Seduta n.271 del 15/12/2017 

CCLXXI Seduta

Venerdì 15 dicembre 2017

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 52.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di martedì 12 dicembre 2017 (267), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Roberto Desini, Gaetano Ledda, Raimondo Perra, Mario Tendas, Emilio Usula e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 15 dicembre 2017.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA, Segretario. Sono state presentate le interrogazioni numero 1340, 1341, 1342.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Legge di stabilità 2018" (455/A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 455.

Siamo arrivati al emendamento numero 440 all'articolo 1.

Metto in votazione l'emendamento numero 440. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 448. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 449. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 450. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 451. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 452. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 453. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 454. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 457. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 469. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 455. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 456. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo alla votazione del testo dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, ma sinceramente speravamo che si potesse migliorare di più, a seguito anche degli emendamenti, ma quest'articolo rimane sterile perché comunque contiene, come abbiamo avuto modo di dire, dei procedimenti imposti. E credo anche che si poteva osare di più, ma mi auguro davvero, come abbiamo segnalato anche in apertura della discussione, che non ci siano provvedimenti successivi in materia soprattutto di accantonamenti, è il nostro tallone d'Achille e speriamo, in termini economico-finanziari, speriamo che non lo diventi anche da un punto di vista normativo, ovvero che non ci siano poi delle sorprese. Per quanto riguarda poi gli emendamenti successivi, ci auguriamo che appunto possano essere approvati e che questo articolo possa essere migliorato con qualche intervento aggiuntivo. Il nostro voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Credo che questo articolo sia stato posto sotto riflettori molto potenti da parte della opposizione e la motivazione non è assolutamente priva di significato, la motivazione non è oziosa, la motivazione è relativa al fatto che la programmazione delle risorse comunitarie langue, la programmazione delle risorse comunitarie ha necessità di una sterzata, la programmazione delle risorse comunitarie deve vedere una accelerazione della spesa perché è inutile porsi obiettivi, è inutile disegnare strategie, disegnare orizzonti importanti quando poi non si possono raggiungere gli obiettivi previsti nei singoli programmi operativi. Perché la spesa va a rilento, a volte retrocede rispetto alle esigenze cronologiche. Ecco, per esempio, nel caso del FESR, e questo lo dice il Comitato di sorveglianza, l'ha detto il Comitato di sorveglianza nell'incontro del 5 di luglio, per il caso del FESR i pagamenti che la Commissione Europea ha certificato sono pari a soli 32 milioni, 32 milioni a fronte di oltre 190 milioni di costi previsti. Quindi, questa programmazione è completamente rallentata, frenata e, a volte, bloccata, stoppata dall'incapacità di spendere in tempi accettabili, non dico in tempi rapidi, ma in tempi accettabili. Credo che quindi il Governo regionale, sotto il profilo della programmazione e della spesa, abbia la necessità di mettersi la mano sulla coscienza e cercare di fare un giro d'orizzonte proficuo però, evitando di fare annunci, evitando di fare comunicazione sterile all'esterno e impegnandosi magari di più sulle cose concrete, cercando di capire quali sono i motivi di questo rallentamento della spesa, cercando di capire se ci sono buchi nell'apparato burocratico, cercando di capire se ci sono lacune nella struttura. Abbiamo l'esigenza che queste risorse quando ci sono, e non sono mai tantissime, vengano impegnate e le spese investite in tempi non dico reali, ma in tempi accettabili, non dico in tempi rapidi, ma quanto meno accettabili. In modo che effettivamente sia ristoro alle molteplici…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Per dichiarare il voto contrario all'articolo 1 della legge di stabilità in ragione di tutte le osservazioni che nella discussione di ieri, nel dibattito abbiamo fatto relativamente alla programmazione delle risorse, sia quelle comunitarie che quelle regionali, ma anche perché volevo aprire un ragionamento sulla questione delle entrate, che in parte ha appena citato anche la collega Zedda e in particolare sulla questione degli accantonamenti. Io ho l'impressione che quest'Aula stia trattando con un po' di sufficienza la questione degli accantonamenti, noi oggi in finanziaria stiamo mettendo per questa partita, i 680 milioni che lo Stato ci richiedeva per il 2017, ma in realtà per il 2018 dovremmo metterne molti di più, stiamo rinunciando volontariamente a inserire 165 milioni di accantonamenti che lo Stato ci chiede. Forse dicevo con un po' di sufficienza, con il concreto rischio che poi nel corso dell'anno ci siano amare sorprese e si debba in qualche modo porre rimedio a questa mancanza. Il fatto che l'argomento non interessi a nessuno nell'Aula è abbastanza grave perché, a mio parere, mette a rischio l'intero impianto del bilancio, ovvero noi oggi abbiamo una legge di stabilità sub iudice, nel senso che, non prevedendo questi 165 milioni, siamo a rischio. Ricordo che la trattativa con lo Stato sugli accantonamenti era incominciata a febbraio con grandi annunci, si proponeva di arrivare a una riduzione dai 680 ai 300 milioni circa, alla fine l'accordo con il Governo, o meglio la concessione è stata di quei 15 milioni per il 2019, rimangono questi 684 e ci stiamo dimenticando, ripeto, di inserire questi 165 milioni. Quando il Governo ci chiederà conto credo che con difficoltà tutti noi, e soprattutto chi ha fatto determinate scelte, dovrà porre rimedio.

Volevo porre la questione all'attenzione dell'Aula, che vedo distratta e non interessata, ma son sicuro che nel corso del prossimo 2018 su questo tema dovremo sicuramente intervenire, perché le risorse verranno a mancare e sarà necessario fare qualche variazione, non in positivo questa volta ma in negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Ignazio Contu per dichiarazione di voto. na ha facoltà.

CONTU MARIANO IGNAZIO (Sardegna). Nella prosecuzione del discorso già impostato nei precedenti interventi, andando a votare l'articolo 1, "Disposizioni in materia finanziaria e contabile", devo annunciare innanzitutto il voto contrario ma soprattutto completare un discorso sulla programmazione e sull'utilizzazione dei fondi comunitari. Devo portare l'attenzione su un tema, vedo nella pianificazione e nei contenuti dell'articolo 1 bis proposto dalla Giunta, 10 milioni di euro dedicati alle azioni attraverso Insar di collocazione di personale nel mondo del lavoro. La sperimentazione avviata nel 2013 attraverso l'Insar aveva visto già da allora un finanziamento di 10 milioni di euro da utilizzare per ricollocare nel mondo del lavoro i soggetti espulsi dal lavoro con la chiusura delle imprese, ebbene, spendere quei soldi è stato un percorso di oltre tre anni, con risultati che di sicuro non hanno mantenuto quelli che erano gli intenti che sottendevo l'azione di quel collocamento, o ricollocamento, nel lavoro di personale che doveva assicurare appunto l'attenzione dell'impresa ad assumere godendo dei benefici per il reinserimento nell'impresa stessa. Allora, quell'esperienza dovrebbe dirci, Assessore, che i meccanismi che gli Uffici sono in grado di attivare per ottenere una spendita efficace delle risorse, e perché davvero ci sia un intervento che meriti davvero la spendita delle risorse, molto probabilmente sono diventati tanto farraginosi da costringermi a dire quello che diceva poc'anzi un collega, e cioè che molto probabilmente c'è da intervenire non solo….

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. na ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (FI). Per riprendedre alcune parole poc'anzi dette dai colleghi che mi hanno preceduto sul fatto della spendita di questi fondi comunitari, che continuano ad avere delle strade con grandi difficoltà, Assessore, perché molti di questi poi tornano al mittente come sappiamo. Quindi io credo che sia importante cercare di trovare delle soluzioni, proprio per fare in modo che queste risorse rimangano nel nostro territorio sardo, in favore di quelle attività, di quelle imprese, soprattutto quelle che lavorano all'interno di certi territori, come le imprese agricole che oggi hanno grandi difficoltà. Quindi, non proclami continui e annunci che danno l'idea che le cose siano già risolte, ma semplicemente dovete fare di più, Assessore, dovete sollevare l'asticella, dovete volare più in alto, perché i sardi hanno molte aspettative su questa finanziaria. Se questa finanziaria rimane come tale, una finanziaria ferma al palo, e già dal primo articolo si vede che non ha buone prospettive, io credo che questo chiaramente non sia di incentivo per la ripresa della Sardegna che voi tanto decantate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppino Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA GIUSEPPINO (UDC-Sardegna). Intanto preannuncio il voto contrario e volevo solo brevemente ricordare talune delle criticità concrete che connotano il trasporto in Sardegna, poiché è sotto gli occhi di tutti la totale indifferenza dei trasporti pubblici via terra, aria e mare: mezzi di trasporto in costante ritardo, obsoleti, insufficienti alle necessità degli utenti. Secondo problema, attualissimo e che ancora non pare in via di risoluzione, è quello della continuità territoriale: ancora sull'Unione Sarda di due giorni fa si segnalava la mancanza di voli aerei adeguati al periodo delle feste e le tariffe insostenibili delle tratte stesso. Vorrei anche ricordare la previsione normativa inserita nel collegato fiscale del bilancio statale relativo al nuovo onere impositivo per le tratte aeree e via mare, che pervade un euro di addizionale ai diritti di imbarco per singolo passeggero negli aeroporti e di un euro a testa per coloro che viaggiano con i traghetti: una vera e propria beffa, come già rilevato dal collega che mi ha preceduto, poiché da un lato la Regione stanzia i soldi per la continuità al fine di abbassare il prezzo dei biglietti, e dall'altro lo Stato centrale fa aumentare i costi per i passeggeri. Ma ritengo che la beffa più grande sia rappresentata dal fatto che gli emendamenti che hanno condotto all'inserimento di tale previsione normativa nel testo di legge sono stati presentati da due esponenti del PD sardo e tre esponenti di Fare del Gruppo Misto.

Questi sono solo alcuni dei profili di criticità del settore, altri numerosi se ne potranno richiamare, ma il tempo a disposizione non consente di dilungarsi oltre sul punto.

Concludo invitando questa maggioranza ad una politica costruttiva e lungimirante, rilevando in particolare l'estrema urgenza di addivenire ad una definizione della questione della continuità territoriale, nonché l'importanza di giungere all'individuazione e definizione dei bacini di mobilità per il traffico pubblico locale e regionale, poiché dalla riorganizzazione dei trasporti discende la possibilità di contrastare efficacemente lo spopolamento e la vera ripresa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Ci avete intrattenuto con questo articolo, ci avete portato a replicare la discussione generale sino a quando non si entrerà, adesso con gli emendamenti aggiuntivi, nel vivo della situazione. Vedremo adesso quali sono le reali intenzioni, vedremo adesso quali sono gli obiettivi che realmente si prefigge questa Amministrazione, soprattutto in tema di lavoro, vedremo se, anche con il nostro apporto, si potrà dire che da questa legge finanziaria viene fuori qualche cosa di buono per i sardi. Io sono convinto che il buon senso alla fine possa prevalere; è più importante come decidiamo di spendere i soldi che, in questa fase, quanti soldi ci mettiamo, perché poi è nella rimodulazione, nel lavoro tecnico che si vede realmente come si possono produrre i risultati. Non ci sono gli strumenti all'interno di quest'Aula per pesare le misure una per una, ma è anche vero che dando dei precisi atti di indirizzo, così come stiamo cercando di fare, si può realmente immaginare di incidere su come questi danari andranno a impattare sulla vita delle persone. Tra poco con emendamenti all'emendamento numero 1 bis della Giunta all'emendamento numero 1027 della Giunta regionale noi proporremo una serie di soluzioni. Abbiamo avuto delle interlocuzioni con la maggioranza, cercheremo di mettere a frutto il lavoro che noi abbiamo fatto in preparazione a questa legge di bilancio. Ci auguriamo e auspichiamo che si prenda bene la mira, si capisca che questa legge può andare a impattare non in maniera solamente orizzontale a pioggia in termini assistenzialistici ma in termini specifici e orientata allo sviluppo. Sarà orientata allo sviluppo se ci sarà il giusto incentivo per le aziende, sarà orientata a proteggere delle risorse umane se, oltre che incentivare le aziende, si preoccuperà anche del futuro dei lavoratori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Noi abbiamo già espresso nel corso della giornata di ieri la nostra opposizione ad un articolo che ha la pretesa di porsi come biglietto da visita di questa finanziaria. Un biglietto da visita per la verità che non dà conto nella sua interezza di quelli che sono i propositi, le reali intenzioni di una Giunta regionale che dal nostro punto di vista sembra ancora navigare a vista. Questo articolo ha avuto la ferma opposizione, perché contiene emendamenti sul tema del lavoro. E io vorrei sapere se, perché è un problema politico non di poco conto, se quell'emendamento sul lavoro è stato costruito dalla Giunta regionale o se a quell'emendamento hanno contribuito anche le forze del centrosinistra, comprese quelle che si riconoscono nelle iniziative di una organizzazione sindacale come la CGIL. Cioè cari amici del centrosinistra che vi rivolgete a Grasso come vostra speranza, voi che dite che siete qualcosa di nuovo, di diverso rispetto al PD di Renzi, voi state sottoscrivendo un patto per il lavoro farlocco, ma ci siete almeno voi per dire no. Per almeno rispettare anche quella che, io lo riconosco essendo un fiero oppositore anche delle iniziative della CGIL quando sono sbagliate, ma viva Dio, quando pone un problema giusto come quello del lavoro, vedere che chi dovrebbe difendere le politiche del lavoro invece le sminuisce con un emendamento che rappresenta aria fritta.

Ecco perché davvero rilevo una preoccupazione incredibile, perché c'è una sorta di ammorbamento su questo tema. Qui allora si tratta di capire se l'ha scritto l'assessore Paci o sotto dettatura dell'assessore Mura, ancora peggio, oppure se è il frutto allora delle politiche che il centrosinistra nel suo insieme, con questa componente nuova, che si aggiunge nel panorama del Centrosinistra, e allora ditelo affermatelo ai quattro venti, perché per noi vi assicuro sarà motivo di…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC-Sardegna). Grazie Presidente, colleghi, colleghe, Assessore le politiche economiche negli ultimi anni hanno avuto come obiettivo, almeno sulla carta, il rafforzamento delle tre capacità imprenditoriali: finanziaria, innovativa e manageriale, ma che poi sul piano pratico l'applicazione di tali politiche non ha sortito gli effetti sperati. Nello specifico si rileva che la gestione dei bandi, con particolare riferimento al piano Sulcis, si è rilevata di difficile fruizione da parte delle imprese e soprattutto caratterizzata da forti ritardi nella conclusione della fase istruttoria, e quindi nell'erogazione delle risorse alle imprese. Con particolare riferimento alla manovra finanziaria illustrata dalla Giunta regionale la si ritiene poco vigorosa rispetto alle potenzialità da cogliere relativamente agli stanziamenti previsti per il rilancio e la competitività del sistema produttivo regionale. Nella manovra, infatti, non si rinvengono azioni o interventi innovativi che si pongano in controtendenza con quanto fatto negli anni precedenti. L'impianto della manovra finanziaria si presenta ancora una volta condizionata terribilmente dalla spesa sanitaria, la spesa destinata ai servizi istituzionali e alla gestione dell'apparato regionale, il contributo finalizzato al risanamento della spesa pubblica dello Stato. I restanti interventi previsti risultano fortemente limitati dai suddetti impegni di spesa e residuali rispetto agli stessi. Conseguentemente non vengono previste incisive azioni di sostegno o rilancio di settori strategici per l'economia della Sardegna. In particolare si riscontra che la spesa in conto capitale risulta penalizzata rispetto alla spesa corrente, nonostante esse costituiscano degli ambiti principali su quali definire politiche di sostegno alla crescita e allo sviluppo economico.

Le nostre proposte sono meglio evidenziate negli emendamenti che abbiamo presentato e che a breve andremo a leggere, dove prevediamo alcuni meccanismi di funzionamento più efficaci ed efficienti al fine di realizzare obiettivi finali quale lo sviluppo produttivo regionale. È necessario definire quindi una strategia finalizzata al raggiungimento dei risultati attesi in termini di sviluppo economico e inclusione sociale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SDP). Grazie Presidente, onorevole Pittalis, liberi e uguali tutti, soprattutto gli ultimi, i poveri, i disoccupati. Non vogliamo prendere in giro nessuno e non vorremmo essere presi in giro da nessuno, vorrei che mi ascoltasse l'assessore Paci. Noi crediamo molto in questo patto per il lavoro, crediamo molto in questi 127 milioni che dovrebbero andare a coprire una falla che sino ad ora ha lasciato scoperte troppe persone e non si può scherzare però sulla pelle di queste. Quindi noi crediamo che il percorso, che debba essere immediatamente avviato per rendere esigibili quelle risorse, dovrà essere illustrato bene in quest'Aula dall'Assessore, perché noi vogliamo avere garanzie, perché sul lavoro sia noi, sia altri partiti, che sono qua vicino a noi, abbiamo preso posizione, abbiamo creato una aspettativa forte, in Commissione addirittura abbiamo abbandonato l'Aula in una di quelle proprio perché volevamo… l'Aula è assente… Ma voglio dire solo questo, Assessore, noi crediamo che non possa essere farlocco, come dice l'onorevole Pittalis, questo emendamento, però vorremmo avere, vogliamo garanzie che davvero le risorse possano essere esigibili immediatamente, perché quelle persone non potranno e non possono più attendere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Presidente, si è iniziata la parte di discussione che riguarda il progetto LAVORAS. L'emendamento, che già da qualche giorno occupa le pagine dei giornali, ebbene io non credo nei miracoli, perché non penso che i miracoli facciano parte di questo mondo. Non credo nei miracoli, ma credo che una programmazione migliore di risorse che già facevano parte della programmazione regionale, e si trovavano già nei capitoli del bilancio regionale, possa trasformare alcune politiche profondamente inefficienti in politiche in futuro destinate ad avere risultati migliori. Per questo motivo, io lo dico da ora, sono favorevole al fatto che ci sia un'unica cabina di regia che gestisca in maniera organica i fondi, che non sono pochi, destinati al lavoro e all'occupazione. Credo, e aggiungo, che questo tipo di visione è esattamente quello che è mancato negli anni passati. Io più volte ho denunciato il modo in cui sono state spese male le risorse destinate all'occupazione, e il modo in cui più volte abbiamo assistito alla duplicazione della spesa regionale, e abbiamo assistito, appunto, allo spettacolo a volte pietoso di partecipate dell'Amministrazione regionale, che rifacevano un'altra volta, spendendo nuovamente i soldi, lavori già portati avanti dall'Amministrazione regionale o dalle sue agenzie. Ebbene, il fatto che questa volta ci sia uno schema unico, ci mette al riparo probabilmente nel prossimo futuro dall'assistere a situazioni di questo tipo. Noto che tra i fondi che vengono riprogrammati e vengono utilizzati per finanziare il programma LavoRas, ad esempio ci son quelli che, sino all'anno scorso, erano utilizzati dalla Società partecipata insieme al Ministero INSAR. Io più volte ho denunciato anche in quest'Aula il modo in cui sono state spese quelle risorse, il fatto che finalmente la Commissione competente entri nella piena disponibilità dei ragionamenti attorno a quelle risorse credo sia un'ottima notizia, in particolar modo per i disoccupati sardi che negli anni precedenti a questo sono stati privati delle possibilità date anche dalla ripartizione di quelle risorse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Beh, il collega Daniele Cocco dice "liberi e uguali", su questo articolo, su questo emendamento, perché dell'emendamento LavoRas stiamo parlando, non siamo liberi e uguali, ma siamo liberi e molto simili. In che senso? Siamo liberi perché siamo liberi di pensarla e di dirla come secondo noi è meglio, ma siamo molto simili perché abbiamo gli stessi obiettivi, e quello che ha detto il nostro Capogruppo è proprio in quella direzione, l'obiettivo è che queste risorse vadano a chi effettivamente ha bisogno, l'obiettivo è che queste risorse vadano realmente a soddisfare quell'obiettivo, che è l'obiettivo che abbiamo anche noi. Allora io dico, ma perché una parte di questi, Assessore, non li abbiamo utilizzati per implementare il fondo unico? Già i Comuni svolgono alcune di queste funzioni, già i Comuni si occupano delle famiglie bisognose, già i Comuni si occupano di quelle famiglie senza reddito, allora quale miglior modo se non quello di implementare il fondo unico per raggiungere quell'obiettivo? Rivediamolo un attimo, rivediamo se una parte di queste risorse possono essere destinate per incrementare il fondo unico e quindi arrivare a quell'obiettivo che vi stiamo chiedendo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Entriamo nel vivo dell'articolo 1 con gli emendamenti aggiuntivi, e campeggia l'attenzione di tutti sull'emendamento 1027 rispetto al quale già ieri ho avuto modo di anticipare quello che è stato il perimetro fattuale nel quale si insinua l'emendamento 1027. Ebbene, noi abbiamo presentato l'emendamento 1029, che costituisce l'antecedente logico, cronologico e politico di questo emendamento di sintesi redatto dalla Giunta, e che si inscrive in una casella ben precisa, questo emendamento è uno dei pilastri portanti della manovra finanziaria 2018, nella misura in cui auspica di dare risposte a quel mondo del lavoro, cumulando alle misure DEF Strutturali, cumulando una serie di interventi finanziari finalizzati a dare risposte al contingente, ripeto, quel contingente che avantieri noi Capigruppo abbiamo potuto misurare con le nostre mani, quel contingente in carne e ossa che erano 130 lavoratori del Polo industriale di Ottana, clamorosamente esclusi dai sistemi di welfare, quel contingente rispetto al quale lamentiamo, ancora una volta, l'insipienza e la burocratizzazione estrema delle politiche gestionali, messe in campo dall'INPS nazionale. Ebbene, con questo emendamento ci facciamo carico di una sofferenza diffusa, con una modalità ben precisa. Noi abbiamo allegato al nostro emendamento 1029 una relazione di accompagnamento, in questa relazione di accompagnamento noi abbiamo evidenziato come le misure di flexsecurity messe in campo non hanno dato le risposte attese. In questo panorama di difficoltà da parte di tanti lavoratori ad accedere alle misure di flessicurezza si inserisce l'emendamento "Piano straordinario lavoro", così come l'avevamo coniato noi, LavoRas come invece è stato ribattezzato dalla Giunta, ma trattasi della stessa e identica misura. Ripeto, dotazione finanziaria va bene, ma procedura di spesa, procedura snella, l'attenzione sulla quale noi dovremmo concentrarci è proprio la catena di governo della spesa. Abbiamo teorizzato noi l'assunzione di responsabilità anche sulla spesa in capo ad una figura commissariale, ci prenderemo 30 giorni per dettagliare quella che sarà la linea di comando, ma un piano straordinario, che tale vuole essere, deve essere straordinario anche negli strumenti di gestione. Fin d'ora dico apertamente che non potrà esserci velocità di spesa, e quindi conseguimento degli obiettivi…

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo dell'articolo 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 813, parere contrario della Commissione e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'emendamento 813, come ha detto ieri il collega Dedoni, vuole riproporre il tema delle Accise, che noi riteniamo, ma lo riteneva anche gran parte di quest'Aula, strategico, quale che sia la prospettiva che noi pensiamo di voler dare alla Sardegna. Stiamo dibattendo fortemente il tema dell'insularità, e il riconoscimento dell'insularità presuppone che la Sardegna abbia risorse adeguate per poter marciare con le proprie gambe. Noi dipendiamo per 5 miliardi di euro all'anno dallo Stato, questo è il residuo fiscale della Sardegna, la partita delle Accise, comunque la vogliamo girare, è una partita essenziale. Abbiamo già detto che riteniamo un errore grave che la Giunta abbia rinunciato a questa partita, dando per scontato che fosse una partita persa, in realtà abbiamo visto che la Corte costituzionale ha avuto un atteggiamento diverso nei nostri riguardi e nei riguardi della Regione Sicilia, riteniamo perciò ci siano tutti i margini per poter difendere la posizione della Regione Sardegna rispetto a questa partita, così essenziale per il nostro futuro. Col collega Dedoni abbiamo provato a resistere davanti alla Corte Costituzionale, facendoci carico dell'onere di presentare una memoria, come era ipotizzabile non è stata riconosciuta la nostra legittimazione ad agire che invece sarebbe stata certamente… il problema non si sarebbe posto se la Giunta regionale avesse fatto quello che avrebbe dovuto fare, oggi noi riproponiamo questo tema sapendo che si tratta probabilmente di una forzatura, ma è una forzatura che noi dobbiamo fare nei confronti dello Stato, se siamo convinti che la nostra Regione sconta un grave e permanente handicap naturale che le regioni di terraferma non hanno e che lo Stato questo lo deve riconoscere, però dobbiamo esserne convinti prima di tutto noi. Se noi per primi pensiamo di essere alla stregua di tutti gli altri, pur essendo un'isola, allora è chiaro che ci riteniamo già sconfitti in partenza. Quindi noi il tema lo riproponiamo, chiediamo che l'Aula si pronunci su questo, il nostro Capogruppo chiederà anche il voto palese su questo, perché riteniamo che sia una questione nodale alla quale non possiamo sfuggire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Presidente, rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (Sardegna). Presidente, l'intervento è per esprimere il mio voto a favore dell'emendamento numero 813 che, come illustrato anche dal collega Cossa che lo ha presentato, credo sia molto importante in questo momento che l'Aula ponga attenzione sul tema delle entrate, riferite in modo particolare alle imposte di fabbricazione per tutti i prodotti che vengono gravati da tassazioni. Devo dirvi e annunciarvi che col collega Truzzu abbiamo presentato un emendamento specifico su un tema specifico sulla tassazione che grava sulla produzione di birre locali. Un altro esempio. Ma dirci che in passato, e son testimoni tanti consiglieri regionali dove sul tema delle entrate sono state portate avanti battaglie nell'amministrazione presieduta da Soru, per esempio, oltre al grande flop che era stato quello delle tasse sul lusso che sinceramente ricordiamo come fatto (…) per l'economia della Sardegna e nello stesso tempo si iniziò un confronto con lo Stato importante, proprio per il riconoscimento alla Sardegna in termini di entrate di tutta quella serie che noi tutti conosciamo di entrate sulle quali sarebbe importante avere la disponibilità per la Regione Sardegna. Del resto l'ha detto poc'anzi l'onorevole Cossa, stiamo parlando di accantonamenti di circa 5 miliardi di euro e quanto utili potrebbero essere queste risorse per la nostra isola lo sappiamo tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, quando una persona va da qualche parte a cercare di acquistare qualcosa, va convinto di dover comprare quel qualcosa, perché sa che gli serve. Ora io mi chiedo, l'Istituzione regionale autonoma sarda sa che gli mancano danari, cito solo per inciso il problema che si sta dibattendo sul lavoro, i 100 milioni sul lavoro, di cui tratterò in altra circostanza, non sono danari nuovi, sono danari escussi da altri capitoli, ripresi da dentro il sistema lavoro medesimo, non è che si sia creato un apporto nuovo di 100 milioni di euro all'interno del bilancio e ha ricreato quel sostanziale valore aggiunto che il lavoro in Sardegna necessita. Cose per cui andrei anche a verificare come vengono utilizzati e perché finalizzati ad alcune cose e non ad altre, a mente non c'è né politiche attive né politiche passive in questi quattro anni di lavoro di questa Giunta che siano andati a buon fine. Qu indi non ci sono danari, servono danari, le finanze pubbliche languono, è necessario ricercare quelle fonti che neanche lo Stato riconosce, tanto per essere chiari. L'accordo Prodi-Soru aveva 1 miliardo e 700 milioni di euro all'anno per la Sardegna, mi dica dagli uffici quanti ne abbiamo incassato, abbiamo un arretrato enorme! Poi c'è questo accordo che ha fatto Paci, però può essere rivisto, voglio dire, un po' di buona volontà, alla maggioranza e alla Giunta, nel tentare ancora una volta di inserire il discorso delle accise all'interno di questa piattaforma così debole, così fragile, così inutile, per dare una risposta in positivo all'emergenza dell'occupazione e dello sviluppo in Sardegna, necessitano come acqua a colui che percorre un deserto. Non ho capito come si possa attraversare un deserto, quello che noi abbiamo come isola strapovera tra i poveri, insularità su insularità, e che non si voglia pretendere dallo Stato, almeno per tentativo, inseritelo, non vi toglie niente, ma potrebbe dare molto alla Regione Sardegna ed è vergognoso che venga non considerato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Non ho certamente dimenticato le battaglie iniziate nel lontano 2013, periodo in cui le questioni rilevanti rispetto all'economia regionale avevano al centro come nocciolo continuo della discussione il tema delle accise. I Riformatori in modo particolare, ma debbo dire tutto il centrodestra, ha sempre seguito questo tipo di iniziativa che rappresenta non una occasione per rappresentare la dignità del nostro territorio, ma rappresenta invece una autentica certezza perché dietro una battaglia, che non è solo sugli ideali, c'è anche un aspetto di economia che riguarda naturalmente tutti quanti. Quando si parla di aspetti dell'economia è l'economia che ne deriva da una attenta valutazione e interpretazione di ciò che significa il sistema delle accise per il nostro territorio, per le nostre imprese, per i nostri concittadini. Ebbene, quando noi abbiamo presentato quelle importanti proposte, derivate poi alla fine anche con una delibera della Giunta regionale dello stesso anno 2013, significava che si aveva un intendimento di alta politica che riguardava esattamente ciò di cui dibattiamo da tanto tempo, ma con orecchie da mercante fatte regolarmente dai membri della Giunta regionale e in modo particolare da chi di economia, in modo quotidiano e in atteggiamenti però spesso anche fastidiosi agli occhi dei semplici cittadini, rifiuta e rilancia che quello possa essere un argomento e un tema da portare alla discussione anche della stessa finanziaria regionale. Ebbene, noi tutto questo lo rifiutiamo, ragione per la quale con l'emendamento numero 813 vogliamo rilanciare un tema davvero importante e profondo che è quello che permetterebbe una sorta di realizzazione, rispetto ai diritti dei cittadini sardi, e che significa anche che le accise debbono essere regolarmente rilasciate nel loro interesse per sistemare una volta per tutti un deficit di un territorio che subisce la presenza importantissima di centri di produzione di petroli e loro derivati, ma che invece lascia solo ed esclusivamente (a parte i sacrosanti posti di lavoro) inquinamenti e temi di bonifiche ambientali di cui non si è mai aperta una seria e profonda discussione. Ecco la ragione per la quale insistiamo ancora una volta con questo emendamento numero 813 al quale naturalmente assicuro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, anche io voterò a favore di questo emendamento, perché ritengo che la battaglia sulle accise condotta dai riformatori, ma sostenuta da tutto il centrodestra, da tutte le forze moderate sarde sia una battaglia giusta. E' giusto fare un braccio di ferro con lo Stato su questo tema perché è un braccio di ferro che non può che portare risultati positivi, laddove dovesse essere vinto totalmente o parzialmente. Perché se è vero come è vero che lo Stato trattiene i 684 milioni di euro per le compartecipazioni, è altrettanto vero che una vittoria globale, totale, della battaglia sulle accise ci consentirebbe di avere in cassa circa un miliardo di euro, il che sterilizzerebbe gli effetti negativi, nefasti, di queste compartecipazioni tanto odiate, e ci darebbe la possibilità anche di avere un ulteriore spread a favore delle famiglie e delle imprese sarde. Quindi il voto non può che essere favorevole, non è possibile non stare al fianco di chi lotta per conservare le accise nel territorio regionale, e non è possibile non combattere contro lo Stato che con un grande bluff, bluff con la "b" minuscola, non riconoscere le accise e le interpreta come imposte di consumo, e quindi di fatto riconosce soltanto le accise che sono riferite ai consumi avvenuti nella Regione. Ecco, è un errore, è un atto odioso volontario e quindi doloso, non so se questo atteggiamento statale derivi da colpa o dolo, vero è però, e questo è innegabile, che questo atteggiamento dello Stato crea alla nostra Regione, crea i sardi tutti, crea alla Sardegna dei danni difficilmente commensurabili. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gennaro Fuoco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FUOCO GENNARO (Sardegna). Presidente, anch'io sento il dovere di esprimere il favore nei confronti di questo emendamento che riprende una battaglia che deriva da dati di fatto certi, e che tra l'altro, a mio parere, è anche una battaglia di correttezza nei confronti dello Stato, in quanto io vorrei che i colleghi riflettessero su differenze importanti che sono maturate nei confronti delle due isole principali del nostro Paese, perché mi risulta che, non so se è ancora così, che le accise per la Regione Sicilia siano state previste con un trattamento diverso rispetto alla Sardegna, e questo non è assolutamente ammissibile, così come non è ammissibile, per esempio, che il demanio marittimo della Sicilia sia di proprietà della Regione e in Sardegna sia di proprietà dello Stato, così come, forse è da approfondire, ma mi sembra di ricordare che la spesa sanitaria della Sicilia è per il 50 per cento a carico dello Stato. Ora io credo che a prescindere da il problema dell'insularità, il problema di ciò che il territorio dà in termini di lavorazione e poi anche di aspetti che ne derivano, senz'altro non si può permettere che lo Stato abbia dei comportamenti differenti nei confronti di territori che rappresentano problemi similari, sia in termini di sofferenza per mancanza di lavoro, che in termini di insularità. Quindi ritengo che sia una battaglia più che giusta e che quindi l'Assemblea si debba pronunciare in maniera favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, per esprimere ovviamente il parere favorevole all'emendamento presentato dai colleghi Dedoni, Cossa e Crisponi, e per collegarmi a quello che diceva poc'anzi il collega Cossa. Bisogna almeno cercare di crederci, perché non è possibile che questa Regione cerchi nel rapporto con lo Stato di trovare soluzioni per aumentare la propria capacità di entrate, si percorrono tutta una serie di strade che ci portano ovviamente ad una situazione conflittuale, in virtù di tutte le questioni che conosciamo, che si sono verificate nel corso degli anni, e questa è una strada assolutamente percorribile, e che ha un valore, non viene percorsa. Perché se la cifra che potremmo incamerare è intorno al miliardo, beh capite bene che avremo la possibilità veramente di garantire quello sviluppo e quelle soluzioni al nostro territorio che oggi non siamo in grado di garantire. Io ricordo a dire la verità anche una delle prime interviste che l'Assessore alla Programmazione fece nel corso di questa legislatura, e ricordo che ci disse chiaramente, una prima pagina dell'Unione Sarda, in cui si diceva: "Le risorse ci sono. Non è vero che non abbiamo i soldi". Beh, oggi ci siamo resi conto, in questi giorni, in questi mesi, in questi anni, ci siamo resi conto quanto è stato invece difficile garantire le politiche di sviluppo nel nostro territorio. Tra l'altro una soluzione di questo tipo ci permetterebbe anche di liberare altre risorse e di non chiedere determinati sacrifici alle nostre famiglie e alle nostre imprese, perché potremmo anche arrivare ad un azzeramento dell'Irpef regionale. Perché nel momento in cui hai all'interno del tuo portafoglio un miliardo di entrate, puoi forse rinunciare a quei 200 milioni circa che garantisce l'IRPEF, che significa restituirli poi ai consumatori, e generare quel flusso positivo, quel volano, perché mettere oggi 100 euro, 200 euro, al mese nelle tasche di una famiglia significa stimolare i consumi, significa generare tutto quel ciclo virtuoso e quell'effetto positivo, che permetterebbe di generare a sua volta nuove entrate. E' una sfida che va compiuta, e noi sotto questo punto di vista devo dire, anche con i colleghi del Gruppo, abbiamo presentato, lo diceva prima l'onorevole Contu, un emendamento che permetterebbe sottoforma di contributo di aiutare un settore specifico, quello dei microbirrifici regionali, e garantire a loro il rimborso delle accise che pagano, che sinceramente mi sembra un'assurdità, è una cifra ragionevole, parliamo di 300.000 euro, è una cifra che viene incamerata dalla Regione, penso che nel mare magnum…

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 813.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 877, c'è un invito al ritiro, onorevole Agus.

E'ritirato.

Passiamo all'emendamento numero 1027. Prima ci sono gli emendamenti all'emendamento numero 1052, 1053, 1054, 1055, 1056, 1057 e 1029.

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Se potessi illustrarvi l'emendamento numero 1052 prima dei pareri.

PRESIDENTE. No. I pareri sono già dati, manca il parere dell'emendamento numero 1029, che è trasferito dall'articolo 6.

TUNIS STEFANO (FI). Sull'ordine dei lavori, Presidente, ho l'ambizione di cambiare il parere. Al 1052 vorrei apportare, attraverso un emendamento orale, delle modifiche…

PRESIDENTE. Onorevole quando ci arriviamo al 1052. Un attimo. sull'emendamento numero 1029…

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. C'è un invito al ritiro.

Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Parere conforme.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento 1052.

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Nella sostanza non cambia quanto proponiamo attraverso questo emendamento, stiamo proponendo di intervenire nei confronti di quelle risorse umane che potrebbero subire gli effetti negativi del periodo a cui andiamo incontro, che è quello di una profonda automazione e digitalizzazione delle aziende. È codificato che ci saranno importanti esodi dal mondo del lavoro e che ci saranno molte figure professionali messe in seria difficoltà, mentre nasceranno nuove figure professionali. Attraverso questo emendamento la Regione intende poi compartecipare ai progetti di welfare aziendale, inseriti nella contrattazione di secondo livello, che servono a proteggere questi lavoratori. Attraverso l'integrazione ad eventuali ammortizzatori sociali, oppure attraverso la formazione che serva a rendere i laboratori competitivi anche nel futuro scenario economico. Se me lo consente io adesso vado a leggere l'emendamento orale così come lo sto presentando: all'emendamento numero 1027, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente comma 3 bis: comma 3 bis nell'ambito delle risorse assegnate all'Agenzia regionale Aspal, ai sensi del comma 3, una quota pari ad euro 500.000 può essere destinata al cofinanziamento di progetti di welfare aziendale, all'interno della contrattazione di secondo livello. Questo è la modalità attraverso la quale io spero di poter ottenere il parere favorevole della Commissione e della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Chiedo scusa ma così è un emendamento al 1052? Un emendamento orale al 1052?

Per esprimere il parere sull'emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Parere positivo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è favorevole della Giunta all'emendamento orale così presentato dall'onorevole Tunis, penso che i progetti di welfare aziendale siano una tematica importante che sta bene all'interno del pacchetto lavoro. Approfitto, Presidente e Consiglieri se me lo permettete, proporrei di aggiungere un ulteriore emendamento orale, di seguito: la cabina di regia costituirà un apposito osservatorio sull'andamento del piano Lavoras con la partecipazione delle organizzazioni sindacali. Proprio per dire che vogliamo la massima anche controllabilità da parte di tutti dell'andamento del piano, se non ci sono osservazioni chiederei di aggiungere anche il mio emendamento orale.

PRESIDENTE. Questo emendamento orale andrebbe al 1027, Assessore?

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì.

PRESIDENTE. Chiedo se ci sono obiezioni ai due emendamenti orali presentati, prima quello dell'onorevole Tunis, non mi pare, quindi è acquisito l'emendamento dell'onorevole Tunis, e quello dell'Assessore Paci? È acquisito anche quello dell'assessore Paci. Quindi, metto in votazione l'emendamento 1052 così come emendato. Chiedo scusa, ripeto la domanda l'emendamento orale era sul 1027, o sul 1052? Cioè rimane il testo? È sostituito da un finanziamento di euro pari a 15 milioni? Ma non esiste un emendamento sostitutivo che annulla un emendamento, se un emendamento dell'emendamento non può sostituirlo totalmente, deve modificarlo. Mi spiegate dove modifica? Perché il testo che ho io è questo: è istituito un finanziamento pari a 15 milioni di euro per il 2018-19-20 per il progetto welfare. Dopodiché si inserisce nell'emendamento 1027, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente, quindi è un emendamento al 1027, come quello dell'assessore Paci. Eh, scusate, allora ha un senso. Quindi l'emendamento è acquisito con parere favorevole del Consiglio sul 1027, quindi il 1052 rimane tal quale con un parere contrario della Commissione. È ritirato il 1052 e acquisito al 1027 l'emendamento orale che dice che dopo il comma 3 è aggiunto il seguente comma 3 bis "nell'ambito delle risorse assegnate all'Agenzia" eccetera, eccetera. Adesso ci siamo capiti, grazie.

Quindi l'emendamento 1052 è ritirato. L'emendamento 1053, il parere contrario della Commissione e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis se. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Sono il presentatore, per conto del Gruppo di Forza Italia, anche di questo emendamento, io sarei propenso a ritirarlo in presenza di un impegno da parte della Giunta regionale che all'interno delle risorse destinate all'Aspal, per i bonus assunzionali, ci fosse il preciso orientamento a fare una misura specifica per le risorse impiegabili in ambito digitale.

PRESIDENTE. Chiedo se c'è l'impegno della Giunta.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Come ho già detto in sede di intervento sull'articolo, siamo interessati a sviluppare qualunque forma di incentivazione al lavoro e, ovviamente, il digitale, sul quale stiamo già investendo molte risorse e che fa parte della strategia S3 della Regione Sardegna, rientra pienamente. Quindi, sono favorevole al fatto che all'interno del Piano saranno affrontati opportunamente queste tematiche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 1054, parere contrario della Commissione e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta. Ne ha facoltà.

ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). …lavori perché noi non siamo in possesso di questo blocco di emendamenti.

PRESIDENTE. Sono in distribuzione da ieri.

ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Non lo so, adesso sono spariti, forse stanno ancora stampando, grazie.

PRESIDENTE. Emendamento numero 1054, con parere contrario del relatore e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Questo è un emendamento che non ha alcun impatto finanziario, è sempre un emendamento aggiuntivo all'articolo proposto dalla Giunta sul lavoro che mira a trovare delle soluzioni per le persone che non hanno mai lavorato o che sono state espulse dal mondo del lavoro e che hanno un'età compresa tra i 30 e i 40, questo perché i provvedimenti che sino ad oggi ci sono stati, sia in termini di Garanzia giovani sia in termini di politiche nazionali, hanno previsto tutta una serie di bonus assunzionali che hanno investito la categoria sino ai 29 anni, abbiamo quindi una categoria di persone che è totalmente esclusa dagli incentivi in conto occupazione, chiamiamoli così per semplificare. Penso che nel quadro delle scelte che poi si faranno con la piena applicazione del Piano del lavoro, di questi 127 milioni, sia opportuno, anche sotto questo punto di vista ovviamente da parte della Giunta che ci sia un ragionamento su questa fascia di persone, perché sennò noi rischiamo veramente, non solo di escludere dal mondo del lavoro una fetta importante della nostra società, ma soprattutto di punire quella parte di società che ormai è in condizioni di uscire dalla situazione dello studentato, magari, o comunque dei lavoretti, per entrare a pieno titolo nella condizione lavorativa tout-court, e soprattutto quella fetta di popolazione che ha la possibilità magari di mettere su una famiglia e di costruire un progetto di vita indipendente. Probabilmente anche su queste categorie dovremmo riflettere perché ad oggi, in Sardegna in particolare più che nel territorio continentale, siamo particolarmente indietro.

Ha domandato di parlare il consigliere Gennaro Fuoco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FUOCO GENNARO (Sardegna). Per ribadire quello che diceva poc'anzi il collega, in quanto vorremmo che l'Aula riflettesse su questa proposta, che tra l'altro non comporta un onere di spesa ma semplicemente un indirizzo importante, in quanto le politiche che lo Stato sta erogando per contribuire all'assunzione dei giovani mi pare che prevedano interventi fino ai 32 anni, e ovviamente ci rendiamo conto che, oggi come oggi, i giovani stanno in famiglia molto più a lungo di una volta proprio perché hanno il problema di rendersi autonomi. Quello che noi proponiamo sono bonus rispetto agli oneri previdenziali e assistenziali, quindi sul costo del lavoro, credo che sia una misura che si dovrebbe favorire non solo per questi soggetti tra i 30 e i 40 ma anche per i soggetti che, usciti dal mondo del lavoro in età più matura, dobbiamo favorire per farli rientrare.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Io definirei davvero di buon senso questo emendamento 1054 così com'è stato appena esposto dai colleghi Truzzu e Fuoco, mi pare una questione che davvero sia attuale e soprattutto guardi in faccia alla realtà. Si parla da un lato del problema più grave che tutti quanti abbiamo, e quindi l'inserimento nel mondo lavorativo dei giovani, dall'altro della situazione delle imprese che si ritrovano di fatto senza aver nessun tipo di aiuto concreto, dall'altro senza avere la possibilità di perfezionare la formazione dei giovani direttamente sotto il profilo aziendale, ma dall'altro ancora in termini che sono ancora più importanti, cioè quello di creare un futuro e un orizzonte di valore proprio per i giovani che in questa fase si ritrovano senza alcun tipo di assistenza e senza nemmeno avere quel profilo di riferimento nel quale poter immaginare che là possano essere formati, istruiti, preparati alle sfide del domani.

Credo quindi che questo emendamento 1054 abbia in sé tutte le ragioni per le quali l'Aula non si debba spaccare, credo che un segnale bipartisan sarebbe ben accetto non solo da parte dei presentatori ma anche da chi realmente lo sostiene e lo accompagnerà anche col proprio voto personale e favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Solo per ribadire anche qui quanto già detto nel mio intervento di ieri. Ci sono tre emendamenti presentati dall'onorevole Truzzu - questo che abbiamo appena discusso, che riguarda i giovani tra i 30 e i 40 anni, il successivo, che sono gli over 50, e il 1056 che riguarda nel modo specifico le donne -, ribadisco che tutte queste categorie di lavoratori saranno con certezza prese in esame all'interno del programma. Quindi sono contrario agli emendamenti nella loro forma, sono del tutto favorevole alla loro sostanza, e quindi invito anche l'onorevole Truzzu ad un ritiro, perché altrimenti se noi iniziamo a inserire qualunque categoria, dico: perché non inseriamo dai 40 ai 50 anni? Vuol dire che li vogliamo escludere?

Quindi, davvero, saranno previste misure specifiche per tutti quanti, è inutile stare adesso a specificarle perché sennò corriamo il rischio di lasciar fuori delle particolari categorie.

Quindi, attenzione al tema e una richiesta di invito al ritiro.

PRESIDENTE. C'è un invito al ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna).Io ritiro il 1054 e il 1055, se fosse possibile però, con una disponibilità poi al ritiro, vorrei illustrare il 1056, perché ha una doppia finalità.

PRESIDENTE. Prego, proceda pure.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). L'emendamento 1056, come dicevo, ha una doppia finalità, quella di intervenire sulla occupazione femminile e dall'altro lato quella di contribuire anche all'incremento demografico e cioè alla natalità. La ratio di questo emendamento, che può sembrare assurdo perché propone dei bonus occupazionali per chi va ad assumere donne con figli di età inferiore ai quindici mesi, dicevo può sembrare assurdo perché sono proprio le persone che vengono scientificamente escluse dal mercato del lavoro, perché in un colloquio di lavoro un imprenditore che deve selezionare una donna con un bambino piccolo o con un bambino in arrivo, diciamo che nove volte su dieci la scelta più comune che fa è quella di rinunciare all'assunzione, al di là del fatto che la persona che ha davanti sia magari la persona più competente, la persona più utile e più, come dire, essenziale per lo sviluppo della sua azienda, della sua impresa. Noi dobbiamo cambiare assolutamente questa logica per due ordini di motivi: il primo è quello, come dicevo all'inizio, di cercare di incrementare l'occupazione femminile, il secondo è quello di incrementare la natalità, perché nel momento in cui noi riusciamo a fare questa rivoluzione culturale, e diamo dei bonus occupazionali ai datori di lavoro che sono disponibili ad assumere delle donne con bambini di età inferiore ai quindici mesi, stiamo dicendo che stiamo rimettendo al centro delle politiche del lavoro anche le famiglie e stiamo anche dando un messaggio alla nostra società, alle nostre comunità che diventare mamma non è una condanna ma una straordinaria opportunità, che avere dei figli non significa essere relegati al margine della società ma significa fare un investimento per quella comunità, perché i figli sono il nostro futuro. Allora, se noi riusciamo a riconoscere il ruolo di queste persone, di queste donne, stiamo facendo prima di tutto una cortesia a noi stessi, perché quei bambini che nascono saranno quei soggetti che domani entreranno nel mondo del lavoro e che aiuteranno a mantenere la pace sociale, perché saranno coloro che garantiranno il pagamento delle pensioni della persone che oggi sono in attività lavorativa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gennaro Fuoco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FUOCO GENNARO (Sardegna). Per ribadire quello che ha appena detto il collega e per aggiungere qualche altra valutazione. Intanto vorrei far riflettere i colleghi sul fatto che abbiamo ritirato gli altri emendamenti perché abbiamo convenuto che indubbiamente gli incentivi debbano essere, come dire, presenti su tutto l'arco in cui non interviene lo Stato, possibilmente in una Regione come la Sardegna c'è la necessità di un intervento della Regione. E quindi per questo motivo abbiamo ritirato gli altri emendamenti. Però in questo caso io credo che un pronunciamento dell'Assemblea individuale, forte, porre una proposta che, intanto, ripeto, non comporta oneri finanziari, ma soltanto un principio e un indirizzo, e che va poi a tutelare un periodo particolarissimo della vita della madre e del bambino, perché noi sappiamo benissimo che il bambino nei primi quindici mesi di vita è soggetto ad ammalarsi molto spesso. E quindi chiaramente qualunque datore di lavoro assumendo una persona che ha un bambino in quell'età se ne assume anche un rischio maggiore, va incontro sicuramente con più facilità a dei problemi. E c'è un discorso anche di fragilità del soggetto, per cui riteniamo che una menzione particolare, un occhio di riguardo, una norma specifica ad hoc in questo caso sia assolutamente giustificata, giustificabile e condivisibile da parte di tutta l'Assemblea. Quindi questo emendamento noi non lo ritireremo, lo sottoporremo al giudizio dell'Assemblea e confidiamo che venga recepito nella sua specificità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Gruppo Misto). Grazie Presidente, colleghe, colleghi, ringrazio l'onorevole Truzzu per la presentazione di questo emendamento, il tema è importantissimo e soprattutto gli ultimi dati, pubblicati proprio di recente, ci fanno scoprire come fanalino di coda noi in Sardegna come fanalino di coda del fanalino di coda che è il nostro Paese. Perché sappiamo che le donne che fanno figli, le poche donne che ormai fanno figli, battono in ritirata perché il record dell'occupazione in Italia è pari al 48,9 per cento, occupazione femminile, contro una media europea del 62,5. Ma sono molte le donne che lasciano il lavoro dopo il primo figlio. Non solo, altro dato assolutamente allarmante è relativo al fatto che nel 2016 il 78 per cento delle richieste di dimissioni convalidate dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha riguardato le lavoratrici madri, quindi tutto questo sappiamo essere motivato dalla necessità o meglio dall'impossibilità per le donne di conciliare il lavoro con la famiglia. Quindi bene proposte di questo tipo, bene discuterne, Assessore, io mi aspetto che ci siano delle risposte da parte sua, quantomeno un'indicazione su quello che debba essere fatto, su una presa d'atto di una situazione che è gravissima, e ripeto, in Sardegna ci vede ancora più in basso in queste graduatorie che riguardano l'occupazione e l'occupazione femminile in modo particolare, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Questo è certamente un argomento di grande importanza. Ricordo che per le politiche di conciliazione, che sono esattamente quelle ricordate dall'emendamento, sono disponibili 22 milioni 235.267 mila; leggo la cifra precisa per dire che non me la sto inventando sul momento, che derivano da tre linee già presenti e sulle quali siamo in ritardo, ne parlavo proprio ieri qui, però stanno uscendo. Sono una linea sull'FSE e una sull'FSC; sono soldi importanti esattamente per venire incontro a queste tematiche. Quindi faccio nostra come Giunta, ma direi come tutto il Consiglio, queste sollecitazioni. Chiedo, dato che non c'è il ritiro, un voto contrario, ma non è ancora una volta contrario a queste tematiche che sono tenute ben, ben, ben presenti dalla Giunta e dalla nostra maggioranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, grazie Assessore, io ritiro l'emendamento, nel momento in cui c'è l'impegno a realizzare un programma di questo tipo, sono a piena disposizione anche per collaborare, e vorrei fare aggiungere questo ragionamento: se noi riusciamo ad attivare un processo di questo tipo cioè creiamo dei bonus occupazionali per le neomamme, stiamo creando un volano positivo. Perché quei soldi e quello stipendio poi consentirà per prima cosa, magari nell'arco di un anno e mezzo, di mandare il bambino alla scuola materna, che significa garantire occupazione e poi successivamente a scuola, che significa ancora una volta garantire occupazione per maestri, per il personale amministrativo che lavorano nelle scuole. Quindi è un investimento sul nostro futuro e sulle nostre comunità. Io, Assessore, vigilerò ovviamente, cercheremo anche di dare una mano sotto questo punto di vista, siamo a piena disposizione, speriamo che si possa fare quanto prima.

PRESIDENTE. E' ritirato anche l'emendamento numero 1056, quindi passiamo all'emendamento numero 1057, parere favorevole della Giunta e della Commissione.

Metto in votazione l'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Per spiegare questo emendamento, Presidente, e spiegare all'Aula di cosa si tratta. Si tratta di risorse all'interno del Piano Sulcis che sono state già finanziate da tempo esistenti, prevede 10 milioni di euro destinati alle filiere produttive ne sono avanzati insomma 8, non sono stati utilizzati. Per cui la proposta emendativa è questa: utilizzare gli 8 milioni che sono stati presi da quel pacchetto di 10 milioni delle attività produttive da destinare ad interventi di ristrutturazione dell'edilizia privata. Tali incentivi sono addizionali a quelli fiscali esistenti, come già accade nel caso dei centri storici. Si tenga conto che con l'incentivo del 20 per cento si può generare un volume di lavoro pari a 40 milioni di euro in un settore ad alta densità di lavoro quale quello dell'edilizia.

Insomma questo intervento lo vogliamo destinare, sempre all'interno del piano Sulcis, 10 milioni nel pacchetto complessivo delle attività produttive, 8 sono avanzati, li vogliamo riutilizzare dandogli questa finalità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Grazie Presidente, volevo intervenire perché a me piace la logica di questo intervento. Nel senso che si utilizza l'edilizia come volano per l'economia, per l'economia di una zona. Io vorrei che lo stesso atteggiamento lo si avesse quando si parlerà di edilizia a livello regionale. Perché come in questo caso si vede l'edilizia come risorsa per l'economia, la stessa edilizia è una risorsa importante per l'economia non solo del Sulcis ma di tutta la Sardegna. Quindi io prenderò per buono questo emendamento quando poi discuteremo di urbanistica, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, ma per rilevare che questo emendamento introduce una novità interessante nelle politiche regionali, cioè si utilizzano fondi regionali per interventi di sostegno dell'edilizia privata, ma non in termini di mutui o di cose che la Regione fa ormai da molto tempo, molto apprezzate dalle giovani coppie soprattutto, ma si interviene per interventi di ristrutturazione dell'edilizia privata in una zona particolare della Sardegna che è il Sulcis. Io mi chiedo se questo intervento sia, intanto naturalmente non è coerente col Piano Sulcis, ma si stanno liberando risorse del Piano Sulcis per l'edilizia privata, io penso che sarebbe meglio forse destinare queste risorse a incrementare il fondo di rotazione per i mutui, perché se no stiamo introducendo una novità che, secondo me, potrebbe anche in prosieguo di tempo creare qualche problema. Quindi penso che dobbiamo essere coerenti, che la Regione debba essere coerente negli interventi che fa, perché questo intervento, ripeto, mi sembra una cosa un pochettino strana. Quindi io esprimo un'opinione perplessa su questo emendamento, Presidente, e gradirei che l'Assessore ci desse qualche chiarimento circa il parere della Giunta, nel senso di motivarlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Sì, difendo da sempre ciò che riguarda qualunque materia, specie se economica, il sistema delle filiere produttive, e mi preoccupa, onorevole Cocco, il fatto che fondi destinati alle filiere produttive, Assessore, non tanti, per la verità, come abbiamo detto, possano venire, uso la parola distratti, che non è corretta e mi scuso, però ho necessità di utilizzarla per chiarire il mio pensiero, quindi io li sposto all'edilizia privata, dove mi sta anche bene il fatto che giustamente si pensi anche al sistema delle attività di impresa del mondo dell'edilizia che intervengono, ma il problema è che quando si stanziano dei fondi pubblici, la finalizzazione è chiara e deve andare in una determinata direzione, ovvero, se sono destinati alle filiere produttive, e quindi al sistema imprenditoriale, produttivo di quel territorio, mi pare difficile che possano, con un emendamento alla Finanziaria regionale, venire tout-court individuate altre finalizzazioni, seppur vi siano degli intermediari che appunto possono essere imprenditori del campo dell'edilizia. E poi vorrei anche chiedere all'Assessore, o allo stesso presentatore dell'emendamento, se cofinanziamento del programma a sostegno delle filiere produttive compreso nel Piano Sulcis è riferito solo ed esclusivamente al territorio del Sulcis, perché altrimenti sembrerebbe che il Piano Sulcis possa valere come borsellino di riferimento solo ed esclusivamente per quell'Area e per quel tipo di interventi che si vorrebbero utilizzare, perché altrimenti mi viene semplice dire: ma non è che stiamo citando il Piano Sulcis, e al tempo stesso stiamo escludendo la zona di Pratosardo, delle filiere produttive di Porto Torres, di Macchiareddu o di chissà quale altra zona, e quindi qua ci vorrebbe una un'attenzione, un approfondimento chiaro e certo, e al quale spero lo stesso Assessore, lo stesso presentatore, possano darci risposta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu più per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC-Sardegna). Questo emendamento, in realtà, qualora ce ne fosse bisogno, certifica il fallimento del Piano Sulcis, un Piano Sulcis che nasce nell'ormai lontano 2011 con l'allora Provincia Carbonia-Iglesias, dove in quell'occasione ero appunto Consigliere provinciale della stessa, e a distanza di ormai sette anni dall'approvazione del patto col Governo, oggi siamo qui a discutere la rimodulazione di denari non spesi. Il fatto che non siano stati spesi 8 milioni di euro in un territorio martoriato come il Sulcis questo la dice lunga, significa che probabilmente i bandi sono complicati, i bandi non sono aperti a tutti, magari sono per pochi, i bandi sono rivolti a alcune categorie produttive, che di produttivo forse hanno ben poco. Quindi l'idea che si debba indebolire un settore così importante come le filiere produttive, e quindi parliamo delle imprese, ovviamente non lo condivido, e io chiedo anche al primo firmatario e all'Assessore se è possibile ritirare questo emendamento, perché ritengo che questi soldi debbano invece rimanere vincolati, e qui il termine vincolato è più che mai attuale e importante, ad un settore trainante dell'economia del nostro territorio, perché altrimenti come intendiamo far ripartire l'economia del Sulcis se siamo noi i primi in Consiglio regionale a recuperare le somme da destinare ad altri settori? Per quanto per un, diciamo così, tema nobile come quello dell'edilizia privata, però credo che questo Consiglio regionale debba trovare queste risorse sui capitoli specifici, e non andare a recuperarli dal Piano Sulcis.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Io sono d'accordo con la logica di questo emendamento, soprattutto con alcune righe della motivazione che sono riportate a margine, e quando si dice: "In particolare si tenga conto che con un incentivo del 20 per cento si può generare un volume di lavoro pari a 40 milioni di euro in un settore ad alta intensità come quello dell'edilizia", però questo non vale solo per il Sulcis, questo vale per tutti i territori. Io vorrei capire qual è la logica per cui certi interventi sono legittimi e validi in alcune zone della Sardegna, e invece altre le abbiamo condannate alla chiusura a raffica delle aziende dell'edilizia, che ricordo, lo voglio ricordare, nel 98 per cento dei casi sono aziende di due dipendenti, quindi non stiamo dicendo che abbiamo fatto chiudere i cosiddetti cementificatori, ma che abbiamo tagliato le gambe a gran parte del tessuto imprenditoriale dell'Isola. Allora, se vale per il Sulcis vale anche per gli altri. L'altro aspetto che mi desta invece un po' di perplessità è il trasferimento delle risorse, come hanno detto alcuni colleghi, dagli interventi a sostegno delle filiere produttive all'edilizia privata. Badate, io comprendo che ci sia la necessità di fare alcuni interventi importanti nei centri storici delle nostre comunità, però perché all'edilizia privata e non a altri tipi di edilizia? Perché, per esempio, non prevedere, per rimanere sempre nell'ambito delle filiere produttive, la ristrutturazione, gli interventi di ristrutturazione, se proprio vogliamo trasferire queste risorse, anche sul settore privato alle imprese turistiche, agli alberghi? Visto e considerato che, fra l'altro, tra coloro che un tempo erano consulenti del Piano Sulcis e hanno redatto parte di questo Piano si diceva che era necessario in quel territorio investire sul turismo anche in deroga al PPR, e che oggi siedono nei banchi della Giunta regionale? Perché non farlo per questo tipo di imprese e solo per l'edilizia privata? Che, badate, è un tema da affrontare sicuramente, ma penso che non sia questo il modo, non sia questo il metodo, perché va anche a detrimento di chi ha proposto questo emendamento. Io comprendo la buona fede e la volontà di liberare risorse per metterle in campo, però si rischia veramente grosso, perché magari si ingenera l'idea che possa nascere qualcos'altro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gennaro Fuoco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FUOCO GENNARO (Sardegna). Io sono molto perplesso su questa proposta, su questo emendamento, sono molto perplesso per le tante ragioni che hanno già esposto i miei colleghi, ma soprattutto perché vorrei ricordare a tutti quanti che ciò che genera ricchezza in un territorio è la produzione, il nostro compito non è quello di dare contributi a questo o quell'altro, che poi in questo caso si tratta di un aspetto delicato, perché dare un contributo a dei privati di un territorio limitato, contributi che tra l'altro sono addizionali a quelli esistenti, è già un ragionamento e una proposta che presenta molte perplessità, ma poi soprattutto quello che è, tra virgolette, assolutamente contestabile, è il fatto che noi togliamo soldi a filiere produttive, la produzione è l'unico aspetto che noi dovremmo preoccuparci di incentivare, in tutte le maniere possibili e immaginabili. Allora io credo che sicuramente l'apparato amministrativo abbia il dovere di ripresentare bandi validi, appetibili, magari anche semplici, per aiutare le imprese di quel territorio, e restituire quei soldi alle filiere produttive, che come diceva il collega Truzzu potrebbero essere anche destinati al settore turistico, ricettivo, alberghiero, che comunque produce ricchezza. L'importante, secondo me, è sapere qual è l'obiettivo. In questo caso l'obiettivo non mi pare assolutamente condivisibile. Voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, ciò che balza agli occhi anche da una lettura superficiale di questo emendamento è la bizzarria, ecco mi piace definirlo un emendamento bizzarro, per non qualificarlo diversamente. Anche se debbo riconoscere che il fine che si pongono i sottoscrittori dell'emendamento è un fine nobile, se vogliamo anche intelligente, ed è un fine che riqualifica anche per una buona dose di onestà intellettuale, perché è evidente che anche loro, anche i sottoscrittori, ritengono che l'edilizia è in una fase recessiva che mai aveva attraversato e questo nonostante i lanci pubblicitari e la propaganda della Giunta regionale. L'edilizia ha perso negli ultimi anni centinaia di aziende, migliaia di lavoratori, ha perso tutte quelle risorse che una volta davano la possibilità al comparto edilizio di reggere come colonna importante l'economia isolana e questa discesa verticale dell'edilizia è iniziata con il PPR, è iniziata col Piano paesaggistico di Soru che ha paralizzato tutta la filiera dell'edilizia in Sardegna e poi queste difficoltà sono accresciute con l'eliminazione del Piano casa del centrodestra che aveva prodotto ben 46.000 pratiche, 46.000 pratiche edilizie che avevano ravvivato l'economia dell'Isola e ancora l'assenza di una legge urbanistica, che viene ogni tanto brandita da uno dei Gruppi in lotta all'interno del PD, sta peggiorando la situazione dell'edilizia. Questo ve lo diciamo noi, lo dice l'ANCI, lo dicono tutti coloro che lavorano nell'edilizia, lo dicono tutti i lavoratori che hanno perso l'occupazione edilizia, lo dicono gli impiantisti, lo dicono gli elettricisti, lo dicono i geometri, lo dicono tutti. Ecco, questa è una presa d'atto di questa crisi che rischia di diventare irreversibile. Quindi, bene il fine, nobile, intelligente, ma il metodo e lo strumento è del tutto errato e pericoloso perché introduce poi un esempio, o meglio introduce un meccanismo che può essere brandito anche da altri territori utilizzando risorse che servono per il rilancio industriale al fine di sostenere l'edilizia privata. Quindi, bene il fine, sbagliato il metodo, errati gli strumenti, il mio voto sarà negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az-La Base). Come ha detto l'onorevole Rubiu si certifica il fallimento di un qualcosa che si voleva creare di nuovo, di veramente nuovo nel Sulcis, quindi affidare la rinascita di quel territorio che ne ha bisogno all'imprenditoria, l'imprenditoria probabilmente non è stata in condizione di operare questa svolta. Allora ci si chiede, occorre fare anche un cambio di mentalità, operarlo, passare da un'economia che negli ultimi trent'anni purtroppo per le vicissitudini che ha vissuto il Sulcis è stata sempre incentrata all'assistenzialismo, al ricorso troppo frequente alla cassa integrazione, a un'economia più sana basata sulla produttività. Quindi probabilmente prima di attuare misure come queste, che sono introdotte da questo emendamento, contro il quale ovviamente voterò contrario, bisognerebbe cercare di cambiare la mentalità di quel territorio, così come in altre parti della Sardegna dove si vive di assistenzialismo (da Ottana alla zona di Porto Torres) e credo che questo ci porti a non avere mai lo sviluppo e le responsabilità sono sempre della politica e non credo che un emendamento come questo, che è fine a se stesso, perché si rinvestiranno senza un futuro certo questi soldi nell'edilizia, non credo che possa essere il toccasana per quella terra. Quindi, per questo motivo voto no.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC-Sardegna). Io mi meraviglio perché è capitato spesso che allorquando ci poteva essere un intervento legittimo per alcune strutture, faccio riferimento, per esempio, alle "Case" allorquando fu dato un contributo alla città di Iglesias e non a Sassari, e parlo delle Case Serene, che invece non c'è questa disponibilità esterna. Nel caso specifico però debbo dire che dal 2011 la impostazione data dal Presidente e della struttura prevista per quanto riguarda il Piano Sulcis é fallita completamente. Il fatto che non si riesca a spendere le risorse finanziarie di un capitolo specifico in un settore strategico anche per il Sulcis, perché lo sarebbe da un punto di vista produttivo, è strano. Io sono contrario ai meccanismi contorti e siccome qui c'è una fotografia, io sono contrario alle fotografie, perché non riesco a comprendere perché debbano essere dirottate queste risorse finanziarie e invece non viene fatto un programma più serio e articolato e magari consentire che nel caso specifico, per quanto riguarda gli interventi (…) privata intervenga la Regione attraverso leggi di settore. Non riesco a comprendere e in funzione di questo voterò contro perché ritengo che il fallimento sia da parte di chi ha gestito il piano Sulcis fino ad oggi creando soltanto disfunzioni nel territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Del Piano Sulcis ho sempre sentito parlare come momento di spreco di risorse pubbliche che venivano investite soprattutto in progetti, grandi progetti, piani di fattibilità e oggi vediamo che questi soldi non sono stati utilizzati e si cerca di spostarli in un momento in cui, recente, proprio ieri, la notizia di riavvio di alcune iniziative industriali proprio di filiera, perché l'Alcoa è di filiera, insieme all'Eurallumina. Allora, le cose sono due: o ci sono queste riprese imprenditoriali clienti nel Sulcis-Iglesiente, allora non capisco perché vengano spostati i soldi, oppure non ci sono queste iniziative imprenditoriali in corso. Mi è poco chiara la situazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Lo confesso pubblicamente, sono - sia pure per una volta soltanto - d'accordo con l'onorevole Anedda. Lo dico davvero senza ironia, perché l'onorevole Anedda ha posto all'Aula un problema che è serio, si parla del rilancio di un sistema e di un settore, quello produttivo, e nel momento in cui questo settore ha la necessità delle risorse utili perchè venga rimesso in moto, è qui la contraddizione sulla quale vi fa cadere l'onorevole Anedda, non l'opposizione, voi state trasferendo ad altro settore queste risorse. Quindi almeno sentite il monito dell'onorevole Anedda e non il mio. Ma c'è un problema che non è di forma, ma di sostanza. Io mi sarei posto il problema dell'ammissibilità di questo emendamento perché, guardate, come dice l'emendamento stesso qui stiamo andando ad incidere su risorse che costituiscono oggetto di un programma e di un piano, appunto quello Sulcis, sottoscritto da Governo, Regione ed enti locali. Cioè noi stiamo facendo con legge un'operazione entrando a gamba tesa su un accordo che è stato già sottoscritto. Dov'è l'accordo con il Governo? Dov'è l'accordo con la Regione? Assessore Paci, se ne assuma la responsabilità la Giunta, perché io sono certo che se noi approviamo questo emendamento ci saranno altre conseguenze! Voi state andando a scardinare un patto senza che sia stata negoziata la modifica di quel patto! Questo è il problema vero. Ma qui stiamo facendo le cose con una sorta di nonchalance, come se tutto fosse consentito e ammesso. Attenzione a quello che state facendo! O mi date conto che avete negoziato con le organizzazioni sindacali, con le parti di quel patto a iniziare dalla stessa Regione e del Governo nazionale allora ha un senso perché è il frutto di un accordo, altrimenti questa….

Io non conosco quali siano le finalità vere, la fotografia, o quali siano gli obiettivi, qualunque esso sia o siano c'è un problema di forma, di metodo, che poi diventa anche di sostanza. Assessore, questo significa che si può scardinare qualunque patto, ma vi state rendendo conto di quello che state facendo? Fermatevi, perché è una cosa gravissima! Il Presidente Tore Cherchi ne sa qualcosa? L'avete concordato con lui? Ditemi! Date una risposta su questo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Sì, anche per quanto mi riguarda condivido le perplessità sollevate anche dall'onorevole Anedda riguardo al metodo, più che al tema principale. Io sono convinto che gli interventi di ristrutturazione dell'edilizia privata abbiano un effetto volano riconosciuto, specialmente quando appunto vengono fatte nel rispetto dei contesti architettonici e della salvaguardia della riqualificazione dell'esistente, credo però che in un piano come questo poco serva inserire il contenuto di questo emendamento, non lo trovo coerente col resto del piano, e non trovo nemmeno coerente il fatto che si tratti semplicemente appunto dell'autorizzazione a rinegoziare, visto che il patto non l'abbiamo siglato da soli, ma è un patto che già che già porta avanti i suoi effetti ed è appunto siglato con il Governo. Quindi anch'io sono per il ritiro. Suggerirei il ritiro di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (SDP). Presidente, io ovviamente, insieme al mio Gruppo, voterò a favore di questo emendamento, perché trattasi di fondi vincolati all'utilizzo del piano Sulcis, e che possono essere utilizzati nelle maglie dell'accordo, dove ovviamente ci sono state interlocuzioni affinché questo potesse accadere con i soggetti che sono stati chiamati in causa dall'Aula, e che è anche concordato con associazioni di categoria istituzionali dei settori che sono oggetto di questo emendamento, quindi parliamo di partite IVA, parliamo di artigiani, parliamo di tutta una serie di categorie di questo tipo. La non approvazione di questo emendamento non libera somme che possono essere spese in altro, mando in perenzione fondi del piano Sulcis che possono essere investiti esclusivamente nelle azioni del piano Sulcis. Quindi significa che chi vota contro questo emendamento, e sono anche stupito che dall'opposizione non ci sia il sostegno su una cosa di questo genere, perché il piano Sulcis è frutto di un lavoro collettivo che parte anche da quella esperienza di governo che ci ha preceduto. La mancata approvazione di questo emendamento farebbe perdere questi investimenti a quelle categorie e a quel pezzo di Sardegna, quindi chi vota contro da questo punto di vista si assume la responsabilità di farlo.

Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per 5 minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 47 , viene ripresa alle ore 12 e 50.)

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento numero 1057.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Volevo chiedere se l'Aula è d'accordo e fare un emendamento orale. Perché non riesco a capire perché c'è scritto "La Giunta regionale provvede agli atti per la riprogrammazione delle risorse e le azioni correlate all'obiettivo su proposta dell'Assessore alla programmazione al bilancio e credito", io credo che vada sostituito con l'Assessore agli enti locali ed urbanistica, perché la competenza non è certamente dell'Assessore alla programmazione. Quindi se l'Aula è d'accordo io farei l'emendamento orale.

PITTALIS PIETRO (FI). No, non siamo d'accordo su niente su questo emendamento, lo dovete ritirare!

PRESIDENTE. Quindi l'emendamento orale non è accolto. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1057.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Sull'ordine Dei lavori, Presidente. Voglio rimanere sul tema. Presidente, io ho posto un problema nel corso del mio intervento su una valutazione di ammissibilità, qui si sta andando ad incidere su un patto, il piano Sulcis. Perché qui è inutile che ci prendiamo in giro, allora, se si tratta di una rimodulazione non si vede la ragione per la quale non si possa fare tra gli attori interessati, come si fa all'interno di ogni piano. C'è necessità di una norma di legge? Mi pare questo un problema, siccome si interferisce su materia pattizia, io pongo il problema, perché questo deve rimanere agli atti oggi e domani. Perché sia chiaro, noi su questa vicenda ci vorremmo vedere chiaro, onorevole Pizzuto, altroché votare così a cuor leggero. Si sta facendo un'operazione per noi molto ma molto, da questo punto di vista, non ho elementi, ma mi consenta di dire anche che può indurre a qualche sospetto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Sì, sempre sull'ordine dei lavori, Presidente. Io ricordo ai colleghi che il percorso di attività che ha riguardato la firma di una serie di patti prevede tutta una serie di istituzioni di cabine di regia apposite, l'Assessore Paci questo lo sa bene, e non sono soggetti solamente denominati facilmente come soggetti riferibili solo ed esclusivamente a qualunque assessorato ci stiamo riferendo in questo momento, ci sono una serie di soggetti che partecipano ampiamente, dai Comuni alle Province, dalle Città metropolitane fino alla stessa Regione, mi pare assurdo che si possa intervenire, allora cito con tranquillità, collega Pittalis, il Patto per il nuorese, mi riferisco al Patto per il nuorese, allora chiediamo che quei fondi che sono rimasti lì intonsi, che vengano tranquillamente distribuiti secondo come possano i Consiglieri regionali presenti in quest'Aula decidere di poterli utilizzare. E' fattibile questo? E' fattibile sull'area di Porto Torres? Sul Patto per la Gallura? Non è fattibile! Qua bisogna fare veramente attenzione sulla delicatezza soprattutto sotto sugli aspetti giuridici e amministrativi che ne conseguono.

PRESIDENTE. Credo che sia evidente che, al di là della decisione del Consiglio, vada seguita la disciplina prevista dal Patto, quindi che i passaggi eventualmente successivi dovranno obbligatoriamente riferirsi a quello che è contenuto nel Patto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, ma non foss'altro per aver seguito le vicende da molto tempo. Io proprio restando all'ordine dei lavori credo che questo emendamento vada ritirato, credo anche per dignità e per la ratio dei contenuti del patto per il Sulcis. Credo anche che chi ha conosciuto e condiviso la logica d'impostazione, e soprattutto le misure nate tutte all'interno del patto, e effettuate per il Patto del Sulcis, mi riferisco ad alcune, tipo la zona franca urbana che è stata una delle misure, ecco, se vi fermate ad analizzare a chi devono andare davvero i sostegni, le integrazioni, le azioni del Patto Sulcis, probabilmente, forse questo emendamento non doveva neanche venire qui e non voglio aggiungere altro Presidente, le chiedo di invitare i presentatori a ritirarlo.

PRESIDENTE. C'è un invito al ritiro espresso da più parti. Chiedo al primo presentatore, l'onorevole Cocco, se intende ritirare l'emendamento.

Metto in votazione l'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1057.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

(Il Consiglio approva).

(Interruzioni dai banchi della minoranza)

C'è la maggioranza semplice non ci vuole la maggioranza qualificata, è un emendamento. Per l'emendamento 1058 c'è un invito al ritiro, onorevole Cocco? Ritirato.

Emendamento 1029, c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Giuste le integrazioni e gli approfondimenti che abbiamo fatto, a partire da ieri, su questo emendamento che costituisce la matrice sulla quale poi si è innestato tutto il dibattito di maggioranza. Non ho problemi a ritirarlo, anticipo però Presidente la volontà di proporre un emendamento orale all'Aula sul testo del 1027.

PRESIDENTE. Quindi l'emendamento 1029 è ritirato.

Siamo all'emendamento 1027.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Allora l'emendamento orale è il seguente: dopo il comma 3 bis è introdotto il comma 3 ter, che direbbe: nella fase di programmazione delle risorse, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 3 comma 2 della legge 2 del 2016. Ricordo all'Aula che l'articolo 3 comma 2 della legge 2 dice testualmente: gli strumenti della programmazione, le politiche di sviluppo sono ispirati ai valori della coesione e della diffusione equilibrata della crescita economica e sociale, con particolare riguardo alle aree svantaggiate, alle aree interne e rurali, ai territori più deboli e marginali. Essendo questa norma programmatica di gestione dei cicli programmatori finanziari e trattandosi il piano straordinario lavoro oggetto dell'emendamento 1027 una programmazione economico finanziaria di grande respiro, chiedo che così facendo si introduca un principio di salvaguardia nella programmazione delle risorse finanziarie per quelle aree svantaggiate, le aree interne e le aree marginali, che altrimenti si troverebbero costretti a competere con altre più progredite. Questo articolato e patrimonio di questa consiliatura, è patrimonio di questo Consiglio essendo stato già discusso e approvato e a pieno titolo campeggia sui principi generali che reggono la programmazione finanziaria di questa Amministrazione regionale. Grazie Presidente e grazie ai colleghi Capigruppo ai quali chiedo di non opporsi all'introduzione di un emendamento orale.

PRESIDENTE. Chiedo se l'emendamento orale è accolto, non ci sono osservazioni, quindi accogliamo l'emendamento orale.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Mi pare un emendamento di buonsenso, per cui siamo in linea con quanto esposto dal collega Congiu. Sull'emendamento 1027 chiederei Presidente la votazione per parti, una votazione dal punto 1 al punto 3 e poi il 3 bis votarlo col 3 ter.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD). Un amico giornalista che mi sta ascoltando dalla sala stampa, mi ha detto che avrei dovuto fare un intervento durissimo nei confronti dell'opposizione, per le cose che sono state dette. Io voglio ancora una volta provare invece a ragionare con l'opposizione perché… un amico mi può dare un consiglio e ci può essere anche un amico che è giornalista.

Allora, provo a ragionare sull'emendamento che l'onorevole Pittalis ha attaccato, io credo che noi dobbiamo andare orgogliosi, andiamo orgogliosi e andremo in giro per la Sardegna a presentare questo emendamento che si occupa di temi del lavoro. E la bontà di questo emendamento è anche segnalata dagli interventi dell'opposizione che ha espresso possibilità di modifica. Io voglio essere intanto voglio dire una parola di chiarezza, qui non ci sono tagli a politiche di lavoro già in essere, qui ci sono 100 milioni programmabili, che sono nuove risorse che sono riprogrammate, messe a disposizione delle politiche per il lavoro, poi sono in questo elenco i 27 milioni, oltre i 100 milioni, che sono finanziamenti e stanziamenti già programmati da questa finanziaria e da questo bilancio. Cioè cantieri verdi, LSU, lavoratori in utilizzo, che nessuno intende toccare, fanno parte integrante di questo progetto, ma sono già stanziate e già programmate da questa manovra finanziaria. E negli emendamenti che andremo ad approvare, integriamo le risorse che la Giunta aveva previsto, arrivando a stanziamenti che mai si erano visti in favore di quelle attività previste da sempre storicamente nella nostra regione. Mi riferisco ai lavoratori socialmente utili, ai lavoratori in utilizzo, ai cantieri verdi. Questo tutti oggi abbiamo tentato di esprimere dei vincoli sui 100 milioni, io credo che l'emendamento preveda una fase di programmazione e così l'abbiamo inteso e così deve essere inteso da tutti noi. Quindi, dall'approvazione della Finanziaria avremo 30 giorni per discuterne, per confrontarci con alcune precisazioni, con alcune integrazioni che sono venute dall'Aula. Ma dovremmo pensare a politiche che immediatamente possano realizzarsi nel nostro territorio per agganciare la ripresa, che è il titolo di questa manovra finanziaria. Quindi, siamo orgogliosi e andremo in giro per la Sardegna a presentare questo emendamento, che rappresenta una efficace ed effettiva risposta alle politiche del lavoro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Abbiamo intanto appreso che le politiche del Partito Democratico sono eterodirette da qualche giornalista in sala stampa, ma non ne avevamo dubbio. Io, per le stesse ragioni, onorevole Sabattini, andrò in giro per la Sardegna per comunicare ai disoccupati, ai senza lavoro, ai giovani, a coloro ai quali avete creato una falsa aspettativa questo emendamento perché l'unica novità è quella contenuta nel testo che vi ha proposto il collega a Tunis, a nome del Gruppo di Forza Italia, fatto proprio dall'opposizione, e l'integrazione proposta dall'onorevole Gianfranco Congiu che quindi ha un occhio di attenzione soprattutto alle aree più disagiate; per il resto l'avete detto voi stessi, (AC/29-30) si tratta di rimodulazione di risorse che sono state già programmate. Voi non state aggiungendo nulla in più rispetto a quello che già esiste, avete creato la falsa illusione che ci siano 127 milioni di euro per le politiche del lavoro come misure aggiuntive, quando invece state proponendo ai sardi il gioco delle tre carte! E' davvero inammissibile: dite le cose come stanno! In più state proponendo una ipotesi di Piano del lavoro che deve essere tutta costruita, tutta disegnata sui fabbisogni, rimessa addirittura al protocollo di intesa… non mi ricordo chi avete individuato, il supporto operativo dell'Aspal, la cabina di regia della programmazione unitaria, vi siete ricordati grazie a dio che ci sono anche le organizzazioni sindacali. Bene, di questo vostro Piano del lavoro i sardi chissà se, come e quando vedranno gli effetti. E allora ecco perché era necessaria, ed è necessaria, un'operazione verità, che noi abbiamo voluto proporre all'Aula, voi continuate a creare questa falsa illusione ai sardi, come avete fatto in occasione dei referendum, anche quello del 4 dicembre, dicendo menzogne, i sardi vi hanno dato una risposta sonora e sono certo che ve la daranno il 4 di marzo, e ve la daranno fra un anno anche alle regionali, perché governare in questo modo, dicendo non la verità ma proponendo bugie e menzogne, davvero….

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Devo dire che l'intervento dell'onorevole Sabatini mi ha un po' stupito, perché se la logica fosse quella di andare in giro a raccontare gli emendamenti le devo dire che mi ha fatto pentire di aver ritirato un paio di emendamenti non di spesa, che volevano ragionare su un po' di cose che sul lavoro che dovrebbero fare, per avere il gusto di farmelo bocciare e poter andare in giro per la Sardegna a dire che la maggioranza di centrosinistra non è favorevole ai bonus occupazionali per i giovani tra i 29 e i 39 anni, ai bonus occupazionali per gli over 50 e ai bonus occupazionali per le donne. Lo dico perché il problema non è se si è d'accordo o contro sull'opportunità di creare strumenti che possano incentivare l'occupazione, su questo ovviamente siamo tutti favorevoli, penso che non ci sia alcuna persona che possa dire di essere contraria, il problema è come si creano e come si vogliano vendere, perché è vero che ci sono i fondi regionali, come dice l'onorevole Sabatini, ma non sono posti di lavoro in più, sono quelli che già ci sono, che in questi anni con questi strumenti avete già creato, e tutti gli altri possiamo dire, onorevole Sabatini, che sono fondi che in questi anni l'Assessorato del lavoro non è stato in grado di spendere, non è stato in grado di programmare nemmeno, perché delle risorse di cui parlava prima l'assessore Paci, per esempio, per la conciliazione in quattro anni non siete riusciti a spendere un euro, o ne avete speso pochi, questo lo vogliamo dire? Perché questa è la realtà, ce li avevate da inizio legislatura e non siete riusciti ad impegnarli, non siete riusciti a spenderli, o li avete spesi in interventi che non hanno avuto senso. Questa è la realtà delle cose, ed è su questo che ci si differenzia, non sulla necessità di creare occupazione. Poi vedremo che cosa sarete in grado di fare, vedremo quali saranno le risposte che arriveranno ai sardi, perché sino ad oggi ne sono arrivate ben poche, e non vorrei che fossero risposte che devono arrivare solo perché c'è alle porte una campagna elettorale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Io capisco che quando si passa dalle parole ai fatti… per coloro che sono abituati a parlare, quando vedono i fatti, c'è un problema.

Qua stiamo parlando di un emendamento che è un emendamento centrale di questa legge finanziaria, in cui abbiamo scritto che spenderemo 128 milioni di euro destinati al mondo del lavoro, più altri 140 milioni degli altri due anni a venire. Sono cifre importanti, rilevanti, che abbiamo dettagliato nello stesso emendamento, per cui non è un emendamento nascosto. Come si fa a dire che non è un intervento importante? Come si fa a cercare di nascondere anche l'evidenza e a non dire, con le dovute cautele, naturalmente, che chi fa opposizione deve sempre mantenere per soddisfare, diciamo così, la platea che lo segue…. E' evidente che qua siamo di fronte ad un dato concreto, reale, che vuole incidere sull'economia della Sardegna. Ci sono interventi analoghi degli anni passati che sono avvenuti? Non mi pare che questo sia accaduto, allora discutiamo sulle cose che si stanno mettendo in piedi, sui soldi che ci sono, sulle risorse che vengono investite, sulle misure che vengono adottate. Prima noi abbiamo approvato un emendamento legato a questo, relativo al Pieno Sulcis, e ho evitato di intervenire anche rispetto alle cose che ho sentito, perché quando uno è abituato soltanto a parlare, a volte fa uscire dalla bocca anche cose che sarebbe preferibile non far uscire da quest'aula. Qua stiamo parlando di una rimodulazione, in questo caso di 8 milioni di euro destinati sempre alle attività produttive, all'edilizia privata, che genera un volume di affari importantissimo, stimato in 42 milioni di euro, l'alternativa è perdere quelle risorse, è questo non è il fallimento di una misura come quella del Piano Sulcis, questo è un intervento importante che serve a rimodulare, esclusivamente a rimodulare, 620 milioni di euro, la cifra che il Piano Sulcis è costato è stata investita in 70 misure, sono andate tutte a buon fine, per cui se uno vuole criticare una misura lo può fare ma non si può negare l'evidenza. E qua c'è il Piano per il lavoro di questa Giunta regionale, di questa maggioranza di centrosinistra che è un dato di fatto concreto che guarda avanti, comprese le altre misure per gli anni a venire. Per cui di questo dobbiamo discutere, poi uno può essere favorevole o contrario, noi prendiamo atto che la minoranza è contraria a mettere 128 milioni di euro per il lavoro in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Noi voteremo contro questo emendamento perché rappresenta quanto di peggio noi riteniamo si possa fare per sostenere il lavoro, cioè qui si continua con il metodo tipico del centrosinistra, che vede come prospettiva per creare lavoro misure di carattere assistenziale. Questo sono provvedimenti come questi.

Noi dobbiamo guardare quello che è successo fino adesso in questa Regione, capire quali sono state le ricadute e poi verificare perché tutte queste politiche sono fallite; sono fallite perché sono impossibili dal punto di vista delle ricadute effettive in termini di occupazione stabile, e anche a proposito del discorso del Piano Sulcis, onorevole Cocco, il Piano Sulcis è stato un disastro dal punto di vista dei risultati che si volevano ottenere: si è fatto un po' di assistenzialismo, sono state fatte assunzioni fino a quando le imprese hanno avuto provvigioni, dopodiché le assunzioni sono cessate; è stato creato del precariato, ancora una volta, e occupazione stabile se ne è creata, credo, zero! Allora, prendiamo atto di questo e cerchiamo di capire invece quali strade bisogna perseguire, perché se oggi il Sulcis è il Regno del Movimento 5 Stelle, con tutti i soldi che sono stati drenati in questi anni, un motivo ci sarà.

Per cui, onorevoli colleghi, io confido sempre un po' di resipiscenza da parte vostra, ragioniamo su queste cose qui, perché non è con le regalie che si fa politica e politica di sviluppo. Meglio sarebbe stato, assessore Paci, destinare queste somme a fare un ulteriore taglio dell'IRAP, probabilmente sarebbe stato molto più attrattivo e avrebbe incoraggiato le imprese a fare assunzioni vere, non assunzioni fittizie come quelle che nasceranno anche da interventi di questo genere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Voto a favore di questo emendamento, voglio dare ancora fiducia al presidente Pigliaru che ha la responsabilità della regia per utilizzare questi fondi, ma lo sollecito affinché abbia il coraggio di indirizzare queste risorse verso iniziative che creino lavoro vero, faccio l'esempio di utilizzo in industrie, volano per l'economia oggi in crisi, di Porto Canale è uno di questi, il sughero è uno di questi. Altro esempio sul sociale, con ritorno lavorativo nelle imprese del settore in crisi.Informazione purché finalizzata e non per mantenere in piedi enti inutili, in iniziative atte alla commercializzazione dei prodotti dell'agroalimentare. Le risorse sono poche noi seguiamo i cattivi consigli che vorrebbero venissero impiegate per mantenere lo stato assistenziale in cui si trovano Attività Produttive e disoccupati. Ci vuole un piano immediatamente realizzabile con alcune iniziative chiare, non assistenziali, che abbiano un altrettanto chiaro ritorno occupazionale stabile. Attenti ai bonus occupazionale non finalizzati alla crescita, ma utilizzati solo come ammortizzatori sociali, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Collega Cocco, collega Sabatini, nessuno vuole dire, e nessuno ha detto, che queste risorse non ci sono. Nessuno ha detto che queste risorse non dovevano essere inserite con questo scopo. Abbiamo detto che queste risorse, sono risorse che già esistevano. Abbiamo detto che se queste risorse esistono dal passato evidentemente non sono state spese. Si è detto questo. Poi cos'altro si è detto? Si è detto queste risorse cerchiamo di spenderle e di stabilire e di determinare in questa sede come si potranno spendere queste risorse. Cerchiamo di avere la certezza che queste risorse vadano a determinati comparti. Questo si è detto qui. Poi qualcuno può usare toni più duri, qualcuno può usare toni più leggeri, però quello che si voleva dire, quello che si è detto è questo. Onorevole Cocco, io nel mio intervento ho spiegato che la rimodulazione di questi 8 milioni è un modo corretto per fare leva, per dare una risposta a un'economia. L'unico dubbio personalmente che ho avuto e che anche i miei colleghi hanno avuto è: è questo il modo corretto per rimodularlo? Perché noi da subito abbiamo detto che è fondamentale cercare di investire queste risorse, non di fare assistenzialismo, ma, come ha detto l'onorevole Anedda, e lo devo ripetere per l'ennesima volta, investire queste risorse. Cioè fare in modo che queste risorse vadano a creare posti di lavoro veri, questo è la grande sfida che noi dobbiamo avere, questo è il modo con il quale dobbiamo cercare di gestire queste risorse non altri. Quindi al di là dei toni, abbiamo detto tutti cose giuste, solo che noi pensiamo che queste risorse si potevano utilizzare come investimento, come leva per creare vera occupazione, ecco cosa abbiamo detto. E poi abbiamo detto un'altra cosa importante, ci sono degli enti che già fanno questo e sono i comuni. Diamo più forza ai Comuni; i Comuni già cercano di….

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (SDP). Grazie Presidente, per dire che io ho affetto per il collega Pittalis, che ieri mi ha profondamente emozionato con la citazione di Mao, ma che ovviamente non sono minimamente d'accordo con le affermazioni che fa l'opposizione. Perché noi stiamo andando a votare, finalmente, uno strumento messo a sistema di sviluppo per la Sardegna, e stiamo dando una risposta a migliaia di disoccupati che oggi vivono nella nostra Isola. È un elemento di innovazione e di novità profonda che è presente in questa finanziaria, che ha richiesto uno sforzo importante, ma che è importante anche nella modalità in cui noi diciamo come intendiamo spendere e utilizzare queste risorse. Vale a dire concertando e creando tavoli di programmazione con tutte quelle realtà che di lavoro si occupano, di lavoro vogliono cercare di costruire risposte. Per cui per quel che ci riguarda è una misura importante frutto di una battaglia, che anche il nostro Gruppo ha fatto, e io supplico l'opposizione di ravvedersi e di avere la volontà di far sì che questo sia un atto unitario, fatto insieme. Dimostrate di essere più comunisti di noi. Io sono convinto che potete farlo e che con un po' di buona volontà ci riuscirete, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Gruppo Misto). Voterò sì a questo emendamento. Motivo il mio voto facendo un ragionamento al contrario: non potrei non votarlo. Qui non è una questione di fiducia, qui la questione attiene al fatto che si sta parlando di lavoro e al fatto che non è possibile non utilizzare tutti gli strumenti che sono necessari e che vedono un impegno di questo tipo importante e che dobbiamo sicuramente provare. Ha detto bene il collega Fasolino abbiamo detto tutti cose giuste, e le mie perplessità, in relazione a questo emendamento sono tante, sono le ragioni che sono state esplicitate da chi mi ha preceduto, sono per il fatto che questo emendamento è fumoso, che le competenze sono vaghe, che l'emendamento dovrebbe contenere norme precise di indirizzo e di coordinamento intersettoriale. Ancora che dovrebbe non esautorare il Consiglio, come sembra invece voler fare. Ancora mi pare che sui 30 giorni insomma ci sia tutto il peso e tutta la portata di questa difficoltà e di questa incertezza, ci sono sovrapposizioni di ruoli, enti che già svolgono queste attività come è stato detto. Ripeto una serie di perplessità. Però non posso votare contro, non posso votare contro un emendamento che ha come obiettivo il riconoscimento di un diritto, il diritto al lavoro, il diritto, come dice Papa Francesco, a portare a casa il pane comprato con i soldi del proprio lavoro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). In non scomoderei nessun Papa. Vorrei dire soltanto che questa minoranza, per quel che mi riguarda, non è contraria a nessun piano per il lavoro, a nessun piano per il lavoro. Casomai c'è un problema che forse non è stato colto bene, noi siamo per un piano serio del lavoro, vorremmo che questo piano del lavoro portasse reale occupazione, ma mi pare che questa maggioranza più delle dichiarazioni e del fatto che ancora non ha valutato con attenzione quello che è successo in questi quattro anni nell'Assessorato del lavoro e che probabilmente snocciolasse quali sono le attività di politiche attive del lavoro oltre che di quelle passive per il lavoro, ci dicesse che risultati ha ottenuto. Ma quello che è più grave, perché è scritto in questo emendamento, è che la provenienza dei danari sono gli stessi, caro Pizzuto, di quelli che erano allocati in altre condizioni per poter operare e per dare occupazione. Io avrei voluto che ci fossero 100 milioni in più, come tu chiedevi per il lavoro, allora sì che ci sarebbe stato un piano forte, serio, presente per il lavoro, al di là dell'etichetta di comunisti o no. Qui c'è il problema che sono fondi girati da una parte all'altra, solo gli aerei di Mussolini che andavano da Marsala a Canicattì, e da Canicattì magari andavano a Genova; questa è la realtà, l'avete scritta qui eh, non è che me lo sto inventando. Allora, non ci sono fondi aggiuntivi e avete fallito, vi state accontentando di fondi rigirati, e non c'è la certezza della spendita perché, non è funzionale a quelle che sono veramente le realtà a cui i Comuni potevano sopperire prendendo una vecchia finanziaria che utilizzava bene i cantieri di lavoro, avremmo fatto velocemente, avremmo dato risposte, e avremmo avuto giustamente un'occupazione diffusa in tutto il territorio e concretamente operante, così è la negazione di quella volontà che volevi di un Piano del lavoro più forte, vero, con le energie nuove.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Quando mesi fa iniziammo con l'amico Daniele Cocco, con i Gruppi ad approcciarci alla finanziaria, non avremmo mai pensato che il Piano lavoro assurgesse agli onori di un dibattito così intenso. Sono due giorni che parliamo di questo Piano, e su questo Piano abbiamo sì delle visioni differenti tra maggioranza e opposizione, io ringrazio tutto il Consiglio per il lavoro costruttivo che è stato fatto nel riconoscere intanto al lavoro e alla sicurezza sociale una dignità di pilastro fondante questa manovra finanziaria, ma, devo sottolineare un passaggio affatto banale. Quando dall'opposizione, con la quale ci differenziano tanti aspetti e tante sfumature, arriva una richiesta di votazione per parti di un articolato molto contestato, e questa votazione per parti viene fatta per salvare o per valorizzare un emendamento che non è altro che l'applicazione di un principio che è nostro patrimonio, che è quello della perequazione, beh, io ringrazio l'opposizione per questa attenzione, per questa gentilezza politica, che non può essere diluita nella conflittualità dell'Aula, mi fa piacere che esista un atteggiamento di questo tipo, il Consiglio dimostra di essere conseguente alle proteste sociali, e quando gli passa il pallino di un'applicazione di una norma che rende giustizia, non se la fa sfuggire. Il mio personale grazie all'opposizione per la delicatezza mostrata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Ignazio Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO IGNAZIO (Sardegna). In un momento, cari colleghi, in cui si fanno grandi citazioni, vorrei ricordare che comunque sia l'articolo 1 della Costituzione sancisce il diritto al lavoro, e ci viene spontaneo dire all'Aula, in un momento in cui però si sancisce il commissariamento dell'Assessore al lavoro, per ricordare i momenti che quest'Aula ha vissuto quando la sinistra in quest'Aula, governasse o fosse all'opposizione, veniva in Aula a chiedere fondi, finanziamenti, per centinaia di miliardi, quando si trattava di lire, e di centinaia di milioni di euro su piani di lavoro che avevano una connotazione che era quella davvero di dare risposte a chi il lavoro lo chiedeva e a cui aveva diritto. Allora, dire queste cose e dire che ci siamo calati e ci siamo impegnati per dare il nostro apporto e farvi capire le minuzie su cui stiamo discutendo rispetto alla disperazione che c'è fuori dall'Aula nei termini di richiesta di lavoro. Allora, ricordare ai compagni dell'estrema sinistra, che qui si facevano le nottate e c'era qualcuno che faceva saltare i banchi perché si voleva davvero avere la realizzazione dei posti di lavoro di nuova impresa, ma di impresa che creasse economia e che mandasse avanti davvero un sistema produttivo. Noi invece ci fermiamo a ragionare su risorse che erano e che sono inutilizzate nelle casse della Regione da anni, e vorrei capire perché non è presente comunque l'Assessore al lavoro, e vorrei capire come mai non l'avete ancora sostituita, visto e considerato che la state esautorando dai suoi compiti, allora dirci, per il proseguo. Certo, noi un posto di lavoro per un posto di lavoro facciamo le barricate, ma qui davvero la sinistra si sta arroccando su posizioni di minuzie delle quali non riusciamo a capire la logica.

PRESIDENTE. Metto in votazione per parti l'emendamento 1027, votiamo i commi 1 e 3.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1027 commi 1 e 3

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione la seconda parte dell'emendamento, i commi 3 bis e 3 ter.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1027 commi 3 bis e 3 ter.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta, è convocata la Conferenza dei Capigruppo per l'incontro con le guide turistiche. Il Consiglio è convocato martedì alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 13 e 32.