2009, come richiamano anche i lavoratori di Eurallumina. Non c'è quindi nessuna demagogia, ci sono invece aspetti stonati stamattina, ci sono aspetti stonati dovuti intanto alle assenze, al vuoto.

Non è una Giunta distratta questa, onorevole Diana, è una Giunta assente, inconsistente, vuota; guardate quei banchi. Il presidente Cappellacci, con noi - lo dico anche a lei, presidente Lombardo - in Conferenza dei Capigruppo aveva preso degli impegni, e l'incontro che c'è stato qualche giorno fa, che ha dato poi origine a questa mozione, è nato proprio da una richiesta avanzata dai Capigruppo di determinazione, di maggior impegno, per richiedere al presidente Cappellacci la stessa determinazione manifestata in altre vertenze, perché questa non è - lo abbiamo detto tutti - una vertenza di serie B.

E allora, nel dispositivo della mozione, se la leggete bene, ci sono alcuni passaggi. Il primo - è stato richiamato anche poco fa dall'onorevole Diana - contiene la richiesta che questa vertenza sia trattata al massimo livello, cioè sia assicurato il massimo livello della partecipazione del Governo, con la presenza a Palazzo Chigi del presidente Berlusconi, lo stesso presidente Berlusconi che ha fatto quelle telefonate, che ha ingannato i sardi e che ha ingannato anche questa maggioranza, perché se siete il primo partito in Sardegna lo siete anche grazie a quelle promesse e a quegli inganni.

Allora noi vi chiediamo, prima di tutto, che la trattativa sia condotta da Palazzo Chigi, dal Presidente del Consiglio dei ministri, non ci accontentiamo neanche del Ministro Romani. Abbiamo anche detto che non vogliamo altri appuntamenti mancati, e mi pare che anche l'appuntamento del 31 sarà un altro appuntamento mancato, perché non mi pare ci sia conferma della data, non mi pare che il Ministro Romani abbia confermato, la data dell'incontro per il 31; non mi pare!

Sta succedendo per l'Euralluminia quello che sta avvenendo per la Vinyls; la situazione è la stessa: fanno esporre persino il vostro Presidente (ma non è la prima volta), il presidente Cappellacci, il Presidente della Regione, quindi tutti noi, annunciando il pagamento degli stipendi entro la giornata di venerdì, e un incontro a Roma, domani, con il Ministro Romani, l'Holding Eni e Gita; invece non si farà neanche quell'incontro. Ci stanno prendendo in giro, ci stanno prendendo in giro sistematicamente! Vertenza entrate, Fondi Fas, Sassari-Olbia: ci stanno prendendo in giro sistematicamente.

Presidente Lombardo, abbiamo preso un impegno, abbiamo approvato un ordine del giorno unitario che riguarda il federalismo fiscale, dove abbiamo chiesto al presidente Cappellacci di venire qui a riferire, ogni mese, sull'esito delle trattative, su una trattativa continua, sulla posizione della Regione, sugli accordi col Governo. Invece non vediamo né trattativa, né il Presidente in Aula, e questa è una vergogna! L'unica cosa giusta che ha detto Cappellacci in questi giorni è che dobbiamo ridurre il numero dei consiglieri regionali, questo è giusto, e lo vediamo anche dalle presenze stamattina; questo giusto! Magari lo doveva fare in altro modo, magari dovevamo passare per un percorso già individuato dal Consiglio regionale, ma probabilmente 60 consiglieri sono anche troppi, se questo è il grado di partecipazione. Allora, credo che dobbiamo darci tutti una regolata.

Noi a Roma ci saremo lo stesso il 31, presidente Lombardo, anche se non si terrà l'incontro col Governo, ci saremmo lo stesso, e ci saremo con i lavoratori, e vorremo magari unire la manifestazione per l'Eurallumina (sacrosanta, di serie A, come le altre) a quella della Vinyls, a quella di un apparato industriale che viene smantellato sistematicamente. Poi parliamo di nuovo modello di sviluppo, onorevole Vargiu. Magari ritenete di averlo impostato, forse nel Programma regionale di sviluppo, quello basato sulle persone e sull'Io, dove non c'è una mezza idea sullo sviluppo che volete dare alla Sardegna. O da dove vogliamo cominciare?

Noi vi proponiamo una sessione straordinaria dei lavori del Consiglio, anche per parlare di un nuovo modello di sviluppo, ma non vogliamo perdere neanche un posto di lavoro attuale. E allora vi sfidiamo; apriamo una sessione straordinaria per parlare del nuovo modello di sviluppo, cominciamo da qualcosa, vi ricordo che siete al Governo di questa Regione. Uno straccio di idea ce l'avete? Da dove volete partire? Emerge una proposta dalle tante idee che dovevate raccogliere insieme al presidente Cappellacci? Qualcuno vi avrà suggerito qualcosa. Da che cosa vogliamo cominciare? Guardate, siete il vuoto più assoluto, siete l'assenza, siete il peggiore Governo che abbia mai avuto la Sardegna. E' una maggioranza inesistente, una maggioranza che veramente - ve l'ho detto più volte perché lo penso - tenuta insieme solo dal potere.

Allora, il 31 marzo noi andremo ugualmente a Roma, presidente Lombardo, e vorremo una manifestazione di lavoratori accompagnata dal Consiglio regionale, un momento istituzionale dove far levare alta la voce della Sardegna. Se abbiamo un Presidente assente e senza voce non deve essere senza voce il Consiglio regionale. Chiediamo a lei, presidente Lombardo, di rappresentare queste istanze che abbiamo voluto inserire anche in una mozione unitaria, che è unitaria perché è unitaria quando si fanno gli interessi della Sardegna, quando si combatte la demagogia, l'inganno, la falsità che è arrivata in una campagna elettorale nella quale i voti sono venuti fuori da quelle promesse, da quelle telefonate ridicole di cui adesso paghiamo il prezzo.

Su queste basi noi vi chiediamo un impegno maggiore, vi chiediamo veramente un impegno per una "questione Sardegna". L'ha richiamato anche qualche giorno fa il Presidente della Confindustria Massimo Putzu. Lui si è rivolto alla presidente della Confindustria Marcegaglia, noi ci rivolgiamo al presidente Cappellacci e al presidente Berlusconi. Non solo Eurallumina non può essere una vertenza di serie B, ma anche la Sardegna non può essere di serie B. C'è bisogno di autorevolezza, c'è bisogno di forza, è necessario di coraggio, c'è bisogno di qualche idea, c'è bisogno che chi ha avuto l'onere e l'onore di governare la Sardegna mostri almeno un indirizzo che ci faccia percepire qual è la strada che voi indicate per la soluzione di queste vertenze ma anche per un nuovo modello di sviluppo che ci deve comunque contraddistinguere e che deve caratterizzare anche il prosieguo, non so per quanto, di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, colleghi, come molti sapranno sulla vertenza Eurallumina oramai ci lavoro da tanti mesi e oggi, davanti al Consiglio regionale, che si è riunito dopo un incontro con i Capigruppo davanti al Presidente della Regione, che non è presente solo ed esclusivamente perché sta male, è a letto, influenzato e con una probabile intossicazione, ho il compito, poiché me lo ha richiesto personalmente il Presidente…

(Brusio in aula)

Non so se sia un argomento che possa far discutere, non lo so, però il Presidente personalmente mi ha chiesto di portare le sue scuse al Consiglio regionale e io lo faccio come componente di questa Giunta, poi ognuno tragga le proprie conclusioni, per carità, però credo che sia una risposta piuttosto importante davanti al Consiglio regionale.

Entro nel merito del ragionamento relativo alla mozione. Insieme abbiamo deciso di coinvolgere tutto il Consiglio regionale. Insieme abbiamo pensato che unendo le forze probabilmente saremmo riusciti a ottenere un risultato migliore. Ciò non significa che il lavoro che fino ad oggi è stato svolto sia un lavoro che possa essere buttato al vento. Solo ed esclusivamente davanti all'Aula e quindi davanti al Parlamento dei sardi si può trovare unanimemente, una soluzione senza scontri perché (in questo caso parlo come consigliere regionale) credo che gli scontri oggi non abbiano nessun significato, non portino da nessuna parte, tutt'altro.

Da Assessore dell'industria chiedo a quest'Aula, invece, un atto di sostegno nei confronti di un Esecutivo che ha la necessità di avere il supporto di tutta l'Aula per andare a Roma con un impegno unico, univoco, che è quello di risolvere il problema dell'Eurallumina. Credo che sia questo il risultato e il ruolo che oggi ha questa Assemblea regionale. Tutto il resto, per carità, fa parte delle considerazioni dell'Aula, ma credo che poi all'esterno poco possano essere utili.

Avevo preparato una sorta di relazione che non leggerò, anche perché mi rendo conto che probabilmente, dopo gli interventi che si sono succeduti, non è questa la sede dove dovremo affrontare i veri problemi interni dell'Euralluminia ma ci sarà un altro incontro dove entreremo nel merito delle difficoltà di questa società.

Alcuni colleghi hanno toccato aspetti importanti, che sono poi quelli che porteranno alla soluzione del problema. Il primo è il problema dell'olio combustibile. Occorre partire dal protocollo del 27 marzo del 2009, tra l'azienda e il Governo regionale; questo protocollo ha subito tutta una serie di - passatemi il termine - inadempienze, e di tentativi di modifica. Sul problema dell'olio combustibile, quindi, il nostro punto di forza su cui giocarci l'incontro di Roma è tutto lì. Tutto il resto nasce di conseguenza e nascerà di conseguenza. La costituzione della società mista Newco nasce conseguentemente alla possibilità di avere olio combustibile a un prezzo competitivo perché altrimenti non ha comunque significato tutto il resto del ragionamento. Ciò non significa però che noi abbiamo intenzione di arrivare a Roma con un documento che affermi che la Regione ha comunque compiuto tutti i suoi passi. La Regione ha le spalle coperte e arriva a Roma a concordare e a sottoscrivere un accordo con i nostri impegni.

L'onorevole Steri, però, ha espresso una considerazione piuttosto importante, e cioè che noi oggi comunque ci dobbiamo confrontare non soltanto con il Governo italiano, ma con l'Unione Europea. Non esistono più le partecipazioni statali - ecco il passaggio importante -, quindi non è possibile intervenire direttamente né come Regione Sardegna né tanto meno come Governo nazionale. Ecco dove stanno i problemi veri, ecco dove è la necessità di trovare l'accordo, nel caso specifico attraverso ENI, per individuare le quantità che sono state in qualche modo indicate, ma soprattutto il prezzo dell'olio combustibile.

E allora proviamo un attimino a capire. Se anche il 31 - che è la data finora ufficiale - il Governo nazionale ci dovesse chiedere, come è probabile che ci chieda, ancora del tempo perché sta completando, dimostrandolo - questo credo sia fondamentale -, una serie di interlocuzioni con ENI (che è il soggetto con cui deve trovare l'accordo per abbattere il costo dell'olio combustibile) io non mi spaventerei perché per noi l'impegno e l'obiettivo fondamentale è quello di essere uniti, di rimanere compatti, di arrivare a Roma.

Se anche il rinvio fosse di una settimana, a mio avviso, dopo tutto il tempo che abbiamo intercorso senza mai raggiungere un risultato finale, non credo che sia questo il vero problema. Per noi è fondamentale tutti insieme, insieme a tutto il Consiglio regionale, insieme al Presidente, insieme a tutta la Giunta, insieme a tutti parlamentari sardi, davanti al Ministro dello sviluppo economico e quasi sicuramente davanti alla Presidenza del Consiglio dei ministri, chiudere finalmente la vertenza dopo tutto il tempo trascorso a trovare soluzioni.

Ritornando al ragionamento della mozione, io non entrerò oggi nel merito di idee, fantasie. Non mi dimetterò neanche, onorevole Diana, non lo farò. Se me lo dovesse chiedere tutta la mia maggioranza allora sarebbe diverso, potremmo ragionarci insieme, ma in occasione della discussione di una mozione, senza poter, tra l'altro, entrare nel merito di quelle che sono le novità, le idee, le cosiddette fantasie su quello che noi abbiamo in mente per quanto riguarda lo sviluppo dell'industria regionale sarda, l'unica cosa che posso fare è limitarmi a discutere del contenuto della stessa.

Ricordo, aprendo una parentesi, che abbiamo attivato dei tavoli tematici con le parti sociali (e quindi con l'associazione degli industriali, l'API, ma soprattutto tramite e in accordo con le organizzazioni sindacali) per aprire un confronto su questi temi e abbiamo la possibilità poi, eventualmente, di ritornare in quest'Aula per discutere del problema. Io mi limiterò, come dicevo prima, solo ed esclusivamente a discutere gli impegni contenuti all'interno di questa mozione che ha trovato, mi sembra che sia così - e questo vi chiedo di dichiararlo in modo chiaro, corretto, sincero, nei confronti di chi oggi è fuori a chiedere un aiuto da parte di quest'Aula - l'accordo unanime a stare insieme, ad essere uniti, per raggiungere un accordo davanti al Governo nazionale, quindi "ad assumere ogni iniziativa", così come recita il dispositivo, "politico-istituzionale finalizzata ad assicurare l'incontro citato in premessa".

Voi dovete sapere che comunque, così come è stato sottolineato dall'onorevole Salis, le interlocuzioni sono continue e costanti e sono in continuo contatto con il Ministero proprio per capire se effettivamente si riesce a chiudere e ad arrivare a Roma eventualmente con qualche soluzione molto forte ed importante.

Per quanto riguarda "le adeguate soluzioni tecniche", l'Assessorato dell'industria ha istituito un tavolo dove si confronta costantemente con le parti, con l'azienda, con gli stessi operai, quindi con le organizzazioni sindacali e con i nostri uffici tecnici che chiaramente seguono la vertenza costantemente per verificare se ciò che è contenuto nella richiesta di addendum, cioè la modifica di quel protocollo del 27 marzo 2009, sia compatibile con le norme comunitarie, perché questo è il vero problema del contenuto di quegli accordi.

Quindi, davanti alla possibilità che un Governo ci chieda la disponibilità di accettare un rinvio, io vi chiedo, colleghi, che se quella richiesta dovesse arrivare, quel rinvio sia concordato con noi, che quel rinvio sia un rinvio utile e necessario per poter arrivare finalmente alla soluzione del problema, perché andare comunque il 31 a Roma senza avere alla mano una certezza matematica su quello che si deve sottoscrivere, credo che non abbia alcun significato e non importerebbe niente a nessuno.

Io sono in contatto con Roma, stanno provando a chiudere un accordo con l'ENI, non sarà certamente semplice come voi potete capire, come chi ha già svolto questo ruolo sa perfettamente quali siano i problemi interni, però chiedo che oggi dall'interno di quest'Aula si esca fuori con una posizione chiara: tutto il Consiglio regionale e tutte le parti politiche di questo Consiglio regionale sono vicine alla Giunta regionale e quindi a tutti i lavoratori dell'Eurallumina - e tutto sommato anche all'azienda che attraversa delle difficoltà in questo momento - per risolvere il problema e arrivare finalmente alla chiusura di questa vertenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, quando è stata chiesta la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo per definire l'atteggiamento del Consiglio regionale in ordine a questa vertenza, ci siamo posti quello che, secondo me, è il problema principale: chiedere al Presidente della Regione se avesse definito, concordato con il Ministero, una data precisa per la convocazione delle parti, che aveva un oggetto, uno soltanto, quello di dare piena attuazione al protocollo d'intesa già stipulato tra Regione, sindacati, imprese e Governo che riguardava il riavvio degli impianti con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi.

Su richiesta dei lavoratori e dei sindacati abbiamo ricercato puntigliosamente una dimensione unitaria del Consiglio per accompagnare quei lavoratori quel giorno (il giorno che ci è stato comunicato dal Presidente della Regione e che, immagino, sia stato a lui comunicato dal Ministro dello sviluppo economico) cioè il 31 di marzo, per far sentire che tutte le istituzioni, quelle sociali e quelle politiche, stavano a fianco dei lavoratori di Eurallumina per risolvere definitivamente, con quegli obiettivi, la vertenza in corso.

Abbiamo anche detto in quella circostanza che saremmo andati a Roma e avremmo dato l'impressione che dovevamo dare, cioè di una Sardegna unita attorno ai problemi gravissimi del nostro sistema economico e sociale, attraversato da una crisi veramente fuori portata, e che l'avremmo fatto tutti insieme, senza distinzioni di schieramento. Ciò che preoccupa, lo dico, è che ancora oggi in queste ore, in questi minuti, c'è incertezza sulla data dell'incontro - questo abbiamo capito delle dichiarazioni dell'Assessore - sulla possibilità che il Governo mantenga l'impegno di dare attuazione al protocollo d'intesa che è stato stipulato da tempo e che prevede il riavvio degli impianti.

Qua non si tratta di aprire una discussione sulla politica industriale, si tratta di capire se la Sardegna, i sardi, chi li rappresenta in Consiglio e nel Governo, della Regione hanno una qualche voce in capitolo, cioè se contiamo qualcosa! Ho avuto già modo di dire che diventa molto complicato anche tenere la barra dritta e mantenere uno spirito unitario quando si subiscono schiaffi uno dietro l'altro da chi assume gli impegni, impegni assunti formalmente e sottoscritti! Noi non stiamo chiedendo un protocollo d'intesa aggiuntivo, stiamo chiedendo che si attui il protocollo d'intesa già siglato. Se ci sono problemi con l'Unione Europea il Presidente del Consiglio dei ministri assuma lo stesso tono che assume in altre circostanze, da quello che assume in politica estera a quello che assume nella tutela della produzione agricola e zootecnica dell'Italia del Nord.

Del resto - lo voglio ricordare perché non appaia una operazione demagogica - i tassi di occupazione (quindi i lavoratori che lavorano) dall'Umbria insù sono di circa 12 punti e più superiori a quelli della Sardegna, la Sardegna è distante quasi 18 punti dai tassi di occupazione dell'Emilia-Romagna, e oltre 16 punti percentuale da quelli della Lombardia e del Piemonte! E' cioè in una condizione di disastro totale sotto il profilo economico! Per cui, i ragionamenti che guardano ad altre soluzioni (badate, personalmente ho presentato una legge sulla rinaturalizzazione) devono guardare a quelle soluzioni, fatti salvi i posti di lavoro e l'attività economica esistente, attraverso un processo di costruzione che non è che commincia domani e domani produrrà i suoi effetti, comincerà domani e produrrà i suoi effetti fra 5 anni, fra 10 anni. Nel frattempo noi dobbiamo mantenere in funzione il sistema intervenendo per rendere ecosostenibili gli impianti industriali che operano in Sardegna, perché la tecnologia può farlo se non si lavora al risparmio e se non si nega a questa Regione il diritto al lavoro che invece si privilegia in altre parti d'Italia.

Per cui, onorevole Diana - lo dico perché penso che la sintesi vada trovata in questa Aula, lo dico anche all'onorevole Sanna - noi dobbiamo cambiare ritmo, dobbiamo cambiare esattamente linea, non possiamo essere indulgenti nei confronti del Governo nazionale, l'unità si realizza in un'azione dialettico polemica nei confronti del Governo nazionale. Noi chiediamo di non essere non lavoratori di serie B, dentro una vertenza come quella industriale generale della Sardegna per quanto riguarda i lavoratori di Eurallumina, ma chiediamo di non essere una regione di serie B, così come invece ci relega sistematicamente questo Governo, che è inadempiente non sulle promesse generiche ma sui protocolli d'intesa che ha stipulato in accordo con le organizzazioni sindacali e con il mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Il gruppo dell'Italia dei valori vota a favore di una mozione che ha condiviso nel merito e altrettanto condiviso nella sostanza, cioè nella sua unitarietà. Adesso che il collega Diana mi ascolta, dicevo che l'abbiamo condivisa nel merito e l'abbiamo condivisa nel metodo, abbiamo chiesto noi con forza, insieme alle altre forze politiche e insieme alla Giunta, che la Sardegna si presenti unita a Roma nel difendere la vertenza Eurallumina e le prospettive che questo settore e questo comparto possono offrire al Sulcis ma non solo al Sulcis.

Il problema è però che siamo sempre di fronte ai soliti stop and go, Assessore. Io avrei preferito che il termine del 31 marzo venisse rispettato, anche perché viene sempre il sospetto che questi rinvii possano nascondere furbate o "fregature" per dirla con una terminologia non parlamentare, e mi scuso per averla utilizzata. Questa vicenda dell'Eurallumina si sta trascinando da troppo tempo, e ulteriori rinvii non danno il senso di una svolta in questa vicenda che ha ritmi molto blandi, molto "messicani" e quindi è necessaria un'accelerazione. Noi saremo a Roma il 31 (continuiamo a pensare che la data del 31 possa essere confermata) saremo a Roma con gli operai dell'Eurallumina, con gli amministratori locali, con le famiglie degli operai dell'Eurallumina, con tutte le istituzioni sarde.

Io mi auguro che tutti i consiglieri regionali saranno presenti, io non ho perso una manifestazione, il Gruppo dell'Italia dei valori non ha perso una manifestazione e continueremo ad essere presenti. Noi però non ci fidiamo del governo, non ci fidiamo del Governo, io non ho fiducia nel Ministro Romani e non ho fiducia in Berlusconi, però è necessario che questa vertenza, così come ha chiesto con parole quasi identiche il segretario della CISL e il presidente della Confindustria sarda, di fronte alla crisi ormai latente dell'industria sarda venga…!

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

SALIS (I.d.V.). Mi conceda un minuto, per una comunicazione.

PRESIDENTE. Se l'aula è d'accordo, 30 secondi.

SALIS (I.d.V.). Voi sapete che io sono un tecnico Telecom e quindi esperto di telefonia. Concludo pertanto questo mio intervento con una notizia utile per dare anche un senso politico a una vicenda di un anno fa. Alcuni tecnici della Telecom hanno effettuato un rilevamento nel punto dove Berlusconi ha usato il telefono satellitare per telefonare a Putin un anno fa. Bene, i tecnici miei colleghi hanno rilevato che in quel punto non c'è campo e quindi la telefonata non poteva avvenire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dessì per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESSI' (P.S.d'Az.). Chiaramente il voto è favorevole e convinto alla mozione del Partito sardo e colgo questa occasione perché mi ha tirato dentro un po' il collega onorevole Diana sollevando la questione dei distratti. Io mi sono messo in prima linea, perché so benissimo che faccio parte di questa maggioranza. Io ascolto molto e intervengo molto poco perché mi piace ascoltare e non sono molto demagogico nell'illustrazione del mio pensiero. Magari il fatto che siamo distratti trova conferma anche nei suoi interventi, siamo distratti rispetto a quello di cui, magari, un consigliere regionale che da due anni e mezzo siede in quest'Aula prende coscienza.

Mi riferisco ad alcune situazioni gravi e importanti che ci stanno piombando addosso e per questo chiedo un attimo di riflessione in più. Nei comuni si percepisce appieno che la macchina amministrativa generale non funziona e non dà risposte.

Sicuramente siamo distratti, e questo continuo a ripeterlo, e lo conferma il fatto che anche di fronte a una situazione così grave, dove l'opportunità offertaci da questa mozione ci poteva vedere compatti a difendere una soluzione forte e definitiva anche nel rapporto che abbiamo con il governo, non ci accorgiamo che il governo continua davvero, come diceva il collega Uras, a considerarci di serie B e che forse questa stessa vertenza sta passando in serie B, così come la stessa Regione Sardegna probabilmente viene considerata di serie B rispetto alle altre Regioni. Questo denota la necessità di una maggior forza dal punto di vista politico di questa Regione che ci porti a conseguire veramente un'autonomia per gestire le nostre dinamiche economiche evitandoci di doverci recare sempre a piatire al tavolo del Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). E' implicito il mio voto a favore della mozione.

Veda, collega Dessì, qualcuno ha fatto riferimento in questa Aula ai consiglieri eletti in maggioranza, non pensando che quella maggioranza è stata eletta grazie a chi ha partecipato. Io, per esempio, sono stato eletto nelle liste dell'U.D.C. e, dopo qualche mese, ho iniziato a dubitare di questa maggioranza, la maggioranza dei tre Assessori dell'industria, per esempio, la maggioranza che ha commissariato la Sardegna e che non è in grado di gestire con nomine ufficiali la Sardegna, che non è in grado di operare delle scelte, la maggioranza che sull'eolico ha detto alcune cose ma non sicuramente quelle migliori, la maggioranza che sfugge al confronto dell'Aula, la maggioranza che non ha tenuto fede agli impegni presi quando abbiamo cacciato via Soru. Noi abbiamo mandato via Soru per essere diversi da lui e per fare qualcosa di meglio, ad oggi abbiamo fatto molto di peggio.

Perciò ci vuole coscienza, e non è una scelta facile abbandonare la maggioranza, anche se alcuni partiti sono più favorevoli e vedono di buon grado chi dall'opposizione passa in maggioranza, attraverso quale prezzo non lo so. Ben diverso è rinunciare a delle rendite di posizione in quanto appartenente alla maggioranza, e lasciarla perché non si condivide la linea politica, perché non si condivide l'azione, perché ha nominato tre assessori dell'industria (senza nulla togliere all'ultimo, sperando che sia l'ultimo di questa legislatura) e che non è riuscita a tener fede ad uno solo degli impegni assunti.

Per quanto riguarda le proposte, ci sono fortunatamente gli atti del Consiglio. Tra gli atti del Consiglio, per chi vorrà rileggerseli, ci sono le proposte sul risanamento ambientale, sull'abbattimento dei costi energetici, sulle fonti alternative, troverà anche le proposte sulla zona franca, che riguarda l'Europa e riguarda anche la nostra nazione, la defiscalizzazione, soprattutto per quanto riguarda le produzioni in Sardegna, che qualche partito in quel programma si era impegnato a difendere, e che a tutt'oggi dobbiamo soltanto chiedere se c'è che batta un colpo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto compatto e favorevole di tutto il Partito Democratico rispetto a questa mozione, ma anche per dire che non siamo per nulla soddisfatti delle parole dell'Assessore, e non perché ci sia molto su cui dire di essere d'accordo o di essere contrari. Qua si trattava di assumere degli impegni molto precisi. L'Assessore ha giustificato l'assenza del Presidente, ma, badate, l'assenza del Presidente della Regione denota fortemente il significato che l'Esecutivo sta attribuendo a vertenze industriali di una rilevanza enorme. Le questioni, infatti, vanno al di là della vertenza Eurallumina, riguardano il territorio, riguardano la Sardegna nel suo insieme. E se non siamo in grado di essere compatti nella sostanza e anche nella forma, rispetto a ciò che si porta avanti, è chiaro che non si può andare da nessuna parte.

L'Assessore è stato chiaro nel far capire che il 31 marzo l'appuntamento presso il Ministero dello sviluppo salterà, perché non ci si è ancora messi d'accordo sul prezzo dell'olio combustibile in questi 36 mesi, diciamo così, di transizione che ci dovrebbero portare alla realizzazione di questa benedetta caldaia. I lavoratori andranno a Roma, presso il Ministero, perché è chiaro che la battaglia deve andare avanti, non si può star fermi. Noi saremo con i lavoratori, saremo a Roma il 31 marzo per sentire che cosa il Governo avrà da dirci, vorremmo avere a che fare con interlocutori che non saranno, come ho detto prima, vacui e insensibili rispetto alla vertenza che stiamo portando avanti, e soprattutto vorremmo avere con noi, oltre all'Assessore dell'industria, che ha testé parlato, anche un Presidente della Regione in grado di sostenere la battaglia, e di dire ciò che deve essere fatto.

Ho affermato prima che abbiamo un territorio che soffre, che è disposto a fare sacrifici, i sacrifici che questi lavoratori stanno facendo, non solo restando accampati qua, ma restando tanti anni in cassa integrazione e senza un futuro credibile che gli si proietti davanti. Questo è il nostro compito e lo dobbiamo portare avanti con forza. Quest'Aula è compatta, e facciamo in modo che sia compatta non soltanto nel votare un documento che rimane sulla carta, ma anche nel sostenere concretamente le battaglie, che riguardano certamente anche l'Italia, che riguardano certamente l'Unione Europea, ma se non siamo in grado di difendere i nostri diritti, i nostri interessi, che sono gli interessi di un'industria di cui abbiamo parlato questa mattina, non potremo andare da nessuna parte.

Per cui, Assessore, la invito ad essere presente il 31 marzo, che si tenga o non si tenga l'incontro, la invito a chiamare il Presidente perché sia presente a Roma per portare con forza le ragioni di questa nostra terra e di questi nostri lavoratori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Intervengo per rappresentare in maniera convinta, ovviamente, il voto favorevole a questa mozione. Però, cari colleghi - lo devo dire sommessamente - sono rimasto profondamente deluso dalla discussione di oggi, perché abbiamo perso anche un'ulteriore occasione non per essere uniti in maniera generica (perché poi l'unità generica serve a poco) ma per essere uniti di fronte ad un problema che tocca una fetta di Sardegna che soffre e che forse è venuta qui ad ascoltarci sperando di trovare delle posizioni costruttive, magari anche propositive. Invece ho assistito, a parte qualche piccola eccezione, solamente al classico - come diceva un collega che mi suggeriva - gioco delle parti, ho assistito quasi al teatrino della politica.

Credo che abbiamo dato, cari colleghi, un'immagine sì di serie B, ma di serie B del nostro Consiglio regionale, che è sempre abbarbicato dietro posizioni di retroguardia, partitiche di retroguardia, in un momento come questo che invece dovrebbe vederci uniti come un paese, di fronte ad un problema di politica estera (perché, di questo, cari amici sardisti, si tratta) dovremmo essere uniti, dovremmo avere una posizione bipartisan, ma non nella forma, nella sostanza.

Badate, ve lo dico senza retorica, e così proprio come si dice dal profondo del cuore: io sono rimasto profondamente deluso per aver registrato posizioni che credo non abbiano niente da dividere con il merito di questa mozione. Addirittura ho sentito colleghi rispettabilissimi, nobilissimi, che hanno parlato di fuoriuscite da Gruppi! Credo che oggi abbiamo perso l'ennesima occasione per pronunciare dei discorsi seri.

Mi dispiace, Presidente, che io che sono qui soltanto da poco meno di due anni e mezzo, debba dire queste cose, però le dico veramente con molta tristezza. Questo però non mi impedisce di affermare con altrettanta forza che io sarò presente per difendere i diritti dei lavoratori del mio territorio. Poi, in altra sede, potremmo anche discutere sulle nostre posizioni politiche, sulle nuove possibilità di sviluppo della Sardegna, anch'io ho le mie idee e non sempre combaciano con quelle del mio Gruppo, però uno qui dentro deve essere aperto…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto di astensione e confermare che comunque io sarò a Roma a sostenere la battaglia della nostra gente per un piano occupazionale serio, e quindi per salvaguardare il diritto al lavoro in termini concreti, sperando che emergano delle alternative serie che non siano quelle legate ad un modello di sviluppo industriale ormai tramontato, che stiamo cercando disperatamente di riesumare. Sarebbe sicuramente una garanzia a scadenza e non tanto credibile.

Mi ha colpito molto l'intervento sulla politica estera del collega Locci, era ora che anche lei lo riconoscesse, che rispetto alla politica estera italiana per noi sardi, dobbiamo realmente mobilitarci e dare battaglia. Questo per rispettare i diritti dovuti alla nostra nazione. Al collega Diana, che mal digerisce le regole democratiche, vorrei semplicemente rispondere invitandolo a praticare un po' di esercizi di rispetto per la libera circolazione delle idee.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-La Sinistra Sarda). Intervengo per annunciare il nostro voto favorevole alla mozione presentata e discussa oggi in Aula e per dichiarare anche che noi giovedì, se giovedì 31 marzo in ogni caso saremo a Roma, saremo a Roma soprattutto per difendere un'idea, e l'idea è quella di tenere alta l'attenzione su una vertenza che dura da troppo tempo. Il protocollo d'intesa è stato firmato un anno fa, la cassa integrazione è stata concessa a termine, e ricordo a voi tutti che scadrà il prossimo giugno. Siamo quindi alle soglie di un momento difficile, e quindi io credo ci sia poco da discutere, se le classifiche ci portano in serie A, o in serie B. Di fronte al dramma dei lavoratori bisogna tenere in piedi il presidio che abbiamo concordato insieme ai sindacati, dobbiamo difendere questa vertenza con determinazione e puntigliosità.

Però mi pare che il problema vero sia come pensare il superamento di questa fase critica dell'industria in Sardegna, per guardare ad un futuro con un progetto e un programma che sicuramente deve coinvolgere tutte le forze politiche, l'intero Consiglio regionale e, in primo luogo, la Giunta, che ha dichiarato comunque di non avere un progetto e un'idea. Ma noi in questo terreno ci vorremmo misurare e confrontare ed eventualmente saremo noi ad avanzare le proposte al progetto.

Abbiamo detto - credo che comunque non sia una novità perché è stato detto altre volte - che questa situazione di difficoltà e di crisi ormai è in cammino da un pezzo. L'industria ha segnato il passo anche ha rappresentato nei primi anni '60, come ha ricordato il collega Diana, un momento straordinario di aperture di nuove prospettive, un cambio straordinario nella cultura e nella condizione dei sardi. Però oggi prendiamo atto che quel progetto sta vivendo un momento di crisi. Noi siamo fortemente impegnati con i sindacati e con i lavoratori, dobbiamo superare questo momento e tenere in piedi l'attenzione su questa vertenza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 116.

Chiedo all'Aula che il Presidente del Consiglio, considerato che si è espresso in prima persona e ha manifestato il sostegno totale ai lavoratori, possa votare insieme ai consiglieri la mozione in discussione.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Si è astenuta la consigliera: Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 58

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 58

(Il Consiglio approva).

Inserimento nella programmazione bimestrale dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, chiedo, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno, che venga inserito nella programmazione bimestrale dei lavori il progetto di legge costituzionale d'iniziativa regionale numero 1. Il progetto di legge a firma mia, del collega Sechi e del collega Porcu, intende modificare l'articolo 16 della legge costituzionale numero 3 del '48 (ovvero lo Statuto) concernente la composizione del Consiglio regionale. Questo si rende necessario non perché noi siamo innamorati di questa procedura per discutere di questo argomento, ma perché avevamo, non più tardi dello scorso 18 novembre, insieme a tutti gli altri Gruppi, votato un ordine del giorno, il numero 41, che impegnava la Prima Commissione consiliare alla elaborazione di un percorso costituente finalizzato alla riscrittura dello Statuto.

Siccome non possiamo rimanere ad assistere che altri soggetti, meno abilitati di quella Commissione ai sensi della votazione unanime del 18 novembre scorso a dare impulso all'azione di riforma, agiscano come se questo ordine del giorno non fosse mai esistito, noi chiediamo, avendo presentato per primi una proposta di legge in questa legislatura per la riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60, di inserire l'argomento ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. L'articolo 100 prevede che nella proposta di inserimento possano intervenire la Giunta regionale e un consigliere per Gruppo per non più di cinque minuti, dopo di che l'Assemblea decide con votazione per alzata di mano.

Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Il Gruppo dei Riformatori si associa alla richiesta presentata dall'onorevole Uras. Riteniamo che l'adozione e l'approvazione da parte della Giunta del progetto di legge in materia di riduzione del numero dei consiglieri regionali, sulla cui opportunità abbiamo espresso in Commissione forti perplessità, introduca un elemento di novità rispetto al percorso che il Consiglio aveva concordato approvando quell'ordine del giorno. Emerge quindi tutta una serie di problemi, che naturalmente affronteremo non in questa sede ma nelle sedi opportune, e comunque ci sembra che l'adozione di questo provvedimento richiami l'urgenza di esaminare rapidamente, in Commissione e poi in aula, il tema della riduzione del numero dei consiglieri regionali. Pertanto noi facciamo nostra la richiesta formulata dal consigliere Uras.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo di Italia dei Valori sostiene questa proposta perché ritiene che sia arrivato il momento che questa (insieme ad altre che sono state presentate sul tema, che poi è stato ripreso dalla proposta della Giunta, nel merito assolutamente condivisibile, un po' meno condivisibile per le modalità di presentazione) venga discussa.

Oggi quasi tutti i Gruppi sono concordi sulla necessità di portare in Consiglio questa proposta e auspichiamo possa essere fatto da subito, senza aspettare scadenze elettorali che insinuerebbero forse qualche dubbio sulla sincerità della proposta o sulla valutazione complessiva della stessa. Sappiamo che c'è, ripeto, quasi un'unanimità di vedute su questa scelta, e quindi pensiamo che sia giunto il momento perché la Commissione e il Consiglio ne possano discutere e decidere nel merito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico alla richiesta, avanzata dal collega Uras, di inserire nella programmazione bimestrale dei lavori la proposta di legge indicata. Ricordo anche che sono state depositate diverse proposte di legge, anche del nostro Gruppo, che riguardano proprio la materia elettorale; pertanto ritengo che la Commissione autonomia debba accelerare i lavori, in particolare sulla legge elettorale, sulla legge statutaria e sulla riforma dello Statuto, così come avevamo concordato nella sessione dei lavori che si era conclusa con un ordine del giorno unitario.

Purtroppo la Commissione ha scontato, non certo a causa della minoranza, un certo rallentamento dovuto anche alla sostituzione del suo Presidente, poiché la nomina da Assessore del presidente Floris ha comportato una discussione in maggioranza e conseguenti ritardi. Stiamo per imprimere un'accelerazione a questo processo complessivo e comunque siamo favorevoli all'inserimento del progetto di legge nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, ovviamente siamo favorevoli alla proposta della riduzione del numero dei consiglieri, come peraltro mi sembra lo siano tutte le forze politiche, e non abbiamo nulla in contrario a che questa legge sia inserita all'ordine del giorno. Rappresento però che in sede di Commissione noi porteremo avanti la tesi che il percorso per arrivare all'approvazione di questa norma non è quello consiliare. Noi ci siamo battuti per l'Assemblea costituente e quindi, anche in quella sede, riaffermeremo che, trattandosi di una modifica dello Statuto, deve essere seguito un percorso costituente, salvo quanto sarà fatto in adempimento dell'ordine del giorno approvato all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, noi non abbiamo assolutamente nulla in contrario e chi si illudeva magari del contrario sbaglia. Noi diciamo che bisogna seguire un percorso e sul percorso abbiamo abbondantemente disquisito per settimane intere. Se vogliamo far credere ai sardi che l'unico modo per approvare le riforme, o che l'unica riforma seria portata all'attenzione del Consiglio regionale dalla prima Commissione sia la riduzione del numero dei consiglieri regionali, beh, se questo accontenta una parte o alcuni, non è certo il modo di pensare del Popolo della Libertà: noi siamo pronti ad impegnarci per le modifiche dello Statuto, per una riforma sostanziale dell'Ammirazione regionale, non vogliamo affrontare per piccole parti questo problema.

Capisco che in questo momento tutto serva, serve anche questo, serve anche l'abilità di alcuni colleghi consiglieri regionali (perché di abilità si tratta), e dovrebbe essere lieto questo Consiglio regionale di avere dei colleghi molto attenti e perspicaci.

Noi non ci sottraiamo, onorevole Uras, noi affronteremo il problema, credo però che la prima Commissione intanto debba essere impegnata sulle norme di attuazione, credo che la prima Commissione debba intanto sentire la Giunta - e credo che sia già stata convocata per domani - e credo poi che, se si vuole andare avanti in questa direzione, se non vogliamo essere coloro che disattendono i pronunciamenti unanimi del Consiglio regionale, si debba ritornare in Aula e modificare quell'ordine del giorno, perché altrimenti stiamo cambiando le regole. Noi abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno che ha descritto un percorso chiarissimo, lampante. Non siamo più d'accordo su quell'ordine del giorno, ergo voi volete ridurre il numero dei consiglieri regionali ma non volete affrontare le altre riforme? Su questo credo che la Conferenza dei Capigruppo possa interloquire e decidere che cosa fare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, io spero che non sia la resa di questo Consiglio, perché disattendere quell'ordine del giorno significa far rinunciare quest'Aula a tutta quella autorevolezza di cui comunque ha necessità.

Guardate, la proposta della Giunta è una proposta a parer mio provocatoria, l'ho detto pubblicamente, questo però non ci può far cambiare strada; considerata l'unità di intenti che questo Consiglio ha trovato con fatica - perché quel percorso costituente l'abbiamo individuato per ritrovare unità di intenti, in una modifica che ormai è in pieno ritardo ma che ha necessità di essere realizzata - se ora dovessimo rinunciare a seguire il percorso concordato, avremmo già cessato di esistere. Tutto e il contrario di tutto può essere fatto qua dentro, nessuno può approvare ordini del giorno, nessuno può approvare mozioni perché tanto si fa il contrario di quello; e non può essere, ripeto, la provocazione della Giunta.

Noi su quel percorso dobbiamo ritornare, e la prima Commissione ha un compito: è in ritardo, e i ritardi sappiamo che sono di carattere politico. Quei ritardi adesso sono stati superati, la Commissione ha iniziato a lavorare e deve portare a compimento la volontà che quest'Aula ha espresso all'unanimità. Il percorso costituente non si può abbandonare, perché, se la logica fosse quella che ha proposto il collega Uras, ci sarebbero allora proposte di legge, che sono comunque leggi di riforma di carattere costituzionale, che riguardano la Costituente, Presidente, che da domani dovrebbero essere portate in quest'Aula e discusse immediatamente.

Ma io so che questo non unisce, lo sappiamo noi, lo sa chi sull'Assemblea costituente ha lavorato in questi dieci anni. Vogliamo trovare invece il filo conduttore, le sinergie e l'unità di intenti, non venire in Aula ad approvare "un pezzo" di riforma che non serve, in questo momento.

Guardate, per la riduzione del numero dei consiglieri da ottanta a sessanta siamo pienamente d'accordo, basta prendere il listino ed eliminarlo, ma è facile dirlo poi bisogna far combaciare tutto. Stiamo scrivendo una legge elettorale: vogliamo fare prima la legge elettorale di tutto il resto? Io credo che vada costruito assieme, dal sistema di governo ai poteri dell'Esecutivo alla sua disciplina. Se cambiamo strada abbiamo già fallito e io credo che il fallimento, dopo tanta fatica, non sia certo auspicabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-La Sinistra Sarda). Stiamo ritornando al clima dell'ordine del giorno condiviso, perché registriamo che nessuno si è schierato contro la proposta del collega Uras. Noi siamo presentatori della proposta di legge numero 1 e gli eventi ci hanno portato a sollecitare e a richiamare l'attenzione su quella proposta. E' una proposta che ci porta quindi a sostenere con forza la necessità di percorrere la strada delle riforme; la strada delle riforme che tutti hanno dichiarato di volere percorrere ma sulla quale forse si è, come dire, segnato il passo, considerato che l'ordine del giorno è stato approvato il 18 novembre ed entro novanta giorni bisognava istruire ad elaborare un percorso costituente.

Noi quindi sosteniamo con forza un percorso costituente, senza l'esclusione di nessuna riforma, che sia comunque condivisa, approvata e sostenuta all'interno di un cammino che ci porterà ad avviare da domani i lavori nella prima Commissione, della quale faccio parte. Era stato annunciato l'inizio di un percorso di riforme e noi, per mezzo dell'articolo 100, del Regolamento, abbiamo iniziato e saremo in prima linea a sostenerlo.

E' chiaro che la vicenda non si ridurrà alla semplice diminuzione del numero dei membri del Consiglio regionale ma molte altre iniziative saranno intraprese, a cominciare (o a concludere) dal percorso costituente che noi sosterremo con convinzione e del quale da sempre siamo convinti fautori.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sulla proposta di inserimento nella programmazione bimestrale della proposta di legge nazionale numero, la metto in votazione. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 57.



Allegati seduta

CXCI Seduta

Lunedì 28 marzo 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 35.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 17 febbraio 2011 (184), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Franco Bardanzellu, Gian Vittorio Campus, Pier Luigi Caria, Silvestro Ladu, Marco Meloni, Sergio Obinu, Antonello Peru, Pietro Pittalis, Antioco Porcu e Teodoro Rodin hanno chiesto congedo per la seduta del 28 marzo 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (265)

(Pervenuto il 18 marzo 2011 e assegnato alla quarta Commissione.)

"Modifiche alla legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 (Riordino delle funzioni in materia di aree industriali)". (268)

(Pervenuto il 18 marzo 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo:

"Disposizioni per garantire ai bambini ed adolescenti con patologie croniche una vita scolastica normale". (264)

(Pervenuta il 18 marzo 2011 e assegnata alla settima Commissione.)

Cuccureddu - Capelli - Mulas - Planetta - Dessì - Zedda Alessandra - Biancareddu - Sanna Matteo - Pitea - De Francisci - Fois - Randazzo - Cocco Daniele Secondo:

"Ricostituzione dell'Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano (ISOLA)". (266)

(Pervenuta il 18 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani:

"Disposizioni a favore della lotta contro le mafie e le altre forme di criminalità organizzata e per l'utilizzo sociale degli immobili confiscati. (267)

(Pervenuta il 22 marzo 2011 e assegnata alla seconda Commissione.)

Pitea - Greco - Locci - Diana Mario - Rodin - Stochino - Zedda Alessandra - Floris Rosanna:

"Disposizioni in materia di economia sociale in ambito rurale". (269)

(Pervenuta il 22 marzo 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Sanna Matteo - Artizzu:

"Disciplina delle sale gioco, sale biliardo, strutture polifunzionali di trattenimento e funzionamento delle sale scommesse e dei videogiochi di cui all'articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS)". (270)

(Pervenuta il 23 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Peru - Lai - Diana Mario - Amadu - Bardanzellu - Campus - Contu Mariano Ignazio - De Francisci - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Murgioni - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra:

"Testo unico delle leggi in materia di turismo". (271)

(Pervenuta il 23 marzo 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'erogazione dei finanziamenti previsti dall'Asse I del PSR 2007-2013". (533)

"Interrogazione Meloni Marco - Bruno - Diana Giampaolo - Espa - Moriconi - Porcu - Soru, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata realizzazione della manifestazione culturale internazionale Festarch e sull'utilizzo degli spazi dell'edificio denominato ex Manifattura tabacchi di Cagliari". (534)

"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei produttori di energia rinnovabile". (535)

"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sul rimborso delle somme relative alle cosiddette tasse sul lusso". (536)

"Interrogazione Agus - Espa - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, in merito alle difficoltà delle sedi INPS regionali sulla gestione delle prestazioni relative alle invalidità civili". (537)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione da parte della ASL di Nuoro del sostegno sanitario fornito ai bambini sofferenti di dislessia, autismo e problemi psicomotori". (538)

"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione determinata dall'applicazione della delibera n. 45/18 del 21 dicembre 2010". (539)

"Interrogazione Petrini, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione del rilascio delle nuove autorizzazioni per l'apertura di grandi strutture di vendita a causa della mancata adozione del Piano regionale per le grandi strutture di vendita". (540)

"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi che impediscono il funzionamento del Consorzio di bonifica del Basso Sulcis". (541)

"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alle voci che insistono su un imminente disimpegno dell'ASL n. 6 nell'acquisizione del Centro di riabilitazione ad alta intensità "Santa Maria Assunta" con sede in Guspini". (542)

"Interrogazione Meloni Valerio - Manca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sui disagi che il paventato trasferimento del Servizio di diabetologia dalla Divisione di medicina di Sassari ad altra sede determinerebbe per i 4.000 pazienti in cura presso tale centro". (543)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'errata procedura seguita dal Presidente della Regione per la nomina a direttore generale dell'ERSU di Sassari del dott. Giovanni Ippolito con decreto n. 159 del 29 novembre 2010 e sulla disparità di trattamento con l'ERSU di Cagliari". (211)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sul paventato trasferimento della direzione generale di Equitalia dalla sede di Sassari a Cagliari". (212)

"Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo sul problema dell'inquinamento ambientale del Sulcis Iglesiente e sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica nei siti interessati". (213)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MARIANI, Segretario:

"Mozione Cuccureddu - Mulas sull'immotivato enorme incremento delle tariffe navali da e per la Sardegna". (115)

"Mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione". (116)

"Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (117)

PRESIDENTE. Sospendo la seduta sino alle ore 11.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 11 e 02.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Paolo Maninchedda ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 28 marzo 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ero convinto che fosse presente il presidente Cappellacci, voglio comunque - e lo faccio con l'autorevole presenza dell'assessore Cerchi - fare un riferimento all'ordine del giorno che il Consiglio regionale ha approvato il 16 marzo scorso insieme alla Regione Lazio e ad altre Regioni italiane, per chiedere l'accorpamento dei tre referendum nazionali alle elezioni amministrative.

Giovedì scorso il Governo nazionale ha invece deliberato di indire i tre referendum nazionali sul nucleare, sull'acqua pubblica e sul legittimo impedimento stabilendo le date del 12 e 13 di giugno, un periodo, cioè, che sembrerebbe essere stato scelto per scoraggiare la partecipazione degli elettori e quindi per cercare di impedire il raggiungimento del quorum elettorale. Ecco, io chiedo all'assessore Cerchi, oltre che al Presidente del Consiglio, che si faccia interprete di questa richiesta al presidente Cappellacci. Peraltro, lo voglio ricordare, l'election day in Sardegna si fa perché il referendum consultivo regionale si terrà lo stesso giorno delle elezioni amministrative e quindi con un risparmio notevole.

Chiedo all'assessore Cherchi che si faccia interprete presso il presidente Cappellacci e chieda che cosa ha fatto la Giunta regionale e che cosa intende fare per protestare contro questo spreco incredibile di 350 milioni di euro, che è la cifra che gli italiani pagheranno per il tentativo del governo Berlusconi di evitare il quorum ai referendum nazionali indetti dell'Italia dei Valori e da altri numerosi interlocutori. Credo che sia una vergogna questa scelta e quindi chiederemo che in tempi brevissimi il presidente Cappellacci ci dia una risposta in merito.

Discussione e approvazione della mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione. (116)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 116.

(Si riporta di seguito il testo la mozione:

Mozione Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- risulta un progressivo e preoccupante crollo dell'attività produttiva e dell'occupazione in tutta la Sardegna e, in particolare in alcune aree interessate da insediamenti ed impianti industriali energivori di notevole dimensione e importanza;

- tale situazione risulta grave soprattutto in alcuni territori dell'Isola che da oltre 20 anni sono ripetutamente colpiti da processi di destrutturazione produttiva e de-industrializzazione, con pesanti e disgreganti conseguenze che si ripercuotono sulle condizioni di vita delle popolazioni;

- in relazione all'aggravarsi dello stato di crisi la vicenda Eurallumina rappresenta una emblematica, grande e significativa vertenza nel quadro della più generale situazione di difficoltà dell'intero settore industriale sardo che richiama l'unità delle rappresentanze sociali, primi fra tutti il sindacato dei lavoratori, le organizzazioni di categoria dell'impresa, le università e il mondo della cultura, gli amministratori locali e regionali, i consiglieri regionali e i parlamentari sardi perché si realizzi una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna e in particolare dei suoi poli energetici e industriali;

- il 31 marzo 2011 è convocato dal Governo, presso il Ministero dello sviluppo economico, sulla vertenza in argomento un incontro tra le parti presente la Regione,

impegna la Giunta regionale

1) ad assumere ogni necessaria iniziativa politico istituzionale finalizzata ad assicurare nell'incontro citato in premessa, il massimo livello della partecipazione del Governo;

2) ad effettuare un'adeguata istruttoria tecnica e politica preparatoria al predetto incontro, sentite anche le organizzazioni sindacali;

3) a richiedere in quella sede la piena ed immediata attuazione del protocollo d'intesa concernente il riavvio degli impianti Eurallumina con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi;

impegna inoltre

i gruppi politici e i consiglieri regionali tutti a sostenere la vertenza Eurallumina e la più generale iniziativa a difesa del sistema produttivo sardo, a fianco dei lavoratori e delle loro organizzazioni, sin dalla partecipazione alla manifestazione di Roma prevista il 31 marzo 2011. (116)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, noi oggi, sulla base di un mandato che la Conferenza dei capigruppo si è data, in riunione formale da lei convocata, dobbiamo discutere di una tra le vertenze più angosciose di questi giorni.

La realtà è che la crisi che si è abbattuta sulla nostra terra non è solo o prevalentemente finanziaria: è soprattutto una crisi di sistema economico, produttivo ed occupazionale che investe l'intera Sardegna e che costringe il nostro popolo a pagare un prezzo altissimo. Chiudono impianti industriali di assoluto rilievo, spesso ancora competitivi, si mette a rischio il futuro di interi territori, si registra un tasso di disoccupazione tra i più elevati d'Italia - ben oltre i 12 punti percentuali; solo Sicilia e Basilicata fanno peggio - una popolazione attiva di 3,3 punti inferiore alla media nazionale, tassi di occupazione tra le persone in età di lavoro del 50 per cento, lavora un sardo su due. Si registrano differenze sul tasso di occupazione tra tutte le Regioni del centro nord e la Sardegna che vanno dai 12,2 punti di Marche ed Umbria agli oltre 17 del Trentino ed Emilia-Romagna.

Tutto questo mentre crescono nella nostra Isola i lavoratori assistiti da ammortizzatori sociali in deroga o in cassa integrazione e aumentano gli interventi necessari di sostegno da parte dell'assistenza pubblica verso le famiglie. Sono decine di migliaia le famiglie interessate dall'assistenza pubblica, peraltro inadeguata. Siamo di fronte ad un vero è proprio stato pre-comatoso del sistema produttivo isolano, assai vicini al collasso socioeconomico.

In prima fila ad affrontare le tensioni, il disastro, sono le organizzazioni dei lavoratori, il sindacato, la realtà della piccola e micro impresa locale, le nostre comunità locali e le loro amministrazioni. La domanda che viene rivolta oggi alla politica, alle istituzioni della rappresentanza popolare in questa aula, ha il nome di Eurallumina, ma a fianco a questa importante vertenza del Sulcis - Iglesiente affiorano tutte le altre vertenze irrisolte, a fianco ai volti dei lavoratori di Portovesme ci sono quelli delle altre aree industriali della Sardegna, prime fra tutte quelle di Portotorres, della Vinyls in attesa di una risposta dal Governo, dalle società di Stato che pure hanno avuto tanto dalla Sardegna.

In relazione all'aggravarsi dello stato di crisi la vicenda Eurallumina quindi rappresenta una emblematica, grande e significativa vertenza nel quadro della più generale situazione di difficoltà dell'intero settore industriale sardo, che richiama l'unità delle rappresentanze sociali, le organizzazioni di categoria dell'economia, le università e il mondo della cultura, gli amministratori locali e regionali, i consiglieri regionali e parlamentari sardi perché si realizzi una forte e convinta difesa delle capacità produttive della Sardegna, e in particolare dei suoi poli energetici e industriali.

Il 31 marzo del 2011 è convocato dal Governo, presso il Ministero dello sviluppo economico, sulla vertenza Eurallumina, un incontro tra le parti, presente la Regione. Per questo noi riteniamo che debba essere impegnata la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa necessaria di tipo politico-istituzionale, finalizzata ad assicurare nell'incontro il massimo livello della partecipazione del Governo. Riteniamo che si debba effettuare un'adeguata e puntigliosa istruttoria tecnica e politica, che prepari al meglio l'incontro e che sia sviluppata con la partecipazione delle organizzazioni sindacali.

Riteniamo che debba essere data attuazione piena ed immediata al protocollo d'intesa concernente il riavvio degli impianti di Eurallumina, con l'utilizzo di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi. Riteniamo infine che per dare forza a questa battaglia, ma all'intera vertenza Sardegna relativa al settore industriale, debbano essere impegnati tutti i Gruppi politici e i consiglieri regionali, e che si debba realizzare la più generale mobilitazione a difesa del sistema produttivo sardo; che questa mobilitazione si debba manifestare a fianco dei lavoratori e delle loro organizzazioni sin dalla partecipazione alla manifestazione a Roma per il prossimo 31 marzo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi consiglieri che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cocco, che ha a disposizione dieci minuti.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, oggi siamo riuniti per discutere una mozione unitaria sullo stato di grave crisi in cui versa l'attività produttiva in Sardegna, con i relativi dati impietosi sul costante aumento del numero di disoccupati. In particolare, oggi discutiamo del progressivo e, a quanto pare, inarrestabile processo di destrutturazione produttiva e deindustrializzazione di un intero territorio, quello del Sulcis-Iglesiente. Nel caso specifico, trattiamo la questione Eurallumina, che il collega Uras a testé illustrato. Lo facciamo con una mozione unitaria, perché unitario è lo spirito che ci accomuna in questa vicenda.

L'Eurallumina non è una fabbrica qualunque, rappresenta l'emblema, il simbolo della crisi che ha colpito il sistema industriale del settore primario del Sulcis, ed è anche oggetto di una vertenza che più di altre è stata strumentalmente utilizzata con promesse, in tempi sospetti, di facili soluzioni, con centralini telefonici che non si sono mai messi in contatto, con risposte che per il momento non ci sono mai state. Pertanto, va bene la mozione unitaria, oggi è il giorno in cui siamo tutti uniti, impegnati e concentrati per il 31 di marzo. A proposito, dato che il Presidente ha ritenuto anche oggi di non essere presente in aula, perché ha considerato questa una vertenza forse di serie B, e non degna di essere tenuta nella dovuta considerazione, io chiederei all'Assessore conto per sapere se la data del 31 marzo è stata realmente fissata o è soltanto un appuntamento di quelli che regolarmente il nostro Presidente "buca", facendo magari "bucare" anche gli operai, noi tutti e il Ministero dello sviluppo.

Tuttavia questo non impedisce di esprimere alcune considerazioni e richiamare alle proprie responsabilità ognuno di noi, secondo il ruolo e gli impegni presi, a partire da quelli assunti nel 2009 dal Presidente del Consiglio dei ministri e da quello della Regione Sardegna, ai quali va ricordato che gli impegni vanno rispettati, soprattutto se riguardano la sorte di tanta gente, il loro lavoro e le loro famiglie.

Il Sulcis-Iglesiente è un luogo abitato di uomini e donne abituati a combattere, come tutti i sardi, d'altro canto. Ha fornito manodopera ai padroni stranieri, anche al tempo delle miniere, quelle metallifere e quelle carbonifere, e quello degli stranieri, delle multinazionali, è un motivo che si ripete negli anni, tant'è che ancora oggi ci troviamo nella stessa situazione: sottopagati, sfruttati. Tuttavia rappresenta un momento importante della storia orgogliosa di quel territorio, che vuole rialzare la testa, e lo vuole fare cercando l'unità in questa fase, e noi gli dobbiamo dare forza.

Le fabbriche sono sorte alla fine degli anni '60 e agli inizi del '70 del secolo scorso per consentire la riconversione occupativa di migliaia di ex minatori a seguito della crisi del settore estrattivo degli anni '50. Poiché era stato deciso che un insediamento produttivo si dovesse sviluppare particolarmente nel settore dell'alluminio, venne favorito l'inserimento alcune delle aziende più moderne in Europa, le cui esigenze energetiche giustificavano addirittura la realizzazione nel Sulcis di una supercentrale termoelettrica, che utilizzasse proprio il carbone da lì proveniente. Era il 1968 quando l'Ami Sarda, che oggi si chiama Portovesme Srl, utilizzava i minerali locali, e riusciva a produrre nel forno Imperial Smelting, 100 mila tonnellate all'anno di piombo e di zinco e 100 mila tonnellate all'anno di acido solforico e di altri sottoprodotti.

Sempre nel '68 da due società italiane, l'Alsar e la Montedison, e da due straniere, una australiana, la Comalco, e l'altra tedesca, dal nome impronunciabile, nasceva l'Euroalluminia che, utilizzando bauxite estera e soda caustica produceva 750 mila tonnellate all'anno di ossido di alluminio. Poi intervenne l'Alsar, che oggi si chiama Alcoa, che trasformò l'allumina in lingotti di alluminio, producendone 130 mila tonnellate all'anno.

Allora, la domanda che ci si pone è questa: tutto questo è finito, l'Italia ha deciso che il settore dell'alluminio deve essere smantellato, ha deciso che non deve essere difeso, che non deve essere ritenuto più essenziale per le attività produttive della nostra nazione e noi, in un momento nel quale la domanda invece è in crescita, e i prezzi accettabili, dobbiamo consentire che le imprese straniere e le multinazionali continuino a delocalizzare?

Per accogliere questo insediamenti quel territorio ha sacrificato un pezzo splendido della sua costa, che è stato compromesso dal punto di vista non solo paesaggistico, ma anche e soprattutto ambientale. Che le multinazionali abbiano a cuore soltanto i loro interessi non stupisce né fa meraviglia, i loro obiettivi sono gli utili di impresa, e non hanno neanche bisogno di fare finta di avere cura dei loro lavoratori, della loro sorte o dei territori che li hanno ospitati. Al contrario, sono arroganti con i Governi nazionali, figurarsi con quelli regionali. Se ne "fregano" altamente di ogni questione gli venga proposta, sensibili esclusivamente al mercato e alle sue leggi. Queste - si dirà - sono le leggi della giungla globale, in cui il progresso non sempre coincide con i bisogni dell'uomo, insensibile alle forti agevolazioni avute finora, basti pensare alle vicende della Rockwool e dell'Alcoa.

La prima, la Rockwool, dopo aver ottenuto i finanziamenti legati alla riconversione mineraria prevista dalla legge numero 201, per tantissimi anni ha potuto beneficiare di enormi risorse finanziarie, ed è rimasta in quel territorio producendo lana di roccia. Una volta cessati i finanziamenti ha deciso di delocalizzare, nonostante gli utili di impresa potessero essere considerati certamente positivi, in luoghi dove la manodopera costa meno, dove le tutele sindacali sono meno forti e meno pressanti.

La vittoria invece sull'Alcoa, anche se temporanea, è una vittoria ottenuta grazie a una grandissima mobilitazione, dei lavoratori innanzitutto e di tutte le istituzioni, quelle locali e anche quelle regionali. Ora con Eurallumina è necessario fare la stessa cosa. Si potrebbe dire, come spesso accade, e concordo, che il Sulcis ha dalla sua, come d'altronde tutta la Sardegna, la possibilità di sfruttare le tante risorse legate al turismo, dalla sua costa ai suoi beni ambientali e paesaggistici, da quelli archeologici e nuragici, e minerari dismessi, alle bellezze naturalistiche e storiche.

Ma oggi noi tutti abbiamo il dovere di difendere innanzitutto il sistema produttivo industriale su cui è fondata la sua economia principale, per cui ha sacrificato pezzi importanti del suo territorio e del suo ambiente. L'Eurallumina costituisce l'emblema di queste lotte e di queste battaglie. Sono stati siglati, oltre le promesse, numerosi protocolli di intesa fra Regione, ENEL, aziende e Governo, per trovare una soluzione temporanea, che, in attesa della costruzione di una caldaia per produrre vapore dalla combustione del carbone, consentisse alla fabbrica di ripartire, e ai suoi dipendenti di rientrare a lavorare. Insomma, serve olio combustibile a prezzi accettabili, perché per realizzare la caldaia occorreranno, secondo le previsioni dei tecnici, trentasei mesi. Questi sono accordi scritti e reiterati parecchie volte, dal 2009 a oggi, però nulla è cambiato, nonostante siano trascorsi due anni. La fabbrica continua inesorabilmente a logorarsi senza entrare in funzione.

Allora io credo che il prossimo appuntamento, il 31 marzo, al Ministero dello sviluppo, debba costituire un momento nel quale assumere decisioni concrete per il riavvio degli impianti, con programmi e date da rispettare. Il ruolo del Consiglio regionale della Sardegna deve essere attivo e partecipato, propositivo e di controllo sul percorso che il Ministero ha l'obbligo di attivare. Se per l'ennesima volta ci si dovesse rendere conto di trovarsi di fronte ad interlocutori vacui, tentennanti, poco coscienti della situazione in cui versa l'Eurallumina e i suoi lavoratori, e più in generale quel territorio, è chiaro che le risposte di noi tutti dovranno essere all'altezza della situazione.

Questa volta si tende a catalogare le vertenze in funzione dei rapporti di forza che vengono messi in atto da coloro che le devono difendere. Bene, alla stregua di questo criterio di catalogazione questa non può essere considerata una vertenza di "serie B". Stiamo infatti parlando di una Provincia che, dai dati pubblicati qualche tempo fa nel "Sole 24 Ore", risulta essere la più povera d'Italia; stiamo parlando di un territorio sofferente che ha vissuto storie di sacrifici e duro lavoro, ma storie anche di lotte e battaglie per la difesa dei suoi diritti, ed è stremato. Per questo ha bisogno di risposte chiare, che offrono prospettive precise.

Chi governa, a tutti i livelli, ha il dovere di tracciare percorsi e offire soluzioni efficaci. Non è facile; ci rendiamo conto credo tutti quanti che non sia facile, però siamo disposti a mettere da parte le differenze, e va raccolto l'invito ad unire le forze per andare compatti all'appuntamento del 31 marzo. Non servirà un altro documento, ma chiarezza sul prezzo dell'olio combustibile e sulla costituzione della società mista per la gestione della caldaia e delle relative autorizzazioni per far marciare l'impianto con quel combustibile. Questi sono i tre punti che il 31 marzo il Consiglio regionale, accompagnando i lavoratori, deve pretendere che il Ministero metta per iscritto, fissando date precise e assumento impegni precisi. Vedremo i risultati, dopodiché sarà necessario tirare le somme e decidere come procedere per Eurallumina e per l'intero sistema produttivo della nostra Isola. Se le risposte non arriveranno credo che saranno tempi duri, e dovremo attrezzarci per affrontarli.

Chiedo, col permesso della Presidenza, di leggere un comunicato che i lavoratori dell'Eurallumina hanno fornito adesso.

Vertenza Eurallumina: "Vi ringraziamo per questo importante spazio; noi siamo in lotta per la difesa del nostro posto di lavoro, ma siamo qui ormai da 2 settimane per manifestare il nostro disappunto su una situazione incomprensibile. La nostra fabbrica è chiusa perché esistono disparità in Europa sul costo dei combustibili per produrre energia, e soprattutto non abbiamo la possibilità di produrre il vapore, indispensabile per estrarre l'allumina dalla bauxite utilizzando il gas che in Sardegna non esiste. A voi chiediamo un supporto politico affinché il Governo rispetti gli impegni che ha assunto proprio qui, a Cagliari il, 7 febbraio del 2009. Da allora, a più riprese, l'ultima il 4 agosto scorso, stiamo facendo i conti con i continui rinvii, che giorno dopo giorno porteranno la fabbrica alla chiusura".

"Per noi il riavvio degli impianti è garanzia per il futuro non solo per gli attuali occupati. La ripresa economica annunciata, se non dovesse trovarci pronti, vedrà sul mercato allumina prodotta in altre parti del mondo, e per noi sarà la fine. A voi chiediamo sostegno politico e la forza per dire che l'industria non si può demolire. Vi chiediamo di dire al Governo che serve un impegno forte per il futuro. Oggi, dal Sulcis a Sassari, tutto il settore industriale è messo in crisi dalla mancanza di una seria politica industriale delle materie prime. Per il futuro della Sardegna serve l'industria e serve il lavoro. La nostra mobilitazione, a volte rumorosa, è volta ad unire il lavoro alle istituzioni e ai cittadini. Chi pensa di poter fare a meno del lavoro sbaglia. A voi chiediamo un sostegno in questo senso, e siamo sicuri che questo non mancherà".

"Vi chiediamo anche di sostenere la nostra lotta, la manifestazione che si terrà a Roma il 31 marzo, perché quella sarà una manifestazione per la Sardegna. Siamo convinti che l'industria dell'alluminio sia ancora oggi un pezzo fondamentale per l'economia della Sardegna. Questo momento, questo incontro in quest'Aula dovrà, così com'è stato nella riunione con la presidente Lombardo e i Capigruppo, confermare il sostegno ad una delle tante battaglie che noi sardi conduciamo quotidianamente, per affermare proprio quest'anno l'appartenenza paritaria e non difforme alle altre Regioni d'Italia, per uscire dalla precarietà e per cancellare il nostro stato di cassaintegrati. Grazie.".

Questa è il documento che i lavoratori dell'Eurallumina hanno chiesto venisse letto in aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io guardo l'orologio e cerco di essere più rapido rispetto ai tempi che ci sono assegnati. Cerco di essere più rapido perché vorrei che il mio intervento, pronunciato a nome dei Riformatori, non avesse niente di rituale, perché purtroppo spesso la politica si ferma al rito, e credo che in questo momento di tutto ci sia bisogno tranne che di riti.

Preliminarmente voglio dichiarare che i Riformatori sono ovviamente assolutamente al fianco dei lavoratori dell'Eurallumina nella vertenza per la difesa del posto di lavoro. Ci rendiamo perfettamente conto che dietro ogni singolo posto di lavoro ci sono famiglie e che c'è una tragedia economica e sociale che colpisce l'intera Sardegna, il Sulcis in particolare, di cui tutte le forze politiche di questo Consiglio regionale credo siano consapevoli.

Credo che la disattenzione o la scarsa partecipazione che oggi sembra di intravedere in aula sia, in realtà, figlia di qualche cosa di diverso dalla non comprensione, da parte della politica, della disgrazia immane che si sta abbattendo sulla Sardegna, che sia figlia, cioè della difficoltà che la politica ha a trovare risposte.

Il collega Cocco, dal quale molto mi differenzia, in un suo passaggio afferma che le multinazionali sono attente agli utili d'impresa, sono arroganti con i governi nazionali, figuriamoci con i governi regionali. Insomma, è vero che forse oggi la politica si rende conto, più che mai la politica di questo Consiglio regionale, della debolezza delle proprie armi rispetto alla battaglia che dobbiamo combattere, però di questa debolezza non dobbiamo fare un elemento di rassegnazione, ma, anzi, la consapevolezza di quanto sia necessario rimanere uniti in momenti come questi ci deve aiutare ad approntare strumenti importanti a difesa degli interessi della nostra gente.

Ecco, la prima delle considerazioni che voglio fare è che è ben chiaro che questo documento, un documento sul quale siamo tutti d'accordo, un documento che speriamo possa davvero servire a qualcosa, è un documento di difesa dell'esistente, perché in questo momento poco altro può fare la politica sarda se non chiedere aiuto alla politica nazionale, perché insieme ci si difenda da quella che il collega Cocco ha chiamato "l'arroganza delle multinazionali". Multinazionali che sono state capaci di distruggere un territorio, ma che se oggi se ne andassero via dal Sulcis difficilmente ce lo restituirebbero come invece dovrebbero, esattamente come lo hanno trovato.

Però, a fianco alla difesa dell'esistente c'è un dibatitto che deve essere aperto, e cioè quello su cosa dobbiamo fare per il futuro, se lo sviluppo industriale, con l'industria pesante, è da considerarsi ancora di valenza strategica per il nostro territorio. Questo significherebbe iniziare ad aprire un argomento, che tante volte questo Consiglio regionale ha tentato di affrontare, e che tante volte poi ha riposto nel cassetto, che è quello dell'approvvigionamento energetico, perché a oggi noi non sappiamo come dovrà avvenire l'approvvigionamento energetico in Sardegna negli anni futuri.

Noi sappiamo quali sono i "no" che diciamo, perché abbiamo detto no al nucleare, abbiamo detto no all'energia delle pale eoliche, che avviene in una maniera che offende il territorio, ma non abbiamo detto con chiarezza "sì" a qualche altra scelta che ci consenta di essere competitivi per quanto riguarda l'approvvigionamento delle nostre industrie energivore.

Va detto che a oggi noi non abbiamo chiarezza sull'approvvigionamento energetico, va detto che la nostra scommessa sulle energie alternative ci porta a pensare che difficilmente noi avremo la possibilità, a meno che non si realizzi nel modo migliore il Galsi, di sostenere industrie energivore, quindi va detto con chiarezza che il futuro della Sardegna non è nelle industrie energivore, che dobbiamo trovare risposte diverse per sfamare le famiglie che vivono nel Sulcis e che vivono nel resto della Sardegna. Ecco, io credo che sia questo il problema fondamentale a cui questo Consiglio regionale è chiamato a dare delle risposte, e devo dire - e non è la prima volta che lo dico in quest'Aula - che ho poca fiducia nel fatto che ci possa essere una classe politica di centrodestra o di centrosinistra che dia risposte. Io ho paura che l'intera classe dirigente della Sardegna, di centrodestra e di centrosinistra, oggi non abbia le risposte, e che qualche volta la polemica speciosa che noi continuiamo a fare tra schieramenti, destra e sinistra, serva a nascondere la povertà di idee che esiste in entrambe le parti.

E allora è questa la riflessione fondamentale che noi Riformatori proponiamo ancora una volta a quest'Aula. A noi sembra che la frontiera grossa tra schieramenti sia tra quello di innovazione e quello di conservazione, e vediamo eserciti arruolati nella conservazione che sono sicuramente dominanti in entrambi gli schieramenti, e non è questa la scommessa vincente per la Sardegna.

Noi siamo convinti che la scommessa vincente per la Sardegna passi attraverso l'innovazione, passi attraverso il cambiamento, passi attraverso la volontà di ridiscutere i modelli di sviluppo, passi attraverso la considerazione e la convinzione che il federalismo fiscale, che niente di buono porterà in Sardegna perché ci sottrarrà altre risorse, ci metterà ancora di più nelle condizioni di scommettere su noi stessi, perché se non scommettiamo su noi stessi e sulla nostra capacità di cambiare, se pensiamo che l'unica cosa da fare sia difendere l'esistente strenuamente perché abbiamo paura del nuovo e perché solo l'esistente sembra poterci dare delle risposte tranquillizzanti nell'immediato, beh, allora stiamo perdendo la nostra scommessa.

Ecco, questo è l'appello che ancora una volta noi Riformatori ci sentiamo di rivolgere a questo Consiglio regionale, un appello alle forze politiche perché le energie migliori che sono presenti nei due schieramenti possano essere unite e confrontarsi su quali sono le politiche di cambiamento e di innovazione su cui questa terra vuole scommettere, perché questa è la frontiera dei ragionamenti che andremo a sviluppare nei mesi venturi, quando ci "cadrà addosso" il federalismo fiscale nelle parti che non saranno positive né per i nostri comuni né per la Regione.

Questa è la scommessa, l'unica scommessa, sulla quale noi possiamo sperare per arrestare quel percorso inclinato che la società sarda sta attraversando e che a questa classe politica e a questa classe dirigente si chiede in qualche maniera di contrastare con idee, con capacità, con passione e con entusiasmo da trasferire ai sardi che ci guardano fuori da qui.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, la gravissima crisi di una delle più importanti industrie sarde, l'Eurallumina, ci induce a riflettere sulla crisi industriale della regione in senso più generale. I poli industriali di Porto Torres, Ottana, Portovesme e Villacidro si dibattono in una profonda crisi esistenziale, se così possiamo dire. Anche il nostro territorio, così come ha ricordato l'onorevole Cocco che ha parlato appunto dell'area dell'Eurallumina, ha vissuto vent'anni di un'industrializzazione purtroppo chiusa, con l'abbandono delle partecipazioni statali; l'unica che oggi rimane in piedi (la Keller Meccanica, che ha bisogno di interventi urgenti perché possa ripartire) è invischiata in situazioni finanziarie e quindi anche in pendenze bancarie, che non permettono il rilancio di un'industria che peraltro poi soffre, anche questa, di un altro handicap regionale, che è quello dei trasporti.

Quindi l'industria sarda è in grave difficoltà, e così anche il nostro territorio, che ha affrontato un periodo post-industriale con una marea di disoccupati, di cassintegrati e persone in mobilità. E' ripresa la grande ondata assistenzialistica, cancellando professionalità ed esperienze industriali che rischiamo di perdere definitivamente. Un'industria penalizzata per gli alti costi energetici e dei trasporti, che non riesce a stare alla pari con il resto della Penisola e quindi a forte rischio di delocalizzazione.

Il problema energetico, che ha affrontato anche il collega Vargiu poc'anzi, richiama la difficoltà ulteriore dell'industrializzazione in Sardegna. Ho la sensazione che con tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente, anche la realizzazione del nostro metanodotto rischia di impantanarsi, e forse c'è la necessità di ripensare la rete energetica sarda, che può richiamarsi, credo a quel progetto di polo criogenico che ci permetterebbe di comprare gas nel mercato internazionale. Il Mediterraneo viene quotidiamente attraversato da navi cassiere che possono quindi alimentare anche le nostre postazioni presso i porti principali; il rischio, infatti, è che perché la fornitura di un'importante materia prima come è il gas, finisca per penalizzarci ulteriormente. Pensare a una riconversione industriale basata sull'alimentazione attraverso un metanodotto che è alimentato da un'unica fonte è pericolosissimo; occorre garantire un tessuto industriale capace di reggersi anche nei momenti di grave difficoltà internazionale.

Credo che elementi per discutere ce ne siano, idee ne abbiamo. Si tratta di ragionarci su e di pensare alla realizzazione di un forte tessuto industriale, prima che rischi la sua desertificazione con gravi ripercussioni ambientali. Questo è un altro tema che si aggiunge a quelli affrontati e di cui non possiamo non tener conto. La storia ce lo insegna.

Io provengo dalle aree minerarie, che ancora attendono cospicui interventi per le bonifiche, che peraltro abbiamo conquistato con una battaglia a livello nazionale con gli operatori, con i lavoratori, ottendendo che le aree minerarie del Sulcis-Iglesiente-Guspinese venissero riconosciute come aree ad alto rischio ambientale e quindi finanziabili dallo Stato. Bene, di quei soldi non abbiamo utilizzato nulla, continuiamo utilizzare i soldi regionali per attuare interventi tampone. Io credo che dobbiamo ritornare su questo tema.

La delocalizzazione delle industrie, attualmente in atto, rischia di ripercorrere questo nostro dramma. che le aree industriali sono tutte inquinate. Lo abbiamo visto anche a Villacidro: le Tessili Sarde sono andate via, restano le aree inquinate e gli oneri per la bonifica rischiano di ricadere su coloro che occupano attualmente queste aree, anziché su coloro che, invece, hanno inquinato. Non bisogna lasciar andare via le industrie prima che abbiano bonificato il territorio, perché se è vero com'è vero che stiamo tutti pensando a un'industria pulita, a un'industria che quindi non inquini più, è anche vero che abbiamo necessità di recuperare le nostre aree, i nostri territori il più presto possibile, perché è una carta importante del nostro sviluppo.

Quindi, dicevo, le aree minerarie sono ancora lì, in attesa di cospicui interventi per le bonifiche, e la Regione Sardegna cerca di tamponare con i propri fondi, ma non fa bonifiche, fa tutt'altro che bonifiche.

Bisogna ripensare a una nuova era industriale basata su un'industria più rispondente ai bisogni dell'Isola nel rispetto dell'ambiente. Forse abbiamo bisogno di un'industria che valorizzi le nostre materie prime con processi di verticalizzazione localizzati nell'Isola e di un'industria manifatturiera che sfrutti le infrastrutture portuali che attualmente abbiamo, e di un porto canale con una zona franca di pertinenza per insediamenti industriali che contrastino la delocalizzazione.

L'Eurallumina, com'è stato detto, rappresenta un simbolo, un'industria che ha sostituito gli interventi delle partecipazioni statali con capitali internazionali, o come genericamente vengono chiamate, multinazionali. Sono industrie che non hanno un referente; si è ormai perso il rapporto operai-datore di lavoro. Le multinazionali ci rappresentano e dobbiamo discutere tutte le vertenze a Roma; prima si discutevano nella sede dell'industria, oggi si discutono a Roma e non è escluso che in seguito dovremo recarci anche in America per discutere questioni nazionali. Eurallumina sottoscrive accordi con più parti, ma sembra che venga riproposta quella pratica (adottata dalle multinazionali estere, ma anche dalle grosse società nazionali come l'ENI) di sfiancare le situazioni procrastinandole nel tempo, il che, poi, è preludio alla definitiva chiusura.

Ripeto, questa situazione l'ho vissuta sulla mia pelle: l'ENI, l'industria di Stato, con le miniere di Montevecchio per ben dieci anni ha trascinato gli operai sino alla chiusura definitiva culminata nel nuovo progetto di sviluppo industriale avviato con la legge nazionale numero 221. Da questo progetto di sviluppo industriale sono sorte poche fabbriche, come ha detto il mio collega Cocco, poche industrie nell'Iglesiente, ma altrettante poche industrie nella nostra zona. L'unica, la Ceramica Mediterranea, è in difficoltà, costretta a acquisire materia energivora dall'unica fonte, che è la Saras, a prezzi da essa dettati, quindi impossibilitata a competere con le industrie di Sassuolo, eppure impiega materia prima sarda il cui utilizzo dovremmo cercare di incoraggiare. Invece, l'ho detto altre volte, distruggiamo intere montagne per portarle sulla Penisola laddove si effettuano le verticalizzazioni, per quattro soldi cediamo materia prima, quindi ricchezza, alle industrie del Nord Italia. Quindi anche qui una politica di tutela al patrimonio e della ricchezza locale non guasterebbe.

Io ringrazio gli operai di Eurallumina per averci posto all'attenzione un problema che non è solo il loro, ma credo che sia un problema che riguardi tutta l'attività industriale della Sardegna, e quindi aver costretto il Consiglio regionale a una riflessione pur partendo dai loro bisogni, che sono però gli stessi di migliaia di operai che ancora resistono nell'industria regionale della Sardegna. Confermo che da parte nostra, da parte mia, ci sarà tutto il supporto possibile perché anche questa battaglia venga vinta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, riprendiamo dopo due anni il discorso dell' Eurallumina. Era il marzo del 2009 quando qualcuno assunse l'impegno, a livello internazionale, di salvare questa società che era in procinto di chiusura. In questi due anni abbiamo già tenuto diverse sedute di Consiglio, sollecitati dalle occupazioni e dalle proteste degli operai dell'industria nei confronti di una Regione distratta e di un Governo assente.

In questi anni, in quest'Aula, abbiamo tutti illustrato la nostra posizione sull'industria, però più vado avanti e più mi chiedo: le persone che sono qui sotto a manifestare e a richiedere attenzione - un'attenzione che dovrebbe essere dovuta dalla politica, non richiesta - gli operai che sono da 369 giorni lì in quel dell'Asinara a difendere il loro posto di lavoro, quelli che occupano le torri, quelli che hanno occupato le stazioni delle ferrovie, quelli che giornalmente tengono conferenze stampa per manifestare lo stato di crisi, per chiedere attenzione, che cosa si aspettano da noi? Si aspettano ancora che noi, in questa dotta Aula, facciamo analisi sulla crisi dell'industria? Si aspettano che gli elenchiamo i dati sulla disoccupazione? Si aspettano da noi una continua, interminabile analisi o si aspettano proposte di soluzione?

Certo, le posizioni sono diverse in quest'Aula: c'è un'opposizione che può soltanto manifestare il suo dissenso sulle azioni portate avanti, c'è una maggioranza che cerca di illustrare quello che la Giunta dovrebbe fare o ci si aspetta che faccia; ma noi come abbiamo risposto? Abbiamo risposto in questo modo: con un'assenza importante in quest'Aula. Non me ne voglia l'Assessore Cherchi, la sua è sicuramente una presenza importante, ma a parte i numerosi consiglieri assenti, l'assenza più importante è quella del Presidente della Giunta che dovrebbe farsi carico in primo luogo di quest'istanza.

Noi possiamo suggerire (perché questo è il nostro compito, quello dei consiglieri regionali) ma l'Esecutivo ha la grande responsabilità di riportare nei luoghi, nelle sedi opportune e con gli interlocutori giusti, le istanze che vengono portate avanti e rappresentate dai lavoratori che bivaccano sotto il Consiglio regionale (peraltro, a mio avviso, sbagliando indirizzo; il Consiglio regionale può fare cassa di risonanza, ma la vera sede dove andare a manifestare le proprie ragioni in maniera democratica e civile è sicuramente quello dell'Esecutivo, è quella di viale Trento, è quella di Villa Devoto, non il Consiglio regionale che può solo offrire solidarietà, avanzare proposte). Qualcun altro, quindi, dovrebbe venire qui a dare risposte e non a fare analisi nei confronti degli operai che oggi sono qui, ma che sparsi per la Sardegna giornalmente manifestano.

Abbiamo tenuto questa seduta straordinaria del Consiglio in previsione della riunione del 31 marzo, di giovedì, alla quale, come in passato, tutti parteciperemo, o meglio, alcuni hanno sempre partecipato. Io preannuncio che non sarò a Roma per motivi personali giovedì, ed è forse la prima volta che non ci andrò, ma per convinzione ho sempre partecipato. Allora, io direi basta con le analisi, avanziamo delle proposte. Ci lamentiamo del fatto che il piano di risanamento ambientale non è ancora partito. Di chi è la responsabilità? Non sicuramente di chi manifesta sotto il palazzo del Consiglio.

Peraltro corre voce che il 31 non ci sarà nessuna riunione, che il Ministro abbia rimandato l'incontro. Questa è la considerazione che il Governo centrale ha della Sardegna? Allora, noi abbiamo, a mio avviso, un avversario comune, (il Governo centrale) ma non abbiamo l'autorevolezza per combatterlo. Tutti noi, tutti voi padri di famiglia, madri di famiglia, sappiamo bene che stiamo combattendo una lotta contro un Governo distratto, strabico, che non ha al primo posto la priorità Sardegna, e noi non chiediamo di essere priorità ma chiediamo di essere ascoltati, o meglio la nostra Giunta e il nostro Presidente chiedono di essere rispettati e di essere ascoltati, spero che lo chiedano! Perché quando non viene ricevuto il mio Presidente della Regione sarda dobbiamo essere tutti risentiti per questo atteggiamento. E' chiaro, però, che ci vuole anche un Presidente autorevole.

Dobbiamo ricordarci che abbiamo come interlocutore un Governo centrale che non interviene nel risanamento ambientale e nell'industria (poi parleremo di "industria sì, industria no", oggi quei posti di lavoro vanno mantenuti perché ne abbiamo perso già troppi; su quale deve essere il piano di sviluppo industriale in Sardegna ne parleremo in altra sede, io da tempo vado dicendo che l'industria in Sardegna va rivista) un Governo che si precipita a pagare le quote latte degli allevatori del Nord ma che si dimentica i fondi FAS della Sardegna; un Governo che si precipita per gli interventi della Fiat a Melfi o da qualsiasi altra parte, ma si dimentica di Vinyls, Eurallumina, Portovesme, Ottana, un Governo che pensa al ponte di Messina ma porta via i denari alla Sardegna per il suo sviluppo, i denari dovuti; un Governo che pensa all'Expo di Milano ma che non pensa minimamente al fatto che ci devono "qualche miliardata" sulle entrate e quello sulle entrate non è ancora un capitolo chiuso (per quanto mi riguarda neanche aperto); un Governo che si dimentica o si ricorda di noi soltanto per i morti sulle nostre strade ma non per la mancanza di infrastrutturazione stradale come la Sassari-Olbia.

Allora, che rispose dobbiamo dare e possiamo dare noi agli operai che ci chiedono di fare il nostro dovere, che ci chiedono di rappresentare le loro, le istanze di un territorio, di un'Isola che sta morendo, di un'isola che sta morendo economicamente, socialmente e ahimè politicamente? Non contiamo più nulla. I nostri parlamentari, quelli che oggi avrebbero un peso di contrattazione elevatissimo col Governo centrale (e parlo necessariamente dei parlamentari di maggioranza, perché quelli di minoranza poco possono contrattare) quelli che abbiamo eletto col centrodestra, perché non fanno valere il loro peso numerico come hanno fatto i valdostani per le istanze della Val d'Aosta, come hanno fatto i siciliani per le istanze della Sicilia e che oggi riescono anche a entrare in governo (purtroppo non con gli uomini migliori ma entrano)? Perché non fanno valere il loro peso numerico come hanno fatto i romani che sono riusciti, col Governo centrale, a trattare sul patto di stabilità dicendo: "Caro presidente Berlusconi, noi continuiamo a sostenere il governo, sicuramente, perché questo è stato il nostro mandato, ma il nostro mandato è anche quello di difendere il nostro territorio, le istanze e i diritti del nostro territorio".

Togliamo la fiducia a questo governo se i casi Vinyls, Eurallumina, industrie in Sardegna, pastorizia, fondi FAS, Sassari-Olbia (che sono tutti diritti acquisiti) non verranno dallo stesso affrontati adeguatamente. Così facendo la gente capirà che la politica sarda sta svolgendo degnamente il suo ruolo per chi oggi ha bisogno di attenzione, di sostegno, di salvaguardia del lavoro e quindi della libertà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, il 10 marzo, non più tardi di 15 giorni fa, abbiamo discusso la mozione sulla chimica, discussione conclusasi con un ordine del giorno unitario. Assessore, l'ottimismo che espresse in quell'occasione oggi ahinoi si infrange nell'ennesimo imbroglio dell'ENI coperto dal Governo. Io le chiedo, nelle sue conclusioni, di rispondere a questo ennesimo imbroglio. Siamo stanchi di assistere al vostro ottimismo che puntualmente viene trattato in questa maniera.

Oggi discutiamo di Eurallumina, che costituisce un pezzo fondamentale del Polo metallifero di questa Regione, che si completa con l'Alcoa e per certi versi con la Portovesme srl. L'altro polo è quello chimico, di cui appunto abbiamo discusso qualche giorno fa, che si completa anche quello con l'impianto petrolchimico di Porto Torres con quello cloro soda di Assemini e con i cloro derivati. Infine c'è il polo tessile, tra virgolette, nella piana di Ottana. Di questi problemi oggi discutiamo, Assessore, e vorrei che lei facesse una replica impegnata, seria e possibilmente con i piedi su queste problematiche e non su fantasie, perché siamo stanchi di atteggiamenti che non atterrano mai, che dimostrano di non avere cognizione di quello che sta avvenendo e, tanto meno, dimostrano di avere un'idea di come si affronta questa crisi. Se ha un'idea, caro Assessore, la esponga a quest'Aula; se non ha un'idea, per cortesia, ne prenda atto, si dimetta e cerchiamo di trovare soluzioni all'altezza di questa situazione.

Presidente, Assessore, siamo di fronte - lo dico anche all'onorevole Vargiu - ad una svolta storica, ahinoi, una svolta negativa, perché se qualcuno non se n'è accorto in quest'isola si sta chiudendo un ciclo storico che è iniziato ai primi anni del '60. Badate, l'industria in Sardegna non ha portato soltanto ricchezza e crescita, ha portato anche una cultura, perché attraverso l'industria negli anni '60 e nei primi anni '70 si è costruita in quest'Isola una classe dirigente. Vorrei che fosse chiaro, vorrei che ci fosse memoria anche su questi temi perché il lavoro, in particolare quello industriale, è una fucina straordinaria anche per la democrazia e per tutte le sue articolazioni istituzionali, e l'abbiamo visto ad Ottana e non soltanto ad Ottana.

Allora, Assessore, si sta cancellando questo ciclo produttivo, e ciò avviene senza che quest'isola abbia riflettuto sul suo modello di sviluppo. Assessore, io le chiedo: "Non siete più propensi ad avere l'apparato industriale, quello in senso stretto in quest'isola? Bene, può essere una scelta condivisibile o meno, io non la condivido, ma per cortesia ci vuol dire se ce l'avete un'idea del modello di sviluppo per quest'isola? Io mi rendo conto di usare parole pesanti, lo sto facendo di proposito perché vorrei, Assessore, che lei, a nome della Giunta, se avete un'idea di modello di sviluppo oggi, lo diciate affinché caro Capelli, caro Vargiu, si possa aprire su questi temi un dibattito in questa aula e non da altra parte.

Assessore, chiedo a lei: Che ruolo deve avere l'industria in quest'Isola? Lo dico anche al Presidente della Commissione industria che si attarda con l'Assessore. Chiedo a lei Assessore: Questa industria ha qualche punto di debolezza? Se sì quali sono e come intende affrontarli. Quali sono i fattori della produzione che (da tempo, per carità non soltanto da due anni) stanno mettendo in ginocchio questo apparato produttivo a partire da quello evocato anche qualche minuto fa dell'energia? Come intendete affrontare e risolvere la situazione? Noi siamo stanchi di riunioni, confronti, documenti, protocolli che non si negano a nessuno, che richiamano i capitoli, gli impegni, la buona volontà e poi l'unico risultato è che pezzo per pezzo si smantella l'apparato industriale in quest'Isola. Le chiedo oggi, Assessore, di dire qualcosa che abbia un minimo di carattere di cogenza e non impegni generici. Il mio gruppo, quello del Partito democratico, è convinto che in quest'Isola non si possa fare a meno dell'industria, non si possa fare a meno del sistema produttivo. Le dico anche, come lei ben sa o come dovrebbe sapere, che noi abbiamo uno sviluppo fortemente squilibrato, l'industria ha un peso eccessivamente ridotto rispetto a un modello di sviluppo equilibrato.

L'agricoltura, come lei sa, contribuisce al valore aggiunto intorno al 4 per cento, in linea con la media nazionale (non cito altri dati per non infastidire nessuno) mentre i servizi hanno un peso eccessivo, e quando i servizi hanno un peso eccessivo e non sono al servizio di attività produttive, basta uno scossone non grosso che crolla tutto, e i segnali ci sono tutti.

Le chiedo allora, Assessore: A partire dall'esistente, a partire da quelle che indicava l'onorevole Vargiu, quali sono le filiere che volete sviluppare? La ricerca, l'innovazione? Benissimo, siamo d'accordo. Come intendete, Assessore, soffermarvi sulla possibilità di sviluppo di queste filiere? Noi abbiamo un problema infrastrutturale, Assessore, lei dovrebbe saperlo, noi abbiamo una dotazione infrastrutturale che è appena il 60 per cento rispetto alla media nazionale. Questa dotazione infrastrutturale è la ragione della diseconomia ed è la ragione dei mali di questa industria: come intendete affrontare questo problema, come intendete dotarci di infrastrutture che rendano quest'Isola, al pari delle altre Regioni, attraente per gli investimenti privati evitando di trovare solo imbroglioni, come è successo finora, come quelli a cui volevate consegnare la Vinyls (me ne assumo la responsabilità Presidente, so bene di cosa sto parlando). Non si può mettere in una barca a remi una realtà come quella della Vinyls, come avete tentato di fare, come ha tentato di fare l'ENI con la complicità del Governo e della Giunta regionale.

Cosa intende fare per modificare quella situazione? O voi siete in grado (e fino ad ora non lo avete dimostrato) di costringere il Governo a darci quanto ci è dovuto, anche in termini di infrastrutture materiali, e in tempi brevi (perché ovviamente l'industria, in particolare i privati non aspettano i tempi biblici della politica, vanno via, abbandonano e desertificano questa Regione) oppure dovrete impegnare risorse vostre.

Le ricordo intanto, Assessore, che non mi pare sia ancora arrivata la convocazione per il 31 marzo, e sarebbe importante, vista la posta in gioco (si parla di Eurallumina, si parla della telefonata di Berlusconi a Putin) che fosse presente il Presidente del Consiglio, se vogliamo avere davvero un minimo di autorevolezza con il governo russo, perché di questo si tratta. Non bastano le telefonate strumentali e soltanto di carattere elettoralistico. E la Regione Sardegna come si presenta il 31 marzo? Si presenta con il Presidente della Regione, o con che chi, con quale idea, con quale pretesa di ottenere le risorse, ripeto, per avere infrastrutture degne di questo nome?

Allora il P.D. ve lo ripete: prendiamoci cinque anni di tempo, utilizzate i soldi delle nuove entrate, se sarete capaci di averle, e cerchiamo con risorse nostre di intervenire sulle bonifiche e sulle infrastrutture materiali. Le chiedo di rispondere a questo, Assessore, per cortesia non faccia voli pindarici, se lei ha rispetto di quest'Aula.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Rodin è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Randazzo. Ne ha facoltà.

RANDAZZO (P.d.L.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghi, onorevole Diana io sono arrivato in quest'Aula per discutere una mozione unitaria, se i toni sono questi, dell'imbroglione, imbrogliona la Giunta, la maggioranza e il Governo nazionale, i presentatori non trovano più sponda in me per una mozione unitaria. Non stiamo facendo gara a chi per primo esprime solidarietà agli operai, perché penso che tutti noi, se abbiamo firmato una mozione per recarci tutti, giovedì 31, nell'interezza di questo Consiglio, a Roma per perorare le cause, in primis dell'Eurallumina, dell'Alcoa, della Rockwool, della Vinyls, di tutte quelle aziende citate anche dai colleghi dell'opposizione, sarebbe opportuno che non si strumentalizzassero le posizioni, visto che almeno in questo caso sono unanimi, né che si gettasse benzina sul fuoco.

La nostra disponibilità è data dal fatto che tutti abbiamo un cuore e la sensibilità che hanno già espresso i colleghi dell'opposizione. I ragazzi che manifestano da due settimane qua sotto, non devono venire qui a sentirci discutere o bisticciare, vogliono vedere se c'è la compattezza di quest'Aula per perorare, nel posto dove deve essere perorata, la causa oggi in discussione. Il 99 per cento dei problemi dell'Eurallumina, che sono derivati dall'olio combustibile, dipendono dallo Stato. Io Assessore le chiedo di continuare a lavorare come sta lavorando da sempre, a prescindere dalle accuse che provengono polemiche dall'opposizione, perché l'impegno che sta mettendo per tutte le vertenze (e il disagio sulla quale si dibatte la nostra industria) non è secondo a nessuno. Giovedì, a Roma, si dibatte il problema della SOTACARBO, quindi questa non è l'unica vertenza. Su questa troverete tutti uniti.

Io parlo oggi come Presidente della Commissione, e sarò al fianco degli operai quando ci recheremo a Roma, in un clima pacifico, tutti assieme, per far valere i diritti di coloro che hanno, a oggi, sospeso la produzione dell'attività, la cui ripresa dipende dall'attuazione di un accordo, di un verbale che al punto 6 recita: "agevoleremo nella fornitura dell'olio combustibile ad un prezzo vantaggioso". Vorrei a questo punto capire che cosa vuol dire "prezzo vantaggioso", e qual è il margine di trattativa. E non devo chiederlo, ovviamente, agli amici che sono seduti nei banchi del pubblico, ma dovrei dialogare con la Russia, con la società che oggi siede al tavolo nazionale per saperlo. Perché, pur trovando l'olio combustibile per la fornitura e far partire quelle famose macchine a vapore per estrapolare la bauxite, dobbiamo sempre rimanere all'interno della normativa comunitaria, cioè evitare di violare le leggi di settore, la libera concorrenza, considerato soprattutto quello che è successo già oggi in Sardegna, che tutti gli aiuti che abbiamo dato, diretti o indiretti, sono tornati perché la Commissione europea ha respinto tutti gli interventi ad oggi effettuati.

Io non voglio fare polemiche, dichiaro solo che saremo con tutti gli operai a Roma a manifestare, per portare avanti le tematiche oggi in discussione, e spero che ciò venga fatto con un tono diverso, in un clima sereno, in un clima soprattutto di supporto a chi oggi dimostra disagio nello stare qua sotto da due settimane, alternandosi al freddo e alle intemperie di questi giorni. Stiamo quindi tutti assieme, ma non utilizziamo espressioni come "imbroglioni", "ladri", o altre che ho sentito, altrimenti credo che, assieme ai colleghi, chiederemo due tavoli diversi per discutere a Roma delle tematiche oggi in discussione in quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, la vertenza Eurallumina, il dramma occupazionale e i riflessi sulla salute ambientale delle popolazioni ad essa connessi, ci impongono una profonda e responsabile riflessione sulla rapidità e sulla qualità delle soluzioni. Con questa mozione la classe politica, nonostante l'evidente fallimento del modello di sviluppo industriale imposto, paradossalmente persiste nel cercare soluzioni ripercorrendo la stessa via che ha portato al fallimento, trascurando così vie alternative possibili per il diritto immediato a un lavoro pulito.

La richiesta delle forze politiche sarde al Governo italiano di immediata attuazione del protocollo d'intesa, e quindi concernente il riavvio degli impianti Eurallumina, con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi, così come recita la mozione, è una richiesta che considero di retroguardia e poco coraggiosa. E seppure in solitudine denuncio l'inadeguatezza e l'assenza di lungimiranza della classe politica sarda nella gestione di questa vicenda.

Dobbiamo batterci per il diritto immediato al lavoro, ad un lavoro pulito, per cui oggi un atto di coraggio dovrebbe indurci non a riesumare quel modello di sviluppo già in pieno declino, un falso sviluppo che in nome del profitto per pochi ha creato povertà, disoccupazione, distruzione ambientale e malattie in Sardegna, ma dovrebbe indurre la classe politica a profonde riflessioni. Paradossalmente oggi c'è pure chi pensa che, per risollevarci dalla crisi, sia necessario un aumento della produzione energetica.

La considerazione è che di fronte a questo scenario purtroppo manca la lungimiranza istituzionale per determinare scelte eque per un reale sviluppo economico, in armonia con la vocazione culturale e ambientale della Sardegna. Così come manca una politica di protezione e di tutela di chi perde il lavoro, come ad esempio l'obbligo, per chi licenzia, di finanziare il percorso del disoccupato sino ad una nuova attività lavorativa. Questo sarebbe un metodo, che fra l'altro è già suggerito dalla proposta di Pietro Ichino nel Senato italiano.

Quindi sicuramente le aziende avrebbero individuato soluzioni alternative utili, veloci ed efficaci. Sarebbe una scelta dovuta ai sardi, anche in nome dell'appropriazione degli ingenti finanziamenti pubblici da parte dell'industria pesante in Sardegna. Un'industria pesante che decide di delocalizzarsi quando meglio crede, senza dare conto a nessuno, e senza porsi minimamente il problema della restituzione dei territori e dell'ambiente pulito ai sardi.

La crisi dell'industria deve indurre profonde riflessioni nella sua globalità, a partire dal fallimento di un modello di sviluppo inadeguato e imposto contro la vocazione culturale ed economica della Sardegna, ai costi dell'energia per Alcoa, a quale e quanta energia sia necessaria per lo sviluppo economico della Sardegna e il benessere per i sardi; al perché del prezzo dell'energia in Sardegna e delle tariffe agevolate per certi, e non per altri, al perché la produzione annua si aggira intorno ai 12-13 mila GW all'anno, cioè circa l'8 per cento in più del nostro consumo, contro il 50 per cento della Liguria. E se la Sardegna, come la Liguria, esporta circa 60 per cento dell'energia prodotta, mi chiedo perché incentivare ulteriormente la produzione energetica?

Sull'attività dell'Alcoa voglio ricordare, come tutti sappiamo, che la produzione di un kilogrammo di alluminio dalla bauxite comporta 14 kilowattora di energia contro lo 0,7 per cento per un kilogrammo di alluminio dal riciclaggio. Ovviamente col riciclaggio si eviterebbe la produzione ogni anno di un quantitativo enorme di fanghi rossi. Tale scelta diminuirebbe il dispendio energetico del 95 per cento per la produzione e, contemporaneamente, garantirebbe la salvaguardia ambientale e della stessa salute della gente, inoltre abbatterebbe i costi economici socio-sanitari.

Se si considera che l'Italia è in testa in Europa e terzo a livello mondiale per l'attività del riciclaggio di alluminio, c'è da chiedersi perché in Sardegna si vuole insistere con un sistema produttivo ad alto consumo di energia per la produzione di alluminio dalla bauxite e con la produzione, come già detto, di scorie altamente tossiche, e perché una quota di tale attività di riciclaggio, con conseguente occupazione, non venga attribuita alla Sardegna. Da qui la necessità di riflettere a fondo anche sulla richiesta al Governo italiano di riattivare una produzione assolutamente fuori da ogni logica e ormai in declino irreversibile.

All'unanimità dobbiamo imporre soluzioni immediate, urgenti, alternative, facili e possibili all'industria pesante. Sulla vicenda Eurallumina e sulla necessità della rapida soluzione siamo tutti d'accordo, così come per la situazione occupazionale e per i riflessi dell'inquinamento ambientale nel nostro territorio.

Trovo che la mozione sia poco coraggiosa e un po' di retroguardia: la richiesta al Governo italiano dell'immediata attuazione del protocollo d'intesa trovo che sia inadeguata. Mi dispiace denunciare l'inadeguatezza e l'assenza della lungimiranza in questa nostra classe politica sulla vicenda Alcoa. Non possiamo continuare a chiedere pane avvelenato a qualsiasi costo, a costo dell'avvelenamento ambientale delle nostre popolazioni, è il ripercorrere della vecchia via che ha condotto essa stessa al fallimento dell'industria in Sardegna. Tutto ciò, come ho già denunciato, dopo aver depauperato enormi risorse pubbliche. E' da qui che noi dobbiamo fare veramente atti di coraggio per intraprendere nuove strade. Dobbiamo batterci e dobbiamo chiedere di trovare le soluzioni urgenti (perché questo è possibile farlo) per il dramma occupazionale, a partire dai processi di riconversione e di bonifica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dessì. Ne ha facoltà.

DESSI' (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghi, è chiaro che l'opportunità che ci sta offrendo oggi la discussione di questa mozione è rilevante sotto tanti aspetti. In premessa, se mai ce ne fosse bisogno, voglio rafforzare il concetto che il Partito sardo sarà a fianco ai lavoratori nel rivendicare questi posti di lavoro. Sarà a fianco dei lavoratori nella loro vertenza, lo sarà perché crediamo che non si possa perdere un solo posto di lavoro in un territorio che mi appartiene come espressione anche del mio mandato politico. Territorio che conosco profondamente e so esattamente in che situazione di drammaticità versi. Quindi è chiaro che il posto di lavoro per noi, anche singolo, è fondamentale.

Ma, dicevo, questa mozione ci offre l'opportunità di mettere in evidenza alcuni concetti che, come Partito sardo, abbiamo espresso più volte. Sono concetti che ci devono far riflettere per il ruolo che rivestiamo in quest'Aula, devono farci riflettere come sardi impegnati nella risoluzione dei problemi che stanno attanagliando questa Regione. Io credo che la vertenza Eurallumina oggi, come quella Alcoa, Vinyls, Ottana e quant'altro, stia palesando qualcosa che meriti sicuramente una presa di posizione diversa rispetto agli atteggiamenti che stiamo assumendo oggi di solidarietà, di vicinanza ai lavoratori. Una posizione che deve davvero pensare fortemente ad un modello di sviluppo che non è più sostenibile.

Dagli interventi che mi hanno preceduto, si è evinto palesemente (tranne da quelli di qualcuno come l'onorevole Diana che ancora crede in questo modello di sviluppo) che qualcosa bisogna rivedere perché sicuramente il modello di sviluppo basato su questo tipo di industria non è sicuramente confacente alle prospettive che questa Regione ritiene opportuno dare a quest'Isola per offrire risposte per il suo futuro.

E' chiaro che non ha nessuna valenza, neanche economica, da qualsiasi punto di vista la si voglia prendere, continuare ad insistere in politiche che non danno risposte al territorio. La risposta che ha dato l'Unione Europea agli aiuti di Stato dell'Alcoa che fino a ieri erano considerati una grande vittoria, oggi ci fa ulteriormente riflettere su quello che noi dobbiamo mettere in campo per riuscire a dare un input a questa economia regionale. Io dirò di più, secondo me questo tipo di economia ci ha fatto prendere coscienza che questo tipo di sviluppo economico non ha fatto altro che portar via la nostra dignità di sardi, i nostri valori, le nostre peculiarità e le iniziative economiche che da queste peculiarità potrebbero scaturire determinando un reale aumento del prodotto interno lordo.

Oggi più volte da questi banchi i miei colleghi hanno denunciato un tipo di industria, un tipo di attività economica legata soprattutto a queste multinazionali a cui abbiamo dato "di tutto e di più" senza che esse abbiano determinato alcun valore aggiunto, anzi alcune ci hanno anche fatto uscire dagli obiettivi comunitari importanti. D'altra parte, le politiche ambientali, che sicuramente sono fondamentali per mantenere in piedi nell'immaginario collettivo le virtù di quest'isola di 1.600.000 abitanti, si contrappongono alle politiche che sono state messe in campo da questo tipo di industria pesante, che usa il nostro territorio solo come base logistica, che porta sì posti di lavoro, però sicuramente non lascia nessun tipo di valore.

Oggi voglio sottolineare la difficoltà e la sfiducia che nutrono hanno i giovani nell'intraprendere un'attività imprenditoriale; non ci sono veramente iniziative degne di questo nome che offrono la possibilità ai giovani di pensare al loro futuro, qualsiasi cosa è soffocata da un'amministrazione regionale distratta e anche da un apparato amministrativo che non offre risposte. Basta vedere l'ammontare di residui passivi che giacciono nelle nostre casse per renderci conto della misura delle risposte negate ai nostri piccoli imprenditori, a tutte quelle iniziative economiche per cui sono state fatte approvate importanti leggi di incentivazione.

Ecco, io credo che adesso, dietro questa vertenza, occorra sicuramente trovare la positività. E' difficile poterla concepirla come tale, però è necessario un atto di coraggio affinché quest'Assemblea - parlo per me stesso in modo particolare - possa conferire un senso al suo mandato, in questi due anni e mezzo che mancano alla sua conclusione naturale. Deve trovare una coscienza che deve vederci impegnati a capire davvero che tutta questa montagna di risorse che vengono sperperate per sostenere politiche industriali a favore, in questo caso, dell'industria pesante vengano riconvertite nel creare opportunità nuove di sviluppo per questo territorio e per la Sardegna.

Il territorio del Sulcis in modo particolare, quello che conosco, ha grande, grandissima difficoltà a trovare delle risposte: il 30 c'è lo sciopero generale degli artigiani, dei commercianti, degli imprenditori del Sulcis; a dimostrazione di quanto è pesante la crisi, cinquecento partite IVA si sono riunite per decidere di chiedere alle istituzioni di mettere in campo iniziative importanti per dare loro delle risposte, anche di sostegno alle buste paga, fondamentali per mantenere ai piedi quella gracile economia in un momento come quello che il territorio sta attraversando.

Da amministratore di un piccolo Comune posso affermare che la drammaticità della situazione del territorio va oltre questi trecento (settecento con l'indotto) posti di lavoro, va alla drammaticità di un lavoro, si estende a tutti i comparti - ma se ce ne fosse uno da salvare lo vorrei trovare - dove agricoltori, pastori, imprenditori, imprenditori turistici, non riescono a mettere in piedi iniziative valide, se non sporadiche, per portare a casa uno stipendio, per mantenere una busta paga.

Ecco perché sono convinto, siamo convinti, che le energie migliori di quest'Aula - come ha sostenuto anche qualcuno dei miei colleghi che mi ha preceduto - vadano spese in questo senso: sedersi, discutere unitariamente, lasciando perdere di chi sono le colpe - perché le colpe qui le hanno tutti - allontanandosi dal Governo amico - Governi amici non ce ne sono, né di destra né di sinistra - perché il percorso dell'industria pesante rafforza in maniera emblematica dinamiche di interessi che nulla hanno a che fare con lo sviluppo e gli interessi del popolo sardo. Noi in questo modello di sviluppo dobbiamo entrarci convintamente, dobbiamo dare delle risposte, sì, a questi lavoratori, ma abbiamo il dovere di ridare dignità a un popolo che ormai è semplicemente relegato a piattaforma di interessi comunitari. E tutte le iniziative, com'è stato detto prima, non ultima quella dell'energia, dimostrano quanto stiamo cercando di affermare da tempo come Partito Sardo.

Quindi la dignità al popolo sardo va ridata e noi abbiamo un'occasione importante, come Aula, per poter dimostrare che siamo con i sardi, e far recuperare quel gap che ci allontana dalla gente comune; quindi dobbiamo lavorare per trovare un modello di sviluppo nuovo che dia dignità ai lavoratori sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente lei ricorderà come ricorderà l'assessore Cherchi, che non veedo…

PRESIDENTE. Sta arrivando, onorevole Salis, si tratta di una pausa tecnica.

SALIS (I.d.V.). Chiamiamola tecnica!

Ricorderà l'assessore Cherchi che io, a nome del Gruppo dell'Italia dei Valori, ho insistito molto sull'Assessore perché dalla riunione dei Capigruppo sino ad oggi l'Assessorato dell'industria e il presidente Cappellacci si attivassero per poter arrivare il 31 all'incontro di Roma con una soluzione positiva, in modo che la manifestazione, a cui il Gruppo dell'Italia dei Valori parteciperà compatto, potesse già inviare qualche segnale di fruttuosa conclusione. Bene, lei Presidente capirà e voi colleghi capirete qual è il mio disappunto perché oggi addirittura, non solo non abbiamo ricevuto risposte sulla possibile positiva conclusione della vicenda che, lo voglio ricordare - è stato detto da altri colleghi ma è importante che si richiami - è da anni che si trascina (sono stati firmati protocolli d'intesa, sono stati firmati accordi e i lavoratori sono alla disperazione)...

(l'assessore Cherchi rientra in Aula)

Dicevo, Assessore, che il richiamo che è venuto dalla Conferenza dei Capigruppo - riepilogo brevemente - a lei e al presidente Cappellacci, è che questi giorni, dalla riunione dei Capigruppo fino ad oggi, potessero essere utilizzati per garantire, tramite contatti che noi abbiamo chiesto fossero frequentissimi con il Ministro e con il Governo, di arrivare al 31 e potendo spendere qualche risultato positivo o ritenendo di aver avviato a conclusione positiva la vertenza di Eurallumina e delle circa mille e più famiglie che sono legate a questa vertenza.

Allora, Assessore, il mio disappunto per prima cosa - lo voglio dire perché questo elemento non può essere sottaciuto - è che, di fronte ad una crisi dell'industria sarda, rappresentata in maniera emblematica dal presidio dei lavoratori dell'Eurallumina che sono la punta avanzata della crisi del sistema industriale, io considero vergognoso che oggi il presidente Cappellacci non sia in Aula; la presenza del presidente Cappellacci in Aula oggi è molto importante e qualsiasi altro impegno del presidente Cappellacci è meno importante della sua presenza in Aula - non voglio sminuire la sua presenza, assessore Cherchi, ma lei ben capirà qual è il senso del mio intervento - perché questa è una vertenza che interessa tutto il popolo sardo, tutta l'economia della Sardegna, e sarebbe stato necessario che il rappresentante dei sardi fosse presente in Aula.

Siamo - spero che lei mi smentisca nelle sue conclusioni - al punto che oggi, non sappiamo neanche se l'incontro del 31 è stato confermato. Badate che se fosse vera la notizia che l'incontro non si terrà sarebbe un'umiliazione per l'istituzione Sardegna, non solo per la Giunta ma per il Consiglio e per la Sardegna, il che mi porta a proporre, se dovesse saltare l'incontro del 31 di marzo, di riunirci lo stesso giorno in Consiglio regionale a protestare, perché bisogna trovare finalmente il coraggio e la forza di protestare vivamente contro un Governo che ci sta prendendo a schiaffi.

Non è la prima volta che affermo - l'ho detto anche di fronte al Presidente della Regione - che la Regione ha perso credibilità, ha perso totalmente o quasi totalmente credibilità, ed è chiaro che con la perdita di credibilità delle istituzioni sarde perdono credibilità anche tutte le richieste che dalla Sardegna vengono, e viene indebolita anche la forza di proposte quali quella di difendere, salvaguardare e rafforzare il polo dell'alluminio in Sardegna, insieme alla poca industria che è rimasta e che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti.

Diceva il collega Vargiu che noi dobbiamo scegliere tra innovazione e conservazione. Ma noi, collega Vargiu, assessore Cherchi, siamo nelle condizioni di non poter innovare niente, oggi come oggi dobbiamo batterci con tutte le nostre forze per conservare quello che abbiamo, puntando a proposte che poi possano rafforzare i settori. L'abbiamo fatto per la chimica - il collega Diana ricordava l'ordine del giorno che chiede che la filiera complessiva della chimica possa trovare sviluppo e occupazione maggiore in Sardegna - ma questo vale anche per il Polo dell'alluminio.

Io non sono un industrialista per forza, devo dire la verità, lo sanno anche gli amici operai della Eurallumina a cui siamo stati vicini, per quello che abbiamo potuto fare, anche se la solidarietà costa poco darla, però siamo convintamente al loro fianco in questa battaglia, sanno che io considero per alcuni versi rischiosa e sbagliata la scelta operata negli anni '60, di favorire l'industria pesante in Sardegna, fosse essa l'industria chimica, fosse essa l'industria metallurgica. Avevamo risorse altrettanto importanti (e soprattutto locali) da valorizzare, che sono rimaste sottoutilizzate e che avrebbero potuto darci uno sviluppo autonomo e probabilmente anche superiore a quello creato dall'industria pesante che adesso è in crisi dappertutto.

E' vero quindi che dobbiamo ripensare il modello di sviluppo della Sardegna, ma è altrettanto vero - e lo ribadisco e lo sottolineo - che dobbiamo difendere con tutta la nostra convinzione e la nostra forza quello che attualmente abbiamo. Non possiamo permetterci - e la politica sarda sarebbe umiliata ove questo succedesse - non possiamo permetterci di perdere più alcun posto di lavoro, e soprattutto non possiamo assolutamente permetterci di perdere posti di lavoro che possano offrire una prospettiva non solo per i padri, che lavorano oggi in queste imprese, ma anche per i figli o per i nipoti. In questa prospettiva noi dobbiamo muoverci.

Quindi noi il 31 marzo saremo a Roma, se auspicabilmente l'incontro verrà confermato, altrimenti saremo qui in Consiglio regionale a protestare per il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo nazionale. Anche perché, badate, il Governo nazionale non trova i soldi per l'olio combustibile che serve per la Eurallumina, per la creazione della linea del vapore, assessore Cherchi, ma, come ho sostenuto nel mio precedente intervento, trova 350-400 milioni da buttare, da buttare annunciando e decretando il referendum per il 12-13 di giugno, invece che accorparlo alle elezioni amministrative del 15 maggio. E allora qual è il giochino? Qual è il giochino, bisogna scoprirle le carte, abbiamo un Ministro dell'industria che si occupa più di frequenze televisive che non...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, colleghi, noi ci troviamo oggi a parlare della crisi della Eurallumina, abbiamo parlato della crisi dell'Alcoa, abbiamo parlato della crisi della Vinyls e così via. E' tutto il sistema industriale che è in crisi. Forse si salva la Portovesme Srl perché sono stati compiuti dei passi in avanti, per le altre realtà, per gli altri problemi però non pare che ci siano delle soluzioni immediate, per lo meno io non riesco a cogliere una soluzione immediata.

Il problema è che, per quanto riguarda queste realtà industriali, soprattutto per quanto riguarda il Sulcis, dove c'è stato il primo insediamento di queste industrie, le industrie sono nate grazie al sistema delle partecipazioni statali, grazie all'Efim e quant'altro; era un sistema che, volendo essere una forma di attuazione dell'articolo 2 della Costituzione, interveniva anche in presenza imprese non produttive o che presentavano difficoltà (non è questo il caso del Eurallumina) accollandosi i relativi oneri. Purtroppo oggi questo sistema delle partecipazioni statali con la nuova disciplina comunitaria è venuto meno, per cui ci troviamo l'Eurallumina che è controllata da una società russa, troviamo l'Alcoa controllata da una società americana, altre realtà controllate da società svizzere. Società non italiane che tendono a massimizzare l'aspetto del profitto, il che rende ancora più difficile ritrovare delle soluzioni.

Eppure queste soluzioni devono essere trovate. A distanza di due anni da quando si è aperto il problema del Eurallumina siamo ancora al punto di partenza, questo non è accettabile, non è accettabile per un territorio particolarmente martoriato, non è accettabile lasciare dei lavoratori in queste condizioni. Purtroppo la situazione non è sicuramente delle migliori, tutte le forze politiche oramai hanno detto, con il loro Capogruppo, che il Governo non è un Governo che possiamo definire amico, perché Governi amici non esistono. Noi siamo per l'unità dello Stato, però prendiamo atto che questa unità è messa in gravissimo rischio dai comportamenti che il Governo, sotto la spinta soprattutto di forze cosiddette leghiste, pongono in essere: basti pensare al problema del federalismo fiscale.

Il problema del federalismo fiscale, da un lato determina un aumento immediato di tasse ed aggrava la situazione, dall'altro lato determina un fenomeno di fiscalità di vantaggio nei confronti dei territori del nord che porterà ad un'erosione delle entrate della Regione. Non sono certo questi comportamenti che ispirano all'unità, non sono certo questi i comportamenti apprezzabili.

Non solo abbiamo quindi una difficoltà oggettiva, creata da una serie di norme di legge a nostro avviso non condivisibili, ad avviso del nostro gruppo U.D.C., ma abbiamo anche una situazione sul rapporto con il Governo che ci crea serie difficoltà (la vertenza sulle entrate, che forse si avvia a una soluzione, la vertenza sul patto di stabilità, perché a nulla serve acquisire delle entrate se poi questa entrate non possono essere spese) e pur in presenza di queste difficoltà è nostro compito fare quanto possiamo, possibilmente mettendo da parte gli elementi che ci vedono in contrasto.

Ho fatto prima riferimento al federalismo fiscale, in cui è ovvio che la posizione del P.d.L. è del tutto differente; questo è un tema che insieme ad altri è stato messo in disparte per cercare di raggiungere sintesi sulle questioni che ci uniscono e arrivare a delle soluzioni. Sicuramente noi dobbiamo trovare un nuovo modello di sviluppo, ma è un problema della Sardegna, un problema dell'Italia, un problema secondo gli studi della Comunità europea di tutta l'Europa che deve essere volto verso lo sviluppo delle risorse, in particolare delle risorse turistiche, delle risorse ambientali. Il che ci impone anche un'estrema cautela nelle politiche edilizie e ambientali per evitare di compromettere il territorio.

Questo modello di sviluppo è ben evidente, è chiaro, c'è da porre in essere tutta una serie di interventi, la Commissione ha da poco approvato la legge sul Golf ma si può individuare tutta una serie di interventi per consentire di sviluppare il turismo anche all'interno della Regione Sardegna e non solo il turismo costiero, che dura 2-3 mesi l'anno. Ma tutte queste politiche sono politiche di lungo periodo, cioè non sono politiche che consentono di arrivare ad una soluzione immediata. Ecco perché noi, il sistema industriale, lo dobbiamo tutelare e lo dobbiamo proteggere nel miglior modo possibile.

In particolare i problemi sul tappeto sono fondamentalmente due: uno quello dei fanghi rossi (ma lì tecnicamente pare che sia stata trovata una soluzione); l'altro è quello della fornitura dell'energia occorrente a tutti gli stabilimenti industriali per poter funzionare. Ne ha parlato prima Pierpaolo Vargiu. Ora, secondo me, sull'energia le idee ci sono; bisogna trovare coesione e realizzarle. Il no al nucleare è un no chiaro, preciso e netto, almeno per quanto ci riguarda, un no chiaro, preciso e netto perché, al di là di delle prese di posizione sull'energia nucleare, che sia pericolosa o meno, sicuramente la più grossa difficoltà che noi abbiamo sta nello smaltimento successivo, e questo è inaccettabile, anche perché corriamo il rischio di diventare la pattumiera di tutta l'Italia, e ciò ci impedirebbe, oltretutto, di realizzare l'unico modello di sviluppo alternativo che abbiamo di fronte. Quindi un no netto e deciso all'energia nucleare.

Abbiamo l'energia tradizionale, che non è sufficiente, dobbiamo espandere il sistema delle energie alternative, ma espandere il sistema delle energie alternative non vuol dire autorizzare tutti, comunque, i sistemi di impianti eolici che vengono proposti, tanto meno autorizzare quelli offshore. Creare un sistema di energie alternative vuol dire, in primo luogo, dotarci di una rete che consenta l'utilizzo di queste energie.

Noi abbiamo in questo momento una rete che ci collega da Cagliari e Olbia, ed è una rete non circolare. Per cui con i sistemi che abbiamo oggi, sì, aumentiamo la produzione di energie alternative, paghiamo con i certificati verdi queste energie alternative, ma una buona parte di queste energie alternative poi viene dispersa e non viene utilizzata. In questa situazione, autorizzare impianti eolici o quant'altro, al di là di quella che è la capacità ricettiva della rete, vuol dire solo ed esclusivamente favorire delle speculazioni. Quindi, anche in questo caso ben venga il Galsi, se va avanti e se si realizza il prima possibile, ma noi dobbiamo soprattutto combattere per creare una rete che consenta l'utilizzo di tutte queste energie alternative ed eviti la loro dispersione.

Ripeto, abbiamo un cavo che ci collega con Olbia e, da lì, verso la Penisola, ma la capacità massima è di 1.500 megawatt. Quindi, in questa situazione, non ha senso produrre energia che non viene utilizzata; l'energia che viene prodotta deve essere utilizzata e attuando questi interventi semplifichiamo la situazione.

Per quanto ci riguarda, noi abbiamo ben chiari tutti i percorsi che devono essere seguiti per risolvere la situazione di crisi e creare occupazione. Diciamo però che il problema dell'Eurallumina non può più non essere risolto, il problema oramai è arrivato a un punto tale che richiede degli interventi immediati. Noi possiamo fare pressioni politiche, non abbiamo la facoltà di intervenire direttamente per risolvere il problema, possiamo, occorrendo, prevedere delle misure di sostegno in favore dei disoccupati o quant'altro (questo sicuramente occorrendo sarà fatto) ma il problema non è questo, in questo momento noi dobbiamo farci sentire vicini ai lavoratori che stanno combattendo per il lavoro, e non possiamo fargli mancare il nostro sostegno. Solo così possiamo sperare di smuovere un Governo che sino a oggi, certo, non si è dimostrato amico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono succeduti, e constatato la difformità di contenuti, ma soprattutto la demagogia con cui si è affrontata questa mozione che - lo voglio ricordare - è stata sottoscritta da tutti i consiglieri regionali (tranne la collega Zuncheddu, che non ha sottoscritto questa mozione, e che si è pronunciata acuendo i toni demagogici, che sono quelli di chi si appresta ad affrontare una campagna elettorale come candidato a sindaco di Cagliari). Poi magari sarebbe stato meglio se si fosse parlato di Eurallumina piuttosto che di Alcoa, ma questo è un dettaglio assolutamente insignificante in un'Assemblea che, probabilmente, ha dimenticato perché oggi è stata convocata.

Allora, la demagogia: la demagogia della collega Zuncheddu è normale, mi sarei comportato così anche io probabilmente. E' normale la demagogia del collega Giampaolo Diana, che ovviamente ha sollevato i toni contro la Giunta, contro il Governo nazionale, a difesa di un mondo che lui ha rappresentato in maniera egregia per tanti anni (però, nonostante il suo grande impegno, quei problemi, che esistevano qualche anno fa, continuano a sussistere). C'è poi la demagogia di chi, eletto in questa maggioranza, ritiene di dover comunque in questa sede, e non in altre, utilizzare toni accesi, critiche più o meno velate (ma neanche troppo), e di chi si avvale del fatto che può, su un tavolo, quello regionale, stare in maggioranza, e su un altro tavolo, quello nazionale, stare all'opposizione. Questo dà la possibilità a tutti quanti - escluso il P.d.L. - di poter dire come la pensano.

E' paradossale questo, e il P.d.L. lo dirà e lo dice come la pensa, ha affidato il suo pensiero anche a questa mozione, che ha condiviso, ed era una mozione che doveva di fatto sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori dell'Eurallumina, e che ci impegna tutti ad essere presenti alla manifestazione il giorno che si terrà questo incontro presso il Ministero, perché questa è stata la richiesta forte e pressante che è arrivata dai lavoratori e dai sindacati.

Noi ci siamo impegnati in questa seduta straordinaria nel Consiglio regionale in questo modo, per affrontare e per dare il via a questa manifestazione. Non a caso nel dispositivo di questa mozione è esplicitato tutto quanto. Ora, se si approfitta di una mozione che vede impegnati i lavoratori dell'Eurallumina, che vede impegnata la Giunta regionale, che vede impegnato il Governo nazionale, che vede impegnato il Presidente della Regione, per dire ciò che non si ha il coraggio di dire in altre sedi, io dico che questo non può essere accettato, perché non si può tenere il piede in due staffe.

Ripeto, capisco ciò che dicono i colleghi del centrosinistra, è legittimo tutto quanto, ma non si può ignorare il fatto che su questo problema in particolare, quello dell'Eurallumina, la Regione Sardegna sia coinvolta dal punto di vista tecnico e relativamente agli interventi che può porre in essere in maniera assolutamente marginale. Può intervenire come? Sulle aziende solitamente può intervenire col sostegno politico, questo sì, e lo abbiamo garantito, e siamo pronti a scendere in campo, a partecipare alle battaglie, a avanzare le rivendicazioni, ma sull'Eurallumina il problema è un problema diverso, è un problema che riguarda i rapporti nazionali e internazionali, è un problema che riguarda l'Unione Europea, è un problema che riguarda il prezzo dell'energia, ma non di un'energia che arriva dal vento, dalle centrali nucleari, non è assolutamente questo, e anche se avessimo le centrali nucleari il prezzo dell'energia non sarebbe un prezzo che stabiliremmo noi, sarebbe un prezzo che comunque dovrebbe tener conto delle norme europee, perché altrimenti sarebbe da identificare come aiuto di Stato.

Ma perché non le dobbiamo dire queste cose? Quindi è solo il Governo che può esercitare una pressione forte in questo senso, come altre volte ha fatto, magari lo ha fatto anche per le quote latte, e forse qualche risultato si è avuto anche in Sardegna, non bisogna ignorarlo. Perché svolgo questo tipo di intervento? Perché non devo essere io a dire quanto costa l'olio combustibile, non debbo essere io a dire di quanto si deve ribassare il prezzo dell'olio combustibile. Lo sappiamo già, ce lo hanno detto i lavoratori, ce l'ha detto l'impresa, ce l'ha detto l'azienda. Sappiamo benissimo quanto costa produrre alluminio, e se anche non lo sapessimo io non sono stato eletto per sapere qual è il prezzo di costo dell'alluminio, non sono stato eletto per questo, io sono stato eletto per rappresentare le istanze dei sardi, e quando decidiamo per una volta che le dobbiamo rappresentare unitariamente, e si presenta una mozione come questa, poi, dopo, non si può venire a dire che l'Amministrazione regionale è distratta. Perché in quell'Amministrazione regionale distratta, collega Dessì, ci siamo tutti quanti, non c'è uno solo, e allora anche lei deve avere l'onestà di dire: "Io sono stato distratto".

Ognuno di noi si deve assumere le sue responsabilità; o siamo distratti tutti o, altrimenti, state in una compagine che è fatta da distratti e ci state bene. Questo non va bene, questo non può essere accettato, perché queste cose ce le dobbiamo anche dire. E' troppo comodo essere eletti in maggioranza e poi porsi all'opposizione; è possibile differenziarsi, è possibile portare motivazioni diverse sulla conduzione della pubblica amministrazione, ma io finora non ho sentito un solo suggerimento, salvo quello dell'onorevole Steri, che quanto meno è entrato nel merito dei problemi che noi dobbiamo affrontare, sottolineando che questa non è la Regione Sardegna che volevamo e che vogliamo, che dobbiamo inventare qualcosa di diverso, che non è possibile rincorrere i fantasmi di un'industria decotta, che non ha più senso che stia in Sardegna.

E' meglio che lo diciamo ai lavoratori, dobbiamo inventare qualcosa di diverso, di più adeguato ai tempi, non possiamo ancora continuare a tappare le numerosissime falle che hanno creato i nostri predecessori, tutti, di una parte e dell'altra, così non facciamo differenze. Questa è la realtà di questa Isola, questo è quello che noi ci dobbiamo dire. Noi lo abbiamo già detto, anche sul turismo, presentando, per la prima volta in Sardegna, un testo unico sul turismo, perché riteniamo che quello sia l'argomento dal quale la Sardegna può veramente partire per rilanciarsi. Noi sappiamo che cosa bisogna fare in agricoltura, noi sappiamo che cosa bisogna fare nella pubblica amministrazione, e non lo vogliamo fare a suon di delibere, noi lo vogliamo fare con voi, e l'abbiamo sempre detto, ma non ci si può differenziare per mettere all'angolo il primo partito di questa coalizione. E' legittimo che lo faccia il centrosinistra, vuol dire che combatteremo nelle piazze, nelle aule, lo faremo durante la campagna elettorale per le elezioni di Cagliari, di Iglesias, di Olbia, lo faremo dappertutto, porteremo il nostro contributo, però non è possibile che si continui in questo modo, questo partito non merita tutto ciò; siamo comunque il primo partito in Sardegna, e ne dovete prendere atto.

E allora non si può sparare sempre sul manovratore, perché è troppo comodo, perché il giorno che questo Partito, che questo Gruppo consiliare deciderà di sparare su tutto ciò che voi avete creato e fatto, beh, io non lo so come andrà a finire, e ne avremo di cose da dire, con e senza Commissione d'inchiesta, ne abbiamo tantissime di cose da dire. Quindi se qualche volta sopportiamo, non approfittate del nostro grado di sopportazione.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non scantonare, Mario, stai perdendo la bussola!

DIANA (P.d.L.). Onorevole Sanna, io non la perdo la bussola, e la invito, per favore, a non interrompermi, perché io non l'ho mai interrotta, io certifico semplicemente che è una situazione che non può continuare; questo è un Gruppo consiliare che merita il rispetto di tutti, come noi rispettiamo tutti quanti, e non è possibile che si continui in questo modo, perché da qui nasce la maggioranza, può anche terminare da qui la maggioranza, ma da qui è nata.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). In realtà, onorevole Diana, la maggioranza è già terminata, però siamo qui per discutere un problema serio, e le ricordo anche come è nata questa mozione, e se c'è demagogia, se c'è inganno, direi, è quello che ha messo in atto il vostro Presidente, il vostro capo, il Presidente del Consiglio dei ministri in Sardegna, non più tardi del febbraio del 2009, come richiamano anche i lavoratori di Eurallumina. Non c'è quindi nessuna demagogia, ci sono invece aspetti stonati stamattina, ci sono aspetti stonati dovuti intanto alle assenze, al vuoto.

Non è una Giunta distratta questa, onorevole Diana, è una Giunta assente, inconsistente, vuota; guardate quei banchi. Il presidente Cappellacci, con noi - lo dico anche a lei, presidente Lombardo - in Conferenza dei Capigruppo aveva preso degli impegni, e l'incontro che c'è stato qualche giorno fa, che ha dato poi origine a questa mozione, è nato proprio da una richiesta avanzata dai Capigruppo di determinazione, di maggior impegno, per richiedere al presidente Cappellacci la stessa determinazione manifestata in altre vertenze, perché questa non è - lo abbiamo detto tutti - una vertenza di serie B.

E allora, nel dispositivo della mozione, se la leggete bene, ci sono alcuni passaggi. Il primo - è stato richiamato anche poco fa dall'onorevole Diana - contiene la richiesta che questa vertenza sia trattata al massimo livello, cioè sia assicurato il massimo livello della partecipazione del Governo, con la presenza a Palazzo Chigi del presidente Berlusconi, lo stesso presidente Berlusconi che ha fatto quelle telefonate, che ha ingannato i sardi e che ha ingannato anche questa maggioranza, perché se siete il primo partito in Sardegna lo siete anche grazie a quelle promesse e a quegli inganni.

Allora noi vi chiediamo, prima di tutto, che la trattativa sia condotta da Palazzo Chigi, dal Presidente del Consiglio dei ministri, non ci accontentiamo neanche del Ministro Romani. Abbiamo anche detto che non vogliamo altri appuntamenti mancati, e mi pare che anche l'appuntamento del 31 sarà un altro appuntamento mancato, perché non mi pare ci sia conferma della data, non mi pare che il Ministro Romani abbia confermato, la data dell'incontro per il 31; non mi pare!

Sta succedendo per l'Euralluminia quello che sta avvenendo per la Vinyls; la situazione è la stessa: fanno esporre persino il vostro Presidente (ma non è la prima volta), il presidente Cappellacci, il Presidente della Regione, quindi tutti noi, annunciando il pagamento degli stipendi entro la giornata di venerdì, e un incontro a Roma, domani, con il Ministro Romani, l'Holding Eni e Gita; invece non si farà neanche quell'incontro. Ci stanno prendendo in giro, ci stanno prendendo in giro sistematicamente! Vertenza entrate, Fondi Fas, Sassari-Olbia: ci stanno prendendo in giro sistematicamente.

Presidente Lombardo, abbiamo preso un impegno, abbiamo approvato un ordine del giorno unitario che riguarda il federalismo fiscale, dove abbiamo chiesto al presidente Cappellacci di venire qui a riferire, ogni mese, sull'esito delle trattative, su una trattativa continua, sulla posizione della Regione, sugli accordi col Governo. Invece non vediamo né trattativa, né il Presidente in Aula, e questa è una vergogna! L'unica cosa giusta che ha detto Cappellacci in questi giorni è che dobbiamo ridurre il numero dei consiglieri regionali, questo è giusto, e lo vediamo anche dalle presenze stamattina; questo giusto! Magari lo doveva fare in altro modo, magari dovevamo passare per un percorso già individuato dal Consiglio regionale, ma probabilmente 60 consiglieri sono anche troppi, se questo è il grado di partecipazione. Allora, credo che dobbiamo darci tutti una regolata.

Noi a Roma ci saremo lo stesso il 31, presidente Lombardo, anche se non si terrà l'incontro col Governo, ci saremmo lo stesso, e ci saremo con i lavoratori, e vorremo magari unire la manifestazione per l'Eurallumina (sacrosanta, di serie A, come le altre) a quella della Vinyls, a quella di un apparato industriale che viene smantellato sistematicamente. Poi parliamo di nuovo modello di sviluppo, onorevole Vargiu. Magari ritenete di averlo impostato, forse nel Programma regionale di sviluppo, quello basato sulle persone e sull'Io, dove non c'è una mezza idea sullo sviluppo che volete dare alla Sardegna. O da dove vogliamo cominciare?

Noi vi proponiamo una sessione straordinaria dei lavori del Consiglio, anche per parlare di un nuovo modello di sviluppo, ma non vogliamo perdere neanche un posto di lavoro attuale. E allora vi sfidiamo; apriamo una sessione straordinaria per parlare del nuovo modello di sviluppo, cominciamo da qualcosa, vi ricordo che siete al Governo di questa Regione. Uno straccio di idea ce l'avete? Da dove volete partire? Emerge una proposta dalle tante idee che dovevate raccogliere insieme al presidente Cappellacci? Qualcuno vi avrà suggerito qualcosa. Da che cosa vogliamo cominciare? Guardate, siete il vuoto più assoluto, siete l'assenza, siete il peggiore Governo che abbia mai avuto la Sardegna. E' una maggioranza inesistente, una maggioranza che veramente - ve l'ho detto più volte perché lo penso - tenuta insieme solo dal potere.

Allora, il 31 marzo noi andremo ugualmente a Roma, presidente Lombardo, e vorremo una manifestazione di lavoratori accompagnata dal Consiglio regionale, un momento istituzionale dove far levare alta la voce della Sardegna. Se abbiamo un Presidente assente e senza voce non deve essere senza voce il Consiglio regionale. Chiediamo a lei, presidente Lombardo, di rappresentare queste istanze che abbiamo voluto inserire anche in una mozione unitaria, che è unitaria perché è unitaria quando si fanno gli interessi della Sardegna, quando si combatte la demagogia, l'inganno, la falsità che è arrivata in una campagna elettorale nella quale i voti sono venuti fuori da quelle promesse, da quelle telefonate ridicole di cui adesso paghiamo il prezzo.

Su queste basi noi vi chiediamo un impegno maggiore, vi chiediamo veramente un impegno per una "questione Sardegna". L'ha richiamato anche qualche giorno fa il Presidente della Confindustria Massimo Putzu. Lui si è rivolto alla presidente della Confindustria Marcegaglia, noi ci rivolgiamo al presidente Cappellacci e al presidente Berlusconi. Non solo Eurallumina non può essere una vertenza di serie B, ma anche la Sardegna non può essere di serie B. C'è bisogno di autorevolezza, c'è bisogno di forza, è necessario di coraggio, c'è bisogno di qualche idea, c'è bisogno che chi ha avuto l'onere e l'onore di governare la Sardegna mostri almeno un indirizzo che ci faccia percepire qual è la strada che voi indicate per la soluzione di queste vertenze ma anche per un nuovo modello di sviluppo che ci deve comunque contraddistinguere e che deve caratterizzare anche il prosieguo, non so per quanto, di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, colleghi, come molti sapranno sulla vertenza Eurallumina oramai ci lavoro da tanti mesi e oggi, davanti al Consiglio regionale, che si è riunito dopo un incontro con i Capigruppo davanti al Presidente della Regione, che non è presente solo ed esclusivamente perché sta male, è a letto, influenzato e con una probabile intossicazione, ho il compito, poiché me lo ha richiesto personalmente il Presidente…

(Brusio in aula)

Non so se sia un argomento che possa far discutere, non lo so, però il Presidente personalmente mi ha chiesto di portare le sue scuse al Consiglio regionale e io lo faccio come componente di questa Giunta, poi ognuno tragga le proprie conclusioni, per carità, però credo che sia una risposta piuttosto importante davanti al Consiglio regionale.

Entro nel merito del ragionamento relativo alla mozione. Insieme abbiamo deciso di coinvolgere tutto il Consiglio regionale. Insieme abbiamo pensato che unendo le forze probabilmente saremmo riusciti a ottenere un risultato migliore. Ciò non significa che il lavoro che fino ad oggi è stato svolto sia un lavoro che possa essere buttato al vento. Solo ed esclusivamente davanti all'Aula e quindi davanti al Parlamento dei sardi si può trovare unanimemente, una soluzione senza scontri perché (in questo caso parlo come consigliere regionale) credo che gli scontri oggi non abbiano nessun significato, non portino da nessuna parte, tutt'altro.

Da Assessore dell'industria chiedo a quest'Aula, invece, un atto di sostegno nei confronti di un Esecutivo che ha la necessità di avere il supporto di tutta l'Aula per andare a Roma con un impegno unico, univoco, che è quello di risolvere il problema dell'Eurallumina. Credo che sia questo il risultato e il ruolo che oggi ha questa Assemblea regionale. Tutto il resto, per carità, fa parte delle considerazioni dell'Aula, ma credo che poi all'esterno poco possano essere utili.

Avevo preparato una sorta di relazione che non leggerò, anche perché mi rendo conto che probabilmente, dopo gli interventi che si sono succeduti, non è questa la sede dove dovremo affrontare i veri problemi interni dell'Euralluminia ma ci sarà un altro incontro dove entreremo nel merito delle difficoltà di questa società.

Alcuni colleghi hanno toccato aspetti importanti, che sono poi quelli che porteranno alla soluzione del problema. Il primo è il problema dell'olio combustibile. Occorre partire dal protocollo del 27 marzo del 2009, tra l'azienda e il Governo regionale; questo protocollo ha subito tutta una serie di - passatemi il termine - inadempienze, e di tentativi di modifica. Sul problema dell'olio combustibile, quindi, il nostro punto di forza su cui giocarci l'incontro di Roma è tutto lì. Tutto il resto nasce di conseguenza e nascerà di conseguenza. La costituzione della società mista Newco nasce conseguentemente alla possibilità di avere olio combustibile a un prezzo competitivo perché altrimenti non ha comunque significato tutto il resto del ragionamento. Ciò non significa però che noi abbiamo intenzione di arrivare a Roma con un documento che affermi che la Regione ha comunque compiuto tutti i suoi passi. La Regione ha le spalle coperte e arriva a Roma a concordare e a sottoscrivere un accordo con i nostri impegni.

L'onorevole Steri, però, ha espresso una considerazione piuttosto importante, e cioè che noi oggi comunque ci dobbiamo confrontare non soltanto con il Governo italiano, ma con l'Unione Europea. Non esistono più le partecipazioni statali - ecco il passaggio importante -, quindi non è possibile intervenire direttamente né come Regione Sardegna né tanto meno come Governo nazionale. Ecco dove stanno i problemi veri, ecco dove è la necessità di trovare l'accordo, nel caso specifico attraverso ENI, per individuare le quantità che sono state in qualche modo indicate, ma soprattutto il prezzo dell'olio combustibile.

E allora proviamo un attimino a capire. Se anche il 31 - che è la data finora ufficiale - il Governo nazionale ci dovesse chiedere, come è probabile che ci chieda, ancora del tempo perché sta completando, dimostrandolo - questo credo sia fondamentale -, una serie di interlocuzioni con ENI (che è il soggetto con cui deve trovare l'accordo per abbattere il costo dell'olio combustibile) io non mi spaventerei perché per noi l'impegno e l'obiettivo fondamentale è quello di essere uniti, di rimanere compatti, di arrivare a Roma.

Se anche il rinvio fosse di una settimana, a mio avviso, dopo tutto il tempo che abbiamo intercorso senza mai raggiungere un risultato finale, non credo che sia questo il vero problema. Per noi è fondamentale tutti insieme, insieme a tutto il Consiglio regionale, insieme al Presidente, insieme a tutta la Giunta, insieme a tutti parlamentari sardi, davanti al Ministro dello sviluppo economico e quasi sicuramente davanti alla Presidenza del Consiglio dei ministri, chiudere finalmente la vertenza dopo tutto il tempo trascorso a trovare soluzioni.

Ritornando al ragionamento della mozione, io non entrerò oggi nel merito di idee, fantasie. Non mi dimetterò neanche, onorevole Diana, non lo farò. Se me lo dovesse chiedere tutta la mia maggioranza allora sarebbe diverso, potremmo ragionarci insieme, ma in occasione della discussione di una mozione, senza poter, tra l'altro, entrare nel merito di quelle che sono le novità, le idee, le cosiddette fantasie su quello che noi abbiamo in mente per quanto riguarda lo sviluppo dell'industria regionale sarda, l'unica cosa che posso fare è limitarmi a discutere del contenuto della stessa.

Ricordo, aprendo una parentesi, che abbiamo attivato dei tavoli tematici con le parti sociali (e quindi con l'associazione degli industriali, l'API, ma soprattutto tramite e in accordo con le organizzazioni sindacali) per aprire un confronto su questi temi e abbiamo la possibilità poi, eventualmente, di ritornare in quest'Aula per discutere del problema. Io mi limiterò, come dicevo prima, solo ed esclusivamente a discutere gli impegni contenuti all'interno di questa mozione che ha trovato, mi sembra che sia così - e questo vi chiedo di dichiararlo in modo chiaro, corretto, sincero, nei confronti di chi oggi è fuori a chiedere un aiuto da parte di quest'Aula - l'accordo unanime a stare insieme, ad essere uniti, per raggiungere un accordo davanti al Governo nazionale, quindi "ad assumere ogni iniziativa", così come recita il dispositivo, "politico-istituzionale finalizzata ad assicurare l'incontro citato in premessa".

Voi dovete sapere che comunque, così come è stato sottolineato dall'onorevole Salis, le interlocuzioni sono continue e costanti e sono in continuo contatto con il Ministero proprio per capire se effettivamente si riesce a chiudere e ad arrivare a Roma eventualmente con qualche soluzione molto forte ed importante.

Per quanto riguarda "le adeguate soluzioni tecniche", l'Assessorato dell'industria ha istituito un tavolo dove si confronta costantemente con le parti, con l'azienda, con gli stessi operai, quindi con le organizzazioni sindacali e con i nostri uffici tecnici che chiaramente seguono la vertenza costantemente per verificare se ciò che è contenuto nella richiesta di addendum, cioè la modifica di quel protocollo del 27 marzo 2009, sia compatibile con le norme comunitarie, perché questo è il vero problema del contenuto di quegli accordi.

Quindi, davanti alla possibilità che un Governo ci chieda la disponibilità di accettare un rinvio, io vi chiedo, colleghi, che se quella richiesta dovesse arrivare, quel rinvio sia concordato con noi, che quel rinvio sia un rinvio utile e necessario per poter arrivare finalmente alla soluzione del problema, perché andare comunque il 31 a Roma senza avere alla mano una certezza matematica su quello che si deve sottoscrivere, credo che non abbia alcun significato e non importerebbe niente a nessuno.

Io sono in contatto con Roma, stanno provando a chiudere un accordo con l'ENI, non sarà certamente semplice come voi potete capire, come chi ha già svolto questo ruolo sa perfettamente quali siano i problemi interni, però chiedo che oggi dall'interno di quest'Aula si esca fuori con una posizione chiara: tutto il Consiglio regionale e tutte le parti politiche di questo Consiglio regionale sono vicine alla Giunta regionale e quindi a tutti i lavoratori dell'Eurallumina - e tutto sommato anche all'azienda che attraversa delle difficoltà in questo momento - per risolvere il problema e arrivare finalmente alla chiusura di questa vertenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, quando è stata chiesta la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo per definire l'atteggiamento del Consiglio regionale in ordine a questa vertenza, ci siamo posti quello che, secondo me, è il problema principale: chiedere al Presidente della Regione se avesse definito, concordato con il Ministero, una data precisa per la convocazione delle parti, che aveva un oggetto, uno soltanto, quello di dare piena attuazione al protocollo d'intesa già stipulato tra Regione, sindacati, imprese e Governo che riguardava il riavvio degli impianti con l'utilizzo in via provvisoria di combustibili reperibili sul mercato a prezzi vantaggiosi.

Su richiesta dei lavoratori e dei sindacati abbiamo ricercato puntigliosamente una dimensione unitaria del Consiglio per accompagnare quei lavoratori quel giorno (il giorno che ci è stato comunicato dal Presidente della Regione e che, immagino, sia stato a lui comunicato dal Ministro dello sviluppo economico) cioè il 31 di marzo, per far sentire che tutte le istituzioni, quelle sociali e quelle politiche, stavano a fianco dei lavoratori di Eurallumina per risolvere definitivamente, con quegli obiettivi, la vertenza in corso.

Abbiamo anche detto in quella circostanza che saremmo andati a Roma e avremmo dato l'impressione che dovevamo dare, cioè di una Sardegna unita attorno ai problemi gravissimi del nostro sistema economico e sociale, attraversato da una crisi veramente fuori portata, e che l'avremmo fatto tutti insieme, senza distinzioni di schieramento. Ciò che preoccupa, lo dico, è che ancora oggi in queste ore, in questi minuti, c'è incertezza sulla data dell'incontro - questo abbiamo capito delle dichiarazioni dell'Assessore - sulla possibilità che il Governo mantenga l'impegno di dare attuazione al protocollo d'intesa che è stato stipulato da tempo e che prevede il riavvio degli impianti.

Qua non si tratta di aprire una discussione sulla politica industriale, si tratta di capire se la Sardegna, i sardi, chi li rappresenta in Consiglio e nel Governo, della Regione hanno una qualche voce in capitolo, cioè se contiamo qualcosa! Ho avuto già modo di dire che diventa molto complicato anche tenere la barra dritta e mantenere uno spirito unitario quando si subiscono schiaffi uno dietro l'altro da chi assume gli impegni, impegni assunti formalmente e sottoscritti! Noi non stiamo chiedendo un protocollo d'intesa aggiuntivo, stiamo chiedendo che si attui il protocollo d'intesa già siglato. Se ci sono problemi con l'Unione Europea il Presidente del Consiglio dei ministri assuma lo stesso tono che assume in altre circostanze, da quello che assume in politica estera a quello che assume nella tutela della produzione agricola e zootecnica dell'Italia del Nord.

Del resto - lo voglio ricordare perché non appaia una operazione demagogica - i tassi di occupazione (quindi i lavoratori che lavorano) dall'Umbria insù sono di circa 12 punti e più superiori a quelli della Sardegna, la Sardegna è distante quasi 18 punti dai tassi di occupazione dell'Emilia-Romagna, e oltre 16 punti percentuale da quelli della Lombardia e del Piemonte! E' cioè in una condizione di disastro totale sotto il profilo economico! Per cui, i ragionamenti che guardano ad altre soluzioni (badate, personalmente ho presentato una legge sulla rinaturalizzazione) devono guardare a quelle soluzioni, fatti salvi i posti di lavoro e l'attività economica esistente, attraverso un processo di costruzione che non è che commincia domani e domani produrrà i suoi effetti, comincerà domani e produrrà i suoi effetti fra 5 anni, fra 10 anni. Nel frattempo noi dobbiamo mantenere in funzione il sistema intervenendo per rendere ecosostenibili gli impianti industriali che operano in Sardegna, perché la tecnologia può farlo se non si lavora al risparmio e se non si nega a questa Regione il diritto al lavoro che invece si privilegia in altre parti d'Italia.

Per cui, onorevole Diana - lo dico perché penso che la sintesi vada trovata in questa Aula, lo dico anche all'onorevole Sanna - noi dobbiamo cambiare ritmo, dobbiamo cambiare esattamente linea, non possiamo essere indulgenti nei confronti del Governo nazionale, l'unità si realizza in un'azione dialettico polemica nei confronti del Governo nazionale. Noi chiediamo di non essere non lavoratori di serie B, dentro una vertenza come quella industriale generale della Sardegna per quanto riguarda i lavoratori di Eurallumina, ma chiediamo di non essere una regione di serie B, così come invece ci relega sistematicamente questo Governo, che è inadempiente non sulle promesse generiche ma sui protocolli d'intesa che ha stipulato in accordo con le organizzazioni sindacali e con il mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Il gruppo dell'Italia dei valori vota a favore di una mozione che ha condiviso nel merito e altrettanto condiviso nella sostanza, cioè nella sua unitarietà. Adesso che il collega Diana mi ascolta, dicevo che l'abbiamo condivisa nel merito e l'abbiamo condivisa nel metodo, abbiamo chiesto noi con forza, insieme alle altre forze politiche e insieme alla Giunta, che la Sardegna si presenti unita a Roma nel difendere la vertenza Eurallumina e le prospettive che questo settore e questo comparto possono offrire al Sulcis ma non solo al Sulcis.

Il problema è però che siamo sempre di fronte ai soliti stop and go, Assessore. Io avrei preferito che il termine del 31 marzo venisse rispettato, anche perché viene sempre il sospetto che questi rinvii possano nascondere furbate o "fregature" per dirla con una terminologia non parlamentare, e mi scuso per averla utilizzata. Questa vicenda dell'Eurallumina si sta trascinando da troppo tempo, e ulteriori rinvii non danno il senso di una svolta in questa vicenda che ha ritmi molto blandi, molto "messicani" e quindi è necessaria un'accelerazione. Noi saremo a Roma il 31 (continuiamo a pensare che la data del 31 possa essere confermata) saremo a Roma con gli operai dell'Eurallumina, con gli amministratori locali, con le famiglie degli operai dell'Eurallumina, con tutte le istituzioni sarde.

Io mi auguro che tutti i consiglieri regionali saranno presenti, io non ho perso una manifestazione, il Gruppo dell'Italia dei valori non ha perso una manifestazione e continueremo ad essere presenti. Noi però non ci fidiamo del governo, non ci fidiamo del Governo, io non ho fiducia nel Ministro Romani e non ho fiducia in Berlusconi, però è necessario che questa vertenza, così come ha chiesto con parole quasi identiche il segretario della CISL e il presidente della Confindustria sarda, di fronte alla crisi ormai latente dell'industria sarda venga…!

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

SALIS (I.d.V.). Mi conceda un minuto, per una comunicazione.

PRESIDENTE. Se l'aula è d'accordo, 30 secondi.

SALIS (I.d.V.). Voi sapete che io sono un tecnico Telecom e quindi esperto di telefonia. Concludo pertanto questo mio intervento con una notizia utile per dare anche un senso politico a una vicenda di un anno fa. Alcuni tecnici della Telecom hanno effettuato un rilevamento nel punto dove Berlusconi ha usato il telefono satellitare per telefonare a Putin un anno fa. Bene, i tecnici miei colleghi hanno rilevato che in quel punto non c'è campo e quindi la telefonata non poteva avvenire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dessì per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESSI' (P.S.d'Az.). Chiaramente il voto è favorevole e convinto alla mozione del Partito sardo e colgo questa occasione perché mi ha tirato dentro un po' il collega onorevole Diana sollevando la questione dei distratti. Io mi sono messo in prima linea, perché so benissimo che faccio parte di questa maggioranza. Io ascolto molto e intervengo molto poco perché mi piace ascoltare e non sono molto demagogico nell'illustrazione del mio pensiero. Magari il fatto che siamo distratti trova conferma anche nei suoi interventi, siamo distratti rispetto a quello di cui, magari, un consigliere regionale che da due anni e mezzo siede in quest'Aula prende coscienza.

Mi riferisco ad alcune situazioni gravi e importanti che ci stanno piombando addosso e per questo chiedo un attimo di riflessione in più. Nei comuni si percepisce appieno che la macchina amministrativa generale non funziona e non dà risposte.

Sicuramente siamo distratti, e questo continuo a ripeterlo, e lo conferma il fatto che anche di fronte a una situazione così grave, dove l'opportunità offertaci da questa mozione ci poteva vedere compatti a difendere una soluzione forte e definitiva anche nel rapporto che abbiamo con il governo, non ci accorgiamo che il governo continua davvero, come diceva il collega Uras, a considerarci di serie B e che forse questa stessa vertenza sta passando in serie B, così come la stessa Regione Sardegna probabilmente viene considerata di serie B rispetto alle altre Regioni. Questo denota la necessità di una maggior forza dal punto di vista politico di questa Regione che ci porti a conseguire veramente un'autonomia per gestire le nostre dinamiche economiche evitandoci di doverci recare sempre a piatire al tavolo del Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). E' implicito il mio voto a favore della mozione.

Veda, collega Dessì, qualcuno ha fatto riferimento in questa Aula ai consiglieri eletti in maggioranza, non pensando che quella maggioranza è stata eletta grazie a chi ha partecipato. Io, per esempio, sono stato eletto nelle liste dell'U.D.C. e, dopo qualche mese, ho iniziato a dubitare di questa maggioranza, la maggioranza dei tre Assessori dell'industria, per esempio, la maggioranza che ha commissariato la Sardegna e che non è in grado di gestire con nomine ufficiali la Sardegna, che non è in grado di operare delle scelte, la maggioranza che sull'eolico ha detto alcune cose ma non sicuramente quelle migliori, la maggioranza che sfugge al confronto dell'Aula, la maggioranza che non ha tenuto fede agli impegni presi quando abbiamo cacciato via Soru. Noi abbiamo mandato via Soru per essere diversi da lui e per fare qualcosa di meglio, ad oggi abbiamo fatto molto di peggio.

Perciò ci vuole coscienza, e non è una scelta facile abbandonare la maggioranza, anche se alcuni partiti sono più favorevoli e vedono di buon grado chi dall'opposizione passa in maggioranza, attraverso quale prezzo non lo so. Ben diverso è rinunciare a delle rendite di posizione in quanto appartenente alla maggioranza, e lasciarla perché non si condivide la linea politica, perché non si condivide l'azione, perché ha nominato tre assessori dell'industria (senza nulla togliere all'ultimo, sperando che sia l'ultimo di questa legislatura) e che non è riuscita a tener fede ad uno solo degli impegni assunti.

Per quanto riguarda le proposte, ci sono fortunatamente gli atti del Consiglio. Tra gli atti del Consiglio, per chi vorrà rileggerseli, ci sono le proposte sul risanamento ambientale, sull'abbattimento dei costi energetici, sulle fonti alternative, troverà anche le proposte sulla zona franca, che riguarda l'Europa e riguarda anche la nostra nazione, la defiscalizzazione, soprattutto per quanto riguarda le produzioni in Sardegna, che qualche partito in quel programma si era impegnato a difendere, e che a tutt'oggi dobbiamo soltanto chiedere se c'è che batta un colpo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto compatto e favorevole di tutto il Partito Democratico rispetto a questa mozione, ma anche per dire che non siamo per nulla soddisfatti delle parole dell'Assessore, e non perché ci sia molto su cui dire di essere d'accordo o di essere contrari. Qua si trattava di assumere degli impegni molto precisi. L'Assessore ha giustificato l'assenza del Presidente, ma, badate, l'assenza del Presidente della Regione denota fortemente il significato che l'Esecutivo sta attribuendo a vertenze industriali di una rilevanza enorme. Le questioni, infatti, vanno al di là della vertenza Eurallumina, riguardano il territorio, riguardano la Sardegna nel suo insieme. E se non siamo in grado di essere compatti nella sostanza e anche nella forma, rispetto a ciò che si porta avanti, è chiaro che non si può andare da nessuna parte.

L'Assessore è stato chiaro nel far capire che il 31 marzo l'appuntamento presso il Ministero dello sviluppo salterà, perché non ci si è ancora messi d'accordo sul prezzo dell'olio combustibile in questi 36 mesi, diciamo così, di transizione che ci dovrebbero portare alla realizzazione di questa benedetta caldaia. I lavoratori andranno a Roma, presso il Ministero, perché è chiaro che la battaglia deve andare avanti, non si può star fermi. Noi saremo con i lavoratori, saremo a Roma il 31 marzo per sentire che cosa il Governo avrà da dirci, vorremmo avere a che fare con interlocutori che non saranno, come ho detto prima, vacui e insensibili rispetto alla vertenza che stiamo portando avanti, e soprattutto vorremmo avere con noi, oltre all'Assessore dell'industria, che ha testé parlato, anche un Presidente della Regione in grado di sostenere la battaglia, e di dire ciò che deve essere fatto.

Ho affermato prima che abbiamo un territorio che soffre, che è disposto a fare sacrifici, i sacrifici che questi lavoratori stanno facendo, non solo restando accampati qua, ma restando tanti anni in cassa integrazione e senza un futuro credibile che gli si proietti davanti. Questo è il nostro compito e lo dobbiamo portare avanti con forza. Quest'Aula è compatta, e facciamo in modo che sia compatta non soltanto nel votare un documento che rimane sulla carta, ma anche nel sostenere concretamente le battaglie, che riguardano certamente anche l'Italia, che riguardano certamente l'Unione Europea, ma se non siamo in grado di difendere i nostri diritti, i nostri interessi, che sono gli interessi di un'industria di cui abbiamo parlato questa mattina, non potremo andare da nessuna parte.

Per cui, Assessore, la invito ad essere presente il 31 marzo, che si tenga o non si tenga l'incontro, la invito a chiamare il Presidente perché sia presente a Roma per portare con forza le ragioni di questa nostra terra e di questi nostri lavoratori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Intervengo per rappresentare in maniera convinta, ovviamente, il voto favorevole a questa mozione. Però, cari colleghi - lo devo dire sommessamente - sono rimasto profondamente deluso dalla discussione di oggi, perché abbiamo perso anche un'ulteriore occasione non per essere uniti in maniera generica (perché poi l'unità generica serve a poco) ma per essere uniti di fronte ad un problema che tocca una fetta di Sardegna che soffre e che forse è venuta qui ad ascoltarci sperando di trovare delle posizioni costruttive, magari anche propositive. Invece ho assistito, a parte qualche piccola eccezione, solamente al classico - come diceva un collega che mi suggeriva - gioco delle parti, ho assistito quasi al teatrino della politica.

Credo che abbiamo dato, cari colleghi, un'immagine sì di serie B, ma di serie B del nostro Consiglio regionale, che è sempre abbarbicato dietro posizioni di retroguardia, partitiche di retroguardia, in un momento come questo che invece dovrebbe vederci uniti come un paese, di fronte ad un problema di politica estera (perché, di questo, cari amici sardisti, si tratta) dovremmo essere uniti, dovremmo avere una posizione bipartisan, ma non nella forma, nella sostanza.

Badate, ve lo dico senza retorica, e così proprio come si dice dal profondo del cuore: io sono rimasto profondamente deluso per aver registrato posizioni che credo non abbiano niente da dividere con il merito di questa mozione. Addirittura ho sentito colleghi rispettabilissimi, nobilissimi, che hanno parlato di fuoriuscite da Gruppi! Credo che oggi abbiamo perso l'ennesima occasione per pronunciare dei discorsi seri.

Mi dispiace, Presidente, che io che sono qui soltanto da poco meno di due anni e mezzo, debba dire queste cose, però le dico veramente con molta tristezza. Questo però non mi impedisce di affermare con altrettanta forza che io sarò presente per difendere i diritti dei lavoratori del mio territorio. Poi, in altra sede, potremmo anche discutere sulle nostre posizioni politiche, sulle nuove possibilità di sviluppo della Sardegna, anch'io ho le mie idee e non sempre combaciano con quelle del mio Gruppo, però uno qui dentro deve essere aperto…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, intervengo per annunciare il mio voto di astensione e confermare che comunque io sarò a Roma a sostenere la battaglia della nostra gente per un piano occupazionale serio, e quindi per salvaguardare il diritto al lavoro in termini concreti, sperando che emergano delle alternative serie che non siano quelle legate ad un modello di sviluppo industriale ormai tramontato, che stiamo cercando disperatamente di riesumare. Sarebbe sicuramente una garanzia a scadenza e non tanto credibile.

Mi ha colpito molto l'intervento sulla politica estera del collega Locci, era ora che anche lei lo riconoscesse, che rispetto alla politica estera italiana per noi sardi, dobbiamo realmente mobilitarci e dare battaglia. Questo per rispettare i diritti dovuti alla nostra nazione. Al collega Diana, che mal digerisce le regole democratiche, vorrei semplicemente rispondere invitandolo a praticare un po' di esercizi di rispetto per la libera circolazione delle idee.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-La Sinistra Sarda). Intervengo per annunciare il nostro voto favorevole alla mozione presentata e discussa oggi in Aula e per dichiarare anche che noi giovedì, se giovedì 31 marzo in ogni caso saremo a Roma, saremo a Roma soprattutto per difendere un'idea, e l'idea è quella di tenere alta l'attenzione su una vertenza che dura da troppo tempo. Il protocollo d'intesa è stato firmato un anno fa, la cassa integrazione è stata concessa a termine, e ricordo a voi tutti che scadrà il prossimo giugno. Siamo quindi alle soglie di un momento difficile, e quindi io credo ci sia poco da discutere, se le classifiche ci portano in serie A, o in serie B. Di fronte al dramma dei lavoratori bisogna tenere in piedi il presidio che abbiamo concordato insieme ai sindacati, dobbiamo difendere questa vertenza con determinazione e puntigliosità.

Però mi pare che il problema vero sia come pensare il superamento di questa fase critica dell'industria in Sardegna, per guardare ad un futuro con un progetto e un programma che sicuramente deve coinvolgere tutte le forze politiche, l'intero Consiglio regionale e, in primo luogo, la Giunta, che ha dichiarato comunque di non avere un progetto e un'idea. Ma noi in questo terreno ci vorremmo misurare e confrontare ed eventualmente saremo noi ad avanzare le proposte al progetto.

Abbiamo detto - credo che comunque non sia una novità perché è stato detto altre volte - che questa situazione di difficoltà e di crisi ormai è in cammino da un pezzo. L'industria ha segnato il passo anche ha rappresentato nei primi anni '60, come ha ricordato il collega Diana, un momento straordinario di aperture di nuove prospettive, un cambio straordinario nella cultura e nella condizione dei sardi. Però oggi prendiamo atto che quel progetto sta vivendo un momento di crisi. Noi siamo fortemente impegnati con i sindacati e con i lavoratori, dobbiamo superare questo momento e tenere in piedi l'attenzione su questa vertenza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 116.

Chiedo all'Aula che il Presidente del Consiglio, considerato che si è espresso in prima persona e ha manifestato il sostegno totale ai lavoratori, possa votare insieme ai consiglieri la mozione in discussione.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Si è astenuta la consigliera: Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 58

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 58

(Il Consiglio approva).

Inserimento nella programmazione bimestrale dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, chiedo, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno, che venga inserito nella programmazione bimestrale dei lavori il progetto di legge costituzionale d'iniziativa regionale numero 1. Il progetto di legge a firma mia, del collega Sechi e del collega Porcu, intende modificare l'articolo 16 della legge costituzionale numero 3 del '48 (ovvero lo Statuto) concernente la composizione del Consiglio regionale. Questo si rende necessario non perché noi siamo innamorati di questa procedura per discutere di questo argomento, ma perché avevamo, non più tardi dello scorso 18 novembre, insieme a tutti gli altri Gruppi, votato un ordine del giorno, il numero 41, che impegnava la Prima Commissione consiliare alla elaborazione di un percorso costituente finalizzato alla riscrittura dello Statuto.

Siccome non possiamo rimanere ad assistere che altri soggetti, meno abilitati di quella Commissione ai sensi della votazione unanime del 18 novembre scorso a dare impulso all'azione di riforma, agiscano come se questo ordine del giorno non fosse mai esistito, noi chiediamo, avendo presentato per primi una proposta di legge in questa legislatura per la riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60, di inserire l'argomento ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. L'articolo 100 prevede che nella proposta di inserimento possano intervenire la Giunta regionale e un consigliere per Gruppo per non più di cinque minuti, dopo di che l'Assemblea decide con votazione per alzata di mano.

Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Il Gruppo dei Riformatori si associa alla richiesta presentata dall'onorevole Uras. Riteniamo che l'adozione e l'approvazione da parte della Giunta del progetto di legge in materia di riduzione del numero dei consiglieri regionali, sulla cui opportunità abbiamo espresso in Commissione forti perplessità, introduca un elemento di novità rispetto al percorso che il Consiglio aveva concordato approvando quell'ordine del giorno. Emerge quindi tutta una serie di problemi, che naturalmente affronteremo non in questa sede ma nelle sedi opportune, e comunque ci sembra che l'adozione di questo provvedimento richiami l'urgenza di esaminare rapidamente, in Commissione e poi in aula, il tema della riduzione del numero dei consiglieri regionali. Pertanto noi facciamo nostra la richiesta formulata dal consigliere Uras.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo di Italia dei Valori sostiene questa proposta perché ritiene che sia arrivato il momento che questa (insieme ad altre che sono state presentate sul tema, che poi è stato ripreso dalla proposta della Giunta, nel merito assolutamente condivisibile, un po' meno condivisibile per le modalità di presentazione) venga discussa.

Oggi quasi tutti i Gruppi sono concordi sulla necessità di portare in Consiglio questa proposta e auspichiamo possa essere fatto da subito, senza aspettare scadenze elettorali che insinuerebbero forse qualche dubbio sulla sincerità della proposta o sulla valutazione complessiva della stessa. Sappiamo che c'è, ripeto, quasi un'unanimità di vedute su questa scelta, e quindi pensiamo che sia giunto il momento perché la Commissione e il Consiglio ne possano discutere e decidere nel merito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico alla richiesta, avanzata dal collega Uras, di inserire nella programmazione bimestrale dei lavori la proposta di legge indicata. Ricordo anche che sono state depositate diverse proposte di legge, anche del nostro Gruppo, che riguardano proprio la materia elettorale; pertanto ritengo che la Commissione autonomia debba accelerare i lavori, in particolare sulla legge elettorale, sulla legge statutaria e sulla riforma dello Statuto, così come avevamo concordato nella sessione dei lavori che si era conclusa con un ordine del giorno unitario.

Purtroppo la Commissione ha scontato, non certo a causa della minoranza, un certo rallentamento dovuto anche alla sostituzione del suo Presidente, poiché la nomina da Assessore del presidente Floris ha comportato una discussione in maggioranza e conseguenti ritardi. Stiamo per imprimere un'accelerazione a questo processo complessivo e comunque siamo favorevoli all'inserimento del progetto di legge nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, ovviamente siamo favorevoli alla proposta della riduzione del numero dei consiglieri, come peraltro mi sembra lo siano tutte le forze politiche, e non abbiamo nulla in contrario a che questa legge sia inserita all'ordine del giorno. Rappresento però che in sede di Commissione noi porteremo avanti la tesi che il percorso per arrivare all'approvazione di questa norma non è quello consiliare. Noi ci siamo battuti per l'Assemblea costituente e quindi, anche in quella sede, riaffermeremo che, trattandosi di una modifica dello Statuto, deve essere seguito un percorso costituente, salvo quanto sarà fatto in adempimento dell'ordine del giorno approvato all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, noi non abbiamo assolutamente nulla in contrario e chi si illudeva magari del contrario sbaglia. Noi diciamo che bisogna seguire un percorso e sul percorso abbiamo abbondantemente disquisito per settimane intere. Se vogliamo far credere ai sardi che l'unico modo per approvare le riforme, o che l'unica riforma seria portata all'attenzione del Consiglio regionale dalla prima Commissione sia la riduzione del numero dei consiglieri regionali, beh, se questo accontenta una parte o alcuni, non è certo il modo di pensare del Popolo della Libertà: noi siamo pronti ad impegnarci per le modifiche dello Statuto, per una riforma sostanziale dell'Ammirazione regionale, non vogliamo affrontare per piccole parti questo problema.

Capisco che in questo momento tutto serva, serve anche questo, serve anche l'abilità di alcuni colleghi consiglieri regionali (perché di abilità si tratta), e dovrebbe essere lieto questo Consiglio regionale di avere dei colleghi molto attenti e perspicaci.

Noi non ci sottraiamo, onorevole Uras, noi affronteremo il problema, credo però che la prima Commissione intanto debba essere impegnata sulle norme di attuazione, credo che la prima Commissione debba intanto sentire la Giunta - e credo che sia già stata convocata per domani - e credo poi che, se si vuole andare avanti in questa direzione, se non vogliamo essere coloro che disattendono i pronunciamenti unanimi del Consiglio regionale, si debba ritornare in Aula e modificare quell'ordine del giorno, perché altrimenti stiamo cambiando le regole. Noi abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno che ha descritto un percorso chiarissimo, lampante. Non siamo più d'accordo su quell'ordine del giorno, ergo voi volete ridurre il numero dei consiglieri regionali ma non volete affrontare le altre riforme? Su questo credo che la Conferenza dei Capigruppo possa interloquire e decidere che cosa fare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, io spero che non sia la resa di questo Consiglio, perché disattendere quell'ordine del giorno significa far rinunciare quest'Aula a tutta quella autorevolezza di cui comunque ha necessità.

Guardate, la proposta della Giunta è una proposta a parer mio provocatoria, l'ho detto pubblicamente, questo però non ci può far cambiare strada; considerata l'unità di intenti che questo Consiglio ha trovato con fatica - perché quel percorso costituente l'abbiamo individuato per ritrovare unità di intenti, in una modifica che ormai è in pieno ritardo ma che ha necessità di essere realizzata - se ora dovessimo rinunciare a seguire il percorso concordato, avremmo già cessato di esistere. Tutto e il contrario di tutto può essere fatto qua dentro, nessuno può approvare ordini del giorno, nessuno può approvare mozioni perché tanto si fa il contrario di quello; e non può essere, ripeto, la provocazione della Giunta.

Noi su quel percorso dobbiamo ritornare, e la prima Commissione ha un compito: è in ritardo, e i ritardi sappiamo che sono di carattere politico. Quei ritardi adesso sono stati superati, la Commissione ha iniziato a lavorare e deve portare a compimento la volontà che quest'Aula ha espresso all'unanimità. Il percorso costituente non si può abbandonare, perché, se la logica fosse quella che ha proposto il collega Uras, ci sarebbero allora proposte di legge, che sono comunque leggi di riforma di carattere costituzionale, che riguardano la Costituente, Presidente, che da domani dovrebbero essere portate in quest'Aula e discusse immediatamente.

Ma io so che questo non unisce, lo sappiamo noi, lo sa chi sull'Assemblea costituente ha lavorato in questi dieci anni. Vogliamo trovare invece il filo conduttore, le sinergie e l'unità di intenti, non venire in Aula ad approvare "un pezzo" di riforma che non serve, in questo momento.

Guardate, per la riduzione del numero dei consiglieri da ottanta a sessanta siamo pienamente d'accordo, basta prendere il listino ed eliminarlo, ma è facile dirlo poi bisogna far combaciare tutto. Stiamo scrivendo una legge elettorale: vogliamo fare prima la legge elettorale di tutto il resto? Io credo che vada costruito assieme, dal sistema di governo ai poteri dell'Esecutivo alla sua disciplina. Se cambiamo strada abbiamo già fallito e io credo che il fallimento, dopo tanta fatica, non sia certo auspicabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-La Sinistra Sarda). Stiamo ritornando al clima dell'ordine del giorno condiviso, perché registriamo che nessuno si è schierato contro la proposta del collega Uras. Noi siamo presentatori della proposta di legge numero 1 e gli eventi ci hanno portato a sollecitare e a richiamare l'attenzione su quella proposta. E' una proposta che ci porta quindi a sostenere con forza la necessità di percorrere la strada delle riforme; la strada delle riforme che tutti hanno dichiarato di volere percorrere ma sulla quale forse si è, come dire, segnato il passo, considerato che l'ordine del giorno è stato approvato il 18 novembre ed entro novanta giorni bisognava istruire ad elaborare un percorso costituente.

Noi quindi sosteniamo con forza un percorso costituente, senza l'esclusione di nessuna riforma, che sia comunque condivisa, approvata e sostenuta all'interno di un cammino che ci porterà ad avviare da domani i lavori nella prima Commissione, della quale faccio parte. Era stato annunciato l'inizio di un percorso di riforme e noi, per mezzo dell'articolo 100, del Regolamento, abbiamo iniziato e saremo in prima linea a sostenerlo.

E' chiaro che la vicenda non si ridurrà alla semplice diminuzione del numero dei membri del Consiglio regionale ma molte altre iniziative saranno intraprese, a cominciare (o a concludere) dal percorso costituente che noi sosterremo con convinzione e del quale da sempre siamo convinti fautori.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sulla proposta di inserimento nella programmazione bimestrale della proposta di legge nazionale numero, la metto in votazione. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 57.