Seduta n.44 del 30/09/2009
XLIV Seduta
(POMERIDIANA)
Mercoledi' 30 settembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 23.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 22 settembre 2009 (37), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Angelo Francesco Cuccureddu e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 30 settembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Cossa - Vargiu - Dedoni - Fois - Mula - Meloni Francesco:
"Norme per la salvaguardia e la valorizzazione dei siti nuragici e archeologici della Marmilla". (74)
(Pervenuta il 25 settembre 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)
Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:
"Norme per la tutela della qualità dell'attività sportiva". (75)
(Pervenuta il 28 settembre 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)
Discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del
patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del
testo unificato nel disegno di legge numero 53 53 e della proposta di legge numero 67.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
(Appoggia la richiesta la consigliera Zuncheddu.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Greco e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 37 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo di lavori per 30 minuti. I lavori riprenderanno alle ore 17. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 27, viene ripresa alle ore 17 e 02.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Passiamo all'esame del Titolo, e del titolo del Capo I al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo del Titolo, e del titolo del Capo I e del relativo emendamento:
Titolo
Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo.
Capo I
Disposizioni straordinarie per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Emendamento sostitutivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Titolo Capo I
Il titolo del Capo I è sostituito dal seguente:
Capo I: misure urgenti e straordinarie per garantire l'accesso alla prima casa in favore delle fasce sociali più deboli, delle giovani coppie, degli anziani, dei portatori di handicap, degli immigrati. (394).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (Pd.L.), relatore di maggioranza. Il parere della Commisione è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.
Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signore Presidente, il titolo, è una parte rilevante di questo provvedimento, perché definisce la finalità dello stesso. La finalità, secondo i presentatori, sarebbe quella di sostenere il rilancio dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e la promozione di interventi programmati di valenza strategica per lo sviluppo. Come abbiamo visto, la valenza strategica per lo sviluppo contenuta in questo provvedimento, di fatto è solo ed esclusivamente una licenza a costruire ulteriori volumetrie oltre i limiti previsti dalla pianificazione paesaggistica ed urbanistica attualmente vigente. In una situazione nella quale il costruito sia di prime che di seconde case, ma anche di strutture produttive e anche di strutture ricettive è superiore a quello utilizzabile e utilizzato, non si capisce come si possa rilanciare l'economia, e il settore edilizio solo consentendo un incremento di cubature.
Questa disposizione, questo articolato avrebbe avuto un senso se avesse immesso soldi, come dice la Marcegaglia, "soldi veri!" a correre per rilanciare l'economia e per rilanciare il settore edilizio, facendo cose utili, magari rendendo più sicure le scuole. Allora, è proprio questo il senso dell'emendamento, cioè, ricondurre ad un progetto possibile il rilancio dell'edilizia facendo interventi utili e non rilasciando licenze a nuove cubature.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signore Presidente, io credo che proprio dal titolo parta l'atteggiamento di piena contrarietà del nostro Gruppo nei confronti di una legge che porta come riferimento il richiamo al provvedimento nazionale per il rilancio dell'economia e dell'occupazione…
… anche se, così come ci ha confidato l'Assessore Asunis in aula, questo non è un Piano casa. Noi però per mesi abbiamo creduto che avremmo dovuto esaminare e affrontare un Piano casa, senza che nessuno, né il presidente Cappellacci né l'Assessore, né nessun autorevole membro della maggioranza, intervenisse a precisare che questo non era un Piano casa, ma un Piano di aumenti volumetrici.
Un Piano casa che ha la pretesa, -in ogni caso continuo a usare questo termine per semplificare e per intenderci- di essere uno strumento per il rilancio dell'economia e dell'occupazione mentre è solo una proposta che punta a scardinare ogni regola del territorio, mettendo in discussione gli strumenti precedentemente adottati e dando corso, a nostro avviso, ad un'allegra speculazione edilizia.
PRESIDENTE. Onorevole Mariano Contu!... per cortesia, non disturbi i lavori.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'allegria quindi non riguarda solo la speculazione edilizia, ma anche il clima di quest'Aula, che evidentemente avverte già, forte dei numeri, quello che sarà il risultato di questo iter legislativo. Noi, però, siamo chiamati ad assumere il nostro ruolo, e per questo continuiamo a criticare questa legge, addirittura anche nel titolo. Noi infatti chiedevamo un progetto di legge differente, certamente non una legge che prevede solo aumenti volumetrici, mettendo in pericolo il patrimonio maggiore di cui disponiamo, il patrimonio del nostro territorio, forte di un valore artistico…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Se il buongiorno si vede dal mattino, il titolo di questo provvedimento che parla di promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo testimonia e certifica l'incapacità sistemica di questa maggioranza di ragionare in termini strategici. Come si fa infatti, a ritenere strategico un intervento, dichiaratamente di breve termine, che consuma il territorio, checché ne dica l'Assessore? Come facciamo a chiamare strategico un intervento che è dichiaratamente di breve termine, che insiste per i prossimi mesi o per i prossimi 18 mesi, che consuma i gioielli di famiglia, e che alla fine determinerà soltanto una Sardegna più brutta e più povera?
Io credo che abbiano fatto bene i colleghi a presentare da subito un emendamento ispirato ad una filosofia diversa. Certamente anche l'emendamento al titolo non corrisponde al contenuto, ma corrisponde a un auspicio, quello di far sì che questo disegno di legge possa effettivamente, in qualche misura, venire effettivamente incontro alle esigenze di quelle fasce che la casa non ce l'hanno. Avrebbe quindi fatto bene la maggioranza a tagliare (magari proponete un emendamento orale), la dicitura "programmi strategici", perché non rende giustizia a voi stessi, ai programmi che io mi auguro presenterete (a cominciare dal Programma regionale di sviluppo di cui conosciamo i contorni) che mi auguro abbiano la capacità di tracciare un percorso, e non soltanto di guardare a un breve termine che, alla fine, vedrà soltanto la Sardegna più povera e più brutta. Il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signore Presidente. Nell'affrontare il titolo e l'articolo 1, perché presentare un emendamento sostitutivo delle stesse finalità del titolo? Proprio per inviare un segnale circa quelle che sono per noi le priorità e le finalità che avremmo voluto vedere inserite in questo titolo e nell'articolo 1.
Assessore, lei in sede di replica ci ha detto che questo non è un piano casa, non riguarda i giovani e le giovani coppie, non affronta le priorità da noi segnalate, serve per il rilancio di un settore, un (per carità, qualsiasi rilancio di un settore, qualunque esso sia, a noi farebbe piacere) ma in questo caso non è il rilancio del settore dell'edilizia, perché altre regioni utilizzano interventi di questo tipo, senza superare le norme, senza derogare alla pianificazione urbanistica dei comuni e senza scavalcare i comuni. E anche in quanto riguardi l'altro elemento che è nella filosofia di questo piano, quello del rilancio del settore turistico, credo che non necessiti di proposte di legge, ma abbia bisogno magari di un mese, due mesi di stagione turistica in più, cioè di riempire quei metri cubi già esistenti, quei metri quadri, quelle stanze d'albergo anche in mesi diversi di quelli estivi, che poi si riducono a luglio e agosto. Da lì dovrebbe partire il rilancio vero del settore turistico; non attraverso l'estensione delle strutture, ma attraverso l'allungamento della stagione turistica grazie a una pubblicità migliore delle nostre imprese, delle nostre aziende, delle nostre società che ruotano nell'ambito di questo settore. Occorre portare i turisti che si recano sulle coste nelle tante realtà dell'interno che presentano pure bellezze architettoniche, musei, panorami e paesaggi degni di nota. Per questo noi presentiamo un emendamento che nella sua filosofia è contrapposto al vostro, in favore, appunto, delle fasce sociali più deboli, dei giovani, delle giovani coppie, degli anziani, portatori di handicap e degli immigrati, ed è per questo che annunciamo il voto favorevole a quest'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). I titoli sono sempre rivelatori delle verità. In effetti abbiamo appreso l'altro giorno dall'assessore Asunis che, benché lui stesso avesse rilasciato interviste a tutta pagina titolate "piano casa", ha ritenuto opportuno, all'ultimo momento, cautelarsi e dire: "Questo non è un piano casa, è un'altra cosa". A ben vedere, il titolo chiarisce esattamente quello che vogliono loro e che forse noi abbiamo sottovalutato. Il titolo infatti recita: "disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia" - come la sosterrete non lo so, "a mano", senza una lira. - "mediante il rilancio" - sarebbe stato più logico chiamarlo liberalizzazione, perché non rilanciate niente, liberalizzate il settore edilizio - "e per la promozione "bella frase, evidentemente che piace solo al presidente Cappellacci" di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo".
Perdonate, questi programmi e interventi non li abbiamo visti, non capiamo cosa siano, forse ce li avete nella testa, ma da questa legge non si evincono. E' una bella frase che parla degli interessi prevalenti, che sono quelli di chi sta bene e di chi vuol effettuare investimenti e realizzare profitto, e che dimentica, evidentemente anche nella dichiarazione del titolo, i soggetti più sofferenti a causa della crisi economica, rivelando una filosofia esattamente contraria all'idea originaria.
E' vero quello che diceva l'assessore Asunis l'altra volta: il problema della casa lo risolveremo con un altro strumento. A tal fine vennero destinati, 500 milioni che poi sono diventati 200 perché c'è stato bisogno di fare altro. Ecco, questa è la concezione del vostro sostegno a chi ha più bisogno e il titolo è rivelatore. Per questo voto a favore della riformulazione, che sarebbe più logica avendo rispetto della sofferenza di chi la crisi economica la patisce.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, certo è che con questo piano casa parlare di rilancio dell'economia è davvero un'esagerazione. D'altra parte ci sono pochi commenti da fare visto e considerato che lo stesso Assessore non ha avuto assolutamente alcun tipo di pudore rivedendo il concetto di piano casa.
Quando si parla di piano casa nell'immaginario collettivo il messaggio è ben diverso, è quello di solidarietà verso chi la casa non ce l'ha, verso chi ha necessità e urgenza di avere il primo tetto. Il nostro Assessore, invece ci ha svelato subito l'inganno., Vorrei anche sottolineare che individuare nel rilancio dell'edilizia il cosiddetto volano di sviluppo della nostra economia è un errore. Abbiamo avuto esempi importanti anche in Spagna, dove il tentativo di rilanciare l'economia spagnola passando attraverso l'urbanistica si è rivelato un grossissimo fallimento perché il paese si è ritrovato con un'infinità di cemento assolutamente invenduto. Visto e considerato che qui in Sardegna non abbiamo necessità di nuovo cemento, non abbiamo necessità di edificare nulla di nuovo, occorre perseguire una politica assolutamente diversa, una politica di recupero dell'esistente.
Abbiamo esempi anche di architettura di pregio in stato di abbandono. In tutto il territorio sardo noi vantiamo migliaia e migliaia di appartamenti di palazzi di pregio abbandonati, nella stragrande maggioranza dei casi, fra l'altro, di proprietà di enti pubblici. Pertanto denuncio veramente l'infantilismo e anche la malafede di una classe politica che non effettua un'analisi seria delle esigenze dei sardi tenendo conto che possiede un patrimonio inestimabile in stato di abbandono. Anche sul piano occupazionale, scusate, non è credibile che aumentando la volumetria, si riescono a conseguire risultati. Il piano casa punta solo ed esclusivamente a mangiarsi l'ambiente, a mangiarsi il territorio con un aumento di volumetrie che di certo non privilegia chi il tetto non ce l'ha.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Presidente, io mi rendo conto, che i nostri interventi possano suscitare anche un pizzico di ilarità nei colleghi della maggioranza, e questo porta a qualche distrazione, tuttavia a me pare che l'emendamento contenga una riflessione molto seria. Vedo che l'Assessore ascolta con attenzione e questo ovviamente mi fa estremamente piacere, certamente non condivide le nostre osservazioni, tuttavia lo ritengo un atteggiamento responsabile e mi farebbe piacere che analogo atteggiamento fosse tenuto da parte di tutta l'Aula.
Ciò detto, Presidente del Consiglio, signor Assessore, in queste ore in Sardegna si sta abbattendo con la scure un colpo mortale all'economia della Sardegna. A Porto Torres l'ENI, con la noncuranza del Governo regionale, annuncia e conferma di fatto la chiusura del cumene e del fenolo, del cracking, annuncia 142 mobilità lunghe (che vuol dire licenziamento per 142 persone) annuncia l'installazione in quel territorio di un deposito costiero, che vuol dire cambiare destinazione d'uso…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, la dichiarazione di voto è sull'emendamento.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' pertinente, le assicuro che arrivo all'emendamento. Le dicevo, un deposito costiero, che significa cambiare la destinazione di uso di un'attività produttiva vera, che produce ricchezza. Voi parlate di aumento della crescita. Vorrei sapere se il riferimento che voi fate come proposito di aumento della crescita passa attraverso questo titolo.
Allora, io vi chiedo, lo chiedo ai colleghi della maggioranza, nella relazione del Presidente della Commissione, che abbiamo avuto modo di apprezzare, si legge testualmente che l'intervento che voi proponete è tra l'altro anche destinato ad attenuare il disagio abitativo di molte famiglie. Parlare di disagio abitativo vuol dire parlare di famiglie che non hanno strumenti economici per affrontare e risolvere quel disagio, perché se li avessero ovviamente non si troverebbero in una condizione di disagio. Per alleviare il disagio io credo che non ci sia una misura diversa da quella di mettere a disposizione risorse pubbliche in quella direzione. L'Assessore ci ha riconfermato che non è assolutamente…
(Interruzione)
Lasciami finire, tu hai quest'aria saccente, ma ti prego prima di esprimerla in questa maniera, di verificare questa condizione. Chiedo di recuperare 10 secondi, io non interrompo mai nessuno, mai nessuno, eppure cose curiose e singolari ne sento parecchie.
Considerato che l'Assessore, con grande onestà intellettuale, anche contraddicendo alcune interviste dei giorni scorsi, ci ha detto che questo non è il piano casa, mi sembra che ci sia una contraddizione tra quanto affermato dal Presidente della Commissione... Presidente, le ho chiesto altri 10 secondi.
PRESIDENTE. Sì, ma il sistema procede automaticamente, non sono io che le tolgo la parola. Altri dieci secondi, prego.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dicevo, c'è una contraddizione: non si tratta di un piano casa perché lei ci ha ricordato che lo presenterete fra qualche mese e non è neanche un piano per alleviare le condizioni di disagio. Allora io credo che sia davvero coerente con le dichiarazioni che lei ha reso, Assessore, modificare il titolo nella direzione dell'emendamento che è stato presentato. Per questo voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Io voterò contro, signor Presidente. Ho sentito parole grosse e credo che qualche voce anche da questa parte, per dichiarare che si accetta il confronto, ci debba essere. Però limitiamo i termini e siamo onesti intellettualmente. Finora, devo dire, (rispondendo a certi termini), c'è poca onestà intellettuale perché si parla di malafede, di inganni, si usano espressioni un po' forti e sapete che anche noi siamo bravi a usare parole forti. Però, vi leggo il titolo della legge della Regione Toscana: "Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell'economia e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente". Vi posso leggere i titoli delle leggi dell'Emilia-Romagna, della Campania, di tutte le leggi che avete richiamato indirettamente e vedrete che in nessuna di queste leggi c'è un intervento diretto per facilitare le fasce meno abbienti, non ce n'è neanche uno. Perché? Perché quello è un intervento finanziario che noi ci ripromettiamo di suggerire alla Giunta nei collegati alla legge finanziaria.
Questo è un piano di sviluppo, è un tassello di tutta una serie di azioni che si propone l'obiettivo di iniziare o di riprendere uno sviluppo attraverso le facilitazioni volumetriche, così come avviene in tutte le regioni che vi ho elencato: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano. Delle altre regioni non sono ancora riuscito a esaminare le leggi ma mi ripropongo di farlo quanto prima.
Quest'emendamento dovrebbe essere in sintonia con gli emendamenti successivi e in sintonia non è perché riproponete gli interventi, formulati diversamente secondo la vostra visione, che vanno verso l'indirizzo dello sviluppo economico e non delle facilitazioni abitative della prima casa, che non c'entrano nulla. Perciò io chiedo un confronto leale, corretto, sul tema che stiamo discutendo e intervengo perché la comunicazione verso la gente, in questo caso, ha una grande importanza. E allora, diamola corretta e siamo corretti anche nei confronti di chi ci ascolta che ha poi l'obbligo, diritto-dovere di trasmettere quello che in quest'Aula avviene; confrontiamoci lealmente su un tema che si può condividere o meno, ma che non può essere fuorviato e che non può essere demagogicamente utilizzato per una becera propaganda che nulla ha a che vedere con la legge che stiamo esaminando.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signora Presidente, quest'ultimo intervento mi consente di affermare che è proprio così come dice l'onorevole Capelli, nel senso che la pensiamo diversamente, all'opposto. E' dal 1º aprile che voi, già a livello nazionale, chiamate questo accordo, da cui scaturisce questo disegno di legge, "piano casa". Io ho già avuto modo di dire che per noi la nostra proposta è la fase uno, per voi le case per chi non ce le ha sono la fase successiva: arriverà.
Io vi porto un esempio: nella mia città, la città di Alghero, governata da sette anni dal centrodestra, sono stati edificati in questi anni 3 milioni e mezzo di metri cubi - sono dati dell'Amministrazione comunale - interi quartieri, nuove zone di espansione, realizzate volumetrie per 20 mila appartamenti. I residenti sono da allora ad oggi sempre gli stessi, 42 mila. Allora, mi chiedo se questa è la risposta al rilancio dell'economia oppure se è la risposta per realizzare seconde case, per realizzare appartamenti che poi vengono affittati in nero, per realizzare 2 mila appartamenti all'anno. E poi ci sono valanghe di appartamenti che vengono offerti dalle agenzie immobiliari a prezzi astronomici e i giovani, le giovani coppie vanno a vivere ad Olmedo, a Uri, a Putifigari, eccetera.
Io credo che abbia fatto bene il Gruppo della Sinistra a presentare questo emendamento, perché effettivamente corrisponde all'idea che abbiamo di un provvedimento volto a garantire l'accesso alla prima casa alle fasce sociali più deboli, fascie sempre più in espansione, alle giovani coppie, agli anziani, ai portatori di handicap e agli immigrati. Noi ci misureremo, ci misureremo su ogni articolo, su ogni emendamento, ma riproporremo sulla base di un disegno organico, sulla base della nostra proposta di legge, esattamente quei contenuti, perché riteniamo che vengano prima, vengano prima di un provvedimento - lo vedremo poi nel corso dell'esame dell'articolato - che persegue obiettivi ben diversi da quelli della casa, che nasconde ben altri obiettivi che poi vanno a modificare, a scardinare l'impianto del Piano paesaggistico, ma ci ritorneremo in sede di esame degli altri articoli. Dichiaro il voto a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signora Presidente, già dal titolo - nell'iniziare il mio intervento annuncio chiaramente il voto favorevole all'emendamento presentato, come primo firmatario, dall'onorevole Carlo Sechi - si comprende un po' la distorsione del progetto di legge. Già dal titolo si legge in maniera chiara come il centrodestra abbia predisposto un disegno di legge che mira ad illudere i cittadini sardi (e lo dico con certezza) in quanto non viene messo a disposizione nessun tipo di risorsa.
Voi pensate di riattivare lo sviluppo, di riattivare l'economia, pensando di rimettere in moto il meccanismo, chiedendo uno sforzo ai nostri imprenditori, chiedendo uno sforzo ai nostri cittadini, ipotizzando - lo diceva l'Assessore su L'Unione Sarda - aperture di cantieri in numero notevole, 12 mila in Sardegna, senza però riflettere sul fatto che il momento economico che viviamo è un momento difficile, che probabilmente, anzi sicuramente non offrirà questa opportunità.
Onorevole Capelli, noi abbiamo proposto un disegno di legge alternativo con titoli diversi perché non pensiamo che le leggi della Toscana o del Veneto o dell'Emilia-Romagna possano rappresentare la verità assoluta. Noi abbiamo presentato un disegno di legge dove abbiamo proposto interventi che, a nostro parere, come Partito Democratico, rappresentano in questo momento interventi essenziali, fondamentali per poter iniziare a riavviare l'economia della nostra Isola. Li abbiamo proposti in maniera seria, in maniera corretta, e in maniera altrettanto seria e corretta si sarebbe dovuto aprire un confronto in Commissione su questi temi, invece il disegno di legge è stato totalmente snobbato.
Io pensavo, anche nel momento della presentazione degli emendamenti, che non tutti fossero così negativi, che ci sarebbe stato spazio e disponibilità per accoglierne alcuni. Così non è stato e auspico che in quest'Aula si cambi, si cambi anche l'idea di come voler affrontare questo disegno di legge. Comunque faremo su ogni singolo articolo le nostre riflessioni in maniera seria, corretta e convinta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, dichiaro il voto contrario all'emendamento. Intervengo anche per precisare al collega Diana in modo particolare e a chi l'ha preceduto che nella relazione che è stata da me illustrata in quest'Aula vi è un passaggio dove faccio riferimento ad una nuova normativa in materia di edilizia residenziale pubblica, favorita da ulteriori risorse finanziarie, già in fase di predisposizione nell'ambito della prossima manovra finanziaria.
A tal proposito mi pare anche abbastanza riduttivo quanto detto dai colleghi dell'opposizione. Io rispetto ovviamente i ruoli, però dico anche che il testo in questione, cari colleghi, considerarlo come un piano casa - come lo stesso Assessore ieri ha chiarito - è veramente riduttivo e quasi sminuisce il lavoro svolto dallo stesso Assessore e dalla Commissione. Il titolo stesso parla, appunto, come avete avuto modo tutti di ricordare di "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo".
Tutto il provvedimento che noi stiamo esaminando mira in maniera chiara e in maniera puntuale a rimettere in moto il settore edilizio salvaguardando l'ambiente, mettendo in campo nuove strategie, strategie che ovviamente voi non potete condividere perché fate parte di un'altra cultura che è la cultura dei vincoli, che è la cultura dei lacci e lacciuoli che ha ingessato la Sardegna e l'urbanistica in Sardegna nella passata legislatura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sicuramente io voto a favore di questo emendamento però un piccolo commento su ciò che ha appena detto il collega Capelli, voglio farlo, perché ciò che ha detto oggi è quasi il contrario di quello che dice il suo partito a livello nazionale.
Forse l'intervento del collega Capelli è un intervento di comodo e pertanto lo invito a rileggere il libro che mi ha consigliato recentemente: "Il giorno del giudizio" per ricordarsi che strategia per voi significa stratagemma, inganno e la promozione non ha mai una connotazione collettiva, per voi promozione significa intervenire a favore di una fetta della società, che non è però la parte debole della società.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 394.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Capelli, Cappai e Rodin hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 71
votanti 70
astenuti 1
maggioranza 36
favorevoli 24
contrari 46
(Il Consiglio non approva).
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del Titolo.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Espa hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 41
contrari 22
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
1. La Regione autonoma della Sardegna promuove il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio favorendo interventi diretti alla riqualificazione ed al miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale, della compatibilità paesaggistica e dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale, anche attraverso la semplificazione delle procedure.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 1
L'art. 1 è soppresso. (1)
Emendamento soppressivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 1
Il comma 1 dell'art. 1 è soppresso. (162)
Emendamento sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 1
Il comma 1 dell'art. 1 è sostituito dal seguente:
1. La presente legge è finalizzata al rilancio dell'economia, risponde alle esigenze abitative delle famiglie ed interviene sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con i principi e le finalità della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45 (Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale), favorendo gli interventi edilizi diretti a migliorare la qualità architettonica, la sicurezza, la compatibilità ambientale, l'efficienza energetica degli edifici e la fruibilità degli spazi per le persone disabili. (163)
Emendamento sostitutivo totale Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Zedda Massimo - Uras - Salis
Articolo 1
L'art. 1 è sostituito come segue:
1. La Regione autonoma della Sardegna promuove il sostegno dell'economia mediante la riqualificazione ed il miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale, della compatibilità paesaggistica e dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale, anche attraverso la semplificazione delle procedure.
2. Al fine di rendere compatibile il rilancio del settore edilizio con la tutela del paesaggio, dell'ambiente e del territorio tutti gli interventi di ristrutturazione, ampliamento, demolizione e ricostruzione di cui alla presente legge, dovranno essere effettuati secondo le tecniche e con l'utilizzo di materiali edili in regime di bioedilizia. (114)
Emendamento sostitutivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 1
L'articolo 1 è sostituito dal seguente:
Al fine di fronteggiare la grave crisi sociale economica in cui versa gran parte della popolazione residente e per ridurre il disagio abitativo. La Regione Sardegna garantisce l'accesso alla prima casa con la realizzazione di un programma straordinario di Edilizia Residenziale Pubblica, con l'erogazione di contributi a fondo perduto per l'acquisto e la ristrutturazione della prima casa in favore dei giovani, con il rilancio della L.R. n.32/85, con un adeguato programma di "Housing sociale", in favore delle fasce sociali più deboli, delle giovani coppie, degli anziani, dei portatori di handicap, degli immigrati. (395)
Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno
Articolo 1
All'articolo 1 del D.L. 53 sono introdotte le seguenti modifiche:
a) dopo la parola "promuovere" è inserito il seguente periodo: "con la presente legge in esecuzione dell'intesa tra Stato, regioni ed enti locali del 1 aprile 2009, misure straordinarie e temporanee di"
b) dopo le parole: "patrimonio edilizio esistente" sono aggiunte le seguenti: "al 31 marzo 2009". (164)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 1
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
I comuni nel quadro delle loro specifiche autonomie ed attribuzioni, deliberano con atto del Consiglio Comunale l'applicazione delle norme di cui agli articoli 3 e 4 della presente legge disponendo eventualmente le necessarie limitazioni ai fini della coerenza con i propri strumenti urbanistici. (165)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 1
All'art. 1 è aggiunto il seguente comma:
"Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano anche agli edifici soggetti a specifiche forme di tutela a condizione che gli interventi, ai sensi delle vigenti disposizioni, ottengano l'autorizzazione paesaggistica di cui all'art. 146 del D.LGS. 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni". (350)
Emendamento aggiuntivo Zedda - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 1
All'art. 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis
Le finalità di cui al precedente articolo sono perseguite senza determinare alcun incremento di volumetrie. (400)
Emendamento aggiuntivo Zedda - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 1
All'art. 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis
1. Le finalità di cui al precedente articolo sono perseguite senza determinare alcun incremento di volumetrie rispetto a quelle già previste nei vigenti strumenti urbanistici comunali, fatte salve le ulteriori limitazioni disposte dalla pianificazione paesaggistica in vigore. (401)
Emendamento aggiuntivo Zedda - Ben Amara - Sechi - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 1
All'art. 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis
1. Le finalità di cui al precedente articolo sono perseguite senza determinare alcun incremento di volumetrie avuto riguardo ai comuni del primo ambito omogeneo di cui al vigente Piano paesaggistico regionale. (402).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente volevo precisare che c'è anche una strategia anzi meglio una tattica dietro questi emendamenti che questa opposizione, che questo gruppo propone all'aula, cioè quella di sensibilizzare i colleghi sull'argomento. Perché abbiamo proposto un emendamento che parla di accesso alla prima casa in favore delle fasce sociali più deboli? Perché poi, disseminato tra gli emendamenti presentati, c'è un altro progetto di legge che noi avremmo voluto fosse discusso, sempre ovviamente nel rispetto dei limiti, che invece qua sono sistematicamente superati, di edificabilità, quelli posti a difesa dei beni tutelati dalla Costituzione, il paesaggio, i nostri beni culturali, il nostro territorio, le sue possibilità effettive di sviluppo.
Noi avremmo voluto che insieme ad alcuni interventi che magari razionalizzavano il sistema normativo urbanistico e paesaggistico, ci fosse una risposta chiara ed evidente a favore di un diritto (quello della casa) che anch'esso è riconosciuto e tutelato dalla Costituzione insieme ai diritti fondamentali dei nostri cittadini. Così non è stato perché questa è una normativa che insiste prevalentemente, se non esclusivamente, comunque prevalentemente, in modo molto pesante sulla normativa in materia urbanistica e paesaggistica e soprattutto non rappresenta una possibilità concreta di rilancio dell'economia, casomai una risposta ad esigenze - certo anche queste in qualche misura economiche - di qualche categoria della produzione, come quella delle imprese immobiliari e di costruzioni di un certo tipo e con una certa disponibilità.
Quello che dobbiamo dire chiaramente è che la finalità che ci propone in via generale è invece una finalità che persegue, non in senso generale, ma in termini molto più ristretti, e di questo noi ne siamo consapevoli. Il Piano casa - è inutile dirlo - non c'è, ma c'è invece una consistente azione di rivisitazione del sistema e delle norme in materia urbanistica e paesaggistica. Non c'è disposizione in questo articolato che non abbia un obiettivo esplicito, e non costituisce assolutamente una mancanza di riguardo ricordarlo. Lo dico all'onorevole Capelli, lo dico ai tanti attenti consiglieri, anche di quella parte di quest'Aula che oggi governa e che ha la responsabilità anche della tutela del bene paesaggistico e del territorio.
Io oggi ho comprato un giornale, e nella prima pagina di quel giornale si parla di un fiume che si è riappropriato del suo alveo, si è ricostruito un estuario, e così facendo ha cancellato totalmente un pezzo di territorio. Così è successo a Capoterra: un fiume ha invaso le abitazioni, ha portato via masserizie, ha portato via macchine, ha portato via anche persone. C'è una situazione drammatica, ma non lo dico io, lo dicono gli uffici dello Stato, che stanno mappando il territorio nazionale; si è verificato un disastro, e ogni volta che succede un disastro partono le recriminazioni: non si sarebbe dovuto costruire lì, non si sarebbe dovuto edificare lì, lì si sono superati gli indici, lì non c'era un territorio in grado di sopportare quel peso di cemento.
Ormai è evidente a tutti (soprattutto i tecnici come l'Assessore lo sanno benissimo) che il superamento degli indici di edificabilità in deroga a tutto potrebbero determinare situazioni di pericolo, anche per le persone, non solo per la nostra economia, perché poi c'è sempre qualcuno che paga. Il bilancio regionale viene di volta in volta ridotto a un lumicino a causa di ciò che dobbiamo pagare per i danni che si verificano nel nostro territorio. Quello che diamo con una mano ci viene ripreso con l'altra.
Questa è una legge che ha un marchio particolarmente diffuso nella società italiana: il marchio dell'egoismo. E' una legge che pensa per pochi, e siccome pensa per pochi non pena per quelli che ci saranno, per le generazioni future. E una legge che esprime questa filosofia non è una legge emendabile. Pertanto l'azione che noi faremo - lo dico perché non voglio essere poi tacciato di chi sa che cosa - sarà un'azione ostruzionistica. Vogliamo fare un'azione ostruzionistica, perché politicamente per noi è serio dire chiaramente che non concordiamo su questo testo. Poi lo voterete, lo approverete, ne sarete i protagonisti, probabilmente anche riconosciuti da un pezzo di popolazione, forse anche dalla maggioranza della popolazione, noi però manterremo la nostra convinzione. E lo dico proprio perché non ritengo di offendere nessuno.
Su questo terreno sarà difficile che io possa trovare un punto di accordo con il collega Diana, che pure stimo, con il collega Capelli, che stimo altrettanto, cioè sarà difficile perché su questo terreno abbiamo posizioni politiche opposte. E noi dobbiamo segnalare all'opinione pubblica che questa è la nostra posizione, lo dobbiamo segnalare attraverso la battaglia in Aula, e lo dobbiamo segnalare attraverso la battaglia nella società. Noi non siamo convinti (perché se anche lo fossimo poco poco il ragionamento sarebbe diverso) che questo sia uno strumento positivo per il rilancio del settore edilizio, io sono convinto che invece non lo sarà, anzi temo che produrrà un effetto contrario, che indebolirà e impoverirà il nostro patrimonio edilizio, il suo valore, anche quello di mercato, cioè che danneggerà l'impresa, anche quella che vogliamo sostenere. E penso che su questo argomento sia utile che noi conduciamo la nostra battaglia per portare anche voi a riflettere.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessore, colleghi e colleghe del Consiglio, ho sentito ieri nella replica dell'assessore Asunis un riferimento ad una legge di questa Regione, che è la numero 45 del 89, con le successive modificazioni e integrazioni. Ecco, l'Assessore ha riconosciuto testualmente che le uniche norme della regione Sardegna che prevedono l'inedificabilità sono riconducibili a quella legge.
Io credo che dopo questo passo dovremo andare ad affrontare il discorso della "45", riformulare, rivedere e trasformare, e avere una nuova legge urbanistica. Dico questo anche perché è una legge che per la prima volta, dopo quarant'anni di autonomia, oltre ai vincoli delle norme di salvaguardia, sanciva l'attuazione di una potestà statutaria mai prima di allora esercitata dalla Regione Sardegna.
Ci sono stati grandi punti di discussione - io osservo il collega Mariolino Floris, che allora era Presidente della Giunta -, sul diritto di acquisizione delle lottizzazioni solamente decretate, sulle situazioni delle lottizzazioni convenzionate, dove tutto tendeva a spostarsi nell'edificazione lontano dai 300, 500, 1000 metri dal mare. E allora non sono qui per rivendicare alcuna primogenitura, bensì per affermare il valore imprescindibile della coerenza.
Abbiamo avuto già noi tutti un diverso modo di parlare di territorio e ambiente in quest'Aula, abbiamo sempre speso, perlomeno noi Sardisti, argomentazioni critiche, cercando di ragionare nel merito, evitando posizioni preconfezionate e preconcette. Abbiamo sempre evidenziato la sudditanza del nostro istituto autonomistico nei confronti del Governo italiano. Ebbene io ritengo che in qualche modo, oggi, noi discutiamo su una legge che, in qualche misura, risponda a quanto premesso. Questa legge si adegua alla linea tracciata dal Governo nazionale, apprestandosi ad adottare questa norma che non solo fuori di qui viene definita, mi pare, come è già stato detto, in modo poco preciso "Piano casa", e lo fa anche in questo articolo uno sulle finalità. Nella relazione infatti vi è un passo che recita: "tra le finalità vi sono quelle di attenuare il disagio abitativo di molte famiglie". Ed allora, cosa ci sarebbe da eccepire quando si afferma di voler promuovere il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio anche attraverso la semplificazione delle procedure?
Noi abbiamo imparato con la nostra esperienza di legislatori, che le finalità dichiarate negli articoli di una legge sono sempre generiche. Come un capello adatto per star bene su ogni testa, o meglio come un coperchio buono per qualsiasi pentola. Ma io vorrei aggiungere, per chi è stata preparata questa pietanza? Mi pare che qualcosa mi sfugga, o perlomeno non mi è chiara abbastanza, credo comunque che potesse essere meglio espressa. Badate che il mio intento non è, e non vuol essere, provocatorio ma risponde ad una esigenza di chiarezza e di trasparenza.
Io credo che in questo articolo 1 manchi il beneficiario del provvedimento, e non mi pare poco. Insomma, non credo che il solo affermare di voler promuovere il sostegno dell'economia possa bastare a definire un soggetto beneficiario a meno che on si consideri (ma a me non pare) soggetto beneficiario la stessa economia. Credo invece che per soggetto beneficiario debba intendersi colui che dall'economia trae reddito, dall'economia trae il guadagno, dall'economia trae il profitto.
Allora, perché i soldi da spendere vanno a finire ai privati, nelle tasche di chi i soldi ce li ha e risente meno degli altri della crisi tanto spesso richiamata? Mi pare che i privati investano i propri capitali nella prospettiva e con lo scopo di una ricaduta economica, non certo per far beneficenza nei confronti di chi gli effetti della crisi li subisce in pieno. Ecco, io appartengo, come altri, ad una cultura a cui è stato insegnato il valore del risparmio, e quando si hanno pochi soldi si deve pensare prima di tutto a fare in modo che bastino. Si deve evitare il superfluo, contingentare le spese che non ci si può permettere, soprattutto si devono evitare i debiti e gli inutili consumi.
Ma perché voglio dire questo a proposito di questo articolo? Credo che tutti noi sappiamo che la crisi che oggi viviamo riguarda determinate categorie spessissimo citate in quest'Aula (spesso e volentieri anche a sproposito). Credo inoltre che sia superfluo ricordarci di quanto abbiamo tutti affermato e voluto dimostrare di conoscere bene: la reale capacità di spesa di queste determinate categorie, e i loro interessi immobiliari, ben lontani da poter essere ricompresi entro la fascia di rispetto dei 300 metri.
Allora, credo che sia doveroso e perfino banale ribadire l'interrogativo iniziale: a chi giova realmente questo provvedimento? E soprattutto, perché si è omesso o si è mancato di ricordare i beneficiari effettivi ma non il riferimento alla semplificazione delle procedure? Mi chiedo e vi chiedo, esiste per caso un nesso od un vincolo misterioso ed attorcigliato che leghi intrinsecamente i ricordi mancati al concetto di semplificazione delle procedure?
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, il primo articolo di questo disegno di legge parla delle finalità. Credo che abbia fatto bene l'onorevole Planetta a porsi una domanda, che dovrebbe essere la domanda che ci dovremmo porre tutti noi in quest'Aula: a chi è rivolto questo disegno di legge? Chi se ne avvantaggia? Chi se ne avvantaggia se ne può avvantaggiare nel tempo. Attraverso il disegno di legge si mettono veramente i presupposti per un rilancio dell'economia duraturo o è soltanto un provvedimento tampone che alla fine avvantaggia chi ha già e non fa nulla per chi non ha niente?
Noi su questo primo articolo abbiamo provato a rispondere alla domanda che si faceva l'onorevole Planetta, noi la risposta ce l'abbiamo chiara, è contenuta in uno dei nostri emendamenti, il numero 163, dove proponiamo una riscrittura che individua molto chiaramente il fruitore di questo provvedimento, che a nostro avviso può anche servire per rilanciare l'economia, per rimetterla in moto, se però lascia alle nostre comunità un vantaggio permanente. E se il vantaggio non è permanente in termini di sistema economico che sia un vantaggio permanente almeno in termini di coesione sociale, cioè che dia la casa a chi la casa non ha! A cominciare dalle famiglie, a cominciare da chi è povero, a cominciare da chi emarginato, a cominciare da chi vive nelle grandi periferie urbane. Allora, in periodo di crisi o l'economia si sostiene con la domanda pubblica (questo provvedimento non lo fa, perché non mette risorse in campo) oppure stringo la cinghia e, come un buon padre di famiglia, cerco di portare tutta la comunità sul vascello della speranza. Certamente non parto dalla coda.
Ieri con rivelazioni veramente estemporanee alle ennesime nostre obiezioni che questo non è un Piano casa, ci si risponde confermando che questo non è il Piano casa - e l'ha ridetto oggi il Presidente della Commissione - e che il Piano casa, con c maiuscola, verrà in una fase successiva. Noi crediamo che procedere così sia sbagliato: nei momenti di crisi e di difficoltà si riparte dalla priorità e si riparte dai più deboli, si riparte da chi ha più bisogno, si riparte da chi è emarginato, Per questo noi proponiamo la riscrittura del primo articolo e nel presentarlo affrontiamo la nostra battaglia in Aula che ci vede resistere, non lo nascondiamo, ci vede fare ostruzione perché non abbiamo potuto fare costruzione, ma non perché non vogliamo e non possiamo e non siamo pronti a costruire con voi un Piano che si occupi di edilizia e che occupandosi di edilizia si occupi anche di intervenire sui gravi problemi sociali la nostra Regione.
Noi non abbiamo distrutto, non ci siamo opposti, abbiamo presentato una nostra proposta di legge che parte proprio dalle famiglie, parte da chi la casa non ce l'ha, parte da interventi che possono stimolare l'economia ma non consumando territorio perché costruendo case sotto, sopra e accanto, cubature sopra, sotto e accanto in certe zone si determina comunque un impatto grave. Tra l'altro l'esperienza ci insegna che quando si affrontano questi argomenti senza una bussola chiara, Assessore, quando si affrontano questi argomenti senza la bussola di una legge urbanistica, senza la bussola di un Piano regionale di sviluppo, si corre il rischio lungo strada di fare qualche ulteriore inciampo, di aggiungere danno al danno, si corre il rischio di incontrare emendamenti, come il numero 350 che viene presentato in maniera apparentemente non conclamata in questo articolo, dove si dà il via libera al cemento, alle cubature nei centri storici anche se per edifici costruiti non più di cinquant'anni fa.
Immaginatevi se in piena Via Roma, dove ci sono edifici con meno di cinquant'anni costruiti a fianco ad edifici di cento non avendo limiti di altezza costruisco un grattacielo in base a questo provvedimento sarebbe legittimo. Ora siccome l'esperienza ci insegna che nel corso di questi provvedimenti ci "scappano" anche l'azzeramento della tassa sulla caccia, le case mobili nei campeggi, le riforme coatte della sanità, che tagliano le teste dei direttori generali per mettere commissari amici senza che ci sia uno straccio di riforma all'orizzonte, io vi richiamo all'attenzione sull'emendamento della Giunta regionale numero 350.
In attesa del "lodo Artizzu", che alzerà le volumetrie possibili per gli alberghi (e non solo non impedirà di costruire nella fascia dei 300 metri ma permetterà un aumento di volume del 25 percento) in attesa degli emendamenti della Giunta che ripristineranno le volumetrie nella fascia costiera, cioè in quelle zone intoccabili e inviolabili che dovremmo consegnare alle future generazioni, mentre noi ci distraiamo a pensare a quel bene che dovrebbe essere di tutti, che oggi rende la Sardegna famosa nel mondo, che è nelle copertine delle riviste, che è nei siti Internet e che non è costituita certamente dalle cubature dai mostri urbanistici costruiti sulle coste, ma dalla la purezza dei nostri mari, dalle coste di Scivu, di Piscinas, da ciò che è rimasto inedificato in un Mediterraneo che vede via via consumare territorio, consumare le coste, innalzarsi il livello dei mari, aumentare la pressione antropica, ecco mentre noi ci concentriamo nel vincolare 300 metri zitto zitto esce fuori l'emendamentino, il numero 350 che consente non soltanto di intervenire sugli edifici costruiti negli ultimi cinquant'anni, ma consente, salvo la concessione dell'autorizzazione paesaggistica (immagino quali pressioni e quali, come dire, imbarazzi ciò provocherà) di applicare aumento di volumetria, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti e ai piani particolareggiati, anche agli edifici soggetti a specifiche forme di tutela. Prepariamoci a tutto.
Noi siamo qui con la nostra passione politica, e con tutta la nostra capacità di proposta per invitarvi a riflettere. Per invitarvi a riflettere, a non essere frettolosi, a non aggiungere danno al danno, per invitarvi a non voler passare alla storia come i cementificatori delle coste.
Oggi i titoli nei giornali sono espliciti; guardate che la comunicazione, come sapete bene, è a due facce. Voi avete vagheggiato di un piano casa, che un piano casa non è, ma siccome è evidente che non è un piano casa, questo vi si ritorce contro. Siete costretti a dire che il piano casa vero sarà un altro, ma nel frattempo non avendo neanche l'accortezza di fare il lavoro che dovete fare (non stabilire deroghe agli strumenti urbanistici; noi siamo contrari alle deroghe anche agli strumenti urbanistici al di fuori dei 2000 metri) ma fare un lavoro, come dire, mirato per lo meno in quelle le zone di minor pregio dove l'impatto di nuove volumetria può essere minore, non resistete, vi fate prendere la mano, dovete rispondere alle pressioni di amici degli amici, non sapete dire di no, anche dove l'impatto dei vostri interventi rischia essere modesto.
E siccome oramai vi ha preso la mano dovette dire di sì a tutti, dovete dire di sì agli alberghi, dovete dire di sì alle seconde case in riva al mare, dovete dire di sì ai centri storici, dovete dire di sì agli edifici di pregio. Ormai non potete più resistere perché avete incominciato a dire di sì a tutti, perché non vi date regole, non vi date principi, non pensate a chi viene dopo di voi, vi accontentate solo di vivere nell'oggi. Questo è il problema che stiamo discutendo, questo è il problema che affrontiamo oggi in quest'Aula.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Signor Presidente, preliminarmente vorrei che fosse chiaro lo sforzo che abbiamo anche voluto tradurre in un contributo importante in sede di discussione di Commissione, lo sforzo che credo testimoni un po' di più non la cultura dei vincoli nella quale non mi riconosco, ma la cultura della responsabilità. Penso infatti che l'argomento che stiamo trattando sia un argomento di tale delicatezza e complessità che meriti di essere analizzato anche con il dovuto rispetto nei confronti di coloro che probabilmente hanno una visione un po' più conservativa del valore del bene nel quale noi viviamo.
E' una cultura, credo di poterla definire così, più del buon senso, ma non rispetto a quello degli altri. Certamente lo sforzo è nella direzione perché sia un atteggiamento e un'assunzione di responsabilità e un profilo politico che somigli più al buon senso piuttosto che ad una posizione che non può essere considerata di contrapposizione a prescindere. Lo abbiamo detto più volte, e credo che di questo ci debba esser dato atto e merito: non è mai stato nei nostri comportamenti, nelle nostre posizioni, nei nostri ragionamenti un no a prescindere.
C'è una mia personale valutazione che testimonia la mia preoccupazione, e cioè che il provvedimento, così come ci è stato offerto in Consiglio, dopo il lavoro che è stato compiuto in Commissione, è un provvedimento, che avrà probabilmente grosse difficoltà a perseguire gli obiettivi indicati nell'articolo 1 che stiamo discutendo, e cioè gli obiettivi di miglioramento sulle diverse qualità architettoniche, abitative, di riqualificazione in generale.
La difficoltà sta nelle diverse argomentazioni che ognuno di noi poi esprime nei modi e nei toni che un po' lo caratterizzano per profilo politico, culturale, sensibilità e passione. E io penso che anche questo debba far parte del contributo e della partecipazione alla costruzione di un provvedimento così importante rispetto anche ai modi con i quali ognuno di noi riesce ad esprimere meglio il proprio contributo.
E' uno strumento che, a mio avviso - lo dico sempre con rispetto quando esprimo un punto di vista diverso da quello degli altri - rischia di essere inefficace per i conflitti e le sovrapposizioni che inevitabilmente produrrà. E quando dico questo, penso soprattutto ad un problema che credo in ogni articolo meriti di essere affrontato, ed è il problema della deroga agli strumenti urbanistici comunali. Lo dico con particolare convinzione perché non soltanto ha impegnato una parte importante del dibattito in Commissione, ma è stato oggetto anche dell'espressione delle manifestazioni di preoccupazione delle diverse associazioni che hanno partecipato alle audizioni nello stesso parlamentino.
E la preoccupazione è quella anche dei sindaci, dei consigli comunali, coloro i quali hanno certamente fornito un contributo importante nella fase preliminare della stesura del disegno di legge numero 53, coloro i quali hanno partecipato alle consultazioni, dalle quali è nata poi anche la proposta. La percezione sempre più forte è infatti che i comuni, i consigli comunali, siano gli unici deputati a modificare o ad autorizzare la deroga ai loro strumenti urbanistici. E non è solamente un'ammonizione che ci giunge da precedenti sentenze del TAR, ma è anche una questione, oltre che politica, anche di buon senso.
Credo che noi dobbiamo riconoscere ai consigli comunali questo ruolo, e non certamente per complicare una procedura che noi vorremmo sempre più semplificata. La semplificazione, infatti, non può coincidere, corrispondere con l'imbocco di scorciatoie che violano le norme fondamentali di relazione politica e istituzionale. Io penso che un sindaco, penso che un consiglio comunale non possano essere estromessi dal ragionamento e dalla riflessione di condivisione, anche parziale, se non integrale, totale, di quanto contenuto in tale provvedimento. Ma credo che questo debba essere previsto in maniera chiara, e noi, nel nostro contributo che abbiamo voluto offrire, nella nostra proposta di legge in Commissione, il passaggio obbligatorio ai consigli comunali lo abbiamo voluto prevedere.
Invitiamo pertanto l'Aula, invitiamo soprattutto la maggioranza e l'Assessore a voler tener conto di ciò, perché, se così non fosse, sarebbe molto più difficile perseguire l'obiettivo del miglioramento delle qualità, non soltanto architettoniche, ma anche abitative. Non è pensabile che possa essere lasciato alla fantasia, oppure all'ispirazione artistica di professionisti, pur dotati di grandi capacità. All'interno, per esempio, di un edificio con villette a schiera, il risultato che ne deriverebbe, se ognuno dovesse accogliere le possibilità che tale provvedimento offre in termini di ampliamento, e ognuno lo facesse in maniera disgiunta rispetto all'altro, non sarebbe certo una riqualificazione, un miglioramento delle qualità architettoniche. Certamente non comporterebbe un miglioramento delle condizioni di vivibilità.
Io penso che i consigli comunali siano nelle condizioni, nel diritto dovere di poter valutare in che misura possano tali disposizioni incidere e compromettere anche le condizioni di vivibilità. E non parlo solo di vivibilità nel senso più ampio, ma anche di vivibilità nei rapporti tra vicini. Se non vogliamo mettere in croce i nostri sindaci impegnandoli nel dirimere conflitti tra vicini di casa. Ciò ci richiama ancora una volta alle ammonizioni che ci giungono dalle sentenze del TAR, che ci invitano a consultare non soltanto i consigli comunali, ma anche i cittadini perché, andando in deroga a tali strumenti urbanistici comunali, il cittadino si metterebbe nelle condizioni di ledere il diritto soggettivo del confinante, a una determinata condizione di vivibilità, codificata all'interno dello strumento urbanistico comunale. Ecco, è una questione politica ed è una questione di buon senso.
Allora, la mia difficoltà è di capire a chi giova eliminare un passaggio di questo tipo che in più poi permetterebbe ai consigli comunali (con un impegno di solo qualche settimana in più) di verificare l'adozione di tale provvedimento parzialmente o totalmente.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signor Presidente come al solito l'onoevole Uras dimostra di essere una delle persone più serie e corrette, perché quanto meno ha detto esattamente quale sarà l'impostazione politica e dei lavori in Aula del centrosinistra. Ha detto chiaramente che l'atteggiamento della minoranza sarà quello di una fortissima opposizione con forte ostruzionismo, legittimo, che ovviamente fa decadere tutte le chiacchiere sul titolo della legge.
Nel momento in cui, infatti, l'onorevole Uras dice: "Noi dobbiamo comunque fare ostruzionismo", è chiaro che i sardi valuteranno diversamente coloro che fanno ostruzionismo a tutti i costi e coloro che invece si sforzano di dare risposte a un settore certamente importante. L'onorevole Sechi dice: "Avete parlato di Piano casa". Ma gli unici che hanno parlato di Piano casa siete voi, perché il termine "Piano casa" è un'invenzione assolutamente giornalistica, non appare in nessuna norma di legge approvata in tutte le regioni d'Italia, perlomeno in quelle leggi che fanno riferimento al tipo di strumento per il quale noi ci stiamo impegnando in quest'Aula.
Quindi, onorevole Sechi, nessuno ha mai parlato della casa per i meno abbienti, nessuno ha mai parlato di questo. Abbiamo sempre detto che quello è un argomento diverso, e siamo pronti ad impegnarci anche in quel senso, ma lo faremo con un provvedimento certamente diverso da questo.
L'inviolabilità dei luoghi (l'onorevole Porcu sta assumendo l'atteggiamento di qualche altro collega consigliere che ha ricoperto incarichi molto importanti nella Regione Sardegna, cioè quello di prendere la parola e poi dileguarsi) l'inviolabilità dei luoghi non viene stabilita solo perché l'onorevole Porcu è contrario, l'inviolabilità dei luoghi viene stabilita sulla base di alcune norme, sulla base anche di ciò che pensano e i cittadini e gli elettori, ma guarda caso anche noi, che siamo qui per rappresentarli. Non è che noi non vogliamo salvaguardare l'ambiente, salvaguardare il territorio, rispettare il Codice Urbani, siamo totalmente d'accordo su questi principi, ma voi continuate invece demagogicamente, volete fare populismo, tirate in ballo sempre le fasce più deboli. Ma per quale motivo? Volete continuare ad assillare e ad angosciare la gente che è già angosciata per suo conto? E' possibile che in questa regione esistano solo i derelitti? E' possibile che in questa regione esistano solo quelli che non hanno nulla? E' possibile che questa regione si debba ridurre a questo punto, in questo modo? Io credo che non sia corretto.
Possiamo dissentire, certamente, però nel momento in cui voi dite: "Noi siamo contrari a prescindere", perché questo è quello che ha detto l'onorevole Uras, beh, se allora è così, serve forse presentare l'emendamento aggiuntivo o modificativo, o sostitutivo totale che ha presentato l'onorevole Porcu? Andatevelo a leggere e ditemi se non è un emendamento che si sposerebbe con ciò che è contenuto nell'articolo 1; si sposerebbe benissimo!
Allora, da un lato si dice che si vuole fare ostruzionismo, da un altro lato si dice che si vuole la casa per i meno abbienti (e siamo totalmente d'accordo, e lo faremo nel prossimo futuro) però l'onorevole Porcu, con l'emendamento numero 163, non fa nessun riferimento alle case per i meno abbienti, proprio non le tocca neanche. Dice che "la presente legge è finalizzata al rilancio dell'economia". Già con le prime cinque parole sta confermando quello che noi stiamo dicendo. Il "Rilancio dell'economia" si ha dando con la casa ai meno abbienti.
Però, insomma, se volete continuare a mantenere un atteggiamento di questo genere, lo potete fare, certamente (è legittimo, ci mancherebbe) noi lo abbiamo fatto e ne avevamo ben donde, tant'è che le nostre battaglie hanno partorito il risultato elettorale di qualche mese fa. Ora, possibile che non vi venga da pensare: "forse stiamo sbagliando totalmente impostazione?". Certo, c'è questione dei 300 metri, la fascia dei due chilometri, la legge numero 45, che va certamente rivista, rimodulata, rifatta. Del resto voi siete caduti su quella legge urbanistica, io credo che noi invece non cadremo sulla legge urbanistica, anzi, credo che noi faremo cose egregie con la legge urbanistica, e non stiamo trascurando i comuni, assolutamente! Io credo che anche in quegli interventi dove è necessario (io dico che è obbligatorio) il confronto con i comuni, questo ci sarà. E non potete però andare a dire in giro che noi stiamo facendo ciò che voi, che la vostra amministrazione ha fatto e cioè le famose intese che avevano un solo interlocutore, che era il Presidente della Regione, e solo lui stabiliva in quale direzione andare. Noi non stiamo facendo niente di tutto questo, stiamo conferendo grande dignità ai consigli comunali, ai sindaci, ai territori, ci siamo confrontati e ci stiamo confrontando.
Per cui, se appena appena vi poneste il problema e vi chiedeste: "ma, veramente questa è un'opposizione che serve in questo momento alla Sardegna? é questo che i sardi stanno cercando dal Consiglio regionale? o piuttosto stanno cercando altre cose?" forse cerchereste di modificare questa norma con proposte serie, anziché presentare emendamenti sostitutivi totali che vanno nella nostra direzione ed altri che tendono sostanzialmente a far cadere la legge.
Noi siamo qui, siamo una maggioranza piuttosto coesa, siamo piuttosto numerosi, come lo eravate voi, e staremo qua, in aula, ad ascoltarvi. Io credo che però vi ascolteranno anche i sardi, forse troppo, fino al punto che voi dovrete secondo me prendere coscienza di quello che state facendo, perché non è assolutamente possibile boicottare una legge come questa, attesa da tutti! Svolgete un'indagine, chiamate i vostri iscritti, chiedete in giro se si aspettano qualcosa da questa legge. Io credo che riceverete risposte certamente molto, ma molto importanti, e forse, su qualcuno di voi questa presa di coscienza sta già insinuandosi, perché alcuni ragionamenti, anche se non espressi in aula, ma all'esterno, lasciano trasparire il convincimento che tutto sommato forse non è opportuno mantenere un atteggiamento così rigido, soprattutto su un provvedimento che impegnerà per 15, 20 giorni quest'Aula. Dopodiché siamo chiamati a manovre finanziarie molto più importanti e, quelle sì, diranno la verità su quello che vuol fare il centrodestra e su quello che non avete soprattutto saputo fare voi negli anni scorsi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 41 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Rodin - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Mi punge vaghezza che ci sia qualche problema di numero, Presidente… può esplicitare il risultato della votazione?
PRESIDENTE. Assolutamente! Il numero legale è 39 e sono presenti 39 consiglieri. Ci sono richieste di congedo, onorevole Salis.
SALIS (I.d.V.). Ho capito, benissimo! Assessore Asunis, c'era un famoso commissario che, in una vecchio "Carosello" della nostra giovinezza, pubblicizzava un suo errore, perché non aveva scelto una famosa marca di brillantina. Anche io ho commesso un errore, diceva. Badate, io penso che la Giunta regionale abbia commesso un errore fondamentale all'inizio della discussione su questo importante provvedimento, cioè l'aver presentato l'emendamento numero 350.
Badate, l'emendamento numero 350 taglia la testa a tutte le possibilità di possibile accordo e di tentativo di miglioramento di questa proposta di legge. Perché? Al di là delle dichiarazioni di principio, alcune assolutamente condivisibili dell'assessore Asunis a nome della Giunta e presumo della maggioranza pronunciata ieri in aula, quest'emendamento numero 350 svela chiaramente, collega Diana, le recondite intenzioni di questa maggioranza.
Il collega Planetta ci ricordava che le nostre insegnanti delle elementari dicevano che in un'esposizione corretta c'è bisogno del verbo, dell'oggetto e del complemento oggetto, e richiamava la Giunta e la maggioranza, ma anche l'opposizione, ad una riflessione su una domanda fondamentale: qual è l'oggetto di questa legge? Collega Diana, qual è l'oggetto di questa legge? E' forse l'ANCE? E' forse l'ordine dei geometri? E' forse l'ordine degli architetti? Qual è l'oggetto? Abbiamo tagliato fuori comuni e istituzioni locali?
Caro collega Diana Mario, Capogruppo del P.d.L., si rilegga l'intervento del Consiglio delle autonomie locali in riferimento a questa legge, i rilievi e le sottolineature importanti che comuni e province della Sardegna hanno fatto a questa legge. Noi stiamo discutendo sull'articolo 1 di questa legge, l'articolo 1 normalmente, in tutte le leggi, definisce i principi, l'oggetto, il verbo e il complemento oggetto, definisce i principi a cui si deve attenere una certa disposizione di legge che sancisce la volontà del legislatore rispetto a quel provvedimento.
Allora, io dico, rispondendo anche alle accuse e alle critiche mosse dai colleghi della maggioranza alcuni mesi fa all'opposizione: siamo in un gioco delle parti, pertanto - mi rivolgo ai Capigruppo dell'attuale maggioranza - eviterei questi continui richiami professorali su come si deve fare opposizione; basta! Non se ne può più! Come si fa opposizione lo decide l'opposizione, non lo decide la maggioranza. Voi decidete come risolvere i vostri problemi interni relativi alla gestione dei provvedimenti di legge tipo questo, ma su come fare l'opposizione lasciatelo decidere a noi. Lasciatelo decidere a noi!
Perché dico questo? Perché qui si continua a fare riferimento ai cinque anni precedenti. Allora io proporrei un patto: chiudiamo questa vicenda dei cinque anni precedenti. Facciamo un patto: noi ammettiamo, io ammetto a nome dell'Italia dei Valori, che vi abbiamo fatto un regalo eccezionale perché con le divisioni del centrosinistra della scorsa legislatura vi abbiamo regalato argomenti a iosa per potervi presentare ora alla Sardegna come la maggioranza che ha avuto i voti dell'elettorato, poi potremo discutere per giorni e giorni su come li avete avuti i voti, ma non mi interessa, e voi non fate riferimento più ai cinque anni precedenti.
Ma in questo progetto di legge, in un crescendo rossiniano - chi si intende un po' di musica capisce di cosa sto parlando - all'articolo 1 si dice, che si intendono semplificare le procedure; all'articolo 2, comma 2, si parla della deroga all'incremento del 20 per cento della volumetria esistente, all'articolo 2, comma 5, della deroga alle altezze e alle distanze tra i fabbricati e della deroga, in dispregio degli strumenti urbanistici vigenti e delle regole urbanistiche regionali, addirittura alla percentuale di superficie coperta. Al comma 3 dell'articolo 2 si parla di un incremento ulteriore del 30 per cento fino ad arrivare incrementi del 45 per cento di volumetria. E l'assessore Asunis ieri ha difeso strenuamente il principio che questa legge non interviene sulle aree non antropizzate, cioè non interviene sulle aree libere! Ma quando si consente di realizzare il 45 per cento di incrementi sulla volumetria esistente, cioè la metà circa dell'intervento dei volumi esistenti, cosa vuol dire? Cosa cambia rispetto alla possibilità di intervenire su aree non antropizzate? E cosa pensiamo possa succedere a Frutti d'oro, a Muravera, a Villagrande?
Io, Assessore, l'ho richiamata anche pubblicamente alla lettura del rapporto finale del Corpo delle guardie forestali sui disastri dell'alluvione di Capoterra dell'anno scorso, in cui vengono evidenziati con chiarezza estrema gli ulteriori disastri che un intervento di questo genere può portare su territori già compromessi da un eccessivo intervento edificatorio, speculativo più che altro.
Allora, l'emendamento numero 350, collega Mario Diana, non ci fa dire che noi siamo pregiudizialmente per l'opposizione e per l'ostruzionismo. No, ci fa dire che noi saremo costretti a un'opposizione intransigente e all'ostruzionismo perché da quest'emendamento si capisce che la maggioranza su un provvedimento, già pericoloso di per sé in alcuni punti, ha deciso (per la pressione dei pasdaran della maggioranza, per la pressione - sottolineo - dei pasdaran e dei talebani della maggioranza) di attestarsi verso una linea ancora maggiormente pericolosa dal punto di vista dell'edificazione selvaggia dei nostri territori. Questo purtroppo lo devo dire, io che già nelle dichiarazioni di voto sul…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signor Presidente, in effetti ha ragione l'onorevole Planetta, non c'è nel testo dell'articolo 1 il beneficiario del provvedimento, ma - lo ha detto l'onorevole Mario Diana - non ci sono solo i poveri, è una legge che pensa a chi ha. Io intanto voglio mettere a confronto anche l'articolo 1 della nostra proposta di legge che presenta alcune differenze sostanziali. Intanto è una proposta di legge sicuramente finalizzata al rilancio dell'economia, ma risponde alle esigenze abitative delle famiglie, famiglie che avete dimenticato anche nel disegno di legge finanziaria, onorevole Diana.
Il soddisfacimento dei bisogni abitativi delle famiglie, tra l'altro, era anche la finalità contenuta nell'intesa del 31 marzo tra lo Stato e Regioni: "Favorire iniziative volte al rilancio dell'economia e rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie". Voi lo avete dimenticato perché il vostro disegno di legge è un'altra cosa, lo avete detto. Noi diciamo che l'obiettivo per noi sono le famiglie che non hanno la casa, l'obiettivo è dare una risposta alla prima casa in Sardegna.
La seconda differenza. Noi diciamo che bisogna favorire la fruibilità degli spazi per le persone disabili; lo faremo, anche con emendamenti specifici.
La terza differenza - è stato già detto da altri colleghi - il protagonismo delle amministrazioni comunali. Noi diciamo nell'articolo 1, nelle finalità, che i comuni, nel quadro delle loro specifiche autonomie, deliberano con atto del consiglio comunale e vanno a ratificare, vanno a decidere - perché è il loro compito - le necessarie limitazioni ai fini della coerenza con il PUC, con il piano regolatore, con gli strumenti urbanistici, con la loro pianificazione, con i piani commerciali, con i piani del traffico, nell'armonia delle città. Voi non lo avete considerato. Diciamo in maniera esplicita, onorevole Planetta, che siamo in linea con la legge numero 45 del 1989. Condivido il fatto che occorra una nuova legge urbanistica, la proporremo, presenteremo anche noi una proposta di legge e spero presto di arrivare in quest'Aula con l'approvazione di una nuova legge urbanistica, però intanto siamo coerenti con la legge in vigore.
Ancora, l'articolo 1 non solo non esplicita gli interventi di ampliamento volumetrico che hanno carattere straordinario, temporaneo e eccezionale, come afferma quell'intesa che voi, assessore Asunis, prendete come principio ispiratore e come, tra l'altro, è contenuto in tutte le leggi di attuazione in Italia. Quest'articolo 1 non contiene alcuna definizione del concetto di patrimonio edilizio esistente e con questa mancanza - in contrasto con tutte le leggi approvate dalle Regioni che, invece, introducono e fanno chiarezza su uno specifico termine, su un dato essenziale - vi contraddite.
Vi contraddite con l'articolo 10, comma 4 della stessa legge perché dite: "La denuncia di inizio di attività o la comunicazione di inizio dei lavori è inoltrata improrogabilmente entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e la comunicazione di fine lavori entro 36 mesi dalla medesima data". Voi consentite che anche immobili a oggi non ancora realizzati possano ottenere l'ampliamento volumetrico e nelle varie norme è sempre richiamato come concetto di volumetria esistente quella realizzata alla data di presentazione del DIA di cui all'articolo 10, comma 4. Insomma, il testo che voi proponete, unico in Italia, contiene una promessa di ampliamento futura del tutto estranea allo spirito e al tenore dell'Intesa Stato-Regioni-enti locali.
E' stato detto anche: "Questa è un'altra cosa, non è un piano casa, non risponde alla fascia più debole della società, non esistono solo i poveri". Eppure l'accordo sottoscritto dal Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e del Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, in data 5 marzo 2009, che poi ha dato origine all'Intesa del 31 marzo 2009, al primo punto, nella premessa, recita: "Il Governo e le Regioni ritengono necessario dare avvio a una politica per la casa che affronti con continuità le emergenze che si manifestano nel Paese, a cominciare da quelle rappresentate dalle famiglie che versano in condizioni di maggior bisogno".
D'altronde, nella stessa Intesa questa è una delle finalità. Voi l'avete dimenticata, l'avete lasciata ad una fase due, forse presenterete un'altra proposta di legge a novembre, forse ne parlerete in finanziaria. Noi abbiamo operato una scelta diversa, nelle finalità, nei principi della legge, abbiamo dato una definizione molto chiara, puntuale e precisa di cosa intendiamo per edifici abitativi, cosa intendiamo per superficie utile lorda, cosa intendiamo per centri abitati. Abbiamo cercato, insomma, di definire, di dare certezza. Il vostro disegno di legge questo non lo fa.
Noi riteniamo che l'aver privilegiato la prima casa, l'aver privilegiato interventi importanti, l'estensione dei benefici della legge numero 32, il ripristino dei contributi a fondo perduto, un piano di edilizia residenziale pubblica, gli stessi contributi per il cosiddetto "non finito" siano elementi che qualifichino la nostra proposta di legge e sulla quale baseremo anche le proposte emendative. Non sarà semplicemente un'opposizione ostruzionistica, sarà una opposizione di proposta, di governo. Ci confronteremo su visioni alternative. Io credo che sia giusto, sia giusto anche sotto il profilo della comunicazione, che ci distinguiamo e che facciamo emergere le reali priorità. Per voi la priorità è pensare a chi ha, per noi la priorità è pensare a chi non ha.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, si parlava di comunicazione. In un bel libro di Ginsborg si legge: "Si pensava che l'accesso all'informazione si stesse democratizzando. Il mezzo, invece, che più influenza culturalmente le famiglie, nella maggioranza dei casi l'unico strumento culturale presente nell'ambiente domestico, resta la televisione. Data la struttura oligarchica e la cultura conformista della televisione globale c'è poco da sperare da queste fonti in termini di seria trasmissione di valori pluralistici, democratici e partecipativi".
Dico questo perché bisogna che ci diamo un po' di tranquillità. C'è impazienza, noi vorremmo fare il nostro lavoro senza obbligo di dover essere contingentati. Dobbiamo fare un ragionamento perché crediamo che la comunicazione parta dalla dichiarazione della verità e dalla esplicitazione delle finzioni che la politica porta con sé. Intanto il vostro linguaggio: non fate che dire, onorevole Diana: "La legge che faremo dopo questa porterà le soluzioni attese". E' sempre la legge che faremo dopo, quella che risolverà tutto.
Sentivo l'altro giorno qualcuno che affermava, a proposito dei ricorsi: "Poiché voi avete fatto male e vi siete beccati dei ricorsi giurisdizionali, noi - sottinteso - siamo autorizzati a fare come voi" cioè male, mica bene. Siamo a questi paradossi! Questo è il tenore del ragionamento che portate in quest'Aula. Poi ci dite: "La gente attende". Bene, possibile. Lo sanno tutti, forse anche le nostre sedie qui dentro, che la politica non risponde quasi più alle attese della gente. Ve l'hanno detto anche i vescovi l'altro giorno richiamando la politica a un diverso comportamento rispetto alle attese della gente e alle sofferenze delle persone.
Noi pertanto ci prendiamo il tempo che ci è necessario perché sappiamo che dobbiamo far consumare questo ciclo politico che vi siete aggiudicati e si consumerà tanto più (perché questa è esperienza vissuta, non è che sto predicendo il futuro, l'abbiamo vissuta nelle passate legislature) quanto più presenterete provvedimenti di questo genere che sono più un risarcimento elettorale che una risposta alle attese della gente. Sia chiaro.
Detto questo, le finalità. E' chiaro che la finalità non poteva essere, colleghi, quella di rispondere al bisogno abitativo. Non poteva essere quella perché è facile immaginare che il rafforzamento delle politiche abitative per i non aventi casa è qualcosa di serio perché agisce sull'andamento demografico, agisce sulle storture che il sistema insediativo in Sardegna ha prodotto. Però, siccome noi abbiamo interrotto quel famoso ciclo perverso che registra su 810 mila abitazioni censite dall'Istat in Sardegna ben oltre 210 mila seconde case (cioè noi siamo fuori da qualunque media nazionale perché abbiamo una casa ogni due abitanti) siccome Stochino deve lavorare, Piras deve lavorare, quell'altro deve lavorare, fino a quando abbiamo territorio da consumare per lavorare cerchiamo di lavorare e di mandare avanti l'edilizia.
E no! C'è un principio, sancito dalla Convenzione europea del paesaggio del 2000, che soccorre a questo fine e che traccia una linea chiara. I Paesi che si sono riuniti a Firenze nel 2000 e che hanno, come l'Italia, recepito integralmente la Convenzione europea del paesaggio - e in quella sede, con lungimiranza, quell'amico vostro, il ministro Urbani, che avete defenestrato rapidamente perché chissà quali danni ha fatto, invece ha svolto un ottimo lavoro, perché quando bisogna ammetterlo bisogna ammetterlo - si sono assoggettati a precisi limiti.
Nella Convenzione europea del paesaggio si dice sostanzialmente questo: fino a oggi l'uomo ha usato la trasformazione territoriale come strumento centrale per il raggiungimento e la produzione dello sviluppo della società. Fino ad oggi siamo andati avanti così ed era lecito, quindi, trasformare a rotta di collo i territori perché c'era la giustificazione dello sviluppo della società. Ma poiché la comunità internazionale ha visto l'andazzo generale, sottolineato oggi dalla posizione di Obama e da tutto il mondo che voi ignorate, perché non avete la sensibilità, ha detto: da oggi in poi ci accordiamo su questo principio, le trasformazioni del territorio devono andare nella direzione di perseguire lo sviluppo della società umana non ad ogni condizione, ma a condizione che gli interventi di trasformazione obbediscano al requisito della sostenibilità. E uno dei principi della sostenibilità è evitare il consumo indebito di territorio, l'esagerazione nel dimensionamento delle volumetrie ecc.
Voi avete scritto in questo provvedimento: "i provvedimenti si applicano ai beni, agli edifici soggetti a specifiche norme di tutela a condizione che" - è un paradosso - "ottengano l'autorizzazione paesaggistica". Questa dicitura è tipica di chi continua a ragionare con la mentalità dei PTP, cioè con la mentalità di coloro che potevano, sui beni tutelati, intraprendere azioni urbanistiche. Non è più così! Io sfido chiunque degli uffici del paesaggio a emettere la benché minima autorizzazione paesaggistica di fronte ai beni tutelati, li voglio vedere!
Nel Codice Urbani al comma 13 dell'articolo 146 si legge: "L'autorizzazione paesaggistica" - proprio perché non si deve ricorrere più a quei sistemi di aggiramento dei vincoli e delle tutele" - è impugnabile con ricorso al Tribunale amministrativo regionale o con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, delle associazioni ambientaliste portatrici di interessi diffusi". Ed è una novità. Quindi l'autorizzazione paesaggistica non può essere concessa a seconda della benevolenza del funzionario, perché è un atto che deve essere rigorosamente rispettoso delle tutele e voi non potete scrivere questa… Mi fermo! Mi fermo perché voglio essere corretto. Mi fermo! Non riesco a definirlo, chiaramente, una contraddizione, una contraddizione.
Vorrò vedere - sempre che questa legge avrà vigenza, perché ognuno farà la sua parte nelle sedi opportune, proprio perché la gente aspetta e soprattutto non aspetta imbrogli - vorrò vedere quante autorizzazioni paesaggistiche verranno concesse. Poi, negli articoli successivi parlate in deroga, in deroga, in deroga.
Il comma 7 dell'articolo 15 (disciplina transitoria che non si può derogare) recita: "Non è ammesso il rilascio di concessioni edilizie in deroga ai sensi dell'articolo 14 del Testo unico sull'edilizia". E come fate voi a dire una cosa del genere sovvertendo un principio che è sancito in attuazione di principi costituzionali? La vedrete, alla prova dei fatti, la contraddizione e l'inconcludenza logica e di diritto di queste norme. Questo è il punto vero, non dovete imbrogliare i cittadini sardi!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ci avete invitato ripetutamente - e credo dobbiamo accogliere questo invito - a non parlare più di piano casa, perché la vostra proposta non è un piano casa. Bene, non ne parliamo più, ci avete convinto. Lo presenterete, come ci ha ricordato l'Assessore, nel prossimo futuro; vedremo, cercheremo allora di offrirvi il nostro contributo se ce lo permetterete. Però io vorrei richiamare l'attenzione su pochi aspetti, vi prego di prestare un minimo di attenzione.
Questo progetto di legge ha l'obiettivo di rilanciare l'economia, infatti l'articolo 1, recita testualmente: "La Regione autonoma della Sardegna promuove il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio favorendo interventi diretti alla riqualificazione ed al miglioramento della qualità architettonica ed abitativa". Quindi anche al miglioramento della qualità abitativa. Ma insomma, chiedo a lei, Assessore, se nell'articolo 1 tra le finalità c'è anche l'obiettivo (giustamente benché non sia un piano casa) di migliorare la qualità abitativa (quella esistente, ovviamente, non può essere quella non esistente perché non è nemmeno qualità) se c'è questo obiettivo, attraverso quale intervento la Regione autonoma della Sardegna promuove il miglioramento della qualità abitativa? Vorrei capire qual è lo strumento e se lo strumento è accompagnato da qualche risorsa per sostenere la riqualificazione, scusate il bisticcio, qualitativa della residenza abitativa.
Lei, Assessore, prima di ricoprire questo incarico (mi perdoni questa considerazione personale) era un dirigente apprezzato e stimato dall'amministrazione regionale. Lei sa bene - almeno questo credo possiamo condividerlo - che è difficile per chiunque pensare che si possa promuovere e sostenere un'economia se non c'è anche un'iniezione di danaro pubblico che si muova in quella direzione. Non ho detto in assoluto, certamente è comunque uno dei fattori determinanti per rimettere in moto l'economia di un settore, in questo caso quello edile, quello delle costruzioni.
Ancora, Assessore, - lo chiedeva anche l'onorevole Planetta - chi sono i beneficiari del provvedimento, in particolare quelli ch dovrebbero ottenere un miglioramento qualitativo della propria abitazione? Di sicuro non sono i famosi derelitti come li ha chiamati l'onorevole collega Diana perché a quelli proprio non ci pensate. D'altronde, se questi fossero nelle condizioni, in assenza di un intervento pubblico, di migliorare la qualità della propria abitazione non sarebbero stati qualificati come sono stati qualificati dal collega Diana.
Allora, Assessore, la prego davvero nella replica di tener conto di questa domanda, la prego di soffermarsi un attimo sui beneficiari perché quando si parla di recupero qualitativo delle abitazioni io immagino che ci si rivolga a una categoria di persone deboli, deboli, deboli, io penso questo ma evidentemente ho un'idea sbagliatae senz'altro diversa da quella che ci ha ricordato l'onorevole Diana.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue DIANA GIAMPAOLO.) Per carità, è un'opinione, credo abbia diritto di cittadinanza la mia come la vostra, anzi la vostra in questo caso ha un po' di diritto in più di cittadinanza per ovvie ragioni. Però la prego di soffermarsi un attimo su questo perché se non c'è un intervento verso questa categoria allora probabilmente vuol dire che pensate che basti semplificare le procedure per rispondere anche a queste persone. Io non credo però che la semplificazione delle procedure possa in qualche maniera rispondere a quell'attesa se non ci sono risorse a disposizione. Io credo che questo sia un nodo che, se non sciolto, vada comunque affrontato anche in questa discussione.
Badi bene, Assessore, io sono tra coloro che pensano che chi già ha, ha comunque diritto di cittadinanza come quelli che non hanno. E' soltanto una scelta, una scelta in questo caso dell'Esecutivo che a me pare guardi più a quelli che hanno rispetto a quelli che non hanno. In quest'Aula, in un dibattito interessantissimo a cui ha partecipato, il presidente Beppe Pisanu ci ha ricordato che il centrodestra ha innanzitutto un obiettivo che è l'interesse dei sardi. Pensavo che nell'interesse dei sardi fossero comprese tutte le categorie sociali (per non parlare di classi) di questa Regione. Voi, mi permetto di dire, Assessore, non so se per scelta, in questa fase di fatto ne escludete una. Non mi sembra pertanto che questo sia un provvedimento che guardi in particolare, o comunque con la dovuta attenzione, anche a questa categoria di cittadini.
Poi parlate, sempre nell'articolo 1, di sicurezza strutturale. Bene, per carità, anche qui noi abbiamo presentato una proposta di legge, una proposta di legge articolata. Capisco che siccome questo non è un Piano casa voi stralciate, cassiate per dirla in gergo, dalla nostra proposta tutto ciò potrebbe far parte di un Piano casa, perché voi presenterete un disegno di legge, apposito nei prossimi mesi. Però noi la nostra proposta l'abbiamo presentata pensando che il vostro disegno di legge fosse un Piano casa, e abbiamo ragionato a 360 gradi. Comunque, guarda caso, c'è qualcosa che riguarda anche gli interventi strutturali per la messa in sicurezza, che rientra nelle vostre finalità.
Per esempio, mi chiedo, in questi interventi strutturali, guardate con un occhio di riguardo all'edilizia scolastica, alla messa in sicurezza degli edifici scolastici oppure anche questa tipologia di interventi rientrerà nel Piano casa? Io credo che già in questa legge potrebbero essere destinate risorse a questo obiettivo. Allora mi chiedo, è possibile che almeno su interventi importanti come questi non ci sia la disponibilità a discutere?
Voi ci accusate di ostruzionismo, ma se volete evitare che ci sia un atteggiamento come questo, io credo che anche voi dobbiate in qualche maniera favorire un dialogo. Allora, nella nostra proposta ci sono due interventi: il non finito che migliora qualitativamente la qualità abitativa e l'intervento per l'edilizia scolastica. E' possibile che almeno su queste due tipologie di intervento non ci sia la vostra disponibilità ad un minimo di discussione?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiede la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Terza verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Amadu, Bruno, Contu Felice, De Francisci, Lai e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 43 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cucca - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, la discussione prosegue.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, sto seguendo il dibattito, e nonostante l'opposizione dichiari l'ostruzionismo, lecito, legittimo, per manifestare il dissenso sull'impostazione generale di questa legge, ho comunque sentito alcuni interventi sui quali è opportuno che noi tutti facciamo una riflessione. Uno tra questi - e non mi crea stupore tutto questo che sto per dire - è quello dell'onorevole Uras, del quale - ripeto - non ho nessuna difficoltà a ammetterlo, pur magari arrivando a conclusioni diverse, condivido gran parte delle riflessioni. Mi riferisco alla riflessione necessaria sugli interventi sul paesaggio, al pensare alle prossime generazioni, al verificare le ricadute che una legge - cosa che sempre dovremmo fare in quest'Aula - avrà sul futuro del paesaggio, del lavoro, dei nostri giovani, delle nostre famiglie, alle attenzioni che dobbiamo avere sicuramente per chi merita di più e per le fasce deboli della società.
Mi ha fatto riflettere, chiacchierando con il collega Zedda, il fatto che ovviamente non sempre, anzi quasi mai, i responsabili di alcuni disastri siano gli imprenditori o chi applica le regole, ma la responsabilità stia in capo a chi le regole le fa, e anche su questo credo che non si possa non concordare, e noi siamo quelli deputati a fare le regole. Si può divergere, ovviamente, anzi noi abbiamo in quest'Aula assunto posizioni nettamente diverse; la stessa appartenenza politica, per certi versi, e su questi argomenti in modo particolare, ci porta a divergere su alcune azioni. Io non giudico negative, fallaci, menzognere le idee diverse dalle mie, le rispetto, cerco anzi di comprenderne le ragioni, e, se è il caso, di modificare le mie.
E' chiaro che esaminando questi problemi, soprattutto in materia urbanistica, ognuno di noi deve un po', come dire, "fotografare il territorio" mentre parla, ognuno di noi si crea un'immagine, perciò quando parla di speculazione edilizia si raffigura un certo territorio, quando parla di coste si raffigura un altro territorio, quello che conosce meglio, quello dove ha vissuto, e cerca poi di allargare la visuale perché noi dobbiamo parlare ed intervenire nell'interesse generale.
Sarebbe facile dire che su alcuni comuni citati, non ultimo proprio quello citato dal collega Uras, (ma è un semplice riferimento, per carità) cioè il Comune di San Teodoro, dov'è scomparsa penso temporaneamente, come spesso succede durante particolari mareggiate, una spiaggia di tre chilometri e mezzo, con l'acqua del mare che si è riversata nello stagno retrostante, non si sia fatto tutto quello che si poteva fare. Penso a quale sia la responsabilità dell'uomo su un evento naturale di quel tipo, e chi sono gli uomini e le parti politiche che in quel territorio hanno realmente fatto razzia del paesaggio e non l'hanno rispettato.
E così, siccome ognuno va alla memoria, e fotografa quel territorio, quell'esperienza, non avrà difficoltà a ricordare che quel territorio è amministrato da oltre 23 anni da Sindaco e Giunta, di centrosinistra, anzi di estrema sinistra, quelli che chissà perché si dice dovrebbero avere più a cuore di altri (non condivido questo) il territorio, i deboli e quant'altro, ed è uno dei territori che ha subito fortissima speculazione edilizia. Tant'è, collega Uras, che le voglio dire che stranamente entrano sempre a guidare quelle Giunte delle persone, tra l'altro apprezzabilissime, che iniziano la loro attività magari provenendo da un lavoro umile, come tanti lavori dignitosi e umili, e finiscono la legislatura facendo gli impresari. Diventano quasi tutti imprenditori edili, costituiscono imprese, realizzano le cosiddette seconde case.
Pur essendo consapevole che comunque lo sviluppo turistico va fatto con strutture diverse, che creano impresa, che danno posti di lavoro stabili e quant'altro e non sulle seconde case, io non demonizzo le seconde case, anzi, a volte mi viene difficile spiegare perché alcune agevolazioni, pur comprendendole e condividendole, vengono previste solo per la prima casa. Per questo nella passata legislatura - durante l'esame sia della legge urbanistica - quella che poi non ha visto la luce - sia in alcune discussioni sulla legge "8" - dissi: se attrezzare le seconde case, se fare le strade di penetrazione agraria e bitumarle vuol dire essere cementifica tori, bene, io sono un cementificatore. Qualcuno di voi ricorderà, credo, questa frase, perché ovviamente fu strumentalizzata.
Allora, dicevo, quelle amministrazioni hanno compiuto scempi enormi. In questo caso la spiaggia è addirittura temporaneamente scomparsa anche perché qualcuno ha voluto costruire un porto in una zona dove si sapeva che avrebbe recato danni a una delle più belle spiagge della Sardegna. Porto peraltro autorizzato in Regione da una Giunta di centrosinistra, e realizzato dalle Giunte di sinistra di quel comune.
Questa è solo una piccola parentesi per dire che non sono le parti politiche che sbagliano, speculano, fanno bene, fanno male eccetera ma sono soprattutto gli uomini, nell'applicazione delle regole e nel fare le regole. Allora, a me, da persona appartenente sì ad un partito politico ed ad uno schieramento, ma libero, collega Ben Amara, non sfugge la posizione del mio partito a livello nazionale sugli interventi etichettati come "prima casa" tra virgolette e dico che in gran parte la condivido. Quando invece non condivido le scelte del mio partito, così come quando non condivido una scelta politica di appartenenza ad una coalizione, come vede, cerco di esprimere la mia opinione, per favorire scelte libere e comunque consapevoli, come scelta libera e consapevole è quella di aiutare tutti quegli operai che hanno perso il loro lavoro per i divieti stabiliti nella scorsa legislatura. Questi sono i destinatari di questo intervento, tra gli altri. Riproporre lavoro in Sardegna, lavoro di riqualificazione, non nuovo avanzamento cementificatorio, perché non si parla di nuove speculazioni…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, ho colto nell'appello che il collega Mario Diana ci rivolgeva sincerità e convinzione, devo però anche, come dire, rispondendo, sottolineare un momento difficile che noi viviamo. La base è dispersa e non abbiamo iscritti in questo momento, però pensiamo di riorganizzarci e, in ogni caso, nel vasto mare della politica, ci muoviamo spinti dalle nostre convinzioni, magari andando ad individuare le priorità. E a proposito di priorità, per esempio, così come abbiamo detto in numerosi interventi precedenti, noi avremmo privilegiato, rispetto a questo intervento, un intervento mirato a favore di chi la casa non ce l'ha, perché siamo convinti che ciò avrebbe rappresentato una autentica priorità. Fare come avete fatto voi, dedicando maggiore attenzione a chi la casa ce l'ha e magari ne ha più di una, più di due, più di tre, fare come un medico che, di fronte ad un influenzato e ad un infartuato, decidesse di intervenire prima per curare l'influenzato e poi magari prendesse atto che l'infartuato è morto per mancanza di intervento. Quindi, noi continuiamo a rimanere fortemente ostili a questo disegno di legge. Il collega Uras ha detto che utilizzeremo anche l'arma dell'ostruzionismo perché questo disegno di legge proprio non ci piace. Quindi assumiamo una posizione di contrarietà e, come dire, utilizziamo tutte le armi possibili per cercare di far emergere l'inopportunità di una legge che è stata presentata come un programma di valenza strategica per lo sviluppo, sviluppo che in effetti non andrà ad affrontare anzi proprio nei confronti di questo inciderà in maniera profonda e negativa, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto del paesaggio, che rappresenta forse oggi la più grande risorsa della nostra terra.
Davanti quindi a un reale bisogno di prima casa rappresentato dal dramma di chi la casa non ce l'ha, dal dramma di chi ha gli sfratti esecutivi, dal dramma di chi non ha i denari per pagare gli affitti diventati eccessivamente esosi, si è preferito affrontare il problema firmando quello che qualcuno ha definito una "cambiale elettorale" a sostegno di una cubatura indistinta e diffusa, soprattutto a vantaggio delle seconde case. Non sfugge infatti a nessuno che questo strumento è un modello di insostenibilità, perché andrà a premiare soprattutto l'attività edificatoria verso la fascia costiera.
Tutto nasce dalla necessità di promuovere e sostenere l'economia in Italia e l'economia in Sardegna dalla necessità di dare attenzione al provvedimento nazionale a cui tutte le regioni hanno guardato, qualcuno, in un modo, altre un altro, ma a noi questo ci tocca relativamente, anzi ci tocca poco, perché la Sardegna vive una condizione diversa, è diversa dalla Campania, è diversa dall'Emilia-Romagna, è diversa dalla Toscana, la Sardegna è Sardegna e quindi meritava sicuramente un provvedimento diverso.
Per risolvere il problema dell'economia si sceglie, ancora una volta, la strada degli interventi nel settore dell'edilizia, si sceglie l'edilizia come l'unico settore in grado di dare risposte ai problemi dell'occupazione e dell'economia. Io credo che affrontare il tema dell'economia sia un'altra cosa, come stanno dimostrando governi più sensibili e attenti del nostro a quello che è il vero dramma che attualmente la società internazionale vive, affrontandolo con iniziative articolate e non mirate solo a un settore che tutti sappiamo ha consumato una superficie eccessiva del nostro territorio. Invece, in Italia e in Sardegna, ancora una è la risposta: edilizia e cemento. A s'arraffa arraffa si diceva, e se il cielo fosse fatto in terra avremo cementificato issu puru.
Sarebbe stato più opportuno prevedere e programmare invece, immediati interventi per il sostegno e recupero del patrimonio pubblico, per mettere di nuovo in moto l'economia sarda e italiana.
Penso per esempio agli interventi da effettuare in un settore, la scuola, che non solo è stato colpito dai brutali tagli del Ministro della pubblica istruzione, ma che vive una situazione per quanto riguarda l'edilizia scolastica veramente drammatica; non è pensabile che nel 2009 ci siano scuole che inizino l'anno scolastico con i doppi turni. Scuole che rappresentano un simbolo, un'immagine della Sardegna. Ci sono alunni delle nostre scuole che, per ristrettezze di spazi, sono costretti a frequentare, con le proprie classi, l'attività scolastica in altri edifici scolastici.
Io credo che sarebbe stato opportuno presentare un piano di sostegno all'economia, all'occupazione, articolato, differenziate e attento. Ma vogliamo fare anche degli esempi concreti. La legge fa riferimento, anche al sostegno alle strutture ricettive, alle strutture alberghiere, che rappresentano uno degli elementi forti della nostra economia. Però, come si pensa di sostenerle? Offrendo alle strutture alberghiere già esistenti la possibilità di aumenti volumetrici.
Io credo che soprattutto in un momento come questo, in cui la Sardegna registra un aumento nel flusso turistico per la forte attrazione del trasporto low cost e che potrebbe quindi finalmente determinare l'opportunità di ampliare a tutto l'anno la stagione turistica, si dovrebbe pensare ad un piano serio per favorire la realizzazione di nuove strutture ricettive alberghiere. Occorre creare in Sardegna nuove strutture, moderne, adeguate ed efficienti rispetto a quelle nate negli anni 60 e 70 per dare risposte soprattutto al turismo balneare.
Il turismo ormai è cambiato, le vacanze estive sono sempre più ridotte e concentrate, si registra però un incremento della presenza turistica nelle altre stagioni. L'ampliamento della stagione turistica non può però essere messo in termini di ricatto, come si è letto anche sulla stampa di oggi: se concedete aumenti volumetrici pari ad X metri cubi noi apriremo le nostre strutture anziché 3, 4 mesi, sino a 6 mesi. Intanto chiariamo un aspetto: le strutture alberghiere hanno una concessione annuale; è lasciato a loro capriccio gestire in una certa maniera strutture che invece dovrebbero essere aperte 12 mesi l'anno. Orasi comprende che soprattutto nelle strutture alberghiere lungo la fascia costiera nei mesi diversi da quelli estivi ci sia un forte calo di presenze, però noi abbiamo soprattutto bisogno di strutture alberghiere nelle aree urbane dove si concentra il turismo del movimento low cost, il turismo culturale, il turismo più attento e interessato ad aspetti diversi da quelli balneari.
La risposta che viene data da questa legge favorisce invece le strutture alberghiere esistenti e soprattutto consente aumenti volumetrici a quell'immenso patrimonio residenziale abitativo che è immesso nel mercato con forme diverse: dall'agriturismo alla residenza turistica, al Bed and Breakfast agli affittacamere e a tutte quelle altre forme di locazione in nero che sfuggono al controllo e quindi anche al prelievo fiscale.
Io credo che questo vada detto perché, ad esempio, ci sono comuni ad alta vocazione turistica, come il Comune di Alghero, che lamentano da anni di non avere aree a disposizione per dare risposte agli imprenditori turistici. Però, guarda caso, è da 10 anni che proprio il Comune di Alghero pur avendo il PUC in mano non è riuscito ad approvarlo e quindi non è stato in grado di individuare nuove aree per lo sviluppo turistico.
Queste sono le conseguenze, su queste noi dobbiamo...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
Quarta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Petrini e Sanna Giacomo sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 41 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cucca - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale proseguiamo.
E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, la discussione merita alcune risposte e alcune considerazioni, in particolar modo nel tema delle risorse che non ci sono. Perché è vero che, come abbiamo già detto, l'incentivazione edilizia è da sempre uno strumento utilizzato per mettere in moto l'economia, è però anche vero che fino ad oggi è stata utilizzata indirizzando le risorse pubbliche in alcuni settori ben precisi in modo tale da lasciare un segno, una traccia, risanando magari il patrimonio esistente e quindi lasciando qualcosa che poi per il futuro sarebbe potuta ritornare utile. In questo caso, invece, non viene risanato nulla di utile, non vengono messe a correre risorse pubbliche in quelle direzioni che dicevamo.
Merita sicuramente risposta l'affermazione dell'onorevole Capelli che, citando altre Regioni dice: "ma anche altre regioni hanno fatto così". No, non hanno fatto esattamente così, perché altre Regioni hanno forse presentato disegni di legge dai titoli simili al nostro, ma non hanno e non pensano di consentire in quei disegni di legge, deroghe ai PUC, possibilità di scavalcare i comuni, prevedendo non solo l'eliminazione di vincoli, lacci e laccioli, come detto dall'onorevole Matteo Sanna, ma l'eliminazione di regole, norme, leggi e il superamento di queste. Una cosa è, infatti, consentire di dover sottostare a meno procedure amministrative, meno vincoli e lacci e laccioli, un conto è superare tutta la normativa esistente in materia: sono due cose differenti.
Perché, badate, noi non ci troviamo nelle Province autonome di Trento e Bolzano citate dall'onorevole Capelli, dove nessuno si sarebbe mai permesso di non intonacare una casa e di mischiare al mattone il blocchetto e l'eternit. Non ci troviamo in quelle condizioni, non ci troviamo nelle condizioni dei paesi del nord Europa o dell'Inghilterra, dove persino il termine "abusivismo edilizio" è sconosciuto, cioè è un termine intraducibile in quei Paesi, perché il fenomeno non esiste. Ci troviamo invece in realtà dove, laddove non è possibile fare, viene fatto tutto l'impossibile, laddove si può speculare, si specula il più possibile, laddove si può cementificare, si cementifica. E non nei 150 metri consentiti nelle isole minori, ma si cementifica nei 150 metri dalla battigia fino all'orizzonte!
Allora, siccome l'isola Sardegna è rimasta ancora una zona in alcune aree incontaminata, forse sarebbe bene lasciare quelle aree incontaminate e non consentire ulteriori speculazioni edilizie, perché l'ambiente stesso è una risorsa. Onorevole Diana, mi rivolgo a lei, guardi, nel corso del tempo noi abbiamo ascoltato tante e tali affermazioni che meritano sicuramente anch'esse risposte.
Ricordo il grande quesito, il grande dilemma dei parchi in Sardegna; si arrivò a definire coloro che erano favorevoli ai parchi "parchisti-leninisti", con un insulto alla storia, perché chi conosce la storia sa che il primo parco istituito al mondo si trova negli Stati Uniti d'America, ed è il Parco di Yellowstone, dove ci sono aree, a differenza di quando spesso è stato affermato in quest'Aula, nelle quali è impossibile fare alcunché, perché sono aree vincolate al 100 per cento. In Italia il primo parco è stato istituito sotto il ventennio, quindi sicuramente anche questo non è attribuibile a dei "parchisti-leninisti". Il tema della tutela ambientale è infatti un tema che dovrebbe toccare tutti e stare a cuore a tutti, non solo a una parte, mentre quest'Aula sembra voler andare contro la storia.
Perché noi insistiamo su questi temi? Perché, Assessore, lei, che ha diretto nel passato l'Assessorato che oggi governa, avrà chiari e certi i dati di quanto è costato alla nostra Regione intervenire nelle zone dove si è costruito male o dove non si poteva costruire e si è costruito. Fatta la somma di quei costi, io immagino che l'aver risolto i problemi a Villagrande, l'essere intervenuti a Capoterra, il dovere adesso intervenire nella zona del nord Sardegna, San Teodoro in particolare, eccetera eccetera, abbia voluto dire impegnare quasi un'intera finanziaria regionale. Sono costi che ricadono su tutti, su coloro che hanno la seconda casa e la possibilità di realizzare la terza, e su coloro che non hanno neanche la prima casa, e su questi ultimi ricadono costi ovviamente che sono più ingenti rispetto a quelli che devono sopportare coloro che hanno patrimoni e possono spendere proprie risorse. Perché invece non intervenire in scuole, strutture sportive, immobili con finalità residenziali, infrastrutture, messe in sicurezza, vie, piazze, strade, marciapiedi?
Guardi, Assessore, i giudizi promossi dai cittadini cagliaritani - parlo di quel che so, essendo anche consigliere comunale a Cagliari - contro l'amministrazione comunale per richiesta di risarcimento di danni causati da una cattiva manutenzione del manto stradale richiedono ogni giorno "un palmo" di determine dirigenziali. Immagino che la stessa situazione si verifichi in tutti i comuni della Sardegna. Anche questi sono costi che si sommano a quelli di Capoterra, di San Teodoro, eccetera. Ebbene, forse intervenire in tal senso consentirebbe perlomeno di non spendere quelle risorse in queste altre direzioni, perché non sono sicuramente interventi economici rivolti al futuro, al progresso e alla felicità del popolo sardo.
Io non so se voi abbiate valutato con attenzione, con ponderatezza, e abbiate in mano il quadro di che cosa potrà accadere, perché quando mi si dice: "Lasciatte fare, non intervenite, noi oggi governiamo e abbiamo il consenso popolare", mi sovvengono i termini, le parole usate in occasione del grande ripascimento del Poetto: "Governiamo noi, non vi occupate di ciò, facciamo noi e in tempi brevi cambieremo il Poetto". Le generazioni future, non conosceranno mai più il Poetto come è stato, proprio per una sottovalutazione circa la ricaduta di un tale intervento nell'ambito di un territorio, di un compendio come quello Molentargius-Saline-Poetto. Sottovalutazione di un'amministrazione allora guidata dal centrodestra, che è caduta proprio su quell'episodio, o in particolar modo su quello. E io mi auguro che domani non si debba correre a sanare queste situazioni con ulteriori risorse pubbliche, proprio per le sottovalutazioni verificatesi a suo tempo.
Del resto è sufficiente che i colleghi che magari non conoscono la realtà delle nostre città, che vengono, da altre città e non dalla città dove ha sede quest'Assemblea, facciano una passeggiata lungo le vie che collegano (ormai è un tutt'uno) l'hinterland di Cagliari con la periferia della città, per rendersi conto della situazione. Immaginate di fare i turisti in quelle zone e di voler scattare. Bene, io non credo che troverete molti edifici da fotografare perché quei paesini si sono trasformati in città che non sono città, in luoghi dove si va solo a dormire la notte, dove 20 mila giovani cagliaritani sono andati a vivere per l'impossibilità di trovare casa nel Capoluogo. A Cagliari, infatti, le speculazioni edilizie si sono reindirizzate nello sfruttamento delle sottozone BS3*, nella costruzione di abitazioni del costo di 6 mila euro al metro quadro, che hanno costretto un'intera generazione a rifugiarsi nell'hinterland per l'impossibilità di pagare prezzi simili.
Laddove le zone erano riservate a verde e servizi si è costruito per l'edilizia privata a costi altissimi. Mi auguro che non si continui in questa direzione…
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, considerato che alcuni colleghi dell'opposizione hanno preannunciato un atteggiamento di chiusura nei confronti della legge, che consenta di certificare la loro contrarietà totale, a 360 gradi, e quindi l'intenzione di usare nei confronti dell'Aula atteggiamenti di tipo ostruzionistico, credo che non mi capiterà spesso di intervenire, e me ne scuso, perché ovviamente sarà più difficile affrontare singoli problemi. Non ho la pretesa di insegnare né di dire ai colleghi dell'opposizione quale deve essere il tipo di opposizione che devono scegliere. Ha ragione il collega Salis in questo: l'opposizione sceglie liberamente che cosa fare.
Ovviamente, se l'atteggiamento nei confronti della legge dovesse essere esclusivamente un atteggiamento di tipo ostruzionistico, questo ci renderebbe più difficile migliorare la legge in quelle parti in cui probabilmente sarebbe possibile migliorarle, ed è un peccato, pazienza. Però, ai colleghi del centrosinistra che sono intervenuti, e che hanno spiegato anche alcune delle motivazioni per cui si sentono veramente in maniera integralista di ostacolare il percorso in Aula di questo provvedimento, vorrei suggerire di fare qualche riflessione. Mi sembra che il loro modo di porsi nei confronti di questo disegno di legge rischi di essere veramente un modo di porsi antico, cioè non adeguato al tipo di problemi che sono attualmente sul tappeto.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Postmoderno.
VARGIU (Riformatori Sardi). Postmoderno, bravo, ma un postmoderno che recupera una tradizione che sembra essere quella dei tempi antecedenti alla caduta del muro di Berlino, e cioè che recupera una tradizione di contrapposizione ideologica che forse oggi non ha un grande senso e che rischia di tradursi nella ripetizione, quasi come una litania, un mantra sempre uguale a se stesso, in cui il centrosinistra accusa quelli che stanno dall'altra parte di essere cementificatori e di non essere i paladini di interessi generali e complessivi della Sardegna.
Ecco, colleghi, io non so se quanto voi sosteniate questo per il giusto spirito di contrapposizione politica che può animare la vostra scelta di essere, fra virgolette, ostruzionisti nei confronti del percorso in Aula della legge, o lo facciate perché siete realmente convinti di quello che dite. Ovviamente avendo voi annunciato un'intenzione ostruzionistica, è impossibile per noi comprendere se dietro le motivazioni con cui animerete i vostri discorsi d'Aula saranno motivazioni reali, motivazioni sostenute da ragionamenti e da riflessioni sul tema, oppure saranno semplicemente legate all'intento che vi prefiggete.
In ogni modo io vi vorrei indirizzare ad alcune riflessioni, perché tante volte voi, in quest'Aula, aver sostenuto la necessità di schierarsi in Sardegna con le parti più deboli, cioè di dare spazio a chi in Sardegna soffre condizioni di povertà. In questo però, nell'individuare i vostri obiettivi, commettete un errore, perché il modo per difendere oggi in Sardegna chi è più povero non è certo quello di mantenere lo status quo, mantenere lo stato di partenza, mantenere quella muffa che c'è nella mobilità delle classi sociali in tutta Italia e che è più presente ancora nella nostra Terra, dove chi nasce ricco spesso muore ricco, e chi nasce povero sembra condannato a morire povero. Ecco, se voi ci pensate, è un ragionamento fatto tante volte in questa Aula. Ad esempio, su un tema di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, e cioè la scuola.
Voi dite di sostenere la scuola pubblica statale perché siete dalla parte dei poveri; tante volte, con il presidente Soru, in quest'Aula, c'è stata una contrapposizione su questo argomento: "noi difendiamo la scuola pubblica" - avete detto, confondendo anche la dizione di scuola pubblica - "difendiamo la scuola statale perché riteniamo che sia l'unica offerta formativa in grado di soddisfare il cittadino". Beh, insomma, abbiamo avuto modo di dire al presidente Soru nella scorsa legislatura che noi difendiamo la scuola pubblica non statale, pubblica anch'essa, perché siamo sostenitori della pluralità dell'offerta formativa, e perché riteniamo che la pluralità dell'offerta formativa sia un modo di garantire i poveri, non i ricchi, i ricchi l'offerta formativa se la garantiscono per conto loro. I ricchi, se vogliono, mandano i figli in Svizzera, mandano i figli in America e gli garantiscono tutte le opportunità di studio e di formazione che desiderano; quelli che noi perdiamo, quelli che non riusciamo a formare sono i poveri.
Se non c'è una garanzia di scuola, una garanzia di pluralità di offerta formativa accessibile a tutti, quelli che non sono garantiti sono i poveri. Oggi, i ricchi che hanno la villa sul mare in Sardegna sono già sufficientemente tutelati, non stanno aspettando dalla Regione niente di particolare, anzi, la visione mummificatrice, pietrificatrice che voi avete dell'ambiente è la visione più gradita a loro, nel senso che se non costruiscono a fianco a loro, se le spiagge sono deserte, se non arrivano i turisti, coloro i quali hanno già un privilegio nella fruizione dell'ambiente sardo, beh, vi ringraziano. Hanno già ringraziato il presidente Soru che ha raddoppiato il valore delle loro ville sul mare semplicemente col blocco edificatorio totale, che ha realizzato nei cinque anni precedenti.
Chi avete danneggiato, sono i poveri, perché quelli che hanno sofferto per il blocco dell'edilizia in Sardegna sono i poveri, i falegnami che non lavorano, i manutentori che non lavorano, gli idraulici che non lavorano, gli impiantisti elettrici che non lavorano e quelli che non vi hanno votato alle scorse elezioni - l'avete detto voi nel convegno che avete organizzato al T-Hotel - non sono i ricchi, i ricchi vi hanno votato, perché la vostra politica li ha favoriti, sono i poveri, perché sono coloro a cui voi avete bloccato ogni possibilità di sviluppo. E quando voi avete sostenuto di essere dalla parte dei poveri, avete detto il vero, nel senso che li avete moltiplicati, sapendo bene che i poveri sono il vostro bacino elettorale, perché non hanno gli strumenti culturali per ragionare su quello che voi proponete, questo è il problema fondamentale.
Allora, è possibile che in questo provvedimento ci siano lacune, carenze, ci siano parti da modificare, ma è evidente che lo spirito con cui la maggioranza lo sta proponendo è quello di far ripartire lo sviluppo in Sardegna, di far ripartire l'economia, di costringere chi ha i soldi in banca a levarli dalle banche e a farli circolare, affinché si trasferiscano da chi ne ha a chi non ne ha. Quindi, questa è la motivazione che fa partire questo progetto, e se questa è la motivazione, insomma, voi potete fare quello che volete, ma se dite: "noi avremo un atteggiamento ostruzionistico", significa che non avete capito la lezione che gli elettori vi hanno dato, significa che non avete ragionato sui motivi della sconfitta, significa che continuate a sostenere che non vi hanno votato perché non vi hanno capito, e dire che si è persa un'elezione perché non si è stati capiti dagli elettori, credo sia l'errore peggiore che si possa fare.
Quindi, colleghi, ha ragione l'onorevole Salis: fate l'opposizione che ritenete di fare, però, ragionate su quella che è la situazione sociale in Sardegna, ragionate su errori che comunque nella scorsa amministrazione sono stati compiuti e, se possibile, aiutateci a ridurre il numero degli errori che noi faremo.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, offro il mio modesto contributo a un dibattito assolutamente sterile, che credo non arriverà a nessuna conclusione vista l'impostazione di questo tipo di interventi. Certamente bisognerebbe fare qualche passo indietro con il dibattito e porci un problema: quale tipo di sviluppo dovremmo realmente proporre per la nostra Isola? Questo dovremmo farlo con estrema modestia, andando oltre le nostre posizioni politiche, perché quando c'è di mezzo il futuro di un popolo, bisogna avere anche il coraggio di arrivare a delle conclusioni. Il problema è che, purtroppo, continuiamo a scontrarci anche su questioni che non investono aspetti rigorosamente ideologici.
Oggi ci chiediamo, comunque, a chi giovi questa legge. Leggendo l'articolo 1 mi sono chiesto: ma la finalità di questa legge quale è? La legge è tesa, recita l'articolo 1, "alla promozione del rilancio edilizio favorendo gli interventi diretti alla riqualificazione, al miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale, della compatibilità paesaggistica". Ma tutto ciò si vuole fare senza regole, questo è il problema, visto che un obiettivo importante in questa sede è l'attacco e lo stravolgimento del Piano paesaggistico regionale. Il Piano paesaggistico chiaramente non sarà la perfezione, ma è un Piano paesaggistico che comunque porta delle regole, dopo una lunghissima era di "assalto alla diligenza" di cui si vedono i risultati.
Oggi in diversi interventi è stata citata Capoterra, è stato citato San Teodoro, per non parlare di Olbia; sono tutti frutti avvelenati di un sistema edilizio che si è sviluppato, stile Far West, senza regole, sistema che ha prodotto non solo violenza sull'ambiente, ma anche sulle persone perché poi la natura si riprende sempre i suoi spazi, come attestano i morti degli eventi calamitosi dello scorso anno. Per cui io questa vostra proposta la boccio, lo ribadisco ancora, un po' come hanno fatto in altri interventi altri colleghi dell'opposizione, perché penso che potrà portare solo ed esclusivamente impoverimento del territorio e impoverimento delle popolazioni. Quindi, torno al discorso iniziale, discutiamo su quale modello di sviluppo - io dico eco compatibile - proporre per la nostra realtà regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
Quinta verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Salis e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 41 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Cossa - Cucca - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signor Presidente, andrò incontro alle esigenze dei colleghi e non mi dilungherò molto, ma mi corre l'obbligo di intervenire su questo articolo 1, un articolo che parla di finalità, un articolo generico, che offre l'opportunità di rimettere in evidenza, Assessore, una serie di elementi che mettono a grave rischio, secondo noi, questo provvedimento di legge. Dicendo questo voglio far riflettere anche i colleghi della maggioranza su un tema.
Io sento da diversi banchi della maggioranza provenire un richiamo a un'opposizione costruttiva, a un'opposizione che metta in campo proposte. Io penso che probabilmente, presi dagli impegni quotidiani, presi dal fare politica quotidiano, presi anche probabilmente dal gioco delle parti che tanti molte volte richiamano, ci si dimentichi che questa opposizione, il Partito Democratico, ha presentato un progetto di legge, ispirato a una filosofia totalmente diversa, ma che consente ugualmente alcuni interventi e va a toccare alcuni di quegli elementi cruciali per la ripresa del nostro sviluppo economico (come volete fare voi con il vostro provvedimento) però ponendo delle attenzioni particolari che voi non mettete.
Questo lo dico perché sembra quasi di parlare in un'aula dove si presentano solo emendamenti soppressivi, volti soltanto a cancellare un'eventuale vostra ipotesi di governo del territorio, ma non è così. Chi dice queste cose non è un attento lettore di ciò che accade dentro quest'Aula. Poi è chiaro che probabilmente in molti casi ognuno di noi, da una parte e dall'altra, esercita questo ruolo forse anche esagerando nella contrapposizione, ma se in sede di esame degli emendamenti in Commissione e su 350 nostri emendamenti non ne viene accolto uno (Assessore, non ne viene accolto uno, il Presidente della Commissione Matteo Sanna l'ha detto chiaramente) come possiamo pensare che ci sia dall'altra parte la volontà di dialogare su un qualcosa che può portare a un miglioramento del provvedimento di legge?
Io penso che questa volontà assolutamente non ci sia, che ci sia una chiusura totale, che ci siano emendamenti che tendono a peggiorare il disegno di legge e l'emendamento numero 350 della Giunta regionale è uno tra questi; è un emendamento, secondo me, pericolosissimo, che anzi cerca di nascondere il rischio di illegittimità di questo provvedimento di legge e, così facendo, lo mina ulteriormente. Vi è quindi, da parte vostra, una totale non disponibilità, come una totale assenza di riconoscimento anche di proposte concrete che pervengono dall'opposizione. Io ne ho avanzata una all'Assessore, in maniera molto esplicita: quella di identificare dei limiti precisi, come hanno fatto le altre Regioni del centrodestra, che tutti richiamate ripetutamente, che hanno pianificato e hanno legiferato identificando date certe, dove vengono racchiusi limiti, vengono identificati gli interventi che possono essere attuati. La nostra è l'unica legge in Italia, l'unico esempio di legge che consente le sanatorie in futuro per 18 mesi a seguire.
Possiamo quindi rincorrerci in quest'Aula dicendo che l'opposizione deve finirla di fare un'opposizione solo di contrapposizione nel momento in cui ci troviamo di fronte a proposte serie che necessiterebbero di un'attenzione seria da parte della maggioranza? Ecco, questo io lo dico forse con toni un po' accesi, ma con spirito pacato, perché penso che se lo volessimo, all'interno di questo disegno di legge ci sarebbero ancora i margini per poter fare qualcosa che recasse veramente beneficio ai nostri cittadini. Invece siamo di fronte ad un provvedimento di facciata, un provvedimento, tra l'altro, che nelle finalità si dimentica di identificare proprio le famiglie come destinatari ultimi. Si pone come obiettivo, invece, un aspetto molto importante, che è quello della ripresa del tessuto economico, e facendo così identifica come fruitori di questo disegno di legge, le imprese, gli ordini professionali, sicuramente tutti soggetto validi del nostro tessuto socio-economico, però dimentica le famiglie e le dimentica perché mette a disposizione risorse finanziare.
Se c'è crisi in Sardegna, se c'è disoccupazione possiamo pensare che le persone abbiano le risorse per poter terminare la costruzione di una casa o ampliarla? Ecco, io penso che ritornare a parlare di questi argomenti possa rappresentare un momento di serietà per noi tutti, ma occorre farlo con la pacatezza dovuta, rispettando anche il gioco delle parti, rispettando anche quello che ognuno di noi ha da dire all'interno di quest'Aula.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signor Presidente, quando mesi fa, nei mesi di febbraio-marzo, il Governo nazionale lanciò, un po' nello stile a cui ci sta abituando da tempo il Presidente del Consiglio Berlusconi, questa iniziativa governativa, si parlò da più parti di "piano casa". L'onorevole Bruno ha precisato con alcuni riferimenti puntuali da dove è partito questo ragionamento e come poi la stampa abbia sempre continuato a definirlo piano casa, interventi per la casa, eccetera. Oggi, in Sardegna in particolare, visto il risultato del provvedimento di legge che stiamo andando a discutere, ci si affanna a disattendere e disconoscere quell'obiettivo iniziale, ci si affanna a dire: scusate, non volevamo dire questo, volevamo parlare d'altro.
Il problema non è più la casa, il problema - a differenza di quello che disse inizialmente il presidente Berlusconi - non è mettere in condizioni chi non ce l'ha di poterla avere con la messa a disposizione di risorse pubbliche per l'edilizia economica pubblica per le famiglie meno abbienti, o anche con agevolazioni per moltiplicare la capacità di investimento delle famiglie. Questo obiettivo è passato in secondo piano, i riferimenti sono diventati altri, si parla in questo provvedimento di dare, sembrerebbe, finalmente risposta a imprese e soggetti che da tempo attendevano di poter mettere in campo risorse per interventi che gli strumenti urbanistici esistenti e le leggi urbanistiche esistenti impedivano. Quindi, diciamo che è cambiata e si vuole cambiare la cornice normativa.
In questo disegno di legge non si fa riferimento ad alcuna cornice normativa, in questo disegno di legge, in questo articolo 1 non si fa nessun riferimento al ruolo dei soggetti principali che gestiscono lo sviluppo del territorio e che sono i Comuni. Il nostro partito, anche per non venir meno al proprio ruolo di partito che vuole svolgere un ruolo di governo e di proposta, nella sua proposta di legge a queste due carenze - che non sono marginali, sono importanti - mette rimedio richiamando esplicitamente il ruolo dei Comuni e della legga urbanistica esistente. Con questo provvedimento, invece, come Regione ci si arroga il diritto di delegittimare i Comuni e, qualora dovesse passare l'emendamento numero 350 di cui altri colleghi hanno parlato, si stravolgerebbe tutto il tema legato ai vincoli di tutela.
Si lancia un segnale - a mio modestissimo parere - molto pericoloso: pensiamo dobbiate poter fare quanto ritenete opportuno, se il Piano urbanistico comunale prevede altro ci sarà una deroga, e se il bene è interessato da un vincolo ci sarà una qualche procedura, un procedimento, qualche ufficio tutela che lo eliminerà. In realtà, ogni vincolo andrà affrontato singolarmente e c'è una procedura piuttosto lunga per rimuovere vincoli di tutela che non sono certamente dentro i tempi previsti dalla straordinarietà richiesta da questa legge.
L'obiettivo della legge sembra essere: fino ad oggi c'è stato qualcosa di insopportabile e inaccettabile che ha bloccato lo sviluppo con questa legge noi lo elimineremo. Non mi riferisco al Piano paesaggistico regionale, ma alla stessa legge numero 45 e agli stessi Piani urbanistici comunali che vengono concepiti come lacci da rimuovere assolutamente o comunque di cui bisogna limitare l'efficacia affinché si possa dispiegare la capacità imprenditoriale altrimenti tarpata.
Io non so quale sarà il risultato concreto sul rilancio dell'economia di questo provvedimento di legge. Nutro personalmente la convinzione che l'edilizia comunque, in particolare in questo caso, abbia un effetto molto effimero e temporaneo sullo sviluppo dell'economia. Però, a parte questo (ovviamente il giudizio è soggettivo, altri potrebbero pensare il contrario) intuisco quale sia il risultato politico e anche culturale della proposta: si genera un'attesa dei singoli, di imprese, per i quali il problema e l'interesse generale deve passare in secondo piano.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue LOTTO.) In primo piano c'è e ci deve essere l'esigenza o di aumentare volumi esistenti o di bypassare vincoli sovraordinati o comunque creare le condizioni affinché quello che fino a oggi non si può fare possa essere fatto, mettendo così in discussione tutta la nostra storia legislativa ed urbanistica.
Nell'articolo 1 si parla di riqualificazione e si vedrà poi che si prevedono incrementi volumetrici fuori indice, fino ed oltre il 35 per cento. Si parla di compatibilità paesaggistica e si dedica l'intero Capo II a mettere mano al Piano paesistico regionale. Si parla di sicurezza strutturale e non si escludono dagli interventi le zone a rischio idrogeologico. Si parla di efficienza energetica e si lega a questo tema una parte minima della premialità mentre la parte fondamentale si lascia assolutamente slegata da queste esigenze. Infine, si parla di patrimonio edilizio esistente e si prevede di includere volumi attualmente inesistenti. Questo articolo non va bene in quanto non va bene tutto quello che lo segue. Ecco perché ritengo che vada abrogato.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri regionali, ho ascoltato con vivo interesse tutti gli interventi e sono un po', quanto meno, rammaricato perché in tanti anni nessuno mi aveva definito spudorato, infantile, uomo di mala fede. Io credo che forse questi termini sono tipici di un'Aula consiliare alla quale io non sono ancora abituato, quindi evito di dedicare a questo aspetto del tempo o di perdere dietro questo aspetto del tempo.
Già ieri facevo presente che il piano casa al quale si riferivano alcuni consiglieri regionali non era di certo il disegno di legge che oggi è all'attenzione dell'Aula. Già facevo presente che non sarebbe potuto essere all'attenzione dell'Aula nella considerazione che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in riferimento alle tematiche che stanno a cuore, in particolare che vengono portate all'attenzione da una quota parte dei consiglieri regionali, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nella fine di agosto di quest'anno, quindi in un periodo decisamente diverso vuoi al momento deliberativo della Giunta regionale, vuoi al momento successivo al trasferimento del documento stesso all'attenzione della Commissione consiliare, e vuoi, infine, al momento successivo all'apertura dei lavori della quarta Commissione consiliare in relazione all'atto che stiamo esaminando.
Peraltro, per onor del vero, bisogna anche puntualizzare che l'accordo sottoscritto dal presidente Errani e dal ministro Fitto nella prima decade del mese di marzo del corrente anno è riferito all'atto deliberato successivamente e pubblicato nell'agosto del 2009. Quindi le riflessioni in ordine alla mistificazione di un atto di natura legislativa portate all'attenzione dell'aula identificando processi che fanno riferimento ad altre tematiche mi mettono veramente in grande difficoltà. Vi posso solo dire che molti degli elementi portati all'attenzione dell'aula li ho rinvenuti nella bozza del disegno di legge che l'amministrazione regionale (e nello specifico l'Esecutivo regionale) sta portando avanti.
Devo anche dire che mi ha fatto grande impressione la riflessione di alcuni consiglieri in ordine alla non identificazione di coloro che sono i soggetti finali della disposizione legislativa. La norma stessa che ha come titolo "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia" (e tralascio il resto del titolo onde evitare di appesantire) mira chiaramente a dare un sostegno economico al settore dell'edilizia (e non c'è da nascondersi e non c'è da vergognarsi) e in particolare a quale settore dell'edilizia?
Ho sentito parlare di movimenti, di ANCE, di imprese. Io ho provato a fare un calcolo, e dalle mie valutazioni, forse errate, evinco che la stragrande maggioranza dei cantieri che andranno ad aprirsi in Sardegna saranno gestiti da maestranze ridotte in termini numerici a 3-4 massimo 5 unità. Stiamo parlando quindi di imprese artigiane, stiamo parlando di micro imprese a gestione familiare, stiamo parlando quindi di un'azione che genera ulteriori elementi di arricchimento ma non nei confronti di coloro che sono già ricchi, ma della micro imprenditorialità che è presente nel nostro tessuto economico, delle piccole aziende, dei piccoli artigiani, dei fabbri, dei falegnami e che di converso chiaramente crea le condizioni perché anche nel settore di tipo commerciale - e sto parlando dei generi di prima necessità - abbia quantomeno una ricaduta positiva dall'iniziativa.
Io vi devo dire, in tutta sincerità, che non ho identificato, quando ho collaborato alla stesura del testo e non identifico tuttora, soggetti diversi da quelli che vi ho poc'anzi rappresentato. E' chiaro che un testo di questa natura, che niente ha a che vedere col piano casa di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pubblicato nell'agosto di quest'anno, non poteva prevedere norme di carattere finanziario, ma non perché siamo nani e non abbiamo la capacità di diversificarci dagli altri o dalle altre regioni, ma per il semplice fatto che questo atto, la funzione di creare le condizioni perché il settore privato diventi veicolo di sviluppo economico e non ci si ritrovi, come al solito, le amministrazioni pubbliche costrette, nel tentativo di sostenere lo sviluppo economico, a investire in maniera significativa. In maniera significativa investiremo col piano casa, il piano casa che il Consiglio regionale avrà la possibilità di esaminare così come prevedono le scadenze nazionali, entro il novembre di quest'anno, quindi non nel futuro: a breve.
E a breve esprimeremo, - anzi esprimerete, perché io sono un assessore tecnico, non ho diritto di voto e quindi non posso esprimermi se non sotto il profilo più propriamente che mi si addice - esprimerete tutte le vostre valutazioni nel tentativo di trovare una giusta strada che consenta di generare tutti quegli elementi che da più parti sono stati portati all'attenzione. Qualcuno già ieri mi investiva con una serie di domande pressanti: "Io vorrei sapere, l'Assessore mi dovrebbe dire...".
Io credo che ognuno di noi, sulla scorta delle piccolissime riflessioni che ho fatto, abbia compreso lo spirito che ha animato l'Esecutivo regionale, che abbia compreso perché tutte le regioni italiane abbiano trovato un'intesa in riferimento a questa strategia. Se poi la mia esposizione non soddisfa tutti non è di certo per un mio tentativo di glissare, scusatemi il termine, ma semplicemente perché per poter dare risposta a tutti quanti occorrerebbe veramente uno spazio di intervento di gran lunga superiore a quello a mia disposizione.
Mi limito soltanto a formulare un'ulteriore osservazione in riferimento ai giusti elementi di conoscenza che ci sono stati ricordati qui in aula in ordine ai disastri di carattere naturale, non ultimo quello comparso sul giornale di oggi verificatosi nei giorni scorsi nel comune di San Teodoro, dove il cordone dunale che separa il mare rispetto alle aree stagnali si è rotto per effetto di un afflusso di acque...
PRESIDENTE. Prego, Assessore, può continuare.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Dicevo, per quanto riguarda San Teodoro, che il cordone dunale si è deteriorato per effetto di un afflusso di acque piovane superiore alle medie riscontrate negli ultimi decenni.
Faccio anche presente che, a monte del sistema dunale e del sistema stagnale, non ci sono state trasformazioni antropiche tali da generare questo fenomeno. La natura, signori, molto spesso presenta delle fenomenologie di natura ciclica alle quali neanche l'intelligenza dell'uomo riesce a porre rimedio. Per quanto riguarda invece gli ultimi aspetti sollevati a più riprese e da più parti in ordine all'interesse o alla non tanto velata volontà di stravolgere il Piano paesaggistico regionale, ne ho già parlato abbondantemente ieri, quindi credo che non sia il caso neanche di ritornarci, se no dovrei essere penoso nella trattazione. Mi limito soltanto ad aggiungere che il richiamato articolo 14 riferito alle deroghe, a seguito di tre sentenze del Tribunale amministrativo sardo, è stato cassato dal Piano paesaggistico regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sull'ordine dei lavori, o meglio sullo stile dei lavori.
Faccio notare, signora Presidente, che l'opposizione ha consentito all'assessore Asunis di poter concludere il suo intervento a differenza di quanto avvenuto nei molti altri casi in cui altri Assessori delle precedenti Giunte o il presidente Soru hanno chiesto alcuni secondi per poter concludere il loro intervento. Lo segnalo come problema di stile nel comportamento dell'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, ci tengo a sottolineare che l'assessore Asunis non ha chiesto niente ed è stata una libera volontà dell'Aula che è sempre sovrana. Questa però non può diventare la regola.
(Interruzioni)
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 24.