Seduta n.235 del 21/06/2017 

CCXXXV Seduta

Mercoledì 21 giugno 2017

Presidenza del Presidente GIANFRANCO GANAU

La seduta è aperta alle ore 11 e 11.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 aprile 2017 (231), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giuseppino Pinna e Paolo Truzzu hanno chiesto congedo per la seduta del 21 giugno 2017.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Domenico Gallus ha dichiarato con nota del 16 giugno 2017 di avere aderito al Gruppo consiliare Partito Sardo d'Azione - La Base.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge: numero 431 e 432

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 1146, 1147, 1148, 1149, 1150, 1151, 1152, 1153, 1154.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria. E' stata presentata l'interpellanza numero 305.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 322, 323, 324.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SDP). Sull'ordine dei lavori. Intervengo perché abbiamo notizia che i disoccupati e gli operai di Ottana sono in presidio permanente nel sito industriale, intervengo per chiedere conto rispetto a una mozione approvata all'unanimità in data 21 aprile 2017, approvata all'unanimità da questo Consiglio che impegnava la Giunta regionale, il Presidente e l'Assessore dell'industria affinché si potesse aprire immediatamente un tavolo tecnico col ministero e col MISE in particolare per avere contezza, certezza e risposta su quella che era la situazione drammatica di quel sito. Sino ad oggi non si ha nessuna notizia, sappiamo che da ieri c'è un presidio permanente nel sito industriale e vorrei chiedere quindi che l'unico Assessore presente, l'assessore Erriu riferisca al Presidente e all'Assessore dell'industria affinché a queste persone possa essere data risposta rispetto a quello che noi avevamo chiesto con quella mozione. Ripeto, è una mozione approvata all'unanimità dove si rappresentava la drammatica situazione del sito industriale di Ottana e del Centro Sardegna.

PRESIDENTE. Sarà compito dell'assessore Erriu riportare questa richiesta al Presidente e all'Assessore competente.

Discussione generale del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1985, alla legge regionale n. 45 del 1989, alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n. 22 del 1984, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 24 del 2016". (408/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 408/A.

Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Col disegno di legge numero 408 presentato dalla Giunta regionale si pone mano a una situazione che riguarda un po' tutti i settori legislativi dell'amministrazione regionale, ma in modo particolare con questo disegno di legge si pone mano all'adeguamento, all'aggiornamento di ben sette leggi regionali che trattano l'argomento di edilizia e di urbanistica. Alcune di queste come quella della legge regionale numero 23 dell'85 risale esattamente a 32 anni fa, quindi l'esigenza di andare ad adeguare e a sburocratizzare alcune norme regionali credo che fosse una cosa non più rinviabile. La quarta Commissione nella seduta del 5 aprile del 2017 ha iniziato la discussione di questo disegno di legge con l'audizione dell'Assessore regionale dell'urbanistica, successivamente ha udito le parti sociali, i portatori di interessi legittimi, dai sindacati alle associazioni di categoria, le libere professioni, le associazioni ambientaliste e quant'altro. La Commissione tra l'altro ha recepito anche alcune osservazioni fatte da queste associazioni nella fase di audizione come per esempio l'allargamento dell'Osservatorio regionale per l'urbanistica e l'edilizia, altre non sono state recepite per varie motivazioni che poi magari nell'ambito della discussione verranno sicuramente illustrate. Certamente il testo approvato dalla Giunta regionale pur discostandosi notevolmente dal punto di vista formale da quello presentato dalla Giunta regionale, nel merito lo ha quasi approvato completamente se non in alcune modifiche perché per esempio relativamente al piano di utilizzo dei litorali urbani la Commissione ha ritenuto di modificare la norma inserendo la possibilità di istituire i litorali metropolitani, ha stralciato l'articolo relativo agli usi civici, ma dalla discussione in Commissione anche con l'Assessore regionale ma anche con i Capigruppo mi sembra ci sia l'esigenza che il Consiglio comunque provveda con un emendamento a istituire e a scrivere meglio quello che era l'articolo presente in questo disegno di legge che noi abbiamo stralciato. Credo che il lavoro fatto dalla Commissione sia un lavoro utile, credo che sia giusto ringraziare tutta la Commissione ma in modo particolare i componenti della minoranza consiliare che hanno lavorato attivamente assieme ai consiglieri della maggioranza perché la Commissione esaminasse velocemente questo testo di legge per poter dedicare subito dopo il tempo all'approvazione della legge urbanistica che, come abbiamo detto più volte in quest'Aula, è urgente che venga approvata. La Commissione nella seduta del 25 maggio scorso ha approvato definitivamente il disegno di legge 408, lo ha approvato senza il parere del Consiglio delle Autonomie locali perché erano scaduti i termini, con i dirigenti del Consiglio delle autonomie locali abbiamo interloquito, non era certamente un voto contrario, loro volevano approfondire maggiormente, ma questo credo che sia opportuno e giusto farlo durante la discussione della legge urbanistica. Grazie.

PRESIDENTE. E' aperta la discussione generale.

E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, ma è un buon disegno di legge quello che esaminiamo oggi perché va nella direzione della semplificazione, semplificazione principalmente edilizia e per alcuni aspetti anche urbanistica. Adeguiamo le leggi regionali al DPR 31 del 2017, che quest'Aula ha recepito un mese fa circa, in merito agli interventi esclusi dalla valutazione della tutela paesaggistica e quelli sottoposti a tutela paesaggistica semplificata. Evidentemente stiamo recependo una normativa nazionale, perché altrimenti con legge regionale non potremmo certo intervenire sugli interventi soggetti o meno a tutela paesaggistica. In qualche modo direi che proseguiamo il percorso di semplificazione iniziato con la legge 24 del 2016, seppure quella fosse riferita alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, però io vedo un nesso fra questa legge e la precedente, e intanto sempre in questa direzione limitiamo gli interventi soggetti a permesso di costruire, sottoponendo la maggior parte di questi interventi a SCIA, e introduciamo nell'ordinamento regionale la CILA, cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata, o anche la CIL, comunicazione d'inizio lavori. Insomma si continua ad andare secondo me verso quell'approccio di una pubblica amministrazione che si fida della buona fede del cittadino e quindi semplifica di molto il procedimento amministrativo, in questo caso appunto relativo alle autorizzazioni di natura edilizia. Sempre in quest'ottica, a mio modo di vedere, si ridefiniscono le variazioni essenziali rispetto al progetto approvato in ordine al profilo sanzionatorio alle quali sarebbero altrimenti soggette. Che so, faccio l'esempio di un edificio realizzato con una rotazione di 180 gradi rispetto alla pianta, come si generalizzato dice realizzato specularmente rispetto alla planimetria del progetto approvato, è evidentemente un errore grossolano che non arreca danno alla collettività, ma che fino ad oggi sarebbe comunque considerato una variazione essenziale, quindi soggetta a quel regime sanzionatorio particolarmente severo, pari a quello appunto delle opere realizzate in totale difformità dal progetto approvato. Così come fino ad oggi sono variazioni essenziali quelle che determinano un incremento del volume superiori al 2 per cento rispetto al progetto approvato, in questo caso stiamo invece estendendo questa percentuale al 10, e ritengo che sia come dire in linea con la semplificazione a cui facevo riferimento prima. O ancora vi è la possibilità di intervenire verso alcune situazioni di degrado nell'agro, così come semplifichiamo le varianti in corso d'opera. Ripeto, è una semplificazione secondo me utile e quindi il mio parere su questo disegno di legge è favorevole. C'è una novità che mi piace particolarmente, che è quella dell'introduzione del "litorale metropolitano", è una buona idea, una buona soluzione, che ha portato in Commissione un Consigliere di minoranza, il consigliere Peru, e che ci ha consentito di trovare appunto una soluzione che fino a quel momento avevamo difficoltà a individuare. Con questa novità si identifica in maniera univoca un litorale, che è appunto quello fascia costiera che va da Sorso a Sassari, frequentato moltissimo durante tutto l'anno, e che però non si riusciva a trasformare in litorale urbano perché non rientrava in quei parametri giustamente stringenti dei litorali urbani. Quindi credo che sia un aspetto positivo. Va dato atto al consigliere Peru di averlo proposto e di aver trovato una soluzione di questo tipo, ma evidentemente a tutta la maggioranza di averlo poi sottoscritto. La nostra intenzione era quella di proporlo a via del consigliere Desini, di proporlo in fase di discussione della legge urbanistica, ma tant'è è arrivato prima e quindi ancora meglio. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, dopo l'incontro del PD dell'altro giorno sulla legge urbanistica, nel quale incontro è stata fatta più di una censura molto pesante nei confronti dell'articolato della legge urbanistica ovviamente, oggi andiamo a discutere una leggina, cosiddetta "leggina" che leggina non è, una legge che va ad armonizzare alcune norme esistenti e cerca di renderle coerenti anche, tra le altre cose, con la legislazione nazionale, non sempre ci riesce, a volte sì e a volte no, laddove ci riesce sicuramente presenta lati positivi, che non sono molti, ma i lati negativi di questo disegno di legge sono troppi. E' comunque una legge che, nonostante venga definita leggina di manutenzione, incide profondamente sul governo del territorio, perché pone delle regole, delle discipline che comunque regolano interessi economici, anche interessi sociali, di grande rilevanza: interessi delle imprese, interessi dei cittadini, interessi delle istituzioni; e questo lo fa in un'isola in cui il settore dell'edilizia rappresenta una parte importante del nostro PIL in termini di investimenti, oltre l'11 per cento, rappresenta oltre il 42 per cento dei lavoratori dell'industria in genere, rappresenta il 6,6 per cento dei lavoratori occupati in tutti i settori economici. Ecco da cosa deriva l'importanza della norma urbanistica, ecco da cosa deriva la necessità di prestare grande attenzione alla materia dell'urbanistica e dell'edilizia, grande attenzione che voi non avete posto in questi tre anni e mezzo, salvo che per quella leggina 8 che avrebbe dovuto sostituire il Piano Casa, e che invece l'ha sostituito molto indegnamente, e che non ha avuto i risultati che voi auspicavate e che tutta la Sardegna aspettava. Parlavo dell'importanza dell'edilizia in Sardegna, sicuramente il comparto più importante, distribuisce assieme all'indotto più ricchezza e più posti di lavoro che di qualsiasi altro comparto. Purtroppo la crisi ha falcidiato soprattutto l'edilizia in questi anni, abbiamo perso 29.000 posti di lavoro, quindi abbiamo perso oltre il 43 per cento degli addetti dell'edilizia, quasi il 50 per cento degli addetti dell'edilizia ha perso il posto di lavoro, sono uscite dal mercato 3500 imprese, oltre il 20 per cento, una situazione veramente pesantissima. Gli unici segnali positivi li abbiamo avuti nel 2014, con un più 7 per cento, con 4000 nuovi assunti, ma questo non per le vostre leggi, o per le vostre azioni politiche, questi risultati positivi derivano dal famoso Piano Casa della Giunta di centrodestra, che è stato in qualche modo modificato o ripreso ma in modo dannoso e negativo per l'economia sarda. Ebbene, quel Piano Casa aveva migliorato comunque il patrimonio edilizio, aveva provocato miliardi di investimenti, aveva consentito a tante famiglie di dare un tetto a propri componenti, aveva avuto risultati del tutto positivi nonostante qualche critica di qualche ambientalista di maniera o professionista. Questo era il Piano Casa del centrodestra, col nuovo Piano Casa invece, col vostro, quello della legge numero 8, avete fatto una legge che a nulla è servita, un Piano Casa del tutto inadeguato, l'avete chiamato Piano dell'edilizia, abbiamo perso altri 10 mila posti rispetto al 2014, altri 10 mila posti di lavoro e non abbiamo avuto le ricadute che voi promettevate, abbiamo avuto 297 aziende in meno nel terzo trimestre del 2016, 297 aziende in meno! Abbiamo perso 6500 posti di lavoro nel 2016, 6500 posti di lavoro! Un vero e proprio disastro! Un vero e proprio disastro! Sicuramente questo disastro non ha ricevuto le attenzioni che avrebbe meritato, altri problemi economici, problemi industriali, di ben altra levatura, di ben altro volume hanno avuto grandi attenzioni, l'edilizia non ha avuto assolutamente attenzioni perché da molti viene additata come un'attività che consuma soltanto il territorio, un'attività che viene gestita da speculatori, da palazzinari, niente di più errato, non si fa di tutte le erbe un fascio, così come parti importanti della Sinistra ambientalista di solito fanno nei confronti dell'edilizia. Quindi questi numeri disegnano una vera e propria Caporetto del comparto economico più importante della Sardegna e questo sicuramente ci fa capire per quale motivo la Sardegna è in queste condizioni, questo sicuramente ci fa capire perché comunque i sardi guardano a questo Governo regionale quantomeno con un po' di sospetto per non dire altro. Tra le altre cose abbiamo sollecitato la conclusione delle procedure della graduatoria del bando sulla legge numero 29 sui centri storici, ci sono un bel po' di soldi in ballo, questi soldi non vengono messi a correre, le procedure non si concludono, sono concluse soltanto per quanto attiene una minima parte, un milione e mezzo, soltanto per dare un contentino e far credere che qualcuno sta lavorando, così non è! Credo che manchino all'appello ancora 18 milioni e mezzo e 18 milioni e mezzo investiti nel campo dell'edilizia nella riqualificazione dei centri storici produrrebbero un effetto leva per decine e decine di milioni di euro. Questo non l'avete fatto, oggi non abbiamo neppure l'Assessore ai lavori pubblici, non abbiamo quindi la possibilità di interloquire con un rappresentante del Governo regionale che tratta questa materia, quindi non abbiamo neanche la possibilità di lamentarci e puntare il dito contro chi tiene i soldi nel cassetto e non da la possibilità a tante imprese di investire nei centri storici. Questo è il quadro poco entusiasmante, questo è il resoconto di quaranta mesi di governo del centrosinistra in materia di urbanistica e di edilizia e, sicuramente, questo atteggiamento poco attento nei confronti di questo settore che non deriva poi dalla negligenza dell'Assessore, Assessore non è lei il responsabile di queste lentezze, di questi rallentamenti, di questo incedere così stentato e dannoso, non è l'Assessore! È un problema più complessivo della maggioranza che non trova la cosiddetta quadra sugli obiettivi strategici dell'urbanistica sarda, che non trova assolutamente un minimo d'intesa, uno straccio d'intesa e questo è il significato rappresentato e certificato dalle cose molto interessanti che sono state dette nel convegno di lunedì, dove il Presidente Soru ha puntato il dito contro parti importanti della legge urbanistica, non di questo questa ma della legge urbanistica, e ha fatto capire che in effetti all'interno della maggioranza c'è una visione o una duplicità di visioni sull'orizzonte urbanistico che non porterà a niente di buono. Noi siamo molto preoccupati, se la maggioranza non ha uno straccio d'intesa sull'orizzonte urbanistico di questa Regione, questo non può che preoccupare anche l'opposizione, perché noi non siamo qui soltanto a criticare a puntare il dito e a mettere sotto i riflettori le cose sbagliate che fate, ci preoccupiamo anche di farvi fare cose giuste, in questo caso avete delle difficoltà grossissime per fare le cose giuste nell'interesse dei sardi, delle famiglie e delle imprese, che molto aspettavano e aspettano da questo Governo regionale e che fino ad oggi non soltanto nel campo dell'edilizia e urbanistica hanno avuto risposte negative e risposte molto preoccupanti, grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, quando si affrontano temi come quelli oggi all'ordine del giorno con questo decreto legge o meglio disegno di legge, quando si parla di urbanistica non possiamo omettere di inquadrare tutte le considerazioni all'interno di un insieme di disposizioni e di regole e, prima ancora, all'interno di una complessiva visione contenuta in uno strumento di grandissimo e attualissimo valore, parlo del Piano paesaggistico regionale, in questo piano l'ambiente, il paesaggio, il patrimonio naturale della Sardegna, trovano gli strumenti di tutela, di valorizzazione e di difesa da tentativi di feroci e spregiudicate speculazioni di ogni genere, il nostro patrimonio ambientale visto come inalienabile bene comune che non può essere sacrificato o irreparabilmente alterato. Per il Partito Rosso Mori questo è il punto di partenza, anche se è passato un po' di tempo dalla sua entrata in vigore e qualche adeguamento si può ammettere come è necessario e opportuno, ma riconoscendo al PPR il valore di strumento sovraordinato a qualsiasi altro strumento di politica edilizia e urbanistica e di qualsiasi legge che devono sottostare necessariamente alle prescrizioni generali in esso contenute, la nostra è una posizione trasparente che non lascia dubbi interpretativi di alcuna natura, questo concetto espresso così semplicemente e affermato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale costante negli anni e da ultimo ribadito con la sentenza numero 189 del 2016 che il PPR abbia fondamento lo dimostra anche il premio del paesaggio 2010-2011 del Consiglio d'Europa per uno strumento che la Sardegna ha messo in campo in coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio come una delle azioni più innovative e più coerenti per la tutela del paesaggio. Ci saremmo aspettati da questa Giunta e dal Presidente Pigliaru che portasse a compimento l'opera di messa in sicurezza del PPR, come tra l'altro abbondantemente dichiarato in campagna elettorale e in diversissime occasioni, questo è stato un punto programmatico per tutto il centrosinistra, per tutta la coalizione e anche su questi punti, con questi impegni, si è cercato e trovato il consenso che ha portato il Presidente Pigliaru a guidare il Governo della Sardegna. L'impegno era stimolare e aiutare i Comuni a elaborare e approvare i PUC adeguandoli al PPR, con spazi di elaborazione e applicazione con grandi margini di autonomia. Nulla o troppo poco è stato fatto in questo campo e oggi i Comuni che hanno adeguato il proprio strumento urbanistico sono solo una decina in tutta la Sardegna, ci saremmo aspettati l'adozione del PUC per le zone interne a completamento dell'opera, strumento necessario che può costituire il volano di sviluppo dei nostri territori, mortificati dalla miseria e dallo spopolamento. Ma nulla o troppo poco in questa direzione si è fatto, si riapre invece una ferita nell'opinione pubblica e nella società sarda tutta, i dibattiti e le prese di posizione ne sono una riprova. C'è un'ombra per delle vecchie politiche sul territorio non chiare e che preoccupano, ma di questo si discute fuori, nelle assemblee e non qui, oggi qui si discute di disegno di legge numero 408 definito disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia, modifica a diversi dispositivi di legge, ma, nella stessa seduta in cui è stata adottata questa delibera, la Giunta ha adottato anche la deliberazione 14/4, "Disciplina generale per il governo del territorio", giacente in Consiglio come disegno di legge 409 e che si erge a testo unico nella materia edilizia e urbanistica. Chiedo quale progetto politico ci sia, perché si cammina su questi due binari e con questa sfasatura temporale. Ammesso che serva una legge generale di riordino della materia e del più generale tema del riordino complessivo del governo del territorio, allora perché oggi discutiamo di altro, o meglio discutiamo di alcuni aspetti di quel tutto, di quella materia complessiva che è il vero punto su cui ci dobbiamo confrontare? Metodologicamente questo non lo capisco, e mi lascia molti dubbi e anche sospetti; trae in inganno, si propongono modifiche ad un groviglio di norme in nome di che cosa, se da qui a breve si deve ridiscutere tutto su un piano più organico?

I Rossomori, che non si sono mai sottratti alla discussione e al confronto, hanno presentato degli emendamenti in Commissione per cercare di arginare i pericoli che pur ci sono in questo disegno di legge, noi però vogliamo capire e siamo pronti a votare di conseguenza. Certo, se rimane immutata la volontà di discutere e approvare questa porzione di legge complessiva, il mio voto sarà contrario. In attesa che la Giunta faccia chiarezza su quale strada percorrere e che lo esprima pubblicamente, propongo che il Consiglio non discuta oggi questo disegno di legge e che ci si fermi qui. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Flavio Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA PAOLO FLAVIO (SDP). Io propongo alcuni miei dubbi e alcune mie valutazioni riguardo al metodo e al merito.

Riguardo al metodo, il disegno di legge è stato deliberato dalla Giunta regionale il 16 marzo 2007, e nella stessa seduta la Giunta ha approvato con deliberazione 14/4 il disegno di legge inerente la disciplina generale per il governo del territorio, tale scelta, vertente su materie coincidenti, include sia l'edilizia che l'urbanistica e può destare qualche perplessità. La creazione di un doppio binario, infatti, potrebbe rendere ai consiglieri più complessa la doppia lettura in Aula e in Commissione su una materia estremamente tecnica. Le perplessità sono destinate ad aumentare ove si pensi che il DL approvato con delibera 14/4, che ha la finalità di stabilire una disciplina generale, sarà destinato probabilmente ad inglobare anche il precedente DL 408. Il titolo del DL, "Disposizioni urgenti", può offrire anch'esso qualche giustificazione, resta però da definire quali siano le urgenti necessità in presenza di un disegno di legge organico sul governo del territorio già depositato da alcuni mesi in Consiglio e non ancora esaminato.

E' il caso di sottolineare, inoltre, che nell'ordinamento della Regione Sardegna non è prevista la decretazione d'urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione, ma solo la possibilità di dichiarare urgente una legge al fine di snellire la procedura sui controlli governativi, previsione questa però da ritenersi superata in seguito alla riforma del Titolo V che ha soppresso i controlli sulle leggi regionali. Si tratta quindi di una scelta su cui possono sorgere alcuni dubbi.

Il disegno di legge licenziato dalla Commissione competente, inoltre, si presenta come un testo di legge di modifica di tre diversi vigenti testi di legge, la legge n. 23 del 1985, "Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia", la legge n. 45 del 1989, "Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale" e la legge n. 8 del 2015, "Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica", resta però e appare opportuno valutare quale sia e quanto sia perseguibile la finalità dichiarata, almeno in merito alla semplificazione, in un contesto come quello sardo dove risultano ancora non fruibili - voglio sottolinearlo - i testi coordinati delle leggi vigenti, nonostante l'obbligo imposto dall'articolo 11 della legge regionale n. 24 del 2016, e nonostante l'abbiamo richiamata noi due anni fa con una mozione la necessità di rendere fruibili testi coordinati di leggi complesse, come questo.

Nel merito, la norma finanziaria contiene l'indicazione dell'invarianza finanziaria della normativa che si va ad approvare, non pare però valutabile univocamente la presenza di dati a supporto di tale tesi; la Corte dei conti ha avuto modo di criticare tale prassi, ricordando la giurisprudenza costituzionale secondo la quale la declaratoria di assenza di oneri non vale di per sé a rendere dimostrato il rispetto dell'obbligo di copertura, mentre la mancanza o l'esistenza di un onere si desume dall'oggetto della legge o dal contenuto di essa.

Riguardo al coordinamento delle norme regionali e di quelle sovraordinate, invece, l'articolo 11 esclude dal vincolo di inedificabilità previsto dalla legge regionale n. 48 del 1989 - leggo testualmente - "gli interventi relativi alla realizzazione di parcheggi che non determinino alterazione permanente e irreversibile dello stato dei luoghi; di strutture di facile rimozione a servizio della balneazione e della ristorazione e infrastrutture puntuali di facile rimozione a servizio delle strutture di interesse turistico-ricreativo dedicate alla nautica, tale norma però può apparire in contrasto con quanto previsto dal Piano paesaggistico regionale NTA, che all'articolo 20 preclude qualsiasi intervento di trasformazione delle aree inedificate, il testo invece non fa alcuna distinzione tra aree inedificate e non. Lo stesso articolo 20 non ammette la costruzione di nuove strade superiori a due corsie, nuovi interventi a carattere industriale o commerciale, e specialmente nuovi campeggi e strutture ricettive connesse a campi da golf, aree attrezzate per camper. A tal fine è opportuno ricordare che la legge n. 8 del 2004, la cosiddetta "salva coste", ha previsto che la Giunta regionale dovesse adottare il PPR solo in seguito a una complessa procedura ivi indicata. La Corte costituzionale, anche recentemente, ha inoltre ribadito la natura preordinata del PPR sugli altri strumenti di pianificazione normativa regionale e locale, si deve quindi escludere, nelle parole della Corte Costituzionale, proprio in ragione del principio della prevalenza dei piani paesaggistici sugli altri sugli altri strumenti urbanistici, che il Piano paesaggistico regionale sia derogabile, la norma parrebbe invece contenere alcune deroghe implicite al PPR, in merito alla rimozione degli interventi, alla durata massima della loro permanenza sui luoghi, alle regole da seguire per la loro realizzazione, limitandosi a chiarire che essi dovrebbero essere realizzati - leggo sempre testualmente - senza alterazioni permanenti e irreversibili dello stato dei luoghi.

Io quindi sottopongo all'attenzione dell'Aula queste valutazioni tecniche, lasciando alla Giunta e all'Aula la decisione in merito. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC - Sardegna). Il disegno di legge in esame oggi in questa Assemblea avrebbe dovuto rappresentare l'inizio di una svolta, o almeno questi erano gli intenti della maggioranza al governo della Regione, un impianto che avrebbe potuto contribuire a semplificare le norme in materia urbanistica ponendo un tassello importante sulle difficoltà interpretative che si attorcigliano nel comparto edilizio. L'impalcatura del disegno di legge numero 408, "Disposizioni urgenti in materia di urbanistica ed edilizia", sarebbe dovuta servire per produrre nuove opportunità economiche e sociali, per le imprese che operano nel mondo del lavoro e per i cittadini che speravano nella possibilità di poter migliorare o trasformare le proprie abitazioni o le strutture aziendali in modo chiaro e semplice, senza ostacoli burocratici. In realtà il provvedimento si rivela come l'ennesima scommessa persa da questa coalizione, condizionata di fatto dalle tensioni interne del centrosinistra. Dispiace constatare che la norma in esame non avrà di certo ricadute positive sul territorio isolano. Questa riforma si segnala per la mancanza di coraggio da parte della Giunta, la scarsa volontà di cambiamento delle regole con l'impossibilità di coniugare crescita e sviluppo dell'edilizia e armonizzazione delle leggi in materia.

Ancora una volta, ed è un grande rammarico, vengono deluse le aspettative e prevalgono i motivi ideologici. Si vara una legge che niente altro è che un'accozzaglia di norme, un pastrocchio che porta disordine con la modifica di leggi già esistenti. Incombe l'imperativo categorico di ricordare che il governo del territorio è una questione molto seria che non deve essere affrontata attraverso slogan ad affermazioni che decodificate non hanno senso o sono di difficile condivisione.

Il progetto di legge si presenta come l'ennesimo aggravio di produzioni normative con le moltiplicazioni delle leggi che rendono più difficili le procedure edilizie e generano una serie di ostacoli alle attività produttive e ai cittadini. Ambiguità e complessità delle norme generano solo confusione e contrasti lasciando i Comuni e professionisti a libere interpretazioni con i cittadini che rischiano di diventare delle vittime di una classe politica pasticciona, confusa e inadeguata. Un sogno lo snellimento dell'iter, un'utopia la velocizzazione delle pratiche, perplessità per il fatto di conservare l'esistente senza incidere sul miglioramento del settore. Questa leggina di manutenzione non è altro che un aborto delle tre leggi regionali la numero 23 dell'85 la numero 45 dell'89 e la numero 8 del 2015 nell'analisi del disegno di legge emerge ancora una volta una matrice squisitamente ideologica e restrittiva nella visione del territorio.

Nessuna apertura per il comparto rurale solo intralci per quanti vorranno apportare modifiche edilizie, nessun segnale ma dalla grande opportunità che potrebbe creare l'edilizia in termini di sviluppo e crescita nel mondo del turismo, dell'artigianato e certamente dell'agricoltura. Un richiamo speciale a quei giovani imprenditori agricoli già beffeggiati da un PSR che ormai vanta tre anni di ritardo dalle altre regioni. Si tenga conto che la stessa utilizzazione del territorio dovrebbe costituire momento rilevante sotto il profilo della crescita, dello sviluppo economico delle comunità e per tale ragione non deve essere affrontato con interventi che amplificano la confusione, non perseguono una visione organica entrando in contraddizione o compiono un vero esproprio delle aspettative di sviluppo del territorio confliggendo persino con i poteri locali e di governo del territorio stesso. In questo scenario è opportuno rimarcare come il settore nell'ultimo decennio di crisi abbia perso 29.000 posti di lavoro pari al 43,9 per cento degli addetti; sono poi uscite dal mercato 3486 imprese. Numeri spaventosi e impressionanti che certificano un declino esponenziale senza freni con una congiuntura sfavorevole che contribuisce ad impoverire il tessuto economico e sociale della Sardegna generando sconforto e delusione. I nostri concittadini si aspettavano una legge dinamica snella senza gli ostacoli della burocrazia e soprattutto un disegno che consentisse in modo agevole il miglioramento abitativo delle nostre case con un incisivo restyling dei fabbricati anche ad uso agricolo e commerciale. Reputiamo questa normativa regionale in materia di edilizia disorganica e frammentata, non nascondiamo le nostre perplessità e contrarietà. Si ritiene pertanto che sia indispensabile e indifferibile la definizione di un vero testo unico della materia attraverso il riordino del quadro normativo onde evitare l'immancabile ambiguità interpretativa dovuta da numerose leggi esistenti tra sovrapposizione di intrecci di regole nazionali e regionali, il riflesso più evidente è il moltiplicarsi a dismisura dei contenziosi civili e delle azioni penali riguardanti la materia edilizia. Emblematico e significativo il caso che riguarda il DPR 31 del 2017 che riscrive la procedura per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche con una semplificazione dei diversi interventi ad un iter più snello, un provvedimento che ha allargato il numero di interventi che sono considerati ad impatto zero, ad impatto zero, sul paesaggio e quindi esentati dalla relativa autorizzazione da parte del Soprintendente. Nello specifico in questo decreto è stato congelato dalla Regione Sardegna a causa di una interpretazione, nello specifico l'articolato del disegno di legge riporta una serie di storture e contraddizioni, si prenda il caso dell'articolo 4 sulle varianti in corso d'opera; una procedura che risulta essere limitativa e farraginosa con le varianti in corso d'opera assoggettate a permesso di costruire per le modifiche che (non) alterano la sagoma. Non ci sembra certo che si vada a semplificare l'iter per i cittadini anzi è un ulteriore intoppo che rischia di bloccare il rinnovo del tessuto edilizio urbano. L'articolo 15 è il passaggio più evidente che denota la mancanza di coraggio, l'assenza di una visione maggiormente aperta del territorio con un impatto negativo che produrrà ancora una volta il blocco dell'edilizia. Prevale invece un'ottica integralista e fondamentalista che ingessa ogni intervento urbanistico, anche quello meno impattante. Da parte nostra abbiamo ripetutamente avanzato una proposta che mirasse a prevedere il lotto funzionale, caro assessore Erriu, che prescinda dalla superficie del terreno ma tenga conto esclusivamente della produttività dello stesso utilizzando tabelle regionali sul reddito standard lordo. Anche qui la vostra intransigenza associata ad una visione ortodossa del territorio, che mira ad una sorta di mummificazione del paesaggio concepito come un museo da conservare si è tradotta al risultato dell'articolo 15.

Inutile, inconcludente, dannoso con un provvedimento che blocca e che ostacola la crescita armonica e proporzionata della Sardegna che può contare su numerose aziende agricole che si sono sviluppate in modo ordinato nelle zone rurali senza lo sperpero del suolo ma che di fatto sono ingessate e impossibilitate a qualsiasi progetto di crescita. Mi preme evidenziare che vi è una errata applicazione della legge regionale numero 8 del 2015 conseguenti all'attuazione della sentenza della Corte Costituzionale numero 189 del 14 giugno 2016; alla luce di questo provvedimento giurisdizionale la direzione generale

PRESIDENTE. Interviene in qualità di Capogruppo.

È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Grazie Presidente, non si può fare l'intervento senza valutare le interferenze che stanno cercando di arrivare in Aula dall'esterno, parlano di urbanistica, parlano di edilizia e forse è proprio l'intento di alcune dichiarazioni è quello di condizionare poi in futuro magari il voto dell'Aula. Bene ha fatto qualcuno a dire che comunque le decisioni si prendono in quest'Aula e non si prendono all'esterno. Però mi soffermerei un attimo su alcune di queste dichiarazioni, perché devo dire la verità, le dichiarazioni che sono apparse ieri sulla stampa mi hanno lasciato un po' sorpreso, quanto meno quando vado a leggere che: l'onorevole Soru dichiara che bisogna assolutamente fare una legge che rispetti l'autonomia dei comuni, e che bisogna assolutamente fare una legge che dia l'opportunità ai comuni di approvare i PUC. Se negli anni scorsi c'è stata una legge che ha tolto l'autonomia ai comuni e una legge che non ha dato la possibilità ai comuni di approvare i piani urbanistici, questo è il PPR. Allora che venga detto, che venga dichiarato proprio dal padre del PPR che bisogna fare urgentemente una legge per dare autonomia ai comuni mi sembra veramente quantomeno assurdo. Io sono d'accordo che bisogna porre mano a una legge urbanistica, che bisogna assolutamente portare in aula il prima possibile una legge urbanistica e che abbia quegli obiettivi, perché quelle fatte in passato hanno sicuramente fallito. Noi abbiamo un punto di partenza, io vorrei che in questo ragionamento ci fosse questo punto di partenza, che è il vecchio Piano casa, il vecchio Piano casa aveva dato delle risposte importanti, aveva dato delle risposte all'economia della nostra isola, aveva dato delle risposte a livello occupazionale, aveva dato delle risposte ai comuni. Allora da lì dobbiamo partire. Quando voi avete voluto approvare la "8" del 2015, noi vi dicevamo che il tempo ci avrebbe dato ragione, perché quella legge non andava a soddisfare quelle esigenze che la gente, che il settore chiedeva, e così è stato, dopo due anni siamo qui a fare i conti e vediamo 29 mila disoccupati, abbiamo perso da quando non c'è più il Piano casa a oggi 29 mila unità lavorative, 297 aziende che non lavorano più in questo settore, in quello che è uno dei settori trainanti dell'economia della nostra Sardegna. Allora, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo cercare di portare avanti una riforma, dobbiamo cercare di portare avanti una legge che lasci le ideologie. Dalle dichiarazioni di alcuni colleghi che abbiamo ascoltato poc'anzi, è chiaro che c'è un approccio ideologico alla materia, questo è l'approccio più sbagliato che noi possiamo avere per trattare di urbanistica e di edilizia, noi dobbiamo trattare di questo problema cercando di capire quali sono gli obiettivi, cercando di capire quali sono le esigenze dei territori e quali sono le esigenze degli imprenditori che hanno scelto di investire in questo settore e che da troppo tempo non hanno risposte, e dare a questi delle regole certe, però delle regole che diano l'opportunità di fare uno sviluppo sicuro, di fare uno sviluppo che rispetti il territorio, di creare occupazione. Solo rispettando questi obiettivi noi potremo fare una legge giusta, potremo dare le giuste risposte che il territorio ci chiede, le giuste risposte che i sardi chiedevano a voi quando vi hanno dato la fiducia e quando vi hanno chiesto di amministrare questa Sardegna, e che fino a oggi non siete riusciti a dare. Mi auguro veramente, Presidente, che in futuro si riuscirà a dare queste risposte perché è fondamentale per l'economia della Sardegna ed è fondamentale per i nostri comuni. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il dibattito ha consentito di mettere in evidenza alcuni aspetti che stanno alla base dell'iniziativa della Giunta, che nella scrittura del disegno di legge ha effettuato un ascolto attento, molto attento di esigenze rappresentate soprattutto dagli operatori dell'edilizia con riferimento particolare alla rete delle professioni tecniche, ma anche delle imprese, dei comuni. Noi abbiamo un impianto normativo vecchio, è stato detto da tutti, molte regole, troppe regole si dimostrano inefficaci, viviamo una continua sempre reiterata contraddizione, da un lato vogliamo sempre più regole a tutela di interessi sempre nuovi, dall'altra vogliamo un'amministrazione semplice, vogliamo costi bassi. Le regole producono costi, costi diretti e costi indiretti, ci sono costi che non producono nessun beneficio perché sono costi di applicazione delle regole che generano complicazioni, che generano ritardi. Ecco, noi abbiamo voluto attraverso questa legge di manutenzione assoggettare il corpo normativo ad un'attività di monitoraggio nella sua applicazione, proprio per intervenire in modo chirurgico mirato rimuovendo ambiguità, criticità rilevate attraverso l'esperienza applicativa, e per adeguare le stesse norme a situazioni sopravvenute. Riteniamo di essere riusciti nel nostro compito anche grazie, devo dire, al lavoro molto attento e disponibile, aperto che è stato realizzato in Commissione. Questo lavoro ha consentito di arricchire il disegno di legge di ulteriori norme particolarmente interessanti, significative, che attribuiscono a questo intervento manutentivo di norme di vecchia data, è stato detto la "23" dell'85, la "45" dell'89, ma anche norme di affinamento della stessa legge numero 8 del 2015 più recente. Siamo intervenuti in particolare su tematiche edilizie ed urbanistiche che io non voglio richiamare nel dettaglio, si tratta di una legge omnibus molto completa che va ad intervenire sia sull'impianto definitorio e di precisazione delle categorie di intervento nella regolamentazione delle varianti, nell'applicabilità degli strumenti innovativi, SCIA e CILA, siamo intervenuti su una regolamentazione molto attenta, a differenza di quanto è stato qui criticamente richiamato su alcuni aspetti della "45" legati soprattutto alla predisposizione di strumenti a sostegno delle politiche di sviluppo in fascia costiera, che non derogano né potrebbero farlo le norme di tutela del PPR. Ci sono norme di semplificazione, di accelerazione dei processi di approvazione dei PUC e delle loro varianti, e siamo intervenuti anche nell'agro risolvendo moltissime criticità legate alle opere incomplete già oggetto di trasformazione edilizia concessionata e mai completate. La discussione sugli articoli che andremo a fare consentirà di mettere in evidenza gli enormi benefici che deriveranno al sistema delle imprese, al sistema delle autonomie locali chiamate ad applicare la legge, attività da cui auspichiamo deriverà un effetto economico diretto. Io sono convinto che subito dopo l'approvazione della legge ci sarà un unanime riconoscimento da parte del mondo delle imprese, delle autonomie locali e del mondo delle professioni. Perché sono sicuro di questo? Perché fortissima è la pressione, la sollecitazione da parte di questi mondi che abbiamo voluto ascoltare e tradurre in disegno di legge per risolvere criticità annose, vecchie e nuove che, sono sicuro, troveranno adeguata risposta attraverso il lavoro che il Consiglio vorrà realizzare nei prossimi giorni. Grazie.

PRESIDENTE. Non ho iscritti per dichiarazione di voto, quindi prima di mettere in votazione il passaggio agli articoli, comunico che per accordo tra i Capigruppo si è deciso che il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è questo pomeriggio alle ore 15. Quindi metto in votazione il passaggio agli articoli.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione della risoluzione sull'annunciata esternalizzazione del servizio clienti della società Wind-Tre. (N. 11 (22 com))

PRESIDENTE. Sospendiamo quindi la discussione degli articoli e procediamo con le mozioni. Il secondo punto all'ordine del giorno è la risoluzione numero 11 "sull'annunciata esternalizzazione del servizio clienti della società Wind-Tre".

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare il Presidente della quinta Commissione e anche gli stessi componenti di minoranza e di maggioranza della Commissione che hanno permesso proprio in un paio di ore di approvare questa risoluzione, dopo l'audizione che abbiamo avuto con i sindacati. Quindi, un grande senso di responsabilità di tutte le parti politiche che compongono questo Consiglio regionale, questa importante Assemblea, a dimostrazione che quando si tratta di lavoro, quando si tratta in qualche modo di situazioni che creano difficoltà ai lavoratori della Sardegna, non ci sono distinzioni di colore politico. Noi abbiamo approvato la risoluzione dopo un paio di ore, l'abbiamo sottoposta, anche grazie al ruolo che ha svolto il Presidente del Consiglio regionale, subito all'approvazione di quest'Aula, anche perché questa non è una vertenza che riguarda esclusivamente i lavoratori Wind e H3g che sono in Sardegna, questa è una vertenza nazionale, in quanto i lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni sono presenti in Liguria, sono presenti in Sicilia, e sono presenti nel Lazio. Anche in queste tre Regioni i Consigli regionali, i Presidenti delle Regioni, si stanno attivando, per far sì che attraverso quella che viene definita una cessione di ramo d'azienda, si nasconda invece il preludio a quello che può essere nel futuro un licenziamento. Devo dire che è una vicenda che oggi riguarda questo importante ramo delle telecomunicazioni, con dei soggetti che rappresentano il numero 4 in Europa e il numero 1 in Italia, però se noi non fermiamo questa procedura o interveniamo nel far sì che… Presidente, io sarò molto veloce, però diventa difficile continuare a parlare… allora, in quanto sappiamo tutti che attraverso cessioni di ramo di azienda poi la difficoltà è che i lavoratori che seguono la cessione di rami di azienda si trovano inglobati in società che non hanno la stessa solidità che in qualche modo hanno le aziende che producono queste cessioni. C'è da dire, ed è l'elemento forte della risoluzione che abbiamo voluto mettere in campo come quinta Commissione, che questa cessione di ramo di azienda, che riguarda questi due grossi gruppi di telecomunicazione, è stata anche sottoposta all'accordo del Governo nazionale e sottoposta all'attenzione di un nulla osta a livello europeo. Ed è questo il punto che voglio far rilevare all'Assessore presente per conto del Presidente della Regione, che noi dobbiamo intervenire proprio su questo punto. A livello europeo le due società hanno avuto l'ok per quanto riguarda cessioni di rami d'azienda, facendo in modo che la stessa cessione riguardasse un inglobamento di una delle due società, cosa che invece non è avvenuta e i lavoratori si trovano costretti a cosa che invece non è avvenuta, e i lavoratori si trovano costretti a migrare in una attività che svolge una terza società che sappiamo benissimo non ha la stessa strutturazione in quanto non è detentrice dei servizi che h3g svolge nell'intero territorio nazionale. I lavoratori interessati sono oltre 900, di cui 400 riguardano soprattutto la Regione Sardegna. Però la preoccupazione che abbiamo rappresentato in seno alla Commissione è anche quella che oggi questa situazione riguarda i lavoratori degli ex H3g, però sappiamo benissimo che la stessa crisi riguarda altri gruppi: Amazon, che riguarda lo stesso gruppo di Tiscali, tutti i lavoratori dei call center, per cui possono venire in futuro coinvolti in questo tipo di esternalizzazioni, che non è altro che il preludio a una situazione di licenziamento, oltre che vedersi notevolmente diminuita la propria retribuzione, (…) Per cui, Presidente, Assessore, io credo che così come gli altri Presidenti delle regioni che sono interessati, così come gli altri Consigli regionali, non sono soltanto vicini ai lavoratori, ma vogliono essere parte attiva, dinamica presso il Governo nazionale, per far sì che questa procedura venga, non diciamo in qualche modo bloccata, perché conosciamo bene quelle che sono le nostre competenze, ma anche la possibilità di azione, ma che venga fatto presente che noi non siamo contro una eventuale fusione e rafforzamento di una grossa società di telecomunicazioni, però laddove questa società di comunicazioni ha in concessione le reti da parte del Governo, ha avuto contributi economici per poter svolgere la propria attività, però la cessione deve avvenire all'interno delle stesse società, costituiscono una nuova società che svolge call center puro, però verso quella società in cui la proprietà del 100 per cento rimane alla società madre, e non verso altre società, che conosciamo bene nel tempo hanno prodotto soltanto disoccupazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (FI). Signor Presidente, signori della Giunta, colleghi del Consiglio, credo che l'esame di questo documento da parte dei colleghi abbia dato la possibilità di presentare all'Aula un documento su un tema che purtroppo è di ritorno, come enunciato nella stesso risoluzione, di ritorno nel senso che già esperienze passate di fusioni tra società che si occupano di telefonia e di comunicazioni hanno portato praticamente al ridimensionamento dell'occupazione, e in questo momento a noi sembra, attraverso l'esame e dopo l'audizione delle rappresentanze sindacali, l'esame di questi processi, pensare che la fusione tra le due società Wind e Tre Italia non è quella di trovare una migliore risposta alle tematiche dell'occupazione, ma trovare soprattutto l'interesse che è quello di ridimensionare appunto gli impegni in termini occupazionali in Sardegna, magari con una esternalizzazione che, come è stato possibile verificare, è avvenuto nel corso di questi ultimi anni da parte di tante altre società che operano sul mercato, portare praticamente le attività dei call center all'estero, in Albania prevalentemente, ma in Romania, in Bulgaria e così via dicendo, riducendo nettamente quelli che sono gli impegni economici per le stesse società. Allora, dire che noi non possiamo permetterci oggi di affrontare una ulteriore perdita occupazionale in Sardegna è il minimo che possiamo affermare. Credo, Assessore, che quello che è il documento che è stato elaborato dalla Commissione in piena condivisione, sia quello di attivarsi, farsi parte attiva, soprattutto perché queste società gestiscono peraltro in conto e per conto dei ministeri, ma di altri enti pubblici, gestiscono appunto la comunicazione e gestiscono soprattutto quelli che sono i servizi di Contact Center con la popolazione italiana in generale e in diversi ambiti. Allora, in considerazione di questo, si richiede nel documento l'intervento del MISE in modo particolare perché si faccia parte attiva rispetto all'azienda, perché comunque sia noi esprimiamo tutta la contrarietà possibile e immaginabile perché si perda anche un solo posto di lavoro.

Per cui, a nome del Gruppo di Forza Italia, annuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

SPANU FILIPPO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta chiaramente dà parere favorevole, abbiamo iniziato alcuni contatti per avviare un confronto con il Governo su questo punto. Evidentemente, come diceva l'estensore del documento in primis, ci muoviamo in un terreno abbastanza scivoloso che è fatto di regole della concorrenza e quindi da questo punto di vista saremo assolutamente rispettosi, ma riteniamo che il problema ormai sia chiaro ed evidente a tutti e quindi daremo un resoconto anche in Consiglio alla prima occasione possibile sulle iniziative assunte.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). L'assessore ha in qualche modo non avevo dubbi per la sensibilità e l'impegno che ha già anche messo in atto insieme al Presidente della Regione, quello che posso dire è che i tempi sono estremamente ridotti in quanto proprio qualche ora fa, presso gli organismi preposti, si sono firmati anche dei contratti che hanno previsto le cessioni del ramo d'azienda oltre che un'azione unilaterale che la società sta facendo anche nei confronti dei lavoratori offrendo buone uscite, offrendo benefit per poter in qualche modo sollevare la stessa società dai dipendenti. Quindi c'è necessità di un intervento urgente presso il Ministero dello sviluppo economico e presso l'azienda perché giorno dopo giorno rischiamo sempre di più che i lavoratori vedano la mancanza di una presenza istituzionale e per cui soltanto il baratro della disoccupazione.

PRESIDENTE. Metto in votazione la risoluzione numero 11.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della risoluzione numero 11.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 317 e 321.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, mi faccio interprete dell'esigenza dell'onorevole Truzzu che è impedito a presenziare ai lavori di oggi e chiedo se, essendo abbinata, può essere rimandata la discussione su questa mozione alla prima seduta utile, proprio perché manca il collega, solo per questa ragione, non ci sono problemi di altra natura, tutto qui.

PRESIDENTE. Va bene, allora rinviamo la mozione alla prossima seduta.

Discussione e ritiro della mozione RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - MARRAS - PITTALIS - DEDONI - CAPPELLACCI - TOCCO - PERU - TRUZZU - LOCCI - TUNIS - ZEDDA Alessandra - ORRÙ - CRISPONI - CARTA - SOLINAS Christian - SATTA - LEDDA in merito ai provvedimenti del commissario della Provincia di Cagliari per l'acquisizione delle quote ProService e fusione con Si Servizi, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (311)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 311.

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, la mozione ovviamente è una mozione datata e quindi la logica era quella di far emergere un problema perché si riteneva che il commissario della provincia Carbonia-Iglesias, quindi della nuova provincia Sud Sardegna, avesse agito non nel rispetto delle leggi, soprattutto la legge Madia, trasferendo e vendendo a se stesso una volta in qualità di commissario della provincia Carbonia-Iglesias, una volta dalla parte opposta di commissario del Sud Sardegna e la vostra ancora dopo in qualità di commissario della provincia di Cagliari, le società di servizi. Però nel frattempo è cambiata la legge, son cambiate le regole del gioco e pertanto la mozione così com'è concepita perde un po' del suo spessore anche in segno di denuncia e di segnalazione. Quindi, avendo avuto anche delle interlocuzioni per le vie brevi con l'Assessore, mi atterrò all'illustrazione dell'assessore Erriu che spiegherà appunto che sono cambiate le leggi e di conseguenza il rischio paventato nella mozione viene meno o comunque perde dello spessore che noi avevamo ipotizzato. Quindi, attendo la risposta all'Assessore.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il tema delle partecipate pubbliche, come loro sanno, è governato dal decreto legislativo 175 del 2016, il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, uno dei decreti Madia che coinvolge non solamente la municipalizzata, la società in house della provincia del Sud Sardegna, ma riguarda un po' tutte le società a partecipazione pubblica, così come tutte le società soggette a procedure di controllo analogo congiunto. Qui il tema è particolarmente delicato e bene ha fatto l'onorevole Rubiu a mettere in evidenza alcuni aspetti legati alla Pro Service Spa da una parte e alla società Si Servizi Srl che faceva capo alla ex provincia di Carbonia-Iglesias, poi confluita nella provincia del Sud Sardegna.

Uno degli aspetti del decreto legislativo 175 riguarda i limiti di fatturato come requisito minimo imprescindibile al di sotto del quale le municipalizzate non possono esistere in capo a un ente pubblico e quindi esisteva ed esiste un obbligo di liquidazione di queste società ai sensi dell'articolo 20 del citato decreto legislativo. Quindi gli amministratori locali, nella fattispecie il commissario straordinario, è tenuto ad adottare un piano di razionalizzazione finalizzato a ridurre la propria partecipazione adottando i procedimenti che la stessa norma prescrive, finalizzati da un lato alla salvaguardia dei posti di lavoro, dall'altro lato alla liquidazione della società. La salvaguardia dei posti di lavoro consiste nel trasferire e nel collocare i lavoratori all'interno di una lista da cui possono attingere altre società analoghe facenti capo ad altri enti. Bene, il decreto legislativo 175 è stato oggetto di revisione in sede di conversione e di successiva modifica, è stata ridotta la soglia originariamente di un milione di euro a 500 mila euro per un periodo transitorio di due anni e pertanto le condizioni sono diverse rispetto, come pure è stato detto, a qualche tempo fa, quando la mozione è stata sottoscritta e firmata.

Posso assicurare che per quanto riguarda i livelli occupazionali - che è la ragione che sottostà alla sottoscrizione della mozione - la Giunta regionale ha sempre ritenuto che la riforma degli enti locali dovesse tenere nella massima considerazione tutti i posti di lavoro, ivi compresi quelli delle società partecipate, tanto è vero che è stata stipulata un'intesa tra la Regione, l'ANCI e i sindacati per il costante monitoraggio delle condizioni degli occupati delle province ivi compresi i lavoratori delle in house. Voglio evidenziare anche che il rappresentante legale della Città metropolitana di Cagliari il Sindaco Zedda i cui organi della città metropolitana sono stati democraticamente eletti con le regole vigenti e il commissario della Sud Sardegna nell'ambito della provincia del Sud Sardegna, nell'ambito delle rispettive competenze e nell'ambito delle proprie autonomie di indirizzo politico hanno avviato una interlocuzione per tentare diciamo di raggiungere un accordo di ottimizzazione delle attività affidate alle società in house e rendere più efficace l'azione delle stesse al fine di garantire al meglio i livelli occupazionali e nello stesso tempo garantire i servizi ai cittadini. Questa attività in progress si concluderà da qui a pochissimi giorni, l'obiettivo che si intende perseguire e che la Regione verificherà e monitorerà è quello di garantire il livello occupazionale eventualmente anche assicurando futuri nuovi reclutamenti resi possibili per le società in house evidentemente a differenza degli organici degli enti intermedi, delle province, verificheremo i nuovi assetti societari e qualora dovessero essere rappresentati nuovi assetti non in linea con le normative vigenti questi verranno senz'altro verificati sempre che anche non vadano a discapito dei lavoratori e garantiscano ripeto una adeguata efficienza dei servizi. Tralascio il complesso articolato evolversi delle condizioni di fatto e anche di diritto perché la materia è complessa e siamo de iure condendo assistendo ad una modifica anche a livello nazionale di una disciplina che evidentemente è di riforma economica sociale a cui anche noi dobbiamo sottostare e quindi terremo eventualmente anche per le vie brevi aggiornati i proponenti e i sottoscrittori della mozione.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Ovviamente non nascondo che la risposta è stata esaustiva quindi mi ritengo soddisfatto di quanto dichiarato. Colgo l'occasione però per far presente all'Assessore che a questo punto visto che c'è stata questa opportunità, questa modifica della legge, chiederei all'attuale commissario di bloccare trasferimenti, nuovi assetti societari, fusioni o trasformazioni della società in house. Bloccarli soprattutto perché a fine anno si potrà finalmente riportare la democrazia all'interno delle province cioè si andrà ad elezioni, quindi siamo ormai nel mese di giugno, due mesi di attività, si bloccheranno durante le ferie ci auguriamo che a fine anno si chiuda la partita anche dei commissariamenti in Sardegna sulle province ma anche su altri fronti e pertanto l'invito che faccio è che si blocchi qualsiasi tipo di attività appunto di fusione o di nuovi assetti societari.

PRESIDENTE. Chiedo se la mozione rimane in piedi per la votazione, è ritirata, grazie.

Discussione e approvazione della mozione ZEDDA Alessandra - PITTALIS - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS - TRUZZU - RUBIU - DEDONI - OPPI - COSSA - PINNA Giuseppino - MARRAS - CRISPONI - ORRÙ - CARTA - SOLINAS Christian - BUSIA - PINNA Rossella - FORMA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - ZANCHETTA sulle iniziative per celebrare il 90° anniversario dell'assegnazione del premio Nobel a Grazia Deledda. (300)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 300.

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto mi consenta di ringraziare lei, i Capigruppo e tutti i colleghi firmatari di questa mozione per discuterla oggi, ma soprattutto se poi riusciamo davvero ad approvarla. Intanto credo che sia doveroso iniziare con alcuni contenuti a me molto cari che sono poi patrimonio della nostra Grazia Deledda. Voglio iniziare leggendovi alcuni passaggi che poi sono l'emblema di una donna forte e determinata che ha vissuto in un'epoca ovviamente lontana dai nostri giorni ma come spesso mi piace affermare molto, molto dei nostri tempi. Lei è attualissima, forse lo sarà per sempre, sicuramente è un mito e sicuramente le sue opere tra leggenda e storie vere rimarranno nei secoli. "Ho vissuto coi venti, coi boschi, con le montagne, ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte appoggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che raccontava l'acqua corrente. Ho visto l'alba, il tramonto, il sorgere della luna nell'immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti e le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo e così si è formata la mia arte come una canzone o un motivo che sporga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo." Ecco in questo io trovo l'anima della nostra Sardegna ma soprattutto di Grazia Deledda. Perché Grazia Deledda? Intanto credo che sia un momento molto importante per questa Assemblea perché ha ricevuto ovviamente il premio Nobel come tutti ricordiamo della letteratura ed è stato assegnato nel '26 ma realmente poi consegnato fisicamente nel 1927 quindi da questo punto di vista Presidente e colleghi mi è parso doveroso ma anche significativo e con molto piacere voler ricordare attraverso delle celebrazioni questa grande scrittrice che annovera la nostra terra e soprattutto il valore che è stata in grado di trasmettere in tutto il mondo, ma soprattutto ciò che ha voluto con i suoi scritti, ricordo 350 novelle e 35 romanzi famosi in tutto il mondo. Alcuni ovviamente di più, cito "Canne al vento" per tutti. Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871 quando ovviamente Nuoro non era ancora neanche provincia e l'Italia viveva anche una nuova fase di globalizzazione a dieci anni dall'Unità e quindi si cercava di guardare con attenzione alla diversità delle varie aree italiane ognuna delle quali esprimeva forme culturali differenti. Ha avuto un'ostilità familiare, ricordo che pur di continuare la scuola si fece bocciare e quindi per poter andare a rifare la quinta elementare, credo che la sua determinazione fosse evidente già da bambina però certamente la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il suo talento per la scrittura in un campo allora riservato prevalentemente agli uomini l'hanno fatta lottare doppiamente ed è per questo che probabilmente Grazia Deledda è così forte e presente in tutto il mondo. Qualcuno la definisce una narratrice europea, a noi piace pensare che vada ben oltre. Tra l'altro grazie alla sua forza di volontà riuscì a continuare a coltivare da autodidatta gli studi letterari imparando la lingua italiana come una lingua straniera e leggendo i grandi narratori russi Dostoevskij, Tolstoj, i narratori francesi Zolà, Flaubert e gli italiani Fogazzaro, D'Annunzio e Carducci. Voglio citare che Grazia Deledda è arrivata prima di Pirandello sia a ricevere il premio Nobel sia a entrare a pieno diritto nell'Omnia. Tra le altre cose lei rivolge la maggior parte della sua cultura alle nostre tradizioni, non a caso Grazia Deledda viene annoverata tra le più grandi produttrici o meglio le sue opere la fanno da padrona in tutto il mondo teatrale nelle produzioni. Le sue opere sono state tradotte proprio nel teatro in grande misura. Ancora, lei è certamente una che ha suscitato interesse negli studenti e ovviamente anche in tanti altri ed è per questo che, Presidente, si è pensato ai sensi dell'articolo 5 del nostro Statuto di poter prevedere di adattare, ovviamente secondo le esigenze proprio del nostro Statuto, l'insegnamento dell'opera di Grazia Deledda in tutte le scuole di ordine e grado della nostra Sardegna. Voglio anche ricordare che la Camera dei deputati, nella seduta numero 700 del 2 novembre, ha discusso la mozione concernente iniziative per celebrare appunto il 90º anniversario dell'assegnazione del Premio Nobel a Grazia Deledda, con una mozione che è stata presentata dall'onorevole Elena Centemero, e poi approvata all'unanimità da tutta la Camera dei deputati. Credo che una pari iniziativa stia avvenendo adesso al Senato della Repubblica, e quindi oggi mi fa doppiamente piacere che il nostro Consiglio regionale anticipi quantomeno il Senato e magari tanti altri, anche i vari Comuni, che stanno proprio in quest'anno riconoscendo e celebrando la grandissima opera di Grazia Deledda. Presidente, ancora vorrei dire che per quanto riguarda le celebrazioni noi dovremmo avere, credo, questo è lo scopo della mozione, un ruolo importante, da protagonisti, ovviamente è auspicabile, vedo l'assessore Dessena, che si possa fare anche un'azione congiunta. Ricordo che questo Consiglio regionale, ma il Presidente lo sa bene, ha rappresentato una mostra, e quindi credo che valga veramente la pena di celebrare degnamente una scrittrice che tutto il mondo ci invidia. Lo scopo di questa mozione, tra l'altro sottoscritta da quasi tutti in quest'Aula, poi ovviamente i colleghi che lo riterranno opportuno, ma già con il voto si potrà esprimere il gradimento, ha proprio lo scopo di ricordarla, celebrarla, ma far sì che la sua opera diventi davvero patrimonio di tutti gli studenti, dal più piccolo alle scuole universitarie, ovviamente di tutta la nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Sì, vorrei ringraziare l'onorevole Zedda e tutti i sottoscrittori di questa mozione, perché la trovo quanto mai opportuna, intelligente e meritoria. Per cui non mi soffermo sul merito della mozione, se non per dare alcuni suggerimenti alla Giunta, nel caso in cui voglia assumere delle iniziative anche che vadano oltre quanto richiesto, interpretando lo spirito del dei proponenti. Soprattutto in riferimento alla buona idea di coinvolgere gli studenti, è opportuno ricordare che nelle autonomie scolastiche è possibile un'introduzione di iniziative, insegnamenti, argomenti attraverso i collegi dei docenti delle singole autonomie. Per questo motivo sarebbe opportuno che la Giunta potesse formulare qualche proposta, o inventare un'iniziativa che coinvolgesse in prima battuta i docenti, perché senza un coinvolgimento dei docenti evidentemente è impossibile anche veicolare fino agli studenti, come auspicava la collega Zedda, il messaggio che ci interessa. Inoltre vorrei fare un piccolo appunto, dicendo che la Giunta dovrebbe forse interessarsi anche di un aspetto, cioè di quell'apparato istituzionale che esiste dedicato in Sardegna a Grazia Deledda, che consta di alcune istituzioni. Esiste una Fondazione Grazia Deledda, esiste la Casa Natale di Grazia Deledda affidata all'Istituto superiore regionale etnografico, esiste un Parco letterario Grazia Deledda, dico parco letterario in modo atecnico perché in realtà c'è tutto un contenzioso riguardo a questa definizione, però un parco tematico dedicato a Grazia Deledda del quale fanno parte dieci Comuni, cinque in provincia di Nuoro e 5 in provincia di Sassari, che potrebbero essere tutte queste istituzioni raccordati in un'azione regionale che possa cooperare con la realizzazione degli scopi previsti da questa mozione alla quale, avendo tributato giusto ringraziamento e plauso ai sottoscrittori, mi associo.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Gruppo Misto). Presidente, un sentito grazie alla collega Zedda per aver presentato questa mozione, che ovviamente mi ha entusiasmato e che ho sottoscritto subito dalla sua proposizione. E' importante che questo Consiglio dedichi un momento e più di un momento, una celebrazione, a questa grande scrittrice, una dei sei scrittori italiani che ha vinto il Nobel per la letteratura, solo sei, la seconda dopo Carducci. Quindi è necessario sia quello che ha ricordato poc'anzi il collega Deriu, e cioè che ci sia un'iniziativa che coinvolga le scuole e gli studenti, ma che ci sia veramente una celebrazione da parte della massima Assemblea regionale, che ricordi questa donna, la sua opera così importante, ricordata anche di recente dall'Università di Pisa, ma che venga ricordata anche la sua testimonianza di vita, perché forse per un pudore che molto spesso ci riguarda, e che copre parte delle informazioni che riguardano grandi personaggi, Grazia Deledda è stata una donna determinata, astuta e spregiudicata, lo sarebbe stata oggi, lo è stata nel momento in cui ha scritto le sue opere ed è stata testimone di una attività così importante che l'ha portata, con grande determinazione e non per casualità, e non con timidezza, al massimo riconoscimento, e cioè al Nobel per la letteratura nel 1926, consegnato nel 1927. Quindi una sollecitazione, Presidente, perché si organizzi proprio all'interno di questo consesso, di questa istituzione, un momento importante proprio di approfondimento dell'opera e della vita di Grazia Deledda, testimone femminile, ma non solo femminile, di un momento importante della nostra isola, che voglio ricordare negli ultimi versi di una poesia da lei scritta: "Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta, noi siamo sardi".

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Gruppo Misto). Presidente, ma solo per ringraziare in particolare l'onorevole Zedda e l'onorevole Busia per questa mozione, per questo accorato appello a portare avanti tutte le iniziative per valorizzare la nostra grande conterranea, e naturalmente approfitto di questo, oltre a ringraziare, per apporre la mia firma a questa mozione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, anch'io brevemente per ringraziare l'onorevole Zedda per aver avuto la sensibilità di presentare questa mozione. Non soltanto Grazia Deledda è una dei pochi premi Nobel italiani, ma è anche una delle poche donne che si sono affermate nel campo della letteratura, perlomeno fino a una certa data, perché da Gaspara Stampa, nel Cinquecento, fino a Grazia Deledda le donne scrittrici di quel livello si contano credo sulle dita di una mano, in un contesto che come giustamente ha scritto nella mozione l'onorevole Zedda era estremamente asfittico. Una donna che rappresenta un modello per come ha saputo affermarsi da autodidatta e per come, l'onorevole Busia richiamava proprio la sua storia personale, ha saputo affermarsi in un contesto estremamente ostile. Poi a 27/28 anni si è trasferita a Roma, e lì ovviamente il contesto era diverso e ha potuto esprimere pienamente tutta la sua ricchezza intellettuale, tutta la sua ricchezza di spirito. Credo che ci sarebbe molto da riflettere anche per noi, che ancora oggi nel 2017 stiamo facendo sforzi per fare in modo che la società politica apra finalmente le sue porte alle donne, in mezzo a tante difficoltà di cui abbiamo parlato altre volte, e che spero riusciamo in tempi brevi a superare anche con la doppia preferenza di genere.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, semplicemente per ricordare all'assessore Dessena, vi è un problema molto serio che riguarda questa grande scrittrice ed è quello relativo al Parco deleddiano, le azioni e le attività di quel parco si sono ridotte alla bravura degli amministratori di Galtellì, il Parco deleddiano invece affrontava un tema territoriale molto serio e molto importante a partire proprio dalla città capoluogo che si è disperso letteralmente dalla mappa della operatività dei Parchi letterari in campo nazionale. Allora, Assessore, questa è l'occasione davvero giusta con questa bella mozione presentata alla collega Zedda, sostenuta da noi altri, anche per chiedere il suo diretto interessamento per riavviare quella attività che merita una grande scrittrice, un grande nome ma, soprattutto, un territorio che ha davvero bisogno di cultura e letteratura sotto il segno di Grazia Deledda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Grazie Presidente, io personalmente ma soprattutto tutto il Gruppo del Partito dei sardi vuole apporre la propria firma alla mozione, ci piace non solo ricordare la figura di Grazia Deledda ma, soprattutto, enfatizzarla in quest'Aula come uno dei giganti della letteratura italiana, sarda e letteratura internazionale. Troppo spesso accade che questa terra si dimentichi dei figli, questa terra non è grata, come dovrebbe esserlo, a persone che hanno incarnato in questo modo delle battaglie che ancora oggi avrebbero una valenza straordinaria, rispetto ai tempi, rispetto all'essere donna di fine Ottocento, Grazia Deledda ha interpretato la sardità, ha interpretato una società sarda, ha interpretato una cultura, un costume, un modo di vivere in maniera straordinariamente efficace, siamo lieti e grati di poter apporre anche la nostra firma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Grazie signor Presidente, ma io non aggiungo molto di più a quanto già detto, se non soffermarmi sulla puntualizzazione fatta dall'onorevole Zedda quando richiama alla nostra capacità di inserire nell'obbligatorietà degli studi lo studio della narrativa potente di Grazia Deledda. Credo che questa sia nelle nostre prerogative ed è importantissimo, così com'è importantissimo, e lo ricordava l'onorevole Congiu, non dimenticare i grandi di questa nostra terra, in questo caso la letteratura e Grazia Deledda viene associata ai più grandi scrittori del mondo, perché il Nobel non si dà a caso, io ricordo l'ultimo e con piacere perché associamo, certamente con distinzioni di genere, ma Grazia Deledda a Dario Fo ad esempio, ma vorrei ricordare anche altre figure come ad esempio Franco Solinas che è stato uno dei più grandi scrittori mondiali del cinema del quale noi ci onoriamo di ospitare il Premio Solinas nella mia isola e credo che l'Assessore alla cultura faccia proprio visita a questa iniziativa che si sviluppa anche con una scuola di cinema permanente, di scrittura per il cinema e quindi domani è un'occasione anche per ricordare la nostra grande scrittrice immensa Grazia Deledda.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (FI). È per comunicare di voler apporre appunto anche la mia firma e sottoscrivere la mozione visto che condivido pienamente quanto la collega Zedda e i colleghi hanno testé testimoniato sulla validità dell'iniziativa, grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

DESSENA GIUSEPPE, assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Grazie Presidente, buongiorno a tutti a tutte, intanto per condividere il merito delle valutazioni espresse su Grazia Deledda sulla sua importanza storica, su quella attuale, per raccontarvi quello che la Giunta ha fatto in questi due anni e in questa fase con me, insomma per celebrare e riportare alla centralità del dibattito culturale la figura di Grazia Deledda, intanto perché l'anno scorso è stato deliberato l'anno deleddiano, insieme all'anno gramsciano, che significa effettivamente non solo dare un ruolo di grande centralità alla nostra scrittrice, ma anche accompagnare questo ruolo di grande centralità a delle risorse economiche e finanziarie in modo che i momenti di convegno, di vario approfondimento che hanno attraversato tutta l'Isola, e anche le scuole di ogni ordine e grado, sono stati accompagnati da risorse che sono state investite su due Comuni principali: il Comune di Nuoro e il Comune di Galtellì e che hanno attraversato però diverse scuole. Insieme a questo passaggio l'anno scorso, attraverso una delibera, è stata data la possibilità alle scuole di presentare progetti sui grandi personaggi e fra i grandi personaggi evidentemente c'era la nostra, la mia concittadina, Grazia Deledda. Quindi il percorso di sensibilizzazione e di riportare al centro della discussione la figura di Grazia Deledda attraverso un'opera di sensibilizzazione capace di attraversare il territorio, è stata iniziata l'anno scorso anche investendo risorse. Quest'anno, consapevoli dell'importanza di Grazia Deledda, consapevoli dell'importanza del momento della consegna del Premio Nobel, perché è stata designata nel 1926 però materialmente consegnato nel 1927, intanto Grazia Deledda è stata la protagonista del progetto culturale che abbiamo portato a Torino, cioè "le regine della Sardegna" intese come figura importante da ogni punto di vista. Grazia Deledda è stata appunto una figura protagonista a Torino, al Salone internazionale del libro, e ci sono stati più dibattiti dedicati alla sua figura e alla sua capacità di narrare la Sardegna. Il percorso che ci ha portato a portare il progetto culturale all'interno del Salone internazionale naturalmente ha avuto un pre-percorso in diverse scuole della Sardegna, sempre perché una delle opere principali, e condivido ampiamente, è quella di sensibilizzare i nostri giovani alla conoscenza di Grazia Deledda. Dopo il Salone del Libro abbiamo investito anche qui delle risorse economiche, e sarà questo sabato la giornata dedicata al Premio internazionale Grazia Deledda, che si terrà a Galtellì che da quindici anni detiene questo importantissimo momento letterario e culturale, per entrare meglio nelle scuole stiamo pensando di entrarci col dovuto tatto, ma con una certa forza. Stiamo immaginando e costruendo un percorso che farà sì che le scuole di ogni ordine e grado della Regione Sardegna possano avere a disposizione delle risorse economiche proprio per celebrare Grazia Deledda in ogni forma, compreso le rappresentazioni teatrali, ricordo che l'anno scorso ci sono stati molti momenti in cui, attraverso i finanziamenti, associazioni teatrali hanno attraversato le scuole narrando Grazia Deledda attraverso questa forma specifica d'arte. Quindi uno degli elementi con il quale stiamo cercando di stringere la connessione tra la figura di Grazia Deledda, il nostro ruolo e le istituzioni scolastiche sarà proprio questo, metteremo in campo, cogliendo il suggerimento e la sostanza del suggerimento, ossia quella di far riappropriare tutti i cittadini sardi, a partire dai più giovani della figura di Grazia Deledda. Questo sarà un nostro obiettivo, da qui a breve tempo, oltre tutti quelli che stiamo già perseguendo, quelli che vi ho già elencato e l'altro impegno che ci sarà concordato con le Università di celebrare a ottobre, quindi nel nell'autunno, la figura di Grazia Deledda. Quindi questo avviso dedicato alle scuole che promuoveranno progettualità su Grazia Deledda e poi sul tema più specifico di come inserire, ai sensi dell'articolo 5, che è un terreno complesso ma sul quale ci cimenteremo insomma, sarà quello appunto intanto di passare attraverso una sensibilizzazione delle autonomie scolastiche per cercare con loro di comprendere l'importanza della celebrazione nelle scuole della figura di Grazia Deledda e poi di sederci a un tavolo per ragionare sul potere che ci dà l'articolo 5, le istituzioni scolastiche, il DPR numero 275 del '99, piuttosto che la legge numero 53 del 2003, insieme ad una azione in sintonia e organica con le scuole ci possa permettere di dare un maggiore spazio allo studio della Sardegna, della sua storia e, quindi, anche evidentemente di tutte quelle figure che hanno arricchito il patrimonio culturale immateriale della Regione Sardegna, evidentemente tra queste ci sarà Grazia Deledda, quindi la nostra è un'opera di sensibilizzazione che è portata avanti, che ha attraversato il territorio e che adesso entrerà in maniera più strutturata sulle scuole attraverso queste risorse, per poi sedersi attorno a un tavolo e comprendere come, attraverso la lettura delle norme e dei combinati regionali e nazionali e 107, si possa entrare in maniera più strutturata all'interno delle scuole appunto con lo studio della storia sarda ed evidentemente, là dentro, con la figura di Grazia Deledda.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Sono veramente contenta ma anche onorata di aver intuito che questo argomento potesse essere veramente di interesse e soprattutto che ci fosse la sensibilità di tutti i colleghi, non avevamo dubbi. Ringrazio anche l'Assessore e colgo l'occasione per dare una piccolissima informazione: è proprio di questi giorni, in seguito all'approvazione proprio della mozione Centemero, che il MIUR si sta attivando affinché direttamente dagli studi nazionali si possa arrivare proprio all'insegnamento, quindi troviamo terreno fertile.

Voglio concludere ricordando una frase che disse Dessì, o meglio un riconoscimento, che non è molto lontano da questa istituzione: due grandi persone sono state tra i personaggi più importanti della storia politica della nostra Isola, Grazia Deledda ed Eleonora D'Arborea. Erano donne.

PRESIDENTE. L'Assessore ha chiesto di poter aggiungere qualcosa.

Ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione spettacolo e sport.

DESSENA GIUSEPPE, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione spettacolo e sport. Nei passaggi avevo trascurato due aspetti che sono stati sollevati qua dentro e sui quali invece stiamo lavorando, intanto che c'è un percorso, che si chiama Parco deleddiano, che attraversa un pezzo consistente di tutta l'Isola, e quelli sono stati già da noi convocati per diverse ragioni e adesso proveremo a metterci tutti attorno a un tavolo per capire dove siamo e da dove ripartire perché tutto il territorio possa godere della nostra figura. Questo è un aspetto che mi era mancato prima, il secondo è che su una serie di cose che riguardano la scuola e che da qui a breve immagino ci vedranno di fronte al Ministro ci sarà proprio questo tema specifico, perché stiamo chiedendo un incontro a 360 gradi sulla scuola e non sarà dimenticato il tema specifico.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Poiché nessuno domanda di parlare per dichiarazione di voto, metto in votazione la mozione.

PITTALIS PIETRO (F.I.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 300.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione congiunta e approvazione delle mozioni CRISPONI - DEDONI - COSSA - CARTA - LOCCI - MARRAS - ORRÙ - PINNA Giuseppino - PERU - PITTALIS - SATTA - SOLINAS Christian - TOCCO - FUOCO - TRUZZU - TUNIS - ZEDDA Alessandra sul paventato accorpamento del sistema delle camere di commercio della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (313); CRISPONI - DEDONI - COSSA sugli effetti del decreto legislativo del Consiglio dei ministri recante l'attuazione della delega di cui all'articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124. (251); CRISPONI - DEDONI - COSSA - PITTALIS - TRUZZU - FENU - CARTA - SOLINAS Christian - ARBAU - BUSIA - USULA - ZEDDA Alessandra - CHERCHI Oscar - TUNIS -CAPPELLACCI - TOCCO - LOCCI - FASOLINO - TEDDE - RUBIU - PINNA Giuseppino - TATTI sulla possibile chiusura della Camera di commercio di Nuoro e sull'accorpamento del sistema camerale della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (84); CRISPONI - DEDONI - COSSA, sulla possibile chiusura della Camera di commercio di Nuoro e sull'accorpamento del sistema camerale della Sardegna. (64)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 313, 251, 84, 64, sul paventato accorpamento del sistema delle Camere di commercio della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio.

Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di parlare consigliere Luigi Crisponi per illustrare le mozioni.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Grazie Presidente e grazie colleghi per la vostra attenzione. Purtroppo riemerge ancora una volta il problema del ritardo con cui le mozioni vengono affrontate qui in Aula; è un grave ritardo quello che accompagna la mozione odierna, visto che è dal 2014 che ho reiterato, nel 2015, nel 2016 e ancora nel 2017, un problema serio che riguarda la dignità delle filiere economiche della nostra Isola, e l'occasione è ghiotta per poter rivendicare per il tessuto economico regionale una discussione che riguarda tutta una serie di presìdi, che sono appunto le Camere di commercio della Sardegna che sono, come sapete, distribuite nei quattro capoluoghi provinciali.

Le quattro Camere di commercio sono destinate, a seguito del decreto legge 219 del 2016, ad essere accorpate; quel disegno di legge prevede che l'Unioncamere presenti un documento di proiezione al Ministero dello sviluppo economico per portarle da 105 al numero di 60, quindi un'attività e un'azione che va a favore della spending review ma, mi permetto anche di dire, che si tratta davvero di una sonora fesseria quella adottata dal Governo nazionale, che va alla ricerca di risorse restituendo ai cittadini, ma soprattutto al mondo delle imprese, impercettibili risparmi. Eppure il Governo ha deciso di andare avanti su questa strada. Recentemente c'è stata la partecipazione dell'assessore Filippo Spanu ad una Conferenza Stato-Regioni nella quale ha giustamente sollevato il tema di come le quattro Camere di commercio venivano in modo indiscriminato accorpate, e quindi ritorniamo quest'oggi in Aula per dare un mandato speciale e particolare alla Giunta regionale affinché davanti al Governo nazionale, alla stessa Conferenza Stato- Regioni ma soprattutto nei confronti del Ministero dello sviluppo economico salga la voce di chi pretende attenzione e dignità per il proprio territorio, perché le filiere economiche non possono essere in nessun modo e in alcun caso messe nel dimenticatoio, in un dimenticatoio che purtroppo coinvolge l'intero territorio regionale, che è quello dell'isolamento totale, dell'assenza di infrastrutture, della dimenticanza delle specificità che addirittura sono rappresentate e raccontate puntualmente anche attraverso un emendamento che è stato presentato sulla legge delega. Quell'emendamento dice che in condizioni particolari, quindi di specificità territoriali, di assenza di particolari infrastrutture pubbliche, in modo particolare quelle legate al trasporto pubblico delle persone, e soprattutto in caso di territori montani, debbono essere mantenute vive. Ebbene, cosa succede? Con quell'accorpamento effettuato dall'Unioncamere nazionale, chi si appropria di questo particolare emendamento? Se ne appropria la Regione Lombardia per la Camera di commercio di Sondrio; succede che la Sicilia fa un passo indietro sui previsti accorpamenti, rinunciando a quel disegno che aveva presentato al Ministero dello sviluppo economico, e, guarda caso, cercando di accaparrarsi l'ultima Camera di commercio utile che potrebbe insistere proprio sul territorio regionale, proprio la sessantesima Camera di commercio. E allora, se questo è il modo di procedere del Governo nazionale, che in più di un'occasione è stato davvero sordo alle istanze che sono state rappresentate in ogni occasione e su ogni genere di questioni che riguardano la società ma in particolare la società economica alla Sardegna, allora quel Governo va decisamente affrontato a muso duro e combattuto con ogni arma e soprattutto con un mandato ampio e pieno da parte dell'intera Assemblea del Consiglio regionale della Sardegna. E' certamente sui parametri che poi dovremo discutere perché, cari colleghi, le dissestate Camere di commercio, che in alcune regioni d'Italia presentano continuamente bilanci in rosso, guarda caso noi, con le nostre Camere di commercio della Sardegna, in modo particolare quella della provincia di Nuoro che detiene il sesto posto nella classifica delle 105 Camere di Commercio per virtuosità, qualità, limpidezza e trasparenza nei propri bilanci, ci troviamo beffardamente puniti da un'iniziativa nazionale di questo genere. Quel tipo di specificità, che sono legate appunto ai bilanci ma anche a caratteristiche territoriali di assenza di infrastrutturazione pubblica, io ritengo personalmente, ma son convinto che lo condividano anche i nostri colleghi quest'oggi in Aula, sono i riferimenti puntuali sui quali dobbiamo fare forza, assessore Spano, nel confronto con il Governo nazionale.

Insomma, questo è un tentativo davvero scomposto, lo definisco scomposto e arrogante, di ammutolire i vivaci presìdi economici dei nostri territori. Allora, davanti al tentativo evidente e chiaro da parte del Governo nazionale di desertificare sotto il profilo della presenza degli uffici governativi, sotto il profilo della restituzione di puntuale attenzione alle filiere economiche e produttive, sotto il tentativo di creare condizioni ancora di più di isolamento e di arretramento per la nostra Isola, e quindi per i suoi cittadini, allora io dico che, davanti a questa decisione, ci vuole una ferma, fermissima opposizione da parte della Giunta regionale della Sardegna. A questo punto, assessore Spano, io credo che non si possa rifuggire da una possibilità che è quella che è data appunto dalle pieghe dei regolamenti, da richiedere che vengano puntualmente rispettate quelle deleghe, che sono state date appunto ad Unioncamere, perché si faccia in modo che il territorio della Regione Sardegna veda salvi i suoi punti di riferimento economico-commerciali, ma soprattutto che si intervenga presso il Governo nazionale e anche presso il parlamento, interessando ancora una volta parlamentari - deputati e senatori - che siedono nelle massime assemblee nazionali per chiedere anche una modifica di quel decreto legge e quindi dei riferimenti normativi che in questo modo stanno invece depauperando, un autentico scippo nei confronti della classe economica regionale.

Allora, assessore Spanu, per concludere, lei ha una delega in bianco sotto questo aspetto l'ha già esercitata e di questo la ringraziamo in occasione della Conferenza Stato regioni, io auspico che il mandato che spero le verrà affidato quest'oggi dalla Assemblea sarda è quello di puntualizzare, di dialogare ma ove non vi siano le condizioni perché vi sia una rivisitazione delle decisioni già assunte in seno all'Unioncamere nazionale di una puntuale verifica di quanto ho richiamato con questa mozione, con lo stesso Ministero dello sviluppo economico e se occorre con il Presidente del Consiglio dei Ministri. Il sopruso nei confronti del territorio va evitato, l'impoverimento e la desertificazione la rifiutiamo decisamente, facciamo muro contro il Governo nazionale che vorrebbe creare tutto questo e la invitiamo a procedere senza alcun indugio per salvaguardare la specificità delle Camere di commercio della Sardegna e soprattutto delle filiere economico produttive dell'intero territorio regionale.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare il Assessore degli Affari Generali Personale e Riforma della Regione.

SPANU FILIPPO, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Dunque intanto il tema, com'è noto, è stato sollevato in maniera particolarmente importante e rilevante soprattutto negli ultimi tempi, perché la delega che il Parlamento aveva dato al Governo sta arrivando al compimento. Però io prima di entrare nel merito specifico, perché credo sia dovere della Giunta dare informazione completa rispetto a come ci si è mossi a quale siano anche le prospettive di carattere politico amministrativo relativamente alla riorganizzazione delle Camere di Commercio, vorrei premettere un punto che è stato elemento di lavoro e di convinta azione da parte della Giunta fin dal momento in cui è iniziata questa legislatura, e che anche negli ultimi giorni ha prodotto dei passaggi che hanno coinvolto direttamente il Consiglio regionale. Mi riferisco al fatto come immaginare e utilizzare al meglio, questo sì, attraverso un concetto di razionalizzazione e di ottimizzazione delle risorse pubbliche all'interno del territorio regionale, come utilizzare al meglio il contributo che l'autonomia funzionale delle camere di commercio può contribuire nel dispiegamento delle politiche di sviluppo della Regione sarda. Da questo punto di vista fin dall'inizio della legislatura la Giunta ha cercato un confronto attraverso gli Assessori competenti l'Assessore dell'industria e l'Assessore del turismo artigianato e commercio in quanto collegati e in quanto collegabili le autonomie funzionali con le attività che la Giunta, perché c'è un punto specifico della mozione che fa riferimento a questo, e poi ci tornerò, come erogatrici di servizi all'interno del territorio regionale quindi presidio insieme alle amministrazioni pubbliche del territorio regionale in collaborazione e coordinamento anche con l'Assessore degli enti locali. Vi dicevo la Giunta ha avviato un confronto affinché il lavoro che viene svolto sulle politiche di sviluppo, sulle politiche per le imprese nelle sue varie sfaccettature, a partire dagli interventi sullo sviluppo locale, ma soprattutto sui servizi specialistici che vengono erogati alle imprese per quanto riguarda l'internazionalizzazione, per quanto riguarda la costruzione delle reti, vedessero le Camere di commercio che sono in una fase di riorganizzazione e riforma protagoniste di alcune tipologie di servizi che potessero aiutare senza sovrapposizioni l'azione politica che veniva svolta dalla Regione. E su questo punto ci sono stati molteplici confronti, ci sono state anche delle iniziative che già hanno iniziato a prefigurare, soprattutto sul tema dell'internazionalizzazione, il ruolo che possono avere i servizi delle Camere di commercio ci sono state delle iniziative sullo sviluppo locale che hanno coinvolto direttamente le Camere di commercio. Da questo punto di vista questo è il nostro modo di immaginare e di vedere lo sviluppo dell'azione e l'ottimizzazione dell'azione delle Camere di Commercio e vi dicevo come, certamente l'Aula saprà, che è stato presentato, è stato discusso da poco in Commissione il disegno di legge relativo al turismo allo sviluppo del sistema turistico dove si pone anche concretamente il problema del raccordo con le Camere di Commercio per quanto riguarda la costruzione delle DMO cioè delle destinazioni turistiche.

Quindi la Giunta da questo punto di vista ha le idee assolutamente chiare o perlomeno si confronta avendo l'idea che le Camere di commercio sono una ricchezza del nostro territorio regionale e tutte le riorganizzazioni vanno fatte tenendo conto di questa ricchezza e cercando di valorizzarla ulteriormente.

Per quanto riguarda il merito della mozione, riepilogo molto brevemente, molte cose sono state dette dal presentatore della mozione il processo di riorganizzazione delle Camere di commercio si muove attraverso alcuni punti specifici, la nostra sensazione è che su questi punti specifici non sia stata fatta sufficiente attenzione dal sistema di Unioncamere nel formulare la proposta che è stata inviata al Governo l'8 di giugno, e quindi abbiamo chiesto che si ritorni su questo punto con due passaggi, intanto formali, il Presidente della Giunta regionale aveva già sollecitato sul punto l'attenzione dell'allora Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi il 23 ottobre del 2015, quindi ormai diversi mesi fa, relativamente alla situazione specifica di cui tener conto per quanto riguarda la Camera di Commercio di Nuoro, destinataria di una deroga specifica rispetto al principio generale delle 75.000 imprese eccetera. Sul punto è tornato ancora una volta, questa volta in maniera ancora più precisa, dato che ormai siamo al momento in cui si deve decidere, è tornato di nuovo il Presidente della Regione scrivendo al Ministero dello sviluppo economico Carlo Calende e al Ministro per gli affari regionali Enrico Costa. Questa lettera, che poi è nata da un contesto nel quale si stava formulando in Conferenza delle regioni una proposta di addirittura, paradossale direi quasi, di revoca di un accorpamento, quasi che una volta decise determinate azioni di ottimizzazione, per considerazioni che chiaramente non sono coerenti con l'impianto complessivo della normativa, si possa tornare indietro, c'era una proposta di revoca. Su questo punto a dire la verità in maniera poco informata era stato richiesto e ottenuto un parere della Conferenza delle regioni sul quale abbiamo chiesto di ritornare e la Conferenza delle regioni ha tolto l'intesa un decreto di revoca che disaccorpava Camere di commercio in Sicilia e l'effetto di questa azione avrebbe, così com'è ancora oggi corre il rischio di generare, una diminuzione degli spazi dentro i quali potrebbe trovare risposta l'interesse e anche l'applicazione della norma nello specifico per le Camere di commercio della Sardegna.

Vi dicevo il Presidente è intervenuto e in maniera molto chiara ha espresso al ministro Calende e al ministro Costa la posizione della Regione Sardegna; stante l'attuale conformazione di carattere normativo la Regione Sardegna ritiene che ci sia la possibilità normative, quindi il diritto anche, affinché in Sardegna possano essere costituite, possano rimanere tre Camere di commercio, una Camera di commercio che ha le caratteristiche piene rispetto a quanto previsto primariamente alla legge, la Camera di commercio di Cagliari che non solo ha i numeri ma anche una presenza all'interno di una città metropolitana. Una seconda Camera di Commercio è la Camera di Commercio di Sassari che, badate, se guardiamo le caratteristiche previste dal decreto legislativo numero 219, che è attuativo della legge delega, è una Camera di Commercio che pur non avendo pienamente le 75.000 imprese, però intanto è una Camera di Commercio frontaliera, cosa che a molti sfugge ma a noi no, perché è la Camera di Commercio di confine con la Francia e poi soprattutto, cosa che ricorre poi anche per la Camera di Commercio di Nuoro, ha le caratteristiche, esplicitamente detto, di efficienza e di equilibrio economico che sono richieste dalla legge come elemento vero, quello sì, di razionalizzazione e di ottimizzazione. Quindi, la posizione del Presidente è quella Camera di Commercio di Cagliari, Camera di Commercio di Sassari, Camera di Commercio di Nuoro, che ha le caratteristiche previste dalla legge numero 56, isolana e montana allo stesso tempo, ma soprattutto è il ritorno sui dati, che secondo me e secondo noi sono molto importanti, di equilibrio economico e finanziario che caratterizzano certamente la Camera di Commercio di Sassari, così come ancora di più caratterizzano anche la Camera di Commercio di Nuoro, le quali due Camere di Commercio stanno all'interno delle prime quaranta Camere di Commercio di tutta Italia nell'ambito degli indicatori di carattere economico, di efficienza economica e di equilibrio patrimoniale. Il Presidente ha anche sottolineato che nel novero di queste scelte è chiaro che, per quanto riguarda la Camera di Commercio di Oristano, è giusto che venga espressa dal territorio la propria volontà di adesione a una Camera di Commercio o l'altra, fermo restando che è cosa nota, almeno anche scritta, che attualmente la Camera di Commercio di Oristano ha fatto un'opzione di accorpamento sulla Camera di Commercio di Cagliari, ma questo non toglierebbe che le altre Camere di Commercio, per poter arrivare a tre, avrebbero gli elementi di legge che consentono di poter immaginare la copertura del territorio con tre Camere di Commercio. Sottolineo ultimi due punti, il primo è che per noi è particolarmente importante e rilevante la presenza di un'unione regionale delle Camere di Commercio, e la norma di base prevede che l'Unione delle Camere di commercio si possa fare se ci sono tre Camere di Commercio. Questo è importante per il confronto anche sui servizi che può avvenire per quanto riguarda la Regione col sistema unitario delle Camere di Commercio. Oltre a questo, riteniamo che sia assolutamente rilevante e importante che il sistema delle Camere di Commercio abbia lo spazio per avere i tre posti. Attualmente questo spazio c'è perché la proposta di Unioncamere al Governo prevede cinquantanove Camere di Commercio. Ha lasciato un posto che è proprio quel posto che è stato lasciato secondo noi in maniera non coerente, è stato lasciato libero perché doveva essere coperto, e, guarda caso, è il posto che spetterebbe alla terza Camera di Commercio della Sardegna, così come è stato riconosciuto, è stato fatto cenno alla Provincia di Sondrio, alla Lombardia. Ora, è chiaro che questa, la nostra azione andrà politicamente a sostenere questi principi, che sono principi di efficienza, sono principi non solo e semplicemente di copertura del territorio, ma di migliore impianto del sistema. Infine, è stato richiesto nella mozione, c'è un riferimento anche per quanto riguarda i livelli occupativi, la proposta dell'Unioncamere da questo punto di vista ci rassicura sufficientemente, ma saremo vigili, sapendo anche che c'è un sistema di servizi che riguarda il sistema camerale che può essere perfettamente coperto anche con gli interventi che possono essere concordati con la Regione, che intende rafforzare in questo modo e anche con altre modalità, come i nuovi uffici territoriali, la propria presenza sul territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Le informazioni date dall'assessore Spanu sono coerenti con quanto richiesto dal sistema camerale e dalle informazioni da noi ricevute rispetto al maldestro tentativo di cui recita la mozione. Ci sono questioni che riguardano naturalmente, sotto il profilo della riorganizzazione, territori ai quali deve essere concessa anche una libertà, se questa esistesse, di una puntuale autodeterminazione, che potremmo chiamare così, e mi riferisco in modo particolare alla Camera di Commercio di Oristano, e questa è un'ulteriore preoccupazione. Esiste già un'adesione espressa già a suo tempo da quella Camera, quella del sud Sardegna, e quindi in questo caso io credo che davanti a una rideterminazione, davanti a un'impostazione forte dell'intero Consiglio regionale, supportata dalla sua azione, Assessore, e della sua Giunta regionale, sarebbe il caso di intervenire ancora una volta presso quell'ente camerale, appunto, e mi riferisco a quello di Oristano, per ascoltare direttamente quali sono le proprie impostazioni, anche alla luce di uno scenario che potrebbe modificarsi nel breve tempo e soprattutto a seguito delle interlocuzioni con il Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io aderisco alla mozione perché sono anche firmatario, ma prendo atto con fermo disappunto delle dichiarazioni dell'Assessore. Ho riletto nelle sue dichiarazioni, Assessore, quello che è il comportamento passivo, negativo della Sardegna nei confronti del Governo centrale. Il Governo centrale propone e dispone, e voi ossequiosamente dite va bene. Questo vale per quando ci tolgono i danari, questo vale quando non abbiamo danari per le province, questo vale quando tagliano a chiudono le scuole, questo vale per ogni cosa. Le misure che un Governo nazionale pone alla Sardegna non sono quelle adeguate alla Sardegna. Noi abbiamo detto più volte: orografia, viabilità, difficoltà territoriale, perché è una delle più grandi regioni come superficie pur avendo pochissimi abitanti, e non riusciamo a trovare quelli che sono gli spazi sufficienti, anche in termini istituzionali, da poter far lievitare quello che è lo sviluppo, cioè stiamo chiudendo, se va bene, su vostro suggerimento anche a quelli di Oristano, perché questo è. Voi avete detto ad Oristano di accorparsi a Cagliari perché non c'erano altre vie, anziché fare una campagna degna di difesa degli interessi istituzionali sardi. Io credo che sia gravissimo questo atteggiamento, non capire che Oristano è frontaliero nei confronti delle Baleari, se lo vuole ricordare, come Cagliari è frontaliera nei confronti dell'Africa, come Nuoro è frontaliero con chi? Con la centralità e la difficoltà oggettiva che esiste. State sbagliando ancora una volta, state vendendo quelle che solo le risorse istituzionali presenti nel territorio. Poi, non mi si è voluta dare la parola perché ero firmatario, Presidente, perché potevo allungare, ne risponderà qualche altro? Ma vigliaccamente ancora una volta state deturpando quelli che sono gli interessi veri della Sardegna, e ve lo dimostrerò, se non è adesso lo dimostrerò in altra circostanza. Siate più caratterizzati, veramente, da carattere sardo, e difendete gli interessi dell'isola, perché è vergogna ancora una volta essere così appiattiti come zerbini dove qualunque sottosegretario passa, vi strofina, e voi ringraziate pure.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO LUIGI (PD). Io capisco la passione e la verve con cui il collega difende una prerogativa del territorio a cui è chiaramente molto legato, come capisco anche il senso della mozione che ha presentato a prima firma il collega Crisponi, che dimostra anche lui, come lo siamo tutti noi, molto legati ai nostri territori, alle prerogative degli stessi. Credo che questa mozione vada votata, e però io suggerirei, se il collega è d'accordo, che sulla base delle dichiarazioni fatte dall'Assessore ci sia un passaggio in cui si parli della proposta di tre Camere di Commercio, perché non può essere che…

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sei per chiudere Oristano!

LOTTO LUIGI (PD) Non sono per chiudere a Oristano… capisco e comprendo anche questa reazione del collega Dedoni, però io credo che la proposta fatta dal Presidente Pigliaru e illustrata dall'Assessore sia una proposta intelligente, che tiene conto della reale esigenza del territorio dell'Isola, quello che mi preoccupa è che non ci sia un pronunciamento del Consiglio che possa essere interpretato neanche minimamente in maniera diversa da quella che è la volontà della Giunta, che è comunque di difendere, come si difende in questa mozione, la Camera di Commercio di Nuoro, ma è anche come quello di riconoscere l'esigenza che ce ne siano altre due, e che siano Sassari e Cagliari le altre due, più quella di Nuoro. A mio parere questa precisazione è giusto che ci sia nella mozione, e io sarei per votarla con questa affermazione. Grazie.

PRESIDENTE. Chiedo se è accolta la proposta.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Posso chiedere pochi minuti di sospensione?

PRESIDENTE. C'è l'intervento dell'onorevole Solinas.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Più volte in questa sede, in quest'Aula, fuori da quest'Aula, in dibattiti che i consiglieri regionali, la Giunta regionale viene chiamata a sostenere per i Paesi e per le città della Sardegna, diciamo spesso che bisogna combattere lo spopolamento che dobbiamo cercare di tenere in piedi i servizi. L'ho detto altre volte, lo spopolamento si combatte tenendo in piedi i servizi e cercando di offrire ai cittadini sardi quanto è più possibile i servizi vicino al proprio territorio. Io vorrei avvisare i miei colleghi che non è che oggi salviamo un territorio affossandone un altro, non è questa la strada, perché oggi tocca a me, domani toccherà a qualche dun'altro; non è salvando il proprio orticello che si salvano i diritti dei Sardi. Io credo che questo Consiglio, che la Giunta regionale debba fare con forza la battaglia, affinché il sistema camerale in Sardegna venga salvaguardato nella sua interezza. Io vorrei capire come è possibile chiedere ai cittadini di Sedilo di andare a Cagliari per un problema che riguarda la Camera di Commercio, o chiedere a un cittadino di San Nicolò D'Arcidano di recarsi a Nuoro per un problema della Camera di Commercio. Io sono perché o si lasci così com'è la mozione, oppure si indichino tutte e quattro le Camere di commercio esistenti in Sardegna, per fare la battaglia tutti assieme perché il sistema camerale che oggi ha la Sardegna venga difeso sino alla fine. Però voglio dire anche un'altra cosa, che nel caso in cui i territori debbano decidere di accorparsi ad altri territori, ad altre Camere di commercio, siano loro a decidere dove e come andare, che non sia né il Consiglio regionale né tantomeno la Giunta regionale a decidere quale tipo di accorpamento deve essere fatto. Però io credo che sia opportuno e politicamente corretto nei confronti di tutti i cittadini sardi che noi la battaglia la facciamo per tutte e quattro le Camere di Commercio esistenti in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, il dibattito per come si è sviluppato dimostra la serietà e la delicatezza del tema. Purtroppo al sistema economico, e lo abbiamo denunciato spesso e più volte, si dedica fin troppo poco tempo all'interno di quest'Aula, e quindi è inevitabile che rispetto al depauperamento e allo svilimento di un territorio rispetto ad altri, ci siano anche questioni che riguardano poi i singoli Consiglieri che hanno davvero a cuore i temi del proprio territorio e del proprio perimetro operativo. Però la riflessione che voglio fare è che noi abbiamo portato all'attenzione dell'Aula l'intero sistema delle Camere di commercio della Sardegna, allora, siccome l'origine della mozione guarda in faccia proprio questo, il sistema delle Camere di Commercio regionali, allora vorrei evitare, anche per dare puntuale riscontro alle corrette e condivisibili, per altri aspetti,, valutazioni dei colleghi, che proprio dal territorio in questo caso più debole sotto il profilo numerico, di consistenza dei numeri di imprese iscritte al sistema camerale dell'oristanese, allora io credo, pur ringraziando il collega Lotto della sua puntuale sollecitazione, io ritengo che, senza aggiungere alcunché e quindi lasciando così come è impostata la mozione, senza fare specifici riferimenti a numeri, che potrebbero essere considerati e valutati nei rispettivi territori come ostativi e soprattutto punitivi nei confronti di quel sistema economico, allora, Presidente, ritengo che se si vuole portare al voto così com'è la mozione eviterei alcun riferimento di carattere e nominale, e soprattutto numerico. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 313, che riassorbe la 251, l'84 e la 64. Quindi mettiamo in votazione l'ultima, che è la 313.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 313.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione della mozione Pizzuto - Rubiu - Locci - Cocco Pietro sulla situazione della fabbrica di estrazione e lavorazione di bentonite a Piscinas, ex provincia di Carbonia Iglesias. (294)

PRESIDENTE. Passiamo alla mozione numero 294 Pizzuto e più, "sulla situazione della fabbrica di estrazione e lavorazione di bentonite a Piscinas, ex provincia di Carbonia-Iglesias".

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

PIZZUTO LUCA (SDP).Grazie Presidente. La mozione pone all'attenzione di questo Consiglio e della Giunta una situazione come minimo spiacevole, se non molto grave, che ormai è in atto già da un anno nel nostro territorio. La società Polar che ha acquisito la concessione mineraria per l'estrazione di bentonite nel Comune di Piscinas, ha messo in atto strani comportamenti rivolti ai lavoratori, e politiche aziendali non del tutto chiare. Io, in più di un'occasione, ho fatto delle interrogazioni e ho chiesto informazioni su cui ho avuto delle risposte verbali ma non delle risposte scritte. Si parte più o meno da un anno fa, dove in seguito a una protesta dei lavoratori 13 dipendenti sono stati licenziati, per poi essere reintegrati attraverso un ricorso al Tribunale del lavoro, ottenendo l'ordinanza di reintegro presso la sede dello stabilimento di Piscinas. Ci sono voluti mesi perché questo avvenisse, ai lavoratori è stato proposto di avere in cambio circa 10 mila euro per non rientrare a lavoro, uno solo di questi dipendenti ha accettato la proposta e ad oggi non ha ancora avuto nessuna buona uscita, agli altri è stata data la reintegrazione in fase successiva, e 7 però di questi tredici dipendenti sono stati formalmente trasferiti a Genova, quella che oggi sembra essere la sede legale nello stabilimento di Ronco Scrivia. Ci sono dei punti che sono poco chiari che sono espressi nella mozione, li leggo perché li ritengo di fondamentale importanza. Qual è la situazione relativa alla compagine societaria? Risulta (…) la circostanza che a fronte di una struttura societaria di partenza formata da tre soci, di cui uno ora fuoriuscito, con caratteristiche di solidità finanziaria ed esperienza pluriennale nello stesso ambito produttivo nell'attuale (…) non risponda più agli stessi requisiti che hanno consentito di poter acquisire la concessione mineraria, e anzi i due soci sarebbero alla ricerca di un ulteriore partner per garantire gli investimenti e l'organizzazione aziendale. Qual è poi la situazione relativa al piano industriale: nonostante le numerose richieste, non sono mai stati resi noti i piani di investimento e di riorganizzazione produttiva a medio lungo termine; tale aspetto, unito alle incertezze rispetto alla situazione tecnico economica della Polar, se non adeguatamente supportato da elementi fondati, può essere considerato contrario a quanto stabilito nel regio decreto 1443 del 1927, la cosiddetta "legge mineraria". Situazione relativa all'esposizione creditoria e alla solidità finanziaria: è stato rilevato, anche attraverso comunicati formali e contestazioni giudiziarie, che Polar risulta esposta per debiti commerciali nei confronti dei creditori e, in particolare, per lavori di manutenzione pari a circa 150 mila euro (a un'impresa che ha fatto lavori e che non è mai stata pagata, sembrerebbe che questo sia accaduto anche per un'altra impresa qualche settimana fa, ma su questo non ho evidenze scritte quindi non posso pronunciarmi). Qual è la situazione relativa alla sede legale di Polar? Dalle visure camerali risulta che Polar, nel corso del 2016, ha trasferito la sua sede legale da Piscinas, luogo dove si trova lo stabilimento, per spostarlo a Genova nel già citato prima stabilimento. Qual è la situazione relativa all'effettivo svolgimento del ciclo produttivo? È stato appurato, e in seguito anche ammesso dalla Polar, che l'azienda nel corso del 2016 avrebbe provveduto al trasporto di materiale di cava non precedentemente trattato o lavorato verso altri punti di lavorazione isolani o verso porti di partenza via mare; tale circostanza sarebbe in contrasto con i vincoli delle autorizzazioni regionali in quanto, a titolo esemplificativo, nell'ultimo rinnovo della concessione mineraria Rio Palmas, relativo alla SSB Srl e il cui contenuto è stato trasferito in capo alla Polar Srl, si stabiliva che l'area veniva rilasciata in concessione mineraria per "la coltivazione di argille bentonitiche"; in tale rinnovo veniva chiarito il ruolo dello stabilimento di Piscinas nei seguenti termini: "Il materiale abbattuto, sia sterile di copertura che la bentonite utile, subisce la seguente movimentazione: la terra vegetale viene asportata e deposta a stock, lo sterile presente entro gli strati produttivi viene scavato con soli mezzi meccanici, caricato direttamente su camion per il trasporto verso l'area di riabilitazione e non viene staccato in nessun punto della miniera, la bentonite segue un'unica destinazione, rappresentata dallo stabilimento di Piscinas"; tale aspetto contrasta, tra l'altro, con l'articolo 26 del regio decreto che sopra ho citato. Ci troviamo di fronte a una situazione che è poco chiara, siamo di fronte a un'azione non di opportunità per quel comune e per quel territorio che già ha difficoltà, ma siamo di fronte ad una situazione di problemi, perché dacché questa concessione è stata data, e meno male perché è un atto importante che è stato fatto, quello di rimettere in circolazione un sito che poteva rimanere chiuso e fare in modo che fosse aperto, ma è stato dato a quanto rilevato, a un'impresa che ha, come dire, quanto meno una scarsa considerazione dei diritti dei lavoratori e che si permette di fare esattamente quello che vuole dentro i confini dello stabilimento, senza dover rendere conto a nessuno. Per queste ragioni noi chiediamo di impegnare il Presidente e l'Assessore a interloquire formalmente con tutti gli attori interessati, privati e pubblici, per acquisire le informazioni necessarie rispetto a quanto indicato in premessa; a verificare puntualmente il rispetto di tutte le prescrizioni di legge circa la permanenza delle concessioni minerarie autorizzate alla Polar Srl (se questo è stato fatto vorrei i carteggi, avrei bisogno di avere puntualmente il lavoro che è stato fatto dagli uffici per verificare se ancora rimangono gli elementi di base per mantenere la concessione); intervenire, per quanto di competenza degli uffici regionali, per scongiurare ulteriori situazioni di riduzione o perdita di lavoro impiegato; definire, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali dei comuni interessati alla vertenza, per territorio di appartenenza delle cave o per provenienza dei lavoratori dipendenti, una strategia comune e urgente al fine di addivenire a una soluzione che preservi l'operatività della fabbrica di Piscinas e il futuro dei lavoratori ivi impiegati. So che diversi consiglieri di quest'Aula si sono interessati alla vertenza e io aspetto chiaramente una risposta dalla Giunta su questo, ma preannuncio l'ipotesi di un "102" ai Capigruppo e ai consigliere di quest'Aula perché io ritengo che ogniqualvolta noi diamo un'opportunità di sviluppo attraverso una qualsivoglia concessione o attraverso l'erogazione di moneta per servizi, sia d'obbligo e si debba considerare d'obbligo il fatto che i lavoratori si pagano e si rispettano. Dove questo non avviene dovrebbe esserci immediatamente la revoca di qualsiasi tipo di concessione noi diamo. Per questa ragione noi stiamo studiando l'opportunità di presentare a tutti voi un "102" che possa consentire, nel caso non fosse possibile attraverso le normali procedure, di avviare un procedimento per la revoca della concessione mineraria per chi oggettivamente in questo momento non sta rispettando il territorio in cui opera e i lavoratori che stanno nel proprio stabilimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO. Presidente, sull'ordine dei lavori, a seguito di una comunicazione che ci è pervenuta da parte dei rappresentanti, dell'amministratore di questa società, per una richiesta di un'audizione, come il Presidente può confermare, in Commissione chiedo la sospensione della trattazione di questa mozione per poter acquisire anche il parere e una posizione dell'azienda che, nel caso specifico, è sotto esame nelle sue volontà da parte della Commissione e di conseguenza del Consiglio.

PRESIDENTE. C'è una proposta di sospensione della discussione in attesa dell'audizione in Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (SDP). Presidente, io non sono d'accordo su questo perché le due cose non si escludono, perché chiaramente è necessario avere, a mio parere, un atto di indirizzo forte che dia un indirizzo all'Esecutivo e che dia anche un indirizzo alla Commissione che procederà nel chiarimento di questa situazione. Serve una presa di posizione dell'organismo consiliare di questa Regione. Io oggi chiedo questo e quindi non sono per il ritiro.

PRESIDENTE. Mantiene la mozione.

E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, intervengo per precisare che anch'io sono firmatario di questa mozione e ovviamente condivido le preoccupazioni sollevate dal collega Pizzuto. È vero che la richiesta dell'azienda di essere audita in Commissione ci sensibilizza e comunque è utile per chiudere il cerchio anche delle informazioni, però è anche vero che questo imprenditore che è subentrato ad un'azienda ben più seria, ha manifestato ripetutamente il suo spessore di imprenditore che non è sicuramente quello con la I maiuscola. Un imprenditore che ha debiti con i lavoratori, un imprenditore che non paga gli stipendi, un imprenditore che non paga, per ammissione delle imprese che noi abbiamo sentito nella quinta Commissione, i fornitori. Quindi ci troviamo di fronte ad un caso anomalo; ci sta sicuramente la crisi di mercato, ci sta tutto, ma non ci sta che questo imprenditore agisca in questo modo scellerato nei confronti dei dipendenti. Dipendenti che sono stati offesi e umiliati con trasferimenti mascherati da un licenziamento vero e proprio, perché nel momento in cui chiedo a questi lavoratori il trasferimento a Genova in una struttura che è poco più di un garage, beh in parole diverse sto dicendo al lavoratore: "licenziati perché ti farò sicuramente impazzire". È chiaro che a questo punto cosa può fare il Consiglio regionale? Cosa può fare la Regione Sardegna? Dal nostro punto di vista può fare sicuramente molto. Noi siamo proprietari - noi Regione Sardegna, ma noi sardi tutti, nessuno escluso, chi è dentro quest'Aula e chi è fuori di quest'Aula - siamo i veri proprietari delle cave di bentonite, quindi a questo punto come legislatori abbiamo l'obbligo di regolamentare anche quelle che sono le autorizzazioni sul rilascio delle concessioni minerarie e l'Assessore, ci siamo anche confrontati in Commissione, sa bene anche le problematiche, le conosce perfettamente. Questa è anche l'occasione per dire che ci dovremmo fare tutti insieme portavoce anche di una proposta di legge e non possiamo continuare a rilasciare concessioni minerarie con un regio decreto; dobbiamo attualizzare anche il rilascio delle concessioni minerarie con dei vincoli ben definiti, con dei confini precisi. Noi siamo possessori, la Regione Sardegna possiede anche alcuni titoli in termini di fideiussioni, ma le fideiussioni sono finalizzate alle bonifiche di questi impianti e al ripristino ambientale degli stessi. Abbiamo indubbiamente al momento pochi strumenti ma dobbiamo fare uno sforzo per capire cosa possiamo fare in termini di legge, cosa possiamo fare per modificare le leggi esistenti e cosa possiamo fare per rendere impossibile la vita a quegli imprenditori che vengono in Sardegna a distruggere il territorio e poi scappano via con il malloppo. Noi abbiamo a cuore solo un problema, potremmo dire due, sicuramente quello del problema occupazionale e la difesa dei posti di lavoro, ma contestualmente abbiamo anche il problema del ripristino ambientale di quei luoghi. La cava di bentonite di Piscinas al confine tra Giba e Piscinas è una delle più grandi della Sardegna, produce una bentonite di altissima qualità che viene utilizzata sia come lettiera per gatti ma anche nell'industria farmaceutica ed enologica, quindi abbiamo un patrimonio. Insisto sul termine abbiamo perché è nostro, è una di quelle cose che la Regione Sardegna ha l'obbligo di seguire, ha l'obbligo di gestire. Sono d'accordo anch'io a votare questa mozione, sono d'accordo anch'io a votare un impegno forte del Consiglio regionale ma sono altrettanto consapevole di quelli che sono i nostri limiti, voglio in qualche modo agevolare anche immagino il discorso all'Assessore, noi non possiamo chiedere ad un'impresa privata per quanto tra virgolette con comportamenti non corretti, ti sfiliamo la concessione mineraria. Questo non credo che sia possibile salvo non ci sia una questione più di carattere ambientale, non sicuramente per via di un rapporto con i dipendenti non idilliaco. Però abbiamo il dovere di dare un segnale forte, questa è l'occasione, e qui lo dico anche ai colleghi della maggioranza, per riscrivere le regole del gioco perché è chiaro che non possiamo permetterci che si ripetano situazioni di questo genere.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI).Capisco l'intervento dell'onorevole Contu per eventuali approfondimenti e quindi l'audizione dell'azienda in Commissione, concordo però con i colleghi sul fatto che si ha la necessità di intervenire su questo argomento proprio perché le concessioni minerarie, l'Assessore presente potrà poi confermarcelo, sono talmente specifiche e anche complesse che è necessario davvero un intervento anche di carattere normativo non solo al fine dei controlli e in particolare dei ripristini ambientali ma quanto anche per consentire delle migliori applicazioni della norma esistente con alcune modifiche. Tuttavia sono perfettamente d'accordo con l'onorevole Rubiu quando evidenzia comportamenti dell'azienda che portano di fatto al licenziamento, cioè i sardi a Genova mi pare che non sia di certo un invito a nozze quello di voler andare a prestare il proprio lavoro in altra città dovendo appunto oltrepassare il mare. E questo è uno dei tanti atteggiamenti dell'azienda che per carità per quanto mi riguarda non voglio sindacare però voglio conoscere, voglio capire che cosa sta avvenendo perché nella zona tra l'altro mi risulta che una gran parte della miniera che potrebbe anche essere ancora utilizzata da altre aziende che invece stanno rappresentando del PIL quindi hanno dei valori produttivi importanti, possono essere coinvolte nell'utilizzo. Quindi credo che sia doveroso e io voterò a favore di questa mozione, intervenire subito, così come non tralascerei di attivarci con urgenza affinché l'azienda possa intervenire perché noi qua non stiamo sindacando nessuno, ma siamo propositivi affinché si possa migliorare una situazione che ripeto data la normativa risulta essere molto specifica e complessa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

PIRAS MARIA GRAZIA, Assessore tecnico dell'industria. Cerco di rispondere punto su punto sulla mozione perché è un argomento abbastanza come dire discusso dal mio Assessorato cioè la società Polar qualche problemino in effetti ce lo ha creato. Devo dire che nel 2014 la società SSB che aveva la concessione precedentemente è arrivata da noi per dirci che rinunciava alla concessione e quindi son venuti ad annunciarmi 32 licenziamenti. Questo è stato il momento peggiore per l'Assessorato perché non ci piacciono mai i licenziamenti. Da quel momento abbiamo attivato le procedure per cercare un nuovo concessionario. L'avviso per il nuovo concessionario è stato pubblicato, si è presentato un solo partecipante, questo partecipante era la società Polar che naturalmente abbiamo esaminato in tutti i suoi aspetti come facciamo solitamente quando affidiamo una concessione, abbiamo esaminato le capacità tecnico organizzative e anche economiche alla fine delle quali abbiamo esaminato anche la possibilità, il piano che dovevano attuare e alla fine di questo dopo esserci assicurati le dovute fideiussioni necessarie per assicurare come dicevate anche voi onorevoli consiglieri il ripristino dei luoghi, il ripristino ambientale una volta sfruttata la concessione, abbiamo affidato i lavori, abbiamo dato la concessione. Ormai sono passati due anni, la società è in piedi e su questo devo rispondere ad alcuni punti che mi sono stati posti. Intanto la società è vero che ha la sede legale fuori, ma nella nostra legge non c'è scritto che deve avere la sede legale in Sardegna, c'è scritto che la società deve avere il domicilio in Sardegna e questo la società Polar ce l'ha, ha il domicilio in Sardegna. Mi richiamate sul fatto della compagine societaria, è vero che all'inizio la società si è presentata con tre soci richiedendo la concessione con tre soci, ma già durante prima della concessione sono diventati due, una volta analizzata la capacità torno a dire tecnica ed economica, gli uffici hanno ritenuto che si potesse affidare la società, quindi siamo assolutamente nel rispetto della norma. Sul piano industriale. Il piano industriale non è relativo, tanto quello che noi analizziamo in particolare è il piano industriale di sfruttamento della concessione, non tanto il piano industriale di trasformazione che è altra cosa. La capacità industriale, l'attività industriale non rientra esattamente nelle nostre dirette competenze, questo non vuol dire che non ce ne occupiamo e ci arrivo, ce ne occupiamo eccome, però non è direttamente interessata a noi. Per quanto riguarda la situazione comunque di produzione l'attività produttiva è stata sottoposta ad AIA quindi ad una autorizzazione ambientale strettissima, difficile ed è tuttora quindi sotto il controllo dell'ASL, dell'ARPAS oltre che del nostro. L'ultima ispezione dell'ARPAS tengo a precisare è di ieri, ci è stata comunicata l'ispezione e sull'ispezione l'ARPAS chiude dicendo che non sono stati rilevati aspetti tali da generare… forse hanno fatto qualche rilievo, ma comunque complessivamente l'attività dell'azienda non può essere messa sotto accusa. Sulla situazione creditoria, beh sulla situazione creditoria è evidente che c'è… io ho ricevuto anche l'azienda che non ha ricevuto il pagamento di un lavoro fatto, l'ho ricevuta, ho discusso, mi sono fatta interprete di creare un contatto per arrivare a una soluzione bonaria, in realtà questo che sembrava fattibile poi non si è potuto portare a casa perché nel frattempo i rapporti sono peggiorati e l'azienda la Polar fa rilevare all'azienda fornitrice lavori non eseguiti a regola d'arte, e quindi attribuisce a questo il mancato pagamento. E' evidente che su questo l'Assessorato se n'è occupato, continuerà ad occuparsene, ma è evidente che non possiamo entrare in tutti i conflitti che ci sono tra aziende, fornitori e clienti, saremmo tutti i giorni qua a rappresentarlo, questo non rientra nelle nostre competenze. Rientra nelle nostre competenze invece, sono d'accordissimo con voi, il fatto che l'azienda ha, pur avendo oggi 32 dipendenti complessivamente, ha operato dei licenziamenti importanti per i quali ci sono stati vari incontri sindacali, con le organizzazioni sindacali alla presenza della stessa azienda, alcuni il giudice ha ritenuto, come bene ha detto l'onorevole Pizzuto, di reintegrarli e quindi assolutamente riconoscendo il diritto dei lavoratori ad essere reintegrati, l'azienda mi risulta che abbia pagato, me ne sono accertata, tutte le mensilità pregresse, perché ha dovuto pagare dei due anni in cui sono stati fuori dall'azienda, sono stati pagati per tutto quel periodo e reintegrati. Vero è che ha operato ulteriori licenziamenti, nonostante li abbia reintegrati, dopodiché quattro comunque sono definitivamente usciti, qualcuno è andato in pensione e alcuni sono stati trasferiti a Genova. Su questo continuiamo a lavorare, com'è nostra abitudine, cercando di far sì che l'azienda scenda a più miti consigli e possa ripensare ai trasferimenti dei lavoratori. Sul discorso dell'utilizzo di ciò che viene cavato, di ciò che viene estratto, l'azienda il 90 per cento di ciò che viene estratto lo lavora in Sardegna, il 10 per cento viene esportato. Questo era nella concessione, negli atti della concessione, e ad onor del vero tutto questo succedeva già nelle aziende che l'hanno preceduto, e quindi sia sulla SSB, che sulla Clariant, che lavorano tutti con le stesse condizioni. Posso essere assolutamente quindi d'accordo che probabilmente oggi noi dobbiamo ripensare ad una normativa sulle cave, però ricordando sempre una cosa, ricordando che noi abbiamo un patrimonio, ma se questo patrimonio non viene messo a reddito, ci teniamo il bene ma non creiamo occupazione, quindi è questo il nostro scopo dove è possibile, oppure possiamo decidere che non permettiamo più che ci sia un'estrazione nelle cave, oppure giustamente possiamo pensare a condizioni, questo lo condivido, nel momento in cui diamo la concessione, che imbriglino meglio o vincolino di più chi riceve la concessione. Quindi per chiudere, dopo aver dato credo tutte le risposte ai punti della mozione, c'è da dire questo, che l'attenzione dell'Assessorato su questa partita è sempre molto alta, che per quanto riguarda le ispezioni noi facciamo i controlli spessissimo, non abbiamo rilevato comportamenti anomali nel rispetto del della concessione. Quindi dico questo, che prendo l'occasione di questa mozione per dire che l'attenzione dell'Assessorato sarà ancora più alta e condivido il fatto che possiamo farci interpreti di convocare incontri che coinvolgano meglio il territorio e quindi gli organismi che governano il territorio, al fine di far sì che l'azienda possa ritornare dentro alvei comportamentali, soprattutto di relazioni sindacali, più corretti.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Luca Pizzuto. Ne ha facoltà.

PIZZUTO LUCA (ART.1-Sinistra per la Democrazia e il Progresso). Io ringrazio l'Assessore per la replica e per l'impegno che comunque mette, ma emerge un fatto, che come dire rispetto al tema delle concessioni minerarie noi siamo disarmati, nel senso che noi siamo di fronte al rispetto forse dei minerali, delle pietre, ma non siamo di fronte al rispetto degli esseri umani da parte di un'azienda, e su questo siamo totalmente disarmati. Se così è questa mozione ha la funzione di provare a darci qualche arma in più, per lo meno di dare un indirizzo chiaro e un messaggio chiaro all'azienda che non ha il diritto di fare quello che vuole nella nostra terra e con le nostre concessioni, e su di lei c'è una lente di ingrandimento grande come una casa. Dopodiché io prendo atto di quello che hanno detto i colleghi e di quello che ha detto l'Assessore, è urgente un "102", non possiamo metterci a rifare una legge secondo me con tutte le cose che abbiamo da fare sul diritto minerario, ma è urgente un 102 che modifichi il decreto regio, o che inserisca dalle norme nuove, che possono darci strumenti per non essere disarmati di fronte a chi viene e pensa di poter fare quello che vuole nella nostra terra, perché questo sta succedendo oggi nel Sulcis, domani potrebbe succedere da una qualsiasi altra parte. Quindi io spero che questo impegno da parte dei colleghi della Giunta e dell'assessore venga rispettato, perché ce lo dobbiamo porre come obiettivo di una cosa che deve essere assolutamente fatta per difendere la nostra capacità di reddito e la nostra gente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, era solo per aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Firma aggiunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Sardegna). Per dire che personalmente sono favorevole e quindi voterò a favore, fermo restando che non è dignitoso che ci siano 32 persone in Aula, anche senza il Presidente della Commissione fino a poc'anzi, e che comunque l'Assessore non mi ha certamente soddisfatto perché noi abbiamo strumenti, il "102" non esiste, si fa una leggina ad hoc, siamo da vent'anni che ne parliamo, però non la facciamo. Gli operatori in Sardegna cosa fanno? Vengono e a mo'di rapina, io farei queste verifiche e controlli, in una cava prendono la polpa e praticamente rovinano il tutto. Poi sin dalle origini le risorse sono talmente limitate che vanno via senza ripristinare niente. Io credo che debbano essere fatte delle verifiche puntuali da parte dei funzionari dell'Assessorato che evidentemente evidenzino se veramente le cose vengono fatte a regola d'arte. Oltretutto c'è il problema del personale che deve essere esaminato anche da un altro organo, oltre che dall'Assessore competente, in modo tale da vincolarli. Quindi o da domani in poi si fa anche questa audizione e si pongono punti fermi, poi è necessario fare una leggina, non un "102", perché lo chiedete sempre ma non lo date agli altri, fare una leggina ad hoc, stringata, puntuale, eccetera per ripristinare una volta per sempre il quadro definitivo di questo settore, che sia un quadro però che non dia due lire per il ripristino ambientale che poi non viene fatto, perché sono pochi, quasi nessuno che rifà il ripristino ambientale, e quindi bisogna una volta per tutte che ci sia anche massima rigidità per quanto riguarda l'atteggiamento dell'Assessorato nei confronti degli operatori. Voto a favore!

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 294.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta. Il Consiglio è convocato martedì 27 alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 14 e 11.



Allegati seduta