Seduta n.175 del 10/01/2011
CLXXV Seduta
Lunedì 10 gennaio 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
Del Vicepresidente CUCCA
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 23 dicembre 2010 (168), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Roberto Capelli, Michele Cossa, Paolo Luigi Dessì, Mario Diana, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Sergio Obinu, Eugenio Murgioni e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 gennaio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Poiché non è presente la Giunta e ci sono numerose assenze in aula, sospendo i lavori per dieci minuti. La seduta riprenderà alle ore 10 e 15.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 03, viene ripresa alle ore 10 e 19.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 219/S/A.
La precedente seduta è terminata con la votazione dell'articolo 2. Restano da votare gli emendamenti aggiuntivi. Cominciamo dagli emendamenti numero 13 e 429, che sono uguali.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prende atto che i consiglieri Bruno, Cocco Daniele, Floris Rosanna, Mulas e Rodin sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 30 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo per trenta minuti la seduta, che pertanto riprenderà alle ore 10 e 50.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 10 e 51.)
PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 13 e 429. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
L'emendamento numero 211 è ricompreso nell'articolo 1 già votato.
Passiamo all'emendamento numero 59.
Presidente Maninchedda, quando ha espresso il parere su questo emendamento ha detto che era favorevole, ma condizionato a una richiesta.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il presentatore, l'onorevole Solinas, aveva annunciato una riformulazione, di cui volevamo essere consapevoli. Tutto qua.
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 299, 300, 301, 302, 303, 304, 305 e 306 sono stati ritirati.
Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 307.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole a questo emendamento che ha una copertura finanziaria veramente irrisoria (500 mila euro) in favore delle associazioni di volontariato della Sardegna, regolarmente iscritte al registro regionale, che vogliano predisporre e attuare progetti d'inclusione sociale.
Questo emendamento l'abbiamo presentato per sollecitare una discussione, che secondo noi è ormai matura, sugli interventi strutturati di contrasto alla povertà. Cioè noi dobbiamo passare dalla fase del sussidio comunale a una normazione complessiva e organica di un intervento di contrasto effettivo alla povertà che non sia un'elemosina, ma sia un progetto di reinserimento sociale, di recupero alla società di coloro che vivono la condizione di emarginazione. Quindi dobbiamo legare questo intervento a strumenti di formazione, a strumenti di esperienza in materia di lavoro, a strumenti di sviluppo di una solidarietà anche di tipo familiare. Cioè dobbiamo riconoscere, attraverso una normativa da strutturare in maniera organica, che vi è bisogno di intervenire attraverso l'istituzione pubblica per contrastare meglio la povertà. Questo lo si può fare anche con coloro che operano come associazioni.
Noi presenteremo un ordine del giorno. Abbiamo già depositato una proposta di legge sul reddito di cittadinanza, non è che vogliamo che sia approvata quella, ma vogliamo che il Consiglio regionale e la Commissione competente discutano attorno a questo tema e che ci sia, anche in questo, la disponibilità della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole a questo importante emendamento che dà una spinta a un settore a cui spesso viene riservata un'attenzione troppo superficiale da parte delle istituzioni, perché ritengo che l'attività di volontariato, che in base alla normativa è totalmente gratuita, cioè i responsabili, gli attivisti, i dirigenti delle associazioni di volontariato non percepiscono alcun compenso, sia assolutamente degna, così come proposto dai colleghi Sechi, Uras e più, di essere finanziata. Ci sono attività che non sempre possono essere curate direttamente dalla Regione o dalle istituzioni, mentre attraverso il coinvolgimento dei volontari si può generare un maggior valore del bene relazionale della comunità e si possono risolvere importanti problemi.
Certo tutto questo va legato a una politica dell'amministrazione più puntuale, ma ritengo che ai progetti di inclusione sociale, a cui appunto si fa cenno nell'emendamento, si debba prestare molta attenzione. Quindi sono assolutamente favorevole a questo emendamento e spero che anche i colleghi lo vogliano prendere in considerazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, intervengo per dare conto, rispetto a ciò che ha detto in Aula l'onorevole Uras, che non vi è alcuna difficoltà ad accedere a un ordine del giorno su questo argomento, perché è materia su cui tutte le forze politiche hanno manifestato interesse e che intendono capire e disciplinare.
Chiederei, in ragione di questa disponibilità a valutare un eventuale ordine del giorno, se è possibile ritirare gli emendamenti numero 307 e 308, per evitare che ci si pronunci su un argomento su cui c'è disponibilità a ragionare.
PRESIDENTE. L'onorevole Uras ritira l'emendamento numero 307. Sono ritirati anche gli emendamenti numero 308 e 309.
Passiamo all'emendamento numero 54, sul quale il parere è favorevole, ma era stato preannunciato un emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). C'è un emendamento orale firmato da tutti i Capigruppo, che è già stato consegnato agli uffici, con cui si chiede l'aumento del contributo in favore della Fondazione Gramsci da 100 mila a 150 mila euro, suddividendo l'incremento in 20 mila euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012 e 10 mila euro per il 2013. Inoltre è stato introdotto un finanziamento di 100 mila euro in memoria di Emilio Lussu e, in mancanza di una fondazione a cui attribuirlo, è stata data la facoltà di disporne all'Assessorato della pubblica istruzione.
PRESIDENTE. E' stato proposto un emendamento orale da parte di tutti i Capigruppo. Se l'Aula è d'accordo, lo mettiamo in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 54, così come modificato.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai e Piras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Greco - Locci - Pitea.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Sanjust.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 57
votanti 55
astenuti 2
maggioranza 28
favorevoli 52
contrari 3
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 114.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, l'emendamento numero 114 introduce una riflessione su come la Regione si deve disporre in tema di trasparenza e pari opportunità nei confronti del complesso sistema degli enti locali. La legge numero 32 dà la possibilità di designare chiunque nei gabinetti degli Assessorati e della Presidenza della Regione, compresi i sindaci e gli amministratori locali, i quali entrando così a far parte di questi uffici si pongono in una condizione di conflitto rispetto alle scelte e alle determinazioni che i singoli Assessori e Assessorati devono porre in essere nei confronti del complesso sistema degli enti locali.
Con questo emendamento si propone di rendere incompatibile la funzione di sindaco, di assessore provinciale e comunale e di Presidente della Provincia con gli incarichi di gabinetto, per garantire una condizione di pari opportunità tra tutti i comuni della Sardegna, che evidentemente non si troverebbero nella stessa condizione di imparzialità nelle scelte. E questa finanziaria che demanda tutto o gran parte alla Giunta (c'è un'ampia delega in questo senso) dimostra come questa condizione non si realizzi. E' una scelta di fondo che per quanto riguarda la prima Giunta di questa legislatura non è stata applicata, e se ne sono visti anche parzialmente gli esiti in ordine ad atteggiamenti di preferenza e priorità di cui certi comuni e certe zone hanno goduto nelle scelte della Regione.
Credo sia una norma di moralità e trasparenza, poi, che sia di casa in questa legislatura non lo so, dipende da voi! Credo sia anche una norma di civiltà e di grande rispetto nei confronti del sistema degli enti locali. Invito, pertanto, la Giunta a modificare il suo parere, avendo il Presidente della Commissione correttamente rimesso questo argomento all'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, la materia sollevata dall'emendamento a firma Gian Valerio Sanna, Sabatini e più, è una materia di cui in quest'Aula, in maniera marginale, si è discusso in diverse circostanze, e cioè l'imparzialità dell'amministrazione manifestata attraverso le sue articolazioni. E' vero che gli uffici di gabinetto non sono parti, diciamo, attive dell'amministrazione, però svolgono un ruolo politico rilevante.
Do conto di una discussione che si è svolta in Commissione, e cioè che indubbiamente diverse parti politiche hanno rilevato che la partecipazione degli amministratori locali agli uffici di gabinetto può comportare delle distorsioni nella visione che si ha della Sardegna, sia nel senso di una distorsione localistica sia nel senso di una distorsione, diciamo, usando un termine americano, un po' lobbistico-territoriale. Si era pensato che un argomento di questo genere, qualora ci fossero perplessità a inserirlo ora nella finanziaria, potesse essere recuperato in un ordine del giorno che orientasse la legislazione successiva, perché la norma va certamente cambiata. E' la norma che riguarda anche il sistema delle incompatibilità, perché attualmente la legislazione regionale consente anche ai Presidenti di Provincia, per esempio, di entrare nei gabinetti degli Assessorati. Che ci sia una debolezza della norma mi pare, quindi, evidente.
Sarebbe auspicabile che piuttosto che pronunciarsi con un voto contrario si accogliesse la provocazione politica dell'emendamento e, come abbiamo detto per l'emendamento sulla normativa contro la povertà, si recuperasse l'argomento in un ordine del giorno volto a guidare l'attività legislativa che dovremo intraprendere a breve su questi argomenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Penso che la questione possa essere trattata più organicamente nella sede propria perché investe problemi, come ricordava il collega Maninchedda, di diversa natura. Quindi invito i presentatori a ritirare l'emendamento affinché la questione possa essere compiutamente trattata in un apposito disegno di legge, che mi pare sia la sede propria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Concordo sull'opportunità di ritirare questo emendamento, visto che c'è la disponibilità dell'Aula e dei Gruppi a discutere dell'argomento in maniera più appropriata e articolata, anche perché abbiamo di fronte un problema serio, che la legge in discussione richiama per esempio nell'articolo 3 che ci accingiamo ad affrontare, cioè il piano per l'occupazione. Ci sono tanti giovani preparati, qualificati e disoccupati che probabilmente nella scelta dei componenti gli uffici di gabinetto andrebbero privilegiati rispetto agli amministratori locali, che lascerei a occuparsi dei loro problemi, che non sono pochi, il che garantirebbe oltretutto quel criterio di imparzialità a cui accennava chi mi ha preceduto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dando seguito all'impegno, ritiro l'emendamento numero 114, tenendo conto che si tratta comunque di un argomento che riprenderemo nel collegato alla finanziaria, assieme al ridimensionamento di queste strutture.
Vorrei ricordare ai colleghi che in Commissione è stato fatto osservare, attraverso i dati che ci ha portato l'Assessore del personale, che la struttura degli uffici di gabinetto costa oggi alla Regione più di quanto costino i dirigenti nel loro insieme. E' un'abnormità che va eliminata. Io credo che gli uffici di gabinetto possano essere limitati alle funzioni di supporto attraverso il personale della stessa Regione, senza gravare sul bilancio per funzioni che sono esterne all'amministrazione e anche di soprappeso. Quindi mi impegno a presentare nel collegato una proposta che vada in questa direzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 476, che è un emendamento all'emendamento numero 122.
Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'onorevole Sabatini ha dato forma a una raccomandazione che venne fatta in Commissione dai funzionari dell'Assessorato del bilancio. Il parere è favorevole perché questo emendamento consente che i contributi vengano assegnati sulla base della consistenza del patrimonio archivistico, quindi non pro capite, ma a seconda della rilevanza del patrimonio archivistico.
Ricordo alla Presidenza che sono opportuni due emendamenti orali, e cioè le parole "per la catalogazione" vanno sostituite con "per l'inventariazione", perché questo è il termine tecnico per gli archivi, e dopo le parole "il restauro e la valorizzazione" vanno aggiunte le parole "e la digitalizzazione". Sono correzioni su cui c'è stata unanimità in Commissione. Ovviamente il parere sull'emendamento numero 122 è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo che siano aggiunte le firme dei componenti del Gruppo dell'U.D.C.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 476. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 122, così come modificato. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Gli emendamenti numero 490 e 123 sono stati spostati all'articolo 3.
Passiamo all'emendamento numero 124.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento propone il finanziamento, nell'esercizio 2011, di 1 milione di euro per la prosecuzione e il consolidamento del progetto "Sardegna fatti bella" contro l'abbandono dei rifiuti e per la raccolta differenziata. Credo vada da sé che questo progetto, indipendentemente dai dati che abbiamo, abbisogna di continuità perché attiene alla stabilizzazione di una cultura comportamentale nei cittadini della Sardegna.
Non so se qualcuno di voi abbia l'occasione di entrare a Cagliari dagli svincoli principali, quelli che immettono sulla SS 554 e successivi. Quegli svincoli sono delle vere discariche a cielo aperto, vi sono sacchetti di immondizia in quantità industriale lungo i bordi delle rampe, ma si potrebbe raccontare anche quello che è stato detto alcuni mesi fa sulla SS 131, che attiene al rapporto tra comuni che attuano scrupolosamente la raccolta differenziata e comuni confinanti che non la attuano con altrettanto scrupolo e anche alla cattiva abitudine delle persone in transito che, evidentemente per comodità, preferiscono buttare lungo la strada il sacchetto della spazzatura piuttosto che asservirsi alla regola della raccolta differenziata.
Io credo che non viviamo in una Sardegna pulita e se pensiamo di essere a posto ignoriamo questo elemento. Se vogliamo dare un segnale di continuità con una cultura che è necessario continuare a radicare nei sardi, affinché l'immondezza non venga lasciata per le strade e si persegua il sistema della raccolta differenziata, credo che quell'inizio di campagna di sensibilizzazione vada oggi continuata nella misura giusta e con messaggi adeguati, perché non siamo ancora nelle condizioni di poter dire che siamo sulla strada della tranquillità. Napoli è lì a insegnare che le operazioni culturali hanno bisogno di tempi lunghi. E anche a noi occorrerà del tempo per mettere al sicuro la capacità della Sardegna di essere un'isola pulita e non un grande immondezzaio a cielo aperto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il problema è difficile da risolvere, sicuramente occorrono interventi evidenti e importanti, ma naturalmente bisogna incidere sul comportamento dei sardi e anche degli ospiti. Infatti in Sardegna si registra un'intensificazione di questo fenomeno soprattutto in concomitanza con la stagione estiva, quando aumenta la presenza dei turisti, che forse essendo ancora meno informati dei sardi su come procedere alla raccolta differenziata sono sollecitati all'abbandono dei rifiuti sul ciglio delle strade. La SS 131 ne è un esempio, ma l'esempio si irradia su tutte le altre arterie statali e provinciali, sino ad arrivare alle strade di campagna e a quelle d'ingresso nei paesi e nelle città, dove la situazione diventa indecente. Siamo di fronte veramente a un caso di inciviltà. Credo che non possa essere attribuito ai sardi l'appellativo di incivili, resta il fatto che a opera di alcuni, sicuramente una minoranza, l'immagine del ciglio delle nostre strade è quella che tutti evidenziamo.
Vanno sicuramente introdotti dei correttivi e credo che vada fatta anche una riflessione seria e attenta su quelle che sono, come dire, le premialità che vengono riconosciute sulla base della raccolta differenziata. Oggi la differenziata rimane un punto fermo del sistema del riciclaggio e quindi di una raccolta intelligente di tutti i rifiuti. Bisogna intervenire a monte per esempio per diminuire gli imballaggi che oggi rappresentano, a livello familiare e industriale, la maggiore quantità di rifiuti da smaltire. Comunque va introdotto un meccanismo di premialità, così come accade in altre realtà d'Italia e d'Europa. Quindi il cittadino va incentivato a perseguire, come dire, non solo un vantaggio d'immagine, per la scomparsa dei rifiuti lungo le strade, ma sicuramente anche un ritorno economico, perché dovrà pagare una tassa inferiore rispetto a chi non è così scrupoloso nella raccolta differenziata, quindi nel favorire l'operazione di riciclaggio dei rifiuti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, nell'annunciare il mio voto favorevole all'emendamento numero 124 vorrei anche sottolineare che la questione della sensibilizzazione pubblica rispetto al programma "Sardegna fatti bella", e quindi rispetto alla necessità di tenere la nostra isola pulita, vuole richiamare complessivamente il problema della raccolta dei rifiuti, che sta diventando veramente di grande attualità e gravità.
L'onorevole Sanna ha già sottolineato come basti fare un giro non soltanto per le strade nascoste di campagna, ma anche per quelle più visibili, come la SS 131, per rendersi conto che c'è una recrudescenza di questo livello di inciviltà che negli anni scorsi è stato affrontato con quel programma di sensibilizzazione che aveva iniziato a innescare, secondo me ma anche secondo molti sindaci con i quali più di una volta è stato possibile confrontarsi, un nuovo modo di intendere questo problema e soprattutto di prestare ad esso attenzione. Questa è una questione molto importante, di cui dovrebbe farsi carico non soltanto l'Assessorato dell'ambiente, oltre alla Presidenza della Regione, ma anche e soprattutto l'Assessorato del turismo. Nei giorni scorsi l'Assessore del turismo ha lanciato l'idea di una campagna pubblicitaria per valorizzare dal punto di vista turistico la nostra Isola con uno slogan abbastanza suggestivo: "La Sardegna che danza". Credo che l'Assessore del turismo e complessivamente la Giunta regionale prima di vestire la Sardegna da danzatrice debbano lavarla, pulirla e profumarla affinché sia effettivamente appetibile rispetto al flusso turistico.
Questo emendamento tende a incentivare la campagna di sensibilizzazione della nostra comunità, ma naturalmente anche dei visitatori che arrivano d'estate, e non solo d'estate. Credo che sia un'esigenza prioritaria per l'Isola.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TOCCO (P.d.L.). Signora Presidente, su questo emendamento mi asterrò perché, a onor del vero, il progetto "Sardegna fatti bella" sta operando bene da diversi anni. Vorrei ricordare ai colleghi, molti dei quali sicuramente lo sapranno, che per quanto riguarda le entrate della città di Cagliari (ho sentito parlare della SS 554, di viale Marconi, viale Monastir e viale Elmas) c'è un accordo, una sorta di consorzio tra comuni. Di recente, in prefettura, è stata indetta una conferenza di servizi e la Provincia di Cagliari, nella persona dell'Assessore all'ambiente, ha già provveduto a riconvocare gli assessori e i sindaci dei comuni limitrofi per portare avanti appunto il progetto della raccolta differenziata nella città.
Per quanto riguarda alcune vie di comunicazione dobbiamo ricordarci che l'Anas ha stanziato, credo non molto tempo fa, circa 300 mila euro proprio per la pulizia di queste strade. Dobbiamo anche ricordare che la raccolta differenziata in molti comuni ha quasi superato il 50 per cento e a Cagliari è arrivata al 34-35 per cento. Quindi, al di là del fatto che "Sardegna fatti bella" è per me un progetto di notevole importanza e che c'è già un impegno dei comuni a portarlo avanti, credo che a questo punto possa essere valutata l'ipotesi di un accordo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento e per invitare il collega Tocco a votare a favore, piuttosto che astenersi, e tutti gli altri colleghi a fare altrettanto. Credo che stiamo parlando di un problema rilevante che riguarda non soltanto le strade, le arterie di collegamento, quindi l'immagine della Sardegna agli occhi di chi viene a visitarla, ma fondamentalmente tutti i comuni e i rispettivi territori, perché una cosa è lo spettacolo che ci appare sulle strade su cui transitiamo, altro è quello che è nascosto nelle campagne, che è veramente tanto.
Credo che i comuni, insieme alla Regione, in questi anni abbiamo fatto un buon lavoro. I finanziamenti ricevuti hanno permesso ai comuni di assumere nuovo personale, e quindi di incentivare l'occupazione, di aprire una valvola di sfogo in un momento di crisi veramente molto forte.
Nella sostanza, credo che sia doveroso che la Regione sarda intervenga per rifinanziare un progetto come "Sardegna fatti bella", che negli anni scorsi ha dato ottimi risultati. Può essere migliorato, ma non possiamo far finta di nulla perché il problema investe certamente il campo turistico, per cui la nostra Isola deve farsi bella attraverso la sistemazione e la pulizia delle strade e la raccolta dei sacchetti della spazzatura, ma è proprio dal punto di vista etico e morale che noi dobbiamo contribuire a fare in modo che questo venga fatto. La dotazione finanziaria di 1 milione di euro non è rilevantissima, bisogna fare delle scelte, ma credo che tutti i comuni abbiano la possibilità di riassumere personale per pulire le campagne come pure le strade, principali e secondarie.
Rivolgo un invito a tutti i consiglieri e in particolare al collega Edoardo Tocco: non astenetevi su questo emendamento. Credo sia il caso di sostenerlo alla luce del sole e di fare in modo che tutti i consiglieri qua presenti lo votino, perché non possiamo rimanere indifferenti rispetto a un problema come questo. Lo si chiami come si vuole, ma noi dobbiamo dare il nostro voto favorevole a un emendamento che interviene nella sostanza delle questioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Presidente, anch'io intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento e per invitare i colleghi a fare altrettanto. Credo che non sia più procrastinabile il momento in cui la Giunta regionale (l'Assessorato dell'ambiente e non solo) deve farsi carico di un problema che sta diventando davvero un'emergenza, perché, come giustamente diceva il collega Pietro Cocco, non c'è solo quello che si vede, c'è soprattutto quello che non si vede: vi sono discariche a cielo aperto nelle strade vicinali, nelle strade provinciali e nei pressi dei reliquati.
Ritengo che il problema, già segnalato con diverse interpellanze e interrogazioni, vada affrontato immediatamente e che la Giunta regionale si debba far carico di convocare immediatamente nei territori delle conferenze di servizi tra Ente foreste, amministrazioni provinciali, compagnie barracellari, associazioni di volontariato e comuni affinché, in sinergia, possano porre rimedio a questo fenomeno che, secondo me, sta diventando davvero devastante.
La Giunta non sembra molto interessata. Noi abbiamo segnalato questo problema diverse volte, ripeto, con interpellanze e interrogazioni. Chi gira la Sardegna sa qual è la situazione attuale: il progetto "Sardegna fatti bella" laddove è stato utilizzato in maniera positiva ha dato grandissimi risultati e credo che sia assolutamente il caso di proseguire su questa strada.
Ripeto, se mi si ascolta, che la Giunta ha il dovere di convocare immediatamente delle conferenze di servizi per dare alle amministrazioni provinciali, al Corpo forestale, all'Ente foreste, alle associazioni di categoria e ai barracelli gli indirizzi per poter intervenire in questo devastante fenomeno che si verifica nella nostra Isola. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento che chiede di sviluppare ulteriormente l'azione di sensibilizzazione pubblica contro l'abbandono dei rifiuti. Sono d'accordo con il collega Tocco sul fatto che in Sardegna il sistema delle autonomie locali ha fatto cose molto importanti per sviluppare la raccolta differenziata, che ha raggiunto punte ormai del 70 per cento, credo però che nonostante questo sforzo da parte dei comuni ciò che si sta facendo non basti. La Regione deve porsi l'obiettivo di favorire l'impegno del sistema delle autonomie locali e deve soprattutto mettere a disposizione risorse finanziarie proprio per sensibilizzare, per educare i cittadini sardi innanzitutto ad acquisire il senso collettivo del bene.
Noi purtroppo, non soltanto in questa materia, siamo un popolo che ha un forte senso della proprietà individuale, ma non ha invece sviluppata la cultura del bene collettivo, cioè siamo persone che magari puliscono la loro casa, il loro cortile, ma poi buttano l'immondezza nel cortile vicino oppure in un'area che non è di nessuno. Purtroppo, spiace dirlo, siamo permeati anche da questa negativa cultura. A me pare che un'azione di sensibilizzazione per sconfiggere questo tarlo culturale dobbiamo farla e l'emendamento si muove in questa direzione: non dà soldi direttamente ai comuni, ma tende proprio a incentivare l'azione di sensibilizzazione.
Credo che quei soldi vadano utilizzati bene, vadano affidati a società che sanno trasferire, attraverso la comunicazione, un interesse, sanno accrescere la sensibilità attorno all'acquisizione della proprietà collettiva, del bene collettivo. Pertanto invito chi ha ritenuto, condividendo le ragioni dell'emendamento, di astenersi, ma soprattutto coloro i quali non si sono ancora pronunciati, a considerare che questo è un investimento - con una spesa modesta, tra l'altro - che serve ad aumentare la sensibilità e la cultura del bene collettivo, di cui abbiamo un forte bisogno in questa regione, e non soltanto per quanto riguarda questa materia.
In questo senso voto a favore dell'emendamento e invito i colleghi a essere meno distratti e a considerare anche questi aspetti, che sembrano marginali e invece aiutano a creare una coscienza civile di cui abbiamo bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole. Come è stato sottolineato da alcuni miei colleghi, l'onorevole Tocco ha mostrato un atteggiamento positivo rispetto al nostro emendamento, che può essere ritenuto simbolico, visto l'importo della spesa, però credo sia importante proprio per quanto riguarda Cagliari che, dobbiamo dirlo, ha difficoltà a gestire complessivamente ciò che attiene alla bellezza della città, compresa la questione dei rifiuti. Non voglio parlare adesso della raccolta differenziata, in cui sappiamo che Cagliari registra una percentuale molto bassa, forse tra le più basse in Sardegna, però, per quanto riguarda il resto, mi sembra importante che…
TOCCO (P.d.L.). Trentacinque per cento non è una percentuale così bassa!
PRESIDENTE. Onorevole Tocco, per cortesia!
ESPA (P.D.). Appunto, 35 per cento è uno dei valori percentuali più bassi. Pensiamo a Nuoro, con il 70 per cento, o ad altri comuni anche grossi, come Sassari. Credo sia importante favorire la sensibilizzazione dei nostri concittadini, perché, proprio come diceva l'onorevole Diana, i processi informativi possono far risparmiare notevoli risorse alla cittadinanza. E' un fatto, diciamo così, educativo, cioè ognuno di noi si deve convincere, come è accaduto in tante parti della Sardegna, probabilmente anche attraverso interventi strutturali che invece non sono stati fatti in alcune città importanti, che bisogna stare più attenti all'ambiente, a cominciare dalla propria pattumiera. Questa è la realtà.
Allora, credo che questo emendamento vada sostenuto da tutti i colleghi, proprio perché non possiamo permetterci il lusso di non incentivare questa campagna di sensibilizzazione che ha una ricaduta, lo sappiamo benissimo, anche di immagine. E' noto che Cagliari aspira a essere una vetrina, a far parte dei circuiti internazionali del turismo e anche per questo motivo credo sia importante che in particolare i consiglieri cagliaritani votino a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, vorrei proporre di spostare eventualmente questo emendamento al collegato. Noi non siamo insensibili alle argomentazioni addotte dai colleghi del centrosinistra e anche dal collega Tocco. Il progetto "Sardegna fatti bella" è sicuramente molto importante per la nostra regione, però vorremmo sapere, prima di votare l'emendamento, come sono stati spesi i soldi stanziati negli anni scorsi e come eventualmente saranno spesi quelli previsti in questo emendamento. Cioè vorremmo valutare un intervento un po' più strutturato che non un semplice stanziamento da 1 milione di euro. Non siamo molto convinti dell'occupazione indotta o creata da soldi pubblici, quindi vorremmo davvero saperne di più. Se l'emendamento viene ritirato e ripresentato al collegato in forma un po' più strutturata avrà sicuramente la nostra massima attenzione, ma per come è formulato non ci sentiamo di votare a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, faccio riferimento alle parole dell'onorevole Meloni per fargli notare che l'emendamento numero 124, sul quale dichiaro il mio voto favorevole, non si riferisce all'ipotesi di cantieri comunali specifici finalizzati al recupero di zone degradate e allo smaltimento di rifiuti, come automobili, bottiglie, vetri e generi di ogni tipo, che purtroppo ancora oggi affollano e degradano alcune nostre periferie, ma tende a incentivare, attraverso i mezzi di comunicazione, una compagna di sensibilizzazione pubblica, di informazione ai cittadini che, in qualche modo, ricordi e spieghi loro che gli spazi pubblici sono un bene comune, sono come un angolo della propria casa.
Credo che se approvassimo questo emendamento potremmo, se fossimo d'accordo, valutare nel collegato, questo sì, di finalizzare in maniera più specifica a questo progetto parte di quei cantieri comunali che abbiamo previsto in altre parti della finanziaria. Recuperare la qualità degli ambienti urbani, delle periferie, affermare il concetto che lo spazio pubblico è di tutti e va vissuto con la stessa attenzione con la quale viviamo gli spazi della nostra casa, è un'operazione importantissima anche dal punto di vista culturale. Il pregio del progetto "Sardegna fatti bella", il pregio del cantiere comunale, oltre che della campagna di comunicazione, era proprio quello di recuperare questa dimensione etica e morale della condivisione, del senso di socializzazione, del senso di comunità; una comunità che ha cura del proprio ambiente e dei propri spazi, che ha cura del bello e che attraverso il bello promuove una qualità della vita sempre superiore.
Io sono favorevole, se anche i colleghi Riformatori sono d'accordo, all'approvazione di questo emendamento, che tra l'altro prevede una piccola spesa, ma magari è l'occasione per valutare se e come la campagna "Sardegna fatti bella" debba proseguire, finalizzando alcuni cantieri proprio a questa attività di qualificazione urbana e di recupero di tante zone degradate delle nostre città.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi crediamo molto in questo emendamento e nella campagna di sensibilizzazione pubblica "Sardegna fatti bella" contro l'abbandono dei rifiuti e per la raccolta differenziata. Ci rendiamo conto che, nonostante le dichiarazioni di intenti, la posizione della maggioranza e della Giunta, già espressa dalla Commissione, è contraria. Emerge qualche sensibilità maggiore, qualche richiesta di ripresentare l'emendamento al collegato. Dalle cose che abbiamo detto nella discussione di questa finanziaria e che diciamo continuamente, e ne siamo convinti, c'è poco da darvi fiducia. C'è poco da darvi fiducia anche perché, assessore La Spisa, il modo di legiferare che avete portato avanti in questi anni è consistito nell'annuncio di collegati, nella presentazione di finanziarie snelle o meglio vuote, nella proposizione di leggi collegate puntualmente disattese. Viene sempre presentato altro.
Lo ricordo ogni volta: il primo collegato di questa legislatura è semplicemente servito per commissariare le ASL, nessuna riforma è mai avvenuta; il secondo collegato era un assestamento di bilancio, con cui autonomamente abbiamo ridotto il bilancio di 400 milioni di euro. Ora, io non so cosa farete quest'anno, ci rendiamo conto che se l'emendamento verrà bocciato, come pare, non potremo ripresentarlo nel giro di qualche mese. Noi vi vogliamo dare credito ancora una volta; diamo credito alle parole dell'onorevole Meloni, che promette di riaffrontare l'argomento in una successiva legge collegata alla finanziaria. Vogliamo farlo perché crediamo nel progetto e perché vogliamo ancora una volta mettervi alla prova. Noi ritireremo l'emendamento con questa consapevolezza, ma vorremmo anche da parte della Giunta un'assicurazione in tal senso, prima di procedere al ritiro.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le faccio presente che anche se l'emendamento dovesse essere bocciato il testo potrebbe essere inserito nel collegato, in quanto sono solo le leggi che vengono bocciate dall'Aula che non possono essere ripresentate se non dopo sei mesi. Per cui un'eventuale bocciatura dell'emendamento non inficia la possibilità di riportare all'attenzione dell'Aula l'argomento.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Su sollecitazione dell'Aula, la Giunta dichiara di essere disponibile a esaminare nel collegato, che riteniamo verrà preso in esame tra pochi giorni dalla Commissione o dalle Commissioni competenti, una questione che tutti consideriamo importante, ma naturalmente bisogna trovare le misure giuste. Si tratterà di discuterne.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). L'emendamento numero 124 è ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 125.
Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo scusa, ho chiesto la parola con un po' di ritardo. Se posso, vorrei chiedere al Gruppo dei Riformatori, visto che si pongono problemi su che cosa...
PRESIDENTE. No, onorevole Zuncheddu.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non posso più?
PRESIDENTE. No, non può. Abbiamo già votato, per cui può intervenire nel merito dell'emendamento numero 125.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene, tornerò sull'argomento successivamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore Rassu, vorrei far presente a lei e ai colleghi della prima Commissione che l'emendamento numero 125 recepisce un problema che è stato prospettato da lei stesso e dai direttori generali del suo Assessorato in sede di prima Commissione. Oggi l'azione di dismissione del patrimonio regionale è largamente rallentata da una sovrastruttura rappresentata dalla Commissione tecnica regionale di cui all'articolo 2 della legge numero 35 del 1995, che non si riunisce quasi mai perché è difficile che raggiunga il plenum e quindi non esprime le valutazioni propedeutiche non solo alle dismissioni onerose, ma neanche all'applicazione del meccanismo di prelazione da parte dei detentori del patrimonio che deve essere dismesso.
Per accelerare questa procedura, il suggerimento è quello di abolire questo vincolo e rimettere alla direzione competente del servizio demanio la funzione di quantificare il valore dei beni sulla base degli indici e dei valori immobiliari medi espressi dalle Camere di commercio o da altri organismi preposti alla valutazione immobiliare. Questa valutazione, ovviamente, tiene conto anche dello stato d'uso e mette la Regione nella condizione, vista la crisi finanziaria in cui versiamo, di dare una notevole accelerata alla dismissione del patrimonio regionale e anche di determinare un beneficio per i fruitori. Credo sia una modifica che va nella direzione di accelerare la capacità di usufruire di maggiori risorse pubbliche in un momento particolarmente delicato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Su questo emendamento in sede di Commissione tutti i Gruppi hanno espresso parere favorevole. Peraltro era stato segnalato un errore di formulazione, per cui deve essere fatta una rettifica: nella parte finale la dicitura "sulla base degli indici" lascia intendere che il valore dei beni sia ancorato a determinati indici, il che consentirebbe, nell'ipotesi in cui un bene di particolare pregio abbia un valore superiore, di venderlo a un valore inferiore a quello reale. Per cui l'espressione "sulla base degli indici" va riformulata. Questo era l'accordo raggiunto in Commissione.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Possiamo fare una brevissima sospensione?
PRESIDENTE. Ci sono ancora tre dichiarazioni di voto, durante le quali si può lavorare alla nuova formulazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento e ne approfitto, se è possibile, per chiedere alla Giunta a che punto è la procedura di attuazione degli accordi di programma che sono stati stipulati nel 2008 con l'Agenzia del demanio e con il Ministero della difesa sul trasferimento dei beni demaniali dallo Stato alla Regione, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto, visto che per alcuni versi siamo stati sorpassati anche dal federalismo demaniale, quindi dalle Regioni a statuto ordinario.
Vorrei anche sapere dall'Assessore degli enti locali qual è la procedura per il passaggio dei beni ex ERSAT all'Agenzia LAORE. Nella scorsa legislatura è stata fatta una classificazione dell'immenso patrimonio immobiliare ex ERSAT e dei beni non funzionali alle attività dell'Agenzia LAORE. Alcuni di questi beni devono essere trasferiti agli enti locali per finalità sociali, altri possono essere alienati, ed è il caso previsto in questo emendamento, tenendo conto naturalmente della legge numero 35, del diritto di prelazione, eccetera. Quindi approfitto dell'occasione, se è possibile, per sollecitare la Giunta ad accelerare una procedura che mi sembra ferma da troppo tempo, probabilmente da due anni, da quando voi siete al governo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, innanzitutto dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 125, ma qua si tratta di stabilire qual è la modalità attraverso la quale si individua il congruo prezzo di vendita di un immobile. La congruità dei prezzi, poi, è anche assoggettata a una valutazione successiva, perché è chiaro ed evidente che chiunque debba stabilire il prezzo lo deve fare nell'interesse dell'amministrazione. Io non so ancora quale formulazione sia in fase di individuazione, però si deve tener conto di questo principio, cioè che il prezzo dev'essere congruo e deve essere ricavato in funzione dell'interesse dell'amministrazione a trarre il massimo del beneficio possibile dall'alienazione.
Mi soffermo un attimo per dire che per quanto riguarda la procedura mi pare che sia rimasto il passaggio obbligatorio in Commissione bilancio, per cui chiedo al Presidente della Commissione, l'onorevole Maninchedda, se è possibile prevedere nelle prossime settimane una riunione della Commissione avendo a disposizione il quadro delle proprietà, il quadro attualizzato delle possibili cessioni e almeno una valutazione di massima dell'importo che l'amministrazione regionale potrebbe ricavare dal buon andamento delle cessioni previste.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, in maniera molto breve anch'io intervengo per esprimere il voto favorevole su questo emendamento e per far notare che è vero che la Commissione è un organismo che rallenta le procedure, però è anche vero, onorevole Sanna, che questo è legato molto alle strutture degli Assessorati. Ad esempio vorrei far notare all'assessore Rassu che nel Servizio territoriale demanio e patrimonio di Sassari vi è una sola persona addetta all'istruttoria delle pratiche. Da questo punto di vista è chiaro che eliminare la Commissione tecnica senza rafforzare gli organici che svolgono le operazioni istruttorie per l'alienazione dei beni non consentirebbe sicuramente di accelerare i tempi.
Questo emendamento è importante anche perché consente non solo di incamerare risorse dall'alienazione di questi beni, ma anche di risparmiare sulla spesa. Noi spendiamo, infatti, diverse centinaia di migliaia di euro per la gestione di questi beni e per la vigilanza. Penso che questi siano i due principali motivi a sostegno dell'emendamento, ma occorre fare attenzione, perché non basta eliminare la Commissione tecnica per accelerare l'alienazione dei beni demaniali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU FELICE (U.D.C.). Presidente, prendo la parola perché il problema sollevato dall'emendamento è per il momento parziale, mentre credo che sull'argomento patrimonio della Regione dobbiamo porre molta attenzione. Intanto dirò due cose dal punto di vista tecnico. Anticamente gli uffici pubblici si servivano dell'ufficio tecnico erariale per stabilire il valore di un bene; attualmente gli uffici tecnici erariali non svolgono più questo servizio se non vengono pagati.
Per quanto riguarda le Camere di commercio, attenzione, perché è vero che esse esprimono dei valori e degli indici in materia immobiliare, ma solo ed esclusivamente per gli immobili intesi come edifici, non per i terreni. Il patrimonio della Regione è immenso e io mi sono permesso di analizzare un po' la situazione: abbiamo un patrimonio che vale centinaia di milioni e ancora non ci siamo resi conto di quello che abbiamo in mano. Basterebbe considerare le aree fabbricabili che abbiamo a Cagliari, in viale Trieste e in tanti altri punti. Abbiamo enormi estensioni di terreni agricoli, come quelli dell'azienda Surigheddu e della Società Bonifiche Sarde. Intendo dire che una politica sul patrimonio dobbiamo necessariamente prevederla. Ecco perché credo che questo emendamento affronti il problema in modo molto parziale.
Io non sarei contrario, ma l'argomento patrimonio, secondo me, va affrontato. Personalmente sono a conoscenza del fatto che tanti appartamenti sono persino occupati abusivamente. Ho visto otto appartamenti nel palazzo dell'Agenzia LAORE occupati abusivamente, nel pieno centro di Cagliari! Potrei continuare, ma ci vorrebbero delle ore per discutere del patrimonio regionale.
Potremmo veramente attuare una politica di dismissione di questi immobili, perché molti di essi non ci servono e potremmo così ricavare un'entrata notevole che potrebbe essere utilizzata per alleviare la situazione debitoria della Regione. Ecco perché solleciterei l'Assessore e la Commissione bilancio ad affrontare il problema in maniera molto, ma molto più approfondita. Voto a favore dell'emendamento numero 125.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La ringrazio, Presidente. Vorrei innanzitutto informare i presentatori dell'emendamento che la Giunta è favorevole al suo accoglimento e che per quanto riguarda tutta la politica di dismissione, alienazione o cartolarizzazione dei beni regionali è stata presentata una norma nel collegato alla finanziaria proprio per modificare la legge numero 35 in questa direzione.
In questo periodo, nel quale ho potuto acquisire esperienza in questo Assessorato, il primo obiettivo che mi sono posto è stato proprio quello di dismettere tutti i beni regionali da cui possiamo ricavare, come giustamente ha detto l'onorevole Contu, centinaia e centinaia di milioni di euro, per essere chiari. Si tratta di beni molte volte in possesso "anarchico" non si sa da parte di chi e perché, così come non si sa nemmeno a quanto ammonti l'affitto, per cui la loro dismissione è diventata un'esigenza ormai improcrastinabile. Dichiaro però la mia perplessità sulla stima, perché è vero, come ha detto l'onorevole Contu, che le Camere di commercio non esprimono valutazioni su determinati tipi di beni, per cui in sede di riformulazione dell'emendamento, sarebbe bene prevedere, oltre al riferimento alle Camere di commercio, una perizia giurata o quello che il Consiglio riterrà opportuno, affinché venga accelerata la procedura e non si faccia qualcosa che anziché andare nella direzione di un miglioramento della legge la possa rallentare nuovamente.
Per cui il parere della Giunta sull'emendamento numero 125 è favorevole, con richiesta di una riformulazione della parte relativa alla stima, o per lo meno di un approfondimento dell'aspetto estimativo dei beni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Le Camere di commercio sono diverse e fra l'altro utilizzano criteri di valutazione che possono essere differenti, mentre il patrimonio della Regione è in qualche modo unico e dovrebbe essere valutato secondo criteri univoci. Come ha detto l'Assessore, sicuramente occorre maggiore ponderazione nella valutazione. Credo si tratti di una campagna di vendita e non di svendita, perché gli interessi generali dei sardi vanno tutelati attraverso un'operazione prudente, giusta, equa e a vantaggio di tutti.
L'altro aspetto da considerare è quello della destinazione d'uso, perché anche su questo la Regione deve vigilare per evitare che ci sia un assalto alla diligenza. Quindi credo che la dismissione vada bene, ma all'interno di una visione chiara e generale a tutela degli interessi generali dei sardi.
PRESIDENTE. E' stata definita la nuova formulazione?
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Si leggerebbe così: "La Commissione tecnica regionale di cui all'articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 1995, n. 35, è soppressa. Le valutazioni tecniche ed economiche per l'alienazione dei beni regionali sono effettuate dagli uffici regionali preposti al servizio demanio, con riferimento agli indici e ai valori espressi da organismi indipendenti del mercato immobiliare".
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 125.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 125, secondo la nuova formulazione.
(Segue la votazione)
Prende atto che il consigliere Contu Mariano ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cappellacci - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'emendamento numero 128.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 128 è ritirato perché verrà predisposto un progetto di legge che sarà sottoposto all'esame della Commissione competente.
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 186 e 187 sono inammissibili.
L'emendamento numero 203 è ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 208. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 379.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 379 riguarda un finanziamento integrativo al Consorzio UNO nell'ambito dell'Università diffusa. E' attuale, è molto attuale questo argomento perché a distanza di undici giorni dalla sua approvazione, alle 12 in punto, sul sito della Regione la delibera che ripartisce il fondo a favore delle sedi universitarie decentrate è ancora inaccessibile. Undici giorni dopo, a mezzogiorno in punto! E' chiaro che un consigliere regionale che sta affrontando la finanziaria ha diritto di sapere come è stato ripartito il fondo e anche diritto di presentare tutti gli emendamenti che tutelino le realtà che ovviamente gli sono state segnalate.
Vedo che dopo c'è un emendamento che riguarda Alghero. Non capisco perché Alghero ci possa stare e Oristano no. Ci possono stare tutte e due, però sarebbe stato utile poter leggere la delibera, in nome di quella trasparenza che il Presidente ha richiamato anche nella sua comunicazione pubblica e che speriamo produca le esatte conseguenze da lui annunciate, perché credo che in questo sistema il tempo tollerabile per l'accesso da parte dei consiglieri agli atti deliberativi debba essere ristretto al massimo alle ventiquattro ore.
Vorrei far notare ai colleghi che c'è da tutelare non solo la nostra informazione, ma anche il diritto di terzi di verificare se non siano danneggiati da determinate delibere. E siccome nella nostra Regione non esiste l'albo pretorio dal quale poter dedurre i termini per impugnare le delibere che possono danneggiare cittadini od organizzazioni della Sardegna, questo punto deve essere istituzionalizzato.
Vorrei capire che cosa si nasconde in quella delibera e perché non viene divulgata in un tempo congruo. Ecco perché alla fine dovete ovviamente subire le argomentazioni relative alle diverse realtà che cerchiamo di sostenere. Nessuno di noi è infatti nella condizione di sapere a che destino queste realtà sono state lasciate sulla base del riparto dei fondi, dal quale dovremmo poter dedurre non solo i criteri di riparto, ma anche le consistenze delle ripartizioni.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 475, che è un emendamento all'emendamento numero 380, a firma Sabatini e più. Si trova nel fascicolo degli emendamenti che sono stati presentati successivamente.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 475 in effetti ha raccolto una perplessità espressa dalla Giunta e dalla Commissione in sede di esame dell'emendamento numero 380. L'Assessore ci disse, in quella occasione, non solo che era necessario rifinanziare quel programma, ma che sarebbe stato opportuno rifinanziarlo laddove fosse stata individuata e superata una difficoltà di natura tecnico-amministrativa che aveva impedito l'applicazione della norma.
Ora noi pensiamo di aver individuato, con questo emendamento, l'elemento che ha frenato l'applicazione di quella norma e quindi con questo emendamento all'emendamento indichiamo le procedure, ovviamente semplificate, attraverso le quali quel finanziamento può trovare un'applicazione più immediata, giustificando così la base dell'emendamento teso a rifinanziare il programma in questione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). A noi è sembrato strano che a una legge di recente approvazione venissero tolti i finanziamenti, cioè i 5 milioni di euro previsti. Ci è stato segnalato, però, che non si è potuta attuare la spendita di quei fondi perché la norma che prevedeva la programmazione dei fondi medesimi era complessa e intricata. Praticamente non si è riusciti ad approvare i programmi e quindi a stanziare le risorse per i richiedenti. L'emendamento numero 475 non fa altro che semplificare la procedura, così come era stato chiesto dalla Giunta, in modo da poter dare attuazione alla norma - come ha ben spiegato il collega Gian Valerio Sanna -, mentre l'emendamento numero 380 ripristina lo stanziamento di 5 milioni di euro previsto in origine.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Poco meno di un anno fa questo Consiglio, con un buon senso diffuso, ha approvato una legge che riconosceva la funzione sociale ed educativa degli oratori, prevedendo una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro. Effettivamente nel corso dell'anno pare ci sia stata qualche difficoltà attuativa, riscontrabile nel comma 2 dell'articolo 4. Adesso noi presentiamo gli emendamenti numero 475 e 380, che sono tra loro collegati: il primo è chiaramente funzionale a rendere operativa la legge, il secondo ripristina la dotazione finanziaria. E' chiaro, quindi, che l'approvazione dell'uno è strettamente collegata all'approvazione dell'altro.
Penso che l'Aula, avendo approvato con un consenso abbastanza diffuso la legge numero 4 nel febbraio dell'anno scorso, possa allo stesso modo accogliere questi due emendamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento numero 475, perché è un emendamento sostitutivo totale dell'emendamento numero 380.
PRESIDENTE. Se viene approvato l'emendamento numero 475, il numero 380 automaticamente decade.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Lo dico per i colleghi dell'opposizione: sull'emendamento all'emendamento il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 475. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 457, che proviene dall'articolo 3, e viene votato insieme all'emendamento numero 12, sul quale è stato espresso parere favorevole.
Metto in votazione gli emendamenti numero 457 e 12. Chi li approva alzi la mano.
(Sono approvati)
Gli emendamenti numero 472, 471, 470 e 14 sono spostati all'articolo 3.
Passiamo all'emendamento numero 32.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non sarei contrario a questo emendamento, se però nel frattempo venissimo informati su come stanno le cose rispetto ad altri finanziamenti.
Ci è stato detto in quest'Aula, tempo fa, che una quantità considerevole di risorse, superiore a 200 milioni di euro, era stata spostata verso la SFIRS perché potesse in qualche modo favorire le imprese con un sistema di sostegno che teneva conto, ovviamente, dello stato di crisi. Non ne sappiamo più niente; non sappiamo se questi soldi ci sono, se è stato approvato un regolamento o emanato un bando e se le imprese stanno rispondendo, perché prima di stanziare altre risorse a favore delle imprese è bene chiedersi che fine hanno fatto quelle che abbiamo già previsto. Stanno operando? Sono tante le risorse che abbiamo già stanziato; capisco che vi era anche un'altra finalità, che era quella di rendicontare all'Europa le somme in maniera rapida, però poi la destinazione è stata indicata. Sarebbe utile che l'Assessore ci dicesse qual è lo stato dell'arte di quella partita prima di convincerci ad approvare un qualcosa che va, grosso modo, nella stessa direzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 32 tratta una materia diversa rispetto ai fondi trasferiti alla SFIRS per costituire il fondo di controgaranzia, mentre la questione del fondo di controgaranzia è affine al contenuto di un emendamento all'articolo 3 che attiene all'obbligo per i consorzi di garanzia, a fronte di nuove risorse, di sostenere le imprese che creano nuova occupazione.
L'emendamento numero 32, per la prima volta, inserisce la possibilità di erogare contributi fino a un massimo di 500 euro per la formazione degli imprenditori del sistema delle microimprese. Sono dei voucher che hanno questa dimensione non casuale perché ci si è informati sul costo medio dei corsi, che durano in genere due o tre giorni e sono vere e proprie scuole d'impresa. L'emendamento numero 32 ha l'obiettivo di consentire un innalzamento delle competenze degli imprenditori di quel sistema delle micro imprese che costituiscono un tessuto molto diffuso in Sardegna. L'argomento posto dall'onorevole Sanna è invece pertinente a ciò di cui discuteremo affrontando l'articolo 3, appunto i sistemi di garanzia e controgaranzia.
Semmai approfitto dell'occasione per proporre un emendamento orale: nel penultimo periodo, dopo le parole "il contributo è concesso" vanno aggiunte le parole "nell'ambito degli aiuti de minimis".
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento orale proposto dal presidente Maninchedda è accolto.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, naturalmente io non sono contraria alla formazione che viene proposta per gli imprenditori e per le nostre piccole e medie imprese, vorrei però ricordare all'Aula e alla Giunta che per questo tipo di formazione dovrebbero esserci, anzi ci sono - è presente l'Assessore del lavoro - ingenti disponibilità finanziarie che provengono dall'Europa.
In particolare, vorrei anche ricordare all'Aula, per l'importante esperienza che ho maturato nel mio campo lavorativo, avendo lavorato tantissimi anni per l'Apisarda proprio nel campo della formazione, che sono stati portati avanti negli anni numerosi progetti di formazione oltre che per i titolari anche per i dipendenti delle imprese. Si trattava, se non ricordo male, perché sono passati parecchi anni, della misura 3.10, per l'attuazione della quale erano stati stanziati milioni di euro, che erano importanti per le imprese. Non penso, purtroppo, che sia stato fatto un attento monitoraggio sull'impatto di quella misura del POR 2000-2006. Secondo quanto rilevato allora dalle associazioni di categoria, Apisarda in testa, quella misura, che prevedeva una formazione ristretta nei tempi, ma potenzialmente efficace nei contenuti, veniva disertata dalle stesse imprese beneficiarie per le quali erano stati dispensati i fondi.
Pertanto credo che prima di mettere a disposizione risorse del bilancio regionale, si debba verificare da un lato se la possibilità di finanziare quest'attività con i fondi europei esiste ancora - e sono certa che sia così -, dall'altro l'impatto che negli anni questi fondi hanno avuto rispetto alle imprese e soprattutto la coerenza rispetto a queste grandi opportunità che vengono date alle imprese stesse. Essendo favorevole al sistema di formazione per le imprese, perché è fondamentale, io non condivido questo emendamento per le ragioni che ho sottolineato e perché di fondi per la finalità indicata ce ne sono abbastanza attraverso altri canali.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 32. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Gli emendamenti numero 190 e 33 sono stati ritirati.
Metto in votazione l'emendamento numero 34. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 494, che fa sintesi degli emendamenti numero 9, 467, 417 e 439.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Gli emendamenti partono dall'idea di ridurre le liste d'attesa in sanità, nella presunzione che con il denaro si possa far tutto, mentre con la prestazione professionale e intellettuale non si fa niente. Credo che questo sia il punto. Allora vi racconto una storia, la racconto in particolare all'Assessore. A Oristano, dove si eseguono mediamente 1.200 interventi all'anno di traumatologia, è stato fatto il concorso per primario di ortopedia-traumatologia: 4 idonei, con un giudizio discutibile sulla valutazione dell'idoneità. Risulta vincitore, per scelta del commissario, una persona che non esegue interventi di traumatologia. Conseguenza: i 1.200 interventi che si facevano a Oristano, dove saranno fatti d'ora in poi?
Se questo è il criterio con il quale noi efficentiamo la sanità, annuncio che presenterò una mozione su questo argomento specifico. Leggeremo insieme in quella sede la perla di verbale della commissione e potrete rendervi conto dei criteri allucinanti con cui vengono scelte le persone che devono tagliare la nostra carne e rimetterla assieme. Questo è il punto! Quindi io sarò disponibile a discutere dello stanziamento di risorse per ridurre le liste d'attesa dopo che avremo discusso compiutamente del modo in cui disponiamo le professionalità e le capacità operative nella sanità.
Assessore, il decreto del Presidente della Repubblica numero 484 disciplina le modalità con le quali devono espletarsi i concorsi e impone alle commissioni di dare una valutazione che non sia del tipo "mi sta bene", come fanno tuttora, ma parametrica: 1, 2, 3 punti per le capacità professionali. Non può essere che il manager di turno o il commissario scelga il suo amico, anche se non è in grado di fare 1.200 operazioni di traumatologia o di riduzione di una frattura, in una realtà fondamentale come può esserlo una provincia. Siccome questo caso è il sintomo di una cultura e di una prassi diffuse, sono contrario, ripeto, a mettere ancora soldi per la riduzione delle liste d'attesa, se non si parla prima di merito, di qualità, del modo in cui scegliamo i professionisti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Noi voteremo a favore dell'emendamento numero 494, senza nessuna intenzione, ovviamente, di sottrarci al dibattito più ampio che il collega Gian Valerio Sanna sollecita, che ci sembra sicuramente opportuno e che probabilmente si potrà fare già nel contesto della discussione dell'articolo 3.
Voteremo a favore di questo emendamento, che pure non è l'emendamento originario proposto dai Riformatori, ma raccoglie le diverse sensibilità presenti nell'Aula, perché siamo convinti che il problema delle liste d'attesa vada affrontato, pur non essendo il principale problema della sanità, perché chiunque si occupi di sanità sa che le liste d'attesa sono semplicemente il segnale della differenza tra domanda e offerta; una differenza che in qualsiasi sistema sanitario occidentale è purtroppo l'espressione della crescita delle esigenze della popolazione che non va di pari passo rispetto alla crescita delle disponibilità di prestazioni. E' peraltro vero che in molte altre regioni italiane è stata adottata tutta una serie di azioni sul sistema delle liste d'attesa che prevedono il cosiddetto doppio canale per quanto riguarda la programmazione delle prestazioni e che, pur senza risolvere definitivamente il problema delle liste d'attesa (problema non risolvibile, lo ripeto), hanno comunque dato una razionalità diversa ai canali della spesa e della fornitura delle prestazioni, consentendo di ridurre la pressione sui pronto soccorsi, consentendo di dare una maggiore appropriatezza all'attività svolta all'interno degli ospedali, consentendo di dare una risposta sulle prestazioni basilari al cittadino, che è tarata sia in termini di tempo destinato all'attesa, sia in termini di qualità delle prestazioni.
E' ovvio che l'Assessorato, nel dare attuazione a questo emendamento, avrà un compito assai gravoso, perché riuscire a far partire quell'inizio di rivoluzione culturale del sistema necessario per rendere efficiente ed efficace il disposto di questo emendamento richiede ovviamente un grandissimo impegno, così come un grandissimo impegno è necessario per ottenere la collaborazione dell'intero sistema professionale che ruota attorno alla sanità e che è ugualmente indispensabile per il conseguimento della finalità di questo emendamento, sul quale noi Riformatori dichiariamo il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Signora Presidente, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 494, che è frutto della volontà del Consiglio regionale. Debbo dire, con molta soddisfazione, che io sono stato il promotore di gran parte di questo emendamento per conto del Gruppo del P.d.L. e ho avvertito grande sensibilità in quest'Aula rispetto a questo problema sia da parte dei colleghi della maggioranza sia da parte dei colleghi dell'opposizione. Questo sta a significare che riusciamo a impegnarci quando affrontiamo problemi concreti, problemi che riguardano la povera gente, che si interfaccia col sistema sanitario nazionale nel momento in cui deve sottoporsi a un esame clinico e chiede, come dovrebbe essere suo diritto, che tale esame venga eseguito in tempi brevi. Oggi purtroppo, per come è strutturato il nostro sistema, il cittadino si sente rispondere: "Ripassi tra sei mesi".
Quindi, con spirito veramente non polemico, ma costruttivo, mi rivolgo all'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha spostato i termini del problema sicuramente su un altro binario, che però non ha niente a che vedere con questo emendamento, che semplicemente prevede un contributo in un momento di grande disagio per la nostra Regione, disagio dovuto a quelle che sono purtroppo le sue possibilità economiche rispetto a questi problemi. Con un'assunzione di responsabilità collettiva mettiamo a disposizione dell'Assessorato della sanità una somma che riteniamo abbastanza consistente e che permetterà di dare risposte in tempi brevi. Ovviamente questo non ce lo siamo inventato, ma è nel solco dell'accordo Stato-Regioni sottoscritto nell'ottobre del 2010 proprio per il governo delle liste d'attesa, al quale tutte le Regioni debbono attenersi in tempi brevi, altrimenti sono costrette ad attenersi d'ufficio alle indicazioni ministeriali.
Noi abbiamo voluto, quindi, dare seguito anche a questo accordo, dico però pubblicamente al Presidente e all'Assessore che su questo punto noi non faremo sconti a nessuno. E parlo da consigliere regionale che si occupa di sanità. Cioè noi verificheremo puntualmente l'iter di questo emendamento all'interno della finanziaria e controlleremo che le cose vengano fatte per bene, affinché siano date le risposte che la gente deve avere.
Tornando al problema sollevato dal collega Gian Valerio Sanna, direi che bisogna rivolgersi al legislatore nazionale, perché come lui sa bene i decreti legislativi numero 502 e 517…
PRESIDENTE. Onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Presidente, intervengo su questo emendamento intanto perché non è un emendamento di sintesi tra maggioranza e minoranza e in ogni caso per quanto riguarda il tema specifico preliminarmente penso che in quest'Aula nessuno sia contrario all'abbattimento delle liste d'attesa, semmai c'è una differenza d'approccio per addivenire al raggiungimento di tale obiettivo. Il nostro approccio prevede prima di tutto una verifica delle strategie e dell'attuazione dei programmi nell'ambito del settore pubblico. Dico questo perché molto spesso in passato è accaduto, e accadrà sicuramente anche nel futuro, che nel momento in cui la parte pubblica chiede ai direttori generali, ai responsabili delle strutture complesse di prevedere tra i loro obiettivi interventi per la riduzione delle liste d'attesa, senza neanche grossi innesti questo avviene. Come mai nel momento in cui si accentuano i controlli e le verifiche c'è una risposta effettiva da parte delle strutture pubbliche?
Dico anche un'altra cosa: lo stanziamento, se ci doveva essere, se mai poteva essere destinato alle strutture pubbliche per attivare procedure di controllo nell'ambito delle strutture stesse, per verificare, per esempio, se le prestazioni degli operatori dal punto di vista della quantità e degli orari sono equamente distribuite tra prestazioni di intramoenia e prestazioni collegate invece al sistema delle prenotazioni pubbliche. Se si fanno delle verifiche probabilmente si rileva che ci sono operatori che spingono molto l'attività di intramoenia, cioè quella a pagamento per l'utente, con liste d'attesa cortissime o addirittura inesistenti, rispetto all'attività del servizio pubblico dove le liste d'attesa sono magari lunghissime.
L'altra questione per la quale ho chiesto di intervenire afferisce all'utilizzo di molte tecnologie e quindi alla carenza di personale nelle strutture pubbliche. Molto spesso le tecnologie vengono utilizzate poco nelle aziende pubbliche, per pochissime ore, magari solamente nel corso della mattinata mentre la sera non vengono utilizzate quasi per niente. Quindi, se mai, si potrebbero destinare risorse per il potenziamento degli organici e per consentire l'aumento dei tempi di utilizzo delle apparecchiature sanitarie, con l'attenzione rivolta principalmente all'attività pubblica e un po' meno a quella privata. A me sembra che in questo emendamento di sintesi non ci sia questo equilibrio. Poi vedo che nell'emendamento è proposta anche la questione delle RSA, sulla quale magari torneremo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo anch'io per dichiarare che l'emendamento numero 494 non è voluto dall'intero Consiglio regionale, come ho appena sentito, o non scaturisce da una sintesi tra gli interessi delle diverse parti presenti in questo Consiglio regionale.
Veramente non ho capito molti degli emendamenti che abbiamo votato oggi, ma non sono intervenuto in merito, mentre su questo emendamento non riesco proprio a stare zitto! Noi, in realtà stiamo finanziando la riduzione delle liste d'attesa con 270 milioni di euro, che rappresenta il disavanzo della sanità pubblica. Limitare i ritardi delle liste d'attesa non è un progetto straordinario o qualcosa di avulso, separato dal resto dell'amministrazione della sanità, ma è uno dei punti più importanti dell'amministrazione della sanità. Si tratta, quindi, di riqualificare la spesa innanzitutto risparmiando quei 270 milioni di euro che costituiscono l'enorme disavanzo di cui oggi soffriamo e di riorientarla verso l'offerta di un servizio migliore ai nostri cittadini.
Questo non è un provvedimento per ridurre i tempi d'attesa; è un provvedimento per dare 9 milioni di euro in più alle strutture private; è un provvedimento per aumentare i tetti di spesa. Davanti a una sanità che sta bruciando risorse pubbliche per 270 milioni di euro, noi ci stiamo preoccupando non di superare i commissariamenti, non di fare la riforma sanitaria, non di governarla bene, ma di dare 9 milioni di euro in più ai privati! Per questo voterò contro, con tutta la convinzione possibile!
(Interruzione del consigliere Locci)
PRESIDENTE. Onorevole Locci, lei è già intervenuto, abbia rispetto per gli altri. Onorevole Soru, non è il caso! La prego.
Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento numero 494. Rimango sul tema, che è quello delle liste d'attesa, che rappresentano anche per la Sardegna, come per il resto d'Italia, un gravissimo problema che pone tutti i cittadini sardi nella condizione di dover attendere tempi che sono inaccettabili per degli esami necessari a una corretta diagnosi e a un intervento tempestivo. Quindi gli stanziamenti che determinano una riduzione delle liste d'attesa sono quello che in sostanza tutti i cittadini e i pazienti sardi si attendono per vedere un concreto miglioramento della qualità dell'offerta sanitaria nella prospettiva, appunto, di una tempestiva risposta alle loro richieste ed esigenze.
Sappiamo tutti che il formarsi delle liste d'attesa è un fenomeno complesso e con un alto grado di imprevedibilità. Ecco perché è necessario intervenire con un emendamento ad hoc come questo, che è strutturato anche per dare risposta a prestazioni da effettuarsi in regime di ricovero ospedaliero, oltre che a prestazioni di carattere ambulatoriale.
E' necessario intervenire, a mio avviso, perché questo permetterà, almeno in parte, di tutelare un pronto accesso da parte dei pazienti alle prestazioni sanitarie, garantendo nello stesso tempo equità ed efficienza del servizio che viene offerto. Credo, infine, che una giusta attesa, quindi non eccessivamente protratta nel tempo, permetterà da un lato una migliore organizzazione delle prestazioni e l'esecuzione di quelle a maggiore priorità, dall'altro il rispetto del tempo massimo previsto. Naturalmente, d'accordo con quanto ha detto il collega Locci, penso sia il caso di vigilare e chiedere che si venga informati nel tempo sulla reale attuazione delle strategie adottate con l'ingente finanziamento previsto in questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.). Io mi scuso anche perché la mia parte politica aveva chiesto che questo emendamento fosse spostato all'articolo 3. Farò quindi una breve dichiarazione di voto riservandomi di continuare, nella discussione dell'articolo 3, l'intervento articolato che vorrei fare.
Ritengo che sia importante chiarire almeno la finalità di questo emendamento, così come la intende la mia parte politica, anche se poi è un emendamento di sintesi. Noi abbiamo incentrato l'attenzione su due punti fondamentali. Primo, la specialistica: molti di voi sanno che nella specialistica è compresa la dialisi, per la quale c'è una crescente richiesta. Inoltre, nonostante un disavanzo di oltre 250 milioni di euro, non ci siamo accorti che tutti hanno avuto un incremento del budget, persino le cliniche private, delle quali parlerò stasera, tranne coloro i quali esercitano l'attività nell'ambito dei propri ambulatori. Quindi l'incremento previsto è finalizzato esclusivamente a evitare che, stante il fatto che il budget non è aumentato per quanto riguarda la specialistica, un povero cristo si trovi nell'impossibilità di fare una visita medica perché la struttura a cui si rivolge ha superato il tetto e si senta dire: "Purtroppo il budget è terminato e devi pagare la prestazione, oppure torna fra venti giorni". E' soltanto questa la finalità!
Questo emendamento non è a favore né delle cliniche private né della Kinetika, che possiede oltre il 50 per cento delle cliniche in Sardegna, che ha visto incrementato il proprio budget del 30 per cento negli ultimi tre anni e che nonostante quest'anno abbia avuto un incremento da 11 a 14 milioni di euro si permette perfino di ricattare i poveri cristi con la minaccia di oltre cento licenziamenti. E' diverso!
L'altro punto riguarda le RSA: perché non dirlo, improvvisamente qualcuno si è svegliato e ha ridotto i posti letto! Quando si riducono i posti letto non si consente alla povera gente, anche se il Nucleo di valutazione stabilisce che ne ha diritto, di usufruire del servizio; non solo, riducendo i posti letto automaticamente si riducono gli organici.
Quindi i due punti di riferimento dell'emendamento per quanto ci riguarda hanno questa finalità. Purtroppo il tempo stringe, ma continuerò il discorso questo pomeriggio, entrando nei dettagli di questa problematica e invitando l'Assessore a vigilare con molta attenzione sulle azioni prevaricatrici che in questi giorni stanno portando avanti alcune case di cura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo parlando di un problema serio. Evidentemente non siamo riusciti a concordare l'emendamento di sintesi, che quindi è proposto solo da consiglieri della maggioranza, però certamente il discorso delle liste d'attesa rimane un problema. Cito solo un esempio riguardante Alghero, dove per fissare gli appuntamenti per le visite mediche esistono due sportelli, uno di fianco all'altro. Mi sono recato presso uno di questi sportelli per fissare un appuntamento per una visita cardiologica per mia madre, che è molto anziana. Nello sportello a fianco c'era una giovane signora che si è sentita rispondere dall'impiegata: "Possiamo fissare l'appuntamento per il mese di giugno". La signora si è rivolta verso di me, sapeva chi sono, e io mi sono sentito mortificato, mi sono vergognato nella mia qualità di consigliere regionale, anche se riconoscevo di essere impotente di fronte a cose di questo genere. Non ho chiesto che tipo di visita dovesse fare, mi sembrava inopportuno e certamente non mi riguardava, ma sono rimasto esterrefatto di fronte a una risposta che rimandava al mese di giugno, cioè a otto mesi dopo, l'appuntamento per una visita medica, di qualunque natura essa fosse. Sicuramente questo episodio evidenzia un problema, una disfunzione che non è tollerabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, avevo deciso di non intervenire perché penso che di sanità se ne debba parlare in una sede più appropriata e non di sfuggita parlando della legge finanziaria. Tuttavia l'intervento del presidente Soru mi ha stimolato e quindi farò un brevissimo intervento per dire che lui avrebbe ragione se il sistema sanitario fosse perfetto; purtroppo non lo è, lo sappiamo già da tempo, e i 270 milioni di euro di disavanzo, con mancata soddisfazione delle liste d'attesa, lo dimostrano. Però i 270 milioni di euro di disavanzo li abbiamo ereditati, Presidente, non li abbiamo creati noi. Posso ammettere che non abbiamo fatto molto in questi due anni per cambiare il sistema come avremmo desiderato, però il sistema è così perché l'abbiamo ereditato.
Tuttavia la ragione del mio intervento, rapidissimo, come dicevo prima, è quella di spiegare perché nell'emendamento numero 494, di cui sono uno dei proponenti, abbiamo destinato 9 milioni di euro alle strutture private. L'abbiamo fatto perché vogliamo rispondere alle richieste dei cittadini di risoluzione del problema delle liste d'attesa. Allora, Presidente, il servizio sanitario nazionale paga una visita specialistica nel privato 17 euro; una visita specialistica effettuata nelle strutture del servizio sanitario nazionale costa invece 37 euro. Posso fornirle la ricostruzione dei costi, se lo desidera, ma questo è il motivo per cui abbiamo stanziato quelle risorse.
Personalmente ritengo che sia il caso di superare questi steccati un po' rigidi, perché non stiamo parlando di privati, ma stiamo parlando di un servizio pubblico a gestione privata, servizio pubblico garantito dal pubblico, offerto dal pubblico e controllato dal pubblico. Quindi non c'è nulla di scandaloso, non mi vergogno di essere uno dei proponenti l'emendamento e di aver messo i 9 milioni di euro per i privati, ne avrei messo anche di più. Il mio intento, e credo anche quello della maggior parte dei colleghi, sicuramente del collega Locci, è quello di risolvere il problema delle liste d'attesa e di dare una risposta, sia pure parziale, ai cittadini.
E' chiaro che non saranno 20 milioni di euro a risolvere questo problema, ma speriamo che servano in attesa che facciamo la riforma sanitaria e modifichiamo il Piano sanitario, che dovranno risolvere definitivamente il problema, anche se l'offerta di una prestazione in sanità non esaurisce la domanda, ma la amplifica, per cui le liste d'attesa sono anche un sistema attraverso il quale il servizio sanitario si difende. Pertanto noi voteremo a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, devo dire che mi stupisce molto questa grande sensibilità in materia sanitaria, tenendo conto del saccheggio che è in corso. Mi sorprende che si parli di liste d'attesa e di povera gente. A me sembra un argomento da voi proposto in termini piuttosto demagogici, tenendo conto che per voi la razionalizzazione della spesa in materia sanitaria acquista sicuramente, da quello che è stato dimostrato fino a oggi, tutt'altro significato. Ben sappiamo, infatti, che significa aumento del tetto della spesa per le case di cure private per la specialistica, significa nomina di commissari straordinari in gran parte, come si è detto poco fa, digiuni in materia di competenza sanitaria, ma efficientissimi sicuramente nel liquidare i direttori generali, come è successo nell'Azienda ospedaliera Brotzu, nonché nelle ASL, nominati dalle precedenti Giunte.
Crolla a tutti i livelli la qualità dell'assistenza offerta dai servizi sanitari, e anche questo è sotto gli occhi di tutti, e le lunghe liste d'attesa sono esito pure di questo malcostume. Si chiudono i centri di eccellenza, come quello della procreazione assistita seguita dal dottor Gandolfi al policlinico di Quartu Sant'Elena, che era un centro di grande richiamo di coppie da tutta Europa e soprattutto garantiva un'assistenza altamente qualificata; centro di eccellenza, ma è stato chiuso e poi riaperto e ridimensionato in tutta la gestione. Crollano gli interventi dei trapianti d'organo, costringendo i sardi a varcare il Mediterraneo, con costi elevatissimi per la stessa sanità pubblica, a parte chiaramente i conseguenti disagi, a proposito della povera gente di cui si parlava poco fa. Si sperpera denaro pubblico con assunzioni di nuovo personale con contratto di lavoro interinale, anche questo a scapito del personale non solo qualificato, ma anche vincitore di concorso. Quindi vorrei capire bene come intendete affrontare il grande tema del saccheggio della sanità, per non parlare dei commissari straordinari! Insomma, ormai sono di dominio pubblico le costanti denunce sul clientelismo che è ospitato all'interno della sanità e sulla parentopoli, piaga vergognosa che purtroppo mezza Sardegna si ritrova a denunciare, che vede coinvolte amministrazioni pubbliche, ASL e università. Quindi parlerei di un primato veramente deprecabile.
Vorrei anche sapere, e ho presentato al riguardo un'interrogazione all'assessore Liori, che non mi ha ancora risposto, il perché dello sperpero di danaro pubblico nell'acquisto...
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, vorrei sottolineare alcuni punti a cui ha fatto riferimento in particolar modo l'onorevole Caria, che considero importanti rispetto a quella che è la nostra posizione su questo tema, come per esempio il fatto che una quota non superiore al 5 per cento del finanziamento sia destinata alla verifica della produttività degli operatori sanitari, con particolare riguardo al numero di prestazioni svolte in intramoenia rispetto a quelle svolte nell'orario ordinario di lavoro. Sulla riduzione delle liste d'attesa siamo certamente tutti d'accordo. L'onorevole Meloni prima ha detto una cosa importante, seppure noi non la condividiamo, e cioè che il disavanzo nella sanità, di cui discutiamo ancora, è un'eredità delle precedenti gestioni, ma forse ho capito male. Ho capito male, benissimo, perché credo che quest'anno proprio la forza politica a cui appartiene l'onorevole Meloni abbia denunciato per iscritto il fatto che la spesa sanitaria è senza controllo. Quindi da questo punto di vista, come è stato sottolineato prima in maniera abbastanza efficace, la spesa sanitaria probabilmente crea un deficit che poi ci costringe a operare per cercare soluzioni che riducano le liste d'attesa.
Senza entrare nei dettagli, la volontà di ridurre le liste d'attesa penso che sia di ogni sardo, però concretamente a noi sembra che ci sia una grande mancanza di governo in questo momento della situazione generale. Questo è il problema, onorevole Meloni. Mi pare che l'anno scorso sia stata presentata una proposta che stanziava 10 milioni di euro per la riduzione delle liste d'attesa, ma concretamente, nonostante la volontà del Consiglio, non è stato fatto niente.
Perché controllare l'attività di intramoenia? Perché credo che davanti al problema della riduzione delle liste d'attesa non possiamo assolutamente agire in modo diverso. Se non disponiamo di dati certi sulla differenza tra questa attività e quella che viene svolta nelle strutture pubbliche, dove le liste d'attesa sono molto lunghe, avremo difficoltà a ottenere dei risultati. Non è un problema di costi, quindi. Il problema non è se nel privato una stessa prestazione costa meno che nel pubblico, ma è quello di garantire dei diritti in tempi certi alle persone che si rivolgono al sistema sanitario.
Per questo credo sia importante accogliere il nostro emendamento così come è stato formulato, anche rispetto al criterio di determinazione dei fondi da destinare…
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Petrini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PETRINI (P.d.L.).Io sono firmatario dell'emendamento numero 494 e mi è dispiaciuto sentire le affermazioni dell'onorevole Soru. Ho sempre sostenuto interventi a favore della povera gente, di chi sta male, e mi sembra strano che qualcuno adesso possa dire che ho firmato un emendamento per favorire le cliniche private o le società private. Io l'ho firmato per un solo motivo: aiutare la gente.
Onorevole Soru, la gente e soprattutto la povera gente ha bisogno di questo emendamento; chi non ha mezzi per curarsi ha bisogno di questo emendamento. E' un emendamento molto importante, poi se ne trarrà beneficio chi non merita non lo so, ma non penso che accadrà perché io e i colleghi della Commissione sanità, di cui faccio parte, verificheremo attentamente dove andranno a finire queste risorse.
Queste risorse sono destinate, ripeto, alla povera gente che ormai viene a chiedere a noi politici la cortesia di intercedere per riuscire a fare una visita in tempi accettabili, dopo che le sono stati prospettati tempi d'attesa di sei od otto mesi. Ma un poveraccio che non ha i soldi per potersi pagare una visita o un esame clinico fa in tempo a morire!
Noi abbiamo presentato questo emendamento nella convinzione di fare del bene a queste persone, non di far intascare soldi a società o cliniche private, come ho sentito dire in quest'Aula e me ne dispiace veramente, perché gli unici che beneficeranno di questo emendamento, secondo me, sono i cittadini che non possono permettersi di pagare le prestazioni sanitarie.
Se capita a me di dover fare una visita pago e la faccio entro breve tempo, la stessa cosa vale per ciascuno di voi, ma la povera gente non ha le nostre possibilità economiche. A quanti di voi è capitato di chiedere a un amico medico che lavora in una struttura pubblica il favore di accelerare i tempi per una prestazione di cui aveva bisogno un poveraccio? Mi dispiace dirlo in quest'Aula, ma questa è la realtà della sanità sarda, caro Assessore. Non perché adesso ci siamo noi, era così anche quando c'era lei, presidente Soru! Ecco perché abbiamo cercato di mettere un po' d'ordine a favore della povera gente, che tutto sommato lo merita. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, abbiamo scoperto che i sardi sono pigri, in sovrappeso, fumatori e soprattutto i più malinconici d'Italia: uno su dieci è depresso, le donne sono più depresse degli uomini, e se le donne sono più depresse degli uomini gli uomini si deprimono ancora di più! Il presidente Cappellacci doveva farci sorridere tutti e invece non ci ha fatto sorridere, ma ci ha ridotto in questa condizione!
Mi pareva di aver capito, poi non so se si possa fare, che il testo di questo emendamento viene spostato a un articolo successivo se c'è la disponibilità ad affrontare questo argomento. Nel merito, devo dire la verità, affronta un tema al quale io sono particolarmente affezionato, anzi affronta due temi ai quali sono particolarmente affezionato perché - correggetemi se sbaglio - ridurre le liste d'attesa, se lo si può fare, è cosa saggia.
Se il sistema che abbiamo individuato in questo emendamento non soddisfa tutti i punti di vista, mi chiedo se vi sia la disponibilità a fare uno sforzo maggiore, perché altrimenti noi voteremo esattamente come la coalizione di centrosinistra deciderà. Mi rivolgo a chi si occupa di sanità, ai medici che sono in quest'aula e che sono certamente tutti più esperti di me: ma è possibile che per una diagnosi per cui è necessaria un'indagine specialistica uno debba aspettare sei, otto o dieci mesi? In molti casi il fattore tempo è decisivo per la sopravvivenza. Altrettanto decisivo è il modo in cui trascorre il tempo chi è affetto da una patologia particolarmente acuta oppure è sottoposto a una sofferenza per una malattia particolarmente invalidante. Noi abbiamo bisogno di strutture che operino. Sono d'accordo - lo dico all'Assessore della sanità, che è responsabile di 300 milioni di euro di disavanzo aggiuntivo - che il contesto commissariale nel quale opera la sanità ci impedisce di ragionare lucidamente e in modo convergente nel merito.
PRESIDENTE. Forse l'onorevole Maninchedda sta chiedendo di spostare questo emendamento all'articolo 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Sì, Presidente, chiedo anch'io, se l'Aula d'accordo, di spostare questo emendamento all'articolo 3.
PRESIDENTE. L'emendamento di sintesi numero 494 è spostato all'articolo 3. Ovviamente, chi è già intervenuto per dichiarazione di voto non potrà reintervenire.
Gli emendamenti numero 441 e 57 sono inammissibili, mentre l'emendamento numero 25 è spostato all'articolo 3.
Passiamo all'emendamento numero 62, sul quale c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intanto vorrei capire la motivazione dell'invito al ritiro, comunque spiego brevemente le ragioni di questo emendamento, e mi fa piacere che sia presente l'Assessore del lavoro.
Come voi sapete, il Master and Back nasce con l'obiettivo di perseguire cinque linee d'intervento: il master universitario e non, il dottorato, la specializzazione, il tirocinio e infine il back. Nell'ultimo bando l'Agenzia regionale per il lavoro, anche a seguito di una diminuzione dei fondi a disposizione, ha ritenuto di sopprimere il master non universitario, la specializzazione e il tirocinio e ha giustificato l'eliminazione di tre linee di intervento su cinque adducendo di fatto due motivi: il primo è appunto la diminuzione delle risorse a disposizione - ed è vero -, il secondo in buona sostanza è il fatto che quei ragazzi sono stati utilizzati in maniera impropria. Anche questo in parte è vero e ne abbiamo già discusso in quest'Aula, perché abbiamo avuto modo di vedere che molti di questi ragazzi sono stati assunti per un periodo determinato dalle pubbliche amministrazioni, ma la loro assunzione è servita semplicemente per coprire delle vacanze in organico, per un tempo limitato, e non per svolgere la funzione che ovviamente sta in capo alle ragioni che hanno motivato la creazione del Master and Back.
Allora, con questo emendamento vi chiediamo di ripristinare la somma di 1 milione e 200 mila euro - una cifra che credo non mandi sul lastrico l'economia della regione - perché riteniamo importantissimo che il Master and Back mantenga in particolare queste tre linee di intervento, cioè i master non universitari, le specializzazioni e i tirocini, attraverso le quali, Assessore, lei lo sa benissimo, ma lo sa anche lei, Presidente, i ragazzi possono essere lo strumento per far sì che l'alta formazione incontri il mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo a sostegno di questo emendamento, sul quale, quindi, annuncio il mio voto favorevole, ma utilizzo il tempo a mia disposizione anche per terminare, nei tre minuti della dichiarazione di voto, il discorso che stavo facendo sull'emendamento precedente, e cioè sui tetti di spesa e sull'accorciamento delle liste d'attesa.
Chi è intervenuto dopo di me ha cercato di raccontare una realtà ancora una volta fantasiosa, ed è vero che sempre di più la realtà sta diventando quella che si racconta piuttosto che quella che è, però mi chiedo: dopo aver aspettato tre anni per ristabilire un po' di verità in tema di entrate, aspetteremo altri tre anni per stabilire un po' di verità in tema di disavanzi e in particolare di disavanzo della sanità pubblica? Nei nostri documenti, e soprattutto nei documenti approvati dal Governo in tema di rientro dal disavanzo, è stato certificato che il disavanzo per il 2008 nella sanità sarda è stato di 30 milioni di euro, non di 270! La Corte dei conti in Sardegna, nell'adunanza del luglio del 2009, esprimendosi diversamente, ha certificato il disavanzo in 70 milioni di euro. La Corte di conti, nell'udienza pubblica del luglio del 2009, ha certificato il disavanzo in 70 milioni di euro! Tra 70 e 270 "ballano" 200 milioni di euro, dentro i quali rientrano tutte le risorse necessarie per migliorare la qualità del servizio sanitario e accorciare le liste d'attesa.
Noi vogliamo che le liste d'attesa siano accorciate, ma non si accorciano tenendo la malasanità e finanziandola oltremodo. Le liste d'attesa si accorciano risparmiando e riqualificando la spesa. Semplicemente questo intendevo dire, ma vorrei che rimanessero chiari a quest'Aula almeno i numeri della Corte dei conti: 70 milioni di euro di disavanzo nel 2008, non 270! Preoccupatevi se da un anno all'altro si passa da 70 milioni a 270! O ci preoccupiamo solamente dell'emendamento del nostro orticello? O ci preoccupiamo solamente di parlare addosso agli altri, onorevole Locci?
Continuerò a parlare di questo argomento intervenendo sui prossimi emendamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo molto brevemente per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento sugli interventi di alta formazione. A me non ha mai appassionato l'idea che i nostri studenti andassero a professionalizzarsi fuori, senza una cornice di orientamento ai profili per i quali la formazione, soprattutto l'alta formazione andava attivata, perché avrei sempre di più voluto collegare l'attività formativa a un'attività successiva di lavoro. Ma proprio per questo l'emendamento che stiamo discutendo è fondamentale. Ha ragione il collega Diana: se noi eliminiamo i tirocini, eliminiamo la forma di relazione più diretta tra la formazione acquisita e il lavoro che in prospettiva lo studente dovrebbe svolgere, che noi riteniamo debba svolgere. Siamo già entrati in questo argomento, estendendo a tutti coloro che avessero fatto domanda nell'esercizio precedente, sulla base del precedente bando, questo tipo di beneficio e radendo al suolo le disponibilità finanziarie che avevamo, anche di respiro pluriennale.
Allora, è pensabile che, invece, quelli che hanno avuto la sfortuna di andare in formazione in questo periodo vengano tagliati fuori? Avete letto il bando? Il criterio è sempre quello che conviene alle Università, non ai ragazzi. A seconda di come vengono attribuite, per esempio i soggetti che svolgono l'attività formativa presso università degli Stati Uniti assorbono tutta la disponibilità finanziaria, le borse finiscono per essere il sostegno allo studio dei ricchi più ricchi e dei figli dei più ricchi della Sardegna. Cioè questo percorso diventa un'assistenza assolutamente impropria e, fra l'altro, anche scarsamente finalizzata a una ricaduta significativa per lo sviluppo della Sardegna. Quei cervelli non li vedremo più, faranno splendide carriere da altre parti, e la Sardegna rimarrà quella cosa derelitta, depressa, grassa e fumatrice di cui abbiamo detto prima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.). Anch'io continuo sulla stessa falsariga, per precisare, per chi non avesse una nozione chiara, che cosa abbiamo inteso noi. Per esempio nel momento stesso in cui nelle RSA la quota è stata fissata in 67,5 euro a carico dell'interessato e 67,5 euro a carico prima del Servizio sanitario nazionale, oggi della Regione, improvvisamente qualcuno si è svegliato e nonostante i posti convenzionati fossero 120 li ha ridotti a 80. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che anche se qualcuno ha diritto di fatto non può accedere alla RSA, perché non può permettersi di spendere 8 milioni di vecchie lire al mese. E' evidente che noi riteniamo questa situazione grave, perché la legge numero 162, lo dico all'onorevole Soru, poiché mi onoro di essere colui il quale sin dal 2002 l'ha portata avanti - vero collega Espa? -, consente, attraverso un atto che viene fatto a livello comunale, che un assistente garantisca al malato un servizio a domicilio. Al contrario, quel povero cristo che non è possibile tenere a casa e che vorrebbe andare in una RSA non può andarci, perché non ci sono i posti né lui ha le risorse necessarie. Questo è un dato di fatto. Poi, io sono a favore della sanità pubblica. Stiamo molto attenti però, perché c'è stato qualcuno che in passato ha frantumato le strutture che noi abbiamo creato, vedi per esempio - l'ho detto anche l'altro giorno - i cinquecento posti pubblici che ancora non sono stati attivati dal 2002. Mi riferisco alle strutture di Sorso, Ittiri e Thiesi, che sono scomparse dalla programmazione, sostituite addirittura da ospedali di comunità; oppure a Tempio e a La Maddalena, dove siete andati a dire che avevate stanziato qualcosa. E dopo essere state finanziate fino al 2002 queste strutture non sono ancora complete, perché magari le imprese hanno operato male.
Io credo che per quanto riguarda il privato ci sia soprattutto da dire - continuerò dopo - che, per esempio, in Sardegna abbiamo creato tre hospice: uno al Binaghi, con sedici posti, uno al San Francesco di Nuoro e uno al Santa Barbara e non ho capito chi abbia distratto denaro pubblico assegnando a una struttura privata, la Rosa del Marganai, i dieci posti dell'hospice di Santa Barbara. Su questo noi abbiamo presentato delle interpellanze.
Quindi noi siamo a favore della sanità pubblica, ma vogliamo che i cittadini possano accedere ai servizi e siano tutelati nei propri diritti. Abbiamo pertanto la stessa visione. Noi siamo a favore del pubblico, ripeto, fermo restando che il privato, molte volte, riesce ad attivarsi e a sopperire a carenze del pubblico. Sia chiaro che noi restiamo su questa posizione.
PRESIDENTE. Vorrei invitare i consiglieri a intervenire nel merito degli emendamenti che sono in votazione. Ho consentito all'onorevole Oppi di intervenire ancora in tema di sanità, visto e considerato che era intervenuto sullo stesso tema anche l'onorevole Soru, e quindi era corretto consentirlo, ma non vorrei essere costretta d'ora in avanti a togliere la parola. Ci sarà la possibilità di intervenire nel merito di questo argomento nel corso della discussione dell'articolo 3, in cui ciascun consigliere avrà a disposizione dieci minuti.
Ha domandato di parlare il consigliere Marco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI MARCO (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento e per richiamare l'attenzione dell'Aula su un tema che come Gruppo del Partito Democratico abbiamo rappresentato con un'interpellanza presentata a dicembre, perché il nuovo bando del Master and Back è assolutamente insufficiente per i criteri che individua, per il tempo nel quale è stato pubblicato (non si può fare il 20 novembre un bando per corsi che di solito iniziano qualche mese prima), per le borse che vengono ridotte di un terzo e per l'assoluta disattenzione al momento del collegamento tra percorso di alta formazione e lavoro, sia perché non è stato contestualmente definito il quadro dei percorsi di rientro, sia perché si tagliano queste fondamentali attività, che sono l'esempio più pratico del collegamento tra attività di formazione e lavoro, ovvero le scuole di specializzazione, i master universitari e i tirocini.
Ma più di tutto vorrei dire una cosa: non cambiamo le cose che funzionano. Dobbiamo renderle più efficienti, dobbiamo migliorare la valutazione e il controllo sulle procedure e sulla qualità dei soggetti presso i quali è possibile svolgere l'attività di formazione e poi i percorsi di rientro in Sardegna. La mia impressione è che qualche strumento molto positivo che è stato ideato e sviluppato nella scorsa legislatura non lo si riesce a eliminare perché funziona bene, perché ha avuto un grande impatto su migliaia di giovani che hanno già potuto provarne l'efficacia, però depotenziarlo significa impedire a molti giovani - lo ha detto correttamente l'onorevole Uras - di fruirne concretamente, perché si riduce il costo di alcuni corsi, ma l'alto costo di altri corsi è così elevato che molti studenti non potranno permettersi di frequentarli. Insomma depotenziare certi strumenti, ritardarli, non curarne la manutenzione e il miglioramento e riprendere a disperdere le nostre risorse in mille rivoli sarebbe un grande errore.
Le risorse per il Master and Back quest'anno sono state pressoché dimezzate e noi con questo emendamento chiediamo che almeno si reintroducano dei momenti di formazione che sono naturalmente collegati all'immissione nel mondo del lavoro. Credo che la Giunta regionale farebbe bene, anche nel rispondere alla nostra interpellanza, a riesaminare la questione e a destinare una quantità significativa e importante di risorse per la realizzazione di questo programma che ha funzionato bene sinora e che dobbiamo insieme cercare di far funzionare ancora meglio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 62 e vorrei rimarcare che se, come diceva l'onorevole Uras, nella comunità sarda il problema della depressione, della malinconia è alto certo noi non andiamo in aiuto del superamento di questo problema e anzi, in linea con un equilibrio mentale un po' così, mettiamo a punto leggi come questa totalmente schizofreniche. Infatti, in particolare per quanto riguarda il tema della formazione e delle risorse messe a disposizione per la formazione, in questa finanziaria troviamo sostanzialmente il contrario di ciò che dichiarate nel DAPEF. E comportarsi diversamente da come si parla, si sa, è uno degli elementi principali che indicano che un provvedimento come minimo è schizofrenico, oltre che essere inadeguato, vuoto, eccetera.
Chiedo all'assessore La Spisa come si possa essere contrari a questo emendamento, che prevede il ripristino dello stanziamento di 1 milione e 200 mila euro per la causa del Master and Back, già abbondantemente definita negli obiettivi dagli onorevoli Meloni e Diana, e nello stesso tempo stanziare - è accaduto non più tardi di dieci minuti fa - 1 milione di euro per la formazione degli imprenditori. Assessore, lei sa benissimo, che per questa finalità ci sono tante risorse provenienti dai fondi europei. Da una parte, quindi, si interrompe un processo virtuoso per la formazione e il collocamento dei giovani laureati nel mondo del lavoro, che è quello del Master and Back, e quindi si ruba loro un pezzo di futuro, dall'altro glielo si ruba per intero ripristinando i corsi "ghetto" con ingenti risorse dell'obbligo formativo.
Questa è una finanziaria fatta di provvedimenti pasticciati, che mettono in risalto la totale assenza di prospettiva rispetto al tema della formazione, dell'istruzione e del lavoro dei giovani. Veramente c'è la necessità di fermarsi un attimo a riflettere in particolare su questo emendamento. Non si può destinare 1 milione di euro per la formazione degli imprenditori e negare 1 milione e 200 mila euro per il ripristino dei tirocini del Master and Back. Insomma, penso che sia necessario riflettere e possibilmente approvare questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sono anch'io favorevole a questo emendamento. In fondo credo che non abbia nessun senso finanziare la formazione degli imprenditori e poi lasciarli in un humus culturale privo di stimoli. Vorrei ricordare che i Paesi mondiali emergenti scommettono e investono soprattutto sull'eccellenza formativa e sulla capacità di possedere conoscenze allargate. Tuttavia, poiché lei, Presidente, ha consentito ad altri colleghi di parlare di altri argomenti e le regole si pongono all'inizio del percorso e non a metà strada, io parlerò di quello che è stato l'oggetto della discussione anche intorno a questo emendamento, per dire sostanzialmente che la grande discussione sulla sanità è simile a quella che si faceva in quest'Aula dieci o dodici anni fa. Siamo tornati a quella condizione, a una sorta di arrembaggio: costi per 3 miliardi e mezzo di euro e un Piano sanitario inattuato, che è stato fatto proprio per mettere ordine e per rientrare in un budget che dovrebbe essere un esempio di gestione federale delle nostre risorse. Noi operammo in quella convinzione.
A me le questioni singole che hanno nome e cognome non interessano; mi interessa di più ricordare che nella scorsa legislatura abbiamo cercato di orientare la spesa sanitaria al rispetto del costo standard. Ora il disavanzo aumenta e continuerà ad aumentare se permane questa cultura dell'arrembaggio. Noi, per esempio, abbiamo indicato le case della salute, voi le state cancellando. Quello che manca in questa legislatura è una riflessione complessiva. Non si possono, colleghi, contestare i commissariamenti nella sanità e poi prestarsi a intervenire per modificare la legislazione e fare una controriforma a piè di commissariamento, perché questa è una contraddizione. Se c'è da fare una riforma, si discuta della riforma, si esca dal commissariamento e si propongano delle analisi che indichino dove devono andare le risorse per essere meglio utilizzate. Fare in questo modo la riforma della sanità significa avere una cultura politica da prima Repubblica!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, intanto credo che non si accelerino i tempi della finanziaria lasciando parlare l'opposizione senza che vi sia un dialogo con la Giunta. Noi stiamo intervenendo nel merito degli emendamenti, stiamo cercando di fare una proposta che riteniamo seria e responsabile. Il Master and Back, assessore Manca, è snaturato, sicuramente non è più al centro delle vostre attenzioni, non è più il cuore del programma di questa Giunta regionale, come non lo sono i giovani e non lo è il merito. Alla vostra attenzione c'è invece la formazione professionale, la formazione privata, c'è il tentativo, insomma, come richiamava l'onorevole Barracciu, di rinchiudere i giovani in corsi "ghetto". Avete snaturato i progetti, li avete in parte definanziati e avete dimezzato le risorse.
Quando noi parliamo di sanità (intanto vorremmo capire se è competente l'assessore Oppi o l'assessore Liori), quando parliamo di istruzione vogliamo capire qual è la vostra posizione. Di fronte a un deficit mostruoso, come quello che state registrando in questi giorni, sicuramente per responsabilità vostra, non nostra, di fronte a una riforma sanitaria solo annunciata, che non fa un passo avanti perché siete divisi su tutto, di fronte a tutto questo vi limitate a intervenire nella legge finanziaria, in una materia così importante come quella sanitaria, con una riforma a pezzi, con emendamenti ed emendamenti a emendamenti. Non avete il coraggio e forse neanche la forza, perché non riuscite a mettervi d'accordo essendo divisi, di portare in Aula questo tema.
Fra qualche giorno, quando probabilmente si concluderà l'esame della finanziaria, noi avvieremo immediatamente una serie di mozioni, vi inchioderemo in aula per intervenire sui temi, visto che non lo fate quando ve lo chiediamo. Chiederemo di ripristinare immediatamente il question time, a partire dalla seduta obbligatoria del 1° febbraio. Chiederemo che rispondiate tutti i giorni, perché non fornite nessuna risposta. Ci costringete a fare un'opposizione dura, che sicuramente tiene conto delle problematiche che sono in campo, ma non trova dall'altra parte un'interlocuzione valida in chi governa la Regione.
E allora se questo è il clima che volete instaurare noi siamo pronti. Vi chiediamo di intervenire nel merito e chiediamo alla Giunta di parlare del Master and Back, di parlare dei giovani, di dirci cosa vuole fare, di essere più seria e responsabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento e per richiamare l'attenzione della Giunta e in modo particolare dell'assessore Manca, che so essere persona molto sensibile a questi argomenti. Credo che non possiamo rinunciare a un'eccellenza, a quello che è stato per tanti anni il fiore all'occhiello della Regione Sardegna. Non importa di chi sia stata l'idea o chi abbia messo in campo questo progetto. Credo che sia nell'interesse di tutti consentire ai giovani sardi di investire nell'alta formazione attraverso il Master and Back e di poter competere con gli altri giovani d'Europa. Questo rischia di non essere più possibile perché le risorse - in corso d'opera tra l'altro, come è stato già detto - nel mese di novembre sono state ridotte enormemente.
Credo che sia il solito problema dei cambi di maggioranza. Non è che la nuova maggioranza debba necessariamente cambiare le cose che sono state fatte nella legislatura precedente e soprattutto dovrebbe evitare di cambiare le cose che hanno dato ottimi risultati.
Voglio fare anch'io un appello, visto che della sanità ogni volta se ne parla per pezzi e pezzettini. Con grande entusiasmo, l'altro giorno l'assessore Liori ha annunciato che entro tre mesi, quindi entro il mese di marzo, ci sarà finalmente la riforma sanitaria e io credo che un argomento come quello che è in discussione oggi in quest'Aula richieda un approfondimento. Da parte nostra ci sarà tutta la disponibilità a discutere una riforma globale, pertanto invito la Giunta e i presentatori a ritirare l'emendamento sulla sanità e a ripresentarlo nel momento in cui si discuterà la riforma sanitaria vera e propria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). A mio avviso si affastellano questioni, ora sulla sanità, ora sul Master and Back, insomma mettetevi d'accordo. Stiamo trattando del Master and Back, rispetto al quale la Giunta ha operato, tra l'altro, in continuità amministrativa con quello che aveva fatto la precedente Giunta. Non so di che cosa oggi ci si voglia meravigliare o perché si voglia creare un casus belli laddove non esiste. Siamo d'accordo sulla necessità che si prosegua in questa misura, siamo d'accordo sull'eccellenza formativa, i bandi sono stati espletati, per cui se c'è da migliorare lo faremo, se occorre integrare le risorse lo vedremo, intanto c'è una situazione a oggi che può essere ben fotografata e rispetto alla quale non c'è stato nessun atto omissivo da parte della Giunta.
Quindi di che cosa si sta parlando? Andiamo avanti, se c'è da integrare lo si vedrà nel prosieguo, ma non rispetto ad attività che sono in continuità amministrativa con quello che ha già fatto la precedente Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, l'intervento dell'onorevole Pittalis chiarisce che in maggioranza non c'è stata l'occasione di discutere del programma Master and Back. E' evidente che l'onorevole Pittalis non è aggiornato sulla materia, probabilmente perché la Giunta non si limita a non informare la minoranza del cambio delle politiche, ma non informa in generale.
Le ricordo, onorevole Pittalis, che i fondi per il Master and Back sono passati da 13 milioni a 16,5 milioni di euro e che la fine di alcune politiche e il dimezzamento nei fatti del numero delle persone che potranno partecipare al bando Master and Back non sono stati, come dire, a valle di un processo di revisione del bando, di una valutazione basata su dati oggettivi, ma sono stati fatti in corso d'opera, con un bando pubblicato qualche mese dopo l'avvio delle normali procedure negli istituti che offrono la possibilità di alta formazione nell'ambito del Master and Back. Quindi è un altro di quei casi non di continuità, ma di pasticcio. E se noi, oggi, siamo costretti a portare questi temi in Aula è perché non se ne parla in Commissione, perché la Giunta approva delibere e bandi senza che ci siano occasioni di confronto. Viceversa la vostra maggioranza, che non riesce a fare le riforme, anziché farle nelle sedi appropriate attraverso la Commissione, inserisce a pezzi e bocconi norme in questa finanziaria che doveva essere snella. Noi l'avevamo definita vuota, ma alla fine è soltanto pasticciata, rabberciata, e dimostra una volta di più la vostra incapacità di produrre riforme organiche e, al contrario, la capacità di compromettere quelle buone fatte negli anni precedenti.
Approfitto della presenza dell'Assessore del lavoro, che so anch'io essere persona sensibile, per chiedergli - ci farebbe cosa gradita - una parola di spiegazione. Aver cambiato i criteri di selezione e di accredito in corso d'opera, utilizzando parametri di accreditamento non riconosciuti universalmente, a cui molte università non accedono e certamente non accedono molti istituti non universitari, per molti studenti e per molti giovani ha significato l'impossibilità di portare avanti il Master and Back, nonostante avessero già avviato un progetto in tal senso. Allora non c'è continuità, onorevole Pittalis, purtroppo c'è una grande confusione ed è nostro dovere, come minoranza, farlo notare, così come facciamo notare che questa legge finanziaria da snella sta diventando sempre più pasticciata, un vero e proprio zombi politico che noi vorremmo affossare, ma probabilmente non avrete dignità sufficiente per farlo insieme a noi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 62, anche perché i colleghi hanno esposto correttamente tutti i temi riguardanti il Master and Back.
Onorevole Pittalis, lei ovviamente ha sostenuto la tesi che il programma non sia stato cancellato, ed è vero, ma è stato finanziato con minori risorse rispetto agli anni precedenti. Inoltre il tirocinio formativo, che pure si è rivelato utile per i tanti giovani che ne hanno usufruito nel corso degli anni, è stato sostituito con l'apprendistato, che è cosa completamente diversa e che addirittura mortifica le professionalità e le competenze: un giovane con dottorato di ricerca, alta professionalità e alta formazione percepirà 300 o 600 euro a seconda del tempo che dedicherà appunto all'apprendistato. Capisce bene che stiamo parlando di ridottissime risorse e della eliminazione del tirocinio formativo che serviva anche da collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro, un ulteriore aspetto positivo del programma Master and Back.
Vi sono problemi e ritardi sul back. Semmai andava previsto un ulteriore incentivo per le imprese, perché il programma del back viene recepito soprattutto dagli enti pubblici e non invece dai privati, quindi su questo si poteva forse intervenire per correggere, perché tutto può essere corretto se il principio è quello di andare verso il meglio. Allo stesso tempo le risorse messe a correre non sono state utilizzate per intero dai beneficiari, ma sono in parte finite nelle casse dell'erario, in quanto vanno anche pagate le tasse su queste risorse messe a disposizione, oltre che dall'Unione europea, dalla Regione Sardegna. Cioè noi destiniamo fondi per il Master and Back e i giovani beneficiari di questo strumento vengono privati di una parte consistente della somma loro assegnata perché sono costretti a pagare le tasse su risorse che dovrebbero essere invece finalizzate solo ed esclusivamente al master, al back e al tirocinio, sempre che lo si voglia reintrodurre. Questi sono i problemi allo stato attuale, nessuno ha detto che è stato cancellato il Master and Back.
PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 62.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Oppi hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 24
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Gli emendamenti numero 130 e 131 sono spostati all'articolo 3. Gli emendamenti numero 193, 194 e 195 sono inammissibili.
Metto in votazione l'emendamento numero 200. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 382, di cui è stato chiesto il ritiro.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, dovevo intervenire sull'altro emendamento, è stata più veloce lei.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, questo emendamento, su cui c'è un invito al ritiro, io lo sosterrei e vorrei spiegarne bene all'Aula il contenuto. Riguarda una manifestazione occasionale, che quindi non si ripeterà in Sardegna, e cioè l'effettuazione di un concorso convegno nazionale patrocinato dal Segretariato sociale della Rai. Il concorso si chiama "Le chiavi di scuola" ed è finalizzato a premiare le buone prassi di inclusione nelle scuole italiane di ogni ordine e grado degli alunni con disabilità. Quest'anno è stata scelta la Sardegna come sede di un evento che chiaramente io ritengo importante. Lo so che ci sono anche altre manifestazioni finanziate dalla Regione Sardegna (penso, per esempio, al Premio "Rodolfo Valentino"), ma credo che questa abbia la stessa dignità, se non maggiore, anche perché si tratta di un evento unico in cui si parlerà di progetti di grande valore per quanto riguarda gli alunni con disabilità delle scuole elementari, medie e superiori. Credo che da questo punto di vista Cagliari e la Sardegna abbiano una sfida da portare avanti.
L'impegno finanziario è veramente minimo e ovviamente coprirà una parte della spesa, che è molto superiore, ma si mobiliteranno tantissime persone e Cagliari diventerà il centro nazionale di questa importante iniziativa le cui tre precedenti edizioni si sono svolte a Napoli, Milano e Roma. Credo che l'Assessore della pubblica istruzione sia già stato consultato al riguardo e debba interessarsene per fare in modo che vi sia una positiva ricaduta nel tessuto scolastico sardo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento che ritengo importante anche perché, con una piccola spesa, si pone ancora una volta al centro la scuola e si mette in evidenza la possibilità di inclusione nelle scuole con politiche diverse da quelle di cui abbiamo discusso in questi giorni, rimettendo al centro di tutto la formazione professionale.
Poc'anzi, signor Presidente, mi ha suggerito di intervenire unicamente sul contenuto dell'emendamento in votazione. In realtà sto cercando di intervenire sulla finanziaria così come ci è possibile intervenire. Il problema che voglio porre riguarda il fatto che questa finanziaria è perfetta per limitare la discussione in Aula, perché non è vero che è una finanziaria snella; è una finanziaria avara di articoli, e quindi della possibilità di discutere adeguatamente i singoli articoli, ma densa di riforme di fatto, che passano senza nessuna possibilità di discuterle.
Noi abbiamo discusso e votato sotto forma di emendamento una riforma importante, che è quella della fiscalità di vantaggio, alla quale ciascuno di noi ha potuto dedicare tre minuti, pur trattandosi di un argomento fondamentale, sostanziale per la politica regionale! Allo stesso modo abbiamo discusso un emendamento a un comma dell'articolo 2 che riguardava un cambiamento radicale in tema di istruzione e di formazione rispetto a questi anni, senza sviluppare un dibattito, una discussione, non avendo a disposizione che questi pochi secondi.
Quindi non è di una finanziaria snella che stiamo parlando, ma di una finanziaria snella di dibattito e di riforme importanti su cui non si può intervenire abbastanza. E' rientrato il consigliere Oppi in questo momento. Perché, signor Presidente, è importante parlare in termini generali? Perché non ci dobbiamo dimenticare che pur avendo 6 miliardi e 700 milioni di euro a disposizione, abbiamo un tetto di spesa pure noi, che è rappresentato dal Patto di stabilità. Dentro quel tetto saremo costretti a stare e succederà che alcune spese inappropriate, persino sbagliate, a volte inutili, qualche volta addirittura dannose, sostituiranno spese invece fondamentali che questo Consiglio pensa di aver approvato. Allora è bene non dimenticarsi del quadro generale, nel quale stanno anche i 270 milioni di euro di disavanzo della sanità che andrà finanziato. Non c'è nessun fatto personale nei suoi riguardi, assessore Liori; il fatto è che quel disavanzo di 270 milioni di euro renderà inammissibili, per lo stesso importo, spese vere che questo Consiglio vorrebbe programmare, ma non potrà finanziare!
PRESIDENTE. Onorevole Soru, le ricordo che la possibilità di discutere anche nel merito degli emendamenti è data nel corso della discussione sull'articolo e relativi emendamenti, quindi ciascun consigliere ha la possibilità di approfondire gli argomenti in quella sede. Non è previsto nel Regolamento di nessuna Assemblea legislativa che si discuta su ogni singolo emendamento che viene messo in votazione e viene data la possibilità di esprimere la propria opinione in un termine congruo di tre minuti.
SORU (P.D.). La interrompo solo un secondo. Ho cercato di dire, signor Presidente, che forse...
PRESIDENTE. Onorevole Soru, non volevo polemizzare con lei, però non si può dire che è preclusa al Consiglio la possibilità di dibattere e di discutere. Volevo precisare solo questo.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, intervengo nel merito dell'emendamento numero 382, come sto facendo regolarmente su ogni emendamento. Le occasioni di discutere forse non sono state sufficienti, ma non si esauriscono certo con questa sessione finanziaria; ce ne saranno altre, alcune le ha già annunciate il mio Capogruppo.
Vorrei intervenire nel merito dell'emendamento perché mi sembra che in una legge finanziaria in cui abbiamo introdotto molte cose (finanziamenti di associazioni private e singoli comuni, leggi delega sull'istruzione, leggine sul trasporto pubblico locale, leggi tampone sulla sanità) questo emendamento, che apparentemente è semplice, meriti di esserci anche perché o lo approviamo oggi o perdiamo l'occasione di finanziare un'iniziativa importante come "Le chiavi della scuola", volta a promuovere le buone prassi di inclusione scolastica, perché è una manifestazione nazionale eccezionale che si terrà solo quest'anno in Sardegna.
Mi sembrava che in Commissione l'Assessore si fosse sostanzialmente rimesso alla Commissione stessa. Credo che faremmo una bella figura a introdurre questa norma, perché ciò denoterebbe sensibilità e attenzione da parte della nostra Regione a questi temi. Farsi carico di un'iniziativa del genere meriterebbe il plauso. Ecco perché, senza alzare i toni e molto pacatamente invito l'Assessore della pubblica istruzione - che è al telefono, magari sta verificando se ci sono altri modi per sostenere l'iniziativa - a rimettersi all'Aula o a esprimere parere favorevole a questo emendamento che prevede una misura apparentemente semplice, ma importantissima, che qualificherebbe in senso positivo questa finanziaria, non limitando alcuni sporadici interventi a realtà e soggetti che certamente sono meritevoli almeno quanto l'oggetto di questo emendamento. Quindi il mio voto è favorevole, con l'auspicio che si esprima favorevolmente tutta l'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, sul merito dell'emendamento vorrei recuperare una parte della discussione avvenuta in Commissione. L'iniziativa non è pregevole, è pregevolissima e sicuramente la Sardegna ne avrà lustro, perché è una manifestazione che premia le eccellenze scolastiche, eccellenze chiaramente rispetto anche all'integrazione dei disabili. In Commissione ci si era dichiarati disponibili a firmare un ordine del giorno per impegnare la Giunta a stanziare la stessa somma a valere sui fondi per la pubblicità istituzionale. Chiederei all'onorevole Espa se, dinanzi a questa impostazione, che era appunto concordata in Commissione in maniera pubblica, cioè senza sotterfugi, è possibile che egli ritiri l'emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi riteniamo che questo sia assolutamente un tema da trattare in finanziaria. Ricordo bene, comunque, il dibattito che si è svolto in Commissione, nei termini che ha riferito il presidente Maninchedda. Noi siamo una Regione credo modello in un cammino di dieci anni, come ha detto poco fa l'onorevole Oppi, per esempio per quanto riguarda la legge numero 162, la personalizzazione del servizio, il tentativo di mettere al centro la persona, e quindi anche di mettere la persona con disabilità al centro di un progetto di inclusione. Insomma, ritengo che le scuole sarde abbiano il diritto di essere sostenute nell'effettuazione del Convegno nazionale denominato "Le chiavi di scuola". Peraltro lo scorso anno, anche se non attraverso la finanziaria, sono stati stanziali 300 mila euro per il Premio "Rodolfo Valentino". Senza nulla togliere a questo premio, riteniamo che questa iniziativa sulla inclusione nelle scuole abbia un valore pregnante, sicuramente maggiore.
Pensiamo che sia un tema da trattare in finanziaria, sul quale si può definire un ordine del giorno anche unitario, però vorremmo una presa di posizione chiara da parte della Giunta regionale, perché di ordini del giorno ne approviamo tanti, anche all'unanimità, ma poi rimangono nei cassetti del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Se si vota, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Onorevole Espa, può intervenire solo per ritirare l'emendamento, in quanto è già intervenuto.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Pensavo che l'intervento dell'onorevole Bruno, dopo quello dell'onorevole Porcu, potesse cambiare la situazione proprio perché questo emendamento qualificherebbe, secondo noi, questa finanziaria. Mi sembra di aver capito che la Giunta da questo punto di vista non intenda fare passi indietro, ma mantenga l'impegno assunto in Commissione, ovverosia reperire risorse da altri fondi qualora l'emendamento venga ritirato. Mi sembra, onorevole Maninchedda, che si fosse parlato dei fondi della pubblicità istituzionale.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Esattamente gli stessi del Premio "Rodolfo Valentino".
ESPA (P.D.). Benissimo, allora ritiro l'emendamento numero 382.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 416.
Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, non ho fatto in tempo a intervenire sul precedente emendamento, che pure avrei voluto sostenere, perché la velocità dei lavori non mi ha permesso di essere puntuale nel prenotarmi.
Sostengo l'emendamento numero 416, però non credo di uscire dal seminato se ricordo una cosa: queste previsioni di spesa dovranno essere sostenute da un bilancio regionale che ha un tetto di 6 miliardi e 700 milioni di euro di entrate, a diverso titolo, ma in realtà queste entrate sono nominali, in quanto, come tutti sappiamo, abbiamo un vincolo di bilancio notevolmente inferiore. E nel vincolo di bilancio per il 2011 interverranno molte delle spese previste per il 2010, che sono state ritardate, che non sono state ancora pagate e verranno pagate nei primi mesi del 2011. Quindi noi stiamo andando verso un bilancio 2011 con un tetto di spesa sensibilmente inferiore rispetto a quei 6 miliardi e 700 milioni di euro e per una parte importante già prenotato dalle spese che vengono trascinate dal 2010.
E allora abbiamo sufficientemente compreso quello che stiamo facendo, e cioè che stiamo in gran parte finanziando delle pie illusioni, che sono tanto più tali quanto più continueremo ad avere spese che potremmo evitarci con un'amministrazione oculata. Per questo i 270 milioni di euro di disavanzo della sanità sono una parte fondamentale di ogni articolo, perché o eliminiamo quel disavanzo o non finanzieremo un bel niente delle spese di cui stiamo parlando, comprese quelle che abbiamo approvato fino adesso.
Sul disavanzo della sanità, qualche giorno fa l'onorevole Oppi ricordava che nel 2005 si è avuto il disavanzo più alto. E' vero, ma voglio ricordare che nel periodo dal 2000 al 2005 la spesa sanitaria è aumentata del 6,5 per cento, mentre è stata dimezzata dal 2006 al 2008. Nel 2005 si è registrato un record perché si sono caricate su quell'esercizio le spese dell'applicazione di quattro contratti del personale sanitario, per i quali non era stata fatta nessuna previsione in bilancio. Voglio ricordare all'Aula che dopo anni di buona pratica, in cui le previsioni per gli avanzamenti contrattuali si facevano per tempo, abbiamo deciso che tali previsioni non si fanno più, quindi con il comma 11 dell'articolo 1 stiamo praticamente trasferendo spese di oggi al futuro, a qualcuno che non conosciamo.
Non sto parlando di un altro argomento, sto parlando di ogni singolo emendamento, se effettivamente vogliamo che non sia solamente un titolo, ma sia un'azione di questa amministrazione regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 416.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Rassu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 24
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 418.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ero iscritto a parlare sul precedente emendamento, perché volevo chiedere una modifica per destinare le risorse in un altro fondo.
Sull'emendamento numero 418 chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Dell'emendamento numero 418 c'è traccia anche nel dettato della bozza della finanziaria. Ne approfitto per chiedere se l'Assessore della sanità vuole dare qualche risposta all'Aula rispetto alla questione della sanità penitenziaria. Noi stiamo nuovamente chiedendo di incrementare i fondi in conto anticipi delle risorse che ci deve trasferire il Governo nazionale, quindi non facciamo marcia indietro su questo punto, però sappiamo che ci sono di nuovo problemi. Non si riesce ad adempiere a ciò che lei stesso, Assessore, aveva promesso in Aula, mi sembra nella discussione del collegato alla finanziaria, per cui non si trovano le giuste risorse e il giusto sistema per risolvere la difficilissima situazione delle carceri sarde, a cominciare da Buoncammino.
Eppure dobbiamo trovare una soluzione a una situazione che io definisco incivile e drammatica. Ritengo che anche i carcerati abbiano diritto a una sanità decente. In questo senso non possiamo pensare che sia un problema esclusivamente dello Stato, per questo chiedo che si voti a favore dell'emendamento. C'era stata, ripeto, qualche mese fa una dichiarazione con cui la Giunta si era impegnata a intervenire. Ora ci giungono segnali assolutamente negativi rispetto alla possibilità di utilizzare dei fondi per questa finalità, ma comunque non abbiamo risposte in merito.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 418.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Vargiu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 60
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 23
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 419 non può essere messo in votazione perché la copertura indicata non è idonea.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, noi indichiamo come copertura il FNOL, quindi chiedo che l'emendamento sia ammesso. Mi rivolgo alla collega De Francisci, che al riguardo ha preso anche lei degli impegni. Non siamo interessati solo noi del centrosinistra ed anche il collega Salis è uno dei promotori di questa iniziativa, che in verità fa un po' sorridere perché è previsto uno stanziamento di 100 mila euro. E qua torniamo al solito discorso: a che cosa serve fare una battaglia contro il Governo se poi i nostri soldi non arrivano? Evitiamo, quindi, di dividerci su questioni come questa, per la quale si chiede una piccolissima somma a favore dei trapiantati di cuore e di fegato che, secondo la disciplina vigente, sono esclusi dai trattamenti di sollievo e inclusivi. Ci sono tante situazioni difficili da questo punto di vista e sappiamo che rafforzando la legge 8 maggio 1985, numero 11, che poi è stata modificata, finalmente un numero peraltro molto ridotto di persone che vivono in una condizione di estremo disagio possono godere degli aiuti previsti in legge. Non userò mai la parola privilegi perché tutti voi vi rendete conto di che cosa stiamo parlando. Non stiamo parlando infatti di gente privilegiata, ma di persone che stanno per affrontare o hanno già affrontato una situazione così importante per la loro vita e alle quali è giusto garantire un trattamento di sollievo e un sostegno seppur minimo affinché possano continuare a vivere in maniera autonoma e dignitosa.
Ho accennato prima alla collega De Francisci perché non voglio nascondere il fatto che anche nel centrodestra tanti colleghi si sono mobilitati, però poi occorre dare concretamente una risposta. Ne stiamo parlando da un anno, per cui invito tutti a votare a favore di questo emendamento che è vitale per i diritti delle persone che si trovano nella situazione indicata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta invita i presentatori a ritirare questo emendamento per il semplice motivo che con un proprio emendamento già predisposto alla legge di bilancio ha previsto un incremento quantitativo delle risorse destinate a questa finalità, lasciando però a una norma sostanziale il compito di equiparare effettivamente la condizione di tutti i trapiantati, perché quando è stata fatta la norma di autorizzazione originaria veniva praticato, credo, solo un tipo di trapianto. Questa situazione può essere quindi regolata non frettolosamente nella legge finanziaria, ma nel collegato o con una norma successiva. Comunque la Giunta ha già deciso di incrementare le risorse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Mi fido, Assessore, prendo atto di quanto ha detto anche se chiaramente occorre una disciplina sostanziale. E' necessario un impegno concreto da parte della Giunta per trovare lo strumento che permetta di definire questo passaggio, questo al di là della dotazione finanziaria, perché il senso dell'emendamento è anche quello di stabilire una disciplina. Spero che nessuno darà poi un parere negativo, semmai interverremo di nuovo in sede di collegato. Comunque ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 117.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, durante la discussione in Commissione su questo emendamento l'assessore La Spisa aveva formulato una richiesta di ritiro e si era concordato che si sarebbe ritirato anche l'emendamento numero 426, che ha lo stesso contenuto, con l'impegno della Giunta da una parte a confermare una disponibilità nei fondi POR e dall'altra ad affrontare la materia e a dare risposte nel successivo collegato. Se questo impegno viene confermato non ho difficoltà a ritirare l'emendamento. Vorrei capire, approfittando anche della presenza dell'Assessore del lavoro, qual è l'orientamento della Giunta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Confermo quanto detto in Commissione, cioè che questa è una misura che per ora è andata avanti con le risorse del Fondo sociale europeo, quindi si tratta di verificare se nell'economia di questo fondo può essere trovata anche successivamente una modalità di copertura. La logica di fondo è questa: introducendo gli interventi attraverso le risorse comunitarie poi non sarà possibile, di volta in volta, intervenire con fondi regionali perché, tornando al discorso che si faceva prima, si ingolferebbe il sistema della spesa regionale. Bisognerà, quindi, trovare le risorse ancora attraverso i fondi comunitari.
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, gli emendamenti si considerano ritirati?
LOTTO (P.D.). Sì, però resta confermata la nostra esigenza di porre al centro dell'attenzione della Giunta un tema che è particolarmente interessante.
PRESIDENTE. Quindi sono ritirati gli emendamenti numero 117 e 426.
Passiamo all'emendamento numero 427.
Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, vorrei tornare per un attimo all'emendamento precedente, sul quale l'assessore La Spisa ha dato un parere. Il collega Lotto, forse perché non ci siamo intesi, ha ritirato anche l'emendamento numero 426. Presidente, le rubo solo venti secondi per un chiarimento su quello che diceva l'Assessore, anche perché mi ero prenotato prima che lui intervenisse.
Si tratta di progetti che sono già operativi, che non devono essere attivati ex novo e che se non rifinanziati lasciano a casa delle persone disabili che sono state inserite nel mondo del lavoro. Per questo io dico che è vero che all'interno della programmazione dei fondi POR si possono trovare le risorse, ma si tratta di fare uno sforzo ulteriore. Facciamo tanti sforzi qua dentro per trovare risorse per la fiscalità dei comuni, inventandoci cose al di fuori della norma, e nel momento in cui abbiamo l'opportunità di dare continuità a un progetto importante non lo consideriamo neanche. Ecco perché sul ritiro dell'emendamento numero 426, Presidente, non sono assolutamente d'accordo e lo riproporrò più avanti, se sarà possibile.
Velocemente, nel poco tempo rimasto, per quanto riguarda l'emendamento numero 427 devo dire che su quanto è avvenuto nel mondo della scuola e nel sistema della formazione professionale riempiamo l'Aula di dichiarazioni di buoni propositi, ma alla fine non abbiamo mai l'opportunità di intervenire in maniera fattiva. Ricordo a tutti che nella legge numero 12 del 2005, con la quale abbiamo riformato le unioni dei comuni e le comunità montane, all'articolo 21 abbiamo previsto l'opportunità oggettiva, vera, concreta di destinare risorse a quegli istituti scolastici, e sono tanti, che si trovano in difficoltà a causa della localizzazione svantaggiata di alcuni comuni e della disomogenea distribuzione demografica nella nostra regione.
Con l'emendamento numero 427 si propone uno stanziamento di 10 milioni di euro per stipulare le convenzioni previste con le unioni dei comuni e con le province, al fine di riattivare i siti scolastici che sono stati chiusi con la riforma Gelmini e che invece necessitano di essere riaperti per consentire la frequentazione di diversi corsi. Questo intervento dà l'opportunità per il 2011 di procedere in questo senso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, questo comma è brevissimo, appena una riga e mezzo, ma in realtà è di straordinaria importanza e sono veramente curioso di vedere come quest'Aula lo tratterà. Noi parliamo a lungo di politiche della conoscenza, di politiche della scuola; in questo momento la Sardegna è tappezzata di manifesti sulla presunta attenzione di questa Giunta regionale alle politiche della conoscenza e dell'istruzione. Altresì in quest'Aula abbiamo parlato della necessità di fare in modo che si possa continuare a vivere nei nostri piccoli centri, che la Sardegna non sia semplicemente quella delle grandi zone urbane o delle zone costiere, ma sia anche quella dei piccoli centri. Ebbene, davanti a uno Stato che abbandona le scuole dei paesi più piccoli, davanti al tentativo perpetrato nel passato, ma comunque avviato e che verrà continuato anche nei prossimi mesi, di chiudere i plessi scolastici nei piccoli centri, nel 2005 la legge numero 12 iniziò a immaginare che ci potesse essere una politica attiva per la scuola in Sardegna prevedendo che i comuni potessero insieme farsi carico della possibilità di continuare a fare scuola nei piccoli centri.
Questo emendamento prevede di finanziare con 10 milioni di euro la possibilità che piccoli centri si mettano insieme, formino unioni di comuni, appunto, e facciano qualcosa contro la possibilità concretissima che lo Stato chiuda le scuole e che quindi ai cittadini venga a mancare proprio il punto cardine per continuare a vivere, per potersi sposare, per metter su famiglia in un paese. Questo accade laddove non c'è più la possibilità di mandare i propri figli a scuola. Questa è una politica per l'istruzione, è una politica per continuare a vivere nei piccoli centri, è una politica per spendere bene i soldi mettendo assieme gli interessi non di un solo campanile, ma di tanti campanili. E' un emendamento che io sostengo con molta forza e propongo alla Giunta di fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Naturalmente intervengo per sostenere l'emendamento numero 427, al quale chiedo che venga aggiunta la mia firma. D'altronde questo emendamento contiene il finanziamento di una norma importante, come diceva il presidente Soru, che era stata pensata come una politica organica per il rilancio dei piccoli comuni e perché questi attraverso una politica di unione, chiamiamola così, potessero riprendere una strada virtuosa per la loro sopravvivenza e in particolare per contrastare lo spopolamento.
Questa norma è stata richiamata in numerose interrogazioni e interpellanze che il Partito Democratico e l'intero centrosinistra hanno presentato all'Assessore della pubblica istruzione. Noi riteniamo infatti che questa sia la norma attraverso la quale si possono risolvere un po' di problemi della scuola sarda, in particolare nei piccoli comuni. Non solo, questa norma è stata richiamata anche nell'ordine del giorno unitario che è seguito alla discussione dell'ultima mozione sulla scuola, che ha visto concorde tutta l'Aula e anche la Giunta, nello specifico l'Assessore della pubblica istruzione, Milia. E' una norma che concretamente e in maniera organica può consentire di affrontare questi problemi specifici dell'istruzione nei piccoli comuni e penso debba richiamare l'Assessore, la Giunta e l'Aula a una riflessione posto che consentirebbe di evitare che appunto nei piccoli comuni l'anno prossimo, così com'è successo quest'anno, l'anno scolastico venga aperto in ritardo, con chiusura di scuole, soppressione di classi, convitti che non vengono attivati quando devono essere attivati.
La norma, quindi, consente alla Giunta regionale di contribuire in maniera intelligente a innalzare la qualità dell'istruzione e di garantire il diritto allo studio in questi paesi. Si darebbe così corso attraverso la legge finanziaria anche all'ordine del giorno unitario approvato, ripeto, a seguito della discussione dell'ultima mozione sulla scuola. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, do il mio sostegno convinto all'emendamento numero 427 e ringrazio il collega Manca per averlo presentato e per avermi consentito di firmarlo.
Questo emendamento consente di dare attuazione a una parte della legge numero 12 del 2005, che è comunemente nota come la legge sull'unione dei comuni e sulle comunità montane, invece è anche una legge che prevede interventi per la valorizzazione e il sostegno dei piccoli comuni. Possiamo dire che il Capo IV di questa legge è in gran parte attuato, quindi questo emendamento interviene per dare attuazione a una parte della norma dell'articolo 21 che riguarda gli istituti scolastici.
Io penso, Assessore, che si possa cogliere l'occasione per utilizzare queste risorse per realizzare progetti sperimentali, per mantenere in vita gli istituti scolastici nelle zone interne della Sardegna, nei piccoli comuni, così come definiti da questa norma, cioè i comuni al di sotto dei 3 mila abitanti. Più volte in Commissione, ma anche in quest'Aula, noi abbiamo espresso giudizi critici su alcune forme che vengono adottate per mantenere in vita gli istituti scolastici, come le pluriclassi, ma ci siamo dimostrati disponibili a valutare concretamente ipotesi sperimentali per mantenere in vita gli istituti scolastici nei piccoli comuni.
Dieci milioni di euro non sono una gran cifra. Possono consentire di dare il via a un progetto sperimentale, ma sono anche l'occasione per dire che alle leggi che approva questo Consiglio regionale si danno le gambe per camminare. Abbiamo istituito una Commissione d'inchiesta che sta affrontando proprio queste tematiche e sicuramente analizzerà anche la legge numero 12, nella parte che non è stata attuata, in particolar modo quella che riguarda i piccoli comuni, per cui incominciamo a dare in finanziaria dei segnali concreti. Più volte, anche la settimana scorsa, abbiamo avuto occasione di dire con quale spirito occorre affrontare le difficoltà insediative nelle zone interne della Sardegna, le problematiche che riguardano i piccoli comuni, che non sempre hanno le risorse che servono, non sempre hanno personale sufficiente per poter mantenere in piedi certi servizi. Stanno scomparendo servizi pubblici essenziali, vanno via le Poste, stanno chiudendo gli uffici periferici dello Stato, proviamo a mantenere l'ultimo baluardo dello Stato che è rimasto nei nostri territori, che è quello della scuola. Senza la scuola i territori dell'interno muoiono, le famiglie non hanno più motivi per insediarvisi, per farvi nascere i propri figli e sono costrette a spostarsi verso la costa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare il voto a favore dell'emendamento, chiedere la votazione nominale e sottolineare che 3 mila abitanti sono il limite di popolazione entro il quale stanno oltre i due terzi dei comuni sardi (più di 270 comuni) e che conseguentemente disposizioni di questa natura, e tutte quelle che vanno a sostenere la vita e anche la residenzialità in questi centri, servono per mantenere viva la regione, servono per evitare la polarizzazione e l'urbanizzazione confusa, servono per mantenere l'identità, servono per conservare un futuro a molte delle nostre municipalità, che poi sono anche molte comunità, molte culture, molte vocazioni che vale la pena di rispettare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Intervengo brevemente per dire che anch'io voterò a favore di questo emendamento di cui approvo lo spirito. Voglio anche segnalare, senza ripetere le considerazioni che hanno fatto i miei colleghi e che condivido, una forte preoccupazione che ci proviene dai territori, dove addirittura si stanno scatenando delle guerre fra paesi.
Io faccio gli auguri all'assessore Milia per il suo mandato. Credo che l'emendamento numero 427 abbia una funzione fondamentale e tocchi un tema strategico, che è quello dell'istruzione, ma noi abbiamo incominciato male in materia di istruzione, perché abbiamo fino adesso accettato passivamente - e spero non succeda più - ciò che è stato imposto dal ministro Gelmini. Voglio ricordare che ci fu un accordo in seguito al quale i fondi per la dispersione scolastica furono destinati ai precari; le necessarie risorse per quella finalità sarebbero dovute provenire dallo Stato e non si dovevano utilizzare fondi regionali. C'era stato un impegno in Aula, con l'approvazione unanime di un ordine del giorno che invitava la Giunta a rivedere quell'accordo, che però è rimasto tale e quale. Così come quell'accordo va rivisto, non si può accettare passivamente la ristrutturazione del sistema scolastico in Sardegna senza tener conto della situazione dei nostri territori. Quindi, Assessore, le chiedo di sostenere questo emendamento che va in quella direzione e tiene conto di una difficoltà oggettiva dei nostri territori e del nostro sistema scolastico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, vorrei motivare il mio voto a favore dell'emendamento. Siamo in presenza - lo ha già detto chi mi ha preceduto - di uno Stato che riduce la propria presenza nel territorio e lo fa in particolare attraverso i servizi essenziali. Attenzione, soprattutto nei piccoli centri, nelle zone più impervie di questa regione, in quelle più spopolate, lo Stato si identifica con le Poste, con la scuola, con gli uffici periferici della pubblica amministrazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue DIANA GIAMPAOLO.) Siamo in presenza di uno Stato che depaupera la rete scolastica e questo emendamento - mi rivolgo soprattutto all'Assessore competente - ridà dignità al ruolo di coordinamento della Regione nei confronti dei piccoli comuni che si associano per garantire un minimo livello nella pubblica istruzione e in particolare nella scuola dell'obbligo.
Noi vi stiamo chiedendo di svolgere un ruolo attivo. Di fronte a uno Stato che cancella la scuola nei piccoli centri, la Regione cosa fa? Sta a guardare oppure si rende conto che occorre fare qualcosa di fronte a un'azione come questa che derubrica, dequalifica la scuola? Badate, una delle ragioni della dispersione scolastica sta proprio nel costringere i ragazzi a spostarsi con lo scuolabus oppure nel costringere i genitori che non sono nelle condizioni, per ragioni di orario e per mille altre ragioni, di mandare i bambini a scuola con lo scuolabus ad accompagnarli nella scuola di un altro comune, che dista magari venti chilometri, per percorrere i quali possono occorrere anche minuti. Anche queste condizioni, ripeto, sono tra le ragioni della dispersione scolastica.
Siamo di fronte a un emendamento che rimette insieme, ripeto, i comuni e la Regione per garantire un minimo di istruzione nei piccoli centri, per evitare che continui uno spopolamento irreversibile. Vorrei che almeno su questo ci fosse un minimo di disponibilità a discutere e non si facesse parlare l'opposizione sino a che le è consentito per poi bocciare comunque l'emendamento. Badate, è un atteggiamento fastidioso che non vi fa onore e che certamente non consentirà di annoverarvi tra gli amministratori pubblici che hanno a cuore tutta la Sardegna e non soltanto una parte di essa.
E' questo il senso di questo emendamento e a me davvero dispiace assistere a questo dibattito, anche su questa materia, di fronte alla totale disattenzione della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signor Presidente, io non posso che ribadire alcuni passaggi dei colleghi. Sostengo fortemente l'emendamento dei colleghi Manca, Caria, Sabatini, Cucca, Cuccu, Moriconi e Solinas, perché è un emendamento strategico. Abbiamo discusso tanto in quest'Aula del diritto all'istruzione degli alunni della Sardegna, immaginiamo cosa vuol dire sopprimere delle classi in un piccolo centro. Lo dico perché la Sardegna, lo sappiamo e abbiamo cercato di farlo capire anche in altre sedi, non è la Lombardia, dove è facilissimo spostarsi. Non possiamo far finta di niente, come ha detto il collega Sabatini, e dare ragione al ministro Gelmini e ai suoi programmi. Noi interveniamo perché, al di là della presenza dello Stato, se in un paesino di montagna si elimina una classe - e torno all'argomento monotematico che utilizzo sempre e che riguarda i diritti delle persone - di cui fa parte un alunno con disabilità si toglie a quell'alunno, che non potrà percorrere quaranta chilometri al giorno per andare nella scuola del paese vicino, il diritto allo studio garantito dalla Costituzione. E togliere a un alunno la possibilità di frequentare la scuola significa attuare nei suoi confronti un processo di esclusione.
Per questo chiedo anch'io ai colleghi del centrodestra, come ha fatto chi mi ha preceduto, di farci capire se su questo argomento possono essere date risposte concrete, perché mi pare che da ultimo lo stesso Assessore si sia dichiarato disponibile a stanziare risorse per evitare il taglio delle classi in alcuni paesi. E allora io dico che questo è un emendamento che serve alla Sardegna e non si può far finta di niente semplicemente bocciandolo.
Credo che il diritto allo studio sia un diritto sacrosanto e sicuramente un diritto costituzionale. E' chiaro che potremmo dire: perché ce ne dobbiamo far carico noi se non abbiamo la competenza esclusiva in materia di istruzione? Il fatto è che il taglio delle classi nei piccoli comuni crea veramente non solo difficoltà legate alla presenza o meno delle istituzioni, ma anche discriminazioni nei confronti degli alunni che sono costretti a sobbarcarsi ore di viaggio per poter esercitare il loro diritto allo studio, diritto, ripeto, costituzionalmente garantito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, io ho un ricordo particolare della legge numero 12 del 2005, perché fu la sesta legge approvata dalla prima Commissione, di cui ero allora Presidente. Dopo l'approvazione di questa legge, evidentemente perché non ero stato adeguatamente produttivo, il presidente Spissu mi fece cacciare dalla prima Commissione.
E' una legge egregia, anche nell'articolo (rifinanziato) citato dai colleghi Manca e più, però nel frattempo sono accadute alcune cose. E infatti chiederei ai colleghi: ritirate l'emendamento e ne riparliamo nella discussione dell'articolo 3. In che forma? Vi dirò come e perché. Nel frattempo, dicevo, è successo che abbiamo approvato la legge numero 3 del 2009, attraverso la quale ci siamo presi il potere del dimensionamento. Il ministro Fitto eccepì la costituzionalità di quel comma e perse di fronte alla Corte costituzionale, che ha sancito che il dimensionamento è un nostro potere. L'assessore Milia ha emanato le direttive in questi giorni. La finanziaria, all'articolo 3, tra gli obiettivi dello stanziamento di 200 milioni di euro individua la riduzione della dispersione scolastica con il potenziamento degli interventi per la scuola e la formazione professionale. Se si vuole dire che una quota di questi soldi deve essere espressamente destinata a garantire la presenza della scuola nei piccoli centri, qui nessuno è contrario, ma c'è un percorso normativo. Pensate che cosa ha significato agganciare, dopo la legge numero 12, ciò che noi abbiamo conquistato, cioè la potestà sul dimensionamento e la distribuzione degli organici nelle scuole. Siccome ci ascoltiamo tutti, proviamo a non dividerci su questi argomenti, perché non c'è motivo di dividerci. Vogliamo precisare qualcosa sullo stanziamento previsto all'articolo 3? La preciseremo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi, anch'io esprimo il mio voto favorevole a questo emendamento e vorrei sottoscriverlo, non foss'altro perché già i miei colleghi hanno evidenziato la necessità di tutelare la presenza delle istituzioni nei comuni, e in quelli piccoli in modo particolare. Ho già avuto occasione di dire che ci può essere un modo moderno e tecnico per far ciò, che può essere l'avvio di una ristrutturazione del sistema scolastico sardo. Faccio un esempio per esplicitare meglio il mio pensiero e magari parlo della scuola media: in alcuni piccoli comuni possono esserci dieci alunni, tre in prima, tre in seconda e quattro in terza, che chiaramente non potrebbero frequentare la scuola del proprio paese, ma dovrebbero trasferirsi in un comune limitrofo e sostenere quindi i costi dello spostamento da un comune all'altro, come è stato detto dai miei colleghi. A questo punto si potrebbero utilizzare le risorse per istituire in quelle scuole un sistema di teleconferenza, e quindi di lezione a distanza. Cioè l'istituto che dovrebbe ospitare quegli alunni fa la lezione in diretta e nella sede dove loro si trovano viene mantenuto un tutor e un ausiliario. Con l'ausilio di due persone e con una minima spesa gli alunni possono tranquillamente seguire le lezioni stando nel proprio paese. E' una cosa semplicissima, volendo si potrebbe utilizzare gratis il programma Skype, se non si riuscisse a crearne uno proprio, e questo consentirebbe agli studenti di poter rimanere nel proprio comune, mantenendone le tradizioni e la cultura, e quindi accrescendo e tutelando quello che è lo spirito dell'identità regionale.
La somma indicata nell'emendamento basterebbe, e forse avanzerebbe qualcosa, per recuperare qualche posto di lavoro. Capisco che in una scuola media non ci possano essere nove insegnanti per soli tre alunni, ma la scuola che dovrebbe accogliere questi alunni potrebbe tranquillamente interagire con un moderno sistema informatico che costerebbe ben poco e consentirebbe loro, ripeto, di vivere nel proprio paese, potendo contare sulla presenza di un tutor e di un ausiliario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signor Presidente, l'onorevole Maninchedda ha ragione, noi abbiamo rifinanziato, con la finanziaria 2011, i commi 3 e 4 dell'articolo 9 della finanziaria 2009, però è anche vero che nel frattempo ciò che la Giunta regionale ha messo in campo è il famoso accordo Baire-Gelmini, in seguito al quale 20 milioni di euro di risorse regionali sono stati spesi per attività solo ed esclusivamente di competenza dello Stato.
E' vero, la Giunta regionale la settimana scorsa ha approvato le linee guida. Anche se adottato in ritardo, sicuramente è un atto importante della programmazione scolastica in Sardegna, però anche gli atti che il Consiglio regionale ha approvato in queste ultime sedute non lascino ben sperare, nel senso che tutto ha fatto questo Consiglio tranne che pensare a contrastare lo spopolamento delle zone interne, a causa del quale la scomparsa di molti comuni in Sardegna è un rischio reale.
Le misure che sono state approvate, dicevo, riguardano solo ed esclusivamente i comuni sopra i 5 mila abitanti o che comunque hanno la priorità sugli altri comuni. Facendo un veloce calcolo relativamente al fondo per le opere pubbliche, mi risulta che un comune di 500 abitanti molto probabilmente riuscirà a incassare al massimo un contributo regionale di 4 mila o 4 mila e 500 euro.
Credo sia importante confermare il voto favorevole a questo emendamento e chiedo alla Giunta, se possibile, e ai colleghi della maggioranza di fare altrettanto, perché ridà dignità a quello che è il vivere nei piccoli comuni della Sardegna. Oppure, una volta per tutte, abbiate il coraggio di dire che i piccoli comuni devono chiudere, devono tornare a essere frazioni del comune più grande che dista quindici o venti chilometri. E dobbiamo anche dire ai giovani della Sardegna che se vogliono frequentare una scuola adeguata, al pari dei loro coetanei che abitano nei comuni più grossi, devono iniziare a viaggiare all'età di tre anni, perché noi non siamo in condizioni di garantire l'istruzione a tutti i cittadini!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signor Presidente, io capisco l'insofferenza dell'onorevole Giacomo Sanna, però credo che dobbiamo continuare a lavorare, così come stiamo facendo, sul merito degli argomenti. Siamo disponibili a rimandare all'articolo 3 questo emendamento, così come proponeva il Presidente della Commissione. Posso continuare?
(Interruzione del consigliere Giacomo Sanna)
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lasci parlare l'onorevole Bruno.
Prego, onorevole Bruno.
BRUNO (P.D.). Avrei voluto comunque conoscere il parere della Giunta su questo emendamento, le motivazioni di un eventuale voto contrario da parte dell'assessore e consigliere Milia. Credo che il fatto che il presidente Cappellacci sia all'ultimo posto tra i Presidenti di Regione, come dice oggi Il Sole 24 Ore, sia dovuto anche a questa mancanza di sensibilità che accompagna il Presidente e anche la maggioranza, a questa forma di centralismo regionale, di sussidiarietà alla rovescia che accompagna il vostro modo di rapportarvi con gli enti locali, che in questo caso riguarda la scuola, i piccoli centri, la possibilità dei comuni di organizzarsi, ma riguarda anche il commissariamento dei consorzi industriali e, come ha detto il Presidente dell'ANCI a nome dei comuni sardi, di destra e di sinistra, il vostro atteggiamento di vero centralismo, che non tiene conto dell'articolazione locale.
Allora, è vero che andiamo verso il dimensionamento della scuola sarda, ma ci andiamo senza esigere dallo Stato il potenziamento, per esempio, dell'istruzione pubblica locale. E allora noi interverremo al riguardo e una delle mozioni che annuncio fin d'ora e che presenteremo subito dopo l'approvazione della finanziaria riguarderà proprio la scuola. Noi vogliamo confrontarci nel merito, non abbiamo fretta; vogliamo confrontarci nel merito e lo faremo chiedendovi risposte punto per punto.
Chiedo il parere dell'Aula sullo spostamento dell'emendamento all'articolo 3, altrimenti si vota.
PRESIDENTE. C'è la richiesta di spostare l'emendamento numero 427 all'articolo 3. Ci sono opposizioni? Rammento che anche in caso di spostamento dell'emendamento ad altro articolo chi è già intervenuto per dichiarazione di voto non potrà intervenire ulteriormente. Siccome qualcuno ha detto che si è discusso di questo argomento per un'ora mezzo, non è comunque tempo perso perché lo si recupererebbe successivamente. Tuttavia, poiché ci sono opposizioni, proseguiamo con le dichiarazioni di voto.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Auspicando un ripensamento, intervengo brevemente per confermare, se si dovesse votare, il mio voto favorevole e chiedere ai presentatori di poter aggiungere la mia firma sull'emendamento.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 427.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Meloni Francesco ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 57
votanti 57
maggioranza 29
favorevoli 24
contrari 33
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 430 è stato ritirato.
I lavori della mattinata si concludono qui. Questo pomeriggio riprenderemo dall'emendamento numero 462. Il Consiglio è riconvocato per le ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 14 e 27.