Seduta n.46 del 01/10/2009
XLVI Seduta
(POMERIDIANA)
Giovedì 1° ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 19.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 settembre 2009 (39), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Franco Mula, Nicolò Rassu, Angelo Ivano Stochino e Sergio Milia hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 1° ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A.
La discussione prosegue con l'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2
Interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente
1. È consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10.
2. Tali adeguamenti e incrementi si inseriscono in modo organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato esistente e costituiscono strumento per la riqualificazione dello stesso in funzione della tipologia edilizia interessata, nel rispetto delle seguenti prescrizioni:
a) nel caso di tipologie edilizie uni-bifamiliari gli adeguamenti e incrementi possono avvenire mediante la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica in ampliamento nei diversi piani; mediante sopraelevazione o mediante realizzazione al solo piano terra di corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale, da utilizzare come pertinenze dello stesso;
b) nel caso di tipologie edilizie pluripiano gli incrementi sono consentiti esclusivamente mediante adeguamento e ampliamento dell'ultimo piano o la sopraelevazione di un solo piano ovvero mediante chiusura dei piani pilotis, nel rispetto della sagoma dell'edificio e delle dimensioni minime dei parcheggi, come previste dalle norme legislative vigenti; tali adeguamenti e incrementi, nel caso di proprietà frazionata, possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento totale; gli incrementi volumetrici così realizzati non possono costituire unità immobiliari autonome;
c) nel caso di tipologie edilizie a schiera in lotto urbanistico unitario, gli adeguamenti e incrementi possono essere realizzati per tutte le unità e sono ammessi purché venga dimostrato, mediante progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento volumetrico del complesso edilizio.
3. L'adeguamento e l'incremento volumetrico possono arrivare fino ad un massimo del 30 per cento, nel caso in cui siano previsti interventi di riqualificazione dell'intera unità immobiliare oggetto dell'intervento, tali da determinare una riduzione almeno del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria oppure si dimostri che l'unità immobiliare rientra nei parametri di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 (Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia) e successive modifiche ed integrazioni. Nell'ipotesi di cui alle lettere a) e c) del comma 2 si consegue anche il miglioramento della qualità architettonica dell'intero edificio, della sicurezza strutturale e della accessibilità degli immobili. La presenza di tali requisiti è dichiarata nella documentazione allegata alla denuncia di inizio attività e successivamente attestata dal direttore dei lavori che, in allegato alla comunicazione di fine lavori, produce tutte le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere con idonea documentazione tecnica e fotografica, nonché la certificazione energetica rilasciata da tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 (Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE), articolo 2, comma 2.
4. Per gli edifici ad uso residenziale e per i servizi connessi alla residenza situati in zona F turistica nella fascia compresa tra i 300, o i 150 metri nelle isole minori, e i 2.000 metri dalla linea di battigia, l'adeguamento e l'incremento volumetrico di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotti del 30 per cento.
5. Gli adeguamenti e incrementi di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 possono superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti e i rapporti di copertura previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dal decreto assessoriale n. 2266/1983, fermo restando quanto previsto dal decreto ministeriale 5 luglio 1975 (Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896 relativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali d'abitazione). Sono, comunque, fatti salvi, i diritti dei terzi. I medesimi adeguamenti e incrementi rispettano i distacchi minimi previsti dal Codice civile e non possono essere realizzati utilizzando superfici destinate a soddisfare la quota minima di parcheggi prevista dalle leggi vigenti.
6. Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano per gli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata negli strumenti urbanistici comunali, ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto.
Emendamento sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il titolo dell'articolo 2 è così sostituito:
Definizioni e parametri. (166)
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
L'art. 2 è soppresso. (2)
Emendamento sostitutivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
L'articolo 2 è sostituto dal seguente:
Articolo 2: Politiche per l'accesso all'abitazione: interventi in favore delle fasce più deboli della popolazione.
Al fine di fronteggiare la grave crisi sociale economica in cui versa gran parte della popolazione residente, la Regione Sardegna garantisce l'accesso alla prima casa in favore delle fasce sociali più deboli, delle giovani coppie, degli anziani, dei portatori di handicap, degli immigrati. A tal fine la Direzione Generale dell'A.R.E.A. è delegata a predisporre, entro sei mesi dal entrata in vigore della presente legge, un programma straordinario di edificazione di 5000 nuovi alloggi di Edilizia economica e popolare da realizzare nei capoluoghi della Sardegna e in tutti i Comuni individuati ad alta tensione abitativa. (396)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'art. 2 è soppresso. (3)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
E' soppresso l'ultimo capoverso dell'art. 1: "anche attraverso la semplificazione delle procedure". (102)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 1, la dicitura: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali" è soppressa. (103)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
L'ultimo capoverso del comma 1: "per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data della presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'art. 10" è soppresso. (104)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Nell'art. 2, comma 1, la frase: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali" è soppressa. (122)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu.
Articolo 2
Al comma 1 dell'art. 2 sono soppresse le parole: "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali". (167)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Nell'art. 2, comma 1, l'ultimo capoverso: "per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data della presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'art. 10" è soppresso. (123)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 1 è soppresso. (168)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 2 dell'art. 2 è soppresso. (4)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 2 è soppresso. (173)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
La lettera a, comma 2, art. 2 è soppressa. (5)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
La lettera a) del comma 2 è soppressa. (174)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 2, lett. a), la frase: "mediante sopraelevazione o mediante realizzazione al solo piano terra di corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale, da utilizzare come pertinenza dello stesso" è soppressa. (105)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
La lettera b), comma 2, art. 2 è soppressa. (6)
EMENDAMENTO soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
La lettera b) del comma 2 è soppressa. (175)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 2, lett. b), la frase: "tali adeguamenti e incrementi, nel caso di proprietà frazionata, possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purchè venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamente totale" è soppressa. (106)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'interno della lettera b, comma 2, dell'art. 2, la frase: "tali adeguamenti e incrementi, nel caso di proprietà frazionata, possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purchè venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamente totale" è soppressa. (124)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
La lettera c), comma 2, art. 2 è soppressa. (7)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
La lettera c), comma 2, art. 2 è soppressa. (176)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 2, lettera c), la frase: "gli adeguamenti e incrementi possono essere realizzati per tutte le unità" è soppressa. (107)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 3 dell'art. 2 è soppresso. (8)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 3 è soppresso. (178)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 4 dell'art. 2 è soppresso. (9)
Emendamento soppressivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 4 dell'art. 2 è soppresso. (116)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 4 è soppresso. (179)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 4, la frase: "e per i servizi connessi alla residenza situati in zona F turistica nella fascia compresa tra i 300, o i 150 metri nelle isole minori, e i 2000 metri dalla linea di battigia" è soppressa. (108)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 5 dell'art. 2 è soppresso. (10)
Emendamento soppressivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 5 dell'art. 2 è soppresso. (121)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 5 è soppresso. (181)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 5, il primo capoverso: "gli adeguamenti e incrementi di cui ai commi precedenti possono superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dal Decreto Assessoriale n.2266/1983" è soppresso. (109)
EMENDAMENTO soppressivo parziale SECHI - BEN AMARA - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU - URAS - SALIS.
Articolo 2
Il comma 6 dell'art. 2 è soppresso. (11)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 6 è soppresso. (182)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'art. 2, comma 6, la frase: "ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto" è soppressa. (110)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
All'interno del comma 6 dell'art. 2, la frase: "ad eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto" è soppressa. (160)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 2
Il comma 1 dell'art. 2 è sostituito dal seguente:
"1. È consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici ed in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale, di quelli destinati a servizi connessi alla residenza e di quelli relativi ad attività produttive, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente, nel rispetto delle previsioni di cui al D. LGS 192 del 2005 e successive modifiche ed integrazioni. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, nel rispetto dei requisiti di cui all'art. 8 comma 1 della presente legge". (351)
Emendamento sostitutivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
Oltre alla predisposizione del programma di realizzazione dei nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, l'A.R.E.A. è autorizzata reperire sul libero mercato, a tiolo di locazione, alloggi da destinare, in via prioritaria, a famiglie o a persone sottoposte a provvedimenti di sfratto esecutivi. (397)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (403)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali per i comuni del primo ambito omogeneo del Piano paesaggistico regionale, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (404)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 10 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (405)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 5 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (406)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. Non è consentito alcun superamento dei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, anche in funzione dell l'adeguamento dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza., per i quali può essere concesso nella misura massima del 7%, per ciascuna unità immobiliare, un incremento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data al 1 ottobre 2004, fatta comunque esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (407)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 10 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data del 1 ottobre 2004 , con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (408)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 12 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività se precedente al 1 ottobre 2000, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (409)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata legittimamente entro il 1 ottobre 2000 con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (410)
Emendamento sostitutivo parziale Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è così sostituito:
1. È consentito, nei limiti degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'adeguamento e l'incremento volumetrico dei fabbricati ad uso residenziale e di quelli destinati a servizi connessi alla residenza, nella misura massima, per ciascuna unità immobiliare, del 20 per cento della volumetria esistente. Per volumetria esistente si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10, con esclusione di quelle che siano state oggetto di procedure di condono edilizio. (411)
Emendamento sostitutivo parziale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.
Articolo 2
All'articolo 2 del D.L. 53 al comma 1, le parole: "alla data di presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 10" sono sostituite dalle seguenti: "legittimamente alla data del 31 marzo 2009". (170)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.
Articolo 2
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
Ai fini della presente legge, sono stabilite le seguenti definizioni:
a) per edifici abitativi si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale di prima casa, nonché gli edifici ad uso abitativo necessari alle esigenze dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nelle attività imprenditoriali, artigiane ed agricole;
b) per superficie utile lorda si intende la somma delle superfici delimitate dal perimetro esterno di ciascun piano il cui volume sia collocato esclusivamente fuori terra. Nel computo di detta superficie sono comprese le scale, i vani ascensore, le logge e le porzioni di sottotetto delimitate da strutture orizzontali praticabili con altezza libera media superiore a due metri e quaranta centimetri, mentre sono esclusi i volumi tecnici, i balconi, i terrazzi, gli spazi scoperti interni al perimetro dell'edificio e i porticati condominiali o d'uso pubblico;
c) per centri abitati si intendono quelli all'interno del perimetro individuato:
1) dal piano urbanistico comunale, qualora i comuni abbiano approvato o anche solo adottato detto atto di governo del territorio;
2) dagli strumenti urbanistici generali o dai regolamenti edilizi, qualora i comuni non abbiano approvato o anche solo adottato il piano urbanistico comunale ai sensi delle vigenti norme;
d) per distanze minime e altezze massime dei fabbricati si intendono quelle definite dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici. In mancanza di definizioni contenute in detti atti, si fa riferimento a quelle definite dal decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti). (172)
Emendamento sostitutivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 2 dell'articolo 2 è sostituto dal seguente:
I Comuni capoluoghi di Provincia e i comuni ad alta tensione abitativa, a seguito di emanazione di apposito bando, predispongono le graduatorie per l'assegnazione degli alloggi reperiti dall'A.R.E.A. sul libero mercato, in favore dei soggetti di cui al comma 1. (398)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 2
La lettera b) dell'art. 2, comma 2, è sostituita dalla seguente:
" b) nel caso di tipologie edilizie pluripiano gli incrementi sono consentiti:
1. nel caso di copertura prevalentemente piana dell'edificio mediante sopraelevazione di un solo piano in arretramento di almeno metri 1,5 rispetto ai fili delle facciate prospicienti spazi pubblici, ovvero mediante la chiusura dei piani pilotis, nel rispetto della sagoma dell'edificio e delle dimensioni minime dei parcheggi, come previste dalle norme legislative vigenti;
2. nei sottotetti a condizione che venga rispettata la sagoma massima delle murature perimetrali dell'edificio e che l'altezza media interna non superi i tre metri;
3. nei singoli piani a condizione che l'intervento si armonizzi con il disegno architettonico complessivo dell'edificio e rispetti le distanze ed i distacchi previsti dalla strumentazione urbanistica comunale vigente.
Gli incrementi previsti nei precèdenti punti 1, 2 e 3, possono essere realizzati anche dai singoli proprietari purché venga dimostrato, mediante un progetto complessivo, il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico dell'edificio e rispettate le distanze tra pareti prospicienti come previste dagli strumenti urbanistici comunali vigenti. Gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati separatamente ad essa. (352)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 2
La seconda parte della lettera c), dell'art. 2, comma 2, dalle parole "mediante progetto complessivo, il coerente inserimento della singola parte da realizzare rispetto all'ampliamento volumetrico del complesso edilizio", è sostituita dalla seguente: "mediante un progetto esteso all'intero fabbricato, il coerente inserimento dell'ampliamento nel contesto architettonico del complesso edilizio". (353)
Emendamento sostitutivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Il comma 3 dell'articolo 2 è sostituto dal seguente:
Le assegnazioni, a carattere provvisorio, non possono avere una durata temporale inferiore a quattro anni. Le famiglie e le persone locatarie, dovranno corrispondere i canoni di locazione previsti dalla L.R. n. 13/89 e successive modificazioni. (399)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis.
Articolo 2
Nel comma 3 dell'articolo 2, la frase:
"riduzione almeno del 15% del fabbisogno di energia primaria"
è così modificato:
"riduzione almeno del 35% del fabbisogno di energia primaria", tale da ancorare un premio volumetrico così rilevante ad una significativa riduzione del fabbisogno di energia primaria". (338)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu.
Articolo 2
All'Art. 2 comma 3 le parole "riduzione almeno del 15 per cento del fabbisogno di energia primaria" sono sostituite dalle parole "riduzione almeno del 30 per cento del fabbisogno di energia primaria". (177)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale.
Articolo 2
L'ultima parte del comma 3, dell'art. 2, dalle parole "rilasciata da un tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo 30 maggio 2008 n° 115 (Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE), articolo 2, comma 2", è sostituita dalla seguente:
"ai sensi del D.M. 26 giugno 2009 (Linee guida Nazionali per la certificazione energetica degli edifici)". (354)
Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu.
Articolo 2
Il comma 4 dell'art. 2 è cosi sostituito:
"Per gli edifici ad uso residenziale e per i servizi connessi alla residenza situati in zona F turistica nella fascia compresa trai i 300, o i 150 metri nelle isole minori, e i 2000 metri dalla linea di battigia, è escluso ogni incremento volumetrico". (180)
Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis.
Articolo 2
Nel comma 6 dell'articolo 2 l'inciso seguente "Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano per gli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata negli strumenti urbanistici comunali" è cosi modificato "Gli incrementi di cui ai commi precedenti non possono superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dal D.A. 2266/1983". (336)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.
Articolo 2
All'articolo 2 del D.L. 53, al comma 1, dopo le parole: "volumetria esistente" sono aggiunte le seguenti: "in misura comunque non superiore a 150 metri cubi per unità immobiliare preesistente". (169)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.
Articolo 2
All'articolo 2 del D.L. 53, al comma 1, dopo le parole: "volumetria esistente" sono aggiunte le seguenti: "in misura comunque non superiore a 150 metri cubi per unità immobiliare preesistente". (171)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Dopo il comma 1 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente comma 1 bis:
1 bis. Le disposizioni di cui al precedente comma non si applicano ai fabbricati che anche parzialmente siano stati oggetto di procedure di condono edilizio previste da normative nazionali o regionali successive al 1 gennaio 1978. (412)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Dopo il comma 1 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente comma 1 bis:
1 bis. Le disposizioni di cui al precedente comma non si applicano ai fabbricati che anche parzialmente siano stati oggetto di procedure di condono edilizio previste da normative nazionali o regionali successive al 1 gennaio 1983. (413)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Dopo il comma 1 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente comma 1 bis:
1 bis. Le disposizioni di cui al precedente comma non si applicano ai fabbricati che anche parzialmente siano stati oggetto di procedure di condono edilizio previste da normative nazionali o regionali successive al 1 gennaio 1990. (415)
Emendamento aggiuntivo Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis.
Articolo 2
Dopo il comma 1 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente comma 1bis:
1 bis . Le disposizioni di cui al precedente comma non si applicano ai fabbricati siti nei territori dei comuni del primo ambito omogeneo del vigente Piano paesaggistico regionale. (414)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2
Dopo il comma 4 dell'art. 2, è inserito il seguente:
"4 bis. Per gli edifici ad uso residenziale e per i servizi connessi alla residenza situati in zona F turistica, nei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, sono ammissibili esclusivamente e limitatamente agli edifici di cui al precedente comma 2 lett. a), gli incrementi sino al 10% del volume esistente, senza sopraelevazione, a condizione che siano finalizzati al miglioramento della qualità architettonica dell'intero organismo edilizio e dei valori paesaggistici del contesto in cui è inserito; la proposta di intervento dovrà ottenere la positiva valutazione della Commissione regionale per la qualità architettonica e paesaggistica di cui all'art. 7 della presente legge". (355)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2
Nell'art. 2, al comma 6, dopo le parole "con i caratteri architettonici e tipologici del contesto" sono inserite le seguenti:
"ed a condizione che l'intervento comporti un miglioramento della qualità architettonica estesa all'intero edificio e sia armonizzato con il contesto storico e paesaggistico in cui si inserisce". (356)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu.
Articolo 2
Dopo il comma 6 dell'art. 2 è aggiunto il seguente comma:
6 bis. Gli incrementi volumetrici di cui ai commi precedenti non possono superare i limiti di altezza e distanza tra pareti prospicienti previste dagli strumenti urbanistici e dal D.A. 2266/1983". (183)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2
Nell'art. 2, dopo il comma 6, è inserito il seguente:
6 bis. Gli incrementi di cui ai commi precedenti sono aumentati del 30% qualora si tratti di prima abitazione del proprietario, localizzata nelle zone urbanistiche B o C e purché la superficie dell'immobile non superi quella indicata nel terzo comma dell'art. 16 della legge 5 agosto 1978, n° 457. (357)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.
Articolo 2
Al comma 7, alla fine è aggiunto il seguente periodo: "Tale contrasto è espressamente dichiarato con delibera del consiglio comunale del comune competente approvata entro il termine di sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. In mancanza di tale delibera non sono ammessi ampliamenti nelle zone urbanistiche omogenee A". (184)
Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale.
Articolo 2
Nell'art. 2, dopo il comma 7, è inserito il seguente:
7 bis. Nei casi previsti nell'art. 17 della L.R. 2 del 2007 e ss.mm. ii., gli incrementi di cui ai commi precedenti sono aumentati del 20%. (358)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu - Espa.
Articolo 2
Dopo l'art 2 è aggiunto il seguente art. 2 bis :
1. Gli interventi di cui all'art 2 della presente legge sono incrementati del 20% in presenza di persone aventi i requisiti di cui alla legge regionale 2/2007 art. 17 come modificato dal comma 28, art 8 Legge Regionale 5 marzo 2008, n. 3, ove più vantaggiosa, fatti salvi i vincoli ivi previsti.)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sugli articoli e sugli emendamenti.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
(URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta, a termini di Regolamento, per poter procedere alla prima votazione, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 22, viene ripresa alle ore 16 e 31.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Onorevole Uras, reitera la richiesta di verifica del numero legale?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, Presidente.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che il consigliere Bruno è presente.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 44 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BRUNO - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Mariano - CUCCA - CUCCU - DE FRANCISCI - DEDONI - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - LOMBARDO - MANINCHEDDA - MARIANI - MELONI Francesco - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - URAS - ZEDDA Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che vogliono intervenire che devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Porcu, che ha a disposizione dieci minuti.
PORCU (P.D.). Presidente, prima di entrare nel merito della discussione dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti, vorrei segnalarle un problema al sistema di prenotazione elettronico. Io avevo prenotato e la luce stava correttamente lampeggiando nella mia postazione, ma sono passati almeno 20 secondi prima che la segnalazione le pervenisse. Invito pertanto gli Uffici a verificare l'inerzia del sistema.
L'articolo 2 è il cuore di questo provvedimento di legge, perché esso prevede in maniera generalizzata, quindi per tutte le fasce che non hanno particolari regimi di tutela o particolari regimi autorizzatori, come vedremo negli articoli successivi, gli aumenti volumetrici previsti al comma 1 e ai commi successivi. Questa parte del provvedimento, pertanto, potrebbe anche essere oggetto di un interesse e di una discussione serena, visto che stiamo parlando di zone che non insistono o che non necessariamente insistono su aree di pregio (la fascia costiera, i centri storici), se questi ampliamenti del patrimonio edilizio esistente ricadessero o fossero previsti all'interno degli strumenti urbanistici preesistenti.
Credo che la differenza tra la vostra e la nostra proposta stia nel fatto che la vostra prevede aumenti volumetrici tout court, anche se non disciplinati dagli strumenti urbanistici, anche se provocano sovraccarichi dei servizi pubblici che pagherà la collettività perché i Comuni dovranno farsene carico, piuttosto che prevederli all'interno della normativa urbanistica dei singoli Comuni. Per cui noi abbiamo presentato una serie di emendamenti in qualche modo coerente con le osservazioni critiche che abbiamo rivolto a questo provvedimento di legge.
Colleghi, capisco che il rientro in Aula nel pomeriggio può essere faticoso ma, poiché è necessario approfondire il testo, dobbiamo provare a utilizzare bene il nostro tempo.
Negli emendamenti noi facciamo alcune osservazioni coerenti con le cose che vi ho appena detto; da un lato potremmo anche essere favorevoli a un adeguamento del patrimonio edilizio esistente in via semplificata se questo non comportasse aumenti di volumetrie. Questo lo diciamo, per esempio, con l'emendamento numero 400; oppure (emendamento numero 401) potremmo anche approvare, perché il nostro intendimento non è quello di bloccare una possibilità edificatoria tout court, questi aumenti di volumetrie se fossero già ricompresi e previsti all'interno degli strumenti urbanistici esistenti.
Colleghi, credo di essermi sbagliato sui numeri degli emendamenti, ma la sostanza del ragionamento non cambia; comunque l'emendamento che prevede le eventuali volumetrie, ancorché ricomprese negli strumenti urbanistici preesistenti, è il "167".
Rimane certamente il problema di quanto questa norma sia coerente con le previsioni, che abbiamo enunciato nell'articolo sulle finalità che abbiamo approvato stamattina, relative all'efficienza energetica del patrimonio edilizio. Una serie di aumenti volumetrici, in particolare quelli nella misura del 20 per cento, sono comunque possibili anche se non è previsto alcun risparmio energetico. Pertanto, anche da questo punto di vista c'è una contraddizione: aumenti di volumetrie consistenti sono possibili anche se non comportano alcun miglioramento e alcun risparmio dal punto di vista energetico.
Per questo noi presentiamo emendamenti che perlomeno, per quanto riguarda gli ulteriori aumenti di cubatura previsti dal comma 3, non si limitano a prevedere un 15 per cento di fabbisogno di energia primaria, ma prevedono standard più ambiziosi. In realtà avrebbero potuto essere previsti per tutta la volumetria aggiuntiva che viene contemplata.
Il comma 2, di cui con vari emendamenti prevediamo l'abrogazione, invece elenca le tipologie di interventi possibili; ed è subito chiaro che si creeranno problemi per molte tipologie edilizie. Immaginate infatti che cosa succederà quando si insedieranno nuovi corpi di fabbrica (si potranno avere ampliamenti, sopraelevazioni corpi di fabbrica separati dal fabbricato principale), nel caso di abitazioni uni o bifamiliari, alle pertinenze o alle proprietà limitrofe. Aumentando volumetrie e posizionandole, per esempio, vicino ai confini, il valore dei beni limitrofi sarà influenzato e condizionato dalle nuove volumetrie che andremo a realizzare; in mancanza di un intervento organico, che possa sovrintendere all'aumento complessivo di cubature per questa fattispecie, certamente si creeranno dei contenziosi tra proprietà limitrofe. Da questo punto di vista sembra avere più senso la lettera c), dove nel caso di edilizia a schiera in lotti urbanistici unitari si prevedono adeguamenti per tutte le unità.
Quindi, sono chiare già da questo articolo le contraddizioni del testo: da un lato non si applica il risparmio energetico per tutti, dall'altro non si prevede omogeneità degli interventi per realtà molto importanti come le tipologie edilizie unifamiliari. Di conseguenza rimane la nostra contrarietà a questo articolo a causa della sua generalità, perchè non risponde alle esigenze di coordinamento degli interventi e anche per l'impossibilità di avere l'ultima parola da parte degli enti locali.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, stiamo affrontando un confronto difficile e serrato su questo testo di legge. La posizione del Partito Sardo d'Azione credo sia a tutti nota. Mi riferisco in particolare alla parte di questo articolo dove si deroga, di fatto, al vincolo di totale inedificabilità entro la fascia di rispetto dei 300 metri. Sul contenuto, sulle finalità e sulle conseguenze di questo provvedimento di legge noi sardisti abbiamo da sempre alle spalle un vissuto di dibattiti, una ricerca ed un impegno soprattutto di straordinaria valenza ed intensità.
Ed è la nostra storia a parlare per noi, a parlare chiaramente e senza equivoci attraverso fatti concreti e importanti, anche in materia urbanistica. Alcuni di voi ricorderanno -guardandomi intorno pochi, in verità - l'intenso dibattito che si sviluppò durante l'iter di approvazione della legge numero 42 dell'89, che normava l'uso e la tutela del territorio regionale. Quella legge ebbe un parto travagliatissimo che avvenne a cavallo di due legislature; la prima delle due guidata dal compianto presidente Melis ci vedeva al governo della Regione, la seconda invece all'opposizione. Ebbene, la legge che noi avevamo pensato ed esitato, quantunque rinviata dal Governo italiano, e nella fase successiva anche leggermente ammorbidita rispetto alla stesura iniziale, venne comunque promulgata mantenendo allora, vorrei anche aggiungere con il nostro modesto contributo e grande soddisfazione del partito al quale appartengo, intatti i vincoli rigidi di tutela.
Oggi, però, noi sardisti non siamo sottoposti a un semplice quesito, non ci si chiede, e mi rivolgo in particolare ai colleghi della maggioranza, di derogare a quei vincoli, non siamo di fronte a un fatto meramente tecnico su cui poter dissertare a prescindere dal cuore della ragione; a noi oggi si chiede ben altro, e cioè di derogare ai nostri principi, alla nostra storia, ai nostri valori, ai nostri precedenti sacrifici. Sacrifici e valori di chi, anche in quella ormai lontana circostanza, difese strenuamente i valori e le prerogative del nostro istituto autonomistico. Li difese davanti a uno Stato, come oggi e come sempre accentratore e invasivo, con un unico intento: tutelare e preservare l'integrità e la bellezza di questo nostro territorio.
Noi sardisti, tutti, sentiamo ancora l'orgoglio, la responsabilità che ci deriva da quelle lotte, sentiamo forte il debito di riconoscenza nei confronti di chi quelle lotte ha condotto, strenuamente e in prima persona, e che oggi non c'è più. Sentiamo la responsabilità, dicevo, che ci deriva dalla nostra storia; una responsabilità che io sento particolarmente perché in quella stagione ho avuto il privilegio e l'onore di essere al fianco del presidente Melis, in questo stesso Consiglio, a lavorare, a lottare assieme perché vi fosse realmente in quella legge una tutela effettiva del nostro territorio.
Onorevoli colleghi, se mi sono trattenuto un po' su questo punto è perché mi ricordo di quei momenti e ho qualche emozione. Cari colleghi, ogni Gruppo conosce bene di che cosa si sta discutendo oggi in questo articolo. Chiaramente l'articolo riveste, come voi tutti sapete, interessi pubblici e interessi privati che noi dobbiamo tutelare o infrangere con una semplice espressione di voto. Perciò noi vogliamo essere molto chiari e pretendiamo altrettanta chiarezza.
Ho sentito nei corridoi, ma anche dentro quest'Aula, manifestazioni di dichiarata perplessità da parte di diversi colleghi, a volte appena sussurrate solo per esprimerci un po' di solidarietà che, per ovvie ragioni, non poteva essere espressa pubblicamente. Ebbene, oggi, con questa normativa ci troviamo in una situazione particolarmente delicata, cari colleghi, per cui se non prestassimo la dovuta attenzione, potremmo scrivere una pagina pericolosa che, al di là delle intenzioni e delle motivazioni che sono alla base delle decisioni di ogni singolo Gruppo, rischierebbe oggettivamente di trasformarsi in una sorta di favore, favore che diventerebbe fatalmente collusione, che potrebbe diventare operazione di tipo immobiliare, e che rischierebbe di trasformare questa Assemblea in un collegio pletorico che, certo, non ha saputo guardare molto lontano, mentre il Consiglio regionale della Sardegna deve essere lungimirante, sempre, in ogni occasione.
Allora, qual è il problema? Noi che cosa pensiamo che sia sottinteso, forse, in questo articolo? Nello specifico, badate bene, è in gioco una facoltà di aggressione, anche in maniera brutale, di importanti parti del nostro territorio: è in gioco, lo dobbiamo dire, dobbiamo stare attenti. Credo che anche il mio Capogruppo farà qualche accenno a questo particolare, e badate bene non possiamo permetterci di mettere le generazioni future nella condizione, un domani, di dover ripristinare attraverso un'ulteriore sorta di bonifica del territorio le condizioni per la costruzione, badate bene, per la costruzione della propria storia.
Voglio ricordare infatti che lo spazio, il territorio, e all'interno del territorio il paesaggio, sono insieme al fattore tempo le condizioni elementari di qualsiasi processo produttivo. Noi, quando pregiudichiamo porzioni pregiate di territorio, stiamo facendo venir meno gli stessi presupposti e le stesse precondizioni perché quella storia più complessiva, legata a quello che noi siamo e a quello che noi vogliamo diventare, possa effettivamente realizzarsi.
Voglio chiudere ricordando proprio gli articoli 41 e 42 della Costituzione che stabiliscono la priorità degli interessi generali della collettività rispetto a qualsiasi interesse individuale. Inoltre, l'articolo 9 della Costituzione dice che la Repubblica "Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Mario Diana, Marco Espa, Roberto Capelli e Radhouan Ben Amara che, essendosi iscritti oltre la scadenza del termine, non potranno intervenire.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, l'articolo 2 è decisamente in rilievo nel contesto di questo articolato, perché pone alcune questioni politicamente e giuridicamente rilevanti. Una di queste è la certezza e il rispetto del diritto e, soprattutto, che la certezza del diritto in questo Paese valga per tutti. Mi riferisco in modo particolare, perché la stessa dicitura è presente non solo nel comma 1 dall'articolo 2, ma anche nell'emendamento sostitutivo parziale dello stesso comma proposto dalla Giunta regionale, alla spiegazione di che cosa si intenda per volumetria esistente.
Per volumetria esistente dice l'articolato, ma lo ripete l'emendamento, si intende quella realizzata alla data di presentazione della denuncia di inizio di attività di cui all'articolo 10. Quella però è una data futura, è una data non stabilita, è una data che sarà, e nel frattempo le volumetrie si potrebbero realizzare legittimamente, oppure illegittimamente anche se legittimate da procedure di condono, oppure illegittimamente e basta, e verrebbero così legittimate, perché così si intende ai fini del computo della volumetria esistente, in funzione dell'aggiunta ulteriore di volumetria.
Stiamo dicendo: "Ragazzi mettetevi a costruire abusivamente, perché quando farete la vostra dichiarazione di inizio di attività la volumetria che noi terremo in considerazione sarà esattamente quella esistente nel momento in cui presenterete l'istanza"; la gente capisce così, perché fa comodo capire questo discorso: "Badate vi stiamo sanando gli abusi che farete, se non vi becca il sindaco, se non vi mandano la polizia, se non interviene il magistrato ma, anche se intervenisse, quella volumetria comunque esiste e, in quanto tale, viene considerata ai fini dell'aggiunta di volumetria".
Questo è un paradosso, perché una norma così non potrebbe essere mai scritta. Quando voi presentate la denuncia di inizio di attività noi andiamo a verificare qual è la volumetria esistente, intendendo quella realizzata. Come? Chi lo sa! Legittimamente? Non lo sappiamo! E la volumetria frutto di abusi che sono stati già condonati, dove l'aggiunta di volumetria si è già fatta, violando la legge, ancora una volta viene utilizzata per definire un premio!
Io dico alla Giunta almeno di porsi il problema, di scrivere a chiare lettere, in un articolo di questa natura, che ogni cubatura illegittimamente realizzata, ancorché sanata, non può essere considerata ai fini dell'incremento volumetrico ulteriormente consentito da questo provvedimento. Altrimenti la violazione del diritto diventa una condizione di vantaggio che noi promuoviamo, cioè noi facciamo le leggi per aiutare coloro che le violano. Si scriva da qualche parte che chi ha già usufruito di una sanatoria, chi ha già incrementato la cubatura in violazione delle disposizioni contenute negli strumenti di pianificazione urbanistica, non può essere premiato, sia che abbia condonato una veranda, o uno scantinato, o un locale di sgombero che passa per mansarda, qualunque cosa che assomiglia a questo.
E poi, stiamo attenti; perché dico che dobbiamo stare attenti? Stiamo attenti perché ci colpirà il disordine, il caos edilizio, e il guadagno di qualche persona, di qualche famiglia, di qualche impresa, finirà per trasformarsi in un costo per la comunità.
Sempre in questa disposizione si dice che è possibile intervenire anche superando i limiti relativi alle distanze dei prospetti, cioè si legittima, o meglio si deforma una normativa che, garantendo un certo limite nelle distanze, garantisce l'uno e l'altro proprietario di fabbricato da un'invasione, da un'invadenza, che può essere posta in essere da uno dei proprietari medesimi. Ci sarà la gara a costruire muri davanti alle finestre altrui; e poi come governeremo queste cose nelle nostre piccole comunità, dove la gente si uccide per queste ragioni, per uno sconfinamento presunto? Come faremo? Come faranno i nostri sindaci a governare queste richieste, a rendere compatibili le convivenze?
Sono problemi che noi vedremo affiorare dopo che questo provvedimento sarà approvato. Tutti avranno imparato che è meglio costruire tanto, chi se ne frega, prima o poi arriva una legge che mi consente non solo la legittimazione di ciò che illegittimamente ho costruito, ma anche di legittimare tutto ciò che io non avrò ancora costruito, ma che potrò costruire fino al momento in cui farò la denuncia di inizio di attività, e dopodiché, siccome mi sono comportato così, avrò il vantaggio di avere anche una cubatura in premio. Noi stiamo facendo un'operazione di sollecitazione alla violazione della legge. Io chiedo, ma lo chiedo, Assessore, alla Giunta, di correggere questo comma perché è scritto male.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, consiglieri regionali, alla conclusione dei lavori della mattinata la Giunta (pochi i componenti presenti) si è riunita per esaminare una tematica, emersa nel corso dei lavori, sulla quale anche le singole componenti del centrodestra hanno ritenuto di dover fare un giusto e corretto approfondimento. Peraltro l'Esecutivo, già stamattina, aveva in animo di fare un intervento in riferimento ad un emendamento presentato dal centrosinistra; la richiesta del voto segreto ci ha impedito di esplicitare il nostro intendimento.
Mi riserverò, conseguentemente, quando arriveremo all'esame dell'emendamento numero 351, di presentare un emendamento orale al fine di fare chiarezza e dare certezze in ordine alla scadenza temporale in riferimento agli immobili esistenti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi e colleghe, intervengo per una riflessione sull'articolo 2; un articolo importante perché, come qualcuno ha detto, è il nocciolo, la parte più rilevante del disegno di legge in discussione. Contiene disposizioni che dovrebbero coinvolge pienamente i comuni ma, l'abbiamo ribadito più volte, i comuni sono stati lasciati in disparte. Sì, è vero, c'è stata una consultazione ma in questa materia la consultazione non è sufficiente perché i comuni, per le cose dette anche dai colleghi, per le problematiche che possono discendere dall'attuazione di questa norma, non bastava solo sentirli ma bisognava anche coinvolgerli pienamente.
Dico questo perché i comuni che hanno redatto il loro Piano urbanistico lo hanno fatto predisponendo (e hanno speso anche ingenti risorse) uno studio analitico sul patrimonio edilizio, sulle tipologie abitative, cioè sulla materia oggi in discussione. Con fatica si è individuata anche la possibilità espansiva dell'abitato, sulla base dei parametri economici e, quindi, di implemento eventuale della popolazione.
Questi parametri sono dati di fatto, non sono fantasie ipotizzate; in quest'ottica pertanto non passava il PUC che per esempio prevedeva, specie se il comune era considerato zona interna, che si passasse da 10 mila a 20 mila abitanti con la concessione di aree C e così via. Tutti questi aspetti non sono stati oggetto di concessione ma, sulla base reale dei parametri possibili, si sono quantificate queste condizioni.
Questi comuni, oltretutto, nel redigere il PUC, hanno anche individuato tipologie abitative, al di fuori del centro storico, che presentano caratteristiche particolari; sono le case che conservano la memoria storica del paese, che possono avere caratteristiche anche di semplicità ma caratterizzanti quel luogo e che affondano le radici nei primi insediamenti romani e in quelli medievali e così sino ai giorni nostri. Sono elementi caratterizzanti i piani urbanistici che questa norma rischia di "far saltare". Aggiungerei inoltre che questa norma non rispetta il Titolo V della Costituzione che pone i comuni sullo stesso piano della Regione in quanto assieme concorrono alla pianificazione e allo sviluppo territoriale.
Con questa norma, quindi, si dà la possibilità di superare quelle regole che i comuni dotati di PUC si sono dati con tanta fatica; spesso si è combattuto infatti anche all'interno dei comuni per aver l'orgoglio di dire: "…ma il nostro comune raddoppierà i suoi abitanti!", e questo ci fa sentire importanti? Le norme che regolano il PUC li hanno riportati però a più miti ragionamenti, a ragionamenti più puntuali, a ragionamenti di minor fantasia che hanno portato a dar vita a un'organizzazione ormai già consolidata che questa norma rischia di far saltare.
Si rischia di far saltare, come dicevo, tutti i parametri, di conseguenza l'aumento di volumetrie e di cubature chiaramente sbilancia anche l'indice abitativo che per alcuni comuni è determinato sulla base di studi analitici relativi alle opportunità di sviluppo, alle condizioni di sviluppo di quel territorio, di quel centro abitato; sono parametri oggettivi che determinano la possibilità di espansione, la stabilità se non addirittura il decremento in termini abitativi di quei comuni.
Il fatto di non aver coinvolto i comuni determinerà a mio avviso uno squilibrio.
L'altro aspetto che mi preoccupa, in questa fase, è che non essendo previsti incentivi a favore dei privati, oggi utilizzerà questa norma sicuramente il privato che detiene le risorse economiche per attuare gli interventi previsti nella legge; quelle risorse, in una situazione economica difficile, vanno destinate all'edificazione a discapito di altri settori nei quali si potrebbero promuovere i consumi. Si dice che bisogna consumare, ma non si consuma solo nell'edilizia; però il privato che ancora ha a disposizione un minimo di risorse, in assenza di sostegno pubblico, chiaramente le destina al settore edile sottraendole ad altri settori, ad altri consumi.
Nel corso del dibattito si è parlato di possibilità di lavoro anche per le piccole imprese; sicuramente laddove ci saranno piccoli lavori le piccole imprese potranno farli, ma ho la sensazione che a beneficiare a piene mani di questa normativa sarà anche l'imprenditore edile che possiede la palazzina in città e che costruirà un altro piano. In questo modo si offriranno ulteriori opportunità abitative nelle città, a discapito dei centri minori dove continua lo spopolamento. Penso a Cagliari, non ho i dati ma si sa che Cagliari, relativamente al problema abitativo, è in grande sofferenza.
Un altro aspetto che mi preoccupa è quello di non avere consentito e stimolato il recupero dei centri storici per favorire invece nuove costruzioni (arriveranno con il Piano casa, e mi fa piacere per il sostegno alle giovani coppie), però proviamo a pensare alla possibilità di incentivare maggiormente il recupero della casa paterna che magari è nel centro storico e viene abbandonata per la nuova edificabilità; il centro storico dappertutto si svuota, le abitazioni rimangono sfitte e rischiano di non essere recuperate.
Su questo punto sarebbe necessaria anche una attenzione maggiore, visto e considerato che parliamo di interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio; nei centri storici credo sarebbe più corretto parlare di adeguamento e non di sconvolgimento perché il centro storico è uno degli elementi caratterizzanti le nostre città e i nostri paesi, e questa caratterizzazione dovremmo mantenerla.
Sicuramente la possibilità di intervento consentita anche nelle zone A, relativamente agli edifici che non corrispondono al dettato storico dell'evoluzione abitativa del centro abitato, implementa quello sconquasso, quell'elemento di disturbo all'interno dei centri storici che rischiano di essere meno omogenei di quanto lo siano attualmente.
Infine, vorrei fare un riferimento, perché mi sembra doveroso, alle seconde case. In Sardegna esistono circa 300 mila seconde abitazioni; consentire un incremento volumetrico del 25 per cento equivale alla realizzazione di cubature pari a 75 mila nuove seconde case, questo è stato detto. Ma la Sardegna ha proprio bisogno di seconde case sul mare oppure, visto che tanto spesso sottolineiamo l'importanza di rivalorizzare i nostri centri storici, non sarebbe più corretto impostare anche un percorso economico sul turismo culturale?
Noi, invece, quando parliamo di turismo intendiamo il turismo balneare che in Sardegna dura due mesi, tre mesi, dopodiché abbiamo un patrimonio edilizio bloccato lungo le spiagge che porta solo problemi. Il comune di Arbus, per esempio, ogni anno si lamenta perché non riesce a portare via la spazzatura, perché deve fornire l'energia elettrica, l'acqua, tutti i servizi per due mesi all'anno.
Io credo che sia un investimento sbagliato non legare queste volumetrie previste nel provvedimento ai centri storici e non impostare un'economia di tipo diverso; non solo il mattone lungo la riva ma anche il mattone nei centri storici così che questi possano diventare davvero l'albergo diffuso. Oggi c'è comunque una sete di cultura che va oltre il periodo balneare. C'è bisogno di trovare politiche di sviluppo…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, onorevoli colleghi, questa norma, la prima volta che ne sentimmo parlare, ci venne presentata come una norma che puntava a riattivare un settore e a consentire l'utilizzo di volumi disponibili ma non, come dire, praticati, oppure a rianimare un settore consentendo l'utilizzo di beni con delle premialità di volume che sarebbero state compensate da un vantaggio generale derivante dal miglioramento del patrimonio edilizio.
Questo fu il primo approccio della discussione politica su questo disegno di legge, e su questo primo punto non ci sono grandi obiezioni, anzi, c'è consenso. A questo primo obiettivo se ne sovrappose in itinere un altro: l'intervento sulle norme del Piano paesaggistico regionale. Ora, qui bisogna dirci le cose fino in fondo: il Piano paesaggistico regionale, anche nelle parole della Giunta regionale, nella persona dell'assessore Asunis, viene considerato non un provvedimento da demolire, ma una risorsa di tutela del nostro territorio; si ritiene però necessario correggere tutti gli aspetti deformati da una rigidità ideologica che, già nel corso della scorsa legislatura, è stata oggetto di durissimo scontro politico.
Stiamo parlando pertanto di rivedere alcuni aspetti: non abbiamo mai proposto: "giù il Piano paesaggistico", abbiamo sempre detto: "correggiamone gli aspetti più irrazionali, più irragionevoli". Ora, questo percorso di correzione deve avere il requisito dell'organicità e dell'equilibrio; io sto notando, invece, nelle norme inserite nel provvedimento in esame, un'attività emendativa che rischia di produrre, al termine del percorso, tanti spezzoni di iniziativa amministrativa e di regolazione amministrativa non adeguatamente coordinati portando a quell'impasse amministrativa che è la malattia di questa Regione, è la malattia!
Noi discutiamo, molte volte, ed emendiamo; emendiamo per parti, per pezzi e alla fine vengono fuori leggi che non vengono applicate, e questa è la più grande delusione che un'Assemblea legislativa possa originare. Può darsi che io sbagli (non ho l'esperienza ventennale di alcuni consiglieri qui presenti) ma da ciò che sto vedendo, nel susseguirsi degli emendamenti, credo che sia necessaria una fase di lettura attenta del quadro che sta emergendo, perché ho la sensazione, ripeto, che l'iniziativa emendativa stia producendo meccanismi che poi non si coordinano.
La stessa scansione delle premialità di volume, che parte da un 20 per cento, si può ampliare a un 30 per cento, per alcune tipologie scende al 10 e per altre sale al 25, non è semplicissima da gestire, non è per niente semplice da gestire! E allora, quando si fanno processi di riforma, noi siamo disponibili a discutere, lo siamo sempre stati, siamo per la ragionevolezza delle discussioni, anzi siamo sul territorio per gli accordi istituzionali; non vorremmo infatti che nel Consiglio regionale della Sardegna sul territorio accadesse quel che accade nel Parlamento italiano dove sul tema della scuola ogni maggioranza butta giù ciò che ha fatto la precedente, e la scuola è nel disastro che conosciamo: non si può fare questo sul territorio, si può emendare, si può correggere ma ci vuole una organicità.
Il terzo, e il più sconcertante, degli obiettivi che si sono sovrapposti (i primi due li comprendiamo e li condividiamo, pur chiedendo ordine nel fare le cose) è stato questo impulso ad andare oltre una tutela della fascia dei 300 metri che qui dura, potremmo dire, da sempre. Quando si vede questo, il tema non è più quello, perché è talmente irragionevole che non è quello il ragionamento da fare.
Io vorrei allora sottoporre un altro tema all'attenzione dei colleghi, e lo sottopongo io perché nella passata legislatura l'ho vissuto sulla mia pelle, ed è il tema del rapporto tra coscienza individuale e militanza politica. E' questo il tema; perché nella scorsa legislatura molti miei colleghi, che io rispetto molto, hanno rinunciato a ciò che pensavano rispetto alla verità delle cose per uno spirito di militanza: se oggi voi chiedete a questi colleghi se sono soddisfatti di quella scelta non ottenete una risposta positiva.
Io ho pagato duramente in quella legislatura, non perché avessi sempre ragione ma perché ho deciso, e farò sempre così, che dinanzi a questioni di coscienza non vale la militanza politica: la militanza può produrre l'eroe, il santo, colui che si sacrifica per tutti, ma può produrre anche un tradimento interiore della persona che è costretta, dal luogo in cui milita, a "girarsi" rispetto all'evidenza delle cose. E allora i partiti non c'entrano, non c'entrano, per cui noi vorremmo fare un appello alla coscienza dei singoli e dire: ma si ritiene veramente che sia indispensabile, strategico, che si violi la fascia dei 300 metri? Ma voi siete consapevoli del fatto che si possono fare le cose migliori di questo mondo in questa legge, ma che quello rimarrà l'unico messaggio che verrà veicolato? E per che cosa? Qual è il vantaggio politico, qual è il vantaggio sociale di un'operazione di questo tipo? Cosa fa cadere togliere l'intervento sul "residenziale" nei 300 metri, che cosa cambia? Toglierlo conferma un atteggiamento protettivo dei sardi sulla loro terra, mantenerlo che cosa produce, che vantaggio produce in termini di consenso?
Vi ripeto che non riguarda i partiti, riguarda la coscienza di ciascuno di noi. Voi potrete dirmi "ma cos'è il 10 per cento in più in una casa?", io lo so, perché ho una casa di dimensioni tali, normali, per cui non ci penso neanche a metterci mano per un 10 per cento in più (poi, lontanissimo dalle coste), un 10 per cento in più interessa chi ha una grande casa, e sono veramente pochi. Ma quello che accadrà è che vedremo incamiciate tutte le case nell'ambito dei 300 metri, e dopo che saranno incamiciate quello che succede dentro non lo saprete, perché non avete un poliziotto in ogni casa e in ogni comune.
Ma voi, in cuor vostro (non c'entra la politica, io non sono il Presidente della Commissione, sono una persona) chiedetevi se fra vent'anni, quando non sarete più qui - anzi c'è chi ci sarà, sicuramente -potrete pensare che questa sia stata una decisione giusta; cioè potrete dire: "ho fatto una cosa giusta". No, questa è una cosa sbagliata, è oggettivamente sbagliata! Noi non la stiamo "buttando in politica", non stiamo parlando in termini di ideologia, stiamo chiedendo che ci sia un sussulto di coscienza: quella fascia non va toccata!
Ma non va toccata perché voi rappresentate chi difende ciò che ci è caro, e non c'entra la politica, c'entra il buon senso, c'entra la cura delle cose, c'entra la passione per la patria: noi sentiamo la Sardegna come una patria, perché non la possiamo sentire tutti così? Che cosa costa avere un affetto per le cose, gestire la politica senza infingimenti? Non è "roba vostra" violare la linea dei 300 metri, un sardo non viola quella linea!
Noi facciamo un appello non ai partiti, non è in gioco questo, ma alle persone perché si interroghino se stanno facendo una cosa giusta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io condivido, molto, le osservazioni del collega Maninchedda, però vorrei aggiungere una nota pessimistica: non avverrà come dice lui, perché proprio la cultura atavica della nostra comune origine agropastorale ha costruito nei secoli una mentalità proprietaria del bene territorio, e questo riguarda anche noi legislatori. In questo quadro diventa vano convincere, e convincerci, che il diritto di tutti rispetto al territorio venga prima e, in assoluto, non sia paragonabile con il diritto privato, cioè con il diritto alla proprietà e a fare della proprietà quello che si vuole.
Purtroppo questo è un limite che deriva dalla nostra origine; e la voglia di scardinare un principio di salvaguardia dei 300 metri che, devo dire, ha costruito anche un'apprezzabilità del legislatore sardo nel contesto nazionale, credo sia la dimostrazione che ormai la politica non cammina sui terreni dei principi, cammina sul terreno degli interessi, dei profitti; l'articolo 2 lo dimostra e poi ve lo spiegherò.
Altro è dire, come diceva Maninchedda, lavoriamo sulle volumetrie disponibili, vediamo come fare; e lo invito a non credere troppo all'idea che le parole dette dalla Giunta sul fatto che il PPR non si tocca siano vere, perché quando arriveremo all'articolo 13 e all'articolo 14 spiegheremo all'Aula che è una bugia. Con quegli articoli e i relativi emendamenti si sta portando avanti un'operazione di modifica del PPR o, meglio, per fortuna un tentativo. Grazie a Dio su questo aspetto possiamo fare a meno del nostro essere saccenti perché in numerose sentenze la Corte costituzionale ha già detto che gli atti amministrativi non possono essere modificati da leggi, ma da altri atti amministrativi. E quindi quell'operazione finirà lì, sicuramente, perché c'è una dottrina consolidata in merito.
L'articolo 2, invece, è sostanzialmente la declinazione della deroga per le diverse categorie. Prima di tutto i decreti ministeriali (non quelli indicati nell'articolo ma altri) che traggono origine dalla legge numero 1150 del 1942, nel disciplinare - quindi nel fissare un diritto - altezze, distanze, pareti finestrate, si rifanno ai principi del Codice civile, non c'entra niente l'urbanistica, che sono volti a governare la comune convivenza. Voi state dicendo che questo non esiste più: chi prima arriva fa e poi si aprirà il contenzioso. Nel testo non c'è una regola e, se è possibile derogare alle distanze, chi lo fa per primo: quello di destra o quello di sinistra? In base a quale diritto uno lo fa e l'altro non lo fa? E tenete conto che il decreto ministeriale numero 1444, del 1968, parla di limiti inderogabili per le distanze, proprio perché hanno un rapporto diretto con il sistema del Codice civile a garanzia della comune convivenza; e lo vedremo.
Secondo problema: saltano i rapporti di copertura, cioè gli spazi che sono garantiti dal rapporto di copertura pari allo 0,50. Chi li occupa prima? Mandiamo i bambini a mettere le pietre? Le famiglie manderanno i bambini ad occupare per primi gli spazi garantiti dai rapporti di copertura, perché questi rapporti saltano per quello che scrivete in questo comma.
Comma 3. Il comma 3 è un capolavoro; ma, assessore Asunis, questo è l'articolo per i cantieri aperti, questo è il comma per i cantieri aperti. Girate Cagliari, andate ad Olbia, guardate le gru, tutti questi signori, definiti, potranno costruire uno o due piani in più, è scritto in questo articolo. Uno o due piani in più perché voi richiedete solo che il fabbricato, il volume da calcolare per l'ampliamento, per la sopraelevazione, o per l'occupazione anche di spazi, esista al momento della dichiarazione di inizio attività.
Assessore, lei ha detto che forse cambia questo punto, però non si tratta di cambiare una data, bisogna scrivere che a quella data i fabbricati sono accatastati; perché se sono regolarmente accatastati noi abbiamo la garanzia che non c'è speculazione. Se il cantiere è aperto, comunque sia la data dell'inizio attività, quella è speculazione pura. E ha nomi e cognomi, nomi e cognomi! Per cui i criteri con i quali per esempio abbiamo subito oggi lo skyline sullo stagno di Santa Gilla saltano, signori. Lo skyline sulla base del quale sono state contenute le altezze sui fabbricati nella periferia di Olbia è saltato. Questo vuol dire ciò che è scritto in questo comma.
E poi il paradosso è che, sempre nel comma 3, si dice "…Nell'ipotesi di cui alle lettere a) e c) del comma 2 si consegue", lo dà per scontato, già fatto, " il miglioramento della qualità architettonica dell'intero edificio, della sicurezza strutturale…". Qualcuno mi deve spiegare come può un edificio che esiste già, ed è stato strutturato su sette piani sulla base di calcoli, garantire in automatico, con la sopraelevazione di uno o di due piani, una maggiore, dico una maggiore, sicurezza strutturale. La sicurezza strutturale viene meno e in questo caso non si può ricorrere all'autocertificazione, perché è una responsabilità del legislatore impedire che ci siano degli atti impropri come logicamente sono impropri questi, perché nelle voci lettere di questo comma voi parlate di sopraelevazione...
MURGIONI (P.d.L.). Di un solo piano, non di due piani!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). ...ma io diversamente da lei so quale deve essere il peso di un solaio, so bene anche come si fanno i calcoli e i calcoli non si fanno sulla base della futura speranza di soprelevare un piano, ma si fanno sulla base di dati reali. Quindi la sicurezza, se pur può essere attestata e garantita, è diminuita in valore assoluto rispetto al progetto originario, è diminuita. Perché sono diminuiti i margini di sicurezza.
Comma 4. Questo è il comma delle doppie case, zona F. Bisogna che voi sappiate che nella fascia costiera in Sardegna, quella fascia delicata di cui parlava Maninchedda, sono già edificati più di 15 milioni di metri cubi. Quando è entrato in vigore il Piano paesaggistico abbiamo scoperto che molti comuni, visto che alla fine i PTP erano andati in malora, sono corsi a tentoni a riapprovare i piani urbanistici comunali, uscendo da quel vincolo del 50 per cento delle zone F che era stato imposto dalla legge numero 45 e riprendendosi tutta la quota del 50.
Oggi, in Sardegna, ci sono comuni che hanno costruito in quella fascia non il 50 per cento, ma il 400 per cento. Li state punendo, con questo comma gli state dando la possibilità dentro quella fascia di realizzare una quantità di volumetrie per tutta la Sardegna che non è inferiore alla metà di quello che prevedeva il primo master plan in Sardegna, sul quale si è aperta una grande discussione.
Questa è l'entità di quello che consentirà oggi questo provvedimento; vi faccio sapere che in quella fascia non ci sono piccole case ma ville da 1200-1500 metri cubi e che quell'incremento che voi avete previsto rappresenta esattamente quello che per un comune mortale è una comoda unità immobiliare, cioè 300 e passa metri cubi che equivalgono a un appartamento di 100 metri quadrati costruito nella dependance della villa; e state tranquilli che ci saranno tutti i requisiti di bellezza, architettonici e così via.
Ma questi requisiti chi li verifica? Non c'è un riferimento, si formula un auspicio perché si dice "purché siano compatibili" eccetera, eccetera.
Io vi voglio rammentare, avvertiremo i tecnici dei comuni che, comunque, già lo sono, che nell'articolo 15 del Piano paesaggistico regionale, relativo alla disciplina transitoria negli ambiti di paesaggio costieri, è scritto (e questo non lo potete modificare per il momento) non "sino a quando si sveglia la maggioranza di un Governo regionale e fa una legge regionale", ma "fino all'adeguamento degli strumenti comunali alle previsioni del PPR"; quindi al momento siamo in questa periodo fase che non può essere interrotta. Si può fare quello che è scritto in quell'articolo, che non è quello che avete scritto voi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, possiamo già anticipare che condividiamo appieno l'articolo 2 che la Commissione ha esitato; su questo non vi è dubbio perché l'abbiamo votato. Magari non saremo in condizioni di condividere eventuali correzioni, ma questo perché? Perché la libertà della quale questo partito negli anni ha voluto difendere l'utilizzo, a prescindere dalla lealtà e dall'appartenenza a una coalizione e quindi a un accordo programmatico, non inficia certamente lo stesso rapporto. Perché dico questo? Perché siamo un partito che non rinuncia alla propria libertà, ma siamo anche in condizioni di non farci strumentalizzare da nessuno, questo sia chiaro!
Noi, in questi giorni, in religioso silenzio, abbiamo ascoltato tutti gli interventi sull'articolo 1 e sugli emendamenti relativi; abbiamo ascoltato ciò che si è affermato in quest'Aula, le accuse che ci sono state rivolte di essere grandi cementificatori, di essere quelli che vogliono distruggere il patrimonio di quest'Isola, di essere, in effetti, quelli che vogliono rovinare qualsiasi bellezza di cui quest'Isola ancora possa disporre. Io credo che queste affermazioni siano veramente esagerate, e sta diventando difficile stare zitti ad ascoltare.
Qualcuno dovrebbe avere almeno il buon gusto, se non altro, di tacere, invece è il primo che si alza, che accusa, che usa anche termini non certo appropriati nel trattare la materia e nel rivolgerci queste accuse. Io ho molti amici anche tra i banchi dell'opposizione, e non me ne dispiace proprio; molti di voi sono alla loro prima legislatura, ma io mi rivolgo soprattutto a quelli che hanno vissuto l'esperienza precedente, molti condividendo quello che si è fatto, molti stando zitti pur non condividendo quello che si stava facendo. E io capisco le difficoltà che si incontrano quando si vivono momenti simili di vita politica e legislativa in quest'Aula.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SANNA GIACOMO.) Ma accusare, far finta di non sapere, di non vedere e di non conoscere, credo che non aiuti nessuno; perciò io adesso provo a restituirvi tutto ciò che è stato buttato in questi giorni da questa parte per farvi capire che non siete tra coloro che possono dare patenti di cementificatori o patenti di verginità.
Io ho fatto una ricerca e ho trovato un documento, che occupa tre pagine piene, del quale mi sono preoccupato di fare delle copie così nessuno, soprattutto i "vecchi", potrà dire di non conoscerlo Che cosa contengono queste pagine? Contengono le intese, quelle benedette intese che il Governatore di turno aveva la libertà di sottoscrivere, anche quando i comuni erano poco consenzienti; quindi ci si riempiva la bocca sostenendo di essere i salvatori delle coste per, poi, riempire le coste, attraverso le intese, di quello che si riteneva più giusto e opportuno grazie a quella libera scelta, a quella discrezionalità, pericolosissima in politica e nella vita amministrativa.
All'interno di queste tre pagine troverete l'ammontare della cubatura decisa con le intese: 1.000.496 221, quasi un milione mezzo di cubatura, scontiamone circa 300.000 per le cose che si possono condividere, ne restano 1.200.000 date da chi riteneva giusto darle. Io credo che neanche da qualche parte più in alto di noi ci sia qualcuno che possa agire come si è agito, cioè nel silenzio più assoluto; nel silenzio più assoluto non solo della maggioranza di allora, ma anche di quelle associazioni che hanno posto la difesa dell'ambiente al centro di grandi battaglie politiche e civili. In quel momento non hanno parlato, questo argomento non è conosciuto, siamo alla non informazione o, meglio, siamo alla disinformazione assoluta.
Io vi porto solo due esempi perché si possa leggere e poi capire che cosa è accaduto; per capire anche che il 10 per cento di aumento su una struttura di cento metri quadrati equivale a 10 metri, e per legge ci vogliono nove metri quadrati per una camera da letto. Non stiamo parlando di chissà cosa, di chissà quali aumenti, come diceva il collega Maninchedda è un problema di coscienza: se non lo facciamo è meglio, e io mi auguro che non si faccia.
Voglio però citare due punti di questo documento che riguardano le isole minori, quelle a noi care: Santo Stefano e Caprera. A Santo Stefano, e devo dire purtroppo, se ne sono andati gli americani e sono arrivati gli altri; dico purtroppo perché la loro partenza ha consentito di attivare immediatamente procedure di questo genere, per cui si sono costruiti 419.000 metri cubi dove non ne esisteva nessuno. Non possiamo certamente dire che su Santo Stefano qualcuno negli anni abbia speculato con il mattone! Di fronte c'è Caprera su cui vedo che sono stati posizionati 7712 metri cubi.
Io sfido chiunque di voi, non i nuovi, ma i vecchi, che hanno vissuto l'esperienza politica della precedente legislatura, a dirmi se fossero a conoscenza di questi argomenti e, di conseguenza, se si possa ancora dire che oggi noi siamo i cementificatori, siamo quelli che vogliono la distruzione dell'Isola, siamo quelli che nel silenzio possono destinare metri cubi per simpatia, per amicizia e quant'altro, siamo quelli che queste benedette coste le vogliono distruggere o se, invece, è accaduto qualcosa della quale è bene informare la gente, e cioè che le ultime intese sono state sottoscritte dal Vicepresidente della precedente Giunta una settimana prima del voto.
Io ho provato tante volte a denunciare queste cose e ho capito che non c'è l'amplificazione, non c'è il giusto megafono; avrei preferito pertanto che in Aula, stasera, ci fosse anche chi quelle intese le ha volute, le ha condivise e le ha sottoscritte, per capire se si può sorridere sul 10 per cento, che forse maldestramente qualcuno vuole portare nei 300 metri, rispetto a tutte quelle intese che sono state portate avanti nel silenzio, nel disinteresse, nel far finta di non vedere, che è la cosa peggiore, nell'abbandono della coscienza, nel dire che non c'è libertà, nel girarsi dall'altra parte per urlare poi, in quest'aula, in questi due giorni, a noi, di voler distruggere e cementificare quest'Isola.
Io credo, invece, che questo documento testimoni ben altro, per cui qualcuno dovrebbe iniziare a non approfittare troppo della parola, a non approfittare neanche della pazienza e del silenzio degli altri, perché molte volte si sta in silenzio non perché si ha paura, si sta in silenzio perché non si vuole rovinare una certa atmosfera, non si vuole incrinare un certo rapporto. Ma questo non significa essere deboli, questo significa per certi versi essere corretti, ma non stupidi.
Leggete attentamente questo documento (chiedo che vengano distribuite le copie), se avrete la pazienza e l'interesse di farlo, per capire che forse prima di accusare è necessario farsi un esame di coscienza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, ringrazio l'onorevole Sanna per questa fotocopia, ma il documento che adesso dobbiamo esaminare è un altro. Io ricordo che su "La 7" venne trasmesso un reportage sulla campagna elettorale per le regionali, da un lato quella del presidente Soru, dall'altro quella del presidente Cappellacci. Venivano intervistati, in sequenza, due cittadini; il primo chiede: "Presidente, non vorrà sacrificare le nostre coste?". E Cappellacci risponde: "State tranquilli, le coste non verranno toccate". Successivamente l'altro gli chiede, invece, di poter edificare, e Cappellacci risponde di cominciare a mettere i mattoni. Ecco, questa è la vostra visione.
Io credo che questa - lo ha detto l'onorevole Planetta - sia una pagina pericolosa e che gli obiettivi di questo provvedimento (ora stiamo esaminando l'articolo 2, lo vedremo anche più avanti con l'articolo 13) sostanzialmente siano due. Il primo è che non potendo modificare le norme paesaggistiche, in quanto la tutela paesaggistica deve essere concordata d'intesa con l'amministrazione dei beni culturali (questo richiede un lavoro lungo, lunghissimo e, come ho già detto, un successo molto dubbio), volete aggirare l'ostacolo approvando questo provvedimento legislativo, l'occasione offerta da quello che per tanti mesi avete sbandierato come il Piano casa; Piano casa che, in realtà, ha detto l'assessore Asunis, è un'altra cosa.
L'altro obiettivo è quello di aumenti di volumetria generalizzati, e qui ci siamo, che non risparmieranno le coste sarde, oggetto di vincoli paesaggistici, facendo risorgere molte, diverse lottizzazioni, anche del passato, che il Piano paesaggistico per fortuna aveva fatto decadere. E gli articoli 2 e 13 sono gli articoli più pericolosi di questo provvedimento.
Anche noi abbiamo presentato una nostra proposta di legge che prevede definizioni e parametri. Intanto noi diciamo che "per edifici abitativi si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale di prima casa" e non è una differenza di poco conto, perché anche noi prevediamo l'aumento di volumetrie, ma lo prevediamo "per gli edifici ad uso abitativo necessari alle esigenze dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nelle attività imprenditoriali, artigiane ed agricole".
Noi rispettiamo la pianificazione comunale; non è previsto il superamento degli indici; diciamo che non può essere cambiata la destinazione d'uso degli immobili e che occorre possedere i titoli abilitativi; diciamo, come definizione del patrimonio edilizio esistente, che deve essere quello alla data del 31 marzo 2009, la data dell'intesa tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali. Diciamo, inoltre, che occorre l'utilizzo di tecniche costruttive di edilizia sostenibile e che non vi è la possibilità di edificare nei centri storici.
Ora, le osservazioni che noi abbiamo cercato di inserire in una nostra proposta di legge, con la quale ci confrontiamo in questo Consiglio regionale, hanno trovato anche il riscontro del Consiglio delle autonomie locali; eppure voi fate della partecipazione, del coinvolgimento, del rispetto delle autonomie locali uno dei capisaldi della vostra azione di governo, lo avete detto nelle dichiarazioni programmatiche, l'ha detto il presidente Cappellacci, salvo poi non tenerne conto, salvo poi non chiedere i pareri prima della discussione dei progetti di legge.
Il Consiglio delle autonomie locali rileva, per esempio, che nel testo proposto dalla Giunta "non si fa riferimento a nessun limite massimo di cubatura concedibile in deroga e ciò può provocare modifiche sostanziali nella forma e nella tipologia degli edifici con cubatura superiore ai 1000 metri cubi, tali da incidere negativamente sui prospetti in ambito urbano e sul paesaggio in ambito extra-urbano…", di conseguenza il Consiglio delle autonomie locali suggerisce che: "Sarebbe opportuno introdurre, almeno per le unità abitative destinate alla residenzialità privata, un limite massimo di cubatura concedibile, magari i 200 metri cubi suggeriti nell'Intesa"; questo è ciò che molte Regioni, anche quelle governate dal centrodestra, hanno previsto.
Ma i rilievi continuano; sempre le autonomie locali vi ricordano che la non applicabilità degli ampliamenti nei centri storici è un altro dei punti fermi dell'Intesa tra lo Stato e le Regioni. Nel vostro testo, invece, si prevedono ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni con premi di cubatura, anche se limitati agli edifici che hanno meno di cinquant'anni e che siano in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto. Lo si fa con una norma, al comma 7 dell'articolo 2 del disegno di legge, generica, molto generica. Infatti, l'eccezione prevista non coinvolge in nessun modo i comuni, gli enti locali che, invece, andrebbero considerati esplicitamente in quanto sono gli artefici, i protagonisti unici del procedimento.
Quindi, questa norma, anche dal punto di vista tecnico intanto introduce la possibilità di deroga agli strumenti urbanistici comunali, una previsione che costantemente è ripetuta nel testo di legge per tutti gli interventi. Non c'è neanche traccia della regolamentazione degli interventi concordati con gli enti locali, così come quella stessa Intesa che vi ha ispirato invita a fare. Contiene al comma 1, nelle lettere b) e c), una serie di disposizioni, anche queste, Assessore, generiche, da determinare un rischio fondato di una inoperatività concreta delle norme, lo diceva anche il collega Maninchedda, l'insorgere probabilissimo di un notevole numero di contenziosi, di cause civili.
Per le case a schiera c'è una previsione illogica inserita in Commissione, onorevole Sanna, che consente anche a una sola abitazione di realizzare l'incremento volumetrico, rendendo però praticamente impossibile questa previsione in quanto è rimasto nella stessa norma l'obbligo della dimostrazione della coerenza dell'intervento con il complesso edilizio esistente. Insomma, sono prevedibili conflitti di vario genere. L'obbligo del rispetto degli spazi minimi dei parcheggi, nel comma 5, renderà molto difficile l'ampliamento dei pilotis invece previsto dal comma 2, lettera b).
L'articolo 2 contiene una serie di incongruenze ma noi, confermando la nostra volontà di migliorare questo testo, dichiariamo di non voler fare un'opposizione semplicemente ostruzionistica. Riteniamo infatti, anche sulla base della proposta di legge che abbiamo presentato, che è una proposta di legge di governo che si vuole confrontare con voi, che attende un minimo cenno di apertura, che si possa migliorare questo testo e che non dobbiamo correre il rischio che la previsione degli aumenti volumetrici nei 300 metri, per quanto importantissima e assolutamente da evitare, da sola costituisca il cuore del dibattito e dello scontro.
Per contribuire al miglioramento del provvedimento nel suo complesso abbiamo presentato anche degli emendamenti che adesso esamineremo, discuteremo e voteremo. E, poiché stiamo affrontando dei temi che sono veramente fondamentali per la nostra isola, per il futuro dei nostri figli, perché questo provvedimento non ha caratteristiche, per come lo avete concepito, di provvisorietà e di straordinarietà, ma inciderà veramente sulla tutela del paesaggio della Sardegna, io faccio appello alla libertà di coscienza di ciascun consigliere regionale, indipendentemente dal ruolo che riveste, dalla casacca che indossa affinchè rifletta bene prima di arrivare al voto. Dobbiamo consideriamo anche il fatto che ciascuno di noi ha un mandato dagli elettori, un mandato che non è una delega in bianco, ma…
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, io proverò a dare il mio contributo (uscendo dalla genericità dell'intervento) e dico che, poiché mancano nel provvedimento le definizioni e i parametri, potrebbero nascere alla fine quelle difficoltà interpretative e attuative che ci consegnerebbero un'altra legge inapplicabile. Allora per questa ragione sarebbe stato opportuno, e nei nostri emendamenti c'è un richiamo a tale necessità, definire ognuno di quei parametri che nell'arco del provvedimento noi richiamiamo con particolare frequenza.
Mi riferisco alla definizione di edifici abitativi, di superfici utili lorde, di volumetrie, di centri abitati, eccetera, dalla cui mancanza potrebbe derivare una parzialità della norma e del provvedimento che darebbe vita, alla fine, a una serie di complicazioni.
La previsione normativa del comma 1 dell'articolo 2, entro nel merito, lascerebbe intendere che qualsiasi volumetria esistente alla data di presentazione della denuncia di inizio di attività, comprese quelle realizzate abusivamente, possa concorrere al computo della premialità volumetrica. Per approcciare l'argomento con uno spirito al massimo collaborativo, proseguendo la linea assunta anche in Commissione, dico che dovrebbe essere chiarito che solo la volumetria legittimamente realizzata costituirà la base del calcolo da cui discenderà l'incremento volumetrico assentibile. Le volumetrie, sempre realizzate abusivamente, ma per le quali è stata presentata domanda di condono edilizio, potrebbero concorrere alla determinazione della premialità volumetrica solo se legittimate dal rilascio della concessione edilizia in sanatoria.
Pertanto la incompletezza, o comunque la parzialità, soprattutto del comma 1, come emerge da queste considerazioni, è tale che ho serie difficoltà ad accoglierlo. Per quanto concerne il superamento degli indici massimi di edificabilità questo va inteso, ribadisco ciò che ho già detto e ripeterò ancora, come una variazione puntuale allo strumento urbanistico comunale la cui deroga è consentita solo previa deliberazione del Consiglio comunale.
Affronto questo articolo per segmenti, e comincio dal comma 1 per dire che disapprovo la proposta in esso contenuta. Alcune osservazioni meritano di essere fatte sulle diverse tipologie previste nel comma 2. La lettera a) attiene alla tipologia edilizia uni-bifamiliare; nel caso di fabbricato costituito da due unità immobiliari affiancate, anche se ricadenti nel medesimo lotto urbanistico, l'incremento volumetrico nel rispetto delle altezze, del numero dei piani del fabbricato esistente, dovrebbe essere consentito solo nell'ipotesi in cui tale incremento non fosse visibile alla viabilità pubblica fatta salva la coerenza dell'intervento sotto il profilo architettonico con il fabbricato interessato dall'ampliamento e nel rispetto soprattutto del piano urbanistico.
Nel caso in cui la proposta di ampliamento fosse visibile alla viabilità pubblica dovrebbe essere effettuato uno studio esteso all'intero fabbricato, valutando le soluzioni più convenienti dal punto di vista architettonico per l'ampliamento di entrambe (e nel caso di tipologia bifamiliare sono due) le unità immobiliari. E' evidente che la non contestuale esecuzione dei lavori renderebbe vano ogni studio rischiando di incidere negativamente sulla qualità architettonica dei fabbricati esistenti. Come abbiamo rappresentato più volte, lasciando ognuno libero di intervenire interpretando una propria filosofia di riqualificazione architettonica dell'edificio si generano chiaramente delle contraddizioni.
Per favorire la contestuale esecuzione delle opere sarebbe stato opportuno o sarebbe opportuno prevedere una premialità in termini di riduzione degli oneri concessori per fare in modo che gli interessati fossero incentivati a coordinarsi tra di loro per realizzare detto ampliamento.
La previsione normativa della lettera b) consente l'ampliamento del fabbricato esistente derogando l'altezza massima prevista dallo strumento urbanistico. Tale possibilità sembrerebbe ammissibile esclusivamente per i proprietari del lastrico solare i quali potrebbero, previa presentazione di un progetto complessivo, procedere all'edificazione non contestuale rendendo vano il raggiungimento, ancora una volta, di quella qualità architettonica indicata nel suddetto progetto. Però l'arretramento dell'ampliamento nella misura di un metro e mezzo non è tecnicamente fattibile, in quanto le tamponature esterne prospicienti gli spazi pubblici andrebbero a scaricare il loro peso in porzioni di fabbricato prive di adeguata portanza perchè sia gli elementi costituenti le strutture intelaiate, cioè travi e pilastri, che le murature portanti generalmente sono poste in corrispondenza del perimetro del fabbricato.
Al fine di evitare disarmonie sotto il profilo architettonico rispetto al contesto edilizio-urbanistico in cui si dovrà o si dovrebbe inserire l'intervento, io ritengo che l'edificazione in sopraelevazione, in deroga alle altezze massime previste dallo strumento urbanistico, non debba essere consentita a vantaggio invece di una edificazione sviluppata in aderenza al fabbricato pluripiano esistente tale da consentire, contestualmente, l'ampliamento di ogni unità immobiliare.
Io continuo ad avere una percezione di inadeguatezza dell'articolo 2, man mano che procedo nel suo esame e questo mi ha portato a sottoscrivere assieme ad altri colleghi degli emendamenti che vedremo nel corso della discussione.
Nel comma 4 andrebbe precisato che la premialità volumetrica relativa a fabbricati a destinazione residenziale dovrà essere sfruttata mediante ampliamenti dei fabbricati esistenti, a condizione che non si abbia incremento di unità immobiliari oppure, se queste ci fossero, dovrebbe essere valutato con particolare attenzione il tipo di ricaduta. Questa è una precisazione apparentemente banale, ma costituisce un elemento fondamentale per contenere l'incremento del carico urbanistico che verrebbe a generarsi nelle comunioni e nelle lottizzazioni di numerosissimi nostri comuni dove i servizi attualmente esistenti non sono in grado di sostenere un ulteriore incremento di unità immobiliari a carattere residenziale.
Sul comma 6 io ribadisco quanto ho già detto altre volte. Poiché si tratta di deroghe puntuali allo strumento urbanistico andrebbe precisata, alla luce della costante giurisprudenza del TAR Sardegna in materia di deroghe, la procedura per il rilascio dei titoli abitativi. Per quanto concerne invece la deroga alle altezze si ritiene che queste possano concorrere più che altro a peggiorare la qualità architettonica dei fabbricati prospicienti la via pubblica. Per esempio nelle zone B di molti dei nostri comuni, dove i lotti urbanistici coincidono con quelli catastali, il singolo proprietario può proporre l'ampliamento (questo può succedere) in altezza non avendo alcun obbligo circa la verifica del corretto inserimento architettonico del manufatto rispetto al contesto edilizio-urbanistico in cui l'opera andrà realizzata.
Nel caso di molti dei nostri comuni, dove gli strumenti urbanistici vigenti per le zone B prevedono per esempio due piani, si rischia di generare sulla via pubblica uno skyline irregolare dovuto a fabbricati di due o tre piani distribuiti casualmente, e tali disarmonie sotto il profilo architettonico produrrebbero effetti devastanti in tutti i comuni della Sardegna, in modo particolare nei comuni minori, che hanno sempre limitato lo sviluppo in altezza dei propri fabbricati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
(
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 44 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BIANCAREDDU - BRUNO - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Mariano - COSSA - CUCCA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - MANINCHEDDA - MARIANI - MELONI Francesco - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra.)
Poichè il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, questa discussione si sta trascinando con una miriade di interventi da parte dell'opposizione che, inevitabilmente, ripete gli stessi concetti. Io, pertanto, raccogliendo l'invito alla collaborazione formulato da alcuni colleghi della maggioranza, mi riferisco all'onorevole Capelli e all'onorevole Vargiu che attraverso i loro interventi, molto sereni e pacati, hanno lanciato segnali di distensione e un invito a collaborare, voglio provare a capire sin dove può arrivare questa collaborazione.
Lo voglio capire verificando la misura in cui quando si parla si viene ascoltati, ci si ascolta reciprocamente perché non si dà per scontato che sia prevedibile quello che viene detto dal relatore di turno, e quindi non degno di ascolto poiché si è già deciso, nelle proprie stanze, di andare comunque avanti lungo il percorso tracciato nelle riunioni di maggioranza; è inutile perciò ascoltare e approfondire i temi.
Io comunque voglio provarci, e allora voglio riprendere alcuni argomenti che ho già posto all'attenzione dell'Assessore; il quale Assessore non ha inteso proprio rispondere, nella sua replica, né dal punto di vista politico, né dal punto di vista tecnico rispetto ad alcune sottolineature che io avevo fatto. A me preoccupa molto il tema delle zone F, della possibilità di un aumento di volumetria all'interno della fascia dei 300 metri, ma mi preoccupa altrettanto, forse anche di più, tutto ciò che potrà accadere all'interno delle città in assenza di regole che precisino i termini degli interventi.
Assessore, lei ricorderà la vicenda delle famose D7 nel comune di Sassari, visto che allora era direttore generale dell'Assessorato degli enti locali. Le D7 furono uno strumento incentivante adottato per favorire l'esodo delle attività artigianali, che insistevano all'interno della città di Sassari, verso le zone a vocazione industriale. Questo esodo veniva agevolato offrendo una premialità (una disposizione allora condivisa da molti se non da tutti) ai titolari di queste aziende in termini volumetrici. Una premialità abnorme perchè si concedevano 1,7 metri quadrati a metro cubo.
Che cosa è accaduto sino agli ultimi anni? E' accaduto che chi ha usufruito di questa possibilità ha effettuato questi interventi ma non nella misura che gli avrebbe consentito l'indice volumetrico previsto dalla norma. Perché? Perché pur di fronte alla possibilità di creare un mostro volumetrico, restavano fermi i vincoli riferiti alle altezze, all'area di sedime, per esempio, agli standard rispetto alla lottizzazione da realizzare. Quindi una serie di parametri consentiva, sì, di mettere in campo l'incentivo volumetrico, e quindi di trarre un giusto profitto dall'operazione, ma sempre nel rispetto di parametri di carattere generale, che ovunque nel mondo vigono, regolano e governano il giusto sviluppo delle attività urbane e urbanistiche.
Questo non accadrà nei casi previsti da questo disegno di legge; nei casi in cui una palazzina potrà essere demolita e ricostruita, attraverso il sistema premiale del 20 per cento, con l'aggiunta della premialità ulteriore se si mettono in campo tutte le misure di risparmio energetico, si verificherà, o potrà comunque verificarsi che quella palazzina si sviluppi con tutti i volumi aggiuntivi perchè nessuno dice che si devono rispettare le norme del piano regolatore vigente, quindi potrà allargarsi anche nei cortili, potrà addirittura sforare l'area di sedime. Non parliamo dello skyline, perché è chiaro che se si sopraeleva lo skyline non verrà rispettato.
Allora, rispetto a questa questione che sto sottolineando, che già nel precedente intervento ho voluto richiamare con forza, mi chiedo se siamo disposti a ragionare. Mi chiedo se siamo disposti a fermarci un attimo e a verificare realmente, magari attraverso delle simulazioni per esempio, che cosa accadrà. Avete pensato di parlare con i tecnici dei vostri comuni, con coloro che stanno negli uffici tutti i giorni ad affrontare tutti i lacci e lacciuoli delle norme e che conoscono le difficoltà reali insite nella materia urbanistica?
Io voglio richiamare e rilanciare questo tema per capire quale sia il livello di disponibilità rispetto a queste questioni certe, incontrovertibili. Ho parlato delle zone B in termini generali, ma lo stesso discorso vale per le zone A, nel caso ovviamente delle palazzine che non superano i 50 anni, che potranno essere completamente sventrate, demolite, ricostruite con tutte le premialità, all'interno di un tessuto urbano che invece andrebbe tutelato, preservato, e via dicendo.
Questo aspetto mi preoccupa molto, ma mi preoccupa ancora di più il fatto che potranno essere totalmente disattesi i piani particolareggiati per la cui approvazione i comuni hanno fatto degli sforzi politici, e anche economici, per trovare le intese all'interno delle assemblee comunali. Oggi questo provvedimento - Assessore, lei si ostina a dire che non è un Piano casa, ma nella relazione di accompagnamento al disegno di legge lo definite esattamente "cosiddetto Piano casa" - potrà completamente "rullare" i piani particolareggiati.
Ora, credo tutti sappiate che cosa sono i piani particolareggiati; sono uno studio preciso, particolare per l'appunto, di una maglia urbana, di una zona predefinita, predeterminata, ben definita urbanisticamente, che viene studiata attentamente e sulla quale si calcolano i carichi urbanistici, si fanno valutazioni di tipo architettonico, di tipo storico, di tipo sociale, si individuano gli spazi da destinare alle piazze, ai servizi, agli asili, alle scuole, si studia la viabilità al suo interno. Caricare queste zone oltremisura è sicuramente sbagliato da un punto di vista urbanistico e non può essere assolutamente giustificato dalla necessità di mettere in campo un volano economico.
Questa situazione mi fa pensare a quella delle foreste di alcuni paesi tropicali del nostro pianeta. Gli abitanti, posto che vivono in povertà, vorrebbero sfruttarle ma non glielo consentono le popolazioni avanzate da un punto di vista economico che monitorano costantemente, pongono dei vincoli, perché lo sfruttamento creerebbe dei danni al sistema ambiente. Si pone pertanto il problema di individuare il confine fra la necessità di fare economia e la necessità di tutelare il sistema ambiente, il sistema a sociale e quant'altro.
Questi sono i temi che io voglio affrontare, onorevole Capelli, mi perdoni se la cito per la seconda volta, ma lo faccio con rispetto avendo accolto positivamente il senso del suo intervento. Questi sono i temi su cui dobbiamo confrontarci. Rispetto a queste problematiche, ripeto, incontrovertibili, c'è la possibilità di ragionare, di fare delle verifiche puntuali?
Il sistema premiale va bene, sono convinto che in alcune zone creerà pochissimi danni. Per quanto riguarda invece i nuovi corpi di fabbrica (l'Assessore si ostina a dire che non vi saranno), ricordo che per le abitazioni mono e bifamiliari è prevista la possibilità di creare delle pertinenze anche staccate dal corpo di fabbrica già esistente...
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, Assessore, a costo di tediare chi ha la pazienza di ascoltare, io insisterò per l'ennesima volta, anche quest'oggi, su una questione a me cara. Qualcuno prima di me ha parlato di un articolo 2 funzionale per rispondere a interessi pubblici e privati. A me pare che l'articolo 2 risponda prevalentemente, o se volete quasi esclusivamente, a una serie di interessi privati; e per rispondere a questi interessi passate sopra tutto! Passate sopra tutto quanto si è prodotto in questi anni in tema di pianificazione urbanistica. Voi state demolendo un sistema di regole che finora ha rappresentato perlomeno una certezza di diritti e, pertanto, aprite una porta, grande quanto una casa, a una giungla in questo settore.
Assessore, lei rispondendo a reiterate richieste dell'opposizione ha tenuto a precisare che la vostra proposta non era e non è un Piano casa; bene, lei ci ha convinto. Poi, passiamo all'esame dell'articolo 2 e vediamo che il vostro intervento riguarda l'incremento volumetrico, nelle varie percentuali, dei fabbricati ad uso residenziale per tutte le tipologie (unifamiliari, bifamiliari, pluripiano, a schiera), e l'introduzione di qualche elemento critico anche per quanto riguarda le fasce di tutela dei 300, dei 150, dei 2.000 metri dalla battigia. Insomma, intervenite su tutte le tipologie, nessuna esclusa.
Io ritengo, quindi, Assessore, che questa proposta in qualche maniera intervenga (non è vero che non è un Piano casa) sulle residenze abitative; lo fa però, guarda caso, smontando il sistema di regole che finora era vigente. Le regole sono l'unico elemento di democrazia e un sistema di regole mette nella stessa condizione tutti i cittadini. Allora a me pare che la preoccupazione che avevate e che continuate ad avere sia proprio quella di smontare le regole per favorire, ripeto, una serie di interessi privati che sono chiari ed evidenti a tutti. Questo è il vostro piano.
Assessore, la pregherei di dare una qualche risposta se lo riterrà opportuno, perché le chiedo se avete calcolato, immaginato o ipotizzato quali saranno le conseguenze di questo strumento di deregolamentazione. Io penso che lei non risponderà a questo ma non perché non sappiate quali saranno gli effetti, gli effetti li conoscete perfettamente ma ovviamente non ne volete minimamente parlare.
Io sono tra quelli, perché neofita in quest'Aula, che non è tra i destinatari di quel rimando delle osservazioni a cui ha fatto riferimento l'onorevole Giacomo Sanna. Allora, partendo da questa condizione di favore, mi permetto di sviluppare brevemente una considerazione; lo faccio con una "ossessione" positiva perché mi rifiuto di pensare che un Consiglio regionale, la massima Assemblea elettiva di questa Regione, debba essere espropriata da una propria funzione. Qui stiamo definendo delle regole; le regole, ce lo insegnano tutti, non sono una materia che va definita a maggioranza.
Qualcuno ci dà lezioni, ricordandoceli, sui comportamenti del centrosinistra nella passata legislatura; ma, solitamente, chi dà lezioni lo fa giustamente proprio perché vuole correggere errori rispetto a quanto fatto dai destinatari. Allora, se c'è questa volontà di dare lezioni io non capisco, se il centrodestra è convinto che il centrosinistra nella passata legislatura abbia sbagliato ad andare a colpi di maggioranza, se si ha il senso delle istituzioni, del ruolo e della funzione del Consiglio regionale, soprattutto quando si discute e si danno regole, perché vogliate, se così fosse, commettere gli errori che imputate al centrosinistra nella passata legislatura.
A me pare che non ci sia da parte nostra un atteggiamento di semplice ostruzionismo, non mi pare sia questo; abbiamo presentato una proposta di legge che non ha avuto il minimo di attenzione da parte vostra nell'esame in Commissione, abbiamo trasformato quella proposta di legge in una serie di emendamenti per tentare di costringervi comunque a discutere attorno ad una proposta del centrosinistra in quest'Aula.
La risposta che voi date è di chiusura totale. Ecco questa è l'ossessione che mi porta ad insistere, senza entrare nel merito delle questioni, su un vostro atteggiamento che davvero ritengo poco rispettoso, per usare un eufemismo, della funzione e del ruolo di quest'Aula.
E'evidente a tutti che questo provvedimento si pone in maniera problematica, indipendentemente dalla collocazione politica di ognuno di noi in quest'Aula; questo mi pare sia evidente a tutti, pur senza voglia di strumentalizzare e di fare polemiche. Ma, se ciò è vero perché non si coglie questo dato e si riporta quest'Aula alla condizione di poter svolgere un ruolo di rappresentanza complessiva e non soltanto di pochi interessi? Perché quello che sta avvenendo in quest'Aula è questo: non c'è disponibilità politica da parte della maggioranza perché si vuole rispondere ad alcuni interessi privati; ha ragione chi, all'inizio di questo dibattito sull'articolo 2, si poneva questo interrogativo e invitava anche ad una riflessione in tal senso.
Per concludere, Assessore, io non so che cosa intenderà proporci questa sera rispetto a quanto da lei ha annunciato nel suo breve intervento; sarebbe importante, e aprirebbe forse una fase nuova, se da parte sua, in nome e per conto della Giunta, si giungesse alla conclusione che anche le proposte dell'opposizione a questo testo rappresentano interessi reali e non volontà esclusiva di creare dei ritardi all'esame di questo provvedimento. Se pensate questo, non offendete soltanto il ruolo e la funzione del Consiglio ma offendete anche l'intelligenza, credo, e il senso di responsabilità di chi rappresenta la maggioranza in quest'Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, credo anch'io, così come detto da diversi colleghi, che si stia iniziando a entrare nel vivo di questo articolato e delle misure più impegnative, più controverse in esso previste.
Diverse sono le parti che non condividiamo, che io non condivido. Innanzitutto c'è l'aspetto riguardante gli incrementi volumetrici. Si parla di un limite del 20 per cento, salvo poi rivederlo negli articoli successivi con ulteriori accorgimenti; si mette un limite all'incremento volumetrico in termini relativi ma non in termini assoluti, cioè non si pone un limite alla superficie o ai volumi di partenza.
Questo è un tratto che caratterizza il progetto di legge della Regione Sardegna rispetto alle leggi di altre Regioni, ed è qualcosa di non condivisibile. Io capisco che possa esserci l'esigenza di incrementare un fabbricato fino a mettere insieme 50, 60, 70 metri quadrati di superficie in più, capisco meno che non si pongano limiti in questo senso, per cui se uno dispone di 10.000 metri cubi può incrementare del relativo 20 per cento.
Questo ritengo sia un limite serio del provvedimento della Giunta; noi, nella nostra proposta abbiamo previsto un massimo di 70 metri quadrati che, a mio avviso, è anche piuttosto ampio perchè altre Regioni hanno posto un limite assolutamente inferiore. In ogni caso questi incrementi volumetrici (mi riferisco al 20 per cento) non sono legati ad alcuna condizione di tipologia costruttiva; non è previsto infatti l'adeguamento del fabbricato per esempio alle disposizioni sul risparmio energetico, non tengono conto quindi degli standard qualitativi previsti per le nuove costruzioni e rispondenti alle problematiche della società moderna.
E questa necessità di legare gli incrementi volumetrici alla qualità abitativa in termini di efficienza energetica viene presa in considerazione soltanto per prevedere un ulteriore incremento del 15 per cento: si vuole essere più realisti del re. Sarebbe stato molto più serio, anche perché non avete posto limiti di partenza, fare come hanno fatto diverse altre Regioni, e cioè condizionare questo primo 20 per cento, che è comunque una premialità anche piuttosto rilevante, alla qualità e all'efficienza. Non lo si è voluto fare per il semplice motivo che questo diventa un espediente per passare dal 20 al 35 per cento: non lo condivido perché non lo ritengo giusto.
C'è poi da considerare la problematica legata alle volumetrie esistenti: esistenti a quale data? Di fatto prevedete che rientrino in questa disciplina tutti quei fabbricati che saranno esistenti fra 18 mesi: settimana più, settimana meno, stiamo parlando di ciò che esisterà all'inizio del 2011. Tutto ciò che è già in costruzione o che è già autorizzato e che a quella data sarà certificato come esistente potrà essere realizzato con un 20 o con un 35 per cento in più dei volumi: io credo che questa sia una previsione assolutamente irresponsabile; non credo che possa essere condivisa questa ricerca assoluta della trasgressione o comunque della legalizzazione di ciò che è illegale.
Durante la discussione in Commissione è stata inserita sia la norma sulla salvaguardia dei diritti di terzi, sia la norma, approvando un emendamento proposto dal Partito Sardo d'Azione e un altro uguale presentato dal nostro partito, il Partito Democratico, che vieta la possibilità di intervenire nella fascia dei 300 metri dalla battigia. Sono modifiche apportate in Commissione che noi abbiamo salutato positivamente, anche se ho sentito dire, da più parti, che ci sarebbe la volontà di ripristinare la norma che la Commissione ha cassato. Io spero che ciò non accada perché neanche questo, secondo me, sarebbe accettabile.
Con la norma che prevede che si possono non tenere in considerazione distacchi e altezze, si creano le premesse per l'insorgere di contenziosi che noi amministratori pubblici avremmo il dovere di evitare all'origine: per come è formulata questa proposta, anche per la genericità con cui la norma è scritta, mi sembra invece che questi contrasti e contenziosi possano aumentare.
Nel comma 6 si parla del centro storico, si dice che "le previsioni di cui al presente articolo non si applicano per gli edifici compresi nella zona urbanistica omogenea A, come individuata dagli strumenti urbanistici comunali, a eccezione di quelli aventi meno di cinquant'anni in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto". E questo potrebbe anche essere qualcosa da condividere, salvo capire chi decide come devono essere determinati questi "cinquant'anni", ma in particolare chi decide se quel fabbricato è in contrasto o meno con i caratteri architettonici e tipologici del contesto.
Se fosse previsto nell'articolo, che sia il Consiglio comunale ad individuare questi edifici e a sancire queste caratteristiche entro una certa data, probabilmente avremmo agito in una situazione di maggiore certezza di diritto. Così facendo, invece, si apre un'altra breccia: si sa da dove si parte, non si sa dove si andrà a parare. Queste sono le caratteristiche fondamentali dell'articolo che mi spingono a dare un giudizio estremamente negativo, a considerare questa una delle parti meno positive di questo testo di legge e, quando sarà il momento, a votare contro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S. d'Az.). Presidente, risulta agli organi di stampa che noi oggi avremmo all'ordine del giorno il "lodo Artizzu". Io vorrei essere messo nelle condizioni di acquisire gli atti per poterne discutere, perchè quando sento il termine "lodo" (non per Artizzu) tremo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno rimane quello stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo. Qualora ci fossero eventuali, ulteriori sviluppi la terrò informata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Dessì, Diana Giampaolo, Maninchedda, Mulas, Peru e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 36 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LAI - MANINCHEDDA - MELONI FRANCESCO - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - URAS - VARGIU - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.)
Poichè il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 40, viene ripresa alle ore 19 e 17.)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
rilancio dell'economia" (67)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Poichè non è presente in Aula, decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Carlo Sechi. Poiché non è presente in Aula, decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Poichè non è presente in Aula, decade.
Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, signori consiglieri, gli interventi che si sono succeduti hanno palesato, attraverso alcune sottolineature, la necessità di identificare dei percorsi migliorativi dell'impianto complessivo dell'articolato e, nella fattispecie, dell'articolo 2. Ho sfogliato ripetutamente tutti gli emendamenti che sono stati predisposti; ho rilevato che in gran parte propongono la soppressione di commi, in altri casi contengono una rimodulazione degli articoli, non ho rilevato che riportino le giuste, in un certo senso, richieste di integrazione al testo riconducibili alla volontà espressa in Aula.
Pur manifestando, pertanto, il vivo interesse a esaminare gli emendamenti nello spirito di un miglioramento del testo, allo stato attuale non rilevo elementi che consentano di poter in qualche modo identificare percorsi tali da consentire di emendare il testo nei termini verbalmente rappresentati dai consiglieri.
Riconfermo la bontà complessiva dell'articolo 2, riconfermo la volontà di dare riscontro alle esigenze che il territorio esprime, non identifico all'interno del testo elementi che possano in qualche modo essere ricollegati a gran parte delle critiche rappresentate.
Permane la volontà di collaborare con tutti i consiglieri regionali; spero che nella progressione dell'attività, in riferimento ad altri articoli, ci sia la possibilità di rilevare all'interno degli emendamenti tutti quegli elementi che possono correttamente migliorare l'articolato stesso.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 2, 396, 3, 102, 103, 104 e 123, uguali, 122, 168, 4, 173 e 174, uguali, 5, 105, 6 e 175, uguali, 106 e 124, uguali, 7 e 176, uguali, 107, 8 e 178, uguali, 9 e 116, uguali, 179, 108, 10 e 181, uguali, 121, 109, 11 e 182, uguali, 110 e 160, uguali, 166. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 351; si esprime ancora parere contrario sugli emendamenti numero 397, 403, 404, 405, 406, 407, 408, 409, 410, 411, 170, 172, 398. Il parere è favorevole sugli emendamenti numero 352 e 353; ancora parere contrario sugli emendamenti numero 399, 338, 177; parere favorevole sull'emendamento numero 354; inoltre parere contrario sugli emendamenti numero 180, 336, 169, 171, 412, 413, 415, 414; si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 355, 356, 357 e 358. Infine il parere è contrario sugli emendamenti numero 183, 184 e 185.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta regionale condivide pienamente i pareri espressi dal relatore.
PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Assessore Asunis, nel suo intervento lei, giustamente, ha dato alcuni giudizi anche sull'atteggiamento tenuto dall'opposizione; però, mi dispiace dirlo, lei non entra nel merito delle proposte. E' ingeneroso dire che i nostri emendamenti non sono coerenti con quanto è emerso dal dibattito. Noi abbiamo presentato una proposta di legge che stiamo seguendo.
Non so se ha avuto modo di vedere (sicuramente sì perché ha espresso un parere) l'emendamento numero 172 che riprende la nostra proposta che è sostanzialmente diversa dalla vostra; però, il fatto che sia diversa non vuol dire che non esista o che non sia coerente, è estremamente coerente con il dibattito, non è coerente con la sua impostazione.
Lei poco fa ci ha detto che noi abbiamo chiesto il voto segreto sull'articolo 1 quando voi intendevate proporre la data certa per l'edificabilità. Lei poteva intervenire per dire che accoglieva la nostra proposta, poteva farlo nel momento in cui le è stata data la parola per esprimere un parere.
A questo punto credo che noi continueremo a fare opposizione in questo modo; affinchè si apra un minimo di dialogo, infatti, è necessaria un'apertura maggiore da parte vostra, altrimenti c'è un muro contro muro. Potremmo andare ad oltranza, stare qui il sabato e la domenica, ma non è questo il nostro obiettivo; il nostro primo obiettivo credo sia quello di cercare di fare gli interessi della Sardegna entrando nel merito delle proposte, dando un giudizio, dicendo il perché non vanno bene. Perché quando noi parliamo di definizioni e di parametri non incontriamo il vostro favore? Perché?
Noi vi chiediamo un dibattito, una discussione che entri nel merito, voi invece, senza dibattere, senza discussione, contentandovi semplicemente di dire dei no, volete presentarvi alla Sardegna con questo articolo che, sicuramente, non è una bella pagina per questo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 2 e approfitto della dichiarazione di voto per dire che per migliorare un testo legislativo bisogna confrontarsi in modo approfondito, non dicendo velocemente sì agli emendamenti della Giunta e no a tutti gli altri che neanche si leggono.
Vede, Assessore, lei ha detto: "Purtroppo quella richiesta di voto segreto mi ha impedito di proporre…", e ha fatto lo stesso errore anche adesso sull'articolo 2, perché lei ha assecondato il parere della Commissione in merito all'emendamento numero 170 che intende modificare quel termine; se fosse vera quella volontà, avrebbe potuto approfittarne anche adesso per recuperare sull'articolo 2 un termine che mettesse una linea di demarcazione fra quella che è speculazione pura e quella che invece lo è davvero.
Il paradosso, tra l'altro, è che volete rimettere in moto l'edilizia, ma quando parlate di interventi che possono essere attribuiti a soggetti che hanno la denuncia di attività in corso, cioè il cantiere aperto, che cosa riattivate? Quello è già un cantiere aperto, non riattivate niente! State sbagliando ulteriormente l'identificazione dei soggetti. Ma noi abbiamo bisogno, invece, di ricominciare l'attività edilizia laddove i cantieri non ci sono, di rimettere in moto situazioni che sono ferme, cantieri che non esistono, e cioè mettere in moto gli interventi su immobili che sono legittimamente formalizzati a una data certa, tale da non introdurre il sospetto che questo tipo di speculazione sia contenuta in questa legge.
Per quanto riguarda poi le affermazioni del collega Giacomo Sanna, mi limito a dire che un conto sono gli elenchi delle proposte presentate, un altro conto sono le intese stipulate. Quando avrò l'occasione del prossimo intervento, siccome ho conservato gli atti che ho seguito, vi darò il dettaglio della situazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, anch'io devo dire, come i colleghi che mi hanno preceduto, che sono un po' sorpreso del fatto che il dibattito sta diventando un dibattito "rossi contro neri, guelfi e ghibellini", senza entrare nel merito di alcune questioni. Gian Valerio Sanna adesso ha anticipato un aspetto che indubbiamente è migliorativo delle questioni che sono state portate dallo stesso Assessore, anzi alcune cose possono coincidere.
Io però mi chiedo, lo chiedo anche all'Assessore, poiché l'emendamento numero 358 è praticamente uguale all'emendamento numero 185 presentato da noi, perché il parere è favorevole sul primo e contrario sull'altro. Io su questo propongo una riflessione perché noi riteniamo che l'emendamento numero 185 sia addirittura migliorativo dell'emendamento che, casualmente, voi avete presentato con la stessa nostra impostazione. Per questo motivo veramente invito tutti a ragionare nel merito delle questioni.
Voi definite la nostra posizione ostruzionistica, ma quando entriamo nel dettaglio delle questioni (prima è stato citato l'emendamento numero 170, io ho citato il 185 che, ripeto, è migliorativo dell'emendamento predisposto dalla Giunta) e vediamo che sulle nostre proposte si esprime un parere negativo, vuol dire che qui stiamo decidendo di fare un lavoro dove noi diciamo per forza cose sbagliate, mentre la maggioranza ovviamente decide di dire di no a qualunque proposta, anche motivata e significativa. Chiaramente voterò a favore dell'emendamento numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Siccome è la giornata degli stupori, io, che voterò contro questo emendamento, esprimo stupore a mia volta,. Devo dire stupore perché, fermo restando che, come dice il collega Salis, la minoranza fa l'opposizione che decide e sceglie di fare (non è certo dai banchi della maggioranza che possiamo suggerire che tipo di opposizione deve essere fatta), però una volta che l'avete decisa fate quella e noi comprendiamo come dobbiamo comportarci o relazionarci con voi.
Intendo dire che dopo che ci avete comunicato la vostra decisione di adottare una condotta ostruzionistica e la conseguente presentazione di 400 emendamenti, io sto zitto, ascolto e lascio a voi per intero la conduzione dell'Aula perché avete scelto di avere un determinato atteggiamento che, ovviamente, non ha niente a che vedere col dialogo e col confronto.
Quindi non ha senso dire: "Noi facciamo ostruzionismo perché vogliamo marcare il nostro completo disaccordo nei confronti di questo testo di legge che voi volete, invece, approvare", e poi dire: "Abbiamo intenzione di aprire un dialogo, un confronto e ci stupiamo che voi non rispondiate positivamente".
Mi stupisce che l'onorevole Bruno, che ha tanta esperienza di quest'Aula, dica: "Noi abbiamo un progetto di legge alternativo che abbiamo tradotto in una serie di emendamenti". Il compito di fare una legge in quest'Aula, colleghi, non spetta a voi, a voi è spettato per cinque anni. Il compito di fare le leggi riguarda noi, a voi il compito di migliorare, di controllare, di confrontarvi con noi, se vi volete confrontare, per migliorare il testo della legge. Lo spirito della legge, però, è il nostro.
Voi ci dite: "Lo spirito con cui noi abbiamo informato il nostro progetto di legge è completamente diverso", se è completamente diverso avete ragione a fare ostruzionismo, a marcare un dissenso totale rispetto al nostro provvedimento di legge; ma marcare un dissenso totale significa che in Aula non è possibile confrontarsi, non è possibile ragionare. Quelli di voi, e sono tanti, che sono stati a lungo in quest'Aula sanno che se la minoranza intende confrontarsi dialetticamente con la maggioranza per ottenere dei risultati non si concentra su 400 emendamenti, si concentra su cinque emendamenti che, rispettando l'impianto complessivo della legge composta dalla maggioranza, hanno la possibilità di migliorare, dal punto di vista della minoranza, il testo.
Non dite quindi che vi volete confrontare se manterrete il vostro atteggiamento ostruzionistico in Aula; sinché sarà così, noi aspetteremo perché è un rito e il rito va consumato sino in fondo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Onorevole Vargiu, nella scorsa legislatura l'allora collega Renato Cugini era colui che si rivolgeva a voi facendo continuamente appelli al dialogo e al confronto quando presentavate mille, mille e cinquecento, mille e ottocento e anche due mila emendamenti su tutti i provvedimenti. Io non ho fatto più di una legislatura, ma ho capito in questi anni che, sempre nella strategia d'aula, si presenta un certo numero di emendamenti; emendamenti che poi a un certo punto possono venire anche ritirati se c'è la disponibilità a un dialogo. Questo però non avviene se l'atteggiamento è quello che l'Assessore ha avuto stasera nei nostri confronti, negando qualsiasi possibilità di apertura di un dialogo.
Stasera io avevo colto in alcuni interventi la disponibilità al confronto su alcuni punti, e noi cogliamo questa disponibilità. L'ostruzionismo è la reazione (io non so gli amici della sinistra, che sono assenti, come interpretano l'ostruzionismo), per quanto ci riguarda, alla negazione di un confronto. Se questo confronto si apre, l'ostruzionismo cade e cominciamo a parlarci seriamente, a dibattere e possibilmente a trovare anche un accordo.
Non mi pare che solo noi avvertiamo il pericolo che questa legge possa raggirare il Piano paesaggistico regionale. Nel corso della discussione generale ho sentito l'onorevole Silvestro Ladu porre molti problemi ed esprimere molte perplessità su questo disegno di legge. Stasera i sardisti hanno fatto altrettanto. Se c'è la disponibilità ad aprire un confronto vero, apriamolo, ma non mi pare questo il modo con cui si possa dire a noi, al centrosinistra, di essere disponibili a dialogare, a trovare una soluzione, possibilmente anche punti di accordo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Io, che sono un consigliere regionale alle prime armi, sono rimasto abbastanza sorpreso dalle parole dell'onorevole Vargiu, il quale ha detto che la maggioranza ha il compito di fare le leggi mentre la minoranza ha quello di controllarle. Io credo che non sempre accada questo; senza dubbio il dovere della maggioranza è quello di guidare la legislatura e di esitare le leggi, quindi lavorare perché si produca, però è anche possibile che si giunga alla formulazione di un testo unificato su testi presentati dai Gruppi di minoranza e maggioranza. Ne abbiamo al momento un esempio in corso; infatti è all'ordine del giorno di questo Consiglio un provvedimento che nasce da una proposta di legge del Partito sardo e da una proposta di legge del P.D. emendata anche dalla Giunta.
Non è vero che il compito di fare le leggi è della maggioranza, il compito di fare le leggi è di questo Consiglio. Se si fanno leggi che trovano il consenso di tutti sarà una legge che verrà approvata da tutti; se invece la maggioranza ha i numeri per farlo e decide di proporre un testo di legge che la minoranza non condivide in nessuna sua parte ovviamente l'onere e anche la responsabilità di portarlo avanti ricade interamente sulla maggioranza. Però nostro e vostro, onorevole Vargiu, è il dovere di fare in modo che la legge sia la migliore possibile nell'interesse del popolo sardo; e poiché in diverse occasioni più consiglieri di minoranza hanno avuto modo di dire quanto questo articolo di legge sia negativo, credo sia giusto votare l'emendamento che lo sopprime.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Io credo che siamo in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 2, perché devo dire che sono rimasto un po' disorientato. Colleghi, rispettosamente, per l'azione convinta, legittima, decisa dei Gruppi di minoranza, dico che il confronto è in atto; l'Assessore ha dichiarato nel suo intervento che farà un emendamento orale per dare data certa alla definizione delle opere che possono essere oggetto degli aumenti volumetrici, quindi vi ha già dato una risposta. Se noi ci soffermiamo su un emendamento soppressivo dell'articolo 2 credo che ci sia ben poco da discutere. Di che cosa dobbiamo discutere?
Noi non sopprimeremo l'articolo 2, abbiamo già ascoltato le giuste sollecitazioni dell'opposizione, con un emendamento orale della Giunta sarà prevista una data certa, arriveremo a emendamenti ben più sostanziosi, discutibili, confrontabili nel proseguo della valutazione degli stessi emendamenti e dell'articolo. Sappiamo già che Gruppi di opposizione stanno riflettendo su alcuni emendamenti, sulla fascia dei 300 metri dal mare si è già espresso il Partito sardo, credo che altri esprimeranno il loro giudizio con il silenzio, come vi è stato detto; il confronto è in atto.
Chi non lo vuol vedere non lo veda, chi non lo vuole ascoltare non lo ascolti, ma non si possono fare questi ragionamenti su un emendamento soppressivo. Noi dall'inizio abbiamo aperto un confronto, intendiamo continuarlo, credo che l'azione di opposizione sia corretta, legittima, scegliete quella che ritenete più opportuna, l'ostruzionismo pian pianino credo che debba venire a cadere, se dobbiamo ragionare di qualcosa arriviamo agli emendamenti di merito e su quelli sicuramente avrete le vostre giuste soddisfazioni che sono anche le nostre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Io rilevo, e lo dico davvero senza ironia, una sorta di spaccatura tra le forze della opposizione perché ora si rivolge a noi una opposizione massimalista, "barricadera" che ha fatto dell'ostruzionismo la sua legittima arma di confronto in quest'Aula. Ora si rivolge a noi una opposizione, quella riferibile all'ex presidente Soru, che pensa probabilmente di trarre una qualche utilità politica nell'ipotesi che questa maggioranza possa avere la stessa sorte che toccò alla sua Giunta e alla sua maggioranza in occasione dell'esame della legge urbanistica. Ma questo l'onorevole Soru e la sua componente se lo levino dalla testa perché questa maggioranza, per quanto esista il dialogo, il confronto, sereno e anche critico, vi assicuro e vi assicuriamo che reggerà alla prova dei fatti, come ha dimostrato di fare finora.
Mi rivolgo allora a quella parte della opposizione dialogante, ma anche qui però bisogna uscire da un equivoco; bisogna uscire cioè dall'equivoco delle incertezze, delle aperture e delle immediate chiusure perché se noi rimaniamo a dibattere addirittura sull'emendamento soppressivo del titolo dell'articolo 2 vuol dire che non c'è davvero apertura al dialogo.
Se il confronto ci deve essere si apra sulle questioni di merito, sulle quali davvero ognuno potrà rimanere sulle proprie posizioni, ma non possiamo dibattere sul titolo dell'articolo 2 sul quale mi pare che stiamo tutti perdendo tempo per cui questo dibattito rischia di essere veramente, ancora una volta, improduttivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Collega Pittalis, probabilmente c'è stato un attimo di distrazione, non stiamo discutendo l'emendamento numero 166 ma l'emendamento numero 2 che propone di sopprimere completamente l'articolo 2.
Successivamente, comunque, dimostreremo perché quell'emendamento ha un senso. In premessa vorrei dire (io guardo i miei colleghi, ci dialogo, non siamo tantissimi come voi, siamo un numero giusto) che trovare al nostro interno, anche in queste occasioni, in questa nostra azione in Aula una ulteriore differenza tra quelli che erano con Soru e quelli che non lo erano mi sembra un fare dei voli pindarici che non aiutano nessuno. Mi sembra veramente una esagerazione.
Io sto facendo, credo, un'opposizione abbastanza corretta, coerente e concreta, non ero uno di quelli che poteva essere considerato un grande sostenitore o, per meglio dire, sono tra quelli che ha votato quando il presidente Soru si è dimesso. Questo lo dico proprio per evitare questo genere di equivoci. Penso che il contributo che noi stiamo dando in quest'Aula sia comunque, rispetto alle cose che pensiamo, coerente e concreto.
Io sto però ribadendo, probabilmente fino all'esasperazione, che la premessa, onorevole Capelli, del dibattito che si sta sviluppando, è un disegno di legge che non è stato neanche totalmente affrontato, la cui discussione è stata assolutamente blindata in Commissione, e questo è il risultato: 400 emendamenti; può non piacere questo discorso, però è la realtà dei fatti. Non dimentichiamo perciò quello che è accaduto precedentemente.
Assessore, ho sentito che presenterà un emendamento orale (qualcosa mi era sfuggito) per fissare una data; noi stiamo discutendo da due giorni e mezzo del Piano casa, il problema di un termine certo è stato posto dal sottoscritto in discussione generale, e anche da tanti altri colleghi precedentemente; non penso che la difficoltà, l'inadeguatezza, la non giustificata richiesta del voto segreto possa consentire che, dopo quasi venti sollecitazioni, adesso siamo arrivati a capire che occorra un emendamento orale per dare data certa.
Ci sono anche altri elementi; per esempio le modifiche nella fascia dei 300 metri che per i colleghi sardisti rappresentano casi di coscienza personale, vanno verificate e non sono corrette rispetto alle loro esigenze e alle loro necessità. Io dico questo perché probabilmente, continuando così, ci inseguiamo, ma non ci inseguiamo per nostra responsabilità e io penso che anche in maggioranza un attento esame di coscienza avrebbero il dovere di farlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.). Presidente, un breve intervento prima di tutto per manifestare la contrarietà all'emendamento presentato dai consiglieri dell'opposizione, primo firmatario Carlo Sechi, semplicemente perché poco si può discutere su un emendamento soppressivo. Io ritengo che ci siano i margini per avviare, all'interno di quest'Aula, una discussione su elementi concreti, su elementi propositivi che portino ad un miglioramento del testo stesso, con quello spirito che ha contraddistinto, collega Manca, anche i lavori della quarta Commissione permanente.
Io credo che tanto ancora si possa fare su questo testo; anche dal vostro Gruppo sono pervenuti degli spunti importanti, sono emerse delle indicazioni in parte già recepite come emendamenti dalla stessa Giunta. Volevo però ricordare ai colleghi consiglieri che questo testo nasce dal basso, nasce dall'attività di concertazione avviata dalla Giunta, nasce da quell'attività intensa portata avanti dalla quarta Commissione, ed è la sintesi delle istanze formulate da tutti coloro che abbiamo audito con grande attenzione e con grande serietà.
Tengo anche a precisare, Presidente, e cari colleghi, che in quest'Aula sono volati dei termini in qualche caso pesanti. Io credo che la cementificazione non sia di destra e non sia neanche di sinistra, la speculazione non è di centrodestra e non è di centrosinistra, ci sono speculatori nel centrodestra e ci sono speculatori nel centrosinistra, ci sono cementificatori a destra e ci sono cementificatori a sinistra. Credo che quest'Aula, che rappresenta l'interesse di tutti i sardi, quei sardi che attendono questo provvedimento con grande ansia e con grande attenzione, debba rappresentare queste istanze all'interno di questo testo, con l'aiuto di tutti, con l'aiuto dei colleghi del centrosinistra e con l'aiuto dei colleghi del centrodestra, rispettando le diverse posizioni.
Noi abbiamo ricevuto un mandato elettorale, quel mandato elettorale si fondava e si fonda su impegni ben precisi contenuti nel programma elettorale che i sardi hanno votato insieme a questa maggioranza. E uno dei problemi più grossi della passata legislatura, una delle accuse che veniva mossa all'attuale opposizione, che allora era maggioranza, che ha fatto delle scelte rispettabili sicuramente, ma non condivisibili, e oggi noi siamo qui anche per ribaltare quella situazione, ribaltarla con gli strumenti….
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ha ragione l'onorevole Sanna che, in conclusione, ora ha detto "siamo qua per ribaltare le vostre posizioni, quelle che voi avete espresso nel corso della precedente legislatura, noi abbiamo un mandato elettorale, e il mandato elettorale che abbiamo ci impone, o quantomeno ci invita a produrre disposizioni come quelle contenute nell'articolo 2". Nello specifico si tratta non di vedere quanti speculatori si nascondono nelle file della politica, che siano in qualche partito del centrodestra, o in qualche movimento politico o partito del centrosinistra (personalmente non ho simpatia per nessuno che si comporti come uno speculatore), ma di stabilire una cosa molto semplice.
Per esempio, al comma 1 dell'articolo 2 quando si parla di volumetria esistente, di quale tipo di volumetria si parla? Di quella legittimamente realizzata, di quella già sanata, cioè che ha avuto già un premio dalla sanatoria, dal condono, pagando poco per ottenere molto, rispetto ad un comportamento che in molti casi era stato anche censurato sotto il profilo penale? Si tratta di stabilire se al comma 5 gli adeguamenti, gli incrementi di cubatura possano superare i limiti di altezza e di distanza tra pareti prospicienti e i rapporti di copertura previsti dagli strumenti urbanistici vigenti, cioè se si apre la stagione del Far West con una gara tra chi chiude di più, chi eleva di più, chi impedisce la visuale in modo maggiore e in modo peggiore, chi alimenta il conflitto. Si tratta di stabilire questo. Ecco perché noi vogliamo abrogare l'articolo 2, perché l'articolo 2, se è possibile, è uno dei peggiori articoli che esiste all'interno di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, consentitemi una riflessione stimolata anche dal dibattito. A me sembra che alcune posizioni che sono state espresse siano un po' ipocrite, perché se parliamo di apertura al confronto, io dico di farla questa apertura. Mi risulta che quando si danno i pareri sugli emendamenti, a volte di qualcuno si chiede anche il ritiro, e questa è un'apertura.
Se è vero, come si dice anche in quest'Aula, che c'è la disponibilità ad affrontare nel merito alcuni emendamenti mettiamo in pratica questa disponibilità; per il momento mi sembra che l'abbia fatto solo l'Assessore, e a mio avviso dovrebbe essere invece non l'organo esecutivo ma il Parlamento a farlo. Non vedo quindi perché non si riesca a superare questo ostruzionismo, tra virgolette, di cui si parla.
Credo che l'apertura debba venire dalla maggioranza perchè l'opposizione fa la sua parte; e ripropongo il caso in cui si chiede il ritiro di un emendamento perché, appunto, c'è la necessità di andare oltre, e di discutere nel merito sugli emendamenti che interessano.
Così come mi sembra ci sia stata un'apertura da parte del Partito sardo che ha posto un problema di coscienza sulle costruzioni entro i 300 metri; almeno su quella parte ragioniamo, ci sono argomenti per approfondire questo aspetto, non foss'altro perché esiste un'esperienza anche in Sardegna che mi sembra possa dimostrare quanto sia illusoria l'idea che questa legge consenta di rilanciare l'economia. Mi sto riferendo alle zone di Calasetta e Sant'Antioco, dove non si è applicata la salvacoste e che, di conseguenza, dovrebbero essere delle comunità ricchissime poiché su di esse, negli ultimi anni, si sono scaricati parte degli appetiti edificatori di mezza Sardegna; non mi sembra invece che la popolazione residente abbia avuto grandi benefici.
Quindi io invito a entrare nel merito delle cose. Oltretutto non credo che questa esperienza legislativa nasca dal basso, perché non credo che abbiate chiesto ai sindaci che cosa pensano, per esempio, relativamente al problema delle distanze di cui parlava l'onorevole Uras. Io credo che nessun sindaco vi abbia dato mandato di dire nel provvedimento: "fate tranquillamente e abbattete le distanze", perché i problemi ricadono sui sindaci, e chi in quest'Aula è anche sindaco, oppure lo è stato, sa benissimo a che cosa si va incontro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il problema è che più ci addentriamo nei meandri di questa legge e maggiore è l'insoddisfazione da parte nostra, perché su numerosi aspetti, che la ristrettezza dei tempi ci impone di inseguire, così, punto per punto, abbiamo una posizione critica. Proprio riprendendo il discorso sulle distanze mi viene da dire che probabilmente, oltre a far fronte alla crisi economica con lo sviluppo dell'attività edilizia, svilupperemo sicuramente l'attività legale e gli studi legali ci saranno riconoscenti; perché io reputo veramente fuori da qualsiasi ragionevole logica che sulle distanze, e cioè uno degli elementi che, pur normato, ha creato il maggior numero di conflitti tra vicini e frontalieri, sia in città, che in agro, che nelle coste, sia consentita una proposta come questa.
Lo stesso discorso vale se pensiamo alle altezze. Io penso a cosa può accadere, per esempio, in una realtà come Alghero, dove nelle zone B1 uno strumento operativo ha stabilito che l'altezza massima in tutta la città sia di 21 metri, creando una situazione ormai consolidata, e noi deroghiamo a questo.
La verità vera è che le risposte, continuo a dire, potevano essere date attraverso altri strumenti, ad iniziare da una seria legge sul regime dei suoli che prevedesse di scorporare la capacità edificatoria dalla proprietà del terreno. Questo è il vero terreno su cui potremmo misurarci in futuro. Al momento, mettere in discussione come voi fate quel principio sacrosanto e civile per cui il vivere avviene nei paesi e nelle città, non in agro dove dovrebbe essere svolta l'attività agricola, non sulle coste dove dovrebbe essere privilegiata l'attività balneare, mette in moto una serie di conseguenze a iniziare dall'inquinamento delle falde che aumenterà insieme allo sfruttamento dei suoli; tutte cose che già conosciamo e che hanno prodotto una cementificazione eccessiva che, oggi, si vuole ulteriormente aumentare. Per questo sono favorevole all'emendamento ora in votazione e agli altri che seguiranno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché un emendamento abrogativo? Perché è chiara la filosofia; una filosofia che si ritrova anche in altri documenti, come il testo unificato numero 9-31-37, da poco approvato dalla sesta Commissione, nel quale si legge "ampliamento di grandi strutture di vendita o di centri commerciali", relativamente a che cosa? "Alla valorizzazione delle produzioni agricole regionali". In tutti testi di legge sono previsti incrementi di volumetria.
Questa è la filosofia che ha portato alla devastazione della costa a Quartu, addirittura a costruire sulle dune di sabbia a Torre dei Corsari, la zona di Arbus, a non avere una casa intonacata in paesi come Tertenia, fino alla installazione delle pale eoliche in mare, possibilmente di fronte a S'Archittu, perché se proprio bisogna intervenire nel deturpare il paesaggio almeno lo si fa in uno dei luoghi più belli della Sardegna, in modo tale che rimanga a futura memoria. Ma arriviamo anche, Assessore, a fare quello che si fa a Dubai dove realizzano finte isole artificiali sul mare per ville extralusso collegate alla terraferma, se non altro scavalchiamo coloro che lo stanno facendo in altre zone del mondo.
Mi preme però soprattutto fare una sottolineatura riguardi ai documenti che ci ha fornito l'onorevole Giacomo Sanna. Onorevole Sanna, la prego, la prossima volta che ci fornisce dei documenti li fornisca completi, nel senso che se sono composti da sei pagine ci deve dare tutte le sei pagine, non solo tre. Lei, facendo così, ha stampato tre fotocopie per 80 consiglieri ottenendo 240 fogli A3, che significano 480 fogli A4, che significano una risma di carta sprecata, per farci poi scoprire che di tutta questa marea di 807 cose che lei ci ha presentato, soltanto 111 sono definite e sottoscritte, il resto non è stato approvato. Il resto non è stato approvato!
Lei non ci può presentare come intese sottoscritte quelle che sono proposte di intesa tra le quali può esserci anche la proposta di uno che voleva costruire sopra la Torre dell'Elefante ma al quale è stato detto no! Chieda ai suoi uffici e ai suoi collaboratori di procurarci l'intero testo per poterlo valutare, perché io leggo i documenti che lei ci fornisce, però li vorrei leggere nella loro completezza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io capisco l'impeto della gioventù, dell'età, e della inesperienza, ma a lei che sa tutto, ho capito, la prossima volta glieli fornirò in via mediatica, che a lei piace, così li stamperà da sé e si divertirà di più. Visto che, come lei dice, quelle sono le domande, dopo le chiedo se Caprera era solo domanda, se Santo Stefano era solo domanda, poi le chiederò anche di un imprenditore di pregio e se a proposito di Valle dell'erica, Muntoni docet, quell'aumento di cubatura era una domanda oppure è stato realizzato. Le chiederò se il parco eolico di 80 pale installato ad Aggius in zona di pregio, realizzato sempre da un grande imprenditore come Muntoni, era una domanda o è stato materialmente realizzato. E man mano che esamineremo gli emendamenti che voi avete presentato le reciterò il resto del rosario.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione, nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Biancareddu, Piras, Planetta, Tocco e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BRUNO - CARIA - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
RISPONDONO NO I CONSIGLIERI: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - MELONI Francesco - MULAS - MURGIONI - PERU - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 17
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 396.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A dispetto di quanto si dice sulla inconsistenza delle proposte, basta leggere l'emendamento numero 396 e comprendere che è presente di fatto una impostazione diversa, una finalizzazione diversa del provvedimento di legge secondo il nostro intendimento. Ho sentito in quest'Aula, poco fa, grandi affermazioni sulla "possibilità di dialogare", "di comporre", "di vedere" e così via; intanto, perché si attui un confronto, Assessore, serve la volontà, poco importa se avviene su un emendamento soppressivo o meno, ma le volontà devono essere chiare.
Per chi si lamenta, onorevole Vargiu, dei 400 emendamenti, va detto che avete disseminato la Sardegna dell'enfasi di una consultazione sovrumana dei territori, avete fatto consultazioni indicibili, prevalentemente con i portatori di interessi specifici, ma il paradosso è che poi, quando si tratta di dialogare, di ascoltare, di confrontarsi serenamente sul merito nella sede principale, cioè la Commissione, con i rappresentanti di opinioni diverse, di visioni diverse ci si chiude a riccio, non si ascolta una parola, si va in Aula in tempi affrettati. Questi sono atteggiamenti conseguenti a un atteggiamento di chiusura.
Non meraviglia nessuno, è chiaro, il fatto che noi abbiamo evidentemente, legittimamente, delle opinioni diverse; il problema di quest'Aula, rispetto a quello che si percepisce all'esterno, è semmai quello di mettere in campo, quanto più ci è possibile, un po' di competenza, un po' di approfondimento delle cose, perché questa società che vola veloce sulle cose, subito e in superficie, porta sempre dei disastri e mai delle risposte. E perché vi dovete infastidire all'idea che noi vogliamo utilizzare questo tempo perché non c'è stato dato un altro tempo, quello legittimo nella Commissione, per vedere queste volontà di composizione?
Da che mondo è mondo, attenzione, chi ha i numeri non ha la garanzia di avere la ragione, non l'ha mai avuta, che si sia noi al governo o voi, e questa sobrietà della politica bisognerebbe recuperarla prima di tutto qui dentro, senza farci trascinare sull'onda di uno schieramento bipolare estremizzato, perché alla fine i problemi della gente stanno qui. E se questa legge non troverà applicazione il fallimento sarà delle istituzioni, non di una parte politica, principalmente delle istituzioni.
Io credo quindi che dobbiamo serenamente affrontare le condizioni per come sono date: chi vuole dialogare dialoghi, nessuno di noi si è mai opposto, però lo vogliamo fare con competenza, nel merito e senza demagogia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, approfitto della dichiarazione di voto per rispondere anche all'onorevole Giacomo Sanna. Il tema non è né la giovane età, né l'inesperienza, né i dati che sono stati presentati, bensì, se la sua critica è vera - rivoltando la questione - perché voi volete installare altre 300 pale eoliche nel mare di fronte ad Oristano? Se ci criticate per quello che abbiamo fatto, mi deve spiegare perché lei e gli altri colleghi volete seguire i nostri errori; siccome abbiamo sbagliato (verificherò, avrà ragione lei, sicuramente) voi dovete dimostrare a noi che potete sbagliare cento volte di più, cioè noi abbiamo approvato una concessione di 80 pale e voi ne consentite 300, dove? Nel posto più bello della Sardegna! Sinceramente, mi pare un atteggiamento incoerente, un minimo, ma non il suo ragionamento perché lei non c'era e non ha votato quello che oggi critica, mi auguro non voti questo, però!
Sullo strumento dell'intesa che lei ha criticato io dico che se è uno strumento discrezionale rimuoviamolo, ma lei, insieme ai suoi colleghi, non consenta che quello strumento venga utilizzato dal centrodestra e dalla vostra maggioranza: impedite che uno strumento discrezionale, se così è da voi considerato, venga utilizzato. Dimostrateci di essere virtuosi, dimostrateci di voler correggere anche i nostri errori, se sono stati fatti, dimostrate a noi di voler tutelare di più, di risolvere meglio i problemi di abitazioni e di risanamento delle strutture. Dimostratecelo, però, nei fatti, modificando questo testo e approvando i nostri emendamenti.
Il voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 396.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI (P.d.L.). Presidente, intervengo molto brevemente però credo che sia necessario chiarire un aspetto e dare comunque una risposta, partendo proprio dal ragionamento dell'onorevole Gian Valerio Sanna. L'onorevole Sanna chiede, chiaramente, una disponibilità, chiede un confronto, chiede la possibilità di valutare gli emendamenti dell'opposizione e quindi nella sede opportuna, in questo caso il Consiglio regionale, trovare una sintesi. Ma non si può, onorevole Sanna, trovare un accordo dopo che l'onorevole Zedda fa degli interventi di questo tenore.
Probabilmente dovreste mettervi d'accordo prima, soprattutto perché l'onorevole Zedda continua ad insistere sulla presenza delle pale eoliche nel mare che non esistono; probabilmente è da qualche anno che non passa a S'Archittu, probabilmente è ancora troppo legato a Cagliari, probabilmente dovrebbe spogliarsi del ruolo di consigliere comunale perché qui lei è un consigliere regionale, che è tutta un'altra cosa, magari dovrebbe conoscere il territorio della Sardegna e capire che le pale eoliche a Is Arenas non ci sono e non le vogliamo installare, a meno che non sia il vostro Presidente a mettersi d'accordo con qualcuno e a tentare di realizzarle. Non sarà certamente il centrodestra a fare questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, mi fa piacere che il tono del collega Zedda sia più pacato e sicuramente anche il mio lo sarà. Ci mancherebbe!
In merito al problema delle pale eoliche noi siamo andati oltre quello che lei stesso ha detto perché, se esamina gli emendamenti, ne troverà uno presentato dal Gruppo sardista proprio per evitare le sorprese di cui lei parlava. Ci siamo fatti carico di presentarlo in questo provvedimento, forse non molto appropriato, ma certamente suggerito dal momento che stiamo vivendo. Quindi, questa credo sia la risposta per le pale eoliche in mare.
Io le ho portato come esempio le pale esistenti, e se qualcuno non sa quanto frutta una pala eolica glielo dico io: 900 mila euro l'anno, sono 80, per vent'anni fate voi i conti e poi traetene le conclusioni.
Si dice di fare una legge. Fare una legge non è tra le cose più semplici; che si commettano errori, e se ne commettono spesso, rientra nel gioco delle parti, chi ha fatto leggi questo lo sa. La perfezione non è mai presente, è difficile, anche se dopo aver constatato eventuali errori si può trovare un percorso migliorativo che consenta un migliore utilizzo della legge per il conseguimento degli obiettivi che la stessa si pone.
La perfezione non ci appartiene, così come non avete avuto voi la presunzione di fare leggi perfette e di non discuterle nella libertà che quest'Aula oggi sta consentendo, a voi e a noi. Credo che questo significhi il ritorno a una democrazia reale in quest'Aula e soprattutto il riconoscimento, a quest'Aula, di quel ruolo di cui è stata spogliata per cinque anni. Anni nei quali quest'Aula era entrata in letargo, era scomparsa l'autorevolezza e le leggi non si potevano neanche discutere.
Oggi ne stiamo discutendo, noi per primi che siamo i presentatori, o perlomeno lo è la Giunta e quindi lo è questa maggioranza, e siamo anche critici: lo saremo sempre e comunque quando riterremo che le cose non vadano per il verso giusto. Questa è la dialettica, questo è il modo di confrontarsi, questo è il modo di costruire le cose, questo non ci spaventa; ma credo che chi ha sbagliato negli anni addietro non possa dire a noi che cosa fare: noi ci assumiamo la responsabilità, come maggioranza, e certo non nel far fare le leggi a voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io credo che uno dei temi su cui ragioneremo, e non credo che sia un ragionamento che dobbiamo spostare molto nel tempo, sia proprio quello di come dare o, meglio, di come recuperare un ruolo di vera, autorevole rappresentanza della nostra comunità a questo Consiglio regionale. Non basta che si discuta tra noi, anche la Giunta deve discutere con il Consiglio, ci sono meccanismi di relazione politica che vanno attivati tra maggioranza e minoranza, ci devono essere sedi di dialogo, ci devono essere anche ambiti di produzione legislativa su cui si concorda che debbano essere ambiti di reciproco riconoscimento, di sforzo comune, di impegno comune rispetto agli obiettivi. E credo che il dialogo con chi ha cultura sardista, da questo punto di vista, sarà un dialogo sicuramente produttivo.
Ma anche il territorio è un pezzo della nostra identità, perché un territorio antropizzato che esprime cultura, racconta della nostra vita. Mi dico sempre che se vuoi sapere che cosa può esprimere una comunità devi andare a vedere che lavoro fa, come ha risposto ai propri bisogni e alle proprie esigenze, come ha trasformato il proprio territorio, come lo ha reso produttivo, come lo ha caratterizzato nel tempo. Ed è per questo che tutto il territorio deve essere guardato come un pezzo di noi stessi, ed è per questo, purtroppo, che io ritengo che questo provvedimento, invece, non rispetti proprio questa necessità. Io voterò a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ancora una volta, come suol dirsi "una fredda e una calda". La fredda, definita provocatoria, è la proposizione all'attenzione dell'Aula di emendamenti abrogativi; ma in questo caso si chiede al Consiglio di accettare una proposta che, impegnando la direzione generale dell'AREA a predisporre un piano di intervento, vada incontro alle fasce più deboli della società sarda. Si pone inoltre una scadenza non immediata, in quanto il termine è di sei mesi dall'approvazione della legge.
L'opposizione, pertanto, ancora una volta ritorna a essere propositiva dando suggerimenti alla luce delle esigenze di chi ha maggiormente bisogno. E'una proposta che può essere accolta, sostenuta e, ancora una volta, rivolgiamo un appello a voi tutti di dare quel segnale che sollecitate e, poi, di essere conseguenti quando dall'opposizione vengono proposte costruttive e vantaggiose per la società sarda.
Continuo a chiedere il vostro voto a favore di questo emendamento e anticipo il mio, chiaramente favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, lei ha prenotato l'intervento ma le ho già dato prima la parola e lei ha chiesto la votazione nominale. Per cortesia, colleghi, se si intende fare anche una dichiarazione di voto, la richiesta di votazione nominale sia contestuale alla dichiarazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo, brevissimamente, intanto per esprimere il voto favorevole su questo emendamento che ha come primo firmatario Carlo Sechi e anche per dire alcune cose. Onorevole Sanna, non è vero che questo è un provvedimento che nasce dal basso. Nasce dall'alto, dall'altissimo, a meno che per basso non si intenda la statura del Presidente del Consiglio. A mio avviso è un provvedimento che nasce sicuramente da una furbata, però adesso c'è e possiamo migliorarlo insieme.
Che cosa osta a fare in modo che la vostra fase uno si incontri con la fase due? Cosa osta che diventi veramente un Piano casa che risponda alle esigenze di natura abitativa? Questa è la prima richiesta che vi facciamo e che è contenuta nella nostra proposta di legge. Vi chiediamo di rispettare la pianificazione comunale e quella sovraordinata, vi chiediamo di utilizzare tecniche costruttive di edilizia sostenibile, di non permettere aumenti di volumetria nei centri storici, di non ammetterli nei 300 metri dal mare; vi chiediamo di ridare dignità di Piano casa a questo provvedimento. Io spero che la notte porti consiglio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io sono stato un silenzio stamattina quando già si evocava il piano di edilizia straordinario e adesso leggo questo emendamento, e mi rivolgo soprattutto ai colleghi che c'erano (quelli che ci sono ora li lascio dibattere tra di loro, magari vanno a parlarne e si prendono un caffè), per dire che si sta proponendo una cosa talmente ridicola che dimostra come non ci sia una conoscenza basata su fatti reali.
Basta guardare l'ammontare dei residui che vi sono stati consegnati con i documenti del bilancio e della finanziaria e scoprirete che abbiamo, e lo ripeto per l'ennesima volta, circa 50 milioni di euro non programmati, non progettati e non investiti dall'AREA da voi guidata in questi anni. State chiedendo interventi di edilizia popolare e avete i denari nel cassetto non essendo riusciti a programmare e spendere quelli che già ci sono. E parlate di casa a chi ne ha bisogno, le giovani coppie, quando avete buttato al vento cinque anni con persone inette, incapaci, che però hanno provveduto alle loro retribuzioni e indennità senza produrre nulla.
Di questo, perdonatemi, perdonatemi, dovreste vergognarvi perchè non vi dà nessun diritto di proporre l'emendamento numero 396. Fate un mea culpa e aiutateci a spendere i denari che già ci sono; denari che chi era amministratore comunale e chi aveva responsabilità di governo nella passata legislatura non ha saputo o voluto spendere. Punto! Si accettano eventuali obiezioni di merito, documentate, non falsa demagogia e propaganda con i denari dei sardi che, con molta facilità, voi destinate a progetti che non avete avuto la capacità di portare avanti.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 396.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Sanjust e Planetta hanno votato contro e Salis a favore.
Rispondono sì i consiglieri: BEN AMARA - CARIA - ESPA - MARIANI - MELONI Marco - SALIS - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
Rispondono no i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - MELONI Francesco - MULAS - MURGIONI - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo ill risultato della votazione:
presenti 52
votanti 51
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 10
contrari 41
(Il Consiglio non approva).
E' in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Intervengo, ovviamente, sul tema in discussione ma anche per rispondere alla provocazione dell'onorevole Capelli. E' vero quello che dice l'onorevole Capelli: i soldi ci sono; l'AREA ha disponibilità economiche, però ha difficoltà a spendere i quattrini perché i comuni non riescono a spenderli non avendo i terreni sui quali allocare possibili interventi di edilizia popolare. E non hanno i terreni perché non fanno i Piani urbanistici comunali, dovrebbero procedere con lo strumento della variante ma tutto questo comporta una serie di difficoltà.
Si invitino, allora, i comuni a fare la propria pianificazione territoriale nei tempi previsti dal PPR, come qualche comune ha fatto; in quel contesto si individueranno le aree, si potranno effettuare gli interventi e spendere i denari.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'emendamento in votazione recita. "Il comma 1, dell'articolo 2 è soppresso". Io so che la mia richiesta può apparire ripetitiva, però chiedo anche all'onorevole Cherchi e all'onorevole Sanna a quale volumetria ci vogliamo riferire.
Sia nel comma 1 come è disposto nell'articolo, sia nel comma 1 così come è disposto nell'emendamento presentato dalla Giunta, mi pare il numero 351, si dice: "per volumetrie esistenti si intende", cioè si dà una definizione; perché si dà una definizione? Perché non si deve intendere altro se non quello che si intende qui, ovvero si intende quella realizzata, non quella prevista nel progetto, non quella per cui è stata data la concessione edilizia, non quella quindi legittimamente costruita, ma qualunque volumetria esistente in qualunque modo realizzata: "alla data di presentazione della denuncia di inizio di attività", cioè chissà quando.
Volete invitare qualcuno a verificare in fretta? State chiedendo che nottetempo l'agro venga invaso dai mattoni e dal cemento perché poi coloro che realizzano vadano lì e dicano: "noi abbiamo realizzato questa cubatura perché voi ci consentite di avere un premio sull'abuso?" immagino di no, questo è un paradosso! Forse è un eccesso di interpretazione estensiva. E allora vi invito a dire rispondere a questo: "ma pensate che sia corretto che chi ha realizzato in difformità alla legge, anche avendo avuto un condono, quindi già un premio, per raggranellare qualche soldo per le casse dello Stato, debba essere nuovamente premiato?". Ma rispondete a questo! Almeno a questo! Questo comma depuratelo da questa sconcezza, almeno da questa sconcezza! Ecco perché noi chiediamo l'abrogazione di questo comma
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento soppressivo del comma 1 è assolutamente pertinente per una semplicissima ragione. Al comma 1 si dice, e viene ribadito anche negli emendamenti presentati dalla Giunta "che è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti", fare tutto quello che si deve fare; poi, al comma 5 si dice il contrario, si fa finta di dire il contrario per generare certezza di diritto, e cioè: "sono comunque fatti salvi i diritti dei terzi, i medesimi adeguamenti e incrementi rispettano i distacchi minimi previsti dal Codice civile". Delle due l'una: o si sforano o si rispettano.
Al comma 1 dite che si sfora, e al comma 5 dite che si rispetta il Codice civile. Io so che c'è un decreto ministeriale del 2 aprile 1968, numero 1444, che praticamente è la rete che para tutti i comportamenti delle Regioni; infatti non dice: "ti suggerisco questi indici", ma dice: "limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati, rapporti massimi tra spazi destinati…"; limiti inderogabili! Si tratta del livello oltre il quale non si può andare; e se sono limiti inderogabili una legge regionale che si propone di derogarli sta compiendo una violazione.
Il primo problema è allora quello di mettere d'accordo ciò che fa la mano destra con ciò che fa la mano sinistra; secondo, verificare se c'è una norma che autorizza a muovere le mani, sia la destra che la sinistra. Mi pare che in questo caso siamo alla schizofrenia più totale. Ecco perché è coerente abolire il comma 1.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente e onorevoli colleghi, avantieri ho assistito a uno spettacolo esilarante di Corrado Guzzanti all'Anfiteatro di Cagliari. Corrado Guzzanti è quel comico, meglio cabarettista, che alcuni anni fa realizzò un curiosissimo spot per una trasmissione televisiva nel quale faceva la parodia dell'allora Casa delle Libertà. Lo spot si concludeva con lo slogan: "facciamo come cavolo ci pare", (musica, danza, trenini da festini eccetera, eccetera), una fotografia abbastanza verosimile rispetto a quello che è successo alcuni anni dopo.
L'articolo 2, nel caso in esame il comma 1, è la fotografia di questa mentalità: "facciamo come cavolo ci pare!", Nel senso che c'è, come l'ho definito ieri, un crescendo rossiniano al comma 1, 2 e 3, per cui si parla prima di incrementi volumetrici fino al 20 per cento, poi al comma 3 si arriva al 30 per cento, poi si parla di deroghe alle altezze e alle distanze dai confini, eccetera, rispetto ai Piani urbanistici.
Su questo aspetto mi rivolgo all'onorevole Mariolino Floris perchè il provvedimento che porta il suo nome, il "decreto Floris", prevedeva con particolare cura norme in merito, proprio perché fossero uno strumento, senza possibilità di equivoci, fin dove è possibile questa definizione, di ausilio agli uffici tecnici comunali che poi le dovevano applicare.
Assessore Asunis, ma lei si rende conto del guazzabuglio di problemi che comporterà l'applicazione di questi commi dell'articolo 2? Le faccio solo un ulteriore esempio. Io sono un pasdaran del recupero dei centri storici, dei piani particolareggiati, eccetera; il provvedimento in esame prevede che le norme di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano ai centri storici, vado a memoria, alle zone A, fatti salvi gli edifici con meno di 50 anni di età. Vi chiedo se ci rendiamo conto che degli edifici dei centri storici all'interno delle zone A probabilmente il 70 per cento ha meno di 50 anni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ho proposto questo emendamento perché proprio nel comma 1 dell'articolo 2 sono presenti gli elementi della confusione e della non chiarezza. Quando si fa riferimento all'adeguamento e all'incremento volumetrico e non si definisce "il come e il quando", nascono le incomprensioni e le contraddizioni. Lo sottolineava ora il collega Salis, e ne ha parlato prima Luciano Uras con un esempio che riprendo.
Come facciamo a stabilire il patrimonio edilizio esistente? Nella prima stesura del testo era comparso un riferimento all'accatastamento; però, è un esempio, Abbanoa quando fa un nuovo allaccio idrico o una voltura richiede la concessione edilizia nel caso che l'allaccio avvenga in edifici e manufatti costruiti dopo il 1977. Quindi la concessione edilizia fa riferimento al patrimonio edilizio esistente a quella data.
Ci può interessare anche la data precedente; in ogni caso fa chiarezza e in quella chiarezza noi possiamo individuare il patrimonio edilizio esistente e - come si diceva prima, ancora una volta come suggeriva il collega Uras - si fa chiarezza anche dei volumi esistenti che hanno già goduto della sanatoria edilizia. Una sanatoria edilizia che ha consentito un volume in deroga rispetto agli strumenti urbanistici che avevano disciplinato e quantificato i volumi da realizzare.
In quella situazione noi possiamo individuare un patrimonio edilizio che può godere di una premialità, così come voi proponete e che noi non condividiamo; ma vi chiediamo di stabilire, per lo meno, criteri di certezza laddove questa premialità può essere consentita o dove è opportuno non concederla per le ragioni che abbiamo già esposto.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Manca e Porcu hanno votato a favore e che il consigliere Ladu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BEN AMARA - BRUNO - CARIA - COCCO Daniele - CUCCA - ESPA - MANCA - MARIANI - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
RISPONDONO NO I CONSIGLIERI: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Mario - FLORIS Mario - FLORIS Rosanna - FOIS - GRECO - LADU - LAI - MELONI Francesco - MULAS - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 17
contrari 40
(Il Consiglio non approva).
Colleghi, l'emendamento numero 102 si trova erroneamente tra gli emendamenti all'articolo 2 ma, in realtà, si riferiva all'articolo 1.
Sono quindi in votazione gli emendamenti numero 103, 122 e 167, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Gli emendamenti citati propongono la soppressione della parte che riguarda il superamento degli indici massimi. Questo dispositivo, che anche nello svolgimento dell'articolo 2 (lei era assente) ho appena definito contraddittorio, Assessore, bisogna che ci spieghi come funziona. Se al comma 1 si possono superare gli indici massimi e al comma 5 imponete che si rispetti il Codice civile, vi dovete mettere d'accordo, perché il minimo che può succedere è che, nel dubbio, nessuno autorizzi.
Poi ci deve anche dire per quale motivo noi deroghiamo rispetto a un decreto ministeriale che fissa gli indici complessivi ai quali le Regioni devono attenersi e che parla di inderogabilità dei limiti. Sono argomenti che attengono alla funzionalità stessa del vostro provvedimento. Voi non potete venire qua a proporci che "l'asino vola" perché noi siamo una sede legislativa e abbiamo bisogno di avere la certezza del diritto.
Dobbiamo fare leggi intellegibili e attuabili: questo è il dovere primario del legislatore. Per cui non potete eludere queste domande e non potete mettere gli applicatori della legge in una condizione tale per cui, le domando, che cosa faranno i funzionari delle AA.SS.LL? Che cosa faranno i vigili del fuoco? Ma pensate davvero che opereranno in deroga alle normative ministeriali? Dateci una spiegazione di questo se volete bene alla gente per la quale state facendo la legge. Fateci capire, perché non si può scrivere di tutto e di più: questo non ci è concesso.
Bisogna riflettere sulla coerenza delle norme e non possiamo mettere nel primo comma e nel quinto comma frasi contraddittorie tra loro, facendo capire che non sappiamo che cosa fare, perché questo è un pessimo modo di legiferare. Questi sono i motivi per cui va soppressa e resa coerente la formulazione dell'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, sull'incremento delle cubature si dice: "E' consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali". Le volumetrie per che cosa si fanno? Per metterci qualcuno dentro. Non stiamo organizzando spazi vuoti, spazi aperti, stiamo organizzando volumi all'interno dei quali ci devono andare cose o persone; e perché questi volumi abbiano un senso gli strumenti urbanistici sono preceduti da un'analisi anche demografica.
Si pensa che ci possa essere un aumento della popolazione in misura del 2-3 per cento per cui noi dobbiamo organizzare le case per quelli che verranno, perché siamo gente previdente che pensa al futuro. Ma, siccome abbiamo un sacco di invenduto, di vuoto o non utilizzato, di immobili che vanno in decomposizione perché sono abbandonati, e - dirò di più - poiché siamo a crescita zero (se non arriva qualcuno dalla sponda sud del Mediterraneo, ma la Sardegna è una terra di passaggio, non si fermano in molti perché non c'è grande possibilità di occupazione, di lavoro, di crescita), a che cosa serve quel 25-30 per cento di cubatura generalizzata che si vuole realizzare attraverso questo provvedimento? A fare volumi pressoché inutili da lasciare vuoti.
Allora, programma regionale di sviluppo, cioè uno mette insieme mattoni giustappunto per metterli, vi dice: ma sì, fate una casa in più perché prima o poi qualcuno la abiterà oppure te la conservi, oppure la domenica vai nella casa x e il sabato stai nella casa y e così investi bene le tue risorse, il tuo patrimonio. Bene, non funziona così, noi rischiamo con questo provvedimento di depauperare anche il patrimonio edilizio esistente. Stiamo attenti perché l'economia ha le sue regole, è un po' come la natura: ogni tanto si ribella.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Gli emendamenti richiamati, di uno di questi sono anche proponente, reintroducono il tema che abbiamo lungamente trattato stasera, richiamato anche dall'onorevole Uras, cioè che qualsiasi aumento di cubatura non può che incidere sugli standard urbanistici che di conseguenza si deteriorano. Questo testo di legge come ci ricorda anche il parere del Consiglio delle autonomie ignora totalmente questo aspetto.
Quindi non soltanto si agisce in deroga agli strumenti urbanistici esistenti, ma agendo in deroga si aumentano i deficit di attrezzature per servizi dei comuni. Ciò vuol dire che non è vero, neanche per questa fattispecie, che questo provvedimento è a costo zero perché c'è un costo a carico delle generazioni future che riguarda il depauperamento del bene paesaggistico, e c'è un costo a carico della collettività per riportare a normalità gli standard che abbiamo alterato.
Non a caso in altre Regioni, Assessore, avremmo fatto bene a farlo anche nella Regione Sardegna, il problema è stato affrontato introducendo una monetizzazione degli aumenti volumetrici; cioè il legislatore ha detto: tu puoi anche usufruire di queste volumetrie, ma queste volumetrie hanno un costo, le paghi, diventano risorse che vengono trasferite ai Comuni che, con quelle risorse, creano zone verdi, creano spazi, creano servizi, creano piazze, creano luoghi di incontro; con queste risorse in qualche modo si ristabiliscono gli standard urbanistici che abbiamo deteriorato.
Questo provvedimento invece consuma territorio, questo provvedimento renderà ancora più brutte e invivibili le nostre città. Per questi motivi voto a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 103, 122 e 167.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 103, 122 e 167, uguali.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: BEN AMARA - BRUNO - CARIA - COCCO Daniele - CUCCA - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Gian Valerio - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU.
RISPONDONO NO I CONSIGLIERI: AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI - CONTU Felice - CONTU Mariano - COSSA - CUCCUREDDU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Mario - FOIS - GRECO - LAI - MELONI Francesco - MULAS - MURGIONI - OPPI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - PLANETTA - RANDAZZO - RODIN - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Christian - STERI - TOCCO - VARGIU - ZEDDA Alessandra.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 17
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Sono in votazione gli emendamenti numero 104 e 123, uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Gli emendamenti propongono la soppressione del riferimento alla presentazione della denuncia di inizio attività che praticamente è il discrimine dal quale non è chiaro quanto sia incentivante la ripresa del mercato edilizio, quanto la massimizzazione degli effetti di un mercato edilizio già in cammino. Si tratta di avere un atteggiamento di trasparenza e decidere se mirare il provvedimento verso quel settore fermo, davvero fermo, oppure se rianimare i cantieri con tutte le implicazioni che ci sono sulla sicurezza, sugli aspetti paesaggistici, sulla sicurezza strutturale di cui ho detto e che, di fatto, non trovano risposta nella logica di questo provvedimento.
Onorevole Giacomo Sanna, io ho visto ciò che le agenzie stanno battendo, perché purtroppo abbiamo anche a che fare con un'informazione che, invece di andare a cercare la verità, si limita a dire le cose. A questo punto io vorrei, pacatamente, dire esattamente come stanno le cose. A me di quel tabulato non me ne può importare di meno, è un tabulato; però io so, perché le ho fatte (e l'assessore Asunis sa come sono state fatte), che noi abbiamo ricevuto 800 richieste di intesa, di queste 800, 300 sono state rimandate ai Comuni perché attenevano a richieste di loro competenza. Circa 250 di queste domande sono state ritenute inammissibili perché attenevano ad argomenti non disciplinati dal Piano paesaggistico, quindi non si potevano fare.
Le intese che sono state chiuse sono 110 e sono state chiuse nel rispetto totale della normativa come dice l'articolo 11 del PPR, tant'è che la nostra amministrazione non ha avuto nessuna contestazione sulla chiusura di quelle intese. Da ultimo voglio dire che i parchi eolici non vengono autorizzati attraverso lo strumento dell'intesa perché sono soggetti ad un'altra disciplina che non è quella urbanistica. Chi deve dare l'informazione pertanto deve avere l'accortezza di dare informazioni serie, sulle quali siano possibili riscontri, e uscire da un'informazione drogata che non aiuta neanche noi a fare ragionamenti non dico da persone intelligenti ma da legislatori, il che significa qualche spanna più in alto rispetto ai ragionamenti massimalisti che spesso facciamo quando diamo dei dati alla pubblica opinione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Vorrei, nell'annunciare il voto favorevole sugli emendamenti numero 123 e 104, spendere anche una parola sul tabulato che con un coup de théatre ci ha presentato in Aula l'onorevole Sanna. Credo che l'ex Assessore ci abbia ben ricordato che l'attività della Giunta è stata quella di filtrare le proposte, di selezionare e verificare quelle strettamente coerenti con il Piano paesaggistico, che quindi avevano un carattere anticipatorio rispetto agli strumenti urbanistici comunali, e di cassare tutte le altre. Quindi un'attività perfettamente legittima che aveva semplicemente lo scopo di non bloccare l'attività edificatoria al di fuori delle zone A e B.
Però non è questa la riflessione che vorrei fare; sarebbe auspicabile, colleghi (capisco l'ora e che l'onorevole Cherchi a volte ci ricordi certi radicalismi), che in quest'Aula non replicassimo agli interventi accusandoci di essere l'uno più cementificatore dell'altro e quindi giustificando l'essere cementificatori dicendo: ma anche voi lo siete stati. Guardate, se dovesse risultare nel passato anche un solo caso con aspetti illegittimi io lo denuncerei insieme a voi; credo infatti che dovremmo innescare una competizione più virtuosa nel cercare di non essere cementificatori, di restare nell'ambito delle leggi vigenti, di non fare figli e figliastri, di non farci tirare la giacca dall'uno e dall'altro, di non svendere i gioielli di famiglia, di preservare zone intonse che la nostra legislazione regionale, in coerenza con quella nazionale, da oltre 25 anni ha considerato intangibili.
Quindi sarebbe una magra consolazione, anche ammesso che ci sia stato un intento o una svista cementificatoria, che quella svista debba giustificare altre devastazioni. Colleghi, onorevole Sanna, innestiamo una competizione virtuosa per proteggere l'ambiente, non per rinfacciarci chi tra di noi è più cementificatore. Fermo restando che il sottoscritto, se dovesse emergere un qualsiasi caso in cui lo siamo stati in passato, sarebbe il primo a denunciarlo insieme a lei. Pensiamo invece a salvare le coste, perchè siamo ancora in tempo, caro onorevole Sanna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questa proposizione dell'ultimo capoverso è una proposizione delicata, perché io so che la Giunta e la maggioranza stanno riflettendo sull'utilità di mantenere la data della presentazione della denuncia di inizio di attività per definire la volumetria esistente. Io sono convinto che la maggioranza e la Giunta stiano predisponendo modifiche rispetto a questo oggetto. Questo lo dico perché si potrebbe evitare una votazione.
Può darsi che con un emendamento modificativo di quel comma si possa poi, in qualche modo, intervenire; ma noi votiamo già una cosa che forse ha anche valenza rispetto alle votazioni successive, e stiamo dicendo che questa proposizione non può essere soppressa. Ma io mi chiedo: la Giunta vuole farci sapere se il termine della denuncia di inizio di attività possa essere quello più congruo? E se non lo pensa più come il termine più congruo, perché non chiede la sospensione del voto di questo emendamento? O già impegnandosi alla modifica, ne chiede il ritiro? Io la pongo come una delle questioni su cui vale la pena riflettere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, io voterò a favore degli emendamenti numero 123 e 104, però intervengo anche per riprendere quanto detto dal collega Capelli. Io, fortunatamente, ho acquisito l'abitudine ad ascoltare, soprattutto le questioni più pesanti che vengono poste in quest'Aula, e il collega Capelli ha posto un problema serio su cui io mi sono voluto subito informare per verificare se era veramente doveroso che noi ci vergognassimo per la politica sulla casa portata avanti nei cinque anni precedenti, visto che io in quei cinque anni facevo parte della maggioranza.
Allora, dico subito in Aula che io sono d'accordo col collega Capelli se il collega Capelli insieme a noi, per esempio, decidesse insieme al Presidente della quarta Commissione di audire i responsabili di AREA, per verificare la disponibilità dei fondi e come questi fondi sono stati spesi o impegnati. Questo per quel che riguarda AREA, perché se i fondi non sono stati spesi né impegnati è giusto che le persone che con il nostro voto, Consiglio regionale, vengono mandate a svolgere un certo ruolo in un settore fondamentale, quale quello dell'edilizia residenziale pubblica, rispondano dei loro atti. Io adesso non posso dare un giudizio, chiedo però che questo problema possa essere approfondito nella sede adeguata, cioè nella Commissione consiliare competente.
Vero è, invece, che non mi vergogno assolutamente di quello che abbiamo fatto nei cinque anni precedenti relativamente agli investimenti, per quel che la Regione, l'Assessorato dei lavori pubblici ha stanziato, nell'edilizia residenziale pubblica. Io non vedo il collega Capelli in Aula, mi preoccuperò domani di fargli vedere l'estratto di tutti gli interventi che sono stati finanziati in decine di settori legati al bisogno di prima casa, e per i settori e per i ceti più disagiati. Per cui, anche su questo argomento possiamo dire di aver fatto tanto, non abbiamo forse fatto a sufficienza, c'è necessità di fare di più sia per quel che riguarda gli investimenti della Regione, sia per quel che riguarda gli investimenti delle agenzie, che sono incaricate dalla Regione di svolgere un compito fondamentale nel settore della prima casa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, signori consiglieri, avevo anticipato nel mio ultimo intervento la volontà della Giunta regionale di presentare un emendamento all'emendamento numero 351; vi riconfermo la determinazione della Giunta regionale, quando discuteremo l'emendamento numero 351, di presentare l'emendamento orale nel quale verrà definita inequivocabilmente la data, che noto in tutti gli interventi che si stanno succedendo produce momenti di preoccupazione, al 30 giugno 2009.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Gli emendamenti sono ritirati.
PRESIDENTE. I lavori, riprenderanno domani mattina, venerdì 2 ottobre, alle ore 10. Comunico ai colleghi che la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che domani i lavori proseguiranno sino alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 21 e 07.