Seduta n.124 del 19/11/2015
CXXIV Seduta
Giovedì 19 novembre 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 10 e 39.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 22 settembre 2015 (119), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Marcello Orrù e Gaetano Ledda hanno chiesto congedo per la seduta del 19 novembre 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni ha fatto pervenire, in data odierna, a questa Presidenza la seguente nota: "Comunico alla S.V. onorevole che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 17 novembre 2015, ha preso atto della sentenza del TAR Sardegna numero 1104/2015 e di quanto disposto dal Consiglio di Stato con decreto numero 5116/2015 con il quale è stata accolta l'istanza cautelare presentata dal signor Gianni Lampis sospendendo gli effetti della stessa sentenza del TAR Sardegna. Eugenio Lai".
Comunico che in data 6 novembre 2015 è pervenuta a questa Presidenza una petizione: "Sulla tutela delle scuole pubbliche presenti in Villasalto".
Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento interno, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la seconda Commissione.
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:
"Adeguamento del bilancio per l'esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, e successive modifiche ed integrazioni, e disposizioni varie". (273)
(Pervenuto il 5 novembre 2015 e assegnato alla terza Commissione.)
"Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse". (277)
(Pervenuto il 6 novembre 2015 e assegnato alla sesta Commissione.)
"Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes". (281)
(Pervenuto il 16 novembre 2015 e assegnato alla prima Commissione.)
"Misure urgenti in materia di personale". (283)
(Pervenuto il 17 novembre 2015 e assegnato alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Moriconi - Daniele Cocco - Cozzolino - Comandini - Sabatini - Tendas - Unali: "Nuova disciplina in materia di corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione autonoma della Sardegna". (274)
(Pervenuta il 5 novembre 2015 e assegnata alla prima Commissione.)
Comandini - Tatti - Pietro Cocco - Daniele Cocco - Carta - Pittalis - Dedoni - Oscar Cherchi - Lotto - Sabatini - Deriu - Busia - Paolo Zedda - Usula - Anedda - Rubiu - Giuseppino Pinna - Truzzu - Collu - Cozzolino - Demontis - Forma - Meloni - Moriconi - Ruggeri - Antonio Solinas - Tendas - Agus - Pizzuto - Rossella Pinna: "Disposizioni in tema di anticipazioni finanziarie a favore dei Gruppi di azione locale". (275)
(Pervenuta il 5 novembre 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)
Demontis - Comandini - Collu - Tendas - Deriu: "Disposizioni per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo degli orti urbani nei comuni della Sardegna". (276)
(Pervenuta il 6 novembre 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)
Pietro Cocco - Collu - Demontis - Deriu - Ruggeri: "Interventi per le pari opportunità di genere". (278)
(Pervenuta il 12 novembre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)
Pietro Cocco - Pittalis - Desini - Rubiu - Anedda - Zanchetta Pierfranco - Usula - Carta - Dedoni - Daniele Cocco: "Differimento del termine di entrata in vigore della centrale unica di committenza". (279)
(Pervenuta il 17 novembre 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)
Demontis - Pietro Cocco - Desini - Moriconi - Tendas - Rossella Pinna - Piscedda - Cozzolino - Collu - Comandini: "Disposizioni finalizzate a prevenire, contrastare e curare il gioco d'azzardo patologico in Sardegna". (280)
(Pervenuta il 13 novembre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)
Forma - Cozzolino - Sabatini - Rubiu: "Modifiche alla lett. c, comma 9, art. 5 della L.R. n. 5 del 9.3.2015 recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2015)". (282)
(Pervenuta il 17 novembre 2015 e assegnata alla terza Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Interrogazione Rubiu in merito all'imposizione dell'Imposta municipale unica (IMU) sui terreni agricoli che hanno perso l'esenzione del tributo. (235)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Agus - Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Lai sulle professioni turistiche di accompagnamento e dei servizi. (345)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi sull'annunciata sospensione della programmazione delle corse turistiche del "trenino verde" per la stagione estiva 2015. (419)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Tendas sulla bonifica del Rio Mare Foghe a seguito dell'invasione dei giacinti d'acqua. (434)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sull'applicazione del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (decreto trasparenza) da parte della società pubblica Abbanoa Spa. (439)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Truzzu sulla mancata apertura della nuova strada statale 128 "Variante funzionale Senorbì - Suelli". (448)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla siccità di una vasta area dello stagno di Molentargius. (452)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Meloni sulla situazione delle strade della Sardegna invase dai rifiuti. (461)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra circa la grave situazione nella quale versano 28 imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione. (472)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra relativa alla nomina a direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna di soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico adottata in violazione delle vigenti norme. (502)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Tatti sulla mancata approvazione del bilancio della Provincia di Oristano. (529)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa sulla gestione del patrimonio ex ISOLA. (541)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco sulla procedura finalizzata alla nomina del direttore generale di Agris Sardegna. (554)
(Risposta scritta in data 10 novembre 2015.)
Interrogazione Azara sulla grave situazione venutasi a creare nell'Ispettorato forestale ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati. (481)
(Risposta scritta in data 16 novembre 2015.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave carenza di personale del Servizio di sanità animale in Goceano". (557)
"Interrogazione Tendas, con richiesta di risposta scritta, in merito alla grave situazione economica in cui versano le società e/o le cooperative interessate alla gestione di aree museali, aree archeologiche, biblioteche e archivi a causa delle insufficienti risorse contenute nella legge regionale n. 5 del 2015 (legge finanziaria 2015)". (558)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul declassamento dell'ospedale San Giuseppe di Isili a presidio ospedaliero di zona disagiata". (559)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori in utilizzo all'ex Compau". (560)
"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di emergenza di alcuni comuni della Gallura, a seguito delle ordinanze di non potabilità dell'acqua distribuita dal gestore del servizio idrico, Abbanoa spa". (561)
"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla soluzione dei gravi problemi determinati dall'impercorribilità della strada provinciale n. 7 Fonni-Desulo". (562)
"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'assegnazione teorica delle risorse per il finanziamento indistinto di parte corrente delle aziende sanitarie per l'anno 2016". (563)
"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle modalità riguardanti l'immissione in avifauna nelle aziende turistiche venatorie e nelle zone di addestramento cani da caccia". (564)
"Interrogazione Fasolino - Pittalis - Cappellacci - Locci - Peru - Randazzo - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sul divieto di utilizzo ai fini alimentari dell'acqua erogata in molti comuni della Provincia di Olbia-Tempio". (565)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di regolarizzare le detenzioni in forza di concessioni scadute di terreni e fabbricati provenienti dalle leggi di riforma fondiaria". (566)
"Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure per l'acquisto di un portale radiometrico pubblico provinciale relativo al monitoraggio delle spedizioni di rifiuti transfrontalieri indirizzati alla società Portovesme Srl per il rilevamento dell'eventuale presenza di sostanze radioattive". (567)
"Interrogazione Usula - Zedda Paolo Flavio, con richiesta di risposta scritta, sull'istanza di Terna Spa all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico per la revoca dell'essenzialità degli impianti di Ottana Energia spa ubicata in Ottana, dell'impianto Enel nel Sulcis e dell'impianto di Fiumesanto-Portotorres". (568)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul possibile licenziamento di 6 professionalità impiegate nella società MULTISS Spa, società in house della Provincia di Sassari". (569)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul contratto stipulato tra l'Azienda ospedaliera Brotzu, l'Asl n. 8 di Cagliari e l'Università di Bologna per l'attività di consulenza, in relazione al contratto di project financing dei presidi ospedalieri Businco e Microcitemico, nel più ampio progetto di incorporazione dei due presidi all'interno dell'Azienda ospedaliera Brotzu". (570)
"Interrogazione Gaia - Zanchetta - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi problemi derivanti alle aziende zootecniche sarde a seguito delle sanzioni comminate ai sensi del decreto n. 22 del 10 settembre 2014 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale". (571)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancanza di collegamenti tra le stazioni dell'Azienda regionale sarda trasporti (Arst) e delle Ferrovie dello Stato (Fds) di piazza Matteotti e la metropolitana leggera in piazza Repubblica, con la previsione di un'estensione della metro verso Sestu e i centri dell'area vasta". (572)
"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'effettiva possibilità dell'apertura della struttura sanitaria denominata Mater Olbia, prevista per l'inizio del prossimo mese di dicembre". (573)
"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo con il quale la Regione ha trasferito nell'esercizio finanziario 2014, al Comune di Alghero, le risorse destinate alla liquidazione dei contributi a favore dei leucemici e talassemici". (574)
"Interrogazione Lai - Pizzuto - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione del servizio di Ostetricia presso il distretto Sarcidano - Barbagia di Seulo e Trexenta e l'organizzazione del Centro donna presso il presidio ospedaliero di Isili". (575)
"Interrogazione Ledda - Manca Piermario - Cherchi Augusto - Cozzolino - Unali - Tendas - Anedda, con richiesta di risposta scritta, sulla palese illegittimità dell'avviso pubblico per acquisizione di manifestazioni d'interesse per la nomina del direttore generale dell'Agenzia AGRIS". (576)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Zedda Paolo Flavio - Usula - Pizzuto - Lai sulla condotta della Questura di Cagliari inerente alla manifestazione di protesta contro le esercitazioni e le basi militari svoltasi nei pressi del poligono militare di Teulada in data 3 novembre 2015 e sugli scontri avvenuti durante la manifestazione medesima". (167)
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sui procedimenti amministrativi che coinvolgono il soggetto gestore del servizio idrico integrato in Sardegna e sulle conseguenze che ne potrebbero derivare riguardo i costi, la qualità e la continuità dell'erogazione del servizio". (168)
"Interpellanza Rubiu sulla determinazione n. 7 del 15 ottobre 2015, prot. n. 19704, inerente il "Quarto provvedimento attuativo del programma straordinario di eradicazione della peste suina africana 2015-2017, recante eradicazione della Psa nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati"". (169)
"Interpellanza Rubiu, sulla mancata erogazione dei finanziamenti per il sistema integrato di salvamento balneare ai comuni rivieraschi del Sulcis-Iglesiente e degli altri centri della Sardegna". (170)
"Interpellanza Rubiu sul rilascio della licenza di porto di armi per i soggetti che siano stati riabilitati in seguito a reati". (171)
"Interpellanza Perra - Zanchetta - Gaia sulla necessità di adottare urgenti provvedimenti per preservare la presenza del riccio di mare (Paracentrotus lividus) e favorirne il ripopolamento nelle coste della Sardegna". (172)
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla grave carenza di posti letto di neuroriabilitazione che si registra sul territorio regionale a seguito della sospensione dei ricoveri presso l'istituto Santa Maria Bambina di Oristano". (174)
"Interpellanza Cozzolino - Cocco Pietro - Pittalis - Comandini - Forma - Moriconi sui criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2016/2017 per borse di studio a favore di studenti disabili e studenti privi di mezzi capaci e meritevoli". (175)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Pinna Rossella - Cocco Pietro - Deriu - Cozzolino - Comandini - Tendas - Meloni - Sabatini - Manca Gavino - Collu - Ruggeri - Demontis - Lotto - Usula -Pizzuto - Zedda Paolo Flavio - Busia - Agus - Lai - Cocco Daniele Secondo - Piscedda - Desini sulla necessità di introdurre nelle scuole della Sardegna l'educazione alle pari opportunità, la prevenzione della violenza di genere, il contrasto a qualunque espressione e forma di discriminazione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (192)
"Mozione Congiu - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Desini - Busia - Unali sull'immediata applicabilità, da parte della Giunta regionale, delle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 4, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 per la definizione dei criteri per la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche". (193)
"Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi - Pittalis - Cherchi Oscar - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Truzzu - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sull'operato dell'Assessore regionale dei trasporti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (194)
"Mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla preclusione nei confronti dei docenti sardi ad accedere ai benefici previsti dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, "La buona scuola", a seguito dell'errata applicazione della norma da parte dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna". (196)
"Mozione Desini - Busia - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sull'avvio del processo di accreditamento e certificazione, secondo i criteri dell'European society of breast cancer specialists (EUSOMA), della breast unit di riferimento per il territorio regionale sardo presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari e sull'istituzione di una breast unit presso l'AOU di Sassari e di almeno una terza breast unit presso il polo ospedaliero di Nuoro". (197)
"Mozione Congiu - Desini - Cherchi Augusto - Unali - Busia - Manca Pier Mario - Usula - Cocco Daniele Secondo - Zedda Paolo Flavio - Zanchetta - Gaia - Piscedda - Lai - Collu - Meloni - Sabatini - Forma - Agus - Demontis - Deriu sulle "gravi e irreparabili conseguenze derivanti dall'estromissione delle centrali di Ottana, Porto Torres e del Sulcis dall'elenco degli impianti "essenziali per la sicurezza elettrica", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (198)
"Mozione Locci - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sulla penalizzazione degli studenti universitari e delle loro famiglie, vittime di una grave situazione di disagio economico e sociale venutasi a creare a causa dell'introduzione dei nuovi parametri ISEE, e sulla conseguente necessità di ridefinire i criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2015/2016". (199)
"Mozione Zanchetta - Lai - Usula - Anedda - Carta - Desini - Cocco Pietro - Dedoni - Pittalis - Rubiu - Cocco Daniele Secondo sulla necessità di ottenere dal Governo il riconoscimento di La Maddalena quale sede del Vertice G7 del 2017, per l'avvio dell'immediato intervento di recupero e riqualificazione delle opere già realizzate per il grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8 del 2009 e procedere alla non più differibile riconversione economica e sociale dell'isola, già sancita nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 settembre 2007". (200)
PRESIDENTE. Ciò che è accaduto a Parigi lo scorso venerdì sconcerta e addolora tutti. I drammatici e sanguinosi attentati compiuti dai miliziani dello Stato islamico che hanno sconvolto Parigi e con essa l'Europa e l'intero Occidente lasciano un triste e quanto terribile bilancio: 132 morti, oltre 350 feriti. Un attacco senza precedenti da parte del terrorismo fondamentalista islamico, feroce e mirato a distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace così duramente conquistati. Servono unità, determinazione, impegno costante contro ogni forma di estremismo perché la pace fra i popoli è un percorso lungo, difficile, ma obiettivo primario da raggiungere e alimentare costantemente. Prima la tragedia del 7 gennaio con la strage alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, ed ora gli attacchi del 13 novembre. L'assalto all'Europa continua e la repressione messa in atto finora non è riuscita ad intimorire le cellule dell'ISIS. Il califfato è attrattivo e affascina, ma soprattutto continua a reclutare. La violenza e la pericolosità di quanto è accaduto impone uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. Estirpare la capacità di attrazione del terrorismo, ha dichiarato ieri il ministro Gentiloni alla Camera, riferendo in aula dopo la strage di Parigi, deve essere l'obiettivo dell'Europa unita. Li combatteremo non dichiarando guerra all'Islam, ha detto ancora il Ministro degli affari esteri, un principio che mi sento di condividere appieno perché questo è il vero pericolo che si rischia di correre, un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione. Credo che la morte di questi ultimi giorni imponga a noi tutti una seria riflessione su quali siano le strategie da attuare. Ricordiamo che l'ISIS colpisce anche le centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Siria e dall'Iraq, non terroristi ma vittime, ricordiamo Beirut, appena un giorno prima della strage di Parigi, dove hanno perso la vita 43 persone e 239 sono rimaste ferite. E consentitemi un pensiero speciale ad una delle vittime della strage parigina, la giovane dottoranda veneziana morta nel corso degli attentati al Bataclan, Valeria Solesin, ai suoi genitori, alla loro dignità e compostezza, nel terribile dolore per la morte di una figlia, a loro esprimiamo tutto il nostro cordoglio, alla Francia e al suo popolo quest'assemblea esprime tutta la propria vicinanza. Invito tutti a un minuto di raccoglimento e colgo l'occasione, visto che ieri era l'anniversario delle vittime che sono morte dopo il ciclone Cleopatra, per unire anche a questo ricordo questo altro evento luttuoso che ci ha colpito recentemente. Un minuto di silenzio.
(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 279 ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento.
Dichiaro aperta la discussione generale.
E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Molto rapidamente, Presidente, per dire che questo è un provvedimento concordato nella Conferenza dei Capigruppo, quindi firmato da tutti i responsabili dei Gruppi, e il problema è il differimento del termine di entrata in vigore della Centrale unica di committenza. Va detto che ci troviamo in questo momento in un problema normativo che sta causando danni serissimi alle amministrazioni pubbliche, soprattutto a quelle che non sono capoluoghi di provincia, perché è tutto bloccato. Noi avevamo fatto tempo fa un emendamento in base al quale avevamo prorogato i termini di adeguamento alla legge dal primo settembre al primo novembre, e allora c'eravamo agganciati alla legge Delrio, per cui anche a livello nazionale è accaduto il fatto che le proroghe fossero state fatte. In questo momento, invece, novembre e dicembre, in attesa della legge di stabilità che partirà dal prossimo anno, i comuni che non sono capoluoghi di provincia hanno tutto bloccato, non possono fare gare d'appalto perché il cosiddetto CIG non viene concesso per consentire di poter espletare le gare, non possono essere fatti i concorsi, non possono essere fatte assunzioni a qualsiasi titolo, comprese quelle per eventuali cantieri, e tutte le spese sono assolutamente ferme, considerando il fatto che i termini di intervento sono anche molto ridotti in virtù del fatto che a dicembre, a metà di dicembre, tutti i comuni devono chiudere con le ragionerie delle banche con le quali lavorano i propri conti, e gli assestamenti di bilancio entro il 30 novembre vanno assolutamente effettuati. Pertanto questa è una cosa assolutamente urgente, chiediamo di fatto di spostare al 31 gennaio dal primo di novembre il termine che disciplina l'entrata in vigore delle Centrali uniche di committenza, che devono essere fatte fra comuni associati attraverso le Unioni, o altra maniera che consenta di avere questa possibilità. E'inutile dire che il testo è urgente, va reso immediatamente esecutivo, bisogna fare in modo che venga pubblicato rapidamente e che i comuni in questa maniera possano essere in grado di produrre e di poter lavorare in totale normalità. Dal prossimo anno pare che la legge di stabilità sia consentita… la norma possa essere messa in piedi anche per i comuni di cui stiamo parlando adesso, con un tetto di intervento sotto i 40 mila euro; anche su questo bisogna che la Regione Sardegna ragioni, rifletta sull'idea che dobbiamo mettere, siamo in un momento nel quale stiamo anche intervenendo sulla riforma degli enti locali, e sono questioni che non possono essere trascurate perché le riforme vanno fatte, soprattutto tenendo conto dell'esigenza reale delle pubbliche amministrazioni, che devono intervenire e poter lavorare in una maniera abbastanza normale. Comunque il testo di questa legge è semplicemente questo: la proroga dal primo di novembre al 31 gennaio 2016 dell'entrata in vigore della disciplina sulle Centrali uniche di committenza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianmario Tendas. Ne ha facoltà.
TENDAS GIANMARIO (PD). Io volevo evidenziare, a scanso di equivoci, che mi accodo in tutto e per tutto al contenuto dell'intervento fatto dal Capogruppo del Partito Democratico. Volevo però evidenziare un aspetto che, a mio avviso, non è di secondo ordine, ovverosia che noi con l'articolo 7 della legge regionale numero 22 del 5 agosto, che avevamo approvato poco prima del periodo delle vacanze estive, chiamiamolo così, ci siamo dati dei limiti temporali e avevamo posto come limite temporale quello dell'entrata in vigore delle Centrali uniche di committenza proprio il primo novembre, e in questo senso stiamo giustamente intervenendo, anche per evitare che i fondi comunitari strutturali vengano utilizzati, e mi riferisco in modo particolare, ed è questo il problema che interessa in modo più diretto i comuni, che anche le risorse finalizzate ai progetti Iscola siano utilizzate quanto prima entro la fine dell'anno. Però volevo evidenziare un aspetto che, a mio avviso, non è di secondo ordine, ovverosia, noi ci siamo posti e imposti dei limiti temporali sull'applicazione delle centrali uniche di committenza, ma questi limiti e questa tempistica non era un atto obbligatorio a cui noi dovevamo necessariamente ottemperare. Lo dico perché di recente anche l'Autorità nazionale anticorruzione è intervenuta, è intervenuta su un quesito che è stato posto da un'altra Regione a Statuto speciale, ovverosia del Friuli Venezia Giulia, e sostanzialmente nella sentenza si dice: "Alla luce del combinato disposto dell'articolo 4 comma 5, e dell'articolo 33 del decreto legislativo numero 163 del 2006", quindi quella a cui stiamo facendo riferimento, "deve escludersi l'applicabilità di quest'ultima norma alle regioni a statuto speciale", e poi sostanzialmente c'è anche il rimando alla parte della sentenza, che è esattamente il punto (…). Quindi voglio dire che a me va bene, è importantissimo, e bene hanno fatto i Capigruppo… io del resto avevo fatto un'interrogazione su questa problematica prima ancora che uscisse l'Anci, visto che l'Anci ha richiesto lunedì questo intervento, però la scorsa settimana avevo fatto un'interrogazione proprio su questo aspetto, con l'obiettivo di evidenziare un adempimento che non era dovuto, noi, in quanto Regione a Statuto speciale, avremmo potuto riallacciare anche l'entrata in vigore della Centrale unica di committenza al processo di riordino che è tuttora in discussione in Commissione in questo Consiglio regionale. Ben venga quindi la proroga, ma credo che sia importante evidenziare che non è un adempimento a cui siamo tenuti. Siccome si parlava anche di CIG, io invito chiunque a provare… se voi andate a chiedere un CIG, il Codice di identificazione di gara, e digitate sulla fermata dove c'è "Sardegna Regione a Statuto speciale", è possibile accedere anche al CIG, quindi anche il Ministero, sostanzialmente, riconosce che questo aspetto alle regioni a statuto speciale va riconosciuto. Comunque ben venga la possibilità di una proroga, perché consente comunque l'utilizzo quanto prima delle risorse a cui i comuni hanno necessità ovviamente di far ricorso con la spendita entro la fine di quest'anno.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, se si scopre che noi non siamo tenuti ad applicare la Centrale unica di committenza, vorrei sapere di cosa stiamo parlando stamattina. Ma, in tutti i casi, Presidente, io premetto che voterò a favore della legge perché è un problema reale, però volevo porre alla Giunta e ai colleghi questo problema, che non è che tutti i comuni siano nelle medesime condizioni. Che c'era questo adempimento è un qualcosa di ampiamente noto, ci sono dei comuni che si sono preoccupati di procedere, di provvedere, e ci sono dei comuni che invece o non hanno tenuto in adeguata considerazione l'esistenza di questo termine, oppure non erano organizzati adeguatamente per procedere, in entrambi i casi io credo che qualche problema ce lo dovremmo porre, perché utilizzare i poteri speciali per assumere posizioni di retroguardia, mi sembra umiliante per questa Regione. Per cui probabilmente bisognerà studiare un meccanismo anche che tenga conto dei comuni che sono più solleciti nell'adempiere a quelle che sono le prescrizioni normative, e magari prevedere anche qualche meccanismo premiale, perché se non noi entriamo in un vortice di adozione di termini che sembrano degli ultimatum, che in realtà sono dei "penultimatum", e alla fine della fiera c'è la scarsa credibilità della legislazione, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Volevo sottoporre ai colleghi questi spunti di riflessione perché credo che stiamo parlando, al di là del caso contingente, di un problema che noi comunque ci dovremmo porre.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, io credo che comunque, al di là delle affermazioni tecnicamente ineccepibili di Tendas, ma che debbono essere interpretate, oggi è bene che si discuta questo provvedimento.
L'ANCI ha chiesto in modo veemente la settimana scorsa al Governo la proroga da inserire nei decreti che sono stati discussi nei giorni scorsi, il Governo è rimasto sordo. Ora buona parte dei comuni che non hanno attivato le procedure previste, in attesa della riforma del sistema degli enti locali, che è in ritardo non per responsabilità nostra, è in ritardo perché evidentemente il percorso non è stato attivato nei dovuti modi, ecco, in attesa di questa riforma gli enti locali sono rimasti al palo. Ecco che si rischia il blocco di tutte le procedure di appalto, di affidamento di lavori, di servizi, di acquisizioni di beni, è a rischio la spendita dei fondi europei e queste cose non le diciamo noi dell'opposizione, ma le dice l'ANCI. Quindi credo che probabilmente qualche riflessione su questi termini e sull'ostacolo indicato dall'ANCI a definire procedure bisognasse farlo qualche settimana fa piuttosto che una volta scaduto il termine, perché quando si assumono le determinazioni necessarie solo una volta che i buoi sono scappati dalla stalla diventa difficile recuperare e nel frattempo molte volte i danni sono stati creati, e i danni in questa fattispecie potrebbero essere veramente rilevanti.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Rinuncio.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta esprime parere positivo.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Anedda, Cocco Daniele, Desini, Floris e Zedda Paolo hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Desini - Fasolino - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati gli emendamenti aggiuntivi numero 1 e 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Differimento del termine di entrata in vigore della centrale unica
di committenza
1. Il termine di cui all'articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2015, n. 22 (Variazioni urgenti al bilancio della Regione per l'anno 2015, proroga di termini e disposizioni varie), relativo all'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 33, comma 3 bis, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), già prorogato in attuazione, da ultimo, dell'articolo 1, comma 169, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti), è ulteriormente differito al 31 gennaio 2016.
Emendamento aggiuntivo Piscedda
Articolo 1
Dopo l'articolo1 è aggiunto il seguente:
1-bis. I Comuni che alla data del 1° novembre 2015 hanno già provveduto alla costituzione della Centrale Unica di Commitenza, riceveranno un premialità corrispondente al miglioramento del proprio saldo obbiettivo già assegnato in termini di patto di stabilità, nella misura dell'1%. (1)
Emendamento aggiuntivo Piscedda
Articolo 1
Dopo l'articolo1 è aggiunto il seguente:
1-bis. I Comuni che alla data del 18 novembre 2015 non hanno ancora provveduto alla costituzione della Centrale Unica di Commitenza, riceveranno un penalità corrispondente al peggioramento del proprio saldo obbiettivo già assegnato in termini di patto di stabilità, nella misura dell'1%. (2).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (Cristiano Popolari Socialisti). Presidente, colleghi, ne approfitto subito per dire che posso tranquillamente ritirare questi due emendamenti, ma mi premeva dire questo. Intanto che il comune che io amministro non ha costituito la centrale unica di committenza, quindi non era la presentazione di emendamenti finalizzati a trarre vantaggio da una posizione individuale, ma semplicemente per dire a voce alta un principio, che non può essere che ogni volta che comuni sono in ritardo bisogna fare una norma per risolvere quel ritardo. Bisogna che anche i comuni, compreso il mio, si mettano in testa che le norme vanno rispettate, noi dobbiamo essere i primi a rispettarle. Costituire la centrale unica di committenza era un obbligo di legge, sapevamo tutti qual era la scadenza. Poi se ci sono difficoltà specifiche si affrontano, ma l'obiettivo, come diceva il collega Cossa, era solo dare un segnale, cioè l'un per cento in termini di elasticità di patto di stabilità è niente, ma, ripeto, serviva solo per dare un segnale, e questo ho voluto scrivere, poiché la discussione in Commissione è stata troppo stringata non mi ha consentito di farlo, ci tenevo a che anche voi colleghi poteste riflettere su questo fatto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Rinuncio.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Non ho capito se l'onorevole Piscedda abbia ritirato gli emendamenti… sì, perché evidentemente erano emendamenti che difficilmente avrebbero potuto trovare ingresso all'interno di questo corpo, perché obiettivamente infliggere sanzioni o attribuire premialità a comuni che non hanno potuto gioco forza fare ciò che avrebbero dovuto fare per i motivi che ha sottolineato l'ANCI, cioè la riforma degli enti locali che è al palo, sarebbe stato veramente poco entusiasmante per il Consiglio regionale, non sarebbe stato un atto che sarebbe andato nell'interesse del sistema degli enti locali. Non dico che sarebbe stato un atto di belligeranza nei confronti dei comuni, che non hanno responsabilità, ma comunque sarebbe stato un atto negativo che avrebbe avuto conseguenze difficilmente immaginabili.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Visto che gli emendamenti sono stati ritirati posso anche rinunciare se non fosse che quando noi provocatoriamente presentiamo un emendamento del genere appariamo come quelli che… la Regione sa cosa deve fare, mentre i comuni a volte non sanno quello che devono fare, ma credo che l'intervento che abbiamo sentito dall'onorevole Tendas ponga dei dubbi anche sul fatto che la Regione sappia esattamente cosa deve fare sempre. Quindi direi che questo richiamo dell'onorevole Piscedda, che io colgo perché Dorgali è convenzionata per la centrale di committenza, quindi sarei anche beneficiario, credo che debba essere rivolto anche alla Regione affinché anche la Regione sappia bene cosa deve fare, perché se la Regione saprà bene cosa deve fare e indicherà la via precisa ai comuni i comuni saranno nelle condizioni di rispettare i termini, di rispettare le scadenze e di organizzarsi al meglio per svolgere le loro funzioni.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, rubo un minuto proprio anche in considerazione delle osservazioni e dei contributi dei colleghi. Credo che il termine del 31 gennaio, pur condividendo le ragioni che tutti si devono adeguare quando una legge è in vigore e bisogna appunto non trovare delle scuse, però io, invece, la difficoltà di comuni l'ho letta tutta e a questo proposito voglio aggiungere semplicemente che il mese di gennaio per la Regione Sardegna e anche per i comuni, e aggiungiamo anche il mese di dicembre, sono dei mesi molto particolari per quanto riguarda gli aspetti finanziari e contabili. Credo, quindi, che nel mese di gennaio ci possa essere veramente poco da fare e allora propongo di dare fino al 28 febbraio il termine utile, ovviamente come termine definitivo, però guardate che veramente tra dicembre e gennaio ci sono delle situazioni particolarissime e di difficoltà e le abbiamo noi stessi in Regione, anche alla luce di tutte le modifiche e le innovazioni finanziarie che stiamo vivendo in questi ultimi due mesi.
PRESIDENTE. È stato presentato un emendamento orale, dopo lo mettiamo in votazione.
E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, mi fa piacere che il collega Piscedda abbia ritirato l'emendamento. Probabilmente la dichiarazione fatta dall'onorevole Piscedda poteva andar bene in altri casi, ma non sicuramente in questo e la cosa che più mi stupisce è che una dichiarazione di questo tipo e in questa circostanza venga fatta da un sindaco. Questa è la cosa che mi ha stupito di più perché tutti i sindaci hanno vissuto lo stato confusionale che esiste con la riforma degli enti locali, non sappiamo, da sindaco, che cosa dobbiamo fare fra un mese e quindi nessun sindaco si è portato avanti o pochi sindaci si sono portati avanti per questo motivo perché c'è uno stato confusionale incredibile. Quindi che venga fatta una dichiarazione del genere dove un sindaco, consigliere regionale, cerca di dare una percentuale anche se minore di premialità a chi riesce ma di penalità a chi è stato un attimino attento in questa confusione a non fare qualcosa di più dannoso per il proprio ente, mi sembra veramente strano. Bene ha fatto l'onorevole Piscedda a ritirare questo emendamento e secondo me la provocazione poteva andar bene in qualche altra situazione, ma non sicuramente in questo contesto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC). Presidente, io sinceramente da sindaco un po' mi sento offeso anche perché i Comuni della Sardegna stanno aspettando una parola definitiva su quanto devono fare una volta che verrà approvata la riforma degli enti locali. Poi per quanto riguarda qualcuno che è intervenuto prima ritengo che, sto parlando dell'onorevole Tendas, ha ragione che viene dato il codice identificativo di gara, ma solo per l'acquisto, non per i lavori e per le altre cose, solo per l'acquisto sino a 40.000 euro sia da parte del MePA che da Sardegna CAT. Quindi questo è, ma non per le altre cose, se c'è un lavoro da mandare in gara oggi i Comuni non possono mandare nessun lavoro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Reintervengo, Presidente, per dire questo, al di là degli emendamenti che Piscedda ha ritirato, e va bene. La questione che noi poniamo oggi è quella della proroga dei termini. Basta. Potremmo dire fino al 31 dicembre 2015 perché di questo stiamo parlando, dal 1° di gennaio, con la legge di stabilità, le cose saranno normate per tutto il territorio nazionale però per gli importi sotto i 40.000 euro. Il problema che non ci poniamo come Regione Sardegna oggi, perché nell'intervento di Tendas, al di là delle questioni che riguardano il CIG che si può rilevare o avere, in realtà non è così, lo spiegava adesso anche il collega Tatti, sotto i 40.000 euro, il problema è che noi dobbiamo utilizzare questo mese e mezzo che manca da qui al 31 dicembre. Quindi non c'è un problema complicatissimo da affrontare, dovremo prorogare solo i termini per consentire ai Comuni di operare. Poi è vero che i Comuni si devono adeguare, si devono consorziare, devono fare in modo che le unioni dei comuni possano mettere insieme la centrale unica di committenza per fare gli acquisti, però adesso noi dobbiamo prorogare i termini soltanto e non serve, collega Alessandra Zedda, prorogare al 28 febbraio, non serve a nulla, potremmo semplicemente dire 31 dicembre. Per sicurezza diciamo 31 gennaio. È questa la questione.
Io credo invece, Presidente, approfitto anche della presenza dell'Assessore delle riforme, perché la riforma degli enti locali che noi stiamo per portare in Aula ci dovrà consentire di dire che in Sardegna si deve mettere mano finalmente anche su una vicenda come questa e che possiamo normare nella legge una vicenda come questa perché il Friuli Venezia Giulia l'ha fatto, c'è una sentenza che è stata letta dal collega Tendas che dice che le Regioni autonome possono avere prevalenza di intervento su materie come questa e siccome adesso è controversa e va chiarito di chi è la competenza? Delle Regioni o dello Stato? Noi diciamo che la Sardegna può e deve normare autonomamente la materia, su questo problema bisogna intervenire e l'occasione di riforma degli enti locali è il momento propizio per fare un intervento di questa natura. Quindi inviterei anche l'Assessore a prendere spunto da questo dibattito di stamattina per approfondire la materia e consentirci di intervenire meglio in maniera più appropriata anche normativamente sul tema che dobbiamo affrontare anche alla luce delle sentenze che sono state testé lette dal collega Tendas. Oggi si tratta soltanto di prorogare per cui nessuna confusione né questione Regione né Comuni, dobbiamo soltanto prorogare i termini per consentire alle amministrazioni pubbliche di poter fare le gare d'appalto e fare le assunzioni.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento orale che è stato presentato dall'onorevole Alessandra Zedda che mi permetto di correggere al 29 di febbraio perché l'hanno prossimo è bisestile, quindi alla scadenza del mese, che prevede uno spostamento del termine dal "31 gennaio 2016" come previsto nel testo al "29 febbraio". Chiedo se ci sono opposizioni.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Ero convinto che la collega ritirasse il provvedimento di rinvio perché noi abbiamo concordato una data in Capigruppo che è il 31 di gennaio, se ci mettiamo a fare emendamenti li facciamo per ogni cosa. Io credo che sia il caso di ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Lo ritiro.
PRESIDENTE. Quindi la data rimane quella nel testo.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Usula ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 54
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, nell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Zanchetta ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 279.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 275/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore. Presidente, ringrazio tutti i colleghi e anche i Capigruppo di tutti gli schieramenti politici per aver voluto firmare questa proposta di legge che in qualche modo rende possibile l'applicazione dell'articolo 9 della finanziaria 2015, laddove si prevedeva la concessione di anticipazioni finanziarie a favore dei gruppi di azione locale (GAL) che erano necessarie per superare la criticità del rallentamento delle spese degli stessi organismi. In quell'occasione il Consiglio regionale decise di attribuire come anticipazioni 2 milioni di euro. Voglio ricordare che i GAL avrebbero dovuto utilizzare questi 2 milioni di euro per l'attuazione di progetti finanziati a valere sulle misure immateriali, soprattutto per quanto riguarda i rimborsi per le spese di gestione a valere sulla misura 431. Però questa norma si è resa estremamente difficile proprio a causa dell'impossibilità di ottenere anticipazioni per l'attuazione dei progetti finanziati oltre che per la mancanza di risorse proprie dei GAL. Le anticipazioni ai GAL previste dall'articolo 9 della finanziaria non sono stati infatti erogate in quanto i GAL sono soggetti beneficiari delle anticipazioni finanziarie e avrebbero dovuto rilasciare una procura irrevocabile per l'accesso da parte della SFIRS del contributo spettante. AGEA infatti ha da subito segnalato l'impossibilità per i GAL di rilasciare procura irrevocabile all'incasso a favore della SFIRS. Si è reso quindi necessario applicare una norma diversa come il testo di questa proposta di legge per dare possibilità ai GAL di procedere nella loro attività di soggetti attuatori delle misure sul PSR. La norma infatti con l'inserimento dell'articolato prevede che sia una delibera della Giunta regionale che disciplina le modalità concessionarie e la restituzione delle somme anticipate che renda attivabile lo strumento delle anticipazioni ai GAL da parte della SFIRS. La proposta di legge non comporta maggiori oneri a carico della Regione ed è stata deliberata dalla quinta Commissione nella seduta del 12 novembre 2015.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Io credo che le motivazioni che ci spingono a discutere questa legge non possano suscitare perplessità perché se è vero che su queste misure immateriali ai sensi del regolamento della Commissione europea del 2006 non è possibile fare anticipazioni ma soltanto rimborsi per spese di gestione, è anche vero che la SFIRS è titolare di una procura irrevocabile e allora se questa procura è irrevocabile, se la SFIRS è solo ed esclusivamente procuratrice non riesco a capire come AGEA possa parlare di benefici diretti e indiretti a favore di SFIRS. Se la SFIRS ha un mandato con rappresentanza i benefici vanno a favore non del rappresentante ma del rappresentato cioè del GAL. Io quindi non riesco a capire per quale motivo la Giunta si inchini a queste decisioni di AGEA. Io credo che la burocrazia non debba prevalere sulla politica, bene avrebbe fatto il presidente Pigliaru a farsi sentire a meno che il presidente Pigliaru non condivida le ragioni di AGEA e allora io mi chiedo per quale motivo è stato proposto l'articolo 9 della finanziaria che prevede la procura irrevocabile a favore di AGEA? Cioè AGEA oggi ci sta costringendo ad approvare una legge per motivi burocratici speciosi che credo che abbiano anche poco collegamento con il nostro ordinamento. Queste perplessità mi sentivo di rappresentare all'aula e credo che qualche riflessione su questo atteggiamento di AGEA bisogna pur farlo, non va bene.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Piermario Manca. Ne ha facoltà.
MANCA PIERMARIO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). È la seconda volta che parliamo di questo argomento dei GAL già in finanziaria, adesso nuovamente e come giustamente devo riconoscere, l'ha detto l'onorevole Marco Tedde, sicuramente ci sono delle cose che vanno riviste però vanno riviste alla radice. Io ringrazio Comandini perché questo è un atto doveroso, ma è solamente un atto che va a tamponare a una situazione. In realtà anche siamo secondo me al limite, siamo in zona Cesarini, io spero che questo meccanismo possa essere anche sfruttato nell'aumentare i livelli di spesa. Credo che bisogna andare però indietro, all'origine di questi problemi anche perché io già a suo tempo, un anno fa anche in varie interrogazioni avevo chiesto all'Assessore dell'agricoltura in particolare di intervenire, intervenire ricostituendo in Sardegna l'organismo pagatore. La maggior parte delle regioni italiane, quindi ne approfitto con questo articolo, hanno l'organismo pagatore, non si capisce in Sardegna che abbiamo competenze e professionalità, basterebbero 50 persone, lo dico io prese dalle agenzie che già esistono per fare l'organismo pagatore. Cosa sta a significare fare l'organismo pagatore? Che non siamo più soggetti a Roma, risolleviamo la schiena, siamo noi che abbiamo l'interlocuzione diretta e possiamo anche accelerare i pagamenti. Quindi aldilà di tutto ben venga, ringrazio Comandini, voto favorevolmente questa legge ma credo che quest'Assemblea deve prendere delle decisioni, particolarmente la Giunta per portare dentro delle proposte per istituire l'organismo pagatore in Sardegna. Senza questo questi problemi continueranno ad esistere e persistere.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). La costituzione del fondo di 2 milioni di euro al fine di garantire l'erogazione di anticipazioni ai GAL è di fatto lo strumento operativo per attuare i progetti relativi alle misure sulla cooperazione e le azioni di sistema, le cosiddette misure immateriali.
Superare in concreto il problema delle anticipazioni ai GAL evitando la triangolazione AGEA-SFIRS-GAL per i problemi esposti in relazione e delegando quindi la SFIRS ad effettuare direttamente le anticipazioni per conto della Regione, è la condizione idonea per evitare il rallentamento se non addirittura il blocco delle attività relative appunto allo sviluppo locale da parte dei GAL. Sembra logico e coerente ipotizzare che tale fondo diventi stabilmente un fondo di rotazione che si ripristini automaticamente e che le procedure previste con questa proposta possano essere utilizzate anche con la nuova programmazione in modo che questi importanti strumenti di sviluppo locale siano dotati di ogni strumento e condizione per attivare processi di sviluppo nei territori sardi al fine di consentire un recupero sociale ed economico delle nostre popolazioni.
Esprimo pertanto il mio voto favorevole e il voto del gruppo "Soberania e Indipendentzia" a sostegno della proposta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Per esprimere a nome personale e del gruppo il voto favorevole alla proposta di legge e per invitare il collega Piermario Manca che in materia è molto esperto e competente a presentare immediatamente una proposta di legge sull'ente unico pagatore perché effettivamente è un problema annoso, datato, e io proporrei a questo punto se la proposta di legge c'è già, di portarla in Consiglio con un "102" perché è veramente un problema...
(Interruzioni)
Esiste la legge, la legge non è applicata, allora presentiamo onorevole Manca una proposta affinché questa legge possa essere applicata e portiamola in aula col "102".
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DEMURO GIANMARIO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Modifiche all'articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2015
(Concessione di anticipazioni ai Gruppi di azione locale)
1. All'articolo 9 della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015) sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 2 è abrogato;
b) il comma 3 è sostituito dal seguente:
"3. Le anticipazioni sono effettuate dalla SFIRS per conto della
Regione. Con deliberazione della Giunta regionale, adottata su
proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, sono
disciplinate le modalità di concessione e di restituzione delle
somme anticipate.".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione il testo della legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Una brevissima dichiarazione perché credo che sia un argomento davvero importante. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore competente, va bene l'Assessore del personale che comunque gode di un'ottima stima da parte di tutto il Consiglio regionale, probabilmente l'Assessore competente però avrebbe dato una risposta su quelle che sono le considerazioni fatte precedentemente. Voterò sicuramente a favore di questa norma perché condivido e con l'onorevole Comandini ne abbiamo discusso a fondo, la necessità comunque di chiudere un percorso, abbiamo però bisogno di ragionare su quello nuovo. Per quanto riguarda l'organismo pagatore è inserito nella legge che istituisce le agenzie, nell'istituzione dell'agenzia AGEA si dà l'incarico all'agenzia AGEA come organo, organismo meglio, pagatore della Regione Sardegna, si tratta solo da parte dell'esecutivo di procedere in questa direzione. Già nella passata legislatura il Consiglio regionale si espresse comunque nuovamente su questo aspetto, ma la decisione fu che era necessario attendere la nuova programmazione per attivare l'organismo pagatore che è tanto richiesto e tanto utile per risolvere i problemi dell'agricoltura sarda. Quindi probabilmente l'Assessore ci avrebbe risposto se fosse stata presente che sicuramente ci sta lavorando, ma lo sapremo nella prossima puntata, tanto saremo qui in aula sicuramente per discutere dell'operato fino ad oggi qui portato avanti dall'Assessore competente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sì, Presidente, non ho parlato prima nell'altra proposta di legge perché si parlava di premialità o altro, perché ne avrei da dire, molte non poche, per esempio dei 5 milioni di euro che il Comune di Cagliari deve ancora per i rifiuti solidi urbani, perché è uno di quei Comuni che non paga e quindi non fa neanche guadagnare quelli che sono i cosiddetti ricicloni. Ma questo è a parte. Esiste questa proposta di legge, non è una proposta, esiste la legge, però io vorrei capire perché si tarda ancora a far sì che ci sia una riforma degli enti, perché così come sono posti non danno risposte all'agricoltura, e vorrei capire perché l'Assessore all'agricoltura sino ad oggi da parte di tutti i gruppi, mi risulta, ha una sollecitazione di almeno otto mesi per porre in campo questo argomento. Perché siamo ancora a questo punto in ritardo? Lo chiedo a lei affinché lo chieda al Presidente della Giunta che se ne occupi in prima persona con serietà. Quando si parla di fare riforme e ci si presenta alle elezioni presso il popolo sardo per avere i voti e fare una rivoluzione la si fa, non si chiacchiera!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Chiaramente per esprimere il voto favorevole mio e dell'intero gruppo del Partito Democratico e per in qualche modo riconoscere che con questo progetto di legge si chiude un periodo, quello della precedente programmazione sul piano di sviluppo regionale, che ha visto i GAL come soggetti principali per l'attuazione di importanti misure che sono andate anche a beneficio non soltanto degli agricoltori, ma anche degli enti locali. Voglio ricordare che molte di queste misure hanno anche permesso di riqualificare i centri storici, la viabilità all'interno delle zone rurali. Vi è un tema più generale che riguarda il nuovo ruolo che i GAL devono avere nella futura programmazione sullo sviluppo rurale, sulla quale questo Consiglio regionale, la Commissione è già intervenuta, individuando misure che sono sicuramente più efficienti e garantiscono una maggiore partecipazione al sistema degli enti locali, che sicuramente è il modo di controllare meglio quella che è la spesa pubblica. Il voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Sì Presidente, per confermare il voto favorevole alla proposta di legge e per fare qualche puntualizzazione, perché l'intervento dell'onorevole Dedoni mi ha fatto ricordare il dibattito che quest'Aula ha fatto nel 2011 quando con un articolo sulla finanziaria si decise di dare la competenza ad Argea come ente pagatore. Poi possiamo parlare di tutto per non parlare del problema, ma la verità fu che oltre a quella legge ci furono anche ordini del giorno del Consiglio dove si invitava l'allora Assessore, ma soprattutto l'allora agenzia Argea a mettere in campo le azioni necessarie, soprattutto l'organizzazione necessaria per far sì che la Sardegna si dotasse di un ente pagatore autonomo. E fu proprio Argea a non voler acquisire questa competenza, tant'è…
Attilio, ascolta! Ti hanno ascoltato con molto sacrificio!
Ci sono dichiarazioni dell'allora direttore generale di Argea, in convegni pubblici, dove dichiarava che Argea non era assolutamente d'accordo per svolgere l'attività di ente pagatore. Quindi credo che non c'è oggi l'Assessore all'agricoltura, ma c'è l'Assessore agli affari generali che credo che sia la persona anche competente in questa materia per dare un'organizzazione anche dal punto di vista del personale necessario a svolgere questo tipo di attività, ci sono professionalità in Regione, parlo di quelli che provengono per esempio dal centro di elaborazione dati che possono essere utilizzati per un'attività del genere, e quindi l'invito mio, ma credo di poterlo fare a nome di tutto il gruppo, credo che sia quello di accelerare sul dare le competenze ad Argea come ente pagatore. Grazie.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 275/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tocco ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 54
(Il Consiglio approva).
Discussione congiunta dei documenti "Richiesta di parere sul disegno di legge costituzionale n. 1895 relativo a "Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia elettorale e di ordinamento degli enti locali""(DOC.10/A) e "Richiesta di parere sulla proposta di legge costituzionale n. 3212 recante "Modifiche alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna)"" (DOC.13/A) e rinvio in commissione ex articolo 86 del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti numero 10/A e 13/A.
(Si riportano di seguito i testi dei documenti:
RELAZIONE DELLA PRIMA COMMISSIONE PERMANENTE AUTONOMIA, ORDINAMENTO
REGIONALE, RAPPORTI CON LO STATO, RIFORMA DELLO STATO, ENTI LOCALI,
ORGANIZZAZIONE REGIONALE DEGLI ENTI E DEL PERSONALE, POLIZIA LOCALE E
RURALE, PARTECIPAZIONE POPOLARE
composta dai consiglieri Agus, presidente e relatore - Tunis, vice presidente - Meloni - Busia - Cherchi Oscar - Cossa - Demontis - Deriu - Floris pervenuta il 17 novembre 2015.
Col presente documento il Consiglio regionale è chiamato ad esprimere un parere su una proposta di modifica dello Statuto speciale di iniziativa parlamentare; l'articolo 54 dello Statuto prevede infatti che ogni progetto di modifica di iniziativa parlamentare o governativa sia trasmesso al Consiglio che può esprimere un parere entro due mesi.
Il Documento 10 riguarda il disegno di legge costituzionale A.S. n. 1895, di iniziativa del Senatore Lai e altri (Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia elettorale e di ordinamento degli enti locali) ed è pervenuto al Consiglio il 3 agosto 2015.
La Commissione ha iniziato l'esame nella seduta del 4 novembre 2015. Nella successiva seduta
del 10 novembre 2015 ha stabilito di proporre all'Aula le considerazioni che seguono e ha nominato relatore il Presidente.
Il disegno di legge costituzionale propone la modifica degli articoli 43 e 18 dello Statuto speciale sardo con un testo identico alla proposta di iniziativa del Consiglio regionale, presentata nel corso della XIV legislatura regionale e trasmessa alla Camera dei Deputati il 2 ottobre 2013 (attualmente classificata A.C. 1651 Cost.).
La Commissione, per la parte relativa alla modifica dell'articolo 43 dello Statuto, apprezza i
contenuti della proposta. Essa, infatti, eliminando gli espliciti riferimenti alle province che attualmente vincolano la legislazione regionale, consente di esercitare con maggiore autonomia la potestà legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali. Sotto tale profilo la Commissione ritiene utile la modifica proposta soprattutto in prospettiva del riordino, attualmente al suo esame, che adegua il sistema degli enti locali della Sardegna alla riforma nazionale del 2014.
Limitatamente a questo aspetto, pertanto la Commissione, propone all'Aula di esprimere un parere positivo e auspica che l'approvazione della modifica avvenga in tempi rapidi.
In riferimento alla modifica dell'art. 18 dello Statuto, con cui si prevede l'eventuale ampliamento fino a sei mesi della durata della legislatura regionale, la Commissione ritiene, invece, che il tempo trascorso, dovrebbe indurre ad una diversa valutazione.
Propone pertanto all'Aula di esprimere
sul punto un parere negativo.(Doc.N.10/XV/A)
RELAZIONE DELLA PRIMA COMMISSIONE PERMANENTE AUTONOMIA, ORDINAMENTO REGIONALE, RAPPORTI CON LO STATO, RIFORMA DELLO STATO, ENTI LOCALI, ORGANIZZAZIONE REGIONALE DEGLI ENTI E DEL PERSONALE, POLIZIA LOCALE E RURALE, PARTECIPAZIONE POPOLARE
composta dai Consiglieri
Agus, Presidente e relatore - Tunis, Vice presidente - Meloni, Segretario - Busia - Cherchi Oscar - Cossa - Demontis - Deriu - Floris
pervenuta il 17 novembre 2015
Col presente documento il Consiglio regionale è chiamato ad esprimere un parere su una proposta di modifica dello Statuto speciale di iniziativa parlamentare; l'articolo 54 dello Statuto prevede infatti che ogni progetto di modifica di iniziativa parlamentare o governativa sia trasmesso al Consiglio che può esprimere un parere entro due mesi.
Il documento n. 13 riguarda la proposta di legge costituzionale A.C. n. 3212, presentata alla Camera dei deputati su iniziativa del Deputato Francesco Sanna e altri (Modifiche alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 - Statuto speciale per la Sardegna), pervenuta al Consiglio il 26 ottobre 2015.
La Commissione ha iniziato l'esame nella seduta del 4 novembre 2015. Nella successiva seduta del 10 novembre 2015 ha stabilito di proporre all'Aula le considerazioni che seguono e ha nominato relatore il Presidente.
La proposta di legge costituzionale prevede la modifica degli articoli 27, 28, 43, 44 e 45 dello Statuto speciale (non relativi soltanto agli enti locali) e riguarda differenti aspetti dell'ordinamento regionale.
Secondo la Commissione la proposta contiene temi che potrebbero essere più opportunamente disciplinati con legge statutaria e temi che, invece, troverebbero una più adatta collocazione in legge regionale ordinaria nell'ambito degli indirizzi di politica regionale sugli enti locali. Altri temi ancora, dovrebbero essere coordinati in un più ampio disegno di revisione dello Statuto, senza il quale appaiono poco efficaci o non pienamente condivisibili.
A tal proposito si fa presente che nel mese di giugno 2014 la Commissione, all'unanimità, ha approvato una risoluzione (n. 3 "Sul percorso delle riforme"), successivamente presentata e approvata in Aula (il 23 luglio 2014), con la quale si è stabilito di avviare un organico percorso di riforme che prevede, tra gli altri aspetti, anche un confronto e un coordinamento tra Consiglio, Giunta e parlamentari sardi o eletti in Sardegna, ai fini della revisione dello Statuto speciale.
Sulla base di tali premesse la Commissione, ribadendo quanto espresso nella risoluzione n. 3, ritiene che i contenuti della proposta A.C. n. 3212 debbano essere discussi in un più ampio e organico percorso di riforma dello Statuto speciale che coinvolga in modo più adeguato le forze politiche presenti in Consiglio, gli organi di governo regionali e i rappresentanti in Parlamento.
La Commissione ricorda ancora che la proposta A.C. n. 3212 è attualmente abbinata alla proposta di iniziativa del Consiglio regionale della Sardegna, adottata nel corso della XIV legislatura regionale e trasmessa alla Camera dei deputati il 2 ottobre 2013 (dove è classificata A.C. n. 1651 Cost.). Ritiene che tale ultima proposta meglio risponda alle esigenze attuali della Regione e che il testo da essa previsto debba essere preferito a quello su cui è ora richiesto il parere.
In proposito fa presente che il testo della proposta n. 1651 (di iniziativa regionale), per la parte relativa alla modifica dell'articolo 43 dello Statuto, eliminando gli espliciti riferimenti alle province che attualmente vincolano la legislazione regionale, consente di esercitare con maggiore autonomia la potestà legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali ed è dunque attuale ed urgente. Per la parte relativa alla modifica dell'articolo 18 dello Statuto, con cui si prevede l'eventuale ampliamento fino a sei mesi della durata della legislatura regionale, è invece da ritenere non più attuale.
Pertanto raccomanda all'Aula di fare proprie le valutazioni prospettate: esprimendo parere contrario sulla proposta A.C. n. 3212; indicando nel testo della proposta A.C. n. 1651 il testo da approvare con le modifiche indicate. Contestualmente, ribadisce la necessità che il percorso delle riforme si svolga mediante un confronto ampio e approfondito tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio; che le singole iniziative si muovano all'interno di una cornice unitaria anche attraverso il coordinamento delle attività del Consiglio e della Giunta e in sinergia con i parlamentari sardi o eletti in Sardegna per i temi di loro competenza (Doc.N.13/XV/A).)
PRESIDENTE. Per illustrare i documenti ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Agus, relatore di maggioranza.
AGUS FRANCESCO (SEL), relatore di maggioranza. Presidente, la discussione sui due documenti è avvenuta in Commissione in contemporanea alla discussione sul D.L. 176 di riforma degli enti locali, vista anche la coerenza dell'argomento appunto delle due leggi di revisione costituzionale con quello appunto della trattazione della legge di riforma degli enti locali che marginalmente riguarda anche parte delle riforme statutarie presentate alla Camera e al Senato e appunto contenute nei documenti numero 10 e 13 all'oggetto di questa discussione. In ragione della disponibilità dei presentatori dell'atto della camera 3212, che nella nostra archiviazione è il documento N.13, credo sia importante sfruttare la possibilità di avere un supplemento di discussione anche con i relatori del testo e riportare quindi entrambe le proposte all'attenzione della Commissione I, che in seduta allargata potrà entrare nel merito delle proposte, anche coerentemente con quanto deciso dalla Commissione stessa nella risoluzione presentata l'anno scorso e votata anche da questo Consiglio regionale. Chiedo pertanto di riportare in Commissione i due testi e di attivare il prima possibile le procedure per la possibilità di audire i presentatori dei testi parlamentari. Grazie.
PRESIDENTE. Sì, quindi viene formulata una richiesta di rinvio in Commissione dei due documenti che diventa pregiudiziale. Allora chiedo al Consiglio di esprimersi su questo. E' possibile intervenire con un componente per ciascun gruppo sull'argomento.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Intervengo per il mio Gruppo, su delega del mio Capogruppo. Presidente, sono perplesso per questa richiesta di rinvio, vuoi per motivi di metodo, che per motivi di merito. Innanzitutto, non ho seguito, mi scusi Presidente, il rinvio è per tutt'e due i pareri o per uno solo? Per tutt'e due! Quindi c'è la richiesta di rinvio per un parere per il quale la Commissione propone il voto positivo e un parere per il quale la Commissione prevede invece un voto negativo. Io non riesco a capire per quale motivo si debbano rinviare questi pareri, perché comunque ci sono dei tempi che devono essere osservati, per quanto riguarda un parere siamo già in ritardo, per quanto riguarda un altro parere siamo ancora nei termini, però se si procrastina la discussione di questi pareri si va fuori termine, non mi sembra il massimo. Perché, comunque, non vedo nel merito una motivazione. Per il primo parere si propone il voto positivo, si cerca di modificare, o meglio si ha il parere favorevole per modificare l'articolo 43 che blocca di fatto le riforme, quantomeno secondo gli intendimenti della Commissione, blocca le riforme perché la legislazione esclusiva in materia di enti locali viene paralizzata dall'articolo 43 che prevede espressamente la presenza delle province di Cagliari, Sassari e Nuoro, dimenticando, tra le altre cose, che nonostante questo blocco dell'articolo 43 si sta proponendo una riforma degli enti locali che di quest'articolo 43 se ne fa un baffo, perché fa finta che l'articolo 43 non esista, quindi non capisco per quale motivo, questo per quanto riguarda il primo parere. Per quanto riguarda il secondo parere invece mi pare che nel metodo abbia già detto quali sono le conseguenze cui andiamo incontro, cioè di ritardi inammissibili e contro la legge, in relazione invece ai contenuti concreti di questo parere credo che si possano discutere serenamente, vanno nella direzione di migliorare il nostro Statuto, che comunque è uno Statuto che deve essere in qualche modo aggiornato ai tempi, alle intemperie politiche e culturali che stiamo vivendo, e propone anche delle modifiche se vogliamo di buon senso. Quindi io credo che bene avrebbero fatto i proponenti dei due disegni di legge costituzionali e tutti i loro amici a confrontarsi prima con la Giunta, a confrontarsi prima con il Consiglio regionale, piuttosto che far lavorare inutilmente i funzionari del Senato, far lavorare inutilmente le Commissioni del Senato e di questo Consiglio regionale, di far lavorare inutilmente i dirigenti di questo Consiglio regionale, bene avrebbero fatto a confrontarsi prima, a parlarsi e a cercare di trovare delle soluzioni condivise, perché non è assolutamente giusto e corretto che oggi questi pareri che hanno attraversato tutto l'iter procedimentale debbano essere rinviati, non c'è una motivazione una, né sotto il profilo procedurale né sotto il profilo dei contenuti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, per dire che trovo abbastanza singolare la proposta fatta dal Presidente della Commissione dopo aver espletato tutto l'iter delle pratiche, dopo aver discusso in commissione, dopo aver discusso in commissione anche dell'esigenza di chiamare i proponenti e aver respinto questo tipo di impostazione con la fretta, io credo che sia necessario, utile e doveroso da parte nostra aprire la discussione su questi argomenti che sono di fondamentale importanza, capisco che non sono il "102", che non sono le dichiarazioni di voto, capisco che rispetto a questi problemi che riguardano al futuro della Sardegna ci sia poco interesse, ma arrivare al punto di essere contraddittori e di dire che questi provvedimenti si intersecano e hanno a che vedere con la legge numero 176 sugli enti locali che stiamo discutendo dove c'è una confusione enorme e non fare una discussione in Consiglio regionale, proprio per dare un indirizzo alla Commissione che mi pare non abbia, perché penso che il Presidente sappia che questa prima Commissione si stia riunendo senza la minoranza, che si riuniscono in quattro o cinque, presentano gli emendamenti e gli approvano con uno stile e con un garbo istituzionale di rara fattezza. Io credo che sia utile discutere di questo argomento proprio perché è direttamente collegato ad altri argomenti che dovremmo discutere poi ed è direttamente collegato anche al giudizio che noi vogliamo esprimere in questa sede nei confronti del popolo sardo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente proprio perché condivido l'intervento del collega Floris sul fatto che bisogna discutere nel merito delle questioni, io credo che sia opportuno accogliere l'invito formulato dal Presidente della Commissione di rinviare i due testi all'esame della Commissione, uno perché audiamo un sacco gente e non è comprensibile per quale ragione non dobbiamo audire ai parlamentari che si stanno occupando di incardinare i procedimenti sia in Camera che in Senato. Due perché anche tecnicamente i procedimenti che arrivano sono arrivati prima alla Camera e poi al Senato e il testo del Senato sarà compattato a quello della Camera per prassi parlamentare. E' stato prima presentato lì, il relatore è stato nominato dalla Camera, il Senato non avrà un relatore per cui l'uno è legato all'altro per forza, inevitabilmente, siccome è una questione delicata sulla quale è bene discutere in maniera approfondita e fare in modo che anche la minoranza partecipi, dato che non sta partecipando alle riunioni di Commissione, certamente non per colpa della maggioranza che mai dirà alla minoranza di andare via, ma al di là di questo, non c'entra niente, questa è solo una parentesi, siccome una questione delicatissima, arrivare in Commissione e poi arrivare in Aula con un parere che è in qualche modo più tecnico che di sostanza sul merito delle cose credo che non vada bene, per cui lo stesso Presidente propone di ritornare in Commissione, io sono dell'avviso che vada accolta la proposta del Presidente di rimandare i testi in commissione, audire i parlamentari che hanno garbatamente mandato una lettera perché possano essere ascoltati rispetto alle cose che stanno sostenendo, un testo, vorrei ricordare di uno dei due è identico a quello che noi abbiamo provato in questo Consiglio regionale nella XIV legislatura, per cui vogliamo ascoltarli per vedere se davvero fanno gli interessi che noi vogliamo siano portati avanti oppure no, quindi semplicemente un rinvio che io sono dell'avviso vada assolutamente accolto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Il problema non è di poca entità, noi dobbiamo esprimere un parere su quello che sarà il risultato della modificazione dello Statuto della regione sarda, tocca intimamente l'autonomia, tocca intimamente le istituzioni regionalistiche, se noi andiamo avanti senza avere cognizione e anche arrogantemente al di là delle posizioni della minoranza si va avanti con i lavori della Commissione interpretando un ruolo non proprio io credo che ci sia la necessità di fare un passo indietro e ragionare con attenzione su questi argomenti. Oggi io avrei approfittato di questa circostanza affinché il Parlamento del popolo sardo, questo Consiglio regionale, potesse esprimere nelle sue articolazioni quali sono le necessità, le aspettative, le speranze perché un'istituzione autonomistica funzioni nel migliore dei modi, ma vi ricordo una cosa, giace qui in Consiglio regionale da più legislature la necessità che si dibatta di una legge costituzionale sarda e noi dobbiamo accettare passivamente che il Parlamento centrale ci faccia un abito su misura? Qual è la dignità del popolo sardo e la salvaguardia che vogliamo dare? Dov'è che noi rappresentiamo con attenzione quelle che sono le aspettative del popolo sardo? Ci tengono chiusi all'interno di un'isola senza trasporti e poi ci illudiamo che 30 milioni risolvano i problemi? Bene, io conservo con piacere una lettera dell'onorevole Sanna del 1983, la conservo gelosamente quando militavamo nello stesso partito, bene ho grande stima, ma prima di chiedere di bloccare i lavori di una commissione o di un dibattito all'interno del Consiglio regionale perché non si confronta qualche volta con il Consiglio regionale prima di presentare la proposta di legge a livello nazionale? Lui è un sardo che dovrebbe rappresentare la Sardegna all'interno di quel consesso, quali sono gli indirizzi che ha avuto da questa Assemblea? Quali sono gli indirizzi che ha raccolto dal popolo sardo? Io su queste cose chiedo che ciascuno di noi interpelli la propria coscienza, per vedere se è giusto quello che si fa, se abbiamo la dignità di dover rappresentare un popolo o no, o ci presentiamo ancora una volta divisi tra maggioranza e opposizione solo perché non sappiamo dove andare a perché dobbiamo accontentare un parlamentare qualunque, va benissimo scegliamo questa strada, c'è una maggioranza la decida. Ma qui c'è in discussione l'autonomia di essere noi protagonisti di una riforma statutaria, su questo io chiedo semplicemente che ciascuno faccia coscienza a se stesso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Grazie signor Presidente io mi sono sorpreso leggendo i pareri, perché lo stesso giorno la Commissione sulla modifica dell'articolo 43 esprime un parere positivo e auspica che l'approvazione della modifica avvenga in tempi rapidi. Lo stesso giorno invece dichiara che è da ritenere non più attuale. Quindi credo che la Commissione si debba mettere d'accordo, se lo vuole approvato in fretta o ritenerlo non più attuale. Prima annotazione. Seconda annotazione, questo Statuto dimostra di essere figlio di nessuno perché il primo che si alza la mattina propone una modifica, la propone a Roma o la propone altrove però nessuno ne sa niente. Credo quindi che la seconda annotazione faccia in qualche maniera sorgere l'esigenza che di questo Statuto questo Consiglio regionale se ne occupi e si discuta una volta per tutte anche la proposta di istituire l'Assemblea costituente, perché questo Statuto ha bisogno di essere rivisto, aggiornato e attualizzato ed è necessario, per fare questo, che sia coinvolto il popolo sardo e l'assemblea costituente è l'unica strada anche per evitare incidenti di questo genere che rappresentano la dimostrazione che la Regione, come dicevo prima, e i suoi parlamentari, non sanno a volte quale direzione esatta prendere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Solo per precisare anche quanto detto dall'onorevole Carta che a non essere più attuale non è la modifica dell'articolo 43, quanto la seconda parte di quel testo di legge che di fatto ricopia pedissequamente quanto votato a suo tempo dal Consiglio regionale e che prevede la possibilità di traslare la data delle elezioni regionale in ragione dell'accorpamento con le elezioni politiche o europee. La Commissione si è espressa in entrambi i casi ritenendo non più attuale quella parte, che a suo tempo era legata a vicende che non hanno più connessione con le esigenze che questo Consiglio regionale pone. Riguardo la modifica dell'articolo 43 il parere era positivo e non penso, per rifarmi a quanto richiesto dall'onorevole Floris, che il rimando in Commissione sia una frustrazione degli interessi del Consiglio e una chiusura del dibattito. Anzi noi abbiamo la possibilità di ampliare il dibattito, di audire in Commissione i presentatori del testo e riportare in Aula lo stesso tema con cognizione di causa e con una visione ancora più ampia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Noi come partito ci siamo preparati alla discussione di questi due documenti in Aula, le argomentazioni portate dal presidente Agus mi convincono assolutamente della necessità di un ulteriore allargamento del dibattito e sentire tutte le forze politiche, anche eventualmente quelle non rappresentate in quest'Aula perché si sta parlando di mettere mano alla riforma statutaria e quindi io credo che non ci sia assolutamente da scandalizzarsi anzi, assolutamente condivisibile la necessità di rinviare per poter discutere e portare argomenti argomentazioni più forti a queste proposte di avvio di riforma del nostro Statuto.
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta di rinvio in Commissione dei documenti numero 10/A e 13/A. Chi la approva alzi la mano. Chi non la approva alzi la mano.
(E' approvata)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Zanchetta. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIETRO (Cristiano Popolari Socialisti). Onorevoli colleghi e onorevole colleghe, con tutto il rispetto per l'assessore Demuro che peraltro è per affinità elettive vicino al territorio di cui dovremmo trattare, ma in considerazione del fatto che, considerato l'argomento, io vorrei invece caro Capogruppo avere rispetto per il Presidente della Regione che so impegnato, per motivi istituzionali, fuori sede discutere invece questa mozione alla sua presenza. So che è irrituale quanto chiedo signor presidente, perché il Presidente della Regione non ha l'obbligo di presenziare in Aula, ma ritengo che in considerazione dell'importanza che riveste anche dal punto di vista politico, oltre che le considerazioni di carattere morale, risarcitorio, di riscatto per l'incredibile vicenda del G8 2009 consumatesi sul territorio, in maniera nefasta, dell'isola di La Maddalena, ma con riflessi negativi su tutta la Sardegna, io credo che l'argomento meriti di essere trattato anche alla presenza del Presidente della Regione. In considerazione del fatto che la mozione sottoscritta dall'Assemblea attraverso la partecipazione di tutti i Capigruppo è un elemento che rafforza l'iniziativa del Governo regionale su quello nazionale per richiedere che tempestivamente il G7 del 2017 venga fatto a La Maddalena e, quindi, con una tempestiva determinazione del Governo nazionale che deve decidere a breve. Io credo che chiedere all'Aula di rinviare alla prossima seduta la discussione di questa mozione sia, ribadisco, un segno di rispetto nei confronti del Presidente della Regione in considerazione della vastità che l'argomento rappresenta per gli effetti che ha di natura politica, economica e sociale sul nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Zanchetta io vorrei dirle che la richiesta è abbastanza irrituale tra l'altro costituirebbe un precedente perché qualsiasi presentatore di mozione potrebbe chiedere la presenza del Presidente della Giunta che, evidentemente, non sempre può essere presente. Quindi, lei fa una richiesta precisa e io devo sottoporla al Consiglio. Però, ripeto mi pare che stiamo costituendo un precedente che diventa un po' delicato, perché se chiunque presenta una mozione e al momento della discussione non è presente il Presidente della Giunta chiede questo rischiamo anche un ingolfamento dal punto di vista dell'organizzazione dei lavori del Consiglio. Comunque io devo chiedere al Consiglio di esprimersi su questa proposta di rinvio ad altra data. Quindi chiedo il parere del Consiglio. Va bene, non ci sono opposizioni quindi la mozione è rinviata ad altra data, concorderemo con il Presidente della Regione una data.
All'ordine del giorno abbiamo la nomina di tre componenti dell'Ersu di Cagliari per cui dovremmo procedere alla votazione, sempre che ci siano le condizioni, ricordo che oggi è l'ultima data utile per la votazione in Consiglio e che lunedì è l'ultimo giorno per l'esercizio dei poteri sostitutivi, quindi se ci sono le condizioni si può procedere alla votazione.
Sospendo la seduta e attendo indicazioni.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 08, viene ripresa alle ore 12 e 19.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Il Consiglio è convocato per mercoledì alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 12 e 20.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Rubiu in merito all'imposizione dell'Imposta municipale unica (IMU) sui terreni agricoli che hanno perso l'esenzione del tributo. (235)
In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 1° luglio 2015, prima serie speciale, del ricorso contro l'IMU agricola proposto dalla Regione Sardegna, diventa ufficiale e concreto l'impegno assunto dalla Giunta regionale di garantire gli interessi del mondo agricolo isolano.
Con questo ricorso, la Giunta ha dato attuazione al mandato contenuto nell'ordine del giorno n. 37 del Consiglio regionale e risposto alle sollecitazioni venute dai Comuni e dal mondo delle campagne, perché la Regione ponesse in atto ogni azione utile a contrastare le ricadute assolutamente negative che comporta l'applicazione dell'IMU agricola: sugli agricoltori che, in questo momento di crisi di tutti i comparti, non sono in grado di sostenere un ulteriore gravame fiscale e sui Comuni e i loro rappresentanti istituzionali che ancora una volta si trovano a dover agire come esattori dello Stato e a dover fronteggiare in prima linea il malessere dei propri amministrati.
Come promesso, la Giunta ha fatto tutti i passaggi politici e giurisdizionali per contrastare un provvedimento drammaticamente penalizzante per il nostro territorio.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Agus - Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - LAI sulle professioni turistiche di accompagnamento e dei servizi. (345)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si fa presente quanto segue:
1. La convenzione con il Collegio regionale o con il Collegio nazionale delle guide alpine contenenti i requisiti tecnici, le prove attitudinali, nonché la durata e i contenuti dei corsi di formazione necessari per l'accesso al Registro regionale delle guide turistico-sportive per la specializzazione della figura "Guida montana-Maestro d'arrampicata" previsti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 30/29 del 11 luglio 2012, non è stata ancora stipulata.
2. L'articolo 3 della L. 97/2013, stabilisce che il titolo di Guida turistica è valido nell'intero territorio nazionale. Al momento sono stati individuati solamente i siti di particolare interesse storico, artistico archeologico, per i qual occorre specifica abilitazione (3.187 siti in tutta Italia di cui 132 in Sardegna), mentre i concorsi, attualmente sospesi in tutto il territorio italiano, potranno essere banditi successivamente agli accordi presi in seno alla Conferenza delle Regioni relativamente ai requisiti atti ad ottenere la specifica abilitazione professionale ai fini dell'esercizio dell'attività di guida turistica.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi sull'annunciata sospensione della programmazione delle corse turistiche del "trenino verde" per la stagione estiva 2015. (419)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si fa presente che, la Giunta avendo conoscenza della situazione, ha presentato al Consiglio Regionale una variazione di bilancio approvata con la L.R. n.22 del 7 agosto 2015 la quale, al primo comma dell'articolo 1, contiene l'autorizzazione alla spesa per l'effettuazione del servizio turistico denominato "Trenino verde".
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla bonifica del Rio Mare Foghe a seguito dell'invasione dei giacinti d'acqua. (434)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla
Direzione Generale della difesa dell'ambiente, si rappresenta quanto segue.
Il giacinto d'acqua (Eichhornia crassipes) è una specie endemica invasiva originaria del Sud-America e la sua introduzione in Italia e in Sardegna è di origine antropica in quanto specie ampiamente usata a scopo ornamentale.
Già nel corso del 2010 si è verificata una proliferazione massiva del giacinto d'acqua nel rio Mar'e Foghe che ha interessato progressivamente l'asta fluviale, che attraversa i territori dei comuni di Riola, Cabras, Zeddiani, Baratili, Nurachi e nel rio Cispiri in comune di Tramatza, sino allo sbarramento di Pischeredda in prossimità della foce presso lo stagno di Cabras.
La Presidenza della Giunta ha individuato nell'Agenzia del distretto Idrografico (ADIS) il soggetto al quale affidare il coordinamento delle azioni con il coinvolgimento delle parti interessate.
Nonostante la rimozione, il fenomeno si è ripresentato l'anno successivo in conseguenza delle temperature elevate e della notevole capacità di fotosintesi tipica delle piante tropicali.
Per far fronte al problema, nel 2011 la L.R. n. 1 all'art. 8, comma 3 ha previsto un contributo di € 500.000,00 a favore all'Amministrazione provinciale di Oristano per i lavori di disinquinamento e monitoraggio relativi all'emergenza dell'inquinamento del rio Mar'e Foghe nel territorio di Riola
Sardo.
Sebbene non sussista allo stato attuale in capo all'Assessorato scrivente alcun capitolo di bilancio dedicato al finanziamento degli interventi oggetto dell'interrogazione, ci si è resi disponibili a fornire la più completa collaborazione in relazione alle problematiche ambientali. A tal fine ho svolto in prima persona la funzione di facilitare la cooperazione istituzionale tra i soggetti competenti sia attraverso un primo incontro a Riola Sardo il 6 luglio u.s., da cui è emersa la necessità di intervenire immediatamente con il prelevamento meccanico della specie, sia successivamente con la convocazione di un tavolo di confronto con l'ADIS, la Provincia di Oristano e i Comuni interessati, che si è tenuto il 13 luglio.
A seguito dell'incontro si è stabilito di utilizzare le risorse residue, di cui alla L.R. n. 1 all'art. 8, comma 3, per gli interventi urgenti di rimozione del giacinto d'acqua del Rio Mare Foghe.
La Direzione generale Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna ha pertanto autorizzato la Provincia di Oristano a utilizzare le risorse messe a disposizione per la rimozione del giacinto e la Provincia ha richiesto e ottenuto le autorizzazioni dagli enti competenti per l'intervento.
In data venerdì 9 ottobre 2015 si è venuti a conoscenza che la Provincia di Oristano ha iniziato i lavori di rimozione della specie invasiva.
Successivamente alla rimozione del giacinto d'acqua si auspica l'attuazione, da parte dei soggetti competenti, di una costante azione di monitoraggio al fine di tenere sotto controllo la proliferazione della stessa.
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sull'applicazione del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (decreto trasparenza) da parte della società pubblica Abbanoa Spa. (439)
L'interrogazione è volta a sapere:
1) Se il Presidente della Regione e l'Assessore Regionale dei Lavori Pubblici siano a conoscenza della mancata applicazione del decreto legislativo 14 Marzo n. 33 (decreto trasparenza) da parte della società pubblica Abbanoa Spa.
2) Quali azioni intendano avviare per porre fine alla mancata applicazione del decreto legislativo n. 33 del 2013 da parte della società pubblica Abbanoa Spa, per individuarne le responsabilità e per applicare le relative sanzioni, previste anche in termini di "mancato trasferimento di risorse".
3) Quali iniziative intendano porre in essere, con estrema urgenza, al fine del raggiungimento degli obiettivi fondamentali individuati dal decreto legislativo n. 33 del 2013 e del conseguimento di una reale trasparenza e di una reale accessibilità da parte dei cittadini, come presupposti ad un auspicato ed indispensabile "salto di qualità" nei servizi offerti dalla società pubblica Abbanoa Spa.
Si ritiene preliminarmente necessario definire i ruoli e le competenze tra i differenti soggetti che, internamente ed esternamente all'Amministrazione regionale, operano nell'ambito delle attività di governo del Servizio Idrico Integrato.
Le competenze regionali nelle materie riguardanti il Servizio Idrico integrato sono attribuite, in forza della legge regionale n. 6 dicembre 2006, n. 19, alla Direzione Generale Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, incardinata presso la Presidenza della Regione.
Le attività di regolazione del Servizio e controllo analogo del Gestore Unico Abbanoa S.p.A. in precedenza attribuite alla cessata Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O) sono tuttora mantenute in seno all'istituito Ente di governo dell'ambito della Sardegna (E.G.A.S.) di cui all'art. 6 della L.R. 4/2015.
Per quanto concerne le competenze connesse all'esercizio dei diritti dell'azionista conseguenti alla partecipazione nel capitale sociale del Gestore Unico del Servizio si precisa che l'Assessorato dei Lavori Pubblici ne è stato direttamente investito in passato in forza del dettato dell'art 21, comma 7, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4.
A partire dal 12 febbraio 2015, a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4, le suddette competenze, con l'abrogazione dell'art. 21, comma 7, della legge regionale 11 maggio 2006, sono concentrate in capo al Presidente della Regione. L'Assessore dei Lavori Pubblici può intervenire nelle specifiche occasioni, per le quali è richiesto l'esercizio dei diritti dell'azionista, mediante delega rilasciata dal Presidente della Regione.
Tutto ciò premesso, al fine di contribuire comunque al soddisfacimento delle esigenze di informazione e chiarimento manifestate con l'interrogazione consiliare in oggetto, si riporta di seguito quanto dichiarato dal Gestore Unico del Servizio idrico integrato, appositamente interpellato al riguardo.
"Applicazione del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (decreto trasparenza).
Con Determina dell'Amministratore Unico n. 207/2014 Abbanoa ha adottato il Modello Organizzativo, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 assegnando ad un Organismo di Vigilanza il compito di vigilare sul corretto funzionamento del Modello sull'osservanza dei principi in esso contenuti e di curarne il costante aggiornamento.
Nell'intento di adeguamento progressivo della società agli obblighi di pubblicità, trasparenza ed anticorruzione previsto dalla normativa nazionale (L. 190/2012 e D.Lgs 33/2013) con Determina dell'Amministratore n. 13/2015 è stato conferito incarico professionale per assistenza e consulenza alla società Deloitte Enterprice Risk Services con la finalità di eseguire il risk assessment finalizzato alla predisposizione degli atti dovuti in materia di Anticorruzione e Trasparenza, coordinando tutta la documentazione con gli atti aziendali vigenti ex D.Lgs 231/2001.
Nel corso del mese di maggio si sono concluse le interviste e interlocuzioni con tutti i responsabili apicali relativi all'assessment dei rischi "corruzione".
In data 26 giugno è stata prodotta dalla società di consulenza la check list degli obblighi di trasparenza applicabili al gestore aggiornata con le "Linee Guida per l'attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalie pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici", assunte dall'Anac con Determinazione n. 8/2015, in data 17/06/2015.
In esito a tale consegna in data 7/07/2015 si è provveduto a strutturare la sezione Trasparenza in coerenza con le previsioni legislative e provvedere al popolamento delle aree con le informazioni richieste, tenendo conto dei recenti indirizzi interpretativi che l'Anac ha fornito in riferimento agli obblighi previsti in capo alle società partecipate da soggetti pubblici.
Si riportano di seguito i dati oggetto di informativa:
?) Riferimenti legislativi e regolamentari relativi all'affidamento (Leggi RAS su SII, Convenzione di affidamento, Statuto societario, Regolamento SII e Carta dei Servizi)
B) Dati relativi al conferimento di incarico dell'Amministratore Unico e relativa dichiarazione di insussistenza di cause di incompatibilità e inconferibilità, oltre che dati relativi allo stato patrimoniale; dati relativi al conferimento di incarico del Collegio dei Sindaci, Revisore dei Conti e Organismo di Vigilanza ex art. 6 D. Lgs 231/2001;
C) Struttura Organizzativa;
D) Riferimenti dell'azienda (pec, mail, confatto telefonico, contatto fax, call center);
E) Elenco dei dirigenti con data di conferimento incarico, struttura di assegnazione e CV;
F) Dichiarazioni dei dirigenti di insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità;
G) Organico ripartito per categorie (D, Q, I, O) con distinzione in TI, TD e personale somministrato;
H) Costi cumulativi per categoria di tutto il personale;
I) CNNL. Federutility, CCNL Confservizi:
J) Avvisi di selezioni bandite;
K) Regolamento per il reclutamento del personale;
L) Costi sostenuti per l'espletamento delle selezioni (base annua);
M) Riferimenti dell'incarico di nomina RSPP;
N) Dichiarazione relativa all'obbligo di autorizzazione unica ambientale;
O) Elenco contratti di favori attivati nel 2014;
P) Elenco contratti di servizi attivati nel 2014;
Q) Elenco contratti di forniture attivati nel 2014;
R) Elenco prestazioni professionali conferite nel 2014;
S) Elenco incarichi professionali conferiti nel 2014:
T) Elenco contratti di lavoro parasubordinati attivi nel 2014;
U) Dichiarazioni relative ai controlli effettuati sulle imprese (regolarità contributiva e professionale);
V) Indicatore di pagamento dei fornitori;
W) Bilanci societari degli ultimi 3 esercizi;
X) Elenco immobili venduti nell'anno 2014;
Y) Elenco immobili in locazione con relativi canoni attivi nell'anno 2014;
Z) Elenco di richiesta locazioni effettuate nel 2014 (avvisi);
AA) Indicatori di Servizio;
BB) Link alle informazioni sulla qualità presenti sul sito;
CC) Elenco di contributi e sussidi ricevuti nel 2014 (se esistenti);
DD) Regole di riferimento per l'esercizio dell'accesso civico;
EE) Documenti relativi al Modello 231/2001;
Inoltre, con Determina dell'Amministratore Unico n. 97/2015, in data 07/07/2015 è stato nominato il Responsabile per la Trasparenza di cui all'art. 43 del D.Lgs 33/2013 e della Prevenzione della Corruzione ai sensi dell'art. 1, co. 7 della L. 190/2012, nonché il referente incaricato di presidiare l'esercizio dell'accesso civico da parte degli aventi diritto.
In esito della conclusione dell'incarico conferito a Deloitte, avvenuta in data 8 agosto, si è provveduto inoltre ad integrare i contenuti oggetto di pubblicazione con il Piano per la Trasparenza ed il Piano di Prevenzione della Corruzione, entrambi approvati con Determina dell'Amministratore Unico n. 126/2015 del 27/08/2015.
Per quanto sopra esposto, si ritengono pienamente adempiuti gli obblighi di legge prescritti in materia di Trasparenza."
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Truzzu sulla mancata apertura della nuova strada statale 128 "Variante funzionale Senorbì - Suelli". (448)
L'interrogazione è volta a sapere:
...se l'impresa esecutrice abbia realmente concluso i lavori
In risposta all'interrogazione consiliare in oggetto ed all'interrogazione n.240/A da essa richiamata, si rappresenta che il direttore dei lavori ha certificato in data 25.06.2014 l'ultimazione degli stessi, a meno di "tutte le lavorazioni nel tratto interessato dal rinvenimento di reperti archeologici, ed in particolare quelle inerenti la realizzazione del fosso di guardia e delle relative recinzioni", che a tale data risultavano sospese. Inoltre risultano tutt'oggi non concluse le operazioni relative alle pratiche espropriative. Si precisa a tal proposito che, per consentire l'erogazione delle indennità di esproprio entro i termini previsti, si è reso necessario l'intervento sostitutivo di questo Assessorato.
Per quanto riguarda la tardiva apertura al traffico, si espone che, come peraltro comunicato con nota del 12/12/2014 al Sindaco del Comune di Mandas, al Prefetto di Cagliari ed al Direttore dei lavori, il giorno 06.11.2014, tecnici dell'Assessorato e dell'ANAS S.p.A. hanno effettuato un sopralluogo congiunto, allo scopo di verificare le condizioni per la presa in consegna da parte di ANAS S.p.A. della suddetta infrastruttura. A seguito di detto sopralluogo, il Compartimento ANAS, con nota del 14.11.2014, ha formulato la richiesta di esecuzione di diverse lavorazioni integrative, necessarie per adeguare la strada ai propri standard.
Il servizio preposto di questo Assessorato ha quindi tempestivamente informato la Direzione Lavori dell'esigenza di realizzare in tempi brevi le lavorazioni integrative richieste dall'ANAS, chiedendo la sollecita trasmissione di un progetto di completamento.
Tale progetto è stato approvato in data 05.06.2015, consentendo la formalizzazione della lettera d'invito all'appaltatore per l'affidamento dei lavori complementari. L'espletamento delle verifiche previste dalla normativa vigente in materia di contratti pubblici ha permesso di sottoscrivere il contratto il giorno 10.09.2015.
La consegna dei lavori complementari è stata fatta il giorno 30.09.2015, ed il termine contrattuale per l'esecuzione dei lavori è di 60 giorni.
Da quanto esposto, si evince che sono state messe in atto tutte le procedure necessarie per consentire la presa in consegna della strada in oggetto da parte di ANAS S.p.A. e la conseguente apertura al traffico della stessa.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla siccità di una vasta area dello stagno di Molentargius. (452)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.
A seguito delle informazioni chieste e prontamente restituite dal Parco Regionale di Molentargius, deputato a monitorare lo stato di conservazione dell'ecosistema è risultato che i dati di monitoraggio sui livelli idrici e sulla qualità delle acque forniscono riscontro positivo e fotografano una situazione attualmente lontana da situazioni di stress per habitat e specie. La variazione dei livelli idrici è tenuta sotto controllo in funzione delle esigenze delle specie: l'ecosistema non mostra segni di criticità ma, al contrario, si evidenzia una evoluzione positiva. Dopo le piogge del 22 e 23 luglio, inoltre, attraverso la lettura delle aste di livello si è rilevato un incremento dei livelli di circa 3 cm.
I lavori sono stati eseguiti correttamente, come attestato dal Certificato di Regolare Esecuzione rilasciato dal Direttore dei Lavori e come monitorato durante la realizzazione degli stessi dai tecnici dell'Assessorato;
I livelli idraulici e la corretta alimentazione delle idrovore sono attualmente monitorati tramite aste che ne registrano le variazioni. Il controllo dei livelli attraverso il sistema di paratoie realizzato nell'ambito del progetto LIFE consente di controllare il fattore di minaccia, più volte segnalato nelle relazioni specialistiche di monitoraggio, di sommersione e consistente perdita dei nidi.
Per quanto riguarda i dati relativi alla nidificazione ed alla mortalità dei pulli, i rilievi del 2015 mettono in evidenza un leggero incremento del numero di coppie nidificanti e di pulli rispetto al 2014 a riprova del fatto che sussistono le condizioni idonee sia alla nidificazione (dei fenicotteri e delle altre specie di interesse) che allo sviluppo delle biocenosi acquatiche che ne costituiscono la fonte trofica. Tali favorevoli condizioni sono riconducibili ad un aumento delle aree idonee alla riproduzione (suoli emersi fangosi privi di vegetazione) ed allo sviluppo di biocenosi acquatiche (favorite dal migliorato sistema di circolazione idraulica) susseguenti la realizzazione dell'intervento. La mortalità si attesta sui valori fisiologici registrati negli anni precedenti ed è imputabile, prevalentemente, all'azione predatoria del Gabbiano Reale.
Per maggiori approfondimenti, si allegano la nota di richiesta informazioni, prot. n. 16745 del 29.07.2015, del direttore del Servizio tutela della natura e politiche forestali e la relativa nota di risposta del Direttore del Parco di Molentargius Saline prot. n. 2104 del 05.08.2015.
Oggetto: Interrogazione Consiliare 452/A-2015 concernente lo stato di siccità di una parte dello Stagno di Molentargius, Richiesta informazioni in merito.
In relazione all'interrogazione consiliare 452/A del Luglio 2015, concernente lo stato di siccità eccezionale in cui versano alcune parti dello Stagno di Molentargius, si chiede cortesemente di fornire allo scrivente Assessorato gli elementi utili per la nota di riscontro.
In particolare, è opportuno verificare:
- Se lo stato di siccità rilevato sia da ritenersi fisiologico stagionalmente oppure se i livelli raggiunti siano da considerarsi critici e possano determinare una situazione allarmante;
- Se le idrovore di alimentazione stiano funzionando a regime ed effettivamente garantendo un corretto apporto idrico e se siano stati disposti appositi strumenti per il monitoraggio che consentano di verificare i livelli idraulici;
- Se i lavori realizzati nell'ambito del progetto LIFE MC-SALT ed ultimati nel mese settembre 2014 siano stati correttamente eseguiti e se il risultato sia quello pianificato o se in qualche modo ad essi possa essere attribuita una qualche corresponsabilità nello stato di criticità.
- Se le forti piogge del 22 e 24 luglio u.s. abbiano portato ad un innalzamento dei livelli idraulici e di conseguenza una modificazione del livelli idraulici rispetto alle settimane precedenti di minimo;
- Quale sia, in funzione dei dati di monitoraggio in vostro possesso, lo stato di ossigenazione, trofico, biologico e microbiologico delle acque in questo momento.
In attesa di cortese riscontro, porgo cordiali saluti.
il Direttore del Servizio
Maria Ledda
Oggetto: Interrogazione Consiliare 452/A-2015 concernente lo stato di siccità di una parte dello stagno di Molentargius. Trasmissione informazioni in merito.
In riscontro alla Vs, nota 16745 del 29/07/2015, assunta al ns. prot, al n. 2054 del 20/07/2015, in cui si chiedono informazioni in merito ai dubbi sollevati dall'interrogazione consiliare 452/A del luglio 2015 si rappresenta quanto segue.
il Parco ha come finalità istitutive la gestione degli ecosistemi, anche in considerazione della loro importanza a livello comunitario, per garantire la loro conservazione e valorizzazione.
Il Bellarosa maggiore ospita l'Habitat 1150* definito prioritario a livello comunitario e pertanto bisognoso di misure di protezione speciali.
Il progetto LIFE ha tra gli obiettivi la conservazione in uno stato favorevole dell'habitat 1150* lagune costiere e per fare questo ha mirato alla realizzazione di una serie di interventi finalizzati al miglioramento della circolazione idraulica.
Tra i risultati attesi relativamente agli habitat è prevista la conservazione ed il ripristino dell'habitat 1150* lagune costiere, relativamente alle specie target dell'avifauna è previsto un aumento dei siti di nidificazione per i larolimicoli e quindi del numero di coppie nidificanti.
Il Bellarosa maggiore è alimentato da tre pompe di sollevamento, ciascuna della portata da 500 l/s, poste in prossimità della spiaggia del Poetto, che funzionano alternativamente a coppie per avere una riserva in caso di malfunzionamenti; queste servono per caduta il Bellarosa maggiore. Attraverso l'idrovora del Rollone alimentano, oltre al Bellarosa maggiore, anche il Perda bianca e le vasche del retro-litorale. E' in progettazione l'intervento di manutenzione della tubazione da cm 100, di presa d'acqua dal Poetto alle vasche dell'idrovora, considerato che da moltissimi anni non è stata verificata la pervietà di questa presa.
Le pompe vengono messe in funzione dal periodo primaverile al periodo autunnale per assicurare un costante approvvigionamento allo stagno.
I livelli dello stagno vengono monitorati dal personale addetto mediante la lettura di aste di livello.
Nell'ambito del monitoraggio ex ante del progetto life nei 2013 venne installata una stazione fissa di campionamento con sonde multiparametriche per il monitoraggio da remoto in grado di rilevare le variazioni di livello e i valori di temperatura, pH, ossigeno disciolto, torbidità , conducibilità, clorofilla "a", cianobatteri, La stessa, dismessa a nel 2013 per mancanza del personale addetto alla manutenzione, è stata reinstallata a luglio scorso e renderà possibile monitorare i valori dei livelli e dei parametri in continuo.
I risultati del monitoraggio in corso, sebbene non ancora definitivi, mostrano un'evoluzione positiva.
I dati preliminari relativi al monitoraggio dell'avifauna per stagione riproduttiva 2015 ancora in corso sembrano confermare i buoni risultati del monitoraggio 2014 ossia :
• forte incremento dell'abbondanza complessiva di fenicotteri che sembra si attesti su numeri vicini alla stagione riproduttiva 2014 (18.000 coppie, contro le 4.700 del 2013 e le 5000 del 2012)
• incremento della presenza dei larolimicoli coloniali nel Bellarosa maggiore
• incremento complessivo dei contingenti migratori/ospiti e nel contempo un incremento dell'importanza relativa del Bellarosa maggiore quale area di alimentazione soprattutto di fenicotteri e larolimicoli,
A titolo esemplificativo, nei censimenti stagionali degli uccelli acquatici, il numero di fenicotteri in alimentazione rilevato in tutto il compendio è stato di 1286 individui a luglio 2013 e 3688 individui a luglio 2014. A giugno 2015, nel solo Bellarosa maggiore, sono stati censiti 4069 individui di fenicottero in alimentazione.
I dati del monitoraggio sono riconducibili ad un aumento dei siti idonei alla riproduzione (suoli emersi fangosi privi di vegetazione), allo sviluppo di biocenosi acquatiche (favorite da un miglioramento della circolazione idraulica) in grado di sostenere dal punto di vista trofico una popolazione ornitica più consistente.
La possibilità, inoltre, di controllo dei livelli attraverso il sistema di paratoie realizzato col progetto LIFE permette di contrastare il fattore di minaccia, più volte segnalato nelle relazioni specialistiche di monitoraggio, consistente nella sommersione e conseguente perdita dei nidi
Per quanto riguarda il monitoraggio delle acque sin ora sono state effettuate due campagne nel Bellarosa maggiore (marzo 2015 e maggio 2015) che hanno evidenziato un miglioramento dello stato di qualità delle acque dello stagno:
• si è evidenziato un buon stato di ossigenazione delle acque con valori favorevoli alla vita acquatica. Ciò indica che la circolazione garantita dal nuovo assetto (canali di immissione, arginatura, paratoie ecc.) del sistema è più efficiente nel garantire l'ossigenazione rispetto alla situazione idraulica precedente agli interventi realizzati per il progetto Life.
• lo stato ambientale delle acque, interpretate secondo le indicazioni della normativa vigente in base ai valori di azoto e fosforo disciolti, mostra una condizione "buona" per quanto riguarda il fosforo, "scadente" per quanto riguarda l'azoto. A tal proposito si stanno elaborando analisi per individuare la possibile fonte di azoto che potrebbe essere dovuta alla abbondante presenza della avifauna o proveniente con le acque marine di alimentazione.
• lo stato trofico (presenza di azoto e fosforo ) delle acque indica condizioni di oligotrofia/mesotrofia ovvero condizioni nutrizionali favorevoli per l'habitat
• lo stato microbiologico è eccellente, ovvero sono assenti fenomeni di contaminazione fecale delle acque
• per quanto riguarda la componente biologica, ovvero organismi animali e vegetali che popolano l'habitat acquatico sospesi nella colonna d'acqua (zooplancton) o su che vivono sul sedimento (zoobenthos), si sta registrando un aumento della biodiversità con un maggior numero di specie. E' ricomparso il crostaceo Arternia salina, assente da diversi anni dal Bellarosa Maggiore , specie molto gradita al Fenicottero ma si stanno annoverando anche molti Policheti, vermi acquatici, anche essi cibo per la fauna bentofaga. Inoltre si sta sviluppando la componente algale, assente da molti anni nel Bellarosa Maggiore che offre cibo e rifugio per molti organismi acquatici. In generale l'ecosistema acquatico si sta strutturando in modo sempre più complesso ed efficiente.
La tabella di sintesi dello stato del'ambiente prima e dopo gli interventi è agli atti del Consiglio.
Lo stato di criticità denunciato va considerato in funzione di quelle che sono le finalità attuali del Parco, ovvero, la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, I dati di monitoraggio forniscono dati positivi e fotografano una situazione attualmente lontana da situazioni di stress per habitat e specie.
A sostegno di quanto esposto si informa che, in occasione del sorvolo dei siti di nidificazione effettuato in data 26 luglio scorso con la collaborazione del corpo forestale e di Vigilanza Ambientale, è stata rilevata la presenza di quatto asili costituiti da un numero consistente di pulli di fenicottero e una grande abbondanza di avifauna in alimentazione, a testimonianza della esistenza di condizioni idonee sia alla nidificazione che allo sviluppo di biocenosi acquatiche che costituiscono la fonte trofica per l'avifauna.
Si allegano alcune foto scattate nell'occasione. (agli atti del Consiglio)
I dati positivi rilevati andranno monitorati e confermati nel tempo, vista anche la grande
sensibilità dell'area umida di Molentargius, ma si può affermare che al momento l'ecosistema non
presenta segni di crisi.
In sintesi in riscontro agli interrogativi posti si espone quanto segue:
- L'ecosistema non mostra segni di criticità ma al contrario si evidenzia una evoluzione positiva. La variazione dei livelli è tenuta sotto controllo in funzione delle esigenza delle specie;
- Le idrovore di alimentazione funzionano a regime garantendo l'approvvigionamento a tutto il sistema delle acque salate. Sono presenti aste di livello tramite le quali vengono monitorate le variazioni di livello. Si sta procedendo alla riattivazione delle stazione di monitoraggio in continuo.
- La corretta realizzazione dei lavori del progetto MC - Salt è attestata da certificato di regolare esecuzione rilasciato dal Direttore dei lavori;
- Dopo le piogge del 22 e 23 luglio, attraverso la lettura delle aste di livello, si è rilevato un innalzamento dei livelli di circa tre centimetri;
Si rimane a disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti e si porgono cordiali saluti.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Meloni sulla situazione delle strade della Sardegna invase dai rifiuti. (461)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale dell'Assessorato della difesa dell'ambiente, si rappresenta quanto segue.
Il grave problema dell'abbandono di rifiuti lungo le strade della Sardegna è purtroppo noto da tempo all'Amministrazione regionale.
La Regione Sardegna, infatti, ha investito negli ultimi anni ingenti somme per finanziare campagne di rimozione di rifiuti dalle aree prossime alla viabilità. Nonostante ciò, a causa dell'inciviltà di alcuni cittadini, la situazione si protrae, impedendo di raggiungere risultati duraturi e arrecando un serio danno all'immagine turistica del nostro territorio.
Le azioni che possono consentire la riduzione del fenomeno sono state già indicate nella circolare dell'Assessore della difesa dell'ambiente prot. 1610-gab del 17 dicembre 2012 e possono essere sintetizzate nella rimozione dei rifiuti, nel sanzionamento dei responsabili e nella prevenzione.
Gli Enti responsabili dell'attività di pulizia delle strade comunali, provinciali e statali, ovvero, rispettivamente, Comuni, Province e ANAS, sono tenuti a effettuare frequenti interventi di rimozione al fine di scongiurare l'effetto a catena del primo abbandono.
La medesima circolare indicava l'opportunità di realizzare degli interventi dissuasivi di futuri abbandoni, quali recinzioni di terreni privati, sistemi di videosorveglianza fissi o mobili, turni di vigilanza sul territorio da parte di personale degli Enti proprietari, cartellonistica. L'utilità dell'intervento repressivo è testimoniata da recenti campagne di videosorveglianza da parte degli Enti di controllo, che hanno consentito di sanzionare i responsabili dei comportamenti scorretti.
Altra azione suggerita nella circolare, e attuata dalla Regione Sardegna, è il finanziamento degli ecocentri comunali (circa 200) mediante risorse regionali, statali e comunitarie, in modo da consentire ai cittadini il conferimento dei rifiuti anche al di fuori dei circuiti di raccolta normalmente svolti dai servizi di igiene urbana. Proprio nell'ambito dei bandi di gara dei servizi di igiene urbana, si suggerisce ai Comuni di prevedere specifiche voci di servizi aggiuntivi, da premiare nelle gare d'appalto, consistenti nelle attività periodiche di rimozione dei rifiuti dalle aree degradate.
Si ricorda, a tal proposito, che i bandi comunali prevedono nella generalità dei casi che il gestore dei servizi di igiene urbana attui non solo azioni di sensibilizzazione sull'importanza della raccolta differenziata, ma anche sulla prevenzione, il controllo e la manutenzione del territorio in generale. Tali azioni sono svolte anche mediante specifiche campagne educative presso le scuole di ogni grado e sono oggetto di specifiche voci di prezzi nei capitolati delle gare in questione.
Per maggiori approfondimenti, si allega la nota del Direttore Generale dei Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale prot. n. 68487 del 16.10.2015:
L'Assessore
Al fine della redazione della risposta scritta all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
Il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, a cui la legge attribuisce funzioni di prevenzione e repressione delle attività illecite in materia di tutela dell'ambiente, relativamente all'abbandono dei rifiuti opera su entrambi i fronti della prevenzione e repressione del fenomeno.
LA PREVENZIONE
Circa l'attività di prevenzione, oltre al costante e diretto controllo delle aree maggiormente interessate da tali atti illeciti al fine di impedirne il verificarsi (in particolare lungo le pertinenze stradali maggiormente interessate dal traffico turistico), l'attività del Corpo comprende anche l'individuazione e la comunicazione agli enti gestori delle strade della presenza di rifiuti abbandonati affinché si provveda alla loro rimozione.
LA SENSIBILIZZAZIONÈ AMBIENTALE
Il CFVA da oltre 20 anni effettua degli incontri con gli alunni di ogni ordine e grado e partecipar manifestazioni che hanno come fulcro l'ambiente e la sua tutela. Il livello di diffusione della sensibilizzazione ammonta a circa 10.000 contatti annui.
Nelle ultime 2 annualità scolastiche, in collaborazione con l'ufficio regionale scolastico è stato realizzato un progetto, "conosci il tuo ambiente" che ha interessato gli alunni delle 4 elementari e prime medie. Il progetto ha interessato 4800 alunni e 500 insegnanti; nel 29% dei casi la tematica relativa ai rifiuti è stata ai primi posti nell'interesse riscontrato.
LA REPRESSIONE
Invece l'attività di repressione, consistente nell'attività investigativa e nella conseguente redazione di atti di polizia amministrativa e giudiziaria, è svolta, in particolare, avvalendosi dì innovative tecniche di polizia ambientale tramite apparecchiature di videosorveglianza volte all'individuazione dei trasgressori. Tale attività ha condotto a risultati significativi, riassumibili in n. 900 comunicazioni di notizia di reato e n. 3085 contestazioni di illecito amministrativo, a decorrere dal 2010 ad oggi.
IL TARGET
L'attività di repressione può rivelarsi utile per inquadrare meglio un fenomeno illecito e supportare le politiche per il contrasto del fenomeno. Dai dati illustrati nell'allegato, si evince che in Sardegna il trasgressore-tipo in materia di rifiuti risulta:
- di sesso maschile;
- di età fra 48 e 53 anni;
- con residenza nell'isola nel 93% dei casi;
- nel caso degli autori di illeciti amministrativi, con residenza concentrata al di fuori dei capoluoghi di provincia.
L'età media appare innalzarsi positivamente nel tempo, ma purtroppo il relativo dato statistico (regressione) è affetto da un basso indice di correlazione.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra circa la grave situazione nella quale versano 28 imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione. (472)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente che la stessa è superata dall'ordine del giorno n. 49 approvato dal Consiglio regionale in data 7 ottobre 2015 a conclusione della discussione delle mozioni n. 171 e n. 180, in occasione della quale sono state fornite le informazioni richieste.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra relativa alla nomina a direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna di soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione del suddetto incarico adottata in violazione delle vigenti norme. (502)
In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto si comunica che non esiste alcuna violazione di legge nei provvedimenti adottati, si conferma la legittimità della nomina del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Al riguardo, si trasmette la relazione tecnica predisposta dalla direzione generale della Sanità.
Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto si rappresenta quanto segue.
L'articolo 6 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, ha effettivamente introdotto nuove disposizioni in materia di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza, modificando la disciplina già posta dall'art 5, comma 9 del decreto-legge 6 luglio 2012, n 95 e prevedendo alcuni nuovi divieti tra i quali quello di attribuire incarichi dirigenziali, direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni pubbliche a lavoratori collocati in quiescenza.
Per quanto concerne le ragioni per le quali sia stato conferito l'incarico di Direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna "G. Pegreffi" a soggetto già in quiescenza retribuita alla data di attribuzione dell'incarico, è necessario ricordare che la nomina del Dott. Alberto Laddomada è avvenuta ai sensi del combinato disposto degli art 11 del D.lgs 106/2012, recepito con la LR 25/2012 così come integrata dall'art. 10, comma 3 della L.R. 23/2014 e dell'art 3 bis del D.lgs. 502/1992 e s.m.i.. In particolare, a seguito della pubblicazione di apposito avviso sulla G.U. della Repubblica e nei termini nello stesso indicati, sono state presentate da parte dei candidati, le istanze per l'inserimento nell'elenco degli idonei alla nomina a Direttore Generale dell'IZS. Dette istanze, corredate dal curriculum vitae e da una scheda riassuntiva, sono state sottoposte alla valutazione di una Commissione costituita ai sensi dell'art 3 bis del D.lgs. 502/1992. L'elenco degli idonei, predisposto dalla Commissione, è stato successivamente approvato con determinazione del Direttore generale della Direzione Sanità e con Decreto del Presidente della Regione n. 66 dell'8/6/2015, acquisito il parere del Ministero della Salute e previa Deliberazione della Giunta Regionale n. 21/19 del 06/05/2015, il Dott. Alberto Laddomada è stato nominato direttore generale dell'IZS.
È importante precisate che il Dott. Laddomada, nell'istanza presentata in data 11/02/2015 per l'iscrizione nell'elenco degli idonei alla nomina a Direttore generale dell'IZS aveva dato atto di: "non essere stato collocato in quiescenza, tuttavia, qualora selezionato per la nomina a Direttore generale, il sottoscritto si collocherà in quiescenza prima dell'accettazione della carica, in accordo con le regole vigenti sulla pensione anticipata per il personale delta Commissione Europea. In proposito, il sottoscritto ritiene che, sulla base della normativa vigente, il proprio eventuale stato di quiescenza sia pienamente compatibile con la nomina a Direttore generale (si veda in proposito la Circolare n. 6/2014 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ....ed in particolare il punto n. 5".
Nel punto 5 della richiamata circolare n. 6/2014, vengono individuate "le ipotesi che non ricadono nei divieti" e viene precisato che "lo scopo delle disposizioni in esame non è di escludere la possibilità che i soggetti in quiescenza operino presso le amministrazioni, ma di evitare che il conferimento di incarichi a questi soggetti sia utilizzato per aggirare lo stesso istituto del collocamento in quiescenza. Esse non impediscono di prestare attività lavorativa nelle amministrazioni pubbliche ai soggetti che possano aspirarvi, in relazione ai rispettivi limiti di età. Di conseguenza non é escluso che un soggetto collocato in quiescenza per aver raggiunto i relativi requisiti nella propria carriera, possa concorrere per un impiego con una pubblica amministrazione, relativa ad una carriera nella quale può ancora prestare servizio. Ciò può dipendere dalla particolarità della carriera (pubblica o privata) di provenienza che consenta il collocamento in quiescenza ad un'età relativamente bassa o di quella di destinazione che preveda una più alta età pensionabile, ...".
Al riguardo, nel precisare che le norme disciplinanti la nomina del direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, non prevedono, oggi, alcun limite di età, si fa presente che il dott. Alberto Laddomada è stato collocato in quiescenza a far data dal 01/06/2015 all'etá di 58 anni, dopo aver esercitato il ruolo di dirigente presso la Commissione Europea a Bruxelles, usufruendo di una favorevole disciplina pensionistica. Si precisa, per dovere di chiarezza, che il trattamento di quiescenza che lo stesso percepisce non grava sull'istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) ma è corrisposto direttamente dall'istituzione Europea.
Stando così le cose, poiché appare evidente che al Dott. Laddomada è stato consentito il pensionamento ad un'età relativamente bassa per la particolarità della carriera di provenienza e che, in ogni caso, la carriera di destinazione prevede una più alta età pensionabile, nel caso di specie non opera il divieto imposto dal vigente art. 5, comma 9, del D.L. n. 95/2012 come interpretato dalla Circolare n. 6/2014 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, e nessuna violazione delle vigenti norme sussiste in relazione all'incarico di cui si discute nè tantomeno risultano fondate le preoccupazioni circa supposti comportamenti elusivi finalizzati all'aggiramento della norma imperativa o erronee dichiarazioni da parte del soggetto in merito all'assenza di cause di inconferibilità.
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica all'interrogazione Tatti sulla mancata approvazione del bilancio della Provincia di Oristano. (529)
In merito all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi di risposta.
L'interrogante ha chiesto notizie in ordine alla mancata approvazione del bilancio della Provincia di Oristano specificando che:
1. "per via della mancata chiusura delle procedure di bilancio, ...; molte situazioni debitorie della Provincia di Oristano verso privati od aziende che hanno regolarmente prestato servizio e fatturato all'ente nell'anno 2014 non possono essere pagate e quindi estinte;
2. "questa situazione di insoluto mette in difficoltà gli imprenditori locali per dei crediti al momento non riscossi".
Con riferimento a quanto sopra è necessario un breve richiamo alla complessa legislazione attinente all'approvazione dei bilanci degli enti locali che ha visto susseguirsi il differimento dei tempi di approvazione degli stessi. Difatti, il decreto del Ministero dell'Interno del 30/07/2015 il quale, a modifica dei precedenti decreti del 24 dicembre 2014, del 16 marzo 2015 e del 13 maggio 2015 (il termine per la deliberazione del bilancio di previsione degli enti locali, per l'anno 2015, è stato dapprima differito al 31 marzo, successivamente al 31 maggio ed ancora al 31 luglio), ha disposto al 30 settembre 2015 il termine per l'approvazione del bilancio di previsione 2015 per le città metropolitane, le province e gli enti locali della Regione Sicilia.
A quanto interrogato si risponde evidenziando che, con Deliberazione n. 2015/37 del 19/10/2015 dell'Amministratore Straordinario Dott. Massimo Torrente, è stato approvato il progetto di Bilancio di Previsione per l'esercizio 2015 corredato dalla relazione previsionale e programmatica. Il Bilancio, con i suoi allegati, trova pubblicazione nell'Albo Pretorio dell'amministrazione provinciale con diffusione del 19/10/2015.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa sulla gestione del patrimonio ex ISOLA. (541)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:
1. A tutt'oggi non risulta pervenuta, a questo Assessorato, nessuna segnalazione da parte della Soprintendenza di Sassari in merito alla necessità ed urgenza di interventi per la conservazione e tutela del patrimonio artistico sardo;
2. Tutte le opere provenienti dal patrimonio dell'ex ISOLA sono repertoriate e custodite presso un magazzino del dismesso ospedale San Camillo di Sassari a fare tempo dal 2008 come disposto dalla deliberazione della Giunta regionale n.11/21 del 19/02/2008;
3/4. Circa gli interventi di salvaguardia dei beni, sono in fase di ultimazione i lavori del Padiglione Tavolara, destinato a "Museo per l'Artigianato ed il Design", il quale accoglierà circa trecento opere quali esposizione permanente e circa mille altri manufatti quali collezioni per le esposizioni a rotazione. In relazione ai restanti manufatti, sono in corso studio le più opportune forme di valorizzazione finalizzate all'esposizione di tutti i beni che verranno resi fruibili in altri luoghi della cultura della Sardegna.
Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco sulla procedura finalizzata alla nomina del direttore generale di Agris Sardegna. (554)
Nell'interrogazione 554/A si osserva che l'avviso pubblico, approvato con determinazione della direzione generale dell'Assessorato dell'Agricoltura n. 16498 del 7 ottobre 2015, conterrebbe requisiti per l'accesso non conformi alle norme che regolano la materia della dirigenza regionale e della legge istitutiva di Agris Sardegna.
L'assunto, tuttavia, muove dal presupposto che la procedura di cui si discute concerna la nomina di un direttore generale da inquadrare nella dirigenza regionale.
L'equivoco, ad avviso dell'Assessore dell'Agricoltura, deriva dal fatto che, a seguito della soppressione dei consigli di amministrazione degli enti regionali, operato nella fattispecie che interessa dalla l.r. n. 13/2006, i vertici politici di tali enti hanno assunto la denominazione di "direttori generali".
Si tratta, peraltro, di figure affatto diverse dai "direttori generali" degli enti regionali per i quali l'art. 33 della l.r. n. 31/1998 aveva previsto requisiti e procedure di nomina analoghi a quelli disciplinanti gli incarichi dirigenziali regionali. Questi ultimi, infatti, costituivano il vertice dell'apparato burocratico dell'ente coi compiti gestionali tipici della dirigenza nel pubblico impiego contrattualizzato e ricevevano l'indirizzo politico e gli obiettivi dall'organo politico rappresentato dal consiglio di amministrazione dell'ente.
Viceversa, il direttore generale di cui alla l.r. n. 13/2006 istitutiva di Agris è esso stesso "organo" dell'agenzia (art. 10); è "il rappresentante legale della agenzia" (art. 30 comma 1); "definisce gli obiettivi dell'agenzia" (art. 30 comma 2 lett. a); "conferisce gli incarichi ai dirigenti, assegna loro le risorse umane, strumentali e finanziarie, ne definisce la responsabilità in relazione alle competenze e agli obiettivi affidati" (art. 30 comma 2 lett.b); "dirige, coordina e valuta l'attività dei dirigenti, promuove i procedimenti disciplinari e quelli per la responsabilità dirigenziale adottando le relative misure sanzionatorie" (art. 30 comma 2 lett.c), analogamente alle competenze attribuite in materia di dirigenza regionale alla giunta regionale (e ai consigli di amministrazione riguardo agli enti regionali) dalla l.r. n. 31/1998.
L'estraneità del direttore regionale degli enti di cui alla l.r. n. 43/2006 alla dirigenza regionale e degli enti è confermata altresì dall'ultimo comma dell'art. 30 della stessa legge, laddove prevede il collocamento in aspettativa senza assegni per tutta la durata dell'incarico del direttore generale, se pubblico dipendente, così escludendo in radice ogni dubbio sulla estraneità del direttore generale di cui si discute alle figure disciplinate dall'ordinamento in materia di dipendenza pubblica e dirigenza.
A conforto degli argomenti che precedono, sul punto, il Tar Sardegna ha avuto occasione di pronunziarsi in sede cautelare nel senso dell'inapplicabilità delle norme sulla dirigenza alla nomina del direttore generale di un ente ex l.r. n. 13/2006 trattandosi, secondo la testuale formula adottata dall'organo di giustizia amministrativa, del "conferimento della titolarità di un organo" (Tar Sardegna, ordinanza collegiale n.111/2013). La stessa Amministrazione Regionale, allora retta dalla Giunta del Presidente Cappellacci, nel relativo giudizio, aveva assunto la medesima posizione.
È dunque evidente che la nomina del direttore generale, legale rappresentante e organo dell'agenzia Agris, non soggiace alle norme previste per il conferimento degli incarichi dirigenziali secondo le disposizioni di legge regionali e nazionali in materia; nè può sostenersi che le stesse norme possano essere applicate per analogia o integrazione, proprio perché si tratta di disposizioni volte a regolamentare fattispecie affatto diverse da quelle che concernono la figura del direttore generale degli enti ex l.r. n. 13/2006.
Alla stregua di quanto precede, deve dunque concludersi nel senso che la nomina del direttore generale dell'agenzia Agris è disciplinata esclusivamente, anche per ciò che concerne i requisiti, alle specifiche disposizioni dettate dall'art. 30 comma 4 della l.r. n. 13/2006, alle quali l'avviso pubblico oggetto di osservazioni si è attenuto.
L' Assessorato dell'Agricoltura, peraltro, anche a conforto della propria posizione, in interlocuzioni intrattenute con la Presidenza della Giunta e con l'Assessorato degli Affari Generali, ha richiesto che venga investita della questione l'area legale dell'Amministrazione Regionale e, se del caso, l'Avvocatura Generale dello Stato, per dare definitiva chiarezza interpretativa alla L.R. 13/2006.
Alla luce di quanto verrà chiarito dal parere legale, sarà valutata l'opportunità di revocare o rettificare l'avviso pubblico.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Azara sulla grave situazione venutasi a creare nell'Ispettorato forestale ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati. (481)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota prot. n. 62707 del 24.09.2015 trasmessa dalla Direzione Generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
In relazione all'interrogazione consiliare in oggetto, eseguite le opportune verifiche anche presso il Servizio ripartimentale di Sassari, si forniscono i seguenti elementi di riscontro che, non essendo indicato alcun lasso temporale di riferimento, sono stati elaborati con riguardo all'ultimo decennio.
- Si premette che a fronte di segnalazioni formali di notizie di reato, non esiste una facoltà di denuncia ma un vero e proprio obbligo sancito dall'art. 347 c.p.p. (Obbligo di riferire la notizia del reato) secondo il quale "1. Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa documentazione".
La polizia giudiziaria non ha dunque titolo per ponderare e "filtrare" preventivamente le notizie di reato, valutando l'attendibilità e la fondatezza della denuncia o la gravità dei fatti segnalati, compiti questi di esclusiva spettanza della magistratura.
Nel merito, nell'ultimo decennio sei dipendenti appartenenti al CFVA sono stati interessati da indagini di polizia giudiziaria effettuate da parte di ufficiali o del dirigente del Servizio di Sassari. In quattro casi la notizia di reato non è stata acquisita di iniziativa ma in conseguenza di formale segnalazione proveniente da altro personale del Cfva. in tali casi la mancata prosecuzione della segnalazione avrebbe costituito una vera e propria omissione.
L'intervento del Nucleo di polizia giudiziaria del Cfva (avvenuto in uno solo dei casi sopra citati) deve essere inteso come una garanzia e non come un'afflizione, essendo molto più sgradevole per l'appartenente ad un Corpo di polizia essere sottoposto a indagini da parte di personale di un Corpo diverso.
- La seconda parte dell'interrogazione verte sulla diversa questione dei trasferimenti e in particolare sui recenti provvedimenti riguardanti, non sei, ma in realtà otto sottufficiali che hanno coinvolto il servizio ripartimentale di Sassari.
Anche qui si premette che a norma dell'articolo 2103 del codice civile, il lavoratore può essere trasferito da una unità produttiva ad un'altra per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Ciò rientra nelle prerogative del dirigente, che agisce come il privato datore di lavoro.
Come richiamato anche nell'interrogazione, in una Stazione forestale del Servizio di Sassari si sono manifestate e sono state documentate pesanti conflittualità fra due sottufficiali. Proprio con lo spirito di evitare che l'inasprimento del conflitto potesse sfociare, come già avvenuto in passato, in vere e proprie denunce penali, da proseguire obbligatoriamente all'autorità giudiziaria, si è optato per l'istituto del trasferimento per incompatibilità ambientale del personale coinvolto, senza alcun aggravio sotto il profilo delle distanze da percorrere dal luogo di residenza al posto di lavoro. Il movimento, necessitato dalle circostanze citate, ha coinvolto quattro sottufficiali.
Gli altri quattro movimenti sono motivati dall'opportunità di accogliere richieste di trasferimento che non era stato possibile accordare prima, con contestuale soddisfacimento di esigenze di rotazione dei Comandanti di Stazione,
Anche in questo caso nessun dipendente è stato danneggiato e proprio chi ha contestato il trasferimento è stato addirittura avvicinato alla propria residenza.
Si precisa che la rotazione periodica degli incarichi è un legittimo strumento di gestione delle risorse umane, volto al miglioramento organizzativo e funzionale della struttura, già proficuamente utilizzato nel Cfva (che si articola su oltre 100 sedi periferiche) in svariate occasioni e realtà territoriali.
Contrariamente a quanto affermato nell'interrogazione, la magistratura ha più volte riconosciuto la legittimità di tali trasferimenti e della pratica gestionale della rotazione degli incarichi, (come confermato in particolare dalle recenti sentenze n. 36/2015 del 01/07/2015 del Tribunale di Lanusei e n. 950/2015 del Tribunale di Cagliari, entrambe di rigetto di ricorsi contro atti di trasferimento di Comandanti di Stazione).
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave carenza di personale del Servizio di sanità animale in Goceano.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- il Servizio di sanità animale in Goceano versa in una preoccupante situazione di sofferenza dovuta alla carenza di specifiche figure professionali negli ambulatori veterinari ed in particolare della figura di un veterinario nei Comuni di Bono, Bottidda, Bultei e Anela;
- il Servizio di sanità animale fa parte del Dipartimento di prevenzione della ASL di Sassari ed opera in tutti i 66 comuni di competenza con veterinari dirigenti distribuiti nei 4 distretti di Sassari, Ozieri, Alghero e Goceano;
- il Servizio di sanità animale ha il compito di garantire, in tutti i comuni di competenza, importanti e indispensabili attività nei settori della prevenzione e profilassi, della polizia veterinaria, dell'anagrafe e dell'identificazione;
CONSIDERATO che:
- la sanità animale, oltre ad essere strettamente correlata alla salute umana, è importante ai fini della tutela dello stesso patrimonio zootecnico e quindi della salvaguardia qualitativa e quantitativa delle sue produzioni;
- la carenza di personale e l'assenza di un veterinario nei Comuni di Bono, Bottidda, Bultei e Anela non permette di garantire un'adeguata attività di prevenzione, controllo e osservanza scrupolosa delle norme in materia;
- il pensionamento e il trasferimento del personale del Servizio di sanità animale della ASL di Sassari ha determinato una consistente riduzione delle attività del servizio nel territorio;
VALUTATA:
- l'importanza delle attività svolte dal Servizio di sanità animale della ASL nel territorio ed in particolare quelle relative alla sorveglianza e controllo degli allevamenti per la prevenzione delle malattie degli animali ed alla vigilanza sulle condizioni sanitarie degli allevamenti e delle relative produzioni animali;
- l'importanza delle attività del servizio nel Goceano per la gestione delle emergenze sanitarie veterinarie, tra cui blue tongue, peste suina africana e tubercolosi bovina;
- la necessità di dover garantire un adeguato livello delle prestazioni del Servizio di sanità animale con continuità e in maniera omogenea in tutti i comuni di competenza,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se sia:
1) ammissibile l'assenza di un veterinario nei Comuni di Bono, Bottidda, Bultei e Anela;
2) necessaria un'implementazione dell'attuale pianta organica ed in particolare del personale dirigente veterinario;
3) opportuno un potenziamento e adeguamento del Servizio di sanità animale della ASL di Sassari al fine di garantire un adeguato livello assistenziale conforme alle richieste del territorio. (557)
Interrogazione Tendas, con richiesta di risposta scritta, in merito alla grave situazione economica in cui versano le società e/o le cooperative interessate alla gestione di aree museali, aree archeologiche, biblioteche e archivi a causa delle insufficienti risorse contenute nella legge regionale n. 5 del 2015 (legge finanziaria 2015).
Il sottoscritto,
VISTO:
- l'articolo 4 comma 30, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (legge finanziaria 2009) che dispone "in attesa dell'approvazione del Piano regionale per i beni culturali, gli istituti ed i luoghi della cultura, previsto dall'articolo 7 della legge regionale n. 14 del 2006, al fine di assicurare la continuità dei servizi relativi ai beni culturali di cui all'articolo 23, comma 7, della legge regionale n. 4 del 2006, è confermato il trasferimento delle risorse finanziarie agli enti locali responsabili della loro gestione"; tali risorse, determinate nella misura di euro 14.900.000 per l'anno 2009, 16.000.000 per l'anno 2010 e 18.000.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012, sono destinate alla copertura dei costi relativi al personale impiegato nei predetti progetti ed in quelli di cui al medesimo articolo 23 della legge regionale n. 4 del 2006, in misura non superiore al 90 per cento. (UPB S03.01.003).";
- l'articolo 5, comma 50, della legge regionale n. 12 del 2013 che recita che i finanziamenti di cui all'articolo 4, comma 30, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (legge finanziaria 2009), sono assicurati nella misura del 100 per cento del costo dei lavoro e del 5 per cento per i costi generali e relativi alle attrezzature; per tali finalità autorizzata l'ulteriore spesa di euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2011 e 2012 (UPB .S03.01.003);
- l'articolo 29, comma 33, della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5, che prevede "I termini di cui all'articolo 5, comma 50, della legge regionale n. 12 del 2013, sono prorogati fino al 31 dicembre 2016 e, comunque, non oltre l'approvazione del piano triennale previsto dall'articolo 7 della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), per i progetti già in essere al 31 dicembre 2006, realizzati dalle società esecutrici e titolari degli interventi finanziati, in misura pari a quanto previsto dall'articolo 6, comma 6 della legge regionale n. 16 del 2011";
PRESO ATTO che il finanziamento previsto dai citato articolo 6, comma 6, della legge regionale n. 16 del 2011 era pari a euro 17.449 milioni mentre nel suddetto capitolo del bilancio 2015 sono state allocate risorse pari a euro 14.700 milioni, con un taglio pari a 2.500 milioni di euro;
ATTESO che il taglio dei fondi sta determinando e creando gravissimi disagi sia alle amministrazioni locali che ai gestori con la conseguente chiusura di alcuni dei siti più attraenti e rilevanti di tutto il territorio regionale per ricchezza di collezioni, importanza e bellezza delle emergenze archeologiche;
CONSTATATO che con l'imminente chiusura di questi siti verrà assestato un altro pesante colpo alla tutela e alla gestione del nostro patrimonio archeologico e culturale, risorsa, tante volte dichiarata, come capace di creare importanti opportunità di lavoro e fondamentali ricadute economiche nel contesto territoriale di appartenenza,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere quali azioni ritengano opportuno intraprendere per reperire le risorse necessarie per salvaguardare e tutelare i servizi inerenti la gestione delle aree museali, aree archeologiche, biblioteche e archivi presenti sul territorio regionale. (558)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul declassamento dell'ospedale San Giuseppe di Isili a presidio ospedaliero di zona disagiata.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la legge regionale n. 23 del 17 novembre 2014, recante "Norme urgenti per la riforma del Sistema sanitario regionale. Modifiche alle leggi regionali n.23 del 2005, n. 10 del 2006 e n. 21 del 2012", ha individuato i criteri in virtù dei quali disporre la riorganizzazione del sistema sanitario della Regione e delle reti di assistenza;
- in virtù di tale legge, il processo di riforma del sistema sanitario regionale è, tra le altre cose, finalizzato a:
1) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività;
2) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera;
3) garantire il miglioramento della qualità e dell'adeguatezza dei servizi sanitari e socio-sanitari in ogni territorio;
4) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell'attività motoria, della pratica sportiva e dell'educazione alimentare e ambientale;
5) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria, in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard;
6) riorganizzare il sistema dell'emergenza-urgenza, della rete territoriale di assistenza e della medicina del territorio;
- con deliberazione della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015, è stato approvato il programma di riorganizzazione della rete ospedaliera in attuazione della legge regionale n. 23 del 2014;
- con decreto del Ministero della salute n. 70 del 2 aprile 2015, è stato approvato il regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, il quale prevede che le regioni debbano adottare un provvedimento di programmazione teso a ricondurre la dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente utilizzati a carico del Servizio sanitario regionale (SSR), a un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, di cui 0,7 per la riabilitazione e lungodegenza post-acuzie, garantendo il progressivo adeguamento agli standard previsti nell'arco di un triennio;
VERIFICATO che:
- la deliberazione della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015, recante disposizioni sul riordino della rete ospedaliera regionale, prevede la ridefinizione e il ridimensionamento dell'ospedale San Giuseppe, sito nel comune di Isili (CA);
- sulla base della succitata deliberazione l'ospedale San Giuseppe viene classificato come presidio ospedaliero di base previsti per zone particolarmente disagiate, definito sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile, distante più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace;
- sulla base dei criteri individuati dal decreto del Ministero della salute n. 70 del 2 aprile 2015, la deliberazione della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015 stabilisce che il presidio di zona disagiata deve essere dotato di un pronto soccorso, gestito dall'AREUS e coordinato con il DEA di riferimento e devono essere presenti almeno 20 posti letto di medicina che garantiscano, in caso di necessità, anche l'assistenza ai pazienti chirurgici operati in regime di day-surgery o week-surgery;
DATO ATTO che:
- da parecchio tempo è in corso una costante e progressiva riduzione dei servizi sanitari ospedalieri, che si è concretizzata con la chiusura di importanti reparti quali ostetricia e ginecologia, e oggi si manifesta con ulteriori nuovi tagli, che interesserebbero i servizi "sopravvissuti" nei reparti di chirurgia e medicina, il sostanziale smantellamento del pronto soccorso, della radiologia e la trasformazione del laboratorio di analisi in un punto prelievi;
- l'Assessore regionale dell'igiene e sanità, e dell'assistenza sociale, in occasione degli incontri con i sindaci del territorio del Sarcidano e della Barbagia di Seulo, si è mostrato disponibile a recepire le istanze del territorio al fine di valorizzare i punti di forza del presidio ospedaliero San Giuseppe;
- la proposta di riorganizzazione adottata dalla Giunta regionale con il declassamento dell'ospedale San Giuseppe da presidio ospedaliero di base a presidio di area disagiata sembra generare una minima riduzione dei costi, a fronte di un'importante riduzione dei servizi per i cittadini del territorio, prevalentemente anziani e pertanto soggetti che presentano una maggiore difficoltà a spostarsi verso l'area urbana di Cagliari, e che inoltre lamentano i disagi economici, sociali e infrastrutturali tipici delle aree periferiche isolane;
CONSIDERATO che:
- l'ospedale in questione costituisce un riferimento sanitario importante per gli abitanti del Sarcidano, della Barbagia di Seulo, della Trexenta e della Marmilla, territori che soffrono una condizione di isolamento derivante dalla presenza di una rete stradale precaria, instabile e insicura;
- la presenza di un presidio ospedaliero di base nel Sarcidano-Barbagia di Seulo rappresenta un aspetto rilevante anche sotto il profilo delle opportunità di sviluppo del territorio, in considerazione del fatto che i tempi di percorrenza verso il pronto soccorso più vicino supererebbero i 60/90 minuti;
- nonostante i numerosi appelli, richieste e sollecitazioni non risulta ancora attivo in Sardegna il servizio di elisoccorso, che ridurrebbe notevolmente i tempi di intervento per i casi di emergenza-urgenza;
- l'assenza di un efficiente servizio di trasporto extraurbano tra il Sarcidano-Barbagia di Seulo e gli ospedali di riferimento indicati dal documento di riorganizzazione, non consentirebbe ai familiari di raggiungere i propri congiunti ricoverati e comporterebbe la mancanza dell'indispensabile assistenza e supporto familiare ai pazienti, o, comunque, un costo troppo elevato per gli abitanti di un territorio già in forte difficoltà dal punto di vista economico;
- l'ospedale San Giuseppe di Isili è stato recentemente ristrutturato e dotato altresì di impianti fotovoltaici nella copertura e pertanto un declassamento e una progressiva limitazione operativa potrebbe dar vita a un nuovo caso di dissipazione delle risorse pubbliche, o comunque di cattiva programmazione delle stesse;
- l'ospedale San Giuseppe vanta un elevato livello di professionalità, che in questi anni si sono distinte per le loro capacità e competenze e hanno più volte fatto presente di voler continuare a operare presso il presidio in questione, pur potendo aspirare ad altri incarichi, teoricamente più prestigiosi;
- le autorità locali, i sindacati e i cittadini residenti hanno più volte manifestato la volontà che la struttura ospedaliera mantenga gli attuali servizi: direzione sanitaria, pronto soccorso, medicina generale, chirurgia d'urgenza e ordinaria allargata alla specialistica ambulatoriale, laboratorio analisi e radiologia, dialisi,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità, e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'ospedale San Giuseppe di Isili, privando così i cittadini di alcuni servizi ospedalieri essenziali, provvedere alla riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;
2) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'ospedale San Giuseppe di Isili, al fine di garantire alle comunità della zona un livello di assistenza sanitaria equiparabile a quello presente in altri territori isolani, provvedere all'attivazione di un efficiente servizio di elisoccorso;
3) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'ospedale San Giuseppe di Isili, garantire una rete infrastrutturale degna di questo nome, consentendo così ai cittadini del Sarcidano e della Barbagia di Seulo di poter giungere nelle aree urbane in tempi consoni;
4) se non sia opportuno, anche al fine di non disperdere lo straordinario patrimonio di professionalità formatosi negli anni, pensare di valorizzare l'ospedale San Giuseppe, programmando un suo utilizzo per la riduzione delle liste d'attesa negli ospedali della provincia per interventi che nello stesso vengono routinariamente eseguiti. (559)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori in utilizzo all'ex Compau.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, da circa due anni, i lavoratori ex Compau danno il loro prezioso contributo ad alcuni degli enti locali della provincia di Oristano;
CONSIDERATO che i continui tagli imposti dal Governo stanno determinando un progressivo impoverimento degli enti locali, che si ritrovano, anche a seguito del blocco delle assunzioni, gli organici ridotti all'osso con conseguente e consistente diminuzione delle capacità di garantire i servizi ai cittadini;
APPRESO che l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale ha proposto, per i lavoratori ex Compau collocati in CIGS e in mobilità, un progetto di reimpiego e utilizzo presso gli enti territoriali interessati;
VALUTATO che con questo progetto si è tutelato un diritto dei lavoratori, ma soprattutto si è apprezzata l'utilità e la proficuità che lavoratori e lavoratrici hanno espresso nel contesto produttivo degli enti;
SAPUTO che per molti lavoratori giunti a scadenza del contratto e degli ammortizzatori sociali si preclude la possibilità di un eventuale rinnovo;
TENUTO CONTO che la cessione della misura di impiego determinerebbe un disagio per i lavoratori che si ritroverebbero a reddito zero, non potendo più usufruire degli ammortizzatori sociali, e nel contempo creerebbe non poche difficoltà agli enti in quanto si vedrebbero privati di personale ormai qualificato e integrato,
chiede di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) se sia a conoscenza di quanto su esposto;
2) se non ritenga di dover attivare con urgenza la prosecuzione dei "cantieri verdi" o di qualsiasi altra forma di utilizzo per i lavoratori che hanno terminato il contratto e di dover valutare l'estensione di tali cantieri ai lavoratori che terminano la mobilità il 31 dicembre 2015, così da assicurare la collaborazione dei lavoratori ex Compau alle istituzioni per tutto l'anno 2016. (560)
Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di emergenza di alcuni comuni della Gallura, a seguito delle ordinanze di non potabilità dell'acqua distribuita dal gestore del servizio idrico, Abbanoa spa.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- da tempo i sindaci del territorio della Gallura, a causa del superamento dei valori relativi ad alcuni inquinanti, sono costretti a emanare periodicamente ordinanze restrittive per l'uso alimentare e umano dell'acqua distribuita da Abbanoa spa;
- in particolare nelle ultime settimane, a causa delle rilevata concentrazione di manganese oltreché a causa dell'anormale colorazione e torbidità, l'acqua in erogazione è stata considerata non idonea al consumo umano;
- i cittadini dei territori interessati, oltre al disagio dovuto all'impossibilità di poter usare l'acqua per il consumo umano, debbono accollarsi l'onere di cercare alternative, si chiedono, e soprattutto chiedono alle istituzioni, se debbano continuare a pagare i costi, già alti, del servizio idrico in quei periodi in cui detto servizio non risulta di fatto apprezzabile;
- la causa del disservizio parrebbe dovuta allo scarso livello di risorsa presente negli invasi, dai quali l'acqua è prelevata, che richiederebbe processi di potabilizzazione più efficienti di quelli garantiti dagli impianti oggi operativi;
POSTO QUANTO SOPRA, non potendo allo stato attuale indicare una data certa per la regolare ripresa del servizio, in taluni casi il disservizio si protrae da mesi e considerando che l'orientamento giurisprudenziale pare favorevole al riconoscimento di sgravi e indennizzi a favore degli utenti in caso di irregolarità nella fornitura idrica, eventualità, peraltro, ipotizzata anche dallo stesso Presidente dell'Ente di governo dell'ambito della Sardegna (EGAS);
CONSIDERATO, inoltre, che la criticità è destinata a riproporsi periodicamente e pesantemente, atteso il sempre più evidente nuovo assetto climatico caratterizzato da lunghi periodi di bassa piovosità e da improvvisi forti temporali,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere:
1) se siano state impartite ad Abbanoa, anche attraverso l'Ente di governo dell'ambito, istruzioni sugli sgravi da riconoscere agli utenti nel caso di irregolarità nel servizio di fornitura dell'acqua potabile e se abbiano eventualmente intrapreso azioni volte all'individuazione delle cause e alla ricerca delle soluzioni rispetto al grave problema illustrato in premessa;
2) se, al fine della risoluzione della problematica, si stiano attivando procedure per individuare ulteriori risorse idriche integrative rispetto a quelle già esistenti, il cui utilizzo consenta di evitare i disservizi citati;
3) se, a tale proposito, si stiano ricercando le risorse finanziarie necessarie a realizzare l'intervento per invasare le acque del rio San Simone, secondo le indicazioni dello studio di fattibilità già approvato dalla Regione. (561)
Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla soluzione dei gravi problemi determinati dall'impercorribilità della strada provinciale n. 7 Fonni-Desulo.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la strada provinciale Fonni-Desulo è da troppi anni, in seguito al crollo di una parte della carreggiata e ai conseguenti ulteriori dissesti stradali, causa di problemi di isolamento degli abitanti del territorio;
- con l'interpellanza n. 2 del 17 aprile 2014 si é cercato di sensibilizzare la Giunta regionale sulla situazione;
- ultimamente, con un'ordinanza della Provincia di Nuoro, il traffico é tassativamente vietato ai mezzi che superano le nove tonnellate sulla strada provinciale numero 7;
- da tre giorni studenti e lavoratori pendolari non possono raggiungere scuole e uffici;
CONSIDERATO che:
- impedendo l'accesso alla tratta stradale si interrompe anche l'erogazione di un pubblico servizio;
- non é accertato che ci siano gli estremi per l'interruzione del pubblico servizio;
- l'attuale disservizio determina gravi danni per tutti i cittadini dei centri interessati, con evidenti ripercussioni anche sulla fragile economia del territorio,
chiede di interrogare la Giunta regionale e l'Assessore regionale dei lavori pubblici sui provvedimenti che intendano assumere di concerto con l'amministrazione provinciale di Nuoro e i comuni del territorio per porre fine, nel più breve tempo possibile, alle problematiche inerenti ai limiti alla percorrenza sulla strada provinciale n. 7 Fonni-Desulo. (562)
Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'assegnazione teorica delle risorse per il finanziamento indistinto di parte corrente delle aziende sanitarie per l'anno 2016.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- recentemente è stata inviata alle aziende sanitarie e ospedaliere della Sardegna apposita comunicazione riguardante l'assegnazione delle somme per le finalità di cui all'oggetto;
- sebbene tale assegnazione risulti quantificata in via del tutto provvisoria, non si può tuttavia non notare l'evidente sproporzione delle somme assegnate, in rapporto al bacino di utenza delle aree di competenza di alcune aziende sanitarie;
- risulta per esempio assegnata alla ASL n. 2 di Olbia, la somma di euro 215.330.850 a fronte di un bacino di utenza di circa 160.000 persone;
- tralasciando le aziende sanitarie di Cagliari e Sassari i cui ampi bacini di utenza paiono compensati sia dalle risorse assegnate direttamente sia da quelle destinate alle aziende ospedaliere autonome e universitarie e tralasciando parimenti quelle con bacini di utenza notevolmente inferiori (ASL n. 4 Lanusei, ASL n. 6 Sanluri, ASL n. 7 Carbonia), il confronto con le aziende sanitarie con bacini di utenza similari (Nuoro 157.000 persone, Oristano 161.000 persone), pare quanto mai impari; risulta infatti dalla semplice operazione aritmetica che, a fronte di una assegnazione di risorse pari a circa 1.345 euro per abitante, assegnate all'ASL di Olbia, ne risultano assegnate circa 1.766 euro per abitante all'ASL di Nuoro e circa 1.538 euro per abitante a quella di Oristano;
- è bene inoltre evidenziare che nei mesi estivi la popolazione interessata ai servizi dispensati dalla ASL di Olbia raggiunge numeri tali da annoverarla tra le ASL più popolose dell'intera Isola;
POSTO QUANTO SOPRA, pur considerando la dichiarata provvisorietà dell'assegnazione, ma tenuto conto che i valori in argomento verranno utilizzati quale base per la programmazione delle attività dell'anno e per la predisposizione del bilancio consolidato previsionale,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere quali modalità siano state utilizzate per la provvisoria quantificazione delle risorse di cui sopra e quali siano invece i parametri da assumere per la loro quantificazione definitiva. (563)
Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle modalità riguardanti l'immissione in avifauna nelle aziende turistiche venatorie e nelle zone di addestramento cani da caccia.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la normativa in merito all'ambito venatorio, in primo luogo la legge regionale n. 23 del 1998, con le altre disposizioni di tutela della fauna, e le normative nazionali di settore prevedono la tutela della fauna selvatica, con il riconoscimento delle specie attraverso un segnale distintivo, che normalmente per i fagiani e le pernici di diverse specie è costituito da un apposito anello a bracciale chiuso immesso a una caviglia;
ACCERTATO che questo anello, solitamente in materiale plastico, è infilato ai giovani pulcini in tenera età, in modo che, con la crescita, esso sia permanente attorno alla caviglia e non ci sia modo di asportarlo, se non mediante la mutilazione del selvatico; questa procedura ai pulcini è una prassi relativamente semplice (date le dimensioni dei piccoli, simili a quelle di una quaglia adulta) e la spesa per questo lavoro, con l'immissione dell'anello, è ammortizzabile visto il costo notevole di quei capi di fauna;
RILEVATO che le problematiche più serie si presentano invece con le quaglie (coturnix coturnix), in quanto le ridotte grandezze del selvatico e le ristrette dimensioni del pulcino, l'utilizzo di anelli a bracciale chiuso è di difficile applicazione, per cui necessita l'impiego di un apposito bracciale apribile in alluminio che ha un costo notevolmente superiore;
VALUTATO che tale procedura comporta una cattura delle giovani specie da parte dell'allevatore, quando esse sono già nelle voliere grandi, provocando una notevole tensione fisica e aumentando la possibilità di infortuni durante la cattura;
ANNOTATO che agli esemplari che, per diverse ragioni, rimangono dopo l'immissione liberi sul territorio, l'anello alla zampa (non essendo specie selvatiche) diventa un impedimento ulteriore alla reale possibilità di salvezza e adattamento sul territorio;
DATO ATTO che:
- i fattori sopra elencati fanno comprendere che anche i costi di questo selvatico aumenterebbero notevolmente, riducendo di fatto l'utilizzo delle aziende turistiche venatorie e delle zone di addestramento per i cani da caccia;
- oltre al danno per i gestori e l'indotto, ci sarebbe un ulteriore pericolo per il danneggiamento dell'ambiente sia per la mancata immissione di fauna che per l'indubbio incremento delle persone che sarebbero obbligate a portare i loro ausiliari in aperta campagna anche in tempo di divieto,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente:
1) affinché valuti la possibilità di una correzione della normativa in oggetto riguardante in particolare l'immissione di un anello alla caviglia delle quaglie (coturnix coturnix), anche in sinergia con le autorità competenti alla vigilanza, contrassegnando le specie con un pennarello rosso sulla zampa prima di essere immesse sul territorio, in modo che, in caso di abbattimento immediato, siano palesemente identificate;
2) affinché esamini l'opportunità di rivedere la procedura di identificazione, con un processo compatibile sia dal punto di vista economico che ambientale, per scongiurare altre penalizzazioni a un settore già svantaggiato. (564)
Interrogazione Fasolino - Pittalis - Cappellacci - Locci - Peru - Randazzo - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sul divieto di utilizzo ai fini alimentari dell'acqua erogata in molti comuni della Provincia di Olbia-Tempio.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la società Abbanoa Spa, gestore del servizio idrico integrato della Regione, è responsabile dell'erogazione dell'acqua potabile, e tra gli indicatori della qualità di servizio vi è senza ombra di dubbio la capacità di fornire un'erogazione idrica efficiente, puntuale; il più possibile senza soluzione di continuità e con una qualità dell'acqua che sia immune da agenti interni ed esterni;
- Abbanoa Spa, in data 26 ottobre 2015, comunicava alla ASL n. 2 di Olbia e per conoscenza ai Comuni di Olbia, Arzachena, Aglientu, Golfo Aranci, Loiri P. S. Paolo, Luogosanto, La Maddalena, Palau, S. Antonio di Gallura, S. Teresa di Gallura e Telti, che in seguito ad alcuni accertamenti eseguiti presso il potabilizzatore del Liscia (Arzachena) si accertava un eccessivo valore di manganese nelle acque potabilizzate, nonché valori di torbidità e colore eccessivi;
- nella medesima nota Abbanoa Spa comunicava l'avvio di un opportuno monitoraggio al fine di accertare la situazione nei singoli comuni serviti;
- da diversi giorni i cittadini di numerosi comuni della Gallura si lamentavano della fuoriuscita di acqua gialla dai rubinetti delle proprie abitazioni, con conseguenti reazioni di preoccupazione e allarmismo;
CONSIDERATO che:
- alla luce della richiamata nota molte amministrazioni locali, in attesa dei risultati delle analisi sulla potabilità delle acque, hanno dovuto emettere apposita ordinanza di divieto di utilizzo dell'acqua della rete pubblica ai fini alimentari;
- tali ordinanze sindacali che prescrivono il divieto di utilizzo dell'acqua erogata dal gestore unico per gli usi potabili e per l'incorporazione negli alimenti fino al rientro dei parametri nei valori di norma hanno sollevato numerosi disagi nonché reazioni di malcontento da parte delle popolazioni;
- Abbanoa Spa, in data 28 ottobre 2015, comunicava alla ASL n. 2 di Olbia e per conoscenza ai comuni interessati un aggiornamento sulla qualità delle acque erogate convalidando la non conformità delle stesse e ravvisando che i riscontri effettuati avevano evidenziato valori del parametro manganese compresi tra 200 e 250 µ/l;
- alla data odierna non sono giunti ulteriori aggiornamenti sui monitoraggi effettuati e nessuna comunicazione in merito ai correttivi posti in essere alfine di ristabilire la conformità dell'acqua erogata ed il ripristino della qualità della stessa;
RAVVISATO ALTRESÌ che:
- il perdurare di tale situazione sta generando numerosi disagi alle popolazioni interessate con conseguenti aggravi di costi;
- l'assenza di ulteriori comunicazioni alle amministrazioni comunali interessate da parte del soggetto gestore mal si conciliano con l'assoluta trasparenza comunicativa alla quale è chiamato il gestore pubblico di una così preziosa ed insostituibile risorsa qual è quella idrica;
- Abbanoa Spa sia tenuta a fornire non solo una corretta erogazione dei propri servizi, ma anche una chiara e puntuale informazione agli amministratori e ai cittadini congiuntamente ad una celere risoluzione del problema;
- appare di tutta evidenza come agli utenti delle zone di cui in premessa non possa applicarsi la tariffazione di potabilizzazione, quanto meno a far data dalla nota con la quale la stessa società comunicava la sopra menzionata situazione;
PRESO ATTO che, stante l'assenza di interventi definitivi da parte di Abbanoa Spa si ritiene urgente addivenire ad interventi risolutivi da parte della Regione, al fine di assicurare idonea tutela alle comunità,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:
1) siano a conoscenza delle innumerevoli situazioni di disagio create in capo ai cittadini;
2) quali azioni e con quale tempistica siano previste per la corretta e puntuale erogazione del servizio idrico a favore della comunità;
3) se e in quale modo sarà assicurato ristoro economico ai cittadini a fronte del disagio arrecato. (565)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di regolarizzare le detenzioni in forza di concessioni scadute di terreni e fabbricati provenienti dalle leggi di riforma fondiaria.
I sottoscritti,
PREMESSO che sono numerosi i soggetti che detengono immobili appartenenti al patrimonio immobiliare regionale, in forza di una concessione ormai scaduta e che intendono acquistarli avendone nel tempo salvaguardate l'integrità, la destinazione e l'efficienza e avendo effettuato con oneri a proprio carico i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria;
PREMESSO, ALTRESÌ, che con determinazione n. 67 del 5 ottobre 2012 l'Agenzia Laore adottava la proposta di un regolamento per la gestione e l'alienazione dei beni immobili provenienti dalle leggi di riforma agraria per i quali era stata accertata la non funzionalità per pubbliche utilità;
PREMESSO, ALTRESÌ, che la proposta di regolamento era finalizzata ad assicurare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare proveniente dalle leggi di riforma fondiaria, garantendone una migliore fruibilità da parte della popolazione insediata nella aree rurali, attraverso la promozione dello sviluppo rurale e socio-economico del territorio secondo principi di trasparenza, imparzialità ed economicità dell'azione amministrativa;
RILEVATO che la proposta di regolamento formulata dall'Agenzia Laore conteneva alcune norme che prevedevano la regolarizzazione della detenzione di immobili provenienti dalle leggi di riforma fondiaria in favore di familiari di precedenti concessionari che potevano dimostrare di averne, di fatto, esercitato il possesso e di aver garantito una gestione attenta dell'immobile per almeno 5 anni, provvedendo a proprie spese all'esecuzione delle eventuali opere di manutenzione ordinaria e straordinaria che si fossero rese nel tempo necessarie;
OSSERVATO che, nell'ottobre del 2012, la proposta di regolamento venne trasmessa dall'Agenzia Laore alla Direzione generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per il rilascio del relativo parere;
OSSERVATO, ALTRESÌ, che nello stesso mese di ottobre del 2012 la Direzione generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica rispondeva che era in corso di adozione da parte dell'Assessorato una disciplina unitaria per la vendita dei terreni e fabbricati rurali di proprietà dell'Amministrazione regionale e degli enti a essa strumentali, suggerendo a Laore di sospendere l'adozione del regolamento e assicurando che i contenuti in esso riportati sarebbero stati tenuti nella massima considerazione da parte dell'ente regionale;
DATO ATTO che, con deliberazione della Giunta regionale n. 45/19 del 12 novembre 2012, veniva approvato un disciplinare recante disposizioni in ordine alle modalità di vendita di alloggi e fabbricati di proprietà dell'Amministrazione regionale adibiti ad abitazione che, nel prevedere il diritto di prelazione sull'acquisto a favore di coloro che conducono un alloggio a titolo di locazione da oltre un quinquennio e non siano in mora con il pagamento dei canoni, non contemplava la possibilità di regolarizzare la posizione di coloro che detengono immobili di proprietà della Regione in forza di concessioni scadute;
DATO ATTO, ALTRESÌ, che con deliberazione della Giunta regionale n. 25/14 del 26 maggio 2015 veniva approvato un progetto pluriennale finalizzato alla gestione del patrimonio immobiliare regionale e contestualmente si dava mandato all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per la predisposizione di un disegno di legge disciplinante le attività di gestione, valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare regionale, nel rispetto degli indirizzi e le previsioni del Piano regionale di sviluppo;
CONSIDERATO che la deliberazione non prevede alcuna ipotesi si regolarizzazione della posizione di coloro che detengono immobili regionali in forza di concessioni scadute e che nel tempo li hanno gestiti con diligenza e attenzione, provvedendo a spese proprie a effettuare ogni intervento necessario a conservare la destinazione e lo stato di efficienza del bene;
CONSIDERATO, ALTRESÌ, che le numerose proposte contenute nella bozza di regolamento predisposta nel 2012 dall'Agenzia Laore non sono state recepite né tenute in considerazione e che, pertanto, coloro che oggi detengono gli immobili sopra menzionati corrono il rischio di perdere un bene sul quale generazioni di famiglie hanno con sacrificio impiegato risparmi al fine di migliorarli, conservarli e assicurarne la massima efficienza;
DATO ATTO che la decisione della Regione nel salvaguardare gli interessi economici, finanziari e patrimoniali dell'ente regionale ben potrebbe contemperare tali esigenze con quelle di coloro che hanno per anni assicurato a proprie spese l'integrità economica e funzionale dei beni patrimoniali provenienti dalla riforma agraria e che attendono con apprensione la regolarizzazione delle proprie rispettive posizioni;
DATO ATTO, ALTRESÌ, che la regolarizzazione della detenzione dei beni della riforma fondiaria, contenuta e prevista anche nella proposta di regolamento del 2012 formulata dall'Agenzia Laore, risponderebbe ai principi di equità e imparzialità della cui applicazione la pubblica amministrazione dovrebbe farsi sempre primo garante,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:
1) se sia intendimento dell'Amministrazione regionale procedere alla regolarizzazione delle detenzioni dei beni patrimoniali provenienti dalle leggi di riforma fondiaria, in conformità alla proposta di regolamento predisposta nel 2012 dall'Agenzia Laore sui cui contenuti la Regione aveva assicurato la massima considerazione;
2) quali siano le eventuali ulteriori soluzioni che la Giunta regionale intende individuare al fine di salvaguardare coloro che, pur detenendo oggi in forza di concessioni scadute i suddetti beni, hanno nel tempo maturato una posizione meritevole di tutela per averli gestiti con attenzione e diligenza, assumendo a proprie spese ogni intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria che si rendesse necessario, impiegando risparmi e risorse familiari importanti. (566)
Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure per l'acquisto di un portale radiometrico pubblico provinciale relativo al monitoraggio delle spedizioni di rifiuti transfrontalieri indirizzati alla società Portovesme Srl per il rilevamento dell'eventuale presenza di sostanze radioattive.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- in data 19 febbraio 2015 lo scrivente ha presentato un'interrogazione all'Assessore regionale della difesa dell'ambiente relativa al monitoraggio delle spedizioni di rifiuti transfrontalieri indirizzati alla società Portovesme Srl di Portoscuso in relazione all'eventuale presenza di sostanze radioattive nei carichi in arrivo;
- in data 16 luglio 2015 l'Assessore ha fornito la risposta scritta, sulla base delle considerazioni della Direzione generale della difesa dell'ambiente e degli opportuni sopralluoghi effettuati dall'ARPAS;
- l'Assessorato ha provveduto, come ogni anno, a pubblicare il "Rapporto sulle spedizioni transfrontaliere di rifiuti - Anno 2014", consultabile dal sito della Regione autonoma della Sardegna;
- la stampa riportava nei giorni scorsi un ulteriore articolo sulla situazione relativa al monitoraggio delle spedizioni dei rifiuti transfrontalieri, evidenziando il pericolo della presenza di sostanze radioattive all'interno dei rifiuti transfrontalieri ricevuti in Sardegna e la difficoltà del monitoraggio pubblico sull'effettiva presenza di radioattività nei carichi importati dall'estero;
PRESO ATTO che:
- dal Rapporto sulle spedizioni dei rifiuti transfrontalieri per l'anno 2014 risulta una quantità di carichi importati dagli Stati di Francia, Spagna, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna pari a 85.118 tonnellate di rifiuti, definiti comunemente "fumi di acciaieria" destinati ad essere trattati per ricavarne materie prime secondarie come l'ossido Waelz, utilizzabile in nuovi processi industriali;
- anche per il 2014, l'unica destinazione di questi rifiuti, codificati tecnicamente come CER 10.02.07* (Rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose) e destinati al "riciclaggio/recupero dei metalli e dei composti metallici" è la società Portovesme Srl, sita in Portoscuso, Provincia di Carbonia-Iglesias;
- le norme di riferimento per le movimentazioni dei rifiuti tra stati sono il regolamento CE n. 1013/2006 e il decreto legislativo n. 152 del 2006;
- con la legge regionale n. 9 del 2006 la Regione ha trasferito alle province le funzioni e le competenze in materia di spedizioni transfrontaliere di rifiuti relativamente alle autorizzazioni, alla sorveglianza e al controllo;
ACCERTATO che:
- nelle determinazioni del Servizio tutela del territorio della Provincia di Carbonia-Iglesias vengono prescritti precisi obblighi circa i controlli sulla eventuale presenza di sostanze radioattive e, in particolare che: "per ogni quantitativo di rifiuti in movimentazione venga certificato, al momento dell'uscita dello stesso dal Paese di spedizione, il rispetto dei livelli di concentrazione radioattiva stabiliti per lo Stato Italiano nella misura di 1 Bq/g, ai sensi dell'Allegato I del D.Lgs. 230/1995. Tali certificazioni dovranno essere trasmesse alla Provincia di Carbonia-Iglesias a cura del notificatore o di un suo delegato al più tardi al momento del ricevimento dei rifiuti da parte dell'impianto";
CONSIDERATO, TUTTAVIA, che i controlli sull'effettiva presenza di sostanze radioattive nelle spedizioni di rifiuti transfrontalieri sono a carico della società ricevente e che allo stato attuale non risulta installato alcun portale radiometrico pubblico (provinciale o regionale) per un riscontro ufficiale sul dato richiesto;
TENUTO CONTO che la ex Provincia di Carbonia-Iglesias, prima del commissariamento, con delibera n. 146 del 23 luglio 2012, aveva previsto uno studio di fattibilità per l'installazione di un portale radiometrico pubblico nell'area portuale di Portovesme e, nel contempo, aveva provveduto a stanziare i fondi necessari per l'installazione e la gestione di tale sistema di controllo,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere a che punto siano le procedure per l'acquisto del portale radiometrico pubblico per il monitoraggio dei carichi di rifiuti transfrontalieri in arrivo presso la Portovesme Srl deliberato dalla Provincia di Carbonia-Iglesias prima del suo commissariamento. (567)
Interrogazione Usula - Zedda Paolo Flavio, con richiesta di risposta scritta, sull'istanza di Terna Spa all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico per la revoca dell'essenzialità degli impianti di Ottana Energia spa ubicata in Ottana, dell'impianto Enel nel Sulcis e dell'impianto di Fiumesanto-Portotorres.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la Società Terna spa redige un elenco con validità annuale degli impianti ai quali viene riconosciuta la qualifica di impianto essenziale per la sicurezza del sistema elettrico e per il dispacciamento dell'energia in una determinata area e a tali impianti viene riconosciuto un corrispettivo a integrazione dei costi di produzione;
- l'inserimento delle centrali sarde di Ottana Energia spa ubicata in Ottana, dell'impianto Enel nel Sulcis e dell'impianto di Porto Torres nell'elenco dei cosiddetti "impianti essenziali" ha contribuito alla sicurezza del sistema elettrico regionale, ha consentito il mantenimento dei livelli occupativi e ha permesso al comparto produttivo sardo di avere a disposizione siti di produzione di energia elettrica nelle aree industriali, con innegabili risvolti positivi per l'occupazione e lo sviluppo del territorio;
- in data 9 novembre 2015, si viene a sapere che l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, con deliberazione del 22 ottobre 2015, ha accolto la richiesta di Terna spa per la revoca della qualifica di "impianto essenziale" agli impianti di produzione di energia elettrica di Ottana Energia spa ubicato in Ottana, all'impianto Enel nel Sulcis e all'impianto di Porto Torres, mantenendo la stessa qualifica per l'impianto turbogas di Assemini;
CONSIDERATO che:
- questa situazione determina la chiusura delle centrali elettriche sarde con un probabile immediato azzeramento dei livelli occupazionali, determinando, inoltre, un potenziale abbassamento dei livelli di sicurezza elettrica della Sardegna ed esponendo il sistema elettrico sardo, in quanto "regione insulare", a problematiche gestionali che possono esporre ad alte criticità rispetto alle esigenze locali;
- la dismissione produttiva nell'area di Ottana determina, oltre alla certa discontinuità produttiva della centrale, l'azzeramento di ogni sforzo per il rilancio della filiera chimica del PET che lega insieme Ottana e Sarroch, con risvolti occupazionali e di mancato sviluppo non sopportabili socialmente ed economicamente,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere :
1) quali azioni intenda sviluppare nelle aree di crisi di Ottana, Portotorres e Sulcis per la tutela delle imprese e dei fornitori dei servizi elettrici essenziali;
2) quali azioni intenda avviare, per il mantenimento occupazionale esistente a oggi nelle aree interessate;
3) se e qualiiniziative intenda attuare per il ripristino dei livelli essenziali per le centrali. (568)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul possibile licenziamento di 6 professionalità impiegate nella società MULTISS Spa, società in house della Provincia di Sassari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la MULTISS Spa, società multiservizi in house delle Province di Sassari e Olbia Tempio, svolge, oltre che la fornitura di servizi essenziali relativi alla manutenzione degli edifici scolastici e delle strade di competenza delle stesse province (manutenzione ordinaria di strade provinciali, manutenzione ordinaria degli uffici e degli edifici scolastici provinciali, servizio di disinfestazione e di sicurezza ambientale), anche un'importante attività di supporto e di assistenza tecnica professionale per la gestione di progetti comunitari di competenza;
- la MULTISS Spa occupa circa 150 dipendenti, tra operai e impiegati, di cui 6 attualmente occupati in attività strategiche per la gestione di progetti comunitari della Provincia di Sassari;
- la società MULTISS Spa negli ultimi anni ha attraversato un periodo di grave crisi finanziaria e occupazionale, legato principalmente ai tagli del fondo unico regionale, con gravi ripercussioni sull'efficienza e la continuità dei numerosi servizi offerti dalla Provincia di Sassari e Olbia Tempio;
CONSIDERATO che:
- nel mese di maggio 2015, a seguito della mancanza di fondi, decine di dipendenti della società MULTISS Spa hanno ricevuto una lettera di preavviso di licenziamento, con effetto dal 1°luglio 2015, con la concreta possibilità di estendere i licenziamenti alla restante parte di lavoratori entro il 31 dicembre 2015;
- nel mese di giugno 2015, a seguito del reperimento di nuovi finanziamenti straordinari, la Provincia di Sassari ha scongiurato il licenziamento di tutti i lavoratori, fino al 31 dicembre 2015, ma ha trasformato in part-time esclusivamente i contratti del personale che si occupa dei progetti comunitari;
- nel mese di novembre 2015, a seguito del reperimento nuove risorse finanziarie che garantiscono la prosecuzione di buona parte dei servizi per tutto il 2016, è stato raggiunto un accordo tra la MULTISS Spa e gli amministratori straordinari della Provincia di Sassari e di Olbia Tempio, per il quale l'azienda si impegna a garantire la conservazione dei posti di lavoro ai dipendenti dichiarati in esubero tranne che per i 6 impiegati nel settore della gestione dei progetti comunitari e per i quali si prospetta il licenziamento al 31 dicembre 2015;
- è interesse comune quello di garantire sia la migliore efficienza nei servizi offerti dalla Provincia di Sassari e Olbia Tempio e sia la salvaguardia di tutti i posti di lavoro di un'azienda che da anni opera con efficacia nel campo delle forniture di servizi essenziali;
RITENUTA fondamentale la prosecuzione del lavoro delle 6 professionalità altamente qualificate e formate ed impegnate nella gestione, monitoraggio e rendicontazione di progetti comunitari di importanza strategica per il territorio,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
1) quali iniziative intenda adottare al fine di scongiurare il licenziamento di 6 dipendenti della società MULTISS Spa impiegati nelle attività di gestione dei progetti comunitari della Provincia di Sassari;
2) se ritenga opportuno incrementare le risorse finanziarie, con un intervento straordinario, al fine di evitare una ulteriore perdita di posti di lavoro e di servizi essenziali in un territorio già fortemente compromesso da una devastante crisi economica ed occupazionale. (569)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sul contratto stipulato tra l'Azienda ospedaliera Brotzu, l'Asl n. 8 di Cagliari e l'Università di Bologna per l'attività di consulenza, in relazione al contratto di project financing dei presidi ospedalieri Businco e Microcitemico, nel più ampio progetto di incorporazione dei due presidi all'interno dell'Azienda ospedaliera Brotzu.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la legge regionale 17 novembre 2014, n. 23 recante "Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale. Modifiche alle leggi regionali n. 23 del 2005, n. 10 del 2006 e n. 21 del 2012", all'articolo 9, comma 1, lettera c), disponeva "l'incorporazione nell'Azienda ospedaliera di rilievo nazionale "G. Brotzu" dei presidi ospedalieri "Microcitemico" e "Oncologico - A. Businco", attualmente facenti capo all'Asl n. 8 di Cagliari;
- la stessa legge, all'articolo 9, comma 4, disponeva che, per la realizzazione del processo di riforma degli assetti istituzionali e organizzativi del sistema sanitario regionale, la Giunta regionale avrebbe nominato dei commissari straordinari a cui demandare la concreta applicazione delle disposizioni, compreso il processo di incorporazione del Microcitemico e del Businco all'interno dell'Azienda ospedaliera Brotzu;
ACCERTATO che:
- con deliberazione della Giunta regionale n. 51/2 del 20 dicembre 2014, sono stati nominati i commissari delle aziende sanitarie locali;
- con deliberazione della Giunta regionale n. 1/14 del 13 gennaio 2015, la Regione ha definito gli obiettivi di mandato dei commissari straordinari, affidando in particolare all'Azienda Brotzu e all'Asl n. 8 di Cagliari l'obiettivo di procedere allo scorporo dei presidi ospedalieri Microcitemico e Businco e relativa incorporazione all'interno dell'Azienda ospedaliera Brotzu entro il 1° luglio 2015;
- la deliberazione n. 842 del 2015, approvata dal commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu, attesta la presenza di un contratto di project financing concernente la "Realizzazione dei lavori di ampliamento e innovazione tecnologica dei presidi ospedalieri Microcitemico e Businco" per il quale è necessario definire un quadro chiaro e preciso degli aspetti tecnici, giuridici ed economici del medesimo contratto e delle realizzazioni effettuate e da effettuare, nonché dei servizi acquisiti e da acquisire;
- la stessa deliberazioni attesta che le due aziende, il Brotzu e l'Asl n. 8, non possiedono al loro interno nessuna professionalità in possesso delle competenze altamente qualificate per la valutazione della complessa questione in tempi coerenti con i termini previsti per lo scorporo, e pertanto si autorizza la sottoscrizione di un contratto con l'Università di Bologna, per un importo pari a euro 55.000, per attività di assistenza tecnico-economica a supporto operativo della definizione delle condizioni di trasferimento di competenze tra l'Asl n. 8 di Cagliari e l'Azienda ospedaliera Brotzu;
CONSIDERATO che:
- come da deliberazione n. 842 del 2015, il contratto tra l'Asl n.8, l'Azienda ospedaliera Brotzu e l'Università di Bologna per l'attività di consulenza in relazione al project financing aveva validità ed efficacia sino al 30 settembre 2015;
- l'articolo 3 del contratto, siglato tra i soggetti, in particolare definiva l'oggetto della consulenza commissionata disponendo che l'Università di Bologna dovesse produrre tre distinti "deliverable" generando report e proposte di soluzioni in merito agli aspetti tecnici, economici, finanziari e gestionali qualificanti il rapporto concessorio;
- l'articolo 8 del contratto prevedeva, inoltre, che il pagamento del corrispettivo dovesse avvenire in quattro tranches, la prima alla sottoscrizione, la seconda alla presentazione del primo "deliverable", la terza alla presentazione del secondo " deliverable" e la quarta alla presentazione del terzo "deliverable",
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se l'Università di Bologna ha completato la propria attività di consulenza entro la data indicata per contratto al 30 settembre 2015 o se il contratto sia ancora operativo;
2) se sono stati consegnati i report richiesti costituenti l'oggetto del contratto;
3) se l'Asl n. 8 ha effettuato il pagamento delle somme così come previsto da contratto;
4) quali siano le conclusioni a cui è giunta l'Università di Bologna in merito ai complessi aspetti tecnici, giuridici ed economici relativi all'attuazione del contratto di project financing nel processo di scorporo e incorporazione dei presidi ospedalieri Businco e Microcitemico dall'Asl n. 8 all'Azienda ospedaliera Brotzu. (570)
Interrogazione Gaia - Zanchetta - Perra, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi problemi derivanti alle aziende zootecniche sarde a seguito delle sanzioni comminate ai sensi del decreto n. 22 del 10 settembre 2014 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- il decreto n. 22 del 10 settembre 2014, dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, avente a oggetto "Profilassi vaccinale obbligatoria contro la febbre catarrale degli ovini. Adempimenti periodo 2014- 2015", prevede, per gli allevatori che si siano sottratti all'esecuzione della profilassi, oltre alla perdita degli indennizzi previsti dalla legge per danni causati dal focolaio della malattia, una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 258,23 a un massimo euro 1.291,14;
- diversi titolari di aziende zootecniche non hanno comunque ottemperato all'obbligo di vaccinazione delle proprie greggi, per motivazioni non velleitarie, ma legate alla personale esperienza professionale e talvolta a trascorse vicissitudini, relative a politiche sanitarie irresponsabili, causa nel recente passato di enormi perdite e danni irreversibili per l'intero patrimonio ovino regionale;
EVIDENZIATO che:
- i provvedimenti sanzionatori, che nei mesi scorsi hanno raggiunto gli allevatori inadempienti, rischiano in molti casi di decretare la morte delle piccole aziende agro-pastorali, già drammaticamente colpite dalla crisi incessante, purtroppo implementata da problemi strutturali mai risolti, che da sempre pregiudicano le possibilità di sviluppo di uno più importanti comparti produttivi della nostra Regione;
- con la morsa che senza tregua attanaglia l'economia agro-pastorale sarda e che, soprattutto per i nostri piccoli allevatori, contrappone entrate irrisorie a fronte di costi esorbitanti, anche una sanzione pari a 430,38 euro, considerata, nel freddo linguaggio burocratico, "in misura ridotta", fa la differenza fra sopravvivenza e morte aziendale;
- la persecuzione giudiziaria nei confronti degli allevatori impossibilitati al pagamento delle sanzioni, oltre a risultare prevedibilmente infruttuosa e dispendiosa per la Regione, porterebbe altrettanto prevedibilmente all'acuirsi delle tensioni sociali, posto che la politica sanitaria regionale, lungi da essere vista come autorevole guida e ausilio per il comparto, si troverebbe ad essere percepita ancor più come estranea ed in contrasto con le reali esigenze del mondo agro-pastorale;
RILEVATO che:
- la campagna vaccinale ormai conclusa ha ottenuto risultati estremamente positivi, tanto sul fronte della copertura sanitaria della profilassi, effettuata su tutto il territorio regionale, che sul fronte della prevenzione della epizoozia, contenuta ai minimi storici;
- la quasi totalità dei titolari di aziende ovine ha volontariamente ottemperato all'obbligo vaccinale, e la percentuale minima di inadempimenti non ha prodotto conseguenze, né arrecato alcun pregiudizio sul risultato complessivo della campagna vaccinale,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) sia a conoscenza della situazione esposta e dei gravissimi danni economici e sociali che le sanzioni comminate in base al decreto assessoriale n. 22/2014 potrebbero ingenerare sulle piccole aziende zootecniche già profondamente colpite dalla drammatica crisi economica;
2) non ritenga pertanto opportuno porre in essere i provvedimenti necessari ed urgenti, data la prossima scadenza dei termini per i ricorsi, per consentire la revoca o l'annullamento delle sanzioni in oggetto, fatta salva la perdita degli indennizzi previsti dalla legge per eventuali danni causati dal focolaio della malattia, evitando ulteriori pregiudizi per aziende già al tracollo, anche al fine di scongiurare il prevedibile inasprimento dei rapporti e favorire l'indispensabile avvicinamento tra sistema sanitario regionale e mondo agro-pastorale sardo. (571)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla mancanza di collegamenti tra le stazioni dell'Azienda regionale sarda trasporti (Arst) e delle Ferrovie dello Stato (Fds) di piazza Matteotti e la metropolitana leggera in piazza Repubblica, con la previsione di un'estensione della metro verso Sestu e i centri dell'area vasta.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, attraverso un servizio garantito dall'Azienda regionale sarda trasporti (Arst), è stato attivato il servizio di metropolitana leggera di Cagliari;
ACCERTATO che:
- il servizio prevede 200 corse nei giorni feriali e 97 nei giorni festivi;
- la frequenza delle partenze è di dieci minuti e di venti minuti nelle fasce orarie meno frequentate e nei festivi;
RILEVATO che la tratta si estende da piazza Repubblica sino alla fermata del Policlinico di Monserrato, con alcuni collegamenti verso Settimo San Pietro;
VALUTATO che l'apporto del servizio è di fondamentale importanza per gli studenti pendolari che frequentano l'università e gli istituti superiori del capoluogo e dell'hinterland cagliaritano, in quanto consente un collegamento puntuale delle diverse zone della città e della periferia;
ANNOTATO che si registra, comunque, la carenza di un collegamento diretto tra gli avamposti dell'Arst e delle Ferrovie dello Stato (Fds) di piazza Matteotti e la stazione metro di piazza Repubblica, con gli studenti e i cittadini, che giungono a Cagliari in treno o in corriera, costretti a una vera e propria odissea per raggiungere i presidi di trasporto della città capoluogo;
APPURATO che non si comprende il motivo per il quale il servizio di metropolitana leggera non possa essere allungato anche verso Sestu e l'area della Carlo Felice, visto che la cittadina ospita importanti servizi, come il Centro agro-alimentare della Sardegna e importanti presidi sanitari, ma risulta sprovvista di collegamenti all'avanguardia;
DATO ATTO che mediante la metropolitana leggera è possibile raggiungere non solo le facoltà della Cittadella universitaria di Monserrato, ma anche diversi istituti dislocati nelle vicinanze, come l'Istituto tecnico industriale Scano di Monserrato e l'Istituto agrario Duca degli Abruzzi di Elmas, nelle immediate vicinanze alle fermate della metro;
APPRESO che si attende l'attivazione di un raccordo su binario tra le stazioni di Piazza Matteotti e la metro di Piazza Repubblica;
CONSTATATO che sarebbe necessario garantire il diritto alla mobilità degli studenti pendolari che approdano nel capoluogo, con un collegamento continuo, anche mediante bus navetta tra i due suddetti siti, per agevolare l'esercito di cittadini che utilizzano il servizio di metropolitana leggera, ma anche i trasporti dei bus dell'Arst o le tratte ferroviarie;
OSSERVATO che, dunque, un servizio di collegamento moderno richiede dei collegamenti volti a uno spostamento facile e agevole sulla città e nelle immediate periferie, almeno nei presidi che ospitano importanti strutture per gli studenti e i cittadini come, ad esempio, il Policlinico universitario di Monserrato, meta continua di pazienti e visitatori;
SOTTOLINEATO che appare, dunque, non più rinviabile l'attivazione di un servizio importante, in grado di incrociare le esigenze di studenti e cittadini;
RIMARCATO che, in tempi immediati, sarebbe auspicabile attivare il raccordo su binari fra piazza Matteotti e piazza Repubblica, onde agevolare la mobilità dei cittadini,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti:
1) per valutare l'attivazione immediata di un collegamento diretto, anche attraverso un bus navetta, tra la Piazza Matteotti e la piazza Repubblica, per non lasciare gli studenti pendolari che approdano nelle rispettive stazioni Arst e Fds sprovvisti di un servizio fondamentale;
2) per conoscere i tempi di esecuzione e attuazione del raccordo ferroviario tra i due siti principali, avamposti della mobilità in città;
3) per conoscere gli altri progetti destinati a favorire la mobilità all'interno della città e dell'hinterland, con l'allungamento della metro anche verso Sestu e altri centri dell'area vasta. (572)
Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sull'effettiva possibilità dell'apertura della struttura sanitaria denominata Mater Olbia, prevista per l'inizio del prossimo mese di dicembre.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- in data 28 maggio 2015 il premier Matteo Renzi in persona, con il Presidente della Regione, parlamentari sardi, assessori e consiglieri regionali, sindaci della Gallura, nonché autorità militari e religiose, ha partecipato ad Olbia ad una assemblea con la popolazione al fine di sancire l'avvio dei lavori che avrebbero condotto, in tempi relativamente brevi, al completamento del nuovo ospedale sardo Mater Olbia (già San Raffaele) e alla conseguente auspicata apertura;
- ciò sarà possibile grazie al grande impegno profuso dal Governo nazionale e al fondamentale supporto, anche economico, assicurato all'iniziativa dalla Regione;
- l'annunciata apertura del nuovo ospedale ha inevitabilmente suscitato grandi aspettative nel territorio sardo e gallurese, sia in termini di ricadute occupazionali per il personale che dovrà essere assunto, sia con riferimento ai nuovi e più alti standard di prestazioni sanitarie che saranno assicurati e che alleverebbero il disagio dei cittadini sardi, talvolta costretti ad un turismo sanitario passivo presso i nosocomi specializzati della Penisola;
- la data di apertura della nuova struttura, ancorché limitata ad alcuni reparti (in particolare pediatria), era stata fissata per il 1° dicembre 2015;
- notizie di stampa riferiscono di un incontro, avvenuto in data 11 novembre 2015, tra la proprietà ed i rappresentanti del Comune di Olbia nel corso del quale, a seguito del sopralluogo effettuato sulla struttura, parrebbe sia stata confermata l'apertura per il 1° dicembre, limitata tuttavia alla telemedicina, con conseguente rinvio dell'apertura effettiva dei reparti, tra i quali pediatria;
- il susseguirsi di notizie talvolta contrastanti in merito al rispetto dei tempi di apertura della struttura contribuisce non poco a creare confusione e disorientamento nei cittadini, che invece vorrebbero conferme alle loro legittime aspettative e comunque chiarezza sulle tempistiche di avvio del nuovo ospedale;
- posto quanto sopra, e considerato che l'avvio a regime della struttura sanitaria è evidentemente legato anche ai tempi di perfezionamento della procedura di accreditamento presso la Regione,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) quale sia lo stato attuale della procedura di accreditamento presso la Regione dell'ospedale Mater Olbia;
2) se lo slittamento dei tempi sia imputabile a ritardi della Regione nell'avvio o perfezionamento di tale procedura;
3) se esista un nuovo crono-programma che preveda una tempistica diversa da quella precedentemente concordata e quale sia l'eventuale nuova tempistica. (573)
Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo con il quale la Regione ha trasferito nell'esercizio finanziario 2014, al Comune di Alghero, le risorse destinate alla liquidazione dei contributi a favore dei leucemici e talassemici.
I sottoscritti,
PREMESSO che, solo nel mese di dicembre dell'esercizio finanziario 2014, la Regione ha trasferito al Comune di Alghero le risorse destinate alla liquidazione dei contributi a favore di coloro che sono affetti da leucemia e talassemia;
PREMESSO, altresì, che il grave ritardo non ha consentito al Comune di Alghero di formalizzare i relativi impegni di spesa che, per disposizione di legge, non possono essere imputati a bilancio oltre il 30 novembre;
DATO ATTO che, alla luce delle nuove disposizioni in materia di contabilità pubblica, introdotte con l'entrata in vigore del nuovo ordinamento contabile, l'ente locale ha dovuto rinviare l'erogazione dei contributi a favore dei talassemici e leucemici all'esercizio finanziario 2015, facendo confluire le risorse a copertura delle suddette spese nell'avanzo d'amministrazione;
DATO ATTO, altresì, che l'applicazione dell'avanzo d'amministrazione finalizzato al pagamento dei contributi a favore dei talassemici e leucemici ha richiesto il ricorso a soluzioni di non facile individuazione a causa del rischio di sforamento da parte del Comune di Alghero del patto di stabilità interno;
CONSIDERATO che il ritardo con il quale, nel 2014, la Regione ha trasferito le risorse al Comune di Alghero pare farà slittare la liquidazione dei contributi, a favore dei talassemici e leucemici, al prossimo mese di dicembre, esattamente un anno dopo, con grave danno per coloro che sono affetti dalle suddette patologie e per le loro famiglie costrette ad anticipare le spese destinate alle cure e ai controlli medici necessari e che, nella maggior parte dei casi, sono sottoposte a sforzi finanziari notevoli, molte volte superiori alle loro disponibilità;
OSSERVATO che il sostegno della Regione dovrebbe distinguersi soprattutto per tempestività in un quadro ancora negativamente caratterizzato dai nefasti effetti di una crisi economica che non accenna a regredire e che colpisce con maggiore violenza i nuclei familiari all'interno dei quali vi sono persone affette da gravi patologie,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:
1) quali siano le ragioni del ritardo con il quale, nell'esercizio finanziario 2014, la Regione ha trasferito al Comune di Alghero le risorse destinate alla liquidazione dei contributi a favore dei leucemici e talassemici;
2) quali siano le iniziative che l'Amministrazione regionale ha intenzione di intraprendere al fine di scongiurare che, anche nel corrente esercizio finanziario, l'erogazione delle risorse destinate ai soggetti affetti dalle suddette patologie avvenga tardivamente, con grave danno per i leucemici e i talassemici algheresi e per le loro famiglie che sarebbero costrette, per l'ennesima volta, a farsi carico anticipatamente del costo e delle spese relative alle cure mediche necessarie e ad attendere tempi inaccettabili prima di ricevere i rimborsi e i sostegni cui hanno diritto. (574)
Interrogazione Lai - Pizzuto - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione del servizio di Ostetricia presso il distretto Sarcidano - Barbagia di Seulo e Trexenta e l'organizzazione del Centro donna presso il presidio ospedaliero di Isili.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- in seguito all'accordo Stato-Regione del 2010 (Piano per la riorganizzazione dei punti nascita) è stata definita la chiusura dei reparti di maternità che effettuano meno di 500 parti all'anno;
- tale accordo è stato uno degli elementi che hanno comportato anche la chiusura del reparto di Ostetricia dell'Ospedale San Giuseppe di Isili;
- ulteriori importanti fattori che hanno determinato la chiusura del reparto di Ostetricia sono stati l'assenza di un servizio di rianimazione e di un centro trasfusionale, ai quali si è aggiunta l'assenza di un pronto soccorso specifico per il reparto;
PRESO ATTO che al presidio ospedaliero San Giuseppe si rivolgono i paesi insistenti in una vasta area, quella del distretto Sarcidano - Barbagia di Seulo e Trexenta includenti 28 comuni con una popolazione di 42.719 abitanti e una bassa densità abitativa che provoca aumento dei costi medi per il trasferimento verso l'esterno;
CONSIDERATO che:
- del reparto di Ostetricia presso il presidio ospedaliero San Giuseppe di Isili è rimasto il Centro donna, che presta servizio nell'ambito ostetrico e ginecologico;
- il centro ha una limitata dotazione strumentale e professionale, motivo per cui può svolgere esclusivamente attività di tipo ambulatoriale, accompagnando fino alla quarantesima settimana le donne partorienti che vi si rivolgono;
- per le visite specialistiche inerenti le ecografie ostetriche le partorienti vengono inviate presso il presidio Santissima Trinità di Cagliari;
- questa situazione si registra pur disponendo il San Giuseppe di dotazione strumentale specifica (sottoutilizzata) che permetterebbe di effettuare le ecografie necessarie alle donne insistenti nel distretto n. 5;
- recenti fatti di cronaca testimoniano almeno due casi di partorienti del distretto che hanno partorito presso la propria abitazione in condizioni di estrema insicurezza;
- lo stesso accordo Stato-Regione del 2010 prevede la presa in carico, la continuità assistenziale, l'umanizzazione della nascita attraverso l'integrazione dei servizi tra territorio ed ospedale e la realizzazione di reti dedicate al tema materno-infantile,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere, alla luce di quanto descritto, se:
1) siano a conoscenza di tale situazione;
2) non ritengano opportuno creare le condizioni di lungo periodo perché ci sia una fruizione sostenibile dei servizi sanitari, specificamente nel settore materno infantile sia per il distretto Sarcidano - Barbagia di Seulo - Trexenta che per le altre zone interne e/o periferiche della nostra Isola;
3) non ritengano opportuno prendere provvedimenti accurati e puntuali per garantire anche ai cittadini del Sarcidano e Barbagia di Seulo e Trexenta la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. (575)
Interrogazione Ledda - Manca Piermario - Cherchi Augusto - Cozzolino - Unali - Tendas - Anedda, con richiesta di risposta scritta, sulla palese illegittimità dell'Avviso pubblico per acquisizione di manifestazioni d'interesse per la nomina del direttore generale dell'Agenzia AGRIS.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'articolo 30 della legge regionale 8 agosto 2006, n. 13 (Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura. Istituzione delle Agenzie AGRIS Sardegna, LAORE Sardegna e ARGEA Sardegna) disciplina le funzioni e la nomina del direttore generale;
- in particolare, al punto 4 dell'articolo 30, la legge regionale n. 13 del 2006 dispone che "Il direttore generale è scelto, con procedura ad evidenza pubblica, tra persone in possesso di comprovata esperienza e competenza che abbiano ricoperto, per almeno cinque anni, incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private; per il direttore generale dell'Agenzia AGRIS Sardegna è richiesto il possesso di un'alta qualificazione scientifica e professionale nelle materie di competenza dell'Agenzia";
- l'articolo 28 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale ed organizzazione degli uffici della Regione), al comma 2, dispone che "le funzioni di direttore generale e di ispettore sono conferite a dirigenti dell'amministrazione o degli enti con capacità adeguate alle funzioni da svolgere";
- nel precedente bando del 2014, l'acquisizione delle manifestazioni d'interesse per il medesimo incarico di Direttore generale dell'Agenzia Agris i requisiti richiesti erano quelli di aver svolto:
a) incarichi dirigenziali conferiti con provvedimento espresso presso l'Amministrazione regionale o presso enti e agenzie regionali;
b) incarichi dirigenziali conferiti con provvedimento espresso in sistemi organizzativi pubblici complessi di medie e grandi dimensioni;
c) inquadramento contrattuale con la qualifica di dirigente in sistemi organizzativi privati complessi di medie e grandi dimensioni;
- all'articolo 2 dell'avviso del 2015 e, precisamente, al punto 7), tra i requisiti di ammissione, per quanto riguarda l'alta qualificazione professionale, si afferma che tale requisito è riconosciuto sulla base della rilevanza delle esperienze maturate in qualità di dirigente, rendendo ulteriormente lo stesso avviso confuso, contraddittorio e quindi illegittimo;
- contrariamente a quanto disposto dalle norme regionali, da sentenze della Cassazione e dalle più recenti espressioni della Corte costituzionale, l'eventuale nomina di un soggetto rispondente al requisito del più volte citato punto 7) consentirebbe a un non dirigente della Pubblica amministrazione di essere nominato direttore generale di una struttura pubblica che amministra e gestisce svariate decine di milioni di euro e circa 500 persone;
- l'Agris risulterebbe l'unico ente pubblico in Sardegna, e forse anche in Italia, con un direttore generale che non è neanche dirigente e che non ha mai amministrato neanche un centesimo o diretto un solo dipendente;
PRESO ATTO:
- dell'approssimarsi della scadenza del periodo di proroga dell'incarico del Direttore generale dell'Agenzia Agris e della grave inerzia del competente Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;
- della situazione d'incertezza nella quale l'Agenzia, per l'ennesima volta dalla sua istituzione, dovrà a breve muoversi in assenza di un rappresentante legale nella pienezza delle sue funzioni,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere quali atti intendano adottare per ricondurre a piena equità e legittimità la procedura in oggetto e se non ritengano necessario e improcrastinabile che l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale provveda a riconsiderare, in termini di autotutela, gli atti sinora adottati per l'acquisizione delle manifestazioni di interesse alla nomina di Direttore generale dell'Agris Sardegna. (576)
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- contro la più grande esercitazione militare dal dopoguerra a oggi, denominata "Trident juncture", che coinvolge anche le strutture militari presenti in Sardegna, è stata annunciata una grande manifestazione popolare di associazioni, comitati, partiti e cittadini presso il poligono militare di Teulada;
- di tale manifestazione sarebbe stato dato preavviso regolare nei termini di legge agli organi competenti in data 29 ottobre 2015;
- in data 30 ottobre 2015 si è appreso da alcuni organi di stampa che, a seguito di individuazioni personali effettuate nei giorni antecedenti la manifestazione, la Questura avrebbe adottato alcuni provvedimenti di restrizione della libertà personale a militanti e studenti, ai quali è stato proibito di recarsi presso i comuni di Teulada e Sant'Anna Arresi, provvedimenti motivati da non meglio precisate esigenze inerenti la sicurezza pubblica;
- contestualmente, la Questura di Cagliari annunciava inopinatamente alla stampa che la manifestazione, così come posta nei termini comunicati dai promotori, non sarebbe stata autorizzata, lasciando supporre che l'esercizio della libertà di riunione sia in qualche modo sottoposto a valutazione e apprezzamento da parte dell'autorità di pubblica sicurezza;
- in data 2 marzo 2015 si apprende, sempre a mezzo stampa, l'avvenuta conferma del diniego all'"autorizzazione" della manifestazione, in quanto i promotori avrebbero rifiutato di sottoscrivere le prescrizioni richieste dalla Questura;
CONSIDERATO che:
- l'atteggiamento della Questura di Cagliari ha contribuito a creare un clima di tensione crescente prima e durante la manifestazione;
- i principali media locali riportavano la notizia che, al loro arrivo a Teulada e Sant'Anna Arresi, i manifestanti si sarebbero trovati dinnanzi un imponente dispiegamento di forze dell'ordine, con annessi controlli ai varchi d'accesso alla spiaggia pubblica di Porto Pino e verifiche sui documenti e identificazione di alcune persone;
- in tutta la zona sarebbero stati allestiti dei veri e propri check point con decine di auto bloccate e altre perquisite; un'inusitata militarizzazione dei territori circostanti la base che avrebbe perfino scoraggiato dei manifestanti a proseguire il loro cammino verso Teulada;
- nel pomeriggio, il livello di tensione creatasi è degenerato in veri e propri scontri tra manifestanti e forze dell'ordine;
CONSIDERATO, altresì:
- l'articolo 16 della Costituzione che sancisce e tutela il diritto alla libertà di circolazione e soggiorno;
- l'articolo 17 della Costituzione che, nel sancire il diritto alla libertà di riunione prevede, in caso di riunione in luogo pubblico, che i promotori debbano darne preavviso almeno 3 giorni prima, con la logica conseguenza che tali riunioni possono essere vietate soltanto qualora non preavvisate o qualora sussistano "comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica",
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
1) se sia a conoscenza o meno dei "comprovati" motivi di sicurezza e di incolumità pubblica che hanno indotto la Questura di Cagliari a una condotta apertamente ostile verso la manifestazione No Trident del 3 novembre 2015;
2) se sia a conoscenza o meno dei motivi che hanno portato all'inusitato dispiegamento di forze dell'ordine nella zona presso il suddetto poligono e i motivi che hanno portato allo scontro tra manifestanti e forze dell'ordine;
3) se intenda o meno promuovere in tutte le sedi competenti le opportune iniziative al fine di verificare la legittimità dell'operato della Questura di Cagliari inerente alla manifestazione contro le esercitazioni e le basi militari svoltasi a Teulada in data 3 novembre 2015;
4) quali azioni istituzionali intenda attivare la Giunta al fine di garantire ai cittadini sardi la libera espressione del dissenso in tema di servitù militari in condizioni di sicurezza e per ripristinare un adeguato clima al riguardo privo di tensioni. (167)
Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sui procedimenti amministrativi che coinvolgono il soggetto gestore del servizio idrico integrato in Sardegna e sulle conseguenze che ne potrebbero derivare riguardo i costi, la qualità e la continuità dell'erogazione del servizio.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- con la legge regionale 17 ottobre 1997, n. 29, la Regione autonoma della Sardegna ha disciplinato la gestione del servizio idrico integrato attraverso l'adozione di un unico ambito territoriale ottimale, corrispondente all'intero territorio regionale;
- in applicazione di tale legge, è stato successivamente costituito il consorzio obbligatorio denominato Autorità d'ambito, comprendente tutti i comuni e le province della Sardegna;
- l'assemblea dell'Autorità d'ambito, con la deliberazione n. 25 del 29 dicembre 2004, ha scelto, per la gestione del servizio idrico integrato, il metodo dell'affidamento diretto a una società "in house";
- a tale scopo è stata formalmente costituita, il 22 dicembre 2005, la società Abbanoa spa, interamente a capitale pubblico, avente quali soci i comuni già soci delle diverse società pubbliche che gestivano il servizio prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 29 del 1997 e la stessa Regione;
- Abbanoa spa ha assunto la gestione del servizio idrico integrato a partire dal 1° gennaio 2005, in quanto garantita, prima della sua formale costituzione, dalle società a capitale pubblico dalla cui fusione è nato il nuovo soggetto societario;
CONSIDERATO che:
- con provvedimento adottato il 16 settembre 2015 (al quale si rimanda), l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, acquisiti i pareri dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per le parti di propria competenza, ha comminato al gestore del servizio idrico integrato una sanzione di euro 1.080.000 per una lunga serie di "pratiche commerciali" ritenute "scorrette", con l'ulteriore imposizione di porre fine a dette pratiche entro il termine di trenta giorni dalla data di notifica del provvedimento;
- relativamente a tali "pratiche commerciali scorrette", il provvedimento riconosce che sono state poste in essere a partire dall'anno 2011 e che, in almeno due casi specifici (addebiti relativi alle cosiddette "perdite occulte" e trattamento non corretto dei reclami), risultano ancora in essere;
PRESO ATTO che:
- con deliberazione n. 492/2015/S/idr del 22 ottobre 2015, l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha avviato un procedimento per l'adozione di provvedimenti sanzionatori e prescrittivi ai danni di Abbanoa, per violazioni della regolazione tariffaria del servizio idrico integrato;
- il procedimento fa seguito ai controlli eseguiti dalla Guardia di finanza presso il soggetto gestore tra i giorni 2 e 5 dicembre 2014, dai quali sarebbero emerse irregolarità nelle comunicazioni patrimoniali trasmesse all'Autorità al fine della determinazione delle tariffe per il servizio e un'indebita maggiorazione del deposito cauzionale richiesto agli utenti;
SOTTOLINEATO che:
- nel periodo al quale fanno riferimento le pratiche commerciali scorrette rilevate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Abbanoa è stata retta dapprima da un consiglio di amministrazione, presieduto da Pietro Cadau (fino al 3 novembre 2011) e da Gabriella Massidda (dal 1° dicembre 2011), al quale, a seguito dell'adozione del nuovo statuto societario, è subentrato un amministratore unico, nelle persone di Carlo Marconi (dal 6 febbraio 2012 al 22 marzo 2014) e di Alessandro Ramazzotti (dal 18 giugno 2014 e tuttora in carica);
- a partire dall'anno 2012, la situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto gestore è stata a più riprese oggetto di indagini da parte delle Procure della Repubblica di Cagliari e di Nuoro, fino alla richiesta di apertura della procedura fallimentare per insolvenza avanzata da quest'ultima nel gennaio del 2014 e ritirata, dopo il trasferimento a Cagliari per competenza territoriale, nel luglio seguente;
- secondo quanto riportano gli organi di informazione, sarebbero in corso inchieste di natura penale aventi oggetto numerose violazioni di vario genere che sarebbero state commesse nell'attività aziendale, alcune delle quali finalizzate a occultare o travisare il dissesto finanziario in cui la società si è trovata per lungo tempo ed evitare così l'esito negativo della procedura fallimentare;
RITENUTO che:
- la Regione, in quanto titolare delle competenze in merito all'approvazione delle linee guida di programmazione, pianificazione e indirizzo del servizio idrico integrato (legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4, articolo 5, comma 1) e in quanto partecipante all'Ente di governo dell'ambito della Sardegna (legge regionale n. 4 del 2015, articolo 6, comma 1), il quale a sua volta detiene le funzioni di organizzazione territoriale del servizio idrico integrato (legge regionale n. 4 del 2015, articolo 2, comma 1), non possa esimersi dall'occuparsi delle preoccupanti vicende che interessano il soggetto gestore del servizio idrico integrato in Sardegna;
- in quanto detentrice di una quota azionaria di Abbanoa, la Regione sia altresì tenuta, anche al fine di tutelare il valore dei propri investimenti, a fare quanto in proprio potere affinché la gestione della società sia la più efficiente ed efficace possibile, i conti societari siano in ordine e l'azienda si trovi in condizioni di piena operatività;
- il provvedimento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato porterà all'intentazione di centinaia di azioni risarcitorie da parte degli utenti che hanno subito le "pratiche commerciali scorrette" di cui è stato riconosciuto responsabile il soggetto gestore, con conseguenze imprevedibili per la sua situazione finanziaria;
- un'eventuale interruzione nella continuità dell'erogazione del servizio idrico integrato comporterebbe, oltre agli ovvi disagi per la popolazione, immediati e gravissimi problemi di ordine pubblico nell'intero territorio regionale,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) risultando trascorsi i trenta giorni dalla notifica del provvedimento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato di cui alla premessa, quali misure Abbanoa ha adottato al fine di porre termine, così come imposto dal provvedimento stesso, alle "pratiche commerciali scorrette" di cui è stata riconosciuta responsabile;
2) se è stato quantificato l'esatto ammontare degli introiti iscritti nei bilanci societari a seguito delle "pratiche commerciali scorrette" di cui sopra;
3) se ritengano che, sottraendo dai bilanci le somme di cui sopra, da considerarsi indebitamente percepite, la situazione finanziaria della società avrebbe consentito di pervenire al ritiro della richiesta di fallimento per insolvenza di cui alla premessa;
4) quali misure intendano adottare al fine di dare copertura finanziaria alle azioni risarcitorie che faranno seguito al provvedimento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
5) quali misure intendano adottare affinché la sanzione amministrativa comminata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato non comporti modificazioni nelle tariffe praticate dal gestore o il ricorso a ulteriori "pratiche commerciali scorrette" finalizzate a ottenere un indebito incremento dei ricavi;
6) quali misure intendano adottare al fine di evitare un provvedimento sanzionatorio da parte dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico;
7) se non ritengano, alla luce dell'arco di tempo nel quale si sono protratte e si stanno protraendo le "pratiche commerciali scorrette" di cui sopra e dei vari avvicendamenti che sono avvenuti al vertice della società, che le diverse dirigenze aziendali abbiano agito e stiano agendo in una sostanziale continuità amministrativa;
8) se non ritengano che tale continuità amministrativa, visti gli effetti che già si sono prodotti sulla situazione finanziaria della società, possa determinare nel prossimo futuro nuove situazioni di dissesto finanziario ed eventuali nuove richieste di fallimento per insolvenza;
9) alla luce di tutto quanto esposto, quali misure la Giunta regionale intenda adottare affinché siano garantiti il rispetto delle tariffe praticate per il servizio idrico integrato, degli standard ottimali nell'erogazione del servizio, dei corretti rapporti con l'utenza ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e della "carta del Servizio Idrico Integrato" adottata dallo stesso gestore, nonché la continuità nell'erogazione del servizio. (168)
Interpellanza Rubiu sulla determinazione n. 7 del 15 ottobre 2015, prot. n. 19704, inerente il "Quarto provvedimento attuativo del programma straordinario di eradicazione della peste suina africana 2015-2017, recante eradicazione della Psa nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati".
Il sottoscritto,
PREMESSO che con determinazione del Responsabile dell'Unità di progetto per l'eradicazione della peste suina n. 7 del 15 ottobre 2015, prot. n. 19704, inerente "Quarto provvedimento attuativo del programma straordinario di eradicazione della peste suina africana 2015-2017, recante eradicazione della Psa nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati", si è inteso definire misure sanitarie di contrasto alla peste suina africana;
CONSIDERATO che tali misure sono volte al raggiungimento dei seguenti obiettivi: sorveglianza epidemiologica sui cinghiali nei confronti della Psa, regolamentazione caccia al cinghiale nelle aree di vincolo per Psa;
RICORDATO che il contenuto del programma pone di fatto limiti di assoluto rigore per i cacciatori, tralasciando che ben altri siano i noti sistemi di trasmissione del contagio, non essendosi mai verificati casi di nuovi focolai dovuti ad una cattiva gestione della carni e delle carcasse da parte di chi svolge l'attività venatoria; con tale provvedimento appare evidente la volontà di prefigurare l'introduzione mascherata degli ambiti territoriali che rientrano nei disegni dell'Esecutivo regionale;
APPURATO che si tratta di una grande beffa che pone dei limiti incomprensibili, attraverso delle coercizioni, alla libera circolazione sul territorio, con l'aggravante che si corre il rischio di una schedatura; si sottolinea infatti, in particolare nelle zone attualmente non interessate dalla manifestazione del virus, la generale limitazione di libertà per i cacciatori sardi, derivata da previsioni attuative del programma assolutamente non giustificate né da norme superiori cogenti, ma neppure di mera opportunità;
CONSTATATO che sembrano davvero incomprensibili ed illogiche le prescrizioni che impongono su tutto il territorio regionale il sistema della battuta, come unica modalità di esercizio venatorio consentito; insensata appare anche la necessità, per l'esercizio dell'attività venatoria, della registrazione della compagnia e della individuazione di un referente, nelle zone non infette (salvi gli obblighi di contribuire liberamente al conferimento dei campioni di milza, sangue e di diaframma anche in dette aree);
PRESO ATTO che si reputa fortemente limitativa della libertà personale di ciascuno anche la norma che vieta la possibilità di frequentare compagnie diverse nell'arco della lunga stagione venatoria nelle zone di interdizione per presenza della peste suina africana;
VERIFICATO che tali prescrizioni sono assai coercitive e impongono limiti assurdi alla libertà dei singoli cacciatori;
ANALIZZATO che altro punto criticabile riguarda la non motivata estensione degli areali infetti; nulla è dato sapere sulla base di quali indicazioni si sia pervenuti ad estendere il divieto su superfici certamente non interessate di recente da casi provati di peste suina africana sia nel selvatico che nel domestico; si considera pertanto doverosa una giustificazione della scelta cui far ricadere dette aree, con riguardo comunque anche alla necessità di limitare il contagio e i danni prodotti alle colture;
ESAMINATO che non si comprende quale sia la motivazione che sta alla base della prescrizione dell'obbligo di formazione per referenti e presidenti di autogestite, che rivestono mera carica amministrativa, nelle zone non infette;
VAGLIATO che lo stesso obbligo formativo, per quanto concerne l'esercizio dell'attività venatoria nelle zone infette, dovrà essere ridotto a criteri di equità, ritenendosi congrua una certificazione senza imposizione del rinnovo annuale della formazione; appare dunque opportuno limitare l'obbligo formativo solo per il referente della compagnia, escludendo il presidente dell'autogestita;
VERIFICATO che i tempi assolutamente ristretti di adeguamento alla normativa non sembrano consentire l'attività venatoria secondo il dettato del programma, per cui sarebbe utile un rinvio dell'entrata in vigore del provvedimento;
CONDIVISE le preoccupazioni del mondo venatorio isolano per i divieti e le limitazioni ai danni dei cacciatori che vedono estendersi dei vincoli incomprensibili sul territorio;
VISTO che ad oggi si sono susseguite prese di posizione che propenderebbero per l'introduzione degli ambiti territoriali di caccia nell'ambito della Regione, con una revisione dell'organizzazione venatoria che penalizzerebbe i protagonisti della caccia nell'Isola, ovvero i cacciatori custodi dell'ambiente e del territorio;
CONSTATATO non sufficiente, a giudicare dai fatti, l'impegno della Regione per salvaguardare l'esercizio venatorio,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se non ritengano opportuno:
1) mettere in campo tutte le strategie per l'abrogazione dei vincoli previsti per l'esercizio venatorio (in particolare sulla registrazione della compagnia e altri indicati dall'articolo 4 della determinazione n. 7 del 2015) nelle zone non infette, salvo l'obbligo di conferimento dei campioni fino al raggiungimento del numero indicato per le macroaree;
2) revocare il divieto di caccia "con la sola modalità della battuta" nelle zone non infette;
3) eliminare l'obbligo di formazione obbligatoria per chi esercita l'attività venatoria nelle zone non infette;
4) cancellare tutte le previsioni che limitano la libertà di movimento e circolazione dei cacciatori nei territori della Sardegna, per evitare dei vincoli assurdi per l'attività venatoria. (169)
Interpellanza Rubiu, sulla mancata erogazione dei finanziamenti per il sistema integrato di salvamento balneare ai comuni rivieraschi del Sulcis-Iglesiente e degli altri centri della Sardegna.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Giunta regionale ha approvato, nella seduta del 29 maggio 2015, la deliberazione n. 26/6 "Programmazione delle risorse finanziarie assegnate dallo stato alla Regione ai sensi del D. Lgs. n. 112 del 31.3.1998, art. 108, impiegate per il Sistema Integrato di salvamento balneare (SISB) 2015", con la quale vengono assegnate le somme alle province per l'organizzazione del servizio di salvamento a mare 2015;
RILEVATO che in base a tale provvedimento sono stati erogati alla Provincia di Carbonia-Iglesias contributi pari a euro 70.448,17 per l'organizzazione del Programma del salvamento a mare nel proprio ambito territoriale;
ACCLARATO che, a differenza delle passate stagioni, con tale deliberazione è stato approvato l'allegato B denominato "Regole del Programma 2015 Sistema Integrato di Salvamento Balneare" che ha imposto agli "Enti locali e territoriali", a pochi giorni dall'avvio delle attività di salvamento a mare, nuovi criteri per l'utilizzazione delle somme stanziate;
EVIDENZIATO che in tale parte del provvedimento si prevede, tra le altre cose, una preventiva ripartizione delle percentuali di spesa delle somme nell'organizzazione del servizio di salvamento a mare, che non tiene conto delle disponibilità delle attrezzature già acquistate, del capitale umano impegnato annualmente e che, quindi, non tengono conto delle reali esigenze del servizio;
APPRESO che:
- i punti 2 e 4 dell'Allegato B fissano percentuali di spesa delle somme da impiegare nell'organizzazione del servizio, difficilmente stimabili a priori, estendendo l'obbligo anche alle risorse impegnate dalle amministrazioni provinciali e comunali;
- inoltre, la deliberazione è stata pubblicata nel sito internet della Regione nella giornata del 3 giugno 2015 e, quindi, a pochi giorni dall'avvio del servizio, richiedendo al competente ufficio provinciale di predisporre il programma operativo da inviare entro il 15 giugno 2015 adeguandolo ai criteri imposti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 26/6 del 29 maggio 2015, pena l'assegnazione ad altre amministrazioni provinciali delle somme destinate alla Provincia di Carbonia-Iglesias;
- le nuove regole imposte dalla deliberazione e, in particolare, dall'Allegato B, rendono difficilmente utilizzabili le somme assegnate perché vincolate ad acquisti e impegni non dettati dalle reali necessità del servizio;
VAGLIATO che le somme assegnate dalla Regione mediante la deliberazione in argomento sono comunque destinate esclusivamente alle organizzazioni di volontariato e/o ai comuni costieri che impiegano le medesime organizzazioni di volontariato per il servizio di salvamento a mare;
SOTTOLINEATO che in base a questo dettato è intervenuta, con netto ritardo rispetto agli anni precedenti, la deliberazione n. 33 del 25 giugno 2015 dell'ex Provincia di Carbonia-Iglesias, avente a oggetto "Contributi ai comuni per l'organizzazione del servizio di salvamento a mare e per il servizio di controllo dei litorali", che di fatto ha assegnato le risorse ai comuni rivieraschi per tale compito;
OSSERVATO che, a causa delle lungaggini normative e burocratiche, i comuni sono stati costretti di fatto ad anticipare (con propri fondi) le somme per predisporre il servizio nelle spiagge della Provincia; in particolare, sono stati interessati da questa attività i centri costieri di tutta la regione;
APPURATO che risulta il fatto che non è stato erogato ancora ai comuni il finanziamento previsto dalla deliberazione, certificando quindi la criticità di alcune parti del provvedimento che hanno reso difficile la ripartizione delle somme tra i diversi enti e/o associazioni di volontariato;
ESAMINATO che:
- già in data 28 aprile 2015, con nota prot. n. 8332, l'Amministratore straordinario della ex Provincia di Carbonia-Iglesias ha posto in evidenza il ritardo nell'espletamento del servizio, richiedendo alla Direzione generale della Protezione civile della Regione di chiarire quali fossero le nuove disposizioni sull'organizzazione del servizio di salvamento a mare relativamente anche al ritardo nell'assegnazione delle somme necessarie all'avvio del servizio;
- nel corso di un incontro tenutosi il 26 maggio la dirigente regionale, pur riconoscendo il ritardo di tale atto rispetto ai precedenti anni, ha ribadito la titolarità delle province nell'organizzazione del servizio e ha anticipato l'approvazione della deliberazione di assegnazione alle medesime amministrazioni provinciali delle somme per l'organizzazione del servizio di salvamento a mare sulla falsariga delle deliberazioni delle passate stagioni;
TENUTO CONTO che le criticità relative al Sulcis-Iglesiente si registrano anche in altri territori della Sardegna, dai centri costieri del Sarrabus sino all'Ogliastra e alla Gallura, con gli enti comunali costretti ad anticipare le somme relative al servizio senza poi avere l'adeguato contributo disposto dalla Regione;
ANALIZZATO che, di fatto, ormai a due mesi dalla fine della stagione estiva, non sono arrivati ai comuni i finanziamenti garantiti dalla deliberazione della Regione, proprio per la difficoltà che le somme assegnate siano vincolate ad acquisti e impegni non dettati dalle reali necessità del servizio, esponendo dunque gli enti locali in una situazione di rischio finanziario in quanto hanno anticipato somme non previste;
OSSERVATO che in molti comuni del Sulcis-Iglesiente è indispensabile un moderno servizio di salvamento, viste le condizioni di pericolo dei litorali e dei fondali, con un sistema di sicurezza e prevenzione teso a tutelare i bagnanti che affollano le spiagge della Sardegna nella stagione estiva,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) quali urgenti iniziative intendano assumere per garantire l'erogazione immediata dei finanziamenti ai comuni per il sistema integrato di salvamento balneare assicurato durante la stagione estiva grazie ai fondi degli enti locali;
2) se non appaia opportuna una revisione dei provvedimenti adottati nell'anno in corso, non sottoponendo i comuni a una rischiosa esposizione finanziaria e rendendo certi i temi di erogazione delle risorse;
3) se non sembri necessario accelerare le procedure, in vista delle prossime stagioni, per evitare nuovi ritardi nell'attivazione del servizio di controllo dei litorali, sottoponendo i bagnanti a condizioni di pericolo nelle spiagge prive di monitoraggio. (170)
Interpellanza Rubiu sul rilascio della licenza di porto di armi per i soggetti che siano stati riabilitati in seguito a reati.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, in sede di rilascio della licenza porto d'armi, non è possibile, secondo un'interpretazione costituzionalmente orientata dell'articolo 43 del TULPS, attribuire efficacia assolutamente ostativa a condotte che, per la loro distanza nel tempo, non appaiano ragionevolmente suscettibili di escludere in radice l'affidabilità attuale del soggetto che aspira al rilascio o al rinnovo della licenza del porto d'armi;
RILEVATO che il suddetto dispositivo non può essere interpretato nel senso che alcuni reati indicati siano in ogni caso tassativamente ostativi al rilascio della licenza di porto e collezione di armi, ancorché sia intervenuta la riabilitazione;
ACCLARATO che non appare peraltro significativo che l'articolo 43 del TULPS (a differenza dell'articolo 11) non faccia menzione della riabilitazione come evento che fa venir meno il regime di divieto;
EVIDENZIATO che sembra dunque opportuno, in sede di rilascio della licenza, considerare che l'amministrazione gode di un ampio potere discrezionale, giustificato dalla delicatezza degli interessi pubblici coinvolti, nella valutazione delle posizioni soggettive dei privati;
APPRESO che, secondo il prevalente indirizzo giurisprudenziale, la differenza fra i due articoli (11 e 43 del TULPS) consiste nella maggiore ampiezza dell'elenco dei reati ostativi;
SOTTOLINEATO che non è invece significativo il fatto che nell'articolo 43 non si faccia menzione della riabilitazione; si indica, invece, il regime di maggior severità per alcuni reati più gravi;
OSSERVATO che sarebbe opportuno, in virtù anche delle sentenze della giurisprudenza, allargare le maglie per il rilascio della licenza del porto d'armi, considerando le condotte inerenti la riabilitazione dei soggetti che sono stati accusati di reati;
APPURATO che sembra chiaro che le autorizzazioni di polizia devono essere negate a chi è considerato capace di abusarne o non è in possesso dei requisiti soggettivi prescritti;
VAGLIATO che la licenza è richiesta per svariati motivi che vanno dall'uso tiro a volo alla collezione d'armi sino all'utilizzo in campo venatorio; nel rilascio del nulla osta appare quindi opportuno valutare i rischi di un via libera per l'utilizzo che si intende effettuare;
TENUTO CONTO che sarebbe opportuna una revisione immediata degli articoli sulla riabilitazione, contemplando la buona condotta del soggetto ed il venir meno dei pericoli conseguenti il rilascio del porto d'armi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione:
1) per un intervento immediato presso il Ministero dell'interno per cercare di mitigare gli effetti inerenti il rilascio della licenza porto d'armi a soggetti che abbiano riportato delle condanne ormai risalenti nel tempo;
2) per sapere se non appaia opportuna una revisione immediata degli articoli 11 e 43 del TULPS che tenga conto della riabilitazione dei soggetti;
3) perché si operi nella valutazione tenendo conto dell'ampio potere discrezionale nel rilascio della licenza. (171)
Interpellanza Perra - Zanchetta - Gaia sulla necessità di adottare urgenti provvedimenti per preservare la presenza del riccio di mare (Paracentrotus lividus) e favorirne il ripopolamento nelle coste della Sardegna.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la pesca del riccio di mare in Sardegna ha subito, negli ultimi decenni, incisivi cambiamenti, passando da volumi di raccolta e consumo contenuti e limitati nel tempo, a consumi e prelievi sempre più massicci, diffusi in quasi tutta la fascia costiera e distribuiti su gran parte dell'anno;
- agli incrementi dei periodi e delle aree di prelievo si sommano anche significative evoluzioni delle modalità di raccolta, passate dai poco invasivi sistemi tradizionali a sistemi più produttivi con prelievi subacquei effettuati da operatori professionali, che sull'attività investono tempo e rilevanti capitali;
CONSIDERATO che:
- in diverse zone della Sardegna la pesca del riccio di mare appartiene alla tradizione gastronomica ed è praticata con maggiore intensità e sistematicità, tanto da costituire una voce rilevante nell'economia del territorio;
- contestualmente al profilo economico si deve tener conto dell'importanza del riccio di mare sotto il profilo ecologico, che rende necessario un costante monitoraggio della distribuzione e struttura di popolazione di Paracentrotus lividus e della specie copresente Arbacia lixula, comunemente nota come "riccio maschio," con l'obiettivo di ampliare il quadro conoscitivo e parallelamente programmare adeguate misure gestionali;
- la maggior parte delle popolazioni selvatiche di ricci di mare è sfruttata in modo eccessivo e il Paracentrotus lividus è stato inserito tra le specie di fauna protette dal Consiglio d'Europa;
EVIDENZIATO che:
- nel bacino del Mediterraneo si è verificata un'importante e progressiva perdita della diversità genetica conosciuta e, malgrado gli sforzi compiuti dall'Unione europea e dai suoi Stati membri, le misure sinora adottate non sono risultate sufficienti a contrastare la riduzione e la perdita della diversità biologica;
- pur non rientrando allo stato tra le specie a rischio di estinzione, è però innegabile che, a seguito della progressiva e costante implementazione del suo prelievo e consumo, la presenza del riccio di mare ha subito un preoccupante decremento nelle nostre coste;
PRESO ATTO che:
- la Regione ha regolamentato con apposita legge la pesca professionale e la raccolta dilettantistica del riccio di mare, per cui oggi sono autorizzati circa 200 operatori, 32 aziende e 189 pescatori in possesso di regolare licenza, che possono praticarne la cattura in tutta l'Isola;
- severe restrizioni e pesantissime sanzioni sono previste per il prelievo senza licenza;
- sono già state avviate dalla Regione procedure di gestione sperimentale tese alla salvaguardia e al ripopolamento di alcune specie marine, in particolare polpo comune, astice e riccio di mare, quest'ultimo in un'area della Sardegna occidentale nei pressi di Capo Pecora, Buggerru/Arbus (decreto Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 442 del 28 marzo 2013, poi prorogato nel maggio 2014);
- in alcuni Paesi come Irlanda, Islanda e Israele si è potenziata la sperimentazione dell'allevamento del Paracentrotus lividus (il riccio viola mediterraneo, detto anche riccio femmina) e Strongylocentrotus droebachiensis, come alternativa al prelievo in mare;
SOTTOLINEATO che:
- la regolamentazione a tutela del riccio di mare, avviata dalla Regione già a partire dal 1994, si è rilevata insufficiente, come confermano i segnali d'allarme lanciati dal mondo scientifico e dagli stessi operatori professionali, riguardo al progressivo depauperamento della popolazione del pregiato echinoderma nelle coste sarde;
- senza l'introduzione di ulteriori misure di tutela e ripopolamento, si paventa il rischio che il prossimo decennio segni una riduzione della presenza dei ricci di mare tale da mettere in pericolo la stessa sopravvivenza della specie nelle coste della Sardegna, soprattutto nelle zone costiere del cagliaritano e nella marina di Alghero, notoriamente sottoposte a uno sforzo di pesca superiore a quello di altri territori,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) quali siano le misure finora adottate tese a limitare la perdita di biodiversità e garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie marine, con particolare riferimento al riccio di mare;
2) se non ritengano necessario, alla luce del progressivo depauperamento di una specie marina, fondamentale risorsa ambientale e di grande valenza per l'economia e la tradizione gastronomica di vaste aree della Sardegna, prevedere l'estensione programmata della gestione sperimentale del riccio di mare, al fine di arginarne lo spopolamento nelle nostre coste ed evitare gravissime conseguenze sull'ambiente e sulle attività economiche che ruotano intorno alla pesca del pregiato echinoderma;
3) se non ritengano, altresì necessario, porre in essere, anche d'intesa col mondo universitario e scientifico, iniziative volte a definire protocolli di gestione delle specie marine endemiche, minacciate dal pericolo di depauperamento dall'intensificarsi delle pratiche di prelievo e cattura, in attuazione delle normative nazionali e internazionali (es. Convenzione sulla diversità biologica Rio de Janeiro il 5 giugno 1992; direttiva 92/43/CEE), che prevedono che le regioni adottino opportune misure per garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie. (172)
Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla grave carenza di posti letto di neuroriabilitazione che si registra sul territorio regionale a seguito della sospensione dei ricoveri presso l'istituto Santa Maria Bambina di Oristano.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- nel gennaio 2010, l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha autorizzato l'Asl n. 5 di Oristano a ubicare, per un periodo di sei mesi non rinnovabili, quattordici posti letto di neuroriabilitazione intensiva ad alta specializzazione in regime di ricovero ospedaliero presso una struttura esterna all'ospedale San Martino, fino al completamento dei lavori che avrebbero dovuto portare all'attivazione di un reparto di tale specializzazione presso il medesimo ospedale;
- la struttura esterna di cui sopra è stata individuata nell'istituto Santa Maria Bambina, sito nella frazione di Donigala Fenughedu e gestito dalla Fondazione nostra Signora del Rimedio;
- trascorso il termine di sei mesi non rinnovabili senza che si pervenisse all'attivazione del reparto di neuroriabilitazione dell'ospedale San Martino, i quattordici posti letto ubicati presso l'istituto Santa Maria Bambina sono stati mantenuti in essere, nonostante l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale abbia più volte segnalato che l'attività di neuroriabilitazione dovesse essere svolta in una struttura ospedaliera, per l'evidente impossibilità, da parte dell'Asl, ad attivare il nuovo reparto nei tempi previsti;
- il 24 settembre 2015, l'Asl ha richiesto all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale l'autorizzazione a stipulare un nuovo contratto con la Fondazione nostra Signora del Rimedio, al fine di poter mantenere i quattordici posti letto di neuroriabilitazione presso l'istituto Santa Maria Bambina fino all'attivazione del nuovo reparto dell'ospedale San Martino, che a tutt'oggi non risulta essere in funzione;
- a seguito del riscontro negativo ricevuto dall'Assessorato, l'Asl ha comunicato alla Fondazione nostra Signora del Rimedio, il 3 novembre 2015, la sospensione dei ricoveri presso l'istituto Santa Maria Bambina, garantendo tuttavia l'assistenza ai pazienti già ricoverati fino al termine del trattamento;
CONSIDERATO che:
- in conseguenza della sospensione dei ricoveri presso l'istituto Santa Maria Bambina, oggi sono disponibili per tutto il territorio regionale soltanto i sei posti letto di neuroriabilitazione dell'ospedale Brotzu di Cagliari, che risultano essere tutti occupati;
- si ha notizia di pazienti, colpiti da gravi patologie cerebrali e attualmente ricoverati nei reparti di rianimazione degli ospedali isolani, che necessitano con estrema urgenza di trattamenti di neuroriabilitazione;
- in mancanza dei posti letto necessari sul territorio regionale, si dovrà procedere in tempi rapidi al trasferimento di detti pazienti in strutture specializzate del continente, con i relativi costi a carico delle Asl di competenza;
VALUTATO che:
- il Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, adottato in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione n. 38/12 del 28 luglio 2015, prevede l'"attivazione immediata" di tre reparti di neuroriabilitazione, due in strutture ospedaliere pubbliche a Cagliari e a Oristano e uno in una struttura privata a Olbia;
- il Piano è attualmente in itinere e la sua adozione definitiva è di là da venire, pertanto non può essere ritenuto vigente;
- il 5 novembre 2015, il commissario straordinario dell'Asl n. 5 ha annunciato con un comunicato stampa di aver "definito il riassetto dell'area della riabilitazione nell'oristanese", facendo esplicito riferimento alle direttive contenute nel Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, adottato in via preliminare dalla Giunta regionale, tuttora passibile di modifiche e non ancora vigente;
SOTTOLINEATO che:
- il sistema sanitario regionale si trova in una situazione di gravissimo dissesto finanziario a causa degli eccessivi costi di gestione ed è quanto mai urgente adottare ogni provvedimento necessario a ridurre tali costi;
- l'adozione, da parte della Giunta regionale o delle aziende sanitarie, di atti che comportano un immotivato incremento dei costi del sistema sanitario a carico delle casse pubbliche potrebbe configurare un danno erariale;
- l'istituto Santa Maria Bambina, grazie agli importanti investimenti effettuati nello sviluppo delle competenze e della dotazione tecnologica, si è affermato nel corso degli anni come una realtà di assoluta eccellenza nel campo della riabilitazione e in particolare della neuroriabilitazione e non si ravvisa la necessità di privare la Sardegna di un tale punto di riferimento,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferiscano:
1) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di riattivare, con decorrenza immediata, i quattordici posti letto di neuroriabilitazione presso l'istituto Santa Maria Bambina, al fine di poter soddisfare le diverse richieste di trattamenti urgenti che si registrano in questi giorni in tutta la Sardegna e che non possono essere soddisfatte con i posti letto attualmente disponibili sul territorio regionale;
2) se l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha dato disposizioni ai commissari straordinari delle aziende sanitarie affinché siano messe in attuazione le direttive del Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale;
3) a quanto ammontano le risorse erogate dalla Regione alla Fondazione nostra Signora del Rimedio per il funzionamento del reparto di neuroriabilitazione dal 2010 a oggi;
4) a quanto ammontano gli investimenti sostenuti per la realizzazione del reparto di neuroriabilitazione dell'ospedale San Martino;
5) quanti sono i pazienti sardi che necessitano di trattamenti di neuroriabilitazione e che non possono essere ricoverati nelle strutture presenti sul territorio regionale a causa della mancanza di posti letto disponibili;
6) a partire da quale data inizieranno i ricoveri nel reparto di neuroriabilitazione dell'ospedale San Martino e nella struttura privata di Olbia cui si fa riferimento nel Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale;
7) quale è l'ammontare delle risorse che la Giunta regionale stima di spendere per finanziare la mobilità extraregionale dei pazienti che necessitano di trattamenti di neuroriabilitazione fino all'apertura dei due nuovi reparti;
8) a quanto ammonteranno le spese annuali per la gestione del nuovo reparto di neuroriabilitazione dell'ospedale San Martino e per il rimborso delle prestazioni erogate in regime di accreditamento dalla struttura privata di Olbia;
9) se, dal raffronto di tali costi con le risorse erogate annualmente dalla Regione alla Fondazione nostra Signora del Rimedio per il funzionamento del reparto di neuroriabilitazione dell'Istituto Santa Maria Bambina, si dimostra una maggiore economicità della ripartizione dei posti letto proposta nel Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale;
10) se non garantisca, invece, un risparmio di risorse pubbliche, oltre a una migliore qualità del servizio, il potenziamento del reparto di neuroriabilitazione dell'istituto Santa Maria Bambina e la sua inclusione nella rete ospedaliera regionale e, in tal caso, quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di apportare le opportune modifiche alla sua proposta di Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. (174)
Interpellanza Cozzolino - Cocco Pietro - Pittalis - Comandini - Forma - Moriconi sui criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2016/2017 per borse di studio a favore di studenti disabili e studenti privi di mezzi capaci e meritevoli.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- in attuazione delle disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2001 la Regione ha definito gli interventi di propria competenza stabilendo l'importo minimo delle borse di studio e i parametri relativi all'ISEE e ISPE con deliberazione della Giunta regionale 15/49 del 28 maggio 2003 e con successive deliberazioni ha aggiornato e rivisitato nei diversi anni accademici tali parametrazioni; a partire dal 1° gennaio 2015 sono entrate in vigore le modalità di calcolo dell'ISEE, come definite dall'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013 n. 159 relativo al " Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente";
- a seguito di ciò, la Giunta regionale con deliberazione n. 33/23 del 30 giugno 2015, su proposta del competente Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, ha modificato i limiti ISEE e ISPE stabiliti con la deliberazione della Giunta regionale n. 15/49 del 29 maggio 2003 e ha adottato i nuovi criteri generali per le borse di studio e azioni a sostegno degli studenti con disabilità e per quelli capaci e meritevoli ma privi di mezzi;
- la deliberazione riguarda i bandi riferiti all'anno accademico 2015/2016, al fine di favorire i massimi livelli di accessibilità all'università con forme che garantiscano sistemi di sostegno per studenti in difficoltà;
CONSIDERATO che il Ministro dell'istruzione, università e ricerca in data 14 luglio 2015 ha emanato il decreto con il quale sono stati ulteriormente aggiornati per l'anno accademico 2015/2016 i limiti massimi per l'ISEE e per l'ISPE, nonché gli importi minimi delle borse di studio;
ATTESO che tale decreto interviene in data successiva alle deliberazione n. 33/23 del 2015, di cui all'oggetto dell'interpellanza;
EVIDENZIATO che per l'anno accademico 2016/2017 si avverte urgente e improcrastinabile la necessità di aggiornare gli importi delle borse di studio e dei limiti ISEE/ISPE,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se non ravvisino la necessità di intervenire adottando opportune azioni volte a rimuovere la patologia determinata dal fatto che gli indicatori regionali del diritto allo studio rilevano nell'isola gli importi delle borse di studio più bassi d'Italia, le soglie ISEE d'accesso ai bandi Ersu tra le più basse d'Italia e il numero scarso di posti alloggio rispetto alla domanda; la conseguenza drammatica è che sempre meno studenti universitari si iscrivono nei due atenei sardi, mentre sempre più studenti scelgono di emigrare per poter studiare; ciò comporta meno fondi per garantire il diritto allo studio nelle città universitarie e meno finanziamenti per gli atenei stessi proiettandoli verso uno scenario di possibile chiusura;
2) se, alla luce di quanto esposto, fra le azioni da adottare, non ritengano indispensabile: un innalzamento delle soglie ISEE, attualmente le più basse d'Italia, per garantire ad un numero sempre più ampio di studenti di vedersi riconosciuti i diritti sanciti dalla Costituzione; l'istituzione di un fondo straordinario per dare risposte concrete agli esodati del diritto allo studio; misure che si possano applicare attraverso l'adozione di una nuova deliberazione tesa a modificare, sulla base delle nuove indicazioni ministeriali, i parametri già oggetto della deliberazione n. 33/23 del 30 giugno 2015, tenuto anche conto che, con la modifica delle modalità di calcolo dei parametri ISEE ed ISPE intervenuta con la deliberazione n. 33/23 del 2015, tantissimi studenti sardi si sono ritrovati ad essere considerati "più ricchi", pur non avendo modificato la loro situazione economica rispetto all'anno precedente, venendosi a creare, pertanto, una particolare condizione in cui il problema della categoria idonei non beneficiari viene sostituita con quella di studenti non inseriti in alcuna graduatoria che non potranno neanche avere accesso alle agevolazioni previste per coloro che, pur non avendo i mezzi, meritano di vedersi garantito il diritto di intraprendere o proseguire il percorso universitario. (175)
Mozione Pinna Rossella - Cocco Pietro - Deriu - Cozzolino - Comandini - Tendas - Meloni - Sabatini - Manca Gavino - Collu - Ruggeri - Demontis - Lotto - Usula -Pizzuto - Zedda Paolo Flavio - Busia - Agus - Lai - Cocco Daniele Secondo - Piscedda - Desini sulla necessità di introdurre nelle scuole della Sardegna l'educazione alle pari opportunità, la prevenzione della violenza di genere, il contrasto a qualunque espressione e forma di discriminazione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- le cronache quotidiane evidenziano, anche tra i più giovani, la persistenza di rapporti conflittuali, e finanche violenti, che spesso connotano le relazioni di genere;
- le statistiche danno in aumento le segnalazioni di maltrattamenti, abusi, fino al preoccupante fenomeno di femminicidi, di casi di bullismo e omofobia che rappresentano una delle cause più diffuse di suicidio tra gli adolescenti;
- per una vera azione di prevenzione è fondamentale educare all'uguaglianza tra donne e uomini e in generale tra le persone, al rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali a partire dall'infanzia fino all'educazione degli adulti;
RICORDATO che:
- la discriminazione è uno strumento di disparità e di ingiustizia sociale che va combattuto;
- il 25 giugno 2015 a Bruxelles è stato presentato l'indice sull'uguaglianza di genere 2015 dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), ove si è rilevato che l'Italia sconta un forte ritardo sulle tematiche di genere, classificandosi tra i paesi dell'Unione europea con la minore uguaglianza di genere;
- già dalla IV Conferenza mondiale sulle donne (Pechino - 1995), i maggiori organismi internazionali hanno dato l'input per avviare un piano d'azione omogeneo volto a prevenire la violenza di genere, nonché agire sull'empowerment femminile riconoscendo uno status quo non più sostenibile e accettabile; e infatti il 27 settembre scorso, durante l'assemblea generale dell'ONU a New York si sono incontrati Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo per sottoscrivere l'Agenda 2030 e hanno definito il loro totale impegno per un'accelerata attuazione della Dichiarazione e piattaforma d'azione di Pechino;
- l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, nel corso degli anni, ha preso una posizione politica ferma contro ogni forma di violenza fondata sul genere, adottando una serie di risoluzioni e raccomandazioni che chiedono norme giuridicamente vincolanti in materia di prevenzione, protezione contro la repressione delle forme più gravi e diffuse di violenza di genere;
- la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, adottata a Istanbul 1'11 maggio del 2011, atto di importanza storica, è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per i Paesi che vi hanno aderito (l'Italia l'ha ratificata con legge 23 giugno 2013, n. 77), il che crea un quadro giuridico completo, incentrato sulla prevenzione della violenza di genere, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori e mira inoltre a promuovere l'eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra le persone;
- all'articolo 3 della citata convenzione, si precisa che "con il termine 'genere' ci si riferisce a modi, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una società considera appropriati per donne e uomini";
- l'attuazione della Convenzione "deve essere garantita senza alcuna discriminazione fondata su sesso, genere, razza, colore, lingua, religione, opinioni politiche o di qualsiasi tipo, origine nazionale o sociale, appartenenza ad una minoranza nazionale, censo, nascita, orientamento sessuale, identità di genere, età, condizioni di salute, disabilità, stato civile, status di migrante o di rifugiato o qualsiasi altra condizione";
- oltre alla protezione delle vittime è importante ricordare che la Convenzione di Istanbul obbliga i suoi firmatari alla creazione di politiche integrate e globali sull'educazione, la formazione professionale e l'inserimento lavorativo;
- con legge 15 ottobre 2013, n. 119, è stato convertito, con modificazioni, il decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante, fra le altre disposizioni, norme urgenti in materia di contrasto della violenza sessuale e di genere;
- il 1° agosto 2014, è entrata ufficialmente in vigore in Italia la Convenzione del Consiglio d'Europa (Convenzione di Istanbul - 2011);
- il 16 luglio 2015, è entrata in vigore la legge n. 107 del 2015 sulla "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", la cosiddetta "Buona scuola";
CONSIDERATO che:
- l'educazione e l'istruzione sono il fondamento per una cittadinanza responsabile e che necessita presso le scuole di ogni ordine e grado un lavoro capillare di educazione alla parità come prevenzione a qualsiasi forma di discriminazione tra i generi;
- lo scorso 24 settembre 2015, è stata depositata, presso il Consiglio regionale della Sardegna, la mozione n. 182 a firma di tutti consiglieri regionali delle forze politiche di centro destra "sull'introduzione di ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti, quali l'ideologia gender nelle scuole della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio, ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del regolamento", con la quale disorientano la popolazione parlando di inesistenti "teorie gender" e descrivono un quadro apocalittico, paventando l'introduzione di progetti educativi inadeguati e pericolosi, portatori di ideologie promiscue dalle conseguenze pericolose in termini di disintegrazione della personalità e tali da disattendere i più elementari principi costituzionali, universali dei diritti dell'uomo, dell'infanzia e adolescenza, nonché in grado di mettere a repentaglio la liberà di pensiero, coscienza e religione dei fanciulli;
RITENUTO necessario evidenziare che:
- sull'argomento è verosimilmente in atto una campagna mediatica che mina la laicità dell'istruzione nella scuola pubblica contro la vera ratio della norma definita una legge che incoraggia l'omosessualità;
- è stata orchestrata una campagna che non si fa scrupoli nel cavalcare l'onda delle tante informazioni circolanti nel web, totalmente infondate, come quella che attribuisce agli "Standard per l'educazione sessuale in Europa", elaborati dall'Organizzazione mondiale della sanità e sviluppati dal Centro federale per l'educazione alla salute tedesco (BZgA), la promozione di giochi erotici da insegnare negli asili;
- è necessaria, in primo luogo, un'operazione di chiarezza, a partire dalla lettura del comma 16 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015 che prevede che l'elaborazione dell'offerta formativa assicuri "l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità di genere, la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle relative tematiche";
- è evidente che l'educazione alla parità di genere è volta a promuovere un'educazione al rispetto delle diversità, ai sentimenti, agli affetti, e che non è da considerare contro la famiglia ma contro gli stereotipi, i pregiudizi, le discriminazioni, il bullismo omofobico;
- in merito al citato comma 16 della legge n. 107 del 2015, sono sorte interpretazioni tanto distorte quanto pretestuose circa la presunta possibilità di inserimento all'interno dei piani dell'offerta formativa delle scuole della cosiddetta "Teoria o ideologia del gender" che troverebbe attuazione in pratiche e insegnamenti non riconducibili ai programmi previsti dagli attuali ordinamenti scolastici;
- lo stesso comma prevede che nei Piani triennali dell'offerta formativa le scuole assicurino l'attuazione dei principi di pari opportunità, ossia l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere, il contrasto a qualunque espressione e forma di discriminazione, nelle forme che, alla luce dell'autonomia, le scuole riterranno più opportune ed efficaci, sempre nel rispetto delle linee di indirizzo che saranno divulgate dal MIUR;
- tale disposizione non fa altro che ottemperare ai valori costituzionali fondamentali di pari dignità (articoli 3, 4, 29, 37, 51 della Costituzione ), nonché a quanto previsto dal diritto europeo in materia di discriminazione, condannata in tutte le sue possibili declinazioni (genere, religione, convinzioni personali, handicap, età, orientamento sessuale e politico);
- la norma prevede che il piano triennale dell'offerta formativa sia, peraltro, predisposto dal collegio dei docenti ed approvato dal Consiglio di istituto con il coinvolgimento di tutte le componenti (docenti, genitori, studenti); non un piano calato dall'alto che esclude le famiglie;
- a tal proposito, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con nota Prot. AOODPIT n. 1972 del 15 settembre 2015, ha ritenuto necessario intervenire, a supporto del citato articolo 1, comma 16. della legge n. 107 del 2015, chiarendo le reali finalità: "la finalità del suddetto articolo non è quella di promuovere pensieri o azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di Cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro le quali rientrano la promozione dell'autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona, così come stabilito pure dalla Strategia di Lisbona 2000. Nell'ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l'educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione, e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione. Si ribadisce, quindi, che tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né "ideologie gender" né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo";
SOTTOLINEATO che:
- oggettivamente non esiste alcuna "teoria o ideologia del gender" e che la stessa definizione è un'inesistente creatura che non ha nessun riscontro con teorie scientifiche;
- esistono invece studi sociologici avanzati che, pur non mettendo mai in discussione la differenza biologica tra maschio e femmina, dimostrano che i ruoli per l'uomo per la donna non sono iscritti nel nostro dna ma siano stati costruiti nel tempo dalle società e sono mutevoli e assoggettati ai cambiamenti sociali e non viceversa;
- anche l'Associazione italiana di psicologia, in un recente documento, ha sostenuto l'importanza e la rilevanza scientifica degli studi sull'omofobia, sul sessismo e sui pregiudizi di genere, culturalmente appresi sin dalla prima infanzia e trasmessi tramite l'educazione, i media, le regole sociali, la comunicazione, le relazioni ecc.,
- esiste, senza dubbio, l'esigenza civile di non discriminare le persone e di rispettare le differenti e legittime forme di orientamento sessuale, allo stesso modo delle opinioni politiche, ideologiche, religiose, filosofiche, anche nel rispetto dell'articolo 3 della nostra Costituzione;
- in nome della "difesa dei nostri figli" e della "famiglia naturale" o "tradizionale", si vuole contestare il diritto di ragazze e ragazzi di crescere nella consapevolezza di sé sentendosi accolti e riconosciuti per ciò che sono;
- educare alle differenze significa saper conoscere e valorizzare la ricchezza che ciascuna e ciascuno di noi è il dono unico e insostituibile che ognuna e ognuno di noi può diventare per se stesso e per il mondo, anche destrutturando le architetture sociali che impongono la codificazione artefatta dei ruoli in nome di una presunta naturalità;
CONSIDERATO che:
- un'efficace azione di prevenzione impone di riconsiderare i percorsi formativi offerti dalla scuola, nell'ottica di promuovere il superamento degli stereotipi di genere, educando le nuove generazioni, lungo tutte le fasi dell'apprendimento scolastico, al rispetto della differenza di genere;
- tra gli obiettivi nazionali dell'insegnamento nella scuola italiana è divenuto, pertanto, indifferibile porre espressamente, come elemento portante e costante, sia la promozione del rispetto delle identità di genere sia il superamento di stereotipi sessisti. Il che risponde altresì all'esigenza di dare puntuale attuazione ai principi costituzionali di pari dignità e non discriminazione di cui agli articoli 3, 4, 29, 37 e 51 della Costituzione;
- la Scuola, in quanto istituto costituzionale dello Stato, in ottemperanza delle leggi e delle convenzioni internazionali, rappresenta il luogo per "mission" deputato non solo a dispensare il "sapere" ma anche a contribuire alla formazione del futuro "uomo", alla sua autorealizzazione umana nel rispetto della sua identità personale, sociale, culturale e professionale, accompagnandolo a quello che il Regolamento dell'autonomia scolastica chiama "successo formativo";
- in tale prospettiva, l'educazione scolastica deve perciò tener conto dei mutamenti sociali come la globalizzazione o le nuove migrazioni che hanno trasformato la nostra realtà contemporanea;
- i mutamenti sociali richiedono strategie nuove ed efficaci in grado di offrire alle giovani generazioni gli strumenti opportuni per sviluppare coscienze rispettose, prive di pregiudizi, anche e soprattutto, nei confronti delle diversità altrui;
TENUTO CONTO, altresì, che la legge regionale 12 settembre 2013, n. 26 "Interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e allo stalking. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2007, n. 8 (Norme per l'istituzione di centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne vittime di violenza)", all'articolo 3, prevede che la Regione promuova le finalità della legge attraverso:
a) attività di carattere educativo-sociale, svolte mediante programmi divulgativi della cultura della legalità e del rispetto dei diritti attraverso il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e dei mezzi di informazione, volte alla sensibilizzazione e denuncia del fenomeno della violenza sessuale nei confronti delle donne;
b) attività formative di educazione al rispetto dell'altro rivolte anche a docenti e genitori, finalizzate alla prevenzione di ogni forma di violenza e al superamento degli stereotipi di genere nonché all'acquisizione di capacità relazionali dirette al miglioramento dell'autostima e di apprendimento di tecniche di autodifesa per prevenire e contrastare ogni forma e grado di violenza nei confronti delle donne,
impegna la Giunta regionale
1) a mettere in atto, d'intesa col mondo della scuola, a garanzia e salvaguardia dei principi sopra richiamati, tutte le opportune azioni tese a integrare l'offerta formativa di ogni ordine e grado con l'insegnamento a carattere interdisciplinare dell'educazione di genere finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per la realizzazione dei principi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea;
2) ad adottare misure educative volte alla promozione di cambiamenti nei modelli comportamentali al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza e sopprimere gli ostacoli che limitano di fatto la complementarità tra i sessi nella società;
3) a promuovere e sostenere tutte quelle attività formative e culturali legate ai temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, contro ogni forma di razzismo, bullismo, omofobia e per la tutela e il diritto all'integrità personale;
4) a includere nel Piano Iscol@ la possibilità di attivare corsi di formazione rivolti al personale che opera nelle varie agenzie educative (scuola, associazioni sportive e culturali). (192)
Mozione Congiu - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Desini - Busia - Unali sull'immediata applicabilità, da parte della Giunta regionale, delle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 4, legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 per la definizione dei criteri per la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- l'articolo 5 dello Statuto speciale per la Sardegna sardo assegna alla Regione la facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione e attuazione, tra le altre, anche in materia di istruzione di ogni ordine e grado e di ordinamento degli studi;
- trattasi di potestà legislativa concorrente in virtù del fatto che la Regione legifera con leggi vincolate al rispetto dei principi fondamentali relativi alle singole materie, stabiliti dalle leggi dello Stato;
- nel concetto di "istruzione" rientrano anche i settori della programmazione scolastica regionale, del dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche e della distribuzione del personale docente tra le autonomie scolastiche;
- da più parti si registra una diffusa e generalizzata insoddisfazione per il ruolo, sempre più egemone, esercitato dal Ministero dell'istruzione che pare privilegiare un dialogo diretto con le sue articolazioni periferiche (uffici scolastici provinciali e regionali) o con le singole autonomie scolastiche, piuttosto che chiamare le regioni a un processo maggiormente coinvolgente;
- l'entrata in vigore della legge n. 107 del 2015, sebbene da un lato ha avuto il pregio di aver avviato un importante percorso di stabilizzazione, dall'altro, avendo posto sul medesimo piano tutte le regioni italiane senza considerare gli squilibri derivanti dalla condizione di insularità della Sardegna, ha posto la nostra isola in una posizione di sostanziale svantaggio nella competizione con le altre regioni italiane;
- detto svantaggio poteva essere, in parte, colmato se l'ufficio scolastico regionale avesse proceduto con la richiesta delle deroghe, consentite dalla legge n. 107 del 2015 e richiamate nelle note ministeriali n. 6753 del 27 febbraio 2015 e n. 19400 del 3 luglio 2015, dimostrando così di recepire e attuare gli indirizzi dati dalla Regione e compendiati nelle Linee guida per il dimensionamento della rete scolastica per l'anno 2015/2016, nella deliberazione della Giunta regionale n. 24/10 del 19 maggio 2015 (Programmazione unitaria 2014/20-Strategia 1) e nelle linee generali e principi ispiratori del progetto Iscola;
- la mancata richiesta di deroghe, unitamente all'insoddisfacente adeguamento degli organici alle situazioni locali di fatto, ha determinato o favorito le condizioni per cui le professionalità e l'esperienza maturata dai docenti della Sardegna debbano essere spese altrove;
- se a ciò si aggiungono i tagli ai corsi, agli indirizzi, alle classi, la riduzione del tempo pieno, il ripristino delle pluriclassi (nonostante le plurime e reiterate segnalazioni provenienti sia dai sindacati che da tanti dirigenti scolastici) si comprende il motivo per cui, ultimamente, si è acuito quel sentimento di generale insoddisfazione per le politiche scolastiche calate nel nostro ambito regionale;
CONSIDERATOche:
- l'articolo 9, comma 4, della legge regionale n. 3 del 7 agosto 2009 consente alla Giunta regionale, in attesa di una riforma organica della normativa regionale in materia di istruzione, di definire le modalità e i criteri per la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche, tenendo conto delle situazioni di disagio legate a specifiche situazioni locali;
- proprio l'attuale Giunta regionale, nell'approvare il Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa per l'anno 2015/2016, ha evidenziato "la necessità di addivenire a breve a un'organica legge regionale sull'istruzione..." (deliberazione della Giunta regionale n. 15/01 del 10 aprile 2015),
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
affinché, in attesa della invocata riforma organica della normativa regionale, preso atto della insoddisfacente gestione del "sistema scolastico regionale", si applichino immediatamente le disposizioni di cui all'articolo 9, comma 4, della legge regionale n. 3 del 7 agosto 2009 e quindi si definiscano da subito i criteri per la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche, tenendo conto delle situazioni di disagio legate alle specifiche contingenze locali. (193)
Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi - Pittalis - Cherchi Oscar - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Truzzu - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sull'operato dell'Assessore regionale dei trasporti, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il sistema dei trasporti, oltre a garantire il diritto dei cittadini sardi alla mobilità interna e da e per l'isola, riveste un'importanza strategica per lo sviluppo economico dell'intera Sardegna;
CONSIDERATO che la possibilità di usufruire di trasporti veloci e non troppo onerosi condiziona la programmazione di serie politiche di sviluppo turistico e rappresenta per le imprese che intendono investire nell'isola una forte attrazione;
PRESO ATTO che l'attuale sistema di continuità territoriale aerea non soddisfa le aspettative dei sardi, che non hanno la possibilità di decidere liberamente quando e dove andare, ma devono sottostare alle necessità e agli interessi delle compagnie;
TENUTO CONTO che, durante la stagione turistica appena conclusa, la disponibilità di collegamenti e posti aerei per la Sardegna è in più occasioni venuta meno, lasciando come unica alternativa la traversata via mare, con prezzi decisamente poco competitivi e tempi molto più lunghi;
VALUTATO che la colpa dei disservizi e dell'inefficienza della continuità territoriale aerea attualmente in vigore non può essere scaricata sulle agenzie di viaggio o sui sistemi di prenotazione dei voli, in quanto i disagi possono invece ricondursi a una gestione istituzionale poco incisiva e molto teorica, che nel momento della concreta applicazione ha rivelato la sua inconsistenza e inadeguatezza;
RILEVATO che anche i collegamenti marittimi sono assolutamente carenti, con costi dei biglietti quasi impossibili per le condizioni socio-economiche dei sardi, travolti da una crisi troppo lunga e pesante, e per i turisti che trovano molto più attraenti mete alternative facilmente raggiungibili con prezzi decisamente più contenuti;
SOTTOLINEATO che anche la recente concentrazione della gran parte del traffico passeggeri da e per la Sardegna nelle mani di un unico operatore marittimo, avvenuta senza la dovuta attenzione da parte del governo regionale, non potrà che determinare per gli utenti riflessi negativi in totale contrasto con le regole della libera concorrenza di mercato;
APPURATO che i trasporti marittimi locali, da e per le isole di San Pietro e La Maddalena, hanno evidenziato forti criticità, tra le quali la vertenza Saremar con 167 famiglie coinvolte e che, a oggi, non hanno alcuna prospettiva per il futuro se non la lettera di licenziamento;
APPRESO che i sindacati dei lavoratori Saremar per la salvaguardia degli attuali posti di lavoro hanno dovuto chiedere un incontro al Ministro dei trasporti, in quanto l'Assessore regionale competente si è limitato a fare loro promesse verbali ma si rifiuta di valutare concretamente soluzioni già adottate da altre regioni italiane;
OSSERVATO che il nuovo treno veloce, che dovrebbe collegare Cagliari e Sassari in due ore circa, è ancora fermo in stazione, nonostante i ripetuti e continui annunci del rappresentante della Giunta regionale, in quanto l'adeguamento delle reti, totalmente a carico della Regione, ha costi che eccedono le disponibilità del bilancio;
RITENUTO, quindi, che la preoccupante situazione dei trasporti da e per la Sardegna ed il trasporto pubblico locale richieda un atto deciso di cambiamento e di discontinuità tale da poter scongiurare gli inevitabili riflessi negativi sulle famiglie, sulle imprese e sui lavoratori, sulle filiere produttive ed economiche e, in particolare, sul sistema turistico regionale;
EVIDENZIATO che i cittadini sardi non possono continuare a essere penalizzati per l'inadeguatezza della Giunta regionale ad affrontare e risolvere i problemi del settore dei trasporti, come affermato dallo stesso Presidente della Regione, Pigliaru, in occasione della festa dell'Unità svoltasi a Cagliari,
impegna il Presidente della Regione
a prendere formalmente atto dell'inadeguata gestione delle problematiche relative al settore del trasporto in Sardegna e conseguentemente a revocare la delega all'Assessore regionale dei trasporti. (194)
Mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla preclusione nei confronti dei docenti sardi ad accedere ai benefici previsti dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, "La buona scuola", a seguito dell'errata applicazione della norma da parte dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, con decreto ministeriale n. 62 del 13 luglio 2011, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca bandiva un concorso per esami e titoli per il reclutamento, per i diversi ordini di scuole, di 2.386 dirigenti scolastici di cui 87 erano destinati alla regione Sardegna;
PREMESSO, altresì, che a seguito degli esiti delle prove concorsuali e della redazione delle relative graduatorie si sono innescati, nella maggior parte delle regioni d'Italia e anche in Sardegna, numerosi contenziosi ancora oggi pendenti tra gli uffici scolastici regionali e gli esclusi, con possibili negative ripercussioni non soltanto sull'erario, ma anche sul servizio pubblico scolastico che dai concorsi previsti dal decreto ministeriale, al contrario, avrebbe dovuto trarre benefici effetti;
CONSIDERATO che in Sardegna in particolare è, a oggi, pendente il ricorso proposto al TAR, reg. n. 528/2012, per l'annullamento delle procedure concorsuali previste dal decreto ministeriale n. 62 del 13 luglio 2011 per gravi violazioni di legge che non hanno consentito ai ricorrenti la regolare partecipazione al concorso e l'inclusione negli elenchi definitivi dei candidati che avevano superato le relative prove concorsuali;
DATO ATTO che nel quadro delle disposizioni normative che costituiscono il fondamento della riforma del sistema scolastico nazionale denominata "La buona scuola", il legislatore, "al fine di tutelare le esigenze di economicità dell'azione amministrativa e di prevenire le ripercussioni sul sistema scolastico dei possibili esiti del contenzioso pendente relativo ai concorsi per dirigente scolastico" banditi con il decreto ministeriale n. 62 del 13 luglio 2011, con legge 13 luglio 2015, n. 107, articolo 1, commi 87 e 88, ha previsto l'immissione nei ruoli di dirigenti scolastici attraverso la partecipazione a un corso intensivo di formazione e il superamento della relativa prova scritta finale, stabilendo che le modalità di svolgimento del corso sarebbero state definite con successivo decreto ministeriale e che le predette disposizioni riguardano le procedure concorsuali bandite con decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 22 novembre 2004, col decreto del Ministero della pubblica istruzione del 3 ottobre 2006 e col decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 13 luglio 2011;
OSSERVATO che la legge n. 107 del 2015, comma 88, lettera a), pur nella sua infelice formulazione che pare ricomprendere soltanto i soggetti vincitori, ovvero utilmente collocati nelle graduatorie, ovvero che abbiano superate positivamente tutte le fasi di procedure concorsuali successivamente annullate in sede giurisdizionale, relative al concorso per esami e titoli per il reclutamento di dirigenti scolastici indetto nel 2011, deve essere interpretata secondo canoni ermeneutici costituzionalmente orientati a salvaguardia dei principi di uguaglianza previsti dall'articolo 3 della Costituzione, al fine di perequare la posizione di tali soggetti con coloro che hanno impugnato il concorso;
DATO ATTO, altresì, che con decreto ministeriale n. 499 del 20 luglio 2015 sono state definite le modalità di svolgimento di un corso intensivo di formazione e della relativa prova scritta finale, così come previsto dal comma 87 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015;
OSSERVATO che, ai fini dell'individuazione dei soggetti ammessi alla partecipazione ai corsi intesivi di formazione, l'articolo 4 del decreto ministeriale n. 499 del 20 luglio 2015 dispone che gli uffici scolastici regionali individuano i soggetti tra quelli che hanno partecipato ai concorsi di cui ai bandi emanati nel 2004, 2006 e 2011 e ne trasmettono i nominativi entro il 24 luglio 2015, in elenchi separati, alla Direzione generale per il personale scolastico;
RILEVATO che, con nota del 12 agosto 2015, prot. AOODRSA.REG.UFF. n. 9343, l'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna ha comunicato che non risultano in Sardegna destinatari del corso intensivo di formazione e della relativa prova scritta finale per l'accesso ai ruoli di dirigente scolastico, ovvero della sessione speciale di esami di cui al decreto ministeriale n. 499 del 20 luglio 2015;
RILEVATO, altresì, che a quanto consta, al contrario, numerosi docenti sardi esclusi che hanno partecipato alle procedure concorsuali attivate con bandi pubblicati nel 2004, 2006 e 2011 e per i quali è oggi ancora pendente un contenzioso con la Regione, avrebbero i requisiti previsti dalla legge n. 107 del 2015, per essere ammessi alla partecipazione ai corsi intensivi di formazione e alla relativa prova scritta finale e che, pertanto, la suddetta comunicazione dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna sarebbe viziata da errore;
PRESO ATTO che alla Sardegna il MIUR ha assegnato per il 2015 un numero di posti superiore di 11 unità rispetto alle graduatorie prodotte dal concorso del 2011;
TENUTO CONTO che, diversamente da quanto accaduto in Sardegna, in molte altre regioni gli uffici scolastici regionali hanno comunicato un numero di destinatari del corso intensivo di formazione pari anche a tre volte il numero di posti disponibili nel 2015 per l'incarico di dirigente scolastico;
TENUTO CONTO, altresì, che con decreto ministeriale n. 635 del 27 agosto 2015 è stata prevista una procedura annuale per la tempestiva copertura dei posti di dirigente scolastico nelle regioni nelle quali risultino vacanti e disponibili, mediante assunzione dei candidati di altre regioni idonei inclusi nelle graduatorie del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici bandito con decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 13 luglio 2001, n. 62, che non siano stati ancora immessi in ruolo per carenza di posti vacanti e disponibili nelle suddette regioni;
EVIDENZIATO che il decreto prevede, inoltre, che i posti vacanti e disponibili residuati all'esito delle operazioni di mobilità e di immissione in ruolo effettuate per il medesimo anno scolastico e dall'assegnazione dei posti accantonati per i soggetti di cui all'articolo 1, comma 88, della legge n. 107 del 2015, sono conferiti in ciascuna regione nel limite massimo del 20 per cento;
OSSERVATO, pertanto, che in base a quanto stabilito dal decreto n. 635 del 27 agosto 2015, per l'anno scolastico in corso è imminente l'assegnazione in Sardegna di n. 2 posti di dirigente scolastico a candidati che hanno beneficiato della "sanatoria" in Campania, nell'indifferenza dell'Ufficio scolastico regionale della Sardegna, a vantaggio di docenti di altre regioni e a discapito di quelli sardi che verrebbero così pesantemente danneggiati,
impegna il Presidente della Regione
1) a intervenire con urgenza presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca al fine di sapere quali siano le motivazioni che hanno determinato il rigetto delle istanze di ammissione al corso intensivo di formazione previsto dalla legge n. 107 del 2015, da parte dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna e ad acquisire informazioni circa le conseguenze per l'erario statale derivanti dalla prosecuzione del contenzioso relativo alle procedure concorsuali bandite con decreto ministeriale n. 62 del 13 luglio 2011, che il legislatore nazionale ha deciso di sanare con la legge 13 luglio 2015, n. 107, al fine di evitare ulteriori perdite alle casse dello Stato e migliorare l'efficienza del servizio pubblico scolastico;
2) a intraprendere tutte le iniziative politiche necessarie al fine di tutelare i diritti dei docenti sardi alla luce di un quadro normativo che favorisce la "stabilizzazione" di lavoratori sardi attraverso procedure semplificate finalizzate a far cessare il contenzioso in essere e a scongiurare le conseguenze di un'interpretazione che, se confermata, avvantaggerebbe i docenti di altre regioni a discapito di quelli sardi che verrebbero pesantemente danneggiati.
(196)
Mozione Desini - Busia - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sull'avvio del processo di accreditamento e certificazione, secondo i criteri dell'European society of breast cancer specialists (EUSOMA), della breast unit di riferimento per il territorio regionale sardo presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari e sull'istituzione di una breast unit presso l'AOU di Sassari e di almeno una terza breast unit presso il polo ospedaliero di Nuoro.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il carcinoma della mammella costituisce la patologia tumorale più frequente nelle donne e rappresenta una delle prime cause di morte fra le donne dell'Unione europea;
- in Italia sono circa 40.000 le donne alle quali ogni anno viene diagnosticata tale patologia: tra queste il 30 per cento ha un'età inferiore a 44 anni, mentre il 36 per cento è compreso tra i 44 e i 65 anni e il rimanente 34 per cento riguarda le donne over 65;
- in Sardegna ogni anno si verificano più di 1.000 nuovi casi e la comparsa della malattia si registra ad un'età più precoce rispetto alle altre regioni;
- nel marzo 1998, in occasione della prima European breast cancer conference, è stata affermata con la Dichiarazione di Firenze la necessità che le donne affette da tumore al seno fossero curate da team multidisciplinari;
- negli anni 2002 e 2003 il Parlamento europeo ed il Consiglio europeo - viste le indicazioni della European society of breast cancer specialists (EUSOMA) del 2000 intitolate "The requirements of a specialist breast unit", dato che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce ad ogni persona il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ricevere cure mediche, e rilevata l'esistenza di differenze molto marcate fra gli stati membri, le regioni, e persino fra gli ospedali di una stessa città, in merito alla qualità delle cure fornite per il carcinoma della mammella - hanno raccomandato agli stati membri che tutte le donne europee affette da carcinoma della mammella fossero curate da un'équipe interdisciplinare e invitato, pertanto, gli stati stessi a sviluppare una rete capillare di centri di senologia certificati secondo i requisiti fissati dall'EUSOMA (breast unit), al fine di aumentare le possibilità di sopravvivenza delle pazienti e nel contempo consentire un risparmio, a medio e lungo termine, per il sistema sanitario grazie alla possibilità di evitare esami e trattamenti superflui, di diagnosticare più tempestivamente un eventuale cancro al seno e di ridurre, così, il numero di interventi chirurgici e terapie post-operatorie;
- i requisiti stabiliti dall'EUSOMA perché i centri interdisciplinari possano essere accreditati e certificati prevedono, tra le altre cose: che nel centro vengano operate ogni anno almeno 150 pazienti cui viene diagnosticato per la prima volta un cancro al seno, che il centro sia diretto da un medico specializzato in patologie mammarie particolarmente qualificato e sia dotato di un'équipe interdisciplinare formata da medici esperti in chirurgia mammaria che operino esclusivamente tali patologie, nonché da radiologi, oncologi, patologi, personale infermieristico e tecnici di radiologia anch'essi specializzati in malattie del seno, che nel centro si svolgano almeno una volta la settimana conferenze interdisciplinari sui casi riscontrati e sia attiva la ricerca clinica, che le pazienti fruiscano presso il centro di consulenza oncologico-psicologica, di sostegno psicoterapeutico e di prestazioni di fisioterapia;
- gli organismi dell'Unione europea hanno raccomandato, inoltre, agli stati membri di garantire che a ogni donna venisse comunicato il referto dell'esame entro cinque giorni lavorativi, sia in caso di screening sia in caso di esami clinici, e che le pazienti alle quali fosse diagnosticato un carcinoma mammario non dovessero attendere più di quattro settimane prima di iniziare la cura;
- nel 2006 un'altra risoluzione del Parlamento europeo ha prescritto che dal primo gennaio 2016 nei paesi dell'Unione europea i tumori del seno vengano trattati nel contesto di breast unit interdisciplinari certificate dall'EUSOMA;
- analogo invito è contenuto nel manifesto dì Nizza dello stesso anno, approvato dalle tre organizzazioni Europa Donna - The european breast cancer coalition, Organizzazione europea per la ricerca e cura del cancro (EORTC) ed EUSOMA;
- il 5 maggio 2010 è stata approvata dal Parlamento europeo la Dichiarazione sulla lotta contro il cancro al seno dell'Unione europea, che ancora una volta invita gli stati membri a dotarsi di unità mammarie multidisciplinari specializzate in conformità agli indirizzi internazionali entro il 2016;
- la delibera del Senato del 6 aprile 2011 ha recepito l'invito e le raccomandazioni degli organismi europei e ha impegnato il governo ad invitare le regioni a ridurre l'utilizzo dei centri di senologia che non superano la soglia dei 150 nuovi casi trattati all'anno;
- in data 4 settembre 2012 il Dipartimento della programmazione e dell'ordinamento e del servizio sanitario nazionale - Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute ha istituito un gruppo di lavoro per la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della Rete delle strutture di senologia;
- il 5 agosto 2014, la Conferenza Stato-regioni ha approvato il regolamento recante la "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", nel quale si forniscono indicazioni, in linea con quelle provenienti dall'Unione europea, finalizzate a sollecitare la presa in carico multidisciplinare delle pazienti affette da neoplasia mammaria attraverso le unità mammarie interdisciplinari;
- il 18 dicembre 2014 la Conferenza Stato-regioni ha approvato il documento recante le "Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia", che detta, in conformità alle indicazioni dell'EUSOMA, i requisiti e le modalità organizzative dei centri senologici (breast unit);
- le regioni si sono impegnate a recepire le linee di indirizzo in questione entro sei mesi dall'intesa in sede di conferenza;
CONSIDERATO che:
- la breast unit può essere, quindi, definita come un'unità senologica multidisciplinare altamente specializzata alla quale afferiscono funzionalmente ed in modo integrato e coordinato le unità operative di Chirurgia, Radiologia, Oncologia, Medicina nucleare, Anatomia patologica, Radioterapia, Psicologia, Genetica, Cure palliative, nonché infermieri specializzati e data manager, che, nel rispetto dei criteri organizzativi e di qualità fissati dall'EUSOMA, persegue l'obiettivo dell'ottimizzazione dell'assistenza sanitaria, della coerenza del percorso di diagnosi e cura e della continuità assistenziale delle donne affette da tumore alla mammella;
- in sostanza, la persona cui viene fatta diagnosi di patologia oncologica può essere seguita lungo l'intero iter diagnostico-terapeutico - dal momento della diagnosi clinico-istologica alla stadiazione del tumore, all'intervento chirurgico, alla radioterapia, alla terapia medica, al monitoraggio clinico-strumentale, alla riabilitazione, al supporto psicologico, all'assistenza domiciliare - da un team interdisciplinare di professionisti che si trova in un unico ambiente strutturato;
- il fatto che in una breast unit l'iter diagnostico-terapeutico venga concordato in maniera multidisciplinare consente di ottimizzare risorse e tempi di attesa a vantaggio della sopravvivenza (il tasso di mortalità risulta ridotto di quasi il 20 per cento) e della qualità della vita delle pazienti e, conseguentemente, di utilizzare in modo più razionale ed efficace le risorse pubbliche; in un reparto generalista dove vengono trattate svariate patologie tumorali vi sono lunghe liste di attesa per gli esami e gli interventi chirurgici, sicché soltanto un'unità altamente specializzata e dedicata è in grado di effettuare una diagnosi corretta (oggi sappiamo che esistono oltre cinquanta tipi diversi di carcinoma mammario) e tempestiva e di garantire il rispetto dei tempi massimi (di quattro settimane) fissati dalle linee guida europee per l'inizio delle cure;
RILEVATO che:
- in Italia molte regioni hanno recepito le raccomandazioni europee e hanno deliberato l'istituzione di breast unit: attualmente esistono circa 60 breast unit in Italia, di cui circa un quinto certificate dall'EUSOMA (in Abruzzo, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Lazio e Sicilia);
- in Sardegna soltanto nel 2014 la Giunta regionale ha deliberato (deliberazione n. 3/25 del 31 gennaio 2014) l'istituzione di una breast unit, da attivare presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari e destinata a fungere anche da centro di riferimento regionale per la diagnosi e la cura del tumore della mammella;
- in particolare, nella suddetta delibera la Giunta, riconosciuta la necessità di assicurare una gestione efficace ed efficiente del carcinoma della mammella incentrata sull'adozione di linee di indirizzo condivise, sull'appropriatezza delle prestazioni erogate nonché sull'interscambio di informazioni tecniche ed operative, in linea con le linee guida internazionali, ha dato mandato alla Direzione generale della sanità, con il supporto tecnico della Commissione oncologica regionale, di proporre un modello di "Rete integrata di centri per la diagnosi e cura del tumore della mammella" che preveda l'istituzione di una breast unit presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari con funzioni di centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura del tumore della mammella;
- ad oggi, presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari si è, di fatto, costituita e opera un'unità senologica multidisciplinare specializzata in conformità ai requisiti fissati dall'EUSOMA per le breast unit, ma non risulta che la Direzione generale della sanità abbia eseguito il mandato conferitole dalla Giunta regionale, né che abbia avviato per tale unità il processo di accreditamento e di certificazione previsto dall'EUSOMA stessa;
PRESO ATTO che:
- la legge regionale 17 novembre 2014, n. 23 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 2005, alla legge regionale n. 10 del 2006 e alla legge regionale n. 21 del 2012) all'articolo 9 prevede l'incorporazione nell'Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Sassari del presidio ospedaliero "SS. Annunziata", attualmente facente capo all'ASL n. 1 di Sassari;
- nel Piano regionale di prevenzione 2014-2018 adottato dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 30/21 del 16 giugno 2015 si indica quale modello organizzativo per il trattamento del tumore della mammella quello della rete, articolata in centri hub e spoke integrati in un unico percorso assistenziale, e si precisa che i centri hub della rete dei tumori eredo-familiari della mammella devono avere tutti i requisiti europei previsti per le breast unit;
- nel suddetto piano si incarica un gruppo tecnico regionale di preparare entro il 2015 le schede di rilevazione delle strutture che erogano assistenza per la patologia tumorale senologica e delle loro caratteristiche strutturali, di dotazione organica, tipologia di prestazioni e volume di casi trattati e di individuare, alla luce della ricognizione effettuata, le unità idonee a far parte della rete regionale (centri di primo livello, laboratorio di riferimento, centri hub e centri spoke) anche in previsione dell'attuazione nazionale della normativa europea di istituzione delle breast unit, secondo i criteri definiti da EUSOMA e dalla Conferenza Stato-regioni;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 31/9 del 17 giugno 2015 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale. Incorporazione presidi ospedalieri. Direttive e linee di indirizzo. Legge regionale 17 novembre 2014, n. 23) detta le linee di indirizzo e le direttive per l'incorporazione dei presidi ospedalieri e dà mandato ai commissari delle aziende di cui alle lettere b) e c) dell'articolo 9, comma 1, della legge regionale n. 23 del 2014, di presentare il piano di incorporazione, che sarà poi oggetto di valutazione da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e verrà approvato dalla Giunta;
- con la deliberazione n. 38/12 del 28 luglio 2015, la Giunta regionale ha approvato il programma di riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna e l'allegato 3 a tale delibera precisa, con riferimento agli interventi chirurgici per carcinoma alla mammella, che nella nuova rete ospedaliera solo due strutture raggiungono la soglia minima dei volumi indicata (150 interventi per struttura complessa): il DEA di il livello a Sassari (AOU e SS. Annunziata) con 239 interventi e il DEA di il livello a Cagliari (Ospedale Brotzu - Oncologico -Microcitemico) con 602 interventi;
- l'allegato 1 alla predetta deliberazione n. 38/12 prevede per la Rete oncologica un solo hub in Sardegna, identificato con il DEA di II livello a Cagliari;
- con la deliberazione n. 24/1 del 26 giugno 2014 (Disposizioni in materia di organizzazione della rete ospedaliera. Avvio procedure per l'attivazione dell'ospedale e polo di ricerca nell'area territoriale della Gallura. Approvazione preliminare), a seguito della manifestazione di intenti sottoscritta il 12 dicembre 2013 tra la Regione autonoma della Sardegna, la Qatar Foundation Endowment e l'Ospedale Bambino Gesù e della relativa intesa firmata il 16 maggio 2014, la Giunta regionale ha approvato in via preliminare il progetto di attivazione di un nuovo presidio ospedaliero presso il territorio dell'ASL di Olbia (nella struttura precedentemente denominata Ospedale "San Raffaele") di cui all'allegato 1 e tale progetto (pur con la precisazione secondo cui l'indicazione delle aree ha valore esclusivamente programmatorio) prevede l'istituzione di una breast unit nell'area dedicata alla chirurgia oncologica;
CONSIDERATO che:
- non risulta che la recente riforma del sistema sanitario regionale e il programma di riorganizzazione della rete ospedaliera contemplino l'istituzione di ulteriori breast unit nel territorio dell'Isola oltre a quella prevista presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari;
- in particolare, dall'esame dei succitati atti regionali risulta che solo il centro hub di Cagliari debba configurarsi come breast unit, nonostante anche il DEA di II livello di Sassari presenti il volume di interventi richiesto dalle linee guida europee quale requisito per l'accreditamento presso l'EUSOMA;
- inoltre, all'interno dell'AOU di Sassari sono presenti tutte le unità operative che dovrebbero integrarsi e coordinarsi per dare vita ad un centro senologico multidisciplinare e la struttura e il personale medico e infermieristico ivi operante risponde ai criteri fissati dall'EUSOMA;
- occorre valorizzare l'eccellente lavoro portato avanti in questi anni nel campo della prevenzione e nella cura dei tumori al seno dall'AOU di Sassari, che è stata la pioniera in Sardegna per quanto riguarda i programmi di prevenzione;
- attualmente, la mancanza a Sassari di una struttura multidisciplinare dedicata al tumore alla mammella impedisce ai medici di rispettare la tempistica massima fissata dalle linee guida internazionali tra la diagnosi e l'intervento di asportazione del tumore e ciò, nonostante l'impegno profuso dai chirurghi dell'AOU, che spesso richiedono sedute operatorie aggiuntive per riuscire a garantire la tempestività delle cure;
- nonostante l'AOU di Sassari abbia i requisiti richiesti per istituire una breast unit accreditata, la Giunta regionale non ha recepito, finora, le istanze provenienti dalla popolazione, giacché negli atti regionali si parla di breast unit solo con riferimento al presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari e, in ipotesi, al nuovo ospedale di Olbia;
- per promuovere l'istituzione di una breast unit a Sassari è nato di recente anche un gruppo su Facebook che in pochi giorni ha raggiunto ben cinquantamila iscritti, e, a seguire, è stata attivata una petizione sia cartacea che on line che raccoglierà presumibilmente un elevato numero di firme a sostegno della causa;
CONSIDERATO, inoltre, che:
- presso il presidio ospedaliero San Francesco di Nuoro opera nell'ambito del carcinoma della mammella una struttura che riunisce le figure specialistiche richieste dai criteri dell'EUSOMA ed è dotata di protocolli scritti e condivisi e di apparecchiature mediche all'avanguardia, se si considera, ad esempio, che il Reparto di senologia diagnostica dell'ospedale è stato il primo in Sardegna ad essersi dotato, già da diversi anni, di un mammografo digitale con tomosintesi, e che è stato il terzo reparto in tutta Italia a dotarsi del sistema Vacuum assisted breast biopsy (VABB), sistema di prelievo bioptico a guida stereotassica, minimamente invasivo, computerizzato e all'avanguardia che rappresenta l'alternativa alla tradizionale biopsia chirurgica;
- risulta che il presidio ospedaliero di Nuoro serva attualmente un bacino d'utenza che raggiunge la soglia minima di 250.000 abitanti richiesta dai criteri dell'EUSOMA;
- l'istituzione di una breast unit a Nuoro potenzierebbe una realtà esistente e consolidata poiché da un punto di vista funzionale esiste già una struttura in grado di effettuare in loco, oltre alla diagnosi completa, anche l'intero percorso terapeutico, riabilitativo e di follow-up;
- il territorio della Sardegna presenta una considerevole estensione ma, nel contempo, una bassa densità demografica ed una viabilità ancora inadeguata alle esigenze dei cittadini, sicché si pone la necessità di garantire un'allocazione geografica omogenea dei servizi offerti dai centri senologici multidisciplinari al fine di arrecare il minor disagio possibile all'utenza, mediante il riconoscimento di almeno tre breast unit nella Regione;
RITENUTO:
- che occorra riconoscere formalmente la breast unit di riferimento per il territorio regionale sardo già operativa presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari e avviare tempestivamente il processo di accreditamento e certificazione dell'unità stessa;
- doveroso rispondere alle istanze dei medici, delle pazienti e dei cittadini sardi che chiedono con forza l'istituzione di una breast unit presso l'AOU di Sassari;
- inoltre, opportuno, procedere all'istituzione almeno di una terza breast unit presso il polo ospedaliero di Nuoro al fine di garantire una distribuzione uniforme dei relativi servizi sul territorio regionale,
ad adottare con celerità tutte le azioni necessarie ad:
1) avviare il processo di accreditamento e certificazione, secondo i criteri dell'EUSOMA, della breast unit di riferimento per il territorio regionale sardo presso il presidio ospedaliero Oncologico di Cagliari;
2) istituire una breast unit presso l'AOU di Sassari;
3) istituire una breast unit presso il polo ospedaliero di Nuoro e valutare se sussistono i presupposti per procedere all'istituzione di ulteriori breast unit nel territorio regionale. (197)
Mozione Congiu - Desini - Cherchi Augusto - Unali - Busia - Manca Pier Mario - Usula - Cocco Daniele Secondo - Zedda Paolo Flavio - Zanchetta - Gaia - Piscedda - Lai - Collu - Meloni - Sabatini - Forma - Agus - Demontis - Deriu sulle "gravi e irreparabili conseguenze derivanti dall'estromissione delle centrali di Ottana, Porto Torres e del Sulcis dall'elenco degli impianti "essenziali per la sicurezza elettrica", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il governo italiano, con la legge 22 marzo 2010, n. 41, ha introdotto misure urgenti per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di energia elettrica in Sicilia e in Sardegna per il triennio 2010-2012, per quantità massime di 500 MW per la Sardegna e 500 MW per la Sicilia;
- nell'ottobre 2012, con deliberazione n. 400/12, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) ha definito unità essenziali al sistema elettrico nazionale, fra le altre, la centrale termoelettrica di Ottana energia, la centrale di E.on Fiume Santo e quella di Enel Sulcis;
- nel 2014 è stato varato il "Piano energetico e ambientale della Regione Sardegna" nel quale, per la centrale di Ottana, è prevista una "riconversione della Centrale termoelettrica di Ottana a metano con finalità di servizio ancillare alla rete";
- l'abbandono del progetto GALSI ha imposto l'adozione di nuove strategie per l'avvio della metanizzazione in Sardegna, così come compendiate nelle linee di indirizzo al PEA allegato alla delibera di Giunta regionale n. 37/21 del 21 luglio 2015;
- con la deliberazione dell'AEEGSI n. 500 del 16 ottobre 2014, la centrale di Ottana energia, così come le altre centrali sarde dichiarate essenziali nel 2014, hanno visto una proroga di tale modalità di esercizio fino al mese di aprile 2015, con estensione del termine sino a dicembre 2015;
CONSIDERATO che:
- con nota datata 6 novembre 2015, Terna ha reso pubblico l'elenco per il 2016 degli impianti di produzione essenziali per la sicurezza del sistema elettrico, ai sensi dell'articolo 63, comma 63.1, dell'Allegato A alla deliberazione dell'AEEGSI n. 111/06;
- da tale elenco sono rimasti fuori gli impianti di Ottana, Portovesme e Porto Torres giudicati sino a oggi, invece, essenziali ed è stato confermato unicamente l'impianto Enel di Assemini, che risulta già dichiarato in dismissione;
RITENUTO che:
- se tale eventualità dovesse essere confermata anche nei passaggi procedimentali successivi, si configurerebbe un danno grave e irreparabile per l'intera economia isolana; infatti, decretando la chiusura di tutto il sistema della produzione energetica in Sardegna, la Regione si troverebbe a essere del tutto priva di impianti produttivi di potenza programmabile né, ulteriormente, sarebbe garantita la sicurezza del sistema elettrico sardo affidato quasi unicamente a impianti rinnovabili non programmabili e i danni di proporzioni inimmaginabili sarebbero:
- perdita occupativa diretta di circa 800 addetti, oltre all'indotto;
- perdita di interesse alla permanenza in Sardegna delle aziende energivore;
- aumento del 30 per cento circa dei costi di approvvigionamento elettrico;
- esposizione a fortissimo rischio dell'intero sistema manifatturiero che vale 4.000 buste paghe e fattura un miliardo e mezzo;
- i contraccolpi della fine del regime di essenzialità finirebbero per mettere a rischio la sopravvivenza di tale sistema industriale, già provato dalla difficile competitività rispetto alle concorrenti in aree meno svantaggiate;
PRESO ATTO che:
- il 27 novembre ci sarà un aggiornamento della lista in base a quanto disposto dal disegno di legge n. 91 del 2014, che tra l'altro ha già stabilito l'inserimento automatico tra gli essenziali di tutti gli impianti siciliani sopra i 50 MW;
- l'elenco proposto da Terna dovrà, comunque, essere approvato dall'AEEGS prima del definitivo passaggio ministeriale,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a intervenire immediatamente presso tutti i soggetti istituzionali coinvolti, in primis con l'Autorità per il gas e l'energia e il Ministero dello sviluppo economico, affinché si ridiscuta immediatamente l'elenco delle centrali giudicate essenziali per l'anno 2016;
2) ad avviare tutte le opportune e ulteriori iniziative per confermare il mantenimento del regime di essenzialità energetica anche per l'anno 2016 in capo alle centrali di Ottana, Sulcis e Porto Torres. (198)
Mozione Locci - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sulla penalizzazione degli studenti universitari e delle loro famiglie, vittime di una grave situazione di disagio economico e sociale venutasi a creare a causa dell'introduzione dei nuovi parametri ISEE, e sulla conseguente necessità di ridefinire i criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2015/2016.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- a partire dal 1° gennaio 2015 sono entrate in vigore le modalità di calcolo dell'ISEE per le prestazioni erogate nell'ambito del diritto allo studio universitario, come definite dall'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, relativo al "Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)";
- la Giunta regionale, con la deliberazione n. 33/23 del 30 giugno 2015, ha definito i criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2015/2016 per l'assegnazione di benefici messi a concorso agli studenti, capaci e meritevoli e privi di mezzi, iscritti presso le università, alle istituzioni dell'alta formazione artistica e musicale, alle scuole superiori per mediatori linguistici, alla Pontificia facoltà teologica e agli istituti superiori di scienze religiose abilitati a rilasciare titoli universitari, aventi sede legale nella Regione;
- nel dettaglio, la Giunta regionale, con la deliberazione n. 33/23 del 30 giugno 2015, ha aggiornato per l'anno accademico 2015/2016 gli importi delle borse di studio e dei limiti ISEE/ISPE in relazione alle intervenute variazioni del costo della vita, di cui all'indice dei prezzi al consumo per le famiglie e gli operai ed impiegati, per l'anno 2015, pari a +0,2 per cento;
- nello specifico, il limite dell'Indicatore per la situazione economica equivalente per le prestazioni erogate nell'ambito del diritto allo studio universitario, aggiornato per effetto della variazione dell'indice generale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie e gli operai ed impiegati, corrispondente al valore del +0,2, è stato stabilito in euro 17.472;
CONSIDERATO che:
- con il nuovo meccanismo di conteggio entrato in vigore a partire dal gennaio 2015 per valutare la ricchezza delle famiglie italiane, l'ISEE di molte persone assume un valore più alto rispetto a quello dell'anno precedente; la conseguenza è che la ricchezza formale risultante è di gran lunga superiore a quella reale, con un evidente effetto concreto e causando l'esclusione dalle prestazioni sociali, anche senza aver guadagnato di più;
- i dati relativi alle graduatorie definitive del bando ''borse di studio e alloggi", pubblicate il 1° ottobre 2015 dall'ERSU di Cagliari, mostrano nel dettaglio quanto grave sia la situazione generatasi in seguito alla riforma del calcolo ISEE;
- nell'anno accademico 2014/2015 sono state presentante 6.170 domande, nel 2015/2016 5.219, pari al -15,41 per cento di domande rispetto all'anno precedente;
- gli studenti risultati idonei nel
2014/2015 sono stati 5.131, nel 2015/2016 invece 4.018, pari al
-21,69 per cento di idonei rispetto all'anno precedente;
- tale situazione non rappresenta solo un grave attacco al diritto allo studio di tutti i sardi, ma limita anche la capacità degli atenei sardi di adempiere al ruolo di presidio della formazione di alto livello, erogatore di cultura e facilitatore di sviluppo;
DATO ATTO che:
- la Giunta regionale non ha mostrato una chiara volontà di intervenire e prendere atto dell'importante numero di studenti e potenziali studenti che si sono visti negare la possibilità di accedere a quegli strumenti che garantiscono di intraprendere il percorso universitario indipendentemente dalle condizioni socio-economiche di provenienza;
- la Giunta regionale non ha saputo rispondere alla crescente necessità delle famiglie di essere sostenute nei costi per accedere all'istruzione universitaria e non sta adeguatamente investendo sul futuro della Sardegna motivando e incentivando i giovani studenti sardi alla formazione universitaria;
- il mancato diritto allo studio in Sardegna rappresenta una reale emergenza sociale, culturale ed economica nel presente, ipotecando di fatto anche il futuro delle nostre generazioni,
impegna la Giunta regionale
1) a ridefinire i criteri generali per i bandi relativi all'anno accademico 2015/2016 ed elevare il limite dell'Indicatore per la situazione economica equivalente per le prestazioni erogate nell'ambito del diritto allo studio universitario affinché un più elevato numero di studenti sardi possa permettersi di accedere agli studi universitari;
2) ad adoperarsi concretamente affinché il diritto allo studio diventi realisticamente un diritto di tutti i giovani sardi. (199)
Mozione Zanchetta - Lai - Usula - Anedda - Carta - Desini - Cocco Pietro - Dedoni - Pittalis - Rubiu - Cocco Daniele Secondo sulla necessità di ottenere dal Governo il riconoscimento di La Maddalena quale sede del Vertice G7 del 2017, per l'avvio dell'immediato intervento di recupero e riqualificazione delle opere già realizzate per il grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8 del 2009 e procedere alla non più differibile riconversione economica e sociale dell'isola, già sancita nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 settembre 2007.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il Governo deve decidere quanto prima la sede di svolgimento del Summit G7 che il nostro Paese ha l'onore e l'onere di presiedere e organizzare nel 2017;
- nell'isola di La Maddalena, già a suo tempo prescelta per il G8 del 2009, sono già state realizzate imponenti e costosissime opere all'uopo destinate e trasferite, per effetto dell'articolo 14 dello Statuto, al patrimonio della Regione;
RIMARCATO che, non solo gli organi politici e amministrativi della Repubblica, ma la stessa opinione pubblica nazionale ha piena e viva memoria di come si è sviluppata quella vicenda, con il trasferimento della sede del Summit del G8 da La Maddalena a L'Aquila e la successiva deflagrazione di uno dei più gravi scandali della storia repubblicana, con conseguenti molteplici inchieste tuttora in corso di approfondimento e la celebrazione di processi già avviati;
EVIDENZIATO che:
- quelle opere, anche a causa delle attività criminali accertate, hanno avuto un costo esorbitante per le finanze pubbliche: circa 500 milioni di euro, prevalentemente fondi FAS destinati alla Sardegna, a tutt'oggi sono ancora inutilizzate e non hanno apportato alcun beneficio alla collettività;
- in particolare, il compendio dell'ex Arsenale militare, a sei anni dall'inaugurazione e dal discutibile affidamento alla società MITA Resort da parte della Protezione civile nazionale, senza alcun assenso dell'allora Giunta regionale, si trova in totale stato di abbandono e degrado, anche ambientale, a causa delle mancate bonifiche dello specchio acqueo antistante, su cui si sviluppa un porto turistico da 600 posti barca;
CONSIDERATO che sulla Regione, solo fittiziamente titolare dei beni, ricade unicamente l'onere del versamento IMU per un importo di 450.000 euro annui, a fronte di un'irrisoria entrata pari a 60.000 euro annui di canone, forse mai corrisposti dalla società concessionaria del bene;
CONSIDERATO, altresì, che la Società MITA Resort, nell'annunciare la rescissione della concessione a causa del mancato utilizzo delle strutture, ha intrapreso un contenzioso con lo Stato per l'ottenimento di un pesantissimo risarcimento che rende problematico il definitivo trasferimento alla Regione del compendio arsenalizio;
VALUTATO che:
- non è più rinviabile l'immediato intervento di recupero e riqualificazione di quelle grandi strutture, con rapida risoluzione delle diverse criticità, comprese le più compromettenti, quali ad esempio un provvedimento risolutivo per la fallita bonifica della porzione marittima, e un pronto ripristino, sia della funzionalità dei manufatti che delle destinazioni d'uso appropriate alle finalità originariamente proclamate;
- gli impianti, realizzati con risorse finanziarie pubbliche per creare lavoro ed economia, con lo sviluppo delle attività nautiche in tutte le sue possibili declinazioni (portualità, rimessaggi e manutenzioni, esposizioni ed eventi, ricerca e sperimentazione nell'impiantistica nautica con orientamenti specialistici in settori come la vela), sono stati compiegati a una banale destinazione residenziale pressoché esclusiva, nulla aggiungendo rispetto a quanto ampiamente offerto dal libero mercato in tutte le aree costiere della Sardegna;
- la stessa Giunta regionale, solo teoricamente titolare del suddetto patrimonio, deve essere messa nella condizione di esercitare a pieno le sue prerogative senza vincoli e condizionamenti pregiudizievoli;
SOTTOLINEATO, inoltre, che il patrimonio della Regione nell'Arcipelago di La Maddalena non si limita alle strutture realizzate per il G8, ma comprende moltissime aree e manufatti di enorme pregio che richiedono interventi di messa in sicurezza e destinazioni d'uso coerenti con le esigenze di sviluppo del territorio, che possono e devono essere oggetto di un ampio e compiuto progetto di valorizzazione anche legato all'evento G7,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a esercitare una ferma e convinta sollecitazione sul Governo affinché sia assunta una decisione irrevocabile e tempestiva che stabilisca lo svolgimento del prossimo G7 nell'isola di La Maddalena, sede legittimamente e naturalmente deputata a ospitare il Summit 2017, oltre che per le considerazioni che già avevano condotto alla sua scelta per il G8 del 2009, oggi valide a maggior ragione, per non meno pregnanti considerazioni di ordine morale, di carattere risarcitorio e di riscatto per la drammatica situazione e i segni devastanti che l'incredibile vicenda del 2009 del cambio di sede "last minute" ha lasciato sul territorio e sull'ambiente;
2) a ottenere, altresì, una concreta garanzia, con individuazione ed assegnazione delle relative risorse finanziarie, per l'avvio ormai indifferibile della reale riconversione economica e sociale dell'isola, già sancita nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 Settembre 2007, sostenuta dalla Regione e mai avviata per gravi inadempienze dello Stato. (200)