Seduta n.441 del 06/11/2013 

CDXLI SEDUTA

(POMERIDIANA)

Mercoledì 6 novembre 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 17 e 18.

PERU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 settembre 2013 (432), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Rosanna Floris, Franco Meloni, Eugenio Murgioni, Sisinnio Piras e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 6 novembre 2013.

Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.

Discussione dell'articolato della proposta di legge nazionale Sanna Giacomo - Dessì - Planetta - Solinas Christian - Artizzu: "Istituzione di un regime di zona franca fiscale e doganale integrale nel territorio della Regione autonoma della Sardegna" (22/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato della proposta di legge nazionale numero 22/A.

Nella precedente seduta è stato votato il passaggio all'esame degli articoli.

Passiamo quindi all'esame dell'articolo 1 al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Capo I

Modifiche ed integrazioni alla
legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modifiche ed integrazioni

Art. 1

Modifiche all'articolo 12 dello Statuto speciale per la Sardegna e disposizioni relative ad altri regimi di esenzione

1. L'articolo 12 legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), e successive modifiche ed integrazioni, è sostituito dal seguente:
"Art. 12
Nel quadro di una organizzazione politico-economica tendente a promuovere lo sviluppo autopropulsivo dell'Isola e la compensare le diseconomie geografiche dovute all'insularità ed alla grande distanza dal continente, secondo il principio di continuità geografica, coesione sociale e autogoverno dell'economia, con il concorso dell'Unione europea e dello Stato, il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori della linea doganale dello Stato e costituisce zona franca, nei limiti del presente articolo, dei novellati articoli 12 bis, 12 ter e 12 quater, nonché della relativa legislazione di attuazione con riferimento a:
a) i diritti di confine: dazi doganali, sovrimposte di confine, prelievi agricoli, restrizioni quantitative o qualsiasi tassa o misura di effetto equivalente;
b) le imposte dirette: IRES, IRE e addizionale regionale all'IRE, addizionale comunale all'IRE, IRAP ed altre eventuali imposte statali, regionali e locali;
c) le imposte indirette: IVA, imposte di registro, imposte catastali, imposte ipotecarie, imposte di fabbricazione, imposte erariali di consumo ed altre eventuali imposte statali, regionali e locali.
L'esecuzione delle norme in materia doganale, la loro modifica ed integrazione ai fini dell'attuazione della presente legge nonché l'esercizio delle funzioni amministrative doganali, sono delegate dallo Stato alla Regione autonoma della Sardegna.".

2. L'articolo10 della legge costituzionale n. 3 del 1948 (Statuto speciale per la Sardegna) e successive modifiche ed integrazioni è sostituito dal seguente:
"Art. 10
1. La Regione, al fine di favorire lo sviluppo economico dell'Isola, può disporre, esenzioni e agevolazioni fiscali per le imprese, sgravi di imposte sui profitti e salari.".

3. È fatta salva la possibilità che, con legge regionale e in conformità con la normativa comunitaria, vengano istituiti anche altri regimi di esenzione a favore delle imprese localizzate in Sardegna ed operanti in regime di zona franca nella produzione industriale e artigianale, nella ricerca scientifica, nella manipolazione, trasformazione e commercializzazione di merci, nell'agroindustria e allevamento, nell'immobiliare, nel turismo, nei servizi anche bancari, finanziari ed assicurativi, di produzione trasporto e distribuzione d'energia, nei giochi, nella cultura e intrattenimenti, nella movimentazione anche internazionale di persone, merci e prodotti, comprendendo, e definito per tempo e quantità e sentite le parti sociali, l'esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente che verranno accreditati figurativamente senza oneri per i lavoratori.

4. I prodotti energetici e di modifica tecnologica e manutenzione per i trasporti aerei e navali da e per la Sardegna e le sue isole, compreso il cabotaggio sono totalmente defiscalizzati.

5. Le funzioni statali in materia di giochi di abilità, concorsi pronostici e scommesse, ivi comprese quelle inerenti alla gestione delle relative entrate, attribuite all'Agenzia delle entrate, sono delegate alla Regione.

6. Le imprese industriali che opereranno nella produzione, manipolazione, trasformazione, commercializzazione di merci, nell'ITC, nella comunicazione ed informazione, nella ricerca scientifica e nei servizi, sviluppano le loro attività anche in altre aree all'uopo dedicate in analogia con quelle già destinate a tali fini e istituite col decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione Sardegna concernenti l'istituzione di zone franche), e successive modifiche.

7. Le piccole e micro imprese anche artigiane, operanti in aree urbane, godono dei benefici previsti dalla presente legge e dagli altri stabiliti per le zone franche urbane determinate e regolate dalla Regione con apposite norme anche a integrazione di altre simili provvidenze statali.

8. La Regione, nel rispetto della normativa comunitaria e in attuazione dell'autonomia finanziaria, in armonia con l'articolo 119 della Costituzione repubblicana, con legge approvata dal Consiglio regionale della Sardegna con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, definisce il regime delle sue entrate fiscali, istituendo tributi propri e adottando quelli statali vigenti, tutti facenti capo nel territorio regionale esclusivamente all'Agenzia regionale per le entrate e alla Tesoreria unica regionale istituite con legge regionale.

9. Per ciascun tributo sono definite caratteristiche generali, modalità di riscossione, soggetti obbligati ed esentati e relative misure.

10. In attesa della legge regionale di cui ai commi 7 e 8, la potestà sull'accertamento e riscossione di tutte le imposte vigenti istituite con legge dello Stato è attribuita alla competenza della Regione.

11. Alla Regione sono attribuite, per la parte di competenza territoriale, le entrate fiscali derivanti da attività svolte in Sardegna soggette ad imposta, da imprese anche non aventi sede legale e fiscale nell'Isola. Alla Regione sono, inoltre, attribuite le imposte relative alla fruizione di beni dislocati nel territorio e quelle sulle produzioni locali.

12. Entro sei mesi dall'approvazione della presente legge, d'intesa fra Regione e Stato è definita la quota degli introiti fiscali percepiti nel territorio regionale da trasferire allo Stato a titolo di partecipazione alle spese di competenza dello Stato.

13. Il regime di zona franca, di cui ai commi precedenti, non esclude l'obbligo di conteggio e di dichiarazione dei diritti di confine e delle imposte dirette e indirette che vanno considerati come interamente riscossi dallo Stato, ai fini della denominazione delle entrate da assegnare alla Regione.

Emendamento sostitutivo totale Agus - Corda - Diana Giampaolo

Articolo 1

L'articolo 1 è così sostituito:

Art. 1

1. L'articolo 12 dello Statuto speciale per la Sardegna, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni ed integrazioni, è sostituito dal seguente:

"Art. 12

1. Nel quadro di una organizzazione politico-economica tendente a promuovere lo sviluppo auto propulsivo dell'Isola, compensare le diseconomie geografiche dovute all'insularità e alla grande distanza dal continente, secondo il principio di continuità geografica, coesione sociale e autogoverno dell'economia, l'esercizio, la modifica e l'integrazione delle funzioni in materia doganale sono delegati dallo Stato alla Regione autonoma della Sardegna, compresa la relativa legislazione di attuazione con riferimento ai diritti di confine: dazi doganali, sovrimposte di confine, prelievi agricoli, restrizioni quantitative o qualsiasi tassa o misura di effetto equivalente.".

(2)

Emendamento sostitutivo totale Sanna Giacomo - Solinas Christian - Dessì

Articolo 1

L'articolo 1 è sostituito dal seguente:

Art. 1

1. L'articolo 12 dello Statuto speciale per Sardegna, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni e integrazioni, è sostituito dal seguente:

"Art. 12

1. Nel quadro di una organizzazione politico-economica tendente a promuovere lo sviluppo autopropulsivo dell'Isola, compensare le diseconomie geografiche dovute all'insularità e alla grande distanza dal continente, secondo il principio di continuità geografica, coesione sociale e autogoverno dell'economia, l'esercizio, la modifica e l'integrazione delle funzioni in materia doganale sono delegati dallo Stato alla Regione autonoma della Sardegna, compresa la relativa legislazione di attuazione con riferimento ai diritti di confine: dazi doganali, sovrimposte di confine, prelievi agricoli, restrizioni quantitative o qualsiasi tassa o misura di effetto equivalente e il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori della linea doganale dello Stato e costituisce zona franca.". (8)

Emendamento sostitutivo totale Maninchedda

Articolo 1

L'articolo 1 è sostituito dal seguente:

Art. 1

1. L'articolo 12 dello Statuto speciale per la Sardegna, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 e successive modificazioni e integrazioni, é sostituito dal seguente:
"Art. 12
1. Nel rispetto della normativa dell'Unione europea, il territorio della Regione costituisce zona franca. A tal fine tutte le funzioni amministrative sono delegate dallo Stato alla Regione.". (10)

Emendamento soppressivo parziale Arbau - Cocco Daniele - Cuccureddu - Sechi

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 12 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1, comma 1, è soppresso. (3)

Emendamento soppressivo parziale Salis - Mariani - Stocchino

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 12 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1, comma 1, è soppresso. (14)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 1 della proposta di legge nazionale n. 22/NAZ/A è cosi sostituito:

"Art. 1
La zona franca della Sardegna è disciplinata dalle norme dell'Unione europea, dalle leggi dello Stato italiano e da quanto previsto dall'articolo 10 della Statuto sardo, nonché dalle norme che si applicano ai territori extradoganali.". (13)

Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 2, 8, 10, 3, 14, 13 Sanna Giacomo - Agus - Corda - Diana Giampaolo - Solinas Christian - Dessì - Arbau - Maninchedda - Cocco Daniele - Cuccureddu - Porcu - Salis - Mariani - Stocchino

Articolo 1

L'articolo 1 è sostituito dal seguente:

Art. 1

1. L'articolo 12 dello Statuto speciale per la Sardegna, approvato con la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni e integrazioni, è sostituito dal seguente:
"Art. 12.
1. Nel rispetto della normativa dell'Unione europea, il territorio della Regione costituisce zona franca.

2. Nel quadro di un'organizzazione politica economica tendente a promuovere lo sviluppo auto propulsivo dell'Isola, compensare le diseconomie geografiche dovute all'insularità e alla grande distanza dal continente, secondo il principio di continuità geografica, coesione sociale e autogoverno dell'economia, l'esercizio, la modifica e l'integrazione delle funzioni amministrative son conferite dallo Stato alla Regione compresa la relativa legislazione di attuazione.". (16).)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 2, 8 10, 3 e 14 sono stati ritirati in quanto è stato presentato l'emendamento di sintesi numero 16.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Presidente, il 1° novembre di dieci anni fa moriva il Presidente della Regione Mario Melis, nella ricorrenza del decennale vorrei chiederle almeno un minuto di sospensione in segno di lutto e di ricordo.

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, come lei sa, la commemorazione viene fatta solo al momento del decesso degli ex presidenti e dei consiglieri regionali; commemorare il decennale della morte dell'onorevole Mario Melis significa introdurre un precedente che dovremmo poi estendere a tutti. Con tutto il rispetto per l'onorevole Mario Melis, che non si vuole negare, ribadisco semplicemente che non possiamo creare un precedente che fa sì che per alcuni presidenti si segua una strada e per altri no.

Continuazione della discussione dell'articolato della proposta di legge nazionale Sanna Giacomo - Dessì - Planetta - Solinas Christian - Artizzu: "Istituzione di un regime di zona franca fiscale e doganale integrale nel territorio della Regione autonoma della Sardegna" (22/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Presidente, le discussioni di questi giorni, soprattutto in Commissione, e il tentativo portato avanti in buona fede (così ritengo) da parte di tutti i Gruppi di trovare un accordo unitario dimostrano finalmente alla comunità della Sardegna l'interesse e l'attenzione che nutre questa Assemblea sulla questione "zona franca". Dico questo perché a volte è sembrato che ci fosse qualcuno che remava contro, qualcun altro che la utilizzasse a fini elettorali, e altri ancora che non conoscessero neanche l'argomento.

Il tentativo che si è fatto, stamattina in particolare, di trovare una sintesi fra tutti gli emendamenti proposti ha prodotto un risultato importante: la presentazione stasera con la firma di tutti i presentatori degli emendamenti, di un emendamento di sintesi che raggiunge l'obiettivo, o almeno prova a raggiungere l'obiettivo, di modificare gli articoli 12 e 10 del nostro Statuto e di cercare di trovare nel Governo un interlocutore serio per portare la modifica dello Statuto della Sardegna a compimento.

Come è già avvenuto per la modifica dell'articolo 8, anche per la modifica degli articoli 12 e 10 (e anche del 9 relativo alle entrate) si è tentato seriamente di portare avanti una posizione unitaria. Purtroppo viene meno la possibilità, almeno per quello che sino a questo momento è successo, di trovare l'unitarietà da parte di tutti i Gruppi.

La questione, per essere molto chiari, anche perché bisogna essere chiari con le persone che stanno fuori da questo Palazzo, ruota attorno al termine "extradoganale". Io devo dirvi con brutale sincerità, anche autolesionistica, che in questo momento pensavo che lo strumento della zona franca extradoganale fosse l'unico perseguibile da questa Assemblea, perché pensare di costruire un sistema di zona franca e, a seguire, un sistema fiscale, non credevo fosse alla portata di questa Assemblea.

Noi tutti sappiamo infatti che non riusciamo a esprimere una disciplina ordinata sugli enti locali, non riusciamo a portare avanti molte cose importanti e coordinate, quindi pensare di costruire un intero sistema fiscale nuovo, sardo, in queste condizioni a fine mandato, e anche nelle condizioni in cui si trova questa Assemblea a me sembrava molto ma molto complicato. Stamattina tuttavia ho avuto l'illusione che questo potesse accadere, sinceramente ho pensato che questo potesse accadere perché c'era la buona volontà da parte di tutti i Gruppi di costruire un sistema fiscale sardo.

Questa è una battaglia che, per quanto mi riguarda, per quanto riguarda il movimento che rappresento, portiamo avanti da diversi anni; noi siamo persuasi di non essere in grado senza un sistema fiscale sardo, che gestisca direttamente le entrate, di mettere in campo nessuna vera azione di sviluppo per questa terra. La leva fiscale è la leva determinante per qualsiasi azione. Come concludiamo la discussione stasera? Io faccio un appello per quanto è possibile, anche se naturalmente conto in termini di uno su ottanta, affinché questa Assemblea non possa che esitare un testo unitario, perché spezzare il fronte e frustrare tutte le attese che sono fuori dal Palazzo porterebbe solo dei problemi.

Noi abbiamo un avversario serio che si trova a Roma, col quale dobbiamo combattere una battaglia molto complicata che da solo il centrodestra non riuscirebbe sicuramente a portare a compimento. Presidente Cappellacci, lei è un nostro avversario politico, in campagna elettorale ce ne diremo "molte e anche pepate", però lei rappresenta la Regione, rappresenta la nostra comunità, quindi soprattutto a lei dico che non raccogliere lo sforzo che è stato fatto in particolare dal Gruppo del Partito Democratico, ma anche da tutti gli altri Gruppi di opposizione, dal Partito Sardo d'Azione che ha presentato la proposta di legge, o dall'onorevole Maninchedda che pure si è battuto su questo argomento, credo che sarebbe una cosa davvero inaccettabile.

Lei è su babbu di questa Regione, lei non può secondo me fuggire da questa responsabilità. Lasci perdere le dinamiche centrodestra-centrosinistra, il P.D., il P.d.L. e tutti gli altri "obliqui" presenti in questo mondo. Lei è il Presidente della Regione, ha la responsabilità di riunire questa Assemblea dietro i nostri Quattro Mori e di portarla a Roma per una battaglia unitaria. Questo è lo sforzo che abbiamo fatto tutti noi. E il Gruppo del Partito Democratico, che in questi giorni ha battagliato sottolineando che sulle entrate bisognava assolutamente essere molto più chiari per cercare di avere una copertura finanziaria da destinare alla zona franca, credo abbia fatto un passo in avanti e dimostrato la volontà di cercare unitarietà.

Non sto facendo il difensore d'ufficio di alcuno, potendo permettermi grazie a Dio di assumere solo le difese di fiducia, neanche professionalmente accetto le difese d'ufficio, però in questo caso io credo che respingere la volontà di dialogo che viene dall'opposizione ricadrebbe solo ed esclusivamente sulle sue spalle.

Presidente, lei ha la grande occasione, unendo questa Assemblea, di ottenere il risultato, non la perda perché farebbe perdere dei punti importanti alla nostra comunità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, le considerazioni che ho sentito dall'onorevole Arbau davvero mi sorprendono, e chissà cosa pensa l'onorevole Renato Soru, perché o io ho visto un film diverso dal suo (lo chiamo metaforicamente film sapendo però che è una cosa seria) oppure….

Abbiamo tenuto una riunione in Commissione autonomia e l'onorevole Soru, si può anche non essere d'accordo, con dovizia di argomentazioni ha ritenuto che non fosse assolutamente ammissibile e percorribile l'ipotesi di scrivere degli emendamenti di sintesi, che erano poi quelli elaborati la mattina dalla Commissione; e ora, lei, assume la difesa d'ufficio di una situazione che davvero non comprendiamo.

Riportiamo, allora, le cose nella loro giusta dimensione e nella loro giusta essenza, perché il problema è che per giungere a una sintesi si deve essere tutti d'accordo. Noi stamattina ci abbiamo provato e, di fronte a una posizione, autorevolissima, che ha espresso a nome del P.D. l'onorevole Renato Soru respingendo i tre emendamenti di sintesi, la Commissione, e lei era presente, ha votato espressamente il parere sugli emendamenti, accogliendoli o respingendoli, e nella fattispecie accogliendo quelli proposti dalla Giunta regionale, in particolare per quanto attiene quello relativo all'articolo 12 che trova motivo di dissenso tra le forze politiche e che noi comunque continueremo a sostenere in quest'Aula.

Questa precisazione la faccio per amore della verità e della sintesi, perché altrimenti sembrerebbe che oggi si sia trascorsa una giornata a confrontarci sul nulla, invece che su un problema politico che l'onorevole Renato Soru, nella chiarezza, debbo riconoscerlo, ha posto. Possiamo non essere d'accordo ma questa è la verità.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, bisognava iscriversi entro la fine dell'intervento dell'onorevole Arbau, e invece lei si è iscritto durante l'intervento dell'onorevole Pittalis.

SORU (P.D.). Vorrei intervenire solo per precisare…

PRESIDENTE. Non è possibile, se lei vuole intervenire per fatto personale deve chiedermi la parola per fatto personale e la faccio intervenire alla fine dell'argomento, adesso devo far proseguire la discussione.

SORU (P.D.). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Se parla sull'ordine dei lavori, non per eccepire rispetto a quanto adesso dichiarato dall'onorevole Pittalis. deve fare prima una proposta e poi la argomenta, altrimenti non le posso dare la parola.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Naturalmente parlerò sull'ordine dei lavori. Semplicemente mi piace un'interlocuzione che sia rispettosa dei ruoli di entrambi, del suo, onorevole Presidente, ma anche del mio, e quindi intervengo sull'ordine dei lavori per dire che non interverrò per fatto personale alla fine della giornata, semplicemente penso che sarebbe servito alla discussione in Aula capire che cosa avessi detto in Commissione, ma siccome non è possibile rispettosamente non lo faccio.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, io le ho detto che l'avrei fatta intervenire non alla fine della seduta ma alla fine dell'argomento, quindi significava che intendevo far finire la discussione e poi le avrei dato la parola, non ho parlato di fine seduta. Per cui, se lei vuole intervenire quando finiamo la discussione sull'articolo 1 per tre minuti per chiarire la sua posizione, io le darò parola.

SORU (P.D.). Interverrò in dichiarazione di voto.

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione della proposta di legge nazionale Sanna Giacomo - Dessì - Planetta - Solinas Christian - Artizzu: "Istituzione di un regime di zona franca fiscale e doganale integrale nel territorio della Regione autonoma della Sardegna" (22/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto).Presidente, colleghi, stamane noi abbiamo fatto un lavoro egregio in Commissione trovando una sintesi tra tutti gli emendamenti presentati; io sto a quella sintesi che però è bene illustrare perché secondo me ci sono dei feticci ideologici, e anche nominalistici, che forse inducono a rotture immotivate.

Bisogna capire i tre emendamenti di sintesi nella loro portata e coerenza, non prendere l'uno separatamente dall'altro. Partirei non dall'articolo in discussione, il 12, ma dal testo su cui tutti abbiamo convenuto (e abbiamo convenuto anche che nell'aula del Parlamento italiano sarà opportuno modificarlo, nella direzione dell'articolo 73 bis dello Statuto del Trentino come è stato modificato), nel dire che la novella dell'articolo 10 è un passo in avanti importante, soprattutto se il Governo Letta lo inserirà nella legge di stabilità.

L'articolo 10 consente finalmente alla Regione sarda di modulare tutte le imposte all'interno dei massimali, cioè delle aliquote consentite dalle leggi dello Stato. In sostanza, in un rapporto pattizio sarà possibile calibrare alla luce di strategie interne, vuoi per il commercio, vuoi per il manifatturiero, vuoi per il turismo, una politica fiscale della Sardegna. In questo senso, in ragione del fatto che l'articolo 10 già ottiene questo risultato, nell'emendamento all'articolo 12 si dice, non perdendo niente di ciò che era stato conquistato dal '48 a oggi in termini normativi, che l'intero territorio regionale è zona franca ma soprattutto che lo Stato conferisce alla Regione tutti i poteri amministrativi rispetto alla zona franca.

Ottenuto questo risultato importante e ottenuto anche che nella novella dell'articolo 12 si faccia riferimento esplicito a quei fattori di insularità che hanno consentito una disciplina come quella delle Canarie, mi si deve spiegare perché ci stiamo dividendo sul termine "extradoganale". Sia chiaro che è una contraddizione in termini quello che state facendo: stiamo pensando di copiare lo Statuto della Valle D'Aosta mai applicato. Vorrei leggere, ma non voglio tediarvi, che cosa dice un leader dell'Union Valdotaine sullo statuto della Valle d'Aosta, e noi ci dividiamo su questo? Noi rompiamo il fronte unito del Consiglio regionale per questo? Perché non si comprende che il risultato ottenuto è notevolmente più forte se siamo tutti uniti?

Se si ha invece l'idea che all'esterno si deve dire che da domani la benzina costa di meno, le imprese che sono fallite vengono recuperate e le persone disperate vengono recuperate, allora bisogna dire la verità: non è vero, la zona franca non recupererà la dannazione eterna a cui lo Stato italiano ha condannato le imprese fallite, non recupererà le persone rovinate da Equitalia, non metterà le banche in una posizione differente rispetto a quella che stanno assumendo, in primo luogo il Banco di Sardegna che veramente è un raccoglitore dei portafogli dei pensionati ma non aiuta più una sola impresa in Sardegna!

O voi pensate che scrivendo "extradoganale" noi domani recuperiamo l'inferno di questi mesi? Non è vero! Preferisco e chiedo che si ragioni su una norma razionale e coerente, che ha il suo percorso ma che metterà nelle mani della Giunta regionale la possibilità di quelle politiche per l'impresa legate al fisco che oggi non possiamo fare. State molto attenti al coordinamento tra extradoganale e articolo 10, perché siccome non scrivete che gli oneri della zona franca extradoganale e di minor gettito sono a carico dello Stato (io ho letto le cose che si scrivono, e questo non viene scritto), non vorrei che domani il Governo ci dica di pagarci la zona franca extradoganale con le compartecipazioni, cioè con l'articolo 10, il che vuol dire che si è finito di gestire la leva fiscale.

Ci siamo detti queste cose stamattina, possibile che passino due ore e si perda tutto questo percorso? Due ore! Possibile? Possibile che non si veda il rischio di scrivere che vogliamo essere collocati in un'area extradoganale e che ci paghiamo il minor gettito con le nostre compartecipazioni? Vorrei far fare un po' di "bilancio" all'Assessore del bilancio su questo tema, vorrei proprio farglielo fare. O non è meglio valorizzare al massimo l'articolo 10 dichiarando l'intero territorio regionale zona franca e avendo tutti gli strumenti per realizzare sia quella alla produzione che quella al consumo che quella doganale, non è meglio? Non è meglio? Rifletteteci, io non credo che si debba rompere un fronte parlamentare per una cosa su cui francamente mi pare non si sia ragionato a sufficienza.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Murgioni è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, io credo che ci sia una volontà di farsi del male nell'incoerenza. Dopo che la Commissione, a suo tempo, aveva trovato con un voto unanime la chiusura sull'intera proposta di legge, compreso l'articolo 12, è stato fatto un blitz (chiamiamolo così per non etichettarlo in modo diverso) e siamo riusciti a scrivere nel comma 2 dell'articolo 1 che la zona franca della Sardegna è disciplinata dalle leggi fiscali dello Stato italiano, dell'Unione Europea che si applicano nei territori extradoganali di Livigno, Campione d'Italia e chi più ne ha più ne metta. Siamo riusciti ad annullare tutto il lavoro che avevamo svolto!

Dopodiché qualcuno, intelligentemente, e lo ringrazio, capisce che si è sbagliato: errare humanum est. Quindi si trova la volontà di dialogare e si riscrive il testo, per cui stamattina pensavo che fossimo anche riusciti a conseguire un risultato con l'emendamento di sintesi appunto, avendo capito che le rigidità non aiutano la soluzione dei problemi, mentre mezzo passo indietro di ciascuno di noi ci avrebbe portato a fare un discorso di carattere unitario per dare forza, con uno strumento approvato all'unanimità, a chi questa proposta di legge dovrà portare a Roma e cioè la Giunta, perché non ci andiamo noi ci andrà la Giunta.

Onorevole Pittalis, posso capire gli sconvolgimenti ma si continua comunque a ragionare, perché non si fa una inversione a "U" e si ritorna al punto di partenza pensando che fino a questo momento non si sia fatto niente. Il testo è stato riscritto ed è stato scritto bene, io so che lo condividete, però c'è la forzatura di una mediazione che qualcuno forse pensa avvenga dall'esterno, ma io non credo più neanche tanto a questo. Siamo in una condizione eccezionale: dopo 25 anni, cioè dopo un quarto di secolo, questo Consiglio riprende a parlare di zona franca e di una legge che la riguarda.

Casualmente anche questa volta la proposta è di un partito che ne fa la battaglia della vita senza però volere impedire agli altri di ragionare, senza cercare noi per primi di non mediare perché basta guardare la prima bozza della proposta di legge per capire che c'è stata una grandissima mediazione, una grande volontà comune di semplificare, di chiudere portando in quest'Aula una partita comune dove il cuore del discorso si chiama leva fiscale, quella delega che stiamo chiedendo e che mi auguro finalmente lo Stato italiano ci possa riconoscere perché allora saremo noi, veramente, responsabili del nostro futuro.

Responsabili di un sistema economico alternativo a quello che si è collassato in Europa e in Italia e in quest'Isola generando disperazione. Il merito di questo, lo ripeto anche oggi, va certamente a chi fuori di questo Palazzo si è aggrappato a una speranza, a un'idea, a un progetto a torto o a ragione, parlando in modo appropriato e anche non appropriato, facendo cose giuste o sbagliate. Ma noi non possiamo dare un qualcosa che appartiene a pochi. Ma voi siete convinti che io possa pensare, alla fine della seduta, anche nell'impazzimento totale, di dovermi rimangiare questa proposta di legge? Io sino alla fine spero e insisto perché quella parola, che non è la soluzione del problema ma è un puntiglio personale, venga eliminata e non ci siano voti contrari della Commissione che possano rappresentare lo sconvolgimento del lavoro compiuto.

Noi non possiamo sbagliare questo appuntamento, ci stiamo arrivando anche tardi, ci stiamo arrivando tardi in tutti i modi, con la perimetrazione che nel '98 ci fu concessa per Cagliari e per il resto della Sardegna, ci stiamo arrivando senza aver fatto niente di tutto questo, stiamo inseguendo il tempo perduto ma almeno si abbia la capacità di farlo con forza tutti assieme, tutti assieme.

Questa non è la battaglia del presidente Cappellacci, significherebbe volerla ridimensionare. Questa è una battaglia di un Consiglio regionale che si è riappropriato delle proprie prerogative e che discute su un tema che fino a questo momento era stato trattato solo al di fuori di questo Palazzo. Molti dicevano che una legge non fosse necessaria, bastava andare a Roma e avremmo risolto il problema. Siccome conosciamo Roma e i nostri interlocutori romani non possiamo immaginare che chi non ci da le risorse previste dalle leggi possa darcele solo per essere andati a Roma con il Governo amico o nemico.

Poiché questo è un Governo amico vostro e amico loro provate a dire tutti assieme quello che vogliamo per impedirgli di trovare alibi, perché la politica romana di alibi contro la Sardegna ne ha trovato tanti, per rinviare ancora una volta la soluzione di questa grande questione.

Noi abbiamo l'opportunità. Neanche nel '98 erano riusciti a votare tutti assieme, indebolendo di conseguenza quella proposta. Oggi abbiamo un'occasione che si ripete dopo tanto tempo e che mi auguro si possa gestire assieme. Ci stavamo riuscendo, onorevole Pittalis, e io sono sicuro che questo poco tempo che abbiamo a disposizione potrebbe darci una mano, un grosso aiuto se, da parte di tutti noi, ci fosse meno rigidità di quanta ce ne sia stata fino a questo momento.

Presidente Lombardo, poiché il collega Maninchedda ha toccato poc'anzi un "problema banca", voglio ricordare che la grande sconfitta di questa Aula sta nel fatto che, dopo aver trattato l'argomento banca in questa Aula e aver deciso tutti assieme di istituire una Commissione speciale, sta scadendo la legislatura, stanno passando i tempi e in modo strumentale qualcuno sta cercando di dare la responsabilità a un presidente che doveva essere nominato all'unanimità.

L'unanimismo è ciò che tutti conosciamo: una giustificazione, un qualcosa che non ha senso e questo caso non ne ha. Noi ancora non abbiamo fatto neanche il primo passo su quel problema. Mi raccomando, continuate a nascondervi, continuate a nascondervi, guai a toccare le banche in Sardegna, guai a voler capire, fare luce, sapere sul perché in quest'Isola sia accaduto tutto ciò, del perché le banche siano andate ad altri, non siano state pagate, si stia portando tutto fuori, per ultimo il credito, e se la Sarda leasing andrà fuori, cosa importa!

Espropriamo la Sardegna di tutto quello che le è appartenuto e che, a parer mio, comunque le appartiene ancora! Continuiamo a tacere! E' la dimostrazione che i poteri forti esistono, ma non sono quelli che qualcuno ogni tanto vuole indicare, qua dentro, i poteri forti sono altri, è il sistema dei banchieri del mondo che ha stravolto l'economia e che stravolge anche il pensiero politico di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, noi siamo un'Isola, è stato ricordato in questi giorni, un'Isola in ginocchio: è in ginocchio la sua economia, con riflessi sociali drammatici. Presidente Cappellacci, è stata ricordata anche dal presidente Soru la scorsa settimana, intervenendo in questo dibattito, la perdita di oltre 75 mila posti di lavoro, non c'è un indicatore economico che consenta di guardare al futuro con un minimo di prospettiva. Siamo la Regione che ha la più alta dispersione scolastica, siamo la Regione che è costretta, presidente Cappellacci, a inventarsi alchimie per i ragazzi delle scuole medie superiori per consentirgli l'iscrizione alle diverse facoltà dei due Atenei.

Non c'è categoria produttiva, dalla Confindustria all'Api Sarda, dagli artigiani al sistema della cooperazione, passando per le partite Iva, che non risenta della crisi. Anche oggi, sulla stampa locale, ci si ricorda che le piccole e medie imprese subiscono una moria quasi dell'8 per cento. Siamo in questa situazione, e l'elenco potrebbe allungarsi.

La prego, presidente Cappellacci, mi segua, scusi la mia supponenza, però credo siano questioni importanti. Uno degli strumenti che in questi mesi è stato chiamato in causa per affrontare questa crisi drammatica è la zona franca; noi, lo ripeto, non siamo contrari alla zona franca. In questi mesi, in queste settimane, e anche in questi ultimi giorni, ma anche in queste ore, c'è in quest'Aula un fronte progressista e autonomista che vede il Partito Democratico, tutto il centrosinistra, il Gruppo Misto, il Partito Sardo d'Azione, l'onorevole Maninchedda e altri autorevolissimi colleghi impegnati, in maniera seria, per trovare una soluzione per far sì che anche lo strumento della zona franca possa favorire la crescita in questa Regione e, attraverso la leva fiscale, ridare un minimo di fiato all'occupazione e al lavoro.

Ridare fiato per liberare il lavoro, nell'accezione più ampia, dall'impresa al lavoro autonomo, dal lavoro autonomo al lavoro dipendente, dal peso eccessivo della tassazione per alimentare la domanda, perché di questo c'è bisogno in questo Paese e, in particolare, in questa Regione. Noi non diciamo che la zona franca non può essere uno strumento per affrontare anche questi problemi. Noi abbiamo dato un contributo serio, lo dico all'onorevole Pittalis, che non vedo in Aula…

(interruzioni)

Sì, va bene, non lo vedo, è un limite mio, non ho detto che non c'è… Noi abbiamo provato, senza rinunciare alle nostre convinzioni, alle nostre politiche, a dare un contributo di serietà anche a questa discussione. Si è fatto un lavoro importante in Commissione, è stato sottolineato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, si sono raggiunti accordi importanti su emendamenti di sintesi; dispiace, caro collega Pittalis, che non si contestualizzi la discussione momento per momento e si valuti, all'interno di quella contestualizzazione, anche il dibattito all'interno delle forze politiche, che credo debbano essere impegnate per trovare una soluzione alta.

Pertanto, presidente Cappellacci, da una parte a me pare ci sia una disponibilità in questa direzione, dall'altra parte, da parte sua in particolare, Presidente, però io auspico che questa sera lei ci dimostri il contrario, appare una sorta di mistificazione di questa realtà. A me pare si stia agitando un feticcio senza contenuti; noi vogliamo dargli contenuti concreti, che abbiano un minimo di cogenza, che consentano davvero di intervenire sulle attese e sui bisogni, in particolare di quelli più drammatici di quest'Isola, che sono propri delle categorie che ho cercato di richiamare, e l'elenco potrebbe allungarsi.

Io davvero non comprendo perché, soprattutto da chi ha la massima responsabilità politica e istituzionale, in un momento come questo, direi difficile sotto tanti aspetti, non ci sia l'ossessione di creare condizioni che consentano a tutti di ritrovarsi in una soluzione, e invece ci sia un'ossessione opposta per dividere. Io ho l'impressione che si stia lavorando da una parte di quest'Aula per auspicare titoli sui giornali domani che potrebbero essere questi: "Il Presidente della Regione Cappellacci e la sua maggioranza sono per la zona franca, tutto il resto, il P.D. in prima linea, e non soltanto il P.D., sono contro"; forse si vuole questo titolo.

Se si vuole questo titolo, convinti, magari, che possa essere un titolo che dà un vantaggio elettorale, noi non possiamo impedirlo, noi possiamo soltanto mettere a disposizione l'uso della ragione e della serietà, senza imbrogliare nessuno. Noi abbiamo, e finisco, lavorato anche adesso, abbiamo ritirato alcuni emendamenti, abbiamo presentato due emendamenti di sintesi, lo dico all'onorevole Pittalis, che è persona attenta e sensibile, mi pare che quegli emendamenti di sintesi, che potranno creare anche qualche difficoltà all'interno delle forze politiche, però consentono di fare un passo importante, di straordinaria importanza.

Io lancio un appello a quest'Aula, a tutte le forze politiche, affinché si ragioni su quegli emendamenti di sintesi che abbiamo presentato, e faccio un appello affinché si evitino le scorciatoie che possono sembrare dare un vantaggio immediato nel prossimo futuro. Io credo che questo non sia un atteggiamento serio. Voglio finire, ripeto, lanciando un appello a un esame attento e serio su quegli emendamenti che non sono, come ben sapete - basta ricordare l'intervento fatto testé dell'onorevole Maninchedda - il prodotto del nostro lavoro, sono il prodotto di un lavoro a cui hanno contribuito soprattutto altri e a cui noi abbiamo dato un qualcosa e condiviso.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, siccome ha richiamato gli emendamenti di sintesi devo far presente che l'emendamento di sintesi numero 17 non è stato considerato ammissibile perché non si configura come tale; infatti è la sintesi degli emendamenti numero 9 e 11, il 9 è presentato dalla Giunta che non ha dato il suo assenso al ritiro e in più l'emendamento numero 17 è identico all'emendamento numero 9 della Giunta regionale, per cui l'unica possibilità è aggiungere le firme dei presentatori dell'emendamento numero 17 all'emendamento numero 9.

Per esprimere il parere del relatore sugli emendamenti numero 16 e 13 ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, l'emendamento di sintesi contiene anche l'emendamento numero 13 presentato dalla Giunta regionale…

PRESIDENTE. No, onorevole Pittalis. Ho appena chiesto al relatore di dare il parere sugli emendamenti numero 16 e 13.

PITTALIS (P.d.L.). Sì, ma nell'emendamento numero 16 è compreso…

PRESIDENTE. Nell'emendamento di sintesi è stato erroneamente indicato il 13, ma non fa parte degli emendamenti di cui si fa sintesi, per cui ho invitato il relatore a esprimere il parere anche sull'emendamento numero 13 che rimane come emendamento a sé.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo scusa, Presidente, per mia distrazione non avevo colto questa sua precisazione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono altri iscritti a parlare per esprimere il parere sugli emendamenti numero 16 e 13 ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.

ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Presidente, si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 13 e contrario sull'emendamento numero 16.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto).Presidente, io credo che si debba prendere atto di una scelta politica della maggioranza. La maggioranza ha deciso di procedere unilateralmente azzerando le discussioni precedenti. L'onorevole Sanna ha già ricordato che la discussione ha concorso a evitare un grave errore nel testo licenziato precedentemente, adesso si va avanti con indifferenza rispetto alla rottura del fronte parlamentare. Sia chiaro che la responsabilità della rottura del fronte parlamentare su una riforma dello Statuto della Sardegna non è di chi ha concorso in precedenza a evitare un grave errore alla maggioranza e alla Giunta regionale.

L'emendamento numero 16 è un emendamento ragionevole ed è certamente più ragionevole dell'emendamento numero 13 che voi vi troverete a votare perché votando l'emendamento numero 13 date la regolazione della zona franca allo Stato italiano. Ve lo votate voi! Perché nell'emendamento numero 13 non c'è il trasferimento e il conferimento di tutte le funzioni amministrative della zona franca alla Regione autonoma della Sardegna. State rifacendo l'errore della volta scorsa in cui avete dato le chiavi della zona franca all'Italia. Gliele date voi, assumetevene la responsabilità! Respingendo l'emendamento numero 16 state facendo questo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, intanto vorrei giustificare la mia non firma nel presente emendamento numero 16 in quanto essendo assente la scorsa settimana non ho potuto firmarlo; però vorrei rivolgermi soprattutto a lei, presidente Cappellacci, perché tenga in considerazione questo nostro emendamento. Si renda protagonista di un pezzo della nostra storia facendo votare per la prima volta all'unanimità questa proposta di legge. Questa è una legge del nostro popolo, è una battaglia di tutti e questo so che lei internamente lo sente.

Mi rivolgo a lei, Presidente: si faccia interprete di tutto il Consiglio regionale, di tutto il popolo sardo, glielo chiedo personalmente come rappresentante del Partito Sardo d'Azione, ma credo di chiederlo come rappresentante del popolo sardo. Non manchi in un pezzo della nostra storia che è importantissimo. Io ho vissuto tante legislature e ho partecipato ai dibattiti che riguardavano il tema della zona franca. E' sempre accaduto di dividerci nei momenti importanti, questa è una caratteristica di noi sardi. Questa volta, però, dobbiamo dimostrare che la classe politica ha finalmente un potere, che è quello di rappresentare il popolo sardo unitariamente.

Presidente Cappellacci, io la stimo, la prego di ritornare sulla sua idea.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, qualcuno ha definito la discussione di ieri pretestuosa oppure tendente ad "allungare il brodo", invece la presenza di questi emendamenti dimostra che era una discussione utile, che serviva per dare un contributo a correggere degli errori palesi e macroscopici che erano presenti in quel testo; però, non voler accedere all'ipotesi di un'intesa unitaria su un argomento come questo crea un frattura che rischia di far naufragare l'idea stessa di zona franca.

Se è già in atto una frattura in quest'Aula, come possiamo pensare che all'esterno di quest'Aula guardino con attenzione a una proposta proveniente dal Palazzo? Con questa frattura ci si assume la responsabilità di ammazzare un sogno, di ammazzare un'aspirazione, di ammazzare un diritto. Perché? Per una questione di puntiglio, per scrivere che "si applicano sui territori extradoganali" quando tutti abbiamo spiegato e argomentato che cosa vuol dire stare fuori dal territorio doganale. La zona franca sta, per definizione, dentro la zona doganale. Ecco, io dico, perché vi state assumendo questa responsabilità? Perché volete, con questa rigidità, con questa rottura, far naufragare questo sogno?

Io penso che siate ancora in tempo per fermarvi, per valutare quali sono le proposte in campo. C'è una proposta, questa dell'emendamento di sintesi numero 16, che penso soddisfi tutte le esigenze che sono emerse in Aula in questo dibattito. Al comma 1 è scritto in maniera chiara "Nel rispetto della normativa dell'Unione europea il territorio della Regione costituisce zona franca" . Io penso che ci dovremmo attestare su questa dizione, ma penso anche che sarà difficile farla passare; se non abbiamo una posizione unitaria in quest'Aula figuriamoci in che maniera può essere accolta all'esterno di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, io ritengo davvero che non si possa, se non con una gravissima miopia politica, non valutare l'importanza che questa votazione riveste. Una cosa è un Consiglio che si esprime all'unanimità su una battaglia di un'Isola, una cosa è dividersi su un'interpretazione della necessità o meno di rimarcare alcuni aspetti che, per la verità, nulla hanno a che fare con l'origine della nostra battaglia.

La maggioranza dichiara il parere contrario all'emendamento numero 16, che riscrive tutto l'articolo 12, e invece sostiene l'emendamento numero 13 che mantiene il testo, così come presentato e riconosciuto sbagliato in Commissione, del primo comma e modifica solo il secondo comma in una maniera davvero ultronea che non chiarisce, che non arricchisce e che non serve; però, per fare tutto questo (che non chiarisce, che non arricchisce e che non serve), dividiamo il Consiglio regionale e indeboliamo la posizione di tutta un'Isola nel rivendicare un'occasione, non so se sarà di crescita o meno, ma sicuramente un'occasione di poter dimostrare per una volta di essere un'Isola formata da persone mature e capaci.

Ebbene, la maggioranza si sta arrogando il diritto di dire che quest'Isola non è matura perché si devono sostenere delle posizioni da campagna elettorale. E' davvero un qualcosa che ricadrà gravemente su chi si è inutilmente arroccato su questa posizione. Ecco perché voterò contro l'emendamento numero 13 e a favore invece dell'emendamento numero 16.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, io farò ora, signor presidente Cappellacci, una dichiarazione che come oppositore non dovrei fare, ma la debbo fare perché lei oggi, in questo momento, ha un'opportunità storica che sta a lei cogliere al balzo. Lei ha la possibilità, in questi pochi minuti che ci separano dalla votazione, di dimostrare di essere il Presidente della Regione autonoma della Sardegna oppure di essere il Presidente di una parte di questo Consiglio regionale.

Le esigenze della Sardegna impongono, sottolineo impongono, che questo Consiglio regionale, il Parlamento dei sardi, riesca a esprimere - su questa rivendicazione strategica- una unitarietà di intenti. E lei, Presidente, ha già, con l'emendamento numero 16, larga parte di questo Consiglio a favore della zona franca. Tutta l'opposizione è concorde, responsabilmente concorde, ma lo è anche una parte dell'ex maggioranza, una parte significativa rappresentata dal partito del P.S.d'Az. che è storicamente legato a questa vicenda, da una parte del Gruppo Misto che fa parte della maggioranza, da una parte dell'ex P.d.L.. Io vorrei a questo punto interpellare lei, non mi rivolgo alle altre forze politiche, perché noi siamo di fronte alla scelta fra un emendamento della Giunta regionale firmato (anche questo è un dato politico significativo su cui voglio che si soffermi l'attenzione del Consiglio) dall'assessore Zedda, e un emendamento firmato dal Consiglio; anche il Presidente della Commissione autonomia avrebbe dovuto tenere conto di questo e quindi facciamo in modo di non indebolire, presidente Cappellacci, la possibilità che ella può avere in questo momento di interloquire in maniera importante con il Governo nazionale, perché sia il comma 1 dell'emendamento numero 16 "nel rispetto della normativa dell'Unione europea il territorio della Regione costituisce zona franca...

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo innanzitutto per dire all'onorevole Pittalis che io ho presentato in Commissione il mio punto di vista, quello di un consigliere regionale del P.D. e so bene che viceversa la posizione del P.D. è solamente quella rappresentata dal Presidente del nostro Gruppo che è Giampaolo Diana. Ho presentato la mia posizione, anche diversa per certi aspetti rispetto a quella del mio Gruppo, chiarendo il mio punto di vista.

Innanzitutto mi rifaccio all'intervento che ho svolto in discussione generale, in cui insieme a tanti altri ho contribuito a smontare la inattendibilità di quell'articolo che prevedeva dovessimo mutuare nello Statuto della Regione sarda quanto previsto per Livigno e Campione d'Italia. Quella roba lì non ha alcun senso. Ho cercato di dire - e lo ripeto anche ora - che cose di questa importanza e di questa gravità non possono essere trattate con la leggerezza con cui le stiamo trattando anche oggi in quest'Aula, dove con una parola, più o meno, cambiamo le cose in maniera radicale.

Ho cercato di riportare a una discussione seria, pacata, attenta, responsabile la Commissione su alcune cose che il cosiddetto emendamento di sintesi riportava, perché la sezione 3 che riguarda le zone franche del codice doganale non si conclude con l'articolo 243, c'è anche l'articolo 244, ci sono gli articoli 245 e 246. Abbiamo valutato bene che cosa comporta tutto questo? A me pare proprio di no. Io credo che norme di questo peso meritino una discussione che noi non stiamo facendo. Stiamo solamente lucidando bandiere per la prossima campagna elettorale. A me questo non interessa. A me interessa parlare di cose che siano di sostanza per questa Regione. Avrò modo di parlare poi sui singoli articoli per cercare di specificare per quale motivo né una posizione né l'altra mi hanno convinto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Anch'io voglio lanciare un appello a tutto il Consiglio perché siamo ancora in tempo a fermarci un attimo e a dimostrare a noi stessi, e al popolo sardo che ce lo chiede, che in maniera unitaria possiamo chiedere e rappresentare quei diritti da troppo tempo negati. Voi stessi ci avete ricordato in quest'Aula, più volte, che eravate sulla stessa barca quando si novellava l'articolo 8 dello Statuto sulla vertenza entrate. Noi oggi possiamo dire altrettanto per questa proposta di legge che avete portato. Io ritengo che il grande lavoro che è stato fatto in Commissione oggi non possa che risolversi con un voto non unitario di quest'Aula.

Io chiedo al Presidente del Gruppo del P.d.L., che so persona sensibilissima, che si possano fermare i lavori un attimino per cercare davvero di trovare una via che ci veda in maniera unitaria rispondere alle richieste di tutte le persone che stanno fuori del Palazzo e di tutte quelle che hanno fatto un grandissimo lavoro per portare all'interno di quest'Aula un argomento di tale importanza, come sottolineava adesso il presidente Soru.

Davvero dobbiamo fermarci un attimo, dobbiamo avere la serietà e la responsabilità oggi di dare un segnale forte a quel Governo, a quello Stato, che da sempre è stato patrigno rispetto alla Sardegna e rispetto anche a questa istituzione. Non dimentichiamo che il 90 per cento di questo Consiglio regionale è composto da rappresentanti di quegli stessi partiti che in questo momento rappresentano la maggioranza del governo Letta e questo ci deve indurre a riflettere seriamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, chiedo una breve sospensione dei lavori, se è possibile.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 16, viene ripresa alle ore 18 e 32.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Eravamo in fase di votazione dell'emendamento numero 16, sul quale è stata chiesta la votazione nominale.

(Interruzioni)

Colleghi, le dichiarazioni di voto erano già concluse. Non c'erano altri iscritti!

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Aveva preso la parola il Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, proprio perché non c'erano più iscritti a parlare ho dato la parola alla Giunta che ha chiesto una sospensione, per trovare una sintesi che possa portare a una approvazione unanime.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Prendo atto che c'è un termine per l'iscrizione…

PRESIDENTE. Non c'è un termine, onorevole Sanna, mi scusi, non c'erano più iscritti a parlare. E' stata chiesta la sospensione perché dovevamo mettere in votazione l'emendamento. Faccia la sua dichiarazione di voto, onorevole Sanna, però le cose stanno in questi termini!

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). C'è un problema di fondo che quest'Aula ancora non vuole capire, io non vorrei pentirmi di essere il primo firmatario di questa proposta di legge; non vorrei pentirmi di aver fatto uscire da quest'Aula una legge inapplicabile, perché a questo stiamo lavorando. Da una parola, da una "inversione a U", da un qualcosa di improponibile stiamo passando a qualcosa di irrealizzabile! Io pensavo che la sospensione, chiesta dal presidente Cappellacci, servisse a fare il punto sulla situazione, non è con il taglia e cuci, mettiamo e spostiamo, che riusciamo a fare cose che devono essere fatte nel modo più giusto.

Il rischio vero è che noi faremo, in questo momento, così come avete deciso - e avete deciso voi - una legge che non si potrà applicare in alcun modo. Però ve ne dovete assumere la responsabilità, non è detto infatti che chi la vota è per la zona franca, chi non la vota è contro la zona franca, anche perché in Commissione avete detto che l'articolo 10 non si doveva toccare perché era concordato con il Governo italiano tanto che nessuno di noi in quel momento di mediazione ha avuto di che dire, abbiamo accettato tutti per la grande disponibilità che stavamo dimostrando.

Questa disponibilità non può essere interpretata pertanto come un segnale di debolezza, ma non possiamo neanche pensare che ci sia tanta arroganza da scrivere da soli questa proposta di legge. Questa proposta di legge non è la medaglietta da mostrare fuori dal Palazzo perché siamo alle porte di una tornata elettorale! Stiamo sbagliando tutti facendo questo calcolo, stiamo sbagliando tutti! Questo non è il percorso che noi Sardisti avevamo immaginato, si sta facendo un percorso completamente diverso e, di conseguenza, non ci presteremo assolutamente al silenzio e denunceremo fino in fondo ciò che voi state sbagliando volutamente.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento di sintesi numero 16.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si sono astenuti: La Presidente Lombardo - Pitea.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 64

astenuti 2

maggioranza 33

favorevoli 31

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 13.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto).In tre minuti analizziamo l'emendamento numero 13, perché io vorrei che chi sta facendo questa operazione e chi l'aiuta non votando ne sia consapevole. La zona franca della Sardegna sarà disciplinata dalle norme dell'Unione europea, ci mancherebbe, dalle leggi dello Stato italiano, ma attenzione, voi dite: "da quanto previsto dall'articolo 10", all'articolo 10 si prevede che le esenzioni, le detrazioni e le agevolazioni fiscali possono essere fatte soltanto con riferimento ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, quindi dovete dire fuori da questo Palazzo che la zona franca della Sardegna è nelle mani del Parlamento italiano, totalmente nelle mani del Parlamento italiano, fuorché per una parte, quell'articolo 10 dove noi diciamo che le esenzioni le facciamo laddove autorizzate dallo Stato, ma di fatto ci stiamo caricando i costi!

Voi infatti non dite chi dovrebbe pagare la differenza di gettito fiscale di un eventuale collocazione della Sardegna in zona extradoganale, però il riferimento all'articolo 10 dice che va lì! State facendo una cosa grave! Vi prego di capire che state facendo una cosa grave! La state facendo spaccando a metà il Consiglio: 31 a 32! Non c'è uno straccio di riferimento alla potestà della Regione sulla sua zona franca, niente! Lo capite? Che cosa direte a chi pensa che domani la benzina alle pompe si pagherà di meno? Gli dovrete dire: "se ce lo consente Saccomanni"! Gli avete promesso che avreste abbassato l'IVA o l'IRE, cosa gli dite: "se ce lo consente Saccomanni"? Per la prima volta nello Statuto della Sardegna noi tautologicamente scriviamo che viene regolata dalle leggi dello Stato italiano. Che state a fare? Pensateci per favore!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Abbiamo perso un'occasione, prendiamone atto: noi non realizzeremo la zona franca in Sardegna! E' una sconfitta, io mi sento il primo, di tutti, sconfitto perché ci ho creduto molto, mi sono battuto anche nel mio campo politico, ma noi stasera certifichiamo che non realizzeremo la zona franca, questa è la realtà. Ci siamo impegnati, abbiamo fatto un lavoro, abbiamo convinto persone, abbiamo lavorato per l'unità, molto complicata, e oggi solo per una questione terminologica, una questione di termini, noi stiamo rinunciando alla zona franca, questa è la realtà!

Io farò un'Assemblea paese per paese, con i miei soldi, utilizzando il termine "zona franca" perché nella prossima legislatura spero di trovare un gruppo dirigente che ripresenti la proposta e ricostruisca un sistema fiscale sardo; avrò la forza di andare a parlare con tutti quegli attivisti e dire che li state prendendo in giro, è una vergogna questa, è una vergogna! Mi sento deluso perché con voi io ho lavorato in questi giorni e con voi stavamo costruendo un percorso di unità da portare a Roma, per cercare di inserirlo all'interno della legge di stabilità.

Oggi stiamo certificando che la zona franca non la facciamo, ve lo dico cari amici dei Comitati, noi con questa porcheria non facciamo la zona franca perché se non siamo uniti la zona franca non si fa e non si fa per colpa del Presidente che non ha fatto il Presidente: ha fatto il capo fazione! Quando Soru ha modificato l'articolo 8 aveva tutto il Consiglio dalla sua parte, o quasi. Va bene, siete andati anche a Roma! Va bene, onorevole Dedoni, chiudo perché tanto stiamo perdendo tempo. La zona franca non si fa e non si fa anche per merito vostro!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, solo per dire ai cari colleghi Maninchedda ed Efisio Arbau che non è per una questione terminologica che non si sta facendo, ma per una questione sostanziale. Effettivamente il tema numero uno rimane: chi paga per questa zona franca? Si è fatto credere che ad aprile o a maggio la benzina sarebbe costata un terzo in Sardegna; si è fatto credere che non ci sarebbe stato bisogno di alcunché perché tutto sarebbe stato rivoluzionato; e, ancora, si è fatto credere che in Sardegna si sarebbe potuto vivere senza pagare l'Iva andando al supermercato.

Ed è stato fatto credere a qualcuno che sarebbe accaduto in Sardegna come a Livigno. Tanto gliel'hanno fatto credere che l'hanno scritto, hanno avuto l'ardire di scrivere in una proposta di legge da presentare in Consiglio regionale che tutta la Sardegna sarebbe stata come Livigno. È evidente che non c'è nessun interesse a fare una vera politica fiscale in Sardegna, altrimenti si sarebbe potuto fare.

Ma anche ad Arbau dico: chi paga? E' molto chiaro chi deve pagare, perché io ho stampato in fronte una risposta granitica del Vicepresidente del Consiglio Alfano che dice: "La Sardegna ha diritto alla sua legge, naturalmente a saldo zero per lo Stato". Che vuol dire che per ogni sconto fiscale che faremo non solo ce lo dobbiamo pagare noi, ma dobbiamo pagare anche quel 30 per cento che spetta allo Stato. E' scritto su tutti i giornali, è una dichiarazione fatta tre giorni fa da Alfano.

Il Presidente si è lamentato che il mio caro collega Francesco Sanna aveva sabotato chissà che cosa, io dico che non ha sabotato proprio nulla, siete voi che vi state sabotando da soli. Siete pronti a dire ai sardi che stiamo parlando di una cosa che comunque deve essere a saldo zero per lo Stato? È così! Non hanno il coraggio di dirlo, è più facile fare demagogia soprattutto a poche settimane dalla campagna elettorale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, anche io non posso che esprimere il mio rammarico per aver fatto un appello in extremis che è andato purtroppo a vuoto. Però sul problema della zona franca, l'abbiamo detto ieri, non siamo più in discussione generale perché la maggioranza ha purtroppo deciso un'accelerazione improvvisa sull'approvazione della legge e non ha voluto cogliere l'opportunità che non solo l'opposizione, ma anche parte della 'ex maggioranza, ha dato.

Vogliono andare a testa bassa rinunciando a un'ipotesi di zona franca. Abbiamo detto ieri che la zona franca non è la panacea di tutti i mali, abbiamo detto che bisogna verificare e integrare l'articolo 12 con l'articolo 10, che non bisogna dimenticare assolutamente l'articolo 8 e che bisogna fare un passo avanti sull'articolo 9 dello Statuto, ci sono degli emendamenti in tal senso; abbiamo anche detto che la zona franca poteva essere individuata come un'opportunità per dare qualche margine in più, relativamente alla questione della fiscalità di vantaggio in Sardegna, in coordinamento con l'articolo 10.

Non si è voluto seguire questo percorso unitario che rafforzava la posizione della Giunta e del Consiglio, e si è andati alla frattura. La votazione è stata palesemente la fotografia della debolezza della Giunta e del Consiglio regionale nel chiedere sia la modifica dell'articolo 12 che dell'articolo 10. Non vorrei esagerare, ma questa spaccatura del Consiglio regionale, è stata voluta pervicacemente dalla maggioranza rappresentata anche dal Presidente della Commissione autonomia, e questo è un ulteriore elemento politico che voglio sottolineare.

Io vorrei leggere in conclusione, se ho il tempo, una parte dell'articolo 14 dello Statuto dalla Valle d'Aosta, inapplicato, poi avremo modo di capire perché. "Il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca". Questa disposizione della linea extradoganale su cui avete voluto pervicacemente insistere è nello Statuto della Valle d'Aosta, qualcuno si dovrà chiedere perché la Valle d'Aosta ha deciso di non utilizzarla. Perché dobbiamo andare sul merito delle cose e capire quello che è utile, non le bandiere da sventolare da domani mattina in poi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.).Presidente della Regione. Presidente, intervengo solo per dire che ho apprezzato l'intervento dell'onorevole Soru, perché almeno una volta tanto ha fatto chiarezza, cioè è andato oltre le dichiarazioni di maniera che scaricano sulla Giunta e sul sottoscritto la volontà di spaccare, quando invece il sottoscritto ha ricercato l'unità in tutte le sedi, l'ha sempre predicata, senza mai avere una risposta positiva, costruttiva, una possibilità di confronto e di dialogo. Oggi si vorrebbe far credere che il sottoscritto vuole spaccare il Consiglio? Ma grazie onorevole Soru, perché almeno lei con il suo intervento coerentemente ha detto le ragioni della contrarietà alla zona franca, ne prendiamo atto purtroppo dolorosamente. Però la ringrazio!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, ho il privilegio di poter parlare, cosa che è capitata a pochissimi, immediatamente dopo il Presidente della Regione in quest'Aula su questo argomento, e lo faccio per prendere atto che tutte le dichiarazioni rese in questi mesi erano davvero, come dicevo ieri, degli spot elettorali. Spot elettorali che, come tali, sono il più delle volte ingannevoli; ed è emerso con chiarezza, Presidente Cappellacci, che lei la zona franca non la vuole, non le interessa. È emerso inoltre con chiarezza che non è invece affatto chiaro che cosa voglia, mentre è evidente che lei vuole arrivare alle prossime elezioni per poter sbandierare uno spot elettorale.

Questo comportamento non è serio, Presidente, se lei davvero credeva in un percorso realizzabile, in un obiettivo conseguibile, aveva il dovere di creare le condizioni affinché il Consiglio regionale approvasse una legge attuabile. Così non è. Quando sento dire dall'onorevole Sanna che si sente tentato di togliere la firma da questa proposta di legge in discussione, credo che quella frase rappresenti la sintesi di quello che stiamo vivendo oggi. Presidente Cappellacci, si assuma la responsabilità fino in fondo di aver promosso qualche mese fa la discussione e di essere oggi il principale responsabile del risultato non conseguito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Presidente, tralasciando gli aspetti politici, dovremmo riflettere sugli interventi dell'onorevole Soru e dell'onorevole Maninchedda, in particolare, che hanno rappresentato delle criticità su aspetti tecnici che secondo me sono insormontabili. Questo significa che stiamo approvando un dispositivo che davvero potrà fare pochissima strada.

Ci avete detto a più riprese che noi potevamo in maniera forte lanciare un messaggio, altrettanto forte, a uno Stato che sinora era stato uno Stato patrigno; abbiamo fatto di tutto per cercare questa unità che è stata chiesta da voi, sembrava che fossimo davvero arrivati al punto di convergenza che tutti auspicavamo, dopo diverse settimane di durissimo lavoro, poi ci si è fermati, e io veramente non riesco a capire. Sono convintissimo che da quella parte la pensate davvero come noi, solo che, chissà perché, non volete dimostrare che questo Consiglio in maniera unitaria poteva rivendicare dei giusti diritti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ci sono delle cose sulle quali non si può fare finta di niente; voi avete una predisposizione alla sindrome di Stoccolma, cioè siete abituati a dipendere economicamente da uno Stato che decide quanto ci deve dare, quando ce lo deve dare e se ce lo deve dare. Anche oggi perdiamo un'occasione unica. Il senso di libertà che dal punto di vista economico un popolo deve avere è facile e comprensibile: se uno dipende economicamente da altri sarà sempre legato alle aspettative e soprattutto alla volontà altrui.

Oggi avevamo la possibilità di tentare di eliminare questo problema, voi invece lo state scrivendo a caratteri cubitali; io francamente mi meraviglio, e la giustificazione non può essere che "una rondine non fa primavera", presidente Cappellacci, perché il pensiero pur rispettabile dell'onorevole Soru è il pensiero dell'onorevole Soru, ma se presentiamo emendamenti di sintesi firmati da tutti i presentatori degli emendamenti, rappresentanti di tutte le opposizioni, mi deve spiegare se il pensiero dell'onorevole Soru può disturbarla così tanto da impedirle di ragionare su una volontà comune. Vi accontentate cioè di fare una legge inapplicabile, schiavizzandovi e confermando per iscritto che siete dipendenti.

Onorevole Lotto, io non ho detto che ritiro la firma, ho detto che mi pento o, meglio, sto rischiando di pentirmi di aver presentato questa proposta di legge e di avervi dato la possibilità di discutere di zona franca in quest'Aula, cosa che voi non avevate manco pensato, e nel momento in cui lo pensate lo fate nel modo sbagliato e proprio all'ultimo momento. Questo è qualcosa che dovremo spiegare all'esterno, e lo spiegheremo anche noi perché i movimenti sono fatti da persone intelligenti che capiscono, e non bastano gli slogan e le false promesse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, francamente sono rimasto sconcertato dall'intervento del presidente Cappellacci che dichiara di non accettare l'accusa, che gli è stata rivolta dalla maggioranza, di voler dividere il Consiglio, perché lui ha cercato di unire. Sì, ha cercato di unire ma arroccando la sua maggioranza su un, ribadisco, inutile e sterile tecnicismo sul termine "extradoganale".

Io ritengo che questo arroccarsi, in maniera davvero non spiegabile, sia solo l'effetto di una scelta che ho già definito miope e che adesso definisco anche cinica, assunta semplicemente per blandire una piccolissima frangia di elettorato; e parlo di elettorato e non di persone perché viene fatta solo con una motivazione cinica e spregevole: siamo in campagna elettorale quindi dobbiamo dividerci, si devono rimarcare le differenze.

Ma quali differenze? Questo Consiglio sulla zona franca in Sardegna, al di là delle dichiarazioni dell'onorevole Soru, giustissime dal suo punto di vista ma non condivise dagli altri 79 consiglieri, in Commissione aveva trovato un accordo; poi si è deciso di dividere questo Consiglio, magari per rimarcare in campagna elettorale che "io sono il buono e loro sono i cattivi"? Il suo intervento che ha evidenziato l'intervento dell'onorevole Soru, ma non certo tutti quelli degli altri consiglieri, è solo espressione di cinismo.

Ma, attenzione, il cinismo è dimostrato anche da un altro aspetto: oggi qui in questo Consiglio siete maggioranza però questa è una proposta di legge nazionale, che deve essere approvata nei due rami del Parlamento; e per essere approvata nei due rami del Parlamento, in particolare alla Camera dove questa maggioranza è minoranza, avrebbe avuto bisogno di dimostrare di essere stata voluta da tutti, al di là dei partiti, al di là delle posizioni! Voi avete scelto di dividerci per incassare un miserabile gettone elettorale oggi, rinunziando a quella che poteva essere davvero una tappa se non storica comunque almeno unica: la capacità dei sardi di autodeterminarsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, quando il Presidente Cappellacci ha chiesto la parola pensavo che finalmente rispondesse a una, non dico a due perché sarebbe una pretesa eccessiva, ma almeno a una delle domande che gli sono state poste in due giorni di dibattito. E invece manco per nulla, continua a tacere! Ma perché non risponde anche alle domande poste dal presidente Soru? Il presidente Soru la settimana scorsa, e anche quest'oggi, ha posto, così come tanti altri colleghi e in ultimo anche l'onorevole Campus, una serie di domande a lei, Presidente, che continua a essere abbastanza irrispettoso nei confronti dell'Aula, perché telefona, fa quello che vuole, ma per carità è lei il padrone di quest'Aula, almeno della maggioranza, e non glielo possiamo impedire.

Noi le abbiamo chiesto di venire in Aula per spiegare ai sardi… presidente Lombardo, io rinuncio a parlare perché il Presidente della Regione continua a essere in quest'Aula un soggetto passivo. Ieri il collega Pittalis ha detto che è onorevole vendere tappeti, sono d'accordo anch'io ma credo che non sia nemmeno un venditore di tappeti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, colleghi, oggi si perde un'occasione unica e si perde per una responsabilità esclusivamente vostra, consumata con un calcolo cinico sulla pelle dei sardi. Noi, però, siamo molto sereni perché i sardi non sono imbecilli e non sono nemmeno creduloni. Il presidente di Confindustria quando è stato audito in Commissione, a proposito di zona franca e del presidente Cappellacci, ha parlato di abuso della credulità popolare; ecco, io penso che questo sia solo un tentativo di abuso della credulità popolare, perché i sardi non sono creduloni, Presidente, checché lei ne pensi, e hanno capito bene qual è l'inganno e con quale cinismo voi volete consumare questo strappo.

Sapete benissimo che la zona franca non si farà, perché questa che proponete non è una zona franca, non si farà per responsabilità vostra, e vi verrà anche presentato il conto perché avete sbagliato i calcoli: se pensavate di poter utilizzare questa bandiera in campagna elettorale, vi converrà ammainarla da adesso, perché questa bandiera in campagna elettorale non ve la faranno utilizzare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, tutto può venire a dire in quest'Aula il presidente Cappellacci fuorché che abbia cercato l'unità; l'unità non l'ha mai ricercata, mai, e ha lavorato sempre in modo solitario su tutti i temi. E non si può dire neanche che questo Consiglio non abbia offerto, come ha tentato di offrire in questi giorni, percorsi unitari. Se all'interno del nostro Gruppo c'è stata una critica e una discussione è stata proprio sulla scelta verso la ricerca, a volte esasperata, di un lavoro unitario su temi che noi abbiamo ritenuto importanti. Basterebbe rileggere gli ordini del giorno presentati su temi quali la vertenza entrate, il Patto di stabilità, il federalismo fiscale, per verificare che in quegli ordini del giorno, approvati all'unanimità da questa Aula, erano previsti percorsi e proposte chiare che lei, Presidente, non ha mai rispettato.

Le voglio ricordare che questo Consiglio si è riunito insieme agli stati generali, ai parlamentari, alle organizzazioni di categoria, e ha discusso e tracciato un percorso che lei ancora non ha voluto rispettare! In questi giorni abbiamo lavorato in modo concorde, terminando la discussione in Commissione, approvando gli emendamenti che noi non abbiamo voluto ritirare, io lo voglio ricordare, li avete ritirati voi perché avete ritenuto opportuno rimetterli in discussione, non sappiamo con chi e perché.

C'erano tre emendamenti concordati che avevano un senso perché il tema è questo, abbiamo cercato di costruire tre emendamenti che avessero un minimo di senso e voi volete proporre, lei, presidente Cappellacci, vuole proporre un emendamento privo di senso che è un imbroglio per i sardi, che non porterà a niente, che porterà al fallimento anche di questo obiettivo.

Quindi non ci venga a dire che siamo noi che rompiamo l'unità, perché tutta questa Aula, o buona parte di questa Aula, le sta chiedendo un percorso unitario e una scelta che veda su questo tema l'unitarietà di questo Consiglio, ma lei si ostina a non voler accettare questa richiesta per poter utilizzare strumentalmente, in modo demagogico e populista, anche questo tema pur avendo fallito su tutti i temi e avendo portato la Sardegna al disastro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, quando i miei colleghi di Gruppo oggi mi hanno riferito di aver fatto un buon lavoro nella prima Commissione avendo raggiunto un accordo ritenuto soddisfacente sia per il centrosinistra che per il centrodestra non ci ho creduto più di tanto. Infatti ho chiesto loro se il Presidente della Giunta fosse stato presente in Commissione nel corso di questo lavoro e quando mi hanno riferito che era a Bosa a farsi un po' di campagna elettorale ho rilevato che Cappellacci certamente non avrebbe accettato una conclusione positiva, un accordo politico che fosse un accordo serio, un accordo nell'interesse della Sardegna. I comportamenti che il presidente Cappellacci sta tenendo stasera in questa Aula, e anche le accuse poco corrette espresse nei confronti dei componenti di questo Consiglio, confermano quanto io purtroppo prevedevo.

Ma se dal presidente Cappellacci ci si può aspettare questo e altro mi meraviglio molto, e mi rivolgo soprattutto ai colleghi del centrodestra, ai componenti della prima Commissione e, in modo particolare, al Presidente della Commissione che, a detta dei miei colleghi di Gruppo, ha svolto un ottimo lavoro in Commissione, del fatto che tutti loro abbiano cambiato idea (e vorrei sapere come lo giustificano) nel tempo del tragitto del presidente Cappellacci da Bosa a Cagliari.

Lei, Presidente, vuole apparire come l'unico portatore della bandiera della zona franca, forse qualcuno ci crederà ancora, ma in questi mesi lei non ha fatto altro che portare avanti illusioni, promesse demagogiche che è convinto le potranno tornare utili in campagna elettorale.

Presidente, il sardo non ha più l'anello al naso, i sardi hanno capito che la sua gestione, il suo operare è un operare dannoso, è un operare fallimentare per la Sardegna. Lei con il comportamento tenuto oggi in Aula certifica ancora una volta il suo totale fallimento. Le ricordo solo che lei ha sulla coscienza la perdita per le casse della Regione di 1 miliardo e 600 milioni di euro derivanti dalla riscrittura dell'articolo 8 dello Statuto, frutto di una battaglia forte che il centrosinistra e tutto questo Consiglio regionale nella passata legislatura assieme a tutti i sardi avevano vinto nei confronti del potere nazionale.

Lei si è rifiutato di continuare quella battaglia nei confronti del Governo nazionale mettendosi anche a ridere del fatto che il centrosinistra aveva occupato questa Aula per costringerla ad avere un confronto serio, forte con il Governo nazionale mentre lei invece si è accontentato della famosa letterina del sottosegretario Vegas e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S. d'Az.). Presidente, noi sardisti siamo i presentatori di questa proposta di legge e credo che il dibattito di ieri e l'esperienza della Commissione di stamattina ci avessero consegnato un percorso che consentiva di delineare un perimetro di percorribilità sul percorso della sovranità fiscale e della zona franca reinterpretata come l'abbiamo raccontata ieri, e cioè sostanziata da significati nuovi. Abbiamo spiegato perché integrale, sia sotto il profilo territoriale sia sotto il profilo della combinazione tra le diverse modalità e cioè di consumo, di produzione e doganale.

Oggi si sta invece cedendo a un approccio di sudditanza che non riusciamo a capire, perché sostenere che questa zona franca sia disciplinata da leggi dello Stato piuttosto che da un trasferimento di funzioni e di competenze in favore della Regione sarda nega lo spirito che ci aveva animato nel voler delineare questo istituto rispetto al quale non dobbiamo neanche inventare alcunché, ci sono esperienze internazionali e qualcuna è stata rievocata in questa Aula nel dibattito di ieri.

Non esiste un precedente nelle esperienze internazionali presentate all'Unione europea che preveda questa stesura di testo. Non è un problema superato, anche negli interventi in cui si è detto che la zona franca va rivisitata, superata rispetto al contesto internazionale attuale, al federalismo fiscale, è il contenuto della sostanza che va forse rivisto perché non credo che in Portogallo, quando il Governo ha chiesto la proroga per la zona franca della isola di Madera, o in Spagna quando è stata prorogata la Zona Especial Canaria, la ZEC, ci fosse un impazzimento collettivo. Questo strumento va sostanziato di contenuti che siano un'avanguardia rispetto alle elaborazioni di decenni fa, però ha ancora un suo senso di esistere.

Scusate se rubo ancora un minuto, nell'articolo 46 dello Statuto della comunità autonoma delle Canarie c'è scritto con chiarezza che le Canarie hanno un regime fiscale speciale autonomo, non c'è scritto che si rimanda alla legge organica spagnola la disciplina della zona franca. Quindi vi chiedo, perché so che ci sono persone di buon senso con competenze e capacità in questa Aula nella maggioranza, prima di compiere questo destino che sembra predestinato soffermiamoci un attimo e facciamo prevalere il buon senso rispetto a questo tema che ci unisce piuttosto che dividerci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 13.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Randazzo ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Dedoni - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stocchino.

Si sono astenuti: La Presidente Lombardo - Cuccureddu - Pitea.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 65

astenuti 3

maggioranza 33

favorevoli 35

contrari 30

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Colleghi, io capisco ciò che succede nella" polemica d'Aula" però sono sicuro che il Presidente della Regione accetti che chi ha un'idea diversa della zona franca non sia per questo contrario alla zona franca, io sono tra questi. Mi sono impegnato tanto su questi temi e quindi anche se si dissente non credo che si possa iscrivere in due colonne le persone con eccessiva facilità.

Voi state per votare un articolo, lo dico all'Assessore del bilancio, lo dico al Presidente della Regione, lo dico a tutti i colleghi, in cui la zona franca la pagano i sardi e la regola lo Stato italiano, state votando questo! La pagano i sardi, la regola lo Stato. Lo stesso Stato che per secoli ci ha imposto un fisco ingiusto, lo stesso Stato che domani farà aumentare la benzina di 15 centesimi, lo stesso Stato che non ci ha dato le compartecipazioni per decenni, lo stesso Stato che quando ci ha finanziato l'industrializzazione l'ha finanziata con l'ENI e poi si è ripreso quello che aveva detto di aver erogato.

Voi state votando la zona franca regolata e gestita dallo Stato italiano senza che la Regione autonoma della Sardegna possa metterci il becco, ma ci metterà i soldi. Avete votato un dettato legislativo che dice che noi paghiamo la zona franca; questa è una cosa grave, è una cosa grave che non sarebbe mai stata pensata in cinquant'anni di autonomia. E io penso che l'autonomia sia una condizione servile della politica, ma neanche una condizione servile avrebbe mai prodotto un risultato così kafkiano: dare le chiavi di casa a chi ti ha privato della ricchezza per secoli e, per di più, dargli i soldi per regolare casa nostra. E' un risultato folle!

Io credo che sarebbe stato più giusto ascoltare gli esperti del Consiglio, gli esperti dell'Università, piuttosto che essere subornati da interpretazioni non supportate da alcun fondamento. Siamo arrivati a un risultato catastrofico: regola lo Stato e paghiamo noi. Io voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, il Presidente della Regione prima ha detto di avere apprezzato il mio intervento, io non posso dire altrettanto del suo; non l'ho apprezzato per niente perché, come sempre gli capita, non entra nel merito delle questioni e cerca di buttare la palla per aria e parlare d'altro. Qualche giorno fa parlando di Piano paesaggistico regionale mi ha accusato di aver discrezionalmente approvato circa 2 miliardi di metri cubi di nuove costruzioni attraverso le Intese di programma, tre giorni dopo il Capo di Gabinetto dell'Assessorato dell'urbanistica ha detto che erano alcune decine di migliaia di metri cubi, quindi due ordini di grandezza. Questa è la dimensione delle bugie: due ordini di grandezza; è il suo stile, però dovrebbe iniziare anche a farne a meno, perché è finita la legislatura e, prima o poi, dovrà rendere conto delle cose fatte e non solamente delle cose dette.

Vorrei poi tranquillizzare l'onorevole Maninchedda, nel senso che i sardi non pagheranno nulla per questa zona franca, semplicemente perché questa zona franca non esisterà mai, questa zona franca non potrà essere approvata dal Parlamento italiano; le cose che sono scritte nel testo servono solamente a fare un po' di propaganda elettorale nei prossimi mesi, quindi non porteranno a niente.

Anch'io mi iscrivo tra le persone favorevoli alla zona franca, ma non a tutte le zone franche, e non a questa zona franca; mi iscrivo alle rivendicazioni che ho cercato anch'io, per quello che mi è toccato fare, di portare avanti negli anni, sempre mettendo assieme responsabilità e diritti: diritti-sovranità-responsabilità. Qui si sta cercando di portare avanti un'idea di zona franca che può piacere a tanta gente, ma che non sta in piedi; è cioè un'idea di zona franca che dovrebbero pagare gli altri, come accade a Livigno e a Campione; su questo si è incentrata la discussione in questo Consiglio regionale, e su questo siamo rimasti.

Io ho cercato di contribuire a migliorare questo testo, compreso il testo che doveva essere di sintesi, ma di sintesi non era, in tutta evidenza. Perché il presidente Cappellacci sa benissimo quello che gli ha detto il Vicepresidente del Consiglio: "La zona franca ve la dovete pagare voi, e anzi, dovete anche rimborsarci quello che non prenderemo noi"; questo va detto ai sardi! La zona franca la devono pagare i sardi, sia per le minori entrate in Sardegna, sia per le minori entrate per lo Stato. Presidente Cappellacci, risponda su questo, lasci perdere me che sono poca cosa, risponda sul merito delle questioni che sono questioni importanti. E aspetto ancora, spero che mi risponda in serata: chi deve pagare?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.). Chiedo la votazione nominale

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Arbau - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stocchino.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 67

Votanti 66

Astenuti 1

Maggioranza 34

Favorevoli 35

Contrari 31

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis e dei relativi emendamenti:

Art. 1 bis
Modifiche all'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948

1. L'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948, e successive modifiche e integrazioni è sostituito dal seguente:
"Art. 10

1. La Regione può disporre esenzioni e agevolazioni fiscali per le imprese e sgravi di imposte nei limiti delle quote dei tributi a essa riconosciute dal presente Statuto.

2. La Regione, nel rispetto della normativa comunitaria e in attuazione dell'autonomia finanziaria, in armonia con l'articolo 119 della Costituzione, ha facoltà di definire con legge il regime delle sue entrate fiscali, istituendo tributi propri anche in sostituzione di quelli statali derivati.".

Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale

Articolo 1 bis

L'articolo 1 bis è sostituito dal seguente:

Art. 1 bis

1. La Regione, al fine di favorire lo sviluppo economico dell'Isola e nel rispetto della normativa comunitaria, con riferimento ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, può:

a) prevedere agevolazioni fiscali, esenzioni, detrazioni di imposta, deduzioni dalla base imponibile e concedere, con oneri a carico del bilancio regionale, contributi da utilizzare in compensazione ai sensi della legislazione statale;

b) modificare le aliquote, in aumento entro i valori massimi di imposizione stabiliti dalla normativa statale o in diminuzione fino ad azzerarle. (9)

Emendamento sostitutivo totale Maninchedda

Articolo 1 bis

L'articolo 1 bis è sostituito dal seguente:

Art. 1 bis

1. L'articolo 10 dello Statuto speciale per la Sardegna, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni e integrazioni, è sostituito dal seguente:

"Art. 10
1. La Regione, nel rispetto della normativa dell'Unione europea, relativamente ai tributi propri e ai tributi erariali il cui gettito sia devoluto in tutto o in parte alla medesima o agli enti locali, può, con propria legge, modificare aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni.
2. Al fine di compensare gli svantaggi economici legati alla condizione di insularità, lo Stato, in conformità con il diritto dell'Unione europea e previa intesa con la Regione, attua nel territorio regionale forme di fiscalità di sviluppo e concorda in sede europea specifiche condizioni per la concessione degli aiuti di stato e l'accesso alle risorse europee.". (11)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Agus - Cocco Pietro - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Corda

Articolo 1 bis

Dopo il comma 2 dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1 bis, comma 1, è aggiunto il seguente:

"2 bis. Nel territorio della Regione Sardegna non è dovuta l'imposta sul consumo dell'energia. Il relativo minore gettito per il bilancio della Regione Sardegna (EC121.015) è compensato con maggiori trasferimenti da parte dello Stato tenendo conto della media dei consumi elettrici in Sardegna negli ultimi cinque anni da rivalutarsi annualmente sulla base dell'andamento dei consumi.". (4)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Cocco Pietro - Agus - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Corda

Articolo 1 bis

Dopo il comma 2 dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1 bis, comma 1, è aggiunto il seguente:

"2 bis. Nel territorio della Regione Sardegna non è dovuta l'imposta di fabbricazione. Il relativo minore gettito per il bilancio della Regione Sardegna è compensato con maggiori trasferimenti da parte dello Stato tenendo conto del gettito medio ditale imposta (EC121.007) negli ultimi cinque anni da rivalutarsi annualmente sulla base dell'andamento delle produzioni.". (5)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Cocco Pietro - Agus - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Corda

Articolo 1 bis

Dopo il comma 2 dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1 bis, comma 1, è aggiunto il seguente:

"2 bis. Nel territorio della Regione Sardegna non è dovuta l'imposta sul valore aggiunto. Il relativo minore gettito per il bilancio della Regione Sardegna (EC121.019) è compensato con maggiori trasferimenti indistinti da parte dello Stato tenendo conto della media del gettito IVA accertato in Sardegna negli ultimi cinque anni da rivalutarsi annualmente sulla base dell'andamento dei consumi. (6)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Cocco Pietro - Agus - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Corda

Articolo 1 bis

Dopo il comma 2 dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 1948, così come introdotto dall'articolo 1 bis, comma 1, è aggiunto il seguente:

"2 bis. Nel territorio della Regione Sardegna non è dovuta l'imposta regionale sulle attività produttive. Il relativo minore gettito per il bilancio della Regione Sardegna è compensato con maggiori trasferimenti da parte dello Stato tenendo conto del gettito medio ditale imposta (EC1 16.015) negli ultimi cinque anni da rivalutarsi annualmente sulla base dell'andamento della base imponibile.". (7)

PRESIDENTE. Poiché non ho iscritti a parlare sull'articolo e sugli emendamenti, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.

ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 9, mentre si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 11, 4, 5, 6 e 7.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

ZEDDA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 9.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Presidente, si riscrive l'articolo 10, il testo della Giunta è un testo concordato con il Governo Letta, questo è chiaro, questo è il cuore dell'operazione che si mette in campo oggi, ed è un cuore importante, è un cuore importante che parte dall'iniziativa di questo Consiglio di ridurre l'Irap con un emendamento, lo ricordiamo, presentato dal P.D., che noi votammo, e che oggi trova, in un articolo che dovrebbe confluire nella legge di stabilità, un quadro normativo più solido.

Io voterò questo emendamento, lo voto con la premessa che ho fatto nell'intervento precedente, e cioè che è stato sbagliatissimo legare la riforma dell'articolo 12 alla riforma dell'articolo 10. Però raccomando una questione alla Giunta; il testo dell'articolo 10 è svantaggioso rispetto all'articolo 73 dello Statuto del Trentino Alto Adige, là dove le deduzioni sono ammesse in ogni caso, ho già segnalato la questione all'Assessore, per cui il problema è aggiungere quel "in ogni caso", perché questa dizione è stata corroborata da una sentenza della Corte costituzionale. Se voi non riuscite ad aggiungere questo termine, per l'ennesima volta lo Stato concorda con la Sardegna un testo più svantaggioso di quello concordato con altre Regioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Annuncio il mio voto favorevole su questo emendamento che tra quelli concordati in Commissione è l'unico che rimane in piedi. Utilizzo questo termine "concordato" anche per precisare, per le persone che stanno fuori da questo Consiglio, che su questo emendamento, e solo su questo emendamento, c'è un accordo con il Governo italiano per inserirlo nella Legge di stabilità, mentre non c'è nessun accordo sull'altro che abbiamo votato precedentemente, quindi significa che la sbandierata zona franca non si fa.

Bisogna essere chiari su queste cose, perché quel testo, scritto con i piedi, non otterrà la possibilità di essere inserito nella Legge di stabilità, e questo lo sappiamo, ne abbiamo discusso molto attentamente stamattina. Noi invece stamattina, tutti assieme, volevamo fare la battaglia per inserire non solo la modifica dell'articolo 10, che l la Giunta ha già concordato con il Governo Letta, ma anche di inserire la modifica dell'articolo 12, e far sì che la Sardegna fosse zona franca: questo non avverrà, purtroppo non avverrà! Questa è la sconfitta anche di Efisio Arbau, nel piccolo, ma soprattutto di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Voterò a favore di questo emendamento, era scritto meglio prima, ma lo voterò lo stesso. Questa disposizione è l'unica cosa che ha un senso, l'avevamo promossa in discussione in Consiglio regionale mi pare nell'ultima finanziaria, ne avevamo parlato pubblicamente, ed è l'unica cosa che ha un senso perché diminuisce il costo del lavoro in Sardegna, fa in modo che il lavoro non sia tassato tre volte: tassato per i lavoratori, tassato per il datore di lavoro e tassato anche con un'imposta regionale. Il lavoro è oggetto del più alto livello di tassazione per cui entra nel dibattito nazionale ed europeo la diminuzione della tassazione del lavoro al fine di favorire la creazione di lavoro. Questo testo consente che quanto abbiamo già approvato in Consiglio regionale, e cioè l'abbattimento dell'Irap in Sardegna a spese della Regione, possa finalmente essere attuato.

C'era bisogno di fare tutte queste storie per una cosa di questo genere? C'era bisogno di ingannare tanta gente per dire che possiamo in maniera ordinata risparmiare sui nostri costi e utilizzare questo risparmio per abbattere la tassazione sul lavoro in Sardegna e creare nuovi posti di lavoro? Non quei 100 mila che aveva promesso lei, Presidente, ma recuperare qualcuno dei 70 mila che in questa legislatura abbiamo perso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Pacta sunt servanda per cui voteremo a favore, come Gruppo, di questo articolo che era stato concordato questa mattina in Commissione. Vorrei però ancora una volta ricordare che era stato concordato anche l'altro emendamento e quindi rimarcare il fatto che con coerenza manteniamo fede agli impegni presi, nonostante in occasione del passaggio precedente sia stato stravolto un accordo che era stato raggiunto all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, brevissimamente per annunciare il voto favorevole sull'emendamento numero 17 e per rimarcare ancora una volta, lo debbo fare, l'opportunità persa per non aver voluto approvare anche l'emendamento numero 16.

(Interruzione)

No, l'emendamento presentato da noi è il numero 17, è simile all'emendamento numero 9, è stato preso per buono il 9, per noi va bene perché guardiamo alla sostanza, però l'accordo in Commissione era stato preso sull'emendamento numero 17, sull'emendamento numero 9 e sull'emendamento numero 16, perché l'accordo stamattina c'era anche sull'emendamento numero 16 che poi, proditoriamente, è stato sconfessato dalla maggioranza, o presunta tale 32 voti a 31.

Con questo emendamento numero 9, simile al 17 e all'11, si dà la possibilità di superare un handicap pesantissimo della Sardegna: i limiti imposti dall'attuale articolo 10, limiti che abbiamo dovuto, ahimè, subire con la decisione del Governo di bloccare la decisione assunta unanimemente, se non ricordo male, dal Consiglio regionale, ma su proposta del P.D. e delle opposizioni in Commissione, dell'abbattimento dell'IRAP in Sardegna. Con questa norma, soprattutto con il punto a), ma anche con il punto b) di quest'articolo 1 bis, noi riusciamo finalmente a esplicare tutta la nostra autonomia impositiva, prevedere le agevolazioni fiscali, le esenzioni, le detrazioni di imposta, intervenendo sulla modulazione della pressione impositiva, sottolineo, sempre a carico del bilancio regionale.

Non solo gli emendamenti numero 9, 17 e 11 ma anche l'emendamento numero 10 prevede che le risorse provengano dal bilancio regionale, bisogna pur dirlo, così come è a carico della Regione anche la modifica dell'articolo 12 dello Statuto. Noi per quel che riguarda il 10 lo diciamo, coerentemente e in maniera responsabile, però sappiamo che pur essendo a carico del bilancio regionale questo Consiglio regionale ha l'autonomia di poter decidere come modulare le esenzioni, la pressione fiscale, quali settori favorire, quali modalità utilizzare per creare lavoro più di quanto non sia possibile fare con le norme attuali. Per cui con queste motivazioni, rimarcando ancora una volta la grossa opportunità politica persa, dichiaro e confermo il mio voto favorevole sull'emendamento in votazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, come è stato detto, il testo dell'emendamento, cioè la modifica dell'articolo 10 del nostro Statuto, è già inserito, o almeno così ci è stato detto dalla Giunta, e dobbiamo credere che l'impegno sarà mantenuto dal Governo, nel testo della Legge di stabilità. Pertanto, ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 54, questa modifica dello Statuto sarà efficace direttamente prima ancora che il testo di questa proposta di legge nazionale possa essere anche solo iscritto all'ordine del giorno di una delle Commissioni parlamentari.

Questo, come dire, mi rasserena nel poter dire che essendo assolutamente favorevole al contenuto dell'emendamento che, come ribadisco, sarà comunque modifica di Statuto per volontà del Parlamento nazionale, su questa votazione in quest'Aula oggi mi asterrò in quanto l'emendamento proposto è inserito in una legge che ottusamente, cinicamente, arrogantemente ma soprattutto inutilmente si è voluto battezzare come legge di parte, e allora per rimarcare questa ottusa stupidità nel dividere quest'Aula io su questo emendamento mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI (P.d.L.). Presidente della Regione. Presidente, la revisione dell'articolo 10 del nostro Statuto è un'occasione storica, è un'opportunità straordinaria, fa sì che noi si possa diventare padroni in casa nostra sulle politiche fiscali; è soprattutto una riforma alla quale abbiamo per tanto tempo aspirato, della quale abbiamo a lungo parlato e oggi arriviamo finalmente a portare a conclusione questo percorso. Condivido in pieno le perplessità sollevate dall'onorevole Maninchedda e le faccio mie. Credo che sia necessario nei giusti momenti, nel percorso, questa revisione inizia oggi, rivendicare quello che è già previsto dall'articolo 73 dello Statuto del Trentino e che, peraltro, è confermato anche da sentenze della Corte costituzionale, quindi sarà nostra cura cercare di ottenere anche quel risultato.

Oggi, comunque, portando a casa questa revisione diamo una risposta importante alla necessità del sistema di avere delle politiche fiscali che vadano incontro alle nostre imprese e ai cittadini in questo momento di grande difficoltà, consolidiamo quella norma importantissima che ha previsto la riduzione dell'IRAP e apriamo alla possibilità di fare altre politiche in questa direzione. Quindi voto senz'altro a favore e credo che questo sia un momento molto importante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente Cappellacci, ci sono due modi di affrontare i problemi con serietà; io ritenevo che il confronto fosse serio e costruttivo, tanto che a fronte della richiesta dell'assessore Zedda che questo emendamento restasse tale e quale (e ne ha spiegato anche i motivi), nessuno in Commissione ha cercato di fare cose diverse da quelle che chiedeva l'assessore Zedda, e i pronunciamenti di voto a favore ne sono la dimostrazione. Ma io non mi sognerei mai di votare contro questo emendamento perché ho anche la curiosità di vedere la risposta "romana", che io spero e voi sperate, sia assolutamente positiva.

Sto già immaginando che i sardi con l'IRAP si risollevano e le altre regioni, invece, continuano a stare come stanno. Io delle altre regioni non mi preoccupo, mi preoccupo della mia perché se finalmente qualcosa dovesse toccarci non mi scandalizzerei certamente, sarei fra i più felici finalmente della grande attenzione. Ma questo è il banco di prova e noi vogliamo verificare insieme a voi questo banco di prova visto che l'impegno il Governo lo ha preso con voi, non con me, non con questo Consiglio, lo ha preso con voi, e noi rispettosi di questo impegno stiamo votando a favore di questo emendamento.

Una risposta finale positiva (la speranza è che sia quella più positiva) è la dimostrazione che noi stiamo costruendo qualcosa; ma qua c'è gente che non vuole costruire niente, che vuole solo sbandierare fuori da questo Palazzo chi è per la zona franca e chi è contro la zona franca. E' pensabile una cosa del genere per quanto ci riguarda? Questo non ci tocca. Qualunque sia il nostro voto stasera non ci tocca perché su questa grande idea ci accompagna la nostra storia. Voi non avete niente, talmente niente che io sono sicuro che qua, senza voler offendere nessuno, la maggior parte dei colleghi non ha letto la legge, né quella iniziale, né quella finale (cioè questo aborto di zone dell'Italia alle quali facciamo riferimento), né tantomeno quella che avete modificato voi, né tantomeno la schiavitù della dipendenza alla quale, ancora una volta, vi siete prestati con lo Stato italiano. Questo è il coronamento di un percorso. Volevate questo? L'avete ottenuto, non certamente la zona franca.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, su questo argomento mi ha già risposto ieri l'assessore Zedda, voterò quindi a favore anche se, mi ha anticipato l'onorevole Campus, io credo, lo dico molto sinceramente, che una cosa siano gli accordi tra la Giunta e il Governo che saranno ratificati dal Parlamento (domani scadono i termini per la presentazione degli emendamenti al Senato), accordi al cui interno naturalmente si cerca di contemperare le esigenze di tutti e che avranno un loro percorso, ma altra cosa sia la nostra volontà di chiedere qualcosa di più al Parlamento di ciò che oggi si può ottenere e che sono sicuro si otterrà.

L'articolo 10 è la dimostrazione, lo dico all'onorevole Sanna, che il nostro Statuto è un freno perché le Regioni a Statuto ordinario a potevano già ridurre l'IRAP, siamo noi che non la potevamo ridurre perché la specialità, lo ripeto, è un freno. Quindi, si tratta di dare le stesse opportunità che hanno le Regioni a Statuto ordinario, però, rendiamoci conto che novellando così l'articolo 10 il nostro Consiglio regionale sta proponendo di cristallizzare ciò che il Parlamento ci può concedere al massimo, stiamo riducendo la funzione legislativa a una mera funzione regolamentare.

Cioè stiamo dicendo che le aliquote le possiamo stabilire nei limiti che lo Stato ci dice e se ce lo dice, come fanno i Comuni per l'ICI o per l'IMU; era molto più importante e pregnante la precedente scrittura dell'articolo 10 proposta dalla Giunta stessa, anche come volontà manifestata di rivendicare con forza questa competenza, anche perché, ripeto, va su binari separati. Questa la otterremo, è un punto fermo, ma non limitiamo la possibilità di rivendicare qualcosa di più e cioè di poter realmente avere competenza legislativa, e poterla esercitare, anche in materia fiscale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). L'onorevole Cuccureddu ha tentato di giustificare quello che non è giustificabile, ripeto, quello che non è giustificabile, perché noi stiamo chiedendo allo Stato di avere maggiore autonomia impositiva e di poter contrattare con lo Stato. Questo emendamento, lo voglio ricordare, è la conseguenza della riduzione dell'IRAP che ha visto per due mesi la Giunta contraria. C'è stata una battaglia feroce in Commissione e poi in quest'Aula per l'approvazione della riduzione dell'IRAP e questo emendamento è stato indotto da quella possibilità.

Poi, però, avete approvato la modifica dell'articolo 12 che stabilisce che la Regione autonoma della Sardegna è posta fuori dalla linea doganale. Ma se siamo fuori dalla linea doganale vuol dire che siamo fuori dal regime impositivo dello Stato. Ma che senso ha approvare questo emendamento? Siete in una contraddizione palese perché avevamo inteso la zona franca come un'area a forte fiscalità di vantaggio e da cui conseguiva una contrattazione con lo Stato che ci potesse permettere di ridurre i tributi propri e dello Stato, per superare le difficoltà di una regione insulare.

Voi vi contraddite perché da un lato chiedete la contrattazione con lo Stato e dall'altro dite che la nostra Regione è messa fuori dalla linea doganale Ma se siamo fuori dalla linea doganale perché dovremmo andare a contrattare con lo Stato? Da domani in Sardegna non si dovrebbero pagare più le tasse, ma siccome state mentendo ai sardi, siccome state imbrogliando i sardi, l'articolo 1 che abbiamo approvato non ha davvero nessun senso e si contraddice con quello che adesso approveremo e che io condivido, per cui voterò a favore.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Francesco Meloni è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettroniico, dell'emendamento numero 9.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 64

astenuti 3

maggioranza 33

favorevoli 64

(Il Consiglio approva).

L'emendamento numero 11 decade.

Passiamo all'emendamento numero 4.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). L'emendamento numero 4 e i successivi numero 5 e 6, Presidente, sono stati presentati allo scopo di sollevare un tema che, alla luce di quanto avete fatto all'articolo 1, cioè di tornare alla formulazione precedente in cui la Sardegna viene posta fuori dal territorio extradoganale, tornerebbe d'attualità. Noi, con questi emendamenti, stiamo semplicemente rilevando che prima di tagliare qualsiasi imposta dobbiamo avere la responsabilità di prevedere nuove risorse o di negoziare con lo Stato come rimodulare le entrate della Regione sarda, altrimenti stiamo facendo delle promesse vuote, vacue.

Relativamente all'idea, presente nella vostra proposta di legge quando fate riferimento a Livigno, di cancellare tout court le imposte di fabbricazione, di tagliare l'IVA, di rinunciare a entrate stimate per 1 miliardo e più, sono parole vuote, sono promesse al vento se non stabiliamo come queste minori entrate sono recuperate dalla Regione sarda, chi le copre, come si paga la sanità, come si coprono le spese obbligatorie di bilancio.

Allora, io credo che lo scopo di questi emendamenti sia nella proposta e voi oggi avete perso un'occasione di fare una battaglia comune su questa proposta di legge per ottenere che la leva fiscale fosse nella piena disponibilità e responsabilità della Regione autonoma della Sardegna. Presidente, poiché vogliamo riportare la discussione nell'ambito della concretezza e non della demagogia, annuncio il ritiro degli emendamenti numero 4, 5, 6 e 7.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter e dei relativi emendamenti:

Art. 1 ter
Modifiche all'articolo 9 della legge costituzionale n. 3 del 1948

1. L'articolo 9 legge costituzionale n. 3 del 1948 e successive modifiche e integrazioni è sostituito dal seguente:
"Art. 9
1. La Regione disciplina l'esercizio delle funzioni di cui agli articoli del presente titolo con legge."

Emendamento sostitutivo totale Maninchedda

Articolo 1 ter

L'articolo 1 ter è sostituito dal seguente:

Art. 1 ter. Il primo comma dell'articolo 9 dello Statuto speciale della Sardegna, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni e integrazioni, é sostituito dal seguente:
"1. La Regione accerta e riscuote i tributi di cui all'articolo 8. La legge regionale, previa intesa con lo Stato, disciplina le modalità di accertamento e riscossione dei tributi erariali compartecipati dalla Regione.". (12)

Emendamento sostitutivo totale Salis - Arbau - Mariani - Stocchino

Articolo 1 ter

L'articolo 1 ter è sostituito dal seguente:

Art. 1 ter

1. Il primo comma dell'articolo 9 dello Statuto speciale della Sardegna, legge costituzionale n. 3 del 1948 è sostituito dal seguente:
"1. La Regione accerta e riscuote i tributi di cui all'articolo 8. La legge regionale, previa intesa con lo Stato, disciplina le modalità di accertamento e riscossione dei tributi erariali compartecipati dalla Regione.". (15)

Emendamento aggiuntivo Arbau.

Articolo 1 ter

All'articolo 1 ter è aggiunto il comma 1 bis con il seguente testo:

"1 bis. Il territorio della Regione autonoma della Sardegna, posto fuori dalla linea doganale e costituita in zona franca interclusa ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto speciale per la Sardegna, è una zona a burocrazia zero, ai sensi della normativa statale che le definisce disciplinandone la costituzione e il funzionamento.". (1).)

PRESIDENTE. Poiché non ci sono iscritti a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.

ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Ci si rimette all'Aula sugli emendamenti numero 12 e 15; uguali, si esprime parere contrario sull'emendamento numero 1.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti numero 12 e 15, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, io so che l'onorevole Maninchedda ha proposto questo emendamento a seguito di un percorso che vi è stato estrinsecato in maniera molto chiara e che voi, comunque, come maggioranza avete rinnegato. Ora, dichiararvi favorevoli solo su questo emendamento che, fondamentalmente, incarica la Regione del dovere, non del potere, di accertare e riscuotere i tributi, sapete che cosa significa? Noi non abbiamo gli strumenti per accertare e quantificare quanto ogni cittadino deve pagare, però per fare contento l'onorevole Maninchedda, dopo avergli negato i fondamenti e i pilastri del suo ragionamento gli volete approvare, anziché i pilastri, l'anta di una finestra!

Io inviterei davvero l'onorevole Maninchedda a ritirarli perché approvare semplicemente un emendamento che dice che comunque l'accertamento delle imposte, quindi l'attività della Guardia di finanza, l'attività dell'accertamento e di controllo, ricade sulla Regione non rappresenta un qualcosa di consono all'importanza del ragionamento che egli ha fatto e neanche a quanto dichiarato, giustamente, dagli anni di storia del Partito Sardo. Certamente poi si potrà dire che la legge regionale, previa intesa con lo Stato, disciplina la modalità di accertamento, ma credo che al giorno d'oggi, per l'organizzazione che voi avete lasciato in questa Regione, l'unica intesa che si possa trovare con lo Stato stia nel dire: "noi l'abbiamo scritto ma continuate a farlo voi perché non siamo capaci di farlo".

Se questo emendamento non verrà ritirato, mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). L'emendamento riflette uno stato di cose che è già applicato in Italia, è applicato nella Regione Friuli dove i tributi fluiscono nelle casse della Regione e la quota dello Stato viene versata dalla Regione Friuli allo Stato. Mi pare sotto gli occhi di tutti che noi dobbiamo fare questo passo dopo che lo Stato si è preso, con la Tesoreria unica, i depositi degli enti locali della Regione e dopo che una Regione dichiara di voler gestire la leva fiscale.

E' chiaro che l'emendamento parla di un'intesa con lo Stato che diversamente non si potrebbe fare, ma non è una cosa sulla luna. Sugli strumenti per farla? Bene, nell'Agenzia regionale per la riscossione dei tributi, voluta dalla Giunta Soru, si era arrivati a una banca dati che incrociava il patrimonio dei comuni risultante a catasto con altre banche dati e oggi quella banca dati sarebbe in grado di gestire meglio dell'Agenzia delle entrate, lo dico all'onorevole Campus, il gettito legato agli immobili.

E' chiaro che noi stiamo puntando a una legge attuativa che deve essere corretta e ben pensata, ma è un dato importante decidere che noi dobbiamo incassare e riversare invertendo l'attuale modalità di riversamento dei tributi. Dico questo anche per l'onorevole Porcu che aveva parlato di residuo fiscale utilizzando i conti pubblici territoriali. I conti pubblici territoriali vanno per tributo riscosso e quindi nell'anno, siccome lo Stato ci trasferisce nel trimestre successivo l'ultima rata che ci compete, nei conti pubblici territoriali manca 1 miliardo e mezzo; tutti gli specialisti che concorrono a elaborare i conti pubblici territoriali dicono che i conti pubblici territoriali, nonostante ciò che fanno in Veneto perché gli conviene (e qui è il difetto di conoscenza che affligge la classe dirigente sarda), non possono essere utilizzati per il residuo fiscale a meno che non si facciano delle operazioni che non vengono fatte. Quindi la riscossione è possibile, come anche ciò che prevede la norma, perché è già realizzato nella Regione Friuli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 12 e 15, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cugusi e Moriconi hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Pisano - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 61

Astenuti 3

Maggioranza 31

Favorevoli 61

(Il Consiglio approva).

Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 1, lo metto in votazione.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 47, viene ripresa alle ore 19 e 59.)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale della proposta di legge nazionale numero 22/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, dichiaro che mi asterrò. Mi asterrò per rispetto verso quell'aspirazione antica dei sardi di poter utilizzare maggiormente la leva fiscale, di avere margini di sovranità fiscale e di poter rispondere al ritardo di sviluppo anche con politiche che possano essere di chiaro vantaggio fiscale per le imprese che si possono costituire in Sardegna. Per il rispetto di quest'idea antica mi astengo, mentre di fatto voto no per questa proposta di legge che è una sommatoria di contraddizioni che non porterà da alcuna parte. Questa proposta di legge non porterà niente!

Come ha ricordato molto bene il collega Campus, una parte di questa proposta di legge verrà anticipata dalla Legge di stabilità che è in discussione in questo momento al Senato, per il resto non potrà essere approvata dal Parlamento italiano e non sarà approvata dal Parlamento italiano. Risponde unicamente a una funzione: dare strumenti di propaganda elettorale. Da questo punto di vista fa il paio con il Piano paesaggistico regionale, il PPS, appena approvato in Giunta, che non porterà da alcuna parte, che non avrà mai alcun effetto, se non quello ancora una volta di fare un po' di propaganda elettorale per la fine della legislatura.

Pertanto mi asterrò, ripeto, perché quella rivendicazione antica continua a meritare rispetto e si sarebbe potuta articolare estremamente meglio, ma anche per esprimere tutta la contrarietà verso quella che ritengo un'accozzaglia di disposizioni per cui alla fine si torna a dire che noi dobbiamo avere una norma in Sardegna che preveda uno stato fiscale simile a quello di Campione d'Italia o di Livigno. Questo significa dire che c'è una possibilità per i sardi di non pagare la benzina come gli altri, di non pagare le imposte sui consumi come gli altri, di non pagare il trasporto pubblico come gli altri, di non pagare nulla ma di continuare ad avere i servizi.

Questa possibilità non sta in piedi, questo non è quello di cui si è parlato anche negli scorsi decenni, questa non è una rivendicazione, questa è una boutade, e come tale verrà trattata e come tale verrà respinta . E spero che questo venga smascherato quanto prima, perché questo Consiglio, nella giornata odierna, non meritava una tale discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Come dice l'onorevole Maninchedda, questa è una zona franca che pagano i sardi e che viene regolata e gestita dallo Stato italiano. Questa è la sintesi che ha prodotto un atteggiamento ottuso e miope della maggioranza del Consiglio regionale. Si approverà una proposta di legge con il Consiglio spaccato a metà che non potrà sicuramente produrre effetti. Non si capisce perché si sia voluti andare avanti a testa bassa, in violazione di accordi faticosamente raggiunti in Commissione.

Ancora una volta la debolezza della proposta darà l'alibi a uno Stato, patrigno da sempre, per risponderci ancora una volta "no". Il Gruppo di SEL è per la zona franca senza se e senza ma, una zona franca che non sia uno spot ma che possa servire a dare speranza e ristoro a una Regione stremata. La domanda seria che poniamo alla maggioranza è scontata e risaputa: questa zona franca chi la pagherà?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). Anch'io mi asterrò e lo faccio per rispetto di tutte le persone che in questi mesi hanno girato la Sardegna a proprie spese, persone serie e oneste che credono nella zona franca, come ci hanno creduto tanti sardi per tanto tempo. Non voto a favore, ma mi astengo, per un semplice motivo, e cioè perché noi abbiamo creato un mostro con tre teste; due teste pensanti che parlano di fiscalità di vantaggio e che, dopo il fallimento di questo articolo 12 machiavellico del presidente Cappellacci, consentiranno a noi, classe dirigente che si assume questa responsabilità, di compiere le attività necessarie e portare quei vantaggi della zona franca extradoganale, che oggi il Presidente vuole, veramente nelle tasche dei sardi.

L'altro pilastro importante è costituito dall'Agenzia delle entrate; cioè noi, per poter iniziare a discutere con lo Stato italiano seriamente, dobbiamo avere la cassa in mano, altrimenti stiamo parlando di cose che non stanno in piedi.

Presidente Cappellacci, questo è un momento molto brutto, molto deludente anche, perché io ho creduto veramente nella sua buona fede benché i compagni di viaggio in questa sede mi dicessero che lei utilizzava questo argomento solo ed esclusivamente per fini elettorali. Io però credo nella buona fede, nella disponibilità a voler lavorare sulle cose concrete. Oggi ha dimostrato che non è così. Lei per voler testimoniare che l'opposizione non è d'accordo sulla questione della zona franca ha forzato la mano, ha forzato la mano senza senso, costringendo la sua maggioranza a venirle dietro. Non gliene faccio una colpa, forse è uno degli pochi modi per cercare di provare a vincere questa campagna elettorale: è la sua tattica, è il suo modo per cercare di portare degli argomenti; ma sappia che lei quell'argomento ce l'ha già spuntato perché noi andremo paese per paese, a iniziare dal 19 (le do questa notizia), quando farò a mie spese un'assemblea a Nuoro e tra gli invitati (hanno già dato la conferma proprio stasera) ci saranno i sindaci di Livigno e Campione d'Italia.

In questo modo, direttamente con le persone che voi non avete neanche interpellato, discuteremo con i comitati di quello che voi avete fatto, della responsabilità che vi siete assunti di non portare la zona franca in Sardegna e di lasciarla scritta in un libro dei sogni, anzi in un libro elettorale. Peccato, perché quel verde che abbiamo visto sugli altri due pilastri forti e importanti che garantiranno il futuro della nostra Isola…

PRESIDENTE. Onorevole Arbau, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Io mi asterrò per due ragioni. La prima è che non posso votare contro una norma che accoglie la proposta di incardinare nella Regione autonoma della Sardegna l'accertamento e la riscossione dei tributi, né posso votare contro una norma che, con l'articolo 10 (che deve essere emendato e abbiamo sentito dalla Giunta che intende emendarlo) riesce a manovrare la leva fiscale all'interno delle aliquote fissate dallo Stato italiano. Non posso votare contro una norma che ha questi articoli al suo interno, però vorrei votare contro una norma che per prima cosa non realizza domani la zona franca, e neanche dopodomani.

Spiego questa affermazione ai colleghi e spero che la Giunta mi ascolti. La norma pone in capo al Parlamento italiano la disciplina della zona franca sarda, quindi domani la zona franca non si fa, e non si fa finché lo Stato italiano non la vorrà fare! E vorrei votare contro una legge che dice che la zona franca, comunque verrà fatta dallo Stato italiano, sarà pagata dai sardi.

Io vorrei votare contro, io sono arrivato davvero a una visione certa del futuro della Sardegna indipendente e non posso votare una norma che dice che la zona franca è regolata dallo Stato italiano e pagata dai sardi, e sarà fatta quando lo Stato italiano la vorrà fare! Non è vero che scatta domani, è una bugia che scatta da domani, scatterà quando lo Stato italiano deciderà di farla scattare e determinerà gli oneri! Io non posso votare a favore di una norma che dà un sogno, covato da secoli, in mano all'aguzzino che, per secoli, ce lo ha negato, perché questo avete fatto! E mi dispiace che lo abbiate fatto non per convinzione ma perché avete sentito persone che non ragionano su queste cose, e avete ritenuto che persone non elette avessero più buon senso, più militanza, più dedizione civile della gente che c'è qui. Questo mi dispiace!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Noi abbiamo provato dopo venticinque anni a portare in quest'Aula un sogno: quello della zona franca; voi questo sogno con una legge fatta da noi lo avete vanificato, lo avete stravolto e volete solo farne uno strumento di propaganda elettorale. Ma, siccome quando si bleffa si va a vedere cosa uno ha nel suo bluff per scoprirlo, lei, Presidente, ha voluto dividere quest'Aula per essere l'unico portatore di una bandierina, la più piccola che potesse essere data da quest'Aula su uno stratagemma che lei ha voluto portare avanti.

Questa legge, la nostra, noi l'abbiamo voluta perché ci crediamo, noi votiamo a favore di quello che abbiamo portato in quest'Aula, non di quello che lei strumentalmente ha voluto far partorire dalla sua maggioranza; e andiamo a vedere il suo bluff, tanto lo vogliamo vedere il suo bluff, Presidente, che chiediamo a chi ha parlamentari, e cioè principalmente al centrosinistra che ha la maggioranza alla Camera, ma anche al centrodestra, che la Commissione affari costituzionali al più presto prenda in carico questa proposta di legge e si pronunci sulla sua approvazione o meno entro il mese di dicembre, presidente Cappellacci, così se la dovessero approvare lei va tranquillo in campagna elettorale ma altrettanto tranquilli saremo noi se la dovessero bocciare, perché questo aborto di legge che voi state producendo resta un aborto e così la verità i sardi la sapranno subito, senza infingimenti e senza inganni.

Questo è il contributo che noi vogliamo dare, ma vogliamo darlo alla nostra idea e non a quello che lei ha voluto far fare alla sua maggioranza. Potevamo fare una legge concordata e accettabile, e certamente quella sintesi ne era il frutto, ma lei ha voluto forzare la mano e bleffare ancora una volta, per ingannare la sua maggioranza ma soprattutto ingannare chi è fuori da quest'Aula: noi questo inganno lo vogliamo scoprire subito, prima che finisca questa legislatura, prima di quest'anno. Questa è la nostra sfida.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Questa proposta di legge, la cosiddetta legge sulla zona franca, probabilmente non si realizzerà proprio nell'unico articolo in cui parla di zona franca. Continua a chiamarsi legge sulla zona franca, e contenere un pessimo articolo riguardo a questo argomento, solo perché deve funzionare come uno spot elettorale. E' vero, lo hanno rilevato altri colleghi, ci sono i due articoli, 1 bis e 1 ter, che hanno un contenuto che, qualora fosse stato diverso il contenuto dell'articolo 1, avrebbe consentito anche a noi di votarlo, e diciamo anche che il contenuto di questi due articoli ci impedisce di votare contro, come avremmo votato contro l'articolo 1, preso singolarmente, perché è inaccettabile.

Così come è inaccettabile il fatto che, in maniera assolutamente testarda, qualcuno continui a voler usare un argomento che l'intero popolo sardo vive con attenzione, con giudizi contraddittori, non unanimi, ma sul quale chiede attenzione e serietà; eppure l'unica cosa che è mancata in tutta questa storia relativamente all'argomento di cui all'articolo 1 è proprio la serietà. E a me dispiace dover addebitare la mancanza di serietà al Presidente della Regione autonoma della Sardegna.

Qualcuno in questa sede ha ricordato spesso che quando abbiamo chiesto, non soltanto una settimana fa, ieri e oggi, ma anche nel corso della discussione della mozione sulla zona franca di dirci chi paga e quanto, a carico di chi sarà questa operazione, non ha mai voluto rispondere. Credo che sia inaccettabile, e io mi permetto di continuare a insistere nel dire che questo lei non lo doveva fare, non doveva fare una simile…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La prima cosa che volevo dire è che spero che abbiate la consapevolezza di avere per la prima volta, o per le prime volte, rotto una tradizione in base alla quale la riforma della Carta fondamentale della Sardegna non si fa a colpi di maggioranza. Avete segnato un buon punto violando anche questo principio. Ma il tentativo era quello di considerare anche la nostra presenza, il nostro contributo; che cosa è avvenuto? Semplicemente è accaduto che la musa populista ha vinto ancora una volta grazie a quegli scadenti consulenti che vi siete messi intorno, che avete preteso di assurgere a persone competenti anche a discapito della gente come noi che si è applicata a studiare e ad approfondire le cose.

Non vi diamo neanche la possibilità di utilizzare la nostra contrarietà, perché il voto di astensione serve per aspettare questo signore: dopo cinque anni lo vogliamo nudo, nudo di fronte alla verità. Perché i sardi devono sapere tutte le bugie che ha detto e tutte le falsità che ha messo in piedi. Compreso quel Piano paesaggistico che arriverà, anche quello, a verità, che deve servire determinati obiettivi e che va letto assieme alla cancellazione, inserita nella finanziaria, di 35 milioni per il mutuo sulla prima casa. Quella non è edilizia che serve a soddisfare dei bisogni, quella che serve è quella che avete messo nel Piano paesaggistico; questo signore che parate voi con i vostri voti fa queste cose, altro che servire la povera gente, questo serve solo la sua propaganda!

Un Presidente che doveva valorizzare l'unità e andare a contrattare con il Governo un semilavorato, anche rispetto a questa cosa ha detto bugie, e ha continuato a dirle. Noi lo vogliamo nudo prima delle elezioni perché dobbiamo avere la certezza che i sardi non debbano essere ingannati un'altra volta da questo stile. Mi dispiace molto per tanti di voi che, avendo un'altra cultura, continuano a dare ascolto a questo livello incredibile di decadenza della politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, penso in questo momento a tutto quanto abbiamo prodotto nella storia in materia di zona franca. A quante lotte per cercare che questo sogno si avverasse.

E oggi mi vengono in mente i volti di tutti quelli che mi hanno preceduto, i padri della storia del nostro partito, i militanti, gli stessi combattenti che diedero vita al partito. Ho detto poc'anzi il "partito sardo di relazione", perché di relazione? Perché noi ci siamo sempre ispirati ai valori della libertà, dell'uguaglianza, della fratellanza, abbiamo lavorato spesso e volentieri, per non dire sempre, lontano dal clamore, in solitudine affinché tutti gli uomini e le donne di Sardegna e anche quelle residenti fuori dall'Isola potessero godere di pari diritti, di pari opportunità e avessero gli stessi modi di partecipazione alla vita della nostra Nazione e alla costruzione del nostro futuro.

Questa legge, lo diciamo, non ci appartiene e non appartiene al futuro dei sardi. Peccato, anche questa volta si ripete tutto. Rivedo lo stesso film che ho visto in altre occasioni. E' una iella per noi. Ma non dobbiamo ripetere gli errori del passato quando i nostri costituenti lavorarono a uno Statuto di autonomia che doveva essere un leone ma che poi si è rivelato un gatto. Stiamo attenti, dobbiamo rispettare le aspettative e i bisogni e le speranze di un popolo stremato, esasperato e stanco, questa è la responsabilità di tutti noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, nel confermare la mia astensione su questa proposta di legge, vorrei soffermare brevemente la nostra attenzione sul fatto che con questo testo stiamo modificando ampiamente il Titolo terzo dello Statuto della Sardegna. Ebbene l'emendamento numero 9 non concordato, presentato dall'onorevole Maninchedda, fatto proprio dalla componente di centrosinistra e (abbiamo presentato anche noi come Gruppo Misto un emendamento simile) è stato approvato all'unanimità; l'emendamento sull'articolo 10 del Titolo terzo dello Statuto è stato approvato all'unanimità con qualche astensione.

Sull'articolo 12, invece, avete fatto purtroppo la frittata; nelle intenzioni infatti doveva servire (ormai penso che questo scopo sia fallito miseramente), per essere utilizzato strumentalmente per la coalizione del Presidente o per qualche lista che è già stata annunciata; la zona franca integrale sarda doveva essere l'argomento principale per recuperare il voto di qualche sardo non propriamente informato.

Presidente, io non vorrei che questa proposta di legge possa essere per la Sardegna ciò che nel 2008 è stato il caso dell'Alitalia, e cioè un'iniziativa strumentalmente utilizzata in campagna elettorale. Lei ricorderà i proclami del presidente Berlusconi, "l'italianità della compagnia di bandiera", "i patrioti che dovevano salvare l'Alitalia dal tracollo". A cinque anni di distanza da quella campagna elettorale farlocca e fasulla che, anche utilizzando questo argomento gli ha consentito di vincere le elezioni, si è visto il risultato a cui è pervenuta quella proposta. Gli italiani hanno pagato 7 miliardi di euro ma, adesso, i "patrioti coraggiosi" stanno disarmando e stanno disordinatamente scappando. Non vorrei che questa proposta di legge con le modifiche che voi avete…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, il Gruppo di Sardegna è già Domani, o quello che ne rimane almeno oggi, si asterrà su questa votazione perché la discussione ha evidenziato molto chiaramente delle differenze di interpretazione sull'intelligenza dei sardi.

Nella discussione generale io avevo chiesto, e l'avevo chiesto al Presidente e alla Giunta perché a loro dovevo chiederlo, delle risposte; avevo chiesto cioè di farci sapere se oltre a facile propaganda, a demagogia da campagna elettorale (voi che potete e che avete la responsabilità poi di trasformare quello che viene sancito da questa Aula in atti) esistono studi, calcoli, previsioni finanziarie.

Per la verità i pochi interventi giunti da quel banco, assieme a quello che sentiremo fortunatamente per soli tre minuti tra poco, oltre a essere inutilmente autocelebrativi erano in maniera istrionica e molto pomposamente inutilmente enfatici. Si parlerà sicuramente ancora di storicità, di un piccolo passo per un uomo con un grande passo per la Sardegna, e chissà che altro. Però, di fatto, non avendo fornito nessuna reale risposta nemmeno sul percorso, che voi saprete far seguire a questa proposta di legge, non avete che rafforzato il sospetto che piuttosto che una sincera volontà di affrontare una battaglia, quella sì, storica (ma non vi appartiene) rivendicazione della nostra autonomia, avete voluto propinare ai sardi l'ennesima, lo ripeto con un acronimo, PPC, l'ennesima presa per…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dessì per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESSI' (P.S.d'Az.). Presidente, ritengo che oggi si sia persa davvero una grande occasione, ma non l'ha persa solo il Presidente, l'ha persa l'intero Consiglio. In un momento difficile, anche drammatico, della politica sarda, oggi non facciamo altro che dividerci, e dividerci non cogliendo al balzo un'occasione che il Partito Sardo ha dato presentando una proposta di legge nazionale sulla zona franca che ci ha offerto una possibilità, forse l'ultima di questa legislatura, per recuperare e ricucire il rapporto con il mondo esterno.

All'opposto, che cosa abbiamo prodotto? Abbiamo stravolto completamente un testo di legge in Commissione, abbiamo provato a recuperarlo anche condividendolo nel merito, argomentandolo; e invece no, ci siamo fatti travolgere, ci siamo fatti delegittimare, e da chi? Da un popolo esterno, da chi da fuori gridava, giustamente per certi versi, la rivendicazione di un popolo sardo, e oggi presentiamo un topolino.

Presidente, non perda l'occasione, l'ennesima che stiamo lasciando per strada. Se la Commissione affari costituzionali non la esaminerà, come è stato già rimarcato dai miei colleghi, entro questa legislatura, entro dicembre, questo è un bluff; dimostri che questo non è un bluff, faccia sì che il Governo approvi la vostra l o la nostra proposta di legge, perché io voterò a favore, perché non posso non votare a favore, probabilmente riacquisteremo un po' di credibilità. Ma l'occasione l'abbiamo persa, l'abbiamo persa noi in quest'Aula, inseguendo le piazze e non dimostrando di avere veramente la competenza necessaria per esitare la legge, e abbiamo provato a farlo, in maniera seria e per il popolo sardo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, io credo che oggi sia un giorno triste, triste perché abbiamo perso l'occasione di schierare l'intero Parlamento dei sardi intorno a una rivendicazione che noi riteniamo giusta e importante: la possibilità per la Sardegna di avere competenza fiscale, di modulare le proprie aliquote, però nella pienezza della responsabilità, quindi potendo modulare entrate, tagliare i costi, valutare i servizi da dare sul territorio.

Noi eravamo pronti ad accogliere lo spunto che ci aveva dato il Partito Sardo d'Azione, che è stato meritorio nel voler portare questo tema all'attenzione dell'Aula, e abbiamo cercato di dare un contributo per far sì che questa proposta non diventasse uno strumento di propaganda. E lei, Presidente, purtroppo, ha dimostrato che per un calcolo elettorale, per essersi fatto tirare la giacca, ha preferito rendere in qualche modo inammissibile, irricevibile questa proposta di legge.

Una proposta di legge che prevede non soltanto la zona franca, ma anche il suo contrario perché prevede una zona franca fuori dai territori doganali che non è disciplinata neanche dai trattati europei. Ha preferito la strada, il salto nel buio della promessa cieca "da domani si tagliano le aliquote Iva, si tagliano le imposte di fabbricazione", al percorso responsabile di richiesta allo Stato di poter modulare le aliquote fiscali in modo tale che, in maniera selettiva, in maniera mirata, potessero diventare un grande strumento di sviluppo per il nostro popolo.

Lei ha scelto la strada dell'inganno, della demagogia, e l'ha fatto però vanificando, con questo atto, la sua stessa battaglia, che oggi non esce più forte da questo Consiglio, ma più debole, perché lei è riuscito a rendere questo testo di legge, una specie di Frankenstein, come qualcuno l'ha definito, con tanti pezzi in contrasto l'uno con l'altro. Anche noi le chiederemo conto, giorno per giorno, del fatto che questa proposta di legge non andrà avanti e che la promessa in essa contenuta, per la sua responsabilità, manifestata ancora oggi, rimarrà una promessa vana.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Presidente, voglio innanzitutto ringraziare tutti i colleghi componenti la prima Commissione, che ho l'onore di presiedere indegnamente, per il lavoro svolto e per il contributo dato ai lavori dell'Aula, che hanno avuto, credo di poter dire, dei momenti molto costruttivi e molto belli, soprattutto in quella parte in cui questa proposta di legge, lo voglio ricordare, proprio nelle sue parti più consistenti e più importanti, ha camminato con il voto unanime di tutti i commissari.

E' facile per chi sta in maggioranza e ha i numeri cercare magnanimamente e generosamente l'intesa con l'opposizione, è più difficile farlo da parte dell'opposizione, e di questo, colleghi del centrosinistra, vi ringrazio, anche se francamente non so darmi una completa ed esaustiva spiegazione di questo voto, che comunque da parte mia è assolutamente gradito, mi pare di capire prevalentemente di astensione. Mi verrebbe da dire un po' malignamente che se voi ci accusate di fare questa legge per scopi elettorali, io posso pensare che voi vi astenete per non pagare conseguenze elettorali. Mi voglio invece illudere e, anzi, credo che la vostra astensione sia costruttiva, come è stato costruttivo il lavoro in Commissione.

Riguardo alla proposta di legge, colleghi, io conosco un solo autore che abbia scritto delle cose infallibili e perfette, e non è né Ugo Cappellacci, né men che meno il sottoscritto, né nessuno di noi, ma la terza persona della Santa Trinità, lo Spirito Santo; quindi questa proposta di legge che, pur essendo bella, non è evidentemente opera dello Spirito Santo, certamente potrà anche avere dei limiti ma ha anche tanti pregi. Il pregio di essere stata votata per buona parte anche da voi in Commissione, quello di essere stata condivisa con buone parti della società sarda, e quello di avere avuto anche l'approvazione e una fase di discussione e di condivisione con il popolo; e questo fatto sempre, ma soprattutto di questi tempi, è molto importante.

Non sarà una proposta perfetta, ma è vero che per tanti decenni si è aspettata una legge sulla zona franca e oggi, seppur imperfetta, abbiamo una legge sulla zona franca.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Presidente, il collega Arbau ha definito prima il testo, che da qui a poco andremo a licenziare in Aula, un mostro a tre teste; mi consenta di darne invece una definizione geometrica, direi che è quasi un triangolo ottusangolo, e spiego anche perché uso questo termine. Ha tre aspetti fondamentali; da un lato la leva fiscale che abbiamo condiviso tutti con la possibilità di riduzione dell'Irap e con la quale l'intera Assemblea dei sardi si propone al Governo nazionale con l'intento di sancire, definitivamente, una potestà in questi termini; la possibilità di accertare e riscuotere tributi, un'altra battaglia storica, un'altra opportunità. Dopodiché, il terzo aspetto, il terzo lato, che rende anche esteticamente poco apprezzabile questa forma, è quello della zona franca.

Avevamo presentato una proposta di legge, avevamo dato una disponibilità piena per trovare una sintesi, per trovare una soluzione condivisa, avevamo offerto un percorso che dura da quasi un secolo di elaborazioni su questo tema, si è ritenuto che questo percorso, che queste esperienze, che queste formule fossero da accantonare in cambio di una formula confusa, dove si mischia la zona franca con l'extraterritorialità, con le esclaves territoriali; in quest'Aula ho sentito parlare di Livigno e di Campione come zone franche, sono invece delle esclaves territoriali, una disciplina diversa.

Un'altra volta è capitato nella storia, e dispiace che questo non ci abbia insegnato nulla, che un gruppo di non eletti andasse a chiedere a Carlo Alberto l'applicazione in Sardegna di norme che appartenevano a un altro contesto: fu nel 1847 con la fusione perfetta. L'applicazione delle norme del Piemonte e della Liguria di allora portarono ai sardi l'impossibilità di commercializzare i loro prodotti: l'olio, il vino, i formaggi che andavano verso i mercati internazionali già da allora. Oggi con questa norma si chiede di applicare alla zona franca della Sardegna norme che non ci appartengono, che non possiamo governare né disciplinare, quasi da "neofusionisti" o "neoconfusionisti" di questo tema.

Oggi però soprattutto, e mi dispiace per i colleghi della maggioranza, abbiate la consapevolezza che, mentre si sono condivisi gli altri due aspetti, sulla zona franca assumete la responsabilità politica, storica e morale della sorte che avrà questa proposta di legge nazionale, e quando andrà in Parlamento e andrà nelle Commissioni affari costituzionali, davanti a quest'Aula e davanti ai sardi la riuscita o meno di quel tema sarà una responsabilità che oggi sottoscrivete da soli. Ma noi, che abbiamo proposto la legge e che siamo a favore della zona franca come delineata nel testo per il quale si era raggiunta la sintesi, non impediremo che si sveli questo arcano, per cui voteremo a favore per capire dove si andrà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Voteremo a favore della proposta di legge convintamente perché istituisce uno strumento richiesto dal popolo sardo, convintamente richiesto dal popolo sardo, perché non è solo un'utopia dei padri costituenti o dei dirigenti di un partito, ma una necessità perché può contribuire a risolvere i bisogni della Sardegna. Quando durante una conferenza stampa fu presentata l'iniziativa relativa alla zona franca, e c'era anche l'onorevole Sanna allora in sala Giunta,, io dissi che era uno strumento e come strumento bisognava vederlo. Nel corso del dibattito ho sentito discorsi contradditori su strumenti, su metodi, sui risultati e così via, ciascuno di noi sembrerebbe avere una zona franca diversa, l'una dall'altra, nella propria testa. La zona franca è uno strumento che va riempito di contenuti ovunque esso sia allocato. Non è la panacea di tutti i mali della Sardegna in una situazione di grave crisi quale è quella che noi viviamo, ma una possibilità, un'occasione, un'opportunità che va sfruttata.

E, vivaddio onorevole Sanna, io non voglio che venga cassata da Roma, voglio che venga emendata come è capacità delle Commissioni a Roma di emendarla se non va bene, ma la capacità sta in capo al Governo italiano di proporre la zona franca all'Unione Europea. Questi sono i passaggi! Cosa ben diversa se avessimo una statualità o una condizione di diversa possibilità di gestione e di sovranità nella nostra isola. Pertanto questo strumento va utilizzato al meglio.

Peccato che non abbiamo molto tempo, ma vorrei ricordare che l'istituzione della zona franca segnerebbe forse la fine di quei sessant'anni di utilizzo dei denari pubblici a pioggia; c'è la necessità di vivificare, di creare imprenditorialità e ricchezza, di poter dare una risposta nuova attraverso una società nuova alle esigenze di un'economia diversa e di una potenzialità nella costruzione di una nuova Sardegna. Questa è la zona franca, questo è lo spirito che deve animare i sardi: costruire una società diversa e competitiva che possa essere forte davanti all'intero mondo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, brevemente per rispondere un pochino alle accuse, secondo me davvero infondate, di chi vuol confondere un tema di questa rilevanza con aspetti minimali, o ridurlo a mero strumento di campagna elettorale. Certo, anche su questi argomenti si fa la campagna elettorale, ci si confronta tra visioni e posizioni differenti che qui sono emerse Si passa da una posizione estrema, rispettabilissima, dell'onorevole Soru, che non crede assolutamente alla zona franca, alle posizioni mediate che abbiamo apprezzato nel centrosinistra e negli altri partiti, a quelle che vedono nel presidente Cappellacci il testimone di chi ha saputo, questo è vero, intercettare un'istanza e un appello che è venuto dalla società sarda, da comitati spontanei, da cittadini che hanno posto un problema.

Falserei la realtà se dovessi dire che il P.d.L., da quando nacque Forza Italia, ha una storia tale da avere nel proprio DNA la zona franca. No. E' una battaglia che ha altri referenti, anche politici. Noi apprezziamo che il Partito Sardo d'Azione l'abbia portata fortemente all'attenzione anche dell'Aula con uno strumento che è appunto la proposta di legge e però, vivaddio, apprezziamo, almeno da questo punto di vista, anche il lavoro che hanno saputo fare il presidente Cappellacci, la sua Giunta, la sua maggioranza e le forze che hanno intercettato e raccolto questo invito che è venuto dalla società sarda.

Quindi mi pare che oggi il risultato, anche con l'astensione del centrosinistra e con il voto favorevole del Partito Sardo d'Azione che unisce il suo voto a quello della maggioranza, sia un risultato di tutto rispetto e che può, anche in prospettiva, far intravedere ulteriori battaglie utili per rafforzare il nuovo concetto dell'autonomia e della specialità che nel corso degli anni passati si stava davvero perdendo. Per cui il P.d.L. voterà convintamente a favore di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io non ho alcun titolo, diversamente dal collega Artizzu, per parlare di Spirito Santo, mi spiace.

Io, presidente Cappellacci, le faccio i complimenti. Oggi ha dimostrato, in effetti, di essere una vera forza della natura: ha imposto una bufala alla sua maggioranza. Noi ci asteniamo, come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto; ci asteniamo, caro Pittalis, perché, è vero, non vogliamo essere strumentalizzati avendo compreso perfettamente che c'è stato un tentativo malcelato di spingerci a votare contro. Ovviamente era un disegno strategico, legittimo per carità, non sto qui a discutere di questo.

A me spiace perché si è fatto un lavoro importante, collega Pittalis, in questi mesi, soprattutto nella Commissione presieduta dal presidente Artizzu, un lavoro sul quale si sono impegnati seriamente, anche studiando come ha ricordato Gian Valerio Sanna, diversi colleghi della maggioranza ma, dateci atto, anche dell'opposizione. Si è trovata una sintesi in Commissione e anche quest'oggi. Si è voluto scientificamente, caparbiamente, rovesciare quell'intesa. Non era un'intesa semplice per le difficoltà di tutti i Gruppi, lo sappiamo bene; svolgere attività politica a questi livelli non è un esercizio semplice per nessuno.

Lei, Presidente, ha voluto cancellare questo sforzo. Ha preferito far diventare una cosa che poteva essere seria uno straccio da agitare in campagna elettorale. Altro che tappeti! Lei oggi ha voluto vendere fumo e, per carità, vedremo cosa produrrà questo fumo nelle prossime settimane.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale della proposta di legge nazionale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge nazionale numero 22/A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Espa si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pisano - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Arbau - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Mulas - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Stocchino.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 41

astenuti 26

maggioranza 21

favorevoli 41

contrari 0

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato domani, giovedì 7 novembre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 46.