Seduta n.133 del 22/12/2015
CXXXIII Seduta
(Antimeridiana)
Martedì 22 dicembre 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
indi
del Vicepresidente Antonello PERU
indi
del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 36.
FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 9 dicembre 2015 (129), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giorgio Oppi ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 dicembre 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:
Dedoni - Cossa - Crisponi: "Nuovo statuto della Regione autonoma della Sardegna". (11)
(Pervenuta il 17 dicembre 2015 e assegnata alla prima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretario:
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul futuro dei dipendenti della Società bonifiche sarde Spa in distacco all'Ente foreste della Sardegna, impiegati presso la pineta litoranea prospiciente il golfo di Oristano, concessa in comodato d'uso all'Ente foreste fino al 31 dicembre 2015". (600)
"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura al traffico della strada provinciale n. 69, che collega i comuni di Pabillonis e di Sardara, dal tratto compreso tra il km 5,700 e il km 5,900". (602)
"Interrogazione Zanchetta, con richiesta di risposta scritta, sul mancato intervento dell'elisoccorso, non operativo nelle ore notturne per La Maddalena, e la tragica morte di una donna colpita da aneurisma all'aorta, che forse poteva essere salvata". (603)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla certificazione dei vini a denominazione d'origine della Sardegna". (604)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sul rinnovo dell'incarico di collaborazione di n. 3 agronomi e n. 1 forestale presso la Provincia di Oristano". (605)
"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, in merito alla cessazione dei requisiti di accreditamento per superamento dei volumi autorizzati e/o accreditati della Struttura trasfusionale dell'Azienda sanitaria di Sassari". (606)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretario:
"Interpellanza Crisponi sull'istituzione della giornata del giovedì nel calendario venatorio di caccia grossa e sulla determinazione n. 7 del 15 ottobre 2015, prot. n. 19704". (186/C-5.)
"Interpellanza Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sui trapianti all'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari". (187)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretario:
"Mozione Tedde - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Truzzu - Cappellacci - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Tocco - Fasolino - Zedda Alessandra - Randazzo - Lampis - Cossa - Crisponi - Locci - Tunis - Cherchi Oscar - Orrù - Carta sulla richiesta dell'immediata revoca della delega all'Assessore regionale dei trasporti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (212)
"Mozione Floris - Orrù - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Zedda Alessandra - Dedoni - Carta - Crisponi - Cossa - Pittalis - Locci - Solinas Christian - Truzzu - Lampis - Peru - Tunis - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Randazzo sulla vertenza entrate, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (213)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del DL numero 291: "Disposizioni urgenti in materia fiscale". Relatore di maggioranza l'onorevole Sabatini.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, solo perché lavoriamo in uno stato quasi di emergenza, per capire se la Giunta regionale e la maggioranza, posto che apprendiamo dalla stampa della presentazione di emendamenti, vorremmo che la discussione avvenisse non su un testo che probabilmente io mi auguro venga superato perché si elimina l'aumento dell'IRPEF e si evita un aggravio dell'IRAP, se così fosse però ne vorremo avere contezza, vorremmo sapere dalla Giunta se c'è in previsione la presentazione, o se è stato già presentato, perché agli atti al momento non risulta presentato alcun emendamento, e quindi mi pongo anche il problema eventualmente dell'ammissibilità. Soltanto per capire come intendiamo procedere da questo punto di pista.
PRESIDENTE. Si, l'emendamento è stato appena presentato, è ovviamente ammissibile, sono in fase di preparazione tutti gli emendamenti presentati, ne sono stati presentati 170, e quindi sono in fase di preparazione e arriveranno a momenti in Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Raimondo Perra. Ne ha facoltà.
PERRA RAIMONDO (Cristiano Popolari Socialisti). Presidente, solo per comunicare che mentre arrivavo qui sono stato fermato da un gruppo abbastanza consistente dei famosi lavoratori CLAS, che chiedono di essere sentiti ancora una volta da questo Consiglio regionale. Soltanto per riportare questo aspetto.
PRESIDENTE. Credo che non sia possibile oggi. Siamo in Consiglio oggi e domani, i lavoratori della CLAS sono stati sentiti ripetutamente dai Capigruppo e anche dalla Commissione, credo che il riferimento sia quello che noi procediamo con i lavori oggi e domani.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, proprio perché lavoriamo in emergenza, così come rilevava il mio Capogruppo, noi avremmo la necessità che quando viene convocato il Consiglio regionale, quindi questa Assemblea legislativa che deve produrre delle norme che debbono disciplinare la vita dei sardi, noi gradiremmo che contestualmente alla comunicazione e alla convocazione ci venga comunicato l'ordine del giorno, così come prevede il Regolamento. L'ordine del giorno c'è stato comunicato di fatto però ieri, nel senso che ieri sono stati inviati i provvedimenti all'esame di quest'Aula. Però quando lei ha convocato il Consiglio, che se non sbaglio era il 15 dicembre, l'ordine del giorno non risultava nella convocazione. Siccome noi abbiamo necessità di studiare, di approfondire, vorremmo conoscere con anticipo, nel momento in cui viene comunicata la convocazione, vorremmo conoscere l'ordine del giorno. Soltanto ieri c'è stato di fatto comunicato l'ordine del giorno.
E poi un'altra questione, sempre sull'ordine dei lavori. Ci pare, e questo l'ha detto anche qualche autorevole esponente della maggioranza, che ci sia una impossibilità oggettiva di discutere di questo tema riguardo agli aumenti dell'IRPEF perché ci sono delle norme di legge nazionali e c'è anche una sentenza della Corte costituzionale che ci vieta di parlare di queste cose se queste cose non sono collegate all'economia, allo sviluppo, alla crescita dell'economia. Non si può, a nostro avviso, parlare di aliquote Irpef che vanno in aumento se non sono collegate alla potenzialità di crescita dell'economia. Io credo che questo sia un elemento che l'Assessore debba valutare con grande attenzione, perché noi corriamo il rischio di perdere uno o due giorni di lavoro su questo argomento per poi dover sottostare alla tagliola del Governo che ci schiaffeggia.
PRESIDENTE. Mi dispiace contraddirla, ma nella convocazione fetta in Aula ho anche detto qual era l'ordine del giorno deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, quindi è stato comunicato all'Aula e tutti i Capigruppo erano perfettamente a conoscenza dell'ordine del giorno e degli argomenti che sarebbero stati trattati in Aula oggi. Per quanto riguarda le osservazioni che lei ha fatto, queste osservazioni…
TEDDE MARCO (FI). Comunicatecelo!
PRESIDENTE. È stato comunicato ai Capigruppo, i Capigruppo servono anche per quello, per accelerare, e in Aula io sono rientrato dicendo quali erano gli argomenti che erano stati concordati e iscritti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io credo che non sia tanto un problema di legittimità che l'abbia proposto o no la Conferenza dei Capigruppo l'ordine del giorno, piuttosto sono emersi degli approfondimenti, testé ricordati anche dall'onorevole Tedde, che c'è un atto forzato e illegittimo che rischierebbe di diventare anche illegale, per altri aspetti, perché è evidenziato. Pertanto, io chiedo che sia riportato in Commissione e riverificata la legittimità del provvedimento, se questo non si fa noi stiamo rischiando veramente oltre alla illegittimità sostanziale, anche l'illegalità perché stiamo ponendo fuori dei termini questioni che possono sopravanzare. In questa necessità mi pare anche di aver visto qualche altra interpretazione anche dalla maggioranza in tal senso, e io credo che sia opportuno che il Consiglio ne prenda atto prima di fare atti irreversibili e che hanno veramente forse anche momenti di illegalità. Per cui, io chiedo che sia riportato il tutto in Commissione.
PRESIDENTE. Allora, c'è una proposta di sospensiva, quindi di rinvio in commissione del provvedimento a norma di Regolamento dobbiamo procedere se ci sono interventi, può intervenire al massimo un consigliere per Gruppo…
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). La proposta mi sembra corrisponda ad una logica di ragionevolezza e soprattutto anche di prudenza, noi stiamo arrogandoci competenze, che non sono previste in legge, di aumentare le aliquote Irpef in una misura che non ci è consentita. Questo noi lo possiamo fare, possiamo anche approvarla la legge, ma poi qual è il risultato? Il risultato è che questa legge viene impugnata e il problema del risanamento del disavanzo rimane irrisolto, cioè noi rischiamo di fare un qualcosa che anziché sanare, anziché portare un contributo utile al di là del merito del provvedimento, quindi noi riteniamo che la questione vada approfondita. Io sono d'accordo con quanto ha riportato dal collega Annamaria Busia, che riporta la stampa questa mattina, che è una riflessione di carattere tecnico sulla quale abbiamo fatto anche noi gli approfondimenti e devo dire che ha ragione da vendere. Allora, perché porci in una situazione che determina soltanto un risultato palesemente illegittimo che non risolve il problema? Allora, l'invito che vi fa l'opposizione, al di là ripeto del contenuto, del merito, perché noi non siamo d'accordo per un inasprimento delle aliquote in un momento di grave crisi che investe le famiglie sarde e il sistema produttivo isolano, ma al di là di questo aspetto che attiene al merito, sul piano strettamente tecnico riteniamo che e mi sorprende anche come abbia potuto ricevere un vaglio di ammissibilità un provvedimento di questa natura, di questa portata. Quindi ecco perché la proposta dell'onorevole Dedoni di riportare il testo in Commissione, rimandare il testo in Commissione, fare un approfondimento ulteriore per cercare di trovare sul problema soluzioni che non comportino sacrificio o che non comportino ulteriori problemi, mi pare che stia la soluzione più adeguata in questo momento. Ripeto, qui non è una questione che attiene al merito, ma attiene ad un profilo di stretta legittimità. Per cui, Presidente, noi insistiamo su questo aspetto perché poi ve ne assumerete le responsabilità allora sì anche sul piano politico andare avanti e fare una forzatura, quando sapete che state ponendo in essere un provvedimento che non ha i requisiti per resistere di fronte ad uno scontato giudizio di costituzionalità che il Governo, sono certo, promuoverà se le cose rimangono come sono scritte nel testo o come oggi anticipa qualche organo di stampa, in un eventuale emendamento modificativo che comunque determina sempre uno sforamento rispetto a quelle frange dello 0,9 - 1,4 percento entro cui si può muovere e per finalità che non ci hanno per sanare disavanzi ma per ben altre finalità come la sentenza numero 2 del 2006 della Corte costituzionale, ha messo bene in evidenza. Quindi, è un invito che noi formuliamo alla Presidenza del Consiglio e agli Uffici del Consiglio per valutare, anche da questo punto di vista, perché se noi ammettiamo che in Consiglio debba entrare tutto anche ciò che è palesemente in violazione di norme statali allora a questo punto ci arroghiamo di un compito e di una funzione che, mi pare, non sia questa propriamente quella del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Per chiedere gentilmente a nome del Gruppo di sospendere i lavori per 20 minuti.
PRESIDENTE. Siamo però in fase di discussione e di votazione di una richiesta di rinvio, quindi prima dobbiamo risolvere questo problema, e poi possiamo andare avanti con l'ulteriore proposta.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Io vorrei chiedere anche da parte del Gruppo UDC Sardegna che questo provvedimento venga riportato in Commissione, perché riteniamo che sia un provvedimento iniquo, ingiusto, sicuramente scritto più di stomaco che di cervello. Anche per evidenziare che in questo momento la regione Sardegna con questo provvedimento andrebbe ad essere la prima in Italia come tassazione. Perché il 3,33 percento per i redditi superiori a 55 mila euro nessun altra Regione d'Italia ha applicato questo tipo di addizionale Irpef. Per fare un esempio la Lombardia applica 1,74 percento per i redditi oltre i 75 mila euro, per i redditi da 55 mila euro 1,72 percento. Quindi, visto che Sardegna non è sicuramente esploso il boom economico, riteniamo che la Regione Sardegna non si possa permettere un lusso di mettere le mani in tasca lavoratori che vivono già un momento di grande difficoltà e pertanto questa legge va riportata in Commissione, rimessa in discussione e riallineata, così per i motivi che abbiamo appena enunciato ma soprattutto in riferimento alle enunciazioni della Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'AZ). Io non credo che il ritorno in Commissione determinerà una modifica nelle posizioni, che su questo provvedimento mi sembra siano abbastanza chiare, però tornare in Commissione e sciogliere in Commissione i dubbi che anche il relatore di maggioranza ha lasciato in sospeso, credo che giovi ai lavori del Consiglio, perché è inutile arroccarsi su posizioni diverse se poi le posizioni vengono tutte quante verbalizzate nel resoconto del Consiglio e poi in una legge la posizione del Consiglio è una posizione palesemente illegittima.
Quindi credo che il rientro in Commissione consenta un approfondimento necessario e doveroso per consentire al Consiglio di lavorare serenamente, pur nelle differenze delle posizioni ma con un provvedimento che si sappia essere perfettamente legittimo e fuori dal rischio di impugnazione, come invece in questo caso ci troviamo. Per cui siamo d'accordo per il ritorno in Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Per dire che avremo occasione di discutere sul merito del provvedimento durante queste ore in cui il provvedimento sarà discusso, per adesso stiamo sul merito, esclusivamente sul merito, ovvero sulla richiesta fatta dal collega Dedoni di rinviare il punto perché, a suo avviso, può essere ritenuto illegittimo in alcuni suoi aspetti.
Questo è un provvedimento che è già passato in Commissione, ha superato le strettoie che gli Uffici impongono tutte le volte che un provvedimento deve arrivare in Aula; è stato controllato e ricontrollato, ci hanno detto che era legittimo e che quindi l'Aula lo può assolutamente discutere. Se ci sono delle cose nuove, io non lo so, non risulta che ci siano, gli Uffici le avrebbero comunicate, per cui credo che la richiesta formulata dal collega debba essere assolutamente respinta.
Sul merito non intervengo adesso, interverrò durante la discussione, questi minuti li dedico esclusivamente a dire che sono assolutamente contrario a riportare il provvedimento in Commissione e verificare se ci sono cose differenti rispetto a quelle che mi pare siano state già risolte dagli Uffici abbastanza ampiamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Come ho spiegato stamattina, come ho cercato di spiegare anche in altre occasioni, non c'è nessuno spirito polemico nel dare indicazioni in riferimento ad un provvedimento di legge, certo è vero che c'è stata una discussione in Commissione, è vero anche che in una materia come questa, piuttosto complessa e che viene spesso rimpolpata, non soltanto da provvedimenti legislativi ma anche da norme interpretative e da risoluzioni da parte delle amministrazioni competenti, fare una riflessione ulteriore è assolutamente utile.
Non posso che fare mie le osservazioni che sono state fatte dall'opposizione, perché in questo caso riguardano un aspetto assolutamente tecnico e quindi non entrano certamente nel merito alla questione, né voglio entrarci io. Non si può non tener conto comunque di un elemento nuovo, cioè di una risoluzione del Ministero dell'economia che le finanze datata 15 giugno 2015, la numero 5, a seguito di una richiesta di parere da parte di una Regione che si trova sottoposta al piano di rientro e che ha chiesto quali modalità dovessero essere adottate per disporre un aumento dell'addizionale Irpef. La risoluzione è chiarissima sul punto, non si presta a interpretazioni diverse, a mio parere, naturalmente l'approfondimento in Commissione potrebbe, ecco perché lo sollecito, portare altre soluzioni, certo è che, in base a questa risoluzione, la cosa sembrerebbe essere chiara, soprattutto nel passaggio in cui dice che questo aumento dell'addizionale va fatto considerando tutte le fasce di reddito per le stesse proporzioni, perché l'aumento dell'addizionale viene disposta per recuperare il deficit sanitario, ed estende l'applicazione di questo principio, che rimanda a norme principio e ai principi costituzionali assolutamente chiarissimi, amplia la disposizione e ritiene sia applicabile anche a tutte le ipotesi in cui l'addizionale Irpef viene sollevata dalle Regioni che non sono in un piano di rientro e che però vogliono utilizzare quelle nuove entrate fiscali per ripianare il deficit.
Non soltanto il parere mi pare cristallino, dal mio punto di vista, e il fatto che sia sufficientemente chiaro basterebbe a imporre un approfondimento perché c'è una novità nel panorama che abbiamo considerato finora, ma mi pare che i principi che sottendono a questa decisione comunque portino a queste conclusioni. Quindi, anche io credo che sia assolutamente necessario, ripeto che non entro nel merito perché nel merito la mia posizione è assolutamente chiara, comunque chiedo anche io che venga quantomeno approfondito in Commissione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Gaia. Ne ha facoltà.
GAIA ANTONIO (Cristiano Popolari Socialisti). Anche io per condividere le osservazioni che ha poc'anzi ha fatto l'onorevole Busia, e per dirimere le eventuali perplessità che giustamente sono state sollevate rigorosamente sotto l'aspetto tecnico, chiedo se è possibile avere lumi da parte dell'Assessore se è stato contattato il Ministero e se quindi, in questa specifica fattispecie, possa il Consiglio regionale deliberare una manovra di questo tipo che stride palesemente con quella che è la normativa nazionale che vieta alle Regioni di aumentare le tasse.
PRESIDENTE. Ricordo che gli interventi sono esclusivamente sulla proposta di sospensiva, non è possibile chiedere altro in questa fase.
Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione la richiesta di rinvio del provvedimento in Commissione. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
(Non è approvata)
PRESIDENTE. Metto ora in votazione la proposta di sospensione della seduta per venti minuti, formulata dal consigliere Desini.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Per accogliere la proposta di sospensione.
PRESIDENTE. A questo punto credo non ci siano più dubbi, la proposta è accettata.
Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Presidente, io ho formulato la richiesta di sospensione per venti minuti, sarebbero sufficienti cinque minuti.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa per quindici minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 03, viene ripresa alle ore 11 e 19.)
PRESIDENTE. Riapriamo la seduta.
Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia fiscale" (291/A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 291.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.
SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, è sicuro, posso iniziare?
PRESIDENTE. Mi pare di sì. Prego onorevole Sabatini.
SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Grazie Presidente, i giornalisti che seguono il dibattito di questa mattina in sala stampa potrebbero spegnere i video e sono sicuro riuscirebbero a raccontare comunque la cronaca di questo nostro dibattito. Perché i discorsi sono conosciuti, il centrodestra ci dirà che il centrosinistra non è riuscito ad arginare la spesa sanitaria, che il centrosinistra ha la solita abitudine di aumentare le tasse e noi del centro sinistra diremo che abbiamo ereditato un gravissimo disavanzo sanitario dalla scellerata gestione del centro destra e siamo oggi costretti ad imporre le tasse per coprire, appunto, il disavanzo. Dove sta la verità, io ho da sempre una convinzione, l'ho detto più volte, c'è una responsabilità diffusa tra tutte le forze politiche che negli ultimi vent'anni non hanno saputo porre argine all'aumento della spesa sanitaria. Se noi ricostruiamo la storia della spesa sanitaria, se noi leggiamo le carte, se noi leggiamo ad esempio le relazioni della Corte dei conti ci rendiamo conto che c'è una responsabilità diffusa, chi più, chi meno, chi ha messo in campo decisioni importanti per il contenimento, chi ci ha provato, ma certamente tutti hanno fallito e non sono riusciti a far rientrare il disavanzo sanitario.
Oggi siamo di fronte ad una situazione gravissima, difficilissima, sul disavanzo ci ritornerò dopo, ma voglio entrare nel merito della nostra decisione, della decisione che ha assunto la Giunta regionale e la coalizione di centro-sinistra che è quella di innalzare le aliquote IRPEF. Oggi si grida allo scandalo di questo provvedimento e il rappresentante dell'UDC interviene in aula dicendo via le mani dalle tasche dei sardi, però anche qui c'è da raccontare tutta la storia e tutta la verità perché altrimenti non ne capiamo il senso. Che cosa è successo, perché se ci dimentichiamo di che cosa è successo negli ultimi cinque anni allora non riusciamo a dirci le cose così come sono andate e negli ultimi cinque anni disavanzi ne abbiamo avuto, lo voglio ricordare nel 2009 266 milioni, nel 2010 283 milioni, nel 2011 343 milioni, nel 2012 371 milioni, nel 2013 379 milioni. Come si è data copertura al disavanzo? Con manovre di assestamento che hanno fatto tagli su che cosa? Sulla spesa sociale, sulle cooperative giovanili, sulle politiche sull'occupazione, sulle fasce più deboli, sui fondi per la povertà, sugli enti locali, sugli interventi che erano destinati a mettere in sicurezza i centri abitati della nostra Sardegna sul punto di vista del sistema idrogeologico, sono state toccate solo esclusivamente, per il 70 per cento, le fasce più deboli della nostra popolazione. Se ci si dimentica di questo beh, allora ci sfugge il contesto in cui noi andiamo ad operare e le decisioni che oggi responsabilmente abbiamo assunto. Il provvedimento che noi oggi assumiamo, e su cui abbiamo lavorato in questi ultimi giorni, non solo preserva e pone l'attenzione alle fasce più deboli ma addirittura riduce le tasse per le fasce più deboli, chiede un contributo e uno sforzo a chi ha di più, ma questo provvedimento non corre in solitaria ma è accompagnato da un provvedimento, da un piano di rientro, da una serie di riforme che si stanno mettendo in campo su cui stiamo lavorando, come la rete ospedaliere, come la rete territoriale, come il piano sanitario. Quindi si chiede uno sforzo ai sardi ma ci si presenta di fronte ai sardi con un impegno preciso che è quello di far rientrare la spesa sanitaria, di mettere sotto controllo la spesa sanitaria, ciò che nella precedente legislatura non è stato fatto. È un impegno straordinario e lo dico al Presidente della Regione ha, lo dico all'Assessore della sanità, lo dicono a tutti i colleghi è veramente una sfida quella che ci stiamo assumendo. Io ho guardato con attenzione anche al piano di rientro, credo che dobbiamo ancora lavorare di più, dobbiamo fare uno sforzo ed essere più puntuali, essere più precisi perché noi abbiamo tre livelli di spesa: quella sul personale, quella sui servizi e la spesa farmaceutica. Io credo che nessuno possa pensare di far rientrare la spesa sanitaria solo ed esclusivamente apportando delle modifiche organizzative o attraverso un piano sanitario, noi non saremo capaci di mantenere quest'impegno. So che l'Assessore ci sta lavorando, l'impegno nostro sarà quello di ridurre la spesa sul personale, mettere sotto controllo la spesa farmaceutica, andare subito alla stazione appaltante non tra due o tre anni ma immediatamente perché noi è vero che stiamo chiedendo uno sforzo ai sardi ma lo chiediamo con un impegno preciso che porterà al rientro della spesa sanitaria.
Quando ci si dice che il centrosinistra non è riuscito a porre rimedio quando ci si dice che negli anni di governo al centrosinistra si è ridotta la spesa sanitaria si dice una falsità perché non ci si è attenuti al valore CIPE, il giochino è sempre quello, uno gonfia, aumenta la spesa sanitaria in base alla spesa storica e poi dice io mi sono attenuto a quanto avevo stanziato. Purtroppo quel tetto di spesa non era quello che era stabilito dalla delibera CIPE e quindi con quella cifra si doveva sostenere e garantire i LEA, i cosiddetti livelli essenziali di assistenza. Ecco che quindi che noi ci presentiamo ai sardi a testa alta chiedendo uno sforzo ma con un impegno preciso e questo sarà il lavoro che dovrà fare questo Consiglio attraverso l'approvazione immediata delle riforme necessarie e questo dovrà fare la Giunta e l'Assessore competente perché vigili e perché davvero con la valorizzazione della sanità ponga termine al disavanzo sanitario.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Christian Solinas, relatore di minoranza.
SOLINAS CHRISTIAN (PS d'Az), relatore di minoranza. Grazie Presidente, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri in verità l'approccio che la minoranza ha cercato di tenere fin dei lavori della Commissione non è stato quello di rincorrere le responsabilità, chi avesse in maniera più o meno consistente contribuito alla creazione del deficit sanitario; abbiamo cercato di proporre alcune criticità su un argomento che riguarda tutti, tutta la Regione, che sono criticità riprese per larga parte anche dalle considerazione della stessa maggioranza. E cioè la nostra preoccupazione è quella di affrontare il tema del riordino, il tema del contenimento della spesa, il tema del disavanzo in materia sanitaria con una pluralità di interventi che siano strutturali. Questo provvedimento, invece, e vengo alle denunce che noi abbiamo fatto in sede di Commissione, presenta a nostro avviso, cerco di sintetizzare rispetto alla relazione presentata, tre ordini di criticità sostanzialmente. Da un primo punto di vista dobbiamo riproporre per l'ennesima volta una difficoltà di rapporto nei lavori tra maggioranza e minoranza che non consente a noi di fare proposte perfettamente calibrate perché non abbiamo a disposizione esattamente tutta la documentazione. In Commissione noi abbiamo dovuto esprimere un parere sulla congruità di una manovra che va ad incidere sulla pressione fiscale senza avere l'esatta quantificazione del deficit sanitario, senza avere quello che forse in maniera tecnica è stato chiamato piano di rientro, e cioè avere l'insieme di misure strutturali che la Giunta sta apparecchiando per raggiungere l'equilibrio nel bilancio della sanità. Quindi, voi vi rendete conto che diviene molto difficoltoso operare un'analisi seria e formulare un parere di congruità rispetto a tutto quello che si sta facendo. A tutt'oggi non è cliccabile la deliberazione che esita il piano di rientro, a tutt'oggi non esiste un atto ufficiale, almeno tra i banchi della minoranza, che abbia la quantificazione certa del deficit sanitario. Da un altro punto di vista, il disegno di legge si limita laconicamente ad affermare nella sua relazione che la rimodulazione dell'addizionale IRPEF si rende necessaria per dare copertura al disavanzo riscontrato in ambito sanitario. La relazione afferma, peraltro, che l'incremento delle aliquote è effettuato ai sensi del combinato disposto dell'articolo 10 dello Statuto e dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 6 maggio 2011, numero 68. A questo proposito, non sono le mie parole, cito le parole del Dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia, sostiene testualmente che: "Le regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano, a differenza delle regioni a statuto ordinario, possono maggiorare l'aliquota di base dell'addizionale - pari all'1,23 per cento - fino a 0,5 punti percentuali, in quanto per tali autonomie speciali continuano ad applicarsi le disposizioni dell'articolo 50 del decreto legislativo numero 446 del 1997". Questa non è polemica politica, questa è la proposizione di un tema che è puramente tecnico, e cioè l'applicabilità o meno di una norma alla nostra Regione. Ora, su questo tema noi non abbiamo avuto una risposta, la previsione delle aliquote fino al 3,33 per cento di fatto è maggiore in misura molto più consistente dello 0,50 aliquota di partenza. L'aumento della maggiorazione che è previsto fino a un punto percentuale è previsto invece con esclusivo riferimento alla predisposizione delle misure di copertura finanziaria degli oneri derivanti dal rimborso delle anticipazioni di liquidità, e cioè stiamo parlando di quelle anticipazioni che sono previste dall'articolo 3 ter del decreto legge numero 35 del 2013. Quindi, allo stato delle norme vigenti, a noi appare piuttosto chiaro il fatto che intervenire sulle aliquote in misura superiore allo 0,50 per cento sia del tutto precluso. Per altro verso, anche il richiamo all'articolo 10 dello Statuto incontra, a nostro avviso, lo abbiamo detto nella relazione, un ulteriore e decisivo limite teleologico, e cioè nelle previsioni del novellato articolo 10 tutte le modificazioni possono intervenire solo al fine di favorire lo sviluppo economico dell'isola, nel caso di specie, come detto, l'obiettivo dichiarato dalla Giunta regionale nella propria relazione al disegno di legge è semplicemente ed esclusivamente, cito ancora testualmente, dare copertura al disavanzo di gestione al settore sanitario. Quindi, anche con riferimento all'articolo 10 che si cita come presupposto per poter operare, a nostro avviso vi sono delle ragioni insormontabili. In terzo luogo, vorrei richiamare l'articolo 1, comma 23, del disegno di legge 2111 recentemente esitato dal Senato, trasferito poi alla Camera che l'ha esitato il 19 dicembre, e che apparecchia un sistema dapprima di divieto assoluto, dall'altro di inapplicabilità delle norme che prevedono un aumento dell'addizionale IRPEF per l'esercizio 2016, che siano in aumento rispetto alle aliquote vigenti nell'esercito 2015. È pur vero che si potrebbe opinare che l'approvazione del 2015, cioè entro il 31 dicembre di quest'anno, con riferimento alla rimodulazione delle aliquote per l'esercizio in corso, potrebbe essere interpretata nel senso di mantenere questo aumento. Però, in verità, tutto questo andrebbe a cozzare con le previsioni dell'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo numero 446 del '97, che impone che qualora si debbano operare maggiorazioni e queste maggiorazioni non siano maggiormente favorevoli per il contribuente, queste debbano essere comunque deliberate entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello a cui l'addizionale si riferisce, e vanno anche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Insomma, da tutto l'insieme di queste considerazioni che abbiamo svolto, emerge non la volontà di fare polemiche, ma la preoccupazione da parte della maggioranza che questo strumento che avete scelto per porre mano al deficit sanitario, in verità non sia applicabile, non risolva il problema del deficit in materia sanitaria, e finisca semplicemente col tradursi nel tentativo di andare a far pagare le inefficienze del sistema sanitario ancora una volta al contribuente. Vi sono peraltro, ed è patrimonio acquisito, delle sacche di spreco, e non ci interessa generate dalla destra, dalla sinistra, dal centro, ma esistono delle sacche di inefficienza che vanno affrontate, e riteniamo che l'aumento della pressione fiscale sui cittadini sardi non sia affrontare le sacche di spreco, ma semplicemente continuare a coprire quest'inefficienza con provvedimenti che peraltro presentano in questo momento consistenti profili di illegittimità, oltre che ragioni di opportunità politica. Sulle considerazioni delle ragioni di opportunità politica, non debbo certamente richiamare, come ho fatto in relazione, la particolarissima crisi che sta attraversando l'intera società sarda, con l'avanzamento costante di nuove e vecchie povertà, che impedirebbero materialmente in alcuni casi di far fronte e di onorare questi ulteriori tributi. Il richiamo per cui che abbiamo fatto in Commissione come minoranza e che facciamo in quest'aula è quello di ripensare i provvedimenti per affrontare il deficit sanitario, ritirare prudenzialmente questa proposta, perché diversamente befferemmo tutti, la politica befferebbe i sardi due volte, perché sarebbero costretti a subire doppiamente l'insostenibile gestione del sistema sanitario, sia come pazienti sia come contribuenti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Devo dire che l'istruttoria di questa proposta di legge ha ingenerato in noi consiglieri una serie di confusioni di equivoci, perché la stringata relazione dell'assessore Paci ci ha ovviamente indotto a verificare le fonti normative nazionali relative alla regolamentazione dell'IRPEF. Dopodiché, abbiamo appreso successivamente, e lo abbiamo poi sentito anche dalla voce del relatore di maggioranza, che questa è un'esigenza che voi richiamate perché c'è da ripianare il deficit della sanità. Quindi, utilizzate una norma della finanziaria regionale, il comma terzo dell'articolo 29, che approvato da quest'aula consentirebbe l'applicazione dei piani di rientro ricalcando in buona sostanza tutto l'iter procedurale che è previsto dalle norme nazionali, tant'è che nella premessa che fate nel piano di rientro, richiamate esclusivamente le norme nazionali, quelle finanziarie, che regolano i piani di rientro. Quindi, in buona sostanza stiamo facendo un piano di rientro regolato da norme nazionali senza essere commissariati, senza essere considerati una Regione canaglia per quanto attiene la spesa sanitaria, ma non solo, decidiamo, o meglio la Giunta decide di sostenere interamente e di far sostenere ai sardi tutto il peso di questo Piano di rientro, perché mentre le norme nazionali consentono nei rapporti tra Regione, Conferenza Stato-Regione, Ministero dell'economia, Ministero della salute, l'AIFA, l'Agenas, la possibilità anche di accedere a risorse aggiuntive statali per contenere il fenomeno e per poter attuare i piani di rientro, noi ovviamente con le scelte fatte in passato ce lo caricheremmo tutto quanto. Io credo, tra l'altro, che siamo qua a dover discutere queste proposte in seguito anche a una serie di errori di programmazione della spesa sanitaria, e credo che di questo voi ne foste anche ben coscienti perché diversamente non si spiega come nello stesso corpo di quella finanziaria vi siate già prefigurati e preordinati una strada per tentare il rientro. Questo piano di rientro, poi vedremo anche nel merito più avanti, perché ovviamente nessuno di noi ha avuto l'occasione di confrontarsi nel merito anche sulle strategie, perché non abbiamo ancora capito se questo piano dovrà essere approvato dal Ministero della salute, se dovrà essere sottoposto al vaglio del controllo nazionale, quindi a oggi non ci sarebbe nemmeno dato sapere se le strategie che sono state poste in questo piano sono comunque idonee e sostenibili solo ed esclusivamente con l'aumento della pressione fiscale e più sentitamente l'IRPEF.
Noi riteniamo che non ci sia forse una convinta azione sulla spesa superflua della sanità, ma non solo della sanità. Cioè dire esclusivamente che la spesa sanitaria è sotto controllo senza intervenire su tutte le strategie del bilancio regionale, che non sono solamente evidentemente quelle della sanità, non è solo in quelle che si nascondono gli sprechi e alcuni modus operandi di dirigenze, amministratori di società, abbiamo una miriade di voci fuori controllo, e allora qui va cambiata proprio l'azione di governo e di controllo della spesa, forse inserendo dei metodi più efficaci di controllo della spesa, ma di tutta la spesa e non solo quella della sanità, che forse fa più propaganda, fa più buon gioco ed è la scusa migliore per poter tentare di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei sardi. Lo facciamo, tra l'altro, alla fine dell'anno quando la programmazione delle famiglie era evidentemente un'altra, lo facciamo anche alla vigilia dell'acconto IVA che dovrà essere versato il 28 dicembre, per cui non presentiamo ai contribuenti sardi una buona fine d'anno e non presentiamo nemmeno un buon inizio d'anno.
Questa non può essere l'unica strategia a disposizione di questa maggioranza. Noi la contestiamo e la contestiamo in maniera vibrante perché non è accettabile che siano i cittadini a pagare un'azione che arriva in ritardo, perché se è vero che la spesa sanitaria è fuori controllo, e anche dai banchi della maggioranza sono venuti questi allarmi, anzi forse molto più forti e più vivaci, addirittura con la proposta della Commissione d'inchiesta approvata da quest'Aula, però ci dovete consentire quanto meno la critica rispetto a un'azione che non è stata assolutamente percettibile nella politica sarda, ma tanto meno nei cittadini sardi, cioè tutti quegli antichi vizi sono rimasti immutati sia nella sanità, sia nel resto dell'amministrazione regionale. È anche questo uno dei motivi che ci spinge a criticare questa scelta, perché la scelta più breve di aumentare il gettito, cioè quella di aumentare le aliquote fiscali, non aiuta a creare una buona considerazione nei confronti della politica, delle scelte della politica, dire che siamo costretti, o meglio che siete costretti a battere questa strada perché chi vi ha preceduto non è stato un buon padre di famiglia, non è stato un buon governante di questa regione, non vi aiuterà a subire il contraccolpo politico di queste scelte.
Noi ovviamente anche nel prosieguo di questa discussione argomenteremo nel merito la nostra contrarietà. Non si faccia un esclusivo battage sulle strategie della sanità per, invece, colpire le famiglie sarde che di tutto hanno bisogno fuorché di una nuova voce di spesa nei loro già esangui bilanci familiari.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPINO (UDC Sardegna). Signor Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, in altri tempi - e mi riferisco al periodo di governo del centrodestra - dinanzi a provvedimenti simili, per cui si reputa necessario l'aumento dell'addizionale IRPEF con la motivazione di fronteggiare la vertenza entrate per la copertura del disavanzo nell'ambito sanitario, avremmo assistito a un vero e proprio linciaggio politico, mediatico e forse anche fisico. Oggi, invece, si assiste a questo scandalo e a questa palese manifestazione di incapacità governativa in totale silenzio, come se fosse somministrato ai lavoratori sardi un farmaco purificatore, guaritore di tutti i mali. Mi chiedo che fine hanno fatto le parti sociali in questo momento.
È già trascorso un anno dalla cosiddetta riforma sanitaria, ma la gestione economica e la qualità dei servizi offerti non solo pare non essere migliorata, bensì è ulteriormente peggiorata in risposta ai principi tanto decantati di efficienza e di efficacia della riforma stessa. Guardando una panoramica della Sardegna da Nord a Sud, da Est a Ovest, non si riesce a intravedere un barlume di miglioramento al punto che la Giunta e la maggioranza di concerto trovano il jolly dell'aumento della tassa, che voglio ricordare è una tassa sul lavoro. Nella stampa qualcuno della maggioranza riesce anche a scomodare anche Robin Hood, ma personalmente vedo nelle intenzioni di questo decreto legge un atteggiamento più riconducibile alla figura di Dracula.
Qualche componente della maggioranza, e non solo, ha dichiarato inoltre che l'aumento dell'addizionale IRPEF non sia di competenza regionale, bensì esclusivamente nazionale. E allora a mio parere ritengo che prima di combinare l'ennesima figuraccia sia opportuno andare a ricercare la copertura del disavanzo della sanità fra le voci che sono state tanto sbandierate il giorno dell'approvazione della legge regionale numero 23, quando è stato dichiarato che grazie a manovre volte al taglio della spesa pubblica e ad azioni di risparmio era iniziato il nuovo corso della sanità in Sardegna. A governare una regione e coprire il disavanzo della sanità tramite l'aumento delle tasse sono capaci anche i bambini, con tutto il rispetto per loro, si intende.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Volevo riprendere un attimo qualche parola del collega Franco Sabatini, che non vedo in aula, quando dice nel suo discorso: "Dobbiamo chiedere uno sforzo ai sardi, chiediamo uno sforzo ai sardi e quindi ne usciremo a testa alta". Queste sono le parole. Allora io ovviamente chiedo a Franco e ai colleghi che sono con lui come si fa a chiedere un ulteriore sforzo ai sardi e uscirne a testa alta. A me viene difficile da pensare. Perché viene difficile da pensare questo? Non voglio entrare nel dato squisitamente tecnico e snocciolarli qui, perché poi queste cose sono puramente ragionieristiche e si vedranno, però io l'elemento che voglio far emergere è questo: cioè la gente che sta qui fuori, la gente che sta per strada, quella che noi in quest'Aula andiamo a cercare per trovare il consenso, quella che noi andiamo a trovare quando siamo in campagna elettorale, e ne abbiamo una tra sei mesi, quella gente che noi frequentiamo probabilmente non è quella alla quale chiederà qualcosa questa Giunta. Ma io non ce l'ho con la Giunta. Io capisco la Giunta, la Giunta conclamata, additata, la Giunta dei professori. Da una Giunta di professori, fior fior di economisti, Raffaele, fior fior di economisti, cosa si aspetta la gente? Da questi economisti si aspetta un risultato, dice: "Questi sono professionisti di alto profilo, sono preparati, quindi sicuramente non ci tartasseranno, ci renderanno la vita più facile". Questo si aspettano, perché non sanno quello che accade fuori da quest'aula, non sanno quello che c'è. Qui dentro noi stiamo combattendo per risolvere i problemi all'esterno, ma non possiamo risolvere i problemi all'esterno, nel modo più assoluto. Facendo questo noi continuiamo a incattivire la gente nei confronti della classe politica, perché questo stiamo facendo. Quando andiamo per strada, entriamo nelle attività commerciali che sono tutte in perdita e noi, voi applicherete l'Irap sulle perdite delle attività commerciali perché è chiaro, sappiamo bene quale sarà l'attacco sull'imponibile. Questo è il problema. Quindi, che un'attività esca fuori con un utile o meno, l'Irap lo dovrà pagare. L'Irpef dovrà essere pagato da tutti quanti quelli che produrranno reddito, scaglioni bassi, scaglioni alti, la gente si vede tormentata continuamente dalle tasse e dice bene Locci, questo fine anno dal 16 dicembre al 28 si pagheranno tutte le tasse comunali. Quindi, questa sarà un'ulteriore notizia, il classico regalo sotto l'albero e in questo momento avremo probabilmente fatto bene a trovare delle soluzioni differenti, come ha giustamente sollevato Annamaria Busia prima quando ha detto: "Torniamo in Commissione, rivediamo le cose". Sarebbe stato molto più elegante, probabilmente, rientrare in Commissione, trovare degli accordi, adottare una strategia differente. Non voglio credere che voi, con l'alta professionalità, che voi con la preparazione che avete da ottimi economisti non avreste potuto trovare una strada differente. Questo è quanto. Io credo che questo sia importante che continui ad emergere perché di questo passo continuiamo a ledere veramente forse quell'ultimo strascico di stima che qualche cittadino ha ancora nei confronti di qualcuno di noi.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intanto preciso che mi trovo totalmente in linea con quanto esposto nella relazione dal collega Solinas anche perché è la linea che abbiamo cercato di farvi seguire già dai lavori della Commissione evidenziando proprio le difficoltà anche di carattere giuridico che sono emerse con questo provvedimento. Però voglio fare un passo indietro. Si è parlato dei disavanzi durante il corso degli anni. Colleghi, è inutile che continuiamo a negare che la madre di tutti i problemi nasce nell'accordo fatto proprio da Soru quando la sanità è stata a totale carico del bilancio regionale e non solo. Negli anni successivi, è vero che anche noi abbiamo contribuito a fare dei disavanzi (mai quanto voi, mai quanto quelli negli anni governati dai Governi di centrosinistra), però non abbiamo di certo aumentato le tasse rispetto a voi. Tra le altre cose dobbiamo anche osservare che proprio la ratio che ha portato alla modifica dell'articolo 10 dello Statuto è stata quella di voler diminuire le tasse e le imposte fino ad azzerarle. Lo dico a maggior ragione in un anno in cui noi il disavanzo l'abbiamo coperto con una riduzione storica dell'Irap, non come avete fatto voi che invece vi siete vantati di chiudere, tra l'altro, l'anno successivo l'accordo patata col Governo che doveva essere la madre di tutte le soluzioni finanziarie per coprire le difficoltà e affrontare la crisi della Sardegna. Quali sono stati invece i vostri risultati? Non solo più tasse, ma addirittura avete contribuito a fare azioni che poco hanno a che fare con riduzioni di disavanzo o miglioramento dei conti della nostra Regione. Vi siete limitati in sanità a fare una riforma, così l'avete chiamata, che ancora oggi è una nebulosa, non si capisce davvero che cosa abbiate voluto fare. Non solo, l'unico atto significativo è stato quello di prolungare i commissari, lo riproporrete anche adesso, anche quelli che hanno contribuito ad aumentare le spese, quindi il buco della sanità. Non solo, noi crediamo che, se vogliamo citare anche altre situazioni, dovevate intervenire in maniera significativa in una materia importantissima come quella dei trasporti, persone e merci e invece è meglio che non ne parliamo, è appena arrivato l'assessore Deiana, non vorrei tra l'altro iniziare proprio con lui e dargli un cattivo benvenuto, ma certamente non siamo stati incisivi per nulla, contrariamente alle aspettative che avete messo in campo.
Andiamo a parlare di un aspetto economico, assessore Paci. Più tasse vogliono dire, lei ce lo insegna, minori consumi, minori risparmi, forse più spesa pubblica. Ma quella spesa pubblica in che cosa la state indirizzando, in maggiori consulenze, in maggiori sprechi? Mi pare proprio che continuando di questo passo noi avremo sempre un maggior disavanzo. Anche il piano di risanamento a cui ci state obbligando, noi non lo voteremo, non voteremo ovviamente neanche favorevolmente questo provvedimento che è una rapina per i sardi, però certamente non lo condividiamo neanche nell'impostazione. Noi non siamo commissariati! Voi pur di fare un favore e di stare dalla parte del Governo nazionale vi schierate contro i sardi! Addirittura vi autocommissariate anche quando non ce n'è bisogno. Anche perché mi risulta che a breve state proponendo per gli ammortamenti non sterilizzati un altro mutuo da aggiungere a quello che avete già contratto nell'anno in cui dovevate invece ricevere i nostri soldi dallo Stato, le maggiori entrate! Dirò di più, quel mutuo da 700 milioni che avete messo sulle spalle dei sardi sarà una iattura per i prossimi anni perché, come vi abbiamo già detto, non avete fatto un investimento, anzi, avete fatto una quota addirittura inferiore al 50 per cento di quella che avevate preventivato nel conto investimenti per l'anno 2015.
Vogliamo ancora aggiungere che per quanto riguarda poi il discorso giuridico (lo scrive lei, Assessore), avete perso l'occasione di dire chiaramente che stavate utilizzando, da un punto di vista giuridico, anche l'articolo 29 della finanziaria 5 del 2015. Ma quello che lei ha scritto nella relazione è veramente un'attività che proprio non trova nessuna corrispondenza perché noi non stiamo facendo nessuno sviluppo economico, ma stiamo semplicemente coprendo, come state dicendo, il disavanzo della sanità. Allora, un dubbio mi viene spontaneo: ma non è che state tassando i sardi per poter continuare a spendere e a scialacquare soldi che poi non vanno nella sanità? Perché questo dubbio mi viene, Assessore, perché se lei come dice dovrà incassare 600 milioni nei prossimi 4 anni (anche questa è una iattura) più i 130 milioni delle maggiori entrate, ma io dico, non potevate pensarci prima su come riparare ai danni della sanità invece che tassare i sardi? Io vorrei che qualcuno cominciasse a riflettere se veramente questa manovra servirà per la sanità oppure per costituire altre prebende da destinare non so a chi e a che cosa.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC Sardegna). Presidente, io sarei contento di andare a versare qualcosa in più alla Regione se questo servisse a dare delle risposte migliori soprattutto nei servizi sanitari. Sino a oggi questo non è avvenuto, anzi, sta avvenendo un qualcosa di diverso, non si stanno tagliando gli sprechi, bensì stanno aumentando gli sprechi. C'è stato il blocco delle assunzioni, onorevole Sabatini, lei ha detto che bisogna tagliare il personale, se non ho sentito male, nella sua relazione. È una cosa gravissima sentirsi dire queste cose. Andate a vedere cosa c'è negli ospedali, cosa manca negli ospedali oggi o cosa manca nei servizi sanitari anche territoriali, già dal taglio delle vaccinazioni in tutti i comuni della Sardegna, in quasi tutti, in provincia di Oristano ci sono state la vaccinazione in tutti i comuni, nelle altre province so che non ci sono state. Quindi, come facciamo oggi noi a dire alla nostra popolazione: "Andate a pagare in più perché ho speso in più per i servizi sanitari"?
Poi l'altro regalo che stiamo facendo, gli auguri che stiamo facendo oggi ai sardi per Natale che nella stessa giornata stiamo andando a chiedere tutte queste somme ai sardi e nello stesso giorno stiamo dicendo che proroghiamo i commissari che penso che un po' di colpa ce l'abbiano anche loro su questa cosa. Quindi è proprio far incavolare veramente la gente, è assurdo fare una cosa del genere.
Quindi io invito davvero tutti quanti ad andare a vedere cosa serve nel servizio sanitario regionale e vedere se si sono attuate alcune cose che sono state chieste da questa maggioranza. Io ricordo benissimo il collega Desini che chiedeva di eliminare le società interinali e assumere dalle graduatorie, mi sembra che non sia successo questo, anzi stiamo continuando ad andare avanti con queste cose. Oppure spostando personale e facendo sì che si applichi l'articolo 55 del contratto dei medici, se non erro. Io mi auguro che il Presidente della Commissione d'inchiesta si attivi immediatamente per andare a vedere queste cose, poi naturalmente il taglio della spesa farmaceutica, io mi trovo d'accordo con l'Assessore veramente su queste cose, se ognuno di noi si facesse un esame di coscienza su come vengono utilizzati i servizi sanitari, dalla semplice richiesta di farmaci e utilizzo dei farmaci, qualcuno mi ha detto: "Se andiamo a vedere in qualche stipetto o in qualche armadio delle nostre famiglie avremmo tante di quelle medicine accantonate lì, pagate dalla Regione che non vengono utilizzate." Io quindi sensibilizzerei anche i medici e tutti quanti, però facciamolo veramente. Non andiamo a dire oggi ai cittadini della Sardegna: "Dateci soldi in più." Avete a disposizione, avete sbandierato tantissimo che il governo nazionale ci ha dato 650 milioni di euro in più e oggi diciamo che li utilizziamo per altre cose però voi sardi vi mettete le mani nelle tasche per far sì che quei soldi li utilizziamo per altro. Onorevole Sabatini, è assurdo parlare di tagli al personale e non siamo riusciti ancora ad applicare la legge numero 161 in Sardegna con tutti i rischi che hanno gli operatori, che hanno i pazienti, abbiamo visto cos'è successo in qualche ospedale di Cagliari, tutte queste cose ritengo che debbano essere esaminate. Razionalizzazione della rete ospedaliera. Questo significa tagliare, continuare a tagliare e continuare a togliere e a non dare i servizi ai cittadini della Sardegna. È assurdo oggi portare in Aula una cosa del genere, un provvedimento del genere. Non è possibile andare avanti così, la gente si sta incavolando giustamente, anche oggi ci sono assemblee dappertutto, in diversi ospedali della Sardegna ci sono assemblee, assemblee di lavoratori che si stanno lamentando perché manca il personale, onorevole Sabatini, e non ce n'è in esubero. Se poi si vogliono tagliare certe cose che si taglino certe cose, ma che si taglino veramente, che si taglino veramente dove ci sono gli sprechi, dove ci sono gli sprechi e lo ribadisco, e non si inventino altre cose che non servono alla sanità e alla Sardegna, basta dare ai sardi almeno l'assistenza base. Le zone interne abbandonate, è una cosa assurda, noi abbiamo dei pazienti dializzati che fanno dei viaggi assurdi per poter continuare a vivere, queste sono cose che non devono succedere e oggi andiamo a dire noi: "Mettetevi le mani in tasca e aiutateci perché abbiamo un debito?" È assurdo e non è un debito, è una cosa né di centro destra né di centrosinistra, oggi siete al governo voi, cercate di risolvere questi problemi, cercate di affrontarli seriamente veramente, sto parlando con il cuore in mano perché passarci da pazienti in un ospedale che non funziona perché ci sono tanti di quegli sprechi che non si vogliono affrontare e invece mancano tante di quelle cose e nessuno se ne fa carico. Io ritengo che quello che ha detto prima il collega Pinna sia una cosa super veritiera cioè la gente non si sta mobilitando, non si sta mobilitando ma perché forse ha perso anche la speranza, forse pensa che non abbiamo più le orecchie noi politici, noi consiglieri regionali, voi Giunta, non è più possibile continuare in questo modo. È tempo veramente di affrontare tutti assieme questi discorsi, affrontare veramente per risolvere e non pensare al passato se è stata la Dirindin, se è stato l'Assessore del centrodestra o quant'altro a creare un sistema che non funziona. Altrimenti badate a parte che la Regione non deve gestire, questa è una cosa che deve entrare nella testa di tutti, la Regione non deve gestire, io ritengo che qualcuno quando affrontate la riforma sanitaria vediate se c'è la possibilità o meno di rimettere il tutto in mano ai comuni com'era prima e funzionava molto meglio quando esistevano le USL.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Definirla in un istante che questo è uno sconcio credo che ci voglia davvero poco, è un'ingiustizia autentica aver messo mano individuando un percorso certamente non virtuoso ma fastidioso che va a ferire la nostra società ma anche il mondo dell'unica vicenda che può restituire quantomeno solidità alla nostra terra, il mondo produttivo, il mondo delle imprese. E tutto questo diventa davvero grottesco anche perché non abbiamo certamente dimenticato gli annunci di Pigliaru e dall'assessore Paci, non li abbiamo certamente dimenticati quando parlavano di denari messi sul piatto delle imprese, 725 milioni e 229 milioni nel solo settembre del 2015 a favore delle imprese per tutto il 2016. Questi qui vengono vanificati automaticamente in un colpo solo vista la virulenza dell'attacco che viene fatto proprio ai comparti produttivi, e la vergogna sta proprio in questo. L'unico sistema che può dare solidità all'impalcatura sociale ed economica dell'isola è quello dell'impresa e invece si ritrovano così colpite in un istante mentre da un'altra parte, in un altro ufficio si parla di start up, si parla addirittura di venture capital, si parla di sistemi che vanno ad individuare nuove economie a favore e vantaggio delle aziende. E qui è davvero una beffa, ci troviamo praticamente a dover sentir reclamare la chiamata delle imprese per essere vicine alla Giunta e che invece può trovare solamente persone che vengono con i forconi a mandarvi via da dove siete comodamente seduti. È un'attività questa che sta veramente gridando vendetta, questa IRAP che per chi si occupa di questioni di impresa è un balzello fastidioso, è nota come essere la più odiata dagli italiani soprattutto da chi si occupa di attività d'impresa, vale mediamente 80 euro per ogni dipendente perché si paga anche sulla base imponibile che non è quella solo del profitto ma anche quella del costo del lavoro e incide per 80 euro. Quindi su 12 mesi, su un anno sono 960 euro, moltiplicatela per ogni dipendente che un'azienda può avere, dalle 10, 20, 30, 50 persone e quindi ricaverete automaticamente con quale graffio, con quale ferita, con quale frustrata si va a colpire le filiere produttive. E questo naturalmente va a dimostrare che si è di fronte ad un'istituzione arrogante, è un'istituzione che utilizza fra l'altro il paradosso del reclamare da una parte attività di incentivo, di vicinanza, di condivisione, di percorsi certamente difficili e invece dimentica in un secondo, dimentica in un istante, portandole addirittura l'attenzione dell'Aula, che stiamo uscendo con grandissima fatica al percorso che ha debilitato tutte le filiere economiche e produttive dell'isola, che è quello di quattro, cinque, sei anni di difficoltà socio-economica. In un momento in cui si vedeva qualche bagliore di luce all'orizzonte, che ancora purtroppo non aveva potuto aiutare le filiere produttive a potersi rialzare complessivamente, ecco che arriva la mazzata finale: Irpef e Irap diventano le due medaglie che vengono messe al collo della Giunta per dire che va a risanare i propri buchi della sanità. Ma a quegli imprenditori che sono ancora in piedi bisognava dare una medaglia d'oro, non aumentare l'Irap, che con grande fatica, con grande sagacia, con capacità davvero d'impresa hanno saputo far fronte alle difficoltà e alle contingenze di questi anni così foschi e terribili. E a loro invece che dargli un premio per la loro resistenza, un premio per la loro capacità di poter stare in piedi davanti alle sferzate di un'economia che non ha funzionato in quest'ultimo quinquennio, ecco che arriva la beffa, un balzello autentico, un ingresso a gamba tesa sulla loro capacità virtuosa di poter stare in piedi, un calcio di rigore sparato in piena faccia, poi con la beffa del novantesimo, quindi in piena zona Cesarini, quando ci si appresta alle vacanze di Natale per un aspetto e dall'altro quando si affrontano i pagamenti massacranti degli F24, dei conti da saldare con lo Stato, delle mille pendenze con Equitalia, ed ecco che voi allegramente e bellamente vi volete far forti con un gettito da 100 milioni ricavato sull'Irpef e a 47 milioni ricavato sull'Irap. Questo non è un bel modo di procedere. Voi avete aggiunto una zavorra ulteriore alla competitività del mondo produttivo, voi avete creato una difficoltà anche a quelle imprese, forse ve ne siete anche dimenticati, che sono state colpite nell'alluvione del 2013, vi siete dimenticati che a costoro non avete ancora arreso il pane che gli è stato sottratto dalla furia devastante delle acque, vi siete dimenticati di rimettere in sesto ed in ordine quelle imprese che hanno dovuto sopportare non solo la fatica delle avversità atmosferiche, ma anche le avversità dell'istituzione più alta della Sardegna. Questo non è un sistema certamente che sarà ricordato e celebrato fra quelli più importanti, più virtuosi, più sereni, di vicinanza a quelle persone che ancora attendono i rimborsi da tempo richiesti. Ricorderanno che c'è un'operazione maldestra, ricorderanno i visi e le facce di questa Giunta, di quegli Assessori che inopinatamente hanno deciso di contribuire alla devastazione socio-economica del nostro territorio, come non bastassero le mille vulnerabilità, le mille criticità, le mille difficoltà della loro quotidiana esistenza. Ecco, davanti a tutto questo è inevitabile immaginare che possa esserci un ulteriore assedio di questo genere, che credo sia uno dei peggiori assedi che le imprese hanno potuto sopportare in questi ultimi periodi, ma soprattutto da una Giunta che fin dal primo momento in cui si è insediata ha voluto reclamare fra le competenze la vicinanza al mondo produttivo, a quel mondo generoso, virtuoso, che sì ha sofferto ma finalmente si troverà accanto Assessori, Presidente della Giunta, capaci di dare assistenza e di tendere una mano per superare il guado velenoso delle difficoltà del periodo. Ecco qua, avete fatto! Da una parte stavate dando una mano, dall'altra stavate segando il ponte che poteva in qualche modo ristabilire la loro presenza e partecipazione sullo scenario micro economico del nostro territorio, e per alcuni altre di quegli scenari appena appena più vasti che sono il territorio nazionale o addirittura quello internazionale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PERU ANTONELLO
(Segue CRISPONI LUIGI.) La vostra dimostrazione è proprio quella di totale disattenzione e di assoluta inefficacia. Con questa vostra dichiarata ostilità certamente non avete fatto il bene né dei nostri cittadini, a cui mettete continuamente le mani in tasca, e nemmeno delle nostre imprese che coraggiosamente fino ad oggi hanno resistito davanti a tutte le contingenze di un periodo economico fra i peggiori che abbiano mai potuto incontrare. Quindi sicuramente io credo che ci sarà ancora di che leggere nelle prossime giornate sulla stampa locale, su quella quotidiana, di associazioni d'impresa, Confartigianato, Confcommercio, Federalberghi, Confindustria, vi hanno supplicato tutti quanti, fate ancora una volta orecchie da mercante e naturalmente non c'è peggior sordo, come sempre, di chi non vuol sentire! Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, siamo qui in quest'Aula e stiamo assistendo ad un tentativo di rapina a mano alzata, un tentativo di rapina a mano alzata della maggioranza o di parte della maggioranza, un tentativo di rapina a mano alzata nei confronti della comunità sarda. E pongo subito una, due, tre questioncine di merito, signor Presidente. Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del relatore di maggioranza, che ha parlato di cose che in questo disegno di legge che noi stiamo discutendo non ci sono. Ha parlato di riduzione delle aliquote Irpef per i redditi minori, non le troviamo in questo disegno di legge, assolutamente no. Ha parlato di piano di rientro della sanità, non lo troviamo come allegato, non sappiamo di che cosa stiamo parlando. Eppure siamo in quest'Aula, qualcuno è pronto ad alzare le mani per perpetrare la rapina, qualcun altro cercherà di tenerle molto basse per non rendersi complice di questo atto politico che avrebbe avuto necessità di una pausa di riflessione, così come noi abbiamo sostenuto più volte e con forza.
E ancora sotto il profilo del metodo. Ricordiamo, perché il programma del presidente Pigliaru è il nostro faro, ricordiamo che c'è un capitolo molto interessante nel programma del presidente Pigliaru, che è quello che tratta della trasparenza. Questo capitolo ci narra l'impegno del presidente Pigliaru di rendere pubbliche preventivamente le proposte di intervento e le valutazioni del loro impatto, ci narra ancora che il presidente Pigliaru si impegnava ed è impegnato a sottoporre alla consultazione delle parti economiche, sociali e istituzionali i procedimenti per la valutazione di azioni politiche, secondo procedure trasparenti e codificate.
Ebbene, nulla di tutto ciò è accaduto, non sono state sentite le parti sociali, non è stata sentita Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Coldiretti mi suggeriscono, non sono stati sentiti i sindacati, la Confartigianato non è stata sentita. Ma perché non lo stracciamo questo programma? Ma serviva soltanto per cercare di carpire la buona fede dei sardi, o era un impegno forte, solenne, di legislatura? No, serviva solo per carpire la buona fede dei sardi, e non l'avete carpita poi più di tanto considerato che il Centrosinistra ha preso meno voti del Centrodestra a queste ultime elezioni. E ancora, sempre il programma del presidente Pigliaru, che è il nostro faro, il programma si proponeva di ridurre gli sprechi e le inefficienze della spesa sanitaria, si proponeva di arginare la spesa sanitaria, si proponeva di perseguire principi di efficacia, efficienza ed equità nella spesa sanitaria, compreso il randagismo. Ebbene per il randagismo abbiamo eliminato il problema, perché ci sono zero euro, non abbiamo eliminato i randagi, ma abbiamo eliminato le risorse per il randagismo, ecco l'impegno del presidente Pigliaru dove è andato a finire. E poi, udite udite, proclamava l'indipendenza della gestione della Sanità dalle pressioni e dell'ingerenza della politica, abbiamo visto cos'è successo, la Giunta ha nominato dei commissari che vengono utilizzati come longa manus della politica, dei commissari che ad oggi hanno sbagliato in tutto, dei commissari che oggi siamo costretti per la quarta volta a prorogare e non sappiamo per quale motivo, visto e considerato che il deficit della spesa sanitaria è cresciuto in modo esponenziale proprio in funzione di questa gestione dissennata dei signori commissari che avete con nominato voi. Che utilizzate per ingerirvi nella gestione della sanità pubblica. Io credo che il vostro atteggiamento poco coerente e dannoso nei confronti della sanità pubblica sia certificato dalle interessantissime dichiarazioni di un autorevolissimo esponente della maggioranza l'onorevole Deriu. L'onorevole Deriu certifica che il deficit della sanità prodotta in questi ultimi 12 mesi, cioè in costanza di Governo del centro-sinistra è di 250 milioni di euro, non lo dice Forza Italia, lo dice l'onorevole Deriu avete prodotto uno sforamento di 250 milioni di euro negli ultimi 12 mesi. Ancora, non possiamo non rilevarlo, il deficit dal 2014 al 2016 sarà di 750 milioni di euro dal 2014 governate voi, da febbraio o da marzo, non governa Forza Italia, non governa il centrodestra governate voi. Ecco che avete prodotto un deficit di dimensioni mostruose, proprio mostruose. Ancora, sempre rifacendomi a questo programma di Pigliaru che forse ormai è meglio che cancelliamo anche da Internet, nel programma di Pigliaru si parlava di migliorare gli incentivi alle imprese, l'impegno finalizzato a migliorare gli incentivi alle imprese, si parlava di incentivi fiscali, di servizi fiscali, ebbene cosa è accaduto? È accaduto che oltre ad avere indebitato i sardi con i 700 milioni di mutuo avete ammantato l'IRAP in finanziaria, credo che vi accingiate oggi, credo perché il disegno di legge non lo dice, credo che vi accingiate oggi ad aumentare anche l'IRAP, anche se il disegno di legge adesso ancora non lo dice. Questi sono gli impegni scritti nel vapore acqueo, sul vapore acqueo dal presidente Pigliaru e dalla sua Giunta. Servizi alle imprese, benefici alle imprese, cosa succede? Aumentiamo l'IRAP e aumentiamo l'IRPEF. Ritorno alle responsabilità del vecchio disavanzo, non del nuovo, del vecchio disavanzo, e ritorno indietro con la memoria all'epoca del governo del presidente Soru e dell'assessora Dirindin, Nerina Dirindin, ebbene nel 2005 l'assessora Nerina Dirindin produce un disavanzo importantissimo, il più importante degli ultimi vent'anni: 328 milioni di euro. Nel 2005 quando i soldi erano soldi, direbbe mio zio, 328 milioni di euro. L'anno successivo ha la possibilità di ripianare quasi interamente questo deficit con 300 milioni di euro, ma la Dirindin non paga dal 2007 al 2009 produce altri 265 milioni di deficit. Questo è il disavanzo, questo è l'excursus storico, politico, amministrativo di governo di questo disavanzo, che oggi voi volete ripianare con una rapina a mani alzate. Oggi, volete poi cercare di mettere la sordina a questo disavanzo prodotto da voi parlate di ripianamento di un deficit di 328 milioni in tre anni, non c'è in legge, non c'è il piano di rientro 114 milioni li volete risparmiare sulla rete ospedaliera, 113 milioni sulla spesa farmaceutica, sono tutti dati che noi ricaviamo dalla stampa. Ma non mi sembra corretto, non mi sembra giusto che noi queste cose le dobbiamo apprendere dalla stampa. Non sappiamo se effettivamente sono elementi fondati, non sono elementi che ci consentono di discutere dopo aver approfondito. Ebbene vediamo quali possono essere questi risparmi dell'assessore Arru, che viene definito in modo improprio, credo, Dracula fosse per la sua professione, io lo definirei invece assieme alla Giunta un Assessore che svolge un ruolo di sanguisuga nei confronti del sangue che deve necessariamente, per questo disavanzo che ha creato insieme ai sui colleghi, deve necessariamente succhiare. Ebbene dove possono essere i risparmi? La riduzione di 68…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). In coincidenza con il più monumentale fallimento di questa giunta e di questa maggioranza mi trovo a svolgere in più difficile degli interventi, è il più difficile perché mi tocca constatare non tanto il fallimento, quanto la sfacciataggine con cui la Giunta e la maggioranza, all'approssimarsi della fine dell'anno, comunicano al popolo sardo che tutto ciò su cui hanno impegnato la loro amministrazione, tutto ciò su cui hanno costruito il loro programma è drammaticamente errato. Chi mi ha preceduto ha parlato di ingiustizia e credo che aggettivo più appropriato non ci possa essere. Perché più appropriato? Perché è un momento in cui sottrarre anche una sola risorsa alle famiglie, sottrarre anche un solo euro al sistema economico, drenare così tante risorse al sistema dei consumi della nostra regione è un'ingiustizia. Ed è un'ingiustizia che assume proporzioni ancora maggiori per che è fatta per appagare la vanità, è fatta per appagare quella vostra superbia intellettuale che vi ha spinto, in origine, nel presentarvi al governo di questa regione e a dire sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare e lo faremo. È la stessa superbia che ha consentito al presidente Pigliaru, in chiusura della manovra finanziaria di quest'anno, di paragonare se stesso all'amministratore delegato della Fiat e noi, poveri auditori incapaci di capire quale fosse l'alto valore di questa ricetta che lui ci stava proponendo, ci aveva ammonito: voi infedeli avrete in tutta evidenza, già alla fine di quest'anno, i numeri di quale il successo del nostro piano di rilancio della Sardegna. Il vostro piano di rilancio della Sardegna reca questi numeri e della vostra superbia intellettuale che vi ha spinto all'inizio del vostro percorso a rinunciare a uno strumento certo come il patto di stabilità, perché avevate bisogno di appagare il vostro ego, per spingervi in un tunnel, in una selva oscura all'interno della quale era impossibile sapere attraverso quali strumenti avreste saputo prevedere la spesa sanitaria e, in generale, la spesa di questa Regione. Avete spinto questa regione nel baratro, scientemente, soltanto perché avevate bisogno di appagare voi stessi, non avevate gli strumenti, tanto è vero che il disavanzo oltretutto quantificato in maniera approssimativa è emerso solo alla fine dell'anno e state agendo con una rapina, non state agendo con uno strumento che avete programmato, non vi trovate i soldi in tasca e andate a prenderli dalle tasche dei cittadini. Avete compiuto l'atto più meschino che si possa compiere, perché siete andati a raccontare nelle piazze, in televisione il vostro mentore, la vostra luce ha chiesto di essere ottimisti, ha chiesto di non essere gufi, ha chiesto di credere nella ripresa del sistema Italia e ci avete creduto talmente tanto in questa ripresa che vi siete indebitamente appropriati, e vi state indebitamente appropriando, di gran parte di essa. Quello che state frenando molto di più della crescita che si spera di avere. Quello che state drenando non sono soldi, è la speranza. Voi dovete ribellarli colleghi, voi vi dovete fermare davanti a questo tentativo, dovete avere il coraggio di dire: no, trovate un'altra soluzione, voi vi siete intestati la vittoria di aver rinunciato ad uno strumento certo come il Patto di stabilità, voi vi siete intestati i meriti di una politica fallimentare sulle entrate, voi vi siete intestati il ruolo di salvatori di questa Regione, voi risolvete il problema!
Io voglio recuperare i toni sereni di una discussione, ma li voglio recuperare anche attraverso il vostro aiuto. Un silenzioso contegno, per esempio, una rinuncia in replica al suo intervento da parte dell'assessore Paci, sarebbe una cosa gradita; se l'assessore Paci dignitosamente tacesse alla fine di questa discussione non ci farebbe solamente risparmiare dieci minuti, consentirebbe a questa Giunta plasticamente di far vedere che ha compreso dove ha sbagliato; questa Giunta che si è presentata come una Giunta di competenze altissime, questa Giunta che oggi non sa neppure di quanto ha bisogno per chiudere i conti ma sa esattamente con quale modalità andare a sottrarle alle risorse dei cittadini sardi. Se l'assessore Paci accettasse questa mia proposta, io credo che sarebbe un gesto di profonda discontinuità e che sarebbe da noi apprezzato; ho il terrore che, alla fine di questa faticosa discussione, l'assessore Paci si alzi e provi a dare una giustificazione tecnica e dotta di ciò che state facendo oggi, ho il terrore che la inquadri all'interno delle vostre ormai leggendarie politiche keynesiane, ho il terrore che provi a dire "era comunque uno strumento che avevamo preso in considerazione", perché voi in finanziaria avete detto che avreste stabilmente abbassato le tasse, non che avreste fatto un prelievo di queste proporzioni!
Io mi appello al buon senso dei colleghi, lo faccio perché loro, come noi, a differenza di tanti che siedono nei banchi della Giunta, hanno un quotidiano contatto con la gente, sanno davvero vivere il disagio, sono davvero vicini alle persone che tutti i giorni non sanno come far quadrare i conti della loro famiglia, agli imprenditori che non sanno come chiudere i bilanci delle aziende, che non sanno come aggiornare il parco mezzi della loro aziende, che non sono in grado di essere competitivi per il futuro; loro, i miei colleghi che siedono dall'altra parte, hanno questo tipo di contratto, hanno questo tipo di rapporto, allora insieme a noi si devono ribellare e vi devono ricacciare nella vostra sala Giunta a trovare un'altra soluzione! Loro, assieme a noi, devono trovare il coraggio di dirvi "siete degli incompetenti, se non siete in grado tornate a casa", noi qua possiamo pur sempre tornarci, voi di sicuro sparirete dalla scena!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Io credo che dopo la performance del mio compagno di banco, l'onorevole Tunis, diventi difficile trovare ulteriori parole per definire il provvedimento che è stato portato qui in Aula e che si vuole provare ad approvare. Mi aggancio un po' all'ultima considerazione, che era quella dell'aiuto che chiediamo a voi, colleghi consiglieri, perché si possa far capire a chi sta oggi seduto in Giunta che questo provvedimento non aiuta certamente a risanare il bilancio della sanità, ma distrugge e rovina le famiglie sarde, le imprese sarde, chi sta cercando in quest'ultimo periodo di risollevarsi o perlomeno di arrivare a fine mese con la minor fatica o nel miglior modo possibile. Io vorrei ricordare, per chi non era presente, quei consiglieri regionali che sono di nuova nomina, quando il presidente Pigliaru era l'Assessore regionale della programmazione e del bilancio ed entrò in duro contrasto con l'allora presidente Soru, proprio perché aveva un'idea, perché proponeva un modo di gestire il bilancio regionale come se si stesse gestendo un bilancio personale, o perlomeno con una arroganza tale da voler inserire o imporre le proprie posizioni. Oggi, diventato lui il Presidente, gli diventa facilissimo, insieme all'attuale e suo caro amico Assessore della programmazione, gestire una fase di rilancio e di risanamento del bilancio regionale che così è il modo peggiore per risolvere la questione e il problema. E mi ricorda inoltre una bellissima favola che ho già ripetuto tante volte qua in Consiglio regionale, quella della rana e dello scorpione, alcuni di voi l'hanno già sentita e non la racconterò nei particolari ma quello che m'interessa sottolineare è il fatto che la rana, che doveva accompagnare gentilmente, su richiesta dello scorpione, lo scorpione stesso d'altra parte della sponda, fu poi successivamente invece tradita e punta alle spalle, perché quella è la natura dello scorpione. La rana è il popolo sardo, indovinate chi è invece lo scorpione? La Giunta regionale. Questo però è davvero un modo vigliacco di dare risposte al popolo sardo, nel momento in cui neanche due anni fa in campagna elettorale, su scelta libera e democratica sempre del popolo sardo, è stato convinto che con la vostra gestione, con il vostro avvento, ci sarebbe stato sicuramente un miglioramento di tutto quello che era stato fatto, del disastro che il centrodestra aveva fatto nei cinque anni precedenti, ma questo lo abbiamo visto anche dalle dichiarazioni pubbliche dell'Assessore dell'agricoltura e di tanti altri Assessori che si sono impegnati… la prima fu l'Assessore dell'industria che trovò tanta polvere all'interno dell'assessorato, non si capisce se la polvere era dettata dal fatto che nessuno ci passava da troppi anni o magari era l'impresa delle pulizie che non faceva bene il proprio lavoro, lì non si è capito quale fosse realmente la motivazione.
Per entrare nel merito di quelle che sono le considerazioni vere di questa legge, io credo che questo articolo, spoglio e misero, che potrebbe incantare i più distratti ma che chiaramente non passa inosservato a chi di finanza pubblica… e che quindi i conti riesce a gestirli e a portarli avanti si rende conto che comunque, con il ricavato di questa idea di tassazione ulteriore, si possa arrivare a risolvere problemi, non solo del bilancio regionale ma chiaramente quello del risanamento della sanità sarda, sanità che ha sicuramente necessità di una discussione approfondita, legata solo ed esclusivamente a quella tematica e a quell'aspetto, ma quella sanità che, dopo quasi due anni, si chiede ancora, con provvedimento della Giunta regionale datato 15 dicembre, si chiede ancora un ulteriore proroga del commissariamento delle Aziende sanitarie locali. Questa è la dimostrazione del fatto che ancora si è in una palese fase di confusione totale, si è in una palese fase di incapacità totale, e che probabilmente quello che noi abbiamo letto oggi su un quotidiano sardo, che dedica una buona parte della sua notizia al futuro rimpasto della Giunta regionale, sia probabilmente questo l'unico modo che voi come centrosinistra abbiate per poter dare un po' più di slancio e di rilancio sia all'attività amministrativa che chiaramente alle possibilità della Sardegna e del popolo sardo. Ho tentato di mantenere un livello vocale un po' più basso rispetto ai decibel che ha utilizzato invece l'onorevole Tunis ciò non significa però che la rabbia interiore, la difficoltà interiore a dover digerire solo l'idea o solo una proposta di questo genere non possa portare comunque anche noi a sollevare i toni e questo lo faremo probabilmente in attesa, perché l'onorevole Tunis sottolineava il fatto che probabilmente una bella risposta sarebbe stata positiva dal silenzio dell'assessore Paci. Nel momento in cui invece noi ne chiediamo ne verremo a conoscenza di quella che è la sua personale giustificazione che non è sicuramente la sua ma a monte è avallato sicuramente da chi, ripeto, gestiva negli anni che furono l'Assessorato del bilancio e oggi fa il Presidente della Regione, probabilmente da quel momento in poi una volta conosciute le sue giustificazioni o tentativo di giustificazioni, i nostri toni saranno sicuramente molto più alti ma non è un problema solo di toni del Consiglio regionale quindi di questo emiciclo ma bensì dei toni che verranno sollevati e si solleveranno per effetto di un popolo sardo che si ribellerà a questa proposta e a questa idea.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, l'assessore Paci si è lasciato andare a dichiarazioni un po' sopra le righe nelle ultime settimane parlando di casse della Regione devastate da anni di spesa fuori controllo. Insomma io credo che intanto noi dovremo cercare di ristabilire almeno qualche dato, io non voglio addentrarmi nel teatrino delle responsabilità, però i fatti sono argomenti testardi e i numeri ancora di più, perché se fosse vero quello che ha detto l'assessore Paci il Governo avrebbe commissariato la Regione e avrebbe costretto la precedente Giunta ad assoggettarsi a un piano di rientro dato che, cosa che forse sfugge all'assessore Paci, in sanità gli eventuali disavanzi vanno obbligatoriamente coperti entro l'anno successivo. E probabilmente dopo i consuntivi del 2015 sarà proprio l'assessore Paci a dover andare a Roma per concordare un umiliante piano di rientro. I dati ufficiali dello Stato certificano che la spesa sanitaria da 2004 al 2009, Giunta Soru - Dirindin è aumentata di 610 milioni di euro; 610 milioni di euro. Dal 2009 al 2014 Giunta Cappellacci la spesa è aumentata di soli, tra virgolette naturalmente, 185 milioni di euro, la sproporzione mi sembra evidente. Poi c'è il fatto che nessuno contesta le stime del CIPE che sono basate su parametri fatti apposta per favorire le Regioni dove maggiore è la popolazione anziana e forse su questo la Giunta dovrebbe battere i pugni sul tavolo. Forse il problema è che l'assessore Paci ha ridotto in misura irrealistica gli stanziamenti per la sanità, bisogna dare atto all'assessore Arru che era contrario, provocando per il secondo anno consecutivo una catastrofe che si somma a quelle del primo, e questo spiega anche l'ostinazione della Giunta nell'imporre nuove tasse che uccideranno la debolissima ripresa economica sarda. Se fosse vero quello che si dice perché l'assessore Paci non ha tagliato gli sprechi nel 2014, se è vero che siamo obbligati ad aumentare le tasse e quali sprechi, duplicazioni, moltiplicazione dei centri di spesa, occasione di malaffare ha tagliato la Giunta regionale del 2015? Perché se si pensa di aumentare le tasse almeno un segnale bisogna darlo. Ci spieghi la Giunta regionale per quale motivo l'azienda ospedaliera unica ha stipulato una convenzione da 25.000 euro al mese con la ASL 8 per la gestione del personale, che senso ha spendere questi danari in più per un servizio che fino al giorno prima di questa finta unificazione veniva svolto ordinariamente dal servizio del personale. Non ne parlo sul piano della legittimità, ci mancherebbe, mi sembra il minimo che stiamo parlando di atti che dovrebbero essere almeno legittimi, ma su quello della ragionevolezza oltre che dell'opportunità, sul piano del segnale di moralizzazione della spesa di cui l'opinione pubblica e i contribuenti ma lo stesso sistema economico hanno oggi estremo bisogno e perché non ci spiega la Giunta regionale come mai diverse ASL nascondendosi dietro piani di rientro che andrebbero bene esaminati, assessore Arru, continuano imperterriti a stipulare convenzioni e a fare assunzioni. E noi stiamo aumentando le tasse per tappare il buco. E si tratta di commissari non di direttori generali che teoricamente dovrebbero avere un mandato specifico da parte della Giunta e una briglia assai stretta in ordine alle cose da fare. A partire proprio dall'andamento della spesa. La verità è che la Giunta regionale non è né in grado di controllare né di indirizzare i commissari; tanto è vero che l'onorevole Deriu invoca un commissario unico per la spesa per cercare di mettere un po' di ordine nel caos. E perché non ci spiega la Giunta regionale come fa nel contesto in cui si aumentano in modo intollerabile le tasse, come fa la controllata regionale IGEA a fare nuove assunzioni mentre abbiamo il problema di sistemare il personale delle disciolte province, c'è il problema delle società in house e c'è il problema forse di razionalizzare il personale del sistema Regione - ASL - enti locali una parte del quale potrebbe forse essere più utilmente utilizzato. Sono alcuni esempi, molti altri ne faremo nei prossimi mesi se andrà avanti questo vostro scellerato progetto, esempi clamorosi di come l'aumento delle tasse non serva a risanare il bilancio ma piuttosto a finanziare nuova spesa pubblica in controtendenza con quanto si cerca di fare a livello nazionale e in tutto l'Occidente civilizzato e che è esattamente il contrario, ripeto, di quello che occorrerebbe fare per non soffocare sul nascere i primi vagiti di una timidissima ripresa economica.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). Grazie Presidente, io ho apprezzato molto l'intervento dai banchi della minoranza dell'onorevole Solinas nella relazione, perché è stato un intervento che ha cercato di trovare dei motivi di minoranza, di opposizione entrando nel merito del provvedimento, nel merito tecnico ma si è ben guardato dall'affrontare invece i problemi rivolti alla determinazione dei motivi che hanno prodotto il disavanzo che ci si ripropone di affrontare parzialmente con l'incremento dell'IRPEF. Perché si assiste in questa aula ad un fenomeno strano quello di un'inversione, di un inversione delle responsabilità come in quelle condizioni per cui si va in un ristorante, gli avventori consumano senza ritegno, senza guardare i costi poi si allontanano e se la prendono con chi alla fine è costretto a pagare i loro conti.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GANAU
(Segue RUGGERI LUIGI.) C'è un'inversione che purtroppo fonda, questo non è un dato serio, fonda sulla confusione dei dati, poggia sulla confusione dei dati l'attribuzione di responsabilità, non è un dato serio quando si tende a confondere e a mettere sullo stesso piano lo stanziato, sulla base del quale si calcola il disavanzo, piuttosto che non il determinato a livello di fabbisogno così come definito dal CIPE. Perché su quella base i colleghi che hanno citato i dati spot hanno confuso le acque, qualcuno addirittura è andato a dire che ai tempi della Dirindin c'era un disavanzo mostruoso, 328 milioni di euro nel 2005, quando ancora, per l'inerzia della spesa sanitaria, si scontavano le gestioni precedenti. I numeri vanno dati per intero, quello del 2013 è 379, il disavanzo dello stanziato nel 2012 è 371 milioni di euro, nel 2011 343, il 2009 si è chiuso con 265, il 2008, la gestione Soru ultima, 179 milioni, poi 107, poi 124 e arriviamo ai 328 del 2005 andando a ritroso. Il 2014, ricordo che i commissari non li ha nominati questa amministrazione, che porta la responsabilità completa della gestione della ASL dalla fine del dicembre del 2014, e che può portare, come elementi misurabili nella dinamica dei costi, a consuntivo la riduzione del trend di crescita del fabbisogno che è stata questa una costante del fondo sanitario regionale, così come del fondo sanitario nazionale, è una costante, ed è questo il vero problema poi delle civiltà occidentali, dei nostri paesi dell'Europa occidentale, un sistema sanitario che tende per motivi più diversi ad avere una dinamica incrementale che è difficilissimo mettere sotto controllo, ci è riuscita solo la Thatcher, a prezzi per i quali gli emigrati italiani venivano a farsi curare in Italia. Non è un problema della modalità con cui è stato finanziato il fondo sanitario, non è un problema dell'accordo patacca che voi dite, che ha fruttato un miliardo in più alla Regione Sardegna, che continuava a pagarsi anche ben prima di quell'accordo la sanità, in ragione delle tasse locali, in ragione dell'IVA, e di fatto corrispondendo per un terzo solamente allo stanziamento sanitario di parte nazionale. Semplicemente nel 2007 venne sancito il fatto che quel terzo che ancora veniva corrisposto dallo Stato veniva mantenuto e acquisito alla disponibilità della Regione Sardegna direttamente con proprie entrate. Ma nel 2007 venne fatto anche un accordo, l'accordo del 31 luglio 2007, col Ministero, che statuì la necessità di procedere con un piano di rientro per i costi della sanità nella Regione Sardegna, e venne istituito un tavolo che venne drammaticamente abbandonato poi successivamente dal 2008 con la nuova gestione in nome di un'autonomia che malamente è stata interpretata come la possibilità di sprecare senza dover rendere conto a nessuno, senza dover tenere conto del fatto che le risorse che venivano ad essere caricate sulla sanità erano le stesse che venivano sottratte al sistema produttivo, venivano sottratte alle imprese che adesso non sono state ristorate dai danni dell'alluvione, come citava qualche collega, mica per niente, perché il bilancio regionale è assorbito per una gran parte da risorse che sono inopinatamente e malamente destinate alla sanità. Noi non stiamo pagando il fabbisogno sanitario nuovo, il fabbisogno sanitario è in decremento, quello che è stato fatto come scelta è quello di far emergere un fabbisogno che veniva solo tamponato di volta in volta gli anni passati. È stato fatto emergere, è stata messa in stanziamento e in bilancio la posta corrispondente alla previsione, così come statuita dal CIPE, e quello che è emerso è oltretutto maggiorato dal fatto che esistono delle spese particolari, intanto l'IRAP era del tutto esente negli anni passati, e la paga anche il nostro sistema nazionale, intanto ci sono dei farmaci innovativi che hanno la capacità di risolvere alcune malattie in maniera non ripetitiva, si pagano una volta, risolvono una malattia di portata storica, quindi sono spese che andrebbero considerate come investimenti, così come investimenti erano stati a suo tempo, durante il periodo Soru, tutte le partite che venivano riconosciute, che avevano fatto salire il valore della spesa sanitaria, non il valore dello squilibrio, ma il valore della spesa sanitaria. Al netto di queste aggiunte, si tratta quindi di uno sforamento che non supera i 300 milioni, a fronte dei quali la cosa più logica è fare un Piano di rientro e però ponendosi il problema di cosa fare del debito pregresso, perché quello che oggi noi stiamo facendo è cercare le risorse per il debito pregresso, tant'è che gli stanziamenti e il Piano di rientro hanno una durata temporale. Definire l'incremento delle aliquote IRPEF all'interno del disavanzo sanitario significa anche dargli una prospettiva limitata nel tempo. Dato che non esistono pasti gratis, ed è strano che il centrodestra non lo riconosca, perché dovrebbe essere la massima degli economisti che vi si ispirano, il problema è che noi dobbiamo oggi dare una risposta e di qualità alla sanità, assicurare una prospettiva alla sanità, e lo facciamo con piani di rientro, con la razionalizzazione della rete ospedaliera, con la razionalizzazione della spesa farmaceutica che nel 2010 era la più alta in Italia, aveva il 6,2 per cento di stanziato rispetto al valore del fondo sanitario regionale, e che è stata ridotta per azioni che è inutile richiamare a proprio merito, visto che dipendevano fondamentalmente dal fatto che il Governo ha abbassato i costi dei farmaci. E dobbiamo dare anche però delle risposte nell'immediato, ci sono degli squilibri che vanno corretti, degli squilibri che sono riferiti a gestioni precedenti. Se questi squilibri persistessero e si riproducessero si avrebbe ragione di chiamare in causa anche questa gestione, però bisogna anche onestamente dire, e lo dico spezzando anche una lancia a favore della responsabilità di chi ha governato la sanità prima di noi, che la spesa sanitaria ha una sua dinamica, una sua inerzia, perché è fondata su motivi strutturali che producono i propri effetti a dispiegarsi per i diversi anni a venire. La differenza tra la vostra gestione e la nostra gestione è che avete rinunciato a governare questi motivi strutturali, non che con un colpo di bacchetta magica da un anno all'altro avete risolto il problema, perché non ci sareste riusciti nemmeno nella maniera più virtuosa possibile, ma avete del tutto rinunciato a gestire il problema, avete messo la polvere sotto il tappeto, questa è la differenza, la differenza è che noi la polvere sotto il tappeto non la mettiamo, non diciamo che tanto fa niente, non diciamo che tanto è lo stesso fare debito, e cerchiamo di consegnare a chi verrà dopo una condizione di sistema sanitario in equilibrio più efficiente e una sanità che sia orientata non sulla salute ma sui fabbisogni economici, porteremo una sanità che sarà orientata sui fabbisogni…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Rischio di essere un po' noioso, perché non è la prima volta che lo dico, ma non mi stancherò di dirlo, ancora una volta mi rivolgo a lei, signor Presidente, le faccio un invito riguardo ai lavori dell'Aula, perché è l'ennesima volta che noi arriviamo con un provvedimento in Aula che dice delle cose e, come consiglieri, apprendiamo invece dalla stampa che nel corso della seduta tutto quello sul quale ci siamo preparati cambierà. Credo che questo sia un modo per svilire il lavoro dell'Aula e il ruolo dell'Aula, e si ha un sistema che rende difficile il lavoro di ognuno di noi, perché uno dei nostri compiti è quello di lavorare, votare con conoscenza delle cose e con coscienza, e in questa maniera ci viene impedito. Mi soffermo anche su alcuni dei punti, anzi su un punto che ha citato il collega Solinas nella relazione di minoranza in relazione all'illegittimità. Il primo problema che vorrei sollevare è proprio quello dell'illegittimità del provvedimento, perché tutto si basa sostanzialmente sul famoso articolo 50 che consente di aumentare l'addizionale dell'IRPEF per le regioni, e la legge, l'articolo è molto chiaro credo, dice: "Ciascuna regione con proprio provvedimento, da pubblicare non oltre il 31 dicembre dell'anno precedente a quello in cui si riferisce l'addizionale, può maggiorare l'aliquota". Quindi, stiamo parlando dell'anno a cui si riferisce, non a quello in cui si paga, quindi noi oggi potremmo aumentarla per il 2017, e su questo dovremmo essere confortati anche da una successiva postilla che ricorda la legge finanziaria del 2001, che dice che "limitatamente all'anno 2002 le regioni possono disporre la maggiorazione dell'aliquota dell'addizionale regionale con propri provvedimenti da pubblicare nella Gazzetta ufficiale entro il 31 dicembre 2001", come a dichiarare che questa possibilità di applicarla per l'anno successivo, quindi da dicembre a gennaio così come state facendo voi, fosse possibile solo per il 2002. E mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza perché, vedete, il rischio che noi stiamo correndo oggi, e soprattutto il rischio che voi state correndo, è quello di approvare un provvedimento assolutamente impopolare che sapete benissimo che è vissuto con angoscia da gran parte dei cittadini sardi, da gran parte degli imprenditori sardi, e di approvare un provvedimento che poi non produrrà risultati e che anzi genererà una miriade di ricorsi e di conflitti che finirà per non far entrare nelle casse della Regione quelle risorse che voi dite servono a ripianare il debito della sanità.
Sul merito, invece, della proposta, anch'io, come ha detto il collega Sabatini, penso che la responsabilità della situazione sia una responsabilità diffusa e che non serva rimpallarsi la palla, dire "avete sbagliato voi" o "abbiamo sbagliato noi", e lo dico soprattutto per voi che siete maggioranza perché, vedete, i cittadini vi hanno votato per fare meglio di noi, quindi questo è l'obiettivo che dovreste porvi e non ricordare che gli altri hanno fatto peggio perché non è questo il ruolo della maggioranza. Però dobbiamo anche essere onesti, e mi riferisco in particolare alle cifre che ricordava adesso l'onorevole Ruggeri. Ricordo che per esempio nel 2008 il disavanzo è stato di 176 milioni e, per fare un esempio, nel 2010 l'incremento è stato solo di 18 milioni. Perché lo cito? Per ricordare che la responsabilità è diffusa, perché se noi andiamo a vedere i flussi, le curve della crescita della spesa sanitaria, sappiamo benissimo che i picchi ci sono negli anni delle elezioni e allora ci stiamo nascondendo dietro a un dito. I picchi ci sono stati nel 2005 e ci sono stati nel 2008, però, proprio per uscire da questa logica delle responsabilità che ci vogliamo rimpallare, dico anche diamo per scontato che la responsabilità sia tutta del centrodestra e che quindi questa situazione sia colpa in qualche modo nostra. Beh, avete avuto due anni di tempo per cercare di porre rimedio e avete agito come i bambini piccoli, i neonati, che provano e che tastano, e invece voi, che siete la competenza al potere, avreste dovuto avere sul piatto tutte le soluzioni possibili e immaginabili per dirci come risolvere questo problema, che era a voi ben noto perché nelle dichiarazioni programmatiche, che ha citato prima il collega, il presidente Pigliaru lo diceva chiaramente: "Vogliamo soprattutto una gestione della sanità che sia indipendente dalle ingerenze della politica nelle scelte gestionali". Non possiamo presentarci al tavolo del negoziato con lo Stato senza una seria azione di contenimento delle inefficienze, degli sprechi e della spesa, della nostra spesa pubblica, ed è già in fase di costituzione un gruppo di lavoro per condurre entro sei mesi una revisione della spesa che abbia l'obiettivo ambizioso, ma necessario, di operare una revisione della spesa della Regione. Sono passati venti mesi, cari colleghi, e sinceramente questa revisione non si vede, ed era un problema noto che voi stessi avete sollevato perché il vostro vice Capogruppo, l'onorevole Deriu, il vice Capogruppo del partito più importante del centrosinistra, ha detto oltre un anno fa che la spesa sanitaria era fuori controllo e che era necessaria assolutamente una Commissione di inchiesta, l'avete proposta voi e non avete cavato un ragno dal buco, siete sempre punto di partenza. E avete sbagliato la programmazione, Assessore Paci, perché nella programmazione di quest'anno lei ci ha ricordato, ci ha detto in Commissione e ce lo ha ribadito in Aula, metteremo un po' di soldi in meno perché ci atterremo al fabbisogno CIPE, che poi sono quasi 300 milioni in meno, perché tanto con l'assestamento contiamo di trovare altre risorse. L'assestamento risorse nuove non ne ha trovato. Parlate di questi fantomatici forzieri che arrivano dalla vertenza delle entrate e utilizzate quelli. Perché andare sempre a mettere le mani nelle tasche dei cittadini? Soprattutto nel momento in cui nella gestione della sanità nessuno si è reso conto che le cose siano cambiate perché gli sprechi stanno continuando, le consulenze senza motivo stanno continuando. Ancora oggi, spero che non venga pagato, non lo so, però abbiamo un consulente che viene dal Friuli Venezia Giulia, un primario pensionato, per farci consulenza sull'elisoccorso; un tragico evento, abbiamo visto purtroppo che cosa sta succedendo. Oppure abbiamo l'Università di Bologna che ci fa una consulenza su come cercare di sistemare il passaggio e l'accorpamento del Microcitemico, del Brotzu e dell'Oncologico, e ancora non sappiamo i dati, doveva chiudere a settembre. Abbiamo consulenti che arrivano da tutte le regioni italiane, sembriamo il Bengodi, regaliamo doni a tutti, ma non ai sardi.
Ancora, Assessore, io spero che nel momento in cui voi state mettendo le mani nelle tasche dei sardi non vogliate riconoscere ai commissari, che non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi che gli era stato prefissato, che dovevano presentare un piano di rientro dal disavanzo per ogni ASL, mi auguro che nessuno abbia il coraggio di dargli il premio per il raggiungimento degli obiettivi perché al 31.12 c'è questo rischio, perché in alcuni casi il premio è dato dall'approvazione di una delibera. E dicevamo che la soluzione per voi, grandi strateghi, grandi scienziati dell'economia, come ricordava qualche collega, è quella di aumentare le tasse, aumentare le tasse a tutti i cittadini nel giorno in cui fuori da questo Consiglio c'è qualcuno che ci lancia le uova perché è il terzo anno che non riceve l'assegno della mobilità. La soluzione è quella di aumentare la pressione fiscale, aumentare l'IRPEF e aumentare l'IRAP, quell'IRAP che, Assessore, lei aveva garantito che avrebbe cancellato per sempre, anzi che avevate, con la finanziaria di quest'anno, cancellato per sempre e che oggi aumentate per poter aumentare l'IRPEF perché se no, come vi abbiamo detto in Commissione, non era possibile nemmeno aumentare l'IRPEF. E vi siete chiesti quanto incida l'IRAP sul costo del lavoro? Quanto incida l'IRAP sulle spese della sanità e sui comuni? Perché noi ce lo stiamo dimenticando, ma stiamo andando ad aumentare le spese dei comuni e delle stesse ASL e tutto questo sulla base di un piano di rientro che a ieri sera non era ancora cliccabile, che è ignoto, è noto solo a voi, a noi sarà consentita una rapidissima lettura questa mattina, che ci permette di fare però delle affermazioni su questo piano di rientro. Penso che ci rivedremo fra tre anni per discuterne, ma possiamo fare delle affermazioni certe. Da una rapida lettura siamo sicuri che stiamo chiedendo dei soldi ai sardi per non risolvere niente perché, vedete, il piano di rientro programmato sulle venti fantomatiche azioni che ancora oggi, dopo due anni, volete - "stiamo pensando", "diciamo che faremo", non "abbiamo già fatto" - prevede tutta una serie di obiettivi da raggiungere su una base di indicatori e gli indicatori sono abbastanza buffi, perché solitamente quando io mi do un obiettivo mi do un indicatore preciso; nel 98 per cento di questi indicatori…
PRESIDENTE. Onorevole Truzzu, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Ugo Cappellacci. Non essendo presente in aula decade.
È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianni Lampis. Ne ha facoltà.
LAMPIS GIANNI (Gruppo Misto). Presidente, nella relazione di maggioranza c'è una frase importante che così testualmente dice: "La maggioranza è addivenuta responsabilmente alla decisione di approvare il testo di legge senza apportare modificazioni". Una cosa è certa e questa cosa certa è che siete coraggiosi, che questa maggioranza responsabilmente oggi decide di essere talmente coraggiosa da presentarsi in quest'Aula come temeraria, perché non potrebbe essere definito diversamente chi scientemente decide di portare un atto che di fatto si rivelerà un vero e proprio provvedimento di macelleria sociale. Nel momento in cui una Giunta regionale decide di porre ancora una volta le mani nelle tasche dei cittadini, dei cittadini di una regione in cui la crisi economica si sente più che altrove, ribadisco che questo non può che essere un vero e proprio provvedimento di macelleria sociale.
Avete scelto la soluzione più semplice, ma non sempre la storia che voi raccontate può essere convincente, e cioè la storia che voi qui ancora una volta dite che è sempre colpa degli altri, è sempre colpa di chi vi ha preceduto. Circa due anni fa, quando i sardi, i cittadini di questa Isola vi hanno chiesto di rappresentare quelle istanze, quelle aspettative che la precedente Giunta regionale non era stata in grado di portare alla ribalta dell'azione amministrativa, i sardi lo hanno fatto perché voi dovevate essere migliori di chi vi ha preceduto e invece con la scusa che l'hanno fatto gli altri oggi voi vi ripresentate ancora più con gravità e con consapevolezza quegli stessi errori commettendoli in maniera esponenziale.
Il deficit, qualcuno lo ricordava, non è sicuramente diminuito in questi anni della vostra legislatura, anzi, il ruolo che i commissari hanno svolto, il lavoro che avrebbero dovuto svolgere non è sicuramente andato nella direzione sperata, e cioè quello di contenere questo deficit. Voi oggi aumentate la pressione fiscale, lo fate in un periodo in cui dovremmo come politica invece incentivare i consumi. A dicembre si sono pagate tante tasse, L'IMU, la TASI, forse non sapete che nella maggior parte dei comuni sardi l'incasso del gettito TARI è inferiore al 30 per cento Qui, di fatto, si sta aumentando ancora l'impossibilità per vivere dignitosamente in questa isola. Qui voi state incentivando consapevolmente l'emigrazione da questa isola. Noi ci riempiamo sempre la bocca dicendo che dobbiamo istruire i nostri giovani, dobbiamo puntare sulla formazione e poi magari i nostri giovani devono emigrare per andare a lavare i piatti dei turisti russi all'estero. Questo è quello che scientemente voi oggi volete fare. Siamo arrivati qui, vi abbiamo chiesto di fermarvi, di fermarci per riflettere insieme, per rivedere ancora una volta in Commissione e essere uniti, con senso di responsabilità potevamo trovare soluzioni unanimi, soluzioni condivise. Invece ancora una volta avete voluto scegliere la prova muscolare, la prova dei numeri. Noi avremmo potuto dare in Commissione un fattivo contributo per evitare non di farvi fare figuracce di fonte ai sardi, ma per evitare che i sardi debbano ancora una volta pagare sulla propria pelle le vostre scelte.
Qualcuno ricordava che era una Giunta dei professori e oggi quello che certifichiamo è che invece i consiglieri della maggioranza di centrosinistra, cioè coloro che sono stati eletti chiedendo i voti per essere seduti qui dentro vengono esposti al pubblico ludibrio da chi invece di voto non ha cercato neanche uno. È questa la responsabilità maggiore per cui sarete valutati e per la quale verrete bocciati sicuramente. Qualcuno, la stampa soprattutto nei giorni scorsi lo ricordava, nessuno qui ne ha parlato, però anche quel piccolissimo sconto sul GPL non avremo più. Il Governo centrale ha deciso che non potevamo più avere quel regime di vantaggio istituito nel 1999 e che è stato individuato allor tempo per le cosiddette aree senza metano. Qui il metano non c'è ancora, ma questo non ha impedito che il Governo ci togliesse questo 5,7 per cento sul costo del GPL.
Siamo a Natale e a Natale dovremmo essere veramente tutti più buoni. Ecco perché vi chiediamo ancora una volta un'opera pia: risparmiate da questo nuovo balzello i sardi, perché i sardi obbligatoriamente saranno chiamati a condannarvi e per voi non sarà prevista alcuna sentenza di appello.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Alberto Randazzo. Ne ha facoltà.
RANDAZZO ALBERTO (FI). Presidente, io concordo con i colleghi che mi hanno preceduto, che siamo diventati una Regione ricca, perché le percentuali di aumento dell'Irpef, sperando in emendamenti che ci ha accennato la stampa di migliorie rispetto alle previsioni fatte nel testo iniziale, ci possono tranquillizzare. A oggi il testo in discussione ci preoccupa perché, vista la tabella presa dall'agenzia delle entrate per i parametri dell'Irpef in tutta Italia, non è che ci preoccupa, ci terrorizza per i nostri cittadini e i nostri conterranei. Abbiamo, le cito una regione qualsiasi, Bolzano: da zero a 15.000 tassazione zero per cento; da 15.000 a 70.000 1, 23; oltre 1,23, quota base stabilita dallo Stato con la percentuale dell'1,23 che può essere aumentata o diminuita in base alle esigenze del territorio. Se noi chiediamo sacrifici - come ha chiesto il collega Sabatini - siamo tutti d'accordo, se giustifichiamo il perché stiamo chiedendo sacrifici. Il collega Cossa mi ha anticipato su quello che è lo spreco a oggi, non vado lontano, cito solo una proposta di legge approvata ieri in Commissione sanità dai colleghi della maggioranza con l'astensione dell'opposizione, non troviamo risorse per sanare i debiti e la maggioranza approva un provvedimento per fare sperimentazione per il reddito di cittadinanza. All'inizio è stata bloccata la legge perché non c'era copertura finanziaria, però meno male la maggioranza si è messa d'accordo e ha trovato la copertura. È una legge sperimentale che riguarda 5000 famiglie con principi... ritornando al discorso che ogni legge che viene approvata in quest'Aula deve avere un monitoraggio e vedere quello che è l'impatto nei cittadini e il costo deve avere una rendicontazione per la cittadinanza, così dice la Costituzione. Siccome a oggi parliamo - mi fa piacere vedere qua il collega Pizzuto - di sperimentazione astratta dove citiamo parametri che, ripeto, vorrei vedere applicati in modo serio e soprattutto fatti in base, per una volta nella vita, al riparto della popolazione e non con criteri... io non ho partecipato al voto definitivo perché poi la vedremo in quest'Aula, la discuteremo, entreremo nel merito di ogni particolare, però il problema è che sempre abbiamo proposte di legge bloccate perché non c'è copertura finanziaria e i miracoli di Natale avvengono, non per i nostri concittadini, ma per noi consiglieri in quest'Aula che magari oggi sono di buon umore, aiutiamo la proposta di legge di Alberto e troviamo un finanziamento per farla passare in quest'Aula. Oggi stiamo andando a bussare nelle case dei nostri concittadini per dirgli che modifichiamo la tassazione, il famoso regalo di fine anno, il panettone, ma chiediamo di ridarci quelli che sono i panettoni che forse hanno avuto negli anni precedenti. Se noi giustificassimo un risparmio, io ammiro da questo punto di vista il Governo nazionale che prima di entrare nelle tasche degli altri cerca di fare con il commissariamento per la spending review per dire quali sono le spese in eccesso, non fa miracoli, non è entrato nel merito, ha ridotto solo una piccola parte della spesa, però almeno l'ha ridotta. Qui hanno citato che abbiamo concorsi in essere per Igea, avete assunto cento persone ad Abbanoa, a Sassari sono aumentati i centri di unità operative le convenzioni, sono aumentate le cooperative sociali di servizi per le altre ASL... se questo è il risparmio che voi state mettendo in pratica non basta la conferenza effettuata dal vicepresidente Paci e dal Presidente che dicono che risparmieremo 328 milioni in futuro. Basta guardare la rassegna stampa di questi giorni, cita casi specifici: abbiamo presidi ospedalieri acquistati per un ammontare di 30 milioni di euro depositati in un deposito qua vicino, in provincia di Cagliari, anzi a Cagliari, dove ci sono carrozzine, letti nuovi, sono citati articoli per articoli. È stato citato dal Corriere della Sera che non è il giornale del quartiere di Sant'Elia dove abito io, ma è il giornale che riporta quelle che sono notizie. Sta partendo un caso di Report per quelle che sono le spese non effettuate in conformità, cioè che non vengono percepite dal traente finale. Se risparmiamo su queste spese ci trovate a sponda con voi, a fare battaglie perché se fosse aumentato di 400 milioni il debito perché avete dato più servizi ai cittadini facciamo sponda comune e andiamo a bussare allo Stato per darci le somme aggiuntive per coprire quello che è il debito. Ma oggi non possiamo fare battaglie in comune con niente, perché non sappiamo quali sono i cavalli di battaglia e quali sono le battaglie che avete vinto. Oggi abbiamo tre progetti di legge in discussione che è un filo rosso continuo, parliamo dei commissari della ASL, magari sorge qualche emendamento dal cilindro per dire: "Facciamo una ASL unica per risparmiare"! È tutto un filo conduttore. Abbiamo le mille proroghe che qua si risolvono a diciassette proroghe,assessore Paci abbiamo un provvedimento dopo che continuiamo a fare spendita come diceva qualche collega che mi ha preceduto, piccole marchette che non fanno dignità di quest'Aula quando stiamo andando a provvedere ad aumentare quella che è la tassazione diretta dei cittadini, stiamo parlando dell'IRPEF. E l'IRAP, le imprese finalmente stanno facendo utili, il governo ha detto che l'economia è migliorata, non sanno come spendere gli utili interveniamo anche sull'IRAP e tassiamoli di più perché non è giusto che per Natale possano avere un po' di ossigeno visto che hanno boccheggiato sino a ieri e boccheggeranno anche domani. Il collega Lampis che mi ha preceduto ha confermato quelli che sono i dati pubblicati dall'ANCI nazionale dove tutte le tasse dei comuni a entrata, hanno a entrata certa il 30 per cento, ma secondo voi tutti i cittadini sono ribelli con la Regione e con lo Stato e non vogliono pagare? O ci facciamo due secondi l'esame di coscienza e mettiamo la gente in condizione di poterli pagare i balzelli che inventiamo. A meno che il 70 per cento della popolazione sia ribelle e contro le istituzioni, dice: "Voglio sovvertire lo Stato, non pago il comune, non pago le tasse regionali." Purtroppo oggi chi conosce le situazioni e voi tutti colleghi che rappresentate il territorio le conoscete meglio di me, dovete render conto a quelle persone che vi hanno dato il consenso, il consenso temporaneo che vi hanno dimostrato già nelle amministrative precedenti, che la maggioranza di quelli che sono nella maggioranza sono in opposizione nel comune dove si è votato e non è che è bastato un partito per dire: "Vi mandiamo all'opposizione." Vi ha mandato all'opposizione la popolazione, la stessa popolazione che vi ha dato il consenso per governare oggi questa Regione. Collega Ruggeri mi stupisce che lei lo abbia citato, abbiamo discusso in Commissione che dopo (...) l'accordo col Quatar avremo risparmiato 60 milioni all'anno per i viaggi di speranza, non ho visto niente né in questa manovra né nel bilancio precedente che abbiamo votato in quest'Aula. Io mi fido ciecamente della Giunta ma quando in Giunta sono venuti il Presidente e l'Assessore e ci hanno certificato che finalmente risparmieremo qualcosa non capisco rispetto a lei da dove stiamo risparmiando. Se ci illuminate e ci mettete in condizione, ho detto prima, di fare le battaglie con voi perché abbiamo migliorato, abbiamo aggiustato le quattro risonanze magnetiche che ci sono, due a Cagliari e due nel Medio Campidano che un cittadino debba ricorrere a conoscenze per evitare dieci mesi di lista d'attesa è una vergogna per questa amministrazione che sta governando la Regione. Ma non per me, per lei perché qua non si trovano i servizi e devono aspettare, ti dicono: "Avete fatto 400 milioni di debito", se li avete fatti per far sì che si tragga beneficio da quelli che sono i servizi che poi le strutture ti danno, ben venga, ma oggi dai discorsi anche dei colleghi della maggioranza non mi hanno convinto molto a dire chiediamo un piccolo sacrificio, facciamo una via di mezzo, uno 0,50 per cento in più ma con motivazione. Le motivazioni sentite oggi in quest'Aula e spero che dopo l'assessore Paci ci dia qualche informazione maggiore per convincerci a sostenere questo provvedimento perché ad oggi sulla discussione avvenuta in quest'aula non ci hanno convinto neanche dello 0,10 in più rispetto a quello base perché stiamo andando a intaccare il reddito delle persone fisiche perché qualcuno ha sbagliato. Se qualcuno ha sbagliato certifichiamolo e diciamolo non con le mezze parole: "E' colpa di Alberto, è colpa del presidente Perra." Quando parliamo di certificazione dei dati che a oggi non c'è una certificazione del dato possiamo fare comizi e discorsi per mesi, portateci i dati reali per discutere non ipotesi perché 20 giorni fa abbiamo approvato il teorico debito del 2014. Cosa vuol dire? Che non abbiamo ancora certezza. Ma come ha dichiarato chi mi ha preceduto che il debito va pagato entro l'anno successivo, qui stiamo parlando che ogni tanto entrano nel bilancio somme dovute da vent'anni, continuiamo a chiedere e a bussare alle case: "Ci aiutate per integrare le spese o finalmente faremo il contenimento della spesa e andiamo a tagliare quelli che sono gli sprechi."
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.
FORMA DANIELA (PD). Quest'oggi ci ritroviamo ad esaminare un provvedimento non indolore che porterebbe ad un innalzamento delle aliquote IRPEF in una misura tale da portarsi dietro anche l'innalzamento dell'IRAP e tutto questo per far fronte ad un debito della sanità sarda che sta schiacciando e lacerando il nostro bilancio regionale. Costi sempre crescenti negli ultimi anni ai quali non è corrisposto un innalzamento del livello dei servizi erogati e una maggiore soddisfazione degli operatori della sanità e degli utenti. E allora parliamo in maniera molto chiara di inefficienze del sistema sanitario, parliamo di un sistema viziato che si è adagiato a viaggiare su costi proibitivi e non sostenibili dalle nostre casse regionali. E allora non può passare il messaggio che si mettono le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese del mondo che continua a produrre pur in mezzo a tante difficoltà per coprire le inefficienze del sistema sanitario, del sistema pubblico. Perché il problema che si profila oggi, quello del debito abnorme della sanità, è un problema non solo dell'immediato ma anche del medio e del lungo periodo ed è un problema che attiene alla sostenibilità del sistema pubblico. Ora difficilmente si possono fare tagli ed economie così importanti e immediate all'interno del sistema sanitario? Questo corrisponde certamente al vero ma è anche vero a mio avviso che bisogna ricercare all'interno del sistema pubblico regionale quelle economie e quelle risorse che possano mantenere l'equilibrio del sistema sanitario e la copertura del debito pregresso. Prima di tutto perché non può passare come metodo benché dettato da una situazione straordinaria che si vada a prelevare dai cittadini e dalle imprese quelle risorse che servono a coprire l'inefficienza del pubblico.
Secondo. Perché nel momento in cui interveniamo su IRPEF e conseguentemente su IRAP stiamo inficiando la possibilità stessa di inserirci in quella spirale positiva di crescita e di sviluppo che inizia già a respirarsi a livello nazionale e che sta tardando a sentirsi e a concretizzarsi anche in Sardegna. Tant'è vero che pur non potendocelo permettere questa Regione anche per responsabilità trasversali di questo Consiglio regionale, lo ricordava anche il collega Tatti, sta attuando di continuo politiche da stipendificio, ci stiamo preoccupando di ingrossare le fila di chi è a busta paga del sistema regionale venendo incontro a richieste e pretese di tutele e stabilizzazioni quando il sistema non è più in grado di far fronte a queste richieste e oggi tutti quanti ce ne stiamo accorgendo. E lo stiamo facendo mentre fuori da questo paradiso che non è il mondo della casta politica ma è il mondo dei tutelati del sistema pubblico regionale, c'è tutto un mondo di lavoratori e di imprese che con questi interventi pagherà il conto più salato di questa inefficienza. E allora lo ribadisco, avremmo dovuto ricercare all'interno del sistema regionale quelle efficienze, quelle economie per consentire di mantenere l'equilibrio del sistema perché non possiamo pensare di assecondare in questo modo quel clima positivo di ripresa che tutti auspichiamo. Bene, io ho provato a portare questa argomentazione all'attenzione della mia maggioranza sostenendo che c'era il bisogno di fare scelte coraggiose a partire per esempio da un ragionamento puntuale sull'utilizzo del fondo unico degli enti locali. Sembra un tabù, incide per 600 milioni nel nostro bilancio, dobbiamo anche domandarci e verificare in che modo quelle risorse vengono spese dagli enti locali, ma questa strada è risultata di difficile attuazione e non percorribile. E allora Presidente, pur con tutta la mia contrarietà, io non mi tirerò indietro davanti ad una scelta cui mi sta chiamando la mia maggioranza, ma sia chiaro, da questo momento in avanti non mi si chiami più ad avallare scelte che comportino un ingrossamento delle fila del nostro sistema regionale perché se a fare la spesa delle tutele di pochi sono chiamati i più, io non potrò esserci.
PRESIDENTE. Ho ricevuto diverse richieste di sospensione anticipata del Consiglio perché ci sono delle riunioni questo pomeriggio. Quindi la seduta è tolta e il Consiglio è convocato questo pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 29.
Allegati seduta
esto delle interrogazioni, delle interpellanze e delle mozioni annunziate in apertura di seduta.
Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul futuro dei dipendenti della Società bonifiche sarde Spa in distacco all'Ente foreste della Sardegna, impiegati presso la pineta litoranea prospiciente il golfo di Oristano, concessa in comodato d'uso all'Ente foreste fino al 31 dicembre 2015.
Il sottoscritto,
premesso che l'articolo 6 della legge regionale n. 40 del 2013 (Norme urgenti in materia di agricoltura, di previdenza integrativa del comparto regionale e disposizioni varie) ha disposto che i dipendenti della Società bonifiche sarde fossero inseriti in un percorso triennale di utilizzo da parte dell'Ente foreste, in continuità contrattuale con la Società bonifiche sarde, valutando i relativi oneri in euro 1.050.000 per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016;
considerato che:
- l'articolo 10 della legge regionale n. 9 del 2014 (Norme urgenti in materia di opere pubbliche, dighe di competenza regionale e disposizioni varie) ha fornito l'interpretazione autentica della disposizione, chiarendo che l'utilizzo da parte dell'Ente foreste del personale dipendente della Società bonifiche sarde avviene mediante l'utilizzo dell'istituto del distacco di cui all'articolo 30 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione mercato del lavoro, di cui alla legge n. 30 del 2003), cosicché la Società bonifiche sarde rimane titolare e responsabile del trattamento economico e normativo a favore del personale;
- la Giunta regionale, con deliberazione n. 4/27 del 5 febbraio 2014, in attuazione dell'articolo 6 della legge regionale n. 40 del 2013, ha stabilito che l'Ente foreste dovesse predisporre un percorso di utilizzo per i lavoratori della Società bonifiche sarde, in coerenza con le finalità di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1/4 dell'8 gennaio 2013, facendo gravare gli oneri di tale intervento per l'anno 2014 sui fondi di cui all'articolo 3, comma 34, della legge regionale n. 6 del 2012, che consente il riutilizzo delle risorse sussistenti nel bilancio regionale già destinate al cofinanziamento dei programmi comunitari quali risorse addizionali per l'attuazione della strategia comunitaria in agricoltura, e autorizzando ARGEA, che dispone delle relative risorse, a trasferirle all'Ente foreste a seguito dell'adozione del percorso di utilizzo;
tenuto conto che, in base alla deliberazione della Giunta regionale n. 35/09 del 30 agosto 2011, l'Ente foreste è soggetto attuatore del "Programma C: Programma di recupero delle pinete litoranee con funzioni di stabilizzazione dunale e retrodunale", nell'ambito della Linea di attività 4.1.1 B del PO FESR 2007-2013, e beneficiario finale dei relativi finanziamenti;
considerato che, per l'attuazione degli interventi di recupero dei sistemi forestali litoranei, l'Ente foreste e la Società bonifiche sarde hanno stipulato, in data 11 novembre 2013, con scadenza il 31 dicembre 2015 salvo rinnovo, un contratto di comodato d'uso a titolo gratuito della pineta litoranea di proprietà della Società bonifiche sarde prospiciente il golfo di Oristano che si sviluppa nei comuni di Arborea e in minima parte di Terralba, tra lo stagno di S'Ena rubia e la località di Marceddì;
appurato che i lavoratori della Società bonifiche sarde, beneficiari degli ammortizzatori sociali in deroga, sono stati utilizzati presso l'Ente foreste in un percorso di politiche attive del lavoro come LSU, nei mesi di novembre e dicembre 2013 e nel primo semestre 2014, nell'ambito degli interventi per il recupero funzionale dei sistemi forestali litoranei di origine artificiale dell'oristanese compresi nel citato Programma di recupero delle pinete litoranee con funzione di stabilizzazione dunale, sulla base degli accordi intercorsi fra l'Assessorato regionale del lavoro e le organizzazione sindacali confederali regionali;
rilevato che l'Ente foreste e la Società bonifiche sarde hanno stipulato una convenzione per regolamentare le obbligazioni reciproche derivanti dal distacco del personale della Società bonifiche sarde presso l'Ente foreste, nell'ambito del percorso triennale di utilizzo previsto dall'articolo 6 della legge regionale n. 40 del 2013, con decorrenza dal 1° luglio 2014, stabilendo che:
- tale distacco è finalizzato all'esecuzione dei lavori di cui al progetto esecutivo relativo all'annualità 2014, predisposto dall'Ente foreste in esecuzione del programma di recupero di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 35/09 del 2011 Programma C, in coerenza con le finalità di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1/4 del 2013, e che l'Ente foreste proceda alla redazione del progetto esecutivo per le annualità 2015-2016, come da determinazione del Servizio territoriale di Oristano n. 75 del 24 aprile 2014;
- la Società bonifiche sarde, per tutta la durata del distacco, renda disponibili i propri terreni di cui al precedente comodato d'uso, stipulato in data 11 novembre 2013, rendendosi disponibile alla proroga dello stesso alla scadenza del 31 dicembre 2015;
- la mancata disponibilità dei terreni determini la risoluzione della convenzione e la cessazione immediata del distacco del personale;
- la validità della convenzione è condizionata all'effettivo incremento del contributo all'Ente foreste per gli anni 2015 e 2016 nella misura indicata nell'articolo 6, comma 2, della legge regionale n. 40 del 2013;
considerato che sono anni che si cerca invano un acquirente per la Società bonifiche sarde, non ultimo il fallimento del bando di vendita del ramo aziendale del giugno 2015, e che con la deliberazione della Giunta regionale n. 45/8 del 2015 si stabilisce che la SFIRS gestisca in usufrutto il pacchetto azionario della la Società bonifiche sarde, rimanendo di proprietà dell'Agenzia Laore, garantendone la solvibilità con le banche;
rilevato che la scadenza del 31 dicembre 2015 del comodato d'uso all'Ente foreste della pineta litoranea prospiciente il golfo di Oristano, di proprietà della Società bonifiche sarde, determinerà la chiusura del cantiere dove sono impiegati i dipendenti Società bonifiche sarde in distacco;
preso atto che l'Ente foreste non ha manifestato alcun interesse al rinnovo del comodato d'uso e che, pertanto, il liquidatore della la Società bonifiche sarde ha manifestato la volontà di procedere all'alienazione del ramo aziendale, senza alcuna garanzia sul mantenimento di tutti i posti di lavoro,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali azioni intendano intraprendere per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti impiegati nella pineta litoranea di proprietà della Società bonifiche sarde prospiciente il golfo di Oristano, concessa in comodato d'uso all'Ente foreste fino alla scadenza del 31 dicembre 2015. (600)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sull'affidamento di un incarico di consulenza in materia di riorganizzazione e delle modalità di gestione e di funzionamento delle strutture afferenti al Dipartimento di salute mentale.
I sottoscritti,
premesso che, con deliberazione n. 987 del 19 novembre 2015, a firma del Commissario straordinario dell'ASL di Sassari, è stato conferito a un medico dipendente dell' Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Catania un incarico consulenza in materia di riorganizzazione e delle modalità di gestione e di funzionamento delle Strutture afferenti al Dipartimento di salute mentale, sulla base di una convenzione stipulata tra l'ASL di Sassari e l'ASP di Catania;
premesso, altresì, che l'ASL di Sassari dovrà corrispondere all'ASP di Catania, per l'attività di consulenza prestata dal proprio dipendente, l'importo di 15.000 euro, oltre alle spese di rimborso viaggio per ogni accesso presso la struttura sanitaria sarda;
rilevato che, già con deliberazione commissariale n. 179 del 10 marzo 2011, l'ASL di Sassari aveva conferito l'incarico interno al Direttore della Struttura complessa del Centro di servizio mentale di predisporre un progetto di riassetto del Dipartimento di salute mentale;
rilevato, altresì, che l'incarico fu portato a termine attraverso il coinvolgimento di un gruppo di lavoro interno che aveva prodotto un articolato ed efficace progetto di riassetto e riorganizzazione del Dipartimento di salute mentale e di attivazione dell'area delle neuroscienze e di salute mentale di cui l'ASL di Sassari disponeva fin dal 2011;
osservato che, pertanto, con deliberazione n. 987 del 19 novembre 2015, il Commissario straordinario dell'ASL di Sassari ha affidato una consulenza a titolo oneroso finalizzata a ottenere indicazioni e pareri che sono già nelle disponibilità dell'ASL di Sassari in quanto a essa fornite a conclusione del progetto deliberato con atto commissariale n. 179 del 10 marzo 2011, portato a termine dal Direttore del Centro di salute mentale e dal gruppo di lavoro interno che lo aveva affiancato e teso proprio alla definizione del riassetto del Dipartimento di salute mentale, così come attestato con deliberazione n. 1068 del 30 dicembre 2011 a firma del Direttore generale dell'ASL di Sassari;
rilevato che, con l'adozione della deliberazione commissariale n. 987 del 19 novembre 2015, il Commissario straordinario ha posto in essere un atto che eccede le competenze conferitegli dalla Giunta regionale, con deliberazione n. 51/2 del 20 dicembre 2014, la quale non prevede competenze quali quelle esercitate in occasione dell'affidamento dell'incarico di consulenza in questione;
rilevato, altresì, che l'approvazione della deliberazione commissariale n. 987 del 19 novembre 2015 si pone in netto contrasto con lo spirito della deliberazione della Giunta regionale n. 43/9 del 1° settembre 2015 con la quale è stato disposto il blocco delle assunzioni, il blocco parziale del turnover, il divieto di conferire incarichi di consulenza, al fine di contenere la spesa sanitaria pubblica;
dato atto che, all'interno dell'ASL di Sassari, opera una struttura complessa denominata "Pianificazione strategica, organizzazione, governance", dotata di personale altamente qualificato, alla quale sono affidati anche e soprattutto compiti di riorganizzazione delle strutture complesse e dei dipartimenti che le compongono, cioè, sono assegnati i medesimi obbiettivi che l'ASL di Sassari delibera di voler raggiungere attraverso la convenzione in commento con l'ASP di Catania e un incarico a un medico che da essa dipende con esborsi pari a 15.000 euro, oltre alle spese di viaggio che dovranno essere rimborsate al medico siciliano;
considerato che appare quanto meno inopportuno che, in una fase di grande difficoltà come quella che l'intera sanità sarda sta attraversando, con un disavanzo accertato per il 2015 di circa 400 milioni di euro, l'esecutivo, con disegno di legge n. 277, proponga il ripianamento delle perdite a oggi accumulate dal sistema delle ASL regionali e nel frattempo si spendono inutilmente 15.000 euro per commissionare una consulenza a un medico dipendente dell'ASP di Catania, oltre alle spese di viaggio, per acquisire conoscenze già in possesso dell'ASL di Sassari e che, comunque, potrebbero essere fornite in qualsiasi momento dalla struttura complessa denominata "Pianificazione strategica, organizzazione, governance", avente il compito, anche e soprattutto, di definire ipotesi di riorganizzazione delle strutture complesse e dei dipartimenti che le compongono,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:
1) quali provvedimenti l'Amministrazione regionale intenda adottare nei confronti del Commissario straordinario dell'ASL di Sassari che, con l'adozione della deliberazione n. 987 del 19 novembre 2015, ha posto in essere un atto che, in primo luogo, eccede le competenze attribuitegli dalla Giunta regionale con deliberazione n. 51/2 del 20 dicembre 2014, la quale non prevede competenze quali quelle esercitate in occasione dell'affidamento dell'incarico di consulenza in questione, e che, in secondo luogo, si pone in contrasto con lo spirito della deliberazione della Giunta regionale n. 43/9 del 1° settembre 2015 con la quale è stato disposto il blocco delle assunzioni, il blocco parziale del turnover e il divieto di conferire incarichi di consulenza al fine di contenere la spesa sanitaria pubblica;
2) quando e come l'Amministrazione regionale intenda intervenire presso il Commissario straordinario dell'ASL di Sassari al fine d'impedire che le risorse pubbliche del Sistema sanitario regionale vengano inutilmente spese per una consulenza in materia di riorganizzazione e delle modalità di gestione e di funzionamento delle strutture afferenti al Dipartimento di salute mentale, sulla base di una convenzione stipulata tra l'ASL di Sassari e l'ASP di Catania, finalizzata a ottenere indicazioni e pareri già in possesso dell'ASL di Sassari, e che potrebbero essere forniti internamente dalla struttura complessa denominata "Pianificazione strategica, organizzazione, governance" avente il compito, anche e soprattutto, di definire ipotesi di riorganizzazione delle strutture complesse e dei dipartimenti che le compongono. (601)
Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura al traffico della strada provinciale n. 69, che collega i comuni di Pabillonis e di Sardara, dal tratto compreso tra il km 5,700 e il km 5,900.
I sottoscritti,
premesso che:
- la Provincia del Medio Campidano ha avviato la progettazione della strada provinciale n. 69, tratto Pabillonis - strada statale 131 (Sardara), sospesa per problemi inerenti il rispetto del patto di stabilità interno;
- a seguito dell'alluvione del 18/19 novembre 2013, il ponte sulla strada provinciale 69, tra il km 5,700 e il km 5,900, ha presentato problemi di sicurezza e, pertanto, è stato inserito con codice di intervento del progetto "MC 02 S.P 69 - interventi di manutenzione straordinaria strada provinciale n. 69 - ponte sul Flumini Malu", tra le opere che necessitavano di un ripristino da eseguirsi a cura dell'ANAS Spa (l'articolo 1, comma 123, della legge 27 dicembre 2013, n. 147);
- tali interventi riguardano solo ed esclusivamente il ponte sul Rio Flumini Mannu;
- nella relazione di accompagnamento al progetto di manutenzione, il responsabile del procedimento dell'opera suddetta evidenzia che non si esclude un collasso improvviso della campata centrale, visto il forte stato di deterioramento della struttura;
- al momento, lungo la strada in oggetto sono presenti numerosi cedimenti in successione, con continui restringimenti della carreggiata, senza le necessarie protezioni di segnalazioni, così come evidenziate anche dal sindaco del Comune di Pabillonis;
- allo stato attuale non sono garantite le condizioni minime di sicurezza per la circolazione;
- per ragioni di sicurezza del traffico e tutela della pubblica incolumità, la Provincia del Medio Campidano ha disposto la chiusura del traffico veicolare nel tratto compreso tra il km 5,700 e il km 5,900 della strada provinciale in questione, a partire dal giorno 30 novembre 2015;
visto che il tratto dell'arteria stradale di cui trattasi è fondamentale per il comparto produttivo agricolo che garantisce agli stessi lavoratori e imprenditori della zona di raggiungere le proprie aziende agricole;
ritenuto che la situazione pregiudichi il regolare flusso veicolare e il raggiungimento del posto di lavoro di numerosi cittadini, costringendo gli stessi a percorrere delle strade alternative e farsi carico, fra l'altro, dei costi aggiuntivi di carburante,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se sono a conoscenza della problematica esposta in premessa;
2) quali sono i tempi di realizzazione delle opere di messa in sicurezza del ponte sul Rio Flumini Malu sulla strada provinciale n. 69;
3) se, in difetto della competenza della Provincia del Medio Campidano, non ritengano opportuno farsi carico dell'esecuzione dei lavori, al fine di una celere soluzione dei disagi oggi presenti. (602)
Interrogazione Zanchetta, con richiesta di risposta scritta, sul mancato intervento dell'elisoccorso, non operativo nelle ore notturne per La Maddalena, e la tragica morte di una donna colpita da aneurisma all'aorta, che forse poteva essere salvata.
Il sottoscritto,
premesso che:
- per determinate emergenze sanitarie e per i disagi rappresentati dall'isolamento il servizio di elisoccorso regionale è lo strumento che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente, garantendo l'arrivo in ospedali attrezzati in tempi rapidi;
- il trasporto via aria risulta infatti, oltre che molto più celere, anche potenzialmente meno rischioso rispetto a un trasporto via terra in ambulanza, in quanto le sollecitazioni cinetiche per la vittima trasportata in elicottero sono sensibilmente minori;
considerato che:
- per le isole minori, ed in particolare per l'Arcipelago de La Maddalena, le problematiche connesse alla necessità di raggiungere le strutture ospedaliere idonee per il soccorso, con le ulteriori criticità connesse alle condizioni del paziente, rendono spesso indispensabile il ricorso al trasporto aereo;
- risulta infatti di tutta evidenza la complessità ed inadeguatezza di un trasporto via terra, traversata via mare e ancora trasporto su strada, con relativi trasferimenti da un mezzo all'altro di pazienti spesso in condizioni di massima criticità, tanto per il dilatarsi dei tempi (ben lontani dai 20 minuti previsti per il raggiungimento dei punti di soccorso in tutta la Regione), quanto per i disagi cui viene sottoposta la persona da soccorrere;
evidenziato che a La Maddalena esiste un eliporto militare che viene utilizzato per i voli diurni e che potrebbe essere agevolmente attrezzato anche per atterraggi notturni;
preso atto che:
- nella notte del 10 dicembre a La Maddalena una signora di 74 anni è stata colpita da aneurisma dissecante all'aorta, patologia che necessita di intervento chirurgico in tempi brevissimi;
- il sistema di emergenza sanitario della Regione non prevede la possibilità di elisoccorso nelle ore notturne;
- la donna, pur assistita esemplarmente dai medici dell'Ospedale Paolo Merlo e dopo vari tentativi, da parte delle autorità locali, di ottenere un elicottero dalla base militare di Decimo (che sarebbe comunque arrivato dopo tre ore), è stata trasferita in ambulanza all'ospedale di Sassari, ma è deceduta durante il tragitto;
sottolineato che:
- all'ammalata è stata praticamente negata la possibilità di un'adeguata assistenza nei tempi e nelle modalità richieste dall'insorgere della gravissima patologia;
- in diverse regioni italiane già da tempo il sistema di emergenza sanitaria prevede che gli elicotteri per il soccorso siano operativi nelle ore notturne e il volo strumentale basato sul segnale satellitare è possibile anche dove non c'è la radioassistenza da terra o manca la copertura radio;
rilevato che:
- la mancata previsione del servizio di soccorso aereo nelle ore notturne pregiudica gravemente il diritto alla salute dei cittadini dell'arcipelago maddalenino;
- resta pesante e legittimo il dubbio che la donna avrebbe potuto essere salvata ove fosse stato disponibile il servizio di elisoccorso ed un adeguato eliporto dotato della segnaletica notturna,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) se sia a conoscenza del drammatico caso occorso alla paziente di La Maddalena;
2) quale sia la situazione del sistema di emergenza regionale rispetto ai tempi di soccorso standard italiani ed europei che prevedono un massimo di 8 minuti per le aree urbane e di 20 per quelle extraurbane ed un tetto di 18 minuti per gli interventi;
3) se non ritenga necessario procedere all'adeguamento del sistema di emergenza sanitaria della Regione con l'estensione dell'operatività degli elicotteri per il soccorso anche nelle ore notturne, con le tempistiche standard previste dalle normative nazionali ed europee. (603)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla certificazione dei vini a denominazione d'origine della Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che con i decreti emessi dall'Assessorato dell'agricoltura e riforma agropastorale (Decreto n. 749 Dec/A/14 del 15 aprile 2015 e n. 1777 Dec/A/37 del 31 luglio 2015) si è provveduto a ridefinire gli enti di certificazione dei vini a denominazione d'origine della Sardegna, come previsto dal decreto ministeriale 14 giugno 2012, n. 794 ;
accertato che:
- quest'anno scadeva il triennio per gli enti autorizzati dal Ministero dell'agricoltura alla certificazione dei vini a denominazione d'origine della Sardegna;
- con il nuovo sistema e, già da qualche settimana, le filiere vitivinicole si trovano di fronte alla sostituzione o conferma del proprio ente di certificazione;
- la questione, per alcuni aspetti, è più semplice laddove i vini territoriali sono tutelati (e anche rappresentanti) da un consorzio di tutela, più delicata invece nel caso debba essere la filiera rappresentativa (di almeno il 51 per cento della produzione controllata e del 35 per cento dei viticoltori) a scegliere;
evidenziato che, invece, nella nostra isola, essendo la filiera rappresentativa non costituita da tali presupposti, la scelta è attribuita alla Regione per alcune categorie di vini, che di fatto la propone al Ministero dell'agricoltura per l'emissione dell'apposito decreto;
rilevato che in Sardegna, sino al 31 luglio, le certificazioni erano suddivise fra tre enti: Camera di commercio di Oristano, Camera di commercio di Nuoro e Valoritalia, ma, mentre Valoritalia a sua volta è certificata da un ente nazionale (Accredia, che certifica i certificatori), le camere di commercio, finora, non sono obbligate a questo super controllo;
valutato che, in particolare, tra i consorzi del nord e quelli del sud dell'isola nessuno possedeva, per il Vermentino di Sardegna, la rappresentatività prevista nel piano dei controlli, la scelta è di spettanza della Regione;
annotato che, con apposito provvedimento, l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha scelto e comunicato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che la certificazione del Vermentino di Sardegna fosse assegnata alla Camera di commercio di Nuoro, esautorando di fatto Valoritalia. Tale decisione mette a rischio il posto di lavoro di diversi giovani sardi che operano nelle aziende vitivinicole i quali, a causa delle minori entrate per la perdita della denominazione più rappresentativa in termini quantitativi, potrebbero essere licenziati;
dato atto che Valoritalia e nel contempo anche i consorzi di tutela dei vini di Sardegna, di Cagliari e del Sulcis hanno presentato un ricorso al Tar, perché non ritengono accuratamente documentate le argomentazioni dell'Assessorato all'agricoltura sulla scelta fatta, essendo infatti un provvedimento che rischia di scompaginare gli equilibri di sistema che si sono creati nel corso degli anni, facendo così vacillare il percorso di crescita di tantissime aziende del settore enologico;
appreso che, entro il 31 luglio, Valoritalia doveva passare il testimone alla Camera di commercio di Nuoro, responsabile della certificazione a partire dal 1° agosto, e avendo il Tar rinviato la decisione al 23 settembre, le cantine che dovranno certificare il Vermentino di Sardegna, dovranno rivolgersi alla Camera di commercio di Nuoro;
constatato che, se venisse riclassificato come semplice vino igt Isola dei Nuraghi, i controlli spettano a Valoritalia e che, qualora, dopo il 23 settembre, i ricorsi venissero accolti, si dovrà procedere a fare tutto il contrario dei passaggi effettuati a fine luglio, smentendo così la decisione dell'assessorato dell'agricoltura, si creerebbe un pasticcio che rischia di danneggiare migliaia di viticoltori isolani;
osservato che di fatto il provvedimento dell'assessorato regionale dell'agricoltura appare fuori da ogni logica e che è ritenuto strano, infatti, che non si sia tenuto conto, nella ridefinizione territoriale delle camere di commercio voluta dal Governo Renzi, che in Sardegna sembra dovrebbero rimanere solo due camere di commercio: Cagliari e Sassari;
sottolineato che, dalle considerazioni suddette, appare evidente che le strutture camerali di Nuoro ed Oristano dovrebbero fondersi, rispettivamente, con Sassari e Cagliari, non si comprende cosa possa succedere riguardo alle certificazioni delle produzioni enologiche, scomparendo dunque la Camera di commercio di Nuoro;
rimarcato che sembrano ormai chiari la confusione e i tempi vuoti per le modifiche delle competenze, sempre a danno dei nostri vinificatori;
visto quello che sta accadendo con le province soppresse, che nonostante tutto continuano ad esistere, appare evidente il tentativo di mantenere in vita, con manovre politiche, la Camera di commercio di Nuoro, considerando anche l'incarico di certificazione del Cannonau di Sardegna, precedentemente condiviso con quella di Oristano e, pertanto, responsabile dei due più diffusi vini doc sardi;
riscontrato che, al momento, l'unica certezza è che migliaia di viticoltori sardi nei prossimi mesi dovranno subire una rivoluzione burocratica col rischio di pesanti sanzioni a chi, per mera distrazione, confonda un ente con l'altro, come è purtroppo già avvenuto recentemente. Una confusione e una babele mai viste in precedenza,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale:
1) per sapere in base a quali criteri e/o parametri si è deciso di assegnare la certificazione del Vermentino di Sardegna alla Camera di commercio di Nuoro, esautorando di fatto Valoritalia;
2) per valutare la possibilità di revocare il provvedimento che sta generando parecchia confusione tra le aziende vitivinicole dell'Isola;
3) per verificare se tale scelta sia opportuna in conseguenza del fatto che le strutture camerali di Nuoro e Oristano dovrebbero fondersi, rispettivamente, con Sassari e Cagliari e che scomparendo dunque la Camera di commercio di Nuoro, non si comprende cosa possa succedere riguardo alle certificazioni delle produzioni enologiche;
4) per esaminare un nuovo soggetto in grado di portare avanti il ruolo di certificazione dei vini, che si è rivelato non il solito inutile carrozzone, ma un valido strumento di promozione dei marchi vitivinicoli della Sardegna. (604)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sul rinnovo dell'incarico di collaborazione di n. 3 agronomi e n. 1 forestale presso la Provincia di Oristano.
Il sottoscritto,
premesso che dal 19 giugno 2007 presso la Provincia di Oristano operano, a seguito di selezione, n. 3 agronomi e n. 1 forestale per la gestione del Piano d'azione della zona vulnerabile da nitrati di Arborea e per il Piano di monitoraggio e controllo ed attuazione della legge regionale n. 9 del 2006 relativamente al corretto utilizzo, in tutto il territorio provinciale dei fertilizzanti azotati ai fini agronomici;
considerato che il rapporto con la Provincia, inizialmente avviato con contratto co.co.co, è stato nel tempo trasformato in incarico di collaborazione a partita IVA;
constatato che, nonostante la Regione abbia previsto nella finanziaria 2015 la somma di euro 200.000 annui per il Piano nitrati, la Provincia di Oristano, solo alla fine dell'anno, ha richiesto l'assegnazione di euro 100.000, in quanto i restanti 100.000 euro sono stati già assegnati all'ARPAS, che aveva inoltrato richiesta precedentemente;
valutato che il contratto in essere è in scadenza a gennaio 2016, dopo otto anni di rapporto continuativo con la Provincia;
tenuto conto della preoccupazione dei lavoratori coinvolti per la paventata impossibilità da parte della Provincia di Oristano di procedere al rinnovo del contratto, in quanto l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente non ha ancora provveduto all'assegnazione della somma richiesta;
ritenuto che un problema puramente burocratico potrebbe determinare pesanti ed ingiuste penalizzazioni per i lavoratori interessati,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) non ritengano di dover immediatamente intervenire per accreditare alla Provincia di Oristano le somme richieste, come previsto anche nella legge finanziaria regionale 2015, e permettere ai lavoratori ed alle loro famiglie di superare l'attuale situazione di precarietà economica. (605)
Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, in merito alla cessazione dei requisiti di accreditamento per superamento dei volumi autorizzati e/o accreditati della Struttura trasfusionale dell'Azienda sanitaria di Sassari.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'accordo Stato-Regioni e province autonome, repertorio atti n. 242/CSR del 16 dicembre 2010, definisce i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici per l'accreditamento delle strutture trasfusionali;
- l'articolo 2, comma 1 sexies, lettera c), della legge n. 26 febbraio 2011, n. 10 "Proroga dei termini previsti da disposizioni urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie" ha fissato nel 31 dicembre 2014 il termine massimo per il completamento dell'intero processo di accreditamento dell'intero sistema trasfusionale;
- con la deliberazione della Giunta regionale n. 38/10 del 18 settembre 2012 sono stati approvati i requisiti minimi organizzativi strutturali e tecnologici inerenti l'attività sanitaria di medicina trasfusionale, sostituendo quelli precedentemente approvati in attuazione dell'accordo Stato-Regioni province autonome n. 242/CSR del 2010;
- con la determinazione dirigenziale n.83 del 6 febbraio 2013 è stato dato avvio al percorso di verifica delle strutture inserite nel sistema trasfusionale regionale, istituendo un apposito gruppo di lavoro costituito da valutatori opportunamente formati;
considerato che:
- con la deliberazione della Giunta regionale n. 50/15 del 3 dicembre 2013 sono state approvate definitivamente le procedure per il rinnovo dell'accreditamento istituzionale alle strutture sanitarie e socio-sanitarie private;
- con la deliberazione della Giunta regionale n. 35/21 del 12 settembre 2014 è stato definito l'"assetto organizzativo temporaneo della rete trasfusionale regionale";
- con la deliberazione della Giunta regionale n. 53/2 del 29 dicembre 2014 sono stati approvati i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici inerenti l'attività sanitaria di medicina trasfusionale, che sostituiscono quelli precedentemente approvati in attuazione dell'accordo Governo, Regioni e province autonome;
- con il decreto legge n. 192 del 31 dicembre 2014 è stato prorogato al 30 giugno 2015 il termine per il rilascio dell'accreditamento alle strutture del sistema trasfusionale;
preso atto che:
- in data 4 novembre 2015 è stata depositata presso la Procura della Repubblica di Sassari una circostanziata denuncia da parte del responsabile della Struttura trasfusionale dell'Azienda sanitaria (STA) di Sassari;
- nella stessa è stato posto in evidenza che il STA di Sassari è stato autorizzato all'esercizio e accreditato istituzionalmente per un periodo di 24 mesi, per un volume di attività annuale di 6.200 donazioni di sangue come attività interna e 27.500 Test Nat compreso il west nile virus testing, considerate in linea con la dotazione organica di personale affidata allo STA;
- nel mese di settembre 2015 sono stati raggiunti e superati sia il volume accreditato di Test Nat che quello delle donazioni;
considerato che:
- il raggiungimento di tali volumi autorizzati-accreditati fa decadere in toto l'autorizzazione-accreditamento della struttura trasfusionale, generando una paradossale situazione di illegittimità sia nel caso di prosecuzione dell'attività trasfusionale in assenza dei requisiti di legge sia in caso di sospensione dell'attività stessa in quanto ciò potrebbe configurare l'ipotesi di reato, di interruzione di pubblico servizio;
- sono state inviate al Commissario straordinario dell'ASL di Sassari numerose note di sollecito per poter proseguire l'attività anche in mancanza della necessaria autorizzazione-accreditamento, generata da una sostanziale esiguità del personale attribuito dall'azienda al STA;
- l'attribuzione di questi limiti operativi nel numero delle donazioni di sangue e di Test Nat, stabiliti dalle deliberazioni dell'Assessorato regionale dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale appare un inutile appesantimento burocratico e rischia di limitare fortemente l'idoneo funzionamento di tutti i centri trasfusionali;
ribadito che:
- l'interruzione dell'attività trasfusionale si configura non solo come un'interruzione di pubblico servizio e una violazione del piano sangue regionale e nazionale per il raggiungimento dell'autosufficienza, ma anche un notevole danno erariale derivante dalla necessità di incrementare il numero delle unità di GRC d'acquisire dalla convenzione della Regione con la Regione Piemonte e dal conseguente aumento delle giornate di degenza per il rinvio degli interventi chirurgici per la mancanza del sangue necessario;
- il mancato accreditamento-autorizzazione dello STA potrebbe determinare la possibilità che circa 20.000 (ventimila) unità di plasma vengano destinate all'incenerimento, con conseguente danno economico,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene, della sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se sia informato dei gravi fatti denunciati dal responsabile dei servizio dell'Azienda trasfusionale di Sassari;
2) quali atti intenda porre in essere per ovviare a questa incresciosa situazione, garantire la piena operatività del servizio trasfusionale ed evitare l'interruzione di un pubblico servizio oltre che una potenziale situazione di danno erariale. (606)
Il sottoscritto,
premesso che l'inclusione della nuova giornata di caccia grossa al cinghiale di giovedì ha vivamente scontentato la moltitudine dei cacciatori sardi, privilegiando esclusivamente alcuni sparuti gruppi distribuiti sul territorio regionale;
considerato che tale misura vanifica la passione venatoria facendo mancare tutti quei presupposti di socialità, organizzazione e sicurezza da sempre fondamento per una sana giornata all'aria aperta, anche in termini di potenziali prede a disposizione a causa del preventivo prelievo a opera dei pochi fortunati che dispongono piena libertà dal lavoro infrasettimanale;
valutato che le molteplici criticità si stanno palesando anche a fronte delle diposizioni di carattere sanitario che stanno concorrendo a trasformare la tipica giornata di caccia in un guazzabuglio di leggi veterinarie e sanitarie che lasciano gli appassionati davanti a difficoltà interpretative e a irragionevoli sanzioni da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale;
preso atto che la determinazione del responsabile dell'unità di progetto per l'eradicazione della peste suina n. 7 del 15 ottobre 2015, prot. n. 19704, inerente "Quarto provvedimento attuativo del programma straordinario di eradicazione della peste suina africana 2015-2017, recante eradicazione della peste suina africana nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati", sta generando incomprensioni e limiti alla libertà operativa delle compagnie o dei singoli cacciatori con divieti e prescrizioni che sfiorano il grottesco, dal momento che vengono interessate alle recenti disposizioni anche aree non contaminate o, comunque, non interessate ai casi di peste suina africana;
ricordato che l'insieme di queste disposizioni sono in palese contrasto con tutti quei valori che da sempre hanno rappresentato la coesione e l'armonia del mondo venatorio e che, per contro, vanifica quella sana collaborazione avviata nel tempo con le istituzioni, sul fronte del prelievo delle prede in caccia grossa e le rigorose disposizioni in materia di sanità animale, condividendo le preoccupazioni rappresentate dagli appassionati e dal mondo delle campagne,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se non ritengano necessario:
1) attivare un'immediata interlocuzione con il Comitato regionale faunistico, al fine di eliminare la giornata di prelievo del giovedì inserita nel calendario venatorio;
2) rivisitare le disposizioni previste dall'articolo 4 della determinazione n. 7 del 2015, al fine di assicurare serenità nel mondo venatorio, nel rispetto degli obiettivi di contrasto alla peste suina africana. (186/C-5)
Interpellanza Oppi - Rubiu - Tatti - Pinna Giuseppino sui trapianti all'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'Unione europea ha emanato una direttiva nella quale si impone al personale sanitario turni di lavoro di non più di 12 ore e 50 di servizio al giorno per un massimo di 48 ore di servizio a settimana e fra un turno e l'altro 11 ore di riposo;
- nell'ultimo fine settimana in Sardegna c'è stato un picco di donazioni di organi, in particolare di reni;
- martedì scorso l'equipe dell'Azienda ospedaliera Brotzu, guidata dal primario di urologia, dott. Mauro Frongia, nel rispettare la direttiva europea non ha potuto formare un'equipe atta a trapiantare a due dializzati sardi i reni;
considerato che:
- il superamento dei limiti lavorativi imposti dalla direttiva europea espone il dirigente medico a sanzioni sino a 10 mila euro;
- inoltre, il dirigente medico, esponendosi a tale rischio, perde la copertura assicurativa;
- anni di spending review in sanità hanno portato alla riduzione progressiva degli organici;
- l'eccezionalità degli eventi che si presentano in campo trapiantologico impone abitualmente ricorso a lavoro straordinario;
- in Sardegna ci sono 85 persone in lista d'attesa per il trapianto di rene;
- la Sardegna ha circa 1.500 dializzati e ogni dializzato costa circa 500 mila euro ogni quinquennio;
valutato che l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in Sardegna, visto il grande disavanzo della spesa sanitaria, ha imposto il blocco del turn over,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferiscano:
1) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di pervenire nei tempi più rapidi al superamento delle gravi disfunzioni che sta venendo a creare la citata direttiva europea.
2) se non intendano chiedere formalmente una deroga ad hoc all'Unione europea sul personale sanitario che si occupa di trapianti. (187)
Mozione Tedde - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Truzzu - Cappellacci - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Tocco - Fasolino - Zedda Alessandra - Randazzo - Lampis - Cossa - Crisponi - Locci - Tunis - Cherchi Oscar - Orrù - Carta sulla richiesta dell'immediata revoca della delega all'Assessore regionale dei trasporti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- è di questi giorni la preoccupante notizia che il vettore aereo low cost Ryanair ha cancellato 14 voti su Alghero e 8 su Cagliari, dimezzando di fatto il suo impegno sull'isola e spostando sul continente due aeromobili;
- nel frattempo il vettore ha inaugurato la base di Malpensa, ove verrà utilizzato un aeromobile, si appresta a potenziare i voli in partenza da Verona e Trento, e ha iniziato un percorso di potenziamento della programmazione estiva su Palermo con 15 rotte e 2,3 milioni di passeggeri;
- in Sardegna Ryanair produce volumi di traffico dell'ordine di oltre due milioni di passeggeri con ricadute sull'economia dell'isola, rapportate alla durata media di cinque giorni per ogni passeggero arrivato per una spesa giornaliera di 80 euro, che sono quantificabili in circa 300 milioni di euro all'anno;
EVIDENZIATO che:
- nella sua qualità di consulente legale della SOGEAAL, l'Assessore Deiana predispose un parere "pro veritate" il 20 luglio 2011 che, preliminarmente, faceva un'attenta analisi della legge regionale 10 del 2010 e della deliberazione della Giunta regionale n. 43/37 del 6 dicembre 2010 con la quale furono ripartite le risorse stanziate nel bilancio regionale per il finanziamento degli aeroporti isolani per il 2010, pari a 19.260 milioni di euro, attribuendo alla SOGEAAL la somma di euro 9.960.000, e della determinazione n. 868 del 31 dicembre 2010 con la quale l'Assessorato regionale dei trasporti autorizzava l'impegno di spesa relativo;
- l'Assessore Deiana, nella sua predetta qualità, censurava la Regione in quanto la SOGEAAL non aveva ricevuto le somme dovute "pur apparendo l'erogazione delle risorse, stanziate e impegnate, operazione compatibile con il quadro comunitario di settore, ove inquadrata, come correttamente fece la Regione ab origine, nel contesto di un investimento pubblico in economia di mercato";
- a sostegno di tale tesi, l'avvocato Deiana evidenziava che un'indagine commissionata dalla Commissione europea a prestigiosi advisor internazionali avesse prodotto un report tecnico relativo all'aeroporto di Alghero per la procedura di indagine avviata nel 2007 per presunti aiuti di stato concessi dalla Regione a Ryanair per il tramite di SOGEAAL;
- detto report, sottolineava Deiana, confermava "la correttezza dell'agire di SOGEAAL" e della Regione e, categoricamente, affermava che, proprio in base agli esiti dell'indagine in discussione, la procedura adottata dalla Regione, che aveva applicato la legge regionale n. 10 del 2010 che aveva autorizzata la spesa di 19.700.000 euro per l'anno 2010 e ne aveva disegnate le modalità attuative e liquidato il "quantum" dei contributi, era da ritenersi corretta;
- inoltre, l'avvocato Deiana si interrogava sui motivi dell'ingiustificato e dannoso ritardo della Regione nel dare esecuzione ai propri deliberati, pur avendo normato in legge un percorso successivamente definito con le previste deliberazioni e sulla circostanza che ancora non avesse notificato alla Commissione europea la misura;
- suggeriva l'avvocato Deiana di dare immediata esecutività all'erogazione aggirando l'ostacolo della mancata notifica, interloquendo direttamente con la Commissione europea e adottando una procedura di "prenotifica";
- sottolineava l'avvocato Deiana che l'atteggiamento dilatorio della Regione non era causato da un atteggiamento di zelo, seppur esistente nella vicenda, ma era ispirato da "ripensamenti intervenuti in corso d'opera";
- sempre nella sua veste di consulente legale della SOGEAAL, l'Assessore Deiana affermava che l'eventuale persistenza di criticità per interventi anteriori al 2007 non avrebbero potuto interferire in alcun modo con il modello di intervento disciplinato dalla legge regionale n. 10 del 2010, correttamente fin dall'origine impostato secondo il principio dell'investitore operante in economia di mercato (PIEM) e quindi secondo modalità riconosciute compatibili, proprio relativamente all'indagine su Alghero, dall'advisor della Commissione europea;
- l'avvocato Deiana concludeva che l'utilizzo dilatorio da parte della Regione della pendenza di altro procedimento comunitario di infrazione per paralizzare l'applicazione della legge n. 10 del 2010 avrebbe potuto configurare pesanti responsabilità sotto il profilo amministrativo, nonché civili per i danni causati a SOGEAAL e financo penali per le condotte tenute dai singoli responsabili;
- l'epilogo del parere "pro veritate" era il suggerimento di una diffida per costituire in mora la Regione in quanto la mancata applicazione della legge n. 10 del 2010 e, quindi, la mancata concreta erogazione dei contributi, avrebbe potuto essere impugnata perché affetta da vizi di violazione e falsa interpretazione di legge, nonché da eccesso di potere per difetto dei presupposti e di motivazione, nonché da illogicità manifesta;
ACCLARATO che:
- dal curriculum dell'Assessore regionale dei trasporti, pubblicato sul sito della Regione, emerge che, nel periodo di assistenza legale alla SOGEAAL contro la Regione col parere in questione, egli era contemporaneamente consulente della Regione stessa in relazione a tematiche riguardanti la continuità territoriale aerea, servizi aerei da e per la Sardegna e di partecipazione della Regione alla "compagine italiana di navigazione";
- pertanto, assumeva il duplice e confliggente ruolo, anche deontologicamente problematico, di avvocato della Regione e di avvocato della controparte della Regione medesima;
CONSIDERATO che invece, contraddicendo smaccatamente il contenuto del suo parere in commento, nel suo recente incontro del 3 dicembre ad Alghero per discutere sul delicato tema e nei suoi interventi successivi sulla stampa, l'Assessore regionale dei trasporti, invertendo la rotta di 180° ha dichiarato di non poter intervenire con una disciplina organica per incentivare i voli low cost, in quanto nei confronti della legge regionale n. 10 del 2010, che ha finanziato gli incentivi per gli aeroporti isolani fino al 2013, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione per aiuti di stato; e ciò, secondo Deiana, ostacolerebbe l'assunzione di decisioni sugli incentivi ai voli a basso costo;
PRESO ATTO che:
- appare discutibile, sul piano politico e sotto un profilo di correttezza amministrativa, che l'Assessore, in relazione alla medesima fattispecie, da professionista suggerisca azioni giudiziarie nei confronti della Regione inadempiente accusandola di violazione di legge e atteggiamenti contrastanti con le norme civilistiche, ma anche con quelle penali e a distanza di qualche anno nella sua veste di amministratore pubblico, che dovrebbe intervenire tempestivamente a tutela del pubblico interesse, si astenga dal prendere posizione, motivando la sua ingiustificabile staticità con le medesime considerazioni fatte dalla Regione e dal medesimo censurate nel parere "pro veritate" del 2011;
- alla luce di quanto precede, l'opaca condotta dell'Assessore stride coi sacri principi di trasparenza dell'azione amministrativa e pone in capo alla Giunta regionale un caso evidente e grave di conflitto di interessi in funzione del perverso e contradditorio intreccio di attività professionale privata e pubblica che nella medesima fattispecie si atteggiano con confliggenti valutazioni, gettando discredito sull'attività della pubblica amministrazione e creando reazioni di sconcerto e sfiducia da parte delle comunità coinvolte nella vicenda Ryanair e da tale vicenda gravemente danneggiate;
RILEVATO che questa vicenda si coniuga dannosamente al fallimento di tutte le azioni politiche dell'Assessore Deiana in tema di trasporti, oggetto della mozione n. 194 (Cossa e più),
impegna il Presidente della Regione
a prendere atto della discutibile e dannosa gestione delle problematiche dei trasporti in Sardegna e a revocare con decorrenza immediata la delega all'Assessore regionale dei trasporti. (212)
Mozione Floris - Orrù - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Zedda Alessandra - Dedoni - Carta - Crisponi - Cossa - Pittalis - Locci - Solinas Christian - Truzzu - Lampis - Peru - Tunis - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Randazzo sulla vertenza entrate, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
LETTE sulla stampa locale le dichiarazioni del Presidente della Regione e dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio sulla definizione della vertenza entrate con lo Stato;
TENUTO CONTO che il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio hanno preferito la sede di una conferenza stampa piuttosto che la sede istituzionalmente più appropriata dell'Assemblea regionale del popolo sardo per rendere conto del rapporto Stato-Regione sia sotto il profilo politico, sia sotto il profilo della congruità dei risultati;
PRESO ATTO cha hanno preso parte alla conferenza stampa i componenti della Commissione paritetica Stato-Regione e il cui presidente ha reso dichiarazioni che riguardano non solo il contenuto della vertenza, ma anche più in generale i rapporti tra la Regione, Governo e il Parlamento, non considerando che un tale comportamento rappresenta un vero e proprio sgarbo istituzionale verso il Parlamento dei sardi, di fatto ignorato se non messo da parte;
CONSIDERATO che la responsabilità politica di un tale sgarbo istituzionale è ascrivibile nella stessa misura al Presidente della Regione e all'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio;
RITENUTO che il Consiglio regionale debba essere reso edotto in maniera dettagliata ed esaustiva di tutte le fasi e dei contenuti complessivi e specifici dell'accordo Stato-Regione che dai dati emersi sembra penalizzare le finanze regionali, similmente a quanto accaduto con l'accordo dei Presidenti Prodi e Soru nel 2008,
impegna il Presidente della Regione
1) a riferire al Consiglio regionale sullo stato reale della vertenza entrate con il Governo e a fornire all'Assemblea i dati e le tabelle di calcolo e di confronto delle risorse finanziarie dovute e liquidate, nonché di quelle che dovrebbero spettare alla Regione a legislazione vigente;
2) ad intraprendere una nuova azione forte e decisa nei confronti del Governo e del Parlamento dello Stato sulla base di una iniziativa politica che abbia il consenso pieno e concorde di tutte le forze politiche dell'Assemblea regionale anche attraverso il coinvolgimento del popolo sardo in tutte le sue componenti sociali, economiche e culturali. (213)