Seduta n.196 del 04/05/2011 

CXCVI SEDUTA

Mercoledì 4 maggio 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 marzo 2011 (189), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Paolo Maninchedda e Francesco Meloni hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 4 maggio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 29 aprile 2011, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge regionale 7 febbraio 2011, numero 6 concernente "Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 21 maggio 2002, numero 9 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio), interpretazione autentica dell'articolo 15, comma 12 della legge regionale 18 maggio 2006, numero 5 (Disciplina generale delle attività commerciali) e norme sul trasferimento dell'attività" nella parte in cui introduce, nella legge regionale numero 5 del 2006, il comma 4 dell'articolo 15 bis e rubricato "Trasferimento dell'attività commerciale".

Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 14, 18, 26 e 31 gennaio 2011; 3, 8, 10, 15, 22 e 25 febbraio 2011; 1°, 10, 15, 21, 24, 29 e 31 marzo 2011.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Piano energetico ambientale regionale (PEARS)". (277)

(Pervenuto il 19 aprile 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

"Intervento straordinario per la copertura dei costi derivanti dall'organizzazione delle consultazioni amministrative dell'anno 2011". (281)

(Pervenuto il 29 aprile 2011 e assegnato alla prima Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Steri - Cossa - Sanna Giacomo - Diana Mario - Cuccureddu:

"Istituzione dell'osservatorio sulle aree costiere della Sardegna". (278)

(Pervenuta il 20 aprile 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Cuccureddu:

"Disciplina della professione di guida turistica". (279)

(Pervenuta il 21 aprile 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda:

"Tutela dell'artigianato artistico tradizionale sardo". (280)

(Pervenuta il 27 aprile 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Diana Mario sullo stato di funzionamento dell'impianto di climatizzazione del Palazzo di giustizia di Oristano". (197)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio sulla grave situazione finanziaria in cui versa l'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (210)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sul Centro Santa Maria Bambina di Oristano". (211)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia". (252)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sull'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (267)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla precaria situazione in cui versano i locali del Policlinico di viale Italia, a Sassari, che ospitano il reparto di neuropsichiatria infantile". (280)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu sulle modalità di tassazione dei fondi regionali per attività di ricerca erogati nell'ambito del bando borse giovani ricercatori". (282)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Floris Mario sulle vicende connesse alla Struttura complessa di rieducazione e recupero funzionale dell'Ospedale Marino di Cagliari". (314)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Pitea - Rassu - Ladu - Rodin - Campus sull'applicazione del regolamento (CE) n. 767 del 2009 sulle condizioni relative all'immissione sul mercato e all'uso dei mangimi per animali destinati e non destinati alla produzione di alimenti all'interno della Comunità europea". (318)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Espa sulla necessità di un piano regionale sulle demenze e sull'interruzione degli interventi psicologici essenziali del Centro Alzheimer del Presidio ospedaliero SS. Trinità di Cagliari". (347)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla mancata compilazione e inoltro al Ministro della pubblica amministrazione del questionario relativo alla dotazione di auto blu". (349)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul ruolo delle strutture private, e in particolare del San Raffaele di Olbia e del S. Maria Bambina di Oristano, nella sanità sarda". (366)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sulla bocciatura da parte del Governo nazionale del piano regionale di rientro e del patto per la buona sanità". (368)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sullo stato dell'informatizzazione sanitaria regionale tramite il Sistema informativo della sanità sarda (SISAR)". (372)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul blocco delle assunzioni di personale nelle ASL conseguente alla deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23 febbraio 2010". (375)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Diana Mario sulla morte di 90 suini destinati alla macellazione nel mattatoio comunale di Settimo San Pietro". (388)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di intervenire per accelerare i tempi di attuazione dei lotti di completamento della strada Sassari-Alghero". (412)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis sulla mancata attribuzione della medaglia di presenza e indennità di missione/trasferta previste dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27". (479)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Espa sul malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP (Centri unificati di prenotazione)". (499)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sull'istituzione del sito www.malattieraresardegna.it da parte della ASL di Cagliari e della Regione Sardegna". (511)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Barracciu sul parto urgente occorso nell'ormai chiuso punto nascita di Sorgono". (522)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di un intervento per sanare la situazione debitoria della ASL n. 1 di Sassari nei confronti dell'azienda di vigilanza Polsarda".(528)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Sechi - Uras - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione scolastica in Sardegna. Preoccupazione per nuovi tagli". (565)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza, in capo ad alcune imprese beneficiarie, dei requisiti richiesti dall'articolo 5 della legge regionale n. 15 del 2010 per l'ottenimento di contributi previsti dalla normativa de minimis". (566)

"Interrogazione Piras - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai consorzi industriali". (567)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di prorogare la scadenza di fine lavori disposta dal bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2009, persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese"". (568)

"Interrogazione Meloni Valerio, Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le strutture socio-assistenziali di cui alla legge regionale n. 23 del 2005". (569)

"Interrogazione Maninchedda - Sanna Giacomo - Capelli - Dessì - Planetta - Sanna Matteo - Artizzu, con richiesta di risposta scritta, sulla sentenza del TAR n. 213/2011 relativa ai presidi ospedalieri San Francesco e C. Zonchello di Nuoro, San Camillo di Sorgono e ai presidi sanitari distrettuali di Macomer e Siniscola". (570)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla sorte dell'area già sede del tracciato ferroviario sita nel Comune di San Gavino Monreale". (226)

"Interpellanza Salis - Diana Giampaolo - Espa - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di procedere alla liquidazione dei danni subiti dalle imprese agricole di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 44/31 del 14 dicembre 2010". (227)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Salis - Bruno - Uras - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla decennale vicenda del campus universitario di Cagliari e sulla improrogabile necessità di avviare con urgenza la realizzazione del Piano straordinario per la residenzialità universitaria ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale n. 3 del 2009, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento." (127)

"Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall'attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa." (128)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, accogliendo la richiesta del Presidente della Regione di rendere al Consiglio dichiarazioni ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, ha stabilito di esaminare nel corso della mattinata le mozioni, secondo l'ordine del giorno precedentemente stabilito. nella serata saranno rese le dichiarazioni del Presidente della Regione, mentre il collegato alla finanziaria verrà esaminato a partire da giovedì mattina.

Constatata l'assenza dell'assessore Milia, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 11, viene ripresa alle ore 10 e 24.)

Discussione della mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (117)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 117.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la lettera m) del comma 1 dell'articolo 4 dello Statuto sardo, nei limiti dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, conferisce alla Regione la competenza di disciplina legislativa in materia di spettacoli pubblici;

- la legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, disciplina le attività di spettacolo in Sardegna predisponendo un quadro normativo organicamente strutturato e coerente con l'esercizio di una politica culturale dell'ente regionale;

RISCONTRATO che:

- lo spettacolo dal vivo è arte che indaga nei linguaggi dell'identità e della contemporaneità veicolando idee e contenuti necessari alla crescita culturale, sociale, economica e spirituale di un popolo e necessita dell'impulso pubblico per poter garantire la propria crescita assieme a quella del territorio e delle collettività in cui opera;

- lo sviluppo culturale, la programmazione e valorizzazione della qualità artistica, l'ampliamento dell'offerta culturale anche attraverso l'incentivazione di progetti di eccellenza, il coinvolgimento delle forze sociali e la formazione del pubblico, la distribuzione dell'offerta culturale, la circuitazione degli eventi, l'innovazione, le finalità educative e turistiche dello spettacolo sono obiettivi dell'azione regionale;

CONSTATATO che:

- l'intervento dello Stato nella cultura è diminuito, negli ultimi cinque anni, di oltre il 30 per cento e solo nell'ultimo anno, tra il 2010 e il 2011, la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ridotta del 14,6 per cento, passando da 1.710 a 1.459 milioni di euro; a ciò si sommano: il tracollo del Fondo unico per lo spettacolo, che nel 2011 raggiunge il suo minimo storico con un taglio del 43,52 per cento; la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 di 4 miliardi alle regioni, di 300 milioni alle province e di 1,5 miliardi ai comuni; ulteriori norme che impediscono agli enti locali di spendere le risorse dei loro bilanci;

- l'effetto dei tagli predisposti dal Governo nazionale si traduce nella perdita di circa 220.000 posti di lavoro e compromette la sopravvivenza di moltissime imprese e attività culturali;

- in Sardegna, la legge finanziaria 2011 ha diminuito ulteriormente, di circa 2 milioni di euro, i fondi destinati al settore dello spettacolo i quali, dopo il taglio regionale di circa il 10 per cento nel 2010, si assesterebbero oggi intorno ai 8,6 milioni di euro, mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza delle 124 aziende che operano nel settore;

- il settore dello spettacolo in Sardegna rappresenta un comparto economico importante che impegna oltre 2.000 persone in termini di occupazione diretta che, con l'indotto, arriva a circa 3.000 unità;

- al comparto dello spettacolo è da ricondurre anche l'ampio indotto costituito dalle attività di promozione, pubblicità, trasporti, ristorazione, accoglienza, le cui ricadute sono importanti in termini sia occupazionali sia di produzione di reddito;

CONSIDERATO che:

- nelle more delle direttive di attuazione della legge regionale n. 18 del 2006, l'Amministrazione regionale non esercita ancora, a cinque anni dall'approvazione della legge, le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore e pertanto anche l'assegnazione dei contributi da parte della Giunta regionale procede, scollegata da qualsiasi progetto di politica culturale, adeguando con proprie delibere e fuori da qualsiasi necessario principio di ratio amministrativa e legislativa, disposizioni normative ormai datate;

- a fronte dell'impiego di risorse pubbliche, non esistono strumenti attendibili di monitoraggio delle attività né vengono utilizzati indicatori di risultato trasparenti e conformi a quelli ministeriali ed europei;

- la legge n. 18 del 2006, paradossalmente anche grazie alle difficoltà riscontrate nell'applicazione delle sue parti più innovative, che necessitano di alcune modifiche di ordine tecnico, ha fatto emergere la vitalità e la complessità di un settore da sempre marginalizzato e, prima della legge, ridotto, in una logica meramente burocratica, ad un'uniformità artificiosa e svilente;

SOTTOLINEATO che il settore dello spettacolo in Sardegna ha a più riprese manifestato in molteplici forme l'esigenza che, da un lato, venga finalmente applicata la legge del 2006 in modo che l'intero comparto sia incluso all'interno di un assetto istituzionale e organizzativo più efficace e la Regione eserciti finalmente le competenze di programmazione, valorizzazione, promozione e monitoraggio delle attività a cui è tenuta, e che, dall'altro lato, si proceda invece alla modifica di alcuni punti della legge, quali i criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale previsto dall'articolo 7 e altre previsioni non corrispondenti in toto alla realtà regionale o non del tutto coerenti da un punto di vista procedurale;

RILEVATO che:

- a tutt'oggi la Regione non ha ancora provveduto a predisporre il "Documento di programmazione regionale dello spettacolo", definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006, che si deve inserire in modo organico nell'ambito della programmazione complessiva delle politiche regionali;

- l'istituito Comitato regionale per le attività di spettacolo, organo di consultazione del settore previsto dall'articolo 5 della legge regionale n. 18 del 2006, necessita di essere rivisitato nella sua composizione al fine di soddisfare una rappresentanza più adeguata alla pluralità del comparto, anche di ordine territoriale;

- l'Osservatorio regionale dello spettacolo, istituito ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006, non ha ancora reso noti e pubblici i dati utili a conoscere e interpretare correttamente la realtà isolana dello spettacolo;

APPURATO che:

- i fondi europei riservati al settore nell'ambito del POR - FESR 2007-2013 Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, sono ad oggi bloccati, determinando un'ulteriore penalizzazione del sistema nel suo complesso e ritardi inaccettabili nella spendita delle risorse europee,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a definire una politica culturale regionale che incoraggi la creazione artistica e l'innovazione, sostenga l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardi il lavoro di tutti gli operatori del comparto;

2) ad esercitare in maniera organica le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore dello spettacolo redigendo al più presto il Documento di programmazione regionale come definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006;

3) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

4) a ripristinare in bilancio la dotazione finanziaria destinata alle attività di spettacolo al fine di scongiurare perdite di posti di lavoro;

5) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR - FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo. (117).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, la mozione, abbastanza importante, oggi in discussione, è stata predisposta in un momento particolarmente difficile (non che oggi le cose per il settore dello spettacolo vadano meglio) nel quale, alla ristrettezza dei fondi regionali, si aggiungevano i tagli drammatici del Governo nazionale.

Superata quella situazione, in Commissione bilancio, dove oggi cominciamo a discutere il collegato, sono stati recuperati i fondi, ed è stato anche ripristinato il FUS. Però, nonostante l'emergenza sia finita, rimane per il comparto dello spettacolo in Sardegna una situazione di instabilità e di precarietà che necessita, per essere superata, di un urgente intervento da parte della Giunta regionale. Quindi nonostante il ripristino dei fondi sia nazionali che regionali, che verranno approvati con il collegato alla finanziaria, va assolutamente portata avanti una serie di provvedimenti.

Nel corso del mio intervento voglio intanto ringraziare prima di tutto coloro i quali, pur avendone fatto e continuando a farne le spese in prima persona, non si arrendono a una politica che spesso di fronte al settore dello spettacolo non è attenta come dovrebbe essere; quindi il mio ringraziamento va a chi continua a spendersi per ricercare le ragioni e i linguaggi dell'arte, dello spettacolo, del rappresentare la poliedrica realtà e complessità umana. Quindi un grazie prima di tutto agli artisti, agli operatori dello spettacolo che nonostante tutto continuano nel loro impegno in questo senso.

Presidente, devo dire che purtroppo non sono né il bello né l'utile e spesso neanche la verità a essere rappresentati in questo Consiglio, come in altri contesti parlamentari. Sappiamo di vivere anni cupi, sappiamo anche che il teatrino in cui spesso siamo calati, e a cui opponiamo resistenza, risponde in questi anni (l'auspicio è che l'assessore Milia si differenzi sempre di più da questa tendenza a cui vengono richiamate le Giunte regionali), alla chiamata nazionale al soffocamento delle coscienze, all'azzeramento della costruzione dei saperi, allo smantellamento della creatività e delle criticità da cui in ultima analisi dipende anche la possibilità di una vita libera, soddisfacente e, perché no, felice.

Abbiamo presentato questa mozione per scongiurare l'ipotesi di dover dire per i prossimi anni, per l'immediato futuro, ai nostri artisti, ai lavoratori di questo comparto, di lasciar perdere il proprio impegno perché non c'è nessuno che si cura di loro. Lo facciamo in risposta alle loro sollecitazioni, alla convinzione politica, profonda, che il teatro, la danza, lo spettacolo in genere rispondano a un'esigenza di cui una collettività, in questo caso la collettività sarda, non può fare a meno; un comparto per il quale sono necessarie appropriate politiche pubbliche, nazionali e regionali; e nella profonda convinzione politica che oltre che soddisfare esigenze importanti di cultura della collettività sarda, questo è c anche un settore, importante, di crescita economica per il nostro Paese, per la nostra Regione, costituisce una possibilità di creazione di ricchezza e di reddito.

Peccato però che in Italia il tema delle industrie culturali e creative, lo sappiamo, è dimostrato, e non faccia parte né dell'agenda politica né di quella economica, ammesso che sia lecito, appunto, separarle, noi riteniamo che non sia così. Dovrebbe essere il contrario, dovremmo anche in Sardegna seguire ciò che avviene in Europa, soprattutto in Europa, ossia predisporre una chiara strategia per le industrie della creatività.

Nella passata legislatura noi abbiamo cercato di intervenire in questo settore predisponendo anche delle nuove norme, considerato che questo settore era regolato esclusivamente da leggi, tuttora in vigore, risalenti a tantissimi anni fa; leggi che peraltro, lungi dal consentire di predisporre politiche strutturali per questo settore, semplicemente rispondono (certamente anche questo è importante, ed è stato importante in questi anni) all'organizzazione della spesa a breve termine, a brevissimo termine, e questo costituisce un limite fortissimo. La legge da noi predisposta aveva come obiettivo quello di superare quel limite, predisponendo delle norme che costituissero per la Giunta regionale la possibilità di scrivere, invece, politiche a medio e lungo termine. Quella legge, lo dirò anche più avanti, essendo molto innovativa, ha mostrato delle difficoltà di applicazione. Siamo consapevoli che sono necessarie delle modifiche perché possa essere effettivamente rispondente alle necessità ed essere applicata, però crediamo che quella legge costituisca comunque lo strumento adatto per rinnovare profondamente il settore, e grazie al quale quel settore può divenire uno dei fulcri, uno degli elementi portanti dello sviluppo sociale ed economico di quest'isola.

Noi dovremmo quindi attestarci sulle politiche europee, e nella maggior parte dei Paesi europei questo settore è oggetto di investimenti molto importanti. Infatti, in anni difficili come quelli fra il '96 e il '98, difficili perché in quel periodo, come si sa, c'era l'esigenza di rientrare nei parametri di Maastricht, d'altronde ci siamo anche riusciti, la spesa per la cultura, anche in quel periodo di ristrettezze, passò da 900 milioni a 2 miliardi di euro. Negli ultimi cinque anni, l'intervento dello Stato nella cultura è diminuito di oltre il 30 per cento, e solo nell'ultimo anno, tra il 2010 e il 2011, la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ridotta del 14,6 per cento, passando da 1.710 a 1.459 milioni di euro. Il FUS, è vero, è stato reintegrato al livello dell'anno precedente, a seguito delle sollecitazioni e delle proteste, fortissime, degli operatori dello spettacolo, ma il livello resta basso, essendo stato tagliato via via negli anni; in ogni caso appena quindici organismi sardi beneficiano del FUS.

Assessore, lei certamente lo sa, lo sa molto bene. Rimane di certo la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 di 4 miliardi di euro alle Regioni, di 300 milioni alle province, e di 1,5 miliardi ai comuni. Tra l'altro, a causa degli immutati criteri del Patto di stabilità, spesso le ultime risorse a essere impegnate sono proprio quelle che riguardano questo settore.

Potremmo agevolmente collegare questi dati con quelli relativi ai tagli del mondo della scuola, per capire, pensiamo noi, come a livello nazionale sia in atto un piano preoccupante di decrescita culturale per cui i tagli sullo spettacolo fanno, inevitabilmente, il paio con i tagli sulla scuola. Un piano di decrescita culturale preoccupante e insostenibile, insostenibile per un Paese, per una regione che ha bisogno invece di teste acculturate e competenti se vuole superare la crisi e crescere. Crisi e crescita che non ammettono affermazioni come: "La cultura non si mangia". Noi abbiamo sentito pronunciare questa frase, insopportabile, più di un mese fa dal ministro Tremonti.

Affermazioni di questo calibro culturale vanno contrastate e tenute fuori dalla nostra Isola, Isola non tanto di famosi purtroppo, quanto di, più o meno, affamati, in cui molti sono a digiuno anche di cultura, specialmente di cultura. Assessore, in Sardegna avevamo intrapreso nella precedente legislatura, soprattutto in termini di istruzione e di cultura, una strada virtuosa, di cui cominciavano a sentirsi anche i benefici sia per i giovani che per la società sarda nel suo complesso; una politica precisa sulla conoscenza, sui saperi, e le arti: questi elementi erano al primo posto. Di sicuro c'è ancora molto da fare, da migliorare, certamente, però noi pensiamo che quella sia la via per aiutare la nostra Isola a crescere.

Le chiediamo, Assessore, di rifuggire l'approccio, diffuso nella Giunta regionale, di cancellare tutto ciò che è stato fatto di buono nella precedente legislatura, e di recuperare, al contrario, quell'impostazione politica sull'istruzione e sulla cultura, ma faccia anche molto di più, perché tanto c'è da fare. E' necessario quindi dar corso alle leggi esistenti. Il Consiglio ha istituito una Commissione apposita sul tema delle leggi inapplicate. Noi ci auguriamo che, grazie al suo impegno - anche perché più volte, Assessore, mi sia consentito affermarlo, lo faccio assolutamente senza problemi, ha mostrato la sua disponibilità e affidabilità rispetto agli impegni presi - la Commissione non debba farsi carico anche della legge numero 18; siamo infatti al limite rispetto ai tempi nei quali questa legge avrebbe dovuto essere già applicata, almeno per alcune parti che sono applicabili indipendentemente dai problemi a cui ho fatto riferimento prima.

Sappiamo che ha avuto degli incontri con gli operatori nel corso dei quali ha manifestato disponibilità; e sappiamo anche che l'Assessorato sta lavorando sui problemi che riguardano la legge del settore. Confidiamo che si intraprenda un percorso (nel senso definito proprio dalla legge numero 18), possibilmente condiviso anche dalla minoranza che chiede in prima istanza l'elaborazione, la razionalizzazione delle politiche regionali dello spettacolo, al fine di consentire lo sviluppo del settore; chiede di elaborare un ragionamento di prospettiva almeno triennale per consentire agli operatori una programmazione di più ampio respiro e per uscire dalla precarietà legata ogni anno, come dicevo prima, alla concessione di contributi sempre incerti, sempre in ritardo, sempre messi a repentaglio da una finanziaria o dall'altra, quest'anno forse più che negli anni passati.

Debbo rivolgere un ringraziamento, a questo proposito, a tutti i colleghi della Commissione bilancio, certamente anche all'assessore La Spisa, perché, con un ragionamento condiviso e unitariamente con l'assessore Milia, sono stati ripristinati i fondi tagliati nella precedente finanziaria. Quindi abbiamo affrontato l'emergenza finanziaria per quest'anno, ma c'è tutta la questione strutturale della politica per lo spettacolo che va affrontata. Non dimentichiamo che stiamo parlando di centoventiquattro aziende che impegnano circa 3 mila unità lavorative, con ricadute importanti in termini economici, lavorativi e turistici, e che, nonostante la triste uscita di Tremonti: "La cultura non si mangia", lo spettacolo e la cultura, quando sono gestiti a dovere, quando la programmazione è certa, quando la programmazione è seria, quando la programmazione è trasparente, non danno da mangiare solo alle menti, ma producono effettiva ricchezza.

Non dimentichiamo neanche che quel che chiedono oggi le nostre aziende dello spettacolo per poter continuare a lavorare e per potersi evolvere nella loro attività, che coinvolge anche la crescita culturale della nostra Isola e della nostra gente, è una politica regionale chiara, affidabile e seria, di medio e lungo termine. Dicevo, abbiamo la legge regionale, apportiamo le modifiche; noi nella mozione chiediamo un impegno in questo senso, e cioè che vengano apportate subito le modifiche per rendere applicabile la legge numero 18, perché sia più corrispondente alla varietà del settore dello spettacolo e anche alla sua complessità.

La legge numero 18 chiede che venga definita la politica regionale del settore, e che la Regione eserciti finalmente le competenze di programmazione, valorizzazione, promozione e monitoraggio delle attività di spettacolo. Siamo tutti d'accordo, dicevo, che deve essere migliorata. Noi proporremo modifiche, quando entreremo nel merito, per esempio sui criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale, proporremo modifiche per la formazione e la composizione del Comitato, non abbastanza rappresentativo della realtà variegata e fluida del comparto.

La legge è lo strumento per definire il percorso di programmazione pluriennale, per definire i contenuti, gli orientamenti, le strategie e i fini regionali che costituiscono la base per consentire alle imprese dello spettacolo di intraprendere un cammino coerente con certezza di risorse. La legge ci dice che il piano triennale deve essere redatto sulla base dei rapporti annuali sullo spettacolo in Sardegna, elaborati dall'Osservatorio regionale dello spettacolo. L'Osservatorio regionale è un altro punto dolente sul quale è necessario concentrare l'attenzione politica e amministrativa. L'Osservatorio regionale dello spettacolo è stato istituito ex articolo 6 della legge e supponiamo che abbia anche funzionato, perché dal 2007 sono stati messi a disposizione per il suo funzionamento ben 200 mila euro. Poiché delle elaborazioni dell'Osservatorio (anche su questo nella mozione vi è un riferimento preciso perché si superi questa incongruenza), non è stato reso noto alcun dato, poiché è difficile anche capire chi componga questo Osservatorio chiediamo, con la mozione, risposte, ci chiediamo cosa sia successo e cosa stia succedendo nel merito. Se insisto sull'Osservatorio è perché anche in questo settore, come in quasi tutti gli altri, la Sardegna si trova priva di strumenti di raccolta di dati o, meglio, le raccolte di dati pullulano, ma la loro organizzazione, la loro fruizione è spesso lasciata nei cassetti, perché a questa raccolta dei dati non segue l'analisi e, soprattutto, non segue, rispetto all'analisi fatta, la messa a punto delle strategie per affrontare i problemi che quei dati mettono in evidenza; questo è anche il caso dello spettacolo. Sullo spettacolo non c'è mai stata, però, la possibilità di raccogliere dati; noi avevamo pensato di istituire l'Osservatorio, con la legge numero 18, proprio perché la complessità di questo settore, la sua varietà, la sua diversa dislocazione sul territorio regionale, che è uno degli elementi di difficoltà rispetto alla programmazione, necessitano appunto di dati certi. Strumenti di analisi, programmazione e monitoraggio sono essenziali, pensiamo, per questo settore, come per gli altri; se non si parte da qui, si farà, secondo noi, pochissima strada e, forse, addirittura, nel verso sbagliato.

Un altro punto importante della mozione è quello che riguarda i fondi europei. Da più di due anni sono fermi nelle casse della Regione i fondi europei per l'incentivazione e la valorizzazione di questo settore. Io ho parlato a lungo con i funzionari sia dell'Assessorato della cultura che dell'Assessorato della programmazione; dai funzionari mi è stato detto che ci sono difficoltà derivanti dal fatto che i finanziamenti possono essere considerati aiuti di Stato e, soprattutto, che la mancata spendita delle risorse, è legato al fatto che la legge numero 18 non è stata notificata all'Unione europea.

Pertanto, una volta apportate le modifiche, credo vada notificata velocemente la legge, e non si capisce perché siano stati persi due anni. Relativamente al problema degli aiuti di Stato (aiuti di Stato che necessitano della notifica della legge), ci permettiamo di suggerire all'Assessore di superare questo problema approfittando del fatto che in questi giorni, in questi mesi, diciamo in queste settimane, è in fase di rimodulazione la programmazione 2007-2013. La fase di rimodulazione consente di riportare i fondi europei dello spettacolo alla vecchia programmazione, sganciandoli dalla loro configurazione di aiuti di Stato. Questo consentirebbe di spenderli agevolmente e subito, e di mettere in circolazione risorse importanti per aiutare il settore a crescere, soprattutto per aiutare la nostra Isola a crescere dal punto di vista culturale.

Ci aspettiamo che l'Assessore, come ha dimostrato in altre situazioni, tenga conto dei motivi che hanno generato questa mozione, e risponda assumendo degli impegni precisi e chiari; noi, naturalmente, siamo disposti anche a una definizione unitaria di un ordine del giorno, sul quale abbiamo già ragionato, che impegni complessivamente la Giunta su questo cammino.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, questo è un tema che sembra labile rispetto ad altri più pesanti, che in quest'ultimo periodo attanagliano la Sardegna. Una mozione, quindi, che potrebbe sembrare fuori luogo, però io non credo debba essere vista in questi termini; richiama infatti l'attenzione di questo Consiglio non tanto sull'uso pieno delle risorse finanziarie destinate al settore, quanto (ha pertanto una valenza molto più profonda) sull'investimento in cultura, sull'investimento nella produzione di quelle espressioni culturali, presenti in vari modi nelle nostre comunità, che costituiscono il veicolo di trasmissione non solo della nostra cultura, ma anche della cultura nazionale, europea e mondiale. Ma credo sia da sottolineare l'efficacia dello "strumento spettacolo", che ci permette di mantenere e diffondere la nostra cultura, la nostra identità; queste manifestazioni veicolano infatti uno degli elementi più importanti di una cultura: la lingua.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue AGUS.) In Sardegna non esistono, purtroppo, compagnie teatrali storiche o consolidate, ma esistono le compagnie di dilettanti che attraverso il teatro dialettale, si adoperano per mantenere viva l'identità di questa terra, per mantenerne vive le tradizioni; soprattutto, lo ribadisco, veicolano la lingua, lo strumento più importante che si è tentato anche di codificare con una legge apposita. Io credo invece che favorire lo spettacolo teatrale sia il modo più celere, il modo più corretto per unificare la lingua.

Molti di voi avranno assistito, spero, se non l'hanno fatto lo facciano, a quelle rappresentazioni teatrali che si svolgono in pochi circuiti teatrali nei quali confluiscono diverse compagnie del Nord, del Sud e del Centro Sardegna. Ognuna di queste compagnie porta la sua lingua, e lo spettatore sente le varie influenze linguistiche e comincia a effettuare la scelta dei termini più indicati che poi, a lungo andare, costituiranno l'ossatura della lingua consentendo il recupero della lingua sarda. Credo che questo sia uno degli elementi più caratterizzanti e più importanti che noi dobbiamo curare perché può portare alla codificazione, in modo naturale, di una lingua unitaria, ma deve essere diffuso fra le scolaresche, deve essere diffuso all'interno di tutte le comunità.

Un altro mezzo culturale importantissimo, anche a livello internazionale, e credo di non dire nulla di nuovo, è la cinematografia; noi conosciamo quanto alcune regioni, tuttora, senza andare molto lontano la Sicilia (non mi riferisco soltanto agli aspetti più deleteri di quella cultura), siano state conosciute nel mondo grazie al cinema. La Sardegna purtroppo rimane ancorata al suo localismo, anche se quelle poche esperienze di cinematografia girate in Sardegna, hanno dato risalto ai paesaggi, alle comunità, hanno costituito un importantissimo veicolo promozionale per l'Isola, ma la cinematografia potrebbe essere anche veicolo di trasmissione culturale, un veicolo importantissimo che ci permetterebbe di confrontarci con il resto del mondo, perché tramite la cinematografia possiamo raccontare le nostre storie, possiamo raccontare la nostra identità, possiamo raccontare i nostri affanni, possiamo raccontare come noi vediamo il mondo, ma anche l'amore per la nostra natura, per la nostra cultura che, in una globalizzazione diffusa, credo abbia un valore aggiunto inestimabile.

L'argomento di questa mozione sembrerebbe fuori luogo in un contesto di problemi molto più difficili: disoccupazione, industrie che chiudono, situazioni drammatiche. Sicuramente il settore in questione è una goccia d'acqua, ma tenete conto che non ho voluto affrontare il tema della possibilità occupazionale che comunque ha. Un'ultima considerazione sulla cinematografia: non abbiamo un centro di cinematografia che possa supportare non solo la nostra produzione culturale, ma anche quella "esterna"; spesso le compagnie vengono in Sardegna, anche se raramente, e non trovano una struttura o un'organizzazione che li supporti. Anche questo è lavoro. Sicuramente è poca cosa rispetto al bisogno della Sardegna però, ripeto, c'è quell'aspetto che non è secondario, anzi a mio avviso è primario, che un investimento nello spettacolo veicola, non solo in Sardegna, per tutte le cose che ho detto, ma anche nel mondo, la nostra cultura e la nostra identità.

E' molto importante e utile perché nel rapporto con la globalizzazione il concetto di identità, oggi lo stiamo riscoprendo, ma lo sapevamo già, costituisce un valore e una ricchezza nel confronto con il resto del mondo perché ci fa sentire popolo che dialoga e si confronto, e non soggetto passivo, negli eventi del mondo.

A mio avviso, l'argomento della mozione non è marginale ma è fondamentale anche nel recupero della nostra identità, nel sostegno alla nostra identità, ma anche nella prospettiva di una visione della realtà sarda diversa; può sopperire e sicuramente aiutare quella riconversione, tra virgolette, industriale che la Sardegna deve attuare in una prospettiva di nuova economia e sviluppo, di nuova cultura; mi rendo conto che è difficile individuare e quantificare le possibilità gli sviluppo e la misura del benessere che l'attenzione a questa problematica può comportare, ma sono convinto che i risultati possono essere estremamente positivi e di grande valore umano, sociale e sicuramente anche economico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la collega Barracciu nel presentare la mozione ha avuto modo, credo giustamente, di ringraziare la Commissione bilancio per quanto fatto in quest'ultimo periodo. La collega metteva in evidenza anche un clima che parrebbe, a dispetto di quest'Aula distratta, almeno finora, interessato - mi rivolgo soprattutto all'Assessore - ad affrontare e a dare dignità a questa discussione in Consiglio regionale. Questo tentiamo di fare stamattina. E' vero, come diceva il collega Agus, che in quest'Aula siamo abituati a trattare questioni drammatiche, però, oggi, attraverso questa mozione, discutiamo di un settore che vive difficoltà non certamente inferiori rispetto a quelle di altri, in particolare mi riferisco ai comparti dei settori produttivi. In questo caso - Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei e mi permetto di richiamare la sua attenzione - stiamo parlando di un settore, lei ha avuto modo di riconoscerlo anche pubblicamente nel recente passato …

(Brusio in Aula)

DIANA Giampaolo (P.D.). Presidente, mi appello a lei, se è il caso si sospende cinque minuti perché a me dà fastidio parlare in queste condizioni.

PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Diana ha ragione. Chi non è interessato a seguire il dibattito può accomodarsi in uno dei locali attigui, ma non si deve disturbare l chi sta parlando. Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Stavo dicendo che l'Assessore anche recentemente ha avuto modo di riconoscere, ed è una storia vecchia, che uno dei limiti di questo settore è l'assenza di programmazione. La programmazione, per essere tale, deve ,certamente coinvolgere il Consiglio regionale, ma non può esaurirsi ovviamente all'interno del Consiglio medesimo. Perché sia vera programmazione, la Giunta in particolare, e l'Assessore in questo caso, devono coinvolgere tutte le rappresentanze del mondo della cultura e dello spettacolo. Se noi davvero vogliamo dotarci di un minimo di programmazione in questo settore non possiamo avere la presunzione e l'arroganza di esaurire questo compito che è affidato anche a noi, ma non soltanto a noi in quest'Aula. Quindi io, Assessore, innanzitutto la richiamo - so della sua sensibilità - nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane a recuperare in maniera ancora più pronta e più determinata un confronto vero e serio con tutte le organizzazioni e le rappresentanze di questo settore. Mi rendo conto che non è semplice, ma proprio perché non è semplice lo sforzo deve essere maggiore.

Io non voglio ripercorrere la mozione, lo ha già fatto egregiamente la collega Barracciu, mi limiterò nel mio intervento a porre alcune domande. Assessore, nel 2006, come lei sa bene, con la legge numero 18 il Consiglio regionale e il Governo regionale allora in carica tentarono di dotarsi di uno strumento di pianificazione e di programmazione di questo importante settore. Partiamo da qui.

Probabilmente non siamo riusciti a rispondere, con quello strumento, a tutte le attese e probabilmente anche lo stesso strumento legislativo non è stato attuato e vissuto come si sarebbe dovuto fare. Partiamo comunque dalla legge numero 18. La prima domanda è questa: lei intende lavorare e sta lavorando per una nuova legge del settore? Io ovviamente concordo con le affermazioni contenute nella mozione. Ritengo che la legge numero 18 sia una buona base e si possa lavorare, attraverso emendamenti, per renderla davvero uno strumento efficace di pianificazione e di programmazione per l'intero settore. Anche su questo, Assessore, le chiedo di attivare non soltanto il confronto con le Commissioni competenti, con il Consiglio regionale, ma soprattutto - forse questo invito deriva dalla mia personale, passata esperienza -un confronto serrato con gli attori di questo settore.

La legge numero 18 prevedeva la costituzione del cosiddetto Comitato. Il Comitato, Assessore, attualmente è scaduto; intende rinnovarlo? Se sì, quando? Le chiederei anche di illustrarci, se è possibile, quali saranno i criteri per ricostituirlo. Penso che non debba essere pletorico come quello scaduto ma, soprattutto, credo debba essere - mi rendo conto che non è semplice - eletto democraticamente, nel senso che i componenti del Comitato devono essere effettivamente espressione del settore. Su questo vigileremo anche noi, ma credo che lei non ne abbia bisogno potendo assolvere tranquillamente a questo compito.

Per quanto riguarda il Registro degli organismi di rilevanza regionale, previsto dall'articolo 7, mi pare che esso tuteli, forse eccessivamente, le strutture forti, quelle già dotate di strumenti finanziari e di risorse importanti o, se volete, sufficienti e che non abbia curato, invece, un fattore determinante: la qualità. Mi rendo conto che anche il fattore "qualità" non semplice da esaminare, però dobbiamo farlo perché, se rifuggiamo da questa responsabilità, rischiamo di non fare quanto di più importante ci si chiede in un momento come questo per questo settore.

Io credo, Assessore, che lei debba dare degli indirizzi precisi per evitare anche la discrezionalità, imbarazzante e fastidiosa, che oggi si arrogano gli Uffici, spesso anche contro la volontà dell'Assessore di turno perché intervenire non è semplice. Quindi, per evitare questo è necessario... Presidente, abbia pazienza, io sarò...

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, non è tollerabile questa situazione. Per cortesia, un po' di rispetto!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ma non per me, per l'argomento di cui si tratta.

CAMPUS (P.d.L.). Per la musica.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Per la musica? Non solo...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Se le note del disturbo fossero musicali andrebbe bene, purtroppo sono altro. Assessore, le chiedo, nella sua replica, di dirci, i criteri e le direttive a cui lei sta pensando anche relativamente a questo punto.

In merito all'Osservatorio, ne parlava anche la collega Barracciu, siamo al grottesco. Assessore, parlo di una legge del 2006 quindi lo dico per onestà intellettuale, è chiaro che non può essere lei il responsabile di tutto. L'Osservatorio è stato istituito ed è sempre uno strumento importante, quale che sia il settore in cui interviene. L'Osservatorio in genere lo si costituisce perché faccia una verifica, perché fotografi l'esistente. Le chiedo, Assessore: che cosa ha fatto l'Osservatorio? E' possibile sapere da chi è composto? Seconda domanda: che cosa ha prodotto finora l'Osservatorio? Terza domanda: se ha prodotto qualcosa, quel progetto dov'è? e Perché non è in rete? Perché se abbiamo pagato per qualcosa, per fare una fotografia, perché quella fotografia non è accessibile in maniera democratica a tutti? Qui si tratta anche di corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Questa è l'altra domanda che ho voluto porle. Infine l'ultima: i fondi POR.

PRESIDENTE. Diamo ancora qualche secondo all'onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la ringrazio. Sappiamo che nel dicembre dello scorso anno si è affrettatamente licenziata una delibera, giustamente, per non perdere oltre 12 milioni di euro, suddivisi, pur non in parti uguali tra cinema e spettacolo in genere. Domanda e finisco: dove sono quei soldi? C'è un minimo di programmazione? Se c'è, qual è la programmazione? Pare inoltre che una parte importante di quei soldi debbano essere utilizzati per un costituendo strumento, non so se sia una fondazione, un consorzio, comunque un qualcosa, tra l'Ente lirico di Cagliari e il De Carolis di Sassari. Ci volete dire che cos'è? Io non vorrei che, anche attraverso questa operazione, si livellasse verso il basso la qualità degli spettacoli.

, Assessore, anche rispetto a queste notizie di stampa, le chiedo di fornirci qualche notizia precisa; ci dica se ci sono progetti della Giunta sul teatro di Cagliari e quello di Sassari e in che cosa consistono.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, probabilmente non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione ma innanzitutto devo esprimere la soddisfazione mia e del mio Gruppo per il fatto che sia stata data risposta alla richiesta di un intervento immediato per risanare le difficoltà causate dai tagli ai fondi dello spettacolo; fortunatamente siamo riusciti a inserire le poste di bilancio idonee nel collegato alla finanziaria. Su questo esprimiamo soddisfazione perché la mancata operazione di reintegro dei fondi sarebbe stata una tragedia per tutto il mondo dello spettacolo e della cultura in Sardegna.

Esprimo inoltre la mia soddisfazione per il fatto che, al di là dei problemi complessi che sono presenti all'interno della Fondazione teatro lirico, anche per quel che riguarda i problemi di questi lavoratori... Chiedo scusa, ma siccome mi devo rivolgere all'Assessore per chiedere alcuni chiarimenti e informazioni sulla politica che l'Assessorato e la Giunta vogliono attivare in questo comparto, chiedo dieci, cinque minuti di attenzione. Stavo dicendo quindi che esprimiamo la nostra soddisfazione per questa manovra, per avere reintegrato i fondi, esprimiamo la nostra attesa per quel che riguarda la definizione di una politica per la cultura e per lo spettacolo che sia degna di questo nome.

Assessore, per vicende giovanili, amministrative e politico-istituzionali io sono profondamente legato a questo settore e, al di là del punto fondamentale di interesse per questo argomento che può essere riassunto nella famosa frase: "La bellezza salverà il mondo" (io di questo sono convinto e non ci può essere bellezza nel mondo senza l'arte, la cultura, la musica, la danza, il cinema, lo spettacolo in sé, che è elemento caratterizzante dell'intelligenza e della capacità di innovazione e di cambiamento del mondo), mi voglio soffermare due minuti sulla valenza fondamentale dell'aspetto occupazionale per la Sardegna e per l'Italia in questo settore in cui, fortunatamente, possiamo vantare la presenza di eccellenze significative in Europa e nel mondo.

A fronte di queste eccellenze significative, che storicamente si sono definite nella storia d'Italia in questi comparti di cui discutiamo oggi, abbiamo una politica nazionale assolutamente insufficiente che sta comprimendo gli spazi di intervento di questo settore che, essendo legato al turismo, alle attività ambientali, alla valorizzazione delle intelligenze delle persone, è uno degli elementi fondamentali di un nuovo modello di sviluppo. Io lo considero tale; così considero le attività di spettacolo, della cultura in genere, della ricerca, dell'espressione delle migliori capacità intellettive che gli uomini e le donne possono porre nella cura di questo settore fondamentale; questo è un settore su cui spero che la Giunta regionale possa avviare un'inversione di tendenza rispetto alle politiche di tagli a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.

Assessore, quando abbiamo partecipato a Roma alle varie manifestazioni per difendere il comparto industriale io avevo detto, e ne sono convinto, che il comparto della cultura, dello sport, dello spettacolo in Sardegna è una grande impresa da tutelare, una grande impresa economica che crea occupazione, crea animazione culturale, crea vita vissuta nei quartieri, nei paesi e nelle città, crea un miglioramento, al di là delle condizioni economiche pure importanti, nella vita di chi ci lavora, aspetti che vanno tutelati e rafforzati. Si crea anche un miglioramento complessivo dell'ambiente in cui queste attività vengono svolte, un fattore che viene spesso sottovalutato. Ricorderemo una ventina di anni fa quando le attività di spettacolo...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Salis. Io mi rimetto alla cortesia dei colleghi per permettere agli oratori di svolgere serenamente il loro intervento, perché con questo brusio non è possibile.

SALIS (I.d.V.). Presidente, non mi disturbano, spero di non essere io a disturbare i colleghi.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.).Stavo sottolineando la valenza del settore in termini di occupazione e di produttività, di miglioramento delle condizioni di vita non solo per i lavoratori ma anche per chi ne fruisce da spettatore, così come ribadisco che migliora anche la vita dei quartieri o dei paesi dove queste attività vengono svolte, è un miglioramento complessivo. Io vorrei che lei rispondesse alle domande della collega Barracciu, del collega Diana relativamente all'Osservatorio, relativamente all'attivazione di una programmazione che, partendo dalle esperienze significative che sono presenti nel settore, consenta alla Regione sarda di utilizzare al meglio le indicazioni che abbiamo tentato di dare nel 2006 con l'approvazione della legge sullo spettacolo complessivamente inteso.

Noi siamo convinti che questo settore debba essere sostenuto e noi stiamo portando avanti una battaglia per supportare i comparti economici e produttivi della Sardegna rivendicando in primis dallo Stato le risorse (al momento bloccate) che ci deve dare o, meglio, che ci deve restituire, proprio per tentare di dare una risposta restituendo dignità e forza, a tutti i settori economici senza dimenticare che il comparto dello spettacolo, della cultura e dell'arte in generale è, ad avviso mio personale e del mio Gruppo, fondamentale per la definizione di un nuovo modello di sviluppo basato sui beni ambientali, naturali e culturali di cui l'Isola dispone.

Non è vero che la cultura non si mangia, Assessore, la cultura si mangia, è pane quotidiano, purtroppo sta diventando un lusso per un numero sempre più alto di persone "legate" a una presenza televisiva invadente ed eccessiva, a programmi bislacchi che certo non affinano le capacità critiche delle persone. Quindi, proprio perché intendiamo rivolgere una critica feroce a questo modello televisivo, che ormai ha preso piede nella nostra Italia, pensiamo che un segnale importante sia promuovere la partecipazione alle attività culturali e dello spettacolo partendo dalla base, dai giovani e dalla scuola, per migliorare appunto le condizioni di vita della nostra popolazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io inizio il mio intervento sottolineando che era non obbligatorio ma opportuno e doveroso, da parte della Regione, integrare i fondi tagliati dallo Stato per dare un minimo di risposte a un settore in crisi che deve essere invece sostenuto, pienamente e con convinzione, da noi tutti. Detto questo dobbiamo anche aggiungere che il vero nemico della cultura in generale e, di conseguenza, del mondo dello spettacolo, è l'indifferenza: Indifferenza della società nella quale viviamo e indifferenza della politica; qualche segnale in questo senso si è avuto anche questa mattina in questa Aula.

A parole in effetti si è tutti favorevoli, tutti si è animati da buoni propositi quando si parla di sostenere il mondo dello spettacolo, un settore importante, ma poi nei fatti non si è conseguenti. Questo almeno è quello che si registra, a parte le dichiarazioni di autorevoli esponenti del governo false e tendenziose; devo dire che, come sottolineava l'ultimo intervento, noi invece affermiamo con convinzione che "di cultura si vive", di cultura, di spettacolo, di arte si vive, si mangia, si cresce, si migliora e soprattutto migliora la società tutta, senza questa parte importante e fondamentale del nostro vivere saremmo veramente una misera cosa. E soprattutto crescono e migliorano i giovani, i giovanissimi, ai quali dovremmo dedicare maggiori attenzioni, magari intervenendo con canali televisivi a loro esclusivamente riservati e attraverso la scuola che oggi subisce, come ha ricordato la collega Barracciu, ulteriori limitazioni e riduzioni.

L'altro limite vero (e emerso nel dibattito e sottolineato nella mozione) è la farraginosità delle leggi, i ritardi con cui vengono attuate, se non addirittura non applicate; le leggi che non hanno o perdono efficacia e funzionalità per mille e una ragione ma che, come la legge numero 18, magari hanno dato vitalità a un settore "ridotto, in una logica meramente burocratica, a una uniformità artificiosa e svilente" così come è detto in un passo della mozione che abbiamo presentato. Un tempo si prendeva atto di una situazione; si diceva che la cultura, l'arte, lo spettacolo in Italia erano talmente di qualità, talmente arrogante e prepotente era la presenza della qualità del nostro spettacolo, del nostro progetto culturale da riuscire a difendersi da solo. Oggi non è più così, siamo arrivati veramente a un livello di qualità preoccupante, per cui è necessario veramente darsi da fare per evitare che questo settore subisca un forte tracollo determinando nuovi drammi (oltre quelli già creati dalla perdita di numerosi posti di lavoro) per la perdita di ulteriori posti di lavoro in un settore fondamentale della nostra società.

Questo discorso è ancora più valido se lo riferiamo alla Sardegna (è richiamato nella mozione ma è richiamato soprattutto dalla legge numero 18 del 2006) e al nostro grande patrimonio identitario. La cultura in generale e lo spettacolo in particolare dovrebbero essere non privilegiati, perché il momento è difficile, ma pienamente considerati e ricevere l'attenzione che meritano.

L'ho detto altre volte e lo ribadisco ancora una volta oggi, in molte realtà europee, mi sto riferendo alle autonomie dello Stato spagnolo, in particolare alla Catalogna che conosco più di ogni altra, sono state emanate leggi apposite, e pienamente sostenute, a favore del teatro, del cinema, della musica, della danza, della fotografia, di tutte le espressioni dell'arte e dello spettacolo. La Catalogna ha addirittura un ente che favorisce la promozione della cultura, dello spettacolo, dell'arte della nazione catalana all'estero; questo è un aspetto che per esempio noi ancora non abbiamo colto appieno ma che consentirebbe di offrire ai nostri operatori del settore dello spettacolo opportunità serie di lavoro (e di queste si deve far carico la Regione sarda non da sola ma in accordo con altre realtà e Stati europei e non solo europei), consentendo la diffusione del nostro prodotto artistico e culturale. In riferimento alla Catalogna facevo presente che l'istituto Llull promuove solo ed esclusivamente le proprie attività d'arte e di spettacolo fuori dai paesi catalani.

L'altro aspetto, che ritengo vada trattato, riguarda gli spazi. Mi rivolgo pertanto a una persona che ha pienamente conoscenza, competenza e attenzione per questo settore, che vive un po' come il mondo dello sport. La Sardegna è fortemente penalizzata per mancanza di spazio. La crescita nel mondo dello sport in Sardegna è fortemente limitata, a eccezione di alcune realtà privilegiate, per la mancanza di spazi dove promuovere le attività. E altrettanto accade nel mondo dello spettacolo. Voi pensate che una realtà come la città di Alghero non dispone, all'infuori di un prestigioso e antico teatro civico da 290 posti, di nessun'altra struttura dove poter tenere degli spettacoli, degli eventi, delle iniziative, favorire la promozione, la diffusione, l'elaborazione e i progetti, perché mancano gli spazi idonei; su questo mi ricollego ancora una volta alla scuola, anch'essa privata, mutilata addirittura di spazi idonei, laddove li aveva, per la promozione delle attività di spettacolo.

Porto come ultimo riferimento, ma è un argomento che ho citato e continuo a citare, la città di Alghero, forse l'unica città della Sardegna, mentre in tutte le altre è stata fatta un'operazione di acquisto, di ripristino, di ristrutturazione degli antichi cinema-teatro, nati per iniziativa privata negli anni '20 e '30, dove rimane abbandonato da oltre 10 anni, testimonianza dell'inefficienza e dell'incapacità, forse perché si coltivano idee speculative immobiliari, uno straordinario spazio: il cinema-teatro Selva.

L'altro discorso, l'ho richiamato prima, riguarda i ritardi e l'inapplicabilità delle leggi. Sulla legge numero 17, riporto un dato della Provincia di Sassari, ma credo valga per tutte le province, siamo in ritardo di due anni, sulla legge numero 26 siamo in ritardo di due anni, siamo lontani dalla piena applicabilità della legge numero 18 del 2006, per le ragioni che ricordavo prima. Siamo in affanno nei rapporti con l'Europa e nell'utilizzo dei fondi europei. Siamo in forte ritardo su tutto.

Si è parlato, e chiudo, di un progetto: una nuova legge. Siamo molto fiduciosi su ciò che l'assessore Milia sarà in grado di proporre, e sul nostro grado di collaborazione perché la proposta si realizzi; ma interveniamo quanto prima, interveniamo soprattutto oggi, indipendentemente da quello che saremo in grado di fare, di elaborare e di proporre, perché questo settore ha uno straordinario bisogno di attenzioni e di aiuto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

MILIA (U.D.C.-FLI), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.Presidente, colleghi consiglieri, questa mozione, che io condivido nella sua interezza, così come condivido molte delle osservazioni formulate dalla prima firmataria, l'onorevole Barracciu, e dai colleghi che si sono susseguiti, coglie uno degli aspetti che già la Commissione speciale sulla mancata applicazione delle leggi aveva colto ed evidenziato nelle audizioni alle quali io sono stato invitato. Vorrei essere schematico, ma allo stesso tempo rispondere ai quesiti e fare qualche considerazione.

Programmazione. Stamane, uscendo dall'albergo che mi ospita, la direttrice mi ha fermato e mi ha chiesto se ero a conoscenza dei pagamenti a tale organismo piuttosto che a talaltro organismo, perché l'albergo avanzava svariate decine o centinaia di migliaia di euro dal mondo dello spettacolo. Ridendo le ho risposto che stavo giusto andando a rispondere a una mozione in Aula su questo argomento, e che le avrei fatto sapere. La verità è che è difficile fare programmazione quando il Patto di stabilità, impedendo la spendita del denaro pubblico, sta in questo momento tagliando le gambe a un settore che già di per sé è in sofferenza. Quindi programmiamo quello che possiamo programmare.

Io mi auguro, e più avanti risponderemo punto per punto, che la programmazione sia aiutata anche da uno strumento, che io ho cercato di attivare in questi giorni, proprio della finanziaria regionale, la SFIRS, che col fondo di rotazione possa permettere a tutto il mondo dello spettacolo di utilizzare le risorse nell'immediatezza, in attesa di percepirle con le lentezze burocratiche che contraddistinguono purtroppo la nostra macchina regionale.

Vorrei innanzitutto centrare il problema. Il problema centrale è che io non sono assolutamente intenzionato a modificare la legge numero 18 del 2006. Attraverso una prima consultazione con gli organismi definiti dall'articolo 56, nell'immediatezza dalla mia nomina ad Assessore, e con una successiva serie di incontri che gli uffici, come voi tutti siete a conoscenza, stanno tenendo con tutto il comparto, sto cercando di inquadrare i punti inapplicati e inapplicabili della legge numero 18 del 2006, per cercare tutti assieme, con una progettazione che parta dal basso, cara all'onorevole Diana quanto a me, di apportare quelle modifiche che possano permettere alla legge in questione, che è una buona legge nel suo impianto, di camminare con le sue gambe e celermente.

L'Osservatorio, uno degli organismi di cui sopra (inizio a rispondere alle prime domande), è partito in ritardo nel 2008-2009. L'Osservatorio è partito non con le sue gambe, ma attraverso una convenzione da 200 mila euro, siglata con l'Osservatorio economico. L'Osservatorio economico è stato soppresso senza nessuna norma transitoria, e quindi dopo il primo lavoro ben fatto riguardante l'annualità 2008-2009, sul 2009-2010 ci sono dei dati parziali, e addirittura gli uffici non possono procedere ai pagamenti, alla liquidazione, perché non c'è un soggetto al quale rivolgersi per poter conferire le somme per il lavoro fatto, essendo stato abolito completamente l'Osservatorio economico che era convenzionato per questo lavoro. Allora questo è uno dei problemi che io ho trovato nell'analisi della legge numero 18, non è il solo. C'è il problema del Registro, che è stato in qualche maniera identificato; c'è il problema - è inutile negarlo - di una non comune visione di tutti coloro che, professionalmente, fanno parte di questi comparti, dei professionisti del mondo dello spettacolo definiti nell'articolo 56 ai quali ci siamo rivolti per cercare di trovare un unico comune denominatore o, perlomeno, un comune denominatore che riuscisse ad amalgamare il più possibile le diverse componenti sulla base della qualità e della professionalità. E' questo l'obiettivo che la Giunta ha identificato, anche con delle direttive apposite, per chi professionalmente produce lavoro, produce occupazione, produce qualità, produce arte, produce spettacolo,.

Gli organismi che fanno parte dei vari comparti hanno raggiungo il numero di 130-140, noi non possiamo assolutamente vietare di partecipare a chi vuole entrare in questo mondo e, professionalmente, operare per il bene della cultura, per il bene dell'arte, per il bene dello spettacolo, della musica, della danza in Sardegna,. Allo stesso tempo dobbiamo lavorare sui criteri di accesso previsti dalla legge; la legge aiuta un settore che è in grosse difficoltà per via dei tagli nazionali, seppure recuperati in parte, anche perché come ha rilevato l'onorevole Barracciu, gli organismi, che partecipano alle provvidenze del FUS in Sardegna sono solo quindici. E' un settore che ha bisogno esclusivamente di poter effettuare almeno una programmazione triennale di un'attività che diversamente è legata veramente all'alea della risorsa che non arriva, all'alea della risorsa che arriva in ritardo, per cui si origina una situazione sinceramente difficile da portare avanti con una certa tranquillità.

Sui fondi europei stiamo cercando di lavorare (una delle soluzioni che ha suggerito l'onorevole Barracciu può essere percorribile) per riuscire a dare linfa ulteriore agli organismi di cui all'articolo 56, senza incorrere, certamente, in procedure di infrazione che potrebbero essere rilevate a seconda dell'utilizzo da parte nostra di questi fondi. Anche su questo stiamo lavorando, cercando un accordo con gli organismi del settore dello spettacolo, per utilizzare quelle risorse che non sono poche, sono circa 9 milioni e400 mila euro, dividendole fra i vari comparti.

La sensibilità che questa Giunta ha verso il mondo dello spettacolo, vi assicuro, non è inferiore ad altre sensibilità che albergano in quest'Aula. Abbiamo la necessità però di avere certezze rispetto ai provvedimenti legislativi che stiamo esitando. Io non debbo scusarmi, essendo da pochi mesi Assessore della cultura e dei beni culturali, però è chiaro che, in merito alla legge numero 18 di difficile applicazione, alla legge sul cinema sulla quale stiamo lavorando, e nella prossima riunione di Giunta si approverà la delibera che stabilirà che la Film Commission diventi fondazione (mi auguro poi di riuscire a portare un emendamento per dare la possibilità alla fondazione Film Commission, deliberata dalla Giunta, di utilizzare anch'essa i fondi europei che diversamente avrebbero difficoltà a essere spesi), ci stiamo confrontando quotidianamente. Io credo che, tutti assieme, da una parte gli attori che sono in campo e dall'altra parte i legislatori che sono in quest'Aula, possano trovare la soluzione migliore per aiutare un comparto che è nelle corde di tutti. E' nelle corde di tutti perché amiamo il settore, è nelle corde di tutti perché riconosciamo che è un settore che dà grande occupazione, nonostante qualcuno pensi in maniera diversa, è un settore che, in ogni caso, dà un apporto sociale alla nostra società che in questo momento ha bisogno, anche e soprattutto, di essere confortata culturalmente sotto il profilo dell'istruzione, ma questa è solo un'altra materia che certamente affronteremo.

L'onorevole Diana mi chiedeva, durante il suo intervento, quali fossero le linee della Giunta relativamente a una ipotesi di progetto che riguardi il teatro lirico di Cagliari e il teatro di Sassari.

Noi abbiamo fatto un ragionamento molto semplice alla luce della spendita delle ingenti risorse (magari 500 mila euro) che, è inutile negarlo, altre città della Sardegna abbiamo visto preferiscono spendere per portare delle professionalità che non sono nemmeno paragonabili a quelle che il Teatro lirico mette in campo ormai da parecchie stagioni. Abbiamo fatto una riflessione in ordine alle difficoltà occupazionali e di gestione del Teatro lirico, che sono note a tutti; abbiamo fatto una riflessione sull'ipotesi di spendita dei fondi europei e, alla luce di queste riflessioni, abbiamo provato a far ragionare gli organismi rappresentati nel Consiglio di amministrazione: il Comune di Cagliari, la Fondazione del Teatro lirico con i suoi rappresentanti nominati dalla Regione e il Comune di Sassari, per quello che riguarda l'Ente concerti De Carolis ma, soprattutto, per quello che riguarderà un domani quando in autunno verrà inaugurato il nuovo Auditorium che avrà una forma giuridica ancora da stabilire.

Sulla base di questo ragionamento stiamo tentando di ipotizzare un progetto che permetta al Teatro lirico di Cagliari, come soggetto attuatore, di utilizzare delle risorse europee da mettere in rete assieme alla futura fondazione del Teatro sassarese, oppure addirittura stiamo pensa a un'unica fondazione come Teatro di Sardegna. Questa è una linea, è un'ipotesi di lavoro sulla quale ci stiamo confrontando, è un'ipotesi di lavoro sulla quale stiamo ragionando, anche assieme ai due Conservatori di Cagliari e Sassari per metterli in rete e, magari, costituire un'orchestra regionale che possa veramente essere di supporto, a 360 gradi, alla seconda stagione da "circuitare" in Sardegna.

Questa è una ipotesi di lavoro, però l'ipotesi di lavoro fondamentale è quella di avere un soggetto attuatore che possa essere il centro di riferimento, il centro di spesa per i fondi europei che diversamente, con i bandi e con le difficoltà strutturali legate alla spendita, potrebbero magari disperdersi in tanti rivoli e non essere utilizzati nella direzione che noi tutti auspichiamo: la salvaguardia del grande livello che il Teatro lirico di Cagliari ha dimostrato di avere in questi ultimi anni. Questa, ripeto, è l'ipotesi di lavoro sulla quale Cagliari e Sassari si stanno confrontando, di cui la Regione sta cercando di fare la regia. Siamo in fase avanzata, però è chiaro che noi possiamo dare questo suggerimento, diversamente utilizzeremo l'ipotesi B) che sarà quella del bando, così come era già nelle nostre previsioni.

Che cosa vogliamo fare? Domani'è stata convocata in Assessorato un'altra riunione, dopo quelle tenute con tutti i comparti che avevano eletto democraticamente i loro rappresentanti. Io mi auguro che anche l'elezione del nuovo Comitato per le attività dello spettacolo avvenga su base democratica e di rappresentatività seria di chi, per qualità e non solo per censo, come è successo in questi ultimi anni, è riuscito a rappresentare i vari comparti.

Il nostro impegno, poi vedremo l'ordine del giorno, è di portare in tempi brevissimi all'attenzione prima della Commissione competente e poi di quest'Aula le modifiche che verranno concordate dal basso, all'indomani di questa serie di incontri e a seguito delle osservazioni che stanno giungendo in Assessorato; osservazioni che, chiaramente, saranno messe a disposizione dei consiglieri regionali e della Commissione competente per essere condivise o per avere ulteriori suggerimenti. La legge numero 18 del 2006 ha un impianto che regge, abbiamo necessità di farla funzionare; su questa strada ci stiamo muovendo anche per la legge sul cinema e crediamo che questo lavoro possa dare certezze per il domani, per una programmazione seria e, soprattutto, per la spendita di quelle risorse che noi ci auguriamo non diminuiscano e faremo di tutto perché questo non avvenga. In proposito ringrazio l'assessore La Spisa e la Giunta che, avendo compreso le difficoltà del comparto, hanno consentito di recuperare quanto era stato tagliato nella finanziaria.

Su questa materia avremo certamente, a breve termine, la possibilità di confrontarci, sulla base delle modifiche che tutti assieme stiamo cercando di apportare, per migliorare una legge che noi riteniamo buona e che vorremmo fosse fondamentale per il futuro della cultura, dello spettacolo, dell'arte in questa nostra Regione.

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Barracciu - Diana Mario - Bruno - Steri - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Salis - Cuccureddu sulla situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulla legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sulla mozione n. 117/A relativa alla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18,

PREMESSO che:

- lo sviluppo culturale, la programmazione e valorizzazione della qualità artistica, l'ampliamento dell'offerta culturale anche attraverso l'incentivazione di progetti di eccellenza, il coinvolgimento delle forze sociali e la formazione del pubblico, la distribuzione dell'offerta culturale, la circuitazione degli eventi, l'innovazione, le finalità educative e turistiche dello spettacolo sono obiettivi dell'azione regionale stabiliti nella legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, (Disciplina delle attività di spettacolo in Sardegna) che predispone un quadro normativo organicamente strutturato e coerente con l'esercizio di una politica culturale dell'ente regionale;

- il settore dello spettacolo in Sardegna rappresenta un comparto economico importante che impegna oltre 2.000 persone in termini di occupazione diretta che, con l'indotto, arriva a circa 3.000 unità e ad esso è da ricondurre anche l'ampio indotto costituito dalle attività di promozione, pubblicità, trasporti, ristorazione, accoglienza, le cui ricadute sono importanti in termini sia occupazionali sia di produzione di reddito;

- l'Amministrazione regionale deve essere messa nelle condizioni di poter esercitare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo, valorizzazione, promozione e monitoraggio così che anche l'assegnazione dei contributi da parte della Giunta regionale possa procedere nell'ambito di un progetto di programmazione complessivo della politica culturale e non più secondo disposizioni normative ormai datate;

- sono indispensabili strumenti attendibili di monitoraggio delle attività e indicatori di risultato trasparenti e conformi a quelli ministeriali ed europei;

- l'istituito Comitato regionale per le attività di spettacolo, organo di consultazione del settore previsto dall'articolo 5 della legge regionale n. 18 del 2006, necessita di essere rivisitato nella sua composizione al fine di soddisfare una rappresentanza più adeguata alla pluralità del comparto, anche di ordine territoriale;

- si rende necessario che l'Osservatorio regionale dello spettacolo, istituito ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006 renda noti e pubblici i dati utili a conoscere e interpretare correttamente la realtà isolana dello spettacolo;

- la legge n. 18 del 2006 necessita di alcune modifiche quali, ad esempio, la revisione dei criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale previsto dall'articolo 7 e altre previsioni non corrispondenti in toto alla realtà regionale o non del tutto coerenti da un punto di vista procedurale;

- l'intervento dello Stato nella cultura va diminuendo drasticamente di anno in anno compromettendo la sopravvivenza di moltissime imprese e attività culturali;

- i fondi europei riservati al settore nell'ambito del POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, sono ad oggi bloccati, determinando un'ulteriore penalizzazione del sistema nel suo complesso e ritardi inaccettabili nella spendita delle risorse europee,

impegna la Giunta regionale

1) a predisporre entro giugno 2011 le proposte di modifiche della legge regionale n. 18 del 2006 affinché sia effettivamente corrispondente alla complessità della realtà sarda dello spettacolo, agevolmente operativa e sottragga dalla costante precarietà economica e programmatoria le imprese del settore;

2) ad orientare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo così da incoraggiare la creazione artistica e l'innovazione, sostenere l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto;

3) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

4) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo. (1)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Interverrò, se è possibile, sia per replicare che per illustrare l'ordine del giorno.

In primo luogo esprimo una piena soddisfazione sulle dichiarazioni dell'assessore Milia; evidentemente la cultura, quando ci si sofferma a ragionare con serietà e con puntualità, stando al merito delle cose, mette d'accordo tutti in quest'Aula. Questo accordo non può che fare piacere perché si ha bisogno di coralità per sostenere questo comparto per il quale le risorse sono purtroppo sempre meno: è difficile reperirle ed è anche difficile spenderle. Concordo con l'Assessore, l'ho anche detto nella mia relazione introduttiva alla mozione, sul fatto che le risorse per lo spettacolo sono le ultime a essere impegnate e spese e perché anche i comuni e le province danno priorità, in relazione ai vincoli e al Patto di stabilità, alla spendita di risorse destinate ad altri settori.

Sono soddisfatta delle risorse stanziate, ringrazio l'Assessore per la sua puntualità e la sua concretezza e per non aver eluso alcuna delle questioni poste nella mozione, e neanche alcuna delle domande emerse dagli interventi svolti in Aula stamattina. La puntualità e la chiarezza delle sue dichiarazioni ci fanno sperare che a esse seguirà un'azione precisa, puntuale e tempestiva, perché effettivamente di tempo ne è passato tanto e c'è necessità di un'azione concreta e immediata per porre rimedio alle storture di cui tutti noi abbiamo parlato.

Sono anche particolarmente soddisfatta dell'accenno fatto dall'Assessore (io forse non l'ho esplicitato chiaramente nella mia introduzione) in relazione a una delle difficoltà, che va superata, di questo settore. Io direi che è presente una difficoltà, di comunicazione, chiamiamola così, all'interno delle imprese che si occupano di spettacolo. Infatti negli anni nell'ambito dei rapporti, delle relazioni e delle politiche adottate si è determinata una situazione per cui alcuni soggetti sono stati e continuano a essere più privilegiati, la politica dei due pesi e delle due misure, rispetto ad altri. Questa situazione negli anni ha consentito ai privilegiati di crescere sempre più e a quelli meno privilegiati di rimanere un po' al palo rispetto alla possibilità di crescita, di sviluppo e di strutturazione del proprio lavoro nel territorio regionale. L'accenno dell'Assessore al censo - io l'ho colto così - fa ben sperare sul fatto che si ristabilisca invece una sola misura in relazione al trattamento che si deve fare agli operatori dello spettacolo, sapendo che i più piccoli necessitano anzi di maggiore attenzione essendo anche quelli che svolgono un ruolo molto importante perché, a differenza di chi sta esclusivamente nelle grandi città curando i grandi eventi, animano culturalmente i piccoli paesi, fanno arrivare la cultura, questo importante fattore di crescita personale e sociale, anche nelle realtà più lontane dalle grandi città. Quindi su queste realtà noi dobbiamo avere massima attenzione, e su questo l'Assessore ha fatto un passaggio molto importante e che ho voluto sottolineare.

Abbiamo predisposto un ordine del giorno, come dicevo, condiviso; quindi la cultura e lo spettacolo hanno messo d'accordo quest'Aula e questo è un dato molto importante per cui mi piace pensare che la legge numero 18, tempestivamente modificata, venga applicata immediatamente. Nell'ordine del giorno pertanto noi impegniamo la Giunta intanto a presentare ovviamente al Consiglio regionale queste modifiche, possibilmente entro giugno di quest'anno; a orientare la programmazione per incoraggiare la creazione artistica e l'innovazione, a sostenere l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e a salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto; impegniamo ancora la Giunta regionale a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio (ma evidentemente la difficoltà sottolineata dall'Assessore necessita di qualche passaggio amministrativo e burocratico perché l'Osservatorio possa continuare nel suo lavoro, vista appunto l'abolizione dell'Osservatorio economico con cui è stata fatta a suo tempo la convenzione) e, infine, a porre in essere tutte le procedure affinché i fondi europei vengano spesi.

Chiederei all'Assessore di verificare la possibilità di portare avanti il suggerimento che ho proposto nella mia introduzione, perché questo consente, a differenza di un'altra possibilità di cui ho avuto conoscenza, che i fondi europei vengano gestiti non da altri Assessorati ma dal suo Assessorato, che ha la competenza per spendere questi soldi, che ha conoscenza del settore e, quindi, avendo maggiore conoscenza, saprà spendere certamente meglio questi fondi in favore dello spettacolo. Per cui l'invito è a tenere le risorse presso l'Assessorato della cultura, Assessore, con la rimodulazione del POR.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Essendo stato presentato un ordine del giorno la mozione si intende ritirata. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Agus, Floris Mario, Pitea, Planetta, Solinas Antonio, Stochino e Zedda Massimo hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 60

(Il Consiglio approva).

Discussione della mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cocco Pietro - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (123)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 123.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cocco Pietro - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- già nel 2002 veniva siglato, tra la Giunta regionale ed il Comune di Nuoro, un protocollo d'intesa per la tutela e la salvaguardia del Monte Ortobene, nel quale si prevedeva la nascita nel capoluogo barbaricino della scuola forestale regionale, con sede nell'albergo ex ESIT presso il medesimo Monte Ortobene;

- la Giunta regionale approvava la delibera n. 32/13 del 3 agosto 2004 (proposta dall'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis, di concerto coi colleghi della difesa dell'ambiente, Emilio Pani, e del turismo, artigianato e commercio, Roberto Frongia), con la quale venivano ratificati gli impegni contenuti nel protocollo per la trasformazione dell'ex ESIT nella scuola regionale di formazione e aggiornamento degli agenti forestali, con la previsione dell'utilizzo della struttura anche da parte dell'Università nuorese in interazione con i programmi di ricerca della forestale e di altri istituti dei paesi del Mediterraneo;

VISTE:

- la legge regionale 11 maggio 2006, n. 4, articolo 22, che al comma 16 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dalla UPB S05.102 è autorizzata, per l'anno 2006, la spesa di euro 50.000 per la predisposizione dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, che al comma 10 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dall'UPB S04.08.013 - cap. SC04.2246 è autorizzata, per l'anno 2007, l'ulteriore spesa di euro 50.000 per il completamento dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 5, che al comma 17 così ha disposto: "Per l'attuazione degli interventi conseguenti alle disposizioni previste dalla legge regionale n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16, e dalla legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, diretti alla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 5.000.000 (UPB S02.02.004).";

RISCONTRATO che:

- la previsione di cui all'articolo 5, comma 17, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, non ha trovato applicazione da parte dell'Assessorato competente;

- i fondi ivi previsti per l'istituzione della scuola forestale sono "scomparsi" dal bilancio regionale senza (fra l'altro) che l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, espressamente interpellato nel corso della discussione della legge finanziaria 2011, abbia saputo fornire al riguardo giustificazione alcuna;

- per quanto sopra, con la legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, il Consiglio regionale disponeva nuovamente che "È autorizzata, nell'anno 2011, a completamento di quanto previsto dalle leggi regionali n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16 e n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, la spesa di euro 5.000.000 finalizzata alla realizzazione della scuola forestale della Sardegna (UPB S02.02.004).";

CONSTATATO inoltre che:

- parrebbe essere intenzione della direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, con l'eventuale consenso dell'Assessore della difesa dell'ambiente, istituire "in via provvisoria" la direzione della scuola forestale nell'ambito del Servizio antincendio, presso la direzione a Cagliari;

- la direzione e la scuola avrebbero quindi una diversa collocazione logistica rispetto a quella prevista nella disposizioni legislative sopra riportate,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente

1) a riferire in Consiglio regionale sullo stato di attuazione delle disposizioni normative previste dalle leggi regionali riportate in premessa inerenti la realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna a Nuoro;

2) a dare attuazione alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, disponendo l'immediata istituzione nel Comune di Nuoro della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. (123).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CAPELLI (Guppo Misto). Presidente, io spero, anzi credo che si vada avanti nei lavori con lo stesso spirito col quale è stata esaminata la mozione precedente, illustrata in maniera esaustiva dai colleghi, prevalentemente del centrosinistra; su questa linea possiamo, nell'unità di intenti del Consiglio regionale, esaminare anche questa mozione che, come si vede, è una mozione propositiva, una mozione di verifica, una mozione di controllo.

Sarebbe stato utile sicuramente avere in Aula, su delega del Presidente della Regione, anche l'Assessore dei lavori pubblici che credo abbia competenza in materia - non richiamato nella mozione in quanto ci si attendeva la delega da parte del Presidente della Regione, come normalmente avviene, agli Assessori competenti - e ringrazio invece l'Assessore dell'ambiente, che ovviamente ha responsabilità soprattutto per quanto riguarda il secondo punto dell'impegno, ma anche per aiutare l'Aula a fare memoria degli eventi che si sono succeduti per la realizzazione appunto della scuola forestale della Sardegna in quel di Nuoro.

Una storia che inizia fin dal lontano 2002, come riportato nella mozione stessa, quando fu siglato un protocollo d'intesa tra il Comune di Nuoro e la Giunta regionale allora in carica per dare vita nella città di Nuoro nella sede dell'ex albergo ESIT situato sul Monte Ortobene alla scuola forestale regionale. Successivamente (non sto qui a rileggere tutto), in sintesi, si è passati all'azione operativa dell'allora Giunta Soru, quindi del centrosinistra, suddivisa in due diverse fasi. Nel 2006, prima fase, si finanziava lo studio per la predisposizione della fattibilità della scuola forestale stessa, e successivamente nel 2007 con altri 50 mila euro si dava corso al completamento dello stesso studio di fattibilità.

Nel 2009, e qui ho piacere che sia presente l'assessore La Spisa che in qualche modo è richiamato nella stessa mozione, furono stanziati in finanziaria dal Consiglio regionale 5 milioni di euro per la realizzazione dell'opera: 5 milioni di euro che, nel corso dell'esame delle finanziarie successive, sono spariti dal bilancio. Mi ricordo che, in sede di discussione di quella finanziaria, rivolsi all'assessore La Spisa la richiesta di un chiarimento in merito sottolineando come mai dal bilancio regionale erano, come dire, lo dico in maniera non provocatoria, scomparsi i 5 milioni di euro destinati nel capitolo dei lavori pubblici alla realizzazione della stessa scuola forestale.

Non ci fu modo e neanche occasione per ottenere una spiegazione, una risposta a questa domanda. Nel Consiglio regionale con voto unanime, e devo rimarcare, e poi spiegherò perché, con il voto di astensione dei colleghi rappresentanti il territorio di Oristano, passò pressoché all'unanimità il rifinanziamento dello stesso capitolo, che è presente nell'UPB dell'Assessorato dell'ambiente e, nello specifico, nel capitolo poi trasferito all'Assessorato dei lavori pubblici, esattamente capitolo 08.08.01.06, lo dico perché rimanga agli atti, di 5 milioni di euro per le spese per la realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. Tutto questo si rifà alle leggi di riferimento con la prima azione, come già ricordato, posta in essere grazie alla legge numero 2/07.

Quindi nella finanziaria 2011, esattamente all'articolo 5 comma 19, il Consiglio regionale disponeva nuovamente l'autorizzazione di spesa e di impegno per la realizzazione della stessa scuola forestale.

Cosa avviene e cosa è avvenuto, questa è la prima domanda, per quanto riguarda quanto meno la programmazione, più che la realizzazione, che pongo all'Assessore dell'ambiente; cosa avviene e cosa è avvenuto, quali sono le indicazioni, le azioni che la Giunta ha posto in essere per dare corso a una volontà unanime del Consiglio. Ma perché nasce questa domanda? Soprattutto dall'esito del finanziamento precedente del 2009, onde fare un'opportuna verifica sullo stato dell'arte, affinché anche dal bilancio 2011, così come avvenuto nel 2009, non scompaiano i fondi.

Ricordo che in passato (lo ricordo ai colleghi più attenti e interessati) abbiamo avuto una situazione simile relativamente allo stanziamento di 20 milioni di euro per il campus universitario della Sardegna. Improvvisamente nel 2002 questi fondi erano scomparsi dal bilancio ma, grazie all'azione di alcuni colleghi e dell'allora Assessore della programmazione, che se non sbaglio era proprio il collega Pittalis, vennero reinseriti. Voglio significare che sono distrazioni abbastanza onerose soprattutto per l'intento e le motivazioni espresse sempre dall'Aula sulla creazione di questa scuola di formazione di vigilanza ambientale, del perché a Nuoro, perché in quel sito e perché nel pieno rispetto delle indicazioni di legge.

Io ricordo che diverse Giunte alternatesi negli anni, ormai stiamo parlando di circa dieci anni, hanno preso l'impegno perché nei territori della Sardegna, questa è programmazione generale, si decidesse come intervenire per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Bene, mi limito per il momento, ma potrei parlare anche di quello che è previsto nelle Province di Olbia-Tempio, di Sassari, di Oristano, dell'Ogliastra, del Sulcis Iglesiente, alla programmazione regionale per quanto riguarda l'area del nuorese o meglio del centro Sardegna.

Si è parlato da tempo del polo universitario, io lo chiamerei zoppo per il momento, si è parlato del terzo polo sanitario che inizia a zoppicare, soprattutto per una assolutamente carente programmazione sanitaria dell'ultimo periodo; per il polo ambientale, e qui verifichiamo la programmazione si sono finanziati, si sono impegnati, si sono spesi dei denari pubblici per la creazione e l'avviamento, faccio un esempio, dei corsi di laurea in scienze ambientali collocati in un contesto della Sardegna che è sicuramente un patrimonio geologico, faunistico, floristico, antropico, culturale, storico comune. Ecco perché la scelta, in quel territorio, della creazione di un polo ambientale che comprende anche la scuola regionale di formazione del Corpo forestale, perché esistono strutture già identificate che possono in tempi abbastanza brevi essere ristrutturate per ospitare la stessa scuola. E' vero che corre voce, ma questo può essere soltanto un'indicazione non confermata da documenti ufficiali, che alcuni servizi hanno valutato in circa 23 milioni di euro il costo della ristrutturazione dell'albergo ESIT del Monte Ortobene.

Mi permetto di dire (non ho visto quella relazione, ma ho colto queste indicazioni), che avendo verificato la situazione dello stabile con professionisti competenti, con un eventuale intervento pari a 22 milioni di euro in rapporto ai metri quadrati , si potrebbero costruire cinque scuole forestali, cinque, non una. Se l'Assessore vorrà, e se ne è in possesso, avrei piacere di acquisire agli atti la relazione di cui mi è stato accennato ma che mi permetto di contestare sicuramente fin da adesso.

Inoltre, se questo fosse, e questa sì che è una provocazione, dico che se non bastassero i 5 milioni, cosa di cui tutti siamo coscienti che non bastano per costruire un sito di interesse regionale e nazionale per la formazione dei Corpi di vigilanza ambientale e forestale della Sardegna, nulla osta che la Giunta predisponga un intervento finanziario che possa determinare una completa copertura per la realizzazione dell'intero progetto.

Basta vedere le delibere di Giunta che nel giro di una settimana, circa un mese fa, hanno stanziato immediatamente e forse anche giustamente, non conosco analiticamente gli atti, 20 milioni di euro per il parco del Molentargius. Perciò se questo vale per aspetti meno significativi sotto il punto di vista dei posti di lavoro, ma sicuramente meritevoli di attenzione dal punto di vista ambientale, la Giunta provvederà credo per equità, seguendo il principio di sussidiarietà, a equiparare tutti i territori, se questo dovesse essere vuol dire che la Giunta dovrà trovare altri 17 milioni per completare l'intervento. Non credo che siano utili, non credo che siano così tanti gli impegni finanziari da predisporre per la scuola forestale nel sito individuato, ma, qualora questo fosse, è chiaro che sarà responsabilità della Giunta trovare i fondi necessari.

Aggiungo: la scuola forestale, così come recita la legge del 2011, ma ritorno alla legge del 2002, richiede ovviamente l'istituzione di una direzione. La stessa direzione, che è presente nelle organizzazioni di formazione del corpo forestale in altre regioni d'Italia, deve essere direttamente collegata al sito nel quale si istituisce; è l'impegno formale che si chiede perché, per le vie brevi, si dice che la direzione della scuola dovrebbe essere assegnata nell'ambito del servizio antincendio presso la direzione di Cagliari, io non credo che questo sia possibile e non credo sia vero, ma ovviamente non vorremmo ripercorrere la storia di Abbanoa o tante altre storie che si sono succedute negli ultimi anni.

Si è parlato anche, sempre nella costituzione di un polo ambientale logico, razionale, anche della direzione dell'Ente foreste nello stesso centro ambientale che in sede di programmazione si è voluto istituire. Quindi anche la direzione della scuola forestale, con la sua autonomia, dovrebbe essere istituita, anzi si chiede che venga istituita presso la stessa sede della scuola, cioè presso il Comune di Nuoro. Avrebbe senso allora parlare di programmazione regionale, perché ho ricordato la programmazione, per esempio, sulla gestione delle risorse idriche, per cui esiste un impegno formale in Aula, ma anche di riferimento legislativo, per l'istituzione della direzione generale di Abbanoa.

Ora, purtroppo, noi non sappiamo che fine farà Abbanoa, come interverremo per Abbanoa, come riformeremo Abbanoa, in ogni caso anche quello era un impegno assunto dalle varie Giunte che si sono alternate alla guida della nostra Regione. Così come ci si è dimenticati dello stesso territorio nell'istituzione delle zone franche urbane; ma questa, lo ribadisco, non è una diretta responsabilità della Giunta, ma una diretta responsabilità dell'ente locale proponente, che è mancato in fase propositiva nella richiesta, nella programmazione e progettazione da offrire alla Giunta per la creazione della zona franco-urbana in quel territorio. Ugualmente ci sono state nel tempo alcune distrazioni nella valorizzazione, ma soprattutto nel controllo della spendita dei denari pubblici, in particolare per quanto ci riguarda quelli derivanti dal bilancio regionale, nella realizzazione e nel sostegno delle zone industriali della Sardegna centrale. Molto spesso purtroppo è mancato il controllo, per cui ci ritroviamo in varie situazioni, porto ad esempio il consorzio dell'area della Sardegna centrale, porto ad esempio il consorzio di Nuoro, porto ad esempio il consorzio industriale di Siniscola, in cui tanti denari pubblici sono stati investiti, ma i risultati non sono arrivati. E quando parlo di risultati non parlo dei risultati indotti, ma dei risultati diretti, quali per esempio quelli legati all'infrastrutturazione. Da parte della Regione sarda c'è stato un importante impegno finanziario , meno impegno purtroppo, devo rilevare, nel controllo e nella realizzazione dei progetti proposti.

Perché dico queste cose? Per richiamare l'attenzione, per sottolineare, in chiusura, che la mozione è assolutamente e solo una mozione istituzionale che vuole riportare, o meglio sottolineare, riconfermare l'impegno del Consiglio regionale, e soprattutto far sì che in tempi moderni, in tempi accettabili, una decisione del Consiglio regionale che, ribadisco, è stata assunta fin dal 2002, non abbia necessità di dieci anni per poter arrivare a realizzazione. Dopo dieci anni non è stata posata neanche la prima pietra e, per quanto ci riguarda direttamente, da tre anni ancora non è stato fatto alcun passo concreto relativamente allo stanziamento, dal 2009 a oggi, dei 5 milioni di euro. In altre parti si interviene per rendere il processo breve, io credo che occorra concentrarsi perché si abbattano i tempi della burocrazia, e questo lo possiamo fare magari inventando una norma che costringa alla burocrazia breve, che avrebbe più efficacia e, forse, renderebbe anche i processi più brevi, perché si recupererebbe un senso sociale, un senso economico, e una presenza delle istituzioni e dello Stato che in alcuni territori della Sardegna si sente assente e distante.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intanto per ringraziare il collega Capelli per aver disposto questa mozione, che richiama la Giunta regionale,l'amministrazione regionale a una responsabilità importante: la responsabilità di dare corso alle decisioni che questo Consiglio regionale assume e che dovrebbero per logica avere attuazione, se non immediata, celere. Come diceva bene l'onorevole Capelli, sono ormai passati quasi dieci anni da quando questo Consiglio assunse la decisione di istituire a Nuoro la scuola di formazione del Corpo forestale. Pertanto, credo che oggi sia assolutamente necessario che si ponga ancora una volta una parola precisa sugli intendimenti della Giunta, e sono certa che l'Assessore dell'ambiente, l'onorevole Oppi, avrà rispetto a questa situazione la massima attenzione.

Ciò che, comunque, mi preme sottolineare è che la presentazione di questa mozione, che ho sottoscritto con convinzione, nasce da un profondo malessere, malessere sia politico che territoriale. Politico perché, come si diceva, agli atti del Consiglio regionale non seguono le azioni che la Giunta regionale dovrebbe mettere in campo; territoriale perché è evidente che, rispetto ad alcuni territori, negli ultimi tempi c'è un'attenzione diversa; malessere territoriale perché si segna, da un po' di tempo a questa parte, un centralismo cagliaritano rispetto al quale forse è il caso che il Consiglio regionale tutto e la Giunta regionale pongano rimedio.

La Giunta Cappellacci, a dire il vero, nel passato recente è stata anche a Nuoro, dove ha incontrato i rappresentanti della Provincia e del Comune, e il presidente Cappellacci ha dato delle rassicurazioni importanti rispetto agli intendimenti e ai bisogni di quel territorio; però dobbiamo rimarcare che dopo le promesse del Presidente in persona, non faccio riferimento ad altri Assessori, alle parole che sono state spese nulla è seguito. Ha avuto modo, evidentemente, di rendersi conto e di prendere appunti sullo stato di emergenza che attanaglia la città di Nuoro, ma complessivamente anche l'intero territorio della Provincia, in particolare ha avuto modo di sentirsi ribadire il problema dei problemi, quello dello spopolamento, le cause, i suoi effetti, che agiscono evidentemente ormai in maniera concatenata, rincorrendosi in una spirale possiamo dire viziosa, alimentandosi a vicenda. Soprattutto quindi penso abbia avuto modo di prendere nota, senz'altro lo avrà fatto, di un disagio che è diffuso ovunque.

E vorremmo che questa mozione, che ha come oggetto una questione particolare, fosse intesa nel giusto significato, sottolineato anche dall'onorevole Capelli. Questa questione particolare dell'istituzione della scuola forestale a Nuoro è per noi non l'istituzione di una scuola fine a se stessa, ma è uno di quei tasselli che costituiscono e che hanno costituito negli anni un punto centrale per il rilancio della Provincia, il rilancio della città e, soprattutto, per il perseguimento positivo di una politica che, negli intendimenti degli amministratori locali, ha messo e mette sempre al centro l'ambiente, la sua valorizzazione, lo studio di quanto, intorno a questo elemento così fondamentale, caratterizzante, della Provincia di Nuoro, si può portare avanti.

La Scuola forestale, quindi, non è una struttura a sé stante, ma costituisce un punto importante delle politiche di sviluppo del territorio del nuorese e delle zone interne. Dicevo che il presidente Cappellacci avrà avuto modo di prendere nota di questo disagio, un disagio che ha varie sfaccettature e rispetto al quale bisogna intervenire perché è necessario uscirne. Ecco, mettere anche un punto fermo sulla Scuola forestale significa incominciare concretamente a impegnarsi perché il progetto di sviluppo di quel territorio possa, effettivamente, iniziare a prendere le mosse.

Disagio, dicevamo, diffuso, delle attività tradizionali, del mondo agricolo, della pastorizia, che non troppi mesi fa già si sono manifestati, bene e con forza, con tutta la disperazione, in questo Consiglio regionale; attività per le quali ancora si stenta a vedere un programma di valorizzazione. Disagio delle zone industriali, come sappiamo, che stanno ormai costituendo effettivamente un cimitero di elefanti, che continua a produrre dismissioni di attività, cassa integrazione e licenziamenti, senza che il Presidente e la Giunta diano risposte concrete rispetto a questa situazione. I sindacati del nuorese, lo voglio ricordare, ma non solo quelli del nuorese, richiamano in questi giorni, rispetto a questo problema, anche alla mobilitazione generale e chiedono impegni alla Regione per il rilancio degli stabilimenti della Legler di Macomer, del calzificio Queen, sempre di Macomer, della Cartonsarda di Ottana; insomma, la situazione, veramente disastrosa, ha ormai attaccato i settori tradizionali quali l'agricoltura e l'industria, e quelli che dovevano essere innovativi, come l'industria di Ottana e di Macomer. In questa situazione gravissima, vogliamo puntare sull'ambiente per superare le difficoltà e per rilanciare il territorio; abbiamo necessità, in questo senso, di risposte. E siamo preoccupati perché le risposte non arrivano e non si intravede davvero né una volontà né un'idea per il rilancio di questo territorio.

Vorrei fare anche un riferimento a un altro settore, che in qualche modo segna la disattenzione se non il disinteresse per questi territori, disinteresse che vorremmo fosse invece contraddetto dall'attenzione che l'assessore Oppi spero vorrà dedicare al nostro territorio. Basta guardare al settore dei trasporti; le reti dei trasporti sono da sempre additate come punto nevralgico e dolente su cui servirebbero investimenti importanti, e la Giunta, anche su questo settore, che cosa ha fatto? Anche laddove si è investito di recente per posare nuovi binari e ammodernare la tratta, la Giunta chiude ed elimina il servizio; è di questi giorni la notizia che anche in questo settore la situazione è talmente grave che dovrebbe richiamare certamente l'attenzione di tutto il Consiglio regionale e, in particolare, quella dei colleghi che in quei territori sono stati eletti.

Potrei continuare con l'elenco delle cose che non vanno e che sono note a tutti, ma che purtroppo ogni volta devono essere ricordate, perché dal momento in cui vengono ricordate al momento successivo rimarchiamo che niente si muove e l'attività della Giunta regionale è assolutamente assente rispetto a questi problemi. Quindi io vorrei capire che cosa dobbiamo aspettarci invece per questo problema; è importante sapere oggi quali sono gli intendimenti dell'Assessore, anche perché la Regione continua a spendere più di 14 milioni per formare 1400 uomini del Corpo forestale pagando scuole di altre zone d'Italia; insomma, forse anche da un punto di vista economico ci sarebbe un risparmio importante per la Regione; sarebbe importante che quelle risorse rimanessero nella nostra Isola e, specificatamente, ricadessero nel nostro territorio.

Quindi, Assessore, noi chiediamo il suo intervento, le sue risposte, sappiamo che il territorio le sta a cuore e oggi speriamo che venga messa la parola definitiva per l'inizio di questa stagione, e che a Nuoro la scuola forestale divenga finalmente una realtà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, siamo alle solite: nel 2002 si firma un protocollo d'intesa tra Giunta regionale e Comune di Nuoro per la nascita sul Monte Ortobene della scuola forestale regionale e oggi, 4 maggio 2011, stiamo cercando di capire se la scuola a Nuoro potrà nascere o meno. Mi chiedo: qualora l'accordo avesse previsto la nascita della scuola a Cagliari, i tempi sarebbero stati tanto lunghi e incerti? Sicuramente no. Sta di fatto che, per l'ennesima volta, una disposizione legislativa non ha trovato applicazione; non se ne capiscono i motivi o, meglio, si comprendono, ma non hanno ragione di essere compresi. Per cui credo sia indifferibile che si dia attuazione immediatamente alla legge regionale numero 1, articolo 5, comma 19 del 19/11/2009, con l'istituzione nel Comune di Nuoro, ricordo "Comune dell'altra Sardegna", della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale di vigilanza ambientale della Sardegna.

Si ripropongono sempre le stesse cose. Io credo che il famoso entroterra, di cui tanto si è parlato, viva ancora oggi un gravissimo disagio. Sia l'onorevole Capelli che l'onorevole Barracciu, che mi hanno preceduto, hanno ben rappresentato quella situazione, e io ricordo che succedono queste cose tutte le volte che ci si vuole spostare dal "Cagliari-centrismo". Nel 2006 l'onorevole Soru decise di portare la direzione dell'Ente foreste a Nuoro, e anche lì ci fu una mobilitazione generale dei funzionari e dei politici cagliaritani perché questo non avvenisse, e ciò, secondo me, si sta ripetendo anche per la scuola di formazione del Corpo forestale di vigilanza ambientale. Io credo che l'Assessore non avrà dubbi a risponderci che, così come previsto dalla norma legislativa, la scuola di cui parliamo potrà sorgere immediatamente a Nuoro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Io sono grato per questa mozione anche se, per amore della verità, sono qui per rispetto a questa Istituzione e a voi tutti, perché una maggiore attenzione avrebbe portato a richiedere la presenza dell'Assessore dei lavori pubblici al quale più propriamente si doveva indirizzare la mozione, come ha ben detto l'amico Capelli, che ha elencato, quasi sistematicamente, i problemi. Io, comunque, vi consegnerò dei documenti, manca infatti un tassello finale, e partirò dal 2004, momento dal quale la volontà politica è diventata un po' altalenante, e quindi la questione va precisata con documenti puntuali, come ho appena chiarito.

Per quanto riguarda le scelte politiche sulla localizzazione della sede della scuola forestale; con la deliberazione numero 27/12 dell'8 giugno 2004 (successiva a quella del 2002), la Giunta regionale dava "mandato di porre in essere tutte le determinazioni strumentali all'acquisizione, al patrimonio regionale, dell'ex hotel ESIT "Monte Ortobene" di Nuoro al fine di destinarlo a scuola di Formazione del Corpo forestale regionale…". Quindi non solo una volontà espressa in precedenza, ma un indirizzo preciso all'Assessore degli enti locali, che dispone ovviamente delle strutture, perché questa dell'ex ESIT venisse assegnata a Nuoro, destinandola alla creazione della scuola per la formazione del Corpo forestale. Disposizione che viene riconfermata con la deliberazione numero 32/13 del 3.08.2004.

Successivamente con l'articolo 22 della legge regionale numero 4 del 2006, la legge finanziaria, si autorizzava uno stanziamento di 50.000 euro appunto per "realizzarsi a Nuoro". In queste parole c'è il primo inghippo. Il citato stanziamento, non impegnato nell'anno 2006, veniva poi confermato con l'articolo 15 della finanziaria del 2007. Con la deliberazione della Giunta regionale numero 35/8 del 12.09.2007 veniva individuato nell'ex brefotrofio, sito nel viale Trieste di Nuoro, l'immobile da destinare a scuola per il Corpo forestale.

Questo è il primo inghippo e a questo riguardo va detto, perché ognuno di noi abbia una conoscenza puntuale, che nel 2007come è scritto in questa delibera si era avuto anche un incontro con il Comune di Nuoro per "valutare la destinazione a tale fine di un fabbricato situato nel centro della città, denominato ex brefotrofio, che anche a seguito di un primo sopralluogo da parte del Corpo forestale si presenta particolarmente idoneo agli scopi richiesti, previa adeguata ristrutturazione". Documento ufficiale, deliberazione numero 35/2 del 12.09.2007. E questo certamente un po' di confusione può averla creata. Però fra il 2007 e il 2008, coerentemente con il disposto dell'articolo 15, cui ho fatto riferimento, che è del 2007 "a seguito di una apposita gara pubblica avviata per la selezione dello studio di ingegneria a cui affidare l'incarico, veniva realizzato e consegnato all'amministrazione appaltante lo studio preliminare di fattibilità della scuola nell'immobile denominato ex brefotrofio sopra individuato". Quindi le risorse finanziarie "finalizzate a", e poi lo studio.

Con la deliberazione numero 10/50 dell'11.02.2009, quindi a febbraio del 2009, la Giunta regionale stabiliva di modificare il dispositivo della precedente deliberazione, cioè la 35/8, ripristiinando l'originaria scelta dell'ex hotel ESIT di Nuoro, e dando mandato nuovamente all'Assessore degli enti locali per l'acquisizione del fabbricato. Trattandosi di un "immobile fatiscente e parzialmente in rovina" (articolo 5, comma 17 della legge numero 3/07), il 4 agosto su iniziativa di due consiglieri nuoresi, Capelli e credo Maninchedda con un emendamento appunto alla finanziaria si stabilì l'attuazione degli interventi conseguenti allo studio di fattibilità della scuola, annullando ovviamente il sito individuato nel brefotrofio, con uno stanziamento di 5 milioni.

Pertanto su esplicita richiesta della direzione generale del Corpo forestale, impossibilitato a provvedere direttamente alla materiale realizzazione delle opere necessarie, non avendo personale con preparazione specifica, io, che non sono addormentato come invece lo sono altri, ho ritenuto opportuno - poi vi consegnerò i documenti - attivare una procedura. Qual è questa procedura? I fondi erano stati assegnati all'Assessorato competente dell'ambiente, come sapete, non disponendo l'Assessorato di una struttura tecnica e non avendo una grande fiducia in una struttura del Corpo forestale che aveva probabilmente indicazioni diverse, ho ritenuto opportuno, in data 9 dicembre, cioè dopo due mesi, trasferire con un accordo siglato fra il sottoscritto e l'Assessore dei lavori pubblici, Angelo Carta, informandone ovviamente con lettera scritta l'Assessore della programmazione, i fondi su un capitolo dell'Assessorato dei lavori pubblici.

Credevo anche, e credo, che uno che ha una vocazione, è nuorese, avesse attivato delle procedure tali da consentire di accelerare questo iter, verificato che noi non avevamo praticamente più alcuna competenza. A questo punto che cosa si è verificato? Si è verificato che è stato spostato al capitolo dei lavori pubblici, esattamente il numero 00.08.01.02, citato precedentemente, e quindi praticamente c'è una responsabilità, e ci arriviamo fra due minuti. E' chiaro che questo documento a firma congiunta ha seguito il suo iter. E' evidente che poi nel 2010 l'Assessorato dei lavori pubblici si è un po' addormentato (questo avviene molto facilmente, quindi l'attenzione che voi avete dimostrato è utile per questa e per altre cose) per cui in Commissione bilancio bene hanno fatto i consiglieri che, verificando e ponendo anche un quesito all'assessore La Spisa su dove fossero questi soldi, hanno reinserito i 5 milioni sempre per quanto attiene il Corpo forestale, destinandoli sempre a Nuoro e sempre all'Ortobene.

Precedentemente però - lo voglio dire e vi darò anche le due lettere, di cui si è parlato recentemente - sulla cifra è stato apportato un correttivo. In data 12 aprile il dottor ingegner Paolo Atzori, che è il direttore del servizio dei lavori pubblici, scrive una lettera, ovviamente non indirizzata all'Assessorato dell'ambiente perché non è l'interlocutore, ma al direttore generale del Corpo forestale, il quale me l'ha recapitata per conoscenza, nella quale dice che ci sono 5 milioni disponibili, che servono a ben poco perché ne occorrerebbero esattamente 22; e aggiunge che, pertanto, allo stato attuale si può prevedere la realizzazione dei soli lavori indirizzati alla messa in sicurezza dell'immobile così da contrastarne il degrado in atto con particolare riferimento all'involucro esterno.

C'è stata una discussione in Giunta regionale, promossa dal sottoscritto che, per quanto non incline a esagerare, rivolgendosi all'Assessore competente ha sostenuto che bisognava recuperare i soldi per creare questa struttura, anche se il tutto mi sembrava avesse del paradossale.

Infatti è successivamente pervenuta un'altra lettera, il 24 aprile, a distanza di dieci giorni da quella del 12 aprile 2011, quindi a seguito della discussione in Giunta, in cui si dice che, con riferimento alla precedente nota sulla cifra è stato commesso un errore, perché non servono più ulteriori 22 milioni di euro ma sono sufficienti altri 9 che, aggiunti ai 5, diventano 14. Chiaramente vi consegnerò anche questa lettera, che ho ricevuto per conoscenza. In questa altalena ci si dimentica delle cose; io normalmente non le dimentico.

Poiché mi hanno citato, in modo molto cordiale, sia l'onorevole Barracciu che anche altri consiglieri, voglio dire loro: state attenti, soprattutto voi della Commissione competente, perché per esempio in questi giorni, ho già avvertito Giulio Steri e lo dico qui, a Nuoro c'è una bomba ecologica. E' venuto il sindaco Bianchi e mi ha detto: "Guardate che all'ex inceneritore prima o poi scoppia chissà che cosa". Quella è una nostra competenza ma, se c'è un orientamento per mettere a disposizione 1 milione e 100 mila euro perché ci sono le emergenze, le priorità, e poi improvvisamente, nel passaggio dalla Commissione al documento finale ne risultano 500 mila (e la bonifica dell'ex inceneritore crea grossi problemi), se, abbiamo già detto che non bastavano quelle risorse, non solo non bisogna togliere 500 mila euro, come è stato fatto, come risulta nel documento, ma occorre aggiungerne altri 500 mila in modo tale che possiamo risolvere non solo il problema di Nuoro ma, contemporaneamente, anche gli altri piccoli problemi che devono essere portati a soluzione.

Quindi, che cosa si è verificato con queste cifre? Per quanto mi concerne anche in Giunta, devo darne atto, la scelta è stata sempre Nuoro, mai si è parlato di altre sedi; genericamente si scrive sempre Nuoro e normalmente magari non si fa riferimento all'ex ESIT. Adesso sull'ex ESIT non ci sono problemi, si tratta di valutare attentamente, l'avete detto in questo consesso, valutare con tecnici che abbiano una comprovata capacità, qual è la reale consistenza dei fondi necessari per portare a termine quest'opera; perché alla fine i costi lievitano in negativo, questo è evidente, se non acceleriamo il processo.

Inoltre queste lettere creano una situazione di imbarazzo (magari ci può essere anche un secondo fine), su questo avete fatto bene, perché io in una relazione leggo che nel momento in cui si troverà la soluzione delle problematiche inerenti la collocazione logistica della scuola si potrà definire la struttura, e che essendo la cifra eccessivamente alta, si possono trovare soluzioni alternative. Questa relazione è stata bocciata, ma che ci fosse un tentativo di trovare soluzioni alternative all'ex ESIT si vociferava, ma è anche un dato certo.

Io vi consegnerò la documentazione, queste due lettere contraddittorie, da parte dei lavori pubblici, perché se un tecnico prima valuta in 22 milioni il costo di un'opera e poi, il giorno dopo, opera una riduzione di 8-9 milioni evidentemente la valutazione va rivista e corretta.

Per quanto riguarda la dirigenza abbiamo provveduto in data 1° marzo; avevamo dato le linee guida per cui non esistono problemi di sorta, però per quanto riguarda le linee guida che abbiamo dato quando abbiamo istituito la Protezione civile una parola bisognerebbe dirla: se c'è un uomo solo al comando, senza truppe, al quale ogni giorno si attribuiscono ulteriori responsabilità (profughi, eccetera), impazzisce e quindi è portato non al suicidio ma alle dimissioni. Allora, quando abbiamo istituito la struttura della direzione generale abbiamo previsto il servizio antincendio, Protezione civile, scuola forestale perché in quel momento dovevamo dare alcune linee guida, ma è evidente - e su questo si può prendere anche l'impegno formale - che nel momento stesso in cui decolla la scuola, la scuola sarà diretta, organizzata, strutturata a Nuoro non certamente attraverso strutture di Cagliari. Cagliari ha una funzione diversa, per quanto riguarda la formazione sarà concentrata e ci sarà chiamiamolo come volete, non è mia competenza, un direttore dei servizi, un direttore generale, certamente un direttore di quella struttura.

Per correttezza vi dovevo dire queste cose, però vi do un suggerimento nel consegnarvi la documentazione. Io ringrazio chiaramente chi con molta attenzione si è accorto che questa cifra era scomparsa e ritengo anche che questo abbia risvegliato ulteriore attenzione, perché c'è un movimento diverso. Vi consegnerò quindi, dicevo, tutti i documenti che sono documenti ufficiali con le lettere di trasmissione; poi, tutti insieme dobbiamo certamente accelerare questo iter, magari recuperando quel minimo di risorse economiche che consentano finalmente di far vedere la luce a questa struttura, al di là dei tentativi di cercare, nell'ambito di quella cifra contenuta, che vale meno a distanza di tre, quattro anni, soluzioni alternative all'ex ESIT, ma teniamo conto che tre, anzi, quattro delibere attestano, pur con qualche modifica, che la sede individuata è l'ex hotel ESIT. Se poi è una struttura mastodontica, come qualcuno ha detto prima, si possono creare delle strutture di vario tipo anche per svolgere altre attività collaterali. Io credo di aver detto tutto, ma ho l'esigenza di consegnarvi questi documenti che evidentemente chiariscono meglio il quadro di riferimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io sono estremamente soddisfatto della relazione dell'assessore Oppi che praticamente ha illustrato nuovamente, punto per punto, le indicazioni date dalla mozione, menzionando anche le due delibere che, è vero, Assessore, io non ho citato per il semplice motivo che dopo la delibera del settembre 2007 si è tornati giustamente all'ipotesi iniziale; ritenevo perciò la citazione ininfluente ai fini dell'esito della mozione stessa. Mi permetterei pertanto in questa sede, se lei sarà d'accordo, di chiedere una breve sospensione di due minuti per decidere le modalità di votazione della mozione, ma prima approfitto della replica per significare l'aspetto da lei sottolineato di quella relazione.

Assessore, quando abbiamo stabilito i 5 milioni di euro - e mi permetto di dire che tra gli altri l'abbiamo fatto anche insieme - si era perfettamente coscienti del fatto che non sarebbero bastati e si pensava a un secondo intervento nel 2011, se non fossero spariti quelli del 2009, di altri 2 milioni di euro. Perché la quantificazione esatta (e mi dispiace per quel perito che ha fatto quella relazione) era intorno ai 7 milioni di euro specificando anche che nell'accordo di Nuoro da lei citato del 2002, vista la mastodontica, come lei ha detto, opera e la mastodontica consistenza dell'ex albergo ESIT, si diceva infatti in quell'accordo "con la previsione di utilizzo della struttura anche da parte dell'università nuorese in interazione con i programmi di ricerca della forestale e degli istituti dei Paesi del Mediterraneo", coscienti del fatto che forse il tutto, compresa la base di Farcana, comprese le strutture circostanti, per chi conosce i luoghi, che ben si prestano al ciclo di formazione, potesse essere utilizzato anche per altro. Io credo che quella perizia sia destinata a scendere ulteriormente.

Rivelo anche una cosa, assumendomene la responsabilità, perché si è cercato di spostare la scuola dall'ESIT in altro sito? Perché ancora oggi, colleghi, esistono interessi terzi che vedrebbero con piacere lo spostamento, assessore Liori, di quella iniziativa della scuola forestale, perché magari quell'hotel ESIT ben si presta, secondo me sbagliando perché è una struttura verticale e non orizzontale, non si ha competenza in merito a queste cose, a diventare una RSA. Ecco, siccome dico questo con cognizione di causa, mi fa molto piacere, Assessore, invece, che lei pur avendo capito tutto questo e presumibilmente anche essendone a conoscenza, abbia posto una pietra tombale su questo dando avvio, essendoci le risorse, alla progettazione e agli interventi. Progettazione che doveva essere già fatta, tanto per intenderci, perché la Giunta Soru a quel tempo, aveva stabilito, come lei ha ricordato e come è scritto in relazione, 50 mila euro per lo studio di fattibilità e 50 mila euro, successivamente, per la conclusione almeno dello studio di fattibilità che, traduciamo, è progetto di massima, non progetto esecutivo. Lei, Assessore, è intervenuto dicendo che forse ci sono secondi fini. Io specifico qual è il secondo fine.

Assessore, visto che se ne è parlato, consentitemi un riferimento alla bomba ecologica. Io non credo, e le suggerirei di approfondire, che una parte di quel milione e 100 mila euro possa essere destinato al recupero di quella bomba ecologica, però sa, Assessore, quella bomba ecologica era gestita da privati. Non vedo perché il pubblico debba intervenire al risanamento dei danni causati dai privati e aggiungo, Assessore, che in un primo momento la gestione del trattamento dei rifiuti solidi urbani era totalmente privata, l'azienda era privata; nella seconda fase la gestione era in carico a un'azienda pubblico-privata, cioè comune di Nuoro ed Ecoserdiana. Quindi nasce la "Nuoro ambiente" e sicuramente, Assessore la pregherei di dare attenzione a ciò che sto dicendo, relativamente ai danni ambientali ci sono purtroppo, come lei sa, anche dei risvolti penali. Allora se qualcuno ha provocato un danno, non deve essere la Regione a intervenire totalmente, con le sue esigue risorse per i risanamenti ambientali, il milione e cento mila euro che lei ha ricordato, non deve essere l'intervento di intera competenza del pubblico ma sicuramente le responsabilità private andranno evidenziate e dovranno essere chiamati i privati a interventi finanziari e tecnici perché si ponga rimedio al danno fatto. Allora, comprendendo che c'è il pieno assenso dell'Assessore a quanto illustrato nella mozione, e anche sugli intendimenti, per venire incontro ad alcune indicazioni che sono emerse durante l'esposizione dell'Assessore, chiederei, Presidente, una breve sospensione per concordare le modalità di votazione della mozione.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 41, viene ripresa alle ore 12 e 46.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, essendo in piena sintonia con l'Assessore che ha riferito in Aula sulla mozione, proporremmo la votazione per parti, per la precisione richiederei due votazioni.

Poiché l'Assessore ha dato ampie garanzie e risposta sui quesiti posti, e per quanto riguarda "l'impegno a riferire in Consiglio" ha riferito esaustivamente, la prima parte comprenderebbe il testo della mozione a esclusione di tutto il punto che inizia con le parole "constatato inoltre che" e il punto 1); si propone anche di cassare con un emendamento orale al punto 2) del dispositivo la parola "immediata" lasciando "disponendo l'istituzione nel comune di Nuoro". La seconda parte riguarda tutto il resto della mozione, le parti escluse.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, mettiamo in votazione prima tutta la mozione tranne il "constatato inoltre che" e il punto 1) dell'"impegna" e cassando la parola "immediata" come proposta di emendamento orale se viene accolta, poi un'altra votazione con questi due punti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente su questa proposta di votazione per parti ho necessità di consultare il Gruppo, pertanto le chiedo di sospendere i lavori a questo punto e di effettuare la votazione questo pomeriggio

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo concludiamo i lavori che riprenderanno alle ore 16 e 30 per votare la mozione e proseguire con le dichiarazioni del Presidente della Regione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo che venga rispettato l'ordine del giorno previsto dal Consiglio. Io sono assolutamente d'accordo sull'accoglimento della richiesta avanzata dal collega Diana, però chiederei che venga dato spazio anche alla mozione prevista al punto 3 dell'ordine del giorno sulla realizzazione del campus universitario di Cagliari che era già all'ordine del giorno. Le dichiarazioni del presidente Cappellacci che sono state inserite stamattina e che hanno, pur essendo il tema importante, stravolto l'ordine del giorno non possono, a mio e a nostro avviso, impedire la discussione degli argomenti precedentemente inseriti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'ordine del giorno di convocazione del Consiglio era molto chiaro ed era conseguente alle decisioni della Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Come lei ben sa questa tornata di lavori doveva essere dedicata esclusivamente al collegato, al seguito di impedimenti dei relatori si è deciso di dedicare la mattinata di oggi alle mozioni, in base al tempo disponibile, a esaurimento di quelle iscritte all'ordine del giorno. Il Consiglio era convocato per stasera sul collegato alla finanziaria.

La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso che stasera il Presidente della Regione farà le dichiarazioni, e domani mattina si discuterà il collegato. Adesso non proseguiamo con le mozioni perché c'è stata una richiesta di un Gruppo, accolta dall'Aula, di rinviare a questo pomeriggio la votazione, per cui si prosegue secondo l'ordine del giorno che era stato già definito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sull'ordine dei lavori, Presidente, per chiedere se prima della ripresa, oppure dopo, alla fine della riunione di stasera, si può indire una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per meglio organizzare i lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, siccome per le ore 16 è convocato l'Ufficio di Presidenza, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo la convochiamo alla fine dei lavori di stasera.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Sull'ordine dei lavori, Presidente. È vero che l'ordine del giorno prevedeva di discutere le mozioni solo nell'arco della mattinata, e capisco anche l'esigenza politica del P.d.L., però questo non può impedire di svolgere la discussione delle mozioni entro le ore 14. Quindi io le chiedo di poter riprendere, giustamente dopo la pausa, dopo l'incontro del Gruppo P.d.L. con la mozione che segue nell'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, dopo la richiesta dell'onorevole Diana ho chiesto all'Aula se era d'accordo, nessuno si è opposto; i nostri lavori sono programmati in modo molto chiaro, l'unica modifica rispetto alla nostra programmazione riguarda la richiesta del P.d.L. di andare a questo pomeriggio. Allora l'Aula si è già espressa, non possiamo adesso rimettere in discussione e discutere le mozioni.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'Aula si è espressa per la sospensione e siamo tutti d'accordo, quello che le sto chiedendo è che nel pomeriggio si discuta quella mozione che era in programma, altrimenti le chiedo una Conferenza dei Capigruppo in questo momento.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, mi scusi, abbiamo fatto una Conferenza dei Presidenti di Gruppo questa mattina nel corso della quale abbiamo deciso, tutti insieme, che la mattinata di oggi sarebbe stata dedicata alle mozioni sino a esaurimento del tempo utile, e che stasera ci sarebbero state esclusivamente le dichiarazioni del Presidente della Regione. Non possiamo mettere in discussione costantemente le decisioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo. Il P.d.L. ha fatto una proposta all'Aula che è stata accolta, per cui adesso i lavori si concludono, facciamo una Conferenza di Presidenti di gruppo, e riprenderanno alle ore 16 e 30.

SALIS (I.d.V.). Io sono d'accordo sulla richiesta del P.d.L., Presidente, però mi consenta di fare una precisazione!

PRESIDENTE. Onorevole Salis, questo modo…, mi scusi onorevole Salis…

(Interruzione dell'onorevole Salis)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto per votare sulla richiesta dell'onorevole Diana; siccome l'Aula è sovrana, è l'Aula che decide.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, la votazione che ha indetto ora avviene esclusivamente per alzata di mano?

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, io non ho ancora indetto alcuna votazione, quindi lei mi sta precedendo. Se intende parlare le do la parola.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Avevo chiesto la parola prima sull'ordine dei lavori semplicemente per chiederle la verifica del numero legale, se è prevista la possibilità di voto elettronico la mia richiesta decade, se non è prevista mantengo la richiesta.

PRESIDENTE. La votazione sulla richiesta del consigliere Diana avviene per alzata di mano, per cui prima procediamo alla verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappellacci e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 68 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire i lavori. Il P.d.L. ha richiesto una sospensione dei lavori che metto in votazione. Non sono previste dichiarazioni di voto onorevole Uras.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Ma non è previsto che parli uno a favore e uno contro?

PRESIDENTE. Scusate, adesso è stato posto un problema. L'onorevole Salis ha precisato di non concordare sul fatto di andare a questo pomeriggio soltanto per la votazione della mozione in discussione oggi.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Proprio in ragione anche delle mozioni che rimangono da discutere, chiedo di convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo e di aggiornare l'organizzazione dei lavori. La precisazione del collega Salis secondo me andrebbe esaminata all'interno della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, in modo più coerente rispetto anche all'obiettivo. Io penso che non si possa rifiutare la sospensione che è stata richiesta dal collega Diana, al contempo noi abbiamo bisogno, in ragione della novità introdotta all'ordine del giorno, di riorganizzare anche i lavori inerenti alla discussione delle mozioni. Il problema è questo. Io non complicherei più di tanto, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, giusto per essere precisi, vorrei ricordare che lei aveva richiesto la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, prima della ripresa dei lavori pomeridiani o a fine lavori pomeridiani, altro argomento in quel momento rispetto alla richiesta di sospensione avanzata dall'onorevole Diana. Per essere precisi. a In caso di accoglimento della sospensione, poiché i lavori del pomeriggio prevedevano già le dichiarazioni del Presidente, si procederà esclusivamente a votare la mozione sospesa, dopodiché si prosegue con le dichiarazioni del Presidente. Su questo può parlare un oratore a favore e un oratore contro, dopodiché l'Assemblea voterà per alzata di mano.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intervengo a favore, Presidente, non contro. Io sono favorevole all'accoglimento della richiesta avanzata dal Presidente del gruppo P.d.L., però chiedo, pacatamente e serenamente come dice qualcuno, che venga anche rispettato il diritto di poter discutere (ci sono i tempi e le condizioni per poterlo fare nell'economia della discussione in Aula), sia sulle dichiarazioni del presidente Cappellacci in merito ai trasporti marittimi, sia sull'avvio della discussione sul collegato alla finanziaria. Chiederei alla Presidente del Consiglio e ai colleghi della maggioranza di non irrigidirsi su questa questione. È una soluzione che può essere tranquillamente trovata nell'economia dei lavori. Altrimenti si rischia di perdere più tempo di quanto non se ne guadagni, Presidente. Io sto chiedendo che, fatta salva la richiesta del Presidente del gruppo P.d.L, su cui io voto a favore, l'Aula valuti anche la possibilità che si possa non stravolgere la regolare discussione dei punti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, con la sua proposta sta stravolgendo l'ordine del giorno, perché l'Aula per questo pomeriggio era convocata sul collegato. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo all'unanimità ha deciso che questa sera si dovesse dedicare esclusivamente alle dichiarazioni del Presidente, che l'argomento mozioni si sarebbe concluso questa mattina. Ogni cinque minuti rimettiamo in discussione le decisioni assunte.

E' la richiesta del P.d.L. che altera l'ordine dei lavori di stamattina. Il pomeriggio era già definito.

Metto in votazione la richiesta dell'onorevole Diana. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Il Consiglio è riconvocato per questo pomeriggio alle ore 16 al 30. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

La seduta è tolta alle ore 13.



Allegati seduta

CXCVI SEDUTA

Mercoledì 4 maggio 2011

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 marzo 2011 (189), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Paolo Maninchedda e Francesco Meloni hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 4 maggio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 29 aprile 2011, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge regionale 7 febbraio 2011, numero 6 concernente "Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 21 maggio 2002, numero 9 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio), interpretazione autentica dell'articolo 15, comma 12 della legge regionale 18 maggio 2006, numero 5 (Disciplina generale delle attività commerciali) e norme sul trasferimento dell'attività" nella parte in cui introduce, nella legge regionale numero 5 del 2006, il comma 4 dell'articolo 15 bis e rubricato "Trasferimento dell'attività commerciale".

Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 14, 18, 26 e 31 gennaio 2011; 3, 8, 10, 15, 22 e 25 febbraio 2011; 1°, 10, 15, 21, 24, 29 e 31 marzo 2011.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Piano energetico ambientale regionale (PEARS)". (277)

(Pervenuto il 19 aprile 2011 e assegnato alla sesta Commissione.)

"Intervento straordinario per la copertura dei costi derivanti dall'organizzazione delle consultazioni amministrative dell'anno 2011". (281)

(Pervenuto il 29 aprile 2011 e assegnato alla prima Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Steri - Cossa - Sanna Giacomo - Diana Mario - Cuccureddu:

"Istituzione dell'osservatorio sulle aree costiere della Sardegna". (278)

(Pervenuta il 20 aprile 2011 e assegnata alla quinta Commissione.)

Cuccureddu:

"Disciplina della professione di guida turistica". (279)

(Pervenuta il 21 aprile 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda:

"Tutela dell'artigianato artistico tradizionale sardo". (280)

(Pervenuta il 27 aprile 2011 e assegnata alla sesta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Diana Mario sullo stato di funzionamento dell'impianto di climatizzazione del Palazzo di giustizia di Oristano". (197)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio sulla grave situazione finanziaria in cui versa l'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (210)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sul Centro Santa Maria Bambina di Oristano". (211)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia". (252)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sull'Istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (267)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla precaria situazione in cui versano i locali del Policlinico di viale Italia, a Sassari, che ospitano il reparto di neuropsichiatria infantile". (280)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu sulle modalità di tassazione dei fondi regionali per attività di ricerca erogati nell'ambito del bando borse giovani ricercatori". (282)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Floris Mario sulle vicende connesse alla Struttura complessa di rieducazione e recupero funzionale dell'Ospedale Marino di Cagliari". (314)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Pitea - Rassu - Ladu - Rodin - Campus sull'applicazione del regolamento (CE) n. 767 del 2009 sulle condizioni relative all'immissione sul mercato e all'uso dei mangimi per animali destinati e non destinati alla produzione di alimenti all'interno della Comunità europea". (318)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Espa sulla necessità di un piano regionale sulle demenze e sull'interruzione degli interventi psicologici essenziali del Centro Alzheimer del Presidio ospedaliero SS. Trinità di Cagliari". (347)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla mancata compilazione e inoltro al Ministro della pubblica amministrazione del questionario relativo alla dotazione di auto blu". (349)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul ruolo delle strutture private, e in particolare del San Raffaele di Olbia e del S. Maria Bambina di Oristano, nella sanità sarda". (366)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sulla bocciatura da parte del Governo nazionale del piano regionale di rientro e del patto per la buona sanità". (368)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sullo stato dell'informatizzazione sanitaria regionale tramite il Sistema informativo della sanità sarda (SISAR)". (372)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul blocco delle assunzioni di personale nelle ASL conseguente alla deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23 febbraio 2010". (375)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Diana Mario sulla morte di 90 suini destinati alla macellazione nel mattatoio comunale di Settimo San Pietro". (388)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di intervenire per accelerare i tempi di attuazione dei lotti di completamento della strada Sassari-Alghero". (412)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis sulla mancata attribuzione della medaglia di presenza e indennità di missione/trasferta previste dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27". (479)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Espa sul malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP (Centri unificati di prenotazione)". (499)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Dedoni sull'istituzione del sito www.malattieraresardegna.it da parte della ASL di Cagliari e della Regione Sardegna". (511)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Barracciu sul parto urgente occorso nell'ormai chiuso punto nascita di Sorgono". (522)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di un intervento per sanare la situazione debitoria della ASL n. 1 di Sassari nei confronti dell'azienda di vigilanza Polsarda".(528)

(Risposta scritta in data 20 aprile 2011.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Sechi - Uras - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione scolastica in Sardegna. Preoccupazione per nuovi tagli". (565)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Mariani - Salis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza, in capo ad alcune imprese beneficiarie, dei requisiti richiesti dall'articolo 5 della legge regionale n. 15 del 2010 per l'ottenimento di contributi previsti dalla normativa de minimis". (566)

"Interrogazione Piras - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa ai consorzi industriali". (567)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di prorogare la scadenza di fine lavori disposta dal bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2009, persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese"". (568)

"Interrogazione Meloni Valerio, Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla sospensione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le strutture socio-assistenziali di cui alla legge regionale n. 23 del 2005". (569)

"Interrogazione Maninchedda - Sanna Giacomo - Capelli - Dessì - Planetta - Sanna Matteo - Artizzu, con richiesta di risposta scritta, sulla sentenza del TAR n. 213/2011 relativa ai presidi ospedalieri San Francesco e C. Zonchello di Nuoro, San Camillo di Sorgono e ai presidi sanitari distrettuali di Macomer e Siniscola". (570)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo sulla sorte dell'area già sede del tracciato ferroviario sita nel Comune di San Gavino Monreale". (226)

"Interpellanza Salis - Diana Giampaolo - Espa - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di procedere alla liquidazione dei danni subiti dalle imprese agricole di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 44/31 del 14 dicembre 2010". (227)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Salis - Bruno - Uras - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla decennale vicenda del campus universitario di Cagliari e sulla improrogabile necessità di avviare con urgenza la realizzazione del Piano straordinario per la residenzialità universitaria ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale n. 3 del 2009, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento." (127)

"Mozione Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall'attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa." (128)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, accogliendo la richiesta del Presidente della Regione di rendere al Consiglio dichiarazioni ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, ha stabilito di esaminare nel corso della mattinata le mozioni, secondo l'ordine del giorno precedentemente stabilito. nella serata saranno rese le dichiarazioni del Presidente della Regione, mentre il collegato alla finanziaria verrà esaminato a partire da giovedì mattina.

Constatata l'assenza dell'assessore Milia, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 11, viene ripresa alle ore 10 e 24.)

Discussione della mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (117)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 117.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la lettera m) del comma 1 dell'articolo 4 dello Statuto sardo, nei limiti dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, conferisce alla Regione la competenza di disciplina legislativa in materia di spettacoli pubblici;

- la legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, disciplina le attività di spettacolo in Sardegna predisponendo un quadro normativo organicamente strutturato e coerente con l'esercizio di una politica culturale dell'ente regionale;

RISCONTRATO che:

- lo spettacolo dal vivo è arte che indaga nei linguaggi dell'identità e della contemporaneità veicolando idee e contenuti necessari alla crescita culturale, sociale, economica e spirituale di un popolo e necessita dell'impulso pubblico per poter garantire la propria crescita assieme a quella del territorio e delle collettività in cui opera;

- lo sviluppo culturale, la programmazione e valorizzazione della qualità artistica, l'ampliamento dell'offerta culturale anche attraverso l'incentivazione di progetti di eccellenza, il coinvolgimento delle forze sociali e la formazione del pubblico, la distribuzione dell'offerta culturale, la circuitazione degli eventi, l'innovazione, le finalità educative e turistiche dello spettacolo sono obiettivi dell'azione regionale;

CONSTATATO che:

- l'intervento dello Stato nella cultura è diminuito, negli ultimi cinque anni, di oltre il 30 per cento e solo nell'ultimo anno, tra il 2010 e il 2011, la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ridotta del 14,6 per cento, passando da 1.710 a 1.459 milioni di euro; a ciò si sommano: il tracollo del Fondo unico per lo spettacolo, che nel 2011 raggiunge il suo minimo storico con un taglio del 43,52 per cento; la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 di 4 miliardi alle regioni, di 300 milioni alle province e di 1,5 miliardi ai comuni; ulteriori norme che impediscono agli enti locali di spendere le risorse dei loro bilanci;

- l'effetto dei tagli predisposti dal Governo nazionale si traduce nella perdita di circa 220.000 posti di lavoro e compromette la sopravvivenza di moltissime imprese e attività culturali;

- in Sardegna, la legge finanziaria 2011 ha diminuito ulteriormente, di circa 2 milioni di euro, i fondi destinati al settore dello spettacolo i quali, dopo il taglio regionale di circa il 10 per cento nel 2010, si assesterebbero oggi intorno ai 8,6 milioni di euro, mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza delle 124 aziende che operano nel settore;

- il settore dello spettacolo in Sardegna rappresenta un comparto economico importante che impegna oltre 2.000 persone in termini di occupazione diretta che, con l'indotto, arriva a circa 3.000 unità;

- al comparto dello spettacolo è da ricondurre anche l'ampio indotto costituito dalle attività di promozione, pubblicità, trasporti, ristorazione, accoglienza, le cui ricadute sono importanti in termini sia occupazionali sia di produzione di reddito;

CONSIDERATO che:

- nelle more delle direttive di attuazione della legge regionale n. 18 del 2006, l'Amministrazione regionale non esercita ancora, a cinque anni dall'approvazione della legge, le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore e pertanto anche l'assegnazione dei contributi da parte della Giunta regionale procede, scollegata da qualsiasi progetto di politica culturale, adeguando con proprie delibere e fuori da qualsiasi necessario principio di ratio amministrativa e legislativa, disposizioni normative ormai datate;

- a fronte dell'impiego di risorse pubbliche, non esistono strumenti attendibili di monitoraggio delle attività né vengono utilizzati indicatori di risultato trasparenti e conformi a quelli ministeriali ed europei;

- la legge n. 18 del 2006, paradossalmente anche grazie alle difficoltà riscontrate nell'applicazione delle sue parti più innovative, che necessitano di alcune modifiche di ordine tecnico, ha fatto emergere la vitalità e la complessità di un settore da sempre marginalizzato e, prima della legge, ridotto, in una logica meramente burocratica, ad un'uniformità artificiosa e svilente;

SOTTOLINEATO che il settore dello spettacolo in Sardegna ha a più riprese manifestato in molteplici forme l'esigenza che, da un lato, venga finalmente applicata la legge del 2006 in modo che l'intero comparto sia incluso all'interno di un assetto istituzionale e organizzativo più efficace e la Regione eserciti finalmente le competenze di programmazione, valorizzazione, promozione e monitoraggio delle attività a cui è tenuta, e che, dall'altro lato, si proceda invece alla modifica di alcuni punti della legge, quali i criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale previsto dall'articolo 7 e altre previsioni non corrispondenti in toto alla realtà regionale o non del tutto coerenti da un punto di vista procedurale;

RILEVATO che:

- a tutt'oggi la Regione non ha ancora provveduto a predisporre il "Documento di programmazione regionale dello spettacolo", definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006, che si deve inserire in modo organico nell'ambito della programmazione complessiva delle politiche regionali;

- l'istituito Comitato regionale per le attività di spettacolo, organo di consultazione del settore previsto dall'articolo 5 della legge regionale n. 18 del 2006, necessita di essere rivisitato nella sua composizione al fine di soddisfare una rappresentanza più adeguata alla pluralità del comparto, anche di ordine territoriale;

- l'Osservatorio regionale dello spettacolo, istituito ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006, non ha ancora reso noti e pubblici i dati utili a conoscere e interpretare correttamente la realtà isolana dello spettacolo;

APPURATO che:

- i fondi europei riservati al settore nell'ambito del POR - FESR 2007-2013 Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, sono ad oggi bloccati, determinando un'ulteriore penalizzazione del sistema nel suo complesso e ritardi inaccettabili nella spendita delle risorse europee,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a definire una politica culturale regionale che incoraggi la creazione artistica e l'innovazione, sostenga l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardi il lavoro di tutti gli operatori del comparto;

2) ad esercitare in maniera organica le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore dello spettacolo redigendo al più presto il Documento di programmazione regionale come definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006;

3) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

4) a ripristinare in bilancio la dotazione finanziaria destinata alle attività di spettacolo al fine di scongiurare perdite di posti di lavoro;

5) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR - FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo. (117).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, la mozione, abbastanza importante, oggi in discussione, è stata predisposta in un momento particolarmente difficile (non che oggi le cose per il settore dello spettacolo vadano meglio) nel quale, alla ristrettezza dei fondi regionali, si aggiungevano i tagli drammatici del Governo nazionale.

Superata quella situazione, in Commissione bilancio, dove oggi cominciamo a discutere il collegato, sono stati recuperati i fondi, ed è stato anche ripristinato il FUS. Però, nonostante l'emergenza sia finita, rimane per il comparto dello spettacolo in Sardegna una situazione di instabilità e di precarietà che necessita, per essere superata, di un urgente intervento da parte della Giunta regionale. Quindi nonostante il ripristino dei fondi sia nazionali che regionali, che verranno approvati con il collegato alla finanziaria, va assolutamente portata avanti una serie di provvedimenti.

Nel corso del mio intervento voglio intanto ringraziare prima di tutto coloro i quali, pur avendone fatto e continuando a farne le spese in prima persona, non si arrendono a una politica che spesso di fronte al settore dello spettacolo non è attenta come dovrebbe essere; quindi il mio ringraziamento va a chi continua a spendersi per ricercare le ragioni e i linguaggi dell'arte, dello spettacolo, del rappresentare la poliedrica realtà e complessità umana. Quindi un grazie prima di tutto agli artisti, agli operatori dello spettacolo che nonostante tutto continuano nel loro impegno in questo senso.

Presidente, devo dire che purtroppo non sono né il bello né l'utile e spesso neanche la verità a essere rappresentati in questo Consiglio, come in altri contesti parlamentari. Sappiamo di vivere anni cupi, sappiamo anche che il teatrino in cui spesso siamo calati, e a cui opponiamo resistenza, risponde in questi anni (l'auspicio è che l'assessore Milia si differenzi sempre di più da questa tendenza a cui vengono richiamate le Giunte regionali), alla chiamata nazionale al soffocamento delle coscienze, all'azzeramento della costruzione dei saperi, allo smantellamento della creatività e delle criticità da cui in ultima analisi dipende anche la possibilità di una vita libera, soddisfacente e, perché no, felice.

Abbiamo presentato questa mozione per scongiurare l'ipotesi di dover dire per i prossimi anni, per l'immediato futuro, ai nostri artisti, ai lavoratori di questo comparto, di lasciar perdere il proprio impegno perché non c'è nessuno che si cura di loro. Lo facciamo in risposta alle loro sollecitazioni, alla convinzione politica, profonda, che il teatro, la danza, lo spettacolo in genere rispondano a un'esigenza di cui una collettività, in questo caso la collettività sarda, non può fare a meno; un comparto per il quale sono necessarie appropriate politiche pubbliche, nazionali e regionali; e nella profonda convinzione politica che oltre che soddisfare esigenze importanti di cultura della collettività sarda, questo è c anche un settore, importante, di crescita economica per il nostro Paese, per la nostra Regione, costituisce una possibilità di creazione di ricchezza e di reddito.

Peccato però che in Italia il tema delle industrie culturali e creative, lo sappiamo, è dimostrato, e non faccia parte né dell'agenda politica né di quella economica, ammesso che sia lecito, appunto, separarle, noi riteniamo che non sia così. Dovrebbe essere il contrario, dovremmo anche in Sardegna seguire ciò che avviene in Europa, soprattutto in Europa, ossia predisporre una chiara strategia per le industrie della creatività.

Nella passata legislatura noi abbiamo cercato di intervenire in questo settore predisponendo anche delle nuove norme, considerato che questo settore era regolato esclusivamente da leggi, tuttora in vigore, risalenti a tantissimi anni fa; leggi che peraltro, lungi dal consentire di predisporre politiche strutturali per questo settore, semplicemente rispondono (certamente anche questo è importante, ed è stato importante in questi anni) all'organizzazione della spesa a breve termine, a brevissimo termine, e questo costituisce un limite fortissimo. La legge da noi predisposta aveva come obiettivo quello di superare quel limite, predisponendo delle norme che costituissero per la Giunta regionale la possibilità di scrivere, invece, politiche a medio e lungo termine. Quella legge, lo dirò anche più avanti, essendo molto innovativa, ha mostrato delle difficoltà di applicazione. Siamo consapevoli che sono necessarie delle modifiche perché possa essere effettivamente rispondente alle necessità ed essere applicata, però crediamo che quella legge costituisca comunque lo strumento adatto per rinnovare profondamente il settore, e grazie al quale quel settore può divenire uno dei fulcri, uno degli elementi portanti dello sviluppo sociale ed economico di quest'isola.

Noi dovremmo quindi attestarci sulle politiche europee, e nella maggior parte dei Paesi europei questo settore è oggetto di investimenti molto importanti. Infatti, in anni difficili come quelli fra il '96 e il '98, difficili perché in quel periodo, come si sa, c'era l'esigenza di rientrare nei parametri di Maastricht, d'altronde ci siamo anche riusciti, la spesa per la cultura, anche in quel periodo di ristrettezze, passò da 900 milioni a 2 miliardi di euro. Negli ultimi cinque anni, l'intervento dello Stato nella cultura è diminuito di oltre il 30 per cento, e solo nell'ultimo anno, tra il 2010 e il 2011, la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ridotta del 14,6 per cento, passando da 1.710 a 1.459 milioni di euro. Il FUS, è vero, è stato reintegrato al livello dell'anno precedente, a seguito delle sollecitazioni e delle proteste, fortissime, degli operatori dello spettacolo, ma il livello resta basso, essendo stato tagliato via via negli anni; in ogni caso appena quindici organismi sardi beneficiano del FUS.

Assessore, lei certamente lo sa, lo sa molto bene. Rimane di certo la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 di 4 miliardi di euro alle Regioni, di 300 milioni alle province, e di 1,5 miliardi ai comuni. Tra l'altro, a causa degli immutati criteri del Patto di stabilità, spesso le ultime risorse a essere impegnate sono proprio quelle che riguardano questo settore.

Potremmo agevolmente collegare questi dati con quelli relativi ai tagli del mondo della scuola, per capire, pensiamo noi, come a livello nazionale sia in atto un piano preoccupante di decrescita culturale per cui i tagli sullo spettacolo fanno, inevitabilmente, il paio con i tagli sulla scuola. Un piano di decrescita culturale preoccupante e insostenibile, insostenibile per un Paese, per una regione che ha bisogno invece di teste acculturate e competenti se vuole superare la crisi e crescere. Crisi e crescita che non ammettono affermazioni come: "La cultura non si mangia". Noi abbiamo sentito pronunciare questa frase, insopportabile, più di un mese fa dal ministro Tremonti.

Affermazioni di questo calibro culturale vanno contrastate e tenute fuori dalla nostra Isola, Isola non tanto di famosi purtroppo, quanto di, più o meno, affamati, in cui molti sono a digiuno anche di cultura, specialmente di cultura. Assessore, in Sardegna avevamo intrapreso nella precedente legislatura, soprattutto in termini di istruzione e di cultura, una strada virtuosa, di cui cominciavano a sentirsi anche i benefici sia per i giovani che per la società sarda nel suo complesso; una politica precisa sulla conoscenza, sui saperi, e le arti: questi elementi erano al primo posto. Di sicuro c'è ancora molto da fare, da migliorare, certamente, però noi pensiamo che quella sia la via per aiutare la nostra Isola a crescere.

Le chiediamo, Assessore, di rifuggire l'approccio, diffuso nella Giunta regionale, di cancellare tutto ciò che è stato fatto di buono nella precedente legislatura, e di recuperare, al contrario, quell'impostazione politica sull'istruzione e sulla cultura, ma faccia anche molto di più, perché tanto c'è da fare. E' necessario quindi dar corso alle leggi esistenti. Il Consiglio ha istituito una Commissione apposita sul tema delle leggi inapplicate. Noi ci auguriamo che, grazie al suo impegno - anche perché più volte, Assessore, mi sia consentito affermarlo, lo faccio assolutamente senza problemi, ha mostrato la sua disponibilità e affidabilità rispetto agli impegni presi - la Commissione non debba farsi carico anche della legge numero 18; siamo infatti al limite rispetto ai tempi nei quali questa legge avrebbe dovuto essere già applicata, almeno per alcune parti che sono applicabili indipendentemente dai problemi a cui ho fatto riferimento prima.

Sappiamo che ha avuto degli incontri con gli operatori nel corso dei quali ha manifestato disponibilità; e sappiamo anche che l'Assessorato sta lavorando sui problemi che riguardano la legge del settore. Confidiamo che si intraprenda un percorso (nel senso definito proprio dalla legge numero 18), possibilmente condiviso anche dalla minoranza che chiede in prima istanza l'elaborazione, la razionalizzazione delle politiche regionali dello spettacolo, al fine di consentire lo sviluppo del settore; chiede di elaborare un ragionamento di prospettiva almeno triennale per consentire agli operatori una programmazione di più ampio respiro e per uscire dalla precarietà legata ogni anno, come dicevo prima, alla concessione di contributi sempre incerti, sempre in ritardo, sempre messi a repentaglio da una finanziaria o dall'altra, quest'anno forse più che negli anni passati.

Debbo rivolgere un ringraziamento, a questo proposito, a tutti i colleghi della Commissione bilancio, certamente anche all'assessore La Spisa, perché, con un ragionamento condiviso e unitariamente con l'assessore Milia, sono stati ripristinati i fondi tagliati nella precedente finanziaria. Quindi abbiamo affrontato l'emergenza finanziaria per quest'anno, ma c'è tutta la questione strutturale della politica per lo spettacolo che va affrontata. Non dimentichiamo che stiamo parlando di centoventiquattro aziende che impegnano circa 3 mila unità lavorative, con ricadute importanti in termini economici, lavorativi e turistici, e che, nonostante la triste uscita di Tremonti: "La cultura non si mangia", lo spettacolo e la cultura, quando sono gestiti a dovere, quando la programmazione è certa, quando la programmazione è seria, quando la programmazione è trasparente, non danno da mangiare solo alle menti, ma producono effettiva ricchezza.

Non dimentichiamo neanche che quel che chiedono oggi le nostre aziende dello spettacolo per poter continuare a lavorare e per potersi evolvere nella loro attività, che coinvolge anche la crescita culturale della nostra Isola e della nostra gente, è una politica regionale chiara, affidabile e seria, di medio e lungo termine. Dicevo, abbiamo la legge regionale, apportiamo le modifiche; noi nella mozione chiediamo un impegno in questo senso, e cioè che vengano apportate subito le modifiche per rendere applicabile la legge numero 18, perché sia più corrispondente alla varietà del settore dello spettacolo e anche alla sua complessità.

La legge numero 18 chiede che venga definita la politica regionale del settore, e che la Regione eserciti finalmente le competenze di programmazione, valorizzazione, promozione e monitoraggio delle attività di spettacolo. Siamo tutti d'accordo, dicevo, che deve essere migliorata. Noi proporremo modifiche, quando entreremo nel merito, per esempio sui criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale, proporremo modifiche per la formazione e la composizione del Comitato, non abbastanza rappresentativo della realtà variegata e fluida del comparto.

La legge è lo strumento per definire il percorso di programmazione pluriennale, per definire i contenuti, gli orientamenti, le strategie e i fini regionali che costituiscono la base per consentire alle imprese dello spettacolo di intraprendere un cammino coerente con certezza di risorse. La legge ci dice che il piano triennale deve essere redatto sulla base dei rapporti annuali sullo spettacolo in Sardegna, elaborati dall'Osservatorio regionale dello spettacolo. L'Osservatorio regionale è un altro punto dolente sul quale è necessario concentrare l'attenzione politica e amministrativa. L'Osservatorio regionale dello spettacolo è stato istituito ex articolo 6 della legge e supponiamo che abbia anche funzionato, perché dal 2007 sono stati messi a disposizione per il suo funzionamento ben 200 mila euro. Poiché delle elaborazioni dell'Osservatorio (anche su questo nella mozione vi è un riferimento preciso perché si superi questa incongruenza), non è stato reso noto alcun dato, poiché è difficile anche capire chi componga questo Osservatorio chiediamo, con la mozione, risposte, ci chiediamo cosa sia successo e cosa stia succedendo nel merito. Se insisto sull'Osservatorio è perché anche in questo settore, come in quasi tutti gli altri, la Sardegna si trova priva di strumenti di raccolta di dati o, meglio, le raccolte di dati pullulano, ma la loro organizzazione, la loro fruizione è spesso lasciata nei cassetti, perché a questa raccolta dei dati non segue l'analisi e, soprattutto, non segue, rispetto all'analisi fatta, la messa a punto delle strategie per affrontare i problemi che quei dati mettono in evidenza; questo è anche il caso dello spettacolo. Sullo spettacolo non c'è mai stata, però, la possibilità di raccogliere dati; noi avevamo pensato di istituire l'Osservatorio, con la legge numero 18, proprio perché la complessità di questo settore, la sua varietà, la sua diversa dislocazione sul territorio regionale, che è uno degli elementi di difficoltà rispetto alla programmazione, necessitano appunto di dati certi. Strumenti di analisi, programmazione e monitoraggio sono essenziali, pensiamo, per questo settore, come per gli altri; se non si parte da qui, si farà, secondo noi, pochissima strada e, forse, addirittura, nel verso sbagliato.

Un altro punto importante della mozione è quello che riguarda i fondi europei. Da più di due anni sono fermi nelle casse della Regione i fondi europei per l'incentivazione e la valorizzazione di questo settore. Io ho parlato a lungo con i funzionari sia dell'Assessorato della cultura che dell'Assessorato della programmazione; dai funzionari mi è stato detto che ci sono difficoltà derivanti dal fatto che i finanziamenti possono essere considerati aiuti di Stato e, soprattutto, che la mancata spendita delle risorse, è legato al fatto che la legge numero 18 non è stata notificata all'Unione europea.

Pertanto, una volta apportate le modifiche, credo vada notificata velocemente la legge, e non si capisce perché siano stati persi due anni. Relativamente al problema degli aiuti di Stato (aiuti di Stato che necessitano della notifica della legge), ci permettiamo di suggerire all'Assessore di superare questo problema approfittando del fatto che in questi giorni, in questi mesi, diciamo in queste settimane, è in fase di rimodulazione la programmazione 2007-2013. La fase di rimodulazione consente di riportare i fondi europei dello spettacolo alla vecchia programmazione, sganciandoli dalla loro configurazione di aiuti di Stato. Questo consentirebbe di spenderli agevolmente e subito, e di mettere in circolazione risorse importanti per aiutare il settore a crescere, soprattutto per aiutare la nostra Isola a crescere dal punto di vista culturale.

Ci aspettiamo che l'Assessore, come ha dimostrato in altre situazioni, tenga conto dei motivi che hanno generato questa mozione, e risponda assumendo degli impegni precisi e chiari; noi, naturalmente, siamo disposti anche a una definizione unitaria di un ordine del giorno, sul quale abbiamo già ragionato, che impegni complessivamente la Giunta su questo cammino.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, questo è un tema che sembra labile rispetto ad altri più pesanti, che in quest'ultimo periodo attanagliano la Sardegna. Una mozione, quindi, che potrebbe sembrare fuori luogo, però io non credo debba essere vista in questi termini; richiama infatti l'attenzione di questo Consiglio non tanto sull'uso pieno delle risorse finanziarie destinate al settore, quanto (ha pertanto una valenza molto più profonda) sull'investimento in cultura, sull'investimento nella produzione di quelle espressioni culturali, presenti in vari modi nelle nostre comunità, che costituiscono il veicolo di trasmissione non solo della nostra cultura, ma anche della cultura nazionale, europea e mondiale. Ma credo sia da sottolineare l'efficacia dello "strumento spettacolo", che ci permette di mantenere e diffondere la nostra cultura, la nostra identità; queste manifestazioni veicolano infatti uno degli elementi più importanti di una cultura: la lingua.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue AGUS.) In Sardegna non esistono, purtroppo, compagnie teatrali storiche o consolidate, ma esistono le compagnie di dilettanti che attraverso il teatro dialettale, si adoperano per mantenere viva l'identità di questa terra, per mantenerne vive le tradizioni; soprattutto, lo ribadisco, veicolano la lingua, lo strumento più importante che si è tentato anche di codificare con una legge apposita. Io credo invece che favorire lo spettacolo teatrale sia il modo più celere, il modo più corretto per unificare la lingua.

Molti di voi avranno assistito, spero, se non l'hanno fatto lo facciano, a quelle rappresentazioni teatrali che si svolgono in pochi circuiti teatrali nei quali confluiscono diverse compagnie del Nord, del Sud e del Centro Sardegna. Ognuna di queste compagnie porta la sua lingua, e lo spettatore sente le varie influenze linguistiche e comincia a effettuare la scelta dei termini più indicati che poi, a lungo andare, costituiranno l'ossatura della lingua consentendo il recupero della lingua sarda. Credo che questo sia uno degli elementi più caratterizzanti e più importanti che noi dobbiamo curare perché può portare alla codificazione, in modo naturale, di una lingua unitaria, ma deve essere diffuso fra le scolaresche, deve essere diffuso all'interno di tutte le comunità.

Un altro mezzo culturale importantissimo, anche a livello internazionale, e credo di non dire nulla di nuovo, è la cinematografia; noi conosciamo quanto alcune regioni, tuttora, senza andare molto lontano la Sicilia (non mi riferisco soltanto agli aspetti più deleteri di quella cultura), siano state conosciute nel mondo grazie al cinema. La Sardegna purtroppo rimane ancorata al suo localismo, anche se quelle poche esperienze di cinematografia girate in Sardegna, hanno dato risalto ai paesaggi, alle comunità, hanno costituito un importantissimo veicolo promozionale per l'Isola, ma la cinematografia potrebbe essere anche veicolo di trasmissione culturale, un veicolo importantissimo che ci permetterebbe di confrontarci con il resto del mondo, perché tramite la cinematografia possiamo raccontare le nostre storie, possiamo raccontare la nostra identità, possiamo raccontare i nostri affanni, possiamo raccontare come noi vediamo il mondo, ma anche l'amore per la nostra natura, per la nostra cultura che, in una globalizzazione diffusa, credo abbia un valore aggiunto inestimabile.

L'argomento di questa mozione sembrerebbe fuori luogo in un contesto di problemi molto più difficili: disoccupazione, industrie che chiudono, situazioni drammatiche. Sicuramente il settore in questione è una goccia d'acqua, ma tenete conto che non ho voluto affrontare il tema della possibilità occupazionale che comunque ha. Un'ultima considerazione sulla cinematografia: non abbiamo un centro di cinematografia che possa supportare non solo la nostra produzione culturale, ma anche quella "esterna"; spesso le compagnie vengono in Sardegna, anche se raramente, e non trovano una struttura o un'organizzazione che li supporti. Anche questo è lavoro. Sicuramente è poca cosa rispetto al bisogno della Sardegna però, ripeto, c'è quell'aspetto che non è secondario, anzi a mio avviso è primario, che un investimento nello spettacolo veicola, non solo in Sardegna, per tutte le cose che ho detto, ma anche nel mondo, la nostra cultura e la nostra identità.

E' molto importante e utile perché nel rapporto con la globalizzazione il concetto di identità, oggi lo stiamo riscoprendo, ma lo sapevamo già, costituisce un valore e una ricchezza nel confronto con il resto del mondo perché ci fa sentire popolo che dialoga e si confronto, e non soggetto passivo, negli eventi del mondo.

A mio avviso, l'argomento della mozione non è marginale ma è fondamentale anche nel recupero della nostra identità, nel sostegno alla nostra identità, ma anche nella prospettiva di una visione della realtà sarda diversa; può sopperire e sicuramente aiutare quella riconversione, tra virgolette, industriale che la Sardegna deve attuare in una prospettiva di nuova economia e sviluppo, di nuova cultura; mi rendo conto che è difficile individuare e quantificare le possibilità gli sviluppo e la misura del benessere che l'attenzione a questa problematica può comportare, ma sono convinto che i risultati possono essere estremamente positivi e di grande valore umano, sociale e sicuramente anche economico.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la collega Barracciu nel presentare la mozione ha avuto modo, credo giustamente, di ringraziare la Commissione bilancio per quanto fatto in quest'ultimo periodo. La collega metteva in evidenza anche un clima che parrebbe, a dispetto di quest'Aula distratta, almeno finora, interessato - mi rivolgo soprattutto all'Assessore - ad affrontare e a dare dignità a questa discussione in Consiglio regionale. Questo tentiamo di fare stamattina. E' vero, come diceva il collega Agus, che in quest'Aula siamo abituati a trattare questioni drammatiche, però, oggi, attraverso questa mozione, discutiamo di un settore che vive difficoltà non certamente inferiori rispetto a quelle di altri, in particolare mi riferisco ai comparti dei settori produttivi. In questo caso - Assessore, mi rivolgo soprattutto a lei e mi permetto di richiamare la sua attenzione - stiamo parlando di un settore, lei ha avuto modo di riconoscerlo anche pubblicamente nel recente passato …

(Brusio in Aula)

DIANA Giampaolo (P.D.). Presidente, mi appello a lei, se è il caso si sospende cinque minuti perché a me dà fastidio parlare in queste condizioni.

PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Diana ha ragione. Chi non è interessato a seguire il dibattito può accomodarsi in uno dei locali attigui, ma non si deve disturbare l chi sta parlando. Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Stavo dicendo che l'Assessore anche recentemente ha avuto modo di riconoscere, ed è una storia vecchia, che uno dei limiti di questo settore è l'assenza di programmazione. La programmazione, per essere tale, deve ,certamente coinvolgere il Consiglio regionale, ma non può esaurirsi ovviamente all'interno del Consiglio medesimo. Perché sia vera programmazione, la Giunta in particolare, e l'Assessore in questo caso, devono coinvolgere tutte le rappresentanze del mondo della cultura e dello spettacolo. Se noi davvero vogliamo dotarci di un minimo di programmazione in questo settore non possiamo avere la presunzione e l'arroganza di esaurire questo compito che è affidato anche a noi, ma non soltanto a noi in quest'Aula. Quindi io, Assessore, innanzitutto la richiamo - so della sua sensibilità - nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane a recuperare in maniera ancora più pronta e più determinata un confronto vero e serio con tutte le organizzazioni e le rappresentanze di questo settore. Mi rendo conto che non è semplice, ma proprio perché non è semplice lo sforzo deve essere maggiore.

Io non voglio ripercorrere la mozione, lo ha già fatto egregiamente la collega Barracciu, mi limiterò nel mio intervento a porre alcune domande. Assessore, nel 2006, come lei sa bene, con la legge numero 18 il Consiglio regionale e il Governo regionale allora in carica tentarono di dotarsi di uno strumento di pianificazione e di programmazione di questo importante settore. Partiamo da qui.

Probabilmente non siamo riusciti a rispondere, con quello strumento, a tutte le attese e probabilmente anche lo stesso strumento legislativo non è stato attuato e vissuto come si sarebbe dovuto fare. Partiamo comunque dalla legge numero 18. La prima domanda è questa: lei intende lavorare e sta lavorando per una nuova legge del settore? Io ovviamente concordo con le affermazioni contenute nella mozione. Ritengo che la legge numero 18 sia una buona base e si possa lavorare, attraverso emendamenti, per renderla davvero uno strumento efficace di pianificazione e di programmazione per l'intero settore. Anche su questo, Assessore, le chiedo di attivare non soltanto il confronto con le Commissioni competenti, con il Consiglio regionale, ma soprattutto - forse questo invito deriva dalla mia personale, passata esperienza -un confronto serrato con gli attori di questo settore.

La legge numero 18 prevedeva la costituzione del cosiddetto Comitato. Il Comitato, Assessore, attualmente è scaduto; intende rinnovarlo? Se sì, quando? Le chiederei anche di illustrarci, se è possibile, quali saranno i criteri per ricostituirlo. Penso che non debba essere pletorico come quello scaduto ma, soprattutto, credo debba essere - mi rendo conto che non è semplice - eletto democraticamente, nel senso che i componenti del Comitato devono essere effettivamente espressione del settore. Su questo vigileremo anche noi, ma credo che lei non ne abbia bisogno potendo assolvere tranquillamente a questo compito.

Per quanto riguarda il Registro degli organismi di rilevanza regionale, previsto dall'articolo 7, mi pare che esso tuteli, forse eccessivamente, le strutture forti, quelle già dotate di strumenti finanziari e di risorse importanti o, se volete, sufficienti e che non abbia curato, invece, un fattore determinante: la qualità. Mi rendo conto che anche il fattore "qualità" non semplice da esaminare, però dobbiamo farlo perché, se rifuggiamo da questa responsabilità, rischiamo di non fare quanto di più importante ci si chiede in un momento come questo per questo settore.

Io credo, Assessore, che lei debba dare degli indirizzi precisi per evitare anche la discrezionalità, imbarazzante e fastidiosa, che oggi si arrogano gli Uffici, spesso anche contro la volontà dell'Assessore di turno perché intervenire non è semplice. Quindi, per evitare questo è necessario... Presidente, abbia pazienza, io sarò...

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, non è tollerabile questa situazione. Per cortesia, un po' di rispetto!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ma non per me, per l'argomento di cui si tratta.

CAMPUS (P.d.L.). Per la musica.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Per la musica? Non solo...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Se le note del disturbo fossero musicali andrebbe bene, purtroppo sono altro. Assessore, le chiedo, nella sua replica, di dirci, i criteri e le direttive a cui lei sta pensando anche relativamente a questo punto.

In merito all'Osservatorio, ne parlava anche la collega Barracciu, siamo al grottesco. Assessore, parlo di una legge del 2006 quindi lo dico per onestà intellettuale, è chiaro che non può essere lei il responsabile di tutto. L'Osservatorio è stato istituito ed è sempre uno strumento importante, quale che sia il settore in cui interviene. L'Osservatorio in genere lo si costituisce perché faccia una verifica, perché fotografi l'esistente. Le chiedo, Assessore: che cosa ha fatto l'Osservatorio? E' possibile sapere da chi è composto? Seconda domanda: che cosa ha prodotto finora l'Osservatorio? Terza domanda: se ha prodotto qualcosa, quel progetto dov'è? e Perché non è in rete? Perché se abbiamo pagato per qualcosa, per fare una fotografia, perché quella fotografia non è accessibile in maniera democratica a tutti? Qui si tratta anche di corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Questa è l'altra domanda che ho voluto porle. Infine l'ultima: i fondi POR.

PRESIDENTE. Diamo ancora qualche secondo all'onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la ringrazio. Sappiamo che nel dicembre dello scorso anno si è affrettatamente licenziata una delibera, giustamente, per non perdere oltre 12 milioni di euro, suddivisi, pur non in parti uguali tra cinema e spettacolo in genere. Domanda e finisco: dove sono quei soldi? C'è un minimo di programmazione? Se c'è, qual è la programmazione? Pare inoltre che una parte importante di quei soldi debbano essere utilizzati per un costituendo strumento, non so se sia una fondazione, un consorzio, comunque un qualcosa, tra l'Ente lirico di Cagliari e il De Carolis di Sassari. Ci volete dire che cos'è? Io non vorrei che, anche attraverso questa operazione, si livellasse verso il basso la qualità degli spettacoli.

, Assessore, anche rispetto a queste notizie di stampa, le chiedo di fornirci qualche notizia precisa; ci dica se ci sono progetti della Giunta sul teatro di Cagliari e quello di Sassari e in che cosa consistono.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, probabilmente non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione ma innanzitutto devo esprimere la soddisfazione mia e del mio Gruppo per il fatto che sia stata data risposta alla richiesta di un intervento immediato per risanare le difficoltà causate dai tagli ai fondi dello spettacolo; fortunatamente siamo riusciti a inserire le poste di bilancio idonee nel collegato alla finanziaria. Su questo esprimiamo soddisfazione perché la mancata operazione di reintegro dei fondi sarebbe stata una tragedia per tutto il mondo dello spettacolo e della cultura in Sardegna.

Esprimo inoltre la mia soddisfazione per il fatto che, al di là dei problemi complessi che sono presenti all'interno della Fondazione teatro lirico, anche per quel che riguarda i problemi di questi lavoratori... Chiedo scusa, ma siccome mi devo rivolgere all'Assessore per chiedere alcuni chiarimenti e informazioni sulla politica che l'Assessorato e la Giunta vogliono attivare in questo comparto, chiedo dieci, cinque minuti di attenzione. Stavo dicendo quindi che esprimiamo la nostra soddisfazione per questa manovra, per avere reintegrato i fondi, esprimiamo la nostra attesa per quel che riguarda la definizione di una politica per la cultura e per lo spettacolo che sia degna di questo nome.

Assessore, per vicende giovanili, amministrative e politico-istituzionali io sono profondamente legato a questo settore e, al di là del punto fondamentale di interesse per questo argomento che può essere riassunto nella famosa frase: "La bellezza salverà il mondo" (io di questo sono convinto e non ci può essere bellezza nel mondo senza l'arte, la cultura, la musica, la danza, il cinema, lo spettacolo in sé, che è elemento caratterizzante dell'intelligenza e della capacità di innovazione e di cambiamento del mondo), mi voglio soffermare due minuti sulla valenza fondamentale dell'aspetto occupazionale per la Sardegna e per l'Italia in questo settore in cui, fortunatamente, possiamo vantare la presenza di eccellenze significative in Europa e nel mondo.

A fronte di queste eccellenze significative, che storicamente si sono definite nella storia d'Italia in questi comparti di cui discutiamo oggi, abbiamo una politica nazionale assolutamente insufficiente che sta comprimendo gli spazi di intervento di questo settore che, essendo legato al turismo, alle attività ambientali, alla valorizzazione delle intelligenze delle persone, è uno degli elementi fondamentali di un nuovo modello di sviluppo. Io lo considero tale; così considero le attività di spettacolo, della cultura in genere, della ricerca, dell'espressione delle migliori capacità intellettive che gli uomini e le donne possono porre nella cura di questo settore fondamentale; questo è un settore su cui spero che la Giunta regionale possa avviare un'inversione di tendenza rispetto alle politiche di tagli a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.

Assessore, quando abbiamo partecipato a Roma alle varie manifestazioni per difendere il comparto industriale io avevo detto, e ne sono convinto, che il comparto della cultura, dello sport, dello spettacolo in Sardegna è una grande impresa da tutelare, una grande impresa economica che crea occupazione, crea animazione culturale, crea vita vissuta nei quartieri, nei paesi e nelle città, crea un miglioramento, al di là delle condizioni economiche pure importanti, nella vita di chi ci lavora, aspetti che vanno tutelati e rafforzati. Si crea anche un miglioramento complessivo dell'ambiente in cui queste attività vengono svolte, un fattore che viene spesso sottovalutato. Ricorderemo una ventina di anni fa quando le attività di spettacolo...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Salis. Io mi rimetto alla cortesia dei colleghi per permettere agli oratori di svolgere serenamente il loro intervento, perché con questo brusio non è possibile.

SALIS (I.d.V.). Presidente, non mi disturbano, spero di non essere io a disturbare i colleghi.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.).Stavo sottolineando la valenza del settore in termini di occupazione e di produttività, di miglioramento delle condizioni di vita non solo per i lavoratori ma anche per chi ne fruisce da spettatore, così come ribadisco che migliora anche la vita dei quartieri o dei paesi dove queste attività vengono svolte, è un miglioramento complessivo. Io vorrei che lei rispondesse alle domande della collega Barracciu, del collega Diana relativamente all'Osservatorio, relativamente all'attivazione di una programmazione che, partendo dalle esperienze significative che sono presenti nel settore, consenta alla Regione sarda di utilizzare al meglio le indicazioni che abbiamo tentato di dare nel 2006 con l'approvazione della legge sullo spettacolo complessivamente inteso.

Noi siamo convinti che questo settore debba essere sostenuto e noi stiamo portando avanti una battaglia per supportare i comparti economici e produttivi della Sardegna rivendicando in primis dallo Stato le risorse (al momento bloccate) che ci deve dare o, meglio, che ci deve restituire, proprio per tentare di dare una risposta restituendo dignità e forza, a tutti i settori economici senza dimenticare che il comparto dello spettacolo, della cultura e dell'arte in generale è, ad avviso mio personale e del mio Gruppo, fondamentale per la definizione di un nuovo modello di sviluppo basato sui beni ambientali, naturali e culturali di cui l'Isola dispone.

Non è vero che la cultura non si mangia, Assessore, la cultura si mangia, è pane quotidiano, purtroppo sta diventando un lusso per un numero sempre più alto di persone "legate" a una presenza televisiva invadente ed eccessiva, a programmi bislacchi che certo non affinano le capacità critiche delle persone. Quindi, proprio perché intendiamo rivolgere una critica feroce a questo modello televisivo, che ormai ha preso piede nella nostra Italia, pensiamo che un segnale importante sia promuovere la partecipazione alle attività culturali e dello spettacolo partendo dalla base, dai giovani e dalla scuola, per migliorare appunto le condizioni di vita della nostra popolazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io inizio il mio intervento sottolineando che era non obbligatorio ma opportuno e doveroso, da parte della Regione, integrare i fondi tagliati dallo Stato per dare un minimo di risposte a un settore in crisi che deve essere invece sostenuto, pienamente e con convinzione, da noi tutti. Detto questo dobbiamo anche aggiungere che il vero nemico della cultura in generale e, di conseguenza, del mondo dello spettacolo, è l'indifferenza: Indifferenza della società nella quale viviamo e indifferenza della politica; qualche segnale in questo senso si è avuto anche questa mattina in questa Aula.

A parole in effetti si è tutti favorevoli, tutti si è animati da buoni propositi quando si parla di sostenere il mondo dello spettacolo, un settore importante, ma poi nei fatti non si è conseguenti. Questo almeno è quello che si registra, a parte le dichiarazioni di autorevoli esponenti del governo false e tendenziose; devo dire che, come sottolineava l'ultimo intervento, noi invece affermiamo con convinzione che "di cultura si vive", di cultura, di spettacolo, di arte si vive, si mangia, si cresce, si migliora e soprattutto migliora la società tutta, senza questa parte importante e fondamentale del nostro vivere saremmo veramente una misera cosa. E soprattutto crescono e migliorano i giovani, i giovanissimi, ai quali dovremmo dedicare maggiori attenzioni, magari intervenendo con canali televisivi a loro esclusivamente riservati e attraverso la scuola che oggi subisce, come ha ricordato la collega Barracciu, ulteriori limitazioni e riduzioni.

L'altro limite vero (e emerso nel dibattito e sottolineato nella mozione) è la farraginosità delle leggi, i ritardi con cui vengono attuate, se non addirittura non applicate; le leggi che non hanno o perdono efficacia e funzionalità per mille e una ragione ma che, come la legge numero 18, magari hanno dato vitalità a un settore "ridotto, in una logica meramente burocratica, a una uniformità artificiosa e svilente" così come è detto in un passo della mozione che abbiamo presentato. Un tempo si prendeva atto di una situazione; si diceva che la cultura, l'arte, lo spettacolo in Italia erano talmente di qualità, talmente arrogante e prepotente era la presenza della qualità del nostro spettacolo, del nostro progetto culturale da riuscire a difendersi da solo. Oggi non è più così, siamo arrivati veramente a un livello di qualità preoccupante, per cui è necessario veramente darsi da fare per evitare che questo settore subisca un forte tracollo determinando nuovi drammi (oltre quelli già creati dalla perdita di numerosi posti di lavoro) per la perdita di ulteriori posti di lavoro in un settore fondamentale della nostra società.

Questo discorso è ancora più valido se lo riferiamo alla Sardegna (è richiamato nella mozione ma è richiamato soprattutto dalla legge numero 18 del 2006) e al nostro grande patrimonio identitario. La cultura in generale e lo spettacolo in particolare dovrebbero essere non privilegiati, perché il momento è difficile, ma pienamente considerati e ricevere l'attenzione che meritano.

L'ho detto altre volte e lo ribadisco ancora una volta oggi, in molte realtà europee, mi sto riferendo alle autonomie dello Stato spagnolo, in particolare alla Catalogna che conosco più di ogni altra, sono state emanate leggi apposite, e pienamente sostenute, a favore del teatro, del cinema, della musica, della danza, della fotografia, di tutte le espressioni dell'arte e dello spettacolo. La Catalogna ha addirittura un ente che favorisce la promozione della cultura, dello spettacolo, dell'arte della nazione catalana all'estero; questo è un aspetto che per esempio noi ancora non abbiamo colto appieno ma che consentirebbe di offrire ai nostri operatori del settore dello spettacolo opportunità serie di lavoro (e di queste si deve far carico la Regione sarda non da sola ma in accordo con altre realtà e Stati europei e non solo europei), consentendo la diffusione del nostro prodotto artistico e culturale. In riferimento alla Catalogna facevo presente che l'istituto Llull promuove solo ed esclusivamente le proprie attività d'arte e di spettacolo fuori dai paesi catalani.

L'altro aspetto, che ritengo vada trattato, riguarda gli spazi. Mi rivolgo pertanto a una persona che ha pienamente conoscenza, competenza e attenzione per questo settore, che vive un po' come il mondo dello sport. La Sardegna è fortemente penalizzata per mancanza di spazio. La crescita nel mondo dello sport in Sardegna è fortemente limitata, a eccezione di alcune realtà privilegiate, per la mancanza di spazi dove promuovere le attività. E altrettanto accade nel mondo dello spettacolo. Voi pensate che una realtà come la città di Alghero non dispone, all'infuori di un prestigioso e antico teatro civico da 290 posti, di nessun'altra struttura dove poter tenere degli spettacoli, degli eventi, delle iniziative, favorire la promozione, la diffusione, l'elaborazione e i progetti, perché mancano gli spazi idonei; su questo mi ricollego ancora una volta alla scuola, anch'essa privata, mutilata addirittura di spazi idonei, laddove li aveva, per la promozione delle attività di spettacolo.

Porto come ultimo riferimento, ma è un argomento che ho citato e continuo a citare, la città di Alghero, forse l'unica città della Sardegna, mentre in tutte le altre è stata fatta un'operazione di acquisto, di ripristino, di ristrutturazione degli antichi cinema-teatro, nati per iniziativa privata negli anni '20 e '30, dove rimane abbandonato da oltre 10 anni, testimonianza dell'inefficienza e dell'incapacità, forse perché si coltivano idee speculative immobiliari, uno straordinario spazio: il cinema-teatro Selva.

L'altro discorso, l'ho richiamato prima, riguarda i ritardi e l'inapplicabilità delle leggi. Sulla legge numero 17, riporto un dato della Provincia di Sassari, ma credo valga per tutte le province, siamo in ritardo di due anni, sulla legge numero 26 siamo in ritardo di due anni, siamo lontani dalla piena applicabilità della legge numero 18 del 2006, per le ragioni che ricordavo prima. Siamo in affanno nei rapporti con l'Europa e nell'utilizzo dei fondi europei. Siamo in forte ritardo su tutto.

Si è parlato, e chiudo, di un progetto: una nuova legge. Siamo molto fiduciosi su ciò che l'assessore Milia sarà in grado di proporre, e sul nostro grado di collaborazione perché la proposta si realizzi; ma interveniamo quanto prima, interveniamo soprattutto oggi, indipendentemente da quello che saremo in grado di fare, di elaborare e di proporre, perché questo settore ha uno straordinario bisogno di attenzioni e di aiuto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

MILIA (U.D.C.-FLI), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.Presidente, colleghi consiglieri, questa mozione, che io condivido nella sua interezza, così come condivido molte delle osservazioni formulate dalla prima firmataria, l'onorevole Barracciu, e dai colleghi che si sono susseguiti, coglie uno degli aspetti che già la Commissione speciale sulla mancata applicazione delle leggi aveva colto ed evidenziato nelle audizioni alle quali io sono stato invitato. Vorrei essere schematico, ma allo stesso tempo rispondere ai quesiti e fare qualche considerazione.

Programmazione. Stamane, uscendo dall'albergo che mi ospita, la direttrice mi ha fermato e mi ha chiesto se ero a conoscenza dei pagamenti a tale organismo piuttosto che a talaltro organismo, perché l'albergo avanzava svariate decine o centinaia di migliaia di euro dal mondo dello spettacolo. Ridendo le ho risposto che stavo giusto andando a rispondere a una mozione in Aula su questo argomento, e che le avrei fatto sapere. La verità è che è difficile fare programmazione quando il Patto di stabilità, impedendo la spendita del denaro pubblico, sta in questo momento tagliando le gambe a un settore che già di per sé è in sofferenza. Quindi programmiamo quello che possiamo programmare.

Io mi auguro, e più avanti risponderemo punto per punto, che la programmazione sia aiutata anche da uno strumento, che io ho cercato di attivare in questi giorni, proprio della finanziaria regionale, la SFIRS, che col fondo di rotazione possa permettere a tutto il mondo dello spettacolo di utilizzare le risorse nell'immediatezza, in attesa di percepirle con le lentezze burocratiche che contraddistinguono purtroppo la nostra macchina regionale.

Vorrei innanzitutto centrare il problema. Il problema centrale è che io non sono assolutamente intenzionato a modificare la legge numero 18 del 2006. Attraverso una prima consultazione con gli organismi definiti dall'articolo 56, nell'immediatezza dalla mia nomina ad Assessore, e con una successiva serie di incontri che gli uffici, come voi tutti siete a conoscenza, stanno tenendo con tutto il comparto, sto cercando di inquadrare i punti inapplicati e inapplicabili della legge numero 18 del 2006, per cercare tutti assieme, con una progettazione che parta dal basso, cara all'onorevole Diana quanto a me, di apportare quelle modifiche che possano permettere alla legge in questione, che è una buona legge nel suo impianto, di camminare con le sue gambe e celermente.

L'Osservatorio, uno degli organismi di cui sopra (inizio a rispondere alle prime domande), è partito in ritardo nel 2008-2009. L'Osservatorio è partito non con le sue gambe, ma attraverso una convenzione da 200 mila euro, siglata con l'Osservatorio economico. L'Osservatorio economico è stato soppresso senza nessuna norma transitoria, e quindi dopo il primo lavoro ben fatto riguardante l'annualità 2008-2009, sul 2009-2010 ci sono dei dati parziali, e addirittura gli uffici non possono procedere ai pagamenti, alla liquidazione, perché non c'è un soggetto al quale rivolgersi per poter conferire le somme per il lavoro fatto, essendo stato abolito completamente l'Osservatorio economico che era convenzionato per questo lavoro. Allora questo è uno dei problemi che io ho trovato nell'analisi della legge numero 18, non è il solo. C'è il problema del Registro, che è stato in qualche maniera identificato; c'è il problema - è inutile negarlo - di una non comune visione di tutti coloro che, professionalmente, fanno parte di questi comparti, dei professionisti del mondo dello spettacolo definiti nell'articolo 56 ai quali ci siamo rivolti per cercare di trovare un unico comune denominatore o, perlomeno, un comune denominatore che riuscisse ad amalgamare il più possibile le diverse componenti sulla base della qualità e della professionalità. E' questo l'obiettivo che la Giunta ha identificato, anche con delle direttive apposite, per chi professionalmente produce lavoro, produce occupazione, produce qualità, produce arte, produce spettacolo,.

Gli organismi che fanno parte dei vari comparti hanno raggiungo il numero di 130-140, noi non possiamo assolutamente vietare di partecipare a chi vuole entrare in questo mondo e, professionalmente, operare per il bene della cultura, per il bene dell'arte, per il bene dello spettacolo, della musica, della danza in Sardegna,. Allo stesso tempo dobbiamo lavorare sui criteri di accesso previsti dalla legge; la legge aiuta un settore che è in grosse difficoltà per via dei tagli nazionali, seppure recuperati in parte, anche perché come ha rilevato l'onorevole Barracciu, gli organismi, che partecipano alle provvidenze del FUS in Sardegna sono solo quindici. E' un settore che ha bisogno esclusivamente di poter effettuare almeno una programmazione triennale di un'attività che diversamente è legata veramente all'alea della risorsa che non arriva, all'alea della risorsa che arriva in ritardo, per cui si origina una situazione sinceramente difficile da portare avanti con una certa tranquillità.

Sui fondi europei stiamo cercando di lavorare (una delle soluzioni che ha suggerito l'onorevole Barracciu può essere percorribile) per riuscire a dare linfa ulteriore agli organismi di cui all'articolo 56, senza incorrere, certamente, in procedure di infrazione che potrebbero essere rilevate a seconda dell'utilizzo da parte nostra di questi fondi. Anche su questo stiamo lavorando, cercando un accordo con gli organismi del settore dello spettacolo, per utilizzare quelle risorse che non sono poche, sono circa 9 milioni e400 mila euro, dividendole fra i vari comparti.

La sensibilità che questa Giunta ha verso il mondo dello spettacolo, vi assicuro, non è inferiore ad altre sensibilità che albergano in quest'Aula. Abbiamo la necessità però di avere certezze rispetto ai provvedimenti legislativi che stiamo esitando. Io non debbo scusarmi, essendo da pochi mesi Assessore della cultura e dei beni culturali, però è chiaro che, in merito alla legge numero 18 di difficile applicazione, alla legge sul cinema sulla quale stiamo lavorando, e nella prossima riunione di Giunta si approverà la delibera che stabilirà che la Film Commission diventi fondazione (mi auguro poi di riuscire a portare un emendamento per dare la possibilità alla fondazione Film Commission, deliberata dalla Giunta, di utilizzare anch'essa i fondi europei che diversamente avrebbero difficoltà a essere spesi), ci stiamo confrontando quotidianamente. Io credo che, tutti assieme, da una parte gli attori che sono in campo e dall'altra parte i legislatori che sono in quest'Aula, possano trovare la soluzione migliore per aiutare un comparto che è nelle corde di tutti. E' nelle corde di tutti perché amiamo il settore, è nelle corde di tutti perché riconosciamo che è un settore che dà grande occupazione, nonostante qualcuno pensi in maniera diversa, è un settore che, in ogni caso, dà un apporto sociale alla nostra società che in questo momento ha bisogno, anche e soprattutto, di essere confortata culturalmente sotto il profilo dell'istruzione, ma questa è solo un'altra materia che certamente affronteremo.

L'onorevole Diana mi chiedeva, durante il suo intervento, quali fossero le linee della Giunta relativamente a una ipotesi di progetto che riguardi il teatro lirico di Cagliari e il teatro di Sassari.

Noi abbiamo fatto un ragionamento molto semplice alla luce della spendita delle ingenti risorse (magari 500 mila euro) che, è inutile negarlo, altre città della Sardegna abbiamo visto preferiscono spendere per portare delle professionalità che non sono nemmeno paragonabili a quelle che il Teatro lirico mette in campo ormai da parecchie stagioni. Abbiamo fatto una riflessione in ordine alle difficoltà occupazionali e di gestione del Teatro lirico, che sono note a tutti; abbiamo fatto una riflessione sull'ipotesi di spendita dei fondi europei e, alla luce di queste riflessioni, abbiamo provato a far ragionare gli organismi rappresentati nel Consiglio di amministrazione: il Comune di Cagliari, la Fondazione del Teatro lirico con i suoi rappresentanti nominati dalla Regione e il Comune di Sassari, per quello che riguarda l'Ente concerti De Carolis ma, soprattutto, per quello che riguarderà un domani quando in autunno verrà inaugurato il nuovo Auditorium che avrà una forma giuridica ancora da stabilire.

Sulla base di questo ragionamento stiamo tentando di ipotizzare un progetto che permetta al Teatro lirico di Cagliari, come soggetto attuatore, di utilizzare delle risorse europee da mettere in rete assieme alla futura fondazione del Teatro sassarese, oppure addirittura stiamo pensa a un'unica fondazione come Teatro di Sardegna. Questa è una linea, è un'ipotesi di lavoro sulla quale ci stiamo confrontando, è un'ipotesi di lavoro sulla quale stiamo ragionando, anche assieme ai due Conservatori di Cagliari e Sassari per metterli in rete e, magari, costituire un'orchestra regionale che possa veramente essere di supporto, a 360 gradi, alla seconda stagione da "circuitare" in Sardegna.

Questa è una ipotesi di lavoro, però l'ipotesi di lavoro fondamentale è quella di avere un soggetto attuatore che possa essere il centro di riferimento, il centro di spesa per i fondi europei che diversamente, con i bandi e con le difficoltà strutturali legate alla spendita, potrebbero magari disperdersi in tanti rivoli e non essere utilizzati nella direzione che noi tutti auspichiamo: la salvaguardia del grande livello che il Teatro lirico di Cagliari ha dimostrato di avere in questi ultimi anni. Questa, ripeto, è l'ipotesi di lavoro sulla quale Cagliari e Sassari si stanno confrontando, di cui la Regione sta cercando di fare la regia. Siamo in fase avanzata, però è chiaro che noi possiamo dare questo suggerimento, diversamente utilizzeremo l'ipotesi B) che sarà quella del bando, così come era già nelle nostre previsioni.

Che cosa vogliamo fare? Domani'è stata convocata in Assessorato un'altra riunione, dopo quelle tenute con tutti i comparti che avevano eletto democraticamente i loro rappresentanti. Io mi auguro che anche l'elezione del nuovo Comitato per le attività dello spettacolo avvenga su base democratica e di rappresentatività seria di chi, per qualità e non solo per censo, come è successo in questi ultimi anni, è riuscito a rappresentare i vari comparti.

Il nostro impegno, poi vedremo l'ordine del giorno, è di portare in tempi brevissimi all'attenzione prima della Commissione competente e poi di quest'Aula le modifiche che verranno concordate dal basso, all'indomani di questa serie di incontri e a seguito delle osservazioni che stanno giungendo in Assessorato; osservazioni che, chiaramente, saranno messe a disposizione dei consiglieri regionali e della Commissione competente per essere condivise o per avere ulteriori suggerimenti. La legge numero 18 del 2006 ha un impianto che regge, abbiamo necessità di farla funzionare; su questa strada ci stiamo muovendo anche per la legge sul cinema e crediamo che questo lavoro possa dare certezze per il domani, per una programmazione seria e, soprattutto, per la spendita di quelle risorse che noi ci auguriamo non diminuiscano e faremo di tutto perché questo non avvenga. In proposito ringrazio l'assessore La Spisa e la Giunta che, avendo compreso le difficoltà del comparto, hanno consentito di recuperare quanto era stato tagliato nella finanziaria.

Su questa materia avremo certamente, a breve termine, la possibilità di confrontarci, sulla base delle modifiche che tutti assieme stiamo cercando di apportare, per migliorare una legge che noi riteniamo buona e che vorremmo fosse fondamentale per il futuro della cultura, dello spettacolo, dell'arte in questa nostra Regione.

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Barracciu - Diana Mario - Bruno - Steri - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Salis - Cuccureddu sulla situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulla legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sulla mozione n. 117/A relativa alla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18,

PREMESSO che:

- lo sviluppo culturale, la programmazione e valorizzazione della qualità artistica, l'ampliamento dell'offerta culturale anche attraverso l'incentivazione di progetti di eccellenza, il coinvolgimento delle forze sociali e la formazione del pubblico, la distribuzione dell'offerta culturale, la circuitazione degli eventi, l'innovazione, le finalità educative e turistiche dello spettacolo sono obiettivi dell'azione regionale stabiliti nella legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, (Disciplina delle attività di spettacolo in Sardegna) che predispone un quadro normativo organicamente strutturato e coerente con l'esercizio di una politica culturale dell'ente regionale;

- il settore dello spettacolo in Sardegna rappresenta un comparto economico importante che impegna oltre 2.000 persone in termini di occupazione diretta che, con l'indotto, arriva a circa 3.000 unità e ad esso è da ricondurre anche l'ampio indotto costituito dalle attività di promozione, pubblicità, trasporti, ristorazione, accoglienza, le cui ricadute sono importanti in termini sia occupazionali sia di produzione di reddito;

- l'Amministrazione regionale deve essere messa nelle condizioni di poter esercitare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo, valorizzazione, promozione e monitoraggio così che anche l'assegnazione dei contributi da parte della Giunta regionale possa procedere nell'ambito di un progetto di programmazione complessivo della politica culturale e non più secondo disposizioni normative ormai datate;

- sono indispensabili strumenti attendibili di monitoraggio delle attività e indicatori di risultato trasparenti e conformi a quelli ministeriali ed europei;

- l'istituito Comitato regionale per le attività di spettacolo, organo di consultazione del settore previsto dall'articolo 5 della legge regionale n. 18 del 2006, necessita di essere rivisitato nella sua composizione al fine di soddisfare una rappresentanza più adeguata alla pluralità del comparto, anche di ordine territoriale;

- si rende necessario che l'Osservatorio regionale dello spettacolo, istituito ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006 renda noti e pubblici i dati utili a conoscere e interpretare correttamente la realtà isolana dello spettacolo;

- la legge n. 18 del 2006 necessita di alcune modifiche quali, ad esempio, la revisione dei criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale previsto dall'articolo 7 e altre previsioni non corrispondenti in toto alla realtà regionale o non del tutto coerenti da un punto di vista procedurale;

- l'intervento dello Stato nella cultura va diminuendo drasticamente di anno in anno compromettendo la sopravvivenza di moltissime imprese e attività culturali;

- i fondi europei riservati al settore nell'ambito del POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, sono ad oggi bloccati, determinando un'ulteriore penalizzazione del sistema nel suo complesso e ritardi inaccettabili nella spendita delle risorse europee,

impegna la Giunta regionale

1) a predisporre entro giugno 2011 le proposte di modifiche della legge regionale n. 18 del 2006 affinché sia effettivamente corrispondente alla complessità della realtà sarda dello spettacolo, agevolmente operativa e sottragga dalla costante precarietà economica e programmatoria le imprese del settore;

2) ad orientare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo così da incoraggiare la creazione artistica e l'innovazione, sostenere l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto;

3) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;

4) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo. (1)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Interverrò, se è possibile, sia per replicare che per illustrare l'ordine del giorno.

In primo luogo esprimo una piena soddisfazione sulle dichiarazioni dell'assessore Milia; evidentemente la cultura, quando ci si sofferma a ragionare con serietà e con puntualità, stando al merito delle cose, mette d'accordo tutti in quest'Aula. Questo accordo non può che fare piacere perché si ha bisogno di coralità per sostenere questo comparto per il quale le risorse sono purtroppo sempre meno: è difficile reperirle ed è anche difficile spenderle. Concordo con l'Assessore, l'ho anche detto nella mia relazione introduttiva alla mozione, sul fatto che le risorse per lo spettacolo sono le ultime a essere impegnate e spese e perché anche i comuni e le province danno priorità, in relazione ai vincoli e al Patto di stabilità, alla spendita di risorse destinate ad altri settori.

Sono soddisfatta delle risorse stanziate, ringrazio l'Assessore per la sua puntualità e la sua concretezza e per non aver eluso alcuna delle questioni poste nella mozione, e neanche alcuna delle domande emerse dagli interventi svolti in Aula stamattina. La puntualità e la chiarezza delle sue dichiarazioni ci fanno sperare che a esse seguirà un'azione precisa, puntuale e tempestiva, perché effettivamente di tempo ne è passato tanto e c'è necessità di un'azione concreta e immediata per porre rimedio alle storture di cui tutti noi abbiamo parlato.

Sono anche particolarmente soddisfatta dell'accenno fatto dall'Assessore (io forse non l'ho esplicitato chiaramente nella mia introduzione) in relazione a una delle difficoltà, che va superata, di questo settore. Io direi che è presente una difficoltà, di comunicazione, chiamiamola così, all'interno delle imprese che si occupano di spettacolo. Infatti negli anni nell'ambito dei rapporti, delle relazioni e delle politiche adottate si è determinata una situazione per cui alcuni soggetti sono stati e continuano a essere più privilegiati, la politica dei due pesi e delle due misure, rispetto ad altri. Questa situazione negli anni ha consentito ai privilegiati di crescere sempre più e a quelli meno privilegiati di rimanere un po' al palo rispetto alla possibilità di crescita, di sviluppo e di strutturazione del proprio lavoro nel territorio regionale. L'accenno dell'Assessore al censo - io l'ho colto così - fa ben sperare sul fatto che si ristabilisca invece una sola misura in relazione al trattamento che si deve fare agli operatori dello spettacolo, sapendo che i più piccoli necessitano anzi di maggiore attenzione essendo anche quelli che svolgono un ruolo molto importante perché, a differenza di chi sta esclusivamente nelle grandi città curando i grandi eventi, animano culturalmente i piccoli paesi, fanno arrivare la cultura, questo importante fattore di crescita personale e sociale, anche nelle realtà più lontane dalle grandi città. Quindi su queste realtà noi dobbiamo avere massima attenzione, e su questo l'Assessore ha fatto un passaggio molto importante e che ho voluto sottolineare.

Abbiamo predisposto un ordine del giorno, come dicevo, condiviso; quindi la cultura e lo spettacolo hanno messo d'accordo quest'Aula e questo è un dato molto importante per cui mi piace pensare che la legge numero 18, tempestivamente modificata, venga applicata immediatamente. Nell'ordine del giorno pertanto noi impegniamo la Giunta intanto a presentare ovviamente al Consiglio regionale queste modifiche, possibilmente entro giugno di quest'anno; a orientare la programmazione per incoraggiare la creazione artistica e l'innovazione, a sostenere l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e a salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto; impegniamo ancora la Giunta regionale a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio (ma evidentemente la difficoltà sottolineata dall'Assessore necessita di qualche passaggio amministrativo e burocratico perché l'Osservatorio possa continuare nel suo lavoro, vista appunto l'abolizione dell'Osservatorio economico con cui è stata fatta a suo tempo la convenzione) e, infine, a porre in essere tutte le procedure affinché i fondi europei vengano spesi.

Chiederei all'Assessore di verificare la possibilità di portare avanti il suggerimento che ho proposto nella mia introduzione, perché questo consente, a differenza di un'altra possibilità di cui ho avuto conoscenza, che i fondi europei vengano gestiti non da altri Assessorati ma dal suo Assessorato, che ha la competenza per spendere questi soldi, che ha conoscenza del settore e, quindi, avendo maggiore conoscenza, saprà spendere certamente meglio questi fondi in favore dello spettacolo. Per cui l'invito è a tenere le risorse presso l'Assessorato della cultura, Assessore, con la rimodulazione del POR.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Essendo stato presentato un ordine del giorno la mozione si intende ritirata. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Agus, Floris Mario, Pitea, Planetta, Solinas Antonio, Stochino e Zedda Massimo hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 60

(Il Consiglio approva).

Discussione della mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cocco Pietro - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (123)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 123.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Capelli - Maninchedda - Pittalis - Barracciu - Ladu - Cocco Daniele Secondo - Bruno - Cucca - Mula - Mariani - Sabatini - Uras - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Cocco Pietro - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Greco sulla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e sull'istituzione della relativa direzione generale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- già nel 2002 veniva siglato, tra la Giunta regionale ed il Comune di Nuoro, un protocollo d'intesa per la tutela e la salvaguardia del Monte Ortobene, nel quale si prevedeva la nascita nel capoluogo barbaricino della scuola forestale regionale, con sede nell'albergo ex ESIT presso il medesimo Monte Ortobene;

- la Giunta regionale approvava la delibera n. 32/13 del 3 agosto 2004 (proposta dall'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis, di concerto coi colleghi della difesa dell'ambiente, Emilio Pani, e del turismo, artigianato e commercio, Roberto Frongia), con la quale venivano ratificati gli impegni contenuti nel protocollo per la trasformazione dell'ex ESIT nella scuola regionale di formazione e aggiornamento degli agenti forestali, con la previsione dell'utilizzo della struttura anche da parte dell'Università nuorese in interazione con i programmi di ricerca della forestale e di altri istituti dei paesi del Mediterraneo;

VISTE:

- la legge regionale 11 maggio 2006, n. 4, articolo 22, che al comma 16 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dalla UPB S05.102 è autorizzata, per l'anno 2006, la spesa di euro 50.000 per la predisposizione dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, che al comma 10 così dispone: "A valere sulle disponibilità recate dall'UPB S04.08.013 - cap. SC04.2246 è autorizzata, per l'anno 2007, l'ulteriore spesa di euro 50.000 per il completamento dello studio di fattibilità della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale da realizzarsi a Nuoro.";

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 5, che al comma 17 così ha disposto: "Per l'attuazione degli interventi conseguenti alle disposizioni previste dalla legge regionale n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16, e dalla legge regionale n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, diretti alla realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 5.000.000 (UPB S02.02.004).";

RISCONTRATO che:

- la previsione di cui all'articolo 5, comma 17, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, non ha trovato applicazione da parte dell'Assessorato competente;

- i fondi ivi previsti per l'istituzione della scuola forestale sono "scomparsi" dal bilancio regionale senza (fra l'altro) che l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, espressamente interpellato nel corso della discussione della legge finanziaria 2011, abbia saputo fornire al riguardo giustificazione alcuna;

- per quanto sopra, con la legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, il Consiglio regionale disponeva nuovamente che "È autorizzata, nell'anno 2011, a completamento di quanto previsto dalle leggi regionali n. 4 del 2006, articolo 22, comma 16 e n. 2 del 2007, articolo 15, comma 10, la spesa di euro 5.000.000 finalizzata alla realizzazione della scuola forestale della Sardegna (UPB S02.02.004).";

CONSTATATO inoltre che:

- parrebbe essere intenzione della direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, con l'eventuale consenso dell'Assessore della difesa dell'ambiente, istituire "in via provvisoria" la direzione della scuola forestale nell'ambito del Servizio antincendio, presso la direzione a Cagliari;

- la direzione e la scuola avrebbero quindi una diversa collocazione logistica rispetto a quella prevista nella disposizioni legislative sopra riportate,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente

1) a riferire in Consiglio regionale sullo stato di attuazione delle disposizioni normative previste dalle leggi regionali riportate in premessa inerenti la realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna a Nuoro;

2) a dare attuazione alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, articolo 5, comma 19, disponendo l'immediata istituzione nel Comune di Nuoro della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. (123).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CAPELLI (Guppo Misto). Presidente, io spero, anzi credo che si vada avanti nei lavori con lo stesso spirito col quale è stata esaminata la mozione precedente, illustrata in maniera esaustiva dai colleghi, prevalentemente del centrosinistra; su questa linea possiamo, nell'unità di intenti del Consiglio regionale, esaminare anche questa mozione che, come si vede, è una mozione propositiva, una mozione di verifica, una mozione di controllo.

Sarebbe stato utile sicuramente avere in Aula, su delega del Presidente della Regione, anche l'Assessore dei lavori pubblici che credo abbia competenza in materia - non richiamato nella mozione in quanto ci si attendeva la delega da parte del Presidente della Regione, come normalmente avviene, agli Assessori competenti - e ringrazio invece l'Assessore dell'ambiente, che ovviamente ha responsabilità soprattutto per quanto riguarda il secondo punto dell'impegno, ma anche per aiutare l'Aula a fare memoria degli eventi che si sono succeduti per la realizzazione appunto della scuola forestale della Sardegna in quel di Nuoro.

Una storia che inizia fin dal lontano 2002, come riportato nella mozione stessa, quando fu siglato un protocollo d'intesa tra il Comune di Nuoro e la Giunta regionale allora in carica per dare vita nella città di Nuoro nella sede dell'ex albergo ESIT situato sul Monte Ortobene alla scuola forestale regionale. Successivamente (non sto qui a rileggere tutto), in sintesi, si è passati all'azione operativa dell'allora Giunta Soru, quindi del centrosinistra, suddivisa in due diverse fasi. Nel 2006, prima fase, si finanziava lo studio per la predisposizione della fattibilità della scuola forestale stessa, e successivamente nel 2007 con altri 50 mila euro si dava corso al completamento dello stesso studio di fattibilità.

Nel 2009, e qui ho piacere che sia presente l'assessore La Spisa che in qualche modo è richiamato nella stessa mozione, furono stanziati in finanziaria dal Consiglio regionale 5 milioni di euro per la realizzazione dell'opera: 5 milioni di euro che, nel corso dell'esame delle finanziarie successive, sono spariti dal bilancio. Mi ricordo che, in sede di discussione di quella finanziaria, rivolsi all'assessore La Spisa la richiesta di un chiarimento in merito sottolineando come mai dal bilancio regionale erano, come dire, lo dico in maniera non provocatoria, scomparsi i 5 milioni di euro destinati nel capitolo dei lavori pubblici alla realizzazione della stessa scuola forestale.

Non ci fu modo e neanche occasione per ottenere una spiegazione, una risposta a questa domanda. Nel Consiglio regionale con voto unanime, e devo rimarcare, e poi spiegherò perché, con il voto di astensione dei colleghi rappresentanti il territorio di Oristano, passò pressoché all'unanimità il rifinanziamento dello stesso capitolo, che è presente nell'UPB dell'Assessorato dell'ambiente e, nello specifico, nel capitolo poi trasferito all'Assessorato dei lavori pubblici, esattamente capitolo 08.08.01.06, lo dico perché rimanga agli atti, di 5 milioni di euro per le spese per la realizzazione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna. Tutto questo si rifà alle leggi di riferimento con la prima azione, come già ricordato, posta in essere grazie alla legge numero 2/07.

Quindi nella finanziaria 2011, esattamente all'articolo 5 comma 19, il Consiglio regionale disponeva nuovamente l'autorizzazione di spesa e di impegno per la realizzazione della stessa scuola forestale.

Cosa avviene e cosa è avvenuto, questa è la prima domanda, per quanto riguarda quanto meno la programmazione, più che la realizzazione, che pongo all'Assessore dell'ambiente; cosa avviene e cosa è avvenuto, quali sono le indicazioni, le azioni che la Giunta ha posto in essere per dare corso a una volontà unanime del Consiglio. Ma perché nasce questa domanda? Soprattutto dall'esito del finanziamento precedente del 2009, onde fare un'opportuna verifica sullo stato dell'arte, affinché anche dal bilancio 2011, così come avvenuto nel 2009, non scompaiano i fondi.

Ricordo che in passato (lo ricordo ai colleghi più attenti e interessati) abbiamo avuto una situazione simile relativamente allo stanziamento di 20 milioni di euro per il campus universitario della Sardegna. Improvvisamente nel 2002 questi fondi erano scomparsi dal bilancio ma, grazie all'azione di alcuni colleghi e dell'allora Assessore della programmazione, che se non sbaglio era proprio il collega Pittalis, vennero reinseriti. Voglio significare che sono distrazioni abbastanza onerose soprattutto per l'intento e le motivazioni espresse sempre dall'Aula sulla creazione di questa scuola di formazione di vigilanza ambientale, del perché a Nuoro, perché in quel sito e perché nel pieno rispetto delle indicazioni di legge.

Io ricordo che diverse Giunte alternatesi negli anni, ormai stiamo parlando di circa dieci anni, hanno preso l'impegno perché nei territori della Sardegna, questa è programmazione generale, si decidesse come intervenire per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Bene, mi limito per il momento, ma potrei parlare anche di quello che è previsto nelle Province di Olbia-Tempio, di Sassari, di Oristano, dell'Ogliastra, del Sulcis Iglesiente, alla programmazione regionale per quanto riguarda l'area del nuorese o meglio del centro Sardegna.

Si è parlato da tempo del polo universitario, io lo chiamerei zoppo per il momento, si è parlato del terzo polo sanitario che inizia a zoppicare, soprattutto per una assolutamente carente programmazione sanitaria dell'ultimo periodo; per il polo ambientale, e qui verifichiamo la programmazione si sono finanziati, si sono impegnati, si sono spesi dei denari pubblici per la creazione e l'avviamento, faccio un esempio, dei corsi di laurea in scienze ambientali collocati in un contesto della Sardegna che è sicuramente un patrimonio geologico, faunistico, floristico, antropico, culturale, storico comune. Ecco perché la scelta, in quel territorio, della creazione di un polo ambientale che comprende anche la scuola regionale di formazione del Corpo forestale, perché esistono strutture già identificate che possono in tempi abbastanza brevi essere ristrutturate per ospitare la stessa scuola. E' vero che corre voce, ma questo può essere soltanto un'indicazione non confermata da documenti ufficiali, che alcuni servizi hanno valutato in circa 23 milioni di euro il costo della ristrutturazione dell'albergo ESIT del Monte Ortobene.

Mi permetto di dire (non ho visto quella relazione, ma ho colto queste indicazioni), che avendo verificato la situazione dello stabile con professionisti competenti, con un eventuale intervento pari a 22 milioni di euro in rapporto ai metri quadrati , si potrebbero costruire cinque scuole forestali, cinque, non una. Se l'Assessore vorrà, e se ne è in possesso, avrei piacere di acquisire agli atti la relazione di cui mi è stato accennato ma che mi permetto di contestare sicuramente fin da adesso.

Inoltre, se questo fosse, e questa sì che è una provocazione, dico che se non bastassero i 5 milioni, cosa di cui tutti siamo coscienti che non bastano per costruire un sito di interesse regionale e nazionale per la formazione dei Corpi di vigilanza ambientale e forestale della Sardegna, nulla osta che la Giunta predisponga un intervento finanziario che possa determinare una completa copertura per la realizzazione dell'intero progetto.

Basta vedere le delibere di Giunta che nel giro di una settimana, circa un mese fa, hanno stanziato immediatamente e forse anche giustamente, non conosco analiticamente gli atti, 20 milioni di euro per il parco del Molentargius. Perciò se questo vale per aspetti meno significativi sotto il punto di vista dei posti di lavoro, ma sicuramente meritevoli di attenzione dal punto di vista ambientale, la Giunta provvederà credo per equità, seguendo il principio di sussidiarietà, a equiparare tutti i territori, se questo dovesse essere vuol dire che la Giunta dovrà trovare altri 17 milioni per completare l'intervento. Non credo che siano utili, non credo che siano così tanti gli impegni finanziari da predisporre per la scuola forestale nel sito individuato, ma, qualora questo fosse, è chiaro che sarà responsabilità della Giunta trovare i fondi necessari.

Aggiungo: la scuola forestale, così come recita la legge del 2011, ma ritorno alla legge del 2002, richiede ovviamente l'istituzione di una direzione. La stessa direzione, che è presente nelle organizzazioni di formazione del corpo forestale in altre regioni d'Italia, deve essere direttamente collegata al sito nel quale si istituisce; è l'impegno formale che si chiede perché, per le vie brevi, si dice che la direzione della scuola dovrebbe essere assegnata nell'ambito del servizio antincendio presso la direzione di Cagliari, io non credo che questo sia possibile e non credo sia vero, ma ovviamente non vorremmo ripercorrere la storia di Abbanoa o tante altre storie che si sono succedute negli ultimi anni.

Si è parlato anche, sempre nella costituzione di un polo ambientale logico, razionale, anche della direzione dell'Ente foreste nello stesso centro ambientale che in sede di programmazione si è voluto istituire. Quindi anche la direzione della scuola forestale, con la sua autonomia, dovrebbe essere istituita, anzi si chiede che venga istituita presso la stessa sede della scuola, cioè presso il Comune di Nuoro. Avrebbe senso allora parlare di programmazione regionale, perché ho ricordato la programmazione, per esempio, sulla gestione delle risorse idriche, per cui esiste un impegno formale in Aula, ma anche di riferimento legislativo, per l'istituzione della direzione generale di Abbanoa.

Ora, purtroppo, noi non sappiamo che fine farà Abbanoa, come interverremo per Abbanoa, come riformeremo Abbanoa, in ogni caso anche quello era un impegno assunto dalle varie Giunte che si sono alternate alla guida della nostra Regione. Così come ci si è dimenticati dello stesso territorio nell'istituzione delle zone franche urbane; ma questa, lo ribadisco, non è una diretta responsabilità della Giunta, ma una diretta responsabilità dell'ente locale proponente, che è mancato in fase propositiva nella richiesta, nella programmazione e progettazione da offrire alla Giunta per la creazione della zona franco-urbana in quel territorio. Ugualmente ci sono state nel tempo alcune distrazioni nella valorizzazione, ma soprattutto nel controllo della spendita dei denari pubblici, in particolare per quanto ci riguarda quelli derivanti dal bilancio regionale, nella realizzazione e nel sostegno delle zone industriali della Sardegna centrale. Molto spesso purtroppo è mancato il controllo, per cui ci ritroviamo in varie situazioni, porto ad esempio il consorzio dell'area della Sardegna centrale, porto ad esempio il consorzio di Nuoro, porto ad esempio il consorzio industriale di Siniscola, in cui tanti denari pubblici sono stati investiti, ma i risultati non sono arrivati. E quando parlo di risultati non parlo dei risultati indotti, ma dei risultati diretti, quali per esempio quelli legati all'infrastrutturazione. Da parte della Regione sarda c'è stato un importante impegno finanziario , meno impegno purtroppo, devo rilevare, nel controllo e nella realizzazione dei progetti proposti.

Perché dico queste cose? Per richiamare l'attenzione, per sottolineare, in chiusura, che la mozione è assolutamente e solo una mozione istituzionale che vuole riportare, o meglio sottolineare, riconfermare l'impegno del Consiglio regionale, e soprattutto far sì che in tempi moderni, in tempi accettabili, una decisione del Consiglio regionale che, ribadisco, è stata assunta fin dal 2002, non abbia necessità di dieci anni per poter arrivare a realizzazione. Dopo dieci anni non è stata posata neanche la prima pietra e, per quanto ci riguarda direttamente, da tre anni ancora non è stato fatto alcun passo concreto relativamente allo stanziamento, dal 2009 a oggi, dei 5 milioni di euro. In altre parti si interviene per rendere il processo breve, io credo che occorra concentrarsi perché si abbattano i tempi della burocrazia, e questo lo possiamo fare magari inventando una norma che costringa alla burocrazia breve, che avrebbe più efficacia e, forse, renderebbe anche i processi più brevi, perché si recupererebbe un senso sociale, un senso economico, e una presenza delle istituzioni e dello Stato che in alcuni territori della Sardegna si sente assente e distante.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intanto per ringraziare il collega Capelli per aver disposto questa mozione, che richiama la Giunta regionale,l'amministrazione regionale a una responsabilità importante: la responsabilità di dare corso alle decisioni che questo Consiglio regionale assume e che dovrebbero per logica avere attuazione, se non immediata, celere. Come diceva bene l'onorevole Capelli, sono ormai passati quasi dieci anni da quando questo Consiglio assunse la decisione di istituire a Nuoro la scuola di formazione del Corpo forestale. Pertanto, credo che oggi sia assolutamente necessario che si ponga ancora una volta una parola precisa sugli intendimenti della Giunta, e sono certa che l'Assessore dell'ambiente, l'onorevole Oppi, avrà rispetto a questa situazione la massima attenzione.

Ciò che, comunque, mi preme sottolineare è che la presentazione di questa mozione, che ho sottoscritto con convinzione, nasce da un profondo malessere, malessere sia politico che territoriale. Politico perché, come si diceva, agli atti del Consiglio regionale non seguono le azioni che la Giunta regionale dovrebbe mettere in campo; territoriale perché è evidente che, rispetto ad alcuni territori, negli ultimi tempi c'è un'attenzione diversa; malessere territoriale perché si segna, da un po' di tempo a questa parte, un centralismo cagliaritano rispetto al quale forse è il caso che il Consiglio regionale tutto e la Giunta regionale pongano rimedio.

La Giunta Cappellacci, a dire il vero, nel passato recente è stata anche a Nuoro, dove ha incontrato i rappresentanti della Provincia e del Comune, e il presidente Cappellacci ha dato delle rassicurazioni importanti rispetto agli intendimenti e ai bisogni di quel territorio; però dobbiamo rimarcare che dopo le promesse del Presidente in persona, non faccio riferimento ad altri Assessori, alle parole che sono state spese nulla è seguito. Ha avuto modo, evidentemente, di rendersi conto e di prendere appunti sullo stato di emergenza che attanaglia la città di Nuoro, ma complessivamente anche l'intero territorio della Provincia, in particolare ha avuto modo di sentirsi ribadire il problema dei problemi, quello dello spopolamento, le cause, i suoi effetti, che agiscono evidentemente ormai in maniera concatenata, rincorrendosi in una spirale possiamo dire viziosa, alimentandosi a vicenda. Soprattutto quindi penso abbia avuto modo di prendere nota, senz'altro lo avrà fatto, di un disagio che è diffuso ovunque.

E vorremmo che questa mozione, che ha come oggetto una questione particolare, fosse intesa nel giusto significato, sottolineato anche dall'onorevole Capelli. Questa questione particolare dell'istituzione della scuola forestale a Nuoro è per noi non l'istituzione di una scuola fine a se stessa, ma è uno di quei tasselli che costituiscono e che hanno costituito negli anni un punto centrale per il rilancio della Provincia, il rilancio della città e, soprattutto, per il perseguimento positivo di una politica che, negli intendimenti degli amministratori locali, ha messo e mette sempre al centro l'ambiente, la sua valorizzazione, lo studio di quanto, intorno a questo elemento così fondamentale, caratterizzante, della Provincia di Nuoro, si può portare avanti.

La Scuola forestale, quindi, non è una struttura a sé stante, ma costituisce un punto importante delle politiche di sviluppo del territorio del nuorese e delle zone interne. Dicevo che il presidente Cappellacci avrà avuto modo di prendere nota di questo disagio, un disagio che ha varie sfaccettature e rispetto al quale bisogna intervenire perché è necessario uscirne. Ecco, mettere anche un punto fermo sulla Scuola forestale significa incominciare concretamente a impegnarsi perché il progetto di sviluppo di quel territorio possa, effettivamente, iniziare a prendere le mosse.

Disagio, dicevamo, diffuso, delle attività tradizionali, del mondo agricolo, della pastorizia, che non troppi mesi fa già si sono manifestati, bene e con forza, con tutta la disperazione, in questo Consiglio regionale; attività per le quali ancora si stenta a vedere un programma di valorizzazione. Disagio delle zone industriali, come sappiamo, che stanno ormai costituendo effettivamente un cimitero di elefanti, che continua a produrre dismissioni di attività, cassa integrazione e licenziamenti, senza che il Presidente e la Giunta diano risposte concrete rispetto a questa situazione. I sindacati del nuorese, lo voglio ricordare, ma non solo quelli del nuorese, richiamano in questi giorni, rispetto a questo problema, anche alla mobilitazione generale e chiedono impegni alla Regione per il rilancio degli stabilimenti della Legler di Macomer, del calzificio Queen, sempre di Macomer, della Cartonsarda di Ottana; insomma, la situazione, veramente disastrosa, ha ormai attaccato i settori tradizionali quali l'agricoltura e l'industria, e quelli che dovevano essere innovativi, come l'industria di Ottana e di Macomer. In questa situazione gravissima, vogliamo puntare sull'ambiente per superare le difficoltà e per rilanciare il territorio; abbiamo necessità, in questo senso, di risposte. E siamo preoccupati perché le risposte non arrivano e non si intravede davvero né una volontà né un'idea per il rilancio di questo territorio.

Vorrei fare anche un riferimento a un altro settore, che in qualche modo segna la disattenzione se non il disinteresse per questi territori, disinteresse che vorremmo fosse invece contraddetto dall'attenzione che l'assessore Oppi spero vorrà dedicare al nostro territorio. Basta guardare al settore dei trasporti; le reti dei trasporti sono da sempre additate come punto nevralgico e dolente su cui servirebbero investimenti importanti, e la Giunta, anche su questo settore, che cosa ha fatto? Anche laddove si è investito di recente per posare nuovi binari e ammodernare la tratta, la Giunta chiude ed elimina il servizio; è di questi giorni la notizia che anche in questo settore la situazione è talmente grave che dovrebbe richiamare certamente l'attenzione di tutto il Consiglio regionale e, in particolare, quella dei colleghi che in quei territori sono stati eletti.

Potrei continuare con l'elenco delle cose che non vanno e che sono note a tutti, ma che purtroppo ogni volta devono essere ricordate, perché dal momento in cui vengono ricordate al momento successivo rimarchiamo che niente si muove e l'attività della Giunta regionale è assolutamente assente rispetto a questi problemi. Quindi io vorrei capire che cosa dobbiamo aspettarci invece per questo problema; è importante sapere oggi quali sono gli intendimenti dell'Assessore, anche perché la Regione continua a spendere più di 14 milioni per formare 1400 uomini del Corpo forestale pagando scuole di altre zone d'Italia; insomma, forse anche da un punto di vista economico ci sarebbe un risparmio importante per la Regione; sarebbe importante che quelle risorse rimanessero nella nostra Isola e, specificatamente, ricadessero nel nostro territorio.

Quindi, Assessore, noi chiediamo il suo intervento, le sue risposte, sappiamo che il territorio le sta a cuore e oggi speriamo che venga messa la parola definitiva per l'inizio di questa stagione, e che a Nuoro la scuola forestale divenga finalmente una realtà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, siamo alle solite: nel 2002 si firma un protocollo d'intesa tra Giunta regionale e Comune di Nuoro per la nascita sul Monte Ortobene della scuola forestale regionale e oggi, 4 maggio 2011, stiamo cercando di capire se la scuola a Nuoro potrà nascere o meno. Mi chiedo: qualora l'accordo avesse previsto la nascita della scuola a Cagliari, i tempi sarebbero stati tanto lunghi e incerti? Sicuramente no. Sta di fatto che, per l'ennesima volta, una disposizione legislativa non ha trovato applicazione; non se ne capiscono i motivi o, meglio, si comprendono, ma non hanno ragione di essere compresi. Per cui credo sia indifferibile che si dia attuazione immediatamente alla legge regionale numero 1, articolo 5, comma 19 del 19/11/2009, con l'istituzione nel Comune di Nuoro, ricordo "Comune dell'altra Sardegna", della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale di vigilanza ambientale della Sardegna.

Si ripropongono sempre le stesse cose. Io credo che il famoso entroterra, di cui tanto si è parlato, viva ancora oggi un gravissimo disagio. Sia l'onorevole Capelli che l'onorevole Barracciu, che mi hanno preceduto, hanno ben rappresentato quella situazione, e io ricordo che succedono queste cose tutte le volte che ci si vuole spostare dal "Cagliari-centrismo". Nel 2006 l'onorevole Soru decise di portare la direzione dell'Ente foreste a Nuoro, e anche lì ci fu una mobilitazione generale dei funzionari e dei politici cagliaritani perché questo non avvenisse, e ciò, secondo me, si sta ripetendo anche per la scuola di formazione del Corpo forestale di vigilanza ambientale. Io credo che l'Assessore non avrà dubbi a risponderci che, così come previsto dalla norma legislativa, la scuola di cui parliamo potrà sorgere immediatamente a Nuoro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Io sono grato per questa mozione anche se, per amore della verità, sono qui per rispetto a questa Istituzione e a voi tutti, perché una maggiore attenzione avrebbe portato a richiedere la presenza dell'Assessore dei lavori pubblici al quale più propriamente si doveva indirizzare la mozione, come ha ben detto l'amico Capelli, che ha elencato, quasi sistematicamente, i problemi. Io, comunque, vi consegnerò dei documenti, manca infatti un tassello finale, e partirò dal 2004, momento dal quale la volontà politica è diventata un po' altalenante, e quindi la questione va precisata con documenti puntuali, come ho appena chiarito.

Per quanto riguarda le scelte politiche sulla localizzazione della sede della scuola forestale; con la deliberazione numero 27/12 dell'8 giugno 2004 (successiva a quella del 2002), la Giunta regionale dava "mandato di porre in essere tutte le determinazioni strumentali all'acquisizione, al patrimonio regionale, dell'ex hotel ESIT "Monte Ortobene" di Nuoro al fine di destinarlo a scuola di Formazione del Corpo forestale regionale…". Quindi non solo una volontà espressa in precedenza, ma un indirizzo preciso all'Assessore degli enti locali, che dispone ovviamente delle strutture, perché questa dell'ex ESIT venisse assegnata a Nuoro, destinandola alla creazione della scuola per la formazione del Corpo forestale. Disposizione che viene riconfermata con la deliberazione numero 32/13 del 3.08.2004.

Successivamente con l'articolo 22 della legge regionale numero 4 del 2006, la legge finanziaria, si autorizzava uno stanziamento di 50.000 euro appunto per "realizzarsi a Nuoro". In queste parole c'è il primo inghippo. Il citato stanziamento, non impegnato nell'anno 2006, veniva poi confermato con l'articolo 15 della finanziaria del 2007. Con la deliberazione della Giunta regionale numero 35/8 del 12.09.2007 veniva individuato nell'ex brefotrofio, sito nel viale Trieste di Nuoro, l'immobile da destinare a scuola per il Corpo forestale.

Questo è il primo inghippo e a questo riguardo va detto, perché ognuno di noi abbia una conoscenza puntuale, che nel 2007come è scritto in questa delibera si era avuto anche un incontro con il Comune di Nuoro per "valutare la destinazione a tale fine di un fabbricato situato nel centro della città, denominato ex brefotrofio, che anche a seguito di un primo sopralluogo da parte del Corpo forestale si presenta particolarmente idoneo agli scopi richiesti, previa adeguata ristrutturazione". Documento ufficiale, deliberazione numero 35/2 del 12.09.2007. E questo certamente un po' di confusione può averla creata. Però fra il 2007 e il 2008, coerentemente con il disposto dell'articolo 15, cui ho fatto riferimento, che è del 2007 "a seguito di una apposita gara pubblica avviata per la selezione dello studio di ingegneria a cui affidare l'incarico, veniva realizzato e consegnato all'amministrazione appaltante lo studio preliminare di fattibilità della scuola nell'immobile denominato ex brefotrofio sopra individuato". Quindi le risorse finanziarie "finalizzate a", e poi lo studio.

Con la deliberazione numero 10/50 dell'11.02.2009, quindi a febbraio del 2009, la Giunta regionale stabiliva di modificare il dispositivo della precedente deliberazione, cioè la 35/8, ripristiinando l'originaria scelta dell'ex hotel ESIT di Nuoro, e dando mandato nuovamente all'Assessore degli enti locali per l'acquisizione del fabbricato. Trattandosi di un "immobile fatiscente e parzialmente in rovina" (articolo 5, comma 17 della legge numero 3/07), il 4 agosto su iniziativa di due consiglieri nuoresi, Capelli e credo Maninchedda con un emendamento appunto alla finanziaria si stabilì l'attuazione degli interventi conseguenti allo studio di fattibilità della scuola, annullando ovviamente il sito individuato nel brefotrofio, con uno stanziamento di 5 milioni.

Pertanto su esplicita richiesta della direzione generale del Corpo forestale, impossibilitato a provvedere direttamente alla materiale realizzazione delle opere necessarie, non avendo personale con preparazione specifica, io, che non sono addormentato come invece lo sono altri, ho ritenuto opportuno - poi vi consegnerò i documenti - attivare una procedura. Qual è questa procedura? I fondi erano stati assegnati all'Assessorato competente dell'ambiente, come sapete, non disponendo l'Assessorato di una struttura tecnica e non avendo una grande fiducia in una struttura del Corpo forestale che aveva probabilmente indicazioni diverse, ho ritenuto opportuno, in data 9 dicembre, cioè dopo due mesi, trasferire con un accordo siglato fra il sottoscritto e l'Assessore dei lavori pubblici, Angelo Carta, informandone ovviamente con lettera scritta l'Assessore della programmazione, i fondi su un capitolo dell'Assessorato dei lavori pubblici.

Credevo anche, e credo, che uno che ha una vocazione, è nuorese, avesse attivato delle procedure tali da consentire di accelerare questo iter, verificato che noi non avevamo praticamente più alcuna competenza. A questo punto che cosa si è verificato? Si è verificato che è stato spostato al capitolo dei lavori pubblici, esattamente il numero 00.08.01.02, citato precedentemente, e quindi praticamente c'è una responsabilità, e ci arriviamo fra due minuti. E' chiaro che questo documento a firma congiunta ha seguito il suo iter. E' evidente che poi nel 2010 l'Assessorato dei lavori pubblici si è un po' addormentato (questo avviene molto facilmente, quindi l'attenzione che voi avete dimostrato è utile per questa e per altre cose) per cui in Commissione bilancio bene hanno fatto i consiglieri che, verificando e ponendo anche un quesito all'assessore La Spisa su dove fossero questi soldi, hanno reinserito i 5 milioni sempre per quanto attiene il Corpo forestale, destinandoli sempre a Nuoro e sempre all'Ortobene.

Precedentemente però - lo voglio dire e vi darò anche le due lettere, di cui si è parlato recentemente - sulla cifra è stato apportato un correttivo. In data 12 aprile il dottor ingegner Paolo Atzori, che è il direttore del servizio dei lavori pubblici, scrive una lettera, ovviamente non indirizzata all'Assessorato dell'ambiente perché non è l'interlocutore, ma al direttore generale del Corpo forestale, il quale me l'ha recapitata per conoscenza, nella quale dice che ci sono 5 milioni disponibili, che servono a ben poco perché ne occorrerebbero esattamente 22; e aggiunge che, pertanto, allo stato attuale si può prevedere la realizzazione dei soli lavori indirizzati alla messa in sicurezza dell'immobile così da contrastarne il degrado in atto con particolare riferimento all'involucro esterno.

C'è stata una discussione in Giunta regionale, promossa dal sottoscritto che, per quanto non incline a esagerare, rivolgendosi all'Assessore competente ha sostenuto che bisognava recuperare i soldi per creare questa struttura, anche se il tutto mi sembrava avesse del paradossale.

Infatti è successivamente pervenuta un'altra lettera, il 24 aprile, a distanza di dieci giorni da quella del 12 aprile 2011, quindi a seguito della discussione in Giunta, in cui si dice che, con riferimento alla precedente nota sulla cifra è stato commesso un errore, perché non servono più ulteriori 22 milioni di euro ma sono sufficienti altri 9 che, aggiunti ai 5, diventano 14. Chiaramente vi consegnerò anche questa lettera, che ho ricevuto per conoscenza. In questa altalena ci si dimentica delle cose; io normalmente non le dimentico.

Poiché mi hanno citato, in modo molto cordiale, sia l'onorevole Barracciu che anche altri consiglieri, voglio dire loro: state attenti, soprattutto voi della Commissione competente, perché per esempio in questi giorni, ho già avvertito Giulio Steri e lo dico qui, a Nuoro c'è una bomba ecologica. E' venuto il sindaco Bianchi e mi ha detto: "Guardate che all'ex inceneritore prima o poi scoppia chissà che cosa". Quella è una nostra competenza ma, se c'è un orientamento per mettere a disposizione 1 milione e 100 mila euro perché ci sono le emergenze, le priorità, e poi improvvisamente, nel passaggio dalla Commissione al documento finale ne risultano 500 mila (e la bonifica dell'ex inceneritore crea grossi problemi), se, abbiamo già detto che non bastavano quelle risorse, non solo non bisogna togliere 500 mila euro, come è stato fatto, come risulta nel documento, ma occorre aggiungerne altri 500 mila in modo tale che possiamo risolvere non solo il problema di Nuoro ma, contemporaneamente, anche gli altri piccoli problemi che devono essere portati a soluzione.

Quindi, che cosa si è verificato con queste cifre? Per quanto mi concerne anche in Giunta, devo darne atto, la scelta è stata sempre Nuoro, mai si è parlato di altre sedi; genericamente si scrive sempre Nuoro e normalmente magari non si fa riferimento all'ex ESIT. Adesso sull'ex ESIT non ci sono problemi, si tratta di valutare attentamente, l'avete detto in questo consesso, valutare con tecnici che abbiano una comprovata capacità, qual è la reale consistenza dei fondi necessari per portare a termine quest'opera; perché alla fine i costi lievitano in negativo, questo è evidente, se non acceleriamo il processo.

Inoltre queste lettere creano una situazione di imbarazzo (magari ci può essere anche un secondo fine), su questo avete fatto bene, perché io in una relazione leggo che nel momento in cui si troverà la soluzione delle problematiche inerenti la collocazione logistica della scuola si potrà definire la struttura, e che essendo la cifra eccessivamente alta, si possono trovare soluzioni alternative. Questa relazione è stata bocciata, ma che ci fosse un tentativo di trovare soluzioni alternative all'ex ESIT si vociferava, ma è anche un dato certo.

Io vi consegnerò la documentazione, queste due lettere contraddittorie, da parte dei lavori pubblici, perché se un tecnico prima valuta in 22 milioni il costo di un'opera e poi, il giorno dopo, opera una riduzione di 8-9 milioni evidentemente la valutazione va rivista e corretta.

Per quanto riguarda la dirigenza abbiamo provveduto in data 1° marzo; avevamo dato le linee guida per cui non esistono problemi di sorta, però per quanto riguarda le linee guida che abbiamo dato quando abbiamo istituito la Protezione civile una parola bisognerebbe dirla: se c'è un uomo solo al comando, senza truppe, al quale ogni giorno si attribuiscono ulteriori responsabilità (profughi, eccetera), impazzisce e quindi è portato non al suicidio ma alle dimissioni. Allora, quando abbiamo istituito la struttura della direzione generale abbiamo previsto il servizio antincendio, Protezione civile, scuola forestale perché in quel momento dovevamo dare alcune linee guida, ma è evidente - e su questo si può prendere anche l'impegno formale - che nel momento stesso in cui decolla la scuola, la scuola sarà diretta, organizzata, strutturata a Nuoro non certamente attraverso strutture di Cagliari. Cagliari ha una funzione diversa, per quanto riguarda la formazione sarà concentrata e ci sarà chiamiamolo come volete, non è mia competenza, un direttore dei servizi, un direttore generale, certamente un direttore di quella struttura.

Per correttezza vi dovevo dire queste cose, però vi do un suggerimento nel consegnarvi la documentazione. Io ringrazio chiaramente chi con molta attenzione si è accorto che questa cifra era scomparsa e ritengo anche che questo abbia risvegliato ulteriore attenzione, perché c'è un movimento diverso. Vi consegnerò quindi, dicevo, tutti i documenti che sono documenti ufficiali con le lettere di trasmissione; poi, tutti insieme dobbiamo certamente accelerare questo iter, magari recuperando quel minimo di risorse economiche che consentano finalmente di far vedere la luce a questa struttura, al di là dei tentativi di cercare, nell'ambito di quella cifra contenuta, che vale meno a distanza di tre, quattro anni, soluzioni alternative all'ex ESIT, ma teniamo conto che tre, anzi, quattro delibere attestano, pur con qualche modifica, che la sede individuata è l'ex hotel ESIT. Se poi è una struttura mastodontica, come qualcuno ha detto prima, si possono creare delle strutture di vario tipo anche per svolgere altre attività collaterali. Io credo di aver detto tutto, ma ho l'esigenza di consegnarvi questi documenti che evidentemente chiariscono meglio il quadro di riferimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io sono estremamente soddisfatto della relazione dell'assessore Oppi che praticamente ha illustrato nuovamente, punto per punto, le indicazioni date dalla mozione, menzionando anche le due delibere che, è vero, Assessore, io non ho citato per il semplice motivo che dopo la delibera del settembre 2007 si è tornati giustamente all'ipotesi iniziale; ritenevo perciò la citazione ininfluente ai fini dell'esito della mozione stessa. Mi permetterei pertanto in questa sede, se lei sarà d'accordo, di chiedere una breve sospensione di due minuti per decidere le modalità di votazione della mozione, ma prima approfitto della replica per significare l'aspetto da lei sottolineato di quella relazione.

Assessore, quando abbiamo stabilito i 5 milioni di euro - e mi permetto di dire che tra gli altri l'abbiamo fatto anche insieme - si era perfettamente coscienti del fatto che non sarebbero bastati e si pensava a un secondo intervento nel 2011, se non fossero spariti quelli del 2009, di altri 2 milioni di euro. Perché la quantificazione esatta (e mi dispiace per quel perito che ha fatto quella relazione) era intorno ai 7 milioni di euro specificando anche che nell'accordo di Nuoro da lei citato del 2002, vista la mastodontica, come lei ha detto, opera e la mastodontica consistenza dell'ex albergo ESIT, si diceva infatti in quell'accordo "con la previsione di utilizzo della struttura anche da parte dell'università nuorese in interazione con i programmi di ricerca della forestale e degli istituti dei Paesi del Mediterraneo", coscienti del fatto che forse il tutto, compresa la base di Farcana, comprese le strutture circostanti, per chi conosce i luoghi, che ben si prestano al ciclo di formazione, potesse essere utilizzato anche per altro. Io credo che quella perizia sia destinata a scendere ulteriormente.

Rivelo anche una cosa, assumendomene la responsabilità, perché si è cercato di spostare la scuola dall'ESIT in altro sito? Perché ancora oggi, colleghi, esistono interessi terzi che vedrebbero con piacere lo spostamento, assessore Liori, di quella iniziativa della scuola forestale, perché magari quell'hotel ESIT ben si presta, secondo me sbagliando perché è una struttura verticale e non orizzontale, non si ha competenza in merito a queste cose, a diventare una RSA. Ecco, siccome dico questo con cognizione di causa, mi fa molto piacere, Assessore, invece, che lei pur avendo capito tutto questo e presumibilmente anche essendone a conoscenza, abbia posto una pietra tombale su questo dando avvio, essendoci le risorse, alla progettazione e agli interventi. Progettazione che doveva essere già fatta, tanto per intenderci, perché la Giunta Soru a quel tempo, aveva stabilito, come lei ha ricordato e come è scritto in relazione, 50 mila euro per lo studio di fattibilità e 50 mila euro, successivamente, per la conclusione almeno dello studio di fattibilità che, traduciamo, è progetto di massima, non progetto esecutivo. Lei, Assessore, è intervenuto dicendo che forse ci sono secondi fini. Io specifico qual è il secondo fine.

Assessore, visto che se ne è parlato, consentitemi un riferimento alla bomba ecologica. Io non credo, e le suggerirei di approfondire, che una parte di quel milione e 100 mila euro possa essere destinato al recupero di quella bomba ecologica, però sa, Assessore, quella bomba ecologica era gestita da privati. Non vedo perché il pubblico debba intervenire al risanamento dei danni causati dai privati e aggiungo, Assessore, che in un primo momento la gestione del trattamento dei rifiuti solidi urbani era totalmente privata, l'azienda era privata; nella seconda fase la gestione era in carico a un'azienda pubblico-privata, cioè comune di Nuoro ed Ecoserdiana. Quindi nasce la "Nuoro ambiente" e sicuramente, Assessore la pregherei di dare attenzione a ciò che sto dicendo, relativamente ai danni ambientali ci sono purtroppo, come lei sa, anche dei risvolti penali. Allora se qualcuno ha provocato un danno, non deve essere la Regione a intervenire totalmente, con le sue esigue risorse per i risanamenti ambientali, il milione e cento mila euro che lei ha ricordato, non deve essere l'intervento di intera competenza del pubblico ma sicuramente le responsabilità private andranno evidenziate e dovranno essere chiamati i privati a interventi finanziari e tecnici perché si ponga rimedio al danno fatto. Allora, comprendendo che c'è il pieno assenso dell'Assessore a quanto illustrato nella mozione, e anche sugli intendimenti, per venire incontro ad alcune indicazioni che sono emerse durante l'esposizione dell'Assessore, chiederei, Presidente, una breve sospensione per concordare le modalità di votazione della mozione.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 41, viene ripresa alle ore 12 e 46.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, essendo in piena sintonia con l'Assessore che ha riferito in Aula sulla mozione, proporremmo la votazione per parti, per la precisione richiederei due votazioni.

Poiché l'Assessore ha dato ampie garanzie e risposta sui quesiti posti, e per quanto riguarda "l'impegno a riferire in Consiglio" ha riferito esaustivamente, la prima parte comprenderebbe il testo della mozione a esclusione di tutto il punto che inizia con le parole "constatato inoltre che" e il punto 1); si propone anche di cassare con un emendamento orale al punto 2) del dispositivo la parola "immediata" lasciando "disponendo l'istituzione nel comune di Nuoro". La seconda parte riguarda tutto il resto della mozione, le parti escluse.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, mettiamo in votazione prima tutta la mozione tranne il "constatato inoltre che" e il punto 1) dell'"impegna" e cassando la parola "immediata" come proposta di emendamento orale se viene accolta, poi un'altra votazione con questi due punti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente su questa proposta di votazione per parti ho necessità di consultare il Gruppo, pertanto le chiedo di sospendere i lavori a questo punto e di effettuare la votazione questo pomeriggio

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo concludiamo i lavori che riprenderanno alle ore 16 e 30 per votare la mozione e proseguire con le dichiarazioni del Presidente della Regione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo che venga rispettato l'ordine del giorno previsto dal Consiglio. Io sono assolutamente d'accordo sull'accoglimento della richiesta avanzata dal collega Diana, però chiederei che venga dato spazio anche alla mozione prevista al punto 3 dell'ordine del giorno sulla realizzazione del campus universitario di Cagliari che era già all'ordine del giorno. Le dichiarazioni del presidente Cappellacci che sono state inserite stamattina e che hanno, pur essendo il tema importante, stravolto l'ordine del giorno non possono, a mio e a nostro avviso, impedire la discussione degli argomenti precedentemente inseriti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'ordine del giorno di convocazione del Consiglio era molto chiaro ed era conseguente alle decisioni della Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Come lei ben sa questa tornata di lavori doveva essere dedicata esclusivamente al collegato, al seguito di impedimenti dei relatori si è deciso di dedicare la mattinata di oggi alle mozioni, in base al tempo disponibile, a esaurimento di quelle iscritte all'ordine del giorno. Il Consiglio era convocato per stasera sul collegato alla finanziaria.

La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso che stasera il Presidente della Regione farà le dichiarazioni, e domani mattina si discuterà il collegato. Adesso non proseguiamo con le mozioni perché c'è stata una richiesta di un Gruppo, accolta dall'Aula, di rinviare a questo pomeriggio la votazione, per cui si prosegue secondo l'ordine del giorno che era stato già definito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sull'ordine dei lavori, Presidente, per chiedere se prima della ripresa, oppure dopo, alla fine della riunione di stasera, si può indire una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per meglio organizzare i lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, siccome per le ore 16 è convocato l'Ufficio di Presidenza, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo la convochiamo alla fine dei lavori di stasera.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Sull'ordine dei lavori, Presidente. È vero che l'ordine del giorno prevedeva di discutere le mozioni solo nell'arco della mattinata, e capisco anche l'esigenza politica del P.d.L., però questo non può impedire di svolgere la discussione delle mozioni entro le ore 14. Quindi io le chiedo di poter riprendere, giustamente dopo la pausa, dopo l'incontro del Gruppo P.d.L. con la mozione che segue nell'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, dopo la richiesta dell'onorevole Diana ho chiesto all'Aula se era d'accordo, nessuno si è opposto; i nostri lavori sono programmati in modo molto chiaro, l'unica modifica rispetto alla nostra programmazione riguarda la richiesta del P.d.L. di andare a questo pomeriggio. Allora l'Aula si è già espressa, non possiamo adesso rimettere in discussione e discutere le mozioni.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'Aula si è espressa per la sospensione e siamo tutti d'accordo, quello che le sto chiedendo è che nel pomeriggio si discuta quella mozione che era in programma, altrimenti le chiedo una Conferenza dei Capigruppo in questo momento.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, mi scusi, abbiamo fatto una Conferenza dei Presidenti di Gruppo questa mattina nel corso della quale abbiamo deciso, tutti insieme, che la mattinata di oggi sarebbe stata dedicata alle mozioni sino a esaurimento del tempo utile, e che stasera ci sarebbero state esclusivamente le dichiarazioni del Presidente della Regione. Non possiamo mettere in discussione costantemente le decisioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo. Il P.d.L. ha fatto una proposta all'Aula che è stata accolta, per cui adesso i lavori si concludono, facciamo una Conferenza di Presidenti di gruppo, e riprenderanno alle ore 16 e 30.

SALIS (I.d.V.). Io sono d'accordo sulla richiesta del P.d.L., Presidente, però mi consenta di fare una precisazione!

PRESIDENTE. Onorevole Salis, questo modo…, mi scusi onorevole Salis…

(Interruzione dell'onorevole Salis)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto per votare sulla richiesta dell'onorevole Diana; siccome l'Aula è sovrana, è l'Aula che decide.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, la votazione che ha indetto ora avviene esclusivamente per alzata di mano?

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, io non ho ancora indetto alcuna votazione, quindi lei mi sta precedendo. Se intende parlare le do la parola.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Avevo chiesto la parola prima sull'ordine dei lavori semplicemente per chiederle la verifica del numero legale, se è prevista la possibilità di voto elettronico la mia richiesta decade, se non è prevista mantengo la richiesta.

PRESIDENTE. La votazione sulla richiesta del consigliere Diana avviene per alzata di mano, per cui prima procediamo alla verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappellacci e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 68 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire i lavori. Il P.d.L. ha richiesto una sospensione dei lavori che metto in votazione. Non sono previste dichiarazioni di voto onorevole Uras.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Ma non è previsto che parli uno a favore e uno contro?

PRESIDENTE. Scusate, adesso è stato posto un problema. L'onorevole Salis ha precisato di non concordare sul fatto di andare a questo pomeriggio soltanto per la votazione della mozione in discussione oggi.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Proprio in ragione anche delle mozioni che rimangono da discutere, chiedo di convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo e di aggiornare l'organizzazione dei lavori. La precisazione del collega Salis secondo me andrebbe esaminata all'interno della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, in modo più coerente rispetto anche all'obiettivo. Io penso che non si possa rifiutare la sospensione che è stata richiesta dal collega Diana, al contempo noi abbiamo bisogno, in ragione della novità introdotta all'ordine del giorno, di riorganizzare anche i lavori inerenti alla discussione delle mozioni. Il problema è questo. Io non complicherei più di tanto, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, giusto per essere precisi, vorrei ricordare che lei aveva richiesto la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, prima della ripresa dei lavori pomeridiani o a fine lavori pomeridiani, altro argomento in quel momento rispetto alla richiesta di sospensione avanzata dall'onorevole Diana. Per essere precisi. a In caso di accoglimento della sospensione, poiché i lavori del pomeriggio prevedevano già le dichiarazioni del Presidente, si procederà esclusivamente a votare la mozione sospesa, dopodiché si prosegue con le dichiarazioni del Presidente. Su questo può parlare un oratore a favore e un oratore contro, dopodiché l'Assemblea voterà per alzata di mano.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intervengo a favore, Presidente, non contro. Io sono favorevole all'accoglimento della richiesta avanzata dal Presidente del gruppo P.d.L., però chiedo, pacatamente e serenamente come dice qualcuno, che venga anche rispettato il diritto di poter discutere (ci sono i tempi e le condizioni per poterlo fare nell'economia della discussione in Aula), sia sulle dichiarazioni del presidente Cappellacci in merito ai trasporti marittimi, sia sull'avvio della discussione sul collegato alla finanziaria. Chiederei alla Presidente del Consiglio e ai colleghi della maggioranza di non irrigidirsi su questa questione. È una soluzione che può essere tranquillamente trovata nell'economia dei lavori. Altrimenti si rischia di perdere più tempo di quanto non se ne guadagni, Presidente. Io sto chiedendo che, fatta salva la richiesta del Presidente del gruppo P.d.L, su cui io voto a favore, l'Aula valuti anche la possibilità che si possa non stravolgere la regolare discussione dei punti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, con la sua proposta sta stravolgendo l'ordine del giorno, perché l'Aula per questo pomeriggio era convocata sul collegato. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo all'unanimità ha deciso che questa sera si dovesse dedicare esclusivamente alle dichiarazioni del Presidente, che l'argomento mozioni si sarebbe concluso questa mattina. Ogni cinque minuti rimettiamo in discussione le decisioni assunte.

E' la richiesta del P.d.L. che altera l'ordine dei lavori di stamattina. Il pomeriggio era già definito.

Metto in votazione la richiesta dell'onorevole Diana. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Il Consiglio è riconvocato per questo pomeriggio alle ore 16 al 30. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

La seduta è tolta alle ore 13.