Seduta n.437 del 29/10/2013
CDXXXVII SEDUTA
MARTEDI' 29 OTTOBRE 2013
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 37.
PERU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 30 luglio 2013 (428), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Michele Cossa, Rosanna Floris, Vincenzo Floris, Efisio Planetta e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 ottobre 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 17 ottobre 2013, ha fatto pervenire al Consiglio l'atto con il quale l'Avvocatura generale dello Stato, in conformità a quanto approvato dal Consiglio dei Ministri in data 19 settembre 2013, ha rinunciato al ricorso proposto davanti alla Corte costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell'articolo 22 della "Legge Statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" pubblicata nel BURAS numero 32 dell'11 luglio 2013.
Comunico inoltre che il Presidente della Regione, con nota del 15 ottobre 2013, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge regionale 2 agosto 2013, numero 19 concernente: "Norme urgenti in materia di usi civici, di pianificazione urbanistica, di beni paesaggistici e di impianti eolici".
Comunico infine che il consigliere regionale Ignazio Artizzu, con nota del 23 ottobre 2013, ha reso noto di aver rassegnato le dimissioni dal Gruppo U.D.C. in data 21 ottobre 2013 e di aver aderito, nella medesima data, al Gruppo Popolo della Libertà.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Agus - Cocco Pietro - Corda - Espa - Sabatini sulle procedure di selezione a sportello dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC), e sulla esclusione da tale procedura dei centri urbani più rilevanti della Regione". (1149)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2013.)
"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini sui gravi ritardi nell'attuazione delle procedure di ampliamento del fondo di finanziamento dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC)". (1201)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2013.)
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Cozzolino - Meloni Valerio - Sanna Gian Valerio - Soru, con richiesta di risposta scritta, sulla concreta volontà della Regione, per tramite della ASL n. 6, di consentire la riapertura del Centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini". (1225)
"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, in merito alla revoca del bando pubblico per la formazione dell'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione". (1226)
"Interrogazione Cocco Pietro - Lotto - Meloni Valerio - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta presentata dalla Saremar alla Regione per "Utilizzo risorse finanziarie contratto di servizio"". (1227)
"Interrogazione Locci - Sanna Matteo - Rodin, con richiesta di risposta scritta, sul bando della continuità territoriale aerea a tariffa unica e sulla situazione di Alitalia". (1228)
"Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento del Centro di prevenzione oncologica di Sassari dai locali di via Zanfarino presso i locali di S. Camillo e sui disagi a cui dovranno sottostare i pazienti interessati ai servizi dello stesso". (1229)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul finanziamento previsto dalla legge finanziaria regionale del 2012 con cui la Regione impegna 150 milioni di euro a favore della società privata GALSI, per la realizzazione di un gasdotto destinato all'importazione di gas naturale dall'Algeria all'Italia attraverso la Sardegna". (1230)
"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione della grave calamità sanitaria della febbre catarrale degli ovini (blue tongue) ricomparsa negli allevamenti sardi". (1231)
"Interrogazione Agus - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dell'"IGEA Spa" e il recupero delle sue originali funzioni". (1232)
"Interrogazione Espa - Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla convocazione della Consulta regionale delle persone con disabilità in Sardegna". (1233)
"Interrogazione Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla ricostituzione degli organi della "BIC Sardegna Spa". (1234)
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla drastica riduzione dei fondi stanziati per i bandi regionali della ricerca di base, ai sensi della legge regionale n. 7 del 2007, per l'annualità 2013". (465)
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla mancanza dei laboratori di sala e cucina nell'Istituto alberghiero Azuni di Cagliari". (466)
Annunzio di mozione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Mozione Cuccu - Diana Giampaolo - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Espa - Floris Vincenzo - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Soru - Mariani - Solinas Antonio - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Salis sulla deliberazione della Giunta regionale n. 33/54 dell'8 agosto 2013 con la quale vengono trasferite dall'Agenzia Laore all'Agenzia Agris le funzioni di autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (283)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 563/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Rendiconto
1. II rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012 è approvato secondo le risultanze di cui ai successivi articoli e come da tabelle A) e B), allegate alla presente legge, che riassumono rispettivamente per titoli e per strategie l'andamento della gestione dell'esercizio 2012.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrate di competenza
1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione di beni patrimoniali, per riscossione di crediti, per accensione di prestiti e per partite di giro, accertate in conto competenza nell'esercizio finanziario 2012, sono stabilite in euro 7.370.068.142,65 di cui:
Versate euro 6.567.700.312,30
Rimaste da riscuotere euro 756.496.639,01
Rimaste da versare euro 45.871.191,34
2. I residui attivi della gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da versare e rimaste da riscuotere, al 31 dicembre 2012, sono stabiliti in euro 802.367.830,35.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Spese di competenza
1. Le spese correnti, in conto capitale, per rimborso di prestiti e per partite di giro, impegnate nell'esercizio finanziario 2012 per la competenza propria dell'esercizio, sono stabilite in euro 7.310.174.363,84 di cui:
Pagate euro 5.151.540.081,40
Rimaste da pagare euro 2.028.899.618,82
Rimaste da impegnare euro 129.734.663,62
2. I residui passivi scaturiti dalla gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da pagare al 31 dicembre 2012, ammontano complessivamente a euro 2.158.634.282,44.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Gestione finanziaria
1. La gestione finanziaria per l'anno 2012 si chiude con un avanzo di esercizio pari a euro 567.926.984,31 che, sommato al disavanzo di euro
-1.162.529.938,00, accertato al 31 dicembre 2011, determina una riduzione del disavanzo complessivo che, a chiusura dell'esercizio finanziario 2012, ammonta a euro -594.602.953,69.
2. A tale risultato, evidenziando singolarmente la gestione di competenza e quella dei residui, si perviene nel seguente modo:
GESTIONE DELLA COMPETENZA |
|
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Totale entrate accertate |
7.370.068.142,65 |
|
Totale spese impegnate |
7.310.174.363,84 |
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Risultato della gestione di competenza |
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59.893.778,81 |
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GESTIONE DEI RESIDUI |
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Residui attivi |
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Residui al 1° gennaio |
4.907.068.341,39 |
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Riaccertati al 31 dicembre |
4.894.240.161,87 |
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Minori accertamenti |
-12.828.179,52 |
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Residui passivi |
|
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Residui al 1° gennaio |
6.182.595.211,72 |
|
Riaccertati al 31 dicembre |
5.661.733.826,70 |
|
Minori accertamenti |
520.861.385,02 |
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Risultato differenziale gestione dei residui |
|
508.033.205,50 |
|
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Risultato di gestione (avanzo di esercizio 2012) |
|
567.926.984,31 |
|
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Risultanze complessive: |
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|
Differenza + - Gestione di competenza |
|
59.893.778,81 |
Differenza + - Gestione dei residui |
|
508.033.205,50 |
Avanzo di esercizio 2012 |
|
567.926.984,31 |
Disavanzo 2011 |
|
-1.162.529.938,00 |
Disavanzo complessivo al 31.12.2012 |
|
- 594.602.953,69 |
3. I risultati dell'esercizio finanziario 2012, esaminati dalla gestione di cassa, pervengono al seguente medesimo risultato di amministrazione:
Situazione di cassa: |
|
|
Fondo cassa al 31 dicembre 2011 |
|
112.996.932,33 |
Versamenti |
7.542.497.091,02 |
|
Pagamenti |
6.943.992.529,44 |
|
Differenza versamenti/pagamenti |
|
598.504.561,58 |
|
|
|
Fondo cassa al 31 dicembre 2012 |
|
711.501.493,91 |
Residui attivi al 31 dicembre 2012 |
4.721.811.213,50 |
|
Residui passivi al 31 dicembre 2012 |
6.027.915.661,10 |
|
Differenza tra residui attivi e passivi |
|
-1.306.104.447,60 |
Disavanzo complessivo |
|
-594.602.953,69). |
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Risultati generali della gestione patrimoniale
1. La situazione patrimoniale della Regione al 31 dicembre 2012 resta stabilita come segue:
ATTIVITÀ E PASSIVITÀ |
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Attività finanziarie: |
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Consistenza al 1° gennaio 2012 |
5.020.065.273,72 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
5.433.312.707,41 |
|
Aumento consistenza |
|
413.247.433,69 |
|
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|
Passività finanziarie: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
6.182.595.211,72 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
6.027.915.661,10 |
|
Diminuzione consistenza |
|
154.679.550,62 |
A) Miglioramento situazione finanziaria |
|
567.926.984,31 |
|
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Crediti |
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|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
222.201.616,90 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
253.840.824,71 |
|
Aumento consistenza |
|
31.639.207,81 |
|
|
|
Passività patrimoniali: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
4.639.435.276,24 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
4.506.205.836,52 |
|
Diminuzione consistenza |
|
133.229.439,72 |
B) Miglioramento situazione finanziaria |
|
164.868.647,53 |
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Beni patrimoniali: |
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Consistenza al 1° gennaio 2012 |
1.126.852.111,35 |
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Consistenza al 31 dicembre 2012 |
1.095.419.679,23 |
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Diminuzione consistenza |
|
-31.432.432,12 |
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Miglioramento situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012:
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701.363.199,72.)
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(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Prelevamenti dal fondo di riserva per le spese impreviste
1. Ai sensi dell'articolo 23, comma 4, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), i prelievi dal Fondo per le spese impreviste e la correlativa iscrizione ai competenti capitoli di spesa, disposti nell'anno 2012 con i sotto elencati decreti dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, previa conforme deliberazione della Giunta regionale, ammontano a complessivi euro 1.425.947,38:
a) D.A. n. 114 del 30 maggio 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale 29 maggio 2012, n. 22/2 concernente:
"Trasferimento della somma di euro 200.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore dell'istituendo capitolo SC04.0423 - UPB S04.03.005 - cdr 00.01.07.02 -"Partecipazione della Colonna mobile della Protezione Civile della Regione Sardegna alle attività di soccorso nelle Regioni Emilia Romagna e Lombardia";
b) D.A. n. 336 del 23 ottobre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 42/19 del 23 ottobre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 45.947,38 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC06.0149 - UPB S06.02.001 - cdr 00.07.01.01.
Spesa per il pagamento di cartelle esattoriali Equitalia, relative a tributi e contributi non versati a carico di diversi Enti soppressi";
c) D.A. n. 337 del 23 ottobre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 42/13 del 23 ottobre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 800.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC01.0311 - UPB S01.02.006 - cdr 00.04.01.05.
Spesa per il pagamento dell'incremento del costo energetico, accresciuto per effetto dell'aumento dell'aliquota IVA e delle tariffe energetiche.";
d) D.A. n. 377 del 16 novembre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 45/32 del 16 novembre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 380.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC01.0269 - UPB S01.02.005 - cdr 00.04.01.04.
Proroga del contratto vigente del servizio di vigilanza degli uffici regionali, per il trimestre ottobre-dicembre 2012.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'allegato A.
(Il testo dell'allegato A è agli atti del Consiglio.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'allegato B.
(Il testo dell'allegato B è agli atti del Consiglio.)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 563/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Arbau, Cocco Pietro e Soru hanno votato contro e che il consigliere Diana Giampaolo si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Steri - Tupponi - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Arbau - Cocco Pietro - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Soru - Stocchino.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Cocco Daniele - Corda - Cozzolino - Dessì - Diana Giampaolo - Lotto - Maninchedda - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Zuncheddu.
Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 37
astenuti 18
maggioranza 19
favorevoli 31
contrari 6
(Il Consiglio approva).
I lavori sono sospesi, riprenderanno alle ore 12 e 30.
L'Ufficio di Presidenza è convocato alle ore 11, nei locali della Presidenza.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 12 e 34.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge nazionale numero 22/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Signora Presidente, colleghi, comunque la si voglia vedere questa seduta del parlamento dei sardi è una tappa importante e storica. Più volte negli ultimi decenni la questione del regime fiscale e doganale della Sardegna e la questione zona franca sono state dibattute in quest'Aula e hanno portato all'approvazione di importanti testi legislativi, tutti fino a oggi, a dire il vero, inattuati. A loro volta queste leggi, approvate dal Consiglio regionale, costituivano l'elaborazione di intuizioni e proposte anche di molti decenni antecedenti. Quella che a molti sembra un'utopia o, peggio, una trovata elettorale è invece una sfida politica antica e alta, che oggi la Regione o centinaia di amministrazioni comunali e moltissimi cittadini sardi hanno lanciato all'Unione europea e allo Stato, da un lato per la modifica dell'articolo del Codice doganale comunitario finalizzata all'inserimento della Sardegna tra i territori extradoganali per poter beneficiare di agevolazioni di natura doganale e al consumo, dall'altro con la modifica profonda del Titolo III dello Statuto regionale, e cioè la presente legge che definisce la Sardegna zona franca integrale.
La prima Commissione ha preso in esame la proposta di legge nazionale numero 22 dalla seduta del 16 luglio 2013. Nella seduta del 4 settembre 2013 ha trasmesso un primo testo al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 9 della legge regionale numero 1 del 2005. Nella seduta del 17 settembre 2013 la Commissione ha sentito in audizione i rappresentanti del Coordinamento regionale dei comitati cittadini pro zona franca; nella seduta del 10 ottobre 2013, a maggioranza, ha approvato alcune modifiche al testo già trasmesso al Consiglio delle autonomie locali e, di conseguenza, ha provveduto a richiedere un ulteriore parere al medesimo organo di raccordo degli enti locali. Infine, nella seduta del 24 ottobre 2013, prendendo atto del parere del Consiglio delle autonomie locali, la Commissione ha dunque licenziato, a maggioranza, il testo per l'Aula.
La "22" è una proposta di legge nazionale che introduce alcune modifiche alle disposizioni del Titolo III (finanze, demanio e patrimonio) dello Statuto speciale sardo secondo le quali, secondo quanto disposto dall'articolo 54, sesto comma dello Statuto medesimo, "possono essere modificate con leggi ordinarie della Repubblica su proposta del Governo o della Regione, in ogni caso sentita la Regione". Sia il testo dei proponenti che il testo della Commissione presentano alcuni aspetti che, rispetto all'attuale quadro giuridico comunitario e nazionale che regola la materia doganale e delle zone franche, apportano elementi fortemente innovativi. Essi riflettono l'intenzione di avviare un confronto con il Parlamento e con le istituzioni comunitarie improntato alla realizzazione di una disciplina pienamente rispondente alle esigenze nascenti dalla condizione insulare della nostra regione per colmare il divario con il resto del territorio nazionale che, nel corso del tempo, anche a causa dell'attuale crisi economica, è divenuto sempre più insostenibile, e al fine di creare prospettive economiche che assicurino un benessere diffuso alla Sardegna.
Rispetto al testo dei proponenti, il testo della Commissione presenta un carattere più sintetico. Il testo iniziale, infatti, era composto da 11 articoli e prevedeva, oltre all'istituzione della zona franca e all'esclusione del territorio della Regione dalla linea doganale dello Stato, una specifica disciplina sulla materia doganale, sul regime di zona franca e su altri aspetti ricadenti nell'ambito delle agevolazioni fiscali per le imprese e degli sgravi sui profitti. La proposta iniziale, inoltre, interveniva sul regime delle entrate e sulle modalità di riscossione, sulla tipologia di imprese e di prodotti soggetti a esenzioni e sulle funzioni normative e amministrative della Regione, anche in riferimento ai rapporti con lo Stato e con l'Unione europea, necessarie ad assicurare l'attuazione degli istituti disciplinati.
Data la natura della proposta, che costituisce una modifica dello Statuto speciale, durante il confronto in Commissione è stata condivisa la proposta di limitare il contenuto del testo enucleando dalle sue disposizioni i principi fondamentali e demandando l'attuazione degli stessi a fonti normative successive.
La Commissione, aprendo alle istanze provenienti dalla società civile su un tema fortemente sentito sia a livello sociale che istituzionale, ha inoltre condiviso e accolto alcune proposte relative alla modifica dell'articolo 12 dello Statuto, formulate in sede di audizione dai rappresentanti del Coordinamento regionale dei comitati cittadini pro zona franca, in linea di principio già presenti nell'articolo 1 del testo dei proponenti e fatte proprie dalla Commissione con un emendamento condiviso a larga maggioranza.
Il testo licenziato per l'Aula si compone di tre articoli e prevede la costituzione in zona franca dell'intero territorio della Regione, la sua posizione al di fuori della linea doganale e l'applicazione delle leggi fiscali statali e comunitarie vigenti per altri territori extradoganali. Prevede che la Regione possa disporre esenzioni e agevolazioni fiscali per le imprese e sgravi di imposte limitatamente alle quote dei tributi ad essa riconosciute dallo Statuto. Inoltre prevede, in una prospettiva di maggiore autonomia, la possibilità per la Regione di definire il proprio regime delle entrate fiscali anche al fine di superare l'attuale disciplina.
E' una proposta che viene da lontano, da prima dello Statuto stesso. E' la battaglia condotta vittoriosamente da altre isole del Mediterraneo, la cui esperienza dimostra come gli incentivi fiscali siano un'arma potentissima di sviluppo economico regionale, come ha dimostrato, ad esempio, l'Irlanda, che con la fiscalità di vantaggio ha portato il PIL pro capite a vette per noi inimmaginabili. Dunque, pur avendo la Regione sarda dato seguito agli impegni sulla delimitazione dei punti franchi, non esistono obiettivi intermedi né trattative al ribasso, l'unico traguardo è quello della zona franca della Sardegna.
Io spero che questa legge venga approvata oggi dal Consiglio regionale, poi sarà compito dei parlamentari sardi fare le barricate a Roma per farla approvare dal Parlamento in tempi rapidi. Sul tetto di Montecitorio si può e si deve salire se si conduce una battaglia importante. Spero lo si faccia per la zona franca e non per le baggianate sulle quali si è finto di intraprendere battaglie politiche insulse quanto i loro protagonisti. Da sardo mi auguro che prevalga in noi e in quest'Aula quello spirito costruttivo e unitario che ha guidato gli onorevoli colleghi della prima Commissione nella prima fase dell'esame di questa proposta di legge. Auspico che per una volta - e se non ora, quando? - sia bandita la dialettica propagandistica, siano bandite le strumentalizzazioni e le accuse reciproche. Tutto può sembrare velleitario se gli occhi con i quali si osserva sono diffidenti e disamorati. Tutto può apparire strumentale se chi valuta è animato da preconcetto.
Illustri personaggi hanno discettato sull'utilità e sulla realizzabilità della zona franca integrale in Sardegna, dicono che potrebbe non funzionare. Io so solo che Livigno è il comune più ricco d'Italia ed era una landa desolata a 3 mila metri di quota. Forse questa legge non cambierà immediatamente le sorti della Sardegna, ma il suo contenuto rivoluzionario ha il potere di cambiarle. Questa legge ci serve, dovrebbe essere votata all'unanimità dal Consiglio regionale.
Da italiano, innamorato della mia patria, rifiuto ogni pulsione indipendentista e separatista, ma coltivo invece ogni ambizione autonomistica e nazionalitaria per la Sardegna che la mia doppia nazionalità, sarda e italiana, mi suggerisce e mi impone. Penso che avesse ragione Tolkien quando scriveva: "Non bisogna amare la spada, né la freccia, né il guerriero, non bisogna amare gli strumenti, bisogna amare ciò che con quegli strumenti si difende: la città degli uomini".
Io amo la Sardegna e la voglio zona franca integrale. Questo, insieme ad altro, vorrei lasciare ai miei figli nella speranza che vivano da cittadini del mondo nella terra più bella del mondo resa più accogliente, florida e vivibile dagli uomini di oggi. Il nostro dovere è questo e io, nel mio piccolo, lo onorerò fino in fondo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la proposta di legge nazionale numero 22, di cui è primo firmatario il collega Giacomo Sanna, per quanto ci riguarda ha una valenza straordinaria. E' una proposta di legge di rango costituzionale, non è un caso infatti che modifichi sensibilmente gli articoli 10 e 12 dello Statuto autonomistico della Sardegna. Siamo in presenza, quindi, di una proposta di legge, lo ripeto, di valenza straordinaria. Credo che il Consiglio nelle prossime ore e nei prossimi giorni sarà impegnato in una discussione unica, direi anche storica. Certamente in questa legislatura è la proposta di legge, dal mio modestissimo punto di vista, più importante per le cose che ho appena detto. La stessa relazione che ha testé illustrato il Presidente della Commissione è testimonianza di quanto sto dicendo.
Presidente, siamo di fronte alla possibilità di apportare agli articoli 10 e 12 dello Statuto delle modifiche che rivoluzionano i principi che finora hanno regolato i rapporti tra lo Stato e la Regione. La proposta di legge interviene sui principi ma, rispetto anche a quanto ci ha illustrato poc'anzi il collega Artizzu, dopo aver modificato i principi - altrimenti non sarebbe possibile - modificherà sensibilmente anche la stessa politica impositiva, che oggi ha una valenza nazionale. Siamo di fronte, pertanto, lo ripeto, mi scuso per il tedio, a un'occasione davvero straordinaria, davvero storica, perché quest'Aula sarà impegnata nelle prossime ore a elaborare una modifica di rango costituzionale che poi vedrà impegnato il Parlamento nella doppia lettura al fine di poterla recepire.
Detto questo, Presidente, il Gruppo P.D. ritiene che una discussione come questa, per l'importanza che ha per il presente e per il futuro (ci stiamo assumendo una grande responsabilità, lo dico fin d'ora, e noi intendiamo assumercela fino in fondo), non possa nella maniera più assoluta non vedere la presenza del Presidente della Regione. Non siamo nella fattispecie che ha richiamato con preoccupazione il presidente Artizzu. Noi vogliamo dare un contributo importante, come si addice a un grande partito come quello che ho l'onore di rappresentare in questo Consiglio regionale, riteniamo comunque che una discussione come questa non possa svolgersi in assenza del Presidente della Regione. Credo che sia anche una questione di dignità di questo Consiglio e la dignità la si rappresenta con la presenza del Presidente e di tutti gli ottanta consiglieri. Noi siamo qui per assumerci tutte le nostre responsabilità, ma vogliamo iniziare la discussione alla presenza del Presidente della Regione.
PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Diana chiede all'Aula di sospendere la discussione sulla legge in esame per verificare la possibilità che il Presidente della Regione partecipi al dibattito. Possono intervenire un oratore a favore e uno contro, dopodiché l'Aula deciderà con il voto.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Così posta la questione non può essere, dal nostro punto di vista, accolta. Il presidente Cappellacci ha già riferito a quest'Aula sull'argomento, la posizione del Presidente e della Giunta è chiara, è il frutto e la sintesi di incontri tenutisi nel territorio e soprattutto è la risultante delle iniziative delle delibere dei sindaci che in quantità davvero incredibile hanno raggiunto Villa Devoto chiedendo di andare avanti su un percorso rispetto al quale non si può tornare indietro.
Sono d'accordo con il collega Diana che si tratta di un'occasione storica e proprio per questa ragione noi possiamo e dobbiamo andare avanti. Il presidente Cappellacci oggi è a Roma perché deve sottoscrivere l'atto per le bonifiche di La Maddalena, cosa di non poco conto, ciò non di meno è rappresentata qui, con gli Assessori presenti, la Giunta, c'è la maggioranza, ma io dico andiamo oltre gli schieramenti su argomenti di questa valenza e di questa portata, perché davvero non possiamo dividerci soprattutto per il confronto che ci aspetta ancora in sede nazionale ed europea.
Quindi, discutiamo sul merito, confrontiamoci sul merito, ma non vanifichiamo il frutto del lavoro che i movimenti hanno fatto in questi mesi come risultante di una battaglia che oggi approda qui e che vorremmo davvero fosse una battaglia di tutti i sardi per la Sardegna e non per una parte politica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Proprio perché è nostra intenzione confrontarci sul merito, come auspicava l'onorevole Pittalis, vorremmo che a queste modifiche dello Statuto, ancorché decostituzionalizzate, e che quindi non comportano la doppia lettura in Parlamento, e che comunque se approvate dal Parlamento sarebbero di portata epocale per la nostra Regione, si desse la solennità che meritano. Affinché questa norma sia assunta con solennità, con consapevolezza, penso sia utile che al dibattito partecipi il Presidente, non perché noi riponiamo fiducia in lui, non l'abbiamo mai riposta e non la riporremo oggi a distanza di cinque anni, ci mancherebbe altro, ma perché a Roma ci va lui e fino a febbraio continuerà ad andarci lui per negoziare questi aspetti con il Governo, per rappresentare la Regione. Penso che chi porta anche all'esterno la bandiera in maniera propagandistica proprio per fugare quei dubbi e per bandire quella dialettica propagandistica, come auspicava l'onorevole Artizzu, sia utile che tutti quanti ci cimentiamo in quest'Aula su questo argomento e non sulle pagine dei giornali. Ecco perché penso che per dare a questa discussione la solennità che merita sia necessaria la presenza del Presidente della Regione. Non è una leggina ordinaria quella che stiamo facendo; stiamo facendo una proposta al Parlamento e al Governo per la modifica del nostro Statuto, lo Statuto di autonomia dei sardi. Quindi non c'è una tattica dilatoria da parte del nostro Gruppo, ma un atteggiamento di disponibilità a confrontarsi sul merito con tutti gli attori, perché è un attore importante il Consiglio, ma è un attore altrettanto importante il Presidente della Regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta del consigliere Giampaolo Diana.
Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Pittalis)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cugusi, Espa, Manca, Oppi, Rassu, Sabatini, Soru e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 67 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda Alessandra - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento del primo iscritto a parlare, il quale ha a disposizione venti minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Signora Presidente, colleghi, forse è il caso di precisare con esattezza di che cosa parliamo oggi. Certamente non parleremo della congruità delle tasse italiane rispetto al sistema economico della Sardegna, con certezza non parleremo di quale sistema di tassazione sarebbe opportuno in Sardegna e di come differenziarlo per settori e per circostanze. Oggi il tema è un altro: chi ha il potere di decidere le tasse in Sardegna. Questo è il tema. Poi non possiamo ignorare di essere in fase preelettorale e nelle fasi preelettorali - perché nasconderlo? - si è spesso anche in fasi populistiche, durante le quali, gli storici ce l'hanno insegnato, spesso i politici cercano di sottrarsi al loro dovere di cambiare in profondità la realtà e si limitano a enunciare il cambiamento, sperando che non si realizzi.
Allora la prima domanda che dobbiamo porci, a mio avviso, è questa: vogliamo tradire anche oggi, colleghi, il nostro compito? Cioè anche oggi ci presentiamo privi di autorevolezza, di coraggio, di prestigio, per cui ci sentiamo di dover dire soltanto un "sì" e neanche un timido "ma"? Ho avvertito entusiasmo nell'introduzione del Presidente della Commissione. Io non voglio offendere nessuno, per cui cercherò di usare i toni più neutri. La legge che oggi noi abbiamo in discussione, onorevole Artizzu, non è scritta bene; gli articoli che la compongono non sono coordinati tra di loro, non sono coordinati con recenti iniziative della Giunta, non ultima quella del 22 ottobre scorso. Ma la cosa peggiore, per me, è il fatto che questo testo di legge non raggiunge gli obiettivi che tutti vorremmo raggiungere, anzi li complica. Io non registro un miglioramento rispetto al testo del proponente. Il testo del proponente proviene da una legge proposta dalla Giunta Melis del 1987; il testo esitato dalla Commissione è un'altra cosa, è uno stravolgimento di quella legge, che benché impostata venticinque anni fa aveva degli elementi su cui ragionare e dai quali partire, ma il testo della Commissione, ripeto, è un'altra cosa.
Domando: perché un testo non scritto bene, che rischia di non raggiungere gli obiettivi per i quali noi siamo qui oggi con gli intenti di cui parlava Giampaolo Diana prima, è arrivato in Aula? Ipotizzo delle risposte: per paura, per debolezza, per errato calcolo elettorale? Perché un testo di questo tipo è arrivato in Aula? Non so rispondermi, però questa è la domanda che io, che conto solo per uno in questo Consiglio, pongo a chi ha i numeri per fare ciò che è giusto fare.
La legge va emendata in profondità e cerco di spiegarne il perché. Primo punto, onorevole Artizzu, mi rivolgo a lei come relatore: bisogna evitare confusioni. Nell'articolo 1 del testo in discussione, quello che modifica l'articolo 12 dello Statuto, da un lato si colloca la Sardegna fuori dalla linea doganale, dall'altro la si definisce zona franca interclusa dal mare. Agli atti della Giunta regionale c'è l'unico atto ufficiale proveniente da Bruxelles, la famosa lettera del commissario Zenker, che chiarisce con molta nettezza, onorevole Artizzu, che l'articolo 155 del Regolamento CE numero 450 del 2008 chiama zone franche le zone che stanno all'interno della linea doganale non all'esterno, al punto che Zenker vi ha anche ricordato che Livigno e Campione d'Italia non sono zone franche, non possono essere chiamate zone franche. Noi sardi scriviamo una legge in cui dichiariamo la Sardegna zona franca, utilizzando una locuzione riservata, nella legislazione, a zone con una disciplina particolare che stanno all'interno della linea doganale, e poi la collochiamo fuori dalla linea doganale. Perché lo facciamo? Perché ci esponiamo facilmente a un'obiezione quasi tecnica? Io non riesco a capirlo, spiegatemelo voi! Lo scopo è quello di ottenere una vera potestà tributaria, come compete a uno Stato indipendente? Questo è uno scopo per me vitale, a cui voglio dedicare molto del tempo che mi rimane, ma è questo lo scopo?
Perché dunque è stato scritto il secondo comma dell'articolo 1 che modifica l'articolo 12 dello Statuto, laddove si scrive che la Sardegna, dichiarata zona franca, viene disciplinata dalle leggi dello Stato e dell'Unione europea che regolano i territori di Livigno, Campione d'Italia e Ponte Tresa? Io non so se abbiamo la coscienza di che cosa significhi affermare questo. La conseguenza è che dopo secoli nei quali noi sardi abbiamo contestato prima i Savoia, poi la Repubblica italiana, per aver imposto alla Sardegna tasse non adeguate al suo sistema economico, noi scriviamo una legge in cui diciamo allo Stato di negoziare il nostro regime fiscale con Livigno, con Ponte Tresa e con la Valle d'Aosta, e dopo, automaticamente, senza che noi possiamo parteciparvi, perché non è previsto un sistema pattizio per la nostra zona franca, diciamo che decide lo Stato su Livigno e in automatico quelle norme si applicano alla Sardegna. Ma perché scriviamo queste cose? Si ha l'idea dei poteri che stiamo perdendo, non guadagnando, con questo secondo comma?
Si dice: "Io vorrei lo status di Livigno, perché comunque mi porta ad essere più ricco". Ma stiamo parlando di quantità o del potere di decidere le tasse? Un Parlamento si riunisce non per stabilire un'aliquota del 30, 20 o 15 per cento, ma per affermare: "Le tasse le decidiamo noi!". Cioè non si riunisce per dire: "Decidete le tasse per noi discutendo su Livigno e poi ce le riversate"! Siete sicuri di quello che state decidendo di fare? Voi vi siete dimenticati che nel diciannovesimo secolo la Sardegna dopo che le fu concessa la fusione perfetta pianse perché vide ribaltare su di sé il sistema fiscale del Piemonte ma non ebbe lo strumento per calibrare quella pressione fiscale sulle sue reali forze economiche. Vi siete dimenticati di tutto questo? Io vi chiedo umilmente di fare memoria.
Si può dire: "Però noi abbiamo rimediato con l'ultimo articolo della legge in discussione, quello che dice che per tutte le funzioni previste per la Regione sarda in questa legge si procede con leggi regionali". Ma siccome abbiamo scritto nel secondo comma che la zona franca la disciplina interamente lo Stato italiano su Livigno, con l'ultimo articolo non ci salviamo. Pensateci!
Veniamo all'articolo 1 bis. Qualche collega che ha avuto la pazienza di sopportarmi in prima e in terza Commissione sa quanto ci siamo insieme impegnati sulla fiscalità di vantaggio. L'articolo 1 bis modifica l'articolo 10, disciplina la fiscalità di vantaggio in Sardegna e ambisce a incardinare sulla Sardegnna una potestà tributaria sovrana, perché dice che la Sardegna può imporre tributi anche in sostituzione di quelli dello Stato, a proposito del coordinamento di cui dicevo all'onorevole Artizzu in principio.
Quindi noi diciamo, nell'articolo 1 che modifica l'articolo 12: lo Stato proceda a disciplinare come meglio crede la zona franca della Sardegna; nella modifica dell'articolo 10 diciamo: la Sardegna impone i tributi in sostituzione dello Stato. Da una parte il massimo della subordinazione, dall'altra un'espressione di sovranità fiscale che non è coordinata con l'espressione precedente. Per di più questo avviene in un quadro in cui lo Stato amministra la zona franca della Sardegna e inoltre continua a essere colui che riscuote i tributi. Non dimentichiamocelo questo. Abbiamo detto per anni che il primo passo per la sovranità tributaria era quello di riscuotere noi i tributi (abbiamo in tal senso la proposta del Fiocco Verde presentata in Commissione), mentre oggi diciamo che possiamo anche imporre tributi sostitutivi a quelli dello Stato, però lasciamo allo Stato l'intera disciplina della nostra zona franca regionale e la riscossione dei tributi. Ma a chi è rivolto questo messaggio così contraddittorio? Lo chiedo all'onorevole Pittalis, Presidente della prima Commissione, che però non vedo adesso in aula. A chi è rivolto un messaggio così contraddittorio, al Governo? Possiamo pensare che il Governo italiano che si sente dire dalla Regione autonoma della Sardegna, che è la patria di quello che fu l'autonomismo e oggi è certamente la regione più attraversata da suggestioni e programmi indipendentisti: "Regolatevi su Livigno e poi fate come volete", si intimorisca perché al secondo comma di questa legge noi mettiamo il petto in fuori? A chi è rivolto questo comma? E' rivolto al Governo, che non si impaurirà, oppure all'ingenuità dei sardi? A chi è rivolto un messaggio così contraddittorio?
Ci sono altri aspetti che vorrei sottoporre all'attenzione della Giunta. Assessore della programmazione, le chiedo solo due secondi. Con il disegno di legge in discussione si modifica l'articolo 10 dello Statuto. Voi avete emanato una delibera - io sono tra quelli che si rovinano gli occhi nel leggere le vostre deliberazioni -, la numero 43/1 del 2013, che recita: "Modifica dell'articolo 10 della legge costituzionale numero 3 del 1948. Presa d'atto". Io immagino, Assessore, che si tratti delle interlocuzioni in atto con il Governo nazionale sull'Irap, penso sia questo, e posto che si sta lavorando affinché la legge di stabilità consenta la politica votata da questo Consiglio sull'Irap, evidentemente state ragionando sulla modifica dell'articolo 10. Ma come si coordina l'attività vostra sull'Irap con l'articolo 1 bis, che propone un emendamento sostitutivo totale dell'articolo 10? Che succede se noi approviamo tutto questo? Cade l'Irap? Non gli sembrerebbe vero al presidente Letta di poter dire che l'articolo 15 non c'è più, l'Irap non la introiettiamo, in base alla norma della legge di stabilità approvata dal Consiglio regionale, e buona notte al secchio!
Io conto per uno, però la zona franca la voglio fare davvero, non la voglio solo enunciare in maniera tale da non realizzarla mai! Ricordando che la politica, onorevole Artizzu, è una tragedia, e se la si gira in commedia fa ridere, vorrei chiedere a chi ha i numeri non di non procedere, ma di riscrivere integralmente l'articolato di questa legge, con la testa sul collo, con le competenze necessarie per raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge. Non votate però una legge che priva di poteri i sardi - ne abbiamo già così pochi -, che complica i percorsi sulla fiscalità di vantaggio che sono in itinere e non li coordina nei suoi obiettivi con il quadro generale. Chiedo al Consiglio di ragionare sulle cose che ho detto, che possono essere opinabilissime, ma comunque sono frutto non di un atteggiamento barricadiero, ma del ragionamento di uno che è affezionato alla sua patria e che vede una legge che non le fa del bene.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, certo questo è un dibattito impegnativo per le aspettative che ha suscitato questo tema nella società sarda e che sono cresciute a un ritmo direi addirittura impressionante, data anche la fragilità del sistema politico e la drammaticità del sistema economico della Sardegna in questo momento. E davanti a una Sardegna che si è impoverita, come attestato da tutti gli indicatori economici, davanti a una Sardegna che ha perso 70 mila posti di lavoro negli ultimi anni, è emersa, spinta dall'esterno, ma poi abilmente cavalcata dal Presidente della Regione, la possibilità di uscire da questa crisi con una parola magica, "zona franca", un argomento che ha destato aspettative ed è stato all'attenzione della politica per tanti anni, anche nei decenni passati, com'è stato ricordato.
Il tema è come uscire dalla crisi e se quello di cui discutiamo oggi ci aiuterà a uscire dalla crisi. Dietro l'espressione "zona franca" ci sono decenni di storia politica, fino all'epoca di Mario Melis, in un'Italia che è cambiata totalmente, in un'Europa che è cambiata totalmente, in un'economia che è cambiata totalmente e in cui le parole d'ordine necessitano di essere ripensate. Io sono favorevole all'autonomia delle istituzioni regionali, a un'autonomia sempre maggiore, a un'assunzione di spazi di sovranità sempre maggiori in un'articolazione di poteri che ormai ci vede in Italia e in Europa e dove la sovranità non appartiene più a un unico punto, ma è diffusa e condivisa nei diversi livelli istituzionali. Condivido l'idea di una maggiore autonomia, di una maggiore sovranità, che subito dopo porta a un'altra parola: responsabilità. Noi infatti non vogliamo autonomia per essere irresponsabili; vogliamo maggiore autonomia per essere invece maggiormente responsabili e maggiormente capaci di badare e di bastare a noi stessi, come una vita adulta ci imporrebbe.
Quello di cui discutiamo oggi sta in questo tracciato, cioè maggiore autonomia per avere maggiori responsabilità? Non mi pare! Sta invece nell'idea che si possa essere sempre bambini; bambini con maggiore autonomia e maggiori possibilità però slegate da maggiore responsabilità. La responsabilità è sempre delegata agli altri. Nei dibattiti di questi mesi, a cui ho partecipato (mi è capitato anche il privilegio di partecipare, a Lanusei, a un dibattito alla presenza del Presidente della Regione) e in cui erano presenti tutti i movimenti pro zona franca, nelle diverse articolazioni, le cose sono state dette con sufficiente chiarezza. C'è l'idea che la Sardegna possa vivere, appunto come Livigno, fuori da una pressione fiscale, il che naturalmente sarebbe d'aiuto nelle condizioni di povertà in cui versa la nostra isola, ma con gli stessi diritti e gli stessi servizi, che qualcun altro garantisce. E tutto questo articolato crolla anche laddove vi rifate a esperienze come quella di Livigno o degli altri luoghi che sono stati citati. La domanda che pongo, Assessore, è questa: ma a Livigno chi la paga la sanità? Gli abitanti di Livigno apparterranno a una qualche ASL fuori da Livigno? Io credo di sì. Ci sono pullman e treni che collegano Livigno con Como o Milano? Penso di sì. A Livigno c'è la scuola che qualcuno garantisce? Gli abitanti di Livigno possono accedere agli studi universitari che qualcuno garantisce? Penso di sì. Agli anziani di Livigno qualcuno paga la pensione? Penso di sì. Sapete perché? Perché si è pensato che la condizione di quei cittadini fosse talmente grave da determinare che quei servizi potessero essere a carico della comunità nazionale. Per questo le uniche esperienze che avete trovato riguardano Livigno o luoghi della stessa dimensione. Pensate che lo stesso tipo di trattamento possa essere chiesto per un milione e seicentocinquantamila sardi? Pensate che il Parlamento nazionale possa dire: "Ma sì, trattiamo la Sardegna come Livigno"? Io dico se ce lo concedono, se i veneti, i lombardi, i piemontesi, i toscani, i campani, i siciliani accettano una cosa del genere, perché no! Ma mi sembra una velleità, mi sembra semplicemente un bel volantino propagandistico per l'attuale campagna elettorale, come pure mi sembra totalmente disallineata dall'idea di autonomia, sovranità e responsabilità questa proposta di legge, perché qui non c'è nulla che ci parla della responsabilità, è soltanto un giochino.
E' vero il titolo III dello Statuto è stato decostituzionalizzato; il titolo III comprende gli articoli 12, 11, 10, 9 e 8. Quest'ultimo articolo ha una sua importanza, è quello che garantisce le entrate della Regione, che ha garantito 350 milioni di euro aggiuntivi per il 2007 e circa 500 milioni per il 2008, che sono serviti per finanziare politiche che sono entrate nelle case dei sardi in quanto hanno consentito l'assunzione in carico dei disabili, delle persone non autosufficienti; sono entrate nelle case dei sardi perché il fondo unico per i comuni è stato incrementato di 500 milioni di euro. Sto parlando di politiche vere, per il 2007, per il 2008 e per il 2009. Nel 2010 dovevamo p 1 miliardo e mezzo di euro in più, come pure nel 2011 e nel 2012. Dove sono finite quelle entrate? Io ricordo il dibattito in quest'Aula in cui si diceva che ci avrebbe pensato Berlusconi, poi Tremonti, poi il sottosegretario Vegas, e siccome non avete portato un solo euro a casa ora ribaltate la discussione e anziché parlare di soldi veri che finanziano politiche vere (come quelle sulle non autosufficienze gravi, che vengono studiate in Inghilterra e qualcuno sta combattendo perché diventino politiche a livello nazionale) parlate delle velleità dell'articolo 12 e di altri articoli che possano trasformare la Sardegna in Livigno! Ma io vi assicuro che non ci sarà nessuno che pagherà i pullman e i treni per noi! Non ci sarà nessuno che pagherà la scuola per i nostri figli! Non ci sarà nessuno che pagherà la nostra sanità!
E allora smettiamola di scherzare e comportiamoci seriamente, perché il tema è serio e quest'Aula è seria! Non si può rispondere ai problemi della gente con la demagogia! E i problemi della gente sono i 75 mila posti di lavoro che sono venuti a mancare rispetto a quelli che avevamo prima! Non ci sono neanche i 100 mila posti che erano stati promessi. Neanche uno! Forse qualche posto di lavoro in più ci sarebbe stato se avessimo avuto quelle entrate da spendere, ma non le abbiamo avute. Qualche posto in più ci sarebbe stato se avessimo gestito bene i soldi che avevamo da spendere, ma non l'abbiamo fatto. Qualche posto di lavoro in più ci sarebbe stato se, come le altre Regioni a statuto speciale, avessimo ridiscusso il patto di stabilità all'interno di quanto previsto dalle norme sul federalismo fiscale, che imponevano la revisione dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione. A quel tavolo noi non ci siamo mai seduti! E rispondiamo con questa demagogia! Mancano 75 mila posti di lavoro dall'inizio di questa legislatura, la povertà è aumentata e ha bisogno di risposte serie, di risposte vere. Ci sono tante risposte che avreste potuto dare e che potremmo ancora dare insieme, pratiche, semplici. Abbiamo bloccato 1 miliardo di euro di fondi FAS per la Sassari-Olbia, opera pubblica che grandemente volemmo nella passata legislatura, cosa buona, ma ci sono quasi 400 milioni di euro di ribassi d'asta, dove sono? Sono nelle casse dell'Anas. I lavori di rifacimento della SS 131 sono bloccati a Serrenti, perché non c'è stato un solo euro a disposizione per rivedere i prezzi. Ci sono tante cose che si possono fare, tante risorse che si potrebbero spendere, comprese quelle dei fondi europei bloccati alla SFIRS o quelle restituite al ministro Barca, sempre di fondi europei, che avrebbero impattato sulla qualità della vita dei sardi e sul livello di occupazione in Sardegna.
Ma noi, non potendo garantire cose concrete, abbiamo deciso di insistere sulla demagogia! E oggi siamo esattamente in quel tracciato, nello stesso tracciato di chi l'altro giorno batteva i tamburi sulla continuità territoriale: "E' decollata la continuità territoriale!". Io per poter prendere un volo la mattina mi devo alzare alle 5 e mezzo perché o prendo il volo delle 7 e 10 o non ne posso prendere altri fino a mezzogiorno. I voli aerei sono stati dimezzati; per andare a Palermo bisogna passare da Milano e spendere quattro volte tanto rispetto a prima. Lo stesso accade per andare a Napoli. Quattro volte tanto si spende anche per andare a Verona. E' così che è decollata la continuità territoriale? Nel momento storico in cui potevamo incidere sul trasporto delle nostre merci ci siamo fatti soffiare la Tirrenia. Il ministro Matteoli assicurava - ce l'avete detto da quei banchi - che ci avrebbero riconosciuto qualcos'altro: l'insularità.
E' molto facile affrontare la campagna elettorale dicendo: vi cancelliamo l'IMU, anzi vi cancelliamo tutte le tasse; vi diamo il piano casa, anzi rendiamo tutto fabbricabile sulle coste della Sardegna. Con queste due leve si possono abbindolare i cittadini, ma approfittare della credulità popolare è persino un reato e a me sembra che stiamo facendo questo in questi ultimi mesi in questa Regione.
PRESIDENTE. I lavori si concludono qui, riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Porcu.
La seduta è tolta alle ore 13 e 24.
Allegati seduta
CDXXXVII SEDUTA
MARTEDI' 29 OTTOBRE 2013
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 37.
PERU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 30 luglio 2013 (428), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Michele Cossa, Rosanna Floris, Vincenzo Floris, Efisio Planetta e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 29 ottobre 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 17 ottobre 2013, ha fatto pervenire al Consiglio l'atto con il quale l'Avvocatura generale dello Stato, in conformità a quanto approvato dal Consiglio dei Ministri in data 19 settembre 2013, ha rinunciato al ricorso proposto davanti alla Corte costituzionale per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell'articolo 22 della "Legge Statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" pubblicata nel BURAS numero 32 dell'11 luglio 2013.
Comunico inoltre che il Presidente della Regione, con nota del 15 ottobre 2013, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge regionale 2 agosto 2013, numero 19 concernente: "Norme urgenti in materia di usi civici, di pianificazione urbanistica, di beni paesaggistici e di impianti eolici".
Comunico infine che il consigliere regionale Ignazio Artizzu, con nota del 23 ottobre 2013, ha reso noto di aver rassegnato le dimissioni dal Gruppo U.D.C. in data 21 ottobre 2013 e di aver aderito, nella medesima data, al Gruppo Popolo della Libertà.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Agus - Cocco Pietro - Corda - Espa - Sabatini sulle procedure di selezione a sportello dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC), e sulla esclusione da tale procedura dei centri urbani più rilevanti della Regione". (1149)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2013.)
"Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini sui gravi ritardi nell'attuazione delle procedure di ampliamento del fondo di finanziamento dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC)". (1201)
(Risposta scritta in data 21 ottobre 2013.)
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Cocco Pietro - Cozzolino - Meloni Valerio - Sanna Gian Valerio - Soru, con richiesta di risposta scritta, sulla concreta volontà della Regione, per tramite della ASL n. 6, di consentire la riapertura del Centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini". (1225)
"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, in merito alla revoca del bando pubblico per la formazione dell'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione". (1226)
"Interrogazione Cocco Pietro - Lotto - Meloni Valerio - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta presentata dalla Saremar alla Regione per "Utilizzo risorse finanziarie contratto di servizio"". (1227)
"Interrogazione Locci - Sanna Matteo - Rodin, con richiesta di risposta scritta, sul bando della continuità territoriale aerea a tariffa unica e sulla situazione di Alitalia". (1228)
"Interrogazione Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento del Centro di prevenzione oncologica di Sassari dai locali di via Zanfarino presso i locali di S. Camillo e sui disagi a cui dovranno sottostare i pazienti interessati ai servizi dello stesso". (1229)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul finanziamento previsto dalla legge finanziaria regionale del 2012 con cui la Regione impegna 150 milioni di euro a favore della società privata GALSI, per la realizzazione di un gasdotto destinato all'importazione di gas naturale dall'Algeria all'Italia attraverso la Sardegna". (1230)
"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione della grave calamità sanitaria della febbre catarrale degli ovini (blue tongue) ricomparsa negli allevamenti sardi". (1231)
"Interrogazione Agus - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dell'"IGEA Spa" e il recupero delle sue originali funzioni". (1232)
"Interrogazione Espa - Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla convocazione della Consulta regionale delle persone con disabilità in Sardegna". (1233)
"Interrogazione Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla ricostituzione degli organi della "BIC Sardegna Spa". (1234)
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla drastica riduzione dei fondi stanziati per i bandi regionali della ricerca di base, ai sensi della legge regionale n. 7 del 2007, per l'annualità 2013". (465)
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla mancanza dei laboratori di sala e cucina nell'Istituto alberghiero Azuni di Cagliari". (466)
Annunzio di mozione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
PERU, Segretario:
"Mozione Cuccu - Diana Giampaolo - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Espa - Floris Vincenzo - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Soru - Mariani - Solinas Antonio - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Salis sulla deliberazione della Giunta regionale n. 33/54 dell'8 agosto 2013 con la quale vengono trasferite dall'Agenzia Laore all'Agenzia Agris le funzioni di autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (283)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 563/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Art. 1
Rendiconto
1. II rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012 è approvato secondo le risultanze di cui ai successivi articoli e come da tabelle A) e B), allegate alla presente legge, che riassumono rispettivamente per titoli e per strategie l'andamento della gestione dell'esercizio 2012.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Entrate di competenza
1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione di beni patrimoniali, per riscossione di crediti, per accensione di prestiti e per partite di giro, accertate in conto competenza nell'esercizio finanziario 2012, sono stabilite in euro 7.370.068.142,65 di cui:
Versate euro 6.567.700.312,30
Rimaste da riscuotere euro 756.496.639,01
Rimaste da versare euro 45.871.191,34
2. I residui attivi della gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da versare e rimaste da riscuotere, al 31 dicembre 2012, sono stabiliti in euro 802.367.830,35.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Spese di competenza
1. Le spese correnti, in conto capitale, per rimborso di prestiti e per partite di giro, impegnate nell'esercizio finanziario 2012 per la competenza propria dell'esercizio, sono stabilite in euro 7.310.174.363,84 di cui:
Pagate euro 5.151.540.081,40
Rimaste da pagare euro 2.028.899.618,82
Rimaste da impegnare euro 129.734.663,62
2. I residui passivi scaturiti dalla gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da pagare al 31 dicembre 2012, ammontano complessivamente a euro 2.158.634.282,44.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Gestione finanziaria
1. La gestione finanziaria per l'anno 2012 si chiude con un avanzo di esercizio pari a euro 567.926.984,31 che, sommato al disavanzo di euro
-1.162.529.938,00, accertato al 31 dicembre 2011, determina una riduzione del disavanzo complessivo che, a chiusura dell'esercizio finanziario 2012, ammonta a euro -594.602.953,69.
2. A tale risultato, evidenziando singolarmente la gestione di competenza e quella dei residui, si perviene nel seguente modo:
GESTIONE DELLA COMPETENZA |
|
|
Totale entrate accertate |
7.370.068.142,65 |
|
Totale spese impegnate |
7.310.174.363,84 |
|
Risultato della gestione di competenza |
|
59.893.778,81 |
|
|
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GESTIONE DEI RESIDUI |
|
|
Residui attivi |
|
|
Residui al 1° gennaio |
4.907.068.341,39 |
|
Riaccertati al 31 dicembre |
4.894.240.161,87 |
|
Minori accertamenti |
-12.828.179,52 |
|
|
|
|
Residui passivi |
|
|
Residui al 1° gennaio |
6.182.595.211,72 |
|
Riaccertati al 31 dicembre |
5.661.733.826,70 |
|
Minori accertamenti |
520.861.385,02 |
|
|
|
|
Risultato differenziale gestione dei residui |
|
508.033.205,50 |
|
|
|
Risultato di gestione (avanzo di esercizio 2012) |
|
567.926.984,31 |
|
|
|
Risultanze complessive: |
|
|
Differenza + - Gestione di competenza |
|
59.893.778,81 |
Differenza + - Gestione dei residui |
|
508.033.205,50 |
Avanzo di esercizio 2012 |
|
567.926.984,31 |
Disavanzo 2011 |
|
-1.162.529.938,00 |
Disavanzo complessivo al 31.12.2012 |
|
- 594.602.953,69 |
3. I risultati dell'esercizio finanziario 2012, esaminati dalla gestione di cassa, pervengono al seguente medesimo risultato di amministrazione:
Situazione di cassa: |
|
|
Fondo cassa al 31 dicembre 2011 |
|
112.996.932,33 |
Versamenti |
7.542.497.091,02 |
|
Pagamenti |
6.943.992.529,44 |
|
Differenza versamenti/pagamenti |
|
598.504.561,58 |
|
|
|
Fondo cassa al 31 dicembre 2012 |
|
711.501.493,91 |
Residui attivi al 31 dicembre 2012 |
4.721.811.213,50 |
|
Residui passivi al 31 dicembre 2012 |
6.027.915.661,10 |
|
Differenza tra residui attivi e passivi |
|
-1.306.104.447,60 |
Disavanzo complessivo |
|
-594.602.953,69). |
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Risultati generali della gestione patrimoniale
1. La situazione patrimoniale della Regione al 31 dicembre 2012 resta stabilita come segue:
ATTIVITÀ E PASSIVITÀ |
|
|
|
|
|
Attività finanziarie: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
5.020.065.273,72 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
5.433.312.707,41 |
|
Aumento consistenza |
|
413.247.433,69 |
|
|
|
Passività finanziarie: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
6.182.595.211,72 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
6.027.915.661,10 |
|
Diminuzione consistenza |
|
154.679.550,62 |
A) Miglioramento situazione finanziaria |
|
567.926.984,31 |
|
|
|
Crediti |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
222.201.616,90 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
253.840.824,71 |
|
Aumento consistenza |
|
31.639.207,81 |
|
|
|
Passività patrimoniali: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
4.639.435.276,24 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
4.506.205.836,52 |
|
Diminuzione consistenza |
|
133.229.439,72 |
B) Miglioramento situazione finanziaria |
|
164.868.647,53 |
|
|
|
Beni patrimoniali: |
|
|
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
1.126.852.111,35 |
|
Consistenza al 31 dicembre 2012 |
1.095.419.679,23 |
|
Diminuzione consistenza |
|
-31.432.432,12 |
|
|
|
Miglioramento situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012:
|
701.363.199,72.)
|
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Prelevamenti dal fondo di riserva per le spese impreviste
1. Ai sensi dell'articolo 23, comma 4, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), i prelievi dal Fondo per le spese impreviste e la correlativa iscrizione ai competenti capitoli di spesa, disposti nell'anno 2012 con i sotto elencati decreti dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, previa conforme deliberazione della Giunta regionale, ammontano a complessivi euro 1.425.947,38:
a) D.A. n. 114 del 30 maggio 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale 29 maggio 2012, n. 22/2 concernente:
"Trasferimento della somma di euro 200.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore dell'istituendo capitolo SC04.0423 - UPB S04.03.005 - cdr 00.01.07.02 -"Partecipazione della Colonna mobile della Protezione Civile della Regione Sardegna alle attività di soccorso nelle Regioni Emilia Romagna e Lombardia";
b) D.A. n. 336 del 23 ottobre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 42/19 del 23 ottobre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 45.947,38 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC06.0149 - UPB S06.02.001 - cdr 00.07.01.01.
Spesa per il pagamento di cartelle esattoriali Equitalia, relative a tributi e contributi non versati a carico di diversi Enti soppressi";
c) D.A. n. 337 del 23 ottobre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 42/13 del 23 ottobre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 800.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC01.0311 - UPB S01.02.006 - cdr 00.04.01.05.
Spesa per il pagamento dell'incremento del costo energetico, accresciuto per effetto dell'aumento dell'aliquota IVA e delle tariffe energetiche.";
d) D.A. n. 377 del 16 novembre 2012, emesso su conforme deliberazione della Giunta regionale n. 45/32 del 16 novembre 2012 concernente:
"Art. 23, L.R. 11/2006 - Trasferimento della somma di euro 380.000,00 dal Fondo di riserva per le spese impreviste di cui al capitolo SC08.0002 - UPB S08.01.001 - cdr 00.03.00.00 a favore del capitolo SC01.0269 - UPB S01.02.005 - cdr 00.04.01.04.
Proroga del contratto vigente del servizio di vigilanza degli uffici regionali, per il trimestre ottobre-dicembre 2012.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'allegato A.
(Il testo dell'allegato A è agli atti del Consiglio.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'allegato B.
(Il testo dell'allegato B è agli atti del Consiglio.)
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 563/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Arbau, Cocco Pietro e Soru hanno votato contro e che il consigliere Diana Giampaolo si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Diana Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Steri - Tupponi - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Arbau - Cocco Pietro - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Soru - Stocchino.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Cocco Daniele - Corda - Cozzolino - Dessì - Diana Giampaolo - Lotto - Maninchedda - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Giacomo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Zuncheddu.
Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 37
astenuti 18
maggioranza 19
favorevoli 31
contrari 6
(Il Consiglio approva).
I lavori sono sospesi, riprenderanno alle ore 12 e 30.
L'Ufficio di Presidenza è convocato alle ore 11, nei locali della Presidenza.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 44, viene ripresa alle ore 12 e 34.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge nazionale numero 22/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (P.d.L.), relatore. Signora Presidente, colleghi, comunque la si voglia vedere questa seduta del parlamento dei sardi è una tappa importante e storica. Più volte negli ultimi decenni la questione del regime fiscale e doganale della Sardegna e la questione zona franca sono state dibattute in quest'Aula e hanno portato all'approvazione di importanti testi legislativi, tutti fino a oggi, a dire il vero, inattuati. A loro volta queste leggi, approvate dal Consiglio regionale, costituivano l'elaborazione di intuizioni e proposte anche di molti decenni antecedenti. Quella che a molti sembra un'utopia o, peggio, una trovata elettorale è invece una sfida politica antica e alta, che oggi la Regione o centinaia di amministrazioni comunali e moltissimi cittadini sardi hanno lanciato all'Unione europea e allo Stato, da un lato per la modifica dell'articolo del Codice doganale comunitario finalizzata all'inserimento della Sardegna tra i territori extradoganali per poter beneficiare di agevolazioni di natura doganale e al consumo, dall'altro con la modifica profonda del Titolo III dello Statuto regionale, e cioè la presente legge che definisce la Sardegna zona franca integrale.
La prima Commissione ha preso in esame la proposta di legge nazionale numero 22 dalla seduta del 16 luglio 2013. Nella seduta del 4 settembre 2013 ha trasmesso un primo testo al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 9 della legge regionale numero 1 del 2005. Nella seduta del 17 settembre 2013 la Commissione ha sentito in audizione i rappresentanti del Coordinamento regionale dei comitati cittadini pro zona franca; nella seduta del 10 ottobre 2013, a maggioranza, ha approvato alcune modifiche al testo già trasmesso al Consiglio delle autonomie locali e, di conseguenza, ha provveduto a richiedere un ulteriore parere al medesimo organo di raccordo degli enti locali. Infine, nella seduta del 24 ottobre 2013, prendendo atto del parere del Consiglio delle autonomie locali, la Commissione ha dunque licenziato, a maggioranza, il testo per l'Aula.
La "22" è una proposta di legge nazionale che introduce alcune modifiche alle disposizioni del Titolo III (finanze, demanio e patrimonio) dello Statuto speciale sardo secondo le quali, secondo quanto disposto dall'articolo 54, sesto comma dello Statuto medesimo, "possono essere modificate con leggi ordinarie della Repubblica su proposta del Governo o della Regione, in ogni caso sentita la Regione". Sia il testo dei proponenti che il testo della Commissione presentano alcuni aspetti che, rispetto all'attuale quadro giuridico comunitario e nazionale che regola la materia doganale e delle zone franche, apportano elementi fortemente innovativi. Essi riflettono l'intenzione di avviare un confronto con il Parlamento e con le istituzioni comunitarie improntato alla realizzazione di una disciplina pienamente rispondente alle esigenze nascenti dalla condizione insulare della nostra regione per colmare il divario con il resto del territorio nazionale che, nel corso del tempo, anche a causa dell'attuale crisi economica, è divenuto sempre più insostenibile, e al fine di creare prospettive economiche che assicurino un benessere diffuso alla Sardegna.
Rispetto al testo dei proponenti, il testo della Commissione presenta un carattere più sintetico. Il testo iniziale, infatti, era composto da 11 articoli e prevedeva, oltre all'istituzione della zona franca e all'esclusione del territorio della Regione dalla linea doganale dello Stato, una specifica disciplina sulla materia doganale, sul regime di zona franca e su altri aspetti ricadenti nell'ambito delle agevolazioni fiscali per le imprese e degli sgravi sui profitti. La proposta iniziale, inoltre, interveniva sul regime delle entrate e sulle modalità di riscossione, sulla tipologia di imprese e di prodotti soggetti a esenzioni e sulle funzioni normative e amministrative della Regione, anche in riferimento ai rapporti con lo Stato e con l'Unione europea, necessarie ad assicurare l'attuazione degli istituti disciplinati.
Data la natura della proposta, che costituisce una modifica dello Statuto speciale, durante il confronto in Commissione è stata condivisa la proposta di limitare il contenuto del testo enucleando dalle sue disposizioni i principi fondamentali e demandando l'attuazione degli stessi a fonti normative successive.
La Commissione, aprendo alle istanze provenienti dalla società civile su un tema fortemente sentito sia a livello sociale che istituzionale, ha inoltre condiviso e accolto alcune proposte relative alla modifica dell'articolo 12 dello Statuto, formulate in sede di audizione dai rappresentanti del Coordinamento regionale dei comitati cittadini pro zona franca, in linea di principio già presenti nell'articolo 1 del testo dei proponenti e fatte proprie dalla Commissione con un emendamento condiviso a larga maggioranza.
Il testo licenziato per l'Aula si compone di tre articoli e prevede la costituzione in zona franca dell'intero territorio della Regione, la sua posizione al di fuori della linea doganale e l'applicazione delle leggi fiscali statali e comunitarie vigenti per altri territori extradoganali. Prevede che la Regione possa disporre esenzioni e agevolazioni fiscali per le imprese e sgravi di imposte limitatamente alle quote dei tributi ad essa riconosciute dallo Statuto. Inoltre prevede, in una prospettiva di maggiore autonomia, la possibilità per la Regione di definire il proprio regime delle entrate fiscali anche al fine di superare l'attuale disciplina.
E' una proposta che viene da lontano, da prima dello Statuto stesso. E' la battaglia condotta vittoriosamente da altre isole del Mediterraneo, la cui esperienza dimostra come gli incentivi fiscali siano un'arma potentissima di sviluppo economico regionale, come ha dimostrato, ad esempio, l'Irlanda, che con la fiscalità di vantaggio ha portato il PIL pro capite a vette per noi inimmaginabili. Dunque, pur avendo la Regione sarda dato seguito agli impegni sulla delimitazione dei punti franchi, non esistono obiettivi intermedi né trattative al ribasso, l'unico traguardo è quello della zona franca della Sardegna.
Io spero che questa legge venga approvata oggi dal Consiglio regionale, poi sarà compito dei parlamentari sardi fare le barricate a Roma per farla approvare dal Parlamento in tempi rapidi. Sul tetto di Montecitorio si può e si deve salire se si conduce una battaglia importante. Spero lo si faccia per la zona franca e non per le baggianate sulle quali si è finto di intraprendere battaglie politiche insulse quanto i loro protagonisti. Da sardo mi auguro che prevalga in noi e in quest'Aula quello spirito costruttivo e unitario che ha guidato gli onorevoli colleghi della prima Commissione nella prima fase dell'esame di questa proposta di legge. Auspico che per una volta - e se non ora, quando? - sia bandita la dialettica propagandistica, siano bandite le strumentalizzazioni e le accuse reciproche. Tutto può sembrare velleitario se gli occhi con i quali si osserva sono diffidenti e disamorati. Tutto può apparire strumentale se chi valuta è animato da preconcetto.
Illustri personaggi hanno discettato sull'utilità e sulla realizzabilità della zona franca integrale in Sardegna, dicono che potrebbe non funzionare. Io so solo che Livigno è il comune più ricco d'Italia ed era una landa desolata a 3 mila metri di quota. Forse questa legge non cambierà immediatamente le sorti della Sardegna, ma il suo contenuto rivoluzionario ha il potere di cambiarle. Questa legge ci serve, dovrebbe essere votata all'unanimità dal Consiglio regionale.
Da italiano, innamorato della mia patria, rifiuto ogni pulsione indipendentista e separatista, ma coltivo invece ogni ambizione autonomistica e nazionalitaria per la Sardegna che la mia doppia nazionalità, sarda e italiana, mi suggerisce e mi impone. Penso che avesse ragione Tolkien quando scriveva: "Non bisogna amare la spada, né la freccia, né il guerriero, non bisogna amare gli strumenti, bisogna amare ciò che con quegli strumenti si difende: la città degli uomini".
Io amo la Sardegna e la voglio zona franca integrale. Questo, insieme ad altro, vorrei lasciare ai miei figli nella speranza che vivano da cittadini del mondo nella terra più bella del mondo resa più accogliente, florida e vivibile dagli uomini di oggi. Il nostro dovere è questo e io, nel mio piccolo, lo onorerò fino in fondo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la proposta di legge nazionale numero 22, di cui è primo firmatario il collega Giacomo Sanna, per quanto ci riguarda ha una valenza straordinaria. E' una proposta di legge di rango costituzionale, non è un caso infatti che modifichi sensibilmente gli articoli 10 e 12 dello Statuto autonomistico della Sardegna. Siamo in presenza, quindi, di una proposta di legge, lo ripeto, di valenza straordinaria. Credo che il Consiglio nelle prossime ore e nei prossimi giorni sarà impegnato in una discussione unica, direi anche storica. Certamente in questa legislatura è la proposta di legge, dal mio modestissimo punto di vista, più importante per le cose che ho appena detto. La stessa relazione che ha testé illustrato il Presidente della Commissione è testimonianza di quanto sto dicendo.
Presidente, siamo di fronte alla possibilità di apportare agli articoli 10 e 12 dello Statuto delle modifiche che rivoluzionano i principi che finora hanno regolato i rapporti tra lo Stato e la Regione. La proposta di legge interviene sui principi ma, rispetto anche a quanto ci ha illustrato poc'anzi il collega Artizzu, dopo aver modificato i principi - altrimenti non sarebbe possibile - modificherà sensibilmente anche la stessa politica impositiva, che oggi ha una valenza nazionale. Siamo di fronte, pertanto, lo ripeto, mi scuso per il tedio, a un'occasione davvero straordinaria, davvero storica, perché quest'Aula sarà impegnata nelle prossime ore a elaborare una modifica di rango costituzionale che poi vedrà impegnato il Parlamento nella doppia lettura al fine di poterla recepire.
Detto questo, Presidente, il Gruppo P.D. ritiene che una discussione come questa, per l'importanza che ha per il presente e per il futuro (ci stiamo assumendo una grande responsabilità, lo dico fin d'ora, e noi intendiamo assumercela fino in fondo), non possa nella maniera più assoluta non vedere la presenza del Presidente della Regione. Non siamo nella fattispecie che ha richiamato con preoccupazione il presidente Artizzu. Noi vogliamo dare un contributo importante, come si addice a un grande partito come quello che ho l'onore di rappresentare in questo Consiglio regionale, riteniamo comunque che una discussione come questa non possa svolgersi in assenza del Presidente della Regione. Credo che sia anche una questione di dignità di questo Consiglio e la dignità la si rappresenta con la presenza del Presidente e di tutti gli ottanta consiglieri. Noi siamo qui per assumerci tutte le nostre responsabilità, ma vogliamo iniziare la discussione alla presenza del Presidente della Regione.
PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Diana chiede all'Aula di sospendere la discussione sulla legge in esame per verificare la possibilità che il Presidente della Regione partecipi al dibattito. Possono intervenire un oratore a favore e uno contro, dopodiché l'Aula deciderà con il voto.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Così posta la questione non può essere, dal nostro punto di vista, accolta. Il presidente Cappellacci ha già riferito a quest'Aula sull'argomento, la posizione del Presidente e della Giunta è chiara, è il frutto e la sintesi di incontri tenutisi nel territorio e soprattutto è la risultante delle iniziative delle delibere dei sindaci che in quantità davvero incredibile hanno raggiunto Villa Devoto chiedendo di andare avanti su un percorso rispetto al quale non si può tornare indietro.
Sono d'accordo con il collega Diana che si tratta di un'occasione storica e proprio per questa ragione noi possiamo e dobbiamo andare avanti. Il presidente Cappellacci oggi è a Roma perché deve sottoscrivere l'atto per le bonifiche di La Maddalena, cosa di non poco conto, ciò non di meno è rappresentata qui, con gli Assessori presenti, la Giunta, c'è la maggioranza, ma io dico andiamo oltre gli schieramenti su argomenti di questa valenza e di questa portata, perché davvero non possiamo dividerci soprattutto per il confronto che ci aspetta ancora in sede nazionale ed europea.
Quindi, discutiamo sul merito, confrontiamoci sul merito, ma non vanifichiamo il frutto del lavoro che i movimenti hanno fatto in questi mesi come risultante di una battaglia che oggi approda qui e che vorremmo davvero fosse una battaglia di tutti i sardi per la Sardegna e non per una parte politica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Proprio perché è nostra intenzione confrontarci sul merito, come auspicava l'onorevole Pittalis, vorremmo che a queste modifiche dello Statuto, ancorché decostituzionalizzate, e che quindi non comportano la doppia lettura in Parlamento, e che comunque se approvate dal Parlamento sarebbero di portata epocale per la nostra Regione, si desse la solennità che meritano. Affinché questa norma sia assunta con solennità, con consapevolezza, penso sia utile che al dibattito partecipi il Presidente, non perché noi riponiamo fiducia in lui, non l'abbiamo mai riposta e non la riporremo oggi a distanza di cinque anni, ci mancherebbe altro, ma perché a Roma ci va lui e fino a febbraio continuerà ad andarci lui per negoziare questi aspetti con il Governo, per rappresentare la Regione. Penso che chi porta anche all'esterno la bandiera in maniera propagandistica proprio per fugare quei dubbi e per bandire quella dialettica propagandistica, come auspicava l'onorevole Artizzu, sia utile che tutti quanti ci cimentiamo in quest'Aula su questo argomento e non sulle pagine dei giornali. Ecco perché penso che per dare a questa discussione la solennità che merita sia necessaria la presenza del Presidente della Regione. Non è una leggina ordinaria quella che stiamo facendo; stiamo facendo una proposta al Parlamento e al Governo per la modifica del nostro Statuto, lo Statuto di autonomia dei sardi. Quindi non c'è una tattica dilatoria da parte del nostro Gruppo, ma un atteggiamento di disponibilità a confrontarsi sul merito con tutti gli attori, perché è un attore importante il Consiglio, ma è un attore altrettanto importante il Presidente della Regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta del consigliere Giampaolo Diana.
Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Pittalis)
Verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Campus, Cugusi, Espa, Manca, Oppi, Rassu, Sabatini, Soru e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 67 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda Alessandra - Zuncheddu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.
PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento del primo iscritto a parlare, il quale ha a disposizione venti minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Signora Presidente, colleghi, forse è il caso di precisare con esattezza di che cosa parliamo oggi. Certamente non parleremo della congruità delle tasse italiane rispetto al sistema economico della Sardegna, con certezza non parleremo di quale sistema di tassazione sarebbe opportuno in Sardegna e di come differenziarlo per settori e per circostanze. Oggi il tema è un altro: chi ha il potere di decidere le tasse in Sardegna. Questo è il tema. Poi non possiamo ignorare di essere in fase preelettorale e nelle fasi preelettorali - perché nasconderlo? - si è spesso anche in fasi populistiche, durante le quali, gli storici ce l'hanno insegnato, spesso i politici cercano di sottrarsi al loro dovere di cambiare in profondità la realtà e si limitano a enunciare il cambiamento, sperando che non si realizzi.
Allora la prima domanda che dobbiamo porci, a mio avviso, è questa: vogliamo tradire anche oggi, colleghi, il nostro compito? Cioè anche oggi ci presentiamo privi di autorevolezza, di coraggio, di prestigio, per cui ci sentiamo di dover dire soltanto un "sì" e neanche un timido "ma"? Ho avvertito entusiasmo nell'introduzione del Presidente della Commissione. Io non voglio offendere nessuno, per cui cercherò di usare i toni più neutri. La legge che oggi noi abbiamo in discussione, onorevole Artizzu, non è scritta bene; gli articoli che la compongono non sono coordinati tra di loro, non sono coordinati con recenti iniziative della Giunta, non ultima quella del 22 ottobre scorso. Ma la cosa peggiore, per me, è il fatto che questo testo di legge non raggiunge gli obiettivi che tutti vorremmo raggiungere, anzi li complica. Io non registro un miglioramento rispetto al testo del proponente. Il testo del proponente proviene da una legge proposta dalla Giunta Melis del 1987; il testo esitato dalla Commissione è un'altra cosa, è uno stravolgimento di quella legge, che benché impostata venticinque anni fa aveva degli elementi su cui ragionare e dai quali partire, ma il testo della Commissione, ripeto, è un'altra cosa.
Domando: perché un testo non scritto bene, che rischia di non raggiungere gli obiettivi per i quali noi siamo qui oggi con gli intenti di cui parlava Giampaolo Diana prima, è arrivato in Aula? Ipotizzo delle risposte: per paura, per debolezza, per errato calcolo elettorale? Perché un testo di questo tipo è arrivato in Aula? Non so rispondermi, però questa è la domanda che io, che conto solo per uno in questo Consiglio, pongo a chi ha i numeri per fare ciò che è giusto fare.
La legge va emendata in profondità e cerco di spiegarne il perché. Primo punto, onorevole Artizzu, mi rivolgo a lei come relatore: bisogna evitare confusioni. Nell'articolo 1 del testo in discussione, quello che modifica l'articolo 12 dello Statuto, da un lato si colloca la Sardegna fuori dalla linea doganale, dall'altro la si definisce zona franca interclusa dal mare. Agli atti della Giunta regionale c'è l'unico atto ufficiale proveniente da Bruxelles, la famosa lettera del commissario Zenker, che chiarisce con molta nettezza, onorevole Artizzu, che l'articolo 155 del Regolamento CE numero 450 del 2008 chiama zone franche le zone che stanno all'interno della linea doganale non all'esterno, al punto che Zenker vi ha anche ricordato che Livigno e Campione d'Italia non sono zone franche, non possono essere chiamate zone franche. Noi sardi scriviamo una legge in cui dichiariamo la Sardegna zona franca, utilizzando una locuzione riservata, nella legislazione, a zone con una disciplina particolare che stanno all'interno della linea doganale, e poi la collochiamo fuori dalla linea doganale. Perché lo facciamo? Perché ci esponiamo facilmente a un'obiezione quasi tecnica? Io non riesco a capirlo, spiegatemelo voi! Lo scopo è quello di ottenere una vera potestà tributaria, come compete a uno Stato indipendente? Questo è uno scopo per me vitale, a cui voglio dedicare molto del tempo che mi rimane, ma è questo lo scopo?
Perché dunque è stato scritto il secondo comma dell'articolo 1 che modifica l'articolo 12 dello Statuto, laddove si scrive che la Sardegna, dichiarata zona franca, viene disciplinata dalle leggi dello Stato e dell'Unione europea che regolano i territori di Livigno, Campione d'Italia e Ponte Tresa? Io non so se abbiamo la coscienza di che cosa significhi affermare questo. La conseguenza è che dopo secoli nei quali noi sardi abbiamo contestato prima i Savoia, poi la Repubblica italiana, per aver imposto alla Sardegna tasse non adeguate al suo sistema economico, noi scriviamo una legge in cui diciamo allo Stato di negoziare il nostro regime fiscale con Livigno, con Ponte Tresa e con la Valle d'Aosta, e dopo, automaticamente, senza che noi possiamo parteciparvi, perché non è previsto un sistema pattizio per la nostra zona franca, diciamo che decide lo Stato su Livigno e in automatico quelle norme si applicano alla Sardegna. Ma perché scriviamo queste cose? Si ha l'idea dei poteri che stiamo perdendo, non guadagnando, con questo secondo comma?
Si dice: "Io vorrei lo status di Livigno, perché comunque mi porta ad essere più ricco". Ma stiamo parlando di quantità o del potere di decidere le tasse? Un Parlamento si riunisce non per stabilire un'aliquota del 30, 20 o 15 per cento, ma per affermare: "Le tasse le decidiamo noi!". Cioè non si riunisce per dire: "Decidete le tasse per noi discutendo su Livigno e poi ce le riversate"! Siete sicuri di quello che state decidendo di fare? Voi vi siete dimenticati che nel diciannovesimo secolo la Sardegna dopo che le fu concessa la fusione perfetta pianse perché vide ribaltare su di sé il sistema fiscale del Piemonte ma non ebbe lo strumento per calibrare quella pressione fiscale sulle sue reali forze economiche. Vi siete dimenticati di tutto questo? Io vi chiedo umilmente di fare memoria.
Si può dire: "Però noi abbiamo rimediato con l'ultimo articolo della legge in discussione, quello che dice che per tutte le funzioni previste per la Regione sarda in questa legge si procede con leggi regionali". Ma siccome abbiamo scritto nel secondo comma che la zona franca la disciplina interamente lo Stato italiano su Livigno, con l'ultimo articolo non ci salviamo. Pensateci!
Veniamo all'articolo 1 bis. Qualche collega che ha avuto la pazienza di sopportarmi in prima e in terza Commissione sa quanto ci siamo insieme impegnati sulla fiscalità di vantaggio. L'articolo 1 bis modifica l'articolo 10, disciplina la fiscalità di vantaggio in Sardegna e ambisce a incardinare sulla Sardegnna una potestà tributaria sovrana, perché dice che la Sardegna può imporre tributi anche in sostituzione di quelli dello Stato, a proposito del coordinamento di cui dicevo all'onorevole Artizzu in principio.
Quindi noi diciamo, nell'articolo 1 che modifica l'articolo 12: lo Stato proceda a disciplinare come meglio crede la zona franca della Sardegna; nella modifica dell'articolo 10 diciamo: la Sardegna impone i tributi in sostituzione dello Stato. Da una parte il massimo della subordinazione, dall'altra un'espressione di sovranità fiscale che non è coordinata con l'espressione precedente. Per di più questo avviene in un quadro in cui lo Stato amministra la zona franca della Sardegna e inoltre continua a essere colui che riscuote i tributi. Non dimentichiamocelo questo. Abbiamo detto per anni che il primo passo per la sovranità tributaria era quello di riscuotere noi i tributi (abbiamo in tal senso la proposta del Fiocco Verde presentata in Commissione), mentre oggi diciamo che possiamo anche imporre tributi sostitutivi a quelli dello Stato, però lasciamo allo Stato l'intera disciplina della nostra zona franca regionale e la riscossione dei tributi. Ma a chi è rivolto questo messaggio così contraddittorio? Lo chiedo all'onorevole Pittalis, Presidente della prima Commissione, che però non vedo adesso in aula. A chi è rivolto un messaggio così contraddittorio, al Governo? Possiamo pensare che il Governo italiano che si sente dire dalla Regione autonoma della Sardegna, che è la patria di quello che fu l'autonomismo e oggi è certamente la regione più attraversata da suggestioni e programmi indipendentisti: "Regolatevi su Livigno e poi fate come volete", si intimorisca perché al secondo comma di questa legge noi mettiamo il petto in fuori? A chi è rivolto questo comma? E' rivolto al Governo, che non si impaurirà, oppure all'ingenuità dei sardi? A chi è rivolto un messaggio così contraddittorio?
Ci sono altri aspetti che vorrei sottoporre all'attenzione della Giunta. Assessore della programmazione, le chiedo solo due secondi. Con il disegno di legge in discussione si modifica l'articolo 10 dello Statuto. Voi avete emanato una delibera - io sono tra quelli che si rovinano gli occhi nel leggere le vostre deliberazioni -, la numero 43/1 del 2013, che recita: "Modifica dell'articolo 10 della legge costituzionale numero 3 del 1948. Presa d'atto". Io immagino, Assessore, che si tratti delle interlocuzioni in atto con il Governo nazionale sull'Irap, penso sia questo, e posto che si sta lavorando affinché la legge di stabilità consenta la politica votata da questo Consiglio sull'Irap, evidentemente state ragionando sulla modifica dell'articolo 10. Ma come si coordina l'attività vostra sull'Irap con l'articolo 1 bis, che propone un emendamento sostitutivo totale dell'articolo 10? Che succede se noi approviamo tutto questo? Cade l'Irap? Non gli sembrerebbe vero al presidente Letta di poter dire che l'articolo 15 non c'è più, l'Irap non la introiettiamo, in base alla norma della legge di stabilità approvata dal Consiglio regionale, e buona notte al secchio!
Io conto per uno, però la zona franca la voglio fare davvero, non la voglio solo enunciare in maniera tale da non realizzarla mai! Ricordando che la politica, onorevole Artizzu, è una tragedia, e se la si gira in commedia fa ridere, vorrei chiedere a chi ha i numeri non di non procedere, ma di riscrivere integralmente l'articolato di questa legge, con la testa sul collo, con le competenze necessarie per raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge. Non votate però una legge che priva di poteri i sardi - ne abbiamo già così pochi -, che complica i percorsi sulla fiscalità di vantaggio che sono in itinere e non li coordina nei suoi obiettivi con il quadro generale. Chiedo al Consiglio di ragionare sulle cose che ho detto, che possono essere opinabilissime, ma comunque sono frutto non di un atteggiamento barricadiero, ma del ragionamento di uno che è affezionato alla sua patria e che vede una legge che non le fa del bene.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, certo questo è un dibattito impegnativo per le aspettative che ha suscitato questo tema nella società sarda e che sono cresciute a un ritmo direi addirittura impressionante, data anche la fragilità del sistema politico e la drammaticità del sistema economico della Sardegna in questo momento. E davanti a una Sardegna che si è impoverita, come attestato da tutti gli indicatori economici, davanti a una Sardegna che ha perso 70 mila posti di lavoro negli ultimi anni, è emersa, spinta dall'esterno, ma poi abilmente cavalcata dal Presidente della Regione, la possibilità di uscire da questa crisi con una parola magica, "zona franca", un argomento che ha destato aspettative ed è stato all'attenzione della politica per tanti anni, anche nei decenni passati, com'è stato ricordato.
Il tema è come uscire dalla crisi e se quello di cui discutiamo oggi ci aiuterà a uscire dalla crisi. Dietro l'espressione "zona franca" ci sono decenni di storia politica, fino all'epoca di Mario Melis, in un'Italia che è cambiata totalmente, in un'Europa che è cambiata totalmente, in un'economia che è cambiata totalmente e in cui le parole d'ordine necessitano di essere ripensate. Io sono favorevole all'autonomia delle istituzioni regionali, a un'autonomia sempre maggiore, a un'assunzione di spazi di sovranità sempre maggiori in un'articolazione di poteri che ormai ci vede in Italia e in Europa e dove la sovranità non appartiene più a un unico punto, ma è diffusa e condivisa nei diversi livelli istituzionali. Condivido l'idea di una maggiore autonomia, di una maggiore sovranità, che subito dopo porta a un'altra parola: responsabilità. Noi infatti non vogliamo autonomia per essere irresponsabili; vogliamo maggiore autonomia per essere invece maggiormente responsabili e maggiormente capaci di badare e di bastare a noi stessi, come una vita adulta ci imporrebbe.
Quello di cui discutiamo oggi sta in questo tracciato, cioè maggiore autonomia per avere maggiori responsabilità? Non mi pare! Sta invece nell'idea che si possa essere sempre bambini; bambini con maggiore autonomia e maggiori possibilità però slegate da maggiore responsabilità. La responsabilità è sempre delegata agli altri. Nei dibattiti di questi mesi, a cui ho partecipato (mi è capitato anche il privilegio di partecipare, a Lanusei, a un dibattito alla presenza del Presidente della Regione) e in cui erano presenti tutti i movimenti pro zona franca, nelle diverse articolazioni, le cose sono state dette con sufficiente chiarezza. C'è l'idea che la Sardegna possa vivere, appunto come Livigno, fuori da una pressione fiscale, il che naturalmente sarebbe d'aiuto nelle condizioni di povertà in cui versa la nostra isola, ma con gli stessi diritti e gli stessi servizi, che qualcun altro garantisce. E tutto questo articolato crolla anche laddove vi rifate a esperienze come quella di Livigno o degli altri luoghi che sono stati citati. La domanda che pongo, Assessore, è questa: ma a Livigno chi la paga la sanità? Gli abitanti di Livigno apparterranno a una qualche ASL fuori da Livigno? Io credo di sì. Ci sono pullman e treni che collegano Livigno con Como o Milano? Penso di sì. A Livigno c'è la scuola che qualcuno garantisce? Gli abitanti di Livigno possono accedere agli studi universitari che qualcuno garantisce? Penso di sì. Agli anziani di Livigno qualcuno paga la pensione? Penso di sì. Sapete perché? Perché si è pensato che la condizione di quei cittadini fosse talmente grave da determinare che quei servizi potessero essere a carico della comunità nazionale. Per questo le uniche esperienze che avete trovato riguardano Livigno o luoghi della stessa dimensione. Pensate che lo stesso tipo di trattamento possa essere chiesto per un milione e seicentocinquantamila sardi? Pensate che il Parlamento nazionale possa dire: "Ma sì, trattiamo la Sardegna come Livigno"? Io dico se ce lo concedono, se i veneti, i lombardi, i piemontesi, i toscani, i campani, i siciliani accettano una cosa del genere, perché no! Ma mi sembra una velleità, mi sembra semplicemente un bel volantino propagandistico per l'attuale campagna elettorale, come pure mi sembra totalmente disallineata dall'idea di autonomia, sovranità e responsabilità questa proposta di legge, perché qui non c'è nulla che ci parla della responsabilità, è soltanto un giochino.
E' vero il titolo III dello Statuto è stato decostituzionalizzato; il titolo III comprende gli articoli 12, 11, 10, 9 e 8. Quest'ultimo articolo ha una sua importanza, è quello che garantisce le entrate della Regione, che ha garantito 350 milioni di euro aggiuntivi per il 2007 e circa 500 milioni per il 2008, che sono serviti per finanziare politiche che sono entrate nelle case dei sardi in quanto hanno consentito l'assunzione in carico dei disabili, delle persone non autosufficienti; sono entrate nelle case dei sardi perché il fondo unico per i comuni è stato incrementato di 500 milioni di euro. Sto parlando di politiche vere, per il 2007, per il 2008 e per il 2009. Nel 2010 dovevamo p 1 miliardo e mezzo di euro in più, come pure nel 2011 e nel 2012. Dove sono finite quelle entrate? Io ricordo il dibattito in quest'Aula in cui si diceva che ci avrebbe pensato Berlusconi, poi Tremonti, poi il sottosegretario Vegas, e siccome non avete portato un solo euro a casa ora ribaltate la discussione e anziché parlare di soldi veri che finanziano politiche vere (come quelle sulle non autosufficienze gravi, che vengono studiate in Inghilterra e qualcuno sta combattendo perché diventino politiche a livello nazionale) parlate delle velleità dell'articolo 12 e di altri articoli che possano trasformare la Sardegna in Livigno! Ma io vi assicuro che non ci sarà nessuno che pagherà i pullman e i treni per noi! Non ci sarà nessuno che pagherà la scuola per i nostri figli! Non ci sarà nessuno che pagherà la nostra sanità!
E allora smettiamola di scherzare e comportiamoci seriamente, perché il tema è serio e quest'Aula è seria! Non si può rispondere ai problemi della gente con la demagogia! E i problemi della gente sono i 75 mila posti di lavoro che sono venuti a mancare rispetto a quelli che avevamo prima! Non ci sono neanche i 100 mila posti che erano stati promessi. Neanche uno! Forse qualche posto di lavoro in più ci sarebbe stato se avessimo avuto quelle entrate da spendere, ma non le abbiamo avute. Qualche posto in più ci sarebbe stato se avessimo gestito bene i soldi che avevamo da spendere, ma non l'abbiamo fatto. Qualche posto di lavoro in più ci sarebbe stato se, come le altre Regioni a statuto speciale, avessimo ridiscusso il patto di stabilità all'interno di quanto previsto dalle norme sul federalismo fiscale, che imponevano la revisione dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione. A quel tavolo noi non ci siamo mai seduti! E rispondiamo con questa demagogia! Mancano 75 mila posti di lavoro dall'inizio di questa legislatura, la povertà è aumentata e ha bisogno di risposte serie, di risposte vere. Ci sono tante risposte che avreste potuto dare e che potremmo ancora dare insieme, pratiche, semplici. Abbiamo bloccato 1 miliardo di euro di fondi FAS per la Sassari-Olbia, opera pubblica che grandemente volemmo nella passata legislatura, cosa buona, ma ci sono quasi 400 milioni di euro di ribassi d'asta, dove sono? Sono nelle casse dell'Anas. I lavori di rifacimento della SS 131 sono bloccati a Serrenti, perché non c'è stato un solo euro a disposizione per rivedere i prezzi. Ci sono tante cose che si possono fare, tante risorse che si potrebbero spendere, comprese quelle dei fondi europei bloccati alla SFIRS o quelle restituite al ministro Barca, sempre di fondi europei, che avrebbero impattato sulla qualità della vita dei sardi e sul livello di occupazione in Sardegna.
Ma noi, non potendo garantire cose concrete, abbiamo deciso di insistere sulla demagogia! E oggi siamo esattamente in quel tracciato, nello stesso tracciato di chi l'altro giorno batteva i tamburi sulla continuità territoriale: "E' decollata la continuità territoriale!". Io per poter prendere un volo la mattina mi devo alzare alle 5 e mezzo perché o prendo il volo delle 7 e 10 o non ne posso prendere altri fino a mezzogiorno. I voli aerei sono stati dimezzati; per andare a Palermo bisogna passare da Milano e spendere quattro volte tanto rispetto a prima. Lo stesso accade per andare a Napoli. Quattro volte tanto si spende anche per andare a Verona. E' così che è decollata la continuità territoriale? Nel momento storico in cui potevamo incidere sul trasporto delle nostre merci ci siamo fatti soffiare la Tirrenia. Il ministro Matteoli assicurava - ce l'avete detto da quei banchi - che ci avrebbero riconosciuto qualcos'altro: l'insularità.
E' molto facile affrontare la campagna elettorale dicendo: vi cancelliamo l'IMU, anzi vi cancelliamo tutte le tasse; vi diamo il piano casa, anzi rendiamo tutto fabbricabile sulle coste della Sardegna. Con queste due leve si possono abbindolare i cittadini, ma approfittare della credulità popolare è persino un reato e a me sembra che stiamo facendo questo in questi ultimi mesi in questa Regione.
PRESIDENTE. I lavori si concludono qui, riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Porcu.
La seduta è tolta alle ore 13 e 24.