Seduta n.41 del 25/09/2009 

XLI SEDUTA

Venerdì 25 settembre 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 19.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 4 agosto 2009 (34), che è approvato.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il Vicepresidente Michele Cossa è assente nella seduta del 25 settembre 2009 per motivi istituzionali.

Congedi

Comunico altresì che i consiglieri regionali Andrea Biancareddu, Gianvittorio Campus, Rosanna Floris, Sergio Obinu, Marco Meloni e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 25 settembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura dell'agenzia di produzione INPS di Ghilarza". (117)

"Interrogazione Mula, con richiesta di risposta scritta, sulle lungaggini burocratiche che ritardano l'avvio dei lavori per la realizzazione di argini e canali di raccolta e messa in sicurezza del territorio della bassa Baronia". (118)

"Interrogazione Dedoni - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Fois - Mula, con richiesta di risposta scritta, sui licenziamenti effettuati dalla società Park auto sarda, appaltatrice dei servizi di custodia e vigilanza dei parcheggi regionali". (119)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, data l'eccessiva ressa in Consiglio regionale che ci impedisce di proseguire nei lavori, chiedo una sospensione, quanto meno di dieci minuti, un quarto d'ora, per poter liberare un po' la sala!

PRESIDENTE. Va bene. Magari chiedo ai colleghi di farsi parte diligente per richiamare i consiglieri, così possiamo riprendere la discussione. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 22, viene ripresa alle ore 10 e 35.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, abbiamo chiesto un quarto d'ora di sospensione perché l'Aula potesse riempirsi, ma a questo punto chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Dedoni, Diana Giampaolo, Meloni Francesco, Tocco, Vargiu e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 32 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cucca - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 38, viene ripresa alle ore 11 e 14.)

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

Congedi

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Gian Franco Bardanzellu, Pier Luigi Caria, Pietro Fois, Domenico Gallus, Silvestro Ladu e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 25 settembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Bruno, Cherchi, Contu Felice, Meloni Francesco e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Barracciu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Locci - Lombardo - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.

Continuazione della discussione generale del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio

dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del testo unificato numero 53-67/A.

E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, il Piano casa mette a confronto, ed è terreno di scontro, interessi contrapposti. Esiste un interesse generale alla salvaguardia del paesaggio e del territorio, anche a tutela delle generazioni future, ed esiste un interesse individuale e imprenditoriale allo sviluppo di insediamenti abitativi e, soprattutto, turistici. E' chiaro che il nostro punto di vista privilegia il primo di questi interessi, mentre dall'analisi del cosiddetto "Piano casa" emerge, come obiettivo del centrodestra e dei suoi sostenitori, quello di far prevalere, camuffandoli dietro un becero populismo demagogico intitolato appunto "Piano casa", gli interessi speculativi di grandi imprenditori edili.

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Colleghi, scusate… grazie.

BARRACCIU (P.D.). Recupero, Presidente.

PRESIDENTE. Sì, prego.

BARRACCIU (P.D.). Qualche giorno fa un quotidiano regionale scriveva: "Il Piano casa, la legge regionale che modifica il Piano paesaggistico". Ebbene, mi dispiace, ma ormai il tentativo di aggirare la legge vigente per cementificare indiscriminatamente la Sardegna attraverso lo strumento del Piano casa non è più perseguibile. E a proposito di qualità normativa di cui parlava lei, ieri sera, onorevole Pittalis, è stata nel frattempo resa pubblica la sentenza emessa dal Consiglio di Stato il 7 luglio scorso che, una volta di più, conferma la validità del Piano paesaggistico regionale approvato nella scorsa legislatura per "salvaguardare" - dice la sentenza - "un paesaggio di incomparabile bellezza che ha già subito attentati a causa della propensione italica ad una cementificazione e edificazione indiscriminata". Questa sentenza anticipa, di fatto, l'incostituzionalità delle norme contenute in questo Piano casa, di cui oggi si discute, laddove esse prevedono appunto incrementi di volumetria su località come le coste oggetto di tutela paesaggistica. Il Consiglio di Stato è stato chiaro quando ha statuito la validità delle misure che fermavano i progetti edificatori contrari al PPR, anche nell'attesa delle modifiche dei Piani urbanistici comunali. Il PPR trova infatti la sua fonte, lo sappiamo, nel Codice Urbani, ed è dunque legge di rango superiore.

Non c'è dubbio, dunque, che questo Piano casa, che è il Piano casa della Sardegna, deve attenersi alle disposizioni del Codice del paesaggio e di conseguenza a quelle del PPR. Le disposizioni che contrastano con esso sono incostituzionali. Certo, il Piano casa, così com'è stato formulato, permetterebbe il riavvio di molte di quelle lottizzazioni che insistono su ambienti unici e fragili, scongiurate dalla nostra politica ambientale e di governo del territorio. Capiamo che questo è il vero obiettivo dell'accanimento di parte del centrodestra nazionale e regionale per il varo di simili provvedimenti, che vanno a tutto vantaggio delle grandi imprese di costruzione, ma non è possibile tacere che, di fronte all'evidente illegittimità di disposizioni contrastanti e sotto ordinate rispetto a quelle contenute nel Piano casa, questo vostro affannarvi, cieco e sordo, si risolverà in una perdita di tempo e genererà solo incertezza, proprio ciò che in Sardegna bisognerebbe evitare.

C'è poi un altro aspetto che è bene non passi inosservato. Questo provvedimento è anche un'istigazione all'imbroglio, alla furbizia, all'aggirare le regole e gli strumenti urbanistici comunali vigenti condivisi e accettati. Lo dico anche da sindaco. Grazie alla previsione per la quale l'interessato deve semplicemente e senza altri adempimenti informare, anche per via telematica, l'amministrazione comunale dell'avvio dei lavori, una gran parte degli abusi edilizi non ancora individuati si presta a essere sanata surrettiziamente. Ancora una volta chi non ha rispettato le regole, dunque, avrà la possibilità di farla franca grazie a un condono più o meno mascherato. La ragione che sottostà a questo disegno di legge, ci dice la Giunta, è la necessità di rivitalizzare l'economia della Sardegna, messa in ginocchio, sempre a dire della destra, dagli anni di governo del centrosinistra.

Ebbene, oltre ai dati già citati ieri, se non ricordo male dall'onorevole Massimo Zedda, c'è un altro dato che dovrebbe essere tenuto presente e vorrei anche che l'onorevole Pittalis, che ieri ho ascoltato attentamente, andasse a rivedersi un altro dato importante, importante perché svela la falsità del presupposto del disegno di legge ribadito, sostenuto e diffuso per quasi cinque anni. Il dato è contenuto in uno studio effettuato nientepopodimeno che dal centro studi de "L'Unione sarda" e pubblicato poco più di un mese fa (io l'ho letto il giorno di Ferragosto a casa a Sorgono). "L'edilizia corre", ammette finalmente il titolo de "L'Unione sarda" e a leggere l'articolo si scopre che, sì, le aziende in generale crescono, ma a trainare la crescita sono soprattutto le costruzioni.

Dal 2001 al 2008 la crescita del valore aggiunto nella provincia di Cagliari è stata del 19,7 per cento, quella media regionale del 18,5. Dal 2000 al 2008 le imprese edili, che sono 6.679 e rappresentano il 12,7 del totale, hanno avuto un incremento in termini numerici del 41 per cento nella provincia di Cagliari e addirittura del 45 per cento in Sardegna. Mi sembra un po' strano che, in un settore in ginocchio, ci siano poi le imprese che, invece, crescono. Altro che blocco delle costruzioni, dunque! Sono numeri a cui tutti possono accedere, sono numeri del centro studi de "L'Unione Sarda" (che, per cinque anni, ha titolato ben altro nelle sue pagine) che fanno cadere ogni presupposto di urgenza e finalmente ammettono quello che per oltre quattro anni si è strumentalmente negato. Aggiungo il fatto che nel titolo del testo si parla di promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo, ma in questo testo per lo sviluppo non mi sembra che ci sia niente, oltre a non esserci neanche un euro per sostenere anche ciò che vi è previsto.

Non è di certo un Piano a favore del turismo, infatti. Di quale sviluppo stiamo parlando? Il turismo è un'industria complessa che non può ridursi al binomio "mattone e cemento". Quello che stiamo discutendo è, di fatto, un Piano seconde case. Per incentivare il turismo occorre agire sui posti letto, sulla destagionalizzazione, sulle filiere di produzioni locali, sulle nuove professionalità, sul binomio "aree costiere e aree rurali", sulla promozione di piccoli e grandi eventi al posto di sagre estemporanee che poco o niente lasciano sul territorio.

Il Piano casa, con l'immissione di più volumetrie nelle aree costiere, non aiuta certamente il turismo né l'indotto, ma contribuisce a indebolirlo e in prospettiva anche ad affossarlo. Questo Piano casa altro non fa che aggravare in un arco temporale brevissimo, 25-30 giorni, i noti problemi di vivibilità di quelle che a me vengono da definire riproduzioni tumorali delle città, i villaggi vacanza, con insufficienza di servizi quali acqua, depuratori, parcheggi, servizio per il ritiro dei rifiuti solidi urbani.

Non è di questo che ha bisogno la Sardegna, Assessore. Chi ha a cuore la Sardegna non può continuare a perseguire il fine dello sfruttamento del tutto e subito, non può non porsi il problema del lungo periodo, della fragilità degli ambienti costieri, del declino delle zone interne e della perdita di capacità produttiva. Questi sono i temi da affrontare per riagganciare la strada dello sviluppo e noi non abbiamo neanche detto "no" a pensare di incentivare comunque il settore edilizio, tant'è che abbiamo presentato un nostro programma alternativo e per questo l'abbiamo presentato, per questo il Partito Democratico ha presentato una sua proposta che entra nel merito vero del rilancio dell'edilizia e entra nel merito vero dell'aiuto, in particolare, alle famiglie che oggi soffrono della impossibilità di avere una casa.

Sappiamo che serve lavorare anche sul problema del riequilibrio insediativo, per questo abbiamo presentato una proposta di legge, serve incentivare la possibilità delle famiglie che attraversano difficoltà abitative, serve attivare subito una serie di strumenti di contrasto al fenomeno dello spopolamento, dell'invecchiamento della popolazione e della denatalità. Gran parte della Sardegna è spopolata e continua a spopolarsi, le case si svuotano, le nuove generazioni abbandonano i paesi che sono sempre stati il cuore pulsante dell'isola. Proprio dalla rivitalizzazione di questi centri, io credo, noi crediamo, che possa ripartire lo sviluppo della nostra isola. In Sardegna non serve costruire nuove case, perlomeno non ovunque. Il 47 per cento delle abitazioni dei piccoli comuni sono vuote. In Sardegna non serve il Far West edilizio, qual è quello disegnato in questo Piano casa, serve invece un programma di qualificazione dell'esistente che consenta, ad esempio, proprio nei piccoli comuni, l'acquisto, il recupero e la successiva locazione a canone sociale di abitazioni e immobili abbandonati, quelli siti nei centri matrice così come individuati nel Piano paesaggistico regionale.

Servono investimenti a favore delle famiglie per le quali proponiamo appunto le risorse necessarie per far fronte al bisogno della casa. La nostra proposta vuole riportare i paesi della Sardegna al decoro e alla pienezza sociale e produttiva. Ecco perché prevede investimenti per il completamento del non finito, diffuso a macchia d'olio nei nostri paesi, prevede investimenti per interventi di edilizia residenziale pubblica e a favore di chi in questo momento è più in difficoltà di altri. Non è vero e non è mai stato vero che il settore dell'edilizia è bloccato ed è in ginocchio così come ci è stato raccontato in questi anni e anche, fra ieri e oggi, in quest'aula. Anche noi contempliamo la possibilità di ampliamenti volumetrici, ma ciò deve avvenire nel rispetto del sistema dei vincoli e di tutele volute dalla pianificazione regionale e nazionale, quella regionale sovraordinata, nel rispetto dell'autonomia e delle competenze dei singoli comuni. L'uso del territorio deve essere controllato e rivolto alla sostenibilità.

Onorevole Pittalis, mi scusi, la cito ancora, non c'entra nulla il dirigismo della sinistra a cui lei faceva ieri riferimento; si tratta semmai di costruire una società nella quale vigano le regole uguali per tutti, per l'interesse generale, ma anche in favore di chi ha maggiore difficoltà nel vivere e con voi, sempre per citarla, l'urbanistica, l'istruzione, la sanità diventano appannaggio di pochi e benestanti. "Padroni in casa propria", come diceva lei ieri, è uno slogan evocativo, ma solo per chi ha una casa e ha anche i soldi per ristrutturarla, per ingrandirne le volumetrie, per coloro a cui, appunto, è dedicato esclusivamente questo vostro Piano casa.

Chiudo dicendo che non è ammissibile svendere ancora una volta il nostro territorio privilegiando interessi economici che risiedono in gran parte nella penisola. E' una questione di responsabilità a cui nessuno può sottrarsi, indipendentemente dagli schieramenti di ordine politico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Non essendo presente in aula, decade dal diritto alla parola.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vedo che la strategia occulta e neanche troppo di una maggioranza che dà enfasi a questo provvedimento e che si organizza con 15-20 congedi per mandare avanti e trascinare questo provvedimento, spiega ancora di più le cose che mi accingo a dire. Eppure io ho sempre pensato fosse una cosa seria stare qui dentro, magari l'esercizio di un servizio contemporaneamente al riconoscimento che questo servizio implica un suo limite, a differenza di tanti, anche tra di noi, che pensano il contrario, cioè che pensano che stare qui dentro sia in qualche modo l'esercizio di una onnipotenza.

Sono rassegnato e perciò ho un po' di difficoltà a individuare a chi rivolgermi o a chi può essere rivolto il nostro ragionamento, qualunque ragionamento qui dentro, in un'aula di sordi. Spero di poter avere invece l'ascolto dei colleghi che della dottrina e del diritto hanno fatto il loro mestiere e che mi auguro non li vogliano sacrificare con il supremo interesse della politica del capo. Quando è nato il diritto nessuno ha mai pensato fosse un mezzo della democrazia, ma uno dei fini per la convivenza civile e democratica, purtroppo non è più così.

Così come mi vorrei rivolgere all'assessore Asunis che, nonostante la riconosciuta professionalità tecnica, pare abbia deciso di genuflettersi sull'altare dell'interesse della coalizione e un po' della propaganda. Mi auguro che almeno mediti su alcune considerazioni che svolgerò.

Cominciamo col quadro normativo. Il primo aprile, giorno strano di scherzi, il Governo sigla un accordo con le Regioni che prevedeva che il Governo, entro i successivi dieci giorni, avrebbe emanato un decreto legge contenente semplificazioni normative, non deroghe, semplificazioni normative. Entro i successivi tre mesi, così dice l'accordo con le Regioni, le Regioni avrebbero dovuto fare le leggi. Quel disegno di legge o decreto non c'è stato, le semplificazioni non sono intervenute, domando all'Aula quale sarebbe il presupposto giuridico che abilita le Regioni a legiferare in una materia sulla quale lo Stato ha disatteso un accordo. Non esiste! E' l'enfasi populista e demagogica che ci trascina, anche a noi, a pensare che ci sia un obbligo derivante da chissà che cosa, che non c'è, sia chiaro, non c'è; pur in questo quadro, qualche Regione ha legiferato. Ma vorrei dire ai colleghi che la Regione Sardegna rispetto a tutte le altre Regioni d'Italia è una Regione diversa perché è l'unica Regione che ha un Piano paesaggistico, attuazione del Codice Urbani e del decreto legislativo numero 42, con l'intesa conseguita con lo Stato, quindi con il perfezionamento delle procedure attuative della riforma economico-sociale.

Vorrei ricordare all'assessore Asunis le ragioni per le quali le sentenze dei tribunali dello Stato hanno annullato i PTP. Hanno annullato i PTP perché la Regione Sardegna, pur avendo individuato gli oggetti della tutela, ha utilizzato le norme urbanistiche per aggirare i precetti dei vincoli. Come dire: "Avete fatto gli imbroglioni e noi vi ricordiamo che la tutela paesaggistica è una tutela costituzionale e, come tale, voi non potete fare i furbi e quindi vi cancello i Piani territoriali paesaggistici". Noi abbiamo fatto un Piano paesaggistico cercando di farlo in una maniera tale da non incorrere nuovamente nella stessa censura. Cosa fate voi? Presentate un Piano casa che è esattamente la declinazione di quell'errore, cioè volete usare gli strumenti urbanistici per aggirare le imposizioni di vincolo. Eppure, in quella sentenza, dice giustamente il collega Pittalis, dove ci tirano le orecchie perché facciamo una legislazione un po' complicata e disordinata, poco comprensibile, in quella stessa dice il giudice dello Stato che la nostra competenza incontra i limiti derivanti dalle norme statali di riforma economico-sociale, cioè il legislatore statale conserva il potere di vincolare la potestà legislativa primaria della Regione speciale attraverso l'emanazione di leggi qualificabili come riforme economico-sociali, leggasi Codice Urbani.

Guarda caso, in questo momento, in Sardegna vige la procedura transitoria, le norme di salvaguardia riferite agli articoli del Codice Urbani, tant'è che questa sentenza dice che non ci sono normative specifiche di salvaguardia perché la Sardegna ha voluto dire "si applicano le norme di salvaguardia contenute nel Codice Urbani". Mettiamoci d'accordo, la sovraordinazione di quella norma dice che questa legge non andrà da nessuna parte perché viziata dallo stesso errore dei PTP e dalla illegittimità costituzionale di violazione di una norma sovraordinata come ha detto il Consiglio di Stato ribadendo una cosa detta dalla Corte costituzionale nel momento in cui fu impugnata la legge numero 8. Quindi, sia chiaro.

Ed è chiaro altrettanto per le dinamiche politiche che il futuro di questa proposta - sto parlando come cittadino sardo, Assessore - è segnato perché, quando manca la ragionevolezza, la cognizione del diritto e la capacità democratica di esercitare il confronto politico nelle sedi istituzionali, dopo tutto questo e dopo la sordità, vi sono i livelli di garanzia amministrativa e costituzionale e anche le aule dei tribunali ai quali io come cittadino mi rivolgerò, assieme a tanti altri cittadini, per tutelare quello che un'Aula sorda e piena di incultura del diritto sta facendo. Poi vi spiegherò che, sui sedici articoli di cui si compone questo disegno di legge, tolto il sedicesimo che è l'entrata in vigore, ben dodici articoli su quindici sono viziati e vi dirò anche in base a che cosa e a quale articolo specifico sono viziati.

Però, andiamo sul quadro economico. C'è stato detto che siamo in una crisi pazzesca, che dobbiamo provvedere all'economia. Dio mio! L'organo ufficiale della vostra coalizione ha pubblicato in un mese, quindi priva di sospetto, una ricognizione - come diceva la collega Barracciu - molto indicativa, provincia per provincia, con l'assurdità che, dove diminuisce la popolazione, cioè il dato demografico, incrementiamo del 20 o del 25 per cento il settore delle costruzioni. A Stochino vorrei dire che l'1,7 per cento di diminuzione della popolazione e un aumento del 26,75 per cento del PIL realizzato su quel territorio dice esattamente il contrario di quello che stava dicendo ieri, ma è tutto così! La media regionale è un incremento del settore delle costruzioni del 18,5 per cento. E perché? Perché noi ci siamo inventati una favola della crisi della casa e abbiamo dimenticato che abbiamo messo nella scorsa legislatura, ancora da spendere per intero, più di 400 milioni di euro volti al recupero, al risanamento, a quelle azioni di miglioramento del patrimonio edilizio che meriterebbero in questa legge, perlomeno, non solo la citazione, ma alcune procedure di accelerazione, se davvero teniamo al fattore economico.

Fattore economico. L'Edilcassa, come ben sa l'Assessore, raccoglie il 95 per cento dei lavoratori del sistema edilizio in Sardegna. Il 95 per cento, mi dirà che è abbastanza indicativo. L'Edilcassa dice che, nel periodo di vigenza del Piano paesaggistico fino a oggi, gli iscritti sono aumentati del 16 per cento, mettiamoci anche una quota di nero, ma per quanto emerga il nero, che ci sia questo trend qualcosa la dice, ma le ore pagate (cioè quando si tratta di pagare non si scherza, credo, no?, perché si paga l'assicurazione) sono aumentate del 17 per cento. Un altro elemento che mi dice: dove sta la crisi? E poi mi domando: ma se di questo provvedimento non beneficia certamente chi non ha casa, al quale non destinate neanche un accenno, non beneficiano coloro - e sono migliaia e in aumento - che stanno subendo oggi la crisi economica e al momento hanno il problema di come chiudere la giornata con i propri figli, con le spese della scuola e che quindi tutti i problemi hanno fuorché, se mai avessero qualche risparmio, metterli per aumentarsi di una stanza la casa, mi domando, ma a chi sarebbe rivolto questo provvedimento per il quale mostrate un'eccitazione incredibile? A chi? Certamente a chi non subisce la crisi; e quindi perché lo chiamate un provvedimento straordinario a sostegno dell'economia, eccetera, eccetera e dello sviluppo? Non esiste! Perché se ci rivolgiamo a quelli che non subiscono la crisi, il soggetto è diverso da quelli che producono la crisi economica e certamente a chi oggi ha capitale e può utilizzare questi risparmi e questi capitali per fare quello che voi gli consentire di fare. A chi? Lo lascio dire a voi, io qualche conclusione ce l'ho. Basta leggere come avete confezionato le norme e i pacchetti che si intendono sviluppare per capire a chi si vuole rivolgere. Allora dico che questa crisi quindi non c'è.

Assessore, il rapporto dell'Istat del 2009, nell'ultimo decennio, dichiara che in Italia si è avuto un incremento del costruito di 3,1 miliardi di metri cubi, dato insignificante se messo in rapporto al dato del 2008 dove l'Agenzia del territorio, cioè un organo dello Stato, ha dichiarato di aver scoperto in un anno un milione e mezzo di fabbricati abusivi, un milione e mezzo! Non c'è crisi economica, non c'è crisi della costruzione, non risponde alle esigenze di chi ha bisogno, ci sono un milione e mezzo di case abusive, tiratevi la linea e fatevi la sommatoria. Io l'ho fatta, ma andiamo a vedere che cosa dice il vostro testo. Tra l'altro l'articolo 142 del Codice Urbani dichiara (e lì non c'è scampo per nessuno neanche per quelli che hanno adottato il piano paesaggistico) quali sono le aree tutelate per legge, su quelle non ci potete fare niente. Articolo 142, non c'è bisogno neanche di ricordare la "45", 300 metri e tutte queste cose qua. Perché voi consentite di edificare nei 300 metri? Ma pensate davvero che, con una leggina di questo spessore, altro che quello che ci hanno scritto, collega Pittalis, ci diranno quando arriveranno i ricorsi sulla qualità di questa legislazione! Voi pensate davvero che si possa fare una cosa del genere?

Quando scrivete, fate anche un riferimento un po' sarcastico alla legge dei vincoli, dite: "Nel rispetto del piano del Codice dei beni culturali, decreto legislativo numero 42, fatto salvo quanto contenuto nella presente legge". Cioè, ci prendiamo in giro! Questo paradosso spiega il rapporto incoerente che voi avete con i poteri della Regione e con i poteri dello Stato. Dite: "Vogliamo rispettare il Codice Urbani salvo quello che abbiamo previsto noi". Ma noi non ci possiamo mettere alla pari della potestà dello Stato, non possiamo, e quindi questo provvedimento è segnato all'articolo 7, il quale è illegittimo rispetto all'articolo 137 del Codice Urbani; inoltre è illegittimo l'articolo 8 perché viola l'articolo 143, si dice che "Gli interventi previsti nei precedenti articoli non sono ammessi su edifici…" e "… su beni immobili…" nel rispetto "del decreto legislativo…" "e successive modifiche e integrazioni, ad esclusione dei casi previsti negli articoli precedenti".

Articolo 10. Intanto recuperate nella fascia dei 300 metri la possibilità edificatoria e quindi entrate nel campo dei divieti assoluti e vedremo che cosa succede, poi andate in deroga alle norme transitorie, le norme transitorie al comma 6 dell'articolo 146 dicono che i comuni, sino a quando non hanno recepito nei propri strumenti urbanistici la disciplina del piano paesaggistico, sono assoggettati ai vincoli dalle norme di salvaguardia, cosa che voi al comma 5 saltate a piè pari perché non tenete conto che, nelle zone vincolate, per esempio nelle zone A, nelle zone costiere, ci sono i piani particolareggiati, non vi siete neanche posti il problema di rispettare i comuni, non l'avete fatto perché pensate che ci sia questa onda populista che vi avvolga e vi porti in alto. Però ci sono comuni che hanno lavorato e hanno speso tanti soldi per mettere in piedi i loro strumenti urbanistici e che coerenza garantite con questo provvedimento, quella di andare in deroga ai piani particolareggiati? O di creare una disparità fra comune e comune senza dare la possibilità, anche a chi ha una concezione diversa della tutela del proprio territorio e del proprio insediamento urbano, di dire: io voglio garantirmi una prospettiva diversa? Voglio tutelare di più? Anche perché i provvedimenti di finanziamento di quei 400 milioni che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura hanno premiato molto di più perché non sono stati dati con un criterio clientelare, ma con un criterio meritocratico, con dei progetti, hanno premiato di più chi più ha investito in questa cultura e adesso dovete compensare gli altri cioè quelli che in effetti hanno disatteso e hanno aspettato che voi faceste questo provvedimento.

E poi che dire, assessore Asunis, lei dedica cinque pagine della sua relazione introduttiva al disegno di legge contro il piano paesaggistico. Ma che cosa c'entra? Se non avendo, come idea rivelatrice del vostro pensiero che il Piano casa serva comunque a mettere insieme le consultazioni che avete fatto con i piani paesaggistici, l'idea che bisogna rimettere a posto le cose. Però io capisco che si possa, come abbiamo iniziato noi con la legge numero 13, mettere e adeguare in maniera concreta alcune procedure, snellirle, liberare da concezioni che le strutture tecniche hanno di rigidità, laddove la rigidità non ha alcun senso (ma magari si riservasse una rigidità reale dove serve), abbiamo incominciato con la legge numero 13 ma questa è ben altra cosa.

Volete mettervi in competizione con lo Stato su un atto di applicazione dell'articolo 9 della Costituzione che noi come cittadini non potendo, perché sordi a queste richieste, avere un confronto, perché avete incontrato mezzo mondo ma non vi siete curati di ascoltare minimamente le ragioni dell'opposizione consiliare che pure rappresenta una fascia importante della società sarda, avete ascoltato tutti, vi basta quello, ma anche quello è populismo, demagogia e quando non si ascolta nelle aule che determinano il diritto, ci si ascolta come semplici cittadini perché il danno che produce un'azione di questo genere, io come Gian Valerio Sanna voglio tutelare perché io ho il sentimento e sento il sentimento di tutelare me e le generazioni che io voglio vedere davanti a me. Quindi ci vedremo lì e se la Regione Sardegna verrà censurata, come verrà censurata, per la seconda volta su un atto di furbizia, voi pensate davvero che tutto questo populismo esasperato che avete generato in questo periodo vi torni di giovamento?

Presidente Sanna, io rispetto, tant'è che abbiamo rispettato questa esigenza perché abbiamo presentato una proposta che si muove, guardate, prima di tutto nel salvaguardare il contesto di inviolabilità costituzionale e dice, ricordandovelo, che non fa, non è possibile, Assessore, che con legge regionale si modifichi il piano paesaggistico, perché quello che dite all'articolo 13, modificando i contenuti della legge numero 8, non produrrà la modifica delle norme tecniche di attuazione per le quali dovete fare la procedura e quindi, se dite che cambia una cosa nella legge, quando dovrà essere applicata, i tecnici, se non vogliono rischiare di andare a vedersela col magistrato, tra le norme tecniche, che rimangono inalterate, e quello che dite voi, terranno le cose ferme continuando questa confusione indotta nei comuni, nell'apparato tecnico, questa incertezza dei cittadini perché comunque modifichiate la legge numero 8. Come io ho detto più volte, la legge numero 8 ha chiuso il suo ciclo perché tutto il suo contenuto è qui dentro e per modificare questo dovete seguire la strada che è indicata nelle procedure di modificazione, di integrazione del piano paesaggistico.

Quindi non basta la legge regionale. Bene, però io l'ho detto prima, sono rassegnato, sono rassegnato perché siete sordi, sono rassegnato perché c'è una profonda e illimitata…

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Presidente, io avevo preparato un intervento, ma francamente dopo l'intervento dell'onorevole Sanna credo che non meriti neanche un briciolo di considerazione. Rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Rinuncio anch'io all'intervento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.). Nel rispetto di ciò che il collega Sanna ha detto, sul quale completamente dissento nel modo più assoluto, e ricordando i disastri compiuti dalla passata Giunta regionale, ricordando non l'aumento dei posti di lavoro in edilizia, ma la perdita di migliaia di posti di lavoro in edilizia a causa delle vostre dissennate scelte urbanistiche, rinuncio all'intervento.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, chiedo la verifica del numero legale!

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Ben Amara, Cocco Pietro, Meloni Francesco, Planetta e Soru sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 52 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Ben Amara - Bruno - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dessi' - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Non essendo presente, decade.

E' iscritto a parlare il consigliere Peru. Ne ha facoltà.

PERU (P.d.L.). Rinuncio anch'io all'intervento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana.

(Interruzione)

Onorevole Porcu, è stato già chiamato. Se l'Aula glielo consente… E no! Abbiamo fatto anche una verifica sul numero legale dopo che lei è stato chiamato, però se l'Aula è d'accordo, la faccio intervenire.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Credo che l'importanza del disegno di legge in discussione meriti di non procedere in maniera frettolosa e che gli argomenti che sta portando l'opposizione, il Partito Democratico, meritino di essere ascoltati, onorevole Artizzu, e meritino molto più di qualche battuta, credo che meritino una riflessione profonda. Nel rivolgermi a quest'Aula, ripartirei dai presupposti di questo disegno di legge che avrebbe l'ambizione, da un lato, di rilanciare l'economia, l'assessore Asunis ha citato obiettivi ambiziosi, 8 miliardi di aumento del Pil, 40 mila addetti, 12 mila cantieri, e dall'altro di rispondere alle esigenze abitative delle famiglie sarde. Tutto questo dovrebbe essere fatto, il primo punto particolare, senza risorse. E' come se noi pensassimo che gli imprenditori privati e le famiglie sarde fino a oggi abbiano fermato e frenato la loro voglia di investimenti aspettando soltanto un cambio delle regole per riprendere a investire.

Assessore Asunis, io ritengo che questo presupposto e queste previsioni siano fortemente errate, è vero il contrario, è vero che uno dei pochi settori - l'ha richiamato anche l'onorevole Barracciu - che ha tenuto in qualche modo è quello dell'edilizia, è vero invece che l'economia generale è in crisi, è vero che le famiglie sarde sono sempre più povere, è vero che la Sardegna ha 30 mila posti di lavoro in meno, che esiste la crisi della chimica, che esiste un quadro congiunturale di cui la Sardegna, forse per la quota di spesa pubblica elevata, sente in parte le conseguenze, ma le sentirà sempre di più.

Allora noi vorremmo fare le nozze con i fichi secchi, vorremmo presupporre questo vigoroso slancio dell'economia con un provvedimento che non mette in campo neanche un euro di risorse, non c'è un euro per stimolare la domanda pubblica in un settore che comunque anche in un quadro di crisi ha tenuto. Qual è l'operazione che mette in campo questa Giunta di centrodestra? L'operazione che mette in campo è che le risorse ci sono anche se velate, perché le risorse che mette in campo sono lo stravolgimento del quadro delle regole e la svendita dei gioielli di famiglia. Assessore Asunis, e mi rivolgo anche alla Presidenza, io credo che sia un argomento importante che merita l'attenzione da parte l'Assessore e anche dei colleghi della minoranza. Allora, assessore Asunis, la verità è che noi mettiamo in campo delle risorse e le risorse che mettiamo in campo sono i gioielli di famiglia, sono beni che dovrebbero essere indisponibili, che dovrebbero appartenere alle future generazioni.

Allora per dare una risposta di breve termine, con questo provvedimento, noi ammicchiamo, facciamo l'occhiolino alle famiglie sarde, non certo a quelle più povere, ma a quelle che hanno già, facciamo l'occhiolino a qualche imprenditore sulle coste, dicendogli che adesso "si alzeranno" le regole, con la proposta di una nuova forma di condono, stile quelli prodotti dal centrodestra negli anni, un condono preventivo, un condono-deroga, facendogli così capire che in questo condono-deroga "si alzeranno" le regole, e si potrà andare a costruire, a fare operazioni immobiliari, a creare nuove volumetrie anche dove ci sono beni che dovrebbero essere indisponibili.

Alla fine di questo percorso avremo una Sardegna più brutta, certamente, immaginiamo quello che potrà succedere nei centri storici. C'è un richiamo anche in Consiglio delle autonomie, Assessore. Nei centri storici, anche se la possibilità degli incrementi volumetrici è limitata alle abitazioni costruite negli ultimi cinquant'anni, c'è possibilità di fare la deroga delle altezze, avremo i profili che cambiano, potremo avere i premi volumetrici anche dove non esiste un piano particolareggiato. Allora quale sarà l'ipotesi di coerenza, come la testimonieremo, come la certificheremo con il restante del costruito? Avremo dei centri storici più brutti, avremo anche saccheggiato e intaccato il bene più prezioso che è la fascia costiera, sia nei 300, che nei 2000 metri, torniamo indietro in questa norma, riparlando di zonizzazioni.

Lei sa, Assessore, che il concetto di linea di battigia è un concetto che non esiste? E' un concetto obsoleto. Voi fate fare passi indietro di decenni alla pianificazione urbanistica, perché oggi il concetto di ambito è di ambito omogeneo, supera quel concetto, la battigia non esiste, qual è la battigia? Se lei va al Poetto d'inverno la linea di battigia arriva alla strada, il mare lambisce la strada, se va al Poetto d'estate ci sono 70 metri di spiaggia in più. Si aprirà una miriade di contenziosi anche per definire quello che è possibile o non è possibile, quello che è nei 300 o nei 350 metri. La verità è che voi non mettete in campo risorse, ma mettete in campo gioielli di famiglia che non appartengono a voi, che non appartengono al centrodestra, che non appartengono a una parte politica, ma appartengono al popolo sardo, alla comunità sarda, ai figli, ai nipoti, a quelli che verranno dopo di noi, che su quel paesaggio e su quei beni indisponibili vorrebbero costruire una prospettiva di sviluppo permanente.

E' un inganno quello che voi propinate, svendete i gioielli di famiglia e alla fine avremo una Sardegna più povera e certamente più brutta. Siete così zelanti nel vostro rapporto con lo Stato che andate molto oltre le previsioni dell'accordo Stato-Regioni che appunto non prevedeva l'edificabilità né sulla costa né sui centri storici e rendeva molto chiaro che questa inammissibilità doveva essere estesa a tutti quegli ambiti, per esempio, pericolosi dal punto di vista idraulico, dal punto di vista geomorfologico. Riprenderemo a costruire le case negli alvei dei fiumi, potrà costruire anche chi ha beneficiato di un condono in deroga alle volumetrie previste, premiamo chi ha condonato in deroga alle volumetrie, riprendiamo a costruire anche in zone che possono essere soggette a rischi idrogeologici! Non abbiamo rispetto per nessuno nella nostra foga di deregolamentare, di fare l'occhiolino al privato, dicendogli di approfittare del fatto che le regole vengono abbassate, per cui potrà costruire a carico della comunità! Ci sono Regioni che hanno previsto che si paghi per gli aumenti volumetrici, che i privati debbano pagare, perché, Assessore, quegli aumenti volumetrici hanno un costo che è anche un costo dei servizi che i comuni dovranno fornire e che davano potestà ai comuni di poter meglio regolamentare la normativa regionale per poter considerare il carico urbanistico e per poter prevedere la conformità di quel carico urbanistico a livello dei servizi pubblici che vanno associati a quel carico urbanistico. Voi non fate neanche questo! State facendo il disegno di legge più pedante, più remissivo, tra tutte le Regioni, state offendendo la nostra autonomia, state svendendo la Sardegna! La Puglia ha previsto di far pagare le volumetrie, altre Regioni hanno previsto che le autonomie locali, tanto richiamate, abbiano l'ultima parola per vedere se queste previsioni possano essere approvate.

Allora certamente questo non è un Piano che promuoverà lo sviluppo o, se lo promuoverà, lo promuoverà certamente in misura molto ridotta rispetto alle previsioni che lei fa e lo promuoverà a discapito delle generazioni future. Questa è una macchia che vi porterete negli anni se questo testo andrà avanti, ma credo che non andrà avanti perché è illegittimo e certamente verrà impugnato e verrà cassato. Ma è un tentativo, che state facendo, che merita di essere stigmatizzato.

L'altro grande inganno, Assessore, che lei sta contribuendo a propinare ai sardi è il grande inganno di chiamare questo provvedimento "Piano casa", questo non è un "Piano casa", questo è un "piano villetta". Questo è un "piano cubature facili" che regala cubature, una stanza in più, un piccolo ampliamento a chi ha già la casa, non c'è un euro per la prima casa, non c'è un euro per l'edilizia residenziale pubblica, non c'è un euro per le giovani coppie che si sposano e vogliono rendersi indipendenti dalle famiglie d'origine.

Allora, credo che questo sia un disegno di legge doppiamente ingannevole perché sembra promuovere lo sviluppo e la ripresa economica a costo zero, in realtà c'è un costo occulto, enorme, grandissimo, che è a carico delle future generazioni ed è ingannevole perché parla di sostegno alla casa e non c'è un euro di sostegno alla casa; non c'è una famiglia, non c'è una giovane coppia che avrà una casa in più da questo disegno di legge!

Io non richiamo i vari livelli di legittimità, perché l'ha fatto molto meglio di quanto potrei farlo io il collega Gian Valerio Sanna, però mi chiedo: non era possibile fare diversamente, Assessore? Non era proprio possibile partire dagli stessi presupposti (il sostegno all'economia, il sostegno alla casa) e disegnare un progetto di legge che fosse rispettoso della pianificazione esistente? Perché il terzo inganno è che, non solo, non rispettiamo i primi due presupposti, ma approfittiamo di questo provvedimento di legge per far saltare la pianificazione paesaggistica! Io mi vergogno dell'articolo 13; cosa si nasconde dietro l'articolo 13? Stiamo ridando il via libera a interessi privati, stiamo dando il via libera facendo saltare le norme di salvaguardia, col comma 2 dell'articolo 13, perchè, anche dove quelle norme di salvaguardia sussistevano, ridiamo il via a quegli interventi convenzionati che erano stati posti a norme di salvaguardia con il Piano paesaggistico, diamo il via libera, con il comma 3, con la semplice previsione di avere piani attuativi regolarmente approvati, anche nella fascia dei 2000 metri, cioè Cala Giunco non l'avremmo fermata con questa norma; cosa c'è dietro questa norma? Cosa c'è dietro il sabotare il Piano paesaggistico? Cosa c'è dietro il prevedere volumi tecnici di modesta entità anche nelle fasce più pregiate?

Allora, io mi chiedo: non è che dietro tutta questa baraonda ne approfittiamo per saldare i conti elettorali, per saldare le promesse elettorali non alle famiglie, non all'economia sarda, non alla comunità sarda, ma a qualche grande gruppo che si è visto magari sconfitto in sede giurisdizionale? Perché esiste l'articolo 13 se lei parte da presupposti diversi? Perché fa saltare i meccanismi di revisione del Piano paesaggistico e non segue le procedure esistenti, come le chiede il Consiglio delle autonomie locali, che sono più garantiste? Perché lei propone di revisionare il Piano paesaggistico con una procedura abbreviata di 30 giorni, anche dove si toccano interessi vitali, anche dove si tocca il futuro della nostra comunità? Non era proprio possibile fare meglio? Non è proprio possibile fare meglio, colleghi? Non possiamo, come Parlamento dei sardi, avere un sussulto e ragionare insieme su come promuovere lo sviluppo, su come dare la casa a chi non ce l'ha, evitando di svendere quello che non è nostro, ma di chi viene dopo di noi?

Una possibilità diversa c'era, noi l'abbiamo indicata in questi anni, Assessore, noi abbiamo proposto di rilanciare uno sviluppo turistico, l'abbiamo sostenuto perché il turismo in questi anni è cresciuto, del 13 per cento nel 2008, come presenze e come arrivi, l'abbiamo sostenuto con i low cost, che hanno portato 70 destinazioni a tutta l'Europa, un milione e mezzo di passeggeri in più. L'abbiamo sostenuto con l'ospitalità diffusa, gli affittacamere, i bed and breakfast, che possono portare veramente ricadute alla nostra economia, non solo portare ricchezza a pochi gruppi imprenditoriali, li abbiamo sostenuti, abbiamo sostenuto l'economia, abbiamo sostenuto anche il turismo, con la bellezza, con la politica della bellezza che vuol dire investire nei centri storici come abbiamo fatto in questi anni, lei lo sa bene, lo sa meglio di chiunque altro, oltre 200 milioni di euro di investimenti, di fondi regionali e di fondi europei.

Proviamo a dimostrarlo come Partito Democratico anche in questa proposta di legge che meriterebbe, Assessore, maggiore attenzione. Ci sono alcune cose interessanti, come rimettere in campo le disposizioni della finanziaria 2008 sul fondo perduto, i 25 mila euro per le famiglie, promuovere un grande piano di edilizia agevolata, promuovere il superare quella bruttura del "non finito" che caratterizza molti nostri paesi, specie quelli dell'interno. Mettere in campo risorse che non sono neanche ingenti, sono poche, ma sono un segnale. E poi aspettare il Piano regionale di sviluppo per ragionare su quelle che devono essere le politiche di sviluppo, smettendo, Assessore, queste politiche di breve termine che ci creano problemi, che creano illegittimità, che svendono i gioielli di famiglia, che possono dare una risposta momentanea ma alla fine rendono la Sardegna più povera, più brutta, più desolata, più sola, più disperata.

Allora, se tutto questo è vero, Assessore, io la invito e invito i colleghi: riflettiamo nel corso del dibattito, cassiamo almeno questo articolo 13, famigerato, che genera sospetti che non voglio alimentare. Cassiamo la possibilità di edificare dove non va edificato, nelle coste e nei centri storici, riportiamo la possibilità di prevedere volumetrie, come facciamo nel nostro testo, ma dando voce agli enti locali. Forse, Assessore, troveremo un punto di contatto perché noi condividiamo gli obbiettivi della legge, rilanciare l'economia e dare una casa a chi non ce l'ha. Ma questa legge, che lei ha proposto, fa tutt'altro, e gliel'ho ricordato; io spero che, oltre ad averglielo ricordato, lei sappia e voglia ascoltare e non rendersi responsabile di un provvedimento di legge che certamente non passerà alla storia per le promesse che fa ma passerà alla storia per gli effetti nefasti che ho ricordato nel mio intervento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mula. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, Assessori, colleghi, il mio intervento è incentrato solo sull'aspetto generale del provvedimento di legge, entrerò nel merito successivamente quando affronteremo il passaggio agli articoli, con l'auspicio di poter dare un contributo chiedendo alcune modifiche con l'intento di migliorare la norma.

Certo, il Piano casa non risolverà sicuramente i problemi della Sardegna ma, in un momento negativo come questo, credo che possa essere un salvagente che ci permetterà di rimanere almeno a galla. Vorrei ricordare una mia riflessione sulla legge numero 8, la cosiddetta "salvacoste", raccontando un po' la mia esperienza da amministratore, dato che ho vissuto questa legge già dalla sua nascita, vivendone l'impostazione o, meglio, l'imposizione in quanto il coinvolgimento dei territori si è fermato a un solo incontro con tutti i sindaci dei comuni costieri della Sardegna (a quell'incontro, che si è tenuto ad Alghero, io ero presente), dal quale noi sindaci siamo andati via non demoralizzati, anche di più perché il coinvolgimento che abbiamo avuto, l'ascolto che abbiamo avuto, è stato pari allo zero.

Le nostre richieste furono completamente disattese, stava arrivando, e probabilmente era già pronto, lo strumento di pianificazione paesaggistica che doveva dare regole e prospettive al popolo sardo, il PPR, la legge numero 8, uno strumento che è nato, è vero, dal Codice Urbani che detta precise cose. Dall'approvazione del PPR sono iniziati i veri problemi per i comuni, per le imprese e per i lavoratori che si sono trovati in molti senza lavoro, causando una grande parte (o perlomeno avendone una grande colpa) del tracollo dell'economia della Sardegna, difficoltà palesemente riscontrate in quanto strumento di non facile lettura e applicazione. Vorrei ricordare all'onorevole Gian Valerio Sanna (che io ho conosciuto in occasione di quell'incontro tenutosi ad Alghero), quando parla dei PTP, che i PTP sono stati un grandissimo errore compiuto da quei finti ambientalisti che hanno lasciato in quel momento la Sardegna scoperta da quelle norme di salvaguardia, in quel periodo si sono fatti gli abusi più grossi in questa Sardegna, gli stessi che sono stati ascoltati per fare il PPR.

Vorrei ricordare all'onorevole Sanna, che adesso è presente, per capire la lettura del PPR, il giorno che l'allora assessore dell'urbanistica Gian Valerio Sanna è venuto a Orosei per parlare di un piano di lottizzazione approvato quarant'anni fa, che egli stesso aveva detto che, in applicazione al PPR, era un piano "fatto salvo": lo sa, onorevole Sanna, com'è quel piano? Ancora così! E' ancora così perché gli Uffici dicono che non riescono a dare applicazione a quel PPR.

Vorrei anche ricordare un'altra cosa, onorevole Sanna, non sono un urbanista come lei, però l'urbanistica l'ho seguita, ho fatto anche l'Assessore all'urbanistica, ma a me sembra che il Codice Urbani, all'articolo 8, come lei ha citato, dà anche una potestà particolare alle Regioni a Statuto speciale sulla pianificazione paesaggistica. Onorevole Sanna, mi rivolgo ancora a lei, voi dite "voi non ascoltate, voi non ascoltate, voi non ascoltate", io le vorrei ricordare e chiedere: "Ma voi chi avete ascoltato?". Lasciamo perdere che non ascoltavate l'opposizione, ma non avete ascoltato nemmeno quelli della stessa maggioranza che erano in Commissione urbanistica quando c'eravate voi.

Oltre alle legittime preoccupazioni, parlo sempre del PPR, ha portato una grandissima e spaventosa confusione. Vorrei ricordare che solo tre comuni della Sardegna hanno approvato il loro Piano urbanistico comunale, io credo che si debba dare una spiegazione del perché, da quando è stato approvato il PPR, solo tre Comuni hanno approvato il loro Piano urbanistico; credo che una spiegazione debba essere data, probabilmente non è di così facile lettura, probabilmente, dico che va preso e modificato, nessuno dice che va buttato a mare.

Si è capito presto che era poca l'autonomia di programmazione territoriale che i comuni potevano esercitare, in disprezzo alla modifica del Titolo V della Costituzione. Una legge, il PPR, di vincoli, che sovrappone lacci e lacciuoli, che non dà possibilità di scelte autonome, è impensabile e ci dovremo lavorare perché serve una nuova legge urbanistica. Come si fa, abbiamo un Piano paesaggistico regionale che è incardinato su leggi vecchie, ancora la "45" del 1989; quindi io dico, Assessore, mettiamoci mano e iniziamo a lavorare a una nuova legge urbanistica.

Poi vorrei, non fare una critica, onorevole Barracciu, lei viene dal nuorese come me, lei ha citato dati di costruzioni, eccetera, ma lei probabilmente non si è resa conto, ed è pure sindaco, di come siamo messi nel nuorese: questi dati non valgono per noi, valgono per un'altra parte.

BARRACCIU (P.D.). Vai e leggiteli!

MULA (Riformatori Sardi). Io me li leggo, io me li leggo!

Questo Piano, onorevole, mi riferisco sempre a lei, doveva sbloccare lottizzazioni e chissà che cosa, abbiamo lottizzazioni, come ho detto prima, di quarant'anni fa con le opere di urbanizzazione già iniziate, come prevede il PPR, ma non si capisce perché non si portano a compimento.

I sardi ci hanno dato mandato a governare e trovare soluzioni che portino la Sardegna ai livelli delle altre Regioni italiane, proprio per questo il PPR ha portato alla bocciatura il precedente Governo regionale, quindi noi abbiamo il diritto e il dovere non solo di governare ma di dare risposte serie e concrete al popolo sardo. Non possiamo restare insensibili e immobili ma dobbiamo prendere delle decisioni, che ad alcuni non piacciono e non condividono, ma non vogliamo ripetere gli errori del passato correndo il rischio alla fine che ci possano confondere con l'operato della precedente amministrazione.

L'interpretazione che noi diamo alla gestione della salvaguardia del territorio è diversa dal passato: non si può pensare a un processo di gestione del territorio dove possa essere escluso l'uomo. Qualcuno continua a dire che noi dobbiamo conservare integro il paesaggio naturale della Sardegna per consegnarlo fra vent'anni alle future generazioni, ma se noi facciamo morire i padri e le madri che abbiamo adesso, quand'è che nasceranno i figli, fra vent'anni? Per dar loro che cosa? Ma quale paesaggio?

L'ultimo rapporto dell'ANCE ci ha consegnato dati veramente allarmanti legati al comparto dell'edilizia dove, nei primi tre mesi del 2009, si è registrato un meno 19 per cento - voi avete letto alcuni dati, probabilmente io ho letto altri dati - degli investimenti, ma non solo privati, soprattutto anche pubblici. Si rischia di avere nuovi 15 mila disoccupati nel settore. Ecco perché il Piano casa, che non sarà la cura di tutti i mali, penso che possa dare almeno quel po' di respiro per andare avanti e per trovare nuove soluzioni.

Vorrei esprimere il mio apprezzamento all'assessore Asunis, al Presidente della Commissione urbanistica e a tutti i componenti per aver svolto un lavoro egregio e meritevole, che non arriva solo da me ma credo che arrivi da tanti sindaci, associazioni di categoria, dall'ANCI. Grazie a che cosa? A una programmazione che è arrivata dal basso. Io credo che questo non sia stato fatto, anzi ne siamo sicuri, nel PPR, non si è ascoltato il territorio, in questo caso invece sono stati fatti tanti incontri, sentendo le esigenze di tutti i territori.

Mi dispiace ma respingo con forza al mittente le aspre critiche arrivate dall'opposizione e da autorevoli personaggi legati a una certa parte della sinistra. Io non mi reputo un cementificatore, non abbiamo nessun debito da pagare alle lobbies del cemento in cambio di sostegno nella campagna elettorale, io non faccio parte di nessuna lobby, io faccio il calciatore, gioco a pallone, se questa è una lobby, allora questa è una lobby!

Oppure "Piano casa uguale spiagge chiuse", io vengo da una realtà in cui abbiamo le spiagge e non voglio che, nel presente, si ripetano gli errori del passato, come quello di andare a costruire sopra gli scogli del mare, no, assolutamente no, però dico che bisogna intervenire anche in una certa maniera.

Il provvedimento di legge che stiamo discutendo in ritardo, visto che diverse Regioni italiane l'hanno già adottato, permette - secondo una prima indagine campionaria - di avere, non sto qui a ripetere, un incremento di forze lavorative eccetera. Questa potenzialità di mercato si traduce per la Sardegna con cifre che io ritengo considerevoli e che possono dare quell'impulso che in questo momento io credo sia necessario. Ribadisco che il Piano casa ha un ottimo impianto, che comunque ha bisogno di alcune modifiche e io penso, spero, che in Aula concordando riusciremo anche ad apportare quelle modifiche che poi sono osservazioni che sono arrivate dai territori.

Non voglio soffermarmi sulla proposta di legge predisposta poi dall'opposizione che mi sono letto molto ma molto attentamente; è un provvedimento di legge diametralmente opposto a quello che noi stiamo presentando. Vorrei ricordare che le cifre che stanno all'interno di quel provvedimento di legge mi sanno molto di campagna elettorale, perché vorrei anche capire, se da una parte si dice che non si deve consumare il territorio, come stiamo predisponendo per fare non so quante case, ma poi soprattutto vorrei capire dove è che troviamo queste risorse. Mi fermo qui, vi ringrazio dell'attenzione e mi riservo di intervenire quando faremo il passaggio all'articolato della legge.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, Assessore, è inutile negare che c'era attesa in Sardegna in relazione alla vostra proposta e, a onor del vero, il titolo che avete voluto dare al vostro testo sembrava rispondere a quelle attese. Infatti ha un titolo ambizioso: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia.." e via dicendo. Sembrava davvero dal titolo che fosse uno strumento di programmazione che affrontava i temi dello sviluppo a partire, per carità, dal settore delle costruzioni che ha sempre avuto un ruolo importante nell'economia di questa Regione. Io credo anche eccessivamente troppo grande, sbilanciato. Non c'è Regione nel nostro Paese, se dobbiamo esaminare gli indicatori macroeconomici, in cui l'industria in senso lato non sia condizionata così fortemente dal settore delle costruzioni come è in Sardegna. Questo anche nella passata legislatura e sta a dimostrare (non soltanto perché lo sto dicendo io, andatevi a leggere i dati di tutti gli istituti di ricerca che esaminano queste dinamiche e lo noterete) che, anche nei quattro anni e mezzo appena trascorsi, non c'è stato un rallentamento in questo settore.

Tuttavia a leggere il testo poi, a leggerlo attentamente, non ho trovato (può darsi sia stata una lettura poco attenta la mia, la prego, Assessore, nella sua replica di aiutarmi a comprendere dove non sono riuscito a farlo io), in una minima parte di questo articolato, una misura capace di rimettere in moto, come dite voi nel titolo, l'economia di questa Regione. Davvero, Assessore, non lo dico con vena polemica, ho avuto difficoltà, spero sia un limite mio, perché se così fosse comunque il vostro strumento va nell'interesse dell'economia di questa Regione, però la prego, rappresento anche io un "qualcosino" di piccolo in questa Aula, la prego nella replica di dirci attraverso quali interventi voi intendete e pensate che quella proposta rimetta in moto l'economia di questa Regione.

Io non ho trovato un minimo intervento pubblico a sostegno di questo settore delle costruzioni, eppure badate non c'è corrente di pensiero economica laico-socialista, liberale, quella che volete, non c'è corrente di pensiero economica che non indichi, nella immissione di risorse pubbliche, la ricetta, la prima ricetta che può ridare fiato all'economia ed è quello che hanno fatto tutti i Governi nell'Occidente di questo mondo in occasione della crisi che ha investito i Paesi più forti di questo pianeta. E così hanno fatto anche altre Regioni che hanno, con un loro strumento, dato atto a quel Piano casa del Governo Berlusconi. Io, Assessore, ripeto, non sono riuscito a trovare nulla in questa direzione.

E soprattutto, è una proposta, ripeto, che non mette a disposizione un euro. Io ho difficoltà, sarà che mi sono formato politicamente, anche per le poche nozioni che ho di economia, sotto una certa cultura, però ho difficoltà a comprendere come si possa ridare fiato all'economia se non c'è un intervento della parte pubblica a sostegno di quel settore. Anche gli interventi che alcuni di noi hanno criticato sulla rottamazione, su tutto quello che volete, prevedevano comunque interventi in varie forme per ridare fiato a quel settore merceologico. Qui non c'è nulla di tutto questo, ripeto, non c'è un euro a disposizione. Evidentemente, pensate a qualcosa di virtuoso che rimetterà in moto l'economia disastrata, come voi la definite, in questa Regione.

Voi, con la vostra proposta, non fate nulla di tutto questo.

Ancora: io pensavo e credo, ne sono convinto che c'è ancora oggi un'attesa di tanti sardi che non hanno la casa, mi dovete spiegare, se questo è un Piano casa, se è un Piano casa, se ha diritto di cittadinanza in un Piano casa chi la casa non ce l'ha, perché qui, ripeto non c'è uno straccio di intervento, ma non c'è nemmeno l'umiltà e la modestia di porsi questo problema, eppure amministriamo tutti i sardi e ci sono tanti sardi che la casa non l'hanno. Mi volete dire per cortesia come, attraverso quali strumenti, volete dare una risposta a questa parte della società?

Inoltre: c'è un'attesa fortissima, tutt'oggi, di tanti giovani, c'è una condizione di coabitazione, in quest'isola, fortissima; certo non è la coabitazione degli anni '60, ha caratteristiche diverse, tuttavia esiste ed è forte. I giovani che non abbandonano il proprio nucleo familiare, quello dei genitori, lo fanno per una ragione semplicissima, non mettono su famiglia, non mettono al mondo figli e siamo condannati in questa Regione anche a un decremento demografico spaventoso nei prossimi trent'anni. Una delle ragioni principali, forse quella più importante, è perché i giovani non hanno strumenti per pensare al loro futuro con prospettiva a partire da una casa indispensabile per costruirsi una famiglia. Mi vuole dire, Assessore, per cortesia qual è una parte di questo articolato che risponde a questa necessità?

Ancora: c'è un'attesa di tanti giovani che pensavano si potesse, per esempio, rifinanziare quel fondo che destinava risorse a fondo perduto; anche su questo non c'è nulla, non c'è assolutamente nulla! C'era l'attesa di tante famiglie, quelle più deboli, quelle più deboli economicamente, che con sacrifici sono riuscite a iniziare a costruirsi una casa, non l'hanno finita e spesso in maniera ingenerosa consideriamo anche quella tipologia di case una sorta… insomma diciamo che sono degli obbrobri, perché rendono brutti in particolare i nostri paesi, vediamo i blocchetti, i mattoni. Ebbene, c'è un intervento nella vostra proposta che si rivolge a questa parte, anche questa è una parte debole della società, che non ha avuto le risorse per finire un investimento che è costato, scusate non è populismo, lacrime e sangue, e parecchio sudore, soprattutto nei paesi? Mi volete dire se questa è una categoria di persone, un segmento della nostra società, che ha diritto di essere intercettato rispetto ai bisogni che ha? E in che misura, con quali strumenti, con quali risorse, voi intervenite in quella direzione? Non trovo, ripeto, spero per un limite mio, uno straccio di intervento da parte vostra.

C'è un'attesa e anche una forte preoccupazione, lo dico a tutti, a me per primo, in questa Regione, non è soltanto attesa, è preoccupazione, e talvolta ansia, talvolta paura, degli studenti, dei genitori, del corpo insegnante relativamente alle condizioni in cui versano i plessi scolastici. Attenzione, il fatto stesso che a noi ancora non sia successo nulla, non vuol dire che noi abbiamo, come sappiamo, gli edifici a norma, non vuol dire che gli edifici scolastici non abbiano bisogno di essere messi in sicurezza. Ebbene, non siamo solo noi a sottolineare questo aspetto, sarebbero servite risorse pubbliche anche da parte della Regione, e quelle risorse pubbliche avrebbero messo in moto un po' di economia, come indicano anche le associazioni di categoria. Nemmeno su questo c'è da parte vostra la destinazione di un euro.

Assessore, la verità è che (l'hanno detto autorevolmente alcuni colleghi che mi hanno preceduto) -questo provvedimento di legge è connotato da un filo conduttore chiarissimo. Questo filo conduttore è l'ossessione che voi avete di deregolamentare questo settore, è l'ossessione che voi avete di liberalizzare questo settore, è l'ossessione che voi avete di non avere regole, perché le regole sono il sale della democrazia e valgono per tutti, per i forti e per i deboli. Voi avete bisogno invece di una strumentazione che deregolamenta l'esistente, che ci hanno invidiato per tante parti, e avete bisogno, ripeto, di uno strumento come questo che dà fiato non all'economia ma alle mire speculative dei più forti. Questa è la ragione vera, lo vedremo, ne riparleremo nel corso di questa legislatura. Voi introducete elementi di deregolamentazione (lo dicono anche alcuni autorevoli rappresentanti della maggioranza, anche la stampa riporta queste preoccupazioni nella giornata odierna) anche nella fascia dei 300 metri. Assessore, la prego davvero di darci qualche risposta nella sua replica anche su questo punto. E meno male che avete impostato, vivaddio, la vostra legislatura sul rapporto uomo-ambiente! A me pare manchi qualcosa per riportare a zero un'equazione di primo grado, avendo questi due elementi.

Insomma, davvero, lo dico senza polemica, lo dico ai Capigruppo della maggioranza, spesso ci siamo confrontati in punta di forchetta, sempre in maniera urbana per fortuna, ma pongo una domanda non soltanto all'Esecutivo, anche ai Capigruppo della maggioranza e ai colleghi della maggioranza, dal vostro punto di vista, dal vostro punto di osservazione, evidentemente ha ragione, perché non dubito dell'onestà intellettuale di nessuno qua dentro. Bene, ci avete accusato in questi pochi mesi di vita di questo Consiglio di appartenere a quella che è stata nella passata legislatura una maggioranza che non aveva assolutamente voglia e disponibilità di confrontarsi con l'opposizione consiliare; ci avete accusato in questi mesi, onorevole Diana, di non aver svolto un'opposizione costruttiva; ci avete accusato di svolgere un'opposizione che tende soltanto a criticare le vostre proposte.

Ebbene, su una materia delicata e importante come questa, il centrosinistra, il Partito Democratico, ha presentato una proposta di legge che, guarda caso, intercetta i bisogni di quelle categorie e di quelle tipologie che ho cercato di richiamare, mette a disposizione 100 milioni di euro, quindi risponde anche, ripeto, a una logica di corrente di pensiero economico di cui parlavo all'inizio. Ebbene, dov'è stata la vostra disponibilità? Non c'è stata la disponibilità di discutere di nulla di quella proposta. Ma è possibile che abbiate dell'opposizione un giudizio così poverello? Badate, non è un limite dell'opposizione, se pensate questo, è un limite vostro, perché ogni botte produce il vino che ha dentro. Non è possibile che non ci sia una disponibilità a un confronto vero su una materia come questa, che pone le questioni che abbiamo posto nella nostra proposta. Davvero, non lo comprendo! Diteci che sbagliamo, diteci che nel Piano casa non c'entra nulla chi non ha una casa, che non c'entrano nulla i giovani, che non c'entra nulla chi aspetta un contributo a fondo perduto, che non c'entra nulla chi aspetta un contributo per finire una casa che ha bisogno dell'intonaco e della tinteggiatura, diteci che non c'entra nulla di tutto questo e forse ci convincerete, e dimostrateci nel contempo invece come la vostra risponde a queste esigenze, ma non risponde, lo sappiamo e, per cortesia, diteci quali esigenze, quali bisogni intercetta, ditecelo una volta per tutte, diteci questo e giocheremo, ci confronteremo chiaramente su una materia delicata come questa.

Allora, davvero, io vi chiedo questo. Voi sembrate appartenere a una categoria politica che fa della democrazia un valore più alto di quello che abbiamo avuto noi. Ovviamente non sono affatto d'accordo su questa definizione, però mi piacerebbe che avessimo della democrazia lo stesso valore. Se l'abbiamo, così come le regole, le regole sono per tutti, non hanno un colore politico, non hanno un'appartenenza, se c'è quest'ansia di avere una qualità della democrazia, che passa anche attraverso il confronto, che non vuol dire discutere sine die, con tempi biblici, vuol dire però un confronto farlo, avere la disponibilità per farlo un confronto. Non c'è stato in Commissione, non c'è in Aula, non mi pare ci sia la volontà di farlo quando passeremo all'esame degli articoli, spero anche in questo di essere smentito.

Infine, se non c'è questa presunzione, davvero non capisco perché non ci sia la volontà. Badate, lo si vede anche negli atteggiamenti, anche come si muovono i muscoli facciali, come si sorride, come si sbeffeggia col vicino di banco, si comprende qual è l'atteggiamento. Noi non abbiamo la presunzione di avere fatto, di aver presentato una proposta che è la migliore, per carità, è una proposta. Ci abbiamo lavorato, ci abbiamo messo energie, intelligenze, esperienze credo inconfutabili, abbiamo fatto una proposta. Davvero, badate, non fate un buon servizio a questo Consiglio regionale, a quest'isola, se vi rifiutate di esaminare, di confrontarvi nel merito di quella proposta. Attenzione, ripeto, poi a colpi di maggioranza si va avanti. Ce l'avete tutta, quindi non è questo il problema; però, ripeto, non è quello di cui abbiamo bisogno.

L'ultima cosa: davvero, io credo che, Assessore lo dico a lei, le costruzioni possano essere anche un motore piccolo e grande dell'economia, ma qui sta crollando tutto, la chimica, la metallurgica, abbiamo un'infrastruttura viaria che è quella che è, è possibile che voi dello sviluppo abbiate un'idea limitata soltanto alle costruzioni? A me pare riduttiva questa cosa. La verità è che state regalando, diciamocela tutta, state regalando cubatura alle seconde case, questo è! State regalando cubatura alle seconde case, quindi voi avete scelto (è una scelta vostra, per carità!) di rappresentare i più forti e di strafregarvene della parte più debole della società sarda; questa è la vostra proposta.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, signor Assessore e colleghi, è vero, il confronto sembra difficile, sembra un dialogo anche difficile da far partire avendo assistito a così tante rinunce a parlare e quindi non ho avuto il piacere di sentire opinioni che pure mi sarebbe interessato sentire. Nonostante questo, non rinuncio al confronto e spero di dare un piccolo contributo di ragionamento per quello che potrà essere utile. Ho sentito delle cose condivisibili, cioè, si sono vinte le elezioni, una parte politica ha vinto le elezioni, ed è vero che molta di questa vittoria probabilmente è anche ascrivibile alla discussione che c'è stata negli anni passati, aspra, continua sul Piano paesaggistico regionale, che veniva riassunto con tre parole: "Ha bloccato la Sardegna", era una cosa facile da dire e a cui in tanti hanno creduto.

Quindi concordo che sia responsabilità vostra intervenire, intervenire rapidamente, e intervenire secondo il vostro punto di vista, che però oggi non ho sentito, ma lo sentirò certamente nei prossimi giorni. Intervenire secondo il vostro punto di vista che mi immagino sia di fare in maniera nettamente diversa rispetto a quello che abbiamo fatto noi negli anni passati. D'altronde questa promessa ha fatto parte anche della campagna elettorale, ed è una promessa a cui credo debba essere data una risposta. C'era un modo per dare una risposta: discutere in maniera articolata, approfondita il Piano paesaggistico regionale, eventualmente modificarlo, seguendo quel percorso costituzionale, previsto in attuazione di un principio costituzionale, da una legge dello Stato, una legge importante, una legge di riforma economica e sociale, la legge Urbani, a cui poi noi ci siamo riferiti attuando quel Piano paesaggistico regionale.

C'era quel percorso, un percorso lungo, un percorso laborioso, fatto di studi, di cartografie, di analisi, di tante discussioni a cui ci avrebbe fatto piacere assistere, e c'è un percorso, invece, che in qualche modo cercate di mettere in piedi in questi giorni con questa legge che oggi discutiamo, che interviene, si accoda a una proposta - io credo - volta non tanto a migliorare le condizioni economiche del Paese, dell'Italia, eventualmente della Sardegna, ma volta a creare consenso a livello nazionale e che può essere utile a creare consenso e a dare una risposta a quanto promesso nel passato a livello sardo. Quindi, questa legge che oggi discutiamo, con un titolo enfatico, è stato ricordato, e con un titolo mediatico che è molto semplice: "Il Piano casa".

Mi interessa dire che naturalmente questo non è un Piano casa, perché non costruisce neanche una nuova casa per tutte le persone che una casa in Sardegna non hanno e si confronta con interventi che invece nel passato sono stati fatti: 125 milioni negli ultimi tre anni solamente sulla legge numero 32 hanno permesso di realizzare una nuova casa a 10 mila famiglie che non l'hanno. Questa legge non dice nulla a questo proposito, o si confronta con circa 320 milioni di euro che sono stati spesi nell'edilizia residenziale, nella ristrutturazione, nella ultimazione delle facciate, dei tetti, nel miglioramento dei centri storici, nella costruzione di nuove case, e che ha riguardato investimenti importanti in Sardegna. Quindi, vorrei mettere da parte questo titolo semplificativo: "Piano casa", perché di Piano casa non si tratta. Eventualmente di Piano casa avremmo voluto parlare e di Piano casa parliamo con la proposta alternativa presentata dal Partito Democratico.

La cosa altrettanto strana è invece il titolo: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Allora, il rilancio dell'economia è importante in Sardegna, come è importante in Italia, come è importante nel resto del mondo. Io credo che questa Giunta regionale e questa maggioranza abbiano iniziato a sperimentare, nei primi mesi, la difficoltà del rilancio dell'economia, così come sia così difficile rispondere alle promesse non solo di mantenere i livelli occupativi, ma di crearne dei nuovi, non contiamo i posti di lavoro che sono stati distrutti in questi primi mesi in Sardegna, vale la pena solamente ricordare i licenziamenti di massa da parte dell'amministrazione scolastica; allora si pensa che, per rilanciare l'economia, basti cancellare le regole in edilizia o che, per rilanciare l'economia, l'unico strumento sia quello dell'attività edilizia. L'attività edilizia è importante, ma si può scegliere se fare attività edilizia migliorando i centri storici e costruendo le case alla gente, migliorando la qualità della vita di tutti o se si può fare attività edilizia aggiungendo seconde case che non servono, rendendo le seconde case, vuote tutto l'anno, ancora più grandi, costruendone delle nuove laddove anche quest'estate abbiamo sperimentato la difficoltà di sostenere persino quelle che abbiamo: Baia Sardinia parla per tutti.

Sosteniamo l'economia promuovendo l'attività edilizia, costruendo quello che serve ai nostri cittadini: prime case, centri storici, edilizia scolastica, strade, Olbia-Sassari, Sassari-Alghero. Tutto questo però ha bisogno anche di interventi pubblici e ha bisogno anche di risorse pubbliche, e ha bisogno anche di difendere le nostre risorse pubbliche. Mi dispiace sentire l'Assessore del bilancio che qualche volta parla pubblicamente esprimendosi sul fatto che non sono importanti le risorse ma è importante spendere bene quelle che abbiamo. Io credo che sia importante difendere le nostre risorse in maniera da poter costruire la Olbia-Sassari, in maniera da poter finanziare con altri 325 milioni l'edilizia privata, di chi la casa non ce l'ha e di chi vive nei paesi dove a volte è necessario un miglioramento della qualità architettonica e urbanistica e del vivere sociale. Quelle risorse servono per queste attività utili ai nostri cittadini e che possono valere allo stesso scopo per rilanciare l'economia attraverso l'attività edilizia, ma un'attività edilizia buona, non l'attività edilizia ancora delle seconde case inutili o delle speculazioni costiere.

Quindi non stiamo parlando di Piano casa e non stiamo parlando nemmeno di un intervento che rilancia l'economia, perché si sta sostituendo all'attività edilizia che abbiamo promosso negli anni passati e di cui non ci dite nulla per quest'anno e per gli anni futuri, è un intervento che certamente ci chiarisce qual è l'idea di Sardegna per il futuro, qual è l'idea di progetti strategici per lo sviluppo di questa Sardegna, e qual è la leva attorno alla quale promuovere lo sviluppo della nostra Regione, in attesa del Piano regionale di sviluppo che verrà discusso, che verrà approvato e ci verrà presentato.

E' evidente, per le cose che sono state dette nel passato ed è evidente anche per le cose che sono contenute in questo provvedimento di legge da dove passa l'idea di sviluppo. L'idea di sviluppo sembra non passare dalla difesa dell'impianto industriale esistente, che sembra che non siamo capaci di difendere; quello che sta sui giornali di questi giorni, in totale evidenza, è la vicenda di Sartor, legata solamente a Porto Marghera, facendo finta che non riguardi anche Porto Torres o Macchiareddu e conseguentemente poi Ottana. E' evidente come in questi ultimi mesi questo Governo abbia affidato il destino di una parte importante dell'economia della Sardegna e anche un settore rilevante dell'Italia a chi assolutamente non aveva quelle competenze, quella capacità e quella forza finanziaria. Non siamo capaci di difendere l'esistente. E' difficile, lo capisco, però sembra che neanche ci proviamo. Ed è difficile anche far nascere nuove industrie, lo abbiamo sperimentato negli anni passati, continueremo a sperimentarlo, ma, ci piaccia o no, da lì passa lo sviluppo, dalla difesa dell'industria e dalla nascita di nuova industria, di impianti industriali, di capannoni che si riempiono di gente che produce, che lavora, che non consuma ambiente ogni giorno per portare a casa uno stipendio.

Passa dal rilancio dell'agricoltura. Difficile, difficilissimo, ma passa! Per dare un nuovo valore alla terra, che non sia solamente quello dei metri cubi che ci si possono fare sopra; alla terra, che sta diventando un fatto di cui si occupano in maniera totalmente nuova i Paesi e le grandi potenze del mondo: la Cina, i Paesi arabi, che hanno comprato il 25 per cento del terreno fertile di tutta l'Africa. La terra: per la sua vocazione agricola e non solamente la vocazione edificatoria.

Lo sviluppo della Sardegna passa dall'industria, da quella che c'è e da quella che può nascere; passa dalla terra, passa dallo sviluppo della conoscenza e della competenza necessarie per far crescere un'economia. Passa anche dal turismo, ma da un turismo che sappia mettersi in relazione con quello che facciamo, passa anche da un turismo che veda come teatro i nostri piccoli paesi e non veda solamente come teatro altre spiagge da consumare. Passa da un turismo certamente diverso da quello a cui assistiamo e che abbiamo cercato di instradare in un percorso diverso in questi anni.

Qui sembra che l'unica possibilità per la Sardegna, l'unica leva che possiamo utilizzare sia quella di continuare a consumare il nostro territorio, semplificando e dicendo: "l'uomo dentro l'ambiente", mentre nel passato pensavamo solamente all'ambiente, che mi sembra una semplificazione un po' troppo banale, perché nessuno si è occupato dell'ambiente per l'ambiente, per quanto è importante anche questo, ma ci siamo occupati dell'ambiente perché l'ambiente è il presupposto per vivere bene nei nostri paesi, nella nostra Regione, per vivere bene la nostra vita. Viviamo bene in un ambiente pulito, ordinato, a contatto con la natura, dove c'è la percezione della natura, e non in un ambiente consumato. L'ambiente per vivere meglio oggi noi, per dare la possibilità di vivere ai nostri figli, l'ambiente anche come volano di sviluppo. Perché le possibilità di sviluppo nella nostra Regione non vengono dall'ambiente che abbiamo consumato, non vengono da Funtana Mega, da Torre dei corsari, da Monte Nai, da tutte le speculazioni sulla costa, anzi sono in qualche modo le macchie nere che vediamo sulla possibilità di sviluppo anche legata al turismo. Tutti noi fotografiamo non Monte Nai o Funtana Mega, fotografiamo Is Arenas, fotografiamo Piscinas, fotografiamo la parte intonsa del territorio, quella che abbiamo cercato di difendere e che vorreste finalmente consumare anch'essa.

C'è un'idea di sviluppo che è in realtà l'impoverimento definitivo della nostra regione e viene in settimane e mesi dove è sempre più evidente la crescita della consapevolezza in giro per il mondo. Nei giornali di ieri e di oggi leggiamo del Presidente del Consiglio che chiede in qualche modo una deroga sulle emissioni di CO2 alla Commissione europea e gli rispondono: "Abbiamo fatto un provvedimento secondo un certo percorso formale, ed è inderogabile". Le questioni dell'ambiente stanno diventando inderogabili per vivere bene oggi, per far vivere anche chi verrà dopo di noi e perché lo sviluppo si può avere solamente se tuteliamo l'ambiente e non se cerchiamo di usare le stesse parole per confondere, ma poi gli atti, i provvedimenti, le azioni di tutti i giorni sono totalmente diversi.

Le ragioni dell'ambiente sono indisponibili, come ci ha riproposto la Commissione europea qualche giorno fa relativamente al CO2, per quanto riguarda il governo del territorio. In questa Italia (che per ultima continua a chiedere deroghe in Europa sul CO2), che non si accontenta di avere consumato nei passati decenni cinque volte tanto il territorio che è stato consumato in Francia, o cinque-sei volte tanto la quantità di territorio che è stata consumata in Germania, dove c'è una popolazione persino più grande della nostra, come sapete, in questa Italia che non si accontenta di aver consumato così tanto territorio, sembra che l'unica possibilità di sviluppo sia togliere definitivamente qualunque regola. "Costruite", "aggiungete", anche se non è previsto dal PUC. Aggiungete, poi risistemeremo dopo, risistemeremo dopo gli standard, rivedremo dopo se va bene. Rivedremo dopo! "Mi fido del buon gusto degli italiani", ha detto il Presidente del Consiglio. Costruiamo le città con il buon gusto degli italiani, non con le regole, con le norme, anche severe.

Bene, in questa Sardegna abbiamo cercato di pensare a oggi, ma di pensare al futuro. Abbiamo cercato di pensare alle ragioni dei proprietari dei terreni costieri, ma abbiamo anche cercato di pensare alle ragioni di chi i terreni sulla costa non ce li ha, a volte non ha nemmeno casa sua nel paese, però vuole prendere la macchina e andare, d'estate, a godere della spiaggia, dove oggi un qualunque cittadino sardo, visto che c'è molto traffico, dovrà pagare 6 o 7 euro per parcheggiare la macchina. Noi non chiediamo un euro di permesso di soggiorno, siamo orgogliosi di aver cancellato subito un euro di permesso di soggiorno, ma chiediamo ai nostri cittadini 6 euro per parcheggiare la macchina.

Abbiamo cercato di guardare le ragioni dell'oggi anche nell'edilizia, costruendo le case per chi ne ha bisogno, ma abbiamo cercato anche di guardare le ragioni del domani, di chi verrà dopo di noi e abbiamo immaginato una possibilità di sviluppo che vada controcorrente rispetto a quello che ha fatto l'Italia fino a oggi negli ultimi decenni, consumando cinque o sei volte tanto quello che hanno consumato Paesi più grandi e più ricchi di noi. Era sbagliato tutto questo? Io credo di no e continuo a testimoniare un parere diverso, anche se eventualmente minoritario.

Mi ha fatto molto piacere leggere la sentenza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa, in cui dopo cento ricorsi al Tar, centocinquanta ricorsi speciali al Presidente della Repubblica, un giudice - che trova anche bene le parole - ci dice che "era pienamente giustificata l'esigenza di salvaguardare un paesaggio di incomparabile bellezza che ha già subito attentati a causa della propensione italica a un'edificazione indiscriminata". Ce lo dice un giudice romano a conclusione di un procedimento complicato e che ha visto molte polemiche, e ci dice che è giusto quello che ha fatto la Regione di comparare l'esigenza pubblica, di tutti i cittadini che non hanno case o terreni sulle coste, con l'esigenza privata dei singoli, e trova piena legittimità dare attenzione al bene pubblico, al bene comune, per le persone di oggi e per quelli che verranno.

Ci accingiamo a discutere questa legge con alcuni punti fermi: un Piano paesaggistico che esiste, che questa legge fa finta di non vedere; pochi giorni dopo un'importante sentenza del Consiglio di Stato, che dice delle cose sul valore delle leggi, la Costituzione, i piani di riforma economica e sociale, il Piano paesaggistico in attuazione della legge Urbani, le potestà regionali e le potestà, invece, statali, indisponibili. Discutiamo questa legge dopo grande confusione nei tribunali e negli uffici tecnici della Sardegna. Alla fine di questa confusione, rimane una quantità impressionante di giudizi vinti, rimane un Piano paesaggistico che ha resistito a cento ricorsi al TAR e a centocinquanta ricorsi al Presidente della Repubblica, tranne per alcuni dettagli, e non vedo un grosso futuro se non di liti per questa legge.

Siamo a disposizione per discutere un'altra legge, un'altra legge che risponda alle esigenze di chi le case non ce le ha in Sardegna, che risponda all'esigenza di costruire, ma di costruire rifacendo, ristrutturando, rispettando le regole e pensando alla casa di chi non ce l'ha e non a chi invece ce l'ha già.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

Non è presente in aula, decade.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, averne sentite tante oggi e ieri non mi meraviglia. Devo constatare una cosa, a meno che non mi sia distratto troppo, che siamo nella continuità amministrativa e che le accuse rivolte all'assessore Asunis mi lasciano un po' perplesso perché l'assessore Asunis era Direttore Generale dell'Urbanistica nella precedente amministrazione...

BRUNO (P.D.). No, enti locali.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Lo è stato, ma certamente è esperto, certamente esperto in materia tanto che vi è stato utile nel momento in cui voi stavate governando. Oggi, quasi a demonizzare la presenza della stessa persona in quel dicastero, lo si vuole fare nel peggiore dei modi, annunciando in diversi interventi un'illegittimità. Guardate, che voi siate maestri dell'illegittimità, l'avete vissuto in prima persona nei passati cinque anni! Non so cosa non vi abbiano bocciato, non so cosa la Corte costituzionale vi abbia restituito, certo che preoccupa, se lo dite voi che siete maestri, dovremmo preoccuparci anche noi. Ma voi siete esperti già acclarati, quindi non credo siate le persone più adatte per fare accuse di questo genere.

Il secondo punto è che ho sentito parlare, in diversi interventi, del Piano casa, in qualcuno addirittura della "32", ma stiamo parlando di ben altra cosa, sennò l'interlocutore sarebbe stato l'Assessore dei lavori pubblici e non l'Assessore dell'urbanistica. Competenze diverse, argomenti differenti, finanziamenti che non ci possono essere. Non stiamo parlando di rivedere la "32", cosa che mi auguro si faccia al più presto e quando lo si farà parleremo del problema della casa, in modo reale, per il significato che ha e che ha sempre avuto, per l'attenzione con la quale la gente l'ha utilizzata quando le è stato consentito e per il risultato che comunque ha portato. Non siete gli inventori della "32", va bene? L'avete trovata lì, l'avete modificata, altri la modificheranno ancora, sperando che il risultato comunque verso il cittadino sia sempre migliore, ma non stiamo parlando di questo. Stiamo parlando di altro, della stessa legge che anche nei Governi di centrosinistra e di centrodestra si è approvata in tutt'Italia, a iniziare dall'Emilia, la Toscana, l'Umbria, la Basilicata, il Trentino, la Valle d'Aosta, la Liguria, e chi più ne ha più ne metta. Andatevele a leggere, l'ho sollecitato a colleghi in Commissione, per capire che non stavamo facendo cose straordinarie, stavamo facendo cose di ordinaria amministrazione mirata a uno scopo ben preciso, consentire a chi ha una casa di avere una stanza in più.

Questo era l'obiettivo e credo che rimanga questo nel significato della maggior parte degli articoli di questa legge. Abbiamo aggiunto cose in Commissione perché, guardate, voglio ricordarvi che voi siete andati, come Consiglio regionale, anzi, siamo, io non c'ero, ma mi ci metto dentro, a nuove elezioni proprio per un problema, in quest'Aula, di carattere urbanistico, stavate cercando di fare una legge, non l'avete fatta come l'allora governatore chiedeva e siete finiti, chi c'era, tutti a casa.

Io la penso in modo diverso, penso che la libertà di legiferare e di portare contributi in Commissione e in quest'Aula non possa essere messa in discussione da nessuno. Siamo noi che legiferiamo qua dentro. Certo, la Giunta propone un testo, ma questo non può impedire alla Commissione di merito e all'Aula nella sua interezza di poterlo migliorare, se si ritiene giusto migliorarlo. Cosa che a voi non è stata consentita, siete stati mandati a casa proprio per non averlo fatto come vi si era detto di farlo. Quindi, credo che da parlare non ce ne sia più di tanto.

Guardate, per i miglioramenti su questa legge credo che ci abbia lavorato con passione la Commissione e che sia stata anche portata a contribuire attivamente. Leggetevi la prima stesura, leggetevi la seconda, anche i contributi e le differenze e, spero che quest'Aula avrà la capacità - e io mi auguro di sì - col contributo della Giunta, dell'intera maggioranza, ma della stessa opposizione, quando riterrà di essere certamente costruttiva, di poter uscire con una legge che abbia il significato vero che tutti le vogliamo dare, quello di migliorare una situazione economica che non può essere migliorata mettendo soldi nella legge, collega Diana, lei lo sa meglio di me, io non pago l'ampliamento di una stanza a uno che ha già la casa, va bene che se l'è fatta con grande sacrificio e sta anche cercando di completarsela con grande sacrificio, il riferimento di quel caso resta la "32", perché può accedere per ristrutturazioni e quant'altro, oltre che per nuove costruzioni.

I significati devono essere diversi e allora, a parer mio, quello che noi vorremmo che si facesse con serenità è il dibattito interno, non la strumentalizzazione. Io mi sarei augurato che in quest'Aula fosse emerso un qualcosa, visto e considerato che spesso avete parlato, ne continueremo a parlare, relativo alla cubatura, ad esempio; qualcuno di voi ha il quadro complessivo della passata legislatura, di quanta cubatura hanno prodotto le intese che sono state sottoscritte? Io mi auguro che qualcuno di voi abbia la curiosità, sono atti pubblici, di andare a leggerseli per capire che questo gruppo di cinque persone che rappresentano qua il Partito Sardo d'Azione non accetteranno mai né di essere chiamati palazzinari, né gente che va a speculare, né gente che ha interessi in materia e che vive di questo, non abbiamo mai vissuto di questo, né noi né i nostri predecessori e continueremo a non vivere di questo, ma a dare il nostro contributo e ad avere la capacità, in piena libertà, di esprimere il nostro pensiero, anche quando non è condiviso, anche quando non collima, il fatto di dialogare e confrontarsi questo ci aiuta e credo che aiuti anche il dibattito interno, cosa che prima non era previsto. Eravate a scatola chiusa.

Nel mio primo intervento di questa legislatura, feci una battuta dicendovi che dovevate ringraziarci perché vi avevamo ridato la parola, perché di parola, francamente, da tempo non ne avevate la possibilità. Prendetela come una battuta scherzosa, pronunciata con la voglia di riportare serenità, ma anche di cercare di fare le cose seriamente. Guardate, se la legge ha quel significato, e noi siamo stati promotori di alcuni emendamenti in Commissione, io e i colleghi della maggioranza, vedasi i sottotetti, che qualcuno ha voluto criticare, i sottotetti in Liguria non sono diversi dai nostri, i sottotetti in Valle d'Aosta non sono diversi dai nostri, in Basilicata, in Toscana, in Emilia non sono diversi, non vedo perché debba scandalizzarvi. Qualcuno ha parlato di altezza, di sanità e quant'altro, ma la legge o vale per tutta l'Italia o è solo una legge che serve per la Sardegna ed è da essere rispettata.

Se le altre leggi sono state approvate, e vi invito a leggere, perché se parliamo di altezze ci sono dei campioni del mondo, ma non in alto, verso il basso, credo che non ci si possa scandalizzare in una situazione del genere. Se c'è il rispetto pieno dei centri storici, se c'è la volontà comunque di aprire un sistema economico che è bloccato, se le associazioni di categoria ci scrivono e la vedono nella parte di assoluta positività di rimettere in moto il sistema economico e quindi di dargli quell'ossigeno necessario per uscire da una situazione di crisi economica, possiamo ancora dire che non va bene, che solo da noi non va bene? Io credo di no. Guardate, credo che ci sia ancora qualcosa della quale quest'aula abbia necessità di discutere, abbiamo preferito non farlo in Commissione, me ne sono testimoni i colleghi che ho ritirato un emendamento, ma siccome ci sono culture diverse sul discorso dell'agro e della campagna, nei territori di quest'isola ci sono culture diverse di gente che la vive e l'ha sempre vissuta, di gente che non la vive e la tiene come seconda casa, di gente che la tiene solo ed esclusivamente per le attività agricole perché a dormire se ne ritorna in paese. Sono culture diverse, noi non possiamo non tener conto che quest'isola non è tutta uguale, il fatto stesso che non parliamo la stessa lingua in tutta l'isola ne è la testimonianza. Va bene?

Allora credo che nei prossimi giorni quest'Aula su questo argomento debba ritornare, io spero che lo si faccia con la piena libertà di tutti, tenendo in considerazione che nessuno potrà dire che i sassaresi non vivono la campagna e i sorsesi e i portotorresi e gli algheresi o i galluresi non vivono la campagna, forse i galluresi in modo diverso dagli altri, ma la vivono, evitando certamente le speculazioni. Come riteniamo opportuno che, sul discorso del residenziale, il parere espresso dalla Commissione e il pensiero anche di un partito come il nostro meriti il giusto rispetto, meriti di più il giusto rispetto. Al quale noi teniamo perché rispettiamo gli altri ma pretendiamo anche il rispetto reciproco e cioè che ci venga restituito nel migliore dei modi.

Guardate, ci sono i presupposti per riuscire a chiudere nel migliore dei modi questa legge, si tratta di non esagerare negli atteggiamenti da entrambe le parti, ma si tratta anche di capire che il rispetto dei ruoli deve essere reciproco. Io capisco che stare all'opposizione necessariamente porta ad assumere determinati atteggiamenti, come stare in maggioranza mi obbliga ad accettare anche il compromesso di stare in una maggioranza. Questo non significa rinunciare a essere noi stessi, questo non significa rinunciare alle nostre idee, questo significa avere lealtà certamente, rispetto di chi insieme a noi condivide questo progetto, ma quella lealtà e quella condivisione devono essere un qualcosa che ci vede assieme costruire il percorso. Nessuno può pensare di indicare il percorso agli altri, a iniziare da noi, nessuno, assolutamente. E nessuno può pensare (per questo mi riferisco a chi in tutti i modi cerca di demonizzare) che questa legge sia qualcosa di demoniaco, qualcosa di nefasto, qualcosa che porterà la Sardegna alla distruzione. Nel modo più assoluto.

Ultimo pensiero (anche perché stiamo predisponendo un emendamento, Assessore, così informo lei e anche i colleghi del Consiglio, maggioranza e opposizione), il Partito Sardo d'Azione si sta facendo carico di un emendamento, sono due ma ne voglio evidenziare solo uno; voi sapete che, prima del PPR, c'erano delle lottizzazioni che erano in fase avanzata, come si suol dire per fotografare bene, poi furono bloccate dal PPR. Allora, io avrei il gradimento che quelle lottizzazioni che ho fotografato poc'anzi, e che hanno cambiato proprietà nel corso di questi cinque anni, debbano essere tagliate fuori da qualsiasi intervento per i prossimi dieci anni, né più né meno come si fa per il fuoco, né più né meno come si fa per chi ha voluto speculare su chi in difficoltà ha dovuto cedere il proprio bene.

(Interruzione del consigliere Salis)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, immagino che voglia chiedere di poter intervenire. Se l'Aula non ha niente in contrario, do la parola all'onorevole Salis.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, non ho potuto fare il mio solito scatto da centometrista, la ringrazio per questa disponibilità. Io vorrei, anche per raccogliere le sollecitazioni di numerosi interventi avvenuti stamattina, ma soprattutto l'ultimo del collega Giacomo Sanna, far vedere le due pagine di ieri e di oggi di un giornale della Sardegna anzi "Il Giornale di Sardegna". Quello di ieri diceva: "Incubo dell'alluvione a Pirri, case evacuate, ore di paura, allarme per tutta la giornata nel Campidano e nella Gallura". Giornale di oggi: "Nubifragio in Gallura, annega un agricoltore, centinaia di sfollati, trasferite per la notte in un albergo di Olbia centinaia di persone…", eccetera eccetera, "Tre vittime nello schianto Sassari-Olbia", ma questo è un elemento di ulteriore riflessione e poi "Danni erariali di 100 mila euro, Floris finisce sotto accusa", ma questo non c'entra niente.

Voglio dire, stiamo attenti, noi non abbiamo una visione ideologica, lo dico al presidente Sanna, non abbiamo una visione ideologica. Badate, io ho avuto modo, nella mia qualità di sindaco per 15 anni, di dover interloquire in maniera anche piacevole, trovando spesso una soluzione ai tanti problemi incontrati nella mia funzione di sindaco, con l'attuale Assessore dell'urbanistica, il quale svolgeva allora la funzione di elevato funzionario tecnico dell'Assessorato dell'urbanistica in ausilio per la risoluzione dei problemi urbanistici dei comuni. Assessore Asunis, ella sa che non abbiamo quindi un approccio ideologico col problema, lo sa, anzi abbiamo un approccio che ci deriva proprio dalla necessità, nella nostra lunga esperienza di amministratore locale, di dover dare una risposta ai problemi dei cittadini.

C'è un "però", stiamo attenti che sotto la spinta, collega Pittalis, delle emergenze economiche, noi stiamo rischiando di dare una risposta temporanea creando occupazione temporanea e provvisoria a problemi di un'economia che invece ha bisogno di soluzioni strutturali. L'errore che sta alla base di questo provvedimento di legge della Giunta, che poi peraltro vedremo anche nella discussione sull'articolato con maggiore precisione, sta nel fatto che considera, assumendo come assunto definitivo, non discutibile, quello che viene dal livello nazionale, che l'edilizia debba essere uno degli strumenti fondamentali dello sviluppo del Paese.

Questo è l'equivoco di fondo! Ricordo un vecchio slogan legato alle pietre preziose: "Un diamante è per sempre". Ricordiamoci che il cemento è per sempre, il cemento è per sempre! Non possiamo legare lo sviluppo della nostra Regione, con un tessuto e un ambiente così delicato, così ricco, così importante per il futuro della nostra Isola e della nostra popolazione, al cemento, al dio cemento. Questo è l'errore di fondo che noi cercheremo di tentare di modificare nell'articolato e quando diciamo che, rispetto all'intesa Governo-Regioni, la proposta che è stata presentata in Consiglio ha tutta una serie di elementi di ulteriore debolezza perché appesantisce, non rispetta il quadro dell'intesa regionale, Regione-Governo, bensì interviene con un'altra serie di esasperazioni in un tessuto ancora particolarmente delicato, in un assetto idrogeologico, a Villagrande Strisaili, sappiamo cos'è successo a Villagrande, con l'incremento del 20, 30, del 45 per cento massimo di volumetrie, aspettiamoci qualche disastro ancora peggiore nei prossimi anni. A Muravera, a Villaputzu, a Capoterra…

STOCHINO (P.d.L.). Non si può fare!

SALIS (I.d.V.). Ma cosa non si può fare! Leggiti bene la legge! Tu sei ottimista perché hai detto che vuoi "contemperare l'ambiente…" - non mi ricordo la frase, ma me la sono scritta - "l'ambiente con l'uomo", però leggitela bene! Lo vedremo nell'articolato se si può fare o meno! Se si possono fare ampliamenti per esempio nei centri storici senza un piano particolareggiato, lo vedremo, oppure demolizioni di case che hanno meno di 50 anni, che vuol dire 49 anni e 11 mesi, e sono larga parte del tessuto edilizio presente nei nostri centri storici, vedremo se lì potremo intervenire senza Piano particolareggiato. Allora evitiamo l'eccesso di ottimismo, così come mi è sembrato di ravvisare per esempio nell'intervento di un ex sindaco, come me, il collega Murgioni. Io andrei un pochino più cauto con le soluzioni definitive…

MURGIONI (P.d.L.). Ci ho riflettuto bene prima di decidere in questo modo!

SALIS (I.d.V.). Evidentemente non è stato sufficiente, non è stata una riflessione sufficiente, a mio parere, scusami Murgioni, ma poi quello che succede nella tua zona lo sappiamo anche noi…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non si rivolga all'onorevole Murgioni.

SALIS (I.d.V.). Ho fatto solo un riferimento. Perfetto! Mi sono rivolto a un ex sindaco come me, che conosce bene i problemi del suo territorio, così come io conosco bene i problemi dei miei, e i problemi miei del mio territorio li conosci anche tu parzialmente, come io conosco parzialmente i tuoi. Quindi non ci sono posizioni di carattere ideologico, "talebano", non ci sono.

Allora, riflettiamo, io vi leggo alcuni punti di un'intervista molto interessante, che però è sfuggita, non c'è stato alcun commento, pubblicata il 30 agosto, su "L'Unione Sarda": "La ricetta del manager Paolo Piras: 'Destagionalizziamo l'offerta turistica della Sardegna'"; badate, si parla di golf, si parla di turismo, si parla di allungare la stagione turistica, lo dice peraltro uno degli esperti nazionali e internazionali, che conosce forse o sicuramente più di altri, sicuramente più di me, il settore. Bene, fa delle affermazioni che sono assolutamente importanti, che io mi sento in dovere di portare in quest'Aula. Ne ho sottolineato solo alcune. La prima. "In Sardegna sta per diventare legge il Piano casa… golf, alberghi, qual è il suo parere?". La risposta è precisa: "Credo che al momento la Sardegna non abbia bisogno di costruire nuovi alberghi, ha solo bisogno di avere maggiore occupazione su quelli che esistono già e ha necessità di servizi, non di volumetrie, che abbiano la capacità di attrarre turisti in periodi di bassa e media stagione". Ancora: "Le strutture alberghiere sono per la maggior parte ora più che sufficienti per intercettare una domanda di turisti e soprattutto di turisti legati al golf, ma non solo al golf, suggerirei…" eccetera, voglio dire che questo non è dell'Italia dei Valori, presumo, né del centrosinistra, è un esperto del settore.

Gli sfasci della precedente legislatura! I disastri che abbiamo combinato nella precedente legislatura! Se parlate, e io ho avuto modo di parlare, con gli imprenditori del settore, per esempio, tra Settimo, Sinnai e Selargius, tanto per stare nell'enclave del sud-est cagliaritano, e Quartu soprattutto, vi diranno che le imprese edili hanno uno sviluppo e una percentuale di attività eccezionale. Se c'è una cosa che (al di fuori della propaganda polemica e degli slogan di maniera, da manifesto "6 per 3") è assolutamente un falso è che il centrosinistra, Soru e Adriano Salis, per quello che poteva contare, hanno bloccato lo sviluppo in Sardegna. Gli imprenditori stessi dicevano e dicono che in questi anni hanno potuto mantenere un livello di occupazione di attività delle loro imprese, che ha consentito loro di sopravvivere e di avere quei dati (che anche l'ANCE dice), al di là della crisi.

E' vero che c'è una crisi dell'edilizia che è nazionale, ma è anche vero che l'edilizia in Sardegna ha retto, checché ne diciate voi in tutti i vostri proclami propagandistici, ha retto, e sapete perché ha retto? Vi leggo i dati, stanziamenti di previsione, bilancio regionale, legge regionale numero 32 del 1985, dal 2004 al 2008, poi dirò del 2009, che interessa voi. Allora, dal 2004 al 2008, questa maggioranza di centrosinistra, questo Presidente, questa Giunta - Attila era niente al confronto - ha stanziato 120 milioni di euro per il sostegno dell'edilizia per la prima casa: questo è il Piano casa! Altro che il Piano villetta, o il Piano caos, così come mi piace definirlo per queste norme; questo è il Piano casa. Allora, con esattamente 2709 nullaosta nel 2004, 1422 nel 2005, nullaosta per finanziamenti, per acquisto, costruzione o ristrutturazione di prima casa di abitazione, 1605 nel 2006, 2866 nel 2007, 2296 nel 2008, questi sono i dati. Prima casa per giovani coppie, tasso zero, sostegno alle giovani coppie: 2006, 497 richieste accolte; 2007, 1246; 2008, 522, però è un dato non ancora completo.

Cosa succede nel 2009? Che lo stanziamento sulla legge regionale numero 32 per la prima casa, e stiamo parlando adesso di Piano casa, non del provvedimento di legge che è all'ordine del giorno, dai 50 milioni di euro, che la Giunta di centrosinistra aveva stanziato nel 2008, diventa nel 2009 di 30 milioni di euro, quasi dimezzati.

Allora parliamo delle cose vere! Prima di tutto, presidente Sanna, evitiamo nelle interviste di parlare di Piano casa. Il presidente Sanna giustamente è un giovane consigliere, noi siamo tutti contenti che i giovani abbiano il giusto risalto anche nella politica regionale, però consiglierei un po' di prudenza nella declamazione ossessiva di questa legge, definendola Piano casa, che risolve il problema della casa eccetera. Questo Piano casa, questa legge, è il sostegno dell'edilizia, non è per la casa, dell'edilizia e di chi la casa ce l'ha già.

(Interruzione)

Mi consenta, Stochino, si accomodi. Mi consenta!

Presidente Sanna, dicevo, evitiamo di chiamarlo Piano casa. Diciamo ai Sardi che la casa con questo provvedimento di legge non c'entra niente, cioè quanto meno la casa per chi non ce l'ha. Certo, possiamo dare il sottotetto o lo scantinato a nostro figlio, ma non mi sembra una soluzione, come dire, che si inquadra negli standard europei. Assessore, vorrei usare questo termine, non mi sembra una soluzione che si inquadra negli standard minimi europei. Pensare che un sottotetto che è stato realizzato magari abusivamente, mettendo due file di blocchetti in più, adesso ha la necessità di essere sanato, oppure uno scantinato, sono tutte cose che chi ha dimestichezza con l'edilizia vera conosce, conosce perfettamente.

Aggiungo un'altra cosa: se riuscissimo a far emergere solamente un decimo del valore dei contratti in nero, per affitti di abitazioni, illegittimi e illegali, parlo di scantinati e di sottotetti, probabilmente con la quota Irpef che recupereremmo come Regione qualche soluzione al problema del bilancio la daremmo ulteriormente, perché c'è un nero micidiale; senza parlare delle seconde case al mare, perché un ulteriore aiuto che noi stiamo dando, lo stiamo dando non a quelli che non hanno la casa ma lo stiamo dando a chi di casa ne ha più di una perché chi ha la seconda, la terza e la quarta casa incrementerà il valore in maniera eccezionale.

Allora, sgombrando il campo da tutti questi equivoci, con molta serietà, qui siamo in grado tutti di esprimere serietà quando lo vogliamo, al di là delle battute, Assessore, le propongo un esame più approfondito in sede di verifica degli emendamenti, il Piano casa nazionale ce l'abbiamo, c'è l'intesa Stato-Regioni che fa testo, c'è la necessità di dare una boccata di ossigeno all'edilizia, senza considerarla - ripeto - il settore trainante dello sviluppo della Sardegna, per carità! Dire questo è una contraddizione in termini rispetto alle bellezze che la Sardegna ha e all'ambiente che deve essere preservato, l'edilizia è un qualcosa di importante ma se noi valutiamo il tasso di occupazione alberghiero, vediamo che è mediamente al di là negli alberghi extralusso della Costa Smeralda, dove c'è il pienone, perché gente che ha soldi nel mondo ce n'è, e quindi è quasi sempre quasi piena, mentre gli altri alberghi hanno un tasso di occupazione che non supera annualmente il 30 per cento. Il livello di occupazione delle seconde case, non solo quella percentuale infima di seconde case che sono quelle ufficiali, ma il mare magnum delle seconde case in nero, il mercato abusivo del turismo abusivo in nero, che è floridissimo in Sardegna, e lo sappiamo tutti, ha subito un tracollo in questi ultimi due anni, e in questo ultimo anno in particolare.

Quindi, teoricamente, se uno va a verificare questo dato in maniera fredda vede: alberghi, 30 per cento di occupazione; seconde case, 45 per cento di occupazione negli ultimi due anni, ma allora che bisogno c'è di costruire altro? Costruire, occupare il territorio, cioè versare cemento, ha un costo, non solo in termini ambientali ma in termini di utilizzo delle risorse, non ha solamente il vantaggio del fatto che qualche carpentiere, qualche muratore o qualche pianellista lavorano magari venti giorni o un mese o tre mesi all'anno in più. Perché non pensare invece - la pongo come proposta, tentando di modificare la proposta che è stata fatta al Consiglio - a una possibilità di sviluppo e di valorizzazione, di miglioramento dell'assetto dei nostri centri storici, del già costruito, pensando per esempio a un'iniziativa che concilia assieme anche l'incremento volumetrico, che tutti noi abbiamo utilizzato, pure io personalmente; l'assessore Asunis, allora dottor Asunis, sa che nel primo piano particolareggiato del mio comune, predisposto nel 1987, inserimmo un premio di volumetria proprio per eliminare l'eternit, per eliminare le stanzette in blocchetti inserite nel contesto anche di case di pregio, eccetera.

Su questo versante potremmo trovare una serie di punti di contatto che però presuppongono, Assessore, una certa filosofia complessiva, e su questo non credo che ci saranno le condizioni utili perché voi possiate accogliere questa proposta, anche perché ho sentito che, oltre a quello che c'è già di sbagliato in questo provvedimento di legge, si stanno preparando anche corposi tomi di emendamenti che punterebbero, così dice "Radio Regione", ma non so, poi verrà smentita, a snaturare e a peggiorare ulteriormente questo provvedimento di legge che è stato presentato.

L'ultima cosa che voglio dirvi è sempre legata al tema degli imbrogli edilizi, perché imbrogli nell'edilizia ce ne sono parecchi; una singolare sentenza del Tar della Toscana, e chiudo anche perché abbiamo discusso nel collegato alla finanziaria in maniera anche animata sulle case…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io spero che quest'Aula voglia considerare l'intervento dell'onorevole Soru come un utile contributo alla discussione sul nuovo programma regionale di sviluppo perché mi pare che fondamentalmente il collega Soru, è normale in chi ha rappresentato questa Regione Sardegna per cinque anni quasi, senta ancora dentro di sé la necessità di affrontare temi importanti che riguardano l'industria, l'agricoltura, l'ambiente, particolarmente caro al presidente Soru, insomma tutta una serie di tematiche che vanno dal sociale, all'economico, alla pubblica istruzione, un pochino tutti i temi che sono importantissimi, certamente, e che sono argomenti sui quali quest'Aula sarà chiamata nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, io credo anche nei prossimi anni, a discutere.

E' chiaro che tutte queste questioni che sono state sollevate appaiono come il frutto di sei mesi di amministrazione del centrodestra e che quindi precedentemente non fossero a conoscenza né di quest'aula né della maggioranza di qualche mese fa e né dei sardi. Presidente Soru, io l'ho sempre apprezzata perché ho sempre ascoltato con attenzione i suoi concetti, le sue pause, le sue virgole, ciascuno di noi ha una dote che è quella di comunicare, c'è chi ce l'ha in un modo, c'è chi ce l'ha in un altro, lei certamente è una di quelle persone che comunica a una platea diversa da quella che può essere rappresentata da me, e che quindi riesce a cogliere anche quelle piccole debolezze che negli esseri umani esistono, lei sa cogliere molto bene queste debolezze.

E' una grande capacità, non è una critica, ma semmai è un apprezzamento per quello che lei riesce a fare all'interno di un mondo che non è quello che dice l'onorevole Porcu, come se noi avessimo vinto le elezioni perché la media borghesia o l'alta borghesia sarda ha votato per il centrodestra. Noi abbiamo vinto le elezioni perché gli strati più deboli della popolazione sarda hanno deciso di cambiare; è accaduto in tutto il territorio regionale, quindi non è l'impopolarità del Piano paesaggistico regionale che ha convinto il disoccupato, colui che per una serie di circostanze si trova in una situazione socio-economica deficitaria, non è che quelli erano molto attaccati al Piano paesaggistico, anzi, forse qualcuno di noi cominciava a pensare che non interessasse ai cittadini sardi fondamentalmente l'utilizzo delle coste o l'utilizzo delle aree che vengono definite da lei e dalla sua maggioranza quelle più sensibili; non hanno terreni, non hanno proprietà, non hanno seconde case, non hanno niente, hanno trovato il paladino, il difensore strenuo delle proprie esigenze e, guarda caso, invece proprio quel popolo ha deciso di cambiare. Evidentemente anche la ricetta fornita da quel voluminoso programma predisposto dal presidente Soru e dalla sua maggioranza non ha trovato in cinque anni soddisfazione da parte dei cittadini.

Ripeto in quest'aula, è stato scritto qualche anno fa (quando il Ministro del Tesoro di allora era il poi successivo presidente Ciampi) un corposo e voluminoso trattato sull'economia intitolato "Cento idee per lo sviluppo", me lo sono letto due volte, presidente Soru, forse dovrebbe consigliarlo a qualcuno dei suoi colleghi; "Cento idee per lo sviluppo", cioè si trattava di far capire all'Italia che cosa era possibile o necessario fare. Quel corposo e voluminoso dossier, scritto dai massimi livelli italiani e dalle migliori università, è rimasto negli scaffali, è rimasto fra quelle persone che ne hanno voluto leggere una parte, o leggerlo tutto, come ho fatto io (in quel momento ero Presidente della Provincia e mi interessava molto capire le novità, non venivo dal mondo della politica, come peraltro lei, presidente Soru), beh, guardi, le assicuro che, pur avendolo letto due volte, non sono riuscito ad individuare una, solo una, di quelle cento idee per lo sviluppo che abbia trovato soddisfazione poi nella politica.

Qui nasce poi l'altro problema: fare politica probabilmente non vuol dire essere docenti universitari, vuol dire forse, invece, capire meglio le esigenze della gente. Credo che noi le abbiamo capite. Questo non vuol dire che saremo in grado di interpretarle al meglio e di dare soddisfazione, com'è successo a lei, lei era convinto di aver avuto un successo straordinario, era una cosa momentanea, probabilmente sarà momentanea anche per noi se non ci attrezziamo, se non stiamo in quest'Aula, se non partecipiamo alle discussioni, se non studiamo di più, se non ci documentiamo di più, magari se non ascoltiamo di più anche il presidente Soru e tanti altri colleghi che hanno portato a quest'Aula, anche stamattina, contributi che, con la legge in discussione… sì, per grandi sistemi ci si può anche arrivare, partendo da un'esigenza che è l'esigenza "di fronteggiare la crisi economica mediante il riavvio dell'attività edilizia privata" - onorevole Diana Giampaolo, non è previsto qua - "quale settore particolarmente colpito dalla congiuntura economica", la penso io così.

Sento "l'urgenza di favorire iniziative volte al rilancio dell'economia"; sento anche "la necessità di rispondere ai bisogni abitativi delle famiglie", perché intanto è successo anche che a chi aveva un mini appartamento, o si era costruito una casetta di 70 metri quadri, e che poi ha avuto un figlio in più (una di quelle poche famiglie fortunate che riesce a mettere al mondo un figlio in più), serve un'ulteriore camera, un'ulteriore stanza, un ulteriore servizio, e quindi c'è l'esigenza di dare soddisfazione anche a questo. C'è "la necessità di prevedere alcune semplificazioni degli adempimenti procedurali" - perché c'è la necessità - "affinché gli interventi possano prodursi con la tempistica richiesta"; c'è poi "la necessità di stabilire puntuali definizioni dei termini e dei parametri", e "l'esigenza di individuare con precisione gli ambiti di applicazione" di una eventuale legge, ma c'è anche "l'opportunità di collegare la realizzazione degli interventi al miglioramento della qualità architettonica ed energetica degli edifici" esistenti.

Sembrano cose astruse, queste? Sembrano cose che non possiamo condividere? Io credo che le condividiate tutti e, guarda caso, è il preambolo di una legge che è già stata approvata, e non da questo Consiglio regionale, e non da un Consiglio regionale o da una maggioranza di centrodestra, di speculatori, di infami dell'edilizia, come ci avete definito, no, è la Regione Toscana! L'avrei preso il preambolo, ero anche intenzionato a proporlo proprio come emendamento, mettiamoci anche un preambolo in questa legge; ma c'è qualcuno che forse non può riconoscere che questi sono i fondamenti di una legge che voi avete chiamato Piano casa ma che la Regione Toscana ha definito "Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell'economia e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente". Che cosa c'è scritto di diverso nel testo unificato? "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica…", questo della "valenza strategica" ha creato qualche problemino.

Tutti quanti avete la lepre sotto l'ascella, avete il coniglio che scappa, tutti quanti! Ma perché, le intese erano qualcosa di diverso? Non lo definisco né migliore né peggiore, dico che erano la stessa cosa, però questo fa gridare allo scandalo!

Ma volete sapere che cosa hanno fatto le Regioni del centrosinistra? Guardate, c'è un articolo, scusate, non voglio tediarvi ma è giusto per far capire, presidente Soru, su quanto dice la Regione Emilia-Romagna, all'articolo 56 della legge che ha esitato: "Titoli abilitativi, procedimenti edilizi e sanzioni" - lasciamo perdere le sanzioni perché ci interessano poco - "Gli interventi di cui agli articoli 53 e 54" - che sono quelli oggetto dell'intervento - "sono realizzati anche in assenza di Piano urbanistico attuativo". Ma ve lo immaginate? Con questa legge, che è fatta di circa sessanta articoli, l'Emilia-Romagna mica si è limitata a fare quello che voi volete definire "Piano casa", quello che il Governo non ha mai inteso definire come "Piano casa", inteso come lo voleva fare intendere lei, ma soprattutto l'onorevole Giampaolo Diana e l'onorevole Salis ultimamente, no, la Regione Emilia-Romagna ha stravolto tutte le norme urbanistiche in vigore, dalla prima sino all'ultima, e l'ha fatto con una legge del Consiglio, cambiando anche il loro Piano paesaggistico regionale, cambiando anche il Piano paesaggistico provinciale che loro hanno, cambiando anche il Piano territoriale comunale che loro hanno: hanno stravolto tutto! Stravolto? No, hanno fatto una legge, per volontà del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, e nessuno ha gridato allo scandalo, e men che meno hanno gridato allo scandalo i colleghi del centrodestra di quelle Regioni, che ho sentito; certo, non è che hanno condiviso tutto quanto, non potevano farlo, ovviamente, però!

Per tornare all'argomento, se io dovessi parlare e dialogare con i colleghi che hanno affrontato non la materia in discussione ma tutte le materie dello scibile umano e politico oggi presente in Sardegna, potrei parlare per sei ore, potrei dialogare, potrei fare tutto, ma qui noi siamo chiamati al recepimento di una norma che il Governo ha messo in atto, che è stata condivisa dalla stragrande maggioranza delle Regioni e che ha dei presupposti fondamentalmente diversi da quelli che voi invece vorreste far credere.

Edilizia pubblica. Noi stiamo parlando di riportare ordine nell'edilizia privata, vogliamo dare rilancio all'economia ma soprattutto vogliamo fare in modo che quelle risorse - poche a dir la verità - che sono ancora presenti nelle tasche di molti sardi, come di molti italiani, e che sono oggi il patrimonio del sistema bancario italiano... l'onorevole Soru queste cose le sa benissimo, oggi noi vediamo i nostri imprenditori stritolati dal fatto che le banche non concedono più mutui, non sono più disponibili a rinnovare i fidi, perché lo fanno? Guardate, lo fanno per due ordini di motivi: il primo motivo è che non riescono a fare più la raccolta e quindi hanno poche risorse, l'altro motivo è che sono tutti attenti e aspettano veramente che queste leggi siano approvate, perché sono l'unico strumento che mette in una certa condizione il piccolo, certo non il grande imprenditore che non ha bisogno di questi sistemi, ma l'elettore popolare (quello di cui ha parlato l'onorevole Porcu, che non vedo), quello sì, che magari o con la liquidazione della pensione della moglie o la sua (la moglie quando ce l'ha) o perché ha accantonato 15, 20, 30 mila euro, o 10 mila euro, e che si rivolge poi alla banca perché ritiene che questa sia un'opportunità da utilizzare, in quanto ha un'unica stanza per un figlio e una figlia, che hanno già 17 o 18 anni. Allora, dove si rivolge questo "cristo", che magari ha 10 o 15 mila euro conservati ma non sono sufficienti? Al sistema bancario! E le banche sono lì come avvoltoi che aspettano, sono lì. Non avete idea di che massa finanziaria muove questo. Certo è un problema anche quello, onorevole Soru, lei non lo ha toccato e lo conosce, è un problema anche quello, non sappiamo se i nostri investitori (se vogliamo definirli così), coloro che attiveranno le procedure del vostro Piano casa ma del disegno di legge presentato dalla Giunta, saranno pronti ad applicare interessi dell'altro mondo, a non applicare il tasso di interesse corrente sui mutui che oggi è il 3 per cento. Ieri un amico mi ha telefonato e mi ha detto che ha contratto il mutuo per comprare la casa al figlio, gli ho chiesto che tasso gli hanno applicato e mi ha risposto dicendomi che lo hanno trattato bene, gli hanno applicato il 5,25. Ma come? Il 3 per cento lo danno a tutti quanti! A tutti quanti? A tutti quanti quelli che dimostrano di avere garanzie straordinariamente importanti, che triplicano, quadruplicano il patrimonio che si mette a garanzia.

Allora, per quale motivo noi abbiamo lavorato con una certa velocità, anche, in Commissione? Lo dico al Presidente della Commissione che è stato bravissimo e abilissimo con tutti i colleghi, certamente. Forse c'era necessità di un maggiore coinvolgimento o di guardare meglio nelle pieghe degli articoli? E' un compito che spetta a quest'Aula, è un'Aula che si vuole misurare, è un'Aula che può ricevere i suggerimenti, è un'Aula che quando l'opposizione è propositiva non necessariamente deve giocare a favore, assolutamente. Però, guardate, noi riteniamo che sia opportuno che voi, come opposizione (è l'ennesima volta che lo ribadisco in quest'aula), siete sotto un periodo piuttosto difficile, è comprensibile, avete congressi, vi state scontrando su un campo che è un terreno minato pericolosissimo, se non per tutti ma per molti di voi, ma insomma interessatevi anche di quello, cercate di fare un tesseramento diverso da quello che avete fatto anziché proliferare le tessere negli ultimi periodi, negli ultimi mesi.

(Interruzioni)

E' un suggerimento, onorevole Solinas, guardi so di interpretare al meglio il pensiero di molti di voi, quindi guardi stia tranquillo. Dico solo questo perché è successo anche a noi di dover fare scelte diverse politicamente ma noi ci siamo fermati all'anno precedente con il tesseramento, non ne abbiamo fatto nuovi. No! Chi c'era allora, vale anche per domani, poi ricominciamo, ma questa era una marginalità nelle pieghe del discorso.

Certo è che le numerosissime richieste di verifica del numero legale che tendono fondamentalmente a fare quello che noi abbiamo fatto nella precedente legislatura, di fatto è una ripicca, non è altro; serve a qualcosa? Voi pensate che il centrodestra abbia vinto le elezioni perché facevamo mancare il numero legale? Credo proprio di no.

Il centrodestra ha vinto le elezioni per alcune considerazioni che ha fatto il presidente Soru riconoscendo anche che probabilmente il Piano paesaggistico regionale aveva qualche pecca, poi il presidente Soru dice che il TAR ne ha bocciato parti marginali. Presidente Soru, se quel Piano paesaggistico regionale dovesse essere portato all'attenzione di una serie di personaggi che lo possono studiare esattamente, per le parti che sono state cassate, quel Piano paesaggistico regionale avrebbe finito di influire negativamente, dico io, non per i principi, ma per ciò che vi era contenuto, avrebbe già finito di esistere. E' certo che questa amministrazione regionale, questa maggioranza ha tutto l'interesse non a riaprire le frontiere ma a modificarle sì.

Credo che anche lei si sia reso conto che sono opportune delle modifiche, lo ha riconosciuto anche l'ex Assessore dell'urbanistica, l'onorevole Gian Valerio Sanna, che non è uno tenero quando prende la parola in quest'aula, però è uno che conosce la materia. La conosce forse di più o di meno dell'attuale Assessore dell'urbanistica? Mah! Su questo, io non mi pronuncio. Certo è che, mentre oggi c'è una maggioranza che non tiene in scacco l'Assessore o il Presidente, ma una maggioranza che dialoga e abbiamo avuto anche scontri al nostro interno su alcuni articoli di questo provvedimento di legge, non mi risulta che negli anni passati fosse così.

Noi siamo pronti al dialogo con la Giunta, siamo pronti al dialogo con la maggioranza, siamo pronti a fare tutte quelle modifiche necessarie, che non siano l'edilizia economica e popolare o l'edilizia residenziale, onorevole Salis, perché quelle fanno parte di un altro argomento e invece è quello l'argomento che tutti quanti voi volete far uscire fuori da queste stanze o fuori da questa Aula e comunicare all'esterno. L'ha detto lei quante case sono state costruite, con gli interventi che sono stati fatti, benissimo, continueremo in quella strada probabilmente, se non basteranno 120 milioni di euro, metteremo 240 milioni di euro, ma non è la soluzione di questo problema, è una cosa ben diversa.

Noi vogliamo attrarre risorse che non sono nella disponibilità del pubblico, noi vogliamo attrarre risorse che sono nella potestà dei titolari di abitazioni, di immobili di qualsiasi genere, che soldi non è che ne abbiano tanti, ma sono disponibili a spenderli solo per una cosa, per un patrimonio che comunque viene consolidato. Questa è la realtà del problema.

Allora tutte le Regioni del centrosinistra si sono affannate ad approvare il più in fretta possibile, dando in questo modo che cosa? Oneri di concessione, Bucalossi, tutto quello che c'era da fare, tutto, aumenti dell'Ici, tutto stanno facendo con queste leggi, non ho capito perché la Regione Sardegna, che solo sei mesi fa si ritrovava amministrata da una maggioranza diversa, che aveva idee diverse non dico neanche che fossero sbagliate e non dico neanche che fossero giuste le nostre e che siano giuste le nostre, dico solo che erano idee completamente diverse dalle nostre, noi le abbiamo combattute, voi oggi state…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, onorevoli pochi colleghi presenti, mi parrebbe utile iniziare proprio da questo aggettivo "pochi" per una ragione soltanto, non ci appassioniamo più, lo dico all'onorevole Diana, che è Presidente di un Gruppo numeroso, neppure agli argomenti che sono chiave per la lettura del nostro impegno nella legislatura. Voi definite questo provvedimento, che impropriamente è stato chiamato Piano casa, come uno dei capisaldi della vostra azione politica nei prossimi cinque anni. E avete tutti i vostri consiglieri in congedo il venerdì. Perché qua, come è noto, si lavora solo per un piccolo tratto nel corso della settimana. Martedì sera, forse mercoledì e giovedì, poi tutti a casa. Questo non vale solo per voi, badate, io mi giro attorno, vale anche per noi. Con una differenza, che noi non dobbiamo sostenere, ci dobbiamo opporre alla vostra proposta, che io come tutte le proposte ho imparato a leggere mai dall'inizio ma sempre dalla fine, perché è nella fine, è alla conclusione dell'articolato che si vedono le cose interessanti.

E alla fine c'è un articolo 16, "errata corrige", no, "entrata in vigore", scusate, è l'occhio. "Entrata in vigore", poi c'è l'articolo 15, "Utilizzo del patrimonio edilizio, recupero dei sottotetti e dei seminterrati", che è una delle cose più belle sotto il profilo della lungimiranza politica che il centrodestra propone come prima iniziativa caposaldo della sua legislatura, come prima iniziativa legislativa a questo Consiglio e ai sardi. Cioè fa la legittimazione dei sottoscala, dove muore la gente oggi! In una condizione ambientale disastrata, ma ve li leggete i giornali? Un anno fa piangevate tutti per la vecchietta che era morta all'interno di un sottoscala che voi oggi legittimate!

Non è accettabile questo, non è accettabile sotto il profilo politico, non è neppure credibile sotto il profilo della costruzione normativa, non è affatto sostenibile neppure sotto il profilo della utilità economica. Perché legittimare sottotetti e scantinati potrà far lucrare a qualcuno qualche lira di affitto a qualche studente fuori sede, se non ha trovato di meglio, ma non muove economia, non salva niente, non rilancia neppure il settore edilizio. Fa solo danni, fa solo guasti, crea disordine. Ma poi, non è così, andiamo avanti, o meglio torniamo indietro all'articolo 14. Articolo 14: problema dei beni paesaggistici e identitari, il problema della costruzione a 100 metri dalle tombe, a 100 metri dalle tombe! Come salviamo, come vogliamo migliorare, come vogliamo riqualificare il nostro paesaggio urbano, avendo attenzione per i beni culturali! Ancora avanti. Articolo 13: "Disciplina degli interventi ammissibili nella fase di adeguamento degli strumenti urbanistici...". Capoterra: io lo dico perché a Capoterra, poi mi contesti l'Assessore, mi pare che viga ancora un antico piano di fabbricazione. E' possibile? E' possibile! E quanti decenni sono che noi consentiamo a quello strumento di produrre effetti disastrosi, un danno economico che viene coperto dalle tasche di tutti per i guadagni di pochi! Articolo 13. E poi l'articolo 12: "Programmi e piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio"; e poi l'articolo 11: l'assassinio definitivo, o almeno il tentato assassinio del Piano paesaggistico regionale.

Io non sono molto interessato, Piano casa, non Piano casa, così c'è la prima casa, la seconda e la terza, non me ne importa niente, ma voi intervenite a gamba tesa su tutta la normativa in materia urbanistica e paesaggistica fuori anche dal dettato costituzionale e primo o poi questa cosa crollerà. E in ogni caso non producete niente di positivo, non è una proposta, neppure sotto il profilo economico, del sostegno del settore poco poco credibile.

E' un altro fallimento della politica, e io sono preoccupato di questo perché non ce l'ho con voi. Noi ci incontriamo spesso, anche con il collega Pittalis, possiamo prenderci un caffè assieme, possiamo discutere; ho grande stima del collega Diana, parliamo, affrontiamo, su molte cose ci ritroviamo, quando dobbiamo ragionare sulle riforme istituzionali, con il collega Sanna e altri, quando dobbiamo impegnarci a risolvere qualche problema anche difficile di natura sociale, in materia di politiche del lavoro. Ma sul territorio puntualmente perdete la linea di rotta. Non andate neppure a tutelare gli interessi di chi vorreste tutelare gli interessi, ma a violarli tutti. In questo senso, io penso che - ha ragione l'onorevole Diana - noi non abbiamo bisogno di fare molto e neppure di commettere errori, possiamo stare fermi, perché la politica regionale è così, chi sbaglia è sempre chi governa, e sbaglia chi governa perché purtroppo perde l'equilibrio nel momento in cui ha questa funzione, è assediato.

Questa è una Regione turbolenta, che non lascia il tempo di pensare. E anche voi non state più pensando. Io avrei voluto vedere qua il Presidente qualche volta, non dico tutti i giorni, non dico tutte le settimane, non dico tutte le volte che c'è un argomento importante, ma almeno quando c'è l'argomento per cui ci si spende pubblicamente davanti a tutti, con un tema che è fondamentale del programma di governo, io avrei voluto avere qua di fronte il Presidente, per chiedergli: "Presidente, ma lei è convinto che quelli che gli hanno chiesto questa cosa, quando la leggeranno bene, quando la vedranno inapplicata, quando saranno immischiati nelle liti, quando si confronteranno con le amministrazioni comunali, quando saranno assediati dagli avvocati, quando dovranno ricorrere al giudice, quando rimarranno comunque fermi, saranno grati per il suo impegno?". Io penso di no. E quel pezzo sarà un pezzo, un primo mattone, questa volta, sì, solido, che costruirà un percorso di rimozione di questa maggioranza, di superamento di questo Governo, che peraltro scricchiola qua e là, e di costruzione dell'alternativa. Cioè noi siamo abilissimi a gestire la scena politica in questi termini, nel sostituirci per gli errori commessi da chi governa, nella speranza sempre di non ripetere ciò che è stato.

Questo cosa vuol dire? Se io avessi dovuto scegliere nel dare un consiglio al presidente Cappellacci, gli avrei dato questo: "Presidente, si muova in continuità rispetto alla normativa urbanistica e paesaggistica che è stata costruita e avviata nel corso della legislatura precedente", perché l'esempio più rilevante, più consistente, più significativo, politicamente più valido, riconosciuto da tutti, è proprio questo della gestione del territorio, perché è la posizione che ha anticipato altre posizioni, che voi vedrete ripetere, poi verranno qua anche molti di voi a dire che bisogna fare così, perché da altre parti lo faranno, prendendo ad esempio, anche "succhiando", ciò che noi abbiamo prodotto, anche in questo Consiglio, anche nel confronto serrato, anche nella discussione accesa, perché questa pianificazione, questa politica del territorio guarda al domani, che è un domani obbligato.

Noi non possiamo consumare tutto quello che abbiamo di fronte, la gente muore, ieri un servo pastore è stato portato via dalle acque, e sarà colpa del fatto che piove, ma piove di più di altre volte, e i fiumi, che sono stati interrotti e poi prosciugati, si riformano, portano via con sé sempre qualcuno, sempre qualcosa, ed è una natura che non tollera più la violenza, che non capisce più perché si debbano in qualche modo sanare tutti gli abusi che colpiscono le nostre campagne, perché si debba muovere la terra, perché si debbano togliere gli alberi e sostituirli con cemento e con molta sabbia, in modo tale che tutto crolli e si disfi. Fatevi fare il conto di quanti danni per calamità naturali e di quante "milionate" di euro noi spendiamo ogni volta in tutta Italia e anche in questa regione.

Prima ho visto il collega Espa e gli ho detto: "Non venire a chiedere danni". Se si porta via tutta Capoterra, che è un comune che ha un piano di fabbricazione da quando esiste, forse deriva dalla guerra punica, che non è stato in grado neppure di dotarsi degli strumenti urbanistici necessari, che non ha fatto la tutela del territorio, quando tu ti presenterai, io voterò contro, perché non è più accettabile che il costo di una disattenzione amministrativa, di una colpa grave, di incapacità a gestire, venga pagato da tutti i sardi puntualmente ogni tot anni. Ve lo pagate da soli! Ve lo pagate da soli la prossima volta, perché anziché chiedere solo i danni per le masserizie, giuste, bisognava investire i soldi per rimuovere le ragioni di quella tragedia e di quel ripetersi di fenomeni. Questo è il danno!

Allora da lì avrei detto: "Presidente, questi quattro articoli sono peggiori di quelli che ci sono prima". Gli ultimi articoli concludono negativamente un provvedimento nei confronti del quale io voterò contro, non pezzo per pezzo, ma riga per riga, lettera per lettera, anche i punti e le virgole, tutta la punteggiatura, voterò contro su tutto e presenterò, quanto più possibile, emendamenti ostruzionistici e abrogativi, perché non c'è niente da salvare, non c'è neppure da mettersi a discutere per migliorare. Io ammiro il collega Salis che ogni tanto fa apertura, è uomo di buona volontà ogni tanto. Però qua non c'è da salvare nulla, c'è da assistere, mettete insieme i numeri, perché oggi siamo stati buoni, ma da martedì diventiamo cattivi e quindi fate partecipare i vostri consiglieri, che stiano seduti, perché a ogni piè sospinto il numero legale verrà richiesto, puntualmente e sistematicamente, perché noi vogliamo che questa legge venga messa interamente davanti all'opinione pubblica e giudicata per quello che è di devastante, di storcente, di distruttivo.

Quando avrete consumato il misfatto e ve la sarete approvata, allora inizieremo l'altra battaglia, perché lì abbiamo imparato qualcosa da voi, e cioè che anche le leggi approvate possono essere cancellate. E' successo per la Statutaria, e io dico che abbiamo fatto malissimo, io che pure non la condividevo tutta, che in parte ho tentato di migliorarla, noi oggi ci troviamo senza nulla, con uno Statuto che ci stanno cancellando a Roma, senza strumenti. E' successo così, è stata resa sterile, incapace di produrre effetti, per la legge sulla consulta statutaria, e anche quella era un'opportunità da utilizzare che non abbiamo utilizzato e ci stanno cambiando lo Statuto, la condizione di autonomia, ce la stanno cambiando a Roma e ce la stanno cambiando i lombardi, non ce la stanno cambiando i sardi.

Io mi auguro - noi incominceremo così - di fare una buona opposizione di questo tipo a questa legge e anche dopo che sarà approvata, comunque accettiamo la sfida, se ce la proponete, sul terreno delle riforme vere, prima che il capestro del federalismo fiscale, a cui non bisogna accodarsi così agevolmente, produca gli effetti decapitando questa Regione, il suo pizzico di autonomia, la capacità di questa classe dirigente di dotarsi di strumenti di autogoverno significativi, a incominciare da quelli del territorio per la sua tutela e per la sua valorizzazione.

E' per questo che, personalmente lo dico, se c'è stato un momento in cui la Costituente era un tabù, questo tabù è rimosso, se cioè c'è un terreno su cui potremo ragionare, il terreno sarà quello della scrittura delle regole per fare questa Regione protagonista del proprio futuro e renderla capace di salvare se stessa; questa legge non la salva, la danneggia; se avete un attimo di riflessione in più proponetene il rinvio in Commissione e poi se ne riparlerà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, Assessore, mi dispiace che coloro che hanno creato lo sfascio nell'edilizia in Sardegna non siano presenti in Aula; il presidente Soru, che ha lasciato l'aula in quest'attimo, e l'ex Assessore dell'urbanistica, che sorvolava i territori della Sardegna per cercare di sfruttarli nel migliore dei modi. Il mio collega Milia, componente della quarta Commissione, che ha dato il suo contributo già in Commissione, lo ha voluto dare anche in Aula ieri sera, ha detto che l'U.D.C. condivide questa legge, che non è un Piano casa, colleghi, non è un Piano casa, bastava leggere con attenzione il titolo; è creare sviluppo, quello sviluppo che voi avete bloccato nella legislatura precedente. E perché l'avete bloccato? Perché avete bloccato il settore trainante di quella che è l'economia sarda, cioè il turismo, e l'avete bloccato all'interno della Sardegna e anche all'esterno, anche nelle coste, vietando tutto e di più. Il collega Milia dice comunque, Assessore, su questo la invito ad avere anche un po' di attenzione, che questa legge è perfettibile, ci sono ancora alcuni aspetti da vedere. Ne cito uno. Il collega Sanna ha parlato dell'articolo 13 per quanto riguardava le lottizzazioni, io parlo del settore agricolo. Bisogna equilibrare questo sviluppo economico, non bisogna dimenticare che le zone interne hanno bisogno della ripresa quanto le zone costiere, per cui l'indice nelle zone agricole va rivisto e comunque va esaminato, questo è un invito che rivolgo anche alla maggioranza che sta governando questa Regione, e quindi a riprendere un dialogo almeno fra noi.

Oggi ho sentito di tutto e di più, mi dispiace che non ci sia una collega sindaco, la collega Barracciu, vorrei riprendere alcune considerazioni fatte da lei. Ha detto che noi approviamo questa legge che è una legge speculativa e che questo Piano casa non serve; infatti non è un Piano casa, ma non è neanche una legge speculativa, perché, come ha avuto modo di dire qualcuno, all'interno dell'U.D.C., non ci sono cementificatori, così come non ci sono imprenditori edili, così come non ci sono imprenditori nel settore della sanità. Mi dispiace, collega Barracciu, smentirti. Hai detto che, anche nel settore sanitario, stiamo agendo a favore di pochi e benestanti, eppure tu, in questo periodo, collega Barracciu, stai girando la Sardegna, perché sei impegnata in un congresso, e avrai potuto notare che su questa legge c'è tanta attenzione, c'è tanto interesse dell'opinione pubblica, che non vede l'ora che essa venga approvata. Ma sulla sanità ti voglio dire, collega Barracciu, di riguardarti gli atti della precedente legislatura, dove la sanità sarda, soprattutto quella privata, era stata messa in mano a pochi, sicuramente la collega Barracciu di questi pochi conosce anche nomi e indirizzi.

Una cosa dico al centrosinistra: domandatevi come mai, dopo che è stata venduta la clinica di Jerzu, costretto il vecchio proprietario a vendere la clinica di Jerzu, dopo tre mesi è stato approvato di tutto e di più, sono stati concessi esuberi di prestazioni specialistiche che non hanno mai avuto eguali nella Regione Sardegna finché governava qualche Assessore che oggi è in questa maggioranza. Eppure voi criticate anche le vostre scelte. Secondo la Barracciu non è vero che il settore dell'edilizia sia stato bloccato in questi anni, ma - secondo me - lei vive in un altro mondo. Siamo arrivati a un anno dall'approvazione del vecchio Piano paesaggistico regionale, anzi, di quello in vigore, a contare 22 mila disoccupati nell'edilizia, e dice che non c'è disoccupazione! Questi sono dati Istat, non li ho inventati io. Bene farebbe la collega Barracciu a spogliarsi un po' delle vesti di candidata a Segretario regionale del P.D. e esaminare le norme da sindaco, da amministratore locale, da colei che vuole fare gli interessi della propria cittadinanza, dei propri amministrati. All'amico Uras, sì, all'amico Uras, perché qualche volta ci parlo, soprattutto perché lui ha ottimi rapporti con un mio vicino di casa, quando ride e urla per dire: "State salvando i sottotetti", vorrei ricordare che voi siete caduti sulla legge urbanistica, quella legge urbanistica su cui Soru vi aveva messo il bavaglio e sulla quale nessuno di voi era d'accordo, così come non eravate d'accordo sul Piano paesaggistico regionale. Ma a tal proposito le voglio dire che lei ha proposto, anzi, stava per votare un articolo della vostra legge urbanistica: "Recupero dei sottotetti". Quindi, per primi….

(Interruzioni)

Presidente, posso recuperare il tempo? Per cui, perché scandalizzarsi oggi se c'è un articolo 14 che prevede il recupero dei sottotetti? Andrei semmai a proporre dei suggerimenti e degli accorgimenti, a migliorare, ma non a dire che tutto deve essere bocciato, compreso quello che volevate voi nella precedente legislatura. Quindi su questo mi dispiace, collega Uras, non mi trova perfettamente d'accordo.

Poi qualcosa vorrei dirla anche nei confronti del collega Salis, che dice sempre di essere stato amministratore locale, ma dimentica che anche a casa sua l'eternit c'è ancora. Sa perché, onorevole Salis, l'eternit nel comune di Settimo San Pietro c'è ancora, nonostante lei avesse previsto già nel suo piano particolareggiato premi di cubatura? Perché nella precedente legislatura abbiamo fatto una legge, come Commissione ambiente, proprio per lo smaltimento dell'amianto negli edifici pubblici e privati. Sapete quanto avete messo di dotazione finanziaria in quella legge? La cifra di 10 mila euro. Sapete a cosa servivano quei 10 mila euro? Non certo a venire incontro a chi magari si è ammalato di cancro, a chi doveva per forza liberarsi dell'amianto, ma vi serviva solo per pagare due o tre tecnici per fare gli studi per poter approvare la legge, e non aggiungo altro!

Quindi, come vede, non può dire a questa maggioranza, che governa oggi e allora era minoranza, che noi abbiamo approvato o stiamo per approvare o approveremo questa legge che è un insieme di imbrogli edilizi. No. Ogni parola ha un suo significato. Gli imbrogli, semmai, sono stati proposti da voi nella precedente proposta di legge edilizia. Ha detto che servono servizi e non volumetrie. Vede, onorevole Salis, se ha letto la legge, lei vedrà che è stato proposto un premio del 10 per cento anche negli alberghi che sono all'interno dei 300 metri, ma non per fare ulteriori camere, solo ed esclusivamente per realizzare servizi che vengono resi a chi verrà negli alberghi sardi. Certo, c'è qualcuno all'interno della maggioranza che vuole correggere anche su questo, ma è giusto parlarne, è giusto dialogare, è giusto approfondire.

Voi non avete mai approfondito. Quando avete portato in aula il Piano paesaggistico regionale non avete fatto un incontro! Questa norma nasce dopo otto incontri. Voi non ne avete fatto! Ve lo hanno criticato anche le autonomie locali, che non avete mai coinvolto. Questo, invece, è il frutto di almeno otto riunioni provinciali, altrettante con le organizzazioni di categoria, non è una legge che viene portata in aula così. E' una legge che nasce dal basso, è una proposta che nasce dalla gente, dalle popolazioni che vi hanno mandato a casa perché non condividevano quello che avete fatto! Vi hanno mandato a casa perché avevate sbagliato proprio sul settore trainante dell'economia isolana, e oggi dovete accontentarvi di quello che i cittadini vi hanno dato in occasione della campagna elettorale.

Non voglio discutere su quello che ha detto il collega Porcu. Ho sempre evitato il dialogo con lui perché, secondo me, vive in un altro mondo. In tutto il suo discorso non ha fatto altro che dire che noi stiamo svendendo ai potenti il nostro territorio. Ma, scusate, concedere il 10 per cento o il 20 per cento in più o anche il 30 per cento o anche il 45 per cento, è forse svendere il nostro territorio? E' forse svendere a coloro i quali speculano nel settore dell'edilizia sul nostro territorio? O non è forse venire incontro alle esigenze delle famiglie che molte volte, anche realizzando una sola stanza in più, possono accontentare quel figlio disoccupato che è diventato padre e che non saprebbe dove ricoverare il proprio figlio? Uso il termine "ricoverare" perché molti oggi stanno andando sotto i ponti perché non hanno casa, perché non hanno lavoro! Allora questa legge è anche una legge che può creare nuovo lavoro, creare nuova occupazione. Quei 22 mila disoccupati dell'edilizia potranno tornare a sorridere con l'approvazione di questa legge.

Ha detto però una cosa sulla quale non posso fare a meno di scontrarmi con lui. Ha definito questa legge un "Piano villetta". Mi dispiace, Chicco, non è un Piano villetta, è un Piano serio. Non c'è un solo euro per la prima casa, non c'è un solo euro per le giovani coppie, ma non c'è neanche un Piano villetta! Perché è un piano per creare sviluppo, quello sviluppo che lui ha partecipato a bloccare. Si vergogna dell'articolo 13. Ebbene, proprio sull'articolo 13, così, Assessore, le dico anche l'altro elemento su cui l'U.D.C. chiede un particolare occhio di riguardo, ci sono lottizzazioni che, a una certa data, erano approvate e convenzionate, ce ne sono altre che il giorno dopo, però prima dell'entrata in vigore del PPR, erano approvate ma non convenzionate. Queste vanno salvate.

(Interruzioni)

Sto contestando quello che ha detto. Allora "mi vergogno dell'articolo 13" ha detto Porcu, e io sto dicendo che vanno salvate perché altrimenti chi ha messo a disposizione quei terreni, proprietari coltivatori diretti che hanno avuto la opportunità di poter vedere accrescere il proprio reddito, improvvisamente si troverebbe nella situazione di perderlo, perché questi signori, e l'amico Chicco lo sa, hanno dovuto versare allo Stato fior di quattrini e improvvisamente si troverebbero privi dell'uno e dell'altro e dovrebbero andare anche loro ad accrescere quella già lunga fila di disoccupati che bussano tutti i giorni qua sotto perché non hanno il tozzo di pane o perché qualche volta vogliono speculare, ma io dico perché manca quel tozzo di pane.

Allora, vede, onorevole Porcu, mi meraviglia che, prima di intervenire in quest'aula, non si sia guardato le leggi che hanno approvato le altre Regioni. Forse sono molto più pesanti di questa, anzi sicuramente sono molto più pesanti di questa. Sono intervenute, come ha detto il collega Diana, in settori che noi abbiamo preferito non toccare perché sicuramente non ci fermeremo a questa legge, ma ne proporremo un'altra che sia esaustiva per tutte le richieste che ci vengono formulate dalla società sarda. Ha detto Chicco Porcu che stiamo tornando indietro di decenni. Io non so a quali decenni si riferisca lui, però vorrei dire che, in quest'ultimo ventennio, forse anche venticinque anni, solo cinque anni ha governato il centrodestra, soprattutto l'edilizia, e vorrei ricordare che qualche amico dell'estrema sinistra ha ricoperto quell'incarico per parecchio tempo. E nonostante loro amministrassero, il punto di riferimento era sempre l'assessore Asunis, che oggi viene additato come quello che vuole svendere la Sardegna e in altri tempi, invece, è stato colui il quale veniva chiamato per risolvere i problemi e per dare i suggerimenti.

Ecco, cari colleghi, non si può fare sempre la politica per partito preso dicendo: "Siamo opposizione e dobbiamo per forza contestare le proposte". No, qualche volta spogliamoci dal nostro appartenere a uno schieramento, spogliamoci dai partiti di appartenenza e riconosciamo gli errori fatti. Voi avete fatto un errore approvando quel PPR e cadendo sulla legge urbanistica; noi oggi, forse in ritardo, anzi sicuramente in ritardo, stiamo cercando di correggere quell'errore. Prendete atto che questa legge deve andare avanti a tutela degli interessi della nostra comunità.

Io ringrazio l'onorevole Uras per la proposta che ha fatto di riportare in Commissione la legge. Non c'è bisogno, questa andrà avanti e in Commissione ne porteremo un'altra, probabilmente per correggere anche altri macroscopici errori che ci sono all'interno del PPR. Noi potevamo seguire un'altra strada, fare una semplice delibera di Giunta e modificare quelle parti del PPR, che voi avete approvato con delibera di Giunta e di cui ancora oggi, è strano, non conosciamo le carte, perché di quella delibera non abbiamo mai saputo, chi ha guardato gli atti lo sa, quante siano le carte allegate a quella proposta; quindi fatevi un esame di coscienza, riflettete prima di dire che questa è una legge capestro e che arrecherà danni incalcolabili all'economia della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi del Consiglio, cercherò di essere breve. Intanto una considerazione, io francamente non mi sento né sminuito né offeso dal numero ridotto dei consiglieri che sono presenti in aula, anzi, li vorrei ringraziare tutti a uno a uno per la pazienza e la disponibilità e credo che sia anche più facile parlare a un gruppo ristretto di colleghi perché magari ipotizzo che se rimangono fino alle due e mezzo qui in aula può darsi che siano attenti a cogliere qualche elemento di ragionamento, se riesco a farla breve.

Allora, il primo elemento, colleghi, c'entra poco con la legge: riflettiamo un po' su questo Consiglio regionale. Ha un senso che il Consiglio regionale parli in queste condizioni del Piano casa o della legge di sviluppo, chiamatela come volete? Secondo me, no. Dobbiamo porci un problema, l'ha posto Luciano Uras (che, con tutta la foga necessaria, pone i problemi sempre in maniera intelligente), cioè dobbiamo cercare di restituire dignità a questo Consiglio regionale. Intanto probabilmente riducendo il numero dei consiglieri, 80 servono a poco, in altre regioni ne bastano 40, 50. Facciamolo, perché è una cosa buona che fra cinque anni aiuterà chi sarà qui in quest'aula ad ascoltarsi, ad avere un modo agile, un modo rapido di parlarsi.

Seconda cosa, presidente Lombardo, facciamo anche la riforma del Regolamento perché bisogna restituire una dignità a quest'Aula. Ogni tanto noi facciamo un ragionamento sul ruolo del Consiglio regionale. Il ruolo del Consiglio regionale è quello che gli diamo noi, nel senso che se, su un provvedimento così importante, riteniamo che sia utile ascoltare l'onorevole Bruno, l'onorevole Cappai, i Capigruppo che hanno parlato in venti, venticinque, allora c'è qualcosa da riformare. Quindi, noi le diamo la disponibilità, come Gruppo dei Riformatori, a essere totalmente dalla parte del Consiglio, dalla parte del ruolo del Consiglio, dalla parte della funzionalità del Consiglio per avere, già da questa legislatura, dei meccanismi che ci consentano di utilizzare questo strumento in modo migliore nell'interesse generale dei sardi.

Seconda considerazione, sempre rapida, colleghi del centrosinistra, poi fate ciò che volete, ognuno fa l'opposizione come desidera, noi abbiamo la possibilità di far riecheggiare in quest'aula gli scontri e i toni della scorsa legislatura che però sono toni da rito e quindi levano ulteriormente ruolo e significato a questo Consiglio. Sono i toni per cui voi dite che noi siamo cementificatori e noi vi diciamo che voi siete imbalsamatori e alla fine non si parla in realtà di ciò che è il provvedimento in sé. Esiste la possibilità di effettuare una contestazione integrale a 360 gradi, esiste anche la possibilità di fare ostruzionismo, forse anche di incatenarsi in aula se non si è d'accordo con un provvedimento, però questo non aiuta a migliorarlo.

Quindi, se voi ritenete che su questo provvedimento si debba fare una lotta senza quartiere, fateci una lotta senza quartiere, è nel vostro diritto. Se invece ritenete che ci siano cose che possono essere introdotte in questo provvedimento, non perdete l'occasione, nel senso che è importante che questo provvedimento venga migliorato attraverso anche un pezzo di confronto costruttivo che è quel confronto che nasce quando sono finite le schermaglie legate al rito.

Io ho sentito, ho ascoltato degli interventi che voi avete fatto. Ci sono delle cose sulle quali è possibile riflettere, voi avete parlato di contributi a fondo perduto, insomma i contributi a fondo perduto qualche volta fanno storcere il naso, però poi avete aggiunto che quando si fa il giro dei paesi della Sardegna, il senso del bello è mutilato dal vedere case che non sono intonacate, dal vedere i blocchetti vicino agli insediamenti turistici eccetera. Ragioniamoci, in effetti non ci sono leggi che consentono di lasciare una casa in blocchetti senza gli intonaci, però è possibile che qualche volta ciò sia stato fatto per effetto di necessità e che ci siano tante altre situazioni di necessità in giro in questa terra, forse su queste cose avete ragione, stimolate la riflessione, stimolate il ragionamento perché possiamo fare delle cose buone e condivise insieme.

Mi piacerebbe anche approfondire con voi un altro ragionamento, quello sulle regole e sulle norme, anche in quel caso noi rischiamo di ribaltare il ragionamento a seconda del ruolo che ricopriamo. Il ragionamento sulle regole e sulle norme è stato un ragionamento che costantemente da questi banchi vi avevamo fatto nella scorsa legislatura. Perché? Perché vi abbiamo detto che chi detiene il potere più degli altri deve rispettare le regole e le norme. Quando vi abbiamo visto finire in tutti i tribunali possibili, dal TAR al Tribunale civile alla Corte dei conti ed essere sostanzialmente rampognati da tutti, vi abbiamo detto: "Guardate, qui c'è il sospetto che voi siate fuori dalle regole e fuori dalle norme, che non vi interessino le regole e le norme, che riteniate che le regole e le norme servano solo per gli altri e sarebbe un errore gravissimo se chi governa si dimenticasse di essere lui il massimo garante delle regole e delle norme".

Ecco, noi di questo, parlo di noi Riformatori, spero di interpretare il senso di ciò che pensa l'intera maggioranza, siamo convinti anche oggi. Siamo convinti che le regole e le norme siano il fondamento del vivere civile, devono essere chiare; e, nelle vostre norme urbanistiche, tante volte lo abbiamo detto al presidente Soru, vedevamo il rischio che non ci fossero le regole certe, che le regole fossero diverse a seconda di coloro nei cui confronti dovevano essere applicate e alcuni eventi che si stanno realizzando e che si sono realizzati nei giorni scorsi nel Nord Sardegna ci fanno pensare che tutto sommato questa discrezionalità di applicazione, che rende la regola e la norma non certa, quindi vulnerabile in uno Stato di diritto, si stesse realizzando, anzi si sia realizzata. Quindi, se voi ritenete che, all'interno di ciò che è scritto nel provvedimento di legge, che viene in questi giorni discusso, ci sia qualcosa che possa prestare il fianco all'assenza della certezza della regola, questo è un argomento importante su cui è necessario discutere insieme.

Mi piacerebbe che ci fosse ancora in aula il presidente Soru. Però, faccio volentieri il ragionamento con quelli che di voi più hanno rapporti con il Presidente, che magari glielo vorranno riferire o che vorranno ragionare su quello che sto per dire, per la parte che riterranno utile approfondire. Il presidente Soru ci ha detto: "Avete sbagliato il titolo della legge", la faccio anche qui breve approfittando del fatto che siamo in pochi e si può ragionare un po' in libertà, la faccio proprio breve, ha detto: "Avete inserito nel titolo di questa legge norme per lo sviluppo. Non mi piace il titolo. Lo sviluppo nasce dall'industria, lo sviluppo nasce dall'agricoltura", me lo sono scritto per evitare di interpretare male "lo sviluppo nasce dal turismo dei piccoli paesi". Bene, io vorrei chiedere al presidente Soru se la sua Giunta regionale, per l'industria, per l'agricoltura e per il turismo dei piccoli paesi, ha fatto delle cose importanti. E' riuscita a cambiare il corso degli eventi su queste cose? Io credo che se il presidente Soru fosse onesto, e lo è, culturalmente io lo considero molto onesto, mi risponderebbe che l'ha già detto, lo ha detto durante l'intervento che ho ascoltato bene. Ha detto: "E' molto difficile, tutto difficilissimo". Io sono d'accordo con lui, era molto difficile per voi, è difficilissimo anche per noi.

Però se il ragionamento va portato ancora un passo oltre, gli chiederei ancora: "Presidente Soru, mi scusi, ma lei perché ha perso le elezioni? Perché il suo schieramento ha perso le elezioni?". Ci avrete ragionato, ci avrete riflettuto, sì, è vero, qualcuno ha detto: "Non siamo stati capiti", ma in realtà in politica sappiamo che non si può dire: "Non siamo stati capiti", perché bisogna essere capiti.

Allora, voi avete fatto, voi intendo dire il centrosinistra, un convegno, di cui abbiamo letto sui giornali, in cui si è analizzato anche dal punto di vista, se si può dire così, del marketing territoriale il motivo della sconfitta e si è scoperta una cosa sulla quale io ho riflettuto molto, immagino anche voi, e cioè che voi non avete perso le elezioni nel censo elevato dei sardi cioè in quelli che avevano più soldi e in quelli che avevano più cultura, quelli vi hanno votato e io ne sono consapevole perché un elettorato cagliaritano nel quale io ho comunque dei riferimenti o comunque modo di capire cosa fa, ha votato per voi e per il presidente Soru. Voi avete perso le elezioni a Cagliari, nel quartiere del Cep, nel quartiere di Sant'Elia, le avete perse nei quartieri di maggior sofferenza, di maggior criticità, di maggior povertà, di maggior dolore. Le avete perse tra quelli che non avevano la terza media, che non avevano la quinta elementare, le avete perse le elezioni, non tra i benestanti, tra i laureati col master, le avete perse tra i disoccupati, tra i diseredati, tra quei poveri, tra quegli ultimi della società che il presidente Soru si era impegnato a difendere nel suo primo discorso in questo Consiglio regionale.

Bene, se questo - e l'avete detto voi in un vostro convegno - è così, insomma una riflessione va fatta, un ragionamento va fatto, che aiuta voi ma aiuta anche noi e io provo a farvelo. Le vostre politiche nella scorsa legislatura non hanno favorito gli ultimi in Sardegna, non hanno favorito quelli che avevano di meno. Cerco di spiegare con un esempio. Se fossi proprietario di una bella villa sul mare a Tuerredda o a Villasimius, io ringrazierei la vostra politica perché la mia villa, che valeva un milione di euro quando è iniziata la scorsa legislatura, alla fine della legislatura aveva raddoppiato il suo valore, perché la spiaggia prospiciente alla mia villa era affollata, magari all'inizio della legislatura, dai "diseredati" che avevano i soldi per arrivare con la benzina fino a Villasimius o fino a Tuerredda, i quali però poi hanno avuto anche problemi a muoversi se si sono ridotte le loro capacità economiche e di spesa, quindi hanno avuto problemi a raggiungere la domenica una spiaggia che distasse 50 chilometri dalla loro casa per effetto della contrazione della loro capacità di acquisto e della loro possibilità di spesa. Questa è una lettura, la lettura dell'insuccesso delle vostre elezioni e della vostra presenza alle elezioni.

Il presidente Soru e il centrosinistra, nella scorsa legislatura, hanno fatto sognare la Sardegna, ma la Sardegna che poteva sognare era quella che aveva la pancia piena, era quella che pranzava, cenava e si poteva cambiare la giacca, che lo ha ancora votato perché si può permettere 10 o 15 anni di sogno perché comunque ha un conto in banca con cui poter campare e pranzare. C'è poi il resto della Sardegna, che è la parte più grande della Sardegna, che il sogno non se lo può permettere e che, oltre a pensare a quello che dovrà lasciare alla generazione successiva intonso, immodificato e via dicendo, deve pensare anche a pranzare oggi cioè deve pensare anche a come la generazione attuale può trovare il coraggio per fare figli e quindi per fare la generazione successiva.

Ecco, questo è l'elemento di riflessione che è mancato purtroppo alla politica del centrosinistra nella scorsa legislatura cioè è mancata l'idea su come fare a guidare verso il sogno, che io condivido, tante volte, spesso, mi è capitato di essere affascinato da ciò che il presidente Soru diceva in quest'aula, che diceva nei congressi, che diceva nei convegni e di ritrovarmi nelle parole che il presidente Soru lasciava all'uditorio, che erano parole di speranza, parole di sogno, erano grandi affabulazioni, erano cose che non potevano non cogliere nel segno del cuore del sardo a cui erano indirizzate. Però non si può dire che per 15 anni è tutto chiuso e fra 15 anni forse vedrete realizzato un sogno.

Ecco, presidente Soru, colleghi del centrosinistra, che condividete, soprattutto quelli che sono più vicini al presidente Soru, quelli che più condividono lo spirito del grande sogno che il presidente Soru ci ha prospettato tante volte, insomma, chiedete al presidente Soru, e fate voi stessi per la parte che vi compete, quello sforzo necessario a essere un valore aggiunto voi, per questo Consiglio regionale, voi per lo sforzo che noi vogliamo fare per la Sardegna nel senso che voi avete un sogno e un sogno oggi è importante perché altrimenti qui voliamo rasoterra, non voliamo alto. Però questo sogno lo dovete mettere al servizio del Consiglio regionale, non dovete venire a farci interventi livorosi, interventi di contrapposizione totale, interventi di chiusura completa come se voi aveste voluto per cinque anni il bene della Sardegna e tutti gli altri volessero disgrazie, distruzioni e dolore. Non è così, non è così. Noi probabilmente, come lo siete stati voi nei cinque anni precedenti, non siamo completamente adeguati rispetto al ruolo che oggi abbiamo in carico come maggioranza in questa Sardegna. Bene, ci potete aiutare, sta a voi decidere se lo volete fare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente del Consiglio, signor Assessore e colleghi consiglieri sopravvissuti, è stato detto nel primo intervento di questo dibattito: "Ripartiamo da dove abbiamo lasciato nella scorsa legislatura". In parte è vero perché questa è la vostra prima vera legge, quella che mostra il vostro vero DNA. La finanziaria avete detto che per il 90 per cento è la finanziaria di Soru, il collegato non ha dato indicazioni strategiche, d'altronde è una massa manovrabile di 100 milioni. Per il resto, la legislatura ci ha riservato in questo inizio, in questi sei mesi, la perdita dei fondi FAS, la perdita delle procedure accelerate per la Sassari-Olbia, le promesse disattese di Berlusconi, una per una sull'industria, il licenziamento di 2200 lavoratori nella scuola, la chiusura dei plessi scolastici, un rapporto fideistico con un Governo che non vi chiede neanche il permesso, neanche un parere preventivo, sul trasferimento del G8 a La Maddalena. Ora completate il quadro o, meglio, cominciate con un provvedimento che va a normalizzare un'isola che fino a qualche mese fa anche all'esterno di essa aveva ben altra considerazione. Questo disegno di legge, chiamato impropriamente Piano casa, vi rappresenta e vi rappresenta bene.

Tuttavia il riprendere da dove abbiamo lasciato è vero solo in parte. Questa non è una legge urbanistica, la affronteremo, mi auguro presto, non è neanche un piano per la casa, è verissimo. Non potendo modificare le norme paesaggistiche in quanto la tutela paesaggistica deve essere esercitata d'intesa con lo Stato, con l'amministrazione dei beni culturali, e questo richiederebbe tempi lunghi e anche dubbio successo, avete pensato, la Regione, la Giunta, questa maggioranza di centrodestra, di provare, con un provvedimento legislativo contrattato dalle Regioni col Governo nell'intesa del maggio scorso, a stravolgere, a stravolgere tutte le regole.

Gli aumenti di volumetria generalizzati, da voi previsti, fra l'altro non risparmierebbero le coste sarde, oggetto di vincoli paesaggistici facendo risorgere probabilmente molte lottizzazioni che il piano paesaggistico aveva per fortuna fatto decadere. Tutto nasce come abbiamo detto con l'accordo Stato-Regioni con il quale il Governo si è impegnato a emanare entro 10 giorni dal primo aprile un decreto legge di semplificazioni amministrative in attuazione del quale le regioni avrebbero dovuto poi legiferare. Ora quel decreto, e vi è stato già detto da altri colleghi, non è mai stato emanato, sono quindi palesemente illegittime le disposizioni in quanto prevedono deroghe al Codice Urbani, alle leggi dello Stato sovraordinate, quindi vanno al di là delle competenze della Regione con la conseguenza che possono essere impugnate e rese inefficaci.

Tutti noi abbiamo letto la sentenza con la quale il Consiglio di Stato, ne hanno parlato già altri colleghi, ha bocciato definitivamente il progetto di Cala Giunco. La legge salvacoste del 2004, dice la sentenza, è "di particolare rigore" ma "trova piena giustificazione nell'esigenza di salvaguardare un paesaggio di incomparabile bellezza, che ha già subito attentati a causa della propensione italica ad una edificazione indiscriminata. Nella valutazione comparativa di contrapposti interessi, quello generale della salvaguardia del paesaggio, anche a tutela delle generazioni future, e quello individuale e imprenditoriale allo sviluppo degli insediamenti turistici, trova piena legittimità costituzionale la previsione regionale…", non lo dice né Gian Valerio Sanna, né Renato Soru, lo dicono i giudici del Consiglio di Stato.

Andiamo a rileggere quelle motivazioni, c'è fra l'altro un passaggio della sentenza che chiarisce definitivamente i dubbi di tanti che speravano che, nei mesi trascorsi tra l'adozione del PPR e la sua approvazione, le misure di salvaguardia delle coste, stabilite con la legge 3 novembre 1952, non fossero più efficaci. Il Consiglio di Stato ci dice che le misure erano valide, anche in Sardegna, nell'attesa che i Piani urbanistici comunali venissero adeguati alle norme del PPR, ed esisteva comunque una legge di rango superiore, il Codice Urbani, che impediva di edificare. I giudici del Consiglio di Stato confermano la pronuncia della Corte costituzionale del 10 febbraio 2006, con la quale è stata affermata la competenza della Regione, in base allo Statuto autonomistico, a legiferare in materia paesaggistica, con un vincolo, con un limite, quello dell'articolo 3, dove si fa riferimento alle norme statali di riforma economico-sociale, ma su quelle, dice la sentenza, pesa la potestà legislativa dello Stato.

Ora certamente, assessore Asunis, questo cosiddetto Piano casa è inquadrabile tra i provvedimenti di riforma economico-sociale, e quindi dovrà necessariamente attenersi alle disposizioni del Codice del paesaggio, e di conseguenza a quelle del PPR che ne sono una diretta e conseguente emanazione. E' per questo che, nella nostra proposta di legge, che abbiamo presentato in Commissione, teniamo conto non solo delle reali competenze della Regione in materia ma, ancor di più, del fatto che la Regione Sardegna ha un proprio Piano paesaggistico regionale in vigore, in attuazione del Codice dei beni culturali.

Fareste bene quindi ad accogliere almeno questa parte della nostra proposta, che ripresenteremo in Aula, la ripresenteremo nella sua organicità, è già presente nel testo che abbiamo presentato in Commissione, lo faremo, lo faremo sotto forma di emendamenti, ma seguendo un filo conduttore. In coerenza con le disposizioni di legge vigenti, noi prevediamo la possibilità di ampliamenti volumetrici per la prima casa ma all'interno del patrimonio edilizio esistente, nel rispetto della pianificazione nazionale e regionale. Ancor prima di questo, io credo che sia opportuno chiarirci che cosa noi intendiamo per Piano casa, e se un Piano casa oggi serve, se è utile, se è utile al bene comune dei cittadini sardi, e a quali condizioni. Sgombro subito il campo da equivoci, lo hanno detto prima di me autorevoli colleghi ma ci ritorno, un Piano casa è utile per noi se è capace di guardare alle fasce sociali, purtroppo sempre più ampie - non vedo il collega Vargiu - che non trovano possibilità di accesso al bene prima casa. Nel vostro disegno di legge, assessore Asunis, di questo non c'è traccia, lo farete nell'annunciata fase due, lo ha detto mi pare il collega Pittalis, ma ancora non lo vediamo. Le priorità sono altre, non è una legge indirizzata a chi non ha la casa, e neanche direi alla casa di per sé.

Un vero Piano casa serve, il disagio abitativo non è solo un problema dei poveri, tra l'altro a Sassari abbiamo vinto anche grazie al loro voto, di chi vive in povertà estrema, o di chi sta per diventarlo, o solo dei precari. E' un problema che coinvolge sempre più anche persone a reddito medio basso, medio, magari indebitate, che devono sostenere affitti spropositati per i figli che vanno all'Università, o che non possono cambiare città per lavoro, che sostengono costi e tempi impossibili per gli spostamenti. Il problema c'è, questo problema c'è ed è vasto. Noi, onorevole Pittalis, abbiamo cercato di affrontarlo seriamente nella scorsa legislatura, lo abbiamo fatto in attuazione del Programma straordinario di edilizia abitativa per la costruzione e il recupero di alloggi, da attribuire prioritariamente in locazione a canone moderato, lo abbiamo fatto con i bandi "Biddas", "Domos", lo abbiamo fatto con il bando "Civis", ma soprattutto col classico contributo in conto interessi per la prima casa che, su iniziativa di Carlo Mannoni, l'allora Assessore dei lavori pubblici, è stato integrato con il contributo in conto capitale di 25 mila euro, spendendo nel triennio oltre 125 milioni di euro. Il mutuo concesso per l'abbattimento degli interessi ha riguardato soprattutto coloro che desideravano acquistare la casa, mentre il contributo a fondo perduto, lo dicono i dati, ha privilegiato la costruzione e il recupero di vecchi edifici, in particolare nei centri storici. E' da notare che nelle città grandi ha prevalso l'acquisto della prima casa, nei paesi si è privilegiato invece l'accesso al contributo, perché è economicamente più conveniente puntare alla costruzione o al recupero degli edifici, un punto tra l'altro che dava premialità nelle graduatorie.

Ancora più importante è sapere che, grazie ai fondi resi disponibili dalla Regione, per molti sardi, in particolare le giovani coppie, è stato possibile comprare casa, mettere su famiglia, ed è la strada che noi proponiamo. Per la prima volta nella storia dell'autonomia regionale, nella scorsa legislatura, la Regione è intervenuta per integrare i contributi dello Stato, gradualmente decrementati negli anni scorsi, per gli affitti delle famiglie indigenti, 6 milioni di euro all'anno; le disponibilità economiche, le più alte dall'istituzione del fondo nazionale, hanno permesso di far fronte a oltre il 77 per cento del fabbisogno accertato dai comuni sardi. I fondi ripartiti hanno sicuramente contribuito ad alleviare le situazioni delle famiglie in condizioni di disagio economico. Questo abbiamo fatto per la casa.

Non è tanto e solo un problema di volumetrie, lo diceva l'onorevole Diana, analizziamo la società sarda, siamo a crescita zero, le nostre famiglie sempre più, se osservate le statistiche, sono composte da una o due persone, e spesso anziane, vi è un numero spropositato di seconde case, il 25 per cento del totale delle case sarde sono vuote. Nel dibattito ho sentito la litania dell'edilizia da tutelare, insieme a quell'altra che dice che il territorio non è un museo, che viene prima l'uomo, ma se questo è il quadro che ho descritto, se questa è la situazione, vi è di più l'esigenza di una riqualificazione, di una diversa riallocazione dei metri quadri esistenti. Allora a che cosa serve un Piano casa? Serve ad affrontare non i problemi di chi vuole una seconda casa più grande, non esiste intanto un diritto alla speculazione, serve altro, serve ciò che abbiamo dimostrato di fare, serve affrontare veramente il problema dei più poveri, di chi non ha casa, di chi ha una casa inadeguata, serve - come abbiamo fatto - affrontare il problema degli affitti per gli studenti, per i giovani, per gli anziani, questa è la priorità, questa è la fase uno.

Serve, certamente è utile, affrontare il problema degli sprechi di energia, dell'impatto ambientale di un patrimonio edilizio vecchio di scarsa qualità, serve un piano per affrontare nelle nostre città il problema delle periferie, soprattutto per l'armonia delle nostre città, per un disegno ordinato di crescita è utile un Piano che rispetti gli altri piani, che rispetti il Piano regolatore, che non vada contro gli standard dei servizi, che rispetti i PUC, che rispetti i piani commerciali, i piani urbani del traffico, i piani energetici e, come detto, il Codice per i beni culturali e le altre leggi sovraordinate.

Ma tutto questo non rientra nel vostro disegno di legge, è un'altra cosa, lo avete detto, è un'altra cosa. Un Piano che agisce in deroga agli altri piani è sbagliato, non è rispettoso delle autonomie locali, non è rispettoso dei cittadini che spendono risorse, risorse proprie, risorse della collettività, professionalità, tempo per realizzarle, è un Piano sbagliato ed è un Piano illegittimo. Certamente un Piano casa deve essere anche volano per lo sviluppo. Noi sosteniamo che l'attività di recupero, di risanamento, di riqualificazione, di rivitalizzazione dei nostri paesi, dei quartieri, specie quelli più degradati delle nostre città, rappresenti davvero un sostegno importante all'economia. Allora, un Piano casa è un piano che serve alla riqualificazione di tutto il paese, di tutta la città, viene mosso da una politica della casa che garantisca il diritto di tutti alla casa, in tutta l'isola, non può essere, come è questo Piano, un invito al fai da te, sganciato da una logica programmatoria generale.

Per noi il bene casa si inserisce nel più ampio contesto del bene città, del bene comune, dove vale il dettato costituzionale sulla funzione sociale della proprietà, lo dice la Costituzione. Per questo, proprio perché abbiamo una visione alternativa, il Gruppo del Partito Democratico ha presentato una sua proposta di legge, che riassume la nostra posizione unitaria in materia di Piano casa. In Commissione avete svolto numerose audizioni, però non basta ascoltare, non basta audire, occorre essere conseguenti. Noi intendiamo assegnare alle indicazioni provenienti dalle diverse categorie produttive e dalle associazioni portatrici di interessi diffusi, un ruolo, un ruolo non rituale nei lavori preparatori delle leggi e di questa legge. Il Partito Democratico ha presentato una proposta di legge che ha portato a sintesi le diverse esigenze e le osservazioni riguardanti un piano che per davvero dia risposte all'economia sarda e soprattutto ai tanti sardi che attendono una prima casa. La proposta è stata redatta per l'incentivazione dell'economia dell'impresa ma con uno sguardo particolare alle fasce più deboli. L'impostazione della proposta tiene conto di quell'aspetto che diventa rilevante e decisivo in materia di governo del territorio, il rispetto del Codice dei Beni Culturali, questo aspetto ci differenzia e ci differenzia notevolmente. Gli immobili interessati dagli interventi, per noi, devono essere destinati alla prima casa, devono avere destinazione residenziale e dotati dei relativi titoli abilitativi. Gli interventi di ampliamento inoltre devono essere subordinati alla non modifica delle destinazioni d'uso e alla obbligatorietà di realizzare gli interventi di ampliamento previsti nel rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica con l'utilizzo di tecniche costruttive e di edilizia sostenibile e attraverso l'impiego di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili.

Altro aspetto di differenziazione è quello finanziario. La vostra proposta, la proposta della Giunta non prevede un euro di sostegno economico mentre la nostra proposta, la proposta del Partito Democratico, finanzia con 100 milioni di euro per tre anni una più consistente domanda pubblica in grado di innescare un volano significativo nella ripresa economica deella Sardegna. Proponiamo di riattivare i contributi a fondo perduto, introdotti con la legge finanziaria del 2008, che consentirebbero l'erogazione a oltre mille nuclei familiari di un contributo di 25 mila euro per la prima casa. Prevediamo un investimento di 25 milioni di euro per interventi di edilizia residenziale pubblica nei comuni, nella Regione e di un incremento della dotazione di 30 milioni di euro per quanto riguarda i benefici della legge regionale numero 32 del 1985.

Prevediamo un'iniziativa che noi definiamo importante per il completamento del cosiddetto "non finito" cioè quell'insieme di realizzazioni dell'edilizia esistenti non portate a compimento: facciate, intonaci, strutture grezze, coperture, selciati, recinzioni, urbanizzazioni primarie. Per questo prevediamo contributi nella misura di 20 milioni di euro all'anno nei confronti di coloro che hanno un reddito inferiore ai 35 mila euro e pari, al massimo, al 50 per cento dell'investimento previsto. Vogliamo garantire un sostanziale miglioramento delle condizioni attuali del patrimonio edilizio dei nostri comuni e dar vita a una mobilitazione concreta delle imprese artigianali locali, anche quelle piccole, anche quelle piccolissime.

L'intero provvedimento inoltre rispetta e tutela l'autonomia dei comuni della Sardegna prevedendo che ciascun comune debba recepire con un proprio atto le disposizioni della legge e possa decidere se applicare o meno gli interventi nel proprio contesto a salvaguardia e nel rispetto degli strumenti urbanistici comunali. Il dovere istituzionale di mettere in essere norme legislative serie, concrete, non demagogiche, accompagnate da una precisa strategia pubblica invece che lasciate al fai da te, rispettose delle competenze e delle legittimazioni statutarie invece che incostituzionali, figlie di una propensione continua alla deregulation, ha dato vita al contributo che il Partito Democratico porterà in quest'Aula fin dalla prossima settimana con l'esame e il voto sull'articolato. Lo faremo, come detto, con emendamenti che seguiranno il nostro progetto organico.

Abbiamo scelto la strada della proposta politica e non dell'ostruzionismo, ci confronteremo su visioni sicuramente alternative. Per noi dare la casa a chi non ce l'ha è la fase uno, per voi viene dopo; per noi, il rispetto della legge e del Codice Urbani viene prima, per voi non esiste; per noi, la tutela del paesaggio è un bene irrinunciabile, voi volete edificare persino nei 300 metri; per noi sono i comuni a dover decidere in base ai loro piani comunali in quanto portano a sintesi, lo dico ai sindaci, le esigenze della comunità, gli interessi generali, in un'ottica di coesione sociale e di equità, per voi viene prima il privato.

Ha ragione il collega Moriconi è come se per risolvere il problema del traffico si invitassero gli automobilisti a passare con il rosso, sarebbe il caos, ed è il caos. Questo è il giudizio che diamo del vostro piano. Non è un caso per noi che la legge salvacoste, la tutela del paesaggio, l'interruzione del Far West precedente in seguito ai PTP annullati, siano stati i nostri primi provvedimenti. Per voi viene prima l'edilizia, viene prima il mattone, viene prima l'individuo, prima della persona perché la persona è relazione quindi ha bisogno di regole condivise, per voi viene prima il particolare poi il generale. Abbiamo sicuramente una visione diversa, una visione alternativa. Ci confronteremo, tuttavia noi faremo un'opposizione responsabile, non ostruzionistica, non faremo mancare le nostre proposte, a voi scegliere se trincerarvi nei numeri o se, con un'apertura che non abbiamo ancora visto, riuscire veramente a trovare qualche forma di dialogo. Ne dubito visto l'atteggiamento in Commissione, però ci proveremo.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

(Il consigliere Bruno appoggia la richiesta.)

Quarta verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Mariani, Sanna Paolo e Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 30 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Cossa - Cuccureddu - Diana Mario - Espa - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Murgioni - Peru - Petrini - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.

Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori riprenderanno martedì 29 settembre alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 15 e 07.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura dell'agenzia di produzione INPS di Ghilarza. (117)

Il sottoscritto,

premesso che da qualche tempo corre voce che l'Agenzia di produzione dell'INPS di Ghilarza sia a rischio di chiusura;

messo in evidenza che:

- l'alto oristanese ha già pagato un caro prezzo in ordine al ritiro dello Stato, delle aziende o agenzie statali o a significativa caratterizzazione pubblica, generando notevoli disagi, anche economici, alle popolazioni del territorio gravitante su Ghilarza;

- il progressivo smantellamento della presenza di servizi essenziali, quali quello dell'agenzia succitata, contribuisce in maniera fortemente negativa ad accelerare il processo, peraltro già in atto, di spopolamento dei piccoli centri dell'alto oristanese;

- le comunità dell'alto oristanese, rispetto alle altre comunità del territorio della provincia e particolarmente del resto della Sardegna, hanno un alto coefficiente di vecchiaia, di soggetti invalidi, di disoccupati, quindi necessariamente bisognosi dell'attività dell'agenzia INPS;

- il rapporto pensionati/abitanti del territorio dell'alto oristanese facente capo all'agenzia di produzione dell'INPS di Ghilarza registra il più alto tasso di pensioni di vecchiaia, di pensioni di invalidità, di pensioni sociali, rispetto ad altri territori della Sardegna;

rilevato altresì che dai dati pubblicati dall'INPS di Oristano risulta che l'importo medio delle pensioni INPS dei comuni dell'alto oristanese è notevolmente inferiore a quello delle altre province, specialmente di quelle di Cagliari e Sassari;

accertato infine che il ruolo che svolge la suindicata agenzia è da dichiararsi insostituibile e strategico per limitare il pendolarismo degli utenti,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto esposto;

2) non ritengano di dover procedere ad una azione concertata e urgente per impedire alla direzione nazionale e regionale dell'INPS la chiusura dell'agenzia di produzione INPS di Ghilarza.

Interrogazione Mula, con richiesta di risposta scritta, sulle lungaggini burocratiche che ritardano l'avvio dei lavori per la realizzazione di argini e canali di raccolta e messa in sicurezza del territorio della bassa Baronia. (118)

Il sottoscritto,

premesso che nei territori della Baronia permane lo stato di paura e tensione per le piogge di questi giorni che hanno già causato dei disagi;

constatato che le lungaggini burocratiche hanno causato la mancata erogazione dei fondi utili alla realizzazione delle opere necessarie per la messa in sicurezza del territorio della Baronia;

considerato che:

il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale non ha ancora realizzato le opere già finanziate dalla Regione;

Abbanoa Spa non ha ancora realizzato le opere di propria competenza;

è necessario stanziare ulteriori fondi per la messa in sicurezza, utili ad evitare i danni che le alluvioni causerebbero,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se:

sia a conoscenza di quanto su esposto;

non ritenga opportuno intervenire affinché la realizzazione dei lavori di arginatura e di canali di raccolta siano eseguiti immediatamente;

non ritenga inoltre opportuno intervenire presso il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale per sollecitare l'utilizzo dei fondi che ha a disposizione per la realizzazione delle opere necessarie per rendere tranquille le popolazioni del territorio della bassa Baronia;

tutto ciò premesso, non ritenga di intervenire con sollecitudine per la soluzione definitiva dei problemi causati annualmente dalle alluvioni.

Interrogazione Dedoni - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Fois - Mula, con richiesta di risposta scritta, sui licenziamenti effettuati dalla società Park auto sarda, appaltatrice dei servizi di custodia e vigilanza dei parcheggi regionali. (119)

I sottoscritti,

premesso che la società Park auto sarda, con sede in via Premuda, n. 20, appaltatrice dei servizi di custodia e vigilanza dei parcheggi regionali degli assessorati in regime di proroga contrattuale, ha notificato, in data 14 luglio 2009, l'avvio della procedura di licenziamento per riduzione di personale, ai sensi della legge 23 luglio 1991, n. 223, a sette soci-dipendenti, motivando tale grave provvedimento in relazione alla contrazione dell'appalto regionale;

constatato che le motivazioni del licenziamento appaiono del tutto ingiustificate e insussistenti in quanto nessuna contrazione dell'appalto regionale è stata registrata negli ultimi anni e che, anzi, nel periodo ultimo si sono riscontrati incrementi delle attività contrattuali appaltate dalla Regione autonoma della Sardegna a tale azienda e essa, infatti, a fronte di questa favorevole situazione, aveva posto in essere circa una decina di nuove assunzioni di lavoratori dipendenti;

ravvisato che, invece, la cooperativa Park auto sarda ha messo in atto la strategia di creare il falso presupposto, attraverso gli ingiustificati licenziamenti, per un illegittimo ricambio del personale dipendente, prova ne sia che nonostante gli attuali 50 dipendenti non riesce a far fronte alla regolare esecuzione dei servizi appaltati, tanto da negare la fruizione del congedo per ferie e, pertanto, con la perdita di sette unità lavorative si troverebbe nella necessità di assumere nuovo personale;

sottolineata la singolarità che tutti i sette destinatari del provvedimento di licenziamento sono lavoratori iscritti al sindacato della CISL;

vista la situazione della cooperativa Park auto sarda che nel contempo parrebbe stia richiedendo una ulteriore proroga all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica dell'affidamento dei servizi di vigilanza e lavaggio auto, in scadenza al prossimo 30 settembre 2009, nonostante l'esito contrario della recente gara d'appalto nella quale sembrerebbe che un'altra impresa si sia aggiudicata detti servizi e, pertanto, ancora meno si giustificano i provvedimenti di licenziamento per i sette dipendenti;

considerato che, se la cooperativa Park auto sarda dovesse concludere la procedura di licenziamento nei confronti dei sette dipendenti si creerebbe un ulteriore aggravio della già pesante situazione disoccupazionale nella quale versa il settore dei servizi nella nostra Regione,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione, nonché l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, ognuno per le rispettive competenze, per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione venutasi a creare all'interno della cooperativa Park auto sarda;

2) quali iniziative intendano adottare affinché non solo la cooperativa Park auto sarda receda dall'assurda iniziativa di licenziamento nei confronti dei sette lavoratori, che da molti anni prestano la propria attività, ma garantisca il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, considerato che la totalità dell'attività della cooperativa è riferita alle prestazioni di vigilanza e custodia dei parcheggi regionali e lavaggio auto.