Seduta n.422 del 09/07/2013 

CDXXII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Martedì 9 luglio 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 34.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 18 giugno 2013 (413), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Rosanna Floris, Franco Meloni, Paolo Terzo Sanna, Christian Solinas e Giuseppe Stocchino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 luglio 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 5, 19, 28 e 29 marzo 2013, del 9, 16 e 23 aprile 2013, e del 14 e 22 maggio 2013.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interrogazione Manca - Diana Giampaolo - Meloni Valerio - Lotto - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'applicazione delle nuove norme relative all'espletamento delle prove pratiche per il conseguimento delle patenti di guida per le categoria A1, A2 e A, a causa del mancato allestimento di idonei piazzali da parte degli uffici provinciali delle motorizzazioni civili". (1159)

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sul riordino della chirurgia dei presidi ospedalieri di Bosa e Ghilarza". (1160)

"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Espa - Porcu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle difficoltà della sede INPS di Cagliari, che rappresenta anche le Province di Carbonia-Iglesias e del Medio Campidano, sulla gestione delle prestazioni". (1161)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versa l'Ospedale Segni di Ozieri". (1162)

"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'attuale situazione commissariale dei consorzi industriali regionali". (1163)

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'uso dei mezzi di servizio dell'Amministrazione regionale e delle risorse per le missioni istituzionali da parte del Presidente della Regione e degli Assessori". (1164)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave riduzione degli stanziamenti della Regione a favore del settore emigrazione, contrariamente agli impegni presi e perpetrando un'ulteriore mortificazione ancora prima che per gli emigrati stessi, per la Sardegna stessa". (1165)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interpellanza Arbau sulle problematiche inerenti i centoventi ex dipendenti ARST cosiddetti 'esodati' che dal mese dicembre 2012 non percepiscono nessun emolumento". (439/C-6.)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Mozione Diana Giampaolo - Cocco Daniele Secondo - Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stocchino - Zuncheddu sulla gravità della situazione politica e gestionale dell'Ente foreste della Sardegna, sulla carenza amministrativa, dirigenziale, tecnica e finanziaria in cui versa la struttura, sul ripristino delle tabelle salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) vigente e sulla stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste in sostituzione di quelli andati in quiescenza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (270)

"Mozione Moriconi - Cuccu - Sabatini - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Cozzolino - Lotto - Corda - Sechi - Arbau - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Agus - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Cugusi - Mulas - Solinas Antonio sull'applicazione dell'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, inerente 1'omogeneizzazione organizzativa nel comparto della formazione professionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (271)

PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze dei consiglieri in Aula, compresa quella della Giunta, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 38, viene ripresa alle ore 10 e 46.)

PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 47, viene ripresa alle ore 11 e 07.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Cocco Daniele sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 30 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Cossa - Dedoni - Diana Giampaolo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lunesu - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Tupponi.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 09, viene ripresa alle ore 12 e 28.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Dedoni.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Cocco Daniele, Contu Felice, Cuccureddu, Dedoni, Diana Giampaolo, Floris Mario, Milia e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 42 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.

Discussione generale del testo unificato: "Norme sul riordino delle province" delle proposte di legge Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani: "Soppressione delle province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio. Abrogazione della legge regionale 12 luglio 2001, n. 9 (Istituzione delle province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio), della legge regionale 13 ottobre 2003, n. 10 (Ridelimitazione delle circoscrizioni provinciali), e della legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4 (Riassetto generale delle province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali) (301), Cuccureddu: "Norme urgenti in materia di province" (428), Dedoni: "Norme sul riordino delle province" (430), Sanna Gian Valerio: "Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna" (432), Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi: "Norme in materia di riassetto delle autonomie locali e delle province; procedure per l'istituzione di nuove province e per la modificazione delle circoscrizioni provinciali" (435) e Sanna Matteo: "Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna ed istituzione della nuova Provincia di Olbia" (442) (301-428-430-432-435-442/A - Parte II)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 301-428-430-432-435-442/A - Parte II.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Cossa, relatore di maggioranza.

COSSA (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Presidente, in realtà ho già fatto la relazione in occasione della discussione dello stralcio, per cui, se lei è d'accordo, mi rimetto al testo scritto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna, relatore di minoranza.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.), relatore di minoranza. Non mi rimetterò affatto a nulla di scritto e tanto meno alla discussione di prima, Cossa fa finta giustamente che non sia avvenuto nulla nel frattempo, ma dalla discussione precedente a oggi sono accaduti fatti importanti. La Corte costituzionale ha espresso valutazioni che dobbiamo ancora approfondire, ma ci ha detto alcune cose, soprattutto il Governo…

(Brusio in aula)

Colleghi, immagino che la cosa sia noiosa, però vi dico che il caos che si sta generando nei territori è sufficientemente ampio da riguardarci direttamente!

Riprendo il discorso. Il Governo ha detto una cosa importante scrivendo il disegno di legge costituzionale a seguito della sentenza della Corte costituzionale nella quale si dice che, con una norma provvedimentale, non si può avviare una riforma costituzionale, quindi sono…

(Brusio in aula)

Io ho tempo, decidete voi quando andarvene via. Se mi fate parlare, prima, se no, più tardi.

Quindi, sono corsi ai ripari approvando, il 5 luglio scorso, uno schema di disegno di legge costituzionale, che è questo. Ciascuno di voi lo avrà letto, al di là delle questioni che sono descritte, ci sono alcuni punti illuminanti. Colleghi, la prima cosa che dice in concreto il disegno di legge costituzionale è che il Governo prende atto della validità di ciò che dichiara la sentenza numero 48 del 2003 della Corte costituzionale sulla indisponibilità dei mandati elettivi ad accorciamenti di comodo o comunque avulsi da provvedimenti di riforma. Il disegno di legge costituzionale sancisce questo come un punto di acquisizione di una disposizione in diritto della Corte costituzionale che dichiara la palese illegittimità degli atti assunti dalla Giunta regionale in ossequio a quella norma stralcio.

A questo proposito avrei due cose importanti da dire. Per la prima cosa faccio appello ai colleghi, ai colleghi consiglieri provinciali, assessori provinciali e presidenti delle province che sono state sottoposte a questo provvedimento illegale. Vorrei dire, e dovreste dire, di continuare a riunirsi, a mantenere i presidi democratici legittimamente eletti perché credo che, sulla base di questo disegno di legge costituzionale, i Tribunali Amministrativi Regionali non avranno difficoltà ad accogliere la richiesta di sospensiva, per il semplice fatto che non potranno fare a meno di riconoscere questo principio consolidato, cioè che la Giunta regionale, e anche il Consiglio regionale, si sono macchiati di una colpa di abuso di potere.

Ovviamente non si rendono conto, qualche volta, questo Consiglio regionale e questa maggioranza, che noi lavoriamo e possiamo disporre nei limiti che ci sono stati assegnati dalle norme costituzionali e dai principi costituzionali. L'assessore Rassu lo sa bene (perché la pensa come molti di noi), tant'è che, esempio luminoso nella dinamica di quel provvedimento ricattatorio che avete approvato, si è guardato bene dal dare il parere della Giunta, quello che si chiama in giurisprudenza "elemento sintomatico". Chiedete che cosa significa "elemento sintomatico", cioè elemento che apre la nostra curiosità a capire la ragione per cui non ha espresso un parere; evidentemente era consapevole che un Governo regionale non si può esprimere contro i principi costituzionali.

La seconda questione è insita: se non potevano essere sciolte le amministrazioni provinciali, perché era indisponibile l'accorciamento del mandato elettivo, che cosa dovevamo fare noi invece che la loro liquidazione? Anche per quanto riguarda le province di nomina regionale, potevamo dire (e ci hanno detto i Riformatori) che non c'era più la legge. Non c'è più la legge e quindi di fatto quegli organismi non sussistono più per cui, come tutte le cose si estinguono alla scadenza naturale del loro mandato, noi avremmo avuto tutto il tempo di fare quello che normalmente si fa, cioè approvare una norma di riforma prima di decidere come dovevano essere trattati quegli enti.

Invece è avvenuto il contrario: prima li abbiamo commissariati, poi adesso vorremmo decidere come fare la riforma. Pensate che il Governo, che controlla gli atti legislativi della Regione, non si accorga di questo piccolo fattore? Non si accorga che, nelle disposizioni legislative in corso sullo scioglimento anticipato degli enti locali, questo non ci sia? Non si accorga che la Regione ha abusato del suo potere perché ha violato il principio dell'equiordinazione, principio costituzionale che ci obbligava a sentire il parere del Consiglio delle autonomie locali, a consultare le popolazioni? Adesso le supereremo le province, anche in Costituzione, ma, secondo voi, è rilevante che la Costituzione prevedesse la consultazione dei territori laddove dovevamo modificare le province o istituirne di nuove? Non è che quando noi superiamo questo e dobbiamo fare un disegno di riforma, siamo esentati dal confrontarci con i territori, sentire che cosa vogliono i cittadini. Credo che dovremo aspettare solamente l'esito dei ricorsi delle province per capire che cosa succederà.

Ecco perché avrei suggerito oggi, invece che iniziare questo dibattito, un rientro rapido di questo provvedimento nella Commissione. Badate, colleghi, se voi pensate davvero che la riforma degli enti locali si possa fare a colpi di emendamento, violentando ancora la procedura legislativa avulsa da qualunque concetto organico, ci troveremmo sotto il Palazzo (come ci siamo trovati oggi, colpa di chi è colpa) i lavoratori delle società di servizi che non sanno qual è il loro futuro, perché abbiamo fatto in fretta e furia l'operazione di appagamento...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non è vero!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, vorrei dirle, Dedoni, lei si accontenti...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non è vero! Le posso dire...

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lei si accontenti del successo di questa bella fotografia che descrive i vincitori dell'ultimo festival di Sanremo! Guardate a che punto si sono ridotte le attività legislative!

DEDONI (Riformatori Sardi). So anche cantare bene, se vi interessa!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni! Onorevole Sanna!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questi sono gli atteggiamenti di chi pensa che la legislazione non sia un fattore nobile, serio, comprensivo delle ragioni di tutti, a servizio della collettività, ma utile solamente per evidenziare i propri successi di piccola bottega, le questioni sulle quali anche voi, maggioranza, colpevole, siete stati trascinati in questo ricatto. Non ci guadagnerete niente! Non ci guadagnerete nulla!

Fareste bene a dare l'assenso al rientro in Commissione per il semplice fatto che quello di cui noi dovremmo trattare è un disegno di legge sul riordino delle province, colleghi, che non ha niente a che vedere con quello di cui stiamo parlando. Perché? Perché dovremmo parlare della "Riduzione del numero di province e modifica delle circoscrizioni provinciali". Mi domando e domando a voi, colleghi: ravvisate, in questo titolo dell'articolo 1, la volontà, così sacrosanta, in maniera enfatica e celebrativa esposta dai colleghi Riformatori, di cancellare le province? Possiamo dire ai cittadini che, se questa è la volontà dei signori Riformatori e della maggioranza di questo Consiglio, sono stati tutti presi per il naso? Non c'è il superamento delle province, c'è un'altra cosa, c'è la soddisfazione di parte, di bottega e basta!Questa è una legge di "reistituzione" di nuove province perché, allo stato delle cose, siccome manca il requisito del territorio, oggi, sulla base di questo principio costituzionale, di province non ce n'è neanche una! Anche quelle storiche non hanno il requisito definito del territorio, perché si troverebbero ad avere un territorio potenzialmente diverso da quello che dovrebbero avere alla fine di questo percorso.

Che cosa stiamo facendo? Vogliamo discutere di questo? Su questo testo, vi faremo penare un pochettino, perché ovviamente ci darete tutti gli strumenti per esasperare la discussione, per spiegarvi che le riforme di livello costituzionale non si fanno a colpi di maggioranza, come voi gravemente avete inaugurato in quest'Aula, avete inaugurato un tempo di violenza istituzionale. Alla fine di una legislatura fallimentare, avete tradito la nostra fiducia e anche il nostro comportamento virtuoso tenuto per tutta la legislatura perché, dove voi avete voluto, avete trovato la nostra proposta, la nostra collaborazione e anche il nostro sostegno, ma vi siete macchiati della colpa che, su una riforma fondamentale di livello costituzionale, avete calcato l'acceleratore sulla base di un ricatto politico vergognoso, meschino e di bassissimo livello politico, perché finirete la legislatura con i commissari. Avere in previsione "commissari" non significa aver riformato, non significa aver approdato a uno schema istituzionale diverso. Si faranno i conti, chi dovrà fare i conti, anche con il personale politico che queste cose le ha percepite e che spiegherà ai cittadini, quando ci troveremo alle prossime elezioni regionali, con quale livello di riformismo abbiamo a che fare.

L'altro ragionamento che vorrei svolgere è questo: sappiamo che, nel bene e nel male, entro un anno dall'approvazione che si avrà di questo disegno di legge costituzionale, probabilmente dovremo essere messi sotto prova per fare una riforma. Se giudico il dettato del disegno di legge costituzionale e lo metto in relazione con il rispetto (che anche questo disegno porta) della scadenza naturale del mandato elettivo concretato, avremmo avuto la possibilità di mettere in piedi, dentro le Commissioni, tra di noi, un ragionamento costruttivo per una proposta di riforma vera. L'abbiamo detto l'altra volta, lo ripetiamo oggi: siamo per il superamento totale, perché questo è il punto di approdo che si dà il Governo. Una volta che verrà eliminato il termine "province" dalla Costituzione, saremo costretti ad approvare una legge diversa da quella che oggi abbiamo all'ordine del giorno? Questo è quello che voi volete? Cioè fare un passaggio intermedio del tutto inutile e contro gli stessi principi del referendum?

Scusate, a proposito di referendum, vi siete dimenticati che ne avete presentato qualcuno in più di quesito? I consigli di amministrazione dove sono? Perché non vi interessate con tanto accanimento di questo? Perché, per voi, esiste solamente questo aspetto? Non è forse che siete parzialmente interessati?

(Interruzione)

Non mi stanno ascoltando perché voi dovete capire che, nella consapevolezza di un certo tipo di riformismo, c'è la presunzione di vivere in una campana di vetro avulsa dall'idea di essere di servizio agli altri. Quando nella rivoluzione francese si preferì usare la ghigliottina, non fu un ragionamento d'istinto, fu un ragionamento meditato. Chiaramente se si va col dialogo, con la discussione, con il convincimento, con la - uso una parola difficile - persuasione, la politica senza persuasione non c'è! I colpi di mano, i ricatti, le rendite di posizione, la violenza istituzionale non hanno niente a che vedere con la politica e, secondo me, il movimento dei Riformatori ha fallito un appuntamento storico, lo vedremo già nelle prossime elezioni; insomma con Scelta Civica si è capito che le aspettative erano molto diverse, ma non avevano avuto modo in Sardegna di poter dimostrare la levatura...

DEDONI (Riformatori Sardi). Eletto un deputato!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì, va bene, se vi dovevano mettere in elenco i deputati sulla base di quello che pensate, manco quello sarebbe andato in porto!

DEDONI (Riformatori Sardi). Conteremo dopo.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vedremo se la prossima volta avrete questo ragionamento da fare.

Quindi, dicevo, usarono la ghigliottina perché avevano paura che l'esercizio della persuasione potesse comportare il venir meno delle proprie convinzioni, il fare un passo indietro e comunque rinunciare alle proprie convinzioni. In questo caso è successa la stessa cosa, meglio tagliare le teste piuttosto che mettersi a dialogare, trovare delle composizioni!

Io sono nato nelle istituzioni, me ne vanto, ho cominciato da piccolo e ho capito che cosa significa, anche da legislatore, non dimenticare mai le origini dalle quali sei stato chiamato a questa funzione. C'è gente che, allo stesso modo, ha avuto origine e radici politiche in quelle istituzioni e oggi questa funzione le ha dato alla testa. Il nostro dovere è quello di non dimenticare mai che la nostra funzione ha una sua parzialità insita nel rispetto che dobbiamo avere all'architettura istituzionale, al fatto che questi passaggi non si fanno in solitudine, non si fanno contro i pareri del Consiglio delle autonomie locali, non si fanno contro le minoranze perché tutte le civiltà democratiche hanno sempre portato avanti l'idea che la tutela delle minoranze consentisse anche la tutela degli impianti istituzionali; se no ciascuno lavorerebbe alla distruzione dell'altro, questo non è possibile, questo è contro la civiltà, e questo disegno di legge costituzionale è la prova, se pur abborracciata, in un paio di giorni,che non si possono fare le riforme a colpi di accetta. Questo è il segno di come il Governo si è dovuto adattare all'idea di una progressività dell'atto decisionale. Tra l'altro, sono convintissimo che, nel passaggio che avrà nel Parlamento, questo documento subirà anche altre modifiche.

E come non dire signori Assessori presenti (che vanno sempre ringraziati perché della latitanza e contumacia del Presidente e del resto della Giunta bisogna sempre portarne sottolineatura), colleghi consiglieri, di questa perla che ci siamo fatti mettere e che richiamerebbe urgentemente anche la solerzia che i nostri parlamentari, di qualunque parte politica, mettono spesso nel collocare il proprio naso nelle faccende legislative regionali sarde? Perché non si sono accorti che, in questo provvedimento, siamo stati presi in giro sulla nostra autonomia e che l'applicabilità di queste norme vale per tutti, anche per le Regioni a statuto speciale, a esclusione delle province autonome di Trento e Bolzano? Colleghi, che cosa vuol dire questo? Che, con questo passaggio, si vorrebbe in qualche modo licenziare l'autonomia speciale della Sardegna? Possiamo consentire questo passaggio? O sarebbe il caso che il Governo regionale prendesse una posizione e la maggioranza si dedicasse ad accompagnare la tutela di questo principio? Lo dico soprattutto a noi e ai parlamentari che, con maggior solerzia, hanno messo il naso in faccende di cui non dovevano occuparsi. Tutelino l'autonomia speciale prima di tutto, cancellino gli F35 e così hanno già fatto un pezzo del loro dovere piuttosto che dedicarsi ad altre cose!

Però questo testo è molto pericoloso, chiedo urgentemente, assessore Floris, che si faccia una riflessione in Giunta regionale e che, su questo dettato, venga sollevata una questione di rispetto costituzionale dell'autonomia speciale perché, nel silenzio, nella frammentarietà, nella confusione di questo tempo, non si corra il rischio che passi il principio per cui, in automatico, sia cancellata la nostra autonomia. Noi abbiamo un'autonomia che vale quanto quella di Trento e Bolzano ed è necessario che venga ricordato a ogni passo; dopo di che vi chiediamo la responsabilità di portare in Commissione nuovamente la riflessione su come adattare un testo all'evoluzione del tempo. Vi diamo la possibilità di riscattare una violenza intollerabile, non presenteremo, in assenza di un rimedio alla violenza proposta, alcun progetto alternativo perché questo Consiglio non merita di avere la nostra collaborazione su questa questione. Vi lasceremo alle vostre contraddizioni e le combatteremo una dopo l'altra!

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, non utilizzerò sicuramente tutto il tempo a mia disposizione, perché mi pare che molte cose siano state dette già nella precedente discussione. Anche stamattina l'onorevole Sanna ha puntualizzato le contraddizioni di questo lavoro in Aula con ciò che sta avvenendo a livello nazionale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue AGUS.) I referendari chiesero a gran voce di andare oltre le province, ma la discussione oggi all'attenzione del Consiglio mi sembra che vada da tutt'altra parte, anzi credo che vada davvero a su connottu, nel senso che questi articoli non fanno altro che, a mio avviso, ripristinare le quattro province.

Vi leggo i titoli, ma li avete letti anche voi. Titolo principale, l'ho detto altre volte: "Norme sul riordino delle province". Articolo 1: "Riduzione del numero delle province e modifica delle circoscrizioni provinciali". Articolo 2: "Schema di assetto delle circoscrizioni provinciali". Articolo 3: "Inserimento in altra provincia". Articolo 4: "Referendum delle popolazioni interessate". Articolo 5: "Svolgimento dei referendum". Articolo 6: "Riassetto delle circoscrizioni provinciali". Articolo 7: "Organi provinciali". Articolo 8: "Elezione del consiglio provinciale". Articolo 9: "Funzioni". Il resto non lo cito, mi sembra che sia più che sufficiente per dire che stiamo parlando di tutt'altra cosa, non certo di rispettare la volontà dei cittadini che hanno concorso con il referendum a dichiarare e a chiederci in modo esplicito di andare oltre questo assetto istituzionale; questo potevamo farlo anche in virtù del fatto che, com'è stato detto, la Regione Sarda dispone di autonomia propria e quindi può legiferare in merito e riorganizzare, perché di questo stiamo parlando, di riordino istituzionale.

Credo che i referendari ci abbiano dato una grande opportunità anzi, più che i referendari, tutti i cittadini che si sono espressi, chi con il voto, ma anche chi non è andato, comunque in maggioranza ci suggerivano di guardare oltre, nel rispetto della nostra rappresentanza. Il cittadino ha espresso, e ci ha demandato a metterla in atto, la volontà politica, la volontà del popolo in virtù del fatto che questo aspetto doveva essere superato; mentre noi non facciamo altro che attardarci, ci siamo attardati per oltre un anno con l'intento sempre manifesto di superare il nostro riordino e quindi abolire le province in Sardegna, invece non ce ne siamo curati e l'ultimo atto è stato quello del commissariamento di quelle regionali e quella costituzionale di Cagliari in quanto appunto dimissionario il Presidente, il resto si mantiene perfettamente in atto, infatti questo disegno di legge non fa altro che consolidare quell'assetto storico, quindi su connottu, delle quattro province. Questo in risposta alla volontà popolare che dice: "Chiudete le province!". Di tutto questo, non abbiamo fatto nulla!

Credo che questa opportunità del riordino istituzionale, ripeto, che i cittadini ci hanno dato, sia una cosa seria, molto seria e che vada tenuta in debita considerazione. Sono d'accordo con quanto proposto dall'onorevole Sanna, andrebbe forse rimandato in Commissione questo articolato perché davvero la volontà espressa in quest'Aula da tutte le parti (mi sembra almeno che, dagli interventi, si evinca la volontà del rispetto popolare) sia attuata, ma non in questa forma. Attuarla significa ridisegnare la Regione autonoma della Sardegna a cominciare da questa Assemblea, quindi Regione che è più organismo legislativo che gestionale, ritornando a compiti costituzionali ben stabiliti, la Regione Sardegna è un organo legislativo, con la sua funzione esecutiva in capo alla Giunta, con queste ultime norme abbiamo visto e discusso, anche in questo ambito, i limiti di confine tra l'Esecutivo e l'Assemblea elettiva che spesso viene in conflitto e addirittura superata nelle sue funzioni. Credo che sia importante che questa Assemblea rifletta davvero sulla volontà reale di andare oltre, quindi di riordinare la nostra istituzione.

Abbiamo tentato di dare qualche contributo in funzione del superamento, personalmente ho presentato, con altri colleghi, la proposta di legge numero 524 che davvero voleva andare oltre, così come anche l'onorevole Sanna e altri colleghi hanno presentato proposte di contributo, perché lo spirito sia quello del rispetto della volontà popolare. E' possibile che, in Sardegna, ci si organizzi su due livelli istituzionali che sono i Comuni e la Regione Sarda, personalmente ho individuato una funzione molto semplice, forse anche banale, se vogliamo dire, che è quella che si rifà all'ordinamento europeo che usa, diciamo, le convenzioni. Le convenzioni non sono altro che accordi tra enti diversi all'interno dei quali si stabiliscono le funzioni e le opere da trasferire; per eseguire questo, non ci vuole un organismo costituito ma semplicemente un ufficio centrale, un organismo burocratico che mette in atto questa convenzione, questo accordo, tra due livelli che il Titolo V della Costituzione pone in termini orizzontali e non più subalterni perché i Comuni sono sulla stessa linea della Regione, né più, né meno, quindi non c'è un organo che sottostà all'altro, bensì dialogano equamente.

Allora, credo che possa esserci la possibilità che la Sardegna superi questo livello e possa rimettere in moto l'attività dei comuni, anche superando quel concetto di unione dei comuni allargata, perché l'unione dei comuni ha una funzione quando sono piccoli comuni, perché spesso non hanno un ufficio tecnico, non hanno un ingegnere e allora magari si mettono assieme per queste funzioni, ma le unioni dei comuni, dove si gestiscono servizi, spesso hanno creato delle difficoltà perché a porre in essere i servizi sovente, anzi per norma, viene chiamato l'apparato del comune capofila; questo crea difficoltà all'interno del comune perché molti funzionari vengono utilizzati per assolvere i compiti dell'unione dei comuni. Così, come abbiamo visto discutendo anche in questa Aula, si sono creati degli organismi particolari, per esempio ne abbiamo discusso in riferimento al fatto che si sarebbe dovuto avere un segretario dell'unione dei comuni, allora poteva capitare che l'unione dei comuni portava alcuni segretari di livello inferiore a raggiungere i livelli riconosciuti ai segretari di comuni grossi. Comunque vi erano complicanze che, a mio avviso, possono ripetersi se (anche nel rispetto del disegno di legge costituzionale che prevede l'unione dei comuni), in tal senso, se dovessimo dividere o creare unioni di comuni in Sardegna, non so quanti ne verrebbero.

Nella mia proposta, ma penso anche in quelle di altri colleghi, si suggeriva il fatto che, avendo oggi noi comunque definito gli ambiti elettivi, le circoscrizioni elettorali, all'interno di queste circoscrizioni elettorali, i comuni facenti parte la circoscrizione potessero, con la Regione Sarda, attraverso una convenzione, stabilire quali servizi mantenere sul territorio in maniera permanente e quali servizi e opere realizzare invece anno per anno sul territorio. In questa maniera, i territori potrebbero continuare a utilizzare il personale delle province, abolendo organismi (comprese le società partecipate che, a mio avviso, stanno creando difficoltà agli enti pubblici perché si ingrossano a dismisura senza giustificazione alcuna rispetto ai servizi erogati) e attività che spesso portano a innalzare i costi della politica.

Il mio è un contributo a disposizione perché se ne parli ma, ripeto, ci sono anche altri contributi, quindi direi che è opportuno che questa norma, ribadisco, possa tornare in Commissione dove magari svolgere una riflessione approfondita, serena, rispettando così davvero la volontà popolare, senza inganni, come invece avviene con questo provvedimento di legge. Questo è un inganno, forse intendeva dire che si volevano sciogliere le province regionali e mantenere quelle costituzionali; bene avremmo fatto e bene avrebbero fatto anche i Riformatori a presentare la proposta referendaria in forma diversa, più chiara, più netta, in modo tale da non trarre in inganno i cittadini e quindi fare in modo che potessero esprimersi su punti essenziali. E' vero che è stato chiesto, per le province costituzionali, il parere, ma anche in quel caso comunque i cittadini si sono espressi per l'abolizione.

Quindi abbiamo un momento importantissimo che ci riguarda, che riguarda la Sardegna, perché davvero si possa procedere a un riordino istituzionale serio che valorizzi i nostri enti locali, li renda protagonisti, e la Regione Sarda trasferisca, verso gli enti locali, servizi e funzioni alleggerendosi e predisponendo una pianificazione di natura regionale in concorso con gli otto ambiti regionali che coincidono in questo caso addirittura con le vecchie province, non esiste nessun livello politico e istituzionale, ripeto, l'intesa e la convenzione è tra i comuni e la Regione.

Quindi l'opportunità c'è stata data con il referendum, credo che abbiamo il dovere e l'impegno di assecondarla davvero dando una prospettiva alla Regione Sarda per poter disporre di una regione più snella, più efficiente, capace di programmare lo sviluppo dell'intera Isola, raccogliendo le istanze provenienti dai territori. Ripeto che, con la convenzione, i comuni degli otto territori sono in grado di esplicitare, alla Regione Sarda, i loro bisogni e, con la Regione Sarda, condividere un assetto locale che la Regione può integrare costituendo una rete e un assetto regionale, perché alla Sardegna, quindi al Consiglio e alla Giunta, compete la normativa e compete la pianificazione di tipo generale. Questo metterebbe il cittadino più vicino alle scelte politiche, e non solo, gli consentirebbe di verificare se quell'intesa sottoscritta poi verrà realmente attuata, quindi in maniera diretta. Oggi è difficile già per il consigliere, che non ha gli strumenti di controllo e spesso fa interrogazioni a vuoto alle quali neanche si risponde, immaginiamoci per il cittadino!

Credo che ci sia la disponibilità a riflettere seriamente perché è un tema importante che c'è stato affidato dalla nostra comunità isolana e a tale bisogno dobbiamo rispondere, anche in maniera rapida, prima che a decidere siano altri organismi così come sta tentando di fare lo Stato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, oltre a sottoscrivere gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, vorrei sottolineare alla Presidenza, ma anche a tutti i colleghi, la situazione paradossale in cui ci troviamo oggi. Chiedo al Presidente se mi aiuta anche a creare un clima di attenzione in Aula, capisco che sia un passaggio rituale che dobbiamo consumare in qualche modo, vista l'assenza dei colleghi della cosiddetta maggioranza o di quello che resta della maggioranza che non si sono iscritti a parlare. Però, vede, Presidente, le pongo un quesito.

Sono un consigliere regionale che vorrebbe contribuire, in qualche modo, in maniera fattiva, al riordino degli enti locali in Sardegna, mi ritrovo oggi a discutere un testo della maggioranza che so già che sarà falcidiato dai vostri emendamenti sostitutivi totali. Se dovesse essere approvato un testo simile a quello che abbiamo oggi in discussione, che prevede sostanzialmente il mantenimento delle quattro province storiche, è del tutto evidente che i proclami e le grida di doveroso rispetto del referendum di superamento delle province si configurerebbero come proclami e grida del tutto ingannevoli.

Mi trovo oggi a dover discutere in fretta e furia di una riforma che so già che sarà falcidiata, perlomeno nel testo che è uscito dalla Commissione, senza sapere di che cosa devo discutere in discussione generale. Al di là del fatto che ognuno di noi svolge un ruolo politico… mi fa piacere che almeno l'onorevole Pittalis, a nome della sua maggioranza, sia così cortese da ascoltarci, perché vedo che per il resto non riesce più a tenere le pecorelle della sua maggioranza nel recinto e, anche se si affaccenda a fare il buon pastore, gli esiti sono sconfortanti anche per lui… mi chiedo: di che cosa devo discutere? Cioè devo fare l'ennesimo intervento politico? Onorevole Pittalis, il suo appello a discutere di merito, io, che lo accolgo, come faccio a recepirlo quando so già che voi non siete in condizioni politiche di approvare un testo che sia lontanamente assimilabile a quello uscito dalla Commissione.

Guardi, sarei anche d'accordo che in questa fase si possa o si debba andare verso le quattro province storiche; cioè, prima che si intervenga sulla Costituzione italiana, e quindi si cancelli la parola "province" dalla Costituzione italiana, l'assetto costituzionale delle quattro province storiche è forse l'unico possibile e percorribile, perlomeno in un breve tempo di fronte a noi, che comunque sarà di qualche anno.

Invece devo forse fare riferimento alla legge stralcio, almeno penso, che anticipa il contenuto di un'ipotetica legge, di cui non conosciamo i contenuti e che è certamente diversa da quella che ci viene presentata oggi, che dice sostanzialmente che, in questa riforma, dovranno essere trasferite le funzioni ordinarie delle province con eccezione di quelle riguardanti la raccolta, il coordinamento delle proposte dei comuni relativamente alla programmazione economica territoriale e ambientale del territorio regionale di loro competenza, sostanzialmente limitata agli atti di programmazione. Allora noi ci troviamo a palleggiare tra due leggi che non ci sono, una di cui si scrive il titolo, quella che vi ha consentito in maniera frettolosa di commissariare le quattro province regionali e la provincia di Cagliari, e l'altra quella di un testo che sappiamo sarà falcidiato, se non sarete nelle condizioni di contraddirvi completamente.

Presidente Cossa, mi rivolgo a lei, come facciamo a esercitare la nostra funzione di consiglieri regionali nel merito? Come facciamo ad accogliere l'invito che ci è arrivato, da parte della maggioranza, di discutere nel merito, quando il merito non c'è? Dove volete andare a parare non lo sappiamo! L'altro giorno, avete approvato un testo di commissariamento frettoloso facendo un salto nel buio. Sono certo, sono convinto che, da qui a martedì, perché è evidente che voi non siete in condizione di proseguire la discussione, è evidente che non avete deciso neanche voi che cosa farete, è evidente che ci trascinerete di rinvio in rinvio, è evidente che ci trascinerete in mancanza di numero legale in numero legale. Sono pronto a scommettere che ci trascineremo alla settimana prossima perché non sapete dove andare a parare, non vi siete messi neanche d'accordo fra di voi! Sono convinto che andremo a martedì, da martedì andremo a mercoledì, da mercoledì andremo a giovedì e ci trascineremo oltre i trenta giorni, perché non sapete dove andrete a parare! Anche perché il quadro è mutevole. Senza sapere quale riforma costituzionale verrà fuori dal Parlamento, se cancellerà o meno la parola "province", o se le riaggregherà e ridimensionerà per esempio secondo le indicazioni date dalla spending review di Monti (che adesso sono diventate un disegno di legge), è molto difficile per noi capire quali sono gli ambiti della riforma che dovremo fare.

Quindi è fatale che sarete costretti a un rinvio ed è fatale che verrà fuori tutta la spregiudicatezza della vostra azione di commissariamento. Verrà fuori che quella che è avvenuta nei giorni scorsi è un'operazione tutta politica per sfamare l'ansia mediatica del Partito dei Riformatori, un'operazione tutta politica per scalzare, dai loro ruoli istituzionali, presidenti di provincia regolarmente eletti, è un'operazione tutta politica per posizionarvi nel modo migliore in vista delle prossime elezioni regionali, questo verrà fuori! Verrà fuori quanto la vostra incapacità di arrivare a una riforma. Ma io direi che, oltre l'incapacità, che è conclamata dalla vostra "inazione" riformatrice, in questi quattro anni e mezzo, non siete arrivati a produrre una riforma degna di questo nome, avete solo commissariato, avete commissariato le Aziende sanitarie in attesa di una riforma che non è arrivata, avete commissariato i consorzi industriali in attesa di una riforma che non è arrivata, e così discorrendo. Avete fatto leggi bandiera come quella sulla flotta sarda che si è rivelata inapplicabile ed è oggetto di osservazioni da parte dell'Unione europea.

Allora, posto che siete inadeguati e incapaci, in questo caso siete anche impossibilitati a produrre una riforma in assenza di un quadro normativo certo di rango costituzionale. Voglio vedervi proporre l'abrogazione delle province storiche, in quanto tempo vi risponderanno e se vi risponderanno senza avere deciso qual è l'assetto complessivo che l'istituzione provincia, l'ente intermedio provincia, dovrà avere nell'ambito dello Stato italiano. Quindi oggi avete fatto un'operazione spregiudicata, l'ennesima, in cui avete promesso una nuova riforma, che non c'è, senza sapere dove andate a parare e andrete avanti di rinvio in rinvio! Chi oggi vuole fare il legislatore, entrando nel merito, non è in grado di farlo, perché il testo di un'eventuale riforma (non so se l'assessore Rassu abbia qualche notizia più di me), non è certamente questo, arriverà un emendamento che cancella tutto, che conosceremo in Aula e di cui saremo costretti a discutere in Aula all'ultimo momento.

Vi suggerisco, se non volete permanere nella illegalità più totale, per quanto riguarda perlomeno le province storiche e la Provincia di Cagliari, di fare quello che avreste dovuto fare da tempo, cioè commissariare la Provincia di Cagliari e andare quanto prima a nuove elezioni. Certamente non possiamo sopprimere oggi la Provincia di Cagliari e non la possiamo sopprimere con legge regionale, non possiamo cambiare la Costituzione per fare una cortesia a un partito anziché a un altro e per tenere insieme una maggioranza che è stata, per un certo numero di mesi e di anni, maggioranza numerica e mai maggioranza politica, e oggi tende a non essere neanche più maggioranza numerica nel momento in cui il "si salva chi può" è partito, e nel momento in cui realtà importanti dello scenario politico regionale, come il Partito sardista, hanno definitivamente preso le distanze della vostra maggioranza. Allora, almeno per la provincia di Cagliari, che cosa vogliamo? Vogliamo cancellarla per legge? Vogliamo sospendere la democrazia finché non si approvi una legge di rango costituzionale, finché il Parlamento non vada in doppia lettura? Che cosa vogliamo fare? Spero che vogliate uscire dalla illegittimità completa e se avete delle idee, applicarle alle Province regionali dove sicuramente abbiamo competenza (spero che le tirerete fuori e non credo che saranno quelle che ci avete presentato in questa proposta di legge), andando al voto dove si può andare al voto, magari sapendo già e nell'auspicio comune. Io sono tra quelli che auspicano un superamento definitivo delle Province, ma in un quadro certo dal punto di vista costituzionale, non sostituendo organi con altri organi, raccontando di voler cancellare le Province ma in realtà istituendo dei commissariamenti in maniera illegittima; sostituendo organismi democraticamente eletti con dei commissari e lasciando le Province dove sono, anzi utilizzandole come tolda di comando, perché magari abbiamo anche allentato la stretta del Patto di stabilità, per poter in qualche modo sostenere una campagna elettorale che sapete già che sarà per voi durissima e difficilissima, perché dovrete rendere conto dei vostri demeriti, dovrete rendere conto della situazione economica e sociale della Sardegna, dovrete rendere conto della vostra incapacità di chiudere anche una sola vertenza con lo Stato (ne avete conclamato e aperto a decine, vi hanno dato tanti tavoli di dibattito quanti ordini del giorno abbiamo approvato e sono rimasti inevasi e inattuati in questo Consiglio regionale).

Naturalmente oggi il presidente Cappellacci non c'è, perché c'è soltanto quando c'è da farsi una foto di rito, quando c'è da comparire in un sito, quando c'è da parlare, "attraverso" i banchi dell'Aula, non all'Aula, non ai consiglieri, non a chi vuole fare le riforme, ma al popolo, con un rapporto mediato e mediatico con la nostra comunità e con i sardi, che sfugge sempre e sistematicamente a un confronto di merito, che sfugge sempre alla fatica operosa di produrre riforme che possano reggere nel tempo e nelle quali ci si possa riconoscere.

Fintanto che il Governo non impugnerà questa legge (perché io sono convinto che la impugnerà nei sessanta giorni), se non volete sommare illegalità a illegalità, leggi impugnate a leggi impugnate, vi invito a operare rapidamente negli ambiti che sono di competenza della Regione (che sono quelli delle Province cosiddette regionali) e a procedere rapidamente a nuove elezioni nella Provincia di Cagliari. Sul resto vi invito veramente a soprassedere, tornando indietro in autotutela e ammettendo di aver sbagliato su commissariamenti che, non avendo un punto di arrivo, rischiano di essere, anzi sono, commissariamenti non transitori e temporanei, in vista di una riforma e di un punto di arrivo, ma sono commissariamenti che, a tutti gli effetti, avranno un carattere quasi permanente, o certamente di mesi e mesi, e che andranno ben oltre le prossime elezioni regionali.

Non è mai troppo tardi per ammettere le proprie responsabilità, non è mai troppo tardi per non aggiungere danno al danno; l'invito che vi facciamo, prima di svuotare questo Consiglio della possibilità di discutere, è di rimandare la legge in Commissione e ragionare tutti insieme su che cosa è possibile fare, partendo da punti di contatto che ci sono, perché credo che gli unici che vogliono veramente cancellare le Province siamo noi; gli unici che vogliono veramente una riforma possibile e applicabile siamo noi. Se volete smentirci, se volete - nei fatti - dire che ci stiamo sbagliando, accettate di tornare in Commissione e discutiamo tutti insieme di una riforma che non sia temporanea, che non sia caduca, che possa reggere anche in un quadro costituzionale che sta cambiando, che possa valere per i prossimi mesi e per i prossimi anni.

E' una sfida che abbiamo colto sempre in questa legislatura, non rinunciando a un ruolo costruttivo, è una sfida alla concretezza, alla sobrietà, che noi vi rilanciamo oggi invitandovi a non avere in mente gli annunci e la demagogia ma invitandovi ad avere in mente gli interessi e la voglia di sperare, in una politica migliore, del nostro popolo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna e già Domani). Presidente, veramente la scarsa attenzione, nonché frequentazione dell'Aula, forse ci dovrebbe consigliare di smetterla almeno nel parlarci addosso, però quello che stiamo affrontando è un argomento davvero importante, un argomento di estrema valenza; cioè parlare, discutere, soppesare e valutare le funzioni, i poteri e le competenze della Regione rispetto agli enti locali è certamente un argomento che meriterebbe serietà, preparazione, concretezza, cultura (cultura istituzionale, giuridica e amministrativa). Bisognerebbe davvero essere capaci di "volare alto", espressione che sentiamo spesso pronunciare in quest'Aula, volare alto ma senza le ali di cera o sfruttando semplicemente le correnti d'aria, come finora purtroppo è stato fatto. Perché sinora si è scelto, scientemente, semplicemente, riduttivamente e, direi, miseramente, di cercare di cavalcare l'onda, pensando così di cavalcare il consenso. Per un amministratore e, soprattutto, per un legislatore, sono importanti il consenso e il dissenso. Lo abbiamo sperimentato alle ultime passate elezioni regionali in cui è stato espresso chiaramente il dissenso nei confronti del legislatore, degli atti di quel legislatore, nei confronti delle azioni reali e concrete, delle delibere di quel legislatore;e il consenso, come qualcuno pensa, in testa il nostro Presidente della Giunta, non potrà certo essere ottenuto attraverso proclami, manifesti, bandiere sventolate o quant'altro faccia spettacolo o notizia.

Allora, a proposito della serietà, della concretezza, della preparazione istituzionale, giuridica e amministrativa che deve avere chi governa, mi chiedo, vi chiedo e chiedo anche a lei Presidente pro tempore di questa Assemblea in questo momento: se la Corte costituzionale o i Tribunali amministrativi dovessero bocciare le scelte fatte da questa maggioranza su una proposta o, se preferite, come qualcuno ha detto, su un ricatto voluto da un Partito di questa maggioranza (il suo Partito, Presidente pro tempore!), ci sarà qualcuno che per dignità ne trarrà le conseguenze e si dimetterà dalla funzione di legislatore, compreso in questo caso il nostro Presidente della Giunta? Sarebbe quella, se dovesse arrivare, l'ennesima certificazione dell'incapacità e dell'inidoneità di chi pensa appunto solo a cavalcare l'onda. Questa metafora del "cavalcare l'onda" mi piace perché mi ricorda qualcosa che notoriamente galleggia, in maniera proverbiale galleggia, e che però non segue una rotta sua; galleggia appunto ma va alla deriva, segue l'umore delle onde e delle correnti ma è priva di una sua reale volontà.

Se questo dovesse davvero avvenire, se questo ennesimo atto legislativo dovesse essere cassato dai livelli di giudizio superiori, mi aspetto che, per coerenza e serietà, qualcuno, magari con la stessa enfasi con cui ha gioito per l'apparente vittoria, decida di dimettersi, ribadisco, per palese incapacità. Davvero mi aspetto, almeno a fine legislatura, un atto di onestà intellettuale, prima che sia comunque il popolo sovrano, inesorabilmente, con il suo giudizio, a sancire il fallimento di questa Giunta e purtroppo, ribadisco "purtroppo", con essa il fallimento di questa maggioranza e purtroppo, ribadisco ancora "purtroppo", dei partiti che la compongono.

PRESIDENTE. Rammento che, alle ore 16 e 30, si riunirà la Conferenza dei Presidenti di Gruppo con gli assessori Zedda e Milia.

Il Consiglio è riconvocato alle ore 17 e 30 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 25.



Allegati seduta

CDXXII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Martedì 9 luglio 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 34.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 18 giugno 2013 (413), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Rosanna Floris, Franco Meloni, Paolo Terzo Sanna, Christian Solinas e Giuseppe Stocchino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 luglio 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 5, 19, 28 e 29 marzo 2013, del 9, 16 e 23 aprile 2013, e del 14 e 22 maggio 2013.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interrogazione Manca - Diana Giampaolo - Meloni Valerio - Lotto - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'applicazione delle nuove norme relative all'espletamento delle prove pratiche per il conseguimento delle patenti di guida per le categoria A1, A2 e A, a causa del mancato allestimento di idonei piazzali da parte degli uffici provinciali delle motorizzazioni civili". (1159)

"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, sul riordino della chirurgia dei presidi ospedalieri di Bosa e Ghilarza". (1160)

"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Espa - Porcu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle difficoltà della sede INPS di Cagliari, che rappresenta anche le Province di Carbonia-Iglesias e del Medio Campidano, sulla gestione delle prestazioni". (1161)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versa l'Ospedale Segni di Ozieri". (1162)

"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'attuale situazione commissariale dei consorzi industriali regionali". (1163)

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'uso dei mezzi di servizio dell'Amministrazione regionale e delle risorse per le missioni istituzionali da parte del Presidente della Regione e degli Assessori". (1164)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave riduzione degli stanziamenti della Regione a favore del settore emigrazione, contrariamente agli impegni presi e perpetrando un'ulteriore mortificazione ancora prima che per gli emigrati stessi, per la Sardegna stessa". (1165)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interpellanza Arbau sulle problematiche inerenti i centoventi ex dipendenti ARST cosiddetti 'esodati' che dal mese dicembre 2012 non percepiscono nessun emolumento". (439/C-6.)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Mozione Diana Giampaolo - Cocco Daniele Secondo - Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stocchino - Zuncheddu sulla gravità della situazione politica e gestionale dell'Ente foreste della Sardegna, sulla carenza amministrativa, dirigenziale, tecnica e finanziaria in cui versa la struttura, sul ripristino delle tabelle salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) vigente e sulla stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste in sostituzione di quelli andati in quiescenza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (270)

"Mozione Moriconi - Cuccu - Sabatini - Diana Giampaolo - Floris Vincenzo - Cozzolino - Lotto - Corda - Sechi - Arbau - Ben Amara - Sanna Gian Valerio - Meloni Valerio - Agus - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Cugusi - Mulas - Solinas Antonio sull'applicazione dell'articolo 4 della legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, inerente 1'omogeneizzazione organizzativa nel comparto della formazione professionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (271)

PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze dei consiglieri in Aula, compresa quella della Giunta, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 38, viene ripresa alle ore 10 e 46.)

PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 47, viene ripresa alle ore 11 e 07.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Cocco Daniele sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 30 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Cossa - Dedoni - Diana Giampaolo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lunesu - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Tocco - Tupponi.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 09, viene ripresa alle ore 12 e 28.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Dedoni.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Cocco Daniele, Contu Felice, Cuccureddu, Dedoni, Diana Giampaolo, Floris Mario, Milia e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 42 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.

Discussione generale del testo unificato: "Norme sul riordino delle province" delle proposte di legge Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani: "Soppressione delle province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio. Abrogazione della legge regionale 12 luglio 2001, n. 9 (Istituzione delle province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio), della legge regionale 13 ottobre 2003, n. 10 (Ridelimitazione delle circoscrizioni provinciali), e della legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4 (Riassetto generale delle province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali) (301), Cuccureddu: "Norme urgenti in materia di province" (428), Dedoni: "Norme sul riordino delle province" (430), Sanna Gian Valerio: "Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna" (432), Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi: "Norme in materia di riassetto delle autonomie locali e delle province; procedure per l'istituzione di nuove province e per la modificazione delle circoscrizioni provinciali" (435) e Sanna Matteo: "Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna ed istituzione della nuova Provincia di Olbia" (442) (301-428-430-432-435-442/A - Parte II)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 301-428-430-432-435-442/A - Parte II.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Cossa, relatore di maggioranza.

COSSA (Riformatori Sardi), relatore di maggioranza. Presidente, in realtà ho già fatto la relazione in occasione della discussione dello stralcio, per cui, se lei è d'accordo, mi rimetto al testo scritto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna, relatore di minoranza.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.), relatore di minoranza. Non mi rimetterò affatto a nulla di scritto e tanto meno alla discussione di prima, Cossa fa finta giustamente che non sia avvenuto nulla nel frattempo, ma dalla discussione precedente a oggi sono accaduti fatti importanti. La Corte costituzionale ha espresso valutazioni che dobbiamo ancora approfondire, ma ci ha detto alcune cose, soprattutto il Governo…

(Brusio in aula)

Colleghi, immagino che la cosa sia noiosa, però vi dico che il caos che si sta generando nei territori è sufficientemente ampio da riguardarci direttamente!

Riprendo il discorso. Il Governo ha detto una cosa importante scrivendo il disegno di legge costituzionale a seguito della sentenza della Corte costituzionale nella quale si dice che, con una norma provvedimentale, non si può avviare una riforma costituzionale, quindi sono…

(Brusio in aula)

Io ho tempo, decidete voi quando andarvene via. Se mi fate parlare, prima, se no, più tardi.

Quindi, sono corsi ai ripari approvando, il 5 luglio scorso, uno schema di disegno di legge costituzionale, che è questo. Ciascuno di voi lo avrà letto, al di là delle questioni che sono descritte, ci sono alcuni punti illuminanti. Colleghi, la prima cosa che dice in concreto il disegno di legge costituzionale è che il Governo prende atto della validità di ciò che dichiara la sentenza numero 48 del 2003 della Corte costituzionale sulla indisponibilità dei mandati elettivi ad accorciamenti di comodo o comunque avulsi da provvedimenti di riforma. Il disegno di legge costituzionale sancisce questo come un punto di acquisizione di una disposizione in diritto della Corte costituzionale che dichiara la palese illegittimità degli atti assunti dalla Giunta regionale in ossequio a quella norma stralcio.

A questo proposito avrei due cose importanti da dire. Per la prima cosa faccio appello ai colleghi, ai colleghi consiglieri provinciali, assessori provinciali e presidenti delle province che sono state sottoposte a questo provvedimento illegale. Vorrei dire, e dovreste dire, di continuare a riunirsi, a mantenere i presidi democratici legittimamente eletti perché credo che, sulla base di questo disegno di legge costituzionale, i Tribunali Amministrativi Regionali non avranno difficoltà ad accogliere la richiesta di sospensiva, per il semplice fatto che non potranno fare a meno di riconoscere questo principio consolidato, cioè che la Giunta regionale, e anche il Consiglio regionale, si sono macchiati di una colpa di abuso di potere.

Ovviamente non si rendono conto, qualche volta, questo Consiglio regionale e questa maggioranza, che noi lavoriamo e possiamo disporre nei limiti che ci sono stati assegnati dalle norme costituzionali e dai principi costituzionali. L'assessore Rassu lo sa bene (perché la pensa come molti di noi), tant'è che, esempio luminoso nella dinamica di quel provvedimento ricattatorio che avete approvato, si è guardato bene dal dare il parere della Giunta, quello che si chiama in giurisprudenza "elemento sintomatico". Chiedete che cosa significa "elemento sintomatico", cioè elemento che apre la nostra curiosità a capire la ragione per cui non ha espresso un parere; evidentemente era consapevole che un Governo regionale non si può esprimere contro i principi costituzionali.

La seconda questione è insita: se non potevano essere sciolte le amministrazioni provinciali, perché era indisponibile l'accorciamento del mandato elettivo, che cosa dovevamo fare noi invece che la loro liquidazione? Anche per quanto riguarda le province di nomina regionale, potevamo dire (e ci hanno detto i Riformatori) che non c'era più la legge. Non c'è più la legge e quindi di fatto quegli organismi non sussistono più per cui, come tutte le cose si estinguono alla scadenza naturale del loro mandato, noi avremmo avuto tutto il tempo di fare quello che normalmente si fa, cioè approvare una norma di riforma prima di decidere come dovevano essere trattati quegli enti.

Invece è avvenuto il contrario: prima li abbiamo commissariati, poi adesso vorremmo decidere come fare la riforma. Pensate che il Governo, che controlla gli atti legislativi della Regione, non si accorga di questo piccolo fattore? Non si accorga che, nelle disposizioni legislative in corso sullo scioglimento anticipato degli enti locali, questo non ci sia? Non si accorga che la Regione ha abusato del suo potere perché ha violato il principio dell'equiordinazione, principio costituzionale che ci obbligava a sentire il parere del Consiglio delle autonomie locali, a consultare le popolazioni? Adesso le supereremo le province, anche in Costituzione, ma, secondo voi, è rilevante che la Costituzione prevedesse la consultazione dei territori laddove dovevamo modificare le province o istituirne di nuove? Non è che quando noi superiamo questo e dobbiamo fare un disegno di riforma, siamo esentati dal confrontarci con i territori, sentire che cosa vogliono i cittadini. Credo che dovremo aspettare solamente l'esito dei ricorsi delle province per capire che cosa succederà.

Ecco perché avrei suggerito oggi, invece che iniziare questo dibattito, un rientro rapido di questo provvedimento nella Commissione. Badate, colleghi, se voi pensate davvero che la riforma degli enti locali si possa fare a colpi di emendamento, violentando ancora la procedura legislativa avulsa da qualunque concetto organico, ci troveremmo sotto il Palazzo (come ci siamo trovati oggi, colpa di chi è colpa) i lavoratori delle società di servizi che non sanno qual è il loro futuro, perché abbiamo fatto in fretta e furia l'operazione di appagamento...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non è vero!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Allora, vorrei dirle, Dedoni, lei si accontenti...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non è vero! Le posso dire...

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lei si accontenti del successo di questa bella fotografia che descrive i vincitori dell'ultimo festival di Sanremo! Guardate a che punto si sono ridotte le attività legislative!

DEDONI (Riformatori Sardi). So anche cantare bene, se vi interessa!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni! Onorevole Sanna!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questi sono gli atteggiamenti di chi pensa che la legislazione non sia un fattore nobile, serio, comprensivo delle ragioni di tutti, a servizio della collettività, ma utile solamente per evidenziare i propri successi di piccola bottega, le questioni sulle quali anche voi, maggioranza, colpevole, siete stati trascinati in questo ricatto. Non ci guadagnerete niente! Non ci guadagnerete nulla!

Fareste bene a dare l'assenso al rientro in Commissione per il semplice fatto che quello di cui noi dovremmo trattare è un disegno di legge sul riordino delle province, colleghi, che non ha niente a che vedere con quello di cui stiamo parlando. Perché? Perché dovremmo parlare della "Riduzione del numero di province e modifica delle circoscrizioni provinciali". Mi domando e domando a voi, colleghi: ravvisate, in questo titolo dell'articolo 1, la volontà, così sacrosanta, in maniera enfatica e celebrativa esposta dai colleghi Riformatori, di cancellare le province? Possiamo dire ai cittadini che, se questa è la volontà dei signori Riformatori e della maggioranza di questo Consiglio, sono stati tutti presi per il naso? Non c'è il superamento delle province, c'è un'altra cosa, c'è la soddisfazione di parte, di bottega e basta!Questa è una legge di "reistituzione" di nuove province perché, allo stato delle cose, siccome manca il requisito del territorio, oggi, sulla base di questo principio costituzionale, di province non ce n'è neanche una! Anche quelle storiche non hanno il requisito definito del territorio, perché si troverebbero ad avere un territorio potenzialmente diverso da quello che dovrebbero avere alla fine di questo percorso.

Che cosa stiamo facendo? Vogliamo discutere di questo? Su questo testo, vi faremo penare un pochettino, perché ovviamente ci darete tutti gli strumenti per esasperare la discussione, per spiegarvi che le riforme di livello costituzionale non si fanno a colpi di maggioranza, come voi gravemente avete inaugurato in quest'Aula, avete inaugurato un tempo di violenza istituzionale. Alla fine di una legislatura fallimentare, avete tradito la nostra fiducia e anche il nostro comportamento virtuoso tenuto per tutta la legislatura perché, dove voi avete voluto, avete trovato la nostra proposta, la nostra collaborazione e anche il nostro sostegno, ma vi siete macchiati della colpa che, su una riforma fondamentale di livello costituzionale, avete calcato l'acceleratore sulla base di un ricatto politico vergognoso, meschino e di bassissimo livello politico, perché finirete la legislatura con i commissari. Avere in previsione "commissari" non significa aver riformato, non significa aver approdato a uno schema istituzionale diverso. Si faranno i conti, chi dovrà fare i conti, anche con il personale politico che queste cose le ha percepite e che spiegherà ai cittadini, quando ci troveremo alle prossime elezioni regionali, con quale livello di riformismo abbiamo a che fare.

L'altro ragionamento che vorrei svolgere è questo: sappiamo che, nel bene e nel male, entro un anno dall'approvazione che si avrà di questo disegno di legge costituzionale, probabilmente dovremo essere messi sotto prova per fare una riforma. Se giudico il dettato del disegno di legge costituzionale e lo metto in relazione con il rispetto (che anche questo disegno porta) della scadenza naturale del mandato elettivo concretato, avremmo avuto la possibilità di mettere in piedi, dentro le Commissioni, tra di noi, un ragionamento costruttivo per una proposta di riforma vera. L'abbiamo detto l'altra volta, lo ripetiamo oggi: siamo per il superamento totale, perché questo è il punto di approdo che si dà il Governo. Una volta che verrà eliminato il termine "province" dalla Costituzione, saremo costretti ad approvare una legge diversa da quella che oggi abbiamo all'ordine del giorno? Questo è quello che voi volete? Cioè fare un passaggio intermedio del tutto inutile e contro gli stessi principi del referendum?

Scusate, a proposito di referendum, vi siete dimenticati che ne avete presentato qualcuno in più di quesito? I consigli di amministrazione dove sono? Perché non vi interessate con tanto accanimento di questo? Perché, per voi, esiste solamente questo aspetto? Non è forse che siete parzialmente interessati?

(Interruzione)

Non mi stanno ascoltando perché voi dovete capire che, nella consapevolezza di un certo tipo di riformismo, c'è la presunzione di vivere in una campana di vetro avulsa dall'idea di essere di servizio agli altri. Quando nella rivoluzione francese si preferì usare la ghigliottina, non fu un ragionamento d'istinto, fu un ragionamento meditato. Chiaramente se si va col dialogo, con la discussione, con il convincimento, con la - uso una parola difficile - persuasione, la politica senza persuasione non c'è! I colpi di mano, i ricatti, le rendite di posizione, la violenza istituzionale non hanno niente a che vedere con la politica e, secondo me, il movimento dei Riformatori ha fallito un appuntamento storico, lo vedremo già nelle prossime elezioni; insomma con Scelta Civica si è capito che le aspettative erano molto diverse, ma non avevano avuto modo in Sardegna di poter dimostrare la levatura...

DEDONI (Riformatori Sardi). Eletto un deputato!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sì, va bene, se vi dovevano mettere in elenco i deputati sulla base di quello che pensate, manco quello sarebbe andato in porto!

DEDONI (Riformatori Sardi). Conteremo dopo.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vedremo se la prossima volta avrete questo ragionamento da fare.

Quindi, dicevo, usarono la ghigliottina perché avevano paura che l'esercizio della persuasione potesse comportare il venir meno delle proprie convinzioni, il fare un passo indietro e comunque rinunciare alle proprie convinzioni. In questo caso è successa la stessa cosa, meglio tagliare le teste piuttosto che mettersi a dialogare, trovare delle composizioni!

Io sono nato nelle istituzioni, me ne vanto, ho cominciato da piccolo e ho capito che cosa significa, anche da legislatore, non dimenticare mai le origini dalle quali sei stato chiamato a questa funzione. C'è gente che, allo stesso modo, ha avuto origine e radici politiche in quelle istituzioni e oggi questa funzione le ha dato alla testa. Il nostro dovere è quello di non dimenticare mai che la nostra funzione ha una sua parzialità insita nel rispetto che dobbiamo avere all'architettura istituzionale, al fatto che questi passaggi non si fanno in solitudine, non si fanno contro i pareri del Consiglio delle autonomie locali, non si fanno contro le minoranze perché tutte le civiltà democratiche hanno sempre portato avanti l'idea che la tutela delle minoranze consentisse anche la tutela degli impianti istituzionali; se no ciascuno lavorerebbe alla distruzione dell'altro, questo non è possibile, questo è contro la civiltà, e questo disegno di legge costituzionale è la prova, se pur abborracciata, in un paio di giorni,che non si possono fare le riforme a colpi di accetta. Questo è il segno di come il Governo si è dovuto adattare all'idea di una progressività dell'atto decisionale. Tra l'altro, sono convintissimo che, nel passaggio che avrà nel Parlamento, questo documento subirà anche altre modifiche.

E come non dire signori Assessori presenti (che vanno sempre ringraziati perché della latitanza e contumacia del Presidente e del resto della Giunta bisogna sempre portarne sottolineatura), colleghi consiglieri, di questa perla che ci siamo fatti mettere e che richiamerebbe urgentemente anche la solerzia che i nostri parlamentari, di qualunque parte politica, mettono spesso nel collocare il proprio naso nelle faccende legislative regionali sarde? Perché non si sono accorti che, in questo provvedimento, siamo stati presi in giro sulla nostra autonomia e che l'applicabilità di queste norme vale per tutti, anche per le Regioni a statuto speciale, a esclusione delle province autonome di Trento e Bolzano? Colleghi, che cosa vuol dire questo? Che, con questo passaggio, si vorrebbe in qualche modo licenziare l'autonomia speciale della Sardegna? Possiamo consentire questo passaggio? O sarebbe il caso che il Governo regionale prendesse una posizione e la maggioranza si dedicasse ad accompagnare la tutela di questo principio? Lo dico soprattutto a noi e ai parlamentari che, con maggior solerzia, hanno messo il naso in faccende di cui non dovevano occuparsi. Tutelino l'autonomia speciale prima di tutto, cancellino gli F35 e così hanno già fatto un pezzo del loro dovere piuttosto che dedicarsi ad altre cose!

Però questo testo è molto pericoloso, chiedo urgentemente, assessore Floris, che si faccia una riflessione in Giunta regionale e che, su questo dettato, venga sollevata una questione di rispetto costituzionale dell'autonomia speciale perché, nel silenzio, nella frammentarietà, nella confusione di questo tempo, non si corra il rischio che passi il principio per cui, in automatico, sia cancellata la nostra autonomia. Noi abbiamo un'autonomia che vale quanto quella di Trento e Bolzano ed è necessario che venga ricordato a ogni passo; dopo di che vi chiediamo la responsabilità di portare in Commissione nuovamente la riflessione su come adattare un testo all'evoluzione del tempo. Vi diamo la possibilità di riscattare una violenza intollerabile, non presenteremo, in assenza di un rimedio alla violenza proposta, alcun progetto alternativo perché questo Consiglio non merita di avere la nostra collaborazione su questa questione. Vi lasceremo alle vostre contraddizioni e le combatteremo una dopo l'altra!

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, non utilizzerò sicuramente tutto il tempo a mia disposizione, perché mi pare che molte cose siano state dette già nella precedente discussione. Anche stamattina l'onorevole Sanna ha puntualizzato le contraddizioni di questo lavoro in Aula con ciò che sta avvenendo a livello nazionale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue AGUS.) I referendari chiesero a gran voce di andare oltre le province, ma la discussione oggi all'attenzione del Consiglio mi sembra che vada da tutt'altra parte, anzi credo che vada davvero a su connottu, nel senso che questi articoli non fanno altro che, a mio avviso, ripristinare le quattro province.

Vi leggo i titoli, ma li avete letti anche voi. Titolo principale, l'ho detto altre volte: "Norme sul riordino delle province". Articolo 1: "Riduzione del numero delle province e modifica delle circoscrizioni provinciali". Articolo 2: "Schema di assetto delle circoscrizioni provinciali". Articolo 3: "Inserimento in altra provincia". Articolo 4: "Referendum delle popolazioni interessate". Articolo 5: "Svolgimento dei referendum". Articolo 6: "Riassetto delle circoscrizioni provinciali". Articolo 7: "Organi provinciali". Articolo 8: "Elezione del consiglio provinciale". Articolo 9: "Funzioni". Il resto non lo cito, mi sembra che sia più che sufficiente per dire che stiamo parlando di tutt'altra cosa, non certo di rispettare la volontà dei cittadini che hanno concorso con il referendum a dichiarare e a chiederci in modo esplicito di andare oltre questo assetto istituzionale; questo potevamo farlo anche in virtù del fatto che, com'è stato detto, la Regione Sarda dispone di autonomia propria e quindi può legiferare in merito e riorganizzare, perché di questo stiamo parlando, di riordino istituzionale.

Credo che i referendari ci abbiano dato una grande opportunità anzi, più che i referendari, tutti i cittadini che si sono espressi, chi con il voto, ma anche chi non è andato, comunque in maggioranza ci suggerivano di guardare oltre, nel rispetto della nostra rappresentanza. Il cittadino ha espresso, e ci ha demandato a metterla in atto, la volontà politica, la volontà del popolo in virtù del fatto che questo aspetto doveva essere superato; mentre noi non facciamo altro che attardarci, ci siamo attardati per oltre un anno con l'intento sempre manifesto di superare il nostro riordino e quindi abolire le province in Sardegna, invece non ce ne siamo curati e l'ultimo atto è stato quello del commissariamento di quelle regionali e quella costituzionale di Cagliari in quanto appunto dimissionario il Presidente, il resto si mantiene perfettamente in atto, infatti questo disegno di legge non fa altro che consolidare quell'assetto storico, quindi su connottu, delle quattro province. Questo in risposta alla volontà popolare che dice: "Chiudete le province!". Di tutto questo, non abbiamo fatto nulla!

Credo che questa opportunità del riordino istituzionale, ripeto, che i cittadini ci hanno dato, sia una cosa seria, molto seria e che vada tenuta in debita considerazione. Sono d'accordo con quanto proposto dall'onorevole Sanna, andrebbe forse rimandato in Commissione questo articolato perché davvero la volontà espressa in quest'Aula da tutte le parti (mi sembra almeno che, dagli interventi, si evinca la volontà del rispetto popolare) sia attuata, ma non in questa forma. Attuarla significa ridisegnare la Regione autonoma della Sardegna a cominciare da questa Assemblea, quindi Regione che è più organismo legislativo che gestionale, ritornando a compiti costituzionali ben stabiliti, la Regione Sardegna è un organo legislativo, con la sua funzione esecutiva in capo alla Giunta, con queste ultime norme abbiamo visto e discusso, anche in questo ambito, i limiti di confine tra l'Esecutivo e l'Assemblea elettiva che spesso viene in conflitto e addirittura superata nelle sue funzioni. Credo che sia importante che questa Assemblea rifletta davvero sulla volontà reale di andare oltre, quindi di riordinare la nostra istituzione.

Abbiamo tentato di dare qualche contributo in funzione del superamento, personalmente ho presentato, con altri colleghi, la proposta di legge numero 524 che davvero voleva andare oltre, così come anche l'onorevole Sanna e altri colleghi hanno presentato proposte di contributo, perché lo spirito sia quello del rispetto della volontà popolare. E' possibile che, in Sardegna, ci si organizzi su due livelli istituzionali che sono i Comuni e la Regione Sarda, personalmente ho individuato una funzione molto semplice, forse anche banale, se vogliamo dire, che è quella che si rifà all'ordinamento europeo che usa, diciamo, le convenzioni. Le convenzioni non sono altro che accordi tra enti diversi all'interno dei quali si stabiliscono le funzioni e le opere da trasferire; per eseguire questo, non ci vuole un organismo costituito ma semplicemente un ufficio centrale, un organismo burocratico che mette in atto questa convenzione, questo accordo, tra due livelli che il Titolo V della Costituzione pone in termini orizzontali e non più subalterni perché i Comuni sono sulla stessa linea della Regione, né più, né meno, quindi non c'è un organo che sottostà all'altro, bensì dialogano equamente.

Allora, credo che possa esserci la possibilità che la Sardegna superi questo livello e possa rimettere in moto l'attività dei comuni, anche superando quel concetto di unione dei comuni allargata, perché l'unione dei comuni ha una funzione quando sono piccoli comuni, perché spesso non hanno un ufficio tecnico, non hanno un ingegnere e allora magari si mettono assieme per queste funzioni, ma le unioni dei comuni, dove si gestiscono servizi, spesso hanno creato delle difficoltà perché a porre in essere i servizi sovente, anzi per norma, viene chiamato l'apparato del comune capofila; questo crea difficoltà all'interno del comune perché molti funzionari vengono utilizzati per assolvere i compiti dell'unione dei comuni. Così, come abbiamo visto discutendo anche in questa Aula, si sono creati degli organismi particolari, per esempio ne abbiamo discusso in riferimento al fatto che si sarebbe dovuto avere un segretario dell'unione dei comuni, allora poteva capitare che l'unione dei comuni portava alcuni segretari di livello inferiore a raggiungere i livelli riconosciuti ai segretari di comuni grossi. Comunque vi erano complicanze che, a mio avviso, possono ripetersi se (anche nel rispetto del disegno di legge costituzionale che prevede l'unione dei comuni), in tal senso, se dovessimo dividere o creare unioni di comuni in Sardegna, non so quanti ne verrebbero.

Nella mia proposta, ma penso anche in quelle di altri colleghi, si suggeriva il fatto che, avendo oggi noi comunque definito gli ambiti elettivi, le circoscrizioni elettorali, all'interno di queste circoscrizioni elettorali, i comuni facenti parte la circoscrizione potessero, con la Regione Sarda, attraverso una convenzione, stabilire quali servizi mantenere sul territorio in maniera permanente e quali servizi e opere realizzare invece anno per anno sul territorio. In questa maniera, i territori potrebbero continuare a utilizzare il personale delle province, abolendo organismi (comprese le società partecipate che, a mio avviso, stanno creando difficoltà agli enti pubblici perché si ingrossano a dismisura senza giustificazione alcuna rispetto ai servizi erogati) e attività che spesso portano a innalzare i costi della politica.

Il mio è un contributo a disposizione perché se ne parli ma, ripeto, ci sono anche altri contributi, quindi direi che è opportuno che questa norma, ribadisco, possa tornare in Commissione dove magari svolgere una riflessione approfondita, serena, rispettando così davvero la volontà popolare, senza inganni, come invece avviene con questo provvedimento di legge. Questo è un inganno, forse intendeva dire che si volevano sciogliere le province regionali e mantenere quelle costituzionali; bene avremmo fatto e bene avrebbero fatto anche i Riformatori a presentare la proposta referendaria in forma diversa, più chiara, più netta, in modo tale da non trarre in inganno i cittadini e quindi fare in modo che potessero esprimersi su punti essenziali. E' vero che è stato chiesto, per le province costituzionali, il parere, ma anche in quel caso comunque i cittadini si sono espressi per l'abolizione.

Quindi abbiamo un momento importantissimo che ci riguarda, che riguarda la Sardegna, perché davvero si possa procedere a un riordino istituzionale serio che valorizzi i nostri enti locali, li renda protagonisti, e la Regione Sarda trasferisca, verso gli enti locali, servizi e funzioni alleggerendosi e predisponendo una pianificazione di natura regionale in concorso con gli otto ambiti regionali che coincidono in questo caso addirittura con le vecchie province, non esiste nessun livello politico e istituzionale, ripeto, l'intesa e la convenzione è tra i comuni e la Regione.

Quindi l'opportunità c'è stata data con il referendum, credo che abbiamo il dovere e l'impegno di assecondarla davvero dando una prospettiva alla Regione Sarda per poter disporre di una regione più snella, più efficiente, capace di programmare lo sviluppo dell'intera Isola, raccogliendo le istanze provenienti dai territori. Ripeto che, con la convenzione, i comuni degli otto territori sono in grado di esplicitare, alla Regione Sarda, i loro bisogni e, con la Regione Sarda, condividere un assetto locale che la Regione può integrare costituendo una rete e un assetto regionale, perché alla Sardegna, quindi al Consiglio e alla Giunta, compete la normativa e compete la pianificazione di tipo generale. Questo metterebbe il cittadino più vicino alle scelte politiche, e non solo, gli consentirebbe di verificare se quell'intesa sottoscritta poi verrà realmente attuata, quindi in maniera diretta. Oggi è difficile già per il consigliere, che non ha gli strumenti di controllo e spesso fa interrogazioni a vuoto alle quali neanche si risponde, immaginiamoci per il cittadino!

Credo che ci sia la disponibilità a riflettere seriamente perché è un tema importante che c'è stato affidato dalla nostra comunità isolana e a tale bisogno dobbiamo rispondere, anche in maniera rapida, prima che a decidere siano altri organismi così come sta tentando di fare lo Stato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, oltre a sottoscrivere gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, vorrei sottolineare alla Presidenza, ma anche a tutti i colleghi, la situazione paradossale in cui ci troviamo oggi. Chiedo al Presidente se mi aiuta anche a creare un clima di attenzione in Aula, capisco che sia un passaggio rituale che dobbiamo consumare in qualche modo, vista l'assenza dei colleghi della cosiddetta maggioranza o di quello che resta della maggioranza che non si sono iscritti a parlare. Però, vede, Presidente, le pongo un quesito.

Sono un consigliere regionale che vorrebbe contribuire, in qualche modo, in maniera fattiva, al riordino degli enti locali in Sardegna, mi ritrovo oggi a discutere un testo della maggioranza che so già che sarà falcidiato dai vostri emendamenti sostitutivi totali. Se dovesse essere approvato un testo simile a quello che abbiamo oggi in discussione, che prevede sostanzialmente il mantenimento delle quattro province storiche, è del tutto evidente che i proclami e le grida di doveroso rispetto del referendum di superamento delle province si configurerebbero come proclami e grida del tutto ingannevoli.

Mi trovo oggi a dover discutere in fretta e furia di una riforma che so già che sarà falcidiata, perlomeno nel testo che è uscito dalla Commissione, senza sapere di che cosa devo discutere in discussione generale. Al di là del fatto che ognuno di noi svolge un ruolo politico… mi fa piacere che almeno l'onorevole Pittalis, a nome della sua maggioranza, sia così cortese da ascoltarci, perché vedo che per il resto non riesce più a tenere le pecorelle della sua maggioranza nel recinto e, anche se si affaccenda a fare il buon pastore, gli esiti sono sconfortanti anche per lui… mi chiedo: di che cosa devo discutere? Cioè devo fare l'ennesimo intervento politico? Onorevole Pittalis, il suo appello a discutere di merito, io, che lo accolgo, come faccio a recepirlo quando so già che voi non siete in condizioni politiche di approvare un testo che sia lontanamente assimilabile a quello uscito dalla Commissione.

Guardi, sarei anche d'accordo che in questa fase si possa o si debba andare verso le quattro province storiche; cioè, prima che si intervenga sulla Costituzione italiana, e quindi si cancelli la parola "province" dalla Costituzione italiana, l'assetto costituzionale delle quattro province storiche è forse l'unico possibile e percorribile, perlomeno in un breve tempo di fronte a noi, che comunque sarà di qualche anno.

Invece devo forse fare riferimento alla legge stralcio, almeno penso, che anticipa il contenuto di un'ipotetica legge, di cui non conosciamo i contenuti e che è certamente diversa da quella che ci viene presentata oggi, che dice sostanzialmente che, in questa riforma, dovranno essere trasferite le funzioni ordinarie delle province con eccezione di quelle riguardanti la raccolta, il coordinamento delle proposte dei comuni relativamente alla programmazione economica territoriale e ambientale del territorio regionale di loro competenza, sostanzialmente limitata agli atti di programmazione. Allora noi ci troviamo a palleggiare tra due leggi che non ci sono, una di cui si scrive il titolo, quella che vi ha consentito in maniera frettolosa di commissariare le quattro province regionali e la provincia di Cagliari, e l'altra quella di un testo che sappiamo sarà falcidiato, se non sarete nelle condizioni di contraddirvi completamente.

Presidente Cossa, mi rivolgo a lei, come facciamo a esercitare la nostra funzione di consiglieri regionali nel merito? Come facciamo ad accogliere l'invito che ci è arrivato, da parte della maggioranza, di discutere nel merito, quando il merito non c'è? Dove volete andare a parare non lo sappiamo! L'altro giorno, avete approvato un testo di commissariamento frettoloso facendo un salto nel buio. Sono certo, sono convinto che, da qui a martedì, perché è evidente che voi non siete in condizione di proseguire la discussione, è evidente che non avete deciso neanche voi che cosa farete, è evidente che ci trascinerete di rinvio in rinvio, è evidente che ci trascinerete in mancanza di numero legale in numero legale. Sono pronto a scommettere che ci trascineremo alla settimana prossima perché non sapete dove andare a parare, non vi siete messi neanche d'accordo fra di voi! Sono convinto che andremo a martedì, da martedì andremo a mercoledì, da mercoledì andremo a giovedì e ci trascineremo oltre i trenta giorni, perché non sapete dove andrete a parare! Anche perché il quadro è mutevole. Senza sapere quale riforma costituzionale verrà fuori dal Parlamento, se cancellerà o meno la parola "province", o se le riaggregherà e ridimensionerà per esempio secondo le indicazioni date dalla spending review di Monti (che adesso sono diventate un disegno di legge), è molto difficile per noi capire quali sono gli ambiti della riforma che dovremo fare.

Quindi è fatale che sarete costretti a un rinvio ed è fatale che verrà fuori tutta la spregiudicatezza della vostra azione di commissariamento. Verrà fuori che quella che è avvenuta nei giorni scorsi è un'operazione tutta politica per sfamare l'ansia mediatica del Partito dei Riformatori, un'operazione tutta politica per scalzare, dai loro ruoli istituzionali, presidenti di provincia regolarmente eletti, è un'operazione tutta politica per posizionarvi nel modo migliore in vista delle prossime elezioni regionali, questo verrà fuori! Verrà fuori quanto la vostra incapacità di arrivare a una riforma. Ma io direi che, oltre l'incapacità, che è conclamata dalla vostra "inazione" riformatrice, in questi quattro anni e mezzo, non siete arrivati a produrre una riforma degna di questo nome, avete solo commissariato, avete commissariato le Aziende sanitarie in attesa di una riforma che non è arrivata, avete commissariato i consorzi industriali in attesa di una riforma che non è arrivata, e così discorrendo. Avete fatto leggi bandiera come quella sulla flotta sarda che si è rivelata inapplicabile ed è oggetto di osservazioni da parte dell'Unione europea.

Allora, posto che siete inadeguati e incapaci, in questo caso siete anche impossibilitati a produrre una riforma in assenza di un quadro normativo certo di rango costituzionale. Voglio vedervi proporre l'abrogazione delle province storiche, in quanto tempo vi risponderanno e se vi risponderanno senza avere deciso qual è l'assetto complessivo che l'istituzione provincia, l'ente intermedio provincia, dovrà avere nell'ambito dello Stato italiano. Quindi oggi avete fatto un'operazione spregiudicata, l'ennesima, in cui avete promesso una nuova riforma, che non c'è, senza sapere dove andate a parare e andrete avanti di rinvio in rinvio! Chi oggi vuole fare il legislatore, entrando nel merito, non è in grado di farlo, perché il testo di un'eventuale riforma (non so se l'assessore Rassu abbia qualche notizia più di me), non è certamente questo, arriverà un emendamento che cancella tutto, che conosceremo in Aula e di cui saremo costretti a discutere in Aula all'ultimo momento.

Vi suggerisco, se non volete permanere nella illegalità più totale, per quanto riguarda perlomeno le province storiche e la Provincia di Cagliari, di fare quello che avreste dovuto fare da tempo, cioè commissariare la Provincia di Cagliari e andare quanto prima a nuove elezioni. Certamente non possiamo sopprimere oggi la Provincia di Cagliari e non la possiamo sopprimere con legge regionale, non possiamo cambiare la Costituzione per fare una cortesia a un partito anziché a un altro e per tenere insieme una maggioranza che è stata, per un certo numero di mesi e di anni, maggioranza numerica e mai maggioranza politica, e oggi tende a non essere neanche più maggioranza numerica nel momento in cui il "si salva chi può" è partito, e nel momento in cui realtà importanti dello scenario politico regionale, come il Partito sardista, hanno definitivamente preso le distanze della vostra maggioranza. Allora, almeno per la provincia di Cagliari, che cosa vogliamo? Vogliamo cancellarla per legge? Vogliamo sospendere la democrazia finché non si approvi una legge di rango costituzionale, finché il Parlamento non vada in doppia lettura? Che cosa vogliamo fare? Spero che vogliate uscire dalla illegittimità completa e se avete delle idee, applicarle alle Province regionali dove sicuramente abbiamo competenza (spero che le tirerete fuori e non credo che saranno quelle che ci avete presentato in questa proposta di legge), andando al voto dove si può andare al voto, magari sapendo già e nell'auspicio comune. Io sono tra quelli che auspicano un superamento definitivo delle Province, ma in un quadro certo dal punto di vista costituzionale, non sostituendo organi con altri organi, raccontando di voler cancellare le Province ma in realtà istituendo dei commissariamenti in maniera illegittima; sostituendo organismi democraticamente eletti con dei commissari e lasciando le Province dove sono, anzi utilizzandole come tolda di comando, perché magari abbiamo anche allentato la stretta del Patto di stabilità, per poter in qualche modo sostenere una campagna elettorale che sapete già che sarà per voi durissima e difficilissima, perché dovrete rendere conto dei vostri demeriti, dovrete rendere conto della situazione economica e sociale della Sardegna, dovrete rendere conto della vostra incapacità di chiudere anche una sola vertenza con lo Stato (ne avete conclamato e aperto a decine, vi hanno dato tanti tavoli di dibattito quanti ordini del giorno abbiamo approvato e sono rimasti inevasi e inattuati in questo Consiglio regionale).

Naturalmente oggi il presidente Cappellacci non c'è, perché c'è soltanto quando c'è da farsi una foto di rito, quando c'è da comparire in un sito, quando c'è da parlare, "attraverso" i banchi dell'Aula, non all'Aula, non ai consiglieri, non a chi vuole fare le riforme, ma al popolo, con un rapporto mediato e mediatico con la nostra comunità e con i sardi, che sfugge sempre e sistematicamente a un confronto di merito, che sfugge sempre alla fatica operosa di produrre riforme che possano reggere nel tempo e nelle quali ci si possa riconoscere.

Fintanto che il Governo non impugnerà questa legge (perché io sono convinto che la impugnerà nei sessanta giorni), se non volete sommare illegalità a illegalità, leggi impugnate a leggi impugnate, vi invito a operare rapidamente negli ambiti che sono di competenza della Regione (che sono quelli delle Province cosiddette regionali) e a procedere rapidamente a nuove elezioni nella Provincia di Cagliari. Sul resto vi invito veramente a soprassedere, tornando indietro in autotutela e ammettendo di aver sbagliato su commissariamenti che, non avendo un punto di arrivo, rischiano di essere, anzi sono, commissariamenti non transitori e temporanei, in vista di una riforma e di un punto di arrivo, ma sono commissariamenti che, a tutti gli effetti, avranno un carattere quasi permanente, o certamente di mesi e mesi, e che andranno ben oltre le prossime elezioni regionali.

Non è mai troppo tardi per ammettere le proprie responsabilità, non è mai troppo tardi per non aggiungere danno al danno; l'invito che vi facciamo, prima di svuotare questo Consiglio della possibilità di discutere, è di rimandare la legge in Commissione e ragionare tutti insieme su che cosa è possibile fare, partendo da punti di contatto che ci sono, perché credo che gli unici che vogliono veramente cancellare le Province siamo noi; gli unici che vogliono veramente una riforma possibile e applicabile siamo noi. Se volete smentirci, se volete - nei fatti - dire che ci stiamo sbagliando, accettate di tornare in Commissione e discutiamo tutti insieme di una riforma che non sia temporanea, che non sia caduca, che possa reggere anche in un quadro costituzionale che sta cambiando, che possa valere per i prossimi mesi e per i prossimi anni.

E' una sfida che abbiamo colto sempre in questa legislatura, non rinunciando a un ruolo costruttivo, è una sfida alla concretezza, alla sobrietà, che noi vi rilanciamo oggi invitandovi a non avere in mente gli annunci e la demagogia ma invitandovi ad avere in mente gli interessi e la voglia di sperare, in una politica migliore, del nostro popolo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna e già Domani). Presidente, veramente la scarsa attenzione, nonché frequentazione dell'Aula, forse ci dovrebbe consigliare di smetterla almeno nel parlarci addosso, però quello che stiamo affrontando è un argomento davvero importante, un argomento di estrema valenza; cioè parlare, discutere, soppesare e valutare le funzioni, i poteri e le competenze della Regione rispetto agli enti locali è certamente un argomento che meriterebbe serietà, preparazione, concretezza, cultura (cultura istituzionale, giuridica e amministrativa). Bisognerebbe davvero essere capaci di "volare alto", espressione che sentiamo spesso pronunciare in quest'Aula, volare alto ma senza le ali di cera o sfruttando semplicemente le correnti d'aria, come finora purtroppo è stato fatto. Perché sinora si è scelto, scientemente, semplicemente, riduttivamente e, direi, miseramente, di cercare di cavalcare l'onda, pensando così di cavalcare il consenso. Per un amministratore e, soprattutto, per un legislatore, sono importanti il consenso e il dissenso. Lo abbiamo sperimentato alle ultime passate elezioni regionali in cui è stato espresso chiaramente il dissenso nei confronti del legislatore, degli atti di quel legislatore, nei confronti delle azioni reali e concrete, delle delibere di quel legislatore;e il consenso, come qualcuno pensa, in testa il nostro Presidente della Giunta, non potrà certo essere ottenuto attraverso proclami, manifesti, bandiere sventolate o quant'altro faccia spettacolo o notizia.

Allora, a proposito della serietà, della concretezza, della preparazione istituzionale, giuridica e amministrativa che deve avere chi governa, mi chiedo, vi chiedo e chiedo anche a lei Presidente pro tempore di questa Assemblea in questo momento: se la Corte costituzionale o i Tribunali amministrativi dovessero bocciare le scelte fatte da questa maggioranza su una proposta o, se preferite, come qualcuno ha detto, su un ricatto voluto da un Partito di questa maggioranza (il suo Partito, Presidente pro tempore!), ci sarà qualcuno che per dignità ne trarrà le conseguenze e si dimetterà dalla funzione di legislatore, compreso in questo caso il nostro Presidente della Giunta? Sarebbe quella, se dovesse arrivare, l'ennesima certificazione dell'incapacità e dell'inidoneità di chi pensa appunto solo a cavalcare l'onda. Questa metafora del "cavalcare l'onda" mi piace perché mi ricorda qualcosa che notoriamente galleggia, in maniera proverbiale galleggia, e che però non segue una rotta sua; galleggia appunto ma va alla deriva, segue l'umore delle onde e delle correnti ma è priva di una sua reale volontà.

Se questo dovesse davvero avvenire, se questo ennesimo atto legislativo dovesse essere cassato dai livelli di giudizio superiori, mi aspetto che, per coerenza e serietà, qualcuno, magari con la stessa enfasi con cui ha gioito per l'apparente vittoria, decida di dimettersi, ribadisco, per palese incapacità. Davvero mi aspetto, almeno a fine legislatura, un atto di onestà intellettuale, prima che sia comunque il popolo sovrano, inesorabilmente, con il suo giudizio, a sancire il fallimento di questa Giunta e purtroppo, ribadisco "purtroppo", con essa il fallimento di questa maggioranza e purtroppo, ribadisco ancora "purtroppo", dei partiti che la compongono.

PRESIDENTE. Rammento che, alle ore 16 e 30, si riunirà la Conferenza dei Presidenti di Gruppo con gli assessori Zedda e Milia.

Il Consiglio è riconvocato alle ore 17 e 30 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 25.