Seduta n.134 del 22/12/2015 

CXXXIV Seduta

(Pomeridiana)

Martedì 22 dicembre 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

indi

del Vicepresidente Eugenio LAI

indi

del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 24.

FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 16 dicembre 2015 (130), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Giorgio Oppi e Luigi Lotto hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 22 dicembre 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1997, n. 21 (Disciplina della tassa regionale per il diritto allo studio universitario)". (295)

(Pervenuto il 21 dicembre 2015 e assegnato alla seconda Commissione.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia fiscale" (291/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del disegno di legge numero 291/A.

È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (FI). Io vorrei fare delle semplici considerazioni che sicuramente cittadini capiscono molto bene, non vorrei andare a ricercare chi è responsabile dei disavanzi creati nella sanità in questi anni, settore che ha originato questo scellerato provvedimento, ma mi vorrei concentrare a fondo per capire meglio quali strumenti migliori e soluzioni trovare per risolvere questo problema, senza costruire un moltiplicatore che potrebbe arrecare ad altri settori più danni di quelli che la sanità sta facendo. Voi colleghi della maggioranza che avete questa responsabilità di guidare questa regione, questo dovete fare, e che state facendo una scelta sbagliata in toto lo ha certificato anche nell'ultimo intervento la consigliera Forma, sostenendo che vota questa legge solo per gioco di squadra, solo per senso di responsabilità. Io consiglierei alla consigliera Forma che per onorare il suo mandato dovrà votare secondo coscienza un provvedimento di questa natura, con questo provvedimento, cari colleghi, finalmente si chiarisce quello che tra noi e voi ci distingue, sia come visioni di sviluppo che come modello di crescita per una Sardegna diversa. Questa visione è certificata dai fatti e non dalle teorie, il Governo precedente, il governo Cappellacci, ha diminuito l'imposta sull'IRAP nell'ottica di meno tasse, più consumi, più produzione, più occupazione; voi state aumentando l'imposta sull'IRAP e sull'Irpef con il risultato meno consumi, meno produzione, meno occupazione. Se sostenete il contrario, cari colleghi, non state dicendo la verità ai sardi. Quanto alla pressione fiscale, questa visione è certificata dai fatti e non dalle teorie. Quanto alla pressione fiscale diventa insostenibile se si aumentano le tasse, perché diminuiscono di conseguenze i consumi, la produzione e l'occupazione, questo non lo diciamo noi solo perché stiamo all'opposizione, e lo dobbiamo dire per gioco di squadra, ma lo affermano i migliori economisti con dati e fatti. Gli indicatori dimostrano che quel gettito si azzera quando congestiona i consumi, l'aumento delle tasse con una pressione fiscale insostenibile, come la nostra, fa diminuire il reddito e brucia i consumi, non lo diciamo neppure noi quello che in questi giorni lo sta affermando un autorevole responsabile dell'economia dal lavoro del PD, che citando l'esempio negli 80 euro concessi dal governo Renzi, sostiene che quel bonus sì ha aumentato il reddito dei cittadini, ma non ha avuto nessun effetto sui consumi. In quanto l'eccessiva pressione fiscale non fa propendere all'aumento dei consumi, ma ha un effetto negativo su di essi. Allora, capiamo che questa scelta politica che voi state adottando certifica sicuramente la vostra convinzione che l'aumento delle tasse genera nel circuito economico benessere e sviluppo, noi sosteniamo il contrario, e non ricalca non neppure il modello del buon padre di famiglia, che tanto chiamate e sostenete con forza. Dico questo perché questa vostra scelta, cari colleghi, parte da lontano e precisamente parte da quel pessimo accordo tra Prodi e Soru, il quale trasferì proprio sulla pelle dei sardi la sanità e i trasporti, settori che entrambi oggi soffrono più degli altri. Settori che oggi stanno creando diseconomie, vedi la sanità con i costi che aumentano, le lista d'attesa la dicono lunga, i trasporti e la mobilità dei sardi è sotto gli occhi di tutti, al limite della negazione della libertà, e tutto questo era stato fatto in cambio della partita delle entrate, che legate anche a quello che è i nove decimi del gettito Iva, che con l'aumento delle tasse se non frena i consumi, come dicevo prima, non cresce e non genera quell'aumento nelle casse della regione Sardegna in quanto fa crollare il Pil. Quindi, neanche questo dà quella aspettativa positiva perché l'aumento delle tasse non generando Iva anche qui genera un effetto contrario. Questo era certificato dalla sempre scelta scellerata dell'aumento delle tasse anche della precedente amministrazione del centro-sinistra, quando avevate istituito una tassa sul lusso e la tassa di soggiorno, anche lì aveva avuto un effetto negativo quello di far scappare i turisti dalla nostra isola. Ed è certificata anche la scelta di questa maggioranza che ha fatto accendendo un mutuo da 700 milioni di euro indebitando anche qui i sardi per i prossimi anni. Ed è certificato anche molto chiaramente anche la legge cosiddetta di riordino degli enti locali che invece di riordinare, sta disordinando la Sardegna e i sardi, invece di far dialogare e unire i territori nelle sue identità sta dividendo la Sardegna e facendo litigare sardi, penalizzando il Nord dividendolo in modo molto evidente dal sud, limitandone gli strumenti e le speranze ad un'isola che noi vorremmo sicuramente unita, vorremmo più forte, la vorremmo veramente che combattesse contro quello che è lo Stato centrale e non che si dividesse all'interno della Sardegna stessa. Allora, cari colleghi, vi diciamo di ascoltarci, almeno questa volta, ascoltateci, ascoltate la voce di una parte importante della gente, forse su questo tema diciamo su tutta la Sardegna, la voce di tutta la Sardegna, quella Sardegna che tanto soffre, quella Sardegna che ha necessità veramente di essere aiutata. Allora vi preghiamo lasciandovi al vostro buon senso di fare un fioretto e di regalare, almeno per Natale, il ritiro di questa legge ai sardi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

Poiché non è presente in Aula, decade.

È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Angelo Carta è qui Presidente, cosa devo fare lascio perdere?

PRESIDENTE. È arrivato l'onorevole Carta, allora diamo la parola all'onorevole Carta.

È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Mi scusi ero a fare una telefonata. Allora, sulla questione della quale stiamo dibattendo da stamattina, credo che si debba almeno rilevare l'incongruenza di alcune notizie che si apprendono più dai giornali che non stando in Aula, e ci sono alcune cose curiose. C'è un articolo che dipinge la maggioranza come Robin Wood e dice "Buco della sanità, l'Irpef calerà per i redditi bassi e aumenterà per i ricchi", sembra quasi che stiate facendo una cosa buona e giusta, cioè: era ora che qualcuno toccasse l'addizionale perché i ricchi non pagavano e i poveri pagavano di più. E apprendiamo anche, prima ancora che gli emendamenti siano consegnati, che l'1,23 per cento scenderà allo 0,95 per cento, il 2,70 per cento all'1,20 per cento, è così via, sostanzialmente quindi una legge che, come tante altre, sembra sia fatta più fuori dall'Aula che non dentro l'Aula.

Nel merito credo che i rilievi che sono stati sollevati stamattina anche dal mio collega di Gruppo Christian Solinas, come relatore, abbiano un fondamento che ci consente di dire che stiamo discutendo di una legge che non sappiamo se effettivamente potrà essere impugnata dal Governo, ma supponiamo anche che la Giunta abbia fatto dei passi presso il Governo in base ai quali c'è la certezza che non verrà impugnata: abbiamo la stessa certezza che un contribuente non possa impugnare la legge in Commissione tributaria? C'è la possibilità che un contribuente impugni la legge in Commissione tributaria sostenendo per esempio che lo statuto del contribuente prevede che le leggi siano emanate prima e che abbiano valenza per il dopo, e non certamente leggi che possano in qualche maniera ledere la certezza del diritto, perché in questo caso stiamo ledendo la certezza del diritto, in quanto noi stiamo discutendo di una legge che dovrebbe avere effetti a partire da oggi, indietro fino al primo di gennaio. Già questo credo che rappresenti un vulnus per una legge che non ha niente di legale e niente di corretto nei confronti dei contribuenti. Nel merito stiamo andando a coprire un disavanzo con una manovra che va a incidere nelle tasche dei cittadini. La domanda che ogni sardo legittimamente si pone è: prima di chiedere a noi un sacrificio, come quello che questa Giunta e questa maggioranza stanno andando a chiedere ai sardi, questa Giunta e questa maggioranza hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per andare a ridurre il disavanzo in altri modi, prima di andare a chiedere gli sforzi ai cittadini? La risposta è no: non ha fatto tutto quello che poteva fare, perché quello che abbiamo sentito in questi giorni è una pantomima già vista, trita e ritrita, nella quale si dice "abbiamo ereditato un disavanzo", cioè stiamo andando a cercare responsabilità per azioni che si stanno facendo oggi di nuovo nel passato. Credo che questa non sia una risposta da dare a chi legittimamente chiede che cosa si è fatto. Si è provato a bloccare gli sprechi? Ai commissari gli è stata data una regola, gli sono stati dati assegnati dei budget, gli sono stati dati dei tetti che non potevano superare? Si è verificato se hanno rispettato questi tetti? La verità è che i tetti non gli sono stati dati e quindi non si può neanche controllare se questi li abbiamo superati, ogni commissario è libero di fare esattamente quello che ritiene. Si sono anche avanzate ipotesi le più disparate, come per esempio fare un unico commissario: non cambierebbe la sostanza delle cose, perché comunque un unico commissario agirebbe né più e né meno come quelli che stanno agendo oggi, senza una regola certa. Poi si va indietro ancora e oggi si capisce che l'accordo tra Prodi e Soru che fu fatto non è un accordo sostenibile, non riusciamo a sostenerlo, non c'è niente da fare, è un accordo che la Sardegna non riesce a sostenere semplicemente perché le risorse che ci vengono restituite o vengono usate per altro oppure non ci vengono restituite. Quindi, credo che la risposta giusta alla domanda legittima dei sardi - "è stato fatto tutto quello che si poteva fare?"- sia "no, non si è fatto quello che si doveva fare, né quello che si poteva fare".

Quindi, qual è il segnale che sta dando questa maggioranza? Non possiamo fare altro, non abbiamo deciso di fare altro, quindi facciamo la cosa più semplice, aumentiamo le tasse, sarebbe come dire che un sindaco che non riesce a chiudere il bilancio decida di aumentare le tasse impunemente. Voi avete visto cos'è successo ai sindaci in quest'ultimo anno, avete visto quali sono stati gli effetti dei tagli del Governo Renzi e conseguentemente dei tagli da parte della Regione? Abbiamo avuto dei sindaci assediati, abbiamo avuto dei sindaci che hanno dato le dimissioni, abbiamo avuto dei sindaci minacciati. Allora credo che, davanti ad una seduta di questo genere, la Regione, la Giunta, che dovrebbe essere quella che sta a fianco di imprese e amministratori, oggi, con questo disegno di legge, stia dando un segnale di segno opposto, stia dando un segnale nei confronti dei cittadini diverso rispetto a quello che i cittadini si aspettano.

Quindi la sollecitazioni di stamattina, di riportare il disegno di legge in Commissione, di verificarne almeno la legittimità, di evitare i contenziosi che inevitabilmente sorgeranno su questa legge, credo che fosse la cosa migliore.

Per cui credo che quello che oggi stiamo facendo sia un passo sbagliato, sia nel merito perché non si può andare ad aumentare le tasse per coprire inadempienze dell'amministrazione, sia nella forma perché non è legittimo procedere in questa maniera.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Nelle terre papaline c'era un signore che andava a fare il bandito, girava nella Romagna e faceva un gran chiasso, tant'è che se ne cantava in tutti i modi: era il passator cortese; il carissimo e gentilissimo presidente Pigliaru invece sta diventando il tassator cortese, perché, con somma gentilezza, propone alle famiglie sarde di togliere un po' del loro risparmi. Basterebbe questo aneddoto per far sorridere e però allo stesso tempo riflettere un'Aula che non è neanche seriosa, come certe volte dovrebbe essere.

Come è stato più volte detto, questo è un provvedimento che non ha legittimità, che verrà impugnato, che non estenderà i suoi effetti ma che produce solo danni alla Regione, è, vivaddio, anche all'immagine del centrosinistra nel territorio e nel popolo sardo. Io sarei anche contento di questo ma sono dispiaciuto perché è svilente per tutto il Consiglio regionale che ci siano individui che la pensino così. Basterebbe ricordare quello che Ruggeri stamattina citava, e, guarda caso, Ruggieri, ho i dati esatti, quelli pubblicati dal Ministero; siccome non te li voglio leggere tutti né li voglio leggere a tutti, per ricapitolare dirò solo che la spesa, che Soru aveva trovato a 2 miliardi e 438 milioni nel 2004, nell'ultimo anno di gestione Dirindin-Soru, il 2009, era diventata di 3 miliardi e 48 milioni. Oggi abbiamo una spesa sanitaria di 3 miliardi e 233 milioni da valutare sul 2014 se vogliamo attribuire tutto il danno al centrodestra. Valutate voi se oggi siete periti bravi a valutare quello che è il danno che voi state arrecando giorno per giorno con questi commissari all'economia della Sardegna e alle finanze della Regione. Scusatemi se io unisco anche un altro provvedimento, cioè quello per cui sic et simpliciter si intendono rinnovare i commissari, ma almeno una piccola verifica l'avete fatta? Chi si è comportato bene e chi si è comportato male, chi è stato virtuoso e chi non ha adempiuto almeno su questo potevate certamente fare una valutazione attenta prima di proporre un atto simile. Ma delizia delle delizie il centro sinistra, ve lo voglio ricordare sarebbe bene, ha approvato all'unanimità una risoluzione nella seduta pomeridiana del 24 ottobre 2006 Soru presidente su proposta di Giuseppe Cucca Presidente della Commissione bilancio che tra le altre cose, su emendamento Balia, disse: ad impegnare comunque il Governo a rivedere con la Regione - mi ascolti Paci - a rivedere con la Regione il finanziamento delle funzioni trasferite in presenza di significative modificazioni del sistema finanziario di riferimento e delle rilevazioni dei costi di perequazione degli standard qualitativi e quantitativi della sanità e dei trasporti. Mi dovete dire qual è stata la vostra politica, qual è stato il contratto avvenuto con il Governo, cosa avete fatto. E non ci si dica che quest'Irpef serve solo per la Sanità. Perché la giustificate così e dite che tanto pagheranno i ricchi e non i poveri, non è vero state impoverendo ulteriormente un tessuto sociale che ha già difficoltà alla sopravvivenza che è quello della Sardegna, state cercando tra l'altro, se risponde al vero, anche l'ipotesi di aumentare l'Irap di distruggere quel poco tessuto artigianale che è rimasto, perché la grande impresa sappiamo che fine ha fatto e quanti disoccupati ci sono che ogni tanto vengono qui. Peccato che i sindacati, che in altre occasioni portavano grandi truppe davanti al Consiglio, vi risparmiano ancora, ma è ora di finirla e io spero che gli operai, chi è disoccupato, chi ha problemi di sopravvivenza si rivolga anche contro i sindacati quelli che fanno da cinghia di trasmissione e non sono onesti con le persone che dovrebbero guidare verso una condizione migliore di vita.

Se queste cose sono vere come sono vere io mi chiedo qual è la morale che vi spinge a toccare ulteriormente i redditi dei sardi. Qual è la volontà di rappresentare gli interessi della Sardegna, potevate avere almeno due diverse strade una contrattazione seria con il Governo anziché quell'accordo malefico che ha posto la chiusura del rapporto iniziale Soru - Prodi con questo Padoan - Paci che ci porta a 600 euro a chiusura di una grande guerra che era iniziata da Soru là. È vergogna quando non ci sono entrate non ci sono spendite, allora vuol dire che ogni carico anche sulla sanità pesa perché non avete capacità di andare a prendere i danari da dove devono essere presi, quelli ai sardi che i governi di Roma ha trattenuto ormai da decenni. Però volevo anche dire che ci poteva essere una soluzione più vicina, fatta in casa, che era quella di fare una verifica seria e trovare soluzioni adeguate per fare una riforma seria della sanità non quello spezzatino che l'assessore Arru ci ha proposto prima per gli ospedali e sono sicuro ci proporrà anche per le ASL. Bisogna prendere il coraggio veramente con la dignità e la necessità che i tempi richiamano e reclamano. Se voi non avete il coraggio di dire che basta una sola ASL pazienza, tanto guardate le questioni clientelari, ve le do io anche come soluzioni, restano otto ambiti territoriali come l'ex province anziché nominarvi gente che viene da fuori Direttore generale e direttore sanitario e quant'altro li prendete da quelli che sono all'interno della struttura medesima di quella ex ASL, ma almeno si risparmiano 3 milioni di euro all'anno perché questo è il costo che voi continuate a mantenere in piedi per le amministrazioni, solo per l'amministratore e il revisore dei conti delle ASL, questa è la verità anche se non vi va bene, ma è così e che i sardi lo sappiano. Io spero che i mass media, che i giornali siano seri e che sentano veramente quello che è il grido che da fuori viene verso questo parlamentino dei sardi. E dico parlamentino perché non ha dignità di Parlamento finché non riesce a fare buone e sane leggi eque che rispettino il cittadino e diano speranza ai giovani…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, non sono un economista come l'assessore Paci e il presidente Pigliaru ma chi gestisce un'impresa venendo a contatto con consulenti aziendali e commercialisti acquisisce termini tipo bilancio, bilancio di previsione, bilancio di cassa, economia positiva, eccesso di domanda di offerta e via dicendo. Ma la capacità dell'imprenditore non è quella di mettere insieme questi termini ma di gestire l'azienda. L'imprenditore è l'unico vero manager della propria azienda e quando abbassa la guardia viene spesso redarguito da qualche amico che dopo lunga riflessione espone la vecchia e saggia riflessione: quando i gatti dormono i topi ballano. Rapportato questo alla pubblica amministrazione i gatti spesso dormono perché mangiano molto o perché vengono anestetizzati, e un sistema pubblico che anestetizza i controllori non può funzionare bene. Detto questo, come premessa di gestione aziendale, veniamo al commento di oggi che riguarda l'aumento dell'addizionale Irpef. Le tasse sono odiate dai cittadini ma di fronte al deficit della sanità bisogna pur provvedere, facciamo tagli o aumentiamo le tasse? Io dico che bisogna eliminare gli sprechi, gestire meglio la cosa pubblica, gestire meglio le risorse umane e non anestetizzare i gatti.

Tutti siamo contenti di pagare pur di avere una buona sanità e ottimi servizi ma a fronte di sperperi e di inefficienze anche il cittadino meno critico si ribella. Chi paga il deficit della sanità non sopporta che le attrezzature e le apparecchiature diagnostiche siano tenute inutilizzate nelle cantine degli ospedali. Non sopporta che si predispongano bandi per acquistare ausili protesici quando ce ne sono a migliaia in giacenza nei magazzini delle ASL. Non sopporta che si facciano bandi separati tra ASL per acquisire materiali di consumo e attrezzature, non capisce quando viene premiata un'azienda sanitaria che per sanificare i propri ausili protesici ricorre a cooperative private quando un distretto sanitario virtuoso la sanificazione, il riciclaggio lo fa con mezzi propri utilizzando le proprie risorse umane. Non sopporta la cattiva gestione del personale, non sopporta che le risorse regionali siano destinati a società in house che non si capisce che cosa producano. Non sopporta che le risorse regionali siano erogate in assistenzialismo. Ed a proposito di risorse regionali penso che debbano essere investiti in ricerca, formazione mirata, agevolazione al credito e all'aggregazione delle imprese per favorire un vero sviluppo dove le imprese crescano e cresce il Paese e si eliminano le estreme povertà. Aggregazioni di imprese non vuol dire logicamente costituire cooperative per utilizzare meglio i contributi a fondo perduto ma fare gruppo per stare nel mercato internazionale. Il compito del pubblico deve essere quello di supporto, quello dell'impresa di investire le proprie risorse. Il pubblico non può acquisire una scatola vuota in perdita perenne solo per salvaguardare 180 posti di lavoro; è successo qui con una legge quando abbiamo acquisito il San Giovanni Battista di Ploaghe in perdita, con la motivazione che i lavoratori non dovevano perdere il posto di lavoro. I lavoratori vanno impiegati per produrre, non usati come portatori di voti. Se il cittadino non vede che la Regione trova soluzioni a queste criticità, l'IRPEF non la pagherà con spirito civico, la vedrà come un'ulteriore mazzata. C'è la proposta di rientro del deficit in sanità in tre anni, vediamo di nascondere gli anestetici e il cibo che addormenta i gatti e lanciamo la sfida, gestiamo meglio le risorse umane, eliminiamo gli sprechi e riduciamo a un anno e mezzo il rientro. Chi lavora e paga si vedrebbe tutelato da una buona amministrazione, e per una buona amministrazione, lo insegnano le multinazionali, loro hanno un amministratore manager unico, bisogna lavorare di gruppo, il lavoro di gruppo è vincente, il gruppo deve lavorare coeso e non a compartimenti stagni. Si devono mettere da parte gli interessi del proprio partito e operare per il bene comune, operare per il bene dei sardi e non per il partito dei sardi. Farebbe bene, Presidente, lo dico a lei, assessore Paci, lo riferisca al Presidente, sarebbe un buon segnale ricordare ai suoi Assessori che quando inaugurano una strada lo stanno facendo per nome e per conto del governo regionale e non del proprio partito. Cerchiamo di dare un segnale di serietà e di rigore, e i cittadini pagheranno non solo l'addizionale IRPEF se vedono questo segnale, ma anche l'aumento IRAP e i ticket. Ho e voglio dare fiducia all'Assessore del bilancio, ma accetti il mio consiglio, trovi una soluzione per ridurre da tre anni a un anno e mezzo il rientro di disavanzo in sanità, e dia opportunità alle imprese di produrre e investa sulle imprese le risorse che vengono dedicate ai futuri disoccupati delle imprese che chiudono, perché quando le imprese chiudono ci sono i disoccupati che poi diventano povertà estreme. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Prima di iniziare il mio intervento, vorrei tranquillizzare l'assessore Paci. Ho letto l'emendamento della Giunta, siamo ancora primi in Italia, anche con queste modifiche, quindi abbiamo mantenuto il titolo di campioni d'Italia col più alto tasso di addizionale IRPEF, soprattutto nelle fasce del 2,70, 3,20 e 3,33. La sua modifica di riduzione, soprattutto nella prima fascia, in realtà interessa solo il 18 per cento dei sardi, quella dell'1,20 interessa il 20 per cento dei sardi, mentre la fascia del 2,70, 3,20 e 3,33 interessa il 62 per cento dei sardi. Quindi, questa finta riduzione che avete fatto in realtà, per fortuna, non vi fa perdere il primato di primi campioni d'Italia sulla tassazione, primato che in realtà avevamo già sulla disoccupazione giovanile. Ci troviamo oggi a discutere sul disegno di legge numero 291 con la rimodulazione dell'addizionale regionale IRPEF per dare copertura al disavanzo in ambito sanitario, una proposta che secondo le stime determina un incremento del tributo regionale con l'esborso medio di 200 euro all'anno per la fascia di reddito più bassa, mentre per le ultime tre fasce si parla di 200, 300 euro al mese. Di fatto si sceglie di vampirizzare le famiglie sarde schiacciandole con l'aumento delle aliquote, un provvedimento che rischia di paralizzare l'economia sarda, mortificando i timidi segnali di ripresa e costringendo ancora una volta i cittadini a sacrifici non dovuti. Il motivo è il ripianamento del buco della sanità a forte rischio default. La Giunta in questi anni, perché è bene ricordare si tratta di anni, ormai due anni, non è infatti riuscita a bloccare la crescita della spesa sanitaria. Trovo patetica oltre che fuorviante continuare con la solita e ridicola cantilena dell'eredità, di chi c'era prima, eccetera. Il nuovo Governo regionale avrebbe dovuto inventare delle strategie e optare per delle scelte innovative, con l'unico obiettivo di migliorare i servizi e non penalizzare i sardi. Nel rialzo dei costi nell'ambito della medicina appare una logica conseguenza delle decisioni prese dalla Giunta Pigliaru, con la nomina generalizzata, in alcuni casi senza titolo, dei commissari delle ASL, e il ricorso ad una miriade di consulenze esterne che non hanno prodotto alcun risultato, al contrario si è scelto di tagliare dei servizi sanitari essenziali in Sardegna, e non monitorare le spese come certificato dall'ennesimo spreco, con letti, sedie e carrozzine abbandonati nel deposito del Santissima Trinità. Evito speculazioni e tralascio l'assurda gestione dei pazienti con patologie croniche e portatori di handicap, 162, e così via. Potremmo invece sicuramente parlare, altro argomento a voi tanto caro, dei lavoratori delle società interinali. Come non ricordare il bando di oltre 9 milioni per l'ASL di Sassari e 4 milioni e 500 per la ASL 7 di Carbonia Iglesias, per fortuna poi bloccato, oppure della spesa farmaceutica fuori controllo. Bene, cari colleghi, gli scienziati che amministrano la Regione Sardegna cosa inventano quindi per giustificare il fallimento, per poter tenere in vita questo meccanismo perverso? Inventano una stangata, una stangata, un regalo per il Natale dei sardi, per la Sardegna di cui tutti quanti avremmo fatto volentieri a meno. È inoltre curioso e paradossale che mentre il Governo nazionale targato PD taglia le tasse, e di questo dobbiamo riconoscere l'ultima, in ordine di tempo, l'IMU, TASI e così sia, la Regione vada verso l'introduzione di una tassazione senza precedenti, una politica fiscale improduttiva, perché si colpiscano le fasce più deboli e le famiglie. Questa è la Giunta dei professori incapaci di tenere sotto controllo i conti della Regione. Pensavamo che competenze e qualifiche avrebbero portato la Sardegna fuori dalle secche della crisi, in realtà non è cambiato nulla rispetto agli anni passati, e fare il Presidente della Regione e l'Assessore del bilancio in questo modo sarebbe un gioco da ragazzi per tutti. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Come si dice, intervenire per difendere un provvedimento che naturalmente chiede alla cittadinanza tutta di partecipare a coprire una spesa sanitaria non è mai una roba piacevole, né per chi siede nei banchi dell'opposizione né per chi siede nei banchi della maggioranza e chi come noi è costretto a intervenire in questa maniera. Per questo cercherò di dire attraverso i numeri come stanno le cose dal mio punto di vista e come le voglio raccontare, non perché ho bisogno di inventare le cose o di inventarmi numeri tipo quelli che ho sentito adesso, perché possono essere ovviamente ribaltati tutti, non la voglio mettere sulla polemica, non mi interessa, non serve, non è utile, perché condivido l'idea che poi alla fine ai cittadini, che sia stato il centrodestra o sia stato il centrosinistra, non gliene frega assolutamente nulla, contano i risultati e quello che c'è da fare. Però, la verità è che oggi discutiamo di un debito, questa è la verità, oggi discutiamo di un debito contratto negli anni che vanno dal 2009 al 2014, di questo si tratta, e non c'entra nulla tirare fuori i numeri che vengono da lontano, perché abbiamo la questione di verificare il divario del fabbisogno standard sulla spesa sostenuta, ed è chiaro, evidente e palese che dal 2008 la spesa doveva attestarsi su 2 miliardi e 800 milioni di euro, si è attestata poco più su 2 miliardi e 820 milioni di euro ed è arrivata nel 2014 a 3 miliardi e 300 milioni, questi sono i numeri, c'è poco da fare. Noi, a onor di verità, vogliamo dire che siccome ci siamo due anni, non ci sottraiamo alle nostre responsabilità, possiamo dire che la curva, in qualche misura, anche se di poco, ha incominciato a scendere. E questo vogliamo fare, e questo continueremo a fare. Stiamo parlando di 400 milioni di euro, come intervenire per ripianare questo disavanzo della sanità? Naturalmente cercando risorse nelle pieghe del bilancio, con le maggiori entrate erariali delle quali dobbiamo discutere, però 400 milioni sono 400 milioni, cioè una cifra rilevantissima, 3 miliardi e 300 milioni della spesa sanitaria è una cifra enorme, che assorbe metà del bilancio della Regione Sardegna, che impedisce di fare tante altre cose delle quali discutiamo. Allora, si è ragionato, come troviamo 400 milioni di euro? Li abbiamo trovati, perché più della metà di quei soldi li abbiamo trovati attraverso il bilancio, con maggiori entrate erariali, con tagli che sono stati effettuati, ma i tagli li puoi fare fino a un certo punto. Io ricordo gli anni del governo del centrodestra, momenti nei quali i tagli feroci che erano stati fatti nei confronti degli enti locali, nei confronti dei servizi sociali, nei confronti della spesa che serviva per dare dignità a tutti i cittadini, veniva tagliata, naturalmente hanno utilizzato la metafora della coperta che veniva sollevata per mettere sotto la polvere, oggi non c'è più la coperta e la polvere non si può più mettere sotto, bisogna ripianare i debiti in qualche misura, e noi cerchiamo di farlo. Avanzano 140 milioni, e sappiatelo bene, ci abbiamo lavorato parecchio per dire dove troviamo questi 140 milioni di euro, non è stata una cosa semplice, perché quando si arriva a dire che bisogna trovare il modo di far partecipare la gente, naturalmente cerchi di trovare ogni strada possibile per evitare che questo possa accadere, e l'abbiamo fatto attraverso la richiesta di aumento dell'Irpef, e checché ne dica il consigliere Rubiu sul fatto che noi abbiamo la tassazione più alta d'Italia, dice una balla stratosferica, perché non è assolutamente vero, è una balla stratosferica! E non solo è una balla stratosferica, si dicono le balle consapevoli di dire balle, perché di questo si tratta…

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Ci sono i documenti.

COCCO PIETRO (PD). … Io non volevo dare un taglio di un certo tipo, però se è necessario lo do pure. Noi saremmo, se fossimo stati una Regione ordinaria, con la spesa della sanità, siccome si dice sempre: "Se la spesa della sanità non fosse a carico della Regione e fosse a carico dello Stato, noi saremmo una Regione certamente più ricca, virtuosa e migliore"; una balla! Se noi fossimo stati una Regione ordinaria con la spesa a carico dello Stato a quest'ora saremmo commissariati, e Cappellacci sarebbe stato commissariato, queste è la verità, e noi avremo le aliquote al 3, 33 per cento, tutte quante, come ha fatto la Regione Lazio che ha commissariato la sanità. Questo è! Ma quale sanità più alta, questo è il risultato, e cosa mi viene a portare un foglietto mandato da chi? Ma cos'è questa roba qua? Ma come si fa a dire bugie cercando di convincere la gente? Queste sono fesserie. Noi portiamo l'aliquota che diminuisce le tasse alla gente per le prime fasce, da zero a 15.000, da 15.000 a 28.000, e significa che chi ha 30.000 euro di reddito non solo non pagherà di più, ma pagherà di meno rispetto all'attuale aliquota dell'1, 23 per cento; e nei numeri! E così! E stiamo dicendo a coloro che se lo possono permettere, come i consiglieri regionali, noi chiediamo di partecipare di più, a quelli che hanno causato il debito e a quelli che adesso sono costretti a pagare il debito. Questo noi stiamo facendo. Per cui è inutile che si dicano cose che non stanno in piedi, è la verità, è nei dati. La tassazione era dell'1, 23 per cento e diventa 0, 95, era dell'1, 23 per cento, e diventa dell'1, 20 per cento, fino a 30 mila euro, fatevi i conti con la calcolatrice e vi diranno questo, cioè che si pagherà di meno. E allora a coloro che pagheranno di più naturalmente sarebbe stato utile evitare di fare una cosa di questo tipo, per cui non parlatemi di cose che non stanno né in cielo né in terra. La tassazione più alta: non ce l'ha nessuno la tassazione sulle prime 2 fasce di reddito così bassa come la nostra, non ce l'ha nessuno, c'è solo la Regione in Italia che ha le aliquote tutte più alte e l'altra allo 0, 90 per cento, e la seconda non è bassa come la nostra. Questa è la proposta: le prime fasce, coloro che sono deboli, e anche i meno deboli, perché 30 mila euro significa che se in una famiglia ci sono 2 persone con 30 mila euro, marito e moglie, entrambi pagheranno meno, entrambi significano 60 mila euro messi in una famiglia, perché naturalmente non si sommano i redditi, naturalmente non ve lo insegno io, me lo insegnate voi a me, ma è così, 60 mila euro in una famiglia tra marito e moglie significa che non aumenta la tassazione ma diminuisce. Sono conti semplici, non c'è bisogno di fare chissà quali tentativi per cercare di sminuire il valore delle cose. Certamente alle fasce più alte si chiede una partecipazione per risanare il debito. Ecco, io mi sarei aspettato, cari colleghi, che dai banchi della minoranza ci fosse un po' più di autocritica per la gestione fatta, invece ho sentito un sacco di parole, di accuse, di prese di posizioni feroci, senza arrossire, nessuno di loro arrossisce, sono convinto che raccontano le bugie anche a loro stessi, cioè ci credono anche loro alle bugie che dicono, e questo è inaccettabile, perché in una democrazia, in una democrazia con la regola dell'alternanza, in cui tutti fanno errori, noi compresi, certamente noi non siamo esenti, noi governiamo da 2 anni e abbiamo tutte le nostre responsabilità, ovviamente, sono d'accordo, non è che siamo ignari passanti, abbiamo le nostre responsabilità. Probabilmente saremmo dovuti intervenire prima per fare in modo che questo potesse essere messo in discussione e potesse essere risanato, però noi lo stiamo facendo adesso, in 5 anni questo non è stato fatto, e oggi tutti quanti stiamo pagando il peso enorme di una gestione dissennata, e lo fate, ribadisco, senza arrossire, anzi, sollevandovi sulla sedia per gridare a voce alta che noi stiamo mettendo una tassazione, sapendo che è una bugia impressionante quella che viene raccontata. E allora, noi che siamo una maggioranza di Centrosinistra, articolata, variegata e orgogliosi della variegata composizione che ci ha portati a queste elezioni e che ci sta sorreggendo in questi mesi, sapremo trovare il modo di fare le riforme, perché la gente che cerca di frenare le riforme, coloro che sono lì, a tentare di mantenere la conservazione, non dormono la notte per sopire i sussulti in qualche misura che tentano di riformare la società, non dormono la notte, presentano migliaia di emendamenti per rallentare le cose, non dormono la notte, emendamenti su emendamenti per cercare di rallentare il peso delle riforme che possono modificare le cose. Ma noi andremo avanti lo stesso, convinti che sarà necessario andare avanti su questa strada, e lo faremo sugli enti locali, lo faremo sulla sanità riducendo il numero delle aziende sanitarie, riducendo gli sprechi, compresi quelli delle carrozzelle, perché è vero che noi ci siamo 2 anni, ma quelle carrozzelle ci sono più di 2 anni la dentro, come titolava il giornale l'altro giorno. Noi ridurremo certamente le consulenze, come abbiamo già fatto, riducendole del 33 per cento rispetto a quelle che erano, ridurremo gli interinali, che hanno avuto un picco esorbitante nel 2013, che hanno sollevato il costo del personale in una maniera incredibile con assunzioni pilotate, clientelari, che hanno fatto e che sono assolutamente una questione che distribuisce e che rovina le cose. Questi sono i numeri e questi sono i dati, per cui fatevene una ragione. Certamente noi voteremo questo provvedimento, io personalmente lo voterò, lo voterà il mio Gruppo consiliare, e non lo faremo certamente con molto piacere, costretti a farlo da un debito che dobbiamo ripianare, perché ci siamo candidati per amministrare la Sardegna e ci sono cose che vanno bene e cose che vanno male, però va detto che lo facciamo cercando di chiedere un contributo a coloro che possono permettersi di darlo, ma tutti gli altri, la gran parte dei cittadini sarà gente che non solo non vedrà aumentate le tasse, ma le vedrà ridurre.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Non c'è niente di nuovo sotto il sole, anzi, credo che emergano in modo chiaro quelle che sono le differenze di impostazione tra noi e voi, quelle che sono delle profonde differenze di principio, e quello che emerge ancora una volta in modo chiaro in quest'Aula, della quale forse l'onorevole Cocco vorrebbe direttamente le chiavi, perché si lamenta del nostro lavoro di opposizione, probabilmente ha un concetto di democrazia che vede un manovratore che lavora da solo, indisturbato, senza la minima attività di un'opposizione, quello che emerge è che, ancora una volta, l'aspetto più rilevante, l'architrave del vostro ragionamento è la disinformazione, disinformazione alla quale si uniscono anche false promesse, si uniscono le bugie, le menzogne. Mi dispiace usare questi termini, però se si fa un'analisi andando a vedere in termini concreti quelli che sono i dati, questo emerge in modo chiaro, e proverò a dirlo con parole semplici: "No all'aumento dell'Irpef, niente ticket sanitari, trasformazione dell'abbattimento dell'Irap, in provvedimento permanente, un patto sociale per il rilancio della Sardegna, rigore contro gli sprechi, investimenti per rilanciare economia e sviluppo". Questo diceva la Giunta appena un anno fa. E' durata un anno questa foga riformatrice e rigorista, e dopo un anno dove siamo arrivati? Siamo arrivati all'affermazione del principio classico: noi siamo per l'abbattimento delle tasse, che dal nostro punto di vista significa più risparmio e più sviluppo, voi siete per l'aumento delle tasse; parlate di redistribuzione, probabilmente andrete a farlo anche con l'aumento della spesa pubblica, perché quelli sono i capisaldi della vostra filosofia e del vostro ragionamento. Noi siamo per una politica completamente diversa, e il dato incontrovertibile che esiste e dal quale vorrei partire è prima di tutto uno molto banale e semplice, cioè che noi non abbiamo mai aumentato le tasse, poi possiamo giocare sulle parole, possiamo giocare con la dialettica, possiamo fare tutti i ragionamenti e andare a richiamare tutte le fonti che dir si voglia, ma un dato certo è che noi non abbiamo aumentato le tasse. Noi le abbiamo abbassate con il provvedimento sull'IRAP, quel provvedimento che voi avete modificato cercando di far passare quella modifica come una stabilizzazione straordinaria. Oggi vedo negli emendamenti che torna l'aumento anche dell'IRAP, quindi vi rimangiate, a distanza di un anno, le cose dette per quelle politiche di investimento e di sviluppo.

Ma non è tutto. Voi affermate che i veri responsabili del disastro cosiddetto siamo noi del centrodestra. Ebbene, cari colleghi, questo è stato già precisato da chi mi ha preceduto, però forse è utile rivedere anche i numeri, parlare di numeri, ma soprattutto provare a farlo citando le fonti. Allora, i numeri che altri colleghi prima di me hanno richiamato questa mattina e questo pomeriggio in aula sono numeri che non sono presi così, a casaccio, dai bilanci o nostre valutazioni o determinazioni, sono i dati della relazione sul monitoraggio della spesa sanitaria della Ragioneria generale dello Stato che, voglio dire, parlano e non credo che parlino per posizione preconcetta o alterando i dati, e dicono in modo chiaro che la spesa per la sanità è passata, nel periodo Soru-Dirindin, da 2.438 milioni a 3.048 milioni, più 610 milioni. Questo è il dato, è un dato oggettivo. Poi possiamo provare imbrogliare i sardi parlando dei parametri CIPE, che sapete tutti che sono parametri virtuali per non dire farlocchi - ci sarebbe da fare un ragionamento su questo criterio -, però il dato oggettivo e incontrovertibile è quello: più 600 milioni. Se poi andiamo a fare lo stesso esercizio con riferimento alla nostra gestione andiamo a verificare che la spesa sanitaria è passata da 3.048 a 3.233, più 185, meno di un terzo del vostro incremento, e questo è probabilmente l'unico vero momento o esperienza di stabilizzazione della spesa sanitaria, perché si è riusciti a stabilizzare la spesa sanitaria. E quando si parla di stabilizzazione della spesa sanitaria bisognerebbe andare anche a vedere su che cosa è stata fatta la spesa, quali sono stati gli interventi di buona sanità, che cosa adesso sta succedendo con il disastro attuale su quegli esempi e su quelle eccellenze di buona sanità e quello che succede ai danni dei sardi, ai danni dei trapiantati e di tutti coloro i quali stanno patendo le conseguenze di una politica dissennata.

Allora, vedete cari amici, possiamo fare tutti i ragionamenti che vogliamo e possiamo cercare di argomentarli nel modo che si ritiene più opportuno, però io vi inviterei a provare a contestare questi due elementi: la politica fiscale nostra e la spesa sanitaria in dati di valori assoluti, vostra e nostra. Proviamo a discutere su questo e allora forse può darsi che se ragioniamo su dati oggettivi ci sia anche la possibilità di comprendersi, magari di venirsi reciprocamente incontro.

Queste sono le ragioni politiche per le quali noi siamo fortemente contrari a questo provvedimento. Poi ci sono ragioni tecniche, che sono state già illustrate, sono state illustrate nella relazione di minoranza, e non le voglio richiamare. Mi piace solo a voce alta ricordare a me stesso che questo incremento di aliquote è anticostituzionale perché non è certamente fatto al fine di favorire lo sviluppo dell'isola e dell'economia. È fatto, lo dite in modo chiaro, per far fronte a un deficit. Quindi già questo è un primo dato e al di là di quello che deciderà di fare il Governo, come giustamente diceva l'onorevole Carta, qualunque cittadino potrà farlo valere anche nelle sedi competenti tributarie. Credo che sia abbastanza per dire che è un provvedimento nefasto e che bisogna fermarlo e bisogna che ci ragioniate e ragioniate in termini seri, e bisognerebbe farlo a tutti i costi.

Poi che cosa si può fare e qual è la ricetta alternativa? Noi il ragionamento lo facciamo proponendo anche una ricetta alternativa. La ricetta alternativa parte da un primo punto che ovviamente è quello dell'abbandono di questa ipotesi di aumento della tassazione e quando si parla di riduzione di tassazione, quando si parla di una riduzione dello 0,0 su una fascia ristretta di popolazione, sul 40 per cento, mentre l'altro 62 per cento ha incrementi di aliquota doppia stiamo veramente parlando di un paradosso, siamo all'assurdo, e il tentativo di mascherare un aumento con una presunta diminuzione è semplicemente ridicolo. Allora la prima cosa da fare è eliminare questa ipotesi. La seconda cosa da fare, forse la Sardegna non si può permettere di far fronte alle spese sanitarie da sola con il proprio bilancio. Allora forse dobbiamo chiederci se quell'accordo che fu fatto a suo tempo ha ancora un senso o se non sia il caso di ragionare con il Governo e di trovare delle eque compensazioni e soprattutto con un Governo che non rispetta i nostri diritti, non li fa valere e che è particolarmente avaro. La terza cosa da fare, l'ho detto, quei parametri del CIPE sono parametri farlocchi, virtuali. Allora bisogna rivedere quella parametrazione, bisogna abbandonarla e trovare un nuovo sistema. L'ultima, e qua so che ci sono provvedimenti importanti che vi apprestate a presentare all'Aula, relativi alla riorganizzazione della riforma, alla riduzione degli sprechi, ma vi voglio vedere, vi aspettiamo al varco, siamo ben lieti di immaginare che possano esserci dei provvedimenti capaci di portare a questo risultato. Sinora la politica di rigore che avete annunciato l'anno scorso non è arrivata, l'aumento è continuato e siamo semplicemente all'aumento delle tasse. Domani sarà diverso?

PRESIDENTE. Onorevole Cappellacci, il tempo a sua disposizione è terminato.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intervenire per presentare un provvedimento in cui vengono aumentate le tasse non è bello e non è facile. Ci siamo arrivati, come è stato ricordato dagli esponenti della maggioranza, dopo un lungo dibattito, dopo aver provato a seguire qualunque strada per evitare questa soluzione. Lo dico avendo la coscienza a posto, lo dico pensando ai cittadini ai quali stiamo chiedendo questo sacrificio, ma sapendo che non ci sono altre possibilità, o meglio, diciamolo subito, le altre possibilità sono fare dei tagli drastici che ammazzerebbero il bilancio regionale per tutte le voci, per tutte le politiche che riguardano le spese extra sanitarie, e ci tornerò tra un momento.

A me non interessa e ai cittadini non interessa dire chi ha generato il disavanzo, quando, come. Sono stati citati qui molti dati, ma io sposo la linea del presidente Sabatini, relatore di maggioranza, quando ha detto che ci sono responsabilità… c'è una Commissione di inchiesta sulla sanità, giusto? Bene, quello è il luogo adatto per vedere, guardare indietro, guardare i vent'anni, vedere le spese. Adesso non c'è dubbio, io l'ho detto già in quest'Aula, aumentare i costi della sanità è facile, ci vogliono cinque minuti, ci vuole la firma su un foglio di carta; ridurli è difficile perché sono vischiosi, perché sono contratti di lungo periodo. Allora partiamo da questo elemento: dobbiamo insieme cercare di riportare i costi della sanità a un livello di efficienza, a un livello accettabile che sia il fabbisogno CIPE o sia qualcosa di più comunque dobbiamo cercare di riportarli sotto controllo, così come avviene in altre regioni, quindi non è impossibile tenere sotto controllo le disfunzioni, gli sprechi, le inefficienze nella sanità. Non è impossibile, è difficile. Tante altre regioni lo stanno facendo, sono in piano di rientro, sono commissariate. Stiamo anche noi accingendoci a entrare e attuare questo piano di rientro approvato qualche giorno fa in Giunta, io penso che sia opportuno che l'Assessore della sanità presenti nel dettaglio alla Commissione del Consiglio, proprio per spiegare quali sono le azioni, sono 22 piani operativi che prevedono riduzioni di spesa in diverse sezioni, è importante che il Consiglio sia debitamente informato e queste azioni condivise. Stiamo ragionando sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, stiamo pensando a una forte riduzione del numero delle ASL e sarà presentato tra breve un disegno di legge che va in questa direzione. Non sarà facile, non ho dubbi, perché poi quando ci si mette a cercare di ridurre i costi si deve dire che certi presìdi che oggi costano molto bisogna razionalizzarli, che certi reparti si devono chiudere, che certi baroni universitari non potranno più avere ognuno il proprio reparto e così via, possiamo citare la farmaceutica, possiamo citare tante altre cose. Ci sarà tutto l'impegno da parte dell'Assessorato, da parte di tutta la Giunta, ma adesso noi abbiamo di fronte un argomento molto semplice, la scelta: facciamo quello che è stato fatto negli anni passati sfruttando una possibilità dentro patto-fuori patto, quindi caricando di stanziamenti la sanità a discapito degli altri settori, oppure semplicemente aumentando i residui passivi? A me non piace fare polemiche inutili perché poi non si capirebbero, rendiconto della Regione parificato dalla Corte dei conti fine 2013: 5 miliardi di residui passivi, 4 miliardi di residui attivi (che è già una discordanza importante), 2 miliardi e rotti di perenzioni. Bene, possiamo continuare a gestire questa situazione? Ovviamente no, dobbiamo rientrare, dobbiamo fare in modo che le promesse di pagamento si trasformino in effettivi pagamenti, in effettive erogazioni. Quindi, non ha molto senso continuare a togliere risorse dagli altri settori per buttarli in una sanità inefficiente. Questa è la scelta che non abbiamo fatto. Stiamo facendo i pagamenti, il pareggio di bilancio ci ha permesso di pagare centinaia di milioni in più nei settori extra sanitari rispetto a quello che è stato fatto in precedenza per causa dei vincoli di patto. L'alternativa qual era, fare tagli? Nel bilancio 2016 noi abbiamo bisogno di dare alla sanità 350 milioni in più rispetto al 2015 per pagare i debiti pregressi e per affrontare le nuove spese. Bene, da dove li tiriamo fuori? Noi stiamo proponendo una soluzione in cui di questi 350 milioni 210 vengono all'interno del bilancio da spending review, da aumento del ciclo economico 210 e solo 140 milioni vengono da incrementi temporanei e di scopo, cioè per uno scopo preciso, della tassazione. C'è un emendamento, che ovviamente avete visto, che trasforma fortemente l'impostazione iniziale, c'è un aumento dell'Irap che viene riportata ai livelli nazionali, cosa che se vi guardate la tabella hanno quasi tutte le Regioni. Anche questo mi dispiace, perché è vero, io in quest'Aula ho detto che sarebbe stata una riduzione permanente, me lo ricordo, questo è un provvedimento straordinario che ci deve permettere di superare la crisi del comparto della sanità e stiamo proponendo un aumento delle aliquote Irpef con una progressività minore, per le prime due aliquote c'è addirittura una riduzione, per le altre tre un aumento. Siamo ben lontani, non mi piace fare polemica diretta, ma siamo ben lontani dai livelli delle aliquote del Lazio, basta andare nel sito del Lazio e vedere che è a 3,33 però, voglio dire, non è questo il problema.

Allora, stiamo chiedendo un sacrificio ai cittadini, lo stiamo chiedendo temporaneo, io penso, spero e sono convinto che riusciremo a ridurre le tasse in tempi molto rapidi, però contemporaneamente stiamo cercando di portare avanti altre vertenze. Si è detto, io sono d'accordo, i costi della sanità aumentano. Pensate che quest'anno sono previsti costi per gli extra LEA, per i LEA aggiuntivi, sono previsti costi per i farmaci innovativi. Bene, io penso che sia importante iniziare ad aprire una nuova vertenza con lo Stato per dire: "Noi dobbiamo avere il riconoscimento di queste nuove funzioni in termini di sanità che stiamo acquisendo e vogliamo una riduzione proporzionale degli accantonamenti che tenga conto anche di questi aumenti di funzioni nella sanità che abbiamo".

Insomma, noi stiamo cercando di sistemare il bilancio, di sistemare anche la sanità, non c'è dubbio che stiamo chiedendo questo sacrificio ai cittadini che più hanno, cittadini che possono permettersi, temporaneamente, di aiutare questo percorso di rientro, senza il quale noi avremo una sanità che non ha le risorse per portare avanti la qualità e i servizi che deve dare. Chiediamo anche un sacrificio alle imprese, ma contemporaneamente stiamo rilanciando molti interventi a favore delle imprese, incentivi, aiuti agli investimenti, che potranno in parte anche compensare questo aumento che stiamo chiedendo.

Chiudo dicendo che mi auguro di poter tornare presto in quest'Aula portando una situazione in cui siamo riusciti a riportare i costi della sanità sotto controllo e contemporaneamente possiamo ridurre le tasse dei cittadini. Su una questione di legittimità mi preme rispondere. È stata tolta rispetto alla versione iniziale la retroattività a partire dal 2015 della norma, la norma parte regolarmente nel 2016 e quindi non ci sono quei profili di illegittimità. Per il resto le cose che sono state dette riguardano le Regioni a Statuto ordinario, non riguardano quindi la Sardegna. Ritengo che non ci siano profili di illegittimità in questo provvedimento, ma certamente è un provvedimento di sacrifici che stiamo chiedendo e starà a noi rispondere lavorando fortemente e insieme per ridurre il disavanzo della sanità, le inefficienze e garantire ai cittadini un servizio sanitario efficiente che abbia però dei costi compatibili con le nostre risorse.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Io non voterò questo provvedimento e lo faccio esponendo un paio di considerazioni legate all'ingiustizia del provvedimento che si intende adottare. Vi sono delle considerazioni che sono sia tecniche che di esperienza che suggeriscono e impongono una soluzione diversa al problema del disavanzo nella sanità sarda. In assenza di una adeguata riorganizzazione dell'assistenza sanitaria le risorse aggiuntive, come in questo caso, frutto dell'incremento dell'addizionale Irpef finirebbero, ahimè, per alimentare ulteriormente gli sprechi. Una consistente quota della spesa sanitaria può essere rimodulata attraverso un processo di disinvestimento da sprechi e inefficienze e può essere riallocata in servizi essenziali e modelli innovativi. Un sistema sanitario sostenibile è ottenibile col pieno coinvolgimento efficace e attivo delle aziende sanitarie, di tutti gli operatori, di tutti i soggetti sociali e istituzionali variamente coinvolti e dei cittadini. Soprattutto è utile ricordare che la sostenibilità del servizio sanitario nazionale non è un problema esclusivamente finanziario. La salvaguardia della sanità pubblica dipende dalla capacità di ottenere il massimo rendimento in termini di salute dalle risorse utilizzate e per fare questo bisogna innanzitutto intervenire per contenere le spese rivedendo le modalità di erogazione dei servizi, accrescendo i livelli di appropriatezza, attivando interventi seri sulle procedure e modalità con cui il servizio pubblico acquista beni e servizi. Occorre procedere verso un'ottimizzazione dell'assetto organizzativo anche con un ripensamento del ruolo e dell'integrazione tra pubblico e privato e con un rafforzamento della sanità integrativa e soprattutto stabilire che vi sia un reinvestimento costante in sanità di quanto ricavato dalla revisione della propria spesa. Questa è sicuramente la questione principale che mi riporta alla considerazione iniziale secondo la quale vi è un'ingiustizia di fondo nel provvedimento adottando che prevede un aumento dell'addizionale IRPEF regionale sebbene con esclusione dei redditi bassi. Ma come già anticipato stamattina nel momento in cui ho fatto una richiesta espressa di rinvio del provvedimento alla Commissione, dico che la risoluzione numero 5 del 15 giugno 2015 secondo la quale ogni discrezionalità della Regione viene automaticamente meno nell'ipotesi in cui la stessa presenti dei disavanzi di gestione del settore sanitario sia impegnato nel piano di rientro, fa venir meno e comunque supera le questioni, la risposta tecnica che è stata data stasera dall'assessore Paci. Io mi permetto di insistere sulla questione e proprio per questa ragione mi allontanerò al momento del voto, non voterò questo provvedimento perché credo che la questione tecnica che è stata posta non è superabile...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Io condivido quasi tutto, condivido quasi tutte le dichiarazioni, i concetti, i principi, le riflessioni fatte dalla collega Busia però a differenza della collega Busia che ha fatto delle censure pesantissime nei confronti di questo disegno di legge, voterò contro, non mi allontanerò. Non mi allontano, voto contro perché dopo queste censure bisogna votare contro. E io credo però che qualche riflessione forte, seria, la debbano fare i cosiddetti autonomisti indipendentisti, sovranisti della maggioranza che vedono violato in modo pesantissimo il baluardo della nostra specialità, della nostra autonomia cioè il nostro Statuto. L'articolo 10 del nostro Statuto in sintesi dice che si possono ritoccare queste aliquote allorché si hanno obiettivi, scopi e fini legati alla crescita economica e non è questo il caso perché in questa fattispecie viene proposto un disegno di legge non per far crescere l'economia, non si rimodulano le aliquote per far crescere l'economia ma solo ed esclusivamente per tappare un buco, un buco della sanità. E allora mi chiedo: "Dove sono questi autonomisti e questi sovranisti che fanno schiaffeggiare il nostro Statuto, dove sono?" Non ci sono evidentemente o se ci sono fingono di non esserci. Si vuole ripianare un deficit aumentando la tassazione, cosa sbagliatissima perché reprime i consumi e quindi quell'accenno di ripresa economica andrà a farsi benedire, si vuole incidere sulla rete ospedaliera non si capisce come però perché la riduzione delle strutture complesse di sicuro non provoca significativi risparmi anzi ben poco, la riduzione dei ricoveri non provoca significativi risparmi. Bisogna ricordarci che le case della salute invece comportano significative spese che probabilmente non sono state considerate mentre invece occorre considerarlo. Allora che fare? Io credo che bisogna alzare la voce nei confronti del governo Renzi, la Corte dei conti ci dice che vantiamo ancora un credito considerevole, mettiamolo all'incasso, mettiamolo all'incasso, non facciamoci prendere in giro! Credo che si stia perdendo una buona occasione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Anch'io per esprimere il voto contrario a questa proposta perché non si può fare come fa la collega Busia, fare quella dichiarazione ma poi allontanarsi dall'aula.

Capisco il suo ruolo ma dopo una dichiarazione di quel tipo bisognerebbe votare contro questo provvedimento. Mi hanno fatto piacere le dichiarazioni dell'Assessore perché in qualche maniera ha cercato di dare in maniera serena, ha cercato di spiegare, di far capire che questa è un'esigenza e che comunque in questo momento questo bisognava fare. E' un po' però un'ammissione, un'ammissione di colpevolezza tra parentesi perché comunque in quelle parole io ho letto il non raggiungimento di un obiettivo nobile che era quello di in un anno e mezzo arrivare a far diminuire la spesa sanitaria. A poco serve a volte l'atteggiamento da parte del Capogruppo del PD che vuole sgridare l'opposizione che fa l'opposizione, serve a poco forse serve soltanto a dimostrare che siamo in torto, alziamo la voce magari per gridare di più che magari sembra che abbiamo più ragione e invece così non è perché allora dovevate essere più sinceri quando un anno e mezzo fa avete vinto le elezioni e avete detto che come primo obiettivo era quello di amministrare la sanità ed era quello di diminuire i costi della sanità. E invece sembra quasi che vi siete candidati per fare i liquidatori di questa Regione, allora dovete assumervi le responsabilità che in un anno e mezzo non siete riusciti a raggiungere quello che era l'obiettivo prefissato di diminuire il costo della sanità pubblica e questa sarebbe stata una grande ammissione che avrebbe potuto dare l'opportunità veramente insieme come ha detto l'Assessore magari di riuscire a trovare quelle che possono essere le soluzioni per far sì che si possa raggiungere questo grande risultato che è un risultato che auspicano tutti i sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Zanchetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZANCHETTA PIETRO (Cristiano Popolari Socialisti). Certo, sono decisioni che non si assumono a cuor leggero, ma l'efficacia pitagorica con la quale Pietro Cocco ha motivato il nostro provvedimento credo che debba far riflettere tutti perché non stiamo certamente imponendo dei balzelli, stiamo chiedendo un sacrificio alle fasce più alte, a quei sardi che in maniera responsabile devono contribuire a ripianare un debito che non è vero, onorevole Tedde, non è in armonia con l'articolo 10 perché, e mi rivolgo a lei perché è anche uomo di mare, "Stucco e pittura fanno bella figura" ma sotto la nave c'è la ruggine che rischia di mandarla a picco. Quindi se io uso questa metafora marinara è perché noi dobbiamo salvare la nave e il suo equipaggio e chi trasportiamo che è il popolo sardo. Credo che intervenire con efficacia per evitare che più di metà del bilancio della nostra Regione sia impegnato per la sanità con gli sprechi ai quali ci siamo richiamati è un dovere non solo della maggioranza, non solo della Giunta ma di tutto il Consesso al quale io mi rivolgo e quindi di quest'Aula. Ho apprezzato l'intervento del presidente Cappellacci che ha ricondotto le questioni anche su ragionamenti di merito sui quali dovevamo soffermarci forse anche questa mattina invece, così ci siamo sempre lasciati andare la mano con populismi, demagogie, retoriche, figure retoriche, addirittura richiamando Bram Stoker con Dracula, vampiri che qui non credo… lei ha l'aglio forse in tasca, ma qui non ci sono vampiri, c'è la responsabilità di ristabilire le regole che impongono di armonizzare certamente il bilancio, di rendere una sanità efficace per la salute di tutti i sardi e di pensare anche alla crescita economica. Mi viene da fare un esempio. Noi in questi giorni stiamo soffrendo l'emergenza idrica, in Australia dove hanno lo stesso problema per dare acqua alla città di Melbourne, 4 milioni di abitanti, stanno realizzando una delle più grandi opere idrauliche del mondo, per il più grande dissalatore che sia stato mai realizzato nel mondo, per fornire alla città di Melbourne, 4 milioni di abitanti, acqua potabile che viene considerata l'acqua più pura del mondo…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Augusto Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI AUGUSTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Presidente, per dichiarare fin d'ora il mio voto a favore del provvedimento, e non lo faccio per un gioco di squadra e non solo per coscienza, ma lo faccio come ha detto l'assessore Paci perché sono obbligato a farlo, perché è un provvedimento questo sul mettere una pezza a quella genesi del debito che, non voglio entrare in discussioni su chi l'ha generato o chi non l'ha generato, non interessa neanche me sapere chi l'ha generato in questa fase, m'interessa sapere e riflettere seriamente, contrariamente a quello che pensa l'onorevole Tedde, su una decisione sovranista che vuol dire anche assunzione di responsabilità. Assunzione di responsabilità per non creare i presupposti per un disastro, perché verso quella genesi stiamo andando, cioè verso la creazione di un disastro. Generare un debito, o meglio generare un debito e tenerlo nascosto non vuol dire non avere un debito, vuol dire averlo il debito, però questo deve portarci anche a riflettere su come porre fine a questa situazione che ormai da troppi anni sta rincorrendo la nostra economia. Un piano di rientro serio, un piano di rientro che presuppone un risanamento del debito ma che deve essere solo una piccola parte del piano di rientro. Io mi aspetto che all'interno del piano di rientro ci sia la messa in efficienza di un servizio che non ha più motivo di dover aspettare per quest'efficientazione. Un piano di rientro che, come diceva stamattina l'onorevole Ruggieri, presupponga una gestione e un rinnovamento strutturale di tutto il servizio. Un piano di rientro che sia anche etico e che pensi alla salute dei cittadini, che pensi all'uguaglianza dei cittadini, che pensi all'umanizzazione dei cittadini e all'equità di accesso. Un percorso che deve portare, non capisco il motivo per cui ancora non abbiamo messo in atto quelle manovre che da ormai molto tempo abbiamo messo in campo, quale la riorganizzazione della rete di emergenza, la riorganizzazione della rete dell'ospedaliera, la riorganizzazione della rete territoriale, queste manovre devono essere messe in campo immediatamente e poi una riforma strutturale di tutto il sistema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Presidente, ma per esprimere ovviamente il mio voto contrario al provvedimento e per apprezzare l'atto di resipiscenza dell'assessore, che comunque ha in qualche modo riconosciuto con la presentazione dell'emendamento numero 179 quei profili di illegittimità che c'erano nel provvedimento che avevamo denunciato e che sono stati parzialmente corretti, perché io continuo a credere che la riduzione delle aliquote non sia una delle nostre facoltà, cioè non possiamo ridurre le aliquote, e su questo poi avremo modo di discutere. Su un altro aspetto invece non sono d'accordo con l'Assessore, me ne dispiaccio Assessore, però io non credo che voi abbiate fatto tutto quello che potevate fare, anzi sono convinto che non avete fatto proprio nulla, perché se voi aveste fatto quello che potevate fare oggi non saremmo qui a discutere di questo provvedimento. Io ancora oggi sento, non dico dire delle cose al passato remoto, ma nemmeno al passato prossimo, sento invece fare dei discorsi del faremo, possiamo fare, vogliamo fare, che mi ricordano tanto il terzo periodo ipotetico. E soprattutto mi sembra che si stia ragionando e stiate facendo un'operazione molto pericolosa che sia al limite della schizofrenia, perché ogni volta venite a dirci che volete fare delle cose, approvate dei provvedimenti che sono in una certa direzione e poi dopo nella pratica fate esattamente il contrario. E sta succedendo così con il provvedimento per l'Irap, per cui alle aziende si dà prima una comunicazione, un'idea di speranza, un'idea di poter invertire una certa rotta e poi subito dopo si dice il contrario, ci dite ancora una volta che avremo soldi in più e invece sembra che ce ne siano sempre di meno, perché se veramente ci fossero dei soldi in più con la vertenza entrate, di cui ci avete parlato, probabilmente potremmo utilizzare quelli per cercare di ripianare questo buco e non mettere le mani nelle tasche dei cittadini che creeranno danni economici molto maggiori. E soprattutto perché il piano di rientro che avete proposto rappresenta un vero e proprio libro dei sogni. Ecco l'idea che ho io è che ancora una volta anche in questo provvedimento ci state raccontando delle favole, con la differenza che le favole che solitamente stiamo a raccontare hanno un finale positivo, nel caso specifico purtroppo per tutti i sardi il finale non sarà positivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, il "non possum" dell'assessore Paci devo dire che mi ha lasciato alquanto sconcertato, perché non è che l'assessore Paci sta arrivando adesso, l'assessore Paci ha avuto due anni per rendersi conto della situazione, e in due anni quello che questa Giunta è stata capace di proporre è commissariare le ASL in attesa della riforma. Per il momento non si è visto nulla, nulla di concreto perlomeno, il commissariamento sta per arrivare alla sua ulteriore scadenza il 31 dicembre e il Consiglio approverà questa leggina di proroga, in attesa non si sa bene di che cosa, e il risultato che stiamo portando a casa, caro collega Cocco, è che noi stiamo massacrando i sardi, perché i dati che ha pubblicato oggi la stampa sono devastanti. Per le famiglie sarde sarà un massacro, soprattutto per quel ceto medio, ammettendo che se ne possa ancora parlare oggi di ceto medio, che è quello che oggi viene drammaticamente colpito ancora una volta, perché si finisce per attingere sempre nelle stesse tasche. Ecco, due anni per arrivare a questo risultato. Io non posso che prendere atto e apprezzare le posizioni che hanno sostenuto le due colleghe della maggioranza che sono intervenute criticamente sul provvedimento, la collega Busia e la collega Forma, perché hanno messo il dito nella piaga, hanno detto le cose come stanno, da una parte si permette che continui la festa…

Assessore, io le ho fatto alcuni esempi pratici stamattina, concreti, su cui purtroppo dalla Giunta non ho avuto risposta, si continuano a fare assunzioni senza che la Giunta dica nulla, senza che la Giunta intervenga per bloccare queste cose vergognose che stanno accadendo, e dall'altra parte si adottano provvedimenti di questo genere. Il mio tempo sta per scadere, è evidente che voterò contro il passaggio agli articoli, ma è altrettanto evidente che avremo altre occasioni per intervenire su questo tema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, ma intanto dico da subito che voterò contro questo provvedimento e il passaggio agli articoli in particolare, però credo veramente assessore Paci che oggi sia arrivato il suo turno, cioè il trattamento che hanno riservato ad altri Assessori, cioè la Giunta fa una proposta e in Aula la maggioranza, o non lo so quale altra mente trasforma e cambia tutto, oggi è capitato anche a lei. La capisco si è dovuto giustificare, però non si possono fare grandi proclami, mi riferisco in particolar modo al discorso dell'IRAP e poi rimangiarsi sempre tutto, voi state facendo la politica del gambero. Alla fine però i gamberi sono anche indigesti, quindi sinceramente non possiamo assistere a questi comportamenti veramente di programmazione da dilettanti. Non è pensabile che ogni volta portate anche il Consiglio regionale, perché poi in quest'Aula ci siamo anche noi, a dover decidere e attivare un metodo legislativo che non esiste: noi conosciamo i provvedimenti all'ultimo momento, gli emendamenti che voi portate in Aula sono stravolgenti, e ogni volta dobbiamo fare emendamenti agli emendamenti e poi ci dite anche e ci tacciate di ostruzionismo. Cari colleghi, non si lavora così, chiaritevi le idee, d'ora in poi provate a fare un buon lavoro, consultatevi, confrontatevi, fate quello che ritenete più opportuno, litigate; ma quando proponete agli altri che devono poi partecipare al procedimento normativo, provate a proporre qualcosa di serio, come voi amate dire sempre, e non invece la polpetta dell'ultimo minuto. E mi chiedo anche: cosa mai di male li hanno fatto i sardi? Vi hanno anche votato! È possibile che dovete continuare a maltrattarci così in questo modo? Ai sardi adesso avete ben pensato di ucciderli con le tasse, per non farli più neanche respirare; in quest'aula continuate a portare veramente un metodo che di istituzionale non ha nulla. Allora, facciamo una cosa: provate a ricominciare a studiare come si propone una norma, quando arrivate qui ci spiegate beni i contenuti così anche noi possiamo partecipare coscientemente anche alle proposte di legge che proponete. Insomma non se ne può più davvero, d'ora in poi manifesteremo anche per questo modo che avete maleducato di proporre i procedimenti normativi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Intervengono perché questo dibattito sta diventando paradossale, l'errore che abbiamo fatto e che ha fatto questa maggioranza è stato quello di non dire ai sardi, nel bilancio di previsione 2015, guardate che molto probabilmente saremo costretti ad aumentare le tasse, nonostante proveremo in tutti i modi a non farlo, perché lo squilibrio che il centrodestra ha lasciato, rispetto ai costi standard stabiliti dal Cipe, qualche parametro bisogna pur prenderlo, se i costi standard del Cipe diminuiscono e lei tiene la spesa costante, onorevole Cappellacci, sta aumentando il divario. È evidente. Questo avremmo dovuto dire ai sardi. È un dato di fatto che dal 2008, poi nel 2009 avete governato voi, il divario tra costi standard del Cipe sia salito da 40 milioni di euro a quasi 500 milioni di euro fra 2013 e il 2014. Questi sono i dati ai quali stiamo facendo riferimento, poi glieli faccio vedere consigliere Pittalis. I nostri commissari hanno iniziato a lavorare nel gennaio 2015 quindi al più ci si può rimproverare che nel 2015 non siamo riusciti a diminuire la spesa, non l'abbiamo diminuita ma l'abbiamo tenuta costante non è aumentata, come dire che l'abbiamo sfrenata. Ed è già qualcosa rispetto a un incremento costante, ma non lineare con una pendenza molto più elevata. Poi si può anche negare l'evidenza, si può negare tutto, si può anche negare che quest'Aula sia l'Aula del Consiglio regionale non c'è dubbio, però non solo non avete fatto un piano sanitario, non solo non c'è traccia di un riordino della rete ospedaliera, non avete nemmeno monitorato Ilea, consigliere Cappellacci, per questo alla ragioneria dello Stato non hanno i vostri dati, non avete monitorato Ilea, cioè i livelli essenziali di assistenza. I costi standard del Cipe per voi erano qualcosa di, come ha detto lei, inaffidabili probabilmente, confidando sul patto di stabilità, confidando sul non obbligo del pareggio di bilancio, confidando sulla possibilità di utilizzare i residui passivi, perché questo avete fatto e ha ragione l'assessore Paci quando sostiene che nel 2014 i residui passivi ammontavano a 5 miliardi di euro, i residui passivi cioè pagherò e li stiamo pagando noi. Poi si dice che in un anno e mezzo non siete riusciti a rientrare del divario che ci avete lasciato, ma davvero alcuno credo in quest'Aula che in un anno e mezzo si potesse recuperare il divario sulla sanità…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Probabilmente se il presidente Ganau avesse vinto le primarie, nell'ultima competizione del vostro … medio, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto, cioè a un segretario che poi ha voluto imprimere un'altra linea, ha voluto forse con un certo nervosismo durante le vostre elezioni regionali bacchettare la Giunta chiedendo cambi di passo e questo forse vi rendere oltremodo nervosi oggi nell'affrontare questa discussione… certo solo una parte, quelli più ortodossi ovviamente. Però, però cari colleghi rimane un dato, che per essere fedeli all'ortodossia del patron di Tiscali oggi siete qui a proporre ai sardi delle ricette che francamente non si aspettavano in particolare per questo Natale. Io ovviamente voto contro il passaggio agli articoli ed eviterei anche da parte vostra di rilanciare critiche su questa parte politica per mascherare l'unica azione a voi nota in qualsiasi livello di governo vi proponiate e cioè mettere le mani in tasca ai cittadini. Quella è l'unica specialità della casa, il piatto forte del centro sinistra, mentre il resto di tutto il contorno non è neanche da prendere in considerazione perché è un falso sovranisimo, un falso indipendentismo, un falso sardismo cioè c'è tutta una serie di contraddizioni che vi portate dentro perché in realtà voi siete solo capaci di rispondere alle logiche dei dirigenti romani. Dirigenti romani che da una parte cercano di togliere, in questo caso, la Tasi alle famiglie e invece voi con l'altra mano, qui in Sardegna, aumentate l'Irpef e addizionale IRAP con scuse che sono veramente sconcertanti, di questo tranquilli renderete conto ai sardi in un futuro neanche molto lontano. Ci rivedremo anche a primavera certamente con la finanziaria e poi con gli appuntamenti che ci vedranno contrapposti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). In vero di pitagorico non ha gran che l'intervento del collega Cocco assomiglia piuttosto al sofista Zenone che, inventore del metodo dialettico, utilizzava i paradossi risultando lui meno convincente di Zenone quando cercava di spiegare che la tartaruga era più rapida del piè veloce Achille. In effetti si incarica con pragmatismo di smentirlo niente meno che l'assessore Paci, chi di fronte all'affermazione stiamo persino riducendo le tasse, indossa i panni più attuali di Elsa Fornero per scusarsi del fatto che sta mentendo le mani nelle tasche dei cittadini sardi. Che sta facendo carta straccia dell'Autonomia statutaria, che sta facendo carta straccia delle prerogative dell'Assemblea del popolo sardo. Si trasforma in colui che deve eseguire l'amara sentenza come se non ne fosse minimamente responsabile. Addirittura dice: abbiamo potuto registrare, mentendo trovando una soluzione al problema dell'illegittimità aumentando l'Irap, omettendo di dire che probabilmente il suo azionista di maggioranza, la Cgil sarda, gli ha detto che non possono pagare soltanto i lavoratori, devono pagare anche le imprese: ammazziamo i consumi e ammazziamo le imprese. Ci sarà una mobilitazione, nonostante questo, nessuno si potrà sottrarre, non si scherza più e questo dibattito andrà fuori dall'aula; la Cisl giustamente ha già proclamato lo sciopero generale, voglio vedere davanti alla mobilitazione chi si saprà nascondere, voi non vi saprete nascondere.

Ci tenevo a precisare, Presidente, che voterò contro il passaggio agli articoli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Anche io preannuncio naturalmente il mio voto contrario al passaggio agli articoli che seguiranno questa beffarda discussione. C'è un'Aula che in parte si vuole nascondere dietro le sue responsabilità, responsabilità per altro della Giunta, c'è un'Aula che nella sua parte vuole nascondere la sabbia sotto l'incombere delle reazioni all'esterno di quest'Aula, è tutto ciò è un grande segnale di insofferenza crescente e di una attenzione anche al dibattito che c'è in questo momento. Ma noi dobbiamo in qualche modo rispondere a tanti perché, uno su tutti: un cittadino fuori da quest'Aula, un lavoratore autonomo, un uomo d'azienda, un libero professionista, si chiede per quale motivo, per vicende che riguardano ASL della Sardegna, per vicende che riguardano un perimetro che non gli appartiene, che è quello di assegnazione, forse anche in modo spregiudicato, di acquisti di pomate, farmaci, medicinali vari, siringhe o pannolini, perché io debba intervenire con il frutto del mio lavoro, della mia azienda, della mia attività personale, dei miei piccoli risparmi di cittadino, per quale motivo io devo intervenire per ripianare a chi si mangia ogni anno 3 miliardi e mezzo di risorse della Regione Sardegna, per quale motivo io debba intervenire a ripianare un buco colmando con un cucchiaino l'oceano, e quel cucchiaino serve semplicemente a ridurre con la piccola porzione di risorse economiche, di lavoro quotidiano che è stata coraggiosamente messa da parte da questo cittadino.

Ecco perché, davanti a scelte di questo genere, inutili e soprattutto inique, va sollevato alto il grido nel dire che questa è un'autentica fregatura, una presa per i fondelli ed è una vergogna per tutta l'Isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Io voterei a favore se questo provvedimento fosse il cambio di passo della Giunta rispetto al nostro Statuto. L'articolo 10, che viene richiamato, viene usato per la sola lettera b), "la Regione può modificare le aliquote in aumento…"; abbiamo anche un altro disegno di legge, che è stato sospeso ma che il 7 gennaio dovrebbe rientrare in Aula, che parla del riordino degli enti locali, lì l'articolo 10 non viene assolutamente citato, viene omesso, io ho presentato un emendamento chiedendo che nell'articolo 1 di quel provvedimento venisse inserito anche l'articolo 10, lettera a) e anche l'articolo 12, non solo il 3 e il 44, perché o lo Statuto lo usiamo tutto, e lo usiamo per il bene che con lo Statuto possiamo fare, oppure lo lasciamo stare. Non possiamo usare lo Statuto solo per modificare le aliquote in aumento, dovremmo usare lo Statuto anche per la lettera a) dello stesso articolo che voi utilizzate e citate nel provvedimento. Quindi voterei a favore se questo rappresentasse la modifica dell'approccio verso una gestione realmente autonomistica, come il nostro Statuto prevede, di quella che è la cosa pubblica della Sardegna, se effettivamente dalla Giunta e dalla maggioranza venisse la volontà di applicare in toto l'articolo 3 dello Statuto e di fare un riordino degli enti locali come serve alla Sardegna e non come ci impone la Delrio, che oggi stiamo usando anche come alibi per quello che stiamo facendo, se cioè lo Statuto venisse veramente usato per lo strumento che potrebbe rappresentare, per iniziare a dare alla Sardegna un governo capace di prendere delle decisioni. Così non è e al momento, ahimè, devo dire che voteremo contro questo passaggio agli articoli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ugo Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Onorevole De Montis, nelle sue parole mi sembrava di sentire la linea dettata dal vostro segretario in quella finta direzione del PD che si è tenuta la settimana scorsa, però, vede - mi perdonerà l'onorevole Tunis se io sarò irriverente è passerò da Zenone a Zalone -, però lei sembra il classico personaggio che "cade dalle nubi", perché a voler prendere per vera la sua tesi, quindi la spesa sanitaria non è aumentata e le ragioni sono da cercare nell'errore fatto l'anno scorso nel non aver dichiarato qual era la vera situazione, allora stiamo dicendo che non è un problema di sanità ma è un problema di bilancio. Allora se è un problema di bilancio, mi chiedo anche, intanto, come mai se andiamo sul sito istituzionale in questo momento la delibera della Giunta sulle norme di attuazione delle entrate è l'unica non consultabile: avete tenuto conferenze stampa, fatto effetti speciali, avete festeggiato a più riprese però ancora non possiamo vedere la delibera. Ad una settimana dalla fine dell'anno non è stata proposta la legge finanziaria, e avevate detto che solo una volta avreste ricorso all'esercizio provvisorio. La verità forse è tutta qui: non è una questione di sanità ma è una questione di bilancio, e allora come avete fatto lo scorso anno a dire che non era necessario aumentare l'Irpef? Come avete fatto a dire che non era necessario introdurre ticket? Come avete fatto a contrabbandare l'intervento sull'Irap? Ditelo allora in modo chiaro: abbiamo sbagliato, cadiamo dalle nubi, non siamo stati capaci di fare una previsione corretta, non siamo stati capaci di fare un banale lavoro aritmetico; scusate, dobbiamo migliorare, dobbiamo studiare di più, forse abbiamo bisogno anche noi di andare a ripetizione. L'aspetto drammatico è che i provvedimenti di rettifica delle azioni per risolvere questo tipo di problemi sono là da venire, le annunciate, verranno, mentre l'aumento delle tasse arriva oggi. Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Intanto dichiaro il mio voto contrario, anche perché non voglio essere confuso in un provvedimento tale che, giustificato quanto si vuole ma non è certamente corretto e comprensibile dalla stragrande maggioranza dei cittadini della Sardegna. Siccome non so se si riuscirà a tamponare, anche con la riforma che si proporrà, se continua l'andazzo di questi commissari, che ho già denunciato l'altra volta, per cui c'è un appalto a Sassari e un appalto anche a Olbia sull'interinale, di 20 milioni l'uno e l'altro, se si continua a unificare i lavori di gestione del personale dell'oncologico con il Binaghi e si spendono in più 25 milioni al mese, io mi chiedo dov'è che andiamo a tamponare la sanità, Assessore. Vogliamo continuare ad andare dentro? Oppure consentire lo spreco dove si continua ad andare a mettere danaro in una struttura pubblica che potrebbe convertire quelle stanze vuote, per cui si deve acquistare di tutto e di più, per fare quello che fa già il Santa Maria bambina.

Siete degli omicidi, veramente, state distruggendo, in sanità guardate sarebbe il caso anche di andare a vedere anche qualche altra cosa, soprattutto quello che non si fa con i trapianti, se devo puntare un attimino il dito non fatemelo dire che è meglio per voi. Non state facendo niente e tra l'altro cercate di passare per cose giuste ed eque operazioni veramente da scarafaggi, perché non c'è altro da dire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Questa mattina io pensavo che la maggioranza, la stessa Giunta potesse raccogliere una proposta di buon senso che non è partita neanche dai banchi dell'opposizione, quindi rimaneva a tutto vantaggio anche della maggioranza se solo aveste voluto riflettere. La proposta che stamattina sulla base, ancora lo ripeto, perché quando si ha ragione bisogna dire le cose come stanno, l'onorevole Busia ha posto un problema sul quale siamo assolutamente d'accordo. La bene evidenziato il relatore di minoranza l'onorevole Solinas, lo ha fatto con argomentazioni sul piano tecnico, quindi senza entrare nel merito. La proposta dell'onorevole Attilio Dedoni quindi di rimandare la legge in Commissione per un approfondimento è stata sonoramente bocciata. E avete voluto fare e state facendo una prova muscolare convinti come siete che tutte le cose che voi state dicendo, che noi stiamo dicendo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI

(Segue PITTALIS PIETRO.) Guardate, perché poi chi sta fuori da quest'Aula, voi, scusatemi, ma state alimentando davvero l'antipolitica in questa Regione, perché poi hanno ragione i cittadini ad essere seccati di questo modo di fare politica, perché vi state esaltando nel momento in cui state tartassando i sardi, voi state creando gabelle su gabelle, state creando un sistema impositivo iniquo, voi state lasciando inalterata l'aliquota per le fasce di reddito fino a 28.000 euro, le state aumentando per circa il 65 per cento dei sardi, vi state rendendo conto, cioè le state raddoppiando e triplicando, questa è la verità. Ed è un'operazione che non può passare in silenzio, non potete accusare l'opposizione di fare, noi lo faremo, noi saremo qua finché non ci sarà ravvedimento da parte vostra, non pensate che si finisca in poche ore, in qualche minuto, colleghi della maggioranza. L'opposizione farà il suo dovere fino in fondo contrastando questa misura iniqua, questa misura che in un momento come questo, poi ci sono i dati della povertà, poi andate a fare la marcia con le associazioni a difesa e il sostegno della povertà, dove la state sostenendo, voi state creando altre povertà in questa Regione, voi state annientando quel poco che rimane del sistema produttivo sardo altro che competitività, altro che il rilancio, altro che politiche di sviluppo. Davvero, guardate, è un'azione irresponsabile quella che state compiendo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Grazie Presidente, io volevo raccogliere invece il richiamo del collega Tunis a Zenone per quanto in verità sia solo Aristotele che lo cita come inventore della dialettica mentre lui essendo di scuola eleatica probabilmente aveva maggiore attenzione alla tautologia e al famoso essere. Però la dialettica introduce un argomento, è sempre stato uno strumento di indagine della verità e quindi sulla verità io vorrei fondare alcune considerazioni perché vedendo l'emendamento numero 169 do atto alla Giunta di aver corretto il tiro per quanto riguarda una delle osservazioni che avevamo formulato e cioè la retroattività della norma che avrebbe sicuramente incontrato alcuni problemi.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

(Segue SOLINAS CHRISTIAN.) Ma per poter esprimere un voto che abbia cognizione di tutti gli argomenti io avevo proposto stamattina due quesiti ai quali chiederei alla Presidenza o la Giunta di offrire una lettura certa e cioè quale sia la norma in base alla quale affermiamo che quanto sostiene il Dipartimento delle Finanze del Ministero non sia applicabile. Cioè io ho qua davanti agli occhi la stampa della pagina del Ministero dell'economia e della finanza che dà la disciplina del tributo in particolare dell'addizionale Irpef che dice, cito testualmente: possono maggiorare l'aliquota - le Regioni a Statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano - soltanto fino a 0,5 punti percentuali in quanto per tali autonomie speciali continuano ad applicarsi le disposizioni dell'articolo 50 del decreto legislativo numero 456 del 1997. Quindi io davanti a questa affermazione di principio chiederei di avere, per poter esprimere un voto consapevole, la norma che consente di affermare che invece si possa aumentare oltre lo 0,5 per cento.

L'altra osservazione per la quale dal dibattito non è emersa la risposta è quale sia lo strumento che ci consente di qualificare la modificazione dell'aliquota in aumento come una misura tesa a favorire lo sviluppo economico dell'Isola nel rispetto della normativa comunitaria in quanto questo mi pare che si è presupposto fondamentale che è stato introdotto con il novellato articolo 10 dello Statuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Grazie Presidente, per esprimere il parere favorevole per il passaggio agli articoli. La prima cosa che mi viene in mente dopo aver sentito gli interventi di alcuni esponenti del centrodestra verrebbe da dire: da quale pulpito viene la predica. Perché non si è sentita una sola proposta o chiedere se questo sbilancio, questo buco di bilancio nella sanità sarda esista o non esista. E soprattutto se è uno sbilancio che è stato creato negli ultimi mesi, negli ultimi due anni oppure è roba che riguarda magari per la stragrande maggioranza la passata legislatura per la quale il centrodestra ha speso senza nessun ritegno e senza nessun controllo. Purtroppo spesso la storia si ripete, non è la prima volta né a livello regionale né a livello nazionale che dopo il governo del centrodestra con il sistema dell'alternanza spetta al centrosinistra porre rimedio ai danni che sono stati causati dal centrodestra. E purtroppo questa è anche la situazione che abbiamo trovato in Regione. Ci sono altre soluzioni possibili, aumentare le tasse non è una cosa che ci ha mai riguardato, che abbiamo sempre cercato di evitare di fare, il problema sta nel fatto che comunque dobbiamo fare un piano di rientro di 400 milioni di euro che certamente non possiamo recuperare andando a tagliare già quel risicato bilancio che ci avete lasciato in eredità con le vostre azioni.

E allora credo che diminuire, lo dico a Pietro Pittalis, diminuire le tasse per quella fascia di cittadini che non supera i 28.000 euro di reddito, che non sono solo il 35 per cento in Sardegna, caro Pietro, se non fosse stato necessario non lo avremmo certamente aumentato, abbiamo ridotto, o meglio stiamo proponendo di ridurre le imposte per quella fascia di cittadini.

In ultimo un'osservazione all'amico Attilio Dedoni che interviene spesso ma spesso quasi sempre si dimentica il suo recente passato. Ha citato il Santa Maria bambina, chi ha deciso di destinare un reparto…

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Cosa sta dicendo, era Liori.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente posso?

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, grazie. Onorevole Dedoni grazie. Onorevole Solinas, concluda.

(Interruzioni del consigliere Dedoni)

PRESIDENTE. È finito il tempo, grazie. Abbiamo concluso… Onorevole Dedoni, grazie. È finito l'intervento. Passo… Onorevole Solinas, aveva finito il tempo, il tempo era finito prima. Grazie, onorevole Dedoni, grazie anche a lei, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Queste faide territoriali ci coinvolgono molto, poi ci mettono veramente a nostro agio nella discussione che stiamo affrontando oggi. Assessore, ci è arrivato adesso il parere per la rimodulazione della spesa, forse ha sbagliato la tempistica per la consegna. Qui stiamo programmando di sanare il debito di bilancio e ci è arrivato il parere P88-87 dove facciamo la rimodulazione della spesa, cioè stiamo rimodulando 8 milioni di euro per coincidenza, Nuoro, per fare la struttura sanitaria a Desulo - Nuoro, chiedo scusa al collega Deriu, non volevo offenderlo - dove stiamo rimodulando e facendo nuova spesa con presidi nuovi, bellissimo, complimenti. Perché, quando andiamo a chiedere sacrifici alla gente, in contemporanea il gioco delle tre carte, paghiamo questo debito, però ne nasceranno anche nuovi. Io non mi aspettavo una richiesta di parere oggi, in questo momento ce l'hanno notificato, perché dovremmo essere seri. Una bellissima azione, corretta, oggi, per la discussione che abbiamo in corso, perché rimoduliamo… Venti giorni fa, colleghi, siamo entrati in Commissione per approvare un piano, abbiamo talmente preparazione e cognizione di causa su quello di cui parliamo che lo rimoduliamo ogni venti giorni, e io non mi aspettavo veramente le famose case della salute, che abbiamo approvato sei mesi fa, abbiamo fatto la rimodulazione, abbiamo fatto la destinazione, a oggi c'è un'altra formulazione. Collega Solinas, non è che deve chiamare l'opposizione in causa, la programmazione non la facciamo noi, non la fa l'opposizione, la fa la maggioranza con i provvedimenti della Giunta regionale. La spendita, collega Solinas, dobbiamo chiarirci una volta per tutte, fotografiamo a oggi che non ci variano più la programmazione. Io le chiedo questo, io non posso entrare in un'aula parlamentare a discutere di atti che vengono cambiati ogni 10 minuti, entriamo qua a leggere con delle percentuali, poi, meno male, la Giunta si ravvede e modifica i parametri per venire incontro alle esigenze di quei lavoratori sotto i 28 mila euro. Entriamo sempre con provvedimenti che vengono stralciati e modificati di volta in volta. Quando entriamo con una legge, ci fate discutere su una legge che avete scritto e la portate avanti fino in fondo. Ovviamente, Presidente, annuncio il mio voto contrario, si capisce dall'intervento, e chiedo ai colleghi della maggioranza se devono arrivare altri pareri entro la fine di questa legge, perché vorremmo capire se state rimodulando. A marzo, quando si paga l'anticipo dell'IRPEF, se dobbiamo dire i parametri facciamolo oggi, se avete almeno una pianificazione corretta di quelle che sono…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Cercare di nascondere dietro l'originalità un testo eccentrico, chiaramente difficile da difendere, alla fine ci costringe a dover rimanere qua e ad ascoltare una difesa che francamente diventa quasi insostenibile, anche da parte vostra, parlo da parte della maggioranza, proprio perché anche per voi, e io oggi preferisco stare e svolgere questo ruolo, quello della minoranza, e non dover avallare un qualcosa che mi presenta il mio Assessore o il mio presidente della maggioranza, diventa praticamente quasi difficile dover accettare anche la giustificazione che ha provato a dare l'assessore Paci nella loro scelta, che in questo caso non è certamente una scelta che può trovare consenso da nessuna parte, perché è naturale, perché quando si parla di aumento di tasse in senso generale tutti si rivoltano contro, e anche voi dentro di voi sicuramente provate questo sentimento, questa voglia di rivoltarvi. Allora, abbiate il coraggio di alzarvi e dire, così come lo hanno fatto i due esponenti femminili di questo consesso, all'assessore Paci: "Assessore, guardi, ha preso una cantonata", è da un po' che ne prende, ma questa è veramente una cantonata grossa, enorme. Si ricorda la cantonata, quella che si usava per evitare che i carri sbattessero sui muri delle vie strette proprio per non rovinare il carro stesso o le merci che trasportavano? Ecco, lei, in questo caso, ha preso una cantonata tale che sta distruggendo completamente il morale anche interiore della maggioranza stessa. Allora, fermiamoci un attimo, troviamo un'altra soluzione, non è questa la soluzione per recuperare le risorse che sono necessarie per provare a risanare i debiti che possono essere del periodo di Soru, del periodo Cappellacci, non ha importanza, io non credo che sia questo l'elemento fondamentale che a noi interessa oggi, interessa soltanto dire che noi il passaggio agli articoli non lo votiamo, e su questo credo che sia fondamentale e determinante, non lo dovete votare anche voi, rimandiamo la legge in Commissione e troviamo un'altra soluzione che sia condivisa non solo da noi che qui, in questo momento, rappresentiamo il popolo, ma bensì dal popolo stesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Ledda ha votato a favore e che i consiglieri Dedoni e Locci hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Lampis - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 32

contrari 23

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato l'emendamento soppressivo totale numero 1, che è uguale al numero 143 e al 159, il sostitutivo totale numero 169, i soppressivi parziali numero 2 uguale al numero 144 e 160, il numero 3 uguale al numero 146 e 161, il numero 4 uguale al numero 147 e 162, il numero 5 uguale al numero 148 e 163, il numero 6 uguale al numero 150 e 164, il numero 7 uguale al 158, il numero 8 uguale al numero 145 e 151, poi il 167, a pagina 24, sono in progressione le pagine da come leggo io, quindi il numero 9 e il numero 168 sono a pagina 25 e 26, il numero 10 è a pagina 27 e così via. L'emendamento sostitutivo parziale numero 10 a pagina 27, il sostitutivo parziale numero 154, 153, 12, 11, 13, 14, 15, 16,17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, dal 36 al 149, a pagina 165, più l'emendamento numero 170, e un emendamento all'emendamento, il numero 169.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Variazione delle aliquote dell'addizionale regionale all'Irpef

1. Al fine di dare copertura al disavanzo di gestione del settore sanitario, per l'anno d'imposta 2015 e fino al termine di vigenza del piano di rientro, l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche è determinata per scaglioni di reddito secondo lo schema che segue:

a) 1,23 per cento per i redditi fino a euro 15.000;

b) 2,70 per cento per i redditi oltre euro 15.000 e fino a euro 28.000;

c) 3,10 per cento per i redditi oltre euro 28.000 e fino a euro 55.000;

d) 3,33 per cento per i redditi oltre euro 55.000 e fino a euro 75.000;

e) 3,33 per cento per i redditi oltre euro 75.000.

2. Le aliquote di cui al comma 1 sono differenziate in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti a livello nazionale; in caso di modifica di questi ultimi le aliquote si applicano ai nuovi scaglioni.

3. Per l'anno d'imposta 2015, la rimodulazione delle aliquote di cui al comma 1 produce i suoi effetti a valere sui versamenti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2016, ferma restando l'inapplicabilità di sanzioni ed interessi ai sensi della normativa vigente.

EMENDAMENTO soppressivo totale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

L'articolo 1 è soppresso. (1)

EMENDAMENTO soppressivo totale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

L'articolo 1 è soppresso. (143)

EMENDAMENTO soppressivo totale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

L'articolo 1 è soppresso. (159)

EMENDAMENTO all'emendamento numero 169 sostitutivo parziale PITTALIS Alessandra ZEDDA.

Articolo 1

La lettera a) è sostituita dalla seguente:

a) zero per i redditi fino a 15.000 euro;

la lettera b) è sostituita dalla seguente:

b) zero per i redditi tra 15.000 euro e fino a 28.000. (170)

EMENDAMENTO sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Articolo 1

(Variazione delle aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive e dell'addizionale regionale all'Irpef)

1. Al fine di dare copertura al disavanzo di gestione del settore sanitario, per l'anno d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015 e fino al termine di vigenza del piano di rientro, l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche è determinata per scaglioni di reddito secondo lo schema che segue:

0,95% per i redditi fino a 15.000,00 euro;

1,20% per i redditi oltre 15.000,00 euro e fino a 28.000,00 euro;

2,70% per i redditi oltre i 28.000,00 euro e fino a 55.000,00 euro;

3,20% per i redditi-oltre-i-55.000,00 euro e fino a 75.00,00 euro;

3,33% per i redditi oltre i 75.000,00 euro

2. Le aliquote di cui al comma 1 sono differenziate in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti a livello nazionale; in caso di modifica di questi ultimi le aliquote saranno applicate ai nuovi scaglioni.

3. Per le stesse finalità indicate al comma 1, la lettera a) dell'articolo 3 comma 5 della legge regionale 9 marzo 2015, n.5, è soppressa con effetti a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015. (169)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (2)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (144)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (160)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

"Il punto a) del comma 1 dell'articolo 1 è abrogato". (3)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (146)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (161)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

"Il punto b) del comma 1 dell'articolo 1 è abrogato". (4)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (147)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

La lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (162)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

"Il punto c) del comma 1 dell'articolo 1 è abrogato". (5)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

La lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (148)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

La lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (163)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

"Il punto d) del comma 1 dell'articolo 1 è abrogato". (6)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

La lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (150)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

La lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (164)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

"Il punto e) del comma 1 dell'articolo 1 è abrogato". (7)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

La lettera e) del comma 1 dell'articolo 1 è soppressa. (158)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (8)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (145)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (151)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (167)

EMENDAMENTO soppressivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (9)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (168)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 le parole "al fine di dare copertura al disavanzo di gestione del settore sanitario" sono sostituite da "al fine di consentire alla giunta regionale di disporre di sufficienti fondi per incrementare la spesa pubblica". (10)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 la parola 2015 è sostituita da 2019. (154)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 la parola 2015 è sostituita da 2018. (153)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 la parola "è determinata" è sostituita dalla parola "abrogata". (12)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al comma 1 dell'articolo 1 le parole "per scaglioni" fino a "75.000" sono sostituite dalle parole "nello 0,001% di quell'attuale". (11)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto a) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "15.000 euro" sono sostituite da "1.500 euro". (13)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 447.000 euro". (14)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 443.500 euro". (15)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 440.000 euro". (16)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 436.500 euro". (17)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 433.000 euro". (18)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 429.500 euro". (19)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 426.000 euro". (20)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 422.500 euro". (21)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 419.000 euro". (22)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 415.500 euro". (23)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 412.000 euro". (24)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 408.500 euro". (25)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 405.000 euro". (26)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 401.500 euro". (27)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 398.000 euro". (28)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 394.500 euro". (29)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 391.000 euro". (30)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 387.500 euro". (31)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 384.000 euro". (32)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 380.500 euro". (33)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 377.000 euro". (34)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 373.500 euro". (35)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 370.000 euro". (36)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 366.500 euro". (37)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 363.000 euro". (38)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 359.500 euro". (39)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 356.000 euro". (40)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 352.500 euro". (41)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 349.000 euro". (42)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 345.500 euro". (43)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 342.000 euro". (44)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 338.500 euro". (45)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 335.000 euro". (46)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 331.500 euro". (47)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 328.000 euro". (48)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 324.500 euro". (49)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 321.000 euro". (50)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 317.500 euro". (51)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 314.000 euro". (52)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 310.500 euro". (53)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 307.000 euro". (54)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 303.500 euro". (55)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 300.000 euro". (56)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 296.500 euro". (57)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 293.000 euro". (58)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 289.500 euro". (59)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 286.000 euro". (60)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 282.500 euro". (61)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino a 280.000 euro". (62)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 279.000 euro". (63)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 275.500 euro". (64)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 272.000 euro". (65)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 268.500 euro". (66)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 265.000 euro". (67)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 261.500 euro". (68)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 258.000 euro". (69)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 254.500 euro". (70)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 251.000 euro". (71)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 247.500 euro". (72)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 244.000 euro". (73)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 240.500 euro". (74)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 237.000 euro". (75)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 233.000 euro". (76)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 230.000 euro". (77)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 226.500 euro". (78)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 223.000 euro". (79)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 219.500 euro". (80)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 216.000 euro". (81)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 212.500 euro". (82)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 209.000 euro". (83)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 205.500 euro". (84)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 202.000 euro". (85)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 198.500 euro". (86)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 195.000 euro". (87)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 191.500 euro". (88)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 188.000 euro". (89)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 184.500 euro". (90)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 181.000 euro". (91)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 177.500 euro". (92)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 170.500 euro". (93)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 167.000 euro". (94)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 174.000 euro". (95)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 163.500 euro". (96)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto b) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro" sono sostituite da "oltre 150.000 euro e fino 160.000 euro". (97)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 990.000 euro". (98)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 980.000 euro". (99)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 970.000 euro". (100)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 960.000 euro". (101)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 950.000 euro". (102)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 940.000 euro". (103)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 930.000 euro". (104)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 920.000 euro". (105)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 910.000 euro". (106)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 900.000 euro". (107)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 890.000 euro". (108)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 880.000 euro". (109)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 870.000 euro". (110)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 860.000 euro". (111)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 850.000 euro". (112)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 840.000 euro". (113)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 830.000 euro". (114)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 820.000 euro". (115)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 810.000 euro". (116)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 800.000 euro". (117)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 790.000 euro". (118)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 780.000 euro". (119)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 770.000 euro". (120)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 760.000 euro". (121)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 750.000 euro". (122)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 740.000 euro". (123)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 730.000 euro". (124)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 720.000 euro". (125)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 710.000 euro". (126)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 700.000 euro". (127)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 690.000 euro". (128)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 680.000 euro". (129)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 670.000 euro". (130)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 660.000 euro". (131)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 650.000 euro". (132)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 640.000 euro". (133)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 630.000 euro". (134)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 620.000 euro". (135)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 610.000 euro". (136)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 600.000 euro". (137)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 590.000 euro". (138)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 580.000 euro". (139)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 570.000 euro". (140)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 560.000 euro". (141)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DEDONI - COSSA - CRISPONI.

Articolo 1

Al punto c) del comma 1 dell'articolo 1 le parole "oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro" sono sostituite da "oltre 280.000 euro e fino 550.000 euro". (142)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Al comma 3 dell'articolo 1 la parola 2016 è sostituita da 2019. (157)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Al comma 3 dell'articolo 1 la parola 2016 è sostituita da 2018. (156)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 1

Al comma 3 dell'articolo 1 la parola 2016 è sostituita da 2017. (155)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 1

Al comma 3 dell'articolo 1 "2015" è sostituito da "2016". (149).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Tutti contrari eccetto il numero 169, Presidente.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Conforme alla Commissione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Io comprendo il calvario della maggioranza e in particolare della Giunta regionale, è stato un facile profeta il presidente Sabatini quando ho detto come sarebbe avvenuta la discussione in aula, e così è avvenuta, l'ha confermata. È possibile, signor Assessore, che manager di destra, manager di sinistra, nei mesi, negli anni e nei decenni, … siano tutte persone poco intelligenti e poco capaci, o si tratta di una spesa sanitaria in progress, che è dovuta anche ad altri fattori, a scelte di carattere sociale, di carattere economico? La spesa sanitaria aumenta da quando c'erano i lazzaretti, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, la numero 833, la riforma sanitaria, pensate, ecco perché dico che sarà impossibile ottenere quello che dice l'Assessore, noi abbiamo copiato la numero 833 dalla riforma inglese quando l'Inghilterra la stava mollando, ed erano perfetti, pensiamo che un tipo che è andato a fare il bagno era in difficoltà, l'hanno preso, l'hanno riportato a riva, e quando l'hanno riportato a riva hanno visto il collare, si vedeva che non era di quella ASL e l'hanno ributtato in mare, quindi i risparmi erano perfetti. Ma comprendiamo che non stiamo parlando della serpe e della serpina, ma stiamo parlando della sanità? Uno degli argomenti che interessa di più la sensibilità delle persone, un'Italia che ha fatto della tutela della salute un diritto protetto dalla Costituzione, un diritto protetto dalla Costituzione che non può essere assolutamente eluso, non può essere assolutamente disatteso. Se lei fa un referendum in Italia, il mutuo che avete acceso sulle piazzette ecc, ma io sono convintissimo che la gente sarda sceglie la tutela della sanità, e gli sprechi non copriranno mai il debito, quindi quello che stiamo facendo oggi non è un fatto isolato, non è la copertura finanziaria di un debito, stiamo aprendo una strada che poi diventa un'autostrada. Perché non fare prima le riforme di cui si parla e partre anche qui dalla testa non dalla coda, e poi chiedere al popolo sardo eventualmente, l'aiuto? Perché bisogna sempre partire dagli altri, come abbiamo fatto con gli enti locali e con tutte le leggi che si stanno portando avanti? Io credo che ci sia un solo sistema, e il sistema è riconoscere che è stato sbagliato andare dal Governo nazionale e chiudere la vertenza entrate caricandoci la continuità territoriale, il trasporto pubblico locale e la sanità, è stato un errore madornale! Oggi chi partecipa ai lavori delle Commissioni si accorge che la maggioranza è tutta protesa verso Renzi, verso Delrio: "La Delrio dice che… la Delrio non ci consente di…" e così via, quindi non è soltanto un problema di restituire nel bilancio della Regione i soldi della continuità territoriale, è aprire una vertenza vera delle entrate per quanto riguarda la Sardegna, e riaprirla alla luce di queste esigenze. L'Assessore l'ha detto che non sarà una cosa facile; e certo che non sarà una cosa facile, ma anche se noi riconvertiamo tutte le strutture sanitarie dell'Isola, anche se noi risparmiamo, la spesa sanitaria, ne stiamo parlando da decenni, continuerà a fluttuare, perché aumentano le esigenze, aumenta la protezione del corpo e della mente, per cui stiamo parlando di una cosa, e mi dispiace, è deludente sentire qui l'esigenza… La sanità e questo diritto protetto non l'abbiamo fatto per ragioni di bilancio, per chiudere il bilancio in pareggio, per le grandi industrie farmaceutiche, non l'abbiamo fatto per questo, l'abbiamo fatto proprio perché riteniamo che la salute dell'individuo sia un fatto essenziale per lo sviluppo socio-economico dell'Italia e del Paese, quindi attenzione a quello che state facendo. Io sono convinto che se noi chiamiamo domani il popolo sardo a venire qui per dire che è tassato su questa cosa qui, io credo che vi fulmini. Governi nazionali sono caduti soltanto al pensiero di poter intaccare, e d'altra parte la stessa Giunta ha dimostrato di essere fluttuante, hai iniziato con il ticket, poi ha tolto il ticket e ha inventato un'altra cosa, ma perché non lo pagate con tutte quelle opere pubbliche che state facendole e di cui qui nessuno ha mai parlato. E poi Assessore, me lo consenta, un'aliquota del genere dove sta scritto… noi conosciamo la povertà assoluta e la povertà relativa, non conosciamo la povertà individuale di un individuo di una famiglia, se noi andiamo a sommare le imposte che vengono pagate dai sardi allo Stato, alla Sardegna, alla Regione con i nuclei eccetera, ci accorgiamo che stiamo sempre colpendo poveri, non ricchi, poveri! Perché ormai 28 mila, 24 mila euro è la povertà, è l'anticamera della povertà, non è la ricchezza.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Io vorrei rileggere alcuni passaggi della storia, che non sono state certo dichiarazioni di questa minoranza, ma dell'assessore Paci e del presidente Pigliaru: "Eccola qua la finanziaria keynesiana", come Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno ribattezzata in viale Trento la manovra del 2015. In tempo di profonda crisi economica e sociale c'è bisogno di investimenti pubblici per rilanciare l'economia. Effetto duplice e parallelo. Creare nuove attività per le imprese significa metterle nelle condizioni di generare lavoro. Il rigore dei conti resta la bussola della nostra rotta in questo Bilancio da 7 miliardi 783 milioni che, a differenza degli anni passati potranno essere utilizzati tutti, vista la cancellazione di vincoli di spesa previsti nel patto di stabilità. E la Sardegna è la prima Regione italiana con cui si sperimenta la deroga". Lo schema dell'azione di governo si ritrova già nella prima tabella allegata alla finanziaria. Alla voce "Mutui", risultano adesso 700 milioni, che è il valore del Piano regionale per le infrastrutture, edilizia scolastica, strada, portualità, sistema idrico, rischio idrogeologico, spiegano Presidente e Assessore. Le opere da realizzare saranno decise dall'Esecutivo, sentita la Commissione consiliare competente. L'altra cassaforte degli investimenti è data dai soldi in arrivo da Bruxelles. Nella manovra ci sono pure le risorse della nuova programmazione Ue 2014-2020, pari ad altri 197 milioni. Ancora: dal Piano delle alienazioni, la Giunta stima di ricavare 50 milioni. La Regione - spiega Paci - è anche proprietaria di una parte dello Yacht Club di Porto Cervo, una quota che rappresenta solo un costo, per questo la venderemo. Stesso discorso per l'edificio di via XVIII Febbraio a Cagliari. Sullo sfondo resta la Vertenza entrate, partita finanziaria non ancora chiusa e rivendicata da Pigliaru pure nel vertice della scorsa settimana con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio. "In questa manovra abbiamo già scorporato i 572 milioni di accantonamenti, ma che hanno lasciato nel conteggiato i 97 milioni che il Governo ci vuole tagliare. Rispetto agli 800 milioni di compartecipazioni non ancora riconosciute a distanza di quattro anni speriamo di arrivare presto a un accordo. Sul fronte del sostegno alle imprese, che state uccidendo di nuovo con l'Irap, però ascoltate che cosa dicevate, la finanziaria 2015, la prima del Centrosinistra, regola anche l'Irap, la tassa sulle attività produttive. Con questa manovra rendiamo permanente la riduzione al 75 per cento per tutte le aziende già operanti nell'Isola, taglio regionale va comunque aggiunto a quello nazionale. Ma le nuove imprese non pagheranno l'imposta per cinque anni. Quanto al resto dei contribuenti, resta invariata l'Irpef, la tassa sui redditi, con l'aliquota a 1,23 - dice ancora Paci - e nemmeno abbiamo introdotto il ticket sulle ricette farmaceutiche, ancora per poco, a differenza di quanto deciso da molte altre Giunte italiane. Si tratta - conclude l'Assessore - di misure importanti per le aziende e i cittadini, e del tutto sostenibili per la finanza regionale. Infine, parliamo della sanità, stiamo lavorando alla riorganizzazione delle Asl e della rete ospedaliera - ricordano Pigliaru e Paci -, ma subito ci allineiamo ai costi standard previsti a livello nazionale, portando la spesa a 3,1 miliardi, anche se l'obiettivo è tagliare di ulteriori 100 milioni, quando sarà completato il processo di razionalizzazione anche dei costi farmaceutici. Insomma, ma volete farvi un esame di coscienza e capire che di tutto questo non solo non avete realizzato un bel niente, ma vi siete dovuti rimangiare tutto. Continuate con la politica del gambero, noi non ci saremo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Rinuncio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per rimanere sull'argomento io credo che, al di là poi delle proposte che state facendo per cercare di sanare questo buco del bilancio, c'è un elemento che non abbiamo tenuto oggi in considerazione nella discussione in Aula e che sicuramente farà sì che queste cifre che voi state programmando oggi e che state chiedendo ai sardi non siano delle cifre veritiere, nel senso che poi il buco si rivelerà molto più elevato, e quindi anche con questo primo comma non si risolverà il problema. Perché nelle ASL mi risulta che sia in corso un procedimento per cercare di armonizzare i bilanci, un po' quello che è successo a noi nel corso di quest'anno, abbiamo fatto l'armonizzazione del bilancio, e che ci ha fatto scoprire l'amara sorpresa per cui, anziché avere dei soldi in più in assestamento, abbiamo dovuto tagliare. Credo, quindi, che tramite l'armonizzazione del bilancio avremo sorprese ben peggiori e questo provvedimento non risolverà niente e creerà una situazione di difficoltà ulteriore, ma quello che più mi preoccupa è il doppio binario sul quale state lavorando. Perché da un lato ci state proponendo un provvedimento che dovrebbe utilizzare i soldi dei sardi per cercare di colmare il deficit, e dall'altro continuate con gli stessi sistemi di sempre. Perché, vedete, la proposta che farete o stasera o domani, che prevede sostanzialmente, dopo tre giri di commissari, di nominare un altro commissario o direttore generale della ASL unica e 8 sub commissari, quindi aumentare di una unità i commissari, non lascia presagire niente di buono per i sardi. Perché se la volontà vostra è quella veramente di tagliare le spese, di ridurre gli sprechi che ci sono nella sanità, di porre fine alle clientele, io ho l'impressione che aumentando ulteriormente un commissario, tenendo poi i commissari delle aziende universitarie, facendo l'AREUS e tenendo ovviamente il commissario dell'azienda ospedaliera Brotzu, ci troveremo con una moltiplicazione e non con una riduzione. Allora voi state chiedendo ai sardi soldi per cosa? Per aumentare il vostro potere, per continuare con le solite pratiche che si fanno in sanità o veramente per porre un freno agli sprechi che ci sono, cercare di sanare il bilancio e offrire ai sardi opportunità e risorse per creare opportunità di sviluppo?

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, ragionavo sulla modalità con cui questa maggioranza, in particolare alcuni colleghi che si affannano a difendere l'operato della Giunta, procede nel suo andamento, costantemente rivolto all'indietro. Essendo impossibile per un collo normale procedere in avanti guardando all'indietro, ricordano di più coloro che cercano di incedere con la testa in mezzo alle gambe. Questo scomodissimo modo di procedere è però l'unico che vi consente di continuare a dire: non so dove sto andando, ma continuo a stare concentrato su ciò che avete fatto voi - poi in questo voi è un concetto abbastanza relativo - prima di questo periodo. Non è quello che vi si chiede, non è il vostro mandato, non è il modo in cui dobbiamo impiegare il tempo. Voi vi siete assunti la responsabilità di guidare questa Regione, l'avete presa in mano e avete il dovere di assumervi la responsabilità delle decisioni per intero. Non cercate responsabili in solido, assumetevi le vostre responsabilità. Qua dobbiamo tornare indietro rispetto alla decisione scellerata fatta dal vostro Segretario regionale di assumersi la responsabilità della spesa sanitaria. Dovete chiedere scusa per le azioni compiute da chi vi rappresenta nel partito e fatte prima di voi, e dovete chiedere scusa per quello che avete fatto in questi due anni. Dovete dire: "Non siamo in grado, torniamo indietro, non è sostenibile". Ma come si può pensare che ci sia un principio di sussidiarietà in questo Paese, come si può pensare se non siamo in grado di garantire su tutto il territorio nazionale lo stesso trattamento sanitario? Ma su quale base? È impensabile perché non ne avete gli strumenti, perché è chiaro che la Giunta non ne ha le capacità, che si proceda con decisioni che sono rivolte solamente a promuovere la propria immagine di legislatori o di amministratori.

È stata una scelta scellerata persino quella di abbandonare il patto di stabilità. Ma quante ancora ne dovete fare? Quanto ancora il popolo sardo deve subire questo modo di fare? Fermatevi sinché siete ancora in tempo, ammesso e non concesso che siate ancora in tempo. Fermatevi voi! Dite loro che non si può trascinare la Sardegna nel baratro, dite loro che non si può, soltanto perché si ritiene di essere portatori di una verità, andare a schiantarsi contro muro che è bello parato davanti a noi, perché da questo dipende il futuro delle famiglie, delle istituzioni, della stessa storia di questa regione e di quest'istituzione. Trovate la forza di reagire! Fatelo prima che sia troppo tardi. Le decisioni sbagliate, profondamente sbagliate, si stanno accavallando. È la vostra ignavia, la vostra paura di reagire, la vostra paura di perdere il governo della Regione. Non avete in mano il governo della Regione! Il fatto che vi rendiate conto che c'è un disavanzo di 400 milioni di euro all'ultimo mese dell'anno significa che non avete il governo della Regione! Questa barca è in balia delle onde e voi, che vi illudete di guidare questa Regione, dovete rinunciare se non siete in grado, se non avete la forza di assumervi la responsabilità di decisioni politiche importanti. Restituite la parola agli elettori, ve ne saranno grati.

(Interruzioni)

Vedo che di solletico come l'argomento delle elezioni, eh?

(Interruzioni)

Vi piacerebbe. È da dimostrare che non mi convenga, vorrei affrontare la sfida. E allora fatelo, fatelo perché è questo che fuori dal palazzo e molti di noi all'interno del palazzo vi stanno chiedendo. Ve ne saremo grati.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco.

Poiché non è presente in Aula, decade.

È iscritto a parlare il consigliere Gianni Lampis. Ne ha facoltà.

LAMPIS GIANNI (Gruppo Misto). Presidente, è oltremodo risaputo che quando si aumentano le tasse diminuisce la crescita. Oggi consapevolmente qui si decide di aumentare le tasse per i sardi e altrettanto consapevolmente si decide di rallentare, come se non bastasse già la situazione in cui versa la Sardegna, si decide quindi di rallentare quella piccola crescita che magari potevamo aspettare. Non vi basta a questo punto sapere che ci sono aree della Sardegna come il Medio Campidano che Il Sole 24 Ore inserisce al novantaquattresimo posto su 110 come povertà; la provincia del Medio Campidano, nata del 2005, vissuta fino al 2013, governata per otto anni dal centrosinistra. Ancora una volta l'analogia del modo di governare si rappresenta all'attenzione di quest'Aula. Non volete la crescita, non volete una crescita solidale, armonica, non volete lavoro e sviluppo per questa terra.

Sarò breve in questo piccolo intervento. Penso che ancora una volta dobbiate avere l'umiltà di chiamare i sindaci, di chiamare l'ANCI, perché sono sicuro che, così come nella riforma degli enti locali, loro avrebbero potuto fare di meglio.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, non vorrei che il clima festoso natalizio facesse passare però in secondo piano questioni... assessore Paci, siccome è anche diretta a lei... il problema, Presidente, è capire se la questione che ha posto in apertura di seduta l'onorevole Solinas debba trovare una risposta oppure lasciarla ai posteri. L'onorevole Solinas ha chiesto di certificare la legittimità, l'ammissibilità di quello che stiamo facendo perché un domani ci sarà qualcuno che risponderà per quello che è stato introdotto in quest'Aula. Noi riteniamo che si sta facendo un provvedimento assolutamente illegittimo perché è fatto in violazione di precise disposizioni che sono quelle che ha richiamato l'onorevole Solinas. Su un problema di questa portata, Presidente, almeno ci si dica: "State sbagliando, per me la cosa va bene, andiamo avanti". Che sia certificato perché nessuno pensi che questo dibattito rimanga al chiuso di quest'aula, tanto per intenderci. Vogliamo che sia certificato da parte della Presidenza che quello che stiamo facendo sia conforme a legge, perché per noi si sta abusando della legge, perché non è scritto da nessuna norma quello che stiamo facendo, anzi, mi pare che stiamo andando contra legem.

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia fiscale" (291/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, stiamo arrivando alla concretezza dei fatti. Ha fatto bene il collega Pittalis a porre il problema perché va bene qualche schermaglia iniziale, ci può anche stare, ma poi, al di là delle responsabilità delle cose, bisogna trovare anche il modo di capire dove stiamo andando con questo provvedimento. La stampa ha pubblicato oggi una tabella estremamente esplicativa, ci fa capire in termini di cifre di che cosa stiamo parlando. Stiamo parlando per i redditi medi di più che del raddoppio dell'Irpef. Noi veramente pensiamo che una famiglia che ha un reddito normale, magari un po' più alto del normale, che paga 3.500 euro, possa sopportare un carico di questo genere qua? Oggi abbiamo la quasi totalità, una percentuale altissima delle famiglie che arriva a stento a fine mese, che si mangia la tredicesima per pagare le bollette e per pagare le tasse di fine anno, che deve lesinare sui regalini di Natale e oggi si trova retroattivamente sotto l'albero questo regalo straordinario, senza che si intraveda prospettiva di risolvere diversamente il problema. Qualcuno ci chiedeva: quali sono le vostre proposte? Noi qualche modesta proposta l'abbiamo fatta, nel senso che abbiamo indicato degli esempi eclatanti di sprechi su cui la Giunta non è intervenuta, cose notorie, anzi su alcune cose sembrerebbe che la Giunta (mi sembra strano che non ne sia a conoscenza) sia addirittura connivente. Ecco dov'è che non funziona il ragionamento. Io penso che chi ha poco poco contezza dei dati, il dato della sanità grosso modo è da tre anni che è più o meno stabile, c'è un incremento che forse rientra nella fisiologia, fermo restando che se non si aggrediscono - l'ha detto qualcuno dei colleghi, io sono d'accordo, della maggioranza - gli elementi strutturali che portano agli sprechi e alle degenerazioni... perché dare consulenze tanto per darle, come si è visto in alcune ASL anche in regime di commissariamento, non rientra nella fisiologia del sistema, rientra nella patologia del sistema. Per cui c'è qualche amico da gratificare e allora gli do la consulenza e poi magari mancano gli infermieri in reparti dove si salva la vita delle persone. Qui non siamo nella fisiologia. Detto questo l'aumento della spesa sanitaria negli ultimi tre anni è un trend che si potrebbe definire normale per i ragionamenti che faceva prima il presidente Floris. Bene, nel 2015 ci accorgiamo che c'è questo problema, ci accorgiamo che c'è questo problema e motivando in questo modo quest'intervento lacrime e sangue proposto dall'assessore Paci, motivandolo in questo modo, si va ad adottare una misura che palesemente non serve a risanare alcunché perché se serviva doveva essere fatto all'inizio di questa legislatura, se serviva. Serve a finanziare nuova spesa pubblica. Allora, se è questo, io suggerisco ai colleghi di fermarsi un attimo perché l'assessore Paci ha detto: "Badate, io non potevo fare diversamente, ho la coscienza a posto perché mi trovo davanti a questa situazione e prima che la Regione arrivi al baratro io devo fare questo". Noi diciamo che forse si può fare anche altro, nel senso che bisogna avere il coraggio se ci sarà un emendamento sulla ASL unica noi lo votiamo perché pensiamo che sia una delle possibili strade. Noi abbiamo individuato questa, ci fa piacere che la Giunta abbia condiviso questa idea, una delle possibili strade per porre freno alla segmentazione delle responsabilità è capire dove si annidano veramente i problemi. Ma è davvero necessario fare quello che noi stiamo facendo considerato, assessore Paci, che la Sardegna non è il Lazio dove si è sforato anche per 2 miliardi di euro nel 2006, dove si è accumulato un deficit che grava per una percentuale enorme sull'intero deficit del sistema sanitario nazionale? Non siamo in questa condizione. La Sardegna non è tra le Regioni virtuose ma non è neanche tra le Regioni cosidette canaglie, grazie a Dio. Allora, fermiamoci un attimo prima di servire ai sardi questo piatto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, è vero come dice il collega Cossa che bisogna fermarsi, fare un approfondimento, un ragionamento perché c'è inevitabilmente una questione che riguarda le singole vedute, poi quelle complessive della maggioranza e della minoranza. Su una cosa però mi pare possiamo essere tutti quanti d'accordo: se è vero com'è vero che il linguaggio del corpo parla, il viso e l'espressione dell'assessore Paci oggi raccontano il suo disagio personale, la sua evidente sofferenza. Passerà inevitabilmente alla storia (quella, ovviamente, con la "s" minuscola) di un Assessore che ha aumentato, poco prima di Natale, a fine anno, quindi mettendo un pacco pesante e molto amaro sotto l'albero di Natale dei cittadini e delle imprese, con un velenoso aumento dell'Irpef e dell'Irap e quindi lui sa di essere responsabile di tutto questo. In realtà poi tanti altri sono coinvolti nella Giunta perché rispetto alle tante enunciazioni spesso richiamate sui media e sulla stampa si è parlato di una visione prospettica straordinaria, sembravamo il paese del Bengodi dove poco o quasi niente sarebbe servito per essere praticamente un Paese ricco e di gente serena. Ma allora io mi dico: con tutti gli annunci che sono stati fatti, in più di una occasione, con centouno tesoretti che sono stati individuati da una parte all'altra, con entrate che arrivano dallo Stato, con risorse rastrellate, con altre storie e cassaforti sempre aperte dalle quali traboccano i denari e sembra vadano solamente verso le opere pubbliche, improvvisamente si tira fuori il cartellino rosso e si ferma il gioco per dire ai cittadini e alle imprese: oggi siete voi passibili di espulsione dal campo di gioco della società civile, da quella economica e dovete entrare naturalmente a pagare con la vostra tasca per poter ripianare la beffa della voragine sanitaria. Ma la domanda è sempre la stessa: è vero che il sistema fiscale è straordinariamente odiato dai cittadini in Sardegna come nel resto d'Italia, è vero che questi si sottopongono in ogni caso obtorto collo ma devono sottostare comunque a un'imposizione fiscale che è comunque materia necessaria per poter dare comunque vigore e gambe alle singole attività dello Stato e in questo caso della Regione, è vero che la gente ha sempre partecipato con serietà e con obiettività e anche onestà al pagamento del dovuto tributo fiscale, ma è mai pensabile che in chiusura d'anno sotto Natale gli si aumentino le tasse con una rincorsa fra l'altro scellerata che non ha trovato nemmeno la possibilità di trovare il dialogo, la riferibilità al comparto associativo, a quello produttivo, a quello dei sindacati? Ma si è discusso di tutto questo? Questo è uno dei momenti più alti nel quale il Consiglio avrebbe dovuto trovare le carte bene in tavola soprattutto raffinate e grigliate dopo una seria e profonda discussione. Tutto questo naturalmente non sta avvenendo, quindi in quel grande reticolo delle volontà dei cittadini e naturalmente anche degli uomini d'azienda, d'impresa, ovviamente trovate l'assoluto diniego ed è impensabile che tutto possa passare così sotto traccia con una semplice discussione nella seppur nobilissima aula del Consiglio regionale. Tutto questo sarà un tambureggiare che vi inseguirà per giorni e giorni, per settimane e probabilmente per mesi. E' impensabile che voi adottiate un criterio nel quale state andando letteralmente a ferire uomini della nostra terra, le donne della nostra terra, uomini delle attività di impresa che in questo momento si stanno portando un fardello mica da poco, la croce dell'economia sulle loro spalle sfiancati dalla fatica in quel percorso straordinario che è incredibilmente in salita da cinque-sei anni a questa parte. Di tutto questo sembra che non se ne voglia sentir ragione, sembra che non si voglia approfondire la discussione e sembra che sia inevitabile il voto. Così non sarà, così non sarà, ostinatamente, caparbiamente terremo la barra dritta perché vorremo far valere fino all'ultimo le ragioni della minoranza e dell'opposizione in questo senso e naturalmente il passaggio a tutti gli altri emendamenti sarà naturalmente un autentico calvario tale e quale a quello a cui state sottoponendo i cittadini della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io ho anche difficoltà a intervenire perché credo che in tutti ormai ci sia il convincimento che è un errore portare a compimento questa proposta di legge.

Ritengo che nella propria coscienza ognuno abbia maturato che è un danno, è un danno per la singola famiglia, il singolo cittadino, l'applicare a un cittadino che è al minimo perché è un minimo, l'ha ricordato prima Cossa, sia un fattore negativo per quella che è la visione di un futuro. Se De Rita e quindi il CENSIS hanno anche di recente posto all'attenzione del pubblico italiano quella che è la condizione della middle class la classe media che era la base, il fondamento, l'essenza dello sviluppo e della possibilità che si crei qualcosa di positivo e che quindi avvenga quel miracolo anche in termini economico-sociali che dal dopoguerra nella ricostruzione ha dato attraverso la classe media italiana quella propulsività che si è trasformata in piccole aziende, commercio, artigianato. Voi capite bene che colpire queste realtà vuol dire privare tutta la nostra classe media, se ancora c'è, perché è già tartassata, lavorata in male da parte dell'attacco di altre finanziarie ben più consistenti, parlo a livello nazionale, e ci attardiamo anche noi come Consiglio regionale a punzecchiarli, a tormentarli, a ricercare quel poco che gli resta, non solo togliamo ogni speranza ma proprio depriviamo la società sarda di quella capacità di poter spiccare un volo che gli dia la garanzia per un domani migliore. Ora io mi domando: è vero che abbiamo delle necessità ma le necessità vanno affrontate con serietà e la serietà imporrebbe intanto una giusta riflessione su quelle che sono le possibilità che si hanno di trovare soluzioni diverse e alternative. Mi sto preparando un dossier, lo dico al simpatico Presidente della terza Commissione, perché sicuramente capirà e avrà modo di intendere bene quello che è stato lo sviluppo in tutti questi anni, anzi decenni di finanza pubblica regionale. Io non mi stanco dal dirlo e lo farò vedere anche con atti concreti che non era uno scherzo quando si è andati a Roma in una giornata piovosa e si è attraversata Roma sotto la pioggia c'erano i sindacati, c'erano le organizzazioni sociali, c'erano i sindaci, c'erano i consigli provinciali, c'erano tutti i consiglieri regionali al grido di Soru: "Tutti uniti per rivendicare alla Sardegna quello che gli compete." E l'ipotesi allora era che circa 10 miliardi di lire dovevano essere riconosciuti alla Sardegna per tutto quello che non si era avuto per l'applicazione dell'articolo 8 da anni ad allora al 2005 perché era fine 2005 che si andò a Roma. E l'accordo del 2006 ci privò ulteriormente di quelle capacità espansive che poteva avere la finanza regionale. Io accelero ma avrò tempo di ripeterlo, di farlo capire perché è importante, è importante perché qui non si può pensare di fare salti nel buio perché non si può portare un popolo sardo a Roma a rivendicare e poi a rinunciare a tutto. E poi si arrabbierà l'assessore Paci, ma 600 milioni di euro Assessore ma cosa è a fronte di 1 miliardo e seicento milioni...

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Siamo al 22 dicembre e in tempi normali anche secondo quello che lei assessore Paci e il presidente Pigliaru sin dalle prime dichiarazioni programmatiche avevate annunciato, non si verificherà più che il bilancio e la finanziaria vengano portati fuori termine. No, l'avete detto, era uno degli impegni vostri di portare bilancio e finanziaria nei tempi regolamentari, cioè entro il mese di settembre. Qui non è arrivato non solo in Aula, ma neppure in Commissione, neppure un'ipotesi, uno straccio di bilancio o di finanziaria e siamo in un ritardo davvero incredibile. Portate oggi invece questo bel regalo di Natale ai sardi, che è un inammissibile inasprimento delle aliquote Irpef, e fate un grande regalo non solo alle famiglie, ma anche al sistema produttivo sardo con l'azzeramento di quei benefici che noi avevamo introdotto in una misura addirittura del 75 per cento, che voi avevate in un primo momento ridotto, con l'impegno che lei onestamente ha riconosciuto che sarebbe stata una riduzione permanente, oggi invece come se nulla fosse, con quella sua serenità, ma che la dice lunga però di quelli che poi saranno gli effetti sul tessuto produttivo sardo, ci viene a dire: mi sono sbagliato, l'Irap bisogna che i sardi in Sardegna si paghi per l'intero. E voi capite bene che in un momento di crisi… Perché è soltanto una Giunta di professori, che non ha collegamento con la realtà sarda! Voi siete scollegati col mondo del lavoro, col mondo dei disoccupati, dei precari, con chi ha bisogno, voi siete completamente in un altro pianeta, altrimenti vi sareste resi conto che non è il momento di imporre un aggravio di tasse nelle tasche dei sardi, questo state facendo! Ed è da irresponsabili, consentitemelo, non è questo il momento, questo è il momento in cui invece andavano sostenute le famiglie, andava sostenuto il sistema produttivo. Ma vi siete posti il problema di che cosa succede ad una giovane coppia, ad un marito e ad'una moglie giovani che hanno due retribuzioni? Voi state imponendo una doppia imposizione, a seconda della fascia, che sarà o doppia o addirittura tripla rispetto a quello che pagavano. Tutto questo per voi passa in secondo piano. Cioè non state agevolando, non state creando le condizioni perché possa davvero essere rilanciata sul piano anche sociale della solidarietà, di tutto quello che in un ambito familiare, e soprattutto anche in un ambito produttivo ci si aspetta da una Giunta che aveva fatto grandi proclami, come avete abituato ormai in questi ultimi due anni a fare, grandi annunci, grandi proclami, poi la soluzione è quella che ha detto stasera l'onorevole Ruggieri: vedremo, faremo, ipotizzeremmo. Perché non avete inserito anche qui qualche norma programmatica? Io vi sfido, tanto sono già quello che farete per la sanità, introdurrete qualche norma programmatica che vi consenta di prendere ancora tempo. Ma siamo ancora al momento dei consuntivi, di fare le cose una volta per tutte. Avete preannunciato una riforma che sono passati ormai non solo i mesi, ma che gli anni, e ancora non se ne è avuto un briciolo, un minimo di parvenza. E allora voi state continuando in questa politica degli annunci pensando che fuori da questo palazzo ci sia gente distratta. C'è gente che s'incatena, avete fallito sulle vertenze industriali, state fallendo… Collega Anedda, tu oggi ti sei scandalizzato perché un Assessore è andato con uno striscione ad inaugurare una strada, ma tu gli devi suonare le fanfare perché sono pochissime le occasioni che avete di Assessori che finalmente fanno qualche cosa in questa Regione, perché c'è il vuoto assoluto, c'è il nulla assoluto altroché. Ne avrei voluto vedere assessori con gli striscioni e con le bandiere inaugurare qualcosa, fare qualcosa in positivo, non c'è nulla, questo è il consuntivo. E, assessore Paci, io mi sarei preoccupato di qualcosa, e questo è l'altro scandalo, il 27 dicembre voi sapete bene che dovete rendicontare all'Unione Europea le risorse, beh voi sapete che noi rischiamo di restituire all'Unione Europea qualcosa come 60 milioni circa, perché non avete in questi due anni il modo, l'assessore dell'agricoltura anziché fare quello che ha fatto con i bandi, anche per l'inserimento dei giovani, perché se avesse fatto scorrere quella graduatoria quei 60 milioni li avremmo spesi. Questo è il senso della grave responsabilità che voi vi portate…

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento soppressivo totale numero 1, uguale agli emendamenti numeri 143 e 159, con parere contrario della Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, debbo dirle che è mortificante comunque lavorare in questo modo. Noi abbiamo avuto ieri la comunicazione di una proposta di provvedimento che avremmo dovuto approfondire e discutere oggi, stamattina appena svegliati abbiamo letto sulla stampa che questo provvedimento era di ben altra natura, con ben altri contenuti, e quindi abbiamo dovuto rivedere completamente le nostre convinzioni e abbiamo dovuto rivisitare le riflessioni che avremmo dovuto fare in quest'Aula. Credo che questo non sia un modo per lavorare in modo dignitoso. Così come è mortificante, come dicevo poc'anzi, che in questa'Aula si calpesti l'articolo 10 dello Statuto. Non si può assolutamente prevedere questi incrementi di aliquote, lo dice lo Statuto, se questi incrementi non sono finalizzati, indirizzati a far crescere l'economia. Stiamo facendo un grosso errore, qualcuno lo ha rilevato, qualcuno lo rileverà in seguito, è un errore che questa'Aula, che dovrebbe presidiare le prerogative del popolo sardo, che dovrebbe presidiare i poteri autonomistici di queste istituzioni, non dovrebbe fare. E per arrivare a questo testo dell'emendamento monster, che è stato dato prima alla stampa e poi ai consiglieri, la prima cosa che balza agli occhi è che non può essere assolutamente votato favorevolmente, posto che è ancorato ad un piano di rientro nebuloso. Un piano di rientro che è un atto amministrativo che potrebbe essere sostituito in qualsiasi momento, non lo sappiamo qual è il piano di rientro, non è un piano di rientro solido, fisso, immutabile, è un piano di rientro che chi lo ha adottato può modificarlo in qualsiasi istante. E allora questi incrementi o decrementi di aliquote sono ancorati ad una nebulosa, e questo non è assolutamente possibile, non è equo, non è assolutamente modo di fare una norma che dovrebbe comunque incidere, che incide in modo negativo tra le altre cose sulle tasse dei cittadini sardi. Vedo che c'è poca attenzione, evidentemente c'è aria di smobilitazione, ma noi non smobilitiamo ancora. E ci siamo addestrati poc'anzi col gruppo, dopo pranzo, per tirare fuori alcune cifre, non sui risparmi assessore Arru, ma sulle maggiori spese che deriveranno dalla presunta fantomatica riorganizzazione del sistema ospedaliero. Ho iniziato poc'anzi…

PRESIDENTE. Ricordo che stiamo intervenendo sugli emendamenti soppressivi totali numero 1, 143 e 159.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Grazie Presidente, rimarrò al tema come lei ha appena osservato. Noi voteremo a favore di questi emendamenti, perché crediamo che le pregiudiziali e la richiesta di chiarimenti in termini normativi fatta dal collega Christian Solinas è ancora in piedi, quindi pertanto riteniamo illegittimo approvare questo articolo 1, anche oltre che nel merito siamo anche già entrati e ve lo abbiamo detto in tutti i modi, ma certamente abbiamo questa preoccupazione che la norma possa essere tra l'altro impugnata. Però io vorrei anche osservare un altro aspetto e cioè che qui si prevede di intervenire in un triennio, noi assessore Arru, l'assessore Paci ha dichiarato, in Commissione, che tutto ciò va letto col rientro della sanità e deve essere chiuso tutto entro il 31/12. Sempre per osservare la vostra scarsa sensibilità e proprio l'arroganza che avete nel non coinvolgerci in nulla, le diciamo che non abbiamo visto nessun piano di rientro. Quindi anche nel merito non possiamo dare un nostro contributo, abbiamo preso per buono ciò che c'ha detto l'assessore Paci ovviamente crediamo che dal suo punto di vista abbia assolutamente detto la verità però a noi sono mancati anche quegli elementi per potervi dare un ulteriore contributo. E quindi crediamo che questo articolo 1 non abbia ragione di esistere perché, oltre che incidere totalmente sulle tasche dei sardi, va anche contro legge. Non solo, ci chiedete un contributo, assessore Arru, faccia una verifica parta anche dalle Sisar per esempio, che in appena due anni arriverà a costare 73 milioni di euro, le ricordo che il bando è partito nel 2006 con la Giunta Soru e fu di 20 milioni di euro più Iva, poi c'è stato un incremento fino al costo totale presunto che dovrebbe lievitare fino al a 73 milioni di euro. Non mi pare che sia un sistema così efficiente e che possa valere tanto. Incominciamo a fare i tagli da ciò che abbiamo sotto gli occhi e che da anni stiamo dicendo che non funziona.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Per annunciare il mio voto favorevole a questi emendamenti soppressivi per i motivi che sono stati ampiamente citati durante la discussione generale sul testo della legge e sull'articolo 1. Il collega Cocco prima si è lamentato per il gran numero di emendamenti che abbiamo presentato. Io vorrei ricordargli, forse lui si ricorda, quello che è successo durante la discussione della legge sul golf, ma non è parlo tanto per il numero degli emendamenti che era ragguardevole, molto più ragguardevole di questo o di altri che abbiamo visto, ma perché la legge sul golf, caro assessore Paci, fu una legge che tentava di introdurre delle regole che su un comparto particolare che facessero aumentare il Pil della Sardegna, perché è possibile per i cittadini pagare le tasse se hanno risorse, noi pensiamo che i sardi devono essere più ricchi e non più poveri, perché solo così potranno affrontare anche il pagamento delle tasse. Quella legge, per un pregiudizio di carattere squisitamente ideologico, perché nulla è stato sostituito ad essa è stata cancellata con un comma semplicissimo della legge sull'edilizia. Cosa voglio dirvi? Che la logica che sta animando questa maggioranza è quella di deprimere l'economia non di farla ripartire. Da una parte si cancellano provvedimenti che forse potevano essere migliorati ma che avevano l'obiettivo di valorizzare un comparto che può essere importantissimo per una regione che è benedetta da Dio, come la Sardegna, perché questo dal punto di vista climatico è il paradiso terrestre. L'avete cancellata per un pregiudizio ideologico eliminando un'opportunità straordinaria per zone della Sardegna che oggi rivendicano addirittura la provincia pensando che dai posti pubblici possa venire una risposta alla disoccupazione. L'avete cancellata. E oggi la conseguenza di quella cancellazione non è altri provvedimenti di attivazione dell'economia ma è l'aumento della pressione fiscale. Come se i sardi, assieme a tutti gli altri italiani, che sono il popolo maggiormente tartassato dalle tasse in Europa a fronte di servizi che non sono efficienti, in proporzione alla pressione fiscale, avessero bisogno di un ulteriore aggravio per rilanciare l'economia, questo sta facendo questa maggioranza. Ed ecco perché noi cerchiamo anche attraverso gli emendamenti di…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Io voto favorevolmente agli emendamenti soppressivi che abbiamo presentato per tutte le ragioni che abbiamo argomentato durante questa giornata. Noi pensiamo non solo che non debbano essere aumentate le aliquote a nessuno, quindi questa è una scelta di comodo, la via più breve, ma pensiamo addirittura che vista la logica che vi anima avremmo preferito che i redditi fino a 28 mila euro non pagassero assolutamente questo tributo e questa addizionale. Inoltre pensiamo che non sarà certo con la centralizzazione degli acquisti per le aziende sanitarie o meglio nell'azienda unica o forse col governo clinico con l'appropriatezza degli interventi sanitari che risolverete il problema. Perché questo si estrinsecherà in una diminuzione di servizi ai cittadini, probabilmente ci sarà un impatto su tutti i malati cronici, sui malati oncologici e già alcune scelte le avete messa in campo. Vi vorremo vedere quando sarà il momento di riorganizzare il personale delle aziende sanitarie. Questa non è una scelta giusta per i sardi ma soprattutto è una scelta che non è assolutamente organica a delle politiche che nemmeno in prospettiva potranno fare ridurre la spesa sanitaria. Quindi è una triste giornata questa per i sardi, è una giornata triste per la politica. Questa politica di governo che non ha saputo, in due anni, trovare le strade di risparmio su tutte le voci e su tutti gli sprechi che si perpetuano nell'amministrazione regionale. Una macchina regionale e un bilancio regionale che perpetua se stesso senza soluzione di interrompibilità. Quindi, questa non è assolutamente una scelta che verrà ricordata come atto presupposto per il cambiamento di un'azione politica, per la diminuzione della spesa sanitaria, ma sarà ricordata senz'altro come…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento e per ricollegarmi a quello che stavano dicendo i colleghi. Con questa legge, che avete presentato oggi, c'è sostanzialmente il fallimento delle vostre politiche di governo in questi due anni. Un fallimento che sostanzialmente è constatato da quello che avete detto e quello che avete fatto, ovvero la dicotomia tra quello che dite e quello che fate. Poc'anzi la collega Zedda ricordava tutte le dichiarazioni fatte dall'assessore Paci in occasione degli accordi con lo Stato, in occasione dell'approvazione della finanziaria e degli altri grandi successi di questa maggioranza e di questa Giunta. Ma andando ancora un po' più indietro possiamo ricordare pienamente le dichiarazioni del presidente Pigliaru, le dichiarazioni programmatiche. Quando il Presidente diceva: promuovere le politiche di sviluppo significa anche ridurre la pressione fiscale per le imprese. Per incoraggiarne gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro, ci proponiamo di introdurre misure e interventi per semplificare e ridurre il quadro dei tributi regionali, proseguendo l'azione avviata nella precedente legislatura con un intervento sull'IRAP e prevedendo un'ulteriore misura, in particolare delle piccole e medie imprese e per favorire l'assunzione dei giovani disoccupati, ecco, questo è quello che avete scritto, poi nella pratica di tutti giorni invece la realtà è che in un momento in cui gli stessi industriali, imprenditori, artigiani, commercianti dicono che in Sardegna si registra una timidissima ripresa, dopo che voi avete deciso di contrarre un mutuo per rilanciare l'economia nella logica keynesiana, perché, come ci ricorda sempre l'Assessore, in un momento di crisi bisogna investire, quello che state facendo in concreto e non a parole è ancora una volta tartassare i sardi, tartassare le imprese e imprimere non una politica di sviluppo ma una politica di depressione a quest'Isola, perché da domani sappiamo che i disoccupati saranno di più, che i sardi saranno più poveri e che gli imprenditori saranno ancora più in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Io voterò a favore di questi emendamenti soppressivi e lo farò per una duplice ragione. Lo farò, assessore Paci, perché se lei mi aiuterà a risolvere una contraddizione che, guardate, è qualcosa di scandaloso, cioè voi state recuperando dalla tasca dei sardi risorse per sanare un disavanzo, però, nel contempo, non date spiegazione del perché la Sardegna deve restituire all'Unione Europea 59 milioni e 280 mila euro. Dovete restituire questa somma, ed è certificata perché sono gli atti ufficiali, entro il 27 dicembre del 2015, quindi entro domenica prossima, perché oltre tale termine Agea non effettuerà più l'elaborazione dei decreti. Dovete rispondere a questa contraddizione: perché da un lato state restituendo all'Unione Europea 60 milioni e dall'altro pretendete che i sardi si facciano carico di questo inammissibile prelievo? L'assessore dell'agricoltura avrebbe dovuto essere qui per rispondere di questo che davvero vi pesa sulla coscienza come un grande macigno: noi stiamo restituendo all'Unione europea, è qualcosa di inammissibile! E siamo la Regione che percentualmente, sia nel raffronto con le Regioni cosiddette dell'Obiettivo uno sia nel raffronto con le Regioni, come la Sardegna, che sono uscite dall'Obiettivo uno, ha la percentuale più alta, cioè l'11,6 per cento contro il 6 per cento dalla media nazionale.

Signori della maggioranza, vi sembra che questo sia oggetto di qualcosa che deve rimanere in qualche scaffale dell'Assessorato dell'agricoltura, che non ci sia una mobilitazione, un sussulto di dignità, una reazione! State togliendo i soldi ai sardi, agli artigiani, ai commercianti, ai piccoli imprenditori, alle famiglie, e non vi curate del perché stiamo restituendo 60 milioni, questo è davvero scandaloso e inconcepibile, e davvero dovrà costituire oggetto di un'ulteriore verifica perché qui c'è una responsabilità politica dell'Assessore dell'agricoltura, che bene ha fatto non venire se si sta occupando di questo grave problema!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Certo che diventa davvero tutto singolare, anche perché ci sono due marce differenti, da un lato vediamo che il Governo nazionale ha dato tutta una serie di indicazioni. Mi permetto, conoscendo un po' le materie che riguardano il complicato e complesso mondo delle attività produttive, di individuare alcune linee che obiettivamente possono trovare il plauso del sistema produttivo: Ires, che è un altro di quei balzelli poco simpatici che fa parte del pacchetto più odioso e fastidioso che porta la tassazione complessiva a sfavore delle imprese al 68 per cento in Italia (capolista di tutte le Nazioni super tassate in tutta Europa), ebbene l'Ires passa dal 27,5 per cento al 24,5 per cento; c'è un provvedimento che riguarda la rivalutazione dei beni d'impresa; c'è un provvedimento molto importante che riguarda il regime unico per i beni immateriali; c'è un altro "giocattolo" che è l'assegnazione ai soci di beni immobili non strumentali. Ci sono quindi attività che vanno veramente con un certo vigore, con una certa qualità di iniziativa da parte del Governo nazionale, voi, che in qualche modo avete una linea diretta e siete direttamente riferibili alle azioni del Governo nazionale, andate invece nella direzione contraria, ovvero state andando verso una tassazione imprevista, non aspettata, verso quello che dovrebbe essere il sistema per ammonticchiare un po' di risorse recuperate per il benedetto "buco della sanità". Eppure già di disastri ne avete fatti, al mondo delle imprese avete combinato un salasso straordinario: siete responsabili della fuga di Ryanair; avete creato il pasticcio straordinariamente negativo delle vicende della Tirrenia; avete praticamente isolato il territorio regionale che è reso praticamente impossibile alla visita dei tanti turisti che amano e conoscono questa terra; avete praticamente spolpato tutte le filiere produttive dalla possibilità di attingere a bandi del mondo del turismo, dell'artigianato e del commercio; non c'è un euro che va a favore del settore dei centri commerciali naturali della Sardegna. Non c'è più una lira, tutti questi danari dove sono andati a finire? E poi, assessore Morandi, una notizia che arriva proprio in questo momento e mi lascia davvero basito e perplesso per tutte le varie iniziative che sono sorte a favore…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crisponi, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianni Lampis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAMPIS GIANNI (Gruppo Misto). La mia dichiarazione di voto vuole essere prima di tutto un appello, perché votare favorevolmente alla soppressione di questo articolo, badate bene, non può ridursi ad una mera questione di appartenenza politica: siccome l'ha proposta il centrodestra votiamo contro. Noi pensiamo che votare favorevolmente questo emendamento soppressivo sia prima di tutto un dovere morale nei confronti dei sardi, un dovere morale perché, nel momento in cui voi con coraggio temerario decidette di aumentare la pressione fiscale dei sardi, di fatto vi assumete la responsabilità di aumentare l'evasione fiscale in Sardegna, perché i sardi non saranno in grado di pagare questi aumenti che voi oggi volete decidere. Ma soprattutto questo provvedimento di legge non risolve il problema della spesa sanitaria in Sardegna, perché, come ricordava qualcuno stamattina, se nel 2014 il disavanzo era di 217 milioni di euro e nel 2015 era già 399 milioni, questo provvedimento a cosa serve? Non risolve il problema, noi oggi purtroppo l'unico problema che stiamo creando è un problema alla serenità dei sardi,di ai quali stiamo riservando una Natale pessimo e un inizio di anno ancor peggiore.

Stamattina vi ho chiesto di rivedere la vostra posizione perché a Natale si diventa tutti più buoni, perché a Natale è giusto fare le opere pie, ma non è il vostro caso: a Natale riceverete solo carbone, perché il vostro regalo per i sardi è una caramella avvelenata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Grazie Presidente, approfitto dell'assenza dell'assessore Paci per fare alcune considerazioni… ah no è qua, non era al suo posto quindi… Queste considerazioni sono relative non al provvedimento in generale, perché alla discussione non ho partecipato, ma soltanto sugli emendamenti soppressivi totali. Io credo non sia possibile sopprimere totalmente il primo articolo, non è possibile non assumersi la responsabilità di rimediare alla situazione attuale. Questo prevedendo la possibilità che il nostro bilancio sia capiente. È una banalità però è forse il primo dovere di un Assessore del bilancio quello di presentare un provvedimento che quando lui ravvisi il pericolo per il bilancio lo metta in sicurezza. Che poi il centrosinistra per adesso non sia ancora riuscito a rimediare ai danni del centrodestra questo è vero, noi lo confessiamo pubblicamente. Non siamo riusciti a risalire la china per una nostra incapacità e una nostra inerzia che deve finire, un provvedimento scioccante come questo ci aiuterà a scuoterci e voi, anche voi ci aiutate a scuoterci nel momento in cui festeggiate oggi questo provvedimento potendo rispolverare un armamentario liberale, che purtroppo in tutti i comportamenti non vi appartiene, ma soltanto nella retorica antitasse. Noi voteremo con molta sofferenza questo provvedimento sapendo che invece con molto entusiasmo dobbiamo procedere ad una revisione generale del sistema e lo faremo con la massima energia oppure dovremo andarcene, io spero che qualcuno si appunti questa frase che io adesso pronuncio: noi o risolviamo il problema alla radice oppure non ci stiamo a fare niente perché siamo stati chiamati, appunto, per rimediare ai vostri disastri e se falliamo non siamo credibili e non siamo utili. Non siamo qua per passare il Natale in allegria, siamo qua per fare una politica che riporti equilibrio, riporti efficienza e riporti anche possibilità di spendere i soldi non soltanto in una immensa macchina sanitaria produttrice di deficit.

Saremo capaci, non so credo probabilmente che saranno necessarie svolte ma soprattutto un impegno molto fermo. Il provvedimento di oggi non possiamo non votarlo, io capisco chi ha i dubbi, io capisco chi ha anche disgusto e reagisce a questo tipo di provvedimento, però è una medicina molto amara che il medico ci somministra oggi per non far morire il paziente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Grazie Presidente, quasi quasi ci commuoviamo e stavo rinunciando anche all'intervento. Perché revisione del sistema o risolviamo il problema alla radice o andiamo a casa. Noi abbiamo già la risposta probabilmente dopo i risultati di quest'anno a mezzo dovete andare a casa. Non avete un progetto, non avete né arte né parte, non avete un inizio e una fine, siete qui che andate avanti a stenti, siete qui che cercate di sbarcare il lunario, cercate di accontentare oggi un gruppo, domani un altro gruppo ma soprattutto siete qui che andate avanti dando uno spettacolo teatrale, uno spettacolo teatrale dove c'è un burattinaio che vi gestisce, che vi dice che cosa dovete fare, che vi ferma, che vi modifica e non avete una linea. Andate avanti cercando di soddisfare le esigenze oggi di un gruppo e domani di un altro. Così non si può andare avanti, così non riuscirete a dare le risposte per i quali vi siete candidati, per i quali la gente vi ha dato la fiducia che vi ha detto di amministrare questa Regione. La Regione, la Sardegna ha bisogno di ben altro, ha bisogno di un'idea concreta di Sardegna, ha bisogno di raggiungere gli obiettivi con chiarezza, ha bisogno di tutto questo che voi in questo momento fino ad oggi non avete dimostrato di saper fare. E non lo so dicendo io, non lo so dicendo io, lo dicono i fatti, l'ha detto adesso un importante consigliere della maggioranza e lo dicono i provvedimenti che voi portate in aula. Per vostra ammissione questo provvedimento è un provvedimento che serve per un vostro fallimento. State amministrando da un anno a mezzo, non siete riusciti a diminuire per niente il buco della sanità e non potete dare la responsabilità a nessun altro, non è possibile. Questo state cercando di fare tutta la sera, state cerca di dare la responsabilità ad altri che avete solo voi e dovete prendervela tutta. Questa è la realtà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, siccome ho grande stima del presidente Deriu e so che utilizza la sua intelligenza in modo vivace, credo che le parole che ha pronunziato poco fa siano parole dette a suocera perché nuora intenda. E io capisco bene perché i conti in questa benedetta Regione non sono puntuali, ha sbagliato sicuramente l'assessore Paci quando ha formulato la progettazione pensando che i 2 miliardi 900 milioni bastassero tenendo a mente che c'era una spesa costante di oltre 3 miliardi. Non dico le cifre perché qualcun altro sarà più puntuale sicuramente, anzi l'onorevole Cossa so che lo stava vedendo. Quindi bisogna stare attenti alle cose che si dicono e si fanno. Ma da qui a voler cambiare le carte in tavola strada ce n'è abbastanza. Io capisco che è bello, è facile dire che la colpa è di quello pensando al passato, no, non esiste perché se dovessimo andare a guardare il passato devo andare al trapassato che è l'origine vera cioè alla tredicesima legislatura ovverossia all'accordo Soru - Prodi e da lì leggere l'andamento continuo e costante dell'aumento della sanità cifre alla mano con dichiarazioni ben chiare e precise date dall'ufficio centrale. Su queste cose non bisogna giocare, non si può, chi è che parlava prima dei pitagorici, Zanone qui e là, non conoscete neanche quello di cui parlate; perché un pitagorico saprebbe anche che cosa vuol dire lo svolgimento del triangolo, saprebbe che la tetraktis ha un numero di 10 per 4, insomma è troppo perché l'invenzione dei numeri, non voglio andare a dire queste cose perché diventerei cattivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (Psd'Az). Grazie Presidente, a forza di parlare sembra che stiamo parlando di un argomento che interessi poco fuori di qui, c'è un copione dove la maggioranza deve difendere un provvedimento, l'opposizione deve scagliarsi contro quel provvedimento. Stiamo parlando della sanità, stiamo parlando quindi di un argomento che riguarda tutti, che riguarda i sardi, riguarda tutti quelli che stanno fuori di qui e ahimè anche noi. Quindi non è facile votarlo, io capisco le difficoltà della maggioranza, ma non è così semplice neanche dire no perché comunque stiamo parlando della sanità e questo lo abbiamo tutti ben presente. Quindi il no non è perché noi non vogliamo che la sanità venga risanata, non è perché noi non siamo d'accordo sulla necessità di ripianare un disavanzo, il no è alla proposta originaria della Giunta, il no è alla proposta che ci viene dalla maggioranza e non possiamo essere quelli che diciamo, lo abbiamo anche detto come si sarebbe potuto fare. Però la proposta che ci viene oggi dimostra la pochezza della maggioranza, la mancanza di soluzioni da parte la maggioranza e della Giunta. Quindi il no non è contro la sanità, non è contro il risanamento della sanità, è contro una proposta che è la più semplice del mondo, è la più facile da adottare ed è quella di andare ad aumentare le tasse. Il no è verso il metodo, verso la soluzione che è sbagliata, il sì è perché veramente si trovino momenti diversi. E quello che ha detto l'assessore Paci nel suo intervento e cioè che è necessario riaprire la trattativa con lo Stato credo che sia uno degli argomenti che questo Consiglio dovrà far proprio, è uno degli argomenti sul quale ci possiamo trovare tutti d'accordo perché si arrivi veramente a risanare la sanità senza gravare ulteriormente sulle spalle dei sardi. Il voto per gli emendamenti soppressivi da parte nostra è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 1, 143 e 159, uguali.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Gaia ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Dedoni - Fasolino - Floris - Lampis - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 18

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento all'emendamento numero 170, sostitutivo parziale, è un emendamento all'emendamento numero 169.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Questa è un'altra proposta, è un nostro contributo proprio per dimostrarvi ancora una volta che siamo convinti che queste fasce di reddito non debbano assolutamente sostenere alcuna imposizione fiscale per quanto riguarda l'addizionale IRPEF, e vi proponiamo sostanzialmente, c'è stata anche da parte vostra una volontà di ridurre allo 0,95, così pure come all'1,20 per i redditi intorno fino ai 28 mila euro. Ecco, vi chiediamo a questo punto se vogliamo quanto meno intervenire su una grande fetta della popolazione sarda, che sostiene quest'imposizione fiscale, di intervenire fino ad azzerarla, che tra l'altro è anche una di quelle opportunità che ci consente il nostro articolo 10 dello Statuto, non di certo però veniamo meno al fatto che lo stiamo comunque utilizzando impropriamente perché in questo caso veramente, contrariamente a quello che volete fare voi, potremmo utilizzarlo per lo sviluppo e il sostegno quanto meno ai consumi azzerando con un'aliquota pari allo zero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Ci sarebbe tanto da discutere sulla presunta propaganda liberale e propaganda antitasse, ci sarebbe tanto da discutere sul coraggio che avete davvero nel modificare le cose, nel radicalmente modificare gli usi e costumi di questa Regione. Però, stiamo a questo emendamento all'emendamento, non in maniera credo responsabile abbiamo voluto ulteriormente intervenire con una proposta chiedendo, appunto, l'esenzione totale sull'addizionale IRPEF per i redditi fino a 28 mila euro. Ci sembra tra l'altro che non sarebbe un grandissimo sforzo da parte di questa maggioranza, da parte del Governo regionale, perché si andrebbe a eliminare totalmente dall'ipotesi di contribuzione a quello che voi chiamate voragine del disavanzo sanitario, una fetta comunque di sardi che non sarebbe giusto chiamare a contribuire ulteriormente rispetto alle già tante voci di tributarie che devono sopportare in rapporto alla loro capienza economica. Quindi, credo che sia giusto dare un voto favorevole, ma sarebbe un segnale da parte di quest'aula se anche la maggioranza accettasse di votare questo emendamento proposto dall'opposizione, metterebbe in pace da una parte anche questa parte politica, che non è vero che fa una propaganda antitasse, ma è profondamente convinta che chi ha tanto deve contribuire più di chi non ha nulla. E questa è una di quelle proposte che va proprio in questa direzione. Quindi, confermo il voto favorevole e non esiterei, se fossi dall'altra parte, a chiedere al Governo regionale di trovare ulteriori strade di risparmio per favorire questa fascia di famiglie…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Noi voteremo a favore di questo emendamento perché riteniamo che sia in linea con tutti i ragionamenti che stiamo cercando di fare in ordine a questa discussione, e perché riteniamo che l'intervento non sia giustificato. Io vorrei, per i colleghi, riepilogare un attimo i dati relativi all'andamento della spesa sanitaria degli ultimi quattro anni, quattro. Nel 2010, 3125 milioni, nel 2011, 3179, se qualcuno vuole se li può anche appuntare, così magari capisce meglio ciò che sto cercando di dire, nel 2012, 3225, nel 2013, 3184, nel 2014, 3233. Cosa voglio dire? Voglio dire che 3233 sono i dati della Ragioneria generale dello Stato, quindi non me li sto inventando io. Cosa voglio dirvi? Voglio dirvi che l'incremento che c'è stato, come cercavo di dire prima, sembra quasi fisiologico, cioè non mi sembra che ci sia stato quello straordinario incremento che può giustificare un provvedimento draconiano del tipo di quello che stiamo esaminando in questo momento. Per cui, assessore Paci, questi sono i dati che noi abbiamo a disposizione. Se lei ha altri dati, perché il sospetto che mi viene, con riferimento al Tetraktis di cui parlava con la consueta sapienza il collega Dedoni nel suo intervento, se il vertice della Tetraktis, che lei conosce, che noi non conosciamo è diverso, ci dia questi dati, perché mi pare che l'unica possibile giustificazione rispetto ai dati che noi abbiamo, che io mi sono permesso di rileggere ai colleghi, sono questi, se lei ha dati drammaticamente diversi di un'impennata nel 2015, dei segnali di impennata della spesa sanitaria nel 2015 gli dia questo Consiglio, perché allora capiamo meglio di che cosa stiamo parlando, perché se i dati sono questi secondo noi non c'è giustificazione. Se però lei ha dati parziali rispetto al 2015 che sono sintomo di una situazione diversa, io credo che lei lo debba dire a questo Consiglio. Io non so se lei lo ha detto alla maggioranza nelle riunioni che si sono tenute, ma se ci sono questi dati lo dica a tutto il Consiglio, così abbiamo contezza della dimensione reale del problema. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere parere favorevole all'emendamento presentato dai colleghi di Forza Italia, e per invitare anche i colleghi della maggioranza a riflettere su questa proposta, perché io penso che sia una proposta che possa essere accolta e aiutare proprio quelle fasce più deboli della popolazione che tutti, nei nostri interventi e nelle cose che abbiamo detto oggi, ci siamo proposti e ci proponiamo assolutamente di tutelare. Anche per rispondere in parte all'onorevole Deriu, che prima ha detto sostanzialmente, in conclusione del suo intervento, non siamo noi gli assassini. È vero, onorevole, e non è vero, nel senso che sicuramente oggi avreste potuto fare una scelta differente, state prevedendo un provvedimento che noi non condividiamo, quindi in parte siete carnefici dei sardi e in parte siete anche delle vittime, perché il vero responsabile di questo provvedimento, il vero ideatore è fuori da quest'Aula, perché oggi voi state pagando il prezzo di scelte del passato. Perché, vedete, quello che oggi noi stiamo certificando è il fallimento dell'accordo Soru-Prodi, che è avvenuto in queste settimane in maniera evidente, in tutti i fatti che hanno contraddistinto la cronaca, perché quell'accordo si basava su tre pilastri, sostanzialmente, che la Sardegna otteneva dallo Stato delle risorse e, in cambio, si proponeva di pensare da sé, con le proprie risorse, su tre voci: il trasporto pubblico locale - e abbiamo visto come siamo finiti con il Pendolino in queste settimane -, la continuità territoriale, nella quale non c'è niente di territoriale e non c'è niente nemmeno di continuità, e oggi con la sanità. E allora, prima prendete atto, perché noi ne abbiamo già preso atto, ma prima voi, maggioranza, prendete atto che oggi c'è il fallimento politico di quella stagione e di quelle scelte, e prima riusciremo a offrire delle risposte reali e credibili ai cittadini sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Ovviamente voterò favorevolmente a questo emendamento all'emendamento. Certo che dover ammettere da parte del collega Deriu che soltanto gli ultimi 12 mesi sono stati prodotti 250 milioni di deficit è un esercizio di… io vorrei vedere il televisore così come lo vedono gli altri, non mi pare giusto che noi non riusciamo a vederlo. Signor Presidente, qui c'è qualche trasmissione interessante, probabilmente, che non interessa a tutti, però. Dicevo che da parte dell'onorevole Deriu c'è stata un'ammissione di fallimento che denota una grande onestà intellettuale, salvo poi, sempre da parte dell'onorevole Deriu, cercare di cambiare le carte in tavola con alcuni giochetti delle tre carte per cercare di mostrare che nonostante la responsabilità piena del Centrosinistra nella provocazione, la causazione nella realizzazione di questo deficit, la responsabilità non è tutta del centrosinistra, ma anche di qualcun altro, non si sa di chi, considerato che negli ultimi 12 mesi avete governato soltanto voi. E devo anche confessarvi che con sgomento ho sentito un autorevolissimo esponente della maggioranza parlare in modo antidemocratico e illiberale di emendamenti proposti dall'opposizione, che fa il suo mestiere, emendamenti proposti dall'opposizione in modo, ora non ricordo il termine utilizzato, però, comunque, era un modo che veniva censurato, veniva censurato non so per quale motivo. Noi siamo qui per fare il nostro mestiere, siamo stati votati per andare all'opposizione, abbiamo preso più voti di voi, eppure facciamo opposizione, ma fatecela fare; non lo facciamo per partito preso, lo facciamo perché qualcuno, cioè il popolo sardo, ci ha mandati da questa parte dell'Emiciclo, e quindi dobbiamo fare opposizione, e credo che piuttosto che censurare i nostri emendamenti, bene farebbero questi colleghi, autorevolissimili, a censurare le spese pazze dei commissari delle ASL, questo dovrebbero fare! Dovrebbero censurare i commissari che portano consulenti da Catania, da Milano, spendendo i soldi dei cittadini sardi, che adesso i cittadini sardi debbono in qualche modo rimpinguare. Io vi suggerisco di votare questo emendamento, perché sarebbe da parte vostra un gesto…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Si accusa l'opposizione che non abbia proposte, queste è una proposta positiva; invitiamo, soprattutto quei settori del centrosinistra, che si pongono il problema del reddito di cittadinanza, si pongono il problema di come sostenere i meno abbienti, si pongono il problema di come soprattutto cercare di intervenire su quelle fasce deboli, e qui ne abbiamo una, che è quella che è indicata nell'emendamento della Giunta per i redditi fino a 15 mila euro. Significa, tradotto in soldoni… parliamo di persone che campano con mille euro al mese, e allora noi, per questa fascia di popolazione di sardi vi proponiamo di eliminare totalmente l'imposizione sull'Irpef; più chiaro di questo! Lo dico ai colleghi che sono tanto sensibili ai problemi di queste fasce sociali più deboli che non hanno tutele, che non hanno protezione, voi pensate al problema delle giovani coppie di cui ho parlato prima, perché qual è l'errore che viene fatto… assessore Paci, l'Assessore della sanità non c'entra niente, c'entra lei, altrimenti gliele avrei cantate all'assessore Arru, invece c'entra lei, perché qui avete introdotto un sistema che discrimina in negativo, non distinguete tra situazioni, nuclei familiari numerosi, giovani coppie, persone che hanno difficoltà, voi introducete un meccanismo di tipo ragionieristico, triplicate o raddoppiate le aliquote fregandovene però delle reali situazioni. Questo è il problema vero. Allora noi con questo emendamento vogliamo rendere giustizia, almeno per le categorie più deboli. C'è un'attenzione per le fasce deboli? Dimostratelo coi fatti, questa è una proposta che vi formula all'opposizione, eliminiamo, almeno per le fasce deboli, addirittura l'intera imposizione. Non è lo 0, 1 percento assessore Paci che risolve il problema… scusi, Assessore, io sto parlando con lei! Io esigo rispetto! Non è così, sarà importante l'onorevole Desini, ma io ho necessità non di parlare al vento!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Certamente alla fine parlare senza essere ascoltati non fa piacere a nessuno, quindi il richiamo dell'onorevole Pittalis credo sia pertinente. Naturalmente abbiamo una fonte interna alla Giunta che ci informa minuto per minuto per quanto riguarda i provvedimenti che la Giunta sta adottando, quindi siamo a conoscenza dell'emendamento che domani si presenterà alla proroga dei Commissari dove si prevederà dal primo luglio una ASL unica in Sardegna, e domani si presenterà un emendamento in questo senso da parte della Giunta. Credo che questo sia un emendamento che si presenta un po' per addolcire la pillola dell'amaro calice dell'aumento dell'addizionale e credo che unito all'emendamento presentato dall'onorevole Pittalis e dall'onorevole Zedda sia una cosa che possa essere condivisa, perché nel momento in cui azzeriamo l'addizionale per quanto riguarda i redditi fino a 15 mila e fino a 28 mila euro sostanzialmente diamo un segnale a quelle fasce più deboli della popolazione lasciando nelle tasche delle famiglie (anche dalla tabella che è stata elaborata stanotte da parte di un giornale e che è a disposizione di chiunque la voglia vedere), lasciamo in tasca alle famiglie circa 250 euro l'anno, sembrano pochi ma sono importanti. Per cui noi voteremo a favore dell'emendamento che credo, facendo il paio con quello che si presenterà domani, possa essere più questo che non l'altro sicuramente un addolcimento di quella che è la botta che viene data con questo articolo 1 del D.L. 291.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 170.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Lampis - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 18

contrari 30

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 169.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, io credo che ormai vi state distinguendo per aver abbandonato la strada dell'autonomia, avete totalmente dimenticato lo spirito sardista e state omologando le politiche di questa Regione esclusivamente alle politiche nazionali. Quindi in materia sanitaria vi inventate un piano di rientro truccato con norme incomprensibili, però l'obiettivo è ovviamente quello di stare dentro le logiche nazionali. Avete abbandonato la strada anche del confronto nell'interesse della Sardegna con lo Stato, non parliamo poi della riforma ormai arenata degli enti locali, siete in un momento in cui il presidente Renzi e il Governo nazionale possono presentarvi qualsiasi ricetta e voi la prendete acriticamente e la impacchettate per i sardi. Noi pensiamo che non sia assolutamente un buon modo di fare politica per chi viene da una Regione come la nostra a Statuto speciale, dovremmo forse prendere esempio da chi nelle altre Regioni come la nostra sta invece affrontando un dibattito molto più coraggioso, forse è il caso davvero che tutti quanti ci interroghiamo su un nuovo modo di interpretare questa autonomia, forse va un po' riscoperto, forse va ridiscusso, forse c'è necessità di rimescolare anche qualche sentimento politico, però non è assolutamente più tollerabile che questo Consiglio rinunci alle sue prerogative e a qualsiasi sua competenza primaria per stare dentro logiche che non ci appartengono e che non appartengono alla Sardegna. Questo provvedimento è figlio di questa logica che deve essere assolutamente respinta e evitata perché ci porta a essere un Governo, quindi una Regione che guarda...

PRESIDENTE. Onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io voterò contro questo emendamento perché ci sembra che tutto il provvedimento non abbia un senso e se l'Assessore ci volesse dare qualche spiegazione... io forse non sono stato molto chiaro prima, ma vorrei evidenziare questo dato per i colleghi: tra il 2012 e il 2014 ci sono appena 7 milioni di euro di incremento, tra il 2013 e il 2014 sono una quarantina di milioni di euro di incremento. Questo mentre il presidente Pigliaru e l'assessore Paci ci hanno detto che col pareggio di bilancio e con l'eliminazione della Sardegna dal patto di stabilità avremmo avuto più risorse disponibili. Allora, dove l'inghippo? Forse l'inghippo è nel fatto che prima la sanità era esclusa dal patto di stabilità, adesso la sanità rientra nel complessivo pareggio di bilancio della Regione e probabilmente c'è un tira e molla sulla distribuzione delle risorse, per cui il problema diventa il ripiano della sanità, a meno che, ripeto, la Giunta regionale non disponga di dati sulla sanità per il 2015 così devastanti da giustificare una cosa che è altrimenti ingiustificabile, per tutto quello che c'è stato raccontato in questi anni, anche rispetto ai vantaggi derivanti dal pareggio di bilancio e dall'eliminazione del patto di stabilità. Ecco perché voteremo contro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intanto voglio sottolineare, anche per una questione di forma, ma a volte la forma è anche sostanza, che avete veramente un approccio al confronto di bassissimo livello. Anche l'articolo apparso oggi su L'Unione sarda che riportava già il testo di questo emendamento quando non era conosciuto, non dico dalla minoranza, ma forse neanche alla stessa maggioranza, rappresenta veramente una forma chiamiamola di scortesia e sto usando un eufemismo, proprio un modo di lavorare veramente che non ha né capo né coda quando si vanno a fare provvedimenti di legge.

Detto questo, tanto poi le azioni rimangono con chi le fa, non con chi le riceve, voglio anche invitarvi - lo facciamo sempre con la dovuta attenzione - se dovesse venire approvato questo emendamento, a rivedervi l'eventuale possibilità di applicare, assessore Paci, l'articolo 3 del "68" perché le ricordo che qui state reintroducendo l'Irap a aliquota intera, quindi non c'è una riduzione dell'Irap. Andatevi a vedere se a questo punto è applicabile. Questo è un altro degli aspetti sopravvenuti sulle cause di illegittimità di cui vi stiamo parlando da stamattina. Lo facciamo sempre con molta modestia, provando a dare un contributo, purtroppo fino ad oggi tutto ciò che abbiamo osservato anche da un punto di vista giuridico ha avuto gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti. Non voglio neanche tediare nessuno ripetendo interventi che abbiamo fatto, gli ultimi che state cercando di rimettere a posto anche con l'omnibus, però noi abbiamo il dovere, per il ruolo che rappresentiamo, di farvi osservare tutto, anche gli aspetti sui quali voi ritenete di non dover imparare nulla da nessuno. Io spero che abbiate ragione voi, però credo che probabilmente la riformulazione con l'introduzione di nuovo del 25 per cento (vorrei ricordarle, Assessore, anche un aspetto di contenuti, le amministrazioni pubbliche, quindi le ASL, pagano l'Irap, quindi c'è un aumento comunque di altri costi anche da quel punto di vista) e comunque credo che la formulazione di quest'emendamento abbia degli aspetti di interpretazione e comunque noi per tutte le ragioni ma ce ne sono anche tante altre, voteremo assolutamente contro l'emendamento numero 169.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). E' paradossale e per certi versi anche imbarazzante ricordare le discussioni fatte in quest'Aula nel marzo di quest'anno allorché votammo la legge numero 5, la finanziaria. E ricordiamo con un sorriso sulle labbra quegli squilli di tromba, rulli di tamburi, fanfare che suonavano, conferenze stampa, ricchi premi e cotillons per annunciare la riduzione del 25 per cento dell'IRAP. Sembrava la panacea di tutti i mali, criticavate la riduzione temporanea del 70 per cento fatta dalla Giunta di centrodestra e proponevate all'isola, proponevate al popolo sardo, proponevate alle imprese questa bellissima trovata. Sono passati pochi mesi, sono passati pochi mesi durante i quali avete prodotto 250 milioni di deficit e dopo pochi mesi avete cambiato idea, avete cambiato radicalmente idea, prendete un'altra strada, quelle fanfare che suonavano si sono zittite, non ci sono più i rulli di tamburi, non ci sono più le conferenze stampa, non c'è più niente e l'IRAP aumenta, si reprimono i consumi, si blocca quel tantino di crescita che si stava avviando, Confagricoltura, Confindustria, Confartigianato insorgono giustamente, correttamente anche se magari avrebbero dovuto farlo qualche tempo fa quando sono stati annunciati questi provvedimenti, però c'è da parte della Giunta una distrazione totale sulle ragioni dell'impresa. Io ricordo per altre cose che in sede di finanziaria qualcuno ci diceva che era necessario sostenere l'impresa per aumentare il gettito fiscale perché per dare servizi ai cittadini era necessario avere entrate tributarie, quindi le imprese dovevano lavorare, produrre al massimo e per fare questo dovevano necessariamente fruire di un regime fiscale più semplice, più equo. Tutte queste buone ragioni che sotto certi profili erano condivisibili si sono ridotte nel niente più assoluto, il nulla pneumatico. Oggi viene aumentata l'IRAP, per fare cosa? Per cercare di sopperire ai buchi che hanno fatto i commissari, per cercare di sopperire alle spese pazze che quegli strumenti della politica hanno prodotto in questi mesi. Noi non ci stiamo, noi non ci stiamo, anche perché comunque con quella benedetta riorganizzazione ospedaliera non ci saranno risparmi, ci saranno spese...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TOCCO EDOARDO (FI). Ancora una volta stiamo colpendo la piccola economia. Io stamattina quando sono intervenuto ho fatto menzione del fatto che l'assessore Paci fosse un eccellente economista e quello che più mi fa specie è proprio questo che lei sa bene che l'iniziativa economica privata deve essere libera e deve essere agevolata e stimolata e in questo caso questo purtroppo non accade. Non accade perché si sta colpendo anche la piccola classe imprenditoriale, si sta colpendo il piccolo commercio, si colpisce l'artigiano, c'è anche qui il rappresentante dell'esecutivo, l'assessore Morandi. Quando si colpisce la piccola economia, il mondo economico si colpisce anche chi produce quel poco di ricchezza e quando si produce ricchezza questa può essere redistribuita, se questa poi non è redistribuita allora le aziende si fermano e qui nasce ovviamente, che cosa, la disoccupazione, la miseria cioè quello che c'è fuori da quest'Aula, le problematiche che ci sono fuori da quest'Aula. Quando non esiste reddito non c'è materia imponibile quindi non c'è gettito tributario e se non c'è gettito tributario, caro assessore Paci lei sa meglio di me non ci può essere spesa pubblica e quindi cessano servizi, pensioni, assistenza sanitaria eccetera. Ed è proprio per questo per il problema di coprire il disavanzo della sanità stiamo colpendo dall'altra parte la piccola economia. Colpendo perché come sosteneva il mio collega Tedde poc'anzi i commissari non sono riusciti probabilmente a risolvere il problema in due anni che questa Giunta si era prefissata, commissari che fra l'altro io ho chiesto più volte che venissero in Commissione sanità per farsi conoscere, per mostrarsi un attimino alla Commissione competente. In due anni non si sono presentati, quindi io credo che anche questo possa essere abbastanza rilevante. Uccidendo l'economia si uccide la cosiddetta tra virgolette gallina dalle uova d'oro quindi si pensa che probabilmente i soldi possano venire dall'alto però la ricchezza viene creata chiaramente dal sistema aziendale e se lo Stato, la Regione in questo caso uccide, schiaccia con un'ulteriore imposizione fiscale questo sistema è chiaro che qui non si può andare avanti...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere il mio voto ovviamente contrario a questo emendamento per le cose che ci siamo detti sostanzialmente nell'arco della giornata e per dire che sostanzialmente ci avete accusato di aver fatto in qualche modo ostruzionismo, di non aver fatto proposte però vedete anche questa proposta che voi ci proponete oggi con l'emendamento numero 169 io dico che poteva anche essere votabile per assurdo, ma l'avremmo voluta votare se avessimo visto veramente nell'azione di questa Giunta e di questa maggioranza una volontà di inversione di rotta. Se avessimo visto quel cambio di passo di cui parla il segretario regionale del Partito Democratico, se avessimo visto nelle ASL, nelle aziende sanitarie dei comportamenti diversi nell'arco di quest'anno e mezzo, ma la realtà che abbiamo vissuto e che conoscono tutti è che c'è una macchina totalmente fuori controllo dove ognuno ragiona per conto proprio, dove ognuno fa quello che pare e che gli crede, dove i commissari fanno il bello e il cattivo tempo, dispongono, continuano con consulenze di ogni genere e di ogni tipo, clientele, prebende, sprechi. Allora noi possiamo chiedere sacrifici ai cittadini se veramente prima diamo l'esempio, se veramente prima dimostriamo che vogliamo porre fine ad un certo sistema. Invece mi sembra che non solo non si voglia porre fine a quel sistema ma anzi lo si voglia in qualche modo incrementare e dall'altro lato quello che si fa è di dare un colpo mortale all'economia come dicevano prima i colleghi, a dare un colpo mortale a quel timido segno di ripresa di cui parlavano gli imprenditori che è in linea con la vostra storia, è in linea con la storia del centrosinistra. Ricordo sempre che da giovane attivista della destra ricordo una citazione, un aforisma diciamo di Indro Montanelli che diceva: "La Sinistra vuole così bene ai poveri che quando va al governo fa di tutto per aumentarli."

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Intanto anche per ragioni di bon ton mi corre l'obbligo di far ammenda della mia azione spropositata nei confronti dell'assessore Paci che devo dire francamente avrà dal punto di vista politico tutti i giudizi negativi, ma speriamo anche positivi laddove ci siano risultati. Ma non c'è nulla di personale e devo dire anche francamente perché so cosa vuol dire rimanere seduti dove si trova lei ora e dove mi trovo io e dove si trovano consiglieri che non si sono mossi e non si muovono per tutta la seduta. Quindi prendo atto di questo e le chiedo veramente scusa perché penso che sia fisiologico anche, e quindi la reazione forse è andata un pochino oltre le righe, ma per il problema che affrontavo, Assessore, che non può essere dal nostro punto di vista sottovalutato. E la questione che noi oggi poniamo e che voi ponete con questo emendamento è che sostanzialmente state andando ad introdurre un sistema di inasprimento che, lo ribadiamo, non riteniamo utile in questo momento soprattutto in particolare. E non è assolutamente in linea con anche quelle che erano le vostre dichiarazioni programmatiche, perché il sistema produttivo va sostenuto concretamente, e una di quelle misure era questa dell'Irap, e sulla quale avevate convenuto anche voi. Perché voglio ricordare, colleghi del Centrosinistra, che avevamo votato insieme. L'abbattimento dell'Irap era una misura voluta da noi che avevamo la responsabilità del Governo e sostenuta fortemente del Centrosinistra, e oggi andiamo a cancellarla con un colpo di spugna. Quindi vi devo dire con molta franchezza che davvero ci preoccupa, perché in questo modo noi non creiamo un sistema competitivo, la Sardegna ha bisogno di interventi che l'aiutino a competere nello scenario mediterraneo, nel confronto con le altre regioni europee, e questo mi pare che sia un intervento che possa insieme agli altri fattori di crisi contribuire a renderla davvero ancora più lontana da prospettive che tutti noi vorremmo di migliore prospettiva di benessere. Ragione per la quale noi esprimiamo tutto il nostro giudizio negativo e…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, più va avanti il dibattito e più mi rendo conto che c'è una grave separazione fra quella che dovrebbe essere una buona politica e una cattiva politica. L'esempio più alto ce lo abbiamo quest'oggi di una cattiva politica, perché l'impressione che non ho solo io, ma anche chi segue il dibattito all'esterno, ne rileva un distacco, quasi un fastidio, che si voglia approfondire un tema così importante, di così assoluto rilievo. Ed è proprio quello che la cattiva politica sa essere maestra nell'indispettire le persone, non solo le persone che sono qui in questo momento in Aula tutto il giorno. Si dibatte seriamente di un problema che va ad affliggere cittadini e filiera produttiva, è stato detto e ripetuto tante volte, che razza di buona politica si può fare quando questa divide, ostacola, inibisce, preoccupa, contrasta, noi vorremmo una politica che è quella del confronto, che ci si siede affianco, si valuta, si verifica, si condivide anche se si è di schieramenti differenti, e invece mi pare che tutto questo non avvenga, non avviene fra le forze presenti in Consiglio, non avviene fra i singoli, non avviene inevitabilmente fra la minoranza e l'opposizione, che richiede a gran voce di dare ascolto a quelli che sono fuori. Bene, noi in questo momento stiamo rappresentando esattamente quelli che sono fuori, perché i messaggi, le sollecitazioni, ma finanche anche i comunicati stampa che sono stati inviati da giorni e giorni, dimostrano che c'è separazione, che c'è una cattiva politica che non vuole ascoltare. Si può arrivare, addivenire, ad un progetto di legge che valga appunto la buona politica? Beh, secondo noi sì, ma se c'è respingimento, se c'è chiusura, se c'è arretramento sulle proprie posizioni e ognuno mantiene quelle, noi dobbiamo continuare a fare il nostro dovere nel continuare a stuzzicarvi e a richiedere che ritorniate un pochino nel senno delle vostre decisioni. Vorremmo anche dire, c'è un detto straordinario in sardo, della mia bella Sardegna dell'interno che dice, beh, lo avete fatto voi, in definitiva: "Seisi accontzande su locu", avete preso un articolo di legge, lo avete sbagliato clamorosamente, ed immediatamente lo avete riscritto, perché c'è un errore madornale, lo avete fatto però in autonomia sulla spinta e su quelle punture che arrivavano dai cittadini e dalle filiere produttive. Lo avete riscritto, ma era quello che vi abbiamo detto prima ancora di entrare in Aula, e voi in quel momento avete cercato di acconciare…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sì, per continuare il ragionamento sull'apologo che poc'anzi Luigi proponeva, e mi pare opportuno capire che approviamo l'emendamento numero 169, decadono buona parte degli emendamenti, siamo tutti contenti, abbiamo risolto i problemi della Sardegna. Non li risolvete né così, né in altro modo. Se non sbaglio vi è stato detto in più circostanze che i problemi sono di altra natura, non sono le aliquote, è il fatto che voi vogliate per forza imporre una tassazione ulteriore alla Sardegna, ai sardi. E non è vero che non si colpiscono piccoli e medi redditi, perché partiamo da 15.000 euro. Questa è la vostra proposta. Sapete quanti sono quelli che hanno 15.000 euro, che hanno famiglia, con figli, e che hanno difficoltà, e che già pagano le tasse, e che vanno a trovarsi magari alla Caritas perché non riescono a sbarcare il lunario? O perché magari per situazioni di divorzio o altro vivono buttati anche in una macchina semidistrutta? Non sono pochi e se sei intelligente te li vai a vedere, siccome lo sei ti pregherei di guardare con attenzione, di andare magari da quel prete che conosci bene che ti può dare i dati di quelli che sono le assistenze che fa in quel di Nuoro, non sto parlando di Oristano, se fossimo qui a Cagliari puoi fare sempre in tempo a quello che dirige la Caritas, per capire che non sono scherzi. Io accetto qualunque tipo di rapporto, ma su queste cose non si scherza, ragazzi! State facendo del male a chi non può difendersi! Voi state colpendo famiglie che hanno bisogno, voi state rovinando delle condizioni veramente già disastrate di per se! Pensate a chi ha 15.000 euro di reddito e vengono da quelle che sono l'Alcoa ed altre, che tu non lo sa, che ci rifiutiamo anche di andare a vedere. Ma perché non lo capite? Ma perché non lo capite, i cassintegrati e chi… Ma state attenti a quello che fate che è veramente vergogna, è colpire ancora di più chi è già colpito. Non lo vuoi accettare? Capiscilo! Tanto è così, e prima o poi la pagherete, perché tornerete alle urne!

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 169.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Lampis ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Lampis - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 49

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 30

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Con l'approvazione di questo emendamento decadono tutti gli altri emendamenti presentati all'articolo 1.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Sì, Presidente, io chiederei però che venga fatta una verifica con riferimento agli emendamenti all'articolo 1 che contengano il disposto uguale. Cioè con l'emendamento si modificano alcune aliquote, rispetto al testo, però quello che io vorrei che venisse valutato è l'identità tra l'emendamento sostitutivo totale, che in parte solo per qualche aliquota che viene modificata, perché per il resto viene introdotta la previsione dell'Irap, però mi pare che per il resto siamo nell'ambito delle stesse previsioni. Non lo so se gli uffici hanno operato questo tipo di verifica, era solo una richiesta di conoscenza sotto questo profilo. Per non far decadere tutti gli emendamenti, almeno quelli che possono continuare a sopravvivere. Soprattutto per i presentatori, l'avete verificata questa cosa?

PRESIDENTE. Confermo che decadono tutti. È stato valutato.

Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente io chiederei che venisse approfondito il problema posto dal collega Pittalis, perché questo modo di procedere… poi possiamo anche ritirare gli emendamenti o una parte degli emendamenti, però… questo che può sembrare un escamotage per far decadere tutti gli emendamenti, sinceramente… quindi siccome il punto 2 è speculare rispetto agli altri, dire che semplicemente è stato riproposto lo stesso testo e decadono tutti gli emendamenti mi sembra, Presidente, un'interpretazione eccessiva.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, non è così, è un testo che modifica le aliquote che è stato approvato dal Consiglio sostituisce quello principale.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Modifica una parte dell'articolo 1.

PRESIDENTE. A questo emendamento è stato presentato un emendamento che abbiamo votato non ci sono altri emendamenti. Questo è il testo che il Consiglio ha approvato.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Modifica solo una parte però.

PRESIDENTE. Non è così. È un sostitutivo totale e sostituisce completamente l'articolo.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Mi perdoni Presidente, la prego…

PRESIDENTE. Abbiamo già valutato la cosa agli articoli sono decaduti. Non ci sono altri emendamenti.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Mi perdoni Presidente, la prego…

La prego di leggere il secondo comma che è uguale.

PRESIDENTE. Dopo la discussione provvederemo alla votazione del mantenimento del testo dell'articolo.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io guardi poi lo superiamo… perché tanto è semplicemente anche per capire anche in visione futura. Si è sempre fatto così: quando un emendamento sostitutivo anche totale riproduce o mantiene inalterata una parte dell'articolo, in questo caso… allora gli Uffici ci dicano così sappiamo come comportarci nel futuro. Si è sempre fatto così. E non potete ora dire che non si è fatto così, perché io sono qui 22 anni e si è sempre fatto così, diteci che da oggi le cose cambiano però ce lo dica, Presidente, l'Ufficio perché se le regole cambiano così anche noi… noi eravamo consapevoli che quell'emendamento almeno lasciava inalterato una parte dell'articolo che non è stato modificato. Questo a norma di regolamento. Poi se le cose cambiano e si dà un'interpretazione differente, bene a saperlo e ci attrezzeremo per il futuro. Si è sempre fatto così.

PRESIDENTE. È evidente che gli Uffici hanno detto quello che ho ripetuto io, altrimenti non se ne discute… e mi dicono che si è sempre fatto così e che questa è la prassi consolidata.

(Interruzioni dai banchi della minoranza)

Preso atto che non siete d'accordo andiamo avanti con la discussione.

(Interruzioni dai banchi della minoranza)

Non possiamo discutere una decisione presa dal Presidente sentiti gli Uffici. Quindi andiamo avanti.

PITTALIS PIETRO (FI). È una violazione del Regolamento!

PRESIDENTE. Siamo secondo il Regolamento.

PITTALIS PIETRO (FI). Si procede nella illegalità!

(Interruzioni dai banchi della minoranza)

PRESIDENTE. Io sono al di sopra delle parti. Procediamo. Siamo alla discussione dell'articolo 2 e degli emendamenti soppressivi.

Continuazione della discussione e approvazione del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia fiscale". (291/A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:

Art. 2

Entrata in vigore

La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS)

EMENDAMENTO soppressivo totale Alessandra ZEDDA - PITTALIS - CAPPELLACCI - Oscar CHERCHI - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS.

Articolo 2

L'articolo 2 è soppresso. (152)

EMENDAMENTO soppressivo totale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 2

L'articolo 2 è soppresso. (165)

EMENDAMENTO soppressivo parziale TRUZZU - LAMPIS.

Articolo 2

Il comma 1 dell'articolo 2 è soppresso. (166).)

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Abbiamo un ulteriore elemento di novità anche oggi, io continuo col dirvi che forse vale la pena di approfondire i passaggi giuridici e i combinati disposti che sono venuti fuori con l'approvazione di questo emendamento. Per quanto riguarda ovviamente l'articolo 2 è in linea con quanto abbiamo pensato dall'inizio di questa legge, cioè assolutamente una devastazione per le tasche dei sardi, credo che non sarà un Natale felice per tante ragioni, voi state contribuendo a metterne una in più, soprattutto nelle fasce di reddito, quelle medie, che veramente state tartassando. Perché è vero che si va a ridurre in quelle più basse, ma certamente chi sopporta dei carichi forse, mi consenta di dire, con l'incidenza maggiore sono certamente le fasce medie. In questo senso stiamo provando fino all'ultimo a farvi desistere ma oramai avete intrapreso questa strada aguzzina e quindi non avete nessuna intenzione di tornare indietro. Noi vi abbiamo sollevato dall'inizio gli aspetti di illegittimità, speriamo di sbagliarci, sinceramente crediamo che le difficoltà ci siano tutte e ci dispiace anche che da parte degli Uffici non siano arrivate le spiegazioni a quelle pregiudiziali, a quelle osservazioni che secondo noi, con assoluta competenza, ha fatto l'onorevole Solinas. Quindi, andrete a dare un voto favorevole a questa norma con tutti questi aspetti che non sono stati chiariti. Poi per quanto riguarda i contenuti noi crediamo che vi stiate mettendo delle pesanti catene, questo nel rapporto soprattutto con i sardi che, come ho detto prima, hanno avuto la sventurata idea di votarvi e invece che trattarli bene voi avete l'indole a fargli del male.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Per esprimere il voto favorevole agli emendamenti soppressivi di questo articolo. Io, però, Presidente vorrei richiamare la sua attenzione sugli effetti paradossali ai quali può portare la decisione che lei ha appena preso, perché, lo dico anche ai colleghi se mi prestano un po' di attenzione, perché si potrebbe verificare il caso, Presidente, che attraverso un emendamento sostitutivo totale che cambia una parte di un articolo, lasciando inalterato tutto il resto, si può verificare l'effetto paradossale che può diventare, non sto dicendo che è questo il caso, però la prego di ragionare su questo, l'effetto paradossale che cambiando una porzione di un articolo si fanno decadere tutti gli emendamenti che riguardano il testo di un intero articolo. Questa è una conseguenza paradossale che secondo me va oltre le sue attenzioni, le sue intenzioni e sicuramente oltre lo spirito di un Regolamento che non serve a garantire, la funzione del presidente ovviamente, ma che serve a garantire il rispetto della legalità nel processo democratico durante l'iter legislativo. Stiamo arrivando alle battute finali, assessore Paci, di questa legge, naturalmente ci riserviamo di fare alcune considerazioni durante le dichiarazioni di voto finali, però noi continuiamo a ribadire che ci sembra che i dubbi che abbiamo avanzato non siano stati minimamente sciolti, e che non ci sia alcuna giustificazione legata al deficit sanitario per adottare un provvedimento che non ho esitato a definire draconiano: lacrime e sangue. Mi pare che le famiglie sarde non meritino una simile punizione, la Giunta regionale deve trovare altre soluzioni per affrontare questo problema, a meno che non ci siano altre cose che noi non conosciamo, a meno che la Giunta non disponga di altri dati che noi non conosciamo e che in qualche maniera supportano un provvedimento di questo genere, perché sennò altrimenti non c'è assolutamente il tanto di fare una cosa come quella che questo Consiglio e questa maggioranza stanno facendo. Se ne deve assumere le responsabilità, ma questi concetti li ribadiremo poi in sede di dichiarazione di voto finale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Credo anch'io che questa interpretazione che viene data alla norma regolamentare magari avrebbe necessità di essere riconsiderata, perché, proprio a garanzia delle minoranze, è indispensabile non badare esclusivamente alla denominazione o la forma dell'emendamento ma bisogna vedere quali sono i contenuti, e i contenuti, nel momento in cui non c'è una sostituzione totale, va da sé che vanno in un'altra direzione.

Detto questo, mi pare che con questo articolo 2 la maggioranza di centrosinistra dà il suggello a questa legge infausta, una legge che andrà a pescare in modo subdolo nelle tasche dei cittadini sardi. Dopo il mutuo da 700 milioni che ha indebitato i sardi, vi state assumendo la gravissima responsabilità di aumentare l'Irpef e di aumentare l'Irap, e la cosa più singolare è che questo accade dopo che a marzo avete suonato la grancassa con questo aumento ridotto dell'Irap del 25 per cento, che sembrava fosse un grande stimolo per la nostra economia, oggi quella povera riduzione del 25 per cento viene annullata, viene estinta. Non credo che sia questo il modo per rilanciare l'economia sarda e non credo che sia questo il modo per risollevare le sorti di tante famiglie che stanno soffrendo, che non riescono a sbarcare il lunario, di tante famiglie che vedono il capofamiglia disoccupato.

Le tante vertenze che oggi vediamo in Sardegna certificano che la situazione economica è grave, è triste, e non si può affrontare una situazione economica così pesante con provvedimento di questo tipo, che affliggono l'economia, che frenano i consumi, che non consentono alle imprese di crescere e che anzi spingono le imprese a licenziare.

Credo che su questa legge bene avreste fatto a riflettere, credo che su questa legge bene avremmo fatto tutti assieme ad approfondire il tema in Commissione, così come da tanti autorevoli esponenti è stato chiesto; avete fatto orecchie da mercante, avete fatto finta di non sentire, è evidente che non avete a cuore le sorti delle famiglie e delle imprese sarde, di questo vi assumete la responsabilità, la Sardegna vi sta guardando e domani punterà il dito verso voi. Di solito si dice "felici voi, felici tutti", in questo caso felici voi, felici soltanto voi, perché la Sardegna è molto triste.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, lei sta dando corso a quello che il Capogruppo del PD ha detto qualche ora fa circa il fatto che non può esserci consentito neanche di presentare emendamenti. L'emendamento sostitutivo della Giunta non ha cambiato di una virgola il provvedimento originario proposto, e solamente un escamotage regolamentare che state usando per far saltare la possibilità di continuare questa discussione, di consentire all'opposizione di portare la propria posizione e anche giustamente di contrapporsi alla possibilità di aumento della pressione fiscale. Questo emendamento che avete presentato è identico, porta gli stessi principi, cambia solamente le aliquote, non ha cambiato di nulla la proposta originaria, per lo stesso principio devono rimanere in piedi anche gli emendamenti soppressivi parziali che devono essere posti in discussione e in votazione. E lei Presidente in questo momento sta facendo valere la sua posizione di primazia in quest'Aula, non sta garantendo alle opposizioni di fare il loro lavoro, non sta garantendo il regolare svolgimento democratico di questa discussione, anche se sorride sotto i baffi. Questo è quello che sta facendo lei, Presidente, dando il destro a questa maggioranza che non vuole assolutamente discutere, che vuole scappare dal confronto, che vuole solamente vessare la Sardegna con l'aumento della pressione fiscale! Non vi siete voluti nemmeno confrontare sull'ipotesi di non intervenire sulle fasce più deboli, non solo volete scappare dal confronto ma volete anche imporci i tempi, volete imporre ogni scelta, ogni cosa, volete imporla alla Sardegna, volete imporla ai sardi, volete imporla a quest'Aula con un'arroganza che non ha precedenti nella storia di quest'Assemblea.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). C'è un vecchio adagio latino che dice "ubi silentium faciunt, pacem appelant" che si traduce "dove si fa silenzio tagliando le teste si pensa di ottenere la pace", peccato che potete tagliare la voce a questa parte di Consiglio come opposizione ma fuori la testa la taglieranno a voi, perché state facendo una cosa iniqua. Per il comportamento del Presidente, resta perché credo che ci sia la registrazione di cosa è avvenuto, di cosa ha dichiarato e di cosa hanno dichiarato gli Uffici, perché quando si manifesteranno altri processi, si vedrà. La correttezza democratica impone che ci sia un rapporto dialettico e questo è rapporto dialettico.

Siccome non avete capito bene la lezione, perché la democrazia va rispettata in tutti i modi, anche quando non piace, io vi dico che state non solo sbagliando ma state compiendo l'errore più grave che questa maggioranza abbia potuto compiere in tutta la legislatura, perché non si va a toccare la tasca dei poveri sardi, e non sto parlando delle aliquote alte ma di quelle aliquote basse che voi avete posto in campo. E non è poco, non avete fatto neanche i conti, se qualcuno vi dovesse interpellare là fuori su quanto uno paga in più all'anno nell'aliquota più bassa, non sapete neanche cosa rispondere, per cui vi invito anche a fare quelle riflessioni minime. E quando si considera questo, dovrebbero anche capire le persone che esprimono un voto che cosa determina all'interno della società e in una particolare contingenza di quella società.

Voi continuate ad andare per i fatti vostri, continuate a pensare che risolvete i problemi della sanità in questo modo arrogante e certamente non diretto alla sanità nel vero senso della parola ma a mantenere in piedi un sistema stupido e clientelare come quello che volete mettere nuovamente in mostra riconfermando i commissari, che tutto hanno fatto eccetto far risparmiare la Regione Sardegna. E ve ne terremo conto di questa cosa, noi in Consiglio e altri fuori, perché è anche ora di finirla di pensare di poter prendere in giro gli altri solo perché si ha un voto in più all'interno di questo Consiglio! Non è così! Se pensate che questo è un metodo intelligente di governo a me pare di leggere la stupidità più grossa che possa regnare all'interno di una maggioranza, perché l'arroganza non vince mai, può vincere nel momento ma a lunga gittata non tornano i conti. Presidente, io probabilmente pensavo di offenderla dicendo che era settario, bene i comportamenti anche per la letteratura che qui si è manifestata in più di una circostanza oltre che il Regolamento nel comportamento, nell'adeguamento al di la di quello che possa dire l'onorevole Franco Sabatini si andranno a rivedere quelle che sono le procedure fatte in tutti gli anni precedenti, non decadono tutti, decadono solo per la parte innovata per cui si è posto l'emendamento. Il secondo comma non veniva toccato né poteva essere toccato e quindi non decadevano perché non è l'intero articolo. Comunque sia se questo è, sappiamo come dobbiamo lavorare e vi renderemo pan per focaccia.

PRESIDENTE. Giusto per chiarire l'emendamento è un emendamento sostitutivo totale, così è stato classificato. L'emendamento sostitutivo totale sostituisce il testo dell'articolo, una volta approvato dal Consiglio fa decadere tutti gli altri emendamenti altrimenti non è un emendamento sostitutivo totale è un emendamento sostitutivo parziale rimangono pezzi del testo originale. È così.

È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, guardi io non attribuisco responsabilità a lei, io ricordo una discussione, me lo consenta perché non rappresento la memoria storica, ma comunque proprio la scorsa legislatura l'onorevole Diana capogruppo del Partito Democratico nel corso dei lavori di una finanziaria si pose con la furberia che anche noi allora utilizzammo di fare gli emendamenti sostitutivi per far decadere una mole di emendamenti, si pose il problema e il problema fu risolto che quelle parti di emendamento che rispecchiavano integralmente il testo emendato, ancorché sostituito con l'emendamento totale, sopravvivevano. Questo è stato quello che era stato deciso allora. Io oggi prendo atto che c'è un'interpretazione differente, che le regole valgono a seconda alla bisogna, ma non ci si dica… perché l'aliquota 3,33 per cento alla lettera E che sia oggetto di un emendamento sostitutivo totale o che fosse già oggetto del testo è identico e quindi l'emendamento che si propone ancor che ci sia stato l'emendamento sostitutivo totale sulla sostanza non cambia nulla che sia un emendamento sostitutivo perché queste sono questioni di forma di lana caprina. Voi state eludendo la sostanza dell'emendamento. E mi fa specie che funzionari del calibro del dottor Cocco e del dottor Tack che hanno grande esperienza e che riconosciamo anche professionalità non si ricordino quanto meno di quello che in questo Consiglio si è fatto anche di recente con la presidente Lombardo per citare l'ultima in ordine di tempo. Poi che le cose cambino, guardate, è un problema vostro a noi poco interesse nel senso che tutta questa discussione si sarebbe esaurita, a noi interessa comunque capire, Presidente, per il futuro perché con questi giochini allora ci attrezzeremo meglio perché non si può qui arrivare con un emendamento sostitutivo totale e pensare che il lavoro dell'opposizione possa essere liquidato così. Il bavaglio all'opposizione non lo metterete mai, ricordatevi che se voi continuate a fare così noi utilizzeremo anche altri strumenti, sia chiaro. Sul rispetto delle regole e sul rispetto del leale confronto democratico noi non indietreggiamo neanche di mezzo millimetro, mettetevelo bene nella testa. Perché non è questo il terreno sul quale ci potete e ci dovete sfidare perché non lo consentiamo. Lasciamo la discussione al merito delle questioni ma non mettiamo in dubbio le regole. E allora questo provvedimento emendamenti, non emendamenti ve lo sareste approvato lo stesso, tanto siete una maggioranza che siete un carro armato pronto a passare su terreni impervi, ma voi siete forti, siete uniti, siete coesi ne stato dando grande dimostrazione, quindi che problema avete, che problema avete. Si trattava semplicemente di allungare di qualche minuto la discussione su qualche altro emendamento. O avete la necessità di chiudere quanto prima la vergogna di questo provvedimento e su questo avete ragione. Su questo avete ragione. Prima si chiude questa vicenda meglio è. E su questo io sono d'accordo con voi, perché è una vicenda davvero vergognosa, una vicenda davvero che però rimane scritta negli annali non solo negli atti interni a questo Consiglio ma rimarrà davvero scolpita per quanto riguarda la responsabilità che vi portate. Perché noi da domani mattina inizieremo una raccolta di firme, inizieremo a sensibilizzare e a fare quello che la CGIL non sta facendo, che qualche altra organizzazione non sta facendo, poi si lamentano se i lavoratori non si scrivono più, poi si lamentano se c'è questa reazione di antipolitica. Certo perché state contribuendo voi, stanno contribuendo altri che esercitano ruoli che a parti invertite noi avremmo avuto qua mezza Sardegna in via Roma, avremmo avuto mezza Sardegna a protestare, qui sta passando nell'indifferenza totale. Noi saremo in pochi, saremo in molti non lo so ma ci saremmo e saremo a denunciare questo stato di cose che chiamarle nefandezze davvero è un eufemismo.

PRESIDENTE. Allora prima di mettere in votazione chiedo che si ritrovi un attimino la calma. E intanto per garantire perché il Presidente può sbagliare, si prende tutto va benissimo, faccio politica come tutti voi quindi va benissimo tutto. Vi chiedo di rispettare i nostri dirigenti, i nostri funzionari che lavorano da sempre nel Consiglio e che sono imparziali, non fanno parte della maggioranza né della minoranza, danno dei pareri, li documentano, li certificano. Quindi quando si dice che ce la dobbiamo prendere con gli Uffici prendiamo atto dei cambiamenti credo che si stia superando un pochino quello che dovrebbe essere il rispetto del lavoro che fanno tutti i giorni.

Rispetto alle interpretazioni. L'ultima interpretazione sull'emendamento sostitutivo totale l'ha data la presidente Lombardo in occasione dell'emendamento sostitutivo totale all'articolo 27 in occasione della discussione sulla legge statutaria elettorale dove conseguentemente all'approvazione dell'emendamento sostitutivo totale ha dichiarato decaduti tutti gli emendamenti che erano stati presentati dall'articolo sostituito e ha dichiarato l'inammissibilità della riproposizione degli stessi emendamenti. Quindi è la prassi consolidata. Se l'emendamento è considerato sostitutivo totale decadono tutti gli emendamenti conseguentemente a questo. Se no non si capirebbe come un emendamento sostitutivo totale possa sostituire un testo di per se. O non è un emendamento sostitutivo totale o lo è. Quindi in questo caso siamo di fronte ad un emendamento classificato come sostitutivo totale, bene hanno fatto gli Uffici a dare questa indicazione, e credo di aver fatto altrettanto bene io rispettando il Regolamento di procedere così come da prassi. Grazie.

Passiamo quindi alla votazione del testo dell'articolo perché essendoci emendamenti soppressivi totali dobbiamo votare il mantenimento del testo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Zanchetta ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Lampis - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 51

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 32

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Prima della votazione del testo finale è stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Floris - Truzzu - Randazzo - Alessandra Zedda - Locci - Pittalis - Peru - Fasolino - Tedde - Tocco - Tunis - Cossa - Crisponi - Dedoni - Carta - Christian Solinas - Oscar Cherchi - Giuseppino Pinna - Tatti - Lampis sulla ricontrattazione con lo Stato della copertura dei costi del servizio sanitario regionale.

IL CONSIGLIO REGIONALE

A conclusione della discussione del DL n. 291/A (disposizioni urgenti in materia fiscale)

PREMESSO che:

- l'andamento del disavanzo di gestione del sistema sanitario negli utlimi anni ha dimostrato l'insostenibilità dell'accordo Stato/Regione in materia a fronte di un inadeguato trasferimento di maggiori entrate;

- la Regione non può far fronte al disavanzo strutturale del Servizio sanitario ricorrendo ad un aumento della pressione fiscale ai cittadini sardi,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a ricontrattare con urgenza gli accordi a suo tempo raggiunti in ordine alla copertura dei costi del Sistema sanitario regionale, riportando a carico dello Stato una quota sufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema fino al raggiungimento di un adeguato regime di entrate e di trasferimenti, che tenga conto dello stato di insularità e dei relativi svantaggi strutturali e permanenti. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Parere contrario.

PRESIDENTE. È possibile intervenire solo per dichiarazione di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Sull'ordine del giorno presentato dal presidente Floris. Ci pare che quantomeno sia doveroso che questo Consiglio prenda in esame la proposta fatta dal centrodestra, che si pone come obiettivo quello di ridare un mandato più forte anche al Presidente della Regione nel confronto con lo Stato, su partite che secondo noi vedono la Regione in una posizione di sudditanza nei confronti dello Stato, e questo lo dico senza considerare minimamente il rapporto politico. Qui c'è in gioco il rapporto tra due istituzioni dello Stato, quindi lo Stato centrale e la Regione Sardegna, su cui riteniamo doveroso riaprire il confronto in particolare sulla questione della copertura dei costi del sistema sanitario, del raggiungimento definitivo di un livello di entrate nei trasferimenti che tenga conto finalmente e definitivamente dello stato di insularità della Regione Sardegna, e di tutti gli svantaggi strutturali permanenti della Regione Sardegna. Quindi, su questo, proponiamo il voto all'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'ordine del giorno proposto dall'onorevole Floris ha il pregio di sollevare un problema del quale sembra non si possa parlare in quest'aula, cioè della rinegoziazione (sto sbagliando? Posso vedere il testo? Mario, ce l'hai un attimo?) di quanto venne pattuito a suo tempo, argomento difficile indubbiamente da trattare, però pone il dito nella piaga, mette il dito nella piaga, che è probabilmente all'origine dei problemi che abbiamo oggi. Quindi, io credo che male facciano i colleghi dell'opposizione a snobbare questo tema, anche perché, in ordine ad alcuni di questi aspetti fuori da quest'aula, anche loro si sono pronunciati, e io credo che questo tema faremmo bene ad affrontarlo. Mi pare che oggi siate troppo stanchi per farlo, però mi pare che questo tema vada comunque affrontato da quest'aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Io pensavo che l'Assessore della programmazione, posto che le cose che sono scritte nell'ordine del giorno sono testuali parole che lui ha ripetuto nella sua dichiarazione, si rimettesse all'Aula. Però, cari colleghi, questo è il vero problema politico che noi abbiamo in Sardegna, prima liberate la Giunta regionale dai docenti universitari che non hanno nessuna autorevolezza nei confronti di Roma, che continuano a predicare e a dire che Roma va rispettata, che bisogna agire con garbo, che non bisogna litigare, che bisogna andare d'accordo, e questo noi lo facciamo e lo abbiamo sempre fatto, è proverbiale la presenza dei sardi, l'abbiamo sempre fatto, ma le battaglie politiche le abbiamo vinte quando siamo andati a Roma, abbiamo protestato e abbiamo bisticciato con Roma. Bisogna essere leali, ma da ambo le parti, quindi non capisco che cosa ci sia in quest'ordine del giorno che non va approvato da una dirigenza politica e della maggioranza, non tocca nessuno, non critica nessuno, dice che bisogna ricontrattare quei problemi relativi alla continuità territoriale, relativi alla sanità, punto e basta. Non volete neanche ricontrattare questo? Dobbiamo vita natural durante assistere a queste prebende che sono state date e che sono insufficienti, tanto noi da soli non ce la faremo mai, non ce la possiamo fare, non è possibile che noi che siamo la cenerentola d'Italia… ma voi immaginate che il Veneto ha un ospedale in ogni angolo, pagato dallo Stato, e noi dobbiamo continuare a subire questo che è stato un errore in buona fede, forse un rigurgito anche di orgoglio identitario, ma abbiamo toccato con mani che bisogna rivedere le posizioni, e le dobbiamo rivedere a partire da quello che lo Stato deve alla Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ugo Cappellacci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Io devo dire che resto veramente stupito e meravigliato quando un ordine del giorno che mi pare non porti nessun danno alla Sardegna, ma ipotizzi solo dei vantaggi che sono direttamente commisurati a un'esistenza di svantaggi oggettivi, su un ordine del giorno di questo tipo venga espresso un parere negativo da parte della Giunta. Allora, come fate poi, in qualche modo, a restarci male e a offendervi, e lo dico a ragion veduta, per qualche chiacchierata fatta col presidente Pigliaru, delle affermazioni che il centrodestra fa quando dice che siete totalmente supini e sottomessi al diktat romano. Come fate a sostenere una cosa di questo tipo se, quando si presenta un ordine del giorno di questo genere, che, ripeto, porterebbe solo un vantaggio, viene posto un veto e un parere negativo, quando è materia, argomento delle cronache di queste settimane la prova provata, l'evidenza del fatto che i tre pilastri dell'accordo Soru-Prodi, che sono la sanità, la continuità territoriale e i trasporti, sono crollati miseramente, sono crollati miseramente, e hanno fatto sì che venga appalesato l'imbroglio totale e assoluto che c'è dentro quell'accordo. E' stato detto prima di me, l'ha detto lo stesso presidente Floris che ha presentato l'ordine del giorno, l'andamento della spesa sanitaria è normale e naturale che abbia anche un andamento di aumento, un aumento fisiologico, a parte le patologie che possono esserci nel sistema, ma c'è comunque un aumento fisiologico. Il trasporto e la continuità territoriale non possono non essere a carico dello Stato, non possono non essere una prerogativa che viene posta a carico dello Stato, allora con quest'ordine del giorno si sta dando alla Sardegna…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Dire che con quest'ordine del giorno si sta dando la possibilità di rinegoziare con lo Stato la vertenza della Sardegna mi pare francamente esagerato, e lo vorrei dire con le parole utilizzate... io non ci sono lo stesso tempo che c'è il collega Pittalis in questa aula, però ci sono un tempo adeguato per aver sentito più volte il collega Floris, presentatore dell'emendamento, dire che gli ordini del giorno sono assolutamente cartastraccia e che possono essere messi nei cassetti, neanche da tanto tempo una cosa analoga, e oggi il collega Floris è colui che presenta un ordine del giorno su un tema rilevante, del quale io credo quest'Aula debba discutere, che debba approfondire, che debba verificare, che debba fare i conti, ma proprio perché è un tema di una portata rilevante e notevole credo che non si possa chiudere con un ordine del giorno, per le ragioni che il collega Floris ha sempre sostenuto, che io condivido e per le stesse ragioni io voto no a questo provvedimento, non perché non sia d'accordo sul fatto che sia necessario discutere, sia della sanità che di altro, però credo che dobbiamo trovare strumenti più adeguati e migliori, perché certamente anche approvando un ordine del giorno come questo, converrà con me, collega, che non risolveremo il problema della vertenza entrate della Sardegna, né sulla sanità, né su altro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Usando una metafora calcistica, sembrerebbe che la maggioranza nega il gol della bandiera alla minoranza, cioè praticamente sembra che non si voglia far passare perché proprio non deve passare niente proposto dalla minoranza. Ovviamente io sono d'accordo con l'onorevole Cocco, gli ordini del giorno lasciano esattamente il tempo che trovano, però esprimono una volontà, esprimono un'idea, esprimono un desiderio, un desiderato, una desiderata, diciamo così, di quelle che si vorrebbero che siano le cose. In questo caso non ha nessuna controindicazione, cioè, è un ordine del giorno innocuo, è un ordine del giorno senza controindicazioni, si sta dicendo semplicemente una cosa che l'Assessore Paci ha detto nel suo intervento, è stato detto da colleghi della maggioranza che bisognerà sicuramente ricontrattare con lo Stato, semplicemente c'è il gioco delle parti, i ruoli, cioè rispetto a una proposta della minoranza bisogna comunque sollevare un muro, mentre in questo caso, probabilmente, c'era l'occasione per dire insieme che questa è una volontà di questo Consiglio regionale, che poi dovrà essere inviato a una decisione più approfondita,a una decisione più centrata, sicuramente, più appropriata rispetto a quella che stiamo facendo oggi. Anche perché, per tornare alla discussione dei lavori, io continuo a leggere il regolamento, cerco di capire… io non ci sono 22 anni in questo Consiglio, quindi l'onorevole Pittalis va anche a memoria, io invece mi porto sempre appresso il breviario per cercare di capire, e mi dice l'articolo 84: "Esame degli articoli e degli emendamenti. Gli emendamenti devono essere presentati entro le ore 14 del giorno precedente la seduta nella quale verrà votato il passaggio all'esame degli articoli". Chiedo: ma questa è una regola che viene rispettata sempre, o questa bozza di emendamenti del quale parlavo prima per domani e già agli atti? Possiamo averlo? Perché possiamo presentare anche emendamenti agli emendamenti se abbiamo l'emendamento, ma se l'emendamento non ce l'abbiamo, non possiamo che leggerlo o sui giornali, oppure in fotocopia assolutamente inappropriata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sarà anche vero, come dice l'onorevole Cocco, che un ordine del giorno rappresenta poco, ma anche la risoluzione votata a maggioranza, all'unanimità, a dire il vero, il 24 ottobre del 2006, maggioranza centrosinistra, era dimenticata, e dice le stesse cose che quest'ordine del giorno di Floris ci propone stasera, quindi il centrosinistra rinnega se stesso. Non mi meraviglia. Io debbo anche dire un'altra cosa, dà fastidio quest'ordine del giorno, non tanto perché è un ordine del giorno qualunque, come dichiara Pietro Cocco, no, è che smentirebbe nella sostanza tutta l'attività svolta dall'assessore Paci, che ha fatto di tutto nel togliere quelli che erano i rapporti non di conflittualità, ma di giusto momento di confronto istituzionale con i ricorsi alla Corte costituzionale e con i ricorsi alle altre corti. Quindi è vero, io non ho più da dire niente, lo dissi la prima volta che eravate soltanto… che qui c'era il Senato accademico, e fui gentile. Nereide Rudas, cattedratica, o meglio, ex cattedratica, ha detto che a questi qui non avrebbe affidato neanche l'amministrazione di un condominio, l'ha scritto, alla Giunta rappresentata dai soloni, eccellentissimi docenti universitari. Nereide Rudas, Unione Sarda, per chi non credesse a me.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Io prendo atto delle dichiarazioni del Capogruppo del PD, abbiamo presentato una mozione sulle entrate della Regione, quindi ritiro l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato ritirato, procediamo con la votazione finale della legge.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Per dichiarare il voto contrario all'aumento del Irpef e dell'Irap. Noi pensiamo che non siano misure assolutamente giuste, sono proprio un'ingiustizia sociale, che arriva tra l'altro alla vigilia anche dell'acconto Iva, che sarà un incubo per le famiglie e per i contribuenti sardi. Quindi questo è già un motivo sufficiente per votare contro, ma poi se a questo coniughiamo quello che abbiamo potuto vedere da una prima lettura del Piano di rientro della sanità, partorito evidentemente da qualche, secondo noi, professionista poco accorto, io non credo che sia tutta farina del sacco dell'Assessore, non ci credo, credo che ci siano menti molto più contorte, Assessore, dietro quel Piano di rientro, e quindi questo è un ulteriore motivo che non ci può fare felici e quindi votare ovviamente favorevolmente a questo provvedimento. Questa è solo una tappa di questa opposizione che noi cercheremo di incarnare al meglio per l'interesse della Sardegna e dei sardi, ci augureremo ancora di trovare magari una maggioranza più incline al dialogo, al confronto, al confronto democratico, magari con qualche garanzia in più, con qualche interpretazione forse anche un po' più larga del Regolamento, perché non è possibile mettere il bavaglio a un'opposizione che in fondo cerca solo di fare il proprio lavoro. Confermo il voto contrario al disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, questo non è un provvedimento come tutti gli altri, è un provvedimento di straordinaria gravità per tutte le implicazioni che ha perché smentisce le tante dichiarazioni che abbiamo sentito in questi anni, smentisce che ci siano stati interventi efficaci in questi anni in materia di finanza pubblica, smentisce la positività dell'accordo stipulato a suo tempo da questa Giunta regionale con il Governo nazionale, non è giustificato - per come la vediamo noi - allo stato dei dati che noi abbiamo da esigenze diverse in materia di copertura della spesa sanitaria, rispetto a quelle che c'erano due o tre anni fa quindi non ne comprendiamo la ragione e per di più avrà un devastante effetto depressivo dell'economia. Allora, cari colleghi, è evidente che la Giunta regionale fa le sue valutazioni e fa le sue proposte, le scelte però le sta facendo questo Consiglio regionale, le state facendo voi, ve ne state assumendo la responsabilità. Da parte nostra, parlo perlomeno per il Gruppo dei Riformatori, ma credo di interpretare il sentimento di tutta l'opposizione, scenderemo in piazza per impedire che questo crimine nei confronti dell'economia della Sardegna, delle imprese della Sardegna, delle famiglie della Sardegna venga portato a compimento perché quello che si sta facendo è una cosa terribile! State facendo una cosa terribile di cui vi assumerete pienamente la responsabilità, perché non soltanto non è stato adottato da questa Giunta alcun provvedimento che in qualche maniera possa incoraggiare la ripresa economica, ma adottate un provvedimento che per l'economia è devastante. Di questo vi assumerete pienamente tutta la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Mi pare che si sia capito quale sia la nostra posizione, quindi è inutile aggiungere altro. Ormai, come si suol dire, il dado è tratto, la maggioranza ha già deciso che la leva fiscale è quella usuale. Da lei, assessore Paci, ci saremmo aspettati invece qualcosa di più sia sul piano della sua proposta, sia sul piano di quelle che potevano essere interlocuzioni fondate su presupposti differenti, che non fossero questi bracci di ferro ai quali ci avete sottoposto nella giornata odierna, noi ve l'abbiamo detto, senso di responsabilità nostro ve l'abbiamo dimostrato. Assessore Paci, a me dispiace che un'imposta antipatica come l'Irap... sa come si usa nel web, qualcuno che si cura di queste cose l'ha già battezzata "Imposta regionale dell'assessore Paci", oggi lei avrebbe potuto dare un segnale diverso, un segnale di sostegno al sistema produttivo isolano e allora sì che probabilmente avrebbe lasciato un segno serio da questo punto di vista, avrebbe potuto lasciare un segno serio per le famiglie, quelle che sono in grave difficoltà, avreste potuto lasciare oggi un segnale di speranza a quelle persone che probabilmente, colleghi - lo dico senza retorica - purtroppo non si possono permettere, come tanti tra i saldi, il panettone natalizio. A voi ve ne frega qualcosa? No. Lo avete dimostrato in quello che è stato il dibattito perché non avete assolutamente a cura quelli che sono i problemi, gli interessi soprattutto delle fasce più deboli. Vi abbiamo proposto almeno per queste fasce di eliminare ogni forma di addizionale, avete respinto anche questo nostro emendamento, quindi assumetevi tutta la responsabilità di questo provvedimento, ve ne assumerete la responsabilità anche domani quando noi, come ha detto l'onorevole Cossa, assumeremo ogni iniziativa al di fuori di questo Consiglio nelle piazze perché i sardi devono conoscere...

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Spiace essere arrivati a questa giornata odierna quasi con una coincidenza beffarda, dalle agenzie di stampa rileviamo che il premier è tornato da un viaggio in visita ai nostri militari e la prima dichiarazione che ha fatto: "A seguito dell'approvazione della legge di stabilità i cittadini italiani saranno lieti dall'abbassamento delle tasse". Quindi prendiamo atto che ci sono cittadini di serie B che stanno in quest'isola del Mediterraneo e cittadini di serie A, quelli che intende il Presidente del Consiglio, ai quali viene, fortuna loro, abbassata la pressione fiscale, l'imposizione alle imprese, mentre qui avviene tutto il contrario, tutto il contrario di tutto, in totale disaccordo con quelle che sono le linee quasi supplicate dall'esterno di quest'aula. È veramente una delusione totale, è veramente un'offesa, è uno scandalo cari colleghi che si sia giunti a questo voto e che si sia andati a sancire dentro quest'Aula la sconfitta per il territorio della Sardegna, la sconfitta per i nostri cittadini e per tutte le filiere produttive. Mai avrei immaginato che davvero davanti alle richieste pressanti, davanti alle sollecitazioni, davanti a un impegno che sembrava essere stato preso anche da esponenti della vostra maggioranza, si sia arrivati quest'oggi a definire uno sgambetto autentico che farà franare ancora una volta i piedi dei nostri cittadini e dei nostri imprenditori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (FI). È stato detto tutto, ma la maggioranza non ha assolutamente sentito, anzi non ha neppure ascoltato quello che da questi banchi è arrivato. Il collega Deriu ha sostenuto, anzi ha affermato che la maggioranza ha una responsabilità che deve trovare soluzioni ai problemi e questa è la peggiore soluzione per adempiere a quello che è il problema sanità, il peggiore strumento e siamo convinti anche che la somma e il sacrificio dei sardi verrà bruciata in pochissimo tempo per effetto dell'abbassamento dei consumi, dell'abbassamento a picco del PIL e quindi sia il gettito dei 9 decimi dell'Iva, sia il gettito dei 9 decimi del Irpef in base a quella partita delle entrate verrà bruciato e quindi questo è un sacrificio vano per quanto riguarda i cittadini sardi.

L'Assessore ha sostenuto che tutte le strade sono state percorse prima di pensare a come mettere le mani in tasca ai cittadini sardi. Il consigliere Cossa ha dichiarato che uno degli strumenti era quello della legge sul golf e io invece ricordo all'Assessore che nell'ultima finanziaria sono stati messi a disposizione 2 milioni di euro per quanto riguarda l'albergo diffuso che era uno strumento che poteva essere un moltiplicatore, lei lo conosce molto bene e quindi non ha percorso tutte le strade per addivenire alla soluzione di questo problema perché quei 2 milioni di euro non sono stati assolutamente programmati, mi dispiace che non ci sia l'assessore Morandi, quei 2 milioni di euro sono nel cantuccio perché lei sa perfettamente che con quei 2 milioni di euro più fondi comunitari si poteva mettere in moto quello che è lo strumento per le attività ricettive nei nostri centri storici, quindi lei non ha assolutamente percorso tutte le strade ma state veramente riservando un Natale amaro ai cittadini sardi e io spero che ve lo possano ricordare al più presto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Zanchetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZANCHETTA PIETRO (Cristiano Popolari Socialisti). Non sarà Natale in casa Cupiello comunque perché rischiamo quindi di fare la farsa perché ne stiamo sentendo di tutti i colori. Io credo che bisogna ricondurre il ragionamento sull'assunzione di responsabilità che noi abbiamo fatto, che facciamo certamente quando si è detto aggredire gli elementi strutturali della situazione, onorevole Cossa, noi lo stiamo facendo ma non stiamo tassando per fare clientela come lei ricordava e neppure atti criminosi perché qui non c'è nessun criminale. Mi pare esagerato utilizzare quel linguaggio perché è criminale colui che mantiene lo status quo che non vuol cambiare, che non vuol prendere provvedimenti, che non vuol prendere il toro per le corna. Certo è un provvedimento impopolare forse, anche noi cercheremo di spiegare ai nostri concittadini sardi così come nell'annunciare certamente il voto a favore per quanto riguarda il nostro gruppo, noi riteniamo che questo debba essere assunto come un impegno da parte della Giunta per intraprendere con rigore vero tutte quelle azioni che possano permetterci di ripianare le situazioni che oggi ci vedono quasi in default che ci costringono ad assumere anche iniziative come questa dolorose certamente ma necessarie per ridare qualità, per ridare anche elementi di certezza al nostro popolo. Quindi la Giunta deve impegnarsi ad assumere queste iniziative a tutto tondo come si è ricordato anche prima perché quando noi non riusciamo ed io l'ho ricordato anche all'assessore Paci a recuperare ad esempio 50 milioni di euro dal nostro patrimonio, dai nostri beni perché i bandi vanno deserti, dobbiamo avere la capacità di mettere invece all'incasso queste risorse che sono ferme, inutilizzate e immobilizzate. Questo vale per tutto il resto che è stato ricordato anche negli interventi che mi hanno preceduto. Io credo che noi, scusi onorevole Sabatini sto chiudendo, credo che noi possiamo certamente nell'assunzione di questa responsabilità da domani impegnarci per dare risposte concrete al popolo sardo e lasciare da parte retorica e demagogia che non portano da nessuna parte anzi acuiscono il rapporto tra la politica e la gente. Non è vero che qui si è dato un cattivo esempio di politica, io credo che affermare il rigore nella gestione delle risorse pubbliche...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESINI ROBERTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Non le nascondo di avere trascorso uno dei giorni più difficili da quando sono seduto tra questi banchi in Consiglio regionale. Le devo dire uno stato d'animo veramente combattuto, combattuto come cittadino, combattuto come rappresentante istituzionale e che è perfettamente in controtendenza a quello che io sto facendo nel mio paese dove non faccio pagare la TASI, si riducono la TARI però in un'altra sede istituzionale ci sono delle azioni che sono diametralmente opposte. Però è anche vero e non posso nascondere il fatto che chi governa si deve assumere delle responsabilità, chi governa deve prendere a volte delle decisioni che non vorrebbe prendere ma suo malgrado le deve intraprendere. Anche perché per dircelo chiaramente abbiamo dimostrato che emerge in maniera chiara e palese che il problema della sanità è un problema strutturale, è un problema che riguarda chiunque venga a governare la Regione e io da questo punto di vista alcune posizioni io penso di conoscere anche determinati errori di li ho rivisti però allo stesso tempo non possiamo assolutamente, io chiedo scusa ai colleghi, siccome adesso vado a concludere a nome del gruppo faccio un appello al presidente Pigliaru anche se non è presente qui in aula. Noi oggi ci stiamo assumendo una responsabilità e stiamo prendendo delle decisioni che la stragrande maggioranza di noi non avrebbe voluto assolutamente prendere e allora come noi stiamo chiedendo il sacrificio ai sardi noi chiediamo al presidente Pigliaru che assuma e adotti tutti i provvedimenti di carattere politico nel momento in cui emerge in maniera chiara e inequivocabile che c'è stata un'azione politica nell'ambito della sanità che non ha prodotto i risultati che tutti noi ci auguravamo e questi provvedimenti e queste decisioni da adottare non sono assolutamente più rinviabili, non si possono demandare a momenti successivi nel momento in cui noi votiamo questo provvedimento con tutta la sofferenza che ho manifestato chiediamo al nostro Presidente che contestualmente faccia le dovute considerazioni e che adotti i provvedimenti che necessitano.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Io solo per dichiarare il voto contrario e per chiedere Presidente (...) lavori di domani per sapere se ci sono emendamenti al "293" perché non vorrei incorrere come oggi in una modifica totale perché leggendo la stampa su Sardiniapost vedo che avete modificato il "293" commissariamento delle ASL, che fate sei articoli, siccome la stampa è stata così gentile da darci anche l'emendamento, Presidente, le chiedo formalmente se devo fare gli emendamenti e chiedo il tempo tecnico in base al Regolamento per presentare gli emendamenti sull'emendamento. Non vorrei domani entrare in una discussione diversa da quella che abbiamo in programmazione.

PRESIDENTE. Onorevole Randazzo lei conosce il Regolamento meglio di me. Il Regolamento dice che gli emendamenti possono essere presentati da cinque consiglieri, da un Capogruppo, dalla Giunta sino alla votazione del passaggio agli articoli. E' così ed è sempre stato così non è una novità, mi lascia perplesso che diventi una novità ogni tanto.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Le sto chiedendo se oggi dopo la votazione di questa legge, ovviamente il mio voto è contrario, apriamo la discussione sui commissari (...) presentare gli emendamenti, questo volevo capire perché anche noi dobbiamo lavorare domani mattina se convochiamo l'aula alle nove e devo presentare gli emendamenti su questi articoli se volete ve li leggo, dov'è il tempo tecnico Presidente? Glielo sto chiedendo formalmente se adesso sono pervenuti emendamenti sul testo del "293".

PRESIDENTE. Sono stati presentati 212 emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sarebbe scontato un voto contrario come lo è ma volevo chiedere al Presidente se è stata convocata la Commissione perché io non me ne sono accorto essendo componente per l'esame degli emendamenti per prassi. Eh sì, mi sono accorto adesso. No? Ecco. Va bene, ne prendiamo atto. Siccome il confronto democratico è il confronto democratico. E' un'ovvietà, ma nella pratica non è un'ovvietà, se colui il quale fa da Capogruppo a voi ha fatto le dichiarazioni di cui prima, richiamando anche l'attenzione di un ectoplasma che qui non è presente, beh vorrei capire se veramente c'è la voglia di fare cose serie in questa Regione, perché è questo che mi viene a preoccupare. Non è mica tardi, possiamo andare anche più tardi a casa, ma facciamo le cose serie, facciamole in modo serio. Perché qui sta diventando veramente vergognoso. Al di là del fatto che si chiamerà tassa Paci, o quello che volete, poco me ne importa, a me interessa il risultato che ne viene, che si colpiscono famiglie da 10.000 euro in su lorde in modo non equo, che si toccano gli interessi dei poveri. Ma cosa si deve fare per far capire a voi che state dannando uno strato della popolazione sarda, e tutto il popolo sardo, con queste uscite non certamente consone, non oneste e non giuste.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 291/A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pizzuto ha votato a favore e che il consigliere Tocco ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 31

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato domani alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 21 e 57.



Allegati seduta