Seduta n.271 del 26/10/2011
CCLXXI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 26 ottobre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente BRUNO
La seduta è aperta alle ore 10 e 02.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 19 ottobre 2011 (264), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Felice Contu, Giorgio Cugusi, Rosanna Floris, Domenico Gallus e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 26 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:
"Steri - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Capelli: "Introduzione nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), dell'articolo 54 bis concernente 'Istituzione di un'assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto - Carta costituzionale del popolo sardo'". (14/NAZ)
(Pervenuta il 25 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sui Piani personalizzati per persone con disabilità grave di cui alla legge n. 162 del 1998 e sulla compartecipazione degli utenti di cui al decreto legislativo n. 109 del 1998." (708)
"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata soppressione del Distretto dell'Ente foreste di Olbia in conformità al piano di riorganizzazione dell'Ente foreste che prevede la cancellazione di tutti i 18 distretti dell'Isola." (709)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza Planetta sulla costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel procedimento giudiziario n. 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari relativo al disastro ambientale nell'area del Petrolchimico di Porto Torres e sulla idoneità di Syndial Spa, del gruppo ENI, a essere unico interlocutore tecnico privilegiato nella stesura e nell'attuazione dei progetti di bonifica dell'inquinamento della medesima area industriale." (276/C-5/C-6)
Annunzio di mozione PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall'attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa ed il preannunciato intento dell'ente di riscossione di scindersi in tre società autonome volte alla gestione di tre diverse macroaree geografiche nazionali." (149)
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A, che deve proseguire con la votazione dell'emendamento numero 203, presentato all'articolo 1 bis.
Poiché, a termini di Regolamento, devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta prima di procedere alla votazione, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 05, viene ripresa alle ore 10 e 18.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto. Eravamo rimasti in fase di votazione dell'emendamento numero 203.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, a me risulta che ieri ci siamo fermati su un voto non fatto, era su questo emendamento?
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ieri abbiamo chiamato in votazione l'emendamento numero 203, non sono state fatte dichiarazioni di voto, era stata chiesta la verifica del numero legale, abbiamo votato direttamente e non si è raggiunto il numero legale. Per cui si può procedere.
PORCU (P.D.). La ringrazio. Allora con l'emendamento numero 203 ci proponiamo…
(Interruzione)
Ormai sto intervenendo…
(Interruzione)
PRESIDENTE. Scusate un attimo, facciamo chiarezza. Scusate! Gli emendamenti numero 201 e numero 202 erano stati ritirati, quindi stiamo votando l'emendamento numero 203.
CORDA (P.D.). Presidente, io avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. L'ha chiesta prima l'onorevole Porcu, onorevole Corda.
(Interruzioni)
Se l'onorevole Porcu non deve intervenire, rinunci!
Colleghi, è mancato il numero legale, se un collega mi chiede la parola per dichiarazione di voto, gliela devo dare.
SALIS (I.d.V.). Eravamo già in fase di votazione.
PRESIDENTE. Non eravamo già in votazione, onorevole Salis, non c'era il numero legale, quando io richiamo la votazione, non è automatico che si debba rifare la votazione con procedimento elettronico. Deve essere richiesta. Se un collega mi chiede la parola per dichiarazione di voto, gliela devo dare.
PORCU (P.D.). Presidente, rinuncio all'intervento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 203.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
Invito un altro consigliere Segretario a raggiungere il banco della Presidenza.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 203.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Salis ha votato a favore, i consiglieri Meloni Francesco e Dessì hanno votato contro e il consigliere Capelli si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: COCCO Daniele - SALIS.
Rispondono no i consiglieri: BARDANZELLU - CAMPUS - CAPPAI - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FLORIS Mario - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - STERI - VARGIU.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - AMADU - CAPELLI - RANDAZZO.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 36
votanti 32
astenuti 4
maggioranza 17
favorevoli 2
contrari 30
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 22, viene ripresa alle ore 11 e 10.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Metto in votazione l'emendamento numero 203.
E' stata chiesta la votazione nominale.
Prego i colleghi di prendere posto. Invito i consiglieri Segretari al banco della Presidenza. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 203, colleghi, dovrebbe essere da voi serenamente votato in maniera favorevole per il semplice fatto che l'articolo 16 fa riferimento esclusivamente al comma 3 dell'articolo 4 della legge numero 8, la cosiddetta "salva coste". Il comma 3, Assessore, parla di una norma che intendeva disciplinare le installazioni eoliche nel periodo intercorrente fino all'approvazione del Piano paesaggistico regionale. Questa norma non opera più per legge, perché volete conservare quell'abrogazione? E' già decaduta, pertanto è un elemento che non ha più nessuna cogenza dal punto di vista legislativo, noi ne chiediamo la soppressione, voi la abrogate in questo caso, quindi noi confermiamo questa abrogazione.
Dal punto di vista generale bisognerebbe vedere poi come questo emendamento si correla a tutte le altre delibere attuative della realizzazione dei parchi eolici; dell'ultimo ne ha parlato il collega Porcu di recente attraverso una conferenza stampa, dove proprio la concezione di irreversibilità dei luoghi, che noi avevamo introdotto, evidentemente pone questo… Presidente, sono tutti disattenti! Stiamo parlando di una cosa delicata!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Sanna. Colleghi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La vigenza di questo comma è importante per degli effetti residuali che sono prodotti su quegli impianti e quei parchi che, iniziati tempo addietro, non sono ancora stati portati a termine e la cui applicazione deve essere rivolta a quel periodo antecedente l'approvazione del Piano paesaggistico.
Quindi, è importante che questa norma mantenga un suo sostanziale riferimento per quei parchi che sono stati interrotti per lavori iniziati prima dell'approvazione del Piano paesaggistico e per i quali continua a valere il concetto di irreversibilità dei luoghi che, in qualche modo, aveva prodotto una sorta di blocco di quei lavori a suo tempo. Rimuovere questo significa far finta che non ci fosse questa limitazione e quindi, a legislazione variata ultimamente, potere in qualche modo legittimare degli interventi…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Sono sostanzialmente d'accordo con quanto ha appena affermato il collega Gian Valerio Sanna. Credo che, se tutti quanti insieme abroghiamo questo articolo, probabilmente facciamo un atto di chiarezza.
Torno però sul tema generale della discussione che stiamo riprendendo oggi. Abbiamo la necessità di chiarirci tra di noi su come voler proseguire questa discussione. Serve probabilmente una riflessione più approfondita ma anche serve la consapevolezza, da parte di tutti noi, che non si può fare a meno di tenere desta l'attenzione dell'Aula sulla necessità che questo provvedimento, così com'è stato partorito dalla Commissione, non vada avanti. Non deve andare avanti perché contiene misure assolutamente inaccettabili, probabilmente sta iniziando a aumentare la consapevolezza di questo fatto, anche in alcuni elementi della maggioranza, però c'è molto da fare ancora per capire se davvero questa legge, una volta modificata radicalmente, meriti di essere varata da quest'Aula.
Per adesso, queste condizioni a mio parere non ci sono, bisogna che si facciano degli sforzi consistenti e si creino le condizioni affinché davvero, con l'approvazione di un provvedimento di legge, si migliori la situazione e non si creino invece le condizioni per peggiorarla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Nelle parole del collega Lotto si legge uno stato di disagio e di difficoltà da parte di noi tutti nel proseguire questo cammino che abbiamo iniziato e che porteremo avanti se non ci sono segnali di cambiamento. Mi pare che gli incontri interlocutori che ci sono stati non abbiano prodotto niente, perché non si mettono minimamente in discussione gli aspetti che noi abbiamo evidenziato in tutti gli interventi fatti in quest'Aula. E' una legge che non si occupa degli interessi dei sardi, è una legge che non si occupa dei bisogni dei sardi che chiedono attenzioni per il lavoro, l'occupazione, il salario o la casa, come in qualche modo nella fase iniziale questa legge aveva manifestato facendo intuire che c'erano volontà, attenzione e interesse a occuparsi di questo problema, che rimane uno dei problemi principali per chi la casa non l'ha.
Dal momento che non arrivano segnali, credo che noi, con questo emendamento, concludiamo il lungo elenco degli emendamenti soppressivi all'articolo 1 bis; continuiamo ad assumere un atteggiamento di favorevole sostegno agli emendamenti aggiuntivi, che è quello di sopprimere gli articoli della legge in vigore. Nel frattempo, sulla stampa ogni mattina leggiamo che la Sardegna ha preoccupazioni, attenzioni per tutt'altri problemi che sono quelli che stanno inchiodando quest'Aula su questa vicenda grottesca, perché di una vicenda grottesca si tratta. Se, a conclusione di questo dibattito, la legge verrà approvata, non risolverà minimamente i problemi di chicchessia, quindi noi siamo esterrefatti di fronte a questa sorta di braccio di ferro che voi esercitate solo in relazione ai numeri che vi consentono di farlo, mentre la gente aspetta da noi attenzioni e considerazioni. Sono pervenute anche proposte, penso per esempio, oggi, al discorso fatto per il recupero dei terreni agricoli e attenzioni per i giovani e per coloro che guardano al settore agricolo, noi qui invece stiamo a parlare su volumi e su possibilità edificatorie…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, dichiaro il mio voto favorevole su questo emendamento che prevede la possibilità di cancellare l'articolo 16, che introdusse uno dei primi errori di tutta la politica dell'eolico e delle energie alternative che è stata portata avanti da questa Giunta regionale. Mentre continuiamo a discutere su qualche metro cubo in più e su qualche stranezza di cui a volte si fa fatica a comprendere la necessità, trascuriamo di fare delle cose importanti. Qui ne cito qualcuna ancora sull'eolico.
In questi anni, grazie a provvedimenti come questo, la quantità di eolico installato o in via di installazione in Sardegna è arrivata quasi a sfiorare i 1800 megawatt, che sono più o meno la punta massima utilizzata in Sardegna, d'estate, durante la giornata; 1800 megawatt di solo eolico è un'enormità che non ha giustificazione alcuna in Sardegna, tant'è che già oggi, che non l'abbiamo raggiunta, ci sono dei momenti in cui l'energia prodotta dall'eolico, la famosa energia verde, pulita, prodotta in Sardegna, viene dispersa nella rete perché non è possibile utilizzarla, perché l'unico modo per utilizzarla è quello di pompare dal lago di Cucchinadorza fino al lago del Taloro.
Con questa politica sono state fatte delle cose che difficilmente potranno essere raddrizzate in Sardegna. Nel frattempo perdiamo di vista le cose che, invece, dovrebbero essere fatte. Ad esempio, le dico, Assessore, che in questi giorni - lo ha già ricordato anche il mio collega Chicco Porcu - esiste un ricorso al TAR da parte dell'Enel per l'impianto ulteriore di Balascia. Nonostante sia stato condannato l'Enel non ha ripristinato lo stato dei luoghi; nonostante ci sia un accordo transattivo con la Regione sarda (che consiglio alla Giunta di rispolverare), in cui l'Enel si è impegnato a ritirare ogni sua richiesta su Balascia e quindi rinunciare definitivamente a Balascia, sotto i vostri occhi stanno invece proseguendo! Si sono impegnati a eliminare e ripulire il Monte Arci dove l'Enel installò il primo parco eolico sperimentale in Sardegna, totalmente inutilizzato! E' immondezza sul Monte Arci! Chiedetegli di toglierlo! Si sono impegnati a restituire alla Sardegna la centrale idroelettrica a valle della diga Eleonora nell'Oristanese. E' un diritto della Sardegna quella diga, quell'impianto idroelettrico, la restituzione è bloccata da tre anni e non la state richiedendo. Nel mentre, vi attardate su queste cose…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
(Interruzione dei consiglieri Steri e Soru)
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo solo per una precisazione. Onorevole Soru, concordo sul fatto che è necessario senz'altro intervenire affinché l'Enel sia adempiente e affinché giustamente la realizzazione dell'eolico non sia anche una realizzazione di devastazione dell'ambiente. Sono perfettamente d'accordo. Però volevo dirle che probabilmente c'è stato un equivoco, perché l'articolo 16 di fatto abroga il comma 3 dell'articolo 4, non il comma 3 dell'articolo 8. Il comma 3 dell'articolo 8 riguarda, giusto, l'eolico, il comma 3 dell'articolo 4 riguarda le aree boscate. Siccome c'erano state allora problematiche inerenti alla costruzione principalmente nelle zone agricole, c'era stata l'esigenza di abrogare il comma 3 dell'articolo 4 che riguarda le aree boscate, quindi c'è stato questo equivoco. L'articolo 16 non sta sopprimendo il comma 3 dell'articolo 8, che riguarda l'eolico, ma il comma 3 dell'articolo 4.
Ecco, sono intervenuto solo per precisare che c'è stato questo equivoco.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Qui siamo in uno dei classici esempi, Presidente e assessore Rassu, in particolare a lei mi rivolgo, di una discussione che purtroppo, indipendentemente dalla nostra volontà, richiama una vostra responsabilità. Qui siamo in presenza, per l'ennesima volta, di una materia delicatissima, come questa della pianificazione energetica, soprattutto relativamente alla potenza del parco di generazione da avere in quest'isola, e sconta gravemente l'assenza di una pianificazione e di una programmazione in questa materia. Io lo voglio dire senza polemica, però vorrei che mi ascoltasse anche qualche collega della maggioranza...
(Brusio in Aula)
Davvero, credetemi, non è supponenza la mia, è soltanto il tentativo di richiamare a una responsabilità collettiva, seppure io non ritengo di averne in questa fase, almeno, se riferisco la responsabilità collettiva al Governo della Regione. Però, nonostante ciò, assessore Rassu, mi soffermo su questo perché noi ci troviamo a dibattere in questa maniera, tra l'altro discutibile, su un tema così delicato come questo che non è materia che si può affrontare in maniera risolutiva in Aula. C'è necessità ovviamente di un'istruttoria, non soltanto di un'istruttoria della Giunta regionale, ma anche la Giunta regionale avrebbe necessità di istruttorie, magari di tecnici, dell'Università, come si è fatto in passato, eccetera, però quello che vorrei sottolineare è che siamo in presenza di provvedimenti che si muovono in assenza di una programmazione e di una pianificazione.
Allora, noi chiediamo di abrogare l'articolo 16, il comma 3 dell'articolo 4 della legge numero 8 del 2004 perché comunque, attraverso la norma della legge numero 4 del 2009, in quella materia di energie da fonti rinnovabili e da fonte eolica, si interveniva con un criterio di pianificazione e di programmazione anche salvaguardando alcune scelte, ripeto, di pianificazione e di programmazione.
Voi proponete con la legge numero 4 del 2009 di abrogarlo ed è un esempio ulteriore di come, da parte vostra, ci sia una volontà di agire senza avere delle regole a riferimento della vostra azione di governo. Non ci può essere Governo, regionale o nazionale, che si muova senza il rispetto di regole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, esprimo il voto a favore dell'emendamento numero 203. Infatti, come ha precisato l'assessore Rassu, siamo di fronte al rischio di contaminazione della parte boschiva, si dovrebbe tutelare, quindi l'abolizione è - a mio avviso - per una maggior tutela di quell'ambito boschivo perché il comma 3 dell'articolo 4 prescrive rispetto di non meno di 300 metri dal limite del bosco. Ora, tenuto conto dell'elemento boschivo in Sardegna e del fatto che la Regione Sardegna investe centinaia di migliaia di euro sul personale e sulla tutela del bosco, io credo che andrebbe ulteriormente allontanato il limite, quindi non solo soppresso questo articolo ma aumentata la distanza di rispetto dal bosco, quasi considerato come bene identitario, noi sappiamo quanto è utile e quanto è necessario, perché la Regione Sardegna recuperi quella coltre boschiva che ne ha caratterizzato la sua tipologia e la sua essenza già in epoca antica. E' una delle aree mediterranee con un'essenza mediterranea articolata e diversificata, nei nostri boschi convivono appunto essenze diverse, essenze complesse. Quindi, a maggior ragione, l'edificazione in prossimità del bosco andrebbe ulteriormente allontanata.
Ecco perché sono del parere che questo emendamento debba essere approvato a maggior tutela di quelle parti boschive che purtroppo stanno sempre più diminuendo a seguito degli incendi e spesso facciamo poco per la ripiantumazione di queste aree, anche se vi sono i vincoli del pascolo, però sicuramente hanno necessità di intervento maggiore a tutela, ripeto, di quel patrimonio identitario che si inserisce pienamente nell'equilibrio uomo-territorio, quindi va ulteriormente tutelato e salvaguardato.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 203.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 203.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Espa, Mariani e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter. All'articolo 1 ter sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter e dei relativi emendamenti:
Art. 1 ter
Modifiche agli interventi di adeguamento ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente
1. All'articolo 2 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le modificazioni di cui ai seguenti commi.
2. Al comma 2, dopo le parole: "tipologia edilizia interessata", sono aggiunte le seguenti: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione".
3. Nella lettera a) del comma 2 le parole: "da utilizzare come sue pertinenze" sono soppresse.
4. Nell'alinea della lettera b) del comma 2, la parola: "pluripiano" è sostituita dalle seguenti "composte da più unità immobiliari".
5. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2, le parole "nel caso di copertura prevalentemente piana dell'edificio" sono soppresse.
6. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2, dopo le parole:"legislative vigenti", sono aggiunte le seguenti: "Nel caso di fabbricati, in distacco di almeno metri 1,5 dal filo della strada, è consentito sopraelevare sul filo più esterno delle facciate.".
7. Al comma 2, il capoverso: "Gli incrementi previsti nei punti 1), 2) e 3), possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico dell'edificio e rispettate le distanze tra pareti prospicienti come previsto dagli strumenti urbanistici comunali vigenti. Gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati separatamente ad essa" è sostituito dal seguente: "Gli incrementi di cui ai punti 1), 2) e 3) possono essere realizzati in ognuna delle unità immobiliari, compatibilmente con le leggi che disciplinano il condominio degli edifici, purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'incremento volumetrico nel contesto architettonico dell'edificio.".
8. La lettera c) del comma 2 è sostituita dalla seguente:
"c) nel caso di tipologie edilizie a schiera gli adeguamenti e incrementi possono essere realizzati, in ognuna delle unità immobiliari, mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale, in ampliamento nei diversi piani o mediante sopraelevazione, purché sia dimostrato il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico del complesso edilizio;".
9. Al comma 4 dopo le parole ", e i 2.000 metri dalla linea di battigia," sono aggiunte le seguenti: "ridotti a 1.000 metri nelle isole minori,".
10. Al comma 5 le parole: "esclusivamente e limitatamente agli edifici di cui al comma 2, lettera a)," sono soppresse.
11. Al comma 5, dopo le parole: "volume esistente", sono aggiunte le seguenti: "e quindi della superficie coperta".
12. Il comma 6 è sostituito dal seguente:
"6. Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo possono essere alienati a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale.".
13. Al comma 7, le parole: "approvata perentoriamente entro il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge" sono soppresse.
14. Alla fine del comma 8, è aggiunto il seguente periodo: "Tale condizione è riferita alla superficie dell'immobile prima della realizzazione dell'ampliamento.".
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
L'articolo 1 ter è soppresso. (28)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio.
Articolo 1 ter
Il comma 1 dell'articolo 1 ter è soppresso. (29)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 2 dell'articolo 1 ter è soppresso. (30)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 3 dell'articolo 1 ter è soppresso. (31)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 4 dell'articolo 1 ter è soppresso. (32)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 5 dell'articolo 1 ter è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 6 dell'articolo 1 ter è soppresso. (34)
Emendamento soppressivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 7 è soppresso. (1)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 7 dell'articolo 1 ter è soppresso. (35)
Emendamento soppressivo parziale Campus.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 8 è soppresso. (17)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 8 dell'articolo 1 ter è soppresso. (36)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 9 dell'articolo 1 ter è soppresso. (37)
Emendamento soppressivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 10 è soppresso. (3)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 10 dell'articolo 1 ter è soppresso. (38)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 11 dell'articolo 1 ter è soppresso. (39)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 11 è soppresso. (141)
EMENDAMENTO soppressivo parziale LOTTO - MORICONI - MANCA - DIANA Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 12 dell'articolo 1 ter è soppresso. (40)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 13 dell'articolo 1 ter è soppresso. (41)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 14 dell'articolo 1 ter è soppresso. (42)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter il comma 8 è sostituito dal seguente: La lettera c) del comma 2 è soppressa. (2)
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, al comma. 8, e parole:"mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica sono sostituite dalle parole:"anche mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica". (140)
Emendamento sostitutivo parziale Campus.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, al comma 11, le parole:"e quindi delle superfici coperte" sono sostituite dalle parole: "e quindi delle corrispondenti superfici coperte". (18)
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Campus.
Articolo 1 ter
Il comma 12 è così sostituito:
"12. Il comma 6 è sostituito dal seguente:
6. Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo non possono essere alienati separatamente dall'unità immobiliare principale prima che siano decorsi dieci anni dalla dichiarazione di ultimazione dei lavori". (126)
Emendamento all'emendamento numero 126 aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo.
Articolo 1 ter
Alla fine dell'emendamento numero 126 è aggiunto il seguente periodo: "è consentito il cambio di destinazione d'uso di volumi pertinenziali o tecnici già integrati nella sagoma del corpo di fabbrica. (267)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter il comma 13 è sostituito dal seguente:
Nel comma 7, le parole "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio del comune competente approvata perentoriamente entro il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge."
Sono sostituite dalle seguenti;
"Tale contrato è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente. In assenza della suddetta delibera, l'articolo 2 della presente legge non trova applicazione nelle zone urbanistiche omogenee A." (4)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 ter è aggiunto il seguente comma:
1 bis. Al comma 1 dell'articolo 2 dopo le parole: "attività produttive" sono aggiunte le parole "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali". (137)
Emendamento aggiuntivo Sanjust - Sanna Matteo - Bardanzellu.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2 è aggiunto: "Negli edifici pluripiano il volume della scala e dell'ascensore esistenti non rientrano nel computo dei volumi perché sono da considerarsi volumi tecnici". (14)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 6 dell'art. 1 ter, è aggiunto il seguente comma:
6 bis. Nel punto 3) della lettera b) del comma 2 dell'articolo 2 le parole "che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici" sono sostituite dalle parole "che i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici non superino le distanze previste dal piano attuativo di appartenenza, se esistente, o dal PUC". (138)
Emendamento aggiuntivo Tocco - Amadu - Diana Mario.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
7 bis. Al comma 2 dopo l'ultimo capoverso è aggiunto il seguente periodo: "Nel caso di lastrico solare condominiale è consentita la sopraelevazione di un solo piano utilizzando il contributo volumetrico spettante a ciascun condomino, a condizione che i locali realizzati siano destinati ad un uso comune. In alternativa, se i locali realizzati sono agevolmente frazionabili tra tutti i condomini, possono essere realizzate cantine o locali di sgombero da attribuire in proprietà esclusiva a ciascun condomino. In entrambi i casi è necessario il consenso unanime di tutti i condomini." (147)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 1 ter
Al comma 8, dopo le parole "in ognuna delle unità immobiliari," è aggiunta la seguente "anche". (125)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Peru - Stochino - Murgioni - Bardanzellu.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 10 è aggiunto il seguente comma:
1 ter. Al comma 5 dell'articolo 2 dopo le parole "del contesto in cui è inserito;" sono aggiunte le seguenti: "nella fascia che va dai 150 ai 300 metri dalla linea di battigia, l'incremento volumetrico può arrivare fino al 20 per cento con il limite massimo di 20 mq di ampliamento, a condizione che l'interessato reperisca un nuovo posto auto da destinare a servizio dell'unità residenziale;". (139)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'inizio del comma 12 sono aggiunte le seguenti parole: "Nelle zone urbanistiche A, B e C". (127)
Emendamento all'emendamento numero 127 sostitutivo totale Diana Mario - Campus.
Articolo 1 ter
L'emendamento numero 127 è così sostituito:
All'inizio del comma 12 sono aggiunte le seguenti parole: "Nelle zone urbanistiche F gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo non sono alienabili separatamente dall'unità immobiliare principale prima che siano trascorsi 10 anni dalla dichiarazione di ultimazione dei lavori. Nelle zone urbanistiche A, B, C…. (265)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (204)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (205)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (206)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 3, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (207)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 4, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (208)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 5, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (209).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'articolo 1 ter tratta delle modifiche agli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente. Diciamo che è il cuore del Piano casa o di quello che dovrebbe essere un Piano casa. Se la legge si fosse limitata a trattare il tema della qualificazione del patrimonio urbanistico esistente, del miglior utilizzo, della qualificazione energetica, della migliore funzionalità, certamente avremmo trovato maggiori punti di contatto. Anche nella nostra proposta di legge si trattava dell'adeguamento e qualificazione, oltre che ampliamento del patrimonio edilizio esistente, noi lo facevamo all'interno degli strumenti urbanistici comunali, evitando di derogare al lavoro di pianificazione fatto dai comuni che non riguarda solo l'incremento delle volumetrie, ma anche tutti i servizi a esso connessi per far sì che gli standard urbanistici, nel momento in cui avviene un incremento volumetrico, in termini di zone di verde, di parcheggi, di servizi collegati, non siano deteriorati.
Ma, al di là della differenza di filosofia, è evidente, l'abbiamo detto anche più volte dai banchi della minoranza, che quando si tratta di qualificare il patrimonio urbanistico esistente e di...
(Brusio in Aula)
Non mi perdo d'animo, Presidente, come sempre intervenire per primi in un'Aula un po' distratta come questa ha qualche difficoltà in più, ma andiamo avanti serenamente. Certamente se ci si fosse limitati a trattare soltanto la qualificazione del patrimonio urbanistico esistente, a non consumare nuovo territorio, avreste trovato con questa minoranza (che non sempre vuole essere opposizione, più spesso vuole anche avanzare proposte) un terreno di confronto, perché noi riteniamo che si faccia bene, che sia opportuno e che sia importante qualificare il patrimonio urbanistico esistente, anzi, dovremmo farlo sempre di più.
Dovremmo farlo sempre di più, anche a partire, per esempio, dagli edifici pubblici che vanno qualificati, migliorati, resi autosufficienti dal punto di vista energetico, autosufficienti, non semplicemente abbattendo del 15 per cento i consumi, ma resi autosufficienti affinché entrino in classe A, affinché, proprio dal patrimonio pubblico, le scuole, gli ospedali, gli edifici comunali, gli edifici istituzionali diventino il traino di un'economia della sostenibilità energetica, di un nuovo modello di sviluppo che veda sempre di più il patrimonio urbanistico all'interno di un grande progetto per la sostenibilità. Non sfugge a nessuno che oggi un terzo dei consumi energetici della nostra Regione, almeno 4 mila, 5 mila gigawattore, è collegato al patrimonio edilizio; pertanto non può non vederci disponibili e pronti al confronto un tema che volesse avere questo livello e questa aspirazione.
In realtà, la vostra norma, il vostro Piano casa 1 ha fatto ben poco, pochissimo. Si è limitato a offrire incrementi volumetrici, circa il 50 per cento in più, dal 20 al 30 per cento in molti casi, per piccoli miglioramenti, a volte anche la semplice sostituzione degli infissi. Io credo che si sarebbe potuto essere molto molto più ambiziosi, in particolare negli articoli quando abbiamo parlato di demolizioni e di ricostruzioni. Ma noi sappiamo che il profilo della vostra maggioranza, dal punto di vista riformista, è un profilo molto basso, un profilo che si accontenta, non è un profilo ambizioso e pertanto, anche su questa parte del Piano casa 1, noi abbiamo fatto sentire la nostra voce di opposizione.
E' evidente che, se le modifiche apportate si limitassero a quelle dell'articolo 1 ter, potremmo discutere nel merito, ma certamente non sarebbe un terreno di scontro. La nostra opposizione è stata dura laddove voi volete utilizzare impropriamente uno strumento come il Piano casa per portare deroghe al Piano paesaggistico e per far rivivere vecchie lottizzazioni su cui dobbiamo dire la parola "fine", affinché i progetti di sviluppo siano restituiti alle comunità locali, ma all'interno di un quadro normativo che è cambiato, che è quello del Piano paesaggistico regionale, quindi con strumenti che siano urbanistici, che siano adeguati.
Se noi insistiamo nella logica che le deroghe rimangono permanenti, per cui chi aveva un PUC adeguato alla legge urbanistica del 1989 può mantenere le convenzioni in eterno, quelle efficaci, allora le può mantenere sempre, non deve mai rimodulare quel PUC, non lo deve mai adattare alla situazione presente, non lo deve riadattare alla nuova filosofia, non solo del paesaggio, ma io dico anche dello sviluppo economico, che oggi non chiede più volumetrie per le volumetrie ma richiede qualità, richiede luoghi di incontro, richiede qualificazione, richiede centri storici migliori, richiede anche modelli di sviluppo e di recettività turistica che siano diffusi, dove le ricadute per la nostra economia siano diffuse, ma diffuse nel territorio e anche diffuse tra classi sociali, dove non ci sia l'ennesimo villaggio fantasma popolato poche settimane all'anno, dove il modello di ospitalità possa avere ricadute più ampie e dove anche i nostri imprenditori, non solo quelli strettamente legati all'ospitalità, ma anche quelli legati, per esempio, ai prodotti tipici della nostra terra possano avere accesso, possano avere accesso a quel grande mercato che si crea quando un turista ci viene a trovare.
Questo avviene tanto più quanto il modello è diffuso, tanto più quanto il modello di ospitalità avviene in strutture piccole, ce lo insegnano per esempio modelli più avanzati come quelli del Trentino dove l'imprenditorialità turistica è, all'80 per cento, una imprenditorialità locale, correlata col territorio, per cui alla fine in quei Bed & Breakfast, in quei piccoli alberghi, entrano soprattutto prodotti alimentari e artigianali legati al territorio. Noi abbiamo anche dei grandi esempi, su questo potrebbe farci una lezione anche l'Assessore del turismo se, una volta arrivato allo scranno di Assessore, non si fosse dimenticato delle esperienze virtuose che egli stesso ha portato avanti nella pratica e quindi non arrivasse a propugnare modelli estranei a questa esperienza, come quelli dei campi da golf; poi l'onorevole Capelli (che storce il naso) ci dirà perché non è convinto neanche di questo.
Allora, colleghi, io credo che, se il terreno di confronto fosse l'articolo 1 ter, non ci sarebbe da fare le barricate, ci sarebbe da usare il buon senso; mi sembra di capire che la notte abbia portato consiglio e che, dall'orientamento sugli emendamenti, anche per quanto riguarda l'articolo 1 ter, stia affiorando una ipotesi semplificatoria che eviti in esso alcune storture. Cito per esempio il caso del rischio che si corre nel momento in cui si vuole cassare il periodo relativo alla realizzazione di nuovi corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale non più necessariamente "pertinenze" dell'edificio principale. Ma non tanto per questa specifica in sé, perché potremmo discutere se dopo 10 anni questo non dovesse avvenire, quanto perché, nel caso delle villette a schiera, si potrebbe correre il rischio, in quel tipo di tipologia edilizia, di creare addirittura delle villette a schiera figlie.
Se questo fosse il terreno di confronto, forse un incontro ci sarebbe. Io mi auspico che, a partire dalla discussione di questo articolo, si apra una fase nuova e si possa far prevalere il buon senso per arrivare rapidamente a un punto di incontro che ci consenta di occuparci di altri temi come il bilancio o come quelli che abbiamo richiamato anche ieri in quest'Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente, con la discussione dell'articolo 1 ter, entriamo nel vivo del contenuto di questo disegno di legge numero 265 e iniziano a emergere i tratti, diciamo pure così, peggiorativi della proposta messa in piedi dalla Giunta e notevolmente peggiorata durante la discussione in Commissione urbanistica.
Si mette mano a un concetto che è quello di eliminare l'inscindibile legame degli incrementi volumetrici che vengono assentiti da utilizzare quindi come pertinenze del fabbricato principale, così facendo si creano le condizioni perché questi interventi invece che rappresentare un giusto incremento della casa del povero operaio famoso che chiedeva assistenza, di fatto significano il raddoppio delle unità immobiliari, creando quindi incrementi non solo volumetrici ma, in maniera più che proporzionale, incrementi di valore. Il fatto stesso che poi venga eliminato, nel disegno di legge numero 265, quello che pure era un limite contenuto nella legge numero 4, cioè l'impossibilità di alienazione dell'immobile, del volume costruito, dell'incremento realizzato prima del trascorrere dei 10 anni, la dice lunga sulla volontà non certo migliorativa da parte della maggioranza nel momento in cui ha affrontato questo disegno di legge di modifica della legge numero 4.
Anche quando si interviene nelle tipologie delle case a schiera e si parla di realizzazione di nuovi corpi di fabbricato staccati dal principale e della possibilità che questo intervento lo si possa fare ciascuno indipendentemente da tutti gli altri, di fatto si stanno creando le condizioni perché quel piano di zona, che prevedeva una certa tipologia costruttiva, che prevedeva determinati volumi da realizzare, e che tanto ha impegnato i consigli comunali e le Commissioni consiliari nella discussione e nell'adeguamento anche alle norme del piano in vigore, di fatto con questo strumento si stravolga. E con questo strumento, oggi in discussione, lo si sta stravolgendo molto di più di quanto già non facesse, e lo faceva, la legge numero 4.
Nell'articolo 1 ter ci sono diversi commi che meritano di essere assolutamente abrogati, facevo riferimento alla tematica dell'alienazione, questo è riportato nel comma 12, dove di fatto l'impossibilità di alienazione prima del trascorrere dei 10 anni viene soppressa e sostituita con una dicitura che lega le possibilità di alienare questo incremento volumetrico alla possibilità che venga fatto solo ed esclusivamente se è agganciato a una parte o all'intero fabbricato principale. E', di fatto, un limite che non può essere accettato. Questo è quanto recita in materia questo provvedimento e credo che sia anche questo un motivo che ci possa portare tra un po' a mettere in discussione l'intero articolo 1 ter su cui abbiamo presentato un emendamento soppressivo per intero e che chiederemo all'Aula di approvare.
Anche per quanto riguarda il comma numero 10 si fa riferimento alla soppressione di alcuni limiti contenuti nella legge numero 4 e che di fatto limitavano a una tipologia specifica la possibilità di intervento. Il comma 10 recita: "Al comma 5 le parole: 'esclusivamente e limitatamente agli edifici di cui al comma 2 lettera a) sono soppresse'". Di fatto si stanno allargando le maglie, si stanno creando le condizioni di una maggiore possibilità di incrementi volumetrici.
Ora la discussione in atto tra le forze politiche, tra la maggioranza e il centrosinistra, ha portato anche a riconsiderare, è oggetto di discussione, questo fatto; è un fatto positivo se pure non sufficiente e sarà senz'altro un fatto da considerare con grande attenzione se davvero si vorrà andare nella direzione di sopprimerlo, così come la stessa cosa riguarderà la questione della possibilità di alienare.
Dicevo che questo articolo 1 ter, che interviene sulla prima parte, sulla primissima parte della legge, sull'articolo 2 della legge numero 4, non fa una cosa che avrebbe dovuto fare, a mio parere; una delle critiche principali che facemmo alla legge numero 4 e all'articolo 2 in particolare era che gli incrementi volumetrici non erano assolutamente legati alla possibilità o all'obbligo, anzi scusate, di realizzare gli stessi incrementi volumetrici ma anche l'adeguamento dell'intero fabbricato alle nuove norme in materia di risparmio energetico. E' un fatto questo che è un limite della legge numero 4 ed è un limite che viene interamente confermato con questo disegno di legge numero 265.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue LOTTO.) Questo ci porta a confermare un giudizio sostanzialmente negativo, ci porta a dire che la maggioranza non ha avuto né la forza, né il coraggio e né la volontà di intervenire in maniera radicale sulla legge numero 4 per migliorarla davvero e per renderla meno impattante e più positiva per il territorio, per dare una mano a costruire case più di qualità, a intervenire con la premialità volumetrica e a intervenire sugli interi fabbricati per migliorarne la qualità. Si è rinunciato a far questo, si è confermata la volontà di legare questo eventuale intervento a ulteriori incrementi volumetrici e questo significa confermare un taglio sostanzialmente negativo della legge numero 4 del 2009.
Ora noi non condividevamo allora quella impostazione e non la condividiamo oggi che abbiamo invece l'opportunità eventualmente di migliorarla davvero. A me dispiace che la maggioranza abbia inteso interpretare la necessità di mettere mano a un intervento di manutenzione sulla legge numero 4 come un volerla considerare insufficiente rispetto alle necessità che qualcuno aveva di fare interventi maggiormente impattanti con il territorio e con gli assetti urbanistici. A me dispiace che sia stata presa questa strada, che non si sia avuto il coraggio invece di migliorarla davvero in certi tratti, avreste trovato in noi dei sostenitori, degli interlocutori attenti; così non è stato, adesso bisogna cercare di limitare i danni con questo pessimo disegno di legge che è arrivato in Aula. Vedremo come andrà la riflessione collettiva di quest'Aula, nel frattempo però diciamo con forza che l'articolo 1 ter nel suo complesso non va bene, in alcune parti è assolutamente inaccettabile e spero che venga in parte rimaneggiato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'articolo 1 ter si incarica di apportare alcune modifiche tutt'altro che passeggere o superficiali all'articolo 2 della legge numero 4. Una cosa che mi piace dire, anche per le cose di cui si è dibattuto poco fa in quella stanza lì, prestiamo un attimo di attenzione, è che si può discutere di tutto, ma non si può immaginare che le nostre contrarietà, che hanno delle radici precise in materia di legge numero 4, quindi di Piano casa originario, debbano essere automaticamente dimenticate e considerate un fatto consumato.
Ieri il collega Valerio Meloni ha avuto modo di usare un paragone molto forte, forse anche un po' eccessivo, ma non è che se una persona è stata abituata a una certa violenza si dimentica la prima perché conta solo la seconda, la sua psiche è colpita, è interessata da una pluralità di eventi negativi. Il che vuol dire che a noi non potete chiedere di far finta che non esista la legge numero 4, perché è lì, operante, grazie assessore Rassu, sappiamo benissimo che è operante, come sono state operanti le leggi, i Piani casa delle Regioni, fino a quando è stato Ministro l'onorevole Bondi, umile e silenzioso servitore della volontà superiore, essere ovviamente poco autonomo, ministro non dalle larghe vedute, ma compiacente esecutore di una linea proposta dal "capo" nella sua originaria versione del Piano casa. E quando mai il Ministro Bondi si poteva permettere il lusso di impugnare le leggi sui Piani casa, ancorché illegittime perché non fondate su un provvedimento legislativo che le autorizzava?
Ecco perché, secondo me, è importante il lavoro, che abbiamo fatto e che continueremo a fare, di ripetizione o di ripasso, se volete, sulla legge numero 4, perché è giusto che l'attuale Ministro conosca che cosa è in vigore. Non a caso, quello che è stato impugnato nel Lazio, è il reintervento sul precedente Piano casa. Anche nel Lazio è impugnata la legge che intendeva modificare il Piano casa del 2009, identico e preciso come nel nostro caso, a maggior ragione noi non possiamo non rimarcare qua la ragione per cui eravamo contrari a quel Piano casa.
Prima di tutto perché noi proponevamo, come Piano casa, l'obiettivo di dare la casa a chi non l'aveva, che credo sia in assoluto, rispetto a quello che voi avete scritto, un obiettivo assai più nobile e non paragonabile a quello che voi avete fatto, anzi è più nobile perché voi avete negato la possibilità di far utilizzare questo strumento per dare un beneficio alla gente che ne aveva bisogno. Adesso, siccome ho alcuni dubbi sulla reale positività di questo strumento, perché non fate come avete fatto per tante cose, tanto ormai siamo un Consiglio regionale "a sportello"? Vi chiedo con molta chiarezza di far venire qui sotto quelli che chiedono questo provvedimento, fateli venire! Dico ai giornalisti di scrivere che vengano qui a protestare sotto il Consiglio regionale, perché io, prima di tutto, li voglio vedere in faccia, voglio vedere in faccia tutta questa platea infinita di persone che ci reclamano la proroga del Piano casa. Li voglio vedere! Li voglio vedere, perché voglio anche capire di chi si tratta. Più o meno sono convinto che facciano parte vagamente della mia categoria professionale, vagamente, però li vorrei vedere, fateli venire qua! Vedremo se sono 20 o 30 mila, quelli che sono! Siamo abituati a questo, il Consiglio regionale ha sempre agito sulla base di una spinta popolare emotiva, adesso non me la potete raccontare, perché io non ci credo. Anche a me è arrivata qualche sollecitazione, è per quello che so da dove provengono!
Assessore, in ragione della crisi complessiva, c'è anche un'osservazione che lei avrebbe istituzionalmente il dovere di tenere sotto controllo: ci sono fenomeni distorsivi, a parte i clienti soliti che voi avete dall'inizio della legislatura, ci sono anche quelli che hanno capito che devono fare della loro professione una sorta di lavoro di procacciamento e vanno in giro a costruire speranze di intervento, di ampliamenti, di lavori, offrendo prestazioni professionali, quindi hanno un po' di arretrato e hanno oggettivamente bisogno di una proroga. Io combatterei questi fenomeni, ma noi abbiamo combattuto la legge numero 4 perché volevamo dare la casa a chi non l'aveva, vi abbiamo chiesto dei soldi, vi abbiamo detto anche da dove li dovevate prendere, ci avete detto "no"! Questo vi pesa, questo politicamente io non lo vorrei dimenticare, voi avete negato la casa a chi non l'ha, e l'avete fatto con un atto esplicito che si è tradotto in questo provvedimento, nel provvedimento della legge numero 4.
Ma, oltre questo, avete fatto un procedimento privo di supporto normativo. Io ho letto oggi con piacere che il Procuratore della Repubblica di Oristano, noto esperto nella materia urbanistica, concorre a diventare addirittura Procuratore a Roma, perché? Perché non è una persona evidentemente sprovveduta, ha un curriculum significativo, maturato proprio da decenni di studi su queste materie. Lui ha reso un servizio (come se fosse un centro studi, ma noi non l'abbiamo saputo cogliere) all'intera comunità regionale, ma non solo, dicendo che, se manca alle Regioni un mandato di delega da parte dello Stato, avente requisito di riforma economica e sociale, nessun legislatore è autorizzato legittimamente a modificare le leggi, ad andare in deroga alle leggi! E noi ci troviamo oggi nella condizione in cui la legge numero 4, secondo voi, è operante, ma è operante senza il presupposto della legittimità, perché non c'è quella legge che nell'intesa Stato-Regioni il Governo aveva promesso e che non è stata fatta. Quindi noi abbiamo fatto una legislazione in deroga, senza il presupposto.
Per spiegare questo, Assessore, che cosa diceva il Procuratore? Diceva: "Tanto è vero questo, che lo posso dimostrare in questo modo. Io, che sono magistrato, se mi trovo di fronte un cittadino che viola, obbedendo alla legge numero 4, il Piano urbanistico del Comune nel quale è inserito, e va in deroga ai parametri urbanistici, che cosa devo fare come magistrato? Lo considero un abuso o lo considero legittimo?". E continuava: "Siccome non ho una norma statale che mi dice che devo derogare alla regolamentazione attraverso il Piano urbanistico, io devo aprire un'azione penale nei confronti di quel cittadino". Vale a dire che, siccome non c'è una norma che manda in deroga l'azione penale nei confronti di coloro che violano il Piano urbanistico comunale che, dalla legge dello Stato numero 1150, è l'unico strumento abilitante alla trasformazione territoriale per quel cittadino, non c'è una analoga norma statale che tenga in piedi questa.
Ecco perché l'articolo 2 è l'esemplificazione della volontà di assicurare alla gente ampliamenti gratuiti come se nulla fosse, bisogna invece dire ai cittadini di stare attenti perché, da un certo punto di vista, quella norma mantiene in pieno la sua illegalità, ed è bene che, quando ne riparliamo, perché la volete modificare e peggiorare, in relazione sempre al sistema delle clientele, qualche cosa la dovrà spiegare, Assessore, almeno una cosa me la deve spiegare: perché gli ampliamenti che erano considerati pertinenze adesso diventano unità immobiliari? Si faccia una domanda e dia una risposta, se poi la volete anche pubblicare con quell'iniziativa che avete fatto… è curioso, spiegate ai cittadini perché, a distanza di qualche mese, le pertinenze diventano unità immobiliari. Questo interessa alla sopravvivenza di qualche famiglia che si è ampliata o alla sopravvivenza di qualche conto bancario…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, in genere non amo intervenire in discussione generale perché ci si rivolge fondamentalmente all'esterno dell'Aula, visto che l'Aula in questa fase è ampiamente e diffusamente disattenta. Nonostante ciò voglio parlare all'Aula e non all'esterno e prendo spunto dalla discussione di ieri sull'articolo 15 del primo Piano casa, il Capo III sul recupero dei sottotetti.
Ieri quella discussione ha dimostrato come un'anomalia possa diventare una regola, tant'è che, nel nuovo Piano casa, chi aveva provato gusto nel far passare allora l'abitabilità dei sottotetti, e l'Aula ieri ha confermato questa anomalia, in questo Piano casa ci riprova con i seminterrati. Il pericolo è che possa passare perché l'Aula dimostra la stessa sensibilità su questi argomenti che ha dimostrato allora nella discussione del primo Piano casa.
Io voglio davvero invitare l'Aula a valutare con attenzione quello che facciamo, bisogna fare attenzione, bisogna avere senso di responsabilità, non possiamo legiferare semplicemente perché le posizioni sono quelle decise dalla maggioranza e dai Gruppi. Ieri, mentre guardavo dei programmi televisivi, dei talk show politici, si parlava anche di morale nella politica, allora mi chiedevo se i colleghi della maggioranza, so che adesso mi giocherò le residue credibilità che ho in questo Gruppo, quando sono tornati a casa, ieri, alla domanda dei figli, della moglie o del marito, del fidanzato o della fidanzata, su come fosse andata la giornata, hanno risposto: "Noiosa, l'opposizione ha fatto ostruzionismo, abbiamo passato una giornata per approvare o, meglio, per bocciare sette, otto o dieci emendamenti, però una cosa buona l'abbiamo fatta, abbiamo salvato l'abitabilità dei sottotetti!". A quel punto, la domanda successiva posta ai colleghi sarà stata: "In che senso avete salvato i sottotetti?". Risposta: "Sì, abbiamo votato per consentire agli immobiliaristi di poter vendere, come superficie abitabile, le soffitte delle case, al di là di qualsiasi norma igienico-sanitaria".
Io credo che, se questo dialogo fosse avvenuto ieri, tra i familiari, gli amici e i parenti dei colleghi della maggioranza, probabilmente, essi si sarebbero resi conto che è necessario seguire con maggior senso di responsabilità i testi legislativi che ci vengono proposti o che noi stessi costruiamo, perché molto spesso le cose peggiori le costruiamo noi in Commissione rispetto anche ai testi che ci vengono proposti. L'articolo 1 ter ha vari commi che modificano molti passi della prima stesura della legge sulla casa, quella che attualmente è in vigore, e li modificano in senso altamente peggiorativo, altamente peggiorativo!
Ora, davvero, io chiedo all'Aula, distratta, stanca, ognuno pensa alle cose sue, di fare attenzione! Se non staremo attenti nella valutazione di questo articolo, noi peggioreremo di molto un testo che di per sé era debole, un testo che di per sé usava costantemente dizioni come (parliamo del recupero abitativo dei sottotetti) "il recupero abitativo dei sottotetti è consentito, previo titolo abilitativo… purché siano rispettate tutte le prescrizioni igienico-sanitarie…", comma 4; o il comma 5: "Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito…" in deroga alle norme igienico-sanitarie. Con il comma 4 diciamo che esistono le norme igienico-sanitarie, con il comma 5 dichiariamo che si può fare serenamente anche in deroga a queste norme.
Allora, per tornare all'articolo in discussione, attenzione, ci sono passaggi che sono altamente peggiorativi del senso, della filosofia, dell'afflato, se vogliamo utilizzare un termine aulico, che hanno condotto prima il Governo nazionale, poi il Governo regionale a recepire una norma che aveva lo scopo di provare a rilanciare il settore economico in crisi attraverso l'edilizia. Allora mi chiedo che cosa c'entra abolire al comma 3 le parole "sue pertinenze", è stato ricordato che, secondo il Codice civile, per "pertinenza" si intende una cosa destinata in modo durevole a servizio o a ornamento di un'altra cosa, ovvero non costituisce opera autonoma. Perché vogliamo abolire la possibilità che era stata scritta che, sì, si possono ampliare le residenze uni e bifamiliari purché l'ampliamento rimanga come pertinenza di quell'ampliamento? Abolire il termine "pertinenza" significa poter immettere sul mercato un qualcosa che, in maniera anomala, acquisisce una propria autonomia, un'autonomia economica.
Ancora, il comma 6, dove possiamo derogare alla possibilità che le sopraelevazioni possano avvenire solo in distacco rispetto alla facciata degli edifici. O il comma 7, che è uno dei più invasivi. La prima legge sul Piano casa diceva che gli ampliamenti potevano essere fatti purché venissero rispettate le distanze tra abitazioni, le distanze tra le pareti finestrate, le distanze tra un'abitazione e un'altra, per una questione di civiltà, oltre che di decoro urbano. Veniva ricordato ancora una volta che i volumi così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile, cioè è giusto ampliare, è giusto dare la stanza in più, è giusto dare il bagno in più, se serve, ma come "pertinenza" nell'ambito del miglioramento abitativo di quell'unità immobiliare. Bene, il comma 7 fa saltare tutto! Fa saltare le distanze, segno di civiltà, e fa saltare la possibilità che non possa essere alienata in maniera separata.
Ecco il comma 8: "mediante realizzazione di corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale". Continuo a chiedermi: a chi servono queste modifiche? Servono a chi, usufruendo del Piano casa, può migliorare la propria abitazione o servono a chi, usufruendo del Piano casa, può immettere sul mercato nuove cubature, nuove volumetrie? O ancora, "che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale", questo al comma 12; attenzione, perché il comma 12 sostituisce il comma 6 della vecchia legge, quindi attenzione ad esempio sull'abrogare questo comma, perché poter abrogare il vecchio comma 6 della legge numero 4 sarebbe invece un'opera meritoria perché il comma 6 della legge numero 4 era un comma in cui fondamentalmente si parlava di deroghe in tutti i sensi. Il comma 6 prevede che gli adeguamenti e gli incrementi volumetrici "possono superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti…"; perché faccio questo discorso? Lo faccio proprio perché vorrei che l'Aula, nel valutare gli emendamenti, lo facesse non sulla base di un pollice verso o di un pollice sollevato, ma lo facesse sulla base di un ragionamento. Lo dico anche a voi che sicuramente avete presentato degli emendamenti soppressivi: attenzione a sopprimere il comma 12, perché potremmo ricadere nella brace dalla padella dove stiamo cercando di andare.
Ancora, il comma 13 dove si parla di zone urbanistiche A. C'è la possibilità di migliorare il testo, se lavoriamo valutando bene gli emendamenti.
E' stato fatto un ottimo lavoro, devo dire, nel tentativo di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione, nel tentativo di superare il termine temporale del 31 ottobre, io credo che, se l'Aula manterrà quell'attenzione, che non sia solo quella di arrivare entro il 31 ottobre, ma sia quella di migliorare davvero il testo, per rendere una legge davvero efficace per gli scopi per cui era nata…
PRESIDENTE. Onorevole Campus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dessì, Diana Giampaolo, Salis e Sanna Gian Valerio sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 38 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu.
Poichè il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo solamente per dare parere favorevole su questo nostro emendamento, che poi seguirà, sulla soppressione. Questo articolo è un articolo abbastanza complesso, devo dare atto all'onestà intellettuale dell'onorevole Campus che poc'anzi ha illustrato con obiettività il passaggio dell'articolo in discussione, appunto l'articolo 1 ter, un articolo che interviene in diversi aspetti a testimoniare anche in questo caso una disorganicità di intervento, e che mi fa pensare ancora una volta alla necessità e al bisogno di dare corso davvero ai Piani urbanistici comunali, perché questo mi sembra più tema da Piano urbanistico comunale che tema da Consiglio regionale: il Consiglio regionale avrebbe potuto dare gli indirizzi generali e poi far sì che i comuni intervenissero nel merito proprio perché conoscono pienamente le problematiche locali.
Questi interventi, ho avuto modo di dirlo anche in altre circostanze, incidono nella convivenza civile delle nostre comunità, perché spesso noi adottiamo misure, e quindi proposte, che creano disparità e anche frizione tra i cittadini, perché alcuni di questi articoli, alcuni di questi commi - è stato detto - vanno totalmente in deroga. Abbiamo parlato di pareti finestrate: voi immaginate la vivibilità nei nostri centri che sta diventando sempre più problematica a causa della grave crisi economica che non porta certo serenità nelle famiglie, quindi c'è già una tensione interna ai nuclei familiari, se poi a questo si aggiunge il fatto che il "mio" dirimpettaio, magari perché dispone di risorse finanziarie, si costruisce l'altra stanza e quindi riduce la distanza tra le pareti finestrate intervenendo in qualche maniera sulla mia privacy, ciò chiaramente determina un conflitto e quindi una vivibilità difficile, una vivibilità che appunto viene esasperata dalle condizioni economiche. Nella nostra proposta al Piano casa 1, noi tentammo di far prestare attenzione a questi aspetti che, ripeto, il legislatore non valuta perché spesso non conosce le conseguenze della norma che mette in atto, perché non si immagina che cosa può avvenire, perché molti - senza nulla togliere agli amministratori regionali - non conoscono le dinamiche che si sviluppano nei nostri quartieri, nei nostri centri abitati. Penso di non dire nulla di improprio se, rivolgendomi ai sindaci, coloro che lo sono e coloro che lo sono stati, e che conoscono benissimo queste problematicità, dico loro che questo articolo 1 ter si insinua nella vita quotidiana dei cittadini.
Ecco perché dico che bene faremmo a sospendere per 3 o 4 mesi, come è stato detto, non casca il mondo, e incentiviamo i comuni a chiudere il loro Piano urbanistico e a recepire al suo interno questi elementi che sono tipici dei piani urbanistici e dei piani particolareggiati, mentre noi stiamo immettendo azioni che chiaramente incidono anche nella convivenza civile, proprio per questi elementi. Considerando, in questo articolo, la parte relativa a ulteriori unità immobiliari all'interno delle case a schiera, io riflettevo, anche sulla discussione di questo, che non serve sicuramente al titolare dell'abitazione principale ma probabilmente questo è interesse dei costruttori che in tale maniera realizzano un mini alloggio.
Noi sappiamo quanto la nostra società, nella disgregazione dei nuclei familiari, sta costituendo nuclei familiari unicellulari, di un'unica persona, che non sanno dove andare per cui l'esigenza di mercato è quella di avere mini alloggi, e qui si è scoperto il modo per avere mini alloggi. Non è una forma ipotetica ma è una forma concreta, perché molti, ripeto, più che stare in macchina, probabilmente avendo due stanze, riescono a stare sotto un tetto. Pertanto non mi stupisce questo inserimento che non è, ripeto, necessario al titolare della casa a schiera, che ha necessità invece di avere il suo giardino, non di occuparne una parte per creare non una dependance ma addirittura un'unità immobiliare.
Così possiamo dire per le tipologie pluripiano, dove si recupera ogni spazio; davvero c'è un mercato e una richiesta immobiliare per singole unitàper quei nuclei familiari composti da una sola persona, la richiesta è enorme, questa nostra società sta appunto portando nel mercato immobiliare questa nuova esigenza. Quindi comprendo che avviene, però non deve avvenire a discapito di una convivenza civile, e quindi di un equilibrio tra cittadini laddove l'amministrazione pubblica non crea incentivi, perché davvero coloro che non possono avere la disponibilità finanziaria possano accedere a questa norma, che peraltro sembrava che avrebbe messo davvero in sesto l'economia della Regione Sardegna; eppure, a leggere la comunicazione di ieri dei sindacati unitari e della Confindustria, il Piano casa non esiste come priorità delle cose che questa Regione dovrebbe fare, quindi noi ci stiamo attardando a discutere, appunto, di articoli che non sopperiranno alla difficoltà economica e alla situazione sociale della Sardegna. Noi sappiamo quanto sia difficile andare avanti per un nucleo familiare senza un posto di lavoro.
Altro che Piano casa! Altro che stanza aggiuntiva in più, se non è supportata e aiutata anche dalla finanza pubblica, così come si è fatto per la prima casa! Ma, ripeto, altrettanto strumento di incentivo potrebbe esserci per migliorare la propria abitazione, anche in termini igienico-sanitari; sappiamo che la povertà e la poca disponibilità economica porta comunque anche i nuclei familiari a vivere nella precarietà sanitaria perché non hanno la possibilità di sistemarsi le stanze, di sistemarsi le infiltrazioni d'acqua, perché la manutenzione al patrimonio immobiliare non avviene, perché non interveniamo nei centri abitati, tentiamo di fare ulteriori volumetrie, quando invece dovremmo recuperare quelle esistenti per una migliore vivibilità dei nuclei familiari che oggi sono costretti, ripeto, a vivere in situazioni di precarietà.
Questo è comunque un grande costo che paga la società, perché le situazioni malsane portano le persone a doversi poi servire del Servizio sanitario regionale e sono costi di cui non riusciamo a determinare l'entità. Prendiamo il caso di un bambino che si prende un'influenza, o addirittura le malattie polmonari, si è costretti a rivolgersi alla sanità e sappiamo quanto le sue casse siano in una situazione precaria, quelle risorse dovrebbero essere utilizzate per le situazioni davvero di alto rischio.
Tutto questo lo paghiamo per una superficialità nell'affrontare i temi, che sembra che non abbiano ricadenze ulteriori e che, invece, sono intrisi di complicanze; spesso noi legislatori pensiamo di adottare una norma perché ci sembra che risolva un problema invece non ci rendiamo conto che magari ne causa altri peggiori dell'obiettivo al quale tendere. Questa norma è una di quelle davvero complesse, forse dovremmo pensare di più a creare opportunità di lavoro, a creare le condizioni perché il cittadino abbia il lavoro e possa investire direttamente sulle unità immobiliari, lasciando, ripeto, ai comuni che queste spigolature, perché io le chiamo spigolature, possano essere verificate, certificate e gestite appunto all'interno dei nostri comuni nei quali…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo nella discussione su questo articolo cercando di concentrarmi in parte sulle norme che questo articolo contiene ma cercando anche di riportare la discussione su una visione più generale circa quello che sta accadendo in questi giorni in questa Aula. Il collega Campus diceva: "Smettiamola di parlare all'esterno, parliamo tra di noi, concentriamo la discussione al nostro interno, proviamo anche ad ascoltarci nella speranza che ci sia la possibilità di ciascuno di ragionare secondo la propria coscienza e provare a migliorare le cose per i nostri concittadini".
Penso anch'io che sia utile rivolgerci soprattutto all'interno perché non mi fido molto di come la discussione viene riportata all'esterno… Buongiorno, Presidente!… Non mi fido molto di come le cose vengono riportate all'esterno. A me personalmente oggi capita di vedere riportata all'esterno una questione che mi ha riguardato, un dibattito con l'onorevole Floris riportato in maniera totalmente falsa all'esterno, ma questa è la nostra situazione!
Purtroppo io sono stato contrario a far comprare alla Regione gli edifici per i nuovi uffici per circa 130 milioni di euro, l'ho fatto non in odio a qualcuno, l'ho fatto semplicemente perché pensavo che la Regione non avesse 130 milioni di euro da spendere con un solo costruttore. Purtroppo sono stato anche contrario a continuare a consumare le nostre coste, le zone intonse, le zone vergini del territorio più belle della Sardegna, l'ho fatto non in odio qualcuno, l'ho fatto cercando di tutelare gli interessi generali. Ma purtroppo questo pesa!
Purtroppo sono anche contrario alla proroga del Piano casa con gli ulteriori peggioramenti di cui ci occupiamo anche in questo articolo, sembra proprio che ci sia un accanimento, ma purtroppo semplicemente sto cercando di concentrarmi sugli interessi generali anziché andare a vedere a chi giova e a chi non giova. Sto cercando di fare una questione generale e non quello che è utile a una qualche persona. Questo naturalmente ha un prezzo che si paga. A me fa anche un pochino sorridere, sono abituato a cose persino più ampie che poi si riesce a chiarire.
Però è un fatto, credo, di democrazia e credo che interessi l'intero Consiglio (compresi i suoi uffici stampa, i nuovi sistemi di immediata comunicazione all'esterno attraverso la pubblicazione di video e dei resoconti) che la discussione del nostro Consiglio regionale sia trasmessa all'esterno nel modo più coerente possibile.
Tornando a questo articolo. A chi giova fare in modo che gli aumenti di cubatura non possano essere esclusivamente dedicati o realizzati laddove siano possibili, laddove sia effettivamente possibile aggiungere una stanza o chiudere una veranda, come era stato detto nella prima discussione, per sopperire alle nuove esigenze di una famiglia che cresce? Che c'entra autorizzare pertinenze fuori dall'edificio? Stiamo tornando, in Sardegna, all'epoca in cui si realizzavano i bagni in cortile? O stiamo pensando che qualcuno voglia realizzare una stanza per un figlio in cortile, lontano dalla casa principale? Ci stiamo allontanando quindi dalla possibilità di chiudere una veranda o di aggiungere una stanza nel terrazzo, stiamo facendo evidentemente delle cose che non servono più alle famiglie dei sardi, servono ai costruttori che operano in Sardegna!
Di questo ci siamo occupando anche oggi, mentre ci tolgono le navi tra Porto Torres e Genova, nonostante la propaganda a caro prezzo pagata dai sardi, mentre ci cancellano gli aerei. E sì! Nel momento in cui, ieri, Alitalia ci diceva che non c'è nemmeno notizia di un nuovo bando per la continuità territoriale, nonostante la propaganda che ogni giorno siamo costretti a subire, ormai siamo certi che non discuteremo per tempo la legge finanziaria della Sardegna e non abbiamo neanche alcuna certezza delle risorse sulle quali discuteremo questa legge finanziaria e questo bilancio, non credo che quest'anno ci direte ancora che state discutendo le norme di attuazione.
Mentre tutto questo accade in Sardegna, noi siamo qui a parlare delle esigenze di qualche costruttore di separare le pertinenze dall'edificio principale ed eventualmente di poterle vendere separatamente. Concordo che il comma 12 di questo articolo è meglio non cancellarlo, una qualche riserva la pone. Però io personalmente non sono disponibile ad andare a guardare il singolo comma, non è che mi interessi tanto, per i motivi che diceva anche il mio collega prima. Queste sono discussioni che dovremmo delegare ai Piani urbanistici comunali, ai regolamenti edilizi, e, in qualche caso, dovremmo discutere eventualmente una legge urbanistica, ci sono già alcuni progetti di legge presentati, ma qui siamo dentro una discussione che si intitolava "Norme urgenti per lo sviluppo della Regione". Lo sviluppo della Regione passa da questo? Dal vendere separatamente o dal realizzare separatamente gli aumenti di cubatura sia nel caso di lottizzazioni a schiera, sia nel caso di alte torri o sia nel caso di palazzi multipiano?
Qui stiamo discutendo di una cosa che fa finta di servire alle famiglie sarde, ma che, come abbiamo visto poc'anzi, con la discussione sugli emendamenti che hanno cercato di cancellare l'articolo 13 e l'articolo 14, cerca di fatto di cancellare il Piano paesaggistico regionale; inoltre, in maniera furba ma irresponsabile, nasconde, dietro la possibilità per qualche famiglia della Sardegna, quella di fare invece regali enormi a qualche persona ben individuabile o a tante altre persone di cui non conosciamo i nomi, ma che certamente si nascondono dietro l'esigenza caparbia di difendere ancora oggi la cancellazione del Piano paesaggistico attuata o tentata con gli articoli 13 e 14 della legge numero 4 che stiamo cercando di prorogare.
Questo in un mondo persino chiarito rispetto a due anni fa, che ci dice che lo sviluppo non passerà certamente dall'ulteriore consumo del territorio, che ci dice che la società oggi ha bisogno di altre cose rispetto al consumo dell'agro, che i problemi del lavoro in Sardegna non si risolveranno certamente cancellando la destinazione agricola dei suoli agricoli, appunto, della Sardegna, e dedicandoli alla cementificazione, ma eventualmente prendendo coscienza della responsabilità della destinazione dei suoli agricoli all'agricoltura e al soddisfacimento del bisogno di cibo, piuttosto che del bisogno di cemento. In un momento in cui le nuove generazioni ci dicono di pensare un pochino meno a noi, che qualche anno ormai lo abbiamo maturato, e di pensare un pochino a loro, i giovani di oggi e quelli che verranno, noi caparbiamente cerchiamo di continuare a lasciare debiti a loro, debiti nel senso finanziario del termine e debiti nel senso di impoverimento dell'ambiente e di ulteriore depauperamento delle risorse disponibili per il futuro.
Nonostante tutto questo, noi continuiamo caparbiamente, oggi, in maniera totalmente irresponsabile, nell'Italia di oggi e nella Sardegna di oggi, a occupare questo Consiglio regionale, fino a notte tarda, per autorizzare la vendita degli sgabuzzini separati dagli edifici, contraddicendo qualunque logica, qualunque buon senso, persino il mero significato delle parole, come ci ricordavano poc'anzi circa il termine "pertinenze". E' da irresponsabili quello che state facendo. Io credo, signor Presidente della Regione, che sia da irresponsabili la discussione che stiamo facendo oggi!
Al di là di qualche giornale amico, al di là di qualche trasmissione televisiva, al di là del fatto che, mentre non vediamo niente, vediamo ogni giorno almeno due notizie alla Tv di cose che semplicemente non accadono ma sono nella fantasia delle persone, la Sardegna ha bisogno che ci si prenda cura di lei, della Sardegna tutta, non qualche impresa di costruzioni, non qualche potere forte che qui stiamo cercando di difendere. Dal mio punto di vista, non è su un comma in più che…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, io non voglio entrare nei dettagli di questo Piano, mi accontenterò di "testualizzare" o forse contestualizzare solo il suo contenuto, dunque non parlerò di cubatura né di finestre né di infissi, lascerò questo agli esperti.
Però, ribadisco il fatto che questo vostro voler trasformare radicalmente l'ambiente, in particolare il paesaggio, ci rimanda a un nuovo tipo umano, a un nuovo tipo umano in corso di formazione, dove lo spazio diventa una plastica politica in cui forme e paesaggi costruiti vengono di continuo plasmati e riplasmati da forze politiche e da corporations occulte. La plastica politica che viviamo dentro questo Consiglio è anche la densità della materia, uno spazio gelatinoso che mette a nudo le tracce degli avvenimenti dei processi politici. Il nodo è "se" e "come" si possa liberare un complesso avvenimento di ciò che ne resta.
C'è, a dire il vero, un lutto politico, un lutto politico dentro questo Consiglio, che consiste nel tentativo di deontologizzare dei resti, di renderli assenti, in primo luogo di identificare le spoglie e programmare il futuro per cancellare il passato. Manca quella potenza di trasformazione della politica in cose utili socialmente e ontologicamente. La crisi è insopportabile e il rimedio si fa raro ogni giorno; invece di concentrarsi sulla crisi economica, finanziaria e soprattutto sociale, ci divertiamo a presentare questo Piano casa che deve essere rifatto interamente, se si vuole bene a quest'isola e a questi cittadini.
Cari colleghi, noi conosciamo che l'urbanistica è quel sapere che può orientare la nostra speranza di vivere e convivere in un contesto desiderato, in città, luoghi, paesaggi ricchi di luce propria, come la nostra generosa isola. Siamo tutti al corrente, caro Assessore, delle lotte e dei colpi bassi per l'aggiudicazione degli appalti, siamo consapevoli degli abusi che avvengono nei cantieri, luoghi dove si frantuma il sogno democratico e il riconoscimento della nostra dignità, per fare posto, come direbbe forse Nietzsche, al governo della mediocrità, espresso dalla società borghese e golfistica.
Salute, casa, lavoro, ambiente e paesaggio costituiscono i fondamenti del grado di qualità di un contesto, un insieme strutturato determinante per lo sviluppo della personalità, del carattere individuale e collettivo. Noi non pretendiamo di darvi lezioni di civiltà o di cultura, vogliamo solo sollecitare il vostro senso di responsabilità, la vostra intelligenza, ricordandovi che è meglio il sapere che il potere transitorio. Chiediamo non solo se il planner di questo Piano casa abbia una funzione politica, ma se sia corretto, legittimo e soprattutto utile che il planning definisca e venga guidato da una qualche teoria morale e ideologica politica. Si tratta quindi, qui, di una doppia operazione.
Il vostro compito, caro Assessore, è quello di stabilire una certa relazione tra gli esiti sociali e le operazioni spaziali, il tutto nella convinzione che, per ripoliticizzare lo spazio, si debba depoliticizzare l'urbanistica. Noi notiamo con grande dispiacere che gli aspetti del vostro planning del Piano casa non sembrano rispondere adeguatamente ad alcune delle nuove sfide di una società contemporanea. Mi chiedo quali componenti di un territorio hanno più valore agli occhi dei turisti nazionali e internazionali e qual è il modo per valorizzarle e veicolarle. Ciò che diciamo è che questo Piano è inosservante delle norme urbanistiche; va dunque impedito, per cautela, come evento dannoso, né più, né meno.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, mentre preparavo l'intervento, ho incominciato a leggere il titolo dell'articolo 1 ter e mi sono detto: "Forse si sono accorti di quello che avevano approvato con la legge numero 4 due anni fa e provano a porvi rimedio". Il titolo è:"Modifiche agli interventi di adeguamento ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente". Purtroppo, colleghi, Assessori, Presidente, a partire dal comma 2 mi sono dovuto ricredere, perché già nel comma 2 si incomincia con modifiche che sono peggiorative, come diceva il collega Campus. Come è possibile inserire gli adeguamenti in modo organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato esistente senza che si forniscano elaborati fotografici e simulazioni? E' una finzione! Difatti, con il comma 2, voi aggiungete: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione". Con questo articolo, ancora una volta, dimostrate insofferenza per le regole e pensate che tutto quello che è regola sia un appesantimento; quindi, se è possibile, state peggiorando una legge già pessima.
La conferma poi l'abbiamo al comma 3, dove sopprimete, nella lettera a) del comma 2, sempre della legge numero 4, le parole "da utilizzare come sue pertinenze". Consentite quindi, attraverso questo comma 3 dell'articolo 1 ter, la gemmazione dei fabbricati perché, se prima i nuovi corpi di fabbrica erano consentiti solo per le pertinenze, oggi avremo nuovi edifici autonomi e pertanto un effetto moltiplicatore. Colleghi, vi invito ad avere attenzione, a entrare nel merito, come ha fatto l'onorevole Campus, su quanto riguarda le pertinenze, perché l'effetto moltiplicatore è replicato poi al comma 4 e ai commi 5 e 6 di questo articolo, dove ampliate la tipologia degli immobili, da pluripiano passate a edifici con più unità immobiliari. L'effetto moltiplicatore delle unità immobiliari è anche nel comma 7, dove le pertinenze inscindibili dell'unità immobiliare principale non alienabili separatamente diventano altre case da vendere, altro mattone, altro cemento!
Colleghi, qui stiamo aumentando negli stessi sedimi, nelle stesse zone, le unità immobiliari. Ci si preoccupa, per esempio, solamente del rispetto delle leggi sui condomini e il corretto inserimento dell'incremento volumetrico nel contesto architettonico dell'edificio, "infischiandosene" delle distanze, degli strumenti urbanistici, degli standard. Gli standard non sono un orpello "così", che si inserisce all'interno dei piani urbanistici comunali perché non si sa che cosa fare o perché si deve dare da lavorare agli urbanisti. Gli standard sono servizi che tengono conto della popolazione insediabile, sono la presenza di strade alla portata della popolazione, di piazze, di verde, di spazi e di servizi pubblici! Ebbene, se voi moltiplicate le residenze in quelle zone, così come state facendo (perchè state dicendo che gli ampliamenti non sono solo per pertinenze, ma sono per nuove case), è chiaro che state violando tutti questi vincoli.
Il comma 8 poi che cosa riguarda? Il comma 8, colleghi, riguarda le tipologie delle villette e delle case a schiera che possono diventare case a schiera bis. Il collega Moriconi aveva fatto l'esempio delle matriosche, l'articolo 1 ter è proprio il caso tipico che lui ha enunciato. Con il comma 12 sostituite il comma 6, quello che citava l'onorevole Campus, dove sostituite norme che non avete rispettato, cioè le norme di salvaguardia che avevate previsto erano il rispetto del decreto ministeriale del 5 luglio 1965, su questo devo dire che siete coerenti perché non l'avete rispettato e giustamente provvedete a sostituirlo, avete sostituito in toto quel comma. E, con questo comma 12, che cosa fate? Dite: "Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo possono essere alienati a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale".
Date pertanto seguito a tutto quello che c'è scritto in questo articolo, cioè prima moltiplicate le unità immobiliari e poi… per quale motivo si moltiplicano le unità immobiliari? Si moltiplicano, non per soddisfare un'esigenza abitativa del proprietario dell'immobile, consideriamo che l'ampliamento dell'unità immobiliare in se stessa potrebbe avere avuto un senso e una sua logica, ma voi non ampliate le unità immobiliari ma le moltiplicate; questo emerge proprio dall'articolo 1 ter. La moltiplicazione è finalizzata a che cosa? Ovviamente la moltiplicazione è finalizzata a vendere le nuove unità immobiliari! Allora, mi chiedo: "A che serve dire che la condizione è che si venda e che sia - come avete scritto - 'a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale'?". Che cosa vuol dire "parzialmente" l'abitazione principale? Che quindi è sufficiente dire che associamo una stanza all'ampliamento e che abbiamo due unità immobiliari. Tanto valeva non scriverlo nemmeno questo! Scrivere "a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale" non serve a nulla! Perché stiamo dicendo: togliete un pezzettino dell'abitazione principale, associatelo all'ampliamento e avrete due unità immobiliari separate, autonomamente vendibili.
Quindi, colleghi, l'articolo 1 ter, anche per i distratti e per i rumorosi, conferma la filosofia di questa legge che è, sì, vero, la modifica della legge numero 4, ma peggiorandola, quando noi pensavamo che fosse impossibile addirittura peggiorarla, peggiorare quanto fatto due anni fa.
Con questo articolo si rafforza la mia convinzione e la mia contrarietà a questo Piano casa, al Piano casa originario, che poteva anche essere utile pensato nei termini di un piano casa che andasse a dare una casa a chi non l'ha o un piano casa che andasse a soddisfare le esigenze di chi ha la casa ma non riesce a soddisfare le proprie esigenze abitative. Invece questa legge e questo articolo soddisfano altri appetiti: soddisfano la fame di cemento, soddisfano esigenze che sono diverse da quelle che noi, invece, pensavamo dovessero essere alla base di un piano casa.
Quindi l'articolo 1 ter e gli emendamenti a esso presentati confermano quello che stiamo dicendo: il consumo del territorio fine a se stesso, senza che ci sia nemmeno un dato confermato dagli andamenti di mercato. C'è un calo delle esigenze di mercato, quindi si soddisfa l'esigenza costruttiva, la fame di cemento, la fame di mattone senza andare veramente a toccare l'esigenza che noi abbiamo manifestato che (lo ripeto, e continuerò a ripeterlo tutte le volte che avrò l'occasione di intervenire) è quella di dare la casa a chi non l'ha e di aiutare i giovani, le giovani coppie a costruire la casa. Allora sì che avremmo avuto il Piano casa: agevolazioni anche volumetriche ma associate ai soldi e alle risorse per poterle costruire e comunque soddisfare le esigenze di chi ha una casa piccola per farci vivere la famiglia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Cucca, Diana Giampaolo, Manca, Meloni Valerio, Mulas, Solinas Antonio e Soru sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 53 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io confesso la mia difficoltà a intervenire su questi temi, sulle norme urbanistiche, sui regolamenti edilizi, non ho competenza come invece hanno altri colleghi sia per la loro professione, sia per il ruolo che hanno svolto nelle pubbliche amministrazioni per tanti anni. Io sono stato amministratore ma non mi sono mai occupato di questi temi, quindi ho un po' di difficoltà; però mi faccio guidare da alcuni principi e credo che tutto il centrosinistra si stringa attorno a questi principi, che sono quelli che stiamo ripetendo in continuazione in questi giorni.
Innanzitutto la difesa della fascia costiera. E' stato detto con molta chiarezza che questa fascia costiera per il 50 per cento è stata edificata, sono state realizzate delle abitazioni, dei villaggi turistici, ma un 50 per cento per fortuna è rimasta intonso e lo possiamo avere a nostra disposizione così come Dio l'ha creato, come l'abbiamo da sempre conosciuto.
Un secondo punto è certamente il rispetto e la difesa di quelle zone sensibili che hanno un alto valore paesaggistico (la nostra campagna, alcune aree umide), zone che noi intendiamo difendere con forza e con determinazione al pari della fascia costiera.
Il terzo elemento che mi pare centrale è il paesaggio che ormai è un principio, un concetto sostenuto e al centro di tutte le politiche, a partire da quelle europee, ma anche volute dallo stesso Governo di centrodestra che ha approvato il Codice Urbani, che pone al centro il concetto di paesaggio, che è fondamentale.
E' indubbio che il percorso del PPR nella scorsa legislatura abbia toccato tutte le fasce della nostra società. Si è discusso in modo profondo di questi temi, ne hanno parlato i giornali, se ne è occupata l'Università, se ne è occupata la politica, se ne sono occupati i nostri consigli comunali, i nostri consigli provinciali, ma se n'è parlato anche nelle piazze, nei bar, dappertutto, il tema è diventato davvero centrale. E' stato discusso a fondo e si è creata, bisogna darne atto, nel processo di costruzione del PPR una nuova sensibilità. Prima si guardava a una porzione del nostro territorio solo ed esclusivamente in funzione della possibilità di edificare, veniva pensato come possibilità di sviluppo di metri cubi in edilizia; oggi c'è una diversa sensibilità e tutto ciò certamente ha un senso assoluto. Noi intendiamo difendere, come valore che ci appartiene, che appartiene alla nostra cultura, il nostro territorio, il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico.
Ma credo che tutto questo abbia anche un altro senso, che va oltre il valore assoluto a cui noi ci affidiamo, ha un senso anche dal punto di vista economico. Noi riteniamo che, prima ancora di qualsiasi albergo, di qualsiasi villaggio turistico che si possa costruire, abbia più importanza la conservazione dell'ambiente e della fascia costiera; cioè, se non ci fosse una risorsa ambientale come quella che è presente in Sardegna, e che noi intendiamo tutelare, che è necessario tutelare, non avrebbe senso neppure qualsiasi tipo di ricettività, pur essendo importantissima nel sistema turistico.
(Interruzione)
Onorevole Murgioni, non sto dicendo che la ricettività non è importante, è fondamentale nel sistema turistico ma, nella competitività internazionale, il turismo può essere competitivo se riesce a conservare intonsa questa grande risorsa ambientale e paesaggistica che la Sardegna ancora per fortuna può godere.
Allora, si tratta davvero di un sistema che si sviluppa, ad esempio, io penso a tutto il sistema delle imbarcazioni che partono dai centri turistici e fanno visitare ai turisti le nostre coste; penso a un sistema del trekking che si sviluppa; penso a una valorizzazione dei vecchi ovili che oggi vengono utilizzati come punto ristoro; penso alla mountain-bike. Siamo ancora molto indietro, ma penso a un sistema di servizi che si sta sviluppando e che davvero creerà posti di lavoro, creerà economia.
Questa risorsa non è una risorsa che teniamo lì, è una risorsa importante per dare futuro, per dare senso, fa parte di un modello di sviluppo economico che certamente è diverso da quello che voi avete in testa. Io credo che tutti dovremmo lavorare in questa direzione ma, nonostante anche voi qualche volta ripetiate questi concetti, ci ritroviamo avvitati attorno a un'altra discussione che ci fa perdere il senso vero del nostro dibattito. E' una discussione che, da parte vostra, si incentra tutta nel dimostrare che il centrosinistra è in palese contraddizione, che il centrosinistra, nonostante le cose che si erano dette e che oggi diciamo, ha creato questa enorme speculazione nelle coste della Sardegna e continuate a sostenere questa tesi.
Io credo che questo non sia vero. Ma mettiamo per un attimo che fosse vero: qual è il vostro progetto? Qual è il vostro intento? Che cosa c'è dietro le norme che voi ci proponete? Se il centrosinistra fosse davvero in contraddizione, voi che politiche intendete proporre? Qual è il vostro progetto? Osservo che ci sono poi tra di voi diverse sensibilità, diverse tesi, ci sono alcuni vostri colleghi che criticano aspramente questa legge. Nei corridori continuate a ripeterci che questa legge è davvero uno squallore, uno schifo, è inaccettabile, che stiamo perdendo tempo a discuterla, quindi altro che trovare in noi le divisioni! Altro che falchi e colombe! Cercate di trovare voi la composizione. Noi ci ritroviamo attorno a quei principi che prima ho cercato in modo molto veloce di esporvi. Ci troviamo attorno ai principi di difesa della fascia costiera, di difesa delle zone sensibili, del porre al centro il paesaggio come valore assoluto.
Guardate, voglio anche aggiungere, con molta sincerità, che io, nella scorsa legislatura, ho partecipato, essendo componente della Commissione urbanistica, a molte riunioni, sia col presidente Soru, che con l'assessore Gian Valerio Sanna, siamo stati qui a discutere fino alle 4 o alle 5 del mattino; per alcune norme del PPR sono stato critico, ho contestato alcune rigidità. Ricordo la discussione, ad esempio, sulle lottizzazioni dentro il centro urbano, questo tema è stato oggetto di lunghi dibattiti e di lunghe discussioni, però devo dirvi che da sempre ho condiviso i principi che hanno animato il Piano paesaggistico regionale e più vado avanti e più mi convinco che i principi che hanno animato quello strumento sono fondamentali per il futuro e per il successo dell'economia della nostra Isola.
Ecco allora perché siamo decisamente contrari e siamo uniti, non troverete spaccature dentro il centrosinistra sia su questi principi che nel difendere il tentativo maldestro che tende solo a confondere la normativa vigente e che tende a incrinare i principi fondamentali del Piano paesaggistico regionale.
Volete modificare il Piano paesaggistico regionale? C'è una normativa vigente che vi detta le modalità con cui dovete fare questa operazione, mettetela in campo ma non fatela nel modo con cui intendete farla, dopodiché noi siamo pronti al confronto, alla discussione, continueremo a sostenere i principi che animano le nostre convinzioni politiche e le nostre convinzioni che, secondo noi, sono di fondamentale importanza per il futuro della nostra Isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io vorrei partire proprio dalle ultime considerazioni del collega Franco Sabatini perché mi sembra abbastanza importante il ragionamento che è stato fatto e lo condivido molto rispetto a quello che il Piano paesaggistico regionale risulta essere come patrimonio della Sardegna, quindi al di là di qualunque schieramento e di qualunque posizione politica. Noi riteniamo, ancora di più, vedendo come passa il tempo, con tutti i limiti che ovviamente le cose umane hanno, chiaramente tutto è migliorabile e perfettibile, che il PPR rimane un elemento, ormai veramente verrebbe da dire, identitario della nostra cultura politica e del nostro modo di regolare le questioni dell'ambiente con lo sfruttamento del territorio.
Dico questo perché volevo fare un esempio, per quanto riguarda il testo che era stato approvato con la "4" del 2009, quando noi entriamo nel tecnico e parliamo di questioni che riguardano anche il modo in cui costruire, io volevo ricordare una critica che noi avevamo espresso a suo tempo, è stato già ricordato dall'onorevole Lotto prima di me questo discorso, noi avevamo detto in maniera estremamente chiara che alla proposta del testo approvato il 23 ottobre 2009 era comunque imperniata la qualità costruttiva degli ampliamenti volumetrici, questi ultimi avevano la previsione di poter essere messi in opera senza alcun condizionamento alle caratteristiche costruttive e all'efficienza energetica finale degli stabili. Era solo per ulteriori volumi aggiuntivi che veniva appunto messa una premialità per quanto riguarda la qualità energetica degli interventi. Questo chiaramente, se pensiamo a come oggi si costruisce e quindi pensiamo a tutto ciò che deve essere risparmio energetico, a tutto ciò che caratterizza anche, lo dobbiamo dire, i gusti dei clienti, ormai i cittadini vogliono un determinato tipo di casa, vogliono costruzioni che abbiano un ottimo rendimento energetico, quindi una qualità energetica è per noi un limite gravissimo, è un'occasione mancata proprio per stimolare attenzione verso le nuove tecnologie costruttive a risparmio energetico.
Questo per dire che cosa? Che noi continuiamo a mettere in campo piani casa, il Piano casa 3, pensando, in maniera assolutamente - io credo - sbagliata, direi proprio erronea, falsa, che così noi diamo moto allo sviluppo. Questo sviluppo non c'è, non c'è neanche per quello che riguarda le nuove tecnologie e quindi per la Sardegna è una maniera di stare indietro, è una maniera di non creare uno sviluppo dello stesso settore...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Espa.
Colleghi, io capisco che si possa telefonare in aula, ma vi prego di farlo con delicatezza. Prego, onorevole Espa.
ESPA (P.D.). Io la ringrazio per la sua gentilezza nei miei confronti e continuerò il mio discorso. Dicevo, quindi, che questi discorsi delle nuove tecnologie di risparmio, sono discorsi che servirebbero a creare nell'impresa edile una vera, come dire, corsa alla qualificazione.
Ecco voi di queste cose non ne parlate, non le prevedete, non le avete previste già in maniera forte, io dico sostanziale, se non marginalmente per esempio nella legge numero 4 del 2009, ma ripeto non si può considerare un volume aggiuntivo come qualificante in quanto ha una sua caratteristica di risparmio energetico e poi considerare invece il resto degli edifici ininfluente ai sensi della concessione per le volumetrie aggiuntive. Questo credo che sia un errore, un errore legato anche al mondo dell'impresa e quindi al mondo dell'economia. Cioè le imprese continueranno a rimanere di serie B, tutte le imprese edili, anche le più piccole, se nel nostro tessuto non riusciamo a creare questa cultura della innovazione tecnologica anche in un mestiere come quello del mattone che credo che voi vogliate utilizzare esclusivamente per un motivo strumentale, solo perché ci sono amici, persone che vi hanno sostenuto e che chiedono di procedere in questo settore.
Ma non è neanche intelligente farlo senza cercare di cogliere le occasioni per sviluppare nuove strade, per qualificare il settore, per dare alla Sardegna più sviluppo in un mercato concorrenziale che, prima o poi, anzi già succede, vedrà anche per lavori relativamente piccoli fiondare qui in Sardegna imprese da altre regioni, da altre nazioni. Succederà, succederà, non c'è niente da fare e quindi noi neanche in questo settore siamo pronti a competere non solo a esportare quindi uscire fuori, ma non siamo neanche pronti a dare con una legge, che poteva essere come questa, un segnale di innovazione e di rinnovamento alle nostre imprese.
Poi è giusto, ripeto ancora il concetto dell'onorevole Sabatini, quando si diceva: "Perchè venite a cercare a casa nostra le divisioni, quando veramente ancora non siete riusciti a darci una proposta seria, una proposta omogenea?". Anzi è importante sentire dire dal mio Capogruppo, come dagli altri colleghi, che queste divisioni sono inesistenti. Non ci sono divisioni anzi abbiamo una condotta totalmente compatta, venire a cercare divisioni invece di guardarsi in casa propria veramente ci lascia un po' sorridere. Questo lo dobbiamo dire in maniera estremamente chiara.
Entrando nel merito poi dell'articolo 1 ter, io voglio ricordare che, nell'articolo 1 ter, si prevede che gli ampliamenti realizzati non costituiscono più pertinenza inscindibile dall'unità immobiliare principale e possono essere alienati alla sola condizione che la vendita comprenda anche tutta una parte dell'unità immobiliare. Viene così eliminato (questa è una cosa - secondo noi - dell'articolo 1 ter che va assolutamente cassata) il divieto di alienazione decennale previsto attualmente in legge. Altro che la possibilità per un padre di famiglia di aumentare la prima abitazione di una stanza per il proprio figlio! In questo modo si stravolge il principale obiettivo dichiarato dalla legge e se ne fa emergere con chiarezza il carattere sostanzialmente speculativo.
L'abbiamo detto anche ieri su alcuni concetti da voi espressi: su alcune questioni, si mettono i valori. Mi ricordo la questione della poseidonia oceanica, sulla quale si è fatto un ragionamento concreto e si è detto che la natura, il valore della natura non può essere stravolto da nessuno tranne che non lo decida la Giunta regionale. A me è venuto da pensare che magari servirà, non so che cosa ne pensa il nostro Capogruppo, ma, vista la corsa dei ristoranti giapponesi, la poseidonia oceanica potrebbe servire per qualcuno, magari la Giunta potrebbe deliberare in merito all'utilizzazione delle alghe per diffondere questa nuova cucina in Sardegna. Però è stato messo in campo un valore, l'ambiente assolutamente non si può toccare; però, subito sotto, c'è scritto che dobbiamo assolutamente lasciare e permettere alla Giunta, di un colore o di un altro, di fare le deroghe ritenute opportune.
In questo caso ritroviamo lo stesso discorso, voi dichiarate, lo diciamo tra virgolette, che questa legge serve per dare la possibilità a un padre di famiglia di aumentare la prima abitazione di una stanza per il proprio figlio, invece poi abrogate la regola della pertinenza inscindibile dall'unità immobiliare principale. Quindi viene eliminato il divieto dell'alienazione decennale previsto attualmente in legge e lo fate con l'articolo 1 ter, questo è ovviamente fortemente sbagliato, non si può pensare che questo modo di procedere, che esprime un valore retorico, poi alla fine diventi appunto il carattere sostanzialmente speculativo di questa legge.
Poi, sempre nell'articolo 1 ter, lo vorrei ricordare, relativamente agli edifici a uso residenziale situati in zona turistica F nei 300 metri dalla linea della battigia, con il comma 10 voi volete sopprimere le limitazioni degli interventi di ampliamento ai soli edifici di cui al comma 2 dell'articolo 2 della legge 4 del 2009, "tipologie edilizie uni e bifamiliari". Anche in questo caso, è chiaro che si ampliano, invece di contenere, le possibilità di intervento nella delicata fascia costiera di cui abbiamo parlato ieri, che molti di voi ci hanno ricordato essere un patrimonio di tutti. Insomma, ci sono state le polemiche che ci sono state, però se poi voi normate questa legge ampliando, non contenendo, le possibilità di intervento nella fascia costiera, oggettivamente, ripeto, gli enunciati di principio sono vostri, però noi concretamente cerchiamo di agire, anche con il nostro ostruzionismo, per proteggere i valori, valori che voi a volte, anzi spesso, dichiarate appunto a parole e poi concretamente invece stravolgete con norme che, nell'articolo 1 ter, correranno, appunto in maniera sbagliatissima, spero che accoglierete i nostri emendamenti, il rischio di danneggiare la fascia costiera e di fare gli ampliamenti solo per qualità speculative, togliendo il vincolo…
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, ci ritroviamo a riprendere i temi trattati, si ricompone il mosaico e si prova a produrre un ragionamento più compiuto per tentare di affrontare i temi nella speranza di essere ascoltati e nella speranza che, quanto viene detto, possa servire a migliorare il lavoro che stiamo facendo.
Mi pare che sia chiaro che noi siamo per le regole, è stato detto ripetutamente, siamo perché questa amministrazione regionale metta i comuni nelle condizioni di fare le regole, cioè offra ai comuni la possibilità di pianificare la vita nei propri territori, delimitandoli cartograficamente, e inserendo tutte le regole di prescrizione rispetto a tutte le questioni sulle quali stiamo ragionando qua in termini di deroghe. Quindi il PUC.
Mettiamoci d'accordo, nella prossima finanziaria individuiamo delle partite che possano sostanziare i comuni consentendo loro, in tempi che concorderemo insieme, di attivare le procedure di pianificazione che consentiranno a quei comuni poi di vivere serenamente dentro un sistema di regole. Se noi non facciamo questo, stiamo diseducando, stiamo favorendo quei ragionamenti che consentono alla gente di pensare in questi termini: "Io posso fare ciò che voglio, e lo posso fare quando voglio e come voglio, perché tanto prima o poi arriverà una sanatoria, perché tanto prima o poi arriverà un sistema di deroghe che mi consentirà di fare quello che ho sempre sognato di fare, perché non avevo altro da fare, non perché mi servisse". Quindi regole, attenzione alle norme e funzione pedagogica positiva e non diseducativa.
Noi crediamo che tutto questo sistema di deroghe che voi avete messo in piedi sia eccessivo, soprattutto nella parte che riguarda il PPR. Credo che ogni persona di buon senso in Sardegna oggi abbia acquisito una consapevolezza tale che le consenta di dire, a partire dai bambini delle elementari, che all'interno della fascia costiera non si devono più fare operazioni di cementificazione; credo che tutti noi abbiamo la consapevolezza oggi che nelle zone dell'agro non si debba e non si possa più continuare a frazionare i terreni. Vedete, anche sul giornale, sul quotidiano La nuova Sardegna di oggi c'è un articolo che riporta una volontà espressa da un'associazione di categoria, mi pare la Coldiretti, che individua nel valore della terra la possibilità di dare risposte in termini occupativi ai tanti giovani che oggi non lavorano.Sulla base di questo studio della Coldiretti, sembrerebbe che, nelle zone del nord Italia, per esempio, vi sia una richiesta eccessiva rispetto alla disponibilità di terreni da utilizzare con fini produttivi, qua in Sardegna invece abbiamo questa grande fortuna di avere ancora tanti terreni, buona parte del nostro territorio è disponibile perché possa essere utilizzato per la sua vocazione naturale, quella degli allevamenti, delle attività agricole e quant'altro.
Voi, con questo tentativo di tornare al vecchio sistema, quindi a una deregolamentazione del sistema, state prevedendo di consentire a tutti, non solo agli allevatori e agli agricoltori, di edificare l'agro frazionandolo e frammentandolo ulteriormente. Voglio raccontare un piccolo aneddoto che forse darà la misura di ciò che voglio esprimere. Partecipai tempo fa a un'assemblea molto partecipata, scusate il bisticcio di parole, sul tema dell'agro. Era in una fase immediatamente precedente all'entrata in vigore del PPR, era stato annunciato, e la gente si preoccupava perché queste misure sembravano eccessive ed estremamente restrittive. Questa assemblea, tenutasi in una zona periferica della mia città, quindi partecipata da gente che viveva le campagne, era molto accesa, tutti si lamentavano per le regole che stavano arrivando e se ne lamentavano in forza anche di alcune altre regole che aveva messo in campo il Comune di Sassari per tutelare l'agro rifacendosi alle direttive sulle zone agricole.
Ecco il concetto: ognuno, sapendo di essere proprietario di un pezzo di terreno, era convinto, sino a quel momento, di poterne fare ciò che volesse e non capiva perché qualcuno dovesse imporgli, vietargli o inibirgli la possibilità di realizzare un pozzo senza un'autorizzazione, sollevare dei muri, insomma fare operazioni di cementificazione, poiché era il suo e non capiva perché non potesse farlo. Le spiegazioni, per quanto - come dire - attente, per quanto date con grande disponibilità, non venivano accolte. A un certo punto, durante questa assemblea, un signore alza la mano e chiede di parlare, si presenta e dice: "Mi chiamo Nicola Rassu". Assessore, ovviamente non era lei, uso il suo nome per non dire il nome di quella persona che fra l'altro neanche ricordo.
Riprendo a raccontare: "Ho 44 anni, vivo in tale zona dell'agro di Sassari. Mio nonno insediò un'azienda agricola, allevò i miei genitori, i miei genitori allevarono i figli, vivo da questa attività, anzi vivevo da questa attività, non ci riesco più, e sapete perché? Non ci riesco più perché nel frattempo la mia azienda di 4 ettari è stata circondata da una miriade di ville e villette con piscine, con cani da guardia molto aggressivi che scappano, che aggrediscono le greggi, mi ammazzano le pecore, non riesco a porre un freno e un rimedio a questa situazione. Ma soprattutto, ogni pochi giorni, vengono da me i vigili sanitari, i vigilli urbani, perché i proprietari di queste villette frontaliere rispetto ai miei confini denunciano uno stato di disagio poiché vi sarebbe odore eccetera eccetera. Ma, spiegatemi voi, dove devo andare io ad allevare i miei maiali, a far pascolare le pecore, a organizzare la mia attività produttiva, quella che, da mio nonno in poi, ha consentito a tutti noi di vivere, di campare, di mandare i figli a scuola, chi ha voluto studiare eccetera?".
Assessore, credo che questo sia emblematico rispetto alla necessità che ha questo tema di essere valutato con attenzione. Abbiamo affrontato anche tanti altri argomenti di carattere tecnico, voglio riprenderne alcuni. Si parla di case a schiera in questo provvedimento, Assessore, si parla di case a schiera eliminando in un comma precedente la necessità di produrre la simulazione fotografica. E' una cosa gravissima! Da una parte, si dice che è possibile intervenire con le premialità volumetriche nelle case a schiera anche singolarmente, immaginando di poter modificare lo sky line della stecca a schiera, immaginando di poter costruire dei corpi di fabbrica separati dal cortiletto, posto che nel cortiletto si possa insediarli, e dall'altro si dice che non è necessario che si produca una simulazione per capire e verificare che cosa può accadere da un punto di vista paesaggistico e da un punto di vista dell'impatto visivo e dell'impatto ambientale. Io credo che questa sia una grandissima contraddizione.
Si dice ad esempio che possano essere chiusi i piani pilotis, eliminando di fatto quelli spazi condominiali che avevano vocazione di un altro tipo, dovevano accogliere le vetture di coloro che abitano negli appartamenti sovrastanti. Però non si dice dove dovremo andare ad allocare queste auto che non troveranno più allocazione sotto il primo solaio.
In un altro passaggio del vostro provvedimento si prevede la possibilità che, in deroga alle norme sugli standard, possano essere quantificati, in termini monetari, dai consigli comunali gli spazi destinati a parcheggio che non possono essere realizzati nell'immediatezza dell'intervento volumetrico di ampliamento che si va a fare e che accoglieranno nuove famiglie che non avranno però la possibilità di parcheggiare le auto. L'ho detto in modo un po' contorto ma mi pare di essere stato chiaro. Quei consigli comunali non avranno mai la possibilità, mi creda, di individuare aree di accoglimento delle auto nelle immediate zone di quel condominio. Dovranno realizzarle, semmai le faranno e mai le faranno, in spazi negli ingressi delle città e la gente comunque con l'auto vorrà sempre andare sotto…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, l'importanza del confronto in corso è tale per cui credo che nessuno intenda chiamarsi fuori dal voler perseguire, ognuno per la parte che lo riguarda, evidentemente, la soluzione che ritiene più adeguata e rispondente agli interessi generali dei sardi, per la lettura e l'interpretazione che ciascuno dà della realtà in cui insieme viviamo: la crisi, le emergenze, le priorità, le risposte nel breve, medio e lungo termine alle aspettative dei sardi. Lo dico pensando che, nei giorni scorsi, giovedì 20 per l'esattezza, abbiamo consensualmente sospeso i lavori, lo abbiamo fatto al fine di verificare se ci fossero state allora le condizioni non di un compromesso, badate bene, ma di una modifica dei termini del dibattito sino ad allora in corso in quest'Aula. Evidentemente pensando e passando per una revisione della proposta in esame, tutto ciò attiene ai meccanismi del normale confronto parlamentare.
Io credo di essere qui probabilmente la persona meno titolata a far memoria della prassi con cui l'opposizione, sui temi più importanti, rispetto ai quali sono più marcate le diversità, si contrappone alle proposte della maggioranza di turno. L'ostruzionismo non nasce certamente oggi, è stato già detto, come arma parlamentare; non nasce oggi con il dibattito in Sardegna sul Piano casa. Per non andare troppo lontano e per ascoltare coloro i quali in quest'Aula sono stati anche nella precedente legislatura, mi sembra di aver capito che, a parti invertite, il disegno dilatorio dell'allora minoranza, oggi maggioranza, fosse addirittura più marcato.
Per questo, colleghi, penso che non stia succedendo niente di così rivoluzionario, ciò nonostante, anch'io ricevo, come tutti d'altronde, le manifestazioni delle attese, delle ansie, delle preoccupazioni che giungono dall'esterno di quest'Aula, anche e soprattutto in materia di Piano casa, evidentemente in questi giorni, e che riguardano più in generale i riti della politica, rispetto ai quali i cittadini sono sempre meno tolleranti: queste interminabili e almeno apparentemente inconcludenti riunioni del Consiglio in cui va in scena sempre il solito copione di uno scontro infinito, di una contrapposizione che, anche quando fosse giusta, non la si comprende più perché la crisi morde la società, le imprese, i cittadini, i quali tutti attendono risposte efficaci e immediate. Ma è proprio sulle ragioni della possibile inefficacia di questa legge che io penso si consumi lo scontro politico in questi giorni, che, in questo articolo che stiamo discutendo, come negli altri, si ripropone. Personalmente ritengo che il mio Capogruppo per primo, ma un po' tutti, dall'opposizione, abbiamo più volte ben significato in quest'Aula le ragioni per le quali il documento, in cui veniva limato parzialmente il disegno di legge 265/A, fosse insufficiente e inaccoglibile, almeno per noi, Assessore.
Ciò nonostante, premesso per l'ennesima volta che io continuo a considerare questo Piano casa, così com'è, uno strumento illegittimo, per tutte le ragioni che abbiamo detto dal settembre 2009 sino a oggi, è ribadita, sempre secondo me, la sua inapplicabilità, esattamente per i motivi espressi nelle diverse sentenze dei Tribunali amministrativi e da ultimo ancora di più dall'impugnativa con cui proprio ieri il Governo ha ricorso alla Corte costituzionale contro il Piano casa approvato dal Consiglio regionale del Lazio.
Ritengo utile, colleghi, insistere affinché, questa maggioranza in particolare e lei, Assessore, vogliate considerare l'appello, di cui non mi stancherò e che è stato più volte reiterato in questo dibattito, a voler sopprimere per intero il Capo 2, cioè quelle parti in cui si concretizzano meglio le ragioni del disaccordo politico, ma ancora di più quelle che non sono certo di parte politica avversa, quelle che vi giungono come segnale romano, e per le quali è stato impugnato il Piano casa della Regione Lazio, cioè le norme che derogano alla previsione di divieto del Piano paesaggistico regionale.
Allora che senso ha, colleghi, forzare oltre lo scontro, in considerazione soprattutto del fatto che poi non soltanto rischiate di produrre un provvedimento inapplicabile, ma sarete costretti a fare a tempo scaduto ciò che da questi stessi banchi dell'opposizione vi è stato più volte suggerito da tempo, cioè rispettare semplicemente la procedura necessaria ad accedere alle modifiche del Piano paesaggistico regionale. Colleghi della maggioranza, ripeto, non entro nel merito del diritto-dovere che avete di farvi carico di ciò che ritenete, per il vostro modo di vedere le cose, appartenere alle aspettative dei sardi, perché? Perchè avete vinto le elezioni oppure perché, dalle conferenze territoriali di cui ci parlate e che in questi anni sarebbero celebrate e partecipate dagli amministratori locali, emergerebbe un quadro diverso del quale volete riferirci? Ma quello è un altro ordine del giorno che nulla ha che fare con la discussione sul Piano casa. Appartiene al dibattito sulle nuove linee guida del Piano paesaggistico regionale.
A questo dibattito appartiene invece l'articolo 1 ter, l'argomento di cui parliamo ora più specificatamente, rispetto al quale già nella discussione dell'articolo precedente, l'1 bis, abbiamo avuto l'opportunità di denunciare il nostro punto di vista attraverso tutti gli emendamenti che abbiamo discusso in quest'Aula. Al riguardo, ricordo, se ce ne fosse bisogno, alcuni degli aspetti sui quali abbiamo voluto eccepire, non tutti, gli altri li hanno sottolineati i colleghi che mi hanno preceduto e altri ancora lo faranno dopo di me.
Personalmente sottolineo il problema delle deroghe alle norme urbanistiche che, secondo giurisprudenza, rischiano anch'esse di minare l'efficacia di questo provvedimento in discussione; faccio l'esempio della deroga alle distanze tra edifici, su cui lo stesso Assessore ha espresso il suo autorevole parere. Ma non soltanto la deroga alla distanza degli edifici, anche quella a tutte le norme urbanistiche, ai piani urbanistici e ai regolamenti edilizi, su cui lo stesso Assessore ha espresso il suo autorevole parere, confermano i nostri stessi dubbi e costituiscono, almeno per me, uno dei fatti più eclatanti. Il TAR Sardegna (l'ho già detto e lo ripeto specificando in questo intervento in modo più puntuale la fonte, la sentenza numero 1032 del 2001) ha affermato che il ricorso a tali deroghe può avvenire solo ed esclusivamente attraverso il pronunciamento dei rispettivi consigli comunali, addirittura previo parere dei confinanti che, per effetto della deroga, subirebbero una riduzione del diritto soggettivo loro riconosciuto dalle norme di attuazione dello strumento urbanistico.
Nella proposta di revisione di questo disegno di legge, quella di giovedì 20 ottobre scorso, era contenuto ciò che l'Assessore, anche in risposta al sottoscritto, aveva preannunciato riferendosi ad alcuni emendamenti della Giunta che attendevano di essere proposti all'Aula e nei quali evidentemente era contenuta la volontà di intervenire a eliminazione di questo problema, o di questi problemi, infatti la parola "distanza" veniva cancellata con un trattino all'articolo 1 octies che si occupa di modifiche delle condizioni di ammissibilità degli interventi previsti negli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 della legge regionale numero 4 del 2009.
L'articolo 2 della legge numero 4 del 2009 è quello al quale l'articolo 1 ter, del quale ora parliamo, intende apportare le modifiche, modifiche che sono evidentemente, secondo il nostro punto di vista, ulteriormente peggiorative di quanto già non fosse da solo l'articolo 2 della legge numero 4 del 2009, attraverso il ricorso alla deroga di quelle succitate norme cui ha fatto riferimento anche l'Assessore in risposta agli interventi che ci sono stati giovedì 20 ottobre scorso.
Per questo, io penso che, se fossero violate tali previsioni e tali norme, non potrà che essere confermata l'espressione negativa, il parere negativo, il voto negativo e contrario a questo articolo che noi ci accingiamo a esaminare con la discussione nei diversi singoli emendamenti rispetto ai quali credo ognuno non si sottrarrà dal dare il proprio contributo.
PRESIDENTE. L'intervento dell'onorevole Moriconi era l'ultimo della mattina. Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 31.
Allegati seduta
CCLXXI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 26 ottobre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente BRUNO
La seduta è aperta alle ore 10 e 02.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 19 ottobre 2011 (264), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Felice Contu, Giorgio Cugusi, Rosanna Floris, Domenico Gallus e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 26 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:
"Steri - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Capelli: "Introduzione nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), dell'articolo 54 bis concernente 'Istituzione di un'assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto - Carta costituzionale del popolo sardo'". (14/NAZ)
(Pervenuta il 25 ottobre 2011 e assegnata alla prima Commissione)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sui Piani personalizzati per persone con disabilità grave di cui alla legge n. 162 del 1998 e sulla compartecipazione degli utenti di cui al decreto legislativo n. 109 del 1998." (708)
"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata soppressione del Distretto dell'Ente foreste di Olbia in conformità al piano di riorganizzazione dell'Ente foreste che prevede la cancellazione di tutti i 18 distretti dell'Isola." (709)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza Planetta sulla costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel procedimento giudiziario n. 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari relativo al disastro ambientale nell'area del Petrolchimico di Porto Torres e sulla idoneità di Syndial Spa, del gruppo ENI, a essere unico interlocutore tecnico privilegiato nella stesura e nell'attuazione dei progetti di bonifica dell'inquinamento della medesima area industriale." (276/C-5/C-6)
Annunzio di mozione PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall'attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa ed il preannunciato intento dell'ente di riscossione di scindersi in tre società autonome volte alla gestione di tre diverse macroaree geografiche nazionali." (149)
Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A, che deve proseguire con la votazione dell'emendamento numero 203, presentato all'articolo 1 bis.
Poiché, a termini di Regolamento, devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta prima di procedere alla votazione, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 05, viene ripresa alle ore 10 e 18.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto. Eravamo rimasti in fase di votazione dell'emendamento numero 203.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, a me risulta che ieri ci siamo fermati su un voto non fatto, era su questo emendamento?
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ieri abbiamo chiamato in votazione l'emendamento numero 203, non sono state fatte dichiarazioni di voto, era stata chiesta la verifica del numero legale, abbiamo votato direttamente e non si è raggiunto il numero legale. Per cui si può procedere.
PORCU (P.D.). La ringrazio. Allora con l'emendamento numero 203 ci proponiamo…
(Interruzione)
Ormai sto intervenendo…
(Interruzione)
PRESIDENTE. Scusate un attimo, facciamo chiarezza. Scusate! Gli emendamenti numero 201 e numero 202 erano stati ritirati, quindi stiamo votando l'emendamento numero 203.
CORDA (P.D.). Presidente, io avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. L'ha chiesta prima l'onorevole Porcu, onorevole Corda.
(Interruzioni)
Se l'onorevole Porcu non deve intervenire, rinunci!
Colleghi, è mancato il numero legale, se un collega mi chiede la parola per dichiarazione di voto, gliela devo dare.
SALIS (I.d.V.). Eravamo già in fase di votazione.
PRESIDENTE. Non eravamo già in votazione, onorevole Salis, non c'era il numero legale, quando io richiamo la votazione, non è automatico che si debba rifare la votazione con procedimento elettronico. Deve essere richiesta. Se un collega mi chiede la parola per dichiarazione di voto, gliela devo dare.
PORCU (P.D.). Presidente, rinuncio all'intervento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 203.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
Invito un altro consigliere Segretario a raggiungere il banco della Presidenza.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 203.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Salis ha votato a favore, i consiglieri Meloni Francesco e Dessì hanno votato contro e il consigliere Capelli si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: COCCO Daniele - SALIS.
Rispondono no i consiglieri: BARDANZELLU - CAMPUS - CAPPAI - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - FLORIS Mario - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MANINCHEDDA - MELONI Francesco - MILIA - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - PERU - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - STERI - VARGIU.
Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - AMADU - CAPELLI - RANDAZZO.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 36
votanti 32
astenuti 4
maggioranza 17
favorevoli 2
contrari 30
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 22, viene ripresa alle ore 11 e 10.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Metto in votazione l'emendamento numero 203.
E' stata chiesta la votazione nominale.
Prego i colleghi di prendere posto. Invito i consiglieri Segretari al banco della Presidenza. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 203, colleghi, dovrebbe essere da voi serenamente votato in maniera favorevole per il semplice fatto che l'articolo 16 fa riferimento esclusivamente al comma 3 dell'articolo 4 della legge numero 8, la cosiddetta "salva coste". Il comma 3, Assessore, parla di una norma che intendeva disciplinare le installazioni eoliche nel periodo intercorrente fino all'approvazione del Piano paesaggistico regionale. Questa norma non opera più per legge, perché volete conservare quell'abrogazione? E' già decaduta, pertanto è un elemento che non ha più nessuna cogenza dal punto di vista legislativo, noi ne chiediamo la soppressione, voi la abrogate in questo caso, quindi noi confermiamo questa abrogazione.
Dal punto di vista generale bisognerebbe vedere poi come questo emendamento si correla a tutte le altre delibere attuative della realizzazione dei parchi eolici; dell'ultimo ne ha parlato il collega Porcu di recente attraverso una conferenza stampa, dove proprio la concezione di irreversibilità dei luoghi, che noi avevamo introdotto, evidentemente pone questo… Presidente, sono tutti disattenti! Stiamo parlando di una cosa delicata!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Sanna. Colleghi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La vigenza di questo comma è importante per degli effetti residuali che sono prodotti su quegli impianti e quei parchi che, iniziati tempo addietro, non sono ancora stati portati a termine e la cui applicazione deve essere rivolta a quel periodo antecedente l'approvazione del Piano paesaggistico.
Quindi, è importante che questa norma mantenga un suo sostanziale riferimento per quei parchi che sono stati interrotti per lavori iniziati prima dell'approvazione del Piano paesaggistico e per i quali continua a valere il concetto di irreversibilità dei luoghi che, in qualche modo, aveva prodotto una sorta di blocco di quei lavori a suo tempo. Rimuovere questo significa far finta che non ci fosse questa limitazione e quindi, a legislazione variata ultimamente, potere in qualche modo legittimare degli interventi…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Sono sostanzialmente d'accordo con quanto ha appena affermato il collega Gian Valerio Sanna. Credo che, se tutti quanti insieme abroghiamo questo articolo, probabilmente facciamo un atto di chiarezza.
Torno però sul tema generale della discussione che stiamo riprendendo oggi. Abbiamo la necessità di chiarirci tra di noi su come voler proseguire questa discussione. Serve probabilmente una riflessione più approfondita ma anche serve la consapevolezza, da parte di tutti noi, che non si può fare a meno di tenere desta l'attenzione dell'Aula sulla necessità che questo provvedimento, così com'è stato partorito dalla Commissione, non vada avanti. Non deve andare avanti perché contiene misure assolutamente inaccettabili, probabilmente sta iniziando a aumentare la consapevolezza di questo fatto, anche in alcuni elementi della maggioranza, però c'è molto da fare ancora per capire se davvero questa legge, una volta modificata radicalmente, meriti di essere varata da quest'Aula.
Per adesso, queste condizioni a mio parere non ci sono, bisogna che si facciano degli sforzi consistenti e si creino le condizioni affinché davvero, con l'approvazione di un provvedimento di legge, si migliori la situazione e non si creino invece le condizioni per peggiorarla.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Nelle parole del collega Lotto si legge uno stato di disagio e di difficoltà da parte di noi tutti nel proseguire questo cammino che abbiamo iniziato e che porteremo avanti se non ci sono segnali di cambiamento. Mi pare che gli incontri interlocutori che ci sono stati non abbiano prodotto niente, perché non si mettono minimamente in discussione gli aspetti che noi abbiamo evidenziato in tutti gli interventi fatti in quest'Aula. E' una legge che non si occupa degli interessi dei sardi, è una legge che non si occupa dei bisogni dei sardi che chiedono attenzioni per il lavoro, l'occupazione, il salario o la casa, come in qualche modo nella fase iniziale questa legge aveva manifestato facendo intuire che c'erano volontà, attenzione e interesse a occuparsi di questo problema, che rimane uno dei problemi principali per chi la casa non l'ha.
Dal momento che non arrivano segnali, credo che noi, con questo emendamento, concludiamo il lungo elenco degli emendamenti soppressivi all'articolo 1 bis; continuiamo ad assumere un atteggiamento di favorevole sostegno agli emendamenti aggiuntivi, che è quello di sopprimere gli articoli della legge in vigore. Nel frattempo, sulla stampa ogni mattina leggiamo che la Sardegna ha preoccupazioni, attenzioni per tutt'altri problemi che sono quelli che stanno inchiodando quest'Aula su questa vicenda grottesca, perché di una vicenda grottesca si tratta. Se, a conclusione di questo dibattito, la legge verrà approvata, non risolverà minimamente i problemi di chicchessia, quindi noi siamo esterrefatti di fronte a questa sorta di braccio di ferro che voi esercitate solo in relazione ai numeri che vi consentono di farlo, mentre la gente aspetta da noi attenzioni e considerazioni. Sono pervenute anche proposte, penso per esempio, oggi, al discorso fatto per il recupero dei terreni agricoli e attenzioni per i giovani e per coloro che guardano al settore agricolo, noi qui invece stiamo a parlare su volumi e su possibilità edificatorie…
PRESIDENTE. Onorevole Sechi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, dichiaro il mio voto favorevole su questo emendamento che prevede la possibilità di cancellare l'articolo 16, che introdusse uno dei primi errori di tutta la politica dell'eolico e delle energie alternative che è stata portata avanti da questa Giunta regionale. Mentre continuiamo a discutere su qualche metro cubo in più e su qualche stranezza di cui a volte si fa fatica a comprendere la necessità, trascuriamo di fare delle cose importanti. Qui ne cito qualcuna ancora sull'eolico.
In questi anni, grazie a provvedimenti come questo, la quantità di eolico installato o in via di installazione in Sardegna è arrivata quasi a sfiorare i 1800 megawatt, che sono più o meno la punta massima utilizzata in Sardegna, d'estate, durante la giornata; 1800 megawatt di solo eolico è un'enormità che non ha giustificazione alcuna in Sardegna, tant'è che già oggi, che non l'abbiamo raggiunta, ci sono dei momenti in cui l'energia prodotta dall'eolico, la famosa energia verde, pulita, prodotta in Sardegna, viene dispersa nella rete perché non è possibile utilizzarla, perché l'unico modo per utilizzarla è quello di pompare dal lago di Cucchinadorza fino al lago del Taloro.
Con questa politica sono state fatte delle cose che difficilmente potranno essere raddrizzate in Sardegna. Nel frattempo perdiamo di vista le cose che, invece, dovrebbero essere fatte. Ad esempio, le dico, Assessore, che in questi giorni - lo ha già ricordato anche il mio collega Chicco Porcu - esiste un ricorso al TAR da parte dell'Enel per l'impianto ulteriore di Balascia. Nonostante sia stato condannato l'Enel non ha ripristinato lo stato dei luoghi; nonostante ci sia un accordo transattivo con la Regione sarda (che consiglio alla Giunta di rispolverare), in cui l'Enel si è impegnato a ritirare ogni sua richiesta su Balascia e quindi rinunciare definitivamente a Balascia, sotto i vostri occhi stanno invece proseguendo! Si sono impegnati a eliminare e ripulire il Monte Arci dove l'Enel installò il primo parco eolico sperimentale in Sardegna, totalmente inutilizzato! E' immondezza sul Monte Arci! Chiedetegli di toglierlo! Si sono impegnati a restituire alla Sardegna la centrale idroelettrica a valle della diga Eleonora nell'Oristanese. E' un diritto della Sardegna quella diga, quell'impianto idroelettrico, la restituzione è bloccata da tre anni e non la state richiedendo. Nel mentre, vi attardate su queste cose…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
(Interruzione dei consiglieri Steri e Soru)
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo solo per una precisazione. Onorevole Soru, concordo sul fatto che è necessario senz'altro intervenire affinché l'Enel sia adempiente e affinché giustamente la realizzazione dell'eolico non sia anche una realizzazione di devastazione dell'ambiente. Sono perfettamente d'accordo. Però volevo dirle che probabilmente c'è stato un equivoco, perché l'articolo 16 di fatto abroga il comma 3 dell'articolo 4, non il comma 3 dell'articolo 8. Il comma 3 dell'articolo 8 riguarda, giusto, l'eolico, il comma 3 dell'articolo 4 riguarda le aree boscate. Siccome c'erano state allora problematiche inerenti alla costruzione principalmente nelle zone agricole, c'era stata l'esigenza di abrogare il comma 3 dell'articolo 4 che riguarda le aree boscate, quindi c'è stato questo equivoco. L'articolo 16 non sta sopprimendo il comma 3 dell'articolo 8, che riguarda l'eolico, ma il comma 3 dell'articolo 4.
Ecco, sono intervenuto solo per precisare che c'è stato questo equivoco.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Qui siamo in uno dei classici esempi, Presidente e assessore Rassu, in particolare a lei mi rivolgo, di una discussione che purtroppo, indipendentemente dalla nostra volontà, richiama una vostra responsabilità. Qui siamo in presenza, per l'ennesima volta, di una materia delicatissima, come questa della pianificazione energetica, soprattutto relativamente alla potenza del parco di generazione da avere in quest'isola, e sconta gravemente l'assenza di una pianificazione e di una programmazione in questa materia. Io lo voglio dire senza polemica, però vorrei che mi ascoltasse anche qualche collega della maggioranza...
(Brusio in Aula)
Davvero, credetemi, non è supponenza la mia, è soltanto il tentativo di richiamare a una responsabilità collettiva, seppure io non ritengo di averne in questa fase, almeno, se riferisco la responsabilità collettiva al Governo della Regione. Però, nonostante ciò, assessore Rassu, mi soffermo su questo perché noi ci troviamo a dibattere in questa maniera, tra l'altro discutibile, su un tema così delicato come questo che non è materia che si può affrontare in maniera risolutiva in Aula. C'è necessità ovviamente di un'istruttoria, non soltanto di un'istruttoria della Giunta regionale, ma anche la Giunta regionale avrebbe necessità di istruttorie, magari di tecnici, dell'Università, come si è fatto in passato, eccetera, però quello che vorrei sottolineare è che siamo in presenza di provvedimenti che si muovono in assenza di una programmazione e di una pianificazione.
Allora, noi chiediamo di abrogare l'articolo 16, il comma 3 dell'articolo 4 della legge numero 8 del 2004 perché comunque, attraverso la norma della legge numero 4 del 2009, in quella materia di energie da fonti rinnovabili e da fonte eolica, si interveniva con un criterio di pianificazione e di programmazione anche salvaguardando alcune scelte, ripeto, di pianificazione e di programmazione.
Voi proponete con la legge numero 4 del 2009 di abrogarlo ed è un esempio ulteriore di come, da parte vostra, ci sia una volontà di agire senza avere delle regole a riferimento della vostra azione di governo. Non ci può essere Governo, regionale o nazionale, che si muova senza il rispetto di regole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, esprimo il voto a favore dell'emendamento numero 203. Infatti, come ha precisato l'assessore Rassu, siamo di fronte al rischio di contaminazione della parte boschiva, si dovrebbe tutelare, quindi l'abolizione è - a mio avviso - per una maggior tutela di quell'ambito boschivo perché il comma 3 dell'articolo 4 prescrive rispetto di non meno di 300 metri dal limite del bosco. Ora, tenuto conto dell'elemento boschivo in Sardegna e del fatto che la Regione Sardegna investe centinaia di migliaia di euro sul personale e sulla tutela del bosco, io credo che andrebbe ulteriormente allontanato il limite, quindi non solo soppresso questo articolo ma aumentata la distanza di rispetto dal bosco, quasi considerato come bene identitario, noi sappiamo quanto è utile e quanto è necessario, perché la Regione Sardegna recuperi quella coltre boschiva che ne ha caratterizzato la sua tipologia e la sua essenza già in epoca antica. E' una delle aree mediterranee con un'essenza mediterranea articolata e diversificata, nei nostri boschi convivono appunto essenze diverse, essenze complesse. Quindi, a maggior ragione, l'edificazione in prossimità del bosco andrebbe ulteriormente allontanata.
Ecco perché sono del parere che questo emendamento debba essere approvato a maggior tutela di quelle parti boschive che purtroppo stanno sempre più diminuendo a seguito degli incendi e spesso facciamo poco per la ripiantumazione di queste aree, anche se vi sono i vincoli del pascolo, però sicuramente hanno necessità di intervento maggiore a tutela, ripeto, di quel patrimonio identitario che si inserisce pienamente nell'equilibrio uomo-territorio, quindi va ulteriormente tutelato e salvaguardato.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 203.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 203.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Espa, Mariani e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter. All'articolo 1 ter sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter e dei relativi emendamenti:
Art. 1 ter
Modifiche agli interventi di adeguamento ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente
1. All'articolo 2 della legge regionale n. 4 del 2009, sono apportate le modificazioni di cui ai seguenti commi.
2. Al comma 2, dopo le parole: "tipologia edilizia interessata", sono aggiunte le seguenti: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione".
3. Nella lettera a) del comma 2 le parole: "da utilizzare come sue pertinenze" sono soppresse.
4. Nell'alinea della lettera b) del comma 2, la parola: "pluripiano" è sostituita dalle seguenti "composte da più unità immobiliari".
5. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2, le parole "nel caso di copertura prevalentemente piana dell'edificio" sono soppresse.
6. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2, dopo le parole:"legislative vigenti", sono aggiunte le seguenti: "Nel caso di fabbricati, in distacco di almeno metri 1,5 dal filo della strada, è consentito sopraelevare sul filo più esterno delle facciate.".
7. Al comma 2, il capoverso: "Gli incrementi previsti nei punti 1), 2) e 3), possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico dell'edificio e rispettate le distanze tra pareti prospicienti come previsto dagli strumenti urbanistici comunali vigenti. Gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati separatamente ad essa" è sostituito dal seguente: "Gli incrementi di cui ai punti 1), 2) e 3) possono essere realizzati in ognuna delle unità immobiliari, compatibilmente con le leggi che disciplinano il condominio degli edifici, purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'incremento volumetrico nel contesto architettonico dell'edificio.".
8. La lettera c) del comma 2 è sostituita dalla seguente:
"c) nel caso di tipologie edilizie a schiera gli adeguamenti e incrementi possono essere realizzati, in ognuna delle unità immobiliari, mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale, in ampliamento nei diversi piani o mediante sopraelevazione, purché sia dimostrato il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico del complesso edilizio;".
9. Al comma 4 dopo le parole ", e i 2.000 metri dalla linea di battigia," sono aggiunte le seguenti: "ridotti a 1.000 metri nelle isole minori,".
10. Al comma 5 le parole: "esclusivamente e limitatamente agli edifici di cui al comma 2, lettera a)," sono soppresse.
11. Al comma 5, dopo le parole: "volume esistente", sono aggiunte le seguenti: "e quindi della superficie coperta".
12. Il comma 6 è sostituito dal seguente:
"6. Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo possono essere alienati a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale.".
13. Al comma 7, le parole: "approvata perentoriamente entro il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge" sono soppresse.
14. Alla fine del comma 8, è aggiunto il seguente periodo: "Tale condizione è riferita alla superficie dell'immobile prima della realizzazione dell'ampliamento.".
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
L'articolo 1 ter è soppresso. (28)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio.
Articolo 1 ter
Il comma 1 dell'articolo 1 ter è soppresso. (29)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 2 dell'articolo 1 ter è soppresso. (30)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 3 dell'articolo 1 ter è soppresso. (31)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 4 dell'articolo 1 ter è soppresso. (32)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 5 dell'articolo 1 ter è soppresso. (33)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 6 dell'articolo 1 ter è soppresso. (34)
Emendamento soppressivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 7 è soppresso. (1)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 7 dell'articolo 1 ter è soppresso. (35)
Emendamento soppressivo parziale Campus.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 8 è soppresso. (17)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 8 dell'articolo 1 ter è soppresso. (36)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 9 dell'articolo 1 ter è soppresso. (37)
Emendamento soppressivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 10 è soppresso. (3)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 10 dell'articolo 1 ter è soppresso. (38)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 11 dell'articolo 1 ter è soppresso. (39)
Emendamento soppressivo parziale Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'articolo 1 ter, il comma 11 è soppresso. (141)
EMENDAMENTO soppressivo parziale LOTTO - MORICONI - MANCA - DIANA Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 12 dell'articolo 1 ter è soppresso. (40)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 13 dell'articolo 1 ter è soppresso. (41)
Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Il comma 14 dell'articolo 1 ter è soppresso. (42)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter il comma 8 è sostituito dal seguente: La lettera c) del comma 2 è soppressa. (2)
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, al comma. 8, e parole:"mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica sono sostituite dalle parole:"anche mediante realizzazione di nuovi corpi di fabbrica". (140)
Emendamento sostitutivo parziale Campus.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, al comma 11, le parole:"e quindi delle superfici coperte" sono sostituite dalle parole: "e quindi delle corrispondenti superfici coperte". (18)
Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Campus.
Articolo 1 ter
Il comma 12 è così sostituito:
"12. Il comma 6 è sostituito dal seguente:
6. Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo non possono essere alienati separatamente dall'unità immobiliare principale prima che siano decorsi dieci anni dalla dichiarazione di ultimazione dei lavori". (126)
Emendamento all'emendamento numero 126 aggiuntivo Planetta - Sanna Giacomo.
Articolo 1 ter
Alla fine dell'emendamento numero 126 è aggiunto il seguente periodo: "è consentito il cambio di destinazione d'uso di volumi pertinenziali o tecnici già integrati nella sagoma del corpo di fabbrica. (267)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Bardanzellu - Randazzo.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter il comma 13 è sostituito dal seguente:
Nel comma 7, le parole "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio del comune competente approvata perentoriamente entro il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge."
Sono sostituite dalle seguenti;
"Tale contrato è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente. In assenza della suddetta delibera, l'articolo 2 della presente legge non trova applicazione nelle zone urbanistiche omogenee A." (4)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 ter è aggiunto il seguente comma:
1 bis. Al comma 1 dell'articolo 2 dopo le parole: "attività produttive" sono aggiunte le parole "tra le quali si ricomprendono anche le attività commerciali e artigianali". (137)
Emendamento aggiuntivo Sanjust - Sanna Matteo - Bardanzellu.
Articolo 1 ter
All'art. 1 ter, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2 bis. Nel punto 1) della lettera b) del comma 2 è aggiunto: "Negli edifici pluripiano il volume della scala e dell'ascensore esistenti non rientrano nel computo dei volumi perché sono da considerarsi volumi tecnici". (14)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Stochino - Murgioni.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 6 dell'art. 1 ter, è aggiunto il seguente comma:
6 bis. Nel punto 3) della lettera b) del comma 2 dell'articolo 2 le parole "che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici" sono sostituite dalle parole "che i fili più esterni delle facciate prospicienti spazi pubblici non superino le distanze previste dal piano attuativo di appartenenza, se esistente, o dal PUC". (138)
Emendamento aggiuntivo Tocco - Amadu - Diana Mario.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma:
7 bis. Al comma 2 dopo l'ultimo capoverso è aggiunto il seguente periodo: "Nel caso di lastrico solare condominiale è consentita la sopraelevazione di un solo piano utilizzando il contributo volumetrico spettante a ciascun condomino, a condizione che i locali realizzati siano destinati ad un uso comune. In alternativa, se i locali realizzati sono agevolmente frazionabili tra tutti i condomini, possono essere realizzate cantine o locali di sgombero da attribuire in proprietà esclusiva a ciascun condomino. In entrambi i casi è necessario il consenso unanime di tutti i condomini." (147)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 1 ter
Al comma 8, dopo le parole "in ognuna delle unità immobiliari," è aggiunta la seguente "anche". (125)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Peru - Stochino - Murgioni - Bardanzellu.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 10 è aggiunto il seguente comma:
1 ter. Al comma 5 dell'articolo 2 dopo le parole "del contesto in cui è inserito;" sono aggiunte le seguenti: "nella fascia che va dai 150 ai 300 metri dalla linea di battigia, l'incremento volumetrico può arrivare fino al 20 per cento con il limite massimo di 20 mq di ampliamento, a condizione che l'interessato reperisca un nuovo posto auto da destinare a servizio dell'unità residenziale;". (139)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 1 ter
All'inizio del comma 12 sono aggiunte le seguenti parole: "Nelle zone urbanistiche A, B e C". (127)
Emendamento all'emendamento numero 127 sostitutivo totale Diana Mario - Campus.
Articolo 1 ter
L'emendamento numero 127 è così sostituito:
All'inizio del comma 12 sono aggiunte le seguenti parole: "Nelle zone urbanistiche F gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo non sono alienabili separatamente dall'unità immobiliare principale prima che siano trascorsi 10 anni dalla dichiarazione di ultimazione dei lavori. Nelle zone urbanistiche A, B, C…. (265)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3 della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (204)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 1, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (205)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 2, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (206)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 3, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (207)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 4, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (208)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Lotto - Moriconi - Manca - Diana Giampaolo.
Articolo 1 ter
Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente:
14 bis. L'articolo 3, comma 5, della Legge regionale numero 4/2009 è soppresso. (209).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'articolo 1 ter tratta delle modifiche agli interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente. Diciamo che è il cuore del Piano casa o di quello che dovrebbe essere un Piano casa. Se la legge si fosse limitata a trattare il tema della qualificazione del patrimonio urbanistico esistente, del miglior utilizzo, della qualificazione energetica, della migliore funzionalità, certamente avremmo trovato maggiori punti di contatto. Anche nella nostra proposta di legge si trattava dell'adeguamento e qualificazione, oltre che ampliamento del patrimonio edilizio esistente, noi lo facevamo all'interno degli strumenti urbanistici comunali, evitando di derogare al lavoro di pianificazione fatto dai comuni che non riguarda solo l'incremento delle volumetrie, ma anche tutti i servizi a esso connessi per far sì che gli standard urbanistici, nel momento in cui avviene un incremento volumetrico, in termini di zone di verde, di parcheggi, di servizi collegati, non siano deteriorati.
Ma, al di là della differenza di filosofia, è evidente, l'abbiamo detto anche più volte dai banchi della minoranza, che quando si tratta di qualificare il patrimonio urbanistico esistente e di...
(Brusio in Aula)
Non mi perdo d'animo, Presidente, come sempre intervenire per primi in un'Aula un po' distratta come questa ha qualche difficoltà in più, ma andiamo avanti serenamente. Certamente se ci si fosse limitati a trattare soltanto la qualificazione del patrimonio urbanistico esistente, a non consumare nuovo territorio, avreste trovato con questa minoranza (che non sempre vuole essere opposizione, più spesso vuole anche avanzare proposte) un terreno di confronto, perché noi riteniamo che si faccia bene, che sia opportuno e che sia importante qualificare il patrimonio urbanistico esistente, anzi, dovremmo farlo sempre di più.
Dovremmo farlo sempre di più, anche a partire, per esempio, dagli edifici pubblici che vanno qualificati, migliorati, resi autosufficienti dal punto di vista energetico, autosufficienti, non semplicemente abbattendo del 15 per cento i consumi, ma resi autosufficienti affinché entrino in classe A, affinché, proprio dal patrimonio pubblico, le scuole, gli ospedali, gli edifici comunali, gli edifici istituzionali diventino il traino di un'economia della sostenibilità energetica, di un nuovo modello di sviluppo che veda sempre di più il patrimonio urbanistico all'interno di un grande progetto per la sostenibilità. Non sfugge a nessuno che oggi un terzo dei consumi energetici della nostra Regione, almeno 4 mila, 5 mila gigawattore, è collegato al patrimonio edilizio; pertanto non può non vederci disponibili e pronti al confronto un tema che volesse avere questo livello e questa aspirazione.
In realtà, la vostra norma, il vostro Piano casa 1 ha fatto ben poco, pochissimo. Si è limitato a offrire incrementi volumetrici, circa il 50 per cento in più, dal 20 al 30 per cento in molti casi, per piccoli miglioramenti, a volte anche la semplice sostituzione degli infissi. Io credo che si sarebbe potuto essere molto molto più ambiziosi, in particolare negli articoli quando abbiamo parlato di demolizioni e di ricostruzioni. Ma noi sappiamo che il profilo della vostra maggioranza, dal punto di vista riformista, è un profilo molto basso, un profilo che si accontenta, non è un profilo ambizioso e pertanto, anche su questa parte del Piano casa 1, noi abbiamo fatto sentire la nostra voce di opposizione.
E' evidente che, se le modifiche apportate si limitassero a quelle dell'articolo 1 ter, potremmo discutere nel merito, ma certamente non sarebbe un terreno di scontro. La nostra opposizione è stata dura laddove voi volete utilizzare impropriamente uno strumento come il Piano casa per portare deroghe al Piano paesaggistico e per far rivivere vecchie lottizzazioni su cui dobbiamo dire la parola "fine", affinché i progetti di sviluppo siano restituiti alle comunità locali, ma all'interno di un quadro normativo che è cambiato, che è quello del Piano paesaggistico regionale, quindi con strumenti che siano urbanistici, che siano adeguati.
Se noi insistiamo nella logica che le deroghe rimangono permanenti, per cui chi aveva un PUC adeguato alla legge urbanistica del 1989 può mantenere le convenzioni in eterno, quelle efficaci, allora le può mantenere sempre, non deve mai rimodulare quel PUC, non lo deve mai adattare alla situazione presente, non lo deve riadattare alla nuova filosofia, non solo del paesaggio, ma io dico anche dello sviluppo economico, che oggi non chiede più volumetrie per le volumetrie ma richiede qualità, richiede luoghi di incontro, richiede qualificazione, richiede centri storici migliori, richiede anche modelli di sviluppo e di recettività turistica che siano diffusi, dove le ricadute per la nostra economia siano diffuse, ma diffuse nel territorio e anche diffuse tra classi sociali, dove non ci sia l'ennesimo villaggio fantasma popolato poche settimane all'anno, dove il modello di ospitalità possa avere ricadute più ampie e dove anche i nostri imprenditori, non solo quelli strettamente legati all'ospitalità, ma anche quelli legati, per esempio, ai prodotti tipici della nostra terra possano avere accesso, possano avere accesso a quel grande mercato che si crea quando un turista ci viene a trovare.
Questo avviene tanto più quanto il modello è diffuso, tanto più quanto il modello di ospitalità avviene in strutture piccole, ce lo insegnano per esempio modelli più avanzati come quelli del Trentino dove l'imprenditorialità turistica è, all'80 per cento, una imprenditorialità locale, correlata col territorio, per cui alla fine in quei Bed & Breakfast, in quei piccoli alberghi, entrano soprattutto prodotti alimentari e artigianali legati al territorio. Noi abbiamo anche dei grandi esempi, su questo potrebbe farci una lezione anche l'Assessore del turismo se, una volta arrivato allo scranno di Assessore, non si fosse dimenticato delle esperienze virtuose che egli stesso ha portato avanti nella pratica e quindi non arrivasse a propugnare modelli estranei a questa esperienza, come quelli dei campi da golf; poi l'onorevole Capelli (che storce il naso) ci dirà perché non è convinto neanche di questo.
Allora, colleghi, io credo che, se il terreno di confronto fosse l'articolo 1 ter, non ci sarebbe da fare le barricate, ci sarebbe da usare il buon senso; mi sembra di capire che la notte abbia portato consiglio e che, dall'orientamento sugli emendamenti, anche per quanto riguarda l'articolo 1 ter, stia affiorando una ipotesi semplificatoria che eviti in esso alcune storture. Cito per esempio il caso del rischio che si corre nel momento in cui si vuole cassare il periodo relativo alla realizzazione di nuovi corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale non più necessariamente "pertinenze" dell'edificio principale. Ma non tanto per questa specifica in sé, perché potremmo discutere se dopo 10 anni questo non dovesse avvenire, quanto perché, nel caso delle villette a schiera, si potrebbe correre il rischio, in quel tipo di tipologia edilizia, di creare addirittura delle villette a schiera figlie.
Se questo fosse il terreno di confronto, forse un incontro ci sarebbe. Io mi auspico che, a partire dalla discussione di questo articolo, si apra una fase nuova e si possa far prevalere il buon senso per arrivare rapidamente a un punto di incontro che ci consenta di occuparci di altri temi come il bilancio o come quelli che abbiamo richiamato anche ieri in quest'Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente, con la discussione dell'articolo 1 ter, entriamo nel vivo del contenuto di questo disegno di legge numero 265 e iniziano a emergere i tratti, diciamo pure così, peggiorativi della proposta messa in piedi dalla Giunta e notevolmente peggiorata durante la discussione in Commissione urbanistica.
Si mette mano a un concetto che è quello di eliminare l'inscindibile legame degli incrementi volumetrici che vengono assentiti da utilizzare quindi come pertinenze del fabbricato principale, così facendo si creano le condizioni perché questi interventi invece che rappresentare un giusto incremento della casa del povero operaio famoso che chiedeva assistenza, di fatto significano il raddoppio delle unità immobiliari, creando quindi incrementi non solo volumetrici ma, in maniera più che proporzionale, incrementi di valore. Il fatto stesso che poi venga eliminato, nel disegno di legge numero 265, quello che pure era un limite contenuto nella legge numero 4, cioè l'impossibilità di alienazione dell'immobile, del volume costruito, dell'incremento realizzato prima del trascorrere dei 10 anni, la dice lunga sulla volontà non certo migliorativa da parte della maggioranza nel momento in cui ha affrontato questo disegno di legge di modifica della legge numero 4.
Anche quando si interviene nelle tipologie delle case a schiera e si parla di realizzazione di nuovi corpi di fabbricato staccati dal principale e della possibilità che questo intervento lo si possa fare ciascuno indipendentemente da tutti gli altri, di fatto si stanno creando le condizioni perché quel piano di zona, che prevedeva una certa tipologia costruttiva, che prevedeva determinati volumi da realizzare, e che tanto ha impegnato i consigli comunali e le Commissioni consiliari nella discussione e nell'adeguamento anche alle norme del piano in vigore, di fatto con questo strumento si stravolga. E con questo strumento, oggi in discussione, lo si sta stravolgendo molto di più di quanto già non facesse, e lo faceva, la legge numero 4.
Nell'articolo 1 ter ci sono diversi commi che meritano di essere assolutamente abrogati, facevo riferimento alla tematica dell'alienazione, questo è riportato nel comma 12, dove di fatto l'impossibilità di alienazione prima del trascorrere dei 10 anni viene soppressa e sostituita con una dicitura che lega le possibilità di alienare questo incremento volumetrico alla possibilità che venga fatto solo ed esclusivamente se è agganciato a una parte o all'intero fabbricato principale. E', di fatto, un limite che non può essere accettato. Questo è quanto recita in materia questo provvedimento e credo che sia anche questo un motivo che ci possa portare tra un po' a mettere in discussione l'intero articolo 1 ter su cui abbiamo presentato un emendamento soppressivo per intero e che chiederemo all'Aula di approvare.
Anche per quanto riguarda il comma numero 10 si fa riferimento alla soppressione di alcuni limiti contenuti nella legge numero 4 e che di fatto limitavano a una tipologia specifica la possibilità di intervento. Il comma 10 recita: "Al comma 5 le parole: 'esclusivamente e limitatamente agli edifici di cui al comma 2 lettera a) sono soppresse'". Di fatto si stanno allargando le maglie, si stanno creando le condizioni di una maggiore possibilità di incrementi volumetrici.
Ora la discussione in atto tra le forze politiche, tra la maggioranza e il centrosinistra, ha portato anche a riconsiderare, è oggetto di discussione, questo fatto; è un fatto positivo se pure non sufficiente e sarà senz'altro un fatto da considerare con grande attenzione se davvero si vorrà andare nella direzione di sopprimerlo, così come la stessa cosa riguarderà la questione della possibilità di alienare.
Dicevo che questo articolo 1 ter, che interviene sulla prima parte, sulla primissima parte della legge, sull'articolo 2 della legge numero 4, non fa una cosa che avrebbe dovuto fare, a mio parere; una delle critiche principali che facemmo alla legge numero 4 e all'articolo 2 in particolare era che gli incrementi volumetrici non erano assolutamente legati alla possibilità o all'obbligo, anzi scusate, di realizzare gli stessi incrementi volumetrici ma anche l'adeguamento dell'intero fabbricato alle nuove norme in materia di risparmio energetico. E' un fatto questo che è un limite della legge numero 4 ed è un limite che viene interamente confermato con questo disegno di legge numero 265.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue LOTTO.) Questo ci porta a confermare un giudizio sostanzialmente negativo, ci porta a dire che la maggioranza non ha avuto né la forza, né il coraggio e né la volontà di intervenire in maniera radicale sulla legge numero 4 per migliorarla davvero e per renderla meno impattante e più positiva per il territorio, per dare una mano a costruire case più di qualità, a intervenire con la premialità volumetrica e a intervenire sugli interi fabbricati per migliorarne la qualità. Si è rinunciato a far questo, si è confermata la volontà di legare questo eventuale intervento a ulteriori incrementi volumetrici e questo significa confermare un taglio sostanzialmente negativo della legge numero 4 del 2009.
Ora noi non condividevamo allora quella impostazione e non la condividiamo oggi che abbiamo invece l'opportunità eventualmente di migliorarla davvero. A me dispiace che la maggioranza abbia inteso interpretare la necessità di mettere mano a un intervento di manutenzione sulla legge numero 4 come un volerla considerare insufficiente rispetto alle necessità che qualcuno aveva di fare interventi maggiormente impattanti con il territorio e con gli assetti urbanistici. A me dispiace che sia stata presa questa strada, che non si sia avuto il coraggio invece di migliorarla davvero in certi tratti, avreste trovato in noi dei sostenitori, degli interlocutori attenti; così non è stato, adesso bisogna cercare di limitare i danni con questo pessimo disegno di legge che è arrivato in Aula. Vedremo come andrà la riflessione collettiva di quest'Aula, nel frattempo però diciamo con forza che l'articolo 1 ter nel suo complesso non va bene, in alcune parti è assolutamente inaccettabile e spero che venga in parte rimaneggiato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'articolo 1 ter si incarica di apportare alcune modifiche tutt'altro che passeggere o superficiali all'articolo 2 della legge numero 4. Una cosa che mi piace dire, anche per le cose di cui si è dibattuto poco fa in quella stanza lì, prestiamo un attimo di attenzione, è che si può discutere di tutto, ma non si può immaginare che le nostre contrarietà, che hanno delle radici precise in materia di legge numero 4, quindi di Piano casa originario, debbano essere automaticamente dimenticate e considerate un fatto consumato.
Ieri il collega Valerio Meloni ha avuto modo di usare un paragone molto forte, forse anche un po' eccessivo, ma non è che se una persona è stata abituata a una certa violenza si dimentica la prima perché conta solo la seconda, la sua psiche è colpita, è interessata da una pluralità di eventi negativi. Il che vuol dire che a noi non potete chiedere di far finta che non esista la legge numero 4, perché è lì, operante, grazie assessore Rassu, sappiamo benissimo che è operante, come sono state operanti le leggi, i Piani casa delle Regioni, fino a quando è stato Ministro l'onorevole Bondi, umile e silenzioso servitore della volontà superiore, essere ovviamente poco autonomo, ministro non dalle larghe vedute, ma compiacente esecutore di una linea proposta dal "capo" nella sua originaria versione del Piano casa. E quando mai il Ministro Bondi si poteva permettere il lusso di impugnare le leggi sui Piani casa, ancorché illegittime perché non fondate su un provvedimento legislativo che le autorizzava?
Ecco perché, secondo me, è importante il lavoro, che abbiamo fatto e che continueremo a fare, di ripetizione o di ripasso, se volete, sulla legge numero 4, perché è giusto che l'attuale Ministro conosca che cosa è in vigore. Non a caso, quello che è stato impugnato nel Lazio, è il reintervento sul precedente Piano casa. Anche nel Lazio è impugnata la legge che intendeva modificare il Piano casa del 2009, identico e preciso come nel nostro caso, a maggior ragione noi non possiamo non rimarcare qua la ragione per cui eravamo contrari a quel Piano casa.
Prima di tutto perché noi proponevamo, come Piano casa, l'obiettivo di dare la casa a chi non l'aveva, che credo sia in assoluto, rispetto a quello che voi avete scritto, un obiettivo assai più nobile e non paragonabile a quello che voi avete fatto, anzi è più nobile perché voi avete negato la possibilità di far utilizzare questo strumento per dare un beneficio alla gente che ne aveva bisogno. Adesso, siccome ho alcuni dubbi sulla reale positività di questo strumento, perché non fate come avete fatto per tante cose, tanto ormai siamo un Consiglio regionale "a sportello"? Vi chiedo con molta chiarezza di far venire qui sotto quelli che chiedono questo provvedimento, fateli venire! Dico ai giornalisti di scrivere che vengano qui a protestare sotto il Consiglio regionale, perché io, prima di tutto, li voglio vedere in faccia, voglio vedere in faccia tutta questa platea infinita di persone che ci reclamano la proroga del Piano casa. Li voglio vedere! Li voglio vedere, perché voglio anche capire di chi si tratta. Più o meno sono convinto che facciano parte vagamente della mia categoria professionale, vagamente, però li vorrei vedere, fateli venire qua! Vedremo se sono 20 o 30 mila, quelli che sono! Siamo abituati a questo, il Consiglio regionale ha sempre agito sulla base di una spinta popolare emotiva, adesso non me la potete raccontare, perché io non ci credo. Anche a me è arrivata qualche sollecitazione, è per quello che so da dove provengono!
Assessore, in ragione della crisi complessiva, c'è anche un'osservazione che lei avrebbe istituzionalmente il dovere di tenere sotto controllo: ci sono fenomeni distorsivi, a parte i clienti soliti che voi avete dall'inizio della legislatura, ci sono anche quelli che hanno capito che devono fare della loro professione una sorta di lavoro di procacciamento e vanno in giro a costruire speranze di intervento, di ampliamenti, di lavori, offrendo prestazioni professionali, quindi hanno un po' di arretrato e hanno oggettivamente bisogno di una proroga. Io combatterei questi fenomeni, ma noi abbiamo combattuto la legge numero 4 perché volevamo dare la casa a chi non l'aveva, vi abbiamo chiesto dei soldi, vi abbiamo detto anche da dove li dovevate prendere, ci avete detto "no"! Questo vi pesa, questo politicamente io non lo vorrei dimenticare, voi avete negato la casa a chi non l'ha, e l'avete fatto con un atto esplicito che si è tradotto in questo provvedimento, nel provvedimento della legge numero 4.
Ma, oltre questo, avete fatto un procedimento privo di supporto normativo. Io ho letto oggi con piacere che il Procuratore della Repubblica di Oristano, noto esperto nella materia urbanistica, concorre a diventare addirittura Procuratore a Roma, perché? Perché non è una persona evidentemente sprovveduta, ha un curriculum significativo, maturato proprio da decenni di studi su queste materie. Lui ha reso un servizio (come se fosse un centro studi, ma noi non l'abbiamo saputo cogliere) all'intera comunità regionale, ma non solo, dicendo che, se manca alle Regioni un mandato di delega da parte dello Stato, avente requisito di riforma economica e sociale, nessun legislatore è autorizzato legittimamente a modificare le leggi, ad andare in deroga alle leggi! E noi ci troviamo oggi nella condizione in cui la legge numero 4, secondo voi, è operante, ma è operante senza il presupposto della legittimità, perché non c'è quella legge che nell'intesa Stato-Regioni il Governo aveva promesso e che non è stata fatta. Quindi noi abbiamo fatto una legislazione in deroga, senza il presupposto.
Per spiegare questo, Assessore, che cosa diceva il Procuratore? Diceva: "Tanto è vero questo, che lo posso dimostrare in questo modo. Io, che sono magistrato, se mi trovo di fronte un cittadino che viola, obbedendo alla legge numero 4, il Piano urbanistico del Comune nel quale è inserito, e va in deroga ai parametri urbanistici, che cosa devo fare come magistrato? Lo considero un abuso o lo considero legittimo?". E continuava: "Siccome non ho una norma statale che mi dice che devo derogare alla regolamentazione attraverso il Piano urbanistico, io devo aprire un'azione penale nei confronti di quel cittadino". Vale a dire che, siccome non c'è una norma che manda in deroga l'azione penale nei confronti di coloro che violano il Piano urbanistico comunale che, dalla legge dello Stato numero 1150, è l'unico strumento abilitante alla trasformazione territoriale per quel cittadino, non c'è una analoga norma statale che tenga in piedi questa.
Ecco perché l'articolo 2 è l'esemplificazione della volontà di assicurare alla gente ampliamenti gratuiti come se nulla fosse, bisogna invece dire ai cittadini di stare attenti perché, da un certo punto di vista, quella norma mantiene in pieno la sua illegalità, ed è bene che, quando ne riparliamo, perché la volete modificare e peggiorare, in relazione sempre al sistema delle clientele, qualche cosa la dovrà spiegare, Assessore, almeno una cosa me la deve spiegare: perché gli ampliamenti che erano considerati pertinenze adesso diventano unità immobiliari? Si faccia una domanda e dia una risposta, se poi la volete anche pubblicare con quell'iniziativa che avete fatto… è curioso, spiegate ai cittadini perché, a distanza di qualche mese, le pertinenze diventano unità immobiliari. Questo interessa alla sopravvivenza di qualche famiglia che si è ampliata o alla sopravvivenza di qualche conto bancario…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, in genere non amo intervenire in discussione generale perché ci si rivolge fondamentalmente all'esterno dell'Aula, visto che l'Aula in questa fase è ampiamente e diffusamente disattenta. Nonostante ciò voglio parlare all'Aula e non all'esterno e prendo spunto dalla discussione di ieri sull'articolo 15 del primo Piano casa, il Capo III sul recupero dei sottotetti.
Ieri quella discussione ha dimostrato come un'anomalia possa diventare una regola, tant'è che, nel nuovo Piano casa, chi aveva provato gusto nel far passare allora l'abitabilità dei sottotetti, e l'Aula ieri ha confermato questa anomalia, in questo Piano casa ci riprova con i seminterrati. Il pericolo è che possa passare perché l'Aula dimostra la stessa sensibilità su questi argomenti che ha dimostrato allora nella discussione del primo Piano casa.
Io voglio davvero invitare l'Aula a valutare con attenzione quello che facciamo, bisogna fare attenzione, bisogna avere senso di responsabilità, non possiamo legiferare semplicemente perché le posizioni sono quelle decise dalla maggioranza e dai Gruppi. Ieri, mentre guardavo dei programmi televisivi, dei talk show politici, si parlava anche di morale nella politica, allora mi chiedevo se i colleghi della maggioranza, so che adesso mi giocherò le residue credibilità che ho in questo Gruppo, quando sono tornati a casa, ieri, alla domanda dei figli, della moglie o del marito, del fidanzato o della fidanzata, su come fosse andata la giornata, hanno risposto: "Noiosa, l'opposizione ha fatto ostruzionismo, abbiamo passato una giornata per approvare o, meglio, per bocciare sette, otto o dieci emendamenti, però una cosa buona l'abbiamo fatta, abbiamo salvato l'abitabilità dei sottotetti!". A quel punto, la domanda successiva posta ai colleghi sarà stata: "In che senso avete salvato i sottotetti?". Risposta: "Sì, abbiamo votato per consentire agli immobiliaristi di poter vendere, come superficie abitabile, le soffitte delle case, al di là di qualsiasi norma igienico-sanitaria".
Io credo che, se questo dialogo fosse avvenuto ieri, tra i familiari, gli amici e i parenti dei colleghi della maggioranza, probabilmente, essi si sarebbero resi conto che è necessario seguire con maggior senso di responsabilità i testi legislativi che ci vengono proposti o che noi stessi costruiamo, perché molto spesso le cose peggiori le costruiamo noi in Commissione rispetto anche ai testi che ci vengono proposti. L'articolo 1 ter ha vari commi che modificano molti passi della prima stesura della legge sulla casa, quella che attualmente è in vigore, e li modificano in senso altamente peggiorativo, altamente peggiorativo!
Ora, davvero, io chiedo all'Aula, distratta, stanca, ognuno pensa alle cose sue, di fare attenzione! Se non staremo attenti nella valutazione di questo articolo, noi peggioreremo di molto un testo che di per sé era debole, un testo che di per sé usava costantemente dizioni come (parliamo del recupero abitativo dei sottotetti) "il recupero abitativo dei sottotetti è consentito, previo titolo abilitativo… purché siano rispettate tutte le prescrizioni igienico-sanitarie…", comma 4; o il comma 5: "Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito…" in deroga alle norme igienico-sanitarie. Con il comma 4 diciamo che esistono le norme igienico-sanitarie, con il comma 5 dichiariamo che si può fare serenamente anche in deroga a queste norme.
Allora, per tornare all'articolo in discussione, attenzione, ci sono passaggi che sono altamente peggiorativi del senso, della filosofia, dell'afflato, se vogliamo utilizzare un termine aulico, che hanno condotto prima il Governo nazionale, poi il Governo regionale a recepire una norma che aveva lo scopo di provare a rilanciare il settore economico in crisi attraverso l'edilizia. Allora mi chiedo che cosa c'entra abolire al comma 3 le parole "sue pertinenze", è stato ricordato che, secondo il Codice civile, per "pertinenza" si intende una cosa destinata in modo durevole a servizio o a ornamento di un'altra cosa, ovvero non costituisce opera autonoma. Perché vogliamo abolire la possibilità che era stata scritta che, sì, si possono ampliare le residenze uni e bifamiliari purché l'ampliamento rimanga come pertinenza di quell'ampliamento? Abolire il termine "pertinenza" significa poter immettere sul mercato un qualcosa che, in maniera anomala, acquisisce una propria autonomia, un'autonomia economica.
Ancora, il comma 6, dove possiamo derogare alla possibilità che le sopraelevazioni possano avvenire solo in distacco rispetto alla facciata degli edifici. O il comma 7, che è uno dei più invasivi. La prima legge sul Piano casa diceva che gli ampliamenti potevano essere fatti purché venissero rispettate le distanze tra abitazioni, le distanze tra le pareti finestrate, le distanze tra un'abitazione e un'altra, per una questione di civiltà, oltre che di decoro urbano. Veniva ricordato ancora una volta che i volumi così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile, cioè è giusto ampliare, è giusto dare la stanza in più, è giusto dare il bagno in più, se serve, ma come "pertinenza" nell'ambito del miglioramento abitativo di quell'unità immobiliare. Bene, il comma 7 fa saltare tutto! Fa saltare le distanze, segno di civiltà, e fa saltare la possibilità che non possa essere alienata in maniera separata.
Ecco il comma 8: "mediante realizzazione di corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale". Continuo a chiedermi: a chi servono queste modifiche? Servono a chi, usufruendo del Piano casa, può migliorare la propria abitazione o servono a chi, usufruendo del Piano casa, può immettere sul mercato nuove cubature, nuove volumetrie? O ancora, "che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale", questo al comma 12; attenzione, perché il comma 12 sostituisce il comma 6 della vecchia legge, quindi attenzione ad esempio sull'abrogare questo comma, perché poter abrogare il vecchio comma 6 della legge numero 4 sarebbe invece un'opera meritoria perché il comma 6 della legge numero 4 era un comma in cui fondamentalmente si parlava di deroghe in tutti i sensi. Il comma 6 prevede che gli adeguamenti e gli incrementi volumetrici "possono superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti…"; perché faccio questo discorso? Lo faccio proprio perché vorrei che l'Aula, nel valutare gli emendamenti, lo facesse non sulla base di un pollice verso o di un pollice sollevato, ma lo facesse sulla base di un ragionamento. Lo dico anche a voi che sicuramente avete presentato degli emendamenti soppressivi: attenzione a sopprimere il comma 12, perché potremmo ricadere nella brace dalla padella dove stiamo cercando di andare.
Ancora, il comma 13 dove si parla di zone urbanistiche A. C'è la possibilità di migliorare il testo, se lavoriamo valutando bene gli emendamenti.
E' stato fatto un ottimo lavoro, devo dire, nel tentativo di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione, nel tentativo di superare il termine temporale del 31 ottobre, io credo che, se l'Aula manterrà quell'attenzione, che non sia solo quella di arrivare entro il 31 ottobre, ma sia quella di migliorare davvero il testo, per rendere una legge davvero efficace per gli scopi per cui era nata…
PRESIDENTE. Onorevole Campus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Dessì, Diana Giampaolo, Salis e Sanna Gian Valerio sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 38 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu.
Poichè il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, intervengo solamente per dare parere favorevole su questo nostro emendamento, che poi seguirà, sulla soppressione. Questo articolo è un articolo abbastanza complesso, devo dare atto all'onestà intellettuale dell'onorevole Campus che poc'anzi ha illustrato con obiettività il passaggio dell'articolo in discussione, appunto l'articolo 1 ter, un articolo che interviene in diversi aspetti a testimoniare anche in questo caso una disorganicità di intervento, e che mi fa pensare ancora una volta alla necessità e al bisogno di dare corso davvero ai Piani urbanistici comunali, perché questo mi sembra più tema da Piano urbanistico comunale che tema da Consiglio regionale: il Consiglio regionale avrebbe potuto dare gli indirizzi generali e poi far sì che i comuni intervenissero nel merito proprio perché conoscono pienamente le problematiche locali.
Questi interventi, ho avuto modo di dirlo anche in altre circostanze, incidono nella convivenza civile delle nostre comunità, perché spesso noi adottiamo misure, e quindi proposte, che creano disparità e anche frizione tra i cittadini, perché alcuni di questi articoli, alcuni di questi commi - è stato detto - vanno totalmente in deroga. Abbiamo parlato di pareti finestrate: voi immaginate la vivibilità nei nostri centri che sta diventando sempre più problematica a causa della grave crisi economica che non porta certo serenità nelle famiglie, quindi c'è già una tensione interna ai nuclei familiari, se poi a questo si aggiunge il fatto che il "mio" dirimpettaio, magari perché dispone di risorse finanziarie, si costruisce l'altra stanza e quindi riduce la distanza tra le pareti finestrate intervenendo in qualche maniera sulla mia privacy, ciò chiaramente determina un conflitto e quindi una vivibilità difficile, una vivibilità che appunto viene esasperata dalle condizioni economiche. Nella nostra proposta al Piano casa 1, noi tentammo di far prestare attenzione a questi aspetti che, ripeto, il legislatore non valuta perché spesso non conosce le conseguenze della norma che mette in atto, perché non si immagina che cosa può avvenire, perché molti - senza nulla togliere agli amministratori regionali - non conoscono le dinamiche che si sviluppano nei nostri quartieri, nei nostri centri abitati. Penso di non dire nulla di improprio se, rivolgendomi ai sindaci, coloro che lo sono e coloro che lo sono stati, e che conoscono benissimo queste problematicità, dico loro che questo articolo 1 ter si insinua nella vita quotidiana dei cittadini.
Ecco perché dico che bene faremmo a sospendere per 3 o 4 mesi, come è stato detto, non casca il mondo, e incentiviamo i comuni a chiudere il loro Piano urbanistico e a recepire al suo interno questi elementi che sono tipici dei piani urbanistici e dei piani particolareggiati, mentre noi stiamo immettendo azioni che chiaramente incidono anche nella convivenza civile, proprio per questi elementi. Considerando, in questo articolo, la parte relativa a ulteriori unità immobiliari all'interno delle case a schiera, io riflettevo, anche sulla discussione di questo, che non serve sicuramente al titolare dell'abitazione principale ma probabilmente questo è interesse dei costruttori che in tale maniera realizzano un mini alloggio.
Noi sappiamo quanto la nostra società, nella disgregazione dei nuclei familiari, sta costituendo nuclei familiari unicellulari, di un'unica persona, che non sanno dove andare per cui l'esigenza di mercato è quella di avere mini alloggi, e qui si è scoperto il modo per avere mini alloggi. Non è una forma ipotetica ma è una forma concreta, perché molti, ripeto, più che stare in macchina, probabilmente avendo due stanze, riescono a stare sotto un tetto. Pertanto non mi stupisce questo inserimento che non è, ripeto, necessario al titolare della casa a schiera, che ha necessità invece di avere il suo giardino, non di occuparne una parte per creare non una dependance ma addirittura un'unità immobiliare.
Così possiamo dire per le tipologie pluripiano, dove si recupera ogni spazio; davvero c'è un mercato e una richiesta immobiliare per singole unitàper quei nuclei familiari composti da una sola persona, la richiesta è enorme, questa nostra società sta appunto portando nel mercato immobiliare questa nuova esigenza. Quindi comprendo che avviene, però non deve avvenire a discapito di una convivenza civile, e quindi di un equilibrio tra cittadini laddove l'amministrazione pubblica non crea incentivi, perché davvero coloro che non possono avere la disponibilità finanziaria possano accedere a questa norma, che peraltro sembrava che avrebbe messo davvero in sesto l'economia della Regione Sardegna; eppure, a leggere la comunicazione di ieri dei sindacati unitari e della Confindustria, il Piano casa non esiste come priorità delle cose che questa Regione dovrebbe fare, quindi noi ci stiamo attardando a discutere, appunto, di articoli che non sopperiranno alla difficoltà economica e alla situazione sociale della Sardegna. Noi sappiamo quanto sia difficile andare avanti per un nucleo familiare senza un posto di lavoro.
Altro che Piano casa! Altro che stanza aggiuntiva in più, se non è supportata e aiutata anche dalla finanza pubblica, così come si è fatto per la prima casa! Ma, ripeto, altrettanto strumento di incentivo potrebbe esserci per migliorare la propria abitazione, anche in termini igienico-sanitari; sappiamo che la povertà e la poca disponibilità economica porta comunque anche i nuclei familiari a vivere nella precarietà sanitaria perché non hanno la possibilità di sistemarsi le stanze, di sistemarsi le infiltrazioni d'acqua, perché la manutenzione al patrimonio immobiliare non avviene, perché non interveniamo nei centri abitati, tentiamo di fare ulteriori volumetrie, quando invece dovremmo recuperare quelle esistenti per una migliore vivibilità dei nuclei familiari che oggi sono costretti, ripeto, a vivere in situazioni di precarietà.
Questo è comunque un grande costo che paga la società, perché le situazioni malsane portano le persone a doversi poi servire del Servizio sanitario regionale e sono costi di cui non riusciamo a determinare l'entità. Prendiamo il caso di un bambino che si prende un'influenza, o addirittura le malattie polmonari, si è costretti a rivolgersi alla sanità e sappiamo quanto le sue casse siano in una situazione precaria, quelle risorse dovrebbero essere utilizzate per le situazioni davvero di alto rischio.
Tutto questo lo paghiamo per una superficialità nell'affrontare i temi, che sembra che non abbiano ricadenze ulteriori e che, invece, sono intrisi di complicanze; spesso noi legislatori pensiamo di adottare una norma perché ci sembra che risolva un problema invece non ci rendiamo conto che magari ne causa altri peggiori dell'obiettivo al quale tendere. Questa norma è una di quelle davvero complesse, forse dovremmo pensare di più a creare opportunità di lavoro, a creare le condizioni perché il cittadino abbia il lavoro e possa investire direttamente sulle unità immobiliari, lasciando, ripeto, ai comuni che queste spigolature, perché io le chiamo spigolature, possano essere verificate, certificate e gestite appunto all'interno dei nostri comuni nei quali…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo nella discussione su questo articolo cercando di concentrarmi in parte sulle norme che questo articolo contiene ma cercando anche di riportare la discussione su una visione più generale circa quello che sta accadendo in questi giorni in questa Aula. Il collega Campus diceva: "Smettiamola di parlare all'esterno, parliamo tra di noi, concentriamo la discussione al nostro interno, proviamo anche ad ascoltarci nella speranza che ci sia la possibilità di ciascuno di ragionare secondo la propria coscienza e provare a migliorare le cose per i nostri concittadini".
Penso anch'io che sia utile rivolgerci soprattutto all'interno perché non mi fido molto di come la discussione viene riportata all'esterno… Buongiorno, Presidente!… Non mi fido molto di come le cose vengono riportate all'esterno. A me personalmente oggi capita di vedere riportata all'esterno una questione che mi ha riguardato, un dibattito con l'onorevole Floris riportato in maniera totalmente falsa all'esterno, ma questa è la nostra situazione!
Purtroppo io sono stato contrario a far comprare alla Regione gli edifici per i nuovi uffici per circa 130 milioni di euro, l'ho fatto non in odio a qualcuno, l'ho fatto semplicemente perché pensavo che la Regione non avesse 130 milioni di euro da spendere con un solo costruttore. Purtroppo sono stato anche contrario a continuare a consumare le nostre coste, le zone intonse, le zone vergini del territorio più belle della Sardegna, l'ho fatto non in odio qualcuno, l'ho fatto cercando di tutelare gli interessi generali. Ma purtroppo questo pesa!
Purtroppo sono anche contrario alla proroga del Piano casa con gli ulteriori peggioramenti di cui ci occupiamo anche in questo articolo, sembra proprio che ci sia un accanimento, ma purtroppo semplicemente sto cercando di concentrarmi sugli interessi generali anziché andare a vedere a chi giova e a chi non giova. Sto cercando di fare una questione generale e non quello che è utile a una qualche persona. Questo naturalmente ha un prezzo che si paga. A me fa anche un pochino sorridere, sono abituato a cose persino più ampie che poi si riesce a chiarire.
Però è un fatto, credo, di democrazia e credo che interessi l'intero Consiglio (compresi i suoi uffici stampa, i nuovi sistemi di immediata comunicazione all'esterno attraverso la pubblicazione di video e dei resoconti) che la discussione del nostro Consiglio regionale sia trasmessa all'esterno nel modo più coerente possibile.
Tornando a questo articolo. A chi giova fare in modo che gli aumenti di cubatura non possano essere esclusivamente dedicati o realizzati laddove siano possibili, laddove sia effettivamente possibile aggiungere una stanza o chiudere una veranda, come era stato detto nella prima discussione, per sopperire alle nuove esigenze di una famiglia che cresce? Che c'entra autorizzare pertinenze fuori dall'edificio? Stiamo tornando, in Sardegna, all'epoca in cui si realizzavano i bagni in cortile? O stiamo pensando che qualcuno voglia realizzare una stanza per un figlio in cortile, lontano dalla casa principale? Ci stiamo allontanando quindi dalla possibilità di chiudere una veranda o di aggiungere una stanza nel terrazzo, stiamo facendo evidentemente delle cose che non servono più alle famiglie dei sardi, servono ai costruttori che operano in Sardegna!
Di questo ci siamo occupando anche oggi, mentre ci tolgono le navi tra Porto Torres e Genova, nonostante la propaganda a caro prezzo pagata dai sardi, mentre ci cancellano gli aerei. E sì! Nel momento in cui, ieri, Alitalia ci diceva che non c'è nemmeno notizia di un nuovo bando per la continuità territoriale, nonostante la propaganda che ogni giorno siamo costretti a subire, ormai siamo certi che non discuteremo per tempo la legge finanziaria della Sardegna e non abbiamo neanche alcuna certezza delle risorse sulle quali discuteremo questa legge finanziaria e questo bilancio, non credo che quest'anno ci direte ancora che state discutendo le norme di attuazione.
Mentre tutto questo accade in Sardegna, noi siamo qui a parlare delle esigenze di qualche costruttore di separare le pertinenze dall'edificio principale ed eventualmente di poterle vendere separatamente. Concordo che il comma 12 di questo articolo è meglio non cancellarlo, una qualche riserva la pone. Però io personalmente non sono disponibile ad andare a guardare il singolo comma, non è che mi interessi tanto, per i motivi che diceva anche il mio collega prima. Queste sono discussioni che dovremmo delegare ai Piani urbanistici comunali, ai regolamenti edilizi, e, in qualche caso, dovremmo discutere eventualmente una legge urbanistica, ci sono già alcuni progetti di legge presentati, ma qui siamo dentro una discussione che si intitolava "Norme urgenti per lo sviluppo della Regione". Lo sviluppo della Regione passa da questo? Dal vendere separatamente o dal realizzare separatamente gli aumenti di cubatura sia nel caso di lottizzazioni a schiera, sia nel caso di alte torri o sia nel caso di palazzi multipiano?
Qui stiamo discutendo di una cosa che fa finta di servire alle famiglie sarde, ma che, come abbiamo visto poc'anzi, con la discussione sugli emendamenti che hanno cercato di cancellare l'articolo 13 e l'articolo 14, cerca di fatto di cancellare il Piano paesaggistico regionale; inoltre, in maniera furba ma irresponsabile, nasconde, dietro la possibilità per qualche famiglia della Sardegna, quella di fare invece regali enormi a qualche persona ben individuabile o a tante altre persone di cui non conosciamo i nomi, ma che certamente si nascondono dietro l'esigenza caparbia di difendere ancora oggi la cancellazione del Piano paesaggistico attuata o tentata con gli articoli 13 e 14 della legge numero 4 che stiamo cercando di prorogare.
Questo in un mondo persino chiarito rispetto a due anni fa, che ci dice che lo sviluppo non passerà certamente dall'ulteriore consumo del territorio, che ci dice che la società oggi ha bisogno di altre cose rispetto al consumo dell'agro, che i problemi del lavoro in Sardegna non si risolveranno certamente cancellando la destinazione agricola dei suoli agricoli, appunto, della Sardegna, e dedicandoli alla cementificazione, ma eventualmente prendendo coscienza della responsabilità della destinazione dei suoli agricoli all'agricoltura e al soddisfacimento del bisogno di cibo, piuttosto che del bisogno di cemento. In un momento in cui le nuove generazioni ci dicono di pensare un pochino meno a noi, che qualche anno ormai lo abbiamo maturato, e di pensare un pochino a loro, i giovani di oggi e quelli che verranno, noi caparbiamente cerchiamo di continuare a lasciare debiti a loro, debiti nel senso finanziario del termine e debiti nel senso di impoverimento dell'ambiente e di ulteriore depauperamento delle risorse disponibili per il futuro.
Nonostante tutto questo, noi continuiamo caparbiamente, oggi, in maniera totalmente irresponsabile, nell'Italia di oggi e nella Sardegna di oggi, a occupare questo Consiglio regionale, fino a notte tarda, per autorizzare la vendita degli sgabuzzini separati dagli edifici, contraddicendo qualunque logica, qualunque buon senso, persino il mero significato delle parole, come ci ricordavano poc'anzi circa il termine "pertinenze". E' da irresponsabili quello che state facendo. Io credo, signor Presidente della Regione, che sia da irresponsabili la discussione che stiamo facendo oggi!
Al di là di qualche giornale amico, al di là di qualche trasmissione televisiva, al di là del fatto che, mentre non vediamo niente, vediamo ogni giorno almeno due notizie alla Tv di cose che semplicemente non accadono ma sono nella fantasia delle persone, la Sardegna ha bisogno che ci si prenda cura di lei, della Sardegna tutta, non qualche impresa di costruzioni, non qualche potere forte che qui stiamo cercando di difendere. Dal mio punto di vista, non è su un comma in più che…
PRESIDENTE. Onorevole Soru, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, io non voglio entrare nei dettagli di questo Piano, mi accontenterò di "testualizzare" o forse contestualizzare solo il suo contenuto, dunque non parlerò di cubatura né di finestre né di infissi, lascerò questo agli esperti.
Però, ribadisco il fatto che questo vostro voler trasformare radicalmente l'ambiente, in particolare il paesaggio, ci rimanda a un nuovo tipo umano, a un nuovo tipo umano in corso di formazione, dove lo spazio diventa una plastica politica in cui forme e paesaggi costruiti vengono di continuo plasmati e riplasmati da forze politiche e da corporations occulte. La plastica politica che viviamo dentro questo Consiglio è anche la densità della materia, uno spazio gelatinoso che mette a nudo le tracce degli avvenimenti dei processi politici. Il nodo è "se" e "come" si possa liberare un complesso avvenimento di ciò che ne resta.
C'è, a dire il vero, un lutto politico, un lutto politico dentro questo Consiglio, che consiste nel tentativo di deontologizzare dei resti, di renderli assenti, in primo luogo di identificare le spoglie e programmare il futuro per cancellare il passato. Manca quella potenza di trasformazione della politica in cose utili socialmente e ontologicamente. La crisi è insopportabile e il rimedio si fa raro ogni giorno; invece di concentrarsi sulla crisi economica, finanziaria e soprattutto sociale, ci divertiamo a presentare questo Piano casa che deve essere rifatto interamente, se si vuole bene a quest'isola e a questi cittadini.
Cari colleghi, noi conosciamo che l'urbanistica è quel sapere che può orientare la nostra speranza di vivere e convivere in un contesto desiderato, in città, luoghi, paesaggi ricchi di luce propria, come la nostra generosa isola. Siamo tutti al corrente, caro Assessore, delle lotte e dei colpi bassi per l'aggiudicazione degli appalti, siamo consapevoli degli abusi che avvengono nei cantieri, luoghi dove si frantuma il sogno democratico e il riconoscimento della nostra dignità, per fare posto, come direbbe forse Nietzsche, al governo della mediocrità, espresso dalla società borghese e golfistica.
Salute, casa, lavoro, ambiente e paesaggio costituiscono i fondamenti del grado di qualità di un contesto, un insieme strutturato determinante per lo sviluppo della personalità, del carattere individuale e collettivo. Noi non pretendiamo di darvi lezioni di civiltà o di cultura, vogliamo solo sollecitare il vostro senso di responsabilità, la vostra intelligenza, ricordandovi che è meglio il sapere che il potere transitorio. Chiediamo non solo se il planner di questo Piano casa abbia una funzione politica, ma se sia corretto, legittimo e soprattutto utile che il planning definisca e venga guidato da una qualche teoria morale e ideologica politica. Si tratta quindi, qui, di una doppia operazione.
Il vostro compito, caro Assessore, è quello di stabilire una certa relazione tra gli esiti sociali e le operazioni spaziali, il tutto nella convinzione che, per ripoliticizzare lo spazio, si debba depoliticizzare l'urbanistica. Noi notiamo con grande dispiacere che gli aspetti del vostro planning del Piano casa non sembrano rispondere adeguatamente ad alcune delle nuove sfide di una società contemporanea. Mi chiedo quali componenti di un territorio hanno più valore agli occhi dei turisti nazionali e internazionali e qual è il modo per valorizzarle e veicolarle. Ciò che diciamo è che questo Piano è inosservante delle norme urbanistiche; va dunque impedito, per cautela, come evento dannoso, né più, né meno.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, mentre preparavo l'intervento, ho incominciato a leggere il titolo dell'articolo 1 ter e mi sono detto: "Forse si sono accorti di quello che avevano approvato con la legge numero 4 due anni fa e provano a porvi rimedio". Il titolo è:"Modifiche agli interventi di adeguamento ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente". Purtroppo, colleghi, Assessori, Presidente, a partire dal comma 2 mi sono dovuto ricredere, perché già nel comma 2 si incomincia con modifiche che sono peggiorative, come diceva il collega Campus. Come è possibile inserire gli adeguamenti in modo organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato esistente senza che si forniscano elaborati fotografici e simulazioni? E' una finzione! Difatti, con il comma 2, voi aggiungete: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione". Con questo articolo, ancora una volta, dimostrate insofferenza per le regole e pensate che tutto quello che è regola sia un appesantimento; quindi, se è possibile, state peggiorando una legge già pessima.
La conferma poi l'abbiamo al comma 3, dove sopprimete, nella lettera a) del comma 2, sempre della legge numero 4, le parole "da utilizzare come sue pertinenze". Consentite quindi, attraverso questo comma 3 dell'articolo 1 ter, la gemmazione dei fabbricati perché, se prima i nuovi corpi di fabbrica erano consentiti solo per le pertinenze, oggi avremo nuovi edifici autonomi e pertanto un effetto moltiplicatore. Colleghi, vi invito ad avere attenzione, a entrare nel merito, come ha fatto l'onorevole Campus, su quanto riguarda le pertinenze, perché l'effetto moltiplicatore è replicato poi al comma 4 e ai commi 5 e 6 di questo articolo, dove ampliate la tipologia degli immobili, da pluripiano passate a edifici con più unità immobiliari. L'effetto moltiplicatore delle unità immobiliari è anche nel comma 7, dove le pertinenze inscindibili dell'unità immobiliare principale non alienabili separatamente diventano altre case da vendere, altro mattone, altro cemento!
Colleghi, qui stiamo aumentando negli stessi sedimi, nelle stesse zone, le unità immobiliari. Ci si preoccupa, per esempio, solamente del rispetto delle leggi sui condomini e il corretto inserimento dell'incremento volumetrico nel contesto architettonico dell'edificio, "infischiandosene" delle distanze, degli strumenti urbanistici, degli standard. Gli standard non sono un orpello "così", che si inserisce all'interno dei piani urbanistici comunali perché non si sa che cosa fare o perché si deve dare da lavorare agli urbanisti. Gli standard sono servizi che tengono conto della popolazione insediabile, sono la presenza di strade alla portata della popolazione, di piazze, di verde, di spazi e di servizi pubblici! Ebbene, se voi moltiplicate le residenze in quelle zone, così come state facendo (perchè state dicendo che gli ampliamenti non sono solo per pertinenze, ma sono per nuove case), è chiaro che state violando tutti questi vincoli.
Il comma 8 poi che cosa riguarda? Il comma 8, colleghi, riguarda le tipologie delle villette e delle case a schiera che possono diventare case a schiera bis. Il collega Moriconi aveva fatto l'esempio delle matriosche, l'articolo 1 ter è proprio il caso tipico che lui ha enunciato. Con il comma 12 sostituite il comma 6, quello che citava l'onorevole Campus, dove sostituite norme che non avete rispettato, cioè le norme di salvaguardia che avevate previsto erano il rispetto del decreto ministeriale del 5 luglio 1965, su questo devo dire che siete coerenti perché non l'avete rispettato e giustamente provvedete a sostituirlo, avete sostituito in toto quel comma. E, con questo comma 12, che cosa fate? Dite: "Gli ampliamenti realizzati ai sensi del presente articolo possono essere alienati a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale".
Date pertanto seguito a tutto quello che c'è scritto in questo articolo, cioè prima moltiplicate le unità immobiliari e poi… per quale motivo si moltiplicano le unità immobiliari? Si moltiplicano, non per soddisfare un'esigenza abitativa del proprietario dell'immobile, consideriamo che l'ampliamento dell'unità immobiliare in se stessa potrebbe avere avuto un senso e una sua logica, ma voi non ampliate le unità immobiliari ma le moltiplicate; questo emerge proprio dall'articolo 1 ter. La moltiplicazione è finalizzata a che cosa? Ovviamente la moltiplicazione è finalizzata a vendere le nuove unità immobiliari! Allora, mi chiedo: "A che serve dire che la condizione è che si venda e che sia - come avete scritto - 'a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale'?". Che cosa vuol dire "parzialmente" l'abitazione principale? Che quindi è sufficiente dire che associamo una stanza all'ampliamento e che abbiamo due unità immobiliari. Tanto valeva non scriverlo nemmeno questo! Scrivere "a condizione che l'alienazione comprenda parzialmente o totalmente l'abitazione principale" non serve a nulla! Perché stiamo dicendo: togliete un pezzettino dell'abitazione principale, associatelo all'ampliamento e avrete due unità immobiliari separate, autonomamente vendibili.
Quindi, colleghi, l'articolo 1 ter, anche per i distratti e per i rumorosi, conferma la filosofia di questa legge che è, sì, vero, la modifica della legge numero 4, ma peggiorandola, quando noi pensavamo che fosse impossibile addirittura peggiorarla, peggiorare quanto fatto due anni fa.
Con questo articolo si rafforza la mia convinzione e la mia contrarietà a questo Piano casa, al Piano casa originario, che poteva anche essere utile pensato nei termini di un piano casa che andasse a dare una casa a chi non l'ha o un piano casa che andasse a soddisfare le esigenze di chi ha la casa ma non riesce a soddisfare le proprie esigenze abitative. Invece questa legge e questo articolo soddisfano altri appetiti: soddisfano la fame di cemento, soddisfano esigenze che sono diverse da quelle che noi, invece, pensavamo dovessero essere alla base di un piano casa.
Quindi l'articolo 1 ter e gli emendamenti a esso presentati confermano quello che stiamo dicendo: il consumo del territorio fine a se stesso, senza che ci sia nemmeno un dato confermato dagli andamenti di mercato. C'è un calo delle esigenze di mercato, quindi si soddisfa l'esigenza costruttiva, la fame di cemento, la fame di mattone senza andare veramente a toccare l'esigenza che noi abbiamo manifestato che (lo ripeto, e continuerò a ripeterlo tutte le volte che avrò l'occasione di intervenire) è quella di dare la casa a chi non l'ha e di aiutare i giovani, le giovani coppie a costruire la casa. Allora sì che avremmo avuto il Piano casa: agevolazioni anche volumetriche ma associate ai soldi e alle risorse per poterle costruire e comunque soddisfare le esigenze di chi ha una casa piccola per farci vivere la famiglia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Cucca, Diana Giampaolo, Manca, Meloni Valerio, Mulas, Solinas Antonio e Soru sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 53 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.
E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io confesso la mia difficoltà a intervenire su questi temi, sulle norme urbanistiche, sui regolamenti edilizi, non ho competenza come invece hanno altri colleghi sia per la loro professione, sia per il ruolo che hanno svolto nelle pubbliche amministrazioni per tanti anni. Io sono stato amministratore ma non mi sono mai occupato di questi temi, quindi ho un po' di difficoltà; però mi faccio guidare da alcuni principi e credo che tutto il centrosinistra si stringa attorno a questi principi, che sono quelli che stiamo ripetendo in continuazione in questi giorni.
Innanzitutto la difesa della fascia costiera. E' stato detto con molta chiarezza che questa fascia costiera per il 50 per cento è stata edificata, sono state realizzate delle abitazioni, dei villaggi turistici, ma un 50 per cento per fortuna è rimasta intonso e lo possiamo avere a nostra disposizione così come Dio l'ha creato, come l'abbiamo da sempre conosciuto.
Un secondo punto è certamente il rispetto e la difesa di quelle zone sensibili che hanno un alto valore paesaggistico (la nostra campagna, alcune aree umide), zone che noi intendiamo difendere con forza e con determinazione al pari della fascia costiera.
Il terzo elemento che mi pare centrale è il paesaggio che ormai è un principio, un concetto sostenuto e al centro di tutte le politiche, a partire da quelle europee, ma anche volute dallo stesso Governo di centrodestra che ha approvato il Codice Urbani, che pone al centro il concetto di paesaggio, che è fondamentale.
E' indubbio che il percorso del PPR nella scorsa legislatura abbia toccato tutte le fasce della nostra società. Si è discusso in modo profondo di questi temi, ne hanno parlato i giornali, se ne è occupata l'Università, se ne è occupata la politica, se ne sono occupati i nostri consigli comunali, i nostri consigli provinciali, ma se n'è parlato anche nelle piazze, nei bar, dappertutto, il tema è diventato davvero centrale. E' stato discusso a fondo e si è creata, bisogna darne atto, nel processo di costruzione del PPR una nuova sensibilità. Prima si guardava a una porzione del nostro territorio solo ed esclusivamente in funzione della possibilità di edificare, veniva pensato come possibilità di sviluppo di metri cubi in edilizia; oggi c'è una diversa sensibilità e tutto ciò certamente ha un senso assoluto. Noi intendiamo difendere, come valore che ci appartiene, che appartiene alla nostra cultura, il nostro territorio, il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico.
Ma credo che tutto questo abbia anche un altro senso, che va oltre il valore assoluto a cui noi ci affidiamo, ha un senso anche dal punto di vista economico. Noi riteniamo che, prima ancora di qualsiasi albergo, di qualsiasi villaggio turistico che si possa costruire, abbia più importanza la conservazione dell'ambiente e della fascia costiera; cioè, se non ci fosse una risorsa ambientale come quella che è presente in Sardegna, e che noi intendiamo tutelare, che è necessario tutelare, non avrebbe senso neppure qualsiasi tipo di ricettività, pur essendo importantissima nel sistema turistico.
(Interruzione)
Onorevole Murgioni, non sto dicendo che la ricettività non è importante, è fondamentale nel sistema turistico ma, nella competitività internazionale, il turismo può essere competitivo se riesce a conservare intonsa questa grande risorsa ambientale e paesaggistica che la Sardegna ancora per fortuna può godere.
Allora, si tratta davvero di un sistema che si sviluppa, ad esempio, io penso a tutto il sistema delle imbarcazioni che partono dai centri turistici e fanno visitare ai turisti le nostre coste; penso a un sistema del trekking che si sviluppa; penso a una valorizzazione dei vecchi ovili che oggi vengono utilizzati come punto ristoro; penso alla mountain-bike. Siamo ancora molto indietro, ma penso a un sistema di servizi che si sta sviluppando e che davvero creerà posti di lavoro, creerà economia.
Questa risorsa non è una risorsa che teniamo lì, è una risorsa importante per dare futuro, per dare senso, fa parte di un modello di sviluppo economico che certamente è diverso da quello che voi avete in testa. Io credo che tutti dovremmo lavorare in questa direzione ma, nonostante anche voi qualche volta ripetiate questi concetti, ci ritroviamo avvitati attorno a un'altra discussione che ci fa perdere il senso vero del nostro dibattito. E' una discussione che, da parte vostra, si incentra tutta nel dimostrare che il centrosinistra è in palese contraddizione, che il centrosinistra, nonostante le cose che si erano dette e che oggi diciamo, ha creato questa enorme speculazione nelle coste della Sardegna e continuate a sostenere questa tesi.
Io credo che questo non sia vero. Ma mettiamo per un attimo che fosse vero: qual è il vostro progetto? Qual è il vostro intento? Che cosa c'è dietro le norme che voi ci proponete? Se il centrosinistra fosse davvero in contraddizione, voi che politiche intendete proporre? Qual è il vostro progetto? Osservo che ci sono poi tra di voi diverse sensibilità, diverse tesi, ci sono alcuni vostri colleghi che criticano aspramente questa legge. Nei corridori continuate a ripeterci che questa legge è davvero uno squallore, uno schifo, è inaccettabile, che stiamo perdendo tempo a discuterla, quindi altro che trovare in noi le divisioni! Altro che falchi e colombe! Cercate di trovare voi la composizione. Noi ci ritroviamo attorno a quei principi che prima ho cercato in modo molto veloce di esporvi. Ci troviamo attorno ai principi di difesa della fascia costiera, di difesa delle zone sensibili, del porre al centro il paesaggio come valore assoluto.
Guardate, voglio anche aggiungere, con molta sincerità, che io, nella scorsa legislatura, ho partecipato, essendo componente della Commissione urbanistica, a molte riunioni, sia col presidente Soru, che con l'assessore Gian Valerio Sanna, siamo stati qui a discutere fino alle 4 o alle 5 del mattino; per alcune norme del PPR sono stato critico, ho contestato alcune rigidità. Ricordo la discussione, ad esempio, sulle lottizzazioni dentro il centro urbano, questo tema è stato oggetto di lunghi dibattiti e di lunghe discussioni, però devo dirvi che da sempre ho condiviso i principi che hanno animato il Piano paesaggistico regionale e più vado avanti e più mi convinco che i principi che hanno animato quello strumento sono fondamentali per il futuro e per il successo dell'economia della nostra Isola.
Ecco allora perché siamo decisamente contrari e siamo uniti, non troverete spaccature dentro il centrosinistra sia su questi principi che nel difendere il tentativo maldestro che tende solo a confondere la normativa vigente e che tende a incrinare i principi fondamentali del Piano paesaggistico regionale.
Volete modificare il Piano paesaggistico regionale? C'è una normativa vigente che vi detta le modalità con cui dovete fare questa operazione, mettetela in campo ma non fatela nel modo con cui intendete farla, dopodiché noi siamo pronti al confronto, alla discussione, continueremo a sostenere i principi che animano le nostre convinzioni politiche e le nostre convinzioni che, secondo noi, sono di fondamentale importanza per il futuro della nostra Isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, io vorrei partire proprio dalle ultime considerazioni del collega Franco Sabatini perché mi sembra abbastanza importante il ragionamento che è stato fatto e lo condivido molto rispetto a quello che il Piano paesaggistico regionale risulta essere come patrimonio della Sardegna, quindi al di là di qualunque schieramento e di qualunque posizione politica. Noi riteniamo, ancora di più, vedendo come passa il tempo, con tutti i limiti che ovviamente le cose umane hanno, chiaramente tutto è migliorabile e perfettibile, che il PPR rimane un elemento, ormai veramente verrebbe da dire, identitario della nostra cultura politica e del nostro modo di regolare le questioni dell'ambiente con lo sfruttamento del territorio.
Dico questo perché volevo fare un esempio, per quanto riguarda il testo che era stato approvato con la "4" del 2009, quando noi entriamo nel tecnico e parliamo di questioni che riguardano anche il modo in cui costruire, io volevo ricordare una critica che noi avevamo espresso a suo tempo, è stato già ricordato dall'onorevole Lotto prima di me questo discorso, noi avevamo detto in maniera estremamente chiara che alla proposta del testo approvato il 23 ottobre 2009 era comunque imperniata la qualità costruttiva degli ampliamenti volumetrici, questi ultimi avevano la previsione di poter essere messi in opera senza alcun condizionamento alle caratteristiche costruttive e all'efficienza energetica finale degli stabili. Era solo per ulteriori volumi aggiuntivi che veniva appunto messa una premialità per quanto riguarda la qualità energetica degli interventi. Questo chiaramente, se pensiamo a come oggi si costruisce e quindi pensiamo a tutto ciò che deve essere risparmio energetico, a tutto ciò che caratterizza anche, lo dobbiamo dire, i gusti dei clienti, ormai i cittadini vogliono un determinato tipo di casa, vogliono costruzioni che abbiano un ottimo rendimento energetico, quindi una qualità energetica è per noi un limite gravissimo, è un'occasione mancata proprio per stimolare attenzione verso le nuove tecnologie costruttive a risparmio energetico.
Questo per dire che cosa? Che noi continuiamo a mettere in campo piani casa, il Piano casa 3, pensando, in maniera assolutamente - io credo - sbagliata, direi proprio erronea, falsa, che così noi diamo moto allo sviluppo. Questo sviluppo non c'è, non c'è neanche per quello che riguarda le nuove tecnologie e quindi per la Sardegna è una maniera di stare indietro, è una maniera di non creare uno sviluppo dello stesso settore...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Espa.
Colleghi, io capisco che si possa telefonare in aula, ma vi prego di farlo con delicatezza. Prego, onorevole Espa.
ESPA (P.D.). Io la ringrazio per la sua gentilezza nei miei confronti e continuerò il mio discorso. Dicevo, quindi, che questi discorsi delle nuove tecnologie di risparmio, sono discorsi che servirebbero a creare nell'impresa edile una vera, come dire, corsa alla qualificazione.
Ecco voi di queste cose non ne parlate, non le prevedete, non le avete previste già in maniera forte, io dico sostanziale, se non marginalmente per esempio nella legge numero 4 del 2009, ma ripeto non si può considerare un volume aggiuntivo come qualificante in quanto ha una sua caratteristica di risparmio energetico e poi considerare invece il resto degli edifici ininfluente ai sensi della concessione per le volumetrie aggiuntive. Questo credo che sia un errore, un errore legato anche al mondo dell'impresa e quindi al mondo dell'economia. Cioè le imprese continueranno a rimanere di serie B, tutte le imprese edili, anche le più piccole, se nel nostro tessuto non riusciamo a creare questa cultura della innovazione tecnologica anche in un mestiere come quello del mattone che credo che voi vogliate utilizzare esclusivamente per un motivo strumentale, solo perché ci sono amici, persone che vi hanno sostenuto e che chiedono di procedere in questo settore.
Ma non è neanche intelligente farlo senza cercare di cogliere le occasioni per sviluppare nuove strade, per qualificare il settore, per dare alla Sardegna più sviluppo in un mercato concorrenziale che, prima o poi, anzi già succede, vedrà anche per lavori relativamente piccoli fiondare qui in Sardegna imprese da altre regioni, da altre nazioni. Succederà, succederà, non c'è niente da fare e quindi noi neanche in questo settore siamo pronti a competere non solo a esportare quindi uscire fuori, ma non siamo neanche pronti a dare con una legge, che poteva essere come questa, un segnale di innovazione e di rinnovamento alle nostre imprese.
Poi è giusto, ripeto ancora il concetto dell'onorevole Sabatini, quando si diceva: "Perchè venite a cercare a casa nostra le divisioni, quando veramente ancora non siete riusciti a darci una proposta seria, una proposta omogenea?". Anzi è importante sentire dire dal mio Capogruppo, come dagli altri colleghi, che queste divisioni sono inesistenti. Non ci sono divisioni anzi abbiamo una condotta totalmente compatta, venire a cercare divisioni invece di guardarsi in casa propria veramente ci lascia un po' sorridere. Questo lo dobbiamo dire in maniera estremamente chiara.
Entrando nel merito poi dell'articolo 1 ter, io voglio ricordare che, nell'articolo 1 ter, si prevede che gli ampliamenti realizzati non costituiscono più pertinenza inscindibile dall'unità immobiliare principale e possono essere alienati alla sola condizione che la vendita comprenda anche tutta una parte dell'unità immobiliare. Viene così eliminato (questa è una cosa - secondo noi - dell'articolo 1 ter che va assolutamente cassata) il divieto di alienazione decennale previsto attualmente in legge. Altro che la possibilità per un padre di famiglia di aumentare la prima abitazione di una stanza per il proprio figlio! In questo modo si stravolge il principale obiettivo dichiarato dalla legge e se ne fa emergere con chiarezza il carattere sostanzialmente speculativo.
L'abbiamo detto anche ieri su alcuni concetti da voi espressi: su alcune questioni, si mettono i valori. Mi ricordo la questione della poseidonia oceanica, sulla quale si è fatto un ragionamento concreto e si è detto che la natura, il valore della natura non può essere stravolto da nessuno tranne che non lo decida la Giunta regionale. A me è venuto da pensare che magari servirà, non so che cosa ne pensa il nostro Capogruppo, ma, vista la corsa dei ristoranti giapponesi, la poseidonia oceanica potrebbe servire per qualcuno, magari la Giunta potrebbe deliberare in merito all'utilizzazione delle alghe per diffondere questa nuova cucina in Sardegna. Però è stato messo in campo un valore, l'ambiente assolutamente non si può toccare; però, subito sotto, c'è scritto che dobbiamo assolutamente lasciare e permettere alla Giunta, di un colore o di un altro, di fare le deroghe ritenute opportune.
In questo caso ritroviamo lo stesso discorso, voi dichiarate, lo diciamo tra virgolette, che questa legge serve per dare la possibilità a un padre di famiglia di aumentare la prima abitazione di una stanza per il proprio figlio, invece poi abrogate la regola della pertinenza inscindibile dall'unità immobiliare principale. Quindi viene eliminato il divieto dell'alienazione decennale previsto attualmente in legge e lo fate con l'articolo 1 ter, questo è ovviamente fortemente sbagliato, non si può pensare che questo modo di procedere, che esprime un valore retorico, poi alla fine diventi appunto il carattere sostanzialmente speculativo di questa legge.
Poi, sempre nell'articolo 1 ter, lo vorrei ricordare, relativamente agli edifici a uso residenziale situati in zona turistica F nei 300 metri dalla linea della battigia, con il comma 10 voi volete sopprimere le limitazioni degli interventi di ampliamento ai soli edifici di cui al comma 2 dell'articolo 2 della legge 4 del 2009, "tipologie edilizie uni e bifamiliari". Anche in questo caso, è chiaro che si ampliano, invece di contenere, le possibilità di intervento nella delicata fascia costiera di cui abbiamo parlato ieri, che molti di voi ci hanno ricordato essere un patrimonio di tutti. Insomma, ci sono state le polemiche che ci sono state, però se poi voi normate questa legge ampliando, non contenendo, le possibilità di intervento nella fascia costiera, oggettivamente, ripeto, gli enunciati di principio sono vostri, però noi concretamente cerchiamo di agire, anche con il nostro ostruzionismo, per proteggere i valori, valori che voi a volte, anzi spesso, dichiarate appunto a parole e poi concretamente invece stravolgete con norme che, nell'articolo 1 ter, correranno, appunto in maniera sbagliatissima, spero che accoglierete i nostri emendamenti, il rischio di danneggiare la fascia costiera e di fare gli ampliamenti solo per qualità speculative, togliendo il vincolo…
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, ci ritroviamo a riprendere i temi trattati, si ricompone il mosaico e si prova a produrre un ragionamento più compiuto per tentare di affrontare i temi nella speranza di essere ascoltati e nella speranza che, quanto viene detto, possa servire a migliorare il lavoro che stiamo facendo.
Mi pare che sia chiaro che noi siamo per le regole, è stato detto ripetutamente, siamo perché questa amministrazione regionale metta i comuni nelle condizioni di fare le regole, cioè offra ai comuni la possibilità di pianificare la vita nei propri territori, delimitandoli cartograficamente, e inserendo tutte le regole di prescrizione rispetto a tutte le questioni sulle quali stiamo ragionando qua in termini di deroghe. Quindi il PUC.
Mettiamoci d'accordo, nella prossima finanziaria individuiamo delle partite che possano sostanziare i comuni consentendo loro, in tempi che concorderemo insieme, di attivare le procedure di pianificazione che consentiranno a quei comuni poi di vivere serenamente dentro un sistema di regole. Se noi non facciamo questo, stiamo diseducando, stiamo favorendo quei ragionamenti che consentono alla gente di pensare in questi termini: "Io posso fare ciò che voglio, e lo posso fare quando voglio e come voglio, perché tanto prima o poi arriverà una sanatoria, perché tanto prima o poi arriverà un sistema di deroghe che mi consentirà di fare quello che ho sempre sognato di fare, perché non avevo altro da fare, non perché mi servisse". Quindi regole, attenzione alle norme e funzione pedagogica positiva e non diseducativa.
Noi crediamo che tutto questo sistema di deroghe che voi avete messo in piedi sia eccessivo, soprattutto nella parte che riguarda il PPR. Credo che ogni persona di buon senso in Sardegna oggi abbia acquisito una consapevolezza tale che le consenta di dire, a partire dai bambini delle elementari, che all'interno della fascia costiera non si devono più fare operazioni di cementificazione; credo che tutti noi abbiamo la consapevolezza oggi che nelle zone dell'agro non si debba e non si possa più continuare a frazionare i terreni. Vedete, anche sul giornale, sul quotidiano La nuova Sardegna di oggi c'è un articolo che riporta una volontà espressa da un'associazione di categoria, mi pare la Coldiretti, che individua nel valore della terra la possibilità di dare risposte in termini occupativi ai tanti giovani che oggi non lavorano.Sulla base di questo studio della Coldiretti, sembrerebbe che, nelle zone del nord Italia, per esempio, vi sia una richiesta eccessiva rispetto alla disponibilità di terreni da utilizzare con fini produttivi, qua in Sardegna invece abbiamo questa grande fortuna di avere ancora tanti terreni, buona parte del nostro territorio è disponibile perché possa essere utilizzato per la sua vocazione naturale, quella degli allevamenti, delle attività agricole e quant'altro.
Voi, con questo tentativo di tornare al vecchio sistema, quindi a una deregolamentazione del sistema, state prevedendo di consentire a tutti, non solo agli allevatori e agli agricoltori, di edificare l'agro frazionandolo e frammentandolo ulteriormente. Voglio raccontare un piccolo aneddoto che forse darà la misura di ciò che voglio esprimere. Partecipai tempo fa a un'assemblea molto partecipata, scusate il bisticcio di parole, sul tema dell'agro. Era in una fase immediatamente precedente all'entrata in vigore del PPR, era stato annunciato, e la gente si preoccupava perché queste misure sembravano eccessive ed estremamente restrittive. Questa assemblea, tenutasi in una zona periferica della mia città, quindi partecipata da gente che viveva le campagne, era molto accesa, tutti si lamentavano per le regole che stavano arrivando e se ne lamentavano in forza anche di alcune altre regole che aveva messo in campo il Comune di Sassari per tutelare l'agro rifacendosi alle direttive sulle zone agricole.
Ecco il concetto: ognuno, sapendo di essere proprietario di un pezzo di terreno, era convinto, sino a quel momento, di poterne fare ciò che volesse e non capiva perché qualcuno dovesse imporgli, vietargli o inibirgli la possibilità di realizzare un pozzo senza un'autorizzazione, sollevare dei muri, insomma fare operazioni di cementificazione, poiché era il suo e non capiva perché non potesse farlo. Le spiegazioni, per quanto - come dire - attente, per quanto date con grande disponibilità, non venivano accolte. A un certo punto, durante questa assemblea, un signore alza la mano e chiede di parlare, si presenta e dice: "Mi chiamo Nicola Rassu". Assessore, ovviamente non era lei, uso il suo nome per non dire il nome di quella persona che fra l'altro neanche ricordo.
Riprendo a raccontare: "Ho 44 anni, vivo in tale zona dell'agro di Sassari. Mio nonno insediò un'azienda agricola, allevò i miei genitori, i miei genitori allevarono i figli, vivo da questa attività, anzi vivevo da questa attività, non ci riesco più, e sapete perché? Non ci riesco più perché nel frattempo la mia azienda di 4 ettari è stata circondata da una miriade di ville e villette con piscine, con cani da guardia molto aggressivi che scappano, che aggrediscono le greggi, mi ammazzano le pecore, non riesco a porre un freno e un rimedio a questa situazione. Ma soprattutto, ogni pochi giorni, vengono da me i vigili sanitari, i vigilli urbani, perché i proprietari di queste villette frontaliere rispetto ai miei confini denunciano uno stato di disagio poiché vi sarebbe odore eccetera eccetera. Ma, spiegatemi voi, dove devo andare io ad allevare i miei maiali, a far pascolare le pecore, a organizzare la mia attività produttiva, quella che, da mio nonno in poi, ha consentito a tutti noi di vivere, di campare, di mandare i figli a scuola, chi ha voluto studiare eccetera?".
Assessore, credo che questo sia emblematico rispetto alla necessità che ha questo tema di essere valutato con attenzione. Abbiamo affrontato anche tanti altri argomenti di carattere tecnico, voglio riprenderne alcuni. Si parla di case a schiera in questo provvedimento, Assessore, si parla di case a schiera eliminando in un comma precedente la necessità di produrre la simulazione fotografica. E' una cosa gravissima! Da una parte, si dice che è possibile intervenire con le premialità volumetriche nelle case a schiera anche singolarmente, immaginando di poter modificare lo sky line della stecca a schiera, immaginando di poter costruire dei corpi di fabbrica separati dal cortiletto, posto che nel cortiletto si possa insediarli, e dall'altro si dice che non è necessario che si produca una simulazione per capire e verificare che cosa può accadere da un punto di vista paesaggistico e da un punto di vista dell'impatto visivo e dell'impatto ambientale. Io credo che questa sia una grandissima contraddizione.
Si dice ad esempio che possano essere chiusi i piani pilotis, eliminando di fatto quelli spazi condominiali che avevano vocazione di un altro tipo, dovevano accogliere le vetture di coloro che abitano negli appartamenti sovrastanti. Però non si dice dove dovremo andare ad allocare queste auto che non troveranno più allocazione sotto il primo solaio.
In un altro passaggio del vostro provvedimento si prevede la possibilità che, in deroga alle norme sugli standard, possano essere quantificati, in termini monetari, dai consigli comunali gli spazi destinati a parcheggio che non possono essere realizzati nell'immediatezza dell'intervento volumetrico di ampliamento che si va a fare e che accoglieranno nuove famiglie che non avranno però la possibilità di parcheggiare le auto. L'ho detto in modo un po' contorto ma mi pare di essere stato chiaro. Quei consigli comunali non avranno mai la possibilità, mi creda, di individuare aree di accoglimento delle auto nelle immediate zone di quel condominio. Dovranno realizzarle, semmai le faranno e mai le faranno, in spazi negli ingressi delle città e la gente comunque con l'auto vorrà sempre andare sotto…
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, l'importanza del confronto in corso è tale per cui credo che nessuno intenda chiamarsi fuori dal voler perseguire, ognuno per la parte che lo riguarda, evidentemente, la soluzione che ritiene più adeguata e rispondente agli interessi generali dei sardi, per la lettura e l'interpretazione che ciascuno dà della realtà in cui insieme viviamo: la crisi, le emergenze, le priorità, le risposte nel breve, medio e lungo termine alle aspettative dei sardi. Lo dico pensando che, nei giorni scorsi, giovedì 20 per l'esattezza, abbiamo consensualmente sospeso i lavori, lo abbiamo fatto al fine di verificare se ci fossero state allora le condizioni non di un compromesso, badate bene, ma di una modifica dei termini del dibattito sino ad allora in corso in quest'Aula. Evidentemente pensando e passando per una revisione della proposta in esame, tutto ciò attiene ai meccanismi del normale confronto parlamentare.
Io credo di essere qui probabilmente la persona meno titolata a far memoria della prassi con cui l'opposizione, sui temi più importanti, rispetto ai quali sono più marcate le diversità, si contrappone alle proposte della maggioranza di turno. L'ostruzionismo non nasce certamente oggi, è stato già detto, come arma parlamentare; non nasce oggi con il dibattito in Sardegna sul Piano casa. Per non andare troppo lontano e per ascoltare coloro i quali in quest'Aula sono stati anche nella precedente legislatura, mi sembra di aver capito che, a parti invertite, il disegno dilatorio dell'allora minoranza, oggi maggioranza, fosse addirittura più marcato.
Per questo, colleghi, penso che non stia succedendo niente di così rivoluzionario, ciò nonostante, anch'io ricevo, come tutti d'altronde, le manifestazioni delle attese, delle ansie, delle preoccupazioni che giungono dall'esterno di quest'Aula, anche e soprattutto in materia di Piano casa, evidentemente in questi giorni, e che riguardano più in generale i riti della politica, rispetto ai quali i cittadini sono sempre meno tolleranti: queste interminabili e almeno apparentemente inconcludenti riunioni del Consiglio in cui va in scena sempre il solito copione di uno scontro infinito, di una contrapposizione che, anche quando fosse giusta, non la si comprende più perché la crisi morde la società, le imprese, i cittadini, i quali tutti attendono risposte efficaci e immediate. Ma è proprio sulle ragioni della possibile inefficacia di questa legge che io penso si consumi lo scontro politico in questi giorni, che, in questo articolo che stiamo discutendo, come negli altri, si ripropone. Personalmente ritengo che il mio Capogruppo per primo, ma un po' tutti, dall'opposizione, abbiamo più volte ben significato in quest'Aula le ragioni per le quali il documento, in cui veniva limato parzialmente il disegno di legge 265/A, fosse insufficiente e inaccoglibile, almeno per noi, Assessore.
Ciò nonostante, premesso per l'ennesima volta che io continuo a considerare questo Piano casa, così com'è, uno strumento illegittimo, per tutte le ragioni che abbiamo detto dal settembre 2009 sino a oggi, è ribadita, sempre secondo me, la sua inapplicabilità, esattamente per i motivi espressi nelle diverse sentenze dei Tribunali amministrativi e da ultimo ancora di più dall'impugnativa con cui proprio ieri il Governo ha ricorso alla Corte costituzionale contro il Piano casa approvato dal Consiglio regionale del Lazio.
Ritengo utile, colleghi, insistere affinché, questa maggioranza in particolare e lei, Assessore, vogliate considerare l'appello, di cui non mi stancherò e che è stato più volte reiterato in questo dibattito, a voler sopprimere per intero il Capo 2, cioè quelle parti in cui si concretizzano meglio le ragioni del disaccordo politico, ma ancora di più quelle che non sono certo di parte politica avversa, quelle che vi giungono come segnale romano, e per le quali è stato impugnato il Piano casa della Regione Lazio, cioè le norme che derogano alla previsione di divieto del Piano paesaggistico regionale.
Allora che senso ha, colleghi, forzare oltre lo scontro, in considerazione soprattutto del fatto che poi non soltanto rischiate di produrre un provvedimento inapplicabile, ma sarete costretti a fare a tempo scaduto ciò che da questi stessi banchi dell'opposizione vi è stato più volte suggerito da tempo, cioè rispettare semplicemente la procedura necessaria ad accedere alle modifiche del Piano paesaggistico regionale. Colleghi della maggioranza, ripeto, non entro nel merito del diritto-dovere che avete di farvi carico di ciò che ritenete, per il vostro modo di vedere le cose, appartenere alle aspettative dei sardi, perché? Perchè avete vinto le elezioni oppure perché, dalle conferenze territoriali di cui ci parlate e che in questi anni sarebbero celebrate e partecipate dagli amministratori locali, emergerebbe un quadro diverso del quale volete riferirci? Ma quello è un altro ordine del giorno che nulla ha che fare con la discussione sul Piano casa. Appartiene al dibattito sulle nuove linee guida del Piano paesaggistico regionale.
A questo dibattito appartiene invece l'articolo 1 ter, l'argomento di cui parliamo ora più specificatamente, rispetto al quale già nella discussione dell'articolo precedente, l'1 bis, abbiamo avuto l'opportunità di denunciare il nostro punto di vista attraverso tutti gli emendamenti che abbiamo discusso in quest'Aula. Al riguardo, ricordo, se ce ne fosse bisogno, alcuni degli aspetti sui quali abbiamo voluto eccepire, non tutti, gli altri li hanno sottolineati i colleghi che mi hanno preceduto e altri ancora lo faranno dopo di me.
Personalmente sottolineo il problema delle deroghe alle norme urbanistiche che, secondo giurisprudenza, rischiano anch'esse di minare l'efficacia di questo provvedimento in discussione; faccio l'esempio della deroga alle distanze tra edifici, su cui lo stesso Assessore ha espresso il suo autorevole parere. Ma non soltanto la deroga alla distanza degli edifici, anche quella a tutte le norme urbanistiche, ai piani urbanistici e ai regolamenti edilizi, su cui lo stesso Assessore ha espresso il suo autorevole parere, confermano i nostri stessi dubbi e costituiscono, almeno per me, uno dei fatti più eclatanti. Il TAR Sardegna (l'ho già detto e lo ripeto specificando in questo intervento in modo più puntuale la fonte, la sentenza numero 1032 del 2001) ha affermato che il ricorso a tali deroghe può avvenire solo ed esclusivamente attraverso il pronunciamento dei rispettivi consigli comunali, addirittura previo parere dei confinanti che, per effetto della deroga, subirebbero una riduzione del diritto soggettivo loro riconosciuto dalle norme di attuazione dello strumento urbanistico.
Nella proposta di revisione di questo disegno di legge, quella di giovedì 20 ottobre scorso, era contenuto ciò che l'Assessore, anche in risposta al sottoscritto, aveva preannunciato riferendosi ad alcuni emendamenti della Giunta che attendevano di essere proposti all'Aula e nei quali evidentemente era contenuta la volontà di intervenire a eliminazione di questo problema, o di questi problemi, infatti la parola "distanza" veniva cancellata con un trattino all'articolo 1 octies che si occupa di modifiche delle condizioni di ammissibilità degli interventi previsti negli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 della legge regionale numero 4 del 2009.
L'articolo 2 della legge numero 4 del 2009 è quello al quale l'articolo 1 ter, del quale ora parliamo, intende apportare le modifiche, modifiche che sono evidentemente, secondo il nostro punto di vista, ulteriormente peggiorative di quanto già non fosse da solo l'articolo 2 della legge numero 4 del 2009, attraverso il ricorso alla deroga di quelle succitate norme cui ha fatto riferimento anche l'Assessore in risposta agli interventi che ci sono stati giovedì 20 ottobre scorso.
Per questo, io penso che, se fossero violate tali previsioni e tali norme, non potrà che essere confermata l'espressione negativa, il parere negativo, il voto negativo e contrario a questo articolo che noi ci accingiamo a esaminare con la discussione nei diversi singoli emendamenti rispetto ai quali credo ognuno non si sottrarrà dal dare il proprio contributo.
PRESIDENTE. L'intervento dell'onorevole Moriconi era l'ultimo della mattina. Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 31.