Seduta n.382 del 13/02/2013
CCCLXXXII SEDUTA
Mercoledì 13 febbraio 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 06.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 19 dicembre 2012 (374), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Cossa, Marco Meloni e Matteo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 febbraio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell'area sanitaria". (483)
(Pervenuto il 12 febbraio 2013 e assegnato alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Sanna Gian Valerio - Mulas - Sabatini - Cuccu - Cucca - Manca - Cocco Pietro - Corda - Meloni Valerio - Agus - Campus - Diana Giampaolo - Cocco Daniele - Ben Amara - Diana Mario - Bruno - Porcu: "Norme urgenti per l'attuazione ed il funzionamento delle zone franche istituite nella Regione Sardegna". (482)
(Pervenuta l'8 febbraio 2013 e assegnata alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Cuccu - Agus - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sul commissariamento del Consorzio industriale provinciale del Medio Campidano - Villacidro". (1044)
"Interrogazione Cucca - Barracciu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui criteri che determinano la chiusura del centro di degenza riabilitativa di Macomer". (1045)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza CORDA sulle politiche di gestione dell'Ente foreste con particolare riferimento alle nomine e promozioni di funzionari con incarichi fiduciari o di direttori di servizio facenti funzioni e sulla discutibile gestione delle risorse umane in genere". (393/C-5.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sul nuovo decreto ministeriale in materia di diritto allo studio universitario non ancora approvato, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (236)
"Mozione DIANA Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru sulla nuova proposta di copertura del servizio postale e la definizione di una nuova rete logistica di Poste Italiane, con ricadute negative sull'occupazione degli addetti al CMP della Sardegna". (237)
"Mozione Diana Giampaolo - Agus - Cucca - Cuccu - Lotto - Moriconi - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio sul rinvio delle prove scritte dei concorsi a posti e cattedre per il reclutamento del personale docente nelle scuole dell'infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, e dei posti di sostegno". (238)
PRESIDENTE. Constatata l'assenza dei Gruppi di minoranza, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 26.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 235.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Uras - Salis - Capelli - Zuncheddu - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Mariani di sfiducia al Presidente della Regione.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PRESO ATTO che:
- rispetto allo stato di emergenza sociale ed economica in cui versa la Sardegna è evidente l'inconsistenza delle iniziative assunte dal Presidente e dalla Regione sui temi del lavoro, dello sviluppo, dell'occupazione, della scuola, della sanità e del sociale;
- l'inconsistenza ha assunto una tragica gravità nella pessima gestione della vertenza con il Governo sulle entrate, sulla difesa e sullo sviluppo del sistema produttivo ed economico della Sardegna, sulla difesa dei servizi giudiziari, dell'istruzione pubblica, della protezione civile e della sicurezza;
- tale situazione si è pesantemente aggravata a causa degli inqualificabili ritardi nel predisporre la manovra finanziaria 2013, obbligando la Sardegna, già prostrata dalla crisi economica, a tre mesi, e forse oltre, di esercizio provvisorio, creando ulteriori effetti negativi sull'economia isolana derivanti dai cronici ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione agli enti locali, alle imprese, ai cittadini;
RILEVATO che questo Presidente non appare sostenuto ormai neppure dalla sua maggioranza che anzi lo rimprovera di incoerenza nel mantenere fede alla necessaria attuazione della volontà popolare espressa con i referendum del 6 maggio 2012 ed in particolare:
1) nella abolizione dei consigli di amministrazione degli enti e delle agenzie regionali;
2) sulla Assemblea costituente;
3) sulla soppressione delle province e sul nuovo assetto istituzionale locale;
RILEVATO, inoltre, che i Riformatori sardi, importante forza politica di maggioranza, hanno fatto istanza al Presidente della Repubblica perché sia sciolto il Consiglio Regionale per l'inconcludenza del Presidente e della stessa, numericamente smisurata, maggioranza di governo alla Regione e per la mancata attuazione dei dettati referendari;
CONSTATATO che la grave inadeguatezza della maggioranza politica, della Giunta regionale e del suo Presidente, sia in fase di programmazione degli interventi che in quella della quotidiana azione di governo, ha determinato il progressivo svilimento dell'autorevolezza, della responsabilità istituzionale e del concreto funzionamento dell'autonomia regionale,
dichiara
ai sensi e per gli effetti dell'articolo 35 dello Statuto speciale di autonomia della Regione Sardegna la sfiducia al Presidente della Regione e alla Giunta regionale.(235))
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, non sfugge ad alcuno in quest'Aula l'interesse che questa mozione ha suscitato in molte parti politiche; una mozione presentata ai sensi del Regolamento, una mozione predisposta e data alla valutazione di tutti i Gruppi consiliari perché potessero sottoscriverla, dando tempi congrui sul piano politico perché potesse essere esaminata e discussa dalle parti interessate.
Una mozione che è stata scritta un sabato mattina, condivisa da formazioni politiche diverse, quelle che, tra virgolette, si considerano minori ma che sono proprio per questo molto libere, molto libere di ragionare sul merito, di indicare strade, percorsi, obiettivi nell'interesse generale piuttosto che in quello particolare.
La mozione, da che cosa parte? Parte da una polemica pubblica, Presidente, che è stata promossa (non sto qui a dire se a ragione o a torto, secondo me in parte a ragione) sull'utilità di questo Consiglio regionale. Questo Consiglio regionale, all'indomani del 6 maggio, è diventato il protagonista; per tutti coloro che se ne sono dimenticati ricordo che il 6 maggio è la data dei referendum sulle riforme della macchina amministrativa regionale, sulle riforme del sistema delle autonomie locali, sulle riforme delle modalità di elezione del Consiglio regionale e del suo funzionamento, sulle riforme che riguardano (lo dico, Presidente, perché mi pare giusto) anche i trattamenti, le indennità dei consiglieri regionali e le disponibilità finanziarie assegnate ai Gruppi in un momento come questo, Presidente, nel quale la politica, ma non solo la politica, le istituzioni democratiche sono messe in discussione.
Sono messe in discussione non solo per i loro limiti e in funzione del superamento di quei limiti, ma sono messe in discussione con strategie (che alcuni perseguono) di smantellamento del sistema democratico parlamentare, di smantellamento del sistema democratico delle autonomie, di smantellamento del sistema democratico delle rappresentanze sociali! Quindi, Presidente, un'aggressione, una strategia aggressiva di stampo autoritario e centralista.
Per questa ragione, per il fatto che i Riformatori sardi chiedevano per inadempienza lo scioglimento di questo Consiglio regionale, ai sensi delle norme costituzionali, al Presidente della Repubblica, noi abbiamo ritenuto, essendo i Riformatori sardi una componente fondamentale della maggioranza di governo, di chiedere conseguentemente, senza fare grandi passaggi di natura istituzionale ma solo passaggi di natura politica, le dimissioni del Presidente della Regione proprio perché sfiduciato da una parte della sua maggioranza nella conduzione e nella guida di quella maggioranza anche in Consiglio regionale.
Abbiamo predisposto la mozione con questo spirito; è nata e si è sviluppata tutta una serie di distinguo, di considerazioni, di valutazioni, di opportunità, perché quello che regge principalmente in questa fase, badate, non sono gli interessi dei sardi, sono le campagne elettorali, sono la posizione di un senatore o meno, di un deputato o meno, dentro uno schieramento politico piuttosto che in un altro e si dimentica però che noi siamo qua per risolvere i problemi di quelli che stanno fuori, siamo qua per fare il nostro dovere! Comunque abbiamo insistito e siamo orgogliosi di aver insistito perché in noi non c'è la strumentalità, non c'è il cinismo strumentale della politica di questi giorni, in noi c'è sempre stato, c'è stato ieri, c'è oggi, ci sarà domani, l'impegno nei confronti dei problemi dei sardi.
Eravamo qua a dire che questo Consiglio o si scioglie e lascia lo spazio a un altro oppure fa il suo dovere integralmente, dando attuazione al calendario dei lavori che si era proposto. Siamo qua per dire, lo dico ai Riformatori, lo dico al Presidente, che noi abbiamo fatto il nostro dovere e lo stiamo facendo; vale la pena citare che abbiamo approvato una norma di modifica, anche di riforma, del sistema delle indennità e dei contributi ai Gruppi politici in Consiglio regionale, l'abbiamo fatto su pressione di molte iniziative che da più parti muovono, dall'opinione pubblica, dal sistema giudiziario, anche dalla volontà popolare che si è espressa nei referendum.
Abbiamo lavorato in Commissione, presidente Maninchedda, qualche volta anche polemizzando con lei, sulle accelerazioni che sono state imposte sui temi del referendum, abbiamo presentato le leggi in materia di province, in materia di primarie per l'elezione del Presidente della Regione, onorevole Sanna, insieme, al di là degli schieramenti. Le abbiamo presentate in materia di costituente, le abbiamo presentate in materia di abolizione dei consigli di amministrazione, di dimagrimento delle strutture della Regione, le abbiamo presentate e molte le abbiamo licenziate. Abbiamo licenziato, senza fare alcuna azione di ostruzionismo, anche quella in materia di province, pur non condividendo neppure una virgola di quel provvedimento, perché era un commissariamento, uno dei tanti che si inventa questa maggioranza, come quello della sanità di prima legislatura, che ha mandato in rovina il sistema sanitario peggio di quanto fosse già rovinato!
Abbiamo fatto tutto questo lavoro e si esce dicendo che il Consiglio non ha fatto niente! E' una bugia, colleghi! Una falsità! E, se non si è chiuso, è colpa di inciuci trasversali che si fanno di volta in volta con chi si rende disponibile a quel tipo di inciucio; si procede fino a un certo punto e poi si ferma tutto, perché un giorno può essere il problema della parità tra i generi sulle opportunità di accesso alle cariche elettive, un altro giorno può essere il commissariamento delle province, un altro giorno può essere lo smantellamento dei consorzi industriali. Cioè, stiamo sempre parlando di quel cinismo attento alle questioni personali di una classe politica fortemente in crisi.
Ma noi, collega Capelli, collega Zuncheddu, collega Salis, e gli altri colleghi che hanno sottoscritto questa mozione, non possiamo stare zitti! Non ci possiamo, come dire, convertire a questa dinamica perché, se tutti ci convertissimo a questa dinamica, non ci sarebbe speranza, per cui questo Paese e questa Regione sarebbero destinati al declino; un declino, Presidente, a cui lei sta dando un contributo importantissimo, non dico che sia l'unico, però anche lei ha responsabilità pesanti e gravi.
Vogliamo parlare della situazione economica di questa Regione, delle questioni di bilancio, della partita delle entrate, dei vincoli del Patto di stabilità? Vogliamo dire che oggi non è ancora approdata, in Consiglio regionale, la manovra finanziaria? Che non l'avete approvata? E non l'avete approvata colpevolmente, per scelta, per non affrontare le questioni, per non individuare le priorità in campagna elettorale, fare scontenti e accontentare, accontentare quelli che hanno bisogno e fare scontenti quelli che vi votano! Questo è il tema!
Che cosa vogliamo dire, Presidente, del fatto che ogni anno, in questa Regione, c'è un'emorragia di posti di lavoro che non si può frenare. Ci dice il direttore dell'INPS che, nel corso del 2012, l'INPS ha erogato 4 miliardi e 200 milioni di prestazioni in Sardegna, ci dice l'INPS che lì c'è previdenza ma c'è anche molta assistenza, c'è anche molta disoccupazione, c'è anche molta cassa integrazione e mobilità, anche in deroga; e ci dice che ci sono contributi per 1 miliardo e 700 milioni? Cioè una situazione devastata del nostro sistema produttivo, ci sono categorie, come quella artigiana, che si stanno riducendo ai minimi termini! Allora, di queste questioni, ne possiamo parlare? Elezioni "sì" o "no" su iniziativa della Giunta? Questo Consiglio deve fare il suo dovere perché, se non lo deve fare, Presidente, si sciolga, vada a casa lei, ci porti tutti a lasciare questo posto, non c'è bisogno di Presidente della Repubblica, basta semplicemente prendere atto di un fallimento, che sia, quel fallimento, anche collettivo, di una classe politica che preferisce pensare a se stessa piuttosto che affrontare le questioni che sono sul tappeto!
Ma che cosa dire, Presidente, di un sistema come il nostro che riduce questo Consiglio a essere valutato, per quello che deve fare e per quello che fa, dalle burocrazie che decidono che le leggi che vengono fatte in quest'Aula, che vengono approvate in nome del Popolo sovrano, nell'ambito di quello che è stabilito dalla Costituzione, sono facoltative? Oggi le applico, domani non le applico, in ragione di valutazioni personali, fatte anche facendo riunioni carbonare, definendo che cosa è costituzionale o incostituzionale, sostituendosi al Governo, sostituendosi alla Corte!
Concludo, Presidente, citando un esempio, perché è fuori da viale Trento quell'esempio; l'esempio è dei CSL e dei CESIL, i CSL e i CESIL si occupano di lavoro, di inserimento di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro. Ed è possibile oggi, all'indomani della valutazione fatta dal Governo su quella norma che un gruppo di funzionari delle ex province soppresse ha deciso unilateralmente di non applicare, con la copertura dell'Assessore del lavoro (responsabile per primo), che quei lavoratori siano fuori dal loro posto di lavoro, ma fuori anche dall'erogazione di un servizio essenziale a tutti gli utenti a cui quei lavoratori si riferivano. Presidente, CSL e CESIL, 360 lavoratori tutti qualificati, precari selezionati, selezionati più di otto anni fa! Presidente! Norme fatte dal Consiglio regionale per mettere una parola "fine" alla disattenzione verso le politiche del lavoro! Ve la ricordate la legge numero 20? Io la ricordo, mi ricordo anche il relatore della legge numero 20, l'onorevole Cherchi, che non è più tra noi, e che fu relatore di quella legge, credendoci! Quella legge è totalmente inapplicata, perché c'è disattenzione per le politiche del lavoro! I lavoratori dei CSL e CESIL sono fuori nella strada, perché l'Assessore del lavoro (anche quello oggi in carica), non ha fatto il suo dovere! Perché non l'hanno fatto le burocrazie responsabili!
Allora, colleghi Riformatori, non si tratta di andare dal Presidente della Repubblica a chiedere le dimissioni, anzi a chiedere lo scioglimento di questo Consiglio, si tratta di andare dal Presidente della Regione e chiedergli, per queste inadempienze, per la totale inconcludenza nella vertenza con lo Stato sui grandi temi delle entrate, della produttività economica, della salute sociale di questa Regione, di prendere atto del fallimento, di prendere atto di questo fallimento, di dimettersi e di restituire finalmente la parola ai cittadini, perché si scelgano un Consiglio regionale e un Governo della Regione più utili al loro destino!
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS (P.d.L.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori Assessori, colleghe e colleghi, oggi siamo chiamati a discutere e a pronunciarci sulla mozione numero 235, avente per oggetto la sfiducia nei confronti del presidente Cappellacci e della sua Giunta. Voglio premettere che, a mio avviso, le motivazioni addotte per votare la sfiducia a questo Esecutivo appaiono ingiustificate e anche inopportune o, quanto meno, deboli nella sostanza, per le ragioni che, per una questione di tempo, vado a illustrare in maniera molto sintetica. Nel testo si stigmatizza un'azione politica inadeguata, poco incisiva, debole, del Governo regionale sulle principali, oserei definire tragiche, tematiche che da qualche tempo affliggono la nostra Terra, uno status - definito dagli stessi proponenti - di emergenza economica e sociale. E' un'analisi che personalmente condivido, le cui motivazioni, però, affondano non solo in Sardegna, ma anche nel resto del Pianeta. Siamo perfettamente coscienti e d'accordo che la situazione è di estrema gravità e proprio questo dovrebbe spingere tutti noi, legislatori responsabili, ad anteporre agli interessi di parte quelli di tutto il nostro popolo, al contrario, invece che cercare a ogni costo capri espiatori, dovremmo unirci per individuare una strategia valida, efficace e appropriata, capace di arginare e ribaltare insieme lo status di emergenza economica e sociale in cui oggi ci troviamo.
Ma ora, entrando nello specifico, ritengo, come minimo, uso un eufemismo, ingrato, addossare al Presidente e alla sua Giunta colpe che vanno ricercate altrove, prioritariamente nel Governo centrale. Infatti, non si può attribuire, al presidente Cappellacci e alla sua Giunta, un'inconsistente e inefficace azione politica nella vertenza entrate, ad esempio, anche perché il Presidente, esaurite tutte le strade percorribili per via istituzionale e diplomatica, pur di vedere riconosciuti i diritti inalienabili e sacrosanti del popolo sardo, sanciti nello Statuto, non ha esitato un attimo ad adire le vie legali, quale ultima ratio, mandando anche l'ufficiale giudiziario a Palazzo Chigi per ottenere quel che ci spetta.
E che cosa dire del prestigioso ruolo a livello comunitario che gli è stato conferito come Presidente delle Regioni insulari? E che cosa dire ancora della recentissima conquista di ulteriori risorse comunitarie, circa 300 milioni di euro all'anno, quale riconoscimento dello stato di insularità della Sardegna? Oppure vogliamo definire inconsistente aver appaltato 12 lotti su 12 della Sassari-Olbia, nonostante la complessità in materia di appalti, con procedure lunghe e delicate? Oppure vogliamo definire inconsistente anche la dichiarazione della Zona franca integrale? O ancora, noi tutti in quest'Aula riteniamo che il turismo possa essere un'importante risorsa ma, mentre la Giunta Soru istituì la tassa di stazionamento per le imbarcazioni in visita, la Giunta Cappellacci, invece, procede per istituire il distretto della nautica. O vogliamo disquisire sulle azioni svolte da questa Giunta rispetto alla precedente sulla continuità territoriale? E non voglio assolutamente affrontare il nodo sanità solo per questioni di tempo. Sono tutte sciocchezze, oppure questioni rilevanti?
E poi, relativamente alle altre vertenze (lavoro, occupazione, scuola), ritengo che la situazione non sia molto diversa da quella delle altre Regioni, comprese quelle un tempo più lente, del Nord. Le azioni politiche sono state messe in atto puntualmente, grazie anche al dinamismo e alla perseveranza di tutto l'Esecutivo. Sono state messe in atto diverse azioni di contenimento del disagio occupazionale, specialmente di quello giovanile, tuttavia queste azioni sono state svuotate dalla mancata disponibilità del Governo centrale e, per la prima volta, il mondo della cooperazione, un universo di imprese operanti in tutti i settori produttivi, ha ricevuto, o sta per ricevere, risorse finanziarie mai viste finora. Le risorse stanziate recentemente saranno in grado di far partire un comparto produttivo ormai allo stremo, asfittico, specialmente nel settore agro-alimentare, dell'artigianato, del sociale e dei servizi, dando un concreto contributo all'occupazione, in particolar modo a quella giovanile.
Riguardo alla manovra finanziaria, l'esercizio provvisorio è stato un provvedimento, a mio avviso, di profondo rigore e di indiscussa serietà. Cari colleghi, vi ricordo che non è la prima volta che, in quest'Aula, si è ricorso all'esercizio provvisorio. Questa procedura è stata adottata anche in precedenti legislature, tanto da diventare quasi una prassi consolidata e, a tal proposito, vi do alcuni dati: nell'anno 2005, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 21 aprile; nell'anno 2006, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 24 febbraio. Vogliamo continuare? Nel 2007, l'esercizio provvisorio ci fu fino al 29 maggio; nel 2008, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 5 marzo, e mi fermo qui. Però chiedo all'onorevole Uras e agli altri colleghi firmatari della mozione: "E' stata chiesta la sfiducia del Presidente allora in carica per aver proposto l'esercizio provvisorio?". A me, se non ricordo male, pare proprio di no. Certamente se al ritardo dell'approvazione della finanziaria, cosa accettabile, si somma la lentezza dell'apparato burocratico, cosa inaccettabile, nell'erogazione delle risorse al mondo produttivo isolano il danno che andremmo a provocare potrebbe essere molto devastante. Su quest'ultimo aspetto occorre veramente essere vigili.
Ora, prima di concludere questo breve intervento, vorrei soffermarmi un attimo sul significato più recondito di una mozione di sfiducia. La sfiducia presuppone che prima ci sia stata la fiducia e, tranne che per il collega Capelli, che nel corso del suo mandato ha cambiato la sua posizione, a me pare che i proponenti non abbiano mai sostenuto questa Giunta; ora ci chiedono, loro che non hanno mai appoggiato questa Giunta, di togliere il sostegno al presidente Cappellacci. Ciò, a mio avviso, è inaccettabile, demagogico e strumentale. Cari colleghi dell'opposizione, è chiaro che abbiamo due visioni diametralmente opposte sulle politiche adeguate per dare le risposte che il territorio attende. Per questo, pur rispettando ma non condividendo la vostra idea e il vostro giudizio sulla Giunta e sul Governatore, permettetemi di non concordare con voi e di ritenere, anzi, che finalmente la Sardegna stia imboccando la strada giusta verso la soluzione di uno dei suoi molti problemi storici. Certo, è una strada ancora lunga ma abbiamo intenzione di proseguire e di continuare a percorrerla dando il nostro totale sostegno a chi abbiamo scelto per guidarci, ovvero al presidente Cappellacci e alla sua Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, un attimo, cerco di riprendermi da questo commovente atto di difesa del collega Gallus che credo mi abbia citato positivamente, portando all'attenzione dell'Aula l'atto che mi ha persuaso, da tempo, a lasciare questa maggioranza.
Però, poiché è inutile perdersi nel contrasto tra singoli, che poco importa, soprattutto ai sardi, entriamo nel merito di questo argomento e di questa mozione. E' già iniziata sulle pagine dei giornali la discussione di questa mozione, non inizia in questo momento. Si è detto, come spesso succede nella storia delle mozioni di sfiducia, che è una mozione di tipo elettoralistico. Bene, non voglio smentire questa affermazione se, definirla mozione elettoralistica, significa rendere edotta la Sardegna, confrontarci in maniera trasparente sulla salute di questa Giunta e sulla situazione reale, sociale ed economica che ha portato dei consiglieri regionali a proporre la sfiducia (che è palpabile e reale nei corridoi), portarla all'attenzione della Sardegna, avendo tutti i Gruppi, tutte le parti politiche, l'occasione per dire, proprio alla Sardegna: "Noi sosteniamo questa Giunta per questi motivi", oppure "Noi vorremmo mandare a casa questa Giunta e questo Consiglio per altri motivi".
Quindi, confrontiamoci sui fatti, confrontiamoci sulle idee, facciamolo in maniera trasparente, senza infingimenti. Spieghiamo alla gente perché, in questa campagna elettorale, si va per le piazze a incontrarla e perchè, non da parte della minoranza, ma da parte della maggioranza, si usa l'argomento: "Questa Giunta non ha fatto nulla". Personalmente mi sono confrontato in alcune trasmissioni con rappresentanti dei partiti di questa maggioranza, i quali hanno fatto un lungo elenco delle cose che non sono state fatte. Si è detto: "Non si è conclusa la continuità territoriale", "Si sono persi posti di lavoro", "L'agricoltura è in ginocchio", "Non abbiamo rispettato il mandato che abbiamo ricevuto", "Non abbiamo ancora raggiunto gli obiettivi che ci siamo proposti in campagna elettorale" (e siamo a un anno dalla scadenza), "In questi quattro anni abbiamo fatto ben poco", eccetera. Non lo dicono le componenti di minoranza, lo dicono quei candidati, quei partiti che oggi siedono in Giunta, che hanno preso posizioni chiare, una Giunta che ha trasformato anche la sua maggioranza, in cui improvvisamente ci troviamo con una maggioranza della lista civica di Monti in Giunta che è contro il P.d.L.!
Questo va spiegato! Non si può asserire: "Abbandono l'Aula" - e non è una critica, è una constatazione - "perché la maggioranza non ci fa discutere la legge sulle province". Posso tornare indietro: "Abbandono l'Aula perché la Giunta non ci fa passare la legge sul golf", "Abbandono l'Aula perché la legge elettorale non è in discussione". Non si può dire: "Faccio ricorso al Presidente della Repubblica per lo scioglimento del Consiglio" quando il Regolamento consente una via molto più efficace e immediata, ossia la mozione di sfiducia! Ci saranno sicuramente delle spiegazioni per questo.
Oppure non si può dire che si deve essere leali al mandato avuto e continuare a sostenere questa Giunta e questa maggioranza, dopo che si sostiene da tempo immemorabile, nel 2010: "E' una Giunta nata sbagliata, non può resistere più di due mesi perché non ha l'autorevolezza per rispondere alle emergenze". Oppure ancora: "Noi siamo lo spirito critico in questa Regione, quando le cose non ci piacciono non le votiamo", come sul Piano casa, con voto palese, o sull'ordine del giorno sull'agro-pastorizia dell'assessore Prato (ve lo ricordate?), quindi "ce ne siamo andati perché sapevamo che non ci sono soldi". E' vero che Cappellacci mi ha offerto l'Assessorato e la Vicepresidenza, ma a che cosa sarebbe servito accettare? A morire insieme a lui? "La Giunta Cappellacci non rispetta il mandato del Consiglio regionale", giovedì 24 marzo 2011; o ancora, nel 2012: "L'ARST, alla quale non mancano i debiti, vuole fare oggi dello shopping immobiliare", vi ricordo l'acquisto di una nuova sede a Cagliari per la modica cifra di 18 milioni e 860 mila euro. O ancora, "Ultimatum: Cappellacci o si cambia registro o i Quattro Mori lasceranno la maggioranza"; Carbosulcis, nomina del direttore o presidente di cui è nota la vicenda.
Queste sono le dichiarazioni delle componenti di maggioranza, dal 2010 al 2012, di un'altra componente di maggioranza, potrei continuare questo lungo elenco fino ai giorni nostri, appunto, a quelli della campagna elettorale.
E' una mozione elettorale? Sì, se è dire alla gente in maniera trasparente qual è la nostra posizione politica, perché critichiamo all'esterno, perchè ricattiamo all'esterno questa maggioranza, perché la accusiamo di non avere compiuto le riforme attese, perché accusiamo (con una relazione, votata all'unanimità della Commissione d'inchiesta) tutte le malefatte di questa maggioranza nelle nomine, nella gestione degli enti, nella determinazione degli emolumenti dei direttori generali a 240 mila euro l'anno più 30 mila euro di premio di produzione, di quella produzione di società che chiudono in perdita. Se noi dobbiamo dire alla gente perché difendiamo oggi con Monti la zona franca in Sardegna, quello stesso Monti che, nell'ottobre del 2012, ha bocciato la Sardegna escludendola dalle zone franche urbane, perché continuiamo a richiamare la strategia d'aula? Qual è la strategia d'aula? Quella di ricompattare la maggioranza presentando una mozione di sfiducia?
Badate, colleghi, colleghi con i quali spero di poter percorrere un condivisibile lungo percorso, badate che di strategia si muore, di strategia si rischia di morire, di quella strategia di palazzo che la gente non comprende e di cui non vuole sentir parlare! Noi, con la strategia, della quale si muore, stiamo facendo sì che di strategia qualcun altro campi. Non interessa alla gente cercare di capire quegli arzigogolati meccanismi d'aula e di palazzo che tengono insieme le forze di maggioranza o quelle di minoranza. La gente capisce e vuole capire quali sono le posizioni chiare, nette, per trovare soluzioni a una triste e drammatica situazione economica e sociale della nostra isola. La gente vuole capire perché le si dice che non ci sono denari per il Patto di stabilità ma si sceglie, questa maggioranza sceglie, di destinare 2 milioni e mezzo in consulenze, mentre non ha denari per gli assegni di merito degli universitari meritevoli, per riparare il tetto di una scuola, una Giunta che sceglie di perorare la pubblicità istituzionale e non trasferire i denari utili per le imprese che ancora battono cassa perché hanno svolto il lavoro ma non ricevono il giusto compenso.
La gente è stanca di questo e se questa è mozione elettorale, se queste sono le motivazioni per respingere una mozione di sfiducia, bene, continuate fino alla fine. Credo che, da tutti noi, sarebbe molto più gradito un atto di responsabilità che la continua ricerca di una strategia per tirare a campare, per tenere insieme una maggioranza che è tenuta "sì" insieme, ma dal voler a tutti i costi tenere un altro anno…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Onorevoli colleghi, oggi votiamo soltanto una mozione di sfiducia perché l'interpretazione militaresca che la Corte costituzionale ha dato del presidenzialismo e ha imposto ai consigli regionali ci impedisce di usare uno strumento molto più intelligente che è la sfiducia costruttiva. Noi oggi possiamo dire un "no" al proseguimento di questa legislatura, ma il militarismo della Corte costituzionale italiana impedisce di dire un "sì", cioè impedisce di dire per che cosa potremmo e vorremmo votare. E voi, colleghi, conoscete quale sia la valutazione critica che io do della senescenza e della crisi morale e culturale della Repubblica italiana, per cui non mi rassegno al ragionamento schematico di una mozione di sfiducia.
Voglio dire "sì" a questa mozione, onorevole Uras, lo faccio a titolo rigorosamente personale, consapevole dei rischi politici a cui mi espongo, ma voglio esplicitare che lo faccio perché voglio dire "no" a un costume politico e istituzionale che voglio cambiare e al quale, non da ora, lavoro per differenziarmi. Onorevole Capelli, nel mio discorso, come vedrà, non c'entra solo la Giunta, c'entra molto il Consiglio regionale. Da più di quindici anni, io lavoro per far nascere in Sardegna una forza politica maggioritaria fondata sull'autogoverno dei sardi, capace di competere in Europa rappresentando un'idea inedita, moderna dell'autogoverno. Una forza di questo tipo nasce in contesti costituenti, nasce in uno spirito di cambiamenti profondi, nasce anche con un forte riferimento al dovere morale di essere fedeli, di onorare chi è morto per la Sardegna. Nasce, quindi, da radici profonde, nasce con atti coraggiosi, da uomini coraggiosi, da incontri politici coraggiosi, audaci, forti, innovativi.
Possiamo pensare che il contesto politico odierno sia favorevole, onorevole Uras, allo sviluppo che io auspico? Possiamo pensare che oggi da questo Consiglio possano nascere nuovi, floridi e importanti sviluppi politici? Credo onestamente di no, perché questo Consiglio, colleghi, è dominato dal timore, dalla paura del discredito che lo circonda. La gente, con i suoi sentimenti, col suo desiderio di novità, col suo desiderio di giustizia, fa paura a questo Consiglio. Sta accadendo ciò che accade ad alcuni ufficiali in prossimità della battaglia, cioè chi ha il senso della battaglia giusta riesce a stare serenamente in campo, chi invece non ha un senso oltre se stesso per le proprie azioni teme l'incertezza della battaglia e si pietrifica. Qui dentro ci sono molte statue di sale! Il Consiglio è ingessato! Le Commissioni licenziano qualche volta, non sempre, leggi organiche, il Consiglio le mutila, come è accaduto con la legge elettorale. Le mutila quando le trova minacciose per i suoi interessi, questi "sì", di casta, perché ciò che è stato fatto nello scorporo del conflitto di interessi è un chiaro voto di casta.
Le leggi del Consiglio, colleghi, non vengono applicate dai funzionari regionali. Vi faccio un esempio: la legge faticosa, coraggiosa, discutibile, sul riordino della rete ospedaliera, nonostante l'impegno dell'Assessore della sanità, viene disattesa negli atti aziendali di molti direttori generali per l'intervento di molti di voi, alcuni dei quali anche in palese conflitto di interessi, speriamo che finalmente qualcuno si interessi di questo conflitto di interessi! C'è un tasso di ipocrisia qui dentro che non si sopporta più, non è solo la Giunta, onorevole Capelli.
Ancora, spero che il Presidente mi dedichi attenzione su questo punto, non è contro di lei, Presidente, ma io parlo da cristiano. Si sta accreditando in Sardegna una forte presenza dell'Emiro del Qatar che rassicura tutti. Perché? Perché è amico degli americani e perché è ricco. A me, l'Emiro, Presidente, non rassicura per niente e non per questioni di colonialismo o altro, le dico perché: perché l'Emiro del Qatar è al centro di una strategia di espansione dell'islamismo sunnita che tutti nel mondo conoscono! A 190 chilometri da Cagliari, a un quarto d'ora di aereo, è stato ammazzato il leader dell'opposizione democratica e noi ce ne freghiamo di quel che accade a 190 chilometri perché siamo protetti dalla Nato. Siamo protetti dalla Nato! Il mio collega Preside della Facoltà di Lettere dell'Università di Tunisi è sotto processo perché ha difeso il diritto delle donne tunisine a non dover portare obbligatoriamente il velo! Ennahda, il partito al potere, ha detto che è moderato, però, quando la moglie del leader democratico ucciso ha detto che nelle moschee parlavano male incitando all'uccisione del marito e dichiarando di non aver avuto protezione, ha taciuto! Bene, il Qatar ha prestato 1 miliardo di dollari alla Tunisia, il Qatar è proprietario di Al Jazeera, il Qatar è un grande player politico militare della primavera araba e ovunque i leaders che loro promuovono vanno al potere la libertà diminuisce! Noi siamo troppo piccoli per un player di queste dimensioni.
Insomma, non voglio dire oltre sulla dipendenza del Consiglio regionale dalle burocrazie regionali, non ne voglio parlare, ma è evidente che noi abbiamo accettato un'espropriazione di sovranità da parte della burocrazia e quando la burocrazia espropria le Aule parlamentari, la libertà dei singoli diminuisce. Allora possiamo pensare, colleghi, che, in questo clima impaurito e avventuroso anche, le elezioni possano produrre un sussulto di virtù? Io credo di no. La campagna elettorale in corso, badate, non riguarda la Sardegna. La Sardegna è un campetto laterale di battaglia. La campagna elettorale è un test incerto che enfatizza le paure, che ottimizza le manipolazioni e che incentiva le furbizie; cioè, è il clima migliore per coloro che sostengono, perché hanno paura del rischio della vita, che è necessario prolungare la decadenza delle piccole rendite garantite dalle rendite politiche. Io non sono d'accordo!
Non mi si venga a dire che bisogna fare le riforme perché, badate, se aveste avuto voglia di fare le riforme, non avreste mutilato la legge elettorale come l'avete mutilata! Non è vero che si vogliono fare le riforme, non è vero! Credo che non sia necessario che vi ricordi, e snoccioli di fronte a voi, l'elenco delle pessime leggi fatte da tutti i parlamenti nell'ultimo anno di legislatura. La Corte dei conti ha censurato il Governo italiano perché proprio negli ultimi anni di legislatura inventa le coperture finanziarie più improbabili. Non mi dite che l'ultimo anno di legislatura è l'anno virtuoso, è l'anno della palude!
Credo che noi dobbiamo fare un altro ragionamento. Dico "sì" alla mozione per dire "no" a questo clima, per dire "no" a questo costume politico e voterò la mozione per dire "sì" all'urgenza di un nuovo quadro politico, di una nuova responsabilità e, per quel che mi riguarda, di una nuova sovranità, di soggetti capaci di interpretarla, ma soprattutto per dire "sì" a un nuovo ceto politico.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Per la verità, onorevole Maninchedda, non corro né mi espongo a rischi politici partecipando a questa discussione, piuttosto mi pesa davvero personalmente sapere che questo breve intervento non contribuirà certamente a rendermi simpatie all'interno di quest'Aula, anche nei confronti di persone con le quali personalmente ho ottimi rapporti, che personalmente stimo, sia a livello morale che a livello intellettuale, ma che, in quanto precipitati in un gorgo, in un maelström di follia da campagna elettorale, non si accorgono di essersi esposti davvero al ridicolo. Quel che più mi preme è sottolineare che, benché questa discussione, con tutti i suoi limiti, avvenga in un momento in cui l'opinione pubblica è compressa, da un lato, tra un qualcosa di davvero eclatante come le dimissioni del Papa e, da un altro lato, da un qualcosa di meno eclatante ma altrettanto interessante per molti in Italia, come il festival di Sanremo e le sue polemiche, questa discussione certamente non avrà grande risonanza fuori, però, com'è stato detto, dovrebbe essere un momento di riflessione qua dentro.
Su questo mi voglio soffermare perché fuori, per quelli che comunque ci guardano come espressione della loro volontà, per quelli che sono i nostri primi azionisti che ci hanno mandato qua a rappresentarli e a lavorare in nome e per conto loro, bene, per molti, fuori da qua, tutto quello che sta avvenendo in questa campagna elettorale è solo un ulteriore momento di sconcerto, di irritazione, di disorientamento e di disillusione. Come dar loro torto, posto che è stato ricordato (in parte anche nella mozione) che questa anomala campagna elettorale vede situazioni certamente paradossali come un Gruppo di maggioranza (è stato più volte ricordato) che chiede al Presidente della Repubblica di sciogliere questo Consiglio però mantiene due Assessori in Giunta... tre... ci arriveremo... due ufficialmente, mantiene il voto nei confronti di questa Giunta; ecco uno dei momenti di interesse, oggi parteciperà al voto nei confronti della mozione e uscirà, posto che non si parla di province, vedremo, anche questo può essere un qualcosa che magari a qualcuno tra il Papa e Sanremo fuori da qua potrebbe interessare.
Una campagna elettorale che vede Assessori candidarsi contro i partiti che li hanno indicati come Assessori; Assessori che da antigovernativi si candidano con le liste del premier; consentitemi di dirlo come esponente del sassarese e di Sassari, una campagna elettorale che vede praticamente tutti i partiti, con delle nobili eccezioni, decidere che la città di Sassari dopo 60 e più anni di Parlamento repubblicano non debba essere rappresentata, se questi saranno i numeri che a oggi si conoscono, non debba essere rappresentata all'interno della Camera dei deputati. Sassari città, la città che ha espresso i Cossiga e i Berlinguer e i Segni, per scelte delle segreterie nazionali, viene esclusa a priori dalla possibilità di essere rappresentata, in questa legislatura, salvo scelte diverse da parte dell'elettorato, all'interno della Camera dei deputati, scelte - ripeto - fatte dalle segreterie nazionali, dalle segreterie continentali. Bene, in tutto questo, in questa campagna elettorale, strana e anomala, si inserisce certamente la discussione di oggi, ribadisco compressa tra eventi certamente più importanti e forse poco rappresentativa; non sottoscriveremo certamente neppure oggi una pagina storica nella storia e nella vita di questo Consiglio, una mozione di sfiducia che ha un valore elettorale, è stato detto, è stato ribadito da uno dei firmatari, ne siamo tutti consci ma certamente un valore elettorale meno ridicolo di tutto quello che ho detto prima.
E' per questo che, aldilà di tutto, credo che ci sia un solo vantaggio in questa discussione, ossia che oggi, dopo tanto tempo, vediamo i banchi della Giunta occupati, vediamo il Presidente in aula, probabilmente sentiremo anche la sua voce e credo che, almeno da questo punto di vista, possiamo provare a far vedere, al di fuori di quest'aula, che esiste un tentativo di confronto politico anche a livello regionale.
Un'ultima osservazione e chiudo. C'è un solo motivo per cui non ho ancora dato le dimissioni da questo Consiglio ed è per il fatto che chi mi subentrerebbe sarebbe un voto a favore di questa Giunta e davvero non voglio avere la responsabilità di poter porre un sostegno a chi, in tutti questi anni, ha assolutamente dimostrato di non meritarselo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
. Presidente, colleghi, vorrei dire al collega Campus che io non sono in campagna elettorale, tuttavia sostengo la necessità che il presidente Cappellacci rassegni le dimissioni per limitare ulteriori danni arrivando sino a fine legislatura. A distanza di quattro anni dalle dichiarazioni programmatiche del Presidente e della maggioranza, che a tutt'oggi lo sostiene, sotto elezioni e in prossimità di fine legislatura, è sempre di moda che chi governa, in alcuni casi come in questo, occupi in modo arrogante il potere pubblico come se fosse cosa privata, quindi far finta di prendere le distanze in modo che, nello stesso tempo, si possa godere, dico tra virgolette, del "privilegio dell'essere 'maggioranza'" e del "risalto mediatico dell'essere 'opposizione' ", cavalcando in modo strumentale e spregiudicato il dramma del lavoro che non c'è (e che, chi può, nulla fa per crearlo) e la crisi finanziaria delle nostre imprese strozzate da Equitalia e dalle banche che non concedono crediti, creando deserto occupazionale e dispersione sociale.
Queste forze politiche di maggioranza, incollate con il bostik alle poltrone del potere e del sottogoverno degli enti regionali, nella loro demagogia e spregiudicatezza, in questi ultimi tempi, hanno cavalcato il giusto sdegno popolare sul tema della riduzione dei costi della politica ad esempio e quindi dei suoi privilegi che, in oltre sessant'anni di autonomia speciale, dobbiamo rilevare che sono stati rivisti, seppur parzialmente, nella precedente legislatura e in questa in corso, grazie anche alle battaglie fatte da diversi consiglieri all'interno di quest'Aula e nelle Commissioni preposte, recepite anche dall'Ufficio di Presidenza e da questa Assemblea stessa.
Ma la demagogia sul tema dei costi della politica, vista come taglio numerico dei consiglieri e non dei privilegi e degli sprechi della Regione autonoma della Sardegna, è tale da aver contagiato benevolmente anche l'opposizione, visto che il mio è stato l'unico voto contrario alla riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60, legge ratificata recentemente da un Parlamento italiano non più in carica e a Camere sciolte, direi un caso unico nella storia della Repubblica italiana. Ma l'arroganza e la demagogia del potere così forte e trasversale è tanta che la mia proposta di legge per la riduzione di stipendi e privilegi non è stata discussa in Commissione né è stata portata in Aula, proposta che avrebbe ridotto i costi garantendo tutte le rappresentanze delle minoranze, specialmente quelle identitarie peculiari della storia politica sarda.
Questa arroganza e trasversalità continuano imperterrite nella proposta della legge elettorale in Sardegna, frutto in Commissione di inciuci, veleni e sassolini nelle scarpe dove, ancora una volta, la rappresentanza numerica delle donne viene discriminata non imponendo la doppia preferenza di genere, negando pertanto una adeguata rappresentanza alla maggioranza di genere della società sarda, questo in violazione dello stesso Statuto di autonomia. Una legge elettorale amputata, rinviata, chiaramente rinviata a dopo elezioni, non sia mai detto, che ripropone di fatto il bipartitismo italiano con le soglie di sbarramento e i premi di maggioranza che inevitabilmente escluderà, dall'Assemblea della Regione autonoma della Sardegna, la rappresentanza delle minoranze, donne comprese, seppur maggioranza della società sarda, eliminando in particolar modo le minoranze identitarie, omologando il Parlamento sardo a quello italiano con la differenza che il Parlamento italiano è stato efficientissimo nel tagliare il numero dei consiglieri della Regione autonoma della Sardegna ma non i propri e ancor meno gli altissimi costi e privilegi di Camera e Senato.
Anche sull'esigenza della riforma degli enti locali e in particolar modo delle province, in questa maggioranza è prevalsa la propaganda demagogica, la politica del rinvio, molto in voga, con l'incapacità di programmare una soluzione alternativa del problema, specialmente nel caso dell'abrogazione delle province, che, dopo gli esiti del referendum, ne garantisse l'attuazione senza creare il caos e il vuoto che oggi regna, con forte preoccupazione per una nuova ondata di disoccupazione e di incertezza sui ruoli e la stessa gestione istituzionale, tutti dettagli che i colleghi Riformatori hanno ignorato. Ancora una volta la Regione autonoma della Sardegna accetta passivamente la riforma istituzionale di comuni, regioni e province, anticipata dal Governo Berlusconi prima e poi portata avanti dal suo degno successore Monti. Tutto ciò dimostra, da parte del presidente Cappellacci e della maggioranza che lo sostiene, una sudditanza ai diktat italiani che, ancora una volta, mortifica l'autonomia speciale facendoci retrocedere dietro le regioni a statuto ordinario.
Di fronte alla devastante crisi economica mondiale, la Sardegna rischia ancora una volta di essere colonia italiana e terra di conquista della finanza, delle multinazionali internazionali nonché di Stati, anch'essi stranieri, che, con i loro fondi sovrani (vedi la questione Qatar già denunciata anche dall'onorevole Maninchedda e da me in altre occasioni) fanno shopping del nostro territorio in violazione dei Piani paesaggistici con la complicità di alcune istituzioni locali, ricattate come al solito dal dramma occupazionale e grazie alla mediazione internazionale del nostro presidente Cappellacci.
Gli accordi fra Cappellacci, Monti e il sultano del Qatar sulla testa di noi sardi sono totalmente sconosciuti a quest'Assemblea che, neanche in modo preliminare, è stata informata, e già questo è un dato inquietante. Personalmente non ho mai creduto alla vocazione così autonomista, nazionalitaria e, ancor meno ovviamente, indipendentista del presidente Cappellacci che, a parole, nei suoi proclami ha spesso ribadito, in diverse occasioni, anche in quest'Aula. Ora la gestione della vertenza delle entrate, sia con il Governo Berlusconi che con il governo Monti, ha manifestato una totale sudditanza del Presidente agli interessi italiani e non a quelli sardi, così come sulla questione Equitalia, sulla difesa delle imprese e delle famiglie sarde dallo strozzinaggio delle banche, sui tagli del Governo italiano alla scuola pubblica sarda, agli stessi fondi per la divulgazione della lingua sarda, sui tagli alla sanità pubblica, a partire dalla tutela dei cittadini allettati, agli ammalati di SLA, dopo quella vergognosa passerella mediatica che il Presidente così ha permesso, insieme ad Assessori della Regione autonoma, e agli stessi Ministri e rappresentanti del Governo italiano e, dopo tante promesse, tutto tace.
Sulla difesa dei nostri territori, gli unici interventi del nostro Presidente sono espressi ad esempio dalla recentissima delibera, di cui nessuno parla, si tratta di un'ordinanza urgente del 4 gennaio per l'incremento a brevissima scadenza dell'installazione nel territorio sardo di altri inceneritori, violando normative internazionali, comunitarie e dello stesso Stato italiano, oltreché chiaramente, ormai è diventata una cosa normale e abituale, la volontà popolare e della scienza che si è espressa. Poi dovremmo anche parlare su che cosa vogliamo fare, visto che la Sardegna viene annoverata anche fra le Regioni più virtuose in campo di differenziazione dei cosiddetti rifiuti urbani.
Non voglio entrare in merito a questioni di servitù militari, né a quelle industriali, né agli affari dell'eolico e delle cattive amicizie con cui il nostro Presidente ha esordito all'inizio della Legislatura; tantomeno voglio parlare del disastro occupazionale perché è drammaticamente sotto gli occhi di tutti, con la Sardegna che vanta il primato della disoccupazione e della povertà. Chi pensava che il nostro Presidente fosse il paladino degli interessi dei sardi in Italia e nel mondo, è stato clamorosamente smentito proprio dalla tragica realtà che è sotto gli occhi di tutti. Siamo di fronte a un fallimento non solo suo personale, ma di tutta la sua maggioranza, questo al di là delle fibrillazioni e degli interessi personali dei singoli Gruppi.
Non voglio tornare neanche sul discorso che riguarda la crisi istituzionale, alimentata dal presidente Cappellacci, mi riferisco proprio ai rapporti, ripetutamente denunciati da numerosi consiglieri della stessa maggioranza, tra Giunta e Consiglio regionale. Non voglio tornare neanche sulle bugie del nostro Presidente, che dichiara alla stampa impegni che avrebbe preso e che invece puntualmente disattende, mi riferisco con questo anche alla mancata costituzione di parte civile da parte sua contro la "cricca del G8", l'hanno fatto…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). La mozione che abbiamo presentato oggi in quest'Aula e che convintamente abbiamo firmato è un atto di responsabilità da parte nostra, un atto dovuto, doveroso, dopo i risultati di questi quattro anni dell'azione di governo della Giunta regionale. La mozione nasce dalla consapevolezza che questa maggioranza, questa Giunta e questo Presidente hanno fallito. Abbiamo atteso forse fin troppo, per alcuni aspetti andava presentata anzitempo, considerato qual è stato il ritmo incalzante delle uniche proposte presentate in quest'Aula sulla materia edilizia. Oggi siamo qui per prendere atto e denunciare l'inadeguatezza di questa Giunta e di questo Presidente ad affrontare l'emergenza Sardegna. Una Sardegna e un popolo ridotto allo stremo, ma soprattutto senza prospettive, perché si può essere ridotti nella condizione in cui questo popolo è stato ridotto, ma ci fosse almeno un'idea di Sardegna, una prospettiva per guardare il futuro con un minimo di speranza e di ottimismo! E' una Giunta senza idee, senza soluzioni per il futuro di chi oggi è senza lavoro, senza prospettive economiche, che vive una drammaticità sotto tutti gli aspetti, anche da un punto di vista sociale. E' una Giunta, un Governo di Regione che non ha risposte per tutti coloro che oggi si trovano senza lavoro, per chi chiude le aziende, soprattutto nel comparto del commercio, dell'artigianato e della ricettività turistico-alberghiera. Un turismo che per voi ha rappresentato solamente ed esclusivamente un chiodo fisso: Piano casa 1, 2 e 3, la legge sul golf, l'idea di offrire la Sardegna al mercato immobiliare speculativo, sacrificando quella linea che oggi viene individuata sempre più, in ambienti che la sostengono, nelle risorse ambientali e nel paesaggio.
Così come, se non ricordo male, quattro giorni fa, il quotidiano "La Nuova Sardegna", facendo un'ampia analisi della situazione drammatica del turismo in Sardegna, indicava, sentiti gli operatori, sentiti coloro che vivono di turismo, che lavorano nel comparto del turismo, nella valorizzazione del bene ambiente, del bene paesaggio, dei valori identitari del popolo sardo, della cultura, di tutte quelle cose che, con difficoltà, noi continuiamo a sostenere per guardare con un minimo di fiducia e prospettiva al futuro; invece per voi è sempre stata un'ossessione quella di accantonare tutti questi aspetti, mettendo in difficoltà conseguentemente l'offerta turistica, l'artigianato, l'agricoltura finalizzata a una offerta agroalimentare per valorizzare le risorse proprie della nostra Sardegna.
Mi chiedo quindi: perché dovrebbero venire i turisti in Sardegna? Sollecitati dai vari Piani casa o da un'ipotetica legge sul golf? Ma vi rendete conto che il movimento turistico oggi va a cercare soprattutto gli aspetti peculiari dei territori e dei luoghi di vacanza e di svago? Questo è stato negato a migliaia di operatori che lavorano e vivono dal comparto del turismo e a tutte le attività a esso collegate. Qualcuno prima ha fatto riferimento alla responsabilità del Governo centrale, quindi un Governo patrigno nei confronti della nostra isola, nei confronti della nostra terra, ma mi chiedo: non erano amici vostri? Non erano compagni di cordata? Noi, non solo non siamo al Governo, ma non siamo neanche in Parlamento, per responsabilità sicuramente anche nostra, ci auguriamo di essere presenti nel prossimo Parlamento, e vedremo quali rapporti e quali collaborazioni potranno essere avviate e istituite tra il Governo regionale e il Governo centrale, perché bisogna avere anche le competenze, l'autorevolezza e la capacità di dialogare con il Governo.
Prima di avviarmi a concludere, voglio sottolineare un aspetto. Noi oggi, febbraio 2013, affrontiamo il nuovo anno senza il bilancio, senza lo strumento finanziario (per una cinica scelta del Presidente della Giunta) che, rispetto agli altri anni nei quali, con il contributo di tutte le forze politiche, si era riusciti ad approvare per evitare l'esercito provvisorio, quest'anno volutamente si è evitato di ricorrervi per ragioni che possiamo tutti immaginare.
Questa mozione era doveroso presentarla, come ho detto prima, e solo casualmente coincide con le elezioni. Se non avessimo avuto casualmente la coincidenza delle elezioni, avremmo comunque, alla luce delle cose che abbiamo denunciato, e soprattutto esposto, presentato la mozione all'attenzione di quest'Aula; era un atto doveroso e la prudenza non può renderci traditori di un popolo che ci chiede attenzioni e considerazione.
L'ultima osservazione che voglio fare è che comunque non sono mancate le occasioni e le opportunità che, pervenute da questi banchi, sono state inviate alla Giunta e alla maggioranza per la disponibilità di un accordo sulla vertenza entrate. L'abbiamo volutamente, con convinzione, in modo determinato, proposta e avanzata perché eravamo consapevoli della difficoltà in cui si trovava l'Esecutivo. Ebbene, è stata una disponibilità rifiutata, respinta, e oggi siamo qui per prendere atto soprattutto che questo Governo regionale non ha un'idea di Sardegna, non ha idee e prospettive e che l'unica conclusione, l'unica soluzione, per questo Consiglio, è quella di chiudere prima possibile i battenti per riaffidare agli elettori sardi la parola per l'elezione di un nuovo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, voglio fare una considerazione, in termini propositivi e non polemici, sul fatto che il collega Uras insieme a tutti gli altri colleghi (Salis, Capelli, Zuncheddu) abbiano voluto presentare questa mozione di sfiducia con la finalità di utilizzare questa giornata di lavoro del Consiglio regionale per dibattere e discutere i problemi della Sardegna e non solo per fini politici ed elettorali.
Allora, voglio dire che, per poter affrontare questo discorso breve che cercherò di fare, non posso che fare un'analisi della Sardegna di quest'ultimo decennio, delle problematiche, della disoccupazione, del contrasto forte con lo Stato nazionale, che non è solo di questa Giunta ma anche di quella precedente e di quella precedente ancora, di un sistema industriale che andava rivisto, credo, già 15 anni fa, di un sistema Sardegna che va potenziato e va rivisto ma che sicuramente andava rivisto tempo addietro. Voglio riprendere, cambiando un attimino le tematiche dell'intervento che volevo fare, la sollecitazione dell'onorevole Sechi che ha parlato di una Giunta regionale e di una maggioranza che non ha un'idea di Sardegna, ebbene su quello, presidente Cappellacci, credo che sia arrivato il momento di spiegare che cosa stiamo facendo, l'ha fatto bene lei a settembre del 2012 con una delibera che parlava del sistema Sardegna, che parlava di un progetto innovativo di Sardegna che si chiama "Arc en ciel". Credo che oggi, in quest'aula, parlando di un sistema innovativo, i suoi consiglieri (ma poi lei stesso), mi auguro anche in altre occasioni, forse bisognerà farlo in dibattiti più aperti, spiegheranno a questa opposizione, a tutto il popolo sardo, che noi abbiamo un'idea di Sardegna e la stiamo già portando avanti e mettendo in atto. Sapete qual è la vera differenza rispetto alla precedente Giunta e al precedente Governatore? Che questo Governatore ha l'idea della Sardegna insieme a tutti sardi, insieme a tutte le associazioni che devono dare un contributo importante per quest'Isola.
Onorevole Sechi, se lei va a vedere questa delibera della Giunta regionale, si accorgerà che parliamo di tante cose, ma lo facciamo in modo preciso e puntuale. Lei prima parlava di turismo, di agricoltura, di artigianato, di archeologia, parlava di tutta la Sardegna e della storia della Sardegna intera. Parlando di quello, onorevole Sechi, le voglio anche dire che (da profano del Consiglio regionale, è dal 2009 che sono all'interno di questa macchina burocratica regionale), si è accorto che purtroppo su alcuni aspetti eravamo all'anno zero. Sapeva lei che questa Regione non ha un censimento delle produzioni agricole e industriali della Sardegna? E che purtroppo abbiamo dovuto richiedere questo censimento alle associazioni di categoria e che ancora oggi l'Assessore dell'agricoltura e l'Assessore dell'industria stanno cercando di averlo? Ebbene, purtroppo io non lo sapevo.
Partendo da un censimento delle produzioni, con questo progetto di Sardegna, con questo progetto di sviluppo che abbiamo voluto chiamare "Arc enciel", che assumerà anche altre voci e altri nomi, abbiamo iniziato a parlare di modernizzazione della pastorizia, di eccellenza, perché anche di quello dobbiamo iniziare a parlare con preferenze su alcuni tipi di allevamento piuttosto che altri; abbiamo parlato e inserito, all'interno di questo progetto di Sardegna, la riqualificazione dell'agricoltura biologica certificata, abbiamo voluto parlare della riorganizzazione dell'industria manifatturiera sarda di prestigio, abbiamo voluto parlare di specializzazione del turismo. Sono tutte cose, onorevole Sechi, che sono scritte e avrò modo di documentarle per far capire, a lei per primo, ma anche a molti altri, che il Governatore ha un'idea di Sardegna e, insieme a lui, ce l'abbiamo tutti noi.
Forse abbiamo peccato, e mi assumo la responsabilità, nel non trasmettere questa idea di Sardegna e tutto il lavoro che questa Giunta regionale ha fatto in questi anni. Forse, presidente Cappellacci, abbiamo sbagliato in quello e forse in quello vi chiedo di rivedere anche lo staff dell'organizzazione della Presidenza affinché quel lavoro che lei sta facendo, insieme a tutta la Giunta, traspaia e sia visibile non solo al popolo sardo, ma anche all'interno di questo Consiglio regionale.
Allora, continuando sempre su quell'idea di Sardegna, voglio parlare del recupero delle risorse archeologiche, della rivalutazione dei centri storici, dell'importanza dell'innovazione e dei progetti di innovazione che questa Regione sta cercando di mettere in campo anche con risorse importanti che vengono dalla Comunità europea. Volevo parlare (e parla questo progetto) della razionalizzazione dei trasporti, perché se vogliamo andare verso un sistema organizzato, dobbiamo mettere all'interno di questo sistema organizzato, di questo progetto di Sardegna, tutti questi fattori. Credo che questa sia la giusta base di partenza di questo peogetto. Abbiamo voluto coinvolgere le associazioni di categoria, come Coldiretti, Confindustria, le cooperative, i sindacati, che insieme a noi stanno portando avanti questo progetto e che hanno apprezzato questo metodo nuovo che il governatore Cappellacci ha voluto mettere in campo. Credo che questo sia il progetto di Sardegna di cui tutti parlano perché, anche in occasione della trasmissione di Anthony Muroni, in cui abbiamo parlato di poligoni, il senatore Scanu parlava di questa idea di Sardegna e io, replicando a una sua affermazione, ho detto chiaramente che noi, della valorizzazione dell'agricoltura, del turismo e di un sistema integrato, stavamo già parlando ma ne stavamo parlando così bene che avevamo già scritto tante cose e avevamo fatto già molti tavoli tecnici per portare a compimento questa idea di Sardegna che qualcuno dice di non avere.
Concludo, anche per non essere pedante, mi auguro che su questa idea di Sardegna possiamo fare un dibattito, lo dico al Presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, un dibattito a 360 gradi con tutti i consiglieri regionali per dare un contributo vero alla Sardegna, dove ci possiamo confrontare realmente sull'idea della Sardegna intera che ha questa maggioranza con l'idea che ha quell'opposizione, per arrivare a una sintesi, perché credo, onorevole Uras, ma forse lei l'ha capito bene insieme a tutti gli altri colleghi dell'opposizione, che in questo momento di grande difficoltà quello che ci chiedono i cittadini è un'unità di intenti per il raggiungimento di un obiettivo vero del nostro popolo. Questo ci chiedono! Altrimenti non voteranno nessuna delle componenti e dei partiti che sono all'interno di questo Consiglio regionale, ma voteranno il Movimento 5 Stelle per far capire alla politica che si sono "rotti le scatole" non solo di questa politica ma anche di questa burocrazia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Presidente Cappellacci, oggi, qui, volendo invertire il tema, lei sta chiedendo un riscontro aritmetico a quest'Aula; mi auguro che il riscontro aritmetico non ci sia. Mi chiedo anche però, che senso abbia avere un riscontro aritmetico dentro una maggioranza che sostanzialmente non c'è. Che senso ha ritrovare una fiducia al Presidente, quando fiducia sostanziale non c'è? Anche azzeccando il numero di oggi, poi riprenderà quello sfilacciamento continuo di questa maggioranza che, come in tutte le democrazie, è basilare per un'attività di governo efficiente. E' da troppo tempo che in quest'Aula vediamo iter legislativi, di leggi anche importanti, che si iniziano, poi si interrompono, qualche volta si riprendono; le ultime due leggi, molto importanti e con scadenze abbastanza perentorie e decisive, le vediamo arrancare, sentiamo che forse se ne parlerà.
Ecco perché forse oggi c'è un gruppo di consiglieri che ricordano a lei, Presidente, che questa situazione è insostenibile, in una condizione di crisi ormai arrivata alle estreme conseguenze. Vede, questa crisi non è soltanto legislativa, non è soltanto legata al lavoro legislativo di un'Aula, è più ampia, si annida addirittura negli Assessorati; potrei fare tantissimi esempi ma ne voglio fare solo due, piccoli grandi esempi di Assessorati che innescano momenti di danno alla comunità. Tempo fa, ho visto un bando importante sulla scuola digitale, era impostato male, è stato parzialmente aggiustato in corso d'opera (non parlo dei secoli scorsi ma parlo di pochi mesi fa), gestito ancora peggio per inefficienze interne. Altro bando, altro Assessorato, questa volta si trattava di intervenire per le fasce più deboli con 8 milioni e mezzo di euro, è stato un anno di lavoro, con buone professionalità, andato in fumo. Addirittura (penso che sia una barzelletta da scrivere e da meditare) si dice che qui si revocano i bandi e anche i dirigenti!
Quindi, la mia richiesta, Presidente, è che lei seriamente prenda atto di questo malessere generalizzato. La situazione di crisi in cui versa la Sardegna è stata rappresentata un po' da tutti, e lei la conosce almeno quanto noi. In questa incapacità di dare interventi concreti, penso che sia doverosa da parte sua (anche per rispetto di un galateo istituzionale) una presa d'atto, una presa d'atto che ridarebbe autorevolezza a lei, Presidente, oltre che a questa istituzione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, presidente Cappellacci, Assessori e colleghi, motivi per presentare una mozione di sfiducia ce ne sarebbero tanti, ogni giorno, e penso che questa mozione di sfiducia, presentata nel pieno della campagna elettorale, direi che in maniera molto abile il Presidente della Regione ha voluto discuterla in questi giorni, sapendo che non è questo probabilmente il momento nel quale sarà chiamato da quest'Aula (impegnata evidentemente su altri fronti), a dimettersi, a rassegnare le dimissioni per sancire un fallimento che però è nelle cose, è in atto. Motivi ce ne sarebbero tanti, intanto una maggioranza che vive una situazione di contraddizione dannosa e pericolosa per la Sardegna, una contraddizione che sta per esempio nella scelta che hanno fatto alcuni Assessori, penso all'Assessore della programmazione La Spisa, il quale decide di candidarsi oggi con la lista del presidente Monti, quel Presidente che questo Governo regionale ha accusato di aver scippato le risorse della Sardegna, motivo per il quale la Finanziaria non arriva in quest'Aula. Una contraddizione che è rimarcata dall'atteggiamento dei Riformatori che, di fatto, in questa fase, ma anche in diverse altre fasi, cercano di fare l'opposizione all'interno della maggioranza, senza però trarne le conseguenze: rimangono in Giunta, rimangono negli enti, di fatto condividono un'esperienza di governo fallimentare e non hanno il coraggio di staccare la spina.
Allora ci sono sicuramente, in questa contraddizione, elementi che ci fanno riflettere e che, soprattutto in questa occasione che ci viene data, ci costringono a riflettere se stiamo facendo il bene dalla Sardegna, oppure se ci rendiamo conto che quel percorso che avevamo, avevate ipotizzato è un percorso che non è finalizzato al bene comune, che non porta valore aggiunto per i sardi e che quindi ci dovrebbe portare a confrontarci, come diceva il collega Stochino, ma a confrontarci su progetti alternativi, se ci sono, a confrontarci in una campagna elettorale per le regionali finalizzata a dare un Governo serio e stabile, un Governo di prospettiva alla Sardegna. Credo che dovremmo interrogarci, che si debba interrogare lei, Presidente, se può essere ancora utile la sua presenza alla guida della Giunta regionale e della Regione, nel momento in cui ormai ha ben poco da dire e da dare alla Sardegna.
Sono andato a rivedermi le sue dichiarazioni programmatiche, Presidente. In realtà abbastanza vuote, come vuota è stata questa legislatura e come vuota è stata l'azione della Giunta e della maggioranza, ben poco dicevano ma alcune cose (guardo l'indice) le cito: i servizi alla persona e alla famiglia. Le chiedo (lo avrei chiesto anche all'assessore De Francisci) dove sono finiti quei 12 milioni per la famiglia. Ricordo una Conferenza regionale per la famiglia nella quale (anticipando anche la definizione di una legge organica sulla famiglia che ancora giace in Commissione sanità e che tra l'altro mi vede come primo firmatario) la Giunta ha deciso di inserire delle risorse importanti per la famiglia, ma c'è lo "zero" assoluto, c'è la negazione, c'è probabilmente un accantonamento di risorse, se c'è, ma non c'è alcuna politica, come non c'è in ognuno dei settori affrontati.
Il secondo punto era la sanità. Sulla sanità vi siete presentati alla prima occasione utile, nel primo collegato del 2009, con un sub emendamento e avete fatto un'azione prepotente di potere, avete mandato via, senza un esame degli obiettivi e senza un'analisi di ciò che avevano raggiunto, i direttori generali precedenti e li avete sostituiti con commissari; avete chiesto a questi commissari di farvi capire se ci potesse essere un modo per riformare la sanità, il Servizio sanitario regionale, ma sono passati quattro anni e di quella riforma non c'è traccia, perlomeno non l'avete presentata in Consiglio. C'è anche qui una contraddizione evidente: Riformatori che la pensano in un modo, l'U.D.C. nell'altro, non si capisce chi è stato l'Assessore della sanità in questi anni, o forse si capisce, o forse sono stati tanti.
In quelle dichiarazioni programmatiche, lei ha detto alcune cose, Presidente, tra le altre ha detto che al primo posto doveva esserci la partecipazione: "ascolterò tutti i sardi, prenderò le idee migliori"; in realtà non ha preso nessuna idea, perché non ha avuto nessuna idea, nessun progetto per la Sardegna, neanche quello che doveva venir fuori da quello che ha definito il comune sentire.
E il Piano regionale di sviluppo, lo ricorda? L'"Io" al centro, la persona al centro: lettera morta, fogli buttati, carta straccia, non è rimasto niente di quel Programma regionale di sviluppo, perché non c'era niente, c'era il vuoto, solo qualche "copia e incolla" e niente di più.
Il terzo punto erano le regole, cioè una legislatura costituente: che cosa è rimasto di questa legislatura costituente? Che cosa avete prodotto? Avete tentato, con la sua complicità, Presidente, di cambiare il sistema elettorale, in questo senso: vi siete inventati un parlamentarismo andando a sostituire gli Assessori perché la sua maggioranza non poteva sostituire il Presidente, non poteva sostituirla, e avete messo trenta o trentacinque Assessori a turno, cambiando con un turn over continuo un po' di consiglieri in Giunta per tentare di far contare di più non il Consiglio, non l'Assemblea, non il Parlamento regionale, ma per far contare di più qualche capo corrente! E lei, Presidente, si è prestato a questo gioco, altro che regole! Non ha guidato il processo di revisione in senso federale dello Stato con un'assenza, l'assenza della Sardegna, che per storia, per vocazione e per tradizione doveva guidare questo processo in senso autonomistico.
Siamo stati assenti, trincerati dietro una vertenza entrate che non avete difeso per due anni e mezzo perché al traino di Berlusconi e poi quando evidentemente qualcuno, magari il sottosegretario Letta, non ha dato alla Sardegna quello che la Sardegna chiedeva, quando c'è stato il cambio di Governo, vi siete ricordati che c'erano anche gli interessi dei sardi e avete alzato la voce. Vi siete autosospesi, avete preso le tessere, avete partecipato ai congressi, avete cercato di guidare i partiti, poi avete dichiarato di non far parte più di quel partito, insomma avete cercato di barare con i sardi cercando di nascondere il vuoto, il vuoto assoluto che ha caratterizzato questa legislatura!
I trasporti, altro punto del programma, la continuità territoriale, non c'è più la continuità territoriale, presidente Cappellacci, non so se se n'è accorto, non c'è più! Le compagnie aeree in questi anni hanno fatto quello che hanno voluto, hanno cancellato i voli, posso fare tanti esempi. Avete prima fatto una proposta di continuità territoriale con la tariffa unica, ma quella tariffa unica, che doveva venir fuori dalle conferenze di servizio, non è stata poi tradotta nel decreto che è stato presentato dall'allora ministro Matteoli. Avete chiesto di ritirare quei decreti. Altre conferenze di servizi, altri mesi, tariffa unica, gara andata deserta e siamo oggi a una soluzione pasticciata, mista, che non so se vedremo e quando vedremo, la certezza è che non c'è continuità territoriale in Sardegna. E i voli low cost? Mi chiedo che cosa abbiate fatto, la legge numero 10 del 2010, un pasticcio, una contraddizione, PIEM (Principio dell'investitore operante in economia di mercato), SIEG (Servizio di interesse economico generale), la mancata notifica all'Unione europea, tutt'oggi non si capisce con quale sistema di incentivi si dovrà andare avanti, come chiudere i contratti con le compagnie da parte delle società di gestione, con buchi paurosi che porteranno, è il caso della società di gestione dell'aeroporto di Alghero, probabilmente a presentare i libri in tribunale, 8 milioni di euro i soldi dovuti, le risorse dovute dalla Regione, più 14 milioni di euro di fondi FAS - CIPE, insomma è un fallimento continuo, potrei parlare per ore ma il tempo non è sufficiente, un fallimento continuo in tutti i settori.
Credo che siano questi i motivi che debbano, se c'è un sussulto di dignità, spingere questo Consiglio regionale a dare la sfiducia al Presidente perché non c'è mai un momento opportuno, tutti i giorni sono opportuni e buoni per fare un servizio alla Sardegna mandando a casa questo Presidente, questa Giunta e tornando alle urne su progetti politici alternativi che facciano davvero il bene della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, credo che il Partito Democratico, secondo la migliore liturgia, voterà la mozione di sfiducia, parrebbe persino scontato. Certo, lo dico con la chiarezza che bisogna avere in questi momenti. Mi dispiace un po' che domani dobbiamo regalare sui giornali la notizia che un Presidente come Cappellacci ha riavuto una fiducia, questo mi dispiace molto e politicamente lo ritengo un errore comunicativo, un gravissimo errore comunicativo. Dubito che ci sia qualche persona di buon senso (che si sia allontanata in quest'ultimo periodo) ad aver bisogno di una discussione su una mozione di sfiducia nostra per capire in che condizioni sia lui e siamo noi. Infatti lui vive con la sua Giunta un'interpretazione della propria funzione diciamo di carattere ormai contemplativo, non ha niente a che vedere con questioni di santità, per essere chiari, contemplativo nel senso che si preferisce evocare i problemi, enunciarli, fare l'elenco e questo parrebbe essere sufficiente anche a questa maggioranza e allo stesso Cappellacci per sentirsi la coscienza tranquilla.
Lo volevo dire a Stochino, purtroppo di idee non si vive. Basterebbe sentire le interviste di questi giorni sull'esito della campagna dei saldi, dove il minimo che ci viene detto dalla gente è che c'è bisogno e urgenza di lavoro, cioè c'è un richiamo drammatico all'idea di trovare o di ricercare una convergenza parlamentare intorno a questi problemi. Immaginate che cosa avremmo potuto fare se, armati di buona volontà, le quattro ore inutili di stamattina le avessimo messe insieme per cercare come utilizzare ogni centesimo di euro, che è nella nostra disponibilità, nella direzione di risposte. Immaginate che cosa si può fare in quattro ore con buona volontà! Quindi a me dispiace molto che domani i giornali titolino così. Siccome faccio politica da un po' di tempo, è meglio che ce le diciamo invece di far finta di viaggiare per altri lidi.
Però, c'è un esempio illuminato in queste ore che avrebbe dovuto suscitare l'autonoma riflessione del presidente Cappellacci, è quello del Pontefice che dice: "Lascio la Chiesa per il bene stesso della Chiesa, perché non ho più la forza, non ho più la possibilità di realizzare il bene della Chiesa". Domanda che giro autenticamente al Presidente: lui crede, nelle condizioni in cui si trova, con la Giunta che si ritrova, con la maggioranza che si ritrova, di essere, in questo momento drammatico, così utile alla Sardegna da non fare una riflessione, per il bene della Sardegna, di tipo diverso? Visto che siamo in una condizione quasi mistica, gliela lascio alla sua riflessione.
Il problema è un altro; da un po' di tempo giriamo attorno ai problemi al punto che mi pare persino assurdo considerare ancora in questo tempo un istituto da mantenere quello della discussione su una mozione di sfiducia al Presidente, perché bisogna contestualizzare questo istituto con il sistema dell'elezione diretta per capire che cosa succede, che senso ha. Che senso ha che qualcuno, che la fiducia non gliel'ha data, discuta sulla possibile sfiducia a un Presidente che invece ha la fiducia della maggioranza che ovviamente è dipendente dagli esiti e dalla volontà della sua elezione diretta? Ovvero, dei risultati non se ne parla. Si parla di un'occupazione; cioè in una dinamica democratica normale avrebbe un significato, in una condizione di occupazione, perché è chiaro che questa maggioranza sa che le prossime elezioni regionali le perde… no, no le perdete di gran lunga, se no diversamente avreste accelerato alcuni processi, avevate tutto l'interesse, queste cose le capiamo anche se non abbiamo il coraggio, ci scherziamo sopra, collega Contu, ma abbiamo anzianità di servizio sufficiente per capire come funzionano le cose… le perdete, però è ingiusto che voi teniate impallata la Regione in queste condizioni.
Si dice che la burocrazia comanda la Regione, che le leggi non vengono attuate, ebbene è un po' troppo comodo fermarsi a questa mera constatazione. La burocrazia è forte quando la politica è debole; essa quasi sempre riprende un potere che non le compete e lì dobbiamo denunciare anche qualche limite alle conclusioni che questo Consiglio ha fatto sull'inefficacia e sulla inapplicabilità di alcune leggi, perché - secondo me - bisognava indicare qualche medicina, qualche strada da intraprendere, qualche iniziativa da condividere; invece non si è fatto niente, si contempla che la burocrazia comanda, condiziona, rallenta e non capiamo che questo dipende dal livello e dalla qualità che ha questa politica di oggi.
L'altro aspetto che riguarda più in generale l'esito di una Giunta è quello che osserviamo in questi giorni, se c'è una cosa che non è accettabile della politica nel rapporto con i cittadini è il livello di falsità con il quale noi comunichiamo le cose. Quando il Presidente arriva e dice: "Abbiamo portato 300 milioni dalla Comunità europea", basta fare un "copia e incolla" del dispositivo in inglese che è stato deliberato e farsi la traduzione per capire che l'ultima frase di quel dispositivo dice esattamente il contrario di quello che ha propagandato il Presidente, cioè dice che deve essere presa in considerazione anche la particolare situazione delle regioni insulari, come a dire che è una cosa che si dovrà fare e che quei 300 milioni non spettano alla Sardegna, ma spettano alle regioni ultraperiferiche, ai cosiddetti atolli, cosa che non c'entra niente con noi, dando così in pasto alla gente un'idea falsa, sbagliata, immorale, rispetto alla realtà delle cose.
Si spara questa ulteriore e improponibile questione delle zone franche integrali. Ma pensate davvero che abbiate come interlocutori solo dei deficienti, o della gente, delle spugne che assorbono tutto? La prima cosa che vi dovrei chiedere è a che punto sta la conclusione del lavoro e dell'obbligazione che avete sull'applicazione rigorosa della norma di attuazione dello Statuto. Non ce ne date informazione. Dite, nella delibera, in quella bellissima ed ecumenica delibera dove non dite un bel niente: "Ci interesseremo anche dell'attuazione del decreto legislativo numero 75". Lo vedremo! Di queste cose dovete rendere conto! Quando si arriva al punto che la politica è costretta a inventare delle falsità, a dare in pasto all'informazione cose che non stanno né in cielo né in terra, a quel punto scatta l'allarmismo di tutti, anche nostro, di una politica che ha perso il suo baricentro, perché saremo vittime tutti. Ecco perché dovreste riflettere, piuttosto che difendere acriticamente questa Giunta.
Poi, ce n'è un po' anche per il Consiglio. Ce n'è un po' anche per il Consiglio perché vedete, l'altro giorno, il Governo ha impugnato l'ultima legge, la numero 25 del 17 dicembre. Vi invito ad andare a leggere un po' i resoconti. Sulla questione che riguarda le partecipate, leggetevi che cosa hanno detto le opposizioni. Sarebbe stata impugnata, è stata impugnata per quelle stesse ragioni, perché tra di noi ormai vige la regola che, chi ha più muscoli, tira il braccio. Non è per questa strada che la politica esalterà le sue funzioni e rispetterà il suo mandato, per questa strada ci delegittimiamo tutti quanti, quindi questa sfiducia la dovreste registrare più voi che noi, per noi esiste dall'inizio, da quando dichiarazioni programmatiche del tutto risibili, hanno definito questo Presidente il Presidente delle favole, il Presidente che insegue farfalle e si dimentica di una realtà drammatica come quella che vivono i nostri cittadini e la nostra gente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Franco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCO (Riformatori Sardi). Visto che tutti tirano in ballo i Riformatori in ogni intervento, unica eccezione il collega Gian Valerio Sanna, ecco finalmente la voce dei Riformatori o una delle voci dei Riformatori.
Comincio questo intervento dalla fine, cioè dicendo subito e con chiarezza che i Riformatori voteranno contro la mozione presentata dagli esponenti dell'opposizione e voteranno a favore del Presidente. Non perché abbiamo paura della battaglia decisiva e ci trasformiamo in statue di sale, come diceva il collega Maninchedda, ma perché facciamo le battaglie quando è giusto e utile farle per i sardi. Quattro anno fa, ci siamo presentati agli elettori chiedendo di votare per Cappellacci e chiedendo di votare per i Riformatori sulla base di un progetto che è stato evidentemente premiato dai cittadini con il risultato che tutti ricordiamo, siccome noi siamo persone serie teniamo fede ai nostri impegni. Abbiamo preso un impegno, lo manteniamo oggi e lo manterremo fino a quando ci sembrerà la soluzione migliore per la Sardegna e per i sardi che ci hanno dato la loro fiducia.
Pertanto, rivolgo un caldo invito, a tutti coloro, di destra, di sinistra, di centro, ex di destra, ex di centro, eccetera, che non perdono occasione a ogni piè sospinto di invitarci a trarre le conseguenze, a staccare la spina, a togliere la fiducia, e chi più ne ha più ne metta, ad astenersi da questi inviti, sappiamo fare da soli. Francamente non vediamo la ragione di farlo, dovreste spiegarcela meglio, colleghi dell'opposizione. Dovremmo forse togliere la fiducia al presidente Cappellacci per consegnare la Sardegna nelle vostre mani? Cioè, toglierla a lui per darla a voi? E perché? Per premiare un conservatorismo cieco che vi ha portato a fare un'opposizione sorda a qualunque idea che non fosse la conservazione, il mantenimento dello status quo, a opporvi a qualsiasi proposta non perché la ritenevate sbagliata, ma spesso solo per impedire a noi di governare? Guardate, colleghi, non riesco a ricordare il vostro contributo fattivo per far crescere il PIL dei sardi e per ridurre la burocrazia, un'idea innovativa che sia venuta dai vostri banchi.
Facciamo un esempio, parliamo delle province. Avete detto, ridetto, giurato e stragiurato, anche voi, come le altre forze della maggioranza, che le volevate abolire, ma nei fatti anche voi, non solo voi, per carità, avete assunto un atteggiamento passivo per lasciar passare il tempo e mettere la Giunta di fronte al fatto compiuto della scadenza imminente, quindi della necessità di fare un decreto, una proroga. Non avete fatto nulla, neppure voi, per rispettare la volontà dei sardi, questa è la verità, e vi voglio ricordare che rispettare la volontà dei sardi non è compito solo dalla maggioranza ma di tutto il Consiglio. Voi rappresentate i sardi come noi, e spetta a voi, come alla maggioranza, rispettare le indiscutibili volontà, come certificate dai 525 mila sardi che, a maggio del 2012, sono andati a votare per i referendum.
Abbiamo passato, per responsabilità vostra questa volta, solo vostra, giorni e giorni qua dentro a discutere di inutili mozioni o ordini del giorno, come quella di oggi per esempio, sapendo benissimo che, nella stragrande maggioranza dei casi, era tempo perso, invece di occuparci dei problemi dei sardi. Queste sono le ragioni per cui abbiamo chiesto lo scioglimento del Consiglio, signori, non della maggioranza, non della Giunta, abbiamo chiesto lo scioglimento del Consiglio, perché è colpa di tutti, sia ben chiaro, nostra ma anche vostra, quello che non è successo. Allora, perché dovremmo togliere la fiducia al presidente Cappellacci? Perché ha preso atto di una necessità impellente che è esclusiva responsabilità del Consiglio, cioè quella di fare la proroga delle province? Per favore, siamo seri!
Però, Presidente, vorrei cercare di fare un punto politico sulla vicenda e vorrei essere molto onesto. Noi non siamo scontenti o preoccupati per questioni di governo o sottogoverno, mi creda, non sono quelle le nostre preoccupazioni, noi stiamo invece meditando sulla situazione generale della Regione perché non ci sentiamo soddisfatti di come stanno andando le cose. Ci sono diverse aree dell'azione della Giunta, anche con responsabilità da attribuire a un Consiglio, che definire "libanizzato" è solo un eufemismo, diverse aree dicevo che non vanno bene, che lasciano in noi una certa amarezza, una certa delusione se pensiamo a quello che avremmo potuto fare in questi anni e che non abbiamo fatto.
Presidente, come lei certamente ricorderà, noi, come le altre forze della maggioranza, abbiamo votato con entusiasmo e convinzione (avevamo anche partecipato in parte alla sua elaborazione) il Piano regionale di sviluppo presentato dall'assessore La Spisa nel 2009, che conteneva argomenti, temi e proposte che, se attuati, ci avrebbero consentito di cambiare in profondità la nostra terra, di darle un futuro meno gramo di quello che si prospetta purtroppo. Non abbiamo tenuto fede a quelle promesse, o almeno lo abbiamo fatto solo parzialmente, non dico che la responsabilità è solo della Giunta, anzi, probabilmente la Giunta ne ha la responsabilità minore, ci siamo anche noi qui in Consiglio, la maggioranza poco coesa, diciamo la verità, e una minoranza che, come ho già detto, sembra avere l'unico obiettivo di impedire a noi di governare. Però, mi consenta di dirle che su molti temi è mancata un pochettino la spinta propulsiva, la conduzione, la guida della Giunta, è mancata un'azione forse di moral suasion sua e dei suoi Assessori su diversi consiglieri della maggioranza.
Sanità, urbanistica e trasporti, tanto per fare solo alcuni esempi, sono settori nei quali la Regione ha competenze decisive e ben poco è stato fatto rispetto agli impegni contenuti nel programma regionale di sviluppo. Anche nel settore turistico, ad esempio, come maggioranza abbiamo fatto poco, abbiamo approvato la legge sul golf innovativa, e poi l'abbiamo lasciata ammuffire tra i ricorsi del Governo alla Corte costituzionale. E pensare che sarebbe potuto essere un buon inizio per quella destagionalizzazione di cui tutti parliamo spesso, ma che non incomincia mai. Presidente, le annuncio che noi riteniamo indispensabile che, dopo le elezioni, ci riuniamo per valutare che cosa si può fare in questi campi, da qui alla fine della legislatura, per vedere di dare insieme, come diceva lei, come diceva il suo slogan in campagna elettorale, un senso compiuto al lavoro di quattro anni, per vedere se vale davvero la pena di continuare. Trovare un accordo su tre o quattro punti qualificanti, stringere le fila e portarli a compimento, per presentarci davanti ai sardi nel 2014 dicendo quello che abbiamo fatto, quello che è stato possibile fare, poi loro valuteranno.
Inoltre, Presidente, qui parlo, come si suol dire, di politica in senso alto, noi non possiamo sottacere il disagio che ci deriverebbe dall'alleanza con una forza politica importante qual è il P.d.L., se dovesse vincere le elezioni politiche, insieme a un Partito come la Lega Nord. Noi non possiamo accettare che si parli di 75, o anche di 80, o anche di 70 "per centi" da destinare alla Lombardia piuttosto che al Veneto, noi non saremo disposti ad accettare, neanche per un istante, un'alleanza con chi vuole spaccare il Paese e con chi ritiene che la forza dei soldi possa rappresentare tutto, possa sostituire valori di solidarietà e coesione, su cui è fondato il nostro Paese. Glielo dice uno che è tra i pochi, qui dentro, a fare i conti e a ripetere che siamo ogni anno debitori di diversi miliardi alle regioni più ricche del Paese. Ma questo è senso di responsabilità e disponibilità ad affrontare il problema; da qui a dare libero spazio alle fantasie indipendentiste dei lumbard, a scatenare gli istinti più bassi e egoistici della gente, ce ne passa molto, e questo, lo ripeto, sarebbe per noi inaccettabile.
Siamo per una seria assunzione di responsabilità da parte dei sardi, dei singoli cittadini e di noi che siamo i loro rappresentanti, senza lasciare spazio a un lagrimatoio che ormai è divenuto insopportabile. Il tempo dell'assistenzialismo è finito, non ci sono più risorse, non si possono più aumentare le tasse, ed è bene dimenticarsi le distribuzioni a pioggia del passato. E' ora che facciamo qualcosa per cambiare il nostro destino, sul serio, però, non con le solite chiacchiere; facciamo anche sacrifici, spieghiamoli alla gente, ma facciamo tutto questo con un fine preciso, quello di migliorare la nostra Terra e le condizioni di vita dei nostri cittadini. Siamo pronti a fare la nostra parte, Presidente, anche a costo di pagare il prezzo dell'impopolarità di decisioni difficili. Le chiediamo, Presidente, di provarci, in questa parte finale della legislatura; impegniamoci insieme, diamo un senso alla nostra esperienza, presentiamoci agli elettori fra un anno potendoci vantare di aver loro lasciato una Sardegna migliore di quella che avevamo trovato, una Sardegna dove nessuno debba rivolgersi a un consigliere regionale per trovare un posto di lavoro per se stesso o per il figlio, o per trovare la casa, una Sardegna dove ci sia una situazione per cui un cittadino trovi lavoro, per sè o per il figlio, o una casa, semplicemente rispettando regole che siano uguali per tutti. Presidente, questi che le ho posto sono problemi importanti, sui quali bisognerà fare chiarezza e speriamo che la si voglia fare. Voglio rassicurare tutti, amici e nemici, che, se dovessimo arrivare alla conclusione che, per la Sardegna, la cosa migliore sia "staccare la spina", noi lo faremo; ma non lo pensiamo e non lo facciamo.
Presidente Cappellacci, i Riformatori le confermano la loro fiducia e voteranno contro una mozione che ritengono, tra l'altro, inutile e dispersiva, ma le rivolgono un appello accorato. Presidente, non ci siamo completamente riusciti finora, ma abbiamo ancora un anno: proviamo a cambiare la Sardegna!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, la preoccupazione del collega Gian Valerio Sanna adesso è fugata, perché i titoli del giornale di domani non saranno sicuramente sul fatto che la maggioranza si è ricompattata sul presidente Cappellacci, ma che parti della maggioranza votano la mozione e, soprattutto, che un Partito importante, qual è quello dei Riformatori sardi, ha chiesto chiaramente e ufficialmente in Aula una verifica di maggioranza, lamentando tutta una serie di difficoltà nell'attuazione del programma di governo, anzi, lamentando carenze molto importanti su settori qualificanti dell'azione di governo. Da quello che ha detto il collega Franco Meloni è chiaro che la mozione di sfiducia ha evidentemente spiegato la motivazione di fondo che ha portato alla sua presentazione. In questo esprimo il mio rammarico anche per una non voluta incapacità, oppure velocità di comunicazione della presentazione della mozione stessa, che ha dato l'impressione (fortunatamente si è ricomposta in aula) che l'opposizione fosse divisa su questa mozione.
Presidente, la ragione principale per cui la mozione è stata presentata è che non possiamo accettare, in una campagna elettorale già confusa, che pezzi della maggioranza che la sostiene possano recitare due parti in commedia, cioè svolgere contemporaneamente il ruolo di maggioranza e il ruolo di opposizione; ancora, che addirittura un importante Gruppo politico della sua maggioranza si rivolga al Presidente della Repubblica, con una procedura extra consiliare, chiamiamola così, extra istituzionale, per lo scioglimento del Consiglio regionale a causa di una delibera assunta dalla Giunta con l'astensione, ci risulta, degli Assessori che fanno riferimento ai Riformatori.
Allora, il problema è questo, Presidente: in una campagna elettorale, dove stiamo vivendo di tutto, dove l'ipocrisia (com'è stato detto in quest'Aula precedentemente), regna sovrana, dove Assessori, che hanno difeso il Governo Berlusconi sulla partita delle entrate e che ancora svolgono il ruolo di Assessori della programmazione e bilancio, si lamentano, invece, dei ritardi nell'applicazione dell'intesa sulle entrate, dove assistiamo a conferenze stampa nelle quali autorevoli rappresentanti della maggioranza esprimono giudizi taglienti sull'operato del presidente Cappellacci, com'è possibile pensare che le minoranze consiliari possano stare in silenzio? Abbiamo fatto bene a riportare nell'Aula del Consiglio regionale una discussione su questi punti!
Presidente Cappellacci, leggo sulla stampa, virgolettato: "Le ultime iniziative di Cappellacci per le Entrate hanno l'odore del rancido della campagna elettorale" - parole testuali! "Hanno l'odore del rancido della campagna elettorale" - "perché provengono da un Partito, il P.d.L., che ha chiuso un accordo con la Lega per trattenere al Nord il 75 per cento del gettito fiscale. Dunque Cappellacci pensa agli spiccioli, mentre rischia di perdere i milioni". Sottoscrivo quest'ultima affermazione, perché è da anni che stiamo dicendo che la Giunta regionale e il presidente Cappellacci, sulla vertenza entrate, hanno perso tempo, hanno sbagliato strategia, hanno pensato agli spiccioli, mentre la Sardegna perdeva i milioni; questa affermazione la sottoscrivo! Ma che ci sia un elettoralismo insopportabile in tutte le vicende di queste ultime settimane, da parte della maggioranza e del presidente Cappellacci, è un dato di fatto! E' un dato di fatto!
Abbiamo proposto la mozione di sfiducia in quanto i problemi della Sardegna ci chiamano a questa assunzione di responsabilità. Capisco che ci siano i richiami a un altro anno di governo, alla necessità di stringere le fila per riuscire a recuperare il tempo perduto, ma si sa benissimo che, in questo momento della legislatura, alla fine della legislatura, non sono più possibili gli scatti innovativi e realizzativi che qualcuno, in maniera un po' ingenua, pensa di poter portare avanti, e nel frattempo la Sardegna continua a presentare dati disastrosi. Leggo, presidente Cappellacci e assessore Zedda, dalla Conferenza stampa di ieri della Confartigianato: "2012, anno nero, nell'Isola più di 3000 imprese cancellate; Saldi flop, calo fino al 15-20 per cento rispetto a un anno fa; Crisi, Confcommercio vede nero, mai così male da 50 anni". E potrei continuare con tutti i dati legati al settore industriale, che è di fronte a una fase assolutamente disastrosa di cancellazione di interi asset produttivi e di intere attività industriali in tutte le Province della Sardegna.
Dell'agricoltura non ne parliamo, è stata annunciata con forza la ripresa di una mobilitazione da parte degli agricoltori e dei pastori sardi e, in questo contesto, il collega Stochino manifesta un entusiasmo assolutamente improponibile, esagerato, rispetto a un progetto "Arc en ciel" che io conosco bene, che ha preso avvio già dalla fine dell'esperienza della Giunta Soru e che questa Giunta regionale, nonostante ripetuti e reiterati inviti alla collaborazione… i suoi richiami alla collaborazione che è stata miracolosamente attivata in quest'ultimo periodo sono assolutamente fuori luogo, collega Stochino, perché è da quattro anni che gli interlocutori, i presentatori di questa proposta, stanno chiedendo che la Giunta regionale dia un sostegno a quella che lei ha presentato, giustamente ma tardivamente, come un'iniziativa seria nel comparto dell'agricoltura e dei prodotti agro-industriali di qualità in Sardegna. Di fronte a questa crisi, la nostra esigenza come minoranza era di riportare il dibattito su questi temi, in quest'Aula, nell'Aula del Consiglio regionale, non nei "6 x 3" o nei cinema o nei teatri o nei bar pieni di attività elettoralistiche.
Vorrei che il Presidente e la maggioranza dessero uno sguardo attento alla parifica del rendiconto generale della Regione autonoma per l'esercizio 2011 che è stato stilato e presentato dalla Corte dei conti. Altro che entusiastiche dichiarazioni di soddisfazione per i risultati della Giunta Cappellacci, collega Stochino e collega Gallus! Leggetevi che cosa dice la Corte dei conti su tutti i settori di intervento del bilancio regionale, dall'agricoltura all'industria, al commercio, al personale, alle società partecipate, agli sprechi, che ancora in Regione sono presenti e che sono certificati! Questo è il dato da cui partiamo e che dimostra il fallimento dell'esperienza del Governo del centrodestra in questi quattro anni, viene attestato da un'entità terza, dalla Corte dei conti, da un'entità neutra che vede e certifica i numeri, i dati e i risultati, non la propaganda; non la propaganda magari sostenuta da ingenti somme, da "milionate" di euro per la pubblicità istituzionale, che fanno sì che la presenza della Giunta regionale sia debordante nelle trasmissioni televisive, soprattutto nelle reti televisive sarde e nella stampa quotidiana.
Si vuole sostenere questo tipo di politica?
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, capisco la necessità di presentare una mozione come questa. Lo dico con assoluta sincerità all'onorevole amico Luciano Uras, lo dico perché so, mi è parso di intuire sin dall'inizio, perché siete stati quasi costretti a presentare questa mozione di sfiducia. Lo dico perché, quando il periodo elettorale stravolge qualsiasi equilibrio, è comprensibile che si arrivi anche a soluzioni non accettabili e non condivisibili e quindi si tende a tirare su l'asticella perché fra stare in maggioranza e stare all'opposizione credo che ci sia una netta differenza: chi è in maggioranza si assume le sue responsabilità e chi è in posizione diversa, cioè all'opposizione, ha un ruolo completamente differente. Sentirsi scavalcare a volte non è neanche pensabile di poterlo accettare, quindi si presta anche a strumentalizzazioni visto il periodo.
Siamo in piena campagna elettorale, siamo chiusi qua dentro mentre stanno arrivando tutti i big della politica italiana a prometterci tutto quello che è necessario per risolvere i nostri problemi, solo che una volta che andranno via i problemi resteranno e saranno ancora più pesanti di quanto non siano stati sino a questo momento.
Mi corre l'obbligo di rasserenare anche il mio compagno di partito perché, sa, una guerra di religione a me preoccupa pur essendo laico, però siccome ho vissuto l'esperienza, come tutti voi in questi quarant'anni, della presenza dell'Aga Khan, che è il capo degli Ismailiti, e siccome prevale il ceto femminile nella mia famiglia credo che, in questi quarant'anni, né mia moglie né mie figlie siano state costrette a mettere il velo. Mi preoccuperei di più del Qatar. Perché? Perché il Qatar, che acquisisce da Barrack tutte le quote, fa la società in Lussemburgo, la registra con pochi euro a Milano, fissa la sua sede fiscale e compie un'evasione nei nostri confronti di oltre 60 milioni! Questo mi preoccupa! Questo mi preoccupa fortemente perché sembra che qua vengano tutti a fare i furbi e a levarci i denari, non a portarli! Questo è un punto sul quale dovremo ritornare, per non dare, ciò che deve essere dato, prima di avere ciò che deve essere ricevuto e noi dobbiamo ricevere ancora il maltolto; quindi credo che la guerra di religione sia da accantonare.
Milito in questo partito da diverso tempo; è nato nel 1921, non ho interesse a costruirne un altro, quando smetterò di fare politica, resterò comunque un militante, non ho necessità… forse qualcuno ha necessità, questo lo posso dire, chi non ha partito o chi se ne inventa uno ogni tanto ha necessità di avere radici forti come quelle che porta il Partito Sardo d'Azione. Io ho l'ambizione di dire che questo è il Partito dei sardi. Ho l'ambizione di dire che questo Partito finalmente si è aperto, che accoglie, che dà spazio, che dà rappresentanza, che dà la possibilità di fare cose diverse da quelle che normalmente fanno i partiti italiani. Questo ha l'ambizione di essere il Partito dei sardi. Ogni tanto qualcuno cerca di inventarsene uno nuovo, ma ha vita breve, radici deboli, anzi inesistenti.
Questo Partito c'è in quest'Aula, c'è sempre stato, continuerà a esserci, nonostante le leggi elettorali che a Roma hanno fatto, che continueranno a fare, nei termini più negativi della democrazia. Siccome siamo qui a parlare anche di burocrazia, lo ha detto il collega Gian Valerio Sanna, siccome da Sanna a Sanna è consentito, guardate, se la debolezza della politica è quella che stiamo testimoniando, la burocrazia sarà sempre più forte! Se continuiamo a delegittimarci fra noi qua dentro la burocrazia sarà ancora più forte; se tutto il ruolo che dovremo ricoprire noi, lo lasceremo fare ad altri, cioè alla burocrazia, la burocrazia avrà vinto la sua battaglia e noi saremo relegati in un ruolo secondario, ma non è questo. L'autorevolezza di quest'Aula, lo ripeto per l'ennesima volta, va riconquistata nei fatti, nell'azione, nelle cose, anche nei rapporti tra di noi, senza la necessità di delegittimare nessuno, ma capendo che la differenza dei ruoli che ruotano, a seconda delle legislature, e si alternano, meno male, va salvaguardata ma va salvaguardato il ruolo di quest'Aula, cosa che molte volte è venuta meno.
Guardate, la legge elettorale si può anche trasformare come è stato fatto. Mi ricordo che due legislature fa con un amico che non c'è più, Emanuele Sanna, Presidente della prima Commissione, riuscimmo a esitare una legge elettorale; fu la contrattazione perché i sardisti tenessero in piedi quella legislatura con il presidente Masala. Non ci vergognammo di votare in quella circostanza, perché l'accordo era di fare le regole democratiche qua dentro. Qualcuno ha impedito quel lavoro, le regole democratiche non sono state fatte qua, "ce le hanno fatte" a Roma, e la conseguenza è l'elezione diretta che si è vissuta nella precedente legislatura e in questa; sin quando non avremo la capacità e il coraggio di trasformarla, non potremo lamentarci. Però, si continua a fare politica, non si smette, non ci si arrende; se si pensa di essere nel giusto, si continua seguendo coerenza, lealtà e onestà, non pensando di insegnarle agli altri e non farle proprie.
Guardate: votare a favore o votare contro? Noi voteremo contro, io voto contro insieme a ciò che può rappresentare questo partito per il semplice motivo che il consiglio nazionale di questo partito così ha deliberato e io, pur non condividendolo, l'ho accettato, perché la proposta fatta in quella circostanza dal sottoscritto era completamente diversa. Dissi in quella circostanza, prima di iniziare la campagna elettorale: "Il partito si deve liberare, deve uscire dalla maggioranza, ma deve uscire anche da tutti gli enti di sottogoverno". Si deve liberare in quel senso. Non si può pensare di uscire da una maggioranza e di tenersi in tasca ciò che è il risultato di un accordo politico di inizio legislatura e cioè il sottogoverno. Il sottogoverno fa parte di quell'accordo, come fa parte la presenza in Giunta, come fa parte il fatto stesso che un partito sia in maggioranza o meno. La coerenza è questa e quindi tutti quanti vengono richiamati a questo. Non si può pensare di estrapolarne una parte, il contenuto è unico. Le furbizie non vengono accettate da nessuno. Fui messo in minoranza (come a volte accade) e democraticamente accettai la volontà di chi in quella circostanza la pensava in modo diverso. Almeno momentaneamente in modo diverso dal mio e lo accettai. Militare in un partito comporta anche questo; io ho accettato tante cose che non ho condiviso nella mia vita politica, ma la volontà di stare in quel partito era più forte di quella di ribellarsi a cose che non condividevo. Quando non si hanno i numeri in democrazia, bisogna capirlo e non bisogna essere talmente sprovveduti da pensare che uno abbia sempre ragione e tutti gli altri abbiano sempre torto.
Ritornando all'argomento, certo che c'è necessità di rivedere le cose, qualsiasi macchina ha necessità di essere rivista se ci sono i presupposti; se i presupposti non ci dovessero essere, ognuno ha la propria libertà, la libertà politica, intellettuale, di coscienza, di tirare le somme e di farlo pubblicamente, non c'è bisogno di farlo da altre parti. Se noi decideremo di fare una cosa diversa da quella che abbiamo fatto fino adesso, porteremo la testimonianza qua dentro, in piena libertà, senza fughe in avanti, senza dire che ho deciso io, che ha deciso lui o qualunque altro componente del mio Gruppo. Non funziona così, non ha mai funzionato così. Vi posso garantire che sarà ancora così per come conosco questo Partito.
Speravo che si potesse evitare una tornata consiliare come questa. Non dico che sia inutile perché non voglio levare alcun valore al significato che hanno voluto dare gli amici di SEL e più che hanno presentato la mozione, capisco la costrizione, capisco anche il momento, capisco che le situazioni elettorali impongano che ci siano da difendere necessariamente gli spazi...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, voglio fare alcune considerazioni sulla presentazione della mozione. Come definirla? Definirla inopportuna, definirla di stampo elettoralistico? La si può definire in tanti modi la mozione di sfiducia, quello che credo che si debba comunque rilevare è che oggi, con questa legge e con l'elezione diretta del Presidente della Regione, l'articolo dello Statuto che regolamenta la mozione di sfiducia è assolutamente inefficace e ininfluente ai fini di quello che si vuole ottenere. La mozione di sfiducia aveva una ragione d'essere nel momento in cui il Presidente della Regione era eletto dal Consiglio regionale. Allora la mozione di sfiducia aveva un senso. Tutto il resto è censura politica!
Quindi vanno bene tutti i ragionamenti che sono stati fatti, molti dei quali li condivido, non ultime le considerazioni che ha fatto l'onorevole Gian Valerio Sanna relativamente ad alcuni argomenti che ha citato, come veicolare notizie che sono assolutamente, non voglio dire false, ma che certamente mostrano una realtà totalmente diversa, parlo del trattato di Lisbona, il Presidente della Regione ha fatto un gran comunicato vantandosi di aver portato alla Sardegna ulteriori 300 milioni di euro. L'onorevole Gian Valerio Sanna, forse per brevità, non ha detto esattamente qual è la dicitura esatta di quei 300 milioni e di quelle risorse: sono 30 euro per abitante e per anno solo per le regioni ultraperiferiche e per le isole sparse nel Nord Europa. Questo dice!
Non entro nel merito dei punti franchi e delle zone franche, perché si sta sentendo di tutto e di più, forse su questo argomento sarebbe necessario, onorevole Stochino, venire in aula e discutere un attimino su che cos'è un punto franco, una zona franca, una zona franca doganale. Allora sì, è importante, per evitare proprio che vengano veicolate notizie assolutamente inconcepibili, fuori da qualsiasi logica, perché ci sono delle norme che non possiamo modificare noi, che non può modificare nessuno di noi, ma che sono solo esclusivo appannaggio degli Stati membri e non delle Regioni. Però, questo serve per fare accademia e per parlare di tutto.
Mi soffermerò un attimino sulla valenza politica che qualcuno ha voluto dare a questa riunione di Consiglio. L'onorevole Franco Meloni dice che c'è un problema, non l'ha definito piccolo, non l'ha affatto definito, ha detto qual è il problema, ha detto testualmente: "E' mancata la guida". Non è che l'abbia detto a me, l'ha detto all'onorevole Presidente della Regione! Gli ha detto: "E' mancata la guida!". Sono totalmente d'accordo con l'onorevole Meloni. Qui non si tratta di fare a cazzotti tra maggioranza e opposizione, tra sinistra, destra, centro, nuove formazioni, nuovi gruppi. La realtà è che è mancata la guida e questa guida, a un anno dalle elezioni, onorevole Franco Meloni, non la si inventa più! Ecco perché dico che prima si scioglie questo Consiglio regionale e meno possibilità diamo di consegnare la Sardegna al centrosinistra! Tutto qui! Il ragionamento è solo questo.
Abbiamo ancora il tempo per evitare che questo accada perché ha ragione chi dice che, andando in questa direzione, continuando con questo tenore, la Sardegna (ha ragione l'onorevole Gian Valerio Sanna) è già consegnata, armi e bagagli, al centrosinistra, senza colpo ferire! Certamente, onorevole Cappellacci (visto che ormai ho smesso di chiamare, anche lei, Presidente, come il suo predecessore), mi sarei aspettato delle bocche di fuoco dal centrodestra, una difesa strenua, qualcuno che si alzasse a dire le cose che veramente ha fatto e che sono grandiose per questa Isola, magari a fare anche come onestamente ha fatto l'onorevole Franco Meloni dicendo: "Ci sono delle cose che abbiamo fatto che sono andate bene", poi si parla del golf, insomma, se è tutto qui! Però, quanto meno, ci vuole uno scatto di orgoglio. No, ci affidiamo alla difesa strenua dell'onorevole Gallus! Non ne ho capito il contenuto, ripeto, non ne ho capito il contenuto. Se è come dice l'onorevole Gallus, è meglio essere soli che male accompagnati! Questo sì lo posso dire io, onorevole Gallus, non lei, perché lei solo non è mai stato, se lo ricordi sempre.
Allora, nel momento in cui non c'è la guida, è chiaro che diventa tutto più difficile, perché uno come me, che ha sostenuto il presidente Cappellacci, che ha fatto la sua campagna elettorale sostenendolo, non il programma del presidente Cappellacci, quattro scartoffie che non hanno senso, come tutte le scartoffie dei programmi, guarda ciò che è accaduto in questi quattro anni e, in questi quattro anni, sfido chiunque a dire che noi siamo legittimati o il centrodestra è legittimato a riproporre Cappellacci a Presidente della Regione! Lo devo dire in quest'Aula anche davanti alle opposizioni? Lo dico, "sì"! Si viene nel mio territorio a dire che il presidente Cappellacci è già insignito dei gradi di nuovo Presidente della Regione? Alla faccia! Alla faccia di quello che sta accadendo a livello nazionale, a livello di nuove formazioni politiche, chi sta in questa maggioranza e chi si schiera contro a livello nazionale. Le battaglie contro la Lega perché il P.d.L. è con la Lega, ma prendete una decisione definitiva! Fatelo questo sforzo, non continuate in questo balletto, che serve solo a che cosa? Probabilmente a far eleggere l'onorevole Vargiu, spero, persona seria, personalmente spero che non venga eletto l'onorevole La Spisa perché credo che ci siano altre formazioni politiche che meritino di più, quantomeno sono rimaste fedeli a questa maggioranza!
Spostarsi e fare il balletto delle cose, credo che non sia opportuno, non è giusto, non è corretto per quello che abbiamo fatto nelle campagne elettorali, ma prima ancora nella battaglia contro il centrosinistra; oggi ci ritroviamo a fare che cosa? A subire gli attacchi del centrosinistra per colpe che non sono assolutamente nostre perché quantomeno il centrosinistra questa presa di coscienza ce l'aveva, sapeva che molte delle responsabilità non erano dei partiti ma erano del presidente Soru. Non è cambiato niente, guardate, la responsabilità era di Soru prima e totalmente di Cappellacci adesso, non è cambiato assolutamente nulla!
Allora, votare a favore della mozione di sfiducia è l'unica strada per chi dice di stare all'opposizione e io all'opposizione sono, perché non posso dire di essere in maggioranza, mi piacerebbe molto essere in maggioranza e mi sarebbe piaciuto rimanere in maggioranza e sarebbe piaciuto a me, all'onorevole Campus, all'onorevole Capelli, all'onorevole Mulas, a tutti sarebbe piaciuto rimanere in maggioranza e non ci volevano salti mortali per farci rimanere in maggioranza, ci voleva appena appena di coerenza e serietà, tutte questioni che il presidente Cappellacci ha dimenticato ma il guaio è che, assieme a lui, la stanno dimenticando anche i partiti che compongono la maggioranza! Di fronte a questa situazione, onorevole Uras, non voto a favore della mozione perché mi è simpatico il centrosinistra, voto a favore della mozione perché è impossibile votare a favore di questa maggioranza in questa circostanza, non è assolutamente possibile!
L'unica strada, ripeto, è quella di votare a favore di una mozione che però, come ho detto, non risolve nessuno dei problemi, perché altrimenti il problema della mozione l'avremmo risolto già probabilmente dopo un anno di legislatura e dopo un anno di legislatura avremmo avuto un altro Presidente della Regione, così come questo poteva succedere anche nella legislatura precedente.
Ahimè, questo è il sistema! Questa è la politica dell'alternanza! Onorevole Meloni, non abbia paura di consegnare al centrosinistra, ho paura anch'io, certamente, abbiamo paura tutti quanti, ci mancherebbe altro, ma lei come me ha votato per la politica dell'alternanza, lei è stato uno di quelli che ha votato perché ci fosse l'elezione diretta del premier non solo a livello regionale e allora...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, intanto riaffermo quanto ha denunciato il collega Franco Meloni, è una decisione non presa in solitudine ma una decisione presa all'interno del Gruppo unanimemente. Vede, onorevole Diana, lei ha introdotto l'argomento "mozione di sfiducia" oggi ritenendola non congrua alla legislazione vigente. Ma, se si dovesse andare oltre l'enunciazione, credo che sia incongruente anche con lo spirito di opposizione che una seria minoranza dovrebbe fare all'interno del Consiglio regionale. Non è altrettanto serio che possa essere preso il partito dei Riformatori sardi, messo nella mozione a giustificare quello che, in questi tempi, non si riusciva a fare con una mozione ordinaria che avesse necessità, mi pare, di 22 firme per essere portatae d'urgenza in discussione nel Consiglio.
C'è una motivazione, pure da lei contraddetta nel ragionamento, una cosa che non serve nel sistema attuale, in cui ci sono delle maggioranze ben precise che dovrebbero essere coese dall'inizio alla fine e certamente non adeguata nei tempi e nei modi, sia perché siamo in una campagna elettorale non facile per nessuno, non facile per la disaffezione della gente, del popolo nei confronti della politica ma anche certamente perchè non abbiamo brillato noi tutti nel dare testimonianze di stima verso le istituzioni. Vorrei anche dire che bisogna stare attenti, sono due anni che mi rivolgo alla sinistra e che dico che non bisogna approfittare degli ordini del giorno e delle mozioni (per cose pur valide e vere) che non danno certamente risposte serie alle attese della gente, della società, mentre invece non si sono trattati tutti gli argomenti che si dovevano trattare.
Vede, onorevole Diana, forse a me è sfuggito ma il collega Meloni ha sottolineato che, in qualche tema, è mancata la spinta propulsiva della Giunta, non del Presidente, è mancata un'azione di moral suasion da parte dei suoi Assessori. Certo, lo confermo, forse bisogna pensare che, in alcuni temi, in alcune sostanziali materie, non si è arrivati a condizioni tali da esaltare il ruolo dell'Esecutivo, vedendoci qualche volta in posizioni particolari e diverse.
Voglio dire per chiarezza che i Riformatori non sono l'opposizione nella maggioranza, ma sono certamente punta avanzata nella ricerca dell'innovazione delle istituzioni, dei sistemi produttivi e del sistema economico-sociale, anche all'interno della maggioranza. La democrazia non si sostanzia se non nel confronto, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza, per renderla più vivace, più attenta alle esigenze della gente, per prospettive di sviluppo e occupazione futuri. Siamo anche coerenti e leali ma non con sudditanze o ancora meno con atti fideistici.
Vorrei dire che, su quanto riportato poc'anzi, riferito alla notizia di ieri sulle parole dell'onorevole Vargiu, (voglio ricordare a tutti che è capolista della lista civica per Monti), "rancido" non è l'accettazione di una politica nazionale, "rancido" è l'accettazione di una politica nazionale spesso piegata alle condizioni che pone la Lega Nord che chiede il 75 per cento per il nord con un egoismo esasperato e in una funzione di divisione quasi razzista dello Stato. Noi, differentemente, ci nutriamo di solidarietà, coesione sociale e territoriale, che non deve e non può declinare verso l'assistenzialismo fuorviante soprattutto in questi tempi di crisi limitando lo sviluppo e l'occupazione.
I Riformatori hanno chiesto al Presidente, a livello nazionale è meglio dire, di sciogliere questo Consiglio e non la Giunta, non la maggioranza, tengo a ribadirlo, per l'incapacità di questo Consiglio di affrontare pienamente tutti i temi importanti che la società sarda aspetta, non si è stati capaci pur essendoci proposte di legge esitate dalle Commissioni, leggi di innovazione istituzionale, la Costituente, il riordino degli enti locali e le province, che è impellente, la nuova legge di gestione del personale, sulla cultura, sulla gestione delle biblioteche, dei musei, delle emergenze archeologiche, sulla scuola e formazione professionale, ricerca archeologica, valorizzazione dei siti, storia e protostoria della Sardegna, tutte fonti possibili di sviluppo e di occupazione per dare risposte in termini positivi; ancora, leggi sul turismo, con iniziative diverse dal solito propagandare la Sardegna con il solo mare, con iniziative sul territorio soprattutto nelle zone interne, l'artigianato artistico. Sono tutte proposte di legge giacenti, ferme, esitate dalla Commissione, certe volte all'unanimità. Di più: riassetto del commercio, leggi sul sociale, leggi di riforma sanitaria, per una parte prese e per un'altra da verificare, leggi sulla riforma dell'agricoltura con tutto quello che comporta per un settore primario della nostra economia.
Vedete, qualcuno tende a confondere il momento nazionale con il momento regionale. Qui esiste il Gruppo Riformatori Sardi, che ha aderito a quella Scelta civica che vede il Presidente Monti guidare, assieme anche ad altri partiti che sono qui presenti, U.D.C. e FLI, una coalizione che propone un metoddo, un nuovo modo di essere presenti nelle istituzioni per rappresentare degnamente la società, cosa che spesso invece abbiamo visto declinare su posizioni populistiche e certamente non affini alle attese della gente, quelle reali, quelle che si toccano.
Vorrei che si facesse una distinzione seria e chiara: noi non siamo in Giunta con i nostri Assessori e con un candidato che è vicino alle nostre posizioni, ma siamo in Giunta convintamente, perché ancora la sosteniamo, richiedendo però con somma attenzione, spero che il Presidente l'abbia colto, che si faccia una verifica seria e puntuale dopo il voto, con chiarezza, delle cose che sono da fare. Ricordo che (è da due anni che qui lo dico) forse era opportuno scegliere quattro o cinque cose da fare, e poi andarcene a casa, perché un Consiglio che non risponde alle esigenze, al di là che esista una maggioranza coesa, non risponde a quello che…
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Penso che i presentatori della mozione abbiano, per usare un'espressione calcistica, fatto davvero un autogol, perché forse, con questa mozione, loro palesano la sfiducia che hanno in se stessi. Con questa mozione, oggi, volendo far emergere contraddizioni all'interno della maggioranza, hanno fatto emergere innanzitutto, questo sì che mi trova d'accordo con alcune considerazioni fatte dall'onorevole Maninchedda a proposito della crisi della politica, hanno fatto emergere, dicevo, la questione delle questioni, perché la classe politica davvero ha perso mordente, la classe politica oggi è investita da uno tsunami, perché oggi prevale un sentimento di antipolitica, consentitemi davvero di ritenere che il contributo fattivo lo stiamo dando un po' tutti e lo danno, in particolar modo, iniziative come questa mozione che è stata presentata oggi.
Per carità rientra nelle prerogative dell'opposizione, è nel loro diritto-dovere farlo, oggi si è cercato di mettere a nudo i punti deboli, come dicevo prima, di questa maggioranza… ma, chiedo scusa, colleghi!
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, ho già dato indicazioni ai commessi di pregare i colleghi…
PITTALIS (P.d.L.). Il problema è che sono anche i colleghi del mio Gruppo! E' quello che mi dispiace!
PRESIDENTE. Lo so. Onorevole Pittalis, ho già dato indicazioni. Grazie.
PITTALIS (P.d.L.). C'è anche l'onorevole Mario Diana, ma non è nel mio Gruppo, non è più nel mio Gruppo, e non è neanche nel P.d.L. per quello che ho oggi ho sentito, perché il P.d.L. ha un'altra linea differente da quella dell'onorevole Mario Diana.
Dicevo che, intanto nessuno dell'opposizione che è intervenuto ci ha chiarito uno dei problemi cardine; scusate, ci volete spiegare perché l'opposizione è così sfilacciata? Prima di porvi il problema in casa nostra di che cosa sta succedendo, qualcuno ci vuole spiegare perché arriva una mozione solo sottoscritta da otto componenti dell'opposizione e non da tutta l'opposizione? Qualche problema ci sarà, non penso che sarà la dimenticanza di una firma! Ecco, questa per voi è la dialettica. Allora, scusate, prima di entrare a gamba tesa nella casa altrui, ponetevi i problemi prima all'interno vostro e vi assicuro che poi possiamo, com'è stato fatto anche da chi mi ha preceduto dai banchi della maggioranza, dare anche qualche risposta. In un momento nel quale molti si riempiono la bocca della necessità, non solo di ridare dignità alla politica, ma anche di razionalizzarne i costi, vi chiedo e mi chiedo se una liturgia inutile come questa, di questa mattina, una mozione dal contenuto evanescente che non dà assolutamente nessuna risposta ai bisogni dei sardi, beh, rappresenti oggi un costo, costo che deve sopportare la collettività sarda.
Questo noi inizieremo anche a denunciare, perché c'è un certo perbenismo, c'è un certo moralismo, c'è una certa etica della responsabilità politica che viene sbandierata a manca e a destra, senza essere poi conseguenti, come questa mattina. Che cosa nasconde questa mozione? E' evidente, è evidente che nasconde la strumentalità, anche la debolezza di chi probabilmente ha più di un affanno elettorale e ha la necessità, onorevole Gian Valerio Sanna, che domani sul giornale si possa dire che qualcuno ha sfiduciato o ha tentato di sfiduciare Cappellacci, perché questo probabilmente potrebbe fare audience e potrebbe portare qualche voto alla causa. Questo è dunque il portato di un'iniziativa che ci vede oggi qui ingessati, quando sui problemi che noi dovremmo affrontare, quelli dello sviluppo, quelli del lavoro, il problema della zona franca, sul quale è utile il confronto, non lo liquidate, colleghi, con le battute che ho sentito questa mattina, perché queste sono sì le battaglie di retroguardia, noi dovremmo semmai trovare unità di intenti, così come sulle altre vertenze che, chissà come, non sono state neppure citate, e sembra che, in questi quattro anni, qualcuno abbia la memoria corta da non richiamare alcuna delle cose che sono state fatte.
Il presidente Cappellacci, lo voglio dire con grande chiarezza, è e continua a essere il leader di questa maggioranza, piaccia o non piaccia, questo è il senso di una maggioranza che, finché dura e finché c'è nei numeri e nella qualità anche dell'azione di governo, non è assolutamente messo in discussione. Questa è la posizione del P.d.L. ma non per fare una sorta di adesione fideistica alla cieca, assolutamente! Lo diciamo con grande chiarezza: lei, presidente Cappellacci, sta facendo un ottimo lavoro. C'è necessità sicuramente, subito dopo le elezioni, di rilanciare; noi non siamo distruttivi o diciamo che chiudiamo così l'esperienza, chi ha avuto, ha avuto, e oggi tanti che si ergono a grandi censori, no, noi le diciamo di andare avanti, le chiediamo certamente, nel confronto con le altre forze politiche di maggioranza, nel dialogo che dovrà continuare ora, come dopo le elezioni politiche, di rivedere anche la sua squadra di governo, se necessario.
Non abbiamo assolutamente alcun tipo di preclusione, anzi siamo assolutamente certi che, con un rilancio dell'azione politico-programmatica e anche con una revisione della sua squadra di governo, possiamo completare il programma di governo, possiamo sicuramente raccogliere il frutto di un lungo e faticoso lavoro che lei sta portando avanti e che ha il solo limite, purtroppo, della comunicazione all'esterno, forse i colleghi non sanno il ruolo che, in campo anche europeo, ha assunto il presidente Cappellacci, il ruolo che ha assunto proprio con riferimento all'insularità, il ruolo che ha assunto nei consessi che contano e non minimizzati ai risultati che si portano a casa come delle notizie strumentali perché questo è davvero un rendere ancora una volta uno scarso servizio almeno alla verità, così come tutti quanti la conosciamo.
Chiudo dicendo che i problemi nella maggioranza c'erano, ci sono, sono certo che li affronteremo, li affronteremo con il senso di responsabilità che oggi tutte le forze hanno dimostrato. Allora, presidente Cappellacci, le chiediamo di andare avanti ma le chiediamo anche, in quest'ultimo anno, di iniziare a creare le condizioni e le premesse perché questa maggioranza, questa squadra, possa candidarsi anche per la prossima legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi dispiace per i sardi se si avvereranno gli auspici del collega Pittalis!
Stamattina l'onorevole Uras, illustrando la mozione, ci ha ricordato di averla inviata a tutti i Gruppi perché gli stessi la valutassero; mi chiedo, e lo chiedo all'onorevole Uras, ma davvero si può pensare che i Gruppi di maggioranza, seppure avessero deciso di porre fine a questa legislatura, avrebbero regalato ad altri questa determinazione? Non credo proprio. Infatti è quello che sta avvenendo in queste ore e che avverrà tra qualche minuto. Perciò, senza polemiche, rispondo anche a Pittalis, con grande onestà intellettuale, per il futuro, auspico un miglior coordinamento tra le forze del centrosinistra, tuttavia, per quanto ci riguarda, il Partito Democratico non potrà che essere coerente e consequenziale all'azione che abbiamo svolto in questi quattro anni, pertanto noi voteremo convintamente a favore della sfiducia nei confronti del Presidente della maggioranza del centrodestra e non già per le ragioni che ha ricordato in particolare l'onorevole Uras nella parte riferita ai Riformatori. Ho già detto ai Riformatori, mi dispiace, onorevole Franco Meloni, con grande rispetto, ne comprendo probabilmente il fastidio, però mi permetta di dirle, per l'ultima volta, che il Presidente della Repubblica è probabile che abbia anche qualche altro problemino da affrontare in questi giorni e in queste settimane e potrebbe non avere il tempo di dedicare l'attenzione dovuta al vostro appello per sciogliere il Consiglio regionale della Sardegna.
C'è un modo comunque per ottenere quel risultato, i Riformatori, per primi, escano, non solo dalla maggioranza, si dimettano da consiglieri regionali, io sono certo che questo atto non resterà un atto isolato, vi sfido a farlo ed è probabile che si ponga fine una volta per tutte a questa agonia che sta distruggendo anche il futuro di quest'isola. Vi aspettiamo su questo terreno.
Voi del centrodestra, l'hanno fatto autorevoli rappresentanti, l'hanno fatto anche i colleghi Meloni e Dedoni, avete cercato oggi di scaricare la vostra responsabilità, il vostro fallimento, sull'intero Consiglio regionale, ma di che cosa state parlando? Voi avete una maggioranza bulgara! Potevate fare tutto quello che volevate, potevate presentare proposte di legge, disegni di legge, portarli in aula, anche con l'opposizione in trincea, avevate una maggioranza bulgara per approvare tutto! Non avete approvato nulla perché non avete uno straccio di idea! E oggi cercate di scaricare la responsabilità sul centrosinistra e sul partito maggiore del centrosinistra! E' un'operazione, permettetemi, ignobile, che testimonia l'assenza di un minimo di etica di responsabilità istituzionale e, permettetemi ancora, anche qualcosa che non vorrei dire perché non vorrei offendere in particolare chi non è intervenuto in quest'Aula e non vado oltre, perché il Partito Democratico, il centrosinistra, ha presentato proposte di legge, mozioni, tanto vituperate ma che hanno consentito a quest'Aula di affrontare alcune questioni perché senza quelle mozioni non se ne sarebbe nemmeno discusso, non ci sarebbe stata traccia di un minimo di discussione in quest'Aula!
Abbiamo garantito tante volte il numero legale nelle Commissioni, in tutte le Commissioni, senza la nostra presenza tante Commissioni non si sarebbero potute riunire, non avrebbero potuto svolgere il compito demandato loro! Ma di che cosa state parlando? Dovete vergognarvi! Voi siete in 53! L'opposizione ha 27 consiglieri, poi in corso d'opera si è aggiunto qualcuno ma avete 53 consiglieri regionali e volete scaricare la responsabilità sul centrosinistra! Dovete vergognarvi e prendere atto del fallimento!
Per queste ragioni votiamo, perché il centrodestra, incapace, ha messo in ginocchio questa Regione sul piano economico, sociale, in tutti i settori, lo hanno ricordato altri, non voglio ricordare tutte le questioni che sono lo specchio di questo fallimento di questi quattro anni: dalle entrate al patto di stabilità, le vertenze industriali, la continuità territoriale, i commissariamenti, che avete assunto come metodo di governo; avete cancellato tutta la politica di programmazione e di pianificazione in tanti settori, l'avete ereditata e poi l'avete cancellata con la logica dei commissariamenti che vi servivano per tenere in piedi una maggioranza che sin dall'inizio non si è retta, e volete scaricare su altri questa responsabilità!
Voglio dire anche un'altra cosa: oggi ci sono autorevoli rappresentanti del centrodestra candidati alle elezioni politiche. Si scordi qualcuno dei candidati, se resta nel centrodestra oggi, di pensare davvero di passare nel centrosinistra tra qualche settimana! Se pensa questo, si dimetta oggi! Nessuno è disponibile ad accettare una cosa del genere, sia chiaro!
(Interruzione)
Non ho detto al governo, ho detto che non può passare al centrosinistra chi oggi resta nel centrodestra. Io non sono cattolico, so che ci sono candidati cattolici, può essere anche lo spirito francescano che, pur sapendo di non vincere, magari vuole spostarsi, anche a quello dico che, indipendentemente da come andranno le elezioni, non si sogni di passare nel centrosinistra se non abbandona il centrodestra oggi. Sempre per essere molto chiari!
Detto questo, presidente Cappellacci, l'ISTAT, non parlo io, chi parla non è un covo di bolscevichi del PD o di una parte di esso, scusate, l'ISTAT in questi giorni ci ha ricordato che, in quattro anni, ci sono state 37 mila unità in meno nell'industria, 4 mila in meno nell'agricoltura, la disoccupazione al 18 per cento, 7 punti in più di quella nazionale, sono 100 mila i sardi (mi dispiace che manchi Liori) scoraggiati che non cercano più lavoro, sono più di 200 mila quelli che chiedono lavoro in questa regione. Per questa gente, presidente Cappellacci, servono misure coraggiose, straordinarie ed eccezionali: dove sono? Abbiamo un Assessore del lavoro che non si rende conto e non garantisce la presenza della Regione Sardegna nei tavoli nazionali in cui si discute di queste questioni e dove si dovrebbe recuperare qualche risorsa. Servono 240 milioni per rispondere a questa gente e ne avete soltanto 87, ce n'è solo un terzo: i due terzi come li recuperate?
Ecco, queste sono le ragioni per cui noi votiamo favorevolmente alla mozione di sfiducia, perché davvero, se avete a cuore quest'Isola, indipendentemente dalla mozione di sfiducia, dovreste guardarvi in faccia e dire: "Abbiamo fallito, lasciamo il passo ad altri".
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, onorevoli colleghi, ho un profondo rispetto per quest'Aula, per la sua storia, per ciò che rappresenta per i sardi, ed è proprio per questo motivo che ritengo che gli argomenti che dovremmo discutere in quest'Aula, sui quali dovremmo confrontarci, scontrarci e forse talvolta persino essere uniti, dovrebbero essere ben altri.
La genesi di questa mozione è nota a tutti, gli stessi proponenti non ne hanno fatto mistero, al di là del dovere di dare un fondamento di carattere formale al documento. Se guardiamo alla sostanza, ancora una volta il rischio è che tale atto porti con sé un messaggio che, forse, vale qui all'interno di quest'Aula, vale per la politica, ma non ha alcun significato all'esterno di queste mura. Esattamente come non hanno alcuna rilevanza, per il mondo esterno, i toni inquisitori, impropri, di questa sede, e alcune sfumature che confinano e sconfinano nel campo del livore personale. Uno di voi, non dirò chi è, mi ha mandato un messaggio durante il dibattito, il messaggio diceva: "Fiele, nessun argomento, quattro chiacchiere demagogiche e una buona dose di veleno", se dicessi chi è vi meravigliereste, ma non lo faccio.
Per il rispetto che porto verso l'istituzione del Consiglio regionale, non intendo in ogni caso sottrarmi al dibattito, anzi, come sapete, non appena la Presidenza del Consiglio ha comunicato la presentazione ufficiale della mozione e chiesto la disponibilità, ho dato subito la massima disponibilità perché potesse essere discussa in tempi brevi.
Nel documento ricorre più volte il termine "inconsistenza": poiché in quella che chiamo la mia precedente vita, e alla quale aspiro di tornare, quella di libero professionista, mi sono occupato di numeri più che di parole, ricordo bene che in matematica l'inconsistenza è la contraddittorietà di un sistema di postulati.
Cari colleghi, la coalizione di centrodestra e sardista, che si è presentata alle elezioni del 2009, si è presentata come un'entità diversa rispetto al quadro politico nazionale, non solo ha unito forze politiche che a Roma erano e sono separate, come il Popolo della Libertà e l'U.D.C., non solo ha stretto un patto forte con il Partito Sardo d'Azione, ma questa alleanza ci ha visto stringerci insieme ai Riformatori, a M.P.A. e a U.D.S.. Per questo motivo, il fattore autonomista è un elemento genetico della nostra coalizione e non certo qualcosa di sopravvenuto successivamente per caso o per puro e semplice calcolo elettorale; è un elemento che ha qualificato la nostra azione politica sin dal principio e che è emerso, con maggior risalto, man mano che la contrapposizione con lo Stato centrale si è fatta più aspra. Abbiamo sempre posto sopra tutte le bandiere di partito un unico vessillo, la bandiera con i quattro mori, quella di tutti i sardi, non l'abbiamo ammainata o issata a seconda delle maggioranze che si sono alternate al Governo di Roma.
Lo abbiamo visto in numerose occasioni: quando l'ENI voleva disimpegnarsi e trasformare Porto Torres in un deposito; in occasione del referendum sul nucleare; sulla vicenda Tirrenia; sulla vertenza entrate, in particolare nei principali due punti di essa, la vertenza entrate e il Patto di stabilità; e in molti altri casi. Non è un caso se finalmente sono arrivate alla Sardegna le prime somme dovute alla nostra Isola in base al nuovo testo dell'articolo 8 dello Statuto. Lo Stato, rimasto a lungo un debitore insolvente, non è stato preso purtroppo da uno slancio di generosità, sono i nostri ricorsi alla Corte costituzionale e le sentenze che hanno portato questo risultato, abbiamo persino dovuto mandare l'ufficiale giudiziario a Palazzo Chigi!
Altro che inconsistenza! Abbiamo elevato il livello dello scontro e ottenuto un risultato storico, abbiate il coraggio di riconoscerlo con onestà intellettuale e con lo stesso spirito con cui noi riconosciamo il risultato della modifica dell'articolo 8 dello Statuto, una battaglia di tutti i sardi sulla quale non venne mai meno l'appoggio del centrodestra.
Usciamo dalla finzione, usciamo da una politica in cui tutti urlano tappandosi le orecchie, dalla contrapposizione fine a se stessa e riscopriamo quella legittimazione reciproca indispensabile a ripristinare l'agibilità dell'agone politico. Ci vuole più coraggio per essere uniti che per dividersi; ci vuole più coraggio per portare avanti l'interesse della collettività che per difendere quelli della fazione politica, della categoria, di quella porzione ben individuata o ben individuabile dell'elettorato.
Abbiamo bisogno di molto coraggio perché questa partita non è conclusa, dobbiamo giocare tutto un secondo tempo che si chiama Patto di stabilità. Come ben sapete, tale nodo è ancora calibrato su parametri ormai obsoleti e precedenti alla riforma dell'articolo 8 dello Statuto, ecco perché vincola l'attività della Regione e conseguentemente anche quella dei Comuni, di tutti coloro i quali sono in prima linea sul fronte di questa crisi drammatica che il nostro Paese e la nostra terra di Sardegna sta vivendo. Nonostante, rispetto al vecchio regime finanziario, le entrate regionali siano cresciute di circa 1 miliardo e 600 milioni, al netto delle maggiori spese sanitarie e di quelle per trasporti e continuità territoriale, e sebbene la Corte costituzionale abbia già riconosciuto il diritto della Regione a ottenere l'adeguamento del proprio livello di spesa, lo spazio finanziario, ovvero i tetti di spesa, riconosciuti attualmente alla Sardegna, paradossalmente risultano di gran lunga inferiori a quelli assegnati alla Regione nel 2009; quindi, nonostante la crescita delle entrate, per effetto delle misure scaturite dalle manovre statali, la spesa regionale anziché crescere dovrebbe diminuire. Così come non può essere sottovalutato l'aspetto relativo all'ultimo ricorso, e non solo a esso, quello delle riserve erariali; con questo istituto, lo Stato riserva a se stesso una parte di gettito tributario che statutariamente spetterebbe alla Regione.
Sono battaglie che riguardano solo il sottoscritto e l'attuale maggioranza o non riguardano forse tutti i presidenti e tutte le maggioranze che si succederanno alla guida della Regione e pertanto sono battaglie di tutti i sardi? Se la risposta è quella giusta, se si ricorda che il Patto di stabilità incide nella carne viva della nostra società e che questi fondi vengono sottratti alla nostra comunità, alle famiglie, alle imprese, allora appare chiaro che mozioni, come quella odierna, non rappresentano una risposta congrua alle domande che ci vengono poste fuori dal palazzo. Non è per capriccio o per pigrizia che non è stata presentata la finanziaria, che in questi anni, è bene ricordarlo, è sempre stata portata nei termini, contrariamente a quello che succedeva nelle legislature precedenti. Per effetto delle manovre statali di contenimento della spesa pubblica, l'ammontare degli impegni dei pagamenti ammissibili ai fini del rispetto del Patto di stabilità 2013 risulta ulteriormente ridotto rispetto all'anno 2012. L'attuale manovra può al contempo (nel momento è in fase di definizione l'ammontare delle compartecipazioni erariali) contare su un ammontare di risorse regionali in conto competenza, senza considerare i limiti del Patto di stabilità, pari a 6365 milioni di euro con un decremento in termini percentuali, rispetto alle previsioni dell'anno precedente, pari al 7 per cento, in termini assoluti pari a 503 milioni di euro.
Allora c'è o non c'è un problema? Dobbiamo far finta che non ci sia? Sapete bene che non è possibile, perché quando usciamo da qui dobbiamo dare delle risposte, risposte non sul solito balletto di accuse reciproche che hanno nauseato l'opinione pubblica. Vorrei ricordare anche, a proposito di correttezza e di verità, che quelle risorse, che si riferiscono ai 300 milioni aggiuntivi che sono stati attribuiti dal Consiglio d'Europa, sono previste espressamente al punto 44 dell'Intesa che è stata sottoscritta dal Consiglio d'Europa, e che dice esattamente, mi scuserete se la richiamo nella lingua originale: "44. Outermost regions and northern sparsely populated NUTS level 2 regions will benefit from an additional special allocation with an aid intensity of EUR 30 per inhabitant per year. It will be distributed per region and Member State in a manner proportional to the total population of these regions. The special situation of island regions also needs to be taken…" in the same "account".
Allora, siccome temo che magari l'onorevole Diana non mi capisca, glielo traduco, significa che la previsione, che è fatta esattamente per le Regioni ultra periferiche del Nord Europa, è stata estesa anche alle isole, che piaccia o che non piaccia, dovrebbe essere un motivo di rallegramento anziché di critica. E occorre altrettanto coraggio…
(Interruzioni dei consiglieri Capelli e Sanna Gian Valerio)
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Non è solo la mia idea, basta vedere anche le agenzie di stampa internazionali!
Occorre altrettanto coraggio per portare avanti un percorso di riforme di semplificazione e snellimento della macchina politico-amministrativa che non può essere rinviato. Sono processi inesorabili, sta a noi, come classe dirigente, governarli o subirli, noi abbiamo scelto di non subirli. Anche in questo caso il Consiglio e la Giunta hanno compiuto scelte coraggiose. Nella mozione si parla di province, di consigli di amministrazione e di altri aspetti, si rimprovera un ritardo, ma in realtà il ritardo è quello accumulato in precedenza. Conosciamo le difficoltà di questo percorso ma non ci risulta che altri abbiano messo mano a questioni scottanti come queste e intrapreso iniziative in questo senso. Non ci siamo limitati alla pura e semplice gestione del quadro esistente e non intendiamo limitarci neppure nell'anno che manca alla fine del mandato.
Per questo è limitativa l'espressione contenuta nella mozione, non ci si può limitare alla difesa del sistema produttivo esistente ma occorre promuovere nuove occasioni per le imprese e per l'occupazione. Per quanto riguarda il primo aspetto non si può certo rimproverare a questa Giunta alcuna mancanza sulle centinaia di vertenze affrontate. Per quanto attiene al secondo aspetto, i progetti di filiera per il Sulcis e per tutte le aree di crisi sono e restano fatti oggettivi.
C'è un'altra battaglia sulla quale sarebbe bene andare oltre gli steccati politici tradizionali, quella per la zona franca. E' un altro tema che riecheggia da decenni nella politica sarda senza aver trovato ancora una soluzione definitiva. Abbiamo deciso di riprenderla esattamente come abbiamo fatto con altre questioni giacenti da troppo tempo, tanto da generare uno spirito di rassegnazione. Abbiamo voluto interpretare una rinnovata sensibilità sulla questione, dimostrata anche dai numerosissimi pronunciamenti dei comuni della Sardegna e ci siamo rivolti a Bruxelles. Abbiamo adottato una delibera di attivazione della zona franca per la Sardegna e isole minori circostanti indirizzata direttamente all'Unione europea. La delibera non solo dà gambe alla volontà popolare ma fa riferimento al decreto legislativo numero 75 del 1998 che dà attuazione dell'articolo 12 dello Statuto speciale.
La comunicazione tiene conto altresì della sentenza della Corte costituzionale secondo la quale non spetta allo Stato modificare, integrare o dare esecuzione alle norme di attuazione delle leggi istitutive delle Regioni a Statuto speciale. Inoltre la delibera prevede di comunicare, all'autorità europea e a quelle doganali nazionali e regionali, la volontà di rendere immediatamente operative sul territorio dell'intera Isola le prerogative già individuate nel Regolamento CE con una perimetrazione coincidente con i confini naturali dell'isola e delle sue isole minori circostanti. Tale azione è finalizzata anche alla modifica dell'articolo 3 del Regolamento CE, numero 450 del 2008, visto che non si inserisce nello stesso articolo il territorio della Sardegna e delle sue isole minori circostanti quale territorio extradoganale dell'Italia, il che avviene sicuramente per un errore materiale, provvedendo a pubblicare questa integrazione sulla prossima Gazzetta Ufficiale europea.
In altre parole, la comunicazione dell'attivazione della zona franca nel territorio dell'Isola di Sardegna, nel rispetto della volontà popolare espressa con oltre 240 deliberazioni dei consigli comunali, nasce dalla necessità di rilevare un errore materiale avvenuto nel Regolamento vigente che non ha tenuto conto della normativa in vigore compreso il decreto legislativo numero 75 del 1998; poiché è ancora in discussione il progetto di riforma del codice comunitario, che non può ignorare ancora una volta la normativa vigente, conferma la positività della nostra azione.
Le polemiche dei giorni scorsi sembrano nascere quasi dalla preoccupazione del consenso che si può raccogliere attorno a questa battaglia piuttosto che su motivazioni fondate. A chi parla di ritardi, a chi ci attacca per questo, mi verrebbe da chiedere perché non ha speso tante energie e non ha fatto uso della copiosa documentazione, di cui dispone, nella precedente legislatura. Anche in questo caso però vogliamo essere diversi, innovativi, rompere vecchie logiche, non rispondere come qualcuno si aspetta e dire invece che questa battaglia vale la pena di condurla insieme. Noi ci crediamo e la porteremo avanti perché è la giusta compensazione per quel limite oggettivo rappresentato dall'insularità e perché può rappresentare un potente propulsore per la nostra economia, è lo spirito autonomistico che ispira la nostra azione politica e intendiamo proseguire su questa strada a prescindere dal colore politico del governo che si insedierà a Roma. Esso non è solo elemento genetico della coalizione di centrodestra e sardista, ma è elemento funzionale che caratterizza le dinamiche della nostra attività politica.
Ecco perché la nostra linea è coerente, perché non vi è contrapposizione e perché invece c'è una posizione solida, confermata dalle azioni portate avanti con i comportamenti di ogni giorno. Siamo nati autonomisti, continueremo a essere qualcosa di diverso dal quadro politico nazionale e continueremo con impegno, orgoglio, idee, passione e determinazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, troppe definizioni per questa mozione: elettoralistica, inopportuna, inutile, scontata, strumentale. Questo significa che la muffa che si è formata su alcune forme della politica deve essere lavata a varecchina per riportare a lucentezza quello che c'è sotto. Strumentale, elettoralistico, inutile, è stato il motto dei Riformatori, fatto a proclama, ripreso dalla stampa che aveva un obiettivo, quello di far sciogliere il Consiglio regionale per inadempienza, salvo poi contraddire tutto con un bellissimo intervento dell'onorevole Meloni nel quale si è detto: "Stavamo scherzando, Presidente, questo Consiglio funziona benissimo!". Funziona benissimo alla sua guida, funziona benissimo grazie a una grande maggioranza che non si contraddice, ma valgono, valgono, le nuove manifestazioni che si sono avute in quest'Aula, di contrasto nei confronti della sua Giunta, dei suoi comportamenti. Vale la dichiarazione dell'onorevole Maninchedda, valgono i silenzi che ci sono stati, valgono i modi contradditori con i quali si sono manifestati i Riformatori, valgono soprattutto le defezioni della sua maggioranza, fatte da Assessori che hanno responsabilità rilevanti, l'Assessore del bilancio che partecipa insieme ai Riformatori a una coalizione che contrasta il presidente del Consiglio Berlusconi, contrasta il suo partito, le sue politiche, la sua coalizione elettorale, contrasta lei!
E' di queste ore: pare che l'onorevole Berlusconi abbia annunciato la moratoria per le tasse in Sardegna, non si pagherà più una "lira"! Noi non ci crediamo ma, se ci vuole restituire qualcosa delle entrate, cosa che io dubito, qualora abbia la possibilità di farlo, che lo faccia, in qualunque modo, anche in natura, con arance, succhi di frutta, strumenti di lavoro, che lo faccia! Perché, al di là delle promesse, Presidente, delle dichiarazioni, delle contraddizioni, del "ci alziamo da questa poltrona se non si fa questo", poi invece in questa poltrona ci stiamo bene e comodi tutti quanti! Questo è ciò che rende triste il rapporto con i cittadini e con gli elettori.
C'è un dato che questa mozione ha rilevato: lei, Presidente, la maggioranza, la fiducia della maggioranza, delle componenti della sua coalizione, la fiducia della maggioranza, dei consiglieri regionali di questo Consiglio regionale, l'ha già persa! Non c'è! Non stanno rimanendo, non votano la fiducia per conservare lei alla guida della Regione per fare chissà quale programma, lo stanno facendo casomai per salvare questa sedia, la loro! Quindi, non ce n'è! Presidente, all'indomani delle elezioni guarderanno i risultati, vedranno se sono stati eletti in qualche schieramento avversario, faranno i conti e le porteranno, loro, la mozione di sfiducia, che non sarà elettoralistica, non sarà strumentale, non sarà inutile, lei non ce l'ha da oggi la maggioranza, lei non ce l'ha da oggi la fiducia, al di là di quello che si voterà!
Se io fossi in lei, ne prenderei atto. Non si tratta di inconsistenza, di astrattezza, di incapacità; si tratta di tutto messo insieme, anche con l'inconcludenza. Lei si è agitato tanto, anche in questi giorni si agita, dirama continuamente comunicati e il risultato è evidente: la Sardegna è più povera, i disoccupati sono aumentati, il bilancio della Regione si è eroso, la funzionalità dell'amministrazione pubblica regionale e locale è tracollata, fra qualche settimana le province verranno cancellate e finiremo nel caos devastante di un sistema autonomistico completamente smantellato, senza alcun progetto alternativo di ricostruzione!
Lei ha già fallito! E' nelle cose, si legga anche solo i giornali, anche le dichiarazioni che vengono emanate di ora in ora, di minuto in minuto, da parte di quelli che stanno cercando voti, non per il suo partito, ma per altri partiti e per altre coalizioni! Sono contento oggi perché abbiamo ottenuto un altro risultato; noi, onorevole Capelli, un altro risultato lo abbiamo ottenuto, abbiamo finalmente capito che chi non si alza oggi dalla sedia (onorevole Diana, io la ringrazio), chi guarda a Roma in un modo e a Cagliari in un altro, non è accettato nella prossima coalizione di centrosinistra che governerà la Regione, perché i trasformismi non sono tollerabili, e non sono tollerabili per salvare le istituzioni democratiche, non la politica, non chi fa la politica, ma le istituzioni democratiche!
Lei non ha saputo rispondere alla mozione, ancora una volta è stato debole, è andato a leggere una cosa in inglese per rispondere a una "polemichetta" di 300 milioni. Ma se ci portano via 2 miliardi e 500 all'anno, ma se ci hanno portato via 2 miliardi di nuove entrate, ma di che cosa parliamo? Li lasci al mare del Nord i 300 milioni! Onorevole Diana! Noi vogliamo il resto, e lo vogliamo n rapporto col Governo, che lei ha voluto gestire da solo! Ed è per questo che è debole, perché noi abbiamo fatto i pronunciamenti unitari, eravamo qua disponibili tutti e noi non siamo mai strumentali, mai, siamo seri. Lei ci ha rinunciato, perché tutto chiudeva nel rapporto con i Ministri del Governo Berlusconi, con i Ministri del Governo Monti, siete andati dalle "sfingi", vi siete fatti ricevere, quelli vi hanno detto "a perdonare", siete tornati qua, grande vittoria, e poi abbiamo fatto le riunioni con i parlamentari, e poi abbiamo mandato le cartoline, cioè, tutta una serie di cose che la rendono inconcludente rispetto all'esito: l'esito è un fallimento!
Colleghi, qua si vota, chi vota vota, e rimane segnato, lo diciamo a quelli che ogni tanto hanno, come dire, una sorta di sussulto e dicono: "Basta, la Sardegna non ne può più!". No, qua si vota e si vota, chi decide di rimanere attaccato alla sedia, è una sedia che scotterà.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI). Il mio intervento è sull'ordine dei lavori, in quanto è legato a una situazione per la quale ho l'esigenza di chiedere alla Presidente di mantenere fede a un impegno che è stato assunto ieri. C'è una situazione difficile per gli ex INEOS, che sono nei Silos. Sulla stampa di oggi e alla televisione, ieri sera, dopo la visita che ha fatto l'onorevole Diana, è stato detto che oggi ci sarebbe stato un incontro con i Capigruppo. Io ho parlato con questi lavoratori, mi sono fatto carico di sentire anche il Presidente perché desse la sua disponibilità a questo incontro, anche per questioni di chiarezza, poi ho verificato che i Capigruppo non erano informati. In questo momento sembra che i Capigruppo che diano la disponibilità per tenere questo incontro con gli ex INEOS; il Presidente poi deciderà un ulteriore incontro attraverso i due Assessori competenti, però, se ci fosse questa possibilità, in un'interruzione, appena finita la seduta, sarebbe opportuno, perché è una situazione di estremo disagio e i lavoratori sono tutti uguali, quelli della Carbosulcis e quelli della ex INEOS, o altre strutture similari. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Oppi. Se i Presidenti di Gruppo sono d'accordo, adesso proseguiamo, votiamo la mozione e, a fine seduta, incontriamo la delegazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ha già risolto lei, Presidente. Il mio intervento tendeva a dirle che sosteniamo questa proposta dell'onorevole Oppi.
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 235. E' prevista la votazione per appello nominale.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto favorevole a questa mozione di sfiducia. Non è che la replica del Presidente mi abbia fatto cambiare idea, anzi, mi ha rafforzato nei miei convincimenti. Presidente, questo non è più il tempo degli impegni, se mai lei fosse credibile, questo è il tempo dei bilanci. Qualora lei non si fosse accorto, sono trascorsi quasi quattro anni dalla sua elezione. Lei non è più credibile perché non è stato mantenuto alcun impegno in questi quattro anni! E l'elenco sarebbe lungo, potremmo parlare di continuità territoriale, di politiche industriali, di politica delle entrate, ma la cosa più drammatica è che, in questi anni, non c'è stata alcuna idea. Valga per tutti, qualsiasi cittadino può farlo, con la verifica delle leggi che sono state approvate in questa legislatura, non tanto sul numero, che già sarebbe indicativo, quanto sulla qualità, non c'è alcuna legge di riforma! E poi qualcuno ci vuole anche far credere, o vuole far credere fuori da quest'Aula, che la responsabilità può essere addebitata a chi siede in questi banchi del Consiglio.
Con la maggioranza che lei ha avuto in questi anni, Presidente, se avesse avuto anche una sola idea per la Sardegna, avrebbe rivoltato la Sardegna come un calzino, ma è l'idea che è mancata, la maggioranza c'era. Ecco, oggi viene meno anche quella. Non mi preoccupano neanche tanto i numeri che da quest'Aula emergeranno alla fine di questa giornata e per la votazione di questa mozione; probabilmente questi numeri ci saranno ancora, qualcuno si sta già "sfilando", ma quella che manca, Presidente, non è la fiducia di quest'Aula, quella che manca è la fiducia della gente, la gente della Sardegna non la segue più.
Poi, certo, arriverà oggi, verrà respinta questa mozione, perché c'è uno spirito di sopravvivenza, ma anche perché, comunque, quello che gli verrà dato non sarà un voto di fiducia, sarà un voto alla non sfiducia, che ha un significato diverso, è solo spirito di sopravvivenza di molti che stanno in quest'Aula, di una maggioranza che sa già di non essere più maggioranza nella nostra Isola, ed è chiaro che allungherà di più il tempo per misurarsi con gli elettori. Passerà il tempo, però, non vi farà acquistare una maggioranza con gli elettori, ma aumenterà la sfiducia che gli elettori hanno nei vostri confronti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, intervengo perché, ancorché indirettamente, siamo stati tirati in ballo in vari interventi. Perché il nostro silenzio? Il nostro silenzio è determinato semplicemente dalla circostanza che ci piace parlare di problemi concreti, di cose concrete, che ci piace parlare delle questioni che creano lavoro, fare provvedimenti che assicurano il lavoro alle categorie più svantaggiate; questi sono gli argomenti di cui ci interessa parlare in quest'Aula. Ci interessa parlare di programmi e di idee, che noi abbiamo sempre sostenuto e sempre avanzato, e, aggiungo, sempre portato avanti con coerenza e mantenendo fede agli impegni presi.
E' vero, onorevole Cuccu, ci sono impegni non rispettati, certo non da parte nostra; quando noi abbiamo preso un impegno, a qualsiasi livello, con incontri sindacali o con i Capigruppo in quest'Aula, non c'è una sola volta in cui non li abbiamo mantenuti. Altrettanto non posso dire per altre forze politiche, che regolarmente prendono gli impegni e un minuto dopo li disattendono. Siamo presenti in quest'Aula, come al solito, a differenza di altri Partiti, tutto il mio Gruppo è presente, siamo in nove, manca solo un componente che ha problemi personali di salute. Per il resto, ancora una volta, ci vantiamo di assicurare una presenza costante in quest'Aula.
Però, ripeto, parliamo di problemi concreti, non facciamo alleanze sulle parole, facciamo alleanze sui programmi, ci confrontiamo sulle cose concrete e, quando su queste cose concrete ci sono convergenze, purché queste convergenze vadano a favore delle classi più deboli, le portiamo avanti. Così come rivendico il fatto che il mio Gruppo, ancorché aderente a un Partito nazionale, ha sempre e solo tutelato gli interessi della Sardegna; godiamo di molta autonomia e, quando questa autonomia non ci viene concessa a Roma, noi, nell'interesse della Sardegna, ce la prendiamo, così come ce la siamo sempre presa. Ricordo che l'unico parlamentare che in Parlamento ha sempre e costantemente sostenuto, dal primo momento, le ragioni della Sardegna è l'onorevole Antonello Mereu. E' ben vero che ora qualcuno si è svegliato e va in qualche pozzo a fare promesse, ma perché non l'ha fatto quattro anni fa quando poteva incidere?
Smettiamola di prenderci in giro, parliamo di problemi concreti, parliamo della Sardegna. Noi l'abbiamo fatto con coerenza e continueremo a farlo in questa legislatura; il mio Gruppo, ovvero gli esponenti che sono eletti nel mio Gruppo lo faranno anche nella prossima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo solo per richiamare la sua attenzione su un argomento che lei ha citato nella replica: le zone franche. Ha fatto riferimento agli oltre 240 deliberati dei consigli comunali, non ha fatto riferimento alla risoluzione del Consiglio regionale che, non perché assunta dalla Commissione che presiedevo, ma perché assunta all'unanimità, io le raccomando caldamente, perché è la risoluzione che più seriamente affronta questo argomento. Nella fattispecie, la strada di seguire l'emendamento del Regolamento comunitario che non annovera la Sardegna fuori dalla linea doganale, ma annovera soltanto Livigno e Campione d'Italia, a me pare una procedura debolissima. Le dico perché: quelle collocazioni fuori dal territorio, dalla linea doganale nazionale, hanno una data molto antica, alcune risalgono al 1910, cioè nascono da un'iscrizione, nei trattati internazionali, di posizioni molto consolidate, dove noi non eravamo.
Viceversa la risoluzione richiama la Giunta a fare alcune cose che, a mio avviso, sono urgenti, cioè la perimetrazione delle zone doganali (quindi la delibera di proposta delle zone doganali) e la richiesta del riconoscimento alla Sardegna, nel rapporto con lo Stato, delle stesse condizioni di vantaggio fiscale riconosciute, ai sensi della legge numero 42, al Friuli, alla Valle d'Aosta e al Trentino. Le raccomando caldamente quella risoluzione, perché quella è una risoluzione delle cose possibili subito. L'iniziativa è della Giunta. Avete preso una delibera di iniziativa di politica europea, però potete fare molto per dar corpo alle cose. Una zona doganale è già pronta, ed è quella di Cagliari, potreste andare avanti.
La richiamo ancora, quando ne avrà piacere, sull'ipotesi di portare in quest'Aula il tema del confronto col confine meridionale della Sardegna e con chi sta venendo a investire in Sardegna essendo un grande player militare e politico, non di un'area, ma del mondo.
Votazione per appello nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della mozione numero 235. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.
Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 29, corrispondente al nome del consigliere Espa.)
Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Espa.
DESSI', Segretario, procede all'appello.
Rispondono sì i consiglieri: Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zuncheddu - Agus - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario.
Rispondono no i consiglieri: Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 70
votanti 69
astenuti 1
maggioranza 35
favorevoli 26
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
Convoco l'Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Il Consiglio è riconvocato martedì 26 febbraio alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 14.
Allegati seduta
CCCLXXXII SEDUTA
Mercoledì 13 febbraio 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 06.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 19 dicembre 2012 (374), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Cossa, Marco Meloni e Matteo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 febbraio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell'area sanitaria". (483)
(Pervenuto il 12 febbraio 2013 e assegnato alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Sanna Gian Valerio - Mulas - Sabatini - Cuccu - Cucca - Manca - Cocco Pietro - Corda - Meloni Valerio - Agus - Campus - Diana Giampaolo - Cocco Daniele - Ben Amara - Diana Mario - Bruno - Porcu: "Norme urgenti per l'attuazione ed il funzionamento delle zone franche istituite nella Regione Sardegna". (482)
(Pervenuta l'8 febbraio 2013 e assegnata alla terza Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Cuccu - Agus - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sul commissariamento del Consorzio industriale provinciale del Medio Campidano - Villacidro". (1044)
"Interrogazione Cucca - Barracciu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui criteri che determinano la chiusura del centro di degenza riabilitativa di Macomer". (1045)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza CORDA sulle politiche di gestione dell'Ente foreste con particolare riferimento alle nomine e promozioni di funzionari con incarichi fiduciari o di direttori di servizio facenti funzioni e sulla discutibile gestione delle risorse umane in genere". (393/C-5.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sul nuovo decreto ministeriale in materia di diritto allo studio universitario non ancora approvato, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (236)
"Mozione DIANA Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru sulla nuova proposta di copertura del servizio postale e la definizione di una nuova rete logistica di Poste Italiane, con ricadute negative sull'occupazione degli addetti al CMP della Sardegna". (237)
"Mozione Diana Giampaolo - Agus - Cucca - Cuccu - Lotto - Moriconi - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio sul rinvio delle prove scritte dei concorsi a posti e cattedre per il reclutamento del personale docente nelle scuole dell'infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, e dei posti di sostegno". (238)
PRESIDENTE. Constatata l'assenza dei Gruppi di minoranza, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 26.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 235.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Uras - Salis - Capelli - Zuncheddu - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Mariani di sfiducia al Presidente della Regione.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PRESO ATTO che:
- rispetto allo stato di emergenza sociale ed economica in cui versa la Sardegna è evidente l'inconsistenza delle iniziative assunte dal Presidente e dalla Regione sui temi del lavoro, dello sviluppo, dell'occupazione, della scuola, della sanità e del sociale;
- l'inconsistenza ha assunto una tragica gravità nella pessima gestione della vertenza con il Governo sulle entrate, sulla difesa e sullo sviluppo del sistema produttivo ed economico della Sardegna, sulla difesa dei servizi giudiziari, dell'istruzione pubblica, della protezione civile e della sicurezza;
- tale situazione si è pesantemente aggravata a causa degli inqualificabili ritardi nel predisporre la manovra finanziaria 2013, obbligando la Sardegna, già prostrata dalla crisi economica, a tre mesi, e forse oltre, di esercizio provvisorio, creando ulteriori effetti negativi sull'economia isolana derivanti dai cronici ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione agli enti locali, alle imprese, ai cittadini;
RILEVATO che questo Presidente non appare sostenuto ormai neppure dalla sua maggioranza che anzi lo rimprovera di incoerenza nel mantenere fede alla necessaria attuazione della volontà popolare espressa con i referendum del 6 maggio 2012 ed in particolare:
1) nella abolizione dei consigli di amministrazione degli enti e delle agenzie regionali;
2) sulla Assemblea costituente;
3) sulla soppressione delle province e sul nuovo assetto istituzionale locale;
RILEVATO, inoltre, che i Riformatori sardi, importante forza politica di maggioranza, hanno fatto istanza al Presidente della Repubblica perché sia sciolto il Consiglio Regionale per l'inconcludenza del Presidente e della stessa, numericamente smisurata, maggioranza di governo alla Regione e per la mancata attuazione dei dettati referendari;
CONSTATATO che la grave inadeguatezza della maggioranza politica, della Giunta regionale e del suo Presidente, sia in fase di programmazione degli interventi che in quella della quotidiana azione di governo, ha determinato il progressivo svilimento dell'autorevolezza, della responsabilità istituzionale e del concreto funzionamento dell'autonomia regionale,
dichiara
ai sensi e per gli effetti dell'articolo 35 dello Statuto speciale di autonomia della Regione Sardegna la sfiducia al Presidente della Regione e alla Giunta regionale.(235))
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, non sfugge ad alcuno in quest'Aula l'interesse che questa mozione ha suscitato in molte parti politiche; una mozione presentata ai sensi del Regolamento, una mozione predisposta e data alla valutazione di tutti i Gruppi consiliari perché potessero sottoscriverla, dando tempi congrui sul piano politico perché potesse essere esaminata e discussa dalle parti interessate.
Una mozione che è stata scritta un sabato mattina, condivisa da formazioni politiche diverse, quelle che, tra virgolette, si considerano minori ma che sono proprio per questo molto libere, molto libere di ragionare sul merito, di indicare strade, percorsi, obiettivi nell'interesse generale piuttosto che in quello particolare.
La mozione, da che cosa parte? Parte da una polemica pubblica, Presidente, che è stata promossa (non sto qui a dire se a ragione o a torto, secondo me in parte a ragione) sull'utilità di questo Consiglio regionale. Questo Consiglio regionale, all'indomani del 6 maggio, è diventato il protagonista; per tutti coloro che se ne sono dimenticati ricordo che il 6 maggio è la data dei referendum sulle riforme della macchina amministrativa regionale, sulle riforme del sistema delle autonomie locali, sulle riforme delle modalità di elezione del Consiglio regionale e del suo funzionamento, sulle riforme che riguardano (lo dico, Presidente, perché mi pare giusto) anche i trattamenti, le indennità dei consiglieri regionali e le disponibilità finanziarie assegnate ai Gruppi in un momento come questo, Presidente, nel quale la politica, ma non solo la politica, le istituzioni democratiche sono messe in discussione.
Sono messe in discussione non solo per i loro limiti e in funzione del superamento di quei limiti, ma sono messe in discussione con strategie (che alcuni perseguono) di smantellamento del sistema democratico parlamentare, di smantellamento del sistema democratico delle autonomie, di smantellamento del sistema democratico delle rappresentanze sociali! Quindi, Presidente, un'aggressione, una strategia aggressiva di stampo autoritario e centralista.
Per questa ragione, per il fatto che i Riformatori sardi chiedevano per inadempienza lo scioglimento di questo Consiglio regionale, ai sensi delle norme costituzionali, al Presidente della Repubblica, noi abbiamo ritenuto, essendo i Riformatori sardi una componente fondamentale della maggioranza di governo, di chiedere conseguentemente, senza fare grandi passaggi di natura istituzionale ma solo passaggi di natura politica, le dimissioni del Presidente della Regione proprio perché sfiduciato da una parte della sua maggioranza nella conduzione e nella guida di quella maggioranza anche in Consiglio regionale.
Abbiamo predisposto la mozione con questo spirito; è nata e si è sviluppata tutta una serie di distinguo, di considerazioni, di valutazioni, di opportunità, perché quello che regge principalmente in questa fase, badate, non sono gli interessi dei sardi, sono le campagne elettorali, sono la posizione di un senatore o meno, di un deputato o meno, dentro uno schieramento politico piuttosto che in un altro e si dimentica però che noi siamo qua per risolvere i problemi di quelli che stanno fuori, siamo qua per fare il nostro dovere! Comunque abbiamo insistito e siamo orgogliosi di aver insistito perché in noi non c'è la strumentalità, non c'è il cinismo strumentale della politica di questi giorni, in noi c'è sempre stato, c'è stato ieri, c'è oggi, ci sarà domani, l'impegno nei confronti dei problemi dei sardi.
Eravamo qua a dire che questo Consiglio o si scioglie e lascia lo spazio a un altro oppure fa il suo dovere integralmente, dando attuazione al calendario dei lavori che si era proposto. Siamo qua per dire, lo dico ai Riformatori, lo dico al Presidente, che noi abbiamo fatto il nostro dovere e lo stiamo facendo; vale la pena citare che abbiamo approvato una norma di modifica, anche di riforma, del sistema delle indennità e dei contributi ai Gruppi politici in Consiglio regionale, l'abbiamo fatto su pressione di molte iniziative che da più parti muovono, dall'opinione pubblica, dal sistema giudiziario, anche dalla volontà popolare che si è espressa nei referendum.
Abbiamo lavorato in Commissione, presidente Maninchedda, qualche volta anche polemizzando con lei, sulle accelerazioni che sono state imposte sui temi del referendum, abbiamo presentato le leggi in materia di province, in materia di primarie per l'elezione del Presidente della Regione, onorevole Sanna, insieme, al di là degli schieramenti. Le abbiamo presentate in materia di costituente, le abbiamo presentate in materia di abolizione dei consigli di amministrazione, di dimagrimento delle strutture della Regione, le abbiamo presentate e molte le abbiamo licenziate. Abbiamo licenziato, senza fare alcuna azione di ostruzionismo, anche quella in materia di province, pur non condividendo neppure una virgola di quel provvedimento, perché era un commissariamento, uno dei tanti che si inventa questa maggioranza, come quello della sanità di prima legislatura, che ha mandato in rovina il sistema sanitario peggio di quanto fosse già rovinato!
Abbiamo fatto tutto questo lavoro e si esce dicendo che il Consiglio non ha fatto niente! E' una bugia, colleghi! Una falsità! E, se non si è chiuso, è colpa di inciuci trasversali che si fanno di volta in volta con chi si rende disponibile a quel tipo di inciucio; si procede fino a un certo punto e poi si ferma tutto, perché un giorno può essere il problema della parità tra i generi sulle opportunità di accesso alle cariche elettive, un altro giorno può essere il commissariamento delle province, un altro giorno può essere lo smantellamento dei consorzi industriali. Cioè, stiamo sempre parlando di quel cinismo attento alle questioni personali di una classe politica fortemente in crisi.
Ma noi, collega Capelli, collega Zuncheddu, collega Salis, e gli altri colleghi che hanno sottoscritto questa mozione, non possiamo stare zitti! Non ci possiamo, come dire, convertire a questa dinamica perché, se tutti ci convertissimo a questa dinamica, non ci sarebbe speranza, per cui questo Paese e questa Regione sarebbero destinati al declino; un declino, Presidente, a cui lei sta dando un contributo importantissimo, non dico che sia l'unico, però anche lei ha responsabilità pesanti e gravi.
Vogliamo parlare della situazione economica di questa Regione, delle questioni di bilancio, della partita delle entrate, dei vincoli del Patto di stabilità? Vogliamo dire che oggi non è ancora approdata, in Consiglio regionale, la manovra finanziaria? Che non l'avete approvata? E non l'avete approvata colpevolmente, per scelta, per non affrontare le questioni, per non individuare le priorità in campagna elettorale, fare scontenti e accontentare, accontentare quelli che hanno bisogno e fare scontenti quelli che vi votano! Questo è il tema!
Che cosa vogliamo dire, Presidente, del fatto che ogni anno, in questa Regione, c'è un'emorragia di posti di lavoro che non si può frenare. Ci dice il direttore dell'INPS che, nel corso del 2012, l'INPS ha erogato 4 miliardi e 200 milioni di prestazioni in Sardegna, ci dice l'INPS che lì c'è previdenza ma c'è anche molta assistenza, c'è anche molta disoccupazione, c'è anche molta cassa integrazione e mobilità, anche in deroga; e ci dice che ci sono contributi per 1 miliardo e 700 milioni? Cioè una situazione devastata del nostro sistema produttivo, ci sono categorie, come quella artigiana, che si stanno riducendo ai minimi termini! Allora, di queste questioni, ne possiamo parlare? Elezioni "sì" o "no" su iniziativa della Giunta? Questo Consiglio deve fare il suo dovere perché, se non lo deve fare, Presidente, si sciolga, vada a casa lei, ci porti tutti a lasciare questo posto, non c'è bisogno di Presidente della Repubblica, basta semplicemente prendere atto di un fallimento, che sia, quel fallimento, anche collettivo, di una classe politica che preferisce pensare a se stessa piuttosto che affrontare le questioni che sono sul tappeto!
Ma che cosa dire, Presidente, di un sistema come il nostro che riduce questo Consiglio a essere valutato, per quello che deve fare e per quello che fa, dalle burocrazie che decidono che le leggi che vengono fatte in quest'Aula, che vengono approvate in nome del Popolo sovrano, nell'ambito di quello che è stabilito dalla Costituzione, sono facoltative? Oggi le applico, domani non le applico, in ragione di valutazioni personali, fatte anche facendo riunioni carbonare, definendo che cosa è costituzionale o incostituzionale, sostituendosi al Governo, sostituendosi alla Corte!
Concludo, Presidente, citando un esempio, perché è fuori da viale Trento quell'esempio; l'esempio è dei CSL e dei CESIL, i CSL e i CESIL si occupano di lavoro, di inserimento di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro. Ed è possibile oggi, all'indomani della valutazione fatta dal Governo su quella norma che un gruppo di funzionari delle ex province soppresse ha deciso unilateralmente di non applicare, con la copertura dell'Assessore del lavoro (responsabile per primo), che quei lavoratori siano fuori dal loro posto di lavoro, ma fuori anche dall'erogazione di un servizio essenziale a tutti gli utenti a cui quei lavoratori si riferivano. Presidente, CSL e CESIL, 360 lavoratori tutti qualificati, precari selezionati, selezionati più di otto anni fa! Presidente! Norme fatte dal Consiglio regionale per mettere una parola "fine" alla disattenzione verso le politiche del lavoro! Ve la ricordate la legge numero 20? Io la ricordo, mi ricordo anche il relatore della legge numero 20, l'onorevole Cherchi, che non è più tra noi, e che fu relatore di quella legge, credendoci! Quella legge è totalmente inapplicata, perché c'è disattenzione per le politiche del lavoro! I lavoratori dei CSL e CESIL sono fuori nella strada, perché l'Assessore del lavoro (anche quello oggi in carica), non ha fatto il suo dovere! Perché non l'hanno fatto le burocrazie responsabili!
Allora, colleghi Riformatori, non si tratta di andare dal Presidente della Repubblica a chiedere le dimissioni, anzi a chiedere lo scioglimento di questo Consiglio, si tratta di andare dal Presidente della Regione e chiedergli, per queste inadempienze, per la totale inconcludenza nella vertenza con lo Stato sui grandi temi delle entrate, della produttività economica, della salute sociale di questa Regione, di prendere atto del fallimento, di prendere atto di questo fallimento, di dimettersi e di restituire finalmente la parola ai cittadini, perché si scelgano un Consiglio regionale e un Governo della Regione più utili al loro destino!
PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS (P.d.L.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori Assessori, colleghe e colleghi, oggi siamo chiamati a discutere e a pronunciarci sulla mozione numero 235, avente per oggetto la sfiducia nei confronti del presidente Cappellacci e della sua Giunta. Voglio premettere che, a mio avviso, le motivazioni addotte per votare la sfiducia a questo Esecutivo appaiono ingiustificate e anche inopportune o, quanto meno, deboli nella sostanza, per le ragioni che, per una questione di tempo, vado a illustrare in maniera molto sintetica. Nel testo si stigmatizza un'azione politica inadeguata, poco incisiva, debole, del Governo regionale sulle principali, oserei definire tragiche, tematiche che da qualche tempo affliggono la nostra Terra, uno status - definito dagli stessi proponenti - di emergenza economica e sociale. E' un'analisi che personalmente condivido, le cui motivazioni, però, affondano non solo in Sardegna, ma anche nel resto del Pianeta. Siamo perfettamente coscienti e d'accordo che la situazione è di estrema gravità e proprio questo dovrebbe spingere tutti noi, legislatori responsabili, ad anteporre agli interessi di parte quelli di tutto il nostro popolo, al contrario, invece che cercare a ogni costo capri espiatori, dovremmo unirci per individuare una strategia valida, efficace e appropriata, capace di arginare e ribaltare insieme lo status di emergenza economica e sociale in cui oggi ci troviamo.
Ma ora, entrando nello specifico, ritengo, come minimo, uso un eufemismo, ingrato, addossare al Presidente e alla sua Giunta colpe che vanno ricercate altrove, prioritariamente nel Governo centrale. Infatti, non si può attribuire, al presidente Cappellacci e alla sua Giunta, un'inconsistente e inefficace azione politica nella vertenza entrate, ad esempio, anche perché il Presidente, esaurite tutte le strade percorribili per via istituzionale e diplomatica, pur di vedere riconosciuti i diritti inalienabili e sacrosanti del popolo sardo, sanciti nello Statuto, non ha esitato un attimo ad adire le vie legali, quale ultima ratio, mandando anche l'ufficiale giudiziario a Palazzo Chigi per ottenere quel che ci spetta.
E che cosa dire del prestigioso ruolo a livello comunitario che gli è stato conferito come Presidente delle Regioni insulari? E che cosa dire ancora della recentissima conquista di ulteriori risorse comunitarie, circa 300 milioni di euro all'anno, quale riconoscimento dello stato di insularità della Sardegna? Oppure vogliamo definire inconsistente aver appaltato 12 lotti su 12 della Sassari-Olbia, nonostante la complessità in materia di appalti, con procedure lunghe e delicate? Oppure vogliamo definire inconsistente anche la dichiarazione della Zona franca integrale? O ancora, noi tutti in quest'Aula riteniamo che il turismo possa essere un'importante risorsa ma, mentre la Giunta Soru istituì la tassa di stazionamento per le imbarcazioni in visita, la Giunta Cappellacci, invece, procede per istituire il distretto della nautica. O vogliamo disquisire sulle azioni svolte da questa Giunta rispetto alla precedente sulla continuità territoriale? E non voglio assolutamente affrontare il nodo sanità solo per questioni di tempo. Sono tutte sciocchezze, oppure questioni rilevanti?
E poi, relativamente alle altre vertenze (lavoro, occupazione, scuola), ritengo che la situazione non sia molto diversa da quella delle altre Regioni, comprese quelle un tempo più lente, del Nord. Le azioni politiche sono state messe in atto puntualmente, grazie anche al dinamismo e alla perseveranza di tutto l'Esecutivo. Sono state messe in atto diverse azioni di contenimento del disagio occupazionale, specialmente di quello giovanile, tuttavia queste azioni sono state svuotate dalla mancata disponibilità del Governo centrale e, per la prima volta, il mondo della cooperazione, un universo di imprese operanti in tutti i settori produttivi, ha ricevuto, o sta per ricevere, risorse finanziarie mai viste finora. Le risorse stanziate recentemente saranno in grado di far partire un comparto produttivo ormai allo stremo, asfittico, specialmente nel settore agro-alimentare, dell'artigianato, del sociale e dei servizi, dando un concreto contributo all'occupazione, in particolar modo a quella giovanile.
Riguardo alla manovra finanziaria, l'esercizio provvisorio è stato un provvedimento, a mio avviso, di profondo rigore e di indiscussa serietà. Cari colleghi, vi ricordo che non è la prima volta che, in quest'Aula, si è ricorso all'esercizio provvisorio. Questa procedura è stata adottata anche in precedenti legislature, tanto da diventare quasi una prassi consolidata e, a tal proposito, vi do alcuni dati: nell'anno 2005, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 21 aprile; nell'anno 2006, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 24 febbraio. Vogliamo continuare? Nel 2007, l'esercizio provvisorio ci fu fino al 29 maggio; nel 2008, l'esercizio provvisorio vi fu fino al 5 marzo, e mi fermo qui. Però chiedo all'onorevole Uras e agli altri colleghi firmatari della mozione: "E' stata chiesta la sfiducia del Presidente allora in carica per aver proposto l'esercizio provvisorio?". A me, se non ricordo male, pare proprio di no. Certamente se al ritardo dell'approvazione della finanziaria, cosa accettabile, si somma la lentezza dell'apparato burocratico, cosa inaccettabile, nell'erogazione delle risorse al mondo produttivo isolano il danno che andremmo a provocare potrebbe essere molto devastante. Su quest'ultimo aspetto occorre veramente essere vigili.
Ora, prima di concludere questo breve intervento, vorrei soffermarmi un attimo sul significato più recondito di una mozione di sfiducia. La sfiducia presuppone che prima ci sia stata la fiducia e, tranne che per il collega Capelli, che nel corso del suo mandato ha cambiato la sua posizione, a me pare che i proponenti non abbiano mai sostenuto questa Giunta; ora ci chiedono, loro che non hanno mai appoggiato questa Giunta, di togliere il sostegno al presidente Cappellacci. Ciò, a mio avviso, è inaccettabile, demagogico e strumentale. Cari colleghi dell'opposizione, è chiaro che abbiamo due visioni diametralmente opposte sulle politiche adeguate per dare le risposte che il territorio attende. Per questo, pur rispettando ma non condividendo la vostra idea e il vostro giudizio sulla Giunta e sul Governatore, permettetemi di non concordare con voi e di ritenere, anzi, che finalmente la Sardegna stia imboccando la strada giusta verso la soluzione di uno dei suoi molti problemi storici. Certo, è una strada ancora lunga ma abbiamo intenzione di proseguire e di continuare a percorrerla dando il nostro totale sostegno a chi abbiamo scelto per guidarci, ovvero al presidente Cappellacci e alla sua Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, un attimo, cerco di riprendermi da questo commovente atto di difesa del collega Gallus che credo mi abbia citato positivamente, portando all'attenzione dell'Aula l'atto che mi ha persuaso, da tempo, a lasciare questa maggioranza.
Però, poiché è inutile perdersi nel contrasto tra singoli, che poco importa, soprattutto ai sardi, entriamo nel merito di questo argomento e di questa mozione. E' già iniziata sulle pagine dei giornali la discussione di questa mozione, non inizia in questo momento. Si è detto, come spesso succede nella storia delle mozioni di sfiducia, che è una mozione di tipo elettoralistico. Bene, non voglio smentire questa affermazione se, definirla mozione elettoralistica, significa rendere edotta la Sardegna, confrontarci in maniera trasparente sulla salute di questa Giunta e sulla situazione reale, sociale ed economica che ha portato dei consiglieri regionali a proporre la sfiducia (che è palpabile e reale nei corridoi), portarla all'attenzione della Sardegna, avendo tutti i Gruppi, tutte le parti politiche, l'occasione per dire, proprio alla Sardegna: "Noi sosteniamo questa Giunta per questi motivi", oppure "Noi vorremmo mandare a casa questa Giunta e questo Consiglio per altri motivi".
Quindi, confrontiamoci sui fatti, confrontiamoci sulle idee, facciamolo in maniera trasparente, senza infingimenti. Spieghiamo alla gente perché, in questa campagna elettorale, si va per le piazze a incontrarla e perchè, non da parte della minoranza, ma da parte della maggioranza, si usa l'argomento: "Questa Giunta non ha fatto nulla". Personalmente mi sono confrontato in alcune trasmissioni con rappresentanti dei partiti di questa maggioranza, i quali hanno fatto un lungo elenco delle cose che non sono state fatte. Si è detto: "Non si è conclusa la continuità territoriale", "Si sono persi posti di lavoro", "L'agricoltura è in ginocchio", "Non abbiamo rispettato il mandato che abbiamo ricevuto", "Non abbiamo ancora raggiunto gli obiettivi che ci siamo proposti in campagna elettorale" (e siamo a un anno dalla scadenza), "In questi quattro anni abbiamo fatto ben poco", eccetera. Non lo dicono le componenti di minoranza, lo dicono quei candidati, quei partiti che oggi siedono in Giunta, che hanno preso posizioni chiare, una Giunta che ha trasformato anche la sua maggioranza, in cui improvvisamente ci troviamo con una maggioranza della lista civica di Monti in Giunta che è contro il P.d.L.!
Questo va spiegato! Non si può asserire: "Abbandono l'Aula" - e non è una critica, è una constatazione - "perché la maggioranza non ci fa discutere la legge sulle province". Posso tornare indietro: "Abbandono l'Aula perché la Giunta non ci fa passare la legge sul golf", "Abbandono l'Aula perché la legge elettorale non è in discussione". Non si può dire: "Faccio ricorso al Presidente della Repubblica per lo scioglimento del Consiglio" quando il Regolamento consente una via molto più efficace e immediata, ossia la mozione di sfiducia! Ci saranno sicuramente delle spiegazioni per questo.
Oppure non si può dire che si deve essere leali al mandato avuto e continuare a sostenere questa Giunta e questa maggioranza, dopo che si sostiene da tempo immemorabile, nel 2010: "E' una Giunta nata sbagliata, non può resistere più di due mesi perché non ha l'autorevolezza per rispondere alle emergenze". Oppure ancora: "Noi siamo lo spirito critico in questa Regione, quando le cose non ci piacciono non le votiamo", come sul Piano casa, con voto palese, o sull'ordine del giorno sull'agro-pastorizia dell'assessore Prato (ve lo ricordate?), quindi "ce ne siamo andati perché sapevamo che non ci sono soldi". E' vero che Cappellacci mi ha offerto l'Assessorato e la Vicepresidenza, ma a che cosa sarebbe servito accettare? A morire insieme a lui? "La Giunta Cappellacci non rispetta il mandato del Consiglio regionale", giovedì 24 marzo 2011; o ancora, nel 2012: "L'ARST, alla quale non mancano i debiti, vuole fare oggi dello shopping immobiliare", vi ricordo l'acquisto di una nuova sede a Cagliari per la modica cifra di 18 milioni e 860 mila euro. O ancora, "Ultimatum: Cappellacci o si cambia registro o i Quattro Mori lasceranno la maggioranza"; Carbosulcis, nomina del direttore o presidente di cui è nota la vicenda.
Queste sono le dichiarazioni delle componenti di maggioranza, dal 2010 al 2012, di un'altra componente di maggioranza, potrei continuare questo lungo elenco fino ai giorni nostri, appunto, a quelli della campagna elettorale.
E' una mozione elettorale? Sì, se è dire alla gente in maniera trasparente qual è la nostra posizione politica, perché critichiamo all'esterno, perchè ricattiamo all'esterno questa maggioranza, perché la accusiamo di non avere compiuto le riforme attese, perché accusiamo (con una relazione, votata all'unanimità della Commissione d'inchiesta) tutte le malefatte di questa maggioranza nelle nomine, nella gestione degli enti, nella determinazione degli emolumenti dei direttori generali a 240 mila euro l'anno più 30 mila euro di premio di produzione, di quella produzione di società che chiudono in perdita. Se noi dobbiamo dire alla gente perché difendiamo oggi con Monti la zona franca in Sardegna, quello stesso Monti che, nell'ottobre del 2012, ha bocciato la Sardegna escludendola dalle zone franche urbane, perché continuiamo a richiamare la strategia d'aula? Qual è la strategia d'aula? Quella di ricompattare la maggioranza presentando una mozione di sfiducia?
Badate, colleghi, colleghi con i quali spero di poter percorrere un condivisibile lungo percorso, badate che di strategia si muore, di strategia si rischia di morire, di quella strategia di palazzo che la gente non comprende e di cui non vuole sentir parlare! Noi, con la strategia, della quale si muore, stiamo facendo sì che di strategia qualcun altro campi. Non interessa alla gente cercare di capire quegli arzigogolati meccanismi d'aula e di palazzo che tengono insieme le forze di maggioranza o quelle di minoranza. La gente capisce e vuole capire quali sono le posizioni chiare, nette, per trovare soluzioni a una triste e drammatica situazione economica e sociale della nostra isola. La gente vuole capire perché le si dice che non ci sono denari per il Patto di stabilità ma si sceglie, questa maggioranza sceglie, di destinare 2 milioni e mezzo in consulenze, mentre non ha denari per gli assegni di merito degli universitari meritevoli, per riparare il tetto di una scuola, una Giunta che sceglie di perorare la pubblicità istituzionale e non trasferire i denari utili per le imprese che ancora battono cassa perché hanno svolto il lavoro ma non ricevono il giusto compenso.
La gente è stanca di questo e se questa è mozione elettorale, se queste sono le motivazioni per respingere una mozione di sfiducia, bene, continuate fino alla fine. Credo che, da tutti noi, sarebbe molto più gradito un atto di responsabilità che la continua ricerca di una strategia per tirare a campare, per tenere insieme una maggioranza che è tenuta "sì" insieme, ma dal voler a tutti i costi tenere un altro anno…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Onorevoli colleghi, oggi votiamo soltanto una mozione di sfiducia perché l'interpretazione militaresca che la Corte costituzionale ha dato del presidenzialismo e ha imposto ai consigli regionali ci impedisce di usare uno strumento molto più intelligente che è la sfiducia costruttiva. Noi oggi possiamo dire un "no" al proseguimento di questa legislatura, ma il militarismo della Corte costituzionale italiana impedisce di dire un "sì", cioè impedisce di dire per che cosa potremmo e vorremmo votare. E voi, colleghi, conoscete quale sia la valutazione critica che io do della senescenza e della crisi morale e culturale della Repubblica italiana, per cui non mi rassegno al ragionamento schematico di una mozione di sfiducia.
Voglio dire "sì" a questa mozione, onorevole Uras, lo faccio a titolo rigorosamente personale, consapevole dei rischi politici a cui mi espongo, ma voglio esplicitare che lo faccio perché voglio dire "no" a un costume politico e istituzionale che voglio cambiare e al quale, non da ora, lavoro per differenziarmi. Onorevole Capelli, nel mio discorso, come vedrà, non c'entra solo la Giunta, c'entra molto il Consiglio regionale. Da più di quindici anni, io lavoro per far nascere in Sardegna una forza politica maggioritaria fondata sull'autogoverno dei sardi, capace di competere in Europa rappresentando un'idea inedita, moderna dell'autogoverno. Una forza di questo tipo nasce in contesti costituenti, nasce in uno spirito di cambiamenti profondi, nasce anche con un forte riferimento al dovere morale di essere fedeli, di onorare chi è morto per la Sardegna. Nasce, quindi, da radici profonde, nasce con atti coraggiosi, da uomini coraggiosi, da incontri politici coraggiosi, audaci, forti, innovativi.
Possiamo pensare che il contesto politico odierno sia favorevole, onorevole Uras, allo sviluppo che io auspico? Possiamo pensare che oggi da questo Consiglio possano nascere nuovi, floridi e importanti sviluppi politici? Credo onestamente di no, perché questo Consiglio, colleghi, è dominato dal timore, dalla paura del discredito che lo circonda. La gente, con i suoi sentimenti, col suo desiderio di novità, col suo desiderio di giustizia, fa paura a questo Consiglio. Sta accadendo ciò che accade ad alcuni ufficiali in prossimità della battaglia, cioè chi ha il senso della battaglia giusta riesce a stare serenamente in campo, chi invece non ha un senso oltre se stesso per le proprie azioni teme l'incertezza della battaglia e si pietrifica. Qui dentro ci sono molte statue di sale! Il Consiglio è ingessato! Le Commissioni licenziano qualche volta, non sempre, leggi organiche, il Consiglio le mutila, come è accaduto con la legge elettorale. Le mutila quando le trova minacciose per i suoi interessi, questi "sì", di casta, perché ciò che è stato fatto nello scorporo del conflitto di interessi è un chiaro voto di casta.
Le leggi del Consiglio, colleghi, non vengono applicate dai funzionari regionali. Vi faccio un esempio: la legge faticosa, coraggiosa, discutibile, sul riordino della rete ospedaliera, nonostante l'impegno dell'Assessore della sanità, viene disattesa negli atti aziendali di molti direttori generali per l'intervento di molti di voi, alcuni dei quali anche in palese conflitto di interessi, speriamo che finalmente qualcuno si interessi di questo conflitto di interessi! C'è un tasso di ipocrisia qui dentro che non si sopporta più, non è solo la Giunta, onorevole Capelli.
Ancora, spero che il Presidente mi dedichi attenzione su questo punto, non è contro di lei, Presidente, ma io parlo da cristiano. Si sta accreditando in Sardegna una forte presenza dell'Emiro del Qatar che rassicura tutti. Perché? Perché è amico degli americani e perché è ricco. A me, l'Emiro, Presidente, non rassicura per niente e non per questioni di colonialismo o altro, le dico perché: perché l'Emiro del Qatar è al centro di una strategia di espansione dell'islamismo sunnita che tutti nel mondo conoscono! A 190 chilometri da Cagliari, a un quarto d'ora di aereo, è stato ammazzato il leader dell'opposizione democratica e noi ce ne freghiamo di quel che accade a 190 chilometri perché siamo protetti dalla Nato. Siamo protetti dalla Nato! Il mio collega Preside della Facoltà di Lettere dell'Università di Tunisi è sotto processo perché ha difeso il diritto delle donne tunisine a non dover portare obbligatoriamente il velo! Ennahda, il partito al potere, ha detto che è moderato, però, quando la moglie del leader democratico ucciso ha detto che nelle moschee parlavano male incitando all'uccisione del marito e dichiarando di non aver avuto protezione, ha taciuto! Bene, il Qatar ha prestato 1 miliardo di dollari alla Tunisia, il Qatar è proprietario di Al Jazeera, il Qatar è un grande player politico militare della primavera araba e ovunque i leaders che loro promuovono vanno al potere la libertà diminuisce! Noi siamo troppo piccoli per un player di queste dimensioni.
Insomma, non voglio dire oltre sulla dipendenza del Consiglio regionale dalle burocrazie regionali, non ne voglio parlare, ma è evidente che noi abbiamo accettato un'espropriazione di sovranità da parte della burocrazia e quando la burocrazia espropria le Aule parlamentari, la libertà dei singoli diminuisce. Allora possiamo pensare, colleghi, che, in questo clima impaurito e avventuroso anche, le elezioni possano produrre un sussulto di virtù? Io credo di no. La campagna elettorale in corso, badate, non riguarda la Sardegna. La Sardegna è un campetto laterale di battaglia. La campagna elettorale è un test incerto che enfatizza le paure, che ottimizza le manipolazioni e che incentiva le furbizie; cioè, è il clima migliore per coloro che sostengono, perché hanno paura del rischio della vita, che è necessario prolungare la decadenza delle piccole rendite garantite dalle rendite politiche. Io non sono d'accordo!
Non mi si venga a dire che bisogna fare le riforme perché, badate, se aveste avuto voglia di fare le riforme, non avreste mutilato la legge elettorale come l'avete mutilata! Non è vero che si vogliono fare le riforme, non è vero! Credo che non sia necessario che vi ricordi, e snoccioli di fronte a voi, l'elenco delle pessime leggi fatte da tutti i parlamenti nell'ultimo anno di legislatura. La Corte dei conti ha censurato il Governo italiano perché proprio negli ultimi anni di legislatura inventa le coperture finanziarie più improbabili. Non mi dite che l'ultimo anno di legislatura è l'anno virtuoso, è l'anno della palude!
Credo che noi dobbiamo fare un altro ragionamento. Dico "sì" alla mozione per dire "no" a questo clima, per dire "no" a questo costume politico e voterò la mozione per dire "sì" all'urgenza di un nuovo quadro politico, di una nuova responsabilità e, per quel che mi riguarda, di una nuova sovranità, di soggetti capaci di interpretarla, ma soprattutto per dire "sì" a un nuovo ceto politico.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Per la verità, onorevole Maninchedda, non corro né mi espongo a rischi politici partecipando a questa discussione, piuttosto mi pesa davvero personalmente sapere che questo breve intervento non contribuirà certamente a rendermi simpatie all'interno di quest'Aula, anche nei confronti di persone con le quali personalmente ho ottimi rapporti, che personalmente stimo, sia a livello morale che a livello intellettuale, ma che, in quanto precipitati in un gorgo, in un maelström di follia da campagna elettorale, non si accorgono di essersi esposti davvero al ridicolo. Quel che più mi preme è sottolineare che, benché questa discussione, con tutti i suoi limiti, avvenga in un momento in cui l'opinione pubblica è compressa, da un lato, tra un qualcosa di davvero eclatante come le dimissioni del Papa e, da un altro lato, da un qualcosa di meno eclatante ma altrettanto interessante per molti in Italia, come il festival di Sanremo e le sue polemiche, questa discussione certamente non avrà grande risonanza fuori, però, com'è stato detto, dovrebbe essere un momento di riflessione qua dentro.
Su questo mi voglio soffermare perché fuori, per quelli che comunque ci guardano come espressione della loro volontà, per quelli che sono i nostri primi azionisti che ci hanno mandato qua a rappresentarli e a lavorare in nome e per conto loro, bene, per molti, fuori da qua, tutto quello che sta avvenendo in questa campagna elettorale è solo un ulteriore momento di sconcerto, di irritazione, di disorientamento e di disillusione. Come dar loro torto, posto che è stato ricordato (in parte anche nella mozione) che questa anomala campagna elettorale vede situazioni certamente paradossali come un Gruppo di maggioranza (è stato più volte ricordato) che chiede al Presidente della Repubblica di sciogliere questo Consiglio però mantiene due Assessori in Giunta... tre... ci arriveremo... due ufficialmente, mantiene il voto nei confronti di questa Giunta; ecco uno dei momenti di interesse, oggi parteciperà al voto nei confronti della mozione e uscirà, posto che non si parla di province, vedremo, anche questo può essere un qualcosa che magari a qualcuno tra il Papa e Sanremo fuori da qua potrebbe interessare.
Una campagna elettorale che vede Assessori candidarsi contro i partiti che li hanno indicati come Assessori; Assessori che da antigovernativi si candidano con le liste del premier; consentitemi di dirlo come esponente del sassarese e di Sassari, una campagna elettorale che vede praticamente tutti i partiti, con delle nobili eccezioni, decidere che la città di Sassari dopo 60 e più anni di Parlamento repubblicano non debba essere rappresentata, se questi saranno i numeri che a oggi si conoscono, non debba essere rappresentata all'interno della Camera dei deputati. Sassari città, la città che ha espresso i Cossiga e i Berlinguer e i Segni, per scelte delle segreterie nazionali, viene esclusa a priori dalla possibilità di essere rappresentata, in questa legislatura, salvo scelte diverse da parte dell'elettorato, all'interno della Camera dei deputati, scelte - ripeto - fatte dalle segreterie nazionali, dalle segreterie continentali. Bene, in tutto questo, in questa campagna elettorale, strana e anomala, si inserisce certamente la discussione di oggi, ribadisco compressa tra eventi certamente più importanti e forse poco rappresentativa; non sottoscriveremo certamente neppure oggi una pagina storica nella storia e nella vita di questo Consiglio, una mozione di sfiducia che ha un valore elettorale, è stato detto, è stato ribadito da uno dei firmatari, ne siamo tutti consci ma certamente un valore elettorale meno ridicolo di tutto quello che ho detto prima.
E' per questo che, aldilà di tutto, credo che ci sia un solo vantaggio in questa discussione, ossia che oggi, dopo tanto tempo, vediamo i banchi della Giunta occupati, vediamo il Presidente in aula, probabilmente sentiremo anche la sua voce e credo che, almeno da questo punto di vista, possiamo provare a far vedere, al di fuori di quest'aula, che esiste un tentativo di confronto politico anche a livello regionale.
Un'ultima osservazione e chiudo. C'è un solo motivo per cui non ho ancora dato le dimissioni da questo Consiglio ed è per il fatto che chi mi subentrerebbe sarebbe un voto a favore di questa Giunta e davvero non voglio avere la responsabilità di poter porre un sostegno a chi, in tutti questi anni, ha assolutamente dimostrato di non meritarselo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
. Presidente, colleghi, vorrei dire al collega Campus che io non sono in campagna elettorale, tuttavia sostengo la necessità che il presidente Cappellacci rassegni le dimissioni per limitare ulteriori danni arrivando sino a fine legislatura. A distanza di quattro anni dalle dichiarazioni programmatiche del Presidente e della maggioranza, che a tutt'oggi lo sostiene, sotto elezioni e in prossimità di fine legislatura, è sempre di moda che chi governa, in alcuni casi come in questo, occupi in modo arrogante il potere pubblico come se fosse cosa privata, quindi far finta di prendere le distanze in modo che, nello stesso tempo, si possa godere, dico tra virgolette, del "privilegio dell'essere 'maggioranza'" e del "risalto mediatico dell'essere 'opposizione' ", cavalcando in modo strumentale e spregiudicato il dramma del lavoro che non c'è (e che, chi può, nulla fa per crearlo) e la crisi finanziaria delle nostre imprese strozzate da Equitalia e dalle banche che non concedono crediti, creando deserto occupazionale e dispersione sociale.
Queste forze politiche di maggioranza, incollate con il bostik alle poltrone del potere e del sottogoverno degli enti regionali, nella loro demagogia e spregiudicatezza, in questi ultimi tempi, hanno cavalcato il giusto sdegno popolare sul tema della riduzione dei costi della politica ad esempio e quindi dei suoi privilegi che, in oltre sessant'anni di autonomia speciale, dobbiamo rilevare che sono stati rivisti, seppur parzialmente, nella precedente legislatura e in questa in corso, grazie anche alle battaglie fatte da diversi consiglieri all'interno di quest'Aula e nelle Commissioni preposte, recepite anche dall'Ufficio di Presidenza e da questa Assemblea stessa.
Ma la demagogia sul tema dei costi della politica, vista come taglio numerico dei consiglieri e non dei privilegi e degli sprechi della Regione autonoma della Sardegna, è tale da aver contagiato benevolmente anche l'opposizione, visto che il mio è stato l'unico voto contrario alla riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60, legge ratificata recentemente da un Parlamento italiano non più in carica e a Camere sciolte, direi un caso unico nella storia della Repubblica italiana. Ma l'arroganza e la demagogia del potere così forte e trasversale è tanta che la mia proposta di legge per la riduzione di stipendi e privilegi non è stata discussa in Commissione né è stata portata in Aula, proposta che avrebbe ridotto i costi garantendo tutte le rappresentanze delle minoranze, specialmente quelle identitarie peculiari della storia politica sarda.
Questa arroganza e trasversalità continuano imperterrite nella proposta della legge elettorale in Sardegna, frutto in Commissione di inciuci, veleni e sassolini nelle scarpe dove, ancora una volta, la rappresentanza numerica delle donne viene discriminata non imponendo la doppia preferenza di genere, negando pertanto una adeguata rappresentanza alla maggioranza di genere della società sarda, questo in violazione dello stesso Statuto di autonomia. Una legge elettorale amputata, rinviata, chiaramente rinviata a dopo elezioni, non sia mai detto, che ripropone di fatto il bipartitismo italiano con le soglie di sbarramento e i premi di maggioranza che inevitabilmente escluderà, dall'Assemblea della Regione autonoma della Sardegna, la rappresentanza delle minoranze, donne comprese, seppur maggioranza della società sarda, eliminando in particolar modo le minoranze identitarie, omologando il Parlamento sardo a quello italiano con la differenza che il Parlamento italiano è stato efficientissimo nel tagliare il numero dei consiglieri della Regione autonoma della Sardegna ma non i propri e ancor meno gli altissimi costi e privilegi di Camera e Senato.
Anche sull'esigenza della riforma degli enti locali e in particolar modo delle province, in questa maggioranza è prevalsa la propaganda demagogica, la politica del rinvio, molto in voga, con l'incapacità di programmare una soluzione alternativa del problema, specialmente nel caso dell'abrogazione delle province, che, dopo gli esiti del referendum, ne garantisse l'attuazione senza creare il caos e il vuoto che oggi regna, con forte preoccupazione per una nuova ondata di disoccupazione e di incertezza sui ruoli e la stessa gestione istituzionale, tutti dettagli che i colleghi Riformatori hanno ignorato. Ancora una volta la Regione autonoma della Sardegna accetta passivamente la riforma istituzionale di comuni, regioni e province, anticipata dal Governo Berlusconi prima e poi portata avanti dal suo degno successore Monti. Tutto ciò dimostra, da parte del presidente Cappellacci e della maggioranza che lo sostiene, una sudditanza ai diktat italiani che, ancora una volta, mortifica l'autonomia speciale facendoci retrocedere dietro le regioni a statuto ordinario.
Di fronte alla devastante crisi economica mondiale, la Sardegna rischia ancora una volta di essere colonia italiana e terra di conquista della finanza, delle multinazionali internazionali nonché di Stati, anch'essi stranieri, che, con i loro fondi sovrani (vedi la questione Qatar già denunciata anche dall'onorevole Maninchedda e da me in altre occasioni) fanno shopping del nostro territorio in violazione dei Piani paesaggistici con la complicità di alcune istituzioni locali, ricattate come al solito dal dramma occupazionale e grazie alla mediazione internazionale del nostro presidente Cappellacci.
Gli accordi fra Cappellacci, Monti e il sultano del Qatar sulla testa di noi sardi sono totalmente sconosciuti a quest'Assemblea che, neanche in modo preliminare, è stata informata, e già questo è un dato inquietante. Personalmente non ho mai creduto alla vocazione così autonomista, nazionalitaria e, ancor meno ovviamente, indipendentista del presidente Cappellacci che, a parole, nei suoi proclami ha spesso ribadito, in diverse occasioni, anche in quest'Aula. Ora la gestione della vertenza delle entrate, sia con il Governo Berlusconi che con il governo Monti, ha manifestato una totale sudditanza del Presidente agli interessi italiani e non a quelli sardi, così come sulla questione Equitalia, sulla difesa delle imprese e delle famiglie sarde dallo strozzinaggio delle banche, sui tagli del Governo italiano alla scuola pubblica sarda, agli stessi fondi per la divulgazione della lingua sarda, sui tagli alla sanità pubblica, a partire dalla tutela dei cittadini allettati, agli ammalati di SLA, dopo quella vergognosa passerella mediatica che il Presidente così ha permesso, insieme ad Assessori della Regione autonoma, e agli stessi Ministri e rappresentanti del Governo italiano e, dopo tante promesse, tutto tace.
Sulla difesa dei nostri territori, gli unici interventi del nostro Presidente sono espressi ad esempio dalla recentissima delibera, di cui nessuno parla, si tratta di un'ordinanza urgente del 4 gennaio per l'incremento a brevissima scadenza dell'installazione nel territorio sardo di altri inceneritori, violando normative internazionali, comunitarie e dello stesso Stato italiano, oltreché chiaramente, ormai è diventata una cosa normale e abituale, la volontà popolare e della scienza che si è espressa. Poi dovremmo anche parlare su che cosa vogliamo fare, visto che la Sardegna viene annoverata anche fra le Regioni più virtuose in campo di differenziazione dei cosiddetti rifiuti urbani.
Non voglio entrare in merito a questioni di servitù militari, né a quelle industriali, né agli affari dell'eolico e delle cattive amicizie con cui il nostro Presidente ha esordito all'inizio della Legislatura; tantomeno voglio parlare del disastro occupazionale perché è drammaticamente sotto gli occhi di tutti, con la Sardegna che vanta il primato della disoccupazione e della povertà. Chi pensava che il nostro Presidente fosse il paladino degli interessi dei sardi in Italia e nel mondo, è stato clamorosamente smentito proprio dalla tragica realtà che è sotto gli occhi di tutti. Siamo di fronte a un fallimento non solo suo personale, ma di tutta la sua maggioranza, questo al di là delle fibrillazioni e degli interessi personali dei singoli Gruppi.
Non voglio tornare neanche sul discorso che riguarda la crisi istituzionale, alimentata dal presidente Cappellacci, mi riferisco proprio ai rapporti, ripetutamente denunciati da numerosi consiglieri della stessa maggioranza, tra Giunta e Consiglio regionale. Non voglio tornare neanche sulle bugie del nostro Presidente, che dichiara alla stampa impegni che avrebbe preso e che invece puntualmente disattende, mi riferisco con questo anche alla mancata costituzione di parte civile da parte sua contro la "cricca del G8", l'hanno fatto…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). La mozione che abbiamo presentato oggi in quest'Aula e che convintamente abbiamo firmato è un atto di responsabilità da parte nostra, un atto dovuto, doveroso, dopo i risultati di questi quattro anni dell'azione di governo della Giunta regionale. La mozione nasce dalla consapevolezza che questa maggioranza, questa Giunta e questo Presidente hanno fallito. Abbiamo atteso forse fin troppo, per alcuni aspetti andava presentata anzitempo, considerato qual è stato il ritmo incalzante delle uniche proposte presentate in quest'Aula sulla materia edilizia. Oggi siamo qui per prendere atto e denunciare l'inadeguatezza di questa Giunta e di questo Presidente ad affrontare l'emergenza Sardegna. Una Sardegna e un popolo ridotto allo stremo, ma soprattutto senza prospettive, perché si può essere ridotti nella condizione in cui questo popolo è stato ridotto, ma ci fosse almeno un'idea di Sardegna, una prospettiva per guardare il futuro con un minimo di speranza e di ottimismo! E' una Giunta senza idee, senza soluzioni per il futuro di chi oggi è senza lavoro, senza prospettive economiche, che vive una drammaticità sotto tutti gli aspetti, anche da un punto di vista sociale. E' una Giunta, un Governo di Regione che non ha risposte per tutti coloro che oggi si trovano senza lavoro, per chi chiude le aziende, soprattutto nel comparto del commercio, dell'artigianato e della ricettività turistico-alberghiera. Un turismo che per voi ha rappresentato solamente ed esclusivamente un chiodo fisso: Piano casa 1, 2 e 3, la legge sul golf, l'idea di offrire la Sardegna al mercato immobiliare speculativo, sacrificando quella linea che oggi viene individuata sempre più, in ambienti che la sostengono, nelle risorse ambientali e nel paesaggio.
Così come, se non ricordo male, quattro giorni fa, il quotidiano "La Nuova Sardegna", facendo un'ampia analisi della situazione drammatica del turismo in Sardegna, indicava, sentiti gli operatori, sentiti coloro che vivono di turismo, che lavorano nel comparto del turismo, nella valorizzazione del bene ambiente, del bene paesaggio, dei valori identitari del popolo sardo, della cultura, di tutte quelle cose che, con difficoltà, noi continuiamo a sostenere per guardare con un minimo di fiducia e prospettiva al futuro; invece per voi è sempre stata un'ossessione quella di accantonare tutti questi aspetti, mettendo in difficoltà conseguentemente l'offerta turistica, l'artigianato, l'agricoltura finalizzata a una offerta agroalimentare per valorizzare le risorse proprie della nostra Sardegna.
Mi chiedo quindi: perché dovrebbero venire i turisti in Sardegna? Sollecitati dai vari Piani casa o da un'ipotetica legge sul golf? Ma vi rendete conto che il movimento turistico oggi va a cercare soprattutto gli aspetti peculiari dei territori e dei luoghi di vacanza e di svago? Questo è stato negato a migliaia di operatori che lavorano e vivono dal comparto del turismo e a tutte le attività a esso collegate. Qualcuno prima ha fatto riferimento alla responsabilità del Governo centrale, quindi un Governo patrigno nei confronti della nostra isola, nei confronti della nostra terra, ma mi chiedo: non erano amici vostri? Non erano compagni di cordata? Noi, non solo non siamo al Governo, ma non siamo neanche in Parlamento, per responsabilità sicuramente anche nostra, ci auguriamo di essere presenti nel prossimo Parlamento, e vedremo quali rapporti e quali collaborazioni potranno essere avviate e istituite tra il Governo regionale e il Governo centrale, perché bisogna avere anche le competenze, l'autorevolezza e la capacità di dialogare con il Governo.
Prima di avviarmi a concludere, voglio sottolineare un aspetto. Noi oggi, febbraio 2013, affrontiamo il nuovo anno senza il bilancio, senza lo strumento finanziario (per una cinica scelta del Presidente della Giunta) che, rispetto agli altri anni nei quali, con il contributo di tutte le forze politiche, si era riusciti ad approvare per evitare l'esercito provvisorio, quest'anno volutamente si è evitato di ricorrervi per ragioni che possiamo tutti immaginare.
Questa mozione era doveroso presentarla, come ho detto prima, e solo casualmente coincide con le elezioni. Se non avessimo avuto casualmente la coincidenza delle elezioni, avremmo comunque, alla luce delle cose che abbiamo denunciato, e soprattutto esposto, presentato la mozione all'attenzione di quest'Aula; era un atto doveroso e la prudenza non può renderci traditori di un popolo che ci chiede attenzioni e considerazione.
L'ultima osservazione che voglio fare è che comunque non sono mancate le occasioni e le opportunità che, pervenute da questi banchi, sono state inviate alla Giunta e alla maggioranza per la disponibilità di un accordo sulla vertenza entrate. L'abbiamo volutamente, con convinzione, in modo determinato, proposta e avanzata perché eravamo consapevoli della difficoltà in cui si trovava l'Esecutivo. Ebbene, è stata una disponibilità rifiutata, respinta, e oggi siamo qui per prendere atto soprattutto che questo Governo regionale non ha un'idea di Sardegna, non ha idee e prospettive e che l'unica conclusione, l'unica soluzione, per questo Consiglio, è quella di chiudere prima possibile i battenti per riaffidare agli elettori sardi la parola per l'elezione di un nuovo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, voglio fare una considerazione, in termini propositivi e non polemici, sul fatto che il collega Uras insieme a tutti gli altri colleghi (Salis, Capelli, Zuncheddu) abbiano voluto presentare questa mozione di sfiducia con la finalità di utilizzare questa giornata di lavoro del Consiglio regionale per dibattere e discutere i problemi della Sardegna e non solo per fini politici ed elettorali.
Allora, voglio dire che, per poter affrontare questo discorso breve che cercherò di fare, non posso che fare un'analisi della Sardegna di quest'ultimo decennio, delle problematiche, della disoccupazione, del contrasto forte con lo Stato nazionale, che non è solo di questa Giunta ma anche di quella precedente e di quella precedente ancora, di un sistema industriale che andava rivisto, credo, già 15 anni fa, di un sistema Sardegna che va potenziato e va rivisto ma che sicuramente andava rivisto tempo addietro. Voglio riprendere, cambiando un attimino le tematiche dell'intervento che volevo fare, la sollecitazione dell'onorevole Sechi che ha parlato di una Giunta regionale e di una maggioranza che non ha un'idea di Sardegna, ebbene su quello, presidente Cappellacci, credo che sia arrivato il momento di spiegare che cosa stiamo facendo, l'ha fatto bene lei a settembre del 2012 con una delibera che parlava del sistema Sardegna, che parlava di un progetto innovativo di Sardegna che si chiama "Arc en ciel". Credo che oggi, in quest'aula, parlando di un sistema innovativo, i suoi consiglieri (ma poi lei stesso), mi auguro anche in altre occasioni, forse bisognerà farlo in dibattiti più aperti, spiegheranno a questa opposizione, a tutto il popolo sardo, che noi abbiamo un'idea di Sardegna e la stiamo già portando avanti e mettendo in atto. Sapete qual è la vera differenza rispetto alla precedente Giunta e al precedente Governatore? Che questo Governatore ha l'idea della Sardegna insieme a tutti sardi, insieme a tutte le associazioni che devono dare un contributo importante per quest'Isola.
Onorevole Sechi, se lei va a vedere questa delibera della Giunta regionale, si accorgerà che parliamo di tante cose, ma lo facciamo in modo preciso e puntuale. Lei prima parlava di turismo, di agricoltura, di artigianato, di archeologia, parlava di tutta la Sardegna e della storia della Sardegna intera. Parlando di quello, onorevole Sechi, le voglio anche dire che (da profano del Consiglio regionale, è dal 2009 che sono all'interno di questa macchina burocratica regionale), si è accorto che purtroppo su alcuni aspetti eravamo all'anno zero. Sapeva lei che questa Regione non ha un censimento delle produzioni agricole e industriali della Sardegna? E che purtroppo abbiamo dovuto richiedere questo censimento alle associazioni di categoria e che ancora oggi l'Assessore dell'agricoltura e l'Assessore dell'industria stanno cercando di averlo? Ebbene, purtroppo io non lo sapevo.
Partendo da un censimento delle produzioni, con questo progetto di Sardegna, con questo progetto di sviluppo che abbiamo voluto chiamare "Arc enciel", che assumerà anche altre voci e altri nomi, abbiamo iniziato a parlare di modernizzazione della pastorizia, di eccellenza, perché anche di quello dobbiamo iniziare a parlare con preferenze su alcuni tipi di allevamento piuttosto che altri; abbiamo parlato e inserito, all'interno di questo progetto di Sardegna, la riqualificazione dell'agricoltura biologica certificata, abbiamo voluto parlare della riorganizzazione dell'industria manifatturiera sarda di prestigio, abbiamo voluto parlare di specializzazione del turismo. Sono tutte cose, onorevole Sechi, che sono scritte e avrò modo di documentarle per far capire, a lei per primo, ma anche a molti altri, che il Governatore ha un'idea di Sardegna e, insieme a lui, ce l'abbiamo tutti noi.
Forse abbiamo peccato, e mi assumo la responsabilità, nel non trasmettere questa idea di Sardegna e tutto il lavoro che questa Giunta regionale ha fatto in questi anni. Forse, presidente Cappellacci, abbiamo sbagliato in quello e forse in quello vi chiedo di rivedere anche lo staff dell'organizzazione della Presidenza affinché quel lavoro che lei sta facendo, insieme a tutta la Giunta, traspaia e sia visibile non solo al popolo sardo, ma anche all'interno di questo Consiglio regionale.
Allora, continuando sempre su quell'idea di Sardegna, voglio parlare del recupero delle risorse archeologiche, della rivalutazione dei centri storici, dell'importanza dell'innovazione e dei progetti di innovazione che questa Regione sta cercando di mettere in campo anche con risorse importanti che vengono dalla Comunità europea. Volevo parlare (e parla questo progetto) della razionalizzazione dei trasporti, perché se vogliamo andare verso un sistema organizzato, dobbiamo mettere all'interno di questo sistema organizzato, di questo progetto di Sardegna, tutti questi fattori. Credo che questa sia la giusta base di partenza di questo peogetto. Abbiamo voluto coinvolgere le associazioni di categoria, come Coldiretti, Confindustria, le cooperative, i sindacati, che insieme a noi stanno portando avanti questo progetto e che hanno apprezzato questo metodo nuovo che il governatore Cappellacci ha voluto mettere in campo. Credo che questo sia il progetto di Sardegna di cui tutti parlano perché, anche in occasione della trasmissione di Anthony Muroni, in cui abbiamo parlato di poligoni, il senatore Scanu parlava di questa idea di Sardegna e io, replicando a una sua affermazione, ho detto chiaramente che noi, della valorizzazione dell'agricoltura, del turismo e di un sistema integrato, stavamo già parlando ma ne stavamo parlando così bene che avevamo già scritto tante cose e avevamo fatto già molti tavoli tecnici per portare a compimento questa idea di Sardegna che qualcuno dice di non avere.
Concludo, anche per non essere pedante, mi auguro che su questa idea di Sardegna possiamo fare un dibattito, lo dico al Presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, un dibattito a 360 gradi con tutti i consiglieri regionali per dare un contributo vero alla Sardegna, dove ci possiamo confrontare realmente sull'idea della Sardegna intera che ha questa maggioranza con l'idea che ha quell'opposizione, per arrivare a una sintesi, perché credo, onorevole Uras, ma forse lei l'ha capito bene insieme a tutti gli altri colleghi dell'opposizione, che in questo momento di grande difficoltà quello che ci chiedono i cittadini è un'unità di intenti per il raggiungimento di un obiettivo vero del nostro popolo. Questo ci chiedono! Altrimenti non voteranno nessuna delle componenti e dei partiti che sono all'interno di questo Consiglio regionale, ma voteranno il Movimento 5 Stelle per far capire alla politica che si sono "rotti le scatole" non solo di questa politica ma anche di questa burocrazia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Presidente Cappellacci, oggi, qui, volendo invertire il tema, lei sta chiedendo un riscontro aritmetico a quest'Aula; mi auguro che il riscontro aritmetico non ci sia. Mi chiedo anche però, che senso abbia avere un riscontro aritmetico dentro una maggioranza che sostanzialmente non c'è. Che senso ha ritrovare una fiducia al Presidente, quando fiducia sostanziale non c'è? Anche azzeccando il numero di oggi, poi riprenderà quello sfilacciamento continuo di questa maggioranza che, come in tutte le democrazie, è basilare per un'attività di governo efficiente. E' da troppo tempo che in quest'Aula vediamo iter legislativi, di leggi anche importanti, che si iniziano, poi si interrompono, qualche volta si riprendono; le ultime due leggi, molto importanti e con scadenze abbastanza perentorie e decisive, le vediamo arrancare, sentiamo che forse se ne parlerà.
Ecco perché forse oggi c'è un gruppo di consiglieri che ricordano a lei, Presidente, che questa situazione è insostenibile, in una condizione di crisi ormai arrivata alle estreme conseguenze. Vede, questa crisi non è soltanto legislativa, non è soltanto legata al lavoro legislativo di un'Aula, è più ampia, si annida addirittura negli Assessorati; potrei fare tantissimi esempi ma ne voglio fare solo due, piccoli grandi esempi di Assessorati che innescano momenti di danno alla comunità. Tempo fa, ho visto un bando importante sulla scuola digitale, era impostato male, è stato parzialmente aggiustato in corso d'opera (non parlo dei secoli scorsi ma parlo di pochi mesi fa), gestito ancora peggio per inefficienze interne. Altro bando, altro Assessorato, questa volta si trattava di intervenire per le fasce più deboli con 8 milioni e mezzo di euro, è stato un anno di lavoro, con buone professionalità, andato in fumo. Addirittura (penso che sia una barzelletta da scrivere e da meditare) si dice che qui si revocano i bandi e anche i dirigenti!
Quindi, la mia richiesta, Presidente, è che lei seriamente prenda atto di questo malessere generalizzato. La situazione di crisi in cui versa la Sardegna è stata rappresentata un po' da tutti, e lei la conosce almeno quanto noi. In questa incapacità di dare interventi concreti, penso che sia doverosa da parte sua (anche per rispetto di un galateo istituzionale) una presa d'atto, una presa d'atto che ridarebbe autorevolezza a lei, Presidente, oltre che a questa istituzione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, presidente Cappellacci, Assessori e colleghi, motivi per presentare una mozione di sfiducia ce ne sarebbero tanti, ogni giorno, e penso che questa mozione di sfiducia, presentata nel pieno della campagna elettorale, direi che in maniera molto abile il Presidente della Regione ha voluto discuterla in questi giorni, sapendo che non è questo probabilmente il momento nel quale sarà chiamato da quest'Aula (impegnata evidentemente su altri fronti), a dimettersi, a rassegnare le dimissioni per sancire un fallimento che però è nelle cose, è in atto. Motivi ce ne sarebbero tanti, intanto una maggioranza che vive una situazione di contraddizione dannosa e pericolosa per la Sardegna, una contraddizione che sta per esempio nella scelta che hanno fatto alcuni Assessori, penso all'Assessore della programmazione La Spisa, il quale decide di candidarsi oggi con la lista del presidente Monti, quel Presidente che questo Governo regionale ha accusato di aver scippato le risorse della Sardegna, motivo per il quale la Finanziaria non arriva in quest'Aula. Una contraddizione che è rimarcata dall'atteggiamento dei Riformatori che, di fatto, in questa fase, ma anche in diverse altre fasi, cercano di fare l'opposizione all'interno della maggioranza, senza però trarne le conseguenze: rimangono in Giunta, rimangono negli enti, di fatto condividono un'esperienza di governo fallimentare e non hanno il coraggio di staccare la spina.
Allora ci sono sicuramente, in questa contraddizione, elementi che ci fanno riflettere e che, soprattutto in questa occasione che ci viene data, ci costringono a riflettere se stiamo facendo il bene dalla Sardegna, oppure se ci rendiamo conto che quel percorso che avevamo, avevate ipotizzato è un percorso che non è finalizzato al bene comune, che non porta valore aggiunto per i sardi e che quindi ci dovrebbe portare a confrontarci, come diceva il collega Stochino, ma a confrontarci su progetti alternativi, se ci sono, a confrontarci in una campagna elettorale per le regionali finalizzata a dare un Governo serio e stabile, un Governo di prospettiva alla Sardegna. Credo che dovremmo interrogarci, che si debba interrogare lei, Presidente, se può essere ancora utile la sua presenza alla guida della Giunta regionale e della Regione, nel momento in cui ormai ha ben poco da dire e da dare alla Sardegna.
Sono andato a rivedermi le sue dichiarazioni programmatiche, Presidente. In realtà abbastanza vuote, come vuota è stata questa legislatura e come vuota è stata l'azione della Giunta e della maggioranza, ben poco dicevano ma alcune cose (guardo l'indice) le cito: i servizi alla persona e alla famiglia. Le chiedo (lo avrei chiesto anche all'assessore De Francisci) dove sono finiti quei 12 milioni per la famiglia. Ricordo una Conferenza regionale per la famiglia nella quale (anticipando anche la definizione di una legge organica sulla famiglia che ancora giace in Commissione sanità e che tra l'altro mi vede come primo firmatario) la Giunta ha deciso di inserire delle risorse importanti per la famiglia, ma c'è lo "zero" assoluto, c'è la negazione, c'è probabilmente un accantonamento di risorse, se c'è, ma non c'è alcuna politica, come non c'è in ognuno dei settori affrontati.
Il secondo punto era la sanità. Sulla sanità vi siete presentati alla prima occasione utile, nel primo collegato del 2009, con un sub emendamento e avete fatto un'azione prepotente di potere, avete mandato via, senza un esame degli obiettivi e senza un'analisi di ciò che avevano raggiunto, i direttori generali precedenti e li avete sostituiti con commissari; avete chiesto a questi commissari di farvi capire se ci potesse essere un modo per riformare la sanità, il Servizio sanitario regionale, ma sono passati quattro anni e di quella riforma non c'è traccia, perlomeno non l'avete presentata in Consiglio. C'è anche qui una contraddizione evidente: Riformatori che la pensano in un modo, l'U.D.C. nell'altro, non si capisce chi è stato l'Assessore della sanità in questi anni, o forse si capisce, o forse sono stati tanti.
In quelle dichiarazioni programmatiche, lei ha detto alcune cose, Presidente, tra le altre ha detto che al primo posto doveva esserci la partecipazione: "ascolterò tutti i sardi, prenderò le idee migliori"; in realtà non ha preso nessuna idea, perché non ha avuto nessuna idea, nessun progetto per la Sardegna, neanche quello che doveva venir fuori da quello che ha definito il comune sentire.
E il Piano regionale di sviluppo, lo ricorda? L'"Io" al centro, la persona al centro: lettera morta, fogli buttati, carta straccia, non è rimasto niente di quel Programma regionale di sviluppo, perché non c'era niente, c'era il vuoto, solo qualche "copia e incolla" e niente di più.
Il terzo punto erano le regole, cioè una legislatura costituente: che cosa è rimasto di questa legislatura costituente? Che cosa avete prodotto? Avete tentato, con la sua complicità, Presidente, di cambiare il sistema elettorale, in questo senso: vi siete inventati un parlamentarismo andando a sostituire gli Assessori perché la sua maggioranza non poteva sostituire il Presidente, non poteva sostituirla, e avete messo trenta o trentacinque Assessori a turno, cambiando con un turn over continuo un po' di consiglieri in Giunta per tentare di far contare di più non il Consiglio, non l'Assemblea, non il Parlamento regionale, ma per far contare di più qualche capo corrente! E lei, Presidente, si è prestato a questo gioco, altro che regole! Non ha guidato il processo di revisione in senso federale dello Stato con un'assenza, l'assenza della Sardegna, che per storia, per vocazione e per tradizione doveva guidare questo processo in senso autonomistico.
Siamo stati assenti, trincerati dietro una vertenza entrate che non avete difeso per due anni e mezzo perché al traino di Berlusconi e poi quando evidentemente qualcuno, magari il sottosegretario Letta, non ha dato alla Sardegna quello che la Sardegna chiedeva, quando c'è stato il cambio di Governo, vi siete ricordati che c'erano anche gli interessi dei sardi e avete alzato la voce. Vi siete autosospesi, avete preso le tessere, avete partecipato ai congressi, avete cercato di guidare i partiti, poi avete dichiarato di non far parte più di quel partito, insomma avete cercato di barare con i sardi cercando di nascondere il vuoto, il vuoto assoluto che ha caratterizzato questa legislatura!
I trasporti, altro punto del programma, la continuità territoriale, non c'è più la continuità territoriale, presidente Cappellacci, non so se se n'è accorto, non c'è più! Le compagnie aeree in questi anni hanno fatto quello che hanno voluto, hanno cancellato i voli, posso fare tanti esempi. Avete prima fatto una proposta di continuità territoriale con la tariffa unica, ma quella tariffa unica, che doveva venir fuori dalle conferenze di servizio, non è stata poi tradotta nel decreto che è stato presentato dall'allora ministro Matteoli. Avete chiesto di ritirare quei decreti. Altre conferenze di servizi, altri mesi, tariffa unica, gara andata deserta e siamo oggi a una soluzione pasticciata, mista, che non so se vedremo e quando vedremo, la certezza è che non c'è continuità territoriale in Sardegna. E i voli low cost? Mi chiedo che cosa abbiate fatto, la legge numero 10 del 2010, un pasticcio, una contraddizione, PIEM (Principio dell'investitore operante in economia di mercato), SIEG (Servizio di interesse economico generale), la mancata notifica all'Unione europea, tutt'oggi non si capisce con quale sistema di incentivi si dovrà andare avanti, come chiudere i contratti con le compagnie da parte delle società di gestione, con buchi paurosi che porteranno, è il caso della società di gestione dell'aeroporto di Alghero, probabilmente a presentare i libri in tribunale, 8 milioni di euro i soldi dovuti, le risorse dovute dalla Regione, più 14 milioni di euro di fondi FAS - CIPE, insomma è un fallimento continuo, potrei parlare per ore ma il tempo non è sufficiente, un fallimento continuo in tutti i settori.
Credo che siano questi i motivi che debbano, se c'è un sussulto di dignità, spingere questo Consiglio regionale a dare la sfiducia al Presidente perché non c'è mai un momento opportuno, tutti i giorni sono opportuni e buoni per fare un servizio alla Sardegna mandando a casa questo Presidente, questa Giunta e tornando alle urne su progetti politici alternativi che facciano davvero il bene della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, credo che il Partito Democratico, secondo la migliore liturgia, voterà la mozione di sfiducia, parrebbe persino scontato. Certo, lo dico con la chiarezza che bisogna avere in questi momenti. Mi dispiace un po' che domani dobbiamo regalare sui giornali la notizia che un Presidente come Cappellacci ha riavuto una fiducia, questo mi dispiace molto e politicamente lo ritengo un errore comunicativo, un gravissimo errore comunicativo. Dubito che ci sia qualche persona di buon senso (che si sia allontanata in quest'ultimo periodo) ad aver bisogno di una discussione su una mozione di sfiducia nostra per capire in che condizioni sia lui e siamo noi. Infatti lui vive con la sua Giunta un'interpretazione della propria funzione diciamo di carattere ormai contemplativo, non ha niente a che vedere con questioni di santità, per essere chiari, contemplativo nel senso che si preferisce evocare i problemi, enunciarli, fare l'elenco e questo parrebbe essere sufficiente anche a questa maggioranza e allo stesso Cappellacci per sentirsi la coscienza tranquilla.
Lo volevo dire a Stochino, purtroppo di idee non si vive. Basterebbe sentire le interviste di questi giorni sull'esito della campagna dei saldi, dove il minimo che ci viene detto dalla gente è che c'è bisogno e urgenza di lavoro, cioè c'è un richiamo drammatico all'idea di trovare o di ricercare una convergenza parlamentare intorno a questi problemi. Immaginate che cosa avremmo potuto fare se, armati di buona volontà, le quattro ore inutili di stamattina le avessimo messe insieme per cercare come utilizzare ogni centesimo di euro, che è nella nostra disponibilità, nella direzione di risposte. Immaginate che cosa si può fare in quattro ore con buona volontà! Quindi a me dispiace molto che domani i giornali titolino così. Siccome faccio politica da un po' di tempo, è meglio che ce le diciamo invece di far finta di viaggiare per altri lidi.
Però, c'è un esempio illuminato in queste ore che avrebbe dovuto suscitare l'autonoma riflessione del presidente Cappellacci, è quello del Pontefice che dice: "Lascio la Chiesa per il bene stesso della Chiesa, perché non ho più la forza, non ho più la possibilità di realizzare il bene della Chiesa". Domanda che giro autenticamente al Presidente: lui crede, nelle condizioni in cui si trova, con la Giunta che si ritrova, con la maggioranza che si ritrova, di essere, in questo momento drammatico, così utile alla Sardegna da non fare una riflessione, per il bene della Sardegna, di tipo diverso? Visto che siamo in una condizione quasi mistica, gliela lascio alla sua riflessione.
Il problema è un altro; da un po' di tempo giriamo attorno ai problemi al punto che mi pare persino assurdo considerare ancora in questo tempo un istituto da mantenere quello della discussione su una mozione di sfiducia al Presidente, perché bisogna contestualizzare questo istituto con il sistema dell'elezione diretta per capire che cosa succede, che senso ha. Che senso ha che qualcuno, che la fiducia non gliel'ha data, discuta sulla possibile sfiducia a un Presidente che invece ha la fiducia della maggioranza che ovviamente è dipendente dagli esiti e dalla volontà della sua elezione diretta? Ovvero, dei risultati non se ne parla. Si parla di un'occupazione; cioè in una dinamica democratica normale avrebbe un significato, in una condizione di occupazione, perché è chiaro che questa maggioranza sa che le prossime elezioni regionali le perde… no, no le perdete di gran lunga, se no diversamente avreste accelerato alcuni processi, avevate tutto l'interesse, queste cose le capiamo anche se non abbiamo il coraggio, ci scherziamo sopra, collega Contu, ma abbiamo anzianità di servizio sufficiente per capire come funzionano le cose… le perdete, però è ingiusto che voi teniate impallata la Regione in queste condizioni.
Si dice che la burocrazia comanda la Regione, che le leggi non vengono attuate, ebbene è un po' troppo comodo fermarsi a questa mera constatazione. La burocrazia è forte quando la politica è debole; essa quasi sempre riprende un potere che non le compete e lì dobbiamo denunciare anche qualche limite alle conclusioni che questo Consiglio ha fatto sull'inefficacia e sulla inapplicabilità di alcune leggi, perché - secondo me - bisognava indicare qualche medicina, qualche strada da intraprendere, qualche iniziativa da condividere; invece non si è fatto niente, si contempla che la burocrazia comanda, condiziona, rallenta e non capiamo che questo dipende dal livello e dalla qualità che ha questa politica di oggi.
L'altro aspetto che riguarda più in generale l'esito di una Giunta è quello che osserviamo in questi giorni, se c'è una cosa che non è accettabile della politica nel rapporto con i cittadini è il livello di falsità con il quale noi comunichiamo le cose. Quando il Presidente arriva e dice: "Abbiamo portato 300 milioni dalla Comunità europea", basta fare un "copia e incolla" del dispositivo in inglese che è stato deliberato e farsi la traduzione per capire che l'ultima frase di quel dispositivo dice esattamente il contrario di quello che ha propagandato il Presidente, cioè dice che deve essere presa in considerazione anche la particolare situazione delle regioni insulari, come a dire che è una cosa che si dovrà fare e che quei 300 milioni non spettano alla Sardegna, ma spettano alle regioni ultraperiferiche, ai cosiddetti atolli, cosa che non c'entra niente con noi, dando così in pasto alla gente un'idea falsa, sbagliata, immorale, rispetto alla realtà delle cose.
Si spara questa ulteriore e improponibile questione delle zone franche integrali. Ma pensate davvero che abbiate come interlocutori solo dei deficienti, o della gente, delle spugne che assorbono tutto? La prima cosa che vi dovrei chiedere è a che punto sta la conclusione del lavoro e dell'obbligazione che avete sull'applicazione rigorosa della norma di attuazione dello Statuto. Non ce ne date informazione. Dite, nella delibera, in quella bellissima ed ecumenica delibera dove non dite un bel niente: "Ci interesseremo anche dell'attuazione del decreto legislativo numero 75". Lo vedremo! Di queste cose dovete rendere conto! Quando si arriva al punto che la politica è costretta a inventare delle falsità, a dare in pasto all'informazione cose che non stanno né in cielo né in terra, a quel punto scatta l'allarmismo di tutti, anche nostro, di una politica che ha perso il suo baricentro, perché saremo vittime tutti. Ecco perché dovreste riflettere, piuttosto che difendere acriticamente questa Giunta.
Poi, ce n'è un po' anche per il Consiglio. Ce n'è un po' anche per il Consiglio perché vedete, l'altro giorno, il Governo ha impugnato l'ultima legge, la numero 25 del 17 dicembre. Vi invito ad andare a leggere un po' i resoconti. Sulla questione che riguarda le partecipate, leggetevi che cosa hanno detto le opposizioni. Sarebbe stata impugnata, è stata impugnata per quelle stesse ragioni, perché tra di noi ormai vige la regola che, chi ha più muscoli, tira il braccio. Non è per questa strada che la politica esalterà le sue funzioni e rispetterà il suo mandato, per questa strada ci delegittimiamo tutti quanti, quindi questa sfiducia la dovreste registrare più voi che noi, per noi esiste dall'inizio, da quando dichiarazioni programmatiche del tutto risibili, hanno definito questo Presidente il Presidente delle favole, il Presidente che insegue farfalle e si dimentica di una realtà drammatica come quella che vivono i nostri cittadini e la nostra gente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Franco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCO (Riformatori Sardi). Visto che tutti tirano in ballo i Riformatori in ogni intervento, unica eccezione il collega Gian Valerio Sanna, ecco finalmente la voce dei Riformatori o una delle voci dei Riformatori.
Comincio questo intervento dalla fine, cioè dicendo subito e con chiarezza che i Riformatori voteranno contro la mozione presentata dagli esponenti dell'opposizione e voteranno a favore del Presidente. Non perché abbiamo paura della battaglia decisiva e ci trasformiamo in statue di sale, come diceva il collega Maninchedda, ma perché facciamo le battaglie quando è giusto e utile farle per i sardi. Quattro anno fa, ci siamo presentati agli elettori chiedendo di votare per Cappellacci e chiedendo di votare per i Riformatori sulla base di un progetto che è stato evidentemente premiato dai cittadini con il risultato che tutti ricordiamo, siccome noi siamo persone serie teniamo fede ai nostri impegni. Abbiamo preso un impegno, lo manteniamo oggi e lo manterremo fino a quando ci sembrerà la soluzione migliore per la Sardegna e per i sardi che ci hanno dato la loro fiducia.
Pertanto, rivolgo un caldo invito, a tutti coloro, di destra, di sinistra, di centro, ex di destra, ex di centro, eccetera, che non perdono occasione a ogni piè sospinto di invitarci a trarre le conseguenze, a staccare la spina, a togliere la fiducia, e chi più ne ha più ne metta, ad astenersi da questi inviti, sappiamo fare da soli. Francamente non vediamo la ragione di farlo, dovreste spiegarcela meglio, colleghi dell'opposizione. Dovremmo forse togliere la fiducia al presidente Cappellacci per consegnare la Sardegna nelle vostre mani? Cioè, toglierla a lui per darla a voi? E perché? Per premiare un conservatorismo cieco che vi ha portato a fare un'opposizione sorda a qualunque idea che non fosse la conservazione, il mantenimento dello status quo, a opporvi a qualsiasi proposta non perché la ritenevate sbagliata, ma spesso solo per impedire a noi di governare? Guardate, colleghi, non riesco a ricordare il vostro contributo fattivo per far crescere il PIL dei sardi e per ridurre la burocrazia, un'idea innovativa che sia venuta dai vostri banchi.
Facciamo un esempio, parliamo delle province. Avete detto, ridetto, giurato e stragiurato, anche voi, come le altre forze della maggioranza, che le volevate abolire, ma nei fatti anche voi, non solo voi, per carità, avete assunto un atteggiamento passivo per lasciar passare il tempo e mettere la Giunta di fronte al fatto compiuto della scadenza imminente, quindi della necessità di fare un decreto, una proroga. Non avete fatto nulla, neppure voi, per rispettare la volontà dei sardi, questa è la verità, e vi voglio ricordare che rispettare la volontà dei sardi non è compito solo dalla maggioranza ma di tutto il Consiglio. Voi rappresentate i sardi come noi, e spetta a voi, come alla maggioranza, rispettare le indiscutibili volontà, come certificate dai 525 mila sardi che, a maggio del 2012, sono andati a votare per i referendum.
Abbiamo passato, per responsabilità vostra questa volta, solo vostra, giorni e giorni qua dentro a discutere di inutili mozioni o ordini del giorno, come quella di oggi per esempio, sapendo benissimo che, nella stragrande maggioranza dei casi, era tempo perso, invece di occuparci dei problemi dei sardi. Queste sono le ragioni per cui abbiamo chiesto lo scioglimento del Consiglio, signori, non della maggioranza, non della Giunta, abbiamo chiesto lo scioglimento del Consiglio, perché è colpa di tutti, sia ben chiaro, nostra ma anche vostra, quello che non è successo. Allora, perché dovremmo togliere la fiducia al presidente Cappellacci? Perché ha preso atto di una necessità impellente che è esclusiva responsabilità del Consiglio, cioè quella di fare la proroga delle province? Per favore, siamo seri!
Però, Presidente, vorrei cercare di fare un punto politico sulla vicenda e vorrei essere molto onesto. Noi non siamo scontenti o preoccupati per questioni di governo o sottogoverno, mi creda, non sono quelle le nostre preoccupazioni, noi stiamo invece meditando sulla situazione generale della Regione perché non ci sentiamo soddisfatti di come stanno andando le cose. Ci sono diverse aree dell'azione della Giunta, anche con responsabilità da attribuire a un Consiglio, che definire "libanizzato" è solo un eufemismo, diverse aree dicevo che non vanno bene, che lasciano in noi una certa amarezza, una certa delusione se pensiamo a quello che avremmo potuto fare in questi anni e che non abbiamo fatto.
Presidente, come lei certamente ricorderà, noi, come le altre forze della maggioranza, abbiamo votato con entusiasmo e convinzione (avevamo anche partecipato in parte alla sua elaborazione) il Piano regionale di sviluppo presentato dall'assessore La Spisa nel 2009, che conteneva argomenti, temi e proposte che, se attuati, ci avrebbero consentito di cambiare in profondità la nostra terra, di darle un futuro meno gramo di quello che si prospetta purtroppo. Non abbiamo tenuto fede a quelle promesse, o almeno lo abbiamo fatto solo parzialmente, non dico che la responsabilità è solo della Giunta, anzi, probabilmente la Giunta ne ha la responsabilità minore, ci siamo anche noi qui in Consiglio, la maggioranza poco coesa, diciamo la verità, e una minoranza che, come ho già detto, sembra avere l'unico obiettivo di impedire a noi di governare. Però, mi consenta di dirle che su molti temi è mancata un pochettino la spinta propulsiva, la conduzione, la guida della Giunta, è mancata un'azione forse di moral suasion sua e dei suoi Assessori su diversi consiglieri della maggioranza.
Sanità, urbanistica e trasporti, tanto per fare solo alcuni esempi, sono settori nei quali la Regione ha competenze decisive e ben poco è stato fatto rispetto agli impegni contenuti nel programma regionale di sviluppo. Anche nel settore turistico, ad esempio, come maggioranza abbiamo fatto poco, abbiamo approvato la legge sul golf innovativa, e poi l'abbiamo lasciata ammuffire tra i ricorsi del Governo alla Corte costituzionale. E pensare che sarebbe potuto essere un buon inizio per quella destagionalizzazione di cui tutti parliamo spesso, ma che non incomincia mai. Presidente, le annuncio che noi riteniamo indispensabile che, dopo le elezioni, ci riuniamo per valutare che cosa si può fare in questi campi, da qui alla fine della legislatura, per vedere di dare insieme, come diceva lei, come diceva il suo slogan in campagna elettorale, un senso compiuto al lavoro di quattro anni, per vedere se vale davvero la pena di continuare. Trovare un accordo su tre o quattro punti qualificanti, stringere le fila e portarli a compimento, per presentarci davanti ai sardi nel 2014 dicendo quello che abbiamo fatto, quello che è stato possibile fare, poi loro valuteranno.
Inoltre, Presidente, qui parlo, come si suol dire, di politica in senso alto, noi non possiamo sottacere il disagio che ci deriverebbe dall'alleanza con una forza politica importante qual è il P.d.L., se dovesse vincere le elezioni politiche, insieme a un Partito come la Lega Nord. Noi non possiamo accettare che si parli di 75, o anche di 80, o anche di 70 "per centi" da destinare alla Lombardia piuttosto che al Veneto, noi non saremo disposti ad accettare, neanche per un istante, un'alleanza con chi vuole spaccare il Paese e con chi ritiene che la forza dei soldi possa rappresentare tutto, possa sostituire valori di solidarietà e coesione, su cui è fondato il nostro Paese. Glielo dice uno che è tra i pochi, qui dentro, a fare i conti e a ripetere che siamo ogni anno debitori di diversi miliardi alle regioni più ricche del Paese. Ma questo è senso di responsabilità e disponibilità ad affrontare il problema; da qui a dare libero spazio alle fantasie indipendentiste dei lumbard, a scatenare gli istinti più bassi e egoistici della gente, ce ne passa molto, e questo, lo ripeto, sarebbe per noi inaccettabile.
Siamo per una seria assunzione di responsabilità da parte dei sardi, dei singoli cittadini e di noi che siamo i loro rappresentanti, senza lasciare spazio a un lagrimatoio che ormai è divenuto insopportabile. Il tempo dell'assistenzialismo è finito, non ci sono più risorse, non si possono più aumentare le tasse, ed è bene dimenticarsi le distribuzioni a pioggia del passato. E' ora che facciamo qualcosa per cambiare il nostro destino, sul serio, però, non con le solite chiacchiere; facciamo anche sacrifici, spieghiamoli alla gente, ma facciamo tutto questo con un fine preciso, quello di migliorare la nostra Terra e le condizioni di vita dei nostri cittadini. Siamo pronti a fare la nostra parte, Presidente, anche a costo di pagare il prezzo dell'impopolarità di decisioni difficili. Le chiediamo, Presidente, di provarci, in questa parte finale della legislatura; impegniamoci insieme, diamo un senso alla nostra esperienza, presentiamoci agli elettori fra un anno potendoci vantare di aver loro lasciato una Sardegna migliore di quella che avevamo trovato, una Sardegna dove nessuno debba rivolgersi a un consigliere regionale per trovare un posto di lavoro per se stesso o per il figlio, o per trovare la casa, una Sardegna dove ci sia una situazione per cui un cittadino trovi lavoro, per sè o per il figlio, o una casa, semplicemente rispettando regole che siano uguali per tutti. Presidente, questi che le ho posto sono problemi importanti, sui quali bisognerà fare chiarezza e speriamo che la si voglia fare. Voglio rassicurare tutti, amici e nemici, che, se dovessimo arrivare alla conclusione che, per la Sardegna, la cosa migliore sia "staccare la spina", noi lo faremo; ma non lo pensiamo e non lo facciamo.
Presidente Cappellacci, i Riformatori le confermano la loro fiducia e voteranno contro una mozione che ritengono, tra l'altro, inutile e dispersiva, ma le rivolgono un appello accorato. Presidente, non ci siamo completamente riusciti finora, ma abbiamo ancora un anno: proviamo a cambiare la Sardegna!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, la preoccupazione del collega Gian Valerio Sanna adesso è fugata, perché i titoli del giornale di domani non saranno sicuramente sul fatto che la maggioranza si è ricompattata sul presidente Cappellacci, ma che parti della maggioranza votano la mozione e, soprattutto, che un Partito importante, qual è quello dei Riformatori sardi, ha chiesto chiaramente e ufficialmente in Aula una verifica di maggioranza, lamentando tutta una serie di difficoltà nell'attuazione del programma di governo, anzi, lamentando carenze molto importanti su settori qualificanti dell'azione di governo. Da quello che ha detto il collega Franco Meloni è chiaro che la mozione di sfiducia ha evidentemente spiegato la motivazione di fondo che ha portato alla sua presentazione. In questo esprimo il mio rammarico anche per una non voluta incapacità, oppure velocità di comunicazione della presentazione della mozione stessa, che ha dato l'impressione (fortunatamente si è ricomposta in aula) che l'opposizione fosse divisa su questa mozione.
Presidente, la ragione principale per cui la mozione è stata presentata è che non possiamo accettare, in una campagna elettorale già confusa, che pezzi della maggioranza che la sostiene possano recitare due parti in commedia, cioè svolgere contemporaneamente il ruolo di maggioranza e il ruolo di opposizione; ancora, che addirittura un importante Gruppo politico della sua maggioranza si rivolga al Presidente della Repubblica, con una procedura extra consiliare, chiamiamola così, extra istituzionale, per lo scioglimento del Consiglio regionale a causa di una delibera assunta dalla Giunta con l'astensione, ci risulta, degli Assessori che fanno riferimento ai Riformatori.
Allora, il problema è questo, Presidente: in una campagna elettorale, dove stiamo vivendo di tutto, dove l'ipocrisia (com'è stato detto in quest'Aula precedentemente), regna sovrana, dove Assessori, che hanno difeso il Governo Berlusconi sulla partita delle entrate e che ancora svolgono il ruolo di Assessori della programmazione e bilancio, si lamentano, invece, dei ritardi nell'applicazione dell'intesa sulle entrate, dove assistiamo a conferenze stampa nelle quali autorevoli rappresentanti della maggioranza esprimono giudizi taglienti sull'operato del presidente Cappellacci, com'è possibile pensare che le minoranze consiliari possano stare in silenzio? Abbiamo fatto bene a riportare nell'Aula del Consiglio regionale una discussione su questi punti!
Presidente Cappellacci, leggo sulla stampa, virgolettato: "Le ultime iniziative di Cappellacci per le Entrate hanno l'odore del rancido della campagna elettorale" - parole testuali! "Hanno l'odore del rancido della campagna elettorale" - "perché provengono da un Partito, il P.d.L., che ha chiuso un accordo con la Lega per trattenere al Nord il 75 per cento del gettito fiscale. Dunque Cappellacci pensa agli spiccioli, mentre rischia di perdere i milioni". Sottoscrivo quest'ultima affermazione, perché è da anni che stiamo dicendo che la Giunta regionale e il presidente Cappellacci, sulla vertenza entrate, hanno perso tempo, hanno sbagliato strategia, hanno pensato agli spiccioli, mentre la Sardegna perdeva i milioni; questa affermazione la sottoscrivo! Ma che ci sia un elettoralismo insopportabile in tutte le vicende di queste ultime settimane, da parte della maggioranza e del presidente Cappellacci, è un dato di fatto! E' un dato di fatto!
Abbiamo proposto la mozione di sfiducia in quanto i problemi della Sardegna ci chiamano a questa assunzione di responsabilità. Capisco che ci siano i richiami a un altro anno di governo, alla necessità di stringere le fila per riuscire a recuperare il tempo perduto, ma si sa benissimo che, in questo momento della legislatura, alla fine della legislatura, non sono più possibili gli scatti innovativi e realizzativi che qualcuno, in maniera un po' ingenua, pensa di poter portare avanti, e nel frattempo la Sardegna continua a presentare dati disastrosi. Leggo, presidente Cappellacci e assessore Zedda, dalla Conferenza stampa di ieri della Confartigianato: "2012, anno nero, nell'Isola più di 3000 imprese cancellate; Saldi flop, calo fino al 15-20 per cento rispetto a un anno fa; Crisi, Confcommercio vede nero, mai così male da 50 anni". E potrei continuare con tutti i dati legati al settore industriale, che è di fronte a una fase assolutamente disastrosa di cancellazione di interi asset produttivi e di intere attività industriali in tutte le Province della Sardegna.
Dell'agricoltura non ne parliamo, è stata annunciata con forza la ripresa di una mobilitazione da parte degli agricoltori e dei pastori sardi e, in questo contesto, il collega Stochino manifesta un entusiasmo assolutamente improponibile, esagerato, rispetto a un progetto "Arc en ciel" che io conosco bene, che ha preso avvio già dalla fine dell'esperienza della Giunta Soru e che questa Giunta regionale, nonostante ripetuti e reiterati inviti alla collaborazione… i suoi richiami alla collaborazione che è stata miracolosamente attivata in quest'ultimo periodo sono assolutamente fuori luogo, collega Stochino, perché è da quattro anni che gli interlocutori, i presentatori di questa proposta, stanno chiedendo che la Giunta regionale dia un sostegno a quella che lei ha presentato, giustamente ma tardivamente, come un'iniziativa seria nel comparto dell'agricoltura e dei prodotti agro-industriali di qualità in Sardegna. Di fronte a questa crisi, la nostra esigenza come minoranza era di riportare il dibattito su questi temi, in quest'Aula, nell'Aula del Consiglio regionale, non nei "6 x 3" o nei cinema o nei teatri o nei bar pieni di attività elettoralistiche.
Vorrei che il Presidente e la maggioranza dessero uno sguardo attento alla parifica del rendiconto generale della Regione autonoma per l'esercizio 2011 che è stato stilato e presentato dalla Corte dei conti. Altro che entusiastiche dichiarazioni di soddisfazione per i risultati della Giunta Cappellacci, collega Stochino e collega Gallus! Leggetevi che cosa dice la Corte dei conti su tutti i settori di intervento del bilancio regionale, dall'agricoltura all'industria, al commercio, al personale, alle società partecipate, agli sprechi, che ancora in Regione sono presenti e che sono certificati! Questo è il dato da cui partiamo e che dimostra il fallimento dell'esperienza del Governo del centrodestra in questi quattro anni, viene attestato da un'entità terza, dalla Corte dei conti, da un'entità neutra che vede e certifica i numeri, i dati e i risultati, non la propaganda; non la propaganda magari sostenuta da ingenti somme, da "milionate" di euro per la pubblicità istituzionale, che fanno sì che la presenza della Giunta regionale sia debordante nelle trasmissioni televisive, soprattutto nelle reti televisive sarde e nella stampa quotidiana.
Si vuole sostenere questo tipo di politica?
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, capisco la necessità di presentare una mozione come questa. Lo dico con assoluta sincerità all'onorevole amico Luciano Uras, lo dico perché so, mi è parso di intuire sin dall'inizio, perché siete stati quasi costretti a presentare questa mozione di sfiducia. Lo dico perché, quando il periodo elettorale stravolge qualsiasi equilibrio, è comprensibile che si arrivi anche a soluzioni non accettabili e non condivisibili e quindi si tende a tirare su l'asticella perché fra stare in maggioranza e stare all'opposizione credo che ci sia una netta differenza: chi è in maggioranza si assume le sue responsabilità e chi è in posizione diversa, cioè all'opposizione, ha un ruolo completamente differente. Sentirsi scavalcare a volte non è neanche pensabile di poterlo accettare, quindi si presta anche a strumentalizzazioni visto il periodo.
Siamo in piena campagna elettorale, siamo chiusi qua dentro mentre stanno arrivando tutti i big della politica italiana a prometterci tutto quello che è necessario per risolvere i nostri problemi, solo che una volta che andranno via i problemi resteranno e saranno ancora più pesanti di quanto non siano stati sino a questo momento.
Mi corre l'obbligo di rasserenare anche il mio compagno di partito perché, sa, una guerra di religione a me preoccupa pur essendo laico, però siccome ho vissuto l'esperienza, come tutti voi in questi quarant'anni, della presenza dell'Aga Khan, che è il capo degli Ismailiti, e siccome prevale il ceto femminile nella mia famiglia credo che, in questi quarant'anni, né mia moglie né mie figlie siano state costrette a mettere il velo. Mi preoccuperei di più del Qatar. Perché? Perché il Qatar, che acquisisce da Barrack tutte le quote, fa la società in Lussemburgo, la registra con pochi euro a Milano, fissa la sua sede fiscale e compie un'evasione nei nostri confronti di oltre 60 milioni! Questo mi preoccupa! Questo mi preoccupa fortemente perché sembra che qua vengano tutti a fare i furbi e a levarci i denari, non a portarli! Questo è un punto sul quale dovremo ritornare, per non dare, ciò che deve essere dato, prima di avere ciò che deve essere ricevuto e noi dobbiamo ricevere ancora il maltolto; quindi credo che la guerra di religione sia da accantonare.
Milito in questo partito da diverso tempo; è nato nel 1921, non ho interesse a costruirne un altro, quando smetterò di fare politica, resterò comunque un militante, non ho necessità… forse qualcuno ha necessità, questo lo posso dire, chi non ha partito o chi se ne inventa uno ogni tanto ha necessità di avere radici forti come quelle che porta il Partito Sardo d'Azione. Io ho l'ambizione di dire che questo è il Partito dei sardi. Ho l'ambizione di dire che questo Partito finalmente si è aperto, che accoglie, che dà spazio, che dà rappresentanza, che dà la possibilità di fare cose diverse da quelle che normalmente fanno i partiti italiani. Questo ha l'ambizione di essere il Partito dei sardi. Ogni tanto qualcuno cerca di inventarsene uno nuovo, ma ha vita breve, radici deboli, anzi inesistenti.
Questo Partito c'è in quest'Aula, c'è sempre stato, continuerà a esserci, nonostante le leggi elettorali che a Roma hanno fatto, che continueranno a fare, nei termini più negativi della democrazia. Siccome siamo qui a parlare anche di burocrazia, lo ha detto il collega Gian Valerio Sanna, siccome da Sanna a Sanna è consentito, guardate, se la debolezza della politica è quella che stiamo testimoniando, la burocrazia sarà sempre più forte! Se continuiamo a delegittimarci fra noi qua dentro la burocrazia sarà ancora più forte; se tutto il ruolo che dovremo ricoprire noi, lo lasceremo fare ad altri, cioè alla burocrazia, la burocrazia avrà vinto la sua battaglia e noi saremo relegati in un ruolo secondario, ma non è questo. L'autorevolezza di quest'Aula, lo ripeto per l'ennesima volta, va riconquistata nei fatti, nell'azione, nelle cose, anche nei rapporti tra di noi, senza la necessità di delegittimare nessuno, ma capendo che la differenza dei ruoli che ruotano, a seconda delle legislature, e si alternano, meno male, va salvaguardata ma va salvaguardato il ruolo di quest'Aula, cosa che molte volte è venuta meno.
Guardate, la legge elettorale si può anche trasformare come è stato fatto. Mi ricordo che due legislature fa con un amico che non c'è più, Emanuele Sanna, Presidente della prima Commissione, riuscimmo a esitare una legge elettorale; fu la contrattazione perché i sardisti tenessero in piedi quella legislatura con il presidente Masala. Non ci vergognammo di votare in quella circostanza, perché l'accordo era di fare le regole democratiche qua dentro. Qualcuno ha impedito quel lavoro, le regole democratiche non sono state fatte qua, "ce le hanno fatte" a Roma, e la conseguenza è l'elezione diretta che si è vissuta nella precedente legislatura e in questa; sin quando non avremo la capacità e il coraggio di trasformarla, non potremo lamentarci. Però, si continua a fare politica, non si smette, non ci si arrende; se si pensa di essere nel giusto, si continua seguendo coerenza, lealtà e onestà, non pensando di insegnarle agli altri e non farle proprie.
Guardate: votare a favore o votare contro? Noi voteremo contro, io voto contro insieme a ciò che può rappresentare questo partito per il semplice motivo che il consiglio nazionale di questo partito così ha deliberato e io, pur non condividendolo, l'ho accettato, perché la proposta fatta in quella circostanza dal sottoscritto era completamente diversa. Dissi in quella circostanza, prima di iniziare la campagna elettorale: "Il partito si deve liberare, deve uscire dalla maggioranza, ma deve uscire anche da tutti gli enti di sottogoverno". Si deve liberare in quel senso. Non si può pensare di uscire da una maggioranza e di tenersi in tasca ciò che è il risultato di un accordo politico di inizio legislatura e cioè il sottogoverno. Il sottogoverno fa parte di quell'accordo, come fa parte la presenza in Giunta, come fa parte il fatto stesso che un partito sia in maggioranza o meno. La coerenza è questa e quindi tutti quanti vengono richiamati a questo. Non si può pensare di estrapolarne una parte, il contenuto è unico. Le furbizie non vengono accettate da nessuno. Fui messo in minoranza (come a volte accade) e democraticamente accettai la volontà di chi in quella circostanza la pensava in modo diverso. Almeno momentaneamente in modo diverso dal mio e lo accettai. Militare in un partito comporta anche questo; io ho accettato tante cose che non ho condiviso nella mia vita politica, ma la volontà di stare in quel partito era più forte di quella di ribellarsi a cose che non condividevo. Quando non si hanno i numeri in democrazia, bisogna capirlo e non bisogna essere talmente sprovveduti da pensare che uno abbia sempre ragione e tutti gli altri abbiano sempre torto.
Ritornando all'argomento, certo che c'è necessità di rivedere le cose, qualsiasi macchina ha necessità di essere rivista se ci sono i presupposti; se i presupposti non ci dovessero essere, ognuno ha la propria libertà, la libertà politica, intellettuale, di coscienza, di tirare le somme e di farlo pubblicamente, non c'è bisogno di farlo da altre parti. Se noi decideremo di fare una cosa diversa da quella che abbiamo fatto fino adesso, porteremo la testimonianza qua dentro, in piena libertà, senza fughe in avanti, senza dire che ho deciso io, che ha deciso lui o qualunque altro componente del mio Gruppo. Non funziona così, non ha mai funzionato così. Vi posso garantire che sarà ancora così per come conosco questo Partito.
Speravo che si potesse evitare una tornata consiliare come questa. Non dico che sia inutile perché non voglio levare alcun valore al significato che hanno voluto dare gli amici di SEL e più che hanno presentato la mozione, capisco la costrizione, capisco anche il momento, capisco che le situazioni elettorali impongano che ci siano da difendere necessariamente gli spazi...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, voglio fare alcune considerazioni sulla presentazione della mozione. Come definirla? Definirla inopportuna, definirla di stampo elettoralistico? La si può definire in tanti modi la mozione di sfiducia, quello che credo che si debba comunque rilevare è che oggi, con questa legge e con l'elezione diretta del Presidente della Regione, l'articolo dello Statuto che regolamenta la mozione di sfiducia è assolutamente inefficace e ininfluente ai fini di quello che si vuole ottenere. La mozione di sfiducia aveva una ragione d'essere nel momento in cui il Presidente della Regione era eletto dal Consiglio regionale. Allora la mozione di sfiducia aveva un senso. Tutto il resto è censura politica!
Quindi vanno bene tutti i ragionamenti che sono stati fatti, molti dei quali li condivido, non ultime le considerazioni che ha fatto l'onorevole Gian Valerio Sanna relativamente ad alcuni argomenti che ha citato, come veicolare notizie che sono assolutamente, non voglio dire false, ma che certamente mostrano una realtà totalmente diversa, parlo del trattato di Lisbona, il Presidente della Regione ha fatto un gran comunicato vantandosi di aver portato alla Sardegna ulteriori 300 milioni di euro. L'onorevole Gian Valerio Sanna, forse per brevità, non ha detto esattamente qual è la dicitura esatta di quei 300 milioni e di quelle risorse: sono 30 euro per abitante e per anno solo per le regioni ultraperiferiche e per le isole sparse nel Nord Europa. Questo dice!
Non entro nel merito dei punti franchi e delle zone franche, perché si sta sentendo di tutto e di più, forse su questo argomento sarebbe necessario, onorevole Stochino, venire in aula e discutere un attimino su che cos'è un punto franco, una zona franca, una zona franca doganale. Allora sì, è importante, per evitare proprio che vengano veicolate notizie assolutamente inconcepibili, fuori da qualsiasi logica, perché ci sono delle norme che non possiamo modificare noi, che non può modificare nessuno di noi, ma che sono solo esclusivo appannaggio degli Stati membri e non delle Regioni. Però, questo serve per fare accademia e per parlare di tutto.
Mi soffermerò un attimino sulla valenza politica che qualcuno ha voluto dare a questa riunione di Consiglio. L'onorevole Franco Meloni dice che c'è un problema, non l'ha definito piccolo, non l'ha affatto definito, ha detto qual è il problema, ha detto testualmente: "E' mancata la guida". Non è che l'abbia detto a me, l'ha detto all'onorevole Presidente della Regione! Gli ha detto: "E' mancata la guida!". Sono totalmente d'accordo con l'onorevole Meloni. Qui non si tratta di fare a cazzotti tra maggioranza e opposizione, tra sinistra, destra, centro, nuove formazioni, nuovi gruppi. La realtà è che è mancata la guida e questa guida, a un anno dalle elezioni, onorevole Franco Meloni, non la si inventa più! Ecco perché dico che prima si scioglie questo Consiglio regionale e meno possibilità diamo di consegnare la Sardegna al centrosinistra! Tutto qui! Il ragionamento è solo questo.
Abbiamo ancora il tempo per evitare che questo accada perché ha ragione chi dice che, andando in questa direzione, continuando con questo tenore, la Sardegna (ha ragione l'onorevole Gian Valerio Sanna) è già consegnata, armi e bagagli, al centrosinistra, senza colpo ferire! Certamente, onorevole Cappellacci (visto che ormai ho smesso di chiamare, anche lei, Presidente, come il suo predecessore), mi sarei aspettato delle bocche di fuoco dal centrodestra, una difesa strenua, qualcuno che si alzasse a dire le cose che veramente ha fatto e che sono grandiose per questa Isola, magari a fare anche come onestamente ha fatto l'onorevole Franco Meloni dicendo: "Ci sono delle cose che abbiamo fatto che sono andate bene", poi si parla del golf, insomma, se è tutto qui! Però, quanto meno, ci vuole uno scatto di orgoglio. No, ci affidiamo alla difesa strenua dell'onorevole Gallus! Non ne ho capito il contenuto, ripeto, non ne ho capito il contenuto. Se è come dice l'onorevole Gallus, è meglio essere soli che male accompagnati! Questo sì lo posso dire io, onorevole Gallus, non lei, perché lei solo non è mai stato, se lo ricordi sempre.
Allora, nel momento in cui non c'è la guida, è chiaro che diventa tutto più difficile, perché uno come me, che ha sostenuto il presidente Cappellacci, che ha fatto la sua campagna elettorale sostenendolo, non il programma del presidente Cappellacci, quattro scartoffie che non hanno senso, come tutte le scartoffie dei programmi, guarda ciò che è accaduto in questi quattro anni e, in questi quattro anni, sfido chiunque a dire che noi siamo legittimati o il centrodestra è legittimato a riproporre Cappellacci a Presidente della Regione! Lo devo dire in quest'Aula anche davanti alle opposizioni? Lo dico, "sì"! Si viene nel mio territorio a dire che il presidente Cappellacci è già insignito dei gradi di nuovo Presidente della Regione? Alla faccia! Alla faccia di quello che sta accadendo a livello nazionale, a livello di nuove formazioni politiche, chi sta in questa maggioranza e chi si schiera contro a livello nazionale. Le battaglie contro la Lega perché il P.d.L. è con la Lega, ma prendete una decisione definitiva! Fatelo questo sforzo, non continuate in questo balletto, che serve solo a che cosa? Probabilmente a far eleggere l'onorevole Vargiu, spero, persona seria, personalmente spero che non venga eletto l'onorevole La Spisa perché credo che ci siano altre formazioni politiche che meritino di più, quantomeno sono rimaste fedeli a questa maggioranza!
Spostarsi e fare il balletto delle cose, credo che non sia opportuno, non è giusto, non è corretto per quello che abbiamo fatto nelle campagne elettorali, ma prima ancora nella battaglia contro il centrosinistra; oggi ci ritroviamo a fare che cosa? A subire gli attacchi del centrosinistra per colpe che non sono assolutamente nostre perché quantomeno il centrosinistra questa presa di coscienza ce l'aveva, sapeva che molte delle responsabilità non erano dei partiti ma erano del presidente Soru. Non è cambiato niente, guardate, la responsabilità era di Soru prima e totalmente di Cappellacci adesso, non è cambiato assolutamente nulla!
Allora, votare a favore della mozione di sfiducia è l'unica strada per chi dice di stare all'opposizione e io all'opposizione sono, perché non posso dire di essere in maggioranza, mi piacerebbe molto essere in maggioranza e mi sarebbe piaciuto rimanere in maggioranza e sarebbe piaciuto a me, all'onorevole Campus, all'onorevole Capelli, all'onorevole Mulas, a tutti sarebbe piaciuto rimanere in maggioranza e non ci volevano salti mortali per farci rimanere in maggioranza, ci voleva appena appena di coerenza e serietà, tutte questioni che il presidente Cappellacci ha dimenticato ma il guaio è che, assieme a lui, la stanno dimenticando anche i partiti che compongono la maggioranza! Di fronte a questa situazione, onorevole Uras, non voto a favore della mozione perché mi è simpatico il centrosinistra, voto a favore della mozione perché è impossibile votare a favore di questa maggioranza in questa circostanza, non è assolutamente possibile!
L'unica strada, ripeto, è quella di votare a favore di una mozione che però, come ho detto, non risolve nessuno dei problemi, perché altrimenti il problema della mozione l'avremmo risolto già probabilmente dopo un anno di legislatura e dopo un anno di legislatura avremmo avuto un altro Presidente della Regione, così come questo poteva succedere anche nella legislatura precedente.
Ahimè, questo è il sistema! Questa è la politica dell'alternanza! Onorevole Meloni, non abbia paura di consegnare al centrosinistra, ho paura anch'io, certamente, abbiamo paura tutti quanti, ci mancherebbe altro, ma lei come me ha votato per la politica dell'alternanza, lei è stato uno di quelli che ha votato perché ci fosse l'elezione diretta del premier non solo a livello regionale e allora...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, intanto riaffermo quanto ha denunciato il collega Franco Meloni, è una decisione non presa in solitudine ma una decisione presa all'interno del Gruppo unanimemente. Vede, onorevole Diana, lei ha introdotto l'argomento "mozione di sfiducia" oggi ritenendola non congrua alla legislazione vigente. Ma, se si dovesse andare oltre l'enunciazione, credo che sia incongruente anche con lo spirito di opposizione che una seria minoranza dovrebbe fare all'interno del Consiglio regionale. Non è altrettanto serio che possa essere preso il partito dei Riformatori sardi, messo nella mozione a giustificare quello che, in questi tempi, non si riusciva a fare con una mozione ordinaria che avesse necessità, mi pare, di 22 firme per essere portatae d'urgenza in discussione nel Consiglio.
C'è una motivazione, pure da lei contraddetta nel ragionamento, una cosa che non serve nel sistema attuale, in cui ci sono delle maggioranze ben precise che dovrebbero essere coese dall'inizio alla fine e certamente non adeguata nei tempi e nei modi, sia perché siamo in una campagna elettorale non facile per nessuno, non facile per la disaffezione della gente, del popolo nei confronti della politica ma anche certamente perchè non abbiamo brillato noi tutti nel dare testimonianze di stima verso le istituzioni. Vorrei anche dire che bisogna stare attenti, sono due anni che mi rivolgo alla sinistra e che dico che non bisogna approfittare degli ordini del giorno e delle mozioni (per cose pur valide e vere) che non danno certamente risposte serie alle attese della gente, della società, mentre invece non si sono trattati tutti gli argomenti che si dovevano trattare.
Vede, onorevole Diana, forse a me è sfuggito ma il collega Meloni ha sottolineato che, in qualche tema, è mancata la spinta propulsiva della Giunta, non del Presidente, è mancata un'azione di moral suasion da parte dei suoi Assessori. Certo, lo confermo, forse bisogna pensare che, in alcuni temi, in alcune sostanziali materie, non si è arrivati a condizioni tali da esaltare il ruolo dell'Esecutivo, vedendoci qualche volta in posizioni particolari e diverse.
Voglio dire per chiarezza che i Riformatori non sono l'opposizione nella maggioranza, ma sono certamente punta avanzata nella ricerca dell'innovazione delle istituzioni, dei sistemi produttivi e del sistema economico-sociale, anche all'interno della maggioranza. La democrazia non si sostanzia se non nel confronto, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza, per renderla più vivace, più attenta alle esigenze della gente, per prospettive di sviluppo e occupazione futuri. Siamo anche coerenti e leali ma non con sudditanze o ancora meno con atti fideistici.
Vorrei dire che, su quanto riportato poc'anzi, riferito alla notizia di ieri sulle parole dell'onorevole Vargiu, (voglio ricordare a tutti che è capolista della lista civica per Monti), "rancido" non è l'accettazione di una politica nazionale, "rancido" è l'accettazione di una politica nazionale spesso piegata alle condizioni che pone la Lega Nord che chiede il 75 per cento per il nord con un egoismo esasperato e in una funzione di divisione quasi razzista dello Stato. Noi, differentemente, ci nutriamo di solidarietà, coesione sociale e territoriale, che non deve e non può declinare verso l'assistenzialismo fuorviante soprattutto in questi tempi di crisi limitando lo sviluppo e l'occupazione.
I Riformatori hanno chiesto al Presidente, a livello nazionale è meglio dire, di sciogliere questo Consiglio e non la Giunta, non la maggioranza, tengo a ribadirlo, per l'incapacità di questo Consiglio di affrontare pienamente tutti i temi importanti che la società sarda aspetta, non si è stati capaci pur essendoci proposte di legge esitate dalle Commissioni, leggi di innovazione istituzionale, la Costituente, il riordino degli enti locali e le province, che è impellente, la nuova legge di gestione del personale, sulla cultura, sulla gestione delle biblioteche, dei musei, delle emergenze archeologiche, sulla scuola e formazione professionale, ricerca archeologica, valorizzazione dei siti, storia e protostoria della Sardegna, tutte fonti possibili di sviluppo e di occupazione per dare risposte in termini positivi; ancora, leggi sul turismo, con iniziative diverse dal solito propagandare la Sardegna con il solo mare, con iniziative sul territorio soprattutto nelle zone interne, l'artigianato artistico. Sono tutte proposte di legge giacenti, ferme, esitate dalla Commissione, certe volte all'unanimità. Di più: riassetto del commercio, leggi sul sociale, leggi di riforma sanitaria, per una parte prese e per un'altra da verificare, leggi sulla riforma dell'agricoltura con tutto quello che comporta per un settore primario della nostra economia.
Vedete, qualcuno tende a confondere il momento nazionale con il momento regionale. Qui esiste il Gruppo Riformatori Sardi, che ha aderito a quella Scelta civica che vede il Presidente Monti guidare, assieme anche ad altri partiti che sono qui presenti, U.D.C. e FLI, una coalizione che propone un metoddo, un nuovo modo di essere presenti nelle istituzioni per rappresentare degnamente la società, cosa che spesso invece abbiamo visto declinare su posizioni populistiche e certamente non affini alle attese della gente, quelle reali, quelle che si toccano.
Vorrei che si facesse una distinzione seria e chiara: noi non siamo in Giunta con i nostri Assessori e con un candidato che è vicino alle nostre posizioni, ma siamo in Giunta convintamente, perché ancora la sosteniamo, richiedendo però con somma attenzione, spero che il Presidente l'abbia colto, che si faccia una verifica seria e puntuale dopo il voto, con chiarezza, delle cose che sono da fare. Ricordo che (è da due anni che qui lo dico) forse era opportuno scegliere quattro o cinque cose da fare, e poi andarcene a casa, perché un Consiglio che non risponde alle esigenze, al di là che esista una maggioranza coesa, non risponde a quello che…
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Penso che i presentatori della mozione abbiano, per usare un'espressione calcistica, fatto davvero un autogol, perché forse, con questa mozione, loro palesano la sfiducia che hanno in se stessi. Con questa mozione, oggi, volendo far emergere contraddizioni all'interno della maggioranza, hanno fatto emergere innanzitutto, questo sì che mi trova d'accordo con alcune considerazioni fatte dall'onorevole Maninchedda a proposito della crisi della politica, hanno fatto emergere, dicevo, la questione delle questioni, perché la classe politica davvero ha perso mordente, la classe politica oggi è investita da uno tsunami, perché oggi prevale un sentimento di antipolitica, consentitemi davvero di ritenere che il contributo fattivo lo stiamo dando un po' tutti e lo danno, in particolar modo, iniziative come questa mozione che è stata presentata oggi.
Per carità rientra nelle prerogative dell'opposizione, è nel loro diritto-dovere farlo, oggi si è cercato di mettere a nudo i punti deboli, come dicevo prima, di questa maggioranza… ma, chiedo scusa, colleghi!
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, ho già dato indicazioni ai commessi di pregare i colleghi…
PITTALIS (P.d.L.). Il problema è che sono anche i colleghi del mio Gruppo! E' quello che mi dispiace!
PRESIDENTE. Lo so. Onorevole Pittalis, ho già dato indicazioni. Grazie.
PITTALIS (P.d.L.). C'è anche l'onorevole Mario Diana, ma non è nel mio Gruppo, non è più nel mio Gruppo, e non è neanche nel P.d.L. per quello che ho oggi ho sentito, perché il P.d.L. ha un'altra linea differente da quella dell'onorevole Mario Diana.
Dicevo che, intanto nessuno dell'opposizione che è intervenuto ci ha chiarito uno dei problemi cardine; scusate, ci volete spiegare perché l'opposizione è così sfilacciata? Prima di porvi il problema in casa nostra di che cosa sta succedendo, qualcuno ci vuole spiegare perché arriva una mozione solo sottoscritta da otto componenti dell'opposizione e non da tutta l'opposizione? Qualche problema ci sarà, non penso che sarà la dimenticanza di una firma! Ecco, questa per voi è la dialettica. Allora, scusate, prima di entrare a gamba tesa nella casa altrui, ponetevi i problemi prima all'interno vostro e vi assicuro che poi possiamo, com'è stato fatto anche da chi mi ha preceduto dai banchi della maggioranza, dare anche qualche risposta. In un momento nel quale molti si riempiono la bocca della necessità, non solo di ridare dignità alla politica, ma anche di razionalizzarne i costi, vi chiedo e mi chiedo se una liturgia inutile come questa, di questa mattina, una mozione dal contenuto evanescente che non dà assolutamente nessuna risposta ai bisogni dei sardi, beh, rappresenti oggi un costo, costo che deve sopportare la collettività sarda.
Questo noi inizieremo anche a denunciare, perché c'è un certo perbenismo, c'è un certo moralismo, c'è una certa etica della responsabilità politica che viene sbandierata a manca e a destra, senza essere poi conseguenti, come questa mattina. Che cosa nasconde questa mozione? E' evidente, è evidente che nasconde la strumentalità, anche la debolezza di chi probabilmente ha più di un affanno elettorale e ha la necessità, onorevole Gian Valerio Sanna, che domani sul giornale si possa dire che qualcuno ha sfiduciato o ha tentato di sfiduciare Cappellacci, perché questo probabilmente potrebbe fare audience e potrebbe portare qualche voto alla causa. Questo è dunque il portato di un'iniziativa che ci vede oggi qui ingessati, quando sui problemi che noi dovremmo affrontare, quelli dello sviluppo, quelli del lavoro, il problema della zona franca, sul quale è utile il confronto, non lo liquidate, colleghi, con le battute che ho sentito questa mattina, perché queste sono sì le battaglie di retroguardia, noi dovremmo semmai trovare unità di intenti, così come sulle altre vertenze che, chissà come, non sono state neppure citate, e sembra che, in questi quattro anni, qualcuno abbia la memoria corta da non richiamare alcuna delle cose che sono state fatte.
Il presidente Cappellacci, lo voglio dire con grande chiarezza, è e continua a essere il leader di questa maggioranza, piaccia o non piaccia, questo è il senso di una maggioranza che, finché dura e finché c'è nei numeri e nella qualità anche dell'azione di governo, non è assolutamente messo in discussione. Questa è la posizione del P.d.L. ma non per fare una sorta di adesione fideistica alla cieca, assolutamente! Lo diciamo con grande chiarezza: lei, presidente Cappellacci, sta facendo un ottimo lavoro. C'è necessità sicuramente, subito dopo le elezioni, di rilanciare; noi non siamo distruttivi o diciamo che chiudiamo così l'esperienza, chi ha avuto, ha avuto, e oggi tanti che si ergono a grandi censori, no, noi le diciamo di andare avanti, le chiediamo certamente, nel confronto con le altre forze politiche di maggioranza, nel dialogo che dovrà continuare ora, come dopo le elezioni politiche, di rivedere anche la sua squadra di governo, se necessario.
Non abbiamo assolutamente alcun tipo di preclusione, anzi siamo assolutamente certi che, con un rilancio dell'azione politico-programmatica e anche con una revisione della sua squadra di governo, possiamo completare il programma di governo, possiamo sicuramente raccogliere il frutto di un lungo e faticoso lavoro che lei sta portando avanti e che ha il solo limite, purtroppo, della comunicazione all'esterno, forse i colleghi non sanno il ruolo che, in campo anche europeo, ha assunto il presidente Cappellacci, il ruolo che ha assunto proprio con riferimento all'insularità, il ruolo che ha assunto nei consessi che contano e non minimizzati ai risultati che si portano a casa come delle notizie strumentali perché questo è davvero un rendere ancora una volta uno scarso servizio almeno alla verità, così come tutti quanti la conosciamo.
Chiudo dicendo che i problemi nella maggioranza c'erano, ci sono, sono certo che li affronteremo, li affronteremo con il senso di responsabilità che oggi tutte le forze hanno dimostrato. Allora, presidente Cappellacci, le chiediamo di andare avanti ma le chiediamo anche, in quest'ultimo anno, di iniziare a creare le condizioni e le premesse perché questa maggioranza, questa squadra, possa candidarsi anche per la prossima legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi dispiace per i sardi se si avvereranno gli auspici del collega Pittalis!
Stamattina l'onorevole Uras, illustrando la mozione, ci ha ricordato di averla inviata a tutti i Gruppi perché gli stessi la valutassero; mi chiedo, e lo chiedo all'onorevole Uras, ma davvero si può pensare che i Gruppi di maggioranza, seppure avessero deciso di porre fine a questa legislatura, avrebbero regalato ad altri questa determinazione? Non credo proprio. Infatti è quello che sta avvenendo in queste ore e che avverrà tra qualche minuto. Perciò, senza polemiche, rispondo anche a Pittalis, con grande onestà intellettuale, per il futuro, auspico un miglior coordinamento tra le forze del centrosinistra, tuttavia, per quanto ci riguarda, il Partito Democratico non potrà che essere coerente e consequenziale all'azione che abbiamo svolto in questi quattro anni, pertanto noi voteremo convintamente a favore della sfiducia nei confronti del Presidente della maggioranza del centrodestra e non già per le ragioni che ha ricordato in particolare l'onorevole Uras nella parte riferita ai Riformatori. Ho già detto ai Riformatori, mi dispiace, onorevole Franco Meloni, con grande rispetto, ne comprendo probabilmente il fastidio, però mi permetta di dirle, per l'ultima volta, che il Presidente della Repubblica è probabile che abbia anche qualche altro problemino da affrontare in questi giorni e in queste settimane e potrebbe non avere il tempo di dedicare l'attenzione dovuta al vostro appello per sciogliere il Consiglio regionale della Sardegna.
C'è un modo comunque per ottenere quel risultato, i Riformatori, per primi, escano, non solo dalla maggioranza, si dimettano da consiglieri regionali, io sono certo che questo atto non resterà un atto isolato, vi sfido a farlo ed è probabile che si ponga fine una volta per tutte a questa agonia che sta distruggendo anche il futuro di quest'isola. Vi aspettiamo su questo terreno.
Voi del centrodestra, l'hanno fatto autorevoli rappresentanti, l'hanno fatto anche i colleghi Meloni e Dedoni, avete cercato oggi di scaricare la vostra responsabilità, il vostro fallimento, sull'intero Consiglio regionale, ma di che cosa state parlando? Voi avete una maggioranza bulgara! Potevate fare tutto quello che volevate, potevate presentare proposte di legge, disegni di legge, portarli in aula, anche con l'opposizione in trincea, avevate una maggioranza bulgara per approvare tutto! Non avete approvato nulla perché non avete uno straccio di idea! E oggi cercate di scaricare la responsabilità sul centrosinistra e sul partito maggiore del centrosinistra! E' un'operazione, permettetemi, ignobile, che testimonia l'assenza di un minimo di etica di responsabilità istituzionale e, permettetemi ancora, anche qualcosa che non vorrei dire perché non vorrei offendere in particolare chi non è intervenuto in quest'Aula e non vado oltre, perché il Partito Democratico, il centrosinistra, ha presentato proposte di legge, mozioni, tanto vituperate ma che hanno consentito a quest'Aula di affrontare alcune questioni perché senza quelle mozioni non se ne sarebbe nemmeno discusso, non ci sarebbe stata traccia di un minimo di discussione in quest'Aula!
Abbiamo garantito tante volte il numero legale nelle Commissioni, in tutte le Commissioni, senza la nostra presenza tante Commissioni non si sarebbero potute riunire, non avrebbero potuto svolgere il compito demandato loro! Ma di che cosa state parlando? Dovete vergognarvi! Voi siete in 53! L'opposizione ha 27 consiglieri, poi in corso d'opera si è aggiunto qualcuno ma avete 53 consiglieri regionali e volete scaricare la responsabilità sul centrosinistra! Dovete vergognarvi e prendere atto del fallimento!
Per queste ragioni votiamo, perché il centrodestra, incapace, ha messo in ginocchio questa Regione sul piano economico, sociale, in tutti i settori, lo hanno ricordato altri, non voglio ricordare tutte le questioni che sono lo specchio di questo fallimento di questi quattro anni: dalle entrate al patto di stabilità, le vertenze industriali, la continuità territoriale, i commissariamenti, che avete assunto come metodo di governo; avete cancellato tutta la politica di programmazione e di pianificazione in tanti settori, l'avete ereditata e poi l'avete cancellata con la logica dei commissariamenti che vi servivano per tenere in piedi una maggioranza che sin dall'inizio non si è retta, e volete scaricare su altri questa responsabilità!
Voglio dire anche un'altra cosa: oggi ci sono autorevoli rappresentanti del centrodestra candidati alle elezioni politiche. Si scordi qualcuno dei candidati, se resta nel centrodestra oggi, di pensare davvero di passare nel centrosinistra tra qualche settimana! Se pensa questo, si dimetta oggi! Nessuno è disponibile ad accettare una cosa del genere, sia chiaro!
(Interruzione)
Non ho detto al governo, ho detto che non può passare al centrosinistra chi oggi resta nel centrodestra. Io non sono cattolico, so che ci sono candidati cattolici, può essere anche lo spirito francescano che, pur sapendo di non vincere, magari vuole spostarsi, anche a quello dico che, indipendentemente da come andranno le elezioni, non si sogni di passare nel centrosinistra se non abbandona il centrodestra oggi. Sempre per essere molto chiari!
Detto questo, presidente Cappellacci, l'ISTAT, non parlo io, chi parla non è un covo di bolscevichi del PD o di una parte di esso, scusate, l'ISTAT in questi giorni ci ha ricordato che, in quattro anni, ci sono state 37 mila unità in meno nell'industria, 4 mila in meno nell'agricoltura, la disoccupazione al 18 per cento, 7 punti in più di quella nazionale, sono 100 mila i sardi (mi dispiace che manchi Liori) scoraggiati che non cercano più lavoro, sono più di 200 mila quelli che chiedono lavoro in questa regione. Per questa gente, presidente Cappellacci, servono misure coraggiose, straordinarie ed eccezionali: dove sono? Abbiamo un Assessore del lavoro che non si rende conto e non garantisce la presenza della Regione Sardegna nei tavoli nazionali in cui si discute di queste questioni e dove si dovrebbe recuperare qualche risorsa. Servono 240 milioni per rispondere a questa gente e ne avete soltanto 87, ce n'è solo un terzo: i due terzi come li recuperate?
Ecco, queste sono le ragioni per cui noi votiamo favorevolmente alla mozione di sfiducia, perché davvero, se avete a cuore quest'Isola, indipendentemente dalla mozione di sfiducia, dovreste guardarvi in faccia e dire: "Abbiamo fallito, lasciamo il passo ad altri".
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, onorevoli colleghi, ho un profondo rispetto per quest'Aula, per la sua storia, per ciò che rappresenta per i sardi, ed è proprio per questo motivo che ritengo che gli argomenti che dovremmo discutere in quest'Aula, sui quali dovremmo confrontarci, scontrarci e forse talvolta persino essere uniti, dovrebbero essere ben altri.
La genesi di questa mozione è nota a tutti, gli stessi proponenti non ne hanno fatto mistero, al di là del dovere di dare un fondamento di carattere formale al documento. Se guardiamo alla sostanza, ancora una volta il rischio è che tale atto porti con sé un messaggio che, forse, vale qui all'interno di quest'Aula, vale per la politica, ma non ha alcun significato all'esterno di queste mura. Esattamente come non hanno alcuna rilevanza, per il mondo esterno, i toni inquisitori, impropri, di questa sede, e alcune sfumature che confinano e sconfinano nel campo del livore personale. Uno di voi, non dirò chi è, mi ha mandato un messaggio durante il dibattito, il messaggio diceva: "Fiele, nessun argomento, quattro chiacchiere demagogiche e una buona dose di veleno", se dicessi chi è vi meravigliereste, ma non lo faccio.
Per il rispetto che porto verso l'istituzione del Consiglio regionale, non intendo in ogni caso sottrarmi al dibattito, anzi, come sapete, non appena la Presidenza del Consiglio ha comunicato la presentazione ufficiale della mozione e chiesto la disponibilità, ho dato subito la massima disponibilità perché potesse essere discussa in tempi brevi.
Nel documento ricorre più volte il termine "inconsistenza": poiché in quella che chiamo la mia precedente vita, e alla quale aspiro di tornare, quella di libero professionista, mi sono occupato di numeri più che di parole, ricordo bene che in matematica l'inconsistenza è la contraddittorietà di un sistema di postulati.
Cari colleghi, la coalizione di centrodestra e sardista, che si è presentata alle elezioni del 2009, si è presentata come un'entità diversa rispetto al quadro politico nazionale, non solo ha unito forze politiche che a Roma erano e sono separate, come il Popolo della Libertà e l'U.D.C., non solo ha stretto un patto forte con il Partito Sardo d'Azione, ma questa alleanza ci ha visto stringerci insieme ai Riformatori, a M.P.A. e a U.D.S.. Per questo motivo, il fattore autonomista è un elemento genetico della nostra coalizione e non certo qualcosa di sopravvenuto successivamente per caso o per puro e semplice calcolo elettorale; è un elemento che ha qualificato la nostra azione politica sin dal principio e che è emerso, con maggior risalto, man mano che la contrapposizione con lo Stato centrale si è fatta più aspra. Abbiamo sempre posto sopra tutte le bandiere di partito un unico vessillo, la bandiera con i quattro mori, quella di tutti i sardi, non l'abbiamo ammainata o issata a seconda delle maggioranze che si sono alternate al Governo di Roma.
Lo abbiamo visto in numerose occasioni: quando l'ENI voleva disimpegnarsi e trasformare Porto Torres in un deposito; in occasione del referendum sul nucleare; sulla vicenda Tirrenia; sulla vertenza entrate, in particolare nei principali due punti di essa, la vertenza entrate e il Patto di stabilità; e in molti altri casi. Non è un caso se finalmente sono arrivate alla Sardegna le prime somme dovute alla nostra Isola in base al nuovo testo dell'articolo 8 dello Statuto. Lo Stato, rimasto a lungo un debitore insolvente, non è stato preso purtroppo da uno slancio di generosità, sono i nostri ricorsi alla Corte costituzionale e le sentenze che hanno portato questo risultato, abbiamo persino dovuto mandare l'ufficiale giudiziario a Palazzo Chigi!
Altro che inconsistenza! Abbiamo elevato il livello dello scontro e ottenuto un risultato storico, abbiate il coraggio di riconoscerlo con onestà intellettuale e con lo stesso spirito con cui noi riconosciamo il risultato della modifica dell'articolo 8 dello Statuto, una battaglia di tutti i sardi sulla quale non venne mai meno l'appoggio del centrodestra.
Usciamo dalla finzione, usciamo da una politica in cui tutti urlano tappandosi le orecchie, dalla contrapposizione fine a se stessa e riscopriamo quella legittimazione reciproca indispensabile a ripristinare l'agibilità dell'agone politico. Ci vuole più coraggio per essere uniti che per dividersi; ci vuole più coraggio per portare avanti l'interesse della collettività che per difendere quelli della fazione politica, della categoria, di quella porzione ben individuata o ben individuabile dell'elettorato.
Abbiamo bisogno di molto coraggio perché questa partita non è conclusa, dobbiamo giocare tutto un secondo tempo che si chiama Patto di stabilità. Come ben sapete, tale nodo è ancora calibrato su parametri ormai obsoleti e precedenti alla riforma dell'articolo 8 dello Statuto, ecco perché vincola l'attività della Regione e conseguentemente anche quella dei Comuni, di tutti coloro i quali sono in prima linea sul fronte di questa crisi drammatica che il nostro Paese e la nostra terra di Sardegna sta vivendo. Nonostante, rispetto al vecchio regime finanziario, le entrate regionali siano cresciute di circa 1 miliardo e 600 milioni, al netto delle maggiori spese sanitarie e di quelle per trasporti e continuità territoriale, e sebbene la Corte costituzionale abbia già riconosciuto il diritto della Regione a ottenere l'adeguamento del proprio livello di spesa, lo spazio finanziario, ovvero i tetti di spesa, riconosciuti attualmente alla Sardegna, paradossalmente risultano di gran lunga inferiori a quelli assegnati alla Regione nel 2009; quindi, nonostante la crescita delle entrate, per effetto delle misure scaturite dalle manovre statali, la spesa regionale anziché crescere dovrebbe diminuire. Così come non può essere sottovalutato l'aspetto relativo all'ultimo ricorso, e non solo a esso, quello delle riserve erariali; con questo istituto, lo Stato riserva a se stesso una parte di gettito tributario che statutariamente spetterebbe alla Regione.
Sono battaglie che riguardano solo il sottoscritto e l'attuale maggioranza o non riguardano forse tutti i presidenti e tutte le maggioranze che si succederanno alla guida della Regione e pertanto sono battaglie di tutti i sardi? Se la risposta è quella giusta, se si ricorda che il Patto di stabilità incide nella carne viva della nostra società e che questi fondi vengono sottratti alla nostra comunità, alle famiglie, alle imprese, allora appare chiaro che mozioni, come quella odierna, non rappresentano una risposta congrua alle domande che ci vengono poste fuori dal palazzo. Non è per capriccio o per pigrizia che non è stata presentata la finanziaria, che in questi anni, è bene ricordarlo, è sempre stata portata nei termini, contrariamente a quello che succedeva nelle legislature precedenti. Per effetto delle manovre statali di contenimento della spesa pubblica, l'ammontare degli impegni dei pagamenti ammissibili ai fini del rispetto del Patto di stabilità 2013 risulta ulteriormente ridotto rispetto all'anno 2012. L'attuale manovra può al contempo (nel momento è in fase di definizione l'ammontare delle compartecipazioni erariali) contare su un ammontare di risorse regionali in conto competenza, senza considerare i limiti del Patto di stabilità, pari a 6365 milioni di euro con un decremento in termini percentuali, rispetto alle previsioni dell'anno precedente, pari al 7 per cento, in termini assoluti pari a 503 milioni di euro.
Allora c'è o non c'è un problema? Dobbiamo far finta che non ci sia? Sapete bene che non è possibile, perché quando usciamo da qui dobbiamo dare delle risposte, risposte non sul solito balletto di accuse reciproche che hanno nauseato l'opinione pubblica. Vorrei ricordare anche, a proposito di correttezza e di verità, che quelle risorse, che si riferiscono ai 300 milioni aggiuntivi che sono stati attribuiti dal Consiglio d'Europa, sono previste espressamente al punto 44 dell'Intesa che è stata sottoscritta dal Consiglio d'Europa, e che dice esattamente, mi scuserete se la richiamo nella lingua originale: "44. Outermost regions and northern sparsely populated NUTS level 2 regions will benefit from an additional special allocation with an aid intensity of EUR 30 per inhabitant per year. It will be distributed per region and Member State in a manner proportional to the total population of these regions. The special situation of island regions also needs to be taken…" in the same "account".
Allora, siccome temo che magari l'onorevole Diana non mi capisca, glielo traduco, significa che la previsione, che è fatta esattamente per le Regioni ultra periferiche del Nord Europa, è stata estesa anche alle isole, che piaccia o che non piaccia, dovrebbe essere un motivo di rallegramento anziché di critica. E occorre altrettanto coraggio…
(Interruzioni dei consiglieri Capelli e Sanna Gian Valerio)
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Non è solo la mia idea, basta vedere anche le agenzie di stampa internazionali!
Occorre altrettanto coraggio per portare avanti un percorso di riforme di semplificazione e snellimento della macchina politico-amministrativa che non può essere rinviato. Sono processi inesorabili, sta a noi, come classe dirigente, governarli o subirli, noi abbiamo scelto di non subirli. Anche in questo caso il Consiglio e la Giunta hanno compiuto scelte coraggiose. Nella mozione si parla di province, di consigli di amministrazione e di altri aspetti, si rimprovera un ritardo, ma in realtà il ritardo è quello accumulato in precedenza. Conosciamo le difficoltà di questo percorso ma non ci risulta che altri abbiano messo mano a questioni scottanti come queste e intrapreso iniziative in questo senso. Non ci siamo limitati alla pura e semplice gestione del quadro esistente e non intendiamo limitarci neppure nell'anno che manca alla fine del mandato.
Per questo è limitativa l'espressione contenuta nella mozione, non ci si può limitare alla difesa del sistema produttivo esistente ma occorre promuovere nuove occasioni per le imprese e per l'occupazione. Per quanto riguarda il primo aspetto non si può certo rimproverare a questa Giunta alcuna mancanza sulle centinaia di vertenze affrontate. Per quanto attiene al secondo aspetto, i progetti di filiera per il Sulcis e per tutte le aree di crisi sono e restano fatti oggettivi.
C'è un'altra battaglia sulla quale sarebbe bene andare oltre gli steccati politici tradizionali, quella per la zona franca. E' un altro tema che riecheggia da decenni nella politica sarda senza aver trovato ancora una soluzione definitiva. Abbiamo deciso di riprenderla esattamente come abbiamo fatto con altre questioni giacenti da troppo tempo, tanto da generare uno spirito di rassegnazione. Abbiamo voluto interpretare una rinnovata sensibilità sulla questione, dimostrata anche dai numerosissimi pronunciamenti dei comuni della Sardegna e ci siamo rivolti a Bruxelles. Abbiamo adottato una delibera di attivazione della zona franca per la Sardegna e isole minori circostanti indirizzata direttamente all'Unione europea. La delibera non solo dà gambe alla volontà popolare ma fa riferimento al decreto legislativo numero 75 del 1998 che dà attuazione dell'articolo 12 dello Statuto speciale.
La comunicazione tiene conto altresì della sentenza della Corte costituzionale secondo la quale non spetta allo Stato modificare, integrare o dare esecuzione alle norme di attuazione delle leggi istitutive delle Regioni a Statuto speciale. Inoltre la delibera prevede di comunicare, all'autorità europea e a quelle doganali nazionali e regionali, la volontà di rendere immediatamente operative sul territorio dell'intera Isola le prerogative già individuate nel Regolamento CE con una perimetrazione coincidente con i confini naturali dell'isola e delle sue isole minori circostanti. Tale azione è finalizzata anche alla modifica dell'articolo 3 del Regolamento CE, numero 450 del 2008, visto che non si inserisce nello stesso articolo il territorio della Sardegna e delle sue isole minori circostanti quale territorio extradoganale dell'Italia, il che avviene sicuramente per un errore materiale, provvedendo a pubblicare questa integrazione sulla prossima Gazzetta Ufficiale europea.
In altre parole, la comunicazione dell'attivazione della zona franca nel territorio dell'Isola di Sardegna, nel rispetto della volontà popolare espressa con oltre 240 deliberazioni dei consigli comunali, nasce dalla necessità di rilevare un errore materiale avvenuto nel Regolamento vigente che non ha tenuto conto della normativa in vigore compreso il decreto legislativo numero 75 del 1998; poiché è ancora in discussione il progetto di riforma del codice comunitario, che non può ignorare ancora una volta la normativa vigente, conferma la positività della nostra azione.
Le polemiche dei giorni scorsi sembrano nascere quasi dalla preoccupazione del consenso che si può raccogliere attorno a questa battaglia piuttosto che su motivazioni fondate. A chi parla di ritardi, a chi ci attacca per questo, mi verrebbe da chiedere perché non ha speso tante energie e non ha fatto uso della copiosa documentazione, di cui dispone, nella precedente legislatura. Anche in questo caso però vogliamo essere diversi, innovativi, rompere vecchie logiche, non rispondere come qualcuno si aspetta e dire invece che questa battaglia vale la pena di condurla insieme. Noi ci crediamo e la porteremo avanti perché è la giusta compensazione per quel limite oggettivo rappresentato dall'insularità e perché può rappresentare un potente propulsore per la nostra economia, è lo spirito autonomistico che ispira la nostra azione politica e intendiamo proseguire su questa strada a prescindere dal colore politico del governo che si insedierà a Roma. Esso non è solo elemento genetico della coalizione di centrodestra e sardista, ma è elemento funzionale che caratterizza le dinamiche della nostra attività politica.
Ecco perché la nostra linea è coerente, perché non vi è contrapposizione e perché invece c'è una posizione solida, confermata dalle azioni portate avanti con i comportamenti di ogni giorno. Siamo nati autonomisti, continueremo a essere qualcosa di diverso dal quadro politico nazionale e continueremo con impegno, orgoglio, idee, passione e determinazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, troppe definizioni per questa mozione: elettoralistica, inopportuna, inutile, scontata, strumentale. Questo significa che la muffa che si è formata su alcune forme della politica deve essere lavata a varecchina per riportare a lucentezza quello che c'è sotto. Strumentale, elettoralistico, inutile, è stato il motto dei Riformatori, fatto a proclama, ripreso dalla stampa che aveva un obiettivo, quello di far sciogliere il Consiglio regionale per inadempienza, salvo poi contraddire tutto con un bellissimo intervento dell'onorevole Meloni nel quale si è detto: "Stavamo scherzando, Presidente, questo Consiglio funziona benissimo!". Funziona benissimo alla sua guida, funziona benissimo grazie a una grande maggioranza che non si contraddice, ma valgono, valgono, le nuove manifestazioni che si sono avute in quest'Aula, di contrasto nei confronti della sua Giunta, dei suoi comportamenti. Vale la dichiarazione dell'onorevole Maninchedda, valgono i silenzi che ci sono stati, valgono i modi contradditori con i quali si sono manifestati i Riformatori, valgono soprattutto le defezioni della sua maggioranza, fatte da Assessori che hanno responsabilità rilevanti, l'Assessore del bilancio che partecipa insieme ai Riformatori a una coalizione che contrasta il presidente del Consiglio Berlusconi, contrasta il suo partito, le sue politiche, la sua coalizione elettorale, contrasta lei!
E' di queste ore: pare che l'onorevole Berlusconi abbia annunciato la moratoria per le tasse in Sardegna, non si pagherà più una "lira"! Noi non ci crediamo ma, se ci vuole restituire qualcosa delle entrate, cosa che io dubito, qualora abbia la possibilità di farlo, che lo faccia, in qualunque modo, anche in natura, con arance, succhi di frutta, strumenti di lavoro, che lo faccia! Perché, al di là delle promesse, Presidente, delle dichiarazioni, delle contraddizioni, del "ci alziamo da questa poltrona se non si fa questo", poi invece in questa poltrona ci stiamo bene e comodi tutti quanti! Questo è ciò che rende triste il rapporto con i cittadini e con gli elettori.
C'è un dato che questa mozione ha rilevato: lei, Presidente, la maggioranza, la fiducia della maggioranza, delle componenti della sua coalizione, la fiducia della maggioranza, dei consiglieri regionali di questo Consiglio regionale, l'ha già persa! Non c'è! Non stanno rimanendo, non votano la fiducia per conservare lei alla guida della Regione per fare chissà quale programma, lo stanno facendo casomai per salvare questa sedia, la loro! Quindi, non ce n'è! Presidente, all'indomani delle elezioni guarderanno i risultati, vedranno se sono stati eletti in qualche schieramento avversario, faranno i conti e le porteranno, loro, la mozione di sfiducia, che non sarà elettoralistica, non sarà strumentale, non sarà inutile, lei non ce l'ha da oggi la maggioranza, lei non ce l'ha da oggi la fiducia, al di là di quello che si voterà!
Se io fossi in lei, ne prenderei atto. Non si tratta di inconsistenza, di astrattezza, di incapacità; si tratta di tutto messo insieme, anche con l'inconcludenza. Lei si è agitato tanto, anche in questi giorni si agita, dirama continuamente comunicati e il risultato è evidente: la Sardegna è più povera, i disoccupati sono aumentati, il bilancio della Regione si è eroso, la funzionalità dell'amministrazione pubblica regionale e locale è tracollata, fra qualche settimana le province verranno cancellate e finiremo nel caos devastante di un sistema autonomistico completamente smantellato, senza alcun progetto alternativo di ricostruzione!
Lei ha già fallito! E' nelle cose, si legga anche solo i giornali, anche le dichiarazioni che vengono emanate di ora in ora, di minuto in minuto, da parte di quelli che stanno cercando voti, non per il suo partito, ma per altri partiti e per altre coalizioni! Sono contento oggi perché abbiamo ottenuto un altro risultato; noi, onorevole Capelli, un altro risultato lo abbiamo ottenuto, abbiamo finalmente capito che chi non si alza oggi dalla sedia (onorevole Diana, io la ringrazio), chi guarda a Roma in un modo e a Cagliari in un altro, non è accettato nella prossima coalizione di centrosinistra che governerà la Regione, perché i trasformismi non sono tollerabili, e non sono tollerabili per salvare le istituzioni democratiche, non la politica, non chi fa la politica, ma le istituzioni democratiche!
Lei non ha saputo rispondere alla mozione, ancora una volta è stato debole, è andato a leggere una cosa in inglese per rispondere a una "polemichetta" di 300 milioni. Ma se ci portano via 2 miliardi e 500 all'anno, ma se ci hanno portato via 2 miliardi di nuove entrate, ma di che cosa parliamo? Li lasci al mare del Nord i 300 milioni! Onorevole Diana! Noi vogliamo il resto, e lo vogliamo n rapporto col Governo, che lei ha voluto gestire da solo! Ed è per questo che è debole, perché noi abbiamo fatto i pronunciamenti unitari, eravamo qua disponibili tutti e noi non siamo mai strumentali, mai, siamo seri. Lei ci ha rinunciato, perché tutto chiudeva nel rapporto con i Ministri del Governo Berlusconi, con i Ministri del Governo Monti, siete andati dalle "sfingi", vi siete fatti ricevere, quelli vi hanno detto "a perdonare", siete tornati qua, grande vittoria, e poi abbiamo fatto le riunioni con i parlamentari, e poi abbiamo mandato le cartoline, cioè, tutta una serie di cose che la rendono inconcludente rispetto all'esito: l'esito è un fallimento!
Colleghi, qua si vota, chi vota vota, e rimane segnato, lo diciamo a quelli che ogni tanto hanno, come dire, una sorta di sussulto e dicono: "Basta, la Sardegna non ne può più!". No, qua si vota e si vota, chi decide di rimanere attaccato alla sedia, è una sedia che scotterà.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI). Il mio intervento è sull'ordine dei lavori, in quanto è legato a una situazione per la quale ho l'esigenza di chiedere alla Presidente di mantenere fede a un impegno che è stato assunto ieri. C'è una situazione difficile per gli ex INEOS, che sono nei Silos. Sulla stampa di oggi e alla televisione, ieri sera, dopo la visita che ha fatto l'onorevole Diana, è stato detto che oggi ci sarebbe stato un incontro con i Capigruppo. Io ho parlato con questi lavoratori, mi sono fatto carico di sentire anche il Presidente perché desse la sua disponibilità a questo incontro, anche per questioni di chiarezza, poi ho verificato che i Capigruppo non erano informati. In questo momento sembra che i Capigruppo che diano la disponibilità per tenere questo incontro con gli ex INEOS; il Presidente poi deciderà un ulteriore incontro attraverso i due Assessori competenti, però, se ci fosse questa possibilità, in un'interruzione, appena finita la seduta, sarebbe opportuno, perché è una situazione di estremo disagio e i lavoratori sono tutti uguali, quelli della Carbosulcis e quelli della ex INEOS, o altre strutture similari. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Oppi. Se i Presidenti di Gruppo sono d'accordo, adesso proseguiamo, votiamo la mozione e, a fine seduta, incontriamo la delegazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ha già risolto lei, Presidente. Il mio intervento tendeva a dirle che sosteniamo questa proposta dell'onorevole Oppi.
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 235. E' prevista la votazione per appello nominale.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto favorevole a questa mozione di sfiducia. Non è che la replica del Presidente mi abbia fatto cambiare idea, anzi, mi ha rafforzato nei miei convincimenti. Presidente, questo non è più il tempo degli impegni, se mai lei fosse credibile, questo è il tempo dei bilanci. Qualora lei non si fosse accorto, sono trascorsi quasi quattro anni dalla sua elezione. Lei non è più credibile perché non è stato mantenuto alcun impegno in questi quattro anni! E l'elenco sarebbe lungo, potremmo parlare di continuità territoriale, di politiche industriali, di politica delle entrate, ma la cosa più drammatica è che, in questi anni, non c'è stata alcuna idea. Valga per tutti, qualsiasi cittadino può farlo, con la verifica delle leggi che sono state approvate in questa legislatura, non tanto sul numero, che già sarebbe indicativo, quanto sulla qualità, non c'è alcuna legge di riforma! E poi qualcuno ci vuole anche far credere, o vuole far credere fuori da quest'Aula, che la responsabilità può essere addebitata a chi siede in questi banchi del Consiglio.
Con la maggioranza che lei ha avuto in questi anni, Presidente, se avesse avuto anche una sola idea per la Sardegna, avrebbe rivoltato la Sardegna come un calzino, ma è l'idea che è mancata, la maggioranza c'era. Ecco, oggi viene meno anche quella. Non mi preoccupano neanche tanto i numeri che da quest'Aula emergeranno alla fine di questa giornata e per la votazione di questa mozione; probabilmente questi numeri ci saranno ancora, qualcuno si sta già "sfilando", ma quella che manca, Presidente, non è la fiducia di quest'Aula, quella che manca è la fiducia della gente, la gente della Sardegna non la segue più.
Poi, certo, arriverà oggi, verrà respinta questa mozione, perché c'è uno spirito di sopravvivenza, ma anche perché, comunque, quello che gli verrà dato non sarà un voto di fiducia, sarà un voto alla non sfiducia, che ha un significato diverso, è solo spirito di sopravvivenza di molti che stanno in quest'Aula, di una maggioranza che sa già di non essere più maggioranza nella nostra Isola, ed è chiaro che allungherà di più il tempo per misurarsi con gli elettori. Passerà il tempo, però, non vi farà acquistare una maggioranza con gli elettori, ma aumenterà la sfiducia che gli elettori hanno nei vostri confronti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, intervengo perché, ancorché indirettamente, siamo stati tirati in ballo in vari interventi. Perché il nostro silenzio? Il nostro silenzio è determinato semplicemente dalla circostanza che ci piace parlare di problemi concreti, di cose concrete, che ci piace parlare delle questioni che creano lavoro, fare provvedimenti che assicurano il lavoro alle categorie più svantaggiate; questi sono gli argomenti di cui ci interessa parlare in quest'Aula. Ci interessa parlare di programmi e di idee, che noi abbiamo sempre sostenuto e sempre avanzato, e, aggiungo, sempre portato avanti con coerenza e mantenendo fede agli impegni presi.
E' vero, onorevole Cuccu, ci sono impegni non rispettati, certo non da parte nostra; quando noi abbiamo preso un impegno, a qualsiasi livello, con incontri sindacali o con i Capigruppo in quest'Aula, non c'è una sola volta in cui non li abbiamo mantenuti. Altrettanto non posso dire per altre forze politiche, che regolarmente prendono gli impegni e un minuto dopo li disattendono. Siamo presenti in quest'Aula, come al solito, a differenza di altri Partiti, tutto il mio Gruppo è presente, siamo in nove, manca solo un componente che ha problemi personali di salute. Per il resto, ancora una volta, ci vantiamo di assicurare una presenza costante in quest'Aula.
Però, ripeto, parliamo di problemi concreti, non facciamo alleanze sulle parole, facciamo alleanze sui programmi, ci confrontiamo sulle cose concrete e, quando su queste cose concrete ci sono convergenze, purché queste convergenze vadano a favore delle classi più deboli, le portiamo avanti. Così come rivendico il fatto che il mio Gruppo, ancorché aderente a un Partito nazionale, ha sempre e solo tutelato gli interessi della Sardegna; godiamo di molta autonomia e, quando questa autonomia non ci viene concessa a Roma, noi, nell'interesse della Sardegna, ce la prendiamo, così come ce la siamo sempre presa. Ricordo che l'unico parlamentare che in Parlamento ha sempre e costantemente sostenuto, dal primo momento, le ragioni della Sardegna è l'onorevole Antonello Mereu. E' ben vero che ora qualcuno si è svegliato e va in qualche pozzo a fare promesse, ma perché non l'ha fatto quattro anni fa quando poteva incidere?
Smettiamola di prenderci in giro, parliamo di problemi concreti, parliamo della Sardegna. Noi l'abbiamo fatto con coerenza e continueremo a farlo in questa legislatura; il mio Gruppo, ovvero gli esponenti che sono eletti nel mio Gruppo lo faranno anche nella prossima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo solo per richiamare la sua attenzione su un argomento che lei ha citato nella replica: le zone franche. Ha fatto riferimento agli oltre 240 deliberati dei consigli comunali, non ha fatto riferimento alla risoluzione del Consiglio regionale che, non perché assunta dalla Commissione che presiedevo, ma perché assunta all'unanimità, io le raccomando caldamente, perché è la risoluzione che più seriamente affronta questo argomento. Nella fattispecie, la strada di seguire l'emendamento del Regolamento comunitario che non annovera la Sardegna fuori dalla linea doganale, ma annovera soltanto Livigno e Campione d'Italia, a me pare una procedura debolissima. Le dico perché: quelle collocazioni fuori dal territorio, dalla linea doganale nazionale, hanno una data molto antica, alcune risalgono al 1910, cioè nascono da un'iscrizione, nei trattati internazionali, di posizioni molto consolidate, dove noi non eravamo.
Viceversa la risoluzione richiama la Giunta a fare alcune cose che, a mio avviso, sono urgenti, cioè la perimetrazione delle zone doganali (quindi la delibera di proposta delle zone doganali) e la richiesta del riconoscimento alla Sardegna, nel rapporto con lo Stato, delle stesse condizioni di vantaggio fiscale riconosciute, ai sensi della legge numero 42, al Friuli, alla Valle d'Aosta e al Trentino. Le raccomando caldamente quella risoluzione, perché quella è una risoluzione delle cose possibili subito. L'iniziativa è della Giunta. Avete preso una delibera di iniziativa di politica europea, però potete fare molto per dar corpo alle cose. Una zona doganale è già pronta, ed è quella di Cagliari, potreste andare avanti.
La richiamo ancora, quando ne avrà piacere, sull'ipotesi di portare in quest'Aula il tema del confronto col confine meridionale della Sardegna e con chi sta venendo a investire in Sardegna essendo un grande player militare e politico, non di un'area, ma del mondo.
Votazione per appello nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della mozione numero 235. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.
Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (E' estratto il numero 29, corrispondente al nome del consigliere Espa.)
Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Espa.
DESSI', Segretario, procede all'appello.
Rispondono sì i consiglieri: Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zuncheddu - Agus - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario.
Rispondono no i consiglieri: Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 70
votanti 69
astenuti 1
maggioranza 35
favorevoli 26
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
Convoco l'Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Il Consiglio è riconvocato martedì 26 febbraio alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 14.