Seduta n.26 del 22/07/2009 

XXVI SEDUTA

Mercoledì 22 luglio 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 16.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 6 maggio 2009 (19), che è approvato.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 luglio 2009, è pervenuta la comunicazione del Presidente della Regione che, con decreto numero 35 del 6 luglio 2009, ha nominato il consigliere Giorgio Oppi Assessore della difesa dell'ambiente.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Dedoni - Vargiu - Cossa - Fois - Meloni Francesco - Mula:

"Istituto sardo per l'incremento ippico". (40)

(Pervenuta il 16 luglio 2009 e assegnata alla quarta Commissione.)

Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino - De Francisci - Sanjust - Tocco - Randazzo - Peru - Rassu - Cherchi - Pittalis - Locci - Campus - Rodin - Murgioni - Lai - Ladu - Sanna Paolo Terzo - Petrini - Greco - Pitea - Amadu - Artizzu:

"Imprenditoria sportiva. Provvedimenti urgenti per favorire l'occupazione in ambito sportivo". (41)

(Pervenuta il 16 luglio 2009 e assegnata alla sesta Commissione.)

Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino:

"Tutela, sostegno e promozione delle attività sportive dei disabili". (42)

(Pervenuta il 17 luglio 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)

Sanna Gian Valerio:

"Disciplina del personale del Consiglio regionale e dell'organizzazione degli uffici del Consiglio". (43)

(Pervenuta il 17 luglio 2009 e assegnata alla prima Commissione.)

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:

"Interrogazione Rassu sul mancato rimborso, al Comune di Borutta e ai cittadini interessati, dei danni causati dagli eventi calamitosi verificatisi in data 11 settembre 2006". (28/A)

(Risposta scritta in data 21 luglio 2009.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione pubblica inerente il conferimento della carica di direttore della Struttura complessa di nefrologia dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu". (74)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle responsabilità della dirigenza dell'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari in un grave caso di commercializzazione di prodotti alimentari nocivi per la salute dei cittadini". (75)

"Interrogazione Piras - Diana Mario - Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio - Stochino - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del comparto merci di Trenitalia Spa". (76)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione del numero di posti assegnati dal Ministero dell'università e della ricerca per l'accesso al Corso di laurea in medicina veterinaria nell'Università di Sassari per l'anno accademico 2009/2010". (77)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Stochino - Pitea - Piras - Tocco - De Francisci - Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio, riguardante il provvedimento emanato dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica sulla anticipata occupazione, ex articolo 38 del Codice della navigazione, del pontile di Cala Luna a favore dei Comuni di Baunei e di Dorgali". (25)

"Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu, sull'applicazione dell'articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni". (26)

"Interpellanza COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sui pesanti tagli decretati dal Ministro Gelmini alle iscrizioni nella Facoltà di veterinaria dell'Università di Sassari". (27)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, sulla situazione attuale, sul ruolo e sul funzionamento dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri e sulle sue prospettive per l'immediato futuro". (28)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Uras - Salis - Bruno - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Cocco Daniele Secondo - Mariani - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru sulle carceri speciali, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (15)

Commemorazione di ex consigliere

PRESIDENTE. Colleghi, commemoriamo oggi l'onorevole Antonio Arru, scomparso qualche tempo fa. Consigliere regionale per tre legislature dal 1963 al 1974, l'onorevole Arru era subentrato all'onorevole Francesco Deriu nel 1963, ed era stato riconfermato nel 1965 e nel 1969. Ha fatto parte del Gruppo della Democrazia Cristiana. Originario di Calangianus, aveva conseguito la laurea in Giurisprudenza e aveva svolto la professione di funzionario della pubblica amministrazione ricoprendo l'incarico di Capo ripartizione al Comune di Sassari prima della sua elezione in Consiglio regionale.

E' stato Questore del Consiglio e componente di varie Commissioni, in particolare della Commissione Autonomia, ininterrottamente durante tre legislature. Ha fatto parte anche del Bilancio, dell'Industria e Commercio e della Commissione speciale per lo Statuto.

Fra i progetti di legge presentati, ricordiamo quelli a favore della cooperazione, della profilassi e la lotta alle malattie del bestiame, per la concessione di contributi agli allevatori danneggiati dalla siccità, per il fondo di solidarietà regionale a favore delle popolazioni colpite dalle avversità atmosferiche.

Tra gli interventi in campo sindacale, l'onorevole Arru presentò un progetto di legge per le attività di studio e di ricerca delle organizzazioni dei lavoratori e per favorire la cooperazione.

Si occupò di riforma tributaria, materia nella quale vantava una specifica competenza e, in campo sanitario, dell'istituzione della Cattedra di odontoiatria all'Università di Sassari.

Nel ricordare l'impegno civile, sociale e politico dell'onorevole Antonio Arru, giunga ai familiari il cordoglio mio personale e del Consiglio regionale.

Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 23, viene ripresa alle ore 16 e 34.)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni urgenti nei settori economico e socio-sanitario, per il superamento del

precariato e in materia di organizzazione regionale". (32/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 32/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, onorevoli colleghi, non credo che loro abbisognino di una relazione introduttiva particolarmente dettagliata sul disegno di legge in esame; esso è nella disponibilità del Consiglio da tempo, è stato discusso e ampiamente emendato in Commissione in ragione di un dibattito politico che ha attraversato tutte le Commissioni e tutti i Gruppi. Credo che sia pertanto mio compito unicamente richiamare alcuni fattori di contesto e illustrare le parti più significative del provvedimento in esame.

Partiamo dal contesto. Il contesto, che il Consiglio regionale della Sardegna è bene che tenga presente, è quello che anche ieri si è manifestato nel confronto con l'ENI, anzi tra l'ENI e il Presidente della Regione sarda, dove il buon inizio che si è conseguito è nato dalla forza della Regione e non da quella del Governo, che ha agito di supporto e non di iniziativa. Il contesto nel quale ci troviamo è quello di un'Italia su cui le agenzie internazionali di rating, per il momento in modo ancora interlocutorio, ma in futuro in modo sicuramente più deciso, stanno sollevando un dubbio di tenuta e di solvibilità, non taciuto neanche oggi dagli organi di informazione italiani più autorevoli e specializzati.

Vorrei ricordare ai colleghi che l'Italia ha un incremento del debito (nel primo semestre di quest'anno) del 5,4 per cento e un incremento del Pil che oscilla intorno solo all'1 per cento, in questa situazione si sta ancora al di qua di un crinale pericolosissimo, solo perché l'Euribor vale un punto, ma tutti comprendono che, se, come dicono gli analisti, il 2010 sarà l'anno in cui l'inflazione riprenderà a correre insieme alla produzione, se il costo del denaro dovesse riprendere a salire anche solo di due punti, l'Italia, il Paese dell'Unione europea col debito più alto, farebbe una fatica immane a finanziare il suo debito pubblico. Scrivono i giornali più seri (lo dico anche ai colleghi in questo momento un po' distratti): "L'Italia è a rischio 'Argentina' ", per questo è così debole con l'ENI e noi lo sappiamo bene. Ciò che ci attende all'orizzonte, dunque, è un'Italia che, o ridurrà drasticamente i costi della sanità, delle pensioni e del welfare, o aumenterà le tasse e la lotta all'evasione, o farà un mix delle due misure; in tutti i casi, è certo che la Regione sarà chiamata a governare il suo rilancio economico in un clima di debolezza economica, finanziaria e, di conseguenza, istituzionale dell'Italia, clima del quale è bene che noi dobbiamo tener conto.

La Giunta ha ripetutamente affermato di aver ben chiaro questo quadro, ha ripetutamente individuato, nella manovra di settembre e nel Piano di sviluppo regionale, gli strumenti ed il perimetro concettuale, finanziario e normativo con cui ci si preparerà ad affrontare la crisi. Ha affidato alla finanziaria del 2009, approvata qualche mese fa, e ad alcune importanti misure condivise con l'opposizione, presenti in questo disegno di legge, il compito di fronteggiare la crisi dei redditi che sta colpendo ampi settori della società sarda. Ha affermato, la Giunta, di voler difendere il miliardo e mezzo di entrate fiscali in più dovute nel 2010 alla Regione Sardegna dall'accordo sulle entrate. Ha avviato, la Giunta, una larga consultazione della società sarda per la definizione degli strumenti e degli obiettivi da inserire nel Piano di sviluppo regionale. Recentemente, in ragione del valore che una seria unità istituzionale assume in una fase di crisi dell'economia e dello Stato, quale quella che viviamo, la Giunta ha indicato, nei temi della difesa del sistema produttivo sardo e del lavoro dei sardi, un serio tema di intesa politica tra maggioranza e opposizione.

In un quadro così complesso e così drammatico, il disegno di legge oggi in esame ha un significato parziale e solo preparatorio di scelte più grandi e impegnative; lo mostra anche l'esiguità delle risorse impegnate che non supera i 100 milioni di euro, come pure la mole delle disposizioni che modificano procedimenti piuttosto che strutture del sistema produttivo sardo. Tuttavia, come spesso accade, il brutto anatroccolo, nato come un intervento generalista e comprensivo di provvedimenti urgenti e no, ha messo nel proseguo del suo percorso qualche penna di cigno. Segnalo ai colleghi l'importanza delle norme approvate all'unanimità sul precariato, sugli ammortizzatori sociali e sulla scuola; tutte norme perfettibili dalle persone ragionevoli, ma comunque con obiettivi alti e importanti. Purtroppo le norme non svelano mai il clima politico in cui maturano, ma anche il clima politico ha la sua importanza. L'opposizione, con un minimo sforzo organizzativo, avrebbe potuto allargare sensibilmente i tempi dell'esame del testo in Commissione e rallentare l'arrivo del provvedimento in Aula; non l'ha fatto, ma qui nessuno ha nostalgia per pratiche consociative o trasformistiche alla Depretis. Qui mi pare, invece, si stia diffondendo la consapevolezza, in questo Consiglio, che si è in guerra contro il rischio di una grave crisi per la Sardegna, a cui la Sardegna, se non vuole che si consumi interamente la credibilità dell'intero ceto politico, della maggioranza e dell'opposizione, deve rispondere unitariamente, con le sue differenze ma unitariamente.

Io colgo questo clima che promette bene per l'intesa su alcune grandi riforme, quali la scuola e la sanità; riforme che, sia chiaro, per la crisi dell'Italia di cui ho parlato, dovremo fare da soli come sardi e con i nostri soldi. Anzi, se c'è un limite in questa manovra, che pure tocca tanti temi sensibili, è quello di non accennare in alcun modo al settore che richiede l'intervento tra i più urgenti: la sanità. Chi si ammala in Sardegna sperimenta il rischio della morte, la disorganizzazione, gli sprechi, io aggiungo anche, per esperienza personale, il mancato rispetto della dignità delle persone, la prevalenza di una dirigenza che ha i comportamenti della casta, intoccabile e irresponsabile, la presenza diffusa di interessi economici privati contrastanti con l'interesse dei malati. Questa è la sanità della Sardegna. Rispetto a tutto questo, il Consiglio regionale rinuncia, anche in una legge piccola come questa, a dire una parola, ad avviare un profondo processo di cambiamento di cui chi ha avuto la disavventura di frequentare gli ospedali e di frequentare la dirigenza che li governa non può non sentire l'urgenza, e che invece il ceto politico sardo sembra non sentire come necessario.

Ma torniamo ai temi delle grandi riforme. Io sono convinto che se i sardi si pongono nell'ottica della difesa e della promozione umana dei sardi e della Sardegna, cioè se si pongono nell'idea di considerare alcuni loro interessi come interessi nazionali dei sardi, la Sardegna prenderà una strada di cambiamento pacifico e intenso che fino ad oggi non si è riusciti ad inaugurare. Spero che l'intesa trovata su alcuni commi e articoli di questo disegno di legge, sia la premessa a incontri di alto valore istituzionale, degni del Parlamento di una Nazione; per il resto, rispetto alla limitata ambizione di questo disegno di legge, dovremmo perdere il vizio di spregiare le cose piccole, ma utili.

Credo che tutti siamo d'accordo che sia uno strumento importante rendere la SFIRS una realtà completamente "in house" della Regione. Bene, questa piccola leggina realizza questo importante obiettivo. Come pure penso sia utile coordinare la trasformazione della SFIRS in una realtà "in house" e salvare il fondo di contro garanzia istituito con la scorsa finanziaria; con 100 milioni di fondo si garantiscono prestiti per almeno 600 milioni, non mi sembra una cattiva idea. Come pure la piccola riforma della programmazione negoziata che calibra meglio gli strumenti dell'incentivazione sulla micro, piccola e media impresa, e li lega ai processi di crisi territoriale in modo più efficiente di prima; non mi pare né una piccola cosa, né una cattiva idea, quando si tratta ripetutamente di rispondere con lo sviluppo del nostro tessuto produttivo alla crisi che c'è stata trasferita dai grandi gruppi internazionali. Non mi pare un intervento negativo nel mondo della cultura continuare a garantire l'applicazione della "482" sulle minoranze linguistiche attraverso il rifinanziamento della convenzione con il sistema radiotelevisivo italiano.

Non mi sembra una cattiva idea cercare di consentire l'ultima possibilità per i viticoltori sardi di adeguarsi alla normativa europea, o avviare la promozione di meccanismi di assicurazione degli addetti dell'agricoltura per fronteggiare le calamità naturale; tutte cose piccole, ma neanche poi così tanto, mi pare. Né mi pare banale, anzi mi sembra efficace, l'accordo raggiunto in Commissione di convogliare in un unico emendamento da presentare in Aula la ricognizione in atto sulle istituzioni e manifestazioni culturali che non riescono a trovare copertura finanziaria nella legislazione vigente. Io sono convinto, e me ne convinco sempre più, che è meglio un atteggiamento pragmatico ed efficace di mille norme astratte e inconcludenti.

Questa è solo una parte dell'umile contorno di questo disegno di legge alle misure di larghe intese che caratterizzano il provvedimento su cui maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo. Sono certo che, nel corso dei lavori, sapremo orientare il disegno di legge verso ulteriori difficili traguardi, conquistabili da un ceto politico che sappia unire spirito nazionale e statuale dei sardi, capacità di visione del futuro, e molto, molto, moltissimo senso pratico.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Uras, relatore di minoranza.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori), relatore di minoranza. Presidente, onorevoli colleghi, il progetto di legge che questo Consiglio si accinge a esaminare avrebbe dovuto naturalmente raccogliere le indicazioni espresse dagli ordini del giorno unitariamente approvati in sede di esame della manovra di bilancio del 2009. Per tutti ricordo quella relativa al personale precario delle pubbliche amministrazioni. Dopo una legge finanziaria come quella licenziata lo scorso maggio, scarna, emergenziale, priva di prospettiva, per ammissione della stessa maggioranza, che ha rinviato le questioni attinenti allo sviluppo nello strumento che è già previsto dalla legge di contabilità e dall'ordinamento regionale, ovverosia il Programma regionale di sviluppo, questa disposizione legislativa sarebbe dovuta seguire con dentro le proposte orientate alla gestione della grave e perdurante situazione di crisi occupazionale e produttiva nella quale versa la Sardegna, da Porto Torres a Cagliari.

Abbiamo invece tutti, e nostro malgrado, dovuto prendere atto di una proposta di contenuto povero, opposto alle aspettative. Abbiamo ricevuto un disegno di legge, approvato dalla Giunta, costituito da una miriade di disposizioni disarticolate, incoerenti, assai distanti dalla necessità di rispondere positivamente alle richieste di intervento provenienti dalle fasce più deboli della nostra popolazione, dai disoccupati, dai tanti lavoratori precari, da quelli a rischio di occupazione o già espulsi dal sistema produttivo, parzialmente assistiti da insufficienti ammortizzatori sociali o, peggio, privati di qualsiasi reddito da lavoro.

La Giunta ci ha consegnato una proposta senza anima, priva di respiro, norme destinate a soddisfare richieste di persone, imprese, singoli soggetti, anche istituzionali, ma non le esigenze generali, non i bisogni più veri dei cittadini e dei lavoratori e degli operatori economici. Davanti a una proposta che noi abbiamo giudicato assolutamente inadeguata alla situazione economica e sociale della Sardegna, avremmo potuto decidere e sviluppare un'opposizione durissima, rigettare ogni interlocuzione con la maggioranza, praticare il "tanto peggio tanto meglio", come in altre circostanze è avvenuto, in modo particolare nella precedente legislatura.

Noi, invece, abbiamo deciso di fare opposizione di governo (non lo abbiamo deciso da oggi, lo abbiamo deciso già nel corso dell'esame della manovra finanziaria), di avanzare proposte di contenuto alternativo e, prima di ogni altra cosa, guardare all'interesse dei sardi. Questo atteggiamento di grande responsabilità, che le minoranze vanno assumendo come caratteristica dell'operare unito della coalizione democratica, ha contribuito non poco anche al risultato maturato ieri sulla vertenza dell'industria chimica in Sardegna, per ottenere la revoca della decisione di chiusura degli impianti dell'ENI di Porto Torres, di messa in cassa integrazione di altre diverse centinaia di lavoratori.

In noi non vi è strumentalità, quindi, ma solo seria e motivata contrarietà a tutto ciò che non va nella direzione dell'interesse della comunità regionale. Per questo spingeremo, anche nel corso della discussione in Aula, verso una profonda revisione dei contenuti del provvedimento a favore dei bisogni più urgenti della società sarda. Questo provvedimento comunque, oggi, dopo il lavoro in Commissione, ha cambiato già la propria fisionomia iniziale, totalmente negativa, a nostro giudizio. Diverse questioni di rilievo sono state introdotte nel corso dei lavori, grazie alla nostra attività di proposta. Parti rilevanti dei suoi contenuti originari sono state soppresse, questo anche per convinzione della maggioranza. Il progetto di legge che esaminiamo quindi è un'altra cosa rispetto al disegno di legge trasmesso al Consiglio dalla Giunta. Ci sono però alcuni argomenti trattati nel dispositivo normativo, che sono stati approvati unitariamente in Commissione in materia di politiche del lavoro, di ammortizzatori sociali, di stabilizzazione dei lavoratori precari, su cui siamo riusciti ad agire in modo più incisivo; parlo in modo particolare degli articoli 2 bis e 2 ter, di parte dell'articolo 5, i commi 14 e 15 per intenderci, su cui vale la pena anche di soffermarsi per capire se vi siano condizioni di potenziamento degli interventi. Mi riferisco in modo particolare al sistema degli ammortizzatori sociali.

Abbiamo convenuto sull'esigenza di mettere uno stop definitivo alla creazione permanente di precariato presso le pubbliche amministrazioni (questo è un risultato di tutti), stabilendo che la possibilità di procedere ad assunzioni di personale a tempo determinato può avvenire esclusivamente per motivate esigenze straordinarie ed entro la misura massima del 3 per cento delle dotazioni organiche. Abbiamo convenuto che queste assunzioni non possono costituire in alcun modo presupposto per l'ingresso nei ruoli a tempo indeterminato e abbiamo chiamato a responsabilità i dirigenti delle amministrazioni, perché, qualora procedano in modo difforme da quanto stabilito dalla legge, gli atti così adottati siano dichiarati nulli, determinino responsabilità contabile di chi li ha posti in essere e vengano immediatamente notificati alle competenti autorità di controllo. Ci sono angoli di amministrazione regionale che, pur in presenza di leggi, di norme specifiche che andavano in questa direzione, anche nelle leggi finanziarie precedenti, hanno comunque proceduto ad assunzione di personale precario fuori dalle disposizioni normative vigenti. Al contempo, è prevista, proprio per superare la situazione di precarietà del lavoro nella pubblica amministrazione, una procedura quadriennale di stabilizzazione dei lavoratori precari delle amministrazioni locali e regionali - attraverso percorsi differenziati e trasparenti - che sono avviati con particolare nuova attenzione nei confronti del personale precario degli enti locali, per il quale si integra il trasferimento finanziario a favore degli stessi enti.

Sono state introdotte procedure di verifica e monitoraggio delle leggi già approvate in materia di lavoro, a iniziare dalle norme relative alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti. Sono state individuate misure per rafforzare percorsi di inserimento lavorativo e di mantenimento dei livelli occupativi nei settori in crisi già presenti nelle ultime due leggi finanziarie. Tutte questioni importanti non contenute nel testo originario. Molto altro però può essere fatto, in queste prossime ore e in questi prossimi giorni, attraverso l'attività emendativa di tutti i consiglieri. Noi guardiamo con attenzione ai bisogni della scuola, del sistema sardo dell'istruzione; guardiamo alla buona gestione delle risorse idriche, che passa anche attraverso l'internalizzazione dei servizi in appalto; guardiamo con attenzione anche alla comunicazione e all'informazione istituzionale, che passa attraverso una buona organizzazione dell'Ufficio stampa della Regione, al riconoscimento del valore professionale dei dipendenti che hanno svolto e svolgono tali funzioni e che possiedono i relativi titoli professionali. Questione questa (per come è trattata nel progetto di legge) su cui criticamente si è espressa anche l'Associazione della stampa sarda.

Siamo convinti, quindi, che questo provvedimento possa essere reso maggiormente funzionale ai bisogni più immediati dei nostri cittadini, che debba contenere in sé almeno le risposte più urgenti sul piano qualitativo e quantitativo e che, così come è, non sia ciò di cui la nostra società e la nostra economia hanno bisogno.

Penso inoltre, signor Presidente e onorevoli colleghi, che lo sforzo che fa questo Consiglio, in ogni circostanza (lo ha fatto nelle precedenti legislature, lo farà anche in questa), di trovare soluzioni ai problemi che vive la nostra società, la nostra economia, non possa trovare un apparato amministrativo che non coglie la gravità dell'emergenza in cui si trova la nostra Regione e che non corrisponde con la stessa qualità e con lo stesso impegno alle soluzioni che sono state e che si trovano nell'atto della formazione delle leggi. Dico questo perché, se noi verificassimo, e lo dovremmo fare, quante delle disposizioni che abbiamo approvato sono ancora ferme, dell'ultima finanziaria, della penultima finanziaria, della terz'ultima finanziaria, e quante risorse non sono state utilizzate e quanto siano concentrate negli strumenti più incisivi, dal punto di vista economico e sociale, quelli che rispondono di più ai bisogni anche fondamentali dei nostri cittadini, noi dovremmo assumere soluzioni radicali, dovremmo essere conseguenti, cioè fare disposizioni di smantellamento immediato di alcune strutture, di superamento immediato di alcuni vertici.

Io penso che, in questi mesi, ma soprattutto alla ripresa, questo autunno, noi dovremo porci il problema perché non potremo sprecare neppure un minuto e non dovremo sprecare neppure un soldo per inefficienze croniche della macchina amministrativa della Regione. E' per questo che lavoriamo, è per questo che, con responsabilità, questa opposizione, che rimane tale, cioè opposizione che ha una visione della società e dell'economia che è diversa rispetto a quella della maggioranza, questa opposizione si sta comportando con assoluta responsabilità nei confronti del popolo sardo e della nostra comunità regionale.

Richiesta di inserimento nella programmazione bimestrale dei lavori ex articolo 100

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). A conclusione dei lavori, Presidente, vorrei chiedere che, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, i progetti di legge numero 5 e 16 rispettivamente presentati il 1 aprile e il 7 maggio, possano essere inseriti nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. La richiesta dell'onorevole Capelli prevede che si apra una discussione. E' possibile un intervento per Gruppo per non più di cinque minuti, dopodiché l'Assemblea è chiamata ad esprimersi con una votazione sulla possibilità di inserire nella programmazione bimestrale i provvedimenti richiamati dall'onorevole Capelli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, siccome l'onorevole Capelli si è espresso per numeri e quindi non sappiamo neppure qual è il contenuto dei progetti di legge che richiama all'attenzione...

CAPELLI (U.D.C.). Pensavo avessi studiato!

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non così approfonditamente! Propongo, prima di passare eventualmente alla votazione, di affrontare l'argomento nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, gia prevista per domani mattina per rispondere, al limite, positivamente alla richiesta avanzata.

PRESIDENTE. Ritengo che la proposta dell'onorevole Uras possa essere accolta, per un maggior approfondimento in sede di Conferenza di Capigruppo, fermo restando la possibilità per l'onorevole Capelli di richiamare l'Aula ad esprimersi su questa possibilità domani mattina. Onorevole Capelli, va bene?

(Interruzione del consigliere Capelli)

PRESIDENTE. Domani mattina si affronterà l'argomento in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo, poi eventualmente, qualora non fosse soddisfatto, lei potrà riproporre la richiesta in Aula. Va bene.

I lavori riprenderanno domani, giovedì 23 luglio, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 17.



Allegati seduta

XXVI SEDUTA

Mercoledì 22 luglio 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 16.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 6 maggio 2009 (19), che è approvato.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 luglio 2009, è pervenuta la comunicazione del Presidente della Regione che, con decreto numero 35 del 6 luglio 2009, ha nominato il consigliere Giorgio Oppi Assessore della difesa dell'ambiente.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Dedoni - Vargiu - Cossa - Fois - Meloni Francesco - Mula:

"Istituto sardo per l'incremento ippico". (40)

(Pervenuta il 16 luglio 2009 e assegnata alla quarta Commissione.)

Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino - De Francisci - Sanjust - Tocco - Randazzo - Peru - Rassu - Cherchi - Pittalis - Locci - Campus - Rodin - Murgioni - Lai - Ladu - Sanna Paolo Terzo - Petrini - Greco - Pitea - Amadu - Artizzu:

"Imprenditoria sportiva. Provvedimenti urgenti per favorire l'occupazione in ambito sportivo". (41)

(Pervenuta il 16 luglio 2009 e assegnata alla sesta Commissione.)

Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino:

"Tutela, sostegno e promozione delle attività sportive dei disabili". (42)

(Pervenuta il 17 luglio 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)

Sanna Gian Valerio:

"Disciplina del personale del Consiglio regionale e dell'organizzazione degli uffici del Consiglio". (43)

(Pervenuta il 17 luglio 2009 e assegnata alla prima Commissione.)

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:

"Interrogazione Rassu sul mancato rimborso, al Comune di Borutta e ai cittadini interessati, dei danni causati dagli eventi calamitosi verificatisi in data 11 settembre 2006". (28/A)

(Risposta scritta in data 21 luglio 2009.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione pubblica inerente il conferimento della carica di direttore della Struttura complessa di nefrologia dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu". (74)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sulle responsabilità della dirigenza dell'Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari in un grave caso di commercializzazione di prodotti alimentari nocivi per la salute dei cittadini". (75)

"Interrogazione Piras - Diana Mario - Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio - Stochino - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del comparto merci di Trenitalia Spa". (76)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione del numero di posti assegnati dal Ministero dell'università e della ricerca per l'accesso al Corso di laurea in medicina veterinaria nell'Università di Sassari per l'anno accademico 2009/2010". (77)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Stochino - Pitea - Piras - Tocco - De Francisci - Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio, riguardante il provvedimento emanato dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica sulla anticipata occupazione, ex articolo 38 del Codice della navigazione, del pontile di Cala Luna a favore dei Comuni di Baunei e di Dorgali". (25)

"Interpellanza Steri - Capelli - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Milia - Obinu, sull'applicazione dell'articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni". (26)

"Interpellanza COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sui pesanti tagli decretati dal Ministro Gelmini alle iscrizioni nella Facoltà di veterinaria dell'Università di Sassari". (27)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, sulla situazione attuale, sul ruolo e sul funzionamento dell'ospedale Antonio Segni di Ozieri e sulle sue prospettive per l'immediato futuro". (28)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Uras - Salis - Bruno - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Cocco Daniele Secondo - Mariani - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru sulle carceri speciali, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (15)

Commemorazione di ex consigliere

PRESIDENTE. Colleghi, commemoriamo oggi l'onorevole Antonio Arru, scomparso qualche tempo fa. Consigliere regionale per tre legislature dal 1963 al 1974, l'onorevole Arru era subentrato all'onorevole Francesco Deriu nel 1963, ed era stato riconfermato nel 1965 e nel 1969. Ha fatto parte del Gruppo della Democrazia Cristiana. Originario di Calangianus, aveva conseguito la laurea in Giurisprudenza e aveva svolto la professione di funzionario della pubblica amministrazione ricoprendo l'incarico di Capo ripartizione al Comune di Sassari prima della sua elezione in Consiglio regionale.

E' stato Questore del Consiglio e componente di varie Commissioni, in particolare della Commissione Autonomia, ininterrottamente durante tre legislature. Ha fatto parte anche del Bilancio, dell'Industria e Commercio e della Commissione speciale per lo Statuto.

Fra i progetti di legge presentati, ricordiamo quelli a favore della cooperazione, della profilassi e la lotta alle malattie del bestiame, per la concessione di contributi agli allevatori danneggiati dalla siccità, per il fondo di solidarietà regionale a favore delle popolazioni colpite dalle avversità atmosferiche.

Tra gli interventi in campo sindacale, l'onorevole Arru presentò un progetto di legge per le attività di studio e di ricerca delle organizzazioni dei lavoratori e per favorire la cooperazione.

Si occupò di riforma tributaria, materia nella quale vantava una specifica competenza e, in campo sanitario, dell'istituzione della Cattedra di odontoiatria all'Università di Sassari.

Nel ricordare l'impegno civile, sociale e politico dell'onorevole Antonio Arru, giunga ai familiari il cordoglio mio personale e del Consiglio regionale.

Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 23, viene ripresa alle ore 16 e 34.)

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni urgenti nei settori economico e socio-sanitario, per il superamento del

precariato e in materia di organizzazione regionale". (32/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 32/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, onorevoli colleghi, non credo che loro abbisognino di una relazione introduttiva particolarmente dettagliata sul disegno di legge in esame; esso è nella disponibilità del Consiglio da tempo, è stato discusso e ampiamente emendato in Commissione in ragione di un dibattito politico che ha attraversato tutte le Commissioni e tutti i Gruppi. Credo che sia pertanto mio compito unicamente richiamare alcuni fattori di contesto e illustrare le parti più significative del provvedimento in esame.

Partiamo dal contesto. Il contesto, che il Consiglio regionale della Sardegna è bene che tenga presente, è quello che anche ieri si è manifestato nel confronto con l'ENI, anzi tra l'ENI e il Presidente della Regione sarda, dove il buon inizio che si è conseguito è nato dalla forza della Regione e non da quella del Governo, che ha agito di supporto e non di iniziativa. Il contesto nel quale ci troviamo è quello di un'Italia su cui le agenzie internazionali di rating, per il momento in modo ancora interlocutorio, ma in futuro in modo sicuramente più deciso, stanno sollevando un dubbio di tenuta e di solvibilità, non taciuto neanche oggi dagli organi di informazione italiani più autorevoli e specializzati.

Vorrei ricordare ai colleghi che l'Italia ha un incremento del debito (nel primo semestre di quest'anno) del 5,4 per cento e un incremento del Pil che oscilla intorno solo all'1 per cento, in questa situazione si sta ancora al di qua di un crinale pericolosissimo, solo perché l'Euribor vale un punto, ma tutti comprendono che, se, come dicono gli analisti, il 2010 sarà l'anno in cui l'inflazione riprenderà a correre insieme alla produzione, se il costo del denaro dovesse riprendere a salire anche solo di due punti, l'Italia, il Paese dell'Unione europea col debito più alto, farebbe una fatica immane a finanziare il suo debito pubblico. Scrivono i giornali più seri (lo dico anche ai colleghi in questo momento un po' distratti): "L'Italia è a rischio 'Argentina' ", per questo è così debole con l'ENI e noi lo sappiamo bene. Ciò che ci attende all'orizzonte, dunque, è un'Italia che, o ridurrà drasticamente i costi della sanità, delle pensioni e del welfare, o aumenterà le tasse e la lotta all'evasione, o farà un mix delle due misure; in tutti i casi, è certo che la Regione sarà chiamata a governare il suo rilancio economico in un clima di debolezza economica, finanziaria e, di conseguenza, istituzionale dell'Italia, clima del quale è bene che noi dobbiamo tener conto.

La Giunta ha ripetutamente affermato di aver ben chiaro questo quadro, ha ripetutamente individuato, nella manovra di settembre e nel Piano di sviluppo regionale, gli strumenti ed il perimetro concettuale, finanziario e normativo con cui ci si preparerà ad affrontare la crisi. Ha affidato alla finanziaria del 2009, approvata qualche mese fa, e ad alcune importanti misure condivise con l'opposizione, presenti in questo disegno di legge, il compito di fronteggiare la crisi dei redditi che sta colpendo ampi settori della società sarda. Ha affermato, la Giunta, di voler difendere il miliardo e mezzo di entrate fiscali in più dovute nel 2010 alla Regione Sardegna dall'accordo sulle entrate. Ha avviato, la Giunta, una larga consultazione della società sarda per la definizione degli strumenti e degli obiettivi da inserire nel Piano di sviluppo regionale. Recentemente, in ragione del valore che una seria unità istituzionale assume in una fase di crisi dell'economia e dello Stato, quale quella che viviamo, la Giunta ha indicato, nei temi della difesa del sistema produttivo sardo e del lavoro dei sardi, un serio tema di intesa politica tra maggioranza e opposizione.

In un quadro così complesso e così drammatico, il disegno di legge oggi in esame ha un significato parziale e solo preparatorio di scelte più grandi e impegnative; lo mostra anche l'esiguità delle risorse impegnate che non supera i 100 milioni di euro, come pure la mole delle disposizioni che modificano procedimenti piuttosto che strutture del sistema produttivo sardo. Tuttavia, come spesso accade, il brutto anatroccolo, nato come un intervento generalista e comprensivo di provvedimenti urgenti e no, ha messo nel proseguo del suo percorso qualche penna di cigno. Segnalo ai colleghi l'importanza delle norme approvate all'unanimità sul precariato, sugli ammortizzatori sociali e sulla scuola; tutte norme perfettibili dalle persone ragionevoli, ma comunque con obiettivi alti e importanti. Purtroppo le norme non svelano mai il clima politico in cui maturano, ma anche il clima politico ha la sua importanza. L'opposizione, con un minimo sforzo organizzativo, avrebbe potuto allargare sensibilmente i tempi dell'esame del testo in Commissione e rallentare l'arrivo del provvedimento in Aula; non l'ha fatto, ma qui nessuno ha nostalgia per pratiche consociative o trasformistiche alla Depretis. Qui mi pare, invece, si stia diffondendo la consapevolezza, in questo Consiglio, che si è in guerra contro il rischio di una grave crisi per la Sardegna, a cui la Sardegna, se non vuole che si consumi interamente la credibilità dell'intero ceto politico, della maggioranza e dell'opposizione, deve rispondere unitariamente, con le sue differenze ma unitariamente.

Io colgo questo clima che promette bene per l'intesa su alcune grandi riforme, quali la scuola e la sanità; riforme che, sia chiaro, per la crisi dell'Italia di cui ho parlato, dovremo fare da soli come sardi e con i nostri soldi. Anzi, se c'è un limite in questa manovra, che pure tocca tanti temi sensibili, è quello di non accennare in alcun modo al settore che richiede l'intervento tra i più urgenti: la sanità. Chi si ammala in Sardegna sperimenta il rischio della morte, la disorganizzazione, gli sprechi, io aggiungo anche, per esperienza personale, il mancato rispetto della dignità delle persone, la prevalenza di una dirigenza che ha i comportamenti della casta, intoccabile e irresponsabile, la presenza diffusa di interessi economici privati contrastanti con l'interesse dei malati. Questa è la sanità della Sardegna. Rispetto a tutto questo, il Consiglio regionale rinuncia, anche in una legge piccola come questa, a dire una parola, ad avviare un profondo processo di cambiamento di cui chi ha avuto la disavventura di frequentare gli ospedali e di frequentare la dirigenza che li governa non può non sentire l'urgenza, e che invece il ceto politico sardo sembra non sentire come necessario.

Ma torniamo ai temi delle grandi riforme. Io sono convinto che se i sardi si pongono nell'ottica della difesa e della promozione umana dei sardi e della Sardegna, cioè se si pongono nell'idea di considerare alcuni loro interessi come interessi nazionali dei sardi, la Sardegna prenderà una strada di cambiamento pacifico e intenso che fino ad oggi non si è riusciti ad inaugurare. Spero che l'intesa trovata su alcuni commi e articoli di questo disegno di legge, sia la premessa a incontri di alto valore istituzionale, degni del Parlamento di una Nazione; per il resto, rispetto alla limitata ambizione di questo disegno di legge, dovremmo perdere il vizio di spregiare le cose piccole, ma utili.

Credo che tutti siamo d'accordo che sia uno strumento importante rendere la SFIRS una realtà completamente "in house" della Regione. Bene, questa piccola leggina realizza questo importante obiettivo. Come pure penso sia utile coordinare la trasformazione della SFIRS in una realtà "in house" e salvare il fondo di contro garanzia istituito con la scorsa finanziaria; con 100 milioni di fondo si garantiscono prestiti per almeno 600 milioni, non mi sembra una cattiva idea. Come pure la piccola riforma della programmazione negoziata che calibra meglio gli strumenti dell'incentivazione sulla micro, piccola e media impresa, e li lega ai processi di crisi territoriale in modo più efficiente di prima; non mi pare né una piccola cosa, né una cattiva idea, quando si tratta ripetutamente di rispondere con lo sviluppo del nostro tessuto produttivo alla crisi che c'è stata trasferita dai grandi gruppi internazionali. Non mi pare un intervento negativo nel mondo della cultura continuare a garantire l'applicazione della "482" sulle minoranze linguistiche attraverso il rifinanziamento della convenzione con il sistema radiotelevisivo italiano.

Non mi sembra una cattiva idea cercare di consentire l'ultima possibilità per i viticoltori sardi di adeguarsi alla normativa europea, o avviare la promozione di meccanismi di assicurazione degli addetti dell'agricoltura per fronteggiare le calamità naturale; tutte cose piccole, ma neanche poi così tanto, mi pare. Né mi pare banale, anzi mi sembra efficace, l'accordo raggiunto in Commissione di convogliare in un unico emendamento da presentare in Aula la ricognizione in atto sulle istituzioni e manifestazioni culturali che non riescono a trovare copertura finanziaria nella legislazione vigente. Io sono convinto, e me ne convinco sempre più, che è meglio un atteggiamento pragmatico ed efficace di mille norme astratte e inconcludenti.

Questa è solo una parte dell'umile contorno di questo disegno di legge alle misure di larghe intese che caratterizzano il provvedimento su cui maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo. Sono certo che, nel corso dei lavori, sapremo orientare il disegno di legge verso ulteriori difficili traguardi, conquistabili da un ceto politico che sappia unire spirito nazionale e statuale dei sardi, capacità di visione del futuro, e molto, molto, moltissimo senso pratico.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Uras, relatore di minoranza.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori), relatore di minoranza. Presidente, onorevoli colleghi, il progetto di legge che questo Consiglio si accinge a esaminare avrebbe dovuto naturalmente raccogliere le indicazioni espresse dagli ordini del giorno unitariamente approvati in sede di esame della manovra di bilancio del 2009. Per tutti ricordo quella relativa al personale precario delle pubbliche amministrazioni. Dopo una legge finanziaria come quella licenziata lo scorso maggio, scarna, emergenziale, priva di prospettiva, per ammissione della stessa maggioranza, che ha rinviato le questioni attinenti allo sviluppo nello strumento che è già previsto dalla legge di contabilità e dall'ordinamento regionale, ovverosia il Programma regionale di sviluppo, questa disposizione legislativa sarebbe dovuta seguire con dentro le proposte orientate alla gestione della grave e perdurante situazione di crisi occupazionale e produttiva nella quale versa la Sardegna, da Porto Torres a Cagliari.

Abbiamo invece tutti, e nostro malgrado, dovuto prendere atto di una proposta di contenuto povero, opposto alle aspettative. Abbiamo ricevuto un disegno di legge, approvato dalla Giunta, costituito da una miriade di disposizioni disarticolate, incoerenti, assai distanti dalla necessità di rispondere positivamente alle richieste di intervento provenienti dalle fasce più deboli della nostra popolazione, dai disoccupati, dai tanti lavoratori precari, da quelli a rischio di occupazione o già espulsi dal sistema produttivo, parzialmente assistiti da insufficienti ammortizzatori sociali o, peggio, privati di qualsiasi reddito da lavoro.

La Giunta ci ha consegnato una proposta senza anima, priva di respiro, norme destinate a soddisfare richieste di persone, imprese, singoli soggetti, anche istituzionali, ma non le esigenze generali, non i bisogni più veri dei cittadini e dei lavoratori e degli operatori economici. Davanti a una proposta che noi abbiamo giudicato assolutamente inadeguata alla situazione economica e sociale della Sardegna, avremmo potuto decidere e sviluppare un'opposizione durissima, rigettare ogni interlocuzione con la maggioranza, praticare il "tanto peggio tanto meglio", come in altre circostanze è avvenuto, in modo particolare nella precedente legislatura.

Noi, invece, abbiamo deciso di fare opposizione di governo (non lo abbiamo deciso da oggi, lo abbiamo deciso già nel corso dell'esame della manovra finanziaria), di avanzare proposte di contenuto alternativo e, prima di ogni altra cosa, guardare all'interesse dei sardi. Questo atteggiamento di grande responsabilità, che le minoranze vanno assumendo come caratteristica dell'operare unito della coalizione democratica, ha contribuito non poco anche al risultato maturato ieri sulla vertenza dell'industria chimica in Sardegna, per ottenere la revoca della decisione di chiusura degli impianti dell'ENI di Porto Torres, di messa in cassa integrazione di altre diverse centinaia di lavoratori.

In noi non vi è strumentalità, quindi, ma solo seria e motivata contrarietà a tutto ciò che non va nella direzione dell'interesse della comunità regionale. Per questo spingeremo, anche nel corso della discussione in Aula, verso una profonda revisione dei contenuti del provvedimento a favore dei bisogni più urgenti della società sarda. Questo provvedimento comunque, oggi, dopo il lavoro in Commissione, ha cambiato già la propria fisionomia iniziale, totalmente negativa, a nostro giudizio. Diverse questioni di rilievo sono state introdotte nel corso dei lavori, grazie alla nostra attività di proposta. Parti rilevanti dei suoi contenuti originari sono state soppresse, questo anche per convinzione della maggioranza. Il progetto di legge che esaminiamo quindi è un'altra cosa rispetto al disegno di legge trasmesso al Consiglio dalla Giunta. Ci sono però alcuni argomenti trattati nel dispositivo normativo, che sono stati approvati unitariamente in Commissione in materia di politiche del lavoro, di ammortizzatori sociali, di stabilizzazione dei lavoratori precari, su cui siamo riusciti ad agire in modo più incisivo; parlo in modo particolare degli articoli 2 bis e 2 ter, di parte dell'articolo 5, i commi 14 e 15 per intenderci, su cui vale la pena anche di soffermarsi per capire se vi siano condizioni di potenziamento degli interventi. Mi riferisco in modo particolare al sistema degli ammortizzatori sociali.

Abbiamo convenuto sull'esigenza di mettere uno stop definitivo alla creazione permanente di precariato presso le pubbliche amministrazioni (questo è un risultato di tutti), stabilendo che la possibilità di procedere ad assunzioni di personale a tempo determinato può avvenire esclusivamente per motivate esigenze straordinarie ed entro la misura massima del 3 per cento delle dotazioni organiche. Abbiamo convenuto che queste assunzioni non possono costituire in alcun modo presupposto per l'ingresso nei ruoli a tempo indeterminato e abbiamo chiamato a responsabilità i dirigenti delle amministrazioni, perché, qualora procedano in modo difforme da quanto stabilito dalla legge, gli atti così adottati siano dichiarati nulli, determinino responsabilità contabile di chi li ha posti in essere e vengano immediatamente notificati alle competenti autorità di controllo. Ci sono angoli di amministrazione regionale che, pur in presenza di leggi, di norme specifiche che andavano in questa direzione, anche nelle leggi finanziarie precedenti, hanno comunque proceduto ad assunzione di personale precario fuori dalle disposizioni normative vigenti. Al contempo, è prevista, proprio per superare la situazione di precarietà del lavoro nella pubblica amministrazione, una procedura quadriennale di stabilizzazione dei lavoratori precari delle amministrazioni locali e regionali - attraverso percorsi differenziati e trasparenti - che sono avviati con particolare nuova attenzione nei confronti del personale precario degli enti locali, per il quale si integra il trasferimento finanziario a favore degli stessi enti.

Sono state introdotte procedure di verifica e monitoraggio delle leggi già approvate in materia di lavoro, a iniziare dalle norme relative alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti. Sono state individuate misure per rafforzare percorsi di inserimento lavorativo e di mantenimento dei livelli occupativi nei settori in crisi già presenti nelle ultime due leggi finanziarie. Tutte questioni importanti non contenute nel testo originario. Molto altro però può essere fatto, in queste prossime ore e in questi prossimi giorni, attraverso l'attività emendativa di tutti i consiglieri. Noi guardiamo con attenzione ai bisogni della scuola, del sistema sardo dell'istruzione; guardiamo alla buona gestione delle risorse idriche, che passa anche attraverso l'internalizzazione dei servizi in appalto; guardiamo con attenzione anche alla comunicazione e all'informazione istituzionale, che passa attraverso una buona organizzazione dell'Ufficio stampa della Regione, al riconoscimento del valore professionale dei dipendenti che hanno svolto e svolgono tali funzioni e che possiedono i relativi titoli professionali. Questione questa (per come è trattata nel progetto di legge) su cui criticamente si è espressa anche l'Associazione della stampa sarda.

Siamo convinti, quindi, che questo provvedimento possa essere reso maggiormente funzionale ai bisogni più immediati dei nostri cittadini, che debba contenere in sé almeno le risposte più urgenti sul piano qualitativo e quantitativo e che, così come è, non sia ciò di cui la nostra società e la nostra economia hanno bisogno.

Penso inoltre, signor Presidente e onorevoli colleghi, che lo sforzo che fa questo Consiglio, in ogni circostanza (lo ha fatto nelle precedenti legislature, lo farà anche in questa), di trovare soluzioni ai problemi che vive la nostra società, la nostra economia, non possa trovare un apparato amministrativo che non coglie la gravità dell'emergenza in cui si trova la nostra Regione e che non corrisponde con la stessa qualità e con lo stesso impegno alle soluzioni che sono state e che si trovano nell'atto della formazione delle leggi. Dico questo perché, se noi verificassimo, e lo dovremmo fare, quante delle disposizioni che abbiamo approvato sono ancora ferme, dell'ultima finanziaria, della penultima finanziaria, della terz'ultima finanziaria, e quante risorse non sono state utilizzate e quanto siano concentrate negli strumenti più incisivi, dal punto di vista economico e sociale, quelli che rispondono di più ai bisogni anche fondamentali dei nostri cittadini, noi dovremmo assumere soluzioni radicali, dovremmo essere conseguenti, cioè fare disposizioni di smantellamento immediato di alcune strutture, di superamento immediato di alcuni vertici.

Io penso che, in questi mesi, ma soprattutto alla ripresa, questo autunno, noi dovremo porci il problema perché non potremo sprecare neppure un minuto e non dovremo sprecare neppure un soldo per inefficienze croniche della macchina amministrativa della Regione. E' per questo che lavoriamo, è per questo che, con responsabilità, questa opposizione, che rimane tale, cioè opposizione che ha una visione della società e dell'economia che è diversa rispetto a quella della maggioranza, questa opposizione si sta comportando con assoluta responsabilità nei confronti del popolo sardo e della nostra comunità regionale.

Richiesta di inserimento nella programmazione bimestrale dei lavori ex articolo 100

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). A conclusione dei lavori, Presidente, vorrei chiedere che, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, i progetti di legge numero 5 e 16 rispettivamente presentati il 1 aprile e il 7 maggio, possano essere inseriti nella programmazione bimestrale.

PRESIDENTE. La richiesta dell'onorevole Capelli prevede che si apra una discussione. E' possibile un intervento per Gruppo per non più di cinque minuti, dopodiché l'Assemblea è chiamata ad esprimersi con una votazione sulla possibilità di inserire nella programmazione bimestrale i provvedimenti richiamati dall'onorevole Capelli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, siccome l'onorevole Capelli si è espresso per numeri e quindi non sappiamo neppure qual è il contenuto dei progetti di legge che richiama all'attenzione...

CAPELLI (U.D.C.). Pensavo avessi studiato!

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non così approfonditamente! Propongo, prima di passare eventualmente alla votazione, di affrontare l'argomento nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, gia prevista per domani mattina per rispondere, al limite, positivamente alla richiesta avanzata.

PRESIDENTE. Ritengo che la proposta dell'onorevole Uras possa essere accolta, per un maggior approfondimento in sede di Conferenza di Capigruppo, fermo restando la possibilità per l'onorevole Capelli di richiamare l'Aula ad esprimersi su questa possibilità domani mattina. Onorevole Capelli, va bene?

(Interruzione del consigliere Capelli)

PRESIDENTE. Domani mattina si affronterà l'argomento in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo, poi eventualmente, qualora non fosse soddisfatto, lei potrà riproporre la richiesta in Aula. Va bene.

I lavori riprenderanno domani, giovedì 23 luglio, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 17.