Seduta n.50 del 05/11/2014 

L SEDUTA

(POMERIDIANA)

Mercoledì 5 novembre 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

indi

del Vicepresidente Eugenio LAI

indi

del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 42.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 29 ottobre 2014 (47), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino, Marcello Orrù e Ignazio Giovanni Tatti hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 5 novembre 2014.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato della proposta di legge Cocco Pietro - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Usula - Ruggeri - Cozzolino - Forma - Pinna Rossella - Perra - Pizzuto: "Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale". (71/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato della proposta di legge numero 71/A "Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale". È in discussione l'articolo 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino. Ne ha facoltà.

COZZOLINO LORENZO (PD). Presidente, dovremmo ancora votare l'articolo 4, o mi sbaglio?

PRESIDENTE. È ancora sospeso l'esame dell'emendamento numero 248 all'articolo 4, per cui proseguiamo con l'esame dell'articolo 5. All'articolo 5 sono stati presentati degli emendamenti .

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:

Art. 5

Case della salute

1. La Regione, con l'obiettivo di qualificare l'assistenza territoriale al servizio della persona, di integrare i processi di cura e di garantire la continuità assistenziale, individua nella Casa della salute la struttura che raccoglie in un unico spazio l'offerta extraospedaliera del servizio sanitario, integrata con il servizio sociale, in grado di rispondere alla domanda di assistenza di persone e famiglie con bisogni complessi.

2. Le Case della salute operano per conseguire i seguenti obiettivi:

a) appropriatezza delle prestazioni attraverso percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, presa in carico globale e orientamento di pazienti e famiglie;

b) riconoscibilità e accessibilità dei servizi;

c) unitarietà e integrazione dei servizi sanitari e sociali;

d) semplificazione nell'accesso ai servizi integrati.

3. Le Case della salute operano secondo i seguenti criteri assicurando le seguenti funzioni:

a) garantiscono adeguata continuità assistenziale, secondo le esigenze della rete territoriale di riferimento, di norma per sette giorni alla settimana e sulle ventiquattro ore;

b) assicurano l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) distrettuali e di quelli riferiti all'area dell'integrazione socio-sanitaria, con riguardo alle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione;

c) promuovono il lavoro di equipe tra le varie figure professionali: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale e dell'emergenza territoriale, specialisti ambulatoriali, personale sanitario, socio-sanitario e tecnico-amministrativo, operatori sociali;

d) sviluppano percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali comuni e condivisi con tutti i professionisti dell'equipe territoriale che partecipano al processo di cura ed assistenza, utilizzando linee guida e protocolli adeguati;

e) sviluppano l'informatizzazione del sistema per consentire l'interrelazione fra i professionisti, e tra questi e i nodi della rete integrata dei servizi socio-sanitari del distretto e dei servizi sanitari ospedalieri, così da favorire il massimo livello di integrazione e condivisione delle informazioni;

f) garantiscono la funzione di sportello unico di accesso e orientamento all'insieme delle prestazioni ad integrazione socio-sanitaria (PUA), con possibilità di accedere alla prenotazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali e di ricovero (CUP);

g) prevedono, in rapporto all'ambito territoriale di riferimento, la presenza di adeguati servizi diagnostici e clinici;

h) prevedono la presenza di ambulatorio infermieristico e ambulatorio per piccole urgenze che non richiedano l'accesso al pronto soccorso ospedaliero;

i) assicurano, secondo le specifiche previsioni della rete regionale dell'emergenza-urgenza, la presenza di un servizio di ambulanze per il pronto intervento sul territorio (punto di soccorso mobile 118), nonché di spazi adeguati per le attività delle associazioni di volontariato, di rappresentanza dei malati, di promozione sociale.

4. L'organizzazione dei servizi secondo i criteri indicati nel comma 3 avviene attraverso il coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali e con la partecipazione degli enti locali e delle loro rappresentanze istituzionali.

5. Le Case della salute sono individuate con deliberazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, garantendo una localizzazione equilibrata delle strutture in tutto il territorio regionale che tenga conto di quelle già esistenti o previste nei piani sperimentali approvati nel corso degli ultimi anni.

EMENDAMENTO soppressivo totale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

L'articolo 5 è soppresso. (64)

EMENDAMENTO soppressivo totale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

L'articolo 5 è soppresso. (168)

EMENDAMENTO soppressivo totale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

L'articolo 5 è soppresso. (275)

EMENDAMENTO soppressivo totale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

L'articolo 5 è soppresso. (337)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

All'articolo 5 il titolo "Case della salute" è soppresso. (262)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 1 dell'articolo 5 è soppresso. (68)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, il comma 1 è soppresso. (169)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

Il comma 1 dell'articolo 5 è soppresso. (236)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

Il comma 1 dell'articolo 5 è soppresso. (338)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso. (69)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, il comma 2 è soppresso. (170)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

Il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso. (232)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

Il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso. (339)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera a) Comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (70)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 2, la lett. a) è soppressa. (171)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera a) del comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (231)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera a) del comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (340)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera b) comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (71)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 2, la lett. b) è soppressa. (172)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera b) del comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (230)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera b) del comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (341)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera c) comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (72)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

La lettera c) comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (173)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera c) del comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (229)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera c) del comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (342)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera d) comma 2 dell'articolo 5 è soppressa. (73)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 2, la lett. d) è soppressa. (174)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera d) del comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (228)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera d) del comma 2 dell'Articolo 5 è soppressa. (343)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 3 dell'articolo 5 è soppresso. (74)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, il comma 3 è soppresso. (175)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

Il comma 3 dell'articolo 5 è soppresso. (233)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

Il comma 3 dell'articolo 5 è soppresso. (344)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera a) Comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (75)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. a) è soppressa. (176)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera A del comma 3 dell'articolo 5 è soppressa. (227)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera A del comma 3 dell'articolo 5 è soppressa. (345)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera b) Comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (76)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. b) è soppressa. (177)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera b) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (226)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera b) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (346)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera c) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (77)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. c) è soppressa. (178)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera c) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (225)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera c) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (347)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera d) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (78)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. d) è soppressa. (179)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera d) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (224)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera d) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (348)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

...

La lettera e) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (79)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. e) è soppressa. (180)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera e) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (223)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera f) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (80)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. f) è soppressa. (181)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera f) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (222)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera f) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (349)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera g) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (81)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. g) è soppressa. (184)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera g) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (221)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

La lettera g) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (350)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera h) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (82)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. h) è soppressa. (182)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera h) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (220)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

La lettera i) comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (83)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, la lett. i) è soppressa. (183)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

La lettera i) del comma 3 dell'Articolo 5 è soppressa. (219)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 4 dell'articolo 5 è soppresso. (84)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, il comma 4 è soppresso. (185)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

Il comma 4 dell'articolo 5 è soppresso. (234)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

Il comma 4 dell'articolo 5 è soppresso. (351)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 5 dell'articolo 5 è soppresso. (85)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5 il comma 5 è soppresso. (186)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 5

Il comma 5 dell'articolo 5 è soppresso. (235)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 5

Il comma 5 dell'articolo 5 è soppresso. (352)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale LOCCI - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 1 è così sostituito:

1. La istituzione delle case della salute ha come principale obiettivo quello di favorire, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, la unitarietà e l'integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie, principi fondamentali, affermati esplicitamente dalla legge n. 229/'99 e dalla legge n. 328/2000. La realizzazione della casa della salute è ovviamente possibile laddove le condizioni geografiche di non eccessiva dispersione territoriale consentano l'aggregazione dei servizi e non comportino una difficoltà di accesso per i cittadini. Per tale motivi la casa della salute deve intendersi come un presidio delle aree sub distrettuali corrispondenti all'incirca ad un bacino di 5-10.000 persone. (65)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale LOCCI - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 2 è così sostituito:

La casa della salute è una sede fisica e insieme un centro attivo e dinamico della comunità locale per la salute e il ben-essere che raccoglie la domanda dei cittadini e organizza la risposta nelle forme e nei luoghi più appropriati, nell'unità di spazio e di tempo. La Casa della salute deve:

a) garantire la continuità assistenziale e terapeutica per 24 ore e sette giorni su sette;

b) assicurare un punto unico di accesso dei cittadini alla rete dei servizi e la presa in carico della domanda;

c) operare per programmi condivisi, sulla base del Programma delle Attività Territoriali del distretto (PAT), dei Piano sociale di Zona (PSZ) e del Piano integrato di salute (PIS) laddove adottato;

d) promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, soprattutto delle loro Associazioni, assicurando forme di gestione sociale (programmazione dei servizi e valutazione dei risultati) nei vari presidi e servizi;

e) ricomporre le separazioni storiche esistenti tra le professioni sanitarie, realizzare concretamente Fattività interdisciplinare tra medici, specialisti, infermieri, terapisti e di integrare operativamente le prestazioni sanitarie con quelle sociali;

f) organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino nelle sedi più idonee, privilegiando il domicilio e il contesto sociale delle persone;

g) sviluppare programmi di prevenzione per tutto Parco della vita, basati su conoscenze epidemiologiche e sulla partecipazione informata dei cittadini;

h) sviluppare, tramite il distretto, rapporti di collaborazione con l'ospedale di riferimento sia per l'interdipendenza tra cure primarie, cure specialistiche e diagnostica strumentale che per la definizioni di protocolli per accessi e dimissioni programmate;

i) favorire il controllo collegiale delle attività, e la valutazione degli outcomes interno ed esterno ai servizi;

l) curare la comunicazione sanitaria a livello micro della relazione terapeutica medico/operatore/paziente, a livello meso della comunicazione tra le strutture e a livello macro nei confronti della cittadinanza e della pubblica opinione;

m) offrire occasioni di formazione permanente degli operatori, con particolare riguardo al lavoro di gruppo. (66)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Oscar CHERCHI - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Articolo 5 comma 3 lettera c)

E' sostituita la parte del testo: "medici di medicina generale" con "medici specializzati in medicina interna". (86)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, lett. h) le parole "per piccole urgenze che non richiedano l'accesso al pronto soccorso ospedaliero" sono sostituite dalle seguenti "per prestazioni classificabili come codici bianchi dei sistemi di triage dei pronto soccorso ospedalieri;"(107)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - ANEDDA - ARBAU - COCCO Daniele - USULA - RUGGERI - COZZOLINO - FORMA - PINNA Rossella - PERRA - PIZZUTO - DESINI - CHERCHI Augusto.

Articolo 5

Il comma 5 dell'art. 5 del PL 71/2014 è sostituito dal seguente:

"5. La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, disciplina funzioni e organizzazione delle Case della salute, prevedendo livelli e tipologie differenziati per la modulazione delle attività di cui al precedente comma 3, in base alle caratteristiche territoriali e alla programmazione delle reti assistenziali, garantendo una localizzazione equilibrata delle strutture in tutto il territorio regionale che tenga conto di quelle già esistenti o previste nei piani sperimentali approvati, nonché delle aggregazioni funzionali territoriali e delle unità complesse di cure primarie di cui alla normativa vigente."

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (369)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale LOCCI - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Il comma 5 è così sostituito:

5. Le Case della salute sono individuate con deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere vincolante della commissione consiliare competente, garantendo una localizzazione omogenea delle strutture in tutto il territorio regionale che tenga conto di quelle già previste nei piani sperimentali della regione. (67)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente

"1bis. Dopo un periodo di funzionamento di almeno un biennio ai compiti delle Case della Salute sono gradualmente aggiunti anche quelli dell'area socio assistenziale. A tal fine l'Assessore della Sanità presenta ogni sei mesi alla competente commissione consiliare una dettagliata relazione sull'andamento dell'attività delle diverse strutture, secondo indici predefiniti (187)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 2, lett. a) dopo le parole "attraverso percorsi" sono aggiunte le seguenti ",predefiniti a livello regionale". (188)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, lett. e) dopo le parole "delle informazioni" sono aggiunte le seguenti

"; a tal fine la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità, destina ogni anno una quota di finanziamento, adeguata alle necessità, prevedendone l'utilizzo esclusivo per i servizi informatici delle Case della Salute." (189)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, comma 3, lett. g) dopo le parole "diagnostici e clinici" sono aggiunte le seguenti ", tra cui il punto di prelievo per le prestazioni di laboratorio". (190)

EMENDAMENTO aggiuntivo PITTALIS - Alessandra ZEDDA - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - TEDDE - LACCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Al comma 5 è aggiunto "nel rispetto delle procedure di accreditamento tuttora in corso presso l'A.R.I.S. con riferimento al numero di posti letto, ai volumi ed alle tipologie di prestazioni attribuiti alle Strutture accreditate, già presenti nel territorio sardo". (87)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

"5bis. Con specifico provvedimento la Giunta regionale, sentito il parere della competente commissione consiliare in materia di sanità, individua gli standard di personale dei ruoli sanitario, tecnico ed amministrativo necessari per il funzionamento delle Case della Salute, disponendo, in via prioritaria, il ricorso al personale in servizio presso la ASL nel cui territorio esse insistono.' Al fine di garantire il funzionamento per sette giorni alla settimana e sulle ventiquattro ore, così come previsto dall'articolo 5 comma 3, la Giunta regionale individua altresì i mezzi finanziari occorrenti per il funzionamento delle Case della Salute in tema di personale, attrezzature, arredi, mezzi e quanto necessario per l'ottimale funzionamento delle strutture." (192)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 5

All'articolo 5, dopo il comma 5, è aggiunto il seguente

"5bis. Con specifico provvedimento la Giunta regionale, sentito il parere della competente commissione consiliare in materia di sanità, disciplina le modalità di funzionamento delle Case della Salute, fissando le relative direttive per le conseguenti integrazioni negli atti aziendali." (191)

EMENDAMENTO aggiuntivo PITTALIS - Alessandra ZEDDA - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 5

Dopo l'articolo 5 aggiungere il seguente articolo 5 bis:

Con la presente legge è definito l'assetto delle aziende sanitarie della Sardegna.

Le aziende sanitarie della Sardegna sono definite sulla base del riordino del sistema delle autonomie locali.

La definizione deve prevedere tre poli di eccellenza istituiti nel Nord, Centro e Sud Sardegna, prevedendo il potenziamento delle attuali aziende senza costi aggiuntivi, ma con l'utilizzo di strutture e personale del servizio sanitario regionale. (379).)

PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 379 è spostato all'articolo 6.

È iscritto a parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino. Ne ha facoltà.

COZZOLINO LORENZO (PD). Presidente, intervengo perché stamattina qualche collega ha parlato di poca chiarezza sul problema delle periferie, ha parlato di distretti e l'articolo 5 invece, finalmente, configura la nascita delle Case della salute che non sono quelle, lo ripeto, tuttora in essere che hanno causato solo spese alla sanità, non certo risparmio. Queste che prevediamo nella proposta di legge sono forme organizzative della medicina convenzionata, cioè integrata con personale dipendente del Sistema sanitario nazionale e dei servizi sociali.

Queste Case della salute servono per erogare cure primarie e sostituiscono le tipologie di aggregazione e di associazionismo della medicina generale che non hanno mai funzionato, in pratica rappresentano l'insieme dei professionisti che hanno in carico il cittadino che esercita la scelta nei confronti del singolo medico. Questo è importante perché queste strutture offrono intanto continuità assistenziale, ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette, questo è fondamentale, oltre a una serie di servizi, l'ho detto anche l'altra volta, prima fra tutti la possibilità delle prenotazioni attraverso il CUP.

Queste Case della salute, lo ribadisco, sono una parte fondamentale ed essenziale del distretto, l'unico aspetto che vorrei sottolineare è che nel Patto della salute queste Case che si chiamano "aggregazioni funzionali territoriali" sono costruite per dare un servizio a una popolazione intorno ai 30 mila abitanti; pertanto in alcune ASL saranno singole, come Case della salute, in altre invece raddoppieranno e triplicheranno in funzione del numero degli abitanti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, sarei voluta intervenire stamattina, con una semplice dichiarazione di voto, per sottoporvi una importante riflessione. Noi che abbiamo ascoltato, tutti, credo, l'intervento dell'onorevole Pittalis che veramente ha chiarito come stiamo lavorando e, soprattutto, il rispetto che si deve portare a questa riforma, che ancora non è una riforma ma comporta comunque cambiamenti rilevanti. Presidente, io voglio sottolineare che, ancora una volta, in Aula, con un emendamento si sta scrivendo un altro testo di legge. Tra l'altro, le Case della salute, che erano uno degli elementi caratterizzanti di questa pre-riforma, piccola riforma, grande riforma, indirizzi, linee, come la vogliamo chiamare, sono ridotte a una semplice enunciazione di principio.

Presidente, allora io dico anche che ho difficoltà veramente a continuare a lavorare su questa proposta di legge; pertanto, visto che abbiamo anche una serie di emendamenti ancora da valutare, io chiedo, e questa è la riflessione che dobbiamo fare, se non ci siano le condizioni per tornare almeno una giornata in Commissione per poter rivedere ciò che abbiamo approvato fino ad adesso. Perché mi sembrano argomenti a tratti anche in contraddizione tra di loro. Sinceramente, viene svilito, in maniera quasi totale, il ruolo del Consiglio in termini di principio, ma, passi questo, almeno che sia esitata una proposta articolata, rispondente a quello che stiamo per fare. A ogni piè sospinto stiamo sostituendo pezzi!

Noi capiamo che questa è nata come una proposta della maggioranza, poi bacchettati, richiamati all'ordine sono intervenuti i correttivi dalla Giunta, però non possiamo svilire veramente il nostro ruolo proponendo pezzi di legge che non sono per niente legati tra loro. O comunque io non ne vedo la necessità a questo punto. Perché anche quello che facciamo dopo con un emendamento, che sostituisce di fatto tutto il corpo delle Case della salute, mi sembra riduttivo, completamente riduttivo.

Onorevole Cozzolino, se lei legge l'emendamento numero 369 vedrà che è composto da due periodi che sostituiscono l'ex articolo 5 che era ben articolato e spiegava esattamente che cosa sono le Case della salute. Un'ultima osservazione, questa proposta di legge introduce delle nuove figure, dei nuovi enti, anche una nuova ASL addirittura, e non dice che cosa si deve fare dell'esistente. Io continuo a chiedermi cosa vogliamo fare delle guardie mediche, dei poliambulatori, di qualche presidio ospedaliero. Vorrei veramente capirlo. Ecco perché chiedo, Presidente, che si possa quanto meno, almeno fino al lavoro fatto oggi, capire cosa stiamo approvando, perché in queste condizioni io ho grandi difficoltà, ma credo tutto il mio Gruppo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'articolo 5, come osservava poc'anzi anche l'onorevole Zedda, è un altro tassello di un puzzle, però questo non è un puzzle che si ricompone in un'immagine unitaria, è un pezzo, una tessera di un mosaico che, forse, si dovrà comporre tra qualche mese. Nel merito della questione, il discorso delle Case della salute è pieno di buone intenzioni (io peraltro condivido quello che ormai diversi colleghi hanno ripetuto negli interventi, e cioè che è veramente imbarazzante discutere un provvedimento così disorganico), ma fino ad adesso non ha raggiunto gli obiettivi che si prefiggeva.

Ora, la Giunta interviene con questo articolo che probabilmente mira a raddrizzare la situazione; il problema vero è che le Case della salute non hanno ottenuto i risultati per i quali erano state istituite, però abbiamo elementi per supportare i ragionamenti che stiamo facendo pro o contro? O, perlomeno, per costruire una valutazione critica sull'esperienza di questi anni e vedere esattamente su quali aspetti dobbiamo intervenire? Probabilmente no.

Per esempio, abbiamo dati sui numeri dei pronto soccorso, che è uno degli obiettivi che le Case della salute dovevano avere? C'è stata una riduzione degli accessi e dei codici bianchi, in particolare, ai pronto soccorso nella zona dove sono state istituite le Case della salute? L'Assessore mi risponde con la testa, e lo ringrazio, di no. Su questo però bisogna che ci ragioniamo. Allora, queste Case della salute sono utili? Probabilmente sì a condizione però che si intervenga con cognizione di causa. A me pare che il testo che stiamo discutendo non contenga questo tipo di ragionamento e questo tipo di valutazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI

(Segue COSSA MICHELE.) Un esempio, al comma 3 lettera e), si dice che le Case della salute: "sviluppano l'informatizzazione del sistema per consentire l'interrelazione tra i professionisti, e tra questi e i nodi della rete integrata dei servizi socio-sanitari del distretto e dei servizi sanitari ospedalieri, così da favorire il massimo livello di integrazione e condivisione delle informazioni". Cerco di comunicare quello che io capisco: ogni Casa della salute deve sviluppare un proprio sistema informatico, una propria rete informatica che si collega al resto del Sistema sanitario regionale, presumo al sistema SISAR.

Se è così, io mi chiedo se abbiamo una vaga idea dei problemi che questo comporta. Probabilmente questo aspetto è stato sottovalutato, ma io credo che debba essere il sistema SISAR, con la sua complessità, a doversi occupare dell'informatizzazione delle Case della salute e di tutte le strutture della rete informativa del Sistema sanitario regionale. Ed è così per una serie di aspetti che, secondo noi, sono trattati in questo articolo in maniera approssimativa; ulteriore indicatore di come stiamo dedicando molto tempo, stavo per dire sprecando molto tempo, su un provvedimento di legge che sicuramente dovremo rivedere, che ha sottratto alla Commissione e sta sottraendo al Consiglio molto tempo per una cosa di utilità, perdonatemi colleghi, relativa. Che rischia di fare danni perché, ripeto, rischia di introdurre istituti, di introdurre elementi che concorreranno a creare non un sistema armonico, ma un sistema ancora più disarmonico di quanto già non sia. E, nella migliore delle ipotesi, ci ritroveremo in questa sede, tra qualche mese, a cercare di riparare qualche aspetto più o meno marginale, ma soprattutto non avremo fatto ciò che i sardi si aspettano: la riforma del Servizio sanitario regionale che è l'unica cosa veramente necessaria.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, al di là dell'accalorato intervento del collega Cozzolino, che francamente non capisco perché insista a volerci spiegare cose che anche noi, più o meno, proviamo a leggere e sulle quali, pur non essendo medici, cerchiamo di dare un contributo per una migliore organizzazione, la questione delle Case della salute ci pare ormai un processo irreversibile rispetto all'integrazione dei servizi del territorio. Quindi, avremo semmai il compito e l'onere di scrivere bene una norma, di scriverla in maniera semplice per tentare di rendere comprensibili a tutti le funzioni attribuite alle Case della salute e gli obiettivi che ci si pone: favorire la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l'unitarietà e l'integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie.

Secondo noi, ovviamente, questo è il principio cardine che ci deve guidare. All'interno del testo, però, abbiamo trovato una serie di indicazioni ed enunciazioni francamente molto difficili da leggere e, infine, abbiamo, come dire, le antenne alzate rispetto all'emendamento della maggioranza, citato dalla collega Zedda, sul fatto che rischiamo di non avere ben chiare le dimensioni di riferimento delle Case della salute. Noi pensiamo che ci sia una grande differenza tra i territori della Sardegna, per cui ritengo la considerazione dell'onorevole Cozzolino sull'ipotesi dei 30 mila abitanti francamente frutto di una visione "cagliaricentrica" e comunque riferita particolarmente all'hinterland cagliaritano, alla densità di abitanti del capoluogo di Regione, mentre invece sono diverse le situazioni nella periferia.

Io potrei temere un bacino di 30 mila abitanti nella zona per esempio dell'alto Iglesiente-Buggerru, Fluminimaggiore, eccetera che sono certamente territori di frontiera per cui se prevediamo bacini di utenza di questa dimensione per le Case della salute rischiamo di non dare un servizio prontamente accessibile. Inoltre mi pongo il problema di come, con dimensioni tali, inserire i medici di medicina generale, i medici di base, che sono il primo punto dell'accoglienza sanitaria nei nostri piccoli comuni e che sono sempre a disposizione, in particolare delle nostre vecchine e dei nostri vecchini. Dobbiamo fare attenzione a questo aspetto, quindi non perdiamo di vista anche le dimensioni territoriali più piccole, perché se da una parte non possiamo sottrarci a questa modifica, dobbiamo fare attenzione quando diciamo in questa norma, con un emendamento, che demandiamo alla Giunta l'organizzazione definitiva e anche la definizione dell'omogeneità territoriale; su questo io vorrei che fosse invece chiaro da subito che c'è un'attenzione da parte di questo Consiglio regionale ai territori più distanti, di frontiera, che necessitano di questa presenza ma, probabilmente, identificando una dimensione abitativa di riferimento inferiore alle 30 mila unità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI).Presidente, nel continuare a leggere questa proposta di legge, così come è successo stamattina, qualche dubbio continua a imperversare. Onestamente suscita grande perplessità la definizione delle forme organizzative per le cure primarie che si concretizzano all'interno di una Casa o, meglio, di tante Case della salute; ma la grande perplessità è data per come è stata impostata e gestita la norma stessa sull'insieme dei professionisti che dovrebbero operare 24 ore su 24 per dare risposte a chi ha necessità di un intervento sanitario extra ospedaliero.

Ora, da questo punto di vista, come è stato già sottolineato negli interventi che mi hanno preceduto, lascia un dubbio immenso nel momento in cui tra l'altro al comma 5 dello stesso articolo 5 si modifica e si stravolge la ratio della norma esitata dalla Commissione e pervenuta in Aula. A questo punto anch'io dico, altri colleghi l'hanno già detto, che sarebbe necessario fermarsi un attimo e ragionare meglio su quello che si sta costruendo, per evitare che fra qualche anno qualcuno possa criticare le norme varate da questo Consiglio regionale perché non chiare o perché in quel momento non idonee o perlomeno utili alla soluzione del problema.

Insisto sulla necessità di avere una simulazione e di conoscere meglio la simulazione del risultato della riforma stessa da parte di chi ha voluto questa legge, cosa che ancora non abbiamo e continuiamo onestamente a non capire. Oltretutto, se non ricordo male, al comma 3, lettera c) dell'articolo 5, si individuano come figure professionali i medici di medicina generale, cioè i medici di base, che già sono impegnati 24 ore su 24 nei confronti dei loro pazienti; quindi ci interroghiamo perplessi sul perché chi quotidianamente è in prima linea sia inserito all'interno della Casa della salute quando, a mio avviso, avremmo dovuto individuare invece i medici specializzati in medicina interna che, avendo una specializzazione più adatta, potrebbero dare una risposta più utile all'interno dalle Case stesse.

Quindi vorrei anche capire nel contesto del ragionamento finale qual è la reale funzionalità delle Case della salute; probabilmente cancelliamo le guardie mediche, questo è il concetto generale, le sistemiamo all'interno di una struttura che, oltretutto, dovrebbe in qualche modo lavorare per conto delle Aziende sanitarie territoriali, quindi ogni Azienda sanitaria dovrebbe avere una Casa della salute per il territorio sotto la propria giurisdizione; questo alla fine non si riesce a capire, perché si parla di 30 mila abitanti bisogna però poi capire che territorio reale possa abbracciare la Casa, perché sennò diventa veramente impossibile capire di che cosa stiamo parlando.

Per questa ragione ritengo che non debba proseguire la discussione sull'articolo, anzi, ritengo che la stessa proposta di legge dovrebbe tornare in Commissione per una chiarificazione, in senso generale, dell'obiettivo vero che oggi si vuole raggiungere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC).Presidente, tanti anni fa si parlava di un famoso prestigiatore, si chiamava Pickman, che riusciva con facilità a trasformare le cose, in quest'Aula accade lo stesso: si parte, si torna indietro, si modificano le cose, con un solo emendamento si stravolge tutto, e quindi i tre mesi che si sono persi sono serviti a ben poco. Io voglio ricordare che il Ministero ha assegnato 30 milioni alla Regione sarda per le Case della salute; l'assessore Liori aveva predisposto un programma nel quale (lo dico per amore della verità) aveva inserito anche due RSA; a oggi comunque sono state istituite una serie di Case della salute.

Siccome Cozzolino ha detto che quelle sono un'altra cosa, quelle per la maggior parte non sono niente, perché ci vogliono i tempi tecnici, eccetera, e la maggior parte non sono decollate e qualcuna è inserita dentro un ambulatorio. Se voi andate a Giba la Casa della salute è un ambulatorio, lo stesso se andate in un'altra realtà territoriale. Voi intendete svolgere un ruolo molto importante però anche qui va detto subito che voi dite: ci vogliono i medici. Voi sapete benissimo che i medici di famiglia se non c'è biada non si muovono. Sono una corporazione, la più potente che esista nell'ambito della medicina, ed è evidente che per svolgere determinate attività hanno bisogno che ci sia un supporto, un po' di benzina.

Allora nel momento stesso in cui si vogliono fare tutte queste cose, le avete fatte bene, ci sono medici di medicina generale, figure professionali quali i pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali, socio-sanitari, amministrativi, e operatori sociali. Voi capite bene che in una situazione di crisi come quella che attraversa la sanità ci vogliono risorse; per quanto riguarda il CUP siamo d'accordo perché elimina un problema e cerca di risolverlo, però è presente nel testo di legge questo ambulatorio che dovrebbe avere delle caratteristiche particolari perché è previsto l'ambulatorio infermieristico, ambulatorio per piccole urgenze che non richiedono ovviamente il ricovero ospedaliero. Su questi aspetti siamo d'accordo, non siamo d'accordo sua quanto previsto alla lettera I del comma 3, dove prevedete "…la presenza di un servizio di ambulanze per il pronto intervento sul territorio (punto di soccorso mobile 118), nonché di spazi adeguati per le attività di associazione di volontariato, di rappresentanza dei malati, di promozione sociale". Cioè dovete fare minimo un grattacielo per mettere dentro tutta questa roba oppure correggerete il comma 5 (e poi lo correggerete ma è la stessa cosa) nel quale si parla di strutture già esistenti (quindi le vecchie strutture) o previste nei piani sperimentali approvati nel corso degli ultimi anni; vecchie strutture che bisognerà probabilmente eliminare. Pertanto, per quanto previsto alla lettera I del comma 3, siccome soldi non ne avete, perché non ce ne sono, come intendete farle? Se gli date le caratteristiche indicate si dovranno realizzare delle opere di grandi dimensioni, queste sono opere di grandi dimensioni non di piccole dimensioni, a parte il fatto che occorrerà l'assenso da parte delle categorie che non sarà così facile ottenere.

È la quinta volta che ve lo dico, però non vedo conseguenze, avremo allora altre forme di protesta, ricorsi da fare, eccetera; ma, scusate, se bisogna costruire queste nuove Case o riconvertire, come voi volete, quelle già esistenti con uno sperpero di denaro pubblico, perché quelle saranno eliminate per realizzarne altre di grosse dimensioni (secondo me alla fine presenteranno qualche emendamento e parleranno di 300-400 mila persone), se dobbiamo dotarle di macchinari, di attrezzature eccetera vogliamo prevedere finalmente una dotazione finanziaria oppure pensate che con nulla riuscite come Pickman a inventare una struttura faraonica? Questo non è assolutamente possibile, questa è aria fritta!

Allora, Assessore, lei ha capito già dall'inizio che ha detto anche che avrebbe messo una posta finanziaria, non c'è una posta finanziaria all'articolo 1, non c'è una posta finanziaria all'articolo 2, non c'è una posta finanziaria all'articolo 3, avete fatto quella boiata dei 600 mila euro vi siete accorti che è una stupidata, perché 600 mila euro per la AREU non servono a niente, perché sapete benissimo che 600 mila euro non bastano neanche per il Direttore generale, il direttore amministrativo, il direttore sanitario e in più ci sono le altre figure professionali. Senza parlare di tutto il resto.

Avete inserito anche il neonatale dove avevate detto che non c'era, ma il neonatale prevede, anche se voi potete utilizzare le strutture di altre ASL, una spesa per grosso modo almeno 10 milioni di euro, ma non avete messo una lira. Allora, come intendete andare avanti pensando di poter risparmiare e di ottenere allo stesso tempo risultati faraonici. Secondo me questo è un provvedimento che potrebbe andare bene ma nella misura in cui si limassero alcune figure, cercando di ritrovare un supporto, un accordo con i medici di base che vi creeranno mille problemi e questo lo sappiamo tutti. Comandano loro, non comandano le altre categorie. Io penso che potrebbe anche essere una cosa seria, se però è buttata lì così, senza un significato, senza un supporto non serve a niente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, i fattori semantici sono di estrema importanza perché si usa un termine per dare un'indicazione precisa e farne evincere la funzionalità. In greco "casa" si chiama oikia e da lì il termine ricomprende anche la famiglia e quindi la comunità. Nel linguaggio semitico, da cui derivano anche alcuni elementi della lingua sarda, perlomeno così in Sardoa grammata, ci dice il professor Sanna, il termine Bet, che è ebraico, evoca graficamente l'immagine di una casa quindi di una famiglia, addirittura alcuni attribuiscono alla donna il senso della famiglia con la crescita e la maturazione dei figli.

È un termine molto nobile che non vorrei si infangasse se utilizzato male e, nella misura in cui oggi noi proponiamo che venga utilizzato per definire come "casa" una struttura di accoglienza in una determinata zona per poter dare delle "risposte di sanità", bisogna stare molto, molto attenti perché non diamo il senso del percorso ancor meno diamo il senso dell'arrivo.

Io non entro neanche nel merito delle argomentazioni tecniche dell'onorevole Oppi che richiamava qualche Mandrake che probabilmente sapeva fare le magie, ma il fatto è che la funzionalità di un sistema perde tutta la sua efficacia se non ha l'organicità e questa organicità non si ritrova perché non ci sono tutte le convergenze sia dei cosiddetti corpi intermedi, di cui in un altro momento cercherò di parlare più diffusamente, sto parlando dei medici, delle categorie, sia delle organizzazioni sociali e sindacali.

Ora tutto questo apparato è una cosa avulsa dalla realtà, rischia di diventare anziché casa, accoglienza, momento importante di cura, una semplice RSA che non ha né testa né coda; e abbrutisce perché, se mi permettete, io anche a quelle cambierei nome oppure espliciterei che è una residenza, tutelata o qualcosa del genere, bene, sto parlando delle RSA, perché sanno di tutto eccetto che di ciò che dovrebbero offrire. Se invece questa è una casa aperta ma senza avere le giuste chiusure resta una casa aperta, resta una casa isolata. Che poi ci siano interrelazioni organiche con il sistema SISAR di cui sappiamo bene le grosse difficoltà e le incidenze, che già hanno modo e luogo di verificarsi tra le strutture, io ho ancora una volta gravi dubbi sul palinsesto della norma di cui stiamo discutendo, a me dà molta preoccupazione.

Guardate che la gente è più intelligente di quello che noi pensiamo, ma siamo fuori, che non ci senta nessuno. Qui c'è l'ipotesi che, tanto, vale quello che va come velina ai giornali, che non il dibattito all'interno di queste quattro mura. Non è così, la gente ha capito e capisce che questo è un dibattito sterile, inefficace, improduttivo, perché, se non è una legge che fa veramente una riforma seria, che dà significato e senso, è una legge che non serve. Per cui dicono, perché scaldano il banco in tutto questo tempo per creare una cosa che non serve e deve essere cambiata? A voi la risposta.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, articolo 5: Case della salute. Anche le Case della salute rappresentano teoricamente una realtà di alta efficacia assistenziale per i cittadini sardi, in quanto sono inserite all'interno di un circuito sociosanitario integrato, in cui chiunque può trovare risposte ai propri bisogni.

Ai commi 1 e 2 dell'articolo 5 vengono ancora una volta definite le funzioni teoriche di una struttura copiata ma non programmata per la nostra Regione, che dovrebbe operare in sintonia e interdipendenza con le altre realtà e con le istituzioni locali, al fine di affrontare e risolvere necessità delle famiglie sarde, considerate da voi virtuali. Il contenuto teorico è causato da una sterile citazione delle funzioni e degli obiettivi, senza calare questa disposizione su un disegno strategico e territoriale. Il Ministero della salute, già dal 2006, indica la Casa della salute da intendersi come un presidio sub-distrettuale corrispondente a un bacino di 5-10 mila abitanti. Ancora una volta nella proposta di legge mancano dati, numeri, percentuali, opportunità, insomma le risposte alle classiche domande che un cittadino potrebbe porre, e ciò sottolinea ancora una volta che la proposta di legge numero 71 non programma, non definisce una strategia, non persegue efficienza ed efficacia, ma soprattutto non risponde ai bisogni dei sardi.

Al comma 3 viene descritto un quadro molto interessante, quasi fantascientifico, in cui un cittadino trova una struttura aperta 24 ore su 24, che funge da sportello unico per le prenotazioni, in cui è possibile trovare équipes di medici e pediatri pronti a fronteggiare qualsiasi situazione e urgenza. Benissimo, veramente abbiamo risolto tutti i problemi, veramente un Paese fantascientifico! Tutto ciò rimane pura fantasia finché non si lavora sulla vera programmazione, e quindi finché non si stabiliscono i numeri tecnici e finanziari che possono realizzare un progetto serio e condiviso.

Una delle parti più divertenti o drammatiche, dipende dai punti di vista, dell'articolo 5 è il comma 4, in cui è sancito che tutte le funzioni previste del comma 3 debbano avvenire attraverso il coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali, con la partecipazione degli enti locali, delle loro rappresentanze territoriali. Con quali risorse, di chi stiamo parlando? Questa parte è totalmente priva di significato, in quanto non vi è alcun riferimento in merito a quali siano gli enti locali da intendersi, tantomeno le rappresentanze istituzionali, gli operatori sociosanitari. Il comma 4 dovrebbe rappresentare in realtà il punto cardine dell'articolo 5, perché ciò chiederebbe rilevanza e rappresentanza sul territorio alle Case della salute, definendo gli elementi di attuazione e di gestione, e quindi programmandone la realizzazione.

Il carattere così generale e generico del testo ci lascia ancora una volta intendere che siete stati nuovamente in grado di esibire grandi abilità nell'uso del copia e incolla, ma totalmente incapaci di pensare se e come attuare strutture e strumenti che sarebbero serie risposte a tutti quei cittadini che necessitano di assistenza sanitaria urgente, senza peraltro dimenticare tutti quei professionisti che potrebbero trovare uno sbocco occupazionale nelle strutture raccontate dalla proposta di legge.

L'aspetto che maggiormente mi duole di tutta la proposta è che veramente avremmo potuto discutere di misure urgenti e necessarie per la riforma della sanità, per la riorganizzazione territoriale e soprattutto per presentare qualche opportunità lavorativa ai giovani sardi, e invece abbiamo davanti un testo fittizio che non affronta né risolve alcun problema dei cittadini sardi. Vi rinnovo l'invito di stamattina: ritirate la proposta di legge, riportiamola in Commissione e discutiamola serenamente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Signor Presidente, mi ascolta? Io le devo domandare aiuto, perché lei come giovane decano di questa Assemblea sicuramente potrà illuminarmi nella mia condizione di confusione, una confusione che io ho dall'inizio di questo dibattito. Oggi ancora di più aumenta a sentire gli autorevoli colleghi che parlano anch'essi di confusione, e mi pare che proprio l'onorevole Zedda abbia detto che il suo Gruppo e lei stessa sono in questo momento in una fase di grande confusione, affermando che questa non è una riforma ma è una legge importante.

Altri dicono che non bisogna espropriare il Consiglio, ma non si possono fare gli emendamenti. Ho sentito dire che il Consiglio doveva essere difeso da un'eccessiva presenza della Giunta in questa riforma, in questa legge, legge importante, se non è una riforma, che la Giunta avrebbe prevaricato e travalicato i suoi limiti, prevaricato quelli del Consiglio occupando un posto eccessivamente importante. Però non si possono fare gli emendamenti e quindi il Consiglio non si capisce in che modo dovrebbe difendersi da questa prevaricazione. Si è detto anche stamane, da parte di un autorevolissimo collega che io davvero stimo, che abbiamo una buona base di partenza, costituita da questo testo, ma che dobbiamo ripartire da zero andando in Commissione.

Signor Presidente, non so in che modo lei mi possa aiutare, senz'altro prestandomi un po' di attenzione adesso, perché è veramente grande la confusione rispetto a un fatto che sembra semplice, almeno la mia fantasia è stata subito colpita da questo nome così gentile, così dolce, lo ha ricordato qualche autorevolissimo collega di "Casa della salute", poi parlando anche di maghi, di fate, di gnomi, diventa un ambiente veramente piacevole quello di questa legge, di questa riforma. Io penso che sia un concetto molto importante da apportare, da introdurre nella nostra sanità. Poi, forse questa non è una riforma ma è una legge importante, per cui i concetti basilari come quelli della continuità, che sono riportati in questo articolo, io penso che sia necessario depositarli nell'ordinamento giuridico e consegnarli ai mandati che questa legge dispone.

Concludo, signor Presidente, purtroppo lei sicuramente non mi può aiutare, anche perché la molestano in continuazione, la vedo richiestissima stasera, io purtroppo mi rivolgo a lei perché è l'unico faro nella nebbia di questo dibattito al quale mi posso rivolgere per avere un minimo di orientamento. Direi che a proposito di fattori semantici e lessicali, qualcuno li ha invocati correttamente e giustamente, direi, onorevole Locci, che io non userei il termine accalorato, direi appassionato per l'intervento del nostro carissimo collega Cozzolino, anche perché la pronuncia cagliaritana di accalorato potrebbe, con mutazioni consonantiche, produrre una mutazione che trasformerebbe una parola in modo davvero sconveniente per quest'Aula, e soprattutto per il soggetto al quale noi rivolgeremmo questo epiteto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Augusto Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI AUGUSTO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, mi ero riproposto di non intervenire e di lasciare alla fine della discussione della legge il mio intervento, però mi vedo costretto, in parte tirato, all'intervento dal fatto che comunque sia stiamo cercando di discutere su argomenti estremamente importanti, estremamente seri, senza dargli quel contorno di concretezza e serietà che meritano. Non parlo adesso, ne abbiamo parlato stamattina del servizio del 118, qualcuno ha detto che era necessario, qualche altro che non era necessario, si fa, non si fa, io riparto dal titolo di questo provvedimento di legge che è "norme urgenti". È fuori da ogni dubbio che il servizio del 118 sia un servizio che va riformato in maniera urgente, che debba o non debba essere istituita l'AREU o AREUS, abbiamo comunque individuato un sistema di riforma, un modo di riformarlo, andiamo avanti su questo, ma che debba essere fatta la riforma dell'emergenza-urgenza è fuori da ogni dubbio.

Che la Casa della salute, così come gli ospedali territoriali debbano essere messi in campo e debba essere avviata una riorganizzazione non tanto partendo dal nome "Casa della salute", "Comunità della salute", quello che sia, è fuori discussione; non ci stiamo inventando niente, sono strutture che in altre realtà territoriali, ben più evolute della nostra dal punto di vista sanitario, esistono già e stanno andando avanti, e hanno la loro funzione. Che le Case della salute debbano intervenire nella riorganizzazione di quel servizio territoriale riorganizzativo della medicina territoriale è altrettanto fuori dubbio. Così come il Patto della salute ci impone, ci dice, firmato anche dalla Regione Sardegna, lo voglio ricordare, che l'assistenza territoriale va riformata e rivista in ambito di aggregazione delle professionalità, in ambito di razionalizzazione delle risorse messe in campo per quanto riguarda l'assistenza territoriale, che ricordo è l'assistenza che più di tutto ha bisogno di riorganizzazione, perché fino ad adesso i distretti sanitari e socio-sanitari hanno funzioni puramente di dare dei servizi base territoriali, quello che i servizi territoriali devono fare è quello di riorganizzare, ridare tutti quei servizi che al cittadino utente servono, passando da un concetto che fino ad adesso è stato di cura, e da adesso in poi probabilmente dovrà essere, come ha più volte ricordato anche l'Assessore, "di prendersi cura", quindi di accompagnare il paziente in tutto il suo percorso di assistenza sanitaria nel territorio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, se questo dibattito aveva necessità di un momento di chiarezza e di lucidità, quel momento lo ha dato il collega Roberto Deriu, che mi dovrà spiegare il senso del suo intervento e l'attinenza con la problematica in discussione della Casa della salute. Mi si passi la battuta, siccome ha parlato di confusione, non stiamo parlando di casa della salute mentale, stiamo parlando di Casa della salute tout court, perché questo è lo specchio, ancora una volta, di quello che la maggioranza ha in animo di fare con buoni propositi, con obiettivi che vengono addirittura pomposamente esaltati, ma sempre a livello di enunciazione, perché poi, sul piano concreto e operativo, non c'è assolutamente nulla che possa far dire: "Beh, qui si sta finalmente indicando una soluzione concreta", anzi, l'impressione che noi abbiamo è che il sistema che state congegnando sia veramente motivo di grande preoccupazione intanto presso gli operatori sanitari.

E forse è una riforma che voi state ipotizzando, ma a dispetto e contro quello che vi hanno detto alcune organizzazioni sindacali, alcuni rappresentanti del mondo medico e sanitario; per esempio, avete interrogato i medici di medicina di base? Avete per caso raccolto quello che vi hanno scritto e che ci hanno detto anche in Commissione? Avete per caso tenuto conto che, se questo sistema dovesse funzionare (e sia chiaro, noi vi attenderemo ai primi di giugno, dopo sei mesi appena, per vedere che cosa siete riusciti o cosa riuscirete a fare), è un sistema che, per come è congegnato, richiederà anni per entrare a regime.

Dal nostro punto di vista, soprattutto, non avete avuto l'accortezza, quantomeno, di accompagnare questo obiettivo che vi ponete attraverso step che tenessero conto dei suggerimenti che sono venuti dagli addetti ai lavori. Questa è una proposta di legge che forse si adatta bene anche ad altri contesti dove però si è già sperimentato, o si è già avviato, un percorso, e questa è la risultante finale, e non si è fatto d'emblèe, come si tenta di fare nel nostro sistema, che avrebbe dovuto essere accompagnato, cosa che voi non avete fatto.

Allora, se noi censuriamo questo modo di fare, se noi vi sottoponiamo questioni, problemi, caro collega Deriu, non lo facciamo perchè siamo animati dalla confusione, ma perché siamo animati veramente dalla preoccupazione, poi tutto può finire a tarallucci e vino, come voi pretendete di fare, ma per noi il problema è davvero preoccupante, è serio, perché ne va della salute dei cittadini; questo è il problema, ne va della salute dei cittadini! Ed è il problema che mi pare non sia tenuto in primaria considerazione.

È questo, pertanto, l'argomento che ci porta a contestare la norma che ci sottoponete, anche se vedo che avete già messo in cantiere qualche emendamento che, guarda caso, rinnega ciò che qualche giorno fa avete proposto all'Aula. Quindi forse se confusione c'è, questa regna tra di voi, e vi dovete chiarire le idee, noi le abbiamo molto chiare. Voi potete imputare a noi di non aver fatto il meglio possibile, ciò che era possibile fare nella scorsa legislatura, ma per fare pasticci di questa natura, meglio davvero sarebbe stato evitare e non fare assolutamente nulla. Ma tornerò su un altro aspetto, Assessore, perché su questo poi bisogna essere molto chiari, perché poi mi dovete dire come si concilia il sistema "Case della salute" con…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, svolgerò alcune considerazioni. Anche io sono d'accordo che non stiamo operando in un contesto di tabula rasa e, quindi, partiamo da quello che abbiamo trovato e da quello che si trova, dalla precedente Giunta, dalle precedenti esperienze della sanità. Bene ha detto chi mi ha preceduto che per avviare le Case della salute bisogna parlare con gli operatori. Sono perfettamente d'accordo, per cui da domani inizio "una quarantott'ore", che ho comunque intrapreso già dal primo giorno in cui mi sono insediato, con le associazioni dei medici di famiglia, i medici di continuità assistenziale e i pediatri di libera scelta, perché sostanzialmente, al di là dei nomi, possiamo stare a discutere ore sulle Case della salute o meno, noi dobbiamo trovare una forma alternativa alla visione attuale delle acuzie: acuzie, risposta nell'ospedale. Noi crediamo che questa forma alternativa possa esserci, sviluppando in maniera adeguata il territorio e coinvolgendo il personale.

Sicuramente devono essere coinvolti i medici di famiglia; la legge prevede già le aggregazioni funzionali territoriali e le unità di cure complesse che sono formate sia in maniera monoprofessionale dai medici di medicina generale oppure le unità di cure complesse che prevedono attività multidisciplinari e multiprofessionali, quindi bisogna lavorare sugli uomini. Io, ripeto, non voglio arrogarmi alcun merito e ritengo che anche la Giunta, modestamente, non pensi di aver cambiato il mondo in sei mesi, però faccio l'esempio della blue tongue.

La situazione della blue tongue, dopo il 2013, era questa: più di 114 mila capi morti e più di 5 mila focolai. Noi non abbiamo fatto altro che mettere assieme le forze e l'organizzazione esistenti, non abbiamo fatto alcuna magia, ma abbiamo motivato gli operatori e, a oggi, abbiamo 11 focolai e 15 capi morti. Non inventiamo niente, lo Stato non ha inventato niente.

La tendenza internazionale, l'ho già detto, è quella di attivare, alla luce dei cambiamenti demografici, forme alternative all'ospedale. L'ospedale nasceva con una finalità, che era quella di dare una risposta alle patologie acute; la Sardegna, vista la denatalità, nei prossimi anni sarà tra le regioni più vecchie, insieme alla Liguria. Dovremo confrontarci quindi con polimorbilità e dovrà cambiare il concetto di "cura", non solo l'ospedale in primo piano ma il territorio e "territorio" significa lavorare insieme, in èquipe. Questa sarà la vera scommessa, per cui bisognerà lavorare, al di là della struttura fisica, sulle persone, sulla motivazione e sui nuovi contratti per coinvolgere.

È stato chiesto se abbiamo i dati sui codici bianchi. Certo che abbiamo i dati dei codici bianchi, sono monitorati. Bisogna implementare il SISAR. Il SISAR ha avuto delle deficienze, non bisogna però buttare il bambino con l'acqua sporca. Siamo convinti che la Sardegna abbia precorso i tempi rispetto anche ad altre regioni italiane, dobbiamo fare un aggiornamento del sistema, abbiamo MEDIR, medici in rete, per cui si tratta di utilizzare tutti gli strumenti, che tra l'altro nel 2015 saranno obbligatori e obbligatoriamente dovremo svilupparli perché dovremo sviluppare la ricetta dematerializzata e il fascicolo sanitario elettronico. Quindi stiamo cercando di mettere su "un insieme" e per mettere su "un insieme" bisogna lavorare sugli uomini oltre che sulle strutture.

Come ho detto, da domani inizieremo, con l'aiuto della scuola di Sant'Anna di Pisa, un lavoro con la FIMMG e le altre organizzazioni sindacali per cercare di cambiare il sistema recependo le necessità anche salariali, però cercando di lavorare sulla modalità di coinvolgimento degli operatori e dei professionisti che non sono solo i medici, ma saranno anche altre figure, come gli infermieri, che sono state previste all'interno delle Case della salute.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Ruggeri, relatore di maggioranza.

RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Si esprime parere favorevole sull'emendamento numero 369, mentre si invita al ritiro dell'emendamento numero 67 in quanto assorbito nell'emendamento numero 369.Si esprime invece parere contrario sui restanti emendamenti e, precisamente, i numero 64, 168, 275, 337, 262, 68, 169, 236, 338, 69, 170, 232, 339, 70, 171, 231, 340, 71, 172, 230, 341, 72, 173, 229, 342, 73, 174, 228, 343, 74, 175, 233, 344, 75, 176, 227, 345, 76, 177, 226, 346, 77, 178, 225, 347, 78, 179, 224, 348, 79, 180, 223, 80, 181, 222, 349, 81, 184, 85, 186, 235, 352, 65, 66, 86, 107, 187, 188, 221, 350, 82, 182, 220, 83, 183, 219, 84, 185, 234, 351, 189, 190, 87, 192, 191.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 64, 168, 275 e 337, uguali.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, noi crediamo di avere veramente provato, al di là dei giochi di parole, al di là della confusione più o meno espressa e palese, a dire qualcosa di molto preciso, e cioè ad ammettere che lavorando in questo modo si ha veramente difficoltà a capire che provvedimento stiamo approvando. Pare ci sia una forte paura di rallentamento dei lavori perché si deve arrivare al dunque, all'obiettivo velocemente, ma non è da questa parte che c'è una volontà di bloccare la proposta di legge, c'è però una volontà di capire che cosa abbiamo prodotto fino a ora, al fine anche di evitare di approvare commi, emendamenti e articoli che siano tra di loro in contrasto.

Noi avevamo proposto ovviamente la soppressione dell'articolo 5 perché credevamo che la proposta di legge fosse quella e ci fossero anche le condizioni per poter riscrivere correttamente anche la norma, definendo meglio il concetto, delle Case della salute. Però, in questi giorni stiamo approvando un provvedimento che non ha né capo né coda. Onorevole Deriu, credo che regni la totale confusione perché sappiamo che ci potranno essere ancora delle sorprese anche dall'ulteriore gruppo di emendamenti.

Io credo che sarebbe l'occasione, visto che stiamo per addentrarci nell'esame dell'articolo 6 che risulta essere, soprattutto per voi, un articolo molto importante, fare una sintesi di quanto prodotto fino adesso; male non farebbe, anzi, aiuterebbe il lavoro di tutti noi per il prosieguo dell'esame di questa proposta di legge. Il voto sugli emendamenti è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Rinuncio, in realtà ho sbagliato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Intervengo, Presidente, molto rapidamente per una questione. Siccome l'opposizione insiste nel dire che noi presentiamo emendamenti di modifica della proposta di legge, in questo caso specifico noi stiamo discutendo dell'articolo 5 e l'unico emendamento che abbiamo presentato in mezzo a un malloppo consistente di emendamenti, l'unico, ripeto, il 369, interviene esclusivamente sul comma 5 dell'articolo 5, per cui il testo rimane invariato così come l'abbiamo presentato all'Aula, così come l'abbiamo fatto passare in Commissione. Non capisco per quale ragione si continua a insistere su cose che non stanno né in cielo né in terra.

Abbiamo presentato un unico emendamento al comma 5 dell'articolo 5 che specifica meglio le funzioni. Basta. Per cui il testo è lo stesso che abbiamo presentato in Commissione e che stiamo portando all'attenzione dell'Aula oggi. Ovviamente va respinto l'emendamento soppressivo dell'articolo presentato dall'opposizione, così come vanno respinti tutti gli emendamenti che hanno presentato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, prendo atto della forza di questa maggioranza che intende ovviamente troncare il dibattito attraverso lo svilimento del lavoro e del dibattito che si fa in quest'Aula. L'avreste potuto fare anche prima, onorevole Cocco. Noi ribadiamo che il principio dominante in questo testo è che (soprattutto con quell'unico emendamento al quinto comma dell'articolo 5) si sta demandando tutta l'organizzazione delle Case della salute alla Giunta.

Noi vi abbiamo detto di fare attenzione in particolare ai bacini di utenza di riferimento, ed è per questo che abbiamo presentato tutti questi emendamenti che per voi ovviamente sono, come dire, chiacchiere. Non è così però che si affronta il dibattito. Il mio voto è favorevole all'emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, voglio dire all'onorevole Cocco che basta un emendamento fatto male per fare i danni che non riescono a fare quindici emendamenti fatti discretamente, non diciamo bene. Però, al di là delle battute, vorrei ricordare a noi stessi che abbiamo qualche problemino: la sanità in Sardegna, unica Regione in Italia, è pagata dalla Regione, unica. Tutte le spese addizionali nella nuova manovra, per la sanità, sono a carico della Regione Sardegna.

"A buona paci" rifiutiamo anche la possibilità di ricevere danari dallo Stato, se ce ne desse; ma io vi invito a leggere la nuova formula, che riguarda la Sardegna, della legge di stabilità dello Stato, dove si dice che i danari non spesi saranno destinati a coprire le spese non pagate da parte della Regione. Vorrei che pensaste bene al prossimo bilancio, lo dico sorridente ma col cuore gonfio perché sono un sardo, perché voglio bene alla mia terra, e quindi vi prego di far sì che tutti i danari che si mettono in gioco abbiano una finalità, diano efficienza, efficacia all'azione amministrativa e rispondano alla necessità di creare posti di lavoro. Guardate che noi colloqui come quelli che abbiamo avuto stamattina come Capigruppo ne avremo più d'uno e non sapremo dove trovare le risorse. Riflettete...

COCCO PIETRO (PD). Così come abbiamo fatto nel passato!

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Rifletti bene perché tu li guidavi, insieme agli altri, nella scorsa legislatura, li guidavi, o ti sei dimenticato, insieme al tuo ex Capogruppo che si comportava più da sindacalista che da consigliere regionale! Possiamo entrare nel merito, se vogliamo, per cui ricordo bene a me stesso e agli altri i i compiti di una Assemblea legislativa che, con coscienza e coerenza, guarda al futuro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, non era mia intenzione intervenire per dichiarazione di voto su questo articolo anche perché, come ha detto il collega Pietro Cocco, abbiamo presentato un solo emendamento limitato a una parte dell'articolo. Io vorrei tranquillizzare i colleghi della minoranza e sul fatto che il nostro attuale stato di salute è abbastanza buono e, soprattutto, è molto chiaro che non siamo confusi nella maniera più assoluta.

Vi devo dire che, forse, noi abbiamo commesso un grave errore relativamente alla tempistica, nel senso che stiamo portando la discussione in Aula di questo provvedimento forse con troppo ritardo, anche perché abbiamo il dovere morale e istituzionale di bloccare lo schifo della sanità in Sardegna. Abbiamo questo obbligo morale e istituzionale...

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). È una palla che passa da una parte all'altra!

DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Onorevole Dedoni, io capisco che lei abbia difficoltà a non intervenire disturbando gli altri e, oltretutto, come vede si può parlare anche con dei toni pacati, sempre nell'interesse della salute perché prevenire è meglio che curare. Il consigliere Pittalis si preoccupava del perché la stampa non desse risalto ai vostri interventi, al dibattito in Aula; mi pare invece che lo stia dando tranquillamente, giustamente la stampa mette in risalto le nefandezze che si fanno nelle ASL di tutta la Sardegna, compresa la ASL numero 8 di Cagliari.

ASL numero 8 dove, mentre l'Assessore con la Giunta danno disposizioni di attenersi all'ordinaria amministrazione, si bandiscono gare d'appalto per 25 milioni di euro! Ecco dove, invece, dobbiamo intervenire, ecco il motivo per il quale lo stiamo facendo e le idee, badate bene, le abbiamo chiarissime. È talmente chiaro e semplice che non si può continuare a gestire la sanità in Sardegna in questo modo!

Nel proseguo della discussione sugli altri articoli, entreremo ancora più nel merito, entreremo nel dettaglio e vi porterò a conoscenza di alcune esperienze riferite in alcune conferenze dei sindaci che abbiamo tenuto la scorsa settimana nella provincia di Sassari, e così parleremo con dati chiari e non confusi. Ovviamente dichiaro il voto contrario agli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, ovviamente il voto è favorevole all'emendamento soppressivo, ma mi pare che le censure mosse dai colleghi a questo modo di procedere, a questa tecnica legislativa bizantina e bizzarra al tempo stesso, siano totalmente da condividere. Mi dispiace che non le condivida l'onorevole Desini che, fino a qualche tempo fa, era fortemente critico nei confronti di questa riforma e oggi, invece, è completamente appiattito sulle proposte, in qualche modo singolari, di una maggioranza che propone una riforma stravolta in Aula con una serie di emendamenti, a dimostrazione del fatto che la riforma sta negli emendamenti e non nella proposta di legge.

Ecco, signor Presidente, io credo che l'Ufficio di Presidenza, i Capigruppo, tutto il Consiglio debbano fare qualche riflessione su questa tecnica legislativa bizzarra e bizantina. Non possiamo continuare così! Non possiamo svilire l'opera di tre mesi della Commissione competente. Eliminiamo le Commissioni! Chiudiamo le Commissioni, non servono a niente, se poi il lavoro delle Commissioni viene ribaltato, rivoluzionato con qualche emendamento che è pari al cosiddetto leprotto che esce dal cilindro! Non va bene, signor Presidente, mi appello a lei per la prossima esperienza che arriverà in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Centro Democratico). Presidente, mi si consenta il linguaggio. Secondo me i colleghi dell'opposizione sono un po' invidiosi; sono invidiosi del fatto che una proposta di legge, che è stata impostata in un certo modo, mantenga le sue caratteristiche principali, anche se rielaborata, rivista, aggiustata, migliorata grazie a un dibattito all'interno della maggioranza. Mi sento tirata in ballo da quanto ha detto l'onorevole Tedde, che ha citato il collega Desini, a proposito delle critiche e delle questioni che avevamo posto su questa proposta di legge, quindi intendo intervenire sul punto.

Le critiche che avevamo mosso sono state abbondantemente superate e sono state superate proprio perché su quelle questioni che avevamo posto riguardo al fatto che, e non è certamente un mistero, non si dovesse puntare a un aumento delle aziende, ma si dovesse invece riformulare e prevedere la individuazione di una nuova azienda, quella relativa all'emergenza urgenza, in un quadro complessivo di riorganizzazione del sistema, così come abbiamo indicato nella proposta di legge, c'è stata una rivisitazione frutto di un lavoro che ha visto partecipi tutte le componenti di questa maggioranza.

Ecco perché dico che, secondo me, siete invidiosi, siete invidiosi del fatto che abbiamo lavorato in modo tale da portare in Aula, all'attenzione di tutti coloro che compongono questa Assemblea legislativa, una proposta di legge importante e che detta i punti fondamentali di quella che sarà una riforma più completa, un Piano sanitario su cui sicuramente lavoreremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, effettivamente dopo l'intervento dell'onorevole Busia mi rendo conto di essere in purgatorio. E' vero! Questa è la seconda cornice del purgatorio e noi siamo coloro che in questo momento stanno espiando la pena, anzi la penitenza più che la pena, legata proprio all'invidia. Non so se effettivamente noi in questo momento siamo invidiosi. Noi invece vorremmo sottolineare un altro aspetto. Io voterò a favore dell'emendamento in discussione che sopprime l'articolo 5, ma non per invidia, davvero, ma solo ed esclusivamente perché ci rendiamo conto della confusione totale presente nella costruzione di questa Casa della salute, che non è altro che un contenitore di ambulatori, del mondo dei pediatri, delle guardie mediche e altro.

Un contenitore creato senza sapere realmente qual è l'obiettivo vero che si vuole raggiungere, senza avere ancora una volta la famosa simulazione del perché si sta facendo questa riforma e di qual è il risultato vero che si vuole raggiungere. Solo così noi potremo evitare di essere ancora invidiosi e probabilmente, a questo punto (l'abbiamo fatto su altri testi di legge e altre norme che sono state approvate all'unanimità), condividere assieme a voi questa pseudo riforma, che in realtà riforma non è ma, così come è stato sottolineato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, è una sorta di pasticcio legislativo che non darà probabilmente il risultato che tutti voi sperate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, proverò a spiegare la ragione per cui voterò a favore di questo emendamento, sperando naturalmente di non ricevere ulteriori reprimende da parte dei colleghi della maggioranza. Non vorrei che qualcuno mi facesse la lingua o qualche gesto strano. Credo invece che la questione vada riportata su un livello di maturità, e non ho dubbi su quanto ha detto la collega Busia rispetto al fatto che sia costato un duro lavoro da parte tutti, soprattutto dei partiti meno rappresentativi sul piano numerico, riportare in equilibrio questa norma che a licenzieremo a breve.

E sono felice di sapere che anche le esigenze dei partiti, che nel lavoro in Commissione avevano mostrato maggiore nervosismo, probabilmente andranno presto a buon fine. Però non è questa la questione, perché ci sono altre esperienze importanti di aggregazione fisica di attività disomogenee. Vi faccio l'esempio del coworking. A molti di voi non sarà sfuggito come esperienza che, dopo un grande lancio, persino il vostro nuovo segretario regionale si è interessato alla materia, è stato derubricato a esperienza da archiviare perché in assenza del riferimento finale, e quindi del cliente esterno, è stata ridotta a mera attività immobiliare.

Questa è la ragione per cui sarebbe, se ci fosse un dibattito vero, se ci fosse un'interlocuzione vera, utile invitarvi a ritirare questo pezzo della riforma. Ci limitiamo ad ammonirvi rispetto a un punto: non ci guardiamo dietro le spalle, come vi ho detto in discussione generale, non siamo qui per difendere, come voi fate, il lavoro di una Giunta archeologica, che è quella del vostro segretario regionale, siamo qui per guardare al futuro, e cominciamo a dirvi, colleghi, che la strada che state iniziando a intraprendere è sbagliata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, debbo dire che l'unica persona che abbia detto una cosa puntuale stasera è stato Pietro Cocco, perché è pur vero che è l'unico articolo che non è stato corretto, ma non è che gli altri non siano stati corretti, soltanto l'articolo 5. Però nessuno ci può impedire di ribadire con forza che anche in questo articolo ciò che la Giunta segnala, disciplina, eccetera sia una competenza del Consiglio, non ci convince nessuno del contrario, e su questo io credo che si innesteranno poi dei meccanismi abbastanza strani. Le reprimende non servono!

Noi non solo non siamo invidiosi, perlomeno io, anzi è vero il contrario perché vi abbiamo stimolato; non eravate mai intervenuti, e quindi questa nostra stimolazione ha consentito che ci siano stati anche interventi della maggioranza che prima non c'erano, anche di chi in Commissione praticamente si è astenuto, sia di chi ha sempre sostenuto. Vediamo la coerenza! Parliamo di coerenza, anziché parlare di chiacchere, vedremo se chi ha sostenuto che bisogna ridurre le ASL, stasera sarà coerente con questa impostazione.

Quindi gradiremmo che nessuno faccia il censore, perché non serve. Noi abbiamo cercato di portare un contributo, molte cose sono state accolte, quindi ne prendiamo atto, avevamo il dovere di dire determinate cose. Rispetteremo i patti che si prendono e di conseguenza la legge avrà un certo risultato, fermo restando, ci sarà consentito di dirvi, secondo studi fatti proprio non più tardi tra ieri e oggi, che le Case della salute avranno un costo molto alto, non voglio dire quanto ma nell'iter che si seguirà si verificherà e si capirà se noi abbiamo ragione oppure torto. Saranno certamente oltre 100 milioni. E allora, che cosa direte dopo?

Certo, sarà senz'altro un provvedimento, come ha detto l'amico Cherchi prima, di valorizzazione del territorio verso il quale non c'è mai stata un'attenzione particolare, mentre c'è stato sempre un atteggiamento a favore degli ospedali e il territorio ha sempre avuto, nonostante le percentuali abbiano sempre detto grosso modo 48, 49 per cento, 52, non si è mai tenuto conto di questi rapporti, però noi praticamente ribadiamo che ci vuole una copertura finanziaria cospicua e che questa materia (lo ribadiamo e nessuno ce lo può impedire, e questa non è invidia, questa è correttezza per cercare di intervenire e per dare un contributo al dibattito) riteniamo sia una competenza specifica del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, intervengo perché, onorevole Busia, tutto si può dire ma non accetto la definizione di "invidiosi"; anche perché lei che, come me, ha studiato Dante sa dove sono collocati. L'ambizione nostra è quella, però, di raggiungere il Paradiso e non il secondo cerchio del Purgatorio, dove sono appunto collocati con mantello di panno ruvido, seduti a terra con gli occhi a cucitura, come dice Dante, e versano lacrime orribili proprio per questa loro condizione, recitando litanie verso i Santi e la Madonna.

Allora tutto può essere ma non questa immagine che ci consegna Dante, anche perché noi non abbiamo bisogno di versare lacrime, anche se penso che questa riforma farà versare davvero tante lacrime agli operatori sanitari; ma vi assicuro che su questa problematica non c'entra, collega Busia, l'invidia, c'entra la preoccupazione e, se vogliamo parlare di questo, anche di questo Dante si occupa in uno dei canti della sua pregiata Divina commedia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, chiedo la votazione nominale per tutti gli emendamenti.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 64, 168, 275, 337, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sabatini ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 262 è inammissibile.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 68, 169, 236, 338, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 20

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 69, 170, 232, 339, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 70, 171, 231, 340, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Fenu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 71, 172, 230, 341, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 20

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 72, 173, 229, 342, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 73, 174, 228, 343, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 74, 175, 233, 344, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 75, 176, 227, 345, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 76, 177, 226, 346, uguali.

Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 77, 178, 225, 347,uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Crisponi ha votato a favore e che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 78, 179, 224, 348, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 79, 180, 223, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 80, 181, 222, 349, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Ledda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 52

astenuti 2

maggioranza 27

favorevoli 22

contrari 30

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 81, 184, 221, 350, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 82, 182, 220, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 54

Votanti 53

Astenuti 1

Maggioranza 27

Favorevoli 21

Contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 83, 183, 219, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 84, 185, 234, 351, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 22

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 85, 186, 235, 352, uguali.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 65,.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, anche questo emendamento fa parte del nostro piccolo contributo non solo alla discussione, onorevole Deriu, ma anche alla scrittura della norma,. Non siamo confusi, ci proviamo qualche volta a tentare di dare un contributo e sappiamo che, talvolta, all'economia della maggioranza questo può risultare quantomeno avventato o comunque fastidioso. Noi, però, l'abbiamo detto nel corso della discussione generale dell'articolo, non ci sottraiamo ormai a questa evoluzione del nostro sistema e quindi all'avvento anche in Sardegna delle Case della salute, ma a nostro avviso sugli obiettivi che ci poniamo c'è una certa differenza.

Noi ci vogliamo richiamare, sostanzialmente, agli indirizzi delle norme nazionali e, soprattutto, deve essere chiaro il concetto del bacino di riferimento. Io ritorno, colleghi, sulla definizione di bacino di riferimento (prima abbiamo voluto fare un intervento riagganciandoci all'intervento dell'onorevole Cozzolino), perchè tenendo conto che la nostra popolazione diminuisce e invecchia, e questo è un processo assolutamente irreversibile e non ci sarà probabilmente nessuna politica che possa rendere controvertibile questo fattore, non scrivere in questa norma che i bacini di riferimento per le Case della salute devono essere ridotti e quindi portarli a, come dice la norma nazionale, cinque o dieci mila utenze, è importante.

Chiarendo questo concetto, noi diamo alla Giunta regionale, nella scrittura delle linee guida, quanto meno una cornice di riferimento, che consente di salvaguardare i piccoli villaggi e i territori di frontiera. È questo lo spirito che abbiamo voluto e vogliamo sottolineare con questo emendamento e ci sembra utile riproporvelo nella fase di votazione per chiedere, anche a voi, il voto favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, su questo emendamento, io voterò a favore naturalmente, ritengo ci possa essere attenzione da parte dell'Aula perché è un contributo davvero importante che può aiutare a migliorare una norma che francamente diventerà, successivamente, così approvata di difficile interpretazione. Noi abbiamo, come principale obiettivo, quello di riuscire a favorire, attraverso la continuità spaziale dei servizi e degli operatori, l'unitarietà e l'integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie.

Già nel mio intervento precedente ho cercato di evidenziare che il problema, l'aspetto fondamentale di questo che io chiamerei non Casa della salute ma "contenitore della salute", è che non si capisce realmente come debba essere ufficialmente costituito, in relazione alla dimensione del bacino di riferimento, cioè al numero di persone che dovrebbe usufruire di questo importante servizio. La definizione è legata a un unico riferimento generale delle aziende, quindi dell'unica ASL che poi nell'articolo 6 discuteremo, o delle singole ASL, oppure dobbiamo costituire un contenitore della salute che abbia la possibilità di raggruppare un certo numero di persone?

Voi avete parlato di 30 mila utenti ma, probabilmente, così come chiediamo noi nel nostro emendamento, ci può essere la possibilità di richiamarne soltanto 5 mila, proprio per le oggettive difficoltà di raggiungimento del servizio stesso. Quindi, quello che a noi interessa è dare un contributo veramente importante per costruire un contenitore che possa realmente rendere efficiente il sistema sanitario e non creare invece un disservizio nella realizzazione della Casa della salute, o, come forse deve essere davvero chiamata, del contenitore della salute.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, questa dichiarazione di voto mi consente di 'osservare che, come ha detto il collega Locci, noi abbiamo provato a dare un contributo (abbiamo visto che anche voi avete ritenuto di dover riscrivere, correggendolo, l'articolo 5 che riguarda le Case della salute), articolando, ovviamente senza conoscere le vostre intenzioni, un emendamento che potesse migliorare il testo. Però questo modo di procedere - e qui ricordo un piccolo fatto - ci fa molte volte perdere di vista anche ciò che esiste già.

Voglio dire all'onorevole Pizzuto, senza che se ne abbia, che ha proposto di normare il codice rosa, che in via amministrativa il codice rosa è già partito da tempo; l'assessore De Francisci nel 2011 attivò dei protocolli con le varie ASL proprio per l'attivazione del codice rosa. Quindi, colleghi, molte volte si parla di confusione, si parla di invidia, invece si vuole semplicemente riportare alla realtà e provare a dare un contributo che non deve passare sempre per qualcosa di contrapposto, ma da parte nostra c'è semplicemente la volontà di poter contribuire a rendere quanto meno utile questa proposta di legge che stiamo approvando, sempre con un unico obiettivo, una stella polare: la salute dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI).Presidente, in relazione alle accuse mosse da una autorevolissima collega della maggioranza relativamente alla nostra invidia, debbo sottolineare che noi in relazione all'invidia abbiamo una posizione quasi epicurea: siamo profondamente convinti che non si debba invidiare nessuno. I buoni sicuramente non meritano invidia, i cattivi più attraversano periodi di buona sorte e più si rovinano da soli, quindi se siete buoni non meritate invidia mentre se siete cattivi, più attraversate buona sorte nell'approvazione di questa legge e più vi create problemi.

Ma il problema vero non è che create problemi a voi stessi ma create problemi alla Sardegna: questa legge così raffazzonata, questa riforma che non riforma alcunché, rischia di provocare danni grossissimi alla sanità sarda, ed è tutto il contrario di ciò che noi vorremmo.

Detto questo, il voto è favorevole per questo emendamento che dà un contributo vero, anche sotto il profilo tecnico, a delle norme che sono eteree, scritte nel vapore acqueo, scritte in modo incomprensibile, tant'è vero che vengono completamente rivoluzionate e stravolte in sede di discussione.

Quindi, voto favorevole per questo emendamento che è tecnicamente ineccepibile.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 65.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 20

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 66.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, anche questo emendamento vuole tentare di contribuire a disegnare le linee guida delle Case della salute. Onorevole Cocco, non si spazientisca!

Noi pensiamo che sia questa l'occasione per fissare bene gli obiettivi delle Case della salute; secondo noi in questa sede si dovrebbe stabilire, non in maniera generica, la riconoscibilità e l'accessibilità ai servizi, l'unitarietà e l'integrazione dei servizi sanitari, la semplificazione dell'accesso ai servizi, ma andavano ben stabiliti ed elencati quali dovevano essere gli obiettivi, quindi le 24 ore su 24 di servizio, la possibilità di promozione della partecipazione dei cittadini. La Casa della salute è forse il luogo deputato ad aprire il confronto con le comunità locali, con le amministrazioni locali, con le associazioni dei cittadini. In periferia ha un senso promuovere questo confronto, non certo nei distretti sociosanitari dove rischieremo, lo vedremo quando questa norma sarà applicata, il replicarsi di ciò che si è verificato con la legge regionale numero 23 del 2005, istitutiva delle conferenze territoriali che non hanno mai funzionato perché, evidentemente, la Regione non aveva interesse a fare così tanta pianificazione e integrazione dei servizi.

Le Case della salute, invece, potrebbero costituire l'occasione per mettere assieme gli operatori sanitari, quindi anche per provare a far capire ai medici di medicina generale, che poi saranno i veri animatori delle Case della salute, che cosa significa confrontarsi con le amministrazioni locali e anche con le associazioni rappresentative dei cittadini. In questo contesto si possono davvero incontrare le diverse esigenze, ed è con questo spirito che abbiamo voluto presentare questo emendamento, sul quale annuncio il voto favorevole chiedendone l'approvazione .

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io concordo con le argomentazioni del collega Locci che mirano a introdurre una serie di elementi migliorativi riguardo alle Case della salute, nel senso che in questa proposta in discussione si cerca di portare questo soggetto fuori dall'ambito della indefinitezza ridisciplinandolo.

Io penso che ci vorrebbe un'attenzione maggiore da parte dell'Aula su questo argomento. Io ho apprezzato l'intervento che il collega Cozzolino ha fatto in apertura della discussione su questo articolo, quello che si teme è che poi nel momento dell'attuazione pratica di articoli come questo ci si impantani in tante dinamiche che purtroppo sono conosciute, soprattutto nel mondo della sanità, e che poi da questo non possa venire nulla di buono.

Questo è il motivo per cui noi vediamo con favore l'emendamento presentato dal collega Locci, che sicuramente può essere migliorato ma che mira comunque al perfezionamento di un testo che a noi, onestamente, sembra assai poco meditato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 66.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 20

contrari 30

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 86.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, ritengo questo emendamento necessario e utile in quanto la formazione specifica, in materia di medicina generale, è improntata sostanzialmente, questo lo abbiamo già detto precedentemente, sull'approccio diretto, confidenziale e continuativo con il paziente, nell'ottica di una apertura dell'ambulatorio ventiquattro ore su ventiquattro al fine di favorire un rapporto diretto con il proprio paziente.

Riteniamo pertanto che i medici di medicina generale non debbano far parte della Casa della salute o del contenitore della salute, mentre riteniamo che debbano essere individuati i medici specializzati in medicina interna, in quanto a nostro avviso decisamente più idonei per vivere e dare risposte all'interno della struttura che si vuole realizzare. Lasciando liberi i medici di medicina di base, e quindi di medicina generale, e senza alcun tipo di rapporto, anche economico, come già l'onorevole Oppi ha spiegato nel suo precedente intervento, quindi senza avere costi aggiuntivi, con questa categoria.

Per questa ragione chiedo una maggiore attenzione all'Aula e che l'emendamento numero 86, Assessore lo chiedo anche a lei, venga approvato proprio per sostituire all'interno della Casa della salute i medici di medicina generale con gli specializzati in medicina interna.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 86.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 20

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 107.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 20

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 369.

Ha domandato di parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COZZOLINO LORENZO (PD). Presidente, intervengo per un chiarimento, ma sarò telegrafico. Onorevole Zedda, l'articolo 5 non è cambiato radicalmente, anzi, non è cambiato per niente, noi l'abbiamo solo emendato con una puntualizzazione al punto 5 dove c'è un'integrazione legata al fatto che ci devono essere anche le cosiddette strutture dell'aggregazione funzionale territoriale del Patto della salute. Queste aggregazioni permettono di arrivare alla istituzione di una Casa della salute ogni 30 mila utenti e non ogni 9000 o 10.000 che sono nel periodo arcaico, oggi stiamo parlando di 30 mila.

Poi, onorevole Oppi, lei ha calcolato un costo di circa 100 milioni, per carità non lo so, mi fido. Però le dico una cosa: preferisco spendere 100 milioni per dare risposte alle persone che non spendere 115 milioni, a gennaio 2014, per coprire il disavanzo delle 11 ASL che niente hanno fatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, ringrazio per la glossa l'onorevole Cozzolino, ma tra 10 anni allora quando probabilmente parleremo di Case della salute di 100.000 abitanti sarà ancora più bello. Ma io credo che non sia così, onorevole Cozzolino. Guardi lo dico con estremo rispetto. Io credo che con questo emendamento, l'unico peraltro presentato a questo articolo, di fatto stiamo demandando la Giunta a preparare un piano regionale delle Case della salute su cui poi potremo dare un parere nella Commissione competente, come si fa sempre con i famosi pareri nelle Commissioni competenti secondo il Regolamento del Consiglio e, ovviamente, con tutta la preparazione e l'istruttoria che sarà fatta.

Io credo invece che noi in questa occasione potevamo scrivere senz'altro un buon articolo rispetto all'istituzione delle Case della salute stabilendo bene quali fossero i servizi da integrare. Io insisto nel dirvi, caro onorevole Cozzolino, che sui limiti di cui parla lei, 30 mila utenti, io spero che non la prendano, come dire, sul serio la dirigenza regionale dell'Assessorato e l'Assessorato pure. Se lei, infatti, conoscesse le realtà di periferia e non solo quella di Cagliari e dell'hinterland cagliaritano capirebbe che cosa significa servirsi dei servizi relativi alla salute nelle frontiere della Sardegna.

A mio avviso quelle dimensioni sono veramente fuori da ogni portata, in particolare ne riparleremo quando ci propinerete distretti o comunque bacini di utenza per la determinazione delle ASL di 400 mila abitanti; ne vedremo delle belle, sicuramente non solo con le Case della salute. Dichiaro pertanto il voto contrario a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, onorevole Cozzolino, quando ho detto che stavate modificando l'articolo 5 mi riferivo esattamente a un modus operandi che è stato il leitmotiv di tutto il lavoro svolto in Consiglio su questa proposta di legge. È vero, voi avete riscritto questo comma forse in maniera più chiara, certamente non si superano le criticità appena citate anche dal collega Locci. Però le osservazioni nascono perché a breve parleremo addirittura di nuovi articoli aggiunti (o vorrete smentirmi anche su questo), per esempio un articolo 6 bis, e non mettiamo limiti alla provvidenza perché vedremo ancora dell'altro.

Quindi sembra quasi che siamo qui a raccontare cose false. Invece stiamo dicendo esattamente quello che è avvenuto nei fatti nella trattazione di questa proposta di legge. Quindi che si cambi un comma, che si siano aggiunti emendamenti di fatto la legge è completamente modificata. Probabilmente dal vostro punto di vista è migliorata visto che avete convinto anche i colleghi che non erano proprio in sintonia dall'inizio con la proposta di legge, ben venga per la vostra maggioranza, niente da obiettare, ma non potete assolutamente impedirci di dirvi che stiamo lavorando male e non stiamo facendo un buon servizio né come legislatori né tantomeno nei contenuti di una proposta di legge che, lo ricordiamo ancora, va a tutela della salute. Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, all'onorevole Cozzolino dico che gli abbiamo già riconosciuto che in effetti la formulazione di questo comma è più precisa rispetto alla versione precedente; però c'è un punto che non mi convince, fermo restando che si tratta di una struttura normativa e quindi è competenza del Consiglio e non mi voglio ripetere, e non sono d'accordo allorquando voi scrivete: "che tenga conto di quelle già esistenti o previste nei piani sperimentali approvati". Allora, se ne esiste una a Giba e ne esiste una nel paese di Locci, a Sant'Antioco, è chiaro che una avrà 80 metri quadrati, l'altra non so, credo che non serva tenerne conto. Tenere conto vuol dire che dovrebbero sussistere, non è così, bisogna costruirla ex novo o creare una struttura diversa. Lo stesso vale per due piccoli paesi che sono Flumini e Buggerru, ce n'è una anche a Flumini, che era già prevista a suo tempo. Quindi, sono più d'accordo con la posizione dei 30 mila, e che a una distanza inferiore di 2 o 3 chilometri sussistano delle strutture che non servono. E comunque la frase che dice "che tenga conto" secondo me è impropria, perché vorrebbe dire che queste dovrebbero sussistere, secondo me non dovrebbero sussistere.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 369.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Solinas Christian e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Tunis - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 31

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Decadono di conseguenza gli emendamenti numero 67, 87, 192 e 191. Metto in votazione l'articolo 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, dichiaro il mio voto contrario all'articolo 5, così come è stato formulato dalla Giunta e poi emendato dal Consiglio perché, seppure come abbiamo detto nel corso della discussione, non c'è alcuna preclusione almeno da parte nostra rispetto all'istituzione delle Case della salute, la vediamo come una corretta e normale evoluzione della riforma del sistema sanitario regionale, abbiamo anche tentato in questa sede, attraverso la presentazione di emendamenti sostitutivi, di migliorare il testo secondo la nostra visione.

Ritroviamo invece, secondo noi, una norma poco chiara, forse troppo complessa e che si farà poi troppo utilizzare e usare alla bisogna dalle burocrazie regionali dell'Assessorato della sanità, non darà chiarezza ai cittadini, non darà chiarezza secondo noi nemmeno a questo legislatore che oggi la sta approvando. Sarò anche un facile profeta, ma vedrete che ritorneremo a parlare di Case della salute, e probabilmente inizieremo a parlarne proprio a seguito di obiezioni che verranno dai vostri banchi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, anche io voterò contro l'articolo 5, semplicemente per la cosiddetta sordità di un'Aula (una motivazione che credo nei tempi passati avrebbe fatto un po' di clamore all'interno di questo Consesso), che non vuole assolutamente ascoltare. Abbiamo provato, senza invidia questa volta, a darvi dei suggerimenti perchè il "contenitore della salute" - si chiama così, giusto? - creerà il caos più totale; quando si dovrà attuare l'articolo stesso e quindi attivare veramente le Case della salute, sarà il caos per riuscire a individuare le sedi, individuare il personale, individuare le risposte reali che bisogna dare al "sistema salute" regionale.

Abbiamo anche provato a spiegarvi, sulla base di una richiesta non certamente nostra, io non faccio il medico di medicina generale, faccio tutt'altro, facevo tutt'altro, adesso mi dedico temporaneamente alla politica, quindi non è certamente una mia necessità personale né tantomeno una necessità personale di qualche amico, ma è bensì una richiesta dei medici di base, dei medici generici che chiedono e hanno spiegato che non sarà possibile essere presenti, quindi lavorare contemporaneamente nella struttura Casa della salute e c essere a disposizione dei propri pazienti. Neanche questo aspetto avete voluto approfondire; vi abbiamo suggerito una specializzazione probabilmente più idonea a dare risposte e certezze al sistema salute, quindi nell'interesse del paziente stesso che deve ricevere le cure, ma neanche questo suggerimento è stato recepito.

Bene, senza invidia, diciamo di approvarvi da soli una proposta di legge di questo tipo, perché noi, onestamente, non vogliamo essere coinvolti in una riforma, in una norma che non è certamente nostra e che non potrà mai appartenere alla nostra forma mentis, e quindi alla nostra cultura politica di centrodestra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, dichiaro il voto contrario all'articolo 5. Ritengo che si basi, come abbiamo detto in precedenza, su principi aleatori, su intenzioni virtuali. I sardi non chiedano sicuramente questo, la Sardegna ha bisogno di una riforma sanitaria seria, di una riforma sanitaria vera che sia vicina ai problemi e alle esigenze della gente. Questo articolo 5, queste Case della salute, come già annunciato anche da chi mi ha preceduto, porteranno allo sfascio le casse della Regione Sardegna; pertanto rimarrà solo un sogno, da parte della maggioranza, il poter realizzare questo tipo di servizio per i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, dichiaro il voto favorevole del Gruppo di Sardegna Vera e dico in sostanza che è vero, riguardo alle Case della salute, che sono emerse in altre regioni italiane delle problematicità, e che sarà molto complicato riuscire a metterle in campo. Tuttavia è una sfida interessante, e anche molto utile per la nostra Regione, al fine di verificare se la classe dirigente si evolve da una classe dirigente che decide le cose della sanità per interessi di parte, decidendo anche la dislocazione degli uffici periferici a seconda del collegio elettorale, in classe dirigente che, viceversa, decide di fare una struttura omogeneamente diffusa nel territorio secondo gli effettivi servizi richiesti dalle nostre comunità.

È una sfida, sappiamo tutti che non sarà con una virgola in più o in meno nell'articolo che cambierà le cose, verificheremo nei prossimi mesi e nel prossimo quinquennio se questa classe dirigente sarà all'altezza della situazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, nel corso della discussione generale di questo provvedimento abbiamo evocato l'apologo di Menenio Agrippa, quello del corpo e delle membra, citazioni care al collega Robertino Deriu. È difficile dire che questo o quell'elemento è più o meno utile, certo, le Case della salute sono delle cose utili, se sono ben fatte, se sono integrate, se coinvolgono tutti gli operatori che servono, eccetera; gli ospedali di comunità sono elementi utili se sono fatti in un certo modo, se servono a superare duplicazioni, se servono a superare gli eccessi di localismo che hanno provocato i veri danni alla spesa sanitaria regionale, quello che non va bene è quando tutto questo insieme di cose dà luogo a un sistema disomogeneo, disarmonico, scarsamente integrato al suo interno.

Da questo contesto nascono i problemi veri della sanità, che sono quelli che noi conosciamo, che stiamo cercando di fronteggiare ormai da decenni, ma che si scontrano regolarmente con i corporativismi, con gli interessi, con le vischiosità, eccetera. Questo discorso, purtroppo, vale in particolare per questo articolo 5, ma vale anche per l'articolo 6, che esamineremo subito dopo. Stiamo affrontando il problema a pezzi e a morsi, che è esattamente il contrario di quello che si sarebbe dovuto fare. Questo è il motivo per cui voteremo anche contro l'articolo 5, non perché siamo contro le Case della salute, ci mancherebbe altro, ma perché le Case della salute, così impostate, certamente non sortiranno l'effetto auspicato in termini di risposta di salute nei confronti dei cittadini e rischiano, inoltre, di complicare ulteriormente un sistema che è già abbastanza conflittuale al proprio interno per conto suo, senza bisogno che anche il Consiglio regionale ci metta del suo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 31

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi, questo emendamento che noi abbiamo presentato, naturalmente restano ferme tutte le considerazioni svolte poco fa, mira a far fare alle Case della salute un salto di qualità introducendo, dopo un tempo congruo, anche le funzioni che riguardano l'area socio assistenziale. Voi capite bene che questo comporterebbe una specie di rivoluzione copernicana, perché le funzioni socio assistenziali oggi sono allocate quasi totalmente presso i comuni, presso i PLUS, con i meccanismi che voi sapete, che onestamente non mi pare abbiano sortito grande effetto proprio in termini di offerta dal punto di vista socio assistenziale.

L'elemento che noi vogliamo introdurre alla riflessione del Consiglio, magari se non sarà per questa volta, sarà per la prossima volta, ma non sarebbe male che questo emendamento venisse approvato e che si partisse da subito con questo nuovo approccio ai servizi socio assistenziali, è quello di spostare l'ottica non dal socio assistenziale alla sanità, ma di cominciare a ragionare in una logica di maggiore integrazione tra area sanitaria e area socio assistenziale, e ci sembra che i soggetti presso i quali meglio si potrebbe perlomeno sperimentare questo nuovo approccio siano proprio le Case della salute, concepite, come è stato detto, come sede di maggiore integrazione, di maggiore efficacia dell'offerta sanitaria, e quindi di luogo dove si può fare un'analisi e si può dare una risposta noi riteniamo più efficace anche alla domanda di tipo socio assistenziale. Questa è la ratio di questo emendamento e questa è la riflessione che noi vogliamo proporre ai colleghi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, l'emendamento è molto interessante, nel senso che va nella direzione che noi tutti auspichiamo per fare effettivamente delle Case della salute uno strumento che sul territorio dà dei servizi. Io invito i colleghi al ritiro dell'emendamento, se lo ritengono possibile, con l'intento di rivalutarlo successivamente in Commissione, valutando anche le posizioni, perché io esprimo la posizione del Gruppo di Sardegna Vera.

Si tratta di valutare questo emendamento all'interno del nuovo disegno complessivo sulla sanità, anche alla luce della nuova organizzazione territoriale che ci daremo relativamente agli enti locali, e vedere quindi di spostare certe competenze che sono in capo ai comuni nella Casa della salute, anche con quello spirito con il quale questa proposta di legge è nata e cioè di andare verso una riorganizzazione secondo la nuova costruzione distrettuale amministrativa. Questo è l'invito che rivolgo ai colleghi, per sfuggire anche a questa finta "disamistade" che non porta a niente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, anch'io dichiaro il voto favorevole a questo emendamento, nelle more della decisione che prenderà il collega, onorevole Cossa. La proposta contenuta nell'emendamento, effettivamente, porterebbe una rivoluzione in questo settore. È vero che, l'istituzione delle Case della salute comporta il cosiddetto "punto unico di accesso", o comunque "sportello unico", per cui si dovrebbe attivare anche lo sportello unico per i servizi socio sanitari; è vero che nella modifica degli assetti e delle competenze degli enti locali (quello che succederà dal primo di gennaio 2015 con l'attuazione della legge del Rio), questa potrebbe essere una di quelle norme che darebbe la possibilità di iniziare a fare non solo delle economie di scala attraverso l'individuazione delle competenze, all'interno delle Case della salute, anche in materia sociale, ma appunto consentirebbe ai comuni di scaricare una competenza che ormai sta diventando totalizzante rispetto alle loro funzioni, quella delle politiche sociali. Mi pare che la proposta dell'onorevole Cossa possa essere accolta anche in ragione del fatto che vi sono delle sensibilità comuni rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, se non fosse che l'emendamento è una cosa seria penserei a uno scherzo, penserei davvero a uno scherzo perché francamente non riesco a comprendere come si possa arrivare a pensare addirittura di mandare all'aria, a gambe all'aria, anni e anni di lavoro, di politiche socio assistenziali, che si sono via via affrancate dalle politiche sanitarie dalle quali purtroppo spesso ancora dipendono e dalle quali manca un'autonomia, per tornare al punto di partenza.

Io credo che davvero valga la pena invece di raccontarci un'altra storia, e la storia che ci dobbiamo raccontare è che di politiche socio assistenziali dobbiamo parlare seriamente e ne dobbiamo parlare con la revisione invece delle leggi di settore, in maniera particolare della legge numero 23, e facendo un ragionamento serio su come hanno funzionato i PLUS e su come effettivamente dovrebbero essere riprogrammati, ripensati e riprogettati e, al tempo stesso, invece, vale la pena soffermarsi su quelle politiche di carattere socio sanitario, di integrazione socio sanitaria di cui tanto parliamo e che fino a questo momento sono restate, invece, sul libro delle buone intenzioni. Il mio voto sarà assolutamente contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, ogni qualvolta si vuole fare un po' di innovazione si deve necessariamente rinunciare a qualcosa, ogni qual volta si interviene su un perimetro acquisito è lesa maestà se quel diritto viene messo in discussione. Se la legge vuole innovare e portare spunti di novità è evidente che qualcosa deve essere rimodulata e riverificata (è per questo che ringrazio il collega Arbau che ha trovato degli spunti di interesse), proprio perché si vuole ridisegnare in qualche modo un sistema che sia una novità e quindi disegni anche oltre quei perimetri che qualcuno si ostina a difendere, e che addirittura nel suo intervento richiama con "assolutamente esprimo il voto contrario".

Beh, certamente tutto questo ci fa anche sorridere, l'assolutamente, l'assoluto va riportato al tema per il quale nel nostro emendamento significa che ci possa essere anche uno sprazzo di innovazione, che è stata ben colta dal Gruppo degli amici di Sardegna Vera, ed è proprio per questo motivo che intendiamo appunto mettere in votazione questo tipo di emendamento. Avremmo aderito volentieri all'invito di Efisio Arbau se poi, invece, un esponente del Partito Democratico non avesse fatto questo tipo di affermazioni.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 187.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pigliaru ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 49

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 20

contrari 29

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 188.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Lotto e Pigliaru hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 21

contrari 30

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 189.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Lotto ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Peru - Pinna Giuseppino - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 18

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, ritiriamo la richiesta di votazione nominale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 190. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 6. All'articolo 6 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e dei relativi emendamenti:

Art. 6

Ospedali di comunità

1. Al fine di garantire adeguati livelli di cura per tutte le persone che non abbiano necessità di ricovero in ospedali per acuti, ma che hanno comunque bisogno di un'assistenza sanitaria protetta che non potrebbero ricevere a domicilio, e limitatamente a periodi di tempo medio-brevi, è istituito l'ospedale di comunità (OsCo) quale presidio di raccordo funzionale tra l'ospedale per acuti e i servizi territoriali.

2. Gli ospedali di comunità sono individuati con deliberazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, garantendo una localizzazione equilibrata delle strutture in tutto il territorio regionale che tenga conto di quelle già esistenti o previste nei piani sperimentali approvati nel corso degli ultimi anni.

3. Le aziende sanitarie locali organizzano, nell'ambito della programmazione e delle specifiche linee-guida regionali, uno o più ospedali di comunità, anche mediante la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti.

EMENDAMENTO soppressivo totale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 6

L'articolo 6 è soppresso. (88)

EMENDAMENTO soppressivo totale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

L'articolo 6 è soppresso. (193)

EMENDAMENTO soppressivo totale TRUZZU - FENU.

Articolo 6

L'articolo 6 è soppresso. (274)

EMENDAMENTO soppressivo totale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 6

L'articolo 6 è soppresso. (353)

EMENDAMENTO sostitutivo totale LOCCI - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 6

L'articolo 6 è sostituito dal seguente:

Articolo 6: al fine di promuovere la riduzione dei ricoveri inappropriati ed i percorsi di deospedalizzazione, sono istituiti gli Ospedali di Comunità di cui allo schema di regolamento recante "definizioni degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, in attuazione dell'articolo 1, comma 169 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e dell'articolo 15, comma 13, lettera e) del decreto - legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135". Tali requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi, sono assicurati dalla presenza di assistenza medica di medicina generale e specialistica.

Sono garantiti in tali strutture: a) ricoveri brevi per casi non complessi; b) interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio (strutture familiari); e) assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio. (89)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 6

All'articolo 6 il titolo "Ospedali di comunità" è soppresso. (263)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 6

Il comma 1 dell'articolo 6 è soppresso. (90)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6 il comma 1 è soppresso. (194)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 6

Il comma 1 dell'articolo 6 è soppresso. (288)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 6

Il comma 1 dell'articolo 6 è soppresso. (354)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 6

Il comma 2 dell'articolo 6 è soppresso. (91)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6 il comma 2 è soppresso. (195)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 6

Il comma 2 dell'articolo 6 è soppresso. (286)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 6

Il comma 2 dell'articolo 6 è soppresso. (355)

EMENDAMENTO soppressivo parziale PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS - TOCCO.

Articolo 6

Il comma 3 dell'articolo 6 è soppresso. (92)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6 il comma 3 è soppresso. (196)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - FENU.

Articolo 6

Il comma 3 dell'articolo 6 è soppresso. (285)

EMENDAMENTO soppressivo parziale OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 6

Il comma 3 dell'articolo 6 è soppresso. (356)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, comma 1 le parole "è istituito l'ospedale di comunità (OsCo) quale presidio di raccordo funzionale tra l'ospedale per acuti e i servizi territoriali" sono sostituite dalle seguenti "si ricorre alle prestazioni delle Residenze Sanitarie Assistite." (197)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, comma 2, le parole "che tenga conto di quelle già esistenti o previste nei piani sperimentali approvati nel corso degli ultimi anni" sono sostituite dalle seguenti "sulla base dei posti ospedalieri per acuti e di RSA già effettivamente operanti nei diversi territori." (199)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale COCCO Pietro - ANEDDA - ARBAU - COCCO Daniele - USULA - RUGGERI - COZZOLINO - FORMA - PINNA Rossella - PERRA - PIZZUTO - DESINI - CHERCHI Augusto.

Articolo 6

Il comma 3 dell'articolo 6 del PL 71/2014 è sostituito dal seguente:

"3. Le aziende sanitarie locali organizzano, nell'ambito della programmazione e delle specifiche linee-guida regionali, uno o più ospedali di comunità, anche mediante la ristrutturazione della rete ospedaliera di cui all'articolo 4 della legge regionale 7 novembre 2012, n. 21 e la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti." (370)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

Testo dell'emendamento

All'articolo 6, comma 3, le parole "uno o più ospedali di comunità" sono sostituite dalle seguenti "un numero di ospedali di comunità adeguato alle necessità dei territori, ma in ogni caso con un bacino di utenza di almeno 50.000 abitanti (200)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente

"1bis. Al fine dell'utilizzo più razionale delle RSA, entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità, procede ad una verifica e revisione dei posti letto di RSA effettivamente disponibili. A seguito di tale verifica, sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro 15 giorni, la Giunta regionale procede ad adottare un piano di riequilibrio dei servizi delle RSA tenendo conto della necessità di garantire servizi adeguati in tutti i territori." (198)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, comma 2, dopo le parole ''sono individuati" sono aggiunte le seguenti "tra gli ospedali già attualmente operativi".

(204)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente

"3bis. Nelle città sede di ospedali per acuti, gli ospedali di comunità possono sorgere solo previa chiusura di un corrispondente numero di posti letto per acuti. (201)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'articolo 6, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente

"3bis. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge, predispone e sottopone all'attenzione della competente commissione consiliare, un piano organico per la riduzione graduale delle liste d'attesa fino a ricondurre - nell'arco massimo di tre anni - tutte le prestazioni entro i limiti indicati dalle normative nazionali e regionali vigenti. In tale piano, la Giunta regionale indica le risorse economiche necessarie nei tre anni di operatività del programma favorendo le soluzioni meno dispendiose per raggiungere l'obbiettivo." (203)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'art. 6, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente

"3bis. La Giunta regionale predispone il piano dei posti letto di riabilitazione riservando ai privati, con o senza scopo di lucro, almeno il 70% dei nuovi posti letto necessari a coprire il fabbisogno secondo gli indici previsti dalla vigente legislazione nazionale. Ripartiti i posti letto di riabilitazione secondo le esigenze dei territori, la Regione provvede ad assegnare tali posti letto - con il relativo budget - tramite procedura ad evidenza pubblica tra i soggetti interessati. La Regione predispone inoltre un piano finanziario pluriennale a crescita progressiva cui deve fare fronte con una altrettanto graduale chiusura di posti letto per acuti, rispettando l'equilibrio dei territori." (205)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'art. 6, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente

"3bis. Entro 120 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità, provvede a predisporre la rete ospedaliera regionale per la riabilitazione secondo gli indirizzi previsti dalla vigente legislazione nazionale. Dei nuovi posti letto di riabilitazione di nuova istituzione possono essere assegnati alle AASSLL e alle Aziende Ospedaliere quote pari fino ad un massimo del 30% del totale dei nuovi posti letto." (206)

EMENDAMENTO aggiuntivo TOCCO - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è aggiunto il seguente:

Emendamento aggiuntivo alla proposta di legge N. 71 del 10 luglio 2014

Modifiche all'art. 25 L.R. 10 del 2006 (Formazione)

Art. 25 Formazione

1. La Regione riconosce l'importanza della formazione tecnico-professionale e gestionale della dirigenza e del restante personale del SSR e a tale scopo ne favorisce la formazione continua e promuove occasioni di formazione sulla programmazione, organizzazione e gestione dei servizi sanitari, con particolare attenzione alla diffusione delle tecniche di monitoraggio e controllo sull'appropriatezza clinica e organizzativa delle prestazioni e dei servizi sanitari.

2. Ferme restando le competenze degli organismi previsti dai contratti collettivi di lavoro, la Giunta regionale istituisce una apposita Commissione regionale per la formazione sanitaria, quale organismo di supporto per la definizione delle linee di indirizzo sulle attività formative di cui al comma 1.

Si introduce il comma 3 come segue:

3. La Giunta Regionale, in accordo con le Università di Cagliari e di Sassari, definisce appositi percorsi formativi per i propri studenti anche all'interno di altre strutture del sistema sanitario regionale. (95)

EMENDAMENTO aggiuntivo OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 6

Dopo l'art. 6 è aggiunto l'art. 6 bis:

La legge regionale n. 21 del 7 novembre 2012 è abrogata. (357)

EMENDAMENTO aggiuntivo LOCCI - PITTALIS - PERU - TOCCO - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente articolo:

Articolo 6-bis

1. In un'ottica di miglioramento e implementazione dei servizi erogati dal Sistema sanitario regionale la Regione Sardegna si impegna a strutturare la propria rete ospedaliera e assistenziale per garantire prestazioni dedicate ai pazienti affetti da malattie rare e da patologie aventi tassi di incidenza nettamente superiori rispetto alla media nazionale.

2. La Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con specifico provvedimento, previo parere della Commissione consiliare competente, individua le modalità di coordinamento degli interventi in materia di malattie rare tra le Aziende sanitarie locali, gli Ospedali di comunità e le Case della salute. (363)

EMENDAMENTO aggiuntivo LOCCI - PITTALIS - PERU - TOCCO - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente articolo:

Articolo 6-ter

Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con specifico provvedimento, previo parere della Commissione consiliare competente, attiva le procedure per l'adozione di un nuovo Piano sanitario regionale. (364)

EMENDAMENTO aggiuntivo Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - PITTALIS - CAPPELLACCI - PERU - TEDDE - FASOLINO - RANDAZZO - TUNIS - LOCCI - TOCCO.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è aggiunto il seguente:

Aziende ospedaliere e universitarie

1. Le aziende ospedaliere e aziende universitarie della Sardegna sono così costituite e ridefinite:

a)Azienda ospedaliera Brotzu (AO Brotzu) costituita dall'Ospedale San Michele, dall'Ospedale Oncologico Businco e dall'Ospedale Microcitemico (ex Asl (8)

b) Azienda ospedaliera del centro Sardegna (AOCS) costituita, in deroga, dall'Ospedale San Francesco, dall'Ospedale C. Zonchello e dall'Ospedale N.S. Della Mercede;

c) Azienda mista ospedaliera universitaria di Sassari (AOU Sassari) si accorpa con l'Azienda mista ospedaliera universitaria di Cagliari (AOU Cagliari) (93)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

All'art. 6, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente

"3bis. Entro 120 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità, procede alla stesura della rete ospedaliera regionale nel rispetto di parametri previsti dalla vigente legislazione nazionale. La rete ospedaliera concentrerà in tre poli i posti letto di alta specializzazione e prevedrà pertanto la progressiva razionalizzazione dei posti letto per acuti attualmente operanti nei diversi territori. " (207)

EMENDAMENTO aggiuntivo DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 6

Dopo l'art. 6 è aggiunto il seguente

"6bis. Al comma 2 dell'articolo 11 della legge regionale 10/2006 sono apportate le seguenti modifiche la parola "cinque" è sostituita dalla parola "tre"; le parole "due designati dalla Regione" sono soppresse."

(202)

EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - ANEDDA - ARBAU - COCCO Daniele - USULA - RUGGERI - COZZOLINO - FORMA - PINNA Rossella - PERRA - PIZZUTO - DESINI - CHERCHI Augusto.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6, è aggiunto il seguente:

"Art. 6 bis

Adeguamento organizzativo e commissariamento delle ASL

1. La presente legge, in attuazione delle finalità di cui all'art. 1, comma 1, lett. c) avvia il processo di adeguamento dell9assetto istituzionale ed organizzativo delle aziende sanitarie locali della Sardegna, sulla base delle seguenti prescrizioni:

a) definizione del numero delle aziende sanitarie locali e del loro ambito territoriale di riferimento in coerenza con le previsioni di cui alla nuova normativa regionale di riordino complessivo del sistema degli enti locali della Sardegna;

b) incorporazione nell'azienda ospedaliero-universitaria di Sassari del presìdio ospedaliero "SS. Annunziata", attualmente facente capo all'ASL n. 1 di Sassari;

c) incorporazione nell'Azienda ospedaliera di rilievo nazionale "G. Brotzu" dei presìdi ospedalieri "Microcitemico" ed "Oncologico - A. Businco", attualmente facenti capo alla ASL n. 8 di Cagliari.

2. A seguito dell'accorpamento di cui al comma 1, leti e,), la Regione avvia uno specifico piano di valorizzazione e sviluppo delle attività di ricerca sanitaria, al fine di verificare il possibile riconoscimento del nuovo polo ospedaliero-universitario, o di parte dei suoi presìdi, quale Istituto di Ricovero e Cura di Carattere Scientifico (IRCCS).

3. La Giunta Regionale, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, approva una deliberazione contenente le direttive e linee di indirizzo volte a:

a) definire i rapporti attivi e passivi facenti capo alle precedenti aziende e per la predisposizione dei necessari documenti contabili, secondo il nuovo assetto delle ASL, nonché per la successione delle aziende ospedaliere nei rapporti attivi e passivi relativi ai presìdi di cui al comma 1, leti b) e e) e trasferite dalle ASL interessate;

b) avviare l'esercizio e la gestione in forma integrata e unitaria da parte delle aziende sanitarie di specifiche attività tecniche, amministrative e di supporto, finalizzate a forti e progressive forme di aggregazione;

c) costituire, in ciascuna delle aziende sanitarie locali, un presidio ospedaliero unico di area omogenea, eventualmente ripartito in più stabilimenti, secondo la programmazione regionale, in cui sono garantite le specialità di base, le funzioni di specializzazione attribuite nell'ambito della rete ospedaliero regionale e della rete regionale delle emergenze.

4. Per la realizzazione del processo di riforma degli assetti istituzionali ed organizzativi del sistema sanitario regionale previsto dalle disposizioni del presente articolo la Giunta Regionale, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione della presente legge, provvede al commissariamento straordinario delle aziende ospedaliero» universitarie; in quest'ultimo caso i commissari sono nominati d'intesa con i competenti rettori delle università.

I commissari straordinari di cui al comma 4 predispongono, entro novanta giorni dal loro insediamento, un piano di riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sanitari secondo le previsioni della presente legge redigendo, sentita la Conferenza territoriale delle aziende sanitarie locali, uno specifico progetto di scorporo e di riconversione al fine di individuare le attività da trasferire alle strutture territoriali, ai costituendi ospedali di comunità, case della salute ed AREU.

La Giunta Regionale, entro i successivi trenta giorni, approva il piano regionale di riorganizzazione e riqualificazione che raccoglie, consolida ed, eventualmente, modifica i piani predisposti dai commissari. Il piano regionale è approvato previo parere della competente Commissione consiliare da esprimersi entro il termine massimo di quindici, decorsi infruttuosamente i quali, se ne prescinde.

I commissari straordinari, per il periodo dell'incarico, di durata non superiore a quattro mesi, rinnovabili per una sola volta per non più dello stesso periodo, hanno i poteri e il compenso del direttore generale previsti dalla vigente normativa, ad eccezione dell'emolumento integrativo di risultato. I commissari straordinari, scelti tra i dirigenti in servizio nella pubblica amministrazione con qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione di strutture in ambito socio- sanitario ovvero tra gli idonei alla nomina a direttore generale delle aziende sanitarie inseriti nell'apposito elenco regionale, sono coadiuvati nell'esercizio delle loro funzioni da due dirigenti facenti le funzioni di direttore amministrativo e di direttore sanitario, individuati secondo le rispettive norme vigenti in materia. Il commissario straordinario e i dirigenti facenti le funzioni di direttore amministrativo e di direttore sanitario decadono con la nomina del direttore, generale.

Dopo il comma 1, dell'art. 10 della legge regionale n. 10 del 2006, è aggiunto il seguente:

" 1 bis. La Giunta regionale, con apposito provvedimento, disciplina:

a) le modalità ed i criteri per la verifica del possesso dei requisiti previsti dall'art. 3 bis, comma 3 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, ai fini della formazione dell'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie;

b) ulteriori parametri e criteri di valutazione per l'individuazione, tra gli idonei, dei direttori generali delle singole aziende, al fine di garantire la massima adeguatezza e qualità nella scelta dei professionisti."

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa (368)

EMENDAMENTO aggiuntivo DESINI - BUSIA.

Articolo 6

Dopo 1'articolo 6 è introdotto il seguente articolo:

Art. Modifiche dell'articolo 3 della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12 "Riordino dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "Giuseppe Pegreffi".

1. Dopo il comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12, è inserito il seguente:

"3 bis. Sono trasferite all'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna le competenze attribuite al Servizio sanità animale delle aziende sanitarie locali". Dopo il comma 2 dell'articolo 16 della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12, è inserito il seguente:

"2 bis. Il personale in ruolo assegnato al Servizio sanità animale presso le aziende sanitarie locali alla data di entrata in vigore della presente legge, è trasferito alle dipendenze dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna con applicazione del contratto collettivo vigente nell'amministrazione di destinazione". (382)

EMENDAMENTO aggiuntivo DESINI - BUSIA.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è introdotto il seguente articolo

Art. Norme di attuazione

Per consentire la realizzazione del processo di riforma degli assetti istituzionali ed organizzativi del sistema sanitario regionale cui si dà inizio con le presenti disposizioni, con deliberazione della Giunta regionale si provvede, entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente legge nel BURAS, al commissariamento delle aziende sanitarie ed ospedaliere, delle aziende ospedaliero-universitarie e dell5Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.

La nomina dei Commissari è regolata secondo i criteri e i requisiti vigenti per la nomina dei Direttori generali delle aziende sanitarie locali. Non possono essere nominati Commissari coloro che hanno compiuto i 65 anni di età. (383)

EMENDAMENTO aggiuntivo TOCCO - PITTALIS - CAPPELLACCI - Alessandra ZEDDA - Oscar CHERCHI - TEDDE - LOCCI - FASOLINO - PERU - RANDAZZO - TUNIS.

Articolo 6

Dopo l'articolo 6 è aggiunto il seguente:

Emendamento aggiuntivo alla proposta di legge N. 71 del 10 luglio 2014

Articolo 6bis Modifiche all' art. 1 della L.R. n. 10 del 2006 (aziende sanitarie)

1. L' articolo 1, comma 3, lettera c) è sostituito dal seguente:

"l'Azienda ospedaliera di rilievo nazionale "G.- Brotzu" costituita dai Presidi San Michele, Ospedale Microcitemico e Ospedale Businco. (94)

EMENDAMENTO aggiuntivo OPPI - RUBIU - Giuseppino PINNA - TATTI.

Articolo 7

All'articolo 7 viene aggiunto il comma 2 bis: Qualora le aziende sanitarie per qualunque causa debbano essere commissariate, le funzioni di commissario sono svolte da dirigenti in servizio nei ruoli della Regione Autonoma della Sardegna." (361).)

PRESIDENTE. Comunico che a questi si aggiungono l'emendamento numero 378, proveniente dall'articolo 1; gli emendamenti numero 128, 129, 130. 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 131, 132, 133, 134, 135, 136, 316, provenienti dall'articolo 2; l'emendamento numero 40, proveniente dall'articolo 3, l'emendamento numero 379, proveniente dall'articolo 5.

E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, l'articolo 6 è un altro pezzo disarmonico in questo provvedimento legislativo. Valgono tutte le considerazioni svolte finora che, per rispetto nei confronti dei colleghi, non ripeto. Tutte le azioni inserite sono potenzialmente buone prese singolarmente, ma il quadro di insieme che poi viene fuori è un quadro disastroso.

L'articolo 6 istituisce gli Ospedali di comunità senza dire che cosa sono queste strutture o, meglio, gli Ospedali di comunità scaturiranno dalla trasformazione dei cosiddetti piccoli ospedali presenti un po' dovunque nel territorio regionale; ospedali spesso nati per esigenze clientelari del potentato politico di turno che, nel corso dei decenni, sono diventati una specie di spina nel fianco della sanità sarda concorrendo in maniera più che significativa anche al cosiddetto deficit della sanità. Stiamo parlando delle RSA, e non a caso alcuni colleghi hanno presentato degli emendamenti in cui addirittura cambiano il nome da Ospedale di comunità in RSA, sostanzialmente sovrapponendo l'ospedale di comunità alla RSA.

È una specie di coacervo, questo Ospedale di comunità? Questo non è chiaro, perché se fosse un veicolo per razionalizzare la rete ospedaliera, per eliminare quelle duplicazioni di offerta sanitaria che sono presenti, ripeto, in diverse parti del territorio dell'isola, per cui a distanza di 30 chilometri abbiamo a volte due ospedali che fanno esattamente la stessa cosa, dove l'ospedale più importante svolge il suo ruolo vero di ospedale e l'altro ospedale minore diventa, invece, una specie di cronicario per anziani, allora se questo fosse l'intendimento dei proponenti io credo che ci potremmo anche ragionare.

Questo intendimento però non è chiaro, perché il testo che viene proposto è generico, mi pare che non risolva né l'uno, né l'altro problema e, ripeto, mi pare che tenda a introdurre un genus, quello dell'ospedale di comunità, che rischia di alimentare ulteriormente la frammentazione e la confusione del quadro del Servizio sanitario regionale che, invece, ha bisogno di una razionalizzazione funzionale a eliminare tutte quelle negatività che oggi caratterizzano il sistema sanitario regionale: duplicazioni di offerta, duplicazioni di utilizzo del personale, duplicazioni di acquisti di macchinari, tutto quell'insieme di cose che purtroppo ben conosciamo e che i pazienti sperimentano sulla propria pelle.

In effetti in che cosa si traducono tutti gli sprechi e tutte le duplicazioni? Si traducono nella sottrazione di risorse laddove servono e servono, in questo caso, visto che si parla di ospedali, negli ospedali che realmente erogano servizi di salute, spesso anche servizi di alta qualità. Io vorrei evitare, lo dico soprattutto all'Assessore, oltre che ai colleghi, di utilizzare il termine "eccellenza" perché attorno a questo termine si crea un grande equivoco, come se noi dovessimo pensare di creare in Sardegna eccellenze per ogni specialità, cosa che sarebbe auspicabile, che non sempre è possibile, ma soprattutto come se l'offerta sanitaria si dovesse tradurre in un'offerta di eccellenza, mentre è esattamente il contrario.

L'offerta sanitaria si deve tradurre in offerta di servizi di standard elevato, sempre più elevato in relazione allo sviluppo delle conoscenze mediche, allo sviluppo della tecnologia, allo sviluppo di tutto ciò che è scientifico, ovviamente, ma soprattutto questa offerta di servizi deve essere considerata normale, non si deve pensare a un centro di eccellenza che deve offrire chissà quali servizi megagalattici, stiamo parlando di servizi di qualità elevata che però devono essere offerti all'utente nel momento delle acuzie, nella normalità dei casi, e nella normalità dell'accessibilità.

A questo obiettivo io credo debba tendere qualsiasi progetto di riforma sanitaria. Tornando agli ospedali di comunità io credo che noi dovremo approfittare di questa discussione, e pertanto chiedo ai colleghi, sia della minoranza ma soprattutto della maggioranza di fare in modo che questo articolo perlomeno venga chiarito...

PRESIDENTE. Onorevole Cossa, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, sembra chiaro non solo dal testo dell'articolo, ma anche via via da tutti gli emendamenti che sono stati presentati, che gli ospedali di comunità in qualche modo qualificano questo avvio di riforma sanitaria in Sardegna, anzi, negli emendamenti direi che c'è la "zuppa di questa riforma". Io credo però che in questa fase della discussione (poi ci arriveremo sugli emendamenti con le dichiarazioni di voto)valga la pena di dire subito che gli ospedali di comunità saranno e sono in questo testo le buone parole e i buoni termini per poter poi, in un certo qual modo, diminuire, razionalizzare, scusate, la rete ospedaliera sarda.

È ovvio che io non lo auspico perché ho a cuore gli ospedali di periferia che, secondo me, non sono né portatori malati di deficit né tantomeno sono portatori di cattiva assistenza, anzi semmai è il contrario, sono quel riferimento territoriale a cui ci rivolgiamo. Io mutuo anche in questo caso il discorso che ho fatto prima sulle Case della salute e sulla questione delle dimensioni territoriali o comunque dei bacini di riferimento.

Sulla questione degli ospedali di comunità quando voi dite: "Noi non intendiamo chiudere la sanità nelle periferie" dite una cosa non vera perché questa è la prova provata che attraverso questo strumento, cioè gli ospedali di comunità, non farete altro che degradare gli ospedali veri che ci sono nei territori e quindi anche quelli di periferia. Forse sarebbe stato bello, noi l'abbiamo fatto nelle chiacchiere fuori dal protocollo d'Aula, dire che in qualche caso sarebbe stato meglio mettersi d'accordo forse per fare gli ospedali unici in certi territori, sarebbe stato auspicabile, se n'è parlato tanto anche in passato e non siamo arrivati a farlo; oggi ci dobbiamo spingere in questa direzione ma ritengo che sarà difficile sopprimere ovvero degradare, per le sue peculiarità e le sue caratteristiche, ciascuno di questi 44 presidi ospedalieri presenti in Sardegna.

Su questo aspetto bisognerà fare molta attenzione, bisogna dirlo chiaramente ai parroci, ai sindaci che con questo strumento, con l'ospedale di comunità faremo un intervento o, meglio, questa maggioranza intende fare un intervento sulla rete ospedaliera attraverso, vivaddio, delle diminuzioni di presenza o delle revisioni del grado di presenza. Su questo starei molto attento, mi sarebbe piaciuto che su questo tema si fosse raggiunta una chiave diversa di lettura e, forse, la soluzione sarebbe stata quella davvero di individuare nelle periferie e nelle aziende di periferia gli ospedali unici. Crediamo che lo strumento individuato in questo articolo non sia utile all'avvio di questa riforma.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, mi scuso sin d'ora se ripeterò qualche concetto, ma proviamo ancora a convincervi che su alcune cose occorreva forse fare diversi approfondimenti, occorre ancora forse ragionare un po' in maniera più ordinata. Gli ospedali di comunità, per come sono descritti, possono essere certamente una soluzione perché si tende comunque a un raccordo funzionale tra l'ospedale per acuti e i servizi territoriali. Mi chiedo però: abbiamo fatto un'analisi attenta di quali sono le strutture da riconvertire? Di quali costi dobbiamo sostenere per un'attivazione corretta, come è scritto nei principi? No, non l'abbiamo fatto, diciamo che lo farà la Giunta in un secondo momento.

Inoltre, ci siamo chiesti, come diceva il collega Locci, se incideremo sui piccoli ospedali, sui poliambulatori, su strutture esistenti che dovranno essere riconvertite? Sinceramente non credo che tutto questo sia stato fatto e, soprattutto, penso che avremo dei tempi lunghissimi per capire se tutto ciò che stiamo inserendo in questa nuova legge, dalle Case della salute, come ho detto prima, agli ospedali di comunità, alle funzioni dei distretti e quant'altro, possa veramente contribuire a realizzare un servizio sanitario efficiente.

A mio avviso dovremo veramente fare uno sforzo, da ora fino all'approvazione di questo testo di legge, per provare ancora, una volta per tutte, a migliorare ciò che stiamo proponendo, soprattutto per quanto riguarda un concetto fondamentale per cui avete detto che nasceva questa riforma, pre-riforma, linee di indirizzo: cioè la razionalizzazione dei costi, addirittura la riduzione dei costi. A oggi, cari colleghi, noi stiamo aggiungendo nuove strutture, come vi ho appena detto, compresa una nuova AREU o AREUS e quindi credo che certamente dovremo chiarirci meglio sulla questione dei costi perché comunque non è possibile stabilirli a priori.

In questo testo sono presenti mere enunciazioni di principio che ci fanno già capire che ci sarà una confusione per il malato sulle strutture a cui si dovrà rivolgere e, soprattutto, un aggravamento sia in termini strutturali che in termini finanziari e quindi non risparmieremo un euro, perlomeno nell'immediato perché, esistendo ancora una sovrapposizione di strutture che svolgono gli stessi servizi, non abbiamo la possibilità di avere un quadro chiaro a oggi.

Presidente, l'invito a fermarci un attimo è per capire se c'è la possibilità, già in questa proposta di legge, di dire a chi sono attribuite le competenze delle strutture che ho citato: i poliambulatori, le guardie mediche o i piccoli ospedali; almeno chiariamo quali saranno le strutture territoriali di riferimento per la sanità in Sardegna. Visto che non abbiamo chiarito neanche quante saranno le ASL della Sardegna, magari salterà dal cilindro qualche proposta anche in questo senso, però a oggi abbiamo un proliferare di strutture, di competenze tra di loro anche contraddittorie. Quindi, rivolgo l'invito a fermarci, a trovare una soluzione organica, almeno a rimettere in ordine ciò che abbiamo fatto fino a oggi senza, per carità, togliervi alcun tempo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, se l'articolo 6 avesse una formulazione un minimo diversa, poi entrerò nel merito, probabilmente ci troverebbe d'accordo. Gli Ospedali di comunità, come tutti penso sappiano all'interno di quest'Aula, risalgono agli anni venti e fu la Gran Bretagna a istituire questo metodo di cura nei confronti dei pazienti cosiddetti intermedi. In Italia, e questo mi risulta anche un pochettino strano, i primi sono stati i romagnoli, i rossi romagnoli; quindi spero che questo non vi abbia suggerito l'inserimento all'interno della Regione Sardegna degli ospedali di comunità.

Però, se verifichiamo bene, in Emilia-Romagna gli Ospedali di comunità sono soltanto tre; dal 1995, cioè da quando sono stati "pensati", in realtà ne sono stati realizzati soltanto tre. Probabilmente qualche difficoltà in questo arco di anni ci sarà stata, qualche dubbio sicuramente a qualcuno è venuto. E' venuto nel momento in cui si parla e si tratta e si discute di razionalizzazione; quella razionalizzazione, ed è questa la prima osservazione che rivolgo all'Assessore, ma soprattutto a chi ha redatto il testo di legge, quando al livello regionale si decide di realizzare un ospedale di comunità, le comunità locali sui cui territori insistono i piccoli ospedali la considerano come una sorta di chiusura dell'ospedale stesso.

Questa è una critica che noi stiamo portando avanti oramai da tanto tempo nel tentativo proprio di far capire che questo non è il modo migliore per ragionare insieme ai rappresentanti del territorio che, non avendo mai ben visto la razionalizzazione del sistema sanitario, non so quanto apprezzeranno l'eventuale realizzazione degli ospedali di comunità che voi comunque, al comma 3, spiegate che possono essere non nuove realizzazioni, bensì riconversioni di strutture esistenti, con la possibilità quindi di non lasciare a casa nessuno. Questo è l'obiettivo che penso si voglia realmente raggiungere, riconvertendo quindi i posti letto dell'assistenza sanitaria in termini di istituto ospedaliero in senso generale.

Noi riteniamo però che questo non sia il modo migliore, ecco perché all'inizio del mio intervento, ho detto che l'articolo 6 poteva essere comunque condiviso assieme a voi. Ripeto è una situazione di grande difficoltà gestionale, e che quindi non credo sia questo il momento migliore per poter porre all'attenzione del sistema sanitario regionale la realizzazione di nuovi ospedali di comunità togliendo (questo punto credo sia quello che probabilmente ci preoccupa di più), spazio alla sanità privata; questo sarebbe il punto di conflitto che creerebbe difficoltà gestionali e, in qualche modo, difficoltà di accettazione del percorso degli ospedali stessi di comunità.

Ben venga sicuramente un sistema e un ragionamento di razionalizzazione, e questo ci vede tutti partecipi nel trovare un percorso condiviso all'interno della norma stessa, ma non ci vede però d'accordo in questo momento nella realizzazione e nell'individuazione quindi di ospedali di comunità che onestamente nel resto del mondo, ma soprattutto in Italia, non hanno avuto un grandissimo successo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino. Ne ha facoltà.

COZZOLINO LORENZO (PD). Presidente, l'articolo 6 finalmente introduce gli ospedali di comunità. Beh, diciamo che cosa sono! Sono degli ospedali che garantiscono la cura di tutte le persone che non necessitano del ricovero per acuti, cioè in pratica sono il primo filtro, anche perché il costo per acuti è talmente elevato per cui la cosa più importante è iniziare a far sì che i grossi ospedali non vengano intasati con tutta una serie di patologie che per fortuna possono essere gestite in ospedale di comunità.

E questi come sono? Intanto anche nel Patto della salute c'è l'ospedale di comunità e non solo, ma sono previsti ricoveri per un tempo massimo dai 10 ai 15 giorni. E poi un'altra cosa importante è come vengono realizzati. Nell'emendamento numero 370 all'articolo 6, si dice che sono individuati in funzione della ristrutturazione della rete ospedaliera da un lato e, dall'altro lato, in funzione della riconversione di posti letto in strutture già esistenti. E tutto questo ci permette comunque di razionalizzare la spesa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.

RUGGERI LUIGI (PD). Presidente, io vorrei parlare finalmente dell'argomento uscendo dalle affermazioni che sono echeggiate per tutta la serata di natura apolitica, così come pure voglio uscire dalle suggestioni allegoriche riguardo la collocazione dei colleghi al secondo girone, che opportunamente vedo hanno abbandonato. E allora se il problema è che non si interpreta bene, onorevole Cossa, la funzione dell'ospedale di comunità secondo il dettato che abbiamo tradotto nella formulazione legislativa oggi agli atti, noi non abbiamo nessun problema a riscriverla secondo quanto è stato riformulato, in maniera che riteniamo pure opportuna, dai colleghi del Gruppo di Forza Italia, a patto che logicamente ci intendiamo sulla funzione dell'ospedale di comunità, ci intendiamo sul senso della ristrutturazione della rete ospedaliera che lei evocava.

È evidente, infatti, che l'ospedale di comunità è un anello di congiunzione tra il territorio e l'ospedale, e non è una sovra costruzione del sistema, come non sono sovra costruzioni del sistema le Case della salute che sono state tradotte in molti interventi in senso meccanicistico, come addizioni, come superfetazioni di un sistema già esistente. L'ospedale di comunità è il luogo dove in unione della cura in acuzie erogata dagli ospedali e in accoglimento della funzione del servizio territoriale si realizza quella sintesi che permette di trattare in maniera efficace e adeguata il soggetto che ha bisogno di una intensità di cure modesta, così come voi avete efficacemente descritto nell'emendamento numero 89, che non abbiamo difficoltà ad accogliere.

È chiaro che bisogna uscire dalla logica ospedalocentrica, bisogna uscire da quella logica che ogni tanto echeggia in quest'Aula, che tende a collocare la migliore condizione dell'erogazione di salute solo in capo a presidi ospedalieri per acuti, e tende a ridefinire la ristrutturazione della rete ospedaliera in cui si definiscono priorità e allocazione d'intensità delle cure, secondo una gradazione di alta, media e bassa come un problema di declassamento e di riduzione della funzione di quel presidio ospedaliero. Così non può essere, la razionalizzazione significa che ognuno deve fare le cose cui è preposta quella funzione in quel determinato territorio, e infatti (e lo dite anche voi) parliamo di una distribuzione opportuna, e poi noi lo riprendiamo anche in emendamenti della Giunta (questa volta avete ragione a dire in maniera innovativa e corposa, come non avevate da dirlo invece per l'articolo sulle Case della salute) dove si dice che le funzioni devono essere distribuite omogeneamente su tutto il territorio regionale. Ma quando abbiamo inserito l'emendamento sulle Case della salute abbiamo detto che le Case della salute andranno graduate nelle funzioni su tutto il territorio regionale. Perché la dimensione di 30mila abitanti è una dimensione dell'aggregazione funzionale territoriale che ci dice il Patto della salute, la graduazione delle funzione della Casa della salute è altra cosa, e quindi significherà un dimensionamento delle funzioni che verranno svolte a seconda del bacino d'utenza che serviranno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io sono convinto, e d'altronde posso anche concordare con l'onorevole Ruggeri, sulla necessità di una razionalizzazione del sistema ospedaliero; credo che su questo tutti siano in armonia e d'accordo, però bisogna capire che cosa effettivamente si vuole fare. In questo testo non si è parlato di razionalizzazione, è una proposta di legge nella quale si accenna, si prendono segmenti e li si inserisce, ma non c'è una razionalizzazione della rete ospedaliera.

Io, a titolo personale, ho espresso il convincimento che dovremmo avere delle espressioni ospedaliere di alta professionalità e di alta specializzazione e su quelle fondare la rete vera che dia un servizio e che elimini i percorsi poco virtuali di coloro i quali debbono andare fuori dalla Sardegna per trovare soluzioni ai loro problemi. Esistono poi sul territorio piccoli ospedali che forse debbono essere messi organicamente in rete, e io capisco che sottende questa ipotesi il recupero di attività e iniziative di ospedali quali Ghilarza (parlo di quelli che conosco), Bosa, Ittiri, Thiesi, Sorso, una miriade di ospedali che, come giustamente poneva in evidenza Michele Cossa, riguardavano potentati d'altri tempi che, dove erano presenti, portavano anche l'ospedale.

È necessario e dunque opportuno dare un posizionamento più omogeneo ed efficace, ma esistono anche territori privi di questi piccoli ospedali che possono essere posti in questa condizione; una paura mi sovviene comunque, e cioè che questi, affiancati alle Case, possano essere più dei momenti di RSA, perché così più o meno si identifica nella lettura dell'articolato, che i primi presidi e i primi momenti di cura, o per lo meno essere quel punto di riferimento per la cronicità e per la lungodegenza, ipotizzando e pensando anche che la popolazione sarda ha una proiezione verso l'allungamento della vita, grazie a Dio va bene, e che l'invecchiare della popolazione porta non solo all'acuzie in certi momenti, ma anche a quella cronicità cui vorreste dedicare questi spazi di ospedali di zona.

Ripeto, manca un coordinamento complessivo, manca il presidio vero di un sistema ospedaliero su cui non deve fondarsi la sanità, su questo sono perfettamente d'accordo, serve solo per la acuzie, per le necessità e per le urgenze, perché grande spazio deve essere dato alla prevenzione, alle cure minime nel territorio così da non affogare il sistema ospedaliero, soprattutto per quanto riguarda il pronto soccorso. Ma questo non c'è nella proposta di legge! Questo non esiste!

Non abbiamo capito qual è la filosofia che sottende questo posizionamento e potrebbe anche verificarsi, onorevole Ruggeri, una superfetazione effettiva poi nel territorio e nel governo delle ASL che eventualmente saranno istituite; su questo bisogna meditare a fondo e capire esattamente dove vogliamo andare a parare perché in merito è importante aprire un confronto fra maggioranza e opposizione, a meno che non mi si dica, citando Dante, "Vuolsi così colà dove si puote", e non dico "tutto si puote" come Dante. Vorrei far capire che qualche passo indietro fa bene a tutti, maggioranza e opposizione, ma se volete andare dritti sul percorso individuato, bene, andate, ma non state rendendo un buon servizio alla realizzazione di una sanità diffusa, certamente razionalizzata, pensata per essere efficace ed efficiente a compimento di questa azione che pomposamente si chiama riforma.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, intervengo molto brevemente, solo per evidenziare alcuni aspetti che riteniamo debbano essere chiariti. Possiamo essere d'accordo sull'ospedale di comunità che, come ricordava chi mi ha preceduto, l'onorevole Oscar Cherchi in particolare, è già sperimentato in alcune regioni; però vorremmo capire che cosa succede, anche in base all'esito di un emendamento presentato dalla maggioranza che modifica il comma 3 dell'articolo 6. In questo emendamento viene aggiunta una parolina che modifica il significato sostanziale e cioè si dice che le Aziende sanitarie locali organizzano uno o più ospedali di comunità anche mediante la ristrutturazione e la riconversione di posti letto. Quindi la parola "ristrutturazione" è significativa di un obiettivo che volete raggiungere e non vorrei che fosse la foglia di fico per nascondere in realtà quell'operazione che potrà creare non poche perplessità e non pochi problemi

La questione che noi intendiamo sottoporre non è lo strumento per nascondere l'obiettivo reale, che è quello necessitato poi del taglio e della drastica riduzione dei posti letto, tenuto conto anche di quell'intervento che è stato fatto con riferimento al San Raffaele. Allora io penso che la questione vada posta nei giusti termini e vada chiarita e spiegata perché poi dovremo dare anche qualche risposta a quegli ospedali, soprattutto quelli periferici, non dico quelli delle grandi città, qual è il vostro disegno? Cosa intendete farne a Bosa come a Sorgono, a Ghilarza come a Macomer, piuttosto che a Thiesi o a Ittiri, o a Iglesias giusto per fare alcuni esempi?

Io su questo attendo dall'Assessore una parola di chiarezza riservandomi anche qualche notazione specifica nel momento in cui tratteremo singolarmente gli emendamenti.

Un altro aspetto: ho letto l'emendamento che presentate per il commissariamento delle aziende sanitarie, lo giustificate con la riorganizzazione che preannunciate; c'è però un aspetto che mi ha molto colpito: intendete procedere al commissariamento, con il commissario che dovrebbe essere poi coadiuvato da due direttori, uno amministrativo e uno sanitario. Assessore, eviti questa vergogna. Questo non è un commissariamento, evitate questa vergogna! Perché state mascherando, anche un commissariamento, con la nomina addirittura di un direttore sanitario e di un direttore amministrativo; badate, se voi lasciate le cose così sarà difficile anche davanti a un giudice amministrativo giustificare perché vi state sbarazzando degli attuali direttori generali. Ve lo dico perché, è una contraddizione in termini, almeno questa, non è mio costume, ma sarei quasi tentato di dire, consentitemelo, che è una porcheria vera e propria. Di che commissariamento stiamo parlando? Assessore, siccome io la conosco e so che questa non è farina del suo sacco, ponga rimedio almeno lei.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, per quanto riguarda gli ospedali di comunità, bisogna vedere tutto nell'ottica della, io continuo a dire, circolarità. O noi usciamo da un'ottica settoriale segmentata, con delle barriere, o continuiamo a tenere delle barriere artificiali. L'ospedale di comunità dovrebbe garantire che un paziente che ha superato la fase di acuzie, però non ha ancora recuperato l'idoneità per tornare al domicilio, possa persistere o stare in un ambiente protetto, però di minore intensità rispetto all'ospedale per acuti.

È vero, ci sono diverse esperienze, si possono modificare, noi non vogliamo tagliare, noi stiamo facendo un ragionamento sulla rete ospedaliera, siamo obbligati a farlo da una norma, anche in questo caso, del Patto della salute che prevede tre tipi di ospedali in base alle dimensioni, in base alle sue diverse specialità, in base alla densità e al numero di abitanti. C'è anche una motivazione molto pratica: noi speriamo di accedere ancora all'ex articolo 20, che potrebbe permettere di avere circa 260 milioni, sperando che ancora siano disponibili, quindi siamo obbligati a farlo. Ma questo non vuol dire che l'obiettivo principale sia quello di garantire i territori. Garantire i territori nell'uniformità.

Io continuo a ripetermi che noi dobbiamo garantire il diritto alla salute, il diritto alla salute non può essere visto esclusivamente in visione ospedalocentrica, ahimè lo dico anche da medico ospedaliero. O garantiamo l'integrazione e la continuità delle cure, oppure penso che abbiamo perso la nostra battaglia. Perché si continuerà ad avere codici bianchi inappropriati nei Pronto soccorso degli ospedali, si continueranno a vedere reparti di geriatria che purtroppo non riescono a svolgere la funzione per acuti e continuano ad assistere, in maniera molto spesso inappropriata, persone che hanno necessità di un'assistenza non di tipo ospedaliero.

Quindi, noi dobbiamo creare un sistema, anche qui dico che è la scoperta dell'acqua calda, creando percorsi diagnostico-terapeutici per le principali patologie coinvolgendo tutto il personale, facendo ragionamenti di tipo multidisciplinare e multiprofessionale. Quindi, io vedo questo percorso come una opportunità. Spetterà a noi, alla capacità della Giunta, dell'Assessorato, di coinvolgere tutte le società scientifiche, le associazioni di cittadini competenti che già ci sollecitano, i pazienti con sclerosi multipla, che richiedono, sì, una diagnostica e terapie per acuti, ma richiedono anche un'assistenza nel momento in cui la fase acuta è controllata, richiedono una serie di presidi che va al di là dell'assistenza nell'ospedale.

Quindi, noi cerchiamo, con l'ospedale di comunità, di intercettare una parte e sarà purtroppo sempre più alta, di persone che hanno necessità di assistenza non in fase acuta, però non sono ancora in grado di tornare nel proprio domicilio. Anche qui pensiamo di coinvolgere diverse figure, potrebbe avere un ruolo qui la medicina generale, ma è da concordare, si tratta di discuterne.

Per quanto riguarda l'ultima domanda, noi abbiamo riflettuto sul ruolo del commissariamento, però aziende talmente grandi, come dimensioni, possono essere gestite senza il supporto amministrativo?

PITTALIS PIETRO (FI). Ci sono i dirigenti, ci sono i medici.

ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. No, richiedono alcune competenze, soprattutto alcune aziende con particolari dimensioni. Quindi, è una riflessione che abbiamo fatto perché la norma prevede che il commissario straordinario sia unico, però in relazione alle dimensioni e al peso della gestione.

PRESIDENTE. Il Consiglio è convocato mercoledì, 12 novembre, alle ore 10 con all'ordine del giorno la prosecuzione della discussione, sino al completo licenziamento, della proposta di legge numero 71/A.

La seduta è tolta alle ore 19 e 55.