Seduta n.426 del 23/07/2013 

CDXXVI SEDUTA

Martedì 23 luglio 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 27 giugno 2013 (417), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Paolo Dessì, Pietro Fois, Francesco Meloni, Teodoro Rodin e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 23 luglio 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Considerate le numerosissime assenze dei consiglieri, nonchè quella della Giunta, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 05, viene ripresa alle ore 10 e 26.)

Discussione e approvazione della mozione Diana Giampaolo - Cocco Daniele Secondo - Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stocchino - Zuncheddu sulla gravità della situazione politica e gestionale dell'Ente foreste della Sardegna, sulla carenza amministrativa, dirigenziale, tecnica e finanziaria in cui versa la struttura, sul ripristino delle tabelle salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) vigente e sulla stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste in sostituzione di quelli andati in quiescenza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (270)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 270.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Diana Giampaolo - Cocco Daniele Secondo - Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stocchino - Zuncheddu sulla gravità della situazione politica e gestionale dell'Ente foreste della Sardegna, sulla carenza amministrativa, dirigenziale, tecnica e finanziaria in cui versa la struttura, sul ripristino delle tabelle salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) vigente e sulla stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste in sostituzione di quelli andati in quiescenza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in data 19 febbraio 2013 il consigliere di amministrazione Emiliano Deiana, Sindaco di Bortigiadas e rappresentante del Consiglio delle autonomie locali (CAL), rassegna le proprie dimissioni denunciando, nella gestione dell'Ente foreste, la mancanza di strategia e di programmazione;

- gli scontri fra la presidenza e la direzione generale, fra la presidenza e i dirigenti della direzione generale e quelli dei servizi territoriali, la nomina e la revoca dei direttori dei vari servizi, hanno convinto la stessa Giunta regionale a deliberare un'azione ispettiva interna i cui risultati non sono mai stati resi noti neanche ai consiglieri di amministrazione (peraltro mai sentiti nella fase ispettiva);

- la Giunta regionale con deliberazione n. 21/46 del 5 giugno 2013 ha deciso la rimozione del presidente dell'Ente foreste confermando, con tale decisione, il disconoscimento e la confusione degli indirizzi gestionali, in essere oggi, all'interno dell'amministrazione dell'Ente foreste;

VERIFICATO che:

- l'approvazione del bilancio della Regione con legge regionale 23 maggio 2013, n. 13, riduce a 158 milioni di euro le risorse per il funzionamento dell'Ente foreste, a fronte di una previsione di 163 milioni necessari per le spese obbligatorie, ben inferiori ai 171 milioni precedentemente indicati, con nota prot. n. 2714 del 5 aprile 2013, dall'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, per la predisposizione del bilancio di previsione per l'anno 2013 dell'Ente foreste;

- ai dipendenti dell'Ente foreste della Sardegna non viene riconosciuto l'adeguamento retributivo previsto dal rinnovo contrattuale per gli anni 2010-2012, motivandolo con l'obbligo di osservare le norme nazionali di contenimento della spesa pubblica;

CONSTATATO che:

- continuano ad essere trattenuti, ai lavoratori forestali, gli importi derivanti dall'adeguamento del CCNL 2010-2012, con la conseguenza di lasciare circa 6.000 famiglie di lavoratori con un salario inferiore ai 1.000 euro;

- ignorando queste giuste aspettative degli operai forestali, la Giunta regionale il 21 giugno 2013 decide, con il disegno di legge n. 533, di erogare il contributo di euro 5.000.000 (UPB S04.08.007) per garantire il funzionamento dell'Ente foreste, specificando però che si dovrà far fronte agli oneri a regime derivanti dall'applicazione del contratto integrativo di lavoro per il personale dirigente per gli anni 2008/2009, dimenticandosi così di trovare le risorse necessarie per restituire le somme indebitamente trattenute ai 6.000 lavoratori, ripristinando le tabelle salariali previste dal CCNL vigente;

- l'ordine del giorno n. 84 votato dal Consiglio regionale in data 13 giugno 2012, che impegnava la Giunta regionale a predisporre un disegno di legge che prevedesse l'applicazione, per tutti i dipendenti dell'Ente, della disciplina normativa ed economica uguale a quella del personale dipendente dell'Amministrazione regionale, non è stato mai negoziato con le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'Ente, mentre successivamente la Giunta regionale delibera l'adozione di un provvedimento che prevede l'abolizione del CCNL e una contrattazione di comparto distinta da quella dei dipendenti regionali;

- i procedimenti per la stabilizzazione dei precari, in sostituzione dei lavoratori in quiescenza, sono inspiegabilmente fermi, ignorando quanto previsto, secondo il dispositivo dell'articolo 15, comma 26, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2;

- i lavoratori che saranno stabilizzati nel ricoprire i posti lasciati vacanti dal personale cessato, lasceranno invariata la spesa complessiva prevista per il personale dell'Ente;

RIBADITO che:

- le attività svolte dagli operai forestali con la manutenzione e salvaguardia delle aree boschive e con le sistemazioni idraulico forestali delle stesse, sono fondamentali per la messa in sicurezza, dal punto di vista idrogeologico, di molti territori della Sardegna;

- la gravità e la complessità delle diverse vertenze aperte non riguardano solo i dipendenti e gli operai forestali che da anni operano in questo settore, ma comporteranno ulteriori criticità per le normali attività gestionali dell'Ente, con le conseguenti pesanti ricadute negative sull'intero territorio dell'Isola con i rischi, per le nostre comunità, di dover fronteggiare la lotta di contrasto alla piaga degli incendi boschivi senza l'apporto fondamentale e organizzato dei circa seimila addetti dell'Ente foreste;

- le politiche legate alla valorizzazione ambientale e naturalistica della nostra Isola sollecitano l'attuazione di riforme strutturali dell'Ente e in particolare la rivisitazione approfondita della legge regionale n. 24 del 1999,

impegna la Giunta regionale

1) a chiarire pubblicamente le ragioni che hanno sconvolto le nomine e le revoche degli incarichi all'interno dell'Ente foreste, della presidenza e dei direttori dei vari servizi;

2) a voler predisporre norme di selezioni trasparenti per la scelta dei futuri vertici dell'Ente, presidente e direttore generale, nomine che devono essere slegate da scelte di parte, ma funzionali alla buona gestione tecnica ed economica della struttura, affidando gli incarichi a candidati con comprovate e documentabili capacità manageriali e spiccate competenze tecniche forestali;

3) a sollecitare il Consiglio delle autonomie locali a nominare il nuovo componente del consiglio di amministrazione in sostituzione del componente dimessosi il 19 febbraio 2013;

4) a portare in Consiglio regionale una proposta di legge per incrementare le risorse finanziarie destinate al funzionamento istituzionale dell'Ente foreste della Sardegna;

5) a presentare, in tempi brevi, una proposta di modifica della legge n. 24 del 99 e della legge regionale n. 12 del 2001 che, pur mantenendo il carattere giuridico pubblico dell'Ente foreste della Sardegna, dia ad essa gli strumenti giuridici, normativi e organizzativi in grado di svolgere anche le attività economiche e di utilità sociale nei terreni direttamente amministrati (perimetri forestali) e in quelli di pertinenza dei vari comuni dell'Isola;

6) ad avviare il confronto con le organizzazioni sindacali (OOSS) sulle problematiche del lavoro e sul ruolo e le funzioni dell'Ente foreste della Sardegna, per tracciare un percorso condiviso finalizzato alla risoluzione delle vertenze in atto ma anche propositivo per le riforme auspicate;

7) a non modificare l'assetto contrattuale dei lavoratori dipendenti e a restituire le somme indebitamente trattenute ai lavoratori e a ripristinare le tabelle salariali previste dal CCNL vigente;

8) a dare corso immediatamente ad un piano di stabilizzazione dei precari in sostituzione dei lavoratori che sono andati in quiescenza;

9) a promuovere nuove procedure concorsuali, anche tra il personale già in servizio per la copertura dei posti vacanti nei vari servizi territoriali;

10) a ripristinare anche la piena autonomia degli organi istituzionali nella nomina dei dirigenti dei vari settori e negli uffici provinciali. (270).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, a tutti quanti noi è capitato nella nostra esperienza di intervenire in diverse situazioni; quella odierna intimorisce per la presenza dei colleghi in Aula e questo, al di là delle battute, dispiace.

Abbiamo presentato questa mozione come centrosinistra con l'obiettivo di articolare la discussione in quest'Aula su due terreni. Il primo è che, certamente convinti, come siamo, che l'Ente foreste (e il patrimonio che governa) sia un valore di straordinaria importanza per la Sardegna, deve diventare, secondo noi, anche un'occasione per provare perlomeno a produrre un minimo di crescita economica; cosa che, in questi quattro anni e mezzo, è mancata del tutto, almeno questo è il nostro giudizio severo sull'attività svolta dalla Giunta nei confronti dell'Ente. Su questo vorremmo provare ad avanzare qualche spunto di riflessione che certamente non potrà essere capitalizzato in questa legislatura, ormai alla fine, ma soprattutto perché, ripeto, la Giunta - secondo noi - non è stata all'altezza di trasformare questo Ente nella direzione che ho appena richiamato e poi perché, ripeto, in questo scorcio di legislatura, seppure la Giunta fosse nelle condizioni di farlo, il tempo non è sufficiente. Tuttavia riteniamo che sia una discussione importante che può gettare le premesse per chi verrà dal prossimo anno per provare a riformare in maniera radicale questo straordinario e importante ente regionale.

L'altro tema su cui vogliamo discutere con questa mozione è quello relativo a un esame della funzione e del ruolo che ha svolto il gruppo dirigente dell'Ente, soprattutto la qualità dei rapporti all'interno dell'Ente nelle relazioni con la periferia dell'Ente e soprattutto anche il rapporto che esiste tra la Giunta regionale, quindi l'Assessorato competente, e l'Ente stesso. Ecco, questi sono i due termini che vorremmo provare a mettere a fuoco in questa discussione.

Presidente, il titolo della mozione (leggendolo) è un titolo abbastanza esaustivo (mi scuso per questa presunzione) almeno rispetto alle cose che noi vorremmo porre e porremo stamattina all'attenzione dell'Aula. Nel lontano 1956, la Regione istituiva l'Azienda foreste demaniali della Regione sarda, mentre nel 1999 il Consiglio regionale approvava la legge regionale numero 24, attraverso la quale nasceva l'Ente foreste. Il patrimonio boschivo dell'Ente foreste è un patrimonio molto importante, è composto di oltre 1 milione e 200 mila ettari; questa estensione pone la Sardegna al primo posto in Italia come estensione di zone boscate. Per quanto riguarda i dipendenti (anche questi in un numero molto importante per una Regione come la nostra), sono poco più di 6 mila e 600; di questi, 426 sono amministrativi (tra di loro ci sono una ottantina di quadri, per il resto sono impiegati), mentre poco meno di 6200 gli operai. Il costo ammonta, come sappiamo tutti, a 163 milioni, relativamente alle spese obbligatorie dell'Ente, di cui 150 per il costo del personale. Le entrate per le vendite, quindi i ricavi dei prodotti del bosco (penso al legnatico, al sughero, alle piantine, al miele, quel poco che si produce, agli affitti delle concessioni e delle locazioni) si attestano in poco più di 1 milione e mezzo, a fronte di un costo che ho testé richiamato.

Ecco, ho voluto anticipare questo rapporto tra costi e ricavi per dire innanzitutto che non possiamo permetterci il lusso di esprimere un giudizio sul valore dell'Ente declinando questo valore solo ed esclusivamente al rapporto tra costi e ricavi. Sarebbe una scorciatoia che ci fa perdere di vista l'importanza che ha e che deve avere un ente come questo. Il valore dell'Ente foreste, almeno per quanto ci riguarda, è nel lavoro dei suoi dipendenti, è nella lotta attiva contro gli incendi, più in generale il valore di questo Ente non è il costo, ma è la tutela e la conservazione del patrimonio boschivo.

Tuttavia oggi siamo a circa quattordici anni dall'istituzione dell'Ente attraverso la "24" e, come dicevo all'inizio, riteniamo necessario avviare, assessore Biancareddu, una riflessione profonda per comprendere in che modo (questo è un aspetto per noi importante, scusate la sottolineatura, condiviso o meno) si può imprimere una svolta e un impulso al comparto che può e deve diventare il volano, Assessore, per una nuova politica nella gestione delle risorse ambientali in Sardegna. Riteniamo che l'Ente sia il soggetto e l'attore principale per caratterizzare questa politica nella nostra Regione.

Per brevità, vorrei prendere a prestito, e quindi leggerò testualmente, un passaggio del discorso del presidente dell'Accademia italiana di scienze forestali, Orazio Ciancio, tenuto nel corso del suo intervento a Cagliari, nel gennaio scorso, in un convegno dal titolo "Gestione forestale in Sardegna, ruolo e prospettive dell'Ente foreste". Credo che questo passaggio che leggerò, mi perdonerete, sono poche righe, renda bene la funzione che deve svolgere questo Ente ma, soprattutto, la responsabilità che la classe politica e la Giunta regionale, in particolare, avrebbero dovuto svolgere e non hanno svolto, quella responsabilità che chi governerà la Regione nei prossimi cinque anni dovrà necessariamente svolgere. Diceva il professor Ciancio: "In questi ultimi anni, le nuove conoscenze in campo scientifico e la consapevolezza dei limiti di uno sviluppo, avulso dalla necessità di tutelare e rispettare l'ambiente, hanno determinato un mutamento profondo nel comune sentire verso la foresta e la maturazione di un nuovo processo concettuale connesso alla gestione forestale e l'individuazione di soluzioni alternative. La cultura della complessità incide sull'evoluzione del concetto di gestione che si va modificando da gestione del bosco in gestione degli ecosistemi. Oggigiorno la gestione forestale non tende più a privilegiare una o più funzioni del bosco, ma tende a creare i presupposti per conseguire una resilienza del sistema biologico bosco. La gestione forestale sistemica, che si basa sull'applicazione della silvicoltura sistemica, determina un'elevata stabilità ecologica e la capacità di conservare o aumentare la biodiversità, e risulta la più appropriata alle complesse condizioni delle regioni mediterranee.".

Ecco questo è un passaggio di quell'interessante convegno che a me è sembrato utile richiamare a noi tutti perché credo che debba servire anche per interrogarci, Assessore, in che modo, in qualche maniera, nell'azione di governo, se c'è stata in questa legislatura, si è provato a mettersi in sintonia questi obiettivi. E' proprio partendo da questa declinazione del mondo accademico e scientifico forestale che noi pensiamo anche al futuro del ruolo dell'Ente foreste in Sardegna; pensiamo che ci debba essere una correzione a 180 gradi rispetto a ciò che si è fatto finora. Per questo, Assessore, pensiamo a un uso del patrimonio boschivo sardo volto ad assicurare la biodiversità, certamente una funzione ecologica, ma anche attività economiche a livello locale. Pensiamo, Assessore, che le attività di gestione forestale debbano diventare un fattore di sviluppo dell'economia locale e regionale. Su questo bisogna prendere atto, con grande onestà intellettuale, che in questa legislatura si è registrato un fallimento mai visto! E' mancato questo, è mancata un'azione per il miglioramento e la crescita del territorio, nonché di nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali nelle varie forme possibili a partire da quelle in forma associata o cooperativa coinvolgendo i soggetti e i protagonisti locali.

Questo sarebbe stato il ruolo e la funzione, cioè una sorta di incubatore, in questo settore di straordinaria importanza che, nel tutelare e conservare quel patrimonio, faceva sì che quel patrimonio diventasse un'occasione, coinvolgendo il sistema delle autonomie locali, le imprese locali, il sistema cooperativo per divenire protagonisti anche di un minimo di crescita economica sfruttando questo patrimonio straordinario che noi abbiamo.

Assessore, lei è da poco Assessore di questo Assessorato, mi scuso per la ripetizione, che è un Assessorato (così come altri) che ha visto alternarsi molti Assessori; l'assenza di continuità mi rendo conto che possa essere un limite nella pianificazione e nella programmazione, però certamente questo non deve sottrarvi (come noi pensiamo) dalle responsabilità gravi che voi avete nell'aver lasciato sopravvivere a malapena questo Ente.

In una Regione, in cui gli indicatori economici sono quelli che conosciamo, questo poteva essere un settore che dava un contributo importante per provare a far fare piccoli passi modesti anche alla crescita economica; invece registriamo, anche in questo settore, la vostra totale assenza e inadeguatezza nel provare a declinare in questo modo le politiche ambientali e forestali della nostra Regione.

Questi sono alcuni dei temi; poi, insieme a questi, Assessore, ci sono limiti e gravità nella gestione dell'Ente. Mi rendo conto che posso essere accusato di essere persona di parte se inizio dicendo che non c'è il rispetto del contratto collettivo di lavoro e, quando in un'azienda importante per numero, ma non soltanto per numero di addetti, non c'è il rispetto del contratto collettivo di lavoro, quell'assenza di rispetto non è soltanto il venir meno di diritti pecuniari dei lavoratori è il venir meno di corrette relazioni industriali che, quando lo sono, diventano un valore aggiunto per l'azienda stessa di cui si parla. Anche di fronte a questo, noi siamo stati di fronte a una cecità che non ha eguali e questa cecità, Assessore, ha contribuito ad affossare e a impoverire in questi anni l'Ente stesso.

Si è interrotto in maniera grave il processo di stabilizzazione, anche quello limitato, come dice la legge del 2007, al turn over che si sarebbe potuto realizzare a invarianza di costi; anche questa pervicace azione di non voler rispettare gli accordi testimonia una volontà che non può essere assolutamente accettata e che auguro, per il prossimo futuro, che non vi veda protagonisti ancora in negativo nella gestione di queste politiche.

Veniamo agli ultimi mesi, nel febbraio 2013, registriamo le dimissioni di un consigliere di amministrazione in rappresentanza del CAL; denuncia, attraverso quelle dimissioni, un'assenza di strategia e di programmazione dell'Ente, denuncia gli scontri (che hanno paralizzato pesantemente l'Ente) tra la Presidenza e la Direzione generale che, di fatto, bloccano un minimo di attività di programmazione e di pianificazione, tant'è che la Giunta regionale, almeno in questo non del tutto insensibile, avvia, attraverso una sua delibera, un'azione ispettiva. Plaudo, Assessore, a questa iniziativa e mi farebbe piacere questo plauso poterlo riconfermare se lei quest'oggi ci informasse sull'esito di quell'azione ispettiva. Non è possibile che si avvii un'azione ispettiva così importante in questa situazione e non se ne conoscano i risultati. Assessore, ci dica qualcosa quando interverrà.

Nel giugno 2013, la Giunta regionale rimuove il Presidente. Io non sono in difesa di nessuno, però ho il dovere, come consigliere regionale di opposizione, di chiederle, Assessore, quali sono le ragioni di questa rimozione; non è certamente una difesa del Presidente, semmai è il bisogno, la necessità, l'obbligo di capire quali sono le ragioni che hanno spinto la Giunta a rimuoverlo. A maggio poi, sempre di quest'anno, col bilancio si riducono sensibilmente gli stanziamenti, quella riduzione porta inevitabilmente a una conseguenza, a una contrazione delle risorse finanziarie per i dipendenti, non sto qui a specificare, è indicato in maniera molto puntuale mi pare nella mozione che abbiamo presentato. Quindi anche quella contrazione impedisce l'adeguamento per il rinnovo del contratto di quei lavoratori. Il tutto mentre continuano, Assessore, ed è un elemento di fibrillazione molto importante, le trattenute ai forestali dell'adeguamento contrattuale 2010-2012, stiamo parlando di lavoratori che percepiscono meno di 1000 euro al mese, non c'è bisogno di aggiungere altro! Per cortesia qualcuno non si alzi a dirci che sono fortunati perché lavorano! Siamo in questa situazione e credo che nemmeno questa debba e possa essere tollerata.

Ancora, la Giunta regionale il 21 giugno trova 5 milioni per il funzionamento dell'Ente, grazie anche all'intervento di alcuni colleghi del Consiglio regionale, ma specifica che quelle risorse serviranno per l'applicazione del contratto integrativo dei dirigenti, relativo al periodo 2008-2009, e si dimentica di trovare le risorse per restituire le somme indebitamente trattenute ai seimila dipendenti. C'è un'assenza di corretta relazione industriale. La Giunta ha bloccato i processi di stabilizzazione.

Sta finendo il tempo e corro... c'è in buona sostanza, Assessore, una gravità e una complessità delle vertenze lasciate incancrenire, anche per responsabilità sua, che non riguardano solo i dipendenti, ma si scaricano pericolosamente…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ricordo ai colleghi che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo per aggiungere qualche parola anch'io alle cose già dette dal nostro Capogruppo. Vorrei dire soprattutto: non sembri questa mozione riferirsi unicamente a uno dei tanti problemi che agitano la vita sociale ed economica della nostra Regione. Non è una delle tante vertenze sindacali irrisolvibili, dentro un'industria del passato, che difficilmente potrà rinascere, non stiamo parlando di come trovare una soluzione a uno dei tanti problemi effettivamente irrisolvibili di questa Regione. Vorrei che fosse chiaro che dovremmo cambiare la nostra prospettiva rispetto al modo in cui guardiamo queste cose. Stiamo parlando di grande opportunità, di un grande valore ambientale di questa Regione, di un grande patrimonio, di cui tutti dovremmo essere innanzitutto consapevoli e orgogliosi, e di un'opportunità che certamente sarà al centro della costruzione di una Sardegna del futuro. Negli ultimi decenni forse stancamente in Sardegna abbiamo sempre visto, o si è visto alla forestazione come a un sussidio, a un modo per dare qualche posto di lavoro soprattutto nelle zone dell'interno dove mancavano altre prospettive, un modo forse per fare assistenzialismo qualcuno l'ha potuto immaginare, un modo anche in cui alcune attività di occupazione si sono svolte, io credo, nel modo sbagliato, preferendo la brevità del rapporto di lavoro invece che la continuità, la stabilità e la certezza del rapporto di lavoro.

Insomma, come esso sia, certamente credo che non abbiamo ancora oggi compreso le grandi potenzialità e il valore di quello che è stato realizzato in Sardegna. Mentre probabilmente si è partiti per dare risposte di lavoro alle zone interne, alla fine il lavoro è stato fatto e oggi la Sardegna, con circa 250 mila ettari forestati, consegna all'ambiente italiano il più grande contributo alla cattura di CO2, il più grande contributo in Italia al miglioramento dell'ambiente, il più grande contributo in Italia tendenzialmente al rispetto dei parametri di Kyoto. La Sardegna ha fatto questo, pianta dopo pianta, cantiere dopo cantiere, lentamente con grandi investimenti!

Oggi la Sardegna ha il più grande patrimonio boschivo nazionale, è una cosa di cui tener conto, da tener ben presente. E questo patrimonio boschivo non è semplicemente la palestra di vertenze sindacali, è innanzitutto un'opportunità di sviluppo economico, tra le altre, per questa Regione. E se un'opportunità di sviluppo economico deve essere, allora va gestita di conseguenza, e va gestita non nei ritagli di tempo con la trascuratezza con cui alle volte gestiamo la cosa pubblica, o troppo spesso, ma va gestita con attenzione, va gestita comprendendo le necessità di una grande industria ambientale, come credo questa debba essere considerata. E' un'industria, è un luogo di produzione, non è solo un luogo di consumo di denaro pubblico, è un luogo di produzione di valori ambientali di cui dobbiamo essere consapevoli, che dobbiamo vedere riconosciuti dalla comunità nazionale. E' un luogo di produzione di valori ambientali da cui possono partire altre produzioni: la valorizzazione delle biomasse, la produzione di prodotti tipici, il riconoscimento di attrattori ambientali che facciano da perno a progetti di sviluppo locale, di cui tante volte parliamo ma che poi non portiamo a conseguenza.

Per chi può interessare, e dovrebbe interessare, negli anni passati questo ente aveva un solo dirigente, aveva seimila persone gestite da un dirigente, non aveva un piano forestale, non aveva una chiara articolazione territoriale, non era di fatto gestito. Nel passato è stata ridefinita la missione dell'ente, non solo forestale ma anche di valorizzazione ambientale. E' stato ridefinito il perimetro in cui può lavorare, non solo dentro le foreste ma anche addirittura a sostegno dei valori ambientali dentro le zone urbane, sono stati ridefiniti i territori. E' stato fatto il primo concorso per assumere dirigenti e i nuovi dirigenti ci sono. E' stato fatto il Piano forestale che prevede il completamento dei lavori e anche la risistemazione dei lavori laddove erano stati utilizzati in una prima forestazione delle specie non autoctone, che si vorrebbe superare.

Sono stati fatti i bandi per la valorizzazione a fini turistici delle casermette che stavano dentro i compendi forestali, sono stati avviati i primi progetti per verificare almeno a titolo sperimentale la possibilità di produrre, con un ente pubblico, energia rinnovabile, e non lasciarla solamente alle speculazioni forestiere, chiamiamole così. Di tutto questo che cos'è rimasto? Quanti passi avanti sono stati fatti per la valorizzazione delle casermette? Quali passi avanti sono stati fatti per la produzione da biomasse? Per la valorizzazione del sottobosco e delle biomasse che vanno comunque eliminate? Quali passi avanti sono stati fatti nell'opera di rinaturalizzazione, di sostituzione delle specie non autoctone? Quali passi avanti sono stati fatti nel considerare una grande macchina produttiva l'Ente foreste? Nel fare in modo che, a fronte di 170 milioni di euro di costi, non ci sia meno di un milione di euro di produzione? Che passi avanti sono stati fatti in quell'opera di divulgazione anche di questi valori scientifici attraverso il sito Sardegna Foreste? Che passi avanti abbiamo fatto nel considerare questo patrimonio per quello che è e non semplicemente un luogo per la politica più distratta?

Senza stare qui a polemizzare, eppure ce ne sarebbe il tanto, per un Ente che è senza presidente, per un Ente che non sostituisce i consiglieri di amministrazione, per un Ente che, in questo momento, non è nemmeno commissariato, prima o poi mi aspetto che lo commissarierete, visto che è stato battuto il record dei commissariamenti in questa Regione, senza voler star qui a polemizzare, ripeto, sono intervenuto per lasciare questo messaggio: 250 mila ettari di patrimonio forestale rappresentano una ricchezza che questa Regione deve iniziare a guardare per quello che è e per valorizzare bene questa ricchezza, come in qualunque impresa, ci dev'essere un rapporto fattivo, costruttivo tra chi gestisce un'impresa e tra chi vi lavora. Dobbiamo comprendere che non si può gestire bene un'impresa senza avere la stabilizzazione delle persone, la certezza del lavoro, il giusto trattamento di chi ci lavora; comprendere che i lavoratori servono a un'impresa e non possono essere lì costantemente a rotazione.

Se nel passato abbiamo sbagliato le politiche di assunzione, c'è finalmente dal 2007 un processo che vede la possibilità che, anche in quest'impresa, come dappertutto, si lavori per dodici mesi e non per sei mesi. Sono stati detti, da chi è intervenuto prima di me, i motivi che hanno portato a questa disattenzione, è ora che questa disattenzione venga messa da parte e in questa Sardegna nuova, che comunque prima o poi bisognerà iniziare a costruire, si comprenda il ruolo che possono avere le industrie del passato che non riusciremo a rifare aprire e il ruolo che invece deve avere questa grande industria ambientale, che è un valore per la Sardegna e per l'Italia, e che può essere meglio utilizzata nell'interesse generale e meglio utilizzata anche nei rapporti con i lavoratori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Presidente, l'Ente Foreste, veniva ricordato, nasce con la legge numero 24 del giugno 1999, con il precipuo compito di amministrare e gestire un vasto patrimonio silvo-agro-pastorale, concorrere (anche con l'apporto di propri mezzi e personale) alla campagna antincendi secondo le direttive dello stesso Piano regionale e, ancora, concorrere all'esecuzione di opere di sistemazione idraulico forestale e di rimboschimento. Così recita la legge istitutiva e lo statuto dell'Ente. L'Ente foreste riveste quindi una funzione fondamentale nella primaria esigenza di tutela e valorizzazione del grande patrimonio naturale e boschivo della Sardegna. Veniva ricordato nella relazione introduttiva, dal nostro Capogruppo, che a questa delicatissima funzione sono dedicate ingenti risorse e mezzi della comunità. Nel settore operano quasi settemila dipendenti, anche con elevate capacità e competenze professionali. Questo insieme di attività, ingenti risorse impegnate, capillare e diffusa presenza in tutto il territorio regionale, con notevoli e importanti ricadute positive di carattere sociale ed economico, richiederebbero una strategia e una capacità di gestione delle risorse umane, e non solo, che davvero non si evincono dall'azione della direzione generale e del consiglio di amministrazione, troppo spesso piegati a esigenze di carattere politico, estranei, invece, alle esigenze del servizio e della buona prassi amministrativa.

A onor del vero va detto che le pecche non sono di oggi, il comparto forestale, ma non è il solo, credo che si potrebbe parlare ampiamente negli stessi termini di sanità, di diversi enti agricoli, eccetera, dicevo che, questo comparto è sempre stato un campo in cui si sono consumate le più bieche operazioni di carattere politico clientelare da parte degli Assessori di turno, questo da sempre, storicamente. Non sarebbe serio, quindi, dire che tutto ciò che è male è riconducibile all'attuale gestione politica dell'Assessore dell'ambiente; peraltro lei, assessore Biancareddu, non c'è da molto tempo e sarebbe non serio e non sarebbe giusto attribuire a lei tutte le gravi responsabilità che vanno, invece, sottolineate e attribuite alla classe politica in generale, purtroppo, che si è alternata alla guida del settore.

Ma non c'è chi non veda che la situazione di malgoverno del comparto, in questi ultimi quattro anni, si è notevolmente aggravata: conseguenza delle vostre scelte politiche, a cominciare dalle nomine ai vertici dell'Ente. Avete nominato un direttore generale, per esempio, che è sicuramente ineccepibile sotto il profilo personale e umano, ma è privo dei necessari titoli scientifici, è laureato in lettere, non solo è privo dei titoli scientifici ma è totalmente privo di competenze gestionali in materia, era generale dei carabinieri. Avete nominato, quali componenti del consiglio di amministrazione, persone sulle quali nulla c'è da dire, anche in questo caso, sul piano personale, nulla da eccepire, ma prive dei necessari titoli, requisiti e competenze professionali. Si può fare così? Che cosa osta a immaginare, a procedere a nominare personale, non dico molto, ma che abbia requisiti e competenze scientifiche, visto che si tratta di gestire un Ente che ha il profilo che ricordava poc'anzi, con appropriatezza di linguaggio, anche il collega onorevole Soru!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue CORDA.) Recita infatti l'articolo 4, comma 2, della legge numero 12, che modifica la legge numero 24 del 1999, istitutiva dell'Ente, che i consiglieri nominati dalla Giunta regionale devono essere "esperti in materia forestale o agricola, provvisti di laurea e di esperienza maturata nell'amministrazione di enti od organismi pubblici o privati". "Provvisti di laurea e di esperienza", non di laurea o di esperienza. E' una modifica introdotta con la legge numero 12 del 2002, volutamente introdotta a correggere un aspetto che presentava diverse ambiguità, che si prestava a diverse interpretazioni.

Bene, uno dei componenti del consiglio di amministrazione, privo del requisito essenziale di diploma di laurea, nominato da questa Giunta, oggi ricopre addirittura il ruolo di presidente del CdA, in assenza del Presidente che avete "dimissionato". Come è facile rilevare, voi procedete per illegittimità successive; colui che viene illegittimamente nominato provvede a sua volta, se è politicamente necessario e richiesto, a fare nomine e dare incarichi, a vari livelli di responsabilità, in modo illegittimo. E' del tutto evidente che tali metodi di gestione, ingiusti e discriminatori, oltre che illegittimi, condizionano inevitabilmente la qualità dell'ambiente lavorativo e compromettono l'impegno che la stragrande maggioranza dei dipendenti è chiamata a profondere, specie nel delicato e importante compito di lotta agli incendi e protezione civile.

A questo proposito, colgo l'occasione per sfatare un luogo comune, una convinzione abbastanza diffusa che vuole i lavoratori forestali poco inclini alla fatica e improduttivi, per esprimere invece vivo apprezzamento nei confronti di quei dipendenti dell'Ente (che sono la maggioranza) che, con abnegazione e spirito di sacrificio, sono i primi protagonisti nella lotta contro il fuoco (rischiando talvolta anche la vita) e in occasione di alluvioni che ormai con frequenza interessano i nostri territori. Sacrifici spesso non adeguatamente considerati anche sotto il profilo contrattuale.

Ma, tornando ai contenuti veri della mozione, va detto che sono innumerevoli i casi in cui dipendenti totalmente inadeguati vengono destinati a ricoprire ruoli importanti e delicati solo perché organici e in sintonia con il costituito sistema di potere; sistemi e metodi che hanno creato nel tempo non poche tensioni negli ambienti di lavoro e dato luogo a conflittualità, vertenze sindacali e contenziosi legali, da parte di chi subisce atti discriminatori, che normalmente vedono l'ente soccombere. I casi in tal senso sono numerosi e da ultimo potrebbe aggiungersi il ricorso al TAR dell'ex presidente Murino la cui revoca dall'incarico pare suffragata più da ragioni politiche che di merito.

Assessore Biancareddu, proprio perché credo che l'interesse di tutti noi sia quello di conseguire gli obiettivi prima richiamati, la nascita dell'Ente doveva servire anche a sottrarre, dai condizionamenti della mala politica, dalle tentazioni delle politiche clientelari e dalle relative nefaste conseguenze, la gestione, la cura e la tutela del grande patrimonio boschivo, naturalistico e ambientale della nostra Isola: qualche timido passo in questa direzione lei lo ha anche compiuto, sia un tantino più coraggioso, per quanto ci riguarda avrebbe il nostro sostegno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Discutiamo ancora una volta di un settore come quello forestale e dell'Ente foreste, la cui situazione, nonostante le molte discussioni in questa Aula, certamente non è migliorata, anzi verrebbe da dire che più se ne discute e più la situazione peggiora.

Il mio Capogruppo ha illustrato molto bene la condizione in cui versa l'Ente. Nel 2009, avete trovato un Ente che, pur tra mille difficoltà, aveva sicuramente delle regole certe di funzionamento e di trasparenza. C'era un contratto di lavoro applicato nella sua interezza, oggi, con la scusa di dibattere se si tratta di un ente pubblico economico o di un ente privato, ai lavoratori non viene applicato l'integrativo nazionale, nonostante questo Consiglio abbia dato indirizzi alla Giunta di procedere in tal senso. C'erano le risorse per continuare nella stabilizzazione dei semestrali, c'era una graduatoria approvata a seguito di un esame dei titoli che, con una percentuale dei singoli territori, andava a stabilizzare altri 230 lavoratori, non tenendo conto dei singoli cantieri ma tenendo conto delle esigenze che erano presenti all'interno dei compendi e dei distretti forestali.

Nello scorso febbraio si è dimesso un componente del consiglio di amministrazione, ancora non è stato sostituito, allora invito il Presidente del Consiglio a richiedere al Consiglio delle autonomie locali l'indicazione del nome per la sostituzione del consigliere dimissionario. Dimissioni anche forti, perché quel consigliere di amministrazione con una lettera inviata al Presidente della Regione e all'Assessore dell'ambiente denunciava fatti gravissimi, per cui l'allora Assessore dell'ambiente portò in Giunta quella lettera e propose una ispezione per verificare quello che stava succedendo all'interno dell'Ente; ispezione che si è conclusa dopo circa due mesi di lavoro senza che ancora oggi, Assessore, mi dispiace, abbiamo avuto comunicazioni ufficiali, nonostante siano state chieste in quest'Aula. Nonostante sia stato chiesto dal sottoscritto, anche per iscritto, alla Presidenza della Regione di avere copia di quell'ispezione, nulla è dato sapere, mi auguro che l'Assessore almeno oggi possa ragguagliarci su quello che i dirigenti regionali hanno trovato all'interno dell'Ente.

La cosa mi preoccupa anche perché, al di là delle modifiche della situazione politica all'interno della maggioranza di questo Consiglio, successivamente si è proceduto al commissariamento dell'Ente e non si capisce oggi qual è la situazione di guida politica di quell'Ente. Dagli atti ufficiali del sito dell'Ente risulta che ci sia un Presidente facente funzione che credo sia, come da statuto, il consigliere più anziano di età; il presidente facente funzione risponde, come è stato già ricordato dal mio collega Corda, al nome di Bachisio Molutzu, per il quale (senza voler personalizzare niente perché credo che sia persona stimata), esattamente due anni fa, il 20 luglio 2011, presentammo un'interrogazione, all'allora Assessore dell'ambiente e al Presidente della Regione, la quale, come tutte le interrogazioni, non ha avuto risposta in questa legislatura. In quella interrogazione sollevammo il problema dei requisiti di quel consigliere di amministrazione, ebbene oggi lo troviamo alla guida di un ente così importante, senza, ripeto, aver avuto risposta alle nostre osservazioni.

Lo abbiamo detto ogni volta che abbiamo discusso del problema dell'Ente foreste in quest'Aula, lo abbiamo detto anche le poche volte che ne abbiamo discusso in Commissione ambiente, questa situazione, per tutte le risposte che spesso avete dato, non mi meraviglia più di tanto perché, da parte della maggioranza, c'è la convinzione che l'unico ruolo che può svolgere questo ente è quello di regalare stipendi ai dipendenti.

La situazione non è assolutamente questa! L'Ente foreste è un ente che può svolgere in Sardegna, così come ha svolto in passato, un ruolo fondamentale. Credo che comunque non sia più accettabile che un ente come questo, che ha circa 6500 dipendenti, abbia una spesa di 178 milioni di euro all'anno a fronte di 1 milione e mezzo di entrate. Questo è un vecchio problema che è stato posto nella passata legislatura, si era tracciata la strada per cercare, se non di capovolgere, almeno un riequilibrio tra la spesa e l'attività che l'ente doveva svolgere. C'era per esempio il progetto della costituzione dei parchi, che ricomprendesse soprattutto le aree dei compendi forestali dell'Ente foreste, così come c'era il progetto di utilizzo dell'immenso patrimonio immobiliare che ha l'Ente foreste nei singoli cantieri forestali e che doveva essere destinato al turismo ambientale: nulla neanche di questo si è potuto o voluto fare!

In ultimo, Assessore, le vorrei ricordare che, il giorno prima o la mattina della convocazione, nonostante il suo invito a non procedere allo stravolgimento delle nomine dei dirigenti, sia all'interno della sede regionale ma soprattutto nei singoli territori provinciali, il consiglio di amministrazione, o quella parte del consiglio di amministrazione che resta ancora in carica, "se n'è fregato" altamente dell'invito dell'Assessore dell'ambiente (che deve dare gli indirizzi politici all'Ente foreste) e ha comunque proceduto alla nomina e alla sostituzione di quei dirigenti.

Devo dire che se questo fosse stato fatto nell'ottica di una migliore funzionalità, di una maggiore professionalità da parte di chi è stato nominato, nulla avrei da dire, nulla avremmo da dire, ma, purtroppo, da un esame veloce dei sostituti dei nominati, mi pare evidente, Assessore, che si è fatto un ritorno al passato remoto, che si sono ignorate completamente capacità, esperienza e professionalità e che l'unico criterio, al quale si è attenuto quel consiglio di amministrazione, è rappresentato dall'amicizia, diretta o indiretta, con i singoli componenti del consiglio di amministrazione.

Assessore, credo che anche su questo, al di là del fatto che, se l'Assessore dell'ambiente chiede a un consiglio di amministrazione di un ente strumentale di quell'Assessorato di fermarsi un attimo per riflettere, sarebbe stata cosa opportuna farlo, gradirei da parte sua, se non l'ha ancora fatto, di verificare in che modo si è proceduto a quelle nomine e se quei nominati hanno i requisiti per poter essere nominati (soprattutto il possesso dei titoli) in sostituzione di quelli che hanno sostituito.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, l'importanza del tema che è stato sollevato con questa mozione è sotto gli occhi di tutti. L'Ente foreste come importanza si può avvicinare soltanto all'importanza che hanno, nel mondo della Regione sarda, le agenzie agricole, e forse anche di più. Diciamo che sono delle realtà che incidono sui due fronti principali della vita della nostra Regione: l'attività produttiva del settore primario e la salvaguardia dell'immenso territorio regionale. Pur con le debite differenze tra le varie realtà, dobbiamo dire, e avere costantemente presente, che l'Ente foreste è, e deve essere, un patrimonio della nostra Regione Sardegna.

E' stato descritta, con dovizia di particolari, dall'onorevole Soru, l'importanza del patrimonio boschivo della Sardegna e del tentativo, in parte riuscito, degli ultimi anni, anche grazie all'attività dell'Ente foreste, di incrementarlo. Bisogna aggiungere che il presidio dell'intero territorio della Sardegna, e non solo del patrimonio boschivo, è un obiettivo fondamentale della nostra attività, quindi valorizzare e creare le condizioni affinché operi al meglio l'Ente foreste non può che essere uno degli atti fondamentali per andare in questa direzione.

Il problema quindi è come valorizzare questo Ente e come motivare chi ci lavora, questo non può che essere fatto innanzitutto applicando il contratto nazionale collettivo, solo così si creano le condizioni affinché il personale dipendente dell'Ente (che è tanto, e non possiamo immaginarci una situazione diversa, realisticamente parlando, non possiamo pensare che possano essere di meno, qualcuno lo desidera, ma nessuno si sente di dirlo apertamente) siano motivato, allora gli va data una mission, vanno individuati degli obiettivi e, affinché questo venga fatto, non possiamo non avere nell'Ente foreste un gruppo dirigente e una direzione all'altezza della situazione.

Coloro che mi hanno preceduto hanno già detto del valore di questa autorevolezza, dell'importanza che questo Ente (e in particolare la sua direzione) venga sottratto alla mera speculazione politica. Si è parlato di nomine di personale senza titolo, che hanno come unica capacità quella di creare una sorta di terrorismo territoriale per utilizzare il piccolo potere che hanno in mano per, diciamolo tra virgolette, farsi ubbidire, per produrre consenso elettorale, insomma, tutto, tranne che quello per cui vengono nominati, cioè creare le condizioni affinché questo Ente possa svolgere al meglio il suo importante e anche costoso compito. Quindi è importante sottrarlo alle diatribe interne, è importante che chi si assume la responsabilità di guidarlo abbia consapevolezza di che cosa ha in mano: uno strumento importantissimo per la vita dei nostri territori.

Mi permetto di fare un collegamento con un altro importante settore che interessa il mondo delle foreste del centro Sardegna. E' sotto gli occhi di tutti, in particolare in questi giorni, chi è attento a queste tematiche l'avrà potuto notare, la situazione della zona della Anglona di Sassari, dove sono scoppiati, nell'arco di due mesi, oltre trenta focolai di peste suina africana, questa malattia, che sta devastando l'intero settore produttivo della nostra Isola, diciamo che si diffonde, ed è radicata, principalmente nelle zone dove ci sono boschi e vi si alleva, in maniera irrazionale, il bestiame suino. Sono convinto che non possiamo, diciamo così, "accomodarci" a un'idea che ormai questo sia un fatto acquisito che non si può modificare e quindi da gestire di anno in anno, di focolaio in focolaio, di realtà in realtà, così come si è fatto finora; credo che invece bisogna dare una radicale svolta a questa situazione.,

Ritengo che, in quelle realtà, l'allevamento di questo tipo di bestiame possa essere una grande opportunità economica, ma non lo si può fare senza tener conto del ruolo che ha, nella gestione di quelle realtà, l'Ente foreste; quindi creare una sinergia con le varie azioni che si fanno in un fronte e sull'altro, affinché (anche su questo fronte) l'Ente foreste, il personale dell'Ente foreste possa avere un ruolo positivo. Certamente bisogna evitare quelle pratiche che ne paralizzano l'attività, che mortificano il lavoro di chi ci lavora, e quindi creare le condizioni affinché un importante Ente, forse il più importante Ente della Regione Sardegna, sia davvero protagonista di una nuova svolta, dopo quella che c'è stata 5, 6 o 7 anni fa, quando, come giustamente si diceva, avevamo un solo dirigente che metteva a lavorare seimila persone.

Nel frattempo qualcosa è cambiato, in questi ultimi anni c'è stato, ho la sensazione, un ritorno indietro. Un ritorno indietro a cui bisogna assolutamente rimediare; serve che questo Ente diventi un qualcosa che, oltre che costoso, sia anche più utile per la nostra Isola. Bisogna avere innanzitutto fiducia che questo sia possibile, ed è possibile se ne è consapevole chi ci vive e chi ci lavora, a cui è affidato il compito di questo obiettivo. Innanzitutto riconoscendo i diritti di coloro che ci lavorano, innanzitutto portando a termine quel programma di stabilizzazioni che era stato avviato, innanzitutto (come si diceva e come accennavo anch'io prima) applicando il contratto nazionale ed evitando quelle storture che gridano vendetta e che mortificano appunto chi ci lavora dal momento in cui si vedono stanziati 5 milioni per dare risposta a una piccolissima parte dell'Ente abbandonando a se stessa la gran parte dei lavoratori che vive con uno stipendio che è quello che tutti conosciamo.

Ecco perché questa mozione è particolarmente importante, ecco perché le affermazioni fatte dal nostro Capogruppo, nella sua illustrazione, vanno assolutamente nella giusta direzione, ecco perché, secondo me, questa mozione va approvata e il Consiglio e la Giunta (in particolare) devono essere conseguenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS (Fratelli d'Italia). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, questa mozione ci consente di disquisire di un argomento delicatissimo dell'amministrazione regionale quale appunto è l'Ente foreste della Sardegna. Analizzando ed entrando nello specifico della mozione, si evidenziano alcuni fatti oggettivi e altri che sono invece squisitamente soggettivi; giusto per fare un esempio, è chiaro che le dimissioni del consigliere Emiliano Deiana siano un fatto oggettivo, mentre invece le sue motivazioni, nel denunciare nella gestione dell'Ente foreste la mancanza di strategie e di programmazione, sono evidentemente soggettive e, in quanto tali, discutibili.

Che ci sia stata conflittualità nell'Ente tra direttore generale e presidente è un fatto che ha origine nella stessa legge istitutiva dell'Ente foreste, legge che mette a confronto due ruoli, uno di gestione e uno di indirizzo politico e rappresentanza dell'Ente, che non dovrebbero sovrapporsi, però nei fatti affida questi due ruoli a figure individuate con il lume della scelta politica e quindi, colleghi, immaginate dove si va a finire! Giusto per fare un esempio quando lo scorso Cda decideva di revocare all'unanimità le delibere con cui venivano conferiti incarichi esterni, immediatamente dopo l'allora direttore generale rinnovava la convenzione scaduta a un consulente caro a una parte politica.

Inoltre… vorrei che mi ascoltasse proprio il collega Corda che vedo invece impegnato in altra discussione… onorevole Corda, se mi vuole ascoltare per cortesia, volevo rivolgermi a lei... la guida dell'Ente foreste si è affidata a un CdA che non ha competenza tecnica o, nella migliore delle ipotesi, ne ha molto poca, questo non aiuta certo la funzionalità dell'Ente ed è dovuto anche alla legge istitutiva che prevede per il CdA solo due esperti muniti di laurea ed esperienza nel settore e tre sindaci.

Questa legge è stata modificata in peggio, a mio modo di vedere, dalla legge regionale numero 7 del 2005, la finanziaria regionale, nella quale, per esigenze esclusivamente politiche, la dicitura "muniti di laurea ed esperienza nel settore" veniva modificata con la dicitura "muniti di laurea e/o esperienza nel settore", considerando esperienza nel settore anche la nomina nel CdA dell'Ente in corso per cui poteva essere riconfermato anche un uscente privo dei titoli di cui parlavamo prima e di cui ha parlato lei. Senza dilungarmi oltre, posso comunque affermare che molti dei problemi segnalati nella mozione hanno origine nella legge istitutiva dell'Ente foreste sardo e nelle modifiche che, soprattutto durante l'amministrazione precedente, sono state apportate; quindi ci sono nella genesi dell'Ente foreste e non nelle scelte politiche di questa legislatura, ma di molto prima.

A mio avviso, spero che condividano anche i proponenti della mozione, nell'Ente foreste vi sono tre punti che richiedono l'attenzione del legislatore. Il primo riguarda i meccanismi di formazione del finanziamento dello stesso, meccanismi che mettono in contraddittorio il CdA dell'Ente e l'Assessore della difesa dell'ambiente, sul cui bilancio pesano le risorse necessarie all'attività dell'Ente foreste e che ha il dovere di armonizzarle con tutte le altre esigenze che pesano in capo alla sua responsabilità. Il secondo è il doppio ruolo politico, come dicevamo prima, tra presidente e direttore generale, che rappresenta un ostacolo, una complicazione alla gestione dello stesso Ente a differenza di ciò che accade nelle agenzie dove il direttore generale assume anche la funzione di rappresentanza dell'agenzia che dirige, sarebbe anche un risparmio non indifferente. Il terzo, il contratto collettivo di lavoro applicato al personale dipendente che, essendo un contratto di natura privatistica, male si adatta ai dipendenti dell'Ente foreste dal momento che gli stessi sono dipendenti cosiddetti pubblici.

Da questi tre elementi oggettivi poi discendono i problemi segnalati dai proponenti la mozione. Ritengo che sia corretto e opportuno chiedere alla Giunta l'impegno su due dei punti della mozione cioè il punto 4 e il punto 5; essi sono corretti e opportuni ma superflui in quanto impegnare la Giunta "a portare in Consiglio regionale una proposta di legge per incrementare le risorse finanziarie destinate al funzionamento istituzionale dell'Ente foreste della Sardegna", almeno per l'anno in corso, l'ha già fatto con il disegno di legge numero 533, approvato con delibera numero 21 del 5 giugno 2013; inoltre "a presentare, in tempi brevi, una proposta di modifica della legge numero 24 del '99 e della legge regionale numero 12 del 2001 che, pur mantenendo il carattere giuridico pubblico dell'Ente foreste della Sardegna, dia a essa gli strumenti giuridici, normativi e organizzativi in grado di svolgere anche le attività economiche e di utilità sociale nei terreni direttamente amministrati (perimetri forestali)" - cosiddetti - "e in quelli di pertinenza dei vari comuni dell'Isola", anche questo l'ha già fatto con il DDL approvato con delibera numero 2 del 16 gennaio del 2013.

Tutto il resto discende da questi due punti, tutto il resto va vagliato attentamente, va valutato dagli uffici preposti ed eventualmente anche dalla parte politica, se è necessario, ma discende comunque e sempre da questi due punti. Quindi, a mio avviso, ciò che è più importante è portare all'esame del Consiglio, con la massima urgenza, questi due disegni di legge che la Giunta regionale ha già fatto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU (Gruppo Misto). La questione relativa all'Ente foreste, che mi vede firmatario della mozione unitamente a numerosi altri colleghi consiglieri, pone l'attenzione su come si gestiscono le cose in Sardegna e su come anche le attività più utili alla gestione del patrimonio ambientale della nostra Isola vengono utilizzate per fini politici.

Credo che ci siano tre questioni fondamentali. Innanzi tutto, questo è un ente in perdita, non in perdita di qualche milione di euro ma di 150 milioni e passa di euro, ma è in perdita perché manca un piano industriale e manca un piano industriale perché c'è una gestione politica. Sto andando per schemi, anche perché condivido molte delle cose che sono state dette; devo dire anche che è necessario, per quanto riguarda l'Ente, dal mio punto di vista, procedere immediatamente alla stabilizzazione dei precari con dei criteri chiari che non consentano alla politica di metterci le mani e di porre un limite, dicendo chiaramente, in tutta la Sardegna e con i provvedimenti legislativi del caso, che è ora di finirla col pensare di ampliare sempre di più a macchia di leopardo l'estensione dei terreni in capo all'Ente foreste.

Questo perché è vero che in Sardegna cresce il bosco, ma cresce il bosco non perché esiste l'Ente foreste ma perché esiste un fenomeno che è quello dell'abbandono delle terre marginali, quindi cresce il bosco non perché ci sono gli operai forestali dell'Ente foreste ma cresce perché c'è un progressivo abbandono, da parte dell'agricoltura e della pastorizia, di terreni importanti. In Sardegna cresce la superficie boscata e allo stesso tempo cresce la desertificazione, sono due fenomeni correlati che descrivono lo stesso fenomeno, cioè l'abbandono del settore produttivo. Dico questo perché, dal mio punto di vista, la gestione del bosco deve essere lasciata ai soggetti privati. Questo non vuol dire smontare l'Ente foreste, bisogna tutelare le forze lavorative, che sono cospicue, sono intorno alle 6600 persone, far sì che questo Ente non sia un qualcosa di estraneo ai territori dove opera perché, sempre di più, questo lo dicono gli amministratori locali, c'è una gestione che non è in sintonia con le esigenze dei comuni e quindi dei sindaci.

Ad esempio servirebbe anche un Ente foreste che dialogasse molto di più, non so se sia un problema dell'Ente foreste o del Corpo forestale, comunque tra di loro c'è poco dialogo. Ancora: ad esempio, abbiamo molti operai forestali che sono dedicati alla prevenzione degli incendi, ma sono dedicati alla prevenzione degli incendi in modo passivo, nel senso che intervengono solo ed esclusivamente quando ci sono dei focolai e quando scoppia l'incendio, mentre potrebbero essere utilizzati (sto parlando di cose concrete, di progetti già sperimentati dall'Ispettorato forestale di Oristano) per prevedere e prevenire gli incendi attraverso attività di abbruciamento in periodi anticipati rispetto a quelli previsti dalle prescrizioni. Sono tutte attività concrete, pratiche, che consentirebbero all'Ente di diventare molto più utile alla nostra comunità.

In sintesi, per fare un piccolo "Bignami" di quello che ho detto: inizialmente i rapporti con i comuni, la prevenzione degli incendi e la tutela del territorio, ma soprattutto iniziamo a investire sui boschi, iniziamo a utilizzare il nostro patrimonio boschivo. E' mai possibile che, in un periodo di crisi così grave, non riusciamo a creare un piano per il cosiddetto taglio culturale, a utilizzare i nostri boschi per produrre quella legna da ardere che ha un mercato? Importiamo anche la legna da ardere quando abbiamo terreni che sono abbandonati a loro stessi! Stiamo facendo quel gioco, come si dice, di lasciare le cose al loro destino, cioè lasciare i terreni senza cura e in mano ai piromani.

Questo è figlio di una comunità politica che è molto più interessata alle poltrone e alle clientele che non alla gestione diretta dei problemi concreti. Su questo - perché non sono uno fazioso - chi non ha peccato scagli la prima pietra, perché il problema non nasce con la Giunta Cappellacci, questo è evidente, anche se le questioni denunciate precedentemente dal Capogruppo Diana e in particolare dal sindaco Deiana sono delle questioni molto gravi che andrebbero analizzate concretamente. Credo che l'Assessore farebbe bene a darci quelle notizie che sono necessarie a rassicurarci sulle questioni poste in particolare dal sindaco Deiana.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, credo che l'assessore Andrea Biancareddu sia la prima persona a capire e a vederee quale sia lo stato fallimentare dell'ente strumentale più importante della Regione Sarda. Questo stato fallimentare è conseguenza diretta dei rappresentanti e dei componenti del consiglio di amministrazione. Mi chiedo come sia possibile che, dopo oltre due anni, non si dia una risposta alla richiesta che è stata fatta sulla validità dei curricula che sono stati presi in considerazione per la nomina dei due esperti all'interno del CdA. La legge dice chiaramente che, per poter ricoprire quella funzione, quel posto, occorre una laurea in scienze forestali o agrarie, ovvero aver maturato esperienza di tre anni in un ente omologo o nello stesso Ente foreste; ebbene, nonostante questi requisiti non ci siano, in totale dispregio della norma, si nomina una persona che va a ricoprire quel posto! A questa persona (senza voler personalizzare la questione, ma parlando di competenze) addirittura viene affidato l'incarico di facente funzione! Credo che questo sia aberrante per tutto quello che ne può conseguire; la conseguenza diretta è che tutti gli atti che vengono assunti con la sua presenza sono invalidi sicuramente. Si continua a far finta di nulla, si continua a non dare risposte e si continua poi ad andare in una direzione che è quella sotto gli occhi di tutti: problemi su problemi, irrisolti, neanche una proposta di soluzione immediata o temporanea. E' una situazione che davvero è già degenerata.

Credo che la mozione arrivi in ritardo rispetto ai grandi problemi che attanagliano l'Ente foreste della Sardegna (li ha illustrati e ben rappresentati il Capogruppo del P.D.) e ritengo davvero che l'Assessore abbia il dovere politico, istituzionale e morale di dare risposte a ciò che gli è stato chiesto. Vedo pochi colleghi Riformatori in Aula, chiedo: "Ma quei risultati del referendum, visto e considerato che abbiamo già proceduto o, meglio, avete già provveduto al commissariamento delle province, se non erro, se non ricordo male, prevedevano anche l'abolizione e il commissariamento degli enti?". Stranamente di questo non si parla e nessun ente è stato sinora commissariato.

Invito l'Assessore a venire in Goceano per verificare lo stato dei luoghi, dei lavori e delle operazioni che avvengono all'interno dell'Ente. C'è una gestione padronale. Su tutti i finanziamenti, circa il 95 per cento viene utilizzato in un unico comune, manco a farlo apposta è il comune dove risiede l'attuale facente funzione! Ci sono delle situazioni al limite della incolumità fisica perché ci sono delle tensioni che veramente potrebbero sfociare in atti, ci auguriamo che mai succedano, che non sono sicuramente atti civili. Voi avete la grande responsabilità di sapere le cose e di non intervenire! Credo che siamo arrivati al momento in cui le risposte debbano essere chiare, che le dobbiate dare. Tra l'altro so che è stato chiesto un incontro urgentissimo all'Assessore, da parte di tutti i sindaci del Goceano, proprio per parlare di questi problemi.

La non trasparenza. Si fanno corsi per selezioni e non viene mai pubblicato niente. Anche questi si fanno ad personam, vengono chiamate le persone che evidentemente hanno dei rapporti con qualche consigliere di amministrazione dell'Ente e poi vengono avviati. Si è succeduta ultimamente, all'interno del CdA, una serie di atti che credo meriti un minimo di attenzione: è stata affidata la formazione professionale al FORMEZ, credo senza nessuna gara d'appalto; le assicurazioni vengono affidate a una società di brokeraggio spendendo tantissimi soldi, eppure abbiamo le competenze all'interno dell'Ente perché questo lavoro possa essere fatto direttamente.

Ecco, questi sono solo alcuni aspetti di come si sperpera il danaro pubblico, solo alcuni aspetti che non hanno portato a dare seguito ai cinque anni precedenti in cui si è avviato un processo di riforma dell'Ente. Sapete benissimo che sono state messe in disponibilità, sono state riattate delle costruzioni all'interno dei compendi forestali per essere affidate a privati per poterne fare delle strutture agrituristiche, dei bed and breakfast e altro, sinora non si è dato attuazione a nulla, non sono stati fatti i bandi, non sono state affidate, quindi siamo veramente a un punto morto!

Credo che la mozione vada assolutamente votata da tutti in toto, al limite si potrebbe non votare il punto 3 sull'impegno alla Giunta regionale, nel quale chiediamo di "sollecitare il Consiglio delle autonomie locali a nominare il nuovo componente del consiglio di amministrazione in sostituzione del componente dimessosi il 19 febbraio 2013". Credo che l'atto immediato che questa Giunta dovrebbe fare, subito dopo questa mozione, sia il commissariamento dell'Ente, un atto che porterebbe davvero a una soluzione positiva rispetto alla grande emergenza di legittimità che c'è all'interno dello stesso Ente.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta in attesa che arrivi l'Assessore, poi darò la parola all'onorevole Diana.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 44, viene ripresa alle ore 11 e 45.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, non utilizzerò tutto il tempo che mi viene assegnato perché, di questa mozione, per quanto mi riguarda, non avrei nulla da condividere e nulla da esplicitare in termini contrari; è una mozione che ci fa capire che cosa vuol dire spendere 180 milioni di euro e avere 6500 dipendenti regionali. In questa mozione, tutto quello che si dice è che ciò che c'è da salvaguardare è solo questo! Si fa riferimento solo a contratti, a personale, si fa riferimento al consiglio di amministrazione, ovviamente è censurabile l'atteggiamento della Giunta e del Presidente della Regione, che non ha provveduto a fare ciò che era normale che facesse, ma ciò che di più invece mi interessa è una parte del ragionamento che ha fatto l'onorevole Soru. Quando ci troviamo davanti a un ente come questo, possiamo considerarlo il primo e il più importante ente della Sardegna, perché ha un patrimonio importantissimo da salvaguardare, e la sua produzione è di 1 milione e mezzo di euro all'anno. Da un conteggio fattomi da qualche agronomo che lavora dentro l'Ente foreste, solo con una parte minima di pulizia delle fasce forestali, biomasse per intenderci, tirar fuori 200 o 250 mila tonnellate di biomasse dall'Ente foreste, è un gioco da ragazzi. Basterebbe questo per decuplicare il milione e mezzo di euro. Si dice: "Sì, ma sta nei boschi, è lontano, costa molto il trasporto…", costa tutto molto dentro l'Ente foreste, la realtà è che la Regione Sardegna, non essendo sufficienti 178 milioni di euro, sarà costretta a incrementare quelle cifre, non sappiamo quale sarà il tetto. Vi ricordo che, nel 1999, quando è nato l'Ente foreste (governava il centrosinistra peraltro, non governava il centrodestra), nella legge istitutiva, l'impegno finanziario era di 132 miliardi di lire che corrisponderebbero a 65 o 66 milioni di euro oggi, ebbene questa cifra è stata abbondantemente incrementata.

Il numero dei dipendenti non è cambiato di tanto, i ruoli e i compiti dell'Ente foreste non sono stati rispettati mai! L'unica cosa della quale ci si preoccupa sempre, ed è giusto farlo, è la salvaguardia dei posti di lavoro. Ma questa cosa non può durare in eterno! Ai cittadini prima o poi bisognerà dire che tenere vincolati 250 mila ettari di produttivo non produce niente! Perché questo sta accadendo: 1 milione e mezzo di euro!

Allora, le mozioni si possono anche presentare, collega Diana, però non basta dire queste cose, perché queste cose le possiamo dire per tutti gli enti regionali! Per tutte le agenzie regionali! Le prerogative dei dipendenti, la salvaguardia del posto, la possiamo fare per tutti! Però bisogna preoccuparsi anche degli altri, non possiamo continuare a spendere, spendere e spendere e non avere poi almeno un minimo di ritorno: 250 mila ettari vincolati, inibiti al pascolo, al transito, a un qualsiasi tipo di attività!

Il collega Soru ha parlato delle casermette forestali, potevano essere centri di accoglienza, centri di escursione! Non si possono fare neanche escursioni dentro l'Ente foreste! Non si può fare proprio un bel niente, oltre che essere inibiti alla caccia! Altra cosa che non va bene! Vi siete resi conto che, dentro il patrimonio forestale dell'Ente foreste, ci sono circa oggi 200-220 mila ungulati, senza considerare il cinghiale? Non parlo di altra selvaggina, parlo solo degli ungulati, escluso il cinghiale! Quindi parlo di mufloni, daini e cervi. Basterebbe abbattere quello che, nelle regioni più evolute, sull'abbattimento di selezione, è valutato intorno al 3, 4 e 5 per cento della popolazione e di milioni di euro, con l'abbattimento di selezione, se ne tirano fuori molti! Non c'è neanche la volontà di pensarle queste cose da parte di un consiglio di amministrazione o da parte di un direttore generale ma, ciò che è più grave, da parte di chi governa la Regione Sarda.

Ecco perché la sollecitazione, collega Diana, non deve essere quella per mantenere i posti di lavoro, quelli non li tocca nessuno, certo ci sono difficoltà, ci sono i semestrali, ci sono quelli che si occupano di antincendio, dobbiamo mettere più soldi, ma non può essere messo a carico della Regione Sarda tutto quanto! Bisogna trovare qualche altra soluzione e lo sforzo che deve fare questo Consiglio, oltre che discutere questa mozione, forse dovrebbe essere quello di individuare soluzioni alternative alla produttività dell'Ente foreste e non solo dell'Ente foreste, peraltro!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI). Signor Presidente, colleghi, intervengo per partecipare alla ricerca, per l'ennesima volta, di una soluzione a questo problema dell'Ente foreste, però leggendo la mozione devo subito dire che, per quanto riguarda le risorse finanziarie, non sarà sfuggito a nessuno che proprio noi, io personalmente, siamo intervenuti in Aula chiedendo l'integrazione dei fondi, fondi che l'Assessore del bilancio ha garantito che aveva tolto per esigenze particolari e che avrebbe ripristinato. Infatti nel "102" che andrà in discussione ci sono queste risorse che garantiscono di fatto l'attività dell'Ente. Questo è un Ente un po' anomalo, ho letto tutto, ritengo che ci siano alcune imprecisioni e, per l'ennesima volta, ho il dovere di parlare.

L'Ente foreste per tanti anni ha funzionato, ha funzionato sufficientemente bene, aveva anche dei personaggi di grande prestigio, voglio citarne uno, non voglio fare complimenti a nessuno, ma certamente ci sono stati momenti nei quali chi comandava era il direttore generale, non il Presidente, per esempio Nudda era una persona di grande spessore, non voglio fare una critica ad alcune aree geografiche, anche se sono state fatte, basterebbe andare a visitare gli operai che sono in carico nelle varie aree geografiche della Sardegna, il quadro di riferimento è questo: nel Nord, fra Olbia e Sassari, ci sono circa 25 persone che non sono inserite negli organici a tempo indeterminato; se si va in Ogliastra, ce ne sono circa 600 che sono praticamente precari; se si va nell'oristanese sono oltre 500 e se si va nel cagliaritano, perché è unica, sono circa 200.

Continuare a dire che si sono creati i presupposti per non fare le stabilizzazioni è un falso! Le stabilizzazioni sono state impostate dalla precedente amministrazione e sono state portate a termine dal sottoscritto esattamente per 830 addetti; c'era un vincolo, c'era un impegno formale per i primi 226, sui quali abbiamo lavorato per circa dieci giorni, con tutti i sindacati, il Presidente, il direttore generale, stabilendo anche la collocazione nelle Unità gestionali di base (U.G.B.). Ebbene, il giorno prima della delibera di Giunta, e quindi del 23 dicembre 2011, è arrivata una lettera dalla Presidenza dell'Ente foreste che, di fatto, diceva che non era possibile fare stabilizzazioni a seguito della legge numero 78 e neanche per trasferimento.

E' chiaro che, in funzione di ciò, questo documento è stato presentato in Giunta, assieme alla delibera delle varie U.G.B. per le stabilizzazioni, è stato dato nelle mani dell'Assessore degli affari generali che poi ha risposto che effettivamente non si potevano realizzare a norma di legge. Sappiamo anche che, successivamente, a livello nazionale e a livello della Corte costituzionale, è stato detto e scritto a chiare lettere che non si poteva fare, ma qui oggi si aprono possibilità diverse. Quindi cominciamo a dire che siamo tutti quanti favorevoli alle stabilizzazioni; se si possono fare, ben vengano le stabilizzazioni, se bisogna superare qualunque ostacolo per arrivare a fare le stabilizzazioni, magari graduali, ben venga questo, assieme ad altre iniziative, beninteso.

Così come non è assolutamente vero il fatto che si dica che qualcuno ha stabilito che bisognava restituire i soldi, perché? Che cosa si è verificato? Si è verificato che, non potendo fare stabilizzazioni, si è fatto un contratto di tipo privatistico che lo Stato ha ritenuto fosse illegittimo. Certo, speravo che gli togliessero dieci euro al mese, cinque euro al mese… ma ognuno deve assumersi la propria responsabilità; l'errore che si fa è che esiste un consiglio di amministrazione, il CdA, il rapporto del sindacato è con il consiglio di amministrazione, non è con l'Assessore. L'Assessore ha soltanto la funzione di dare le risorse finanziarie necessarie per…, molte volte non riesce neanche a sapere esattamente quali sono le varie procedure, non riesce a sapere neanche come vengono spesi i soldi, molte volte non si rispondeva. Ebbene, è chiaro che, in questa situazione, non c'è un controllo analogo e sia necessario ripristinare una situazione di diritto all'interno di questo Ente, un Ente così importante che non può essere lasciato allo sbando. C'erano delle idee che qualche sindacato aveva al riguardo per poter recuperare per esempio alcune stabilizzazioni.

Allora questo documento che, per certe parti, può non essere magari accolto, per altre parti invece va valutato con molta attenzione; mi propongo di evidenziare gli aspetti che, se corretti, possono darci l'opportunità di stilare un documento unitario e cercare assieme di trovare una soluzione in questo settore. Per esempio, non parlo del primo punto "a chiarire pubblicamente le ragioni che hanno…" che è una competenza dell'Assessore, quindi non mi permetto. Per quanto riguarda il punto 2: "a voler predisporre norme di selezioni trasparenti per la scelta dei futuri…", certo ci vuole una riforma però, se facciamo un provvedimento che consenta di fare questo, ci trovate d'accordo, noi vi diamo tutto il supporto. Per poter fare "selezioni trasparenti per la scelta dei futuri vertici dell'Ente", facciamolo, modifichiamolo. Fra sei mesi peraltro loro avranno chiuso il ciclo, ma se possiamo fare una riforma, si faccia pure questa riforma.

Punto 3: "a sollecitare il Consiglio delle autonomie locali a nominare il nuovo componente…", è una competenza del CAL, lo può fare quando vuole. Che cosa aspetta? Avrebbe dovuto già farlo, non credo che sia un problema questo. Punto 4: "a portare in Consiglio regionale una proposta di legge per incrementare le risorse finanziarie destinate al funzionamento….", ho detto prima che ci sono, però non va neanche trascurato, molti colleghi è giusto che sappiano che normalmente, prima, non adesso, c'erano avanzi di amministrazione di 30 milioni di euro, di 29, quest'anno di 19 milioni di euro, normalmente si soleva adottare un sistema e ogni consigliere di amministrazione si prendeva un tesoretto. Credo che sia giusto che si sappiano queste cose, però al tempo stesso nessuno fa eccezione. Punto 5: "a presentare in tempi brevi, una proposta di modifica della legge numero 24 del '99 e della legge regionale numero 12 del 2001 che, pur mantenendo il carattere giuridico….", siamo d'accordo, però questa norma, che in effetti dà la possibilità di accedere e fare dei lavori specifici nei vari comuni, è stata da noi prospettata, nel 2011 per avviare le attività, che sono state avviate. La vogliamo rendere operativa in modo più organico eccetera? Benissimo, siamo d'accordo anche su questo.

Si parla anche, nel punto 6, di allargare il confronto con le organizzazioni sindacali; l'ho già detto, le organizzazioni sindacali il loro rapporto ce l'hanno con il Consiglio di amministrazione. E' un Ente che viene gestito in modo pressoché autonomo, dopodiché porteranno la proposta all'Assessore e quindi si porta in Giunta. Nel punto 7 si dice: "a non modificare l'assetto contrattuale dei lavoratori dipendenti…", mi rivolgo soprattutto a Giampaolo Diana, "e a restituire le somme indebitamente trattenute ai lavoratori e a ripristinare le tabelle salariali previste dal CCNL vigente", voi sapete che questo è un po' più complicato. Punto 8: "a dare corso immediatamente a un piano di stabilizzazione dei precari in sostituzione dei lavoratori che sono andati in quiescenza"; qui abbiamo detto: "inventiamoci qualche cosa", credo che si stia già lavorando in tal senso. Punto 9: "a promuovere nuove procedure concorsuali, anche tra il personale già in servizio per la copertura dei posti vacanti nei vari servizi territoriali", questo praticamente sì, se la legge lo consente. Così come, nel punto 10 si legge: " a ripristinare anche la piena autonomia degli organi istituzionali nella nomina dei dirigenti…", purtroppo qui si è verificato che le nomine fatte non sono a norma di legge, sono delle nomine illegittime!

Quindi, per quanto ci concerne, per alcuni parti non siamo d'accordo, ma se è per ripristinare la certezza del diritto e soprattutto per garantire che questo Ente possa funzionare nel migliore dei modi, con alcune modifiche, legate al fatto che ci sono state delle posizioni assunte a livello nazionale, siamo perfettamente d'accordo a fare un documento unitario che finalmente gratifichi e garantisca.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente

BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Signor Presidente, colleghi consiglieri, parto dalla fine cogliendo lo spirito costruttivo dell'intervento dell'onorevole Oppi e ringraziando tutti coloro che sono intervenuti e che hanno firmato la mozione, perché si è data finalmente l'opportunità a questo Consiglio di manifestare la propria opinione e idea su un argomento che è importantissimo se non strategico per la nostra Regione.

Parto dagli elementi propositivi, cioè dall'intervento dell'onorevole Soru e da quello dell'onorevole Mario Diana, per dirvi anche qual è il mio pensiero, che naturalmente non vale di per sé ma vale se suffragato dal vostro sostegno e dalla vostra condivisione. Quando sono diventato Assessore dell'ambiente, nel mese di novembre, ho ricevuto un telegramma da Roma, lo prendo come esempio emblematico. Era un mio amico (che, da trent'anni, sta fuori) che mi faceva gli auguri e mi diceva: "Buon lavoro, caro Andrea, per l'impegno che dovrai sostenere. Non capisco perché, in Regione Sardegna, il tuo Assessorato si chiami 'Assessorato della difesa dell'ambiente', come mai? Già col nome sembra che la Regione Sardegna si chiuda a riccio nella difesa dell'ambiente". Lui diceva: "Difendere da chi? Dai tuoi simili, dalle persone? Sono loro che rovinano l'ambiente e mettono un altro uomo a difendere l'ambiente dall'attacco degli umani". Diceva ancora: "Ricordati di quando giocavamo a Santa Teresa, all'Isola Rossa, fai in modo che quelle spiagge rimangano tali". Ecco!

Questo perché? Che cosa voglio dire? Il patrimonio ambientale sardo è un valore inestimabile, è un valore che però non va solo difeso. L'ottica della custodia, cioè del non toccare e non usare, ormai è finita; cioè dal principio della custodia del diritto classico si deve passare, per rimanere in campo giuridico, nel campo dell'usufrutto: cioè non mutare la destinazione d'uso, ma consentire che un bene venga usato e valorizzato. Quindi la difesa dell'ambiente va unita alla promozione, all'utilizzo corretto e anche alla salvaguardia. Solo così noi possiamo usare questo patrimonio immenso che abbiamo per poter dare risposte anche in termini economici, altrimenti se ci limitiamo a guardarlo, a custodirlo, a non farlo toccare e a porre vincoli, secondo me, ed è un opinione naturalmente discutibile, non si va da nessuna parte.

Le funzioni dell'ente. Si è parlato, spesso a ragione, ma a volte con qualche imperfezione, delle funzioni. Intanto gli ettari che usa l'Ente, di cui usufruisce, sono circa 230 mila, qualcuno ha usato cifre diverse. Comunque le opere fondamentali di questo Ente, che volevo ricordare è un ente pubblico non economico, quindi dotato di autonomia regolamentare, autonomia patrimoniale, gestionale e contabile, sostanzialmente è finanziato per intero dalla Regione, quindi è un Ente strumentale che dovrebbe (lo dice lo stesso essere strumento) essere il braccio operativo della Regione, quindi portare avanti quelle politiche che la Regione dovrebbe, in linea generale, dettare ed essere il suo braccio operativo. Invece, abbiamo una legge che consente all'Assessore dell'ambiente di controllare solo il bilancio e le variazioni di bilancio, poi io stesso, come ha fatto anche l'assessore Oppi, ho cercato di essere più incisivo. L'ho fatto anche magari infastidendo i vertici dell'Ente, l'ho fatto chiedendo anche regole e notizie sulla gestione, che spesso non mi sono state date.

Ora, volevo elencare le opere fondamentali. Intanto dire che l'Ente ha il 39 per cento di terreni che sono demaniali, il 42 per cento comunali e il 19 per cento sono terreni di privati in occupazione temporanea. Il 30 per cento del personale è adibito alla difesa degli incendi di protezione civile, un 38 per cento è adibito alle opere di sistemazione idraulico-forestale e un 11 per cento alle manutenzioni, costruzioni di sentieristica e anche degli immobili, perché l'Ente è proprietario anche di immobili.

Inoltre, l'Ente si cimenta nella riorganizzazione del settore vivaistico regionale, nella riorganizzazione del settore faunistico, nelle campagne di informazione che stiamo privilegiando, anche assieme al Corpo forestale, soprattutto nella lotta antincendi, perché gli incendi non si combattono solo andando a spegnerli, ma si combattono con la prevenzione, sia quella fisica nei territori, sia con la prevenzione soggettiva, cioè insegnando ai ragazzi fin dalle scuole che il patrimonio ambientale è un patrimonio loro, che devono salvaguardare come se fosse un bene da utilizzare in termini economici.

Per le attività invece prettamente di economia aziendale, che è quella che magari richiamava l'onorevole Diana, le attività prioritarie sono quelle delle biomasse, della legna da ardere, delle sugherete; ho già scritto due volte all'Ente di implementare la cultura del sughero (perché almeno è una pianta produttiva che anche se non darà i frutti in questi dieci o venti anni, il sughero si pianta per le future generazioni), oltre che legname da ardere, miele, olio e vino. Volevo ricordare che, per quanto riguarda il miele, l'Ente, e quindi la Regione Sarda, ha preso il primo premio per la produzione di miele raro a Montalcino. Mentre per la cultura delle foreste ha avuto un prestigioso riconoscimento ambientale da una società a livello internazionale. Quindi, è bene mettere in evidenza anche gli elogi oltre che le problematiche che i colleghi hanno sollevato.

Una delle problematiche riguarda i vertici dell'Ente. Intanto volevo ricordare la legge che governa le nomine del consiglio di amministrazione, quella in vigore adesso, in riferimento a quella vocale "e" o "o" che è stata cambiata diverse volte, mi riferisco ai titoli che deve avere il consigliere da eleggere per poter ricoprire tale carica, oggi è in vigore la "o", quindi o ha la laurea oppure ha esperienze maturate in amministrazione di enti, organismi pubblici o privati. Quindi i requisiti sono alternativi, volevo ricordare che anche il consigliere Molotzu (che voi avete citato non perché abbia dei problemi di carattere personale ma perché non dovrebbe avere i requisiti) gode dei requisiti, almeno di quelli previsti per legge, poi se la vogliamo interpretare assieme, il fatto che svolga pro tempore il ruolo di Presidente è dovuto al fatto che il Presidente è stato revocato un mese fa ed essendo consigliere anziano ha il diritto e forse anche l'onere di presiedere questo consiglio di amministrazione.

Per quanto riguarda i comportamenti del CdA e la nota ispettiva che più volte mi avete richiesto, oggi l'ho portata con me, non ve la voglio leggere tutta perché ci vorrebbe tempo, ma vi riassumo i passi principali. Questa ispezione è partita grazie alle sollecitazioni dell'onorevole Oppi che mi ha preceduto, il quale, da buon amministratore, cercava di portare sulla retta via alcuni comportamenti non proprio esemplari del CdA e del Presidente in particolare, pertanto la Giunta ha deliberato l'ispezione. Ecco i risultati dell'ispezione: un Presidente che tentava di governare l'Ente in maniera monocratica, approfittando o facendo uso, usiamo il termine più blando, di un articolo che consente proprio al Presidente, in casi urgenti e indifferibili, di adottare delibere monocratiche. Naturalmente queste delibere monocratiche, dicono gli ispettori, si usano chiarendo i motivi di urgenza e di indifferibilità e devono essere elencati in delibera. Spesso invece il Presidente non motivava in questo modo, ma addirittura aspettava all'ultimo momento quando, alla scadenza della nomina di un dirigente, nonostante la sollecitazione del direttore generale già da due mesi prima, era chiara l'urgenza e quindi la necessità di deliberare.

Ma con l'urgenza si delibera anche su argomenti che non sono propri, perché la nomina dei dirigenti è propria del CdA, quindi, abusando di questa funzione, si instaurava un rapporto conflittuale tra Presidente e CdA, il quale a volte ratificava, per evitare un danno superiore, i provvedimenti del Presidente e a volte non li ratificava. Con delibera d'urgenza sono stati anche disposti adeguamenti contrattuali, ma non credo che un adeguamento contrattuale, se si fa un telegramma che consente di convocare in due giorni il CdA, abbia l'urgenza di essere fatto con delibera presidenziale, tra l'altro con parere negativo degli affari generali e del direttore generale. E' chiaro che tutti questi comportamenti hanno portato l'Ufficio ispettivo a rimarcare che non c'erano né l'urgenza né l'indifferibilità; tra l'altro l'inerzia nella convocazione del CdA è da attribuire allo stesso Presidente, in quanto la persona legittimata a convocare il CdA era il Presidente stesso, il quale si lamentava che il CdA non deliberava ma lui non lo convocava, quindi era una specie di "barzelletta", consentitemi il termine, autoreferenziale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue BIANCAREDDU.) Per quanto riguarda gli atti di indirizzo che il sottoscritto ha cercato di dare, quello più plateale, perché non è stato applicato, ma anzi è stato sbeffeggiato dal CdA, è relativo a quando il CdA è stato riunito a Lanusei. Voi sapete che il CdA dell'Ente, a differenza di noi tutti, può permettersi il lusso di riunirsi anche in sede itinerante, su questo nulla quaestio o quasi nulla quaestio, perché in un periodo di spending review anche le trasferte dei componenti del CdA dovrebbero essere limitate alle funzioni essenziali. Ebbene, avendo io saputo che si cercava di fare altre nomine, che avrebbero comportato un aumento di spesa per l'Ente, volevo ricordare che un "facente funzione" nominato dirigente costa 36 mila euro in più pro capite all'Ente; noi abbiamo, su sei servizi, quattro "facenti funzione", quindi sono circa 140 mila euro di soldi mal spesi. Poiché c'erano già i dirigenti che reggevano i servizi, dirigenti di ruolo, ho mandato una lettera che è stata recapitata al CdA, mezz'ora prima che si riunisse, invitandolo almeno in termini di risparmio a non procedere a nomine che non rispondessero a criteri di risparmio; per tutta risposta ha revocato i dirigenti, quelli veri, che erano già pagati da dirigenti, e ne ha nominato altri tre "facenti funzione" provocando così un ulteriore aggravio di spesa.

Questo per dirvi che noi ci proviamo, a volte però, se abbiamo un CdA legibus soluti, cioè che si permette il lusso di fare il contrario di quello che dice l'Ente che l'ha nominato, che gli dà i soldi, che lo governa, l'Ente che dovrebbe dargli gli indirizzi, potete ben capire che si sfocia in un rapporto conflittuale che produce revoche. Revoche che poi vanno a finire ai tribunali amministrativi e poi può darsi che i giudici diano anche ragione a chi ha tenuto questo comportamento! L'Assessore non ha interesse né di spendere e creare ulteriori spese né tantomeno di provocare danno al personale.

Sul personale, credo che lo abbia già detto l'onorevole Oppi, noi siamo disponibili, ci mancherebbe altro che un politico o una Giunta siano contenti di prendere dalle tasche di chi guadagna mille euro, ci mancherebbe altro! La giustificazione che il CdA in termini amministrativi mi ha dato è che il D.L. n. 78, che è una norma nazionale ed è una norma cogente, impedisce a qualsiasi amministrazione di riconoscere aumenti contrattuali per il periodo 2010-2012; su questo è stata anche avviata un'indagine della Corte dei conti che ha mandato la Finanza dentro l'Ente foreste perché questa delibera non si poteva fare.

Quindi c'è stata una duplice brutta figura, perché non c'è cosa peggiore che dare un aumento e poi chiederlo indietro con una rateazione mensile, è una cosa antipatica; ma non c'è anche cosa più antipatica che andare nei cantieri per dire che qualcuno è bravo e il cattivo è la Giunta regionale che ha disposto la revoca. La Giunta regionale non ha disposto alcuna revoca, è stato compiuto un illecito amministrativo (anche questo fonte di ricorso); qualora venga sanato, cercheremo sicuramente i fondi per dare questi aumenti contrattuali, ma non si vada a dire che qualcuno ha disposto, anche in questo caso con una norma monocratica, l'aumento contrattuale e che i cattivi siamo noi che poi l'abbiamo chiesto indietro. Non esiste! Anche perché poi in altra sede questa persona ha detto esattamente il contrario, cioè ha detto che noi siamo stati avvisati da lui che non si poteva fare: quindi, da una parte dice che lui ci ha diffidato a non farlo e dall'altra parte lo fa con poteri monocratici e va a dire nei cantieri che noi invece non lo abbiamo fatto.

Per quanto riguarda le stabilizzazioni, noi siamo pronti, però siamo pronti nei limiti in cui io, nella mia modestia, mi sono studiato l'argomento, cioè abbiamo diversi tipi di blocco, abbiamo il blocco dovuto al D.L. n. 78, che è quello che impedisce aumenti di spesa negli enti, e avevamo il blocco del rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente, che non poteva essere superiore al 50 per cento. Voi sapete che le spese dell'Ente al 90 per cento sono per il personale, quindi con questo calcolo l'Ente sarebbe stato in ogni caso escluso da qualsiasi tipo di nuova assunzione, sia semestrale che definitiva, e anche dalle stabilizzazioni. Il mese scorso si è aperto uno spiraglio perché la Giunta ha deliberato che questo rapporto del 50 per cento tra spese correnti e spese per il personale vada considerato su base regionale, quindi considerandolo su base regionale anche l'Ente, in media, scende sotto il 50 per cento e quindi potremmo, nei limiti del 20 per cento nel rapporto assunzioni-cessazioni nel 2010, nel rapporto 40 per cento assunzioni-cessazioni nel 2012, avere la possibilità di un minimo di margini di manovra, che naturalmente noi useremo tutto per andare incontro ai lavoratori.

Per i 5 milioni, abbiamo preparato un disegno di legge per implementare il fondo dell'Ente foreste, vorremmo implementarlo in termini indiscriminati cioè senza mettere vincoli di utilizzo per questi 5 milioni, però volevo dire, a onor del vero, che il contratto dei dirigenti è scaduto nel 2007-2008, quindi è fuori dalla tagliola del D.L. n. 78, e non c'è nessun contratto scaduto sette anni fa che non sia stato rinnovato. Quindi potremmo inserire i 5 milioni come aumento nel bilancio dell'Ente senza specificarne la destinazione; bisogna dire che il contratto dei dirigenti, essendo scaduto dal 2008 (può darsi che l'onorevole Diana me lo insegni), è scaduto in tempi troppo lontani per non essere tenuto in considerazione. Non li vincoliamo in legge e lasciamo che il consiglio di amministrazione, speriamo in termini di correttezza, supplisca in questa materia.

Solo per darvi un'idea dei soldi che la Regione spende e degli avanzi che ha avuto il consiglio di amministrazione, voglio leggervi gli avanzi dall'anno 2007 all'anno 2011: " 2007 - 26 milioni di avanzo di amministrazione; 2008 - 24 milioni di avanzo di amministrazione; 2009 - 25 milioni di avanzo di amministrazione; 2010 - 30 milioni di avanzo di amministrazione; 2011 - 21 milioni e 700 mila di avanzo di amministrazione", per il 2012 ancora devono approvare il consuntivo. Quindi, pensare che non ci siano soldi per pagare gli stipendi, anche se voi mi insegnate che una cosa sono le spese per gli investimenti e una cosa sono le spese per gli stipendi, è anche questo populismo. Le poche volte che vado nei cantieri, vengo fermato dagli operai terrorizzati che pensano di non avere i soldi per le ultime due mensilità, perché qualcuno va a dire loro queste cose. Quindi, nella peggiore delle ipotesi, avremo meno soldi per gli investimenti, però sicuramente i soldi per gli stipendi (che, ripeto, sono sacrosanti) li avremo sicuramente.

Concludo, sperando di non avervi annoiato, dicendovi che, con qualche modifica, voterei anch'io la mozione; credo che tutta la maggioranza sia d'accordo, perché, se ci aggiungiamo almeno la specificazione che alcune cose vanno fatte, leggi permettendo, va tutto bene.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Forse non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione. Abbiamo ascoltato tutti con interesse l'Assessore, mi permetto di dire una cosa banale: tutti gli enti sono enti strumentali della Regione, rispondono alla Giunta e rispondono, nella fattispecie, all'Assessore competente. L'ente cioè è lo strumento in mano della Giunta, del Governo regionale, che attua le politiche, quindi la pianificazione e la programmazione di queste politiche, del Governo regionale: è talmente banale che c'è poco da discutere. Infine, la responsabilità politica anche di come funziona un ente è lo specchio ovviamente dell'attività politica della Giunta stessa.

La verità è un'altra, Assessore, lei lo sa meglio di me, sull'Ente, non soltanto sull'Ente foreste, si sono trasferite, sin dall'inizio della legislatura, le divisioni che hanno caratterizzato questa maggioranza di centrodestra. La verità è questa! Quindi, all'interno dell'Ente, quelle divisioni o, se volete in maniera più eufemistica, quell'articolazione ovviamente ha determinato, in seno alla vita dell'Ente, le fibrillazioni che abbiamo avuto modo di vedere fin dall'inizio; cioè, attraverso l'Ente, si sono consumati anche dei conti all'interno della maggioranza politica di questa maggioranza di centrodestra... Presidente, io ci metterò meno di dieci minuti, ma mi permetta di continuare…

PRESIDENTE. Colleghi!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Tra l'altro mi risulta che, di norma, l'Assessore venga, o dovrebbe essere, invitato a tutte le riunioni del CdA; non è che si debba garantire sempre una presenza, è chiaro che un Assessore, in questo caso quello dell'ambiente, non è che possa avere sempre il tempo, però ho richiamato questa consuetudine proprio perché comunque lo stesso statuto dell'Ente e tutte le norme che regolano l'attività dello stesso prevedono una partecipazione diretta dell'Assessore ai lavori dell'Ente. Con questo non è che voglia liberare qualcuno e appesantire di responsabilità altri, la verità è che qui c'è una responsabilità, emersa anche dalla difesa quasi d'ufficio (mi permetto di giudicarla in questa maniera) dell'Assessore, un'attività che davvero non ha brillato, anzi, come si suol dire, ha fatto acqua da tutti i pori in questa legislatura.

Abbiamo provato a chiedere nel dispositivo finale, c'è una sollecitazione alla Giunta affinché a sua volta solleciti il CAL di surrogare il proprio rappresentante. Poi, certo il CAL, se avesse voluto, avrebbe surrogato, anche immediatamente, il membro del consiglio di amministrazione che ha ritenuto di doversi dimettere per le ragioni, oggettive o soggettive, di cui parlava il collega Gallus.

Veniamo ad alcune questioni di merito. Voi ci dite che non c'è alcuna preclusione da parte vostra a rispettare il dettato delle leggi, e ci mancherebbe altro che l'opposizione vi chiedesse di fare cose che vanno oltre i confini del dettato al quale dobbiamo obbligatoriamente attenerci. Assessore, non credo che all'opposizione spetti una virgola in più di quello che ci siamo presi; noi abbiamo il dovere di sollecitarvi il rispetto di quelle norme e sentiamo anche il dovere, la responsabilità, di dirvi di procedere al piano di stabilizzazioni. Su come farlo non è una materia di questa Aula, né della maggioranza, né dell'opposizione, è una materia che è trasferita al confronto tra la Giunta o l'Ente e le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori, non è una materia nostra.

Prendo atto che c'è una disponibilità da parte vostra, quello che mi sento di dire, Assessore, è questo: rimetta immediatamente in moto, mi si passi il termine, un meccanismo, in quelle relazioni, che ultimamente ha lasciato a desiderare. Sono convinto che se lei si preoccupa di mettere in essere, di rimettere in moto un meccanismo di corrette relazioni industriali, relazioni sindacali, credo che, nelle sedi dovute, deputate a esaminare queste problematiche, troverete un accordo oppure registrerete un dissenso nella chiarezza delle parti.

E' singolare che un uomo di esperienza come l'onorevole Giorgio Oppi, nel suo intervento (mi limito a una parte delle tante cose che ha detto) abbia affermato: "E' necessario ripristinare condizioni di diritto all'interno dell'Ente". Mi permetto di non aggiungere altro, perché c'è tutto in questa affermazione. Se un uomo dell'esperienza di Giorgio Oppi dice una cosa del genere, vuol dire che c'è qualche ragione per dire che è necessario ripristinare condizioni di diritto. Non dico altro, insomma, quindi invito, ovviamente, a essere consequenziali e coerenti, Assessore, con questa affermazione. E la invito anche, Assessore, se non si creano le condizioni per realizzare quanto diceva l'onorevole Oppi, a dirci anche chi è che impedisce che si ricreino quelle condizioni; mi sembra quasi di assistere a una discussione in cui un ente, in qualche maniera, rema contro l'affermazione di diritti ma, sentito l'ente, scarica questa responsabilità su altri. Allora, siccome noi non possiamo avere, Assessore, un'interlocuzione con l'Ente, perché risponde a lei e non all'opposizione in Consiglio regionale, la invito ad adoperarsi perché si ripristinino immediatamente queste condizioni. Una cosa è certa, Assessore, non me ne voglia, traspare anche dalla sua replica, dal suo intervento: noi siamo di fronte a un Ente allo sbando! Questa è la verità, è un Ente allo sbando!

Assessore, nel suo intervento, non ho colto poi linee di pianificazione e di programmazione dei compiti, insomma, che l'Ente, l'Assessorato, la Regione, la Giunta, attraverso l'Ente, deve attuare. Sono stati apprezzati alcuni interventi, del collega Mario Diana, del presidente Soru, sono d'accordo con questi apprezzamenti; in quegli interventi, tra le tante cose, non le cito tutte, si chiedeva all'Ente, quindi all'Assessore, di farsi carico per esempio di una sostituzione graduale anche delle specie autoctone, possono essere ulivi, noccioli, castagni, eccetera eccetera.

Infine, accetto l'invito a sospendere brevemente la seduta, vediamo quali correzioni suggerite e se restano dentro il senso di questa mozione.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Fois è rientrato dal congedo. Mi pare di capire che sia necessaria una breve sospensione. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 31, viene ripresa alle ore 13 e 05.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, c'è una proposta di emendamento orale con cui si sostituisce integralmente la parte sull'"impegna" e, dopo una richiesta di votazione per parti, sulle premesse. La proposta è la seguente: "Impegna la Giunta regionale: 1), a presentare entro 60 giorni una proposta di modifica della legislazione vigente che consenta anche un ulteriore sviluppo dell'attività economica e sociale che disciplini modalità di nomina che garantiscano l'efficienza dell'ente; a vigilare sulle nomine dei dirigenti intervenendo al fine di eliminare gli atti illegittimi e/o inopportuni o che comportino aumento di spesa (nel testo, dopo "inopportuni" e prima del "che" è saltata la "o"); 3), nelle more di approvazione del progetto di riforma, a sollecitare il CAL affinché provveda a nominare il nuovo consigliere di amministrazione; 4), a valutare la possibilità, alla luce della vigente legislazione, di procedere a nuove procedure concorsuali e a valutare la possibilità, anche tramite idonei interventi legislativi, a procedere alle stabilizzazioni del personale; 5), a intervenire sul Cda affinché avvii un corretto confronto con le organizzazioni sindacali anche al fine di assicurare il rispetto della disciplina contrattuale.".

Per quanto riguarda invece la richiesta di votazione per parti si chiede che venga votata unitariamente la premessa, poi il "verificato che", il primo alinea, mentre invece votazione separata da "ai dipendenti dell'ente" sino a "ritenuto che", che può essere...

PRESIDENTE. Non ho capito, mi scusi, onorevole Steri.

STERI (U.D.C.-FLI). "Premesso che" tutto, "verificato che" il primo alinea e "ritenuto che" tutto. Votazione separata per il secondo alinea di "verificato che" e per il "constatato".

PRESIDENTE. Il "constatato" e il secondo alinea li possiamo votare insieme?

STERI (U.D.C.-FLI). Sì, certo.

PRESIDENTE. L'onorevole Steri ha chiesto due votazioni. La prima che riguarda insieme il "premesso", il "verificato che" relativamente al primo trattino e il "ribadito che". Sono oggetto di una successiva votazione invece "ai dipendenti dell'Ente foreste" ossia il secondo trattino del "verificato che" e il "constatato che". Ovviamente il dispositivo si vota insieme a "premesso che". E' chiaro?

Prego i colleghi di prendere posto. Procediamo alla votazione per parti della mozione. E' stata chiesta la votazione nominale. Riassumo che cosa stiamo votando, poi darò la parola per le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione il "premesso che", "verificato che" relativamente al primo trattino, "ribadito che" e "impegna la Giunta regionale".

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Annuncio il mio voto a favore della mozione ma rimarco una caduta di stile da parte dell'Assessore nel suo intervento. Una caduta di stile con affermazioni anche inesatte perché, quando lei, Assessore, decide di sostituire l'ex Presidente dell'Ente foreste e lo fa facendosi nominare responsabile del procedimento dalla stessa Giunta perché il suo direttore generale sicuramente non voleva firmare e lei si prende anche la responsabilità di quella firma come responsabile del procedimento, mi chiedo se non venga da lontano questo problema del così tanto combattuto Presidente dell'Ente foreste! Lei ha parlato di delibere, di questo delirio del Presidente di prendere delibere d'urgenza motu proprio. Allora, quelle delibere sono state ratificate tutte dal consiglio di amministrazione, guarda caso, tranne una, l'anno scorso, quella che riguardava la nomina del dirigente del servizio proprio di Tempio e, se non sbaglio, lei da quelle parti arriva Assessore. Guarda caso fu ripresa quest'anno dal consiglio di amministrazione al suo completo (va bene?) e approvata da quel consiglio di amministrazione con lo stesso nominativo fatto con quella cosiddetta delibera d'imperio. Credo che questo sia un po' quello che a lei ha disturbato, nominare in casa sua una persona a lei non gradita, forse, pur avendo i requisiti, pur avendo tutti gli elementi per essere nominata.

Voglio ricordarle, Assessore, che lei ha consentito di rinnovare il contratto al direttore generale, che non ha i requisiti, per un altro anno pur avendo, un dirigente dal suo interno, fatto domanda esplicita di partecipare alla nomina di direttore generale risparmiando e facendo risparmiare all'Ente foreste 150 mila euro, ripeto, 150 mila euro, visto e considerato che di soldi ce ne sono pochi!

Allora, prima di scendere di livello e di fare un intervento come quello che lei ha fatto, la prossima volta resti più in equilibrio e forse ne uscirà con più dignità!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Esprimo il voto favorevole chiaramente, sono secondo firmatario della mozione, e dico all'assessore Biancareddu che non sono soddisfatto di quello che ci ha detto soprattutto in alcune parti del suo intervento. Io ho fatto una denuncia vera e propria su come avvengono alcuni procedimenti all'interno dell'Ente foreste in capo a qualche componente del consiglio di amministrazione e vorrei, lo chiedo ufficialmente, una verifica su queste cose, perché stanno succedendo delle cose gravissime; credo che sia dovere suo come Assessore effettuare un'attentissima verifica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Intervengo per chiederle semplicemente, Assessore, di mettere a disposizione del Consiglio il testo relativo all'ispezione disposta dalla Giunta sull'Ente.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, poiché è intervenuto per dichiarazione di voto, dichiari il suo voto.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Favorevole.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.

BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Intervengo solo per dire, in risposta alle ulteriori contestazioni che mi sono state sollevate dall'amico Sanna, che io mi sono limitato a dire le cose che si possono dire, perché ce ne sono tante di cose da dire che, proprio per stile, ho omesso, cose che ho detto al Presidente a tu per tu, non sono avvezzo a fare provvedimenti perché mi alzo la mattina con la luna storta.

Per quanto riguarda Tempio, lei pensi che io ho un compagno di scuola e di banco che è laureato in agraria e che avrà pensato che, col compagno di scuola Assessore dell'ambiente, poteva aspirare a diventare direttore di servizio, non lo diventerà mai perché l'Assessore ha detto che ci vogliono i dirigenti, non i compagni di merenda e gli amici di partito come hanno nominato!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, non volevo intervenire, ma sicuramente intervengo per difendere l'operato della Giunta perché, se operazione è stata fatta, quella di rimuovere il Presidente dell'Ente foreste, credo che operazione migliore non si potesse fare. Ne sono testimone per quanto riguarda il mio comune, sono stato citato davanti al TAR e non solo, anche querele, non riguarda solo il comune di Orosei ma anche tanti altri comuni. Se questo è l'atteggiamento di un ente che si dovrebbe proporre con i comuni in piena collaborazione e invece si dichiarano le guerre, dico che operazione migliore non poteva essere fatta! Voto favorevolmente.

PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte della mozione numero 270.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 64

astenuti 2

maggioranza 33

favorevoli 64

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione della seconda parte della mozione, dal secondo trattino del "verificato che" a tutto il "constatato che".

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GICOMO (P.S.d'Az.). Assessore, vedo che lei non perde l'abitudine e mi sembra strano. Lei sa meglio di me che, dentro l'Ente foreste, come in altri enti che ci riguardano più direttamente, ci sono i revisori dei conti; dopo tutte quelle accuse che avete messo per iscritto e non avendo avuto traccia alcuna delle stesse accuse, non c'è stato un rigo da parte dei revisori dei conti che abbia manifestato tutto ciò che lei ha detto in quest'Aula. Allora mi chiedo: o è falso ciò che fanno i revisori dei conti oppure di falsità ce ne sono tante da altre parti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anticipo ovviamente la dichiarazione di voto favorevole anche su questa parte. Approfitto per ribadire quanto ho detto replicando all'Assessore, questo confronto all'interno della maggioranza o della ex maggioranza sta a dimostrare quanto abbiamo detto, cioè che sull'Ente, sin dal primo giorno di questa legislatura, si sono trasferite le divisioni del centrodestra e quelle divisioni sono state foriere del blocco, dell'inconcludenza e del fallimento, in questa legislatura, in queste politiche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, intervengo solo per fare un sommesso invito ancora una volta agli amici Riformatori perché si proceda al commissariamento anche dell'ente strumentale più importante della Regione Sardegna. Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, annuncio su questa parte il nostro voto contrario in quanto riteniamo che il consiglio di amministrazione, nel fare quelle trattenute, abbia eseguito una norma di legge, fermo rimanendo che valuteremo la possibilità di intervenire in via legislativa. Mi corre però l'obbligo di precisare che qua non c'è un conflitto tra centrodestra o centrosinistra o all'interno del centrodestra, c'è un problema di funzionalità dell'Ente foreste che avrebbe richiesto un intervento legislativo immediato che non c'è stato. Tant'è vero che c'è stata, da parte dei revisori, una serie di rilievi addirittura sino a contestare il consiglio di amministrazione rendendo difficoltoso il loro operato. In questa situazione, l'unica soluzione della questione (che sia centrodestra o centrosinistra) non può che essere una riforma organica dell'Ente, riforma organica che assicuri comunque la presenza dei rappresentanti del CAL.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, non perché sono stato chiamato in causa in quanto componente del Gruppo dei Riformatori sardi, confermo la nostra volontà assoluta di arrivare alla nomina di un solo amministratore anche in quell'Ente, ma il ragionamento va più in là. Non avrei presentato questa mozione, avrei presentato qualche altra mozione, perché non è il fatto di vedere battibecchi in Aula su posizioni più o meno contrastanti di ante o post momento di gestione della Giunta regionale. Credo che sia un argomento molto più serio, è quello di vedere come funziona questo ente e non solo per responsabilità degli amministratori di oggi, di ieri e di avantieri. Ho sentito parlare di miele, cosa che è buona, dolce, vorrei vedere dov'è venduto, dove si trasferisce questo miele, questo nettare! Vorrei capire quali sono i guadagni e le opportunità che vengono da quell'Ente e da quella struttura immensa che ha quell'Ente. Queste sono le cose che dovremmo affrontare veramente e fare una riforma seria di questo Ente anziché, ancora una volta, attardarci su mozioni, ordini del giorno e così via che non risolvono certamente i problemi di occupazione e di sviluppo per la Sardegna.

Già che ci sono, voglio dire che probabilmente sarebbe il caso di fare una riflessione seria su tutte le politiche sociali e su come vengono applicate. Se un ente è un ente, funzioni come ente, ma le politiche sociali vengano lasciate a chi ha veramente bisogno. Ancora una volta si fa la differenza tra quelli che sono dentro il castello e quelli che sono fuori e che non hanno manco una lira! Ancora una volta ci dimentichiamo dei giovani e dei disoccupati e parliamo di che cosa? Di bisticci e beghe all'interno di un ente! Di sostituire o non sostituire altro! Sappiamo qual è la produttività di quell'ente, conosciamo che cosa fanno; siamo capaci di realizzare, all'interno di questo nostro Consiglio regionale, la prospettiva per un popolo sardo, di cui tanto ha parlato l'onorevole Soru, uno di quelli (insieme a Palomba) che ha fatto le modifiche di questo Ente e che non ha certo portato a bene. Vorrei che qualcuno rileggesse con attenzione le modifiche di allora. Quali sono le prospettive, ripeto, per i giovani che hanno bisogno di entrare nel mercato del lavoro? Brutta parola questa! O vogliamo ancora una volta accontentarci di tenere...

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo solamente per segnalare all'Aula il paradosso che, su un tema così delicato e complesso, in cui ci sono differenze anche sembrerebbero insanabili con accuse al vetriolo, si arriva poi in quest'Aula al voto unanime. Mi sottraggo a questo gioco.

Dico che è necessaria una riforma complessiva di questo Ente (ma anche di tanti altri enti regionali) e che la misura politicamente più rilevante di fronte ai problemi dell'Ente foreste sarebbe stata (ho sostenuto la proposta fatta dal Capogruppo di SEL di commissariare) di dare un segnale commissariando l'Ente foreste: questo non si è voluto fare!

Siccome un ordine del giorno o una mozione non si nega a nessuno, mi sottraggo a questo gioco e dico semplicemente che, su questo aspetto, interverremo chiaramente quando ci saranno segnali veri di riforma, perché l'unico dato certo è che non si può continuare a gestire in questo modo un ente che impegna le risorse che impegna l'Ente foreste, in un settore talmente delicato e importante, anche per lo sviluppo della Sardegna, qual è la gestione delle foreste.

Siccome ci sono trasversalità enormi in questo settore, nel presente e nel passato, mi permetto di sottolineare il mio dissenso rispetto al metodo di gestire questo problema e l'unica cosa che posso fare è continuare a esprimere il mio personalissimo voto di astensione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte della mozione numero 270.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Porcu ha votato a favore e che la consigliera Lunesu ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Porcu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Stocchino.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Diana Mario - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 61

astenuti 4

maggioranza 31

favorevoli 28

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

La Conferenza dei Presidenti di Gruppo è convocata questo pomeriggio alle ore 16.

La settima Commissione è convocata domani mattina, mercoledì 24 luglio, alle ore 9 e 30.

Il Consiglio è riconvocato domani mattina, mercoledì 24 luglio, alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 13 e 26.