Seduta n.66 del 27/11/2009 

LXVI Seduta

Venerdì 27 novembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 25.

ZUNCHEDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 14 ottobre 2009 (58), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Renato Lai, Valerio Meloni, Franco Mula, Eugenio Murgioni, Teodoro Rodin, Giacomo Sanna e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 novembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Dedoni sulle merci in ingresso nella Regione Sardegna". (39) (Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

"Interrogazione Amadu sulla necessità di sbloccare la movimentazione del bestiame del nord Sardegna verso altre aree del territorio nazionale". (67)

(Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

"Interrogazione Petrini sulla istituzione della Consulta regionale della disabilità, prevista dalla legge regionale 30 maggio 2008, n. 7". (108)

(Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

"Interrogazione Bruno - Uras - Salis - Espa - Caria - Mariani - Meloni Valerio sulla legittimità delle procedure di commissariamento delle aziende sanitarie e di nomina dei commissari". (128)

(Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

"Interrogazione Lai - Diana Mario sulle direttive relative alla movimentazione sul territorio regionale degli animali sensibili al Blue tongue virus (BTV) della Provincia Olbia-Tempio". (129)

(Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

"Interrogazione Ben Amara - Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo sullo stato di conservazione degli edifici scolastici della Sardegna e sull'applicazione delle misure di sicurezza e prevenzione all'interno delle scuole". (166)

(Risposta scritta in data 24 novembre 2009.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

ZUNCHEDDU, Segretario:

"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione delle rappresentanze delle province dal Comitato regionale per lo sport". (158)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione delle risorse destinate dalla legge regionale n. 3 del 2009 alla valorizzazione e potenziamento del sistema aeroportuale minore". (159)

"Interrogazione Cuccureddu - Floris Mario - Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di inserire la Sardegna fra le sedi abilitate per sostenere l'esame per l'ottenimento della certificazione delle competenze della gente di mare in materia di primo soccorso sanitario e di assistenza medica a bordo di navi mercantili, decreto ministeriale 25 agosto 1997 e successive modificazioni (G.U. n. 215 del 15 settembre 1997)". (160)

"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle leggi vigenti in materia di trasporto pubblico non di linea nella parte relativa alle competenze regionali per la redazione dei criteri per l'istituzione del ruolo". (161)

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Caria, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione inerente il Consorzio di bonifica della Gallura e sull'attività di controllo, vigilanza e tutela, dei consorzi di bonifica, posta in capo all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale". (162)

"Interrogazione Locci - Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi dello stabilimento Alcoa di Portovesme". (163)

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sull'apertura del centro territoriale di dialisi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza". (164)

"Interrogazione Vargiu - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure di attuazione del bando per gli interventi di sostegno pubblico alle imprese". (165)

"Interrogazione Ben Amara - Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di conservazione degli edifici scolastici della Sardegna e sull'applicazione delle misure di sicurezza e prevenzione all'interno delle scuole". (166)

"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata stabilizzazione dei 21 manovratori della metropolitana leggera di Cagliari". (167)

"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata presa in considerazione di includere anche i lavoratori ex Scaini nell'accordo del 2 novembre 2009 che ha dato il via libera al reinserimento lavorativo degli ex dipendenti Legler". (168)

"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi del comparto zootecnico". (169)

"Interrogazione Cucca - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla precaria situazione sanitaria che si starebbe vivendo all'interno della Scuola media V. Alfieri di Cagliari". (170)

"Interrogazione Capelli - Biancareddu - Milia - Obinu - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla illegittimità della determinazione n. 120/2009 del 3 novembre 2009, assunta dal commissario straordinario dell'Agenzia LAORE". (171)

"Interrogazione SOLINAS Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione n. 41/9 dell'8 settembre 2009 della Giunta regionale avente per oggetto "Interventi a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna, per il sostegno dell'Autonomia organizzativa e didattica, per interventi contro la dispersione scolastica". (172)

"Interrogazione Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu - Ben Amara, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata applicazione dell'articolo 21 della legge regionale del 23 agosto 1995, n. 20, concernente la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari". (173)

"Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione del piano di azione per il superamento del digital divide e sulla mancanza di copertura ADSL nelle borgate agricole di Sassari". (174)

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul dubbio possesso dei requisiti di nomina del direttore sanitario e sulla possibile condizione di incompatibilità del commissario dell'ASL n. 5 di Oristano". (175)

"Interrogazione Porcu, con richiesta di risposta scritta, sulla illegittimità della determinazione n. 7413/494 del 21 ottobre 2009 con la quale sono state approvate e pubblicate le graduatorie relative alla valutazione di merito delle proposte presentate a valere sul bando "Pubblica selezione per il conferimento di borse di ricerca destinate a giovani ricercatori"". (176)

"Interrogazione Cucca - Cuccu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sul mancato rispetto dell'accordo di programma relativo al Progetto Supramonte". (177)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

ZUNCHEDDU, Segretario:

"Interpellanza Lotto - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu - Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zedda Massimo in merito alla norma che prevede l'inquadramento del personale dell'ARAS nell'agenzia regionale LAORE". (52)

"Interpellanza Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Solinas Christian, sugli interventi immediati finalizzati al rinnovo di tutti i contratti a termine, flessibili e/o atipici in essere presso l'ARPAS e all'elaborazione dei necessari piani di stabilizzazione del personale precario". (53)

"Interpellanza Diana Giampaolo sulla disdetta dell'accordo inerente la stabilizzazione degli operatori tranviari della metropolitana leggera di Cagliari". (54/C-4)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla mancata nomina dei componenti di indicazione politica e dei due componenti in rappresentanza dei docenti e degli studenti nel consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari". (55)

"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di dare urgente attuazione all'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009". (56)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, innanzitutto chiedo dieci minuti di sospensione, ma approfitto anche per chiederle che il Presidente della Regione riferisca, secondo quanto stabilito nell'ordine del giorno seguito alla mozione sulla Sassari-Olbia, sulla delibera CIPE relativa ai fondi FAS. Quindi, pregherei di inserire queste dichiarazioni nell'ordine del giorno odierno o in quello di martedì.

PRESIDENTE. Prima di sospendere i lavori, essendo già trascorsi 35 minuti dall'orario previsto per l'inizio della seduta, pregherei i Capigruppo di richiamare i consiglieri in Aula. Convoco una Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 35, viene ripresa alle ore 11 e 23.)

Continuazione della discussione generale congiunta del Programma regionale di sviluppo 2010-2014 (DOC. 9/A) e dei disegni di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A) e "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 e

bilancio pluriennale per gli anni 2010-2013" (77/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale congiunta del documento 9/A e dei disegni di legge 76/S/A e 77/A. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, in questi giorni sono avvenuti dei fatti che ci devono far riflettere, come deve farci riflettere anche la relazione che è stata presentata dal Presidente della Commissione bilancio, Maninchedda. Avantieri, quindi parliamo di due giorni fa, oltre 150 sindaci, quindi rappresentanti delle realtà locali dei nostri territori, e rappresentanti anche delle differenze politiche che i territori esprimono, quasi di forza si sono insediati sui banchi del Consiglio regionale, manifestando con ciò il gravissimo disagio di chi non può dare nessuna concreta risposta per alleviare i drammi occupazionali e sociali dei propri cittadini.

I sindaci denunciano la sottrazione di 110 milioni di euro di fondi ai comuni, con il conseguente aggravio della già precaria situazione finanziaria dei loro territori e delle loro popolazioni. Questa situazione, voluta dai tagli previsti da questa finanziaria 2010, di certo non può essere alleviata da falsi aumenti di percentuali di fondi, di cui è stato detto in questa sede due giorni fa. Pertanto, la legittima richiesta dei Sindaci di poter sforare il patto di stabilità, quindi di poter allentare la morsa del patto sui bilanci comunali, modificandone le regole e adeguando il fondo unico degli enti locali all'incremento delle entrate fiscali, di fatto, a oggi, non è stata presa in considerazione da questa Giunta.

Personalmente ritengo che tale richiesta sia politicamente legittima, in quanto la spesa pubblica è sicuramente un volano reale per la ripresa dell'economia nei singoli territori, con la creazione di occupazione e sviluppo per i cittadini e per i territori stessi. L'appello alla responsabilità del Presidente della Commissione bilancio, così come le promesse da marinaio, che non si negano mai a nessuno, fatte dalla Presidente del Consiglio, Lombardo, su prossime audizioni dei Sindaci prima della approvazione della finanziaria, rappresentano la resa delle istituzioni della cosiddetta autonomia sarda ai diktat de "is meris istrangius", mi riferisco a Berlusconi e Tremonti che, come al solito, possono impunemente disattendere i patti contenuti nell'Intesa Stato-Regione, protetti politicamente dai loro proconsoli e dalle loro truppe coloniali.

Mi riferisco ai trasferimenti di risorse (372 milioni di euro) che nel 2006 vennero concordati come incremento provvisorio a favore della nostra terra. Invece i trasferimenti alle Regioni a Statuto speciale destinati alla Sicilia e alla Valle d'Aosta, misteriosamente, hanno avuto un incremento a fronte del decremento riservato a noi sardi. Ma, sarà un caso!… Le dichiarazioni dal Presidente della Commissione bilancio e dell'assessore La Spisa rese in Aula esprimono una totale sudditanza, politicamente parlando, ai voleri del Governo italiano di centrodestra; non dimentichiamo che gli onorevoli che ho citato, con i partiti che essi rappresentano, solo alcuni mesi fa hanno votato tutti insieme appassionatamente il simbolo "Berlusconi Presidente", insieme a Cappellacci, il quarto moschettiere, come nei romanzi di Dumas sono fedeli al servizio del Re e della Regina.

Da mesi stiamo assistendo al lento e inesorabile tracollo delle nostre economie tradizionali, agricole e pastorali, senza che l'istituzione regionale si impegni concretamente a trovare soluzioni immediate e di prospettiva.

Il precariato, specialmente nel settore scuola (e l'istruzione è un diritto fondamentale per l'emancipazione di un popolo), è falcidiato dai tagli e dai fulmini della Gelmini, appoggiata con operazioni maldestre, tanto per cambiare, dall'assessore Baire che scarica i costi dei tagli italiani sulla Regione Sardegna. Ogni giorno assistiamo al grido disperato di richiesta di lavoro e di difesa dell'occupazione che viene dagli operai, vittime della cosiddetta industrializzazione della Sardegna, e di multinazionali e imprenditori spregiudicati, rapinatori di risorse umane e di denaro erogato allegramente dalle istituzioni statali e regionali, senza nessun reale controllo e garanzie di permanenza e di occupazione nei nostri territori.

Il caso Equipolymers di Ottana è un esempio che grida vendetta e assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche. Se questo scippo fosse stato compiuto da un normale cittadino, su scala chiaramente ridottissima, sicuramente lo avrebbero arrestato. I lavoratori dell'Alcoa di Portovesme ieri, grazie alla mobilitazione compatta che c'è stata e che ha coinvolto i territori e le istituzioni, hanno ottenuto un provvisorio successo, che va vigilato e difeso strenuamente, rimettendo in discussione fra le varie cose le servitù energetiche e i loro costi.

Ora è chiaro che in veste di cittadina e di rappresentante delle istituzioni non posso esimermi dal denunciare il fatto che i problemi occupazionali e sociali vengono affrontati dallo Stato italiano sempre più spesso come problemi di ordine pubblico - abbiamo assistito anche a una carica dei precari nel comune di Cagliari, per dire, senza parlare di Roma - creando in tal modo ulteriori ostacoli alla risoluzione sociale dei conflitti e creando ulteriore esasperazione e spirali sociali non controllabili.

Ma, parlando di bilancio, adesso io non voglio ricordare la sottrazione dei fondi FAS a favore del Nord, sempre a opera di Tremonti e Berlusconi, di cui è anche inutile parlare visto che questo fatto è assolutamente sotto gli occhi di tutti. La Giunta della Regione autonoma della Sardegna non ha perso occasione per manifestare la sua totale mancanza di autorevolezza e di autonomia rimarcando una sudditanza totale ai diktat romani e abbandonando cinicamente i sardi alla deriva una volta ottenuti i voti.

Il movimento dei Rosso Mori, che nasce per ribadire la tradizione progressista del sardismo e che vede in un processo condiviso di sovranità e autodeterminazione l'unica prospettiva per la costruzione di un reale processo di indipendenza, non può che sorridere di fronte a chi maldestramente, ma ribadendo il ruolo di guardiano della vigna altrui, risolve questi processi di crisi con appelli alla ragionevolezza - quello che è successo due giorni fa - quindi voli pindarici su un'indipendenza parolaia e ingannevole, non mettendo realmente in discussione nessun quadro politico, senza riconoscere alcuna responsabilità alla gestione della crisi a opera di Tremonti e Berlusconi con il massimo sostegno in Sardegna della Giunta Cappellacci, di cui esso stesso è parte integrante e valido sostegno, visto pure il suo ruolo di Presidente della Commissione bilancio.

Dico che intanto noi continuiamo pure a parlare di aria fritta in questa sede per prendere in giro la nostra gente e tutto ciò si sta consumando mentre si sta delineando, in tempi purtroppo drammaticamente anche brevi, uno scontro sociale senza precedenti qui in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. La richiesta deve essere sostenuta da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Locci, Mariani, Stochino e Uras risultano presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessi' - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire con i nostri lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Non essendo presente in aula, decade.

E' iscritto a parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, proseguiamo la discussione in un'Aula un pochino distratta, nonostante si tratti di un argomento di cui comprendiamo tutti l'importanza; e proseguiamo questa discussione all'indomani di un evento importante che ha avuto luogo ieri a Roma, che ci ha riguardato tutti, massimamente chi ha partecipato - io non c'ero -ma che ha colpito anche chi è stato a casa: la concretezza, l'urgenza dei fatti veri, delle cose che accadono e che pongono in una luce diversa anche le nostre tante parole in quest'Aula.

Le parole, questa discussione sulla legge finanziaria, calano, come è stato già detto, in un momento abbastanza terribile per questa regione e, al di là delle parole, i tanti numeri su cui ci confonderemo, su cui è difficile non perdere a volte il senso delle cose, anche per la pochezza dei documenti che vengono consegnati.

Mi chiedo perché, ad esempio, questo documento piuttosto chiaro, stampato con una tinta azzurrina e concernente la "Presentazione della manovra finanziaria 2010", non sia arrivato ai consiglieri come accadeva negli anni scorsi. Io l'ho cercato sul sito, non l'ho trovato, con qualche difficoltà l'ho avuto stamattina; averlo prima mi avrebbe aiutato a chiarire, mi avrebbe aiutato a comprendere.

Allora, al di là delle parole credo che contino i fatti e forse vale anche la pena di iniziare a considerare i fatti accaduti in Sardegna fino adesso, in questi primi dieci mesi di legislatura. Una volta mi regalarono un libro dal titolo: "Lasciamo parlare le opere"; non l'ho letto tutto, ne ho letto poco, però il titolo era importante: "Lasciamo parlare le opere". Se guardiamo alle opere in questi primi mesi non abbiamo di che confortarci tanto. Ci è stato scippato un G8, che non è solamente uno slogan, un nome, una sigla, era una quantità di denaro e una quantità di lavori, una quantità di opere, una quantità di cose che avrebbe aiutato il sistema delle infrastrutture della Sardegna e che avrebbe dato del lavoro a delle persone.

In poco tempo c'è stato scippato un G8, ci sono state scippate le opere conseguenti; c'è stato proposto un bilaterale con la Spagna in cui si è parlato di trasporto marittimo e di grandi vie mediterranee a cui non siamo stati invitati a partecipare, mentre è di una settimana fa la cancellazione da parte della Tirrenia della linea Arbatax-Olbia-Genova, senza colpo ferire.

Ci sono state cancellate una serie importante di cose in questi mesi, senza aver visto una Regione forte, che si sia contrapposta in maniera autorevole. Abbiamo visto cancellare progetti per Arbatax, un piano di risanamento e di riconversione industriale, sentiamo parlare di Equipolymers che chiude, abbiamo visto a cosa sono servite le promesse di Scajola su Porto Torres e la Vinyls e di Sartor, a cui veniva affidata la chimica italiana. Abbiamo visto a cosa stanno servendo le promesse sull'Eurallumina di Portovesme; e speriamo tutti vivissimamente, invece, che vengano mantenute finalmente per l'Alcoa, ma non è facile credervi.

Vorrei dire che mi associo alle parole dell'ex presidente Mario Floris, di cui ho apprezzato l'intervento. Non ho mai avuto la fortuna di assistere a un intervento così moderato sulle cose che abbiamo fatto nei cinque anni passati. Ha detto una cosa che vorrei dire anch'io: non vale la pena di iniziare ogni volta da zero, cancellare totalmente il passato, non utilizzare per quello che è utilizzabile il lavoro che gli altri hanno svolto, perché pagano i sardi. E allora, nel discutere di Programma regionale di sviluppo, forse poteva essere valorizzato un lavoro che l'amministrazione regionale innanzitutto, insieme all'amministrazione dello Stato, insieme a tutti noi ha fatto negli anni passati.

Un lavoro che ha riguardato mille documenti, ha riguardato la programmazione nazionale che ha chiesto la compilazione di documenti strategici regionali per la compilazione di un documento strategico nazionale, per la formazione di un Quadro strategico nazionale che è alla base delle politiche comunitarie per il periodo 2007-2013. E' stato chiesto, è stato compilato un documento unitario di programmazione, per la prima volta nella storia di questa Regione dove tutto è ben dettagliato secondo i paletti chiari, gli indirizzi precisi, a cui nessuno potrà derogare, della programmazione nazionale sulle cose da fare in Sardegna e con quali risorse. Avremmo risparmiato del tempo forse se questi documenti fossero stati letti e utilizzati.

Sulle risorse, vi inviterei a difendere con maggiore forza e con maggiore efficacia le risorse che stanno alla base di quei documenti come di qualunque altro documento, fondi FAS regionali e fondi FAS nazionali. I fondi FAS regionali ammontano a 2 miliardi e 278 milioni di euro, noi non abbiamo avuto ancora disponibilità di un solo euro perché, pur essendo stata la prima Regione a presentare il programma FAS al Governo, la Giunta non ha sostenuto la necessità di approvare il programma e quindi di rendere immediatamente disponibili le risorse; e oggi siamo una delle poche Regioni che non ha ancora il programma FAS approvato.

Quindi, altro che chiacchiere come a volte leggiamo sui giornali: "Ma i soldi per la Sassari-Olbia arriveranno, ce li ha promessi...", esistono delle norme chiare, precise, ci sono i fondi FAS, occorre approvare il programma, l'abbiamo presentato per primi, lo avremo approvato per ultimi. E saranno sempre 2 miliardi e 278 milioni, non ci sarà nessuno che ne farà un po' di più o un po' di meno. E' una legge dello Stato. Peccato che nel recente CIPE si sia parlato ancora di altri programmi ma non del nostro e non c'è nessun segnale che verrà approvato successivamente; due miliardi e 278 milioni.

Come sappiamo i fondi FAS nazionali, che si pensava sarebbero stati poi distribuiti secondo la stessa percentuale tra le altre regioni, seppur attraverso gli APQ, attraverso gli accordi con lo Stato, sono stati di fatto cancellati e quindi altri 2 miliardi e 200 milioni di euro circa non li avremo.

Però, ancora i piani vivono di risorse; in questo documento chiaro, semplice ma leggibile che avete prodotto c'è scritta una cosa semplice che apprezzo, finalmente. Dite che la riforma dell'articolo 8 comporta a decorrere dall'anno 2010, quindi l'anno in cui discutiamo, un differenziale positivo rispetto al vecchio regime di circa un miliardo e 600 milioni di euro, in realtà sono un miliardo e 800 milioni; ma c'è scritto chiaramente che quella riforma, alla cui elaborazione mi onoro di aver partecipato insieme a tantissimi di voi, comporta un differenziale positivo rispetto al vecchio regime di un miliardo e 600 milioni. Se lo confrontiamo con quanto valgono i fondi FAS, 2 miliardi e 278 milioni in sette anni, se ne dovrebbe comprendere la dimensione e il valore.

E allora facciamo in modo che non sia un altro G8, facciamo in modo che non siano altri fondi dell'aeroporto di Olbia, facciamo in modo che non sia un altro giochino di parole, facciamo in modo che un diritto conquistato da questa Regione non venga trasformato con un favore eventualmente reso fra qualche mese. Per cinque anni abbiamo cercato, tra tante difficoltà, di asserire se non l'indipendenza almeno l'indipendenza di giudizio di questa Regione, almeno l'indipendenza di pensiero chiaro di questa Regione, almeno abbiamo portato avanti sempre, a testa alta, gli interessi di questa Regione prima di qualunque cosa.

Così non è accaduto in questi 7-8 mesi, così non è accaduto con i fondi FAS, così non è accaduto con diverse attività già avviate, facciamo in modo che non accada anche con queste risorse regionali perché valgono ogni anno quasi quanto i fondi FAS per sette anni. Per semplicità di tutti ricordo che i fondi POR, tutti i fondi FESR, quelli per l'agricoltura, i PSR in totale per sette anni valgono 3 miliardi e 600 milioni, vuol dire che la riforma dell'articolo 8 vale ogni anno la metà dei fondi.

Questa è la responsabilità davanti a cui tutti noi e la Giunta regionale siamo in questo momento, cioè ce li vogliamo far scippare, vogliamo che siano trattati come è stata trattata la Sardegna in questi 10 mesi, o sono un punto fermo senza ritorno? Almeno su questo possiamo mettere un punto fermo e dire: rispettate le leggi o ce ne andiamo a casa! Rispettate le leggi e non fate trucchi, e non tirate fuori parole al vento tipo: manca una norma di attuazione! La norma di attuazione non è mancata in questi ultimi tre anni in cui questa legge è stata già attuata, la norma di attuazione non è servita per attuare la riforma, che venne fatta all'epoca del presidente Mario Floris, dello stesso articolo.

Non facciamo giochi di parole. C'è un punto fermo da cui non ci muoviamo, da cui la nostra dignità non si muove neanche di un centimetro, c'è un punto fermo nell'interesse dei sardi che, al di là dei giochi di parole, è il momento di far vedere. Se questo miliardo e otto, non un miliardo e sei, come voi scrivete e vi consiglio di pubblicarlo, di darlo a tutti con la trasparenza a cui vi avevamo abituato negli anni passati, non ci sarà, io credo che voi vi dovrete dimettere. Questa è l'unica cosa che potremo fare tutti quanti per dare un segnale, poi magari vincerete di nuovo, va bene, ma almeno per far rispettare le leggi e per far rispettare i diritti acquisiti per questa Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. La richiesta deve essere sostenuta da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Caria e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 51 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire i nostri lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, signori Assessori, signori consiglieri, il mio sarà un intervento brevissimo fatto solo per rimarcare che in questo momento parte effettivamente, autonomamente l'azione della nuova Giunta. Azione della nuova Giunta che non si è potuta esplicare pienamente con la legge finanziaria precedente, anche se già in quell'occasione vi erano stati alcuni segni di volontà di intervento in alcuni settori; in particolare in altri discorsi sono state segnalate numerose norme innovative introdotte in quella sede.

Basti pensare alle norme sui cantieri forestali nelle zone industrializzate; ma particolarmente rilevante, perché segna un cambiamento totale della politica, è la norma sulla trasformazione della SFIRS in società in house della Regione. Noi eravamo abituati a una gestione del potere economico Banco di Sardegna, CIS, SFIRS, saltati il Banco di Sardegna e il CIS è rimasta la SFIRS, a cui è stato dato un nuovo modello di organizzazione.

Si è detto incidentalmente che sarebbe utile che, in una prossima occasione, l'Assessore riferisse esattamente sulla vicenda delle dismissioni del Banco di Sardegna e del CIS. Ricordo che soprattutto la dismissione del Banco di Sardegna a suo tempo aveva suscitato notevoli dubbi, in riferimento alla compatibilità con le norme comunitarie, per le modalità privatistiche con le quali era stata effettuata; sarebbe comunque utile sapere quanto la Regione ha ricavato dalla dismissione del Banco di Sardegna.

A parte questo, che è un problema che comunque dovrà essere affrontato entro breve tempo, in questo momento partiamo con nuovi strumenti finanziari previsti dalla legge del 2006; in particolare c'è il nuovo Programma regionale di sviluppo. Programma regionale di sviluppo in cui, secondo me, è essenziale richiamare l'attenzione sul titolo: "La persona prima di tutto. Lo sviluppo nasce dall'io".

E' un titolo estremamente significativo sia per come è sviluppato, sia per quanto di implicito questo titolo richiama. Infatti la persona ormai è considerata, alla luce dell'attuale Carta costituzionale, come un punto essenziale e imprescindibile dello sviluppo, tant'è che è stata configurata da taluno anche come diritto della personalità. Il rapporto tra la persona e la società è al fondo delle svariate metodologie e ideologie che si sono sviluppate nel tempo. Fondamentalmente è proprio della metodologia liberale l'affermare che la persona umana è una persona che, con tutti i suoi egoismi, vive in una società e che comunque, all'interno di questa società, deve temperare questi egoismi.

E' questo il messaggio della metodologia liberale - non accettato da altre dottrine tipo quella marxista, che pongono più l'attenzione sull'aspetto "società" che sull'aspetto "persona" - che è stata recepita anche dalla nostra Carta costituzionale. La Carta costituzionale ha accolto questa metodologia venandola del solidarismo cattolico. Solidarismo cattolico che è la base della Carta costituzionale del '48, è la base di tutti gli accordi e anche della solidarietà nazionale che si è sviluppata nel corso degli anni passati a livello nazionale, appunto.

Con l'affermazione "la persona prima di tutto" noi stiamo dicendo che vogliamo richiamarci alla Carta costituzionale, vogliamo richiamarci al solidarismo cattolico di cui è una chiara espressione tutta la Carta costituzionale e di cui si ritrovano diverse tracce nella lettura di questo Programma. Del resto, la storia e l'esperienza culturale dell'assessore La Spisa, se mi consente, sono significative di questi principi.

Questo vuole anche dire che ci rendiamo conto di trovarci in una crisi gravissima. Non è importante ora sapere se la crisi è della Giunta Soru, della Giunta Pili e di quant'altro, quello che in questo momento ci deve interessare è che c'è una crisi e che solo mettendo da parte la ricerca delle responsabilità si può andare avanti.

E'un messaggio rivolto anche alle opposizioni: solo lavorando insieme noi potremo andare avanti, solo raggiungendo degli accordi sui temi di fondo avremo una forza tale, anche nei confronti del Governo nazionale, da consentirci di portare avanti le battaglie a favore della Sardegna. Del Programma potremo, sì, criticare cento pagine, cento passaggi, ci sono diversi passaggi sui quali personalmente non sono d'accordo, ma quello su cui mi trovo d'accordo è lo spirito essenziale, il resto può essere modificato, anno per anno può essere adattato.

Fatta questa premessa, che mi sembra essenziale perché la Giunta ha mandato un messaggio chiarissimo anche all'opposizione con questo Programma, nel merito io voglio soffermarmi solo su un passaggio, quello che riguarda l'assetto istituzionale, quello che riguarda le grandi riforme che devono essere necessariamente fatte; riforme che, in questo momento, solo facendole insieme possiamo mandare avanti. Questo messaggio è stato inviato anche all'opposizione e l'opposizione deve darci una risposta.

Premetto, di riforme ha parlato anche l'onorevole Maninchedda nel suo intervento in cui ha espresso quella che peraltro, onorevole Barracciu, è una sua posizione personale sull'indipendenza, non è una posizione della maggioranza. Personalmente il Gruppo dell'U.D.C. è contrario all'indipendenza anche se sostiene la ricerca di una fortissima autonomia.

Sinceramente parlare di Stato federale e di Stato regionale significa usare delle formule vuote; noi abbiamo le esperienze delle riforme costituzionali della Spagna, del Belgio, in cui si parla di federalismo e di Stati regionali. Quello che conta oggi non è la qualifica "Stato-"Regione, la qualifica "federalismo", quello che conta è l'individuazione dei poteri in concreto assegnati alla Regione. Possiamo chiamarci Stato regionale e avere più poteri di uno Stato federale. La storia su questo punto insegna.

Quindi, dobbiamo avere ben chiaro cosa vogliamo, dobbiamo avere ben chiari i poteri che rivendichiamo nei confronti dello Stato e nel rivendicare questi poteri dobbiamo essere durissimi. Non sono d'accordo sul concetto di "indipendenza".

Si è parlato molto poi del problema delle entrate e, sicuramente, la modifica dell'articolo 8 è un successo della Giunta Soru, è indiscutibile. Altro problema è, poi, se si poteva "fare meglio"; ma, attenzione, ogni volta che facciamo qualcosa si può sempre fare meglio, ogni cosa che facciamo non raggiunge mai la perfezione. Si parla anche di norme di attuazione. Su questo problema l'Assessore, l'altro giorno, è stato chiarissimo.

L'articolo 8 non richiede, dal punto di vista strettamente tecnico, la presenza di una norma di attuazione. E' un'ipotesi in cui lo Statuto è modificato con legge statale previa intesa con la Regione. Però, attenzione, è questo uno degli errori in cui non dobbiamo incorrere, anche in passato per attuare l'articolo 8 si è ricorso a norme di attuazione; basti pensare al decreto legislativo numero 42 varato nel'96 sotto la presidenza Palomba. Ora, premetto, le norme di attuazione non servono; in ogni caso noi possiamo rivendicare l'attuazione dell'articolo 8 senza norme di attuazione. In questo caso però la norma di attuazione, ci ha spiegato l'Assessore, se ho ben capito il suo messaggio, trova la sua ragione nell'esistenza di un'incertezza applicativa della norma che riguarda la disciplina non dell'IVA ma solo dell'IRPEF. Quindi l'Assessore dice: "Per evitare che lo Stato senza norme di attuazione faccia di testa sua e adotti l'interpretazione più restrittiva per la Regione, con norme di attuazione facciamoci dire qual è la norma più favorevole". Se il messaggio è questo è accettabile, fermo rimanendo che tecnicamente norme di attuazione non servono e che potremmo andare a rivendicare quanto abbiamo fatto nei confronti dello Stato.

Attenzione, noi con l'articolo 8 abbiamo chiuso anche il pregresso; la Regione per il pregresso vantava, per l'inadempimento delle vecchie versioni dell'articolo 8, svariate decine di milioni di euro, se non centinaia, che dovevano essere trasferite alla Regione Sardegna. Ora, con un patto tra gentiluomini abbiamo accettato questa formulazione dell'articolo 8 senza porre in essere una rinuncia esplicita alle pretese per il passato. Se siamo tra gentiluomini va benissimo, se però lo Stato non si dovesse comportare da gentiluomo e adottasse una posizione di chiusura, allora la Regione sarebbe pienamente legittimata a rivendicare nei confronti dello Stato tutto quello che non ha avuto per il pregresso. Però, ripeto, fondamentalmente da questo Programma emerge (mandato a tutti noi, quindi anche all'opposizione) questo messaggio: lavoriamo insieme per superare tutte le gravi crisi, solo così possiamo costituire un fronte compatto nei confronti dello Stato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, non credo che utilizzerò tutto il tempo a disposizione, però è necessario porre in evidenza alcuni punti di quello che, forse anche in maniera distratta, stiamo discutendo: i programmi, gli indirizzi di sviluppo della Regione autonoma della Sardegna. Nessuno forse, all'esterno, si è accorto completamente che oggi discutiamo una finanziaria diversa dalla tipica finanziaria, che abbiamo in mano un bilancio che non è strettamente correlato solo alla finanziaria, ma è legato ancor di più, non c'è dubbio, al Programma regionale di sviluppo. Credo siano momenti importanti da tenere in considerazione per quello che in quest'Aula si deve proporre e per le verifiche da fare per il prossimo futuro.

E' troppo facile spesso, da parte delle minoranze e delle opposizioni, criticare quello che viene fatto dalla maggioranza. In questa circostanza io credo che sia necessario incominciare a capire che siamo in un momento di crisi generale, mondiale, è toccata l'Italia ma ancora di più, a causa della sua insularità e delle sue debolezze intrinseche, è toccata la Sardegna.

Se non consideriamo questo e non troviamo punti di accordo, per poter consentire uno sviluppo serio della nostra Isola, noi ci attarderemo ancora una volta a dibattere di tanti problemi, a enucleare le difficoltà che la nostra Isola vive, a tenere in considerazione anche le peculiarità del Sulcis o di Porto Torres, o di Ottana, e così via, ma non costruiremo un punto di riferimento preciso per il futuro.

Io mi chiedo qual è innanzitutto il rapporto che la Regione autonoma della Sardegna intende instaurare con il Governo centrale, questo è il punto. E il nodo è altresì all'interno dell'istituzione autonomistica della Regione Sardegna: vogliamo o non vogliamo realizzare una autonomia seria, vogliamo o no recuperare spazi veri di autonomia nei confronti del Governo nazionale, vogliamo o non vogliamo dire la nostra al tavolo del Governo nazionale? Per fare questo bisogna che vi sia uno strumento; e lo strumento, che da tempo noi Riformatori andiamo indicando, non può che essere uno Statuto efficiente ed efficace, contrariamente a quello che noi oggi abbiamo.

Uno Statuto oggi bloccato, anche nella sua possibile novellazione, dai veti che possono venire dal parlamentare di turno della Lega o di un paese della Sicilia; essendo infatti il nostro Statuto adottato con legge costituzionale, il Parlamento italiano può dire la sua sullo Statuto e sul novellarsi del medesimo. Le Regioni a Statuto ordinario, invece, possono modificare sostanzialmente e in maniera continua il proprio Statuto avendo spazi di autonomia enormi, superiori certamente a quelli che noi pensavamo di avere come Regione autonoma. E riflettere su queste cose non è perdere tempo. Ma, vivaddio, credo che questa Istituzione debba trovare in sè la forza di dire che bisogna costruire un nuovo Statuto che serva al popolo sardo e al suo sviluppo.

In altre epoche si diceva: "Dalle riforme non si mangia!"; non è così in questi tempi in cui è difficile poter sopravvivere, in cui mi pare proprio stupido ricordare - passatemi la parola - a quest'Aula quanta gente muore quasi di fame (alcuni lo dimostrano, altri non lo dimostrano, con dignità) avendo difficoltà a chiudere il pranzo con la cena.

Ieri si è svolto un incontro a Roma di cui non conosco le risultanze. Per me può essere criticabile che uno Stato si disfi dell'industria chimica per le potenzialità a venire del settore. Purtroppo è certo che si disfa dell'esistente in Sardegna e non va bene, e va rivendicato da questa Regione autonoma. Ma per fare questo bisogna che vi siano delle posizioni ben chiare da parte sia di questa istituzione che del Governo regionale.

Potrei elencare le difficoltà dei comparti economici, dall'agricoltura alla pesca dall'artigianato al commercio, dall'industria alla piccola impresa che dovrebbe essere l'asse portante, come lo è stata nello Stato italiano, la linfa energetica produttiva della nostra economia in tutti i tempi. Ma, dopo aver enucleato tutte queste difficoltà che cosa resterebbe in piedi? Quali sono effettivamente le politiche attive che, unitariamente, questa Istituzione vuole portare avanti per dare un'immagine nuova e diversa, alternativa, seria, proiettata nel futuro ma dalla parte della nostra Isola?

Se pensiamo che negli Stati Uniti d'America l'agricoltura, alla quale si dedica il quattro per cento della popolazione, è il settore più assistito dallo Stato, tenendo conto di tutte le difficoltà dei nostri vari settori cosiddetti produttivi, non vedo che scandalo vi sia nell'assistere l'agricoltura in Sardegna e nel meridione d'Italia. Credo che dovrà anche essere ricontrattato un rapporto diverso, fra l'Isola, il Governo nazionale e l'Unione europea.

Su questo dovremo poi dibattere perché stiamo parlando di linee di sviluppo della Regione autonoma della Sardegna per il prossimo futuro. Ma se, come dice l'Assessore della programmazione, l'intelligenza è il fulcro, quindi lo sviluppo passa attraverso le persone e la valorizzazione dell'uomo, se così è, noi dobbiamo fare delle scelte precise, puntuali. E forse siamo in ritardo per quel che riguarda la scuola e una legge che sulla scuola punti tutto; e siamo maggiormente in ritardo sulla formazione professionale, anche perché nei cinque anni trascorsi si è tagliato tutto senza dare prospettive per il futuro.

Ora, se questo è, noi dobbiamo pensare che la cultura è la base e l'essenza di una nuova via per proiettare all'esterno la nostra Isola in maniera diversa; e nei prossimi anni avremo di fronte occasioni nuove e importanti. Certo, la cultura soffre, e anche nella gestione dei beni culturali qualcosa va rivista; bisogna che ci sia una disposizione legislativa anche in quella direzione che mantenga e conservi questi beni affinché vengano gestiti nel migliore dei modi possibile e il precariato venga eliminato. E' vero infatti che la cultura può avere la funzione di ricreare attorno alla scuola, all'Università e alla ricerca momenti significativi per un'Isola nuova e diversa.

Sull'Università, da tempo dichiaro in quest'Aula che diamo una marea di denari all'Università senza ricavarne risultati soddisfacenti. Le Università presentano alcuni spunti di innovazione interessanti e importanti, ma non sufficienti a essere utilizzati nella definizione di una proposta per il futuro.

Da ciò consegue che diventa facile pensare che una università privata, un sistema di università diverse e alternative nel territorio, possano essere di stimolo. E'vero che va ripensata l'università diffusa, ma è anche vero che non vanno cancellati momenti di eccellenza; mi riferisco a Oristano dove è stato internazionalizzato il corso di laurea in Archeologia subacquea aggregando quasi tutte le università facenti capo al Mediterraneo, esperienza unica in Italia!

Credo che, essendo l'unica università sulla materia, avrà anche altri importanti destini, quindi noi non possiamo permetterci il lusso di annullare le eccellenze e le capacità autonome di sviluppo. Comunque sia le università debbono essere allocate nel territorio e legate allo sfruttamento delle risorse di quel territorio affinché lo sviluppo di quel territorio ne abbia beneficio, abbia intelligenze in quel territorio.

Ricordo che quando mi occupavo di cultura (facevo parte di una compagine governativa tanto tempo fa) parlai con i vescovi che si dissero disponibili ad affidarci delle strutture, che loro non utilizzavano, nei migliori posti possibili: Bosa, Alghero, Lanusei. Ce le affidavano per costruire dei campus universitari dove fare ricerca e alta formazione, così da richiamare, noi Sardegna, studenti dall'estero: questa è la sfida che noi dobbiamo porre per il domani.

Essendo isola al centro del Mediterraneo, dobbiamo essere un ponte naturale, lo dico spesso, tra la Mitteleuropa, il Nord Africa e il Medio Oriente; se siamo intelligenti la nostra politica non si esaurirà nel costruire una università del Mediterraneo ma offrirà potenzialità, possibilità, eccellenze nelle ricerche che ci consentiranno di diventare attrattore positivo di altre energie provenienti da fuori per poi proiettarci in questo Mar Mediterraneo.

Se non faremo queste cose, saremo ancora una volta penalizzati, assessore La Spisa, non avremo quelle opportunità attraverso il miglioramento delle persone e, nell'utilizzo dell'uomo intelligente, di quelle facoltà pronte ad essere sviluppate all'interno dei centri di studio quali quello che noi oggi significativamente indichiamo attraverso i bilanci e gli indirizzi dei programmi di sviluppo.

Ma la ricerca deve essere legata quindi all'Università, deve essere legata al mondo della produzione, cosa difficile da noi, ma tutto ciò che viene assistito da noi, anche le piccole e medie imprese, anche l'artigianato, possono avere momenti di suscettività economica nella trascuratezza assoluta della nostra istituzione autonomistica, parlo a volte di eccellenze che si ritrovano proiettate nella Lombardia, nell'Emilia-Romagna a dare sostegno ad altre economie che noi trascuriamo, legate al mondo delle imprese.

Questo è un problema che dobbiamo porci con attenzione; ma quale funzione può avere la cultura? Quella di richiamare l'attenzione ancor di più sulla Sardegna. Il turismo, che dovrebbe essere il settore portante, dovrebbe però diversificare le offerte così da portare più gente in Sardegna ma variando anche i tempi di permanenza. Mi riferisco ai progetti sui campi da golf, all'utilizzo delle aviovie e, perché no, degli idrovolanti che potrebbero essere inseriti nel contesto dello sviluppo possibile del turismo nelle zone dei laghi. E' possibile investire in nuove nicchie di mercato legate al turismo.

Le azioni più importanti sono legate alla cultura di cui dicevo prima. Mi raccontava un amico, che ha rapporti con agenti di viaggio, che lo guardavano affascinati quando parlava del mare della Sardegna; erano altrettanto entusiasti quando parlava delle bellezze naturali, ma mai drizzavano le orecchie come quando parlava della possibilità che nel nostro mare ci fosse la mitica Atlantide.

Pertanto vi è la possibilità di attrarre turisti anche attraverso l'offerta di percorsi storici, o preistorici se ci riferiamo ai nuraghi o quant'altro. La Spagna cerca un Tartesso, in Portogallo si cerca Tartesso e invece ce l'abbiamo qui vicino a Cagliari; e noi rifuggiamo da queste cose, mentre dovremmo capire che sono strade nuove che si possono percorrere, soprattutto se leghiamo il tutto alla presenza degli Shardana, citati da qualche amico dell'opposizione; forse è un mito anche questo ma ci mette comunque in relazione con la storia di altre nazioni rivierasche del Mar Mediterraneo.

Dopodomani, ci siamo, entriamo nel 2010, il Mar Mediterraneo si apre alla sfida del libero mercato; la Sardegna essendo al centro del Mediterraneo può essere il fulcro di ogni possibile attività con gli Paesi del Mediterraneo. Che cosa abbiamo fatto e che cosa potremo fare per favorire questi scambi? Perché - e lo chiederei al presidente Cappellacci - non favorire prima i rapporti culturali che, sempre, costituiscono una pre-condizione allo sviluppo dei rapporti commerciali con i Paesi esteri?

E allora, grazie anche ai finanziamenti che verranno concessi dall'Unione Europea, perché per esempio non convocare un'assise in quel di Sardegna di tutti i rappresentanti istituzionali o diplomatici dei Paesi rivieraschi del mar Mediterraneo? Perché non esaltare la nostra insularità trasformando un punto di debolezza in un punto di forza, in possibili vantaggi per dare un futuro diverso alla nostra Isola?

E' una sfida, è sulle sfide che si vince il discorso del domani. Se, ancora una volta, terremo il volto rivolto all'indietro noi saremo perdenti, non avremo la capacità di osare; avremo sicuramente la possibilità di accontentare l'amico di turno, avremo forse la possibilità di aver dato una caramella in più a qualcuno, ma non avremo certamente dato soddisfazione all'anelito del popolo sardo di sentirsi protagonista nel Mediterraneo come lo è, lo è stato e lo potrà essere se le istituzioni innanzitutto credono in se stesse e pongono in essere rapporti seri e concreti con gli altri Stati rivieraschi del Mediterraneo.

In questa direzione io credo bisognerà proiettarsi, in questa direzione noi troveremo certamente possibilità serie di sviluppo per il domani. Se non crederemo in queste cose io credo che ancora noi faremo il piccolo cabotaggio ma non avremo risolto i problemi inerenti il trasporto di quest'Isola verso lidi diversi e prosperosi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. La richiesta deve essere sostenuta da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 32 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra..)

Poichè il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 16, viene ripresa alle ore 12 e 56.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, io credo che sia al di là del Regolamento che il Presidente del Consiglio possa anche valutare se sia opportuno o meno continuare il dibattito in un'Aula semivuota.

PRESIDENTE. L'opposizione ha a sua disposizione diversi strumenti, ma la Presidenza del Consiglio non può assecondare questa tendenza dei consiglieri a non essere presenti in Aula.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, a queste condizioni rinuncio. PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. La richiesta deve essere sostenuta da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Quarta verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cossa, Bruno, Dessì, Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 30 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Lombardo - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo i lavori.

Il Consiglio è riconvocato martedì 1º dicembre alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 12 e 59.



Allegati seduta

N.B.: Manca il testo delle risposte scritte ad interrogazioni

Testo delle interrogazioni e interpellanze annunziate in apertura di seduta.

Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione delle rappresentanze delle province dal Comitato regionale per lo sport.

Il sottoscritto,

PREMESSO che con una legge dell'agosto 2009 le province sarde hanno assistito alla esclusione delle loro rappresentanze dal Comitato regionale per lo sport, compresi i presidenti dei CONI provinciali;

PRESO ATTO che questa decisione ha avuto una disapprovazione generale, perchè la partecipazione delle province nel Comitato regionale ha favorito nel corso degli anni in modo costruttivo lo sviluppo dello sport nell'Isola, in particolare ha portato avanti il lavoro di monitoraggio degli impianti sportivi sovracomunali;

CONSTATATO che non si spiega il reale significato di questa esclusione, a parte quello di scarnificare un'assemblea che, peraltro, non prevede costi per il suo esercizio e pertanto l'apporto delle province poteva considerarsi elemento di supporto e sostegno allo sport isolano,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali siano i suoi reali intendimenti anche alla luce di quanto rappresentato per non vedere disperse le risorse acquisite e garantire una rappresentanza delle province in questo organismo;

2) come intende giustificare questa gravosa esclusione e se sarà portata avanti un'azione atta a ripristinare la situazione vigente prima della legge dell'agosto 2009. (158)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione delle risorse destinate dalla legge regionale n. 3 del 2009 alla valorizzazione e potenziamento del sistema aeroportuale minore.

Il sottoscritto,

PREMESSO che il Consiglio regionale, nella seduta del 30 luglio 2009, ha approvato la legge regionale n. 3 del 2009 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), che all'articolo 7, comma 18, destina una quota, fino a 10 milioni di euro, del fondo della programmazione negoziata "al potenziamento e la valorizzazione del sistema aeroportuale regionale minore";

SOTTOLINEATO che tale norma rappresenta un positivo segnale politico volto a sostenere e garantire lo sviluppo, la crescita e l'avvio operativo del sistema aeroportuale dell'oristanese e della Provincia dell'Ogliastra, facendo coerentemente seguito agli impegni finanziari già avviati nei mesi scorsi per gli altri tre aeroporti della Sardegna;

CONSIDERATO che l'assegnazione di altri 5 milioni di euro per lo scalo aeroportuale di Fenosu potrebbe consentire la realizzazione degli interventi necessari a migliorare e rendere maggiormente accogliente la pur piccola aerostazione ovvero ad avviare gli investimenti programmati nel Piano di sviluppo aeroportuale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se abbiano deciso quale quota delle risorse dovrà essere assegnata per la realizzazione di investimenti infrastrutturali nello scalo aeroportuale dell'oristanese;

2) quali iniziative intendano intraprendere per consentire il decollo dell'aeroporto di Fenosu nel più breve tempo possibile, stante l'ormai annosa sequela di rinvii per la chiusura dei lavori che arreca grave pregiudizio per lo sviluppo dell'oristanese e delle zone interne. (159)

Interrogazione Cuccureddu - Floris Mario - Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di inserire la Sardegna fra le sedi abilitate per sostenere l'esame per l'ottenimento della certificazione delle competenze della gente di mare in materia di primo soccorso sanitario e di assistenza medica a bordo di navi mercantili, decreto ministeriale 25 agosto 1997 e successive modificazioni (G.U. n. 215 del 15 settembre 1997).

I sottoscritti,

VISTO:

- il decreto ministeriale 25 agosto 1997 - Certificazione delle competenze della gente di mare in materia di primo soccorso sanitario e di assistenza medica a bordo di navi mercantili (pubblicato nella G.U. n. 215 del 15 settembre 1997) che:

- all'articolo 4 prevede le modalità di nomina della commissione d'esame;

- al successivo articolo 5 precisa che le domande d'esame dovranno essere inoltrate agli "ambulatori dei servizi di assistenza sanitaria ai naviganti del Ministero della sanità, di cui all'allegato E del presente decreto...";

- che il succitato allegato E, testualmente recita: "allegato E - Ambulatori dei servizi di assistenza sanitaria ai naviganti sedi dell'esame teorico pratico di primo soccorso sanitario: 1) Genova, 2) Lido di Ostia (RM), 3) Livorno, 4) Messina, 5) Molfetta, 6) Napoli, 8) Palermo, 9) Trieste;

CONSIDERATO CHE:

- tra le sedi di esame che coprono il territorio costiero nazionale (pari a 7.458 Km) nessuno è stato ubicato nella Regione Sardegna (nonostante lo sviluppo costiero pari a circa 1.870 Km, circa un quarto di quello nazionale) che è stata accorpata alla regione Campania e quindi dipende dal Direttore generale della sanità di base a Napoli;

- la mancata possibilità di poter effettuare l'esame di primo soccorso sanitario in Sardegna costringe i marittimi sardi a costosi e lunghi trasferimenti nella Penisola per poter sostenere l'esame;

RITENUTO che quanto rappresentato sia assolutamente inaccettabile, creando una oggettiva disparità fra i cittadini che vivono nella Penisola o in Sicilia e quelli sardi;

CONSTATATO che si tratta di una delle tante disposizioni presenti nell'ordinamento statuale palesemente ed illogicamente penalizzanti per la Sardegna e per i suoi abitanti,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, per quanto di rispettiva competenza, al fine di conoscere se intendano procedere, in tempi brevi, o se siano stati già compiuti atti in tal senso, per richiedere al Ministro della salute, che agisce di concerto con il Ministro per le infrastrutture e trasporti e con il Ministro della pubblica istruzione, l'aggiornamento dell'allegato E del decreto ministeriale 25 agosto 1997 e successive modificazioni (elenco degli ambulatori dei servizi di assistenza sanitaria ai naviganti abilitati ad esser sede dell'esame teorico pratico di primo soccorso sanitario), prevedendo l'inserimento anche di una sede in Sardegna.(160)

Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle leggi vigenti in materia di trasporto pubblico non di linea nella parte relativa alle competenze regionali per la redazione dei criteri per l'istituzione del ruolo.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- è vigente la legge regionale n. 21 del 2005 che, richiamando la legge nazionale n. 15 del 1992, all'articolo 39 dispone, in materia di trasporto pubblico non di linea, che "i comuni esercitano tutte le funzioni amministrative relative a tale servizio, mediante l'adozione di regolamenti. A tal fine la Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge determina, ai sensi del comma 2 dell'articolo 4 della legge n. 21 del 1992, i criteri cui i comuni devono attenersi nel redigere tali regolamenti e i criteri per lo svolgimento dei servizi marittimi non di linea";

- il secondo comma recita: "È istituito presso le camere di commercio, ai sensi del comma 1 dell'articolo 6 della legge n. 21 del 1992, il ruolo dei conducenti dei veicoli o natanti adibiti al servizio di trasporto pubblico non di linea. La Giunta regionale individua i requisiti di iscrizione e l'Assessorato regionale dei trasporti provvede all'accertamento della relativa veridicità";

CONSIDERATO CHE:

- in data 23 giugno 2009, prot n. 138092, l'Assessorato al traffico, viabilità, polizia municipale e trasporti del Comune di Cagliari, ha inviato all'Assessorato dei trasporti, Servizio delle attività automobilistiche e ferroviarie della Regione autonoma della Sardegna, una comunicazione avente per oggetto "ruolo dei conducenti di veicoli adibiti ad autoservizi pubblici non di linea", con la quale si chiedeva "l'istituzione del ruolo dei conducenti di veicoli adibiti ad autoservizi pubblici non di linea, in quanto costituisce requisito indispensabile per il rilascio della licenza per il servizio taxi, per il noleggio con conducente e autorizzazione per i collaboratori familiari e sostituti dei titolari di licenza";

- la stessa comunicazione è stata inviata alla Camera di commercio di Cagliari;

PRESO ATTO CHE:

- la stessa Camera di commercio, il 1° luglio 2009, comunicava di aver già provveduto, sulla base delle vigenti leggi in premessa, ad istituire il ruolo dei conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea;

- specificava, inoltre, che non erano in possesso dei regolamenti di attuazione e dei criteri che permettono di riempire il contenitore (ruolo), e che tali regolamenti sono in capo all'organo regionale legislativo, quale, appunto, la Regione;

- la stessa Amministrazione regionale, dovrà stabilire:

1) i requisiti di iscrizione;

2) i criteri di tenuta del ruolo;

3) la costituzione delle commissioni d'esame;

4) l'articolazione del ruolo in sezioni;

5) le modalità di iscrizione;

6) le domande di iscrizione con eventuale modulistica unificata per tutte le province;

7) il programma e le modalità di svolgimento dell'esame diviso per sezioni;

8) la tenuta del ruolo in modo informatico;

9) le spese per la tenuta del ruolo;

10) i diritti di segreteria per le iscrizioni e per il rilascio delle certificazioni;

- si tratterebbe, in pratica, di tutto ciò che è necessario per dare completa attuazione alle normative di riferimento;

VERIFICATO CHE:

- il problema riguarda tantissimi conducenti di tutta la Sardegna i quali, da tempo, attendono una regolamentazione per la loro attività di servizio pubblico;

- la Regione Sardegna, a distanza di oltre 17 anni, risulta essere l'unica in Italia a non aver recepito la legge n. 21 del 1992, impedendo, di fatto, alle amministrazioni comunali, di predisporre i regolamenti necessari per gestire il settore,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere se non ritenga urgente dare avvio alla stesura dei criteri previsti dall'articolo 4 della legge n. 21 del 1992, così da consentire agli enti locali la delega dell'esercizio delle funzioni amministrative attuative previste, al fine anche di realizzare una visione integrata del trasporto pubblico non di linea con gli altri modi di trasporto, nel quadro della programmazione economica e territoriale. (161)

Interrogazione Sanna Gian Valerio - Caria, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione inerente il consorzio di bonifica della gallura e sull'attività di controllo, vigilanza e tutela, dei consorzi di bonifica, posta in capo all'assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- la legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, "Legge quadro in materia di Consorzi di bonifica" ha, tra le altre cose, dettato una disciplina del tutto innovativa per quanto attiene le norme riguardanti la gestione dei Consorzi di bonifica ed in particolare per quanto attiene le norme giuscontabili. In particolare è stato previsto che i Consorzi di bonifica uniformassero la loro contabilità alle norme generali in materia vigenti per la Regione autonoma della Sardegna, provvedendo ad adeguare i propri schemi di bilancio;

- lo schema di Statuto adottato dalla Giunta regionale e successivamente dai Consorzi, ha ulteriormente specificato il dettato legislativo, prevedendo una gran numero di norme dedicate proprio alla materia contabile. Ciò ha determinato il fatto che per la prima volta i Consorzi di bonifica della Sardegna operano con regole chiare e certe, essendo specificato quale sia la normativa applicabile, ed inoltre, è stato ottenuto il risultato che al fine dell'emissione dei ruoli a carico della comunità consorziata è necessario approvare un bilancio di previsione ed un conto consuntivo attraverso i quali è possibile individuare in maniera dettagliata quali siano le voci di spesa in ragione delle quali i ruoli vengono predisposti;

- la stessa legge regionale n. 6 del 2008, prevede altresì, come la precedente normativa, che l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale eserciti nei confronti dei Consorzi di bonifica sia l'attività di controllo preventivo di tutta una serie di atti, sia l'attività di vigilanza e tutela. Normative analoghe sono previste per tutti gli enti pubblici regionali, oltre che per le agenzie e gli enti strumentali. Tali normative traggono origine dall'imprescindibile dovere, oltreché diritto, per l'Amministrazione regionale, soggetto che eroga un ingente quantità di finanziamenti agli stessi Consorzi di bonifica, di verificare il corretto uso delle risorse pubbliche erogate, la corretta gestione degli stessi enti e l'importantissimo ulteriore dovere di tutelare la comunità consorziata da possibili abusi, quali ad esempio l'emissione di ruoli in maniera illegittima;

- riassunta brevemente la normativa di riferimento, è fatto notorio che il Consorzio di bonifica della Gallura ad oggi, novembre 2009, sia in una situazione per la quale non ha ancora approvato il bilancio di previsione per l'anno corrente. Nonostante sia retto da un Commissario straordinario di nomina regionale, un ente pubblico ha, quindi, trascorso un intero anno senza il principale strumento programmatorio oltreché autorizzatorio di ogni spesa o entrata. Tutto ciò evidentemente in assoluta violazione della normativa regionale e delle norme statutarie più sopra ricordate. Detta situazione si è determinata in quanto il bilancio predisposto dall'Ente di bonifica è stato per ben due volte annullato in sede di controllo preventivo di legittimità in quanto palesemente illegittimo. Ma non solo, è altresì fatto notorio che lo stesso Consorzio di bonifica in assenza di un bilancio di previsione regolarmente approvato e vigente, ha deliberato, in totale dispregio delle norme legislative e statutarie vigenti, l'emissione dei ruoli nei confronti della comunità consorziata, ponendo a carico della stessa circa euro 540 per ettaro. Conseguentemente ad oggi i consorziati della Gallura si vedono gravati da tale tributo senza che questo sia stato regolarmente emesso (in assenza di bilancio è illegittimo determinare i ruoli), e senza avere la concreta possibilità di verificare se le spese a loro carico siano state effettivamente sostenute e rientrino tra quelle in virtù delle quali è possibile emettere ruoli;

- a fronte di tale assurda situazione, per la quale il perimetro consortile nel quale opera il Consorzio della Gallura pare essere una zona esente dalla applicazione della legge, l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, come detto soggetto deputato a garantire la corretta gestione dei Consorzi di bonifica, invece di attivare ogni possibile iniziativa per il ripristino della legalità e per la tutela dei consorziati, risulta agli scriventi abbia posto in essere tutta una serie di comportamenti ed atti di senso contrario. In particolare è fatto notorio, anche perché riportato dagli organi di stampa, che l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale abbia, con due successive note a sua firma, autorizzato il Consorzio di bonifica della Gallura ad impegnare, liquidare somme e ad accertare entrate anche una volta scaduto il termine previsto per l'esercizio provvisorio, permettendo di fatto che, per circa otto mesi, un ente pubblico agisse senza un regolare bilancio;

- risulta, altresì, agli scriventi che lo stesso Assessorato, a conoscenza dei fatti più sopra riportati, come la deliberazione da parte del Consorzio dell'atto con il quale si sono definiti i ruoli per il 2009, abbia omesso di assumere le iniziative necessarie oltre che per il ripristino della legalità, per tutelare la comunità consorziata ricadente nel perimetro consortile che, come detto, si vede gravata da un tale illegittimo tributo da parte di un ente pubblico. Ma non solo, risulta anche che lo stesso Assessorato abbia allo stato del tutto smesso di svolgere il ruolo assegnatogli dalla legge che, come sopra ricordato, è di controllo preventivo di legittimità degli atti dei consorzi e di vigilanza e tutela della gestione degli stessi enti di bonifica,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché:

1) dicano se risponde a verità che il Consorzio di bonifica della Gallura ad oggi non abbia ancora un bilancio di previsione per l'anno 2009 regolarmente adottato e vigente;

2) chiariscano se risponde a verità che a fronte di detta situazione, cioè in assenza di bilancio e con l'esercizio provvisorio scaduto, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale abbia emesso due note a sua firma con le quali si è autorizzato l'Ente di bonifica a impegnare pagare spese non rientranti tra quelle per le quali non è necessaria la preventiva approvazione del bilancio ed accertare entrate;

3) chiariscano, altresì, se risponde a verità che il Consorzio di bonifica della Gallura abbia, senza la preventiva indispensabile approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2009, adottato una deliberazione, a firma del Commissario straordinario nominato dalla Regione Sardegna, con la quale è individuato l'ammontare dei ruoli posti a carico della comunità consorziata;

4) chiariscano, inoltre, se risponde a verità che l'Assessorato abbia omesso di svolgere i compiti, previsti dalla legge in materia di vigilanza e tutela, che avrebbero consentito di intervenire per il ripristino della legalità;

5) chiariscano, altresì, se risponde a verità che, allo stato, il competente Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale stia omettendo di esercitare i compiti che la legge gli assegna in materia di controllo preventivo di legittimità degli atti dei consorzi di bonifica, per cui conseguentemente gli atti inviati a controllo divengono esecutivi per decorrenza dei termini, con la necessità per gli stessi enti di aspettare i trenta giorni previsti dalla legge per dare corso a quanto deliberato;

6) spieghino e informino, qualora quanto sopra non risponda a verità, quali siano le azioni e gli atti intrapresi dal competente Assessorato, in virtù del potere di vigilanza e tutela assegnatogli dalla legge, allo scopo di porre fine a tale palese situazione di illegittimità anche, ma non solo, a tutela dei consorziati ricadenti nel comprensorio di bonifica della Gallura, se siano state intraprese le eventuali azioni necessarie ad informare le competenti autorità dei fatti accaduti e quali siano gli atti e le azioni che intendono intraprendere. (162)

Interrogazione Locci - Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi dello stabilimento alcoa di portovesme.

I sottoscritti,

PREMESSO che la dirigenza della Alcoa, società multinazionale che opera nel settore della produzione di alluminio primario, ha annunciato nei giorni scorsi l'intenzione di sottoporre a fermata tecnica il proprio stabilimento di Portovesme a partire dal 17 novembre 2009, a causa dei costi eccessivi di produzione determinati dal prezzo dell'energia elettrica;

CONSIDERATO che il 17 novembre 2009 scadrà il regime tariffario agevolato per l'acquisto di energia elettrica concesso alla Alcoa sin dall'acquisizione dello stabilimento di Portovesme in applicazione della legge 14 maggio 2005, n. 80, e che è previsto a giorni il pronunciamento della Commissione europea sulla procedura di infrazione aperta nel 2006 relativamente all'applicazione della legge citata, che potrebbe rientrare tra gli aiuti di Stato alle imprese non ammessi dalla normativa comunitaria;

VALUTATO che la cessazione delle agevolazioni tariffarie comporterebbe per lo stabilimento una perdita mensile stimata in circa euro 8.000.000, mentre un eventuale pronunciamento negativo da parte della Commissione europea, ritenuto allo stato attuale molto probabile, comporterebbe l'obbligo di restituzione di una somma fino ad un massimo di euro 600.000.000;

VERIFICATO che ciascuna delle eventualità di cui sopra comporterebbe l'immediata cessazione dell'attività dello stabilimento e che la fermata tecnica annunciata dalla dirigenza aziendale è destinata a tramutarsi in una chiusura definitiva del sito produttivo, con conseguente perdita del posto di lavoro da parte dei quasi 2.000 dipendenti;

SOTTOLINEATO che, con l'entrata in vigore della legge 23 luglio 2009, n. 99, è stato istituito il meccanismo del Virtual power plant che, secondo gli impegni assunti dal Ministero per lo sviluppo economico, avrebbe dovuto consentire l'acquisto di energia elettrica a prezzo agevolato da parte delle industrie cosiddette energivore come la Alcoa;

ATTESTATO che, subito dopo l'entrata in vigore della norma di cui sopra, è stata verificata la sua inadeguatezza rispetto alla finalità prevista: non soltanto l'applicazione del Virtual power plant non dovrebbe comportare una riduzione delle tariffe energetiche, ma potrebbe tradursi addirittura in un loro incremento;

PRESO ATTO che il Ministro per lo sviluppo economico ha successivamente dichiarato di avere elaborato una nuova strategia di intervento per consentire alla Alcoa l'approvvigionamento di energia elettrica a condizioni agevolate e che avrebbe illustrato tale strategia nella sua visita in Sardegna programmata per il 3 novembre 2009;

PRESO ATTO altresì che il Ministro ha rinviato a data da destinarsi, adducendo ragioni di salute, la sua visita in Sardegna, che nessun sottosegretario, dirigente o funzionario è stato inviato nell'Isola per illustrare la nuova strategia del Ministero in materia di tariffe agevolate per le industrie energivore e che, in conseguenza di ciò, il personale dello stabilimento Alcoa, esasperato dal concreto pericolo di perdere il posto di lavoro, ha dichiarato lo stato di mobilitazione, inscenando diverse iniziative di protesta tra Portovesme e Cagliari con modalità che destano preoccupazione anche per l'incolumità degli stessi lavoratori;

RITENUTO che la Regione debba intervenire con la massima urgenza al fine di garantire la preservazione del tessuto produttivo del Sulcis-Iglesiente, interessato da una crisi industriale senza precedenti che riguarda non soltanto la Alcoa, ma altre importanti realtà quali Portovesme Srl, Otefalsail e Rockwool, e che mette a rischio svariate migliaia di posti di lavoro,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria affinché riferiscano quali misure la Giunta regionale intenda adottare:

1) di concerto con il Ministero per lo sviluppo economico, al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme e, più in generale, di garantire la preservazione del tessuto produttivo del Sulcis-Iglesiente;

2) presso il Ministero per lo sviluppo economico affinché siano immediatamente varate misure straordinarie e di rapida efficacia finalizzate a consentire, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato alle imprese, l'approvvigionamento di energia elettrica con tariffe agevolate da parte della Alcoa;

3) presso il Ministero per lo sviluppo economico affinché siano assunti tutti gli atti necessari ad evitare il pronunciamento negativo della Commissione europea sulla procedura di infrazione relativa alla legge n. 80 del 2005. (163)

Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sull'apertura del centro territoriale di dialisi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza.

Il sottoscritto,

PREMESSO che il Presidio ospedaliero G. P. Delogu di Ghilarza, che opera in tutto il bacino dell'alto oristanese e del territorio, area ovest, della Provincia di Nuoro, esercita un'efficiente ed efficace azione in termini di risposta ai bisogni di salute delle popolazioni residenti;

CONSIDERATO che da diverso tempo si è in attesa dell'apertura del centro di dialisi territoriale presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza, già ripetutamente garantito dalla precedente Giunta regionale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in ordine:

1) allo stato dell'arte sull'apertura del centro territoriale di dialisi presso il Presidio ospedaliero di Ghilarza;

2) alle motivazioni che ne impediscono l'immediata attivazione. (164)

Interrogazione Vargiu - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure di attuazione del bando per gli interventi di sostegno pubblico alle imprese.

I sottoscritti,

CONSIDERATO CHE:

- il 14 ottobre 2008 è scaduto il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al bando Pacchetti integrati di agevolazione (PIA) industria;

- l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, con determinazione n. 6328/550 del 6 novembre 2008, ha prodotto una prima graduatoria di soggetti formalmente ammissibili alle fasi successive del bando;

- lo stesso Assessorato, con determinazione n. 426/20 del 26 gennaio 2009, ha individuato l'elenco delle imprese autorizzate a percepire l'anticipazione della somma;

- con determinazione n. 4318/175 del 13 maggio 2009 è stata pubblicata la graduatoria finale delle 193 imprese aventi diritto a fruire del pacchetto delle agevolazioni;

- in data 6 ottobre 2009 la Regione ha provveduto a modificare il comma 4 dell'articolo 33 del bando, prevedendo un incremento della percentuale del contributo ammesso, che passa dal 30 al 60 per cento del totale;

- tale prima erogazione è però condizionata alla presentazione da parte del possibile beneficiario di una fideiussione bancaria o polizza assicurativa irrevocabile incondizionata ed escutibile a prima richiesta a favore dell'Amministrazione regionale;

- tale fideiussione bancaria o polizza assicurativa a favore dell'Amministrazione regionale, secondo l'articolo 1957 del Codice civile, è vincolante a tempo indeterminato per il soggetto garante e quindi assai difficile da ottenere;

- nell'ottobre del 2009 la Regione ha peraltro iniziato ad emanare i provvedimenti di concessione provvisoria, comunque vincolati al completamento del piano di sviluppo delle aziende nei successivi 36 mesi;

- non si ha certezza dei tempi di erogazione delle risorse da parte del soggetto istruttore attuatore, che è l'Unicredit Banca di Roma, sede di Perugia;

- i tempi necessari per la produzione dei documenti e delle garanzie richieste alle aziende, sommati a quelli di istruttoria bancaria, rischiano di determinare il differimento sino ai primi mesi del 2010 dei tempi tecnici indispensabili per l'erogazione dei benefici alle aziende;

- rischierebbe di realizzarsi una vera e propria beffa al sistema produttivo per cui i finanziamenti alle aziende arriverebbero a destinazione a distanza di oltre 12 mesi dal bando, con mille difficoltà di accesso, che finirebbero per rendere gli aiuti inutili rispetto alle finalità dello stesso bando regionale,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) se ritengano possibile una revisione del sistema di garanzie richieste alle 193 aziende ammesse alle provvidenze del bando, che consenta di rendere tale sistema meno oneroso e vessatorio, in particolare per quanto riguarda la fideiussione bancaria o polizza assicurativa a favore dell'Amministrazione regionale, che potrebbe essere richiesta a tempo determinato, ovvero 36 mesi, compatibile con la tempistica relativa al completamento del piano di sviluppo delle aziende;

2) se sia previsto l'utilizzo della via telematica per la trasmissione della documentazione richiesta al soggetto attuatore;

3) se sia possibile ipotizzare l'affiancamento nell'istruzione delle pratiche delle sedi sarde dell'Unicredit;

4) quali siano i tempi assegnati al soggetto attuatore per la verifica della congruenza della documentazione e delle garanzie prodotte dalle aziende;

5) una volta accertata tale congruenza, quali siano i tempi previsti per l'erogazione delle provvidenze da parte del soggetto attuatore.(165)

Interrogazione Ben Amara - Uras - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di conservazione degli edifici scolastici della Sardegna e sull'applicazione delle misure di sicurezza e prevenzione all'interno delle scuole.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- il giorno 13 ottobre 2009, presso la scuola primaria statale Solferino di Oristano, si é verificato il cedimento di una parte del soffitto all'interno dell'aula quotidianamente frequentata dagli allievi della classe prima, sezione C, composta da ventisette bambini e bambine;

- il crollo, fortunatamente avvenuto durante le ore notturne o in quelle serali antecedenti, ha comportato il distacco dalla volta di circa dieci metri quadrati di intonaco cementizio e mattoni, con oltre mezza tonnellata di detriti precipitati sul pavimento e sui banchi dell'aula interessata;

- la circostanza temporale dell'accadimento, verificatosi a scuola chiusa, ha evitato che potessero esservi conseguenze più gravi e tragiche per gli allievi e per il personale docente, altrimenti presenti durante lo svolgimento delle attività didattiche nelle ore del mattino e nelle primissime ore del pomeriggio;

- le cause del cedimento sarebbero attribuibili principalmente all'età vetusta dei manufatti che costituiscono l'edificio scolastico in oggetto, la cui inaugurazione risalirebbe all'anno 1929, ed in particolare sarebbero riconducibili all'ossidazione eccessiva delle travature in ferro dei solai ed alla perdita di consistenza del cemento che le unisce alle pignatte in mattone;

- le verifiche operate dai tecnici dei vigili del fuoco, prontamente intervenuti su richiesta del dirigente scolastico, hanno potuto accertare che, per quanto la struttura portante dell'intero stabile sia da considerarsi sicura, i soffitti e i solai di molte aule abbiano a trovarsi nelle medesime condizioni di quello interessato dal cedimento;

- gli stessi vigili del fuoco, che hanno provveduto ad inoltrare una dettagliata segnalazione alla Procura della Repubblica di Oristano, hanno accertato che un'adeguata prevenzione ed il controllo periodico sulla staticità e sulle condizioni di conservazione dell'intero stabile avrebbero potuto evitare il crollo;

- gli ultimi controlli, effettuati per disposizione dell'Amministrazione comunale di Oristano nello scorso mese di settembre, avevano riguardato solamente la verifica delle condizioni del tetto dell'edificio, senza interessare gli interni delle aule, benché un precedente simile, avvenuto nell'anno 2007, avesse provocato il crollo del solaio nei bagni;

CONSIDERATO CHE:

- quanto accaduto presso la scuola primaria statale Solferino di Oristano rappresenta solo l'ultimo allarmante segnale di incuria e sottovalutazione sullo stato di conservazione del patrimonio immobiliare scolastico pubblico della Sardegna, e rivela una situazione di progressivo degrado e di carenze nell'adeguamento alla normativa in materia di sicurezza, riscontrabile, secondo attendibili stime, nel 40 per cento circa degli edifici scolastici della nostra Regione;

- l'episodio ha destato comprensibile e notevole preoccupazione nell'opinione pubblica locale e più in particolare tra i genitori dei giovanissimi allievi che frequentano la suddetta scuola, generando in loro una condizione di frustrazione psicologica, di insicurezza e di sfiducia, e spingendoli poi a costituirsi in comitato per richiedere con forza maggiori livelli di sicurezza e piena applicazione delle norme in materia; anche il Prefetto di Oristano, durante un vertice convocato ad hoc, ha sollecitato maggiore severità nei collaudi ed un più attento monitoraggio, in particolare per gli edifici più vecchi, evidenziando come, diversi giorni addietro, un analogo episodio avesse interessato l'Istituto comprensivo di Milis;

- il degrado degli ambienti e delle strutture che ospitano gli istituti scolastici può avere una drammatica ripercussione sul futuro degli studenti, giacché studiare all'interno di edifici al limite dell'agibilità, in un'aula fredda e con le chiazze di muffa alle pareti, con gli intonaci cadenti o su un banco rotto influisce su tutto, sulla psiche come sul corpo, sull'apprendimento come sull'educazione; lo spiega con chiarezza Anna Oliviero Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all'Università La Sapienza di Roma: "Gli allievi, soprattutto se piccoli, si aspettano che la scuola sia un luogo accogliente, dove gli adulti hanno un progetto ben preciso, che magari pretende da loro attenzione e serietà, ma in cambio restituisce buoni servizi. I ragazzi, di tutte le età, hanno bisogno di un ambiente strutturato, la disorganizzazione li fa confondere, se la scuola cade in pezzi il messaggio che viene recepito è che la scuola non vale niente. Perché rispettare allora un muro già rotto, o un banco spaccato, o un bagno dove non trovi nemmeno la carta igienica? L'ambiente fisico influisce, e tanto, sulla motivazione allo studio. Ho visitato molte scuole e devo dire che quando entri in strutture nuove, pulite, con le palestre, gli armadietti, i laboratori, il clima è diverso. Il clima, questa cosa impalpabile, è ciò che fa la differenza. Non a caso gli studenti della Finlandia, che ha le scuole più organizzate del mondo, sono in cima alle classifiche di rendimento. No, il quadro è desolante. Come si può pensare che bambini e ragazzi per studiare debbano passare ore e ore in ambienti insalubri e degradati?";

- la particolarità degli edifici che ospitano gli istituti scolastici è rappresentata dall'essere strutture destinate all'accoglienza degli allievi, i quali devono poter permanere e potersi muovere in tutta sicurezza sia negli ambienti, sia nell'utilizzo degli impianti e delle attrezzature presenti ed a loro destinate; gli studenti, inoltre, devono essere protetti dagli effetti di una qualsiasi emergenza e dal panico che potrebbe generarsi;

- gli enti locali sono titolari degli obblighi in merito agli interventi strutturali ed alla manutenzione, necessari a garantire la sicurezza dei locali e delle strutture assegnate, mentre il dirigente scolastico, in qualità di "datore di lavoro", così come inteso dal decreto legislativo n. 626 del 1994, assolve i suoi obblighi effettuando una richiesta di adempimento degli interventi necessari all'amministrazione competente o al titolare dell'obbligo giuridico; ne deriva, quindi, che l'ente locale di riferimento assuma gli obblighi inerenti la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili scolastici, l'adeguamento degli impianti esistenti e la realizzazione dei nuovi impianti necessari, l'abbattimento delle eventuali barriere architettoniche, il controllo e la rimozione di amianto quando presente, la fornitura di tutte le dotazioni antincendio previste dalle autorizzazioni in materia, la fornitura e posa della segnaletica di sicurezza, il controllo dello stato di conservazione degli immobili,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere:

1) quali provvedimenti urgenti e straordinari intendano adottare, relativamente alle competenze regionali in materia di edilizia scolastica e pubblica istruzione, per sopperire alle gravi carenze di manutenzione strutturale e conservativa degli immobili scolastici del territorio della Sardegna, con particolare riferimento agli edifici di vecchia costruzione e con più elevato indice di rischio;

2) attraverso quali strumenti legislativi e con quale dotazione finanziaria intendano intervenire per consentire l'adeguamento delle strutture che ospitano istituti scolastici pubblici alle normative vigenti in materia di prevenzione e sicurezza. (166)

Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata stabilizzazione dei 21 manovratori della metropolitana leggera di Cagliari.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- il giorno 4 novembre 2009 è scaduto il contratto a tempo determinato, della durata di 12 mesi, in proroga di altri 12 mesi, per 21 operatori di esercizio, abilitati alla guida dei tram Skoda della metropolitana leggera di Cagliari;

- l'assunzione avvenne a seguito di una selezione pubblica, attingendo da una graduatoria, previo il superamento di una apposita prova pratica di guida e di un colloquio sulla normativa del Codice della strada;

CONSIDERATO CHE:

- gli operatori in servizio alla metropolitana leggera di Cagliari hanno conseguito l'abilitazione alla guida dei veicoli tranviari attraverso uno specifico corso fissato in un determinato monte ore e ulteriori giorni di guida effettiva a seguito del superamento dell'esame;

- dopo il primo anno di servizio lo stesso contratto è stato prorogato per un altro anno e, pertanto, alla scadenza del 4 novembre scorso, sulla base della normativa vigente, lo stesso non è più suscettibile di ulteriore proroga;

VERIFICATO CHE:

- in forza alla metropolitana leggera di Cagliari, operavano 34 manovratori che garantivano il servizio quotidiano, comprese le giornate di riposo e i turni stabiliti per legge;

- da quando è scaduto il contratto per i 21 operatori in oggetto, solamente 13 manovratori, al momento, garantiscono il servizio di metropolitana leggera di Cagliari, diventato indispensabile per tantissimi lavoratori e studenti che quotidianamente utilizzano questo mezzo pubblico;

- l'azienda non può nemmeno ricorrere alle liste di collocamento per la sostituzione temporanea dei 21 manovratori in quanto nelle stesse non sono presenti figure professionali abilitate alla conduzione dei veicoli tranviari;

- fra qualche giorno il servizio di metropolitana leggera di Cagliari rischia la paralisi a causa dell'insufficienza del numero dei manovratori, e ciò provocherà gravi e pesanti disagi alla cittadinanza e a chi si serve di questo servizio pubblico;

PRESO ATTO CHE:

- il 28 ottobre 2009, l'Assessore regionale dei trasporti ha riunito l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l'ARST Spa e l'ARST gestione FdS Srl e le organizzazioni sindacali di categoria per trovare una soluzione al problema;

- l'Assessore dei trasporti avrebbe già predisposto la delibera relativa alla stabilizzazione dei 21 operatori che attualmente risultano licenziati, e la stessa, per diversi motivi, non è stata portata all'attenzione della Giunta regionale per la sua approvazione,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere se non ritengano urgente avviare tutte le iniziative per l'approvazione definitiva della delibera con la quale si vogliono stabilizzare i 21 operatori della metropolitana leggera di Cagliari, il cui contratto è scaduto il 4 novembre scorso, così da scongiurare la paralisi del servizio pubblico di trasporto che certamente provocherà gravi e pesanti disagi fra lavoratori e studenti che utilizzano quotidianamente questo servizio. (167)

Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata presa in considerazione di includere anche i lavoratori ex Scaini nell'accordo del 2 novembre 2009 che ha dato il via libera al reinserimento lavorativo degli ex dipendenti Legler.

Il sottoscritto,

PREMESSO che va salutato con grande favore il reinserimento lavorativo degli ex dipendenti Legler e si auspica che tale iniziativa possa essere estesa a tutti quei lavoratori che da anni cercano una via d'uscita allo stato di precarietà, con un assegno di mobilità che non permette a nessun nucleo familiare coinvolto di affrontare la vita di tutti i giorni;

PRESO ATTO che dopo la grande mistificazione dell'arrivo nell'ex stabilimento Scaini della New Millenium Medical, giustificata dal fatto che ancora non risultava chiusa la questione dei vecchi debiti dell'ENI e dell'ultimo spiraglio di una ripresa produttiva da affidarsi alla Sorgenia del gruppo De Benedetti, per la produzione di fotovoltaico, gli operai della ex Scaini, da oltre 10 anni, vengono costantemente e sistematicamente illusi che il loro calvario sia giunto alla fine, mentre a quanto pare, l'unica battaglia ancora possibile, rimasta solo quella di riuscire a strappare l'ultimo baluardo di un esile sostentamento di cui ancora dispongono: l'assegno di mobilità, stimato in 300-400 euro;

CONSIDERATO che anche per quest'ultimo sostegno sociale pare persistano vuoti attuativi, infatti, dopo il varo di un decreto del Governo che cambia le regole per l'indennità concessa a chi resta senza lavoro, legandola alla formazione professionale, non si conosce come e quando tali regole verranno applicate,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere se non vi siano le condizioni affinchè anche gli ex dipendenti Scaini, ormai stanchi e sfiduciati, possano rientrare nell'accordo del 2 novembre 2009, o se necessario, se non sia possibile attivare gli stessi meccanismi per un nuovo accordo che tolga gli ex lavoratori da una situazione che umilia il lavoratore e mette in profonda crisi esistenziale le centinaia di famiglie coinvolte, purtroppo ormai da troppo tempo. (168)

Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi del comparto zootecnico.

Il sottoscritto,

nel salutare positivamente l'azione della Giunta regionale che ha finalmente chiesto lo stato di crisi dell'agricoltura della Sardegna al Governo nazionale;

facendo seguito a tutta una serie di manifestazioni che nel territorio del Medio Campidano si stanno promuovendo, vedi gli incontri nel Comune di Samassi e l'occupazione dei Comuni di San Gavino e Villacidro, non ultimo l'ordine del giorno del Comune di Guspini che scaturisce dal movimento degli allevatori locali ed ai quali si ispira la presente interrogazione;

considerata l'alta valenza imprenditoriale del settore che l'agro di Guspini può rappresentare nel contesto isolano e sentite le istanze del comitato spontaneo di lotta degli agricoltori e degli allevatori Guspinesi in merito alla situazione di crisi del comparto agro-zootecnico;

tenuto conto che le aziende che insistono sul territorio di Guspini ammontano a 193 unità, tutte iscritte all'INPS, con una consistenza di 50.000 capi ovini, 3.800 capi caprini, 2.000 capi bovini e 2.100 capi suini; si tratta quindi di numeri importanti per l'economia del territorio e non solo, ai quali vanno aggiunti la forza lavoro degli addetti nelle aziende e l'indotto che vi ruota attorno;

atteso che il territorio di Guspini si configura come una felice realtà ove gli operatori insistono su aziende di media grandezza di circa 40/50 ettari e la maggior parte di loro ha già i terreni accorpati;

premesso che nella scorsa stagione le condizioni meteorologiche hanno creato una grave situazione di calamità naturale che ha interessato tutto il comparto agricolo; in particolare, il comparto zootecnico ha patito la scarsità e la qualità delle produzioni alimentari non sufficienti al fabbisogno delle aziende, ed ha dovuto ricorrere di conseguenza ad un forte uso di mangimi e foraggi, i cui prezzi nel periodo sono cresciuti in maniera esponenziale, causando anche una riduzione della produzione del latte del 20 per cento circa;

preso atto che, di contro, non si è avuto nessun sostegno alle aziende ed alle produzioni;

considerato che:

- un problema di non poco conto è l'assenza di liquidità che genera preoccupazione nelle aziende agricole e che ha creato difficoltà ad andare avanti nel quotidiano, determinando nel contempo un forte ridimensionamento per i futuri investimenti;

- al suddetto problema concorre anche il lento funzionamento della macchina burocratica, sia a livello nazionale che regionale; infatti, a tutt'oggi, le aziende attendono che vengano effettuati o completati i pagamenti sull'asse 2 del Programma di sviluppo rurale e che fanno capo alla annualità 2008, ed anche i contributi per il miglioramento del benessere degli animali e le indennità compensative;

ritenuto che:

- è necessario, per quanto riguarda il settore zootecnico, che si parli di programmazione sulla filiera del latte: dalla produzione all'arrivo sulla tavola del consumatore;

- la tenuta del prezzo del latte ovino, materia prima, a cui è ancorata quasi la metà dell'economia agricola sarda, deve trovare forme ed incentivi alla quota latte;

- la Regione deve avere un ruolo determinante nel coordinare le azioni propulsive, con proposte e interventi a sostegno del pecorino romano perché possa arrivare a godere degli stessi diritti e attenzioni che hanno caratterizzato il parmigiano reggiano e il grana padano;

- per il settore carni, è necessario che si venga a creare una piattaforma che si occupi delle carni sarde ed in particolare si dovrebbero creare le condizioni per favorire il consumo della carne locale (accordi di filiera, consiglio di consumare carne locale e prodotto regionale, sostegno alla certificazione quale agnello e carni IGP);

- ad oggi non esiste un borsino di andamento della vendita degli agnelli, procedura che ormai viene utilizzata per le altre specie animali che vanno alla vendita e alla produzione di carni;

- si continua a parlare di continuità territoriale, ma non si sviluppa nessuna azione a integrazione dei maggiori costi che vengono affrontati comunque dagli operatori;

- i costi dell'energia elettrica e del gasolio incidono non poco sull'economia aziendale ed è quasi naturale che si debba concorrere a queste spese con progetti incentivanti per la costruzione e integrazione di impianti di energia alternativa;

- dal punto di vista sanitario esistono le problematiche inerenti l'agalassia, la paratubercolosi negli ovini per le quali si chiede anche un piano di sanificazione delle greggi o comunque cercare di debellare questi casi che non sono più solo sporadici;

- l'agricoltura e l'allevamento certamente non devono essere una economia assistita, la loro produttività sociale non si può misurare solo in termini di puro rendimento economico, ma anche in termini di benefici sociali, di economie esterne e di ricchezza sociale, in senso lato;

- occorre fare scelte di politiche pubbliche che indirizzino i sistemi agricoli verso forme di organizzazione che assolvono anche a complesse funzioni extra agro-zootecniche, per entrare nell'ottica del ruolo per la gestione del territorio;

- è chiaro che senza la funzione dell'agricoltore e del pastore si rischia veramente di perdere la campagna e la conseguenza è il rischio della tutela e conservazione del paesaggio che deve essere considerato come patrimonio di tutti perché arricchimento strettamente legato al patrimonio artistico e culturale di ogni territorio,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere se e quali azioni siano state poste in atto per dare risposte al comparto ed alle aziende che, nonostante gli sforzi in essere, buona parte delle aziende del guspinese stanno facendo fronte con le proprie risorse all'indebitamento, attendono ancora di percepire le proprie spettanze e quali atti intenda assumere per il rilancio del comparto, quale industria primaria sarda. (169)

Interrogazione Cucca - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla precaria situazione sanitaria che si starebbe vivendo all'interno della Scuola media V. Alfieri di Cagliari.

I sottoscritti,

PREMESSO che da qualche giorno, nella Scuola V. Alfieri di Cagliari, starebbero succedendo episodi che, se si fossero verificati in periodi diversi da quello attuale in cui è in atto la pandemia da influenza H1Nl, sarebbero rientrati nella ordinaria casistica; nei giorni scorsi, ripetutamente, numerosi genitori sarebbero stati chiamati a scuola per riportare a casa i bambini che manifestavano sintomi di affezione febbrile;

VERIFICATO che nella giornata di lunedì 9 novembre 2009 tantissimi bambini sarebbero stati riportati a casa, al punto che le insegnanti sono state costrette ad accorpare le classi con i pochi bambini rimasti per poter effettuare una normale lezione scolastica;

TENUTO conto che i genitori e lo stesso personale della scuola avrebbero escluso che il malessere dei bambini possa essere stato determinato dall'assunzione di cibi avariati, anche perché la sintomatologia escludeva questa ipotesi;

ACCERTATO che l'influenza H1Nl sta provocando un allarme, verosimilmente ingiustificato, e proprio nei giorni scorsi ci sono stati veri e propri assalti ai pronto soccorso di diversi ospedali italiani;

PRESO atto che quanto si è verificato nella Scuola V. Alfieri di Cagliari, apparirebbe quale evento straordinario, provocato da altrettanta situazione straordinaria, che meriterebbe essere verificata e accertata, così da escludere la presenza di qualunque agente patogeno del quale non si conosce la pericolosità,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano urgente e necessario contattare la dirigenza della scuola in oggetto per conoscere in maniera approfondita la situazione che si è creata e che starebbe provocando allarme fra i genitori dei bambini, provvedendo altresì, se del caso, a far effettuare le necessarie analisi nell'ambiente, così da ricercare, e/o eventualmente escludere, la presenza di agenti patogeni pericolosi e tranquillizzare tutti, genitori e operatori della scuola, anche e soprattutto sulla presenza o meno del virus dell'influenza H1Nl. (170)

Interrogazione Capelli - Biancareddu - Milia - Obinu - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla illegittimità della determinazione n. 120/2009 del 3 novembre 2009, assunta dal commissario straordinario dell'agenzia Laore.

I sottoscritti,

PREMESSO che durante la recente campagna elettorale sono stati assunti importanti impegni verso il mondo dell'agricoltura e verso i dipendenti delle varie agenzie che costituiscono il braccio operativo della Regione a favore del comparto, ai quali, in particolare, è stata garantita una seria riorganizzazione in termini di efficacia, efficienza, trasparenza e meritocrazia;

VISTA la determinazione n. 120/2009 del 3 novembre 2009, con la quale il commissario straordinario di LAORE, in regime di prorogatio per le sole attività di ordinaria amministrazione, disponeva l'affidamento di incarichi non comportanti la titolarità di posizioni organizzative, e relative indennità di posizione per svariate centinaia di euro, a favore di circa 200 dipendenti con procedure illegittime ed inopportune;

RILEVATO, infatti, che l'atto predetto eccede l'ordinaria amministrazione ed è privo dei requisiti di indifferibilità ed urgenza (ed è quindi da considerarsi giuridicamente illegittimo), risulta essere stato adottato in violazione delle procedure previste dall'articolo 27 del vigente CCRL, in mancanza di alcuna programmazione e di criteri predeterminati (ed è quindi comunque illegittimo), dispone incarichi per la durata di soli due mesi (ed è pertanto del tutto inefficace rispetto a qualsivoglia risultato), continua a premiare senza alcun titolo sempre lo stesso personale che ne beneficia ormai ininterrottamente da 5 anni,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere quali provvedimenti siano stati adottati o si intendano adottare nei confronti del commissario straordinario dell'Agenzia LAORE perché proceda al ritiro della propria determinazione n.120/2009 del 3 novembre 2009. (171)

Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione n. 41/9 dell'8 settembre 2009 della Giunta regionale avente per oggetto "Interventi a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna, per il sostegno dell'Autonomia organizzativa e didattica, per interventi contro la dispersione scolastica".

Il sottoscritto,

PREMESSO che con deliberazione n. 41/9 dell'8 settembre 2009, la Giunta regionale ha deciso di finanziare, a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna, con 20 milioni di euro, interventi "Interventi a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna, per il sostegno dell'Autonomia organizzativa e didattica, per interventi contro la dispersione scolastica";

EVIDENZIATO che nella stessa deliberazione si richiama l'accordo con il Ministro della istruzione, dell'università e ricerca "volto a potenziare l'offerta formativa isolana, attraverso l'allungamento del tempo scuola, il rafforzamento delle attività integrative e dell'orario curriculare" per il quale il Consiglio regionale ha chiesto la rivisitazione;

richiamato che la Giunta regionale ha stabilito che, per realizzare le iniziative programmate, le autonomie scolastiche dovranno ricorrere in via prioritaria all'utilizzo di personale docente ed amministrativo, tecnico ed ausiliario precario;

APPRESO che:

- l'attuazione del provvedimento sta presentando notevoli problematiche di tipo amministrativo e procedurale che ne mettono seriamente in discussione la realizzazione;

- in numerose scuole dell'Isola i collegi dei docenti stanno manifestando forti riserve in merito al provvedimento, arrivando, in alcuni casi, a decidere di non avvalersene, ritenendolo del tutto inadatto a raggiungere gli obiettivi posti, ed in particolare a favorire il contrasto della dispersione scolastica, l'elevamento dei tassi di successo scolastico, il miglioramento dei livelli di apprendimento, la piena integrazione scolastica degli alunni, il miglioramento delle relazioni con il contesto sociale;

- gli stessi precari, attraverso i loro coordinamenti ufficiali, hanno esposto con chiarezza la propria contrarietà allo strumento adottato, ritenendolo del tutto insufficiente rispetto alla gravità delle questioni poste in questi mesi, dopo i drammatici tagli subiti dalla scuola in Sardegna,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere:

1) quali iniziative la Regione ha intenzione di intraprendere al fine di garantire un reale e forte sostegno a vantaggio dei lavoratori precari della scuola, attraverso la difesa del sistema scolastico isolano e la sopravvivenza della scuola anche nelle aree più marginali dell'Isola, risultato che può essere conseguito solo con l'apertura di un tavolo di confronto e contrattazione con il Governo nazionale, teso al riconoscimento delle specificità della realtà isolana;

2) se non si ritenga, alla luce delle osservazioni avanzate in premessa, di dover tornare sul provvedimento preso, recuperando, per il raggiungimento degli obiettivi posti nella deliberazione regionale, le positive esperienze prodotte dalla attuazione degli interventi a sostegno della autonomia scolastica seguita alle deliberazione della Giunta regionale n. 47 del 2007 e n. 51 del 2008. (172)

Interrogazione Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu - Ben Amara, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata applicazione dell'articolo 21 della legge regionale del 23 agosto 1995, n. 20, concernente la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari.

I sottoscritti,

PREMESSO che l'ERSU di Sassari, dal mese di gennaio del 2009 risulta privo del consiglio di amministrazione previsto dall'articolo 21 della legge regionale del 23 agosto 1995, n. 20;

considerato che l'assenza del consiglio di amministrazione e del presidente non consente la piena operatività dell'Ente, che dovrebbe garantire agli studenti universitari i servizi e le strutture necessarie per l'ottimale frequenza del corso di studi;

constatato che attualmente è garantita solamente l'ordinaria amministrazione svolta dal direttore generale dell'Ente;

ACCERTATO che in assenza del consiglio di amministrazione non possono essere erogati i contributi per le attività culturali promosse dai docenti e dalle associazioni studentesche;

dato atto che circa 600 studenti dell'Ateneo turritano non hanno ancora ottenuto le borse di studio in quanto i relativi fondi possono essere reperiti solamente attraverso la rideterminazione dei residui mediante la variazione al bilancio, procedura che deve essere deliberata dal consiglio di amministrazione;

VERIFICATO che l'Università di Sassari ha già provveduto ad indicare e a comunicare alla Regione i propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione, in rappresentanza dei docenti e degli studenti,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) quando la Regione provvederà a nominare con apposito decreto del Presidente della Regione il consiglio di amministrazione e il presidente dell'ERSU di Sassari, in attuazione dell'articolo 21 della legge regionale n. 20 del 1995 e secondo le procedure indicate dall'articolo 3 della stessa legge;

2) quali siano le ragioni che hanno impedito finora l'attivazione delle procedure di nomina del consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari, considerato che l'attuale gestione commissariale non garantisce la piena operatività e la predisposizione dei servizi in favore della numerosa comunità studentesca dell'Ateneo di Sassari. (173)

Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione del piano di azione per il superamento del digital divide e sulla mancanza di copertura ADSL nelle borgate agricole di Sassari.

I sottoscritti,

premesso che durante la scorsa legislatura, con deliberazione n. 54/15 del 22 novembre 2005, la Giunta regionale approvava il Piano d'azione per il superamento del digital divide, che prevedeva l'attuazione di due interventi finalizzati a garantire l'erogazione dei servizi in banda larga a tutti i comuni della Sardegna fino a quel momento esclusi;

considerato che il primo intervento previsto dal Piano di cui sopra, denominato SICS, finanziato con un importo di 6.100.000 euro si è concluso nel dicembre 2007 con l'attivazione dell'ADSL in 105 comuni della Sardegna fino ad allora sprovvisti di accesso internet;

CONSIDERATO CHE:

- con deliberazione n. 37/4 del 25 settembre 2007 la Giunta regionale disponeva l'avvio del secondo intervento (SICS-II) finanziato con un importo di 14.000.000 di euro e affidato al RTI composto da Telecom Spa e Sirti Spa, avviato nel maggio del 2008, che prevedeva l'erogazione del servizio di connettività ADSL in tutti i comuni della Sardegna ancora sprovvisti attraverso il collegamento in fibra ottica o l'utilizzo di ponti radio entro settembre 2009;

- dallo stato di attuazione a luglio 2009 disponibile sul sito della Regione Sardegna si APPRENDE CHE:

- il progetto SICS-II è tuttora in corso di esecuzione, con data finale per il completamento prevista per il settembre 2010;

- al mese di luglio risultavano posati sul territorio regionale oltre 400 km di fibra ottica, in favore di centrali che servono 27 comuni (circa il 38 per cento di quelli previsti in progetto), e che entro settembre 2010 saranno posati ulteriori 500 km di fibra ottica per il collegamento dei comuni con popolazione superiore ai 1.500 abitanti, mentre per 45 di essi (circa il 62 per cento di quelli previsti in progetto) fino alla realizzazione del collegamento in fibra ottica resteranno temporaneamente attivi i ponti radio;

- la copertura ADSL è stata finora estesa a 140 comuni e era previsto il raggiungimento del 100 per cento dei comuni entro il mese di ottobre 2009;

AVENDO APPRESO che nella borgata di Villassunta, in Comune di Sassari, il servizio ADSL è ancora inesistente, nonostante il territorio della frazione confini con quello di altre borgate del Comune di Alghero (Santa Maria La Palma, Guardia Grande) e dello stesso Comune di Sassari (Palmadula) che già sono state cablate e i cui cittadini hanno regolarmente accesso alla banda larga, e nonostante le formali segnalazioni degli abitanti di Villassunta ai competenti amministratori del Comune di Sassari;

SOTTOLINEATO che l'accesso ad internet a banda larga è ormai condizione necessaria per garantire una reale parità di diritti ai residenti e alle attività produttive, e che, pertanto, molti cittadini sardi sono costretti a subire una grave discriminazione e penalizzazione economica, culturale e sociale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:

1) quali criticità abbia incontrato o stia incontrando lo sviluppo della rete a fibre ottiche regionale;

2) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di accelerare l'iter di superamento del digital divide per tutti i comuni della Sardegna e portare così a compimento il piano d'azione approvato nel 2005;

3) se non sia opportuno che la Giunta regionale adotti iniziative atte ad incentivare i necessari interventi infrastrutturali degli operatori di telefonia, che sarebbero sufficienti a garantire il servizio in quelle zone, quali appunto le borgate agricole del territorio di Sassari, limitrofe ad altre già servite dalla banda larga, e che consentirebbero agli abitanti di Villassunta di esercitare l'importante diritto al superamento del divario digitale. (174)

Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione del piano di azione per il superamento del digital divide e sulla mancanza di copertura ADSL nelle borgate agricole di Sassari.

I sottoscritti,

PREMESSO che durante la scorsa legislatura, con deliberazione n. 54/15 del 22 novembre 2005, la Giunta regionale approvava il Piano d'azione per il superamento del digital divide, che prevedeva l'attuazione di due interventi finalizzati a garantire l'erogazione dei servizi in banda larga a tutti i comuni della Sardegna fino a quel momento esclusi;

considerato che il primo intervento previsto dal Piano di cui sopra, denominato SICS, finanziato con un importo di 6.100.000 euro si è concluso nel dicembre 2007 con l'attivazione dell'ADSL in 105 comuni della Sardegna fino ad allora sprovvisti di accesso internet;

CONSIDERATO CHE:

- con deliberazione n. 37/4 del 25 settembre 2007 la Giunta regionale disponeva l'avvio del secondo intervento (SICS-II) finanziato con un importo di 14.000.000 di euro e affidato al RTI composto da Telecom Spa e Sirti Spa, avviato nel maggio del 2008, che prevedeva l'erogazione del servizio di connettività ADSL in tutti i comuni della Sardegna ancora sprovvisti attraverso il collegamento in fibra ottica o l'utilizzo di ponti radio entro settembre 2009;

- dallo stato di attuazione a luglio 2009 disponibile sul sito della Regione Sardegna si apprende che:

- il progetto SICS-II è tuttora in corso di esecuzione, con data finale per il completamento prevista per il settembre 2010;

- al mese di luglio risultavano posati sul territorio regionale oltre 400 km di fibra ottica, in favore di centrali che servono 27 comuni (circa il 38 per cento di quelli previsti in progetto), e che entro settembre 2010 saranno posati ulteriori 500 km di fibra ottica per il collegamento dei comuni con popolazione superiore ai 1.500 abitanti, mentre per 45 di essi (circa il 62 per cento di quelli previsti in progetto) fino alla realizzazione del collegamento in fibra ottica resteranno temporaneamente attivi i ponti radio;

- la copertura ADSL è stata finora estesa a 140 comuni e era previsto il raggiungimento del 100 per cento dei comuni entro il mese di ottobre 2009;

AVENDO APPRESO che nella borgata di Villassunta, in Comune di Sassari, il servizio ADSL è ancora inesistente, nonostante il territorio della frazione confini con quello di altre borgate del Comune di Alghero (Santa Maria La Palma, Guardia Grande) e dello stesso Comune di Sassari (Palmadula) che già sono state cablate e i cui cittadini hanno regolarmente accesso alla banda larga, e nonostante le formali segnalazioni degli abitanti di Villassunta ai competenti amministratori del Comune di Sassari;

sottolineato che l'accesso ad internet a banda larga è ormai condizione necessaria per garantire una reale parità di diritti ai residenti e alle attività produttive, e che, pertanto, molti cittadini sardi sono costretti a subire una grave discriminazione e penalizzazione economica, culturale e sociale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:

1) quali criticità abbia incontrato o stia incontrando lo sviluppo della rete a fibre ottiche regionale;

2) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di accelerare l'iter di superamento del digital divide per tutti i comuni della Sardegna e portare così a compimento il piano d'azione approvato nel 2005;

3) se non sia opportuno che la Giunta regionale adotti iniziative atte ad incentivare i necessari interventi infrastrutturali degli operatori di telefonia, che sarebbero sufficienti a garantire il servizio in quelle zone, quali appunto le borgate agricole del territorio di Sassari, limitrofe ad altre già servite dalla banda larga, e che consentirebbero agli abitanti di Villassunta di esercitare l'importante diritto al superamento del divario digitale. (174)

Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul dubbio possesso dei requisiti di nomina del direttore sanitario e sulla possibile condizione di incompatibilità del commissario dell'ASL n. 5 di Oristano.

I sottoscritti,

visto il comunicato della CGIL di Oristano, nel quale si afferma che il direttore sanitario dell'ASL n. 5 di Oristano non sarebbe in possesso dei requisiti necessari per la suddetta nomina;

ATTESO che la semplice fattispecie di commissario non contempla presupposto normativo per la capacità di nomina dei direttori sanitari ed amministrativi delle aziende sanitarie locali, procedura in capo, ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992, e ai sensi della legge regionale n. 10 del 2006, al direttore generale della ASL;

PRESA VISIONE della delibera con cui il commissario, dott. Giovanni Panichi, nomina il direttore sanitario dell'ASL n. 5, per effetto di propria procedura di assimilazione dell'incarico di commissario a quello di direttore generale, incaricando il dott. Serafino Ponti, e preso atto che nella medesima delibera egli afferma che il dott. Ponti è in possesso di tutti i requisiti prescritti, nonché di specifiche e qualificate esperienze dirigenziali e di vertice ..., e che dunque sarebbe in possesso dei previsti requisiti dirigenziali per l'assegnazione dell'incarico;

CONSIDERATO che il possesso delle competenze dirigenziali non costituisce titolo sufficiente per la nomina a direttore sanitario, per la quale occorre, ai sensi del citato decreto legislativo n. 502 del 1992, e della legge regionale n. 10 del 2006, che l'interessato abbia svolto per almeno cinque anni qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria in enti o strutture sanitarie, pubbliche o private, di media o grande dimensione, atti dei quali non si fa menzione nel dispositivo della delibera di nomina;

ATTESO che vi è differenza sostanziale tra attività di direzione (espressione che qualifica una posizione di vertice) e quella di dirigente (che è attribuita anche a dipendenti di prima nomina appartenenti al contratto della dirigenza);

CONSIDERATO inoltre che il decreto legislativo n. 502 del 1992 prevede che "La carica di direttore generale è incompatibile con quella di membro del consiglio e delle assemblee delle regioni e delle province autonome, di consigliere provinciale, di sindaco, di assessore comunale, di presidente o di assessore di comunità montana, di membro del Parlamento, nonché con l'esistenza di rapporti anche in regime convenzionale con la unità sanitaria locale presso cui sono esercitate le funzioni o di rapporti economici o di consulenza con strutture che svolgono attività concorrenziali con la stessa. La predetta normativa si applica anche ai direttori amministrativi ed ai direttori sanitari. La carica di direttore generale è altresì incompatibile con la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente, ancorché in regime di aspettativa senza assegni, con l'unità sanitaria locale presso cui sono esercitate le funzioni";

atteso che il dott. Giovanni Panichi ed i direttori sanitario ed amministrativo sono dipendenti in servizio, ancorché in regime di aspettativa, dell'Azienda sanitaria locale n. 5 di Oristano, e dunque in condizione di incompatibilità;

CONSIDERATO che, a quanto risulta agli interroganti, altri dipendenti nominati commissari hanno provve­duto a rimuovere tempestivamente la condizione di incompatibilità;

APPRESO inoltre che il dott. Serafino Ponti avrebbe peraltro in essere attività dirette o indirette con strutture convenzionate presso l'Azienda sanitaria locale di Oristano, fatto che, ove confermato, lo metterebbe in una chiara situazione di conflitto di interessi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se il dott. Serafino Ponti sia in possesso dei requisiti richiesti per la nomina a direttore sanitario di azienda sanitaria locale;

2) se tali requisiti richiesti siano stati dichiarati dal dott. Ponti nel curriculum allegato alla delibera di incarico;

3) quali atti abbia compiuto il commissario, dott. Giovanni Panichi, per rimuovere la condizione di incompatibilità;

4) se corrisponda al vero che il dott. Serafino Ponti abbia attività dirette o indirette con strutture con­venzionate con l'Azienda sanitaria locale n. 5 di Oristano;

5) se, in difetto delle condizioni su riportate, non sia opportuna l'immediata revoca in autotutela dei decreti e atti di nomina. (175)

Interrogazione Porcu, con richiesta di risposta scritta, sulla illegittimità della determinazione n. 7413/494 del 21 ottobre 2009 con la quale sono state approvate e pubblicate le graduatorie relative alla valutazione di merito delle proposte presentate a valere sul bando "Pubblica selezione per il conferimento di borse di ricerca destinate a giovani ricercatori".

Il sottoscritto,

PREMESSO che ai sensi della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7 (Promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna), la Regione autonoma della Sardegna - Centro regionale di programmazione ha pubblicato un bando di "Pubblica selezione per il conferimento di Borse di Ricerca destinate a giovani ricercatori", a valere sulla legge regionale 7 agosto 2007, n. 7, e con la determinazione n. 5432/280 del 27 luglio 2009 del direttore del Centro regionale di programmazione, ai sensi dell'articolo 11 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 7, sono stati nominati i componenti della Commissione di valutazione;

PREMESSO, ALTRESÌ, che a seguito di atto ispettivo, ai sensi dell'articolo 105 del Regolamento del Consiglio regionale, il sottoscritto ha preso visione della determinazione n. 5432/280 del direttore del Centro regionale di programmazione con la quale sono stati nominati nella sottocommissione deputata a valutare i progetti afferenti all'area Scienze umane e sociali i sig.ri Amato Amedeo, Giuliani Maria Vittoria, Volterra Virginia, Guarasci Roberto Franco, Manzotti Riccardo, Riva Giuseppe, Ferrero Giuseppe, Orsi Renzo, Bertoletti Paolo, Pittaluga Stefano, Barca Alessandro, Arcolao Carla, Consigliere Isabella, Zanini Andrea, Campodonico Angelo;

rilevato che tale sottocommissione sembrerebbe essere composta da 2 psicologi, 6 economisti, 5 linguisti, 2 archeologi e 1 filosofo, con la totale esclusione di esperti appartenenti alle aree scientifiche scienze giuridiche e storia, nonostante siano stati numerosi i progetti presentati di taglio giuridico e storico;

EVIDENZIATO che nella nomina dei componenti della commissione di valutazione e nella ripartizione degli stessi l'Amministrazione avrebbe dovuto operare una scelta in grado di rappresentare le diverse aree scientifiche, anche in relazione alla classificazione operata dal MIUR, in modo tale che apparissero riconducibili a ciascuna macroarea di tale classificazione;

EVIDENZIATO che costituisce principio generale in tema di pubblici concorsi quello per cui i componenti delle commissioni d'esame debbano essere esperti di comprovata esperienza nelle materie di concorso, in possesso, cioè, delle competenze specifiche idonee a valutare tutti i candidati;

RILEVATO altresì che tanto l'atto di nomina della commissione quanto la graduatoria da essa realizzata appaiono illegittimi per violazione di legge ed eccesso di potere, esponendo la Regione a ricorsi giurisdizionali che porteranno senza dubbio all'annullamento di tutta la graduatoria e al conseguente blocco della procedura,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per conoscere quali provvedimenti siano stati adottati o sì intendano adottare perché si proceda al ritiro delle suddette determinazioni e si disponga, in sede di autotutela, l'integrazione della commissione di valutazione con almeno 3 esperti delle aree scientifiche scienze giuridiche e storia al fine di affidare loro la rinnovazione della valutazione dei progetti che appartengono a quei settori. (176)

Interrogazione Cucca - Cuccu - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sul mancato rispetto dell'accordo di programma relativo al Progetto Supramonte.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- nel dicembre dello scorso anno veniva siglato tra la Regione e la Cooperativa Rinascita '70 un accordo di programma denominato Progetto Supramonte, che coinvolgeva i Comuni di Orgosolo, Oliena, Dorgali, Urzulei, e che avrebbe dovuto impegnare nei cantieri forestali, fra gli altri, anche i lavoratori della Cooperativa Rinascita '70;

- nel recente incontro tenutosi a Cagliari con l'Assessorato competente, è stato comunicato al sindaco di Orgosolo che nella finanziaria regionale non è previsto alcun finanziamento per il Progetto Supramonte;

- al sindaco è stata prospettata la possibilità di ottenere eventuali finanziamenti per il Progetto Supramonte attraverso l'adesione al bando per l'istituzione delle aree protette dei parchi regionali, mentre il Progetto Supramonte non rientra nel finanziamento dei 21 milioni di euro destinati alle aree protette;

CONSIDERATO CHE sembrerebbe che altre cooperative sarebbero invece state assorbite dall'Ente foreste;

tenuto conto della grave situazione venutasi a creare sotto il profilo occupazionale per i soci della cooperativa, oramai tutti ultracinquantenni, e per le loro famiglie;

considerata la gravità del provvedimento adottato, che ancora una volta penalizza pesantemente il territorio del nuorese, nonostante le rassicurazioni, anche recenti del governo regionale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere quali azioni e provvedimenti intendano porre in essere al fine di rispettare gli accordi intervenuti tra la Regione, i comuni interessati e la Cooperativa Rinascita '70 nel mese di dicembre dello scorso anno. (177)

Interpellanza Lotto - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Zuncheddu - Porcu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zedda Massimo in merito alla norma che prevede l'inquadramento del personale dell'ARAS nell'agenzia regionale LAORE.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- la legge regionale n. 3 del 7 agosto 2009, articolo 2, comma 40, autorizza l'agenzia regionale LAORE Sardegna ad inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente dell'Associazione regionale allevatori;

- la Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della suddetta legge, adotta le modifiche della pianta organica della stessa agenzia;

CONSIDERATO CHE:

- nel corso degli anni, l'ARAS, con il proprio personale costituito da zootecnici (agronomi e periti agrari), veterinari, analisti (biologi e tecnici di laboratorio), informatici ed amministrativi è stata l'unico soggetto che, di concerto con l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha operato con continuità sul campo a favore dello sviluppo della zootecnia isolana, divenendo autorevole referente di allevatori, caseifici, istituti di ricerca, università ed enti sia regionali che nazionali ed esteri;

PRESO ATTO CHE:

- nel corso di una recente intervista rilasciata a Radio Press dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, Andrea Prato, sulla richiesta di informazioni in merito alla procedura di inquadramento del personale dell'ARAS in LAORE in scadenza alla data del 18 novembre 2009, la risposta data è stata poco chiara e fonte di forte preoccupazione tra coloro che sono in attesa della soluzione dell'annosa vicenda;

- l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha escluso il coinvolgimento della Giunta regionale durante la discussione e l'approvazione della norma in oggetto, dichiarando l'impreparazione dell'Amministrazione regionale ad affrontare questo tema che, tra l'altro, non sarebbe stato discusso con le organizzazioni di categoria;

- nell'intervista è stato sollevato il problema del laboratorio di analisi che, da quanto dichiarato dall'Assessore Prato, non essendo di proprietà regionale ma di ARAS, non potrebbe essere utilizzato;

VALUTATO CHE:

- con la legge regionale 8 agosto 2006, n. 13, istitutiva delle agenzie LAORE, ARGEA ed AGRIS, si è giunti ad un accorpamento di tutti gli enti e i consorzi operanti in agricoltura e le funzioni tradizionalmente affidate dalla Regione all'ARAS sono divenute di competenza dell'Agenzia LAORE;

- gli zootecnici e veterinari interessati dalla norma in oggetto sono stati, e sono ancora oggi, protagonisti di una apprezzata attività di assistenza tecnica alla aziende agricole sarde e sono attualmente anche impegnati in progetti della stessa agenzia LAORE;

- non esiste il problema sollevato dall'Assessore Prato di "cosa far fare a queste persone", se non quello di inquadrare al meglio la loro professionalità nella complessiva attività di assistenza dovuta dalla agenzia LAORE all'intera agricoltura sarda, utilizzando al meglio la specializzazione e l'esperienza maturata dagli stessi negli ultimi 27 anni; il laboratorio è patrimonio della Regione Sardegna, poiché realizzato e gestito con fondi pubblici e pertanto non si ravvisa nessun rischio riguardo la sua regolare attività,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione affinché riferiscano quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di rispettare i tempi e i dettati della legge regionale 7 agosto 2009 n. 3, articolo 2, comma 40. (52)

Interpellanza Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Solinas Christian, sugli interventi immediati finalizzati al rinnovo di tutti i contratti a termine, flessibili e/o atipici in essere presso l'ARPAS e all'elaborazione dei necessari piani di stabilizzazione del personale precario.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- il nord Sardegna sta vivendo l'acuirsi di una forte crisi di tipo economico-ambientale-occupazionale e la soluzione più opportuna e percorribile è oggi individuata nelle politiche ambientali volte al risanamento, alla prevenzione ed alla tutela, in una prospettiva cardine di rilancio del territorio;

- l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente Sardegna (ARPAS) rappresenta lo strumento fondamentale per la programmazione, l'attuazione delle politiche ambientali della Regione Sardegna ed inoltre costituisce l'indispensabile supporto tecnico di tante amministrazioni ed enti locali;

- per quanto riguarda l'ambito territoriale del nord Sardegna, l'ARPAS si trova in uno stato di grave e pericolosa emergenza che rischia di trasformarsi a breve in paralisi poiché il servizio è garantito nelle due province, per quanto concerne il personale non dirigenziale, da lavoratori del solo Dipartimento di Sassari, mentre il Dipartimento di Olbia-Tempio non ha ancora neppure una sede;

- il Dipartimento di Sassari dispone di un organico ad oggi ancora insufficiente per il territorio di competenza e rispetto alla dotazione organica prevista ed inoltre lo stesso personale viene "prestato" al Dipartimento di Olbia-Tempio;

- tutto l'ambito territoriale del nord Sardegna dispone solamente del 60 per cento della dotazione organica prevista e di tale personale circa il 40 per cento è precario, mentre se si considera il solo personale laureato non dirigenziale si arriva all'80 per cento di precari su tutto l'organico;

CONSIDERATO CHE:

- il 31 dicembre 2009 risulteranno scaduti sostanzialmente tutti i contratti in essere e ad oggi non è stata prospettata alcuna ipotesi realmente percorribile tale da garantire una reale soluzione al problema e pertanto dal 1° gennaio 2010 si rischia la paralisi certa di alcune fondamentali attività che nel Dipartimento di Sassari sono condotte dal personale precario;

- tali attività sono relative alle bonifiche ed in particolare alla bonifica del sito SIN di Porto Torres, alla quasi totalità delle attività laboratoristiche, alle emergenze ambientali legate alle fioriture algali (vedi ad esempio Alghero), alla parte preponderante dei monitoraggi su tutte le componenti ambientali, alle attività relative all'inquinamento elettromagnetico, acustico, ecc.;

PRESO ATTO CHE:

- dalla fine del 2005 i precari hanno maturato elevata professionalità, conoscenza specifica del territorio e delle problematiche ad esso connesse, divenendo così un vero e proprio patrimonio pubblico;

- l'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, secondo una volontà precisa espressa dal Consiglio regionale in maniera del tutto trasversale agli schieramenti politici, prendendo atto della larga diffusione di situazioni analoghe all'interno della funzione pubblica costituisce di fatto una sanatoria delle stesse e prevede:

l) l'avvio di programmi di stabilizzazione;

2) il rinnovo di tutti i contratti in essere fino alla conclusione dei programmi di stabilizzazione al fine di garantire la continuità di servizio (comma 7 "I contratti a termine, atipici o flessibili, in essere alla data del 28 febbraio 2009, sono prorogati fino alla conclusione dei programmi di stabilizzazione previsti nel presente articolo");

RILEVATO CHE:

- nonostante le chiare indicazioni di legge e la condizione di emergenza le direzioni generale ed amministrativa dell'ARPAS sostengono di non poter dar vita al percorso indicato dalla legge regionale n. 3 del 2009, e pertanto è chiaro l'intento di seguire strade alternative, manifestato sia attraverso il mancato rinnovo dei contratti in scadenza nei primi giorni del mese di novembre, che con la evidente e dichiarata intenzione di rescindere qualsiasi rapporto di lavoro diretto con i lavoratori precari e la totale chiusura rispetto al possibile avvio di programmi di stabilizzazione nelle more delle correnti normative;

- in tal modo, non solo non viene data attuazione alla legge regionale, ma si opera contro gli interessi del territorio e dell'Agenzia, poiché, oltre al destino di più di 30 lavoratori, patrimonio della pubblica amministrazione, è in gioco il funzionamento di un settore quanto mai strategico per un territorio in forte crisi e sarebbe dunque preciso dovere di amministratori e funzionari pubblici adoperarsi per la soluzione del problema;

TUTTO CIÒ RILEVATO, e considerato che l'applicazione della legge sulla stabilizzazione in ARPAS non comporta alcun aggravio per le finanze pubbliche,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se quest'Esecutivo intenda attivarsi ad avviare gli opportuni tavoli di trattativa con le organizzazioni sindacali per l'elaborazione dei necessari piani di stabilizzazione, come previsto dalle norme per il superamento del precariato e nell'immediato a rinnovare tutti i contratti a termine, flessibili e/o atipici in essere presso l'ARPAS così come previsto dal comma 7 dell'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3. (53)

Interpellanza Diana Giampaolo sulla disdetta dell'accordo inerente la stabilizzazione degli operatori tranviari della metropolitana leggera di Cagliari.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- il giorno 28 ottobre 2009 è stato siglato un accordo fra l'Assessore regionale dei trasporti, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l'ARST gestione FDS e le organizzazioni sindacali sulla stabilizzazione di 21 operatori di servizio abilitati alla guida dei tram Skoda di Cagliari;

- gli attuali operatori, attualmente in servizio dal novembre 2007, provengono da una selezione pubblica con contratto a tempo determinato prorogabile con scadenza naturale al 4 novembre 2009;

EVIDENZIATO che questi lavoratori hanno conseguito successivamente una abilitazione alla guida dei veicoli tranviari necessaria per poter svolgere tale servizio;

preso atto che con tale accordo si procede alla stabilizzazione dei 21 lavoratori in servizio con contratto a tempo indeterminato a partire dal 5 novembre 2009;

DENUNCIATO che in data odierna si apprende della rinuncia da parte dell'Assessore ai trasporti a riconoscere l'accordo precedentemente sottoscritto,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se tale rinuncia fosse confermata quali sono le motivazioni che inducono a tale decisione unilaterale;

2) quale provvedimento l'Assessore e la Giunta intendano adottare al fine di garantire la continuità del servizio, compromesso gravemente dalla disdetta dell'accordo;

3) quale provvedimento l'Assessore e la Giunta intendano adottare per garantire il rispetto dell'accordo e il mantenimento in organico dei lavoratori in questione;

considerata la gravità della decisione, se non sia opportuna la rassegnazione delle dimissioni da parte dell'Assessore regionale dei trasporti. (54/C-4)

Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla mancata nomina dei componenti di indicazione politica e dei due componenti in rappresentanza dei docenti e degli studenti nel consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari.

I sottoscritti,

RILEVATO CHE:

- il consiglio di amministrazione dell'ERSU di Sassari, da oltre otto mesi, si trova di fatto a non poter operare in quanto la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad effettuare le nomine di sua competenza, non avendo né indicato i consiglieri di sua scelta, né confermato le nomine dei due componenti in rappresentanza dei docenti e degli studenti, peraltro già eletti da oltre sei mesi;

- la Giunta, benché in carica da marzo 2009, non ha dato alcun segnale riguardo la volontà di provvedere con urgenza alle nomine che consentirebbero finalmente all'ERSU di svolgere le proprie funzioni, fondamentali per la vita stessa del polo universitario sassarese, soprattutto grazie alle attività volte a garantire un reale diritto allo studio anche agli studenti meno abbienti (borse di studio, case per gli studenti, contributi per le tesi all'estero ed altre importanti agevolazioni);

- il Governo regionale a tutt'oggi non ha ancora provveduto alla nomina del presidente e di un consigliere d'amministrazione dell'ERSU di Cagliari, creando gravissimi problemi anche al polo universitario cagliaritano e mostrando evidente disinteresse per il destino dell'istruzione e del diritto allo studio dei nostri giovani (e, si sottolinea ancora, soprattutto di quelli meno abbienti);

CONSIDERATO che la Regione non può rendersi colpevole di pregiudicare ulteriormente la già grave situazione delle università sarde, che si trovano ad affrontare i noti problemi connessi all'isolamento, i conseguenti aumenti di costi professionali e materiali, la dispersione scolastica, la fuga dei laureati, paralizzando due enti che svolgono importanti attività e forniscono servizi indispensabili per la vita stessa degli atenei;

SOTTOLINEATA la necessità per l'ente di disporre di una guida politica nella pienezza dei suoi poteri, in quanto in assenza di un organo politico che possa effettuare delle scelte non è possibile porre in atto quelle iniziative che nel 2008 hanno portato l'ERSU di Sassari al primo posto della classifica nazionale del CENSIS per i servizi erogati agli studenti,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere:

1) quali siano le motivazioni che hanno finora impedito di provvedere alla nomina dei consiglieri d'amministrazione dell'ERSU di Sassari;

2) quali siano i tempi necessari per sanare tale insostenibile situazione di vacanza in un ente di fondamentale importanza per l'effettiva garanzia del diritto allo studio di migliaia di studenti universitari. (55)

Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sulla necessità di dare urgente attuazione all'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009.

I sottoscritti,

PREMESSO CHE:

- ormai da lungo tempo i dipendenti dell'ARAS, circa 250 tra veterinari, agronomi e tecnici di laboratorio, rivendicano il passaggio all'Agenzia LAORE già previsto dalla finanziaria 2008 e dalla delibera della Giunta regionale n. 71/1 del dicembre 2008, che definisce la pianta organica regionale;

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 2, comma 40, autorizza l'Agenzia LAORE Sardegna ad inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente dell'Associazione regionale allevatori in servizio alla data del 31 dicembre 2006;

- lo stesso comma prevede che "la Giunta regionale, in attuazione della legge 8 agosto 2006, n. 13 (Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura. Istituzione delle Agenzie AGRIS Sardegna, LAORE Sardegna e ARGEA Sardegna), articolo 28, adotta, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge (legge regionale n. 3 del 2009), le modifiche della pianta organica della stessa Agenzia";

CONSIDERATO CHE:

- dai primi anni Ottanta, l'ARAS, con il proprio personale costituito da agronomi e periti agrari, veterinari, biologi e tecnici di laboratorio, informatici ed amministrativi è stata l'unico soggetto che, di concerto con l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, ha fornito assistenza alle aziende zootecniche dell'Isola, collaborando, inoltre, con istituti di ricerca ed università;

- con la riforma degli enti agricoli, il servizio svolto dall'ARAS è stato assorbito in toto da LAORE, per cui, per coerenza con tutti gli altri casi analoghi, oltre alle competenze anche il personale deve transitare da un ente all'altro;

- l'ARAS, pur essendo un'associazione di natura privata, è finanziata totalmente dalla Regione che stanzia annualmente 14 milioni di euro per il suo funzionamento;

- il passaggio del personale dall'ARAS all'Agenzia LAORE non comporta costi aggiuntivi;

EVIDENZIATO CHE l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, in risposta alle legittime rivendicazioni del personale dell'ARAS (il cui passaggio all'Agenzia LAORE, in base alla citata legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, doveva avvenire entro il 18 novembre 2009), ha affermato che la Regione non può dar corso al trasferimento suddetto in quanto la norma in questione è stata impugnata dal Governo nazionale;

RILEVATO CHE, contrariamente a quanto affermato dall'Assessore, l'impugnativa non riguarda le norme che interessano i lavoratori dell'ARAS, per cui non esiste alcun blocco all'attuazione di tale normativa;

PRESO ATTO CHE i dipendenti dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna hanno avviato, in difesa dei propri diritti, numerose azioni giudiziarie contro la Regione Sardegna presso i giudici del lavoro delle quattro province,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione affinché riferiscano quali urgenti misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di dare finalmente attuazione alla disposizione della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 2, comma 40, ponendo fine ad una annosa situazione che rischia di avere pesanti strascichi civili e giudiziari, con pesanti costi ulteriori per la Regione Sardegna. (56)