Seduta n.430 del 28/08/2013
CDXXX SEDUTA
Mercoledì 28 agosto 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 02.
PERU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 4 luglio 2013 (421), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Rosanna Floris, Eugenio Murgioni, Christian Solinas e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta del 28 agosto 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 27 agosto 2013, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 22 del testo di legge regionale approvato ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale in data 25 giugno 2013, a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale, concernente "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna".
A seguito dell'istanza presentata in data 29 luglio 2013, si autorizza, in base all'articolo 20, comma 4 del Regolamento, la permanenza del Gruppo "Partito Sardo d'Azione-Partidu Sardu" formato dai consiglieri regionali Paolo Luigi Dessì, Efisio Planetta, Giacomo Sanna e Christian Solinas.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Piras sulla necessità di includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie". (771)
(Risposta scritta in data 1 agosto 2013.)
"Interrogazione Sabatini - Lotto - Cucca - Solinas Antonio sullo status giuridico e le funzioni dei veterinari della medicina specialistica in rapporto convenzionale con le ASL e con l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS)". (979)
(Risposta scritta in data 1 agosto 2013.)
"Interrogazione Zuncheddu in merito alle criticità sull'installazione di un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa nella zona agricola denominata Terramaini, fra i Comuni di Decimoputzu e Villasor". (998)
(Risposta scritta in data 1 agosto 2013.)
"Interrogazione Dedoni sulla situazione dei servizi territoriali erogati dall'ASL n. 5 in Marmilla e Sarcidano e in particolare sulla situazione del centro di neuropsichiatria infantile di Ales". (1053)
(Risposta scritta in data 1 agosto 2013.)
"Interrogazione Corda - Porcu - Mariani - Espa - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo in merito alla allarmante diffusione di sale da gioco sul territorio regionale ed alla necessità di contenerne, con interventi mirati, le devastanti ripercussioni a livello sociale". (1079)
(Risposta scritta in data 7 agosto 2013.)
"Interrogazione Zuncheddu sulle cause della sostanza nera che ha ricoperto le aree intorno a Nuragugume e Ottana fra la notte del 14 e 15 aprile 2013 e sulle iniziative che la Regione intende intraprendere per far fronte ai gravi danni economici e ambientali registrati in queste aree". (1106)
(Risposta scritta in data 7 agosto 2013.)
"Interrogazione Diana Giampaolo sulle inadempienze nell'assistenza sanitaria relativa al caso del maresciallo Marco Diana". (1174)
(Risposta scritta in data 7 agosto 2013.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione delle prerogative in capo al Presidente della Regione in ordine alla zona di esenzione fiscale istituita dalla legge "Crescita" (Legge 17 dicembre 2012, n. 221 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese)". (1185)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione della zona franca urbana con la fiscalità di vantaggio per i comuni del Sulcis-Iglesiente". (1186)
"Interrogazione Cuccu - Cozzolino - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione 27 giugno 2013, n. 24/43, recante 'Azioni volte al perseguimento dell'efficienza del Servizio sanitario regionale'". (1187)
"Interrogazione Zuncheddu - Sechi, con richiesta di risposta scritta sulle gravi conseguenze paesaggistiche e naturalistiche derivanti dagli imponenti progetti edilizi previsti lungo la costa fra Bosa e Alghero, in aree tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni) e siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE)". (1188)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui premi di produzione a dirigenti della Provincia di Sassari". (1189)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sul programma per la realizzazione degli interventi volti al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziali (OPG)". (1190)
"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui disastrosi incendi del 7 e dell'8 agosto 2013". (1191)
"Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul bando per l'affidamento del servizio pubblico di collegamento marittimo per il trasporto di persone, veicoli e merci sulla tratta Porto Torres - Isola dell'Asinara e viceversa". (1192)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interpellanza Corda - Espa - Cozzolino - Mariani sulla mancata nomina, dopo quasi tre anni dalla selezione, del direttore del distretto socio-sanitario di Olbia e sulle dannose conseguenze che ciò comporta per la programmazione, organizzazione e gestione del servizio socio-sanitario". (447)
"Interpellanza Diana Giampaolo sul mancato recepimento delle linee guida in materia di tirocini approvate dalla Conferenza Stato-regioni". (448)
"Interpellanza Diana Giampaolo sui tempi ristretti di partecipazione all'avviso dei percorsi di rientro del programma Master and back 2012/2013 e sulle nuove quote di cofinanziamento richieste agli enti pubblici e ai privati". (449)
"Interpellanza Bruno sui ritardi nel trasferimento alla Regione dei beni patrimoniali dello Stato dell'ex postazione antiaerea denominata "Batteria S.R. 413" in località Punta Giglio di Alghero". (450)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Mozione Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Cuccureddu - Dedoni - Sanna Matteo - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo - Solinas Christian - Amadu - Ben Amara - Lunesu - Contu Felice - Cossa - Floris Vincenzo - Locci - Manca - Maninchedda - Tocco sulla difesa dell'autonomia amministrativa dell'editoriale La Nuova Sardegna Spa". (274)
"Mozione Diana Giampaolo - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Cozzolino - Cuccu - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru sulla gravità dei danni provocati dagli incendi in Sardegna, sulla gestione della campagna antincendi 2013, sull'insufficienza dei mezzi aerei canadair ed elitanker, sui ritardi del loro intervento e sulle sovvenzioni per la copertura degli ingenti danni subiti dagli abitanti e dagli operatori economici presenti nei territori colpiti dagli incendi". (275)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge statutaria numero 19/A/STAT.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna, relatore.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, probabilmente non utilizzerò i venti minuti a disposizione per illustrare una serie di proposte che sono state avanzate per tentare …
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Salis. Prego i colleghi di prendere posto.
SALIS (Gruppo Misto). Dicevo, Presidente, delle proposte avanzate, a seguito del rientro in Aula, per il rinvio opposto dal Governo, della norma relativa alla non candidabilità del Presidente che, dando le dimissioni, portasse prematuramente allo scioglimento il Consiglio regionale. A parte il ribadire personalmente, e lo faccio, la validità dell'emendamento presentato anche da me in sede di discussione, sia in Commissione che in Aula, sul contenimento dello strapotere del Presidente della Giunta regionale nei confronti del Consiglio regionale, pensiamo però che non sia opportuno riproporre questa norma in questa situazione anche se la consideriamo, ripeto, valida.
Non vogliamo correre il rischio, infatti, che si possa andare a votare con la vecchia legge elettorale che, come tutti noi sappiamo, è una legge nazionale imposta alla perché il Consiglio regionale non è riuscito negli anni, fino agli ultimi mesi, fino all'ultima legge approvata, ad approvare una legge elettorale autonomamente.
Quindi siamo d'accordo sul fatto, così come ha deciso la Commissione nel testo di legge in discussione, di abrogare il comma 3 dell'articolo 22. Chiediamo però all'Aula una riflessione ulteriore perché questo rientro in Aula della legge elettorale ci consente, e sarebbe un grave errore non cogliere questa opportunità, di sanare una grave lesione che è stata cagionata a un principio di civiltà che stavamo tentando di inserire nella legge elettorale approvata dal Consiglio regionale; sto parlando dell'istituzione della doppia preferenza facoltativa di genere. Una norma che è stata già adottata da altre Regioni italiane, una norma che è stata inserita nell'ultima legge elettorale nazionale per le amministrative e che ha dato già buoni risultati sia nell'uno che nell'altro caso e che sarebbe un grosso, imperdonabile errore politico, istituzionale e civile non tentare di reinserire in questa fase.
Facciamo questa proposta coscienti del fatto che la Corte costituzionale ha già espresso sulla questione un parere favorevole, quindi non ci sarebbe alcun problema dal punto di vista del valore costituzionale della norma una volta inserita nella legge regionale; facciamo questa proposta coscienti che l'inserimento, ripeto, di questa possibilità facoltativa di una doppia preferenza di genere darebbe anche la possibilità di evitare possibili ricorsi contro i referendum, che sono già stati annunciati, contro questa cancellazione. Proponiamo questo inserimento, inoltre, consapevoli che anche a livello nazionale, dove è in atto la discussione sulle modifiche alla legge elettorale, si parla di inserire la doppia preferenza di genere. Mi riferisco sia alla proposta Violante che ad altre proposte.
Presidente, la proposta che la componente di centrosinistra del Gruppo Misto ha presentato tende pertanto a rappresentare in Aula la volontà che è stata espressa anche da numerosi Gruppi consiliari. Io ho con me le varie proposte di legge che dal 26 giugno in poi sono state presentate dai vari Gruppi, la proposta di legge del Gruppo del Partito Democratico, la proposta di legge del Gruppo dei Riformatori, la proposta di legge del Gruppo Misto, la proposta di legge anzi le due proposte di legge delle consigliere del P.d.L., firmate rispettivamente dall'onorevole Greco e dalle onorevoli Lunesu e Floris.
Oggi il Consiglio regionale è chiamato a dare prova di una lungimiranza che esula dagli interessi personali di ognuno di noi all'interno di quest'Aula; sappiamo che il Consiglio regionale della Sardegna è uno dei Consigli dove il genere femminile è meno rappresentato rispetto alla media dei Consigli regionali italiani, è un elemento che dovrebbe portarci a ragionare e a decidere di superare immediatamente questo dato che non depone certo a favore della Sardegna, così come non depongono a favore della Sardegna i dati della crisi economica e sociale che sta attanagliando migliaia di famiglie sarde.
Quindi noi riproponiamo la questione della doppia preferenza di genere, siamo in tempo per farlo, che è stata a mio parere improvvidamente eliminata a voto segreto; chiediamo peraltro che l'Aula discuta serenamente, francamente e alla luce del sole su questo problema e che ogni forza politica, ogni Gruppo consiliare si assuma le proprie responsabilità e dica con chiarezza la sua opinione se una questione che è stata positivamente risolta in altre Regioni.
Ricordo che la presenza femminile nel Consiglio regionale della Campania è passata dal 6 per cento, la stessa percentuale presente in questo Consiglio regionale, al 32 per cento, è sempre meno della metà, è sempre meno della metà del 57 per cento della presenza femminile nella società italiana ma comunque un incremento di quel 6 per cento darebbe un segnale molto importante sul fatto che sia in atto un percorso di progresso, di civiltà, di innovazione delle istituzioni di cui anche la Sardegna ha profondamente bisogno.
Quindi difendiamo con forza questo emendamento, ne proponiamo la discussione e l'approvazione in Aula e siamo convinti che il dibattito che è intervenuto successivamente alla bocciatura dell'emendamento nella seduta del 25 giugno abbia portato le forze politiche a una riflessione importante, a un ripensamento sull'importanza della proposta e anche sulla possibilità di un'approvazione, possibilmente unanime di questa norma nel corso della discussione odierna su questa proposta di legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Stamane discutiamo l'ennesima leggina portata in Aula all'ultimo momento senza i necessari approfondimenti, per provare a porre rimedio a uno di quei, tanti, errori che facciamo in quest'Aula nella foga della lotta politica. Ho preso la parola, tuttavia, per provare a esporre in modo sintetico (e possibilmente comprensibile) due considerazioni.
Noi tutti consiglieri regionali della Sardegna, rappresentanti della comunità sarda, abbiamo l'occasione di rimediare ai problemi che abbiamo causato con la legge elettorale appena approvata e riguardanti, in primis, la questione relativa alla doppia preferenza di genere che l'onorevole Salis ha illustrato e sulla quale non credo di dovermi ulteriormente dilungare, se non per ribadire la speranza che questa volta questi emendamenti vengano votati a voto palese, per consentire a tutti di poter mettere la firma sulla decisione di approvare o no la doppia preferenza di genere. Questo è un auspicio e credo che noi tutti lavoreremo in questa direzione.
La seconda considerazione è relativa a un emendamento che abbiamo presentato insieme ai colleghi stamattina sulle soglie di sbarramento. Nei nostri paesi di montagna i sindaci vengono anche definiti sos babbus de su populu. Io credo che in modo molto improprio, vista la nostra situazione, noi possiamo essere definiti "padri dei sardi", cioè coloro che devono amministrare il bene comune. Per fare questo tutti noi dobbiamo essere impegnati a smontare qualcuno dei muri che stiamo erigendo e che pongono coloro che stanno fuori da questo Palazzo sempre più lontani dal Palazzo e quindi dall'amministrazione della cosa pubblica.
Con la legge elettorale che oggi stiamo modificando abbiamo predisposto (con i nostri parere e voto contrari) due soglie di sbarramento: al 5 per cento per i partiti e al 10 per cento per le coalizione. Sono dei muri molto alti eretti, solo ed esclusivamente, per cercare di tenere fuori da questo Palazzo quella che possiamo definire l'altra politica: la politica che non sta nei partiti, la politica che non sta nelle coalizioni, la politica che non chiacchiera come stanno facendo i colleghi in questo momento, ma bensì cerca di occuparsi delle cose concrete.
Io credo che più questo palazzo innalzerà i muri della cittadella della politica, più rischierà. E il rischio serio che corre è che questa cittadella verrà prima o poi presa, incendiata e distrutta con all'interno i propri componenti. Questo è quello che penso io e tutti coloro che stanno fuori da questo palazzo.
Per questo la nostra proposta è quella di azzerare le due soglie di sbarramento, quella del 5 e quella del 10 per cento e consentire a tutti di poter concorrere per partecipare effettivamente alla vita pubblica di questa Regione. Peraltro, le soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale sono di una irrazionalità totale perché la governabilità viene garantita comunque mentre, attraverso le soglie di sbarramento, viene penalizzata la rappresentatività e cioè la possibilità di tutte le forze politiche organizzate o meno di poter portare il proprio contributo in quest'Aula.
Voi sapete meglio di me quanto risulti necessario portare in quest'Aula delle forze e delle idee nuove perché noi, e ripeto noi, siamo chiusi nelle nostre beghe, nelle nostre piccole battaglie, in quelle battaglie che da quando sono qui (e non ho dubbi che fosse così anche precedentemente al mese di aprile) ho visto che portano a un'attività consiliare cadenzata dal "102", da leggi dell'ultimo momento, presentate senza nessuna istruttoria, modificate continuamente, cavilli su cavilli e agguati assembleari. Io credo che sia finita quest'epoca e noi tutti dobbiamo porci nelle condizioni di poter ragionare sulle cose serie che servono a questa comunità.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Greco. Ne ha facoltà.
GRECO (P.d.L.). Credo anch'io che la discussione in Aula della proposta di legge di abrogazione del comma 3 dell'articolo 22 della legge statutaria sia l'occasione per riproporre la reintroduzione della doppia preferenza di genere; ritengo che si possa discutere anche di questo argomento una volta che la legge elettorale è rientrata in Aula, soprattutto perché il conferimento legislativo è dell'Aula ed è l'Aula che deve esprimersi. In questa occasione l'Aula ritengo possa dimostrare la sua credibilità posto che, come già detto dal collega Salis, sono già state presentate diverse proposte di legge da parte dei Gruppi politici. Per cui mi pare di constatare che sotto questo profilo ci sia una condivisione.
Sulla doppia preferenza di genere (e sull'introduzione di questo istituto) sono stati spesi fiumi di parole per cui non mi ripeterò assolutamente, perché più volte sono intervenuta, più volte ho detto l'utilità di questo strumento affinché la presenza femminile sia maggiore in un Parlamento, perché una presenza equilibrata di entrambi i generi dà soltanto dei migliori risultati e una migliore progettualità politica. Auspico pertanto che questa volta non si ricorra codardamente al voto segreto, ma si abbia il coraggio di esprimere la propria opinione; soprattutto si abbia la correttezza, la lealtà di far corrispondere le dichiarazioni che sono state fatte a quello che effettivamente si pensa. Secondo me in questo momento ne va della credibilità dell'Assemblea.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stocchino. Ne ha facoltà.
STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, come dicevano sia il collega Arbau sia il collega Salis, l'unico punto condivisibile di quella legge, inopinatamente soppresso, era quello che ridava poteri a quest'Aula togliendo un po' di poteri, non tantissimi, al Presidente della Regione. Invece, il ritorno in Aula di questo testo comporta almeno un elemento positivo: ridiscutere di democrazia. Democrazia che si esplicita sia nella doppia preferenza di genere, sia nella rappresentanza (intendendo rappresentanza di popolo, non rappresentanza di partiti) che dovrebbe innervare la vita politica della nostra terra, ma non solo. I partiti sono solo l'espressione delle idee, dei movimenti, delle associazioni, di quello che si muove sia nel nostro territorio che nel resto d'Italia.
A mio avviso, l'ho già detto nel corso della discussione precedente sulla legge, dobbiamo partire da un presupposto: non si può pensare di costruire un bipartitismo, o il bipolarismo con la legge elettorale. L'Italia ha già dimostrato che non è né bipartitica né bipolitica. Tant'è che nessuno dei poli che si sono formati ha risolto il problema della governabilità, visto il frazionamento interno ai cosiddetti poli, né si è riusciti a costruire dei poli che tendessero al bipolarismo. In Sardegna abbiamo avuto almeno tre poli, di cui uno addirittura costituito da un solo partito, il partito del Movimento Cinque Stelle.
Noi abbiamo, oggi, la possibilità di ridiscutere due temi: la rappresentanza di genere (bocciata a voto segreto) e la rappresentanza politica dei movimenti, delle associazioni, dei partiti, cioè delle idee che si muovono nella nostra terra. Non possiamo pensare a una democrazia che tenta di eliminare quello che si muove fuori da quest'Aula attraverso una legge elettorale che mette sbarramenti. Io, invece, sono convinto (uno tra i tanti) che forse la soluzione migliore (anzi, senza forse, sono totalmente convinto) sarebbe un ritorno al proporzionale. Anche perché come diceva il collega Arbau la governabilità è già garantita da una legge che prevede per la maggioranza la certezza della governabilità con una maggioranza parlamentare. Penso che le alleanze debbano essere costruite non attraverso il ricatto, il ricatto dello sbarramento, ma attraverso un percorso che renda veramente le coalizioni politicamente omogenee.
Noi abbiamo constatato, sia a livello nazionale che a livello sardo, che le maggioranze costruite per riuscire a vincere durano lo spazio di una giornata, non ho ancora visto una maggioranza costruita attraverso questa legge che costringe, costringe, perché non dice: "Costruiamo un percorso e poi, a seguire, una coalizione omogenea", a costruire coalizioni disomogenee, non ho visto quella maggioranza uscire dal percorso di governo uguale a come era entrata. Ma non da oggi, da quando abbiamo deciso per questo percorso, da subito, Governo Prodi, Governo Berlusconi, di nuovo l'altro Governo Berlusconi, con questo governo che è partito con una maggioranza e si è ritrovato con una maggioranza che si è suddivisa anche dentro le stesse forze politiche. Credo che non sia questo il modo migliore per costruire dei governi stabili.
Un governo stabile si costruisce non attraverso ricatti, il ricatto di non superare il 5 per cento, ma si costruisce attraverso percorsi di costruzione di un progetto che sia omogeneo e condiviso da tutta la coalizione, altrimenti è un rapporto tra padroni e servi e la politica non ha bisogno di altri servi. Sulla rappresentanza di genere sono intervenuto in modo molto duro anche precedentemente. Credo che noi dobbiamo fare lo sforzo di fare in modo che questo Consiglio si colori di rosa, ma non pe fare un piacere all'altra metà del cielo ma perché quel movimento di donne ce lo chiede, perché le donne come ogni parte della società devono essere rappresentate, e non è una parte piccola, colleghi, se la maggior parte dell'elettorato è oggi femminile. Voi direte: "Sì, ma possono anche votare donna", certo, è anche vero però che le donne dentro casa sono quelle che fanno meno politica, hanno meno possibilità perché come ho detto prima hanno un doppio lavoro: lavoro di cura e lavoro normale, trovare degli spazi in questo contesto per fare politica diventa molto difficile per loro.
Allora, secondo me, è un obbligo morale di quest'Aula pensare al ripristino di una legge, pensare di trovare una soluzione che permetta alle donne di essere presenti in quest'Aula perché potrebbe essere un momento di crescita, perché le donne rappresenterebbero i bisogni e le esigenze di una parte importante della nostra società, come ho detto, della maggioranza della nostra società. Diceva bene il collega Salis, possiamo passare da una legge che probabilmente eliminerà ancora più la presenza delle donne (o alle quali i partiti garantiranno la certezza di un posto in qualche modo), alla possibilità di avere invece una percentuale di donne che rappresenti le esigenze e le istanze, come ho detto prima, della metà della nostra società.
Io ritengo che il Consiglio debba seguire questo percorso, non si può pensare di barattare un posto in questo Consiglio con la democrazia, almeno io non sono disposto a farlo, credo che si dovrebbe pensare prima alla democrazia e poi alla possibilità di perdere lo scranno nell'Assemblea legislativa. Credo che si debba andare in questa direzione; e a qualcuno che mi ha detto: "Ma se eliminiamo le soglie il tuo partito probabilmente non eleggerà nessuno", rispondo che non ho problemi, penso di non poter barattare il mio posto con la democrazia nel mio Paese. Tornerò a fare il ferroviere.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, concordo con gli interventi precedenti nel senso che oggi in quest'Aula, per dare senso alla seduta, è necessario cogliere l'occasione per rimettere in discussione i due punti salienti della legge elettorale sarda: le soglie di sbarramento, sia per le coalizioni che per i singoli partiti, e la rappresentanza di genere, un problema veramente imbarazzante. Ribadisco quindi che il dibattito va necessariamente indirizzato in questa direzione.
Devo dire che ci sono rimasta un po' male, esaminando il testo di legge all'ordine del giorno perché l'ho trovato fortemente riduttivo; l'ho letto anche come una sorta di blitz perché si dice, testualmente, che questa legge nasce da "una più approfondita riflessione al fine di evitare ritardi imputabili a un contenzioso con il Governo che lascerebbe la Regione priva di una propria legge elettorale…" per cui si preoccupa di eliminare "la disposizione sull'incandidabilità, al successivo turno elettorale regionale, del Presidente della Regione dimissionario".
Ora è palese che l'approfondita riflessione dei commissari della prima Commissione, donne comprese, verte sulla questione dell'incandidabilità del Presidente dimissionario, una disposizione per un regolamento di conti direi, una disposizione ad personam a tutti noi nota. Ma, come abbiamo visto anche con questa leggina, per le contese fra uomini si trovano facili soluzioni, altrettanto non è avvenuto per la questione delle donne. Quindi questa riflessione è così approfondita, e lo dico ironicamente, da far sì che il relatore che è stato annunciato sia addirittura un consigliere esterno come se all'interno della Commissione, costituita se non sbaglio da dodici consiglieri, non ci fossero competenze e professionalità per poterla presentare.
Probabilmente i firmatari di questa leggina erano talmente imbarazzati, io direi pure con la coda di paglia, da non avere il coraggio civile di assumersi la responsabilità di loro competenza, rinunciando quindi all'opportunità di interpretare al meglio l'articolo 15 dello Statuto che, come ben sappiamo, permette alla Sardegna in quanto Regione autonoma di dotarsi di una legge elettorale che, sui temi della democrazia e della partecipazione popolare alle istituzioni, interpreti al meglio le peculiarità culturali e politiche dell'identità sarda e le nuove esigenze della nostra società.
L'approfondita riflessione, lo dico sempre ironicamente, dei dodici commissari, tra cui paradossalmente due donne, fa cadere nel dimenticatoio il punto politicamente più doloroso e, direi, anche vigliacco di tutta la legge elettorale sarda; un punto da me già definito ripetutamente, in tante occasioni, nel corso del lungo dibattito che ha accompagnato quella famigerata proposta di legge e, la votazione segreta, quindi l'imboscata da muretto a secco, ovvero la questione scottante e imbarazzante per questa Assemblea del diritto alla rappresentanza di genere all'interno del Consiglio della Regione autonoma.
Mentre fuori dal Consiglio la società civile sarda attraverso le donne di qualsiasi orientamento politico in prima fila chiedeva, esplicitamente, a gran voce, che si approvasse una legge elettorale che non escludesse dalla rappresentanza nel Consiglio della Regione assolutamente nessuno e ancor meno le donne che, come abbiamo già ribadito ripetutamente, costituiscono oltre il 50 per cento della società sarda…, Presidente, c'è un po' di brusìo ma la colpa è della mia postazione...
PRESIDENTE. Colleghi, assessore Biancareddu, assessore Contu, grazie.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Dicevo che mentre la società sarda si mobilitava, all'interno di quest'Aula si decretava con il voto segreto l'esclusione della preferenza di genere e quindi delle donne.
Abbiamo assistito nel corso delle settimane e, forse, anche dei mesi precedenti a interventi in Aula, a dichiarazioni politiche sulla stampa da "lacrime di coccodrilli scafati", quindi ad accuse reciproche fra maggioranza e opposizione sulla responsabilità dei misteriosi quaranta voti, quindi tutto nella perfetta e collaudata logica bipartisan che spesso in quest'Aula, e in altre occasioni, ha privato i sardi dei propri diritti per soddisfare le lobbies elettorali e i cosiddetti interessi di principales che sostengono e nutrono la nostra classe politica.
Abbiamo assistito a un teatrino dove, in modo bipartisan, diversi consiglieri si sono stracciati le vesti per difendere i diritti delle donne. Naturalmente, lo dico sempre con ironia, eludendo i diritti delle minoranze politiche identitarie, sardiste ed indipendentiste, promettendo che in altre occasioni politiche avrebbero rimediato ai misfatti a danno delle donne, quindi perpetuati naturalmente dagli avversari politici. Ma oggi "il re è nudo", di fronte a questa proposta di legge, possiamo dirlo: "Il re è nudo"!
Questa proposta di legge votata all'unanimità dalla Commissione, con la colpevole presenza di due donne, lo ribadisco, e un relatore annunciato esterno alla Commissione, è la certificazione della segregazione di genere, quindi dell'ipocrisia e del misfatto elettorale a danno delle donne e della società sarda, perché noi abbiamo la tendenza sempre a ribadire che questa è un'ingiustizia, che è una violazione dei diritti delle donne. Questa, prima di essere una violazione dei diritti delle donne, è una violazione dei diritti della nostra società!
Quindi, questo Consiglio, totalmente sradicato dalla situazione sarda, ha legiferato secondo i modelli del bipolarismo italiano, eseguendo gli ordini romani anche in modo maldestro e che, come dichiaro insistentemente da tempo, porterà il sistema politico sardo verso una oligarchia, un bipartitismo perfetto, per noi assolutamente anomalo, che discrimina la nostra società, negando il diritto di rappresentanza al suo vasto mondo politico, culturale, identitario, sardista e indipendentista. Questo è un reato gravissimo!
Quindi non condivido i concetti espressi secondo cui si parla di necessità di evitare ritardi che lascerebbero la Regione priva di una propria legge elettorale. Chiediamoci di quale legge elettorale noi stiamo dotando i sardi. Come spesso succede in quest'Aula, anche stavolta con la fretta si fanno passare in silenzio gli accordi bipartisan, partorendo l'ennesimo mostro, privando la Sardegna di uno strumento di rappresentanza elettorale intelligente, al passo con i tempi e con le esigenze della società sarda. Ancora una volta si cerca oggi di far approvare una legge che è in palese contrasto con i principi costituzionali italiani e con lo stesso Statuto speciale della Regione autonoma, coprendosi con una foglia di fico fornita provvisoriamente dai diktat provenienti da Roma.
Oggi sono davvero molto contenta del fatto che sia stato dato già in apertura un indirizzo diverso al dibattito, per cui mi auguro e chiedo che tutte le rappresentanze di tutte le formazioni politiche presenti in Consiglio si esprimano in modo chiaro, palese, assumendosi la responsabilità di riconoscere, una volta per tutte, il diritto di rappresentanza alla società sarda. Visto che anche le proposte di legge a cui si è fatto cenno non sono state minimamente a tutt'oggi prese in considerazione, ci riserveremo di continuare il dibattito quando discuteremo i nostri emendamenti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, io non mi voglio iscrivere al teatrino di cui parlava la collega Zuncheddu, quindi cercherò di essere rapidissimo anche perché mi rendo conto che tutti gli interventi svolti oggi in quest'Aula hanno tutti esattamente lo stesso identico intento: porre rimedio a un errore gravissimo che abbiamo compiuto quando abbiamo approvato la legge elettorale. Io ritengo sia un fatto utilitaristico per la collettività consentire la maggiore partecipazione delle donne; ritengo sia un fatto economico perché ci sono studi che dimostrano che le società in cui la partecipazione delle donne al mondo degli affari, al mondo della politica, al mondo delle istituzioni, è maggiore siano le società più ricche e più produttive, ma ritengo anche fondamentalmente una norma di civiltà consentire alle donne di partecipare alla vita politica in misura più ampia rispetto all'attuale.
L'intervento del collega Salis, con il quale una volta tanto, mi dispiace che non ci sia, mi trovo d'accordo (d'altra parte sono passati quasi cinque anni di legislatura quindi per la legge dei grandi numeri prima o poi doveva succedere, è successo oggi), è stato quello che forse mi ha colpito di più perché è stato un intervento completo in quanto ha toccato tutte le sfaccettature del problema. Noi abbiamo presentato diversi emendamenti e naturalmente ci batteremo perché vengano approvati; oppure speriamo che uno venga approvato altrimenti voteremo con convinzione emendamenti presentati da altre forze politiche che vadano nello stesso senso, cioè quello della doppia preferenza di genere, ripeto, come è già stato detto, facoltativa e non certamente obbligatoria.
Voglio rivolgere un appello al Consiglio e ai colleghi, siamo ancora in tempo a porre rimedio a quello che abbiamo fatto l'altra volta quando abbiamo bocciato, votando a scrutinio segreto, la doppia preferenza di genere. C'è stato poi un grande pentimento collettivo, ci si è data la colpa reciprocamente, tutti erano pentiti che questo istituto non fosse passato, abbiamo l'occasione finalmente per porre rimedio e per sgravarci un pochettino del ridicolo di cui ci stiamo coperti qualche mese fa. Vorrei parafrasare mi pare Churchill che diceva di determinati eventi: "Questo non è neanche un crimine, e più grave! E' un errore! " Così è anche in questo caso.
Colleghi, consentitemi quindi un appello caloroso perché si ponga rimedio all'errore compiuto votando uno dei nostri o uno degli emendamenti presentati, chiunque li abbia presentati.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, io credo che quest'Aula oggi abbia un'occasione irripetibile per porre rimedio a un clamoroso errore perpetrato il giorno in cui abbiamo votato il testo della legge elettorale. Noi eravamo su quelle posizioni prima, lo siamo adesso, credo sia una questione, come diceva prima qualcuno, di civiltà l'introduzione nel sistema elettorale della doppia preferenza di genere facoltativa. Questo lo dobbiamo non solo alle donne della società sarda ma all'intera società sarda. Credo sia un atto indifferibile, anche morale, di cui si deve fare carico quest'Aula.
Io non faccio appelli come il collega Meloni, credo che quel pentimento che si è manifestato subito dopo la votazione a scrutinio segreto oggi debba tradursi in atti concreti. Gli atti concreti, non ho dubbi, saranno quelli di voler votare a maggioranza l'emendamento che prevede l'introduzione della doppia preferenza di genere. Sul problema degli sbarramenti, su cui ci sono stati interventi e sono stati presentati degli emendamenti, noi avevamo una posizione chiara prima ed è la stessa che abbiamo adesso: eravamo e siamo ancora adesso contrari agli sbarramenti.
Quindi il Gruppo Sardigna Libera e SEL vorrebbe votare questo testo perché ritiene necessario, indifferibile, urgente che l'Aula approvi l'emendamento che prevede l'introduzione della doppia preferenza di genere e l'annullamento degli sbarramenti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, intervengo solo per chiedere il voto segreto sull'emendamento numero 3.
(Interruzione del consigliere Salis)
PRESIDENTE. Io do la parola a chi ha già fatto la richiesta. Non c'è niente da chiedere sull'ordine dei lavori, onorevole Salis! Lei sa perfettamente che la richiesta di voto segreto ha la precedenza su tutto, come termineremo la discussione generale darò la parola all'onorevole Diana perché è sempre stato così, onorevole Salis!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, utilizzerò certamente molto meno del tempo a disposizione. Innanzitutto chiarisco che non appartengo ad alcuna delle categorie che sono state citate, e inviterei i colleghi quando intervengono, mi scuso per questo giudizio, ad avere rispetto reciproco per noi stessi. Spesso in quest'Aula in questi quattro anni e mezzo abbiamo avuto modo di lamentarci (l'hanno fatto un po' tutte le parti politiche) che non sempre c'è stato il rispetto dovuto nei confronti della massima Assemblea elettiva di questa Regione; ma mi dispiace che chi utilizza certi termini, certe definizioni sull'attività dei Gruppi, non colga il danno che fa a ciò che noi in questo momento rappresentiamo, che non è soltanto qualcosa di personale ma è qualcosa di ben più rappresentativo e più ampio.
Noi oggi stiamo discutendo su un lavoro importante svolto dalla prima Commissione durante il periodo estivo, e stiamo discutendo di una legge esitata dal Consiglio regionale che, io mi permetto di dire, è una buona legge. Io vorrei mettere l'accento su questo, anche perché noi abbiamo esitato una legge dopo aver discusso tanto e in maniera articolata, dopo che il Consiglio, la Presidenza del Consiglio, i singoli Gruppi politici, la Conferenza dei Capigruppo ha incontrato comitati, associazioni, rappresentanze di interesse territoriale, di genere, per tentare di addivenire a un testo esitato dal Consiglio regionale che fosse il più rispondente possibile all'esigenza di garantire la rappresentanza innanzitutto politica e territoriale.
All'esterno di quest'Aula siamo stati spesso vituperati e accusati di cose non ripetibili, io ritengo invece che il Consiglio si sia dotato di una buona legge elettorale; dico questo perché, se così non fosse, il Governo avrebbe cassato parti ben più importanti mentre ha mosso solo una osservazione relativamente alle incandidabilità del Presidente che si dovesse dimettere prima della scadenza naturale della legislatura. Ciò significa che questo Consiglio ha fatto una buona legge, e noi avevamo bisogno di una legge elettorale diversa da quella con cui siamo andati al rinnovo di questo Consiglio nel febbraio del 2009.
Abbiamo eliminato il listino, siamo in una fase di riordino del sistema delle autonomie locali, c'è un'incertezza profonda sotto questo aspetto, nonostante questo abbiamo avuto la freddezza di garantire la rappresentanza territoriale, che credo fosse uno degli elementi più importanti; siamo riusciti, seppure dopo una discussione impegnativa e anche in questo caso articolata, anche attraverso gli sbarramenti sia di coalizione che di lista, a garantire la partecipazione politica che non esclude ma include, e allo stesso tempo è una legge che favorisce, sostiene e aiuta la semplificazione del sistema politico.
E' vero, resta in discussione il tema della doppia preferenza di genere, lo sappiamo tutti; l'occasione odierna non credo debba essere una passerella per nessuno, nella maniera più assoluta; tutti i Gruppi, noi compresi, abbiamo presentato degli emendamenti e coerentemente al testo di quegli emendamenti ci comporteremo ma, lo ribadisco, credo che oggi si debba concludere una discussione di fronte a un testo che rappresenta una buona legge ed è certamente un passo in avanti rispetto alla legge con cui si è rinnovato il Consiglio nel 2009. Guai a noi - è un giudizio personale e del Gruppo che rappresento - se i nostri comportamenti portassero a rinnovare il Consiglio regionale con la legge elettorale ultima, quella del 2009, quello sì che sarebbe un fallimento per tutti, preferenza di genere, territori e sensibilità politiche.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Ribadisco la richiesta di voto segreto sull'emendamento numero 3.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, su che cosa intende intervenire?
SALIS (Gruppo Misto). Ero convinto di essermi iscritto prima del collega Diana, Presidente, perché mi sono iscritto prima della conclusione dell'ultimo intervento.
PRESIDENTE. Su che cosa intende intervenire?
SALIS (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). L'ordine dei lavori è impostato in modo da vincolare l'Aula, ma questa è una furbata che è stata fatta in modo che l'Aula possa discutere solamente sull'abrogazione della norma (leggete il titolo della legge), perché il consigliere Diana, fuori tempo così come ho già dichiarato, ha chiesto l'abrogazione dell'emendamento 3…
PRESIDENTE. No, onorevole Salis, intervenga sull'ordine dei lavori: faccia la proposta sull'ordine dei lavori e poi la argomenti!
SALIS (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori sto chiedendo al Presidente e all'Aula che venga concessala possibilità al Consiglio regionale di discutere sul complesso della legge e sulle debolezze che la legge stessa ha, non solamente della norma che prevedeva l'incandidabilità del Presidente. Infatti l'emendamento numero 3, che noi abbiamo presentato, modifica il titolo della legge che la Commissione in maniera frettolosa, in cinque minuti, ha esitato, non dando neanche la possibilità ad alcuni componenti della Commissione stessa di poter partecipare ai lavori. Se vuole sono disponibile a fornire esempi concreti,.
Presidente, ho già chiesto nel primo intervento e chiedo che venga presa in considerazione la richiesta di voto palese su tutti gli emendamenti avanzata dal sottoscritto e dal consigliere Arbau (la prego di verificare la registrazione) nel suo intervento. Se vale la richiesta del consigliere Diana, a maggior ragione vale quella fatta precedentemente dal consigliere Arbau.
Presidente, lei è già intervenuta per sanare un errore gravissimo compiuto dal Consiglio quando si è deciso di ridurre il numero dei consiglieri regionali, la pregherei di utilizzare tutti gli elementi che il Regolamento le mette a disposizione per evitare che si faccia lo stesso grave errore anche nel caso della doppia preferenza di genere.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il Presidente del Consiglio deve essere garante dell'applicazione del Regolamento non dello stravolgimento del Regolamento. La richiesta che lei ha fatto sull'ordine dei lavori stravolge completamente quanto è sempre accaduto in quest'Aula. La richiesta di voto segreto ha sempre la priorità rispetto anche alla richiesta di voto palese, questo è sempre stato, ci sono i precedenti nel Consiglio, alla Camera, ha sempre la precedenza la richiesta di voto segreto sul voto palese. L'unica cosa che può pregiudicare la richiesta di voto segreto è che venga fatta precedentemente una dichiarazione di voto, è solo l'unico caso in cui è preclusa la possibilità di chiedere il voto segreto. Io non posso prestarmi a stravolgimenti del Regolamento e a precludere all'Aula e ai singoli consiglieri di esercitare le prerogative che vengono garantite da Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame del titolo.
(Si riporta di seguito il testo del titolo e del relativo emendamento:
Abrogazione del comma 3 dell'articolo 22 della legge statutaria elettorale approvata il 25 giugno 2013
(Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)
Emendamento sostitutivo totale Salis
Il titolo della legge è così sostituito: "Modifiche alla legge statutaria elettorale approvata il 25 giugno 2013 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)". (3).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, sul titolo chiederei che venisse data all'Aula la possibilità di poter discutere della legge nel suo complesso e non solo di una parte; sicuramente è stata una scelta fatta con molta arguzia e molta furbizia, la proposta che è passata in Commissione ancorché recitare, come tutte le proposte di modifica, per il "riesame" di una proposta di legge lungamente discussa che ha creato problemi e polemiche aspre, ed è ancora sotto la minaccia e la possibilità di un ricorso e della possibilità di un referendum. Non costringeteci a essere noi i fautori e i richiedenti di un referendum, non costringeteci.
Abbiamo avuto su questa legge un atteggiamento di grande disponibilità, forse di eccessiva disponibilità, stante poi la decisione assunta da molti consiglieri regionali nella votazione a scrutinio segreto. Noi, presidente Artizzu, chiediamo che il titolo si possa modificare. Io non essendo un componente della prima Commissione, ho saputo della vostra scelta a cose fatte, la mattina che avete approvato la proposta.
Pertanto le chiederei, Presidente, ma in maniera tranquilla, di non porre paletti, veti, impedimenti a una discussione che, abbiamo già visto in Aula, è una discussione seria, nella quale non si stanno inventando problemi ma si sta cercando di risolvere e di dare risposte a giuste sollecitazioni che sono venute a quest'Aula dalla società sarda, dalla società sarda, sia in termini di doppia preferenza di genere sia in termini di una riflessione sugli sbarramenti. Io non sto dicendo che si debba essere d'accordo, io chiedo solamente che quest'Aula, alla conclusione della sua attività legislativa su una proposta di riforma così importante, possa avere la possibilità di discutere in maniera franca, tranquilla, senza trucchi e senza furbizie. Senza trucchi e senza furbizie!
La proposta contenuta nel nostro emendamento di modifica del titolo tendeva proprio a impedire che una decisione assunta da cinque, sei, sette commissari della prima Commissione autonomia vincolasse il Consiglio a discutere solo di quel problema; un problema che è già superato perché nessuno di noi vuole aprire un contenzioso possibile. Eppure, ripeto, considero ancora valido e giusto come enunciazione di principio il contenuto dell'emendamento che tenta di limitare lo strapotere dei presidenti, di qualsiasi Presidente di Regione, e lo riproporrei se fossimo a inizio legislatura. Ma la legislatura la stiamo concludendo e non vogliamo votare con il listino per cui sono d'accordo con il collega Giampaolo Diana che dice che complessivamente siamo riusciti a fare una buona legge.
Allora, se complessivamente siamo riusciti a fare una buona legge e c'è una richiesta di supplemento di discussione su questi due punti: doppia preferenza facoltativa di genere e sbarramenti io dico non che debbano essere approvati, ma soltanto che questa Aula deve avere il coraggio e la serietà di affrontarli con chiarezza e trasparenza alla luce del sole; alla luce del sole senza che ci siano, paletti, sbarramenti e impedimenti alla discussione, perché quello che la prima Commissione sta facendo o, meglio, una parte della prima Commissione sta facendo è quello di impedire la discussione del Consiglio regionale sulla legge sulla legge e su alcuni rilievi che, come ho già detto, la società sarda ha posto.
Vi chiedo veramente: ripensate a questa decisione, non gettate ulteriore discredito sul Consiglio regionale con un altro voto segreto che vuole impedire le discussioni, non fatelo è un errore madornale, è un errore madornale che purtroppo si ritorcerà su tutto il Consiglio regionale non solo su quelli che voteranno, caro Mario Diana, la tua proposta.
Io ho sempre ammirato il tuo coraggio, tu non hai bisogno di nasconderti dietro il voto segreto, perché allora devi dare ad altri la possibilità di dire che sono d'accordo sulla doppia preferenza di genere e poi nascondersi invece dietro il voto segreto? Ripeto, io ho sempre apprezzato la chiarezza e la nettezza della tua posizione. Ma non capisco perché bisogna fornire possibili alibi a quanti non hanno la tua stessa franchezza e lo stesso coraggio delle tue posizioni politiche.
Presidente, io non ho altre parole da spendere e mi sembra che si stia scrivendo una pagina nerissima su questo punto nell'autonomia della Sardegna; una pagina nerissima perché si sta impedendo all'Aula, ai consiglieri regionali di potersi esprimere su temi che sono già stati portati nel dibattito. E' un clima, Presidente, che sta prendendo il sopravvento a livello nazionale e si sta riverberando anche a livello locale; è un presidenzialismo esasperato, il governo di pochissime persone che si arrogano il potere di decidere sulle aule parlamentari democraticamente elette.
Tutti chiedono primarie di coalizione per scegliere, per discutere, per dare la possibilità al popolo di potersi esprimere e poi si pongono in essere gli atti che portano a impedire la discussione addirittura nelle aule parlamentari. E' una contraddizione assoluta che io vi prego vivamente, vi prego vivamente di voler modificare e di consentire che si possa discutere. Se poi si vogliono bocciare gli sbarramenti, non ritenendoli un punto di equilibrio, come io li considero, assolutamente intangibile, si boccino, se si considera un regalo eccessivo alla presenza femminile nelle istituzioni la doppia preferenza di genere, la si bocci. Però lo si faccia in maniera trasparente. Per cui chiedo che il titolo possa venire modificato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, io non convengo sulla affermazione che la legge statutaria sia una buona legge, non lo è perché è nata dimenticando l'esperienza di queste ultime due legislature che hanno mostrato tutta l'inadeguatezza, tutti gli squilibri e gli scompensi che derivano dall'avere un uomo solo al comando quando si tratta di governare.
Certamente, è giusto avere un uomo solo al comando che possa effettivamente gestire quando si tratta di amministrare, ma amministrare attraverso regole che vengono emanate a un livello superiore, sia esso regionale che nazionale, e parlo dei sindaci. E' estremamente pericoloso, e lo abbiamo toccato noi in Consiglio ma soprattutto l'hanno toccato i sardi sulla loro carne viva, invece continuare a perseverare nel consentire all'uomo solo al comando di amministrare e di darsi anche le regole attraverso cui può amministrare. Quindi non la considero una buona legge.
Devo ricordare che io fui presentatore di un progetto di legge con il quale prevedevo la doppia preferenza di genere. La discussione sviluppatasi in questi mesi però mi ha convinto che anch'io stavo sbagliando; non possiamo veramente non ricordare come l'abolizione della preferenza plurima fu una necessità nata dall'obbligo di moralizzare la vita politica. Non possiamo oggi ripercorrere quella strada, anche se guidati da un obiettivo certamente giusto, certamente corretto, quello di rendere più equilibrata la rappresentanza in Consiglio rispetto al corpo elettorale.
Ma la strada della preferenza multipla è certamente una strada sbagliata, ancorché questa preferenza multipla possa essere differenziata di genere, perché è sempre uno strumento che consente di coltivare clientelismo, anzi, clientelismo e servilismo perché si potrebbe avere il caso che un potente della politica, che tale è diventato attraverso la politica tanto da poter condizionare il voto, possa trascinare, in Consiglio un altro consigliere, sia esso femmina che maschio, sia esso donna che uomo, di qualsiasi genere. I potentati non sono solo maschietti. Bene, questo ritengo che sia davvero un'anomalia che non possiamo, ancorché guidati del più nobile degli obiettivi, ripercorrere perché avremmo dei nominati votati all'obbedienza di chi li ha portati in Consiglio.
Ritengo che si potevano percorrere sicuramente altre strade: una maggiore presenza di donne nelle liste, l'obbligo di avere delle liste che rappresentassero l'equilibrio di genere nei singoli collegi elettorali. A proposito dei collegi elettorali, non vi rendete conto di quanto sia ancora più pericolosa questa possibilità di qualcuno di potersi nominare il suo secondo eletto quando abbiamo ridotto il numero dei consiglieri? Quindi per ogni collegio elettorale nei partiti il numero degli eletti sarà ridotto. Ed ecco che chi dalla politica ha avuto potere e sa come gestirlo in maniera clientelare potrà davvero fare, come si dice giocando a carte, "regio per tutti" in quel collegio per quel partito, eleggendo se stesso e anche il suo scherano, sia esso femmina che maschio.
Ecco, questo è il motivo per cui apertamente, senza bisogno di coraggio, perché non ci vuole nessun coraggio nel dire le verità, la preferenza plurima era un'aberrazione della politica perché consentiva di avere dei servi e non dei rappresentanti liberamente eletti dal popolo, per cui ritengo che,, ancorché nobilitata dalla differenza di genere, debba essere apertamente e palesemente bandita dal nostro sistema elettorale.
Infine, mi consenta, Presidente, consentitemi colleghi, una brevissima riflessione sulla demagogia, su chi pensa che sia sempre e comunque necessario (magari soprattutto in prossimità di una campagna elettorale) di dover seguire, cavalcare, farsi alfiere di qualsiasi cosa appaia di moda. Ebbene, la nobiltà della politica, il mandato morale della politica non è quello di cavalcare per meri scopi speculativi gli umori della gente, la nobiltà della politica consiste nel saper guidare questi umori, nel saperli indirizzare, nel saperli certamente interpretare e migliorare. Io credo che davvero la differenza tra la nobile arte del governare e la miseria del sobillare e dello speculare stia proprio nel non saper vedere la differenza che c'è tra l'essere in questo Consesso a rappresentare le reali esigenze del popolo e invece sperare di ritornarci semplicemente cavalcando lo stomaco e l'umore della gente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per sostenere le ragioni dell'onorevole Salis e dire che in sardo s'hat a narrere chi est accabadu su'e narrere perché la fuga dal campo della discussione, la fuga dalla discussione aperta, libera, è propria di persone che non credono in quello che fanno. Senza dilungarmi più di tanto, io credo, onorevole Diana, che lei sia un esempio anche per il sottoscritto (per questi pochi mesi che sono in Consiglio), perché lei è una persona che crede nelle sue idee e in modo chiaro le espone in questa Assemblea, anche andando contro corrente rispetto a quanto avviene nella società.
L'onorevole Campus ha detto molto bene nel suo intervento che colui che cerca di interpretare la moda del momento finisce, solitamente, per essere schiacciato, perché le mode cambiano sempre, mentre è molto importante avere una propria linea coerente e portarla avanti. Però lei, con la richiesta di voto segreto, per l'ennesima volta, si sta trasformando in Ettore che cerca di salvare i tantissimi Paride che hanno difficoltà a dire apertamente quello che ha detto lei sempre in quest'Aula e quello che ha detto adesso l'onorevole Campus. Io credo che invece sia molto più utile che questa Assemblea si assuma le sue responsabilità e alla luce del sole affronti le decisioni di questo momento sulla doppia preferenza di genere e anche sulla questione relativa agli sbarramenti.
Infine, se questa Assemblea, se questa maggioranza, se questi consiglieri hanno paura di confrontarsi con tre, quattro consiglieri che sono, tra virgolette, addomesticati dall'attività assembleare, come potete pensare di uscire dal Palazzo e affrontare quelli che hanno già i forconi ben appuntiti? Voi fuggite dai vostri consimili e avrete la difficoltà enorme di dover affrontare tutte le persone che stanno fuori e che stanno ponendo questioni concrete, come quella di voler partecipare all'amministrazione della cosa pubblica.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, vorrei esprimere in pochissimi minuti il mio punto di vista su questo tema. Quando ho avuto notizia che saremmo stati costretti a riprendere l'argomento della legge elettorale a causa della posizione presa dal Governo su una parte limitata della legge, ho pensato che sarebbe stata l'occasione per riprendere a ragionare su un argomento che, passato come è passato durante la discussione di questa legge, ha suscitato moltissimi dibattiti nella nostra Isola. Il tema della doppia preferenza di genere è un tema delicato che interessa ormai tantissime persone e vi è anche la consapevolezza che sia l'unico strumento in grado di creare in queste Assemblee una situazione di maggior equilibrio.
Ora, pensavo che sarebbe stato difficile affrontare il tema, non perla nostra opposizione, ma perché non c'erano le condizioni regolamentari per farlo. Dalla discussione svolta questa mattina mi risulta essere emerso il contrario e questo mi dispiace perché credo che sarebbe stato utile, essendo possibile, cogliere l'occasione per introdurre questa regola, con la consapevolezza, peraltro, che non è la soluzione in assoluto migliore, soluzione migliore che peraltro sembrerebbe non esistere.
Ci sono i limiti di cui ha parlato l'onorevole Campus, che sono reali, e però ci sono anche i limiti di assemblee elettive che se non vengono elette con sistemi e leggi elettorali che consentano un riequilibrio, di fatto sono a tutti i livelli a predominio assoluto maschile. La società moderna questo fatto non lo sopporta, noi non possiamo essere accusati di volerci opporre a questo fatto. Ecco perché credo che sarebbe stato più utile andare in quella direzione, ecco perché bene si è fatto a presentare, come abbiamo presentato, gli emendamenti in materia, male facciamo a impedire con la discussione sul titolo e il voto segreto sul titolo che questo possa essere fatto.
Volevo fare questa riflessione perché credo che fosse giusto esprimere il punto di vista su una materia invero molto delicata e che ha suscitato tantissima attenzione nella società sarda. Ecco perché credo che sarebbe più utile andare avanti discutendo anche quel tema, già che è possibile, e quindi arrivare a migliorare una legge che non è perfetta, ne siamo consapevoli. Io non ho mai condiviso, per esempio, il limite del 40 per cento per raggiungere la maggioranza del 60 per cento dei seggi, in questa Regione stiamo correndo anche un rischio di ingovernabilità, però credo anche che si siano fatti degli sforzi enormi affinché avessimo una legge migliore.
Abbiamo abolito il listino, non c'è più la possibilità per una lista di non presentare alcuna candidata di sesso diverso e questo è un fatto positivo, però avevamo l'occasione per migliorarla ulteriormente; pur sapendo, ripeto, i limiti che la doppia preferenza di genere ha in sé però ci avrebbe consentito di porre rimedio a una situazione che per la società sta diventando sempre più insopportabile: le aule consiliari frequentate quasi esclusivamente da soli uomini. Ecco perché avrei preferito che quest'argomento l'avessimo affrontato.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 3 ha facoltà di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna, relatore.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.), relatore. Ovviamente il parere del relatore, lo dico in questa sede definitivamente, essendosi riunita la Commissione su uno specifico ordine del giorno, è positivo solo per l'emendamento numero 6 che è di coordinamento rispetto al testo oggetto della proposta. Per tutto il resto ovviamente il parere è rimesso all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 43
favorevoli 21
contrari 45
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.
Si è astenuta la presidente Lombardo.)
A seguito della non approvazione dell'emendamento numero 3 decadono tutti gli emendamenti, tranne l'emendamento numero 6.
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Abrogazione del comma 3 dell'articolo 22 della legge statutaria elettorale approvata il
25 giugno 2013
1. Il comma 3 dell'articolo 22 della legge statutaria elettorale 25 giugno 2013 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna), è abrogato.
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Giampaolo - Steri
Articolo 1
Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:
Art. 1 bis
Conseguentemente alla disposizione di cui all'articolo 1 è abrogata la lettera e) dell'articolo 15 della legge regionale 26 luglio 2013 n. 16 (Organizzazione amministrativa del procedimento e delle votazioni per l'elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale. Modifiche alla legge regionale 6 marzo 1979 n. 7 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale). (6).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo solo per fare una riflessione di carattere politico. Io sono sempre stato un uomo di sinistra e adesso di centrosinistra e ho sempre pensato (di questo ero sicuro), che il cambiamento e le politiche di cambiamento appartengono al nostro terreno. Io non posso negare, in sede di dichiarazione di voto sull'articolo 1, sull'unico articolo che quest'Aula ci consente di discutere, che il Consiglio regionale, la maggioranza del Consiglio regionale dietro il muretto a secco del voto segreto impedisce ad altri consiglieri regionali di discutere della legge elettorale statutaria, una delle leggi fondamentali della Sardegna. Ripeto, una parte dei consiglieri regionali della Sardegna a voto segreto nascosti dietro il muretto a secco impedisce che si discuta della legge statutaria elettorale.
Non è un dato da poco, mi sorprende, collega Giampaolo Diana lo debbo dire, la tiepidezza con cui il P.D. ha affrontato questo tema e lo dico con estremo rispetto.
PRESIDENTE. Chiedo scusa onorevole Salis. Colleghi, sono ancora aperte le iscrizioni a parlare, per cui chi vuole esprimere la propria opinione ha ancora la possibilità di farlo.
SALIS (Gruppo Misto). Io voglio ribadire quanto mi ha detto un autorevole rappresentante di quest'Aula, autorevolissimo, di cui non faccio il nome perché non sono autorizzato, che a giugno mi ha detto la legge elettorale dovrebbe essere discussa e approvata dai consiglieri regionali che non si debbono ricandidare, perché se la legge elettorale è fatta dai consiglieri regionali che pensano di essere ricandidati è chiaro che faranno di tutto, di tutto, compresi i vergognosi voti segreti, per difendere la possibilità della loro rielezione e vedranno come il fumo negli occhi qualsiasi modifica che possa mettere in discussione questa possibilità.
Questo è un fatto talmente normale ed è successo, è successo anche per la riduzione da 80 a 60 consiglieri che è stata recuperata per i capelli, dando la possibilità al Consiglio regionale della Sardegna di presentarsi come uno tra i primi, se non il primo, dei Consigli regionali italiani che ha tenuto conto del fatto che di lotta agli sprechi e di contenimento dei costi delle istituzioni non si deve parlare solo nei convegni ma si deve anche tentare di applicarli. Dico questo perché questo tema io penso debba essere oggetto di discussione a livello programmatico, ci stiamo preparando…
(Brusio in Aula)
Agli onorevoli che disturbano dico che io conto ma ascolto anche e quindi so quello che dico, assolutamente non parlo per sentito dire. Ho speso tutte le parole che avevo a disposizione per poter evitare questo affronto nei miei confronti; io volevo discutere di queste cose voi me l'avete impedito, me l'avete impedito! E di fronte a un impedimento di tale genere io non sto zitto, non sto zitto!
Quindi noi adesso approviamo questa legge, io mi auguro che non ci siano richieste di referendum perché abbiamo questo rischio, anzi secondo come alla testa del movimento per la raccolta delle firme si porrà anche qualcuno di noi. Io ho fatto male a fidarmi il 25 giugno, quando ho sostenuto le pur buone cose che abbiamo inserito nella legge, ho fatto male perché alla fine, come è sempre successo in questo Consiglio regionale, prevalgono gli umori più bassi. Due legislature fa il Consiglio bocciò ugualmente a voto segreto una legge elettorale regionale, tant'è che siamo andati ancora una volta a votare, per due rinnovi di Consiglio regionale, con la cosiddetta "legge Formigoni", con una legge nazionale, noi che facciamo dell'autonomia una sorta di mantra inattaccabile! Una sorta di mantra inattaccabile!
In questa situazione è difficile riuscire a concludere in maniera positiva; pertanto, non essendo assolutamente d'accordo sulle modalità con cui si è arrivati alla discussione, cioè sul fatto che ci sia stata una lesione della democrazia in quest'Aula stamattina, poiché si è impedita la discussione della legge vincolandola solamente a questo articolo, per questa ragione personalmente mi asterrò sul testo dell'articolo 1, anche perché, e lo ribadisco in conclusione, sono convinto che la ratio, la filosofia di quella norma è una ratio giusta!
Il problema del riequilibrio dei poteri tra Presidenti, Giunta e Assemblee legislative è un problema ancora completamente aperto! Ancora completamente aperto! Non vi possono essere elementi e possibilità di ricatto da parte di un Presidente rispetto a una Assemblea solo per il fatto che le sue dimissioni possano portare e portano allo scioglimento dell'Assemblea legislativa. Concludo su questo, Presidente, e ribadisco il fatto che la pagina che il Consiglio regionale ha scritto oggi è una fra le più brutte a cui io ho potuto assistere in questi nove anni in cui sono stato presente in questo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Annuncio il mio voto favorevole all'articolo e sottolineo, se mai ce ne fosse bisogno, che questa fuga dalla responsabilità e dalla discussione segnerà credo in modo indelebile questa legislatura nella quale, lo ribadisco, si fugge dalle proprie responsabilità e dalle proprie decisioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stocchino. Ne ha facoltà.
STOCCHINO (Gruppo Misto). Anch'io intervengo per annunciare il mio voto contrario al testo dell'articolo 1 per i motivi che ho esposto precedentemente. Sono convinto che questa legge regionale avrebbe bisogno di più democrazia e la democrazia parte dal ridare un ruolo a questo Consiglio, un ruolo che non ha mai avuto perché fondamentalmente diviso tra la difficoltà di ubbidire al "capo", che può decidere in qualsiasi momento di far decadere l'Assemblea elettiva, e la mancanza di una legge che veda una partecipazione democratica delle donne, dei movimenti e degli uomini.
Credo che si sarebbe potuto riprendere a ragionare su questo, oggi avevamo questa possibilità, l'abbiamo mancata, non credo che questo vada bene né per il prossimo Consiglio né per la politica complessiva della nostra terra. Non si può eliminare la partecipazione e il fatto che le forze politiche qui presenti, compresa la mia, non possano pensare di costruirsi un castello per difendersi dagli attacchi di quello che si muove nella nostra terra. Alla fin fine la partecipazione democratica, la forza dei partiti secondo me si difendono non attraverso una legge che tenta di preservare il dominio dentro le istituzioni, ma attraverso una buona politica e attraverso un percorso democratico e di prospettiva politica. Quindi un percorso che dica ai sardi cosa si vuol fare per risolvere i problemi del lavoro, della disoccupazione, della partecipazione. Credo che in questo senso abbiamo mancato non facendo il bene della nostra Isola.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Annuncio innanzitutto il voto contrario all'articolo 1, inoltre vorrei rispondere al collega Diana del P.D., nel senso che più che una "lamentela", in riferimento al vocabolario che è stato usato in Aula, che fra l'altro mi è sembrato assolutamente corretto, da lui mi sarei aspettata un altro discorso. Un discorso, ad esempio, sul concetto di democrazia e su che cosa è la democrazia nella tradizione della sinistra (visto che è un uomo fra l'altro di centro ma di sinistra) e mi sarei aspettata lo sviluppo di questo concetto, cioè che cos'è la democrazia partecipata nel senso più ampio, cos'è la condivisione di questo concetto di democrazia e quindi l'avrei voluto sentire arrivare anche alla conclusione che non può esistere democrazia partecipativa senza una democrazia di genere.
Quindi mi ha deluso questo suo intervento, io spero che intervenga nuovamente in modo molto più forte sui contenuti di questa legge. Per quanto riguarda poi il collega Campus, ha parlato di "politica nobile", io credo che la politica oligarchica non sia nobile! La politica oligarchica risponde a esigenze non dei popoli ma delle "cricche", per cui non mi è piaciuto, mi ha deluso anche il collega Campus che, fra l'altro, stimo come stimo il collega Diana.
Purtroppo questo è un film dell'orrore già visto, questo è l'atto secondo, che ci porterà in modo irrimediabile a proseguire una lotta anche attraverso il referendum. Mi auguro quindi che ci si esprima rimettendo nel binario giusto il senso di questa legge, soprattutto il senso di questo blitz che è stato organizzato in questa giornata, perché questa è una convocazione che ha il senso del blitz più che di un momento di dibattito e di assunzione di responsabilità e di un voler anche ricucire i gravi strappi alla democrazia che si sono consumati di recente. Ma qui sembra che la volontà politica non sia questa.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, parlavamo prima di occasione irripetibile, ora parliamo di occasione sprecata! Credo che i principi costituzionali obblighino alla rappresentanza dei territori, delle minoranze e di genere. In questa proposta di legge sicuramente questo non è previsto, per cui parliamo di legge monca a cui oggi non siamo riusciti ad apportare neanche una protesi. Per questo sono molto rammaricato e deluso.
Non entro in merito ai voti personali, purtroppo il voto segreto è un sistema che va assolutamente abolito dal Regolamento che governa quest'Aula. Credo che dovremmo fare di tutto perché dalla prossima legislatura, almeno, non esista più. Credo, lo ripeto ancora, che abbiamo sprecato un'occasione per porre rimedio a un gravissimo errore che era stato, come detto prima, perpetrato precedentemente nell'approvazione della legge elettorale. Dichiaro pertanto il voto contrario del Gruppo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Non sempre fa piacere essere citati, a me dispiace che l'abbiano fatto il collega Salis e la collega Zuncheddu, tuttavia capisco la natura dei loro interventi; mi rendo conto che man mano che si avvicina il momento in cui c'è un rischio fortissimo che non si possa essere qui anche nella prossima legislatura ci si aggrappi un po' a tutto, e quindi ripeto che ne comprendo le ragioni. Perché davvero è curioso, per non dire grottesco, e permettetemi anche veramente sgradevole, sentire colleghi (verso i quali fino a questo momento c'era la mia profonda stima) scaricare certe affermazioni sul partito che è in prima linea a favore della doppia preferenza di genere. Lo siamo in maniera inequivocabile e non consentiamo a nessuno, nemmeno a Salis e Zuncheddu, di dire nulla, perché non ci deve insegnare niente nessuno; sfido infatti Salis e la Zuncheddu a dimostrare se c'è un partito, uno schieramento in questo Paese che sia stato capace di portare un numero così importante di donne (realizzando quindi un equilibrio vero, non basato sull'ipocrisia e sul "palcoscenico" che avete voluto calcare stamattina) nei due rami del Parlamento, alle elezioni di febbraio.
Abbiamo fatto di tutto perché ciò avvenisse anche in questo Consiglio regionale; ci sono stati 21 voti, non voglio per carità cadere nell'errore davvero sgradevole in cui sono caduti i colleghi citati, non voglio assumermi nessuna paternità, i voti comunque sono lì, e davvero, ripeto, è sgradevole questo tentativo di scaricare sul maggior partito del centrosinistra, da parte di alleati del centrosinistra, l'esito di questa votazione. Voglio però anche dire al collega Salis e alla collega Zuncheddu, collega Zuncheddu che ha già dichiarato di votare contro questa proposta di legge, che se non si votasse con questa legge, non è che la legge del 2009 sia maggiormente garantista di un equilibrio di genere. Bene o male questa legge tanto vituperata garantisce, almeno nella fase di ingresso nelle liste, che un genere non possa essere rappresentato al di sotto di un terzo; questo dispone il provvedimento che voi state bocciando, mentre quella che voi vorreste, votando contro questa legge, non consente nemmeno quello! Allora siate coerenti e evidenziate in quale contraddizione vi state avvitando.
E' evidente che è in atto solo e soltanto un tentativo di sfruttare mediaticamente una condizione che io respingo a voi e che non può essere addebitata al Partito Democratico. Facciamo una battaglia; io e altri colleghi, sia del P.D. che di altri partiti, abbiamo presentato proposte di legge; vi ho detto, assumendomene anche la responsabilità e attirandomi qualche critica (mi scuso per l'autocitazione), che non saremmo stati secondi a nessuno qualora fosse partita una iniziativa per la raccolta di firme, questo è agli atti già nella discussione che ha portato alla votazione di questa legge.
Per cortesia, allora, torni ognuno all'interno dei propri confini evitando di esprimere giudizi che non aiutano ora e, vi assicuro, complicano la vita anche per il futuro. E' evidente che di fronte a simili affermazioni io sfido chiunque a trovare un consigliere regionale del P.D. che in questa legislatura si sia rivolto in questi termini ad alleati del centrosinistra. Gli atti sono a disposizione di tutti, la rassegna stampa è a disposizione di tutti, non c'è un precedente di questa natura, è davvero mi farebbe piacere che qualcuno provasse anche a chiedere scusa.
Chiedere scusa non è un atto di debolezza ma è un atto di forza, soprattutto in politica, e sarebbe importante, a conclusione di questa discussione, sentire una parola di questo genere. Soprattutto vi invito, cari colleghi del centrosinistra, a evitare che anche col voto non si raggiunga una maggioranza importante che metta al sicuro questa legge elettorale, perché se ciò non avvenisse noi rischiamo di andare al voto con l'altra legge. A questo punto, se fossi ipocrita, vi direi: "ma allora voi evidentemente siete interessati a una legge che vuole il listino, siete interessati, soprattutto quando non si ha un consenso forte - a un ritorno alle cose di cui ho parlato prima - siete interessati anche alla nomina che porta direttamente i consiglieri regionali in Consiglio anziché, come si dice al mio paese, andare a zapparsi i voti uno per uno". Allora attenzione perché può succedere anche questo. Certamente domani i titoli sui tre quotidiani sardi metteranno in evidenza alcune cose e in particolare parleranno dei colleghi che in quest'Aula hanno voluto, perché non avevano di meglio da fare, accusare il P.D..
Sopporteremo anche questo, abbiamo spalle robuste per reggere anche questa piccolissima spallata, d'altronde non viene da forze così robuste che possano preoccupare. Il nostro Gruppo voterà ovviamente a favore dell'articolo unico e a favore della proposta di legge nella votazione finale per le ragioni che ho detto.
SALIS (Gruppo Misto). Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Salis, lei è già intervenuto nella discussione, quindi non le posso ridare la parola.
SALIS (Gruppo Misto). Chiedo di intervenire a fine seduta per fatto personale.
PRESIDENTE. Va bene. Onorevole Greco, lei si è iscritta in ritardo, si doveva iscrivere entro la fine del primo intervento.
(E' approvato)
Metto ora in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della proposta di legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Per dichiarazione di voto e anche per alcune precisazioni di carattere politico, non voglio entrare in merito a questioni personali.
Io ho già annunciato l'astensione su questo testo motivandola con il fatto che considero valida la proposta che è stata fatta in sede di approvazione della legge, ma non voglio assolutamente - questo vorrei sottolinearlo anche per il compagno Giampaolo Diana - che si possa correre il rischio di tornare a votare con la vecchia legge elettorale, con la legge Formigoni, io la chiamo così. Io ho votato addirittura a favore il 25 giugno; Presidente, sono stato combattuto, c'è la mia dichiarazione di voto agli atti, tra l'astensione e il voto favorevole alla precedente proposta di legge, nonostante lo sfregio dell'eliminazione della doppia preferenza di genere, perché la considero una buona legge.
Quella che questo Consiglio regionale ha elaborato per alcune parti è una buona legge, e io avrei voluto e vorrei andare a votare con questo testo di legge e anche possibilmente, e oggi l'ho tentata, con la doppia preferenza di genere, che non ci stiamo inventando noi, ripeto, ma è già stata approvata a livello di altre Regioni e a livello nazionale, noi non stiamo inventando niente. E io non ho accusato il P.D., caro compagno Giampaolo Diana, di non aver fatto una battaglia per modificare la legge, assolutamente, ho detto, parole testuali: che in questa battaglia sulla riproposizione della doppia preferenza di genere mi ha sorpreso la tiepidezza del P.D.; ribadisco il dato politico e il mio giudizio politico: su questa battaglia c'è stata una tiepidezza del P.D.
Io non parlo del centrodestra, sapevo che il centrodestra per larghissima maggioranza, stragrande maggioranza è contrario a questa norma, l'hanno detto in varie riprese, in Commissione, in Aula ma ne abbiamo preso atto, lo sappiamo. Ma, siccome siamo impegnati in un discorso programmatico a livello di coalizione di centrosinistra, anche attraverso le primarie, allora nei programmi il superamento di questa lesione della rappresentanza di genere è un problema serio da inserire nel programma o no? Io penso di sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Greco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GRECO (P.d.L.). Presidente, solo per puntualizzare una cosa e cioè che non dobbiamo prenderci in giro perché sapevamo benissimo che l'emendamento numero 3, riguardando le modifiche alla legge elettorale, implicava che l'Aula si dovesse esprimere sulle modifiche cioè sull'introduzione della doppia preferenza di genere.
Quindi non si può poi dire che ci sono le proposte, ci sono i referendum e via dicendo; non prendiamoci in giro: non avete voluto votare per l'introduzione della preferenza di genere, quanto meno abbiate il coraggio di esprimervi. Sapete perfettamente che cosa avete votato, non volete l'introduzione della doppia preferenza di genere, quantomeno abbiate il buon gusto di non prendere in giro.
Per quanto riguarda la mia dichiarazione di voto, è una dichiarazione di voto favorevole solo ed esclusivamente per senso di responsabilità, come già dissi precedentemente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU (Gruppo Misto). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io esprimerò un voto favorevole alla proposta di legge. Però, Presidente, credo che sia opportuno, e probabilmente bisognerà formalizzarlo nei modi dovuti, rivedere il Regolamento del Consiglio prevedendo l'abolizione del voto segreto, a eccezione dei casi che riguardano le persone, casi che riguardano i voti di coscienza. Perché la tiepidezza, il calore lo misuriamo con il nostro voto, con il voto personale, palese perché credo che i cittadini abbiano il diritto di conoscere come ciascuno di noi ha votato, come vota e come esprime il proprio orientamento politico in questa Assemblea.
Quindi credo che al più presto, Presidente, dobbiamo convocare la Giunta per il Regolamento e verificare se c'è la volontà di eliminare il voto segreto dal Regolamento stesso. Io credo che bisogna avere il coraggio di esprimere le proprie posizioni sempre; alcuni colleghi l'hanno fatto stamattina anche esprimendo in modo palese la contrarietà alla doppia preferenza. Credo che un dibattito di questo tipo possa soltanto arricchire perché probabilmente questo Consiglio regionale, che ha espresso in maniera chiara, collegiale la propria contrarietà alla doppia preferenza, aveva bisogno per chiarezza nei confronti dei cittadini, degli elettori di esprimerla anche individualmente, e sarebbe stato un passo avanti nel segno della democrazia e della trasparenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, annuncio il mio voto contrario a questa proposta di legge per senso di responsabilità. Non ritengo opportuno continuare a votare delle leggi che sono le cosiddette "leggi meno peggio"; noi qui dobbiamo legiferare per un popolo e dobbiamo produrre leggi buone per un popolo, non "leggi meno peggio". Per quanto riguarda il collega Diana, mi dispiace se si è irritato perché non era un attacco personale, non chiedo scusa perché non credo di avere mancato di rispetto a qualcuno, ho solo espresso il mio parere avendo notato anch'io una debolezza all'interno di questo dibattito; dibattito dal quale mi sarei aspettata qualcos'altro. Ho poi voluto rispondere alla sua osservazione sul vocabolario usato in questa Aula perché è un vocabolario rispettoso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). Presidente, esprimo un voto libero e di coscienza, la stessa coscienza e libertà che ha permesso a molti parlamentari di bocciare il Governo delle larghe intese, quindi è un voto sereno e senza strappi. Siamo contrari a questa proposta di legge per tutti i motivi già illustrati dai compagni della sinistra presenti in quest'Aula e in ultimo, lo diceva poc'anzi la consigliera Zuncheddu, non possiamo arrenderci alle politiche del meno peggio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Presidente, io annuncio il mio voto di astensione sulla proposta di legge per due motivi. Mi astengo perché se questo provvedimento non dovesse entrare in vigore sarebbe forse, ha ragione l'onorevole Diana, un danno e rientrerebbe l'altra legge, ma non ho motivazioni tali da indurmi a dare un voto di piena approvazione.
Vorrei ricordare due questioni all'Aula. La Corte costituzionale ha impugnato, mi pare, sette leggi regionali di cui cinque sul precariato, il Governo Letta oggi vara una norma sui precari che è copiata dalle leggi sul precariato della Regione autonoma della Sardegna, questa è la Corte costituzionale italiana. Il Governo italiano ha eccepito proponendo un ricorso sulla ineleggibilità del Presidente che, dimettendosi, scioglie il Consiglio e l'ha derubricato a un problema costituzionale di parità di accesso e non a un problema di equilibrio di poteri; questo è politica, non è diritto, è politica!
Io contrasto però queste impostazioni, non riesco ad accettarle pedissequamente. Anche perché sulla vicenda dei precari, sarò curioso di vedere che cosa faranno con il Governo Letta, che copia le norme impugnate di fronte alla Corte costituzionale, alcuni parlamentari sardi che in quest'Aula non votarono le leggi sui precari. Voglio vedere che cosa faranno alcuni di noi quando prima o poi il presidenzialismo, che adesso fa paura perché lo si vuole varare a livello italiano statale verrà corretto anche su base regionale. La schiena dritta non la si tiene a comando, la si tiene sempre. La si tiene sempre. Per cui mi astengo.
Sulla preferenza di genere, signor Presidente, onde non metterla in imbarazzo vorrei dire che ribadisco tutte le parole precedentemente usate nel precedente dibattito, tutte.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, non ripeto ciò che ho detto nel precedente intervento di approvazione della legge statutaria elettorale, rimane intonso tutto ciò che ho detto. Per il resto annuncio il voto favorevole per un senso, questo sì, di responsabilità, perché non voglio assolutamente, non vogliamo assolutamente, che si possa votare con la vecchia legge. Non permetteremo mai più che ci siano dei nominati o delle nominate in quest'Aula, non lo permetteremo più da oggi per cui votiamo convinti a favore di questa proposta di legge.
In merito alle altre considerazioni che ho sentito, vorrei dire all'onorevole Bruno, che fa parte dell'Ufficio di Presidenza, mi rivolgo a lei come mi rivolgo all'onorevole Daniele Cocco, che pur avendo partecipato a numerosissime riunioni nelle quali si è parlato di Regolamento non uno di voi ha chiesto o ha presentato degli emendamenti in Aula per la soppressione del voto segreto. Ma sarebbe stata una richiesta inutile, glielo dico già da adesso e valga anche per la prossima volta, perché chiederò il voto segreto su quell'emendamento; non è infatti assolutamente possibile che questa Aula si liberi di un problema di questo genere, non è così che si risolvono i problemi.
Per il resto rimango convinto, nonostante il mio voto a favore, che i poteri del Presidente della Regione siano sovradimensionati rispetto ai poteri del Consiglio. So per certo, che tra le modifiche allo studio del Governo vi è proprio quella del riequilibrio tra i poteri del Presidente della Regione e quelli dei Consigli regionali, soprattutto di quelle Regioni ad autonomia speciale. Quindi, il problema sicuramente il Governo l'ha studiato in un certo modo, la Corte potrebbe anche averlo esaminato in modo diverso, comunque per quanto mi riguarda io preferisco votare con questa legge piuttosto che con quella precedente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Reitero il voto favorevole alla proposta di legge. Non si può non essere d'accordo sulle considerazioni del collega Maninchedda sul precariato. E' davvero singolare il comportamento del Governo e, indipendentemente da chi ha avuto la responsabilità dell'Esecutivo nazionale nei mesi e negli anni scorsi, in molti hanno contribuito a bocciare le leggi della Sardegna sul precariato. Oggi, tra l'altro, non c'è soltanto un sostegno a un Governo tecnico, c'è un Governo politico e io di fronte alla politica ho sempre il massimo rispetto e spero che ci sia nella politica e quindi nelle istituzioni massime di questo Paese un ravvedimento sulla necessità di stabilizzare i lavoratori precari che in questi anni sono stati vessati.
L'unica differenza che mi permetto, con grande rispetto, di esprimere rispetto all'onorevole Maninchedda è quella di giudicare questa scelta del Governo nazionale come un'assunzione di responsabilità di fronte al dramma dei precari; assunzione di responsabilità che finora non c'era stata a livello nazionale facendo tribolare noi parecchio.
Su altre considerazioni che sono state fatte non voglio continuare la polemica; vorrei solo ricordare un grandissimo giurista sardo, nonché uno dei più grandi scrittori, un "certo Satta", che nel suo bellissimo libro Il giorno del giudizio fa dire al protagonista rivolto alla moglie: "Zitta tu perché sei al mondo solo perché c'è posto". Io non voglio usare questa metafora nei confronti di alcuno, intendo solo sottolineare che bisogna avere grande rispetto del lavoro che ognuno di noi ha svolto e credo che il P.D. dall'opposizione, in qualunque momento, abbia dato prova di lavorare nell'interesse di questa Sardegna. In questo senso io ho sollevato i toni nei confronti di chi si è permesso di non avere rispetto di quel ruolo e del lavoro svolto in questi anni, seppure dall'opposizione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo a questa norma di legge che serve a consentire, con un accordo col Governo che rinunci al ricorso in Corte costituzionale contro la legge statutaria, l'entrata in vigore di quella legge, quindi ci consenta di votare con quella legge e non con la vecchia legge. Vecchia legge che, ricordo, consentirebbe lo splafonamento oltre a mantenere in piedi il listino contro cui tanto ha detto anche poco fa l'onorevole Mario Diana. Sono stato nominato nel listino quindi sono uno dei tanti "famigerati nominati" ma, ciò nonostante, credo nel mio piccolo di aver dato un contributo quantomeno pari a quello degli eletti. Pur avendo in astratto un interesse al mantenimento del listino, ho votato quella legge perché ritengo giusta la sua eliminazione. Possiamo criticare ed è criticabile il ricorso del Governo contro questa norma di legge, però se io aspetto la decisione della Corte costituzionale tra un anno non ci sarà ancora, quindi andremmo a votare con la vecchia legge. Ecco il motivo per cui, nonostante tutto, dobbiamo votare questa proposta di legge.
E' un provvedimento di legge che presenta diversi difetti, che sicuramente nella prossima legislatura sarà migliorabile, sarà riesaminato il problema del doppio voto di preferenza sul quale ho annunciato che il mio Gruppo aveva libertà di voto, taluni di noi anche oggi hanno votato verde, taluni hanno votato rosso. Peraltro l'abbiamo fatto in coerenza con quello che ognuno di noi ha sempre dichiarato, coerenza e serietà che abbiamo dimostrato anche nei lavori in Aula perché il nostro Gruppo è sempre presente in aula. Ricordo Felicetto Contu, ammalato, fratturato, che è venuto in Aula per senso di serietà.
Noi abbiamo sempre garantito la presenza, abbiamo sempre votato coerentemente con gli impegni assunti in maggioranza o tra le forze politiche; ciò anche quando forze della maggioranza, come anche in questi giorni sta accadendo, ci attaccano in maniera pesante ancorché totalmente ingiustificata, e sinora siamo stati zitti. Chiederemo dei chiarimenti, però ribadisco il voto favorevole per l'unico motivo che ho detto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Il collega Steri ha chiarito bene le ragioni, soprattutto la necessità, alla base dell'approvazione di questa proposta di legge a evitare le lungaggini di un giudizio della Corte costituzionale che, di fatto, non consentirebbe l'entrata in vigore della disciplina così come modificata a larghissima maggioranza dal Consiglio regionale e dunque dovremmo tornare al voto, per ragioni anche di tempo, con la vecchia legge, anche con tutte le incongruenze che sono state evidenziate dai colleghi che mi hanno preceduto.
Quindi, il voto del Gruppo P.d.L. è in modo convinto a favore proprio per queste ragioni. Certo, si poteva fare anche una legge elettorale modellata su un sistema e una forma di governo diversi, come stamattina ci ricordava il collega Nanni Campus, si poteva studiare una legge elettorale portatrice di novità che tenessero conto anche dell'evoluzione degli ordinamenti regionali.
Riteniamo comunque che lo sforzo fatto in Commissione abbia prodotto in questo momento la migliore legge possibile e dunque queste sono le ragioni per le quali il Gruppo del P.d.L. voterà in modo compatto a favore.
Presidente, chiedo una breve sospensione prima del voto finale.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 07, viene ripresa alle ore 12 e 32.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge statutaria numero 19/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cozzolino e Cuccureddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Soru - Steri - Tocco - Tupponi - Zedda.
Rispondono no i consiglieri: Cocco Daniele - Cugusi - Sechi - Stocchino - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cossa - Dedoni - Maninchedda - Meloni Francesco - Pisano - Salis.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 73
votanti 66
astenuti 7
maggioranza 34
favorevoli 61
contrari 5
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. E' convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
La seduta è tolta alle ore 12 e 34.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Piras sulla necessità di includere l'endometriosi tra le malattie croniche ed invalidanti che danno diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie. (771)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi desunti dal competente Servizio di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
Il Ministero della salute ha trasmesso in data 30.12.2013 al Ministero dell'economia e delle finanze e alla Conferenza Stato-regioni per la successiva approvazione definitiva, la bozza di provvedimento contenente i nuovi Livelli essenziali di assistenza e il riconoscimento di 110 nuove malattie rare e delle seguenti malattie croniche:
1. le Broncopneumopatie croniche ostruttive;
2. le Osteomieliti croniche;
3. le Patologie renali croniche;
4. il Rene policistico autosomico dominante;
5. la Sarcoidosi al II, III e IV stadio.
L'inclusione di una patologia tra quelle croniche e invalidanti rientra, come sopra indicato, tra le competenze del Ministero della salute che procede alla preventiva istruttoria per la valutazione dei presupposti scientifici. Appare inoltre evidente la necessità di una valutazione dell'impatto economico derivante dal conseguente riconoscimento al diritto all'esenzione dal costo delle compartecipazioni alle prestazioni sanitarie correlate alla patologia. Da qui il coinvolgimento del Ministero dell'economia e delle finanze.
Per quanto riguarda la patologia in questione, si ritiene che la stessa, alla luce del provvedimento licenziato dal Ministero della salute, non sia stata considerata tra le nuove malattie croniche, nonostante siano state diverse le proposte di inclusione avanzate al Governo da diversi parlamentari.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Sabatini - Lotto - Cucca - Solinas Antonio sullo status giuridico e le funzioni dei veterinari della medicina specialistica in rapporto convenzionale con le ASL e con l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS). (979)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi desunti dal Servizio competente di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
Con nota 26423 del 27.12.2010 e con successiva nota 8620 del 06.04.2011 il Servizio competente aveva invitato, nelle more della definizione dei compiti inerenti allo svolgimento delle attività istituzionali da parte della contrattazione regionale, i direttori delle ASL e l'allora commissario dell'IZS ad una puntuale attuazione delle disposizioni contenute nell'ACN, precisando che il medico veterinario convenzionato deve poter concorrere ad assicurare, unitamente agli altri operatori sanitari, ai sensi dell'articolo 29 bis, comma 1 dell'ACN, l'espletamento delle attività istituzionali e delle prestazioni specialistiche proprie dei Servizi del dipartimento di prevenzione e del Dipartimento di prevenzione veterinario.
Preso atto che alcune Aziende continuano, ad oggi, ad interpretare restrittivamente le disposizioni indicate, si ritiene tuttavia necessario procedere all'apertura di una trattativa con le organizzazioni sindacali di categoria per una corretta definizione dei compiti dei veterinari e dei biologi convenzionati e per dare esecuzione alle altre disposizioni contrattuali non ancora attuate (cfr. art. 4, ACN del 08.07.2010).
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zuncheddu in merito alle criticità sull'installazione di un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa nella zona agricola denominata Terramaini, fra i comuni di Decimoputzu e Villasor. (998)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi desunti dal competente Servizio prevenzione di questo Assessorato e, per suo tramite, dal Dipartimento prevenzione della ASL di Cagliari, si rappresenta quanto segue.
Da un attento esame della documentazione fornita dal proponente, la ASL di Cagliari ha verificato che per le caratteristiche tecniche l'impianto in argomento rientra nella fattispecie considerata nel punto 2.4 dell'articolo 5 dell'allegato A alla DGR n. 27/16 del 01.06.2011, realizzabile mediante proceduta abilitativa semplificata e pertanto il progetto non è stato sottoposto a Valutazione di impatto ambientale.
Dal punto di vista tecnico-sanitario, la ASL di Cagliari è stata prudenziale poiché, nonostante il progetto sembri rispettare le norme igienico-sanitarie previste per tali impianti dalla normativa vigente e per quanto il sito sia ubicato a 1,5 km dal centro urbano, sulla base del principio di precauzione, data la presenza di edifici nelle zone limitrofe, ha subordinato il proprio parere all'accertamento, da parte dell'autorità competente, della presenza in tale area di abitanti che in nessun caso devono ricevere pregiudizio dall'attività svolta nel sito.
Per quanto riguarda il punto 2) dell'interrogazione in oggetto, la ASL di Cagliari fa presente che la stima dell'impatto che tale impianto potrebbe avere sulla salute della popolazione richiederebbe una Valutazione di impatto sanitario (VIS), non normata a livello nazionale, che ricomprende procedure, metodi e strumenti molto complessi.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Dedoni sulla situazione dei servizi territoriali erogati dall'ASL n. 5 in Marmilla e Sarcidano e in particolare sulla situazione del centro di neuropsichiatria infantile di Ales. (1053)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi desunti dalla Direzione generale della ASL 5 di Oristano, si rappresenta quanto segue.
Il Servizio di neuropsichiatria infantile del distretto di Ales Terralba si articolare in due sedi separate, ciascuna con sede nelle omonime realtà di denominazione del distretto.
La sede di Terralba ha in servizio due terapisti della riabilitazione a tempo pieno, una logopedista a tempo pieno e, per tre giorni settimanali, il medico specialista in Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza. La sede di Ales ha in servizio un terapista della riabilitazione a tempo pieno, una logopedista a tempo pieno e, per due giorni settimanali, il medico specialista in Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza.
Entrambe le sedi condividono con il Consultorio familiare uno psicologo a tempo pieno.
A causa del trasferimento in altra sede di alcune unità di personale nel primo quadrimestre del 2013 si è verificato presso la sede di Ales un deficit temporaneo di assistenza logopedia e di attività medico-specialistica nella branca di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza.
Per alcuni mesi, tempi tecnici di chiamata in servizio, i pazienti sono stati inseriti, per quanto concerne le valutazioni mediche, nelle liste d'attesta della NPIA del distretto di Oristano.
Le unità di personale assenti per trasferimento sono state sostituite.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Corda - Porcu - Mariani - Espa - Solinas Antonio - Cocco Daniele in merito alla allarmante diffusione di sale da gioco sul territorio regionale e alla necessità di contenerne, con interventi mirati, le devastanti ripercussioni a livello sociale. (1079)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base degli elementi desunti dalla Direzione generate della sanità di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
Posto che dal complesso di gestione, offerta, promozione del gioco d'azzardo, è stato per legge deliberatamente escluso il sistema dei poteri locali e regionali, al pari degli altri enti territoriali coinvolti, sotto questo punto di vista la Regione Sardegna non possiede alcun potere né d'indirizzo, né regolativo, né ispettivo sebbene la ricaduta degli effetti di tale attività sulla Regione stessa, in termini socio-sanitari, sia del tutto evidente. E' indubbio che, pur non avendo voce in capitolo sulla gestione dell'"offerta" ludica proveniente dalle istanze istituzionali sovraordinate, la Regione si trova comunque a fronteggiare e farsi carico della gestione dei relativi "effetti collaterali" di natura sociosanitaria in relazione ai quali riveste sempre maggiore rilevanza l'aspetto patologico.
Sotto quest'ultimo profilo dal pprimo gennaio del corrente anno con 1'entrata in vigore del d.l. 57/201 2 (cd. decreto Balduzzi), questo Assessorato, per il tramite delle Aziende del Servizio sanitario regionale, ha dato immediato corso al dispositivo dell'articolo 7 comma 5, con il quale il legislatore nazionale ha previsto l'obbligo di esposizione nelle sale da gioco e negli esercizi (bar, tabaccherie, ecc.) che offrono giochi pubblici (scommesse su eventi sportivi e non, gratta e vinci ecc.) di locandine appositamente create e recanti notizie e informazioni sul gioco d'azzardo e sui rischi di possibile dipendenza e di natura patologica ad esso connessi.
In realtà, anche prima dell'entrata in vigore del d.l. sopra richiamato il Servizio sanitario regionale consapevole delle zone d ombra che i1 gioco d'azzardo produce sul tessuto sociosanitario della società civile ha già tenuto in considerazione le stesse e ha intrapreso un'opera di sensibilizzazione degli interessati al tema attraverso l'adozione di diverse iniziative sull'argomento, alcune delle quali peraltro già consolidate, come ad esempio lo Sportello d'ascolto per il gioco d'azzardo patologico istituito fin dal 2009 presso il poliambulatorio di Sanluri. Al riguardo, per ottenerne un elenco più esaustivo, è sufficiente effettuare una ricerca nel portale web Sardegna Salute digitando la keyword "azzardo".
Quanto alle iniziative più recenti, al Regione autonoma della Sardegna partecipa attivamente al tavolo nazionale sul tema in questione, denominato 'Progetto GAP" (Gioco d'azzardo patologico).
L'iniziativa, avviata nel mese di settembre dello scorso anno su richiesta del Ministero dell'economica e delle finanze, è affidata, quanto all'esame dei relativi profili sociosanitari, direttamente al Coordinamento nazionale dipendenze del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il "Progetto GAP" è specificamente finalizzato ad individuare opportune strategie volte allo studio del fenomeno e alla conseguente predisposizione di linee d'indirizzo tecnico-scientìfiche, coordinate e finalizzate al monitoraggio, prevenzione, cura e trattamento del gioco d'azzardo patologico previa valutazione del dimensionamento e dell'apprezzamento complessivo del fenomeno.
Nell'ambito dell'iniziativa in questione, da ultimo, la Regione autonoma della Sardegna ha partecipato al corso nazionale di formazione formatori tenutosi a Roma dal 3 al 5 luglio u.s. con tre rappresentanti scelti tra i professionisti in forza presso i SERD aziendali operanti nel territorio regionale (dottor Bachisio Carta - ASL 7 di Carbonia, dottor Salvatore Carai - ASL 2 di Olbia e dottor Antonello Demontis - ASL 4 di Lanusei).
Quanto all'opportunità dell'avvio di una campagna di informazione per i giovani sulle conseguenze del gioco d'azzardo, condividendone le finalità, compatibilmente con le risorse a disposizione e di concerto con altre realtà istituzionali, si assume l'impegno a valutarne la fattibilità.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zuncheddu sulle cause della sostanza nera che ha ricoperto le aree intorno a Nuragugume e Ottana fra la notte del 14 e 15 aprile 2013 e sulle iniziative che la Regione intende intraprendere per far fronte ai gravi danni economici e ambientali registrati in queste aree. (1106)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto di propria competenza, sulla base degli elementi acquisiti dal competente Servizio prevenzione di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
Il Servizio prevenzione di questo Assessorato ha provveduto ad acquisire opportuna documentazione dalla ASL di Nuoro e dall'ARPAS in merito agli esiti delle indagini in corso sulla presunta contaminazione ambientale verificatasi nell'agro di Noragugume, in particolare le comunicazioni sui risultati analitici e la relazione di Servizio, emergenza ambientale Piana di Ottana.
I risultati analitici effettuati sul materiale solido depositato sulle foglie e sugli altri supporti, evidenziano la presenza di materiale carbonioso con tracce di idrocarburi e di probabile origine petrolifera (C20-C30), ad esclusione di aromatici e PIA, mentre non sono state riscontrate altre sostanze che possano essere classificate come tossiche secondo la normativa vigente.
Peraltro, dai risultati analitici riferiti a campioni di foglie non contaminate, prelevate in area diversa dall'incidente, è emersa la presenza di picchi cromatografici che risultano sovrapponibili a quelli rilevati nell'analisi dei campioni interessati dalla ricaduta di particolato, con l'evidenza di composti idrocarburici alifatici C20-C30. Viene evidenziato che ciò fa ipotizzare che la frazione idrocarburica rilevata non sia ascrivibile a materiale derivante da combustione, bensì a materiale ceroso, naturalmente presente sulla pagina foliare.
Si precisa tuttavia che sono in corso ulteriori approfondimenti legati all'analisi di altri campioni.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Diana Giampaolo sulle inadempienze nell'assistenza sanitaria relativa al caso del maresciallo Marco Diana. (1174)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base di quanto dichiarato dal Direttore generale della ASL 7 di Carbonia, si rappresenta quanto segue.
Il maresciallo Marco Diana è stato preso in carico dal Servizio ADI della stessa ASL fin dal 2002 e allo stesso è sempre stata assicurata l'assistenza sanitaria di cui necessita, ivi comprese tutte le specialità medicinali sulla base delle prescrizioni e dei piani terapeutici del proprio medico curante.
Al riguardo si precisa che non corrisponde al vero che la ASL non consegna i farmaci, mentre è vero che in poche circostanze si è verificato qualche ritardo di pochissimi giorni imputabile all'assenza degli stessi nei depositi, tuttavia è bene sottolineare che mai si è trattato di "farmaci salvavita" e per i quali comunque il paziente aveva le scorte necessarie. E' ancora al proposito opportuno segnalare che al maresciallo Diana vengono concessi a titolo gratuito i farmaci in FASCIA C che, come è noto, sono posti a totale carico dell'assistito in ottemperanza all'autorizzazione richiesta ed ottenuta da parte di questo Assessorato, in deroga alla norma di carattere generale.
Non è intervenuta l'asserita "incapacità di sostenere i costi da parte della ASL" in quanto la stessa consegna regolarmente tutto quanto prescritto al paziente Diana. Non risulta pertanto alcuna "inspiegabile e irresponsabile" burocrazia sanitaria che avrebbe portato ad un aggravamento delle condizioni fisiche e psicologiche del maresciallo Diana.
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta.
Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione delle prerogative in capo al Presidente della Regione in ordine alla zona di esenzione fiscale istituita dalla legge "Crescita" (legge 17 dicembre 2012, n. 221 - conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese).
Il sottoscritto,
VISTO il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito in legge 17 dicembre 2012, n. 221, che all'articolo 37, comma 4 bis, ha stabilito che "le misure di cui al medesimo articolo si applicano, in via sperimentale anche ai comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias nell'ambito dei programmi di sviluppo e degli interventi compresi nell'accordo di programma Piano Sulcis";
PRESO ATTO che la Provincia di Carbonia-Iglesias era stata inizialmente esclusa dal Governo Berlusconi dai benefici della legge n. 221 del 2012 e che grazie ai due emendamenti presentati dal Sen. Francesco Sanna è stata reinserita tra i beneficiari delle agevolazioni previste in favore delle imprese delle zone urbane ricadenti nell'Obiettivo convergenza;
ACCERTATO che il risultato ottenuto è di fondamentale importanza e il provvedimento è da considerare di portata eccezionale, che non ha eguali nel resto d'Italia, in quanto adottato esclusivamente nel territorio dell'Aquila in seguito al fenomeno del terremoto che ha distrutto la cittadina abruzzese;
CONSIDERATO che il riconoscimento di Zona urbana prevede un sistema di esenzione fiscale da una serie di imposte che interessano le micro e piccole imprese operanti nelle zone profondamente svantaggiate e riguardano precisamente: IRPEF e IRES, IRAP, INPS dipendenti, IMU;
VISTO:
- il decreto del 10 aprile 2013 pubblicato nella Gazzetta ufficiale in data 11 luglio 2013, che disciplina, ai sensi di quanto previsto al comma 4 dell'articolo 37, le condizioni, i limiti, le modalità e i termini di decorrenza e durata delle agevolazioni tanto per le zone franche urbane che per i comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias;
- il decreto registrato dalla Corte dei conti il 22 giugno 2013, emanato di concerto tra i Ministri dello sviluppo economico e delle finanze e inviato al Presidente della Regione con il quale si invita la stessa ad accelerare i tempi per l'attuazione dell'intervento mediante la possibilità di destinare ulteriori risorse regionali al finanziamento delle agevolazioni e sulla eventuale istituzione di riserve di scopo,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:
1) quali provvedimenti di attuazione intenda porre in essere comunicando, come richiesto dal Ministero dello sviluppo economico, se intende destinare ulteriori risorse regionali per il finanziamento dell'intervento, se intende individuare, nell'ambito delle risorse disponibili, eventuali riserve finanziarie di scopo da destinare a particolari settori di attività economica, in quanto, in assenza di tale decisione, il bando per la fiscalità di vantaggio è bloccato, e si ritardano i tempi in cui le imprese potranno godere degli aiuti stabiliti dalla legge;
2) quali siano i tempi di elaborazione degli stessi, per consentire alle imprese della Provincia di Carbonia-Iglesias di potersi avvalere della fiscalità di vantaggio, considerato che esistono nel territorio circa 7.500 micro e piccole imprese che attendono di poter usufruire dei benefici previsti dalla norma per far fronte e superare l'attuale congiuntura negativa per le aziende, caratterizzata anche da un gravame fiscale e tributario che ne impedisce il rilancio, e che ha come obiettivo realistico quello di incentivare le stesse in attività di investimento e lavoro produttivo in un territorio gravato da una imponente disoccupazione e grave disagio socio-economico. (1185)
Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione della zona franca urbana con la fiscalità di vantaggio per i comuni del Sulcis-Iglesiente.
Il sottoscritto,
PRESO ATTO che:
- ad aprile 2013 il Ministro dell'economia e delle finanze, dopo la firma del Ministro dello sviluppo economico, ha firmato il decreto attuativo della zona franca urbana di esenzione fiscale per i 23 comuni del Sulcis-Iglesiente;
- la Corte dei conti ha registrato il decreto attuativo della legge "Crescita" del Governo che rende possibile la fiscalità di vantaggio nell'ambito delle zone franche urbane del Piano Sulcis;
CONSIDERATO che:
- il decreto prevede che la Regione indichi le riserve finanziarie di scopo, per un massimo del 30 per cento delle risorse, per favorire determinate imprese, specifiche localizzazioni territoriali o specifici settori di attività prima della pubblicazione del bando da parte del Ministro dello sviluppo economico (MISE);
- l'applicazione del decreto attuativo con il bando che dovrà indire il Ministero dello sviluppo economico darà la possibilità alle piccole e piccolissime imprese, anche a quelle a titolo individuale, di non pagare le principali imposte come IRPEF, IRES, IRAP, IMU, INPS per i dipendenti ad esclusione della sola IVA;
- questa fiscalità di vantaggio sarà di aiuto alle oltre 7.000 piccole imprese del territorio con esenzione totale per i primi 5 anni, con una diminuzione progressiva fino al quattordicesimo anno, quando gli sgravi saranno del 20 per cento;
- dagli organi di stampa si apprende che la Regione avrebbe ricevuto la comunicazione, dal Ministero dello sviluppo economico, della fine dell'iter procedurale prima di poter effettuare il bando, che potrà avvenire solo dopo che abbia ricevuto dalla stessa la comunicazione delle riserve percentuali a favore di determinate categorie di imprese;
RITENUTO che sia importante accelerare l'iter procedurale affinché le piccole imprese del Sulcis-Iglesiente possano trarne i benefici già dal 2013,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se risponda a verità quanto tratto dagli organi di stampa sulla paventata inerzia della Presidenza della Regione sulla mancata comunicazione al MISE delle riserve percentuali a favore di determinate categorie di imprese;
2) viceversa, qualora non fosse ancora arrivata nessuna comunicazione dai ministeri interessati, se non sia il caso di sollecitarli per accelerare l'iter burocratico affinché il bando possa essere pubblicato prima possibile. (1186)
Interrogazione Cuccu - Cozzolino - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione 27 giugno 2013, n. 24/43, recante "azioni volte al perseguimento dell'efficienza del servizio sanitario regionale".
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 12, ha dettato "Disposizioni in materia di sistema sanitario regionale" e la Giunta regionale ha approvato, nel settembre 2009, la deliberazione n. 42/17 sul commissariamento delle ASL e nel dicembre 2009 la deliberazione n. 57/11 sull'istituzione della macroarea "Sardegna";
- il Consiglio regionale, in data 17 ottobre 2012, ha approvato la legge 7 novembre 2012, n. 21 (Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria e modifica di disposizioni legislative sulla sanità), con la quale vengono impartite importanti disposizioni di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e, in particolare all'articolo 7, affida ai direttori generali delle aziende sanitarie il compito di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale; lo stesso articolo di legge dispone che "i direttori generali delle aziende sanitarie trasmettono la proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale entro centoventi giorni dall'approvazione delle direttive" emanate dalla Regione;
- l'articolo 13, comma 3, della legge regionale n. 21 del 2012 prevede che "gli atti aziendali delle ASL, dell'Azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende ospedaliero-universitarie sono elaborati conformemente alla presente normativa a seguito di apposita direttiva dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in applicazione della legge regionale n. 10 del 2006, e gli stessi si applicano fino all'approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009";
- l'atto aziendale, ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni (articolo 3, comma 1 bis), disegna l'organizzazione e le articolazioni di governo dell'Azienda sanitaria e i suoi rapporti con gli enti locali, la Regione e le rappresentanze dei cittadini nel rispetto dei principi e criteri previsti dalle disposizioni regionali;
- la legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, dispone, in aggiunta, che l'atto aziendale debba prevedere "le competenze dei relativi responsabili e disciplina l'organizzazione delle ASL secondo il modello dipartimentale, nonché i compiti e le responsabilità dei direttori di dipartimento e di distretto socio- sanitario. L'atto aziendale… è adottato o modificato dal direttore generale, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria, di cui all'articolo 15, entro sessanta giorni dall'emanazione dei relativi indirizzi, predisposti dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente";
- gli indirizzi per la predisposizione degli atti aziendali sono stati approvati in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione 31 luglio 2012, n. 33/21, e approvati in via definitiva con deliberazione 31 ottobre 2012, n. 43/12;
- con la deliberazione 22 gennaio 2013, n. 3/16, recante "Termini per l'emanazione delle direttive per le aziende sanitarie regionali per l'attuazione degli interventi di ristrutturazione della rete ospedaliera di cui alla legge regionale n. 21 del 2012", la Giunta regionale, in deroga a quanto previsto dalla stessa legge all'articolo 7, ha stabilito che i termini previsti per l'approvazione delle direttive alle aziende sanitarie per gli interventi finalizzati alla ristrutturazione della rete ospedaliera, ai sensi dell'articolo 7 della medesima legge, decorreranno a partire dalla data di adozione, in sede di conferenza Stato-regioni, del regolamento concernente la "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, in attuazione dell'articolo 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e dell'articolo 15, comma 13, lettera c), del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135".
- con la deliberazione n. 15/34 del 29 marzo 2013, avente come oggetto "Legge regionale n. 10/2006, art. 9, comma 3. Espressione del parere sulle proposte degli Atti aziendali delle aziende sanitarie", la Giunta regionale ha deciso di non esprimere il parere di coerenza degli atti aziendali predisposti e trasmessi dalle aziende sanitarie sulla base degli indirizzi individuati nella deliberazione di cui al punto precedente e ha aggiornato la procedura d'istruttoria per la presentazione dei successivi atti aziendali;
- con la deliberazione 27 giugno 2013, n. 24/43, recante "Azioni volte al perseguimento dell'efficienza del Servizio sanitario regionale", la Giunta è intervenuta in maniera superficiale e approssimativa sulla razionalizzare e il contenimento della spesa sanitaria, individuando sei campi d'azione: ottimizzazione dell'utilizzo dei posti letto per acuti, ottimizzazione dell'impiego del personale, ottimizzazione dell'organizzazione dei servizi, ottimizzazione della gestione delle procedure di gara, ottimizzazione della qualità dei flussi informatici e definizione della procedura di approvazione degli atti aziendali;
RICORDATO che:
- dopo quasi quattro anni di governo, la Giunta regionale non ha ancora presentato al Consiglio il nuovo Piano sanitario regionale, il quale deve contenere le indicazioni strategiche e gli obiettivi condivisi per il riordino del sistema sanitario regionale sardo e che rappresenta lo strumento naturale di programmazione al quale è affidato il compito di ricercare le soluzioni più equilibrate ed eque per garantire l'offerta dei servizi ospedalieri e territoriali nei diversi territori della Regione;
- nonostante la definizione della rete ospedaliera sia un capitolo fondante del Piano sanitario regionale, così come è stabilito dall'articolo 12 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, la Giunta regionale ha scavalcato le procedure previste dalla legge regionale n. 10 del 2006, alle quali in parte ha derogato in primis con l'approvazione della legge regionale 7 novembre 201 2, n. 21;
- la ragione principale dichiarata dalla Giunta regionale che ha portato a disciplinare in via straordinaria, con la legge regionale n. 21 del 2012, la riorganizzazione della rete ospedaliera, è stata quella della tempestività, cioè l'esigenza di portare a compimento, nei tempi previsti dalla norma nazionale di spending review, il riordino della rete ospedaliera;
- la legge 7 agosto 2012, n. 135, (spending review) dispone che entro il 31 dicembre 2012 le regioni debbano adottare, nel rispetto della riorganizzazione dei servizi distrettuali e delle cure primarie finalizzate all'assistenza 24 ore su 24 sul territorio, provvedimenti di riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungo degenza post-acuzie, tagliando in tal modo ulteriori 0,3 posti letto ospedalieri per mille abitanti, rispetto al precedente standard del Patto della salute 2010-2012 (4 posti letto per mille abitanti), peraltro mai rispettato dalla Regione; prevede inoltre che "la riduzione dei posti letto è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse";
- le linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali sono state deliberate dalla Giunta regionale in data 31 ottobre 2012 (deliberazione n. 43/12) e, quindi, successivamente all'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge regionale n. 21, avvenuta il 17 ottobre 2012;
- i direttori generali delle aziende sanitarie erano tenuti alla trasmissione della proposta di atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità entro sessanta giorni dall'adozione delle linee di indirizzo emanate in data 31 ottobre 2012 con deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 e quindi entro il 31 dicembre 2012;
- con nota del direttore generale della sanità, prot. n. 1247 del 16 gennaio 2013 è stato comunicato alle aziende sanitarie l'esito negativo dell'istruttoria preliminare degli atti presentati, sollecitando l'inoltro di quelli mancanti o delle integrazioni o modificazioni entro il 20 febbraio 2013, termine che è stato prorogato al 28 febbraio 2013 a seguito di una richiesta da parte di alcune aziende;
- con la deliberazione n. 15/34 del 29 marzo 2013, avente ad oggetto "Legge regionale n. 10/2006, art. 9, comma 3. Espressione del parere sulle proposte degli Atti aziendali delle aziende sanitarie" la Giunta regionale ha stabilito di "non esprimere il parere di coerenza degli atti aziendali trasmessi dalle aziende sanitarie e presenti agli atti della Direzione generale della Sanità, ai sensi dell'art. 9, comma 3 della l.r. 10/2006", introducendo una fase di concertazione "che non potrà superare i trenta giorni decorrenti dai sette giorni lavorativi dalla data di presentazione dell'ultimo atto aziendale alla Direzione generale della sanità. In questa fase la Direzione generale della sanità procederà, inoltre, alla richiesta di sanatoria delle carenze già emerse nella recente fase istruttoria, presente agli atti della stessa. Chiusa la fase di concertazione i direttori generali delle aziende devono adeguare i relativi atti all'esito della concertazione entro i successivi trenta giorni. La Direzione generale della sanità verifica la corrispondenza delle modifiche richieste con i contenuti degli atti aziendali e predispone gli atti conseguenti";
CONSTATATO che:
- la mancata approvazione del regolamento concernente la "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, in attuazione dell'art. 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dell'articolo 15, comma 13, lettera c), del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135", non pregiudica la possibilità da parte della Giunta regionale, anche con riferimento a quella tempestività e urgenza a cui ci si appellava in sede di approvazione della legge n. 21/2012, di adottare le direttive per le aziende sanitarie regionali per l'attuazione degli interventi di ristrutturazione della rete ospedaliera di cui all'articolo 4 della legge regionale n. 21 del 2012, dando avvio così a primi interventi di riordino della rete ospedaliera secondo i parametri previsti dal Patto per la salute 2010-2012, a cui le Regioni erano chiamate a provvedere entro il 30 giugno 2011; riordino finalizzato, ai sensi dello stesso patto per la salute, a promuovere il passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all'assistenza ambulatoriale e a favorire l'assistenza residenziale e domiciliare;
- la deliberazione n. 24/43 del 27 giugno 2013 non è inserita all'interno di una programmazione sanitaria regionale che possa garantire l'organizzazione dell'intera offerta dei servizi sanitari e socio-sanitari sia a livello ospedaliero sia territoriale e che la stessa, anche in assenza delle suddette direttive, pone in capo ai singoli direttori generali delle aziende sanitarie il compito di procedere alla razionalizzazione dell'utilizzo dei posti letto, attraverso un semplice calcolo matematico che porterà, come recita la stessa deliberazione, "ad una dotazione di posti letto pari a 3 posti per acuti ogni mille abitanti e 0,7 posti per post-acuti ogni mille abitanti" con il rischio di creare forti inefficienze nell'erogazione dell'assistenza ai cittadini;
- con la deliberazione n. 24/43 del 27 giugno 2013 la Giunta regionale ha, ancora una volta, abdicato alle proprie funzioni di programmazione e governo del sistema sanitario scaricando competenze e responsabilità sui direttori generali obbligandoli, peraltro, a compiere in soli due mesi ciò che la Regione non ha fatto in quattro anni e mezzo di governo, pena la nomina da parte della Giunta di un commissario ad acta;
CONSTATATO, inoltre, che:
- l'estensione delle competenze dell'Osservatorio per il monitoraggio, "attualmente operativo per l'approvvigionamento dei dispostivi medici e materiali per l'assistenza protesica e integrativa, anche per l'acquisizione degli altri beni e servizi necessari per il funzionamento delle aziende sanitarie", non risulti vada nella direzione auspicata di ottimizzare la gestione delle procedure di gara;
- le politiche sanitarie di riduzione del personale, attuate sino a questo momento, non hanno dato nessun segnale positivo, anzi lo scadimento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate è dovuto proprio al fatto che il personale ridotto non riesce a garantire gli standard minimi delle attività;
- il blocco di tutti i concorsi e il taglio lineare delle assunzioni fino alla nuova riforma sanitaria regionale renderà più caotico garantire la conduzione dei servizi e le prestazioni ai degenti;
- la percentuale di presenza massima del 7 per cento indicata per il personale amministrativo, a fronte dell'attuale presenza media del 15 per cento sul totale del personale in forza alle ASL, se confermata, renderebbe ingestibili le attività sotto il profilo organizzativo interno e darebbe luogo a forme di mobilità selvagge senza una logica programmata;
CONSIDERATO che:
- la spesa sanitaria deve essere qualificata attraverso l'identificazione e il rilancio di azioni programmatiche che migliorino la governance del sistema socio-sanitario mettendo a punto interventi complessi, che richiedono un'attenta e forte regia dell'Esecutivo con il pieno coinvolgimento del Consiglio regionale;
- la riorganizzazione regionale del sistema sanitario regionale deve partire da un'attenta analisi delle caratteristiche del territorio, prendendo in considerazione la sua morfologia geografica, i sistemi di comunicazione stradali e del trasporto locale, la distribuzione della popolazione e della domanda di servizi che ne nasce, le risorse strutturali presenti e quelle mancanti, l'offerta sanitaria che la nostra regione propone,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritenga opportuno, alla luce delle criticità sopra evidenziate, revocare la deliberazione della Giunta regionale n. 24/43 del 27 giugno 2013 e dare avvio finalmente alle procedure per l'adozione del Piano regionale dei servizi sanitari, ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale n. 10 del 2006, rendendo così inefficaci gli articoli 4, 7 e 8 della legge regionale 7 novembre 2012, n. 21, ai sensi dell'articolo 13 (Norma finale) della stessa legge regionale. (1187)
Interrogazione Zuncheddu - Sechi, con richiesta di risposta scritta sulle gravi conseguenze paesaggistiche e naturalistiche derivanti dagli imponenti progetti edilizi previsti lungo la costa fra Bosa e Alghero, in aree tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni) e siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE).
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- il progetto immobiliare denominato "Bosa Colores", già conosciuto come "Bosa Sviluppo" della Condotte immobiliare Spa (Gruppo Ferfina) in società con il Gruppo Impregilo, continua ad essere oggetto di denunce e proteste da parte di cittadini, associazioni e comitati ambientalisti in quanto prevede la cementificazione per centinaia di migliaia di metri cubi lungo una delle coste più incontaminate della Sardegna, ovvero la costa dei Grifoni, fra Bosa e Alghero, un sito paesaggistico e naturalistico di grande pregio, tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni) e sito di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE);
- a tutela di questo bene identitario irripetibile e irriproducibile, si sono attivate anche le associazioni ambientaliste Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra che, per la gravità e le potenziali conseguenze sul piano paesaggistico e naturalistico, hanno richiamato l'attenzione delle istituzioni di ogni ordine e grado: Commissione europea, Ministero dell'ambiente, Ministero dei beni e delle attività culturali, Presidenza della Regione, Direzione generale regionale della pianificazione urbanistico-territoriale e della vigilanza edilizia, Servizio regionale valutazione impatti, Servizio tutela del paesaggio di Oristano, Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna, Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari, Comune di Bosa e Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano;
- come già sottolineato dalle suddette associazioni, è paradossale che il Comune di Bosa abbia da una parte promosso il progetto immobiliare provvedendo al suo inserimento nel Piano strategico di sviluppo comunale e del territorio (PSSC) e nello stesso tempo, attraverso un ordine del giorno, abbia inserito la costa, oggetto della speculazione, all'interno del patrimonio di beni tutelati dall'Unesco;
SOTTOLINEATO che:
- all'interno dei 247 ettari oggetto della cementificazione in questione, non si può non considerare l'esistenza di aree sottoposte a vincoli idrogeologici, a Piano paesaggistico regionale (PPR) e al PUC, nonché di siti tutelati con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni), siti di importanza comunitaria (SIC) (direttiva n. 92/43/CEE) e zone a protezione speciale (ZPS) fra cui Tentizzos habitat naturale dei Grifoni e Sa Miniera, area di nidificazione per gli avvoltoi che, come pubblicamente dichiarato da esperti naturalisti, trovano in questa'area l'unica colonia naturale in Italia;
- le conseguenze anche a livello faunistico sono rilevanti, soprattutto su specie rare tutelate dalla legge che verranno così condannate all'estinzione nel nostro territorio in nome della speculazione edilizia, di colate di metri cubi di cemento e dietro l'alibi del turismo golfistico che, contrariamente a quanto accade di norma nel resto del mondo, offrirebbe campi da golf in zone caratterizzate da coste alte e rocciose, che oggi non rientrano certamente fra gli scenari ottimali per attività sportive di questo tipo;
- questo è tra i progetti immobiliari che troverebbero legittimazione nella legge regionale n. 9 del 2011 sui campi da golf, legge già impugnata dal Governo italiano per illegittimità costituzionali, in quanto consentirebbe di cementificare anche laddove non sarebbe stato possibile, come in zone agricole e lungo le coste, sacrificando le nostre risorse più preziose: l'ambiente, il territorio con le sue attività tradizionali e i centri storici, negando quindi ogni possibilità di sviluppo eco-sostenibile ed eco-compatibile secondo la vocazione delle aree interessate dal progetto immobiliare;
PRESO ATTO che ci troviamo di fronte alla crescente aggressività della cementificazione nell'Isola da parte di società provenienti da tutto il mondo, in nome di interessi estranei alla Sardegna, dalle irrilevanti ricadute occupazionali, a medio e lungo termine "in loco" e dal consumo del nostro patrimonio territoriale ambientale: un unicum e, come tale, irripetibile e irriproducibile,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se siano a conoscenza delle criticità derivanti dalla realizzazione del progetto immobiliare in questione così come espresse in premessa;
2) quali siano le misure ed iniziative da loro intraprese al fine di tutelare le aree sottoposte a vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni) e i siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE) interessati dal progetto immobiliare in oggetto;
3) se abbiano provveduto a dare risposte alle doverose e legittime richieste di informazioni avanzate dalle associazioni Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra, così come indicato in premessa;
4) se sia nelle loro intenzioni valutare i potenziali danni che quest'area della Sardegna subirà a seguito della realizzazione del progetto immobiliare in questione anche con la consulenza di esperti del settore, dalle università ai comitati cittadini, alle associazioni notoriamente esperte nel settore;
5) se abbiano stimato i danni a livello paesaggistico, naturalistico e identitario e, conseguentemente, il rapporto fra costi e benefici per la Sardegna, come ad esempio la ricaduta occupazionale effettiva sia a medio che a lungo termine. (1188)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sui premi di produzione a dirigenti della Provincia di Sassari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che il quotidiano La Nuova Sardegna ha recentemente reso pubblica la notizia che la Provincia di Sassari ha adottato una deliberazione con la quale si destina un premio di produttività di 615 mila euro a nove dirigenti dell'ente, pari a una media di 68 mila euro a testa;
CONSIDERATO che:
- tale decisione, per quanto probabilmente legittima, stride violentemente con la situazione di grave difficoltà economica e occupazionale in cui versa la nostra Isola, che richiama, sopratutto la pubblica amministrazione, ad una maggiore sobrietà e attenzione nella spesa delle risorse pubbliche;
- la Provincia di Sassari, in particolare, ha sempre lamentato la mancanza di fondi, dovuta ai tagli da parte dello Stato e della Regione, per la costruzione di strade e per l'assistenza scolastica ai disabili,
chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per avere un quadro complessivo relativo alle risorse di cui dispongono le province, con particolare riferimento all'incidenza della spese del personale nel loro bilancio, al numero dei dirigenti e al loro trattamento economico, compresi eventuali premi di produttività e benefici accessori. (1189)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sul programma per la realizzazione degli interventi volti al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziali (OPG).
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la Giunta regionale, con proprio atto n. 25/29 del 29 marzo 2013, ha deliberato di dare corso agli adempimenti per il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziali (OPG) attraverso l'elaborazione di percorsi terapeutici individualizzati;
- le persone ospitate negli OPG, che non sono più in grado di compiere illeciti penali, saranno prese in carico dai dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze (DSMD);
- ai pazienti, autori di nuovi reati, verrà riconosciuto l'inserimento presso case famiglia, comunità o altre strutture pubbliche e private;
- è stata individuata una struttura presso il Comune di Ploaghe da destinare ai cittadini che necessitano di misure di sicurezza;
CONSIDERATO che dalla deliberazione citata in premessa non risulta alcun riferimento sulla adeguatezza della struttura né tantomeno sull'acquisizione di pareri da parte dei competenti uffici del Ministero della giustizia,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) i motivi per cui non sia stato acquisito un parere da parte della struttura tecnica del Ministero della giustizia né del Tribunale di sorveglianza;
2) se la struttura in questione sia adeguata e se sia provvista del personale dotato della necessaria specifica competenza per operare con soggetti provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziali;
3) se, in particolare, la struttura sia dotata delle caratteristiche previste per una residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza (REMS);
4) se, prima di decidere l'erogazione del finanziamento a detta struttura, abbiano preso in considerazione la provenienza geografica dei soggetti interessati, gran parte dei quali risultano allo scrivente provenire dalla Sardegna meridionale, per verificare la prossimità della struttura alle famiglie di origine e onde evitare di dislocare le persone ad una distanza tale da riproporre problemi di raggiungibilità non dissimili rispetto agli OPG di provenienza; ciò, infatti, determinerebbe la probabile conseguenza che sarebbero ben pochi i soggetti destinati dall'amministrazione competente alla struttura di Ploaghe. (1190)
Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui disastrosi incendi del 7 e dell'8 agosto 2013.
Il sottoscritto,
PREMESSO che nelle giornate del 7 e dell'8 agosto 2013, numerosi incendi si sviluppavano in tutta l'Isola, favoriti dalle alte temperature, previste da giorni, e dai venti consistenti, interessando numerosi territori e provocando ingenti danni alle persone ed alle cose assieme ad un incalcolabile danno ambientale;
RILEVATO che il territorio della Provincia di Oristano è tornato a pagare un prezzo altissimo, con i roghi che hanno interessato l'area del Ghilarzese e quella del Sarcidano, percorrendo migliaia di ettari e minacciando, assieme all'incolumità delle persone, persino i centri abitati e procurando un significativo allarme sociale;
DATO ATTO dello straordinario lavoro effettuato dal personale presente (Forestale, Vigili del fuoco, Protezione civile, Ente foreste, associazioni varie, volontari) che ha lavorato senza lesinare una stilla di energia e mettendo a repentaglio la propria incolumità, come ben sa chiunque si sia trovato, almeno una volta, ad operare nello spegnimento di un incendio;
RILEVATO che la scarsità dei mezzi aerei a disposizione (in particolare dei canadair) risultata ancora una volta determinante per consentire agli incendi di svilupparsi fino a raggiungere dimensioni disastrose e incontrollabili;
RITENUTO che tale situazione sia stata favorita da una incomprensibile condiscendenza da parte della Regione nei confronti dei tagli statali al sistema dei canadair; Regione che è parsa affidarsi più allo "stellone" che non ad una oculata gestione di una campagna antincendi pensata più per l'ordinarietà che per la straordinarietà delle situazioni, come può essere quella sviluppatasi nei giorni scorsi;
OSSERVATO, infine, che nemmeno in questa occasione ci è stata risparmiata la passerella di quanti, pur responsabili dello sfascio al quale assistiamo, pensano, invece, di costruirsi popolarità speculando sul dolore delle comunità locali,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere:
1) per quali motivazioni non si sia preteso, in considerazione dell'annunciato allarme meteo-climatico, un rafforzamento del sistema di intervento aereo da parte della Protezione civile nazionale, trovandosi poi nella situazione di dover richiedere la presenza di nuovi canadair quando gli incendi erano oramai fuori controllo;
2) quali misure urgenti intendano assumere per evitare il ripetersi di situazioni simili a quelle denunciate, che mettono a repentaglio, oltre che il patrimonio ambientale, anche la sicurezza dei cittadini sardi e la tutela delle aziende, in particolare di quelle che operano nelle campagne. (1191)
Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul bando per l'affidamento del servizio pubblico di collegamento marittimo per il trasporto di persone, veicoli e merci sulla tratta Porto Torres - Isola dell'Asinara e viceversa.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, con determinazione n. 502 del 2 agosto 2013, l'Assessorato dei trasporti della Regione autonoma della Sardegna ha pubblicato il bando per l'affidamento del servizio pubblico di collegamento marittimo per il trasporto di persone, veicoli e merci sulla tratta Porto Torres - Isola dell'Asinara e viceversa;
PRESO ATTO che:
- con deliberazione della Giunta regionale n. 9/9 del 12 febbraio 2013 erano state imposte le direttive contenenti le linee guida, che il bando avrebbe dovuto scrupolosamente seguire, precedentemente concordate con il Comune di Porto Torres, l'Ente parco e l'Autorità marittima;
- gli obbiettivi principali di tali direttive erano quelli di garantire, per i prossimi 6 anni, una continuità territoriale in grado di promuovere e rilanciare lo sviluppo turistico dell'Isola dell'Asinara e dell'intero territorio di Porto Torres con un servizio funzionale e capace di soddisfare le esigenze dell'utenza e di supportare le esigenze logistiche e di trasporto per la ristrutturazione, già programmata e prevista, dei fabbricati esistenti;
CONSIDERATO che il bando in premessa si pone in evidente contrasto con le linee guida riportate nella richiamata deliberazione della Giunta regionale del 12 febbraio 2013 e, soprattutto, con le più elementari esigenze manifestate ripetutamente in tutte le sedi dai vari enti interessati al servizio; si è scelto, e giustamente, il metodo dell'offerta economica più vantaggiosa ma, contraddittoriamente, si è poi attribuita importanza decisiva al prezzo offerto dalle imprese e sono stati, invece, sostanzialmente trascurati fattori fondamentali quali la qualità del naviglio, la tutela dell'ambiente, la capacità di carico di passeggeri e mezzi commerciali;
TENUTO CONTO che:
- si premiano con notevole punteggio le unità navali con sistema propulsivo azimutale che sono notevolmente impattanti se utilizzate sui bassi fondali (Cala Reale soli 3,50 metri circa), quindi in totale contrasto con le prescrizioni di tutela imposte dalla Soprintendenza archeologica in merito agli obblighi di salvaguardia del sito archeologico sommerso prospiciente il molo di Cala Reale e delle conseguenti direttive della Giunta regionale che sono alla base del bando;
- per la prevenzione dall'inquinamento, a tutela dell'area particolarmente protetta, il bando si limita a richiedere solamente i requisiti minimi da sempre obbligatori su tutte le navi, ignorando l'importanza d'imporre il controllo delle emissioni gassose con impianti appositamente installati, a salvaguardia dei valori ambientali così come richiesto nella già citata delibera d'indirizzo, non prevedendo nemmeno le opportune premialità nel caso in cui le offerte tecniche contemplassero tali impianti;
- non si garantiscono e si riducono notevolmente, rispetto all'attuale servizio svolto per conto del Comune di Porto Torres, i posti in sicurezza a sedere e al coperto per il trasporto dei passeggeri, la capacità di carico per gli autoveicoli e per il transito dei veicoli commerciali e di lavoro e la loro relativa portata;
- si attribuisce un peso quasi insignificante alla solidità patrimoniale e all'equilibrio finanziario delle imprese concorrenti,
chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere come intenda intervenire affinché venga revocato o quanto meno sospeso, in attesa delle necessarie modifiche ed integrazioni, anche coinvolgendo il Comune di Porto Torres interessato alla gestione del servizio e alla salvaguardia dell'ambiente, il bando di gara del 2 agosto 2013, al fine di garantire il rispetto degli indirizzi precedentemente concordati con il Comune di Porto Torres e per prevenire, scongiurando l'utilizzo di un mezzo navale inidoneo, possibili danni ambientali all'area protetta dell'Asinara. (1192)
I sottoscritti,
premesso che è rimasta senza risposta l'interpellanza n. 396 del 20 febbraio 2013 riguardante la mancata nomina del direttore del distretto socio-sanitario di Olbia;
sottolineato, come già nella precedente interpellanza, che:
- l'articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 10 del 2006 stabilisce che: "Le ASL assicurano i livelli essenziali di assistenza nel territorio istituendo ed organizzando i distretti e i dipartimenti territoriali i quali operano in maniera integrata con la rete ospedaliera, il dipartimento dell'emergenza-urgenza e con il sistema integrato dei servizi alla persona.";
- lo stesso articolo, al comma 3, recita: "I distretti socio-sanitari costituiscono l'articolazione territoriale della ASL e il luogo proprio dell'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale; essi sono dotati di autonomia tecnico-gestionale, nell'ambito degli obiettivi posti dall'atto aziendale, economico-finanziaria, nell'ambito delle risorse assegnate e di contabilità separata all'interno del bilancio aziendale. In sede di verifica del raggiungimento degli obiettivi dell'attività dei direttori generali delle ASL, definiti ai sensi dell'articolo 16, la Giunta regionale assegna specifico rilievo alla funzionalità operativa dei distretti.";
- i distretti concorrono a realizzare la collaborazione tra la ASL ed i comuni e a favorire l'attuazione dei principi di cui all'articolo 1 della legge n. 10 del 2006;
- la ASL n. 2 di Olbia è suddivisa in due distretti socio-sanitari: il distretto di Tempio, cui fanno capo 9 comuni con una popolazione complessiva di 30.987 abitanti, e il distretto di Olbia cui fanno capo 17 comuni con una popolazione complessiva di 126.872 abitanti;
ricordato ancora che ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992, il distretto territoriale è diretto da un responsabile che organizza i servizi tenendo conto della realtà del territorio e assicura, tra l'altro:
a) il governo unitario globale della domanda di salute espressa dalla comunità locale;
b) la presa in carico del bisogno del cittadino, individuando i livelli appropriati di erogazione dei servizi;
c) la gestione integrata, sanitaria e sociale, dei servizi, anche collaborando alla predisposizione e realizzazione del PLUS;
d) l'appropriato svolgimento dei percorsi assistenziali attivati dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e dai servizi direttamente gestiti, per le competenze loro attribuite dalla programmazione regionale e locale;
e) la promozione, anche in collaborazione con il dipartimento di prevenzione, di iniziative di educazione sanitaria nonché di informazione agli utenti;
f) la fruizione, attraverso i punti unici di accesso, dei servizi territoriali sanitari e socio-sanitari, assicurando l'integrazione con i servizi sociali e con i servizi ospedalieri;
g) l'attuazione dei protocolli diagnostico-terapeutici e riabilitativi adottati dall'azienda;
considerato, quindi, il rilevante ruolo strategico del distretto di Olbia in ordine alla programmazione e gestione delle politiche socio-sanitarie della ASL;
ritenuto ingiustificato, inspiegabile e dannoso, il comportamento della ASL che:
- in data 11 gennaio 2010 pubblica l'avviso per il conferimento dell'incarico di direttore di struttura complessa dei due distretti di Olbia e di Tempio;
- in data 3 agosto 2010 con delibere n. 1796 e 1798 nomina la commissione di esperti per le due selezioni;
considerato che come conseguenza dei suddetti atti:
- in data 17 settembre 2010 è stata effettuata, in contemporanea, la selezione per direttore del distretto di Olbia e del distretto di Tempio;
- dalla selezione è scaturito l'elenco dei candidati risultati idonei, cui attingere per l'incarico dei responsabili dei rispettivi distretti;
- in data 28 dicembre 2010 la ASL conferisce l'incarico di direttore del distretto di Tempio, mentre non conferisce l'incarico per il distretto di Olbia, che nonostante la selezione resta ancora privo del direttore responsabile,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) quali motivi continuino ad ostacolare il conferimento dell'incarico di direttore del distretto sociosanitario di Olbia;
2) quali gravi ragioni ostacolino da anni l'intervento della Presidenza e dell'Assessorato a fronte di una illegittimità tanto eclatante, nonostante le reiterate segnalazioni dell'opposizione, alle cui interrogazioni questa Giunta continua ad opporre un risoluto silenzio;
3) quali iniziative e provvedimenti ritengano di dover adottare per imporre ai vertici aziendali della ASL n. 2 il rispetto della legge ed il superamento, quindi, della colpevole inerzia;
4) se non ritengano opportuno intraprendere un'azione legale nei confronti dei responsabili della ASL n. 2 di Olbia per il risarcimento del danno economico derivato dalla loro ingiustificata condotta. (447)
Interpellanza Diana Giampaolo sul mancato recepimento delle linee guida in materia di tirocini approvate dalla Conferenza Stato-regioni.
Il sottoscritto,
PREMESSO che, in data 24 gennaio 2013, in base alle indicazioni fornite dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita), e successive modifiche ed integrazioni, sono state approvate le linee guida per la disciplina dei tirocini formativi e di orientamento, dei tirocini di inserimento/reinserimento e dei tirocini in favore di persone svantaggiate o disabili, per una loro uniforme applicazione su tutto il territorio nazionale;
CONSIDERATO che:
- attraverso le linee guida sono state poste le basi perché tutte le regioni si diano proprie leggi, fra loro omogenee, sulla materia del tirocinio/stage, al fine di combattere, in questo modo, l'uso distorto di questo strumento a livello nazionale, anche attraverso la garanzia di una indennità ai tirocinanti;
- le disposizioni regionali attuative delle linee guida regolamentanti i tirocini costituiscono la disciplina settoriale in materia, a decorrere dalla data della relativa entrata in vigore, per quanto riguarda, in particolare, gli aspetti inerenti le indennità di cui all'articolo 1, comma 34, lettera d), nonché le sanzioni amministrative di cui all'articolo 1, comma 35, della legge n. 92 del 2012;
SOTTOLINEATO che al fine di qualificare l'istituto e di limitarne gli abusi, la Conferenza Stato-regioni ha concordato sui seguenti principi:
a) il tirocinio non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo;
b) i tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività e non possono essere utilizzati per sostituire il personale del soggetto ospitante nei periodi di malattia, maternità o ferie, né per ricoprire ruoli necessari all'organizzazione dello stesso;
c) le parti si impegnano a definire politiche di accompagnamento e avviamento al lavoro anche attraverso la predisposizione, nell'ambito del settore privato, di misure di incentivazione per trasformazione del tirocinio in contratti di lavoro;
d) le parti si impegnano, a due anni a far data dall'accordo e nell'ambito delle attività di monitoraggio previste al paragrafo 13 delle linee guida, a verificare l'effettiva efficacia delle misure volte a sostenere i tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro;
RILEVATO che nella Conferenza Stato-regioni di cui in premessa:
- le regioni e province autonome, nell'esercizio delle proprie competenze legislative e nella organizzazione dei relativi servizi, si sono impegnate a recepire nelle proprie normative quanto previsto nelle linee guida entro sei mesi dalla data dell'accordo;
- le regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno convenuto di provvedere all'applicazione delle linee guida nell'ambito delle competenze ad esse spettanti e secondo quanto disposto dai rispettivi statuti speciali;
CONSTATATO che la Sardegna ad oggi non si è data alcuna normativa regionale che disciplini la materia dei tirocini, a differenza di altre regioni che avevano legiferato già prima dell'arrivo della linee guida nazionali, come la Toscana, l'Abruzzo, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, la Provincia autonoma di Trento e il Piemonte;
RICORDATO che:
- nonostante le scarse opportunità di inserimento, i giovani sardi restano molto interessati alle opportunità di tirocinio e lo dimostra quanto accaduto a gennaio 2013, quando l'Agenzia regionale per il lavoro è stata sommersa di richieste per i tirocini formativi con voucher da 500 euro mensili, messi a disposizione dal POR del Fondo sociale europeo 2007-2013 della Regione autonoma della Sardegna;
- l'iniziativa dei tirocini formativi con voucher era già stata promossa nel 2012 con modalità analoghe e anche allora le richieste erano state numerosissime;
APPRESO dalla stampa nazionale che:
- l'addetto stampa dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale avrebbe spiegato che il 17 giugno 2013 si è riunita la Commissione regionale servizi e politiche del lavoro, organo permanente di concertazione e consultazione delle parti sociali, che ha delegato a sua volta una sottocommissione tecnica affidando a quest'ultima, essendo la materia complessa e molto specifica, il compito di preparare una proposta che sarà la base per la nuova normativa regionale;
- la sottocommissione tecnica è composta da 8 funzionari provinciali, dall'Agenzia regionale del lavoro, dai funzionari dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, da un rappresentante per le parti sociali e datoriali, e finora si sarebbe riunita una sola volta;
- la sottocommissione starebbe ancora discutendo su come recepire le indicazioni contenute nelle linee guida e l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale non è ancora in grado di dire nulla sul rispetto della scadenza, indicata dalle stesse linee guida;
- in base ai dati Unioncamere-Excelsior, nel 2011 in Sardegna sono stati attivati 5.240 stage solo nelle imprese private;
- secondo le stime della testata giornalistica "Repubblica degli Stagisti" ai dati sopra bisogna aggiungere circa 3.000 tirocini presso gli enti pubblici e almeno 1.000 nelle associazioni non profit, per un totale di più di 9.000 stage complessivi;
- sempre secondo i dati Unioncamere-Excelsior, la percentuale di laureati/laureandi è del 39,2 per cento, molto più alta della media nazionale (31,9 per cento), e lo stage sfocia in un contratto solo nel 9,7 per cento dei casi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere quali provvedimenti urgenti intendano assumere perché le linee guida approvate dalla Conferenza Stato-regioni, dirette ad uniformare la disciplina sul tirocinio a livello nazionale e a combattere l'uso distorto di questo strumento, vengano introdotte in tempi brevi nella normativa regionale dalla Giunta che avrebbe già dovuto recepirle entro sei mesi dalla data dell'accordo. (448)
Interpellanza Diana Giampaolo sui tempi ristretti di partecipazione all'avviso dei percorsi di rientro del programma Master and back 2012/2013 e sulle nuove quote di cofinanziamento richieste agli enti pubblici e ai privati.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- l'avviso dei percorsi di rientro del programma Master and back intende favorire, mediante apposito finanziamento, l'inserimento lavorativo dei giovani laureati che hanno elevato il proprio livello di preparazione post-lauream attraverso lo svolgimento di un percorso di alta formazione con università o enti siti al di fuori del territorio regionale;
- i percorsi di rientro prevedono l'inserimento degli aspiranti beneficiari presso organismi ospitanti privati, pubblici e di ricerca operanti all'interno del territorio regionale;
RICORDATO che l'avviso dei percorsi di rientro per l'anno 2009:
- era stato pubblicato il 29 ottobre 2009 e le richieste di pubblicazione sulle vetrine, sia da parte dei candidati che degli organismi ospitanti, dovevano pervenire presso la sede dell'Agenzia regionale per il lavoro entro l'11 dicembre 2009;
- disponeva che la domanda congiunta di finanziamento del percorso di rientro doveva pervenire all'Agenzia regionale per il lavoro a partire dal giorno successivo alla pubblicazione sulle vetrine dei dati relativi a entrambi i soggetti istanti, entro il 31 marzo 2010;
- prevedeva la copertura finanziaria dei beneficiari dei percorsi di rientro a totale carico della Regione, attraverso le risorse del Programma operativo regionale Sardegna per il Fondo sociale europeo 2007/2013 - Asse IV - Capitale umano;
CONSIDERATO che l'Avviso dei percorsi di rientro per gli anni 2010/2011:
- era stato pubblicato il 22 giugno 2011 ed era stato rettificato il 1° luglio 2011, a seguito di una modifica della data di presentazione delle domande congiunte;
- disponeva che le domande congiunte di finanziamento per i percorsi di rientro dovevano pervenire all'Agenzia regionale per il lavoro:
- a partire dal 1° settembre 2011, con scadenza al 30 settembre 2011, per i percorsi che potevano essere svolti presso gli organismi ospitanti privati;
- a partire dal 3 ottobre 2011, e non oltre il 18 novembre 2011, per i percorsi che potevano essere svolti presso gli organismi ospitanti pubblici;
- predisponeva che gli organismi ospitanti privati, a pena di esclusione, dovevano contribuire con risorse proprie al finanziamento del costo complessivo lordo derivante dalla contrattualizzazione del candidato per una percentuale non inferiore al 15 per cento;
- predisponeva che gli organismi ospitanti pubblici non erano invece tenuti a cofinanziare i percorsi attivati presso le proprie strutture ed era facoltà dell'ente quella di obbligarsi ad una percentuale di cofinanziamento che doveva indicare nella domanda congiunta, avvantaggiandosi in tal modo di un punteggio ai fini dell'inserimento in graduatoria proporzionale alla quota di cofinanziamento (veniva attribuito un punto per ogni 5 per cento di quota di cofinanziamento);
EVIDENZIATO che:
- tutti gli idonei nelle graduatorie relative all'avviso dei percorsi di rientro per gli anni 2010/2011 sono stati finanziati attraverso successive risorse aggiuntive e mediante anche la procedura integrativa all'avviso suddetto, pubblicata il 21 dicembre 2012;
- in caso di sola assunzione a tempo indeterminato, sia nell'Avviso pubblico dei percorsi di rientro relativo all'anno 2009, sia in quello relativo agli anni 2010/2011, il contributo poteva essere erogato dall'Agenzia regionale per il lavoro per un periodo massimo di trentasei mesi;
- nell'avviso pubblico dei percorsi di rientro relativo agli anni 2010/2011, per la stipula di assegni di ricerca, il contributo poteva essere erogato dall'Agenzia regionale per il lavoro per un periodo massimo di trentasei mesi;
RILEVATO che l'avviso dei percorsi di rientro per gli anni 2012/2013:
- è stato pubblicato il 5 luglio 2013 e le domande di partecipazione firmate dall'organismo e dal candidato dovranno essere trasmesse all'Agenzia regionale per il lavoro a partire dalle ore 8:00 del 26 agosto 2013 e non oltre il 30 settembre 2013;
- prevede che il finanziamento sarà erogato ai soggetti ospitanti per le domande ritenute ammissibili, secondo l'ordine cronologico di invio fino ad esaurimento delle risorse disponibili;
- dispone che gli organismi ospitanti privati, a pena di esclusione, dovranno contribuire con risorse proprie al finanziamento del costo annuale complessivo lordo derivante dalla contrattualizzazione del candidato per una percentuale non inferiore al:
- 20 per cento per i contratti a tempo indeterminato;
- 35 per cento per i contratti a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi;
- 45 per cento per i contratti a tempo determinato della durata di dodici mesi;
- dispone che gli organismi ospitanti pubblici, a pena di esclusione, dovranno contribuire con risorse proprie al finanziamento del costo annuale complessivo lordo derivante dalla contrattualizzazione del candidato per una percentuale non inferiore al:
- 35 per cento per i contratti a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi;
- 45 per cento per i contratti a tempo determinato della durata di dodici mesi;
SOTTOLINEATO che, in caso di sola assunzione a tempo indeterminato, o per la stipula di assegni di ricerca, nell'avviso pubblico dei percorsi di rientro relativo agli anni 2012/2013 si desume che il contributo potrà essere erogato dall'Agenzia regionale per il lavoro per un periodo massimo di ventiquattro mesi, anziché trentasei come nei bandi precedenti;
APPRESO:
- dai quotidiani locali delle proteste da parte di laureati specializzati e aspiranti a partecipare al bando back relativo agli anni 2012/2013, per i tempi ristretti previsti per l'inizio della presentazione delle domande congiunte, giacché, in particolare, agosto è periodo per molti di ferie, e per la richiesta alle aziende ed enti pubblici della quota di cofinanziamento troppo alta, rispetto ai bandi precedenti;
- del malcontento generato dalle nuove disposizioni del bando che vede effettivamente penalizzare sia tutti gli organismi ospitanti, sia i laureati che attendevano da due anni questo nuovo avviso e che speravano di avere almeno le minime possibilità che hanno avuto tutti coloro che hanno partecipato ai bandi precedenti;
EVIDENZIATO il forte periodo di crisi economica che vede sempre più, ed in particolar modo quest'anno, gli enti pubblici, sia soprattutto le imprese versare in un lacerante stato di difficoltà finanziaria dalla quale non si vede ripresa;
PRESO ATTO della contestazione dei laureati che rischiano di perdere la loro occasione di partecipazione al bando back 2012/2013 poiché gli organismi ospitanti con cui avevano preso contatto hanno dovuto ritirare la loro disponibilità viste le disposizioni ancor più restrittive e molto meno vantaggiose rispetto a quelle previste dai bandi back degli anni precedenti,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere se:
1) intendano provvedere con urgenza a rettificare il bando dei percorsi di rientro relativo agli anni 2012/2013 e prorogare la data di inizio e di scadenza di trasmissione delle domande congiunte all'Agenzia regionale per il lavoro, vista la difficoltà che il mese di agosto ha creato per tanti, essendo, come è risaputo, anche periodo di ferie e di chiusura di diversi uffici;
2) intendano intervenire sulle quote di cofinanziamento degli organismi ospitanti, sia pubblici che privati, molto più svantaggiose rispetto a tutte quelle previste negli avvisi pubblici precedenti, per scongiurare che i laureati specializzati che attendevano da due anni l'uscita del nuovo bando per una possibilità di lavoro o di carriera nell'attività di ricerca, si trovino oggi esclusi dalle nuove disposizioni molto più restrittive che li vede penalizzati ingiustamente rispetto a chi li ha preceduti. (449)
Interpellanza Bruno sui ritardi nel trasferimento alla Regione dei beni patrimoniali dello Stato dell'ex postazione antiaerea denominata "Batteria S.R. 413" in località Punta Giglio di Alghero.
Il sottoscritto,
PREMESSO che gli immobili presenti nell'area di Punta Giglio costituiscono una grande risorsa per lo sviluppo del Parco regionale di Porto Conte;
CONSIDERATO che il trasferimento di detti beni rappresenta una battaglia storica del Comune di Alghero e delle comunità residenti nelle borgate interessate;
RICORDATO che la precedente Giunta regionale avviò l'iter per il trasferimento in proprietà degli immobili di pertinenza militare perché non più necessari ai fini della difesa nazionale e che l'allora Sottosegretario della difesa, Giuseppe Cossiga, assunse l'impegno di seguirne il complesso iter burocratico a livello ministeriale;
CONSTATATO che, con decreto interdirettoriale n. 1386-bis del 30 luglio 2009 (GU Serie Generale n. 31 dell'8 febbraio 2010), è stato disposto il passaggio dalla categoria dei beni del demanio pubblico militare a quella dei beni patrimoniali dello Stato dell'ex postazione antiaerea in località Punta Giglio di Alghero, atto propedeutico al successivo passaggio di detti beni dallo Stato alla Regione ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna;
RILEVATO che negli ultimi tre anni le procedure per il completamento dell'iter burocratico sembrano essersi interrotte,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:
1) quali siano i motivi che determinano il blocco delle procedure per il trasferimento dei beni situati in località Punta Giglio dal patrimonio dello Stato alla Regione autonoma della Sardegna;
2) quali azioni intendano intraprendere per completare nei tempi più rapidi l'iter per l'acquisizione al patrimonio della Regione di detti beni ormai non più necessari agli scopi originari;
3) quali tempi prevedano per il successivo passaggio di detti beni al Comune di Alghero o al Parco regionale di Porto Conte. (450)
Mozione Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Cuccureddu - Dedoni - Sanna Matteo - Diana Mario - Cocco Daniele Secondo - Solinas Christian - Amadu - Ben Amara - Lunesu - Contu Felice - Cossa - Floris Vincenzo - Locci - Manca - Maninchedda - Tocco sulla difesa dell'autonomia amministrativa dell'editoriale "La Nuova Sardegna Spa".
IL CONSIGLIO REGIONALE
ESPRESSA la piena solidarietà ai giornalisti de La Nuova Sardegna, impegnati in una dura battaglia in difesa dell'autonomia amministrativa dell'editoriale "La Nuova Sardegna Spa";
FATTO PROPRIO l'appello dei giornalisti de La Nuova Sardegna per la nascita di un ampio fronte capace di evitare ciò che viene definito un atto violento contro la Sardegna;
RICORDATO che l'Assemblea regionale, già in tempi recenti, è intervenuta per pretendere garanzie sull'autonomia della testata, ancor più oggi, e riaffermata la necessità che il giornale mantenga la sua autonomia gestionale e quella professionale dei giornalisti che garantiscono una libera informazione alla vita civile della Sardegna;
CONSAPEVOLE che La Nuova Sardegna ha finora rappresentato una voce autorevole nel raccontare la Sardegna in tutte le sue espressioni, e che il passaggio alla FIMEGIL può rappresentare la fine della sua indipendenza che finora ha consentito alla testata giornalistica di riportare, senza condizionamenti, le diverse espressioni culturali e politiche di un'Isola fortemente radicata nei suoi valori autonomistici;
al fine di garantire l'autonomia del quotidiano,
impegna il Presidente della Regione
a intraprendere le azioni necessarie per mantenere in vita un patrimonio che appartiene ai sardi e di cui non si può mettere in discussione l'autonomia. (274)
Mozione Diana Giampaolo - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Cozzolino - Cuccu - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru sulla gravità dei danni provocati dagli incendi in Sardegna, sulla gestione della campagna antincendi 2013, sull'insufficienza dei mezzi aerei canadair ed elitanker, sui ritardi del loro intervento e sulle sovvenzioni per la copertura degli ingenti danni subiti dagli abitanti e dagli operatori economici presenti nei territori colpiti dagli incendi.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- già dal mese di marzo diversi organi di stampa annunciavano il dimezzamento della flotta aerea antincendi della Protezione civile dando spazio, con grandi titoli, alla richiesta allo Stato e al capo della Protezione civile, dott. Franco Gabrielli, d'intervento per il dislocamento in Sardegna di tre canadair e di un elitanker essenziali per gestire gli interventi nell'imminente campagna antincendi;
- l'intervento della Giunta regionale, nei confronti del Governo nazionale, si è evidenziato per la mancanza di proposte alternative e per la totale arrendevolezza nell'accettare supinamente promesse telefoniche mai suggellate da atti concreti, intese che nulla hanno sortito per sopperire al già previsto drastico ridimensionato di mezzi aerei da dislocare nella nostra Isola durante il periodo estivo;
CONSTATATO che, in tre giornate, i roghi che hanno colpito la Sardegna hanno distrutto oltre novemila ettari di boschi, interessando aree di notevole valore naturalistico, com'è accaduto il 24 giugno 2013 a Capo Figari, nel Comune di Golfo Aranci e il 7-8 agosto nei Comuni di Barisardo, Boroneddu, Ghilarza, Isili, Laconi, Nurallao, Paulilatino, Samugheo, Serrenti e Sinnai (Sette Fratelli), dove i vasti incendi hanno provocato morte e distruzione; in cenere sono finite le aree protette, i pascoli, i seminativi e gli orti, sono rimasti uccisi dal fumo e dal fuoco, bovini, ovini, equini e suini, tutte fonti di sostentamento per i residenti nelle zone distrutte dagli incendi, un allevatore di Ghilarza, Ubaldo Miscali di 52 anni, intervenuto per spegnere l'incendio e per proteggere i propri beni, è stato avvolto dalle fiamme ed è ancora ricoverato con gravi ustioni;
CONSIDERATO che:
- nelle due giornate del 24 giugno e del 7 agosto 2013, le particolari condizioni meteo imponevano l'utilizzo immediato dei mezzi ad ala fissa e/o dell'elitanker e questi, in entrambi i casi, arrivarono in ritardo a causa di avarie, o dovettero in alcuni casi interrompere le missioni per sopraggiunto limite di ore di volo poiché l'equipaggio di un canadair non può volare per più di 6 ore, quindi il velivolo doveva prima rientrare ad Olbia, atterrare, cambiare il personale, restare in attesa per il decollo e poi partire nuovamente ma con un notevole spreco di tempo, tutte queste fatali concause hanno reso altissimo il bilancio dei danni;
- si potrebbe anche ipotizzare un progetto criminoso alimentato dalla cosiddetta "industria del fuoco" che prospera sulla riproduzione del fenomeno e, intervenendo contemporaneamente in modo criminoso e scientifico in diverse località, punta a dimostrare la vulnerabilità della struttura schierata, auspicando la necessità di utilizzare in futuro altri prodotti, metodi o servizi già in essere;
- il 7 agosto, secondo le previsioni dei metereologi, era da considerarsi come l'ultima giornata di gran caldo dell'estate 2013, il contemporaneo propagarsi di incendi nei territori di Isili, di Ghilarza e di Sinnai, conferma il sospetto che possa esistere una lucida strategia criminale che rafforzi le pretese speculative degli industriali del fuoco;
PRESO ATTO che è urgente e strategico il potenziamento dell'apparato dei mezzi aerei dello Stato per coprire le attuali carenze strutturali e organizzative con strategie e potenziamenti che, dopo le passate esperienze negative di gestione privata della flotta aerea statale, impongono il ritorno del governo e della conduzione degli aerei a strutture dello Stato più affidabili per rigore ed esperienza di volo;
VERIFICATO che:
- nonostante l'ingente quantità di risorse finanziarie impegnate dalla Regione nell'apparato antincendi, si sta determinando un ulteriore impoverimento del territorio e del patrimonio naturale sardo che rappresenta una vera e propria catastrofe ambientale capace di compromettere in modo irreversibile l'economia dei territori, la qualità dell'ambiente in cui viviamo e l'assetto idrogeologico della nostra Isola;
- negli anni sessanta e fino al 1994 il Piano antincendi della Regione faceva affidamento sull'apporto di mezzi e uomini dell'Esercito italiano (Aviazione leggera AV.ES e Marina militare), a pag. 59 del Piano antincendi del 1994 si affermava: "Al pari delle passate campagne antincendi, anche per quella in corso si rende necessario l'intervento di uomini ed aeromobili dell'Esercito italiano. Tale apporto è sempre stato di notevole entità sia in termini quantitativi che qualitativi, infatti la struttura ha sempre dimostrato grande professionalità ed efficienza. Nelle decorse campagne antincendio l'Esercito ha contribuito in Sardegna con: Componente aerea (...) Componente terrestre (...)" in particolare il documento conferma che venivano schierati, oltre a 5 plotoni con 27 militari di truppa, cinque elicotteri, dislocati ad Elmas, Farcana (Nuoro), Alghero e Vallicciola (Tempio Pausania), due ricognitori SM-1019, uno ad Alghero e l'altro ad Elmas e infine i mezzi ad ala fissa dislocati a Pisa un C-130 e cinque G-222, in quel periodo, i primi canadair del Dipartimento della Protezione civile in Sardegna venivano dislocati (1994) un CL-215 ad Alghero insieme ad un grande elicottero CH-47 e uno a Elmas che a seconda delle emergenze stazionava ad Olbia;
RICORDATO che:
- l'operatività dell'Esercito in Sardegna negli anni passati è costata anche in termini di sacrifici estremi con la perdita della vita per 8 militari, il ferimento, con grandi invalidità, per altri 4 piloti, la distruzione di due elicotteri, un aereo G-222 e un aereo leggero SM-1019, in particolare il 5 settembre 1981, in località Vallicciola sul monte Limbara a Tempio Pausania (SS), precipitò l'elicottero dell'esercito in servizio antincendio, dove morirono i tre componenti dell'equipaggio: Stefano Narducci, Lorenzo Cozzolino e Agostino Sanna; il 5 settembre 1984, nei pressi di Mamone (SS) in una ricognizione antincendio precipitò il Ricognitore SM-1019 dell'Esercito dove morì il pilota Carlo Degli Alessandri e l'osservatore Sergente Salvatore Canino rimase gravemente ferito; il 29 agosto 1985 in località "Is Forrus" agro di Laconi (NU) cadde l'aereo G-222 dell'Aeronautica militare dove morirono il Maggiore Fabrizio Tarasconi, il Tenente Paolo Capodacqua, il Maresciallo Lino Luzzi e il Maresciallo Rosario Ferrante; il 17 agosto 1994 nelle campagne di Armungia (CA), mentre operava per spegnere un incendio, cadde l'elicottero dell'Esercito ORSA-339, i componenti dell'equipaggio, Fulvio Divirgilio, Luigi Sorchiotti e Tiziano Salvagnin, pur riportando gravissime ferite, sopravvissero al tragico incidente;
RILEVATO che:
- l'aver conferito, sulla base dell'emergenza nazionale, l'incarico a ditte private di concorrere negli interventi per la difesa del territorio ha generato per lo Stato costi aggiuntivi, notevoli disservizi e lavoro per le procure;
- una delle spese che incide nei costi che la Regione deve sostenere per la lotta al fuoco e la difesa del proprio territorio deriva anche dal noleggio di elicotteri privati, costo pari a euro 9.699.030 IVA esclusa, per tre anni, spese che aumentano negli anni, nel 2008 un ora di volo costava 2.214 euro, oggi ne paghiamo 2.617 euro al contrario della Regione Puglia che per ogni ora di volo spende solo 1.760 euro, altre regioni come la Sicilia spendono di più, ma la Procura di Perugia sta indagando sul motivo del sovrapprezzo,
impegna la Giunta regionale
1) a riferire in Consiglio regionale sul bilancio dell'attuale campagna antincendio;
2) ad inoltrare al Governo, al Ministero della difesa, al Ministero dell'interno e al Dipartimento della Protezione civile una nota urgente per sollecitare il dislocamento immediato delle forze aeree dell'Esercito italiano per permettere all'apparato regionale di fronteggiare con più efficacia ed efficienza l'emergenza degli incendi boschivi;
3) a risolvere la grave carenza di organico dei vigili del fuoco facendo rientrare, dalle altre regioni d'Italia, i vigili del fuoco nati in Sardegna, potenziando i presidi già esistenti e provvedendo alla predisposizione di nuovi in rapporto alla criticità ambientale provocata dagli incendi estivi;
4) a promuovere tutte le opportune direttive ed iniziative per una migliore utilizzazione delle risorse finanziarie, tecniche e professionali finalizzate alla lotta agli incendi, avviando le opportune fasi ispettive interne, per verificare la corrispondenza dei costi e delle procedure seguite per l'acquisizione di beni e servizi necessari per l'attività antincendio della Regione;
5) ad adottare tutti gli interventi di prevenzione necessari per tutelare il patrimonio ambientale e naturale che è un elemento di attrazione per il turismo e rilevante risorsa economica della nostra Isola;
6) ad avviare in seno alla competente Commissione del Consiglio regionale, un programma organico d'incontri tra istituzioni, volontari ed enti coinvolti nelle attività antincendio, preliminare alla prossima stesura definitiva del Piano antincendi 2014, con la discussione delle proposte di legge di riforma dell'Ente foreste e del Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA), potenziandolo nelle strutture investigative e operative, anche con l'istituzione dei gruppi analisi uso del fuoco (GAUF) in tutti i servizi provinciali del CFVA;
7) a valutare le misure necessarie per la destinazione di risorse in favore dei territori colpiti dagli incendi da destinare, in particolar modo, al finanziamento delle opere infrastrutturali necessarie alla messa in sicurezza delle aree colpite e a meccanismi di sovvenzioni per la copertura degli ingenti danni subiti dagli abitanti e dagli operatori economici presenti nel territorio. (275)