Seduta n.157 del 11/11/2010 

CLVII Seduta

Giovedì 11 novembre 2010

(POMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 15 e 08.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 14 ottobre 2010 (150), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Valerio Meloni, Carlo Sechi e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana dell'11 novembre 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Pitea - Amadu - Rodin - Lai - Tocco: "Istituzione tessera verde". (214)

(Pervenuta il 10 novembre 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni in materia di agricoltura" (186/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 186/A.

Essendo già stato votato il passaggio all'esame degli articoli, passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1
Sostegno del comparto ovi-caprino

1. La Regione, al fine di favorire la concentrazione dell'offerta del latte ovi-caprino, eroga 4 centesimi di euro a litro di latte prodotto, sino ad un massimo di 1.000 euro, alle aziende agricole che, sulla base di un apposito atto, delegano la commercializzazione del latte alle organizzazioni di produttori (OP) ed alle cooperative.

2. Il premio è erogato, per un triennio, secondo le disposizioni del regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli.

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, definisce le condizioni di erogazione del premio.

4. La spesa è determinata in euro 5.000.000 annui per il triennio 2010-2012.

Emendamento all'emendamento numero 18 sostitutivo totale Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo

Articolo 1

L'articolo 1 è così sostituito:

"Art. 1 (Sostegno del comparto ovi-caprino)

1. Alfine di favorire l'adozione del pagamento del latte a qualità e aggregare l'offerta dello stesso attraverso le organizzazioni di produttori e le cooperative, la Regione eroga alle imprese agricole IAP e CD con sede ed azienda in Sardegna, un aiuto per ogni capo ovi-caprino, sulla base dei dati, riferiti alle aziende e ai capi iscritti, risultanti alla banca dati nazionale (BDN) dell'Istituto zooprofilattico sperimentale G. Caporale.

Per l'anno 2010, l'aiuto è erogato nella misura massima di 20 euro a capo per un importo massimo di 3.000,00 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 giugno 2009 e successive modifiche e integrazioni recante modalità di applicazione della comunicazione della Commissione europea del 22 gennaio 2009 e successive modifiche e integrazioni.

Per gli anni 2011 e 2012 l'aiuto è erogato nella misura massima di 2.500 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del Reg. CE n. 1535 del 2007 della Commissione del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti nel settore della produzione agricola.

2. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione dell'aiuto.

3. La spesa relativa è determinata in euro 35.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012.

Copertura finanziaria

in diminuzione

UPB S01.03.010

Interventi da realizzarsi mediante la programmazione negoziata

Anno 2010 euro 35.000.000

Anno 2011 euro 35.000.000

Anno 2012 euro 35.000.000

mediante riduzione del capitolo SC01.06.28

in aumento

UPB S06.04.008

Anno 2010 euro 35.000.000

Anno 2011 euro 35.000.000

Anno 2012 euro 35.000.000

(44)

Emendamento all'emendamento numero 18 sostitutivo totale Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu

Articolo 1

L'articolo 1 è così sostituito:

"Art. 1 (Sostegno del comparto ovi-caprino)

1. Al fine di favorire l'adozione del pagamento del latte a qualità e aggregare l'offerta dello stesso attraverso le organizzazioni di produttori e le cooperative, la Regione eroga alle imprese agricole IAP e CD con sede ed azienda in Sardegna, un aiuto per ogni capo ovi-caprino, sulla base dei dati, riferiti alle aziende e ai capi iscritti, risultanti alla Banca dati nazionale (BDN) dell'Istituto zooprofilattico sperimentale G. Caporale.

Per l'anno 2010, l'aiuto è erogato nella misura massima di 14 euro a capo per un importo massimo di 3.000 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 giugno 2009 e successive modifiche e integrazioni recante modalità di applicazione della Comunicazione della Commissione europea del 22 gennaio 2009 e successive modifiche e integrazioni.

Per gli anni 2011 e 2012 l'aiuto è erogato nella misura massima di 2.500 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del regolamento CE n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti nel settore della produzione agricola.

2.Con Deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro quindici giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione dell'aiuto.

3. La spesa relativa è determinata in euro 28.000.000 per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012.

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S01.03.010

Interventi da realizzarsi mediante la programmazione negoziata

Anno 2010 euro 18.000.000

Anno 2011 euro 18.000.000

Anno 2012 euro 18.000.000

Mediante riduzione del capitolo SC 01.06.28

In aumento

UPB S06.04.008

Anno 2010 euro 18.000.000

Anno 2011 euro 18.000.000

Anno 2012 euro 18.000.000

(42)

Emendamento all'emendamento numero 18 soppressivo parziale Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula

Articolo 1

Nei capoversi 1, 2 e 3 del comma 1 dell'articolo 1 le parole "condotte da IAP o CD" sono soppresse. (49)

Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale

Articolo 1

L'articolo 1 è così sostituito:

"Articolo 1 (Sostegno del comparto ovi-caprino)

1. Al fine di favorire l'adozione del pagamento del latte a qualità e aggregare l'offerta dello stesso attraverso le organizzazioni di produttori e le cooperative, la Regione eroga alle imprese agricole, condotte da IAP o CD, con sede ed azienda in Sardegna, un aiuto per ogni capo ovi-caprino, sulla base dei capi iscritti nella BDN (Banca Dati Nazionale).

Per l'anno 2010, l'aiuto è erogato nella misura massima di 3.000,00 euro per ogni impresa condotta da IAP o C.D., ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 maggio 2010.

Per gli anni 2011 e 2012 l'aiuto è erogato nella misura massima di 2.500,00 euro per ogni impresa condotta da IAP o C.D., ai sensi del Reg. CE n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87e 88 del trattato CE agli aiuti nel settore della produzione agricola.

2. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione dell'aiuto.

3. La spesa relativa è determinata in euro 10.000.000 annui per ciascuno degli anni20l0, 2011 e 2012.

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S06.04.008 (ex articolo 4 nonies/parte)

AS 2010 euro 3.000.000

FR 2010 euro 1.000.000

UPB S08.01.001

Fondi riserva spese obbligatorie, impreviste e revisione prezzi

2010 euro 1.000.000

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 5.000.000

2012 euro 5.000.000

In aumento

UPB S06.04.008

Incentivi per il potenziamento della produzione zootecnica - Corrente

2011 euro 5.000.000

2012 euro 5.000.000

AS

5.000 ex articolo 4 nonies

5.000 (2010) ex articolo 1 (originario)." (18)

Emendamento sostitutivo totale Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu

Articolo 1

L' articolo 1 è così sostituito:

"Art. 1 (Sostegno del comparto ovi-caprino)

1. Al fine di favorire l'aggregazione dell'offerta del prodotto attraverso le organizzazioni di produttori e cooperative, la Regione eroga alle imprese agricole IAP e CD con sede ed azienda in Sardegna, un aiuto per ogni capo bovino, sulla base dei dati, riferiti alle aziende e ai capi iscritti, risultanti alla Banca dati nazionale (BDN) dell'Istituto zooprofilattico sperimentale G. Caporale. Per l'anno 2010, l'aiuto è erogato nella misura di euro 40 a capo per un importo massimo di 3.000 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 giugno 2009 e successive modifiche e integrazioni, recante modalità di applicazione della Comunicazione della Commissione europea del 22 gennaio 2009 e successive modifiche e integrazioni.

Per gli anni 2011 e 2012 l'aiuto è erogato nella misura massima di 2.500,00 euro per ogni impresa IAP o CD, ai sensi del regolamento CE n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87e 88 del trattato CE agli aiuti nei settore della produzione agricola.

2.Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di erogazione dell'aiuto.

3. La spesa relativa è determinata in euro 3.000.000 annui per l'anno 2010, 2.500.000 per l'anno 2011 2.500.000 per l'anno 2012.

COPERTURA FINANZIARIA

Con il recupero delle somme derivanti dall'emendamento sostituito (38)

Emendamento aggiuntivo Mula - Cossa - Vargiu - Dedoni - Fois - Meloni Francesco

Articolo 1

All'articolo 1 comma 3 dopo le parole "di erogazione del premio" sono aggiunte le parole "previo parere della Commissione consiliare competente.". (1)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Steri - Diana Mario - Greco - Contu Mariano Ignazio - Sanna Paolo Terzo - Obinu - Solinas Antonio - Lotto - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Vargiu

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis.

1. Per l'anno 2006, gli indennizzi di cui alla legge regionale. 17 novembre 2000, n. 22, si applicano anche in favore delle aziende cooperative che ospitano animali per l'ingrasso provenienti da allevamenti dei propri soci. L'indennizzo è riconosciuto nei limiti delle disponibilità esistenti nella UPB S06.04.006 (cap. SC06.0970) (12)

Emendamento all'emendamento numero 13 aggiuntivo Dedoni - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Mula - Fois

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 bis dopo le parole "nuove essenze foraggere", sono aggiunte le seguenti "in particolare i semi di lino,". (48)

Emendamento aggiuntivo Dedoni - Cossa - Meloni Francesco - Fois

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. l bis.

1. La Regione avvia un programma volto a contenere i costi di produzione dei mangimi delle aziende ovi-caprine, mediante programmi di divulgazione agricola mirati all'introduzione di nuove essenze foraggere, utilizzando tecniche colturali a bassi input.

2. I campi sperimentali e dimostrativi delle nuove essenze foraggere saranno condotti in almeno 1000 ettari presso almeno 500 aziende del territorio regionale e saranno curati dalle Agenzie AGRIS e LAORE.

3. Agli oneri previsti per l'attuazione della presente disposizione, valutati in euro 500.000 annui, a decorrere dall'anno 2011, si provvede con la legge finanziaria, a termine dell'articolo 4, comma 1, lettera e), della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità). (13)

Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula - Meloni Francesco - Sanna Matteo - Mulas - Piras - Zedda Alessandra - Amadu

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Personale Sardegna Promozione)

1. Per far fronte alle esigenze relative alle attività di promozione e valorizzazione dei prodotti di qualità del comparto agro-alimentare, il personale con documentata esperienza in materia di promozione, transitato dai ruoli dell'Amministrazione regionale all'Agenzia governativa regionale "Sardegna Promozione" mediante processo di mobilità attivato ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 36/38 del 1° luglio 2008, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge è riammesso a domanda nel ruolo dell'amministrazione di provenienza senza soluzione di continuità. (16)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Miglioramento dell'offerta produttiva)

1. La Giunta regionale, al fine di favorire i processi aggregativi, predispone un programma di interventi a favore delle imprese finalizzato a migliorare ed innovare i processi manageriali e favorire la costruzione di un piano coordinato di offerta delle produzioni. A tal fine è autorizzata la spesa di. 10 milioni di euro annui per il biennio 2010/2011 per incentivi da erogare nella forma degli aiuti di importanza minore secondo il Regolamento CE n. 1998/2006 e la Comunicazione della Commissione europea - Quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuti di stato a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica(GUCE 2009/C 16/01)."

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S06.04.008

(Ex articolo nonies/parte)

FR 2010 euro 1.000.000

AS 2010 euro 9.000.000

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 10.000.000

In aumento

UPB S06.04.009

Incentivi per il potenziamento della produzione zootecnica - Investimenti

AS

2010 euro 10.000.000

2011 euro 10.000.000

(19)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Programma di aiuti alimentari a favore dei Paesi in via di Sviluppo)

1. La Regione eroga la somma di euro 6.000.000 nell'anno 2011 per il finanziamento degli interventi a favore dei paesi in via di sviluppo (PVS) ed assimilati ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 27 maggio 1999, n. 165 e successive modificazioni ed integrazioni, consistenti nella fornitura di formaggi ovini DOP prodotti in Sardegna.

2. L'importo di cui al comma 1 è versato al c/c infruttifero n. 20082, acceso presso la Tesoreria centrale dello Stato e denominato "Agea - spese di funzionamento", per essere destinato alla finalità di cui al precedente comma 1.".

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 6.000.000

In aumento

UPB S01.03.001

Cooperazione con i paesi in via di sviluppo e collaborazione internazionale

2011 euro 6.000.000

(20)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Diversificazione produttiva)

1. La Regione, al fine di ridurre le quantità di latte di pecora destinato alla produzione di Pecorino Romano DOP, eroga, ai produttori che destinano almeno 20.000 litri di latte di pecora alla produzione di formaggi diversi o alla trasformazione dello stesso in polvere di latte, un premio massimo di euro 4000.

2. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce le condizioni di erogazione del premio nel rispetto di quanto disposto dal Regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE nel settore della produzione dei prodotti agricoli (di seguito Reg. (CE) n. 1535/2007).

3. La spesa relativa è determinata in euro 3.000.000 per l'anno 2010 ed in euro 4.000.000 annui per il biennio 2011/201 2."

COPERTURA FINANZIARIA

ENTRATA

In aumento

UPB E231.008

Assegnazione per la realizzazione di interventi nel settore agricolo e zootecnico

2010 euro 3.000.000

SPESA

In diminuzione

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 4.000.000

2012 euro 4.000.000

In aumento

UPB S06.04.008

Incentivi per il potenziamento della produzione zootecnica - spese correnti

AS

2010 euro 3.000.000

2011 euro 4.000.000

2012 euro 4.000.000

(21)

Emendamento all'emendamento numero 22 sostitutivo totale Lotto - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu

Articolo 1

L'emendamento n. 22 è così sostituito:

"Art. 1 bis (Potenziamento della filiera agroalimentare)

1. Al fine di favorire il potenziamento della filiera agroalimentare e la competitività delle imprese operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, è costituito un fondo di 10 milioni di euro annui per il triennio 2011/2013 ai sensi dell'articolo 25 della legge regionale 29maggio 2007, (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria) e successive modifiche e integrazioni.

2. Il fondo è destinato al rafforzamento della struttura finanziaria, anche attraverso processi di fusione imprese cooperative operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione della produzione agricola, con priorità per il comparto ovi-caprino.

3. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore della

legge, sono definiti i criteri e le modalità di intervento del fondo con particolare riferimento agli strumenti di ingegneria finanziaria.".

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S08.01.001

Fondo riserva spese obbligatorie

Anno 2011 euro 5.000.000

Anno 2012 euro 5.000.000

Anno 2013 euro 5.000.000

In aumento

UPB S06.04.013

Finanziamenti per interventi strutturali nel settore agro-zootecnico

Anno 2011 euro 5.000.000

Anno 2012 euro 5.000.000

Anno 2013 euro 5.000.000

(43)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Potenziamento della filiera agroalimentare)

1. Alfine di favorire il potenziamento della filiera agroalimentare e la competitività delle imprese operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, è costituito un fondo di 5.000.000 euro annui per il triennio 2011/2013, ai sensi dell'articolo 25 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2007) e successive modifiche e integrazioni.

2. Il fondo è destinato al rafforzamento della struttura finanziaria, anche attraverso processi di fusione, delle imprese cooperative operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione della produzione agricola, con priorità per il comparto ovi-caprino.

3. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 15 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità di intervento del fondo."

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 5.000.000

2012 euro 5.000.000

2013 euro 5.000.000

In aumento

UPB S06.04.01 3

Finanziamenti per interventi strutturali nel settore agro-zootecnico

2011 euro 5.000.000

2012 euro 5.000.000

2013 euro 5.000.000

(22)

Emendamento all'emendamento numero 23 soppressivo parziale Steri - Cappai

Articolo 1

All'articolo 1 bis, comma 3, il secondo periodo da "fanno parte" a "Agenzie regionali" è soppresso. (46)

Emendamento all'emendamento numero 23 aggiuntivo Steri - Cappai

Articolo 1

All'articolo 1 bis, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente comma:

"5. Agli oneri derivanti per il funzionamento dell'Osservatorio di cui al comma 3, valutati in euro 300.000 annui si prevede a decorrere dall'anno 2011 mediante utilizzo di quota parte delle entrate proprie della Regione di cui all'articolo 8 della Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3.". (45)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1- bis (Ripristino delle condizioni di mercato)

1.Al fine di ripristinare le normali condizioni di mercato, con riferimento alle disposizioni per l'attuazione dei piani produttivi per i formaggi stagionati a denominazione di origine protetta di cui all'articolo 1 quater della legge 11 novembre 2005, n. 231, il Consorzio di tutela del Pecorino Romano adotta, entro 3 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Piano produttivo, da sottoporre all'approvazione del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali.

2. Il Piano produttivo ha l'obiettivo di assicurare una gestione ordinata della crescita delle quantità prodotte, in una prospettiva pluriennale, e di sostenere i consumi attraverso il costante ed omogeneo miglioramento degli standard qualitativi di produzione e di prodotto nonché di incrementare l'attività di vigilanza.

3. E' istituito, presso l'Agenzia LAORE Sardegna, l'Osservatorio del latte ovi-caprino quale servizio a supporto dell'attività di programmazione nonché di monitoraggio delle produzioni e del mercato. Fanno parte dell'Osservatorio i rappresentanti della filiera ovi-caprina nonché i Consorzi di tutela, le aziende sanitarie, l'università, le istituzioni pubbliche di livello regionale, nazionale e comunitario e le agenzie regionali.

4. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti la composizione, le modalità di erogazione del servizio nonché di funzionamento dell'Osservatorio.". (23)

Emendamento aggiuntivo Lotto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Solinas

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Ripristino delle condizioni di mercato)

1. Al fine di ripristinare le normali condizioni di mercato, con riferimento alle disposizioni per l'attuazione dei piani produttivi per i formaggi stagionali a denominazione di origine protetta di cui all'articolo 1 quater della legge 11 novembre 2005 n. 231, il Consorzio di tutela del Pecorino Romano adotta, entro 3 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Piano produttivo, da sottoporre all'approvazione del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali;

2. Il Piano produttivo ha l'obbiettivo di assicurare una gestione ordinata della crescita delle quantità prodotte, in una prospettiva pluriennale, e di sostenere i consumi attraverso il costante ed omogeneo miglioramento degli standard qualitativi di produzione e di prodotto nonché di incrementare l'attività di vigilanza.

3. E' istituito, presso l'Agenzia LAORE Sardegna, l'Osservatorio del latte ovi-caprino quale servizio a supporto dell'attività di programmazione nonché di monitoraggio delle produzioni e del mercato. Fanno parte dell'Osservatorio le associazioni di categoria agricole, le centrali cooperative, nonché i consorzi di tutela, le aziende sanitarie, l'università, le istituzioni pubbliche di livello regionale, nazionale e comunitario e le agenzie regionali;

4. Con deliberazione della Giunta regionale, da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti la composizione, le modalità di erogazione del servizio nonché di funzionamento dell'Osservatorio. ". (37)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Valorizzazione dei prodotti regionali)

1. Il comma 10 dell'articolo 2 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale) è sostituito dal seguente:

"10. L'Amministrazione Regionale finanzia una campagna di educazione alimentare presso le scuole del territorio regionale, per gli anni scolastici 2011-2012, 2012-201 3, 2013-2014, al fine di rafforzare il legame con il territorio ed educare al consumo consapevole dei prodotti agroalimentari tradizionali e di qualità.

Con deliberazione della Giunta Regionale verranno definite le modalità dell'intervento.

La spesa prevista per l'intervento è di euro 500.000 per l'anno 2011, di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni 2012 e 2013.

L'aiuto di cui al presente articolo può essere erogato soltanto dopo l'approvazione della Commissione europea.".

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 500.000

2012 euro 1.000.000

2013 euro 1.000.000

In aumento

UPB S06.04.015

Tutela, valorizzazione e marketing dei prodotti agricoli - Spese correnti

2011 euro 500.000

2012 euro 1.000.000

2013 euro 1.000.000

(24)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Sostegno all'aggregazione delle materie prime e mangimi)

1. La Regione, al fine di favorire la razionalizzazione dei costi produttivi delle aziende agricole, derivati dall'acquisto delle materie prime e mangimi, concorre alla realizzazione, attraverso organismi associati di produttori agricoli, di un piano di gestione degli acquisti delle materie prime e dei mezzi tecnici necessari per il comparto.

2. La spesa relativa è determinata in euro euro500.000 annui per il triennio 2011-2013.

3. La Giunta Regionale, con apposita deliberazione, definisce le condizioni di erogazione degli aiuti.".

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 500.000

2012 euro 500.000

2013 euro 500.000

In aumento

UPB S06.04.013

Finanziamenti per interventi strutturali nel settore agro-zootecnico

2011 euro 500.000

2012 euro 500.000

2013 euro 500.000

(26)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"Art. 1 bis (Impianti per la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole)

1. L'installazione all'interno delle aziende agricole, su strutture appositamente realizzate, nelle aree immediatamente prospicienti le strutture al servizio delle attività produttive, di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili aventi potenza fino a 200 kW da parte degli imprenditori di cui all'articolo l del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti ed attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura è soggetta alla disciplina della denuncia di inizio attività ( DIA) di cui agli artt. 22 e 23 del D.P.R. 6 giugno 2001, n.380.

2. Per garantire l'accesso al credito da parte delle imprese agricole per la realizzazione degli impianti di cui al comma 1, è istituito, presso la SFIRS, un fondo di garanzia che garantisce i mutui e i prestiti concessi a tal fine dagli istituti di credito.

3. Per le finalità di cui al comma precedente è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 per l'anno 2010 e di euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013.

4. La Giunta Regionale stabilisce le modalità di attivazione e i criteri di gestione del Fondo.

5. La garanzia è prestata nel rispetto delle vigenti disposizioni comunitarie."

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

UPB S06.04.008

(ex articolo 4 decies/parte)

AS

2010 euro 1.000.000

UPB S08.02.002

Altre partite generali che si compensano nell'entrata

2011 euro 2.000.000

2012 euro 2.000.000

2013 euro 2.000.000

In aumento

UPB S06.04.013

Finanziamenti per interventi strutturali nel settore agro-zootecnico

AS

2010 euro 1.000.000

2011 euro 2.000.000

2012 euro 2.000.000

2013 euro 2.000.000

(28)

Emendamento aggiuntivo Lotto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Solinas Antonio - Zuncheddu

Articolo 4

Dopo l'articolo 4 è inserito il seguente articolo:

"Art 4 bis

1. Relativamente agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aziende agricole gli impianti potranno essere realizzati unicamente dai titolari della attività agricola quali soggetti responsabili. La dimensione degli impianti non dovrà superare comunque i limiti della connessione alla produzione agricola secondo i criteri di cui ai commi successivi.

2. La produzione di energia fotovoltaica derivante dai primi 200 kWp di potenza nominale complessiva, si considera in ogni caso connessa all'attività agricola.

3. La produzione di energia fotovoltaica eccedente i primi 200 kWp di potenza nominale complessiva può essere considerata connessa alla attività agricola e, quindi, suscettibile di autorizzazione e/o incentivazione, nel caso sussista uno dei seguenti requisiti:

a) la produzione di energia fotovoltaica derivi da "impianto fotovoltaico realizzato su edificio" oppure da "impianto fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative" come definiti dall'articolo 2 del decreto 6Agosto2010 n. 197 (Conto energia 2011-2013 );

b) il volume di affari derivante dall'attività agricola (esclusa la produzione di energia fotovoltaica) deve essere superiore al volume di affari della produzione di energia fotovoltaica eccedente i 200 kW;

c) entro i limiti di 1 MW per azienda, per ogni 10 kW di potenza installata eccedente il limite dei 200 kW, l'imprenditore deve dimostrare di detenere almeno 1 ettaro di terreno utilizzato per l'attività agricola.

4. Allo scopo di favorire la massima diffusione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili tra le aziende agricole sarde vengono concessi contributi fino alla misura massima prevista dalle nuove norme nazionali in vigore.

5. Alfine di evitare lungaggini eccessive, l'erogazione del contributo viene prevista a sportello.

6 .Al fine di agevolare la bancabilità degli investimenti non assistititi dal contributo in conto capitale, è istituito un fondo di rotazione per prestiti a tasso agevolato fino a 15 anni per l'anticipazione delle somme relative al pagamento dell'IVA, della assicurazione obbligatoria e fino alla copertura del 20 per cento dell'eventuale quota di investimento non coperto dal mutuo bancario.

7. Al fine di favorire la realizzazione in piena autonomia degli investimenti per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle imprese agricole che hanno esaurito le proprie fonti di garanzia per i mutui bancari, la giunta è autorizzata ad agire, anche con il coinvolgimento della SFIRS, perché i consorzi fidi vengano messi in condizioni di assistere le stesse sul fronte delle garanzie.

8. Le misure di cui al comma 7 vengono previste per gli impianti fino a 200 KW realizzati dagli imprenditori agricoli in piena autonomia finanziaria.

9. Gli importi di spesa necessari si determinano in 5.000.000 annui per gli anni 2011-2012.

10. Alla determinazione degli oneri si provvede ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettere e) della legge regionale n. 11 del 2006.". (36).)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiederei dieci minuti di sospensione, vista la scarsa presenza di consiglieri in aula.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per dieci minuti, riprenderà alle ore 15 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 15 e10, viene ripresa alle ore 15 e 23.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni in materia di agricoltura" (186/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Sanna.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, signor Assessore, la sessione su questo provvedimento è iniziata con un'enfasi tipica della politica di questo tempo: "Abbiamo intenzione di rivederlo, vogliamo fare un intervento che contiene" - dice l'Assessore - "novità strutturali per il comparto". Però, memori del fatto che il percorso di questo provvedimento di legge, così come di tutte le cose che stiamo dibattendo in quest'Aula da due anni ormai, è stato sostanzialmente blindato dalla maggioranza, che parla di necessità di esplicitare gli emendamenti conclusivi e di variazione del provvedimento stesso a seguito e in conseguenza del dibattito…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sanna. Grazie, colleghi, mi avete capita al volo.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Hanno capito perché, tra l'altro, siamo di fronte al classico sistema della farsa consiliare: primo, quando sono presenti gli operatori interessati affermiamo di affrontare un provvedimento epocale, poi non ci ascoltiamo nemmeno tra noi; secondo, si fanno accelerazioni nella dialettica politica perché contano i tempi, non la sostanza; terzo, si invoca la collaborazione di tutti in un momento difficile e poi si blindano i testi della maggioranza o della Giunta, facendo sì che tutto quello che è stato detto e che si può dire in quest'Aula sia perfettamente inutile. Meno male che ci soccorre l'evidenza dei fatti: la Giunta strombazza a destra e a manca di aver chiuso un accordo e quando poi interviene in Aula non si accorge neanche di contravvenire a quegli stessi accordi che ha sbandierato per una settimana.

La verità è un'altra, colleghi: questo è un provvedimento che è persino un lusso chiamare toppa! E' persino un lusso chiamarlo toppa perché nasce dall'esigenza di rispondere a un problema che è sfuggito di mano quando dovevamo prevenire alcuni effetti e non rendere drammatica la condizione del mercato del lavoro in Sardegna, compreso quello della pastorizia, e anche perché non si affronta in maniera coordinata nessun tipo di relazione fra un provvedimento e l'altro. Io ho detto ai miei colleghi, in maniera molto chiara, che se si voleva fare una cosa seria si sarebbe dovuto fare un confronto molto chiaro con il mondo agropastorale, dicendo che non ci poteva essere una contrattazione, ma solo una mediazione, poiché la mediazione tiene conto delle variabili che sono in campo, e cioè i vincoli finanziari. Potevamo, però, fare qualcosa di meglio che promettere 2.500 euro ad azienda e poi scoprire che non tutte le aziende potranno percepirli, dal momento che il barile ha un fondo oltre il quale non si può raschiare. Si poteva ancora decidere di raccogliere tutti i denari disponibili in questa fine di esercizio e destinarli all'erogazione dei 2.500 euro ad azienda, fissando e garantendo i criteri da subito, e rinviare tutti gli altri interventi a un collegato alla finanziaria, con il quale avremmo potuto diluire e raccordare nel tempo tutti gli altri provvedimenti, dando a questi certezza di approdo, perché descriverli senza dare l'approdo è un sistema, Presidente, che fa parte, mi permetto di dire, di un luogo comune, ma che un tempo era chiamato "scadimento dell'etica pubblica", cioè del rapporto di lealtà e di verità che dobbiamo avere con i cittadini. E se la Giunta si chiude a riccio e non ascolta una sola parola, non si dica e non si accenni nemmeno a dire che questa che state approvando è la risposta del Consiglio regionale. Questa è la risposta del gruppo di potere che oggi governa la Sardegna, non del Consiglio regionale, altrimenti il nostro lavoro di questi giorni, il lavoro che è stato fatto nelle Commissioni avrebbe avuto un esito diverso, anche a costo di unire le forze per spiegare, nella verità, ai nostri interlocutori ciò che si può fare realmente e ciò che non si può fare. L'esito di tutto questo sarà molto semplice: siccome la situazione è fuori controllo, dobbiamo convincerci che la crisi dell'agricoltura in Sardegna non la si può risolvere come si risolvevano i problemi ai tempi degli yuppie, negli anni '70, ovvero "come va va", perché sappiamo che prima o poi qualcuno farà di nuovo i conti su questa partita.

Si leggono cose insulse in questo provvedimento: "Dobbiamo svuotare i magazzini perché così succede qualcosa". Può essere che svuotando i magazzini succeda qualcosa, ma un Consiglio regionale deve dire: "Non voglio più affrontare l'esigenza di svuotare i magazzini, perciò cerco di risolvere il problema a monte". E avrei preferito che quei 6 milioni di euro per i Paesi in via di sviluppo li avessimo dati per soddisfare i bisogni reali di quei Paesi, offrendo una gamma di prodotti che fanno parte anche di un'azione di marketing, anziché assistere alla vergogna di questi giorni: in piena crisi del settore lattiero-caseario, la Giunta stanzia un altro miliardo di euro per la pubblicità istituzionale, finanziando tutte le idiozie più colossali che si possano rinvenire in questo campo. In un momento in cui la Sardegna piange, noi facciamo cose inutili!

Ma la politica consiste anche nel fare scelte nette. La politica deve dire: "In questo momento non ci possiamo divertire, dobbiamo soccorrere chi è in difficoltà e prevedere una moratoria per alcune attività". Noi invece continuiamo a tenere il comportamento di chi pensa di disporre di risorse illimitate ed è supponente in tutto quello che vuole fare. Non potremo fare all'infinito tutto quello che facevamo prima, questo è chiaro, quindi dobbiamo fare delle rinunce. E perché dobbiamo fare delle rinunce, colleghi? Perché non riusciamo a dare risposte ai pastori? C'è una sola spiegazione: questa Giunta regionale non ha avuto il coraggio di portare a casa i denari che la Sardegna aveva negoziato con lo Stato. Se avessimo avuto quei denari le risorse ci sarebbero state e noi questo l'avevamo detto in tempi non sospetti, quando la polemica del sistema lattiero-caseario e dei pastori non si era inviluppata così tanto. Vi avevamo avvertito dicendo: "Attenzione, perché non sarà solo quel settore a protestare, si scatenerà tutto il mondo!".

Noi abbiamo bisogno di quelle risorse, perché in questo momento sono la risposta pubblica che dobbiamo dare. E invece stanziate un'altra vagonata di milioni per incrementare il consumo del pecorino nelle scuole! E' questo il modo di fare educazione alimentare, spendendo nelle mense e dimenticandosi che dobbiamo inculcare nei settori scientifici, negli ordini professionali dei medici l'idea che c'è un vantaggio a seguire una certa alimentazione e a utilizzare un certo tipo di prodotti? Faccio solo un esempio: se i medici oggi consigliano ai malati di osteoporosi di mangiare parmigiano reggiano è solo perché le operazioni che hanno fatto i consorzi di tutela in Emilia-Romagna hanno avuto un esito. Lo stesso esito l'avremmo potuto ottenere noi sapendo bene che il pecorino sardo ha un rapporto omega 3/omega 6, elementi fondamentali per contrastare quella patologia, quasi doppio rispetto ai prodotti concorrenti. Vogliamo dare il pecorino sardo ai bambini? Bene, ma come sempre viviamo questa questione slegata da un contesto più complesso, più articolato, più serio e, ahimè, saremo costretti a riaffrontare molto presto questo argomento, perché la misura dell'inefficienza di una Regione è purtroppo, oggi, la sua miopia. Ve l'ho già detto in altri tempi: stiamo arrivando al dunque sul piano nazionale, ricordatevi che questa esperienza regionale è finita ed è finita anche per questo modo di governare, di ignorare l'opposizione e di non voler sentire le ragioni degli altri. Immaginatevi se poteva interpretare le ragioni dei pastori una Giunta regionale che non è in grado di ascoltare neanche un briciolo dei consigli e dell'apporto che l'opposizione dà al dibattito consiliare!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, la settimana scorsa, quando è stata diffusa la notizia dell'accordo sancito tra la Giunta regionale e il Movimento pastori sardi, ho dapprima tirato un sospiro di sollievo, ma solo pensando che fosse la fine delle tensioni di quei giorni. Poi sono stato sopraffatto da un grande senso di angoscia per la percezione che avevo dei rischi derivanti dall'intromissione compiuta dalla politica, o meglio dalla Giunta regionale, nei rapporti tra le diverse associazioni, badate, solo insieme meglio rappresentative di un intero comparto che ha bisogno di stare unito per essere più forte. E lei, assessore Prato, è venuto a dirci ieri, testualmente, che serve la massima condivisione di tutti gli attori per poter gettare le basi affinché le difficoltà del passato non abbiano più a verificarsi. Lo dice ora, dopo aver diviso; lo dice ora, dopo aver ignorato, almeno per un istante, che sono in gioco le sorti non solo delle singole aziende, di chi ci lavora, delle loro famiglie, del futuro di un patrimonio su cui si fonda l'economia di intere comunità locali, ma anche di importanti valori di carattere culturale, storico e ambientale. Tutto già abbondantemente detto. Non le sto dando la colpa di tutti i mali, ma sono stato sopraffatto da un grande senso di angoscia per il peso delle risposte che appartengono alla responsabilità di quest'Aula. E' la sensazione che ho avvertito dall'ennesimo bluff di questa Giunta, che con fatica ho provato a seguire, e a quanto pare non sono l'unico, nell'iter confuso ed equivoco iniziato sin dalla prima versione del disegno di legge proposto, per arrivare al testo esitato dalla Commissione passando prima attraverso un accordo violato, si può dire, il giorno successivo alla sua stipula.

La responsabilità politica che ci appartiene e la solidarietà nei confronti di un settore così martoriato, come quello agropastorale, evidentemente condiziona in modo significativo l'atteggiamento che assumiamo oggi in quest'Aula; atteggiamento di non ostilità, come è già stato detto, nei confronti di un provvedimento di legge che contiene certo soluzioni emergenziali indispensabili, ma che è ben lungi dal costituire un documento addirittura di valore strategico o di riforma, come lei, Assessore, in uno slancio di generosità nei confronti di se stesso evidentemente, ha voluto definirlo. Anzi, a me verrebbe da dire che le confuse iniziative della Giunta in materia non solo deludono, ma preoccupano, proprio per il fatto che si è persa questa importante occasione per provare a elevare la dimensione dell'intervento al valore strategico e strutturale che meritava, con il risultato che invece ci ritroviamo oggi di un accordo poco chiaro prima e di un disegno di legge che lo contraddice subito dopo. Bene hanno fatto i colleghi che già le hanno chiesto di fare chiarezza sia sui numeri sia sui contenuti; non solo sui numeri e i contenuti dell'accordo, ma anche su quelli del disegno di legge, così com'è stato modificato e stravolto dagli emendamenti della stessa Giunta.

Se fosse veramente così, Assessore, colleghi, e dai primi commenti sembrerebbe proprio di sì, sarebbe pericolosissimo. Se cioè gli allevatori avessero inteso di aver sottoscritto un accordo diverso da quello che ha inteso lei, allora aspettiamoci, nella migliore delle ipotesi, di dover tornare sul tema. Quel giorno qualcuno dovrà dire di aver capito male o qualcun altro di non essersi spiegato bene. Ma ciò che le chiedo, Assessore, è soprattutto se l'obiettivo fosse superare la nottata. La stessa nottata sarebbe potuta trascorrere anche meglio, forse anche prima, se si fossero finalmente erogati quei 70 milioni di euro che le aziende attendono e che sono stanziati dal 2008 per le calamità naturali, la siccità e le alluvioni, o più semplicemente se fossero stati assegnati i premi comunitari del Programma di sviluppo rurale (PSR) o anche solo una parte di essi.

Assessore, la domanda che le pongo è questa: perché questo ritardo impressionante nella spendita di somme così ingenti? Perché, Assessore, si è attesa la degenerazione delle manifestazioni per cambiare marcia rispetto a un tema così drammatico, senza con questo volervi addossare la responsabilità di una crisi che certo viene da ben lontano, ma che poteva essere gestita nei mesi scorsi in modo completamente diverso? Ora, per intenderci, il ristoro delle imprese è condizione necessaria affinché si possa andare avanti e oggi, con questo disegno di legge, si prova a correre almeno ai ripari, quelli possibili, nonostante le tante contraddizioni. Ed è anche vero che si prova a farci stare qualcosina di più dentro, con tutta l'estemporaneità, però, che una norma scritta in fretta e furia può racchiudere. Altro che legge di riforma! Ma va bene lo stesso, Assessore. L'errore che non può essere commesso e che non possiamo commettere è attribuire a tale provvedimento un'aspettativa eccessiva, e quindi non illudiamoci noi e soprattutto non illudiamo nessun altro. Lo dico per non abbassare il livello di guardia e per tenere presente che sulla stessa materia dovremo tornarci in maniera diversa e anche rapidamente. Lo dico per non correre il rischio che argomenti come il miglioramento e la diversificazione dell'offerta produttiva o il potenziamento della filiera agroalimentare non restino tanti anonimi articoli 1 bis, ovvero emendamenti certamente animati da buone intenzioni, ma appiccicati in ordine sparso, privi di alcuna organicità su una legge, come sappiamo, in cui si rimanda sempre a ipotesi e programmi successivi tutti da definire, quindi da scoprire e soprattutto da verificare. Nel frattempo il prezzo del latte è quello che è e le cause e anche le dinamiche del mercato sono temi noti e di dominio pubblico.

Caro Assessore, a me non sembra che stiamo incidendo in modo significativo sulle cause che determinano o inquinano il valore del prezzo del latte e la mia preoccupazione è che, superata la nottata, ci ritroviamo con gli stessi problemi di prima. Non c'è, infatti, sul campo un'iniziativa politica forte e autorevole in grado di costruire in modo duraturo quell'intesa che manca tra i diversi attori della filiera e che può consentire il raggiungimento di accordi congrui tra le diverse parti. Per questo dico che costituisce grave inadempienza da parte sua non aver attivato in questi due anni nessun tavolo nel quale almeno provare a costruire un accordo possibile. E per rispondere al presidente Mariano Contu, quando dice che i tavoli non si abbandonano, aggiungo che costituisce ancora di più - a conferma della sua allergia ai tavoli - grave responsabilità politica e istituzionale l'aver abbandonato il tavolo Governo-Regioni sull'ovi-caprino che con tanta fatica era stato istituito a Roma, rappresentando, sino a quel momento, un passo avanti di straordinaria importanza, una conquista nelle trattative su scala nazionale vanificata in parte dal suo ingiustificato comportamento. Se proprio non poteva farne a meno, ci sarebbero state tantissime altre occasioni per manifestare contro i rappresentanti di quel Governo vostro amico tutto il disappunto per le umiliazioni inflitte alla nostra Regione in questi anni. Persino il presidente Fini, mi sia permesso fare questo riferimento, dopo che noi lo abbiamo ripetuto in tutte le sedi e in tutte le salse, in diretta satellitare, e quindi in mondovisione, domenica scorsa da Perugia si è fatto carico di una parte di quel disagio, che è anche nostro, quando ha ricordato e condannato lo scippo dei fondi FAS per le aree sottoutilizzate, utilizzati per tacitare un migliaio di allevatori e pagare le loro multe sulle quote latte, tutti allevatori delle regioni del Nord Italia, evidentemente meglio rappresentati e meglio tutelati all'interno di una maggioranza e di un Governo a trazione leghista spregiudicata. Se da parte del Governo nazionale ci fosse stata anche nei nostri confronti la stessa considerazione, immaginate quante boccate di ossigeno per noi! Probabilmente i fondi FAS non si sarebbero mai mossi da qui, non si sarebbe sbagliato l'indirizzo nell'invio, da parte degli uffici ministeriali, della documentazione attinente alle valutazioni di impatto ambientale sulla Sassari-Olbia, non si sarebbe dirottato altrove un evento internazionale di successo, come è accaduto per il G8, e la vertenza sulle entrate avrebbe avuto una storia diversa. Così, a pioggia, la nostra crisi avrebbe avuto una storia diversa e anche la crisi del comparto ovi-caprino avrebbe avuto una storia diversa. Forse la chiave di lettura sta proprio qui, nell'imbarazzante rapporto che avete colpevolmente tenuto con il vostro Governo amico, sino alla reazione di ieri, certamente tardiva, del presidente Cappellacci, che ha iniziato a indispettirsi, ma ci sono voluti due anni di umiliazioni. Per molto meno il Presidente leghista della Regione Veneto ha minacciato la disobbedienza fiscale! Sino a ieri, quando il Presidente del Consiglio dei Ministri lo ha rassicurato pubblicamente e pubblicamente ne ha approvato l'atteggiamento istituzionalmente scorretto. Io esprimo il mio disappunto anche per questo. Sono per il rispetto delle regole e non per la disobbedienza, lo stesso rispetto che però dobbiamo pretendere con forza per la nostra regione e per la nostra gente.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, sulla grande farsa denunciata anche dal consigliere Gian Valerio Sanna vorrei riferire quanto ho vissuto in questa giornata, dopo il rito della democrazia formale compiuto qualche ora fa in quinta Commissione; rito, come spesso avviene, utile solo per perdere tempo. Ed è un vero peccato che i disoccupati, i pastori e gli agricoltori in crisi e tutti i precari sardi per questa perdita di tempo sopportino comunque dei costi molto elevati.

Il disegno di legge numero 186, già volutamente nebuloso, viene presentato in Aula stravolto, quindi si tratta di una nuova versione del provvedimento, sul quale il Consiglio regionale è chiamato più che a esprimersi per dare il proprio contributo a un progetto efficace per contrastare la crisi...

(Brusio in aula)

E' incredibile!

Il Consiglio regionale, dicevo, tende principalmente a liquidare questa operazione, esclusivamente della Giunta, in modo veloce e con un'alzatina di mano. Questo è quello che spera questa Giunta oggi, ma siamo di fronte a un'emergenza democratica all'interno delle istituzioni. Così facendo la Giunta esclude di fatto il Consiglio regionale con le sue competenze, e quindi lo delegittima.

Per non ripetere quanto ho già denunciato nell'intervento di ieri, in questa grande farsa, dove tutto viene stravolto per creare volutamente confusione e nascondere le malefatte, vorrei porre oggi una domanda molto semplice. Assessore Prato, mi rivolgo a lei e sarò molto sintetica: visto che la Giunta ha preso accordi chiari e specifici con il Movimento pastori sardi e con alcune categorie del settore, quale di questi accordi la sua Giunta intende oggi onorare? Io ho visto gli emendamenti presentati e penso che servano solo ad alimentare confusione e a escludere i produttori più fragili, quelli ad esempio che non aderiscono alle organizzazioni di produttori (OP) o che non sono organizzati in cooperative. E stiamo parlando delle piccole imprese a gestione familiare, quelle maggiormente presenti nel nostro territorio.

Emerge altresì, in termini molto schietti, che nel 2010, contrariamente alle promesse fatte, non ci sarà alcuna possibilità di erogare fondi. Mi fermo qui e mi riservo di intervenire nel corso della presentazione degli emendamenti. Assessore, vorrei cortesemente che lei desse una risposta chiara sull'accordo con il quale intende onorare, appunto, le promesse.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, non c'è dubbio che l'articolo 1 di questo testo di legge rappresenta la sostanza vera. Devo essere sincero, ho avuto molta difficoltà a riordinare le carte, soprattutto perché siamo partiti da un disegno di legge di quattro articoli, modificato in corso d'opera: tre o quattro accordi con le associazioni di categoria e il Movimento pastori sardi e alla fine il risultato è quello di cui abbiamo parlato anche ieri. Siamo partiti, tra l'altro, da un accordo con il Movimento pastori che prevedeva...

(Brusio in aula)

Presidente, se disturbo non parlo!

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Solinas. Colleghi, onorevole Biancareddu, onorevole Lai, per cortesia! Grazie.

Prego, onorevole Solinas.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Dicevo che l'accordo che l'assessore Prato e il presidente Cappellacci hanno sottoscritto in quella mattinata, forse sull'onda dell'occupazione degli uffici del Consiglio regionale, prevedeva l'assegnazione di 2.500 euro ad azienda, indipendentemente dal numero dei capi. Era difficile capire in che modo potevano essere garantiti 2.500 euro ad azienda prevedendo solo ed esclusivamente uno stanziamento di 10 milioni di euro. Successivamente l'Assessore ha incontrato le associazioni professionali e il limite massimo del contributo è salito a 3.000 euro, quindi era implicito che il contributo sarebbe stato proporzionale al numero dei capi o al numero dei litri di latte prodotto, insomma la Giunta si riservava di stabilire successivamente un criterio.

Ieri l'Assessore ha parlato di grande condivisione. Non vorrei ripetermi, ma le faccio notare, Assessore, che proprio ieri si è aggiunta un'altra novità: le associazioni di categoria, quelle più importanti, che rappresentano quasi il 75 per cento del settore, le hanno detto e hanno messo per iscritto che sono nettamente contrarie a questa proposta; contrarietà è stata manifestata anche da tutte e sei le centrali cooperative, indipendentemente dalle vicinanze di carattere politico. Tra l'altro è sparita dall'accordo che aveva fatto con il Movimento pastori la famosa finalizzazione dei 2.500 euro, o 3.000 come limite massimo. Nell'accordo questi soldi erano destinati a favorire l'aggregazione, riconoscendo un aiuto in funzione della finalizzazione al miglioramento del processo di vendita, quindi sarà premiata con il contributo massimo la finalizzazione a un prezzo di 0,85 centesimi di euro al litro di latte. Tale premio sarà proporzionalmente ridotto sino al 75 per cento in corrispondenza di un prezzo di 0,70 centesimi di euro al litro di latte. Il contributo era comunque legato comunque al prezzo del latte. Oggi nell'emendamento che ha presentato la Giunta sparisce completamente la possibilità di legare questo incentivo, questo contributo a una ridefinizione o almeno a un possibile impegno da parte delle associazioni degli industriali o di chi determina oggi in Sardegna il prezzo del latte a ridiscutere con le associazioni professionali, le cooperative e il Movimento pastori il prezzo del latte.

Io non so in che modo abbia calcolato la cifra di 2.500 euro come contributo massimo, se infatti consideriamo i dati relativi alle aziende e ai capi presenti in Sardegna, ovvero 2 milioni e 600 mila capi e 17 mila aziende, otteniamo un contributo medio di 588 euro ad azienda. Per essere un po' elastici e considerando che magari la metà di quelle 17 mila imprese non è costituita da imprese IAP o CD, risultano 8.500 aziende; riducendo anche il numero dei capi da 2 milioni e 600 mila a 2 milioni, il contributo massimo sarebbe di 750 euro ad azienda.

Ecco, Assessore, credo che se ieri il Movimento pastori ha abbandonato quest'aula, dove assisteva ai nostri lavori, e se nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, dovesse ripetere le azioni eclatanti che ha compiuto nelle settimane scorse, molto probabilmente sarà difficile dirgli che sta sbagliando, perché voi avete preso degli impegni e non li state mantenendo. Ma se gli impegni non si possono mantenere non li si deve neanche prendere. Mi chiedo cosa dirà, cosa diremo al Movimento pastori: dirà ancora che la responsabilità è del Consiglio perché ha approvato una legge sulla quale magari dirà che lei non era d'accordo? Le verrà difficile questa volta affermare queste cose.

Noi abbiamo dichiarato ieri, lo confermiamo oggi, che vogliamo lavorare per cercare di migliorare questo disegno di legge. Devo anche dire, e l'ha già sottolineato la collega Zuncheddu, che l'atteggiamento che la maggioranza ha assunto in Commissione agricoltura non era certo improntato alla disponibilità al confronto o al miglioramento del testo. Abbiamo assistito quasi al rifiuto di leggere il testo dell'emendamento, figuriamoci quanta disponibilità ci fosse a discuterne il merito!

Con l'emendamento all'articolo 1 noi abbiamo cercato di raggiungere un obiettivo, che era quello di rispettare quanto più possibile gli impegni che erano stati presi sia con il Movimento pastori sia con le associazioni professionali. Portando il contributo massimo a 20 euro a capo saremmo riusciti a dare a un'azienda di 100 capi un contributo annuo di 2.000 euro. Qualcuno avrebbe potuto avere anche più di 2.500 euro, ma certamente non più di 3.000 euro, e comunque la maggior parte delle aziende avrebbe preso più di 2.000 euro. E non diteci che questa è demagogia, come qualcuno ha detto, perché sappiamo che le risorse finanziarie non ci sono. Le risorse finanziare quando si vogliono trovare si trovano. Sicuramente la concessione di un contributo ad azienda di 2.000 o 3.000 euro all'anno non è risolutiva, ma è certamente umiliante per la maggior parte delle aziende ovi-caprine della Sardegna sentirsi dire che dopo la battaglia di questi mesi, di queste settimane, la Regione interverrà mediamente con 588 o 750 euro!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, ieri il presidente Cappellacci ha affermato che la Giunta avrebbe formalizzato i suoi emendamenti dopo gli interventi svolti in Consiglio anche dall'opposizione. Lo ringraziamo perché tutti i contributi emersi ieri e gli emendamenti presentati sono stati accolti... cras a manzanu, si direbbe in un famoso social network!

Riprendo l'intervento del Presidente della Commissione agricoltura, l'amico Mariano Contu, che ieri ha stigmatizzato il comportamento di chi si alza dai tavoli di concertazione prima di aver raggiunto il risultato. Evidentemente - l'ha affermato anche qualcuno che mi ha preceduto - il collega Contu si riferiva al comportamento tenuto dall'Assessore ai tavoli ministeriali. C'è sicuramente una grande anomalia nei comportamenti della Giunta, dopo che per tre mesi, con slogan propagandistici, ha prospettato interventi risolutivi di una situazione drammatica, senza ottenere nessun risultato. Oggi ci viene presentato un dispositivo di legge totalmente cambiato rispetto a quello di cui si è discusso in Commissione e non potete far finta, mi rivolgo agli amici della maggioranza, soprattutto a coloro che per primi hanno contestato l'Assessore dell'agricoltura, che nulla di anomalo stia succedendo in quest'Aula. Noi saremo i primi, con grande senso di responsabilità, a contribuire all'approvazione di provvedimenti efficaci, seppure tardivi, in un contesto di estrema drammaticità.

Vorrei capire qual è il senso di questa reticenza, dell'oscuramento sistematico degli atti della Giunta. Chiedo al Presidente della Commissione se finalmente siano arrivati i dati chiesti ripetutamente in Commissione da tre mesi a questa parte, dati importanti che servono anche per esitare questo provvedimento. Mi riferisco in particolar modo ai magazzini del formaggio. Noi vorremmo sapere - e lo stiamo chiedendo da tempo - dove sono tutti questi quintali di formaggio che devono essere smaltiti e non si riesce a smaltire. Non capiamo perché questi dati non ci vengano forniti, dal momento che ci risulta anche che l'Assessore vada girando per la Sardegna per controllare dove sia immagazzinato questo formaggio.

Vorremmo anche sapere se le pratiche ARGEA, mi riferisco all'indennità compensativa e al benessere animale, sono state istruite, se le decine di allevatori che hanno avuto un irrisorio problema di cointestazione del conto possono finalmente riscuotere quanto legittimamente loro dovuto, dopo che più volte erano stati rassicurati sul fatto che le pratiche erano a posto e i soldi in arrivo. Probabilmente si sono perse nelle stive della Tirrenia!

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, mi scusi. Onorevole Pitea, onorevole Artizzu, prendete posto, grazie.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Vorremmo sapere se l'organismo pagatore sia stato trasferito dal continente alla Sardegna, visto che questo sarebbe dovuto avvenire già dal 16 ottobre. Probabilmente anche lui si è perso dentro le stive della Tirrenia! Siamo comunque contenti se al posto delle risorse dovuteci dall'articolo 8 dello Statuto e al posto dei fondi FAS è arrivata finalmente una bacchettina magica che oggi ci mette in condizioni di dare risposte a tutte le istanze ben rappresentate dal mondo agricolo!

Riflettiamo seriamente sul fatto che l'accordo è stato raggiunto non nelle sedi istituzionali, ma nella prefettura. Chiariamo una volta per tutte se davvero in Giunta esistono situazioni di conflitto di interessi, come in alcuni interventi ieri è stato sottolineato. L'onorevole Pittalis ha parlato di interventi inconcludenti e tattici dai banchi dell'opposizione, fatti per perdere tempo e destabilizzare. Io vorrei chiedere a lui se in tutti questi mesi il tempo non sia invece stato perso da chi ha la responsabilità di governo o da chi era impegnato a promuovere incontri separati per minare la compattezza delle associazioni di categoria e della cooperazione.

Noi vogliamo sapere se l'accordo vero sottoscritto con il Movimento pastori è quello rappresentato da loro oppure quello rappresentato dall'Assessore, perché qui c'è qualcuno che racconta frottole e vogliamo capire chi è. Credo che la decisione di abbandonare le tribune di quest'aula assunta ieri dal Movimento pastori sia dovuta davvero al fatto che erano stati promessi degli impegni che poi non sono stati mantenuti. Noi abbiamo il diritto di sapere se le cose siano andate davvero in questa maniera. Ricordo, inoltre, che il senso di responsabilità di queste opposizioni è stato dimostrato continuamente anche nella Commissione agricoltura, la quale per mesi è stata convocata e sconvocata a piacimento di chi doveva presentare un disegno di legge che poi veniva modificato nell'arco di un paio d'ore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghe e colleghi, dopo il dibattito di ieri, in cui tanto si è detto, e anche quello di oggi in cui tanto si continua a dire, ci troviamo naturalmente, lasciatemelo dire, nel seguire i lavori su questo disegno di legge ad affermare una prudente soddisfazione.

E' chiaro che tutti noi dobbiamo caricarci di una rinnovata responsabilità e di un impegno tali da raggiungere i migliori risultati e anche una dimensione di riferimento più credibile e più efficace. Insomma, deve prevalere da parte di tutti noi un dialogo onesto ed oggettivo e un comune senso di responsabilità. Credo che questo debba essere fatto in una dimensione nuova, molto pragmatica, molto lontana dalla ricerca di facili consensi e che miri a cercare le soluzioni senza dilazionarle nel tempo e neppure diluirle o solo prospettarle come poco onorevoli specchietti per le allodole. Voi tutti ricorderete la volta in cui noi del Partito Sardo d'Azione abbandonammo l'aula per non partecipare alla votazione su una fabbrica di miraggi che, come poi è capitato, avrebbe creato solo confusione e contribuito ad acuire i contrasti e le contrapposizioni fra le parti. Ecco, io desidero essere molto chiaro su questo punto: il nostro atteggiamento era prudente allora e lo è altrettanto adesso. Insomma, credo che la piazza vada sempre e comunque ascoltata, anche se non ritengo corretto evocarla e agitarla secondo la filosofia del "tanto peggio tanto meglio", che è figlia di una cultura irresponsabile e pure eversiva e degenerativa di un non governo.

Credo che lavorare per un confronto il più pacato e costruttivo possibile, che non nasconda al suo interno nessuna velleità di dare dimostrazioni e prove muscolari, debba sempre essere la strada maestra, da percorrere anche qui stasera. E questo vale sia per le organizzazioni che rappresentano le campagne che, a maggior ragione, per la politica nelle sue differenti connotazioni. Ebbene, la genesi dei diversi provvedimenti e anche le novità contenute nel presente disegno di legge a favore del comparto ovi-caprino e agricolo testimoniano bene la sintesi di un travaglio che ha comportato anche concessioni e sacrifici reciproci delle parti, nell'ottica di mirare esclusivamente ad affrontare i problemi e insieme condividere le soluzioni.

Ripeto, questi provvedimenti si propongono di andare incontro alle aspettative del comparto agropastorale con azioni urgenti e selettive contro la crisi. Mi voglio riferire in particolare all'articolo 1, riservato al settore ovi-caprino, che ha come obiettivo la concentrazione dell'offerta del latte e la conseguente sopravvivenza del sistema cooperativo isolano. L'articolo 1 credo sia volto, insomma, a razionalizzare le giacenze di pecorino romano al fine di evitare che molte cooperative che lavorano il latte ovino restino chiuse proprio in occasione della stagione casearia ormai alle porte.

Al riguardo bisogna dare atto all'assessore Prato, che si è fatto anche carico dell'impopolare ruolo di capro espiatorio per deficienze e malfunzioni in gran parte ereditate dal passato, di avere più volte ribadito la necessità della sopravvivenza del sistema cooperativo, che è centrale per il comparto ovi-caprino, anche perché le cooperative, che rappresentano oltre il 60 per cento della produzione, sono prima di tutto i loro soci, e cioè i pastori. Questo è certo un intervento dettato dalla contingenza del momento, che oggettivamente è drammatico, ma che non può diventare una prassi strutturale. E' però un intervento, dobbiamo riconoscerlo tutti con grande onestà, che andava comunque fatto.

Ho apprezzato alcune risposte dell'assessore Prato ai vari interventi di ieri di esponenti dell'opposizione e della maggioranza. L'Assessore ha risposto con molta umiltà e credo che in questo Consiglio anche da parte nostra ce ne vorrebbe tanta di umiltà. Il rapporto fra noi consiglieri - lo si è visto anche oggi - dovrebbe essere misurato dall'umanità e non dalla violenza verbale di chi vuole apparire o crede di essere il più forte. Deve prevalere il rispetto della dignità della persona; la persona deve essere considerata non come qualcosa, ma come qualcuno. I rapporti umani sono fondamentali e i rapporti fra noi sono importanti; senza di essi non possiamo raggiungere l'obiettivo finale, che è quello del bene comune, che in questo caso è il bene del mondo agropastorale.

Ieri alcuni colleghi hanno deriso il presidente Cappellacci perché, rispondendo all'onorevole Maninchedda, ha citato un santo. Ebbene, questi sono atteggiamenti che a me dispiacciono e che non devono far parte di quest'Aula. Il presidente Cappellacci ha fatto bene a sottolineare la necessità di scelte radicali dicendo: "Vogliamo rompere con un passato che ci ha lasciato un'eredità disastrosa e fare scelte coraggiose. Vogliamo farlo insieme ai pastori e a tutti gli attori del settore". Ecco, io credo che alle parole e agli impegni ora debbano seguire necessariamente i fatti, perché sarà proprio sui fatti che noi Sardisti, come nostra abitudine, andremo a cercare i riscontri e gli effettivi benefici di questo articolo come dell'intero disegno di legge. Al riguardo desidero aggiungere che sarà fondamentale l'apporto e la collaborazione di tutti gli attori della filiera.

Ecco, colleghi, favorire i processi aggregativi e la diversificazione produttiva e promuovere un indirizzo di mercato che incentivi il consumo dei prodotti agroalimentari locali di qualità e a filiera corta significa prima di tutto una giusta e certa remunerazione sia per i coltivatori che per i pastori; significa soprattutto un'equa e più giusta distribuzione della ricchezza lungo tutta la filiera di produzione, ma anche cercare di proteggere i nostri mercati da prodotti di dubbia provenienza e contraffatti, che noi importiamo sempre più a basso prezzo. Tutto ciò si potrà e si dovrà garantire di certo attraverso adeguati controlli, severi ma non punitivi, che devono essere ulteriormente previsti e meglio definiti e a una rinnovata e più attenta normativa di semplificazione che vada a effettivo beneficio del settore. Solo così si potrà arrivare a una soluzione strutturale della crisi e allo stesso tempo evitare che già tra un anno si ripresentino gli stessi problemi di oggi.

Il contributo degli industriali caseari è e sarà perciò fondamentale come quello dei produttori, delle organizzazioni sindacali nella loro interezza e della parte politica e istituzionale. Penso che voler porre le basi di un rilancio duraturo del settore attraverso dei provvedimenti strutturali così necessari non possa rappresentare solamente la volontà di un successo da iscriversi unicamente alla Giunta regionale, al suo Presidente, all'Assessore dell'agricoltura, alla quinta Commissione e a questo Consiglio, ma debba rappresentare innanzitutto il paradigma dell'evoluzione di una cultura di gestione e di amministrazione che abbandona il palliativo degli ammortizzatori sociali e dell'assistenza schizofrenica e indiscriminata, fatta spesso per lavoratori fittizi o per imprese che si limitano a galleggiare, per diventare battaglia di civiltà e strumento di crescita non solo economica, ma anche culturale, identitaria, sociale e politica. Insomma, oggi siamo chiamati a costruire assieme un atto concreto e veramente utile, qualcosa che dovrà servire agli operatori di un settore fragile che ormai è al collasso, ma che è anche fondamentale per l'economia della Sardegna.

Per quanto riguarda il presente articolo sono stati presentati numerosi emendamenti al primitivo testo della Giunta, che riguardano interventi aggiuntivi a cui deve essere assicurata con certezza, come per l'intera norma, la dovuta copertura finanziaria. Se non c'è questa, la crisi continuerà. Le crisi quasi sempre sono una conseguenza precisa di errate politiche di governo che mai guardano al lungo periodo e di dinamiche commerciali spesso egoiste che poi obbligano ad aggiustamenti strutturali che in Sardegna sono sempre stati vergognosi palliativi messi in campo da organismi locali, nazionali e internazionali, che si muovono anche nell'ottica di una crescente…

PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, cercherò di raccogliere l'appello che ha lanciato testé il collega Planetta, relativamente alla concretezza, al pragmatismo e al rispetto umano, così si è pronunciato.

Ebbene, solo l'altro ieri la Banca d'Italia, che credo non pecchi di pragmatismo, ci ha ricordato i dati della congiuntura economica in Sardegna. Non sembri fuori tema, arrivo in fretta al settore oggetto dei nostri lavori. Nell'Isola, ci ricorda la Banca d'Italia, nei primi nove mesi del 2010 aumenta il ritardo di sviluppo, aumenta il deficit di competitività, sono in caduta libera i redditi delle persone, in particolare delle famiglie, comprese quelle di cui parliamo oggi. La crisi continua a pesare su tutti i settori, fanno eccezione - ci ricorda la Banca d'Italia - solo e soltanto la grande distribuzione e il mercato immobiliare nell'erogazione di mutui, per il resto è un disastro: calano di un ulteriore 3 per cento le imprese industriali, onorevole Cherchi; perde il 4,8 per cento il valore delle costruzioni; la disoccupazione cresce di un ulteriore 0,5 per cento, rispetto al 14 per cento che era già troppo alto; le esportazioni, assessore Prato, al netto dei prodotti petroliferi, perdono il 4,5 per cento; il settore agricolo perde il 12,5 per cento nella capacità di esportazione; il settore alimentare perde, sempre nella capacità di esportazione, l'8,5 per cento. Sono dati che credo abbiano un carattere e una valenza pragmatica, come ci ricordava il collega Planetta.

Fin qui l'impietosa fotografia della Banca d'Italia, che credo sia un istituto autorevole e non contestabile da nessuno. E' utile - io aggiungo, molto più modestamente - ricordare a noi tutti, relativamente a questi dati, la composizione percentuale del nostro sistema economico regionale. Usiamo un parametro, quello del valore aggiunto, ebbene l'agricoltura in Sardegna pesa per il 3,6 per cento rispetto a una media nazionale che è simile ed è del 3,5 per cento; l'industria è al 12 rispetto al 22 della media nazionale; il commercio, compreso il comparto alberghiero e anche il trasporto, in Sardegna è al 25 per cento, solo un punto in più rispetto alla media nazionale; le intermediazioni monetarie e bancarie sono al 22 per cento, anche queste in linea con la media nazionale; le attività di servizio in Sardegna sono quasi al 30 per cento, mentre la media nazionale è al 20. Noi abbiamo 9 punti in più nei servizi rispetto alla media nazionale ma, vivaddio, abbiamo un sistema economico, un apparato produttivo che si può permettere 10 punti in più nei servizi rispetto a un apparato produttivo che di fatto non abbiamo, cioè è un settore che serve se stesso e crolla come neve al sole alla prima scossa, e ormai i segnali li registriamo.

Gli occupati in agricoltura - e qui iniziamo ad affrontare alcune questioni, assessore Prato - sono il 5,9 per cento; la media nazionale, come lei ben sa, è pari al 3,7 per cento. Pertanto se come contributo di valore aggiunto l'agricoltura pesa in Sardegna quanto pesa a livello nazionale, ma gli addetti in questa regione sono quasi il doppio rispetto alla media nazionale, stiamo parlando - Assessore lei lo sa bene, perché è una regola elementare di economia - di un settore fortemente arretrato. Questo è lo specchio che ci consegna la nostra realtà. Che cosa significa? Significa che il settore agricolo ha bisogno di aumentare il proprio contributo di valore aggiunto per aumentare la ricchezza prodotta in questo settore e deve farlo, Assessore, lei lo sa bene, attraverso un'iniziativa, attraverso interventi davvero strutturali, e non dei palliativi, perché se sono palliativi i dati macroeconomici che ci ricorda la Banca d'Italia ovviamente non saranno assolutamente destinati a modificarsi né nel prossimo futuro né nel medio termine.

La prima riflessione è dunque questa, Assessore, facendo appello anche all'onestà intellettuale: lei è convinto che la proposta fatta da lei e dalla Giunta ai colleghi della maggioranza, cioè il provvedimento che stiamo affrontando, abbia queste caratteristiche e questa valenza? E' davvero un provvedimento capace di intervenire per modificare la struttura di questo settore affinché l'unico settore primario che abbiamo in questa regione riprenda a produrre reddito e ricchezza per l'economia della Sardegna? Il giudizio che noi diamo, con molta modestia, è che siamo di fronte a un testo che non risponde a queste caratteristiche. Badate, il problema non è quello di volersi pavoneggiare con questa analisi; il problema è quello di verificare se in quest'Aula c'è davvero la disponibilità a un confronto serio, per vedere se stiamo imboccando una volta per tutte la strada giusta. A me pare, anche da come sono andati i lavori e il confronto in Commissione, che non siamo su questa strada, quindi l'appello che faccio è innanzitutto a recuperare questo spirito, altrimenti non si va da nessuna parte, perché quando ci si chiude nell'arroganza dei numeri si perde anche la percezione del fatto che in certi momenti si può cogliere qualche opportunità e qualche proposta avanzata da chi non fa parte della maggioranza, e non mi pare che voi stiate operando in questa direzione.

Io credo che le organizzazioni del settore, le associazioni di categoria, compreso il Movimento pastori sardi, abbiano avuto il grande merito di costringere le forze politiche regionali a mettere al primo punto dell'agenda politica questo problema. Hanno sollevato un grido d'allarme e sono riuscite, attraverso iniziative certamente forti, a porre alla nostra attenzione questo problema. Assessore Prato, glielo dice chi crede di avere un minimo di esperienza in queste cose: le organizzazioni, per quanto possano pensare di rappresentare interessi generali, sono comunque sempre portatrici di interessi parziali, rappresentano interessi di parte, lo dico nel senso nobile del termine, e quindi nella dialettica è normale che in situazioni come queste le organizzazioni di settore, proprio perché hanno necessità di rispondere meglio alle proprie rappresentanze di interesse, possano dividersi, come è successo questa volta. Però, attenzione, loro sono giustificate; chi non è giustificato è chi ha responsabilità politiche e istituzionali che, a maggior ragione, di fronte a difficoltà come quelle, deve lavorare non per accentuare e divaricare ulteriormente le differenze, ma per aiutare a superarle, contribuendo anche con proposte che intercettino i bisogni e riescano a dare qualche risposta a quelle attese.

Caro collega Pittalis, mi dispiace di non essere riuscito a intervenire ieri, dopo la sequela di improperi che lei ha rivolto all'opposizione riguardo alla passata legislatura, quasi che volessimo parlare solo di questo. Stiamo discutendo invece di cose concrete, per cui lasciamo perdere il passato, l'ho detto tante volte, e concentriamoci sul merito delle questioni in esame. Volete che vi diciamo che è colpa dei cinque anni passati? Va bene, punto! Questa Giunta governando da diciannove mesi, quasi due anni, discutiamo in questa legislatura, in questo momento, di un provvedimento delicato come questo. Allora faccio una proposta: Assessore, sollevi la testa e la usi per ragionare politicamente rispetto ai problemi che abbiamo. Siate disponibili a un confronto e soprattutto mettete a disposizione risorse finanziarie, perché con questa esigua disponibilità voi non siete in grado di intercettare i bisogni del mondo agropastorale e di dare risposte. Con la soluzione che indicate dividerete ulteriormente questo mondo e mortificherete un'economia importante come questa. Di questo dovete tenerne conto, la testa va sollevata nei confronti del Governo nazionale per pretendere l'esigibilità delle risorse.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, un ulteriore intervento il mio per sottolineare il fatto che nell'articolo 1, nato con una sola finalità, ovvero il sostegno del comparto ovi-caprino, con la prima tornata di emendamenti sono stati introdotti sei o sette nuovi obiettivi. Va bene, va tutto bene, per carità, ma con gli ultimi emendamenti presentati vengono addirittura introdotti altri argomenti, come il contenimento dei costi di produzione dei mangimi, la stabilizzazione nei ruoli regionali di personale dell'Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione e norme sugli impianti fotovoltaici. Benissimo, va tutto bene, ripeto, credo però che la successione degli avvenimenti stia dando vita a una proposta disarticolata, che non incide su quello che credo debba essere l'obiettivo principale, cioè creare le condizioni per una proposta organica su un comparto così importante come l'agricoltura, quindi per il mondo della pastorizia, il mondo delle produzioni orticole, come le leguminose e così via. Un mondo importantissimo per l'economia della nostra regione, alla quale è legato il futuro non solo economico, ma anche sociale della Sardegna.

L'economia della nostra isola è fondata, come abbiamo detto, su questi elementi cardine. Ebbene, a mio avviso, avremmo dovuto predisporre un intervento tampone urgente per i bisogni che gli operatori e le associazioni di categoria hanno sottolineato, riservandoci di affrontare assieme il tema successivamente, perché mi sembra che l'intero Consiglio l'abbia a cuore e sia disposto a operare in tal senso. Ci troviamo invece a operare in una situazione di disarticolazione, affrontando punti molto importanti ed essenziali, legati però esclusivamente al sostegno economico, che è sicuramente l'atto principale ma non quello strutturale. Non entro nel merito delle proposte relative al sostegno economico, l'hanno già fatto i colleghi intervenuti e sono stati presentati diversi emendamenti in merito, mi limito a sottolineare questa attenzione da parte del Consiglio, perché oso pensare che, finita questa tornata, speriamo positivamente, il problema tornerà nel cantuccio e quindi aspetteremo i prossimi eventi per riaffrontarlo. Personalmente credo molto nel ruolo principale del settore agropastorale nell'ambito dell'economia regionale; ci credo anche per un fattore di tipo sociale: la nostra Isola, l'ho detto anche ieri, è articolata in oltre 370 comuni, in buona parte piccoli comuni che vivono e si reggono esclusivamente su un'economia agropastorale. Se non sosteniamo questa nostra ricchezza sicuramente impoveriremo la nostra Isola e distruggeremo buona parte del suo tessuto socioeconomico tradizionale che, come ho detto, è quello che ci sostiene nell'ambito del rafforzamento della nostra identità e della nostra cultura. E' un elemento fondamentale, al quale mi richiamo e richiamo i colleghi affinché non si trascuri questo aspetto, perché spesso il vortice dei ragionamenti economici ci fa perdere di vista l'uomo e la sua essenza. Oggi, grazie anche all'evoluzione e all'incremento delle risorse finanziarie, in Sardegna si è contenuto o perlomeno si sta contenendo l'isolamento dell'operatore agricolo e così nel territorio si stanno sempre più insediando nuclei familiari. Questo è un aspetto, a mio avviso, importante per il controllo e la valorizzazione del territorio in un assetto socioeconomico e culturale estremamente interessante per la Sardegna, al quale si riconducono aspetti che analizzeremo quando entreremo nel merito dell'articolato.

Vorrei solo soffermarmi su alcuni aspetti, che sono quelli di cui si è parlato in ordine alla valorizzazione delle nostre produzioni agroalimentari. Spesso anche qui investiamo risorse demandando a terzi la valorizzazione delle nostre produzioni. Io consiglierei all'Assessore di coinvolgere in questa operazione direttamente i produttori, perché la promozione della propria attività, della propria produzione, credo dia forza, anche ai fini della formazione, agli operatori del mondo agricolo, non foss'altro per capire che esiste un mercato infinito ed esiste la possibilità di creare benessere nella nostra Isola.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue AGUS.) Spesso questi aspetti, appunto gli aspetti della promozione, sono demandati a organismi all'interno dei quali sovente non sono rappresentati gli operatori del settore che, è vero, essendo impegnati nella produzione non hanno tempo da dedicare alla promozione; promozione istituzionale, ripeto. Ne abbiamo avuto un esempio nel mondo dell'artigianato, con la costituzione dell'ISOLA, dove i prodotti dell'artigianato venivano commercializzati da organismi di cui non faceva parte il produttore, che in maniera molto più dinamica e appassionata era in grado di trasmettere la produzione e ciò che l'accompagna, che non è un'articolazione meramente manuale, ma anche intellettuale. Allo stesso modo credo che le produzioni agroalimentari che oggi si stanno specializzando possano essere un elemento importante di comunicazione e trasmissione culturale negli ambiti fieristici, negli ambiti espositivi, e quindi, perché no, di coinvolgimento degli operatori. Nella strutturazione di un comparto così interessante vanno anche implementate, lo dicevo anche ieri, la produzione e la diversificazione. In questa proposta, oltre alla produzione del latte, si sostiene la trasformazione del latte in polvere di latte, per diversificare la produzione, ma siamo in grado di andare anche oltre, perché le produzioni lattiero-casearie sono diversissime. La Francia insegna in questo campo, ma anche noi siamo capaci di produrre e diversificare, si tratta di far conoscere i nostri prodotti. Spesso si fanno produzioni di nicchia, che vengono sperimentate nell'ambito dell'impresa, ma non vengono promosse nelle manifestazioni più rappresentative, dove i prodotti dell'Isola vengono esposti e presentati all'opinione pubblica.

Credo, quindi, che si siano avanzate proposte interessanti, che però andrebbero ampliate. L'articolato, ripeto, prevede un mero sostegno economico, peraltro demandato alla Giunta, che dovrebbe stabilirne i paletti e quindi definirne l'operatività. Si rischia, insomma, di approvare sicuramente un provvedimento importante per il comparto, ma disarticolato e disgregato. Sarebbe opportuno fare una riflessione molto più approfondita, perché davvero questo comparto possa diventare industria primaria dell'Isola per tutta una serie di produzioni che oggi nel mercato internazionale e nazionale hanno dei valori aggiunti estremamente interessanti, che spesso ci sfuggono e vanno ricondotti a un piano organico per un settore strategico della nostra Isola.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Luciano Uras è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, vorrei dire questo: noi stiamo affrontando in questi giorni una discussione che, come dire, si sta trascinando da diverso tempo. I diversi settori produttivi della nostra Isola versano in gravi difficoltà e credo che l'assessore Cherchi, che è fresco di nomina, abbia potuto toccare con mano le gravi difficoltà soprattutto del settore industriale. Mi riferisco ai problemi dell'Eurallumina, ai problemi contingenti della Vinyls, insomma a tutte quelle vertenze industriali che stanno caratterizzando i giorni nostri già da un bel po' di tempo. Certamente questi gravi problemi non hanno risparmiato le attività delle imprese agricole e pastorali, che in Sardegna sono fonte di sostentamento per tante famiglie, oltre che rappresentare anche simbolicamente un mondo che affonda le sue radici nel passato remoto della nostra Isola. Questi temi vanno dunque affrontati in modo serio e queste attività vanno non solo difese, ma anche promosse e certamente valorizzate.

Abbiamo purtroppo assistito nei giorni scorsi a una protesta organizzata dal Movimento pastori sardi, conclusasi con un accordo francamente insufficiente rispetto alla dimensione del problema; problema affrontato in emergenza, senza soluzione di continuità, senza prospettiva e senza neanche, io credo, una minima riflessione sulla necessità di mettere mano a un intervento strutturale, perché io non ritengo che questo disegno di legge preveda un intervento strutturale in grado di dare una prospettiva seria al settore agropastorale e non solo a quello.

Sia chiaro, anche l'intervento contingente è necessario, ma va inquadrato in un indirizzo certamente di prospettiva, va aperto un confronto con il Governo nazionale, legandolo a una visione strategica di rilancio e di sviluppo del reparto ovino e caprino. Invece abbiamo assistito alla formulazione da parte dell'assessore Prato di una proposta totalmente inadeguata, che ha generato una fortissima reazione di protesta del mondo pastorale, sfociata con l'occupazione del Consiglio regionale. Io credo che le cose non nascano per caso e quasi sempre, quando non vanno bene, sono frutto di una legge poco attenta e soprattutto di una gestione poco responsabile.

Assessore, sono le accuse che vanno per la maggiore: in questo caso siamo in presenza, si dice - dico si dice perché leggo i giornali e mi riferisco a quello che le associazioni di categoria, il mondo dei pastori, coloro con i quali noi tutti abbiamo rapporti costanti per verificare come vanno le cose, per svolgere il nostro mandato - di un Assessore che predilige condurre le trattative con le singole aziende piuttosto che con le associazioni di categoria, che, ahimè, preferisce i rapporti che destabilizzano le associazioni di categoria e soprattutto il mondo cooperativo, al punto che questi si sentono fortemente boicottati. Guardando i risultati di oggi si può dire che nessuno può essere soddisfatto di come stanno andando le cose.

Il Movimento dei pastori ieri e sulla stampa oggi (ma lo abbiamo visto con i nostri occhi quando i pastori hanno abbandonato l'aula del Consiglio regionale) ha rilanciato la vertenza sostenendo che l'accordo stipulato a seguito dell'occupazione del Consiglio è stato da lei considerato carta straccia, come è emerso a seguito delle considerazioni che ha svolto nell'intervento sulla vertenza agropastorale. A dire la verità, con l'accordo sarebbero stati garantiti 2.500 euro ad azienda, mentre lo stanziamento previsto era di 10 milioni di euro, per cui è parso chiaro a tutti che i fondi erano insufficienti. Sarebbero stati necessari 45 milioni di euro! Allora quell'accordo non andava stipulato così. Occorreva essere seri, occorreva dire che quell'accordo non poteva essere rispettato, piuttosto che prender tempo e trovarci oggi, a distanza di una settimana, a discutere di un accordo che non poteva essere rispettato. Bisogna essere seri fino in fondo.

Noi abbiamo provato a emendare questo disegno di legge per cercare di dire la nostra, per provare a indicare delle soluzioni, perché l'obiettivo anche di chi sta all'opposizione non è certamente quello di boicottare nessuno, ma è quello di trovare strade che diano soluzione a un problema serio come quello di cui stiamo discutendo. Tuttavia abbiamo trovato di fronte a noi un muro composto dai commissari di maggioranza, i quali non hanno accolto nessuna delle nostre proposte. Noi ovviamente ripresenteremo gli emendamenti in quest'Aula e proveremo a discuterli. Abbiamo detto che l'accordo può essere fatto, un accordo che vada al rialzo, le risorse finanziarie ci sono e possono essere utilizzate, si tratta di mettere in campo le priorità che un'amministrazione regionale ha.

Si è detto, e lo ha detto anche il Presidente della Regione durante le sue dichiarazioni programmatiche, che questa è un'amministrazione regionale che non aveva una visione d'insieme nella fase iniziale e che pensava di costruirla passo passo insieme alle associazioni di categoria, al mondo dell'impresa, al mondo del lavoro, a tutti coloro che avessero inteso dire la loro, dare un contributo, ma così non è stato, perché andate avanti a testa bassa, senza ascoltare nessuno. Noi tutti, badate bene, siamo capaci di renderci conto che le difficoltà anche finanziarie che la Regione ha in questo momento sono notevoli: il Patto di stabilità, il fatto che le risorse devono essere destinate non soltanto a questo mondo, ma a tutti i settori di cui ho detto in premessa, e certamente vanno fatte delle scelte. Purtroppo, però, questo non è accaduto.

Noi abbiamo provato, in particolare per quanto riguarda gli aiuti de minimis, a formulare una proposta e io gradirei, Assessore, che lei - perché la presenteremo a lei - non respingesse aprioristicamente, senza discutere, le proposte dell'opposizione, perché sarebbe un atteggiamento sbagliato, l'atteggiamento di chi non vuole ascoltare nessuno. La verità non è mai da una parte soltanto e tutti siamo, come dire, portatori di idee e di possibili soluzioni dei problemi. Comunque vadano le cose, io non credo che alla gente che sta qui ad ascoltare e a coloro che sono in attesa di risposte interessi se le soluzioni arrivano da una parte del Consiglio regionale piuttosto che dall'altra, purché arrivino da questo Consiglio, che deve trovare legittimità nel mondo esterno in un momento nel quale le istituzioni sono sempre meno ascoltate e tenute nella dovuta considerazione.

Per cui noi tutti abbiamo una responsabilità importante da portare avanti e lei più di noi, Assessore, perché si tratta di una materia di sua competenza sulla quale stiamo provando tutti assieme a dare soluzioni, quindi non abbassi la testa e ascolti le proposte che vengono formulate. Così com'è il disegno di legge non va bene, così come sono state formulate le vostre proposte non vanno bene. Noi abbiamo idee, pensiamo di poterle portare all'attenzione di quest'Aula e pretendiamo che non siano respinte senza essere nemmeno discusse.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, nell'affrontare la discussione sull'articolo 1, che è anche l'articolo principale di questa legge, voglio per un attimo riprendere qualche considerazione che ha fatto nel suo intervento in discussione generale il collega Pittalis, che non è nuovo a dare voti in pagella e lezioni su come si fa l'opposizione. Nel farlo questa volta ha richiamato un documento che fece a suo tempo il Partito Democratico. Siccome tutti noi conosciamo bene quel documento, avendo contribuito a elaborarlo e ad arricchirlo, credo che abbia fatto bene a richiamarlo, ma richiamandolo ha di fatto riconosciuto che il Partito Democratico, e quindi il Gruppo del Partito Democratico, in questo Consiglio ha da tempo costruito un'ipotesi di lavoro sul settore agricolo che ha una sua credibilità e che trova riscontro nell'ordine del giorno approvato nel mese di settembre.

Fin da agosto noi chiedevamo che sull'agricoltura si arrivasse a un intervento complessivo, meditato, non improvvisato, condiviso nel mondo delle campagne e all'interno di questo Consiglio. E noi ci siamo mossi, durante tutto questo periodo, dentro questa linea. Abbiamo evitato di strumentalizzare e, a differenza di quello che ha fatto spesso qualche esponente della maggioranza, abbiamo detto la verità ai soggetti interessati che sono fuori di questo Consiglio (il Movimento pastori sardi, le organizzazioni di categoria) sulle possibilità che offrivano le nuove norme della Commissione europea sugli aiuti de minimis. Lo abbiamo detto con franchezza, mettendo in guardia da cifre che non erano reali; cifre che ancora tre giorni fa il presidente Cappellacci riteneva eccessive, ma dava per buone. Quattro giorni fa, in un'intervista pubblicata su La Nuova, si parlava dell'erogazione di 250 milioni all'anno per tre anni, ovvero 750 milioni, che non sono più sulla bocca di nessuno da tempo, ma soltanto su quella del Presidente, come per dire che si sta chiedendo troppo e non si può fare nulla. Non va bene, bisogna essere più puntuali quando si fanno delle affermazioni, specie se si è in quel ruolo, e bisogna avere il coraggio di dire esattamente come stanno le cose, diversamente non si riesce a raggiungere lo scopo di costruire uno strumento legislativo che davvero risponda alle esigenze delle campagne. Ed è difficile farlo mettendo in piedi una legge che alla fine avrà i suoi venti, ventidue articoli, in gran parte discussi in Aula e costruiti su emendamenti che prevedono una discussione molto meno articolata di quella sugli articoli, senza l'interlocuzione tipica delle Commissioni, dove si dialoga, dove si ragiona se è possibile diminuire, aumentare, spostare delle cifre e quindi costruire davvero con il dialogo una proposta di legge. Così non è stato e ci dobbiamo acconciare a ragionare in maniera rabberciata su un argomento molto serio.

Sull'articolo 1, vorrei innanzitutto che i funzionari del Consiglio prendessero nota di un errore materiale presente nella stesura. Nell'emendamento numero 44 all'articolo 1, presentato dal centrosinistra, al quinto rigo, laddove si dice "erogato nella misura massima di 20 euro", la parola "massima" va cancellata perché è stata inserita per errore da chi ha digitato il testo.

Detto questo, passiamo a ragionare su questo articolo che, come dicevo prima, è l'articolo principale, in cui si parla del sostegno al settore che abbiamo ritenuto maggiormente in difficoltà in questo periodo. Proprio questo settore è stato oggetto di accordi diversi, come abbiamo avuto modo di dire un po' tutti durante la discussione generale, e diciamo che su questi accordi ci sono stati, con soggetti diversi, approcci diversi. Nell'emendamento presentato dalla Giunta, che probabilmente diventerà l'articolo 1, manca però un esplicito riferimento a un parametro aziendale: può essere il litro di latte, che però potrebbe non andare bene all'Unione europea, può essere il capo, può essere l'ettaro, comunque serve un punto di riferimento per costruire un discorso serio, meditato, affinché tutti possano sapere quanto, da quello che sta decidendo il Consiglio regionale, può derivare alla propria azienda. Noi proponiamo di utilizzare un importo per capo, specificando però una proposta: proviamo a ragionare sulla cifra di 20 euro a capo. Servirebbero altri 20-25 milioni di euro, oltre ai 10 milioni che la Giunta ha già individuato. Questo potrebbe essere, a mio parere, un punto di caduta valido perché conseguirebbe tre obiettivi, per cui chiederei all'Assessore di valutarlo attentamente: si riuscirebbe a dare un sostegno credibile all'azienda media, che ha intorno ai 150-200 capi, un sostegno più ridotto alle aziende che stanno sotto quei limiti e un sostegno massimo di 3 mila euro a tutte le altre aziende. Cioè si riesce a soddisfare l'esigenza di intervenire concretamente sulla gran parte delle aziende reali e valide, senza però mettere in pratica la soluzione che potrebbe essere figlia di questo articolo, se passa così come la Giunta lo ha formulato: si danno pochissimi soldi a chi ha fino a 100 capi, si dà il massimo a chi ha tanti capi. Questo è davvero, dal nostro punto di vista, un modo di affrontare il problema assolutamente inaccettabile. Premiare soltanto i grandi, perché questo succederà con questo articolo così come è scritto, non va bene, così come non va bene penalizzare eccessivamente le aziende piccole. Non parlo delle aziende che hanno meno di 100 capi, ma delle aziende che hanno dai 100 ai 200 capi, che sono una parte consistente del nostro patrimonio di aziende pastorali.

Abbiamo presentato anche un altro emendamento, il numero 38, in cui chiediamo di intervenire a favore delle imprese agricole IAP e CD, perché dal Movimento pastori è venuta questa richiesta, anche se non è stato scritto nelle piattaforme, o almeno io non l'ho visto scritto. Servirebbe un intervento per dare una mano a tutti quei pastori che allevano bovini allo stato brado. Anche qua intervenire con 3 milioni di euro quest'anno e 2 milioni e 500 mila euro negli anni successivi, ovvero con 40 o 50 euro a capo, servirebbe a dare sollievo anche a questo settore. Credo che sia giusto salvaguardare una specie, ne va anche della biodiversità, che in Sardegna c'è ed è rappresentata anche da questo tipo di attività, e ne va della sopravvivenza di un'attività economica che non può essere lasciata nel dimenticatoio ed è giusto che venga valorizzata.

Le risorse le cogliamo in un altro articolo, che crediamo possa essere sostituito, ed è quello che prevede l'erogazione di 4 mila euro all'azienda che destini almeno 20 mila litri di latte di pecora alla trasformazione in latte in polvere. Se è vero che si vogliono dare al massimo 3 mila euro, non capisco perché si voglia cumulare questo contributo con i 4 mila euro erogati alle aziende che fanno questa scelta. E' un'operazione assolutamente ingiusta, ecco perché propongo che questo incentivo venga spostato verso un altro settore del comparto agropastorale, quello dell'allevamento bovino, che a noi interessa in quanto dà anch'esso da vivere a intere famiglie.

Infine, un'altra scelta che, sempre in questo articolo 1, la maggioranza sta facendo è quella di svuotare l'Agenzia Sardegna Promozione delle poche persone di cui è stata dotata. Si presenta un emendamento per dire: "Spostiamo il personale che avevamo prima o gli diamo la possibilità di spostarsi". Il problema di fondo è: questa agenzia di promozione la vogliamo valorizzare o la vogliamo smantellare? Ci serve o no uno strumento di questo tipo per affrontare tematiche così complesse? Se ci serve lavoriamo perché venga valorizzata, diversamente assumiamoci la responsabilità di affidare ad altri compiti che sarebbero nostri. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi, nell'affrontare l'esame del disegno di legge numero 186/A dobbiamo ricordare che l'oggetto della discussione riguarda la crisi di tutti i comparti agricoli, le diverse aziende a rischio, le difficoltà di interi nuclei familiari che fondano il loro sostentamento proprio sull'utilizzo della terra e sul lavoro nei campi. Concordo con quanto diceva prima l'onorevole Lotto, calando nello specifico la discussione sull'articolo 1, ma condivido anche le riflessioni fatte dagli onorevoli Gian Valerio Sanna e Giampaolo Diana nell'inquadrare il tema in un contesto più generale, che è quello delle soluzioni, delle idee, dei progetti e delle strategie per risolvere la crisi più generale che colpisce purtroppo la Sardegna tutta, e i dati citati lo confermano.

Uno dei problemi fondamentali è quello delle risorse; risorse che tutti noi chiediamo. Sia dai banchi dell'opposizione sia da quelli della maggioranza mi pare siano emerse preoccupazioni circa le risorse di cui potremo disporre per affrontare i diversi problemi di cui tutto il tessuto produttivo, tutti i settori economici della nostra regione oggi soffrono. Ebbene, quali sono le strategie a breve termine per affrontare e risolvere i problemi dell'oggi, che sono stati sollevati dalle organizzazioni di categoria e dal Movimento pastori sardi, e quali quelle a lungo termine?

Nel mondo, Assessore, si va sempre più verso una produzione su grande scala per affrontare i bisogni alimentari della popolazione che vive oggi sul nostro pianeta, e sempre più si guarda alla popolazione che ci sarà un domani. Ci sono Paesi che creano produzioni di nicchia soprattutto per quanto riguarda gli alimenti di qualità. Ebbene, alcuni dati (elaborati dalla FAO, non da questa opposizione) dicono che per quanto riguarda la produzione mondiale e i futuri bisogni alimentari della popolazione nel 2030 ci saranno difficoltà nella disponibilità degli alimenti. Ricordo che già oggi 850 milioni di persone nel mondo soffrono la fame e c'è chi di fame muore persino. Va da sé che i costi degli alimenti e anche del foraggio per alimentare il bestiame saliranno. Solo per citare un dato sul consumo delle carni nel mondo mi pare - vado a memoria sui dati statistici forniti di recente - che il massimo lo raggiunga l'Argentina, con 54 chilogrammi pro capite, mentre la Cina si colloca molto al di sotto di questa soglia. Ebbene, se in Cina un domani il consumo di carne aumentasse anche solo di un chilo pro capite, ne conseguirebbe un dramma alimentare, ci sarebbe una carenza di carni e prodotti alimentari che colpirebbe l'intero pianeta. Ricordo ancora che per produrre un chilo di carne occorrono 20 mila litri d'acqua e, ovviamente, tonnellate di mangimi. Insomma, in futuro avremo i problemi che abbiamo oggi in ordine al costo dei mangimi e alla vendita dei nostri prodotti proprio perché i costi di produzione sono troppo alti e saranno nel tempo sempre più alti. In altre parole gli alimenti e i prodotti di qualità, visto che si andrà sempre più verso produzioni intensive, saranno un domani come l'oro nero, il petrolio, che rappresenta oggi una ricchezza per pochi e costi elevati per chi non ne dispone nel proprio territorio.

Se questi sono i dati, e cioè se un terzo della produzione di cereali serve per alimentare gli esseri umani e due terzi vengono invece utilizzati come foraggio per il bestiame, possiamo immaginare che cosa vorrà dire un domani avere a disposizione terreni da coltivare e utilizzare per il pascolo del bestiame e quale sarà invece il dramma per quei paesi che avranno cementificato, sfruttato, stravolto il proprio territorio e non disporranno più di terreni da poter coltivare. Ci troveremo un domani nella condizione di dover importare tutto, avremo difficoltà a competere con le altre nazioni non avendo messo in atto strategie per la vendita dei nostri prodotti di qualità e ci ritroveremo, ripeto, con gli stessi problemi che affrontiamo oggi. Dico di più: i prodotti da allevamento ottenuti con un sistema di produzione in qualità sarebbero sicuramente più al riparo da pesti, virus, influenze varie, che sono invece diffuse negli allevamenti in batteria o in quelli intensivi dove gli spazi vitali sono ristretti. Bastano pochi capi infetti per correre il rischio di vedere infettato l'intero patrimonio di capi presenti in azienda.

Questa tendenza sarà sempre più diffusa e i problemi si ripeteranno con sempre maggiore insistenza. Lo dico perché vi sono anche delle priorità nelle scelte che vanno fatte. Ad esempio, Assessore, l'utilizzo del territorio è uno dei temi collegati all'agricoltura, allo sfruttamento delle campagne e alla possibilità di avere sempre più prodotti migliori e porzioni di territorio da destinare all'agricoltura. Ebbene, sicuramente queste scelte, che sono scelte economiche, si diceva, che riguardano l'utilizzo del territorio, non reggono rispetto alla volontà di presentare disegni e proposte di legge per cementificare il territorio o per realizzarvi venti campi da golf, con un finanziamento pubblico di 75 milioni di euro. Ecco, forse vale la pena stabilire alcune priorità, vale la pena cioè, rispetto all'idea di sfruttare il territorio con campi da golf, di investire invece quei 75 milioni di euro per aiutare le aziende e i nuclei familiari che vivono e lavorano in campagna a produrre alimenti ancora migliori, più di qualità, e ad affermarsi nel mercato interno e nella esportazione.

Sarebbe stato opportuno, Assessore, anche perché sono trascorsi quasi due anni dal suo insediamento in Giunta, che lei avesse presentato, in questa occasione, un progetto organico. Invece trattiamo con questa fretta il tema dell'agricoltura perché è stato sollevato da coloro che nelle campagne soffrono, da coloro che subiscono il dramma dei costi, da coloro insomma che non riescono ad affrontare le difficoltà dovute a una crisi più generale. Sarebbe opportuno che lei, piuttosto che litigare con il Governo nazionale, chiedesse e pretendesse con forza dal Governo medesimo risposte e anche risorse, quelle che ci spettano oltretutto, e proponesse soluzioni anziché venir meno agli impegni presi con coloro che anche ieri hanno manifestato perplessità, dubbi e rabbia per la mancanza di serietà persino nella stretta di mano conseguente agli impegni presi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, con il passaggio all'esame degli articoli siamo arrivati al punto che ieri l'assessore Prato ha definito propriamente il redde rationem. Adesso bisogna decidere. Sono molto contento che sia presente anche il presidente Cappellacci, perché questo è il momento in cui la politica deve entrare in campo, nel senso che è il momento in cui la politica, i Gruppi consiliari, la Giunta regionale e il suo Presidente mettono veramente le carte in tavola e dichiarano apertamente quello che vogliono fare.

Il primo punto che noi sottoponiamo all'attenzione dell'Aula è, come abbiamo detto ieri, il rispetto degli accordi sottoscritti. E allora, siccome siamo in sede di discussione dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti, non si può non sottolineare il fatto che l'articolo 1 del disegno di legge numero 186 non esiste più, perché è stato sostituito dagli emendamenti, che cambiano completamente il provvedimento in discussione. Voi mi insegnate che quando si cambia l'articolo 1, che normalmente è il fondamento di una legge, si cambia complessivamente tutta la legge. Abbiamo cambiato prospettiva - fortunatamente, aggiungo io - al disegno di legge e abbiamo cominciato a discutere seriamente, con una disponibilità di risorse non ancora adeguata, ma io auspico che il dibattito in quest'Aula possa prontamente rendere disponibili le risorse necessarie. Abbiamo messo le basi perché il rispetto degli accordi sottoscritti sia un elemento non discutibile per la massima istituzione regionale.

Intanto l'emendamento numero 18 della Giunta, che modifica l'articolo 1 del disegno di legge, non è sufficiente a garantire il rispetto degli accordi, e questo è acclarato. Cioè, se dovesse permanere, assessore Prato, la volontà di mantenere la dotazione finanziaria prevista nell'emendamento numero 18, gli accordi sottoscritti sarebbero carta straccia e noi questo non lo vogliamo. Noi vogliamo che la Giunta regionale, in nome e per conto delle competenze che le derivano dalla volontà degli elettori, rispetti appieno la parola data, sia con le associazioni che hanno sottoscritto gli accordi, sia con le associazioni che non li hanno sottoscritti - e non sono quelle meno rappresentative - perché non sono o non erano convinte della dotazione finanziaria che sosteneva quegli accordi.

A questo punto, ove la politica riuscisse oggi, stasera, a trovare il percorso giusto verso la soluzione dei problemi, potremmo arrivare a una soluzione che contempli sia il rispetto dei patti sottoscritti sia la legittima soddisfazione di tutte le sigle del comparto agropastorale sardo; la legittima soddisfazione - lo voglio sottolineare anche per i colleghi della maggioranza - di tutte le sigle, nessuna esclusa, dell'associazionismo agropastorale sardo. Mi permetto di sottolineare questo aspetto perché lo sforzo che in maniera responsabile la minoranza ha fatto per individuare la copertura finanziaria all'emendamento numero 44 va nella direzione da tutti auspicata (a parole) di trovare una soluzione sufficientemente adeguata per l'emergenza che vive il comparto agropastorale sardo e contemporaneamente di individuare una linea di tendenza anche per il prossimo futuro.

Signor Assessore, colleghi della maggioranza, mi permetto di sottolineare anche che l'emendamento numero 44 da noi presentato risponde totalmente a questa esigenza. Abbiamo previsto di incrementare con ulteriori 35 milioni di euro la dotazione finanziaria dell'articolo 1. Badate, è una particolarità del destino che oggi a fianco dell'assessore Prato ci sia l'assessore Cherchi, Assessore dell'industria, perché questo mi permette di sottolineare un altro aspetto di novità di questa proposta: noi ci "permettiamo" di trovare la copertura finanziaria di questo emendamento utilizzando 35 milioni di euro della dotazione finanziaria della cosiddetta programmazione negoziata (PIA, contratti d'area, patti territoriali e a seguire una lista infinita di sigle) che in questi decenni ha espresso la sua potenzialità nel trasferire cospicue risorse, ovvero centinaia di milioni di euro, verso l'industria, la grande industria, la petrolchimica, l'artigianato, eccetera, attraverso poste finanziarie che presentano nel bilancio regionale una mole imponente di residui passivi, cioè di risorse non spese.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue SALIS.) Allora il buon senso ci ha portato alla presentazione dell'emendamento sottoscritto dai componenti di minoranza della Commissione agricoltura, che dice, forse per la prima volta, che è prioritario dare una risposta immediata e precisa al comparto dell'agricoltura e della pastorizia. Questo vi chiediamo responsabilmente, vi chiediamo cioè di non chiudere la porta in maniera pregiudiziale a una proposta che le opposizioni hanno avanzato in Consiglio regionale per aiutare l'istituzione Regione a uscire dal collo di bottiglia in cui si è incuneata. E' forse la prima volta che noi ci assumiamo questa responsabilità, anche perché con questo emendamento ribadiamo che il comparto agropastorale sardo, ovvero il settore primario della Sardegna, da oggi può e deve avere priorità nel modello di sviluppo nuovo che noi vogliamo dare alla nostra isola. Per questo chiediamo soprattutto ai colleghi della maggioranza, oltre che all'Assessore e alla Giunta, di valutare con attenzione questo emendamento perché ci consente di sbloccare complessivamente questa vicenda con soddisfazione di tutti, dando concretezza alle nostre affermazioni di voler intervenire con decisione e con urgenza in questo comparto. Vi chiediamo questo perché è interesse di tutti uscire da questa vicenda con una prospettiva nuova e più ampia, il che è importante anche per il domani della nostra isola, non solo per l'oggi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, è evidente che l'articolo 1 rappresenta il punto fondamentale di questo disegno di legge e ovviamente è compito nostro cercare di far capire quali sono le ragioni dell'emendamento numero 18, proposto dalla Giunta con le risorse che sono messe in campo, che ovviamente all'opposizione paiono insufficienti e che, viceversa, noi riteniamo rilevanti e utili comunque a consentire l'avvio di un processo importante per l'agricoltura sarda.

E' stato già detto che con questo disegno di legge non si pretende di risolvere i problemi dell'agricoltura, e guai a chi lo pensasse, ma credo che questo ormai sia nella mente di tutti noi. Abbiamo un'assoluta necessità di intervenire in maniera massiccia nel mondo agricolo, ma ora siamo necessitati da un'emergenza che è sfociata nelle varie manifestazioni organizzate da tutti i soggetti coinvolti. Dobbiamo avviare un processo di trasformazione dell'agricoltura, dobbiamo avviare un processo di trasformazione di un comparto in particolare (ma non escludo gli altri), che è quello ovi-caprino. E' un momento difficilissimo che vede impegnati certamente i pastori, le cooperative, il mondo industriale, ma un po' anche tutti noi.

So che questa non è la soluzione definitiva, posso anche pensare che in condizioni normali le risorse che stiamo mettendo in campo si sarebbero potute incrementare. Credo, però, che la Giunta in tutte le sue esternazioni abbia sempre manifestato l'idea che, al di là delle cifre che sono scritte, potrà comunque intervenire una volta che sarà predisposto il bando e si avrà un quadro molto più chiaro di quanti sono i soggetti che hanno diritto a queste provvidenze. Quindi questa porta non è stata chiusa e non sarò certo io a chiuderla. Forse si può ancora ragionare e siamo qui per questo. Abbiamo delle urgenze e abbiamo la necessità di approvare in tempi brevissimi questo disegno di legge, altrimenti rischiamo di non poter spendere neanche un euro delle risorse che stiamo mettendo in campo.

Non si hanno dati certi neanche sul quantitativo di pecorino romano che giace nei magazzini; si parla di 60 mila quintali, ma potrebbero essere 40 o 45 mila. Certo è che se noi non alleggeriamo i magazzeni sarà molto difficile che il prezzo del latte possa risalire.

Il problema non è solo quello di dare le risorse alle imprese agricole; questa sarebbe la cosa più semplice. Noi dobbiamo avviare un processo che ci permetta di vedere più in là negli anni, che impedisca il ripetersi della situazione attuale. So che non è facile, ci si è provato tante volte, però noi abbiamo il compito di orientare il mondo agropastorale. Il compito della politica, infatti, non è solo quello di mettere delle risorse, ma anche quello di orientare. E uno dei maggiori orientamenti che noi stiamo dando è quello dell'aggregazione, perché è fondamentale presentarsi sul mercato non in forma isolata, ma con gruppi che hanno la capacità di interloquire con tutti i soggetti che sono preposti ad avviare alla trasformazione questo prodotto di grandissima rilevanza per la nostra Isola.

Insomma, al termine della discussione dell'articolo 1 credo sia opportuno che ci fermiamo e facciamo un ragionamento per capire se ci sono le condizioni per arrivare a un punto di convergenza che ci permetta di approvare questo provvedimento in tempi rapidi e magari con maggiore soddisfazione per tutto il mondo agropastorale che ci sta ascoltando. Credo di non dover aggiungere altro, perché la materia la conosciamo tutti. In questi giorni abbiamo avuto modo di acculturarci, io in particolare credo di averla seguita - come tanti altri colleghi - con attenzione, però la preghiera è proprio questa: facciamo ragionamenti seri e non lasciamoci trascinare né dal cuore né dall'ideologia e nemmeno dalla condizione politica. Facciamo per una volta tutti insieme gli interessi di un comparto importantissimo in Sardegna, che è quello dell'agricoltura.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, parto dalle ultime parole dell'onorevole Diana: cerchiamo di esseri seri, di fare ragionamenti seri, facciamo gli interessi del comparto e quindi, in ultima analisi, gli interessi della Sardegna. Io stasera provo un senso di delusione, quasi di imbarazzo, perché ieri il presidente Cappellacci ha detto: "Il provvedimento è apertissimo, non formalizziamo gli emendamenti perché vogliamo accogliere, sulla base del dibattito, tutti i suggerimenti per cercare di migliorare la proposta della Giunta". In Commissione abbiamo visto invece una proposta blindata e abbiamo assistito a una chiusura netta da parte del centrodestra. In Aula sono intervenuti pochissimi consiglieri di maggioranza - e mi chiedo come possiamo dialogare se non intervenite -, che peraltro non sono entrati nel merito delle questioni e si sono limitati a dire: "Le risorse sono queste e ce ne infischiamo dell'accordo che abbiamo sottoscritto con i pastori".

Onorevole Diana, la politica può fare molto; è compito della politica orientare e noi siamo d'accordissimo sull'aggregazione, ma compito della politica e di chiunque è anche quello di essere leale, di tener fede alla parola data e di rispettare gli accordi sottoscritti. Faccio degli esempi. Tutti noi siamo persone consapevoli, veniamo in quest'Aula ed esprimiamo con il voto una posizione politica. L'ordine del giorno approvato il 13 settembre scorso da quest'Aula ha un valore: 27 voti favorevoli del centrosinistra, 26 astensioni evidentemente della maggioranza. Mi auguro che siano state 26 astensioni consapevoli, nessuno di noi ha il tutore, tutti noi siamo consapevoli del voto che esprimiamo. Quell'ordine del giorno esprime, dunque, un indirizzo alla Giunta regionale. E' vero, è stato fatto anche per provocare la Giunta e la maggioranza su una partita che riguarda le entrate, che ha avuto l'epilogo nelle ultime dichiarazioni del sottosegretario Vegas. Diceva semplicemente: "Non accontentatevi di seguire il Governo sull'articolo 8, sulle norme di attuazione; non accontentatevi di quello che vi dice, perché tra qualche mese cambierà atteggiamento". E ora ci troviamo con una risposta netta che è agli atti del Parlamento: non avremo le risorse nel 2010. Non abbiamo fatto niente per rivedere i vincoli del Patto di stabilità, non abbiamo fatto niente per rivedere, chiedendo una proroga, il limite nell'erogazione degli aiuti de minimis, cioè il 31 dicembre 2012.

Allora, credo che da un lato ci sia il rispetto di un voto, dall'altro il rispetto di un accordo. E quell'accordo, il cui testo ho qui ed è anche nel sito ufficiale della Regione, onorevole Diana, indica un importo molto chiaro; non parla di un limite massimo, ma di un contributo di 2.500 euro. Nell'emendamento viene introdotto invece un importo massimo: 2.500 euro per il 2011 e il 2012, 3.000 euro per il 2010. Insomma noi vogliamo chiarezza dalla maggioranza e dalla Giunta. Vogliamo capire che cosa vi ha costretto a firmare quell'accordo che evidentemente non condividevate e che cosa vi ha impedito di onorarlo. Non è un problema di risorse, perché con l'emendamento numero 44 vi dimostriamo che, nonostante manchino i 1.600 milioni di euro di cui alla vertenza entrate, nonostante i vincoli del Patto di stabilità, le risorse ci sono e sono spendibili nel bilancio della Regione. Allora è un problema di volontà politica.

Io credo che ci sia stato un atteggiamento sbagliato, assessore Prato. In prima istanza i pastori non li avete voluti ascoltare, li avete snobbati e avete preferito un rapporto privilegiato con una parte, con un'associazione di categoria. Dopo l'occupazione, dopo una manifestazione non certo pacifica, siete arrivati a un accordo individuando nei pastori la controparte - e questo è grave e pericoloso, perché i pastori non sono una controparte - e avete isolato le associazioni di categoria. Avete sbagliato tutto, siete arrivati a un accordo e non lo avete portato in Aula, non lo avete onorato. Allora io credo che la credibilità di un'istituzione si misuri anche dalla lealtà. Le organizzazioni non vi seguono, se non in parte, i pastori ieri hanno dichiarato di non accogliere per niente la vostra proposta e voi arrivate qui e assumete un atteggiamento arrogante: da un lato dichiarate apertura, dall'altro, nei fatti, blindate la vostra proposta.

L'articolo 1 è importante e io credo che serva senso di responsabilità. Ho apprezzato le parole dell'onorevole Planetta, capisco la prudenza, non capisco la soddisfazione. Non capisco l'atteggiamento del Partito Sardo d'Azione, neanche dopo la denuncia fatta ieri dall'onorevole Maninchedda. Mi chiedo perché alle parole non seguano i fatti, alle denunce non seguano atteggiamenti che vadano verso la soluzione dei problemi, quindi anche chiedendo alla vostra stessa maggioranza dov'è il problema e perché non c'è con lo Stato un rapporto che spinga a soddisfare gli interessi della Sardegna. Insomma, mi chiedo cosa ci facciate in questa maggioranza se non si risolvono questi problemi.

Bisogna considerare le persone, tutte le persone, ha detto l'onorevole Planetta, come qualcuno e non come qualcosa; curare i rapporti tra di noi e con ciascun cittadino e quindi anche con i pastori, che non possono essere presi in giro in questo modo. Con l'emendamento numero 44 noi vi chiediamo, responsabilmente, di prendere in considerazione una misura che si avvicina a quella concordata, vi chiediamo di avviare un dialogo, vi chiediamo di non blindare la vostra proposta e di porre attenzione alle proposte che arrivano da questa minoranza e che tendono a migliorare complessivamente un provvedimento di legge che è del tutto inadeguato a fronteggiare la crisi in atto e tanto meno è adeguato ad affrontare i problemi strutturali che affliggono il comparto agropastorale.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Mariano Contu, relatore.

CONTU MARIANO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 44, 42, 49 e 38 il parere è contrario; dell'emendamento numero 1 si propone il ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti numero 18, 12, 13 e 16 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Contu, all'emendamento numero 13 è stato presentato l'emendamento numero 48.

CONTU MARIANO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 48 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. E sul 16?

CONTU MARIANO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Ricomincio. Sugli emendamenti numero 18, 12, 13, 48, 16, 19, 20, 21, 22, 46, 45, 23, 24, 26 e 28 il parere è favorevole. Sugli emendamenti numero 43 e 37 il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 36, che è stato spostato dall'articolo 4?

CONTU MARIANO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Sul numero 36 il parere è contrario.

(Interruzione del consigliere Antonio Solinas)

PRESIDENTE. Non si può intervenire sul parere del relatore, onorevole Solinas.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, chiedo scusa, vorrei precisare che l'emendamento numero 42 è ritirato e che la Commissione non ha espresso nessun parere sull'emendamento numero 48, semplicemente perché in Commissione non vi è arrivato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 42 è ritirato.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agropastorale.

PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Vorrei chiedere una breve sospensione, stando in aula, per consentire di verificare la possibilità di una soluzione di sintesi su alcuni emendamenti.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni sospendo la seduta per dieci minuti.

I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 17 e 40.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 29, viene ripresa alle ore 19 e 13.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni in materia di agricoltura" (186/A)

PRESIDENTE. Il parere sugli emendamenti è stato espresso, quindi possiamo passare alle votazioni. Il primo emendamento da votare è il numero 44, che è un emendamento sostitutivo totale dell'emendamento numero 18.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Questo emendamento ci pone nelle condizioni di affrontare la tematica relativa all'intervento a sostegno delle aziende agricole in maniera più completa e più rispondente alle esigenze della gran parte delle aziende ovi-caprine sarde. E' un emendamento che prevede un contributo di 20 euro a capo, consente di dare una risposta significativa alle aziende che hanno dai 100 ai 150 capi di bestiame, dà un'assistenza leggermente inferiore alle aziende più piccole e di fatto tende a riequilibrare complessivamente gli interventi sull'intero comparto. Rappresenta inoltre una soluzione che consente di avvicinarsi di più a certi impegni che sono stati presi, considerato che con i fondi che sono stati stanziati non ci sono le condizioni per rispettare tali impegni. I 10 milioni di euro previsti dalla Giunta sono una cifra - seppure doppia rispetto a quella precedentemente stanziata - assolutamente insufficiente. Credo che occorra intervenire con un'integrazione di 20 milioni di euro, bisogna cioè arrivare almeno a 30 milioni di euro per riuscire a dare soddisfazione alla gran parte delle aziende ed evitare di dare di più, così come sarà con l'articolo che propone la Giunta, alle grandi aziende e di meno o quasi niente alle aziende medie e piccole. Per questo chiedo all'Aula di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, sull'emendamento numero 44 mi sono già espresso, mi rimane da dire che prendiamo atto con estremo rammarico della chiusura che la Giunta ha operato su questa proposta. E' un emendamento che consentirebbe di chiudere definitivamente questa vicenda. La Giunta si assume la responsabilità di non chiuderla perché presumo - e sono troppo facile profeta - che l'articolo 1, così come definito dall'emendamento numero 18, non chiuda assolutamente la vicenda, anzi temo che possa lasciare strascichi pesanti oltre che sulla dotazione finanziaria, assolutamente insufficiente, anche sull'affidabilità della Giunta regionale, altrettanto insufficiente. La Giunta infatti prima firma un accordo, suscitando attese e illusioni, con quella firma impedisce, fatto positivo, che continuino le manifestazioni da parte del Movimento pastori sardi, ma anche di altre associazioni, (non dimentichiamoci che l'Assessorato regionale dell'agricoltura è tuttora occupato da due delle più grosse e rappresentative associazioni di categoria presenti in Sardegna), e poi disattende l'accordo sottoscritto.

Che dire? Non si riesce nemmeno a capacitarsi del perché di questa chiusura. Abbiamo dimostrato che non è vero che le risorse non ci sono e che non c'è la possibilità di dare risposte complessive al comparto. State solo dando dimostrazione dell'assoluta inaffidabilità di una Giunta che non riesce a rispettare neanche gli accordi che essa stessa sottoscrive. Chiedo la votazione nominale sull'emendamento numero 44.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 44. Noi abbiamo atteso fiduciosi le interlocuzioni che ci sono state e ci sembrava che ci fosse una disponibilità a ragionare su questo emendamento che noi riteniamo molto importante e che, diciamo, ha un suo significato simbolico, al di là dei risvolti che ci possono essere su ogni singola azienda, perché è sugli importi da erogare alle aziende che si è articolato il dibattito in queste settimane. Questo emendamento contribuisce a fare chiarezza, come noi abbiamo auspicato negli interventi di ieri e anche della giornata odierna, in due direzioni, una delle quali è quella delle risorse. Noi diciamo che le risorse ci sono, facciamo uno sforzo per individuarle, per toglierle da altri capitoli, sono immediatamente disponibili e quindi diciamo: queste sono le risorse. L'altra direzione in cui si fa chiarezza riguarda un aspetto che noi abbiamo ritenuto, anche negli interventi di ieri, molto importante, e cioè la necessità di dire quali sono i criteri per far cadere il beneficio sulle singole aziende. Di fronte all'impegno assunto dal presidente Cappellacci con il Movimento pastori per la devoluzione di 2.500 euro ad azienda, noi diciamo: con questo criterio arriveranno 2.500 euro a ogni azienda che avrà almeno 125 capi, fino a un massimo di 3.000 euro. Ciò vuol dire che una volta che si arriva a 3.000 euro ci si ferma.

Penso che l'emendamento numero 44 dimostri lo sforzo che noi abbiamo fatto. Abbiamo cioè reperito 35 milioni di euro per dare finalmente risposte concrete, e non le briciole, le elemosine che sono presenti nell'emendamento della Giunta. Su questo punto eravamo fiduciosi, si poteva anche prevedere un importo più basso se ci fosse stata la disponibilità della Giunta, ma di fronte a una chiusura totale noi dobbiamo mantenere questo emendamento, che ci sembra risponda adeguatamente alle istanze che ci sono pervenute in queste settimane.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Esprimo il nostro voto favorevole all'emendamento numero 44. Noi vogliamo sottolineare la nostra posizione: intanto abbiamo cercato, in maniera responsabile, di trovare un accordo su un emendamento di sintesi che riuscisse in maniera unitaria a dare al comparto agropastorale un sostegno che fosse intanto all'altezza del voto espresso in quest'Aula sull'ordine del giorno approvato il 13 settembre scorso e che si avvicinasse all'accordo tra la Regione e il Movimento pastori sardi sulla vertenza del comparto ovi-caprino. Non c'è stata questa attenzione da parte della maggioranza e della Giunta regionale; continua a esserci una chiusura, però questa volta devo dire, e mi dispiace, senz'alibi perché le risorse ci sono, le abbiamo individuate, come ha detto il collega Cuccu poc'anzi, e sono immediatamente spendibili, al di là della nostra posizione di fondo, al di là del fatto che le risorse che volevamo che la Regione, sulla base dell'articolo 8 dello Statuto, introitasse già da quest'anno sono ingenti - lo ripeto perché rimanga agli atti -, stiamo parlando infatti di 1 miliardo e 600 milioni di euro, e al di là della modifica del Patto di stabilità che vi abbiamo chiesto di contrattare con lo Stato. Sono tutti processi che finora non sono stati messi in campo, se non con posizioni deboli, presidente Cappellacci.

Nonostante questo abbiamo provato, sentendo gli Uffici, a trovare copertura finanziaria a una misura che riteniamo possa soddisfare il comparto agropastorale. Eppure vi è stata da parte vostra una chiusura netta e uno stanziamento di risorse che non soddisfa le esigenze e non tiene conto degli impegni che voi stessi avete assunto. Aspettiamo ancora, Presidente, Assessore, chiarezza sulle vostre posizioni, aspettiamo ancora di sapere qual è l'obiettivo, che cosa avete concordato in quella notte con il Movimento pastori sardi e perché vi tirate indietro rispetto alla soluzione di una vertenza che può, con uno sforzo finanziario adeguato, trovare una soluzione già oggi in Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Questa sera il Capogruppo del P.d.L., Mario Diana, ha posto in evidenza l'assoluta carenza di dati, cioè noi stiamo andando ad approvare una legge senza avere la minima idea di che cosa succederà nel comparto ovi-caprino: non sappiamo quante sono le aziende, non sappiamo quanti sono i capi, non sappiamo neanche quali sono le giacenze di formaggio nei caseifici sardi. A dire il vero, questo Consiglio regionale si trova spesso a legiferare senza avere uno straccio di dato, ed è quello che sta succedendo anche questa sera.

Allora noi poniamo, Assessore, alcune domande, e sono le stesse domande che stanno ponendo le associazioni di categoria in questi giorni: quante e quali sono le aziende beneficiarie e qual è l'importo del contributo che percepiranno? Queste sono le domande che continuiamo a porre e a cui voi non sapete rispondere, non potete rispondere, perché non avete un dato. Allora noi stiamo andando ad approvare un articolo, dando una delega in bianco alla Giunta, senza sapere che cosa tra quindici, venti giorni - se sarete capaci di approvare le direttive per l'applicazione di questa norma - succederà.

Io darò un voto favorevole a questo emendamento, perché almeno indica in termini chiari la misura del contributo che spetterà a ogni azienda, cosa che voi non siete in grado di fare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, noi voteremo a favore dell'emendamento numero 44. Non è un emendamento che di per sé ci soddisfi integralmente, avremmo voluto fare di più, ma responsabilmente, in ragione delle compatibilità finanziarie, conoscendo il disastro nel quale avete condotto la finanza pubblica, il disastro con il quale avete gestito la partita delle entrate, il disastro con il quale avete gestito i rapporti con lo Stato, il trasferimento e quindi le riscossioni dal bilancio dello Stato delle competenze di diritto di questa Regione, conoscendo tutto questo ci siamo limitati a fare una proposta sostenibile, integrando i 10 milioni di euro da voi stanziati, che non soddisfano l'accordo che voi stessi avete stipulato con le organizzazioni dei pastori, che quindi voi avete la responsabilità di rispettare, non noi. Ognuno ha la responsabilità che si merita; noi siamo andati all'opposizione, non siamo stati incaricati della funzione di governo. L'avete voi la responsabilità e voi avete anche deciso di non accogliere la nostra disponibilità a condividere la responsabilità rispetto all'accordo che avevate stipulato integrando quelle somme.

Siccome a questo mondo si mettono in atto tutti i tentativi e qualche volta si prende atto che anche quelli sono inutili, prendiamo atto che il tentativo che abbiamo esercitato è stato inutile, prendiamo atto della vostra incapacità a governare, sappiamo bene che l'umore sociale sta montando negativamente per la vostra maggioranza, per il vostro Governo, e per salvare le istituzioni incominceremo a dire sempre più chiaramente come stanno le cose: da una parte c'è il centrodestra con il suo disastro nazionale e regionale, dall'altra ci sono le forze di centrosinistra che lavoreranno per un governo alternativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Siccome c'è stata un'interlocuzione di quasi quaranta minuti tra il Presidente, l'Assessore e i Capigruppo di maggioranza, credo che meritiamo almeno un'informazione sull'accordo che eventualmente è stato raggiunto, sulla risposta che si intende dare rispetto a quello che noi chiedevamo, prima di continuare negli interventi e nella liturgia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io mi associo alla richiesta dell'onorevole Cocco e non vorrei fare una dichiarazione di voto che magari poi si rivela infondata o auspico si riveli infondata nelle conclusioni qualora il presidente Cappellacci ci stupisse con un'azione di recepimento di quelli che sono i principi dell'emendamento numero 44.

Presidente, con questo emendamento noi intendevamo aiutarla. Lei ha fatto una promessa che non prevedeva né minimi né massimi: 2.500 euro ad azienda e poiché le aziende sono circa 15 mila, togliendone qualcuna per la quale l'attività agropastorale non è tipica, arriviamo a circa 35 milioni di euro. Presidente, con questo emendamento, ripeto, noi la stavamo aiutando a ribadire che lei dice la verità o che sa dire la verità; con questo emendamento volevamo rendere chiaro, tangibile che lei gli impegni è in grado di mantenerli al di là di regole, regolette e delibere di Giunta che poi destineranno i soldi magari ad alcune aziende e non ad altre. Lei ha ben capito che l'opposizione su questo emendamento la chiamava a un gesto, diciamo, di responsabilità e di cooperazione con l'Aula, che vorrebbe licenziare questo provvedimento il prima possibile, perché si rende conto che non è un buon provvedimento, ma è un provvedimento emergenziale che non affronta i nodi strutturali. Invece la sua chiusura, il suo diniego ci preoccupa e non vorremmo che fosse il segno non della volontà di dire la verità o di mantenere le promesse in gioco, ma della preoccupazione, dell'incapacità o della difficoltà di far sì che il Governo nazionale mantenga gli impegni presi con la Sardegna. Spero che lei mi smentisca. Lei sa che il terreno trema: prima prende le distanze da lei il ministro Galan, ieri pare abbia preso le distanze da lei anche il primo ministro Berlusconi e il sottosegretario Vegas taglia le risorse alla Sardegna. Forse da parte sua non c'è soltanto l'incapacità di dire la verità, ma forse l'incapacità di mantenere qualsiasi promessa, perché la terra le trema sotto i piedi.

Le chiedo di dirci la verità su questo emendamento e di fare uno sforzo per capire che gli impegni si mantengono. E magari mantenendo l'impegno preso in questa circostanza lei avrà voce più forte e autorevole per far sì che altri mantengano gli impegni presi nei confronti della Sardegna.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, dichiari il suo voto.

PORCU (P.D.). Presidente, se non si era capito il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per recuperare l'emendamento numero 42, ritirato dal consigliere Solinas, e per chiedere che su di esso si apra un confronto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, credo che questa vicenda si stia concludendo in una maniera che non soddisferà nessuno. E' anche strana la maniera in cui si sta concludendo, con la Giunta che testardamente porta avanti la sua proposta senza tener conto delle osservazioni che sono state fatte né degli emendamenti che sono stati presentati.

Garantendo la nostra piena disponibilità a trovare una soluzione, noi abbiamo proposto uno stanziamento di 30-35 milioni di euro complessivamente. Poi di questo si tratta, cioè di un'integrazione di 20-25 milioni di euro ai 10 milioni già previsti, il che si traduce in un contributo di 20 euro a capo, fino a un massimo di 3 mila euro. Ciò significa dare un sostegno certamente al mondo agropastorale, che chiede a gran voce di essere ascoltato, e contemporaneamente dare una mano alla Giunta o, se vogliamo usare un termine diverso, consentire alla Giunta di tenere fede agli impegni che fino a oggi ha messo in piedi.

Vorrei anche dire che noi abbiamo trovato il modo di individuare le risorse. Negli stanziamenti della programmazione negoziata le risorse ci sono e non si capisce per quale ragione si insista nel dire che non si può trovare una soluzione. Inoltre il collega Solinas prima ha ritirato l'emendamento numero 42, o meglio ha ritirato la sua firma, ma io non ritiro la mia, anzi voglio tenere in piedi questo emendamento, sul quale c'è la mia firma anche di altri colleghi, e voglio che sia messo in votazione. Ovviamente se l'emendamento numero 44 dovesse essere approvato non avrebbe ragion d'essere il numero 42; in caso contrario invito i colleghi a votare e a far votare l'emendamento numero 42. Ovviamente il mio voto è favorevole all'emendamento numero 44.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anch'io voterò a favore di questo emendamento, colleghi, perché fondamentalmente si va avanti anche con elementi simbolici in questa fase politica in cui sembra che i contenuti vengano smarriti.

Credo che sia importante votare l'emendamento numero 44 per alcuni motivi. Il primo è che questo emendamento sancisce la sconfitta del pluralismo democratico del Consiglio regionale, perché quando ci si chiude nella supponenza, quando si evita di considerare che in quest'Aula ciascuno di noi, con il proprio consenso popolare, è intermediatore sociale della Sardegna e si fa un'operazione semplificatrice come per dire: "Oggi siamo noi a governare e quindi non vogliamo storie", si contraddice quello che lo scolaro della scuola di Barbiana diceva, e cioè che il suo problema era anche il problema degli altri e che volerlo risolvere da solo generava egoismo, mentre risolverlo insieme era la politica. Quello scolaro spiegava in questo modo cos'è la politica, il valore del risolvere i problemi insieme.

E allora è bene che ci sia questo solco, perché questo emendamento (ma tanto ci rivedremo, avremo appuntamenti ravvicinati su tutti gli altri problemi, perché non ne chiudete uno) segna l'inaffidabilità politica e istituzionale di questo Governo regionale che con lo schema classico del centrodestra: accordo, stretta di mano e poi, girato l'angolo, si fa un'altra cosa. Segue il solito comunicato stampa: "Ma non ci siamo capiti, siamo stati fraintesi!". Questa è la filosofia del centrodestra e questo è il modo con il quale mandiamo alle ortiche la credibilità della politica. Questo emendamento dimostra che c'era una percorribilità strutturale e finanziaria rispetto alla domanda. Non la volete considerare? Ne prendiamo atto.

Noi voteremo questo emendamento, perché vogliamo essere dalla parte di chi ha esplorato la possibilità di essere seri con i sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, nell'intervento precedente le ho chiesto di sollevare la testa e di tentare di ragionare politicamente, ma mi pare che lei proprio non ci riesca. Abbia pazienza, in queste settimane voi avete svolto un confronto con il Movimento pastori sardi e con le associazioni di categoria; come è stato ricordato testé dall'onorevole Sanna, ci avete riempito di comunicati stampa; avete fatto un accordo con il Movimento dei pastori e una parte delle associazioni (con l'altra parte no); ci avete presentato una proposta che vi hanno rimandato indietro anche coloro i quali sembravano essere d'accordo con voi sul testo che avevate sottoscritto, ma mi vuole dire, per cortesia, a chi è indirizzato, chi sono i destinatari del provvedimento che in completa solitudine - in maggioranza, per carità! - state per assumere?

Noi vi abbiamo fatto una proposta ed è il contenuto dell'emendamento numero 44. Ci siamo sforzati, come ha ricordato qualche collega che mi ha preceduto, di servirvi su un piatto d'argento una soluzione che trova copertura finanziaria. Ma non soltanto questo, è infatti una proposta che consente di intercettare i bisogni del mondo agropastorale che lei, Assessore, non è stato ancora capace di intercettare e di soddisfare. Avete bloccato per quasi un'ora il Consiglio regionale per potervi riunire, ci vuole dire, come ha chiesto il collega Cocco, che cosa avete fatto? Avete predisposto un altro comunicato stampa per dire che forse l'Aula non ha capito? Di che cosa avete discusso? Noi stiamo insistendo su un emendamento, ci volete dire se avete maturato qualche altra convinzione? C'è una proposta da parte vostra oppure siete fermi all'articolato che avete presentato? Volete giocare o volete confrontarvi seriamente in quest'Aula?

Questo io le chiedo, Assessore, e forse è il caso, in maniera anche irrituale, che lei prenda la parola e ci dica se avete maturato una convinzione che vi porta a rettificare la prima proposta. Ovviamente, Presidente, prima che me lo chieda, il mio voto sull'emendamento numero 44 è favorevole.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 44 e per ricordare un paio di cose nei tre minuti che sono concessi. Noi ieri abbiamo fatto una discussione approfondita, a tratti molto dura, e da questi banchi sono state messe in evidenza le storture dell'accordo che è stato sottoscritto nei giorni scorsi, che poi sono state riversate parzialmente nella legge che vi apprestate oggi ad approvare. Abbiamo cercato, però, anche nella durezza dei nostri interventi, di fare delle proposte, di metterci a disposizione per un esito diverso da quello che invece, oggi, sta emergendo nell'Aula. Ci siamo messi a disposizione, abbiamo fatto delle proposte e abbiamo cercato di migliorare l'articolo 1, così come l'intera legge. Si registra invece una chiusura totale, che è già stata rimarcata dai colleghi che mi hanno preceduto, ma che aggrava quell'irresponsabilità della Giunta che ieri molti di noi hanno richiamato: da una parte l'irresponsabilità di aver diviso chi rappresenta il mondo agropastorale, quindi di aver diviso le associazioni di categorie, di aver fatto promesse ad alcuni e non ad altri, di aver fatto delle aperture per poi immediatamente rimangiarsele, dall'altra l'irresponsabilità di non ascoltare davvero quelle che sono le istanze che vengono dal mondo agropastorale, ma anche dall'opposizione.

Oggi si aggiunge un'altra irresponsabilità, che è appunto quella che attiene a questo emendamento. Noi abbiamo cercato, ci siamo forzati, anche raccogliendo l'invito dell'onorevole Pittalis, di ragionare fuori dalle parti e volevamo darvi un aiuto. L'abbiamo fatto responsabilmente, guardando davvero alla disponibilità finanziaria, e questo emendamento rispetta la disponibilità finanziaria che in questo momento la Regione ha per rispondere al mondo agropastorale. C'è un no secco da parte vostra, erigete un nuovo muro e vi assumete così tutta la responsabilità di quello che succederà nelle settimane prossime. Il boomerang vi tornerà indietro nei prossimi mesi, perché sarà chiaro che questa legge e questo articolo 1 in particolare non rispondono né alle promesse fatte né tanto meno ai bisogni, che si ripresenteranno in tutta la loro durezza nei prossimi mesi. Tanti auguri!

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 44.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni Marco ha votato a favore e che i consiglieri Greco, Ladu e Randazzo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 68

astenuti 3

maggioranza 35

favorevoli 23

contrari 45

(Il Consiglio non approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 42.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, sull'emendamento numero 42 chiedo il voto segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 42.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 70

astenuti 1

maggioranza 36

favorevoli 28

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Passiamo all'emendamento numero 49.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, vorrei che prima di discutere l'emendamento numero 49, si potesse capire cosa vuol dire.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, siamo in fase di votazione.

SALIS (I.d.V.). Vorrei capire se stiamo cancellando…

PRESIDENTE. L'illustrazione degli emendamenti avviene durante la discussione dell'articolo a cui si riferiscono.

SALIS (I.d.V.). Allora dico quello che penso io.

PRESIDENTE. Però dichiari il suo voto.

SALIS (I.d.V.). Dico quello che penso io sugli emendamenti numero 18 e 49.

PRESIDENTE. Solo sull'emendamento numero 49, perché l'emendamento numero 18 non è ancora in votazione, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Con l'emendamento numero 49 stiamo cancellando, se ho capito bene, Assessore, ogni ipotesi di iscrizione ad albi delle aziende che debbono godere dei benefici di cui all'emendamento numero 18.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'emendamento numero 49 è stato presentato dai colleghi Vargiu e più, quindi l'Assessore non le può rispondere. Faccia la sua dichiarazione di voto.

SALIS (I.d.V.). La Commissione si è espressa favorevolmente?

PRESIDENTE. Onorevole Salis, faccia la dichiarazione di voto, per cortesia.

SALIS (I.d.V.). No, posso anche fare delle domande, non solo la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Colleghi, non consento questo disordine in aula, per cortesia! Onorevole Vargiu, non le posso dare la parola.

SALIS (I.d.V.). Siccome c'è una deregulation totale con questo emendamento, vorrei capire che cosa ha detto la Commissione.

PRESIDENTE. La Commissione ha espresso parere contrario.

SALIS (I.d.V.). Bene, se il parere della Commissione è contrario, io mi associo a tale parere e voto contro l'emendamento numero 49, che è un'assurdità!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, ritiro l'emendamento numero 49.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vargiu. Conseguentemente tutte le iscrizioni per dichiarazione di voto su questo emendamento decadono.

La Giunta ha chiesto la parola per fare una precisazione sull'emendamento numero 18. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Quando questa Giunta assume un impegno lo rispetta sempre e comunque. Vorrei ricordare all'Aula che sono stati sottoscritti due impegni, perché contano gli impegni sottoscritti, quelli che recano in calce la firma del sottoscritto: il primo diceva testualmente, con riferimento a questa materia che la Giunta si riservava di valutare; il secondo, che è quello sottoscritto con le organizzazioni agricole, diceva che la Giunta si impegnava, nel caso in cui le domande presentate avessero richiesto nuove risorse, a reperire questa ulteriore copertura finanziaria.

Ho preso la parola per annunciare intanto che, sulla base degli interventi e anche delle considerazioni che sono state fatte, la Giunta ritiene di modificare la copertura relativa alla prima annualità aumentando la dotazione per l'anno 2010 sino a 16 milioni di euro, 3 milioni dei quali sono costituiti da risorse aggiuntive, gli altri 3 milioni derivano dalla rimodulazione di previsioni contenute in altri emendamenti al disegno di legge. Resta confermato l'impegno assunto e sottoscritto con le organizzazioni agricole, per cui laddove le domande dovessero far emergere necessità ulteriori provvederemo ad assicurare maggiori risorse. Pertanto il comma 3 dell'emendamento numero 18 è così sostituito: "La relativa spesa è determinata in euro 16.000.000 per l'anno 2010 ed in euro 10.000.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012. Dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: 3 bis. L'importo di cui all'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 5 del 2009 è ridotto per l'anno 2010 di euro 3.000.000. Copertura finanziaria in aumento UPB S06.04.008 anno 2010 euro 6.000.000. In diminuzione UPB S06.06.006 anno 2010 euro 3.000.000. Alla residua somma di euro 3.000.000 si fa fronte con la quota di pari importo prevista dall'emendamento numero 21 per l'anno 2010, dove viene confermata la spesa di euro 4.000.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Prendo atto che il Presidente della Giunta propone questa modifica e vorrei far notare che se questo è il dato è come se stessimo decidendo di dare, secondo un'ipotesi di lavoro che abbiamo utilizzato per costruire questo ragionamento, 6 euro a capo. Di fatto stiamo intervenendo per lasciare fuori, ovvero al di sotto dei 3.000 euro, la stragrande maggioranza delle aziende. Cioè prenderanno 3.000 euro le aziende che hanno più di 550 capi; tutte le altre avranno meno dei dichiarati 3.000 euro. Le aziende che hanno intorno ai 200 capi, che sono la gran parte, prenderanno poco più di 1000 euro. Con questa modifica davvero non si esce da quella che è la caratterizzazione fondamentale di questo articolo: mettere in campo risorse per dare alla gran parte delle aziende agricole sarde una cifra che è leggibile come un'elemosina.

Ora, finché si danno 1.500 euro a un'azienda che ha 100-150 capi, posso anche capire, mi lascia perplesso che si dia la stessa cifra a un'azienda con oltre 250-300 capi, perché non così si sta risolvendo nessun problema. Ecco perché la scelta pur importante del Presidente di mettere in campo altri 6 milioni di euro, che sono assolutamente insufficienti, non rende questo articolo condivisibile da parte nostra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, dichiaro che c'è la necessità prima di tutto di poter leggere l'emendamento, che è abbastanza corposo. Abbiamo tutti fretta di approvare un provvedimento che a questo punto non è assolutamente risolutivo, però io vorrei, e non solo io, presumo, avere il testo dell'emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, si sta provvedendo a distribuirne le copie.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intanto, Presidente, lei sa benissimo, lo dico per inciso, che se noi usassimo la stessa moneta che usano la Giunta e la maggioranza nei confronti delle nostre proposte una modifica di questo genere ovviamente, se noi non dovessimo dare l'assenso, potrebbe essere contestata, ma non lo facciamo perché siamo persone serie. E vogliamo essere persone serie anche nel ricordarle che l'emendamento numero 18 ha all'origine una copertura finanziaria falsa, perché si indicano 10 milioni, ma la copertura per il 2010 è di 5 milioni, all'origine, poi diventano addirittura 16. Non capisco come si possano ammettere emendamenti che non hanno una corrispondenza fra l'enunciazione dell'impegno finanziario e la dotazione disponibile, perché all'origine il testo è deficitario.

Voglio dire anche questo: attenzione ai giochi. Badate, non è che noi siamo venuti qui per caso o che ci abbiano preso dal Luna Park! Voi potete mettere anche 5 miliardi di fondi, ma il nodo di questo emendamento sono i criteri. Siccome si tratta di aiuti, potete mettere 50 miliardi e poi, in base ai criteri, spendere 1.000 euro! Quando si viene in Consiglio a parlare di aiuti è anche giusto parlare di criteri e condividerli, perché non si possono eludere i doveri di trasparenza e di obiettività nella legislazione. Ed è qua il trucco: non si vogliono rispettare gli accordi presi perché questo elemento, che demanda alla Giunta la facoltà di fissare i criteri che vuole, non è assolutamente giustificabile da nessun importo. E allora, prima di tutto la Giunta presenti, se è possibile, emendamenti leggibili e intelligibili sul piano finanziario; in secondo luogo, mettete pure la cifra che volete, ma il punto debole di questo emendamento è l'eccesso di delega alla Giunta, che non fa chiarezza su come saranno erogati questi aiuti. Io lo dico e lo lascio agli atti, perché poi quello che succederà succederà!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, le modifiche della copertura finanziaria non sono soggette all'approvazione all'unanimità. E' sempre stato così.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' stato aggiunto un comma!

PRESIDENTE. No, onorevole Sanna.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il problema è superato e non faccio questioni.

PRESIDENTE. Lo so, ma è giusto precisarlo anche per il futuro, in modo tale che non si creino precedenti o discussioni in Aula. E' capitato sempre, anche per gli emendamenti che avevano altra copertura...

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lasci perdere il pistolotto!

PRESIDENTE. Non è un pistolotto, onorevole Sanna! La invito a utilizzare termini più consoni a quest'Aula.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E lei non mi risponda su domande mai poste.

PRESIDENTE. Io le rispondo sui problemi che lei ha posto e le sto ricordando che la modifica della copertura finanziaria non è soggetta all'approvazione all'unanimità da parte dell'Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, esprimo un voto contrario, anche perché noi abbiamo lavorato su altre proposte, ma vorrei fare una riflessione anche in base a quello che l'assessore Prato e il presidente Cappellacci ci hanno riferito durante un incontro per verificare se sussistevano le condizioni per addivenire a un possibile accordo. Ricordo che proprio la mattina in cui la Giunta aveva sottoscritto l'accordo con il Movimento pastori sardi, a domanda specifica su quale tipo di accordo fosse stato raggiunto e se la cifra di 2.500 euro era proporzionale al numero di capi oppure doveva essere erogata a ogni azienda tutta la delegazione del Movimento pastori ci rispose che non ne avevano neanche voluto sentir parlare dei criteri di ripartizione in base al numero dei capi, ma che con la Giunta era stato più che chiaro che l'accordo era fissato in 2.500 euro ad azienda. Poi è vero, l'accordo con una parte delle associazioni professionali prevede "sino a un massimo di", ma io vorrei sapere dalla Giunta, e dal Presidente in modo particolare, se ci si rende conto che stiamo dando risposta all'emergenza di un settore che ci ha raccontato il suo dramma con le manifestazioni di piazza, occupando gli Assessorati, occupando questo Consiglio. Le aziende medie, quelle con 200-300 capi ovi-caprini, in Sardegna sono la stragrande maggioranza, quindi noi stiamo dicendo che per risolvere il drammatico problema della pastorizia diamo 1.200 o 1.800 euro ad azienda a seconda del numero di capi. Mi sembra una cifra piuttosto esigua, anzi userei un'espressione più forte: pensare di risolvere i problemi di un'azienda che ha 200 pecore con 1.200 euro credo sia persino offensivo della dignità di ciascuno di noi.

Pertanto noi vi invitiamo ancora una volta a riflettere. Potremmo tranquillamente fare come spesso avete fatto voi nella scorsa legislatura, e cioè strumentalizzare questa vostra posizione e dire alle aziende: "E' la Giunta che ha deciso di darvi questo". Purtroppo da stasera dovremo dirlo se non accoglierete l'invito che ancora una volta noi vi rivolgiamo a lavorare per dare una risposta un po' più seria e più concreta alle aziende sarde.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ero contrario prima all'emendamento numero 18, ma adesso, dopo la presentazione di questo emendamento, sono doppiamente contrario, perché nel leggerlo ho scoperto che i 3 milioni di euro che vengono inseriti in maniera offensiva come incremento della dotazione di questa legge vengono sottratti - udite udite! - al fondo per incentivare il mantenimento e la crescita della base occupativa e la qualificazione professionale, contributi da utilizzarsi nella forma di credito di imposta per le piccole e medie imprese. Quindi se ero contrario prima all'emendamento numero 18 della Giunta ora lo sono doppiamente, perché in questo modo non scontentate solo gli agricoltori e i pastori, ma anche le piccole e medie imprese.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, non mi dilungo sul fatto che la cifra complessiva, pur con questo ritocco, sia molto lontana dagli impegni che lei ha preso, perlomeno quelli che sono riportati nel sito della Regione e che sono stati sottoscritti il 1° novembre, che parlano di 2.500 euro ad azienda, punto. Se il sito istituzionale della Regione Sardegna non riflette gli accordi sottoscritti la invito, Presidente, a fare le opportune correzioni, così ci rendiamo meglio conto se è vero o meno che lei è capace di mantenere gli impegni. Poi, su questo, potremmo citare altre circostanze.

Capisco che lei frequenti poco le aule parlamentari, però quello che ha fatto stasera in termini istituzionali si chiama sgarbo. Lei oggi non ha trovato di meglio che far bocciare gli emendamenti dell'opposizione, anche quelli che, guarda caso, prevedevano una cifra molto vicina al punto di arrivo, e questo per non far sentire l'opposizione parte di una soluzione che ci poteva vedere tutti coinvolti. Lei ha voluto darci uno schiaffo, non ha voluto accogliere le nostre considerazioni per arrivare a un emendamento di sintesi che magari poteva vedere la nostra astensione, se non il nostro consenso. Con gesto teatrale, certamente poco istituzionale e che poco agevola i rapporti con questa minoranza, ha voluto far bocciare i nostri emendamenti, anche quelli, ripeto, che prevedevano una cifra contenuta (le ricordo che l'emendamento numero 42 prevedeva lo stanziamento di 18 milioni), dando uno schiaffo alla minoranza, ripeto, pur di dimostrare che lei mantiene gli impegni. Certamente questo gesto non le fa onore, Presidente, e lei anche in questa circostanza ha dimostrato di non essere adeguato a guidare la Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Intervengo intanto per esprimere il voto favorevole all'emendamento della Giunta, ma per anche per riportare il dibattito su canali concreti, perché ciò che è scritto nell'accordo bisogna interpretarlo letteralmente, collega Porcu. E' inutile parlare di 2.500 euro ad azienda, bisogna leggere anche quello che c'è dopo.

Non voglio, però, entrare nel merito di quello che ha dichiarato lei, quanto di quello che ha affermato il collega Lotto parlando sia dell'emendamento numero 44, sia dell'emendamento numero 42 e adesso anche del numero 18. Il collega Lotto dice: "Con questi 16 milioni di euro si danno 6 euro a capo". Allora, voi volevate dare 20 euro a capo e avevate previsto un investimento di 35 milioni di euro. Non quadra! Quanto volete dare con 35 milioni di euro? Io so che in Sardegna si contano circa 2 milioni e 800 mila capi ovini, ma ci sono tanti dati che sfuggono. Allora, chi di voi ha i dati completi e ci sa dire quanto avremmo dovuto stanziare? Se la Giunta ha individuato questi importi vuol dire che certi dati li possiede.

Dico di più: se fosse stato stabilito un contributo ad azienda, così come è scritto nell'articolo 1, per un massimo di 3.000 euro, ammettendo che tutte le aziende dovessero avere 3.000 euro, essendo 13 mila le aziende avremmo dovuto impegnare 50 milioni di euro. Ma così non è. Quindi, collega Lotto, come minimo stiamo prevedendo certamente più di 6 euro a capo, però bisogna anche prendere atto di quello che ha detto la Giunta nella breve interlocuzione che ha avuto con i Gruppi di maggioranza e opposizione: "Non possiamo andare oltre i 5-6 milioni di euro".

Caro collega Salis, la Giunta ha anche precisato: 3 milioni di euro attraverso una rimodulazione del provvedimento e 2-3 milioni di nuove risorse. Bisogna dare atto che la Giunta non ci ha detto: "All'ultimo momento troverò i 2 o 3 milioni". Ce l'ha detto prima che i 3 milioni derivavano da una rimodulazione del provvedimento, ma qui bisogna essere concreti, seri e chiari. Prima ho sentito dire: "Nessuno di noi sa quante aziende ci sono". L'ha detto il mio collega e amico Franco Sabatini...

PRESIDENTE. Onorevole Cappai, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto contrario all'emendamento numero 18, che si arricchisce di un emendamento orale che viene presentato e anche votato grazie al lasciapassare della minoranza. Qui non si tratta, mi dispiace dover dissentire da lei, Presidente, di una modifica della copertura finanziaria; qui si tratta di una vera e propria modifica della dotazione finanziaria, che passa da 10 a 16 milioni di euro. Però noi non bloccheremo questa proposta, perché non vi daremo alibi; non daremo alibi all'assessore Prato, non daremo alibi al presidente Cappellacci su questo punto. Vogliamo che li spendiate questi soldi perché, badate bene, nell'emendamento rimane scritto "nella misura massima di", per cui potevate anche mettere 100 milioni di euro, tanto la decisione sui criteri è tutta in capo alla Giunta.

Il collega Lotto addirittura si è spinto fino a pensare a come sarebbero stati spesi, ragionando, però, su "x" euro a capo che avrebbe dato lui, ma che ne sappiamo noi di cosa deciderà la Giunta? La Giunta disconosce un impegno che ha assunto, noi abbiamo provato con l'emendamento numero 44 a ridare un po' di credibilità all'Istituzione che ha preso gli impegni, perché volevamo che tali impegni fossero mantenuti e rispettati. Abbiamo provato a ridarle credibilità, una credibilità che la Giunta ha buttato alle ortiche.

Con questo emendamento della Giuntta, badate, non si prende in giro nessuno, perché i nodi verranno al pettine. Quando saranno decisi i criteri vedremo quale sarà la cifra che verrà data a ogni azienda e se sarà rispettato l'accordo che reca la firma del Presidente della Giunta, perché a questo punto, ripeto, che si tratti di 16 o di 100 milioni di euro non cambia nulla, il bluff sta tutto nell'eccesso di delega che state dando alla Giunta; un eccesso di delega che avete sempre lamentato e che continuate a lamentare nei corridoi, ma che non avete il coraggio di lamentare in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Di volta in volta cosa succede qua? Io mi diverto anche un pochino, mi divertirei di più se non ci fossero conseguenze negative per la società sarda, per coloro che hanno rappresentato il bisogno.

Noi ci ritroviamo, lo voglio ricordare, Presidente, a esaminare con tutta urgenza un provvedimento che doveva rispondere a un'esigenza immediata del settore produttivo dell'agricoltura e dell'allevamento e doveva dare una risposta a un'esasperazione sociale ritenuta motivata da tutti, perché se non fosse stata ritenuta motivata la maggioranza non avrebbe fatto gli incontri che ha fatto, i Presidenti dei Gruppi consiliari non avrebbero fatto gli incontri che hanno fatto, la Giunta non avrebbe fatto gli incontri che ha fatto e chiuso gli accordi che ha chiuso! Del resto la disposizione di un accordo può essere interpretata letteralmente oppure no. Diventiamo matti ogni volta che ci confrontiamo con un'interpretazione di una norma di legge scritta da noi nel tentativo di capire se sarà possibile applicarla o meno, figuriamoci con l'interpretazione di un accordo sindacale! Rimane il senso delle cose, quelle che tramite i mezzi di comunicazione di massa abbiamo fatto conoscere alla popolazione. Noi non risolviamo il problema, lo lasciamo lì e si deve sapere; non lo risolviamo per i pastori, non lo risolviamo per le aziende agricole, non soddisfiamo le esigenze del Movimento pastori sardi, non soddisfiamo le esigenze delle associazioni di categoria o dei lavoratori delle campagne!

Questo articolo non sarà applicato e voi al 31 dicembre non avrete dato un centesimo perché è un'accozzaglia di disposizioni male assortite che non tengono neppure conto dei tempi di pubblicazione dei provvedimenti che devono indicare i criteri e consentire di presentare le domande e di erogare le risorse. Questa è una presa in giro, altro che sgarbo istituzionale! Lo sgarbo lo facciamo al popolo sardo ogni volta che approviamo norme che fanno letteralmente schifo, come questa! Chiaramente io voterò contro questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, io sono sconcertato dal fatto che solo oggi, a distanza di dieci giorni, lei ha comunicato ai sardi e non a quest'Aula che i pastori avevano capito male e che l'intesa sottoscritta il giorno dei morti, il 2 novembre, è frutto di un malinteso. Ma avevano capito male in tanti! L'unione Sarda scrive: "Ribadisce il presidente Cappellacci: possiamo dare subito 2.500 euro per tre anni a condizione che le imprese si aggreghino. La dotazione iniziale era di 1.000 euro, alla fine l'abbiamo più che raddoppiata". E giustamente le organizzazioni, nelle persone di Marco Scalas, Gigi Picciau, Ignazio Cirronis e Martino Scanu, dicono: "Riteniamo che la prima omissione di verità, per non chiamarla bugia, stia nell'aver comunicato che ciascuna azienda percepirà 2.500 euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, ma non è così. Con una semplice moltiplicazione ci rendiamo conto che non è così".

Tra il testo firmato dal Presidente e - mi sembra di capire - da due esponenti del Movimento pastori sardi, Floris e Ladu, e quello presente nel sito istituzionale l'unica differenza è che al punto 3 il testo del sito mette un punto anziché una virgola. In realtà che cosa ha capito il Movimento pastori sardi, così come l'hanno spiegato a noi del Partito Democratico i suoi rappresentanti, sentiti poche ore dopo la chiusura dell'accordo? Ha capito che la Giunta si riserva di valutare la fattibilità tecnica di anticipare al 2011 la quota 2012, da erogare entro il 31 marzo 2011. Prima delle parole "La Giunta sul punto si riserva" nel testo dell'accordo sottoscritto c'è una virgola, mentre nel sito istituzionale c'è un punto, per cui la riserva viene evidentemente interpretata su tutto il punto 3.

Noi non sappiamo come siano andate le cose, non capiamo l'ambiguità, non capiamo perché debbano essere prese in giro le persone, non capiamo perché occorra aspettare dieci giorni, non capiamo perché tanti comunicati stampa, fiumi d'inchiostro in questi giorni sono pervenuti nelle redazioni dei giornali. Io capisco tutta la tattica, capisco anche la strategia dell'annuncio, capisco le paure, non capisco l'ambiguità. Di tutto abbiamo bisogno in quest'Isola, tranne che di ambiguità. Io credo, insomma, che anche su questo occorra un sussulto di dignità, presidente Cappellacci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per annunciare il voto favorevole del mio Gruppo all'emendamento numero 18, così come modificato oralmente dalla Giunta, e per alcuni chiarimenti. Innanzitutto credo che ai pochi rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e pastori ancora presenti sia importante dire chiaramente ciò che diceva anche il collega Uras: questi soldi non arriveranno nelle tasche dei pastori né a Natale né per la notte di San Silvestro. Questo deve essere chiaro, non ci sono assolutamente i tempi e credo che nessuno di noi, se vuole operare con serietà, possa dire che i pastori incasseranno i soldi entro il 2010. Mi auguro che siano individuati i destinatari, che siano effettuate le graduatorie, che ci sia l'impegno formale, ma sappiamo tutti che la Ragioneria regionale fermerà i pagamenti tra l'8 e il 10 dicembre, quindi non c'è comunque la possibilità materiale di erogare le risorse.

Devo però dire che non mi scandalizzo quando si fanno suddivisioni, calcoli e si parla di 6 euro a capo. Certo 6 euro a capo sono pochissimi, ma lo sarebbero anche 12 euro a capo; non è comunque un'elemosina, è il massimo che si può fare. Si sono trovati ulteriori 6 milioni, o meglio 3 milioni vengono aggiunti alla dotazione finanziaria e 3 milioni vengono tolti dal sostegno per la commercializzazione del formaggio, ed è quello che attualmente si può fare. Se non ho mal compreso l'intervento del Presidente, c'è un impegno a valutare e assumere impegni sulle future annualità, quindi a partire dal 2011 si potranno stanziare ulteriori risorse qualora dovesse essere necessario. Quindi qui si sta prevedendo un bando e si stanno assegnando risorse che eventualmente possono essere incrementate con la finanziaria del 2011.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente Cappellacci, lei sostiene che la Giunta rispetta gli impegni. Noi vorremmo sforzarci di credere alle sue parole e poter dire: è vero, la Giunta ha mantenuto gli impegni. Le pongo delle domande: volete, lei e l'assessore Prato, prendere atto di ciò che sta succedendo in queste ore fuori di quest'Aula? Vogliamo prendere atto che ieri il Movimento pastori sardi è andato via dalle tribune e ha dichiarato alla stampa che gli accordi non sono stati rispettati? Vogliamo prendere atto che per lunedì è stata convocata a Tramatza una riunione dei pastori, i quali contesteranno questo provvedimento? Vogliamo prendere atto che la Coldiretti e la CIA hanno messo nero su bianco e continuano a dichiarare che questo accordo non è stato rispettato e che non ci sono certezze? Ne volete prendere atto?

Ma oltre a quello che dichiarano i pastori, sappiamo leggere anche noi, Presidente. L'accordo l'abbiamo letto ed è chiaro: voi darete a ogni azienda 2.500 euro entro il 31 dicembre 2010. Questo l'avete dichiarato voi, è scritto chiaramente. La legge, però, dice cose diverse. Noi abbiamo colto nell'intervento dell'assessore Prato a chiusura della discussione generale un'apertura a un confronto, a una discussione per trovare un punto d'incontro. Oggi ci troviamo invece davanti a un muro e la proposta che voi fate è irrilevante, come ben diceva il collega Uras, rispetto all'obiettivo di trovare una qualche soluzione, di dare un minimo di risposta alla crisi in atto, alle difficoltà in cui si trovano le aziende dei nostri pastori. Pertanto noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, mi rivolgo a lei, le do atto che la sua presenza costante stasera testimonia da parte sua attenzione e sensibilità a questo tema. Pur tuttavia mi pare evidente, dalle cose che hanno testé richiamato i colleghi che mi hanno preceduto…

Però vorrei essere ascoltato, quindi la prego, presidente Lombardo, di sospendere. Come nel basket, insomma, chiedo il time out, mi siedo, quando finiscono… Capisco perfettamente!

Dicevo, presidente Cappellacci, che io credo che ognuno di noi abbia compreso perfettamente la portata della discussione che stiamo svolgendo e anche i rischi insiti in questa discussione se la conclusione non sarà all'altezza di intercettare i bisogni di un mondo composito che ha bisogno, soprattutto da chi governa la Regione, di essere in qualche maniera riunificato e portato a sintesi.

Allora, noi siamo convinti di aver fatto una proposta più rispondente ai bisogni di quella che avete fatto voi. Voi evidentemente insistete, ma non ci avete dato spiegazioni e noi non siamo convinti che la vostra proposta invece intercetti i bisogni e le attese di questo mondo. Allora, Presidente, le dico questo: o lei è convinto di quanto ci ha proposto, e la prego allora di spiegarci come soddisfa quelle attese visto che nessuno è d'accordo, oppure rimpingui quelle somme. Ma se non è in queste condizioni, Presidente, si prenda questa notte di riflessione, riprendiamo i lavori domani mattina, perché stiamo per arrivare a un punto di non ritorno e io credo che una vicenda come questa meriti di essere riflettuta sino in fondo, anche rispetto alle conseguenze che può determinare, che rischiano di essere davvero dirompenti e di creare problemi di ordine pubblico che nessuno di noi vorrebbe. Presidente, rifletta su quanto le ho appena detto e mi permetta di rivolgerle questo appello accorato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessori, colleghi, intervengo per esprimere il voto contrario e per ricordare al Presidente della Regione le parole contenute nell'accordo, giusto per chiarire rispetto alle tante cose dette dove sta il vero e dove sta il falso. Si legge nell'accordo: "…un contributo nella misura di 2.500 euro ad azienda per l'annualità 2010 (da erogare entro il 31 dicembre 2010), e che il Movimento pastori sardi chiede di valutare la possibilità di anticipare al 2011 la quota 2012 (da erogare entro il 31 marzo 2011), la Giunta sul punto si riserva". C'è una virgola. Ora, siccome l'italiano per fortuna non è ancora una lingua morta, ma viene utilizzata anche da lei, Presidente, il termine del 31 dicembre 2010 è un termine perentorio, è ben indicato, non è un termine incerto, così come l'importo fisso di 2.500 euro è un importo preciso, né un euro di più né un euro di meno rispetto a quello che è stato scritto.

Bene, Presidente, lei con una certa enfasi ha rimarcato il fatto che gli accordi da lei presi vengono rispettati, che la parola data viene rispettata. Non mi pare che il contenuto dell'emendamento all'emendamento numero 18 e il contenuto dell'accordo tra la Regione e il Movimento pastori siano esattamente identici, e cioè che l'impegno corrisponda al contenuto del testo. Qual è la conseguenza del non mantenimento degli impegni? Nel caso in cui il contributo non sia di 2.500 euro e non si arrivi all'erogazione entro il 31 dicembre ci sono le dimissioni, perché bisogna anche che si sappia qual è il prezzo del non mantenimento degli impegni presi. Se quello è, noi attendiamo con una certa ansia quello che già sarebbe dovuto avvenire e che probabilmente avverrà, visto che questi impegni non possono essere rispettati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Io sono d'accordo con quello che ha detto l'onorevole Giampaolo Diana. Sarebbe il caso che il Presidente e l'Assessore si prendessero almeno una nottata di riflessione perché, come ben sanno, come ben sappiamo, il mondo agropastorale vive una situazione drammatica e di grande disperazione. Credo che dai benefici di questo provvedimento verrebbero escluse tutte le aziende con meno di 100 capi, che sono moltissime, soprattutto nell'entroterra, e sostentano interi nuclei familiari. Su questo vorrei che rifletteste ulteriormente e non credo che un giorno in più o un giorno in meno possa cambiare di molto le cose. Mi affido alla vostra responsabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, bocciare frettolosamente le nostre proposte e i nostri emendamenti è stato veramente un atto di arroganza, così come è arrogante questo vostro emendamento. E' arroganza anche pretendere di liquidare provvedimenti così importanti in poche ore, magari con un'alzatina di mano, ma per noi non è così. Questo emendamento è volutamente generico ed è immerso nelle nebbie, un po' come tutta la proposta di legge; nebbie padane, qualcuno direbbe. Visto che dovremo votare e il voto per noi è un'assunzione di responsabilità, chiedo delucidazioni ad esempio sulla relazione fra il pagamento del latte a qualità e l'intervento proposto, che non è chiaro.

Voi non avete senso di responsabilità e con questo emendamento, com'è stato appena detto, decretate l'esclusione dai benefici degli allevatori che non aderiscono alle OP o che non sono organizzati in cooperative, discriminate gli allevatori piccoli e quindi le piccole aziende a conduzione familiare, quelle che fra l'altro sono maggiormente diffuse nel nostro territorio. C'è una discriminazione, direi, delle fasce più fragili della nostra economia, tenendo conto che nel nostro territorio sono numerosissime le aziende a conduzione familiare che tentano di sopravvivere con 100-150 capi e magari nessuno fa il conto con il fatto che hanno debiti per migliaia di euro.

Mi appello pertanto al senso di responsabilità della Giunta. Comunque non sono per niente chiari i criteri di esclusione, anche se c'è da fare un'osservazione, voi lo sapete bene, e cioè che entro il 31 dicembre del 2010 non sarà erogato niente a nessuno. Quello che noi vi chiediamo è l'onestà, l'onestà sino in fondo. Dite la verità una volta per tutte! Chiaramente voto contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, signor Assessore, proverò a dire solamente due cose in tre minuti. Intanto dichiaro che voterò contro. Il mio Capogruppo ha usato la parola sconcerto, ha detto di sentirsi sconcertato per la conclusione di questo dibattito. A me mi viene da usare la parola tristezza; mi sento triste per come stanno andando le cose, con tutto quello che è successo quest'estate, con questa vertenza che è diventata una vertenza nazionale. Semplicemente non siamo stati capaci di ascoltare e tanto meno di capire. Stiamo stanziando 12 milioni di euro all'anno in media per 3 anni; 12 milioni di euro all'anno, da qualunque parte la si giri, sono meno di 1.000 euro ad azienda, sono meno di 4 centesimi per litro di latte.

Credo che non siamo stati capaci di capire che stiamo parlando della più grande industria della Sardegna. Noi non saremo capaci di salvare Portovesme, l'Alcoa, l'Eurallumina, la Vinyls, non sono responsabilità nostre, ma questa sì è una responsabilità nostra. E noi stiamo chiudendo le orecchie senza capire di che cosa stiamo parlando! Stiamo parlando di una produzione di latte del valore di circa 200 milioni di euro, mentre il valore della produzione di formaggio è di oltre 300 milioni, cioè oltre 500 milioni di euro. Applicando un moltiplicatore di 2 per difetto, stiamo parlando di un PIL di circa 1 miliardo di euro; il PIL della Sardegna è di circa 25 miliardi, per cui stiamo parlando di qualcosa che riguarda il 4-5 per cento del prodotto interno lordo della Sardegna. La più grande industria di quest'Isola, il 4-5 per cento del prodotto interno lordo prodotto nelle zone dell'interno. A questo noi stiamo rispondendo con un multiplo di quello che diamo al Cagliari Calcio e ad altre poche squadre di calcio; a questo noi stiamo rispondendo con meno del 10 per cento di quello che spendiamo per anno per l'Ente foreste, che occupa 6.000 persone.

Io credo che ci siamo persi, che non siamo stati capaci di farci carico del problema, di comprenderne la gravità e per di più ci salviamo la coscienza pensando che stiamo facendo assistenzialismo. Non stiamo parlando di assistenzialismo, quello di cui stiamo parlando vale meno di un mese di cassa integrazione all'anno per ciascuna di queste aziende. E le aziende del Nord si salvano con un impegno ben maggiore di un mese di cassa integrazione per ogni dipendente!

Io mi associo alla proposta del mio collega: riflettiamo di più, chi ha responsabilità la usi tutta. Riflettiamo di più, dobbiamo fare un passo avanti per comprendere di cosa stiamo parlando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, colleghi, Assessori, vorrei fare una riflessione ricollegandomi all'intervento dell'onorevole Soru. Il mio disagio mi ricorda quando da amministratore comunale partecipavo a sedute di Giunta infuocate, in cui si dovevano prendere delle decisioni, ma mancavano i dati. E' una cosa che mi mette in forte imbarazzo, mentre devo dare atto ai colleghi della Commissione, a cominciare dall'onorevole Lotto, di aver fatto una proposta basata sui dati, di aver fatto un'indagine, di essersi dotati di tabelle e di averci aiutato a costruire una proposta basata su dati. Ecco, una delle cose che mi spaventava da amministratore era proprio questa: dover prendere decisioni senza essere supportato da dati. L'onorevole Soru ne ha spiattellato una serie poco fa, ma la Giunta non ci fornisce i dati relativi a questa proposta. Su quali basi sono stati fatti i calcoli e su quali basi verrà onorato quell'accordo? Questo è l'imbarazzo nel dover prendere decisioni così importanti ed è l'ulteriore elemento che mi fa decidere di votare contro, proprio perché non si danno all'Aula gli elementi concreti per poter serenamente confrontare i dati e prendere decisioni. Noi abbiamo dei dati, vorremmo confrontarli; voi non ci avete fornito i vostri e questo ci lascia e mi lascia in imbarazzo appunto per la mia esperienza amministrativa passata, durante la quale in molti frangenti notavo come decisioni spesso empiriche poi ricadevano sulle comunità per nostra mera disattenzione, anzi superficialità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 18.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri:Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 68

astenuti 3

maggioranza 35

favorevoli 44

contrari 24

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 38.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). C'è una precisazione da fare dal punto di vista tecnico. In seguito a un'interlocuzione con gli Uffici la copertura finanziaria non può essere quella indicata, in quanto considerava la soppressione dell'articolo successivo, che non può essere soppresso prima che si arrivi a discuterlo. Per cui cambio l'indicazione della copertura finanziaria con i fondi disponibili della programmazione negoziata, di cui alla copertura finanziaria degli emendamenti che sono stati votati, dove c'è ampia capienza. Poi preciserò meglio.

Qual è il significato di questo emendamento? Questo emendamento è volto a dare un sostegno anche alle aziende che nell'ambito del settore agropastorale, allevano bovini allo stato brado per la produzione di carne. E' un settore che nella legge che stiamo per approvare non è contemplato, ma riteniamo che sia utile dare un piccolo sostegno anche a queste aziende, con un massimale che ovviamente non può che essere quello previsto per gli altri tipi di allevamenti. Quindi noi proponiamo di inserire tra le aziende del comparto agropastorale anche quelle in cui si pratica l'allevamento bovino da carne o allo stato brado o comunque la linea vacca-vitello, di cui negli anni scorsi tante volte si è parlato e da tanto tempo ormai non si parla più.

Lo ritengo un atto dovuto per quei tanti allevatori che, sparsi nella Gallura e nel centro della Sardegna in particolare, si sentono in questo caso eccessivamente trascurati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, mi ricorda il parere della Commissione su questo emendamento?

PRESIDENTE. Contrario.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò a favore di questo emendamento, pur riconoscendo anche ad esso il limite - lo dico al collega Lotto -che abbiamo individuato nell'emendamento della Giunta appena votato e che riguarda in modo particolare il secondo comma, cioè la delega alla Giunta regionale della definizione di criteri e modalità di erogazione dell'aiuto.

Voglio ricordare, nella speranza che l'Assessore si impegni in questo senso, che demandare alla Giunta regionale la deliberazione dei criteri e delle modalità di erogazione del finanziamento imporrà, ai sensi della legge numero 40 del 1990, la pubblicazione e il massimo della pubblicizzazione nei confronti dei beneficiari del diritto, perché i criteri possono essere ovviamente sottoposti a una valutazione critica o anche a un ricorso in sede, per esempio, di Tribunale amministrativo regionale, quindi possono dare origine a contenzioso. Questo lo dico perché quando gli allevatori, che siano del comparto ovi-caprino o bovino, assedieranno di nuovo le istituzioni regionali, dobbiamo sapere che questo sarà derivato anche dalla nostra incapacità di affrontare il problema. Se, infatti, io avessi voluto raggiungere l'obiettivo del 31 dicembre 2010, avrei indicato in legge i criteri e le modalità, in modo da imporre alle strutture una certa cadenza temporale nell'istruttoria dei provvedimenti, nella loro conclusione positiva e quindi nella erogazione delle somme.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, questo emendamento è stato presentato in Commissione agricoltura dai colleghi della minoranza per tentare di creare una sorta di compensazione relativamente al comparto bovino, avendo l'assoluta certezza che gli allevatori sardi, anche quelli che per la maggioranza allevano capre e pecore, praticano nelle loro aziende anche l'allevamento di suini e bovini. Era un modo per cercare di prepararci alla bocciatura degli emendamenti numero 44 e 42, definendo una sorta di rete di protezione che consentisse di equilibrare la riduzione dei fondi necessari per dare sollievo al comparto.

Anche su questo emendamento, nonostante lo consideriamo un'indicazione giusta e responsabile nei confronti delle esigenze degli allevatori, la Giunta ha espresso parere contrario. Ritenendo che anche questo sia un errore, voteremo a favore dell'emendamento numero 38.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, intanto esprimo il mio voto favorevole a questo emendamento. Abbiamo parlato ieri durante la discussione generale del fatto che in tutti questi mesi, in queste settimane, abbiamo considerato il comparto ovi-caprino senza mai citare il comparto bovino, come se questo fosse un comparto privilegiato, come se questi allevatori vivessero in un altro territorio e non nella stessa regione. Molto probabilmente sono persone meno organizzate, che non scendono in piazza a lamentare tutto il loro malessere, però certamente questo comparto vive quanto e forse anche più di qualche altro comparto una crisi drammatica.

Credo che il Consiglio debba farsi carico anche di questo comparto importante dell'economia della Sardegna e per questo abbiamo proposto l'emendamento numero 38 che mi auguro la maggioranza approvi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU FELICE (U.D.C.). Presidente, colleghi, non avrei preso la parola perché mi ero ripromesso di non parlare su questo disegno di legge, però su questo emendamento vorrei dire qualcosa, perché le parole del collega Solinas mi richiamano al problema dell'allevamento bovino, che esiste soprattutto nell'oristanese e che meriterebbe certamente di essere aiutato. Mi pongo tuttavia una domanda: amici miei, ci stiamo forse ingannando vicendevolmente? Dico subito il motivo: voi sapete meglio di me che in questo disegno di legge vi sono almeno altri quattro interventi tutti attinenti all'erogazione degli aiuti de minimis, e sapete anche che tali aiuti non possono superare in tre anni la cifra di 7.500 euro. Scusate, ho fatto un po' di conti: se noi dessimo, per esempio, 2.500 euro ad azienda, con 2.500 euro più 2.500 la quota massima de minimis sarebbe raggiunta. Mi domando come farebbe poi l'allevatore a usufruire di tutti gli altri articoli di legge, che sono coperti con fondi che tengono conto del vincolo del de minimis. Per esempio, leggo dagli emendamenti: articolo 1 bis (miglioramento dell'offerta produttiva), stanziamento 10 milioni, ma sempre con il vincolo del de minimis; articolo 1 bis (diversificazione produttiva ai produttori), 4.000 euro per ogni produttore "che…", ma anche in questo caso il contributo è previsto nella forma del de minimis.

LOTTO (P.D.). Si rivolga all'Assessore!

CONTU FELICE (U.D.C.). Io mi attengo al progetto di legge che sto esaminando, non m'interessa se l'ha proposto lei o l'Assessore. Dico anche che sono interventi utili e necessari. Potrei continuare, per esempio con l'articolo che riguarda il credito d'esercizio: si stanziano 6 milioni di euro, ma sempre nell'ambito del de minimis. Allora, parliamoci chiaro, non è che l'Europa ci consenta di moltiplicare le quote de minimis, assolutamente no! Una volta che si è raggiunta la quota di 7.500 l'aiuto finisce. Tutti gli altri interventi sono onestamente fasulli. Anche per quanto riguarda i bovini giustamente nella vostra proposta si fa riferimento al de minimis, ma io non ci capisco più nulla: quante volte volete utilizzare il de minimis? Ecco perché non mi sento di votare a favore di questo emendamento.

(Interruzione del consigliere Lotto)

Lei sa benissimo di che cosa sto parlando. Non è assolutamente diverso. Cosa vuol dire diverso? Guardi che la norma europea dice...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione l'emendamento numero 38. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo votando l'articolo forse principale di questo testo di legge, non perché altri articoli che rispondono ad altre esigenze, tutte legittime, del mondo delle campagne siano meno rilevanti di questo in ordine al bisogno che viene rappresentato, ma perché non possiamo non riconoscere a chi ha sollecitato l'autorità pubblica, a chi ha sollecitato…

Presidente, che cosa sta succedendo?

(Brusio in aula)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Grazie.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Lo dico perché un domani, quando dovremo rispondere, ciascuno nel proprio territorio, di quello che stiamo decidendo, anche voi abbiate consapevolezza di quello che avete deciso. Io sono certo che l'onorevole Diana ne è consapevole, non sono altrettanto certo che lo siano altri colleghi che non hanno seguito con altrettanta passione questo provvedimento. E quando si va a rispondere al cittadino bisogna avere risposte pronte, motivate, consolidate da dati. Quando vi chiederanno perché in ragione delle loro esigenze per mantenere in piedi delle aziende, che contribuiscono, come si è detto, a creare una parte significativa del nostro prodotto interno lordo, voi anziché votare a favore di un incremento delle dotazioni finanziarie avete votato contro, cioè per ridurre quelle dotazioni finanziarie che venivano proposte anche dalla minoranza, dovrete avere il coraggio e anche gli elementi per dare risposte convincenti. Direte che ve l'aveva chiesto il Presidente o che avevate l'obbligo di maggioranza? E che cosa pensate che vi risponderanno quelli a cui vi rivolgerete così? A ciascuno di voi diranno: "Vattene a casa, perché scaldi il banco in Consiglio regionale, senza risolvere i miei problemi, perché tu sei lì in mia rappresentanza". Questo avverrà perché di questa vertenza, che è di rilievo assoluto, noi non abbiamo...

PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.

Essendo stato approvato l'emendamento numero 18, sostitutivo totale dell'articolo 1, ovviamente l'articolo non va votato. Chiedo scusa, all'Aula, ma mi era sfuggito.

I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina, alle ore 10. La Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 9 e 30.

La seduta è tolta alle ore 20 e 56.